Oggetto:
1195 - Risoluzione proposta dai consiglieri Masella,
Guerra e Bortolazzi per impegnare la Giunta
regionale a garantire la continuità del rapporto di
lavoro nei confronti dei lavoratori precari e ad
attuare politiche di stabilizzazione occupazionale
(documento in data 16 03 06).
Testo:
Risoluzione
Premesso che
- come rilevato nel rapporto Economia e lavoro in
Emilia-Romagna , presentato nel giugno 2005, la
quota dei lavoratori precari nell'anno 2004, su un
totale di 1 milione e 850 mila occupati nel
territorio regionale, ha raggiunto un numero pari a
quasi 400 mila unità, corrispondente a una
percentuale del 20%;
- la precarietà non riguarda soltanto l'ingresso
nel mondo del lavoro, ma sta assumendo consistenza
il fenomeno del passaggio da un contratto di lavoro
dipendente a tempo indeterminato a un contratto di
lavoro precario (secondo lo studio sopracitato, 60
mila rapporti di lavoro standard sono stati
trasformati in rapporti di lavoro precario);
- all'interno di questo fenomeno dell'aumento dei
rapporti di lavoro precario, emerge con chiarezza
anche un'accentuazione del problema se osservato da
un punto di vista di genere: tra gli uomini la
percentuale di precarietà scende all'11%, per le
donne sale al 34%;
- come rilevato, a livello nazionale, nel rapporto
annuale ISTAT 2004, nel periodo 1996-2002 il lavoro
flessibile è cresciuto ad un tasso medio annuo del
6,8%, sette volte più rapido di quello
dell'occupazione totale;
- nell'Ente Regione Emilia-Romagna l'andamento il
numerico dei rapporti di lavoro precari (contratti
di formazione lavoro, somministrazione ex -
interinali, tempi determinato) ha avuto il seguente
andamento negli ultimi 5 anni: 242 nel 2001, 322
nel 2002, 424 nel 2003, 508 nel 2004, 486 nel 2005,
a cui si aggiungono i contratti di collaborazione,
di cui solo una fetta rappresentano consulenze in
senso stretto del termine;
evidenziato che
- l'aumento della precarizzazione dei rapporti di
lavoro è conseguenza di provvedimenti normativi
che, in questi ultimi anni, hanno ampliato a
dismisura le tipologie di lavoro precario e le
fattispecie della sua applicazione (attualmente è
consentito il ricorso a 21 forme di lavoro atipico,
con 48 modalità diverse di applicazione, di cui 20
prive di tutele previdenziali), come conferma il
dato per cui solo il 19,3%, dei lavoratori precari
in Emilia-Romagna sceglie volontariamente queste
forme di lavoro;
- un' ulteriore accelerazione nella diffusione di
rapporti di lavoro precari è dovuta all'ancora
troppo frequente ricorso alle esternalizzazioni da
parte di enti locali ed amministrazioni pubbliche;
visto che
- in diversi Enti Locali, anche della regione
Emilia-Romagna, sono stati raggiunti accordi con le
organizzazioni sindacali per il riconoscimento di
tutele e diritti anche ai lavoratori precari;
- il diritto ad un lavoro non precario non può
essere frammentato, seguendo la logica della legge
30 che conduce all'individualizzazione del rapporto
di lavoro distinguendo i lavoratori precari tra
interinali, collaboratori a progetto, co.co.co,
CFL, borsisti, tempi determinati, tutti portatori
dello stesso diritto ad un lavoro stabile;
l'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna
impegna la Giunta della Regione Emilia-Romagna e
l'assessore competente:
- a garantire la continuità del rapporto di lavoro
per tutti i lavoratori precari dell'Ente Regione
Emilia-Romagna o di agenzie o di enti dipendenti
dalla Regione Emilia-Romagna o da essa partecipati
o ad essa comunque collegati;
- a mettere in campo politiche dirette ad
interventi di stabilizzazione occupazionale, anche
attraverso strumenti analoghi a quelli attuativi
della legge regionale Norme per la promozione
dell'occupazione, della qualità, della sicurezza e
della regolarità del lavoro nei confronti,
innanzitutto, dei lavoratori precari dell'Ente
Regione Emilia-Romagna o di agenzie o di enti
dipendenti dalla Regione Emilia-Romagna o da essa
partecipati o ad essa comunque collegati; nel
rispetto degli impegni assunti dalla stessa
amministrazione in riferimento ai collaboratori con
contratti di formazione lavoro, e attraverso
l'utilizzo delle procedure selettive già concluse e
di quelle attualmente in corso;
- ad avviare, laddove possibile, inversioni di
tendenza rispetto alle esternalizzazioni,
valorizzando le competenze professionali del
personale interno, anche di quello precario;
- a proseguire al più presto le trattative con
tutte le parti sociali per la predisposizione di
contratti innovativi nel campo dei diritti e delle
tutele dei lavoratori precari, garantendo ad essi
la partecipazione diretta al confronto sindacale;
- ad assicurare ai lavoratori precari dell'Ente
Regione Emilia-Romagna la partecipazione ai
percorsi formativi previsti per il personale
regionale;
- a valorizzare le competenze acquisite ai
lavoratori precari nelle procedure concorsuali con
pesi analoghi a quelli dei lavoratori a tempo
determinato e computando in esse i periodi, anche
non consecutivi, di effettivo servizio prestato,
anche per quanto riguarda i collaboratori
coordinati e continuativi;
- ad istituire un osservatorio delle competenze per
i lavoratori precari, con la predisposizione di una
banca dati di curricula da sottoporre anche ai
privati che si aggiudichino appalti presso l'Ente
pubblico.
Leonardo Masella
Daniela Guerra
Donatella Bortolazzi