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Legislatura IX - Progetto di legge (testo presentato : concluso/decaduto)

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Oggetto n. 4036
Presentato in data: 28/05/2013
"Semplificazione della disciplina edilizia" (delibera di Giunta n. 675 del 27 05 13).

Testo:

 

PROGETTO DI LEGGE

“SEMPLIFICAZIONE DELLA DISCIPLINA EDILIZIA”

 


TITOLO I

 

DISPOSIZIONI GENERALI DELL’ATTIVITÀ EDILIZIA

 

Art. 1

 

(Principi generali)

 

1. La presente  legge, in coerenza con le disposizioni contenute nel Titolo V della Costituzione, regola nel territorio dell'Emilia-Romagna l'attività edilizia, intesa come ogni attività che produce una trasformazione del territorio, attraverso la modifica dello stato dei suoli o dei manufatti edilizi esistenti.

2. Nel disciplinare l'attività edilizia la presente legge persegue in modo prioritario:

a)               l’incolumità e la salute delle persone, con riguardo sia alla sicurezza, salubrità e fruibilità delle opere ultimate, sia alla fase di esecuzione dei lavori;

b)               la tutela del territorio, del paesaggio, dell'ambiente e del patrimonio storico e architettonico;

c)               il risparmio energetico ed idrico e la riduzione degli impatti delle urbanizzazioni sull’ecosistema;

d)               l’efficacia, la celerità e l’imparzialità dei procedimenti di autorizzazione e di controllo degli interventi edilizi;

e)              l’unicità del procedimento e del titolo abilitativo per la realizzazione e modifica degli impianti produttivi di beni e servizi e  per l’esercizio delle attività produttive, ai sensi del DPR 7 settembre 2010, n. 160;

f)              la gestione telematica dei procedimenti abilitativi e delle inerenti comunicazioni tra cittadino, imprese e amministrazioni pubbliche.

3. La presente legge riconosce e valorizza la funzione di certificazione e di accertamento di conformità svolta nell'interesse generale  dai professioni abilitati nello svolgimento degli incarichi di progettista, direttore dei lavori e collaudatore delle opere edilizie.

4. L’attività edilizia è esercitata nel rispetto:

a)               dei diritti pubblici e privati;

b)               delle previsioni degli strumenti urbanistici e territoriali operanti a norma della legge regionale 24 marzo 2000, n. 20 (Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio);

c)               delle ulteriori normative di settore, dell’ordinamento regionale, statale ed europeo aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia.

5. Sono fatte salve le procedure e le modalità di verifica in materia di sicurezza e di salute da attuarsi nei cantieri, secondo la normativa nazionale e regionale vigente.

 

 

Art. 2

 

(Semplificazione dell’attività edilizia)

 

1. La presente legge persegue la semplificazione dell’attività edilizia e l’uniformità di interpretazione e applicazione della disciplina edilizia nell’ambito del sistema regionale delle autonomie locali, attraverso:

a)               il rafforzamento della funzione dello Sportello unico per l’edilizia di unico interlocutore ai fini del rilascio dei titoli edilizi, estendendo all’attività edilizia libera e a tutti i titoli abilitativi la sua competenza a richiedere, alle altre amministrazioni e organismi competenti, ogni atto di assenso, comunque denominato, necessario per la realizzazione dell’intervento edilizio;

b)               la specificazione della funzione consultiva della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, chiamandola ad esprimersi solo sugli interventi su immobili soggetti a vincolo paesaggistico, sugli edifici di valore storico-architettonico, culturale e testimoniale ed eventualmente sugli strumenti urbanistici;

c)               la riduzione del numero dei titoli abilitativi edilizi, prevedendo la sostituzione della SCIA alla DIA, anche nel caso di interventi assoggettabili a titolo alternativo al permesso di costruire;

d)              l’estensione dei casi di attività edilizia libera che possono essere attuati senza la presentazione allo Sportello unico di alcuna documentazione edilizia;

e)               l’ampliamento della possibilità di ricorrere alla proroga del termine per l’inizio e la ultimazione dei lavori;

f)               il potenziamento della funzione della Regione di coordinamento tecnico, per assicurare: la standardizzazione delle pratiche edilizie in tutto il territorio regionale, attraverso la modulistica unificata e l’individuazione della documentazione essenziale da presentare a corredo dei diversi titoli edilizi e degli atti del relativo procedimento; la parificazione della somma forfettaria per spese istruttorie dovuta in caso di rilascio del parere preventivo; modalità comuni per la definizione del campione delle pratiche da assoggettare a controllo di merito a fine lavori;

g)               la distinzione tra documentazione essenziale che deve essere necessariamente presentata a corredo della domanda di permesso di costruire e della SCIA, da quella che il soggetto può presentare prima dell’inizio lavori, e quella che può riservarsi di presentare alla fine dei lavori;

h)               la sottoposizione di tutte le varianti in corso d’opera a SCIA di fine lavori;

i)               la previsione dell’immediata utilizzabilità degli immobili di cui sia stata completata la realizzazione, in attesa del rilascio del certificato di conformità edilizia-agibilità, e la specificazione della possibilità della certificazione di agibilità parziale, per singole unità immobiliari o per porzioni dell’edificio;

l)              la razionalizzazione dei controlli dell’attività edilizia, da operarsi in due fasi: all’atto della formazione del titolo abilitativo, per la verifica dell’esistenza dei presupposti e dei requisiti previsti dalla normativa vigente per l’intervento edilizio; a fine lavori ai fini del rilascio del certificato di conformità edilizia-agibilità.

 

 

Art. 3

 

(Gestione telematica dei procedimenti edilizi)

 

1. La Regione promuove la realizzazione di un sistema integrato per la dematerializzazione e la gestione telematica dei procedimenti edilizi e catastali, con l’interconnessione delle amministrazioni pubbliche e degli operatori privati coinvolti, in coordinamento con gli omologhi programmi di semplificazione dei procedimenti e standardizzazione della modulistica, previsti dalla normativa statale.

 

 

Art. 4

 

(Sportello unico per l’edilizia)

 

1. I Comuni, in forma singola ovvero in forma associata negli ambiti territoriali ottimali di cui all’art. 7 della L.R. 21 dicembre 2012, n. 21, esercitano le funzioni di autorizzazione e di controllo dell’attività edilizia, e la funzione generale di vigilanza sull’attività urbanistico edilizia, assicurando la conformità degli interventi alle previsioni degli strumenti urbanistici e territoriali ed alle ulteriori disposizioni operanti, ed il rispetto dei diritti inerenti i beni e gli usi pubblici.

2. La gestione dei procedimenti abilitativi inerenti gli interventi che riguardano l’edilizia residenziale, e le relative funzioni di controllo, sono attribuite ad un’unica struttura, denominata “Sportello unico per l’edilizia”(Sportello unico), costituita dal Comune o da più Comuni associati.

3. I Comuni singoli e le forme associative a cui siano conferite le funzioni in materia edilizia, possono istituire un’unica struttura che svolge le competenze dello Sportello unico per l’edilizia e le competenze dello Sportello unico per le attività produttive (SUAP).

4. Lo Sportello unico costituisce, per gli interventi di edilizia residenziale, l'unico punto di accesso per il privato interessato, in relazione a tutte le vicende amministrative riguardanti il titolo abilitativo e l'intervento edilizio oggetto dello stesso, che fornisce una risposta tempestiva in luogo di tutte le pubbliche amministrazioni, comunque coinvolte. Le comunicazioni al richiedente sono trasmesse esclusivamente dallo Sportello unico; gli altri uffici comunali e le amministrazioni pubbliche diverse dal Comune, che sono interessati al procedimento di rilascio del permesso di costruire, non possono trasmettere al richiedente atti autorizzatori, nulla osta, pareri o atti di consenso, anche a contenuto negativo, comunque denominati e sono tenuti a trasmettere immediatamente allo Sportello unico le denunce, le domande, le segnalazioni, gli atti e la documentazione ad esse eventualmente presentati, dandone comunicazione al richiedente.

5. Ai fini del rilascio del permesso di costruire lo Sportello unico acquisisce direttamente o tramite conferenza di servizi ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, le autorizzazioni e gli altri atti di assenso, comunque denominati, necessari ai fini della realizzazione dell'intervento edilizio. In caso di attività edilizia libera e di SCIA, lo Sportello unico svolge la medesima attività su istanza dei privati interessati, ai sensi degli artt. 7, comma 2, 14, comma 2, e 15, comma 2.

6. Sono fatte comunque salve:

a)              la differenziazione tra l’attività di tutela del paesaggio e l’esercizio delle funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia, a norma dell’articolo 40-undecies della l.r. n. 20/2000;

b)              le funzioni di polizia edilizia attribuite dall’ordinamento alle strutture di polizia municipale.

7. I Comuni, attraverso lo Sportello unico, forniscono una adeguata e continua informazione ai cittadini sulla disciplina dell’attività edilizia vigente, provvedendo anche alla pubblicazione sul sito informatico istituzionale degli strumenti urbanistici, approvati o adottati, delle relative varianti e altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell'attività edilizia.

8. Ai fini della presentazione, del rilascio o della formazione dei titoli abilitativi previsti dalla presente legge, lo Sportello unico e le amministrazioni, competenti al rilascio delle autorizzazioni e degli altri atti di assenso comunque denominati necessari ai fini della realizzazione dell’intervento, sono tenuti ad acquisire d'ufficio i documenti, le informazioni e i dati, compresi quelli catastali, che siano in possesso delle pubbliche amministrazioni e non possono richiedere attestazioni, comunque denominate, o perizie sulla veridicità e sull'autenticità di tali documenti, informazioni e dati.

 

 

Art. 5

 

(Interventi edilizi per le attività produttive)

 

1. La gestione dei procedimenti abilitativi inerenti la realizzazione e la modifica degli impianti produttivi di beni e servizi, disciplinati dal DPR 7 settembre 2010, n. 160, sono attribuiti allo Sportello unico per le attività produttive (SUAP).

2. Nel caso di impianti produttivi di beni e servizi, il SUAP è il punto unico di accesso, le comunicazioni al richiedente sono trasmesse esclusivamente dallo Sportello unico e gli altri uffici comunali e le amministrazioni pubbliche diverse dal Comune, che sono interessati al procedimento di rilascio del permesso di costruire, non possono trasmettere al richiedente atti autorizzatori, nulla osta, pareri o atti di consenso, anche a contenuto negativo, comunque denominati, e sono tenuti a trasmettere immediatamente al SUAP le denunce, le domande, le segnalazioni, gli atti e la documentazione ad esse eventualmente presentati, dandone comunicazione al richiedente.

3. Il procedimento di competenza SUAP, disciplinato dall’art. 5 del DPR 160 del 2010 trova applicazione per gli interventi attinenti all’attività edilizia libera, ivi compresi quelli soggetti a comunicazione, e per quelli soggetti a SCIA, che riguardano la realizzazione e la modifica degli impianti produttivi di beni e servizi. Nel caso in cui per l'intervento edilizio siano necessari autorizzazioni ed atti di assenso, comunque denominati, di cui all’art. 9, comma 5, lettere a), b), c) e d), gli interessati richiedono preventivamente al SUAP di provvedere all’acquisizione di tali atti di assenso, presentando la documentazione richiesta dalla disciplina di settore per il loro rilascio.

