Espandi Indice

 

 

 

133.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 9 MAGGIO 2017

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 4251

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per effettuare, da parte della Provincia di Parma, i lavori necessari per mettere in sicurezza il Ponte Giuseppe Verdi, che attraversa il fiume Po. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

RAINIERI (LN)

DONINI, assessore

RAINIERI (LN)

 

OGGETTO 4267

Interpellanza circa il futuro dell'aeroporto "Ridolfi" di Forlì, con particolare riferimento all'ipotesi di sfruttarlo come "seconda pista" di quello di Bologna. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

POMPIGNOLI (LN)

DONINI, assessore

POMPIGNOLI (LN)

 

OGGETTO 4288

Interpellanza circa gli studi e le opzioni riguardanti il ripristino ambientale del sito della discarica dei rifiuti di Poiatica, nel comune di Carpineti (RE). A firma del Consigliere: Torri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

TORRI (SI)

GAZZOLO, assessore

TORRI (SI)

 

OGGETTO 4056

Interpellanza circa la ridefinizione delle modalità di calcolo del contributo compensativo per il mancato uso alternativo del territorio nei comuni sedi di stoccaggio di gas naturale. A firma del Consigliere: Rancan

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

RANCAN (LN)

COSTI, assessore

RANCAN (LN)

 

OGGETTO 4419

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a far proprie, nel considerare l’opportunità del mantenimento operativo dei Punti nascita di Castelnovo ne’ Monti, Borgo Val di Taro e Pavullo nel Frignano, valutazioni politiche più ampie di quelle esclusivamente sanitarie e formalizzare al Ministro della salute la richiesta di deroga alla chiusura degli stessi reparti. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri, Bargi, Fabbri, Marchetti Daniele, Rancan, Liverani, Pettazzoni, Pompignoli

(Rinvio)

 

OGGETTO 2778

Risoluzione per impegnare la Giunta a fornire rassicurazioni in ordine al potenziamento dell'Ospedale Santa Maria di Borgotaro (PR), anche in ragione della capacità attrattiva vantata dallo stesso nei confronti dei pazienti residenti nelle regioni confinanti e a rendere noti i risultati degli approfondimenti sull'attività della rete dei Punti nascita regionali svolti dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Foti, Bignami

(Rinvio)

 

OGGETTO 1667

Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare la richiesta di deroga al Ministero per tutti i punti nascita che soddisfino le condizioni previste dal D.M. del 11/11/2015, al fine di aprire la possibilità di sperimentazione, in aree montane, di punti nascite con meno di 500 parti annui, valutando inoltre la riapertura di quello dell'Ospedale Costa di Porretta Terme. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Gibertoni, Piccinini, Sassi

(Rinvio)

 

OGGETTO 1666

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, a seguito del decreto sottoscritto dal Ministro della Salute in data 11/11/2015, per inoltrare la richiesta di mantenimento o riapertura, come nel caso dell'Ospedale di Porretta Terme, dei punti nascite con meno di 500 parti annui nelle zone montane, predisponendo inoltre le necessarie risorse logistiche, strutturali ed umane. A firma del Consigliere: Bignami

(Rinvio)

 

OGGETTO 1258

Risoluzione circa le azioni da porre in essere per sospendere il depotenziamento e la modifica dei presidi ospedalieri regionali, mantenendo inoltre operativi i punti nascita a prescindere dal numero dei parti avvenuti nelle strutture, con particolare riferimento all'Ospedale Sant'Anna di Castelnovo. A firma dei Consiglieri: Sassi, Sensoli

(Rinvio)

 

OGGETTO 1056

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, di concerto con il Governo, al fine di garantire, anche nei territori montani della Regione Emilia-Romagna, il diritto di nascere nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, aggiornando i requisiti e gli standard organizzativi, tecnologici e di sicurezza riguardanti i punti-nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti annuali. A firma del Consigliere: Bignami

(Rinvio)

PRESIDENTE (Soncini)

DELMONTE (LN)

TARUFFI (SI)

 

OGGETTO 4412

Risoluzione circa il rilancio delle imprese cooperative, quali strumenti di organizzazione imprenditoriale, in considerazione dello specifico valore per la società e l’economia emiliano-romagnola. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4479

Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce affinché vengano istituiti organismi che svolgano il compito di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, a sollecitare Governo e Parlamento ad istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di prestiti sociali, nonché a istituire un tavolo di confronto con centrali cooperative, sindacati ed enti locali al fine di avviare una riflessione su nuovi modelli cooperativi. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi, Mori

(Ritiro)

 

OGGETTO 4606

Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso Governo e Parlamento affinché vengano istituiti organismi di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, a istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di tali prestiti, nonché a tutelare i sottoscrittori delle cooperative che sono state coinvolte in procedure fallimentari. A firma dei Consiglieri: Torri, Prodi, Calvano, Taruffi, Mori

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

TORRI (SI)

PRESIDENTE (Soncini)

TORRI (SI)

SENSOLI (M5S)

TORRI (SI)

BARGI (LN)

PRODI (Gruppo Misto)

MORI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

SENSOLI (M5S)

TORRI (SI)

IOTTI (PD)

CALVANO (PD)

BARGI (LN)

FOTI (FdI)

ROSSI Andrea (PD)

RANCAN (LN)

 

Richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

PRESIDENTE (Rainieri)

AIMI (FI)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 2906

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Parlamento affinché venga ripresa la discussione delle Proposte di Legge per l'introduzione del reato di tortura, nel massimo rispetto delle Convenzioni internazionali, accelerando l'iter di approvazione di un unico testo. A firma dei Consiglieri: Calvano, Caliandro, Taruffi, Lori, Paruolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Bagnari, Sabattini, Rontini, Zoffoli, Poli, Montalti, Torri, Zappaterra, Molinari, Mori, Serri, Prodi, Cardinali, Iotti, Mumolo, Soncini, Ravaioli, Pruccoli

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALVANO (PD)

 

OGGETTO 2595

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad incrementare i momenti e gli strumenti di coordinamento e sinergia a favore dell'età anziana al fine della loro completa integrazione, valorizzando inoltre la cultura dell'invecchiamento attivo e del diritto-dovere di concorrere allo sviluppo della società e di decidere autonomamente la propria vita. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Caliandro, Sabattini, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Poli, Bagnari, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4608

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la sperimentazione di progetti di cohousing o "abitare collaborativo" intergenerazionale in cui anziani, famiglie e studenti vivono sotto lo stesso tetto, in appartamenti separati, e condividendo gli spazi dell’immobile e una esperienza di vita. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Piccinini, Sassi

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

ROSSI Nadia (PD)

SENSOLI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

 

OGGETTO 4574

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare una delibera atta a vietare l'utilizzo di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo che renda difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico senza giustificato motivo, a garanzia dei principi sanciti dall'articolo 5 della legge 152/1975 e al fine di garantire e tutelare la sicurezza e l'ordine pubblico sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4327

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare provvedimenti finalizzati ad assicurare controlli di sicurezza in tutti gli edifici istituzionali regionali - ivi comprese le strutture sanitarie e le scuole - vietando l’occultazione del volto dei soggetti che vi accedono, nonché a promuovere la riconoscibilità del volto delle persone che si trovano in un luogo pubblico o aperto al pubblico. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MORI (PD)

BIGNAMI (FI)

MARCHETTI Daniele (LN)

PETTAZZONI (LN)

 

OGGETTO 3465

Risoluzione per impegnare la Giunta a istituire un elenco regionale degli occupanti abusivi degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), ed a consentirne l'accesso in lettura e scrittura ai soggetti responsabili dell'assegnazione degli alloggi ERP avendo cura di assicurare loro la massima informazione in materia. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MARCHETTI Daniele (LN)

MONTALTI (PD)

MARCHETTI Daniele (LN)

PRESIDENTE(Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 4412 - 4606 - 2595 - 4608 - 4574 - 4327 - 3465

Emendamento oggetto 4412

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

La seduta ha inizio alle ore 15,16

 

PRESIDENTE (Soncini): Dichiaro aperta la centotrentatreesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Ha comunicato di non poter partecipare, ai sensi dell’articolo 65 del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini.

Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente dell’Assemblea legislativa, Saliera, e i consiglieri Alleva e Ravaioli.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 4251

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per effettuare, da parte della Provincia di Parma, i lavori necessari per mettere in sicurezza il Ponte Giuseppe Verdi, che attraversa il fiume Po. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

La prima, oggetto 4251, è l’interpellanza circa le azioni da porre in essere per effettuare, da parte della Provincia di Parma, i lavori necessari per mettere in sicurezza il ponte Giuseppe Verdi, che attraversa il fiume Po. È a firma del consigliere Rainieri.

Risponderà per la Giunta l’assessore Donini.

Do la parola al consigliere Ranieri per l’illustrazione.

 

RAINIERI: Aspetto la risposta, grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): La dà per illustrata, quindi do la parola all’assessore Donini. Grazie, consigliere Rainieri.

Prego, assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Il ponte Verdi sul Po, ubicato sulla Strada Provinciale 10, in località Ragazzola, nel territorio della provincia di Parma e nel territorio della provincia di Cremona, è da diverso tempo oggetto di un costante monitoraggio da parte della Regione Emilia-Romagna, soprattutto per l’importanza strategica che riveste per i collegamenti interprovinciali e interregionali.

È noto, infatti, che il manufatto in oggetto presenta uno stato di degrado diffuso, che interessa numerose travi, oltre a danneggiamenti localizzati nelle pile, come evidenziato nella relazione tecnica predisposta dalla società ENSER nell’ambito dell’incarico conferitole dalla Provincia di Parma, per quantificare l’effettivo degrado delle strutture del ponte.

Considerato che detta infrastruttura è in parte di competenza della Provincia di Cremona e in parte della Provincia di Parma, nel 2015 è stata approvata una convenzione fra le due Province proprietarie, che prevede la realizzazione, da parte della Provincia di Cremona, di uno stralcio dei lavori di ristrutturazione del ponte Verdi, di importo pari a un 1,8 milioni di euro, riguardanti in particolare l’impermeabilizzazione dell’impalcato.

Si specifica che detto intervento, di competenza della Provincia di Cremona, finalizzato al ripristino del corretto smaltimento delle acque meteoriche dell’impalcato stradale, consiste nel rifacimento dei giunti di dilazione e della pavimentazione stradale. Si precisa che ad oggi i lavori sono stati parzialmente ultimati; in particolare, si deve ancora procedere con la parte riguardante la sostituzione dei giunti di dilatazione.

Per ciò che riguarda il finanziamento della Regione Emilia-Romagna, si fa presente che il ripristino del ponte, in particolare la sistemazione delle travi che risultano maggiormente danneggiate, rientra, come già noto, tra gli interventi contenuti nel Piano Operativo infrastrutture di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti approvato dal CIPE il primo dicembre del 2016, che prevede lo stanziamento di risorse derivanti dal Fondo sviluppo e coesione (gli FSC) 2014-2020. Tale intervento, avente costo di 1 milione, è interamente finanziato con queste risorse attualmente esigibili. Infatti, è in corso da parte del CIPE il perfezionamento del citato provvedimento di approvazione, ma i fondi, appunto, sono stati deliberati.

La possibilità di finanziare in anticipo i lavori necessari da parte della Regione Emilia-Romagna non è purtroppo perseguibile, a causa della mancanza di disponibilità finanziaria; si fa presente, infine, che il 26 aprile 2017, quindi qualche giorno fa, si è svolto nella sede della Regione Lombardia un incontro del tavolo tecnico di coordinamento tra la Regione Emilia-Romagna, la Regione Lombardia e le due Province di Parma e Cremona, proprietaria del ponte, al fine di affrontare le problematiche dell’infrastruttura e cercare di limitare il più possibile i disagi derivanti dalla chiusura, in concomitanza dei lavori di sistemazione dei giunti che avverrà dal 2 maggio fino al 30 giugno del 2017, come specificato nell’ordinanza della Provincia di Cremona.

Aggiungo, fuori relazione, che l’intenzione mia e del mio collega assessore Sorte della Regione Lombardia, è quella di tenere questo tavolo attivo per concentrarci subito sul reperimento delle risorse, appunto 2,8 milioni per interventi di immediata attuazione, onde scongiurare ulteriori fasi di ammaloramento del ponte, ma di tenere il tavolo in piedi anche per riuscire, in prospettiva, a garantire quelle risorse che ne costituirebbero un intervento di manutenzione straordinaria definitivo, in modo da non ritrovarci, fra qualche anno, di nuovo, in condizioni simili ad oggi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Rainieri, che ha otto minuti per la replica.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Assessore, io apprezzo la sua risposta alla mia interpellanza. Ho fatto anche un’interrogazione successiva dopo appunto quell’incontro a cui lei faceva riferimento in Regione Lombardia, del 26 aprile, perché pare – anzi, è sicuro, purtroppo – che il ponte è stato chiuso qualche giorno fa, in entrambi i sensi di marcia. La Regione Lombardia ha messo a disposizione la sua parte, 1,8 milioni, tant’è che sono iniziati i lavori dalla parte lombarda. Purtroppo, come lei ha detto, i soldi ci sono, da parte del CIPE, ma non sono stanziati. La Regione dovrebbe stanziare il milione di euro e 800.000 euro la Provincia di Parma. L’attuale Sindaco di Polesine Zibello, allora delegato alla viabilità della Provincia di Parma, gioendo sul ponte, in un incontro, destinato appunto a questa problematica, annunciò che la Provincia aveva trovato i soldi per sistemare, sia pur non definitivamente, perché come lei accennava, servono 10 milioni, a lungo termine per la sistemazione definitiva di un ponte, che non è esattamente il ponticello sul torrente che abbiamo dietro casa, evidentemente, essendoci più di 5.000 veicoli che ci passano giornalmente, e che collega non solo le province di Parma e Cremona, ma tante altre province che utilizzano quel ponte, trovandosi lì imprese e zone strategiche per molte attività.

Ribadisco, quindi, assessore, che il ponte oggi è chiuso, per due mesi, teoricamente. Però la Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Parma non hanno ancora fatto il bando per fare i lavori. Quindi, per due mesi, il ponte rimane chiuso per lavori dalla parte di Cremona. La Provincia e la Regione non hanno ancora stanziato i finanziamenti. Deve ancora essere bandita la gara. Devono ancora essere fatti gli appalti, la gara di appalto per questa ristrutturazione.

Io quindi ho la vaga sensazione che questa situazione si protrarrà per mesi, ancora, una situazione insostenibile da parte delle due province, perché chi deve lavorare da una parte o dall’altra, quindi i pendolari, devono sobbarcarsi almeno 60 chilometri in più per arrivare a passare la sponda dall’Emilia alla Lombardia. Questa situazione è assolutamente insostenibile. Teniamo conto che quella è una zona fortemente vocata all’agricoltura, e in questo periodo c’è un elevato transito di mezzi agricoli su quel ponte, perché appena di là c’è una delle più importanti ditte di trasformazione del pomodoro, il Casalasco, e appena di qua ci sono tante altre ditte di trasformazione del pomodoro e le due province di Cremona e Parma sono le più produttive a livello appunto di coltivazione del pomodoro e questo creerà un disagio non indifferente, per non dire qualcosa d’altro.

La paura che abbiamo noi e che hanno anche i Sindaci interessati a questa situazione, se non altro i più vicini al ponte e al confine, stanno chiedendo alla Regione Emilia-Romagna di darsi da fare a trovare questi soldi, o anticipare, o trovare un’altra soluzione, perché non è ammissibile che un crocevia così importante rimanga chiuso non per due mesi, ma, come purtroppo siamo convinti che succederà, per molti mesi.

Mi permetto quindi di suggerirle una possibile soluzione da valutare: l’ipotesi del ponte di barche creato dal Genio, potrebbe in qualche modo sopperire alla carenza di strade, appunto, per arrivare a passare il fiume Po. Questa soluzione era già stata utilizzata, lei ricorderà, a Piacenza, in occasione del crollo del ponte dovuto alla piena.

Assessore, do fiducia al contenuto della risposta che mi ha dato, che non mi convince, sostanzialmente: le chiedo di valutare effettivamente una soluzione alternativa, perché sappiamo tanto io quanto lei che la gara d’appalto e l’inizio lavori dalla parte dell’Emilia-Romagna, della Provincia di Parma, non ci sarà prima della fine dell’estate.

Ho la vaga sensazione, quindi, che quel ponte rimarrà chiuso per tanti mesi, quindi, o si trova la soluzione alternativa di una viabilità a senso alternato, o si opta per la sostituzione con un ponte di barche che permetta anche il passaggio di mezzi pesanti; altrimenti, ci saranno grosse ripercussioni su tutto il comparto economico delle due province interessate. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rainieri.

