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95.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 27 SETTEMBRE 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2618

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione "Rete Italiana Città Sane-OMS"» (41)

(Continuazione discussione e approvazione)

OGGETTO 753

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad adottare le misure approvate dall'OMS per l'assistenza e la cura delle persone affette da epilessia, facilitare l'accesso alle cure, favorire l'interazione tra le associazioni e le strutture sanitarie e di ricerca operanti nel settore, promuovendo inoltre la sensibilizzazione circa tale patologia. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Continuazione discussione e reiezione)

OGGETTO 3278

Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare il “Percorso Epilessia” avviato nel 2010 per il contrasto di tale patologia, relazionando in Commissione circa lo stato di attuazione dello stesso e la sua applicazione uniforme nelle Aziende sanitarie della Regione. A firma dei Consiglieri: Zoffoli, Zappaterra, Caliandro, Boschini, Bessi, Calvano, Rossi Nadia, Soncini, Rontini, Molinari, Sabattini, Serri, Marchetti Francesca, Lori, Poli, Montalti, Prodi, Mumolo, Paruolo, Bagnari, Tarasconi, Campedelli, Ravaioli, Mori, Iotti

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

ZAPPATERRA (PD)

SENSOLI (M5S)

CALIANDRO (PD)

SENSOLI (M5S)

ZOFFOLI (PD)

 

OGGETTO 2833

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 2 settembre 1991, n. 24 "Disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale", in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 "Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni"» (Testo base) (42)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 2833/1/2/3 oggetti 3288 - 3289 - 3290 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

OGGETTO 2549

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Modifica alla legge regionale 02 settembre 1991, n. 24 (disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale)» A firma del Consigliere: Rancan

 

OGGETTO 3279

Risoluzione per impegnare la Giunta a considerare le singole specificità territoriali e a riconoscere, a fronte di opportuna richiesta, proroghe ai periodi di raccolta delle diverse specie tartufigene. A firma dei Consiglieri: Rancan, Zoffoli, Fabbri, Molinari, Calvano, Prodi, Caliandro, Poli, Lori, Rontini, Foti, Iotti, Sabattini, Tarasconi

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

LORI, relatrice della Commissione

PRESIDENTE (Rainieri)

RANCAN, relatore di minoranza

BAGNARI (PD)

FOTI (FdI)

LORI (PD)

CASELLI, assessore

BIGNAMI (FI)

RONTINI (PD)

LORI (PD)

SASSI (M5S)

RANCAN (LN)

LORI (PD)

 

OGGETTO 280

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Riforma e riqualificazione dei Consultori familiari" A firma del Consigliere: Bignami

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 280/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

 

OGGETTO 3284

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nella programmazione sanitaria al fine di sostenere l’azione della rete dei consultori, ad avviare azioni per una maggiore prevenzione delle gravidanze indesiderate, nonché ad affrontare il tema dell’obiezione di coscienza alla legge 194/78 in maniera utile a ridurne al minimo l’impatto sull’applicazione delle leggi vigenti. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani

(Presentazione, discussione e ritiro)

PRESIDENTE (Rainieri)

BIGNAMI, relatore

MORI (PD)

FOTI (FdI)

SENSOLI (M5S)

ZOFFOLI (PD)

BIGNAMI (FI)

MORI (PD)

SENSOLI (M5S)

BIGNAMI (FI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 2618 - 2833 - 280/1

Emendamenti oggetti 2618 - 753 - 3278 - 2833

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,21

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la novantacinquesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non partecipare gli assessori Bianchi, Corsini, Donini, Gazzolo, Mezzetti, Venturi e i consiglieri Campedelli, Cardinali, Gibertoni e Piccinini.

 

OGGETTO 2618

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all’Associazione “Rete Italiana Città Sane-OMS”» (41)

(Continuazione discussione e approvazione)

 

OGGETTO 753

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad adottare le misure approvate dall’OMS per l’assistenza e la cura delle persone affette da epilessia, facilitare l’accesso alle cure, favorire l’interazione tra le associazioni e le strutture sanitarie e di ricerca operanti nel settore, promuovendo inoltre la sensibilizzazione circa tale patologia. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 3278

Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare il “Percorso Epilessia” avviato nel 2010 per il contrasto di tale patologia, relazionando in Commissione circa lo stato di attuazione dello stesso e la sua applicazione uniforme nelle Aziende sanitarie della Regione. A firma dei Consiglieri: Zoffoli, Zappaterra, Caliandro, Boschini, Bessi, Calvano, Rossi Nadia, Soncini, Rontini, Molinari, Sabattini, Serri, Marchetti Francesca, Lori, Poli, Montalti, Prodi, Mumolo, Paruolo, Bagnari, Tarasconi, Campedelli, Ravaioli, Mori, Iotti

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo il dibattito generale sul progetto di legge 2618, sulla risoluzione collegata e sugli altri documenti che nella mattinata sono stati presentati.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Chiedo se la relatrice vuole replicare agli interventi di questa mattina. Prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Più che per una replica, per accogliere alcune delle osservazioni che sono emerse. Posto che sarebbe stato bello capire qual era proposta alternativa del Gruppo della Lega, a parte quello, l’osservazione che credo sia opportuno fare è che a mio avviso non ha molto senso che l’adesione alla rete delle Città Sane, avvenga attraverso unioni di Comuni. È vero che adesso stiamo lavorando per le aggregazioni, unioni e fusioni, ma è difficile pensare che l’unione funzioni per tutto. Soprattutto se si guarda alle quote di adesione per singoli enti, credo che abbia molto più senso che sia la Regione Emilia-Romagna a dare copertura alla quota di adesione all’associazione per l’intero territorio, piuttosto che le unioni di Comuni debbano fare 25 atti e adesioni singole, pagando pro quota l’adesione.

L’unione ha un senso, ma credo che aderendo come Regione, superiamo un po’ di burocrazia e possiamo rendere disponibile il patrimonio delle buone prassi delle Città Sane, senza bisogno di chiedere a tutti i Comuni che vogliono aderire, di fare ognuno una delibera.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

Procediamo con la discussione generale sull’articolato. Nomino scrutatori i consiglieri Tarasconi, Zoffoli e Mori.

Passiamo all’esame dell’art. 1 del progetto di legge oggetto 2618.

Sull’art. 1 insiste un emendamento a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani e Sassi.

Apro il dibattito generale. Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Intervengo in merito all’emendamento. In realtà li descrivo velocemente entrambi. Sono semplicemente delle riscritture formali riguardo la tecnica che è stata utilizzata per scrivere gli articoli che andiamo ad emendare, perché scritti in quella maniera, sembra che la Regione voglia andare a legiferare e a imporre la propria autorità, dove in realtà non ce l’ha. Quindi, abbiamo semplicemente formalmente riscritto gli articoli secondo la forma a nostro avviso più corretta, perché in realtà la Regione non ha potere sulla associazione in sé, ma eventualmente può comportarsi di conseguenza alle decisioni che assume l’associazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Nessun altro chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto congiunte sull’art. 1 e relativo emendamento, a firma dei consiglieri Sensoli ed altri. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Prego, consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Chiedo la votazione dell’emendamento mediante procedimento elettronico.

 

PRESIDENTE (Saliera): D’accordo.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 1, a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani e Sassi, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

35

Assenti

15

Votanti

34

Favorevoli

34

Contrari

--

Astenuti

--

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 2.

Apro il dibattito generale sull’art. 2. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 2 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 3.

Sull’art. 3 insiste l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani e Sassi.

Apro il dibattito generale sull’art. 2 e sull’emendamento. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto congiunte. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Sensoli ed altri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 4.

Apro il dibattito generale sull’art. 4. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 5.

Apro il dibattito generale sull’art. 5. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 5 è approvato.

Come vi avevo già informato in mattinata, oltre alla risoluzione oggetto 753 ci sono diverse proposte di emendamento e un’altra risoluzione.

Apro le dichiarazioni di voto congiunte sia sulla risoluzione, che sugli emendamenti e sul provvedimento in generale. Cinque minuti per Gruppo, in termini di dichiarazione di voto.

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Riguardo al progetto di legge, vorrei precisare per quale motivo noi ci andiamo ad astenere. Non perché se ne faccia una questione di bandiera, passatemi l’espressione. Prima, l’intervento che è stato fatto dalla relatrice, sembrava come il bue che dà del cornuto all’asino, perché se vogliamo parlare di merito, qui costantemente troviamo degli atti quasi fotocopia da parte della maggioranza, che vanno a riprendere atti della minoranza.

Quindi, se vogliamo parlare di merito, i primi ad alzare la mano a favore di nostri atti dovrebbero essere quelli della maggioranza. Ci asteniamo dunque non tanto perché non si approvino le finalità dell’associazione delle reti delle Città, ma per una contraddizione che c’è all’interno di questa Regione. Si va cioè ad approvare un progetto di legge del genere e poi viviamo in una regione dove altre politiche fanno tutto l’opposto, una Regione che non incentiva il traffico ferroviario, ma incentiva il traffico su gomma, una Regione che non incentiva assolutamente non dico la chiusura, ma quantomeno la riduzione degli inceneritori, quindi va ad aumentare l’inquinamento, una Regione che non tutela, a parer nostro, la salute, come dovrebbe essere tutelata, una Regione estremamente urbanizzata, che ad oggi ancora non dà segnali di inversione di marcia.

Quindi, se si vuole veramente attuare una politica di prevenzione, bisogna fare un lavoro di concerto, non bastano i proclami, non basta un progetto di legge con un’adesione formale a un’associazione, ci vorrebbe una politica completa a 360°. Quindi, le finalità dell’adesione all’associazione possono anche essere condivisibili, ma se poi rimangono solo parole non attuate anche dal resto della politica regionale e dagli altri assessorati, sostanzialmente è solamente uno slogan che cade nel vuoto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

Nessun altro chiede di intervenire in dichiarazione di voto congiunta sulla risoluzione e relativo emendamento.

Sulla risoluzione oggetto 753 insiste la proposta di emendamento 1, a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi e Bertani. Il consigliere Bignami aveva già dato alla Presidenza il suo consenso alla proposta di emendamento.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli ed altri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 753, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione oggetto 753 è respinta.

Procediamo con l’emendamento a firma del consigliere Daniele Marchetti, che insiste sulla risoluzione ogg. 3278, a prima firma Zoffoli.

Chiedo il consenso al consigliere Zoffoli. Prego.

 

ZOFFOLI: Va bene, grazie Presidente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Daniele Marchetti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3278, a firma del consigliere Zoffoli ed altri.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione oggetto 3278 è approvata.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 2618, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

39

Assenti

11

Votanti

38

Favorevoli

25

Contrari

--

Astenuti

13

 

PRESIDENTE (Saliera): Proclamo approvata la legge riguardante: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all’Associazione “Rete italiana Città Sane-OMS”.»

 

OGGETTO 2833

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 2 settembre 1991, n. 24 “Disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale”, in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”» (Testo base) (42)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 2833/1/2/3 oggetti 3288 - 3289 - 3290 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

OGGETTO 2549

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: «Modifica alla legge regionale 02 settembre 1991, n. 24 (disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale)» A firma del Consigliere: Rancan

 

OGGETTO 3279

Risoluzione per impegnare la Giunta a considerare le singole specificità territoriali e a riconoscere, a fronte di opportuna richiesta, proroghe ai periodi di raccolta delle diverse specie tartufigene. A firma dei Consiglieri: Rancan, Zoffoli, Fabbri, Molinari, Calvano, Prodi, Caliandro, Poli, Lori, Rontini, Foti, Iotti, Sabattini, Tarasconi

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Continuiamo con l’ordine del giorno, procedendo all’esame del progetto 2833, in modo congiunto con l’oggetto 2549.

Il 2833 ha come oggetto “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 2 settembre 1991, n. 24 “Disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale”, in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”» insieme in modo congiunto, all’oggetto 2549 “Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: «Modifica alla legge regionale 02 settembre 1991, n. 24 (disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale), a firma del consigliere Rancan.

Il testo n. 2 del 2016 è stato licenziato dalla Commissione Territorio Ambiente e Mobilità nella seduta del 15 settembre 2016.

È un progetto composto di 34 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

La relatrice della Commissione, consigliera Barbara Lori, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Matteo Rancan, ha preannunciato anch’egli di svolgere relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Darei subito la parola alla consigliera Barbara Lori per la sua illustrazione come relatrice. Le ricordo che ha venti minuti. Prego.

 

LORI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente. Colleghi e colleghe, prima di entrare nel merito dei contenuti della proposta di legge che ci accingiamo a discutere, tengo a sottolineare la piena disponibilità, e al dialogo, oltre che al confronto costruttivo che ho trovato da parte di tutti gli interlocutori che da luglio ad oggi hanno contribuito alla definizione del testo che oggi è sottoposto all’attenzione dell’Aula.

L’udienza conoscitiva come momento di confronto e approfondimento con i portatori di interesse e le tante sollecitazioni che molti di noi hanno avuto direttamente dai territori, hanno fatto emergere numerose esigenze e specificità, ma anche la disponibilità a ricercare soluzioni immediate, nell’interesse complessivo di un settore, quello del tartufo, che vede in campo vari soggetti, tartuficultori e raccoglitori in primis, che seppur da differenti punti di vista, perseguono il medesimo obiettivo della valorizzazione di un prodotto di eccellenza, di cui l’Emilia-Romagna è ricca, e che rappresenta anche un’opportunità di reddito specie per le aree montane che spesso sono anche le aree maggiormente disagiate.

Di pari passo sono andati la volontà e anche il fattivo impegno delle forze politiche, che lavorando nel merito dei temi posti sul progetto di legge, credo abbiano dato un significativo contributo al testo proposto dalla Giunta, rendendolo ancor più confacente alle esigenze.

Inizio quindi con dei ringraziamenti, che vanno in primis al relatore di minoranza, Matteo Rancan, alla presidente della III Commissione Ambiente e Territorio, Manuela Rontini, e a tutti i colleghi che hanno partecipato al lavoro della Commissione, all’assessore Caselli e a tutti i tecnici di Assemblea e assessorato che ci hanno aiutato e supportato, affinché potessimo svolgere al meglio il nostro lavoro.

