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117.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 17 GENNAIO 2017

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

Interrogazione oggetto 3685

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 3591

Interpellanza circa la mancata presenza di prodotti alimentari DOP della Provincia di Piacenza alla Food Valley Emiliano-Romagnola svoltasi a New York. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

CASELLI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 3492

Interpellanza circa le opere previste a corredo della realizzazione del Passante di Mezzo e l'ipotesi di realizzazione di una bretella di collegamento tra la valle del Setta e quella del Reno. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

DONINI, assessore

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 3524

Interpellanza circa procedure e problematiche riguardanti la realizzazione del "Passante di Mezzo", con particolare riferimento alla tutela della salute della cittadinanza ed al contrasto della diffusione di polveri sottili, ozono e ossidi di azoto. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

PRESIDENTE (Soncini)

DONINI, assessore

BIGNAMI (FI)

 

OGGETTO 3563

Interpellanza circa l'adozione di provvedimenti volti al rispetto dei diritti dei lavoratori del comparto della logistica. A firma del Consigliere: Alleva

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

ALLEVA (Altra ER)

BIANCHI, assessore

ALLEVA (Altra ER)

 

OGGETTO 3785

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi affinché il Governo potenzi in Emilia-Romagna l’operazione “Strade sicure”. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Rancan, Daniele Marchetti, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Bargi

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 3769

Risoluzione per impegnare la Giunta, al fine di tutelare la sicurezza quale bene pubblico, a porre in essere azioni volte a sostenere interventi di prevenzione ambientale, sociale e comunitaria, e a supportare le Amministrazioni locali favorendo le attività di prevenzione della criminalità e del disordine urbano e l'azione congiunta dei vari livelli di governo sul territorio. A firma dei Consiglieri: Montalti, Tarasconi, Molinari, Zappaterra, Caliandro, Soncini, Pruccoli, Marchetti Francesca, Zoffoli, Campedelli, Serri, Rontini, Calvano

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

POMPIGNOLI (LN)

RAINIERI (LN)

SASSI (M5S)

MONTALTI (PD)

 

OGGETTO 3688

Risoluzione per impegnare la Giunta ad abbattere la quota delle rette dei servizi per la prima infanzia a carico delle famiglie, azzerandole per quelle fino alla soglia di povertà relativa, e ad investire maggiormente nella rete dei servizi, rafforzando l'offerta di asili nido. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 3887

Risoluzione per impegnare la Giunta - definiti, in sede di indirizzi assembleari, criteri di equità ed omogeneità delle politiche tariffarie applicate dai comuni per i servizi di nido per i bambini della fascia 0-3 anni - a sostenere, anche economicamente, un abbattimento delle tariffe per le famiglie più disagiate. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Boschini, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi, Mori, Rontini, Rossi Nadia, Iotti, Soncini, Poli, Caliandro, Cardinali, Ravaioli, Bessi, Lori, Bagnari, Montalti, Paruolo, Serri

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

SENSOLI (M5S)

MARCHETTI Francesca (PD)

LIVERANI (LN)

SENSOLI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

MARCHETTI Francesca (PD)

LIVERANI (LN)

SENSOLI (M5S)

MARCHETTI Francesca (PD)

LIVERANI (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

MARCHETTI Francesca (PD)

 

OGGETTO 1731

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a ricondurre tutte le vertenze dell'Appennino bolognese ad un unico tavolo regionale istituzionale che si occupi di un piano industriale volto al rilancio del territorio, operando anche per riconvertire alcuni stabilimenti produttivi e dando attuazione al Patto per il lavoro ed alla Conferenza per la Montagna. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

(Ritiro)

 

OGGETTO 3560

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a riconsiderare l'opportunità di realizzare il collegamento autostradale denominato "bretella Reno-Setta" al fine di salvaguardare e rilanciare il tessuto economico-produttivo e di conseguenza l'occupazione dell'intera Vallata del Reno. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Foti, Bignami

(Discussione)

 

OGGETTO 3886

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire, con il coinvolgimento di tutti gli attori, nel porre in essere buone pratiche per la ricollocazione dei lavoratori delle aziende in crisi, nonché nell’attuare il Patto per il lavoro e la Conferenza per la Montagna al fine di rilanciare i territori appenninici. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Caliandro, Paruolo, Poli, Marchetti Francesca, Prodi

(Discussione)

PRESIDENTE (Soncini)

TARUFFI (SEL)

MARCHETTI Daniele (LN)

BIGNAMI (FI)

CALIANDRO (PD)

PICCININI (M5S)

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

MARCHETTI Daniele (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamento oggetto 3887

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,21

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centodiciassettesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta, il presidente della Giunta Bonaccini, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento, gli assessori Petitti, Venturi e i consiglieri Bertani, Calvano, Mumolo e Zappaterra.

 

Svolgimento di interpellanze

 

Interrogazione oggetto 3685

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

Preferisco darvi subito la comunicazione che l’interpellanza oggetto numero 3695, a firma del consigliere Bertani, non verrà trattata e sarà pertanto rinviata alla prossima seduta, poiché il consigliere risulta assente giustificato.

Iniziamo con l’oggetto 3492: Interpellanza circa le opere previste a corredo della realizzazione del Passante di Mezzo e l’ipotesi di realizzazione di una bretella di collegamento tra la valle del Setta e quella del Reno, a firma del consigliere Bignami.

L’assessore Donini non c’è? Visto che è a firma del consigliere Bignami, chiedo se possiamo slittare questa interpellanza per dare la possibilità all’assessore di arrivare.

Procediamo con l’oggetto 3563. Il collega Alleva non c’è.

Sulle prime due, l’oggetto 3492 e l’oggetto 3524, l’assessore Donini ha chiesto se, per cortesia, le mettiamo in ultimo semplicemente perché al momento ha un problema. Tuttavia, c’è e vuole dare risposta.

 

(interruzioni)

 

È stato sostituito dall’assessore Donini.

Dopodiché, abbiamo una interpellanza del collega Alleva. C’è l’assessore Bianchi, ma non vedo il collega Alleva. Poi c’è una interpellanza del collega Foti alla quale risponde l’assessore Caselli, ma non vedo il consigliere Foti. L’ultima è rinviata. L’assessore Gazzolo c’è.

 

OGGETTO 3591

Interpellanza circa la mancata presenza di prodotti alimentari DOP della Provincia di Piacenza alla Food Valley Emiliano-Romagnola svoltasi a New York. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Possiamo procedere con l’oggetto 3591: Interpellanza circa la mancata presenza di prodotti alimentari DOP della Provincia di Piacenza alla Food Valley Emiliano-Romagnola svoltasi a New York, a firma del consigliere Foti.

Risponde l’assessore Caselli.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Scusi, non per l’assessore, ma per il vicepresidente dell’Assemblea, volevo far presente che la nostra coppa è diversa da quella di Parma, lo sanno tutti. Penso anche che uno dei motivi per cui non è arrivata a New York è perché stagiona leggermente di più di quel pezzo di carne della provincia di Parma. Quindi, attendo fiducioso la risposta dell’assessore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all’assessore Caselli per la risposta al consigliere Foti. Prego.

 

CASELLI, assessore: La Regione Emilia-Romagna, consigliere Foti, è stata protagonista con i suoi prodotti enogastronomici, negli USA, a New York, nella prima settimana della cucina italiana nel mondo lanciata dal nostro Governo in 130 Paesi in contemporanea.

La quantità e la qualità delle iniziative proposte, promozionali, culturali e di sviluppo di opportunità commerciali, sono state apprezzate e riconosciute apertamente dal Ministero degli esteri, dalle nostre rappresentanze diplomatiche, dai produttori, operatori e Consorzi partecipanti con rilevante impatto anche sulla stampa americana.

La Regione Emilia-Romagna ha affermato, quindi, ancora una volta il suo ruolo indiscusso di Food Valley italiana. In preparazione della settimana della cucina italiana a New York sono stati contattati, con congruo anticipo, l’Enoteca regionale e tutti i Consorzi di tutela delle denominazioni DOP e IGP attualmente riconosciute, con l’obiettivo di ottenere informazioni circa la reperibilità dei relativi prodotti sul mercato di New York City e in caso affermativo conoscere i nominativi degli importatori e dei loro rappresentanti locali in modo da poter organizzare gli eventi.

Le barriere fitosanitarie, com’è noto, sono uno dei principali problemi che si frappongono alle attività promozionali all’estero e hanno inevitabilmente condizionato l’attività anche di questa missione.

Dal 28 maggio 2013 è permessa negli Stati Uniti l’importazione di prodotti d’alta salumeria italiana, quali salumi, pancetta, coppa di Parma e di Piacenza, speck e cotechino, tipologie di insaccati che comprendono un numero elevato di denominazione d’origine provenienti dalle regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e dalle province autonome di Trento e Bolzano.

L’importazione dei prosciutti crudi, caratterizzati da una lunga stagionatura e da altre tipologie di prodotti quali prosciutto cotto e mortadella, era invece già ammessa da tempo. I prodotti destinati al mercato americano, però, ancorché sulla carta permessi, devono comunque rispettare alcune norme specifiche e in particolare quelle relative alla provenienza da stabilimenti autorizzati in via preventiva dalle autorità statunitensi e provvisti di uno specifico certificato sanitario di attestazione veterinaria.

Il Consorzio dei salumi DOP piacentini, quindi, ha purtroppo comunicato l’impossibilità di garantire la disponibilità di coppa, salame e pancetta in quanto nessun salumificio aderente al Consorzio risultava in possesso delle attestazioni precedentemente indicate.

I salumi piacentini DOP, di conseguenza, non sono stati presenti alla citata manifestazione non certo per mancanza di volontà da parte della Regione, ma perché non era possibile rispettare le norme stabilite dall’Amministrazione federale statunitense per le importazioni di determinati tipi di salumi, ovvero di quelli crudi a breve e media stagionatura.

Gli organizzatori della settimana della cucina emiliano-romagnola sono consapevoli del grande valore qualitativo, gastronomico e culturale dei prodotti piacentini di salumeria e proprio per questo hanno anche tentato di ottenere in extremis un’autorizzazione temporanea almeno all’importazione di coppa piacentina DOP da presentare nei diversi appuntamenti previsti; autorizzazione che, però, non è stata concessa.

Preso atto di questa situazione, l’assessorato regionale all’Agricoltura ha promosso presso l’ICE, agenzia di New York City, un incontro finalizzato sia alla verifica delle problematiche che hanno impedito l’esportazione di alcuni prodotti regionali, e in particolar modo i salumi piacentini, sia l’individuazione delle possibili soluzioni.

A questo specifico approfondimento hanno partecipato il direttore e il vicedirettore di sede, nonché la responsabile del settore agroalimentare presso la rappresentanza newyorkese, già trade analist dell’ufficio ICE di Bologna.

Bisogna peraltro specificare che nel percorso speciale di Via Emilia allestito per l’occasione presso Eataly New York era presente il Grana Padano e che il materiale utilizzato nelle animazioni, mappa dei prodotti e la app Via Emilia Wine & Food, commentati per esteso dai conduttori dei vari eventi, ha coperto l’intera produzione regionale e non solo i prodotti fisicamente presenti. Quindi, ha coperto anche tutte le DOP piacentine.

Lo chef Massimo Bottura ha dedicato alla coppa piacentina parte del suo public talk sulla cucina regionale e nell’ambito della Giornata del Prosciutto di Parma il 17 novembre la DOP è stata proposta in abbinamento con una Malvasia di Ziano.

L’applicazione, sviluppata dalla Regione Emilia-Romagna, denominata Via Emilia Wine & Food, presentata a Vinitaly 2016, al centro di tutte le iniziative promozionali dell’anno appena trascorso in tutte le principali fiere di settore, è stata pubblicizzata e utilizzata nella versione in inglese nel corso di ogni animazione svolta a New York e naturalmente riporta, unitamente a una sezione specificamente rivolta alla provincia di Piacenza, la descrizione di tutti i prodotti tipici, dei vini e delle cantine del territorio piacentino.

Infine, si ricorda che, in generale, e non solo per l’evento di cui si tratta, per il Grana Padano vige un gentlemen agreement tra Amministrazioni per cui la Regione Emilia-Romagna sostiene la promozione delle aziende produttrici di Parmigiano Reggiano che operano nell’Oltrepò mantovano, mentre la Regione Lombardia cura quella del Padano piacentino.

In vista di ulteriori iniziative legate alla settimana della cucina italiana nel mondo, per la presente e per le prossime annualità, e in generale ai fini di aprire concrete opportunità di sviluppo per il nostro export alimentare, si ribadisce che la Regione Emilia-Romagna è fortemente impegnata, in particolare a livello comunitario, per il superamento di barriere doganali e non doganali molte delle quali abilmente camuffate da norme di tipo sanitario o fitosanitario, che rappresentano un intollerabile ostacolo alla libera circolazione delle merci e un freno significativo alla diffusione dei prodotti emiliano-romagnoli a denominazione d’origine.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Caselli.

La parola per la replica al consigliere Foti, che ha quasi otto minuti. Prego.

 

FOTI: Buongiorno, presidente. Prendo atto della risposta dell’assessore Caselli.

Premetto che non ho mai sollevato un problema sul Grana Padano o sul Parmigiano Reggiano. Ho visto che il suo intervento è andato oltre. Io mi sono limitato nell’interrogazione alle DOP dei salumi e alle DOC dei vini, anche perché forse la nostra è anche terra di Malvasia, ma di Malvasia seria, non di quella che è presunta, com’è noto.

Rispetto alla sua risposta, mi permetto di dire che l’incidente è stato diplomatico, anche perché il comunicato ufficiale che era uscito la prima sera non dava atto di alcun prodotto tipico piacentino, la qual cosa non ha portato in inganno poche persone, tant’è vero che, come ella sa, tramite l’ufficio stampa, la Regione poi è intervenuta per chiarire alcuni aspetti.

Io, però, mi permetto di fare un discorso. Quando all’inizio si fanno queste selezioni bisognerebbe già avere le regole del gioco chiare. Assessore, è la terza volta che i prodotti piacentini non riescono a uscire dalla provincia di Piacenza: una volta con il Giappone, una volta con l’Inghilterra, questa volta con gli Stati Uniti.

Forse sarebbe meglio, anziché creare delle aspettative che poi vanno deluse, che si prenda atto che vi sono dei prodotti che non a caso hanno la DOP anche in ragione di una produzione che non è industriale, ma è prevalentemente artigianale, e che quindi se non vengono “ammessi”, secondo la legislazione di alcuni Stati, negli Stati medesimi è solo perché la quantità prodotta non consente di poter soddisfare una serie di requisiti che una quantità tipicamente industriale può consentire.

Anche a livello di stagionatura, vi sono stagionature e stagionature. Vi sono quelle stagionature che vengono realizzate con strumenti e con ausili pesanti di natura meccanica e altre per le quali non è così. So benissimo qual è il punto debole della provincia di Piacenza. Il punto debole è sia la produzione in termini quantitativi, sia anche la possibilità di riuscire a trovare degli operatori che, per la loro forza intrinseca, riescono ad avere i requisiti cui lei faceva riferimento. Proprio per questo, a mio avviso, è lì che si è creato il vulnus.

Se si fa l’Emilia a New York allora bisogna specificare, almeno in questo ambito, che chi non c’è dell’Emilia non c’è per una ragione ben specifica, non che non c’è perché all’ultimo momento… Non voglio parlare di alcuni esponenti dei Consorzi anche piacentini, perché non sono avvezzo al turpiloquio. Nella brochure va specificato il perché alcuni prodotti non si possono trovare, che è molto naturale tra l’altro, perché so benissimo che, ad esempio, alcuni tipi di vèrmut negli Stati Uniti, a seconda dello Stato in cui vanno, necessitano o meno della presenza di determinate erbe, perché in alcuni Stati alcune erbe sono vietate, ma non è che allora si dica quel prodotto non esiste. Esiste, ma non può essere presentato perché non ha quelle caratteristiche legislative che qui si richiedono.

Quanto poi al fascino attraverso il quale Bottura avrebbe sponsorizzato la coppa piacentina io spero che non la sponsorizzi, perché se è così facile andare a mangiare da Bottura così come risulta su internet vi faccio presente che per fare una prenotazione dovete aspettare 18 mesi. Se volete guardare, lo guardate. Spero che i salumi piacentini non debbano stagionare prima che uno possa riuscire a prenotare da Bottura e quindi degustarli.

