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122.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 1 MARZO 2017

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3579

Delibera: «Piano Energetico Regionale 2030 e Piano Triennale di Attuazione 2017-2019.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 novembre 2016, n. 1908) (111)

(Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 3579/1/2/3/6 oggetti 4199 - 4200 - 4202 - 4208 - Presentazione, discussione e reiezione)

(Ordini del giorno 3579/4/5 oggetti 4203 e 4204 - Presentazione, discussione e approvazione)

(Risoluzioni oggetti 3894 e 4167 - Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

IOTTI, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Soncini)

BERTANI, relatore di minoranza

MUMOLO (PD)

GIBERTONI (M5S)

LIVERANI (LN)

MONTALTI (PD)

SASSI (M5S)

BARGI (LN)

PICCININI (M5S)

FOTI (FdI)

IOTTI (PD)

BERTANI (M5S)

COSTI, assessore

IOTTI (PD)

BERTANI (M5S)

BERTANI (M5S)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 4009

Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell'Intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna della Repubblica Italiana e la Provincia del Gauteng della Repubblica del Sud Africa per l'istituzione di un rapporto di partenariato.» (Richiesta del Presidente della Giunta regionale prot. AL/2017/5078 del 03 febbraio 2017) (112)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

BARGI (LN)

MOLINARI (PD)

PICCININI (M5S)

BERTANI (M5S)

MOLINARI (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetto 3579

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 10,49

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centoventiduesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento, il presidente della Giunta Bonaccini e il sottosegretario Andrea Rossi. Hanno, inoltre, comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Bianchi, Caselli, Donini, Gualmini e Petitti.

 

OGGETTO 3579

Delibera: «Piano Energetico Regionale 2030 e Piano Triennale di Attuazione 2017-2019.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 novembre 2016, n. 1908) (111)

(Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 3579/1/2/3/6 oggetti 4199 - 4200 - 4202 - 4208 - Presentazione, discussione e reiezione)

(Ordini del giorno 3579/4/5 oggetti 4203 e 4204 - Presentazione, discussione e approvazione)

(Risoluzioni oggetti 3894 e 4167- Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’atto amministrativo 3579: Proposta recante: “Approvazione della proposta di “Piano Energetico Regionale 2030” e di “Piano Triennale di Attuazione 2017-2019” e dei relativi allegati da trasmettere all'Assemblea Legislativa per la definitiva approvazione ai sensi della lett. d. comma 4 art. 28 dello Statuto e dell'art. 8 L.R. n. 26/2004 e s.m.i.”.

La Commissione Politiche Economiche ha espresso parere favorevole nella seduta dell’8 febbraio 2017 con la seguente votazione: 27 voti a favore, nessun contrario e 10 astenuti, approvando modifiche (emendamenti ed errori materiali).

La proposta in esame è formata, oltre che dalla delibera di Giunta, da dieci allegati:

•ALLEGATO 1: Osservazioni;

•ALLEGATO 2: Piano Energetico Regionale Emilia-Romagna;

•ALLEGATO 3: Piano Triennale di Attuazione del PER 2017-2019;

•ALLEGATO 4: Rapporto Ambientale del Piano Energetico Regionale 2017-2030 n. 1;

•ALLEGATO 5: Rapporto Ambientale del Piano Energetico Regionale 2017-2030 n. 2;

•ALLEGATO 6: Studio di Incidenza del Piano Energetico Regionale dell’Emilia-Romagna;

•ALLEGATO 7: Studio di Incidenza del Piano Triennale di Attuazione 2017-2019 del PER dell’Emilia-Romagna;

•ALLEGATO 8: Parere Autorità Ambientale;

•ALLEGATO 9: Dichiarazione di Sintesi del Piano Energetico Regionale;

•ALLEGATO 10: Dichiarazione di Sintesi del Piano Triennale di Attuazione 2017-2019 del Piano Energetico Regionale.

Il relatore della Commissione, consigliere Massimo Iotti, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Andrea Bertani, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Per informazione, su tale oggetto insistono sino ad ora tredici proposte di emendamento: dieci a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva, Sensoli; tre a firma dei consiglieri Alleva e Bertani.

Insistono, altresì, tre ordini del giorno: il 3579/1, a firma del consigliere Bertani, il 3579/2, a firma del consigliere Sassi e il 3579/3, a firma della consigliera Piccinini.

Inoltre, sono state abbinate le seguenti risoluzioni, la n. 3894, Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere, presso il Governo, in tutte le sedi opportune, sostegno ed incentivi economici adeguati per lo sviluppo di politiche che favoriscano l’utilizzo di energia geotermica, sia per i cittadini che per le imprese attivandosi, inoltre, affinché sul territorio emiliano-romagnolo vengano attuate tutte le politiche energetiche necessarie per incentivare l’utilizzo della tecnologia geotermica, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, e la Risoluzione n. 4167 per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo e il Parlamento affinché venga rivista e integrata la normativa che disciplina e regola i sistemi di distribuzione chiusi, consentendo la realizzazione di nuove reti elettriche private, diverse dalle reti interne di utenza, eliminando le disparità concorrenziali tra differenti modalità organizzative delle reti elettriche e tra differenti tecnologie di generazione, a firma del consigliere Bertani.

Procediamo con le relazioni.

Do la parola al relatore della Commissione, il consigliere Massimo Iotti, che ha dieci minuti a disposizione. Prego.

 

IOTTI, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Visto il ritardo con cui cominciamo oggi, provo a sintetizzare e soprattutto a focalizzare gli aspetti più peculiari di questo Piano, ribadendo come il percorso che ci ha portato fin qui è stato un percorso non solo nell’ambito del confronto con associazioni, con forze sociali e altro, ma anche di livello tecnico piuttosto qualificato.

Da tutto questo quadro preliminare, la materia energia in maniera evidente ha fatto emergere il proprio ruolo di primo piano nella misura in cui può senz’altro favorire lo sviluppo, quello sviluppo diverso e alternativo di cui si parla tanto e che possa garantire nuove opportunità e nuovi posti di lavoro di una nuova economia.

Il settore energetico è strutturalmente intersettoriale e trasversale. Non c’è settore o attività che non è influenzato e non ha delle conseguenze sia in termini di approvvigionamento che in termini di costi e di consumi. In questo senso la priorità di intervento della Regione Emilia-Romagna è dedicata, come obiettivo finale di tutte quelle che sono le azioni conseguenti al Piano energetico, alle misure di decarbonizzazione, dove l’intervento regionale può essere sicuramente maggiormente efficace, quindi in particolare nei settori a maggiore consumo finale di energia.

Tra queste abbiamo la mobilità, l’industria diffusa e quindi nel nostro contesto soprattutto la rete di piccole e medie imprese, il residenziale e il terziario; misure di decarbonizzazione che è evidente hanno influenze e non è mia intenzione fare alcuna invasione di campo per quello che riguarda poi la programmazione relativa al Piano dell’aria.

In particolare, tutto il Piano si muove su ambiti di intervento che sono il risparmio energetico ad uso efficiente dell’energia nei vari settori, risparmio che ha come primo obiettivo quello di ridurre i consumi, una produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, la razionalizzazione del settore dei trasporti, anche qui con forti ed evidenti relazioni con quello che sarà poi il nuovo Piano regionale dei trasporti e della mobilità. A questo complesso di azioni sono destinati oltre 200 milioni di euro, per la precisione 245, che nei prossimi anni la Regione Emilia-Romagna investirà in tutte quelle che sono le strategie qui contenute. È una misura, mi permetto di dire, anche molto più rilevante rispetto ai Piani triennali precedenti.

Le politiche adottate precedentemente ad oggi hanno portato a conseguire sostanzialmente gli obiettivi che ci si era prefissati a fine 2013-2014 e nel precedente PTA 2011-2013, sia in termini di risparmio energetico, e in questo hanno sicuramente contribuito tutte le misure messe in atto a livello nazionale, che in termini di sviluppo delle rinnovabili per la produzione sia termica che elettrica.

Da questo punto di vista, quindi, soprattutto grazie a tutto l’apparato normativo relativo ai requisiti di prestazione energetica degli edifici che in questa Regione sono particolarmente significativi ed efficaci, si è raggiunto questo obiettivo.

Analogamente, per la produzione di energie rinnovabili, sia a livello di produzione elettrica sia a livello termico, sono stati raggiunti sostanzialmente gli obiettivi tenendo conto che gli obiettivi sono sempre basati su stime.

Una voce che rimane invece non assolutamente decollata è quella relativa alla produzione eolica di grande interesse, ma che per una normativa, mi permetto di dire forse anche da cominciare a rivedere, rimane al palo.

Da questo ne deriva il principale obiettivo del PER, in linea con tutte quelle che sono le politiche europee e nazionali di promozione dell’efficienza energetica. Il primo obiettivo è il 27 per cento di incremento riguardante l’efficienza energetica. Oggi questo parametro si può ritenere raggiunto e ci poniamo in uno scenario obiettivo finale del 47 per cento, che va oltre quelle che sono le misure imposte dall’Unione Europea appunto del 27 per cento.

Da questo punto di vista, quindi, credo che sul tema risparmio energetico possiamo andare molto al di là di quelli che sono gli obiettivi ed è evidente altrettanto che non solo ci sono aspetti da considerare di natura tecnico-economica, ma le ricadute, anche per gli effetti sociali che può produrre questa azione di risparmio, in particolare sul patrimonio pubblico, sono di grandissimo interesse.

Sul settore residenziale non mi dilungo, tra l’altro abbiamo discusso lungamente anche in Commissione, c’è stata un’udienza conoscitiva. Credo che sia stato un confronto pieno di contributi e mi permetto sin d’ora di dire che sono stati in larga parte tutti accolti.

Dicevo, sul settore residenziale peseranno sicuramente le scelte in termini di riqualificazione di porzioni urbane di grandi dimensioni, e anche su questo con la nuova legge urbanistica si andrà in questa direzione.

Per quello che riguarda, invece, il settore industriale, strategico sarà il finanziamento delle cosiddette “diagnosi energetiche”, che si sovrappone a uno strumento nazionale e che avrà sicuramente conseguenze negli interventi di retrofit energetico, dove si stima che 1 euro attivato in contributo di finanziamento possa produrre sino a dieci volte.

Secondo obiettivo è quello che riguarda la produzione, come detto, di fonti rinnovabili. Se abbiamo fatto passi in avanti notevoli, l’obiettivo UE al 2030 del – 27 per cento (oggi siamo circa al 12 per cento) dovrà essere lo scenario obiettivo finale e credo che in questa direzione si debba fare molto.

Allo stesso modo, come dicevo, sulle emissioni di carbonio, quindi i famosi gas climalteranti, l’obiettivo del 40 per cento finale posto dall’Unione europea sempre al 2030, rimane anche nel nostro piano. Attualmente siamo circa al 14 per cento.

Tradotto, noi abbiamo la necessità di sostenere lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili, soprattutto quelle ad elevata efficienza che possono soddisfare un fabbisogno energetico particolarmente significativo in questa regione, sia per il riscaldamento e raffrescamento degli edifici, che dimensionalmente è la quota più significativa, sia per quello che riguarda il sostegno energetico a tutti quelli che sono i fini produttivi della nostra struttura produttiva regionale.

Da questo punto di vista, le azioni riguardano lo sviluppo delle pompe di calore, impianti a biomassa, la cogenerazione ad alto rendimento e, in particolare, la rivalutazione del teleriscaldamento alimentato da rinnovabili, perché in questa direzione può dare risultati migliori.

A questo si aggiungono il biometano, su cui esiste anche un ordine del giorno specifico e di recente c’è stato un convegno che ha posto l’attenzione sulle potenzialità, e la geotermia a bassa entalpia che finora non ha preso piede grazie anche ai costi elevati, ma che sicuramente può dare un contributo importante.

Per quello che riguarda l’evoluzione dei consumi relativi alla mobilità, senz’altro una delle voci più significative riguarda i veicoli elettrici. L’avrete letto nel piano: al 2030 si immagina uno scenario in cui 600.000 nuove auto saranno tutte elettriche e 400.000 ibride, quindi circa un milione di mezzi dovranno muoversi con una mobilità basata sulla rinnovabile elettrica.

Detto così sembra quasi un obiettivo irraggiungibile. Credo che di questo dobbiamo tenere conto, ci saranno effetti anche macroeconomici per quello che riguarda le scelte dei grandi gruppi di case automobilistiche, ma c’è già un sistema che si sta muovendo, così come si dovrà rivedere complessivamente anche tutta la strategia di alimentazione e di ricarica dei veicoli, che non potrà certo essere risolta semplicemente con colonnine lasciate in giro in qualche modo.

Il settore dei trasporti – anche qui, ripeto, rimando ad altre voci – in particolare si orienterà per le merci verso il ferro e per cercare di incentivare sempre più il trasporto pubblico.

In merito agli aspetti strategici, mi soffermo sul ruolo innovativo che avranno i Comuni.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, le volevo dire che ha esaurito il tempo, quindi le chiedo di avviarsi alla conclusione. Sono dieci minuti. Grazie.

 

IOTTI: Mi avvio a concludere. Dico solo questo: per quello che riguarda la gestione del piano a livello territoriale un ruolo importante dovranno svolgerlo i Comuni.

I Comuni sono tenuti e si stanno adeguando ad approvare il PAES. È uno strumento importante che per la prima volta dà ai Comuni una responsabilità di pianificazione locale su questa materia. Credo che si dovrà lavorare in questa direzione e lì si gioca molto dell’attuazione del Piano. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Iotti.

Do la parola al relatore di minoranza, consigliere Bertani. Prego, dieci minuti.

 

BERTANI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Il Piano energetico per noi è uno strumento importante. Per questo motivo – penso si sia visto anche nei lavori di Commissione, dalle discussioni che abbiamo avuto, anche critiche – abbiamo deciso di dedicarci tempo, tramite emendamenti e proposte.

L’analisi, dicevo, è stata anche critica. Partiamo però almeno dai punti che noi abbiamo rilevato come positivi. Intanto va riconosciuto come importante il lavoro di raccolta e di analisi dei dati, perché quando uno conosce la realtà, poi su questa può prendere delle decisioni. Così anche il database degli impianti, il database dei consumi, che ancora deve essere completamente implementato – su questo vi invitiamo a continuare il lavoro – anche perché sarà importante per i PAES dei Comuni.

Riconosciamo inoltre il lavoro di approfondimento che c’è stato, quindi il percorso durante l’anno, con quegli incontri tematici che si sono tenuti, e anche la disponibilità del confronto che c’è stato in Commissione, anche se alla fine delle nostre proposte in pratica poco o nulla è passato, ma comunque c’è stato un buon confronto – lo riconosco – con il relatore di maggioranza.

Infine, gli obiettivi. Sì, li riteniamo anche noi sfidanti. A noi sarebbe piaciuta un’ulteriore sfumatura riguardo al 2050, però anche qui riconosciamo che qualcosa è stato inserito.