 

OGGETTO 4267

Interpellanza circa il futuro dell’aeroporto "Ridolfi" di Forlì, con particolare riferimento all’ipotesi di sfruttarlo come "seconda pista" di quello di Bologna. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 4267: Interpellanza circa il futuro dell’aeroporto Ridolfi di Forlì, con particolare riferimento all’ipotesi di sfruttarlo come seconda pista di quello di Bologna, a firma del consigliere Pompignoli.

Risponderà per la Giunta l’assessore Donini.

Consigliere Pompignoli, prego, per l’illustrazione.

 

POMPIGNOLI: Grazie.

Parliamo di un tema nuovo, che è l’aeroporto di Forlì. So che questa mattina l’assessore Donini ha risposto ad un question time presentato dalla consigliera Ravaioli e dal consigliere Zoffoli, dando comunque risposte sempre generiche sull’argomento, assessore Donini.

L’interpellanza è molto chiara, nel senso che si chiede se condivida le ipotesi avanzate dalla Confcommercio di Ravenna, Federalberghi Ravenna, Confcommercio di Forlì-Cesena, i sindacati regionali, di sfruttare lo scalo forlivese come seconda pista del Ridolfi. È chiaro quindi che su questo punto serve una risposta abbastanza precisa. È anche vero – mi permetto di sottolineare alcune questioni – che quella legata all’aeroporto di Forlì è sicuramente una vicenda che va avanti da più di due anni, ed è tragica, per la città di Forlì, perché si è vista fondamentalmente scippare un aeroporto da compagnie aeree che poi sono venute a Bologna. Si è vista aggiudicare un bando di gara da un personaggio americano che purtroppo non ha rispettato gli impegni presi nel bando.

È quindi evidente, a questo punto, che occorra una parola definitiva almeno per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna. Anche perché, lei ha sempre detto, assessore Donini, che non c’era nessun ostacolo ad una progettualità dell’aeroporto forlivese, a poter stare in piedi all’interno della regione Emilia-Romagna. Non c’era nessun ostacolo per la Regione Emilia-Romagna, ma io in questi mesi ho invece riscontrato un ostacolo dai soci della SAB di Bologna. Credo che il maggiore ostacolo ad una risposta positiva sia sicuramente rappresentato da uno dei soci di maggioranza, la Camera di commercio di Bologna. Dalla quale, peraltro, ad una mia richiesta di poter interloquire con gli stessi, è stato assolutamente negato ogni tipo di incontro.

È evidente, quindi, che da un lato abbiamo la Camera di commercio di Bologna che non vuole l’aeroporto di Forlì, questo ormai è un dato chiaro, e bisogna che sia espresso anche dalla stessa Camera di commercio di Bologna, invece di nascondersi dietro a mille rivoli. Dall’altro lato, la Regione Emilia-Romagna si è invece resa disponibile.

Ora, io le chiedo, con questa interpellanza, se la manifestazione di una possibilità di adesione al progetto che Confcommercio Ravenna, Forlì-Cesena, sindacati, di sfruttare la seconda pista di Bologna, sia reale per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna, e quindi eventualmente, di andare in CdA a presentare questo tipo di proposta, nonostante il peso limitato, come socio, della Regione Emilia-Romagna. Dall’altro lato, vorrei capire se effettivamente si debba mettere la parola fine a questo aeroporto di Forlì che, già da due anni ne stiamo discutendo, è stato oggetto di numerosi interventi da parte di tutti, anche dell’assessore Corsini. Anche qui non siete molto in linea, perché l’assessore Corsini quando va a Rimini a parlare dell’aeroporto di Rimini dice che l’aeroporto di Forlì deve essere chiuso, quando invece è da altre parti, fa un po’ più il democristiano, e in questo periodo va sempre bene fare un po’ i democristiani.

Chiedo quindi di avere una parola certa sull’intenzione della Regione Emilia-Romagna in merito a questa vicenda, per capire se effettivamente ci saranno opportunità anche per possibili acquirenti, che oggi si sono resi disponibili e hanno manifestato l’interesse di poter acquisire l’aeroporto di Forlì, e per capire anche se dal punto di vista del piano industriale potranno contare sull’idea di una seconda pista di Bologna oppure no.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Prego, assessore Donini. Lei ha quattro minuti.

 

DONINI, assessore: Non leggo burocraticamente la nota che mi ero preparato, anche perché questa mattina avevamo già un po’ risposto a chi mi poneva la questione dell’aeroporto di Forlì. Oggi l’aeroporto di Forlì ha subìto un provvedimento, da parte di ENAC, molto chiaro: sostanzialmente, cioè, lo stop alla concessione ad Halcombe. C’è un territorio, di cui lei è espressione, ovviamente, fatto da filiere istituzionali, da categorie economiche e produttive, che invece ritiene, come riteniamo noi, che l’aeroporto di Forlì possa avere un suo futuro piano di sviluppo.

Ho detto stamattina che non abbiamo certamente bisogno di nuovi avventurieri, ma chiediamo a ENAC un nuovo bando di aviazione commerciale. Ovviamente, siamo anche interessati a sviluppare col territorio, anche con espressioni dell’imprenditoria locale, le possibili traiettorie di sviluppo legate appunto soprattutto alla collocazione infrastrutturale dell’aeroporto di Forlì a cui lei faceva riferimento.

Sul tema acquisizione dell’aeroporto di Forlì da parte dell’aeroporto di Bologna, seconda pista, noi non è che abbiamo molte possibilità di sostituirci ad una governance che ha la sua autonomia. È una società quotata in Borsa, agisce su logiche di mercato, risponde ai finanziatori e ai soci, ha una strategia di sviluppo trasparente, che ha finora negato la volontà di acquisire l’aeroporto di Forlì. Può piacere o può non piacere, ma questo è.

Noi siamo impegnati col territorio da un’altra parte, perché pensiamo che qualora potesse emergere, e chiudo, una cordata imprenditoriale locale che possa far presagire piani di sviluppo credibili in concomitanza con un nuovo bando che speriamo ENAC possa emanare, di aviazione commerciale, noi potremmo essere facilitatori di questo percorso.

 

PRESIDENTE (Soncini): Assessore, mi scusi, ha otto minuti, mi volevo correggere rispetto a prima. Prego.

 

DONINI: Allora parlo anche dell’aeroporto di Rimini.

Noi possiamo avere questo ruolo. La sollecitazione, nelle forme ovviamente dovute di una relazione garbata, non contundente e non coercitiva, che tra l’altro non avrebbe ragione di esistere, nei confronti di Bologna, mi pare che sia stata in qualche modo espletata già da diversi anni, non solo in questo mandato amministrativo. Quindi, se non c’è stata finora nessuna manifestazione di interesse, sarà l’aeroporto di Bologna a dover in qualche modo spiegarne, se del caso, il motivo, ma non abbiamo noi questa possibilità. Noi siamo, però, con il territorio, impegnati a valutare tutti i progetti eventualmente di sviluppo che dovessero nascere, credibili, ripeto, in concomitanza col bando di ENAC che noi abbiamo chiesto. Questa è la fase attuale.

Se le dicessi di più, come si suol dire, il di più verrebbe dal maligno.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Pompignoli, le restano tre minuti per la replica.

 

POMPIGNOLI: Grazie, assessore, per la risposta, direi molto chiara.

Quello che devo intendere è che dalla parte bolognese non c’è stata mai una manifestazione espressa in segno contrario rispetto a quelle manifestazioni, invece espresse in segno favorevole sulla seconda pista dell’aeroporto, quindi la dovrò intendere come silenzio-diniego, silenzio-rifiuto di quelle che potrebbero essere le proposte che sono state avanzate.

È anche vero, dall’altro lato, che l’aeroporto di Bologna, come si dice e come si legge sui giornali, è arrivato fondamentalmente alla sua massima espansione, o sta arrivando alla sua massima espansione, quindi evidentemente si dovrà pensare a qualcos’altro. Probabilmente, faranno una seconda pista a Bologna, non certamente utilizzeranno la pista di Forlì.

Comunque, la risposta è molto chiara. Da questo punto di vista, la ringrazio per aver dato un segnale comunque di appoggio al territorio. Vedremo, nel prosieguo, con il bando, sperando che qualche persona diversa rispetto all’ex gestore arrivi e che abbia un piano economico-industriale sostenibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

 

OGGETTO 4288

Interpellanza circa gli studi e le opzioni riguardanti il ripristino ambientale del sito della discarica dei rifiuti di Poiatica, nel comune di Carpineti (RE). A firma del Consigliere: Torri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 4288: Interpellanza circa gli studi e le opzioni riguardanti il ripristino ambientale del sito della discarica dei rifiuti di Poiatica, nel Comune di Carpineti, provincia di Reggio Emilia, a firma del consigliere Torri.

Risponderà per la Giunta l’assessore Gazzolo.

Prego, consigliere Torri.

 

TORRI: Grazie, presidente.

Brevemente, per illustrare l’atto che andiamo a discutere, l’interpellanza, appunto, riguardante il ripristino ambientale della discarica di Poiatica.

Abbiamo ritenuto di presentare questo atto, a fronte dell’emergere, a mezzo stampa, di alcune informazioni riguardanti lo studio che ATERSIR dovrebbe commissionare, appunto per avere prospettive riguardo il ripristino dell’area. Studio che però appunto è risultato essere arrivato prima ai mezzi di comunicazione che non agli Enti locali. Di conseguenza abbiamo ritenuto, per fare chiarezza su questa situazione, di proporre l’interpellanza.

In particolare, ci concentriamo prima di tutto su questo aspetto, ovvero l’informazione o mancata informazione riguardo questo studio, quanto questo studio sia definitivo. E poi, in generale, quali siano le prospettive di ripristino per quest’area, e su quali basi il ripristino potrà avvenire, in particolare, appunto, l’eventuale dotazione di un fondo di accantonamento per intervenire. Abbiamo cercato di sottolineare l’aspetto, per noi imprescindibile, di condividere qualsiasi decisione con gli Enti locali, come in passato comunque l’assessore ha dato prova di fare, andando anche nella Commissione comunale competente a riferire, mano a mano che si sono sviluppate le cose.

La discarica è stata tolta dal Piano dei rifiuti, di conseguenza, appunto, il tema è quello di come mettere in sicurezza il sito. Aspetto la risposta dell’assessore per fare poi ulteriori considerazioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

Assessore Gazzolo, ha otto minuti, naturalmente.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente, consigliere e consiglieri.

Ringrazio il consigliere Torri, perché con la sua interpellanza mi offre l’occasione di ricordare che con il Piano regionale dei rifiuti votato da quest’Assemblea nel maggio 2016 si è di fatto disposta la chiusura della discarica di Poiatica.

La Regione ha quindi deciso di affidare a un ente terzo, l’Università di Bologna, una valutazione tecnica sulla chiusura in sicurezza dell’impianto, incaricando il professor Alberto Montanari di individuare le possibili soluzioni.

Venendo ai quesiti posti, il primo: confermo innanzitutto che ad oggi Regione ed ATERSIR non sono in possesso dello studio commissionato all’Università di Bologna. Dispongono piuttosto di una versione che rappresenta lo stato di avanzamento intermedio dello studio, attualmente ancora in fase di elaborazione. Ci attendiamo, lo dico al consigliere, all’Aula e a chi è interessato, che venga concluso nell’arco di circa un mese.

In tale documentazione, ovviamente intermedia, vengono individuate alcune proposte relative al sito della discarica che sono tuttavia, come già evidenziato, ancora oggetto di valutazione e analisi. Queste proposte sono da ricondursi alle seguenti tipologie: la prima, preparazione alla chiusura della discarica senza riempimento della depressione presente a monte, la seconda, preparazione alla chiusura con parziale riempimento della depressione, la terza, preparazione alla chiusura con riempimento della depressione.

La documentazione è stata ampiamente diffusa sui media, che ne hanno riportato fedelmente il contenuto. Sul secondo punto non si è verificata, in verità, alcuna anticipazione a terzi, delle risultanze dello studio in via di ultimazione. Piuttosto, come è opportuno che sia, l’Università ha svolto un’interlocuzione e un dialogo proficuo con tutti i portatori di interesse, compresi i Comitati dei cittadini, in un’ottica, quindi, di partecipazione e di massima trasparenza, che è condizione di affidabilità e completezza del lavoro in corso.

Terzo punto: in attesa di conoscere i contenuti finali dello studio, confermo che appena disponibili le sue conclusioni e valutazioni saranno condivise dalla Regione con gli Enti locali coinvolti, così com’ è sempre stato fatto, come diceva il consigliere, per una valutazione congiunta, prima di tutto con gli Enti locali, dei risultati e delle opzioni alternative individuate.

Per rispondere all’ultima domanda, dal 2014, ATERSIR acquisisce annualmente le informazioni da parte dei gestori delle discariche in gestione post mortem operativa, in ottemperanza a quanto previsto dalla DGR n. 754 del 2012. La discarica di Poiatica, in particolare, è entrata in gestione post operativa con i lotti 1 e 2 nell’anno 2002, mentre nel 2015 sono entrati in gestione post operativa i lotti 3, 4 e 5.

Al 31 dicembre 2016, come riferito da IREN – ho cercato il dato aggiornato 2016 –, il fondo accantonamento post mortem previsto nel bilancio del gestore, quindi posta di bilancio, è pari a 14.374.137 euro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Gazzolo.

Consigliere Torri, ha sei minuti.

 

TORRI: Grazie, presidente.

Ringrazio anche l’assessore per la risposta e per gli elementi che ha potuto fornire qui in Aula, elementi decisamente chiari, rispetto sia alla problematica da cui si era sollevata l’interpellanza, sia soprattutto riguardo l’ultimo punto. Credo che il fondo di accantonamento consenta di fare chiarezza, di dare una certezza importante prima di tutto agli Enti locali e ai cittadini del territorio su cui insiste la discarica, perché dimostra una dotazione sufficiente e utile ad intervenire per ripristinare il sito.

Mi soffermo innanzitutto appunto sui due elementi di chiarezza. Lo studio presentato è in una fase intermedia, e contemporaneamente sono stati chiariti i tempi che serviranno perché si arrivi alla conclusione, quindi un mese, e penso che anche questo sia importante e necessario rispetto a chi attende queste conclusioni. Come è apprezzabile la disponibilità a discutere di queste conclusioni in maniera aperta nelle sedi di confronto, soprattutto sul territorio, con gli Enti locali e con i cittadini. Questo perché appunto la situazione di criticità circostante la discarica di Poiatica e le tensioni che si sono create nel tempo penso siano note, come appunto dà prova la presenza dell’assessore sul territorio in più occasioni.

A fronte di queste criticità, dare sempre maggiore chiarezza e la presenza a fianco degli Enti locali e di fronte ai cittadini aiuta ad alleggerirle. Penso poi che sia d’aiuto condividere le conclusioni di uno studio come questo, commissionato dalla parte pubblica per la gestione post mortem della discarica e che a quello penso si debba attenere, ovvero, a una chiusura in sicurezza del sito, senza che si presentino opzioni che considerano il ritorno al deposito di rifiuti. Il sito presenta già attualmente delle criticità che devono essere gestite soprattutto da un punto di vista tecnico e assolutamente non da un punto di vista economico e commerciale.

In quest’ottica, allora, sapere che c’è un fondo di accantonamento consistente, sicuramente aggiunge una motivazione alla volontà e alla possibilità di proseguire su una strada che sia soltanto di ripristino ambientale e non volta ad altre attività anche economiche, quindi alla riapertura rispetto, eventualmente a rifiuti speciali o ad altri tipi di smaltimento. Resta comunque nostro obiettivo una chiusura definitiva e in sicurezza per quanto riguarda prima di tutto l’ambiente e la salute dei cittadini della discarica di Poiatica.

In quest’ottica quindi apprezziamo gli elementi di chiarezza che vengono dati oggi in Aula. Confermiamo che continueremo a seguire il caso, la situazione, cercando di studiare e anche di divulgare assieme all’assessore, agli altri consiglieri e agli Enti locali le informazioni che man mano che verranno confermate arriveranno a livello definitivo. Insisteremo per continuare in un confronto aperto e trasparente, prima di tutto con la cittadinanza e con gli Enti locali, con l’obiettivo che dicevamo prima, esclusivamente di una chiusura in sicurezza ambientale e sanitaria del sito, senza ulteriori conferimenti di rifiuti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

 

OGGETTO 4056

Interpellanza circa la ridefinizione delle modalità di calcolo del contributo compensativo per il mancato uso alternativo del territorio nei comuni sedi di stoccaggio di gas naturale. A firma del Consigliere: Rancan

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo ora all’oggetto 4056: Interpellanza circa la ridefinizione delle modalità di calcolo del contributo compensativo per il mancato uso alternativo del territorio nei comuni sedi di stoccaggio di gas naturale, a firma del consigliere Rancan.

