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158.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 14 NOVEMBRE 2017

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5065

Interpellanza circa questioni riguardanti la gestione dei servizi educativi per la prima infanzia, con particolare riferimento alla situazione esistente a Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

SENSOLI (M5S)

GUALMINI, vicepresidente della Giunta

SENSOLI (M5S)

 

OGGETTO 5128

Interpellanza in merito al prolungamento della tangenziale complanare sud dalla Nuova Estense al casello Modena sud, la cosiddetta "complanarina", alla luce del parere negativo del MIBACT determinato dall'interferenza dell'opera con il bene vincolato “Villa Lonardi”; e alla posizione assunta al riguardo dalla Giunta con deliberazione n. 1841/2016. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

DONINI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 5150

Interpellanza circa i fatti denunciati nell’articolo di fondo del quotidiano “La Gazzetta di Parma” del 22 agosto 2017 e concernenti l’emergere di nuovi fenomeni di criminalità legati al business della droga e della prostituzione. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

MEZZETTI, assessore

FOTI (FdI)

 

Interpellanze oggetti 5124 - 5171 - 5217

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 5557

Comunicazione della Giunta, ai sensi dell'art. 76 del Regolamento interno dell'Assemblea, sull'avvio del negoziato con il Governo circa il conseguimento di ulteriori forme di autonomia da parte della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell'art. 116, comma III della Costituzione

(Risoluzioni oggetti 5589 e 5590 - Ritiro)

(Risoluzione oggetto 5600 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Saliera)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SI)

 

OGGETTO 4805

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione». A firma dei Consiglieri: Lori, Rontini, Caliandro, Bagnari, Mumolo, Poli, Molinari, Tarasconi, Cardinali, Marchetti Francesca, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Sabattini, Campedelli, Serri, Pruccoli, Zoffoli, Paruolo

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamento oggetto 5590

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,24

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centocinquantottesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Sono assenti i consiglieri Alleva, Sassi e Soncini e gli assessori Costi, Gazzolo e Venturi.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 5065

Interpellanza circa questioni riguardanti la gestione dei servizi educativi per la prima infanzia, con particolare riferimento alla situazione esistente a Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): La prima interpellanza, oggetto 5065, è a firma della consigliera Sensoli: Interpellanza circa questioni riguardanti la gestione dei servizi educativi per la prima infanzia, con particolare riferimento alla situazione esistente a Rimini.

La parola alla consigliera Sensoli.

Risponderà la vicepresidente Gualmini. Prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

La situazione è purtroppo tristemente semplice per quanto riguarda i servizi educativi nel riminese. Il comune di Rimini ha fatto la scelta di esternalizzare alcuni servizi educativi all’infanzia, scelta che si poteva evitare, ad esempio, adottando le misure straordinarie per l’assunzione di personale, adottate in altre occasioni e messe a disposizione, comunque come risorse dal Governo. Invece no.

Il comune di Rimini ha garantito semplicemente una continuità lavorativa per quelle educatrici che erano già assunte a tempo determinato in quegli stessi asili che prima erano a gestione direttamente pubblica e ad oggi invece sono stati dati in affidamento, in assegnazione alla gestione di cooperative.

Cosa succede, però? Che a parità di incarico, a parità di qualifica, a parità di professionalità, a parità di responsabilità e di tipologia di lavoro, le condizioni di queste lavoratrici sono peggiorate, perché si è passati da un contratto pubblico che prevedeva all’incirca 1.400 euro netti, mi sembra per 36 ore settimanali di lavoro, a un contratto che prevede circa 1.200 euro netti, alle 38-40 ore settimanali, quindi, un aumento del monte-ore e una riduzione dello stipendio. Tutto questo, ovviamente, legato ai contratti nazionali per il settore della cooperazione e delle cooperative sociali che gestiscono anche questi servizi.

Noi vogliamo sapere come si pone la Regione rispetto a questa situazione, che parere ne dia, perché comunque la Regione potrebbe avere anche una funzione importante di indirizzo, di controllo, e soprattutto, rifacendoci anche alla legge approvata mesi fa riguardo ai servizi educativi all’infanzia, c’è tutta una parte che riguarda lo stress da lavoro correlato che comunque può secondo noi rientrare in una tipologia del genere, perché a parità di gravosità e responsabilità di lavoro, le condizioni sono peggiorate.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

La parola alla vicepresidente Gualmini. Prego.

 

GUALMINI, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.

Ho ben presente l’oggetto della sua interpellanza, consigliera Sensoli. Tra l’altro, le riconosco anche l’impegno che sta mettendo su questo tema così rilevante, anche del trattamento del personale educativo dei nostri servizi per l’infanzia.

Capisco bene che ci siano delle differenze, questo è vero, nel trattamento anche stipendiale delle nostre educatrici, nel modello di gestione diretta, e dall’altra parte nel modello, invece, di gestione tramite gestori privati, quindi tramite le cooperative.

So anche che la cura e l’attenzione nei confronti delle condizioni dei diversi dipendenti, in particolare dei servizi e di chi presta un lavoro di cura nei confronti di minori, è davvero un aspetto estremamente rilevante.

Purtuttavia, come tra l’altro avevo già espresso anche su una sua precedente interrogazione, in realtà la Regione non è un ente sovraordinato rispetto ai comuni, ma è un ente, da questo punto di vista, pari ordinato. La Costituzione all’articolo 114 lo mette sullo stesso piano degli enti locali, quindi fa fatica ad intervenire a gamba tesa sulle decisioni di esternalizzazione o meno dei servizi educativi. Talvolta può esprimere dei giudizi di tipo politico sull’opportunità di mantenere assolutamente un equilibrio dal punto di vista anche della gestione, sempre all’interno di un sistema che correttamente definiamo integrato, perché un po’ tutti i soggetti partecipano alla gestione dei nostri servizi educativi, ed è bene che sia così.

Purtuttavia, la Regione non può dettare norme particolari, o imporsi sulla volontà dei comuni di decidere diversamente circa l’equilibrio tra gestione diretta ed eventuali esternalizzazioni.

Un’altra cosa che mi preme dirle è che dal punto di vista della qualità dei servizi, perché di questo stiamo parlando, qualità del personale, condizioni di benessere del personale che si riflettono sulla qualità dei servizi educativi, non penso sia vero che la Regione sta rinunciando al suo ruolo di regolazione. Tengo molto a sottolineare che proprio in queste settimane è partito il tavolo tecnico sull’accreditamento, che è il primo tavolo di questo tipo in Regione, perché in realtà il sistema di accreditamento sulla qualità dei servizi educativi non è mai esistito nella nostra comunità regionale, benché la precedente legge sullo 0-3 lo richiamasse.