4. Ai fini del rilascio, ai sensi dell’art. 7 del D.P.R. n. 160 del 2010, del titolo unico per la realizzazione e la modifica degli impianti produttivi di beni e servizi, il SUAP acquisisce direttamente o tramite conferenza di servizi, le autorizzazioni e gli altri atti di assenso, comunque denominati, necessari. Nell’ambito di tale procedimento, qualora non sia stata costituta la struttura unica di cui all’art. 4, comma 3, lo Sportello unico per l’edilizia svolge esclusivamente le funzioni di verifica della conformità alla disciplina dell’attività edilizia. Per tali interventi edilizi, lo Sportello unico provvede altresì al rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità delle opere realizzate, nonché all’esercizio dei compiti di vigilanza e controllo dell’attività edilizia, secondo le disposizioni di cui alla presente legge e alla L.R. 21 ottobre 2004, n. 23.

 

 

Art. 6

 

(Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio)

 

1. I Comuni istituiscono, in forma singola ovvero in forma associata negli ambiti ottimali di cui all’art. 7 della L.R. n. 21 del 2012, la Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, quale organo consultivo cui spetta l'emanazione di pareri, obbligatori e non vincolanti, in ordine agli aspetti compositivi ed architettonici degli interventi ed al loro inserimento nel contesto urbano, paesaggistico e ambientale.

2. La commissione si esprime:

a)              sul rilascio dei provvedimenti comunali in materia di beni paesaggistici;

b)              sulla realizzazione di interventi edilizi negli edifici di valore storico-architettonico individuati dagli strumenti urbanistici comunali, ai sensi dell’art. A-9, comma 1, della L.R. n. 20 del 2000;

c)              sull’approvazione degli strumenti urbanistici, qualora l’acquisizione del parere sia prevista dal regolamento urbanistico ed edilizio (RUE).

3. Il Consiglio comunale, con il RUE, definisce la composizione e le modalità di nomina della Commissione, nell'osservanza dei seguenti principi:

a)              la Commissione costituisce organo a carattere esclusivamente tecnico, con componenti solo esterni all'amministrazione comunale, i quali presentano una elevata competenza, specializzazione ed esperienza nelle materie richiamate al comma 1;

b)              i pareri sono espressi in ordine agli aspetti compositivi ed architettonici degli interventi ed al loro inserimento nel contesto urbano, paesaggistico e ambientale;

c)              la Commissione all'atto dell'insediamento può redigere un apposito documento guida sui principi e sui criteri compositivi e formali di riferimento per l'emanazione dei pareri;

d)              il professionista incaricato può motivatamente chiedere di poter illustrare alla Commissione il progetto prima della sua valutazione.

4. Le determinazioni conclusive del dirigente preposto allo Sportello unico non conformi, anche in parte, al parere della Commissione sono immediatamente comunicate al Sindaco per lo svolgimento del riesame di cui all'art. 27.

 

 

Art. 7

 

(Attività edilizia libera e interventi soggetti a comunicazione)

 

1. Nel rispetto della disciplina dell’attività edilizia di cui all’art. 9, comma 3, sono attuati liberamente, senza titolo abilitativo edilizio:

a)               gli interventi di manutenzione ordinaria;

b)               gli interventi volti all'eliminazione delle barriere architettoniche, qualora non interessino gli immobili compresi negli elenchi di cui alla Parte II del D.Lgs. n. 42 del 2004, nonché gli immobili aventi valore storico-architettonico, individuati dagli strumenti urbanistici comunali ai sensi dell’art. A-9, comma 1, della L.R. n. 20 del 2000 e qualora non comportino la realizzazione di manufatti che alterino la sagoma dell'edificio e non riguardino le parti strutturali dell’edificio e non rechino comunque pregiudizio alla statica dello stesso;

c)               le opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico, ad esclusione di attività di ricerca di idrocarburi, e che siano eseguite in aree esterne al centro edificato nonché i carotaggi e le opere temporanee per le analisi geologiche e geotecniche richieste per l’edificazione nel territorio urbanizzato;

d)               i movimenti di terra strettamente pertinenti all'esercizio dell'attività agricola e le pratiche agro silvo-pastorali, compresi gli interventi su impianti idraulici agrari;

e)               le serre mobili stagionali, sprovviste di strutture in muratura, funzionali allo svolgimento dell'attività agricola;

f)               le opere dirette a soddisfare obiettive esigenze contingenti, temporanee e stagionali e ad essere immediatamente rimosse al cessare della necessità e, comunque, entro un termine non superiore a sei mesi compresi i tempi di allestimento e smontaggio delle strutture;

g)               le opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni, anche per aree di sosta, che siano contenute entro l'indice di permeabilità, ove stabilito dallo strumento urbanistico comunale;

h)               le aree ludiche senza fini di lucro e gli elementi di arredo delle aree pertinenziali degli edifici senza creazione di volumetria e con esclusione delle piscine;

i)               le recinzioni, le cancellate e i muri di cinta, aventi altezza fino a metri 2,20;

m)              le modifiche funzionali di impianti già destinati ad attività sportive senza creazione di volumetria;

n)              i pannelli solari, fotovoltaici, a servizio degli edifici, da realizzare al di fuori della zona A) di cui al decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444;

o)              le installazioni dei depositi di gas di petrolio liquefatto di capacità complessiva non superiore a 13 metri cubi, di cui all’art. 17 del D.Lgs. 22 febbraio 2006, n. 128;

p)              i mutamenti di destinazione d'uso non connessi a trasformazioni fisiche dei fabbricati già rurali con originaria funzione abitativa che non presentano più i requisiti di ruralità e per i quali si provvede alla variazione nell'iscrizione catastale mantenendone la funzione residenziale.

2. Per gli interventi di cui al comma 1, l’interessato acquisisce prima dell’inizio dei lavori le autorizzazioni e gli altri atti di assenso, comunque denominati, necessari secondo la normativa vigente per la  realizzazione dell'intervento edilizio, nonché ogni altra documentazione prevista dalle normative di settore per la loro realizzazione, a garanzia della legittimità dell’intervento, ivi compreso il parere della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio. Gli interessati, prima dell’inizio dell’attività edilizia, possono richiedere allo Sportello unico di provvedere all’acquisizione di tali atti di assenso ai sensi dell’art. 4, comma 4, presentando la documentazione richiesta dalla disciplina di settore per il loro rilascio.

3. L’esecuzione delle opere di cui al comma 1 lettera f) è preceduta dalla comunicazione allo Sportello unico  delle date di inizio dei lavori e di rimozione del manufatto, con l’eccezione delle opere insistenti su suolo pubblico comunale il cui periodo di permanenza è regolato  dalla concessione temporanea di suolo pubblico.

4. Nel rispetto della disciplina dell’attività edilizia di cui all’art. 9, comma 3,  sono eseguiti previa comunicazione di inizio dei lavori:

a)              le opere di manutenzione straordinaria e le opere interne alle costruzioni, qualora non interessino gli immobili compresi negli elenchi di cui alla Parte II del D.Lgs. n. 42 del 2004, nonché gli immobili aventi valore storico-architettonico individuati dagli strumenti urbanistici comunali, e qualora non comportino modifiche della sagoma,  non aumentino le superfici utili e il numero delle unità immobiliari, non modifichino le destinazioni d’uso delle costruzioni e delle singole unità immobiliari, non riguardino le parti strutturali dell’edificio e non rechino comunque pregiudizio alla statica dello stesso;

b)              le modifiche interne di carattere edilizio sulla superficie coperta dei fabbricati adibiti ad esercizio d'impresa, ovvero le modifiche della destinazione d'uso dei locali adibiti ad esercizio d'impresa che non comportino aumento del carico urbanistico.

5. Per gli interventi di cui al comma 4,  la comunicazione di inizio dei lavori riporta i dati identificativi dell’impresa alla quale si intende affidare la realizzazione dei lavori e la data di fine dei lavori che non può essere superiore ai tre anni dalla data del loro inizio. La comunicazione è accompagnata dai necessari elaborati progettuali e da una relazione tecnica a firma di un professionista abilitato, il quale assevera, sotto la propria responsabilità, la corrispondenza dell’intervento con una delle fattispecie descritte al comma 4, il rispetto delle prescrizioni e delle normative di cui all’alinea del comma 1, nonché l’osservanza delle eventuali prescrizioni stabilite nelle autorizzazioni o degli altri atti di assenso acquisiti per l’esecuzione delle opere. Limitatamente agli interventi di cui al comma 4, lettera b, sono trasmesse le dichiarazioni di conformità da parte dell'Agenzia per le imprese di cui all'articolo 38, comma 3, lettera c), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, relative alla sussistenza dei requisiti e dei presupposti di cui al presente comma.

6. L’esecuzione delle opere di cui al comma 4 comporta l’obbligo della nomina del direttore dei lavori, della comunicazione della fine dei lavori e della trasmissione allo Sportello unico della copia degli atti di aggiornamento catastale nei casi previsti dalle vigenti disposizioni. Per i medesimi interventi non è richiesto il rilascio del certificato di conformità edilizia e l’agibilità di cui agli artt. 23 e 24, fatto salvo l’eventuale aggiornamento della scheda tecnica descrittiva qualora l’intervento interessi gli impianti tecnologici.

 

 

Art. 8

 

(Attività edilizia in aree parzialmente pianificate)

 

1. Per i Comuni provvisti di piano strutturale comunale (PSC), negli ambiti del territorio assoggettati a piano operativo comunale (POC), come presupposto per le trasformazioni edilizie, fino all'approvazione del medesimo strumento sono consentiti, fatta salva l'attività edilizia libera e previo titolo abilitativo, gli interventi sul patrimonio edilizio esistente relativi:

a)               alla manutenzione straordinaria;

b)               al restauro e risanamento conservativo;

c)               alla ristrutturazione edilizia di singole unità immobiliari, o parti di esse, nonché di interi edifici nei casi e nei limiti previsti dal PSC;

d)               alla demolizione senza ricostruzione nei casi e nei limiti previsti dal PSC.

2. I medesimi interventi previsti dal comma 1 sono consentiti negli ambiti pianificati attraverso POC, che non ha assunto il valore e gli effetti di piano urbanistico attuativo (PUA) ai sensi dell'art. 30, comma 4, della L.R. n. 20 del 2000,  a seguito della scadenza del termine di efficacia del piano, qualora entro il medesimo termine non si sia provveduto all'approvazione del PUA o alla reiterazione dei vincoli espropriativi secondo le modalità previste dalla legge.

3. I medesimi interventi edilizi previsti al comma 1 sono consentiti nei Comuni ancora provvisti di piano regolatore generale (PRG) e fino all'approvazione della strumentazione urbanistica prevista dalla L.R. n. 20 del 2000, per le aree nelle quali non siano stati approvati gli strumenti urbanistici attuativi previsti dal PRG.

4. Sono comunque fatti salvi i limiti più restrittivi circa le trasformazioni edilizie ammissibili, previsti dal RUE ovvero, in via transitoria, dal regolamento edilizio comunale.

 

 

TITOLO II

 

TITOLI ABILITATIVI

 

Art. 9

 

(Titoli abilitativi)

 

1. Fuori dai casi di cui all'art. 7, le attività edilizie, anche su aree demaniali, sono soggette a titolo abilitativo e la loro realizzazione è subordinata, salvi i casi di esonero, alla corresponsione del contributo di costruzione. Le definizioni degli interventi edilizi sono contenute nell'Allegato costituente parte integrante della presente legge.

2. I titoli abilitativi sono la segnalazione certificata di inizio attività (di seguito denominata SCIA) e il permesso di costruire. Entrambi sono trasferibili insieme all'immobile ai successori o aventi causa. I titoli abilitativi non incidono sulla titolarità della proprietà e di altri diritti reali e non comportano limitazioni dei diritti dei terzi.

3. I titoli abilitativi devono essere conformi alla disciplina dell’attività edilizia costituita:

a)               dalle leggi e dai regolamenti in materia urbanistica ed edilizia;

b)               dalle prescrizioni contenute negli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica vigenti e adottati;

c)               dalle discipline di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia, tra cui la normativa tecnica vigente ai sensi dell’art. 11;

d)               dalle normative sui vincoli paesaggistici, idrogeologici, ambientali e di tutela del patrimonio storico, artistico ed archeologico, gravanti sull’immobile.