Ciononostante, prendo atto delle precisazioni che quindi non c’era una volontà discriminatoria all’inizio, però sono anche dell’avviso che quando mettete gli operatori attorno al tavolo forse è meglio preventivamente che abbiano chiare le regole del gioco così evitano di venire a Bologna per fare delle presentazioni di prodotti che poi, al massimo, rimangono a Bologna.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 3492

Interpellanza circa le opere previste a corredo della realizzazione del Passante di Mezzo e l’ipotesi di realizzazione di una bretella di collegamento tra la valle del Setta e quella del Reno. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Possiamo procedere con l’oggetto 3492: Interpellanza circa le opere previste a corredo della realizzazione del Passante di Mezzo e l’ipotesi di realizzazione di una bretella di collegamento tra la valle del Setta e quella del Reno, a firma del consigliere Bignami.

Risponderà l’assessore Donini.

Prego, consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Non nego in primo luogo che l’affiancamento dell’intervento inerente alla realizzazione del Passante di Mezzo con il reperimento delle risorse utili alla costruzione di una bretella Setta-Reno, considerata da più parti opera importante per il rilancio di una zona che rischia altrimenti una marginalizzazione rispetto al sistema produttivo e abitativo della Città metropolitana bolognese, costituisce in qualche maniera una forzatura giacché è chiaro che si tratta di opere che viaggiano su binari, è il caso di dirlo, distinti, trattandosi uno di un intervento, quello del Passante di Mezzo, che gravita sull’asse evidentemente bolognese, mentre l’altro, al contrario, avrebbe una funzione di efficienza e di razionalizzazione dei trasporti in ordine a un comparto, quello del sud-ovest bolognese, che appunto si colloca a livello chilometrico a una certa distanza dal capoluogo emiliano.

Tuttavia, si tratta di un tentativo di porre all’attenzione della Giunta, sia sotto un profilo di costi, sia sotto un profilo di strategicità dell’opera, quello che è un tema, a nostro modo di vedere, significativo, in ordine alla realizzazione di una infrastruttura che, ponendo in relazione queste due valli, la Valle del Setta oggi già attraversata con non poca sofferenza in occasione della realizzazione dei lavori della variante di valico e che oggi sconta una forte sofferenza determinata dall’abbassamento in quota della variante stessa con non pochi problemi per quanto riguarda la realtà di Rioveggio dove doveva essere realizzato un casello che, invece, è rimasto, ad oggi, esclusivamente sulla carta o, peggio, realizzato nel suo scheletro, ma di fatto abbandonato e quella che invece è la Valle del Reno, che costituisce, ne abbiamo sentito anche oggi in una qualche maniera l’illustrazione, un bacino importante non solo sotto un profilo di residenzialità, ma anche sotto un profilo di presenze di attività, che ieri come oggi, e ci auguriamo come domani, sono invece centrali per la produttività e il sistema economico emiliano-romagnolo e bolognese in particolare.

Ne potremmo citare tanti, ma conviene purtroppo citare quelli che sono più in crisi. Pensiamo a Saeco, pensiamo a DEMM, che proprio a causa di una eccentricità, per non dire altro, di questi stabilimenti sugli assi viari principali, scontano una difficoltà che inevitabilmente ha anche ricadute sul piano occupazionale e lavorativo.

In questo senso la bretella di cui si parla metterebbe in relazione l’autostrada con la Valle del Reno, in quanto lo studio di fattibilità, finanziato sulla legge del ’98 dalla Regione e realizzato un po’ di tempo addietro e che aveva ipotizzato il collegamento di sei o sette chilometri al massimo, partendo dalla Carbona di Vergato fosse appunto arrivato in zona Pian di Setta nell’allaccio con la variante di valico, porterebbe quest’opera, se realizzata, a un intervento significativo per il rilancio trasportistico della zona.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

La parola all’assessore Donini, che ha otto minuti.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Le opere accessorie, previste, per così dire, a corredo della realizzazione del Passante di Mezzo, sono quelle elencate nell’articolo 3, lettera b) dell’accordo per il potenziamento, in sede del sistema autostradale tangenziale del nodo di Bologna, che lei ha già ricevuto a seguito della richiesta di accesso agli atti e che per comodità evito di descrivere nel particolare, sono: il potenziamento e il completamento della intermedia di pianura nel tratto tra via Stelloni a Calderara in innesto con la Strada Provinciale 86 nuova San Donato nel Comune di Granarolo, tra l’altro questa sarebbe proprio una sorta di arteria parallela al passante autostradale, che ha la funzione di alleggerire ulteriormente il traffico; il nuovo Ponte sul Reno; la realizzazione del collegamento tra la Strada Provinciale 5 e la Strada Provinciale 86 e adeguamento delle viabilità esistenti; la realizzazione del terzo lotto Lungosavena; il nodo di Funo e il secondo lotto del nodo di Rastignano.

Per quello che riguarda, invece, l’oggetto principale della sua interpellanza, l’opportunità di realizzare un collegamento autostradale tra la Valle del Reno e quella del Setta, si deve far notare che i risultati dello studio di fattibilità, per ora l’unico che abbiamo, predisposto dalla provincia di Bologna nel 2008, furono sottoposti alla valutazione di ANAS, che allora svolgeva il ruolo di concedente autostradale oggi in capo al Ministero.

Infatti, all’epoca fu valutata la fattibilità di realizzare tale infrastruttura con caratteristiche autostradali in regime di project financing, quindi ricercando un diverso promotore e concessionario.

Le elaborazioni effettuate, nonché le successive proposte modificative avanzate da ANAS, portarono ad escludere tale possibilità a causa della indisponibilità da parte di ANAS di sostenere il necessario contributo pubblico e di introdurre un pedaggio ombra per calmierare la tariffa a carico dell’utente. Quindi, in pratica, lo studio dimostrava che non c’erano le condizioni per un progetto di finanza.

Per questo motivo, in primis la provincia di Bologna e gli enti territoriali non ritennero opportuno portare avanti ulteriormente l’elaborazione progettuale dell’infrastruttura, che quindi si è fermata a quel livello.

Negli anni successivi la crisi economica addirittura ha comportato un calo generalizzato dei traffici, confermando, anche a distanza di tempo, tale scelta.

La bretella Reno-Setta non è stata individuata quale ipotesi di opera di adduzione per il Passante di Bologna innanzitutto per motivazioni oggettive che riguardano la distanza della stessa dall’asse autostradale 14 bolognese. Inoltre, nel tavolo interistituzionale per il passante autostradale non è stata mai avanzata tale proposta dalla Città metropolitana di Bologna, che riteniamo l’ente competente innanzitutto per la valutazione dell’impianto infrastrutturale del territorio bolognese.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

Il consigliere Bignami può replicare per quattro minuti.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Grazie, assessore.

Credo che la risposta fornita dia indicazioni interessanti in ordine alle valutazioni che la Giunta svolge sia sul piano di merito che sul piano di metodo.

Sul piano di merito è ovvio che il progetto che abbiamo è un po’ datato, come viene richiamato nella risposta, così come nella mia illustrazione, e potrebbe convenire anche svolgere un aggiornamento rispetto al medesimo. D’altronde, il piano di valutazione che venne svolto una decina d’anni fa, otto anni fa, venne finanziato con risorse della Regione, ma disposto dalla Città metropolitana, allora Provincia di Bologna.

L’altro aspetto che ritengo importante, sottolineato dall’assessore, e che ritengo centrale nel dialogo istituzionale che si realizza, è quello che colloca giustamente, ritengo di poter dire, in capo alla Città metropolitana di Bologna, il compito di essere motore di una promozione di un’eventuale iniziativa.

In questo senso il motivo per il quale abbiamo ritenuto di portare oggi all’attenzione della Giunta questa domanda è determinato dal fatto che esattamente un anno fa alla Rocchetta Mattei, nell’ambito di un’importante assemblea pubblica, il sindaco metropolitano ebbe modo di confrontarsi con il Comitato recependo qualcosa come 13.000 firme finalizzate appunto alla realizzazione di un’opera e raccolta di un Comitato che aveva la finalità, come detto, di promuovere l’evento.

In quella sede si impegnò il sindaco metropolitano, che non è solo sindaco di Bologna, ma è sindaco metropolitano in quanto sindaco di Bologna, ma deve rappresentare l’intera collettività dell’area metropolitana bolognese, a portare avanti una verifica in ordine alla fattibilità, alla sostenibilità e alla utilità del progetto.

Un’annotazione rispetto alla risposta dell’assessore Donini. Credo che non si debba invertire l’ordine dei fattori o meglio non si può dire che oggi la crisi economica ha determinato un depauperamento del bacino a cui potrebbe servire questa bretella. Credo che il rapporto sia invertito. Vi è stato un depauperamento in assenza di opere infrastrutturali che permettono una maggiore accessibilità a questo comparto che, al contrario, invece, sta subendo una crisi profonda anche a causa di politiche di de-antropizzazione portate avanti sotto altri aspetti, ma avremo modo di parlarne, da parte della Giunta regionale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

 

OGGETTO 3524

Interpellanza circa procedure e problematiche riguardanti la realizzazione del “Passante di Mezzo”, con particolare riferimento alla tutela della salute della cittadinanza ed al contrasto della diffusione di polveri sottili, ozono e ossidi di azoto. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 3524: Interpellanza circa procedure e problematiche riguardanti la realizzazione del “Passante di Mezzo”, con particolare riferimento alla tutela della salute della cittadinanza ed al contrasto della diffusione di polveri sottili, ozono e ossidi di azoto, a firma del consigliere Bignami.

Risponde l’assessore Donini.

Il consigliere Bignami ha la parola.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

L’interpellanza in oggetto prende spunto da una valutazione condotta dall’assessore alla Sanità Venturi, alla quale inizialmente era affidata la risposta – ringrazio l’assessore Donini che si rende disponibile a rendere la medesima – in ragione di effetti sul piano della salute e sull’impatto della salubrità dell’acqua e dell’aria che determinerà la realizzazione del Passante di Mezzo in una prospettiva evidentemente di allargamento della tangenziale e dell’autostrada nella attuale sede individuata.

La preoccupazione di chi parla è determinata dal fatto che già quando venne sviluppata la prima realizzazione della tangenziale vi era una scarsa conoscenza in ordine alle ricadute del PM10; tema che venne inizialmente approcciato alla fine degli anni Sessanta, maggiormente studiato negli anni Settanta e che poi ha conosciuto una maggiore sensibilità anche da parte delle politiche territoriali, su quei temi riguardanti l’inquinamento che, evidentemente, hanno invece conosciuto un’esplosione e un dilatamento a causa dell’incremento dei carichi di traffico sui territori urbani, quello bolognese in particolare.

Noi siamo una delle poche realtà, parlo da bolognese, attraversata da un asse viario fortemente impattante e che rende anche vani quei provvedimenti di limitazione al traffico di cui abbiamo letto nei giorni scorsi anche da parte di autorevoli esponenti della Giunta, l’imminente attuazione e adozione finalizzata appunto a consentire una liberazione da parte dei territori urbani di quelle masse di carico inquinanti che, nel momento in cui una città è attraversata da una struttura come la tangenziale e l’autostrada, che non sono sottoposte a limiti e a divieti di circolazione e che quindi non subiscono alterazioni sulle emissioni evidentemente rischiano, in tema di qualità dell’aria, di rendere vani quei provvedimenti di restrizione per il traffico urbano che su quella sorgente magari sono stati sterilizzati, ma che per la presenza di autostrade e tangenziali continuano invece a vedersi immessi in forma significativa quantità di agenti inquinanti che, a nostro modo di vedere, per quanto riguarda la realizzazione del Passante di Mezzo non possono che conoscere una ulteriore esplosione e dilatazione.

In questo senso abbiamo recuperato il contenuto di un decreto ministeriale che, oltre ad affermare che vi era stato, in previsione dell’allora annunciata e poi realizzata costruzione della terza corsia dinamica, un esaurimento della platea di allargamento del sistema tangenziale e autostrada, il che rende francamente difficile comprendere come si possa oggi ampliare ulteriormente il carico e la platea di realizzazioni di tangenziali e autostrade con solo otto espropri, ma questo è un altro tema che verificheremo, in quello stesso decreto, annunciando un accordo che a fronte di un’interrogazione a cui abbiamo avuto risposta viene detto non essere stato sottoscritto, si prevedeva, tuttavia, la realizzazione di alcune centraline utili a verificare se vi fosse stato un superamento o meno in questi anni dei limiti di qualità dell’aria che, evidentemente, operano in un contesto urbano anche in presenza di infrastrutture utili, come quella.

In questo contesto, visto che in quella sede l’assessore Venturi rispose dicendo “non ci è stata richiesta alcuna valutazione e quindi non siamo nelle condizioni di dare alcuna valutazione in ordine all’impatto della salute di questo allargamento”, abbiamo ritenuto necessario porre all’attenzione della Giunta, in questa sede, come valutazione politica, le conseguenze, sotto questo aspetto che per noi è centrale, di salubrità dell’aria e di salute dei cittadini, su cui attendiamo una risposta.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Come lei ha rilevato, è una risposta questa che è stata composta dalle due strutture tecniche dell’assessorato, validata da due assessori. La leggo io, ma ovviamente ci sono informazioni che riguardano prevalentemente il collega Venturi.

Il problema della congestione del traffico sulla tangenziale di Bologna e della sua inadeguata capacità di soddisfare la domanda di mobilità è noto da molti anni, tanto che l’esigenza di trovare una soluzione di lungo periodo per il nodo di Bologna è definita sia nel Piano regionale integrato dei trasporti (PRIT) sia nell’intesa generale quadro per infrastrutture strategiche, siglata tra la Regione Emilia-Romagna e il Governo nazionale.

Una volta individuata la soluzione ritenuta migliore dal punto di vista progettuale, si sviluppa ovviamente il progetto a livello definitivo – è questa la fase in cui siamo – e si valuta la sua compatibilità ambientale e sanitaria. Questo avviene in ambito di procedure valutative normate quali la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e la localizzazione urbanistica, per le quali il coinvolgimento delle autorità competenti in materia ambientale e sanitaria, oltre che essere opportuno, è previsto espressamente dalla normativa vigente, peraltro ineludibile. Al fine di una più completa e approfondita stesura del progetto in tema di impatto sulla salute, sono state recentemente elaborate, all’interno di un progetto del Centro per il controllo della prevenzione delle malattie del Ministero della salute, delle linee guida.

Il progetto Valutazione di impatto sulla salute, linee guida e strumenti per valutatori e proponenti, finanziato dallo stesso Ministero della salute, coordinato dalla Regione Emilia-Romagna prevedeva, infatti, l’elaborazione di linee guida a cura del gruppo di coordinamento del progetto rivolte sia ai proponenti, cioè autostrade, che ai valutatori, finanziate ed effettuate le valutazioni sanitarie nel corso della VIA.

Nel caso specifico del progetto del Passante di Bologna, data l’importanza delle implicazioni che la sua realizzazione comporterà, il proponente progettuale ha sviluppato, già in fase preliminare – questa è la novità – alcuni studi riguardanti gli impatti sull’ambiente e sulla salute, che sono stati presentati nell’ambito del confronto pubblico e che sono ovviamente consultabili sul sito anche del Passante di Bologna.

In un incontro pubblico alla presenza del Dipartimento di sanità pubblica dell’ASL di Bologna e del Centro di ricerca sul cancro dell’istituto Ramazzini, dell’ARPAE si è svolto un approfondimento sugli impatti sulla qualità dell’aria e sulla salute degli abitanti, nel corso del quale è stato ricordato che la VIS (Valutazione d’Impatto Sanitario) viene effettuata sulla base della procedura descritta nelle citate linee guida.

