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112.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 20 DICEMBRE 2016

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3708

Comunicazione del Presidente della Giunta sull'attuazione del Programma di Governo. (Art. 28, comma 2 dello Statuto e art. 19 del Regolamento interno)

 

OGGETTO 3654

Relazione all'Assemblea legislativa sull'attività della Giunta regionale nel 2015, ai sensi dell'art. 46, comma 3, dello Statuto regionale

 

OGGETTO 3532

Delibera: «Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale DEFR 2017 e rendicontazione degli obiettivi strategici del DEFR 2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 24 ottobre 2016, n. 1747) (104)

(Discussione)

 

OGGETTO 3613

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2017» (50)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 3614

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2017-2019 (Legge di stabilità regionale 2017)» (51)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 3615

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2017-2019» (52)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 3460

Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare un confronto almeno annuale tra il Tavolo Regionale per le Disabilità Uditive e le Associazioni, Enti ed Organizzazioni competenti allo scopo di supportare la rete regionale per le Disabilità Uditive, monitorare i procedimenti e migliorare i servizi offerti alle persone affette da tali problematiche, tutelando inoltre i diritti delle stesse e favorendone l'inclusione sociale. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Boschini, Zoffoli, Rontini, Soncini, Molinari, Taruffi, Caliandro, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Calvano, Foti, Iotti, Mori, Paruolo, Pruccoli, Rossi Nadia, Lori, Bessi, Marchetti Francesca, Poli, Sensoli, Ravaioli, Montalti, Campedelli, Serri, Cardinali, Bagnari, Zappaterra, Mumolo, Tarasconi, Bignami, Alleva, Fabbri

(Discussione)

 

OGGETTO 3709

Risoluzione per impegnare la Giunta a finanziare il completamento di un nuovo ponte a Carseggio entro il 2017 e a prendere contatti con il Genio Militare per trovare una soluzione provvisoria adeguata. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Cordoglio per le vittime dell’attentato terroristico di Berlino, l’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia e la strage di civili nell’assedio di Aleppo

PRESIDENTE (Saliera)

 

Ancora sugli oggetti 3708 - 3654 - 3532 - 3613 - 3614 - 3615 - 3460 - 3709

PRESIDENTE (Saliera)

POLI, relatore di maggioranza

BARGI, relatore di minoranza

PETITTI, assessore

BONACCINI, presidente della Giunta

BERTANI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

POMPIGNOLI (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

 

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 10,21

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centododicesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno giustificato la propria assenza la vicepresidente della Giunta Gualmini e i consiglieri Lori, Molinari ed Alleva.

Le restanti informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

OGGETTO 3708

Comunicazione del Presidente della Giunta sull’attuazione del Programma di Governo (Art. 28, comma 2 dello Statuto e art. 19 del Regolamento interno)

 

OGGETTO 3654

Relazione all’Assemblea legislativa sull’attività della Giunta regionale nel 2015, ai sensi dell’art. 46, comma 3, dello Statuto regionale

 

OGGETTO 3532

Delibera: «Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale DEFR 2017 e rendicontazione degli obiettivi strategici del DEFR 2015.» (Proposta della Giunta regionale in data 24 ottobre 2016, n. 1747) (104)

(Discussione)

 

OGGETTO 3613

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2017» (50)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 3614

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2017-2019 (Legge di stabilità regionale 2017)» (51)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 3615

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2017-2019» (52)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 3460

Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare un confronto almeno annuale tra il Tavolo Regionale per le Disabilità Uditive e le Associazioni, Enti ed Organizzazioni competenti allo scopo di supportare la rete regionale per le Disabilità Uditive, monitorare i procedimenti e migliorare i servizi offerti alle persone affette da tali problematiche, tutelando inoltre i diritti delle stesse e favorendone l’inclusione sociale. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Boschini, Zoffoli, Rontini, Soncini, Molinari, Taruffi, Caliandro, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Calvano, Foti, Iotti, Mori, Paruolo, Pruccoli, Rossi Nadia, Lori, Bessi, Marchetti Francesca, Poli, Sensoli, Ravaioli, Montalti, Campedelli, Serri, Cardinali, Bagnari, Zappaterra, Mumolo, Tarasconi, Bignami, Alleva, Fabbri

(Discussione)

 

OGGETTO 3709

Risoluzione per impegnare la Giunta a finanziare il completamento di un nuovo ponte a Carseggio entro il 2017 e a prendere contatti con il Genio Militare per trovare una soluzione provvisoria adeguata. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento della sessione di bilancio.

I lavori dell’Assemblea sono organizzati con i tempi contingentati, pertanto i consiglieri e la Giunta possono intervenire nel rispetto dei tempi complessivi assegnati, così come descritto nella convocazione della presente tornata e concordati in Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

In modo quindi congiunto, si affrontano i seguenti oggetti: il 3708, “Comunicazione del Presidente della Giunta sull’attuazione del Programma di Governo”: l’oggetto 3654, “Relazione all’Assemblea legislativa sull’attività della Giunta regionale nel 2015, ai sensi dell’articolo 46, comma 3 dello Statuto regionale”; l’oggetto 3532, “Proposta recante: ‘Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale - DEFR 2017 e rendicontazione degli obiettivi strategici del DEFR 2015”.

In questo caso la Commissione Bilancio affari generali e istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 12 dicembre 2016, con la seguente votazione: 28 voti a favore, 11 contrari e nessun astenuto.

Oggetto 3613, “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta, recante: ‘Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2017’” (progetto di legge composto di 34 articoli); oggetto 3614, “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta, recante: ‘Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2017-2019’” (progetto composto da 21 articoli); oggetto 3615, “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta, recante: ‘Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2017-2019’” (costituito da 8 articoli).

Inoltre, per ultimo, l’oggetto 3460, “Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare un confronto almeno annuale tra il Tavolo Regionale per le Disabilità Uditive e le Associazioni, Enti ed Organizzazioni competenti allo scopo di supportare la rete regionale per le Disabilità Uditive, monitorare i procedimenti e migliorare i servizi offerti alle persone affette da tali problematiche, tutelando inoltre i diritti delle stesse e favorendone l’inclusione sociale. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Boschini, Zoffoli, Rontini, Soncini, Molinari, Taruffi, Caliandro, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Calvano, Foti, Iotti, Mori, Paruolo, Pruccoli, Rossi Nadia, Lori, Bessi, Marchetti Francesca, Poli, Sensoli, Ravaioli, Montalti, Campedelli, Serri, Cardinali, Bagnari, Zappaterra, Mumolo, Tarasconi, Bignami, Alleva, Fabbri”.

I testi dei progetti di legge nn. 29, 30 e 31 sono stati licenziati dalla Commissione Bilancio affari generali e istituzionali nella seduta del 12 dicembre 2016.

Il relatore della Commissione, consigliere Roberto Poli, ha presentato relazione scritta e il relatore di minoranza, consigliere Stefano Bargi, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il CAL ha espresso parere favorevole sul PDL oggetto 3613, e il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole sul PDL 3615.

 

Cordoglio per le vittime dell’attentato terroristico di Berlino, l’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia e la strage di civili nell’assedio di Aleppo

 

PRESIDENTE (Saliera): Ora, prima di procedere con le relazioni dei relatori e l’intervento dell’assessore Petitti e del presidente Bonaccini, chiedo un attimo di attenzione per esprimere, a nome dell’Assemblea, tutto il nostro dolore e il cordoglio per le vittime dell’attentato terroristico di ieri a Berlino.

Condanniamo l’atto omicida dell’ambasciatore russo in Turchia e l’orribile strage dei civili nell’assediata città di Aleppo. Senza la pace, siamo costretti a vivere in un mondo di dolore e disumanità.

Vi prego di alzarvi e di osservare un minuto di silenzio in cordoglio delle vittime.

 

(L’Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)

 

Ancora sugli oggetti 3708 - 3654 - 3532 - 3613 - 3614 - 3615 - 3460 - 3709

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo quindi con lo svolgimento dell’ordine del giorno.

La parola al relatore di maggioranza, consigliere Poli. Prego.

 

POLI, relatore di maggioranza: Grazie, presidente.

Tratterò in un’unica relazione gli oggetti nn. 3532, 3613, 3614 e 3615, il cui esame si è avviato nella seduta della I Commissione, in data 29.11. 2016.

Tutte le Commissioni hanno espresso il parere consultivo previsto. L’udienza conoscitiva si è tenuta il giorno 5.12.2016 e i lavori della Commissione referente si sono conclusi con l’esame e la votazione degli articolati nella seduta del 12 dicembre 2016.

Il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso parere favorevole il primo dicembre e il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole il 12 dicembre.

È stato un lavoro di confronto e approfondimento, che seppure nella ristrettezza dei tempi, ci ha consentito, anche grazie alla disponibilità degli assessori, a partire dall’assessore al bilancio, la dottoressa Petitti, e di tutte le strutture tecnico-amministrative, di entrare nello specifico di ogni provvedimento.

Il bilancio di previsione della Regione Emilia Romagna 2017-2019 si colloca nel quadro del mandato amministrativo e rappresenta quindi una centralità molto forte in relazione all’attuazione del programma del presidente Bonaccini, della Giunta e della maggioranza. Possiamo dire, potendolo dimostrare, che gli impegni finora assunti sono stati rispettati per l’azione legislativa, per le politiche di sviluppo, per le politiche sociali e sanitarie, per la scuola, per la cultura, per la legalità.

In questi come in altri campi, l’azione del Governo ha risposto in modo forte, collocando ancora la nostra Regione e i vertici del nostro Paese tra le prime in Europa. A dirlo non siamo noi ma sono gli istituti di statistica.

Come i colleghi sicuramente ricorderanno, l’adozione del DEFR da parte della nostra Regione è stata anticipata rispetto a quanto previsto dal d.lgs. n. 118 del 2011, in via sperimentale, al primo anno di mandato. La predisposizione anticipata del DEFR ha reso possibile la descrizione degli obiettivi strategici del programma di mandato che il Presidente presentò il 26 gennaio 2015 all’Assemblea legislativa, così, a partire dal primo anno di Governo, possiamo valutare i risultati conseguiti e renderli disponibili a tutta la società regionale.

Con la rendicontazione al DEFR 2015 sono stati esaminati 89 obiettivi strategici, raggruppati per aree: l’area istituzionale, con 15 obiettivi, l’area economica con 21, l’area sanitaria e sociale, con 23, l’area culturale con sette obiettivi; l’area territoriale con 23 obiettivi.

Con questo documento si concretizza la circolarità tra la programmazione strategica e la rendicontazione dei risultati del Governo regionale. In sostanza, uno strumento che consente di verificare in modo analitico il rapporto tra ciò che si dice e ciò che si fa.

Un elemento quindi di grande trasparenza, oltre che uno strumento di valutazione consegnato a noi, al mondo associativo e produttivo, al sistema delle autonomie e, più in generale, ad ogni cittadino che ne fosse interessato.

Unitamente alla rendicontazione sopra richiamata, occorre evidenziare che con la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale presentata dal presidente del Consiglio e dal Ministro dell’economia e delle finanze alla Camera, il 27 settembre 2016 e approvata il 12 ottobre, sono state aggiornate le previsioni di crescita dell’economia mondiale e nazionale.

Mi soffermerò brevemente su questo, tra poco. La presentazione della nota di aggiornamento al DEFR 2017, da parte della Giunta regionale all’Assemblea legislativa, è previsto, dal legislatore nazionale, che avvenga entro trenta giorni dalla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, e deriva anche da questo vincolo la discussione nei lavori della nostra Assemblea. La recente legge di riforma del bilancio dello Stato ha inoltre richiesto l’introduzione degli indicatori BES, che sono gli indicatori di benessere equo e sostenibile, non ritenendo i soli indicatori del PIL e macroeconomici, sufficienti a definire le condizioni sociali ed economiche del nostro Paese.

La Regione Emilia-Romagna, già con l’approvazione del DEFR 2016, aveva introdotto numerosi indicatori di benessere ulteriormente implementati nel DEFR 2017 in ogni area di riferimento, istituzionale, economica, sanitaria, sociale, culturale e territoriale.

Ma vediamo brevemente alcuni riferimenti nell’andamento dell’economia internazionale e nazionale. Le previsioni delle più importanti organizzazioni internazionali sulla dinamica del commercio mondiale sono state riviste al ribasso. Preoccupano la fragilità della ripresa economica in Europa e i segnali contrastanti dei mercati emergenti. In questo contesto, la Brexit, decisa dai cittadini del Regno Unito, potrebbe avere effetti rilevanti. Secondo alcune stime, nel biennio 2016- 2017, l’impatto sull’economia italiana potrebbe incidere per un valore compreso tra lo 0,5 e l’1 per cento del prodotto interno lordo.

Per l’Area euro viene prevista una riduzione della crescita dall’1,6 all’1,5, mentre per il 2017 è prevista una crescita dell’1,2.

Per quanto riguarda il nostro Paese, i dati Istat relativi al terzo trimestre 2016, ci consegnano un incremento del prodotto interno lordo dell’1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. Dati parzialmente positivi anche sul versante dell’occupazione, con la disoccupazione giovanile che scende al 36,4. Naturalmente si tratta di un dato nazionale, che nella dimensione regionale si articola con diversità molto accentuate.

Per la nostra Regione registriamo dati migliori della media nazionale, sia sul prodotto interno luogo, la cui crescita è valutata all’1,1, sia sul versante delle esportazioni, cresciute del 6,6 per cento. Ciò fa dell’Emilia-Romagna, in base ai dati raccolti dalla Direzione studi di Intesa San Paolo, la prima Regione nel contesto nazionale, con 3 miliardi di euro di esportazione. Gli effetti sull’occupazione sono importanti, con 46.000 nuovi occupati nei primi sei mesi del 2016, così come registriamo il tasso di occupazione più alto del Paese.

Mi soffermo brevemente su questi dati relativi all’occupazione, perché gli stessi danno valore alle scelte politiche compiute dalla nostra Regione, e dimostrano come queste abbiano avuto ricadute positive.

Scende la disoccupazione dei primi nove mesi, siamo a 7,1, con una diminuzione dello 0,4 per cento rispetto a luglio. Gli occupati, nel terzo trimestre 2016, sono 1.973.959, oltre 47.000 unità in più rispetto allo stesso periodo 2015. È aumentata del 4,7 per cento l’occupazione femminile: erano, nel terzo trimestre 2008, 852.000 le donne che lavoravano e ora sono 888.000, sempre in base ai dati Istat.

Il tasso di occupazione trimestrale è del 68,9, l’1,8 in più rispetto allo stesso periodo 2015. Siamo di fronte al valore più elevato, fra tutte le Regioni italiane, ad esclusione del Trentino-Alto Adige. La componente maschile ha un tasso di occupazione pari al 75,9 per cento, con un più 0.9, mentre l’occupazione femminile arriva a 62 (un più 2,7).

Nel terzo trimestre 2016, le persone in cerca di lavoro si sono ridotte dell’8,2 per cento, con una contrazione pari a 11.400 persone. A fine 2016, il valore reale delle esportazioni dovrebbe superare dell’11,5 per cento il livello massimo precedente la crisi e realizzato nel 2007.

A trainare il dato regionale sono i mercati emergenti, con un più 11,4, in particolare l’export verso la Russia, la Repubblica Ceca e la Romania. Anche verso il mercato tedesco, registriamo un più 7 per cento. Questo dato è particolarmente significativo per ovvie ragioni.

Ma vediamo alcuni distretti della Regione particolarmente significativi. Il distretto ceramico di Sassuolo registra, nel secondo trimestre 2016, un più 8 per cento; il distratto dei ciclomotori di Bologna, un più 27,1 per cento sul mercato statunitense; il distretto macchine per il legno di Rimini, un più 8,5; il distretto macchine per l’imballaggio di Bologna, un più 12,8.

Anche i distretti del settore alimentare hanno registrato forti incrementi: il settore lattiero caseario del parmense, un più 16; il settore lattiero-caseario di Reggio Emilia, un più 14; l’ortofrutta della Romagna, un più 13,8, con un fortissimo incremento verso la Polonia. Registriamo anche u forte incremento nel distretto dell’abbigliamento di Rimini, con un più 17, e del distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli, con un più 5,2.

Dati positivi anche per l’export dei poli tecnologici dell’Emilia-Romagna, in controtendenza con il dato nazionale, con un andamento complessivo in aumento dal 4,1, nettamente superiore alla media dei poli italiani che segnano invece una flessione che si avvicina al 6 per cento.

