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121.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 28 FEBBRAIO 2017

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3890

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per risolvere le varie criticità riguardanti il trasporto pubblico effettuato da SETA Spa, con particolare riferimento alla situazione dei relativi autobus ed ai disagi per l'utenza. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

DONINI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 3695

Interpellanza circa problematiche e procedure riguardanti le discariche di rifiuti con particolare riferimento alla realizzazione di quella denominata "Ginestreto" nel Comune di Sogliano al Rubicone, ed a quelle di Imola. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

GAZZOLO, assessore

BERTANI (M5S)

 

Interpellanza oggetto 3787

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 4038

Delibera: «Approvazione Programma Regionale di informazione ed educazione alla sostenibilità (INFEAS) 2017/2019.» (Proposta della Giunta regionale in data 30 gennaio 2017, n. 96) (110)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Francesca (PD)

FOTI (FdI)

MONTALTI (PD)

GAZZOLO, assessore

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

MARCHETTI Francesca (PD)

SASSI (M5S)

BOSCHINI (PD)

RONTINI (PD)

 

OGGETTO 3028

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Valorizzazione delle manifestazioni storiche dell'Emilia-Romagna». A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Tarasconi, Paruolo, Pruccoli, Zoffoli, Calvano, Montalti, Ravaioli, Iotti, Soncini, Prodi, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Lori, Rossi Nadia, Bagnari, Mori, Marchetti Francesca, Serri (55)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 3028/1 oggetto 4196 - Presentazione e reiezione)

(Ordine del giorno 3028/2 oggetto 4197 - Presentazione e ritiro)

(Risoluzione oggetto 4198 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

RONTINI, relatrice della Commissione

PRESIDENTE (Saliera)

SASSI (M5S)

LIVERANI (LN)

ZAPPATERRA (PD)

POMPIGNOLI (LN)

SASSI (M5S)

RONTINI (PD)

FOTI (FdI)

RONTINI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

MORI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

PRESIDENTE (Saliera)

SABATTINI (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 4038 - 3028

Emendamenti oggetto 3028

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,18

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centoventunesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze. Mi è stato chiesto di anticipare l’oggetto 3890. Lo affrontiamo subito.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 3890

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per risolvere le varie criticità riguardanti il trasporto pubblico effettuato da SETA Spa, con particolare riferimento alla situazione dei relativi autobus ed ai disagi per l’utenza. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 3890: Interpellanza circa le azioni da porre in essere per risolvere le varie criticità riguardanti il trasporto pubblico effettuato da SETA Spa, con particolare riferimento alla situazione dei relativi autobus ed ai disagi per l’utenza, a firma della consigliera Gibertoni. Risponde l’assessore Donini.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Presidente, non è la prima volta che portiamo il tema di SETA in aula. L’abbiamo portato in Commissione e l’assessore lo ricorderà. Sono sicura di questo perché era presente a quella Commissione di giugno dell’anno scorso in cui convocammo il presidente di SETA, Vanni Bulgarelli, per chiedergli le ragioni e come intendeva risolvere una serie di criticità che già a giugno andavano avanti da diverso tempo e riguardavano le risorse umane di SETA, gli autisti, le condizioni di lavoro degli autisti, le condizioni di viaggio dei mezzi, i tempi di percorrenza e anche le grosse criticità per i passeggeri. Ci sono stati casi anche tragici, ma all’epoca segnalavamo che nemmeno le criticità più banali erano avviate a una risoluzione. Di lì a poco ci è stato detto che in realtà si stava facendo un Piano per poter venire incontro alla carenza di manutenzione, al fatto che il parco mezzi fosse particolarmente inadeguato con mezzi particolarmente vecchi e non adatti. Eppure noi abbiamo continuato a sollevare delle questioni e non abbiamo più avuto risposte.

Nel contempo, continuano gli scioperi, quindi continuano le tensioni con i sindacati, tra SETA e i sindacati. Continua la mancanza di comunicazione, la mancanza di attenzione rispetto alla manutenzione dei mezzi e quindi alle condizioni di lavoro degli autisti, alle condizioni di viaggio dei passeggeri e questo certamente nel continuo proclama che invece si vuole supportare il trasporto pubblico anche per poter incentivare le misure anti-inquinamento, quelle che vedono la nostra Regione sempre tra i primi posti a livello internazionale per il livello peggiorativo di qualità dell’aria.

Lascio la parola all’assessore, che ho avuto occasione di incontrare anche di recente durante un incontro in provincia di Modena in cui il tema era il trasporto pubblico in provincia di Modena e le questioni di SETA. Anche in quell’occasione ho tentato di portare questo argomento. Certo, l’ordine giorno non lo decideva l’assessore, quindi non faccio a lui una critica. Non mi sembrava certamente fuori luogo, perché nel momento in cui si discute di SETA e si chiede quale sarà il ruolo di SETA nel prossimo immediato futuro credo che ci si debba chiedere prima per quale motivo SETA non funzioni e per quale motivo le criticità siano così importanti e si stavano accumulando in modo così incessante soprattutto in provincia di Modena.

Ecco perché chiedo in questa interpellanza se non ci siano delle rimostranze da fare direttamente ai vertici di SETA. A fine febbraio 2017 torno a chiedere all’assessore – ricordo che SETA è a partecipazione quasi totalmente pubblica, quindi stiamo parlando di denaro pubblico – se si intendano risolvere punto per punto le innumerevoli criticità.

Anticipo all’assessore che nel frattempo ho depositato un’interrogazione, che certamente avrà ricevuto, che non sto qui a spiegare, ma anticipo invece un punto che mi preme molto, ovvero per quale motivo venga negato tuttora a un consigliere regionale da parte di SETA il suo Piano industriale, proprio in virtù della partecipazione totalmente pubblica e del denaro pubblico investito in questo servizio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Donini. Ha otto minuti.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio la consigliera Gibertoni. Io mi limiterò a leggere la risposta ufficiale. Poi magari vado a braccio su alcune cose che, invece, credo di dover dire in quest’aula.

In riferimento a quanto esposto dalla consigliera Gibertoni riguardo alla gestione del trasporto pubblico nel bacino di Modena da parte di SETA Spa, si lascia in visione la risposta puntuale fornita dalla società stessa, anche perché la consigliera Gibertoni faceva riferimento a tutta una serie di fatti o comunque di contestazioni che hanno avuto risposta puntuale e che non si possono dire in otto minuti e poi anche per consentire maggiori dettagli alla stessa consigliera sulle questioni che ha posto.

Le diverse criticità inerenti i disservizi e i disagi arrecati all’utenza, dovuti al sovraffollamento dei mezzi e alla scarsa pulizia degli stessi, le tensioni di rapporto con il personale viaggiante che hanno portato ad aprire e gestire vertenze sindacali anche a seguito di azioni di sciopero e le problematiche relative alla sicurezza dei mezzi stessi per i quali si è segnalato uno stato di forte vetustà e scarsa manutenzione, che hanno portato al verificarsi di incidenti, sono aspetti che dovranno essere assolutamente posti all’attenzione dei interlocutori, dei soci e risolti.

Ricordo che la gestione del contratto di servizio di SETA è affidata all’Agenzia modenese aMo, che attraverso i controlli sull’esecuzione del servizio di TPL in diverse segnalazioni applica le clausole di penalità che ovviamente sono previste.

Questa Amministrazione, dato atto di quanto la legge regionale n. 30 del 98 prevede, può sollecitare gli Enti locali competenti e l’Agenzia aMo a porre in essere maggiori controlli sull’operato di SETA, la quale, alla luce di quanto esposto nella nota in esame, è invitata a porre maggiore attenzione all’organizzazione del servizio al fine di evitare disagi all’utenza e ad attuare maggiori interventi di manutenzione al parco mezzi.

Detto questo è chiaro che la funzione principale che ha questa Amministrazione è quella di pianificazione del trasporto pubblico locale su ferro e su gomma e di costruzione di una prospettiva di potenziamento e di miglioramento dei servizi. Noi a breve torneremo nei territori, quindi anche a Modena, proprio per discutere di tutti questi aspetti insieme, perché vanno gestiti e discussi insieme.

Sul materiale rotabile, che, secondo anche un po’ statisticamente quello che lei ha evidenziato, raggruppa non dico la totalità, ma una buona fetta di problemi, noi stiamo facendo uno sforzo enorme perché questa Amministrazione, assieme alle aziende fra cui SETA, contribuirà, da qui al 2020 – una parte di questi mezzi sono già arrivati a destinazione – ad un rinnovo della flotta su gomma (autobus) di almeno il 20 per cento. Il 20 per cento significa 600 nuovi mezzi in Regione, ovviamente quota parte anche nel bacino a cui lei faceva riferimento. Quindi, pensiamo che al pari della gara del ferro, che comporterà l’intera flotta, è rinnovata quella del materiale rotabile. Anche sul materiale su gomma noi avremo la possibilità di compiere in questo mandato uno sforzo e un impulso che forse non si era mai registrato nei decenni scorsi, che riguarda il 20 per cento del materiale rotabile.

Dopodiché è chiaro che esiste un tema anche di puntualità di gestione, che riguarda tutte le aziende in generale del trasporto pubblico. Su questo punto noi abbiamo stimolato l’apertura di un dibattito per esempio sulla adeguatezza anche strutturale delle aziende. C’è discussione e so che nei territori non sono tutti d’accordo, ma noi condurremo la discussione senza piglio dirigistico e senza coercizione alcuna, ma stimolando la discussione per verificare la possibilità di aggregazioni in seno alle imprese di trasporto pubblico locale, che siano in grado, al tempo stesso, da un lato di reggere la sfida del mercato, perché ovviamente si va verso uno scenario sempre più competitivo, e dall’altro anche di reggere la sfida di una maggiore propensione agli investimenti in termini di qualità del servizio e anche di condizioni migliori per coloro che non solo vi trascorrono come passeggeri, ma che vi lavorano come operatori.

Su questo aspetto, al di là della questione più puntuale, vorrei proporre un’apertura della discussione più di prospettiva, perché a noi spetta questo, ovvero coltivare una visione, non solo occuparci, giustamente, delle singole problematicità.

Sul materiale rotabile, sull’integrazione tariffaria, sul potenziamento dei servizi anche tecnologici per gli utenti e anche sulla eventuale aggregazione di una società di trasporti che mette insieme le varie realtà penso che avremo modo di discutere ascoltando molto bene l’opinione non solo di quest’Aula, ma anche dei territori e facendoci insieme un’idea al riguardo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

La parola alla consigliera Gibertoni. Ha quattro minuti.

 

GIBERTONI: Prendo atto di questa risposta. Ribadisco che riporterò il tema in Aula. Quello che non capisco, invece, è come mai non si riesca, visto che mi pare ci sia la volontà politica di non chiudere per forza gli occhi davanti a criticità che ormai non sono più casuali e non possono più per forza essere coincidenze, ad isolare delle responsabilità e poi chiedersi come mai, a distanza di mesi, che tra poco diventa un anno, non si riescano a risolvere.

Assessore, può darsi che oltre a interrogarsi sull’adeguatezza dei mezzi ci si debba interrogare seriamente sull’adeguatezza dei vertici di SETA. Quello che io ritengo più probabile, dato che le stesse criticità, diciamoci la verità, non sono a Bologna, TPER non ha lo stesso livello di problemi, ma non ce l’ha neppure SETA in altre province, penso a Reggio e penso a Piacenza, c’è effettivamente una peculiarità negativa della provincia di Modena ed un immobilismo aggiunto a – lo ribadisco qui perché l’ho detto anche in provincia e mi è stato detto da una intervenuta che non si parla così – uno scaricabarile. È un normale termine che si può utilizzare. C’è uno scaricabarile deludente tra Comune di Modena, SETA e aMo.

Dato che mi parlava di aMo, pensi, assessore, che prima di riportare il tema in Aula, io sono andata a parlare con aMo, proprio perché immaginavo che lei, giustamente, mi avrebbe detto che aMo dovrebbe controllare.