Le simulazioni finora elaborate da Autostrade per l’Italia, che dovranno essere verificate nuovamente sulla documentazione progettuale, che il proponente renderà disponibile in sede di VIA, indicano un aumento di traffico sulla tangenziale che verrebbe sottratto alla viabilità ordinaria del tessuto urbano cittadino. L’aumento di capacità sulla tangenziale dovuto all’allargamento da tre a quattro corsie a seconda della tratta esaminata risulta, però, sufficiente non solo ad assorbire il traffico aggiuntivo drenato dal tessuto urbano, ma anche a garantire condizioni di fluidità della circolazione migliore e ovviamente quella di oggi con livelli di servizi soddisfacenti anche nelle ore di punta.

Queste considerazioni portano a ipotizzare, a livello qualitativo, che per i residenti nelle immediate vicinanze della tangenziale l’aumento delle sostanze inquinanti prodotto dal traffico aggiuntivo sia più che compensato dalla generale diminuzione delle sostanze inquinanti prodotte oggi nelle situazioni di traffico congestionato, con andamento di tipo stop and go, passando da una situazione di traffico generalmente fluido anche nell’ora di punta.

Va sottolineato, inoltre, l’effetto positivo per i residenti nelle vicinanze delle strade urbane che vengono decongestionate per effetto del potenziamento della tangenziale. È importante precisare che le simulazioni tengono conto anche delle aspettative di rinnovo del parco veicolare nell’orizzonte temporale di riferimento e di come l’introduzione di veicoli meno inquinanti darà un ulteriore contributo al miglioramento della qualità dell’aria.

ARPAE ha inoltre fornito al Comune di Bologna il supporto tecnico per guidare il proponente progettuale nella corretta redazione delle valutazioni. Tutte le informazioni e le elaborazioni dovranno essere incluse nella progettazione definitiva dell’opera, che sarà sottoposta a VIA.

Infine, si segnala che il 19 dicembre 2013 è stato sottoscritto l’accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di miglioramento della qualità dell’aria. Con tale accordo le parti firmatarie hanno assunto l’impegno di realizzare misure nei settori maggiormente responsabili delle emissioni inquinanti, quale la combustione di biomasse, il trasporto merci, il traffico e trasporto passeggeri, il riscaldamento civile, l’industria, la produzione di energia, l’agricoltura, la cui attuazione dipende da provvedimenti di competenza statale.

Sulla base di quanto previsto dall’accordo presso i Ministeri competenti sono stati istituiti gruppi tecnici di lavoro composti da rappresentanti degli enti sottoscrittori con il compito di predisporre i documenti necessari all’attuazione delle misure.

Tra queste c’è l’elaborazione di uno studio in merito alla possibile revisione dei limiti di velocità dei veicoli di trasporto di passeggeri e merci nelle zone del bacino padano su autostrade e grandi arterie di comunicazione urbana, al fine di valutare le potenzialità di tale azione sulla riduzione delle emissioni inquinanti con specifico riguardo agli ossidi di azoto.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Bignami, prego. Ha quattro minuti.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore perché anche in questa sede fornisce una risposta dettagliata, che certamente non elude il tema, ma che cerca, anzi, di affrontare in maniera anche ampia e composita una questione che evidentemente richiederebbe molto più tempo, sia in fase di illustrazione che di replica.

Tuttavia, devo dire che se sull’altra risposta diversi aspetti mi hanno persuaso in ordine alla posizione assunta dalla Giunta, su questo sono meno convinto in ordine alla sostenibilità delle argomentazioni che sorreggono la prospettiva di mitigazione degli impatti ambientali che dovrebbe realizzare l’opera in quanto ho ben presente, condividendo le opinioni espresse dall’assessore, il quale con una espressione che fu sintetica, ma estremamente efficace ebbe modo di dire che, con riguardo al tema dell’opera del Passante di Bologna, se non si fosse posto mano al tema della viabilità con interventi infrastrutturali straordinari, a Bologna, in prospettiva, ricordo queste parole, si sarebbe viaggiato solo con il pensiero.

È un tema che ben rammento e che allora come ora mi trova concorde. Devo, però, dire che rispetto alle risposte che egli ci ha dato in questa sede trovo una contraddittorietà alimentata dal fatto che sullo sfondo della replica vi è l’idea che vi possa essere una diminuzione complessiva dei carichi di traffico, che evidentemente si pone in aperta contraddizione rispetto al fatto che l’opera viene invece realizzata per assorbire quegli interventi di traffico che in prospettiva, recuperando quello che l’assessore ebbe modo di dire, aumenteranno in maniera evidente a causa dell’incremento del trasporto su gomma (privato, ma anche merci) di cui siamo tutti ben a conoscenza.

Per questo leggo le tante e ripetute segmentazioni nel riferimento all’abbattimento degli agenti inquinanti come il riscaldamento delle abitazioni, il rinnovamento del parco auto che in prospettiva si immagina di poter realizzare e altre forme di ipotetico conseguimento in salubrità dell’aria come in realtà il tentativo di porre tanti singoli aspetti ad argine di un tema complessivo che nella prospettiva dell’assessore, che ho fatto mia, ovvero quella di un incremento del carico trasportistico della sede autostrada-tangenziale sarà inevitabile.

In questo senso, oltre a richiamare l’esigenza che fissa la posizione politica del Gruppo Forza Italia, di non realizzare l’opera lì, ma di optare per altri interventi. Per noi precipuo è l’analisi del progetto sul Passante sud che ha sempre costituito, fin dai tempi dell’Amministrazione Guazzaloca il punto di riferimento complessivo per gli interventi di questo tipo.

Ove si ritenga malauguratamente di andare avanti su questa direzione, crediamo necessario assumere una serie di interventi che non vediamo nella risposta dell’assessore. Pertanto, su questo tema mi riservo di ripresentare, quando avremo anche maggiori dettagli sull’opera nella sua concretizzazione sostanziale, degli atti di sindacato ispettivo funzionali a comprendere se e in che modo rispetto all’impatto dell’opera stessa e non quindi a quei principi multifattoriali che sono stati richiamati nella risposta, vi possano essere degli abbattimenti concreti degli agenti inquinanti che diversamente renderebbero insostenibile, anche sotto questo aspetto, l’opera stessa.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

 

OGGETTO 3563

Interpellanza circa l’adozione di provvedimenti volti al rispetto dei diritti dei lavoratori del comparto della logistica. A firma del Consigliere: Alleva

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 3563: Interpellanza circa l’adozione di provvedimenti volti al rispetto dei diritti dei lavoratori del comparto della logistica, a firma del consigliere Alleva.

Risponderà l’assessore Bianchi.

Do la parola all’interpellante, il consigliere Alleva.

 

ALLEVA: Non è la prima volta che ci occupiamo di questi problemi e di questo episodio, ma, secondo me, sta arrivando il momento in cui non si può continuare a far finta di nulla e magari a trattare l’argomento come lo si è trattato, correttamente da un punto di vista formale, ma senza effettività, nella nostra legge sulla legalità.

È un episodio come tanti: lavoratori, soci per modo di dire, di una cooperativa, in realtà sfruttati, che nel momento in cui cercano di far valere i propri diritti vengono aggrediti dal boss e dai suoi accoliti.

La cooperativa viene sciolta a seguito di un intervento della Guardia di Finanza per molte e gravi inadempienze, ma viene poi, come accade spessissimo, ricostituita un anno dopo e il discorso ricomincia.

Ho abbastanza chiare quelle che sono le cause anche giuridiche di queste degenerazioni. Attualmente le cooperative possono benissimo essere utilizzate come uno strumento di caporalato, nel senso che al lavoratore in difficoltà, al lavoratore disoccupato, al lavoratore immigrato si offre, come unica possibilità, quella di diventare socio di una cooperativa; una cooperativa che non fa altro che erogare prestazioni di mero lavoro.

Naturalmente, poiché si tratta di un rapporto che è anzitutto un rapporto sociale societario, in cui, secondo la teoria che si vuole maggioritaria, la prestazione lavorativa è adempimento di quel contratto societario, ciò che si ha indietro non è in realtà garantito. Quindi, non ci sono orari massimi, non ci sono, in realtà, secondo questa teoria, salari minimi e così via.

Vorrei rivolgere una richiesta al Governo regionale, di farsi promotore di un’inchiesta su questo tema: l’utilizzo delle cooperative, in particolare nella logistica, in Emilia-Romagna.

Va detto che questa Regione, che è stata la culla del movimento cooperativo, che è stata una delle sue glorie, oggi assiste a una degenerazione insopportabile.

“Cooperativa” è diventato sinonimo di sfruttamento. Questi sono episodi veramente intollerabili. Eppure vediamo che si ripetono in continuazione. Credo che il Governo regionale debba affrontare questo problema in tutta la sua complessità e anche proporre rimedi; rimedi che sono di tanti tipi, anche rimedi di definizione di normativa giuridica, ma soprattutto di attenzione, di capacità di monitoraggio, di capacità di rinunce.

Questo è lo scopo della mia interpellanza, far sì che la Regione Emilia-Romagna riesca a riflettere davvero sulla degenerazione della forma cooperativa e lo denunzi per prima e proponga una serie di possibili rimedi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Alleva.

Do la parola all’assessore Bianchi.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, consigliere.

Non è la prima volta, purtroppo, che parliamo di questo. Convengo con lei che è arrivato il momento di fissare dei paletti. I paletti noi li abbiamo fissati e qui le rispondo anche a nome del collega Mezzetti, che ha la delega alla legalità, di fatto ponendo per un verso il tema al centro del nostro ragionamento sul Patto per il lavoro.

Dal Patto per il lavoro alla legge sulla legalità, la legge sulla legalità ha recuperato anche il testo n. 3 del 2014, che prevedeva specificatamente delle disposizioni per la promozione della legalità e della responsabilità sociale nel settore dell’autotrasporto, del facchinaggio e della movimentazione di mezzi e dei servizi complementari.

All’interno di questo nostro intervento abbiamo voluto che nella Consulta ci fosse specificatamente presente un rappresentante dell’Ispettorato del lavoro. Come già le dissi, noi con l’Ispettorato del lavoro abbiamo contratto una convenzione specifica affinché aumenti la capacità di ispezione e quindi noi riteniamo che la presenza stabile della rappresentanza dell’Ispettorato nella Consulta sia uno strumento per la prevenzione.

Tuttavia, convengo con lei che è tempo di fare un’inchiesta. Io propongo di farla assieme, la Giunta e il Consiglio, su questa materia, anche perché bisogna distinguere con molta forza le false cooperative dal movimento cooperativo, cosa su cui noi non possiamo in nessun modo derogare.

Il movimento cooperativo in questa regione è una parte storica che ha avuto il pregio di essere non soltanto un promotore di lavoro, ma anche un promotore dei diritti. Quindi, anche per la tutela del nome delle cooperative bisogna stanare le false cooperative.

Mi farò promotore presso la Giunta e noi come Giunta presso il Consiglio perché si apra esattamente un momento di riflessione profonda su quanto lei propone.

La ringrazio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Bianchi.

Consigliere Alleva, le restano quattro minuti per la replica.

 

ALLEVA: Prendo atto ben volentieri delle dichiarazioni dell’assessore e delle sue intenzioni. Il nostro Gruppo, così come ha organizzato convegni sulla sanità, sul Job Act, sulle grandi opere in passato aveva e ha in programma anche un convegno su questo tema.

Ben venga una inchiesta che veda come protagonista sia il Governo che l’Assemblea. Mi auguro fortemente che ciò avvenga il prima possibile, anche perché è maturo il tempo di una riforma normativa a livello nazionale.

Purtroppo, l’attuale stato delle cose è frutto di una involuzione normativa che c’è stata e quindi credo che da questa Regione debba venire intanto un fatto di conoscenza, di decisione e poi anche una proposta che possa valere a livello generale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Alleva.

Abbiamo chiuso la fase dello svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 3785

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi affinché il Governo potenzi in Emilia-Romagna l’operazione “Strade sicure”. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Rancan, Daniele Marchetti, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Bargi

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 3769

Risoluzione per impegnare la Giunta, al fine di tutelare la sicurezza quale bene pubblico, a porre in essere azioni volte a sostenere interventi di prevenzione ambientale, sociale e comunitaria, e a supportare le Amministrazioni locali favorendo le attività di prevenzione della criminalità e del disordine urbano e l’azione congiunta dei vari livelli di governo sul territorio. A firma dei Consiglieri: Montalti, Tarasconi, Molinari, Zappaterra, Caliandro, Soncini, Pruccoli, Marchetti Francesca, Zoffoli, Campedelli, Serri, Rontini, Calvano

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Riprendiamo i lavori della mattina con gli atti di indirizzo.

Eravamo agli oggetti 3785 abbinato all’oggetto 3769. Eravamo in discussione generale congiunta sui documenti. Era iscritto il consigliere Foti, al quale do la parola.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Signora presidente, il tema dell’eventuale utilizzo dell’Esercito per iniziative di ordine pubblico non è nuovo in quest’Aula. Ne abbiamo già discusso e la maggioranza aveva già respinto ogni e qualsiasi proposta in tal senso. Mi pare che gli interventi fino ad oggi sviluppatisi da parte dei banchi della maggioranza confermino una posizione che mi pare miope sotto il profilo politico e viziata evidentemente da una conoscenza scarsa dei fatti sotto il profilo pratico.

Non vi è dubbio che soprattutto negli ultimi tre anni, una accelerazione notevole rispetto anche a vicende internazionali, sta producendo una situazione di tensione nel nostro Paese che ritengo andrebbe attenzionata, non solo perché, com’è capitato in questa sede, non bisogna evocare il capo della Polizia quando fa comodo e non quando fa comodo, basterebbe dire che il capo della Polizia proprio all’inizio dell’anno, all’esordio del nuovo anno, ha detto testualmente: “È inutile che ci illudiamo, prima o poi il terrorismo colpirà anche da noi”.

Già questo basterebbe per affrontare l’argomento che qui viene esaminato quanto meno con un’attenzione differente da quella che, in genere, si presta ad una partita di calcio o ad un derby, laddove le tifoserie sono calde, ma per le quali bastano molto spesso 200, 300, 500 agenti in assetto di guerra per evitare che capitino questioni.

Io sono stato nei giorni scorsi a Milano ed ero esattamente a Milano il 1° gennaio 2017, dopo il “concertone”. In Piazza Duomo, ve lo dico sinceramente, poteva incutere un certo timore vedere quattro file di barriere di cemento poste in modo tale che i camion non le potessero sfondare, attorno alla piazza. Forse poteva incutere qualche timore anche vedere soldati che giravano armati all’interno della piazza.

Mi chiedo però se non avrebbe suscitato più timore – o se non sarebbero state versate più lacrime – nel caso in cui a Milano la sera prima si fosse ripetuto quanto è capitato in Germania o, prima ancora, a Nizza.

Ora, non è che qui si vogliano chiedere interventi straordinari perché piace vedere i militari per strada. A parte che io vorrei ricordare a tutti lorsignori di questa democrazia plebiscitaria che una volta i militari giravano sempre per la strada, perché quando c’era il servizio militare non obbligatorio, giravano la sera per verificare che i soldati fossero rientrati in caserma. E non penso che questo abbia mai provocato dimostrazioni o cortei di sorta.

Al di là di questo, noi stiamo facendo un ragionamento che a mio avviso ha una sua fondatezza anche rispetto ad alcuni eventi. Molto spesso le forze di polizia sono anche distratte da una serie di vigilanze obbligate, alle quali potrebbero essere sottratte con la sola sostituzione delle forze di polizia con le forze militari. Voglio far presente per la cronaca, poiché la parola “militare” spesso e volentieri non piace, che pure l’Arma dei Carabinieri è polizia militare, è esercito. Dico questo perché mi pare giusto e doveroso fare anche una puntualizzazione rispetto al fatto che noi non possiamo pensare, sciogliendo un corpo e mettendogli una divisa, com’è capitato per il Corpo forestale dello Stato, che automaticamente le funzioni proprie della divisa che si indossa vadano a pennello di coloro i quali ne hanno dismesso un’altra.