Siamo quindi i primi, con la nuova legge, la legge n. 19 del 2016, a parlare di accreditamento, benché light, cioè che non vuol essere una gabbia burocratica nei confronti degli operatori dei nidi, ma che deve avere alle sue basi una certezza sulle condizioni di qualità del servizio, ivi compresa la formazione del personale e le condizioni che riguardano il personale. Facciamo fatica a intervenire, anche in sede di accreditamento, dal punto di vista delle condizioni contrattuali, perché sul Contratto collettivo nazionale che riguarda in questo caso la cooperazione, in verità la Regione non può in nessun modo dire nulla, così come su tutto il resto della contrattazione tra le parti.

Trovo interessante e condivisibile anche il suo accenno al problema dello stress lavoro correlato, che è stato inserito nella legge sui servizi 0-3 e anche nella direttiva licenziata prima della pausa estiva sull’organizzazione e il funzionamento.

La Regione sta lavorando alla scrittura del Piano, sulla prevenzione dello stress lavoro correlato. In direttiva abbiamo irrigidito le norme, ne sono particolarmente convinta, su quegli episodi che speriamo non si verifichino più nella nostra Regione, di orrendo maltrattamento nei confronti dei minori. Ci sono norme molto più severe e molto chiare, che portano ovviamente al licenziamento immediato e all’esclusione dai servizi educativi. Sul tavolo che lavorerà al primo piano della prevenzione da stress lavoro correlato siamo assolutamente disponibili non solo a dare un’informativa ai consiglieri, ma a includere anche eventuali suggerimenti.

Infine, se non riusciamo ad incidere sulle condizioni contrattuali delle educatrici, proviamo ad incidere invece sulla tutela delle famiglie. Come lei sa, è arrivato un finanziamento in qualche modo straordinario, perché non esistente nel passato, sullo 0-3 da parte dello Stato, che vede assegnare alla Regione Emilia-Romagna 20,3 milioni di euro, proprio per i servizi educativi per la gestione e per la qualificazione e formazione. Il nostro auspicio – questi fondi verranno ripartiti tra l’altro entro il 20 novembre – è che i comuni possano anche lavorare sul contenimento delle rette, sull’abbassamento delle rette, perché non c’è dubbio che sulle famiglie gravi un peso economico non indifferente sui servizi 0-3.

Pur non potendo quindi intervenire direttamente sulla problematica relativa alle dipendenti che dalla gestione diretta sono passate alle cooperative, pensiamo che la Regione non abbia in nessun modo rinunciato alla tutela e alla regolazione di un sistema di qualità che ci sembra continui ad essere soddisfacente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gualmini.

Consigliera Sensoli, ha sei minuti per la replica.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore per la risposta, che non ci trova pienamente d’accordo, nel senso che comprendo che direttamente non si possano attuare manovre riguardo la scelta dell’accreditamento o meno, però ci sono da fare alcune riflessioni.

Rispetto alla scelta dell’esternalizzare i servizi, non se ne vede, ad oggi, la convenienza. A parità di rette, cioè, e farò un appunto, a parità di servizio, a parità di costo per il cittadino, che siano solo le famiglie o che siano tutti i cittadini, ben vengano i finanziamenti da parte dello Stato per la riduzione delle rette alle famiglie, ma se si spalma il costo su tutta la cittadinanza, dare un finanziamento a favore delle famiglie comunque non significa un risparmio a fronte di un’esternalizzazione. Comunque, abbiamo un servizio che prima era pubblico, che oggi diventa privato e che quindi punta, ovviamente, il privato, a fare giustamente il proprio interesse, che è quello dell’utile d’azienda, che sia cooperativa o altra forma. Però, nel momento in cui si va ad agire nel privato, ovviamente, c’è anche questa variabile che nel pubblico non c’è e non ci dovrebbe essere.

Oltretutto, questa esternalizzazione non è un servizio in più che si dà ai cittadini, ma sono gli stessi servizi che c’erano prima e purtroppo a Rimini ancora le liste d’attesa, come anche nel resto della regione, sono molto elevate, a tal punto che i bambini in lista d’attesa superano i bambini accettati, inseriti all’interno degli asili. Perciò, c’è comunque un problema in qualche modo da affrontare perché, non lo dico io, ma lo dice Il Sole 24 Ore in un suo articolo, poi anche l’inserimento dei bambini all’interno dei servizi all’infanzia influisce sull’occupazione specialmente femminile, perché, è inutile negarlo, a tutt’oggi sono ancora le madri che nella maggior parte dei casi poi rinunciano all’attività lavorativa o la diminuiscono perché devono conciliare la famiglia, il lavoro e la gestione dei figli.

Tornando al discorso delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro, ben venga che la Regione continui a monitorare e ad agire, però fatto sta che questa situazione rimane e permane e in qualche modo una soluzione va trovata in merito perché non possiamo avere dei lavoratori penalizzati. Nel momento in cui si parla di professionalità e di qualità chiaramente ci devono essere tutte le condizioni affinché queste rimangano in campo. Se la professionalità può essere mantenuta sicuramente delle condizioni lavorative peggiori possono inficiare la qualità del lavoro e dei servizi e, di conseguenza, non solo ricade sui lavoratori, ma sui nostri figli in primis.

Delle manovre, secondo noi, la Regione le potrebbe fare – già oggi l’abbiamo proposto più volte – ad esempio in sede di accreditamento e dare dei parametri per cui si mettano dei paletti anche rispetto alle retribuzioni date ai lavoratori seppur all’interno di cooperative. Capisco che poi ci sia un conflitto con il contratto collettivo nazionale, ma la Regione può politicamente decidere di dare un’impostazione e dare una regolazione in più rispetto ai parametri di accreditamento. Può dire: “Io ti accredito se tu garantisci questi standard contrattuali e retributivi ai tuoi dipendenti”.

Inoltre, abbiamo la Conferenza Stato-Regioni. Oggi si è parlato di autonomia e quindi indirettamente, politicamente, comunque si può agire anche sui tavoli a livello nazionale visto che l’Emilia-Romagna gioca un ruolo chiave – lo ha sempre fatto – nella politica italiana. Si può comunque portare almeno la discussione su questi tavoli perché oggi parliamo di asili, domani possiamo parlare di settore sanitario, dopodomani di un altro settore. Purtroppo la situazione rispetto ai lavoratori delle cooperative è tristemente nota in qualsiasi ambito. Quindi, rinnovo la nostra proposta e chiaramente anche la disponibilità a continuare a lavorare su questi temi, a portare il nostro contributo sperando che si possa effettivamente porre un argine a questa situazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

 

OGGETTO 5128

Interpellanza in merito al prolungamento della tangenziale complanare sud dalla Nuova Estense al casello Modena sud, la cosiddetta "complanarina", alla luce del parere negativo del MIBACT determinato dall'interferenza dell'opera con il bene vincolato “Villa Lonardi”; e alla posizione assunta al riguardo dalla Giunta con deliberazione n. 1841/2016. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 5128: Interpellanza in merito al prolungamento della tangenziale complanare sud dalla Nuova Estense al casello Modena sud, la cosiddetta "complanarina", alla luce del parere negativo del MIBACT determinato dall'interferenza dell'opera con il bene vincolato “Villa Lonardi”; e alla posizione assunta al riguardo dalla Giunta con deliberazione n. 1841/2016, a firma della consigliera Gibertoni. 