Anche la domanda interna regionale è in aumento, con importazioni in crescita per l’anno 2016, di oltre il 6 per cento, così come i consumi sono in lieve ripresa, con più 1,2. Gli investimenti fissi lordi sono previsti in aumento del 3 per cento.

Questi indicatori, seppur sinteticamente parzialmente elencati rendono evidente una tendenza positiva. Naturalmente il DEFR ci mette a disposizione moltissimi altri elementi di valutazione, ma quelli già indicati ci offrono la possibilità di una prima valutazione politica. Senza presunzione e con la piena consapevolezza che c’è ancora tanto da fare, a questi risultati positivi hanno contribuito anche le politiche messe in campo dalla Regione attraverso l’attuazione del Patto per il lavoro, sia sul versante delle politiche di sviluppo, sia su quello delle politiche sociali.

La ricerca dell’equilibrio più alto tra questi due campi di intervento rappresenta una scelta politica, che può essere ovviamente anche non condivisa, ma per noi è l’asse portante di una strategia che non solo legge e interpreta le dinamiche economiche e sociali, ma si ancora ai nostri valori ispirati all’equità e alla coesione sociale.

Sappiamo bene che sviluppo e rete dei servizi sono due facce della stessa medaglia, e che la crescita deve porsi l’obiettivo di limitare le diseguaglianze, le nuove povertà e l’emarginazione.

I risultati raggiunti e la consapevolezza dalla strada ancora da fare, ci orientano anche nella predisposizione del bilancio preventivo 2017-2019, e nella definizione del collegato alla legge di bilancio.

Il collegato legge relativo alle disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2017-2019, in base a quanto previsto dal decreto legislativo n. 118 del 2011, stabilisce che le Regioni adottino una legge di stabilità regionale contenente il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio di previsione. La richiamata legge contiene esclusivamente norme tese a realizzare effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato nel bilancio di previsione.

Se da un lato quindi è stato definito il perimetro della legge di stabilità, dall’altra è formalizzata la possibilità di introdurre negli ordinamenti contabili regionali progetti di legge collegati con cui disporre modifiche e integrazioni a disposizioni legislative regionali aventi inerenza con il bilancio e in attuazione del DEFR.

Il progetto di legge regionale “Disposizioni collegate alla legge di stabilità” risulta composto da 34 articoli. Per necessità di sintesi, non mi soffermo, in questa relazione, sui contenuti e sulle modifiche di ogni articolo. Su alcuni di essi, in particolare, si è sviluppato un confronto nei lavori delle Commissioni e, come è evidente, potremmo riprendere le valutazioni in sede di esame e votazione dell’articolato. Anche gli emendamenti sono stati oggetto di discussione e messi in approvazione nella seduta conclusiva della I Commissione tenutasi il 12 dicembre.

Mentre con le disposizioni collegate alla legge di stabilità si definiscono gli aspetti sopra richiamati, con le disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2017-2019 (legge di stabilità regionale 2017) si destina parte degli stanziamenti di spesa previsti dal bilancio stesso.

La proposta di legge è articolata da 21 articoli. L’articolo 1 riguarda il rifinanziamento delle leggi regionali di spesa.

Nell’articolo 2 si definisce un contributo, per l’anno 2017, per un importo pari a 50.000 euro, al Collegio regionale dei maestri di sci.

L’articolo 3 prevede contributi alle imprese finalizzati ai confidi di primo e secondo grado, disponendo autorizzazioni di spesa per 2 milioni di euro per ciascun anno, dal 2017 al 2019.

Nell’articolo 4 viene definito un contributo al Comune di Mirandola per l’attivazione di un centro di documentazione sul sisma che ci ha colpiti nel 2012. Il contributo annuale per gli anni 2017, 2018 e 2019 è pari a 100.000 euro.

L’articolo 5 definisce un contributo al Comune di Camugnano pari a 50.000 euro per gli interventi necessari al completamento dei lavori nelle scuole medie statali.

L’articolo 6 definisce, per l’esercizio 2017, un contributo pari a 50.000 euro per il Comune di San Giovanni in Persiceto per l’azione degli interventi necessari al recupero di porzioni di territorio utilizzate in regione Emilia-Romagna per la collocazione di strutture temporanee post sisma su un’area, con conversione della stessa struttura sportiva.

Nell’articolo 7 vengono definite risorse per interventi di manutenzione straordinaria di difesa della costa e per opere di consolidamento e sistemazione versanti: 1.300.000 euro per ogni anno, dal 2017 al 2019.

L’articolo 8 stabilisce interventi in materia di opere idrauliche nei corsi d’acqua di competenza regionale, per un importo, per ogni anno, 2017-2019, di 500.000 euro.

Nell’articolo 9, ai lavori di urgenza e provvedimenti in caso di somma urgenza e in caso di pubblica calamità sono destinate risorse pari a 1 milione di euro per l’anno 2017, 2.500.000 euro per l’anno 2018 e 2.500.000 euro per l’anno 2019.

Nell’articolo 10, per gli interventi di manutenzione finalizzata alla sistemazione della rete idrografica e alla difesa dei versanti e della costa, sono disposte, nell’ambito della missione 9, sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente, programma 1, difesa del suolo, le seguenti autorizzazioni di spesa: per il 2017, 2 milioni di euro; per il 2018, 3.500.000 euro; per il 2019, 3.500.000 euro.

L’articolo 11 incrementa il Fondo di dotazione della Fondazione Emilia-Romagna Teatro, relativamente all’anno 2017, per un importo di 150.000 euro.

L’articolo 12 incrementa il patrimonio di ATER, l’Associazione teatrale Emilia-Romagna, per un importo di 150.000 euro.

Nell’articolo 13, servizio sanitario regionale, risorse aggiuntive correnti per dare copertura ai livelli di assistenza superiori a quanto previsto dai LEA (Livelli essenziali di assistenza), vengono destinati finanziamenti aggiuntivi correnti per 20 milioni di euro.

Articolo 14, Fondo regionale per la non autosufficienza, cui vengono destinate risorse di poco superiori a 116 milioni di euro, che concorrono, ovviamente, alla somma complessiva del Fondo regionale per la non autosufficienza.

Articolo 15, gestione liquidatoria delle ex unità sanitarie locali cessate al 31.12.2014. Con questo articolo si autorizza la Regione Emilia-Romagna a trasferire agli Enti del servizio sanitario regionale, per l’esercizio 2017, 1 milione di euro.

L’articolo 16 definisce l’autorizzazione di spesa per lo sviluppo di progetti e attività a supporto del servizio sanitario regionale gestiti direttamente a livello regionale attraverso una quota di finanziamento dei LEA riservata alla gestione sanitaria accentrata, per un ammontare, sul bilancio 2017-2019, pari a 38 milioni di euro, così articolati: 14.664.000 euro per l’acquisto di beni e servizi; 21 milioni di euro per trasferimenti correnti; 2.335.000 euro per l’acquisto di beni.

L’articolo 17 prevede gli aiuti di Stato aggiuntivi sul PSR 2014-2020.

L’articolo 18 prevede interventi strutturali nell’ambito dell’aeroporto di Parma, per cui vengono destinati 2 milioni di euro per il 2017, 5 milioni di euro per il 2018 e 5 milioni di euro per il 2019.

L’articolo 19 affronta le disposizioni in materia di trasferimenti di funzioni in relazione all’attuazione degli articoli 68 e 69 della legge regionale n. 13/2015.

L’articolo 20 definisce la copertura finanziaria e l’articolo 21 l’entrata in vigore.

Arriviamo, così, al bilancio di previsione 2017-2019 della nostra Regione. Occorre richiamare che già dal 2015, anticipando il principio di pareggio di bilancio previsto dalla legge n. 243/2012, in applicazione della legge costituzionale che ha introdotto tale obbligo in Costituzione, le Regioni a Statuto ordinario sono assoggettate ad un nuovo sistema di vincoli dal Patto di stabilità interno. Sono, infatti, state abrogate le precedenti norme basate sul controllo dei tetti di spesa, per introdurre nuove norme basate sull’equilibrio di bilancio. Già nel solo 2016 le Regioni a Statuto ordinario hanno concorso al risanamento con un avanzo, rispetto all’equilibrio di bilancio, di 2,2 miliardi, per un miglioramento dell’indebitamento netto pari a circa 4 miliardi di euro.

Pur in un quadro di grande complessità e certamente non semplice, la conclusione positiva del confronto tra il Governo e la Conferenza Stato-Regioni, grazie anche all’importante lavoro svolto dal presidente Bonaccini, che, come sappiamo, è anche il presidente della Conferenza, l’accordo raggiunto è stato approvato all’unanimità e ci consegna maggiori spazi di manovra rispetto a quelli iniziali e, indubbiamente, la possibilità di gestire il nostro bilancio con più forza.

Cito solo alcuni aspetti che per noi erano molto rilevanti: l’esclusione dell’obbligo del pareggio di bilancio già in sede di preventivo, quindi, per l’esercizio 2016, l’obbligo del pareggio in sede di rendiconto; 500 milioni di euro complessivi che consentono, per la nostra quota parte, di sbloccare l’avanzo vincolato; la stabilizzazione del Fondo nazionale trasporti; l’incremento del Fondo sanitario nazionale da 111 a 113 miliardi, che per la nostra Regione significa 115 milioni di euro circa destinati ai nuovi LEA, al nuovo Piano vaccinale, ai farmaci oncologici innovativi, nuove assunzioni e stabilizzazioni dei rapporti di lavoro.

L’accordo Stato-Regioni e i risultati raggiunti in termini di contenimento dei costi, anche in virtù dei processi di riorganizzazione che la nostra Regione ha praticato, i riferimenti positivi sull’indebitamento (-32 milioni di euro) ci consentono di presentare un bilancio preventivo incardinato su cinque specifiche priorità di spesa, mantenendo fin da inizio legislatura una scelta netta: nessun aumento della pressione fiscale. Le cinque priorità di spesa possono essere sinteticamente così definite: politiche sociali e sanitarie; accelerazione del programma di attuazione dei Fondi strutturali per la programmazione 2014-2020, che nel 2018 sarà soggetta alla verifica intermedia da parte della Commissione europea; investimenti e ripresa economica; trasporto pubblico locale per i settori auto e ferroviari; investimento contro il dissesto idrogeologico e la tutela dell’ambiente.

Vediamo più nello specifico i provvedimenti, a partire da ciò che noi abbiamo definito “reddito di solidarietà”, legge recentemente approvata da questa Assemblea. Per le famiglie e per le persone in situazioni di grave difficoltà, sono 35 milioni le risorse regionali ad esso destinate che, sommate alle risorse nazionali, ci portano ad oltre a 70 milioni di euro. Alla sanità pubblica, che, ovviamente, ha un ruolo rilevante nel bilancio della nostra Regione, 8,190 miliardi di euro dal Fondo sanitario nazionale, che renderanno possibili 1.100 nuove assunzioni e stabilizzazioni di medici, infermieri e operatori, oltre alla vaccinazione obbligatoria per le iscrizioni ai nidi e le cure odontoiatriche per le persone tra i 5 e i 25 anni; la conferma del Fondo per la non autosufficienza di 460 milioni di euro, di cui 116 regionali; investimenti per 152 milioni di euro per il 2017-2019, di cui 65,5 milioni regionali per la riqualificazione delle strutture sanitarie, l’ammodernamento del patrimonio diagnostico, tecnologico e informatico; 34,8 milioni di euro per infanzia, adolescenza, giovani e famiglia; il cofinanziamento dei Fondi europei, che si incrementa da 59 a 82 milioni; 55 milioni per le imprese e l’agricoltura, 2 milioni per le politiche attive del lavoro e il piano altre competenze; per il turismo, 16,7 milioni per promo-commercializzazione, marketing e unione di prodotti; 16 milioni per gli impianti sciistici della montagna, di cui 10 di provenienza dello Stato; 25 milioni per il diritto allo studio, l’inclusione, la valorizzazione del merito, le borse di studio; 9 milioni di euro per il sistema regionale dello spettacolo dal vivo, teatro, danza, rassegne e festival; 2,7 per i set in Emilia-Romagna, la legge regionale sul settore cinematografico e l’audiovisivo; il sapere, la conoscenza e la legalità, cui è destinato 1 milione di euro per l’applicazione del testo unico; 640.000 euro per le politiche giovanili.

Infine, ma non per importanza, il tema della sostenibilità, con 421,3 milioni di euro per il trasporto pubblico locale, con quota regionale pari a 51,3 milioni di euro; 45,8 milioni di euro per l’ambiente e il territorio destinati alla difesa del suolo e della costa, Protezione civile, Fondo per la montagna, aree protette e sicurezza sismica.

Dai lavori di chiusura e votazione degli articolati in I Commissione del 12 dicembre sono stati approvati anche alcuni emendamenti che destinano risorse aggiuntive a specifiche misure che, per brevità, ovviamente, non richiamo e che, eventualmente, nel corso del dibattito potranno essere evidenziate.

Signor presidente e gentili colleghi, mi scuso con tutti voi se questa relazione non è stata breve, ma trattare congiuntamente DEF, Collegato, legge di stabilità e bilancio preventivo ed essere sintetici può risultare molto complicato. In ogni caso, vorrei ringraziare il relatore di minoranza, il collega Bargi, i Gruppi di opposizione e i loro Capigruppo che, pur nella opposta valutazione politica, si sono resi disponibili a un confronto sul merito che, se non altro, ha rappresentato un tratto di correttezza e rispetto delle Istituzioni e del ruolo di ognuno di noi, che di questi tempi – se mi è consentito dirlo – è una merce rara. Un ringraziamento a tutti i colleghi della maggioranza, alla Giunta, ai dirigenti e ai tecnici degli assessorati per la partecipazione ai lavori e la disponibilità.

Penso di poter dire che la nostra Regione ha scelto la strada giusta: l’attuazione del programma del presidente Bonaccini, della Giunta e della maggioranza, un rapporto franco con le opposizioni. I risultati, che anche in questa relazione ho richiamato, ci dicono che è possibile, anche attraverso politiche pubbliche mirate e in equilibrio tra sviluppo e rete dei servizi, dare un forte impulso al miglioramento delle condizioni generali delle nostre comunità.

Se potessi usare una metafora ciclistica, restando nel nostro Paese, direi che è motivo di orgoglio aver indossato la maglia rosa, ma il lavoro di squadra più importante che spetta a tutti noi è quello di vincere il Giro. Non sarà facile, ma credo che potremmo riuscirci.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Poli, relatore di maggioranza.

La parola al relatore di minoranza, Stefano Bargi. Prego.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Inizio anch’io l’intervento su questa legge finanziaria per il 2017 e i tre anni a venire citando alcuni dati da parte della nostra società e della nostra economia. In particolare, prima si rivolgeva un plauso verso quelli che sembrano essere segnali di ripresa. A noi, però, piacerebbe fare il punto preciso su quello che, da un lato, può sembrare un piccolo accenno di ripresa, ma che, dall’altro lato, non possiamo considerare un dato sostanzialmente e totalmente positivo sul quale adagiarci. Necessita, sicuramente, di una spinta forte da parte della politica, anche di quella regionale.

Stando ai dati del PIL, ci sarebbe stata una ripresa, ma di certo non come si sperava. Del resto, anche l’export ha subìto un rallentamento, aumentando nel primo semestre dell’anno solo dell’1,6 per cento. Il discorso vale a livello nazionale, ma i dati grossomodo si riflettono anche sulla situazione a livello regionale.

Lo stesso discorso vale per la fiducia delle imprese, che vacilla. Il saldo tra ottimisti e pessimisti è sempre positivo, ma in calo rispetto all’inizio dell’anno, da 19,1 punti a 14,2. In base ai dati ISTAT, nei primi sei mesi dell’anno gli occupati sono aumentati del 2,4 per cento, circa 46.000 unità in più. Di questo abbiamo parlato anche la settimana scorsa, quando abbiamo affrontato il discorso del reddito di solidarietà. Occupati in aumento sì, ma, stando all’INPS, a gonfiare i dati sull’occupazione è soprattutto il ricorso ai voucher, che vede un aumento del 35 per cento, pari a 10.500 unità. Dal fronte opposto, invece, abbiamo un crollo dei contratti a tempo indeterminato del 34 per cento. Ne abbiamo parlato la settimana scorsa in termini di povertà, quando abbiamo affrontato il discorso del reddito di solidarietà e, quindi, dei dati relativi alla situazione cogente.