4. La verifica di conformità, di cui al comma 3, lettere b) e d), è effettuata rispetto alle sole previsioni degli strumenti di pianificazione urbanistica comunale, qualora siano stati approvati come carta unica del territorio, secondo quanto disposto dall'art. 19 della L.R. n. 20 del 2000.

5. Nei casi in cui per la formazione del titolo abilitativo o per l’inizio dei lavori la normativa vigente prevede l'acquisizione di atti o pareri di organi o enti appositi, ovvero l'esecuzione di verifiche preventive, essi sono comunque sostituiti dalle autocertificazioni, attestazioni e asseverazioni o certificazioni di tecnici abilitati relative alla sussistenza dei requisiti e dei presupposti previsti dalla legge, dagli strumenti urbanistici approvati e adottati e dai regolamenti edilizi, da produrre a corredo del titolo, salve le verifiche successive degli organi e delle amministrazioni competenti. Il presente comma non trova applicazione relativamente:

a)              ai casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali;

b)              agli atti rilasciati dalle amministrazioni preposte alla difesa nazionale, alla pubblica sicurezza, all'immigrazione, all'asilo, alla cittadinanza, all'amministrazione della giustizia, all'amministrazione delle finanze, ivi compresi gli atti concernenti le reti di acquisizione del gettito, anche derivante dal gioco;

c)              agli atti previsti dalla normativa per le costruzioni in zone sismiche, di cui alla L.R. n. 19 del 2008;

d)              agli atti imposti dalla normativa comunitaria.

6. L’efficacia dei titoli abilitativi è sospesa nei casi di cui all’art. 90, comma 10, del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81

 

 

Art. 10

 

(Procedure abilitative speciali)

 

1. Non sono soggetti ai titoli abilitativi di cui all’art. 9:

 

a)               le opere, gli interventi e i programmi di intervento da realizzare a seguito della conclusione di un accordo di programma, ai sensi dell'art. 34 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 e dell'art. 40 della L.R. n. 20 del 2000, a condizione che l’amministrazione comunale accerti che sussistono tutti i requisiti  e presupposti previsti dalla disciplina vigente per il rilascio o la presentazione del titolo abilitativo richiesto;

b)               le opere pubbliche, da eseguirsi da amministrazioni statali o comunque insistenti su aree del demanio statale, da realizzarsi dagli enti istituzionalmente competenti;

c)               le opere pubbliche di interesse regionale, provinciale e comunale, a condizione che la validazione del progetto, di cui all’art. 112 del D.Lgs. del 12 aprile 2006, n. 163, contenga il puntuale accertamento di conformità del progetto alla disciplina dell’attività edilizia di cui all’art. 9, comma 3, della presente legge regionale.

2. La Regione, con atto di indirizzo di cui all’art. 12, può individuare le informazioni circa gli elementi essenziali delle opere pubbliche di cui al comma 1 da comunicare all’amministrazione comunale, al fine di assicurare la conoscenza delle realizzazioni e delle trasformazioni del patrimonio pubblico.

3. Sono fatte salve la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), di cui all’art. 6 del D. Lgs. 3 marzo 2011, n. 28, e la comunicazione per gli impianti alimentati da energia rinnovabile, nonché ogni altra  procedura autorizzativa speciale prevista dalle discipline settoriali che consente la trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio.

 

 

Art. 11

 

(Requisiti delle opere edilizie)

 

1. L’attività edilizia è subordinata alla conformità dell’intervento alla normativa tecnica vigente, tra cui i requisiti antisismici, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitari, di efficienza energetica, di eliminazione delle barriere architettoniche.

2. Fino all’approvazione dell’atto di coordinamento tecnico di cui all’art. 12, comma 2, lettera f), per gli insediamenti destinati ad attività produttive e di servizio caratterizzati da significativi impatti sull'ambiente e sulla salute, individuati con atto della Giunta regionale, il titolo abilitativo è subordinato, oltre che al rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, all'osservanza delle prescrizioni derivanti dall'esame di cui all'art. 19, comma primo, lettera h) bis, della L.R. 4 maggio 1982, n. 19. Qualora i medesimi insediamenti sono soggetti a  valutazione di impatto ambientale ovvero ad autorizzazione integrata ambientale, il parere di cui all’art. 19, comma primo, lettera h)bis della L.R. n. 19 del 1982 è acquisito nell’ambito del medesimo procedimento autorizzativo.

 

 

Art. 12

 

(Atti regionali di coordinamento tecnico)

 

1 Al fine di assicurare l'uniformità e la trasparenza dell'attività tecnico-amministrativa dei Comuni nella materia edilizia, il trattamento omogeneo dei soggetti coinvolti e la semplificazione dei relativi adempimenti, la Regione, approva ai sensi dell’art. 16 della L.R. n. 20 del 2000, atti di coordinamento tecnico le cui disposizioni prevalgono automaticamente sulle previsioni regolamentari e amministrative dei Comuni con essi incompatibili.

2. Gli atti di coordinamento tecnico definiscono, tra l’altro:

a)               il modello unico regionale della richiesta di permesso, della SCIA, e di ogni altro atto disciplinato dalla presente legge;

b)               l’elenco della documentazione da allegare alla richiesta di permesso e alla SCIA, alla comunicazione di fine dei lavori e ad ogni altro atto disciplinato dalla presente legge;

c)               l’elenco dei progetti particolarmente complessi che comportano, nei Comuni con più di 100 mila abitanti, il raddoppio dei tempi istruttori, ai sensi dell’art. 18, comma 9;

d)               i criteri generali per la determinazione della somma forfettaria dovuta per il rilascio della valutazione preventiva di cui all’art. 21;

e)               le modalità di definizione del campione di pratiche edilizie soggette a controllo dopo la fine dei lavori, ai sensi dell’art. 23;

f)              i requisiti edilizi degli insediamenti produttivi e di servizio caratterizzati da significativi impatti sull’ambiente e sulla salute;

g)              la classificazione uniforme delle destinazioni d’uso utilizzabili dagli strumenti urbanistici comunali;

h)              i criteri per l’applicazione omogenea della classificazione degli interventi edilizi.

3. In particolare, l’atto di coordinamento tecnico inerente l’elenco dei documenti da allegare alla richiesta di permesso e alla SCIA deve prevedere:

a)               gli elaborati costitutivi del progetto, tra cui, in caso di interventi sull’esistente, quelli rappresentativi dello stato di fatto e dello stato legittimo degli immobili oggetto dell’intervento;

b)               i contenuti della dichiarazione con la quale il professionista abilitato assevera analiticamente che l’intervento rientra in una delle fattispecie soggette al titolo abilitativo presentato e che l’intervento è conforme alla disciplina dell’attività edilizia di cui all’art. 9, comma 3;

c)               la distinzione tra la documentazione essenziale, obbligatoria per la presentazione dell’istanza di permesso e della SCIA, quella richiesta per l’inizio dei lavori e quella che il progettista può riservarsi di presentare a fine lavori.

 

 

Art. 13

 

(Interventi soggetti a SCIA)

 

1. Sono obbligatoriamente subordinati a SCIA gli interventi non riconducibili alla attività edilizia libera e non soggetti a permesso di costruire, tra cui:

a)               gli interventi di manutenzione straordinaria e le opere interne che non presentino i requisiti di cui all’art. 7, comma 4;

b)               gli interventi di risanamento conservativo e restauro;

c)               gli interventi di ristrutturazione edilizia, compresi gli interventi di recupero a fini abitativi dei sottotetti, nei casi e nei limiti di cui alla L.R. 6 aprile 1998, n. 11;

d)               il mutamento di destinazione d’uso senza opere;

e)               l’installazione o la revisione di impianti tecnologici che comportano la realizzazione di volumi tecnici al servizio di edifici o di attrezzature esistenti;

f)               le varianti in corso d’opera di cui all’art. 22;

g)               la realizzazione di parcheggi da destinare a pertinenza delle unità immobiliari, nei casi di cui all’art. 9, comma 1, della legge 24 marzo 1989, n. 122;

h)               le opere pertinenziali non classificabili come nuova costruzione;

i)               gli interventi di nuova costruzione di cui al comma 2;

l)               gli interventi di demolizione parziale e integrale di manufatti edilizi;

m)               il recupero e il risanamento delle aree libere urbane e gli interventi di rinaturalizzazione.

2. Gli strumenti urbanistici comunali possono individuare gli interventi di nuova costruzione disciplinati da precise disposizioni sui contenuti planivolumetrici, formali, tipologici e costruttivi, per i quali gli interessati, in alternativa al permesso di costruire, possono presentare una SCIA. Le analoghe previsioni riferite nei piani vigenti alla denuncia di inizio attività sono attuate mediante SCIA.

 

 

Art. 14

 

(Disciplina della SCIA)

 

1. La SCIA è presentata allo Sportello unico dal proprietario dell'immobile o da chi ne ha titolo nell’osservanza dell’atto di coordinamento tecnico previsto dall’art. 12, corredata dalla documentazione essenziale, tra cui gli elaborati progettuali previsti per l’intervento che si intende realizzare e la dichiarazione con cui il progettista abilitato assevera analiticamente che l’intervento da realizzare:

a)               è compreso nelle tipologie di intervento elencate nell’art. 13;

b)               è conforme alla disciplina dell’attività edilizia di cui all’art. 9, comma 3, nonché alla valutazione preventiva di cui all’art. 21, ove acquisita.

2. La SCIA è corredata altresì dalle autorizzazioni e dagli atti di assenso, comunque denominati, necessari ai fini della realizzazione dell'intervento edilizio di cui all’art. 9, comma 5, dagli elaborati tecnici e dai documenti richiesti per iniziare i lavori, nonché dall’attestazione del versamento del contributo di costruzione, se dovuto. Gli interessati, prima della presentazione della SCIA, possono richiedere allo Sportello unico di provvedere all’acquisizione di tali atti di assenso ai sensi dell’art. 4, comma 4, presentando la documentazione richiesta dalla disciplina di settore per il loro rilascio.

3. Nella SCIA è elencata la documentazione progettuale che gli interessati si riservano di presentare alla fine dei lavori, in attuazione dell’atto di coordinamento tecnico di cui all’art. 12, comma 3, lettera c).

4. Entro 5 giorni lavorativi dalla presentazione della SCIA, lo Sportello unico verifica la completezza della documentazione e delle dichiarazioni prodotte o che il soggetto si è riservato di presentare ai sensi del comma 3 e:

a)               in caso di verifica negativa, comunica all’interessato l’inefficacia della SCIA;

b)               in caso di verifica positiva, trasmette all’interessato in via telematica la comunicazione di regolare deposito della SCIA. La SCIA è efficace a seguito della comunicazione di regolare deposito e comunque decorso il termine  di 5 giorni lavorativi dalla sua presentazione.

5. Entro i 30 giorni successivi all’efficacia della SCIA, lo Sportello unico verifica la sussistenza dei requisiti e dei presupposti richiesti dalla normativa e dagli strumenti territoriali ed urbanistici per l’esecuzione dell’intervento. L’amministrazione comunale può definire modalità di svolgimento del controllo a campione qualora le risorse organizzative non consentono di eseguire il controllo sistematico delle SCIA.

6. Tale termine può essere sospeso una sola volta per chiedere chiarimenti e acquisire integrazioni alla documentazione presentata. 

7. Ove rilevi che sussistono motivi di contrasto con la disciplina vigente preclusivi dell’intervento, lo Sportello unico vieta la prosecuzione dei lavori, ordinando altresì il ripristino dello stato delle opere e dei luoghi e la rimozione di ogni eventuale effetto dannoso.