Un lavoro che è proseguito anche dopo la conclusione dei lavori della Commissione, e che oggi sottopone all’attenzione dell’Assemblea due proposte di emendamento, mi sentirei di dire condivise da diverse forze politiche, che peraltro le hanno sottoscritte, e alcuni ordini del giorno che hanno la finalità di segnalare alla Giunta e all’assessore competente la necessità, nella fase attuativa della nuova legge, di prestare particolare attenzione ad alcune esigenze emerse dagli approfondimenti di questi mesi.

Il progetto di legge che oggi sottoponiamo al voto dell’Aula si prefigge un adeguamento della legge regionale 24 del 1991 al riordino attuato con la legge 13 del 2015, in materia di riordino territoriale, che ha visto in primis il superamento delle Province. Si è inoltre approfittato dell’occasione per semplificare alcuni passaggi della norma e superare previsioni che, inserite nella modifica introdotta nel 2011, non hanno mai trovato piena e uniforme attuazione.

Nonostante si tratti dunque di un intervento che interviene in modo non significativo sulle scelte fondative della legge 24 del 1991, e modifica quindi in modo molto limitato i contenuti sostanziali, abbiamo comunque ritenuto che una materia così sentita da alcune categorie di cittadini meritasse un’udienza conoscitiva, svolta infatti con buona partecipazione di pubblico, così come diversi sono stati gli interventi pervenuti nelle settimane successive all’incontro.

Le osservazioni emerse sono senz’altro state utili per il prosieguo dell’iter di approfondimento del progetto di legge ed alcune di esse hanno trovato voce in emendamenti presentati in Commissione, alcuni accolti, altri no, ma comunque utile contributo al confronto. In particolare, nel valutare se e quali osservazioni raccogliere, abbiamo voluto restare fedeli all’intento originario, quello di proporre un adeguamento normativo i cui tempi sono stati dettati anche da motivi di urgenza. Qui penso ad esempio alle commissioni di esame per il rilascio dei tesserini che dobbiamo rendere operative nel più breve tempo possibile, quindi aspetti anche molto concreti, molto operativi e sicuramente attesi.

Un intervento più marcato sull’impianto normativo avrebbe inoltre necessitato di un quadro meglio definito a livello nazionale e comunitario, percorso di discussione che è attualmente in corso presso la Commissione Agricoltura della Camera dei deputati.

Venendo ai contenuti della modifica proposta, voglio in premessa ricordare che la legge 13 assegna alla Regione le funzioni amministrative in applicazione della normativa statale e regionale in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi, nonché di valorizzazione del patrimonio tartufigeno, ivi comprese le attività di vigilanza e di applicazione delle sanzioni amministrative.

Il progetto di legge stabilisce che tali funzioni dovranno essere esercitate avvalendosi del Corpo forestale dello Stato e dei Consorzi di bonifica, mentre per la parte di controllo e sanzione, la Regione si avvarrà, come già oggi accade, degli agenti del Corpo forestale dello Stato, della Polizia provinciale, delle Polizie municipali, delle Guardie ecologiche volontarie, nonché delle guardie giurate designate da cooperative, consorzi, enti ed associazioni che abbiano per fine istituzionale la protezione della natura e della fauna e la salvaguardia dell’ambiente, oltre al personale dei parchi e a quello regionale.

Il progetto di legge propone anche alcune misure di semplificazione e snellimento procedurale, che portano alla delegificazione di provvedimenti quali quelli legati all’autorizzazione di tartufaie controllate o coltivate, alla certificazione delle piante tartufigene, definiti con atti di Giunta. Così come ad atto di Giunta sono rinviate le modalità relative all’inserimento di piantine tartufigene per l’incremento delle tartufaie.

La revisione dell’ambito di estensione del limite di autorizzazioni concedibili per la raccolta e la realizzazione delle tartufaie controllate si sposta da tre a cinque anni, mentre i controlli sul mantenimento dei requisiti delle tartufaie da due a cinque anni. Questa dilatazione dei tempi rende certamente più agevole e certa l’azione dei controllori, il cui numero è contenuto quanto alta è la specializzazione tecnica richiesta dal compito assegnato. Ma essa è dettata anche dalla considerazione che il tempo di avvio di produzione di nuove piantine messe a dimora si aggira proprio intorno ai cinque anni, per cui comunque controlli eccessivamente ravvicinati non trovano significato.

Viene rivisto anche il meccanismo per l’autorizzazione alla raccolta, non solo nel senso che le modalità di presentazione della domanda sono rinviate ad atto di Giunta e che, come è ovvio, anche la composizione della commissione d’esame risulti modificata con il passaggio dall’ambito provinciale a quello regionale, ma si modifica anche la durata del tesserino, che passa dagli attuali sei anni a dieci anni.

La necessità di dare immediata operatività alle commissioni di esame è il motivo che ha suggerito l’inserimento di un ultimo articolo che dichiari l’urgenza della legge, rendendola vigente immediatamente dopo la pubblicazione sul BUR. L’unificazione dei calendari provinciali in uno unico regionale, che si è resa invece necessaria a seguito del nuovo impianto istituzionale, è uno degli aspetti rilevanti con maggior preoccupazioni in udienza conoscitiva. Mi sento però, qui, di rassicurare che la previsione contenuta in legge, di possibili e motivate deroghe subregionali, potrà essere attivata con le modalità previste in tempi rapidi. Dai confronti avviati con gli uffici preposti, ritengo ci siano davvero tutte le condizioni per incontrare le esigenze e le caratteristiche diversificate dei territori. Inoltre, proprio per mitigare il possibile disagio conseguente al passaggio di competenze e disporre dei tempi necessari ad avviare i percorsi di informazione ed eventuali richieste di deroga, è stato presentato un emendamento che conferma fino al 31 dicembre, i calendari approvati dalle varie Province già prorogati con delibera di Giunta regionale del 1° agosto scorso.

Per il resto, il calendario inserisce anche il periodo di raccolta del tuber masentericum, in ossequio alla norma statale, e circoscrive ai soli centri e istituti di ricerca le deroghe per scopi scientifici. Con l’abrogazione dell’articolo 24-quinquies, si propone di eliminare la previsione di una Conferenza annuale regionale sul tartufo, sia perché la norma non ha mai trovato applicazione, sia perché le sue funzioni convergono nella Consulta per la tutela e la valorizzazione del tartufo prevista dall’articolo 30.

L’introduzione della Consulta è senz’altro uno dei passaggi che permette di semplificare il complesso meccanismo consultivo a cui la legge prima faceva riferimento, volendo garantire che le procedure di concertazione si svolgessero in tutti i territori provinciali.

La Consulta regionale, di durata quinquennale, sostituirà infatti tutte le commissioni consultive provinciali precedenti. Essa ha funzioni consultive propositive sui provvedimenti relativi alla tutela e valorizzazione del tartufo, sui problemi connessi alla regolamentazione della raccolta e su ogni altro problema derivante dall’applicazione della presente legge.

È presieduta dall’assessore e composta dai rappresentanti di associazioni maggiormente rappresentative dei tartufai, delle associazioni degli agricoltori, della cooperazione e delle associazioni ambientaliste. Inoltre, in Commissione è stato accolto un emendamento che allarga la platea dei componenti anche ai rappresentanti dei tartuficultori.

Per il resto, la proposta di legge assegna a successivo provvedimento di Giunta la definizione dei criteri di rappresentatività delle associazioni, di nomina i componenti della Consulta e delle modalità di funzionamento. Sarà dunque in quella sede che si dovranno verificare le modalità più consone a dar voce alle esigenze dei diversi territori in seno a questo organismo.

Un’esigenza, quella di rappresentare i territori, molto sentita, di cui la Giunta terrà sicuramente conto, così come sono certa che, se non vogliamo costituire una Consulta troppo numerosa e per questo difficilmente operativa, anche le associazioni saranno impegnate nell’individuare in modo coerente con gli orientamenti e le esigenze generali, i loro rappresentanti, contribuendo così ad una pluralità di rappresentanti dei territori della nostra regione.

Un ulteriore emendamento approvato in Commissione sulla proposta ha inserito nella norma una clausola valutativa, poiché il passaggio in Commissione precedentemente previsto era saltato con l’abrogazione di un articolo. Si tratta di una scelta perfettamente in linea con quanto avvenuto negli ultimi provvedimenti legislativi, che indica la volontà da parte dell’Assemblea, di mantenere nel tempo il controllo sull’azione legislativa attuata dalla stessa. Valutazioni che, credo, saranno anche utili nella discussione che sarà comunque affrontata dopo le modifiche del testo di legge nazionale 752.

In conclusione, brevemente, vi segnalo le principali modifiche introdotte all’interno del lavoro portato avanti dalla Commissione, quindi conseguenti all’approvazione di emendamenti. Tra le finalità della norma sono stati inseriti la promozione e il sostegno allo sviluppo della tartuficoltura che in precedenza non era presente. È stato ampliato l’orario di raccolta ed è stato introdotto un riferimento analogo a quanto previsto nella norma che riguarda la raccolta dei funghi. Sono stati ampliati i soggetti deputati all’attività di vigilanza. È stata introdotta una rappresentanza dei tartuficultori, come già indicato, all’interno della Consulta regionale. È stata inserita una clausola valutativa, che oggi con un emendamento integreremo ulteriormente. È stato meglio specificato, nelle disposizioni transitorie e finali, il percorso per il riconoscimento di tartufaie controllate coltivate, relativamente alle istanze già presentate al momento dell’entrata in vigore della legge oggi in discussione. È stato presentato un ulteriore emendamento affinché i calendari attualmente vigenti, prorogati con la delibera di Giunta del primo agosto, siano validi fino alla fine dell’anno, anziché fino all’entrata in vigore della norma.

Credo davvero di poter affermare che questa legge rappresenta, come dicevo all’inizio, un adeguamento normativo in primis, e comunque necessario, ma anche un concreto tentativo di rafforzare e rilanciare la vocazione tartufigena dell’Emilia-Romagna, attraverso un’azione di semplificazione, promozione e supporto a tutto il settore. Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Lori.

La parola al consigliere Rancan.

 

RANCAN, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Inizio ringraziando tutti coloro che hanno partecipato alla redazione di questo progetto di legge, la consigliera relatrice di maggioranza, perché vi è stato comunque un coinvolgimento nella redazione e nella discussione, pre Commissione e pre lavori in Aula.

Oltretutto, la discussione sui tartufi è iniziata qualche mese fa, su una piccola proposta che ho presentato come progetto di legge per l’abrogazione della tassa regionale per la raccolta di tartufo. Adesso qui spiegherò le motivazioni vere.

A Piacenza, territorio da cui io provengo, vi è una piccola problematica riguardante la tassa sul tartufo, poi specificata anche in altre sedi, come la sede della Commissione. Fondamentalmente, essendo un territorio, una provincia di confine con la regione Lombardia, e in Regione Lombardia non pagandosi la tassa regionale sulla raccolta di tartufo (la tassa sul tesserino) vi è questo piccolo divario. Dalla Lombardia, cioè, vengono a raccogliere tartufi a Piacenza, senza pagare il tesserino, mentre i piacentini che raccolgono i tartufi in “territorio piacentino”, pagano la tassa.

All’inizio era nata questa necessità di abrogare la legge e questo piccolo passaggio della legge per l’abrogazione della tassa regionale, come anche in altre province della nostra regione, di confine con regioni come Lombardia e Veneto, per esempio.

Qui è nato un altro ragionamento, perché anche in sede di udienza conoscitiva, sentendo le varie ipotesi, i vari pareri e anche le associazioni dei raccoglitori di tartufo, si capiva e si vedeva la necessità o di andare a incrementare, o di entrare più nello specifico di quello che poteva essere il problema. Problema che poteva essere risolto anche, magari, dando una parte di fondi stanziati dalla Regione, derivanti dalla tassa o meno (magari di questo parleremo dopo, anche più avanti), per far sì che si potessero finanziare sul territorio azioni volte a nuove piantumazioni, piuttosto che a fare promozione di tartufo sul territorio, piuttosto che promozione di sagre, quindi, qualsiasi cosa che fosse inerente al tartufo.

La tassa quindi è sempre stata una problematica, sollevata anche dalle associazioni territoriali. Poi vi è stato anche il problema del periodo di raccolta del tartufo. Vi sono infatti province nelle quali una specifica tipologia di tartufo può essere anche raccolta in mesi successivi a quelli indicati dalla legge che si sta parlando di modificare. Per esempio, si darà la possibilità, attraverso un ordine del giorno, di prorogare i termini, riferendosi alla legge in vigore che consente, dopo valutazioni scientifiche, dopo tutti i pareri che saranno necessari, dopo il parere che verrà richiesto, di concedere delle proroghe di raccolta del tartufo sui territori che ne chiederanno la possibilità.

Vi è poi anche la questione degli orari che è stata sollevata anche dal consigliere Fabbri, che ha presentato un emendamento in Commissione, poi formulato insieme alla maggioranza, che dà degli orari più precisi rispetto a quelli che c’erano nella legge precedentemente approvata (nella “vecchia legge”).

Colgo con piacere il fatto che sia stata inserita una clausola valutativa e sempre con piacere accolgo l’idea che si possano aumentare i controlli riguardanti la vigilanza, in collaborazione tra gli istituti di vigilanza privati e volontari e istituti “istituzionali” (scusate il gioco di parole), perché credo che possa essere formativo e performante, anche cercando di aumentare il controllo sul territorio.

Sulla questione tartufo, sarà ancora dibattutissima questa legge che noi andiamo ad approvare oggi. Ci saranno sicuramente e ci sono ancora delle necessità derivanti da associazioni territoriali, piuttosto che da tantissime altre associazioni. Colgo favorevolmente anche l’inserimento dell’emendamento che avevamo presentato dell’Associazione dei tartuficoltori, all’interno degli enti che sono specificati in questo progetto di legge, che possono concretamente dare un apporto (oltre che derivanti dall’Associazione dei tartufai).