La parola alla consigliera Gibertoni.

Risponderà l’assessore Donini. Prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Parliamo di un’altra infrastruttura che attraverserà parte del nostro territorio e che, come l’assessore Donini sa, attraversa anche una porzione di territorio all’interno della provincia di Modena che è tutelato con un vincolo della Sovrintendenza. Abbiamo già sollevato la questione rispetto alla posizione della Regione e al prolungamento della tangenziale sud e abbiamo visto che la posizione è stata poco soddisfacente, è stata una posizione poco netta, poco chiara. Addirittura nella seduta della Conferenza dei servizi del gennaio del 2016, quando il rappresentante della Sovrintendenza ha espresso un parere negativo in omaggio al vincolo, in rispetto del vincolo che tutela l’area di Villa Lonardi e del parco annesso, già impattati fortemente con la costruzione della quarta corsia della A1 e quindi la Sovrintendenza dice chiaramente che non si può ulteriormente impattare l’area. C’è un vincolo e il vincolo ci si aspetta che vada rispettato.

Nella seduta della Conferenza dei servizi sopra citata il rappresentante della Regione Emilia-Romagna dice: “Per noi è okay, posto che si ottengano quelle autorizzazioni paesaggistiche relative alle parti che impattano il vincolo che adesso sono mancanti”, autorizzazioni paesaggistiche che continuano a mancare, perché in una successiva seduta della Conferenza dei servizi la rappresentanza della Sovrintendenza dice che anche dopo un progetto, una soluzione riduttiva, peraltro non soddisfacente per la Sovrintendenza, il vincolo resta danneggiato, il vincolo resta impattato. Il parere della Sovrintendenza è negativo. A questo punto è chiaro che le autorizzazioni paesaggistiche non ci sono. La Regione aveva subordinato il suo benestare, all’interno della Conferenza dei servizi, proprio a quelle autorizzazioni che mancano. Su questo, però, cala il silenzio della Regione. In questo caso il silenzio della Regione per noi è un atto che abbiamo definito pilatesco, un atto da Ponzio Pilato, un atto di ignavia, quindi un atto grave.

Nella sua negatività e nella sua incoerenza è da preferire in ogni caso a quando l’assessore Donini ricordo che dichiarava che avrebbe marciato sulle Sovrintendenze. Lo ricorda, assessore Donini? Mi riferisco a un’altra questione urbanistica che ci vide contrapposti.

In questo caso la Regione, invece, si limita a tacere, non dice che marcerà sulla Sovrintendenza, però avalla lo scavalcamento di quella Sovrintendenza, scavalcamento poi tristemente operato dal Consiglio dei ministri che autorizza, in ogni caso, l’infrastruttura complanare sud nonostante la Sovrintendenza abbia detto no, nonostante il vincolo sia stato già fortemente impattato e addirittura la locale Amministrazione modenese soddisfatta grida vittoria dicendo che è impattato solo in parte, come se un vincolo della Sovrintendenza si potesse dire che è danneggiato e ci passiamo sopra. È un po’ asfaltato, un po’, non tanto. Però, chiediamoci, assessore Donini, qual è il valore di un vincolo della Sovrintendenza oggi, nel 2017. È un suggerimento, è un parere, è una raccomandazione che la Sovrintendenza ci fa, che caldeggia, con la quale forse ci ricorda che abbiamo un patrimonio e che finito il patrimonio non ce n’è più?

Con questa interpellanza chiediamo all’assessore quale sia la scelta della Regione, se nel frattempo abbia magari maturato una posizione per cui sulla Sovrintendenza non si marcia, la Sovrintendenza non si scavalca. Qual è la scelta della Regione se si trova a scegliere tra cemento e patrimonio? Soprattutto, quando non vuole rinunciare… Noi non siamo contro il progetto della complanarina, lo riteniamo un progetto necessario, ma non in questo modo senza condivisione e senza discussione. Crediamo che la Regione avrebbe ben dovuto invece caldeggiare un percorso alternativo, quel percorso e quella giusta conciliazione, quella giusta mediazione che avrebbe consentito di tenere insieme il patrimonio pubblico, che è quello lì. Il patrimonio pubblico è quello, è quello vincolato dalla Sovrintendenza, non sono le strade, non sono le autostrade il patrimonio culturale pubblico, cemento e infrastrutture.

Su questo chiediamo qual è la posizione della Regione e chiediamo, in seconda battuta, se non ritenga l’assessore, nel caso della complanarina sud, di aver dato un parere da Ponzio Pilato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

La ringrazio, consigliera Gibertoni. Non so se farò in tempo a leggere la risposta, ma siccome lei ha parlato d’altro mi corre l’obbligo di precisare che sta dicendo il falso quando afferma che da parte mia vi sia stata l’affermazione di marciare contro le Soprintendenze. Io ho sempre rispettato, da quando ero sindaco di un piccolo Comune a oggi che svolgo anche questo ruolo istituzionale, le prerogative della Soprintendenza, tant’è che nell’occasione che lei ha citato senza nominarla, cioè la riqualificazione dell’area ILPA di Valsamoggia, la Soprintendenza è stata da noi caldeggiata a considerare l’inesistenza dei presupposti di un vincolo, richiesto ad alta voce da rappresentanti di Italia Nostra e anche da voi, che avrebbe bloccato un investimento importantissimo per quell’area con 600 posti di lavoro a rischio. La Soprintendenza si è recata nel sito, ha constatato l’insussistenza delle vostre argomentazioni e di quelle di Italia Nostra, non ha posto il vincolo e quel cantiere oggi è in corso, dando seguito ad un importante investimento produttivo che assicurerà il lavoro a centinaia di persone, che dovranno ringraziare chi si è comportato correttamente, a cominciare dalla Soprintendenza, e non chi, invece, come lei, aveva posto una questione ideologica e demagogica, che è stata sconfessata proprio dalla Soprintendenza.