L’Agenzia aMo mi ha detto: “Noi siamo esattamente a un piano di distanza, nella stessa palazzina di SETA. Ci vediamo alle macchinette del caffè. Se sapessero di criticità probabilmente ce le direbbero. Se non ce le dicono, non possiamo agire”. È la stessa cosa che più o meno dice SETA, dice la Regione o dice il Comune di Modena. Chi è che le deve segnalare queste criticità? Chi è che deve dire, ad esempio, assessore, che quando lei parla di velocità commerciali o di sfide del mercato non si possono implementare delle sfide del mercato dove non c’è la sufficienza; non si può parlare di velocità commerciali dove abbiamo ancora degli autisti che disattivano i blocca-porte, sistemi di sicurezza essenziali, per poter aumentare la velocità commerciale mettendo, però, a repentaglio la sicurezza dei passeggeri, quindi dei cittadini. Non faranno nessuna segnalazione, nessuno farà nessuna segnalazione, perché SETA giustamente si rivarrebbe dicendo che il blocca-porte non va disattivato. Se noi non identifichiamo delle responsabilità e non ci chiediamo come mai siamo ancora dopo mesi a segnalare che ci sono dei mezzi che prendono fuoco, che ci sono dei mezzi che non hanno sufficiente stato di pulizia, che ci sono degli autobus in cui piove dentro, che ancora prima di parlare di una holding è necessario capire come mai SETA non raggiunge uno standard minimo, che c’è ancora una inadempienza totale rispetto alla programmazione dei turni, rispetto alla programmazione delle ferie, che manca, e questo vorrei che lo ricordasse, assessore, qualcosa che invece esiste in provincia di Bologna e che TPER ha.

Cerchiamo di attivarci anche dalla Regione, come Consiglio e come Giunta, affinché SETA avvii una Commissione mezzi, che è quella che già esiste a Bologna come istituto paritario di dialogo tra azienda e lavoratori che si impegna a farsi carico dei problemi e a trovare soluzioni nel più breve tempo possibile. Per quale motivo nel bacino di Modena non può esserci una Commissione mezzi? Almeno prenda nota di questo e, se può, mi dia una risposta o la comunichi anche per le vie brevi a SETA Modena, perché ascoltare i cittadini-utenti e i lavoratori del servizio secondo me viene prima che fare piani di holding o accettare sfide del mercato in uno spazio in cui certamente non si può venir meno ai servizi essenziali.

Ricordiamo che vanno bene le sfide del mercato, ma stiamo anche parlando di società a totale partecipazione pubblica, in cui il denaro pubblico va investito bene.

Concludendo, assessore, torno alla risposta alla mia domanda, che era se ritenga di procedere all’azzeramento dei vertici di SETA, che ormai, dopo oltre due anni di mandato, avevano ammesso, subito dopo la nomina, di essere incompetenti sul tema dei trasporti e dopo due anni di mandato se non ci fossimo fidati all’epoca, l’hanno anche dimostrato, più coerenti di così, hanno detto di essere incompetenti e l’hanno dimostrato. Più di così, io direi che non c’è molto altro da dire. Credo lei mi stia rispondendo che per il momento non intendiamo azzerare i vertici di Seta Modena, però credo che intendiamo attivarci affinché SETA raggiunga un livello almeno un pochino più che medievale.

Assessore, le rinnovo l’invito che lei ha già accettato nella risposta a una mia interrogazione di metà gennaio, di fare un giro su Gigetto. Il giorno che verrà a fare un giro su Gigetto verrà anche a fare un giro su un autobus di SETA. Sarà una brutta giornata, assessore, glielo anticipo, perché dovrà fare un giro su Gigetto e anche su un autobus di SETA nella stessa giornata, però magari sarà una giornata proficua. Attendo da lei la data e la conferma e ci vedremo a Modena quel giorno.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 3695

Interpellanza circa problematiche e procedure riguardanti le discariche di rifiuti con particolare riferimento alla realizzazione di quella denominata “Ginestreto” nel Comune di Sogliano al Rubicone, ed a quelle di Imola. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 3695: Interpellanza circa problematiche e procedure riguardanti le discariche di rifiuti con particolare riferimento alla realizzazione di quella denominata “Ginestreto” nel Comune di Sogliano al Rubicone, ed a quelle di Imola, a firma del consigliere Bertani. Risponderà l’assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bertani. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Assessore, finalmente riusciamo a parlare della discarica di Sogliano. La discarica di Sogliano fu aperta nel 1990 con la G1 con la motivazione che serviva solo per esigenze locali e per smaltire i rifiuti dei Comuni dell’area del Rubicone. Doveva durare trent’anni e ospitare 60.000 tonnellate. Nel frattempo siamo arrivati alla G2, che ha più di 1,5 milioni di metri cubi di rifiuti e adesso arriviamo alla G4, che avete autorizzato a dicembre di quest’anno, per altri 1,6 milioni di metri cubi di rifiuti speciali.

La domanda che noi poniamo è questa: se abbiamo detto nel Piano rifiuti e nella legge rifiuti che al 2020 avemmo chiuso le discariche e cominciato a spegnere gli inceneritori, come mai si autorizza una nuova discarica da 1,6 milioni di metri cubi di rifiuti speciali quando il Piano rifiuti diceva che fino al 2020 le necessità della Regione Emilia-Romagna erano complete?

Su questo si innesta un altro tema, che è quello dei rifiuti 19.12.12, che non si sa se sono rifiuti urbani o rifiuti speciali. Qualcuno ci ha detto che sono rifiuti urbani. Anche su questo ci piacerebbe avere un suo parere.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente.

Consigliere Bertani, come ho ribadito più volte, e i dati ufficiali lo confermano, la discarica rappresenta la forma residuale nella gestione dei rifiuti in Emilia-Romagna, in assoluta coerenza con la legge regionale sull’economia circolare, con il Piano regionale di gestione dei rifiuti e con la gerarchia comunitaria.

Ringrazio il consigliere di questa opportunità, perché mi permette in questo modo di aggiornare il dato che avevo fornito nell’ambito di un’analoga richiesta pervenuta prima di Natale, comunicando che i rifiuti avviati in discarica e in Regione continuano a diminuire e sono passati dall’11,1 per cento del 2014 al 9 per cento nel 2015. Quindi, come ben sa il consigliere, abbiamo di fatto già raggiunto l’obiettivo europeo per ora solo proposto di riduzione dei conferimenti di rifiuti in discarica fissato al 10 per cento entro il 2030, con quindici anni di anticipo. Ovviamente non ci vogliamo fermare e puntiamo al 5 per cento entro il 2020.

Secondo punto. Relativamente alla dimostrazione dell’ulteriore fabbisogno di trattamento per rifiuti speciali rispetto a quanto riportato nel Piano regionale di gestione dei rifiuti, ricordo che con deliberazione di Giunta regionale 1660/2016 è stato aggiornato l’andamento della produzione dei rifiuti urbani per l’anno 2016 e dei rifiuti speciali per l’anno 2014.

Per questi ultimi si registra, in linea con il generale incremento a livello nazionale, un aumento della produzione del 7 per cento, pari a circa 700.000 tonnellate rispetto alla previsione di Piano e ciò determina, quindi, anche un ulteriore fabbisogno di trattamento in discarica, così come richiesto al comma 3 dell’articolo 18 delle Norme tecniche di attuazione.

Terzo punto. Prima di tutto faccio una precisazione. Il tema dei rifiuti speciali decadenti dal trattamento dei rifiuti urbani è un aspetto sul quale poniamo da sempre particolare attenzione perché ci sono troppi territori a livello nazionale, in primis la stessa città di Roma, che utilizzano tale modalità per la gestione dei propri rifiuti.

Caro consigliere, dovrebbe sapere che le normative comunitarie nazionali purtroppo non ci aiutano, ma le garantisco e le dimostrerò fra l’altro che abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a nostra disposizione per cercare di limitare il più possibile questa prassi. Infatti, nel rapporto ambientale e nell’AIA, relativi all’ampliamento della discarica di Sogliano, approvati dalla Conferenza di servizi finale, è stata inserita una specifica prescrizione, su richiesta degli uffici della Regione, che prevede l’impossibilità di smaltire in discarica rifiuti extraregionali derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani seppur considerati speciali qualora il trattamento a cui sono stati sottoposti non ne abbia cambiato sostanzialmente la natura e la composizione.

Nel merito della sua richiesta relativa all’eventuale conferimento in discarica di tali rifiuti, sulla base delle informazioni ricevute da ARPAE, preciso che nel 2015, su un totale di rifiuti smaltiti pari a 215.078 tonnellate, 76.119 tonnellate sono rifiuti di origine urbana classificati con codice 19.12.12 provenienti da fuori regione e, come le anticipavo prima, prevalentemente dal territorio della città di Roma.

Nel primo semestre 2016 sono state, invece, conferite 78.471 tonnellate di rifiuti e di queste 27.853 tonnellate sono rifiuti di origine urbana, classificati con codice 19.12.12 provenienti da fuori Regione.

Come già evidenziato, la normativa comunitaria e nazionale prevede, tuttavia, l’impossibilità di smaltire in discarica rifiuti extraregionali derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani, solo se il trattamento a cui sono stati sottoposti non ne ha cambiato sostanzialmente la natura e la composizione. Per questo motivo abbiamo anche trattato, come le ho anticipato, nel punto precedente, anche questo aspetto nel rapporto ambientale.

Infine, l’orizzonte temporale del Piano rifiuti è stato ampiamente discusso nelle diverse sedute di Commissione dedicate al Piano. Non posso che ribadire che i sei anni di attuazione (2014-2020) sono stati definiti coerentemente con quanto indicato all’articolo 199 del decreto legislativo n. 152/2006.

Aggiungo, peraltro, che tali tempistiche, in un settore in continua evoluzione, impongono cautele ed importanti e complesse elaborazioni.

Pensare, quindi, di estendere ulteriormente tale arco temporale comporterebbe sicuramente una maggiore incertezza dei dati, che invece vogliamo continuare a seguire e a monitorare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bertani. Ha sei minuti.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Mi dispiace, ma l’assessore Gazzolo non ha risposto alla mia domanda, perché “si terrà conto nella pianificazione dei successivi fabbisogni dei soli rifiuti speciali prodotti nel territorio regionale ai fini della verifica della necessità di nuovi impianti ed ampliamenti”.

Da quei numeri di cui abbiamo appena sentito non c’è la necessità per i rifiuti nati in Regione Emilia-Romagna, anche perché la discarica di Ginestreto si sta riempiendo di rifiuti urbani giustamente che provengono dal Lazio, ma sono di più. A me risultano extraregionali 95.000 nel 2015. La sentenza del Consiglio di Stato c’era già stata. Non capisco perché continuano ad arrivarci.

Nella discarica di Sogliano nel 2015 ce ne sono finiti un quarto dalla Regione Emilia-Romagna. Il resto è tutto extraregione. Vogliamo diventare la pattumiera delle altre Regioni? Io no e la Valle dell’Uso neanche. Quella valle ha già dato e se voi non dimostrate che c’è una necessità per la Regione Emilia-Romagna di avere ulteriore spazio di rifiuti speciali, mi dispiace, ma quella discarica non ha senso di esistere. Se voi dite che i rifiuti urbani non possono entrare in discarica, perché ad oggi entrano? Se nella prossima non entreranno quella discarica non si riempirà mai perché dalla Regione Emilia-Romagna ne arrivano pochi e diminuiranno. Noi non capiamo – non lo capiamo noi e non capisce la gente del luogo – perché avete voluto autorizzare quella discarica. Quel territorio, quell’ambiente ha già dato. Fra l’altro lì ci sono anche aspetti ambientali importanti che la VIA avrà valutato, però tutto il terreno di riporto del buco che andiamo a fare lo andiamo a stoccare su un’area SIC ZPS, che, guarda caso, è lì a 150 metri.

Questo, secondo me, è un altro dato importante del quale non è stato ben tenuto conto. Concludo perché pochi minuti fa l’assessore Donini diceva “Noi dobbiamo coltivare anche delle visioni”. Purtroppo registro che da coltivare delle visioni siamo tornati a coltivare delle discariche, che è anche un termine tecnico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

 

Interpellanza oggetto 3787

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico che l’interpellanza oggetto 3787 viene rinviata perché l’assessore Bianchi non poteva essere presente.