Mi esprimo con un sentito ringraziamento per la collaborazione che c’è stata. All’inizio si era partiti con l’abrogazione totale della legge. Ho visto che siamo arrivati alla condivisione di vari ordini del giorno, quale, per esempio, quello sulla proroga, che porta la mia prima firma, ma anche quelli che portano la prima firma di altri consiglieri. Vedo la consigliera Rontini piuttosto che la consigliera Lori. Uno riguarda la vigilanza − come dicevo prima − e l’altro riguarda uno stanziamento di fondi per quello che veniva chiesto all’inizio anche attraverso la mia richiesta di progetto di legge di abrogazione della tassa. Sinceramente, posso dire che a monte, però, vi è da fare anche la valutazione con la nuova normativa nazionale ora in discussione o, comunque, in redazione in questo periodo. Tutto questo andrà, poi, anche concentrato e valutato nell’ambito di approvazione della normativa nazionale.

Questo è quello che mi sento di dire. Vedremo come andrà la discussione. Da parte nostra, vi è stata la possibilità e la volontà di collaborare su un tema che sui nostri territori è molto sentito. In questo periodo, il tartufo viene celebrato particolarmente. Quindi, con una nota di colore, andiamo ad approvare, a valutare e a far passare in aula una Commissione, nel momento in cui sui territori parla di tartufo anche chi non è della materia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Passiamo, quindi, alla discussione generale sui due progetti di legge, a cui sono stati abbinati l’oggetto 3279, la risoluzione a firma dei consiglieri Rancan, Zoffoli, Fabbri, Molinari, Calvano, Prodi, Caliandro, Poli, Lori, Rontini, Foti, Iotti, Sabattini e Tarasconi, e gli ordini del giorno anch’essi sui provvedimenti.

La discussione generale è aperta. Venti minuti per ogni consigliere.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bagnari. Ne ha facoltà.

 

BAGNARI: Grazie, presidente. Sarò molto più stringato dei tempi da lei indicati. Voglio solamente illustrare brevemente uno dei tre ordini del giorno collegati al testo di legge. Mi riferisco all’ordine del giorno che ha come oggetto la nuova Consulta regionale, che viene individuata all’articolo 29.

La sottolineatura che noi facciamo è che questo articolo va a sostituire quello precedente, che prevedeva l’esistenza di nove Commissioni provinciali, quindi una per ogni territorio provinciale, che avevano funzioni consultive delle Province, sostituendole con un’unica nuova Consulta regionale, con un’ampia composizione, che va dalle associazioni maggiormente rappresentative ai rappresentanti degli Enti, dei Comuni, degli Enti parco, eccetera, anche con la possibilità di avvalersi di competenze tecniche di settore.

Sempre lo stesso articolo affida, poi, a un successivo atto di Giunta l’individuazione dei criteri per definire la rappresentatività delle associazioni. Ciò che chiediamo alla Giunta, a fronte di questo passaggio, è di definire criteri di rappresentatività che tengano conto dei diversi territori regionali all’interno della nuova Consulta, in modo tale da dare voce alle esigenze dei diversi territori. Lo diciamo perché sappiamo benissimo che ogni territorio provinciale, soprattutto in questa materia, è toccato dalle differenze dal punto di vista territoriale, ambientale e climatico.

Proprio perché siamo fermamente convinti che si tratta di una materia non secondaria per i territori della regione, in particolare, e poi per quelli montani, e perché sappiamo e siamo convinti, tra l’altro, e lo evidenziamo anche in un altro ordine del giorno, che la materia del tartufo, se adeguatamente controllata e regolamentata, rappresenta un ambito che può diventare veicolo di promozione e di valorizzazione dei territori, oltre che, in alcune zone, anche di importante integrazione del reddito, riteniamo che, nel momento in cui si va a definire la composizione della nuova Consulta, sia bene mantenere il contatto e le competenze “accumulate” all’interno dei diversi territori, facendo in modo di integrare una rappresentanza delle associazioni con una giusta rappresentanza dei territori, sapendo che le associazioni rappresentano un importante snodo di interlocuzione per la Regione. Pensiamo sia importante che questa esigenza territoriale sia conciliata con l’esigenza di rappresentanza delle associazioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bagnari.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Presidente, anch’io mi associo, come il relatore Rancan, ai ringraziamenti nei confronti della relatrice che, nel corso del dibattito in Commissione, ha sicuramente analizzato tutti gli emendamenti presentati, alcuni dei quali − anche a mia firma − sono stati accolti.

Mi permetto soltanto di fare due osservazioni. La prima è che questo nostro lavoro spero non sia vanificato, poi, dalla legge nazionale di imminente adozione. Se dovesse cambiare molto, ci troveremmo, di qui a breve, a dover ripetere un iter legislativo che abbiamo dovuto anticipare anche in relazione alle esigenze che venivano dal territorio e al passaggio delle competenze dalle Province alla Regione.

Sotto questo profilo, mi permetto solo di rilevare un episodio all’assessore Caselli. In molti territori, era ormai diffusa la festa del tartufo e le Amministrazioni provinciali erano solite, oltre al patrocinio, che lei sa meglio di me essere gratuito, dare poche migliaia di lire per consentire l’effettuazione migliore delle feste medesime. Per la terza domenica di ottobre, era stato richiesto alla Regione, da parte del Comune di Pecorara, un contributo – udite, udite − di 2.000 euro. Da parte dei competenti uffici regionali è stato risposto che non si poteva accedere ad alcun contributo in materia. Mi permetto di dire che nel momento in cui queste attività non sono altro che un’attività promozionale... Oltretutto, qualche volta, prima della campagna elettorale, ho visto anche esponenti del PD partecipare a questa iniziativa. Chi è andato si è reso conto che si tratta di un’iniziativa anche di livello, dal momento che intervengono professori dell’Università Cattolica e che si svolgono convegni di tipo scientifico. Non mi sembrava, francamente, una richiesta fuori dal mondo o solo ed esclusivamente finalizzata ad aiutare questa o quella organizzazione.

Mi permetto di rappresentarlo all’assessore Caselli perché, effettivamente, le manifestazioni organizzate su questo prodotto sono poche. Qualcuno nel corso dell’audizione – lei era presente, assessore – ha definito il tartufo dell’Emilia-Romagna migliore persino del tartufo d’Alba. Io non sono così sottile nel gusto, quindi non riesco a dire se l’affermazione è stata fatta con perfetta competenza o meno, ma chi sosteneva questa tesi mi sembrava fermamente convinto di ciò che diceva.

Se lei potesse verificare presso i competenti uffici la situazione, penso che si potrebbe, veramente con poco o niente, dare soddisfazione anche a questi territori che organizzano queste iniziative che − faccio presente − sono prevalentemente dei Comuni montani, molti dei quali sono dimenticati, se non in queste occasioni. Il presidente Bonaccini domenica era in un Comune che ha una popolazione di circa 60 abitanti, quindi si rende conto del significato, per certi territori, di una occasione di festa.

 

BONACCINI: 74.

 

FOTI: 74, sì.

 

(interruzione del presidente Bonaccini)

 

Come?

 

BONACCINI: Conosco la geografia e anche la storia.

 

FOTI: La storia, guardi, dovrebbe...

 

BONACCINI: Siccome stamattina ha detto una serie di imprecisioni...

 

FOTI: Io la lascio interrompere finché vuole. Sulla storia dovrebbe rispondere a Repubblica, dove non ha risposto. Dove non ha risposto. Dove non ha risposto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Presidente Bonaccini...

 

FOTI: Io ho riferito soltanto quello che ho letto.

 

(interruzione del presidente Bonaccini)

 

Come? Prego.

 

(interruzione del presidente Bonaccini)

 

No, io non ho problemi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa, non è un dibattito. Dopodiché...

 

BONACCINI: Ha sbagliato i numeri degli abitanti della sua provincia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Presidente Bonaccini, lei ha il diritto...

 

FOTI: Lei...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, scusi un attimo. La invito a continuare il suo intervento e invito il presidente Bonaccini a non interrompere. Chiederà la parola dopo e risponderà per quello che vuole e come vuole.

 

FOTI: Io parlavo di materia di stamattina. Se il presidente fosse stato presente stamattina, avrebbe potuto chiedere di intervenire per fatto personale. Non sa neanche che è in altra seduta. Lo imparerà prossimamente.

Dicevo semplicemente che, essendo paesi di pochi abitanti, queste iniziative servono. Contrariamente a quello che dicono coloro i quali non sanno e non conoscono le cose, più che la veloce comunicazione via internet per il 2020, servono iniziative, in questo momento, che supportino il reddito minimo di queste zone. Dato che il tartufo − non parlo tanto di quello della Val Trebbia, ma sicuramente di quello della Val Tidone e della Val Nure – è un tartufo che ha un pregio particolare, torno a ripetere, per 2.000 euro io non mi sarei fatto ridere dietro.

Visto che mi si deve rispondere, mi si risponda anche a un’altra domanda: se è arrivata qualche fine indagine a qualcuno che siede su certi banchi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, chiederei alla consigliera Barbara Lori se vuole replicare. Prego.

 

LORI: Grazie, presidente. Sarò molto breve. Non è una replica a tutti gli effetti quella che voglio fare, ma una precisazione che, in parte, è stata anche indicata nell’intervento che ho fatto in apertura. È evidente che siamo in una fase di cambiamento, di riorganizzazione, di passaggio.

Al di là del fatto specifico a cui faceva riferimento il collega Foti, che non conosco, credo ci sia assolutamente la necessità e che sia emersa anche la piena volontà di lavorare affinché situazioni in grado di andare proprio nella direzione della valorizzazione della produzione del tartufo (sia raccolto, perché è una produzione spontanea, sia derivato dalla tartuficoltura) possano davvero contribuire, specie quando possono rappresentare anche fonti di reddito, che spesso sono modeste, ma che ci sono e vanno assolutamente salvaguardate.

Questo ruolo potrà essere ben svolto dalla Consulta, che − come si diceva − auspichiamo possa davvero trovare una soluzione nell’individuazione dei suoi componenti tale da poter portare la voce dei territori. Abbiamo visto, in queste settimane e in questi mesi, quante siano le specificità dei territori, specificità che, da un lato, possono rappresentare delle complessità da un punto di vista della gestione, anche organizzativa, ma che rappresentano ricchezze. Io su questo sono molto d’accordo. La Consulta potrà essere anche il luogo in cui si potrà aprire una riflessione, anche rispetto alle feste e alle modalità più adeguate per lavorare nel senso della valorizzazione.

È evidente che siamo in una fase transitoria e di passaggio, con il superamento delle Province. Sappiamo benissimo quello che sta accadendo, e lo vediamo anche in tanti altri ambiti, ma mi pare che l’impegno ci sia tutto. È un impegno che, peraltro, abbiamo sottolineato anche con un ordine del giorno specifico, in cui chiediamo che possano essere destinate alcune risorse (vedremo quante) per dare un segnale a chi opera in questo settore rispetto all’assoluta consapevolezza che il patrimonio tartuficolo nel suo complesso rappresenta una risorsa, così come la rappresentano alcune manifestazioni che ben conosciamo e che vogliamo valorizzare.

È stato richiesto un impegno. Vedremo in che modo questo impegno potrà essere, di fatto, concretizzato, ma siamo certi che i luoghi di concertazione e di confronto e gli attori in campo sono tutti consapevoli e impegnati nel trovare soluzioni per non far venir meno il sostegno a chi opera sui territori.

Ho colto l’occasione per sottolineare anche i contenuti di uno degli ordini del giorno che abbiamo condiviso anche con i colleghi di altri Gruppi. Nel segno dell’agevolazione di chi sta sui territori, ci sono − come dicevo − anche gli emendamenti. In particolare, mi riferisco all’emendamento 2, che proroga la validità dei calendari fino a fine anno, mentre l’emendamento 1 − tengo a sottolinearlo, perché è un altro tema emerso proprio dal contributo del collega Foti – arricchisce, con una serie di elementi rispetto ai quali chiediamo una sorta di rendicontazione, la clausola valutativa, così come è stata inserita oggi. A mio parere, questo potrà aiutarci anche a fare un ulteriore approfondimento, che dovremo inevitabilmente portare all’attenzione dell’Aula quando sarà conclusa la modifica del 752. Da qui − credo sia molto chiaro − si dovrà passare. Non c’era la possibilità di attendere. C’era la necessità di fare questo primo passaggio. Lo abbiamo fatto davvero con il massimo impegno e con la massima concretezza rispetto alle esigenze che ci sono state rappresentate.

Dovremo, probabilmente, tornare fra non molto a parlare di tartufo, ma lo faremo con una serie di elementi di approfondimento che potranno essere davvero utili anche per il futuro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie consigliera Lori.

Il consigliere Rancan, non replica.

La parola all’assessore Caselli.

Un attimo. Vedo iscritti alcuni consiglieri in discussione generale. La discussione generale è già finita. Possono intervenire, dopo la Giunta, in discussione generale sugli articoli. Vi chiedo di togliere la prenotazione. La rifate subito dopo. Grazie.

Prego, assessore Caselli.

 

CASELLI, assessore: Dato che non sono in una forma smagliante, come potete constatare, intervengo solo per ringraziare l’Assemblea e i componenti della Commissione III, in particolare, per il lavoro proficuo che è stato svolto in questi mesi.

Devo dire che si approda ad un testo che, come è stato correttamente rappresentato, introduce qualche innovazione e semplificazione: il passaggio da 6 a 10 anni della durata del tesserino; il fatto di individuare, a questo punto, con un atto di Giunta le tartufaie controllate e stabilire rapidamente le Commissioni d’esame, che è una cosa molto attesa sui territori. So che in questi giorni si stanno già svolgendo delle Assemblee delle associazioni che stanno anticipando i contenuti di questa norma. Arrivare a una soluzione condivisa è motivo di soddisfazione e denota che si è fatto un lavoro di attenzione e di ascolto.