8. Nel caso in cui rilevi violazioni della disciplina dell’attività edilizia di cui all’art. 9, comma 3, che possono essere superati  attraverso la modifica conformativa del progetto,  lo Sportello unico ordina agli interessati di predisporre apposita variante entro un congruo termine, comunque non superiore a 60 giorni.

9. Decorso il termine di 30 giorni di cui al comma 5, lo Sportello unico adotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’intervento e di rimozione degli effetti dannosi di esso nel caso in cui si rilevi la falsità o mendacia delle asseverazioni, delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni o degli atti di notorietà allegati alla SCIA.

10. Lo Sportello unico adotta i medesimi provvedimenti di cui al comma 9 anche in caso di pericolo di danno per il patrimonio storico artistico, culturale, per l’ambiente, per la salute, per la sicurezza pubblica o per la difesa nazionale, previo motivato accertamento dell’impossibilità di tutelare i beni e gli interessi protetti mediante conformazione dell’intervento alla normativa vigente. La possibilità di conformazione comporta l’applicazione di quanto disposto dal comma 8.

11. Decorso il termine di 30 giorni di cui al comma 5, lo Sportello unico segnala altresì agli interessati le eventuali carenze progettuali circa le condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, efficienza energetica degli edifici e degli impianti che risultino preclusive al fine del rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità.

12. Nei restanti casi in cui rilevi, dopo la scadenza del termine di cui al comma 5, motivi di contrasto con la disciplina vigente, lo Sportello unico può assumere determinazioni in via di autotutela, ai sensi degli articoli 21-quinquies e 21-nonies della legge n. 241 del 1990.

13. Resta ferma l’applicazione delle disposizioni relative alla vigilanza sull'attività urbanistico-edilizia, alle responsabilità e alle sanzioni previste dal DPR n. 380 del 2001, dalla L.R. 21 ottobre 2004, n. 23  e dalla legislazione di settore, in tutti i casi in cui lo Sportello unico accerti la violazione della disciplina dell’attività edilizia.

 

 

Art. 15

 

(SCIA con inizio dei lavori differito)

 

1. Nella SCIA l’interessato può dichiarare che i lavori non saranno avviati prima della conclusione del procedimento di controllo, di cui all’art. 14, commi da 4 a 8, ovvero può indicare una data successiva di inizio lavori, comunque non posteriore ad un anno dalla presentazione della SCIA.

2. Qualora nella SCIA sia dichiarato il differimento dell’inizio dei lavori, l’interessato può chiedere che le autorizzazioni e gli atti di assenso, comunque denominati, necessari ai fini della realizzazione dell’intervento siano acquisiti dallo Sportello unico ai sensi dell’art. 4, comma 4. In tale caso, i 30 giorni per il controllo di cui all’art. 14, comma 5, decorrono dal momento in cui lo Sportello unico acquisisce tutti gli atti di assenso necessari.

3. La SCIA con inizio dei lavori differito è efficace dalla data indicata ai sensi del comma 1 o dal conseguimento di tutti gli atti di assenso di cui al comma 2.

 

 

Art. 16

 

(Validità della SCIA)

 

1. I lavori oggetto della SCIA devono iniziare entro un anno dalla data della sua efficacia e devono concludersi entro tre anni dalla stessa data. Decorsi tali termini, in assenza di proroga di cui al comma 2, la SCIA decade di diritto per le opere non eseguite. La realizzazione della parte dell'intervento non ultimata è soggetta a nuova SCIA.

2.  Il termine di inizio e quello di ultimazione dei lavori possono essere prorogati, anteriormente alla scadenza, con comunicazione motivata da parte dell’interessato. Alla comunicazione è allegata la dichiarazione del progettista abilitato con cui assevera che a decorrere dalla data di inizio lavori non sono entrate in vigore contrastanti previsioni urbanistiche.

3. La sussistenza del titolo edilizio è provata con la copia della SCIA, corredata dai documenti di cui all’art. 14, commi 1 e 2, e dalla comunicazione di regolare deposito della documentazione di cui al comma 4, lettera b), del medesimo articolo, ove rilasciata. L’interessato può motivatamente richiedere allo Sportello unico la certificazione del decorso del termine di 30 giorni per lo svolgimento del controllo sulla SCIA presentata.

4. Gli estremi della SCIA sono contenuti nel cartello esposto nel cantiere.

 

 

Art. 17

 

(Interventi soggetti a permesso di costruire)

 

1.  Sono subordinati a permesso di costruire:

a)               gli interventi di nuova costruzione con esclusione di quelli soggetti a SCIA, di cui all’art. 13, lettera i);

b)               gli interventi di ripristino tipologico;

c)               gli interventi di ristrutturazione urbanistica.

 

 

Art. 18

 

(Procedimento per il rilascio del permesso di costruire)

 

1. La domanda per il rilascio del permesso, sottoscritta dal proprietario o da chi ne abbia titolo, è presentata allo Sportello unico nell’osservanza dell’atto di coordinamento tecnico previsto dall’art. 12, corredata dalla documentazione essenziale, tra cui gli elaborati progettuali previsti per l’intervento che si intende realizzare e la dichiarazione con cui il progettista abilitato assevera analiticamente che l’intervento da realizzare:

a)              è compreso nelle tipologie di intervento elencate nell’art. 17;

b)              è conforme alla disciplina dell’attività edilizia di cui all’art. 9, comma 3, nonché alla valutazione preventiva di cui all’art. 21, ove acquisita.

2. Nella domanda per il rilascio del permesso di costruire è elencata la documentazione progettuale che il richiedente si riserva di presentare prima dell’inizio lavori o alla fine dei lavori, in attuazione dell’atto di coordinamento tecnico di cui all’art. 12, comma 3, lettera c).

3. L’incompletezza della documentazione essenziale di cui al comma 1, determina l’improcedibilità della domanda, che viene comunicata all’interessato entro 10 giorni lavorativi dalla presentazione della domanda stessa.

4. Entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda, il responsabile del procedimento cura l'istruttoria, acquisendo i prescritti pareri dagli uffici comunali e richiedendo alle amministrazioni interessate il rilascio delle autorizzazioni e degli altri atti di assenso, comunque denominati,  necessari al rilascio del provvedimento di cui all’art. 9, comma 5. Il responsabile del procedimento acquisisce altresì il parere della Commissione di cui all'art. 6, prescindendo comunque dallo stesso qualora non venga reso entro il medesimo termine di sessanta giorni. Acquisiti tali atti, formula una proposta di provvedimento, corredata da una relazione.

5. Qualora il responsabile del procedimento, nello stesso termine di sessanta giorni, ritenga di dover chiedere chiarimenti ovvero accerti la necessità di modeste modifiche, anche sulla base del parere della Commissione di cui all'art. 6, per l'adeguamento del progetto alla disciplina vigente, può convocare l'interessato per concordare, in un apposito verbale, i tempi e le modalità di modifica del progetto.

6. Il termine di sessanta giorni resta sospeso fino alla presentazione della documentazione concordata.

7. Se entro il termine di cui al comma 4 non sono intervenute le autorizzazioni e gli altri atti di assenso, comunque denominati, delle altre amministrazioni pubbliche o è intervenuto il dissenso di una o più amministrazioni interpellate, qualora tale dissenso non risulti fondato su un motivo assolutamente preclusivo dell’intervento, il responsabile dello Sportello unico indice la conferenza di servizi ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni. Le amministrazioni che esprimono parere positivo possono non intervenire alla conferenza di servizi e trasmettere i relativi atti di assenso, dei quali si tiene conto ai fini dell'individuazione delle posizioni prevalenti per l'adozione della determinazione motivata di conclusione del procedimento, di cui all'articolo 14-ter, comma 6-bis, della citata legge n. 241 del 1990. La determinazione motivata di conclusione del procedimento, assunta nei termini di cui agli articoli da 14 a 14-ter della legge 7 agosto 1990, n. 241,  è, ad ogni effetto, titolo per la realizzazione dell'intervento.

8. Fuori dai casi di convocazione della conferenza di servizi, il provvedimento finale, che lo Sportello unico provvede a notificare all'interessato, è adottato dal dirigente o dal responsabile dell'ufficio, entro il termine di quindici giorni dalla proposta di cui al comma 4. Tale termine è fissato in trenta giorni con la medesima decorrenza qualora il dirigente o il responsabile del procedimento abbia comunicato all'istante i motivi che ostano all'accoglimento della domanda, ai sensi dell'articolo 10-bis della citata legge n. 241 del 1990, e successive modificazioni. Dell'avvenuto rilascio del permesso di costruire è data notizia al pubblico mediante affissione all'albo pretorio. Gli estremi del permesso di costruire sono indicati nel cartello esposto presso il cantiere.

9. Il  termine di cui al comma 4 è raddoppiato per i progetti particolarmente complessi indicati dall’atto di coordinamento tecnico di cui all’art. 12, comma 2, lettera c). Fino all’approvazione dell’atto di coordinamento tecnico il medesimo termine è raddoppiato per i Comuni con più di 100 mila abitanti nonché per i progetti particolarmente complessi individuati dal RUE.

10. Decorso inutilmente il termine per l’assunzione del provvedimento finale, di cui al comma 8, la domanda di rilascio del permesso di costruire si intende accolta.  Su istanza dell’interessato, lo Sportello unico rilascia una attestazione circa l’avvenuta formazione del titolo abilitativo per decorrenza del termine.

11. Qualora l'immobile oggetto dell'intervento sia sottoposto ad un vincolo la cui tutela compete, anche in via di delega, alla stessa amministrazione comunale, il termine di cui al comma 8 decorre dal rilascio del relativo atto di assenso. Ove tale atto non sia favorevole, decorso il termine per l'adozione del provvedimento conclusivo, sulla domanda di permesso di costruire si intende formato il silenzio-rifiuto.

12. Fatti salvi i casi di cui all’art. 9, comma 6, l’efficacia del permesso di costruire è altresì sospesa nei casi previsti dall’art. 12 della L.R. 26 novembre 2010, n. 11.

 

 

Art. 19

 

(Caratteristiche ed efficacia del permesso di costruire)

 

1. Il permesso di costruire è rilasciato al proprietario dell'immobile o a chi abbia titolo per richiederlo.

2. Nel permesso di costruire sono indicati i termini di inizio e di ultimazione dei lavori.

3. Il termine per l'inizio dei lavori non può essere superiore ad un anno dal rilascio del titolo; quello di ultimazione, entro il quale l'opera deve essere completata, non può superare i tre anni dalla data di  inizio dei lavori. Su richiesta presentata, anteriormente alla scadenza, entrambi i termini possono essere prorogati, con provvedimento motivato, per fatti estranei alla volontà del titolare del permesso. Decorsi tali termini il permesso decade di diritto per la parte non eseguita.

4. La data di effettivo inizio dei lavori deve essere comunicata allo Sportello unico, con l'indicazione del direttore dei lavori e dell'impresa cui si intendono affidare i lavori.

5. La realizzazione della parte dell'intervento non ultimata nel termine stabilito è subordinata a nuovo titolo abilitativo per le opere ancora da eseguire ed all'eventuale aggiornamento del contributo di costruzione per le parti non ancora eseguite.

6. Il permesso di costruire è irrevocabile. Esso decade con l'entrata in vigore di contrastanti previsioni urbanistiche, salvo che i lavori siano già iniziati e vengano completati entro il termine stabilito nel permesso stesso ovvero entro il periodo di proroga anteriormente concesso.

 

 

Art. 20

 

(Permesso di costruire in deroga)

 

1. Il permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici è rilasciato esclusivamente per edifici ed impianti pubblici o di interesse pubblico, previa deliberazione del Consiglio comunale.