Stabile il ricorso alla cassa integrazione per quanto riguarda i primi mesi dell’anno. Nella manifattura crescono il fatturato, +2 per cento, produzioni e ordini, rispettivamente del 2 e dell’1,5, che, però, premiano soprattutto le industrie di grandi dimensioni, lasciando il nostro sostrato economico regionale, formato dalla piccola e media industria, un pochino indietro rispetto alle possibilità delle grandi imprese.

Il fatturato estero aumenta del 2,9 per cento, gli ordinativi da fuori confine del 2,2, anche se l’export cresce con minore intensità con cali significativi verso gli USA e incrementi, invece, nel mercato europeo. Sul fronte del credito, mentre crescono i prestiti alle famiglie, anche qui, dell’1 per cento, flettono quelli delle imprese (-3,4 per cento). Come sempre, c’è questa difficoltà che ci portiamo dietro ormai da diversi anni, soprattutto dallo scoppio della crisi, dal 2008 in poi, di accesso al credito, una questione tuttora irrisolta sia dal sistema creditizio del nostro Paese sia da quelli che possono essere stati interventi finora non efficaci della politica. Citiamo, prendendola alla larga, anche quanto avvenuto con il “salva banche” e con il bail-in.

I finanziamenti all’industria restano più o meno stabili, mentre il credito per le ricostruzioni si restringe in un ulteriore 16,5 per cento. Conosciamo la difficoltà di riuscire a far ripartire l’edilizia nel nostro Paese. Purtroppo, non riesce ancora a sbloccarsi dopo la crisi che ha interessato il settore. Prima veniva citato il distretto della ceramica. Il distretto della ceramica di Sassuolo ha avuto qualche incremento perché tiene ancora a livello internazionale, visto che i prodotti nostrani sono apprezzati su tutti i mercati a livello mondiale, soprattutto se ci sono interventi che vanno ad arginare l’invasione di prodotti da economie che, chiaramente, non presentano i nostri costi, soprattutto per quanto riguarda la manodopera e le garanzie che si danno alla manodopera nel nostro Paese, quindi possono permettersi di vendere prodotti a bassissimo costo, che tendono a fare una concorrenza sleale ai nostri. Finché certe politiche saranno attive, soprattutto a livello mondiale, riusciremo a essere forti.

C’è una piccola ripresa anche a livello interno nostro. Visto che si parlerà di legge sull’urbanistica, arriveremo il prossimo anno sicuramente a discuterne. Il tema della ripresa dell’edilizia è fondamentale e ancora, purtroppo, tentenna a partire con una certa spinta.

Nella nostra regione la crisi del PIL passa da circa il 4 per cento dell’anno passato all’1,4 dell’inizio del 2016. Chiaramente, questo dimostra come ancora non si riesca a decollare. Magari abbiamo un anno che va un pochino meglio e un anno che va un pochino peggio, ma rimaniamo sempre stagnanti. Ancora manca quello shock positivo nella nostra economia nazionale e regionale per poterci, finalmente, considerare fuori dalla palude e per poter ripartire a gonfie vele.

L’esito del recente referendum costituzionale conferma che nel Paese c’è una grande voglia di svolta, soprattutto nei confronti della politica nazionale, sul piano economico e delle scelte politiche economiche effettuate negli ultimi anni, sicuramente con una certa attenzione.

C’è un altro tema che ci preme ricordare in questa fase. Lo facciamo praticamente ogni anno, ma è fondamentale, perché vorremmo vedere la nostra Regione un po’ più forte nella coscienza di essere una delle realtà produttive più importanti di questo Paese e una di quelle – veniva citato prima dal collega Poli – che oggi sta crescendo meglio e sta trainando, malgrado le difficoltà che la vedono coinvolta, un po’ tutto il carrozzone.

Circa l’80 per cento delle risorse, contratti per sviluppo e via dicendo, che arriva dall’Unione europea è destinato alle realtà del sud. Questo è un tema che finalmente ho sentito tirar fuori anche in fase di udienza conoscitiva sul bilancio dalle nostre imprese. È raro sentir parlare in questi termini.

Fa piacere che finalmente ci si renda conto che pur avendo qui un settore delle imprese forte, che trascina, come dicevamo prima, tutto il Paese in avanti a livello economico, in realtà le risorse per lo sviluppo da noi arriviamo in una piccola parte rispetto al resto del Paese.

Non vedendo, in realtà, crescere lo sviluppo, non vedendo che queste risorse aiutano a crescere realmente l’economia nelle realtà del sud, ci viene anche da chiedere queste risorse come vengono impiegate e spese, perché anche sulle modalità di investimento delle risorse pubbliche provenienti dall’Unione europea bisognerebbe aprire un capitolo a parte. Un conto è essere bravi a intercettare le risorse, altro è saperle usare affinché poi producano dei risultati positivi nell’economia.

Ci preme tornare a evidenziare i dati del residuo fiscale. Ogni tanto la CGIA di Mestre ci propone questo dato.

Sappiamo che la nostra Regione oscilla sui 18 miliardi l’anno di tasse raccolte, ma non investite. Non sono spese sotto forma di spesa corrente sul nostro territorio, ma sono fagocitate dallo Stato centrale. Questo è un dato importante perché ci dà la misura di quanto valiamo, ma in realtà manchiamo totalmente della capacità di farci valere, perché se noi valiamo questo, dobbiamo pretendere molto di più.

Questo ci conferma la necessità di una riforma fiscale che andrebbe fatta sull’intero territorio nazionale affinché si possa far sì che la ricchezza prodotta in un dato territorio possa rimanere su quel territorio ed essere investita.

Per noi è una questione fondamentale, ne facciamo il caposaldo della nostra battaglia politica da ormai un trentennio, però è fondamentale ricordarlo. A volte, purtroppo, nella nostra politica regionale si tende a dimenticare che ruolo abbiamo in questo Paese.

Volevo citare anche – e lo faccio, però, avvalendomi del computer – i dati di un’impresa raccolti in un’indagine a metà di quest’anno.

I dati riguardano l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche, quindi il ricorso all’indebitamento degli Enti locali e dello Stato centrale.

Questo è l’intervento di un’impresa: “Se il Governo intende intervenire sulla spesa pubblica deve aggredire i conti dei Ministeri e degli apparati centrali”.

Cosa dice questa inchiesta, questo studio? Ormai è un dato acclarato. Negli ultimi due anni il rosso degli Enti locali del nostro Paese è diminuito – parliamo di Comuni, Province e Regioni – di oltre 15 miliardi di euro. Il periodo preso in esame è aprile 2014 marzo 2016, quindi -14 per cento.

Nello stesso arco temporale il debito delle Amministrazioni centrali è salito di quasi 100 miliardi, quindi +5 per cento, annullando, di fatto, il ricorso all’indebitamento degli Enti locali, o meglio il minor ricorso all’indebitamento degli Enti locali.

La riduzione generalizzata ha interessato sia i Comuni, -3 miliardi, che le Province, 643 milioni, quindi in realtà si parlava tanto dei tagli sulle Province e sono quelli che poi hanno portato assolutamente meno, che le Regioni, -7,9 miliardi.

Ovviamente la nostra è la terza regione in Italia che è intervenuta in questo senso, ma d’altronde cosa vogliamo, siamo quelli che facciamo gli sforzi più grandi, ma, come dicevamo prima, c’è questa incoerenza e siamo quelli che, pur producendo tanto, ricevono meno.

Tutte le politiche di aggressione nei confronti degli Enti locali, viste ormai da qualche tempo – i Comuni sono spreconi, fondiamoli, le Regioni sono sprecone, fondiamole – evidentemente non sono politiche che vanno in linea con i dati, perché se da un lato il Governo centrale taglia risorse agli Enti locali, ed è il motivo per cui i Comuni, quando si parla di fusioni – io non sono mai intervenuto più di tanto perché devo ancora vedere arrivare una fusione del mio territorio, ma quando sarà il momento ne parleremo – hanno bisogno di fondersi, non è che sono in difficoltà e non riescono a garantire servizi. Certo, non vengono più trasferite risorse agli Enti locali perché la politica è che gli Enti locali sono spreconi, non si danno più soldi così non sprecano. Per forza poi sono costretti a ricorrere allo strumento delle fusioni, parliamoci chiaramente.

Entro un po’ nella politica di questa Regione, tenuta da questa Amministrazione.

Ricordo il presidente Bonaccini in un intervento quando veniva inaugurata una nuova associazione di categoria qui a Bologna. Diceva: “Noi abbiamo la battaglia delle fusioni”. A parte che di battaglie parlava qualcuno a metà del secolo scorso, nella prima metà del secolo scorso, e parlava in questi termini dell’azione politica, però, se la politica è tendere a portare alle fusioni sappiamo cosa sottostà alle fusioni. Sottostà questo tipo di ragionamento: gli Enti locali sono brutti e cattivi e quindi andiamo a tagliare su quelli.

Ricordo che c’è anche la proposta di fondere le Regioni, perché giustamente dobbiamo togliere su quel versante, quando poi i dati numerici ci dimostrano come chi veramente crea l’aumento della spesa pubblica e il ricorso all’indebitamento sono i Ministeri centrali. Quindi, finché noi non vediamo una politica forte in Italia a livello centrale è inutile che parliamo di tagli agli Enti locali.

Questo giusto per dare un piccolo cappelletto e cominciare a entrare in un intervento più politico su quello che sarà il bilancio previsionale per l’anno a venire.

Sul tema delle imprese siamo intervenuti più volte con più tentativi di proporre determinate scelte politiche durante il corso di quest’anno e in parte anche dell’anno scorso. Ricorderete il nostro tentativo di revisione della legge n. 14.

Sulla legge n. 14 sicuramente scenderemo nel dettaglio, perché è stata citata anche nell’incontro che abbiamo fatto con la società nell’udienza conoscitiva per il bilancio, proprio da quella parte della società che più di tutti ha voluto quella legge, finendo a dire che la legge magari funziona anche, però richiede tante risorse.

Siamo arrivati sui 30 milioni, aggiungendone 5 con questo bilancio nel prossimo triennio, però è chiaro che è stato fatto un bando, sono state stanziate le risorse, le aziende che hanno partecipato sono oltre un centinaio, quindi sicuramente è positivo lo strumento. Però, rimane il fatto che ricorriamo sempre a strumenti che hanno bisogno di stanziamento di risorse a livello di politica. Invece che parlare di una politica di sgravio fiscale per quelle che sono le realtà che vogliono investire dall’estero nel nostro territorio, che dal nostro territorio non se ne vanno, ma decidono di investire qui, creando posti di lavoro per poter poi tornare al discorso della povertà e andare a colpire laddove si origina, cioè dalla mancanza di spazio verde per chi vuole andare a lavorare, per chi vuole auto-garantirsi un reddito e auto-togliersi da una situazione di povertà, quindi andare a colpire la fonte, invece che prevedere una politica per lasciare le risorse, noi abbiamo sempre questa tendenza a destinare le risorse del bilancio regionale.

Destinare le risorse del bilancio regionale vuole chiaramente dire andare a impegnare parte di quelle che sono le risorse di quello che abbiamo a disposizione qui in Regione.

La coperta, come si suol dire, è corta. Se tiri da una parte devi poi scoprirti dall’altra e purtroppo rimaniamo sempre in questo circolo. Mentre, invece, la nostra proposta è di andare nella direzione di lasciare risorse tramite sgravio fiscale anche di imposte regionali, perché ricordo che abbiamo una delle imposte più gravose per le attività produttive, che è l’IRAP. È gravosa perché, per come è fatta, andando a tassare al lordo il costo dei dipendenti, può capitare che tassi anche aziende che, in realtà, sono di fronte a una perdita.

È un’imposta che già di per sé è un costo per una realtà produttiva, un costo particolarmente forte. Quindi, su questa già potremmo fare leva. Altre Regioni lo fanno nel rispetto della concorrenza, dei dettami della concorrenza del libero mercato e di interventi di Stato dell’Unione europea, degli aiuti di Stato, però all’interno di questi crismi noi possiamo intervenire.

Sarebbe fantastico, con gli accordi di programma di insediamento, coinvolgere i Comuni per quanto riguarda le loro imposte locali. Poi c’è il problema che l’IMU devono poi darlo allo Stato, quindi lo Stato calcola quanto vale, sempre per dire che gli Enti locali hanno questa autonomia e questa capacità di approvvigionamento di risorse proprie che, in realtà, è fortemente limitata.

Però, poter coinvolgere addirittura lo Stato centrale in iniziative di questo tipo sarebbe, se non altro, qualcosa di eccezionale.

Mi rendo conto delle difficoltà di attuarle, ma da qualche parte bisogna partire e riteniamo che la nostra Regione, per i motivi detti prima, abbia tutte le qualità per poter avanzare richieste di questo tipo.

Di fronte a una scelta politica che a noi non convince, cioè quella dello stanziamento di risorse, non condividiamo la politica del “lasciamo le risorse”.

La legge n. 14 va bene, però se nessuno la pubblicizza, se nessuno cerca di darle un rilancio, se nessuno cerca di dire che il nostro territorio vuole veramente attrarre diventa tutto più complicato. È stato detto dalla società civile nostra. Quando lo dicevo io qui dentro ero considerato il fessacchiotto, però mi fa piacere che anche da parte di chi in realtà deve ricevere poi questo strumento si dica che c’è questa legge lasciata in un cassetto.

Ricordo che, dopo il periodo di esercizio provvisorio del 2015, abbiamo votato il bilancio 2015. Noi vi dicevamo di finanziare questa vostra legge lasciata nel cassetto. Ricordo che il presidente Pompignoli dovette far votare due volte perché la gente non sapeva se alzare la mano o no. Le difficoltà erano presenti evidentemente nella scelta di un’azione strategica. Si è voluto aspettare il Patto del lavoro e una serie di iniziative. Noi in quel vuoto eravamo intervenuti facendo una nostra controproposta.

Abbiamo anche la questione dell’internazionalizzazione, caposaldo di questa Amministrazione. È una tradizionale politica della nostra Regione andare a investire risorse per cercare di fare in modo che le nostre imprese possano avere la possibilità di andare, avendo i propri prodotti all’estero, a farsi conoscere sui mercati esteri. Sappiamo che questo è uno dei segmenti – lo dicevamo prima avvalendoci dei dati numerici – che va per la maggiore, sul quale chiaramente devono tenere alta la cresta. Non apro la parentesi sulla Russia perché siamo già intervenuti tante volte, ma stendiamo un velo pietoso anche su quanto dichiarato per il rinnovo delle sanzioni e basta, perché non sto a tornare su questo argomento, non sto a ripetere che la nostra è l’unica Regione che non ha voluto prendere posizione, compresa la Toscana. Siamo praticamente circondati su questo argomento. Mi hanno detto che anche il PD in Liguria ha votato a favore di una presa di posizione per superare le sanzioni, ma lasciamo perdere.

Dagli oltre 12 milioni di euro destinati sul fronte dell’internazionalizzazione delle imprese nel corso del 2016 si passerà nel 2017 a 7 milioni, quindi poco più della metà. Tra l’altro, parliamo di 7 milioni che si vanno ad attingere, principalmente, se non interamente, dalle risorse europee POR-FESR. Non capiamo questa scelta perché in realtà su questo fronte abbiamo sempre utilizzato risorse della Regione. Quindi, non è chiaro perché devono andare a prendere le risorse europee utilizzabili magari su altri fronti come quello dello sviluppo.

Ci agganciamo a un’altra politica della Regione, che è quella del reddito di cittadinanza o reddito di solidarietà. Ne abbiamo parlato la settimana scorsa. Per noi è uno strumento non valido nel principio. Non è andando a mettere una pezza sul tema della povertà che si va a risolvere il problema, ma è andando ad agire su quella che è l’origine.

Come dicevamo prima, è contraddittorio andare a stanziare risorse, perché sono tutte politiche ad alto costo per il nostro bilancio regionale, per strumenti che in realtà arginano in maniera molto limitativa e vanno sempre a mettere pezzoline di poco conto su un tema fortemente sentito invece che andare a stanziare risorse o attuare politiche come quelle che dicevamo prima di sgravio fiscale, sul fronte del creare i posti di lavoro. Stiamo aspettando. Ormai questo è un bilancio totalmente a carico di questa Amministrazione. Non ci si può più agganciare a quello che ha compiuto la precedente Amministrazione, ma queste sono tutte politiche scelte e volute da questa Amministrazione che dovrà ovviamente farsene carico.