Risponderà per la Giunta l’assessore Costi.

Consigliere Rancan, sono otto minuti.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

La legge n. 244 del 2007 e il decreto legislativo n. 130 del 2010 prevedono l’assegnazione di un contributo compensativo a quei Comuni che sono sede di stoccaggio di gas naturale, tutte misure che vengono specificate anche in una determina della Giunta regionale.

Ovviamente, l’interpellanza si rende necessaria a fronte di una mancata copertura, o comunque di una diminuzione della copertura di questo rimborso compensativo, a dei Comuni che vengono citati. Nello specifico viene qui citato il Comune di Cortemaggiore, in provincia di Piacenza, ma vi sono altrettanti Comuni sia della provincia di Piacenza e non solo, ai quali è stato ridotto questo contributo. Nello specifico, Cortemaggiore, che dal 2011 al 2015 aveva ottenuto come rimborso compensativo dai 108.000 euro fino ad arrivare a 115.000 per poi passare ai 111.000 del 2015, si è visto, nell’ultimo anno, una riduzione praticamente del 95 per cento della cifra, arrivando a 5.738 euro, quindi, in media, una diminuzione di 95.000 euro all’anno, che come potete ben capire, per un Comune anche abbastanza piccolo può essere significativo.

L’intervento che si vuole chiedere quindi alla Giunta è soprattutto per capire quali possono essere le azioni da intraprendere per far sì che venga ristabilito il tetto di contributo, tenendo ben presente che la diminuzione risponde alla delibera n. 531/2014 dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, che ha modificato quindi questo tetto, questa soglia di rimborso per i Comuni sede di stoccaggio di gas naturale.

La mia domanda quindi è sapere cosa intende fare la Giunta, intervenendo sulle istituzioni competenti, per cercare di ottenere l’adeguamento e il ritorno al livello specificato che era stato elargito ai Comuni precedentemente, negli anni passati.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

La parola all’assessore Palma Costi.

 

COSTI, assessore: Grazie.

Come dice giustamente il consigliere Rancan, i Comuni sede di stoccaggio di gas naturale in base ad una legge del 2007 hanno diritto ad un contributo compensativo.

L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha definito i criteri di regolazione delle tariffe per il servizio di stoccaggio del gas naturale per il periodo 2015-2018 prevedendo tra l’altro che le imprese di stoccaggio versassero appunto direttamente alle Regioni la quota spettante quale contributo compensativo.

Non vi nascondo che nel 2016 alla Regione sono stati versati 30.000 euro, complessivamente, quale contributo appunto per i 46 Comuni, con intensità diversa.

Vista l’esiguità di questa cifra che ci è stata versata, poiché ricordo che noi andavamo a cifre di compensazione che andavano dai 422.000 euro fino ai 559.000 euro, che quindi giustificano le risorse che lei diceva, abbiamo chiesto immediatamente al Ministero di avere una delucidazione, in quanto pensavamo che ci fosse stata una non correttezza nell’ammontare versato.

Il Ministero, invece, ci ha confermato che questo era l’importo che spettava rispetto alle nuove decisioni che erano state prese dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, in quanto hanno modificato proprio la percentuale e le modalità di calcolo di questo contributo.

Poiché riteniamo, quindi condivido quello che lei dice, che questo invece sia un tema che deve essere assolutamente ricorretto, noi ci siamo da un lato attivati immediatamente con il Ministero e anche con la X Commissione al Senato, chiedendo di ripristinare chiaramente la misura che c’era precedentemente.

Questo emendamento è stato inserito all’interno della legge annuale per il mercato e la concorrenza. Noi siamo in contatto continuo con il Ministero, perché questo chiaramente è un aspetto importante, soprattutto per i Comuni. Il Ministero chiaramente ci ha risposto che anche loro condividono, ma che deve essere assolutamente approvata la legge.

Noi quindi stiamo lavorando assieme al Ministero e alla Commissione, augurandoci che i tempi del decreto concorrenza siano i più brevi possibili. Abbiamo contattato proprio in questi ultimi giorni anche il MISE. Sembra che si stia riprendendo l’iter del decreto-legge proprio per arrivare all’approvazione. Per cui, noi stiamo lavorando, insieme al Governo, proprio per arrivare col decreto concorrenza a ripristinare le somme che erano state previste.

Dopodiché, è chiaro che il Parlamento è sovrano, ma noi ci siamo impegnati da subito su questo tema, come lei tra parentesi sta chiedendo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Costi.

Consigliere Rancan, le restano sei minuti.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Impiegherò sicuramente molto meno del tempo a me concesso, perché credo che a questo punto siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

Vi è cioè un problema oggettivo che deve essere risolto al più presto. Mi fa piacere sentire dalle parole dell’assessore che ci si è mossi subito, in anticipo rispetto a quella che è stata la discussione della mia interrogazione.

Mi fa piacere anche vedere che quindi vi è un impegno da ambo le parti, al di là di quelle che sono le posizioni politiche, per portare un contributo che può essere fattivo e utile per i nostri territori, che ovviamente si sono visti mancare anche i Comuni più piccoli, magari, un contributo che può essere fondamentale per la vita e la tenuta delle amministrazioni locali.

Sono soddisfatto della risposta. Magari ci aggiorneremo nei prossimi mesi. Grazie mille.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

Abbiamo chiuso lo svolgimento delle interpellanze.

Riprendiamo i nostri lavori della seduta antimeridiana. Siamo agli atti di indirizzo.

 

OGGETTO 4419

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a far proprie, nel considerare l’opportunità del mantenimento operativo dei Punti nascita di Castelnovo ne’ Monti, Borgo Val di Taro e Pavullo nel Frignano, valutazioni politiche più ampie di quelle esclusivamente sanitarie e formalizzare al Ministro della salute la richiesta di deroga alla chiusura degli stessi reparti. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri, Bargi, Fabbri, Marchetti Daniele, Rancan, Liverani, Pettazzoni, Pompignoli

(Rinvio)

 

OGGETTO 2778

Risoluzione per impegnare la Giunta a fornire rassicurazioni in ordine al potenziamento dell’Ospedale Santa Maria di Borgotaro (PR), anche in ragione della capacità attrattiva vantata dallo stesso nei confronti dei pazienti residenti nelle regioni confinanti e a rendere noti i risultati degli approfondimenti sull’attività della rete dei Punti nascita regionali svolti dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Foti, Bignami

(Rinvio)

 

OGGETTO 1667

Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare la richiesta di deroga al Ministero per tutti i punti nascita che soddisfino le condizioni previste dal D.M. del 11/11/2015, al fine di aprire la possibilità di sperimentazione, in aree montane, di punti nascite con meno di 500 parti annui, valutando inoltre la riapertura di quello dell’Ospedale Costa di Porretta Terme. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Gibertoni, Piccinini, Sassi

(Rinvio)

 

OGGETTO 1666

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, a seguito del decreto sottoscritto dal Ministro della Salute in data 11/11/2015, per inoltrare la richiesta di mantenimento o riapertura, come nel caso dell’Ospedale di Porretta Terme, dei punti nascite con meno di 500 parti annui nelle zone montane, predisponendo inoltre le necessarie risorse logistiche, strutturali ed umane. A firma del Consigliere: Bignami

(Rinvio)

 

OGGETTO 1258

Risoluzione circa le azioni da porre in essere per sospendere il depotenziamento e la modifica dei presidi ospedalieri regionali, mantenendo inoltre operativi i punti nascita a prescindere dal numero dei parti avvenuti nelle strutture, con particolare riferimento all’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo. A firma dei Consiglieri: Sassi, Sensoli

(Rinvio)

 

OGGETTO 1056

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, di concerto con il Governo, al fine di garantire, anche nei territori montani della Regione Emilia-Romagna, il diritto di nascere nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, aggiornando i requisiti e gli standard organizzativi, tecnologici e di sicurezza riguardanti i punti-nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti annuali. A firma del Consigliere: Bignami

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo al primo gruppo di risoluzioni abbinate.

Ne do lettura. Oggetto 4419: Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a far proprie, nel considerare l’opportunità del mantenimento operativo dei Punti nascita di Castelnovo ne’ Monti, Borgo Val di Taro e Pavullo nel Frignano, valutazioni politiche più ampie di quelle esclusivamente sanitarie e formalizzare al Ministro della salute la richiesta di deroga alla chiusura degli stessi reparti, a firma dei consiglieri Delmonte, Rainieri, Bargi, Fabbri, Marchetti Daniele, Rancan, Liverani, Pettazzoni, Pompignoli.

Oggetto 2778: Risoluzione per impegnare la Giunta a fornire rassicurazioni in ordine al potenziamento dell’Ospedale Santa Maria di Borgotaro (PR), anche in ragione della capacità attrattiva vantata dallo stesso nei confronti dei pazienti residenti nelle regioni confinanti e a rendere noti i risultati degli approfondimenti sull’attività della rete dei punti nascita regionali svolti dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica, a firma dei consiglieri Rainieri, Foti, Bignami.

Oggetto 1667: Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare la richiesta di deroga al Ministero per tutti i punti nascita che soddisfino le condizioni previste dal D.M. del 11/11/2015, al fine di aprire la possibilità di sperimentazione, in aree montane, di punti nascite con meno di 500 parti annui, valutando inoltre la riapertura di quello dell’Ospedale Costa di Porretta Terme, a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani, Gibertoni, Piccinini, Sassi.

Oggetto 1666: risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, a seguito del decreto sottoscritto dal Ministro della Salute in data 11/11/2015, per inoltrare la richiesta di mantenimento o riapertura, come nel caso dell’Ospedale di Porretta Terme, dei punti nascite con meno di 500 parti annui nelle zone montane, predisponendo inoltre le necessarie risorse logistiche, strutturali ed umane, a firma del consigliere Bignami.

Oggetto 1258: Risoluzione circa le azioni da porre in essere per sospendere il depotenziamento e la modifica dei presidi ospedalieri regionali, mantenendo inoltre operativi i punti nascita a prescindere dal numero dei parti avvenuti nelle strutture, con particolare riferimento all’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo, a firma dei consiglieri Sassi, Sensoli.

Oggetto 1056: Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, di concerto con il Governo, al fine di garantire, anche nei territori montani della Regione Emilia-Romagna, il diritto di nascere nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, aggiornando i requisiti e gli standard organizzativi, tecnologici e di sicurezza riguardanti i punti-nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti annuali, a firma del consigliere Bignami.

La discussione generale è congiunta sui documenti. Sono dieci minuti per ciascun consigliere.

Ha chiesto la parola il consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

La prima risoluzione, quella che porta la mia prima firma, era stata programmata per l’Aula precedente in cui appunto vi era anche la mozione di censura e comunque l’argomento del punti nascite era ancora in una situazione differente rispetto a quella che è adesso, soprattutto dopo la Commissione in cui l’assessore Venturi ha garantito che verrà, insieme al presidente Battagliarin, che è il presidente della Commissione percorso nascite, ad illustrare qual è lo stato attuale del percorso decisionale. Io ho contattato tutti i primi firmatari e siamo tutti d’accordo nel credere di rinviare la discussione di queste risoluzioni in attesa di un incontro che si terrà all’interno della Commissione Sanità in cui avremo un quadro più chiaro della situazione su cui poter discutere.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Come sempre, è previsto un intervento a favore e uno contro.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Noi siamo a favore del rinvio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Nomino gli scrutatori: consigliere Bessi, consigliere Iotti e consigliere Bargi.

Metto in votazione, per alzata di mano, il rinvio.

 

(È accolto all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): È accolta la proposta di rinvio.

 

OGGETTO 4412

Risoluzione circa il rilancio delle imprese cooperative, quali strumenti di organizzazione imprenditoriale, in considerazione dello specifico valore per la società e l’economia emiliano-romagnola. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4479

Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce affinché vengano istituiti organismi che svolgano il compito di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, a sollecitare Governo e Parlamento ad istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di prestiti sociali, nonché a istituire un tavolo di confronto con centrali cooperative, sindacati ed enti locali al fine di avviare una riflessione su nuovi modelli cooperativi. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi, Mori

(Ritiro)

 

OGGETTO 4606

Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso Governo e Parlamento affinché vengano istituiti organismi di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, a istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di tali prestiti, nonché a tutelare i sottoscrittori delle cooperative che sono state coinvolte in procedure fallimentari. A firma dei Consiglieri: Torri, Prodi, Calvano, Taruffi, Mori

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Procediamo con altre risoluzioni abbinate.

Oggetto 4412: Risoluzione circa il rilancio delle imprese cooperative, quali strumenti di organizzazione imprenditoriale, in considerazione dello specifico valore per la società e l’economia emiliano-romagnola, a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani, Sassi.

Vi ricordo che su questo oggetto insiste un emendamento a firma della consigliera Sensoli.

Oggetto 4479: Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce affinché vengano istituiti organismi che svolgano il compito di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, a sollecitare Governo e Parlamento ad istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di prestiti sociali, nonché a istituire un tavolo di confronto con centrali cooperative, sindacati ed enti locali al fine di avviare una riflessione su nuovi modelli cooperativi, a firma dei consiglieri Torri, Taruffi, Prodi, Mori.

Apro la discussione generale congiunta sui documenti. Dieci minuti per ciascun consigliere. Si è iscritto il consigliere Torri.

 

TORRI: Chiedo, se è possibile, avendo sentito anche i colleghi del Gruppo Cinque Stelle, a fronte di alcune richieste di integrazione al testo della risoluzione di cui sono primo firmatario, che mi sono pervenute, se è possibile sospendere per cinque minuti la seduta, in maniera che possiamo valutare se integrare e come integrare il testo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

Se non ci sono obiezioni da parte dell’Aula, sospendo cinque minuti per dare il tempo di valutare gli emendamenti.

 

(La seduta, sospesa alle ore 16,02, è ripresa alle ore 16,15)

 

PRESIDENTE (Soncini): Riprendiamo i nostri lavori.

È stata distribuita anche la risoluzione oggetto 4606: Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso Governo e Parlamento affinché vengano istituiti organismi di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, a istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di tali prestiti, nonché a tutelare i sottoscrittori delle cooperative che sono state coinvolte in procedure fallimentari, a firma dei consiglieri Torri, Prodi, Calvano, Taruffi, Mori.

È aperto il dibattito generale.

Consigliere Torri, prego.

 

TORRI: Grazie.

Intervengo solo per comunicare che ritiro l’oggetto precedentemente iscritto per sostituirlo con il 4606, che è un testo molto simile, ma integrato in alcune parti. Abbiamo ritenuto di usare questo metodo per fare una proposta più ordinata rispetto a proporre diversi emendamenti. Dopo, nel caso, interverrò poi per l’illustrazione. Visto che prima è inserita la risoluzione della collega Sensoli, lascio a lei la parola se vuole intervenire per prima.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

Siamo in discussione sulle risoluzioni 4412 e 4606 essendo stata ritirata la 4479.

Consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Noi abbiamo voluto inserire all’ordine del giorno questa risoluzione per iniziare a parlare di un tema o meglio iniziare ad affrontare concretamente un tema che coinvolge elementi fondanti dell’Emilia-Romagna, della sua economia, della sua società e della sua coesione sociale, cioè il mondo della cooperazione, che è appunto una parte fondante della nostra regione e sicuramente lo riteniamo un elemento da valorizzare. Purtroppo, quello che era un tratto caratteristico della nostra economia e del coinvolgimento dei lavoratori all’interno dell’economia della nostra regione, negli ultimi anni è entrato fortemente in crisi ed è entrato in crisi…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Scusate, colleghi. Per lavorare al meglio è necessario il silenzio. Grazie.

 

SENSOLI: Grazie.

Dicevo, è entrata fortemente in crisi sia per fattori esterni, dovuti a una crisi generale dell’economia, non solo italiana, ma internazionale e che purtroppo ha influito e ha dei fattori che non dipendono né dalla volontà né dalle competenze di questa sede, sono altre competenze e altre volontà che hanno determinato la crisi che purtroppo da anni attanaglia l’Europa, ma ci sono anche, secondo noi, dei fattori interni che hanno portato a questa situazione di crisi per cui molto spesso, purtroppo, ci troviamo ex lavoratori delle cooperative, ex soci prestatori delle cooperative a manifestare anche fuori da questa sede chiedendo chiaramente tutele e aiuto da parte della Regione.