È vero che, purtroppo, siamo stati costretti a operare nelle more di una discussione della legge nazionale, che sta avvenendo proprio in contemporanea. Ad un certo punto, non potevamo più attendere proprio perché c’erano queste scadenze rese obbligatorie dal fatto di poter procedere, dopo la legge 13, con sistemi ordinati di atti amministrativi. Da questo punto di vista, spero anch’io che non sia necessario ritornare in tempi brevi sul testo. Vediamo come si svolge l’iter parlamentare.

Per quanto riguarda, invece, le osservazioni, devo precisare che nel corso di un’udienza conoscitiva è stata fatta un’osservazione molto interessante e molto importante, secondo me, sulla questione dei controlli, che peraltro vedo ripresa in uno degli ordini del giorno, che darà luogo − penso − a un lavoro congiunto anche con la sanità e le polizie provinciali, con le quali abbiamo, come sapete, raggiunto un accordo convenzionale con risorse aggiuntive, il che ci consente di agire con meno incertezza anche sui vari territori dopo il passaggio delle competenze alla Regione dalle Province.

Da ultimo, e chiudo, intervengo rispetto all’osservazione del consigliere Foti. Io le garantisco che questa è una preoccupazione anche mia.

Avendo questa vertenza, abbiamo censito trenta sagre o comunque iniziative di questo genere sul territorio regionale. Sappiamo che la grande biodiversità regionale è una bellezza, però, comporta che effettivamente proliferano molte attività.

Da questo punto di vista, siccome nessuno vuole prendere atteggiamenti punitivi, anche se poi noi come Regione abbiamo vincoli maggiori rispetto alle Province anche nell’attribuzione dei denari che non sto a ricordare ai consigliere regionali che lo sanno benissimo, direi che la cosa migliore da fare, anche nello spirito della norma, è portare all’attenzione della Consulta questo argomento nell’immediatezza, perché così è chiaro a tutti quante ce ne sono. Altrimenti, se ognuno porta la sua in ordine sparso, diventa anche difficile gestire la questione, così come probabilmente bisogna anche cercare di tarare che tipo di promozione vogliamo su questo specifico prodotto, che è un prodotto per certi versi di altissima gamma, ma sappiamo comunque che su questi prodotti un pezzo della reputazione si costruisce anche proprio nella relazione con il territorio e con le caratteristiche specifiche addirittura di quel terreno, di quei boschi, eccetera.

Ci sono entrambi gli elementi: come arrivare a un’efficacia promozionale di un certo livello e come, allo stesso tempo, propagandare la natura particolare e locale di quel particolare tipo di tartufo. Questo è un po’ lo spirito con cui bisognerà lavorare.

Rispetto al resto, rinnovo i ringraziamenti per il lavoro svolto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Caselli.

Passiamo all’esame dell’articolato.

Su questo progetto di legge insistono quattro emendamenti: uno a firma dei consiglieri Lori, Foti e Rancan; uno a firma dei consiglieri Lori, Foti, Rancan e Calvano; due a firma del consigliere Bignami.

Passiamo, quindi, all’art. 1 su cui insiste l’emendamento 3, a firma del consigliere Bignami.

Ha chiesto la parola il consigliere Bignami. Prego.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Approfitto per provare a offrire una spiegazione rispetto a entrambi gli emendamenti che abbiamo presentato, che insistono anche sull’articolo 1 testé considerato. Il primo è evidentemente finalizzato a pervenire a un riconoscimento della tartuficoltura come un’attività agricola in tutto e per tutto, tra l’altro introducendo, e in questo mi sento di poter ritenere superabili le obiezioni che, anche in sede di Commissione, sono state svolte in ordine a questo tipo di proposta, una medesima disciplina della materia di quella a cui è approdata la Regione Marche, vale a dire una Regione assolutamente contermine alla nostra che, con una legge apposita, la numero 5 del 2013, ha qualificato questo tipo di attività come attività agricola.

Da qui ne discende una valutazione in ordine a un’opportunità che in parte è stata ripresa anche nel merito dal collega Foti, in ordine all’opportunità che questo tipo di attività consentirebbe di realizzare consentendo anche, e non solo, alle giovani generazioni che si stanno dedicando al recupero della nostra pianura, della nostra collina e della nostra montagna di integrare il reddito con un impiego del fondo che non richiederebbe l’adozione di strumenti meno rispettosi dell’ambiente quali pesticidi, anticrittogamici o prodotti simili.

Crediamo che tutto sommato siano emendamenti che introdurrebbero un’opportunità in più, senza toccare qualsiasi altra – non è detto che ci sia – ipotetica corporazione che giri intorno alla materia, aprendo una capacità di integrazione del reddito che, tutto sommato, penso in questa fase di particolare difficoltà potrebbe essere accolta con plauso da chi si trova a operare in questo settore.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: In realtà intervengo per illustrare, collegandomi anche all’intervento che faceva l’assessore Caselli, il primo degli ordini del giorno depositato, abbinato al progetto di legge, ovvero il 2833/1.

Colgo l’occasione anch’io per rivolgere un ringraziamento a tutte le forze politiche per la collaborazione durante i lavori della Commissione, che hanno portato anche a un miglioramento del testo. La relatrice ha accolto alcune delle proposte emendative presentate dalla minoranza; ha sviluppato un dialogo proficuo anche con il relatore di minoranza; ringraziamento che si allarga naturalmente all’assessore e alla struttura.

Diceva l’assessore che durante l’udienza conoscitiva e poi anche nel dialogo che abbiamo avuto con le diverse associazioni nell’iter della legge è stata evidenziata, denunciata la preoccupazione legata alla corretta gestione di questa attività, di comportamenti irrispettosi che causano depauperamento dell’ambiente e che rischiano che vengano immessi sul mercato prodotti insalubri che, tra l’altro, arrecano un danno economico invece a quei cercatori che rispettano sempre le regole.

È per quello che abbiamo depositato, firmato anche da altre forze politiche, un ordine del giorno che impegna la Giunta ad attuare tutte le possibili sinergie con i territori per rafforzare la vigilanza diurna e notturna nelle zone di raccolta, favorendo il coordinamento tra i diversi corpi istituzionali. Parliamo, quindi, di Polizia locale, Polizia provinciale ed ex Corpo Forestale dello Stato, in quella nuova configurazione di cui si diceva, a tutte le altre differenti figure preposte all’attività di vigilanza – penso, ad esempio, alle GEV – rafforzando la loro possibilità di avvalersi dell’associazionismo di settore e di altri soggetti esperti quali fonti di segnalazione, rendendo così più agevole l’individuazione di illeciti e certa la somministrazione delle sanzioni previste. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Rontini.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Lori. Ne ha facoltà.

 

LORI: Intervengo solo per esprimere una considerazione rispetto all’emendamento proposto dal collega Bignami. Mi spiace doverlo dire, ma abbiamo già fatto alcune considerazioni durante i lavori della Commissione, in quanto un analogo emendamento era stato proposto e non accolto.

Tengo a precisare che il non accoglimento non riguarda la non condivisione rispetto alle considerazioni che il collega Bignami ha appena fatto, ma riteniamo che la tartuficoltura, intesa, sviluppata e valorizzata come attività agricola di eccellenza, possa davvero, in futuro, rappresentare per alcuni territori un’opportunità.

Tuttavia, dal confronto che è emerso e anche grazie al contributo dei tecnici riteniamo che questo dibattito potrà essere utilmente sviluppato nella fase successiva, quando avremo un quadro normativo più certo rispetto al contesto nazionale. Si è ritenuto di lasciare l’impianto della normativa attualmente in vigore, rispetto a questo tema in particolare, immodificato. Tuttavia, sicuramente ci sarà occasione di approfondire anche questo aspetto in futuro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Lori.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazione di voto sull’art. 1 e sull’emendamento 3.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 2. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 2 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 3. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 4.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 5. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 5 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 6. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 6 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 7. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 7 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 8. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 8 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 9. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 9 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 10. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 10 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 11. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 11 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 12. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 12 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 13. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 13.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 13 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 14. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 14.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 14 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 15. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 15.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 15 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 16. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 16.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 16 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 17. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 17.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 17 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 18. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 18.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 18 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 19. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 19.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 19 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 20. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 20.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 20 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 21. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 21.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 21 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 22. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 22.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 22 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 23. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 23.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 23 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 24.

Sull’art. 24 insiste l’emendamento 4, a firma del consigliere Bignami.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 4 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 24.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 24 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 25. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 25.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 25 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 26. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 26.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 26 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 27. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 27.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 27 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 28. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 28.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 28 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 29. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 29.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 29 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 30. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 30.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 30 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 31.

Sull’art. 31 insiste l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Lori, Foti, Rancan.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Lori, Foti e Rancan.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 31.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 31 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 32. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 32.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 32 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 33.

Sull’art. 33 insiste l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Lori, Foti, Rancan e Calvano.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Lori, Foti, Rancan e Calvano.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 33.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 33 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 34. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 34.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 34 è approvato.

Passiamo alle dichiarazioni di voto sul provvedimento finale, sugli ordini del giorno e sulla risoluzione. Cinque minuti per Gruppo.

Consigliere Sassi, prego.

 

SASSI: Vado subito sul concreto. Per quanto riguarda la risoluzione che vede il collega Rancan come primo firmatario noi voteremo contrari, semplicemente perché è già stato presentato qualcosa di simile in Commissione e la cosa non ci trova d’accordo. Si va verso una sorta di deroga rispetto alla legge, quindi voteremo contrari.

Per quanto riguarda gli ordini del giorno, l’ordine del giorno 2833/1 ci trova favorevoli, perché allarga la platea del personale che potrà vigilare e controllare correttamente i territori. Noto, con una certa sorpresa, che almeno su questo tema le Guardie ecologiche volontarie, come anche altre realtà, sono state adottate per svolgere questo tipo di controlli, mentre il loro impiego è stato rifiutato nel caso del controllo del territorio sul piano, come noi invece avevamo proposto. Comunque, va bene. A noi piace questo tipo di coinvolgimento.

Inoltre, con riferimento all’ordine del giorno 2833/2, siamo anche in questo caso favorevoli, perché ovviamente riteniamo necessario e importante la valorizzazione di queste eccellenze e il reperimento delle risorse conseguenti, in quanto rientra fra le eccellenze del nostro territorio, a cui questa legge vuole cercare di dare valore.

Infine, per quanto riguarda l’ordine del giorno 2833/3, si tratta di ampliare la platea dei partecipanti alla Consulta, scelta che riteniamo indubbiamente propositiva, in quanto siamo convinti che più si allarga la partecipazione e meglio è. Quindi, anche in questo caso siamo assolutamente favorevoli.

Non riusciamo, invece, a votare in maniera favorevole il progetto di legge, su cui ci asterremo, perché ancora tutto il quadro non ci è completamente noto. È ovvio e palese che una delle caratteristiche principali di questo progetto di legge è quella di un passaggio di consegne doveroso tra le Province e la Regione, e per questo motivo certo non voteremo contro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Siamo giunti alla conclusione dell’esame di questo progetto di legge, che è durato anche diversi mesi, il che mette anche in luce l’importanza del lavoro che è stato svolto al riguardo.

Per quanto riguarda gli ordini del giorno, il nostro sarà un voto favorevole a tutti gli ordini del giorno, anche perché per quanto riguarda la rappresentatività all’interno della Consulta, per quanto riguarda la vigilanza e per quanto riguarda il sostegno economico, che era quello che auspicavamo fin dall’inizio, ovvero un adeguato stanziamento di risorse da destinare al territorio, siamo sicuramente favorevoli.

Mi spiace soltanto dover apprendere che il Movimento 5 Stelle non intenda votare la possibilità di riconoscere delle proroghe al calendario di raccolta del tartufo, in quanto questa richiesta viene direttamente dai territori. È stato detto in occasione dell’audizione conoscitiva, è stato ribadito dai territori stessi quando sono state ascoltate le varie associazioni, sono chiaramente emerse necessità concrete da parte del territorio, ed è per queste ragioni che è stata avanzata questa richiesta. Quindi, dispiace perché, essendo un’istanza proveniente dai territori, ci aspettavamo che il Movimento 5 Stelle ci seguisse, e invece almeno su questo punto non è sul pezzo.

Infine, per quanto riguarda il progetto di legge nel suo complesso, è stato compiuto un lavoro tutti insieme, un lavoro che, però, è ancora in attesa della normativa nazionale, un lavoro che sta cercando di intraprendere una certa direzione e che, però, dovrà essere considerato poi a livello generale quando verrà ratificata la normativa nazionale. Questa, dunque, è la ragione per cui il nostro sarà un voto di astensione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Consigliera Lori, prego.

 

LORI: Grazie, presidente. Accolgo con piacere le considerazioni espresse dal consigliere Sassi in merito agli ordini del giorno. Tengo a ribadire che è stato compiuto un grande lavoro di ascolto di realtà e di soggetti molto diversificati tra loro. Credo anche – e mi dispiace che la Lega abbia scelto la strada dell’astensione – che il lavoro che è stato svolto, insieme agli elementi che potremo acquisire da quella che sarà la rendicontazione prevista dalla clausola valutativa, che peraltro abbiamo molto dettagliato – speriamo di non averlo fatto troppo –, metterà a nostra disposizione elementi utili a svolgere un approfondimento che va nella direzione auspicata dal collega Rancan.

È evidente che noi non siamo nelle condizioni di accelerare o di entrare nel merito di un dibattito che si sta svolgendo in altri luoghi e che non compete, in questa fase, a questa Assemblea. Tuttavia, esprimo la mia soddisfazione, perché credo che, pur nelle differenti posizioni, che sono comunque posizioni comprensibili e che non hanno fatto venir meno un atteggiamento di collaborazione, abbiamo reso un servizio utile ai nostri interlocutori che stanno sui territori, procedendo in modo molto meticoloso, forse anche troppo, tanto da sfinire in alcune fasi qualche referente tecnico, e con un elevato livello di dettaglio. Insomma, credo che il lavoro che abbiamo compiuto abbia dato soddisfazione a tanti e creato anche i presupposti per il lavoro futuro.

