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93.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 13 SETTEMBRE 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2777

Interpellanza in merito ai tempi di utilizzazione del Fondo regionale a favore del microcredito e alle modalità di versamento delle elargizioni, da parte di soggetti pubblici o privati, da destinare a tale Fondo. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

COSTI, assessore

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 2838

Interpellanza circa la predisposizione di una regolamentazione che preveda procedure ad evidenza pubblica per l'assegnazione delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

SENSOLI (M5S)

CORSINI, assessore

SENSOLI (M5S)

 

OGGETTO 3010

Interpellanza circa la promozione di una regolamentazione riguardante lo sviluppo sostenibile delle spiagge e la fruizione collettiva delle stesse mediante modificazioni della programmazione urbanistico-demaniale riferita all’ambito turistico-ricreativo. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

CORSINI, assessore

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 2937

Comunicazione della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 5 bis della L.R. 30/1998, circa il Documento preliminare al Piano Regionale Integrato dei Trasporti PRIT 2025

(Ordine del giorno 2937/1 oggetto 3218 - Dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

SASSI (M5S)

CALIANDRO (PD)

TARUFFI (SEL)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 812

Delibera: «Proposta di legge alle Camere “Abrogazione dei decreti del Ministro dell’ambiente e del territorio e della tutela del mare del 14 febbraio 2013, n. 22 e 20 marzo 2013. Effetti sulle istanze pendenti”.» A firma dei Consiglieri: Foti, Rancan, Molinari, Taruffi, Pruccoli, Aimi (91)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 812/1 oggetto 3219 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Rainieri)

MOLINARI (PD)

TARUFFI (SEL)

RANCAN (LN)

CALVANO (PD)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 2942

Delibera: «Piano triennale regionale degli interventi a favore degli emiliano-romagnoli all’estero per gli anni 2016-2018 - Articolo 17 della L.R. n. 5 del 27 maggio 2015.» (Proposta del Presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, consigliere Molinari) (92)

(Relazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MOLINARI (PD)

MOLINARI (PD)

DELMONTE (LN)

GIBERTONI (M5S)

MOLINARI (PD)

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 3211

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire presso il Governo affinché dichiari lo stato di calamità naturale per le zone della provincia di Modena colpite dal maltempo nelle giornate del 19-20 agosto e 6 settembre e garantisca i relativi risarcimenti. A firma dei Consiglieri: Campedelli, Serri, Calvano, Rontini, Boschini, Poli, Tarasconi, Sabattini, Caliandro, Taruffi, Torri

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CAMPEDELLI (PD)

BARGI (LN)

AIMI (FI)

 

OGGETTO 1635

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte, nell'ambito dell'incentivazione della rimozione e dello smaltimento di manufatti contenenti cemento-amianto da parte delle imprese, ad abbassare nei bandi il costo minimo ammissibile, predisporre strumenti di finanziamento dedicati alle micro imprese, favorire la rimozione di amianto nelle aree urbane, premiando inoltre progetti che producano effetti moltiplicativi. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Ravaioli, Zoffoli, Montalti, Bagnari, Sabattini, Mumolo, Prodi, Zappaterra, Serri, Torri, Taruffi, Cardinali, Caliandro, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Rontini, Molinari, Soncini, Poli, Iotti, Mori, Tarasconi, Lori, Campedelli

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PETTAZZONI (LN)

PARUOLO (PD)

FOTI (FdI)

PETTAZZONI (LN)

PARUOLO (PD)

 

OGGETTO 2924

Risoluzione per impegnare la Giunta a verificare le prospettive occupazionali ed a richiedere la definizione di un piano industriale per la salvaguardia del personale di BolognaFiere S.p.A. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Marchetti Daniele, Taruffi

(Discussione)

OGGETTO 2934

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare la condivisione del piano industriale di Bologna Fiere, ad agire per il rilancio del sistema fieristico bolognese e per la salvaguardia dei lavoratori, sostenendo ogni azione utile al percorso di confronto tra azienda e sindacati. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Bessi, Mumolo, Calvano, Marchetti Francesca, Lori, Rossi Nadia, Sabattini, Poli, Mori, Paruolo, Ravaioli, Cardinali, Montalti, Serri

(Discussione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 812

Emendamenti oggetti 3218 - 2942 - 1635

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,15

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la novantatreesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Bianchi e la vicepresidente dell’Assemblea Soncini.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

Comunico che l’interpellanza oggetto 2991, a firma del consigliere Foti, non verrà trattata, poiché il consigliere accetta la risposta scritta.

Ricordo che per le interpellanze il procedimento di discussione consiste nell’illustrazione e nella replica in otto minuti complessivi e nella risposta della Giunta in otto minuti.

 

OGGETTO 2777

Interpellanza in merito ai tempi di utilizzazione del Fondo regionale a favore del microcredito e alle modalità di versamento delle elargizioni, da parte di soggetti pubblici o privati, da destinare a tale Fondo. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 2777: Interpellanza in merito ai tempi di utilizzazione del Fondo regionale a favore del microcredito e alle modalità di versamento delle elargizioni, da parte di soggetti pubblici o privati, da destinare a tale Fondo, a firma del consigliere Bertani. Risponde l’assessore Costi.

La parola al consigliere Bertani per l’illustrazione dell’interpellanza in oggetto. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Come Assemblea, ricordiamo tutti che, in seguito all’approvazione della legge sui tagli ai costi della politica, si sono generati importanti risparmi, e l’Assemblea in quella sede decise di destinare quei risparmi a un fondo per il microcredito. Infatti, in un comunicato predisposto dalla Regione Emilia-Romagna si legge: “La Regione è stata la prima ad abolire i vitalizi già nella scorsa legislatura e i risparmi conseguiti per questa legislatura ammontano a 7,5 milioni di euro, equivalente a 1,5 milioni di euro all’anno. Le risorse risparmiate saranno destinate al microcredito”.

Successivamente è stata aperta una voce di bilancio nella quale sono confluiti 2 milioni di euro, destinati al microcredito, in particolare al Fondo rotativo per le professioni del microcredito per promuovere l’accesso al credito da parte di liberi professionisti, artigiani, imprese artigiane e microimprese del territorio regionale. Il capitolo è stato aperto, poi è stato fatto un rapido passaggio in Commissione per ribadire le intenzioni della Giunta nel merito e, al momento, sappiamo che è stato indetto un bando per il soggetto gestore del microcredito. Anche qui vorrei muovere un appunto: è necessario porre la giusta attenzione al livello comunicativo, perché qui qualcuno o ha fatto il furbo o ha fatto finta di non capire, dal momento che alcuni consiglieri regionali hanno fatto credere che fosse già aperto il bando per il microcredito e che, quindi, le imprese potessero già accedere, quando questo, invece, non corrisponde al vero. Al momento, è aperto il bando per il gestore del microcredito.

Da parte nostra ci sentiamo in dovere di manifestare alcune rimostranze su questo bando. Intanto, il bando non è aperto a tutti, in quanto pone una soglia di attività pari a un anno e fissa come condizione quella di avere un fatturato pari a 15.000 euro, andando così contro i dettami alla base della definizione, anche a livello nazionale, del microcredito. Inoltre, avevamo chiesto che questo fondo – e ricordo che, al riguardo, venne pure approvato un ordine del giorno – fosse un fondo aperto, nel quale potessero confluire anche eventuali altre donazioni. Questo ordine del giorno risale a dicembre 2015, si erano fissati novanta giorni di tempo per metterlo in pratica, purtuttavia andando a leggere gli atti della Giunta emerge che ancora questa modalità non è stata attuata. Pertanto, chi volesse fare una donazione, come questo Gruppo ha già annunciato più volte di voler fare, non è ancora nella possibilità di farlo.

Alla luce di queste considerazioni, chiediamo all’assessore quando saranno attivati i bandi veri per le aziende, non per il gestore, per consentire di dare vita a una nuova microimpresa e quando avranno questa possibilità; inoltre, quando sarà possibile per i privati o per altri enti o per altre fondazioni fare una donazione per aumentare la disponibilità del fondo; infine, se nei prossimi anni questo fondo verrà aumentato con i risparmi che si conseguono annualmente, vale a dire quei 1,5 milioni di euro. Insomma, non vorremmo che questa fosse una misura spot che termina quest’anno, e poi “tanti saluti a tutti”. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Costi per la risposta. Prego.

 

COSTI, assessore: Grazie. Come diceva il consigliere Bertani, questo fondo, che ricordo è un fondo rotativo, è stato istituito con la legge di bilancio del 2015 proprio per promuovere l’accesso al credito dei liberi professionisti, degli artigiani, delle imprese artigiane e delle microimprese operanti sul territorio.

A fine giugno abbiamo formulato e reso disponibile alla Commissione Attività produttive, mi pare non in modo frettoloso, anche perché abbiamo inviato prima il materiale, in apposita seduta, svolta il 29 giugno, due schede tecniche contenenti le proposte operative, sulle quali è stato aperto il confronto al fine di definire i caratteri salienti dello strumento di microcredito. A seguito di questa seduta, in cui è stata data informativa e sono state raccolte anche le osservazioni, è stata formulata la proposta definitiva.

In via generale, la scelta è stata quella di prediligere – questo era uno dei primi quesiti, che è stato oggetto di dibattito – la forma del finanziamento diretto, diversamente dall’erogazione di garanzia. Quindi, questo è un fondo rotativo che continuerà a essere ricostituito con le restituzioni che, comunque, chi accede dovrà operare. Inoltre, sono stati definiti i soggetti beneficiari, come sapete benissimo, e si è deciso di comprendere le operazioni tra un prestito minimo di 5.000 euro e uno massimo di 15.000 euro. Questa è stata la scelta, anche perché questo è uno strumento coordinato con altri strumenti già esistenti, compreso anche il fondo per il microcredito istituito a livello nazionale. Si tratta di piccoli prestiti concessi a soggetti non bancabili ed esclusi, perché privi di garanzie patrimoniali, a tasso zero e con la restituzione delle somme tramite rate ridotte su base temporale frazionata. Sono, inoltre, state definite le modalità con cui opererà il soggetto gestore e le modalità operative per la gestione della gara.

Quindi, con delibera di Giunta regionale è stato costituito il fondo rotativo per le professioni e il microcredito, con i contenuti che ho precedentemente illustrato, è stato predisposto l’invito alla manifestazione di interesse per la gestione del fondo rotativo, perché non gestiamo direttamente questi fondi come Regione. I soggetti a cui è rivolto sono gli intermediari finanziari vigilati.

La pubblicazione del bando per la presentazione delle manifestazioni di interesse alla gestione del fondo è avvenuta in data 7 settembre 2016 e il termine ultimo per la presentazione delle candidature è fissato al 7 ottobre 2016. Pertanto, queste saranno valutate, conseguentemente sarà definito il soggetto gestore e a quel punto saranno avviate le procedure di concessione dei finanziamenti ai soggetti richiedenti e aventi i requisiti previsti. Quindi, non appena si definirà il soggetto vincitore, si darà avvio all’operatività del fondo.

Conosciamo perfettamente il tema posto dal consigliere Bertani, che abbiamo dibattuto anche in Commissione, riguardante le eventuali donazioni. Ad oggi, non abbiamo ancora individuato una data da cui si potranno rendere disponibili e pubblicizzare le modalità di versamento nella parte di entrata del bilancio regionale, perché sussiste il problema, come abbiamo cercato di spiegare in Commissione, che le previsioni di entrata e quelle di uscita, per le nuove regole di bilancio, devono combaciare perfettamente. Quindi, stiamo lavorando con i diversi uffici coinvolti – chiaramente non sono l’unica a occuparsi di tale questione – per trovare, dal punto di vista giuridico, amministrativo e contabile, le modalità utili a incrementare la dotazione del fondo attraverso elargizioni pubblico-private, come richiesto dal consigliere. 

Per quanto riguarda l’incremento dell’entità del fondo o attraverso il risparmio sui costi della politica o rispetto alla definizione di risorse inserite all’interno di questo fondo, il tema sarà posto con la definizione del bilancio di previsione del 2017, dove dovranno essere valutate le poste di bilancio. Che derivino da una parte o che derivino dal bilancio generale della Regione, ci tengo a precisare, visto che siamo in presenza del tema dell’esaurimento, che questo non può esaurirsi semplicemente perché è un fondo rotativo. Può capitare nel momento in cui − io mi auguro che questo non capiti − nessuno restituisca le somme che sono state prestate per quanto riguarda l’operazione del microcredito.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.

La parola al consigliere Bertani per la replica. Ha quattro minuti a disposizione.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Per prima cosa, non mi ritengo soddisfatto perché non mi sembra una complicazione insormontabile quella delle donazioni. Basterebbe imporre un limite di data entro il quale far arrivare le donazioni per quest’anno. Quelle che arriveranno successivamente alla data del 31 maggio – per fare un esempio – verranno destinate automaticamente all’anno successivo.

Voglio anche far notare che, ad oggi, il nostro Gruppo, per quanto riguarda il 2015, ha restituito più di 120.000 euro; purtroppo, li ha restituiti al fondo di microcredito nazionale. Purtroppo, il fondo di microcredito regionale non è disponibile ad accettarli. Peccato, perché quei soldi, secondo noi, dovrebbero essere restituiti ai cittadini e restare in Regione Emilia-Romagna. Noi continueremo a versarli sul fondo del microcredito nazionale, che funziona. In Commissione avete detto che quel fondo per il microcredito non funzionava molto, tanto da aver proposto il fondo rotativo. Il fondo per il microcredito nazionale, ad oggi, in base ai dati che abbiamo reperito, ha aiutato 181 imprese nell’Emilia-Romagna in un anno per circa 4 milioni di euro. A livello nazionale, sono stati erogati 50 milioni di euro.

Quel metodo funziona perché vi è una sorta di leva finanziaria. Quindi, se io metto 2 milioni di euro, in realtà, facendo garanzia per l’80 per cento, quei soldi si moltiplicano. Con la scelta che avete fatto voi come Giunta, i 2 milioni di euro è facile che si esauriscano molto velocemente.

Infine, la modalità che avete scelto, purtroppo, è in contrasto con il DM n. 176/2014, che disciplina il microcredito. Il microcredito non richiede che l’azienda sia attiva da un anno e abbia un fatturato di almeno 15.000 euro. Perché? Perché se io sono un giovane che vuole partire con una nuova attività, farsi un carrettino e andare a vendere i gelati lungo la Riviera, o sono un ex operaio della CLAFC di Forlì che vuole riattivarsi come giardiniere, non ho un anno di attività e non ho 15.000 euro di reddito sull’anno precedente, ma ho bisogno di quell’accesso al microcredito. Voi, invece, avete fatto uno dei soliti bandi, meritevoli per le start-up, ma in questo caso non lo avete declinato come microcredito. Avete pensato ai liberi professionisti (perché a qualcuno qui piacevano tanto i liberi professionisti; va bene). Vi invitiamo a ripensare quella modalità, perché così escludete veramente le persone che hanno bisogno del microcredito.

Infine, potevate sicuramente prendere il modello nazionale o altri modelli regionali, ad esempio quello del Piemonte, un modello che va sulla garanzia. Che cosa ha fatto il Piemonte? Ha attivato tutta una serie di forze e di energie. Quindi, ha attivato organizzazioni di volontariato, organizzazioni di categoria (CNA e Confartigianato) perché fornissero consulenza a coloro che vogliono accedere. Invece, nel microcredito, come lo stiamo declinando qui, la parte consulenza e aiuto a partire sembra molto debole. Il Piemonte, addirittura mutuando quel modello della garanzia, ha coinvolto istituti di credito e fondazioni, tanto che ci sono fondazioni che hanno partecipato all’aumento del plafond di milioni di euro disponibili per il microcredito. Noi, invece, facciamo questa cosa perché si deve fare, forse, e per esaurire quei 2 milioni di euro.

Noi non siamo molto contenti di come la Giunta sta applicando l’indirizzo che questa Assemblea ha dato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

 

OGGETTO 2838

Interpellanza circa la predisposizione di una regolamentazione che preveda procedure ad evidenza pubblica per l'assegnazione delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’interpellanza 2838 circa la predisposizione di una regolamentazione che preveda procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative, a firma dei consiglieri Sensoli e Bertani.

La parola alla consigliera Sensoli per l’illustrazione dell’interpellanza in oggetto.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

L’interpellanza in oggetto, se nelle premesse è superata, perché era stata depositata quando ancora la sentenza della Corte di giustizia non era stata emessa (oggi lo è, e tutti sappiamo com’è andata e come alcuni di noi si aspettavano andasse), nelle richieste, forse, è ancora più attuale, dato che, alla luce della sentenza, si fa ancora più urgente il fatto di capire come questa Regione voglia approcciarsi al Governo, agli operatori di settore e all’Europa stessa in merito all’applicazione della direttiva Bolkestein.

Chiaramente, è in ballo un’intera economia, uno dei settori fondamentali. Quindi, vorremmo capire come la Regione si sta muovendo e quali sono gli auspici che si aspetta anche da quello che dovrebbe essere il progetto di legge che, a quanto dicono i giornali, dovrebbe arrivare, in teoria, entro pochi giorni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

La parola all’assessore Corsini per la risposta.

 

CORSINI, assessore: Grazie.