Tra l’altro, in questa proposta di reddito di solidarietà non viene inserita una questione per noi fondamentale, ovvero quella dell’interessarsi principalmente ai cittadini residenti della nostra Regione da più tempo. Noi lo vorremmo su tutto il fronte delle politiche sociali. Qualcosina magari, un timido tentativo sugli alloggi di edilizia popolare è stato fatto quando parlammo dei criteri, una piccola apertura da parte dell’Amministrazione c’è stata, però parliamo di poca roba.

I servizi sociali in questa Regione ci sono, l’abbiamo detto tante volte, e sono poco sfruttati.

In realtà, per far fronte alla situazione di difficoltà economica delle famiglie che fanno parte della nostra cittadinanza tutti gli strumenti ci sono già. Non c’era bisogno di ricorrere a questo ulteriore strumento del reddito di solidarietà.

Le case popolari ci sarebbero, ma le teniamo occupate da persone che praticamente ci vivono dentro e le eleggono a propria casa, quando in realtà sarebbero strumenti temporanei per aiutare chi ha bisogno di sostegno.

Se qualcuno ha bisogno del nostro aiuto, aiutiamo principalmente chi nel nostro territorio e nella nostra Regione ha sempre lavorato, ha sempre prodotto e ha sempre contribuito, garantendo oggi che questi servizi, queste tipologie di iniziative, possano essere realizzate, perché pagando le tasse si concretizza l’entrata di risorse nel nostro bilancio e ci permette di attuare questi tipi di politiche. Dobbiamo aiutarlo e dobbiamo farlo in via esclusiva e per primo.

Sarebbe interessate capire quanti cittadini e quante famiglie della nostra Regione verranno a fare richiesta per questo reddito di solidarietà. Ne parleremo sicuramente e approfonditamente tra un anno, quando andremo ad analizzare il primo esercizio di attuazione di questo strumento, perché se lo strumento deve servire per dare un aiuto a qualche furbetto o allo straniero che arrivando da uno Stato di povertà si porta dietro il suo stato di povertà, signori miei, io dico la verità: non siamo una ONLUS, siamo qui per garantire a una società di funzionare e di reggersi, siamo qui per garantire ai nostri cittadini la possibilità di uscire autonomamente e dignitosamente dalle situazioni di difficoltà.

Qualora non riusciamo a garantire questo, gli strumenti di solidarietà per carità ci vogliono, ma sono l’ultima spiaggia e devono servire per i nostri cittadini.

Vorrei aprire una parentesi sulla questione dei trasporti. È stato fatto un dietrofront da parte dell’Amministrazione che però non possiamo non citare e glissare così. Nel Collegato al bilancio era presente, nella prima versione del Collegato al bilancio, l’articolo 10 sul tema dei trasporti, che andava a riorganizzare le Agenzie territoriali dei trasporti facendone una unica.

Come abbiamo fatto già in altre occasioni, non è possibile che su Collegati, leggi comunitarie e tutti quelli che sono strumenti normalmente utilizzati per apportare correttivi, piccole modifiche o adeguamenti alla normativa nazionale ed europea di quello che è il nostro comparto normativo, ci infiliamo sempre dentro pezzi sostanziali di riordino dell’Amministrazione regionale.

C’è una legge sul riordino, che stiamo, tra taglia e cuci, modificando in ogni provvedimento possibile in cui si possa inserire dentro un commentino al riguardo, ma cerchiamo di capirci: o ogni anno ci mettiamo qui e facciamo una bella riformina per andare a modificare quella legge e ce la guardiamo oppure non infiliamo dentro il bilancio un lavoro del genere, perché poi ci troviamo con un rappresentante dell’Agenzia territoriale del trasporto di Modena che viene qui a dirci, tra le altre cose, che i dati fornitici, ovvero il risparmio che deriverebbe e che era uno dei motivi forti che portava a questa razionalizzazione, non sono corretti, sono falsati.

Un rappresentante di un’Agenzia della Regione che ci viene a dire che i dati su cui ragioniamo sono sbagliati è importante. Bisognerà aprire un capitolo a parte.

La Giunta evidentemente ha capito che di fronte alle richieste di tutta l’opposizione di glissare su questo passaggio e magari andare ad affrontarlo singolarmente, con tutto quello che deriverà poi dall’udienza conoscitiva e quanto sarà necessario fare per poter avere un’informativa ben precisa su questo argomento e non trattarlo in mezzo alle questioni, come vedete, più generali e nello stesso tempo complicate del bilancio e che ci vedono affrontare tutta la politica dei prossimi esercizi insomma almeno non lasciamo passare così, come se fosse un argomento di seconda mano, un tema che, invece, è importante, sul quale sicuramente vorremo esprimerci tutti.

Vorrei pian piano avvicinarmi alle conclusioni citando alcune questioni.

Noi abbiamo presentato un emendamento. Non abbiamo voluto ripresentare quelli che abbiamo depositato in Commissione che non sono passati perché da un accordo con il relatore di maggioranza siamo addivenuti, come diceva prima, in maniera abbastanza tranquilla in questo caso, ad alcune conclusioni comuni. Non abbiamo voluto ripresentare emendamenti e questioni già trattate in Commissione e ovviamente bocciate.

Però, c’è un emendamento in particolare sul quale vi invitiamo a riflettere, sul tema dei confidi. Nella legge n. 14, nel nostro ordinamento legislativo regionale, viene inserito il fatto che ai confidi cosiddetti minori, rifacenti all’articolo 106, non vengono riconosciute le misure di sostegno da parte dell’Amministrazione.

Questo tema è già stato assoggettato, in altre realtà del nostro Paese, a varie considerazioni. Io qui ho una sentenza dell’Autorità garante della concorrenza che a Padova sanziona la Camera di Commercio che va a destinare risorse – lo scrive nero su bianco – non ai confidi cosiddetti minori. Questo per dirvi che se la Giunta ha delle scelte politiche da attuare, lo potrà fare, per carità, nell’esercizio del potere esecutivo, nessuno questo glielo viene a contestare. Però non si può mettere in una legge un passaggio in cui si dice che noi escludiamo dagli interventi, dai contributi e dalla possibilità di potersi appoggiare al sistema regionale, una casistica di soggetti, tra l’altro riconosciuta dalla normativa nazionale e adesso soggetta anche ad una revisione normativa. Escludere per legge, chiaramente non è in linea con quei princìpi della libera concorrenza.

La sentenza dell’autorità garante dice: non state chiedendo una razionalizzazione, non c’è un principio di mercato, di economia di scala per cui voi escludete uno e date risorse all’altro; state semplicemente andando a interferire sul mercato. Noi vi diciamo, allora: prima di dover ricorrere ad autorità e via dicendo, non è forse meglio aggiustare il tiro? Le scelte che farà la Giunta nessuno le può contestare, ma almeno a livello di legge, non è meglio evitare di mettere un vincolo?

Noi abbiamo provato a spiegarvelo in Commissione. È stato detto che la forma in cui era scritto non era corretta e l’abbiamo riscritto in maniera uguale ad adesso, ma semplicemente togliendo le paroline che creavano questa situazione un po’ particolare. Andiamo a portare questo correttivo. Poi, ripeto: le scelte politiche della Giunta sono scelte della Giunta, ma la legge è la legge. E se una legge va a contrastare con quella sovraordinata, ovviamente si creano dei problemi.

Noi ci riproviamo in questa sede. Se c’è disponibilità, tanto meglio. Se non c’è disponibilità, faremo quello che potremo in altre sedi.

Vorremmo capire anche una cosa che è successa, e questo lo dico più al relatore, in Commissione, quindi mi rivolgo al relatore. Se ci viene detto che le risorse non ci sono, che gli emendamenti della minoranza non possono essere neppure guardati perché le risorse a bilancio non ci sono, io capisco che gli emendamenti spostino risorse, quindi di fatto spostano le scelte politiche, e una maggioranza ha già le sue. Però, se noi come minoranza presentiamo degli emendamenti, vorremo magari una risposta più sul tema politico che sottostà all’emendamento economico, che non tanto sentirci dire che non ci sono risorse.

All’ultima Commissione, dove bisogna votare l’articolato, mi trovo degli emendamenti, da parte della maggioranza, che spolpano di fatto una missione del nostro bilancio per 5 milioni e vengono distribuiti laddove fa più comodo, evidentemente secondo le richieste dei consiglieri di maggioranza. Mi vien da dire che evidentemente i soldini ce li abbiamo, li insacchiamo da qualche parte e poi dopo, quando ne abbiamo bisogno per motivi politici interni nostri, li andiamo a recuperare. Mi viene da pensare questo quando vedo che dalla missione 18, quella che riguarda le relazioni con le altre autonomie territoriali e locali, che contava 26 milioni nella stesura del bilancio – perché abbiamo fatto tutto di corsa, quest’anno, quindi in pochissimo tempo siamo arrivati dal deposito alla votazione dell’articolato – due o tre settimane dopo vengono tolti 5 milioni. O qualcuno ha sbagliato a fare i conti, quindi ha messo lì dei soldi che in realtà non dovevano starci, oppure qualcuno ha detto di restare un po’ abbondanti, così se c’è qualche richiesta per assicurarci che la maggioranza sia compatta nel voto, siamo in grado di andare a prenderli. Vi posso assicurare, da osservatore esterno, che questo sembra ciò che è avvenuto.

Abbiamo comunque convenuto di assecondare un vostro emendamento sulla sicurezza, abbiamo chiesto un impegno maggiore. Questo fa seguito a un ordine del giorno presentato l’anno scorso. Noi avevamo chiesto un emendamento per finanziare la videosorveglianza privata. È su tutti i giornali la situazione della sicurezza: in particolare la provincia di Modena è flagellata da furti e rapine, e questi tipi di reati predatori non cessano soprattutto nel periodo natalizio, quando, come ogni anno, tendono ad aumentare maggiormente.

Abbiamo locali, tabaccherie che ricevono più di una visita da parte di ladri e criminali di vario genere, anche nell’arco di pochi mesi. Abbiamo visto, è notizia di tutti i giorni, problematiche molto forti sul tema della sicurezza.

Già l’anno scorso proponevamo di mettere delle risorse, come hanno fatto anche altre Regioni, perché niente cade dal pero. Mettiamo delle risorse, abbiamo detto, cosicché i privati possano partecipare e possiamo compartecipare, noi stessi, non dando soldi a fondo perduto, ad investimenti per la propria sicurezza: parlo principalmente delle realtà più colpite, appunto, esercizi commerciali, tabaccherie e attività di questo tipo.

Se invece è inutile dire di mettere le risorse per gli enti locali, che possono installare sistemi di videosorveglianza, e così è stato fatto, ne do atto alla maggioranza, nel corso del 2016, quindi assolutamente…

 

PRESIDENTE (Saliera): Relatore Bargi, ha superato di un minuto il tempo a sua disposizione, che vuol dire che non potrà replicare.

La invito a concludere.

 

BARGI: Concludo rapidamente. Anche in questo caso abbiamo voluto assecondare questo tipo di emendamento che fa seguito all’ordine del giorno dell’anno scorso: chiederei un impegno di 100.000 euro in più, arrivando a 300.000 euro.

Voglio concludere con una proposta sola, mi scusi, presidente, chiudo velocissimamente, una proposta che lanciamo a questa amministrazione. È da quando siamo stati eletti che sentiamo dire ogni volta che siamo bravi, che non mettiamo mano alla leva fiscale. Noi chiediamo nel corso del 2017, in vista del bilancio previsionale 2018, di mettere mano alla leva fiscale, nel tentativo di ridurla. Chiediamo che ci sia la possibilità di comprimere i costi all’interno del nostro bilancio regionale e vorremmo lanciare la sfida alla maggioranza, in particolare alla Giunta, di presentare un bilancio, al 2018, con una leva fiscale regionale ridotta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, relatore Bargi.

La parola alla Giunta. Darei subito la parola all’assessore Petitti.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente.

È chiaro che noi oggi, con l’approvazione di questo bilancio, arriviamo al termine di un percorso importante di lavoro che abbiamo realizzato insieme all’Assemblea, insieme alla Commissione, ma, mi sento di dire, un lavoro di coinvolgimento importante, avvenuto con organizzazioni sociali ed economiche, a partire da ottobre, da quando, con l’approvazione del disegno di legge di stabilità 2017, abbiamo avuto il contesto per lavorare alla nostra proposta di bilancio.

Mi sento anche di dire che in un lavoro serrato c’è stato anche, oltre ad una vera partecipazione, un contributo importante, sia dei Gruppi, delle forze politiche, ma delle stesse organizzazioni sociali ed economiche. Non è un caso che abbiamo fortemente voluto e sottoscritto anche un verbale con le forze sociali, che vede la messa a sistema di alcune scelte strategiche che sono state realizzate in questo bilancio, e che vanno anche a definire in modo compiuto quelli che erano gli impegni presi dal presidente Bonaccini e dalla sua Giunta, al momento dell’insediamento.

È anche chiaro, questo va sottolineato da subito, che noi ci collochiamo, con questo bilancio, rispetto al triennio 2017-2019 in un contesto istituzionale ed economico che sicuramente è un contesto legato alla finanza pubblica, non semplice. Voglio soltanto ricordare che rispetto agli obiettivi europei, sono stati chiesti in questi anni contributi importanti dalle Regioni. Parliamo, dal 2014 ad oggi, di oltre 8 miliardi. Però, il lavoro che è stato realizzato anche in questi mesi, e su questo voglio spendere alcune parole, in seno alla Conferenza Stato-Regioni, è stato un lavoro veramente determinante.

Sappiamo che il contesto socioeconomico, che tra l’altro ci parla di un Paese che ha una ripresa anche legata al PIL (per il 2016, lo 0,8, con una prospettiva, per il 2017, di un punto percentuale), pone la Regione Emilia-Romagna in una situazione sicuramente di vantaggio, di maggior accelerazione, sia nella dinamica congiunturale che sugli effetti dell’occupazione.

È noto a tutti che è in calo la disoccupazione nella nostra Regione. Oggi ci colloca al 7,1 per cento, quindi è diminuita di un punto percentuale rispetto al 2015. Credo che questo sia un dato da sottolineare subito, proprio perché pone anche le scelte che sono state realizzate in questi anni, in una chiave particolarmente strategica.

Dicevamo prima che in Conferenza Unificata le Regioni hanno espresso, nelle settimane scorse, un parere favorevole al disegno di legge di bilancio 2017, proprio perché questo disegno di legge è stato condizionato al recepimento di alcuni emendamenti, per noi Regioni, sicuramente molto importanti. Innanzitutto abbiamo valutato da subito positivamente la presenza di norme che vanno nella direzione di aumentare gli investimenti. Sappiamo quanto la politica degli investimenti è strategica per gli enti locali: vuol dire possibilità ovviamente di rilanciare sul tema dello sviluppo e della capacità anche di creare sinergie con il nostro sistema imprenditoriale, ma anche attraverso la capacità di aver dato da subito una flessibilità ai bilanci regionali, in modo particolare attraverso l’utilizzo del fondo pluriennale vincolato, anche se sappiamo che è al netto di quella quota che viene dal ricorso all’indebitamento, e attraverso la creazione di un fondo per interventi agli enti territoriali.

Parliamo di un fondo di 3 miliardi complessivi, 2 miliardi per le Regioni stesse. Particolarmente importante è stata la possibilità di avere spazi finanziari per investimenti che sono derivati proprio dallo sblocco della quota per l’avanzo: 500 milioni per le Regioni; per l’Emilia-Romagna significano 43 milioni di euro.

Voglio poi sottolineare l’importante impegno che c’è stato, da parte del Governo, di incrementare il fondo sanitario. Per il 2017 sappiamo che parliamo di 2 miliardi di euro; è stato portato a 113 miliardi. Sono risorse legate, vincolate ad incrementi di spesa ben precisi: parliamo degli importi relativi all’introduzione dei nuovi LEA, parliamo dell’applicazione del nuovo piano vaccinale, parliamo anche della costituzione, per noi fondamentale, del fondo farmaci oncologici innovativi, e dei farmaci che da questo punto di vista rappresentano lo strumento, appunto, per rispondere a questo tipo di esigenza. Per l’Emilia-Romagna, la crescita del fondo sanitario di 2 miliardi corrisponde a circa 115 milioni di euro.