Quindi, un po’ più di cautela prima di attribuire ad altri, che hanno un rigoroso rispetto della propria funzione istituzionale, delle frasi da bar. Quelle frasi io non le ho mai pronunciate. Io ho svolto assemblee pubbliche, alle quali lei è stata invitata e non si è mai presentata. Se si fosse presentata a quelle assemblee pubbliche avrebbe trovato lavoratori molto arrabbiati con lei e con chi come lei vedevano contrastare quell’investimento produttivo. Le persone presenti le testimonieranno che io non ho mai detto questo. Ho detto che tra coloro che chiedevano il vincolo e tra coloro che volevano, invece, l’investimento produttivo, io, come Regione, non mi sarei comportato in modo terzo e avrei preso parte perché ritenevo, nella piena e costante fiducia nei confronti della Soprintendenza, che prima o poi la Soprintendenza si accorgesse che le vostre argomentazioni erano assolutamente infondate, come poi è successo.

Detto questo, leggo in parte il parere della Regione e poi le lascio la carta scritta, così la prossima volta, magari, se cita le argomentazioni e le interpellanze che mi fa, le rispondo in modo compiuto. Il parere della Regione è stato questo: “Che nelle fasi successive di progettazione, realizzazione ed esercizio delle opere siano ottemperate tutte le condizioni e le prescrizioni imposte dal provvedimento provinciale di verifica di assoggettabilità, screening ambientale”. Ci sono varie condizioni, ovviamente. “Che, per quanto non già recepito nel progetto aggiornato, siano rispettate le prescrizioni dettate dalla Provincia di Modena e dai Comuni interessati nei propri atti citati in premessa; che siano osservate le condizioni e le prescrizioni dettate dall’Autorità di bacino sul fiume Po sopra richiamate, nonché quelle contenute dal citato parere del servizio tecnico dei bacini e degli affluenti del Po, integrando il progetto esecutivo da sottoporre all’Autorità idraulica con quanto indicato dall’Autorità di bacino; che siano acquisite – punto al quale lei faceva riferimento prima – le necessarie autorizzazioni paesaggistiche per le parti dell’opera che interferiscono con le aree sottoposte a tutela, ai sensi della parte terza del decreto legislativo n. 42/2004; che il progetto esecutivo dovrà essere redatto in conformità alle specifiche norme tecniche per le costruzioni in zona sismica e in ogni caso i lavori non potranno essere iniziati fino a quando, ai sensi dell’articolo 10 della legge regionale n. 19/2008, non sia stata rilasciata l’autorizzazione sismica o effettuato il deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture, ove ricorrano i casi previsti rispettivamente dagli articoli 11 e 13 della legge regionale”.

Come vede, il parere della Regione è articolato e giustamente lei, per dovere di sintesi, ha richiamato soltanto una piccolissima parte. Questo le consente di avere una visione un pochino più istruita del parere della Regione.

Da quanto sopra illustrato discende, in conclusione, che il parere dato con DGR n. 1841 del 2016 è stato coerente con il dispositivo del DPR n. 616/77, oltre che con le disposizioni regionali, in quanto ha, sì, stabilito favorevolmente la realizzazione della cosiddetta “complanarina”, a condizione, però, che venissero adottate le prescrizioni sopra riportate (non una sola), ma considerando, altresì, che ogni divergenza emersa durante la Conferenza dei servizi è stata risolta, come previsto dalla legge, in sede di Consiglio dei Ministri (siccome siamo in uno stato di diritto, questa è la procedura), nei termini e nei modi che prevede la legge, ovviamente richiamati.

Posso, quindi, annunciare che il 10 novembre 2017 è stato formalmente approvato il progetto dell’opera e che ora passa alla fase di progettazione esecutiva. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

Consigliera Gibertoni, ha tre minuti a disposizione.

 

GIBERTONI: Noto che le Soprintendenze sono deboli. Probabilmente, sono più deboli adesso. Lo abbiamo visto sia nel contesto citato prima, che non è quello oggetto dell’interpellanza, questo è vero, sia in questo caso. Abbiamo visto, in questo caso, un vincolo vero e proprio che è stato ignorato, è stato scavalcato. Su questo, a nostro avviso, al di là dei distinguo e dell’articolazione, nella sostanza non c’è stata la giusta difesa di un pezzo del nostro patrimonio.

La questione è passata alla Commissione parlamentare per gli affari regionali. Io ho letto soltanto lo scambio di opinioni all’interno della Commissione. All’interno di questa, in effetti, il ruolo dei rappresentanti della Regione Emilia-Romagna forse è sintetizzato troppo. Si dice, infatti, che il rappresentante ha espresso parere favorevole sul progetto. Si dice che sullo stesso è stata svolta un’attenta concertazione sul territorio. Si richiama la posizione favorevole di tutti gli enti territoriali interessati e si sottolinea che la Commissione parlamentare per gli affari regionali si occupa della garanzia di salvaguardia di prerogative e competenze delle autonomie territoriali.

A giudicare dallo svolgimento, almeno da quello che si trova agli atti, di quella seduta di Commissione, che era l’ultimo passaggio... Non contestiamo, certamente, la legittimità di questo iter, però ce ne dissociamo nel merito. Nessuno dice che questo iter non è legittimo, ma esprimiamo un forte dissenso. Quello che dicevo prima: era possibile un tracciato alternativo. Qui è diverso. Non si può fare l’analogia. Questa infrastruttura è un qualcosa che noi vediamo con favore. Perché l’ente pubblico non ha pensato di mediare? Non ha pensato, invece, di caldeggiare un tracciato alternativo, che sarebbe possibile porre in discussione? Su questo, assessore, non è chiara la posizione della Regione. Per quale motivo non si è pensato, invece di, pur legittimamente, scavalcare un vincolo o, comunque, dire che nulla osta (ed è vero, nulla osta adesso) all’avanzamento di questo progetto, di fare quel passo in più? Proprio perché ci occupiamo anche della conservazione del nostro patrimonio e proprio perché – come lei ricordava – il suo rispetto per la Soprintendenza non va messo in discussione. Questo per cercare di valorizzare il ruolo di un ente nazionale importante, di un organo statale che ci ricorda in modo vincolante, a mio avviso, che il nostro patrimonio va rispettato, ma che certe infrastrutture sono necessarie. Era proprio lì che, secondo me, la Regione avrebbe potuto dare il meglio e avrebbe potuto dire dove il Comune di Modena vuole l’opera a qualunque costo e, sostanzialmente, così com’è. Dove la Sovrintendenza (il MiBACT, all’epoca) dice no, la Regione credo avrebbe potuto dire: “Cerchiamo di valorizzare sia questa infrastruttura che aspetta da molto tempo (e valorizza il territorio, in questo caso) sia un patrimonio pubblico” che, ripeto, è stato già danneggiato negli anni e che, forse, possiamo cercare di non danneggiare ulteriormente, perché ci sono degli enti statali che ce ne ricordano l’importanza e ci dicono che si parla di esemplari unici dal punto di vista dello stile liberty.