L’interpellanza mi consente di fare il punto della situazione, anche se velocemente, dopo la pausa estiva, con una premessa, che è stata citata nell’interpellanza. Come si ricordava, la Corte di giustizia dell’Unione europea il 14 luglio ha sancito l’incompatibilità con la direttiva Bolkestein delle norme nazionali che prevedevano, com’è noto, la proroga automatica delle autorizzazioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative, in assenza di qualsiasi procedura iniziale di selezione tra i possibili candidati.

La nostra Regione è impegnata, da un po’ di tempo a questa parte, in particolare nell’ambito della Commissione turismo e industria alberghiera e della Commissione demanio della Conferenza delle Regioni, in stretta sinergia con il Governo, per sollecitare e per dare un contributo − come è stato fatto − all’adozione di un provvedimento urgente che salvaguardasse le concessioni in essere. Ricordo che la Regione Emilia-Romagna, l’Assemblea legislativa, ma neanche la Giunta, naturalmente, hanno da questo punto di vista la facoltà di legiferare sul tema delle concessioni demaniali. La nostra è un’azione di carattere politico, di stimolo e di contributo alla risoluzione di un problema che da troppo tempo pesa sulla categoria dei balneari.

La nostra azione ha prodotto, insieme a quella delle altre Regioni, un provvedimento urgente nella direzione di salvaguardare le concessioni in essere. Sulla base di questa azione da parte delle Regioni, nella legge di conversione del DL n. 133/2016 recante “Misure finanziarie urgenti per gli Enti territoriali e il territorio”, è stato inserito − come si ricorderà − un emendamento che stabilisce la proroga delle concessioni in essere fino alla revisione della materia.

Contemporaneamente all’adozione di questo provvedimento “tampone”, o, per meglio dire, provvedimento “ponte”, la Regione Emilia-Romagna è impegnata, sempre di concerto con le altre Regioni costiere, nella definizione della legge delega al Governo per la revisione complessiva e il riordino della normativa inerente le concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo.

Come più volte ribadito, le nuove norme dovranno prevedere i punti che ora elencherò in maniera molto veloce e che sono contenuti nella legge delega che il Governo auspichiamo possa presentare in Parlamento nel più breve tempo possibile. Noi abbiamo rassicurazioni da parte del Governo che questo avverrà entro il mese di ottobre. Questa legge delega – ripeto − deve contenere alcuni punti per noi imprescindibili, che riassumo brevemente: la modalità di affidamento delle nuove concessioni, che rispettino, ovviamente, la normativa europea, in particolare i princìpi di concorrenza, imparzialità, trasparenza e libertà di stabilimento; garanzie in ordine alla valorizzazione delle attività imprenditoriali, alla legittimazione degli investimenti, del valore commerciale delle aziende e al riconoscimento della professionalità acquisita dagli operatori; la valorizzazione della qualità paesaggistica e della sostenibilità ambientale, la revisione dei canoni di concessione, con il superamento delle criticità emerse nell’individuazione delle opere di facile e difficile rimozione e nell’applicazione dei valori dell’Osservatorio del mercato immobiliare ai cosiddetti canoni pertinenziali; la possibilità di contemplare concessioni di lunga durata; infine, un congruo periodo transitorio per l’applicazione della nuova disciplina.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Corsini.

Prego, consigliera Sensoli. Ha sette minuti.

 

SENSOLI: Ringrazio l’Assessore per la risposta, che più o meno era quella che ci aspettavamo. Chiaramente, il fatto che questo provvedimento ora sia urgente è la diretta conseguenza di quanto negli anni la politica abbia cincischiato sull’argomento, mettendo in difficoltà un intero settore, un’intera economia.

Riguardo alle mancanze della politica, più che dire questo, francamente, noi riteniamo sia sufficientemente grave per essere descritto con queste pochissime parole. Una mancanza totale di interesse verso quello che è un settore, un’economia (tante piccole partite IVA e aziende familiari anche della nostra Regione) a favore, invece, di un prendere tempo sperando che anche in Europa si usasse il metodo all’italiana della proroga continua, magari per cercare di tenersi stretto il proprio bacino elettorale.

Detto questo, noi teniamo a sottolineare anche come, all’interno di questa legge, andranno previste, da parte nostra, secondo la nostra opinione, delle misure molto contingenti, molto strette, per quanto riguarda anche i rischi economici e i rischi di infiltrazioni mafiose all’interno di questi futuri bandi. Quanto ai rischi economici mi spiego meglio: la nostra costa è caratterizzata da piccole imprese, molto spesso familiari. Chiaramente va tutelato il principio della Bolkestein, della libertà di concorrenza. Allo stesso tempo, però, va tutelata secondo noi anche la piccola impresa, e quindi occorre evitare il rischio che colossi finanziari multinazionali, o nuovi rami di qualche assicurazione che si vogliono immettere nel settore turistico, vadano a colonizzare la nostra riviera. Allo stesso tempo, bisogna far sì che l’appetibilità che ha un settore come quello balneare, non richiami – ma le richiamerà sicuramente – la malavita e le associazioni mafiose che già in qualche modo stanno cercando di infiltrarsi in questo ambiente.

Chiaramente ci terremo costantemente aggiornati, anche tramite i nostri parlamentari, su quello che sarà il testo dettagliato. Speriamo arrivi presto. Io sapevo che doveva arrivare entro settembre, adesso lei mi parla già di ottobre; direi che di tempo ne abbiamo già perso abbastanza.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

 

OGGETTO 3010

Interpellanza circa la promozione di una regolamentazione riguardante lo sviluppo sostenibile delle spiagge e la fruizione collettiva delle stesse mediante modificazioni della programmazione urbanistico-demaniale riferita all’ambito turistico-ricreativo. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’interpellanza 3010: Promozione di una regolamentazione riguardante lo sviluppo sostenibile delle spiagge e la fruizione collettiva delle stesse mediante modificazioni della programmazione urbanistico-demaniale riferita all’ambito turistico ricreativo, a firma del consigliere Bertani, a cui do la parola. Risponde l’assessore Corsini.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Anche qui, siamo sempre al tema spiagge, al tema Bolkestein. Noi volevamo cogliere l’occasione appunto per capire gli indirizzi di questa Giunta riguardo a questa discussione che avverrà adesso con la Bolkestein, quindi per la riassegnazione delle concessioni per quanto riguarda le spiagge libere.

Non c’è una norma precisa riguardo alle spiagge libere, ma c’è una delibera di Giunta che risale al 2003, in cui si sostiene che le spiagge libere devono essere almeno il 20 per cento della linea di costa emiliano-romagnola.

Già nella scorsa legislatura il Gruppo Movimento 5 Stelle fece un’interrogazione proprio perché sottolineava come in alcuni Comuni il 20 per cento fosse abbondantemente concesso come spiaggia libera. In altri Comuni, invece, soprattutto nella zona sud, quindi da Cervia a Cesenatico, andando verso Cattolica, le percentuali di spiagge libere sono molto basse, anche sotto il 10 per cento, con percentuali anche del 6-7 per cento, o addirittura del 4 per cento. Spesso, queste spiagge libere sono dedicate a luoghi marginali.

Noi allora pensiamo che quando si va a ridiscutere il metodo di riassegnazione delle concessioni, questa potrebbe essere un’occasione per ripensare anche a quante e quali spiagge libere possono essere dedicate perché una quota libera a disposizione di chi vuole usufruire di una spiaggia libera sia importante, e anche perché alcune Regioni, magari oltre alla spiaggia libera, hanno definito la spiaggia libera attrezzata, una spiaggia libera che ha comunque alcuni servizi.

Noi vorremmo sapere se è intenzione dell’assessorato rivalutare le spiagge libere, perlomeno definire probabilmente per ogni Comune, almeno una soglia minima, perché mentre quel 20 per cento può essere accettabile su tutta la linea di costa, probabilmente, se dei Comuni hanno lo 0 per cento di spiagge libere, non permettono a chi vuole fruire di questo bene che è un bene comune, di fruirne. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Corsini.

 

CORSINI, assessore: Come ricorderà il consigliere Bertani, la Regione Emilia-Romagna ha recentemente modificato la legge regionale n. 9 del 2002, compiendo un ulteriore e, vorrei dire, quasi definitivo passo, verso il decentramento dei poteri amministrativi in materia di arenili con finalità turistico-ricreative, inserendo, appunto, nella modifica legislativa, criteri di forte semplificazione sulla strumentazione urbanistica che regolamenta questo tratto di territorio, con l’obiettivo di rafforzare, come abbiamo detto durante la discussione della legge, il ruolo dei territori in piena attuazione della delega amministrativa.

Alla luce delle modifiche apportate alla legge n. 9, i Comuni oggi sono davvero nelle condizioni, in quanto titolari della delega, di definire gli strumenti più adeguati per garantire una idonea regolamentazione, fortemente ancorata allo sviluppo sostenibile delle spiagge, alla fruizione delle stesse e al contemperamento dei legittimi interessi privati, ancor più legittimi alla luce degli investimenti che sono stati effettuati o che saranno effettuati dai concessionari, soprattutto in riferimento all’ammortamento degli investimenti che sono stati e saranno realizzati, prevedendo ovviamente, nel pieno rispetto dei parametri regionali, una quota comunale di spiaggia riservata alla libera fruizione.

Il confronto che è attualmente in corso a livello nazionale e che ovviamente, dopo l’approvazione non tanto della legge delega quanto dei decreti attuativi, dovrà coinvolgere anche la nostra Regione sulla nuova regolamentazione, delle leggi di settore, potrà costituire, come diceva giustamente il consigliere Bertani, l’occasione anche per fare una valutazione ulteriore, che vada oltre il tema legato alla riassegnazione delle concessioni dei criteri, anche nell’ambito, appunto, delle discussioni che dovremmo fare, ribadisco, quando dovremo recepire i decreti attuativi, quindi regolamentare la futura concessione delle spiagge con finalità turistico-ricreative, contemperando, in questa discussione, eventualmente anche il tema delle spiagge libere e un diverso calcolo della percentuale complessiva delle spiagge che saranno o dovranno essere destinate appunto alla libera fruizione.

C’è quindi naturalmente la massima disponibilità da parte nostra, nell’ambito di quella discussione, a fare un ragionamento anche legato al tema posto dall’interrogazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Corsini.

La parola al consigliere Bertani, che ha sei minuti.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore per la disponibilità a ragionare almeno del tema, anche se qualche elemento di preoccupazione dalla sua risposta può scaturire. Dicendo che abbiamo delegato tutto ai Comuni, c’è una preoccupazione per i singoli Comuni se non vengono stabiliti a livello regionale dei parametri che valgono per tutti. Quella determinazione del 20 per cento su tutta la costa emiliano-romagnola, infatti, se diamo delega completa ai Comuni, rischia di diventare uno “0,” per i Comuni che magari hanno più interesse a fare cassa o ad accontentare, giustamente, anche la voglia di fare impresa dei bagnini.

Noi però dobbiamo ricordare che la spiaggia è un bene pubblico, quindi la concessione va data con un canone equo che dia modo all’esercente di fare degli investimenti, ma che poi ripaghi anche il fatto che essendo quello un bene pubblico, parte di esso sia sicuramente lasciata anche alla libera fruizione.

Noi quindi monitoreremo anche questo passaggio e staremo bene attenti che le spiagge libere, o anche le spiagge libere attrezzate (questa secondo noi è un’idea da approfondire, da seguire), siano disponibili sempre, a tutti i cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Abbiamo concluso lo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 2937

Comunicazione della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 5 bis della L.R. 30/1998, circa il Documento preliminare al Piano Regionale Integrato dei Trasporti PRIT 2025

(Ordine del giorno 2937/1 oggetto 3218 - Dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Possiamo procedere e riprendere l’oggetto 2937: Comunicazione della Giunta regionale, ai sensi dell’art. 5 bis della L.R. 30/1998, circa il Documento preliminare al Piano Regionale Integrato dei Trasporti PRIT 2025.

Procediamo con le dichiarazioni di voto congiunte sull’ordine del giorno che, ricordo, è a firma dei consiglieri Caliandro, Montalti, Bagnari, Iotti, Taruffi, Calvano, Tarasconi, Cardinali, Molinari, Rontini, Mumolo e Lori.

Su questo ordine del giorno insistono quindici proposte di emendamento, undici a firma dei consiglieri Sassi e Bertani, quattro a firma dei consiglieri Rainieri, Pompignoli, Bargi, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Fabbri, Delmonte, Rancan, Liverani. Esistono poi tre subemendamenti a firma del consigliere Caliandro.

Sono aperte le dichiarazioni di voto congiunte, come ho già detto. Cinque minuti per Gruppo.

Prego, consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Chiedo scusa: non procediamo votando prima gli emendamenti e poi facendo le dichiarazioni di voto?

 

PRESIDENTE (Saliera): Le dichiarazioni di voto si fanno in modo congiunto, l’ho appena detto, sia sull’ordine del giorno che sugli emendamenti. Poi si procede al voto degli emendamenti, infine alla votazione dell’ordine del giorno, così come sarà emendato.

Apro pertanto le dichiarazioni di voto. La parola al consigliere Sassi. Prego.

 

SASSI: Grazie, presidente. Noi abbiamo apprezzato il fatto che alcuni nostri emendamenti a questo ordine del giorno saranno accolti. Ciò nonostante, comunque l’ordine del giorno penso non punti a quello che noi abbiamo stamattina evidenziato, riguardo al PRIT e alla nostra idea di mobilità.

Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, quindi, esprimeremo un voto contrario a questo ordine del giorno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente e mi scusi per il qui pro quo.

La discussione rispetto alla programmazione che il PRIT ci offre in vista del 2025, è una discussione ambiziosa che costituisce, senza dubbio, un nuovo modo di pensare a quali sono gli obiettivi.

Vero è che l’assessore Donini ha offerto uno spaccato, sia nell’ambito delle discussioni che ci sono state in Commissione, che poi nella discussione che ha accompagnato i lavori di questa mattina, di quelli che sono obiettivi importanti: l’intermodalità come strumento di riduzione, entro il 2025, dell’utilizzo del trasporto in gomma delle persone e delle merci, con traguardi importanti. I 150.000 passeggeri che oggi viaggiano sulle nostre ferrovie potranno avere un incremento di 75.000 unità circa; o ancora, la domanda che aumenta rispetto alla possibilità di creare un’interconnessione tra la mobilità sostenibile, il ferro e la gomma.

Non v’è dubbio che l’ospite di questo dibattito sia stata anche la legge urbanistica – ci confronteremo anche su quella. Ma una cosa è certa: che se noi ci impegniamo, come ci stiamo impegnando, con questo ambizioso progetto, vogliamo offrire una svolta ecosostenibile a questa Regione, continuare con un’opera che era già iniziata tempo fa, ma che mi pare che abbia adesso una spinta di nuovo più forte e più lungimirante, al punto che ci proponiamo anche di rinnovare del 20 per cento le flotte dei nostri mezzi pubblici. Si tratta, in buona sostanza, di investire, di aumentare, ma soprattutto di creare una percezione di mobilità diversa, oltre che offrirne una reale. È allora una sfida amministrativa importante, sì, è stato detto.

Noi crediamo che in questo momento, in questa stagione politica, in questa stagione amministrativa, investire sul rispetto dell’ambiente, investire sulla mobilità come cultura ed educazione alla mobilità stessa, possa essere uno strumento per combattere anche la mortalità sulle strade. Cosa che avviene non soltanto, come anche faremo, con il rifacimento dei manti stradali, ma attraverso la promozione di una cultura della guida, una cultura dello spostamento nel nostro territorio.

Si tratta in buona sostanza di credere veramente che la cura del ferro non sia soltanto la cura attraverso la quale costruiamo la nostra mobilità, ma anche quella attraverso la quale rafforziamo il nostro sistema immunitario rispetto a delle facili abitudini malsane che accompagnano le società progredite.

Guardate: questa Regione lo ha dimostrato con il sistema idrogeologico, l’ha dimostrato anche con questo ambizioso percorso politico, lo dimostra con la cura che abbiamo dell’ambiente, con le recenti riforme che abbiamo fatto. Cerca di interpretare questo stato amministrativo come un’occasione per cercare di rispondere anche ad una dialettica, che pure ci viene imposta. Io credo infatti che il PRIT rappresenti per tanti di noi non soltanto la parte preliminare di obiettivi, ma l’occasione attraverso la quale costruire e prevenire tragedie come quella pugliese.

Noi ci proponiamo sostanzialmente non soltanto un’automazione dei nostri strumenti di commercio e di trasporto, ma ci proponiamo di avere una Regione che sia sensibile a delle sfide. L’abbiamo fatto con grandi opere – non sta a me oggi riprendere tutti i passaggi sul Passante di mezzo o sulle altre opere importanti di questa Regione –, ma ci proponiamo essenzialmente di offrire un’idea diversa di amministrazione, un’idea diversa di Regione intermodale e un’idea diversa anche che rifugge la demagogia che accompagna questi argomenti.

È molto semplice cercare di chiedere sempre di più, molto difficile, invece, è avere il passo del maratoneta. Questo è il passo del maratoneta, che però si prefigge un traguardo importante.

Per questo motivo, convintamente, voteremo il provvedimento, l’ordine del giorno, ma soprattutto continueremo questa grande campagna di ascolto e di rinnovamento di questa regione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro

Non ho altri prenotati. Intanto, nomino scrutatori le consigliere Lori, Tarasconi e Piccinini.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Alla luce della discussione e del dibattito di questa mattina, oggi sappiamo che avviamo un percorso impegnativo per tutti. Si tratta del percorso del Piano dei trasporti, che non potrà non essere collegato anche alla nuova legge urbanistica. Insieme, in qualche modo, daranno il quadro complessivo del lavoro della Giunta e della maggioranza in questo ambito così importante.