Questa risoluzione, quindi, che sicuramente, torno a ripetere, farà la fine della mia precedente, continua ad attenzionare un tema sul quale vorrei far presente che anche molti Sindaci non del centrodestra sono diventati sensibili. Aggiungo una cosa: mi spiegate perché su quello strumento infernale che si chiama WhatsApp, e che come è noto io leggo una volta al giorno soltanto – quindi evitate di scrivermi perché avrete le risposte la notte, il più delle volte – sono nati gruppi “occhi aperti”, gruppi “stai attento”, gruppo di vigilanza organizzata, gruppo “di qui”, gruppo “di là”? Io ne sono uscito perché la notte volevo dormire, ma è un fiorire di targhe, di persone, di gente che gira, di gente che ha visto. Mi spiegate perché tutto questo dovrebbe far parte di un’attività collaterale positiva di prevenzione, se in termini preventivi si mette quello stesso esercito che governi democratici hanno usato, ad esempio per l’operazione Vespri siciliani? Che vennero utilizzati ai tempi del rapimento Moro, quando, vi assicuro, il tipo di terrorismo era molto più prevedibile, sotto un certo profilo, di quello di oggi. Oggi infatti abbiamo visto utilizzare i TIR, abbiamo visto utilizzare i kalashnikov, ma – attenzione – non abbiamo ancora visto usare quelli che sono tradizionalmente gli elementi di un certo tipo di terrorismo, cioè gli scudi umani, cioè i bambini mandati a morire sui mercati, carichi di bombe.

Tutta questa attività da una parte dimostra anche un livello di preparazione che, scusatemi, andrebbe attentamente valutata. Se voi pensate alla vicenda delle Torri gemelle, vi renderete conto di quale passo in alto, di quale asticella si sia elevata in termini di pericolosità del terrorismo rispetto a quelle che erano le forme tradizionali attraverso le quali lo stesso si manifestava. È proprio per questo che questa risoluzione ha fondamento.

Voi bocciatele pure tutte, ma quando si verificherà, spero mai, quello che ha detto il Capo della Polizia, a cui non posso pensare di non dover credere, perché sennò andrebbe sostituito, ebbene allora non venite a dire che il fatto è capitato, ma che tutto quanto era stato possibile per prevenire era stato fatto. Sarà una giustificazione che non tiene più.

Dopodiché, torno a ripetere, non voglio tirarla tanto in lungo, a me pare che una posizione di buonsenso sia quella di dire che un conto è attivare tutte quelle iniziative cui faceva riferimento prima anche la consigliera Montalti, con riferimento ad esempio all’attività di vigilanza attraverso le telecamere e quant’altro, che fanno parte della ordinarietà di un ordine pubblico che comunque è cambiato nelle sue radici rispetto al passato; un conto è affrontare un momento non di straordinarietà, ma ormai di abitualità, che dimostra come una certa componente terroristica utilizzi oggi mezzi sofisticati che necessitano di essere contrastati con una preparazione che è anche specifica.

Vorrei dire che è talmente poco specifica che è stata l’Italia che ha mandato nel mondo i nostri reparti a dimostrare come si disattivavano le bombe, come si prevenivano alcuni crimini, come ci si comportava nei confronti di alcuni terroristi. Siamo noi che abbiamo portato i nostri militari, i nostri carabinieri in operazioni di polizia per trasmettere le conoscenze a quelle popolazioni, in modo che prevenissero eventuali attentati.

Io sarei orgoglioso di dire che utilizziamo tutti i mezzi a nostra disposizione per poter prevenire, ma come è noto…

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, se può avviarsi alla conclusione.

 

FOTI: Come è noto, ciò non lo si vuol fare non perché questa risoluzione dica cose sbagliate, ma perché politicamente si ritiene di dover perseguire una strada che nonostante sia stata battuta più volte, rimane un vicolo cieco nel quale vi siete chiusi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Do la parola al consigliere Pompignoli. Prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Solo alcune considerazioni in merito a quanto espresso dalla consigliera Montalti sulla questione. Mi spiace, perché evidentemente abbiamo una visione della realtà locale, sia a Forlì che a Cesena completamente distorta, perché se bastasse l’apertura di una pizzeria ad eliminare il degrado e la percezione di insicurezza che i cittadini hanno, saremmo disponibili ad aprire tutte le pizzerie di questo mondo, ma in realtà così non è.

Io non so la consigliera Montalti dove esattamente viva a Cesena, però è anche vero che non siamo noi a dire che malgrado i progetti e le “Strade sicure” Cesena non sia al top della sicurezza in Italia. Lo dicono i dati: lo dice Il Sole 24 Ore, lo dicono i giornali, lo dicono tutti.

Forlì-Cesena è assolutamente una delle zone e delle province in Emilia-Romagna col più alto tasso di criminalità. Quindi è evidente che non siamo noi a dire che le città sono insicure, ma lo dicono i dati. La consigliera Montalti quindi evidentemente vive in un altro mondo.

“Strade sicure” è un progetto che deve necessariamente andare avanti. Abbiamo sempre detto che le videosorveglianze devono essere di supporto ai regimi di prevenzione del crimine. Ma non bastano le videosorveglianze, occorre gente in strada. Noi abbiamo chiesto i militari, perché purtroppo le forze dell’ordine hanno una carenza di organico che dovrebbe essere incrementata. Quello che però noi chiediamo con il progetto “Strade sicure” è quello di mettere in strada uomini e mezzi che possano far sì che alla gente venga data una percezione di sicurezza maggiore rispetto a quella attuale.

Come dicevo, aprire delle pizzerie non è sicuramente la soluzione al problema. Le soluzioni al problema sono ben altre, la consigliera Montalti lo sa, però evidentemente deve difendere la sua amministrazione e il suo Sindaco, che ovviamente dice che Cesena è la massima espressione della sicurezza in Italia, quando in realtà i crimini crescono. Non siamo noi a dirlo, lo ripeto, ma sono i dati che vengono indicati da Il Sole 24 Ore. Non dico solo Cesena, ma tutte le città e le province della Romagna hanno visto un incremento, negli ultimi anni, della criminalità. È ovvio che a questo problema si debba porre assolutamente un rimedio. Rimedio che il Partito Democratico purtroppo non sta attuando: non sta attuando cioè quelle direttive necessarie per far sì che i cittadini si sentano sicuri a casa propria.

Dobbiamo necessariamente portare avanti il progetto “Strade sicure”: impiegando forza militare, o – meglio ancora sarebbe – portandone di più in strada che lasciarne negli uffici, il problema si potrebbe superare. Così la situazione non è assolutamente più contenibile dal punto di vista delle attività criminose che si stanno susseguendo, nel corso di questi anni, all’interno delle province emiliano-romagnole. In particolar modo, ripeto, la Romagna è una delle zone più colpite dalla microcriminalità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ci sono altri in discussione generale?

Io non ho iscritti in discussione generale, perciò chiudo la discussione generale e apro la dichiarazione di voto congiunta sulle risoluzioni. Come sapete, sono previsti cinque minuti per Gruppo.

Prego, consigliere Rainieri. Mi risulta iscritto per primo.

Poi il consigliere Sassi.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

In virtù di quello che è stato detto anche dai miei colleghi, noi naturalmente voteremo a favore della nostra risoluzione. Le motivazioni che sono state addotte da chi è intervenuto prima di me lasciano capire, del resto, che non c’è volontà di fare spot elettorale, né di fare della polemica, ma c’è solo la volontà di aiutare concretamente la gente che vive tutti i giorni in mezzo alla strada.

La collega Montalti ha anche sostenuto che questo tipo di operazione avrebbe un costo maggiore. Vorrei ricordarle, se non lo sa si informi, che l’esercito italiano non è fatto più di volontari, ma di professionisti. Vengono pagati, quindi, pagati per pagati, invece di rimanere in caserma a fare delle esercitazioni, potrebbero assolutamente, allo stesso costo ma con un risultato maggiore e migliore rispetto a quella che è una semplice anche se importante esercitazione, fare il loro ruolo nelle strade delle nostre città. Anche questa quindi è una bugia dalle gambe corte, come si dice. Prima di parlare, quindi, ci si informi bene sulle questioni.

Dopodiché, continuando in questo modo, continuando a dire che non è con l’esercito che si risolvono i problemi, i problemi rimangono. I Governi non finanziano più le forze dell’ordine, non finanziano più i mezzi tecnici e i mezzi per fare i servizi delle forze dell’ordine, continuano ad utilizzare gli uomini delle forze armate, perché come è stato detto anche dal collega Foti, l’Esercito appartiene alle forze armate, come i carabinieri, l’ex Corpo forestale e la finanza. Queste sono tutte forze armate: vengono utilizzate all’interno degli uffici, o per presidiare posti che molto spesso potrebbero essere presidiati in altre forme, in altri modi.

Queste persone si potrebbero utilizzare appunto per la salvaguardia dei cittadini. Ma se questo non si fa, si potrebbero in qualche modo utilizzare i soldati. Lo strumento c’è; si è visto che ha funzionato; peccato che da quando si era partiti, nel 2008, con l’operazione “Strade sicure”, erano 3.000 i soldati utilizzati; sono poi diventati 7.000. Vuol dire che l’utilizzo dei soldati è stato ritenuto idoneo per questo tipo di operazione.

Dopodiché, alcuni Governi, da Monti in poi, hanno deciso che in Italia andasse tutto bene, che il problema sicurezza non ci fosse, che eravamo tutti belli, sereni e tranquilli e potevamo lasciare le nostre case con le porte aperte e girare indisturbati la notte. Man mano hanno stravolto quella che era appunto un’operazione molto positiva, come ha ricordato anche il Ministro, di sicuro non della Lega, Roberta Pinotti.

A questo punto quindi noi ci auguriamo che i colleghi del PD abbiano per una volta un sussulto di volontà di aiutare i cittadini che li hanno anche votati, che rispettino le volontà del popolo e che decidano di votare favorevolmente la nostra risoluzione, smettendola – loro sì – di fare degli spot elettorali con la loro risoluzione che, come ha detto anche il collega 5 Stelle, Sassi, sono delle pure questioni demagogiche, che non si realizzeranno mai.

Alla fine quindi si utilizza una risoluzione simile nell’intento ma assolutamente lontana dall’operazione che invece si potrebbe ottenere votando la nostra, semplicemente per dire che la Lega e l’opposizione in Regione chiedono sempre cose impossibili, mentre loro chiedono cose possibili ma che non servono a nulla.

Per questo voteremo contro la loro risoluzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rainieri.

La parola, per dichiarazione di voto, al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Io vorrei capire, perché secondo me c’è stata un po’ di confusione. Si parla di uso delle Forze armate, dell’Esercito, poi si parla di microcriminalità o di terrorismo, quindi bisogna capire un attimo. Cioè, quanti presidi oggi sono sorvegliati dalle Forze dell’ordine che potrebbero essere liberate se si usasse l’Esercito, per cui si possa giustificare l’uso dell’Esercito? Questa infatti è l’intenzione, visto che i militari non possono arrestare nessuno. È chiaro che si tratta di liberare risorse della polizia o dei carabinieri, che hanno facoltà di arresto, di intervento rispetto a quello che possono fare i militari. Questa cosa non è chiarissima.

Io sinceramente non me la sento di appoggiare una cosa che non capisco fino in fondo nel suo funzionamento. Sarà un mio limite, ma certamente ci viene anche difficile appoggiare una risoluzione che ha proprio l’aria del “vedremo, faremo, abbiamo intenzione di…”; “faccio cose, vedo gente” – manca solo quello – ma alla fine, di poca sostanza.

Ripeto quello che ho detto stamattina: capisco lo spirito della risoluzione della Lega, che certamente è condivisibile. Capisco anche che ci sia un problema da affrontare e possibilmente da risolvere, quindi non con risoluzioni che non hanno nulla di concreto, come quella del PD, ma la formulazione della Lega non è così chiara da poter stabilire se possa essere realmente efficace sul nostro territorio. Se parliamo di territorio nazionale, capisco che i punti da liberare dalle forze dell’ordine che potrebbero agire localmente all’interno dei territori, sono tanti, ma a livello dell’Emilia-Romagna vorrei capire di quanto personale stiamo parlando.

Quanto poi al discorso della tutela nei confronti dei cittadini, io ho sentito l’intervento del consigliere Foti, che parlava di questi gruppi che nascono con WhatsApp o con altri mezzi social. Accennavo anche stamattina alla consigliera Montalti al fatto che esistono progetti che si chiamano “controllo del vicinato”, normati addirittura con apposita segnaletica comunale da apporre nei quartieri che aderiscono a questo tipo di iniziative.

Da noi diversi Comuni a maggioranza amministrativa PD hanno fatto queste proposte, ma molte sono state respinte. Quindi, una risoluzione del PD che mi dice che vorranno fare con amministratori del PD, i quali in realtà bocciano le stesse iniziative che andranno in quella direzione (perché magari non sono loro a proporle ma altri), come dicevo stamattina, è più una posizione di bandiera che una posizione di merito. Mi spiace il fatto che ci si comporti così: basta fare una bella riunione tra amministratori e capirsi, così magari si va tutti nella stessa direzione.

Ripeto: noi capiamo lo spirito della risoluzione della Lega, ma così come formulata non potremo appoggiarla e quindi ci asterremo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

Prego, consigliera Montalti, in dichiarazione di voto.

 

MONTALTI: Molto brevemente, anche perché un po’ di cose ce le siamo già dette.

Emerge quanto le posizioni e i punti di vista siano diversi. Noi pensiamo che per rispondere ai bisogni quotidiani di sicurezza dei cittadini non si debba utilizzare l’esercito, bensì un mix di strumenti ed interventi che vanno da un rafforzamento e un’integrazione della presenza delle forze dell’ordine a un’integrazione del lavoro tra le Istituzioni, al tema della riqualificazione degli spazi.

Mi piace molto che abbiate ironizzato sulla pizzeria: riqualificare gli spazi urbani serve a farli vivere, serve a portare anche una qualità di vita e di sicurezza diversa per i cittadini. La prevenzione del disagio, lavorare su tutte le politiche di prevenzione, quindi sul pezzo che riguarda la parte di popolazione più fragile; e poi, interventi anche strutturati, ma all’interno di questo mix di azioni come sono quelle relative per esempio alla videosorveglianza.

Questo lo dico anche al collega Sassi, che dice che noi facciamo proposte vaghe. Invece no, sono proposte molto concrete, su cui tra l’altro la Regione è già impegnata, perché con più di ottanta progetti finanziati solo negli ultimi due anni, diamo veramente una mano ai Comuni per mettere in piedi delle progettualità e intervenire in maniera concreta. E non ci fermiamo qui. Dall’esperienza cioè vogliamo mettere in piedi anche tutta una serie di altre proposte, per esempio una maggiore formazione degli operatori della polizia locale, per fare in modo di intervenire puntualmente e quotidianamente.

Mi dispiace che il consigliere Pompignoli faccia emergere un’immagine di Forlì e Cesena in cui il livello di sicurezza è talmente in crisi che per intervenire sulla microcriminalità dobbiamo chiamare l’Esercito: credo che questa visione sia totalmente sproporzionata rispetto ai bisogni reali del territorio. È vero che c’è un bisogno di sicurezza anche crescente dei cittadini, ma per rispondere a questo bisogno di sicurezza non dobbiamo utilizzare un mezzo emergenziale come può essere quello della presenza dei soldati nelle strade, ma dobbiamo utilizzare degli strumenti giusti: ripeto, forze dell’ordine, riqualifica degli spazi urbani, interventi sul disagio. Anche perché poi l’Esercito, noi dobbiamo utilizzarlo per le emergenze reali: penso alla lotta e al contrasto al terrorismo; oppure anche al tema dei grandi eventi di cui diceva Foti. Per cui, la nostra proposta sulla sicurezza e l’intervento nel quotidiano noi ce l’abbiamo ed è ben strutturata. Non possiamo dire lo stesso delle altre forze politiche, perché l’unica proposta che è emersa oggi è quella di portare nelle nostre strade l’Esercito.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Montalti.

Non ho altri iscritti in dichiarazione di voto. Se non ci sono iscritti, procediamo alla votazione.

Nomino scrutatori i consiglieri Ravaioli, Bessi e Liverani.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3785, a firma dei consiglieri Rainieri, Fabbri e altri.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione oggetto 3785 è respinta.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3769, a firma dei consiglieri Montalti, Tarasconi e altri.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione oggetto 3769 è accolta.

