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Legislatura X - Atto ispettivo ogg. n. 6557

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Oggetto:
Testo presentato:
6557 - Interpellanza per sapere quali azioni la Giunta intende mettere in atto per rispondere alle istanze avanzate dall’Ordine dei medici al fine di rimuovere le discriminazioni a danno dei medici di genere femminile. A firma del Consigliere: Gibertoni

Testo:

INTERPELLANZA

 

 

PREMESSO CHE:

 

  • da un’analisi sulle “Diseguaglianze di genere nell' area sanitaria” curata dalla  Dr.ssa Mara Bozzoli (CPO – CUP e CUG ASL Modena) dell’Ordine Medici Modena emerge, che il numero di professioniste donne sia maggiore nelle fasce di età più giovane, che il carico di lavoro di cura sia sbilanciato al femminile, con difficoltà evidenti di conciliazione che penalizzano i guadagni soprattutto per le libere professioniste, a ciò si è aggiunta la crisi economica che non ha fatto sconti neppure ai Colleghi di sesso maschile;
  • da ultimo il Presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna evidenzia quanto segue: “visto che la Regione spende l’85% in sanità, forse bisogna suggerire che una riorganizzazione della spesa a favore delle donne potrebbe essere utile”;
  • dall’agenzia di stampa che riporta la dichiarazione del suddetto Presidente, emergono inoltre ulteriori dichiarazioni: “non ci sono solo le difficoltà legate ai ritmi di lavoro durissimi (a cui spesso si somma il lavoro a casa) e alle aggressioni ai sanitari, un altro aspetto toccato dall’incontro bolognese e che colpisce in particolare le donne. La discriminazione è anche negli atteggiamenti di tutti i giorni, alle consuetudini apparentemente innocue che emergono dai racconti delle dottoresse. Come i pazienti che esigono a tutti i costi un medico uomo e quelli chiamano “signora” le dottoresse. Situazioni che conoscono bene le professioniste che lavorano al 118, chiamate a lavorare a stretto contatto con ambienti a dominanza maschile. Capita molto frequentemente quando c’è un intervento con i Vigili del fuoco – racconta ……… che il loro capo si relazione con il mio infermiere maschio invece che con me. Ma io non mi sento scavalcata;

 

RILEVATO CHE:

 

  • dagli approfondimenti sul tema parità e discriminazioni, emerge con chiarezza che le donne medico sono sempre più numerose, ma le loro condizioni di lavoro non migliorano affatto;
  • a rilevarlo è anche un sondaggio dell'Ordine dei medici di Bologna, la richiesta: un welfare che permetta di conciliare professione e famiglia;
  • per monitorare la situazione delle nuove leve di dottoresse l'ordine dei medici di Bologna ha effettuato un sondaggio inviando un questionario a 1.050 proprie iscritte tra i 25 e i 45 anni. Di coloro che hanno risposto, in forma anonima, oltre il 60% si sono sentite discriminate sul posto di lavoro e il 28% si sono sentite vittima di molestie o mobbing. Non solo: il 70%, come spiega l'odontoiatra Giuliana Schlich, che ha curato la ricerca, sono state penalizzate nella carriera dal fatto di avere figli. Un problema che a quanto pare si riscontra tanto nel pubblico quanto nel privato;
  • da un convegno nazionale, organizzato di recente dall'ordine dei medici di Bologna sul tema emergono turni lunghissimi in corsia, disparità di salario rispetto agli uomini, minori chance di arrivare ad incarichi di rilievo negli ospedali, nelle aziende sanitarie e anche nelle organizzazioni del settore;
  • la richiesta delle dottoresse è quella di avere un welfare che permetta di conciliare professione e famiglia, a partire da nidi aziendali e part-time. Un invito rivolto sia al livello nazionale che a quello regionale.

 

TENUTO CONTO CHE:

 

la L.R. 27 giugno 2014 n. 6 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”, ed in particolare l'art. 2 “Finalità” che recita:

 

1. La presente legge ha come oggetto la rimozione di ogni forma di disuguaglianza pregiudizievole, nonché di ogni discriminazione diretta o indiretta nei confronti delle persone, in particolare delle bambine, delle ragazze e delle donne, che di fatto ne limiti la libertà, impedisca il pieno sviluppo della personalità e l'effettiva partecipazione all'organizzazione politica, economica e sociale della Regione.

 

2. La Regione valorizza la differenza di genere e l'affermazione della specificità, libertà e autonomia femminile per il raggiungimento della parità giuridica e sociale tra donne e uomini, raccordandosi con le donne elette nelle istituzioni, le parti sociali, gli organismi che si occupano di pari opportunità e discriminazioni di genere, i centri antiviolenza, le rappresentanze femminili delle realtà economiche, imprenditoriali, professionali e del lavoro, nonché le associazioni femminili, i centri di documentazione delle donne e gli istituti culturali per la promozione della cultura delle differenze di genere presenti nella regione.

 

3. La Regione agisce contro la violenza di genere ovvero quella perpetrata ai danni delle donne, come manifestazione discriminatoria ed espressione più grave di relazioni di potere diseguale tra uomini e donne.

 

4. Essa elabora politiche di prevenzione mediante correttivi paritari e misuratori di equità al fine di contrastare le disparità in ogni campo e valutare il raggiungimento degli obiettivi della presente legge.

 

5. Gli interventi di cui alla presente legge sono promossi, progettati e realizzati anche in collaborazione con altri enti pubblici e privati, oppure da questi con il sostegno della Regione”;

 

INTERPELLA LA GIUNTA REGIONALE

E L’ASSESSORE COMPETENTE PER SAPERE

 

 

al fine di sapere:

 

  • quali azioni intende mettere in atto per rispondere positivamente alle istanze avanzate dall’Ordine dei medici, riportate nelle premesse, per rimuovere le discriminazioni in essere sia nel sistema sanitario pubblico che privato a danno dei medici di genere femminile;
  • quali azioni ritengano di mettere in atto per la conciliazione dei tempi di vita privata e lavoro per le dottoresse che operano nel sistema sanitario pubblico e privato della Regione;
  • se non ritenga opportuno, in collaborazione con l’Ordine dei medici, di istituire un Osservatorio di pari Opportunità in ambito sanitario, dove le donne medico potranno denunciare prevaricazioni e soprusi, senza che la propria identità venga svelata e utilizzata contro di loro.

 

 

La Consigliere

Giulia Gibertoni

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