 

OGGETTO 4038

Delibera: «Approvazione Programma Regionale di informazione ed educazione alla sostenibilità (INFEAS) 2017/2019.» (Proposta della Giunta regionale in data 30 gennaio 2017, n. 96) (110)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’ordine del giorno, con l’atto amministrativo 4038: Proposta recante “Approvazione Programma Regionale di informazione ed educazione alla sostenibilità 2017/2019”.

La Commissione Territorio Ambiente Mobilità ha espresso parere favorevole nella seduta del 23 febbraio 2017 con la seguente votazione: 24 voti a favore, 1 contrario e 3 astenuti.

Apro la discussione generale.

Prego, consigliera Francesca Marchetti.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Il programma che andiamo oggi ad illustrare credo meriti un approfondimento per quanto riguarda i contenuti che riporta. Dal 1999 ad oggi questo è il settimo programma triennale di educazione ambientale alla sostenibilità, uno strumento che si è caratterizzato in particolare in quest’ultima redazione per un metodo veramente partecipativo, riconosciuto da tutti e che si approccia a guardare in modo sistemico ed integrato tutti gli aspetti che riguardano l’educazione ambientale alla sostenibilità, dall’educazione formale, non formale e informale e anche per le nuove modalità di collaborazione e partnership interistituzionale e pubblico-privato; una cooperazione virtuosa che vede in questo strumento oltre cinquecento progetti cogestiti da scuole e centri di educazione alla sostenibilità sul territorio, che hanno fatto crescere la cultura ambientale della nostra Regione. Questo programma si rivolge in particolare alle scuole, alla cittadinanza, in un’ottica anche trasversale, come dicevo, per promuovere quelle conoscenze, quella consapevolezza e quei comportamenti che ritroviamo in tante azioni delle politiche innovative già attuate dalla nostra Regione.

È un percorso, un processo che vuole mirare ad aiutare le persone partendo proprio dalle nuove generazioni e interpretare, in chiave integrata e sistemica, la realtà, facendo particolare attenzione anche quelli che sono gli stili di vita in modo sostenibile anche per i più piccoli, ma in modo concreto a mettersi alla prova, a misurarne i benefici ambientali, economici e sociali.

Il programma si articola su quattro parti e voglio citare la prima che sicuramente viene prospettata in principi e strategie per la sostenibilità e l’educazione con quelle che sono state le fonti di ispirazione di rielaborazione e anche di condivisione nel percorso fatto partire dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Potrei citare l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, così come l’economia circolare proposta dalla Unione europea, la COP21 sul cambiamento climatico e le linee guida dell’educazione ambientale dei Ministeri ambiente e istruzione, dove si rilancia – e in questo il programma viene ripresa in modo molto strutturato – una rinnovata strategia d’azione per reintegrare l’ambiente e la sostenibilità nella scuola e nei territori.

Il programma, quindi, dà attuazione, a livello regionale, agli obiettivi strategici dell’Agenda Onu 2030 per la sostenibilità e in specifico al GOAL 4 sull’educazione sostenibile e a tutte quelle elaborazioni dei dodici tavoli di lavoro della recente Conferenza nazionale di educazione ambientale che si è svolta di recente, nel novembre 2016.

In questa Conferenza, con l’uscita dei bandi PON e in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, si aprono per noi delle grandi opportunità sia in termini di risorse, ma anche di nuove progettualità. Si mira a continuare quelle progettualità che hanno avuto successo e che hanno avuto delle campagne di sensibilizzazione importanti.

Nella seconda parte abbiamo sicuramente le politiche e le azioni che l’Emilia-Romagna per la sostenibilità ha rappresentato in una visione di insieme, ma quello che mi preme più sottolineare è la parte più corposa, cioè la terza, dove abbiamo tutte quelle azioni integrate, educative, che vogliono riportare due chiavi di lettura in quell’ottica multidisciplinare che riguardano in particolare l’economia circolare, le città resilienti, le mitigazioni e gli adattamenti del cambiamento climatico.

Tra tutte le aree di intervento, circa dieci, abbiamo l’educazione alla legalità e all’ambiente, l’educazione alla mobilità sostenibile, all’economia circolare, alla cittadinanza e alla cura dei beni comuni. Io credo che su questo si possa rilevare come questo programma abbia abbracciato in modo anche partecipato, partendo anche dalle buone prassi che già ci sono, quelli che sono i fiori all’occhiello dei nostri centri di educazione alla sostenibilità sul territorio, che gestiscono e realizzano tante delle attività.

Nell’ultima parte del programma si pone sicuramente il tema della governance della organizzazione, del sostegno e del monitoraggio della rete; un lavoro che anche su questo ha visto come particolari protagonisti un rapporto proficuo e di cooperazione tra le Istituzioni scolastiche, ma anche un rinnovato patto di collaborazione con le università.

In questo strumento facciamo quello che non solo abbiamo definito tra le priorità, ma una pratica che alimenta e trova anche nuove formule di compartecipazione in quelle che sono le principali strategie regionali di innovazione. Penso che su questo si debba puntare. Il metodo credo che sia stato apprezzato per arrivare davvero anche a costruire un nuovo senso di civismo e di partecipazione in un curricolo ecologico che riguarda tutti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Siamo in discussione generale. La parola al consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Signora presidente, mi duole fare alcune osservazioni su questo programma che la consigliera Francesca Marchetti, con molta enfasi, ha riempito di quei contenuti che probabilmente non sono tipici del programma in esame, ma dovrebbero, invece, per contro, trovare una naturale collocazione e quindi una derivazione del programma in esame nel Piano d’azione ambientale.

Sotto questo profilo io debbo dire che ho notato alcune marchiane differenziazioni ed errori che dovrebbero far riflettere più sotto il profilo amministrativo in relazione all’adozione dell’atto in questione.

Nel punto successivo, o comunque nel punto all’ordine del giorno di domani, vi è l’approvazione del Piano energetico.

Il Piano energetico si fonda su un programma che, vado a citare testualmente, è il 402727. Questo significa che la strategia che vuole seguire questa Regione è una strategia che da qui al 2030 dovrebbe ridurre ben più rispetto a quelli che sono gli attuali obiettivi quella strategia che, invece, nel Piano vigente, l’unico Piano approvato e dico “vigente” solo perché è in proroga, alla pagina 4 viene declinato con la strategia 202020.

Come è possibile, consigliera Marchetti, che un programma, come quello definito nella delibera in esame, che, torno a ripetere, è un atto amministrativo che si differenzia da molti altri Piani che invece vengono adottati per legge, com’è possibile che il punto 3 della delibera in esame reciti testualmente “di dare atto che il programma è propedeutico e a supporto del Piano di azione ambientale approvato con delibera dell’Assemblea legislativa numero 46 del 12 luglio 2011”? Sono i fatti e gli atti dell’Amministrazione e della Regione che tra loro devono trovare un coordinamento che dicono che ciò non è vero. E non è talmente vero che basterebbe leggere la prima pagina della delibera in esame per dire che l’educazione alla sostenibilità supporta le politiche di sviluppo sostenibile della Regione e degli Enti locali prendendone in carica i fabbisogni educativi, partecipativi e comunicativi, ricollegandosi e integrandosi agli strumenti di programmazione quali il Piano energetico regionale.

Come può un Piano avere oggi degli obiettivi 402727 e al tempo stesso dire che, invece, il nostro programma deriva da un altro Piano che ha come obiettivi 202020? È pur vero che nella logica di Assemblea potrebbe quasi dire che si stanno dando i numeri del Lotto, ma non è questa la situazione.

Io ho cercato di spiegare, e lo dico molto pacatamente, le ragioni per le quali mi sembra che il programma oggi in esame necessitasse innanzitutto dell’approvazione del Piano di riferimento, ma ovviamente non sono stato seguito in questa mia tesi, che non è chissà quale volo pindarico di coerenza amministrativa, è soltanto un mettere in fila gli atti e chiamarli con il loro nome.

Se non bastasse questo, io mi chiedo anche la valenza di questo programma, perché a pagina 13 si ricalcano esattamente quelli che erano gli obiettivi del precedente programma.

Il precedente programma, a pagina 3, prevedeva la diffusione dell’attenzione al genere e alle diversità nelle azioni e nei linguaggi in tutte le attività di educazione alla sostenibilità. Al di là del non capirci niente di cosa si vuol dire come titolo, ma questo è naturale quando si mettono in fila le parole solo per cercare di metterle in fila e non secondo il significato proprio delle medesime, al di là di questo, se una volta potevo dire errare humanum est, è il perseverare che è diabolicum. Infatti, a pagina 13 dell’attuale programma si ritorna sull’argomento e si ribadisce l’attenzione al linguaggio di genere. Stavolta si aggiungono anche le pari opportunità. Ho quasi il dubbio che a questo punto disquisire della biodiversità diventi un’espressione oltraggiosa, perché non so se è confacente alle pari opportunità e al linguaggio di genere. Temo fortemente che si vogliano solo riempire le pagine a tutti i costi.

Tra l’altro, a me avevano insegnato da piccolo “gioca coi fanti, ma lascia stare i santi”.

L’andare addirittura a scomodare, come tra l’altro si scomoda nelle prime pagine di questo programma, l’Enciclica di Papa Francesco Laudato si’, io francamente l’avrei lasciata fuori – lo dico sinceramente – perché negli atti amministrativi ci si riempie di contenuti che sono diversi da iniziative che appartengono ad altri poteri, che hanno altri compiti rispetto a quelli degli amministratori.

Gli amministratori forse si potranno anche ispirare alle encicliche, ma così come vengono citate danno luogo a un riassunto affrettato e a mio avviso poco meditato. Quando si fanno i riassunti e non si virgolettano le esatte espressioni, secondo me, si coglie e si realizza la disperata impresa, spesso e volentieri, di dare un’interpretazione, legittima sotto il profilo dei singoli, ma non legittima sotto il profilo amministrativo, di parole che sono collocate in un ambito spazio-temporale diverso dal nostro.

Quindi, cosa volete che dica di questo programma, se non che è senza piano, un progetto senza una sua struttura logica se non quella – torno a ripetere – di dover essere poi del tutto modificato non appena la strategia nazionale di cui all’articolo 34 del decreto legislativo 152/2006, così come è stato modificato in alcune sue parti, sarà stata definita.

È ovvio che anche sotto questo profilo – lo vedremo poi nel piano seguente – si vanno a prendere a spizzichi e bocconi queste e quelle norme di legge e si tenta di collezionarle, neppure avendo l’accortezza di interpretarle secondo la loro successione e secondo il significato proprio delle parole che le stesse contengono.

Quindi, io dico semplicemente una cosa, che mi dispiace se questo intervento viene ritenuto oltremodo noioso sotto il profilo della gestione. Un atto amministrativo, a mio avviso, a differenza di una legge che ha uno spirito prescrittivo, e come tale deve avere anche in sé dei quadri di riferimento nazionali se in materia non specificatamente riservata alla Regione, dai quali è difficile fuggire, questo atto amministrativo in realtà cerca di far finta di non sapere che qui siamo ancora a un piano del 2008.

Quello del 2011 è stato un aggiornamento del piano, così come recita testualmente la delibera assunta allora, perché l’oggetto 1512 approvato nella seduta del 12 luglio 2011 chiaramente dice che innova rispetto alla delibera del 2008 e significativamente introduce alcune modifiche ai capitoli 4, 5 e 6 di cui alla lettera che precedeva la delibera medesima.

Quindi, siamo in un ambito del tutto diverso da quello in cui ci vorrebbe in realtà collocare questo programma. Siamo in un ambito che – vorrei dire sommessamente – probabilmente può seguire con doviziosa pazienza solo il collega Aimi, perché era nell’Assemblea legislativa nel 2008 ed era nell’Assemblea legislativa nel 2011, ma per quanto riguarda altri…

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Foti, la invito a concludere.

 

FOTI: Sicuramente, presidente. Dicevo, per quanto riguarda altri che non hanno avuto la fortuna del consigliere Aimi, posso soltanto dire che se uno fa lo sforzo di cercare di capire che cosa sia esattamente questo programma lo potrebbe definire un ottimo pateracchio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Siamo in discussione generale. La parola alla consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Io riparto un po’ dalle ultime considerazioni del consigliere Foti e questo perché anch’io ho avuto la fortuna di poter seguire a diversi livelli, a partire dal Comune, lo sviluppo delle politiche regionali e delle proposte che riguardano la comunicazione e l’informazione legata ai temi della sostenibilità ambientale.