Ringrazio ancora tutti ed esprimo la mia massima soddisfazione per quanto è stato fatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Lori.

Se non ci sono più iscritti, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3279, a firma dei consiglieri Rancan, Zoffoli, Fabbri, Molinari, Calvano, Prodi, Caliandro, Poli, Lori, Rontini, Foti, Iotti, Sabattini e Tarasconi.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 3279 è approvata.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2833/1 (oggetto 3288), a firma della consigliera Rontini e altri.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 2833/1 (oggetto 3288) è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2833/2 (oggetto 3289), a firma della consigliera Lori e altri.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 2833/2 (oggetto 3289) è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2833/3 (oggetto 3290), a firma del consigliere Bagnari e altri.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 2833/3 (oggetto 3290) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 2833, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

41

Assenti

9

Votanti

40

Favorevoli

27

Contrari

--

Astenuti

13

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche alla legge regionale 2 settembre 1991, n. 24 “Disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale”, in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”».

 

OGGETTO 280

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Riforma e riqualificazione dei Consultori familiari” A firma del Consigliere: Bignami

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 280/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” – Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

 

OGGETTO 3284

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nella programmazione sanitaria al fine di sostenere l’azione della rete dei consultori, ad avviare azioni per una maggiore prevenzione delle gravidanze indesiderate, nonché ad affrontare il tema dell’obiezione di coscienza alla legge 194/78 in maniera utile a ridurne al minimo l’impatto sull’applicazione delle leggi vigenti. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi, Bertani

(Presentazione, discussione e ritiro)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla discussione dell’oggetto 280: Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante: “Riforma e riqualificazione dei Consultori familiari”, a firma del consigliere Bignami.

La richiesta del consigliere relatore, Galeazzo Bignami (allegata), è avvenuta ai sensi dell’articolo 32, comma 3, del Regolamento dell’Assemblea legislativa.

Trascorsi centottanta giorni dalla nomina del relatore senza che la Commissione assembleare competente abbia esaurito l’esame in sede referente di un progetto di legge, questo può essere portato all’esame dell’Assemblea nel testo pubblicato sul Supplemento del Bollettino ufficiale, su richiesta del relatore o di tanti commissari che rappresentino almeno un quinto dei voti assegnati. Il relatore può svolgere una propria relazione in Assemblea.

Il progetto di legge è composto da 30 articoli.

Sul progetto di legge insiste un ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, a firma del consigliere Caliandro. Insiste, inoltre, l’oggetto 3284: Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nella programmazione sanitaria al fine di sostenere l’azione della rete dei consultori, ad avviare azioni per una maggiore prevenzione delle gravidanze indesiderate, nonché ad affrontare il tema dell’obiezione di coscienza alla legge 194/78 in maniera utile a ridurne al minimo l’impatto sull’applicazione delle leggi vigenti, a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi e Bertani.

Procedimento di discussione: il relatore della Commissione, consigliere Galeazzo Bignami, ha venti minuti; per discussione generale venti minuti; eventuale replica del relatore e via elencando, secondo l’iter previsto.

Passiamo, quindi, alla relazione del consigliere Galeazzo Bignami. Prego, consigliere.

 

BIGNAMI, relatore: Grazie, presidente. Preliminarmente, onde disinnescare eventuali valutazioni in ordine al non passaggio all’esame dell’articolato, intendo rappresentare come questo progetto di legge abbia un iter un po’ diverso da quelli che consuetamente approdano in Aula, giacché non vi è stato un esame in Commissione.

Riconosco al Gruppo PD di aver offerto l’opportunità di discuterne in Aula, cosa che evidentemente avrebbe rappresentato maggior approfondimento, ma credo che ciò che importa, almeno al relatore, è sottoporre all’attenzione dell’Assemblea un tema che credo essere piuttosto delicato. Da questo punto di vista, credo che anche da parte dei consiglieri presenti in Commissione si dovrebbe spendere una riflessione sulle ragioni per le quali non si è ritenuto di affrontare in Commissione questo progetto di legge, che non è nuovo, perché nella scorsa legislatura l’allora presidente della Commissione medesima, Donini, evitò di affrontarlo aprendo la discussione proprio con l’intenzione di precluderne l’esame, in quanto esso impatta evidentemente su temi che mi rendo assolutamente conto non sono per nulla comodi.

Fatta questa pregiudiziale di rito, credo sia importante entrare nel merito di questo provvedimento.

Voi tutti avete ricevuto, in data 9 settembre scorso, la relazione che l’assessore Venturi ha inviato ai componenti dell’Assemblea legislativa in ordine alla relazione annuale riferita al 2015 di quelle che vengono chiamate con un acronimo alquanto immediato le IVG (interruzioni volontarie di gravidanza), ovvero ciò che noi conosciamo, con una formula più sbrigativa, come aborti spontanei.

Nel momento in cui si discute del tema del calo demografico, credo sia significativo andare ad affrontare questa delicata tematica, che chiaramente non rappresenta un tema semplice e che non è efficacemente possibile mantenere fuori da un dibattito ideologico che, anche non volendo, rischia di intervenire rispetto a questa tematica. Ciò a cui ci si può ispirare, nel momento stesso nel quale si intende affrontare questa materia, è affidarsi a dei valori, che per quanto mi riguarda sono valore di ispirazione cattolica, che cercano di estrarre il contesto dell’agire politico dalla contingenza attuale. Ed è a quei valori, e non ad altre ideologie, che evidentemente sono cose ben diverse, rappresentandosi in un rapporto neppure gerarchico, ma di differenze tra loro, che cerco di affidarmi nell’affrontare questa tematica, non quindi scontando i temi ideologici, che naturalmente si possono introdurre liberamente.

Allora, partendo da questo approdo – non so se ne sono all’altezza – di carattere valoriale, ritengo che siano due i punti da cui muovere. Il primo, che per me è centrale, attiene alla sacralità della vita. Badate, non lo dico come enunciato fine a se stesso, ma lo dico purtroppo rappresentando in termini di numeri ciò che la nostra regione ha dovuto affrontare negli ultimi venti anni, e sono esattamente i venti anni che la relazione dell’Assessorato ha preso in considerazione per darci alcune cifre, che nella loro – permettetemi di usare questa terminologia – macabra contabilità ci danno la dimensione di un fenomeno enorme.

Dal 1993 ad oggi, nella nostra regione si sono praticati circa 200.000 aborti, vale a dire l’estensione abitativa di una città come Modena o altre nostre realtà territoriali. Bambini mai nati, e non voglio, con questo, entrare in una mozione degli effetti, perché credo che sarebbe davvero riduttivo. È certo che in questo numero abbiamo anche, ahimè, il doveroso e credo rispettoso contegno di verificare che cosa possa aver portato una madre a praticare questa scelta drammatica. Non mi sento di discostarmi troppo da quei valori cattolici di cui dicevo prima, se considero anche la possibilità che, laddove non vi sia stata alcuna possibilità di sopravvivenza per il figlio, una scelta ponderata, drammatica, valutata caso per caso, non in termini generici, si sia ritenuto di approdare a quella pratica che però non ritengo più volontaria, perché a fianco di questo vi è invece tutto ciò che attiene a una lesione dei temi della sacralità della vita.

Francamente, anche se a volte non riesco a comprendere parole del Santo Padre, e in questo chiaramente rileva la mia piccineria, credo che Benedetto XVI prima, ma anche Francesco, il nostro Pontefice, abbiano detto cose molto importanti. Diventa difficile parlare di valori non negoziabili. I valori, come viene efficacemente detto, sono un po’ come le dita di una mano, sono quelli, non possono essere negoziati. Ecco, allora, che a fianco della sacralità della vita, ve n’è un altro, di valore, quello di famiglia, che non ritengo in alcuna maniera che possa essere aggredibile.

Questo progetto di legge, benché abbia qualche anno, cerca di mantenere intatta anche quella prospettiva di concetto di famiglia che certo, anche recenti provvedimenti di legge a livello parlamentare hanno posto molto in profondità in discussione, ma non voglio aprire quel tipo di confronto, perché ci porterebbe lontano e probabilmente avrebbe anche la possibilità di essere contaminato sul piano ideologico da altri tipi di intervento. Mantengo, per quanto possibile, il fulcro del ragionamento su quello che faticosamente, lo riconosco perché mi rendo conto che è un tema delicato, cerco di affrontare qui.

È più semplice, forse, affidare appunto ai numeri alcune considerazioni. A fianco dei 200.000 aborti praticati, abbiamo un altro dato, che credo essere importante: circa il 33 per cento degli aborti sono stati eseguiti a fronte di pratiche abortive precedenti, che in qualche maniera – è chiaro che parliamo sempre di aborti volontari – rischiano di lasciare intendere in filigrana che si tratti di un metodo contraccettivo. Questo rende ancor più inammissibile questo tipo di routine, perché dobbiamo dire le cose come stanno.

Per una Regione che affronta 200.000 aborti, si tratta di un intervento ormai considerato di routine. Riconosco alla relazione, diversamente da altre che l’hanno preceduta negli anni scorsi, di non aver ceduto a una prospettiva ideologica. Mi ricordo che questo progetto di legge nasce dopo aver letto che si trattava quasi di customer satisfaction, in ordine alla capacità di riscontrare in tempi brevi la richiesta di aborto (in questa relazione questo non c’è). In questa relazione, quello che si dice è che oggi un aborto può essere praticato con una riduzione significativa dei tempi di attesa, tanto da portare oltre un quarto degli aborti stessi, ad essere eseguiti entro un tempo che viene ritenuto soddisfacente, ma secondo me invece è sintomo della drammaticità del tema, di quattordici giorni dalla richiesta.

Io non voglio richiamare, sarebbe semplice, anche perché ne è trascorso da poco il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, sede in cui – 8 dicembre 1965, se non ricordo male – Paolo VI, Papa che non credo possa essere accusato di oscurantismo, nella Quarta costituzione apostolica conciliare, Gaudium et Spes, parlò espressamente dell’aborto come di una pratica abominevole. Tema ripreso anche da San Giovanni Paolo II, a metà degli anni Novanta, ma anche in questo caso non vorrei sbagliare. Nel suo scritto, Evangelium Vitae, ha ribadito la posizione della Chiesa cattolica. Vi parla uno che ha attinto a piene mani nella sua formazione, anche ad una cultura machiavelliana, perché è ben chiaro ed evidente che chi fa politica purtroppo non sempre può aderire in pieno a quei precetti che la morale cattolica impartisce.

Io credo che su questo tema sia importante affrontare una riflessione, al fine di pervenire a una revisione profonda di un meccanismo che colloca oggi la regione Emilia-Romagna tra le regioni dove maggiormente è praticata l’attività abortiva.

In questo senso, il lungo articolato, che non verrà esaminato dall’Aula, ma come ho detto prima, questo non costituisce per me ragione di polemica strumentale o facile, cerca di rifissare quei due princìpi valoriali, anzi, quei due valori, e da qui trarre dei princìpi applicativi che credo essere importanti, che giocano su una polarità costituita da un lato dall’affermazione della vita come sacra, e in ciò stesso intoccabile nel momento stesso del concepimento, senza un bilanciamento tra vita della madre e vita del nascituro, perché sempre di vite si tratta; dall’altro lato, c’è il concetto di famiglia tradizionalmente intesa.

Mi assumo tutta la responsabilità dell’introdurre in quest’Aula temi che a qualcuno possono apparire un po’ vetusti e forse anche eccessivamente conservatori, come quello della sacralità della vita e del concetto di famiglia, come la nostra Costituzione le ha da sempre intese.

Certo, sono temi non semplici, mi rendo perfettamente conto di espormi anche a una sensibilità spiccatamente femminile di rivedere l’intervento e anche l’articolato. Ma credo che a volte dobbiamo avere la coscienza di porre nella discussione temi scomodi. Lo faccio nella prospettiva laica, perché la mia adesione alla politica non è né confessionale né evidentemente improntata strettamente alla matrice di religione cattolica, ma laica, non atea, perché come ci ha insegnato il cardinal Biffi, le due cose si distinguono.

Sarebbe lungo entrare nell’articolato che come è stato efficacemente sintetizzato dalla Presidenza, è costituito da decine di articoli. In questo senso, quindi, non ritengo neanche troppo utile, visto che è già stato preannunciato il non passaggio dell’esame dell’articolato al voto, soffermarmi su questo tipo di discussione.

Credo che sarebbe però importante, e conoscendo la sensibilità di alcuni esponenti della maggioranza e anche della Giunta su questo tema, far sì che questi minuti spesi nell’illustrazione di questo progetto di legge possano comunque costituire un elemento di riflessione, utile ad avviare un confronto finalizzato alla revisione di quello che attualmente è il tessuto legislativo regionale in materia di consultori, perché è quella la sede in cui maggiormente viene certificata la scelta, è quello il momento, come efficacemente descritto dalla relazione che ho testé citato, in cui si approda o meno a una decisione che è un bivio, un bivio di vita, un bivio tra una vita che viene interrotta, un bivio tra una vita che invece potrebbe veder la luce.

Io ritengo che per quel concetto stesso di sacralità della vita, inteso come un qualcosa che noi non abbiamo neanche la comprensione di dove derivi e come si possa formare, come rispetto anche per chi cattolico non è, si potrebbe avviare, in maniera appunto laica, priva di ideologismi e con “soltanto” un approdo valoriale, una discussione che credo arricchirebbe se non altro la discussione stessa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Prego, consigliera Mori.

 

MORI: Grazie, presidente. È chiaro che in ordine al progetto di legge testé illustrato dal collega Bignami, quello che cercherò di affrontare nella disamina del testo sottoposto all’Aula, è un profilo che non può essere sicuramente ideologico, ma che attiene profondamente alla nostra rappresentanza istituzionale, ai diritti dei cittadini e delle cittadine, che sono sanciti nel nostro ordinamento democratico, in uno Stato di diritto, al di là delle ideologie, delle idee e dei valori che ciascuno di noi porta dentro di sé. Questo lo dico perché altrimenti non darei sufficientemente attenzione all’articolato che è oggetto del nostro esame, premesso che i nostri 185 consultori rispondono in modo assoluto ad un sistema di welfare orientato all’universalità e all’equità, nel pieno rispetto dei diritti delle persone.