Incrementi che sono stati confermati anche per gli anni avvenire. Parliamo, per il 2018 e per il 2019 dell’aumento di un ulteriore miliardo, quindi, il fondo sanitario nazionale ci porterà ad arrivare nel 2018 a 114 miliardi, e nel 2019, a 115.

Non possiamo non fare poi alcune considerazioni sul tema legato al pareggio di bilancio in Costituzione. Voi sapete perfettamente che il patto di stabilità interno, in questi anni, che chiaramente è lo strumento che ha permesso di coinvolgere gli enti territoriali anche nella realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, ha limitato, in parte, proprio la possibilità di realizzare spese di investimento effettive. Una delle criticità ulteriori è data proprio dal fatto che il pareggio di bilancio, così come previsto dalla legge n. 243, deve misurare le entrate e le spese, senza tenere in considerazione il risultato finale dell’anno precedente. Questo implica, proprio in termini di avanzo di amministrazione e in termini di fondo cassa, alcuni limiti nell’esercizio finanziario degli enti pubblici.

Noi, già in sede di bilancio preventivo, abbiamo rispettato questi limiti, nonostante, e anche questo voglio dirlo in maniera molto chiara, il passaggio normativo dal patto di stabilità al pareggio di bilancio. Permane, in questa Regione, un ruolo importante del nostro ente, proprio nella sottoscrizione di quelle intese con gli enti territoriali, con i Comuni, che ci permetteranno di definire alcune priorità per i Comuni, legati sia all’indebitamento che all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione.

Proprio in queste settimane, con ANCI, stiamo sottoscrivendo queste intese, per dare la possibilità, appunto, ai Comuni, di recepire questa opportunità.

All’interno di questo contesto, noi abbiamo voluto, attraverso alcuni princìpi, in continuità con le scelte già operate nei bilanci del 2015-2016, sottolineare subito alcuni elementi, che per noi in qualche modo hanno ispirato questi bilanci in questi anni. Innanzitutto il fatto che abbiamo preservato l’invarianza legata alla pressione fiscale, quindi non aumenteremo la pressione fiscale, anche nel prossimo anno, nei prossimi anni, e non introdurremo ticket per la sanità, pur garantendo, anche questo va sottolineato da subito, l’obiettivo prioritario per questa Regione, che è quello di consolidare il livello di servizi, che quindi in qualche modo assicurano alla comunità regionale il sistema di welfare e la qualità del sistema di welfare che viene ogni anno appunto garantito. Abbiamo inoltre continuato, in maniera anche qui costante e sicuramente con grande volontà, a perseguire il contenimento delle spese di funzionamento di questo ente.

Tutto questo significa per noi ricavare risorse da mettere a disposizione delle politiche di questa Regione. In quest’anno, in modo particolare, queste risorse ci arrivano da una contrazione legata agli oneri finanziari.

Le spese di funzionamento e la capacità anche di gestire in modo nuovo la macchina regionale, ci permette anche di perseguire altre azioni fondamentali di questo mandato: le azioni di riordino e di razionalizzazione con cui abbiamo impostato il lavoro di questa Amministrazione. Attraverso questi princìpi, noi consolidiamo alcune priorità legate alle politiche di spesa della Regione Emilia- Romagna, innanzitutto, il consolidamento di tutte le spese legate al sociale.

Voglio sottolineare ancora una volta che garantiamo il fondo per la non autosufficienza e manteniamo, in questa regione – siamo una delle poche Regioni a farlo – i fondi sulle politiche sociali, finanziati già dal 2010, malgrado alcuni tagli che sono arrivati dal 2010, proprio per la riduzione delle risorse statali. Quest’anno acceleriamo in modo importante tutto il programma legato ai cofinanziamenti europei, quindi tutta la programmazione legata al periodo 2014-2020, che ci permette anche di mettere in campo strumenti utili proprio per la ripresa economica.

Quali sono allora le politiche regionali che sono ovviamente accentuate attraverso questo bilancio? Politiche, lo dicevamo prima, di sostegno e rilancio del welfare. Istituiamo in modo permanente, per tutto il triennio, dal 2017 al 2019, il reddito di solidarietà attraverso l’istituzione di un fondo, ricordiamolo, di 70 milioni di euro: 35 milioni, con risorse regionali e 35 milioni che ci derivano da impegni che il Governo aveva assunto attraverso, appunto, un lavoro realizzato con le categorie, che poi ne vanno a beneficiare.

Si conferma il fondo per la non autosufficienza, di 460 milioni di euro: 116 milioni sono le risorse regionali messe a disposizione, e si stanziano circa 35 milioni di euro (34,8) per tutte le politiche sociali che in qualche modo hanno un’attinenza con l’infanzia, con l’adolescenza e con le famiglie nel loro complesso.

Dicevamo prima che accelerare tutto il percorso legato ai fondi di cofinanziamento regionale, significa far sì che i fondi europei per imprese (agricoltura, pesca) possano creare anche maggiori possibilità di sviluppo sul territorio, passando da 59 a 82 milioni. Con un aumento di 23 milioni di euro, quindi, noi prevediamo di avere risorse per investimenti, che in qualche modo, complessivamente, riguarderanno circa 412 milioni di euro.

Ci sarà poi una spinta molto forte legata alla legge sull’attrattività, con un finanziamento, per tutto il triennio, di 29,5 milioni di euro. Le maggiori risorse di cui parlavamo prima per la sanità pubblica, consentiranno anche, lo abbiamo già detto, nuove assunzioni nell’ambito sanitario: 1.100 nuove assunzioni. La politica anche di stabilizzazione di medici, infermieri ed operatori è quindi per noi elemento di grande importanza, in questa Regione, oltre al finanziamento dei vaccini, che con la recente legge abbiamo reso obbligatori a partire dagli asili nido.

Maggiori risorse, anche questo era un impegno che avevamo preso già nei mesi scorsi, andranno per il trasporto pubblico locale.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Posso chiedere un po’ di silenzio in aula? Altrimenti l’assessore fa fatica a farsi sentire. Per cortesia.

 

PETITTI: Dicevamo: maggiori risorse per il trasporto pubblico locale, con i 14 milioni che noi aumentiamo e mettiamo a disposizione del trasporto pubblico locale. Permettiamo e garantiamo l’attuazione della gara, che chiaramente ci permette di garantire anche maggiori servizi, oltre al rinnovo dei mezzi circolanti.

Continuiamo poi ad incrementare le spese e le risorse a favore della cultura, dello sport, delle politiche giovanili. Complessivamente parliamo di 3 milioni in più nel 2017, con l’impegno di attuare quello il testo unico della legalità. L’applicazione del testo vede già un investimento, per il 2017, di un milione di euro.

Sono poi accentuate in maniera chiara anche tutte le politiche per il turismo, oltre ai 16,7 milioni legati alle politiche specifiche, ci sarà un investimento importante proprio legato agli impianti sciistici in montagna. Voi sapete che c’è già l’impegno del Governo a mettere 10 milioni di euro; 6 milioni saranno invece le risorse regionali.

Le nuove procedure delle spese di investimento vedranno non più la possibilità di utilizzare l’indebitamento senza contrarre mutui. Per questo, noi abbiamo fatto anche una scelta importante per il bilancio dei prossimi anni, cioè coprire le spese di investimento con entrate correnti.

Già a partire dal 2017 ci saranno 70 milioni di euro che metteremo a disposizione per spese di investimento. Per tutto il triennio, con 240 milioni di euro, noi potremo coprire interventi che andranno dalla costa alla montagna, alle aree protette, fino alla sicurezza sismica.

Tutto questo è reso possibile anche da un lavoro importante che noi stiamo facendo sul fronte della riorganizzazione della Regione. Abbiamo già iniziato nel 2016, attraverso la definizione delle nuove direzioni d’area, quindi attraverso una politica di riduzione del corpo dirigenziale di questa Regione. Stiamo continuando questo processo di riorganizzazione che vede anche un lavoro importante sulle agenzie e sulle partecipate.

C’è stato un lavoro importante in Commissione, in queste settimane, che ha visto anche il recepimento – credo che questo vada sottolineato – da parte della Giunta di una serie di emendamenti che vanno anche a consolidare queste scelte politiche che noi abbiamo fatto attraverso il bilancio e che aumentano il Fondo per la montagna. Tutti gli interventi legati alla viabilità provinciale, chiaramente di interesse regionale, sono risorse che aiutano, in questo momento, anche i territori a sostenere i servizi essenziali e una serie di politiche di incentivazione legate sia alle politiche turistiche che al Piano forestale e quant’altro.

Tutto questo è stato possibile anche perché le risorse messe a disposizione – parliamo di circa 7 milioni di euro – le abbiamo individuate attraverso il contenimento delle spese ricavate dal processo di riorganizzazione territoriale e che, come dicevo all’inizio, mettiamo a disposizione di politiche attive.

Un accenno sicuramente va fatto al Documento di economia e finanza regionale. Ricorderete tutti che, già a partire dal 2015, appena insediati, avevamo deciso di anticipare questo strumento, anche se in via sperimentale. Questo strumento per noi aveva un obiettivo ben preciso, quello di perseguire in maniera molto chiara gli obiettivi di trasparenza delle politiche messe in campo da questa Amministrazione, politiche che, in qualche modo, dovevano essere condivise non solo con l’Assemblea, ma con l’intero mondo produttivo e sociale della nostra regione.

Quest’anno, con l’entrata in vigore del nuovo sistema contabile armonizzato, il Documento di economia e finanza regionale rilancia in modo chiaro il ciclo della programmazione nella nostra Regione. Con il DEF del 2017 abbiamo raccolto una serie di osservazioni che, tra l’altro, erano derivate dalla discussione del DEF del 2016 all’interno di quest’Assemblea. Lo abbiamo costruito in modo molto più importante. Oltre alla parte iniziale, come sapete, c’è una parte importante che riguarda gli obiettivi strategici messi in campo da questa Regione, che abbiamo suddiviso per aree e che abbiamo voluto rendere coerenti con gli indirizzi strategici legati al lavoro sulle società partecipate e gli Enti strumentali.

Mi sento di dire che il lavoro legato alle funzioni di programmazione, che sono il presupposto anche per realizzare il controllo strategico di questa Regione, con questo documento si sta realizzando. Programmazione strategica e rendicontazione fanno parte di quel processo circolare che ha come obiettivo quello di rendere sempre più chiare, radicate e trasparenti le politiche che mettiamo in campo.

Parliamo di scelte importanti che hanno riguardato, sicuramente già a partire dal 2015, investimenti che questa Regione ha fatto in ambito infrastrutturale, anche investendo risorse decisive sul fronte della cultura, dello sport, dando un’accelerazione importante all’utilizzo dei fondi europei. Ricordiamoci che è la prima Regione che ha visto confermate le risorse legate ai Fondi strutturali. Da quest’anno, proprio attraverso l’aumento di risorse, vi sarà la possibilità di realizzare maggiori investimenti. Da quest’anno, ancora più accentuata è la risposta che noi diamo alle politiche sociali e a tutte le politiche in materia di sviluppo economico, obiettivi che, in qualche modo, erano legati al mandato del presidente Bonaccini attraverso dati che conosciamo (parlavamo della riduzione della disoccupazione attraverso un aumento di 47.000 occupati), ma anche attraverso dati legati al PIL della nostra Regione (l’1,1 per cento) e alla crescita dell’export. Tutti numeri che non sono un caso, ma che fanno parte di quelle politiche che hanno anche creato capacità di fare sistema in questa Regione.

Serve inevitabilmente porre ancora più coraggio rispetto a quelle politiche di riorganizzazione istituzionale, a quel processo di riorganizzazione su cui stiamo investendo. Questo lo voglio dire con grande chiarezza. Tutto il tema legato alle agenzie e agli Enti intermedi di questa Regione diventa strategico da qui ai prossimi anni, diventa una risposta a quella richiesta, che noi abbiamo e che vogliamo mantenere, di realizzare un sistema istituzionale snello, capace e veloce per rispondere alle esigenze di cittadini e imprese. Su questo continueremo a lavorare già a partire dai primi mesi dell’anno.

Verremo misurati su queste sfide messe in campo. Verremo misurati attraverso la nostra capacità gestionale ed operativa, ma penso che, in maniera molto netta, le scelte di questo bilancio vadano a testimoniare la volontà di realizzare, nel triennio decisivo legato al mandato del presidente Bonaccini, gli obiettivi che ci siamo dati.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Petitti.

La parola al presidente Stefano Bonaccini. Prego.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente.

Visto che siamo a due anni di Governo, tra un mese o poco più, provo a tracciare questi due anni e la proiezione sui prossimi tre. Lo faccio togliendomi la responsabilità, visto che è già stata molto bene affrontata da chi mi ha preceduto, sia dall’assessore competente sia dalle due relazioni di maggioranza e minoranza, da ogni aspetto tecnico. Vorrei concentrarmi su un aspetto tutto politico e provare a chiedervi, mentre intervengo, di valutare e verificare se le promesse che abbiamo fatto le abbiamo mantenute e di dire durante il dibattito quelle che non abbiamo mantenuto.

Come ho sempre detto, accetto che si sia contrari, magari anche contrarissimi, ai provvedimenti, ma pretendo da me e dalla mia Giunta che si faccia fatica a trovare qualcuno che ci dica che non abbiamo fatto quello che avevamo promesso. È il recupero di credibilità delle Istituzioni della politica.

Noi avevamo quattro assi ad inizio mandato. Questa Regione, toccata da qualcosa di molto preoccupante (non possiamo dire “drammatico”) che aveva investito la politica, rischiava persino di vedere offuscato il buon nome della sua Amministrazione, mediamente riconosciuto da tutti, indipendentemente dall’appartenenza politica, rispetto alle politiche che aveva messo in campo su altre questioni che rischiavano di distogliere il dibattito da dove potevamo e dovevamo arrivare, anche ragionando su un fatto. Lo dissi in campagna elettorale e lo riaffermo oggi. Qualcuno, ogni tanto, ci assegna la patente di essere anche un modello su alcune politiche. Non mi avete mai sentito utilizzare questo termine e non lo utilizzerò mai. Io ho sempre detto di restare con i piedi per terra. Nel mondo globalizzato c’è sempre da imparare. Di certo, però, le rappresentazioni che ogni tanto sento – lo dissi in occasione dell’ultimo Consiglio di questa Regione – non vorrei scadessero nel pittoresco piuttosto che nel reale.

Noi siamo una grande regione, una delle regioni con la qualità più alta della vita in Europa. Cito l’Europa non a caso, e ci tornerò al termine, perché quello che sta accadendo da poche ore, ma anche da qualche settimana (la vergogna di Aleppo nei confronti dell’Europa, che resta silente a guardare) è un qualcosa che credo riguardi tutti noi, indipendentemente dalle nostre beghe quotidiane di Amministrazione.

Noi avevamo quattro assi. Il primo riguardava la crescita e il lavoro. Venivamo da anni drammatici. Io assisto a dibattiti nazionali, più che locali, nel corso dei quali si discute dei problemi del mondo e vedo sempre più spesso dimenticare che i numeri che avevamo negli anni precedenti – i numeri, però, si traducono sulla condizione di vita materiale delle persone – avevano il segno meno su tutto. D’altra parte, quando ti trovi in una regione che, se ne descrivi il dato di disoccupazione, rimane tra le migliori in Europa, e lo rimaneva anche quando la crisi colpiva duro ed eravamo in recessione, quando tu triplichi la disoccupazione in un territorio c’è poco da fare. Hai una serie di imprese, di imprenditori, di lavoratori, di famiglie, di padri e madri di famiglia, di ragazzi e ragazze che o hanno perduto il lavoro che avevano o hanno chiuso la saracinesca della propria impresa o non lo stanno trovando. Fai fatica a spiegare che continui ad avere standard – come, peraltro, è ed era davvero – che rimangono tra i primi in Europa. Avevamo parlato di una nuova e buona crescita determinante per poter restituire il lavoro a chi l’ha perduto e consegnarlo a chi non l’ha mai trovato.

Avevamo detto – non a caso ho usato il termine “buona crescita” – che non potevamo immaginare, nell’impegno che abbiamo definito “ossessione” da parte nostra di riportare questa regione ai livelli di occupazione che più o meno vi erano prima della crisi (ci stiamo avvicinando pian piano, passo dopo passo), avevamo detto, però, che non era possibile, almeno dal nostro punto di vista, immaginare un modello di sviluppo che tornasse ad essere quello così impetuoso, per quanto spesso efficace, se lo misuro dal punto di vista del benessere costruito e costituito nel dopoguerra, portando questa regione disseminata di cartelli “zona depressa” a una delle regioni con uno dei maggiori... Certo, c’è il tema dei “polli di Renzo”, ma riportato e riparametrato sul PIL pro capite è uno dei migliori d’Europa. La sostenibilità, cioè l’idea di un nuovo modello di sviluppo e un approccio nuovo con il territorio. Come abbiamo detto, anche qui si è costruito fin troppo.