Le critiche che abbiamo sollevato in Commissione e che solleviamo anche oggi sono queste.  Nonostante ci siano queste premesse, quello che rileviamo è che nelle azioni del piano, quindi nel piano triennale, ci si incaglia nelle azioni o quelle che noi chiamiamo leve. Nel Piano di attuazione ci si sofferma a definirle azioni generiche. Addirittura lo stesso piano le chiama “azioni indicative”.

Quindi, bene nel piano generale, nel piano completo di dare – chiamiamole così – delle “pennellate”, ma nel piano triennale, secondo noi, andavano definite delle azioni precise e puntuali, dandosi anche delle priorità, poiché vanno usate quelle che noi chiamiamo le “leve”.

Quali sono le leve? Possiamo usare degli strumenti normativi per definire ciò che dobbiamo o possiamo fare oppure non dobbiamo o non possiamo fare. Possiamo usare degli strumenti economici che possono essere degli incentivi per incoraggiare o delle tassazioni per scoraggiare. Oppure si possono dare informazioni per far capire l’importanza di alcune azioni e perché conviene intraprendere certe strade.

Quindi, il compito della politica sarebbe identificare qual è il giusto mix. È ovvio che è un problema molto complesso, quindi non esistono formule magiche, però secondo noi questo è ciò in cui sarebbe dovuto entrare più nello specifico il piano.

Ad esempio, a Bologna ci risulta ci siano ancora 800 condomini che si riscaldano a gasolio. Questo non è più accettabile né dal punto di vista energetico, né dal punto di vista ambientale. Cosa si potrebbe fare? Si potrebbero istituire dei bonus caldaie, come mi sembra si stia facendo, in via sperimentale, anche grazie ai nostri suggerimenti, a Modena. Oppure si potrebbero inserire degli obblighi o dei divieti: ad esempio, per i caminetti aperti mi sembra che nel Piano aria stiamo introducendo dei divieti.

Si potrebbero introdurre per le caldaie a gasolio? Forse sarebbe un intervento troppo pesante, però, per esempio, si potrebbero introdurre dei divieti per vietare l’installazione di nuove caldaie a gasolio, perché in questo piano si prevede che di qui al 2020, o non ricordo se al 2030, ci sia un aumento di caldaie a gasolio, e questo non è accettabile.

Secondo noi nel Piano mancano azioni e valutazioni di questo tipo: costi, benefici, priorità e impatto atteso dalle misure. Questo è un altro punto critico, perché se manca l’impatto atteso da ogni misura manca un serio piano di monitoraggio, e questo veniva fatto notare anche nella VAS.

Qualche cosa, in Commissione, avevamo proposto. Qualcosa – lo riconosco – si è recuperato accogliendo almeno un’osservazione, che è quella del tavolo, che appunto è stato accolto. Noi chiediamo – ma mi sembra di vedere che anche la maggioranza alla fine lo chieda – che questo tavolo si riunisca almeno con cadenza annuale.

Con un Piano così, noi riteniamo che rischiamo interventi a pioggia. Mi è stato fatto notare in Commissione, però, che in questo modo si permette una maggiore flessibilità negli interventi. Secondo noi, però, prevale il rischio di disperdere energie, visto che è di questo che stiamo parlando. 

Dato che le risorse sono limitate, noi dovremmo concentrarle su alcuni interventi che riteniamo producano un maggiore effetto.

Nel Piano, infine, rileviamo anche alcuni dati incongruenti. Alcuni li dicevo prima. Tra questi, aumento di unità immobiliari alimentate da caldaie a gasolio, aumento di auto a diesel. Come dicevamo, prevediamo un aumento di auto elettriche, però non prevediamo con quali leve le faremo aumentare.

Prevediamo energia da incenerimento rifiuti. Quindi, il PER prevede un aumento di produzione di energia elettrica da rifiuti, quella dovuta agli inceneritori. Questa, secondo noi, visto che abbiamo approvato un Piano rifiuti che in prospettiva dice di chiudere gli inceneritori, è un’incongruenza.

Infine, mancando obiettivi puntuali, manca una correlazione stretta anche con i finanziamenti messi a disposizione. I fondi elencati nella tabella del PTA sono slegati e non quantificati come destinazione per ogni singola azione.

Anche qui, quindi, viene lasciato un ampio margine di manovra, con rischio inefficacia e con rischio di disperdere le poche risorse in tanti rivoli. Per non parlare poi del fatto che quei 250 milioni non sono tutti veri, perché dentro ci sono soldi già spesi o che con l’energia non c’entrano nulla.

Ad esempio, scrivere che i soldi del People Mover fanno parte della dotazione del Piano energetico a noi sembra un’incongruenza, perché è mobilità sostenibile ed è mobilità sostenibile – l’abbiamo detto tante volte – secondo noi fatta male. Con la stessa logica, visto che ieri mattina abbiamo parlato del TRC di Rimini, avremmo potuto inserirci anche quello, ma secondo noi non ci sta.

Quindi, l’impressione è che parte di quei soldi girino da slide a slide, un po’ come le truppe di Mussolini alla parata militare: per farli sembrare un po’ di più facciamo fare loro qualche giro in più.

Cito alcuni aspetti critici che abbiamo rilevato ed evidenziato con alcuni emendamenti. Il mix energetico proposto al 2030 prevede un’importante quota di energia da biomasse. Sappiamo che quest’ultima è sicuramente una risorsa, ma che può avere anche importanti impatti ambientali: pensiamo alle polveri dei piccoli riscaldamenti a biomassa in ambiente urbano per l’uso del pellet e della legna, ma anche ai rischi di digestato e reflui se mal gestiti o agli impatti odorigeni per il biogas, che sono una delle parti critiche di quegli impianti.

Poi c’è anche un tema di impronta carbonica delle biomasse, perché se è vero che la biomassa è definita carbon neutral, quella che arriva dall’altra parte del mondo (vedi olio di palma) sicuramente ha un carico di CO2 rilevantissimo, così come ce l’ha il pellet che arriva dall’Austria o dal Canada addirittura.

Quindi, anche in questo caso, quando facciamo questi calcoli di CO2 dobbiamo stare molto attenti. Altro tema è il rischio delle dimensioni, cioè il rischio che appoggiandosi a quello che diciamo nel Piano energetico qualcuno ritenga di spingersi verso grandi impianti, che definisco industriali, che poi diventano affamati di materia prima che viene da lontano, piuttosto – è quello che preferiamo noi – che quelli di piccola scala e dimensionati sulla filiera locale, quindi più sostenibili. E su questo parte abbiamo proposto alcuni emendamenti.

Un’altra parte critica che abbiamo rilevato è che nel piano si parla di favorire il superamento dei conflitti ambientali che si creano a livello locale quando si parla appunto di impianti a biomassa. Se superare il conflitto ambientale si traduce nel passare sulla testa dei cittadini, questo a noi non piace, cioè autorizzare impianti che sono destinati a far cassa.

Dico a far cassa perché a volte con finanziamenti o incentivi si è spinto per fare impianti che non sono di per sé sostenibili, ma sono sostenibili perché ci sono gli incentivi. Quindi, i conflitti a livello ambientale non si devono superare perché danno fastidio, ma serve un approccio per valutare con trasparenza e onestà vantaggi ed impatti. Per questo, anche qui, abbiamo presentato due emendamenti riguardo alla garanzia di compatibilità ambientale di questi impianti e alla richiesta di non sostenere con incentivi gli impianti a biomasse, combustione di legno, pellet o biogas nelle aree in cui c’è criticità di qualità dell’aria e comunque che non derivino da filiera corta.

Abbiamo presentato alcuni emendamenti riguardo al settore del trasporto. Anche in questo caso, manca completamente il riferimento alle merci e al trasporto su ferro, laddove purtroppo, dopo averlo incentivato per alcuni anni, in previsione non vedo più questi incentivi.

Sul lato dei consumi, l’energia non consumata è la fonte energetica principale più importante verso il cambiamento. Nel Piano la Regione si impegna a riqualificare il 3 per cento all’anno. Ecco, qui noi suggeriamo almeno di pianificare una valutazione energetica per costruire questo piano, in modo da partire sicuramente da quelli più urgenti.

Nel Piano, però, per esempio, riguardo alla qualificazione energetica dell’edilizia privata, manca tutto, nel senso che è indicata come azione generica indicativa, ma poi non c’è scritto da nessuna parte quali soldi o quali iniziative vogliamo utilizzare per spingere. Quello è uno dei punti importanti sui quali bisognerà lavorare nei prossimi anni, però così rimaniamo troppo nel vago.

Per quanto riguarda invece formazione, informazione e cultura, i PAES. Io non sono così convinto, come lo siete voi, sull’utilità dei PAES, che sono comunque strumenti importanti; non sono convinto perché spesso sono stati fatti per scriverli e rischiano di rimanere sogni sulla carta.

Proponiamo almeno che di qui in avanti ci sia un monitoraggio ben fatto sull’attuazione di quei PAES, perché non rimangano libri dei sogni.

Anche su questo esprimo apprezzamento perché mi sembra che anche la maggioranza, alla fine, abbia prodotto un suo emendamento. Infine, proponiamo alcuni ordini del giorno. Uno al quale tengo riguarda la ricerca e prospezione di idrocarburi e di metano.

In regione stiamo continuando a ricercare – proprio ieri a Bagnacavallo hanno dato un’autorizzazione – il metano. Abbiamo detto che andiamo verso un nuovo modello e verso una nuova prospettiva e continuiamo a ricercare. Secondo noi, dobbiamo introdurre una moratoria. Così come l’abbiamo introdotta per un tema di sicurezza, secondo noi dobbiamo fare la stessa cosa per il tema energetico e valutare costi e benefici.

Ci sono benefici perché il metano c’è, ma abbiamo detto che non ci servirà più…

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, la invito a concludere.

 

BERTANI: Grazie, concludo. Ci sono tuttavia anche dei costi, che sono ad esempio la subsidenza e l’impatto sui territori. Quindi, noi proponiamo su questo una moratoria.

Infine, poi ci sarebbe da agire nei confronti del Governo. Anche qui ci sarebbe tanto da dire, dal momento che non tutto è in mano nostra e come Regione dobbiamo cominciare a spingere verso il Governo. Un esempio è la risoluzione proposta riguardo ai sistemi di derivazione chiusa, perché la normativa è ferma lì da tempo e sarebbe importante e utile farla partire, anche perché noi su certe questioni siamo avanti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Visto l’atto sto cercando di essere elastica rispetto ai tempi, però vi ricordo che sono dieci minuti.

Apro la discussione generale congiunta sul provvedimento e sulle risoluzioni.

Ci sono iscritti? Consigliere Mumolo, prego.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Il Piano energetico regionale, come è stato ben illustrato dal relatore, delinea un percorso per realizzare la transizione energetica verso un futuro, che ci auguriamo tutti sia al 100 per cento rinnovabile, al 2050.

I settori su cui abbiamo deciso di puntare sono la produzione da fonti rinnovabili, l’efficienza energetica, la riqualificazione degli edifici, senza tralasciare la mobilità sostenibile. Nel quadro complesso del piano, che interseca diversi settori e diverse azioni, ho proposto, d’accordo ovviamente con il relatore, due emendamenti.

Il primo riguarda un aspetto, secondo me, cruciale, che è quello della partecipazione della cittadinanza e del patto tra amministratori e cittadini per una produzione di energia rinnovabile diffusa. Esistono sul territorio diversi progetti eccellenti e sperimentazioni. Ritengo che come Regione dobbiamo impegnarci a promuovere questi progetti e a sostenerli.

Tra questi, un progetto lanciato alcuni anni fa dalla Facoltà di Chimica industriale dell’Università di Bologna è partito grazie al sostegno della nostra Regione. Il progetto è denominato “Comunità solari”. Si tratta di un progetto sviluppato nell’ambito dei piani d’azione per l’energia sostenibile quale strumento di partecipazione popolare.

Le Comunità solari sono associazioni di cittadini e imprese promosse dai Comuni, che partecipano direttamente alla costruzione di politiche energetiche sostenibili, sostituendo l’uso di combustibili fossili con quello di fonti energetiche rinnovabili e puntando sul risparmio energetico anche attraverso l’utilizzo di tecnologie ad alta efficienza energetica. Un patto di cittadinanza tra cittadini ed ente locale per raggiungere ambiziosi obiettivi energetici sul proprio territorio: riduzione dei consumi energetici e produzione di energia da fonti rinnovabili.

Progetti come questo, aumentando la trasparenza, la partecipazione e la democraticità nei territori in cui sono presenti, sono un esempio di come i singoli individui unendosi possano determinare grandi cambiamenti.

Tra l’altro, il tessuto produttivo della nostra regione, fondato soprattutto su piccole e medie imprese, è particolarmente adatto per raccogliere la sfida delle Comunità solari che possono, insieme ad altri progetti, altrettanto validi e presenti sul territorio, diventare occasione di rilancio di un’economia locale non fondata su schemi vecchi, ma sulle prospettive a lungo termine europee, quelle di un’Europa solare, come dicevo, entro il 2050.

Il piano riconosce giustamente un ruolo fondamentale a Comuni ed enti locali, con l’attribuzione di specifici compiti operativi. Credo sia sempre più importante riconoscere l’impegno degli amministratori che ogni giorno, con grande fatica, cercano di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

D’accordo con il relatore, abbiamo deciso di proporre anche un secondo emendamento, oltre al primo che ho appena illustrato, che prevede meccanismi premianti per i Comuni virtuosi, proprio perché solo enti locali capaci di coinvolgere i cittadini nel processo di decarbonizzazione e di realizzare pratiche innovative ed efficaci consentiranno di conseguire gli ambiziosi obiettivi di questo piano. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Mumolo.

Prego, do la parola alla consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie. Intervengo su una questione specifica.

Scelgo di intervenire espressamente, però, in discussione generale, perché la ritengo di importanza prioritaria per quelle che sono le linee di indirizzo date da questo Piano energetico e soprattutto perché è una questione che avevo aperto in Commissione alla presenza anche dell’assessore Costi.

Ci tengo particolarmente a fare in modo che l’attenzione non cali su questo, perché in seguito a quella Commissione, nonostante le garanzie da parte di un tecnico presente quel giorno, non ho poi avuto nessuna risposta rispetto anche a uno studio che avevo consegnato a lui a mano, su cui però non mi ha fatto avere una sua lettura.

Quindi, ribadisco il punto. Quello che avevo aperto in Commissione come tema era una particolare attenzione alle emissioni di PM10 e a quella che è ovviamente – questo lo sappiamo tutti, anche se secondo me non è sufficientemente ben esplicitato e io non ne capisco i motivi – la fonte primaria di emissioni di PM10, ossia i veicoli diesel.

Questo era il tema che noi abbiamo aperto in Commissione, sul quale aspettavo una risposta da parte di un tecnico di ERVET.