Questo è un elemento di qualità del sistema integrato dei nostri servizi, che è oggettivo e verificato, e direi che ci porta importanza e riconoscimento ovunque.

Quello che allora mi interessa affrontare, anche per la pacatezza che nelle sue parole il collega Bignami ha profuso, quello che vorrei chiedermi e vorrei chiedere all’Aula è se c’è bisogno di una nuova legge per migliorare i servizi consultoriali, se c’è bisogno di una nuova legge per rendere i consultori ancora più adeguati all’importante compito che viene loro attribuito dalla normativa nazionale e regionale vigente, e che nella nostra regione hanno elevati livelli di performance.

Questo lo dico perché in qualità di legislatori e di legislatrici, al di là del merito, questo dobbiamo chiederci. Essendo in fieri il percorso partecipato di costruzione, condivisione e redazione del nuovo Piano sociale e sanitario dell’Emilia-Romagna, viene spontaneo pensare che senza dubbio quel contesto, e poi vengo ad aggiornare rispetto al nostro percorso di Commissione, sarebbe il più opportuno, eventualmente, per proporre una rinnovata versione dei consultori, funzionale ad una visione più integrata di elaborazione del welfare di comunità ed in linea con la missione pubblica sempre attuale degli stessi. In Commissione Parità ci sono state diverse informative dell’assessorato sulla salute donna, non ultima quella del 14 settembre scorso sul Fertility Day. Del resto, in Regione Emilia-Romagna, nelle Commissioni e fra di noi non c’è paura di affrontare nessun tema eticamente rilevante, socialmente rilevante, culturalmente rilevante, economicamente rilevante, perché noi siamo rappresentanti dei bisogni diffusi. E se ci sono necessità diffuse, queste devono essere prese in considerazione.

Dicevo che ci siamo impegnati in questo percorso di approfondimento di informative, per cui ringrazio gli assessorati competenti, a contribuire al processo partecipato nel nuovo Piano sociosanitario, attraverso una risoluzione anche sul tema dei consultori, perché in applicazione e in attuazione della legge 6 del 2014, questo elemento di sostanziale contributo, lo vogliamo sviluppare in modo corale e più collegiale possibile.

Proprio alla luce di queste premesse, quindi, piuttosto che la presentazione di una legge che, è già stato spiegato, è più un’occasione di confronto, io dico che sarebbe più logico fare in modo di attuare le norme già vigenti e potenziarne, in merito ad una visione di sistemi integrati di servizi sociosanitari, quelle esistenti, come la legge 2 del 2003, che già ha dato i suoi frutti nella costruzione della cittadinanza sociale, garantendo il radicamento territoriale dei nostri servizi, l’alta qualità professionale che non viene del tutto citata nella proposta di legge in esame, che invece risulta essere il nodo sostanziale, il cuore dei servizi, la qualità e la professionalità con cui questi vengono gestiti, nonché un approccio rispettoso delle differenze, di cui sono portatori e portatrici i cittadini e le cittadine utenti.

Sarebbe quindi più coerente investire nell’attuazione della legge-quadro per la parità. Lo dico perché altrimenti, ripeto, si potrebbe davvero pensare che noi non ci occupiamo di temi delicati. Noi non facciamo altro che occuparci di temi delicati, dalla mattina alla sera, e questi lo sono particolarmente, perché coinvolgono la vita e la salute delle persone.

Dicevo dell’attuazione della legge-quadro, in particolare del Titolo IV. In questo titolo la Regione Emilia-Romagna si impegna a garantire, consolidare e sviluppare le aree di attività connesse ai consultori familiari, nell’ambito del sistema di cure primarie, quindi dando indicazioni certe sull’ambito di posizionamento dei servizi e della pianificazione delle Case della salute, quale servizio di assistenza alla famiglia, alla maternità e paternità responsabile, all’educazione sessuale, alla contraccezione per i giovani, nonché di tutela del benessere delle donne e delle ragazze, in un’ottica orientata alla salute e alla medicina di genere.

Sarebbe importante, ai fini di aumentare ancora la trasformazione dei servizi sempre più in attinenza con i bisogni diffusi, che si applicasse e si aiutasse l’attuazione della legge 6, dove si esplicita che i consultori, in linea con i nuovi ed emergenti bisogni della popolazione, nel rispetto delle normative di settore, individueranno misure organizzative, comunicative e tecnologiche per facilitare l’accesso alle strutture e ai servizi per la prevenzione e diagnosi precoce, educazione alla sessualità e all’affettività, trattamento dei disturbi alimentari e di comportamento, perché altrimenti, se noi davvero finalizzassimo il pensiero sui consultori, solo nell’ambito che ha espresso il collega Bignami, veramente ci sarebbe un depauperamento delle molteplici funzioni che questi esercitano, e così non può essere.

Va quindi ristabilita anche una verità rispetto alle funzioni, agli obiettivi e alle professionalità che in ambito consultoriale si esplicitano. I consultori quindi garantiranno continuità e flessibilità assistenziale, aperture orarie e personale addetto adeguati, presenza di equipe multiprofessionali, in particolare a supporto del percorso nascita, dell’informazione sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita e sulle problematiche di infertilità o sterilità mediante la valorizzazione del ruolo dell’ostetrica e della continuità assistenziale tra territorio e ospedale.

Nell’ambito del nuovo Piano sociosanitario regionale ci sono margini di impegno e di investimento per un adeguamento ulteriore dei consultori rispetto a quelli che chiamiamo bisogni e necessità diffusi. Finalità, queste, e obiettivi, che non sono comprimibili, e lo dico con sincerità, in una visione consultoriale che nega la soggettività femminile e maschile, in nome di una presunta eticità unidirezionale, che esclude e non include i titolari dei diritti e i portatori e le portatrici di interesse, che attribuisce un valore gerarchico incostituzionale ai soggetti destinatari dei servizi pubblici, che nega l’autodeterminazione, che riduce i consultori a centri di smistamento permanente di paternalismo consulenziale – chiedo scusa, però mi è sembrato, leggendo, che questo fosse –, svuotandoli delle fondamentali funzioni sanitarie che gli vengono attribuite direttamente dallo Stato centrale. Il tutto, quando proprio ieri, nel piazzale della Regione, si è svolto il presidio dell’UDI per ribadire, nella giornata mondiale della contraccezione, l’esigenza di agire sulle leve della prevenzione e della consapevolezza, in particolare per le giovani generazioni, leve di cui la rete consultoriale costituisce un riferimento istituzionale certo, qualificato e multidisciplinare.

Sarebbe quindi più logico tutto questo, a meno che l’intervento normativo, come del resto mi sembra di cogliere, sia quello di cambiare radicalmente la natura dei consultori familiari, in netta contrapposizione con il profilo previsto dalla normativa vigente. È per questo, quindi, non per altro, non per la delicatezza del tema, che non può essere da noi assunto ad oggetto di discussione. Il convincimento che questo cambio radicale si voglia appunto porre in essere, matura dalla disamina della redazione del testo che sia nei presupposti di merito che ispirano il progetto di legge, sia tecnicamente, ma come questi vengono riportati, rendono la proposta non condivisibile nella sostanza, ma a tratti illegittimi nella forma, ovviamente senza voler impartire lezioni a nessuno, però questo davvero è ciò che emerge dal testo.

In particolare, nella relazione d’accompagnamento ci si propone di ridefinire appunto il ruolo dei consultori, al fine di sostenere e promuovere la famiglia e i valori etici di cui essa è portatrice, nonché la tutela della vita e del figlio concepito già considerato membro della famiglia. Il ruolo dei consultori familiari che è contenuto nella legge istitutiva, la 405 del ‘75, che ne specifica principalmente i compiti istituzionali, dalla legge 40 in materia di procreazione medicalmente assistita e dalla 194, nell’ambito della tutela sociale della maternità, non concede la ridefinizione, così come sviluppata nella legge. Anche perché non solo è illegittima per competenza, ma è irricevibile se ispirata ad una concezione di Stato etico che come decisore, arbitro e giudice assoluto del bene e del male, impartisce direttive morali espressamente contrarie alle leggi democraticamente approvate, anziché occuparsi di attuarle a vantaggio dei singoli e della collettività, in forza dei princìpi sanciti dalla Carta costituzionale in uno Stato di diritto. La disamina del testo, inoltre, appalesa una svolta familistica nella concezione della gestione dei consultori, che si contrappone al mandato istitutivo e tradisce il mancato aggiornamento, non perché la famiglia non sia importante. Anzi. La Regione ha sempre affermato ed aggiornato i propri programmi sostenendo fortemente i centri delle famiglie e le famiglie stesse, però bisogna anche porsi il tema che la famiglia non può essere considerata l’ammortizzatore sociale sempre sufficiente, indipendentemente dalla sua oggettiva situazione, che va esplorata, ed è nostro compito farlo, per la salvaguardia dei singoli, dei nuclei familiari e di tutte le famiglie in particolare. Lo dico perché già lo stesso collega sanciva un avanzamento della legislazione in termini di famiglie, non soltanto dal punto di vista normativo in senso stretto, ma anche in termini di pronunce della Corte costituzionale.

Questo per dire che non può essere unico oggetto tematico dei consultori il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza. In questo senso, particolarmente problematici risultano l’articolo 13 e l’articolo 14 − anche se non andremo a esaminarlo, è importante il concetto che essi esprimono – che aggravano gli ostacoli all’esercizio di un diritto anziché rimuovere gli stessi, come l’articolo 3 della Costituzione sancisce. Questo primo procedimento, con colloquio multidisciplinare, che andrebbe verbalizzato e che andrebbe a sommarsi agli ulteriori procedimenti, non farebbe altro che incidere ed aggravare ancora di più sulla gestione del percorso di interruzione di gravidanza, fra l’altro non legittimo in termini di aggravio del percorso per la donna.

Il progetto di legge, fra l’altro, prevede che il consultorio familiare scelto dalla donna abbia il diritto di essere informato in merito alla conclusione del procedimento. Noi sappiamo che questo non è possibile, perché si appaleserebbe, anche secondo il testo che viene presentato, una specie di schedatura delle donne che hanno praticato l’interruzione volontaria di gravidanza, che è del tutto inammissibile dal punto di vista della consapevole autodeterminazione scelta delle donne prima ancora che dal punto di vista giuridico, che ci interessa essendo noi legislatori e legislatrici di questa Regione.

Tali previsioni che cosa sottendono, in qualche modo, nel complesso? Che le donne e le coppie che chiedono di interrompere la gravidanza non riconoscano il valore della vita e della genitorialità. Ciò è inammissibile in fatto e in diritto, per la dignità dei singoli e delle famiglie che essi compongono.

Va, inoltre, rilevato che la mancata esplicitazione dei profili temporali entro cui questo procedimento preliminare, che aggraverebbe questo percorso, deve svolgersi, rischia addirittura di far decorrere i giorni utili per ricorrere all’interruzione di gravidanza, andando ad aggravare ulteriormente un percorso già penoso, drammatico e gravosissimo.

Il fatto che venga negato e silenziato il tema dell’autodeterminazione della donna, dell’uomo e della coppia nel rispetto delle scelte genitoriali e familiari, nel rispetto delle scelte espresse dalle singole e dai singoli è chiaro che non può essere una concezione che trova, in seno alla Regione Emilia-Romagna, l’approccio che sempre ha ispirato i propri servizi in questo senso.

I consultori, così come concepiti in questo progetto di legge, svolgerebbero solo in minima parte le funzioni previste dalla legge 405/75, in parte ancora più esigua di quella prevista attualmente dai consultori familiari pubblici, in particolare per la tutela della salute della donna attraverso i livelli essenziali di assistenza.

Tutto questo, insieme al proliferare di qualifiche professionali che non possono essere individuate a livello istituzionale e regionale, essendo di competenza esclusiva dello Stato, rende questo progetto non accoglibile nel merito e nei princìpi espressi per quello che ho cercato di sviluppare e da un punto di vista strettamente giuridico, perché è illegittimo ed è in contrasto con le disposizioni della 194, che detta una disciplina a contenuto costituzionalmente vincolato, in quanto invade, con legge regionale, competenze costituzionalmente riservate allo Stato, perché si sovrappone alla disciplina statale dei consultori, di fatto comprimendone le funzioni e i servizi, di cui legittimamente i cittadini e le cittadine devono poter disporre. È incompatibile con l’attuale sistema legislativo regionale per le previsioni del sistema di welfare, di cui ho parlato. Attribuisce ai consultori, così come individuati, competenze in materie sociali proprie dei Comuni, attribuendo loro competenze anche in termini di programmazione. Crea una grave confusione di ruoli tra pubblico e privato, che in Emilia-Romagna collaborano moltissimo in forma integrata, ma attraverso funzioni ben specifiche e, soprattutto, in antitesi con quanto disciplinato da ultimo dalla legge-quadro 6/2014, per quanto ho espresso.

Per tutto questo, quindi, si ritiene non valutabile l’odierna proposta di legge, però, giustamente e legittimamente, i temi posti, la possibilità di riflettere e di approfondire temi cosiddetti “delicati” di qualsiasi natura, in particolare questa, saranno oggetto di specifiche informative, per le quali chiederò anche il cortese aiuto del collega presidente della Commissione per le Politiche per la salute, perché il nostro compito è quello di adeguare i nuovi strumenti che la Giunta sta predisponendo per il miglioramento, l’innovazione dell’intero impianto del sistema di welfare della nostra Regione attraverso azioni specifiche, puntuali, non ideologiche (il contorno normativo è ben preciso e quello valoriale altrettanto, e in questo ci muoveremo), attraverso una discussione di merito in Commissione, che vorremmo approdasse ad una proposta, la più condivisa possibile, da offrire come contributo al Piano sociosanitario regionale; questo come tema di confronto vero, a seguito di informative che gli assessorati completeranno, fra l’altro, con richieste che hanno fatto i commissari nella Commissione Parità di approfondimento dei dati e del rapporto sull’interruzione volontaria di gravidanza, che è l’ultima informativa che andremo a fare prima di costruire una proposta di risoluzione in questo senso.