Il terzo tema è quello dei saperi, unico e fondante elemento che può tenerci insieme anche nelle diverse opinioni. Se questa parte del mondo – mi pare che su questo siamo stati sempre d’accordo nel dibattito in aula in questi due anni – vuole mantenere competitività con altre parti del mondo, dove il costo del lavoro sarà più basso anche in futuro, il tema del rapporto con la cultura, i saperi, la scuola, l’università è decisivo per la qualità del nostro sviluppo, per la qualità dei prodotti, quindi per la qualità della nostra manifattura, che è il pilastro centrale – è inutile girarci intorno – anche di un modello di crescita nuovo che vogliamo istituire, ma anche per la qualità della vita stessa, rispetto alla quale l’investimento in cultura è l’unico argine.

Io non sono abituato a definirmi “pacifista”. Piuttosto, mi definisco “pacifico”. Ci sono momenti – questo lo comprendo – in cui anche la difesa e l’uso della forza diventano indispensabili. Lo abbiamo visto in momenti diversi della nostra storia, quando c’è chi viene a colpirti o, addirittura, cerca di massacrati. Credo che l’argine più formidabile e robusto sia quello della cultura, dell’estensione dei diritti, oltre che la richiesta dei doveri.

Per ultimo, le persone e la comunità. Noi abbiamo sempre detto che la qualità della vita da queste parti è sempre stata intesa, peraltro nemmeno e soltanto, con il tema del diritto al lavoro, che peraltro è un diritto inalienabile che – come abbiamo sempre detto – dà dignità alle persone. Però non basta. Puoi anche avere un lavoro, ma ti può capitare nella vita, visto che, per fortuna, si vive più a lungo... Fuori dai catastrofismi, vorrei ricordare che, certo, abbiamo paura del mondo nel quale siamo collocati: ne vediamo le tensioni, ne vediamo i drammi, ma ricordiamoci sempre che in questa parte del mondo soltanto pochi decenni fa c’è stata la più grande tragedia che l’umanità abbia mai conosciuto. C’erano altri tipi di regime, di diverso orientamento politico, che toglievano la libertà di opinione e di pensiero alle persone. Dall’altra parte, dobbiamo anche dirci che le conquiste sociali, scientifiche hanno portato anche a condizioni per le quali siamo il secondo Paese al mondo per aspettativa di vita, ma sappiamo che può capitare ad ognuno di noi, per mille motivi, di aver bisogno di una qualità del welfare che, dalla culla alla disabilità o all’anzianità, ti porta ad avere bisogno di un sistema pubblico e anche pubblico-privato integrato all’altezza delle nostre aspettative e della tradizione costruita.

Non voglio farvi perdere troppo tempo. A mio parere, noi abbiamo fatto una cosa seria: abbiamo collocato le cose che sto provando a descrivere dentro un quadro la cui cornice si chiama “Patto per il lavoro”, per evitare di discutere ogni anno delle criticità, delle opportunità, delle necessità. Certo, lo si fa, perché il mondo globalizzato cambia più velocemente, ma lo si fa avendo una cornice che, dentro a quel sentiero (il Patto per il lavoro; poi abbiamo aggiunto “per la legalità”), prova a collocare un patto tra le parti sociali di questo territorio. Per fortuna, dico io, probabilmente anche grazie alla nostra capacità, siamo riusciti a sottoscriverlo tutti insieme.

Non solo. Fuori dall’immaginarci dei fenomeni, abbiamo detto che ogni sei mesi lo andiamo a rivisitare. Lo abbiamo già corretto. Cambiano, anche qui, i modi e le condizioni. Ieri abbiamo presentato il rapporto di Unioncamere, il secondo dopo i dati dell’ISTAT che ci collocano stabilmente come locomotiva, insieme alla Lombardia, del Paese, una locomotiva che deve ancora andare ad alta velocità, ma che comincia a marciare a ritmo un po’ più pieno. Quando, al netto di chi ha perduto il lavoro, si hanno circa 50.000 posti in più semestre su semestre, se il buongiorno si vede dal mattino, vuol dire che abbiamo imbroccato la strada giusta.

Diciamolo chiaramente: al fatto che in due anni si riducesse di circa due punti la disoccupazione non ci credeva nessuno o quasi nessuno. Dobbiamo collocarci lì, però dobbiamo sapere che, per fare questo, indipendentemente dallo 0,2 in più o in meno (che interessa, per fortuna, a pochi), se vogliamo avere l’ambizione proiettata al 2020, con la consapevolezza che da soli non arginiamo il terrorismo internazionale, purtroppo, o possibili altre Brexit o frenate europee, per il 2020 abbiamo immaginato di riportare il dato di disoccupazione in questa regione a livelli almeno dimezzati rispetto al 9 per cento che ci trovammo appena insediati nel primo trimestre. Per fare questo e per tenere alta la competitività del nostro sistema economico, noi abbiamo alcuni assi da determinare. Penso a quello della buona spesa dei Fondi europei, che è stato richiamato. Consigliere Bargi, si può non essere d’accordo non tanto su dove collocarli, perché c’è una programmazione e va rendicontata, ma certamente ci si riconosca – a noi come, purtroppo, a poche altre Regioni – che i Fondi europei li mettiamo tutti a disposizione, li spenderemo tutti e li rendiconteremo ancor meglio.

Alla fine di quest’anno, come avevamo promesso, noi taglieremo l’asticella del miliardo di euro già nel primo anno e mezzo, dei 2,5 miliardi che varrebbero sette anni di programmazione europea. Un po’ se n’era andata per le vicende che conoscete. Nonostante quelle vicende, lo ricordava prima Emma Petitti, noi siamo stati la prima Regione, nel maggio 2015, ad avere il via libera da Bruxelles per programmare e cominciare anche a fare i bandi.

Io non so se ho colto bene il riferimento alla legge n. 14 che veniva indicata, ma consiglio di andare a vedere i numeri. Lì viene proprio ribaltato il giudizio, mi si permetta. Questa era una Regione vocata all’export anche prima. In ogni caso, stiamo aumentando e ogni anno battiamo il record. Lo scorso anno furono fatti 55,3 miliardi di euro di esportazioni. Quest’anno batteremo questo dato sicuramente.

L’export prosegue, ha dinamiche che non riguardano solo come va l’Emilia-Romagna; ha dinamiche che non riguardano nemmeno solo la messa a disposizione di fondi, perché tu puoi mettere a disposizione di tutti i fondi che vuoi, ma ci vuole la propensione e la determinazione del sistema produttivo, soprattutto quello piccolo e medio, a vincere anche qualche resistenza e paura che comprendiamo. Tuttavia, chi ha provato a sfidarla e a vincerla sta volando.

Siccome si è discusso se sono troppi, pochi o molti, io prendo un impegno da subito. Mi conoscete, ogni cosa che dico io la faccio. Noi abbiamo messo circa 7 milioni di euro. Nella prima variazione di bilancio che faremo la prossima primavera noi ce ne mettiamo altrettanti per raggiungere i 12 milioni dell’internalizzazione che avevamo messo quest’anno, perché anch’io credo, come hanno detto i colleghi Poli e Bargi, che sia uno degli elementi su cui investire, perché abbiamo visto che dà dei frutti.

Poi c’è l’elemento dell’attrattività che, invece, è una novità per noi. Così attrattivi non eravamo mai stati all’estero e infatti ci hanno collocato come sesta Regione nello studio di Nomisma. Anche qui è lo stesso se siano dodicesimi o secondi o ventesimi. Quello che è certo è che basta guardare i numeri. Abbiamo multinazionali o grandi imprese che stanno raddoppiando gli investimenti, alcune che per la prima volta vengono qui. Quel bando da 66 milioni di euro che ne porta dieci volte tanto i privati che investono con un bel po’ di posti di lavoro è la dimostrazione di questo.

Io credo che questa Regione su quella strada potrà e dovrà insistere, perché l’attrattività non è solo l’elemento che fa autocelebrarci o stimarci nei convegni, e già questo è importante per creare posti di lavoro reali, ma è quell’elemento che permette di garantirci negli anni a venire investimenti che oggi facciamo fatica a vedere, ma che si stanno facendo e che ci daranno una mano a consolidare la ripresa nei prossimi tre anni. Se non ci saranno scossoni europei o internazionali, di questo sono profondamente convinto.

Noi, però, abbiamo detto che su questo ci vogliamo mettere impegno, proprio perché sia l’attrattività che l’esportazione danno l’idea della qualità del territorio per ciò che produce e per ciò che attrae in termini di sistema territoriale. Io credo che il rapporto con l’università e i centri di ricerca sia assolutamente decisivo per la qualità della ricerca che permette una manifattura che nella globalizzazione sia sempre capace di innovarsi, ma soprattutto lo dico perché – non c’è Patrizio Bianchi – tra le università e le imprese sta per nascere il corso di laurea sull’automotive.

Ci siamo candidati, e il Governo ha scelto l’Emilia-Romagna, Bologna in particolare come sito, per ospitare qui, in futuro, e vedremo la battaglia in Europa, il Centro europeo della meteorologia. Se non dovesse arrivare quella conquista, per la quale stiamo in campo fino in fondo, io credo che dovremmo puntare sui big data, dove qui c’è il 70 per cento complessivo del calcolo in Italia e della roba che gira intorno a quello.

Noi dobbiamo candidarci e realizzare comunque un elemento strategico a livello persino europeo. Il tema dell’università e dei centri di ricerca è indispensabile anche rispetto a come il mondo sta cambiando.

Ieri sera sono andato a cena con le start-up che in questi due anni, ogni sei mesi, vanno selezionate sulla Silicon Valley. Ho chiesto loro: “Ditemi la verità, ma vi è servito?”, perché poi delle volte cerchi di fare le cose anche con le più buone intenzioni. Mi hanno detto che è servito molto anche se dobbiamo cambiare un po’ i bandi, correggerli. Ci confronteremo perché sappiamo che nessuno nasce imparato, ma certamente c’è un elemento che dà l’idea di come, a proposito di giovani, c’è una vocazione in questa terra, che pensate, persino su base relativa, ha più start-up sulla popolazione residente persino della Lombardia.

C’è una propensione alla scommessa individuale su se stessi ed è anche un elemento di fiducia che deve essere, però, accompagnato a una cultura che deve ancora crescere nel rapporto tra start-up, impresa, territorio, Istituzioni rispetto a quello che da altre parti del mondo sta funzionando meglio. Tuttavia, anche qui sta trovando una nuova stagione e una nuova vocazione.

Se per fare questo – e quei numeri di crescita dell’occupazione lo stanno dicendo – c’è bisogno di un rapporto virtuoso che tenga insieme le cose che ho detto finora, è chiaro che abbiamo bisogno di investire sulle infrastrutture, materiali e immateriali.

A proposito di sostenibilità – il collega Donini l’ha già ampiamente detto e dibattuto – stiamo facendo vere e proprie assemblee, con centinaia di presenze, non solo di amministratori, ma di categorie professionali, di docenti universitari, mondo dell’impresa e del lavoro, sul tema della nuova legge urbanistica.

Avevo sempre detto – non è una novità, ma non mi può essere ribaltata come accusa – che noi avremmo certamente lavorato per un nuovo modello di sviluppo che avesse a che fare con la qualità dei suoli e quindi con la cosiddetta legge per il consumo di suolo a saldo zero che premi rigenerazione e riqualificazione urbana. Nel dibattito che stiamo facendo, e lo stiamo concludendo, con il Governo rispetto ai cosiddetti FSC (Fondi Strutturali di Coesione) stiamo lavorando perché vi siano decine di milioni di euro che possano essere destinati ad incentivi su quella parte. Avevo sempre detto che delle infrastrutture di questa Regione, dove c’era un ritardo, da quando ero ragazzino, e compio cinquant’anni fra pochi giorni, si discuteva. Noi le realizzeremo. Non mi basta in questa legislatura chiudere gli orpelli burocratici, peraltro alcuni complicati in un Paese che di burocrazia spesso muore, ma vogliamo vedere aperti i cantieri. Non li sto ad elencare, perché vi annoierei e li conoscete, ma noi li stiamo sbloccato uno ad uno. Addirittura per alcuni ci sono già i cantieri aperti. È un investimento di serietà, di competitività, così come avevamo detto che la competitività futura passa sulla completa digitalizzazione di questo territorio.

Devo ringraziare i miei colleghi presidenti di Regione perché, all’unanimità, e fuori dall’appartenenza politica, quell’accordo che abbiamo fatto con il Governo, c’è poco da fare, è una novità assoluta in questo Paese, che su questo sì per colpa di tutti quelli che si sono succeduti ai Governi precedenti, aveva perso un treno che rischiava di non veder più nemmeno passare dall’ultima stazione, che era quello di essere fanalini di coda in Europa sul tema della digitalizzazione.

Credo sia importante, perché, non solo sul tema delle imprese in quanto tali e nel ragionamento che ho fatto della manifattura, ma anche sul tema dell’agricoltura e del turismo, altri due capisaldi rispetto ai quali sul primo, dopo decenni di segni meno, cominciano ad esserci i segni più. Anche qui, però, abbiamo bisogno di una innovazione che permetta, ad esempio, e lo farà, di vedere raddoppiata la superficie biologica di coltivazione di questa Regione, perché fuori dalle mode abbiamo bisogno di immaginarci un utilizzo diverso dei suoli.

Dall’altro lato c’è il tema dell’opportunità per la montagna. Quando prepareremo la seconda conferenza andremo ad analizzare una per una le opportunità e i problemi per provare a dare una prospettiva, in particolare per evitare che la gente continui ad andarsene da lì, sia in termini di vita che di lavoro. Certamente l’elemento di intervento per quelle realtà che spesso vengono definite, a mio parere sbagliando, marginali, ha a che fare con le opportunità che oggi la digitalizzazione ci consente di ottenere.

Sul tema del turismo abbiamo scommesso una parte del nostro mandato, sia nella crescita del contributo al PIL che nell’idea di una Regione che, attraverso la narrazione dell’attrattività in questo caso turistica, racconta persino per bene se stessa dal punto di vista delle eccellenze complessive, comprese quelle manifatturiere che è in grado di mettere in campo.

È in atto una sfida che ha a che fare con il superamento definitivo dei campanili non come elemento di valorizzazione e tradizione a cui teniamo.

Mi rivolgo al collega Bargi, sulle fusioni non c’è nessun elemento di risparmio. Per me c’è l’elemento della competitività. Se non fosse così, un vostro ministro non avrebbe deciso a un certo punto di eliminare, senza sentire il parere dei cittadini, quelli sotto i mille abitanti. Io non ho dubbi che non lo faceva Calderoli per un elemento di risparmio, ma lo faceva per un elemento di competitività. Quando ti trovi un sindaco che ha un dipendente o due è chiaro che ti dice che fa fatica a mandare avanti quel Comune.

Elimino questo elemento perché ne abbiamo già discusso e ci torneremo. Voglio dire, però, che l’elemento della competitività dato dalla dimensione è un elemento con cui chiunque oggi approcci il tema del lavoro e dell’economia ha a che fare, anche nel turismo.

Se sono in grado di attrezzare, ottenere e mettere in campo l’opportunità grazie ad infrastrutture che permettono di muoversi velocemente, di avere un territorio che nei suoi centinaia di chilometri è in grado di far vedere, apprezzare, condividere, utilizzare, provare gran parte di ciò che c’è da Piacenza a Rimini e viceversa inevitabilmente si è più competitivi di altri. È questa la scommessa sul tema della valorizzazione del territorio rispetto ai prodotti. È questa la scommessa di un sistema fieristico che prova a mettere insieme le collaborazioni piuttosto che le competizioni. Io su questo ci credo, noi ci crediamo molto.