Dunque, ricapitolo molto brevemente, anche se lo studio è già in mano al tecnico presente in Commissione. Partiamo dai dati che noi abbiamo letto sul Piano energetico e che abbiamo provveduto a rielaborare e a contestualizzare quel giorno in Commissione. Ricordo intanto che i veicoli diesel ci risulta che emettano PM10 dieci volte in più rispetto ai veicoli a benzina. Già questo è un fattore di attenzione, se noi diciamo di voler combattere le PM10 e l’inquinamento dell’aria in Pianura padana.

I veicoli a metano emettono la stessa quantità di PM10 di quelli a benzina. I veicoli diesel – faccio questo paragone perché secondo me è interessante – emettono, per unità di energia consumata, 181 volte tanto PM10 rispetto alle caldaie a gas residenziali.

Ciò significa che un appartamento che consuma 1000 metri cubi di metano all’anno emette un centottantunesimo di PM10 rispetto a un’auto diesel che consuma 1000 litri annui e con cui percorre 15.000 chilometri l’anno. 

Ciò vuol dire che se io fermo un veicolo diesel, ottengo lo stesso effetto di spegnere il riscaldamento di 181 appartamenti. Quindi, se noi non prendiamo in considerazione questi dati e queste priorità, continuiamo a non fare quello che ci chiedono i cittadini, ossia migliorare il veleno che respirano nell’aria in tutta la regione. Se io fermo un veicolo di…

 

(brusio in Aula)

 

Posso chiedere alla Presidenza un po’ di silenzio?

 

PRESIDENTE (Soncini): Consiglieri, scusate, non è facile con questo brusio parlare e cercare di ascoltare. Vi chiedo di sedervi e di non parlare, grazie.

Consigliera, può proseguire.

 

GIBERTONI: Se io fermo quindi un veicolo diesel, ho ottenuto in automatico l’effetto equivalente di spegnere il riscaldamento in 181 appartamenti per quanto riguarda le PM10.

I veicoli diesel, per unità di energia consumata, emettono anche 90 volte tanto PM10 rispetto alle caldaie a gasolio residenziali. Quindi, se noi restiamo e ci concentriamo sulla nocività delle PM10, le caldaie a gasolio residenziali non sono un problema o sono un problema del tutto residuale.

Il problema delle PM10 sono solamente i diesel e non capisco perché questo non si afferma con maggiore forza. Quindi, anche per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna, capisco che per ragioni di PIL non si possa ridurre il traffico veicolare o non lo si possa ridurre immediatamente, ma fare una transizione verso una tecnologia più pulita, favorendo l’auto elettrica, implica certamente la valutazione di una serie di passaggi.

Io ricordo ancora una volta la tabella, che però ho già consegnato all’assessorato, che identifica in modo davvero indiscutibile il fatto che le PM10 siano causate dai trasporti, e al 96,1 per cento dai trasporti diesel.

Ce l’ho ancora qui, se volete ve la riconsegno, ma mi pare che siano dati che non si possono passare in silenzio. Credo che una serie di misure, che verranno proposte anche nel corso dell’esame dell’articolato e con ordini del giorno che vadano dall’azione forte in Conferenza unificata rispetto a incentivare la transizione verso il trasporto dell’auto elettrica, una tecnologia più pulita, e in ogni caso verso il disincentivare le auto diesel, sia non più rimandabile.

Soprattutto ribadisco che mi piacerebbe, però, avere anche una risposta tecnica da parte della struttura tecnica dell’assessorato, da chi era presente in Commissione quel giorno, che faccia sì che noi abbiamo una posizione netta, una volta per tutte, rispetto a un dato scientifico che mi pare indiscutibile.

Se invece l’assessorato lo ritiene discutibile, allora che comunichi le sue controdeduzioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Liverani.

 

LIVERANI: Grazie, presidente. A parere mio, questo non è un Piano energetico regionale, ma è un libro dei sogni: obiettivi ambiziosi, ma poche risorse e strumenti.

Sono troppo pochi 240 milioni di euro per attuare le politiche energetiche previste e la sostenibilità ambientale tanto ripetuta nel piano. Nei documenti si ribadisce che gli obiettivi verranno raggiunti solo con uno sforzo comune fra pubblico e privato, in modo da incidere su tre linee di intervento del piano: risparmio energetico, produzione energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, razionalizzazione energetica nei trasporti.

Con i finanziamenti messi a disposizione non credo si possa scatenare questo effetto di connubio pubblico-privato.

Un esempio, gli incentivi per le auto elettriche. Come Lega Nord siamo riusciti a fare inserire l’aumento delle colonnine per la ricarica elettrica delle auto. Allo stesso tempo, voi sperate che nel 2020 ci sia un 20 per cento di auto elettriche sul totale, senza però incentivarne l’acquisto.

Il Piano è tutto un non senso. Non bastano le detrazioni fiscali, servono incentivi sulla rottamazione che possano rendere abbordabile l’acquisto di un’auto elettrica, come fanno ad esempio in Norvegia.

Altro punto critico è l’accesso al credito. Se non si migliora l’accesso al credito, tutta la credibilità del piano è pari a zero, in quanto gli obiettivi senza accesso non saranno realizzati. Altro punto dolente è la mancanza di un coordinamento con i Piani energetici delle Regioni confinanti. Non c’è un obiettivo unico.

Su queste tematiche non bisognerebbe ragionare a livello regionale, bensì a livello di macro-regione, in modo da uniformare gli interventi. Inoltre, non vedo nessun lavoro di snellimento burocratico. L’attuazione del PER sarebbe stata l’occasione per alleggerire le aziende e i cittadini dalle pratiche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Liverani.

La parola alla consigliera Montalti.

 

MONTALTI: Grazie, presidente. Io vorrei porre l’accento su come nella nostra regione i Comuni e le amministrazioni locali sono stati antesignani, in qualche modo, di una serie di contenuti e di innovazioni che troviamo oggi dentro al Piano regionale.

Siamo tra le Regioni in Italia con il numero più alto di Comuni che hanno aderito al Patto dei sindaci. Un percorso partito nel 2008 che ha visto Comuni e amministrazioni locali impegnarsi nella realizzazione del PAES, il patto che contiene al suo interno gli obiettivi relativi all’efficienza energetica, alla produzione da fonti rinnovabili e al risparmio energetico.

Faccio questa sottolineatura perché nei nostri territori tante Amministrazioni non solo hanno aderito a impegni politici, ma hanno messo in campo progettualità concrete, una pianificazione serrata in una condivisione, e questo ha fatto sì che la Regione Emilia-Romagna possa oggi dire che di quelle progettualità, di quegli obiettivi, di quelle azioni che sono state poi inserite anche nel Piano energetico su cui ci confrontiamo oggi, di quelle progettualità tante hanno già avuto un primo percorso di realizzazione e hanno risultati concreti e tangibili. Questo grazie alle moltissime Amministrazioni comunali e agli Enti locali che hanno avviato un percorso importante, comprendendo che per incidere sulle politiche energetiche, per essere efficaci guardando anche al tema del cambiamento climatico, non si può avviare un percorso come singoli, ma è fondamentale avere una comunità che si muove.

L’elemento che mi è sempre piaciuto e che ritengo vincente dei PAES è proprio il mettere al centro non solo un’Istituzione che si prende degli impegni, ma un’intera comunità, un intero territorio che nel dialogo con i cittadini, con le imprese, nelle progettualità portate avanti all’interno delle scuole, con le associazioni – ieri parlavamo di CEAS, dei centri di educazione ambientale –, in una sinergia e strategia comune, riesce a mettere al centro il tema della sostenibilità, del risparmio energetico, dell’innovazione nel campo dell’energia, progettualità anche importanti, e quindi riesce veramente e concretamente a portare avanti degli obiettivi.

Io penso, tra l’altro, che ci siano dei temi che sono centrali e sui quali ci confronteremo anche all’interno della nuova legge urbanistica.

Penso al tema della rigenerazione urbana e della riqualificazione energetica degli edifici. Anche in questo le nostre Amministrazioni locali sono state capofila, perché tantissimi Comuni si stanno impegnando in progetti di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, utilizzando anche delle innovazioni importanti, tecniche, materiali, facendo delle nostre scuole dei luoghi di riferimento non solo per l’educazione, ma anche per come si deve intervenire sugli edifici pubblici e come si può realizzare concretamente quell’efficienza energetica e quel risparmio energetico che devono essere al centro di tutta l’azione nel campo delle politiche energetiche della sostenibilità degli Enti locali e delle Istituzioni regionali e nazionali.

In questo noi abbiamo un grandissimo patrimonio. Il percorso partecipato con cui è stato costruito il Piano energetico regionale è un percorso fatto di contenuti. Ho sentito dire da alcuni miei colleghi che questo Piano è un libro dei sogni. Non è così perché parte da realtà consolidate, parte da progettualità già realizzate.

Credo che la responsabilità della Regione, dotandosi di un Piano importante con degli obiettivi importanti, sia proprio quella di continuare a supportare, a nutrire, a stimolare quelli che sono i progetti del territorio, quello che è l’impegno del territorio, valorizzando al massimo questa comunità che si muove, che si è mossa e che si è anche dotata di Piani importanti.

I PAES non sono libri dei sogni, ma sono Piani estremamente concreti. Credo che nell’azione di monitoraggio e nell’azione di scambio di buone pratiche, che è contenuta all’interno degli impegni del Piano energetico, noi potremo davvero costruire anche quel percorso di crescita culturale delle Istituzioni e dei territori utile a far crescere e a far maturare queste progettualità.

Il Piano energetico io credo che sia prima di tutto una grandissima opportunità, perché sappiamo che nell’ambito della green economy, dal punto di vista economico e dell’innovazione, ci sono opportunità che davvero possono aiutarci ad accompagnare la crescita e lo sviluppo della nostra Regione in chiave sostenibile, così come c’è l’opportunità reale di risparmiare risorse, risparmiare energia, anche innovando profondamente i nostri territori, il sistema degli edifici pubblici e privati. È un’opportunità che noi non ci possiamo far scappare. Per questo il Piano credo che rappresenti anche un grande momento di svolta. Chiudo con un pensiero. Qualche anno fa mi è capitato, come assessore all’ambiente del Comune di Cesena, di partecipare con il mio Comune a un progetto europeo che si chiama School of the future, scuola del futuro.

Grazie a un finanziamento europeo abbiamo riqualificato una scuola media del nostro territorio. L’obiettivo era quello di arrivare a un risparmio energetico del 75 per cento, con una riqualificazione dell’edificio. Oggi quella scuola risparmia l’82 per cento di energia rispetto a quando l’intervento non era stato fatto. Quella scuola adesso è diventata un punto di riferimento per tutto il territorio. Interventi di quel tipo si stanno moltiplicando negli edifici pubblici del nostro territorio. Faccio questo esempio per dire proprio che si parte così, si parte da un intervento pilota, da un progetto pilota e poi ci si rende conto che intervenire nel campo dell’energia e dell’efficientamento energetico rappresenta da un lato un risparmio e dall’altro una grande opportunità di tipo economico, di innovazione e anche culturale.

Il nostro obiettivo deve essere questo, moltiplicare questi casi non solo nel pubblico, ma anche nel privato e utilizzarli come volano di quella Emilia-Romagna green che noi ci immaginiamo e che vogliamo sempre di più costruire e realizzare.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Montalti.

Do la parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Io non affermerò che questo è un libro dei sogni, perché ci sono pratiche sicuramente interessanti, sicuramente utili e valide. Le esperienze dimostrato che certe pratiche possono anche diventare sistema, perché no. Il problema è sempre quello delle risorse, perché c’è tanto da fare e con pochi soldi è un po’ come fare le nozze con i fichi secchi. Io punto sempre al discorso dell’efficienza, più che dell’efficacia. L’efficienza deriva dai risultati che ottengo. L’efficacia la si può misurare sul fatto che l’atto abbia fatto il suo dovere. L’atto farà il suo dovere. L’efficienza è un’altra cosa.

Da questo punto di vista, ovviamente, come ho detto in anticipo, non dico che sia tutto negativo, ci mancherebbe, però vorrei richiamare anche parte dell’intervento del mio collega Bertani quando parla di impianti di generazione o cogenerazione di caratura localistica, non industriale, autosostenuta dalle materie prime dei territori, usando gli scarti e non facendo produzioni ad hoc per far poter funzionare delle centrali, perché questo non è nel tempo sostenibile.

L’impronta atmosferica che ha il trasporto di carburante o pseudo tale da altri Paesi o fuori dal contesto locale comporta un inquinamento anche dell’aria e quindi è inutile che poi dopo decliniamo ottime intenzioni del Piano aria se poi da un’altra parte andiamo a permettere che si possa inquinare pesantemente anche con motori diesel.

Giustamente, come diceva la collega Gibertoni, è chiaro che un diesel è un diesel. Moderno o vecchio che sia ha la sua buona quota parte di inquinamento, come qualunque altra emissione, anche se ha un’impronta maggiore, effettivamente, per quanto riguarda almeno PM 10.

Mi soffermo sul discorso della produzione. Ammesso e non concesso che è da lì che si debba partire, in realtà si dovrebbe partire dall’efficienza energetica, perché quando aumento massicciamente l’efficienza energetica degli edifici la produzione di energia, giocoforza, cala. Quindi, dobbiamo preoccuparci meno di produrne.

La parte più importante, per quanto mi riguarda, è l’efficienza energetica. Tutto il resto viene dopo, è una conseguenza.

Mi soffermo su questi impianti locali, che si possono adottare, perché faccio riferimento all’ordine del giorno che ho presentato oggi su una situazione che conosco abbastanza bene, che è quella di Correggio, provincia di Reggio Emilia. Stiamo parlando di un progetto, EnCor, che non solo ha fatto dei danni a livello strutturale locale, perché hanno creato infrastrutture che non sono mai partite, che non hanno mai creato un vero teleriscaldamento com’era nei loro obiettivi, ma ha addirittura indebitato il Comune in maniera pesante, al punto che, assistendo io stesso a una Commissione Bilancio di quel Comune, hanno fatto un’opera di bassa macelleria per la vendita di qualunque cosa abbia valore in quel Comune per riuscire a coprire i debiti. Questo perché si è fatto il passo più lungo della gamba, perché si è fatto in modo di fare addirittura un accordo con il Governo senegalese per produrre una pianta di cui non cito il nome perché non riesco a pronunciarlo. La spremitura dei semi di questa pianta produceva un terzo di olio e due terzi di prodotto secco da usare in queste centrali fatte a Correggio dalla EnCor.

Questa non è esattamente una produzione a chilometro zero, non certamente di tipo localistico o comunque auto-sostenuta dal territorio. Si è tentato di fare un impianto di caratura industriale, addirittura con l’importazione di pseudo carburante dall’estero, dall’Africa. Tutto questo è avallato e sostenuto senza soldi, facendo debiti su debiti, approvando lettere di patronage. Esiste al momento una questione in ballo di tipo legale, quindi non entro nel merito più di tanto, se si poteva o non si poteva fare, ma, di fatto, oggi il Comune è a terra dal punto di vista del bilancio e stanno facendo, come dicevo, bassa macelleria per la vendita di qualunque cosa.