Sulla base del fatto che oggi si inizia un percorso dal punto di vista formale (la forma, si sa, è anche sostanza), noi esprimiamo un voto positivo. Abbiamo sottoscritto l’ordine del giorno e esprimiamo un voto positivo su questo. Si tratta di un voto di fiducia sul lavoro che dovremmo svolgere, ferme restando le puntualizzazioni che abbiamo studiato questa mattina e fermo restando il fatto che, nel corso del dibattito, rispetto al lavoro che avremo davanti nei prossimi mesi, staremo molto attenti a verificare che le condizioni e gli aspetti per noi imprescindibili vengano accolti.

Come ho detto, si tratta di un ordine del giorno in cui è difficile non riconoscersi, in quanto credo tracci linee generali condivisibili. Sono arrivati diversi emendamenti, su alcuni dei quali esprimeremo voto favorevole. Mi riferisco in particolare al 4, al 7 e all’11 del Movimento 5 Stelle, ai subemendamenti 16, 17 e 18 a firma del consigliere Caliandro e ai relativi emendamenti che modificheranno in caso di accoglimento.

Sarà una discussione lunga e, per certi aspetti, anche delicata. Noi ci saremo. Speriamo, alla fine, di dare un contributo importante per un aspetto strategico fondamentale per lo sviluppo della nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Non ho altri iscritti in dichiarazione di voto.

Procediamo con la votazione degli emendamenti, previo parere del primo firmatario dell’ordine del giorno. Chiedo, quindi, al consigliere Caliandro il parere per procedere alla votazione di tutti gli emendamenti.

 

CALIANDRO: Parere favorevole.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Bene. Procediamo.

Mettiamo in votazione gli emendamenti. Chiedo molta attenzione, perché ce ne sono diversi, con alcuni subemendamenti.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 3 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 4 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 5 è respinto.

Chiedo conferma agli scrutatori. L’emendamento è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 6 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 7 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13, a firma dei consiglieri Rainieri, Fabbri, Pompignoli, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni e Liverani.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 13 è accolto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 8 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 9 è accolto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

Faccio presente che approvando l’emendamento 10, non si può procedere, perché precluso, con l’emendamento 14 e con il subemendamento 18. Credo ne siate consapevoli.

Metto in votazione, nuovamente, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Sassi e Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 10 è approvato.

A questo punto, come avevo già precisato, restano preclusi l’emendamento 14 e il subemendamento 18.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 16, a firma del consigliere Caliandro, che insiste sull’emendamento 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il subemendamento 16 all’emendamento 11 è approvato.

Mettiamo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, così come subemendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 11 è approvato.

Con l’approvazione dell’emendamento 11, quindi, resta precluso l’emendamento 15.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 17 all’emendamento 12, a firma del consigliere Caliandro.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il subemendamento 17 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12, a firma dei consiglieri Rainieri, Fabbri, Pompignoli, Delmonte, Bargi, Rancan, Daniele Marchetti, Pettazzoni e Liverani.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 12 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2937/1, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 2937/1 (oggetto 3218) è approvato.

 

OGGETTO 812

Delibera: «Proposta di legge alle Camere “Abrogazione dei decreti del Ministro dell’ambiente e del territorio e della tutela del mare del 14 febbraio 2013, n. 22 e 20 marzo 2013. Effetti sulle istanze pendenti”.» A firma dei Consiglieri: Foti, Rancan, Molinari, Taruffi, Pruccoli, Aimi (91)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 812/1 oggetto 3219 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 812: Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: «Abrogazione dei decreti del Ministero dell’Ambiente e del Territorio e della Tutela del Mare del 14 febbraio 2013, n. 22 e 20 marzo 2013. Effetti sulle istanze pendenti», a firma dei consiglieri Foti, Rancan, Molinari, Taruffi, Pruccoli.

Il testo n. 1/2016 è stato licenziato dalla Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità nella seduta del 5 settembre 2016.

Il progetto di legge è composto da un articolo.

Il relatore della Commissione, consigliere Tommaso Foti, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Su questo oggetto è stato presentato un ordine del giorno, a firma dei consiglieri Molinari, Calvano, Montalti, Tarasconi, Pruccoli, Taruffi e Rontini.

Do la parola al relatore, consigliere Tommaso Foti, che ha venti minuti a disposizione. Prego.

 

FOTI, relatore della Commissione: Signora presidente, come si è già verificato in Commissione, sono a chiedere all’Aula, se possibile, un voto unanime su questo progetto di legge alle Camere che afferisce all’abrogazione di una normativa introdotta con decreto ministeriale (decreto Clini) che, indipendentemente dalle valutazioni che si vogliono svolgere sui combustibili solidi secondari (CSS), apre una pagina significativa da parte di questa Assemblea legislativa per il sol fatto di non essere stata minimamente consultata nella fase di adozione di tale provvedimento.

Voglio peraltro ricordare che il provvedimento in esame, nato come bozza di decreto legislativo, ricevette il voto contrario da parte della Commissione Ambiente e Territorio della Camera dei deputati l’11 febbraio 2013 e, invece, ricevette il voto favorevole da parte della Commissione competente del Senato della Repubblica quando, però, i termini erano già scaduti.

Onde evitare fraintendimenti, mi sono procurato i verbali della discussione, che ho qui sottomano, che si è sviluppata in sede di Commissione Lavori pubblici, perché vi è stata una presa di posizione unanime sulla inopportunità sia rispetto ai tempi, sia rispetto al metodo, sia rispetto al merito da parte della Commissione Lavori pubblici. Essendo evidente che, a fronte di un parere negativo, il decreto legislativo non poteva essere sic et simpliciter ratificato dal Governo in carica, si è deciso di scegliere la strada del decreto ministeriale, quasi che un decreto legislativo e un decreto ministeriale fossero la stessa cosa. In realtà, così non era e così non è. Quindi, penso che ciò che la Camera aveva deciso in quella Commissione, di fatto, non sia stato superato, se non da un provvedimento arbitrario assunto direttamente dal ministro Clini.

Il tema e la discussione sul CSS potremmo estenderli a livelli scientifici o meno, che si possono sicuramente contrapporre tra di loro, ma una cosa è certa: siamo in presenza di una norma che, comunque la si guardi, non nasce all’interno di una discussione e di un esame da parte di quel Parlamento che, invece, per contro si era espresso sul Testo unico in materia ambientale. Con un decreto ministeriale si modifica un decreto legislativo che, in realtà, aveva ricevuto non solo il parere favorevole da parte dei due rami del Parlamento, ma indubbiamente era stato anche frutto di una discussione durata quantomeno due mesi, a pieno ritmo.

Se oggi siamo in quest’Aula, non ci siamo, ovviamente, per caso. Ci siamo in relazione alle situazioni pregresse che si sono verificate, ci siamo in relazione alle proteste che sono derivate dall’applicazione di questo decreto, ci siamo anche e soprattutto perché lo stesso Parlamento, in più occasioni e successivamente all’entrata in vigore del decreto ministeriale, ha richiamato il Governo a tutta una serie di verifiche, che a tutt’oggi non sono state espletate.

Mi sarebbe fin troppo facile citare le argomentazioni di alcune parti politiche. Tuttavia, essendo correttamente relatore e avendo un principio di indipendenza nell’esame degli atti, mi limiterò a citare, per quello che vale ovviamente, nel senso che gli atti di indirizzo valgono a Bologna come valgono a Roma, ovverosia tali rimangono, che il Senato della Repubblica, così come la Camera dei deputati, approvando l’11 settembre 2013 due mozioni a prima firma di parlamentari del Partito Democratico, pur riconoscendo che il ruolo del CSS conferito ai cementifici nel ciclo dei rifiuti ha una sua dignità come tema, invitava il Governo a effettuare ulteriori indagini sugli eventuali rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente legati all’uso del CSS nei cementifici, nonché chiedeva di confrontare la situazione italiana con quella degli altri Paesi europei e sollecitava il Governo a prendere le dovute precauzioni per impedire che i cementifici venissero riconvertiti in inceneritori e a definire le linee guida per verificare il rispetto dei requisiti ambientali da parte dei cementifici che ricevono il CSS. Mi pare che questo ordine del giorno sia alquanto esaustivo al riguardo, perché pone una serie di paletti, che poi sono stati tutti abilmente schivati, nel senso che del tema nessuno si è più occupato.

Io penso che a legislazione vigente, essendo una possibilità quella introdotta dal decreto Clini e non un obbligo, chi si vuole avvalere di questa possibilità ha titolo per avvalersene, ma se ne avvale in un quadro normativo che è troppo semplice scaricare sulle Regioni, in quanto dovrebbe essere un quadro normativo determinato a monte, ossia da parte del Governo centrale, che magari – questo sì –, rinnovando il Testo unico in materia ambientale, fissa su tutto il territorio nazionale parametri rigorosi al riguardo, parametri che, invece, diventerebbero difficili da stabilire da Regione a Regione, per il semplice motivo che apriremmo una gara al presunto rigore, che in definitiva di fatto impedirebbe l’applicazione della norma. Ma, allora, tanto vale abrogarla.

Proprio perché l’argomento è delicato e proprio perché non stiamo parlando di materia sulla quale esiste una grande letteratura – rammento che in Piemonte, in provincia di Cuneo precisamente, vi è un’esperienza piuttosto consolidata, ma che è stata consolidata ancor prima dell’entrata in vigore di questa norma, dal momento che l’autorizzazione risale addirittura al 2004-2005 – non penso si tratti di dare la caccia alle streghe o di voler criminalizzare comportamenti.

In occasione dell’approvazione da parte della Commissione di questo progetto di proposta di legge, abbiamo anche audito alcuni comitati della provincia di Piacenza, che ovviamente hanno espresso il loro giudizio su un’autorizzazione riferita alla provincia di Piacenza, ma non abbiamo audito le varie parti, anche quelle contrarie. Quindi, io non mi riferirò a quell’audizione che – torno a ripetere – tocca marginalmente questa proposta di legge o non la tocca affatto per un certo aspetto, nel senso che la proposta di legge in esame prevede che il divieto di poter utilizzare il CSS, nel momento in cui lo si abolisce, ovviamente lo si può applicare alle procedure in corso e non a quelle pregresse, perché non è compito nostro fare questo.

Io, però, penso che le preoccupazioni che sono state espresse siano un tipo di preoccupazioni che valgono a Piacenza come valgono probabilmente a Catanzaro. Ma, allora, proprio per questo ritengo che occorra una trasparenza nella norma, non nelle procedure – del resto, le procedure sono tutte con contraddittorio alla fine –, che indichi chiaramente, se si vuole stare sulla strada del CSS, che cosa si fa in termini di verifica, di limiti di emissioni e anche di utilizzo del CSS medesimo. D’altronde, un’autorizzazione lo può limitare anche a 250 chilometri, ma potrebbe esservi un’autorizzazione che tranquillamente preveda che vada su tutto il territorio nazionale. Neppure questo elemento specifica la norma nazionale.

Perché è delicato il tema? Perché noi non stiamo affrontando la legge regionale dell’Emilia-Romagna o una legge regionale dell’Emilia-Romagna. Noi ci stiamo rapportando a una normativa che ha portata nazionale, e una normativa che ha portata nazionale non può che prevedere delle norme generali e astratte che valgono su tutto il territorio nazionale.

Personalmente ritengo che la fretta sia stata cattiva consigliera. Una norma sul punto scritta diversamente, scritta con la collaborazione del Parlamento, scritta anche con alcuni passaggi e specifiche indispensabili, probabilmente potrebbe trovare una sorte migliore. Di fatto, questa norma lascia alla libera interpretazione dei soggetti interessati di comportarsi come meglio credono, nei limiti ovviamente della legislazione vigente in ambito regionale.

Penso, allora, di poter dire che noi oggi, se questa proposta di legge viene approvata, diamo un segnale: si chiede che il Parlamento torni a occuparsi di una materia, in sede di esame della proposta stessa, per dare una risposta non dico definitiva o irremovibile, ma certamente necessaria ai tanti dubbi che in questi anni si sono pian piano radicati.

Certo è che sarebbe stato molto meglio non procedere come si è voluto procedere da parte del ministro dell’Ambiente di allora, con una forzatura che quantomeno è sospetta sotto il profilo procedurale. Del resto, se si propone un decreto legislativo, ci si rifà chiaramente a una norma primaria di attuazione della norma medesima; invece, se si procede con decreto ministeriale, addirittura ci si muove con una fonte anche del diritto che rileva un’autonomia circoscritta, che non può essere sicuramente quella pari al decreto legislativo.

Badate, il mio non è un ragionamento leguleio, bensì di forma e di sostanza: nella contrapposizione delle tesi ci sta la decisione, nell’imposizione di una norma ci sta l’arroganza. E questa è una norma che è stata scritta con arroganza. Soprattutto – non so se qualcuno se ne sia accorto – alla fine tutti si sono defilati, quasi che la norma potesse tranquillamente rimanere nell’ordinamento nella convinzione che non producesse effetti. In realtà, gli effetti li ha prodotti, perché ovviamente chi – e parlo dei cementieri – più di ogni altro era interessato alla materia si è attivato per poter ricavare da quella norma quelli che erano i benefici che intendevano ottenere attraverso l’utilizzo della norma medesima.

Mi pare, quindi, che il quadro sia in sé oltremodo chiaro. Debbo aggiungere, perché per correttezza sono abituato, a differenza di altri, a non fare gli accordi fuori, ma dentro, che mi è stata trasmessa, in qualità di relatore, la bozza di un ordine del giorno, che personalmente ritengo in grandi parti inconferente con l’argomento in esame, tant’è vero che si potrà dare atto al relatore che, pur essendo di Piacenza, non ha minimamente toccato la questione della VIA e dell’autorizzazione rilasciate all’impianto di Mocomero di Vernasca della Buzzi Unicem. Debbo dire che, in definitiva, soltanto la parte dispositiva contiene, per quanto mi riguarda, un elemento di condivisione o, comunque, di non contrarietà. Non penso di dover sottoporre l’Assemblea al martirio della votazione per tre o quattro parti separate, così come il Regolamento mi consentirebbe. Dico che è giusto che la maggioranza, se ritiene fondato quell’ordine del giorno, voti anche quell’ordine del giorno.

Questa proposta di legge fa anche riferimento, nella sua relazione, al caso di Piacenza, ma solo per dire che le legittime proteste dei cittadini necessitano comunque di risposte e non di scrollate di spalle. Questa proposta è stata presentata lo scorso anno e si sono aggiunte le firme di altri colleghi in modo trasversale, quindi senza sollecitazione da parte mia, ma neanche senza particolare riverenza da parte loro. È stato un convincimento maturato nel corso dell’esame e anche, penso, toccando con mano alcune realtà che abbiamo avuto modo di udire. Mi riferisco soprattutto ai colleghi Molinari e Taruffi, perché il collega Rancan, per la verità, su questo tema non aveva bisogno di particolari “prove del nove”.

A questo punto, io mi appello all’Assemblea − che, comunque, potrebbe tranquillamente ribaltare il risultato unanime espresso in Commissione − per dire che, se si approva questa proposta di legge, si apre una fase di dibattito che penso possa servire anche al futuro dei prodotti e dei rifiuti che, poi, non devono essere considerati tali. Se dalle Regioni provengono richiami ad alcune decisioni che non siano frutto anche di partecipazioni, all’interno di un Consiglio dei Ministri, di componenti di Consigli di Amministrazione di cementifici interessati alle questioni, ma di una parte vasta dell’area parlamentare, che nel libero confronto espone le proprie tesi e, poi, va a sintesi, e le sintesi − come si sa − non sono necessariamente obbligatorie... Sono sintesi. Poi c’è chi rifiuta le sintesi perché ritiene che solo nelle monarchie istituzionali vi debba essere sempre l’unanimità. Questo, però, è un altro argomento.

 

(interruzioni)

 

No, non è nemmeno il caso del Parlamento. In nessun organo. Si potrebbe dire che non è un problema semantico, ma a volte incide notevolmente sugli atteggiamenti delle persone.

Non è che io abbia molto altro da illustrare, anche perché la Commissione, sotto la presidenza della consigliera Rontini, ha sviscerato questo argomento in quattro o cinque occasioni. Per una proposta di legge composta da un articolo unico, è stato un esame molto dettagliato...

 

(interruzioni)

 

Debbo dare anche atto alla presidente Rontini di essersi volentieri spesa per dare la possibilità, a chi l’aveva richiesta, di essere ascoltato da parte dei comitati, che in alcune loro espressioni hanno sicuramente fatto prevalere argomenti di natura tecnica e di precauzione; in altre valutazioni strettamente politiche − come ho avuto occasione di dire loro − io le avrei evitate, perché la Commissione non è la sede della polemica politica. La polemica politica la facciamo in un dibattito all’esterno parlando di altro e affrontando altro, soprattutto quando gli interlocutori sono in gran parte estranei alla materia in discussione, per il semplice fatto che la vicenda Buzzi Unicem la conosciamo qui dentro, probabilmente, in modo abbastanza dettagliato, in cinque persone, ma finisce lì.