Parto un po’ da lontano perché non sono assolutamente d’accordo con l’idea che il collega ha fatto emergere collegata a questa proposta, ovvero che sia una proposta fuori tempo, cioè arrivata troppo tardi rispetto a un piano e troppo presto rispetto a un altro, e scollegata da tutta una serie di altri strumenti ed interventi regionali.

Io ritengo che il programma INFEAS sia anzi un grande passo in avanti e un grande sforzo per poter comunicare la sostenibilità e dotare soprattutto la Regione e i territori di una serie di strumenti importanti utili a sostenere le politiche legate alla sostenibilità.

La nostra Regione di interventi ne sta portando avanti tanti. All’interno del documento c’è un elenco degli ambiti su cui il programma interviene e a cui il programma guarda. Penso al piano dei rifiuti, al consumo di suolo a saldo zero, agli acquisti verdi, al piano energetico, alle smart city, al piano integrato dei trasporti.

Sappiamo che su alcuni di questi provvedimenti ci stiamo confrontando e sono in discussione, altri sono già stati approvati. Tuttavia, il senso vero non è quello di avere un programma che fotografi e che si attivi nel momento in cui tutto è arrivato ad approvazione, ma è riuscire a fotografare un’azione che è anche in movimento e che sta velocemente cambiando le politiche del nostro territorio, dandole un sostegno importante che è quello delle politiche legate all’educazione e alla comunicazione della sostenibilità.

Noi sappiamo infatti che per riuscire ad essere efficaci su questo tipo di politiche bisogna avere un terreno fertile e ciò lo si ottiene attraverso l’educazione, lo dice anche la parola. L’educazione al suo interno contiene proprio il principio di far crescere, quindi avere un terreno fertile attraverso cui possono crescere e fortificarsi certi principi e certi valori.

La sostenibilità ha bisogno di un terreno fertile per riuscire a metter radici e a crescere. Tutti i temi della sostenibilità, anche questo continuiamo a dircelo ogni volta che affrontiamo qualcosa che ha a che fare con la sostenibilità, che sia il tema dei rifiuti, che sia quello del consumo di suolo, che sia quello dei trasporti.

Quindi, io penso che tutto il lavoro che sta a monte, i sette programmi che dal 1999 la nostra Regione ha portato avanti nell’ambito dell’INFEAS, i 38 CEAS, un patrimonio unico, questa cosa la voglio sottolineare ed evidenziare.

Noi abbiamo, nel territorio regionale, 38 Centri di educazione alla sostenibilità ambientale, con una visione che è totalmente diversa. Non sono, infatti, solo centri fisici, ma sono soprattutto reti di associazioni e di amministrazioni che si impegnano quotidianamente a far crescere la cultura della sostenibilità.

Quindi, il valore grande di questo programma sono questi 500 progetti che negli anni sono stati finanziati e che hanno accompagnato lo sviluppo del sistema INFEAS.

Noi oggi facciamo un passo ulteriore in una direzione che però è stata tracciata da tempo, una direzione che ci sta facendo crescere e che ci permetterà, anche nei prossimi mesi, nei prossimi anni, di poter avere terreno fertile per le politiche e le proposte che la Regione andrà a fare sul tema della sostenibilità.

Credo che come Assemblea legislativa, proprio perché noi rappresentiamo i cittadini della nostra regione, dobbiamo riportare oggi il senso profondo di questo programma, con il grande impegno e il grande valore che esso ha al centro.

È un programma che è stato costruito con un’azione partecipata, confrontandosi con chi fa i progetti, con i territori, con le associazioni, con le amministrazioni, con i CEAS, quindi è un programma che ha un valore ancora più forte, perché non cade dall’alto, ma come la sostenibilità ha bisogno di nascere profondamente nei territori, venir su dal territorio ed essere accolta nelle proprie istanze, questo programma nasce dal confronto e dal lavoro quotidiano. Quindi, io credo che davvero abbia un enorme valore, a volte anche silenzioso. Quando si dice che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, è proprio questo il senso dell’INFEAS, il senso del lavoro che stanno facendo i CEAS.

Davvero anche noi, con il nostro ruolo di Assemblea legislativa, dobbiamo dare il massimo sostegno a questo programma e alle azioni che i territori stanno portando avanti, perché sono quelle azioni che poi ci aiutano quando facciamo proposte importanti e innovative e quando cerchiamo di dare una forte spinta al tema della sostenibilità nella nostra regione e nei nostri territori.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

Non ho altri in prenotazione. In discussione generale non c’è nessun iscritto.

Prego, la parola all’assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente.

Devo dire che ho apprezzato gli interventi delle consigliere Marchetti e Montalti, che credo abbiano colto un passaggio molto significativo del Programma triennale per l’informazione e l’educazione alla sostenibilità INFEAS.

Tra l’altro, esso viene posto all’attenzione di quest’Aula, ma dal 1999 a oggi è il settimo, prima ai sensi della legge regionale 15/1996, poi della legge regionale 27/2009 che ha aggiornato strategie, obiettivi e organizzazione di queste attività, in costante evoluzione in base alle direttrici degli organismi internazionali e dei sempre più complessi bisogni informativi ed educativi di giovani e di adulti.

Prima di entrare nel merito, rispondendo anche al consigliere Foti, io credo che dai due interventi nel dibattito si sia colto che stiamo parlando di uno strumento che promuove conoscenze per interpretare l’interconnessione delle problematiche ambientali, sociali ed economiche, di una lettura sistemica dei processi basata sulle più aggiornate conoscenze scientifiche e metodologiche interdisciplinari.

Parliamo di consapevolezza che si trasforma in valori e in etica della responsabilità per le generazioni presenti e future e per tutti i sistemi viventi del pianeta.

Parliamo di azioni, di nuovi comportamenti e di capacità di gestione ecosostenibili, applicate alle diverse dimensioni della nostra vita quotidiana, al modo di produrre e di consumare. Tre dimensioni tra loro strettamente collegate che richiedono coerenza, modalità appropriate e determinazione.

Un percorso e un processo che aiuta le persone a interpretare in chiave sistemica la realtà e propone una spinta gentile – l’abbiamo voluta definire così – a modificare gli stili di vita in senso sostenibile, per piccoli ma concreti passi, a mettersi alla prova e misurare i benefici ambientali, economici e sociali prodotti.

In altre parole, parliamo di un programma che va nella direzione di accrescere l’empowerment, la resilienza delle comunità e dei più ampi ovviamente sistemi naturali, sociali, economici e tecnologici di cui sono parte.

La nozione di sviluppo sostenibile proposta dalle Nazioni Unite a Rio nel 1992 è nel tempo diventata una cultura, politica, piano di azione, normativa, indicatore di qualità e strumento di misurazione. È la nostra bussola per il XXI secolo e lo ribadisce l’Agenda 2030 per la sostenibilità con i suoi 17 macro obiettivi. Dal suo successo dipende il futuro del nostro pianeta e dei suoi abitanti.

Non è un caso che ONU e UNESCO abbiano ritenuto necessario promuovere il decennio sull’educazione alla sostenibilità. Sono consapevoli che le sfide che dobbiamo affrontare richiedono un grande cambiamento culturale, nuovi valori e opportunità di mettere in pratica le nuove acquisizioni.

Le parole chiave dell’educazione alla sostenibilità che il programma INFEAS assume e sviluppa sono: riflessività, complessità, interdipendenza, connessione tra i saperi, visione di futuro, responsabilità individuale e collettiva, partecipazione e collaborazione, proprie di un’educazione trasformativa, un’educazione permanente dall’infanzia all’età adulta.

Il processo dell’educazione alla sostenibilità non è qualcosa di episodico e una tantum, ma richiede continuità, qualità, metodo, strumenti da implementare attraverso un programma permanente a cadenza triennale, qual è l’INFEAS, che la Giunta sottopone oggi all’Assemblea.

Non ci sono saperi e competenze acquisite una volta per tutte, in un mondo in rapido cambiamento. Aver assicurato, a partire dal 1999, la continuità dei programmi e delle strutture che abbiamo riorganizzato nell’ambito anche del riordino istituzionale nel 2015, e l’evoluzione delle loro funzioni e servizi, consente oggi di migliorare ancora e affrontare nuove sfide.

Il programma INFEAS lo considero, nel suo piccolo, un grande progetto; è una delle principali infrastrutture culturali della sostenibilità della nostra Regione, un laboratorio per il cambiamento verso la sostenibilità, uno strumento che si è costantemente evoluto nel tempo e che ha generato una virtuosa cooperazione interistituzionale e molte partnership pubblico-private, che ha prodotto, come hanno detto le consigliere, oltre 500 progetti cogestiti da scuole e Centri di educazione alla sostenibilità sul territorio. Ha fatto crescere la cultura ambientale della nostra regione.

Una peculiarità del programma INFEAS, ancora più accentuata in quest’ultima sua edizione, è lo sforzo di pensare le politiche di sostenibilità non come settori isolati ma come un insieme integrato, in grado di accrescerne l’efficacia complessiva. Conseguentemente, le principali politiche regionali offerte dai diversi assessorati e strutture sono analizzate dal punto di vista dei bisogni educativi, comunicativi e partecipativi, e tradotte in specificazioni educative integrate.

In questo modo si dà maggiore forza alle politiche di sviluppo sostenibili, proponendole come un disegno unitario, rafforzando le coerenze, l’interdipendenza, la complementarietà dei singoli piani, sino ad accrescerne la loro efficacia.

Politiche di sostenibilità che non sono il compito di una sola istituzione ma una strategia e azione condivisa con enti locali, agenzie scientifiche, università, associazioni ambientali e di impresa, ovvero del sistema Regione nel suo complesso, quindi un nuovo modo di essere e di operare della pubblica amministrazione aperta al contributo degli stakeholders e dei cittadini.

Coerentemente con quanto premesso, e appunto con gli obiettivi che si perseguono, il programma INFEAS odierno non poteva nascere a tavolino ed è stato per questo costruito attraverso un processo partecipativo che ha visto coinvolti, tra ottobre e dicembre 2016, in focus group, in workshop, in forum on line, sulla piattaforma “Iopartecipo+” gli operatori dei CEAS, della Regione e dell’ARPAE, docenti universitari e ricercatori, associazioni ambientaliste, dei consumatori e di impresa.

Il programma INFEAS è triennale, ma prevede una modulazione operativa per annualità delle attività previste. In tal modo è in grado, pur rimanendo fedele all’indirizzo generale, di accogliere innovazioni, proposte e indirizzi che dovessero essere successivamente approvati dalla Regione nel quadro delle strategie di sostenibilità, come si è verificato, ad esempio, con l’economia circolare e con la legge regionale 16/2015, quando si è provveduto già nel 2016 ad attivare una specifica progettualità educativa a supporto della policy, che ora è significativamente implementata con il nuovo programma.

Mi pare opportuno, infine, rilevare che il programma INFEAS, nella sua edizione appena terminata 2014-2016, ha potuto disporre di un budget regionale di circa 200.000 euro per ciascuna annualità. Se è stato possibile fare molto con poco è in virtù delle forti motivazioni degli operatori e della cooperazione interistituzionale pubblica-privata.

Per il nuovo programma sono disponibili, per parte regionale, risorse analoghe al programma 2014-2016 e ulteriori risorse potranno anche rendersi disponibili attraverso alcuni progetti europei che la struttura regionale competente ha predisposto a supporto di tutta la rete dei Centri, così come dal coordinamento tra i diversi piani regionali afferenti la sostenibilità che potranno attivare sinergie nell’attuazione e nell’ottimizzazione delle risorse dedicate alla comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini, così come il richiamo ai programmi nazionali a cui faceva riferimento la consigliera Marchetti.

Al consigliere Foti posso dire questo e unire che il rapporto tra Piano d’azione ambientale e Programma di informazione ed educazione alla sostenibilità vede due strumenti che traggono origine da due diverse disposizioni normative e perseguono specifici obiettivi tra loro coordinati.