Perché lo dico ora in merito al Piano regionale energetico regionale? Cosa c’entra la Regione? La Regione c’entra perché ha messo i soldi anche lei in questo progetto. Con oltre 1 milione di euro, con delibera n. 826 del 2010, la Regione ha contribuito al progetto con un titolo giusto: “Approvazione della deliberazione di Giunta regionale sulle graduatorie provinciali e i programmi di riqualificazione energetica degli Enti locali”. Detto così, uno ci mette anche i soldi sulla qualificazione energetica. Tuttavia, qui, più che qualificazione stiamo parlando di produzione facendo un impianto che, di fatto, ha messo in crisi un Comune.

Porto come esempio un’operazione andata male, perché comunque bisogna tenere alta l’attenzione. Da questo punto di vista la Regione Emilia-Romagna dovrebbe sviluppare un po’ di anticorpi quando fornisce questi finanziamenti sui territori. È giusto che le buone pratiche, come sentivo dire prima, vengano valorizzate, ma è altrettanto giusto che quelle che non sono buone pratiche vengano assolutamente identificate e non finanziate.

Addirittura, magari si potrebbe anche fare come fa il buon padre di famiglia e consigliare di evitare che si facciano queste speculazioni, perché questo è stato un tentativo di speculazione per produrre energia a basso costo importando olio dall’Africa.

Quando si dice che c’è la crisi, che abbiamo il problema degli immigrati, va considerato che 10.000 ettari di terreno nel Senegal sono coltivati per fare questo olio. Invece che 10.000 ettari di grano per dare da mangiare alla gente, lì coltivano questa roba per darla a chi in Italia la compra.

Poi ci meravigliamo se i cittadini di certi territori, che si trovano senza acqua e cibo, scappano e vengono qui. Questo è uno degli esempi proprio da evitare.

Il mio ordine del giorno pone l’attenzione e l’allerta su questo tipo di iniziative e chiede alla Regione di avere quegli anticorpi e quel buonsenso per consigliare i territori a non sfruttare questo tipo di situazione perché poi si finisce, come il Comune di Correggio, a dover vendere i gioielli di famiglia per riuscire a far quadrare i conti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente. Due minuti per illustrare la Risoluzione che abbiamo depositato e abbiamo chiesto di abbinare al Piano energetico perché fondamentalmente tratta il tema dell’energia geotermica e quindi ci sembrava corretto affrontare la discussione all’interno di quella del Piano.

Il nostro intento, con questa risoluzione, è quello di porre l’accento su una fonte di energia a volte, mi sia passato il termine, un po’ bistrattata, nel senso che viene un pochino relegata a poche casistiche, mentre, invece, a nostro avviso, è proprio una di quelle fonti di energia, quando si parla di energie rinnovabili, che sicuramente garantisce di più. Non lo diciamo noi, ma ci sono studi scientifici.

Parliamo di una energia che è completamente green, parliamo di una energia che è ovunque nel mondo, ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette, ed è sempre costante, perché va a sfruttare il calore prodotto dal nostro pianeta. Quindi, se venisse meno quello, credo che il problema energetico sarebbe secondario per noi che viviamo in questa terra. È una energia che, però, a livello mondiale viene sfruttata per l’1 per cento della produzione globale di energia elettrica.

Secondo gli studi del Massachusetts Institute of Technology, è una forma di energia che potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico del pianeta per i prossimi 4.000 anni.

Parliamo di qualcosa sulla quale, a nostro avviso, dovremmo andare a incidere un po’ di più. Ecco perché proponiamo questa risoluzione, per cercare di porre l’accento su questa fonte di energia rinnovabile importante. È inutile citare il caso della centrale a Larderello, che sfrutta, però, chiaramente l’acqua calda che proviene dall’interno, che viene surriscaldata dalla temperatura interna del pianeta che arriva in superficie. Quindi, è una cosa particolare, si può fare solo in certe realtà. Però, è la prima al mondo e siamo stati qui nel nostro Paese i primi a sfruttare questo tipo di energia che poi è stata osservata e riportata anche in altre realtà, in special modo nel nord Europa o nel caso dell’Islanda, che presenta casi analoghi a quelli della realtà di Larderello.

Esistono, però, anche altre forme di energia geotermica, cioè quella che va a fruttare il calore interno del nostro pianeta, non quello che viene in superficie. Qual è, allora, il difetto? Se è così perfetta, perché non viene utilizzata di più? Ha ovviamente altissimi costi, perché bisogna studiare esattamente deve andare a dislocare questo tipo di impianti, se il terreno consente di andare a scavare, andare a recuperare il calore dall’interno e gli impianti, inoltre, hanno un costo particolarmente alto. Quindi, non è qualcosa che sia molto incentivato a livello di mercato. Ecco perché noi, con questa risoluzione – se si legge l’impegno non chiediamo nulla di eclatante – cerchiamo solo di porre l’attenzione sulla questione che riguarda questa fonte di energia importante, presente su tutto il nostro pianeta, che anche da noi potrebbe essere incentivata di più. Però, serve un’attenzione dal pubblico un po’ più forte nell’incentivarla, perché altrimenti, vuoi con incentivi diretti un po’ come si fece per i pannelli fotovoltaici quando andava di moda incentivarli in tutti i modi possibili e costruirli un po’ ovunque, vuoi con qualsiasi altra forma di sostegno, almeno per cercare di svilupparla per gli edifici di uso pubblico o anche per le imprese di nuova costruzione questa forma di recupero dell’energia del nostro pianeta crediamo sia importante farlo anche perché, per gli sgravi burocratici per chi va a costruire nuove realtà imprenditoriali, si parla chiaramente di realtà grandi, perché un investimento di questo tipo lo può fare chi fa qualcosa di grosso, che però vanno a recuperare questa fonte, si autoalimentano con questa fonte di energia potrebbe essere già una soluzione.

Visto che la legge urbanistica sta venendo avanti, potremmo prendere in considerazione la possibilità di affrontare all’interno di quel contesto questo problema. Il nostro è solamente un invito alla Giunta a farsi carico della questione geotermica e portare nelle sedi opportune, a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, al nostro Governo quella che oggi è, a nostro avviso, una fonte importante, ma poco sfruttata e che trova poco interesse anche da parte del pubblico.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo per presentare il terzo e ultimo ordine del giorno, il nostro. Qualcuno in quest’Aula ha parlato di libro dei sogni, ma una parte la riserverei anche agli incubi, nel senso che questo Piano presenta delle criticità, come si diceva prima, anche per la dimensione di impianti che risultano non essere sostenibili.

Ne parlo qui perché a Crocetta, nel Comune di Sant’Agata, Hera vuole fare un impianto di biometano che verrà alimentato da 130.000 tonnellate di forsu, di rifiuti organici. Quindi, non basterà la raccolta differenziata e l’umido del bacino di riferimento, ma toccherà movimentare camion dalle altre province. Si parla di 50-70 camion al giorno, con un impatto devastante a livello ambientale, con dei danni che ricadranno sui cittadini di quella comunità. È un impianto che diventerà il più grande impianto a livello nazionale, se non a livello europeo. Quindi, quando parliamo di energia rinnovabile stiamo attenti anche che questi impianti siano sostenibili. Purtroppo, un limite a questo Piano energetico non è stato inserito per questo tipo di impianti. Non si capisce se vengano fatti per favorire le multiutility, che sono le uniche a questo punto che ci guadagnano, e penalizzare ancora una volta sempre i cittadini.

Tra l’altro, al Comune di Sant’Agata, dove questo mega impianto risiederà, hanno riconosciuto la bellezza di 750.000 euro per disagio ambientale. Quindi, è un impianto grosso, il più grande a livello nazionale, che impatterà in maniera negativa e devastante su quel territorio.

Pertanto, non si può pensare di lasciare mano libera alle multiutility e parlare semplicemente di energia elettrica da fonti rinnovabili, bisogna stare attenti anche alle dimensioni. Ecco perché abbiamo presentato questo ordine del giorno, proprio perché si tenga conto del fatto che questi impianti dovrebbero essere riforniti dal bacino di riferimento. In questo caso, i quattro o cinque Comuni di riferimento non produrranno mai 130.000 tonnellate. Per cui, bisognerà movimentare camion e camion che impatteranno anche sulla qualità dell’aria.

L’altro giorno abbiamo fatto una Commissione dedicata al Piano aria in cui ci venivano presentate tante belle proposte, però, se a fronte di questo, non teniamo conto di impianti di questo tipo, tutte quelle misure che ci vengano illustrate verranno annullate da questo tipo di interventi, che noi non condividiamo. A questo proposito abbiamo presentato l’ordine del giorno.

Questi impianti va bene che si facciano, ma chiediamo che siano sostenibili dal punto di vista ambientale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Piccinini.

Non ho iscritti al momento in discussione generale. Chiedo se qualcuno intende ancora iscriversi.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Signora presidente, l’argomento è sicuramente importante e debbo dare atto al relatore, come all’assessore, di aver seguito tutti gli interventi anche in Commissione, anche quelli ovviamente più critici e tra questi il mio.

Ci sono delle perplessità in ordine innanzitutto a questa fuga in avanti della Regione, e lo dico in relazione ad una questione che, com’è noto, la strategia energetica nazionale scade nel 2020. Per attuare e per approvare questo Piano energetico regionale ci si avvale della comunicazione della Commissione europea del 22 gennaio 2014 così da delineare una strategia fino al 2030. Già questo mi lascia abbastanza perplesso, perché è vero che si può anche riferirsi alle decisioni della Commissione europea, ma la gerarchia delle fonti, nel caso di specie, vede indubbiamente, nella strategia energetica nazionale, il naturale punto di riferimento delle Regioni. Se ogni Regione si riferisse alla decisione della Commissione europea, molto probabilmente noi avremmo anche degli obiettivi che potremmo definire a geometria variabile.

La Regione pedissequamente accoglie il quadro delineato dalla Commissione europea e prevede la riduzione delle emissioni del 40 per cento rispetto al 1990, un incremento al 27 per cento della quota di copertura dei consumi finali lordi attraverso fonti rinnovabili e l’incremento dell’efficienza energetica al 27 per cento. Erano quei dati, che non erano giocati al Lotto, che riferivo nella giornata di ieri rispetto ad un altro Piano, sempre approvato da questa Assemblea legislativa, che invece tiene per buono il 202020 che era stato stabilito e che ha una scadenza al 2020.

Faccio un’osservazione, assessore Costi. Se noi guardiamo la tabella a pagina 43 del Piano energetico regionale non vi è dubbio che si ricava che il problema vero è quello della riduzione delle emissioni. Il target che ha fissato l’Unione europea al 2020 è del 20 per cento. Quello dello scenario tendenziale regionale sarebbe di una diminuzione del 17 per cento. Se noi andiamo a verificare quanto previsto al 2030, ci accorgiamo che la forbice divarica ancora di più, perché mentre, secondo l’Unione europea, vi dovrebbe essere un dato tendenziale del meno 40 per cento, lo scenario tendenziale regionale è di meno 22 per cento. Mi pare che vi siano elementi che dovrebbero far riflettere al riguardo, soprattutto perché si fa affidamento, molto affidamento, su una previsione, che è quella del settore degli edifici residenziali che hanno dei problemi effettivi e notevoli di efficienza energetica, ma è una deficienza energetica che si trasforma in efficienza energetica che deriva esclusivamente da due fattori. Uno è sicuramente il fatto che gli immobili sono vetusti e l’altro, mi sia consentito di dirlo, che non vi sono particolari ulteriori incentivi rispetto a quelli di legge per poter realizzare interventi di miglioramento energetico.

Quando parlo di legge, parlo della legge nazionale. Sul punto voglio essere altresì chiaro. Mi pare che il vero vulnus sia quello dei condomini, perché noi abbiamo all’interno dei condomini delle situazioni per cui, per riuscire ad attivare queste ristrutturazioni, occorrono maggioranze qualificate e specifiche dettate dalla legge di assenso dei condomini e molto spesso i condomini esercitano il loro diritto così come sancito dalla legge e la qual cosa preclude spesso e volentieri di poter portare avanti quelle iniziative di efficientamento energetico che dovrebbero costituire la strada maestra per quanto riguarda gli interventi che questo Piano auspica o delinea.

Assessore, trovo anche abbastanza difficile coniugare ad un quadro realistico questi strumenti quando leggo, nelle osservazioni presentate da Terna, alcuni passaggi che mi son permesso di estrapolare e che mi permetto di rassegnare anche all’Assemblea per nostra maggior chiarezza, perché nel Piano si dice, a un certo punto, che vi è piena condivisione con Terna di questi obiettivi. Vi riporto cosa scrive Terna: “Nutriamo alcune perplessità in merito ad alcune valutazioni quantitative presenti sia nel capitolo IV, lo scenario energetico tendenziale al 2030, che nel capitolo V, lo scenario energetico obiettivo al 2030. In particolare, ci risulta difficile comprendere le modalità di elaborazione adottate da Ervet Spa, che evidenziano una variazione media annua dei consumi elettrici per settore, dal 2014 al 2030, molto diversa se non, in alcuni casi, addirittura in controtendenza rispetto alle previsioni dei consumi elettrici regionali elaborati da Terna e inviati alla Direzione generale con PEC”.

Emblematico, fra tutti, è il caso della previsione dei consumi energetici nel settore industriale che, nelle elaborazioni di Terna, vede un incremento medio annuo, dal 2014 al 2025, del +1,5 per cento, mentre per Ervet, dal 2014 al 2020, prevede un decremento medio annuo dell’1,6 per cento. Mi pare, assessore, che non siano considerazioni da poco. Se ciò non bastasse, possiamo dire che sempre Terna scrive: “Inoltre, al Capitolo V, punto 1.1, la produzione regionale di energia elettrica si prospetta un obiettivo per il 2030 pari a 77 megawatt di impianti di produzione elettrica da fonte eolica e ben 4.333 megawatt di fotovoltaico, di gran lunga superiori alle previsioni elaborate da Terna che, tenuto conto degli impianti in esercizio, di quelli autorizzati e della traiettoria indicata dal Ten-Year Network Development Plan 2016 stima, nel 2025, una penetrazione di impianti eolici per 45 megawatt e fotovoltaici per 2.080 megawatt”.

Anche sotto questo profilo, mi pare un discostamento dalle previsioni non marginale. Stiamo parlando di previsioni che si discostano mediamente di un range dal 50 al 70 per cento. È pur vero che un piano non è la Bibbia, ma è vero che un piano non deve neanche essere il libro dei sogni.