In conclusione, ringrazio coloro i quali hanno sottoscritto questa proposta di legge. Ringrazio anche la Commissione per essersi espressa unanimemente a favore della stessa. Ritengo che, se vi sarà un’approvazione da parte di questa Assemblea, un piccolo punto (non mi illudo che il giorno dopo possa capitare chissà che cosa), anche per sollecitare i Gruppi parlamentari presenti nei due rami del Parlamento a riattivarsi dopo il 2013... Gli ordini del giorno – ripeto − li ha approvati anche il nuovo Parlamento. La decisione negativa era stata espressa dal vecchio Parlamento, ma anche il nuovo Parlamento si è espresso con tutta una serie di dubbi, di richieste, di esami dei quali non si è più avuto traccia. Penso non solo che sia un atto di buona politica, ma penso anche che questo atto dimostri a tutti gli interlocutori che nessuno è sordo, nessuno sposa a priori una tesi, ma tutti sono disposti a ridiscutere, nel contraddittorio delle parti, l’argomento in questione.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ringrazio il relatore Foti.

Passiamo, quindi, alla discussione generale. Sono previsti venti minuti per ogni consigliere.

Ha chiesto di parlare il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Non è la prima volta che all’interno di questa Assemblea arriviamo a discutere di questo argomento. Il relatore ha illustrato il percorso di questo PDL, anche se non sempre è facile riportare all’interno dell’Assemblea le sensazioni e la discussione di questi mesi, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista del dibattito locale.

Il decreto Clini apre a tutto ciò che è successo, a tutte le richieste da parte dell’azienda, all’avvio della procedura da parte degli organi competenti e alla conseguente autorizzazione da parte dell’Amministrazione regionale, anche tramite il passaggio di competenze dalla Provincia alla Regione avvenuto nel frattempo. Ha vissuto gli effetti. Anche con un po’ di stupore, come amministratore locale, si è ritrovata l’approvazione, anche nelle modalità precedentemente dette dal relatore del decreto Clini, e ha accolto quelle che sono, forse, anche le problematiche già elencate, ovvero, da un lato, il tentativo, se non la necessità, di affrontare una tematica complessa, come la gestione dei rifiuti o l’utilizzo di combustibili alternativi; dall’altro, una soluzione – lo dirò senza ripetere le parole del consigliere Foti − troppo frettolosa, che ha portato all’approvazione di un decreto su cui già la politica, quindi il Parlamento, in diversi momenti ed in modo bipartisan, aveva espresso preoccupazioni e, quantomeno, richieste di approfondimenti.

Si è arrivati all’approvazione del decreto. Come abbiamo detto, e ci sta, apprezzo anche in questo caso la metodologia di esposizione da parte del relatore. Stiamo parlando del decreto Clini. Non stiamo parlando di altro. Da questo deriva, e lo devo sottolineare perché in Commissione siamo arrivati al voto unanime, se non sbaglio, e ad un invito a una sottolineatura formale per l’elaborazione di un ordine del giorno che accompagnasse il pdl, in una volontà io credo positiva, magari non condivisibile nei contenuti, se non in toto magari in parte, come ha già detto il relatore, che era quella di esprimere un parere o comunque uscire anche con una volontà unanime, che io spero vedremo anche nei voti finali, evitando anche sul pdl stesso l’inserimento di emendamenti e modifiche per dare una volontà sulla quale, comunque, ripeto, in modo trasversale, ci siamo anche già espressi in diversi consiglieri di questa Assemblea.

Il nostro sarà un voto favorevole e lo sarà anche rispetto all’ordine del giorno che accompagna questo pdl, ordine del giorno in cui noi abbiamo voluto, di fatto, fare due cose. La prima, come già detto anche in Commissione, volevamo andare un po’ oltre il semplice concetto del no, sottolineando la necessità – cosa molto importante e secondo me vizio iniziale del decreto Clini – che qualunque discussione, vista anche la tematica, fosse una discussione che tornasse in Parlamento, perché il superamento del decreto Clini con un’azione comunque simile al decreto Clini, o comunque con un provvedimento simile, darebbe la stessa velocità, ma toglierebbe l’opportunità di un confronto che su un tema come questo è necessario, perché comunque è e rimane un tema controverso, su cui l’Amministrazione regionale, dal punto di vista delle competenze di fronte alle quali anche la Conferenza di servizi, dal punto di vista iniziale, parlo degli attori, hanno portato (cosa non necessaria e cosa contrastata anche dall’azienda) ad una procedura che ha consentito tutto questo dibattito e soprattutto ha consentito, a fronte di un decreto abbastanza secco e asciutto dal punto di vista delle sfumature delle prescrizioni stesse, in questa fase, con questa legislazione nazionale, di arrivare ad una definizione stringente per quanto riguarda l’autorizzazione concessa.

Abbiamo voluto ribadire all’interno dell’ordine del giorno la necessità di un ritorno di tutta questa tematica all’interno del Parlamento, sottolineando, però, il lavoro fatto alla luce di questa normativa nazionale da parte dell’Amministrazione regionale, che riteniamo abbia svolto un lavoro che ovviamente dovrà svilupparsi anche in passaggi successivi; un lavoro, per quanto riguarda gli Enti coinvolti e soprattutto i soggetti che vanno a garantire la qualità dell’ambiente e tutti gli aspetti riguardanti la salute, virtuoso anche in merito a quanto consentito dall’attuale legislazione.

Cogliamo l’invito del relatore e cerchiamo di portare avanti l’impegno assunto di fronte al territorio, cercando di far sì che questo metodo abbastanza aperto, non dico nuovo, ma un po’ anomalo di convergenza anche su alcuni temi da parte di maggioranza e minoranza, possa, su argomenti delicati come questo, anche diventare un’occasione futura di esempio.

Da questo punto di vista noi voteremo a favore del pdl e a favore dell’ordine del giorno ad esso abbinato. Insieme, da oggi, cercheremo anche di capire le ulteriori richieste che sono arrivate dal territorio, non nello specifico legate a questa autorizzazione, ma legate piuttosto ai processi decisionali, in un confronto che speriamo possa essere schietto che, in base alla sostenibilità legislativa e anche delle procedure, possa però esprimere anche l’accoglimento di alcune richieste che sono arrivate dal territorio e che insieme, spero, potremo discutere nei prossimi mesi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Se non ci sono altri iscritti in discussione generale, chiederei al relatore se vuole eventualmente replicare. Mi dice di no. La Giunta non credo che abbia intenzione di intervenire.

Consigliere Taruffi, anche se è un po’ fuori tempo massimo, oltre la zona Cesarini, le concediamo ugualmente la parola. Prego.

 

TARUFFI: Sono i goal più belli. Mi scuso, ma ero un attimo impegnato.

Il progetto di legge che oggi siamo qui a discutere, che abbiamo analizzato anche in Commissione, è un progetto di legge sul quale ci siamo confrontati più volte in Assemblea e soprattutto in Commissione.

Colgo alcune delle osservazioni che faceva il consigliere Foti. Mi riferisco al fatto che oggi siamo in diversi a sostenere, e abbiamo firmato in diversi, anche se in tempi diversi, questo progetto di legge. Questo significa che c’era e c’è stata una condivisione sull’intento finale di questo progetto di legge alle Camere.

Contestualizzo rispetto a quello che in qualche modo, almeno per noi, è stato l’elemento scatenante di tutta questa vicenda e cioè quello che è successo relativamente alla vicenda del cementificio Buzzi Unicem di Vernasca. Si sono svolte delle iniziative pubbliche alle quali diversi di noi hanno partecipato e pubblicamente ci siamo assunti l’impegno di fare alcuni atti di nostra competenza, tra cui appunto anche la presentazione di questo disegno di legge.

È merito del consigliere Foti averlo presentato rapidamente rispetto all’inizio del dibattito pubblico che c’è stato in quei territori. Credo sia anche un buon segnale il fatto che poi in tempi diversi, però utili, sono comunque arrivate le firme e quindi l’adesione di altri Gruppi, tra cui il nostro.

Sulla vicenda la posizione che abbiamo assunto è stata sin da subito una posizione chiara, che abbiamo espresso pubblicamente. Ero presente io personalmente in quelle occasioni, in quei dibattiti di confronto con la cittadinanza.

Insieme alla consigliera Tarasconi ho firmato la richiesta di audizione dei comitati di modo che le rappresentanze di quei territori che si sono opposte sin da subito al progetto CarboNeXT potessero rappresentare le proprie ragioni anche alla Commissione e quindi alle Istituzioni regionali. Rispetto a quanto ci siamo detti pubblicamente, credo che per una volta possiamo dire che abbiamo mantenuto fede a buona parte degli impegni che ci siamo dati e sui quali ci eravamo impegnati. Dico “buona parte” perché ovviamente il tema rispetto al cementificio Buzzi Unicem è articolato e, ovviamente, per quanto riguarda le competenze dei consiglieri, non poteva essere risolto in autonomia. C’erano alcune prerogative che potevamo esercitare e altre che non sono di nostra competenza. Per quello che è di nostra competenza credo sia stato fatto tutto quello che era in nostro potere per dare una risposta a un territorio e per colmare – qui colgo il ragionamento iniziale del consigliere Foti – un vuoto che si è determinato o meglio per dare un contributo affinché si potesse colmare un vuoto derivante da un decreto ministeriale che, come veniva ricordato, porta la data di febbraio 2013, parte finale del Governo Monti, a dodici giorni dalle elezioni politiche che in quell’anno si svolsero il 25 febbraio. 

Si agì in zona Cesarini sul decreto Clini, che, a nostro avviso, aveva il solo intento di cercare di favorire una parte del settore produttivo di questo Paese, in particolar modo quello legato ai cementifici, dando la possibilità di utilizzare combustibili che fino ad allora non erano previsti come tali.

Penso di poter dire con franchezza che quel decreto ministeriale corrispondesse a una visione quanto meno discutibile e che comunque non ha prodotto i risultati sperati.

In una fase, quella della crisi, che tuttora sta investendo il nostro Paese, i cui segnali li vediamo anche riportati dello stesso Ministero del lavoro per quanto riguarda l’occupazione, si è cercato di dare una risposta che, però, non si è rivelata adeguata. Io penso che debba essere messo in discussione proprio il principio dietro al quale stava quel decreto ministeriale. Penso che l’atto che stiamo per votare, se, come dalle premesse che ci sono tutte, verrà votato all’unanimità, sarà un segnale importante che verrà trasmesso alle Camere affinché tutte le forze politiche che lì sono rappresentate colgano le istanze che arrivano da questa Assemblea legislativa e possa dare un contributo determinante per il superamento di quello che è un decreto ministeriale sicuramente, per usare un eufemismo, discutibile.

Il consigliere Foti ricordava anche alcuni atti parlamentari che sono già stati assunti, atti di indirizzo. Vorremmo poter pensare che gli atti di indirizzo non fossero solo enunciazioni pleonastiche, ma avessero anche un contenuto concreto amministrativo, legislativo in questo caso.

Il provvedimento massimo che possiamo fare noi è questo e credo sarà opportuno, utile e necessario che i riferimenti nazionali di ciascun Gruppo qui rappresentato vengano attivati in modo rapido perché si compia il passo successivo, cioè l’approvazione della legge da parte del Parlamento, perché altrimenti rischieremo di aver fatto il nostro dovere, ma di non aver risolto un problema.

Per quanto riguarda l’ordine del giorno, le premesse rappresentano una situazione che raccoglie quello che è stato il percorso di questi mesi.

Devo dire la verità, in termini di ordini del giorno mi concentro soprattutto sul dispositivo finale che credo, alla fine, sia il cuore di ogni risoluzione e su questo intendo concentrare il senso del voto che viene espresso. L’impegno nei confronti della Giunta, che viene richiesto dal dispositivo finale, credo sia condivisibile. Su questo in particolar modo si concentra la nostra attenzione. Anticipo il voto favorevole sull’ordine del giorno. Auspico che la convergenza che si è espressa su questo progetto di legge possa non fermarsi qui, su questo tema, perché altrimenti, ripeto, avremmo compiuto a metà il nostro compito. Siccome la responsabilità di Governo che viene esercitata sul territorio e a Roma per buona parte coincide, per il 95 per cento, ed è in campo ad una formazione politica ben precisa, penso che sia giusto che se a Bologna votiamo questo progetto di legge alle Camere, a Roma, visto che chi governa è la stessa formazione politica, possa e debba trovare risposta positiva nei tempi più veloci possibili.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Sarei intervenuto solo in dichiarazione di voto, ma poi l’impeto del collega Taruffi mi ha dato la passione per poter intervenire.

A parte le battute, questo progetto di legge alle Camere, che è stato ampiamente discusso in Commissione e del quale ringrazio il collega Tommaso Foti che ne ha redatto il testo immediatamente dopo il dibattito che fu convocato e fu organizzato lo scorso anno dai comitati che possiamo definire complessivamente no CarboNeXT di Val d’Arda, serve per dare una risposta concreta al territorio. A quella che è stata definita da tutti l’origine di tutti i mali, ovvero il decreto Clini, finalmente oggi la Regione Emilia-Romagna dà una risposta, e dà una risposta attraverso il suo Consiglio e la dà dalla parte dei cittadini.

Vorrei esprimere grande soddisfazione per questo, perché ho avuto l’onore, la voglia e la soddisfazione di poter sottoscrivere immediatamente questo progetto di legge alle Camere, che va nella direzione dell’aiuto e dell’ascolto.

Sappiamo benissimo tutto il percorso che è stato fatto fare a questo decreto Clini. Sappiamo benissimo gli enormi danni che provoca, che ha provocato e che purtroppo provocherà ancora, perché dopo il rilascio da parte della Giunta dell’autorizzazione che conosciamo bene in provincia di Piacenza, questo è frutto di un decreto che ha fatto e farà sicuramente male alla nostra gente. Attenzione, perché poi se, come sappiamo bene e come abbiamo udito sul territorio – ringrazio anche la presidente Rontini per avere dato l’opportunità ai comitati che si sono istituiti in Val d’Arda di essere auditi in Commissione –, questa cosa viene vista come una calata dall’alto di quelle che sono le disposizioni di un ente come quello regionale…

Mi esprimo favorevolmente anche se poi non entro nel merito della questione Buzzi Unicem di Vernasca, perché ne abbiamo dibattuto tante volte. C’è, però, da dire che, come giustamente veniva detto in precedenza in discussione, sul progetto di legge alle Camere non sono citate, nemmeno in parte, quelle che sono delle dinamiche territoriali, qual è stata quella di Vernasca.

Certo, però, sorprende il fatto che nell’ordine del giorno che è stato abbinato alla discussione in Aula, seppur il dispositivo vada in una certa direzione, si sia presentato un ordine del giorno dove sembra che questo ordine del giorno più che fatto dal Consiglio sia stato fatto dalla Giunta per poter parare probabili fulmini che possono venire dopo l’approvazione di un progetto di legge alle Camere oppure, meglio ancora, dopo l’approvazione di una delibera di Giunta che può essere fondamentalmente distruttiva per dinamiche territoriali. Infatti, vediamo come in queste premesse vengono dati dei giustificativi a quelle che sono state le azioni intraprese dalla Giunta.

Sembra quasi che questo ordine del giorno sia stato fatto dalla Giunta piuttosto che dal Consiglio, perché credo proprio che forse l’assessora Gazzolo abbia dei problemi su quello che ha fatto lei in questi tempi, nel senso che sembra quasi che non riesca a difendere la sua posizione e per difenderla deve far sì che il Consiglio approvi questo ordine del giorno.

Proprio per questo motivo e proprio perché vi sono delle criticità grosse in questo ordine del giorno, anticipo che non voterò favorevolmente questo documento. Voteremo invece convintamente il progetto di legge alle Camere, auspicando che vi sia la stessa condivisione che vi è stata in quest’Aula anche nelle aule parlamentari, quindi che vi sia da parte di tutti i soggetti politici una condivisione ampia e una voglia propulsiva tale da poter far procedere velocemente l’iter alle Camere poi di questo progetto.

Chiederei, presidente, se è possibile, la votazione per punti dell’ordine del giorno 812, così da poter rimarcare determinate votazioni sulle premesse e poi sul dispositivo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di parlare il consigliere Calvano. Prego.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Ho ascoltato con piacere le parole del collega Foti, che giustamente, per una volta, ha fatto uno di quegli appelli che piace fare anche a me nel dire “facciamo le cose insieme”, cercando di individuare i punti che ci uniscono e non quelli che ci dividono. L’ho apprezzato molto, tant’è vero che la firma che ha posto il Partito Democratico, come altri partiti, sul suo progetto di legge da inviare alle Camere credo fosse un segnale che andava in quel senso.

Dopodiché, ho ascoltato le parole del collega Rancan e mi è venuta voglia di dire che abbiamo scherzato, che abbiamo fatto finta, che torniamo indietro: ognuno si rimette nella sua parte, si rimette la sua casacca e si va avanti così.

Verrebbe la tentazione di farlo, ma siccome siamo persone responsabili non lo faremo, perché credo che l’interesse dei cittadini stia sopra ogni altra cosa e ogni interesse meramente di parte.

Questo ordine del giorno, caro collega Rancan, è semplicemente una presa di responsabilità da parte di chi ha nel proprio essere e nel proprio DNA una cultura che vuole essere una cultura di governo. È semplice chiedere che una cosa venga abrogata o eliminata. È molto facile, è uno degli sport preferiti in questa fase politica. Uno degli sport più difficili, invece, è quello di prendersi delle responsabilità e di fare anche delle controproposte. Noi non siamo legislatori nazionali e quindi non saremo in quella Camera o in quel Senato – magari, se questa cosa viene discussa dopo la riforma, solo in quella Camera – per arrivare a dire cosa verrà scritto in una futura legge, però possiamo fornire alcune indicazioni.