Il Piano d’azione ambientale, che è previsto dagli articoli 99 e seguenti della legge regionale 3/1999 – fa piacere che sia d’accordo con me il consigliere – declina la strategia di sviluppo sostenibile nazionale che il Ministero dell’ambiente ha presentato alle Regioni la scorsa settimana.

Attualmente è dunque ancora vigente il Piano d’azione ambientale approvato con deliberazione dell’Assemblea legislativa 46 del 2011, che ha confermato, come diceva il consigliere, gli obiettivi e le scelte contenute nel precedente piano del 2008.

Il piano individua le linee di azioni utili per realizzare adeguate politiche ambientali e contribuire a superare le criticità individuate.

Il Programma di informazione ed educazione alla sostenibilità, previsto dalla legge 27/2009, promuove, come ho provato a spiegare nella premessa precedente, nel mio intervento, conoscenze, consapevolezza, comportamenti sostenibili e supporta le politiche regionali e locali di sostenibilità.

Quindi, il programma che oggi viene proposto all’approvazione dell’Assemblea è coerente e di supporto al vigente Piano di azione ambientale e comunque verrà tenuto in considerazione in sede di aggiornamento del piano di azione alla sostenibilità che individuerà gli eventuali aggiornamenti necessari.

In definitiva, a me pare che il programma abbia la funzione di promuovere e attuare l’informazione e l’educazione sulle politiche regionali in materia ambientale in modo coordinato e credo, con la forza che gli viene dall’essere un programma non solo sostenuto che ha dato vita a 38 Centri di educazione alla sostenibilità nel nostro territorio, che sia davvero condiviso con la sua comunità, e che questo porti un valore aggiunto nell’imprimere quei cambiamenti e quei comportamenti che derivano da un’educazione alla sostenibilità, anche per il futuro delle nostre comunità. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Gazzolo.

È chiusa la discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

La parola al consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Ringrazio per le risposte e per la ricostruzione legislativa che ha fatto l’assessore Gazzolo e che mi è sufficientemente nota per averla con me, proprio perché sulla stessa ho costruito le osservazioni di prima.

Non annoierò sicuramente l’Assemblea dicendo come la legge n. 3 del 1999, all’articolo 99, definisce il Piano di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile.

So benissimo che questa Assemblea non ha bisogno di conoscere che il Piano regionale, in attuazione degli obiettivi definiti dalla strategia nazionale di sviluppo sostenibile, indica gli obiettivi, la strumentazione, le priorità, le azioni, specificando il contributo della Regione e dell’amministrazione locale al raggiungimento degli obiettivi nazionali.

Così come non citerò cosa dice ai commi 3 e 5, perché mi è altrettanto nota.

Tuttavia forse, assessore, a lei non è nota una cosa: cosa dice l’Enciclica Laudato si’ al punto 155. Lo ricordo a lei e all’Assemblea per vedere se in quello che scrivete c’è quella coerenza alla quale lei si rifaceva.

Dice il Santo Padre: «L’ecologia umana implica anche qualcosa di molto profondo: la necessaria relazione della vita dell’essere umano con la legge morale inscritta nella sua propria natura, relazione indispensabile per poter creare un ambiente più dignitoso. Affermava Benedetto XVI che esiste una “ecologia dell’uomo” perché “anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere”. In questa linea, bisogna riconoscere che il nostro corpo ci pone in una relazione diretta con l’ambiente e con gli altri esseri viventi. L’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune; invece una logica di dominio sul proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile di dominio sul creato. Imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati è essenziale per una vera ecologia umana. Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé. In tal modo è possibile accettare con gioia il dono specifico dell’altro o dell’altra, opera di Dio creatore, e arricchirsi reciprocamente».

Conclusione: «Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di “cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”».

Lo dico a proposito di quei passaggi relativi all’argomento a cui prima facevo riferimento e cioè differenze e attenzione di genere, che mi pare mal si concili con la citazione testé letta dell’Enciclica del Papa, sempre nel nome della coerenza.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Ci sono altri in dichiarazione di voto? Consigliera Francesca Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Mi scuso fin da subito se farò cadere il tono culturale e l’altezza spirituale del dibattito, in quanto ritengo di riportare l’attenzione, dalla tanto decantata Enciclica Laudato sì, all’oggetto di oggi. Magari propongo che si possa fare una bella riflessione sull’Enciclica a 360 gradi, quanto invece nel programma di oggi viene richiamato in un’ottica laddove questa Enciclica è stata uno dei documenti, sul rapporto tra scienza e religione, in un dialogo di un nuovo rapporto di come l’uomo agisce sulla natura, che penso vada riportato ai fini dell’atto che andiamo ad approvare oggi.

Sono un po’ rammaricata proprio perché considero di enorme intelligenza il collega Foti e ritengo che il suo intervento non sia stato noioso. Casomai credo che non si sia preso atto del grosso patrimonio di risorse umane che abbiamo estratto visto che educare significa “tirar fuori”, ex ducere.

Penso che, partendo proprio da un percorso partecipato, abbiamo tirato fuori il meglio di ciò che si potesse fare in un’ottica di principi e strategie che il documento orienta, con un approccio culturale nuovo – non accetto che venga definito come un copia-incolla di qualcos’altro – e sicuramente tenendo presente le progettualità e le esperienze dei nostri ragazzi, delle nostre scuole e dei nostri enti locali.

Voglio sottolineare nuovamente in modo positivo come in questo atto andiamo a costituire e a valorizzare in un’ottica integrata e di prospettiva questa infrastruttura culturale che può permettere davvero alla nostra Regione di ritrovare in tutte le sue azioni un filo conduttore, ritengo, molto positivo.

Rispetto ad alcune sollecitazioni – non posso tacere rispetto all’ottica di genere o a quanto veniva citato già in Commissione, ne avevamo discusso –, credo che sia chiaro come nel presente atto ci si riferisca al tema della prevenzione, al tema degli stili di vita, che sicuramente vedono, in un’ottica anche di genere, un principio fondamentale di orientamento della nostra Regione.

Non voglio far dimenticare che proprio da poco questa Regione si è apprestata anche ad approvare un bilancio di genere, quindi vogliamo dare anche una prospettiva diversa.

Il parere nostro, del Partito democratico, naturalmente sarà positivo, cercando anche di rimettere al centro il dibattito di oggi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Do la parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Già in Commissione ho espresso una valutazione in merito a questo tipo di iniziativa assolutamente condivisibile, perché stiamo parlando di far crescere la cultura della sostenibilità –questo ci trova assolutamente favorevoli.

C’è un problema che mi accompagna da inizio mandato, forse anche da prima, e riguarda l’efficacia di quello che si fa e il fatto che è giusto, assolutamente, elevare la cultura generale per la sostenibilità, partendo dai più giovani che sono quelli che verranno avanti e che prenderanno, si spera, le redini della gestione della cosa pubblica in futuro. Che quindi abbiano una cultura di questo tipo è assolutamente lodevole.

Attenzione però all’efficacia. Dal 1999 – se ho sentito bene, quindi quest’anno questo progetto è diventato maggiorenne – non siamo arrivati a questa massa critica di sensibilità, nonostante negli ultimi tempi, forse anche da un po’ prima, sia effettivamente cresciuta. C’è una diffusione di notizie che vanno in una certa direzione di allerta di quelli che possono essere i comportamenti non virtuosi, quindi c’è una maggiore consapevolezza indotta dagli organi di informazione, dagli eventi su territori o da altre iniziative.

Il fatto che la Regione si metta in primo piano a fare questa iniziativa è assolutamente lodevole, lo ripeto. Voglio essere però molto chiaro: è ovvio che serva il lato operativo, io casco sempre lì. Tutti quegli atti di pianificazione dovrebbero dare la concretezza che questa cultura della sostenibilità vuole portare avanti. Concretezza che non vedo così forte: o meglio, c’è, nel senso che se su mille persone che stanno male una sta meglio, c’è un miglioramento. Visto così, qualunque cosa si faccia, portasse avanti anche solo una minima parte di quello che è identificato come miglioramento, è comunque un “successo”. La mia misurazione e i miei parametri di successo sono altri, ma lì sta alla visione forse personale, forse politica di ognuno.

Ripeto: va bene questo tipo di iniziative, però poi dobbiamo trovare una declinazione operativa sugli atti pianificatori e operativi della Regione, che siano coerenti con quanto viene sostenuto dal punto di vista culturale (tralascio il Piano rifiuti su cui già sapete come la penso, non tiro fuori striscioni, oggi stiamo bene così).

Sul resto, vediamo un’impronta non uguale ma simile. Cioè, si fa qualcosa per migliorare, si tende a far qualcosa per migliorare, ma dal punto di vista dell’efficacia non sono così convinto che stiamo andando nella direzione giusta per molti aspetti in diversi ambiti. L’ho detto per il Piano aria, per esempio, non è un segreto: è scritto nel Piano stesso che si sostiene grazie ad altri atti pianificatori, di per sé non si sostiene da solo.

Questo tipo di attività che puntano alla sostenibilità, giustamente, non le vedo così coerenti con quella spinta che oggi sento non solo dall’Assemblea ma anche dall’assessorato verso la cultura della sostenibilità pure giusta, ripeto. Noi siamo positivamente toccati dal punto di vista delle intenzioni, ma non siamo così convinti che questo porterà ad una reale efficacia sul territorio, perché gli atti operativi, a nostro avviso non sono così coerenti con quanto viene proposto oggi sul tema dell’educazione alla sostenibilità. Per questo probabilmente ci asterremo (ma è più sicuro che voteremo contro).

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

Non avendo altri iscritti, nomino scrutatori i consiglieri Ravaioli, Cardinali, Sassi.

Passiamo alla votazione, per alzata di mano dell’oggetto, 4038. Consigliere Boschini, prego.

 

BOSCHINI: Chiedo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Soncini): Va bene.

Grazie, consigliere Boschini.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Volevo chiederlo anch’io.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Rontini.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 4038, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

27

Contrari

 

8

Astenuti

 

3

 

PRESIDENTE (Soncini): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 3028

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: «Valorizzazione delle manifestazioni storiche dell’Emilia-Romagna». A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Tarasconi, Paruolo, Pruccoli, Zoffoli, Calvano, Montalti, Ravaioli, Iotti, Soncini, Prodi, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Lori, Rossi Nadia, Bagnari, Mori, Marchetti Francesca, Serri (55)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 3028/1 oggetto 4196 - Presentazione e reiezione)

(Ordine del giorno 3028/2 oggetto 4197 - Presentazione e ritiro)

(Risoluzione oggetto 4198 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora all’oggetto 3028: Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante “Valorizzazione delle manifestazioni storiche dell’Emilia-Romagna”, a firma dei consiglieri Zappaterra, Rontini, Tarasconi, Paruolo, Pruccoli, Zoffoli, Calvano, Montalti, Ravaioli, Iotti, Soncini, Prodi, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Lori, Rossi Nadia, Bagnari, Mori, Marchetti Francesca, Serri.

Il testo è il numero 3 del 2017. È stato licenziato dalla Commissione cultura scuola formazione lavoro sport legalità nella seduta del 16 febbraio 2017.

Il progetto di legge è composto da dieci articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

La relatrice della Commissione, consigliera Manuela Rontini, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Do quindi la parola alla relatrice della Commissione, consigliera Rontini, che ha venti minuti. Prego, consigliera Rontini.

 

RONTINI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Il progetto di legge sulla valorizzazione delle manifestazioni storiche dell’Emilia-Romagna che oggi portiamo in aula e che ho depositato insieme ad altri colleghi del Partito democratico, di cui è prima firmataria la consigliera Marcella Zappaterra, nasce dalla consapevolezza che…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Scusi, consigliera. Colleghi, vi chiedo di fare silenzio e di ascoltarci. Grazie.

 

RONTINI: Il progetto di legge, dicevo, nasce dalla consapevolezza che l’Emilia- Romagna è da tempo terra di rievocazione e di eventi storici largamente radicati nel territorio e nel tessuto sociale, tant’è che durante tutto l’anno si svolgono non poche manifestazioni, alcune di rilievo anche internazionale, che richiamano nelle zone interessate flussi turistici considerevoli.