 

OGGETTO 3688

Risoluzione per impegnare la Giunta ad abbattere la quota delle rette dei servizi per la prima infanzia a carico delle famiglie, azzerandole per quelle fino alla soglia di povertà relativa, e ad investire maggiormente nella rete dei servizi, rafforzando l’offerta di asili nido. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 3887

Risoluzione per impegnare la Giunta - definiti, in sede di indirizzi assembleari, criteri di equità ed omogeneità delle politiche tariffarie applicate dai comuni per i servizi di nido per i bambini della fascia 0-3 anni - a sostenere, anche economicamente, un abbattimento delle tariffe per le famiglie più disagiate. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Boschini, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi, Mori, Rontini, Rossi Nadia, Iotti, Soncini, Poli, Caliandro, Cardinali, Ravaioli, Bessi, Lori, Bagnari, Montalti, Paruolo, Serri

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora all’oggetto 3688, Risoluzione per impegnare la Giunta ad abbattere la quota delle rette dei servizi per la prima infanzia a carico delle famiglie, azzerandole per quelle fino alla soglia di povertà relativa, e ad investire maggiormente nella rete dei servizi, rafforzando l’offerta di asili nido, a firma dei consiglieri Sensoli e Bertani.

A questa risoluzione è stato abbinato l’oggetto 3887, Risoluzione per impegnare la Giunta, definiti in sede di indirizzi assembleari i criteri di equità ed omogeneità delle politiche tariffarie applicate dai Comuni per i servizi di nido per i bambini della fascia 0-3 anni, a sostenere anche economicamente, un abbattimento delle tariffe per le famiglie più disagiate, a firma dei consiglieri Francesca Marchetti, Boschini, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi, Mori, Rontini, Nadia Rossi, Iotti, Soncini, Poli, Caliandro, Cardinali, Ravaioli, Bessi, Lori, Bagnari, Montalti, Paruolo.

Apro la discussione generale congiunta sui documenti. Come sapete, sono dieci minuti per consigliere. Vi chiedo di fare silenzio.

Do la parola alla consigliera Sensoli, che si è prenotata. Prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Poco prima delle feste di Natale, noi abbiamo discusso un progetto di legge che riguarda i servizi alla prima infanzia, che ha affrontato tanti temi, tranne quello che secondo noi è il tema principale, cioè quello delle rette che riguardano i servizi educativi.

Il rapporto dell’Istat del luglio scorso dice che la fascia di popolazione maggiormente in difficoltà è quella delle famiglie con più figli, spesso minori. Siamo passati in dieci anni da avere un minore su 20, che vive in condizioni di povertà assoluta, ad avere, oggi, un minore su 10 che vive in condizioni di povertà assoluta.

A questo dobbiamo sommare l’invecchiamento della popolazione, che quindi crea un disagio anche per quanto riguarda la gestione degli anziani e dei nonni, che molto spesso non riescono a dare il supporto necessario alle famiglie per la gestione dei bambini, proprio perché aumentando l’età media delle madri e aumentando l’età media della popolazione, che invecchia, molto spesso nelle famiglie della regione Emilia-Romagna ci si trova non solo a dover gestire dei bambini piccoli ma anche delle persone anziane, che spesso hanno bisogno di assistenza, sommando problemi a problemi, che purtroppo molto spesso ricadono sulle donne dell’Emilia-Romagna.

Questa problematica ha delle ricadute anche sul discorso delle pari opportunità, sapendo benissimo che nella nostra regione esiste un’alta percentuale di donne lavoratrici.

Quello che può sembrare un problema circoscritto, quindi, in realtà si va ad ampliare a tanti settori della vita dei nostri cittadini. A seguito di questo noi vorremmo seguire come Regione, tra le più virtuose fra quelle che hanno sempre avuto uno dei sistemi educativi migliori a livello nazionale, l’esempio di un’altra Regione altrettanto virtuosa, la Lombardia, che proprio recentemente ha raggiunto l’azzeramento delle rette per quanto riguarda i servizi educativi per le famiglie che non raggiungono i 20.000 euro di reddito annuo.

La nostra proposta quindi è quella di abbattere le rette dei servizi educativi fino all’azzeramento, per quelle famiglie che sono sotto la soglia di povertà relativa. Abbiamo visto che si può fare, ci vuole solo la volontà.

Chiedo una cortesia: salvo che non mi sia sfuggito, non mi è arrivato l’atto del Partito Democratico. Ne chiedo una copia, perché sarebbe bastato eventualmente venire qui e discutere di questo atto piuttosto che, come si fa spesso, presentarne un altro (non so se più o meno simile al nostro, lo devo leggere) e poi intavolare una discussione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Consigliera, è stato distribuito a tutti. Se lei non se lo ritrova sul tavolo, glielo facciamo avere.

La parola alla consigliera Francesca Marchetti.

 

MARCHETTI Francesca: Alcune valutazioni perché credo sia necessario fare il quadro rispetto all’atto presentato dai 5 Stelle, e perché abbiamo ritenuto necessario presentare un atto più coerente con quanto abbiamo approvato in questa sede a fine novembre rispetto ai servizi educativi.

Intanto vorrei fare un quadro rispetto a come la Regione Emilia-Romagna si colloca per qualità dei servizi educativi della prima infanzia, in una scala rispetto agli obiettivi dettati da Lisbona, importante rispetto al raggiungimento di quegli obiettivi. La nostra Regione, più che ogni altra Regione in rapporto alla popolazione, è l’unica, in termini di servizi, ad aver superato l’obiettivo dato del 33 per cento. Ricordo infatti che noi ci collochiamo al 35,5 per cento di posti disponibili, in relazione al totale dei bambini in età d’accesso.

Cito questo dato perché ritengo fondamentale che si riconosca o che venga perlomeno citata, ce lo siamo già detti tante volte, la tradizione della nostra Regione in questo campo, che è frutto di accorte e continue politiche di investimento, portata avanti e costruita insieme agli enti locali, con il sostegno della Regione, in un sistema integrato pubblico-privato, che vede anche il pieno coinvolgimento dei gestori, nel rispetto di regole e princìpi comuni.

Credo che questo sia importante riconoscerlo perché è stato anche la base, la trama su cui poi sono nate le modifiche della legge dei servizi per l’infanzia.

Vengo al tema delle rette, incardinato in capo ai titolari dei servizi, costituiti appunto da enti locali o soggetti privati. Mi dispiace che non venga ricordato come invece questo tema sia stato importante nella legge che abbiamo approvato di recente, proprio per un impegno preso – l’abbiamo proprio scritto in legge – rispetto alle politiche tariffarie nell’ambito di quanto ci compete. Credo sia importante ricordare cosa prevede l’articolo 10. Tra le funzioni della Regione riguardo all’approvazione in Assemblea degli indirizzi, al comma 2 si afferma che questi stessi indirizzi individuano, tra l’altro previo parere di ANCI in Emilia-Romagna – ricordo che anche questo fu frutto di una discussione condivisa anche con altre componenti delle minoranze – criteri di equità e omogeneità delle politiche tariffarie, applicate dai Comuni per i servizi della legge che riguardano anche la compartecipazione degli utenti ai servizi medesimi.

Ho tenuto a ribadirlo perché ritengo che quell’impegno fosse pieno di contenuti che abbiamo intenzione di continuare e ai quali verrà dato seguito – siamo all’interno di una discussione rispetto alle direttive e agli indirizzi che verranno poi redatti.

Credo però che quando si parla di tariffe non si possano non citare gli enti locali con i quali andrà costruito un percorso. Dobbiamo riconoscere che già molti dei nostri Comuni si basano sui criteri di progressività quando parliamo di tariffe per i servizi educativi. Essendo il sistema tariffario dei servizi a titolarità pubblica, competenza dell’ente locale che ne detiene le potestà, è fondamentale sicuramente il contributo che la Regione può dare come elemento di sostegno per il sistema dei servizi. Ma credo anche che questo sostegno finanziario non possa prescindere – e quindi da qui il fatto che riteniamo più coerente il nostro atto con gli obiettivi che ci siamo dati nella legge, e che pensiamo venga dimenticato nell’atto presentato dalla risoluzione dei 5 Stelle – dal fatto che siamo anche all’interno di un percorso di evoluzione normativa che proprio pochi giorni fa ha visto a livello nazionale la firma dei decreti delega per il segmento 0-6. Questa cornice complessiva, quindi, prevede l’istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a 6 anni, ridefinirà anche il segmento 0-6. A breve ne conosceremo il testo; ridisegnerà il sistema di responsabilità. L’obiettivo che abbiamo letto è quello che siano maggiormente condiviso tra Stato, Regioni e Comuni e le relative previsioni anche a carico del bilancio dello Stato.

Ritengo che la Regione sia impegnata a ridefinire le direttive che citavo prima, relative all’autorizzazione e al funzionamento, e a redigere anche una nuova direttiva sull’accreditamento, dove questo aspetto appunto deve venire considerato.

Concludo dicendo quindi che la Regione, ribadisco, non ha il potere di definire le rette dei servizi erogati e finanziati in modo prioritario dagli altri soggetti. Siamo in una fase di evoluzione normativa e di una determinazione delle risorse finalizzate e dedicate dallo Stato a sostegno di questo nuovo sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni. Noi riteniamo quindi di approvare, riconoscendoci, l’oggetto 3688. Abbiamo messo per primi in legge, per iscritto, questo tema che verrà riproposto all’Assemblea legislativa in sede di discussione degli indirizzi. È ovvio che l’analisi e il rapporto dell’Istat ci pongono di fronte un certo quadro: anche con altri strumenti abbiamo cercato, rispetto alle nuove povertà, di dare delle risposte. Ricordo l’approvazione recente del RES, anche questo, prima di Natale.

Quanto al tema della conciliazione – veniva riportato il dato delle donne che per prime forse soffrono di più della crisi economica –, questa Regione credo che possa vantare una serie di strumenti di politiche del lavoro. Credo che sia importante ribadire quanto è stato fatto, l’impegno che abbiamo preso e come, in questo momento di evoluzione, riteniamo che sia più opportuno e coerente muoverci rispetto al tema delle politiche tariffarie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Do la parola al consigliere Liverani.

 

LIVERANI: Grazie, presidente.

Partiamo dal presupposto che le due risoluzioni proposte parlano di una tematica che a noi della Lega Nord sta molto a cuore.

In Regione Lombardia, dove la Lega è al governo, molto è stato fatto in questo senso e la risoluzione dei 5 Stelle lo ricorda. Analizzando i testi, condividiamo quanto espresso nelle premesse: la crisi economica ha incrementato il numero dei soggetti che vivono sotto la soglia di povertà assoluta, e anche se siamo contrari ad un uso forzato dell’assistenzialismo, crediamo che debbano essere Regione e Stato a cercare di mettere una toppa e a rilanciare l’economia.

È anche ovvio che questa crisi abbia anche accentuato il calo delle nascite sul territorio nazionale. Uno dei motivi è il costo della vita che sale, mentre il reddito medio non varia, rendendo quindi difficile il mantenimento di un bambino. Crediamo quindi che con un abbassamento, se non con un azzeramento dei costi delle rette degli asili nido, si darebbe maggior respiro alle famiglie non abbienti ma con figli.

Come rilevato dalla legislazione in Regione Lombardia, è stato realizzato il costo delle rette degli asili nido per i residenti in regione, con un reddito fino ai 20.000 euro. Questa è stata una grande opera di stato sociale messa in campo dal Governatore Maroni, per dare un aiuto concreto alle famiglie lombarde – e ripeto, lombarde, in quanto il decreto regionale n. 6637 del 14.07.2016 della Regione Lombardia, prevede alcuni requisiti per accedere a questo aiuto: 1) ISEE inferiore o uguale a 20.000 euro; 2) i genitori devono essere entrambi occupati, o aver sottoscritto un patto di servizio personalizzato ai sensi del decreto legislativo n. 150 del 2015; 3) i genitori – parte più importante – devono essere entrambi residenti in regione, e almeno uno dei due residente da cinque anni continui all’atto della presentazione della domanda.

Se il PD e i 5 Stelle sono disposti ad inserire soprattutto l’aspetto dell’anzianità, della residenza nella zona, del rilevato che, della loro retribuzione, siamo disposti a votare favorevolmente questo testo, in quanto crediamo che gli ammortizzatori sociali di qualsivoglia genere, debbano premiare maggiormente chi da più tempo è presente nel territorio.

Perciò, ribadisco che se i proponenti sono disposti ad aggiungere il punto appena descritto, voteremo favorevolmente, altrimenti ci asterremo, in quanto crediamo che la Regione debba aiutare i cittadini bisognosi. Ma vista la poca disponibilità di fondi, riteniamo debba farlo in maniera oculata e dando precedenza a chi maggiormente ha contribuito all’interesse regionale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Liverani.

La parola alla consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Chiedo ai colleghi della Lega, per cortesia, di preparare un emendamento. Ho bisogno delle parole precise da valutare per l’inserimento nella nostra risoluzione.

Per quanto riguarda la risoluzione presentata dal Partito Democratico, ci chiediamo se si fosse sollecitato ugualmente l’argomento se noi non avessimo presentato la nostra, di risoluzione. Per quanto riguarda il dispositivo, è chiaro, noi chiediamo qualche cosa in più, che va più nello specifico ed è più in linea con quello che ad esempio è stato fatto in altre Regioni, quindi mutuo un po’ le parole che ha detto prima il consigliere Rainieri: chissà come mai, quando si propone qualche cosa di concreto e preciso non si può mai fare, mentre quando si resta sul vago tutto è fattibile, soprattutto se le proposte precise vengono dall’opposizione e non dalla maggioranza.

Chiaro è che dando per scontato che la nostra verrà bocciata, perché quando si presentano degli atti da parte della maggioranza quasi uguali ai nostri, chiaramente quelli del Movimento vengono sempre bocciati, sul dispositivo potremmo anche essere d’accordo. Certo è che non siamo affatto d’accordo sulle premesse, perché è un lodare e stralodare quello che è stato fatto dalla Regione Emilia-Romagna, senza minimamente tener conto che in realtà abbiamo ancora tanti problemi. Se ad oggi abbiamo un bambino su dieci – media nazionale – che vive in condizioni di povertà assoluta, se comunque ancora oggi sono tante anche in Emilia-Romagna le famiglie in difficoltà, non vedo perché ci dobbiamo nascondere dietro le buone intenzioni e non dobbiamo invece evidenziare i problemi che ci sono.

Non siamo quindi assolutamente d’accordo sulle premesse. Eventualmente chiedo, ma questa è più una domanda tecnica, se la risoluzione eventualmente si può votare separatamente, escludendo da “a” e poi eventualmente votando solo a parte il dispositivo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Ci sono altri iscritti ad intervenire in dibattito generale? Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Chiedo una breve sospensione per predisporre l’emendamento citato dal consigliere Liverani che lo sta preparando. Proprio tre minuti di sospensione, se è possibile.

 

PRESIDENTE (Soncini): Io sarei per dare la possibilità di predisporre dal punto di vista tecnico l’emendamento, entro la discussione generale. Sospendiamo per cinque minuti.

 

(La seduta, sospesa alle ore 16,57, è ripresa alle ore 17,12)

 

PRESIDENTE (Soncini): Consiglieri, riprendiamo i nostri lavori. È arrivato l’emendamento del consigliere Liverani, che ora verrà distribuito. Consiglieri, vi chiedo di prendere posto. Grazie.

Riprendiamo la discussione generale. Si era iscritta la consigliera Francesca Marchetti, alla quale do la parola. Prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie.

Desidero fare due rapide precisazioni. In primo luogo, dopo aver preso visione dell’emendamento proposto dalla Lega Nord, dichiaro che non intendiamo aprirci a questa disponibilità perché, come più volte ribadito anche in sede di legge, riteniamo che l’accesso ai servizi educativi abbia un obiettivo ancora più alto, che è quello universalistico e di non privilegiare nessuno ma, casomai, di dare pari opportunità a tutti. Ho voluto ribadire questo particolare aspetto, in quanto nel mio precedente intervento non l’avevo specificato.

In secondo luogo, mi dispiace la dietrologia della collega Sensoli, la quale diceva: se non fosse stata presentata questa risoluzione dal Movimento 5 Stelle chissà se si sarebbe posto attenzione al tema. Ebbene, tengo a ribadire che il tema è stato messo in legge, l’impegno è stato assunto ed è scritto sulla carta, quindi ritengo che sia un po’ pretestuosa un’affermazione di questo genere.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Ci sono altri iscritti in discussione generale? Non vedo altri iscritti in discussione generale.