Sempre nella documentazione che Terna ha trasmesso all’Assessorato, si legge: “Il secondo documento è una nota inviata da Terna relativa alle previsioni sui consumi elettrici. I contenuti della stessa nota sono stati discussi e condivisi con la società in un incontro che si è tenuto lo scorso 26 ottobre presso gli uffici della Direzione generale”. Se nel piano rimangono gli obiettivi che prima ho detto (eolica 77 megawatt e solare 4.333 megawatt), mi pare difficile condividere gli obiettivi, visto che Terna li aveva quantificati rispettivamente in 45 megawatt e 2.080 megawatt.

Aggiunge Terna: “Se, per ragioni strategiche o di politica energetica, la Regione volesse stimolare e incentivare ulteriori iniziative produttive da fonti energetiche rinnovabili, oltre quanto già previsto dalla strategia europea, sarebbe opportuno, se non indispensabile, verificare preventivamente lo stato della rete elettrica esistente, quanto già pianificato nel piano di sviluppo della rete di trasmissione nazionale e le eventuali ulteriori esigenze di sviluppo della rete elettrica che si dovessero rendere necessarie. Inoltre, si dovrà tener conto che i tempi di sviluppo delle infrastrutture elettriche possono essere molto più lunghi di quelli di autorizzazione e costruzione degli impianti produttivi da fonti energetiche rinnovabili. Quindi, le azioni decise e operate dalla Regione, volte allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili elettriche, se non valutate nei termini enunciati, potrebbero tradursi in criticità per l’intero sistema elettrico”.

Il giudizio finale di Terna: “Senza entrare nel merito degli sfidanti obiettivi sopra richiamati che la Regione intende perseguire, quello che ci sentiamo di obiettare è che, nell’argomentarli, non si è tenuto in alcun modo conto delle infrastrutture a rete e, in particolare, della rete elettrica di trasmissione nazionale, che sono chiamate a connettere e rendere utilizzabili tali impianti di produzione”.

Se io dovessi giudicare quello che ha scritto Terna, al di fuori dei tecnicismi, e valutarlo solo sotto il profilo politico-amministrativo, direi che, sotto il profilo politico, Terna evidentemente svolge una funzione terza, quindi non si occupa dell’ambito politico; ma sotto il profilo strettamente di politica industriale, vi dice che vi state facendo un film che non esiste da nessuna parte. Che questo film un po’ ve lo siate confezionato e proiettato mi pare che emerga chiaramente quando andiamo ad analizzare i dati del settore trasporti. Infatti, il piano prevede, nel proprio scenario obiettivo, che nel 2030 il 40 per cento delle auto saranno elettriche e il 25 per cento ibride. Ora, dati 2014, sono presenti 333 auto elettriche in regione e 6.843 ibride. La previsione è, quindi, di passare da 333 a 630.000 auto elettriche e da 6.843 a 400.000 ibride, il tutto con quali incentivi? Per quanto riguarda il sostegno alle immatricolazioni ibride, benzina e elettrico, il piano attuativo triennale 2017-2019 mette a disposizione ben 1.500.000 euro, tutti in una volta. Per quanto riguarda gli interventi finalizzati al PNire, cioè alle ricariche elettriche, anche qui in tre anni abbiamo, tutti in una volta, ben 2 milioni di euro in campo.

Se voi pensate che con investimenti di questo tipo si possano raggiungere gli obiettivi che prima ho delineato, mi pare che, francamente, non ci siamo. Penso...

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, le chiedo di avviarsi alla conclusione. Grazie.

 

FOTI: Sicuramente sì.

Penso, quindi, di aver dimostrato, a tacere del fatto che – torno a ripetere – una particolare attenzione dovrebbe essere posta agli edifici, soprattutto quelli ad uso abitativo, che hanno una vetustà e una obsolescenza ormai acclarata, penso di poter dire, ripeto, che questo piano non sarà, consigliere Sassi, come lei ha detto, un piano dei sogni. Se lei va a vedere la tabella del piano triennale di attuazione del PER 2017-2019, ci trova riportati per l’ennesima volta fondi che appartengono ad altre misure e che vengono inclusi in questo piano.

Per tornare a quello che diceva erroneamente il collega Bertani, qui non siamo agli aerei di Mussolini, ma siamo alle vacche di Fanfani.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Se non ci sono altri che intendono intervenire, chiedo ai relatori se vogliono replicare. Non ho iscritti in discussione.

Consigliere Iotti, per la replica come relatore di Commissione.

 

IOTTI: Molto brevemente. Il lavoro fatto precedentemente alla discussione oggi in Aula, anche in Commissione, ha portato alla discussione di molti dei temi di cui oggi si è parlato negli interventi. Le risposte sono state date. Non voglio togliere importanza a nulla. È difficile rispondere a tutto, ma su molte di queste considerazioni sono già state date tutte le risposte del caso.

Io mi permetto solo di fare una considerazione, anche in base a quello che è stato detto su un piano considerato un mondo dei sogni. Il punto forte di questo piano è quello di aver indicato in maniera precisa le fonti possibili di finanziamento. Credo non si possa che dire che queste sono assolutamente affidabili. Si possono giudicare scarse, insufficienti, quello che si vuole, ma questo è il quadro esatto. Un piano che ha l’ambizione di arrivare al 2030 – ricordo che questo è stato fatto in piena attuazione delle indicazioni dell’Unione europea – credo che debba avere anche la concretezza di indicare le risorse. Se, poi, questi obiettivi non verranno raggiunti o saranno – come qualcuno dice – insufficienti, ricordo che sono obiettivi minimi. Nel momento stesso in cui si va oltre, non si incorre in alcuna sanzione. Anzi. Per realizzare questo, naturalmente, non basta la Regione, non bastano le nostre risorse. Attorno al tema dell’energia esiste un’importante filiera produttiva industriale ed esistono, sotto vari aspetti, decisioni che riguardano scelte di grandi gruppi. Penso, per esempio, ai veicoli elettrici.

Noi abbiamo la possibilità di sostenere questo processo e diamo la possibilità di sostenere la ricerca e di finanziare azioni prioritarie. Da questo punto di vista, indichiamo anche alcune azioni alla Giunta che possono avere maggiore importanza in questo ordine di priorità e che sono frutto, tra l’altro, di una discussione nata in Commissione. Un piano del genere, con tutti i distinguo, ha questa potenzialità. Sono risorse che mettiamo in gioco. Da qui al 2030 ne serviranno sicuramente altre, ma, come vedete, sono supportate essenzialmente dai piani strategici POR-FESR e da quelli dell’Unione europea. Probabilmente, si ripeteranno. Verrà svolto anche un lavoro costante per mantenere, da qui alla scadenza obiettivo, tutte le possibili azioni di sostegno.

Da questo punto di vista, chiaramente, criticità ne possono emergere. Nessuno ha l’ambizione di fare il Piano perfetto. Credo, però, che sia un piano praticabile e adeguatamente sostenuto anche da elementi che riguardano tutti i centri universitari di ricerca di questa regione che hanno collaborato. È un piano che offre indicazioni precise su tutto quello che può essere questo sviluppo. Abbiamo tutto l’interesse, intanto, a partire e a metterlo in piena attuazione. Sarà, poi, il lavoro di questi anni, anche con i successivi piani e programmi triennali, a correggere, semmai, il lavoro da fare.

Da questo punto di vista, e questo è stato anche riconosciuto in tutti gli ambiti di confronto, nelle udienze conoscitive e negli incontri che l’Assessorato ha tenuto in un periodo anche lungo di formazione di questo piano, credo che questo sia il migliore elemento per incitare ad andare avanti in questa direzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Iotti.

La parola al consigliere Bertani, relatore di minoranza. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Su una cosa penso di avere un giudizio che, alla fine, sarà simile a quello delle altre posizioni, ma per ragioni diverse. Noi non riteniamo che arrivare al 2030 o al 2050 sia un libro dei sogni, perché ci sono studi e prospettive che ci indicano che quel risultato è raggiungibile.

Quello che noi, invece, contestiamo è che non vengono utilizzate le leve adeguate e si rischia di disperdersi su tante piccole azioni con risorse che spesso non sono adeguate. Secondo noi, quell’obiettivo è raggiungibile, ma in questo modo non ci arriviamo.

L’altro aspetto che volevo sottolineare riguarda altri esempi di leve che non vengono prese in considerazione, ma che sono ritenute importanti. Anche noi facciamo fatica a credere che le auto elettriche aumenteranno non mettendo all’interno del piano alcuna leva, alcun finanziamento e alcun incentivo. Altrimenti, rischiamo di andare con il business as usual, lo scenario tendenziale che, comunque, il Piano indica.

Ad esempio, bisogna incominciare a usare la leva fiscale in base alle emissioni e alla fonte energetica, quindi favorire, in scala, l’elettrico, il metano e l’ibrido e disincentivare benzina e diesel. Bisogna incominciare a usare incentivi alla rottamazione definitiva delle auto. Un altro aspetto è che non possiamo pensare alla mera sostituzione del parco auto. Il parco auto deve diminuire, con buona pace dei produttori auto. Come si fa? Anche qui bisogna inserire delle incentivazioni alla rottamazione definitiva delle auto. In Commissione, fra le varie proposte, avevamo inserito il fatto di dare un incentivo, ad esempio un certo numero di anni di trasporto pubblico gratuito, a chi decide di dismettere definitivamente l’auto. Anche questa sicuramente è da sviluppare, però è una proposta che vi lanciamo.

Inoltre, sempre in merito all’aspetto culturale, secondo noi, gli sportelli energia, che rappresentano una parte importante che va collegata ai PAES, vanno costruiti. Quindi, nei Comuni capoluogo o nei Comuni o unioni di Comuni di almeno 50.000 abitanti bisogna che la Regione dia una mano perché questi ci siano.

Finisco il concetto che avevo iniziato precedentemente. Mi riferisco alle politiche nazionali. Purtroppo, la Regione non può fare tutto, ma moltissimo dipende dalle politiche nazionali. Sulle politiche nazionali, purtroppo, dobbiamo calare un velo pietoso. L’altro giorno, dall’America un ex premier ci ha detto che ha fatto tanto per le rinnovabili, per il fotovoltaico (forse si è illuminato sulla via di Damasco), ma finora, in questi 3-4 anni, sul lato del Governo assolutamente non è stato fatto nulla. Si sono sostenuti grandi gruppi energetici legati alle fonti fossili. Ricordiamo le discussioni che abbiamo fatto qui in merito al referendum in materia di trivellazioni, petroli e gas, con permessi e autorizzazioni semplificati e, in parallelo, provvedimenti che hanno bloccato il mercato delle rinnovabili, con tasse e barriere. Con lo “spalma incentivi” abbiamo distrutto il mercato del fotovoltaico.

Ho ribadito prima il problema dei sistemi di distribuzione chiusi, anche questo bloccato in Commissione. L’autorità dell’energia ha costruito una nuova bolletta che riduce il vantaggio per quanto riguarda il risparmio energetico, anche se, in parte, spinge per i consumi elettrici.

Sul contesto nazionale faccio una richiesta alla Regione. Al momento – speriamo non per troppo tempo – sono concordi. Speriamo che con le elezioni, che ci auguriamo si svolgano presto, ci sia un cambio. Come Movimento 5 Stelle abbiamo già impostato un piano energetico nazionale che spinga ancora di più – alcune cose sono condivise qui dentro – verso l’elettrico e verso le fonti rinnovabili. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

A conclusione della discussione generale congiunta su provvedimento e risoluzioni, replica per la Giunta l’assessore Palma Costi.

 

COSTI, assessore: Grazie, presidente e consiglieri.

Io sono convinta che questo sia un piano sfidante per tanti aspetti, certamente per la sostenibilità ambientale. Mi permetto di dire, però, che è un piano molto sfidante anche sulla parte della sostenibilità economica. Noi crediamo moltissimo che questo sia uno dei modi per creare nuove imprese e anche occupazione.

Io so benissimo che il nostro piano è sfidante, anche prendendo in considerazione le osservazioni che ci sono giunte. Mi riferisco al discorso che ha fatto il consigliere Foti rispetto a Terna. Terna ha fatto le proprie osservazioni. Noi abbiamo controdedotto in modo puntuale. Siamo arrivati a condividere anche la correzione all’interno del piano. Penso, però, che dovrà essere Terna ad adeguarsi a quanto la società regionale riuscirà a produrre in termini di fonti rinnovabili. Mi permetto di dire che ci sono anche, chiaramente, ruoli molto diversi tra questi soggetti.

È un piano – come veniva detto – strettamente coordinato e connesso con gli altri piani. Questo ci tengo a dirlo. Penso al piano dell’aria, dell’acqua, al piano triennale dei trasporti, l’economia regionale, altri piani e politiche regionali. Ci siamo posizionati al 2030 perché riteniamo che sia giusto avere un arco di tempo superiore per raggiungere obiettivi superiori rispetto a quelli che ci eravamo posti al 2020. Pensiamo di essere credibili, perché partiamo da una programmazione e da un’attuazione storica. Questo è il secondo piano energetico. Abbiamo affrontato tre piani attuativi.

Mi preme dire che, soprattutto, è un piano che è stato costruito dal basso, quindi con un coinvolgimento della società regionale. Mi piace anche dire che certamente ci possono essere delle grandi azioni, però mi pare che questo piano tocchi tante azioni coordinate che devono convergere per piegare il sistema regionale verso un cambiamento sempre più green.

È un impegno, ci tengo a sottolinearlo, per la low carbon economy, che vede coinvolti direttamente i sindaci. Io mi permetto di dire che i Comuni sono i nostri principali alleati in questa grande operazione, attraverso i PAES, che certamente devono essere omogeneizzati e devono avere una valenza di vera e propria politica locale fortemente connessa con il piano regionale, ma mi permetto di dire anche fortemente connessa con il tessuto socioeconomico locale. Crediamo che la sfida verde sia una delle grandi sfide proprio per uno sviluppo economico, quindi per nuove opportunità di lavoro. Noi sosterremo il monitoraggio del piano regionale dei PAES. Abbiamo accolto anche questo tema, lungamente discusso, del ruolo centrale dell’osservatorio rispetto a questa tematica. È necessario avere una raccolta di dati rispetto agli indicatori utili a misurare l’efficacia delle politiche locali e orientare le azioni di sostegno e la premialità della Regione rispetto a quei territori e a quei Comuni che maggiormente si spendono rispetto a questo tema.

Come dicevamo, il piano è stato frutto di un percorso molto partecipato. Non lo ripeto, perché lo avete già detto voi. Abbiamo cercato, in qualsiasi momento, senza forzare, di ascoltare tutti i settori che avevano qualcosa da dire. Non abbiamo considerato solamente la parte delle osservazioni, ma abbiamo anche incontrato singolarmente i soggetti, abbiamo partecipato ai loro incontri, abbiamo cercato davvero di fare un’operazione profonda. Sappiamo che questa è una sfida profonda che si vince se c’è un coinvolgimento e una condivisione culturale di quello che noi abbiamo proposto.