Al di là del caso specifico, questo è un caso che, secondo me, parla per sé. È un caso molto significativo che dice, invece, che molto spesso, citando giustamente la legittimità di un iter, si tende, poi, a nascondere tutto sotto il tappeto. Nessuno contesta la legittimità. L’iter è stato un percorso...

 

PRESIDENTE (Saliera): Dovrebbe concludere, perché ha superato il tempo a disposizione.

 

GIBERTONI: ...nel modo più corretto.

Chiudo. Assessore, la nostra conclusione è che la posizione della Regione è stata pilatesca, è stata una posizione di ignavia. Ha preferito non vedere, ha preferito non fare. Qui, invece, avrebbe davvero potuto fare, avrebbe potuto garantire sia il patrimonio sia l’infrastruttura utile.

Ci dispiace di questa inerzia.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 5150

Interpellanza circa i fatti denunciati nell’articolo di fondo del quotidiano “La Gazzetta di Parma” del 22 agosto 2017 e concernenti l’emergere di nuovi fenomeni di criminalità legati al business della droga e della prostituzione. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 5150: Interpellanza circa i fatti denunciati nell’articolo di fondo del quotidiano “La Gazzetta di Parma” del 22 agosto 2017 e concernenti l’emergere di nuovi fenomeni di criminalità legati al business della droga e della prostituzione, a firma del consigliere Foti, a cui do la parola.

Risponde l’assessore Mezzetti.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Signora presidente, il tema che qui viene rappresentato nasce da un pregevole e significativo articolo pubblicato dal giornalista Bandini sulla Gazzetta di Parma, ma è un articolo che almeno per le conoscenze che io ho, si potrebbe pubblicare su tutti i giornali dell’Emilia-Romagna, in particolare cambiando ovviamente le località con quelle dell’Emilia occidentale.

Dietro alla vicenda dei richiedenti protezione internazionale, infatti, oggi si va radicando una presenza sempre più fitta di richiedenti nigeriani, che in realtà hanno costituito a tutti gli effetti una rete mafiosa di rilevante preoccupazione. Dico questo perché dato che in passato si è detto che sono state sottovalutate alcune vicende mafiose legate a clan della ’ndrangheta o della mafia, insediatesi in Emilia-Romagna, qui siamo in presenza di una forma di mafia e di una forma di violenza ben più grave, ben più radicata e anche ben più difficile da sgominare, che sta utilizzando bande di disperati per i più abietti fini.

Dico questo anche rispetto ad un discorso di ricaduta sul territorio, perché ormai vi sono intere zone di questa Regione, parlo significativamente delle zone limitrofe alle stazioni ferroviarie, che nell’Emilia occidentale soprattutto vedono la presenza –  è così a Parma, è così a Piacenza, è così a Reggio, è così a Modena –  di bande di spacciatori nigeriani, i quali, direi con un’organizzazione quasi militare e scientifica, hanno sempre più preso di mira soprattutto le scuole medie superiori, dove arrivano a offrire di tutto e di più, con effetti negativi per la salute dei giovani, con problemi di ordine pubblico innegabili: siamo a livello che a uno che passa in bicicletta, viene tagliata la carotide, magari nella piazza di Carpi. Sono vicende che a mio avviso meritano un’ampia riflessione da parte di questa Assemblea legislativa, e non sono tutte questioni di ordine pubblico.

Mi permetto di dire che noi abbiamo fatto un pregevole testo di legge per “contrastare” non la mafia sotto il profilo dell’ordine pubblico, perché è nostra competenza, ma con un’impostazione di tipo culturale, però penso che bisogna aggiornare periodicamente questa nostra analisi anche ai fatti che si verificano sul territorio e dei quali io penso l’articolo citato di un giornalista tra l’altro che è abituato ad essere molto prudente nelle sue valutazioni, dovrebbe sicuramente muovere in noi qualche osservazione in più rispetto alla mera lettura di fatti di cronaca destinati come tali, il giorno dopo, ad essere superati ed archiviati perché ve ne sono altri di diverso tipo, anche e spesso più gravi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all’assessore Mezzetti. Prego.

 

MEZZETTI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliere Foti, per questa sua sollecitazione. Vorrei precisare che la Giunta è a conoscenza ed ha più volte espresso preoccupazione per la presenza di manifestazioni di infiltrazioni e aggregazioni criminali di origine straniera ed anche nigeriana sul territorio regionale.

Vorrei ricordare che in occasione di dibattiti che più volte abbiamo tenuto qui, anche in occasione dell’approvazione del testo unico che veniva richiamato, io feci presente in Aula la necessità di prestare grande attenzione alle famiglie mafiose di origine italiana presenti nel nostro territorio, ma anche a quelle straniere che nel frattempo si sono infiltrate nel territorio emiliano- romagnolo, le quali spesso stringono sodalizi con le nostre mafie italiane. È evidente a tutti, infatti, che una mafia straniera, se viene nel nostro territorio, non può muoversi liberamente se non stringe rapporti con la criminalità organizzata nel nostro territorio.

Mi sia consentito di dire, quindi, consigliere Foti, che rispetto al testo dell’interrogazione che ho trovato più sfumato nell’intervento che ho apprezzato, non è fondata l’ipotesi che la Regione presti attenzione quasi esclusivamente alle forme di criminalità organizzata solo di matrice autoctona. Anche perché questa ipotesi non è fondata su fatti. Basterebbe fare riferimento, per quanto riguarda lo studio e l’approfondimento, al volume 29 dei Quaderni Città Sicure, quella col titolo “Criminalità organizzata e disordine economico in Emilia-Romagna”, che già nel 2004 riportava e analizzava la trasformazione dei mercati illegali e l’arrivo di sodalizi criminali di origine straniera nel territorio regionale tra cui proprio quelli nigeriani.

C’era un approfondimento sulle consorterie criminali di origine nigeriane. Le risultanze delle indagini condotte in Emilia-Romagna hanno permesso di individuare strutture che operano nel settore del narcotraffico, in particolare proprio nel Parmense, prevalentemente con l’impiego dei cosiddetti corrieri ovulatori, che utilizzano differenziate rotte d’ingresso di aree marittime, aeree e terrestri per introdurre quantitativi variabili di sostanze stupefacenti nel nostro territorio.