Vedo che la distribuzione dell’emendamento si è quasi conclusa. Quindi, chiudo la discussione generale congiunta sui due oggetti e apro la discussione generale sull’emendamento.

Consigliere Liverani, prego.

 

LIVERANI: Noi ribadiamo con forza i nostri emendamenti, che ho precedentemente illustrato e con i quali chiediamo di privilegiare, nell’accesso ai servizi educativi per l’infanzia (fascia 0-3 anni), le famiglie con ISEE inferiore o pari a 20.000 euro e di privilegiare, nell’accesso ai servizi educativi per l’infanzia (fascia 0-3 anni), le famiglie i cui genitori risultano essere entrambi residenti nella regione Emilia-Romagna, di cui almeno uno da almeno cinque anni continuativi, all’atto della presentazione della domanda di accesso ai servizi in oggetto.

Noi ribadiamo con forza questi emendamenti, che riteniamo importanti per votare la risoluzione del Partito Democratico e quella del Movimento 5 Stelle. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Liverani.

Ci sono altri in discussione generale sull’emendamento?

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Con riferimento all’emendamento della Lega Nord, ci troveremmo d’accordo con i princìpi enunciati, ma riteniamo che sia eccessivo il parametro dei cinque anni. Saremmo stati più concordi, se si fosse parlato, ad esempio, di tre anni, come si è fatto in passato per l’ERP oppure per il reddito di cittadinanza. Però, lo ripeto, i princìpi di base, al di là di questo dettaglio dei cinque anni che non condividiamo appieno, rispecchiano anche la nostra idea.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Ci sono altri? Non ci sono altri. Quindi, chiudo la discussione generale sull’emendamento.

Apro la dichiarazione di voto congiunta sulle risoluzioni e sull’emendamento. Cinque minuti per Gruppo. Non ci sono iscritti. Anzi, scusate, consigliera Francesca Marchetti. Prego.

 

MARCHETTI Francesca: Come ribadito, non ci esprimeremo a favore del testo, a maggior ragione con l’emendamento proposto dalla Lega Nord, perché crediamo che i servizi educativi si debbano abbinare alle pari opportunità per tutti. Addirittura nel testo compare il termine “privilegiare”, ma credo che, quando si parla di bambini e di accesso ai servizi educativi, sia anche un po’ coraggioso sul piano costituzionale.

Ribadiamo, pertanto, che sul testo, soprattutto con l’emendamento, il nostro parere non sarà favorevole perché, come già detto, riteniamo il nostro testo più coerente con la legge approvata da poco. E non si tratta, cara consigliera Sensoli, di piantare delle bandierine, casomai si tratta di essere coerenti con un impianto che è stato condiviso e che non può prescindere dal ruolo degli Enti locali e dei nostri Comuni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Ci sono altri? Consigliere Liverani, prego.

 

LIVERANI: Vorrei fare una breve replica alle affermazioni della collega Francesca Marchetti. Io, invece, sono del parere che il Partito Democratico voglia aiutare sempre i soliti, quindi ribadisco con forza che occorre prima tutelare i cittadini del nostro territorio e della nostra regione.

Il nostro, quindi, sarà un voto di astensione sia sulla risoluzione del Movimento 5 Stelle che su quella del Partito Democratico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Liverani.

Gli scrutatori sono presenti in Aula e sono i consiglieri Ravaioli, Bessi e Liverani.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3688, a firma dei consiglieri Sensoli e Bertani.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione oggetto 3688 è respinta.

Chiedo l’assenso alla prima firmataria, consigliera Francesca Marchetti, a mettere in votazione l’emendamento a firma del consigliere Liverani. È una formalità a cui devo adempiere.

 

MARCHETTI Francesca: Va bene.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Liverani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è respinto.

Ora si vota l’oggetto 3887 in due parti, come richiesto in precedenza. Vi comunico che a questo oggetto si è aggiunta la firma della consigliera Serri. Si procede in questo modo: votiamo la prima parte, quindi dal “premesso che” fino a “nel dettaglio i contenuti del testo”; poi votiamo la seconda parte, quindi da “posto che” fino alla fine “attuazione dei decreti citati”.

Metto in votazione, per alzata di mano, la prima parte della risoluzione oggetto 3887.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La prima parte della risoluzione oggetto 3887 è approvata.

Metto in votazione, per alzata di mano, la seconda parte della risoluzione oggetto 3887.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La seconda parte della risoluzione oggetto 3887 è approvata.

Il documento, quindi, è approvato.

 

OGGETTO 1731

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a ricondurre tutte le vertenze dell’Appennino bolognese ad un unico tavolo regionale istituzionale che si occupi di un piano industriale volto al rilancio del territorio, operando anche per riconvertire alcuni stabilimenti produttivi e dando attuazione al Patto per il lavoro ed alla Conferenza per la Montagna. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

(Ritiro)

 

OGGETTO 3560

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a riconsiderare l’opportunità di realizzare il collegamento autostradale denominato “bretella Reno-Setta” al fine di salvaguardare e rilanciare il tessuto economico-produttivo e di conseguenza l’occupazione dell’intera Vallata del Reno. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Foti, Bignami

(Discussione)

 

OGGETTO 3886

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire, con il coinvolgimento di tutti gli attori, nel porre in essere buone pratiche per la ricollocazione dei lavoratori delle aziende in crisi, nonché nell’attuare il Patto per il lavoro e la Conferenza per la Montagna al fine di rilanciare i territori appenninici. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Caliandro, Paruolo, Poli, Marchetti Francesca, Prodi

(Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora all’oggetto 1731: Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a ricondurre tutte le vertenze dell’Appennino bolognese ad un unico tavolo regionale istituzionale che si occupi di un piano industriale volto al rilancio del territorio, operando anche per riconvertire alcuni stabilimenti produttivi e dando attuazione al Patto per il lavoro ed alla Conferenza per la Montagna, a firma dei consiglieri Taruffi e Torri.

A questo si abbina l’oggetto 3560: Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a riconsiderare l’opportunità di realizzare il collegamento autostradale denominato “bretella Reno-Setta” al fine di salvaguardare e rilanciare il tessuto economico-produttivo e di conseguenza l’occupazione dell’intera Vallata del Reno, a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Foti e Bignami.

A questo si abbina l’oggetto 3886: Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire, con il coinvolgimento di tutti gli attori, nel porre in essere buone pratiche per la ricollocazione dei lavoratori delle aziende in crisi, nonché nell’attuare il Patto per il lavoro e la Conferenza per la Montagna al fine di rilanciare i territori appenninici, a firma dei consiglieri Taruffi, Torri, Caliandro, Paruolo, Poli, Marchetti Francesca e Prodi.

L’oggetto 1731 a me risulta ritirato. Chiedo conferma al consigliere e apro la discussione generale congiunta sui documenti.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Abbiamo ritirato l’oggetto 1731, sostituendolo di fatto con l’oggetto 3886, perché quella risoluzione era datata, quindi abbiamo inteso riaggiornarla introducendo alcuni elementi che si sono nel frattempo verificati.

In generale, la risoluzione intende riportare l’attenzione - ne abbiamo parlato anche questa mattina brevemente durante uno dei question time - sulla situazione di estrema difficoltà e di depauperamento industriale che sta vivendo l’Appennino bolognese.

In questa risoluzione ripercorriamo la situazione, che ormai caratterizza quell’area industriale da qualche anno a questa parte, di perdita dei posti di lavoro e di livelli occupazionali che purtroppo continuano progressivamente a scendere. Ricordiamo anche alcune delle vertenze e delle vicende che hanno contrassegnato questi anni, dalla chiusura della cartiera di Lama di Reno a Marzabotto e la vertenza con oltre 500 lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, alla durissima vertenza, che tutti ricordiamo, con Philips-Saeco, che si è conclusa, come sappiamo, con un accordo sofferto, che comunque ha portato alla perdita di 243 posti di lavoro, alla vertenza della Stampi Group di Monghidoro, con la perdita di 82 posti di lavoro, alla crisi della Giletta di Gaggio Montano, con la perdita di 40 posti di lavoro, alla crisi del gruppo Paritel, che per quanto riguarda l’Appennino bolognese, come abbiamo detto anche questa mattina, ha a che fare con il futuro della DEMM, con la perdita di 221 posti di lavoro. Ecco, questi sono alcuni degli esempi di vicende e realtà pur diverse tra loro che, però, sono accomunate da un unico elemento: la perdita, come pare evidente, di posti di lavoro.

Dal 2008 ad oggi complessivamente sono quasi mille i posti di lavoro persi in una realtà che conta circa 50.000 abitanti, quindi la situazione, come emerge dai numeri che vi ho appena elencato, è particolarmente complicata e difficile. Poi, se a questo si aggiunge il momento di estrema difficoltà del comparto turistico termale, dove è andato perso quasi un centinaio di posti di lavoro, va da sé che quello che emerge è un quadro estremamente allarmante.

Gli interventi che la Regione ha messo in campo per sopperire a questa situazione sono stati diversi, riconducibili anche al Patto per il lavoro, sottoscritto nel luglio 2015, sono state seguite le varie crisi in modo molto puntuale dall’Assessorato e sono state messe in campo azioni specifiche. Penso, ad esempio, a quanto si è fatto per favorire la ricollocazione dei lavoratori che avevano perso il proprio posto di lavoro nell’ambito della trattativa Philips-Saeco, ovviamente una ricollocazione difficile, complessa, dato che la situazione contingente è estremamente delicata. Penso, ancora, allo stanziamento di risorse nel bilancio 2017 di 700.000 euro per le politiche di sviluppo per le imprese in tutto il territorio dell’Appennino.

Alcune cose, quindi, sono state fatte, anche se noi riteniamo che - e questo è il punto cruciale della risoluzione - sia giunto il momento, oltre che di proseguire nelle strade che sono state percorse in questi mesi e in questi anni, che ho qui brevemente ricordato, di predisporre un vero e proprio piano straordinario di politica industriale per il rilancio del territorio appenninico, in particolar modo per quello bolognese, prevedendo incentivi specifici, incentivi ad hoc per cercare di attrarre imprenditori a investire sul territorio dell’Appennino, ma anche pensando alla riconversione degli stabilimenti produttivi, come peraltro si fa riferimento anche all’interno del Piano per la montagna e del Patto per il lavoro.

La sommatoria di questi elementi produce problemi articolati e complessi, per cui l’auspicio e l’intenzione che ci hanno mossi nel presentare questa interrogazione sono proprio quelli di stimolare ulteriormente il lavoro dell’Assessorato e della Giunta più complessivamente su questo versante e su questo tema, perché ovviamente ogni posto di lavoro che si perde è un problema, ma quando si perde un posto di lavoro in montagna il problema è doppio. Questo per le tante ragioni che qui abbiamo richiamato spesso, per le distanze, per le difficoltà di spostamento e più in generale perché, fino a quando un territorio è in grado di produrre lavoro e, quindi, di occupare persone, quello è un territorio che ha la possibilità di svilupparsi, di difendere i propri servizi, di offrire una qualità di vita migliore.

Quando si perdono posti di lavoro, quando il territorio non è più in grado di garantire a chi vive su quel territorio di restare lì, costringendolo così a trasferirsi altrove per cercare nuove opportunità lavorative, quel territorio inevitabilmente si impoverisce e i servizi, uno dopo l’altro, rischiano di chiudere, come sta succedendo. Purtroppo in questo scenario così complicato e così difficoltoso non possiamo dimenticare che alcuni servizi pubblici sono stati tagliati o addirittura chiusi, alcuni dei quali estremamente significativi anche in ambito sanitario per quelle comunità, e penso agli uffici postali o agli uffici di Equitalia. Insomma, è un sistema che complessivamente rischia di entrare in una delicata fase di declino.

Ebbene, per cercare di contrastare questa situazione e mettere in campo azioni concrete che in qualche modo possano invertire questo trend e dare la possibilità concreta a chi vive nell’Appennino di poter continuare a vivere in quei territori non è più sufficiente l’ordinaria amministrazione, ma servono iniziative straordinarie, perché la fase è così delicata da richiedere inevitabilmente iniziative straordinarie e, di conseguenza, investimenti ad hoc a tutto tondo. Del resto, adesso stiamo affrontando la questione che riguarda la crisi industriale di quei territori, ma chiaramente l’Appennino può offrire possibilità anche dal punto di vista del comparto turistico-termale e agricolo. Voglio sottolineare questo aspetto, perché spesso parliamo di opportunità di riconversione dei posti di lavoro e credo che quello potrebbe essere un settore su cui puntare. Tuttavia, anche in quell’ambito le difficoltà non sono poche; anzi, chi opera in quel settore vive forse ancora più difficoltà di altri.

La situazione che ho rappresentato è quella dalla quale ci siamo mossi per presentare questa risoluzione. Siamo consapevoli che non è una risoluzione che può risolvere tutti i problemi, però lo stimolo a lavorare in questa direzione è per noi importante e fondamentale, e su questo continueremo a richiamare l’attenzione della Giunta e a garantire la nostra disponibilità e il nostro impegno affinché a quei territori, come anche ad altri ovviamente, proprio per le difficoltà orografiche e geografiche nei quali sono inseriti, si presti particolare attenzione.

Su tutto questo chiediamo l’impegno della Giunta che ho cercato di richiamare all’inizio dell’illustrazione della risoluzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Do la parola al consigliere Daniele Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

La risoluzione presentata dal collega Taruffi, che sostanzialmente sostituisce un documento più datato, ripercorre giustamente quella moria di posti di lavoro che stiamo registrando purtroppo sull’Appennino bolognese. Ne abbiamo parlato più volte, anche oggi, ad esempio questa mattina con un question time, oggi pomeriggio con un’interpellanza del consigliere Bignami che faceva emergere la necessità di investire in infrastrutture.

Il caso che è stato citato dal collega che mi ha preceduto, appunto il caso della Saeco, è stato trattato più volte in quest’Aula ed è stato certamente il caso più noto a livello mediatico, perché la delocalizzazione di un marchio così importante, oltretutto storico per quel territorio, fece scalpore non soltanto a livello locale, ma anche a livello nazionale. Fu allora che molti amministratori, magari un po’ distratti, si accorsero delle difficoltà che stava e sta vivendo tuttora l’Appennino bolognese. Quello della Saeco, però, come veniva giustamente ricordato poc’anzi, non è un caso isolato. Infatti, nella risoluzione viene elencata una serie di crisi aziendali che hanno segnato e stanno segnando profondamente quel territorio.

Purtroppo, però, come ho già detto in altre occasioni nei mesi scorsi, ma anche quando abbiamo affrontato la vicenda Saeco, dobbiamo sempre correre dietro alle emergenze. Francamente, sono un po’ stanco di questo atteggiamento, perché certamente vanno gestite, ma non ci possiamo sempre e solo limitare a questo. Ciò che voglio dire è che possiamo istituire tutti i tavoli che vogliamo, possiamo incentivare la riconversione di alcuni stabilimenti produttivi, ma se non renderemo nuovamente competitivo quel territorio ogni sforzo, ahimè, finirà nel nulla. Non può essere diversamente.

Come fare, dunque, a rendere nuovamente competitivo e attrattivo quel territorio? Ad esempio, bisognerebbe assolutamente investire sulle infrastrutture. Ed è proprio per questo motivo che a questa risoluzione presentata dal consigliere Taruffi abbiamo abbinato una nostra risoluzione, di cui sono il primo firmatario e che è stata sottoscritta anche dai consiglieri Bignami e Foti, che ringrazio, per chiedere alla Giunta di riprendere in considerazione la realizzazione della bretella Reno-Setta, che, come ricordavo in precedenza, è stata oggetto anche di un’interpellanza, trattata proprio questo pomeriggio, presentata dal consigliere Bignami.