Questo ordine del giorno va in quella direzione, va nella direzione non solo di dire “eliminiamo il decreto Clini”, ma va nella direzione anche di approfondire le ragioni per le quali chiediamo, in accordo con il collega Foti, di andare oltre il decreto Clini e indichiamo anche come si è mossa l’Emilia-Romagna e come il modo in cui si è mossa l’Emilia-Romagna possa essere coerente anche con il pdl che andremo a votare.

Così si è mossa questa Regione, non solo su questa vicenda, ma su tante altre vicende, anche sul modo in cui abbiamo deciso di interpretare e di attuare l’articolo 35 o l’articolo 38 dello Sblocca Italia. L’abbiamo fatto sempre cercando tutti gli spazi che potessero fornire il massimo delle garanzie nei confronti della nostra cittadinanza e nei confronti del nostro territorio, e così abbiamo fatto anche sulla vicenda relativa all’autorizzazione per Buzzi Unicem.

Nell’ordine del giorno ci abbiamo tenuto a ribadirlo. Ci abbiamo tenuto a ribadirlo perché è espressione di quello che abbiamo fatto, perché è la Regione che ha chiesto e ottenuto criteri più stringenti, richiedendo che il tutto fosse sottoposto a una procedura di verifica, allo screening, premessa della successiva Valutazione d’impatto ambientale.

È stata questa Regione, questa Giunta, a fare in modo che nel Piano dell’aria 2020, così come è scritto nell’ordine del giorno, la disciplina del saldo zero fosse estesa anche al CSS.

Ci abbiamo tenuto a scriverlo, perché alcune cose vanno riconosciute e a volte andrebbero riconosciute anche a prescindere dalla parte che si rappresenta, perché è quello che noi abbiamo voluto fare andando a sottoscrivere il pdl proposto dal collega Foti.

Noto, purtroppo, dalle parole del collega Rancan, che questo è un atteggiamento che ogni tanto, non sempre, prova ad avere la maggioranza e che raramente vedo da parte dell’opposizione. Mi dispiace molto, lo ammetto, perché qualche segnale da parte nostra vuole provare ad esserci. Probabilmente continueremo a farlo nell’interesse degli emiliano-romagnoli, sperando che anche l’atteggiamento da parte della Lega, a partire da questo caso, possa essere un atteggiamento un po’ più collaborativo e meno finalizzato a schierare buoni e cattivi da una parte o dall’altra, perché ci sono cose che obiettivamente si possono fare davvero insieme.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Se non ci sono più interventi da parte dei consiglieri in discussione generale, chiedo al relatore Foti se vuole intervenire. Prego.

 

FOTI: Signor presidente, mi rifaccio all’intervento iniziale.

Mi pare che la condivisione di questo progetto di legge abbia ovviamente interpretazioni diverse a seconda di come, legittimamente, ognuno valuta il tema. Voglio assicurare, peraltro, il segretario regionale del PD, il consigliere Calvano, che nessuno ha sottovalutato l’atteggiamento che ha assunto su questa proposta di legge il PD.

Le posso altrettanto garantire, consigliere Calvano, che ho letto con attenzione l’ordine del giorno e potrei anche dire una cosa molto sinceramente. Vi è una ricostruzione che non è propriamente quella dei fatti, perché, come tutti sanno, è stata la Provincia di Piacenza a chiedere alla Regione se doveva sottoporre alla procedura di screening questa pratica. La Regione ha espresso, per il tramite dei suoi uffici – quindi stiamo parlando non di politica, ma di uffici – il proprio parere positivo ed è tanto vero questo che Buzzi Unicem ha impugnato questo provvedimento davanti al Presidente della Repubblica.

Poi c’è stata la Provincia di Piacenza che ha riconvertito, ai sensi dell’articolo 360 del codice di procedura amministrativa, il ricorso al TAR. La Provincia di Piacenza, a quel punto, ha messo l’azienda nelle condizioni di dover dire “o accetti la procedura di VIA o vediamo cosa dice il TAR rispetto alla procedura di VIA”. Ovviamente, il ricorso non è più stato sollecitato dall’amministrazione di Unicem. Posso anche dire a questo punto che con l’avvenuta autorizzazione il ricorso stesso finirà, come si suol dire tecnicamente, in perenzione per il semplice fatto che viene a mancare la materia del contendere.

Ho voluto fare questa precisazione per dire che gli atti li ho letti con una lettura non politica.

D’altra parte, la proposta di legge in esame, come sa bene il collega Calvano, attiene in termini teorici ormai al tema della Buzzi Unicem, perché, come voi sapete, l’approvazione di questa proposta di legge, per come la può scrivere oggi il Consiglio regionale, sicuramente non fa decadere alcuna autorizzazione data prima dell’approvazione della stessa. Quindi, da parte mia vi è stata una valutazione che si ispira al principio secondo cui, anche se non serve a un caso che potrebbe essere di interesse nostro, serve comunque per i casi che potranno eventualmente sovrapporsi e proporsi.

Aggiungo una cosa, e di questo ne sono intimamente convinto, se il Parlamento impone dei limiti, evita la solita cannibalizzazione o le solite furbizie che pongono uno in concorrenza all’altro o per aumentare o per un diminuire di una virgola un limite che dovrebbe essere, invece, come tale su tutto il territorio nazionale. Se una emissione – ammesso che lo sia – è dannosa alla salute, lo è a Bologna come a Reggio Calabria. Non è pensabile che a Bologna si ritenga dannosa per dieci e a Reggio Calabria invece sia ritenuta dannosa solo per cinque.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La Giunta ha dichiarato di non voler intervenire.

Passiamo alla votazione prima dell’ordine del giorno 812/1 (oggetto 3219), a firma dei consiglieri Molinari, Calvano, Montalti, Tarasconi, Pruccoli, Taruffi e Rontini e poi dell’oggetto 812.

Il consigliere Rancan ha chiesto la votazione per parti separate. Per cui, si procederà alla prima parte, fino a “sottolineato che”, e alla seconda votazione, “impegna la Giunta…”.

Metto in votazione, per alzata di mano, la prima parte dell’ordine del giorno.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La prima parte è approvata.

Metto in votazione, per alzata di mano, la seconda parte (“impegna la Giunta…”).

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La seconda parte è approvata.

Viene, quindi, approvato l’ordine del giorno 812/1 (oggetto 3219).

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

38

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

(La consigliera Rontini dichiara voto favorevole)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la proposta di legge alle Camere riguardante «Abrogazione dei decreti del Ministro dell’Ambiente e del Territorio e della Tutela del Mare del 14 febbraio 2013, n. 22 e 20 marzo 2013. Effetti sulle istanze pendenti».

 

OGGETTO 2942

Delibera: «Piano triennale regionale degli interventi a favore degli emiliano-romagnoli all’estero per gli anni 2016-2018 - Articolo 17 della L.R. n. 5 del 27 maggio 2015.» (Proposta del Presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, consigliere Molinari) (92)

(Relazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, all’atto amministrativo 2942: Piano triennale regionale degli interventi a favore degli emiliano-romagnoli all’estero 2016-2018 - Articolo 17 della legge regionale n. 5 del 27 maggio 2015 (Proposta del Presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, consigliere Molinari).

La Programmazione degli interventi ordinari ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge regionale n. 5/2015 prevede quanto segue: “L’Assemblea legislativa approva, su proposta del Presidente della Consulta, acquisito in merito il parere della Giunta, nonché previo parere in sede referente della Commissione assembleare competente, il Piano triennale degli interventi a favore degli emiliano-romagnoli all’estero. Con le stesse modalità, l’Assemblea legislativa quantifica e assicura le risorse necessarie all’espletamento del piano triennale, ai sensi dell’articolo 4, comma 3. Tali risorse sono a carico del bilancio della Regione”.

Si ricorda che la Giunta ha espresso, ai sensi del comma 1, articolo 17, legge regionale n. 5/2015, parere favorevole.

La Commissione “Per la parità e i diritti delle persone” ha espresso parere favorevole nella seduta del 20 luglio 2016, con la seguente votazione: 30 voti a favore, 5 contrari e 2 astenuti. I gruppi Lega Nord e Fratelli d’Italia AN non hanno partecipato al voto.

Passiamo, quindi, alla discussione generale sul provvedimento. Sono previsti dieci minuti per ogni consigliere.

Ha chiesto di parlare il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Con un ritardo di circa un mese, per una questione procedurale, arriviamo all’approvazione dell’avvio dell’attività della Consulta. Dico “avvio” perché questo Piano, già discusso anche all’interno del Comitato, ha portato a delineare quelle che saranno le linee principali di azione della Consulta nei prossimi anni.

Da troppo tempo la Consulta è ferma. Abbiamo già discusso, anche all’interno di quest’aula, il passaggio importante per cercare di ricreare il contesto maggiormente rappresentativo dei nostri emigrati all’estero, ovvero tutta la realtà associativa. Tramite le linee che oggi andremo ad approvare, di contenuti anche del triennale, delineeremo i passaggi successivi, quindi l’avvio dei bandi, l’avvio delle iniziative e l’avvio dell’attività di rappresentanza e di confronto con i nostri emigrati all’estero.

Le linee tracciate dal presente documento, ovviamente, definiscono gli assi portanti, in collegamento anche con la legge n. 5, del nostro intervento, un intervento principalmente a sostegno e a riconoscimento dell’attività da parte delle associazioni per le quali saranno, quindi, costruiti bandi appositi che andranno a rilevare e a raccogliere l’attività svolta all’estero dalle stesse associazioni. Mi riferisco ad attività di tipo culturale, ad attività di tipo scientifico e ad attività di facilitazione dei rapporti e del mantenimento del concetto di italianità e, nel nostro caso, anche di appartenenza alla regione Emilia-Romagna attraverso diverse azioni che potranno essere realizzate dai soggetti identificati all’interno della legge n. 5. Potranno essere svariati soggetti. Cito, ovviamente, perché si tratta di un elemento importante, le stesse associazioni, gli Enti locali, le associazioni di promozione sociale che si occupano del tema dell’emigrazione, gli istituti scolastici (una novità della legge n. 5) e le Camere di Commercio.

All’interno di questo Piano triennale, abbiamo cercato di sottolineare la trasversalità del mondo dell’emigrazione, utilizzato non solo per le valenze culturali che porta, ma anche per le opportunità che possono essere date alla nostra regione e anche al nostro tessuto socio-economico. Arriveremo, pertanto, a definire bandi che conterranno le indicazioni, i modelli su cui poter partire con i progetti stessi.

Abbiamo stabilito, all’interno del Piano triennale, anche quelli che sono e saranno i tetti per quanto riguarda i finanziamenti, che porteranno − stiamo parlando, ovviamente, di progetti − fino a un contributo massimo di 20.000 euro, con la necessaria contribuzione da parte dei soggetti proponenti, che potranno aprire, a partire verosimilmente dai prossimi mesi, una serie di attività che ci vengono richieste. Gli interlocutori sono mancati per un tempo molto lungo, un tempo che cercheremo di compensare con una presenza, anche tramite la semplice vicinanza, a volte, di un contatto, di un consiglio, di un riferimento nei confronti delle nostre comunità e cercando di lavorare all’interno del disegno legato non solo al contatto con la singola associazione, ma anche all’identificazione delle famose conferenze d’area. Mi riferisco alla possibilità di mettere attorno a un tavolo tutti i soggetti e tutte le associazioni in grado di lavorare sui temi dell’emigrazione in Europa (lo dico in termini temporali, in base all’indicazione fornita), in Sudamerica e nel Nord America.

La possibilità di riprendere, con tutte le attenzioni che porremo e cercheremo di porre in essere anche nell’attuazione di queste politiche e nella reale concretizzazione di queste attività, e di ripartire con il rafforzamento di legami per noi determinanti sia nelle comunità più vicine, con le quali è più facile necessariamente creare rapporti di scambio, sia con realtà più lontane, in cui la richiesta di vicinanza dell’Emilia-Romagna, delle Istituzioni italiane è fortissima.

Inizieremo già all’interno della comunicazione che stiamo preparando per quanto riguarda la prossima Commissione pari opportunità, inizieremo già dalla Conferenza europea a trattare, in un seminario specifico, i temi della nuova emigrazione.

E proprio il tema della nuova emigrazione e il tema dei giovani sarà all’interno delle politiche principalmente seguite dalla Consulta, favorendo soprattutto quelli che saranno i progetti di formazione, il rapporto con l’università, cercando di prediligere i progetti che favoriscono gli scambi di giovani, anche quelli bidirezionali, perché a volte la conoscenza da parte dei nostri giovani delle realtà dell’emigrazione è fondamentale per capire un mondo fatto di sacrificio, di successo, di impegno che comunque è sempre un esempio valido anche per la nostra società. Si cercherà di consentire, nei limiti del possibile e degli strumenti che la Consulta potrà mettere in campo, la possibilità di un ritorno di nostri ragazzi, il ritorno di figli di emiliano-romagnoli dall’estero (o anche di nipoti), che potranno, tramite i bandi identificati sulle università, sviluppare una competenza professionale e un approfondimento, anche in materia di studi in Italia, decidendo magari, in controtendenza, in un momento diverso rispetto a quando sono emigrati i loro genitori, di tornare in Italia, magari sviluppando un proprio percorso professionale, di studi o familiare.

Questo è un lavoro che cercheremo di fare nelle competenze e quindi secondo la filosofia della nuova legge sulle competenze dell’Assemblea. Cercheremo di collegarci con le attività della Giunta, per cercare di moltiplicare l’effetto del lavoro svolto anche dagli assessorati, che direttamente o indirettamente arrivano a coinvolgere le nostre realtà all’estero.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

 

MOLINARI: Solo una nota in merito all’emendamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ha ancora tre minuti.

 

MOLINARI: Perfetto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Scusi un attimo: lei interviene sull’emendamento?

 

MOLINARI: Insisteva un emendamento, su questo oggetto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dell’emendamento non ne parliamo adesso, ne parliamo successivamente.

Nessun altro chiede di intervenire in dibattito generale. Su questo atto amministrativo insiste l’emendamento n. 1, a firma dei consiglieri Molinari e Cardinali.

È aperta la discussione generale. Cinque minuti.

Consigliere Molinari, prego.

 

MOLINARI: Credo e spero che non siano necessari tutti e cinque i minuti. Cogliendo anche una sollecitazione della consigliera Gibertoni all’interno della Commissione, abbiamo di fatto corretto l’esposizione di un tema legato alla disoccupazione, basato su dati antecedenti al 2010.

La relazione di presentazione, in merito alla situazione dell’Emilia-Romagna in tema di disoccupazione, parla di una progressiva riduzione invece che di crescita, per un mero errore di interpretazione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Nessun altro chiede di intervenire in dibattito generale sull’emendamento.

Apro le dichiarazioni di voto. Cinque minuti per Gruppo.

Prego, consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Noi, coerentemente con tutto il percorso avvenuto in quest’aula, non parteciperemo al voto sull’oggetto in corso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Signor presidente, solo per confermare il voto che abbiamo già dato in Commissione, ossia un voto contrario. Ci ha fatto piacere vedere la correzione apportata dall’emendamento, che sottolineava anche il consigliere Molinari. Riguardava, come avevamo sottolineato in Commissione, il fatto che si ritraeva quella che a noi sembrava invece un’ammissione della realtà delle cose, in ogni caso qualcosa che non fa piacere a nessuno, ovvero una disoccupazione in crescita anche in Emilia- Romagna, che con l’emendamento diventa invece disoccupazione invece, ancorché in progressiva riduzione. Noi avevamo sottolineato la sincerità degli uffici tecnici, ma in ogni caso ci fa piacere che sia stato emendato, posto che certamente corrisponde alla realtà delle cose.

Per quanto riguarda invece il voto, è contrario per tutta una serie di questioni già sollevate, e lo è anche perché, come abbiamo evidenziato in Commissione, ci pare che ci sia uno sbilanciamento a favore di associazioni rispetto a eventuali beneficiari singoli, ancora una volta. Ci eravamo già interrogati sul perché non siamo riusciti a far passare all’epoca un emendamento che, ricorderete, chiedeva una particolare attenzione rispetto ai carichi penali di coloro che si trovano a presiedere queste associazioni di emiliano-romagnoli all’estero. Da un lato, quindi, abbiamo ancora un grande supporto rispetto all’associazionismo, alle conferenze fra le associazioni. C’è poi una sovrapposizione che ci sembra ancora piuttosto enigmatica con quello che potrebbero fare le società già esistenti come l’Istituto di Commercio Estero, gli Istituti di cultura italiana all’estero, la Società Dante Alighieri, che conta le sue sedi all’estero.

D’altro canto, quando si parla appunto di contributi annuali ad associazioni, ci sembra difficile l’accesso per un beneficiario individuale, singolo, che voglia fare domanda per poter partecipare. Mentre quindi ci resta ancora la domanda sull’onorabilità di queste stesse associazioni, cioè il fatto che non debbano avere, o essere presiedute, o non avere nei propri organi direttivi soggetti che abbiano subìto condanne per reati di particolare gravità contro la pubblica amministrazione, persone e patrimonio (quello che chiedemmo era che venisse inserito e approvato dal PD, dalla maggioranza, come emendamento minimo, come emendamento base), continuiamo ad avere forti perplessità sul fatto che non si imbocchi questa strada. Confermiamo, quindi, come abbiamo fatto in Commissione, il voto contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Prego, consigliere Molinari.