2. La deroga, nel rispetto delle norme igieniche, sanitarie e di sicurezza e dei limiti inderogabili stabiliti dalle disposizioni statali e regionali, può riguardare esclusivamente le destinazioni d'uso ammissibili, la densità edilizia, l'altezza e la distanza tra i fabbricati e dai confini, stabilite dagli strumenti di pianificazione urbanistica.

3. Ai fini del presente articolo, si considerano di interesse pubblico gli interventi di riqualificazione urbana e di qualificazione del patrimonio edilizio esistente, per i quali è consentito richiedere il permesso in deroga fino a quando la pianificazione urbanistica non abbia dato attuazione all’art. 7-ter della L.R. 20 del 2000 e all’art. 39 della L.R. 19 del 2012.

 

 

Art. 21

 

(Valutazione preventiva)

 

1. Il proprietario dell'immobile o chi abbia titolo alla presentazione della SCIA o al rilascio del permesso può chiedere preliminarmente allo Sportello unico una valutazione sull'ammissibilità dell'intervento, allegando una relazione predisposta da un professionista abilitato, contenente i principali parametri progettuali. I contenuti della relazione sono stabiliti dal RUE, avendo riguardo in particolare ai vincoli, alla categoria dell'intervento, agli indici urbanistici ed edilizi e alle destinazioni d'uso.

2. La valutazione preventiva è formulata dallo Sportello unico entro quarantacinque giorni dalla presentazione della relazione. Trascorso tale termine la valutazione preventiva si intende formulata secondo quanto indicato nella relazione presentata.

3. I contenuti della valutazione preventiva e della relazione tacitamente assentita sono vincolanti ai fini del rilascio del permesso e del controllo della SCIA, a condizione che il progetto sia elaborato in conformità a quanto indicato nella richiesta di valutazione preventiva. Le stesse conservano la propria validità per un anno, a meno che non intervengano modifiche agli strumenti di pianificazione urbanistica.

4. Il rilascio della valutazione preventiva è subordinato al pagamento di una somma forfettaria per spese istruttorie determinata dal Comune, in relazione alla complessità dell'intervento in conformità ai criteri generali stabiliti dall’atto di coordinamento di cui all’art. 12, comma 2, lettera d).

 

 

Art. 22

 

(Varianti in corso d’opera)

 

1. Le varianti al progetto previsto dal titolo abilitativo apportate in corso d'opera sono soggette a SCIA, ad esclusione dei casi in cui le modificazioni comportino un intervento totalmente diverso rispetto al progetto iniziale per caratteristiche tipologiche, planovolumetriche o di utilizzazione ovvero siano eseguiti volumi in eccedenza rispetto al progetto iniziale tali da costituire un organismo edilizio, o parte di esso, con specifica rilevanza ed autonomamente utilizzabile. In tali casi occorre presentare un nuovo titolo abilitativo, sostitutivo di quello originario.

2. Le varianti in corso d’opera devono essere conformi alla disciplina dell’attività edilizia di cui all’art. 9, comma 3, e possono essere attuate solo dopo aver adempiuto alle eventuali procedure abilitative prescritte dalle norme per la riduzione del rischio sismico, dalle norme sui vincoli paesaggistici, idrogeologici, forestali, ambientali e di tutela del patrimonio storico, artistico ed archeologico e dalle altre normative settoriali.

3. La SCIA di cui al comma 1 può essere presentata allo Sportello unico successivamente all’esecuzione delle varianti e contestualmente alla comunicazione di fine lavori.

4. La mancata presentazione della SCIA di cui al presente articolo o l’accertamento della relativa inefficacia comportano l’applicazione delle sanzioni previste dalla L.R. n. 23 del 2004 per le opere realizzate in difformità dal titolo abilitativo.

5. La SCIA per varianti in corso d’opera costituisce parte integrante dell'originario titolo abilitativo.

 

 

Art. 23

 

(Certificato di conformità edilizia e di agibilità)

 

1. L’interessato trasmette allo Sportello unico alla effettiva conclusione delle opere, e comunque entro il termine di validità del titolo originario, la comunicazione di fine dei lavori corredata:

a)               dalla domanda di rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità;

b)               dalla copia della scheda tecnica descrittiva e dei relativi allegati, di cui all’art. 24;

c)               dall’indicazione del protocollo di ricevimento della richiesta di accatastamento dell'immobile, quando prevista, presentata dal richiedente;

d)               dal certificato di collaudo statico di cui all’art. 19 della L.R. n. 19 del 2008 ove richiesto per l’opera realizzata;

e)               dalla SCIA per le eventuali varianti in corso d’opera realizzate ai sensi dell’art. 22;

f)               dalla documentazione progettuale che si è riservato di presentare all’atto della fine dei lavori, ai sensi dell’art. 12, comma 3, lettera c).

2. La completa presentazione della documentazione di cui al comma 1 consente l’utilizzo immediato dell’immobile, fatto salvo l’obbligo di conformare l’opera realizzata alle eventuali prescrizioni stabilite dallo Sportello unico in sede di rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità, ai sensi del comma 8. 

3. Ai fini del rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità sono comunque sottoposti a controllo:

a)               gli interventi di nuova edificazione;

b)               gli interventi di ristrutturazione urbanistica;

c)               gli interventi di ristrutturazione edilizia;

d)               gli interventi edilizi per i quali siano state presentate varianti in corso d’opera che presentino i requisiti di cui all’art. 14-bis della L.R. n. 23 del 2004, introdotto dall’art. 41 della presente legge;

e)               gli interventi soggetti a SCIA per i quali lo Sportello unico ha ordinato di conformare l’opera alla disciplina dell’attività edilizia, ai sensi degli artt. 14, comma 7, e 18, comma 5.

4. Fuori dai casi di cui al comma 3, sono soggetti a controllo a campione almeno il 25% degli interventi realizzati, selezionato secondo i criteri uniformi definiti con atto di coordinamento tecnico regionale di cui all’art. 12, comma 2, lettera e). Lo Sportello unico, entro il termine perentorio di 10 giorni  dalla presentazione della domanda di certificato di conformità edilizia e agibilità, comunica agli interessati che le opere da loro realizzate sono sottoposte a controllo a campione ai fini del rilascio del certificato stesso. In assenza della tempestiva comunicazione  della sottoposizione del controllo a campione il certificato di conformità edilizia e agibilità si intende rilasciato secondo quanto dichiarato dal professionista nella scheda tecnica descrittiva.

5. Il responsabile del procedimento può richiedere, entro i trenta giorni dalla presentazione della domanda, documenti integrativi non a disposizione dell'amministrazione o che non possono essere acquisiti dalla stessa autonomamente. La richiesta interrompe il termine di cui al comma 4, il quale ricomincia a decorrere per intero dal ricevimento degli atti.

6. Il certificato di conformità edilizia e agibilità è rilasciato entro il termine perentorio di novanta giorni dalla richiesta. Entro tale termine il responsabile del procedimento controlla:

a)               che le varianti in corso d’opera eventualmente realizzate siano conformi alla disciplina dell’attività edilizia di cui all’art. 9, comma 3,

b)               che l'opera realizzata corrisponda al titolo abilitativo originario, come integrato dall’eventuale SCIA di fine lavori presentata ai sensi dell’art. 22;

c)               la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, efficienza energetica  degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente;

d)              la correttezza della classificazione catastale richiesta, dando atto nel certificato di conformità edilizia e agibilità della coerenza delle caratteristiche dichiarate dell’unità immobiliare rispetto alle opere realizzate ovvero dell’avvenuta segnalazione all’Agenzia delle entrate delle incoerenze riscontrate.

7. In caso di esito negativo dei controlli di cui al comma 6 trovano applicazioni le sanzioni di cui alla L.R. n. 23 del 2004, in caso di opere realizzate in totale o parziale difformità dal titolo abilitativo o in variazione essenziale allo stesso. Ove lo Sportello unico rilevi la carenza delle condizioni di cui al comma 6, lettera c), ordina motivatamente all’interessato di conformare l’opera realizzata alla normativa vigente.

8. Decorso inutilmente il termine per il rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità, sulla domanda si intende formato il silenzio-assenso, secondo quanto dichiarato dal professionista nella scheda tecnica descrittiva.

9. La conformità edilizia e agibilità, comunque certificata ai sensi del presente articolo, non impedisce l'esercizio del potere di dichiarazione di inagibilità di un edificio o di parte di esso ai sensi dell'art. 222 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, ovvero per motivi strutturali.

 

 

Art. 24

 

(Scheda tecnica descrittiva e fascicolo del fabbricato)

 

1. Ogni immobile oggetto di intervento edilizio è dotato di una scheda tecnica descrittiva, articolata per le diverse unità immobiliari che lo compongono, nella quale sono riportati i dati catastali ed urbanistici utili all'esatta individuazione dell'immobile, i dati metrici e dimensionali, le prestazioni fornite in ordine ai requisiti obbligatori, nonché gli estremi dei titoli edilizi relativi allo stesso.

2. La scheda tecnica, predisposta ed aggiornata da un professionista abilitato, attesta, ai sensi dell'art. 481 del codice penale, la conformità edilizia e l’agibilità dell’immobile. Essa contiene l’attestazione che l'opera realizzata è conforme al progetto originario ed alle eventuali varianti, dal punto di vista dimensionale, prestazionale e delle prescrizioni urbanistiche ed edilizie. La scheda tecnica contiene altresì l’attestazione della sussistenza dei requisiti edilizi per il superamento delle barriere architettoniche e delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e dei relativi impianti, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente e sulla base del certificato di regolare esecuzione dei lavori, dei certificati di collaudo e di ogni altra dichiarazione di conformità e certificazione previste dalla legge.

3. Con atto di coordinamento tecnico assunto ai sensi dell’art. 16 della L.R. n. 20 del 2000 sono individuate forme semplificate di predisposizione della scheda tecnica descrittiva, relativamente agli interventi non rientranti nella nuova costruzione e nella ristrutturazione urbanistica ed edilizia.

4. Ai fini di una corretta compilazione della scheda tecnica, il responsabile del procedimento è tenuto a fornire al progettista i dati in possesso dell'Ente che verranno richiesti.

5. La scheda tecnica è parte integrante del fascicolo del fabbricato, nel quale sono raccolte e aggiornate le informazioni di tipo progettuale, strutturale, impiantistico, geologico e in particolare riguardanti la sicurezza, l’igiene, il risparmio energetico dell’intero edificio e dei relativi impianti, nonché l’accessibilità, adattabilità e visitabilità dell’edificio ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche. A tal fine, con l’atto di coordinamento tecnico di cui al comma 3 :

a)               sono specificati i contenuti del fascicolo del fabbricato;

b)               sono stabilite le modalità di compilazione, custodia e aggiornamento del fascicolo, sia per gli edifici esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, sia per le nuove costruzioni.

 

 

Art. 25

 

(Agibilità parziale)

 

1 Il rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità parziale può essere richiesto:

a)               per singoli edifici e singole porzioni della costruzione, purché strutturalmente e funzionalmente autonomi, qualora siano state realizzate e collaudate le opere di urbanizzazione relative all’intero edificio e siano state completate le parti comuni relative al singolo edificio o singola porzione della costruzione;

b)               per singole unità immobiliari, purché siano completate le opere strutturali, gli impianti, le parti comuni e le opere di urbanizzazione relative all’intero  edificio di cui fanno parte .

2. L’istanza è corredata dalla comunicazione di parziale fine dei lavori e dalla scheda tecnica descrittiva relativa alle parti dell’edificio richiamate dalle  lettere a) e b) del comma 1.