Tuttavia, per fare questo siamo convinti che il tema della qualità del territorio che offriamo ha direttamente a che fare con la capacità nei prossimi decenni della qualità della nostra vita. Noi abbiamo un tema che stiamo affrontando, che è quello della qualità dei suoli e io sono convinto che con le politiche che metteremo in campo ci vorrà tempo. Non basta né una legge né qualche anno, ma ce la faremo. Mi auguro che il Paese vinca questa sfida. Stiamo investendo parecchio sul tema del dissesto idrogeologico e stiamo finalmente investendo su alcune politiche e misure di prevenzione e non solo di contrasto all’emergenza che, peraltro, con i cambiamenti climatici inevitabilmente dovranno proseguire anch’esse.

Certamente dalla ricostruzione che vede uno stile e una filosofia, che è quella di garantire più sicurezza di prima, ma anche recuperare il senso di identità delle nostre comunità, ricostruendo esattamente dove si era distrutto, io penso che noi dobbiamo mettere in campo una sfida che sia quella di avvicinarci anche a un elemento che riguarda la cosiddetta sfida che abbiamo indicato nel Piano energetico, cioè abbandonare sempre più la carbon economy per andare alla low carbon economy.

L’accordo sperimentale che ho firmato con il ministro Calenda sull’offshore, dove nelle piattaforme esistenti in futuro si potranno mettere centri di ricerca scientifica universitaria, persino elementi di attrattività turistica o ambientale, è una sfida che va in una direzione molto precisa, che è quella che ci aveva fatto dire, da questa parte chiaramente, no alla demagogia per chi vuole distruggere un pezzo di economia che sta dando lavoro e che peraltro ha investito in questi anni in sicurezza, ma che sa che quel tipo di economia in futuro dovrà cambiare, persino una parte essere smantellata ed essere riconvertita.

Dentro questo quadro c’è anche la legge sui rifiuti sulla quale sfido chiunque non ad avere un’opinione diversa, ci mancherebbe, ma a dimostrarmi che ci sono Regioni con Piani regionali sui rifiuti più avanzati in termini di numeri e vedrete dove arriveremo tra pochi anni. C’è una sfida sulla qualità dell’aria, invece, che ancora non mi soddisfa per come la stiamo affrontando. È un problema gigantesco che riguarda la Pianura Padana e adesso dovremo far funzionare e definitivamente questo tavolo con le altre Regioni perché abbiamo detto, l’avete detto voi e io condivido, che lo smog e l’inquinamento non hanno confini, quindi c’è un elemento che deve riguardarci indipendentemente dalla scelta di una singola Regione a proposito di territori. Poi c’è un elemento che deve essere quello di investimenti sulla cosiddetta cura del ferro, sul quale, però, effettivamente, abbiamo veramente investito molto, molto di più che in passato.

È un elemento che dovrà vederci convincenti anche nei prossimi anni. Abbiamo bisogno anche qui di una mobilità più sostenibile, ma tutto questo è dentro il quadro di una sostenibilità complessiva che, con pazienza, stiamo cercando di mettere in campo.

Torno alla qualità della vita. Certamente sul tema dei saperi me la cavo velocemente perché una parte l’ho già descritta, ma anche qui simbolicamente il fatto che noi avevamo detto che avremmo triplicato i fondi alla cultura e molti sorridevano, comprensibilmente, perché si tagliava sempre lì, a fronte comunque di tagli che ogni anno, da quando siamo in carica, arrivano dal Governo centrale, e comunque li abbiamo saputi affrontare, come il collega Petitti spiegava, riducendoli, con una discussione robusta e corposa in Conferenza Stato-Regioni ed Unificata, ma certamente l’impegno che avevamo preso sulla cultura lo stiamo rispettando e ogni anno aumentiamo il fondo perché abbiamo detto, usando un’espressione un po’ logora, che con la cultura si può anche mangiare. Sono i numeri a dirlo, i numeri delle imprese che crescono, dei posti di lavoro che si creano. Più in generale possono permetterci un elemento di attrattività rispetto a una Regione che, dal punto di vista della qualità e dell’eccellenza anche in campo artistico e culturale, non ha nulla da invidiare alle altre, pur non avendo capitali come Roma, Firenze, Venezia, eccetera, eccetera dal punto di vista dell’attrattività simbolica anche a livello mondiale.

Vorrei concludere sul tema della qualità della vita legandolo al tema del welfare e della sanità. Stiamo cercando – non c’è Elisabetta Gualmini – di provare anche a cambiare il welfare che abbiamo o meglio di innovarlo, perché è cambiata la società, la composizione sociale, quella delle famiglie. Noi abbiamo realizzato alcuni provvedimenti, che venivano anche citati, dalle case popolari, al tema della legge 0-3 anni. Garantiamo il fondo per la non autosufficienza, ancora oggi più alto in Italia per quota pro-capite e lo facciamo convintamente, ma certamente l’introduzione del reddito di solidarietà, come ho cominciato a leggere anche sulla stampa nazionale, per fortuna, è stato interpretato per quello che è, cioè l’approccio da un lato molto misurato rispetto a un bilancio che non va scassato solo per prendere un titolo sul giornale, ma mettendoci oltre 35 milioni di euro, con una impostazione che so da alcuni non essere condivisa, ma che ha un preciso intento: il tema della dignità sulla carità. Su questo io non transigo.

Noi non possiamo immaginare una società dal nostro punto di vista caritatevole e assistenzialista che per pulirsi la coscienza dà qualche centinaio di euro a persona per prendere magari un voto in più alle elezioni – non lo sto dicendo come critica a chi ha un’altra idea, lo sto dicendo a me stesso – ma invece immaginare che possiamo dare una mano per un periodo limitato perché sappiamo che in quel momento anche quello è dignitoso. Questo gesto non risolve i problemi della vita, ma un po’ li riduce.

Garantiamo a queste persone di metterle in condizione, dal punto di vista formativo e delle opportunità, di rientrare nel mercato del lavoro se sono uscite oppure di entrarci se non ci sono mai entrate.

Con il Patto per il lavoro abbiamo immaginato che ogni posto di lavoro che creiamo è un problema sociale in meno che abbiamo da affrontare.

Le due cose stanno direttamente insieme. Qualcuno ha detto che non diamo una mano e che i numeri sono bassi, quando, invece, saranno decine di migliaia di persone interessate e lo vedremo. Sapete che sono stato io il primo a dire che fra un anno andremo a verificare perché può anche darsi che ci sia da correggere qualcosa. I numeri con cui andremo ad affrontare la discussione saranno quelli che vi sto dicendo, non meno.

Dentro a quel quadro troviamo la rivendicazione che le politiche per l’infanzia sono lo strumento cardine per garantire il lavoro alle donne. Siamo secondi, dopo il Trentino Alto Adige, sul dato del tasso di occupazione. Siamo primi sull’occupazione femminile. Per me è un valore straordinario ed è un valore straordinario perché con la legge 3 – di questo ne sono profondamente convinto e vedremo se avrò ragione o se avremo torto tra qualche anno –, riconoscendo un po’ più di flessibilità a quei servizi per come la famiglia è cambiata, garantiremo che quel baluardo e quell’elemento di garanzia che l’Europa chiedeva già a Lisbona tanti anni fa e che poche Regioni italiane stanno rispettando sia garantito, perché nel cambiamento della società garantiamo un servizio di qualità o meglio non abbassiamo la qualità, modifichiamo la stessa quantità e permettiamo a queste persone di avere una autonomia e un’opportunità di percorso di vita dal punto di vista del ruolo della donna nella società.

E poi, certamente la sanità. Giriamoci intorno finché volete, accetto tutte le critiche, i rilievi, eccetera. Noi stiamo vincendo una sfida: quella dei tempi di attesa. Siccome rispondiamo uno a uno a quelli che ci scrivono in privato – “sono andato a prenotare là, mi hanno detto così” – e stanno calando ogni giorno, anche da queste cose banali di vita quotidiana capisci che sta funzionando la ricetta. Siamo riusciti da un lato a fare ciò che quasi tutti mi sconsigliavano di fare, perché domanda genera domanda. Ma soprattutto abbiamo mantenuto un impegno, a proposito di serietà: quello, avevamo detto, che se le condizioni della sperimentazione – ecco dov’è il tema di non fare promesse solo per prendere un voto in più – fossero state buone, quei posti di lavoro a tempo determinato che avevamo creato, diventavano a tempo indeterminato. E così abbiamo fatto.

Fatemela dire tutta: con tutte le sigle sindacali, anche quelle 22 che mi avevano legittimamente criticato frontalmente qualche settimana fa, noi abbiamo firmato l’accordo per 2.581 lavoratori e lavoratrici di questa Regione, tra stabilizzazioni, nuovi posti di lavoro reali che non c’erano e turnover coperto al 90 per cento. Fatemi l’elenco delle Regioni che lo coprono con quei livelli di percentuale, tiratelo fuori e portatemelo.

Noi facciamo un’operazione che immette stabilmente, a tempo indeterminato, nel mercato del lavoro della sanità regionale, una quantità di lavoratori che non si era mai vista negli ultimi anni, una percentuale, rispetto agli oltre 60.000, persino rilevante per chi ha a che fare con queste questioni. Credo sia giusto farlo, perché lì vi era un elemento di sofferenza vero da troppi anni di turnover bloccato, da troppi anni di disinvestimento, anche di Governi della parte politica cui faccio riferimento io, che non aveva affrontato il tema del rinnovo dei contratti di lavoro, dal punto di vista dell’invecchiamento costante. Guardate, è un tema che riguarda anche questo ente. Noi abbiamo raggiunto un accordo, lo stiamo raggiungendo, e abbiamo detto che assumeremo 100 persone nel triennio, in questo ente, e cominceremo a stabilizzare, andando a prendere dalle graduatorie esistenti persone precarie da troppi anni. Permettetemi di dire che diventa anche quasi una vergogna quando qualcuno, per più di dieci, quindici, venti anni, deve contrattare una posizione di lavoro, e tu che l’hai formato avresti persino il dovere di utilizzarlo per quello su cui hai investito. Io penso che sia un cambio di rotta anche questo rispetto agli ultimi anni, molto importante.

Quanto all’accordo nazionale per i 2 miliardi di euro in più, molti prefiguravano che non ci sarebbe stato sul tema del bilancio del Fondo sanitario nazionale. I 2 miliardi ci permetteranno di poter finalmente investire, com’era giusto fare, quindi non è un applauso, era dovuto. Penso al tema dei cosiddetti farmaci oncologici innovativi, e io aggiungo vaccinali, con una battaglia – anche qui, ognuno la pensi come vuole – che abbiamo condotto e che sarà seguita da altre Regioni a livello nazionale. Io penso che abbiamo dimostrato che sul tema del welfare, della sanità, della salute, con le nostre idee stiamo investendo davvero, ed investiamo non solo negli strumenti e nei fondi per rinnovare la qualità degli ospedali, per fare case della salute, per dare una sanità sempre più di prossimità, ma investiamo anche sul capitale umano, sulle persone.

Così come avevamo detto che avremmo proseguito, e chiudo davvero, in un’operazione partita col taglio ai costi della politica. Adesso, dopo il referendum, potreste anche essere tentati di chiedere di omogeneizzarvi al resto dei vostri colleghi. Non ho dubbi che non lo farete, anche perché trovereste la fiera opposizione di chi sta parlando e della sua Giunta, ma certamente avevamo assunto quell’impegno, passatemi la battuta, primi in Italia, ancora oggi, o giù di lì, e vi ho sempre ringraziato per la serietà, prima ancora di sapere quali norme nazionali eventualmente sarebbero arrivate. Sto parlando del tema della riorganizzazione della macchina, come ho provato a dire.

Certo, adesso arriva la stagione del dimezzamento delle partecipate, di un lavoro di messa a valore di un po’ di patrimonio. Però dobbiamo provare a mettere in campo un’altra sfida su cui non so quale sarà l’elemento di aggressione, che è quello della burocrazia. È evidente che una parte di burocrazia non potrà non solo essere aggredita, ma nemmeno ridotta, perché va anzi salvaguardata: è quella che ti permette la garanzia, l’abbiamo visto col terremoto, di tenere alta la guardia sul tema legalità e rispetto delle regole. Certamente anche noi siamo ancora troppo pesanti e stiamo facendo faticare un po’ troppo, in alcune dimensioni delle nostre istituzioni amministrative, le famiglie, le imprese, i cittadini, tutti i giorni.

Qui faremo quello che avevamo detto. Il terzo anno, prima di metà mandato, quindi entriamo in quello, istituiremo una cabina di regia, nei prossimi mesi, che proverà a darsi l’obiettivo, nel giro di qualche mese, di provare a indicare qualche soluzione, senza immaginare né promettere che cambi il resto del mondo. Speriamo che sia un ulteriore contributo alla semplificazione, che peraltro, già nella legge urbanistica vedrete, andrà nella direzione di semplificare parte di quei processi e dei procedimenti che in questi anni a volte venivano ritenuti troppo opprimenti.

Per chiudere, vorrei dire che abbiamo bisogno di tenere alta la guardia – sul tema della sobrietà l’ho già detto, ma mi pare che siamo indirizzati bene. Sul tema della legalità, il lavoro che abbiamo fatto è stato un lavoro serio, anche questo non risolutivo di tutti i problemi, ma che deve dare la cifra dell’impegno di quello che deve essere, l’ho sempre detto, un pilastro dell’agire comune.

Indipendentemente dall’appartenenza politica, per me dovrebbe essere persino la precondizione per cui ti impegni a fare politica o a fare l’amministratore: parlo del tema dell’onestà davvero come salvaguardia di ogni elemento, anche di riconoscimento delle istituzioni della politica. Parlo di chiunque si trovi implicato, e venga, una volta svolto il percorso giudiziario, indicato come colpevole di un danno, indipendentemente dalla parte in cui milita tutto il sistema politico o istituzionale. Noi abbiamo bisogno, in un Paese come questo, soprattutto di provare a fare in modo che questo non accada, o meglio, che venga ridotto e che si ritrovi un po’ di reciproco recupero di credibilità.

Volevo chiudere su questo tema che dicevo, dell’Europa, o meglio, di quello che ci aspetta nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, indipendentemente dalla discussione su quello che noi riteniamo debba succedere.

Io sono sgomento di fronte a quello che sta avvenendo ad Aleppo. Non mi si dica che non c’entra con la discussione che stiamo facendo sul bilancio. C’entra fino in fondo perché ha a che fare col cuore di un contributo su come immaginiamo che una democrazia di qualità debba vivere.

Certamente, quello che è accaduto ieri sera è qualcosa di devastante, anzi, se posso dirla fino in fondo, ci pensavo venendo in auto stamattina, sentendo il dibattito in radio, sembra persino che ci stiamo abituando. La reazione che colgo, cioè, rispetto a quanto accaduto a Nizza o a Parigi, è che sembra debba succedere quasi per default. Per me non possiamo accettare che debba succedere, non possiamo immaginare che questa condizione di paura sia quella nella quale noi dobbiamo vivere nei prossimi anni e nei prossimi decenni, pur sapendo però che dobbiamo tenere alti i valori della libertà, della democrazia, della pace, che non dobbiamo farci sconfiggere, così come vorrebbero, cambiando le nostre abitudini.

Insomma, io penso che ci sia un grande lavoro da fare per ridare credibilità alle istituzioni e alla politica. Io però volevo ringraziarvi, in chiusura, su una cosa. Noi ci siamo scontrati, a volte, anche aspramente. Però, la qualità del rispetto reciproco che io davvero ho trovato qui dentro, nel dibattito di questi due anni, è una qualità alta, se la commisuro con quello che vedo mediamente succedere da altre parti. Io vi pregherei, vi consiglierei, lo dico a noi stessi, di tenerla così, perché fa bene a quello che rappresentiamo, ai nostri ruoli. Si possono avere idee opposte, persino, ma se continuiamo a tenere un filo di voce che sia all’altezza dell’ascolto e non dell’urlo, che si faccia ascoltare anche quando non condiviso, e che soprattutto tenga al rispetto reciproco, diamo un contributo a ciò che io temo più di tutto, cioè che la qualità della democrazia in questo Paese scada anche a fronte del fatto che non si riconosce più a chi ha un’idea diversa da te, la possibilità di poterla dire con la stessa dignità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, presidente Bonaccini.

Proseguiamo quindi con il dibattito e la discussione generale.

Ricordo che la discussione generale è sui sette oggetti, compresa la risoluzione.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Solo sull’ordine dei lavori, presidente. So che la decisione è già presa, ma visto che i tempi sono contingentati, chiederei se fosse possibile per la risoluzione di aggiungere almeno cinque minuti per chi ci ha lavorato sopra. Per i Gruppi più piccoli che ci hanno lavorato sopra è un peccato dover tagliare almeno la presentazione di quella risoluzione, visto che poi dobbiamo replicare a tante cose sul bilancio.