Io mi domando: come potrà mai essere sostenibile e attrattivo un territorio dove i mezzi pesanti che devono raggiungere le imprese in esso ubicate devono percorrere tutta la Porrettana? È una cosa assolutamente fuori da ogni logica. Un collegamento della Valle del Reno con l’autostrada tramite la cosiddetta bretella Reno-Setta sarebbe un’opera importantissima dal punto di vista strategico, a nostro avviso. La Regione, d’altronde, in passato aveva finanziato uno studio di fattibilità, come veniva ricordato oggi pomeriggio. Inoltre, sono state raccolte circa 13.000 firme tra i cittadini, il che rappresenta un segnale di assoluta attenzione da parte della cittadinanza di quel territorio, che evidentemente sente questa come un’opera importante. Però, purtroppo, nonostante tutto questo, il progetto della bretella Reno-Setta è stato praticamente accantonato.

Io sono pienamente convinto che, se non investiremo in tal senso sulle infrastrutture, quel territorio purtroppo è destinato a morire lentamente, anzi nemmeno troppo lentamente perché purtroppo, come è stato ricordato prima, i casi di perdita di posti di lavoro continuano ad aumentare. Pertanto, la situazione è realmente drammatica e difficile, e peggiorerà sempre di più se non interverremo nella direzione da noi indicata.

Per quanto riguarda la risoluzione presentata dal consigliere Taruffi, non posso negare che siano stati inseriti tanti buoni intenti nel suo documento, però credo che, se non abbinati a iniziative concrete, come riportiamo nella nostra proposta, riprendendo perlomeno in considerazione un’infrastruttura strategica come la bretella Reno-Setta, rimarranno soltanto buone intenzioni, trascritte in un documento, ma, come dicevo all’inizio del mio intervento, si continuerà a rincorrere le emergenze. Oggi stiamo parlando di questa azienda, domani chissà di quale altra, e quindi ci ritroveremo sempre punto e accapo.

Ribadisco, pertanto, come prima ho avuto modo di dire al consigliere Taruffi, che se non ci sarà un voto favorevole da parte della maggioranza al nostro documento abbinato alla risoluzione presentata dal consigliere Taruffi noi ci asterremo sulla sua risoluzione, per il semplice fatto che riteniamo che sia semplicemente una lettera di buoni intenti e che, se non accompagnata dalle giuste iniziative, rimarrà nel vuoto e servirà a poco e niente.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Siamo in discussione generale. Consigliere Bignami, prego.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

In relazione alle due risoluzioni in esame è opportuno fissare il perimetro di responsabilità politica che, a mio modo di vedere, sottende i ragionamenti che queste risoluzioni a loro volta implicano.

In primo luogo, occorre fare chiarezza sul ruolo di SEL all’interno della maggioranza. D’altronde, se da parte di un autorevole esponente della sinistra assembleare vi è un richiamo agli impegni della Giunta così come formulati nella risoluzione, dobbiamo immaginare che vi sia come punto di caduta il coinvolgimento effettivo della Giunta sugli auspici politici e sugli impegni politici che quella risoluzione postula, ma dobbiamo anche ritenere che evidentemente fino ad oggi nulla è stato fatto per quei comparti richiamati nella risoluzione stessa.

Delle due l’una: o si impegna a un maggiore impegno, quindi significa che quanto fatto sino ad oggi non è sufficiente, oppure quanto fatto sino ad oggi è sufficiente, quindi significa che non vi è la necessità di impegnare nessuno in alcunché. Diversamente, vi è un’aporia logica e anche politica che rende irricevibili gli auspici pur contenuti nella risoluzione e che orienterà inevitabilmente anche il voto di Forza Italia in base all’atteggiamento di voto della maggioranza rispetto al tema della bretella, su cui ha speso parole importanti, e lo ringrazio, l’assessore Donini, che sono profondamente correlati, tanto da generarne un abbinamento in sede di discussione.

Del resto, è estremamente lungo l’elenco di aziende, di crisi aziendali, di contesti lavorativi, di imprese che stanno affrontando sistematicamente una situazione di difficoltà - e uso un eufemismo -, di vero e proprio dramma lavorativo, umano, familiare, quelli che ricordava chi mi ha preceduto, DEMM, Stampi Group, Saeco e via elencando. Ebbene, quello stato di crisi deve trovare risposte e soluzioni non in sede di Conferenza per la Montagna, come ha fatto poco meno di un anno fa il presidente Bonaccini a Castelnovo ne’ Monti, se non erro, con l’assunzione di impegni che non hanno poi trovato un riscontro concreto nelle politiche regionali. Non l’hanno trovato, secondo noi, nella misura adeguata. Certo, se si andasse a leggere i bilanci, i preventivi, ciò che è stato annunciato e in parte anche fatto, si potrebbe dare anche un riscontro positivo. Ma la qualità e la concretezza di ciò che è stato annunciato e di ciò che è stato fatto inevitabilmente raffigurano un quadro negativo, che guida la valutazione di Forza Italia in ordine alla risoluzione stessa e alle politiche, tutte, della Giunta regionale.

Se questo è il presupposto, che per noi evidentemente dovrebbe essere anche a monte della valutazione politica condotta dall’esponente di maggioranza che ha illustrato la risoluzione, il voto non può essere positivo. Diversamente, se questo non è il presupposto, vorremmo parole chiare e vi chiederemmo di spiegarci le ragioni alla base di questa risoluzione.

Badate, non è un sofisma, non è una ricerca di criticità di una politica, quella della Giunta, che a nostro modo di vedere è piena di criticità su questi temi, ma è il tentativo di mandare a sintesi posizioni che, se trovano una linea di dialogo e anche un modo di stare assieme, possono portare benefici effettivi alla cittadinanza. D’altronde, se votassimo quella risoluzione riconoscendo che quanto fatto fino ad oggi non è adeguato e sufficiente e se, al contempo, la maggioranza votasse la risoluzione con cui chiediamo gli impegni, ma evidentemente già sappiamo che non è ricevibile questa nostra richiesta a fronte delle dichiarazioni rese questo pomeriggio dall’assessore Donini, potremmo agire con forza e determinazione sui tavoli competenti per chiedere un impegno effettivo rispetto a quelle politiche. Diversamente, parliamo di aria fritta, parliamo di nulla, parliamo di buone intenzioni nella migliore delle ipotesi o di demagogia nella peggiore. Comunque, per onestà intellettuale che riconosco al proponente preferisco restare nel dubbio, ma che consegna inalterato il quadro complessivo di una impossibilità di agire con concretezza.

Allora, sciogliendo questo nodo, che ci consentirebbe di capire qual è il giudizio che si esprime rispetto alle politiche della Giunta, noi possiamo orientare il nostro voto. Diversamente, non possiamo che intenderlo come strumentale alla finalità di voler promuovere sul territorio la propria attività legittima, cosa che tra l’altro avete già fatto in sede di approvazione del bilancio quando, giustamente dal proprio punto di vista, esponenti della maggioranza si intestavano il merito di aver portato a casa importanti risultati, ripeto dal loro punto di vista e per certi aspetti anche dal nostro, proprio per i territori montani. Ma, allora, come ci si può intestare delle vittorie, bisogna anche avere l’onestà politica di intestarsi delle sconfitte.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

Non ho altri iscritti in discussione generale. Perciò, passo alla dichiarazione di voto congiunta sulle risoluzioni. Cinque minuti per Gruppo.

Consigliere Caliandro, prego, a lei la parola.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Il voto del Partito Democratico, come quello dei consiglieri Taruffi e Torri di SEL, ma non solo, sarà favorevole, perché abbiamo presentato una risoluzione che mette a fuoco una vicenda che riguarda l’Appennino bolognese, ma che nel complesso interessa tutte le zone che stanno assistendo a una forte emigrazione degli investimenti industriali e degli investimenti abitativi.

Si tratta, in realtà, anche di un’occasione, che ci è gradita, per un primo bilancio. La Regione ha stanziato 700.000 euro per il 2017 proprio a favore delle politiche di sviluppo in tutto il territorio dell’Appennino regionale. Si tratta di una scelta di politica che cerca di tenere insieme le situazioni e le realtà più complicate di fronte a nuove sfide.

Non vi è dubbio - e cito in questo caso la vicenda bolognese – che, nei casi come quello della Saeco o quello della Stampi Group, la presenza della nostra Regione sia stata fondamentale nella promozione delle attività di concertazione e nella promozione delle identità e delle possibilità di fuoriuscita. Vero è infatti che, nel caso della Stampi Group o nel caso della Saeco, l’assessore Costi, il presidente Bonaccini e tutti gli attori sociali di questo territorio hanno cercato di mettere in campo un elemento molto importante, ovvero una politica di concertazione per l’interesse del territorio. Si tratta, però, di sfide molto complicate, perché passano sulla pelle di tanti lavoratori e di tante famiglie, che richiedono, come pure si sta cercando di fare, una sinergia e una comunità di intenti.

Per questo motivo, l’invito a continuare a proseguire lungo la strada che è già stata intrapresa non è ridondante e secondario. Come non è ridondante e secondario il fatto che ci si appelli al Patto per il lavoro che questa Regione, unica in Italia, ha voluto fare. Come non è ridondante il fatto che si abbia pienamente in mente che il piano per la montagna è l’unico piano attraverso cui i nostri territori, i nostri Appennini, quindi anche quello bolognese, possono avere un’altra occasione. Tuttavia, per ottenere questo risultato occorre una grande capacità di sacrificio e una grande dedizione alla Cosa pubblica.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

La parola, sempre per dichiarazione di voto, alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Signor presidente, vorrei fare una breve replica rispetto ad alcune affermazioni formulate dal Capogruppo del PD, in quanto non ci sto a una rilettura dei fatti che non è reale. Non a caso, non ho sentito citare neppure una volta i presìdi che sono stati fatti dai lavoratori sia della Saeco che della Stampi Group. Francamente, non credo che determinati risultati sarebbero arrivati se questi lavoratori non fossero venuti sotto la sede dell’Ente Regione a manifestare le loro esigenze e le loro necessità. Quindi, se certi risultati sono arrivati, sono arrivati anche e soprattutto grazie a loro. E questa cosa va loro riconosciuta.

Non è stata una semplice volontà di questa Regione. La Regione è stata tirata per la giacca, è stata costretta a intervenire, è stata messa davanti alle proprie responsabilità. Quindi, andrei piano nell’elogiare la volontà politica di questa Giunta. C’è stata la volontà dei lavoratori di venire anche sotto la sede dell’Ente Regione per costringere questa Giunta a prendere determinate decisioni e a intervenire in maniera concreta.

In conclusione, dichiaro che sulla risoluzione del PD esprimeremo un voto di astensione, mentre quella della Lega purtroppo non ci convince, perché riteniamo che la costruzione di un’autostrada non sia il mezzo adeguato per attrarre investimenti e creare nuove opportunità di lavoro. Purtroppo in questo territorio c’è un forte malcontento, c’è una situazione grave, e non credo che si possano risolvere tutte queste questioni realizzando un’autostrada. Servono misure strutturali per questo territorio, misure che ad oggi non si sono ancora viste.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Piccinini.

Il consigliere Caliandro ha chiesto di intervenire.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Intervengo per fatto personale, evidentemente. È un caso esplicito di scarsa conoscenza del Regolamento quello in cui la consigliera Piccinini è incappata. Lei non deve rispondere a me, ma esprimersi in merito alle considerazioni di merito che vengono sottoposte alla valutazione dell’Aula.

Come di secondaria importanza è il fatto che lei possa pensare che io voglia strumentalizzare una risoluzione. Siamo scesi in piazza, siamo andati in montagna, ci siamo impegnati a sostenere queste persone nelle loro battaglie. Non pensiamo certo, come in maniera sgradevole pure è stato fatto in quest’Aula, che vi sia la necessità di mettere un cappello su quelle battaglie.

I diritti dei lavoratori - glielo dico per la seconda volta, visto che l’aveva già sottolineato in precedenza la collega - non sono oggetto di una tiritera. Le famiglie non mangiano a fine mese grazie a questa carnevalata di fronte alla quale ci volete porre. Dovremmo essere un po’ più seri quando parliamo di lavoro e di disoccupazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

Interviene il consigliere Foti per dichiarazione di voto.

 

FOTI: Signora presidente, non ho capito bene se era fatto personale. Lei, comunque, ha ritenuto che esistesse il fatto personale, perché mi pare che l’abbia illustrato il consigliere Caliandro.

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ho lasciato intervenire per fatto personale.

 

FOTI: Ma, allora, bisogna concludere la procedura. Uno illustra, e poi o esiste il fatto personale o non esiste il fatto personale. Non è che possiamo lasciarlo nel limbo. Anche perché non vorrei che, dopo la mia dichiarazione, ce ne fosse un’altra per fatto personale. Quindi, le chiedo se gentilmente riusciamo a capire a che punto siamo del percorso.

 

PRESIDENTE (Soncini): Non avendo io interrotto il consigliere Caliandro e avendolo lasciato proseguire e terminare il suo intervento, è logico e sta nei fatti che io ritengo sussista.

 

FOTI: Mi scusi, ma di logico non c’è niente, perché un consigliere esprime le ragioni del suo fatto personale e poi a me sul fatto personale illustra il fatto personale. Comunque, chiudiamola lì, sennò finisce l’Assemblea e non votiamo le risoluzioni.

Io mi permetto soltanto di dire, sempre che il consigliere Caliandro non lo ritengo un fatto personale, purtuttavia avendo reso la dichiarazione a nome del Gruppo del Partito Democratico mi sembra logico che si risponda al consigliere Caliandro in quanto capogruppo del Partito Democratico, che giustamente la sua risoluzione, come lui stesso ha precisato, mette a fuoco il problema, mentre la risoluzione a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Bignami e Foti si preoccupa soltanto di chiarire semplicemente che, a nostro avviso, oltre a elencare le problematiche, bisognerebbe cercare di risolverle. Ritenendo che i problemi attinenti alle infrastrutture siano problemi prioritari, da cui dipende o meno il rilancio anche delle zone della montagna, crediamo che le due risoluzioni non siano tra loro inconciliabili. Prendiamo atto, invece, che è corretto parlare delle problematiche, ma è scorretto avanzare soluzioni che possano risolvere i problemi.

Evidentemente il giudizio che esprimo in qualità di capogruppo di Fratelli d’Italia è che ritengo che vi fossero le condizioni per poter votare le due risoluzioni in massima serenità, ma vedo, invece, che si vuole lasciare un marchio di primogenitura politica, che però, allora, ha anche la conseguenza che, se la primogenitura politica c’è in questa risoluzione, c’è anche nelle crisi che in quella zona si sono create e sviluppate.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Non ho altre dichiarazioni di voto.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Intervengo solo per dichiarare che noi voteremo la risoluzione di cui sono primo firmatario e non voteremo quella presentata e illustrata dal consigliere Daniele Marchetti, non solo per le considerazioni che in altro momento della giornata ha espresso l’assessore Donini, ma anche per un piccolo trascurabile particolare, che però forse è bene richiamare, visto che è stato sollevato il tema.

Relativamente all’ipotetica bretella Reno-Setta, ricordo che lo studio di fattibilità, di cui si è molto discusso nei primi anni 2000 e che poi è stato presentato e ripresentato più volte, prevedeva comunque un piano di rifinanziamento dell’opera di cinquant’anni, considerato che quei 6,8 chilometri prevedevano un pedaggio di 1,5 euro. Quindi, per percorrere quei 6,8 chilometri bisognava pagare un pedaggio pari a 1,5 euro, pedaggio grazie al quale il piano di rientro era fissato a cinquant’anni.

Capisco certamente che è necessario trovare soluzioni anche da un punto di vista infrastrutturale e della viabilità per quel territorio, però dire che quest’opera, con questo piano di rientro, a fronte di un investimento di alcune decine di milioni di euro, possa essere una soluzione praticabile e concreta è indubbiamente un’espressione demagogica. Lo dico con tutta l’umiltà di cui sono capace, ma lo penso fortemente.

Tornando al tema della risoluzione che abbiamo presentato, voglio spendere una parola per sottolineare il grande lavoro svolto dall’Assessorato e dall’assessore Palma Costi. E sfido chiunque a muovere una critica o, comunque, a sollevare perplessità sull’operato dell’assessore, che è intervenuta prontamente in un momento molto complicato e molto difficile, che non può certo essere imputato a questa Giunta o a questa maggioranza o a questa Istituzione, perché la crisi economica nella quale viviamo ormai da 8-9 anni è a carattere generale, crisi che ovviamente su un territorio più debole e che presenta ulteriori problematiche si manifesta in modo più duro e più evidente. Questo sta nelle cose, purtroppo.

