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Legislatura X - Atto ispettivo ogg. n. 673

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Oggetto:
Testo presentato:
673 - Interpellanza circa la tutela dei lavoratori della ex BAT di Bologna e l'attivazione di un tavolo di confronto presso il MISE al fine di risolvere tale soluzione. A firma del Consigliere: Alleva

Testo:

 

Interpellanza a risposta orale in Aula

 

Premesso che

 

  • nel 2003 la Manifattura Tabacchi di Bologna sita in via Stalingrado 87 a Bologna, è stata acquistata da Britannica Italiana Tabacchi S.p.A. facente parte di British American Tobacco Holdings (UK) Limited (BAT) con contratto siglato in Roma il 24 luglio 2003 nell’ambito della vendita dell’intero capitale sociale di ETI – Ente Tabacchi Italiani S.p.A. (per un corrispettivo di due miliardi e trecento venticinque milioni di euro);
  • nel contratto di compravendita del 24 luglio 2003 rilevava, all’art. 10 “Impegni di Parte Acquirente in ordine alla salvaguardia della occupazione”, un preciso impegno a non procedere a licenziamenti (per un termine minimo di tre anni o fino alla scadenza del Piano industriale se più lontana nel tempo) ed all’art. 8 “Impegni di Parte Acquirente in ordine alla gestione di ETI” l’impegno “ad attuare il Piano Industriale e a non apportarvi variazioni sostanziali,
  • già poco più di un anno dopo, con Accordo del 22 dicembre 2004, BAT dichiarava di voler procedere ad una gestione stralcio dei siti produttivi, compreso quello di Bologna, e di voler avviare una riconversione industriale anche attraverso un piano di riqualificazione professionale, con un intervento di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per un periodo di mesi 12. Il Tribunale del Lavoro di Bologna, in data 14 febbraio 2005 respingendo un ricorso ex art. 28 dello Statuto del Lavoratori, dava tuttavia atto nel dispositivo, dell’inadempimento, da parte di BAT del suddetto art. 8;
  • il Ministero dell’Economia e delle Finanze con propria Risoluzione avrebbe successivamente ritenuta illegittima la deroga di BAT alle condizioni del contratto di compravendita in particolare sotto il profilo della salvaguardia occupazionale;
  • con successivo Accordo del 16 novembre 2005 BAT si impegnava a sviluppare la produzione del tabacco espanso (DIET) con accordi partnership con primarie aziende di settore per la fornitura del materiale necessario per la revisione delle macchine, con una prima verifica dimensionale del piano occupazionale entro giugno 2006;
  • con Accordo del 1 dicembre 2005 BAT si impegnava con le Organizzazioni Sindacali per una riconversione industriale anche attraverso percorsi formativi dei dipendenti;
  • tale Accordo veniva recepito in un Protocollo d’intesa del 6 dicembre 2005 tra BAT, OOSS ed Enti Locali che dopo il coinvolgimento delle RSU portava ad un nuovo Protocollo d’Intesa del 13 gennaio 2006, sottoscritto da BAT Italia S.p.A, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna e Organizzazioni Sindacali, in cui si prevedeva l’impegno di BAT, nel mantenimento dell’occupazione e della riorganizzazione dello stabilimento, a destinare le parti del sito che risultassero disponibili ad esito della riorganizzazione, ad usi industriali o a progetti di pubblico interesse, e ciò attivando il confronto con gli enti pubblici competenti, e quindi con Regione ed Enti locali, per le problematiche rivolte a favorire la riconversione del sito secondo il progetto di realizzazione del Polo tecnologico e alla ridestinazione dello stabilimento della ex Manifattura Tabacchi ad un utilizzo per lo sviluppo di servizi di pubblica utilità e per la promozione dell’innovazione tecnologica;
  • in data 13 gennaio 2006 veniva sottoscritto un nuovo protocollo d’intesa sottoscritto da BAT Italia S.p.A, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna e Organizzazioni Sindacali;
  • in data 29 settembre 2006 BAT procedeva alla messa in cassa integrazione guadagni straordinaria di n. 72 dipendenti per n. 8 settimane;
  • in data 19 giugno 2007 la Giunta della Regione Emilia-Romagna approvava il protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna diretto alla definizione di azioni congiunte da mettere in atto per la definizione delle procedure di intervento per l’acquisizione dell’area della Manifattura Tabacchi di Bologna per realizzarvi il nuovo Tecnopolo di Bologna;