Mi piace anche pensare che questo progetto di legge sia un ulteriore tassello della riorganizzazione della materia turistico-culturale che abbiamo portato avanti in questa legislatura, con l’approvazione della legge n. 4 e della legge n. 5, quella sulle Pro Loco nel 2016, che hanno riformato e riorganizzato il settore del turismo, anche allo scopo di ampliare l’offerta e potenziare il marketing territoriale della nostra Regione, puntando su un turismo fatto di esperienze e non solo di luoghi, sul protagonismo dei territori e su una consolidata sinergia tra pubblico e privato.

Del resto, lo sappiamo, alle spalle di tali eventi, straordinari sotto il profilo della capacità di animazione di luoghi, di comunità locali, operano spesso gruppi e organizzazioni senza scopo di lucro, impegnati nell’organizzazione degli eventi e nella conservazione e diffusione di tradizioni, usi e costumi tipici, che trovano nell’attività di questi soggetti strumento di perpetuazione anche per le nuove generazioni.

Io vengo da Faenza, quindi i colleghi mi permetteranno di accennare all’attività dei cinque rioni. È vero che durante il mese di giugno si sfidano al Palio del Niballo, alla Bigorda d’ora, ai trofei degli sbandieratori e dei musici. È anche vero che durante tutto l’anno, in maniera volontaria, con generosità, animano la vita della nostra città, coinvolgendo tantissimi giovani.

Ho detto di Faenza, ma avrei potuto dire analogamente di Ferrara, di Canossa, con le rievocazioni legate alla figura di Matilde. Avrei potuto accennare a quanto viene a Terra del Sole, o parlare della Contesa Estense di Lugo, o del Palio che si svolge tra le contrade di San Secondo Parmense. Sono solo alcuni esempi, sperando di non aver fatto dei “permali”, avviene sempre quando si cita qualcuno a scapito di qualcun altro.

Tutto questo che per significare che si stima che solo nella nostra Regione il numero di operatori coinvolti supera le 500.000 persone, appunto persone che con il loro impegno e la loro passione coniugano arte, cultura, storia e ricerca al richiamo turistico, all’economia dei territori, senza dimenticare l’aspetto sociale legato all’associazionismo.

Tenuto conto che la Regione Emilia-Romagna persegue, tra le finalità principali della propria azione, la tutela e valorizzazione non solo del patrimonio storico e artistico in senso lato, ma anche delle distinte identità culturali del territorio regionale, che indubbiamente hanno nelle rievocazioni storiche un elemento identitario di alta riconoscibilità, ci è parsa evidente la necessità dello strumento legislativo, al fine di definire puntualmente cosa si intenda per manifestazioni e associazioni di rievocazioni storiche, e quale supporto la nostra Regione voglia dare.

È in questo panorama che ho cercato di tratteggiare che si innesta il presente progetto di legge, che si prefigge di sostenere tali eventi e conseguentemente i soggetti che li organizzano e li animano, adeguandosi così a quanto posto in essere anche da altre realtà regionali, dotatesi di legge specificatamente dedicate al sostegno delle manifestazioni di rievocazioni storiche.

Prima di andare con una veloce illustrazione più nel dettaglio di quello che è l’articolato, colgo l’occasione per ringraziare coloro che hanno supportato l’iter del progetto di legge, a partire dai funzionari del Servizio affari legislativi dell’Assemblea legislativa, che hanno verificato la legittimità e la correttezza formale del testo che, lo ricordo, era d’iniziativa dei consiglieri, hanno verificato la correttezza della scheda tecnico-finanziaria.

Voglio ringraziare anche il dottor Venerio Brenaggi, che ha seguito per l’assessorato il lavoro emendativo che abbiamo approntato in Commissione, consentendo di rendere più chiaro e meglio applicabile il testo, grazie anche al contributo di tanti colleghi, sia di maggioranza che di minoranza. Durante l’iter abbiamo infatti accolto emendamenti depositati sia dalla Lega Nord che da Fratelli d’Italia e dal Movimento 5 Stelle.

L’articolo 1 detta le finalità della legge, promuovere e valorizzare le associazioni e le manifestazioni di rievocazione storica locali, riconoscendone il ruolo di promozione culturale, conoscenza storica del territorio, di sviluppo di forme di turismo compatibile, di crescita associazionistica in ambito sociale ed educativo.

L’articolo 2 si sofferma invece sulle definizioni di associazioni di rievocazione storica e di manifestazioni storiche, necessarie al fine di definirne i soggetti destinatari delle azioni di questa legge.

Con l’articolo 3 andiamo a disporre l’istituzione, presso l’assessorato competente, di un elenco delle associazioni di rievocazione storica, a cui possono iscriversi esclusivamente le associazioni già inserite nel Registro dell’associazionismo, di cui alla legge n. 34 del 2002 (quella sulle APS). Questo articolo va poi letto in combinato con quelli successivi, perché restringe l’ambito dei soggetti finanziabili di cui al successivo articolo 7, alle associazioni iscritte nell’elenco che svolgano attività di conservazione, restauro e integrazione del patrimonio costumistico e del patrimonio costituito da attrezzature materiali necessarie a quelle attività di rievocazioni storiche.

Egualmente in combinato vanno letti gli articoli 4 e 7. Il primo infatti dispone l’approvazione di un calendario annuale delle manifestazioni da parte della Giunta regionale, a cui si potrà chiedere l’iscrizione di quelle manifestazioni che, attive da almeno dieci anni, siano organizzati dagli enti locali o dalle associazioni di cui sopra.

L’articolo 7 prevede invece che i contributi possano essere erogati solo alle manifestazioni di cui al calendario. Tali manifestazioni potranno poi contraddistinguersi per un logo che sarà individuato con un successivo provvedimento della Giunta.

In base all’articolo 5, sempre la Giunta, previo parere della Commissione assembleare competente, definirà le modalità di iscrizione e aggiornamento dell’elenco delle associazioni, la grafica e le modalità per l’autorizzazione e la revoca all’uso del logo, modalità e criteri per l’erogazione dei contributi e per l’approvazione del calendario delle manifestazioni storiche, oltre ad ogni altro aspetto necessario all’attuazione di questa legge.

All’articolo 6 viene poi sancita la modalità di verifica della perdita dei requisiti necessari all’iscrizione all’elenco, con la possibilità di affidarne a titolo non oneroso, la verifica anche ad AERS, l’Associazione Emilia-Romagna rievocazioni storiche, intervenuta anche in sede di udienza conoscitiva, o ad analoghe associazioni del territorio regionale.

Infine, sorvolando sull’articolo 8, che come potete vedere è una semplice norma di rinvio alla disciplina vigente in materia di somministrazione di alimenti e bevande in occasione di eventi, gli ultimi due articoli regolano rispettivamente la norma finanziaria e la clausola valutativa. In particolare, l’articolo 9 individua per il 2017 i fondi già stanziati sulla presente legge dal bilancio di previsione, che ammontano a 150.000 euro. Ricorderete che fu il frutto di un emendamento che abbiamo depositato in sede di discussione di quel bilancio e che sono andati a finire nel fondo per il sostegno ai progetti di legge in corso di approvazione.

L’articolo 10, che è l’ultimo, si occupa della clausola valutativa, che ormai come prassi inseriamo nelle nostre leggi regionali, al fine di consentire all’Assemblea legislativa, a quest’aula e a tutti consiglieri, una valutazione ponderata degli effetti dell’applicazione della norma.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

Apriamo la discussione generale.

Il consigliere Sassi ha la parola.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Noi riteniamo che un atto legislativo di questo tipo possa avere potenzialità interessanti, certamente utili, come diceva la consigliere Rontini, di aggancio alle potenzialità turistiche anche dei territori dell’entroterra, che notoriamente, non avendo il mare, fanno un po’ più fatica a fare “turismo di massa”.

Ovviamente, questa è solo una parte, non è l’unica attrattiva che un territorio interno rispetto alla costa possa fornire, ma certamente è uno strumento utile, non si può dire il contrario. Da questo punto di vista, credo che riuscire a regolamentarlo sia assolutamente d’obbligo, per dare anche più forza certamente alle rievocazioni storiche, storiche - passatemi la ripetizione - nel senso che sono tanti anni che fanno questo tipo di attività, e sono riconosciute e apprezzate sui territori.

Noi lo sappiamo bene. A Reggio Emilia abbiamo la rievocazione di Matilde di Canossa, è una di quelle cose che conosciamo e i territori apprezzano molto e fanno da richiamo.

Noi naturalmente abbiamo cercato di leggere questa proposta di legge con un occhio critico ma non polemico, chiaramente, perché la riteniamo una cosa abbastanza utile. Critico, per alcuni aspetti che abbiamo tentato di migliorare con degli emendamenti. Alcuni sono stati accolti, altri no, in Commissione; non so se verranno accolti oggi, ma temo che si ripeterà lo stesso risultato della Commissione.

Il punto tuttavia che certamente è la nostra caratteristica e che abbiamo cercato di inoculare dentro questo tipo di atto riguarda la possibilità di una rotazione delle associazioni di riferimento, che possa essere di supporto per questo tipo di attività. Credo che in parte questo sia stato accolto, perché proprio riguardo alle AERS, si parla non solo di AERS, ma anche di associazioni simili, quindi questo è utile.

Avremmo voluto anche ragionare sulla storicità dell’associazione, perché effettivamente lasciare, passatemi il termine, a bagnomaria un’associazione che con le sue sole forze debba rendersi storicamente accettabile per rientrare tra quelle nell’elenco della Regione, un termine di dieci anni diventa abbastanza impegnativo per quei territori che magari in passato non hanno mai pensato di darsi da fare in questo senso.

Questo non è passato in Commissione e temo non passerà nemmeno oggi. Comunque, l’intenzione nostra non è quella di metterci di traverso certamente, ma è quella di cercare di portare un tipo di visione leggermente differente. Da questo punto di vista, noi siamo assolutamente soddisfatti del dialogo che c’è stato; parzialmente soddisfatti, invece, dei risultati di questo dialogo. C’è stata, effettivamente, la volontà – e qui un ringraziamento va fatto anche alla relatrice di maggioranza – di un reale confronto su quelli che erano i contenuti che noi proponevamo. C’è stato un confronto sereno e propositivo, da questo punto di vista.

Spero che questo porti dei buoni risultati e che in futuro magari si possa ragionare su quelli che potranno essere dei risultati concreti, misurando ciò che questo atto riuscirà a produrre nel tempo. Magari, in futuro, certi miglioramenti e certe modifiche saranno più concretamente accettabili, perché magari saranno basati su dati concreti. Oggi ovviamente non lo possiamo fare, ma speriamo che ci sia questa possibilità. Vedremo.

Comunque, la nostra disponibilità al dialogo su queste questioni c’è assolutamente, senza problemi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Consigliere Liverani, prego, ha la parola.

 

LIVERANI: Grazie, presidente.

Siamo favorevoli a questo progetto di legge, semplicemente per il fatto che c’è stata una buona cooperazione tra maggioranza e opposizione. Alcuni nostri emendamenti sono stati accettati, come la richiesta di aumentare gli anni di storicità da due a dieci per accedere ai contributi, e di questo ci rallegriamo.

È una legge che finalmente pensa a tutte quelle manifestazioni molto sentite dalla cittadinanza, ma che purtroppo, con la crisi economica, vengono dimenticate e poco valorizzate. Io da faentino penso al Palio del Niballo, un palio che ha più di cinquant’anni di storia, sentito da tutta la città, ma che oggi presenta tante difficoltà. Ogni anno più di 5.000 persone vanno allo stadio comunale per seguire la contesa, e per una settimana la città di Faenza è invasa da migliaia di curiosi.

Il problema sta negli elevati costi di gestione che sostengono i rioni e le varie contrade, costi che anno dopo anno aumentano.

Questa legge, in minima parte, cerca di dare un contributo, ma crediamo che si poteva fare di più. La Regione doveva avere più coraggio e investire più soldi.

Detto ciò, rimaniamo favorevoli alla legge che va ad aiutare tutti gli enti che si occupano da anni di rievocazioni storiche e tengono vive le nostre città. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Liverani.