I fattori interni, sostanzialmente, possono essere individuati in alcune cause fondamentali che sono: un aumento della distanza tra i vertici delle cooperative, soprattutto delle grandi cooperative e il personale, chiamiamolo personale dipendente perché è del tutto assimilabile ormai a qualsiasi personale dipendente di una qualsiasi azienda o forma societaria diversa da quella della cooperazione, da una democraticità interna alla cooperazione ormai quasi solo fittizia, tant’è che i ricambi delle dirigenze molto spesso non vengono effettuate e non vengono fatte attraverso quelli che dovrebbero essere i sistemi democratici che dovrebbero caratterizzare anche le cooperative, soprattutto le cooperative e i criteri di rotazione che le dovrebbero caratterizzare. Peccato che questi criteri di rotazione, anziché avvenire all’interno delle cooperative stesse, purtroppo, molto spesso, avvengono tra mondo della politica e delle Amministrazioni e le dirigenze delle cooperative. Quindi, secondo noi, ci sono degli ambiti ben precisi su cui andare ad agire. Un ambito preciso è quello delle cosiddette porte girevoli. Secondo noi, ci deve essere una netta definizione e una distanza temporale, mettiamola così, tra quelle che sono le dirigenze delle cooperative e le dirigenze politiche amministrative, perché altrimenti si crea quella commistione e quella dipendenza reciproca per cui non si può mantenere quello che è, secondo noi, un equilibrio tra i due mondi: un nuovo modello di cooperazione per riportare i principi fondanti di quello che è l’articolo 45 della Costituzione che ha istituito la cooperazione proprio per coinvolgere i cittadini all’interno del proprio sviluppo economico e anche sociale, perché comunque la cooperazione è anche uno strumento di coesione sociale. Responsabilizzando e rendendo partecipe il lavoratore all’interno della vita della propria impresa chiaramente lo si rende anche più coeso rispetto a quelle che sono le decisioni e le politiche per il miglioramento dello stato di ogni lavoratore e della salute economica delle imprese e, di conseguenza, anche del territorio.

Abbiamo poi un limite nel divario retributivo. Secondo noi, non è più accettabile, al giorno d’oggi, che ci sia questa forbice così elevata tra alcuni grandi dirigenti, alcuni stipendi di grandi dirigenti e la base lavorativa. Secondo noi, va messo un limite a questo divario per ricreare quella condizione di giustizia sociale ed economica.

Legata anche alla questione delle retribuzioni c’è anche la questione, secondo noi, della esternalizzazione dei servizi. Mi rivolgo specialmente ai servizi educativi, ai servizi socioassistenziali nei quali è molto diffuso lo strumento della cooperazione. Essendo affidata a queste cooperative molto spesso una funzione pubblica, perché se parliamo di servizi educativi e parliamo di servizi socioassistenziali, sociosanitari comunque è una funzione pubblica da parte delle Amministrazioni, secondo noi si crea un ulteriore dislivello, una disuguaglianza, cioè quello esistente tra i lavoratori nel settore pubblico e i lavoratori nel settore della cooperazione, che purtroppo, come ci è arrivata oggi risposta ad una delle nostre interrogazioni, è vero che non è di competenza della Regione Emilia-Romagna la contrattazione nazionale, ma è anche vero che comunque la Regione Emilia-Romagna, oltre ad avere una rappresentanza politica importante anche in Conferenza Stato-Regioni e quindi a livello nazionale, però potrebbe agire cercando di regolare o dare degli indirizzi e delle linee guida per far sì che queste disuguaglianze vengano attenuate quantomeno quando si parla di affidamento di servizi o di esternalizzazione dei servizi che riguardano l’educazione o i servizi socioassistenziali. Sostanzialmente noi vogliamo, con questa risoluzione, dare una sorta di cambio di rotta a quello che è, secondo noi, il trend negativo che, purtroppo, ha subito la nostra cooperazione negli ultimi anni.

Auspichiamo che voglia essere presa seriamente in considerazione la nostra proposta, che si voglia dare un segno concreto al mondo della cooperazione, soprattutto ai tanti lavoratori, ai tanti soci prestatori che oggi si trovano veramente in condizione di difficoltà e di disagio. Abbiamo alcune province della nostra regione particolarmente colpite, oltre che dai crac finanziari e bancari anche dai crac delle cooperative. È ora veramente di dare un aiuto concreto, non solo a parole, indirizzando in maniera netta questa Giunta verso una strada determinata che sia volta veramente a rivoluzionare il mondo, perché, secondo noi, vanno ripresi i principi cardine, però rivoluzionando il sistema.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Consigliere Torri, prego.

 

TORRI: Grazie, presidente. Intervengo per illustrare il testo che abbiamo presentato poco fa, che riprende quasi completamente il precedente.

Anche nel nostro caso, il tema della cooperazione parte dalle difficoltà che soprattutto le cooperative edili hanno vissuto nell’ultimo periodo in provincia di Reggio Emilia e non soltanto. Lì si sono verificati i casi più gravi e più recenti, ma sappiamo che il settore dell’edilizia, e di conseguenza le cooperative che in esso si muovono, da tempo versano in difficoltà. Sappiamo anche che il fatto di ampliare lo sguardo a un settore che complessivamente fatica non significa sollevare rispetto ad alcuni elementi dalle responsabilità per quanto riguarda le aziende che appunto queste difficoltà non sono state in grado di affrontarle. Però, prima di arrivare a questo tipo di analisi, penso sia importante fissare gli aspetti che con il nostro documento vorremmo portare all’attenzione dell’Aula e all’approvazione, proprio per agire sulle conseguenze più drammatiche di questa crisi, a partire dalla vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali e in generale a un tema di controllo su questo tipo di attività che, chiaramente, deve essere più stringente e accurato proprio a fronte da un lato delle difficoltà che abbiamo vissuto e dall’altro di un cambiamento di sistema che forse non abbiamo saputo cogliere per tempo e così anche alcuni manager. Chiediamo di sollecitare il Governo e il Parlamento per istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori. In questo caso vogliamo cogliere quell’esigenza che emerge da tante persone che sono state socie e lavoratrici, oltre che prestatrici, delle cooperative, proprio per la natura particolare, che richiede anche una necessaria sensibilità che questo tipo di lavoro e questo tipo di attività economica ha, ovvero il fatto di mettere assieme e stringere ancora di più rispetto ad altri tipi di impresa le persone e creare ancora di più un legame tra il frutto del loro lavoro e le prospettive di vita.

Chiediamo di sollecitare il Governo e il Parlamento per tutelare di nuovo i sottoscrittori del prestito sociale, di chi sta attraversando le procedure fallimentari, per arrivare a quello che anche la collega Sensoli diceva e che penso sia emerso più di una volta in quest’Aula, anche a partire dalle sollecitazioni che dobbiamo riconoscere dei colleghi del centrodestra riguardo a un modello che ha sicuramente delle peculiarità e delle particolarità che lo rendono importante, che hanno fatto forte il sistema economico emiliano, che devono essere preservate sia per la loro natura che per la risorsa che hanno rappresentato per il nostro sistema, che comunque resta uno, a livello economico, dei più avanzati.

Da questo punto di vista, quindi, dobbiamo sforzarci di sostenere e dare il contributo ad una riflessione su questo modello che ne conservi le positività, consenta di svilupparle e di rafforzare questo sistema in un contesto che necessariamente è mutato e che parta, però, senza reticenze e con apertura, dagli errori che sono stati commessi, perché non ci si deve nascondere neanche questo, neanche questo aspetto, ovvero gli errori che possono essere stati, manageriali, di analisi del contesto e di diversa natura, ma che comunque ci sono, dei quali occorre prendere atto con la necessaria apertura proprio perché, una volta compresi, si possa evitarli.

Indipendentemente da tutto, fuori da qualsiasi tipo di strumentalizzazione, questo è un compito che compete necessariamente alla politica, sia per la natura di questo sistema, e credo non sia un male dirlo, sia perché è compito della politica riuscire a capire come un sistema si modifica, soprattutto un sistema economico e sociale, e riuscire a intervenire perché queste modificazioni, queste crisi o questi cambiamenti radicali, come quelli che sono avvenuti a partire dal 2008, quella che qualcuno chiama crisi economica e che in realtà penso, appunto, abbia prodotto un mutamento della società, si sviluppano per dare le sponde e la direzione giusta in maniera che questi sviluppi siano sostenibili per i cittadini e non siano troppo drammatici.

Da questo punto di vista, abbiamo ritenuto fosse necessario intervenire. Può essere tardi, può essere il momento giusto, la Regione può fare solo una parte di questo lavoro, ma non è né troppo tardi, né è una parte piccola.

Di conseguenza, abbiamo ritenuto di presentare questo atto proponendo gli impegni che dicevamo prima, con un occhio alla natura del sistema cooperativo che ha fatto forte l’economia emiliana, con un occhio alla drammaticità che stanno vivendo soprattutto i lavoratori e i soci prestatori, che sono la parte più debole di questo sistema, a fronte di dirigenti, di una situazione manageriale che non sta vivendo le stesse drammaticità, a fronte di una situazione occupazionale che complessivamente è difficile e che noi, come già stiamo facendo con altri provvedimenti, cerchiamo di sostenere.

Abbiamo sentito la necessità di presentare questo documento, abbiamo sentito la necessità di incontrare i soci delle cooperative qui a Bologna con i colleghi Calvano, Taruffi e Prodi, e per quanto mi riguarda anche a Reggio Emilia. Anche lì ho incontrato diversi colleghi di diversi schieramenti per dimostrare vicinanza e, con un atto, per dire che questa Assemblea non si gira dall’altra parte, ma, per quello che può, prova a intervenire. Prova a intervenire perché ha un dovere verso queste persone, perché ha un dovere verso dei cittadini emiliano-romagnoli e perché è dovere della politica farsi carico di questo come di altri problemi, ma di questo in maniera anche più accurata, con la necessaria apertura, senza reticenza e perché questo tipo di sistema, per le conseguenze sociali e per i legami che va a creare, ha delle particolarità che vanno riconosciute, senza nulla togliere al resto, anzi, proprio perché la politica dovrebbe cercare di muoversi dentro queste differenze che nel sistema ci sono, per cercare di sostenerle ognuna in base alle particolarità che presenta, con la necessaria sensibilità rispetto alle persone, rispetto ai legami che il lavoro crea, partendo appunto da questo aspetto, ovvero dal legame che nella società il lavoro crea e che va sempre più disperdendosi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

La parola al consigliere Bargi.

 

BARGI: Grazie, presidente.

Io vorrei fare un intervento un po’ così, per dire una cosa forse un po’ strana, cioè che l’Emilia-Romagna non è fatta di cooperative. Siamo già intervenuti varie volte sul tema delle cooperative e poco tempo fa sulla proprietà indivisa, nel cercare di dare un sostegno a un sistema che evidentemente presenta delle grosse difficoltà. Presenta delle difficoltà perché come sistema in sé ha delle lacune e si è dimostrato non capace di resistere alla prova del tempo. Tra l’altro, viviamo in una regione dove la politica spesso e volentieri si è trovata legata a un sistema di cooperative, che non sono tutte, per carità… Ce ne sono tante che operano in maniera più che virtuosa e dignitosa, ma ce ne sono anche tante che sono, purtroppo, in scandali che si sono susseguiti negli anni, coinvolte con un sistema politico che guarda a sinistra. Abbiamo visto il sistema delle nostre cooperative regionali finanziare più volte campagne elettorali. Per carità, è tutto assolutamente legale, però, guarda caso, parliamo di esponenti di partiti e di movimenti della sinistra. Abbiamo visto anche tantissimi scandali. Vorrei citarne alcuni giusto per fare una rapida scarrellata. Potremmo andare avanti fino a domattina, forse. Dal caso CCC e lo scandalo di Sesto San Giovanni che ha coinvolto l’esponente del PD Penati, che era arrivato fino ai fondi che arrivavano qui in una società nel modenese, allo scandalo CPL Concordia e tangenti, che tra l’altro abbiamo affrontato anche in questa Assemblea qualche anno fa durante il primo anno di insediamento, allo scandalo di tangenti nella costruzione degli impianti di gas a Ischia, la Manutencoop, cooperativa che ha finanziato non so quante campagne elettorali, indagata dalla magistratura di Brindisi. Abbiamo poi la Coop Estense, sentenza storica dell’Antitrust che non solo condanna la Coop Estense a risarcire Esselunga di 4.600.000 euro, ma addirittura impone che vengano garantite le condizioni pre-infrazione per quella che è l’espansione sul mercato e quindi la libera concorrenza di una realtà imprenditoriale che era stata boicottata. Evidentemente la Coop faceva fatica senza avere in qualche modo situazioni create da amministrazioni comunali. Quindi, di fatto, noi parliamo di un sistema che sappiamo essere assolutamente radicato nella nostra regione, ma non è l’unico.

Io porto l’esempio di un’altra frangia importante del nostro sistema produttivo, di cui magari facciamo più fatica a parlare. Ho sentito parlare molto meno che di cooperative. Sono stati bocciati anche vari nostri emendamenti che andavano nella direzione di cercare di stimolare ed aiutare, che è quello delle aziende dell’impresa artigiana.

Le imprese artigiane – sono dati del 2015 del Centro studi Unioncamere Emilia-Romagna – costituiscono oltre il 30 per cento delle oltre 400.000 imprese attive nella nostra regione. Guarda caso, però, è un altro settore – non solo le cooperative subiscono la crisi, ma credo tutto il sistema produttivo – che l’ha subìta forse anche in maniera più forte, perché negli anni dal 2011 al 2015 sempre il Centro studi Unioncamere dell’Emilia-Romagna ci dice che hanno chiuso i battenti oltre 10.000 imprese, oltre il 7 per cento, che è superiore al 4 per cento di media di tutto il sistema produttivo regionale. Quindi, abbiamo realtà che hanno reso sicuramente grande questa regione, forse meno legate alla politica, forse meno legate a sistemi già preesistenti nel cosiddetto e tanto decantato modello emiliano, ma legate esclusivamente alla capacità di intraprendere degli imprenditori e degli artigiani coinvolti e della loro capacità di sapersi vendere su un mercato sempre più complicato, che, però, noi non andiamo in nessun modo a ricordare qui dentro.

Però, sul tema delle cooperative ritorniamo più e più volte, cercando di trovare ogni cavillo possibile per andare nella direzione di sostenerle. Ricordo vagamente anche qualche modifica al reato di concussione quando c’era in ballo il caso Penati a Sesto San Giovanni, però non riusciamo a prendere la decisione di introdurre strumenti, quali possono essere gli sgravi fiscali in un Paese dove la tassazione all’impresa supera il 60 per cento, in un momento in cui siamo la Regione con il PIL che cresce di più nel 2016 rispetto al nostro Paese, ancora a livelli assolutamente bassissimi per poter stappare qualche bottiglia di spumante. Non riusciamo a far decollare il nostro sistema produttivo in generale, ma vogliamo sempre, un passettino alla volta, tappare il problema del sistema cooperativo.

Ripeto: non tutte le cooperative fanno parte di un sistema marcio, però, di fatto, non sono neanche solo le cooperative le uniche a dover essere tutelate. La cosa che fa paura o, meglio, che non sorprende più ormai, ma che ci dà da pensare è che abbiamo un intreccio tra sistema cooperativo dell’Emilia-Romagna, le cosiddette “cooperative rosse”, e la politica e continuiamo a vedere nelle aule politiche tentativi di andare in aiuto del sistema cooperativo, il che fa riflettere abbastanza.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

Consigliera Silvia Prodi, prego.

 

PRODI: Grazie, presidente.

Voglio parlare della risoluzione 4606. Ringrazio il collega Torri e gli altri firmatari per lo sforzo di mettere insieme alcune considerazioni che riguardano soprattutto il tema dei rapporti finanziari fra cooperative e soci prestatori. Questo è il fulcro. Per quanto ci riguarda, siamo favorevoli affinché ci sia un processo anche di autoregolamentazione del mondo cooperativo, però con una legislazione che sia di garanzia sulla trasparenza dei processi.

Siamo, quindi, per una tutela del prestito sociale, con un impegno chiaro di condivisione delle responsabilità. Vorrei dire che siamo tutti coscienti del fatto che anche, ad esempio, la Lega delle cooperative si è senz’altro prodigata per ripristinare, in qualche modo, almeno parte del prestito sociale. Non vogliamo, però, che ci siano situazioni in cui, a valle di molteplici casi di crisi, non vi sia equità di trattamento. Quindi, vogliamo uno strumento che sappia dare alla solidarietà un quadro chiaro e sicuro per chi sottoscrive i prestiti.

Sono molto favorevole anche alla richiesta di conferma di tutte le politiche sulla riqualificazione dei lavoratori. La Regione sappiamo che si spende da tempo su questo. È un tema cruciale che noi sentiamo di ribadire. Occorreranno sempre più idee e strumenti nuovi. Sappiamo che fra poco ci sarà un convegno sul workers buyout. Insomma, tutte queste forme dovranno essere perseguite per facilitare quella che potrei definire “riappropriazione” dei mezzi e degli strumenti di lavoro cooperativi da parte dei lavoratori.