Aggiungo anche, però, che nella Romagna, quindi non solo nell’Emilia occidentale, la criminalità organizzata nigeriana è specializzata, invece, nel favoreggiamento e nello sfruttamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina, nonché nella contraffazione di prodotti commerciali venduti da ambulanti (quelli che noi tutti conosciamo).

Anche per queste risultanze è certamente condivisibile la necessità che il nostro Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato mafioso approfondisca ulteriormente e aggiorni anche l’analisi della presenza della criminalità organizzata straniera in Emilia-Romagna, ed è anche per questo che noi abbiamo predisposto e adesso stiamo predisponendo uno studio che spero entro il 2018 possa dare ulteriori risultanze, sull’aggiornamento, appunto, delle presenze della criminalità organizzata, le organizzazioni mafiose straniere e anche nigeriane, nel nostro territorio.

Ovviamente, e concludo, la Giunta si impegna a promuovere, come ha sempre fatto, ogni possibile misura di prevenzione del crimine organizzato e mafioso per quello che è l’ambito delle sue competenze, come lei giustamente ricordava poc’anzi, però in raccordo con l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine presenti sul territorio a cui appunto è demandata la funzione di contrasto e repressione di ogni forma di delittuosità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Mezzetti.

Prego, consigliere Foti, ha quattro minuti a disposizione.

 

FOTI: Il garbo dell’assessore Mezzetti è notorio, quindi anch’io cercherò di avere altrettanto garbo nella mia risposta alla sua affermazione, secondo la quale la Regione non fa distinzioni tra mafie.

In realtà, io non ho propriamente scritto questo, ma non posso non rilevare, assessore, che mentre è stato dato grande clamore alla costituzione di parte civile nel processo Aemilia, non mi ricordo di costituzione di parte civile della Regione Emilia-Romagna in procedimenti che avevano imputato degli stranieri.

Quando dico “stranieri”, ovviamente non lo dico in caso di violenza, ma lo dico in caso di 416 bis, così siamo tutti intesi che stiamo parlando di organizzazioni che hanno come finalità un elemento delinquenziale, ma con l’aggravante della finalità mafiosa. Non ritengo, infatti, al di là del gesto che si commenta da sé ed è già condannato, prima ancora di essere valutato, che si possa un giorno arrestare uno perché dà una testata a un giornalista, e per poterlo fare bisogna trovare l’elemento della mafiosità, e poi, se danno una testata al consigliere Foti, siccome è un provocatore fascista, allora l’esecutore è libero di stare sicuramente in piena libertà.

 

(interruzione dell’assessore Mezzetti)

 

Nel caso precedente non mi pongo il problema, ritengo personalmente che quando uno non sapendo cosa dire, dà una testata all’altro, per me si qualifica in partenza, al di là di cosa volesse testimoniare, se era nervoso, perché basta ignorare un giornalista, e finisce la sua attività.

Detto questo, mi pare proprio che vi sia una tendenza un po’ anomala a voler affrontare, assessore Mezzetti, questi problemi, e lo dico anche in relazione a un altro fatto.

Recentemente si è tenuta una riunione alla presenza di tutti i presidenti delle Commissioni antimafia regionali. Come sapete, non abbiamo costituito una Commissione antimafia nonostante – mi possono correggere la signora presidente e il signor vicepresidente dell’Assemblea legislativa – vi sia stata una richiesta a livello di presidenti di Regione per dar vita a delle Commissioni di questo tipo. Perché non è stato fatto questo? Perché si è detto che abbiamo già l’Osservatorio.

Se mi permettete di fare una digressione, già l’Osservatorio è molto meno della Commissione, quanto meno come poteri, perché alla Commissione, pur non potendo dare i poteri dell’autorità giudiziaria, si possono conferire poteri che un Osservatorio non può avere giuridicamente. Tuttavia, indipendentemente da questo, ciò che a mio avviso rileva oggi è che vi è una sottovalutazione delle forme. Lei diceva prima, assessore, che la mafia italiana si sposa con quella straniera, ma il contraente forte oggi è quella straniera, perché il prodotto, la droga, non arriva dall’Italia, arriva dall’estero ed è portata direttamente in Italia, da quel filone e da quei filoni.

Lo dico perché se andate a vedere all’interno di certi processi vi rendete molto di più conto come oggi la mente organizzativa, contrariamente alla vulgata generale, non sia italiana. Spesso e volentieri, la mente organizzativa è straniera e una parte di manovalanza è straniera e italiana. Lo dico anche alla luce, e concludo, di una piccola riflessione che, secondo me, andrebbe fatta. Se in un territorio come quello dell’Emilia-Romagna, che sta ospitando decine, centinaia di soggetti che richiedono protezione internazionale, non in un caso, ma ormai nel 15-20 per cento dei casi succede che coloro i quali chiedono protezione internazionale sono legati a questi episodi che dividiamo per regioni: sfruttamento della prostituzione, spaccio di droga e tutto quello che volete.

A mio avviso, c’è dietro una regia, perché non può essere che oggi la presenza nigeriana sulla Regione Emilia-Romagna sia molto molto più identificabile con episodi mafiosi che di protezione internazionale propriamente detti. È questo il punto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Foti, ha superato il tempo. La invito a concludere.

 

FOTI: Chiudo subito.

È questo il punto, a mio avviso, che va analizzato, e cioè che vi è, anche all’interno dei soggetti che chiedono protezione internazionale, una differenza che si fa sempre più forte. Vi sono alcuni che sono legittimati a farlo, vi sono altri che lo fanno solo ed esclusivamente per avere un pretesto per poter stare in questo Paese a delinquere.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

Interpellanze oggetti 5124 - 5171 - 5217

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Informo l’Assemblea che l’oggetto 5124, a firma della consigliera Gibertoni, sarà svolto nella seduta di domani. Invece, gli oggetti 5171 e 5217, a firma della consigliera Gibertoni, saranno rinviati alla prossima tornata.

 

OGGETTO 5557

Comunicazione della Giunta, ai sensi dell'art. 76 del Regolamento interno dell'Assemblea, sull'avvio del negoziato con il Governo circa il conseguimento di ulteriori forme di autonomia da parte della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell'art. 116, comma III della Costituzione

(Risoluzioni oggetti 5589 e 5590 - Ritiro)

(Risoluzione oggetto 5600 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’ordine del giorno. Abbiamo concluso stamane la fase della discussione generale.

Riprendiamo dal dibattito generale sull’emendamento alla risoluzione numero 5590. Ovviamente sto parlando dell’oggetto 5557: Comunicazione della Giunta, ai sensi dell’articolo 76, sull’avvio del negoziato con il Governo circa il conseguimento di ulteriori forme di autonomia da parte della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell’articolo 116.