Abbiamo accolto moltissime osservazioni. Crediamo che anche questa sia una modalità seria. Abbiamo voluto costruire assieme e abbiamo avuto numerosi confronti in Commissione assembleare. Penso all’audizione. Abbiamo seguito un modo di lavorare che vorremmo continuare a seguire anche in futuro. È vero, il consigliere Foti aveva chiesto anche alcuni approfondimenti in Commissione. Penso al tema delle abitazioni, soprattutto dei condomini. Credo sia giusto. Questo è uno dei nostri grandi temi. Dobbiamo continuare questo lavoro guardando quello che c’è anche nello specifico.

Abbiamo condiviso un percorso verso la decarbonizzazione, concentrandoci sui settori di cui voi avete già parlato. Tengo a ribadire alcune cose. Il primo nostro obiettivo è il risparmio. Bisogna consumare meno. Non è vero che c’è una difficoltà. Noi lo diciamo in modo preciso e puntuale. Il risparmio energetico e l’uso efficiente per noi sono aspetti fondamentali. C’è, poi, certamente anche il tema delle fonti rinnovabili, che per noi sono fondamentali. C’è il tema della produzione termica, un altro elemento fondamentale su cui noi investiamo molto. C’è il tema delle reti intelligenti. Anche a tal proposito, abbiamo intenzione di investire molto. C’è il tema della razionalizzazione energetica nel settore dei trasporti. Anche in questo caso siamo stati chiari, ma non perché lo diciamo in questo piano. Lo diciamo anche nell’altro piano. Bisogna incentivare e potenziare il trasporto pubblico locale. Questo è uno dei temi che abbiamo introdotto e sul quale stiamo lavorando.

Su questo complesso di azioni, abbiamo destinato anche una quota consistente di risorse, specificando da dove provengono. È una questione di chiarezza. Non si può dire che vengono riproposte. Abbiamo chiarito tutte quelle risorse che andranno a confluire rispetto alle tematiche contenute nel piano, che è un piano integrato con gli altri. Io mi permetto, però, di dire che gli obiettivi che ci poniamo non possono essere semplicemente collegati al piano triennale di attuazione. Oltretutto, questo è un piano triennale che riguarda certamente risorse finanziarie. Mi permetto di dire che il futuro di questo piano, anche nell’immediato, sta anche nelle regole che ci siamo dati. Noi abbiamo già delle regole rispetto agli edifici (voi lo sapete, perché sono già state approvate), ma abbiamo bisogno di rafforzare altre regole. Lo abbiamo detto. Mi riferisco all’aggiornamento per la regolamentazione e la localizzazione degli impianti a fonti rinnovabili, favorendo, per esempio, l’autoproduzione e gli impianti di piccola taglia (questo è uno dei temi che abbiamo proposto e che abbiamo ripetuto in tutto il percorso che abbiamo fatto), oltre che politiche in grado di sostenere in modo più complessivo la trasformazione. La proposta di legge urbanistica va in questo senso ed è fortemente integrata rispetto a questi temi. La programmazione ha un ruolo fondamentale rispetto all’utilizzo delle risorse finite.

Noi abbiamo previsto interventi nel campo dell’edilizia. Avremo modo di discuterne, anche ragionando su modalità nuove. Penso al tema delle ESCO. Noi abbiamo alcuni esempi in questa regione che stanno agendo rispetto ai condomini. Avremo bisogno di lavorare anche rispetto ad altri soggetti che oggi sono fondamentali, per esempio per quanto riguarda i condomini. Penso ai settori economici e al tema dei trasporti, come vi ho detto.

Un impegno forte sarà anche quello di rendere gli edifici pubblici più efficienti. Questo è un altro tema. Abbiamo accettato la sfida anche noi, come Regione. Credo sia giustissimo. Anche noi abbiamo bisogno di essere artefici in prima persona con i nostri immobili.

L’altro elemento sul quale dovremo lavorare moltissimo riguarda il sostegno alla ricerca e all’innovazione in tutti i campi. Da qui, oggi, arrivano i segnali più forti che, se immessi sul mercato, possono davvero accelerare il percorso di decarbonizzazione in modo diffuso. Abbiamo start up innovative eccezionali su questo tema. Si sta lavorando sugli accumulatori per le fonti rinnovabili. Come sapete, questo è uno dei grandi problemi. Penso anche ai piccoli accumulatori. Il tema della messa in rete del biometano: qui possiamo dire quello che ci pare, ma il biometano può essere una delle grandi risorse a cui noi possiamo accedere proprio per rispondere a quel bisogno di energia pulita, visto che abbiamo una rete eccezionale di distribuzione.

Abbiamo le celle ad idrogeno. In questa Regione si sta lavorando con i nostri laboratori e con imprese grandi e piccole. Quindi, siamo già anche su un altro terreno. Si sta lavorando per il minieolico. Noi siamo d’accordo sul tema della geotermia. Stiamo lavorando con l’Università di Ferrara per gli impianti a bassa entalpia proprio per poter trovare regole che ci permettano di regolare questo settore in modo molto corretto. Come sapete, nel nostro piano vogliamo promuovere il tema delle pompe di calore su tutto, anche sulla geotermia.

Per quanto riguarda le smart grid, abbiamo alcuni esempi. A Mercato Saraceno c’è un esempio per 37.000 utenti di rete intelligente che collega la digitalizzazione alla distribuzione intelligente dell’energia elettrica. Stiamo ragionando anche sugli strumenti finanziari. Io prima parlavo delle ESCO. In questa Regione c’è un esempio. Li ho incontrati l’altro giorno. Si tratta di 270 alloggi, chiaramente da efficientare dal punto di vista energetico, che una piccola ESCO sta facendo.

È una regione molto vivace. Siamo una Regione che ha, in questo, una possibilità molto forte e molto potente. Andremo al rafforzamento delle attività dell’osservatorio. Su questo siamo perfettamente d’accordo, così come sul fatto di lavorare anche con dei focus sui temi dell’innovazione, sempre in materia di sostenibilità energetica. Ricordo che non è prevista un’ora “x”. Ci troviamo in un processo continuo, ma gran parte del nostro impegno sarà dedicato a connettere il nostro piano energetico con tutto il sistema regionale. Noi abbiamo bisogno davvero di promuovere una sfida, anche culturale. Questo vale per i cittadini, vale per le imprese, vale per gli enti locali. Si tratta di una sfida che deve portare risparmi importanti per le famiglie e per le imprese. Mi riferisco non solo a risparmi energetici, ma anche a risparmi economici e finanziari.

Chiaramente, questa trasformazione dipenderà da quanto saremo bravi a coinvolgere tutti gli attori in campo, anche i singoli cittadini. Noi abbiamo bisogno – lo ripeto – anche di un cambio culturale verso queste sfide, perché cambiano anche il nostro modo di essere cittadini, di essere società.

Lavoreremo moltissimo sul tema della formazione. Fa parte del piano. La formazione è un altro elemento fondamentale. Lavoreremo in collaborazione con le scuole e con le università. Rafforzeremo la parte informativa, un tema che è stato chiesto, quindi il tema dei nostri siti, ma anche quello degli sportelli per quanto riguarda i Comuni. Lavoreremo in modo particolare con i sindaci, perché noi crediamo che i sindaci, assieme a noi, possano avere proprio questo ruolo fondamentale per condividere la pianificazione, la programmazione, questa cultura e le azioni concrete, che – ripeto – non riguardano sempre e solo questioni relative alle risorse. È anche questo, ma è anche, e soprattutto, la consapevolezza dell’obiettivo che noi ci siamo posti.

È un progetto che continuerà a riguardare tutti, per cui noi auspichiamo che questo lavoro che noi abbiamo fatto fino ad oggi continui anche nei prossimi anni. Io sono perfettamente d’accordo non solo sul tavolo di monitoraggio, ma io sono d’accordissimo che questo venga rafforzato, che si preveda anche ogni anno che ci sia, se necessario si può fare anche di più, nessuno ce lo vieta, perché credo che questo è un percorso che abbiamo iniziato assieme e che dovremo continuare assieme.

Permettetemi di finire questo mio intervento ringraziando. Devo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo piano, i miei collaboratori in primo luogo, i collaboratori di tutti gli assessorati che con noi hanno costruito, Ervet, il Comitato scientifico che è stato con noi dal primo momento e che ci accompagnerà anche nella prosecuzione; ma voglio ringraziare tutte le associazioni di categoria, anche le organizzazioni sindacali che hanno fornito spunti e si sono interfacciati con noi, l’ANCI, i sindaci, tutti coloro che sono stati protagonisti.

Io mi permetto di ringraziare anche tutti i singoli consiglieri e l’Assemblea. Credo che quando è serio, perché si capisce l’importanza dell’oggetto, un dibattito può solamente arricchire: ringrazio per il contenuto.

Mi scuso con la consigliera Gibertoni, perché avevamo la risposta che non ho ancora capito se le abbiamo inviato o no, ma era pronta da parecchio tempo. Verifico, perché può essere che l’abbiamo inviata, ma non l’ho ancora trovata. Mi scuso davvero se non l’ho inviata, era pronta da subito, gliela consegno anche. Mi scusi davvero, ma a volte può capitare, siamo umani anche noi.

 

(L’assessore Costi consegna la risposta scritta alla consigliera Gibertoni)

 

Vi ringrazio davvero tutti e mi auguro che questo lavoro, e da parte mia ci sarà l’impegno, anche assieme, credo, ai Presidenti delle Commissioni, perché questo nostro lavoro che abbiamo iniziato assieme possa continuare, sia in Commissione che in aula, e soprattutto anche nel tavolo di monitoraggio.

Quindi davvero grazie a tutti e buon lavoro a tutti noi.

 

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Costi.

Apro la discussione generale sugli emendamenti. Seguiranno le dichiarazioni di voto congiunte su emendamenti, ordini del giorno, risoluzioni e provvedimento.

Vi ricordo che le proposte di emendamento sono 17: dieci a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli, tre a firma dei consiglieri Alleva e Bertani, uno a firma dei consiglieri Iotti, Mumolo, Prodi, Ravaioli, Montalti, Zappaterra, Campedelli, Marchetti Francesca, Serri e Caliandro, uno a firma dei consiglieri Taruffi, Torri, Caliandro, Bertani, Iotti, Mumolo, Prodi, Ravaioli, uno a firma dei consiglieri Iotti, Montalti, Taruffi, Torri, Prodi e Caliandro; un subemendamento all’emendamento 16, a firma dei consiglieri Ravaioli, Prodi e Mumolo.

Apro la discussione generale sugli emendamenti: dieci minuti per ogni consigliere.

Prego, consigliere Iotti.

 

IOTTI: Anche per accelerare i lavori e le votazioni, l’intervento riguarda nel complesso tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno.

Sul tavolo di monitoraggio l’assessore ha già detto, ma ci sono già emendamenti che mi auguro vengano accolti per precisare il lavoro, nel senso che il tavolo di monitoraggio avrà quindi la possibilità di avere cadenza annuale e si dovrà occupare anche della valutazione del coordinamento di tutti i piani che hanno relazioni con la materia energia.

Sugli emendamenti ripresentati già discussi in Commissione, esprimeremo comunque un voto analogo. Sul tema del biogas e biometano abbiamo discusso a lungo. A parte qualche differenziazione, credo ci sia condivisione sull’opportunità. È stato presentato anche un ordine del giorno, quindi credo che su quello l’espressione sarà quella di andare avanti.

Sulla valutazione energetica relativa alle strutture della Regione, voi sapete che il Piano indica un 3 per cento annuo di intervento di retrofit energetico sugli edifici di proprietà regionale. Su questo posso dire che la valutazione energetica è obbligatoria per legge, quindi sarà effettuata. Nell’ambito della programmazione degli interventi, essendo già obbligatoria, non si ritiene necessario l’emendamento.

Per quanto riguarda l’esclusione del GPL sui carburanti alternativi, abbiamo accolto un’osservazione che invece chiedeva di inserirla, contraria all’osservazione già accolta. Per quanto riguarda gli ordini del giorno presentati dal Movimento 5 Stelle, di corsa ho provato a leggerli. Avrei preferito avere più tempo perché ci siamo confrontati a lungo anche su altre tematiche. Alcuni sono corposi, anche di quattro pagine, quindi non esprimo un giudizio particolare, ma non riteniamo di accoglierli presentati in questo modo.

Sul caso di Correggio, credo vada rimandato ad una risposta. Io nello specifico non so che cosa significa. Da quanto ho appurato, comunque, è un caso limitato, che non ha avuto poi riconoscimenti dalla Regione. Per quanto riguarda infine l’ordine del giorno della Lega Nord, io non ho contrarietà. Ritengo che sia male espresso. Noi a livello regionale riconosciamo interventi semplicemente per la geotermia a bassa entalpia, proprio perché non sono individuate potenzialità per andare in un altro senso.

Per quanto riguarda i finanziamenti, il Piano prevede già delle azioni che possono prevedere finanziamenti rivolti ai Comuni, quindi al pubblico, per questi progetti, sia sui progetti che sugli interventi. Credo che questa sia la risposta intera a tutti gli emendamenti e agli ordini del giorno.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere iotti.

La parola al consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Parte dei nostri emendamenti li avevo già illustrati. Alcune considerazioni: ci sono alcuni emendamenti presentati dal PD e da altri Gruppi che probabilmente potevamo concordare insieme, perché essenzialmente in alcuni casi chiediamo la stessa cosa. Il tempo forse non è stato favorevole. Ribadisco però che il nostro ordine del giorno e la risoluzione a parte un ordine del giorno sono depositati da ieri, quindi volendo il tempo poteva esserci. Ho controfirmato l’emendamento sulle comunità solari, perché è un ambito sul quale noi crediamo, faceva parte di varie proposte che avevamo fatto anche in Commissione. Ovviamente, qui ci sarebbe un discorso più ampio anche sulla normativa nazionale, perché anche su questo bisogna fare, però questo lo riconosciamo importante. Apprezzo anche l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Iotti e Montalti, perché in realtà, lì dentro, anche se con alcune declinazioni che in realtà avrei preferito precisare, il fatto che in realtà tutte queste azioni sono tra le più “deboli”, nel senso che sono quelle a lato informativo, essenzialmente, con alcune piccole azioni, l’ordine del giorno recepisce buona parte di tante di quelle proposte che noi avevamo chiesto di inserire dentro al Piano di attuazione. Quindi, non è dentro il Piano, come noi chiedevamo, non è così ficcante come chiedevamo, ma è già qualcosa, quindi in qualche modo lo apprezziamo.