Invito anche i colleghi del Movimento 5 Stelle a contribuire in Commissione rispetto alla risoluzione che hanno presentato. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Mori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Signor presidente, la collega Mori, direi con molto garbo, ha smontato una proposta di legge della quale, debbo dire, ha un giudizio, sotto il profilo giuridico, quantomeno avverso. L’ha smontata riferendosi alla legislazione nazionale e anche alla sentenza della Corte costituzionale.

Io non penso che il collega Bignami necessiti di particolari difese sotto questo profilo. In realtà, ciò che può non essere condiviso dalla collega Mori è l’impostazione di questa proposta di legge, che peraltro − debbo dire, correttamente − nessuno ha avuto possibilità di discutere, se non in questa sede, il che mi pare poco commendevole sia per l’argomento in sé, al di là delle nostre convinzioni religiose o meno, sia perché non molti giorni fa ci è stato consegnato un rapporto sull’interruzione della gravidanza, riferito all’anno 2015, che contiene tutta una serie di dati che meriterebbero alcune riflessioni.

Il ruolo dei consultori ha senso e lo si può meglio calibrare se ci si rende conto che in questi vent’anni la composizione della popolazione, anche in Emilia-Romagna, è mutata, ed è mutata a tal punto che, pur rimanendo prevalenti nell’insieme le interruzioni di gravidanza da parte di cittadine aventi la residenza italiana, è una curva che si è ridotta fortemente e che apre anche uno scenario di interpretazione sociologica diverso rispetto ad alcuni luoghi comuni. Questo spaccato ci dà anche una fotografia delle cittadine straniere per nazionalità rispetto all’interruzione della gravidanza che, al di là delle cittadine rumene, collocate al primo posto, al secondo posto, ad esempio, colloca cittadine che hanno una residenza in sé incompatibile con la pratica abortiva, quantomeno sotto il profilo culturale. Questo mi permetto di dirlo perché, evidentemente, è un mondo, in una fase di movimento, che probabilmente non va letto – mi consenta la collega Mori − solo con gli occhiali di vent’anni fa, ma anche con gli occhiali e con una lettura dei dati odierni.

Debbo dire, peraltro, che tutto sommato la curva in calando dell’interruzione della gravidanza nella nostra regione, se la si va anche a spacchettare rispetto al numero delle donne non residenti nella nostra regione, ma che vengono ad abortire nella nostra regione e la si tara rispetto, poi, al numero delle cittadine straniere che accedono alla pratica abortiva, dimostra che vi è un calo sensibile dell’interruzione di gravidanza da parte delle cittadine italiane. Non si può, però, pensare: “Ce ne sono di meno, quindi...”. Significa che, probabilmente, quantomeno un’attività di prevenzione e di educazione alla sessualità ha prodotto alcuni effetti. Tanto è vero che, contrariamente a quello che potremmo pensare tutti, i dati ci dicono che l’interruzione della gravidanza in una fascia d’età non elevata, direi nell’ordine dei 22-24 anni, non va oltre il 20 per cento delle interruzioni totali della gravidanza.

In questo caso, secondo me, se si approfondissero bene i dati, si avrebbe una spaccatura diversa, anche interpretativa, tra un bisogno di informazione, che probabilmente esiste in un’età scolare, ma che inizia a essere abbastanza acquisito, e una fascia di popolazione che interpreta − scusatemi − la modalità abortiva come un sistema di regolamentazione delle nascite. È questa la vera sfida che noi dobbiamo combattere e vincere.

Premesso che la libertà di scelta rimane e che, secondo me, si tratta anche di una scelta difficile, non penso, salvo casi di immaturità congenita, che una pratica abortiva sia fatta con molta superficialità. A mio avviso, costituisce un dramma. Badate, però, che anche all’interno dei metodi adottati, il fatto che l’interruzione volontaria della gravidanza, tramite il ricorso al metodo farmacologico, sia oggi in fase crescente, a differenza, ad esempio, del metodo Karman, che è in fase calante, dimostra che probabilmente dei margini di recupero fondati ci sono ancora. Ecco perché io non avrei − mi permetto di dirlo, al di là delle nostre convinzioni politiche − demonizzato la proposta di legge del consigliere Bignami. Partendo da questa fotografia, ci si accorge comunque che una rilettura normativa e anche, scusatemi, di aggiornamento rispetto ai consultori familiari può consentire un’ulteriore fase di recupero di non interruzioni volontarie della gravidanza, quantomeno se intese come metodo di regolamentazione delle nascite.

Chiaramente, e anche questo è un dato che andrebbe analizzato, consigliera Mori, le interruzioni volontarie della gravidanza ripetute, paradossalmente, rimangono costanti negli anni, come numero, nonostante il numero complessivo delle interruzioni diminuisca. Sulle cittadine di nazionalità italiana il numero rimane praticamente costante, perché si trova in un range tra i 2.000 ai 2.400.

Anche sotto questo profilo, il fatto che sia ripetuta mi permetto di interpretarlo, ma forse sbaglio, più come una pratica su una minoranza, che, però, la intende ancora come sistema di regolamentazione delle nascite, che altro. È ripetitiva − attenzione − anche rispetto alle donne che già hanno uno o due figli.

Se posso permettermi una riflessione, ritengo che su questo tema sarebbe stata una buona cosa, anche come commento o come interpretazione dei dati fornitici, svolgere un esame attento da parte delle due Commissioni, l’una di merito (la Commissione welfare) e l’altra di metodo (che avrebbe potuto essere quella della consigliera Mori). Il fatto di aver utilizzato − lo dico senza spirito polemico, ma come sottolineatura − l’argomentazione solita del non passaggio alla discussione, atteso che nessuna discussione è stata svolta in Commissione, è un po’ anomalo rispetto al passato. Il non passaggio al voto rispetto ad un progetto di legge che è già stato bocciato dalla Commissione è stato adottato da questa maggioranza come metodo per dire: “Lo abbiamo già affrontato. È inutile ripetere in Aula ciò che ci siamo detti in Commissione”. Si tratta di un tema delicato, mi permetto di osservarlo; ed è delicato non solo sotto il profilo cosiddetto “etico”, ma, a mio avviso, anche sotto il profilo di quelli che potranno essere i futuri scenari anche dell’andamento demografico italiano. Ad esempio, le curve che io non ho o che non avrei assolutamente capito e sulle quali avrei scommesso esattamente l’opposto erano quelle relative alla popolazione fertile in Emilia-Romagna, circa l’andamento tra la popolazione italiana e quella straniera. Avrei ritenuto le curve esattamente invertite.

Passare dalla convinzione personale, frutto anche di credulità popolare, all’analisi scientifica dei dati ci permette anche, forse, di raddrizzare o di intervenire con più attenzione su alcune norme − che, forse, in alcuni aspetti, sono superate − o sull’introdurre altre norme anche rispetto a un tema che, a mio avviso, va di pari passo con questo. Mi riferisco al fatto di capire se vi siano effettivamente le condizioni per superare la teoria che vuole legata all’interruzione volontaria di gravidanza quella del sistema di controllo delle nascite per casi di bisogno. Noi dobbiamo cercare, laddove non vi sia una volontà predeterminata, ma una volontà obbligata da condizioni esterne, di intervenire. È quello il margine di recupero − mi permetto di dire “di recupero” perché privilegio la vita all’interruzione volontaria della gravidanza, come concetto − soprattutto nella fase dell’età giovane, ma anche di coloro i quali possono avere più figli e, quindi, vedere come un problema, anche a livello di costo, il mantenimento di un nuovo figlio. A mio avviso, questa attività, che è un’attività di prevenzione, che sicuramente si può accompagnare all’attività dei consultori, può dare come risultato il combinato disposto di vedere in discesa, e pesantemente in discesa rispetto al passato, la curva delle interruzioni volontarie di gravidanza.

Noi eravamo arrivati a un livello di 12.000-13.000 l’anno. Oggi siamo a un livello di 7.848, ma se andiamo a togliere le 700 fuori regione e le 203 residenti all’estero, ci rendiamo conto che le 6.944 interruzioni volontarie di gravidanza nella regione Emilia-Romagna hanno, oggi, uno spaccato diverso dal passato. Lo dico guardando, ad esempio, il dato dell’ASL di Piacenza, che è l’unico della regione, dove, contrariamente al resto della regione, la maggioranza delle interruzioni volontarie di gravidanza è di cittadine straniere rispetto a cittadine italiane, anche sensibili perché, se non erro – vado a memoria, ma non vorrei essere bacchettato, quindi specifico che vado a memoria – siamo a un 55 su 45, contrariamente alla media della regione, che è esattamente l’opposto.

Penso, quindi, che al di là del voto che oggi sicuramente la maggioranza esprimerà a favore del non passaggio all’esame dell’articolato, vi possa essere un impegno dei due presidenti delle Commissioni di merito di affrontare il tema, anche eventualmente con il supporto di qualche professionista esterno, se disposto a farsi audire, per dare una lettura riveduta e corretta dei dati in nostro possesso.

La scheda che ci è stata mandata dall’assessore Venturi, sia nel formato, non dico “Bignami” perché altrimenti sembra che mi riferisca a lui, sia nel formato flash che nel formato bigino, possa costituire un momento di confronto che, indipendentemente dalle nostre convinzioni politiche e ideologiche, converga su misure ulteriormente in grado di ridurre l’impatto delle interruzioni volontarie di gravidanza per come si sono rappresentate.

Chiudo soltanto dicendo che sarebbe anche auspicabile, sotto questo profilo, poter possedere una stima – quelli non sono dati scientifici – di come si sono andate a sviluppare verso l’alto o verso il basso, io penso più verso il basso, le interruzioni volontarie di gravidanza clandestine, perché anche questo è un elemento essenziale. Mentre inizialmente erano vissute come una vergogna quelle praticate presso il Servizio sanitario nazionale e quindi vi era una fase robusta di clandestine, ora, se i miei indicatori e le mie percezioni sono esatte, oltre a una diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza che vengono da questi dati, vi è un sensibile calo anche di quelle che non riescono a essere “schedate” o tradotte in numeri certi, ma che sicuramente, in termini di tendenza, gli esperti del settore che di questa materia si occupano possono contribuire a darci ulteriori elementi – positivi o negativi lo vedremo – utili alla nostra riflessione e alla nostra indagine.

Da parte mia voterò contro la proposta di non proseguire nell’esame del progetto di legge in esame, perché, come i fatti dimostrano, al di là delle interpretazioni reciproche o delle convinzioni reciproche, io penso che il tema dei consultori sanitari, come più in generale il problema del diritto alla vita, sia un problema di cui il legislatore comunque si deve far carico con particolare attenzione e rispetto per le varie sensibilità in campo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Cercherò di non dilungarmi troppo, perché non voglio fare di questa discussione una discussione ideologica, così come non riteniamo in questo momento necessaria una nuova legge riguardo i consultori, specialmente una legge fortemente sbilanciata in maniera ideologica.

La legge deve tutelare tutti i cittadini, a prescindere. Riteniamo che la legge regionale presente ad oggi sia una delle poche, purché sia una legge del 1989, ancora attuali e ancora equilibrate. È una delle poche forse veramente equilibrate in questa Regione. Il problema è che, come troppo spesso accade, questa legge non è attuata.

Con la risoluzione che abbiamo presentato noi chiediamo l’attuazione piena di questa legge, soprattutto delle direttive che sono state date da questa Regione, perché addirittura le direttive parlano e ribadiscono costantemente il concetto di assistenza sanitaria, psicologica e sociale che va fatta all’interno dei consultori. Va fatta nei confronti della singola persona in merito all’assistenza sessuale, sulla sessualità, va fatta in merito alla coppia e addirittura le direttive parlano di assistenza psicologica e sociale al singolo, alla coppia e alla famiglia, tradizionale o meno che sia, a seconda del concetto che si vuole esprimere o declinare, per difficoltà relazionali, per problemi di separazione e divorzio anche in riferimento alla consulenza sul diritto di famiglia. Addirittura il consultorio, per come è declinato dalla nostra Regione, dovrebbe essere un luogo in cui la persona dovrebbe trovare assistenza a trecentosessanta gradi, non solo dal punto di vista sanitario e della prevenzione.

Chiaramente noi siamo favorevoli alla prevenzione quando si tratta di interruzioni volontarie di gravidanza. Nessuno è indifferente al tema dell’aborto. La prevenzione è il concetto primario ed è la base su cui si devono istruire non solo le nuove generazioni, ma anche tutti i cittadini a tutti i livelli culturali e sociali della nostra regione.

Tuttavia, succede che nell’ultimo decennio, come spesso accade nei servizi sociali e sanitari di questa regione, questa legge non viene applicata perché mancano i soldi, perché le risorse sono limitate, perché c’è la crisi, perché si preferisce spenderli altrove o forse si preferisce darli a qualcun altro, magari sempre nel settore privato e non in quello pubblico. Invece, i consultori sono un luogo pubblico, aperto a tutti i cittadini e sono fondamentali.

Temo un po’ le parole dette dalla consigliera Mori quando cita le Case della salute, che rischiano di diventare un refugium peccatorum. Tutti si rivolgono a queste Case della salute, poi non sanno cosa trovano e rischiano di perdersi in un marasma che, anziché aiutare il cittadino, lo fa andare ancora più in confusione.

Chiediamo con questa risoluzione la piena attuazione dei consultori familiari, che oggi, in regione Emilia-Romagna, sono quasi al collasso. Ci sono file interminabili di donne che chiedono assistenza. Addirittura abbiamo segnalazioni di consultori dove viene dato un appuntamento per delle morfologiche di un quarto d’ora tra un orario e l’altro, quando si sa che anche il miglior professionista ha bisogno di almeno mezz’ora per poter fare una morfologica che dia un risultato chiaro e rassicurante per la paziente.