3. Trova applicazione il procedimento di cui all’art. 23.

 

 

Art. 26

 

(Sanzioni per il ritardo )

 

1. La mancata comunicazione di fine lavori, corredata dalla scheda tecnica descrittiva, entro il termine di validità del titolo comporta l'applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria per unità immobiliare di:

a)               500 euro se il ritardo è contenuto in 120 giorni dalla fine dei lavori;

b)               600 euro se superato il termine di cui alla lettera a), il ritardo si prolunga entro i successivi 60 giorni;

c)               200 euro per ogni mese di ulteriore ritardo.

2. Le sanzioni di cui alle lettere a) e b)  non si cumulano.

 

 

Art. 27

 

(Pubblicità dei titoli abilitativi e richiesta di riesame)

 

1. Chiunque può prendere visione presso lo Sportello unico  dei permessi rilasciati, insieme ai relativi elaborati progettuali e convenzioni, ottenerne copia, e chiederne al Sindaco, entro dodici mesi dal rilascio, il riesame per contrasto con le disposizioni di legge o con gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, ai fini dell'annullamento o della modifica del permesso stesso.

2. Il medesimo potere è riconosciuto agli stessi soggetti con riguardo alle SCIA presentate, allo scopo di richiedere al Sindaco la verifica della presenza delle condizioni per le quali l'intervento è soggetto a tale titolo abilitativo e della conformità dell'intervento asseverato alla legislazione e alla pianificazione territoriale e urbanistica.

3. Il procedimento di riesame è disciplinato dal RUE ed è concluso con atto motivato del Sindaco entro il termine di 60 giorni.

 

 

Art. 28

 

(Mutamento di destinazione d'uso)

 

1. Gli strumenti di pianificazione urbanistica individuano nei diversi ambiti del territorio comunale le destinazioni d'uso compatibili degli immobili.

2. Il mutamento di destinazione d'uso senza opere conforme alle previsioni urbanistiche comunali e non connesso a interventi di trasformazione dell'immobile è soggetto a SCIA. Per mutamento d'uso senza opere, si intende la modifica dell'uso in atto nell'immobile.

3. La destinazione d'uso in atto dell'immobile o dell'unità immobiliare è quella stabilita dal titolo abilitativo che ne ha previsto la costruzione o l'ultimo intervento di recupero o, in assenza o indeterminatezza del titolo, dalla classificazione catastale attribuita in sede di primo accatastamento ovvero da altri documenti probanti.

4. Qualora la nuova destinazione determini un aumento del carico urbanistico, come definito all'art. 30, comma 1, il mutamento d'uso è subordinato all'effettivo reperimento delle dotazioni territoriali richieste e comporta il versamento della differenza tra gli oneri di urbanizzazione per la nuova destinazione d'uso e gli oneri previsti, nelle nuove costruzioni, per la destinazione d'uso in atto. E’ fatta salva la possibilità di monetizzare le aree per dotazioni territoriali nei casi previsti dall’art. A-26 della L.R. n. 20 del 2000.

5. Il mutamento di destinazione d'uso con opere è soggetto al titolo abilitativo previsto per l'intervento edilizio al quale è connesso.

6. Non costituisce mutamento d'uso ed è attuato liberamente il cambio dell'uso in atto nell'unità immobiliare entro il limite del 30 per cento della superficie utile dell'unità stessa e comunque compreso entro i 30 mq. Non costituisce inoltre mutamento d'uso la destinazione di parte degli edifici dell'azienda agricola a superficie di vendita diretta al dettaglio dei prodotti dell'impresa stessa, purché contenuta entro il limite del 20 per cento della superficie totale degli immobili e comunque entro il limite di 250 mq. Tale attività di vendita può essere altresì attuata in strutture precarie o amovibili nei casi stabiliti dagli strumenti urbanistici.

 

 

TITOLO III

 

CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE

 

Art. 29

 

(Contributo di costruzione)

 

1. Fatti salvi i casi di riduzione o esonero di cui all'art. 32, il proprietario dell'immobile o colui che ha titolo per chiedere il rilascio del permesso o per presentare la SCIA è tenuto a corrispondere un contributo commisurato all'incidenza degli oneri di urbanizzazione nonché al costo di costruzione.

2. Il contributo di costruzione è quantificato dal Comune per gli interventi da realizzare attraverso il permesso di costruire ovvero dall'interessato per quelli da realizzare con  SCIA.

3. La quota di contributo relativa agli oneri di urbanizzazione è corrisposta al Comune all'atto del rilascio del permesso ovvero all'atto della presentazione della SCIA. Il contributo può essere rateizzato, a richiesta dell'interessato.

4. La quota di contributo relativa al costo di costruzione è corrisposta in corso d'opera, secondo le modalità e le garanzie stabilite dal Comune.

5. Una quota parte del contributo di costruzione può essere utilizzata per garantire i controlli sulle trasformazioni del territorio e sulle attività edilizie previste nella presente legge.

 

 

Art. 30

 

(Oneri di urbanizzazione)

 

1. Gli oneri di urbanizzazione sono dovuti in relazione agli interventi di ristrutturazione edilizia o agli interventi che comportano nuova edificazione o che determinano un incremento del carico urbanistico in funzione di:

a)               un aumento delle superfici utili degli edifici;

b)               un mutamento delle destinazioni d'uso degli immobili con variazione delle dotazioni territoriali;

c)               un aumento delle unità immobiliari.

2. Gli oneri di urbanizzazione sono destinati alla realizzazione e alla manutenzione delle infrastrutture per l'urbanizzazione degli insediamenti, alle aree ed alle opere per le attrezzature e per gli spazi collettivi e per le dotazioni ecologiche ed ambientali, anche con riferimento agli accordi territoriali di cui all'art. 15 della L.R. n. 20 del 2000, ferma restando ogni diversa disposizione in materia tributaria e contabile.

3. Ai fini della determinazione dell'incidenza degli oneri di urbanizzazione, l’Assemblea Legislativa provvede a definire ed aggiornare almeno ogni cinque anni le tabelle parametriche. Le tabelle sono articolate tenendo conto della possibilità per i piani territoriali di coordinamento provinciali di individuare diversi ambiti sub-provinciali, ai sensi degli artt. 13 e A-4 della L.R. n. 20 del 2000, ed in relazione:

a)               all'ampiezza ed all'andamento demografico dei Comuni;

b)               alle caratteristiche geografiche e socio-economiche dei Comuni;

c)               ai diversi ambiti e zone previsti negli strumenti urbanistici;

d)               alle quote di dotazioni per attrezzature e spazi collettivi fissate dall'art. A-24 della L.R. n. 20 del 2000 ovvero stabilite dai piani territoriali di coordinamento provinciali.

4. Fino alla ridefinizione delle tabelle parametriche ai sensi del comma 3 continuano a trovare applicazione le deliberazioni del Consiglio regionale 4 marzo 1998, n. 849 e n. 850.

 

 

Art. 31

 

(Costo di costruzione)

 

1. Il costo di costruzione per i nuovi edifici è determinato almeno ogni cinque anni dall’Assemblea legislativa  con riferimento ai costi parametrici per l'edilizia agevolata. Il contributo afferente al titolo abilitativo comprende una quota di detto costo, variabile dal 5 per cento al 20 per cento, che viene determinata con l'atto dell’Assemblea Legislativa in funzione delle caratteristiche e delle tipologie delle costruzioni e della loro destinazione e ubicazione.

2. Con lo stesso provvedimento l’Assemblea Legislativa identifica classi di edifici con caratteristiche superiori a quelle considerate nelle vigenti disposizioni di legge per l'edilizia agevolata, per le quali sono determinate maggiorazioni del costo di costruzione, in misura non superiore al 50 per cento.

3. Nei periodi intercorrenti tra le determinazioni regionali, il costo di costruzione è adeguato annualmente dai Comuni, in ragione dell'intervenuta variazione dei costi di costruzione accertata dall'Istituto nazionale di statistica.

4. Per gli interventi di ristrutturazione edilizia il costo di costruzione non può superare il valore determinato per le nuove costruzioni ai sensi del comma 1.

 

 

Art. 32

 

(Riduzione ed esonero dal contributo di costruzione)

 

1. Il contributo di costruzione non è dovuto:

a)               per gli interventi di cui all’art. 7;

b)               per gli interventi, anche residenziali, da realizzare nel territorio rurale in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell'imprenditore agricolo professionale, ai sensi dell'art. 1 del D.Lgs. 29 marzo 2004, n. 99, ancorché in quiescenza;

c)               per gli interventi di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell'art. 13;

d)               per gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche;

e)               per la realizzazione dei parcheggi da destinare a pertinenza delle unità immobiliari, nei casi di cui all’art. 9, comma 1, della legge 24 marzo 1989, n. 122 e all’art. 41-sexies della legge 17 agosto 1942, n. 1150, limitatamente alla misura minima ivi stabilita;

f)               per gli interventi di ristrutturazione o di ampliamento in misura non superiore al 20 per cento di edifici unifamiliari;

g)               per gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti e dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), nonché per le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici;

h)               per gli interventi da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati a seguito di pubbliche calamità;

i)               per i nuovi impianti, lavori, opere, modifiche e installazioni relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e all'uso razionale dell'energia, nel rispetto delle norme urbanistiche e di tutela dei beni culturali ed ambientali.

2. L’Assemblea legislativa, nell'ambito dei provvedimenti di cui agli artt. 30 e 31, può prevedere l'applicazione di riduzioni del contributo di costruzione per la realizzazione di alloggi in locazione a canone calmierato rispetto ai prezzi di mercato nonché per la realizzazione di opere edilizie di qualità, sotto l'aspetto ecologico, del risparmio energetico, della riduzione delle emissioni nocive e della previsione di impianti di separazione delle acque reflue, in particolare per quelle collocate in aree ecologicamente attrezzate.

3. Nei casi di edilizia abitativa convenzionata, anche relativa ad edifici esistenti, il contributo di costruzione è ridotto alla sola quota afferente agli oneri di urbanizzazione qualora il titolare del permesso o il soggetto che ha presentato la SCIA si impegni, attraverso una convenzione con il Comune, ad applicare prezzi di vendita e canoni di locazione determinati ai sensi della convenzione-tipo prevista all'art. 33.

4. Il contributo dovuto per la realizzazione o il recupero della prima abitazione è pari a quello stabilito per l'edilizia in locazione fruente di contributi pubblici, purché sussistano i requisiti previsti dalla normativa di settore.

5. Per gli interventi da realizzare su immobili di proprietà dello Stato il contributo di costruzione è commisurato all'incidenza delle opere di urbanizzazione.

 

 

Art. 33

 

(Convenzione tipo)

 

1. Ai fini del rilascio del permesso di costruire relativo agli interventi di edilizia abitativa convenzionata, la Giunta regionale approva una convenzione-tipo, con la quale sono stabiliti i criteri e i parametri ai quali debbono uniformarsi le convenzioni comunali nonché gli atti di obbligo, in ordine in particolare:

a)               all'indicazione delle caratteristiche tipologiche e costruttive degli alloggi;

b)               alla determinazione dei prezzi di cessione degli alloggi, sulla base del costo delle aree, della costruzione e delle opere di urbanizzazione, nonché delle spese generali, comprese quelle per la progettazione e degli oneri di preammortamento e di finanziamento;

c)               alla determinazione dei canoni di locazione in percentuale del valore desunto dai prezzi fissati per la cessione degli alloggi;

d)               alla durata di validità della convenzione, non superiore a trenta e non inferiore a venti anni.

2. L’Assemblea legislativa stabilisce criteri e parametri per la determinazione del valore delle aree destinate ad interventi di edilizia abitativa convenzionata, allo scopo di calmierare il costo delle medesime aree.

3. I prezzi di cessione ed i canoni di locazione determinati nelle convenzioni ai sensi del comma 1 sono aggiornati in relazione agli indici ufficiali ISTAT dei costi di costruzione individuati dopo la stipula delle convenzioni medesime.