Inoltre, apprezziamo anche il subemendamento 17, quello che dice di tener conto nel monitoraggio anche delle altre pianificazioni regionali. Anche a questo riguardo, in Commissione avevamo sottolineato che secondo noi le pianificazioni regionali che afferiscono al Piano energetico andavano ricostituite sotto un unico sinottico che desse la possibilità di vedere come le variazioni si muovono e si integrano fra di loro. Il rischio, altrimenti, sarà quello di fare azioni scoordinate. Questo quindi in qualche modo, seppure in maniera non così forte, come chiedevamo noi, va in quella direzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Non ho altri iscritti in discussione generale sugli emendamenti. Chiudo quindi la discussione generale sugli emendamenti e apro le dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti di cui prima vi ho detto, insieme agli ordini del giorno, che sono sei: l’ordine del giorno 3579/1 (oggetto 4199), a firma del consigliere Bertani; l’ordine del giorno 3579/2 (oggetto 4200), a firma del consigliere Sassi; l’ordine del giorno 3579/3 (oggetto 4202), a firma della consigliera Piccinini; l’ordine del giorno 3579/4 (oggetto 4203), a firma dei consiglieri Montalti, Zappaterra, Taruffi, Tarasconi, Campedelli, Pruccoli, Calvano, Prodi, Bessi, Sabattini, Serri, Caliandro, Paruolo, Iotti, Marchetti Francesca, Cardinali, Ravaioli, Zoffoli, Lori, Bagnari, Soncini, Boschini, Molinari, Poli; l’ordine del giorno 3579/5 (oggetto 4204), a firma dei consiglieri Iotti e Montalti; l’ordine del giorno 3579/6 (oggetto 4208), a firma della consigliera Gibertoni. Sono state presentate poi le risoluzioni oggetto 3894, a firma dei consiglieri Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli e la risoluzione oggetto 4167 a firma del consigliere Bertani.

Per le dichiarazioni di voto sono cinque minuti per Gruppo. Intanto nomino scrutatori i consiglieri Ravaioli, Zappaterra e Liverani.

La parola per dichiarazione di voto al consigliere Bertani. Prego.

 

BERTANI: Per fare la sintesi di tutto quanto detto fino ad ora. Condividiamo l’obiettivo, ma non riteniamo sufficiente lo strumento. Nonostante siano stati ascoltati anche in tanti, noi abbiamo cercato di fare varie proposte. Qualcosa è stato recepito, alla fine, con qualche emendamento, ma secondo noi questo piano triennale soprattutto rischia di non arrivare a quello che serve.

Valutiamo quindi positivamente alcuni aspetti, ma riteniamo che il piano, così com’è, non riesca a raggiungere l’obiettivo. Per questo voteremo contro, anche se, appunto, il tema per noi è importante e cercheremo da qui in avanti di seguirne l’attuazione e di essere propositivi, soprattutto per andare a verificare in primo luogo i bandi che usciranno e in secondo luogo, le azioni che effettivamente saranno riprese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Chiudo le dichiarazioni di voto. Procediamo con le votazioni, a cominciare dagli emendamenti.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Volevo chiederle di squillare.

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ho fatto, grazie.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 4 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 5 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 6 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 7 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 8 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 9 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 10 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, a firma dei consiglieri Alleva e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 11 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12, a firma dei consiglieri Alleva e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 12 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13, a firma dei consiglieri Alleva e Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 13 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Iotti, Mumolo, Prodi, Ravaioli, Montalti, Zappaterra, Campedelli, Marchetti Francesca, Serri e Caliandro.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 14 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15, a firma dei consiglieri Taruffi, Torri, Caliandro, Bertani, Iotti, Mumolo, Prodi e Ravaioli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 15 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 17 all’emendamento 16, a firma dei consiglieri Ravaioli, Prodi e Mumolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): Il subemendamento 17 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 16, a firma dei consiglieri Iotti, Montalti, Taruffi, Torri, Prodi e Caliandro.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 16 è approvato.

Ora procediamo, con votazione sempre per alzata di mano, con gli ordini del giorno.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3579/1 (oggetto 4199), a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 3579/1 (oggetto 4199) è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3579/2 (oggetto 4200), a firma del consigliere Sassi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 3579/2 (oggetto 4200) è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3579/3 (oggetto 4202), a firma della consigliera Piccinini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 3579/3 (oggetto 4202) è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3579/4 (oggetto 4203), a firma dei consiglieri Montalti e altri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 3579/4 (oggetto 4203) è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3579/5 (oggetto 4204), a firma dei consiglieri Iotti e altri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 3579/5 (oggetto 4204) è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3579/6 (oggetto 4208), a firma della consigliera Gibertoni.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 3579/6 (oggetto 4208) è respinto.

Passiamo ora alla votazione delle risoluzioni.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3894, a firma dei consiglieri Bargi e altri.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione oggetto 3894 è respinta.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4167, a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione oggetto 4167 è respinta.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 3579.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 4009

Delibera: «Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, dell'Intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna della Repubblica Italiana e la Provincia del Gauteng della Repubblica del Sud Africa per l'istituzione di un rapporto di partenariato.» (Richiesta del Presidente della Giunta regionale prot. AL/2017/5078 del 03 febbraio 2017) (112)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora all’oggetto 4009: “Ratifica, ai sensi dell’articolo 13, comma 2 dello Statuto dell’intesa di collaborazione tra Regione Emilia-Romagna della Repubblica italiana e la Provincia del Gauteng della Repubblica del Sudafrica per l’istituzione di un rapporto di partenariato”.

La Commissione bilancio affari generali ed istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 21 febbraio 2017, con la seguente votazione: 33 voti a favore, nessun contrario e 6 astenuti.

La discussione generale sul provvedimento prevede dieci minuti per ciascun consigliere, quindi chiedo se qualcuno vuole intervenire.

La parola al consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie presidente, giusto un breve intervento per ribadire quanto abbiamo già detto in Commissione. Ogni volta che arrivano atti di questo tipo, che riguardano rapporti con altre realtà del mondo, in particolare rapporti commerciali, di investimento, di sviluppo, siamo sempre esposti in maniera positiva: lo abbiamo sempre fatto e lo abbiamo anche sottolineato in Commissione.

Gradiremmo però che ci venissero forniti dei dati numerici, delle cose più concrete che sottostanno a questi accordi, per capire se sono solo accordi che rimangono su dei tavoli – dove magari si fanno degli incontri diplomatici e basta –, oppure se effettivamente abbiamo anche scambi di prodotti nostri, che riescono a entrare in quei mercati. Vorremmo capire, per le realtà produttive nostre (o di quei Paesi che riescono a investire da una parte e dall’altra) quali sono le misure per cui noi favoriamo magari la possibilità, in questo caso con il Sudafrica, di investire, potendo arrivare sul nostro territorio, e quali misure loro offrono ai nostri produttori.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Scusate, i lavori dell’Aula stanno proseguendo, quindi chiedo il silenzio. Prego, consigliere Bargi.

 

BARGI: C’era solo una questione che ci premeva far notare.

Durante la discussione in Commissione, da parte di tecnici della Giunta ci è stato fatto notare come da questa particolare regione del Sudafrica fosse richiesto un prodotto per il quale la nostra Regione si pone a livello leader, e cioè i macchinari agricoli. Ebbene, mi premeva far notare che una realtà invece sempre a noi vicina (sempre di interesse nella discussione di quest’Aula durante l’anno scorso), la realtà della Crimea, ma più in generale della Russia, richiede proprio lo stesso tipo di prodotto.

Insomma, fa un po’ sorridere pensare a come andiamo a fare accordi con altre realtà del mondo per le stesse motivazioni, ma non siamo stati in grado di prendere una posizione politica precisa, come Assemblea, sulle sanzioni che tra l’altro hanno colpito la nostra economia.

Ci ha fatto piacere sentir dire da parte dei tecnici che ci siamo resi conto di aver subìto un po’ e che adesso è ora che riprendiamo i rapporti. Però riprendiamo i rapporti come l’unica regione dell’area nord, ci metto dentro anche la Toscana, dove governa il Partito democratico, ma anche la Liguria, dove il Partito democratico è in opposizione, ma ha votato a favore degli atti di indirizzo per superare le sanzioni.

Siamo l’unica Regione nel blocco nord che invece non ha saputo esprimersi a riguardo di questo tema. Noi quindi ci troviamo oggi a dover dire che dobbiamo ritornare su quel tipo di mercato, un mercato che ricordo, faceva parte dei cosiddetti Paesi BRICS, dove negli anni passati si è cercato più volte di penetrare. Non è stato neanche così facile per i nostri imprenditori: ricordo che proprio quando si stava creando un certo rapporto di scambio, siamo andati a danneggiarlo appoggiando questa politica sanzionatoria. La Regione non ha mai saputo dire che nonostante fosse una politica imposta dall’Unione europea, volesse superarla, mettendo in atto tutte le iniziative e le basi per poterlo fare. Questa cosa non è stata fatta.

Oggi quindi ci viene da dire: sì, facciamo questi accordi, avremmo potuto farli anche con altre realtà, mentre abbiamo sempre preferito fare un passo indietro piuttosto che un passo avanti. E oggi probabilmente interverremo su quei mercati non già dai blocchi di partenza, ma appena dagli spogliatoi, se mi è concessa questa metafora.

Abbiamo cercato più volte di indirizzare questa Assemblea a lasciar perdere le politiche internazionali, a cui pure siamo sottoposti, per dimostrare come, politicamente, almeno di nostra iniziativa, non vogliamo perdere i rapporti, ma vogliamo cercare di mantenerli, se non altro per la nostra realtà produttiva ed economica regionale.

Invece abbiamo lasciato che tutto andasse un po’ a rotoli, per arrivare poi con tutti questi accordi: lo abbiamo visto con Buenos Aires, la Cina e via dicendo. Resta il fatto che ci serve capire quali sono i reali benefici di questi accordi, e rimane il punto fondamentale; in secondo luogo non dovremmo precluderci la possibilità di avere accordi con realtà di questo pianeta con le quali la nostra economia ha già sviluppato anche autonomamente rapporti, solo per sottostare a logiche internazionali che oggi, come vedete, nel contesto attuale, tenderanno ad essere superate. Ci muoviamo in ritardo dopo aver perso un traguardo già raggiunto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

La parola al consigliere Molinari.

 

MOLINARI: Scusi, presidente, non ho sentito prima l’introduzione, c’era un po’ di confusione.

Quanto a questo accordo, trattasi di una ratifica, quindi gli accordi contenuti sono già stati sottoscritti dalla Giunta.

Io ritengo che le osservazioni fatte dal consigliere Bargi siano da tenere in considerazione più che altro per la prospettiva. Trattasi di un accordo fatto non sulla base di pura fantasia, ma sulla base dei rapporti radicati nel tempo e sulla base di rapporti economici già esistenti tra aziende che già operano in queste zone e imprenditori che insieme alla delegazione dell’Emilia-Romagna hanno seguito il gruppo per cercare di capire gli sviluppi…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Colleghi, davvero c’è confusione.

 

MOLINARI: … e le opportunità economiche.

Da questo punto di vista, la politica degli accordi internazionali, che sono accordi istituzionali che aprono anche a opportunità economiche, deve essere un’azione che anche la stessa Assemblea possa sostenere: dopo quello della California, quello del Guangdong, ora c’è l’accordo con il Gauteng.

Io penso che anche insieme all’assessorato, si debba cercare di cogliere in modo positivo lo stimolo su quelli che possono essere confronti con altre realtà in cui sia possibile dal punto di vista non solo economico ma anche istituzionale arrivare alla sottoscrizione di accordi, di rapporti stimolati dal basso ma che siano possibili anche dal punto di vista istituzionale, ovviamente in luoghi in cui le condizioni politiche lo consentano, e per questo credo che gli stimoli che arrivano anche dai banchi della minoranza possono essere girati agli assessorati che hanno seguito direttamente questo accordo, per cercare di capire come si possano creare condizioni favorevoli anche alla sottoscrizione di futuri accordi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Molinari.

La parola alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Questo tipo di accordi hanno sempre una criticità: quella di capire effettivamente quali sono le ricadute concrete sul nostro territorio. In questo, in particolare, è stato inserito però un report sullo stato di avanzamento. Noi chiediamo, lo abbiamo chiesto anche in Commissione, di poter avere questo tipo di informazione.

C’è però una criticità, entrando nei contenuti. Il documento rimane comunque sulle linee generali. Esiste un comunicato, pubblicato anche sul sito della Regione, che elenca le misure puntuali. Tra queste viene citato anche un fantomatico recupero energetico da rifiuti urbani. In Commissione abbiamo chiesto esattamente che cosa significa, perché se dobbiamo esportare il know how sulla costruzione degli inceneritori, noi ovviamente siamo contrari.

Io però sono ancora qui che aspetto una risposta. Se qualcuno mi può dire che cosa significa recupero energetico da rifiuti urbani, è determinante ai fini del voto di questo documento. Se dobbiamo esportare le nostre conoscenze su come incenerire i rifiuti, non siamo esattamente d’accordo.

Mi aspetterei una risposta per poter votare questo documento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: C’è un altro aspetto che avevamo sottolineato in Commissione: ben vengano questi accordi, ben vengano gli scambi e la possibilità di esportare know-how e attrezzature delle nostre imprese. Attenzione, però – e questo era un discorso più ampio che stavamo tenendo sui vari accordi, ma questo potrebbe avere qualche problema in più – alla delocalizzazione. Attenzione quando facciamo questi accordi, perché non abbiamo imprese che in realtà delocalizzano all’estero, perché per fare delocalizzazioni purtroppo non servono gli accordi.

È questa una sottolineatura che ci premeva fosse ascoltata anche qui in Aula. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Consigliere Molinari, prego.

 

MOLINARI: Come detto, non so se l’assessore Palma Costi, in quanto è l’unica rappresentante della Giunta presente, può essere più dettagliata, non so se ha seguito direttamente i lavori di questo accordo.

L’unica cosa che mi permetto di dire è che per quanto riguarda l’Africa, penso che sarebbero molto favorevoli quantomeno a conoscere o a cogliere le opportunità dell’incenerimento, che indubbiamente, rispetto alle attuali pratiche adottate nel continente africano, sarebbero alquanto migliorative rispetto all’abbandono dei rifiuti nelle periferie delle città, nei sobborghi di Nairobi o anche in altre zone del Sudafrica.

L’esportazione di tecnologia e il confronto su tecnologie esistenti, che non sono contro legge, seppure, magari, contro l’etica di qualche parte politica, penso che siano auspicabili. Io non so rispondere nel dettaglio per quanto riguarda le aziende coinvolte e le tematiche trattate, però sottolineo solo che se magari l’Africa riuscisse ad attuare meglio e nei modi in cui l’Emilia-Romagna l’ha attuato, la soluzione dell’incenerimento sicuramente sarebbe migliore rispetto alla situazione attuale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Molinari.

Non ho altri iscritti in discussione generale. Chiudo quindi la discussione generale e apro la dichiarazione di voto: sono cinque minuti per Gruppo.

Nomino scrutatori i consiglieri Ravaioli, Zappaterra e Bargi.