 

MOLINARI: Non lo trasformiamo in un dibattito con il Movimento 5 Stelle.

Ripeto, la questione della disoccupazione è già stata affrontata, i dati sono chiari e incontrovertibili per quanto riguarda una tendenza differente rispetto a quella che è l’indicazione che in modo errato era stata inserita nel documento iniziale.

Per quanto riguarda, e qui tengo a specificarlo, il concetto di favore rispetto a un percettore di contributo piuttosto che ad un altro, assolutamente non c’è priorità rispetto al concetto dell’associazione, degli Enti locali e anche dei singoli soggetti. Ci saranno bandi che potranno essere partecipati dai singoli, quindi dai ragazzi che sceglieranno magari di percorrere e quindi di svolgere un percorso di laurea piuttosto che di master. In questo caso, tranquillamente ci potrà essere la partecipazione diretta. Quindi, questa preoccupazione non è assolutamente fondata, e ripeto, conoscendo a fondo il mondo dell’emigrazione e andando su un tema che magari anche successivamente potremmo sviluppare in un dibattito politico magari più ampio, per quanto riguarda il discorso dei curricula e dei carichi penali o delle indagini in corso, perché è un tema abbastanza interessante anche dal punto di vista dell’attualità giornalistica e politica, con orgoglio difendo l’onorabilità e la correttezza delle nostre associazioni.

Il nostro lavoro sarà quello di controllare quelli che saranno i progetti presentati e di farlo con la serietà che almeno ci contraddistingue. Su quello quindi posso dare garanzie, almeno per la mia persona, per quanto riguarda il lavoro svolto dalla Presidenza, così come quello che sarà il lavoro svolto dalla Commissione e dai tecnici che saranno impegnati in questa attività.

Invito, se dubbi ci sono per quanto riguarda le associazioni iscritte, per i progetti presentati, ad esplicitarli, perché insieme li valuteremo. D’altronde, come abbiamo detto in precedenza, invece che seminare dubbi, a volte sarebbe più interessante, se ci sono casi chiari e palesi, esplicitarli e verificare insieme che questi non limitino l’attività della Consulta.

Quindi, difendiamo la nostra scelta, andiamo avanti sul piano triennale e con il lavoro che ci aspetta nei prossimi mesi e che è atteso dalla nostra comunità, della quale noi andiamo orgogliosi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Non essendovi più iscritti in dichiarazione di voto, passiamo alle votazioni.

Nomino scrutatori i consiglieri Lori, Campedelli e Piccinini.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Molinari e Cardinali.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2942.

 

(L’Assemblea, a maggioranza, dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’Assemblea approva.

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo agli atti di indirizzo.

Chiedo ai Capigruppo un attimo di attenzione. È stata avanzata una richiesta di iscrizione di un nuovo argomento e la conseguente inversione dell’ordine del giorno. La richiesta è per l’oggetto 3211, a firma del consigliere Campedelli: Risoluzione che impegna la Giunta ad agire presso il Governo affinché dichiari lo stato di calamità naturale per le zone della provincia di Modena colpite dal maltempo nelle giornate del 19 e 20 agosto e 6 settembre, e garantisca i relativi risarcimenti, a firma dei consiglieri Campedelli, Serri, Calvano, Rontini, Boschini, Poli, Tarasconi, Sabattini, Caliandro, Taruffi e Torri.

Sono ammessi a parlare un consigliere a favore e uno contro. Non vi sono richieste di intervento.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno è accolta.

Passiamo, adesso, alla richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

Sono ammessi a parlare un consigliere a favore e uno contro.

Ha chiesto di parlare il consigliere Campedelli. Ne ha facoltà.

 

CAMPEDELLI: Non è la discussione, presidente?

 

PRESIDENTE (Rainieri): No. Dobbiamo mettere in votazione la richiesta di inversione dell’ordine del giorno, per poi eventualmente procedere alla discussione.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 3211

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire presso il Governo affinché dichiari lo stato di calamità naturale per le zone della provincia di Modena colpite dal maltempo nelle giornate del 19-20 agosto e 6 settembre e garantisca i relativi risarcimenti. A firma dei Consiglieri: Campedelli, Serri, Calvano, Rontini, Boschini, Poli, Tarasconi, Sabattini, Caliandro, Taruffi, Torri

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Oggetto 3211: Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire presso il Governo affinché dichiari lo stato di calamità naturale per le zone della provincia di Modena colpite dal maltempo nelle giornate del 19-20 agosto e 6 settembre e garantisca i relativi risarcimenti, a firma dei consiglieri Campedelli, Serri, Calvano, Rontini, Boschini, Poli, Tarasconi, Sabattini, Caliandro, Taruffi e Torri.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Campedelli. Ne ha facoltà.

 

CAMPEDELLI: Grazie, presidente. Innanzitutto ringrazio i colleghi e le colleghe che hanno permesso l’iscrizione di questo nuovo argomento e l’inversione dell’ordine del giorno.

La risoluzione in sé racchiude i due eventi calamitosi che si sono verificati a distanza molto ravvicinata, troppo ravvicinata. Il primo si è verificato nelle giornate del 19 e 20 agosto e ha colpito le zone del Comune di Castelfranco e del Vignolese. Il secondo si è verificato pochi giorni fa, per la precisione lo scorso 6 settembre, e ha colpito le zone del Mirandolese e del Carpigiano, arrivando anche a toccare alcuni comuni del Reggiano e del Bolognese.

In entrambi i casi il maltempo ha colpito ancora una volta principalmente in provincia di Modena: raffiche di vento forte e pioggia, si è parlato di tromba d’aria. È arrivato in maniera improvvisa, causando problemi in alcuni casi anche a edifici pubblici e privati. A Camposanto ci sono stati problemi con la fornitura di energia elettrica, a Carpi si è scoperchiato l’hangar del Comando dei Vigili del fuoco, dove sono parcheggiati gli automezzi. Tanti alberi sono caduti sulle strade, causando fortunatamente solo  disagi.

In entrambi i casi numerose sono le aziende agricole colpite. Ad oggi, le associazioni stanno facendo la conta dei danni. Da ciò che ho potuto constatare personalmente e da ciò che ho potuto leggere sulla stampa, si parla di danni per diversi milioni di euro.

Un agricoltore del Carpigiano, nei giorni successivi allo scorso 6 settembre, mi ha documentato sui danni che ha subìto: vigne cadute; le pere, scampate alla cimice asiatica, cadute in terra per il forte vento e, quindi, invendibili; le arnie per la produzione del miele divelte. Ed è la seconda volta, la prima volta fu a causa del terremoto. Quindi, questo imprenditore agricolo ha dovuto ancora una volta ripartire, peraltro dopo aver anche affrontato le difficoltà legate ai danni causati dal terremoto alla propria abitazione.

Negli altri comuni non è andata meglio. Un imprenditore di San Prospero parla dell’80 per cento dei pereti distrutti, e anche in questo caso si tratta dell’ennesima ripartenza. Nel 2014 la grandine ha rotto le reti di protezione dei frutteti, distruggendoli; nel maggio 2016 altra grandine; oggi la tromba d’aria, che ha distrutto la produzione di pere di questo imprenditore.

Nei colloqui avuti in queste zone mi è stato detto che le raffiche di vento hanno compromesso, oltre alla gran parte della frutta e dei seminativi, anche le reti di protezione e le strutture. Ci sono stati casi di allevatori che, nel punto massimo di forte vento, hanno subìto danni molto significativi alle stalle, che in alcuni casi sono state addirittura scoperchiate.

Non voglio portare la cosa per le lunghe, anche perché ho fin troppo abusato del tempo a disposizione, per cui concludo ribadendo ciò che si chiede con questa risoluzione. Si invita la Giunta ad agire presso il Governo perché dichiari lo stato di calamità naturale per chi ha subìto danni, dimodoché possa trovare ristoro, rialzarsi e ripartire.

La nostra comunità regionale è sempre stata a fianco a chi ha avuto bisogno – lo abbiamo visto in più occasioni – quindi credo sia importante e fondamentale far sentire la nostra presenza anche questa volta.

Un’ultima nota. È evidente che, di fronte a questi eventi così frequenti, non possiamo prendercela con il destino cinico e baro. Siamo di fronte a un vero e proprio cambiamento climatico, che ci impone di continuare a costruire politiche ambientali e soprattutto a sollecitare il Governo, perché continui a essere protagonista in Europa, come nei consessi internazionali in cui si assumono decisioni rispetto a politiche ambientali e climatiche.

Un ultimissimo punto. Credo sia importante continuare a pensare di cercare anche soluzioni tecnologiche che possano permettere ai nostri imprenditori agricoli di superare nel migliore dei modi queste situazioni, che purtroppo sono sempre più frequenti.

Ebbene, questo è quello che chiede la risoluzione. Mi fermo qui e vi ringrazio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Campedelli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Ho avuto modo, in mattinata, di interloquire con il consigliere Campedelli e sono stato assolutamente favorevole alla presentazione di questa risoluzione, di cui giustamente capiamo l’urgenza e la necessità. Desidero soltanto precisare un aspetto, che comunque ho ribadito anche al collega.

Sicuramente i danni patiti dal settore agricolo, specialmente nel caso di produzioni di alberi da frutto, vuoi per il frutto che viene fatto cadere dal vento, vuoi per l’albero che viene sradicato, come è successo in taluni casi, sono enormi e difficilmente riparabili, danni che in taluni casi potrebbero portare, oltre alla perdita di centinaia di migliaia di euro per una singola azienda agricola, anche alla chiusura della azienda stessa. Quindi, tali situazioni richiedono evidentemente misure e attenzioni particolari. Tuttavia, desidero far presente che l’estensione di questo evento straordinario, caratterizzato da grandinate e forti venti, ha interessato una zona particolarmente ampia, andando a colpire anche il Comune di Sassuolo, dove alcuni capannoni industriali sono stati letteralmente divelti a causa del forte vento.

Giustamente i primi due impegni della risoluzione sono generici e riguardano un po’ tutte le tipologie di danno ma – giusto per fare un inciso – sarebbe opportuno dare un’occhiata all’insieme dei territori, partendo da coloro che hanno subìto i danni più gravi e probabilmente irreparabili, come nel caso prima esposto dal consigliere Campedelli, per arrivare anche a coloro che hanno subìto danni minori. Si registrano, infatti, anche danni a strutture private e pubbliche, per non parlare di diversi alberi sradicati. Sicuramente si tratta di problemi minori, ma a mio giudizio sarebbe opportuno ricomprendere l’intera area colpita da questi eventi calamitosi nel momento in cui si richiede l’attuazione della misura dello stato di calamità naturale.

Infine, trovo che abbia fatto bene il consigliere a fare un inciso sulla prevenzione. D’altronde, considerato che ormai il nostro clima sta mutando e che tutti gli anni ormai siamo costretti a fare i conti con questa tipologia di eventi, sarebbe opportuno, anche se la risoluzione in oggetto non lo specifica, sollecitare le nostre aziende agricole, ma non solo, magari prevedendo contributi o sgravi fiscali, a dotarsi di strumenti che possano aiutare a prevenire questi tipi di eventi. Diversamente, siamo sempre costretti a intervenire con l’adozione di misure di urgenza, con richieste di stato di calamità naturale, perché arriviamo sempre tardi e, chiaramente, dobbiamo cercare di rimediare ai disastri. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Intervengo solo per associarmi alla richiesta del collega consigliere Campedelli. Noi, già nel mese di agosto, relativamente all’evento verificatosi nel pomeriggio di sabato 20 agosto ultimo scorso, avevamo presentato un’interrogazione a risposta scritta, comprendendo sin da subito la gravità di quel violento nubifragio che si era abbattuto su Castelnuovo Rangone e su altre zone del nostro territorio, in particolare su Spilamberto, San Cesario sul Panaro e la periferia sud di Modena. I danni sono stati ingenti, e a questi poi si sono aggiunti quelli causati dagli eventi calamitosi del 6 settembre ultimo scorso nelle zone di Mirandola e Carpi, aree già pesantemente e terribilmente colpite dal terremoto e dall’alluvione.

In mancanza di un esorcista che possa tenerci lontano e scampare da altri eventi di questa natura, credo che l’aula ben farebbe ad accogliere, come noi ci apprestiamo a fare, questo appello rivolto dal consigliere Campedelli, che ringraziamo, perché credo che il settore agricolo in generale, ma anche i cittadini privati che hanno subìto sulla loro pelle i danni provocati da questa tromba d’aria, debba ricevere una forma di ristoro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Aimi.

Se non ci sono più interventi, dichiaro aperte le dichiarazioni di voto. Non ci sono richieste di intervento. Quindi, passiamo alla votazione della risoluzione oggetto 3211, che impegna la Giunta ad agire presso il Governo affinché dichiari lo stato di calamità naturale per le zone della provincia di Modena colpite dal maltempo nelle giornate del 19-20 agosto e 6 settembre e garantisca i relativi risarcimenti, a firma dei consiglieri Campedelli, Serri, Calvano, Rontini, Boschini, Poli, Tarasconi, Sabattini, Caliandro, Taruffi e Torri.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3211.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 1635

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte, nell'ambito dell'incentivazione della rimozione e dello smaltimento di manufatti contenenti cemento-amianto da parte delle imprese, ad abbassare nei bandi il costo minimo ammissibile, predisporre strumenti di finanziamento dedicati alle micro imprese, favorire la rimozione di amianto nelle aree urbane, premiando inoltre progetti che producano effetti moltiplicativi. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Ravaioli, Zoffoli, Montalti, Bagnari, Sabattini, Mumolo, Prodi, Zappaterra, Serri, Torri, Taruffi, Cardinali, Caliandro, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Rontini, Molinari, Soncini, Poli, Iotti, Mori, Tarasconi, Lori, Campedelli

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, all’oggetto 1635: Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte, nell'ambito dell'incentivazione della rimozione e dello smaltimento di manufatti contenenti cemento-amianto da parte delle imprese, ad abbassare nei bandi il costo minimo ammissibile, predisporre strumenti di finanziamento dedicati alle micro imprese, favorire la rimozione di amianto nelle aree urbane, premiando inoltre progetti che producano effetti moltiplicativi, a firma dei consiglieri Paruolo, Ravaioli, Zoffoli, Montalti, Bagnari, Sabattini, Mumolo, Prodi, Zappaterra, Serri, Torri, Taruffi, Cardinali, Caliandro, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Rontini, Molinari, Soncini, Poli, Iotti, Mori, Tarasconi, Lori e Campedelli.

Su questo documento sono pervenute: due proposte di emendamento, a firma del consigliere Marco Pettazzoni e altri; una proposta di emendamento, a firma della consigliera Giulia Gibertoni, che è stata ritirata.

È stata approvata questione sospensiva nella seduta antimeridiana del 22 giugno 2016.

Passiamo, quindi, al procedimento con la discussione generale sul documento. Dieci minuti per ciascun consigliere.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pettazzoni. Ne ha facoltà.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. Il mio sarà sicuramente un commento agrodolce a questa risoluzione, nel senso che da un lato vi va dato il merito e il plauso di esservi accorti di questo errore che portava in pancia il precedente bando, dall’altro avete presentato un dispositivo un po’ debole in quanto non fissa un paletto o comunque statuisce un parametro certo, ma richiede semplicemente di abbassare i limiti finanziabili.

Ho voluto sottolineare questo aspetto, perché il precedente all’apparenza poteva sembrare un bando davvero buono, che accoglieva tutte le tipologie di attività produttive, dalle microimprese fino alle grandi imprese, ma poi, scorrendo il testo del bando, emergeva che l’importo minimo finanziabile arrivava a 50.000 euro. Ebbene, considerato che i costi di smaltimento dell’amianto – l’ho verificato anche poc’anzi su internet – oscillano tra i sette e i dieci euro a metro quadro (quelli più cari), ditemi voi quale microimpresa spenderebbe 50.000 euro per smaltire l’eternit con cui sono stati realizzati i tetti dei propri capannoni. Parleremmo di un capannone con un’area estesa come quella di un campo da calcio o di un ipermercato per arrivare a finanziare quella cifra. Quindi, difficilmente una microimpresa, che in genere conta meno di dieci dipendenti, potrebbe raggiungere quell’area produttiva.

Per questo motivo, nel primo emendamento che abbiamo presentato si chiede di togliere il limite minimo finanziabile proprio per dare modo a tutti coloro i quali abbiano una piccola impresa, piccola non solo per il volume d’affari ma anche per le dimensioni, una microimpresa, che potrebbe essere un piccolo laboratorio sartoriale, una piccola officina, una gioielleria o qualcosa del genere, con dimensioni più simili a quelle di un garage che non a quelle di un centro commerciale, di usufruire di questa agevolazione. Lo ripeto, fissare un termine minimo, quand’anche abbassato rispetto all’esistente, è probabilmente un errore, che escluderebbe le microimprese.

Tecnicamente la risoluzione impegna ad abbassare il minimo finanziabile, ma resta nel vago. Ad esempio, se chi andrà a predisporre questo nuovo bando quel giorno fosse particolarmente di buon umore e volesse abbassarlo a 49.999 euro, tecnicamente avrebbe abbassato quel limite, ma di fatto non avrebbe introdotto alcun particolare cambiamento. Oppure, ad esempio, se chi quel giorno andrà a disporre il bando intervenisse in maniera importante e dimezzasse quel limite portandolo a 25.000 euro, andrebbe sempre e comunque a intervenire su attività con dimensioni di un grosso supermercato, per cui sempre ben distanti da quelle di un garage. Quindi, anche in quel caso le microimprese sarebbero assolutamente tagliate fuori.