Come sta nelle cose, però, e non vorrei che facessimo una rappresentazione caricaturale di un territorio che non merita di essere rappresentato in questo modo, che a fronte di tutti i problemi esistenti, che ho elencato e di cui siamo ben consapevoli, in quel territorio esistono anche eccellenze industriali in diversi ambiti, che in questi anni hanno ampliato la propria produzione, che hanno assunto nuovi dipendenti e che dimostrano che fare impresa in montagna è possibile, che fare impresa di qualità in montagna è possibile, ma ovviamente bisogna avere l’intuizione, la capacità e magari anche un po’ di fortuna nel compiere le scelte per tempo e nel modo migliore.

Ciò che chiediamo con questa risoluzione è molto semplice. Visto che l’impegno della Regione c’è stato, visto che le iniziative sono state assunte, ma visto che siamo di fronte a una situazione straordinaria, le iniziative - questo è il nostro stimolo - devono essere all’altezza della situazione, ben sapendo che quello non è un territorio abbandonato a sé stesso, misero, impoverito, dove non ci sono speranze di futuro, ma è un territorio che ha potenzialità, capacità imprenditoriali e la possibilità di dare sviluppo e lavoro. Ovviamente, deve essere sostenuto. Ed è per questa ragione che noi chiediamo un piano di politiche industriali straordinarie, perché di questo oggi c’è bisogno per dare continuità al lavoro che si sta portando avanti e magari incentivarlo, dal momento che lì ci sono le capacità, le possibilità, le imprenditorialità e le forze per poter ripartire. Parliamo, comunque, di un territorio che ha un tessuto industriale e turistico molto significativo per l’area metropolitana di Bologna.

La nostra risoluzione, quindi, non si limita a meri pronunciamenti e auspici, ma detta una possibilità e una strada, ovviamente consapevoli che la bacchetta magica non ce l’ha nessuno e che ciascuno di noi, per il proprio ruolo, cerca di fare il meglio per il territorio che rappresenta e per la nostra regione in generale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Daniele Marchetti per dichiarazione di voto.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Ho ascoltato le dichiarazioni di voto del consigliere Taruffi, che è il primo firmatario del documento, a cui abbiamo abbinato anche una nostra risoluzione, e desidero subito ribadire che è vero che è possibile fare impresa in montagna, che ci sono le potenzialità, che ci sono imprenditori capaci, che c’è gente che si rimbocca le maniche, però è altrettanto vero che queste potenzialità vanno liberate e aiutate, che queste persone e quel territorio vanno aiutati, e l’aiuto non può arrivare dalle chiacchiere, dai buoni intenti messi nero su bianco su un documento, per poi magari ritrovarci a ripetere le stesse cose magari tra un anno o due, da qui alla fine del mandato. Quei territori vanno aiutati investendo in infrastrutture, come ribadivo in precedenza illustrando la nostra risoluzione, perché purtroppo la situazione è difficile. Del resto, lo ribadisco, provate a immaginarvi le difficoltà che incontrano i camion delle merci che devono raggiungere quei luoghi percorrendo una strada provinciale, magari nel periodo invernale, quando non è proprio semplicissimo e agevole percorrerla. È ovvio che un territorio del genere, con tutte le sue potenzialità, non è in grado di competere con territori che magari sono più vicini ai nodi autostradali e ferroviari. Mi pare scontato. Non credo che occorra essere dei geni per capirlo.

Noi siamo pienamente convinti che non si può continuare a rincorrere le emergenze, come dicevo prima, perché questo altro non è che rincorrere le emergenze. Poi, se vi accontentate di questo, a me va bene; però, poi dovete fare i conti con i cittadini di quel territorio, perché i cittadini di quel territorio lo devono sapere. È inutile star qui a dire che dobbiamo istituire i tavoli e dobbiamo lavorare per riconvertire alcuni stabilimenti produttivi, se poi non siamo in grado di mantenere le attività sul territorio. Restano soltanto tante chiacchiere che si tradurranno in un nulla di fatto. L’ho detto anche prima. Ed è per quello che ritenevo fondamentale unire i due documenti. Non per sminuire il documento del consigliere Taruffi, ma perché penso che fossero due temi da portare avanti contestualmente, perché uno completava l’altro.

È inutile star qui a mettere delle parole su una delibera e poi non prendere nessun impegno per quanto riguarda le infrastrutture sul territorio. Non va bene quel progetto? Si può ragionare. Non è che con questa delibera si voleva vincolare la Giunta. Poteva tranquillamente fare le sue valutazioni. Tant’è che avevamo chiesto chiaramente di riprendere in considerazione quell’opera. Poi la Giunta, nella sua autonomia, poteva benissimo decidere di rivalutare un’infrastruttura che comunque andasse incontro alle esigenze di quel territorio e di quelle attività produttive, che ci sono, è vero. Però, è altrettanto vero che si assiste a una moria di posti di lavoro non indifferente, altrimenti non avrebbe avuto senso presentare il documento che il consigliere Taruffi oggi ha inserito all’ordine del giorno. Soltanto per questa ragione prima ho detto che noi avremmo anche votato a favore della risoluzione del consigliere Taruffi, però a fronte di un vostro passo a favore della nostra risoluzione, perché entrambe richiamano due temi che, a nostro avviso, si completano a vicenda.

Ad ogni modo, è giusto che assumiate le decisioni che credete, comunque noi riteniamo assolutamente importante portare avanti questa battaglia, anche se secondo voi è un tema già passato. Ho sentito dire, infatti, che l’opera risulterebbe sostanzialmente inutile, che comunque non è fattibile, però noi siamo qui a decidere per il bene del territorio, siamo qui a discuterne, e dalla discussione possono nascere iniziative e idee in grado di aiutare quel territorio. Finché non ci sarà questa volontà, purtroppo le condizioni continueranno a peggiorare. E la preoccupazione l’avete anche voi, perché altrimenti non staremmo qui a discuterne. Se tutto andasse per il verso giusto, se quel territorio fosse davvero competitivo, oggi non saremmo qui a discutere la risoluzione del consigliere Taruffi, a cui noi abbiamo abbinato un nostro documento. Attenzione, non è che l’abbiamo abbinato tanto per fare una cosa, ma perché vogliamo dare dimostrazione che, come forza politica di opposizione, desideriamo avanzare una controproposta ed essere propositivi. D’altronde, penso che nessuno abbia interesse a danneggiare le aziende di un territorio, un territorio che già per la sua collocazione è svantaggiato rispetto ai grossi centri urbani. Quindi, non possiamo abbandonare quella gente, ma dobbiamo dare delle risposte. Non possiamo limitarci a proporre l’istituzione di tavoli, oppure la redazione di piani per riconvertire degli stabilimenti; diversamente, quando faremo il conto delle questioni che abbiamo portato avanti all’interno di questa Assemblea a fine mandato, ci ritroveremo a elencare una serie di crisi aziendali affrontate, con la soddisfazione magari di aver risistemato qualche lavoratore, e nel frattempo quel territorio si spopola, processo che purtroppo è già in corso.

In conclusione, intendo ribadire che il nostro voto non può che essere di astensione, perché comunque riteniamo importante dare un segnale…

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, ha esaurito il suo tempo.

 

MARCHETTI Daniele: Sostanzialmente, esprimeremo un voto di astensione sulla risoluzione del consigliere Taruffi, perché non avete voluto compiere nessun passo in avanti nei confronti della nostra risoluzione, che riteniamo importante e che avrebbe completato le proposte del consigliere Taruffi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Sono le ore 18,06, ho diversi iscritti in dichiarazione di voto, perciò aggiorniamo la seduta alla prossima volta.

Buona serata.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,06

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI, ai sensi dell’art. 65, comma 2, del Regolamento interno, gli assessori Emma PETITTI e Sergio VENTURI e i consiglieri Andrea BERTANI, Paolo CALVANO, Antonio MUMOLO e Marcella ZAPPATERRA.

 

Emendamento

 

OGGETTO 3887 “Risoluzione per impegnare la Giunta - definiti, in sede di indirizzi assembleari, criteri di equità ed omogeneità delle politiche tariffarie applicate dai comuni per i servizi di nido per i bambini della fascia 0-3 anni - a sostenere, anche economicamente, un abbattimento delle tariffe per le famiglie più disagiate. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Boschini, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi, Mori, Rontini, Rossi Nadia, Iotti, Soncini, Poli, Caliandro, Cardinali, Ravaioli, Bessi, Lori, Bagnari, Montalti, Paruolo”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Liverani:

«Dopo le parole “Impegna la Giunta”, aggiungere i seguenti punti:

1. A privilegiare, nell’accesso ai servizi educativi per l’infanzia (fascia 0-3), le famiglie con un ISEE inferiore o uguale a 20.000 euro;

2. A privilegiare, nell’accesso ai servizi educativi per l’infanzia (fascia 0-3), le famiglie i cui genitori risultano essere entrambi residenti nella Regione Emilia-Romagna, di cui almeno uno da almeno 5 anni continuativi all’atto della presentazione della domanda di accesso ai servizi in oggetto;»

(Respinto)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

3868 - Interrogazione a risposta orale in Commissione circa problematiche riguardanti la situazione relativa all'Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Foti

3869 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la somministrazione gratuita dei farmaci di fascia C agli ospiti delle Case Residenza per Anziani accreditate, con particolare riferimento alla situazione esistente a Piacenza. A firma del Consigliere: Foti

3870 - Interrogazione a risposta scritta circa la pubblicizzazione, relativa ad un liceo forlivese, dell'incontro con uno scrittore. A firma del Consigliere: Foti

3871 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante il Fondo Mitigazione del Rischio di Credito e le relative risorse regionali. A firma del Consigliere: Foti

3872 - Interrogazione a risposta scritta circa la costituzione di parte civile della Regione Emilia-Romagna nei procedimenti riguardanti atti di violenza contro le donne, con particolare riferimento ad un episodio avvenuto a Rimini. A firma della Consigliera: Gibertoni

3873 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inasprimento delle sanzioni contro il bracconaggio e la pesca di frodo, con particolare riferimento alla situazione relativa al canale circondariale di Ostellato (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

3874 - Interrogazione a risposta scritta circa la pubblicizzazione, da parte di un liceo forlivese, di una iniziativa riguardante uno scrittore. A firma del Consigliere: Bignami

3875 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a seguito del dirottamento ad un secondo ingresso di un locale da ballo di un cittadino di colore, che ha pubblicato su di un social network l'episodio. A firma del Consigliere: Alleva

3877 - Interrogazione a risposta scritta circa l'esercizio delle funzioni della Guardia Medica e del Pronto Soccorso di San Pietro in Casale relativamente al settore della pediatria. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3878 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di articolare in modo diverso il servizio di trasporto pubblico urbano nell'area interessata da lavori al sistema fognario da parte di Hera, a Viserbella. A firma della Consigliera: Sensoli

3880 - Interrogazione a risposta scritta circa gli episodi verificatisi presso l'Hub di Via Mattei a Bologna in data 7 gennaio 2017, con particolare riferimento allo svolgimento di una manifestazione non autorizzata, ed alle azioni da porre in essere per evitare l'arrivo, sul territorio regionale, di presunti profughi ed il superamento delle quote di accoglienza. A firma del Consigliere: Bignami

3882 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per dare corso alla dematerializzazione dei buoni per l'acquisto dei prodotti senza glutine e per l'utilizzo della tessera sanitaria a tal fine. A firma del Consigliere: Pettazzoni

3883 - Interrogazione a risposta scritta circa le funzioni e l'utilizzazione, da parte della Regione Emilia-Romagna, dei Comitati relativi alla tutela ed al controllo della popolazione canina e felina. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3884 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per consentire la fruizione dei turni di riposo spettanti al personale sanitario. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

3888 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere le problematiche che riguardano la copertura del servizio di telefonia nel Comune di Casina. A firma del Consigliere: Torri

3889 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure relative all'assunzione di dirigenti nell'ambito delle Professioni Sanitarie, Area Infermieristica e Ostetrica, presso l'AUSL di Reggio Emilia. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele

3891 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti le funzioni dei tecnici sanitari di radiologia medica, specie in ordine a quelle ricadenti nell'attività infermieristica. A firma del Consigliere: Bignami

3893 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di gestione dell'accoglienza da parte di cooperative ed i controlli effettuati sui migranti, con particolare riferimento all'omicidio di un imprenditore di Castel San Pietro Terme (BO), assassinato nella sua villa in data 3 gennaio 2017. A firma del Consigliere: Bignami

 

Risoluzioni

 

3876 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere verifiche circa la situazione di profugo o di clandestino all'interno della struttura classificata come centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Bologna, a procedere alla richiesta di espulsione immediata di tutti i clandestini nella stessa presenti, attivando inoltre un percorso di svuotamento che ne consenta la chiusura. (16 01 17) A firma dei Consiglieri: Fabbri, Marchetti Daniele, Rainieri, Delmonte, Rancan, Liverani, Pompignoli, Bargi, Pettazzoni

3881 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a porre in essere azioni affinché venga messo un freno alle quote dei profughi che la Regione Emilia-Romagna continua a voler accogliere, affinché vengano presi provvedimenti di allontanamento per quelli che, in palese violazione delle leggi, hanno impedito presso l'Hub di Via Mattei a Bologna una manifestazione autorizzata e affinché venga garantito a tutti il diritto di manifestare il proprio pensiero, condannando inoltre il comportamento dei Collettivi e dei profughi che hanno manifestato senza autorizzazione e che hanno messo a rischio la libertà di espressione e di pensiero di forze politiche che erano state regolarmente autorizzate a tenere il presidio. (16 01 17) A firma del Consigliere: Bignami

3885 - Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portatrice della necessità di eliminare, dal decreto Milleproroghe, la proroga al 31 dicembre 2018 e permettere ai Comuni di concludere le procedure relative alle concessioni su aree pubbliche entro il 31 marzo 2017, secondo i criteri e i principi dell’Intesa del 5 luglio 2012. (17 01 17) A firma dei Consiglieri: Serri, Marchetti Francesca, Prodi, Sabattini, Zoffoli, Rossi Nadia, Tarasconi, Lori, Ravaioli, Montalti, Bagnari, Rontini, Boschini, Campedelli

3886 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire, con il coinvolgimento di tutti gli attori, nel porre in essere buone pratiche per la ricollocazione dei lavoratori delle aziende in crisi, nonché nell’attuare il Patto per il lavoro e la Conferenza per la Montagna al fine di rilanciare i territori appenninici. (17 01 17) A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Caliandro, Paruolo, Poli, Marchetti Francesca, Prodi

3887 - Risoluzione per impegnare la Giunta - definiti, in sede di indirizzi assembleari, criteri di equità ed omogeneità delle politiche tariffarie applicate dai comuni per i servizi di nido per i bambini della fascia 0-3 anni - a sostenere, anche economicamente, un abbattimento delle tariffe per le famiglie più disagiate. (17 01 17) A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Boschini, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi, Mori, Rontini, Rossi Nadia, Iotti, Soncini, Poli, Caliandro, Cardinali, Ravaioli, Bessi, Lori, Bagnari, Montalti, Paruolo, Serri

3892 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti dello Stato, in materia di tutela del territorio, al fine di prevedere una normativa nazionale che, nelle ipotesi in cui non vi sia uno specifico interesse pubblico che imponga di procedere alla repressione dell'abuso, e di abusi di lieve entità, consenta di ritenere sostanzialmente irrilevanti alcuni abusi minori ormai storicizzati, allineando la situazione di fatto a quella di diritto, e permettendo dunque di usufruire delle agevolazioni per il ripristino degli edifici esistenti, anche in relazione al provvedimento cosiddetto "Casa Italia". (17 01 17) A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Rontini, Tarasconi, Campedelli, Cardinali, Zoffoli, Rossi Nadia

 

Interpellanza

 

3890 - Interpellanza circa le azioni da porre in essere per risolvere le varie criticità riguardanti il trasporto pubblico effettuato da SETA Spa, con particolare riferimento alla situazione dei relativi autobus ed ai disagi per l'utenza. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Comunicazione n. 42 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2017/102 del 18/01/2017)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

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