Concludo con un pensiero, in questo e in tutti gli altri casi di fallimento, sul compenso ai curatori fallimentari. Io vorrei che in quest’Aula si facesse un’ulteriore riflessione, un appello nei confronti di chi fissa i compensi a questi curatori fallimentari per evitare che vengano trattati con compensi massimi che creano situazioni di grande imbarazzo e di divario tra le parcelle e le sofferenze. Questo mi sento di porre come appello, perché mi sembra più che sottoscrivibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Prodi.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Roberta Mori. Prego.

 

MORI: Grazie, presidente.

Credo che sia opportuna e finanche necessaria la discussione di oggi per tenere un faro sui temi, in sostanza, della crisi economica e del lavoro che, nonostante l’oggettiva ripresa, per quanto riguarda la cooperazione, in particolare del comparto costruzioni, sta vedendo una sequenza di liquidazioni coatte amministrative aziendali preoccupanti per la consistenza del coinvolgimento delle maestranze dei prestiti sociali.

Partiamo, però, da un presupposto storico e sociale, scevro da pregiudizi e da narrazioni stereotipate su modelli, legami, alleanze, riferimenti. Il sistema cooperativo ha generato in alcune parti d’Italia, più che altrove, un valore economico rilevante, che ha garantito emancipazione e sviluppo non soltanto ai singoli, ma a interi territori. La recente crisi economica ha colpito direttamente, in maniera inequivocabile e molto dura, il settore delle costruzioni, come è stato anticipato e approfondito anche prima di me, e anche il settore del mercato immobiliare conseguente. Un settore, quindi, fortemente ridimensionato che si sta riorganizzando, pur con grande difficoltà.

È certo che in una situazione siffatta le società cooperative, forse anche per la loro natura collettiva e mutualistica, in momenti espansivi hanno una grossa capacità di garantire reinvestimento dei redditi prodotti, mentre nei momenti di difficoltà strutturali, di ripiegamento dell’economia hanno minori strumenti di riorganizzazione e di ridimensionamento, proprio per la natura collettiva – ripeto – della struttura societaria.

Il settore edilizio rappresenta, nonostante la crisi, uno dei sistemi produttivi in cui l’Emilia-Romagna evidenzia elevati indici di specializzazione, un elevato peso occupazionale, una grande complessità di produzioni, attività collegate tra loro e la presenza articolata ed estesa sul territorio. Quindi, tutto questo è necessario per disegnare una cornice completa di quello di cui discutiamo.

Comunque, questa summa di molteplici ragioni, anche di inadeguatezza di gestione, a volte, come già il consigliere Torri ha anticipato, ha portato, in particolare a Reggio Emilia, alle crisi di quattro importanti realtà, come Orion, CMR, Coopsette e in ultimo, in ordine di tempo, UNIECO. Le procedure liquidatorie hanno prodotto in particolare due ordini di problemi: il primo di carattere occupazionale, quello maggiormente grave dal punto di vista sociale e di tenuta; il secondo di perdita consistente dei prestiti sociali, con il conseguente impoverimento di lavoratori e famiglie. Questo è un tema altrettanto importante e grave.

In termini occupazionali la Regione Emilia-Romagna, che ha competenze specifiche in particolare sulle politiche attive per il lavoro, ha messo in campo anche oltre le proprie più strette competenze – qui devo riconoscere l’impegno della Regione –  iniziative di forte sostegno al lavoro. Questo va detto perché non solo è vero, ma è riconosciuto anche dal punto di vista nazionale dai deputati che hanno recentemente sottoposto, con interrogazione urgente, questo tema alla Camera.

La Regione Emilia-Romagna ha avviato, infatti, nel 2015, con uno specifico bando, un’attività finalizzata all’attuazione dei percorsi di reinserimento dei lavoratori, quindi di formazione e di riqualificazione. Anche l’Alleanza delle cooperative ha proposto e promosso strumenti di rafforzamento dei controlli attraverso la creazione di una cabina di regia a livello ministeriale, chiamata a vigilare sulle cooperative.

Questo per dire che non siamo all’anno zero, che non partiamo – diciamo così – da una riflessione improvvisata e recente, ma che sicuramente la crisi ha accelerato.

La Regione ha proposto una serie di misure a sostegno della ricollocazione dei lavoratori che hanno perso il lavoro, nonché delle imprese per ritornare competitive. Il piano di intervento ha coinvolto circa un migliaio di lavoratori e lavoratrici, nello specifico provenienti dai Comuni interessati e dove hanno sede le imprese. Non da ultimo, la disponibilità, espressa in particolare dall’assessora Costi, di costruire insieme ai territori e alle associazioni rappresentative un patto territoriale per il lavoro e di accompagnamento, di ricollocazione dei lavoratori attualmente in difficoltà dopo queste crisi.

Per dire, dunque, che gli strumenti messi in campo dalla Regione Emilia-Romagna ci sono e andranno, ovviamente, rafforzati, integrati e valutati all’esito di questo patto territoriale che sarà sottoscritto, ma siamo sicuramente su una strada giusta, di impegno concreto. Di questo credo che, come Regione, dobbiamo essere consapevoli.

In termini di prestito, invece, che è il secondo aspetto di cui ragionavo, la dimensione delle perdite incide direttamente sul futuro dei singoli e delle famiglie, pur non essendo, il prestito sociale, giuridicamente definibile come risparmio in senso tecnico. Qui non dobbiamo fare filosofia, però questo è ciò che percepiscono e per cui hanno investito nel lavoro e nella loro impresa i soci e le famiglie cooperatrici. Così come avviene per il resto del mondo, il risparmio in sede cooperativa ha una sua caratteristica ed è una delle forme, anche, di mantenimento dei risparmi delle famiglie e dei singoli.

La mancanza di garanzie specifiche di queste forme di prestito, che diventano, però, nell’immaginario e nella volontà dei singoli e delle famiglie, anche forme di risparmio, fa in modo che gli effetti di un gesto di sostegno al lavoro diventi un rischio improprio della stabilità anche di interi nuclei familiari, quindi di intere comunità. Per questo, le odierne proposte di attivare controlli e garanzie che siano dettate dallo Stato o che siano, di fatto, anche soluzioni di autoregolamentazione endo-cooperative, avallate dalla normativa statuale, risultano essere indispensabili per una prospettiva di maggiore certezza, ferma restando, ovviamente, la necessità di trovare una soluzione attuale ed urgente agli attuali prestiti azzerati. Questo è anche un lavoro di continua collaborazione, ricerca e approfondimento con la Lega delle cooperative, che sul punto è assolutamente impegnata.

La costituzione, ad esempio, di un fondo inter-cooperativo può essere uno degli strumenti da cui attingere per i rimborsi dei prestiti, per la garanzia dei prestiti. Al pari degli interventi sui risparmi in altri settori, è doveroso e finanche necessario farsi carico di questi risparmi perduti.

Detto questo, credo che anche l’impegno del Governo vada in questo senso. Gli obiettivi descritti già alcuni mesi fa dal viceministro Morando in un convegno tenutosi proprio a Reggio Emilia e recentemente l’impegno contenuto nella risposta del sottosegretario Baretta all’interrogazione urgente dei deputati reggiani Marchi, Incerti e Gandolfi sulle situazioni createsi nel comparto costruzioni cooperativo a Reggio Emilia disvelano un impegno costante nella ricerca di soluzioni che noi speriamo siano le più immediate possibili, per restituire serenità, prospettive e futuro a singole famiglie di cooperatori che, anche idealmente, hanno prestato il loro sostegno al lavoro e all’occupazione. Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Mori.

Ci sono altri interventi in dibattito generale? Non avendo nessun altro intervento, apriamo il dibattito sull’emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli.

Non avendo interventi sull’emendamento, passiamo alle dichiarazioni di voto sulle risoluzioni oggetti 4412 e 4606 e sull’emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli, che insiste sull’oggetto 4412.

Consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Annuncio il nostro voto favorevole, oltre alla nostra risoluzione, a quella presentata dalla maggioranza. Riteniamo che siano elencati princìpi condivisibili. È chiaro che, dal nostro punto di vista, la nostra risoluzione presenta elementi in più e un po’ più coraggiosi rispetto a quelli, seppur condivisibili, presentati dalla risoluzione della maggioranza. È, comunque, un primo indirizzo verso cui si cerca di andare, sperando che, ovviamente, anche le nostre proposte vengano accolte. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ci sono altri interventi in dichiarazione di voto? Consigliere Torri, prego.

 

TORRI: Grazie, presidente.

Nel confermare il voto positivo rispetto al documento 4606, volevo fare alcune considerazioni riguardo anche agli interventi che ho ascoltato, sia della consigliera Sensoli sia del consigliere Bargi. In particolare, quest’ultimo bene ha fatto a porre l’accento sulla complessità del nostro sistema economico non legato soltanto alla cooperazione. Del resto, avevo fatto anch’io cenno a questo nel mio intervento.

Non sfugge che va prestata attenzione in egual misura a tutti i soggetti economici, soprattutto a chi è impiegato – come avevo detto in conclusione – nelle imprese, di qualsiasi natura, della nostra regione. Per questo, vorrei di nuovo sottolineare il passaggio che avevo fatto, cioè l’accuratezza che dobbiamo avere nel seguire ogni settore in base alle proprie particolarità, particolarità che, per quanto riguarda il settore cooperativo, riguardano prima di tutto la coesione che viene creata tra i lavoratori.

Ricordo che con lo stesso consigliere Bargi avevamo lavorato ad altre risoluzioni, ad esempio quella sulla Ferrari, che riguardavano altre imprese del nostro territorio, la tutela occupazionale dentro quelle imprese di altra natura e di altro spessore coinvolte, seppur in altri settori, nelle medesime difficoltà economiche. Penso alla questione della Saeco e ad altre ancora, nelle quali ci eravamo attivati come Gruppo e come Gruppi collettivamente. Gli sforzi hanno sempre portato a una votazione collettiva, spesso unanime, di questi documenti.

Vi sono, poi, alcuni elementi della risoluzione del Movimento 5 Stelle che credo siano apprezzabili e vadano colti e sottolineati assolutamente. Alcuni temi sono comuni e altri riguardano settori diversi da quello che viene preso in considerazione nella nostra risoluzione, ma non è possibile certamente farli cadere, a partire dal tema del pieno rispetto della legalità, soprattutto se pensiamo alle cooperative di logistica, al fenomeno di cooperative spurie, che soprattutto in questo settore abbiamo potuto constatare, nel nostro caso anche sul campo. Parlo del nostro Gruppo. Come la questione della parità di retribuzione nelle cooperative di servizi.

Sono temi, però, che crediamo necessitino di uno sviluppo ognuno a sé stante, proprio per la complessità che rappresentano. Altri aspetti della risoluzione, come ho avuto modo di condividere anche con la collega Sensoli, ci trovavano più scettici, ma la parte finale sicuramente ci convince. Non vogliamo – approfitto per ripeterlo – lasciarli cadere. Anzi, penso sia importante (sicuramente da parte del nostro Gruppo ci sarà disponibilità in tal senso) continuare a lavorare per sostenerli e per sviluppare documenti che vadano in questa strada, una strada che porti alla legalità e sempre di più alla parità di trattamento nel lavoro. Questo è il tema che – come dicevo prima – abbiamo guardato prima di tutto nel presentare questa risoluzione, un lavoro che ha una natura per quanto riguarda le aziende cooperative. In ogni caso, è lo stesso principio che accomuna tutti quanti, indipendentemente dalla natura dell’azienda che li impiega e che, soprattutto, tende ad escludere sempre più persone, altro tema che dovremmo avere la sensibilità di affrontare per quelli che sono i poteri della Regione, anche in maniera più forte di quanto abbiamo fatto finora, nonostante la nostra Regione sia più solida di altre da questo punto di vista. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

Consigliere Iotti, prego.

 

IOTTI: Solo per chiedere il voto elettronico su entrambe le risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Iotti.

Consigliere Calvano, prego.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Intervengo in dichiarazione di voto. Ovviamente, il Partito Democratico voterà la risoluzione che ha sottoscritto e che abbiamo nuovamente depositato nel corso del dibattito.

Mi permetto alcune considerazioni. La prima è questa: noto che, quando si parla di cooperazione, non si riesce a entrare pienamente nel XXI secolo e c’è chi continua a parlare di cooperazione senza tener conto di come è mutata la società, del fatto che è caduto il muro di Berlino, del fatto che, fortunatamente, si fa più fatica – ripeto: fortunatamente – a parlare di cooperative di un colore e cooperative di un altro colore. Ne è testimonianza il fatto che le cooperative stesse hanno avviato un percorso di costituzione dell’Alleanza cooperativa finalizzata a superare queste diversità, che storicamente venivano caratterizzate dal colore. Oggi, invece, cercano di tenere insieme, più che un colore, un modo di fare economia.

Purtroppo, in alcuni interventi che ho sentito, invece, ho notato ancora una riproposizione di luoghi comuni, oserei dire, o di storie che in parte, fortunatamente, non esistono più. Lo dico sia in riferimento a cose che ho sentito da parte dei colleghi dei 5 Stelle sia in riferimento a cose che ho sentito da parte dei colleghi della Lega, in particolare dal collega Bargi, che giustamente ha messo in evidenza le difficoltà che alcune importanti cooperative hanno avuto e anche cose sbagliate che alcune cooperative hanno fatto. Tengo a sottolineare una cosa al collega Bargi: facciamo attenzione, perché nella cooperazione, così come in qualunque altro settore, c’è chi sbaglia, ma ci sono anche molte persone che fanno il loro lavoro onestamente, che lo fanno tutti i giorni, che hanno investito denari, risorse e tempo nella cooperazione stessa. Nel momento in cui si fa passare un messaggio del tipo “siccome c’è stata Mafia Capitale, tutta la cooperazione è così”, fate attenzione, perché nel momento in cui lo dite state parlando a milioni di persone che, invece, hanno una storia, un portato di cui credo si possa essere tutti adeguatamente orgogliosi. Poi c’è chi ha sbagliato. Certo, c’è chi ha sbagliato, probabilmente, all’interno della cooperazione, così come c’è chi ha sbagliato nell’impresa più meramente capitalistica, come chi ha sbagliato nel settore del volontariato, ma questo vuol dire che quella modalità di fare impresa è una modalità sbagliata a prescindere? Io credo di no. Credo che ci debba essere un impegno da parte di tutti affinché i princìpi e i valori che fanno parte di quel modo di fare impresa possano essere princìpi il più possibile condivisi e il più possibile riconosciuti. Questo è l’intento che ha la nostra risoluzione, una risoluzione finalizzata a far sì che possa essere ancor più forte e più radicato quell’insieme di valori che accompagnano la cooperazione, affinché strumenti come il prestito sociale, finalizzati a far crescere la cooperazione, possano essere strumenti ulteriormente tutelati, anche a garanzia di quei lavoratori che diventano imprenditori di se stessi e che si impegnano nella cooperazione.

Come non si può far finta che sia stato avviato, fortunatamente, da parte del sistema cooperativo un insieme di norme di autoregolamentazione, che devono proseguire e che devono andare avanti, finalizzate a superare le distorsioni o le deviazioni che in passato ci sono state. Proviamo ad andare oltre. Proviamo a guardare avanti e a evitare di rimanere legati a stereotipi o a schemi che, fortunatamente, non appartengono più a questo secolo.

Proviamo a fare insieme una battaglia comune contro le cooperative spurie. Purtroppo, queste creano problemi all’intera economia e al sistema cooperativo. È un impegno che la Regione Emilia-Romagna ha preso e che alcuni di noi hanno preso anche personalmente e sul quale spero che il Parlamento possa legiferare presto in maniera chiara.

Ci sono, poi, le altre cose che abbiamo indicato nella risoluzione, che noi auspichiamo che vengano fatte, a tutela di chi ha lavorato e sta lavorando nel mondo cooperativo e a tutela di chi ha investito in quel mondo. Lo facciamo per le cooperative, lo abbiamo fatto per le imprese industriali, lo abbiamo fatto per le imprese di carattere artigiano; così come le misure che mette in campo questa Regione vanno nella direzione di sostenere tutti coloro che vogliono fare produzione e farla in modo onesto, con l’obiettivo di dare un contributo al benessere di questa regione e al valore aggiunto che questa regione può costruire nel nostro Paese. Testimonianza ne è il fatto che le politiche della Regione Emilia-Romagna credo abbiano aiutato il sistema imprenditoriale emiliano-romagnolo, che sia cooperativa o no, ad essere protagonista di un aumento del PIL, superiore a quello di qualunque altra regione, di cui credo si debba essere orgogliosi, di cui è parte l’artigianato così come l’impresa cooperativa, così come l’impresa industriale.