Ribadisco, quindi, il concetto, già espresso in particolare nel primo emendamento, dell’importanza di eliminare di fatto il limite minimo finanziabile per andare incontro alle esigenze non solo delle microimprese, ma anche delle piccole e medie imprese, perché non sempre il numero dei dipendenti combacia con le dimensioni del fabbricato.

Illustro brevemente anche il secondo emendamento, così completo il discorso. Nella risoluzione in oggetto viene indicato come elemento utile alla contribuzione l’installazione di impianti fotovoltaici. Ebbene, noi chiediamo che a questo si aggiunga anche l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, il che produrrebbe un beneficio e soprattutto non comporterebbe l’utilizzo di gas o di altri combustibili. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pettazzoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Pettazzoni per aver di fatto già anticipato in parte l’illustrazione del provvedimento.

Io credo che sia un’attività lodevole quella che è stata svolta dall’assessorato con la predisposizione di questo bando. Ricordiamoci che l’amianto è un tema che, per quanto già chiaro a tutti noi, richiede e richiederà ancora del tempo per poter procedere allo smaltimento e alla disinstallazione di tutti i manufatti che sono ancora in opera. Il bando che era stato disposto evidentemente dava una risposta positiva da questo punto di vista, ma in effetti poi è sorto il tema, che è saltato agli occhi anche a me e ad alcuni colleghi, con i quali poi abbiamo predisposto questa risoluzione, di una soglia di accesso piuttosto alta. Ma qual era la ratio? Era quella di non disperdersi in tanti microprogetti, perché, eliminando di fatto la soglia minima, si rischia di perdere più tempo a istruire pratiche per i finanziamenti rispetto al lavoro da compiere in concreto. Quindi, evitando sia le estremizzazioni del dover fare dei progetti da 100 euro, che ripeto, costerebbero più come burocrazia che come effettivo supporto allo smaltimento, sia evidentemente anche quelli da 49.900 euro, perché è evidente che quello che si chiede alla Giunta è un impegno sostanziale ad andare incontro alle esigenze anche delle piccole imprese, l’impegno, se voteremo insieme questo ordine del giorno, sarà proprio quello alla Giunta che nel prossimo bando si farà una pezzatura inferiore. Quanto inferiore dovranno deciderlo gli uffici, per cercare di comprendere da un lato di venire incontro alla sostanza (quanto gli stiamo chiedendo), dall’altro, evidentemente, per non rischiare di fare una pezzatura del provvedimento tale da essere sommersi da piccolissime richieste. Questo proprio per cercare di ottimizzare al meglio quei denari che vengono messi a disposizione di questa attività.

Se, quindi, non sono nelle condizioni di esprimere un parere favorevole al primo emendamento proposto dai colleghi Pettazzoni e altri, è proprio perché ritengo che la richiesta sia sostanziale. La seconda, invece, che è quella di allargare non solo all’installazione di fotovoltaico, ma anche ad impianti solari e termici, credo sia una questione ragionevole, quindi anticipo che voteremo a favore del secondo emendamento presentato dai colleghi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Nessun altro chiede di intervenire in discussione generale.

Apro il dibattito generale sull’emendamento 1, a firma del consigliere Pettazzoni ed altri e sull’emendamento 2, a firma del consigliere Pettazzoni ed altri.

Chiedo al consigliere Paruolo se dà il permesso.

 

PARUOLO: Sì.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Bene, grazie, consigliere Paruolo.

Apro le dichiarazioni di voto.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Sarò telegrafico. Mi permetto solo di far rilevare che la legislazione vigente prevede che la rimozione dell’amianto debba necessariamente essere effettuata quando lo stesso sia friabile. Mi permetto di fare questo rilievo per un semplice motivo: mente l’amianto quando è friabile può essere disperso nell’ambiente, e quindi provocare danno, una rimozione tout court dell’amianto, laddove non vi sia questa caratteristica, può diventare oltremodo penalizzante, soprattutto quando parliamo di proprietà private, delle abitazioni o di capannoni costruiti negli anni Sessanta-Settanta. Quindi, d’accordo su una politica di incentivi, ma una politica di incentivi correttamente, a mio avviso, dovrebbe essere indirizzata verso quelle situazioni che necessitano di una sostituzione e che a volte non possono essere realizzate.

Vi faccio il caso di aziende che sono in una situazione, ad esempio, di concordato, o addirittura per le quali è stato deciso il fallimento. Ovviamente, il curatore ben si guarda dal poter intervenire, proprio perché la situazione aziendale glielo impedisce.

È ovvio che se vi sono dei contributi mirati a quel tipo di intervento, essi possono produrre sicuramente effetti più validi di quanto un generico bando potrebbe invece attribuire per la sola rimozione, in senso generale, dell’amianto stesso.

Aggiungo poi che i censimenti da parte delle ASL molto spesso non sono stati ultimati e che vi è comunque una difficoltà fondata, da parte delle ex ARPA, a poter intervenire in materia. Lo dico perché ad esempio nel caso dell’ARPA di Piacenza non c’era il cestello che consentiva di poter arrivare al tetto di numerosi capannoni, e quindi fare le verifiche opportune. Quindi, anche sotto questo aspetto, che può sembrare marginale ma che costituisce una letteratura nel caso, ritengo che si dovrebbero prima di tutto e in modo prioritario, cercare di favorire, attraverso la contribuzione, quegli organismi che sono deputati ai controlli. Infatti, se uno ha la delega al controllo ma non riesce ad esercitarlo per carenza di mezzi, è evidente che non c’è controllo che tenga.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Prego, consigliere Pettazzoni.

 

PETTAZZONI: Grazie. Sempre sul primo emendamento, giusto, presidente?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Su entrambi, sul complesso.

 

PETTAZZONI: Okay. Apprendo con amarezza, dal collega Paruolo, che vi apprestate a bocciare il primo emendamento così come formulato. Non voleva essere un’azione integralista, quella che abbiamo prodotto, togliere punto e basta il limite minimo finanziabile, ma era proprio per due motivi fondamentali. Primo: sono più numerose le microimprese, o le piccole imprese, rispetto alle grandi imprese, quindi abbiamo tanti piccoli focolai, chiamiamoli così, di amianto sparsi sul territorio, che andrebbero bonificati. Spesso e volentieri, il piccolo coincide anche – passatemi l’espressione – con piccole difficoltà economiche che non permettono all’imprenditore di avere magari le risorse per smaltire il proprio amianto, il proprio tetto in eternit. Si tratta quindi di un’azione che se da un lato vorrebbe avvantaggiare, o vorrebbe comunque dare beneficio anche ai piccoli, di fatto con una mano glielo fa vedere e con l’altra glielo toglie.

Ora andremo a vedere quello che sarà l’effettivo ribasso rispetto alla cifra minima finanziabile, tuttavia, crediamo che sarebbe stato opportuno, quand’anche il numero di pratiche fosse maggiore da sbrigare, non parliamo di pratiche da 100 euro, ma come minimo sono sempre quei 2-3.000 euro che servono per smaltire una piccola pezzatura di amianto. Come dicevo, quindi, questo fatto mi amareggia, così come, ripeto, avremmo di fatto potuto aiutare i piccoli imprenditori, agevolandoli attraverso una contribuzione per continuare la loro attività.

Tanti piccoli “focolai”, ripeto, magari vicino a scuole o ad insediamenti abitati, fanno altrettanto danno di uno grande, che quindi arriva ad essere finanziabile. Ripeto: prendo atto della vostra decisione. Per quanto ci riguarda, il voto sarà comunque favorevole su entrambi gli emendamenti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pettazzoni.

Prego, consigliere Paruolo.

 

PARUOLO: Vorrei solo rassicurare il collega Pettazzoni che l’impegno è chiaramente quello di andare ad abbassare in modo significativo, proprio perché l’ordine del giorno nasce esattamente per venire incontro alle piccole imprese. Ne parlavo un attimo fa con l’assessore: l’idea è quella di coinvolgere anche i rappresentanti delle associazioni delle piccole imprese, in modo da definire con loro una cifra che sia adeguata alle esigenze, senza dover alluvionare gli uffici. Insomma: se sono 100 euro, uno se li può pagar da solo, anche senza bisogno di chiedere l’incentivo alla Regione. Ovviamente, 50.000 euro era una cifra talmente alta che impediva di fatto alle piccole imprese di potervi accedere. L’impegno dell’assessorato, quindi, è in questo senso. Credo davvero che possiamo condividere, almeno verbalmente in questo senso.

Mettere una cifra adesso, decidendola noi sarebbe forse una forzatura, per cui non avremmo neanche gli strumenti adeguati. Voglio però rassicurare, credo anche a nome dell’assessore, che l’impegno in questo senso c’è.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Nessun altro chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Pettazzoni e altri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a prima del consigliere Pettazzoni e altri.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 1635.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 2924

Risoluzione per impegnare la Giunta a verificare le prospettive occupazionali ed a richiedere la definizione di un piano industriale per la salvaguardia del personale di BolognaFiere S.p.A. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Marchetti Daniele, Taruffi

(Discussione)

OGGETTO 2934

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare la condivisione del piano industriale di Bologna Fiere, ad agire per il rilancio del sistema fieristico bolognese e per la salvaguardia dei lavoratori, sostenendo ogni azione utile al percorso di confronto tra azienda e sindacati. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Bessi, Mumolo, Calvano, Marchetti Francesca, Lori, Rossi Nadia, Sabattini, Poli, Mori, Paruolo, Ravaioli, Cardinali, Montalti, Serri

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione oggetto 2924 che impegna la Giunta a verificare le prospettive occupazionali ed a richiedere la definizione di un piano industriale per la salvaguardia del personale di BolognaFiere S.p.A., a firma dei consiglieri Piccinini, Marchetti Daniele e Taruffi.

Su questo documento è pervenuta una proposta di emendamento a firma del consigliere Marco Pettazzoni e altri.

Alla risoluzione oggetto 2924 è abbinata la risoluzione oggetto 2934 che impegna la Giunta a sollecitare la condivisione del piano industriale di BolognaFiere, ad agire per il rilancio del sistema fieristico bolognese e per la salvaguardia dei lavoratori, sostenendo ogni azione utile al percorso di confronto tra azienda e sindacati, a firma dei consiglieri Caliandro, Bessi, Mumolo, Calvano, Marchetti Francesca, Lori, Rossi Nadia, Sabattini, Poli, Mori, Paruolo, Ravaioli, Cardinali, Montalti e Serri.

Su questo documento sono pervenuti un emendamento a firma del consigliere Pettazzoni, tre emendamenti a firma della consigliera Silvia Piccinini, un emendamento a firma del consigliere Daniele Marchetti, un emendamento a firma del consigliere Alleva e un emendamento a firma del consigliere Caliandro.

Passiamo, quindi, alla discussione generale congiunta delle risoluzioni oggetto 2924 e 2934.

Sono previsti dieci minuti per ciascun consigliere.

Ha chiesto di parlare la consigliera Piccinini. Ne ha facoltà.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Oggi torniamo a parlare di un tema, che tornerà inevitabilmente all’ordine del giorno del dibattito cittadino, che riguarda la Fiera di Bologna, in particolar modo la situazione critica e in bilico di quei 123 lavoratori di cui è stato annunciato l’esubero.

Noi abbiamo presentato una risoluzione a fine giugno in cui abbiamo cercato, sostanzialmente, di fare la fotografia dello stato della Fiera di Bologna e delle cause che l’hanno portata a una perdita di 9 milioni di euro. A fronte di questo, abbiamo voluto inserire alcuni impegni rispetto alla Giunta che fossero concreti, puntuali e vincolanti.

In questa risoluzione, nello specifico, vogliamo impegnare la Giunta a richiedere a BolognaFiere di ritirare immediatamente la lettera di licenziamento, di verificare con BolognaFiere le prospettive occupazionali del personale, a richiedere alla società la definizione di un piano industriale che garantisca la salvaguardia del lavoro, a richiedere di subordinare ogni ipotesi di taglio al personale alla definizione di un quadro di riduzione anche per le indennità dei dirigenti, per esempio, a subordinare ogni ipotesi di incremento della partecipazione societaria a prospettive di tutela, di crescita e dell’occupazione della società.

A fronte del nostro testo, ci ritroviamo una risoluzione del Partito Democratico, depositata due settimane dopo, su cui io ho parecchie perplessità. È un testo molto approssimativo. Sicuramente, con la nostra iniziativa, abbiamo costretto in qualche modo il PD ad affrontare un tema che, probabilmente, avrebbe preferito tenere sotto traccia. Questo è sicuramente già un risultato. Di fatto, però, il testo presentato è – come dicevo – approssimativo.

Su questo testo io vorrei puntualizzare alcune cose. Si legge: “Premesso che la Fiera di Bologna è una delle principali fiere italiane; visto il contesto generale in forte evoluzione, necessita di una ristrutturazione in grado di trattenere le principali manifestazioni”, eccetera. Da qui capisco che la Fiera di Bologna non è più competitiva, e la causa sarebbe il contesto generale in evoluzione e in mutamento. Scrivere questo significa o non aver capito nulla di quello che è successo all’interno di BolognaFiere o, in alternativa, ipotesi più probabile, significa nascondere che ci sono precise responsabilità, soprattutto politiche, sullo stato in cui versa oggi la nostra fiera.

Oltre alla congiuntura (se volete ci aggiungiamo le guerre e il terrorismo, come fa di solito il presidente di questa Regione quando i dati sul lavoro non sono di suo gradimento), bisognerebbe anche citare la mala gestione portata avanti da persone poco competenti, scelte e protette dal Partito Democratico, una cattiva gestione che ha portato a un buco di bilancio da 9 milioni di euro. Su questa risoluzione, però, non si dice assolutamente nulla di tutto questo. Non scrivere nulla significa fare un torto alla vostra onestà intellettuale.

Si prosegue: “Per questo, si rende necessario un progetto industriale ed un bilancio capace di renderla protagonista in un panorama europeo e internazionale”, eccetera. Questa risoluzione è di fine giugno. Il piano industriale ancora non c’è. Manca anche un altro pezzo, cioè quello che sosteniamo noi, ossia che non si può pensare di risolvere il problema di BolognaFiere con gli stessi manager e gli stessi dirigenti che l’hanno portata in questa situazione.

Il testo prosegue: “Unico strumento per raggiungere tale obiettivo è che Bologna, con Parma e Rimini, componga un sistema fieristico regionale forte a livello europeo”, eccetera. Voi sostenete che questo sia l’unico strumento, ovvero la Newco con Parma e Rimini, per risollevare la Fiera di Bologna. Noi, però, non abbiamo ancora visto nessun dato. È stato dato un incarico ad un advisor. Noi, però, il piano di costi e benefici non lo abbiamo ancora visto. Voi siete certi che questa sia l’unica soluzione. Noi vorremmo vedere dati oggettivi.

Vorrei ricordare che proprio in questi giorni si sta parlando di un nuovo accordo con Bari Levante. A proposito della trasparenza che ci era stata tanto promessa, noi di questo accordo non sappiamo nulla. Quando è venuto Boni in Commissione non ha risposto a questa domanda da me rivolta. Mi piacerebbe capire se questo incarico dato all’advisor comprende anche il nuovo accordo con Fiera Levante, che non gode di una bellissima situazione. Per questo motivo, lo dico già all’assessore, ho richiesto l’ennesima audizione per ottenere alcune informazioni e non leggerle tutte le volte sui giornali. Tale gestione, tra l’altro, durerà sessant’anni. Non è, quindi, una cosa indifferente.

La risoluzione prosegue: “Ricordato che la Fiera di Bologna è un Ente economico di natura privatistica e, pertanto, le scelte organizzative attengono in maniera esclusiva al CdA”. Faccio solo un piccolo appunto. È un Ente di natura privatistica. Abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti per richiedere le consulenze, ma ci è stato negato. La Fiera, allora, è un Ente di natura privatistica quando è ora di negare gli atti al Movimento 5 Stelle; quando è ora che i soci pubblici ci mettano i soldi diventa un Ente pubblico.

Prosegue: “Il rilancio della Fiera di Bologna discende dall’adozione di un piano industriale che coniughi rilancio, sviluppo e redditività. Tali obiettivi non sono raggiungibili con un esclusivo taglio dei costi del personale”. È quello che ci auspichiamo tutti, però − come già detto prima − il piano industriale ancora non c’è. Si va avanti facendo shopping a Bari, eppure noi questo piano industriale non lo abbiamo ancora visto. Nel frattempo, però, abbiamo già sistemato l’ex AD di Ferrara Congressi.

Si prosegue: “Preso atto che, alla luce dell’apertura della procedura di mobilità per 123 lavoratori da parte di BolognaFiere, ieri sera – è una risoluzione vecchia − si è avviato un confronto tra azienda e sindacati per discutere il piano industriale e verificare soluzioni possibili”. Chi ha scritto questa risoluzione, evidentemente, non conosce neanche la situazione di BolognaFiere, perché il piano industriale − come dicevamo − non c’è. Quindi, io non so come i sindacati abbiano potuto discutere di un piano che non esiste e che nessuno ha mai avuto modo di conoscere.