Mi metto nei panni di quel medico che ha solo un quarto d’ora per dire a una donna che il nascituro non avrà problemi, senza essere sicuro di poterlo fare, perché ha i minuti contati per farlo. Questa non è tutela della salute.

Se vogliamo tutelare le donne, le coppie, le famiglie, i nascituri e vogliamo coltivare una cultura rispetto alla sessualità e ai rapporti di coppia in questa regione, dobbiamo attuare pienamente questa legge. Ad oggi non riteniamo necessaria una nuova legge.

Voteremo a favore per procedere alla discussione, perché comunque riteniamo che sia diritto del consigliere Bignami illustrare nel dettaglio la propria proposta, perché il dibattito democratico è giusto che avvenga comunque.

Allo stesso tempo, chiediamo a questa maggioranza di far sì che la Giunta attui in maniera completa una legge già esistente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Consigliere Zoffoli, prego.

 

ZOFFOLI: Grazie, Presidente. Vorrei prima di tutto fare una precisazione. Nel momento in cui è stato presentato il progetto di legge abbiamo nominato subito il relatore. Dal momento in cui il relatore è nominato diventa il protagonista dei percorsi: deve chiedere al Presidente la calendarizzazione, deve farsi carico di poter avere i pareri consultivi, che sono necessari per poter poi esprimere e portare a compimento l’esame dell’articolato. Io non ho mai ricevuto da nessuno la richiesta di mettere a calendario questo progetto di legge e non credo di aver mai censurato alcuna discussione.

Passo al secondo punto, all’impegno come Presidente della IV Commissione. Ci metteremo d’accordo con la Presidente della Commissione Parità in modo da calendarizzare a breve una discussione, un dibattito, un approfondimento rispetto al ruolo, al funzionamento, alle criticità e alle nuove necessità che possono essere risolte o comunque affrontate all’interno dei consultori.

In questo modo si potrà verificare se rispetto a un istituto che opera già da tanti anni è necessario, al di là degli approfondimenti che oggi in relazione a questo PDL sono stati fatti relativamente all’interruzione volontaria di gravidanza, che i consultori debbano svolgere un ruolo fondamentale rispetto alla funzione per la quale sono stati istituiti nel supporto ai percorsi importanti, legati alla famiglia, alla procreazione, ai minori, eccetera.

Ci assumiamo volentieri questo impegno. Ci troveremo negli Uffici di Presidenza per vedere come e in che modo, insieme all’assessorato, calendarizzare questo percorso in maniera tale da affrontarlo senza reticenze e senza nessuna volontà di voler censurare delle discussioni che sono importanti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Zoffoli.

Non avendo più nessun iscritto in discussione generale, chiedo al relatore se vuole intervenire in replica.

Prego, consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Non intendo sottrarre ulteriore tempo. Credo si siano cristallizzate posizioni che da un lato erano attese e dall’altro lato hanno consentito di aprire una riflessione che auspicavo dall’inizio della presentazione.

Pertanto, confidiamo che, come preannunciato in termini di intervento dal presidente di Commissione, si pervenga a una discussione in Commissione stessa e, al contempo, ci auguriamo che abbia tempi scanditi dal presidente stesso, visto che magari dopo ha gioco facile a spostare in altrui, nel più classico dello scaricabarile, la responsabilità di una mancata trattazione, giungendo almeno in parte all’obiettivo che si era prefissato nella produzione di questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

La Giunta non credo abbia intenzione di intervenire.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sull’ordine del giorno e sulla risoluzione.

Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Intervengo solo per ribadire la disponibilità agli approfondimenti che sono stati relazionati in Aula.

Per quanto ci riguarda, come Commissione Parità, l’impegno è stato assunto già il 14 settembre. Lo dico perché cerchiamo di lavorare in Commissione Parità e Diritti delle persone con grande coerenza rispetto agli obiettivi di qualità che ci prefiggiamo, di promuovere, con i nostri mezzi ovviamente, rispetto al sistema di welfare e quindi permeabili ai bisogni dei cittadini, alle esigenze che manifestano e anche alle criticità che possono appalesarsi.

Solo con la permeabilità si possono migliorare e trasformare in meglio i servizi, che devono essere sempre proiettati verso l’andare oltre, il trasformarsi e l’adeguarsi al tempo presente, ai bisogni emergenti.

Come anticipato prima, chiederei ai colleghi del Movimento 5 Stelle se è possibile riportare in Commissione la risoluzione atteso che, collega Sensoli, ho letto la risoluzione e ci sono aspetti assolutamente condivisibili. Mi piacerebbe che questi aspetti osservati nella risoluzione fossero anche suffragati da quegli approfondimenti che andremo precipuamente a fare con l’informativa che metteremo in calendarizzazione con gli assessorati competenti. Quindi, se si potesse ricondurre la risoluzione in sede di Commissione, credo che si potrebbero trovare convergenze che oggi come oggi tradirebbero un po’ il percorso che ci siamo dati in Commissione.

In questo senso, faccio una richiesta esplicita, altrimenti dovremmo rigettarla per recuperare le premesse sulla base di dati certi e approfonditi, come ci suggeriva, del resto, anche il collega Foti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Mori.

Consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Visto che mi è stata fatta una richiesta esplicita, rispondo. Siamo disponibili. A parere nostro non sarebbe necessario, ma vuole essere un gesto di buona volontà. Forse siamo troppo buoni perché le informazioni che ci arrivano quotidianamente hanno già cristallizzato una situazione. Noi semplicemente chiediamo di attuare una legge.

Mettiamola così, i momenti di approfondimento sono sempre ben accetti, purché – lo dichiaro apertamente – questi non diventino una perdita di tempo per far scemare l’argomento, che magari oggi è caldo, perché ieri abbiamo avuto una manifestazione qui in Regione da parte dell’Unione Donne d’Italia, e poi una volta passato mediaticamente l’argomento si va a seppellire tutto quanto.

La dimostrazione di buona volontà è quella oggi di ritirare la risoluzione, però ritorneremo sull’argomento se non lo farà la maggioranza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Dunque, la risoluzione oggetto 3284 viene ritirata.

Ci sono altre dichiarazioni di voto?

 

BIGNAMI: Chiedo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Essendo stata ritirata dalla consigliera Sensoli la risoluzione oggetto 3284, mettiamo ai voti solo l’ordine del giorno.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’ordine del giorno di “Non passaggio all’esame degli articoli”, oggetto 280/1, a firma del consigliere Caliandro, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

37

Assenti

13

Votanti

36

Favorevoli

26

Contrari

10

Astenuti

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PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno di “Non passaggio all’esame degli articoli” è approvato.

Si chiude così l’iter del progetto di legge oggetto 280.

Chiudiamo i lavori dell’Assemblea, che riprenderanno domani mattina alle ore 9,30.

Grazie e buona serata.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,52

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Palma COSTI, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI e i consiglieri Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI e Silvia PICCININI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2618 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione "Rete Italiana Città Sane-OMS"»” (41)

 

Votazione emendamento 1 a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani e Sassi

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 34

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Fabio RAINIERI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Lia MONTALTI, Silvia PICCININI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI.

 

Votazione finale progetto di legge oggetto 2618

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 25

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 13

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 11

Piergiovanni ALLEVA, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Lia MONTALTI, Silvia PICCININI, Giorgio PRUCCOLI,- Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI.

 

OGGETTO 2833 “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 2 settembre 1991, n. 24 "Disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale", in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 "Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni"»” (Testo base) (42)

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 27

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 13

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 9

Enrico AIMI, Stefano BONACCINI, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 280/1 “Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, del progetto di legge d'iniziativa del consigliere Bignami, recante: “Riforma e riqualificazione dei Consultori familiari”. A firma del Consigliere: Caliandro”

 

Presenti: 37

 

Favorevoli: 26

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 10

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 13

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Giulia GIBERTONI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 2618 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione "Rete Italiana Città Sane-OMS"»” (41)

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani e Sassi:

«All’art. 1 “Finalità” il comma 2 è così sostituito:

“2. La Regione Emilia-Romagna con la partecipazione di cui al comma 1 concorre con l’Associazione “Rete Italiana Città Sane-OMS” nel perseguimento della promozione della salute e della qualità della vita dei cittadini, ponendo il benessere del singolo e della comunità al centro delle proprie politiche, sviluppando la partecipazione dei cittadini, favorendo il confronto e lo sviluppo di collaborazioni.”»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani e Sassi:

«All’art. 3 “Esercizio dei diritti partecipativi” il comma 3 è così sostituito:

“3. La Giunta regionale è autorizzata a recedere dall’Associazione “Rete Italiana Città Sane-OMS” qualora la stessa non comunichi eventuali modifiche statutarie, ai fini della verifica della sussistenza delle condizioni necessarie alla continuazione del vincolo partecipativo. La Giunta stessa provvederà ad informare l’Assemblea legislativa, in attuazione dell’articolo 64, comma 4, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna.”»

(Respinto)

 

OGGETTO 753 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad adottare le misure approvate dall'OMS per l'assistenza e la cura delle persone affette da epilessia, facilitare l'accesso alle cure, favorire l'interazione tra le associazioni e le strutture sanitarie e di ricerca operanti nel settore, promuovendo inoltre la sensibilizzazione circa tale patologia. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Sensoli, Sassi e Bertani:

«Nella parte dispositiva, alla fine, dopo il punto 6, è aggiunto il seguente punto 7:

“7. A promuovere una adeguata formazione, degli insegnanti e del personale ausiliario dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, sull’epilessia, nonché sulle modalità di conservazione, sui tempi di somministrazione e sulla posologia dei farmaci somministrabili, affinché le persone con epilessia, in età scolastica, non subiscano discriminazioni di sorta”.»

(Respinto)

 

OGGETTO 3278 “Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare il “Percorso Epilessia” avviato nel 2010 per il contrasto di tale patologia, relazionando in Commissione circa lo stato di attuazione dello stesso e la sua applicazione uniforme nelle Aziende sanitarie della Regione. A firma dei Consiglieri: Zoffoli, Zappaterra, Caliandro, Boschini, Bessi, Calvano, Rossi Nadia, Soncini, Rontini, Molinari, Sabattini, Serri, Marchetti Francesca, Lori, Poli, Montalti, Prodi, Mumolo, Paruolo, Bagnari, Tarasconi, Campedelli, Ravaioli, Mori, Iotti”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Daniele Marchetti:

«Al termine del terzo punto del dispositivo si aggiunge un ulteriore punto:

“- ad istituire al più presto il gruppo di lavoro per le neuroscienze coinvolgendo le rappresentanze delle associazioni dei pazienti”.»

(Respinto)

 

OGGETTO 2833 “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Modifiche alla legge regionale 2 settembre 1991, n. 24 "Disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale", in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 "Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni"»” (Testo base) (42)

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Lori, Foti e Rancan:

«L’art. 31 è sostituito dal seguente:

“Art. 31

Inserimento dell’articolo 27 bis della legge regionale n. 24 del 1991

 

  1. Dopo l’articolo 27 della legge regionale n. 24 del 1991 è inserito il seguente:

 

“Clausola valutativa

 

1. L’Assemblea legislativa esercita il controllo sull’attuazione della presente legge e ne valuta i risultati ottenuti. A tal fine, con cadenza triennale, la Giunta regionale presenta alla competente Commissione assembleare una relazione che fornisca, fra l’altro, informazioni sui seguenti aspetti:

a) tipologia, caratteristiche e distribuzione territoriale del patrimonio tartuficolo;

b) andamento delle nuove abilitazioni e dei rinnovi periodici dei tesserini per la ricerca e raccolta del tartufo;

c) andamento delle procedure di riconoscimento, controllo e revoca delle tartufaie controllate;

d) andamento delle procedure di riconoscimento delle tartufaie coltivate;

e) modalità ed esiti dell’attività di vigilanza;

f) interventi e risultati delle attività di promozione del patrimonio tartufigeno e della tartuficoltura con particolare riguardo ai percorsi di valorizzazione dell’attività svolta dalle Associazioni locali, dagli enti pubblici e dai privati;

g) distribuzione dei contributi specificando la caratteristica dell’intervento, i beneficiari e l’ammontare delle risorse;

h) eventuali criticità riscontrate nel corso dell’attuazione.

2. Le competenti strutture di Assemblea e Giunta si raccordano per la migliore valutazione della presente legge.”.”»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Lori, Foti, Rancan e Calvano:

«Dopo il comma 3 dell’art. 33 è aggiunto il seguente comma:

“3 bis. Sono confermate fino al 31/12/2016 le variazioni al calendario di ricerca e raccolta del tartufo previste dalle Amministrazioni provinciali e dalla Città Metropolitana di Bologna e riportate nei seguenti atti e provvedimenti amministrativi:

PROVINCIA DI MODENA

Delibera della Giunta Provinciale n. 169 del 2003

PROVINCIA DI RIMINI

Delibera della Giunta Provinciale n. 206 del 2002

Delibera della Giunta Provinciale n. 127 del 2011

PROVINCIA DI FERRARA

Delibera del Consiglio Provinciale n. 48 del 2015

Decreto del Presidente n. 171 del 2015

PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

Delibera della Giunta Provinciale n. 238 del 2007

PROVINCIA DI PARMA

Delibera della Giunta Provinciale n. 690 del 2004

PROVINCIA DI PIACENZA

Determinazione della Dirigente del Servizio Piccole filiere e supporto tecnico n. 1069 del 2015

CITTA’ METROPOLITANA DI BOLOGNA

Delibera della Giunta Provinciale di Bologna n. 277 del 2000.”.»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Bignami:

«Al comma 1, dell’art. 1, lettera b ter)

dopo la parola “tartuficoltura.” togliere il “.” e aggiungere le parole “, in quanto attività agricola, ispirandosi a criteri di qualità ed eccellenza.”»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Bignami:

«Emendamento modificativo all’art. 24, comma 1

Sostituire le parole “può concedere” con la parola “concede”.»

(Respinto)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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