Questo è il senso della risoluzione che abbiamo voluto mettere in campo e con la quale abbiamo voluto dare un segnale e uno sprone importanti al Governo e, ovviamente, anche alla nostra Giunta.

Viene facile, in determinati momenti, partire da inchieste e rivolgere accuse a questo o a quello, però – lo dico al collega Bargi – almeno proviamo ad evitare, a fronte di persone assolte, di continuare a considerarle colpevoli. A forza di fare così, demoliamo la credibilità delle Istituzioni. Se viene intaccata da chi si comporta male, quelli che si comportano male dobbiamo essere tutti insieme bravi a metterli fuori dalla porta. A fronte di qualcuno che si è trovato in capo un’inchiesta e che da quell’inchiesta è uscito assolto, credo che bisogna avere il coraggio di dirlo, riconoscergli almeno l’onore delle armi ed evitare strumentalizzazioni che non aiutano nessuno, non aiuteranno né questa Istituzione né i partiti che oggi sono qui dentro, nessuno di quei partiti, che si chiamino “partito”, che si chiamino “movimento” o che si chiamino in un altro modo. Se viene meno la credibilità, viene meno la credibilità di tutti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Calvano...

 

CALVANO: Ho finito.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Intervengo per dichiarare la nostra contrarietà a questa risoluzione.

Voglio solo fare presente al collega Calvano che, al posto dei Millennials, purtroppo o per fortuna sono nato nel 1989 e ho avuto la capacità di poter essere candidato nelle Istituzioni già nel nuovo millennio, quindi nel 2007. Difficilmente potevo analizzare prima quello che accadeva. Quindi, ciò che io ho portato ad esempio sono tutti fatti accaduti successivamente. Come anche il reato di concussione breve, di cui hanno beneficiato tanti esponenti, sicuramente anche esponenti dell’area del centrodestra (per carità, non sto qui a dirlo), ma di cui hanno beneficiato anche le cause che ho portato in esame prima.

Qui non stiamo dicendo che il sistema cooperativo è marcio, fa schifo, va cancellato, sennò, chiaramente, avremmo tenuto questa posizione. Qui stiamo dicendo che in questa regione, più che in altre, c’è una proliferazione delle attività che utilizzano questa modalità per poter sviluppare il proprio lavoro sul territorio, però è anche vero che in questa nostra regione, molto più che in altre, si è registrato un legame fortissimo tra il sistema cooperativo e la politica.

Non stiamo dicendo che è cambiato il modello, che sono cambiati i tempi. Ce ne siamo accorti. Ci sono le sentenze. Cambiano i tempi. Però si è dovuti arrivare a sviscerare pian pianino quello che era un sistema, non qualche caso isolato. La cooperativa che fallisce, l’azienda che fallisce o il negoziante sono tutti casi simili, sicuramente, però i fallimenti sono errori, sono sbagli, magari nelle scelte di mercato, e via dicendo.

Un sistema che crolla nel momento in cui l’Antitrust dice “avete levato la possibilità agli altri appartenenti allo stesso settore, che non fanno parte, magari, della Legacoop, di poter partecipare su quel mercato a pari concorrenza” è un sistema che effettivamente – diciamocela tutta: forse non si è voluto spingere sull’acceleratore perché c’era da fare più danno che altro a tanti lavoratori e a tante realtà produttive – è nato marcio e si è sviluppato marcio. Punto.

Dopodiché, oggi possiamo dire che non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio. L’ho detto all’inizio del mio intervento. Ho portato io in discussione il dato della crescita del PIL. Sembra che qui stiamo volando su ali dorate, come diceva “Va’ pensiero”; in realtà, stiamo planando in una caduta leggermente smorzata. Cerchiamo di prendere questo dato positivo, di cui fa parte tutto il sistema produttivo emiliano-romagnolo, comprese le cooperative. Ripeto: il tema che ho voluto porre all’attenzione non è questo, ma il fatto che, guarda caso, pur essendoci questa concussione politica-cooperative nella nostra regione, che ha visto l’area di sinistra al governo dei Comuni, delle Province e della Regione dal dopoguerra ad oggi praticamente nella quasi totalità della nostra regione, e che oggi continuiamo a vedere a piccoli pezzi, a piccoli aggiustamenti dei vari interventi in aiuto al sistema cooperativo, chiaramente ci fa riflettere un pochettino di più.

Ho portato come esempio il caso dell’artigianato. Ne sento parlare poco. Mi dispiace. Ritengo che ci sia una grande fetta del nostro sistema produttivo che ha bisogno di sostegno. Non ci sono solo le cooperative. Con questo nostro voto vogliamo segnalare questo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

Consigliere Foti, prego.

Ci sono le consigliere del PD che sfarfallano un po’ tra i vari Gruppi oggi.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Intanto, presidente, che lei cerca la retina, io mi permetto solo di fare una considerazione. Quando è arrivata una proposta per una Commissione d’indagine sul sistema cooperativo in Emilia-Romagna, è stata respinta quasi fosse un peccato di lesa maestà, come se si volesse mettere sotto processo tutto il mondo della cooperazione quando, in realtà, si volevano analizzare, proprio perché era una Commissione d’indagine, alcuni dei temi che oggi sono stati qui rappresentati anche dal collega Calvano. Mi riferisco, soprattutto, al tema, ormai ridondante, delle cooperative spurie.

Penso che mettere mano alla riforma del sistema cooperativo, anche sotto il profilo legislativo, sia un’azione non più ulteriormente differibile, ciò per una semplice ragione: quel modello organizzativo, sul quale, poi, erano stati modellati anche alcuni articoli del Codice civile, oggi è definitivamente scomparso.

Io non so se sia il caso qui di dissertare se, nel momento in cui si fanno alcuni esempi di cattiva cooperazione, si generalizza. Nessuno vuole attaccare un sistema tanto per attaccarlo. Noi sappiamo benissimo che vi sono cooperative, anche e soprattutto le cooperative sociali, che svolgono una funzione importante in questo Paese. Vi sono anche cooperative che hanno svolto una funzione importante, ed erano le cooperative che tenevano fede al carattere mutualistico per il quale erano nate. Il problema è nato, a mio avviso, nel momento in cui una parte del sistema cooperativo ha voluto sposare, forse con una certa spregiudicatezza, un sistema capitalistico che non conosceva bene. Quindi, abbiamo inventato delle strane forme di cooperative che, anziché provvedere agli interessi dei soci, hanno depredato i soci attraverso una gestione delinquenziale di quello che era il risparmio dei soci medesimi dato in forma di prestito. Questo è il punto dal quale non si esce.

Penso che oggi un’analisi seria sulla ristrutturazione del sistema cooperativo giochi anche sull’economia emiliano-romagnola. Io me lo ricordo quando, 15 anni fa, Coopsette vinceva tutti gli appalti (assolutamente tutti, non ne lasciava fuori neanche uno). Sembrava una macchina da guerra destinata a crescere sempre di più. È cresciuta tanto che è scoppiata, ma è scoppiata sotto un mare di debiti. Così come da noi c’era una rete di cooperative. Indaco. Certo, sembrava dovessero rappresentare il sol dell’avvenire, forse perché il loro presidente si era sposato in mongolfiera. Alla fine, però, i risultati si sono visti.

Penso molto pacatamente di dover dire che occorre una riforma del sistema cooperativo con una riforma nazionale che tenga conto della nuova realtà, anche differenziando i vari sistemi entro i quali la cooperazione si muove. Dall’altra parte, vi è anche la necessità di rileggere la legge sulla cooperazione che è vigente in Emilia-Romagna e che è altrettanto datata e superata. Dico questo perché non basta cambiare la musica convinti che, improvvisamente, le persone si convertano al nuovo verbo. Non basta dire “adesso gli amministratori li sceglieremo in un modo diverso” quando per anni si sa come sono stati scelti e perché sono stati scelti in quel modo. Non so. La cooperativa, ad esempio, Di Vittorio di Fidenza mi pare ne abbia lasciati di morti lungo la strada (anche qualche ferito, a dire il vero).

Penso che la Regione Emilia-Romagna abbia il dovere di riprendere il testo della legge sulla cooperazione e, pur in un quadro nazionale non ancora definito, iniziare ad introdurre alcune specifiche che garantiscano i cooperatori che lo meritano, ma che, al tempo stesso, non facciano passare per cooperatori degli affaristi di bassa lega.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Se non ci sono più iscritti in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione dell’emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli, che insiste sull’oggetto 4412.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

40

Assenti

 

10

Votanti

 

39

Favorevoli

 

6

Contrari

 

32

Astenuti

 

1

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 4412, a firma dei consiglieri Sensoli, Bertani e Sassi, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

40

Assenti

 

10

Votanti

 

39

Favorevoli

 

6

Contrari

 

32

Astenuti

 

1

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4412 è respinta.

Si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 4606, a firma dei consiglieri Torri, Prodi, Calvano, Taruffi e Mori, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

29

Contrari

 

9

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ha chiesto la parola il sottosegretario Andrea Rossi. Prego.

 

ROSSI Andrea: Aggiungo il voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Aggiungo il voto contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Questo non cambia l’esito.

La risoluzione oggetto 4606 è approvata.

 

Richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla richiesta di iscrizione di un nuovo argomento e, successivamente, all’inversione dell’ordine del giorno. Si tratta dell’oggetto 4582: Risoluzione per impegnare la Giunta, anche in relazione alla Giornata della memoria dedicata alle vittime del terrorismo, sia di matrice interna che internazionale, a farsi portavoce presso la Conferenza Stato-Regioni affinché venga richiesto al Governo nazionale di desegretare tutti gli atti relativi a quei tragici e terribili eventi che ancora oggi non hanno avuto una concreta e significativa soluzione, compromettendo in modo profondo la storia contemporanea della Nazione e, in particolare, soprattutto della Regione Emilia-Romagna, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

Uno a favore e uno contro la richiesta di iscrizione.

Consigliere Aimi, prego.

 

AIMI: Grazie, presidente.

A nome anche del collega Bignami e di tanti in Aula che hanno sollecitato questa risoluzione, chiedo che venga non solamente iscritta, ma anche disposta l’inversione dell’ordine dei lavori. Infatti, oggi è il 9 maggio e – come tutti sanno – non è soltanto la data di ricorrenza dell’Europa, ma anche quella per ricordare le vittime del terrorismo, sia interno che internazionale.

Tra l’altro, questa data è stata scelta perché il 9 maggio 1978 vennero uccisi sia l’allora primo ministro Aldo Moro sia Peppino Impastato. Bologna è sempre stata al centro di vicende drammatiche e la lunga notte della Repubblica pare non terminare mai. È per questo che noi chiediamo che vengano desegretati gli atti, che ancora lo sono, per fare finalmente luce su tali eventi terribili.

Qualcuno ha detto che le carte che sono rimaste segrete importano ben poco, che ci sarebbe poco da vedere. Beh, andiamo a vedere lo stesso. Cerchiamo di capire che cosa è successo, che cosa è accaduto. Lo dobbiamo non solamente alla politica, figuriamoci, alle Commissioni stragi che stanno indagando sul procedimento, che è ancora aperto, ma lo dobbiamo alle vittime. Ricordo che, peraltro, a breve ricorre il trentasettesimo anniversario della strage di Ustica, precisamente il 27 giugno. Morirono 81 persone. L’aereo era quello Bologna-Palermo. Lo ricordiamo tutti. A Bologna vi fu il 2 agosto quella terribile strage. La vicenda di Aldo Moro non ha avuto ancora una soluzione definitiva. Esiste un segreto di Stato. È venuto il momento, a quasi quarant’anni di distanza, e non ci sono alibi su questo, di toglierlo per far conoscere, finalmente, a tutti, all’opinione pubblica, all’Italia intera quali sono i retroscena terribili che hanno portato a quei tragici eventi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Aimi.

Per l’intervento contro la parola al consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

È utile questa discussione. Come già avevo anticipato al consigliere Aimi, avremmo preferito una discussione a 360 gradi su questo provvedimento, che pure ha la sua importanza. Peraltro, non si capisce per quale motivo dovremmo decidere di stabilire che l’ordine dei lavori si debba invertire soltanto in occasione di un’unica ricorrenza. Potremmo parlare di Peppino Impastato, di Aldo Moro e di tante altre ricorrenze.

In ogni caso, non è questo il punto. Il punto è che dovremmo arrivare anche noi alla ricerca della verità, che pensiamo abbia, però, dei punti di riferimento. I documenti ancora coperti da segreto (così si legge nel secondo capoverso). I documenti della strage di Ustica sono stati desegretati nel 2014 dal Governo Renzi. Quelli a cui l’interrogazione si riferisce sono documenti che non hanno un’attinenza diretta con Ustica, ma che sono stati visionati dall’onorevole Giovanardi e dagli altri componenti della Commissione Moro. A dire di Giovanardi, da questi documenti emergerebbero legami tra Ustica e Bologna, con connessioni anche alle motivazioni che portarono all’omicidio Moro. Minimo comun denominatore il cosiddetto “Lodo Moro”, un patto di non belligeranza stretto tra Moro e OLP per preservare l’Italia da attentati di matrice islamica. Poiché su questi temi si sono espressi sia il presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime del 2 agosto che la presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime di Ustica, riteniamo che, per non offendere nessuna memoria e nessuna verità nella ricerca di questo genere, occorrerebbe che ci interrogassimo e ci interfacciassimo con i presidenti delle Associazioni, al fine di arrivare anche ad una proposta finalizzata alla ricerca della verità, ma senza una lettura unilaterale.

Per questo motivo, siamo contrari all’iscrizione e all’inversione dell’ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro

Devo sostituire uno scrutatore. Il consigliere Iotti non è presente. Lo sostituiamo con il consigliere Cardinali, sempre per rimanere in provincia.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di iscrizione dell’oggetto 4582, a firma del consigliere Aimi.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La richiesta di iscrizione del nuovo argomento è respinta.

 

OGGETTO 2906

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Parlamento affinché venga ripresa la discussione delle Proposte di Legge per l’introduzione del reato di tortura, nel massimo rispetto delle Convenzioni internazionali, accelerando l’iter di approvazione di un unico testo. A firma dei Consiglieri: Calvano, Caliandro, Taruffi, Lori, Paruolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Bagnari, Sabattini, Rontini, Zoffoli, Poli, Montalti, Torri, Zappaterra, Molinari, Mori, Serri, Prodi, Cardinali, Iotti, Mumolo, Soncini, Ravaioli, Pruccoli

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione oggetto 2906, che impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Parlamento affinché venga ripresa la discussione delle proposte di legge per l’introduzione del reato di tortura, nel massimo rispetto delle Convenzioni internazionali, accelerando l’iter di approvazione di un Testo unico, a firma dei consiglieri Calvano, Caliandro, Taruffi, Lori, Paruolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Bagnari, Sabattini, Rontini, Zoffoli, Poli, Montalti, Torri, Zappaterra, Molinari, Mori, Serri, Prodi, Cardinali, Iotti, Mumolo, Soncini, Ravaioli e Pruccoli.

È aperta la discussione generale.

Consigliere Calvano, prego.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Intervengo per illustrare i contenuti della risoluzione e per esplicitare ulteriormente l’intento. In realtà, già dagli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, quindi dalla Dichiarazione universale dei diritti umani nel ’48 alla Convenzione di Ginevra nel ’49, fino ad arrivare alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo del 1950, si prevede la necessità del divieto di tortura. Altre sollecitazioni, poi, arrivarono e furono ulteriormente esplicitate nel corso degli anni Sessanta dall’ONU con la Convenzione del 1984 e di nuovo dall’Unione Europea nel 2000.

In particolare, credo che la Convenzione delle Nazioni Unite del 1984 dia una definizione del termine “tortura” che deve essere, credo, la base sulla quale lavorare dal punto di vista legislativo in Italia. In molti altri Paesi si è già lavorato su questo tema e si è già arrivati ad una norma, mentre in Italia, purtroppo, ancora non c’è.

Con il termine “tortura” – si dice nella Convenzione – si indica qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti ad una persona dolori o sofferenze forti, fisiche o mentali, al fine segnatamente di ottenere da essa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che essa o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimorirla o di far pressione su di lei o di intimorire o di far pressione su una terza persona o per qualsiasi altro motivo fondato su qualsiasi forma di discriminazione, qualora tali dolori o sofferenze siano inflitte da un agente della funzione pubblica o da ogni altra persona che agisca a titolo ufficiale o su sua istigazione o con il suo consenso, espresso o tacito.