  • in data 31 luglio 2008 veniva sottoscritto un nuovo protocollo d’intesa tra la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna ed il Comune di Bologna e le OOSS confederali e di categoria in base al quale i precedenti accordi venivano stralciati e di fatto il personale di BAT veniva riassorbito, a seguito di una procedura di licenziamento collettivo, da una nuova società BV Tech SpA che avrebbe dovuto essere il primo passaggio per l’avvio del nuovo Tecnopolo di Bologna;
  • in data 30 settembre 2008 i lavoratori venivano messi in mobilità in base ad un accordo sindacale;
  • in data 12 novembre 2008 veniva siglato un Accordo, tra la società BV TECH Ricerca s.r.l. e le organizzazioni sindacali territoriali, in cui si prevedeva, in tempi brevi, lo sviluppo di un'attività di impresa di Centro Servizi per la Sicurezza ICT e di Centro di Ricerca ICT all'interno dell’area della ex Manifattura Tabacchi, sulla base del quale la BV TECH Ricerca s.r.l. si impegnava, tra l'altro, ad assumere nella propria forza lavoro tutti i dipendenti iscritti alle liste di mobilità della società BAT di Bologna, che avessero manifestato la propria disponibilità alla proposta di lavoro, sviluppando un progetto di insediamento di attività industriali per la riconversione dello stabilimento di Bologna;
  • in data 17 novembre 2008 con un verbale sottoscritto tra Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, BAT, BV TECH s.r.l. ed organizzazioni sindacali si confermava quanto stabilito dall'Accordo sopra citato del 12 novembre 2008;
  • in ottemperanza di questo accordo i lavoratori dello stabilimento di Bologna, non esperti nel campo dell’informatica, sono stati riqualificati con oltre 1.000 ore di formazione dedicata, finanziata con fondi pubblici, sia attraverso la Provincia di Bologna che attraverso la Regione Emilia-Romagna;
  • il 26 gennaio 2009 la Giunta regionale con la deliberazione n. 29/2009, recante, “Programma acquisto complesso immobiliare denominato "ex Manifattura Tabacchi" sito in Bologna via della Manifattura n. 3 e 7 - via Stalingrado n. 87” stabilisce l’acquisto dell’intero complesso per 21.200.000 € (19.000.000 per l’area BAT-ex ETI e 2.200.000 per l’area Fintecna) a fronte di un valore commerciale stimato di 45.500.000;
  • il 18 gennaio 2010 la Giunta regionale con la deliberazione la n. 46/2010, recante “Approvazione protocollo d'intesa tra Regione, Provincia di Bologna e Comune di Bologna per la realizzazione e lo sviluppo del "Tecnopolo" nell'area della Manifattura Tabacchi” stabiliva l’approvazione dello schema di “Protocollo d’intesa per la realizzazione del Tecnopolo nell’area della Manifattura Tabacchi, e per il suo sviluppo nell’ambito territoriale interessato, con attività e servizi per la ricerca scientifica e di interesse industriale, per il trasferimento tecnologico e per l’incubazione di nuove imprese innovative, anche nel campo della comunicazione e della multimedialità”;
  • nel marzo 2010, 40 operai sono stati messi in cassa integrazione, mentre gli altri venivano destinati a mansioni dequalificate, per nulla rispondenti al loro profilo professionale, né quello precedente, né quello successivo ai corsi di formazione;
  • Il 13 dicembre 2010 la Giunta regionale con la deliberazione n. 1969/2010, recante “Approvazione dello schema del bando di concorso di progettazione per la ristrutturazione dell'area ex Manifattura Tabacchi ai fini dell'insediamento del Tecnopolo di Bologna” preventivava una spesa di 996.008 € per gli oneri e costi legati all’espletamento del concorso di progettazione per l’area del nuovo Tecnopolo di Bologna;
  • Nell’ottobre 2011, 53 operai sono stati messi in cassa integrazione straordinaria, perché l’azienda Bv Tech ha annunciato di voler abbandonare il sito di Bologna;
  • i corsi finanziati per 98.000 euro con Fondi europei non hanno prodotto neanche il rilascio di un attestato o di una qualifica e, di fatto si sono risolti in un inutile dispendio di denaro, tempo ed energie non essendo stati tarati correttamente sugli effettivi destinatari;
  • in data 2 ottobre 2012 è stata approvata all’unanimità, dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna la risoluzione oggetto 3226 che impegnava la Giunta: “ad essere parte attiva nelle trattative sindacali che riguarderanno il destino dei lavoratori della BV TECH in maniera tale da ricercare adeguate soluzioni occupazionali ed a proporre tavoli ad imprenditori disponibili a concordare piani industriali in cui, rendendo disponibili finanziamenti con finalizzazioni ben definite, possano trovare un ruolo i lavoratori della BV TECH”;

 

considerato che:

 

  • dopo l’offerta del 2003 che superava ogni aspettativa - 2 miliardi e 325 milioni di euro, contro una stima base di 1 miliardo e 400 milioni di euro – consentendo al colosso anglo-americano del tabacco BAT di vincere la gara indetta dal Tesoro per la privatizzazione dell'Ente Tabacchi Italiano E.T.I., nel 2005 viene introdotto nel mercato italiano delle sigarette il meccanismo del prezzo minimo che avrebbe, nei fatti, protetto la BAT, e con lei le altre due multinazionali del tabacco operanti in Italia, da ogni possibile forma di concorrenza, dando loro guadagni fuori mercato, a scapito delle entrate fiscali e della nascita di altre aziende, solo il 24 giugno 2010 la Corte di giustizia UE (Terza sezione) ha sentenziato che il sistema italiano di prezzi minimi di vendita al dettaglio delle sigarette è incompatibile con il diritto dell'Unione ed ha condannato l’Italia, consentendo di poter affermare, col senno del poi, come appare evidente che la vendita dell'Ente Tabacchi Italiano E.T.I. alla BAT, avvenuta nel 2003, sia stata pagata in realtà dalla fiscalità generale e dai consumatori italiani ed abbia comportato l’azzeramento della produzione italiana nel settore, con la chiusura nei fatti, di tutte le 21 manifatture dell’ex Monopolio di Stato e poi ex E.T.I. ed abbia, inoltre, lasciato il problema dei lavoratori a carico della collettività;
  • nella vicenda dello Stabilimento di Bologna si aggiunge un ulteriore aggravante, del tutto analoga a quanto avvenuto anni prima a livello nazionale con l’acquisto di E.T.I. da parte di BAT ad un prezzo fuori mercato, cioè l’acquisto dell’area “ex Manifattura Tabacchi” di Bologna ad un prezzo fuori mercato, infatti, è lecito domandarsi perché un’azienda privata scelga di fare una sorta di “regalo” alla Giunta regionale dell’epoca e se oggetto dello scambio non sia stato il destino del personale ex BAT, poi ex BV Tech che, in un “non detto”, fosse inteso dovesse essere a carico degli enti pubblici (Regione, Provincia, Comune promotori dell’ambizioso progetto del Tecnopolo di Bologna, il più grande della Regione) ed, invece, nei fatti, conclusosi con il licenziamento dei 53 lavoratori rimasti, usati alla stregua di merce di scambio;
  • nessuna seria attività di vigilanza sull’attività di riqualificazione (mediante fondi pubblici) e sulla salvaguardia dei posti di lavoro è stata posta in essere dai soggetti pubblici, in primis, la Regione Emilia-Romagna;
  • il giorno 21 maggio 2015 si sono riunite al Ministero dello Sviluppo le Istituzioni e le OOSS coinvolte nella vertenza ex BAT di Lecce alla riunione erano presenti la Sottosegretaria Bellanova del Ministero del Lavoro, il Dr. Castano del Mise, la Vice Presidente della Provincia di Lecce Simona Manca, il Sindaco di Lecce Paolo Perrone, le OOSS confederali (CISL –CGIL – UIL) e di settore (FIOM- FIM- UILM-FAILMS CISAL ed UGL MET) dopo ampio dibattito è stato convenuto quanto segue:
  • continuare ad incalzare BAT le aziende che non hanno mantenuto gli impegni assunti;
  • recuperare la disponibilità degli immobili di INSER;
  • attivare un tavolo straordinario di ricollocazione dei lavoratori in accordo con Regione Puglia, Italia Lavoro ed Invitalia oltre a Ministero del Lavoro, Mise ed OOSS;
  • chiedere a BAT ed alle altre Aziende, almeno di finanziare una attività di ricerca di nuovi investitori in accordo con il tavolo di cui al punto 3.

 

Interpella la Giunta regionale e l’Assessore competente

per sapere:

 

  • se non ritengano necessario attivarsi affinché anche per la vicenda dei lavoratori ex BAT dello stabilimento di Bologna, che nella sostanza è del tutto analoga a quella dei lavoratori dello stabilimento BAT di Lecce, sia nelle premesse, sia nella conclusione, avvenuta tramite aziende terze dimostratesi poi scatole vuote e soggetti inaffidabili, BV-Tech nel caso di Bologna, possa aprirsi un tavolo di confronto presso il MISE che mette BAT di fronte alle proprie responsabilità di chiusura di stabilimenti produttivi e perdita di centinaia di posti di lavoro.

 

Bologna 27/05/2015

 

 

Il Consigliere

Prof. Avv. Piergiovanni Alleva

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