Siamo in discussione generale sull’emendamento alla risoluzione numero 5590. Sono cinque minuti per consigliere.

L’emendamento è a firma dei consiglieri Foti, Bignami e Aimi.

Nominiamo scrutatori i consiglieri Zoffoli, Serri e Marchetti Daniele.

Il consigliere Caliandro ha chiesto la parola. Prego.

 

CALIANDRO: Presidente, c’era un accordo raggiunto in maniera informale con gli altri presentatori della risoluzione del Movimento 5 Stelle di poter rinviare le risoluzioni in Commissione. Siccome, però, non vedo i colleghi in Aula, chiederei, se fosse possibile, o di farli entrare…

Essendo loro i propositori della prima risoluzione, c’era un intendimento raggiunto informalmente. Non li vedo in Aula. Quindi, o sospendiamo un attimo e proviamo a vedere se…

 

(interruzione del consigliere Bignami)

 

Questa è una soluzione.

Chiedo al presidente di sospendere per cinque minuti la votazione in modo tale da verificare. 

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

Siamo in discussione generale sull’emendamento. Vorrei solo capire se c’è una richiesta di rinvio delle risoluzioni in Commissione. Sono io che non ho capito esattamente in cosa consiste.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie.

L’intendimento con il quale ci siamo mossi e abbiamo coinvolto anche gli altri Gruppi è quello di cercare di arrivare ad una discussione nelle Commissioni dei temi emersi nelle risoluzioni. L’obiettivo era quello di portare in Commissione entrambe le risoluzioni in modo tale che lì i temi, gli argomenti venissero discussi. Immagino, quindi, che anche l’emendamento, che è positivo, che vede con favore il Partito Democratico l’emendamento Foti possa essere accorpato a quella discussione. Questa era la proposta.

Se può prenderla in considerazione, presidente, la proponiamo a tutta l’Aula.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

C’è la proposta di rinvio in Commissione di entrambe le…

 

(interruzioni)

 

Per poterlo fare, metterò ai voti la richiesta con un intervento a favore e uno contro. Intanto, c’è una richiesta.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Signora presidente, mi permetto solo di fare un’osservazione. Se non erro, noi parliamo di risoluzioni in senso lato, ma nel caso di specie sono legate esclusivamente alle comunicazioni del presidente. Quindi, mi pare che l’unico vulnus possa essere questo. Non si tratta di risoluzioni iscritte all’ordine del giorno in senso generico. Erano risoluzioni che vengono presentate, che dovrebbero chiudersi, se non capisco male, con il voto dell’Assemblea essendo fatte sulle comunicazioni del presidente. Vado a memoria del Regolamento, ma posso farne anche ammenda. Mi pare, però, che sia un caso specificatamente indicato, perché siamo in presenza di comunicazioni rese ai sensi di quell’articolo del Regolamento che prevede quella procedura.

Dopodiché, nulla vieta che si possa derogare, però mi sono permesso di dirlo onde evitare di creare ulteriori problemi.

Al tempo stesso chiedo anche, però, che se si va alla calendarizzazione si vada nel più breve tempo possibile atteso che, se non ho capito male, già in questa settimana vi sarebbe una riunione, la qual cosa metterebbe in difficoltà perché andremo a votare, ammesso che poi fosse approvato, un emendamento facendo partecipare un soggetto dell’Assemblea che già non parteciperebbe alla prima riunione, perché attualmente non sarebbe stato previsto dalla risoluzione.

Torno a ripetere che se si vuole si può far tutto. Si può convocare anche per domani la Commissione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Volete una sospensione di qualche minuto? Prego.

Sospendiamo per cinque minuti la seduta.

 

(La seduta, sospesa alle ore 15,14, è ripresa alle ore 16,31)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo i lavori.

Presidente Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

A nome del Gruppo PD e in accordo con quanto stabilito con gli altri capigruppo, ritiriamo la risoluzione depositata e proponiamo un’altra risoluzione, che indica invece un percorso condiviso da parte di tutti i Gruppi consiliari, al fine di dare seguito all’auspicato dialogo evocato dal presidente Bonaccini, che maturerà nel corso dei dibattiti nei giorni a venire e che le Commissioni, a questo punto, sono tenute a onorare.

Pensiamo, infatti, che l’interruzione di questa Assemblea, oggi, dia un grosso contributo politico alla discussione, perché è maturato nelle convinzioni di tutti i Gruppi il bisogno di avviare una discussione a 360 gradi sui temi e le competenze che possono dar seguito a questa nuova forma di regionalismo differenziato.

Per questa ragione, come sarà più esplicito non appena verrà distribuito il documento, l’identificazione del percorso che è stato rassegnato cercherà di coinvolgere sui temi emersi o emergendi l’impegno alla discussione più franca possibile sugli argomenti che riterremo opportuni. Quindi, andremo anche oltre quei temi che nella risoluzione avevamo rassegnato come Gruppo Partito Democratico, cercando di stimolare un confronto finalizzato all’obiettivo ultimo di avviare un dialogo proficuo tra di noi, con il Governo e con la Regione Lombardia per realizzare questo percorso.

Si tratta, onestamente, della prima volta in cui su un tema così importante siamo riusciti a raggiungere una trasversalità di questa natura – questo mi rallegra – e penso che rappresenti un elemento di novità importante, che il presidente Bonaccini ha stimolato e che è stato accolto, quello di cercare di dare una profondità di analisi agli argomenti, nei tempi veloci che evidentemente deve avere questo percorso, che ci permetterà di stare all’interno del dibattito con tutti gli organismi e tutte le Commissioni, anche quelle di garanzia, al fine di ottimizzare una proposta politica che, diversamente, rischiava di portare a un braccio di ferro, che invece abbiamo saputo evitare. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

A questo punto anche noi ritiriamo la nostra risoluzione, dal momento che le richieste avanzate nel nostro provvedimento e le proposte emerse durante il dibattito sono state sufficientemente accolte.

Noi chiedevamo il coinvolgimento dell’Assemblea e degli Enti locali anche al tavolo delle trattative, il che viene riconosciuto nella risoluzione proposta oggi dai colleghi del PD, aspetto che, a mio giudizio, mancava. Inoltre, il PD propone ulteriori spunti di discussione da portare nelle Commissioni e anche noi, visto anche il documento della Regione Lombardia, ritenevamo che fosse utile un’ulteriore riflessione nelle Commissioni per valutare la possibilità che dai documenti nostri e da quelli redatti dalla Regione Lombardia emergessero dei temi da portare avanti insieme, il che mi sembra sia stato anch’esso accolto. Si precisa, infatti, che nelle Commissioni, seppur nei tempi brevi visto che il lavoro sui tavoli è già cominciato, si potrà valutare l’opportunità di inserire ulteriori competenze o, comunque, perlomeno di esaminarle.