Su questo tema il Consiglio d’Europa, poche settimane fa, ha sollecitato di nuovo il nostro Paese, il Parlamento, ad agire con urgenza per dare esecuzione alla sentenza di condanna della Corte Europea dei diritti umani sul caso Cestaro, correlato al G8 di Genova. Ancor prima del pronunciamento del Consiglio d’Europa, il ministro Orlando aveva sollecitato il Parlamento a procedere in tale direzione e a recepire nella normativa italiana il divieto di tortura, riprendendo anche il dettato costituzionale dell’articolo 13, comma 4.

Obiettivamente, rispetto a questo tema, il nostro Paese è davvero in fortissimo ritardo e credo che questa lacuna legislativa debba necessariamente trovare dal Parlamento una formulazione adeguata e capace di metterci in linea con gli altri Paesi europei e con le richieste delle Istituzioni europee e internazionali che sono state avanzate nei confronti del nostro Paese.

Alcuni sostengono che questa possa essere una norma che va in contrasto con le forze dell’ordine. È tutt’altro, credo sia l’obiettivo di valorizzare invece chi, la maggioranza, lavora adeguatamente come pubblico ufficiale, evitare deviazioni che sono la minoranza e cercare e avere gli strumenti per poterle punire.

È una norma utile a ripristinare la legalità e a dare piena attuazione ad uno Stato di diritto quale dobbiamo essere.

Quindi l’obiettivo della risoluzione è quello di arrivare a sollecitare il Parlamento anche per il mezzo della nostra Giunta affinché si arrivi ad una legislazione in materia, in modo tale – ripeto - da coprire un buco e una lacuna che purtroppo c’è nel nostro sistema legislativo e che è ora di sanare definitivamente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Se non ci sono più iscritti in discussione generale passiamo alle dichiarazioni di voto.

Non c’è nessun iscritto in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2906, a prima firma del consigliere Calvano.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2906 è approvata.

Procediamo con i nostri lavori.

 

OGGETTO 2595

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad incrementare i momenti e gli strumenti di coordinamento e sinergia a favore dell’età anziana al fine della loro completa integrazione, valorizzando inoltre la cultura dell’invecchiamento attivo e del diritto-dovere di concorrere allo sviluppo della società di decidere autonomamente la propria vita. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Caliandro, Sabattini, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Poli, Bagnari, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4608

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la sperimentazione di progetti di cohousing o “abitare collaborativo” intergenerazionale in cui anziani, famiglie e studenti vivono sotto lo stesso tetto, in appartamenti separati e condividendo gli spazi dell’immobile e una esperienza di vita. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Piccinini, Sassi

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione oggetto 2595 che impegna la Giunta a porre in essere azioni volte ad incrementare i momenti e gli strumenti di coordinamento e sinergia a favore dell’età anziana al fine della loro completa integrazione, valorizzando inoltre la cultura dell’invecchiamento attivo e del diritto-dovere di concorrere allo sviluppo della società di decidere autonomamente la propria vita, a firma dei consiglieri Nadia Rossi, Caliandro, Sabattini, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Poli, Bagnari, Zoffoli e Pruccoli.

A tale oggetto è stata abbinata la risoluzione oggetto 4608 che impegna la Giunta a valorizzare la sperimentazione di progetti di cohousing o “abitare collaborativo” intergenerazionale in cui anziani, famiglie e studenti vivono sotto lo stesso tetto, in appartamenti separati e condividendo gli spazi dell’immobile e una esperienza di vita, a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli, Piccinini e Sassi.

Passiamo alla discussione generale congiunta sui due documenti.

Consigliera Nadia Rossi, prego.

 

ROSSI Nadia: Grazie, presidente.

L’aumento della popolazione anziana è un dato consolidato in Italia come in Emilia-Romagna. Qui l’aspettativa di vita alla nascita nel 2015 è pari a 80,8 anni per gli uomini e a 85,1 anni per le donne, superiore quindi al valore nazionale di 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne.

Questi sono dati che ci spingono a fare un ragionamento per promuovere ad ogni livello e ad ogni settore un invecchiamento attivo della popolazione. Significa quindi invecchiare in buona salute sentendosi realizzati e dotati di una maggiore indipendenza, partecipare alla vita collettiva offrendo un proprio contributo alla comunità.

Per questo motivo non possiamo ignorare la necessità di politiche sull’invecchiamento diverse e più efficaci rispetto a quelle che ci si è limitati a fare fin qui.

Partiamo dal presupposto che la programmazione regionale deve superare completamente la settorializzazione per approcciare il tema dell’invecchiamento attivo nella sua globalità.

Con il PAR (piano d’azione regionale per la popolazione anziana) viene proposto di fatto un approccio intersettoriale che coinvolge istituzioni e terzo settore per migliorare le politiche pubbliche e del privato sociale verso la popolazione anziana e garantire a tutti la fruizione di diritti in tutte le fasi della vita, realizzando quindi l’obiettivo di quella che vogliamo definire una società per tutte le età.

La Regione Emilia-Romagna deve proseguire quindi a fare la sua parte favorendo ad ogni livello il coordinamento e la sinergia dei diversi strumenti programmatici già attivi per la popolazione di età anziana nell’ottica della loro completa integrazione.

Una comunità nella quale viene promossa la cultura dell’invecchiamento attivo come nuova modalità di approccio ad un’età caratterizzata non solo dai bisogni ma anche, ancor di più, dal diritto e dal dovere di concorrere allo sviluppo della società è una comunità che si arricchisce di un valore e un contributo prezioso al quale non possiamo rinunciare.

Per questo motivo noi abbiamo stilato questa risoluzione che impegna la Giunta ad incrementare i momenti e gli strumenti di coordinamento e sinergia tra i diversi strumenti programmatici attualmente attivi a favore dell’età anziana nell’ottica di una loro completa integrazione e a valorizzare in ogni contesto la cultura dell’invecchiamento attivo come nuova modalità di approccio ad un’età caratterizzata appunto, come dicevo prima, non soltanto dai bisogni ma ancora dal diritto di concorrere allo sviluppo della società e anche di poter decidere in modo autonomo la propria vita. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Nadia Rossi.

Consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Ci fa piacere che venga affrontato questo argomento oggi in Aula perché secondo noi è uno dei settori su cui agire.

Abbiamo spesso parlato dell’infanzia in questa legislatura e poco del settore degli anziani.

Ad oggi in Emilia-Romagna vivono circa un milione di anziani. Molti di questi vivono soli. Non tutti sono necessariamente non autosufficienti o necessitano di una sistemazione in casa di riposo, che sia ASP o che sia privata.

Comunque sia molto spesso gli anziani si trovano a dover affrontare una solitudine che in alcuni casi si traduce anche in timore di vivere da soli per una serie di motivi.

Purtroppo le strutture familiari dell’Emilia-Romagna spesso non consentono più una assistenza diretta dei familiari, fosse anche solo un’assistenza che si traduce in una semplice compagnia rispetto all’anziano. A volte i nostri anziani sono soli perché magari i figli vivono altrove, sono lontani, lavorano e comunque non possono permettersi di poter stare assieme al proprio genitore o al proprio nonno.

Sicuramente è un’esperienza positiva quella del rapporto intergenerazionale che si può tradurre sia con il cohousing, sia ad esempio con esperienze di tipo formativo.

In alcuni casi anche nella nostra regione, a Piacenza, è stata unita, ad esempio, l’esperienza dell’asilo a quella della casa di riposo del centro diurno mettendo assieme anziani e piccoli. Quindi accogliamo favorevolmente questa proposta.

Noi abbiamo abbinato una nostra risoluzione. Chiaramente ci rendiamo disponibili a lavorare assieme alla maggioranza per produrre in Emilia-Romagna quello che in altre regioni è già una realtà, cioè un cohousing che va ad agevolare i comuni sia nella gestione degli anziani, sia in quelle che comunque possono essere soluzioni abitative per gli studenti.

Infatti noi riportiamo la proposta di unire due generazioni diverse come possono essere quella degli studenti e quella degli anziani e anche il Movimento 5 Stelle va verso questa direzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale passiamo alle dichiarazioni di voto.

Consigliere Daniele Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Soltanto per chiedere il voto elettronico su entrambi i documenti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 2595, a firma dei consiglieri Rossi Nadia, Caliandro, Sabattini, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Poli, Bagnari, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

32

Assenti

 

18

Votanti

 

31

Favorevoli

 

31

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2595 è approvata.

Si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 4608, a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli, Piccinini e Sassi, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

34

Assenti

 

16

Votanti

 

33

Favorevoli

 

33

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4608 è approvata.

Procediamo con i nostri lavori.

 

OGGETTO 4574

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare una delibera atta a vietare l’utilizzo di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo che renda difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico senza giustificato motivo, a garanzia dei principi sanciti dall’articolo 5 della legge 152/1975 e al fine di garantire e tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4327

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare provvedimenti finalizzati ad assicurare controlli di sicurezza in tutti gli edifici istituzionali regionali - ivi comprese le strutture sanitarie e le scuole - vietando l’occultazione del volto dei soggetti che vi accedono, nonché a promuovere la riconoscibilità del volto delle persone che si trovano in un luogo pubblico o aperto al pubblico. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione oggetto 4574 che impegna la Giunta ad adottare una delibera atta a vietare l’utilizzo di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo che renda difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico senza giustificato motivo, a garanzia dei principi sanciti dall’articolo 5 della legge 152/1975 e al fine di garantire e tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico sul territorio regionale, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

A questo oggetto è abbinato l’oggetto 4327 risoluzione che impegna la Giunta ad adottare provvedimenti finalizzati ad assicurare controlli di sicurezza in tutti gli edifici istituzionali regionali - ivi comprese le strutture sanitarie e le scuole - vietando l’occultazione del volto dei soggetti che vi accedono, nonché a promuovere la riconoscibilità del volto delle persone che si trovano in un luogo pubblico o aperto al pubblico, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

È aperta la discussione generale congiunta.

Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Grazie, presidente.

Non può sfuggire a nessuno che la nostra Costituzione stabilisce una competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza. Tale competenza riguarda di conseguenza anche le tematiche sollevate dalla risoluzione in oggetto già regolate da specifiche leggi statali: in particolare l’articolo 85 del TULPS che fa divieto di comparire mascherati in luogo pubblico, prevedendo inoltre un’apposita sanzione anche per chi invitato a togliere il mascheramento opponga un rifiuto; l’articolo 5 della legge n. 152 del 1975, ove prevede espressamente che vietato l’uso di caschi protettivi e di qualsiasi altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico, aperto al pubblico, senza giustificato motivo, il contravventore è punito con l’arresto da sei a dodici mesi e con un’ammenda in denaro.

A proposito del principio della riconoscibilità personale ai fini della sicurezza pubblica e della pacifica convivenza fondata sulla legalità, il nostro ordinamento penale punisce anche chiunque rifiuti di declinare le proprie generalità, come dall’articolo 651 del codice penale e coloro i quali rendano false dichiarazioni sulla propria identità, articolo 496 del codice penale.

Il dispositivo della risoluzione, chiedendo che la Regione deliberi per vietare caschi e mezzi che impediscono il riconoscimento al fine di tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico sul territorio regionale, attribuisce all’ente ovviamente una competenza sproporzionata che va oltre le proprie in senso stretto e di diritto.

Parzialmente diversa, invece, e affrontabile con motivazioni di varia natura è la possibilità che la nostra Regione eserciti una potestà regolatoria inerente strettamente la sicurezza delle proprie sedi e dei propri uffici.

Qui cogliamo nel testo dei colleghi uno spunto di riflessione sulle modalità adottate dalla Regione di controllo, sorveglianza ed applicazione della normativa statale sopracitata al fine di tutelare i propri dipendenti, la cittadinanza che accede alle sedi di competenza.

Modalità che possono essere rese più efficaci e stringenti se lo riteniamo, se lo ritenessimo, senza alcun bisogno di intervenire con norme regionali in una materia già regolata chiaramente dall’ordinamento statale.

I rappresentanti politico-istituzionali di maggioranza delle due regioni che sono richiamate nella risoluzione e che ad oggi hanno voluto deliberare il divieto di entrare con il volto coperto nelle proprie sedi, più che addurre motivazioni hanno agitato emblemi quali il burqa, il niqab portati da una parte delle donne musulmane e parlato di “atteggiamento remissivo dei soliti noti verso dettami di carattere religioso che nulla hanno a che vedere con il nostro modo di vivere, le nostre regole e i valori laici di uguaglianza fra uomo e donna”.

Potremo ragionarne, però, tutto si tratta meno che di elementi di rilevanza, di sicurezza e di garanzia della sicurezza.

In questo momento, ha osservato a suo tempo il Guardasigilli sul provvedimento lombardo, c’è bisogno di tutto tranne che agitare dei simboli e di fare propaganda ponendo divieti che sono facilmente interpretabili in chiave di contrapposizione invece che di integrazione e fanno gioco agli estremismi, aggiungendo che noi dobbiamo rispondere con la capacità di garantire sicurezza facendo soprattutto rispettare le leggi del nostro Paese che ovviamente già ci sono.

Questa Regione, l’Emilia-Romagna, non lascia certo spazi a queste strumentalizzazioni mentre investe spesso in silenzio ma in rete con il mondo delle associazioni, del volontariato, del no-profit, delle autonomie locali su politiche serie di prevenzione, di integrazione socioculturale, nonché sull’esempio e sull’educazione al rispetto reciproco.

Questi sono gli elementi di stretta nostra competenza in temi di sicurezza latamente intesa, sicurezza sociale prima di tutto. Tornando al testo in oggetto si ricorda inoltre che la Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione adottata con decreto del Ministro dell’interno del 23 aprile 2007, elaborata con lo scopo di riassumere e rendere espliciti i principi fondamentali del nostro ordinamento che regolano la vita collettiva, che riguarda sia i cittadini che ovviamente gli immigrati e che sono illuminanti per i principali problemi legati al tema dell’integrazione prevede in materia di laicità e libertà religiosa che in Italia non si pongano restrizioni all’abbigliamento della persona purché liberamente scelto e non lesivo della sua dignità.

Non sono accettabili forme di vestiario che coprono il volto perché ciò impedisce il riconoscimento della persona e la ostacola nell’entrare in rapporto con gli altri.

Si tratta della conferma di un principio più volte ripreso dalla circolare del Ministero dell’interno, la circolare numero 4 del 14 marzo del 1995, che autorizza appunto l’uso del copricapo nelle fotografie destinate alla carta di identità, la circolare del 14 luglio 2000 dello stesso Ministero che precisa che il turbante, il chador e il velo imposti dalla religione sono parte integrante di indumenti abituali e concorrono nel loro insieme a identificare chi li indossa naturalmente purché si mantenga il viso scoperto.

Questo per dire che la giurisprudenza italiana ha ribadito in più occasioni la necessità di un equilibrio tra le esigenze della sicurezza pubblica e anche della riconoscibilità della persona in luoghi pubblici. Come ad esempio anche la sentenza del Consiglio di Stato del 2008 che stabilisce non l’obbligo di avere il volto scoperto per le donne che portano il velo, quanto l’obbligo di scoprirsi il volto a richiesta di un pubblico ufficiale come avviene in quasi tutti gli aeroporti del mondo. Questo per dire che sul punto riteniamo che sia la giurisprudenza che la regolamentazione statale sia molto chiara e che qualsiasi strumentalizzazione del tema non è opportuno dal punto di vista della Regione Emilia-Romagna. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Mori.

Consigliere Bignami, prego.

 

BIGNAMI: Io ho sempre un dubbio su chi scrive le note ai consiglieri del PD perché secondo me andrebbe un attimo aggiornato soprattutto da un punto di vista di conoscenza del quadro di diritto complessivo che ritengo essere abbastanza lacunosa da parte del vostro incaricato. Son sicuro che sia persona assolutamente preparata ma affinché ci si muova in un perimetro regionale. Questa come pregiudiziale di diritto.

Come preliminare di merito vorrei sottolineare che se fissiamo il principio che tutto ciò che non attiene alle competenze regionali non viene discussa in Aula partiamo anche dall’importante iniziativa poc’anzi svolta in merito al reato di tortura che non mi sembra venga esperita, fino a prova contraria, in Regione Emilia-Romagna e che mi auguro nessuno voglia immediatamente applicare nel territorio regionale giacché, appunto, non rientra nella competenza normativa regionale ma di altro tipo. Questo come perimetro complessivo.

Se noi dobbiamo uniformarci a una sorta di civil law della nostra giurisprudenza o alla funzione nomofilattica della Corte di Cassazione per disciplinare i nostri interventi normativi, regolamentari o deliberativi - non legislativi perché di questo ho parlato e c’è una differenza in quanto lei ha parlato di intervento regolamentare dello Stato che fa regolamenti esclusivamente tramite interventi DPR e i decreti ministeriali che lei ha citato hanno altra collocazione all’interno della gerarchia delle fonti - non ci muoviamo più perché vengono sostanzialmente svolte qualche decina di migliaia di sentenze in tutta Italia e quindi ognuno può - non dico come cosa per non apparire volgare - tirare una sentenza da una parte o dall’altra per evitare che questa si presti o no ad un’interpretazione di diritto o di altro tipo.