A fine di tutto quanto, magari nell’intervallo, chiederei, se i Capigruppo si rimettono un attimo d’accordo, se fosse possibile, di ottenere non dico tantissimo, ma almeno cinque minuti per la presentazione. Altrimenti, rischia di passare senza che nessuno tratti il tema, seppure importante.

 

PRESIDENTE (Saliera): La proposta che faccio è che ci siano cinque minuti per l’illustrazione della risoluzione: semmai, vi accordate su chi illustra la risoluzione, che va fuori dal tempo contingentato. Pregherei però, magari, quando facciamo la riunione dei Capigruppo, che le proposte escano in quel momento: è più utile per tutti. Proseguiamo.

La parola al consigliere Daniele Marchetti. Prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Cercherò di fare un intervento incentrato su due tematiche che seguo maggiormente per via della Commissione IV, sanità e politiche per il sociale. Sono certamente due capitoli importanti per quanto riguarda il bilancio regionale, non solo per l’entità degli stanziamenti, che sono comunque importanti, ma soprattutto perché le decisioni che vengono prese in questi due campi si riflettono in maniera decisiva e importante la vita di tutti i cittadini, perché comunque stiamo parlando di salute e di aiuti ai più deboli.

Direi di partire proprio dalla sanità. L’anno che si sta concludendo, il 2016, appunto, doveva essere un anno cruciale, vista la riorganizzazione della rete ospedaliera che è stata imposta da un decreto ministeriale, accettato senza battere ciglio da questa Regione. La quale nel 2015 ha approvato una delibera con cui si dava indicazione a tutte le Aziende sanitarie del territorio regionale, di procedere con un taglio di 815 posti-letto e con la riconversione di alcuni reparti di alcune strutture ospedaliere, in Case della Salute o ospedali di comunità.

Una riorganizzazione che però non è andata ancora in porto. Per questo ne parlo anche oggi, in previsione degli anni futuri. Nonostante la scadenza imposta fosse per il 2016, quest’anno, ci dobbiamo trascinare dietro tutto quanto anche nel 2017, decretando quindi sostanzialmente un primo stop, un primo – chiamiamolo così – fallimento di questa Regione, del suo Servizio sanitario regionale, che non è stato in grado di mettere in campo una riorganizzazione, che io critico fortemente, quindi non rimpiango la sua non attuazione, nei tempi prestabiliti, lasciando così tantissimi punti interrogativi nel mondo sanitario, non solo per i dipendenti e le persone che ci lavorano, ma anche per i cittadini che devono usufruire di questo servizio.

Oltre alla riorganizzazione sanitaria, il prossimo anno, come è stato anche detto negli interventi che mi hanno preceduto, dovrebbe essere l’anno delle assunzioni tanto annunciate nei mesi e nelle settimane scorse. Anche su questo aspetto credo sia assolutamente necessario fare un focus. Su questa situazione ne abbiamo lette davvero di tutti i colori sulla stampa. A volte mi sembrava quasi che ci fossero numeri sparati un po’ a caso. Per fare un solo esempio, vi leggo testualmente un titolo. Questa mattina ho cercato un articolo che diceva: nella sanità dell’Emilia-Romagna entrano 2.581 nuovi medici, infermieri, operatori. Io direi che questi numeri sono un po’ da analizzare. È vero, come ha detto l’assessore Venturi replicando ad una mia dichiarazione fatta in Commissione, che i numeri non si possono stravolgere, non si possono interpretare. Però è altrettanto vero che i numeri comunque vanno spiegati nella maniera corretta, cioè vanno spiegati adeguatamente. Se proprio vogliamo entrare nel dettaglio, infatti, le nuove assunzioni in sanità non sono 2.581, 1.100, come è stato detto stamattina. Ma le nuove assunzioni sono 500, di cui 100 sono dirigenti, quindi, si tratta di 400 nuove assunzioni per quanto riguarda il comparto sanitario. Le restanti sono 402 stabilizzazioni di personale, che erano già in organico a tempo determinato – per carità, va benissimo stabilizzare i contratti, ma non stiamo parlando di nuova forza lavoro –; il resto riguardano la copertura del turnover, quindi sono persone che vanno a rimpiazzare dei pensionamenti, dopo anni e anni di immobilismo.

Oltretutto, così come mi è stato detto in Commissione in risposta ad una mia domanda, c’è da dire che gli indicatori che dovrebbero definire il reale fabbisogno delle diverse aziende sanitarie non sono ancora stati definiti e questo rappresenta un ulteriore fattore di incertezza.

Sempre per rimanere nella sanità, poi, direi che è importante anche trattare un altro aspetto, ovvero, quello dei punti nascita. In Regione abbiamo diversi punti nascita, specialmente quelli situati ad esempio nelle aree più lontane dai grossi centri urbani, in particolar modo sull’Appennino, che non hanno garanzie per il loro futuro. Per fare qualche esempio potremmo citare Borgotaro, o Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, che stanno seguendo un po’ le orme di Porretta Terme, per rimanere nella zona del Bolognese. Per una scelta sciagurata, le donne in gravidanza, per ricevere un’adeguata assistenza, un’assistenza che gli spetta, sono costrette a fare viaggi di oltre un’ora, un’ora e mezza, con tutti i problemi che ne conseguono.

Ci sono altre realtà regionali, poi, sempre sui punti nascita, come ad esempio la Lombardia, che si stanno opponendo con tutte le loro forze per far sì che questi punti nascita più lontani, più disagiati, rimangano aperti. Proprio la Regione Lombardia ha stanziato 500 milioni di euro per garantire le condizioni di sicurezza e per far sì che questi rimangano in attività e per mantenere i servizi sul territorio.

Noi invece come sempre tendiamo a restare fermi e a prendere atto di tutte le decisioni che ci vengono calate dall’alto, anche se queste determinano la mancanza di un servizio importante ai nostri cittadini.

Passando poi alle politiche per il sociale, è già stato detto tanto, anche prima, nella relazione del collega Bargi, che ha fatto un passaggio per quanto riguarda il reddito di solidarietà, per cui come Regione abbiamo impegnato 35 milioni di euro. Non mi soffermerò molto su questo tema, quindi, e dirò soltanto che anche a mio avviso, così come abbiamo detto nel Consiglio scorso, si è impegnata una parte importante di bilancio per uno strumento che in fin dei conti è calibrato male e potrebbe non portare tutti quei benefici ai nostri cittadini, cose che abbiamo detto, ma su cui faremo le giuste e dovute valutazioni il prossimo anno.

Sempre per quanto riguarda il sociale, è d’obbligo dire due parole, ad esempio, sul fondo regionale per la non autosufficienza. È stato ricordato prima: tra risorse statali e risorse regionali, siamo arrivati a 460 milioni di euro. Al di là delle cifre stanziate, sarebbe opportuno spendere bene questi soldi. Possiamo stanziare tutti i soldi che vogliamo, ma se non siamo in grado di spenderli nel modo più opportuno siamo sempre punto e accapo.

Riprendo un discorso che ho fatto varie volte. Purtroppo, i tempi cambiano velocemente e non abbiamo più le certezze di un tempo. La situazione socioeconomica può cambiare radicalmente da un anno all’altro, se non da un mese all’altro. È per questo che, dall’inizio di questa legislatura, sto cercando di mantenere alta l’attenzione su questa tematica. Infatti, ho presentato diversi ordini del giorno e risoluzioni per chiedere a questa Assemblea di impegnare la Giunta ad aggiornare e rendere maggiormente flessibile il Fondo regionale per la non autosufficienza, tentativi che, fino ad oggi, non sono mai andati a buon fine. Oggi cercherò di rimettere mano a questo strumento presentando un emendamento che non sposta un euro. La questione è soltanto quella di riorganizzare il sistema che regolamenta l’erogazione dei fondi appartenenti al Fondo regionale per la non autosufficienza, con cui chiediamo di raccogliere le valutazioni e le opinioni dei cittadini, degli utenti, delle associazioni in rappresentanza degli utenti, dei soggetti del terzo settore, eccetera, per quanto riguarda il servizio offerto sul territorio grazie a questi Fondi. Riteniamo assolutamente importante adeguare questo strumento assegnato ai territori annualmente. Come Commissione, come consiglieri, in questo modo, potremmo avere una visione, da parte del territorio, su come vengono effettivamente utilizzati.

Come consiglieri e come politici abbiamo il dovere di ascoltare il territorio e i cittadini. Altrimenti, calando sempre e soltanto delle decisioni dall’alto, senza sapere, effettivamente, come si riflettono sul territorio, rischiamo soltanto di creare disservizi e di spendere inutilmente risorse importanti.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Chi si iscrive per intervenire? Vi ricordo che siamo in un dibattito generale unico sui sette oggetti. Vi lascio qualche minuto, se qualcuno intende iscriversi.

La parola al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Intervengo sull’ordine dei lavori.

Visto che i tempi stringono e che gli interventi sono abbastanza lunghi, sarebbe “brutto” iniziare un intervento e riprenderlo alle ore 15.

A questo punto, visto che siamo tutti in fase di preparazione di emendamenti, piuttosto che ordini del giorno, chiedo di sospendere l’aula e di iniziarla, semmai, prima, per poi andare avanti con tutti gli interventi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, non avrei mai fatto iniziare un intervento per poi interromperlo e farlo proseguire alle ore 15. Su questo la tranquillizzo.

Stavo riflettendo anch’io sull’orario e sul fatto che non vedo iscritti. Se non ci sono obiezioni, possiamo riaggiornare il dibattito al pomeriggio.

Vedo che ci sono consiglieri intenti a scrivere. Stanno arrivando ancora alla Presidenza documenti e ordini del giorno. Mi sembra opportuno procedere in questo modo. Chiudiamo la seduta di questa mattina e ci vediamo alle ore 15 di questo pomeriggio. Grazie.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 12,46

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA, Barbara LORI e Gian Luigi MOLINARI.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

3717 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti, a Modena, l'utilizzazione del Santuario della Madonna del Murazzo quale centro per ospitare immigrati. A firma del Consigliere: Bargi

3718 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la realizzazione, a Fidenza, di una Casa della Salute. A firma delle Consigliere: Sensoli, Gibertoni

3719 - Interrogazione a risposta scritta circa nomine e procedure riguardanti il Comitato di Gestione dell'Ente Porto di Ravenna. A firma del Consigliere: Alleva

3720 - Interrogazione a risposta scritta circa le risorse e le procedure riguardanti i fondi relativi ai bandi per i contributi per l'affitto da corrispondere ai nuclei familiari in difficoltà. A firma del Consigliere: Bignami

3721 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per far fronte ai disagi per l'utenza causati dai problemi riguardanti la linea ferroviaria Codigoro-Ferrara. A firma del Consigliere: Calvano

3722 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare la moria di volatili causata dall'impatto con vetrate riflettenti poste su edifici, con particolare riferimento anche agli immobili utilizzati dalla Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Piccinini

3723 - Interrogazione a risposta scritta circa il rispetto delle normative sui luoghi di culto nella Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento ai centri culturali islamici. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3724 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per consentire l'utilizzazione delle pedane elevatrici elettriche nei mezzi del Trasporto Pubblico Locale. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3725 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il Consiglio comunale di Cesena. A firma del Consigliere: Bertani

3726 - Interrogazione a risposta scritta circa il completamento della circonvallazione, fino a via Belfiore, nel Comune di Bondeno. A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra

3727 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure di mobilità riguardanti l'Istituto Ortopedico Rizzoli. A firma del Consigliere: Bignami

3728 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione dell'orario di lavoro degli operatori della Polizia municipale e la tutela della sicurezza dei cittadini, con particolare riferimento alla situazione esistente a Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

3729 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la modifica di norme statutarie riguardante Bologna Fiere S.p.A. A firma del Consigliere: Alleva

 

É stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

3312 - Interrogazione a risposta scritta circa il servizio di distribuzione del gas naturale nel comune di Fidenza con particolare riguardo alla San Donnino Multiservizi srl. A firma del Consigliere: Foti

3369 - Interrogazione a risposta scritta circa il rilancio dell'economia nel territorio ferrarese, con particolare riferimento alla tutela dei lavoratori delle aziende Berco di Copparo e VM di Cento. A firma della Consigliera: Sensoli

3370 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere problematiche riguardanti il Servizio Sanitario Regionale, con particolare riferimento all'assistenza H16 in rete per i medici di famiglia e H12 per i pediatri ed alle funzioni dei punti di Pronto Soccorso. A firma del Consigliere: Bignami

3390 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti le modalità ed i tempi di consegna della posta, con particolare riferimento alle zone dell'Appennino Bolognese, al Comune di Vergato ed a quello di Castel d'Aiano. A firma del Consigliere: Bignami

3392 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione e le problematiche riguardanti il Pronto Soccorso dell'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì e l'AUSL Unica della Romagna. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

3396 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di un unico binario per la tratta ferroviaria Vignola-Bologna e Bologna-Portomaggiore. A firma del Consigliere: Bignami

3399 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e gli interventi chirurgici riguardanti la struttura distaccata siciliana dell'Istituto Ortopedico Rizzoli. A firma della Consigliera: Piccinini

3402 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela sanitaria degli operatori carcerari e dei detenuti, con particolare riferimento alla situazione esistente presso la Casa circondariale di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

3443 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti ruoli svolti da un componente della Giunta comunale di Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

3459 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per estendere la vaccinazione riguardante il meningococco B ai minori della regione, oltre che a quelli nati dal 1 gennaio 2017. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Calvano, Tarasconi, Boschini, Zoffoli, Campedelli, Lori, Rontini, Marchetti Francesca

3490 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare, ed i relativi tempi, per risolvere i disagi per l’utenza della linea ferroviaria Modena-Sassuolo. A firma del Consigliere: Bargi

3503 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire strutture idonee alle Forze dell'Ordine, con particolare riferimento al territorio di Forlì-Cesena ed alla Questura di Forlì ed al Commissariato di Cesena. A firma del Consigliere: Foti

3507 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti lo smaltimento del materiale edile e delle macerie provenienti dall'Ospedale di Fiorenzuola d'Arda. A firma del Consigliere: Foti

3509 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la tratta ferroviaria Modena-Sassuolo, con particolare riferimento alla relativa sicurezza per l'utenza. A firma della Consigliera: Gibertoni

3516 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a fronte dei disagi per l'utenza della linea ferroviaria Modena-Sassuolo. A firma della Consigliera: Gibertoni

3522 - Interrogazione a risposta scritta circa incarichi, riguardanti la comunicazione, relativi all'Azienda Ospedaliera di Parma. A firma del Consigliere: Foti

3527 - Interrogazione a risposta scritta circa l'istituzione di centrali d'acquisto interregionali. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

3528 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa all'accesso all'Ospedale di Vaio a Fidenza ed alla effettuazione delle cure dovute ai pazienti, durante l'inaugurazione del relativo nuovo Pronto Soccorso, alla quale è intervenuto il Presidente del Consiglio. A firma del Consigliere: Rainieri

3540 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare il ridimensionamento del reparto di chirurgia senologica operante a Santarcangelo di Romagna. A firma della Consigliera: Sensoli

3541 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per procedere alla derattizzazione presso scuole medie di San Felice (MO). A firma del Consigliere: Bargi

3543 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere problematiche strutturali e funzionali dell'immobile ove ha sede la scuola dell'infanzia ed elementare di Argenta. A firma della Consigliera: Sensoli

3547 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti disagi per l'utenza del trasporto pubblico ferroviario, con particolare riferimento alla sicurezza, agli orari e alla frequenza delle corse. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sassi, Sensoli

3552 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere i disagi per l'utenza della linea ferroviaria Suzzara-Ferrara e procedere all'elettrificazione della stessa. A firma del Consigliere: Foti

3553 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per favorire la fruizione del fascicolo sanitario elettronico, tutelando inoltre la privacy del paziente. A firma della Consigliera: Gibertoni

3554 - Interrogazione a risposta scritta circa il controllo della presenza e lo smaltimento di coperture in amianto presso un edificio posto in prossimità dell'Autostazione di Imola. A firma del Consigliere: Bignami

3557 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere i disagi per l'utenza della linea ferroviaria Suzzara-Ferrara. A firma del Consigliere: Fabbri

(Comunicazione n. 41 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2016/2843 del 19/12/2016)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

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