Per queste ragioni annunciamo il ritiro della nostra risoluzione e dichiariamo il nostro voto favorevole alla risoluzione che tutti i Gruppi hanno presentato congiuntamente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo. Grazie, consigliere Bertani.

Le due risoluzioni, quella del PD e quella del Movimento 5 Stelle, sono ritirate. Automaticamente decade l’emendamento presentato alla risoluzione del PD, a prima firma del consigliere Foti.

Partiamo, dunque, con le dichiarazioni di voto sulla risoluzione presentata congiuntamente, la risoluzione oggetto 5600, a firma dei consiglieri Caliandro, Sensoli, Foti, Aimi, Delmonte, Taruffi e Prodi.

Apriamo, quindi, le dichiarazioni di voto. Cinque minuti per Gruppo. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto?

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Intervengo brevemente per dare atto che il lavoro che abbiamo svolto anche oggi in Aula, anche nel periodo di sospensione dell’attività, dimostra che, quando ci riuniamo e quando vogliamo trovare punti di intesa, è possibile farlo.

Credo che non abbiamo passato una giornata invano, in quanto quella di oggi è una risoluzione che considero positiva per tre ordini di motivi. Il primo, come dicevo anche nell’intervento di questa mattina, è che si specificano ulteriormente quelli che saranno i passaggi che vedranno coinvolte le Commissioni e questa Assemblea, che seguirà passo passo le trattative che il presidente e la Giunta porteranno avanti con il Governo. Accompagneremo questo lavoro con i lavori della Commissione e con una puntuale informazione, che verrà restituita anche all’Assemblea.

Il secondo motivo è che abbiamo chiarito che quello che abbiamo discusso nei mesi precedenti rappresenta l’avvio di un percorso e il terzo – è certamente un ulteriore aspetto positivo contenuto in questa risoluzione, che quindi porta anche la nostra firma –, come ho detto nell’intervento precedente e come ha riconosciuto anche il presidente in un passaggio del suo intervento, che ho considerato importante, è che prima della sottoscrizione dell’intesa definitiva ci sarà un nuovo passaggio, con una nuova espressione di voto da parte di quest’Aula. Siccome era stato anche uno degli oggetti sui quali avevamo polemizzato anche pubblicamente, credo sia giusto sottolineare che questo è un passaggio importante, dal nostro punto di vista sicuramente un passaggio basilare, in quanto definisce non solo il merito, ma anche il metodo con il quale procedere, il che lo riteniamo estremamente positivo.

Non riprendo le motivazioni che ho richiamato nell’intervento di questa mattina, ma mi limito solo a fare una battuta. Non ho capito esattamente le ragioni per le quali il consigliere Bignami si sia addentrato nella definizione della nostra partecipazione ai lavori di quest’Aula e della nostra collocazione all’interno di questa Assemblea legislativa, purtuttavia mi permetto di fare solo una piccola annotazione. Nel 2014 i cittadini hanno espresso una volontà e noi siamo in linea con l’esito delle elezioni del 2014. Ovviamente, però, come ho sempre detto e come penso sia giusto e opportuno, stare in maggioranza e mantenere un rapporto dialettico con le altre forze della maggioranza non significa essere in una caserma. Anche se a qualcuno le caserme possono piacere, per quanto ci riguarda stare in maggioranza significa porre e continuare a porre l’accento sui temi e sui problemi che riteniamo più importanti, cosa che continueremo a fare, pur con la libertà di manovra e d’azione che abbiamo sempre rivendicato, pur non avendo nessun riferimento tra gli assessori, perché penso che si possa dare un contributo al lavoro dell’Aula, a quello del Governo e soprattutto a quello della Regione anche senza assessori in Giunta, ma portando i contributi, spingendo la discussione sul merito dei provvedimenti e provando a misurarsi su quello. È una sfida che non tutti riescono forse ad apprezzare, noi però lo facciamo con grande spirito di lealtà soprattutto nei confronti dei cittadini, pochi o tanti, che ci hanno accordato la loro fiducia e ci hanno mandato in Consiglio regionale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Non essendovi altri interventi in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione della risoluzione oggetto 5600.

Scrutatori sono i consiglieri Daniele Marchetti, Zoffoli e Prodi.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 5600.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 5600 è approvata.

 

OGGETTO 4805

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione». A firma dei Consiglieri: Lori, Rontini, Caliandro, Bagnari, Mumolo, Poli, Molinari, Tarasconi, Cardinali, Marchetti Francesca, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Sabattini, Campedelli, Serri, Pruccoli, Zoffoli, Paruolo

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’oggetto 4805: Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante: «Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione», a firma dei consiglieri Lori, Rontini, Caliandro, Bagnari, Mumolo, Poli, Molinari, Tarasconi, Cardinali, Marchetti Francesca, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Sabattini, Campedelli, Serri, Pruccoli, Zoffoli e Paruolo.

Il testo n. 4/2017 è stato licenziato dalla Commissione “Politiche economiche” nella seduta del 25 ottobre 2017.

Il progetto di legge è composto da 11 articoli.

La relatrice della commissione, consigliera Barbara Lori, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Su tale oggetto insiste l’ordine del giorno 4805/1 (oggetto 5605), a firma dei consiglieri Lori, Bertani, Torri, Taruffi, Prodi, Bagnari, Montalti, Bessi, Sensoli, Paruolo, Rontini, Tarasconi, Campedelli, Caliandro, Sabattini, Serri, Marchetti Francesca, Boschini, Nadia Rossi, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali e Zappaterra.

Essendo impossibile adesso consentire l’illustrazione della relazione da parte della presentatrice, consigliera Barbara Lori, che avrebbe a disposizione venti minuti, sospendiamo i lavori, che riprenderanno domani mattina, alle ore 9,30.

Grazie. Buona serata.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 16,42

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA, Gian Luca SASSI e Ottavia SONCINI.

 

Emendamento

 

OGGETTO 5590 “Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire, anche alla luce del lavoro avviato con la Regione Lombardia, nel percorso di individuazione di ulteriori aree oggetto di possibile autonomia differenziata ai sensi dell’art. 116 Cost., nonché a rassegnare all’Assemblea, con cadenze periodiche, gli esiti del negoziato con il Governo. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano, Boschini”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Foti, Bignami e Aimi:

«Dopo a proseguire “con il coinvolgimento dell’Assemblea legislativa anche tramite una diretta partecipazione”.»

(Precluso)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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