Noi chiediamo una presa di posizione politica su cui un tribunale, quello di Milano, a proposito di funzione giurisprudenziale, ha espresso la piena liceità che per quanto ci riguarda non è soltanto da applicare all’interno delle sedi regionali ma deve essere applicato in tutte le sedi che riguardano la Regione, anche come aziende. Con questo intendo riferirci soprattutto a quelle sanitarie che evidentemente presentano una permeabilità rispetto alle presenze di persone che a nostro modo di vedere violano la legge dello Stato che a sua volta fissa con chiarezza le responsabilità in termini di sicurezza e questo anche se il Consiglio di Stato, la Corte di cassazione, la Corte europea dei diritti dell’uomo e tutte le Corti che lei ha citato hanno detto altro.

Questo è il principio, questo è quello che chiediamo, questo è ciò che la risoluzione, con un richiamo esplicito alla delibera regionale anche della Regione Lombardia che è stata ritenuta legittima, riteniamo sia da adottare all’interno della Regione Emilia-Romagna.

Tutto ciò - lo dico una volta per tutte - che attiene i richiami giurisprudenziali di legge, eccetera, potete usarli quando volete. Tuttavia quando entrate in un dialogo, almeno con il sottoscritto, fate attenzione perché so perfettamente dov’è il perimetro, dov’è il confine e dov’è l’argine entro il quale ci si può muovere.

Quello che lei ha detto, collega Mori – io la stimo e credo che lei forse non abbia avuto modo di approfondire per i tanti lavori che l’Aula sottopone - mi sembra malamente centrato e poco attinente alla questione che abbiamo posto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi per dichiarazione di voto.

Consigliere Daniele Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Chiedo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 4574, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

34

Favorevoli

 

6

Contrari

 

28

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Pettazzoni?

 

PETTAZZONI: Presidente, chiedo di aggiungere il mio voto positivo, perché evidentemente non è stato registrato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo. Grazie, consigliere Pettazzoni.

La risoluzione oggetto 4574 è respinta.

Si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 4327, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

35

Favorevoli

 

8

Contrari

 

27

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4327 è respinta.

 

OGGETTO 3465

Risoluzione per impegnare la Giunta a istituire un elenco regionale degli occupanti abusivi degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), ed a consentirne l’accesso in lettura e scrittura ai soggetti responsabili dell’assegnazione degli alloggi ERP avendo cura di assicurare loro la massima informazione in materia. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione oggetto 3465 che impegna la Giunta a istituire un elenco regionale degli occupanti abusivi degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) ed a consentirne l’accesso in lettura e scrittura ai soggetti responsabili dell’assegnazione degli alloggi ERP avendo cura di assicurare loro la massima informazione in materia, a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani e Pompignoli.

È aperta la discussione generale.

Consigliere Daniele Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Con questa risoluzione intendiamo affrontare il tema delle occupazioni abusive di alloggi ERP.

È un tema particolarmente sentito qui nel territorio bolognese che vede spesso sulle cronache locali fatti che vedono come protagonisti dei soggetti che occupano abusivamente alcune abitazioni di edilizia residenziale pubblica.

Partiamo dal presupposto che la legge regionale 24 del 2001 dice chiaramente che chi occupa abusivamente un alloggio popolare non può far richiesta di assegnazione per almeno dieci anni.

Quindi ciò significa che se tu occupi per almeno dieci anni non puoi avanzare richiesta per diventare assegnatario regolare di un alloggio ERP.

Questo è quello che dice la legge regionale. A mio modo di vedere le cose è condivisibile anche se si potrebbe essere più severi e restrittivi.

Tuttavia è già qualcosa che vengano presi provvedimenti nei confronti di chi sbaglia, di chi compie un’azione illegale, violenta anche, di chi fa irruzione in un bene pubblico che dovrebbe essere a disposizione comunque di un cittadino che magari è in difficoltà, che si era messo in coda come fanno tutti i normali cittadini che magari fanno richiesta di accesso in una casa popolare e che si vede appunto privato di questa possibilità da chi magari non ne ha proprio così bisogno.

Dobbiamo tenere in considerazione, infatti, che nella stragrande maggioranza dei casi coloro che occupano non sono famiglie che non sanno dove andare ma praticamente sbandati.

Io ho conosciuto tantissime persone che non vivono più negli immobili che si trovano assegnati - parlo sempre di immobili di edilizia residenziale pubblica - perché si trovano famiglie di rom che occupano, sfondano le porte, murate ovviamente, provocando anche dei danni alla struttura e fanno tutti i loro traffici lì alla luce del sole.

Chi abita lì regolarmente ha paura addirittura di uscire di casa quindi senza alcun dubbio è un fenomeno che va affrontato.

Tante volte le istituzioni sembrano quasi immobili di fronte a tutto questo, non so se per mancanza di mezzi o per mancanza di volontà.

Comunque sia questo non è il tema che vorrei toccare oggi ma il tema è proprio quello di affrontare questo problema concretamente e con chiarezza.

Le ACER provinciali per tener monitorato il fenomeno dell’occupazione abusiva e di alloggi ERP hanno dei registri su scala provinciale. Tuttavia, sembrerà incredibile, questi non comunicano tra loro per cui paradossalmente un cittadino che occupa un alloggio ERP a Bologna dopo un po’ di tempo potrebbe tranquillamente far richiesta, ad esempio, in provincia di Ravenna e riuscire ad ottenere appunto l’assegnazione di un alloggio popolare.

Questo vale per le varie ACER che gestiscono il patrimonio di edilizia residenziale pubblica ma anche per tutti quegli altri enti che magari hanno ricevuto in affidamento dalle amministrazioni comunali la gestione del proprio patrimonio immobiliare.

Quindi per risolvere questa problematica noi proponiamo con questa risoluzione alla Giunta di pensare ad istituire un registro regionale per mettere in comunicazione e in coordinamento tutti i vari enti che si occupano delle assegnazioni e gestione di alloggi popolari.

Crediamo, infatti, che un’istituzione per affrontare un problema lo dovrebbe comunque conoscere fino in fondo e che questo sia un passo che possa mettere un paletto ulteriore che magari sicuramente non risolverà questo problema ma che comunque permetterebbe alle istituzioni di mettergli un freno e di controllarlo maggiormente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Molto rapidamente per essere concreti e fare chiarezza su quelle che sono le procedure.

Le procedure gestionali dell’ACER Emilia-Romagna prevedono che qualora si verifichi l’occupazione abusiva di un alloggio venga data immediata comunicazione al Comune che è il proprietario dell’alloggio per aggiornare l’elenco comunale degli occupanti abusivi.

Gli elenchi sono comunali, non quindi di dimensione regionale, perché il nucleo familiare può presentare domanda nel comune di residenza o in quello dove ha sede la propria attività lavorativa principale.

Non si ritiene quindi di portare la Regione ad istituire un’anagrafe regionale degli occupanti abusivi e di gestire l’inserimento di dati e informazioni perché, come dicevo, la gestione degli alloggi e delle graduatorie rimane proprio in capo ai comuni ed a livello locale territoriale.

Alla Regione spetta il compito di coordinare le politiche, di mettere in campo gli strumenti, ovviamente con l’attenzione al tema degli occupanti abusivi. È la legge regionale, infatti, che prevede poi quelli che devono essere i percorsi per l’assegnazione degli ERP e anche per la non assegnazione a chi è stato un abusivo.

Per questo - faccio anche la dichiarazione - come Gruppo PD voteremo in maniera contraria.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Montalti.

Consigliere Daniele Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Una replica velocissima.

La consigliera Montalti fa presente che comunque l’assegnazione avviene in base alla residenza. Tuttavia stiamo parlando di un divieto, chiamiamolo così, previsto dalla legge regionale di dieci anni.

Quindi un cittadino nel momento in cui occupa, come sostenevo nell’esempio di prima, un appartamento a Bologna nell’arco di dieci anni si potrebbe anche trasferire in un territorio di un’altra provincia. Per cui il discorso che stava facendo lei, a mio avviso, non sta assolutamente in piedi e dimostra il fatto che comunque sia è assolutamente necessario prevedere anche uno strumento a livello regionale per porre fine a questa situazione.

Comunque prendiamo atto della posizione del Partito Democratico e ormai che ci sono chiedo anche la votazione elettronica.

 

PRESIDENTE(Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 3465, a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani e Pompignoli, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

35

Favorevoli

 

8

Contrari

 

23

Astenuti

 

4

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 3465 è respinta.

Chiudiamo i lavori dell’Assemblea di oggi.

Grazie a tutti e buona serata.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,01

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’art. 65, comma 2 del Regolamento interno il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta SALIERA e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA e Valentina RAVAIOLI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 4412 “Risoluzione circa il rilancio delle imprese cooperative, quali strumenti di organizzazione imprenditoriale, in considerazione dello specifico valore per la società e l’economia emiliano-romagnola. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi”

 

Votazione emendamento 1 a firma della consigliera Sensoli

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 6

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 32

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 1

Silvia PRODI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 10

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Gian Luigi MOLINARI, Massimiliano POMPIGNOLI, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Votazione risoluzione oggetto 4412

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 6

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 32

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 1

Silvia PRODI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 10

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Gian Luigi MOLINARI, Massimiliano POMPIGNOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 4606 “Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso Governo e Parlamento affinché vengano istituiti organismi di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, a istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di tali prestiti, nonché a tutelare i sottoscrittori delle cooperative che sono state coinvolte in procedure fallimentari. A firma dei Consiglieri: Torri, Prodi, Calvano, Taruffi, Mori”

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 30

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 10

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 9

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giulia GIBERTONI, Gian Luigi MOLINARI, Massimiliano POMPIGNOLI, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 2595 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad incrementare i momenti e gli strumenti di coordinamento e sinergia a favore dell'età anziana al fine della loro completa integrazione, valorizzando inoltre la cultura dell'invecchiamento attivo e del diritto-dovere di concorrere allo sviluppo della società e di decidere autonomamente la propria vita. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Caliandro, Sabattini, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Poli, Bagnari, Zoffoli, Pruccoli, Tarasconi”

 

Presenti: 32

 

Favorevoli: 31

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 18

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 4608 “Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la sperimentazione di progetti di cohousing o "abitare collaborativo" intergenerazionale in cui anziani, famiglie e studenti vivono sotto lo stesso tetto, in appartamenti separati, condividendo gli spazi dell’immobile e una esperienza di vita. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Piccinini, Sassi”

 

Presenti: 34

 

Favorevoli: 33

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 16

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Gian Luigi MOLINARI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 4574 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare una delibera atta a vietare l'utilizzo di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo che renda difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico senza giustificato motivo, a garanzia dei principi sanciti dall'articolo 5 della legge 152/1975 e al fine di garantire e tutelare la sicurezza e l'ordine pubblico sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi”

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 7

Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI.

 

Contrari: 28

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Gian Luigi MOLINARI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Luciana SERRI, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 4327 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare provvedimenti finalizzati ad assicurare controlli di sicurezza in tutti gli edifici istituzionali regionali - ivi comprese le strutture sanitarie e le scuole - vietando l’occultazione del volto dei soggetti che vi accedono, nonché a promuovere la riconoscibilità del volto delle persone che si trovano in un luogo pubblico o aperto al pubblico. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami”

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 8

Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI.

 

Contrari: 27

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Gian Luigi MOLINARI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Luciana SERRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

OGGETTO 3465 “Risoluzione per impegnare la Giunta a istituire un elenco regionale degli occupanti abusivi degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), ed a consentirne l'accesso in lettura e scrittura ai soggetti responsabili dell'assegnazione degli alloggi ERP avendo cura di assicurare loro la massima informazione in materia. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli”

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 8

Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI.

 

Contrari: 23

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 4

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Stefano CALIANDRO, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Gian Luigi MOLINARI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Simonetta SALIERA, Marcella ZAPPATERRA.

 

 

Emendamento

 

OGGETTO 4412 “Risoluzione circa il rilancio delle imprese cooperative, quali strumenti di organizzazione imprenditoriale, in considerazione dello specifico valore per la società e l’economia emiliano-romagnola. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli:

«Il terzo punto elenco nella sezione introdotta da “Impegna la Giunta e, per quanto di competenza, l’Assemblea legislativa” è sostituito secondo la seguente formulazione:

“- a verificare, in relazione alla crisi profonda che attraversa, da ormai dieci anni, il settore delle costruzioni e che ha decimato in questo soprattutto le cooperative e le piccole imprese, la possibilità di promuovere opportunità occupazionali per le maestranze e le competenze professionali operanti nel comparto, soprattutto in relazione alle opportunità di riqualificazione del patrimonio e di rigenerazione;”»

(Respinto)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

4589 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti l'utilizzazione dei nuovi cassonetti per la raccolta rifiuti indifferenziati. A firma del Consigliere: Bignami

4591 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere, in occasione della celebrazione dell'"Anno Internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo", per valorizzare tale ricorrenza ed il relativo settore. A firma della Consigliera: Rontini

4592 - Interrogazione a risposta scritta circa iniziative, rivolte a bambini in età infantile, e riguardanti l'identità di genere, la sessualità ed il valore della diversità, previste nell'ambito di un festival di letteratura per l'infanzia. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

4594 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli incidenti mortali sul lavoro e le azioni da adottare per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

4595 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'articolo 12 (Controlli sui bilanci e sugli atti. Vigilanza) della L.R. 10 Aprile 1995, n. 29 (Riordinamento dell'Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna). A firma del Consigliere: Foti

4596 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il permesso per la ricerca di idrocarburi denominato "Fantozza" nelle province di Reggio Emilia e Modena. A firma del Consigliere: Sassi

4597 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure di attribuzione di incarichi di Posizione Organizzativa, ed i relativi titoli. A firma del Consigliere: Fabbri

4598 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli e le sanzioni riguardanti l'applicazione della normativa sulla termoregolazione e contabilizzazione del calore negli edifici condominiali. A firma del Consigliere: Foti

4600 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti il personale dell'AUSL di Modena, con particolare riferimento al pagamento degli straordinari maturati dai dipendenti. A firma della Consigliera: Gibertoni

4602 - Interrogazione a risposta scritta circa la presentazione da parte della società A.R.C., alla Commissione del Ministero dell’Ambiente, che tratta la Valutazione d'Impatto Ambientale, di controdeduzioni alle osservazioni sull'opera pubblica autostrada Cispadana. A firma dei Consiglieri: Alleva, Gibertoni

4603 - Interrogazione a risposta scritta circa le condizioni del ponte sulla strada provinciale 8, che attraversa il Rio Sologno, nel comune di Villa Minozzo (RE), che hanno portato alla chiusura al transito per i mezzi pesanti. A firma del Consigliere: Delmonte

4607 - Interrogazione a risposta scritta circa l’avvio di una commissione d'indagine amministrativa per individuare le sperimentazioni effettuate senza chiedere il parere al Comitato etico dell'Azienda ospedaliera dell’Università di Parma. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Sassi, Bertani, Sensoli, Gibertoni

 

Risoluzioni

 

4593 - Risoluzione per impegnare la Giunta, in relazione alla revisione della normativa che tutela il benessere animale, a considerare l'importanza del valore affettivo e relazionale degli animali mettendo in secondo piano la medicalizzazione degli stessi. (08 05 17) A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Delmonte, Rancan, Liverani, Rainieri, Bargi, Pettazzoni, Pompignoli

4599 - Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere un impegno dello Stato per adottare misure a supporto della mobilità europea ed internazionale degli studenti, nonché a prendere in esame la possibilità di sostenere le azioni di scambio di mobilità studentesca sul territorio regionale di studenti europei. (08 05 17) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

4606 - Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso Governo e Parlamento affinché vengano istituiti organismi di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, a istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di tali prestiti, nonché a tutelare i sottoscrittori delle cooperative che sono state coinvolte in procedure fallimentari. (09 05 17) A firma dei Consiglieri: Torri, Prodi, Calvano, Taruffi, Mori

4608 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la sperimentazione di progetti di cohousing o "abitare collaborativo" intergenerazionale in cui anziani, famiglie e studenti vivono sotto lo stesso tetto, in appartamenti separati, condividendo gli spazi dell’immobile e una esperienza di vita. (09 05 17) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Piccinini, Sassi

(Comunicazione n. 47 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2017/1060 del 10/05/2017)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Soncini

Rancan - Torri

 

 

Espandi Indice