Prego, consigliera Zappaterra. Ha la parola.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Credo che questo sia un traguardo importante. Ringrazio la relatrice, il Gruppo di maggioranza come i Gruppi di opposizione che hanno voluto lavorarci e dare un contributo di idee alla stesura definitiva della legge, che riteniamo debba essere il risultato migliore possibile per chi sui territori lavora, e sulle rievocazioni storiche si impegna e si impegna da anni.

Le rievocazioni storiche, come è già stato detto nell’introduzione, sono eventi importanti fra turismo della memoria, che è un comparto significativo del turismo culturale, promozione del patrimonio e volontariato importante, che fa aggregazione e coesione sociale tutto l’anno, perché chi proviene da un territorio dove le rievocazioni storiche sono radicate sa perfettamente che per l’organizzazione di quell’evento, la comunità – che siano i rioni o le contrade – lavora tutto l’anno, fa attività importanti di corollario alle manifestazioni principali, tenendo davvero aggregata e coesa la comunità.

Come è già stato detto, l’obiettivo è proprio quello di tutelare e sostenere le realtà che mirano a conservare e a valorizzare le proprie specificità culturali, storico-geografiche, linguistiche e culturali.

Questa legge mira a sostenere tutti coloro che nelle città, nei borghi e nei paesi si impegnano ad organizzare eventi che davvero valorizzano realtà fuori dai percorsi turistici classici e dalle rotte turistiche più frequentate, ma che diventano davvero mete importanti di quel turismo slow, di quel turismo lento, di quel turismo culturale che ha voglia di vedere borghi fuori dagli itinerari dei grandi tour operator.

Credo che non vada sottovalutata la componente che dicevo prima dell’aggregazione e della coesione sociale che questi eventi sui territori fanno. Credo sia un risultato importante arrivare oggi, in Assemblea, ad approvare questa legge, dando il giusto riconoscimento a coloro che lavorano, si impegnano e che nell’organizzazione di questi eventi, causa la situazione di difficoltà dei bilanci pubblici, così come anche delle imprese che rendono difficile l’accesso alle sponsorizzazioni private, non vedono davvero altre strade di sostegno. In molti casi, si rischia davvero, oltre che un progressivo impoverimento della qualità delle manifestazioni degli eventi stessi, si rischia anche la sparizione di eventi che sono importanti, che fanno numeri importanti, ma che per le singole associazioni o i singoli organizzatori non sono più sostenibili.

Mi preme evidenziare inoltre che la legge che approviamo noi oggi è coerente con il progetto di legge già presentato alla Camera dei Deputati, che inserisce le rievocazioni storiche in un quadro normativo di carattere nazionale, che condivide con noi gli obiettivi che sono stati prima citati. Io credo che quello che facciamo oggi sia dare un riconoscimento importante, che non è semplicemente il sostegno economico ad eventi e ad un volontariato che se lo merita, ma è un sostegno in cambio di una qualità e di una serietà negli eventi che devono rispettare requisiti specifici: ci tengo a dirlo. Non stiamo semplicemente distribuendo – lo farà attraverso i bandi la Giunta, con gli adempimenti previsti in legge – risorse; abbiamo inserito un criterio meritocratico per evitare che da domani con questa legge ci sia un fiorire di eventi che non rispetta la documentazione storica necessaria, che non ci sia un fiorire di eventi che si inventano la rievocazione storica. I dieci anni previsti, anche con il contributo dei colleghi di minoranza, così come il logo distintivo e la possibilità che venga revocato, sono garanzia del fatto che le risorse che l’Assemblea legislativa oggi impegna siano destinate a eventi che davvero tengono alto il livello, come l’hanno tenuto alto negli anni passati, senza rischiare di impoverire il territorio.

Finisco ribadendo che è importante la scelta inserita in legge di sostenere non solo gli eventi, ma anche il patrimonio, i costumi, le attrezzature e il loro ammodernamento. Rappresentano un requisito indispensabile perché le manifestazioni continuino ad essere dotate degli strumenti musicali piuttosto che dei costumi che siano davvero coerenti con l’evento storico rievocato e che non siano palesemente in contrasto con la documentazione storica. Lo dico perché, ovviamente, mantenere i costumi e mantenere il patrimonio richiede risorse e richiede un sostegno che finalmente, dopo l’approvazione di questa legge, le associazioni potranno avere a disposizione, così come i Comuni e gli organizzatori degli eventi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

Non ho altri iscritti in discussione generale. Chiudiamo la discussione generale e procediamo sull’articolato.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, sull’ordine dei lavori. Ritiro l’ordine del giorno 3028/2 (oggetto 4197). Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

È in esame l’articolo 1.

Do alcune informazioni sugli emendamenti prima di discutere l’articolo 1. Sono pervenute tredici proposte di emendamento: due a firma del consigliere Foti, di cui una ritirata, sette a firma del consigliere Sassi, una a firma dei consiglieri Bertani e Sassi, una a firma dei consiglieri Rontini, Marchetti Francesca, Foti e Zappaterra, un’ altra sempre a firma Rontini, Marchetti, Liverani, Foti e Zappaterra e un’ altra a firma dei consiglieri Rontini, Marchetti e Zappaterra.

Sono, altresì, pervenuti due ordini del giorno, di cui uno appena ritirato e l’altro, il 3828/1, a firma Pompignoli e Liverani.

È stata, altresì, presentata la risoluzione 4198, a firma Mori, Zappaterra, Rontini, Prodi, Marchetti Francesca, Cardinali, Caliandro e Zoffoli.

Procediamo, quindi, con l’esame dell’art. 1. Non insistono emendamenti.

Apro la discussione generale. Nessun iscritto.

Dichiarazioni di voto. Nessun iscritto.

Procediamo al voto, previa sostituzione di uno scrutatore, perché Sassi in questo momento non è presente in aula.

 

(interruzioni)

 

È stato evocato e adesso Sassi c’è. Bene. Quindi, possiamo procedere.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 1 è approvato.

Art. 2.

Discussione generale. Nessun iscritto.

Dichiarazione di voto. Nessuno iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 2 è approvato.

Art. 3.

Discussione generale. Nessun iscritto.

Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 3 è approvato.

Art. 4.

Sull’art. 4 insistono sei emendamenti: il 3, a firma del consigliere Sassi; il 4, a firma del consigliere Sassi; il 10, a firma dei consiglieri Bertani e Sassi; il 5, a firma del consigliere Sassi; il 6, a firma del consigliere Sassi; il 7 a firma del consigliere Sassi.

Discussione generale congiunta.

Consigliere Sassi, ha la parola.

 

SASSI: Sarò molto breve. In realtà, quello che voglio dire l’avevo già detto prima.

I nostri emendamenti cercano di aprire un po’ questo tipo di atto ad altre realtà, renderlo più flessibile e fare in modo che ci sia la possibilità di far entrare in questo elenco regionale anche associazioni che tentano di costruire un percorso di storicità nel territorio. I nostri emendamenti tendono a quello. Tutto qui. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Il nostro voto è contrario, e voglio provare a spiegare il motivo.

Gli emendamenti 3, 5, 6 e 7 sono quelli che avevamo già discusso in Commissione. Noi avevamo dato una disponibilità ai colleghi, con i quali – lo dicevo prima – abbiamo comunque fatto un lavoro proficuo su un’altra parte dell’articolato, dalla Commissione all’Aula, per trovare la giusta formulazione, anche per mettere in legge la collaborazione che la nostra Regione con l’università ha sempre, a 360 gradi, su tanti fronti.

La ratio del provvedimento è, però, che le risorse che abbiamo destinato alle manifestazioni di rievocazioni storiche vadano, da una parte, agli organizzatori di tali manifestazioni e, dall’altra, alla conservazione del patrimonio costumistico e di tutte le attrezzature necessarie per organizzarle nelle nostre comunità.

Gli emendamenti 4 e 10, se non intendo male, sono uno alternativo all’altro. Sono quelli che vanno a emendare il tema della storicità. Lo ricordava prima il consigliere Liverani nel suo intervento. Noi, dopo aver ascoltato l’associazionismo durante l’udienza conoscitiva che si è svolta, con un emendamento che abbiamo firmato assieme ai colleghi della Lega, abbiamo portato la storicità di queste manifestazioni da 2 a 10 anni. Questo è l’intento che vogliamo mantenere nel nostro progetto di legge, proprio per rafforzare il carattere di storicità, di veridicità delle manifestazioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

Non ho più iscritti in discussione generale sull’art. 4.

Dichiarazione di voto. Nessun iscritto in dichiarazione di voto.

Procediamo alla votazione dei singoli emendamenti.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 4 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Bertani e Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 10 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma del consigliere Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 5 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma del consigliere Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 6 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma del consigliere Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 7 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 4 è approvato.

Art. 5.

Discussione generale. Nessun iscritto.

Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 5 è approvato.

Art. 6.

Sull’art. 6 insistono quattro emendamenti: l’11, a firma dei consiglieri Rontini, Marchetti Francesca, Foti, Zappaterra; l’1, a firma del consigliere Foti; l’8, a firma del consigliere Sassi; il 9, a firma del consigliere Sassi.

Discussione generale congiunta.

Ha chiesto la parola il consigliere Foti. Prego.

 

FOTI: Signor presidente, io non ho sicuramente la pretesa di convincere nessuno, però mi sembra che anche nella nuova edulcorata versione la parte che io propongo di cassare abbia un suo fondamento. Che sia a titolo o meno oneroso la collaborazione da parte dell’associazione Emilia-Romagna delle rievocazioni storiche o di strutture analoghe, sempre che siano iscritte alle associazioni di promozione sociale, resta il fatto che c’è il controllore e il controllato nella stessa figura giuridica.

Ritengo che questa legge, che tra l’altro ha un’altra finalità e un’altra funzione, che io condivido, sia – non so perché – un errore che si vuole a tutti i costi tenere e che, a mio avviso, sarà foriero di qualche problema quando si dovesse verificare qualche problema.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

In discussione generale non ho altri interventi.

Procediamo, quindi, con le dichiarazioni di voto.

Consigliera Rontini, in dichiarazione di voto?

 

RONTINI: Su questo articolo intervengono anche gli emendamenti del Movimento 5 Stelle, vero?

 

PRESIDENTE (Saliera): Sì, quelli che ho letto. Sono due: l’8 e il 9.

 

RONTINI: Semplicemente per ribadire che, rispetto alla formulazione originaria del testo di legge che avevamo depositato, anche raccogliendo alcuni spunti e stimoli di entrambe le forze politiche, che anche in questa sede sono tornate a presentare emendamenti, noi pensiamo di aver fornito all’Aula la migliore formulazione possibile, dal momento che riconosciamo a questa associazione o ad altre analoghe la conoscenza della materia cui chiediamo alla Giunta, eventualmente, di avvalersi, lasciando loro la valutazione sulla possibilità di farlo o meno, di utilizzare competenze che sicuramente in questo caso ci sono.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Rontini.

Non ho più iscritti in dichiarazione di voto.

Quindi, procediamo direttamente alla votazione degli emendamenti all’art. 6.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, a firma della consigliera Rontini ed altri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 11 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma del consigliere Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 8 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma del consigliere Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 9 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 6 è approvato.

Art. 7.

Sull’art. 7 insiste l’emendamento 12, a firma dei consiglieri Rontini, Francesca Marchetti, Liverani, Foti e Zappaterra.

Discussione generale congiunta. Nessun iscritto.

Dichiarazione di voto sull’art. 7. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12, a firma della consigliera Rontini ed altri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 12 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 7 è approvato.

Art. 8.

Sull’art. 8 insiste un emendamento, il 13, a firma dei consiglieri Rontini, Francesca Marchetti e Zappaterra.

Discussione congiunta. Nessun iscritto.

Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 13 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 8 è approvato.

Art. 9. Non c’è più l’emendamento 2, perché è stato ritirato.

Discussione generale sull’articolo. Nessun iscritto.

Dichiarazione di voto. Nessun iscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 9 è approvato.

Art. 10.

Discussione generale. Nessun iscritto.

Dichiarazione di voto. Nessun inscritto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 10 è approvato.

Ora le dichiarazioni di voto congiunte anche con gli ordini del giorno. Anzi, un ordine del giorno e la risoluzione.