“Nel corso dell’incontro, grazie all’intervento dei soci pubblici (tra essi, la Regione), la avviata procedura di mobilità per 123 dipendenti è stata sospesa”. Insomma, i lavoratori dovrebbero anche dire “grazie” a “mamma Regione” e ai soci pubblici, gli stessi soci pubblici che designano periodicamente i presidenti dell’Ente fieristico, i quali ci hanno regalato una Fiera che cade a pezzi, manifestazioni che se ne vanno, contenziosi su contenziosi e un buco da 9 milioni di euro.

Poi, si prosegue: “Già da tempo sia la Giunta che l’Assemblea, su proposta di tutte le forze politiche ivi presenti, hanno avviato un percorso trasversale in Commissione assembleare, con l’audizione di tre presidenti, e che continuerà con l’audizione, sempre in Commissione, entro il mese di luglio, del presidente di BolognaFiere”. Questo paragrafo è, naturalmente, già superato. L’audizione si è già tenuta. Faccio solo una precisazione: l’audizione non faceva parte di alcun percorso condiviso, ma era stata chiesta dal Movimento 5 Stelle. Giusto per essere precisi.

Infine, gli impegni: “Sollecitare la condivisione del piano industriale, anche in vista della convocata Commissione assembleare che, entro luglio, udirà il presidente di BolognaFiere”. È un punto superato. Da mesi chiediamo il piano. Intanto, andiamo a fare shopping a Bari.

“Ad agire per la salvaguardia delle occupazioni dei 123 lavoratori e, nello stesso tempo, per il rilancio del sistema fieristico di Bologna, perché è indispensabile il sistema delle PMI”, eccetera. Questo, secondo me, è un punto importantissimo.

Prima di esprimere un qualsiasi voto, vorrei capire che cosa intendete per “salvaguardia dell’occupazione”. Se significa spostare i dipendenti e la loro professionalità all’interno di cooperative, svendendo il loro lavoro, senza tutele, riassumendoli come interinali, è una visione completamente diversa dalla nostra. Salvaguardare l’occupazione vuol dire tutto e non vuol dire niente. Vorrei sapere esattamente, quindi, voi che cosa intendete per “salvaguardia dell’occupazione”, giusto per capirci.

Poi: “Sostenere con ogni azione utile il percorso di confronto tra aziende e sindacati”. Assolutamente condivisibile. “A mettere in campo tutti gli strumenti più opportuni alla salvaguardia dei lavoratori”. È una ripetizione, ma anche questo punto è assolutamente condivisibile.  

Io ho avuto modo di leggere anche le dichiarazioni del presidente Boni sulla stampa pugliese, il quale parla di “bilancio di pulizia” e definisce i licenziamenti “ricapitalizzazione degli esuberi”. Davanti ad affermazioni di questo tipo, un partito di sinistra, forse, una volta avrebbe alzato la voce. Oggi, invece, purtroppo, mi tocca riscontrare molta timidezza da questo punto di vista. Per questo motivo, abbiamo presentato la risoluzione e, allo stesso tempo, abbiamo presentato emendamenti molto più vincolanti rispetto agli impegni della risoluzione del Partito Democratico. Credo che la Giunta lo debba a questi lavoratori che stanno subendo le conseguenze di scelte che sono cadute sulla loro testa e di cui non hanno alcuna responsabilità. In realtà, la responsabilità è della parte politica che ha governato questa Regione e che ha scelto, protetto e voluto presidenti di BolognaFiere che non erano in grado − si sono visti i risultati − di gestire la nostra fiera.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Essendo giunta l’ora prevista per il termine, come da accordi presi nella Capigruppo, chiudiamo i lavori della sessione pomeridiana, che riprenderanno, con questo argomento, nella prossima seduta.

Grazie e buonasera a tutti.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,07

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Patrizio BIANCHI e la vicepresidente dell’Assemblea legislativa Ottavia SONCINI.

 

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 812 “Delibera: «Proposta di legge alle Camere “Abrogazione dei decreti del Ministro dell’ambiente e del territorio e della tutela del mare del 14 febbraio 2013, n. 22 e 20 marzo 2013. Effetti sulle istanze pendenti”.» A firma dei Consiglieri: Foti, Rancan, Molinari, Taruffi, Pruccoli, Aimi” (91)

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 39

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti 10

Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Alan FABBRI, Daniele MARCHETTI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 3218 “Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 2937 "Comunicazione della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 5 bis della L.R. 30/1998, circa il Documento preliminare al Piano Regionale Integrato dei Trasporti PRIT 2025". A firma dei Consiglieri: Caliandro, Montalti, Bagnari, Iotti, Taruffi, Calvano, Tarasconi, Cardinali, Molinari, Rontini, Mumolo, Lori”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«I primi tre capoversi della premessa dell'ordine del giorno da "Visto il Documento Preliminare ..." a "e in particolare:" sono modificati secondo la seguente formulazione:

Visto il Documento Preliminare ed i relativi allegati tecnici del Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT 2025) approvato dalla Giunta con delibera n. 1073 dell’11/07/2016;

Nell'affermare l'esigenza che il PRIT rappresenti realmente lo strumento di pianificazione fondamentale per il governo delle infrastrutture e della mobilità regionale;

Evidenziato che il "Documento preliminare" al PRIT 2025 costituisce lo strumento attraverso il quale individuare le strategie e gli obiettivi per la predisposizione del nuovo piano dei trasporti della Regione, nel quadro generale del perseguimento della sostenibilità ambientale e della riduzione e inversione del consumo di suolo;»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«I primi due punti elenco nella premessa dell'ordine del giorno

- il completamento dell'assetto infrastrutturale;

- l'attenzione al governo della domanda di mobilità;

sono sostituiti dai seguenti:

- la ridefinizione dell'assetto infrastrutturale a seguito del ripensamento dell'organizzazione territoriale e della mobilità, attraverso sinergie di rete, individuando il PRIT non solo come strumento di settore, ma come paradigma della complessiva programmazione territoriale regionale e locale;

- centralità del trasporto ferroviario nello spostamento di persone e merci;

- ottimizzazione dell'accessibilità di ultimo miglio;

- riduzione della circolazione di veicoli commerciali attraverso la conversione modale verso il ferro, ottimizzazione di carichi e la razionalizzazione degli spostamenti;

- coinvolgimento del sistema delle imprese nell'attuazione degli obiettivi del PRIT e in particolare della mobilità sostenibile; l'attenzione al governo della domanda di mobilità;

- anche attraverso lo sviluppo di processi di partecipazione e condivisione degli obiettivi, che coinvolgano i diversi soggetti pubblici e privati, anche in relazione alle specifiche esigenze ed al ruolo svolto dalle imprese e dalle loro strategie e prassi di mobilità;

- valorizzazione e convinto investimento sulla mobilità ciclabile e sull'intermodalità ciclabile in particolare nella mobilità urbana ed in quella dei centri minori;

- consolidamento di un sistema integrato di mobilità in cui il trasporto collettivo svolga un ruolo centrale e, in esso, l'infrastruttura e i servizi ferroviari;»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«Nel primo punto elenco della sezione introdotta da "Considerato rilevante" le parole "valutando anche" sono sostituite da: "sottolineando"»

(Approvato)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«AI termine del terzo punto elenco della sezione introdotta da "Considerato rilevante" è aggiunto il testo seguente:

", rimarcando l'esigenza di adottare strategie programmatorie e soluzioni operative dirette a fermare ed invertire il consumo di suolo e lo sprawl residenziale e delle aree produttive;"»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«Il quinto punto elenco della sezione introdotta da "Considerato rilevante" è eliminato.»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«Il testo della sezione introdotta da "Considerato che" è sostituita secondo la seguente formulazione:

- è stata concordata fra la Regione Emilia-Romagna ed il Ministero delle infrastrutture la recente Intesa generale quadro per il Piano delle infrastrutture strategiche;

- è necessario dare corso esclusivamente alla realizzazione degli interventi dell'IGQ che risultino coerenti con gli obiettivi di fondo del PRIT, prevedendo adeguamenti all'intesa stessa;»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«Nella sezione "Invita la Giunta, nell'elaborazione del Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT 2025)" il secondo punto elenco è sostituito dai seguenti:

- a non procedere alla realizzazione degli interventi previsti nella richiamata IGQ costituiti da:

- 9.32 Autostrada regionale Cispadana

- 6.35 Collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo

- 3.10 Asse Autostradale Brennero- Verona-Parma-La Spezia e in particolare il raccordo autostradale CISA-Autostrada Brennero, tratta 2 (quota in Emilia-Romagna)

- 10.73 TRC:

- tratta 2 Rimini FS - Rimini Fiera

- tratta 3 Riccione FS - Cattolica

sospendendo e rivedendo progettazione e realizzazione della tratta 1 TRC Rimini FS - Riccione FS

- a sospendere l'accordo con il Ministero delle infrastrutture, Società Autostrade e la Città metropolitana di Bologna per il potenziamento in sede del sistema autostradale - tangenziale attuale (c.d. "Passante di mezzo"), non assumendo i relativi studi di fattibilità, i progetti, anche preliminari, e il cronoprogramma a riferimento per le previsioni del PRIT 2025;

- a sospendere e rivedere la progettazione e la realizzazione del "people mover", valorizzando l'impiego delle infrastrutture esistenti, a partire da quelle ferroviarie;»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«Nella sezione "Invita la Giunta, nell'elaborazione del Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT 2025)" al termine del sesto punto elenco è aggiunto il testo seguente:

“, promuovendo, in particolare la pianificazione diretta allo sviluppo della mobilità ciclopedonale;”»

(Approvato)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«Nel settimo punto elenco della sezione "Invita la Giunta, nell'elaborazione del Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT 2025)" dopo le parole: "realizzazione di infrastrutture" è aggiunta l'espressione: ", misure di incentivazione"»

(Approvato)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«Il quindicesimo punto elenco della sezione "Invita la Giunta, nell'elaborazione del Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT 2025)" è sostituito secondo la seguente formulazione:

"a ritenere prioritaria l'integrazione dei temi del trasporto e della mobilità con quelli della "economia verde ", quale lo sviluppo di tecnologie ed infrastrutture per l'elettrico e i veicoli ibridi, anche mediante la diffusione della rete di punti di ricarica pubblici;"»

(Approvato)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Sassi, Bertani:

«Il quindicesimo punto elenco della sezione "Invita la Giunta, nell'elaborazione del Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT 2025)" è sostituito secondo la seguente formulazione:

"a procedere nell'opera di promozione e diffusione della cultura ciclabile - invertendo la tendenza al calo nella circolazione ciclopedonale e incentivando con decisone soluzioni dirette alla piena intermodalità fra i mezzi del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, e la bicicletta - e nella realizzazione delle necessarie reti ed infrastrutture sia urbane che extraurbane a partire da percorsi sicuri per la ciclabilità casa-lavoro;"»

(Approvato)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Rainieri, Fabbri, Pompignoli, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani:

«Aggiungere al dispositivo un sedicesimo punto con il seguente testo:

"- a promuovere e sostenere la creazione di un sistema aeroportuale regionale integrato che valorizzi tutti e 4 gli scali esistenti (Bologna, Rimini, Parma e Forlì) rilanciando quelli in difficoltà soprattutto attraverso la loro specializzazione secondo le peculiarità territoriali".»

(Approvato)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Rainieri, Fabbri, Pompignoli, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani:

«AI quarto punto del dispositivo, dopo la parola "locale" aggiungere le parole: "e attivandosi perché siano potenziati i servizi verso le aree periferiche dei maggiori centri abitati e i comuni medio piccoli"»

(Approvato)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Rainieri, Fabbri, Pompignoli, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani:

«Al quindicesimo punto del dispositivo, dopo la parola "ibridi" aggiungere le parole: "ed il sostegno finanziario al ricambio a favore di veicoli pubblici e privati che utilizzano tali infrastrutture e tecnologie".»

(Precluso)

 

Emendamento 15, a firma dei consiglieri Rainieri, Fabbri, Pompignoli, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani:

«Al diciassettesimo punto del dispositivo, dopo la parola "ciclabile" aggiungere le parole: "tenendo anche in primaria considerazione la necessità di implementare l'azione di contrasto al fenomeno dei furti di biciclette che, specie nelle realtà medio grandi, sta diventando uno dei principali deterrenti rispetto alla mobilità ciclabile,"»

(Precluso)

 

Subemendamento 16, a firma del consigliere Caliandro:

«Subemendamento all’emendamento 11

Alla fine dell'emendamento sono aggiunte le parole "e percorsi sicuri casa-scuola".»

(Approvato)

 

Subemendamento 17, a firma del consigliere Caliandro:

«Subemendamento all’emendamento 12

Le parole "rilanciando quelli in difficoltà soprattutto" sono soppresse.»

(Approvato)

 

Subemendamento 18, a firma del consigliere Caliandro:

«Subemendamento all’emendamento 14

La parola "finanziario" è soppressa.»

(Precluso)

 

OGGETTO 2942 “Delibera: «Piano triennale regionale degli interventi a favore degli emiliano-romagnoli all’estero per gli anni 2016-2018 - Articolo 17 della L.R. n. 5 del 27 maggio 2015.» (Proposta del Presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, consigliere Molinari)” (92)

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Molinari, Cardinali:

«AI paragrafo 1 "L'emigrazione dalla Regione Emilia-Romagna e il nuovo fenomeno migratorio", al primo capoverso di pagina 5), le parole "in crescita" sono sostituite con "ancorché in progressiva riduzione,"»

(Approvato)

 

OGGETTO 1635 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte, nell'ambito dell'incentivazione della rimozione e dello smaltimento di manufatti contenenti cemento-amianto da parte delle imprese, ad abbassare nei bandi il costo minimo ammissibile, predisporre strumenti di finanziamento dedicati alle micro imprese, favorire la rimozione di amianto nelle aree urbane, premiando inoltre progetti che producano effetti moltiplicativi. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Ravaioli, Zoffoli, Montalti, Bagnari, Sabattini, Mumolo, Prodi, Zappaterra, Serri, Torri, Taruffi, Cardinali, Caliandro, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Rontini, Molinari, Soncini, Poli, Iotti, Mori, Tarasconi, Lori, Campedelli”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Pettazzoni, Pompignoli, Marchetti Daniele, Liverani, Delmonte, Rainieri:

«Nel dispositivo al punto primo sostituire "ad abbassare il costo minimo ammissibile" con "non prevedere un costo minimo ammissibile"… rimane invariato quanto segue.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Pettazzoni, Pompignoli, Marchetti Daniele, Liverani, Delmonte, Rainieri:

«Nell’ultimo punto del dispositivo aggiungere dopo le parole "installazione di impianti fotovoltaici" le parole "e/o installazione di impianti solare-termico."»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma della consigliera Gibertoni:

«Nella parte dispositiva è aggiunto il seguente punto:

"impegna la Giunta

Affinché nel novero delle imprese destinatarie del bando siano aggiunti i soggetti proprietari e gestori di istituti scolastici privati ed i soggetti privati proprietari e gestori di attività sportive, già non ricompresi in altri bandi aventi le medesime finalità."»

(Ritirato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

3205 - Interrogazione a risposta scritta circa le spese sostenute per assistenza e cura degli stranieri irregolari ed i connessi rimborsi. A firma del Consigliere: Foti

3207 - Interrogazione a risposta scritta circa la sproporzione riguardante il numero dei profughi ospitati nella Provincia di Parma rispetto ad altri territori provinciali regionali, con particolare riferimento alla situazione esistente a Fornovo Taro. A firma del Consigliere: Rainieri

3208 - Interrogazione a risposta scritta circa proposte riguardanti la qualità dell'assistenza sanitaria nel territorio del Frignano, nella Provincia di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

3209 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di una piazzola per elisoccorso nei pressi del torrente Scoltenna e la tutela di tale corso d'acqua nel Comune di Pievepelago (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

3212 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire la salute degli operatori impiegati nei centri di assistenza e della cittadinanza. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3214 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per favorire l'efficacia del servizio OBI (Osservatorio Breve Intensivo) del Pronto Soccorso dell'Ospedale Santissima Annunziata di Cento (FE). A firma del Consigliere: Pettazzoni

3215 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti il servizio di trasporto pubblico, ed i relativi abbonamenti, con particolare riferimento a Seta SpA ed alla Provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Rancan

3217 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della azienda Selcom di Bologna. A firma del Consigliere: Taruffi

 

Risoluzioni

 

3206 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo ed il Parlamento per sollecitare la rapida approvazione di un atto avente forza di legge che dia piena attuazione alla sentenza n. 70 del 2015 della Corte Costituzionale al fine di disporre, a favore dei pensionati interessati, l'integrale restituzione, vita natural durante, degli importi maturati per effetto del ripristino della perequazione e la ricostruzione del trattamento pensionistico. (12 09 16) A firma del Consigliere: Foti

3210 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad aggiornare e monitorare gli accordi e gli abbonamenti riguardanti il trasporto pubblico locale con particolare riferimento alle agevolazioni previste per varie categorie sociali ed al sostegno alle persone con disabilità, prevedendo inoltre verifiche sulle tariffe agevolate di abbonamento annuale relative a "Mi muovo insieme". (12 09 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

3211 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire presso il Governo affinché dichiari lo stato di calamità naturale per le zone della provincia di Modena colpite dal maltempo nelle giornate del 19-20 agosto e 6 settembre e garantisca i relativi risarcimenti. (13 09 16) A firma dei Consiglieri: Campedelli, Serri, Calvano, Rontini, Boschini, Poli, Tarasconi, Sabattini, Caliandro, Taruffi, Torri

(Comunicazione n. 35 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2016/2012 del 14/09/2016)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

 

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