4. Ogni pattuizione stipulata in violazione dei prezzi di cessione e dei canoni di locazione è nulla per la parte eccedente.

 

 

Art. 34

 

(Contributo di costruzione per opere o impianti non destinati alla residenza)

 

1. Il titolo abilitativo relativo a costruzioni o impianti destinati ad attività industriali o artigianali dirette alla trasformazione di beni ed alla prestazione di servizi comporta, oltre alla corresponsione degli oneri di urbanizzazione, il versamento di un contributo pari all'incidenza delle opere necessarie al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti solidi, liquidi e gassosi e di quelle necessarie alla sistemazione dei luoghi ove ne siano alterate le caratteristiche. La incidenza delle opere è stabilita con deliberazione del Consiglio comunale in base ai parametri definiti dall’Assemblea Legislativa ai sensi dell'art. 30, comma 3, ed in relazione ai tipi di attività produttiva.

2. Il titolo abilitativo relativo a costruzioni o impianti destinati ad attività turistiche, commerciali e direzionali o allo svolgimento di servizi comporta la corresponsione degli oneri di urbanizzazione e di una quota non superiore al 10 per cento del costo di costruzione da stabilirsi, in relazione ai diversi tipi di attività, con deliberazione del Consiglio comunale.

3. Qualora la destinazione d'uso delle opere indicate ai commi 1 e 2 , nonché di quelle realizzate nel territorio rurale previste dall'art. 32, comma 1, lettera b), sia modificata nei dieci anni successivi all'ultimazione dei lavori, il contributo di costruzione è dovuto nella misura massima corrispondente alla nuova destinazione ed è determinato con riferimento al momento dell'intervenuta variazione.

 

 

TITOLO IV

 

MODIFICHE ALLA L.R. 21 OTTOBRE 2004, N. 23

 

Art. 35

 

(Modifiche all’art. 2 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. All’art. 2 della L.R. 23 del 2004 sono apportate le seguenti modificazioni:

 

a)              al comma 1,  le parole “di cui agli articoli 11 e 17 della legge regionale 25 novembre 2002, n. 31 (Disciplina generale dell'edilizia)” sono sostituite dalle seguenti “svolti per la formazione e il controllo dei titoli abilitativi e per la certificazione della conformità edilizia e agibilità”;

b)              il comma 2 è soppresso;

c)              al comma 7, le parole “prevista dall'articolo 27, comma 5, della legge regionale n. 31 del 2002” sono sostituite dalle seguenti: “prevista dall'articolo 28, comma 5, della legge regionale in materia edilizia”.

 

 

Art. 36

 

(Modifiche all’art. 4 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. All’art. 4 della L.R. n. 23 del 2004 sono apportate le seguenti modificazioni:

a)              al comma 1, le parole “dagli articoli 11 e 17 della legge regionale n. 31 del 2002” sono sostituite dalle seguenti: “per la formazione e il controllo dei titoli abilitativi”;

b)              al comma 1, il periodo “L'accertamento in corso d'opera delle variazioni minori, di cui all'articolo 19 della legge regionale n. 31 del 2002, non dà luogo alla sospensione dei lavori.” è sostituito dal seguente: “L’accertamento di varianti in corso d’opera non dà luogo alla sospensione dei lavori, qualora risultino conformi alla disciplina dell’attività edilizia e qualora siano state adempiute le procedure abilitative prescritte dalle norme di settore.”.

 

 

Art. 37

 

(Modifiche all’art. 8 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. Al comma 3 dell’art. 8 della L.R. n. 23 del 2004 dopo le parole “all’Autorità giudiziaria” sono aggiunte le seguenti “, al progettista”.

 

 

Art. 38

 

(Modifiche all’art. 12 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. All’art. 12 della L.R. n. 23 del 2004 sono apportate le seguenti modificazioni:

 

a)                                dopo il comma 4 è aggiunto il seguente comma:

 

“4-bis. Gli atti di cui al comma 2, ai quali non siano stati allegati certificati di destinazione urbanistica, o che non contengano la dichiarazione di cui al comma 3, possono essere confermati o integrati anche da una sola delle parti o dai suoi aventi causa, mediante atto pubblico o autenticato, al quale sia allegato un certificato contenente le prescrizioni urbanistiche riguardanti le aree interessate al giorno in cui è stato stipulato l'atto da confermare o contenente la dichiarazione omessa.”;

b)              il comma 6 è soppresso.

 

 

Art. 39

 

(Modifiche all’art. 13 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. All’art. 13 comma 2 della L.R. n. 23 del 2004, le parole “determinate ai sensi dell'articolo 23 della legge regionale n. 31 del 2002,” sono sostituite dalle seguenti: “determinate ai sensi dell'articolo 14-bis della presente legge regionale,”.

 

 

Art. 40

 

(Modifiche all’art. 14 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 2)

 

1. All’art. 14 della L.R. n. 23 del 2004 sono apportate le seguenti modificazioni:

a)              al comma 1, le parole  “, di cui alla lettera f) dell'allegato alla legge regionale n. 31 del 2002,” sono soppresse;

b)              al comma 2, il seguente periodo è soppresso: “In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori.”;

c)              al comma 4, le parole “di cui all’articolo 27 della legge regionale n. 31 del 2002” sono soppresse.

 

 

Art. 41

 

(Introduzione dell’art. 14-bis nella legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. Dopo l’art. 14 della L.R. n. 23 del 2004 è inserito il seguente articolo:

“Art. 14-bis

(Variazioni essenziali)

1. Sono variazioni essenziali rispetto al titolo abilitativo originario come integrato dalla  SCIA di fine lavori:

a)              il mutamento della destinazione d’uso che comporta una variazione del carico urbanistico nei casi di cui al comma 1 dell’art. 30 della legge regionale in materia edilizia; 

b)              gli aumenti di entità superiore al  20 per cento rispetto alla superficie coperta, al rapporto di copertura, al perimetro, all'altezza dei fabbricati, gli scostamenti superiori al 20 per cento della  sagoma o dell'area di sedime, la riduzione superiore al 20 per cento delle  distanze minime tra fabbricati e dai confini di proprietà anche a diversi livelli di altezza;

c)              gli aumenti della cubatura rispetto al progetto del 10 per cento e comunque superiori a 300 mc., con esclusione di quelli che riguardino soltanto le cubature accessorie ed i volumi tecnici, così come definiti ed identificati dalle norme urbanistiche ed edilizie comunali;

d)              gli aumenti della superficie utile superiori a 100 mq.;

e)              ogni intervento difforme rispetto al titolo abilitativo che comporti violazione delle norme tecniche per le costruzioni in materia di edilizia antisismica;

f)              ogni intervento difforme rispetto al titolo abilitativo, ove effettuato su immobili ricadenti in aree naturali protette, nonché effettuato su immobili sottoposti a particolari prescrizioni per ragioni ambientali, paesaggistiche, archeologiche, storico-architettoniche da leggi nazionali o regionali, ovvero dagli strumenti di pianificazione territoriale od urbanistica. Non costituiscono variazione essenziale i lavori realizzati in assenza o difformità dall’autorizzazione paesaggistica, qualora rientrino nei casi di cui all’art. 149 del D.Lgs. n. 42 del 2004 e qualora venga accertata la compatibilità paesaggistica, ai sensi dell’art. 167 del medesimo decreto.

2. Le varianti rispetto al titolo originario che presentano le caratteristiche di cui al comma 1 del presente articolo e che siano conformi alla disciplina dell’attività edilizia, di cui all’art. 9, comma 3 della legge regionale in materia edilizia, possono essere attuate in corso d’opera e sono soggette  alla presentazione di SCIA di fine lavori, fermo restando, nei casi di cui alle lettere e) ed f) del medesimo comma 1, la necessità di acquisire preventivamente i relativi atti abilitativi. 

3. Per assicurare l'uniforme applicazione del presente articolo in tutto il territorio regionale, i Comuni, al fine dell'accertamento delle variazioni, utilizzano unicamente le nozioni, concernenti gli indici e parametri edilizi e urbanistici, stabilite dalla Regione ai sensi dell'art. 16 della L.R. n. 20 del 2000.”.

 

 

Art.  42

 

(Modifiche all’art. 15 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. All’art. 15 della L.R. n. 23 del 2004 sono apportate le seguenti modificazioni:

 

a)              al comma 2, il seguente periodo è soppresso: “In tale ipotesi il Comune può prescrivere l'esecuzione di opere dirette a rendere l'intervento più consono al contesto ambientale, assegnando un congruo termine per l'esecuzione dei lavori.”;

b)              al comma 3, le parole “di cui all'articolo 27 della legge regionale n. 31 del 2002” sono soppresse.

 

 

Art. 43

 

(Sostituzione dell’art. 16 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. L’art. 16 della L.R. n. 23 del 2004 è sostituito dal seguente:

 

“Art. 16

 

(Sanzioni per interventi edilizi eseguiti in assenza o in difformità dalla SCIA)

1. Gli interventi edilizi eseguiti in assenza o in difformità dalla segnalazione certificata di inizio attività attinenti ad opere di manutenzione straordinaria non comprese nell’attività edilizia libera, ad opere di restauro e risanamento conservativo, ad opere pertinenziali, all’installazione o alla revisione di impianti tecnologici, alla realizzazione di parcheggi da destinare a pertinenza delle unità immobiliari, alla demolizione parziale e integrale di manufatti edilizi, al recupero e al risanamento delle aree libere urbane e agli interventi di rinaturalizzazione, nonché al mutamento di destinazione d’uso senza opere, comportano la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi, determinata ai sensi dell'art. 21, commi 2 e 2-bis, e comunque non inferiore a 1.000 euro, salvo che l’interessato provveda al ripristino dello stato legittimo.”.

 

 

Art. 44

 

(Introduzione dell’art. 16-bis nella legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. Dopo l’art. 16 della L.R. n. 23 del 2004 è inserito il seguente articolo:

 

“Art. 16-bis

 

(Sanzioni per interventi di attività edilizia libera)

 

1. Nei casi di attività edilizia libera di cui all’art. 7, comma 4, della legge regionale in materia edilizia la mancata comunicazione di inizio lavori e la mancata trasmissione della relazione tecnica comportano l’applicazione di una sanzione pecuniaria pari a 258 euro. Tale sanzione è ridotta di due terzi se la comunicazione è effettuata spontaneamente quando l'intervento è in corso di esecuzione.

2. La stessa sanzione si applica in caso di difformità delle opere realizzate, rispetto alla comunicazione, qualora sia accertata la loro conformità alle prescrizioni degli strumenti urbanistici.

3. La sanzione pecuniaria di cui al comma 1 si applica in caso di  mancata comunicazione della data di inizio dei lavori e di rimozione delle opere dirette a soddisfare esigenze contingenti.

4. Qualora gli interventi attinenti all’attività edilizia libera siano eseguiti in difformità dalla disciplina dell’attività edilizia, lo Sportello unico applica la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile conseguente alla realizzazione degli interventi stessi, determinata ai sensi dell'art. 21, commi 2 e 2-bis, e comunque non inferiore a 1.000 euro, salvo che l’interessato provveda al ripristino dello stato legittimo. Rimane ferma l’applicazione delle ulteriori sanzioni eventualmente previste in caso di violazione della disciplina di settore.”.

 

 

Art. 45

 

(Modifiche all’art. 17 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. All’art. 17 della L.R. n. 23 del 2004 sono apportate le seguenti modifiche:

a)              ai commi 1, 2 e 4-bis le parole “denuncia di inizio attività” sono sostituite dall’espressione “SCIA”;

b)              al comma 3, le parole “la denuncia in sanatoria” sono sostituite dalle seguenti: “la SCIA in sanatoria”;

c)              al comma 3, lettera a), le parole “, a norma dell’art. 30 della legge regionale n. 31 del 2002,” sono soppresse.