Consigliere Pompignoli, ha la parola.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Questo è un ordine del giorno con il quale si impegna la Giunta e il presidente affinché vengano stanziate progressivamente, nel bilancio regionale della Regione Emilia-Romagna, ulteriori risorse. Sulla base di quanto è stato detto dalla consigliera Rontini e dagli altri che sono intervenuti, riteniamo necessario valorizzare la rievocazione storica delle manifestazioni. Quindi, riteniamo opportuno che negli esercizi successivi al 2017 vi sia un incremento di somme di denaro: 200.000 euro sull’annualità 2018 e 250.000 euro sull’annualità 2019.

Questo è quello che si chiede con questo ordine del giorno, sulla base di quanto è stato riferito sulla valorizzazione della tradizione.

Mi soffermo anche sulla risoluzione presentata dalla consigliera Mori e a firma del Partito Democratico. Riteniamo che questa risoluzione non debba essere accolta. Quindi, voteremo contrariamente a questa risoluzione. All’interno di questa legge che parla di eventi, di rievocazione storica di rilevanti avvenimenti storici, le cui origini sono comprovate da fonti documentali, inserire i carnevali sembra una forzatura. Ad ogni buon conto, ritengo anche opportuno sottolineare un punto. Se si tratta di carnevali storici, come sollevava la consigliera Mori, è anche vero che questa legge, così come strutturata e formulata, potrebbe teoricamente anche comprendere i carnevali storici, perché si parla di costume, di danza, di musica. Quindi, al bando eventuale che la Regione potrà fare sulla base di questa legge è evidente che potranno partecipare anche i carnevali storici.

Ritengo sia logico non inserire questa risoluzione. A seguito della valutazione che daranno gli uffici sulla presentazione nei progetti di legge anche dei carnevali storici, saranno assegnati dei punteggi. Se potrà, accederà al finanziamento. Ritengo che una risoluzione di questo tipo non debba essere votata perché, comunque, è già fondamentalmente inserita nella legge. Allargare un po’ la maglia della rievocazione storica inserendoci anche il carnevale non ritengo sia opportuno.

Pertanto, voteremo contro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

La parola alla consigliera Mori.

 

MORI: Grazie, presidente.

Solo alcune parole di esplicitazione della volontà che noi inseriamo in questo ordine del giorno, che approfondisce le possibilità che già il collega Pompignoli diceva essere presente nella legge, ma che noi vogliamo sottolineare, fra l’altro nell’ultimo giorno di carnevale, limitatamente ai carnevali storici. I carnevali storici sono un centinaio in Italia, quindi veramente limitati. Come diceva la consigliera Zappaterra sui criteri di selezione dei carnevali storici, alcuni dei quali affondano le proprie radici culturali nel Medioevo, si tratta di rievocazioni di manifestazioni contro il potere precostituito, di grande interesse sia culturale sia di folclore.

In questo senso, ritenendoli parte integrante della promozione culturale e identitaria oggetto della normativa, vorremmo sottolinearne l’aspetto di specificità. È per questo che – e in questo siamo d’accordo con il collega Pompignoli – chiediamo risorse aggiuntive per la valorizzazione di tutti i soggetti che volontariamente si prestano alle comunità per organizzare eventi così significativi di memoria culturale, della tradizione, che diventano anche elementi di attrattività del territorio dal punto di vista di un turismo consapevole e sostenibile.

Devo dire, però, che rispetto alla proposta del collega Pompignoli non vorremmo porre limiti alla provvidenza. Rispetto a un tetto di risorse presente nella proposta, vogliamo collaborare con la Giunta per risorse aggiuntive che, in qualche modo, siano conformi anche alle proposte e alle realtà presenti sul territorio. Anche a seguito dei bandi che quest’anno si promuoveranno, risulterà essere una necessità per i territori. In questo senso, non possiamo aderire alla proposta – ripeto – perché è limitativa. Visto che vogliamo fare un ragionamento, rispetto al bilancio previsionale per il 2018, che sia autenticamente di rappresentazione di ciò che accade con il bando 2017, ci riserveremmo di fare una discussione previa richiesta di risorse aggiuntive.

In questo senso, quindi, riteniamo la legge sulle manifestazioni e sulle rievocazioni un elemento di avanzamento turistico e, soprattutto, culturale e di sostegno ad un volontariato locale che ci dà la possibilità di ravvivare le nostre comunità in una logica davvero di tradizione e memoria della cultura profonda del nostro territorio.

In questo senso, quindi, il senso dei carnevali storici e la perfetta coincidenza degli obiettivi che la legge si dà con l’ordine del giorno che abbiamo proposto e che invitiamo, ovviamente, a sostenere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Mori.

Non ho iscritti in dichiarazione di voto.

Il consigliere Pompignoli è già intervenuto. Cosa mi deve dire?

 

POMPIGNOLI: La discussione riguarda anche gli ordini del giorno che sono stati presentati?

 

PRESIDENTE (Saliera): No. Siamo già in dichiarazione di voto. Mi spiace.

 

POMPIGNOLI: Se mi consente, presidente, la consigliera Mori ha fatto una dichiarazione sull’ordine del giorno. Adesso andiamo a votare anche l’ordine del giorno. Quindi, avrei necessità di replicare a quanto dice la consigliera Mori. Fondamentalmente...

 

PRESIDENTE (Saliera): No. Mi spiace, consigliere Pompignoli. Siamo in dichiarazione di voto. Era già stata chiusa la discussione generale, la discussione congiunta. Mi dispiace, ma le devo togliere la parola.

 

(interruzioni)

 

No, è congiunta. Siamo in dichiarazione di voto congiunta.

 

(interruzioni)

 

Ha cinque minuti, però.

 

(interruzioni)

 

Un intervento per Gruppo. La consigliera Rontini si è iscritta e, ovviamente, non le posso dare la parola. La ringrazio.

In dichiarazione di voto ci sono altri? Non ci sono altri. Chiedo alla consigliera Rontini di cancellare l’iscrizione.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3028/1 (oggetto 4196), a firma dei consiglieri Pompignoli e Liverani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 3028/1 (oggetto 4196) è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4198, a firma della consigliera Mori ed altri.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione oggetto 4198 è approvata.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 3028, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

33

Contrari

 

--

Astenuti

 

5

 

PRESIDENTE (Saliera): Proclamo approvata la legge riguardante «Valorizzazione delle manifestazioni storiche dell’Emilia-Romagna».

Vi chiedo un attimo di silenzio. Vi propongo, visto l’orario e visto l’argomento che seguirebbe, il 3579, il Piano energetico regionale, di affrontarlo domani mattina, sentiti anche i Capigruppo. Domani mattina riprendiamo i lavori con l’argomento 3579.

Prego, consigliere Sabattini.

 

SABATTINI: La prego di aggiungere il mio voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Saliera): Sì, d’accordo. Grazie, consigliere Sabattini.

Annotiamo il suo voto favorevole.

La seduta è chiusa. Ci vediamo domani mattina.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,26

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI ed Emma PETITTI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 4038 “Delibera: «Approvazione Programma Regionale di informazione ed educazione alla sostenibilità (INFEAS) 2017/2019.» (Proposta della Giunta regionale in data 30 gennaio 2017, n. 96)” (110)

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 27

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 8

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Massimiliano POMPIGNOLI.

 

Astenuti: 3

Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Gian Luca SASSI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 11

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Gabriele DELMONTE, Lia MONTALTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI.

 

OGGETTO 3028 “Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Valorizzazione delle manifestazioni storiche dell'Emilia-Romagna». A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Tarasconi, Paruolo, Pruccoli, Zoffoli, Calvano, Montalti, Ravaioli, Iotti, Soncini, Prodi, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Lori, Rossi Nadia, Bagnari, Mori, Marchetti Francesca, Serri” (55)

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 34

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 5

Enrico AIMI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Tommaso FOTI, Gian Luca SASSI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 10

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 3028 “Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Valorizzazione delle manifestazioni storiche dell'Emilia-Romagna». A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Tarasconi, Paruolo, Pruccoli, Zoffoli, Calvano, Montalti, Ravaioli, Iotti, Soncini, Prodi, Cardinali, Campedelli, Caliandro, Lori, Rossi Nadia, Bagnari, Mori, Marchetti Francesca, Serri” (55)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 6, comma 1, del presente progetto di legge, le parole “, che può avvalersi della collaborazione, a titolo non oneroso, dall’Associazione Emilia-Romagna Rievocazioni Storiche (AERRS) o di analoghe strutture associative delle associazioni di rievocazione storica.” sono abrogate.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 9, comma 1, del presente progetto di legge dopo le parole “per l’esercizio finanziario 2017” sono integrate le parole “con uno stanziamento di Euro 150.000”.»

(Ritirato)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Sassi:

«Nella rubrica dell’articolo 4, dopo le parole “delle manifestazioni” sono inserite le seguenti: “, promozione, supporto tecnico-scientifico”»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Sassi:

«Al termine del comma 3 dell’articolo 4 è aggiunto il testo seguente: “o almeno cinque edizioni”»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Sassi:

«Nell’articolo 4, dopo il comma 4 è aggiunto il seguente 4-bis:

“4-bis. Le strategie regionali per la promo-commercializzazione turistica definite della Linee guida triennali di cui all’articolo 5 della legge regionale 25 marzo 2016, n. 4 (Ordinamento turistico regionale – Sistema organizzativo e politiche di sostegno alla valorizzazione e promo-commercializzazione turistica. Abrogazione della legge regionale 4 marzo 1998, n. 7 (Organizzazione turistica regionale – Interventi per la promozione e la commercializzazione turistica)) prevedono altresì criteri ed interventi per la promozione a fini turistici delle manifestazioni di rievocazione storica, con particolare riguardo a quelle rientranti nel calendario annuale del presente articolo 4-quater.”»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Sassi:

«Nell’articolo 4, dopo il comma 4 è aggiunto il seguente 4-ter:

“4-ter. La Regione promuove e sostiene la collaborazione con Università e qualificati istituti di ricerca storica al fine di supportare, sotto il profilo scientifico, le associazioni dell’Elenco regionale dell’articolo 3 e di qualificare le manifestazioni di cui all’articolo 2, comma 2.”»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma del consigliere Sassi:

«Nell’articolo 4, dopo il comma 4 è aggiunto il seguente 4-quater:

“4-quater. La Regione favorisce, anche mediante supporto tecnico-amministrativo, l’attività degli Enti locali e delle Associazioni dell’articolo 2, comma 1, lettera a) e dell’articolo 6, comma 1, diretta alla promozione ed alla qualificazione delle manifestazioni di rievocazione storica ed all’ingresso, anche attraverso specifici progetti nell’ambito di programmi e nazionali e comunitari ed all’acquisizione delle relative risorse.”»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma del consigliere Sassi:

«All’articolo 6, nel comma 1, dopo le parole: “che può avvalersi” è inserito il testo seguente: “, per i profili storico-rieducativi di rispetto delle finalità di cui all’articolo 2”»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma del consigliere Sassi:

«All’articolo 6, nel comma 2, dopo le parole: “La verifica” sono inserite le seguenti: “, anche al di fuori dell’attività annuale del comma 1”»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Bertani e Sassi:

«Al termine del comma 3 dell’articolo 4 è aggiunto il testo seguente:

“oppure da cinque edizioni ovvero l’esistenza dell’associazione di rievocazione storica organizzatrice da almeno dieci anni unitamente allo svolgimento della manifestazione da almeno quattro edizioni”»

(Respinto)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Rontini, Marchetti Francesca, Foti e Zappaterra:

«All’art. 6, comma 1, le parole “sul possesso dei requisiti individuati dalla Giunta ai sensi dell’articolo 5, comma 1, lettera a)” sono sostituite con le parole “sul rispetto, da parte delle associazioni, delle condizioni di iscrizione previste all’articolo 3” e, al comma 2 le parole “dei requisiti di cui al comma 1” sono sostituite con le parole “delle condizioni di iscrizione previste all’articolo 3”.»

(Approvato)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Rontini, Marchetti Francesca, Liverani, Foti e Zappaterra:

«All’art. 7, comma 1, prima della parola “valorizzando” è inserita la parola “anche”.»

(Approvato)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Rontini, Marchetti Francesca e Zappaterra:

«All’art. 8 le parole “di interesse locale” sono soppresse.»

(Approvato)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

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