Se nessun consigliere chiede di parlare si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 4009.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’Assemblea approva.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,02

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori: Andrea CORSINI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta ai sensi dell’art 65, secondo comma, del Regolamento interno il presidente della Giunta Stefano BONACCINI e il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI.

Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI e gli assessori Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Raffaele DONINI ed Emma PETITTI,

 

Emendamenti

 

OGGETTO 3579 “Delibera: «Piano Energetico Regionale 2030 e Piano Triennale di Attuazione 2017-2019.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 novembre 2016, n. 1908)” (111)

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«Nel PTA 2017-2019, al Cap. IV.2.7. Asse 7 - “Sostegno del ruolo degli Enti locali” il secondo capoverso:

“Per fare ciò, si cercherà di completare il percorso di adesione al Patto dei Sindaci per tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna, supportandoli sia economicamente che a livello tecnico e strumentale, sia nelle fasi di preparazione e monitoraggio dei PAES che di successiva attuazione delle misure.”

È così sostituito

“Per fare ciò, si cercherà di completare il percorso di adesione al Patto dei Sindaci per tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna, supportandoli sia economicamente che a livello tecnico e strumentale, sia nelle fasi di preparazione e monitoraggio dei PAES che di successiva attuazione delle misure. Entro la fine del 2019 verrà realizzato da parte della Regione un primo monitoraggio di tutti i PAES comunali per verificarne gli stati di avanzamento e il rispetto delle tempistiche.”»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«Nel PTA 2017-2019, al Cap.  IV.2.7. Asse 7 - “Sostegno del ruolo degli Enti locali” il quarto capoverso:

“Un’ulteriore azione riguarderà il sostegno alla programmazione/promozione energetica a livello locale, degli Sportelli Energia e delle Agenzie per l’energia a livello territoriale.”

È così sostituito

“Un’ulteriore azione riguarderà il sostegno alla programmazione/promozione energetica a livello locale, degli Sportelli Energia e delle Agenzie per l’energia a livello territoriale. Nello specifico sarà previsto un sostegno tecnico ed economico alla realizzazione di uno sportello comunale energia nei Comuni/Unioni di Comuni superiore ai 50.000 abitanti aperto al pubblico e ai professionisti che possa fornire informazioni ed in generale concreto supporto sulle opportunità di riduzione dei consumi e sugli incentivi disponibili, nonché consigli pratici, analizzare i consumi dalle bollette e dare prima indicazioni sui margini di miglioramento.”»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«Nel PTA 2017-2019, al Cap. IV.2.8. Asse 8 - “Partecipazione, informazione, orientamento e assistenza tecnica” il decimo capoverso:

“Nell'ambito dell'assistenza tecnica, verrà istituito uno specifico tavolo per il monitoraggio delle azioni e dei risultati del Piano, coinvolgendo i principali portatori di interesse quali, ad esempio, le associazioni di categoria, i Professionisti e gli Ordini Professionali, le parti sociali e le associazioni ambientaliste.”

È così sostituito

“Nell'ambito dell'assistenza tecnica, verrà istituito uno specifico tavolo per il monitoraggio delle azioni e dei risultati del Piano, coinvolgendo i principali portatori di interesse quali, ad esempio, le associazioni di categoria, i Professionisti e gli Ordini Professionali, le parti sociali e le associazioni ambientaliste. Il tavolo avrà una cadenza annuale e dovrà verificare periodicamente le politiche ed azioni previste nei vari strumenti di programmazione (PER, PRITT, ecc.);”»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«Nel PER al Cap. VII.1.2. Il Piano Aria Integrato Regionale (PAIR) il periodo:

“Nello sviluppo delle fonti rinnovabili un elemento di attenzione è dato dall’utilizzo delle biomasse, a causa del loro potenziale impatto negativo sulla qualità dell’aria, in particolare sulle emissioni di PM10. La Regione, relativamente all’installazione di impianti per la produzione di energia alimentati a biomasse, ha cercato di coniugare strategie di carattere globale con le esigenze locali per la qualità dell’aria attraverso l’applicazione del “principio del saldo zero” e del “computo emissivo” (norme approvate con D.A.L. n. 51/2011 e D.G.R. n. 362/2012) per gli impianti situati nelle aree di superamento dei valori limite per NO2 e PM10. Alla luce di ciò, la Regione intende seguire e incentivare un percorso di innovazione verso sistemi di combustione maggiormente efficienti, in linea con i provvedimenti già adottati da alcuni Paesi dell’Unione Europea.”

È sostituito dal periodo:

“Nello sviluppo delle fonti rinnovabili un elemento di attenzione è dato dall’utilizzo delle biomasse, a causa del loro potenziale impatto negativo sulla qualità dell’aria, in particolare sulle emissioni di PM10. La Regione, relativamente all’installazione di impianti per la produzione di energia alimentati a biomasse, ha cercato di coniugare strategie di carattere globale con le esigenze locali per la qualità dell’aria attraverso l’applicazione del “principio del saldo zero” e del “computo emissivo” (norme approvate con D.A.L. n. 51/2011 e D.G.R. n. 362/2012) per gli impianti situati nelle aree di superamento dei valori limite per NO2 e PM10. Alla luce di ciò, la Regione intende da un lato non attivare sostegni alla filiera di produzione energetica dalle biomasse e del biogas nelle aree che presentano criticità per la qualità dell’aria e che non siano basati sulla filiera corta di utilizzo, e dall’altro seguire e incentivare un percorso di innovazione verso sistemi di combustione maggiormente efficienti, in linea con i provvedimenti già adottati da alcuni Paesi dell’Unione Europea.”»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«A pag. 8, nel PER 2030, nel paragrafo intitolato: “Risparmio energetico ed uso efficiente dell’energia nei diversi settori”

Nel quarto periodo alla fine dopo le parole:

“in grado di conseguire la riqualificazione energetica almeno pari al 3% annuo della superficie coperta utile climatizzata.”

sono aggiunte le parole:

“La Regione, nell’ambito delle proprie buone pratiche, realizza una valutazione energetica del patrimonio edilizio utilizzato dalle proprie strutture, nonché, dalle strutture del Servizio Sanitario Regionale, aggiornandone l’evoluzione e rendendo di pubblico dominio le principali risultanze di tale analisi.”»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«A pag. 9, nel PER 2030, nel paragrafo intitolato: “Razionalizzazione energetica nel settore dei trasporti”

Nel terzo periodo è cassata la parola: “GPL” ed è modificato l’ordine dei carburanti alternativi, risultando il periodo così modificato:

“Nel settore dei trasporti, la Regione intende promuovere sul proprio territorio azioni per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo della mobilità sostenibile e di diffusione dei veicoli alimentati da carburanti alternativi (elettrici, metano, ibridi) in sinergia con le politiche regionali in materia di trasporti.”»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«A pag. 8, nel PER 2030, nel paragrafo intitolato: “Produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili” dopo le parole: “aggiornare la regolamentazione per la localizzazione degli impianti a fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica”

le parole:

“e favorire il superamento dei conflitti ambientali che si creano a livello locale in corrispondenza di impianti di produzione da fonti rinnovabili, in particolare per gli impianti alimentati da bioenergie.”

sono così sostituite:

“nello stretto rispetto delle garanzie ambientali, in particolare, per quanto riguarda le emissioni e gli impatti odorigeni, senza interferire con la produzione alimentare né compromettere la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, utilizzando sottoprodotti di origine locale e valutando l’impronta ecologica complessiva e specificamente l’impronta del carbonio.”

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«A pag. 53, nel PER 2030, nel paragrafo intitolato: V.2.3. “Il settore dei trasporti

Al settimo periodo dopo le parole:

“É evidente come questo scenario, per essere realizzato, necessiti di misure che indirizzino il mercato verso questo tipo di mobilità.”

sono aggiunte le parole:

“Come per esempio agevolazioni o aumento della tassa automobilistica in base alla potenza ed alle emissioni, oppure gli incentivi alla rottamazione senza sostituzione o all’acquisto di mezzi elettrici.”

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«A pag. 53, nel PER 2030, nel paragrafo intitolato: V.2.3. “Il settore dei trasporti”

Al sesto periodo prima delle parole:

“Un altro segmento fondamentale riguarda lo sviluppo dei carburanti alternativi, in particolare metano.”

sono aggiunte le parole:

“Il traffico generato dai veicoli commerciali privati pesanti e, quindi, anche il loro numero, dovranno diminuire in previsione di un maggiore spostamento del traffico merci su ferro e/o nave, in coerenza a quanto previsto dal Documento Preliminare del Prit 2025.”»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Bertani, Sassi, Alleva e Sensoli:

«Nel PER al Cap. IV.2. Gli Assi, le Azioni e le Risorse, nella tabella 6 - Risorse del PTA 2017-2019

 

Eliminare la riga relativa all’azione “People mover”:

 

Fonte

Azioni

Risorse nel triennio

2017-2019 (mln. €)

Ulteriori risorse regionali

People mover

19,0

 

E di conseguenza aggiornare il totale complessivo.»

(Respinto)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Alleva e Bertani:

«PTA IV.2.4. Asse 4 – Qualificazione edilizia urbana e territoriale

Si propone di aggiungere a pag. 35, prima della tabella 10, il seguente punto:

Proposte per la riqualificazione energetica di interi edifici, condomini e quartieri (retrofit energetico e adeguamento antisismico).

In questo quadro, verranno avviate sperimentazioni, sia nel settore pubblico che in quello privato, per rimuovere gli ostacoli oggi presenti (complessità delle procedure, difficoltà ad accedere alle detrazioni fiscali nei condomini, vincolo delle amministrazioni pubbliche al patto di stabilità) e rendere possibile tali interventi.

A questo fine possono essere introdotte politiche d’incentivo aggiuntive, rispetto agli strumenti a disposizione, che devono essere sempre vincolate a una riduzione certificata dei consumi energetici (in termini di salto di Classe energetica) e alla messa in sicurezza antisismica, verificando la possibilità di finanziamento degli interventi anche da parte di Cassa Depositi e Prestiti e attraverso il fondo per l’efficienza energetica previsto dal DL 102/2014, oltre che utilizzando gli altri strumenti disponibili, a partire del “conto termico”.

Si tratta di mettere assieme i vantaggi energetici con quelli legati al miglioramento della vivibilità degli spazi privati e condominiali (creazione di terrazzi con obiettivi di schermatura solare e di ridefinizione delle disposizioni interne, installazione di ascensori e corpi scala a norma di Legge, interventi di re-impermeabilizzazione degli spazi liberi e di creazione di tetti verdi, consolidamento antisismico degli edifici, ecc.).

In questi interventi potrebbero essere realizzati diversi impianti solari, sia termici che fotovoltaici. Per questi ultimi, andrebbe prevista che l’energia prodotta possa essere utilizzata direttamente per gli usi negli spazi comuni o per una parte dei consumi dei singoli appartamenti del condominio. Per rendere possibile questa prospettiva, occorre modificare la normativa vigente in modo da consentire nei condomini lo scambio sul posto con l'esonero dall’obbligo di coincidenza tra punto di immissione e prelievo dell’energia scambiata con la rete e da quello di pagamento degli oneri di rete e di sistema.

(Respinto)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Alleva e Bertani:

«PTA IV. 2.3. Asse 3 - Qualificazione delle imprese (industria, terziario e agricoltura)

In fondo al capitolo aggiungere:”

I contributi alle imprese per le diagnosi energetiche sono subordinati all'impegno successivo alla diagnosi a mettere in atto interventi di efficientamento energetico e, comunque, di coinvolgimento dei lavoratori occupati, ad ogni titolo, nell'impresa, anche attraverso le loro organizzazioni sindacali, per promuovere e generalizzare comportamenti coerenti e individuare altri possibili interventi.”»

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Alleva e Bertani:

«PTA IV. 2.3. Asse 3 - Qualificazione delle imprese (industria, terziario e agricoltura)

Pag.33 nel secondo capoverso dopo “...una riduzione dei consumi di fonti fossili” inserire:

“o di parti di rifiuti urbani, biomasse non compatibili con la filiera corta (come ad esempio l'olio di palma),”»

(Respinto)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Iotti, Mumolo, Prodi, Ravaioli, Montalti, Zappaterra, Campedelli, Francesca Marchetti, Serri e Caliandro:

«Nel Piano Triennale Attuativo 2017-2019, a pagina 40, al capitolo “IV.2.7. Asse 7 - Sostegno del ruolo degli Enti locali” viene aggiunto in fondo il seguente periodo:

“La Regione, di concerto con ANCI Emilia-Romagna, individuerà indicatori di efficacia delle politiche energetiche locali considerando in particolare il livello di attuazione dei PAES/PAESC derivante dai monitoraggi periodici e sulla base dei dati, a scala comunale o di Unione, che diventeranno disponibili presso l’Osservatorio regionale dell’energia previsto dalla L.R. 26/2004. Sulla base di tali indicatori si potranno basare meccanismi premianti per i comuni più virtuosi.”»

(Approvato)

 

Emendamento 15, a firma dei consiglieri Iotti, Mumolo, Prodi, Ravaioli, Taruffi, Torri, Caliandro e Bertani:

«PTA IV.2.7. Asse 7 - Sostegno del ruolo degli Enti locali

Dopo il penultimo capoverso a pag. 40 aggiungere:

“In questo ambito possono essere promossi da parte degli Enti locali anche strumenti di partecipazione collettiva per la riduzione dei consumi e la produzione di energia rinnovabile diffusa come gruppi di acquisto, nuove forme di aggregazione di produttori-consumatori e Comunità solari intese come impianti a fonti rinnovabili le cui quote possono essere cedute a soggetti privati al fine di ottemperare agli obblighi di installazione di impianti a fonti rinnovabili negli edifici come regolati nell’Atto di indirizzo e coordinamento tecnico regionale per la definizione dei requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici. A tal fine e sulla base delle diverse esperienze già avviate in regione saranno valutate le procedure autorizzative al fine di una massima semplificazione delle stesse.”»

(Approvato)

 

Emendamento 16, a firma dei consiglieri Iotti, Montalti, Taruffi, Torri, Prodi e Caliandro:

«PTA IV.2.8. 7° capoverso, dopo “Nell’ambito dell’assistenza tecnica, verrà istituito uno specifico tavolo per il monitoraggio delle azioni e dei risultati del Piano, coinvolgendo i principali portatori di interesse quali, ad esempio, le associazioni di categoria, i professionisti e gli ordini professionali, le parti sociali e le associazioni ambientaliste”

Sono aggiunte le parole:

“Tale Tavolo di monitoraggio avrà cadenza annuale”»

(Approvato)

 

Subemendamento 17, all’emendamento 16, a firma dei consiglieri Ravaioli, Prodi e Mumolo:

«Aggiungere dopo “annuale” “e terrà conto dei risultati raggiunti dalle altre pianificazioni regionali che concorrono alla strategia energetica regionale.”»

(Approvato)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

 

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