 

 

Art.  46

 

(Modifiche all’art. 18 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. All’art. 18 della L.R. n. 23 del 2004 sono apportate le seguenti modifiche:

a)              nella rubrica e nei commi 1 e 2 le parole “denuncia di inizio attività” sono sostituite dall’espressione “SCIA”;

b)              al comma 1, alla fine del primo periodo, sono aggiunte le seguenti parole “, ad eccezione degli interventi eseguiti con SCIA alternativa al permesso di costruire”.

 

 

Art.  47

 

(Modifiche all’art. 21 della legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23)

 

1. All’art. 21 della L.R. n. 23 del 2004, il comma 2 è sostituito dai seguenti commi:

“2. Ai fini del calcolo delle sanzioni pecuniarie connesse al valore venale di opere o di loro parti illecitamente eseguite, il Comune utilizza le quotazioni dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia del territorio, applicando la cifra espressa nel valore minimo.

2-bis. Le Commissioni provinciali per la determinazione del valore agricolo medio provvedono a determinare il valore delle opere o delle loro parti abusivamente realizzate, nei casi in cui non sono disponibili i parametri di valutazione di cui al comma 2.”.

 

 

TITOLO V

 

DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI

 

Art. 48

 

(Validità dei titoli edilizi)

 

1.  Fatta salva l’applicazione dell’art. 15 della L.R. 21 dicembre 2012, n. 16, i termini di validità dei titoli edilizi in essere alla data di entrata in vigore della presente legge sono prorogati secondo i termini di cui ai commi seguenti.

2. La data di inizio dei lavori dei permessi di costruire rilasciati entro il primo gennaio 2013 o già prorogati entro la stessa data è posticipata al 31 dicembre 2014. La data di fine dei lavori dei permessi di costruire i cui lavori sono in corso alla data di entrata in vigore della presente legge è posticipata di un anno.

3. La proroga dei termini di cui al comma 2 si applica anche alle denunce di inizio attività e alle SCIA presentate alla data di entrata in vigore della presente legge.

4. La proroga di cui al presente articolo non si applica nel caso di entrata in vigore di contrastanti previsioni urbanistiche ai sensi dell’art. 19, comma 6.

 

 

Art. 49

 

(Procedimenti in corso)

 

1. I procedimenti relativi all'attività edilizia, in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, sono conclusi ed i relativi provvedimenti acquistano efficacia secondo le disposizioni delle leggi regionali previgenti, fatta salva la facoltà per gli interessati di riavviare il procedimento nell’osservanza della presente legge. Si intendono in corso i procedimenti per i quali, alla data di entrata in vigore della presente legge:

a)               sia stata presentata la domanda per il rilascio del permesso di costruire;

b)               sia stata presentata al Comune la DIA o la SCIA;

c)               sia stata presentata la domanda per il rilascio del certificato di conformità edilizia e agibilità.

2. Le sanzioni previste dalla presente legge si applicano agli illeciti commessi in data successiva alla sua entrata in vigore.

3. Fatti salvi i procedimenti in corso, dalla data di entrata in vigore della presente legge, cessano di avere efficacia le deliberazioni con cui i Comuni  hanno sottoposto a permesso di costruire gli interventi di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia e i mutamenti d’uso senza opere, ai sensi del previgente art. 8, comma 2, della L.R. n. 31 del 2002.

 

 

Art. 50

 

(Adeguamento del regolamento edilizio comunale)

 

1. Fino all'adeguamento degli strumenti di pianificazione alle disposizioni della L.R. n. 20 del 2000, i Comuni possono apportare modifiche al regolamento edilizio, al fine di adeguarlo alla legislazione nazionale e regionale vigente.

2. Le modifiche di cui al comma 1 sono approvate dal Comune secondo le modalità previste per i regolamenti comunali.

 

 

Art. 51

 

(Abrogazioni)

 

1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge sono abrogati i Titoli I, II, III, IV, V, VI, VII della L.R. n. 31 del 2002 e gli artt. 38, 39, 40, 43, commi 4 e 5, 46, commi 4, 5 e 6, 47, e 48 della stessa legge regionale.

2. Dalla data di approvazione dell’atto di coordinamento tecnico previsto dall’art. 12, comma 2, lettera f) della presente legge è abrogato l’art. 19, primo comma, lettera h bis) della L.R. 4 maggio 1982, n. 19.

 

 

Art. 52

 

(Disapplicazione di norme statali)

 

1. A seguito dell'entrata in vigore della presente legge non trova diretta applicazione nel territorio regionale la disciplina di dettaglio prevista dalle disposizioni legislative e regolamentari statali della Parte I, Titoli I, II e III, del D.P.R. n. 380 del 2001.

 

 

Art. 53

 

(Introduzione dell’art. 18-bis della L.R. n. 20 del 2000)

 

1.     Nella L.R. 24 marzo 2000, n. 20, dopo l’articolo 18 e la rubrica “Capo IV Semplificazione del sistema della pianificazione”, è inserito il seguente articolo:

 

“Art. 18-bis

 

(Semplificazione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica)

 

1. Al fine di ridurre la complessità degli apparati normativi dei piani e l’eccessiva diversificazione delle disposizioni operanti in campo urbanistico ed edilizio, le previsioni degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, della Regione, delle Province, della Città metropolitana di Bologna e dei Comuni attengono unicamente alle funzioni di governo del territorio attribuite al loro livello di pianificazione e non contengono la riproduzione, totale o parziale, delle normative vigenti, stabilite:

a)              dalle leggi statali e regionali,

b)              dai regolamenti,

c)              dagli atti di indirizzo e di coordinamento tecnico,

d)              dalle norme tecniche,

e)              dalle prescrizioni, indirizzi e direttive stabilite dalla pianificazione sovraordinata,

f)              da ogni altro atto normativo di settore, comunque denominato, avente incidenza sugli usi e le trasformazioni del territorio e sull’attività edilizia.

2. Nell’osservanza del principio di non duplicazione della normativa sovraordinata di cui al comma 1, il Regolamento Urbanistico ed Edilizio (RUE) nonché le norme tecniche di attuazione e la Valsat dei piani territoriali e urbanistici, coordinano le previsioni di propria competenza alle disposizioni degli atti normativi elencati dal medesimo comma 1 attraverso richiami espressi alle prescrizioni delle stesse che trovano diretta applicazione.

3. Allo scopo di consentire una agevole consultazione da parte dei cittadini delle normative vigenti che trovano diretta applicazione in tutto il territorio regionale, la Regione, le Province, la Città metropolitana di Bologna e i Comuni mettono a disposizione dei cittadini attraverso i propri siti web il testo vigente degli atti di cui al comma 1 di propria competenza.

4. La Regione individua entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente disposizione, e aggiorna periodicamente, le disposizioni che trovano uniforme e diretta applicazione su tutto il territorio regionale, attraverso appositi atti di indirizzo e coordinamento, approvati ai sensi dell’art. 16. Le Province, la Città metropolitana di Bologna e i Comuni adeguano i propri strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica a quanto previsto dai commi 1 e 2 secondo le indicazioni degli atti di indirizzo regionali, entro 90 giorni dall’entrata in vigore degli stessi. Trascorso tale termine, le normative di cui al comma 1 trovano diretta applicazione, prevalendo sulle previsioni con esse incompatibili.”.

 

 

Art. 54

 

(Modifiche all’art. 19 della L.R. n. 20 del 2000)

 

All’art. 19 della L.R. n. 20 del 2000 sono apportate le seguenti modifiche:

 

a)              la rubrica dell’articolo è sostituita dalla seguente:  “Carta unica del territorio e tavola dei vincoli”;

b)              dopo il comma 3 sono inseriti i seguenti:

“3-bis.  Allo scopo di assicurare la certezza della disciplina urbanistica e territoriale vigente e dei vincoli che gravano sul territorio e, conseguentemente, semplificare la presentazione e il controllo dei titoli edilizi e ogni altra attività di verifica della conformità degli interventi di trasformazione progettati, il PSC e le relative varianti devono prevedere, a pena di illegittimità del piano, un apposito elaborato grafico, denominato “Tavola dei vincoli”, nel quale sono rappresentati tutti i vincoli e le prescrizioni che precludono, limitano o condizionano l’uso o la trasformazione del territorio interessato dal Piano in corso di predisposizione e approvazione, derivanti da leggi, piani sovraordinati, generali o settoriali, ovvero da atti amministrativi di apposizione di vincoli di tutela. Tale elaborato cartografico è corredato da una scheda sintetica denominata “ Scheda dei vincoli” che riporta l’atto da cui deriva ciascun vincolo o prescrizione, e il suo contenuto. Fino all’aggiornamento del PSC, tali elaborati progettuali sono predisposti, per l’ambito territoriale di riferimento, dal POC, dal RUE, dal PUA e dalle relative varianti. La Regione con apposito atto di indirizzo emanato ai sensi dell’art. 16, stabilisce gli standard tecnici e le modalità di rappresentazione e descrizioni dei vincoli e prescrizioni, allo scopo di assicurare l’uniforme applicazione del presente comma in tutto il territorio regionale e di agevolare e rendere più celere l’interpretazione e l’interpolazione dei dati e informazioni contenuti nella tavola e nella scheda dei vincoli.

3-ter.  Il parere di legittimità e regolarità amministrativa dell’atto di approvazione di ciascun piano urbanistico attesta che lo stesso è conforme a quanto stabilito dal comma 3-bis.

3-quater.  Nella Valsat di ciascun piano urbanistico è contenuto un apposito capitolo, denominato “Verifica di conformità ai vincoli e prescrizioni”, nel quale si dà atto analiticamente che le previsioni del piano sono conformi ai vincoli e prescrizioni che gravano sull’ambito territoriale interessato.

3-quinquies. Al fine di favorire l’osservanza di quanto disposto dai commi 3-bis e 3-ter la Regione, in collaborazione con le amministrazioni statali competenti e d’intesa con le Province, prevede con apposita delibera ricognitiva ad individuare e aggiornare periodicamente la raccolta dei vincoli di natura ambientale, paesaggistica e storico testimoniale che gravano sul territorio regionale e alla raccolta e messa a disposizione dei dati conoscitivi e valutativi del territorio interessato da ciascun vincolo.”.

 

 

Art. 55

 

(Semplificazione della pubblicazione degli avvisi relativi ai procedimenti

in materia di governo del territorio)

 

1. Gli obblighi di pubblicazione di avvisi sulla stampa quotidiana, previsti dalle norme regionali sui procedimenti di pianificazione urbanistica e territoriale, sui procedimenti espropriativi e sui procedimenti di localizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, si intendono assolti con la pubblicazione degli avvisi nei siti informatici delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati.

2. Resta ferma la possibilità di effettuare in via integrativa la pubblicità sui quotidiani, a scopo di maggiore diffusione informativa.

 

 

Art. 56

 

(Modifiche all’art. 16 della L.R. 9 dicembre 2002, n. 34)

 

1. Il comma 2 dell’art. 16 della L.R. 9 dicembre 2002, n. 34 è sostituito dal seguente:

“2. L’insediamento delle associazioni è subordinato alla verifica dell’osservanza dei requisiti igienico-sanitari e di sicurezza, non comporta il mutamento d’uso delle unità immobiliari esistenti e il pagamento del contributo di costruzione ed è attuato, in assenza di opere edilizie, senza titolo abilitativo.”.

 

 

Art. 57

 

(Entrata in vigore)

 

1. La presente legge entra in vigore il trentesimo giorno successivo alla data  della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Emilia-Romagna.

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