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161.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 28 NOVEMBRE 2017

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

Interpellanze oggetti 5171 - 5263 - 5379 - 5416

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 5217

Interpellanza circa l'adozione, da parte dell'Assemblea legislativa, di un regolamento che disciplini le emissioni odorigene nel territorio dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

GAZZOLO, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 5276

Interpellanza circa problematiche riguardanti l'impianto di compostaggio, gestito da Herambiente a San Giovanni di Ostellato, con particolare riferimento alla tutela della relativa cittadinanza. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

GAZZOLO, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 5413

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per bonificare l'area ex Ecoplast di Cesenatico. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

POMPIGNOLI (LN)

GAZZOLO, assessore

POMPIGNOLI (LN)

 

OGGETTO 5287

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 14 (Norme per la disciplina del commercio in sede fissa in attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 10 dicembre 1997, n. 41 (Interventi nel settore del commercio per la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva. Abrogazione della l.r. 7 dicembre 1994, n. 49)». A firma dei Consiglieri: Cardinali, Molinari, Poli, Rontini, Taruffi, Torri, Tarasconi, Zappaterra, Serri, Lori, Montalti, Calvano, Caliandro, Zoffoli, Iotti, Ravaioli (75)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 5287/1 oggetto 5711 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MOLINARI, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Rainieri)

BIGNAMI (FI)

DELMONTE, relatore di minoranza

BIGNAMI (FI)

CARDINALI (PD)

CALVANO (PD)

BERTANI (M5S)

TORRI (SI)

TARUFFI (SI)

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

MOLINARI (PD)

CORSINI, assessore

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 5287

Emendamenti oggetto 5287

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,51

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centosessantunesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Sono assenti i consiglieri Bessi, Liverani, Sensoli, Soncini, la vicepresidente della Giunta Gualmini e gli assessori Costi, Mezzetti e Venturi.

 

Interpellanze oggetti 5171 - 5263 - 5379 - 5416

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze. Sulle interpellanze, su richiesta condivisa, peraltro, dell’assessore Venturi, condivisa dalla consigliera Gibertoni, gli oggetto 5171, 5263 e 5379 si svolgeranno nella giornata di domani mattina, perché l’assessore potrà essere presente domani mattina in modo concordato.

Invece, l’oggetto 5416, a firma Sensoli, viene spostato. All’interpellanza risponderebbe l’assessore Venturi domattina, ma la consigliera Sensoli non ci può essere. Quindi, verrà spostata a ulteriore data.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 5217

Interpellanza circa l'adozione, da parte dell'Assemblea legislativa, di un regolamento che disciplini le emissioni odorigene nel territorio dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo con l’oggetto 5217: Interpellanza circa l’adozione da parte dell’Assemblea legislativa di un regolamento che disciplini le emissioni odorigene nel territorio dell’Emilia-Romagna, a firma della consigliera Gibertoni. 

La parola alla consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Gazzolo.

Prego, consigliera Gibertoni, avete otto minuti. Lei ha otto minuti complessivi e anche l’assessore ha otto minuti.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Con questa interpellanza chiediamo aggiornamenti alla Regione su quali siano i progetti e le specifiche regolamentazioni in materia di disciplina delle emissioni odorigene. Sono sempre più frequenti le segnalazioni che ci arrivano da vari territori (uno di questi tra l’altro oggetto di una successiva interpellanza) e da varie province che chiedono normative regionali in materia e normative efficaci che se esistenti quindi non sarebbero efficaci, se carenti andrebbero completate.

Le esperienze di regolamentazione anche regionali delle emissioni odorigene si caratterizzano poi anche per il coinvolgimento attivo del pubblico interessato e questa crediamo sia un’occasione per valorizzare la cittadinanza responsabile anche in chiave preventiva, in modo da evitare che si moltiplichino i casi di disagio, di segnalazione, a volte addirittura di cittadini che però si rivolgono anche alla ASL, si rivolgono agli uffici di contatto col pubblico presso l’ARPAE ma non ricevono informazioni che giudicano sufficienti. Sono sotto molti aspetti segnalazioni che vedono un protrarsi molto regolare che dura addirittura mesi in cui la fonte dell’emissione è ben localizzata, plausibile, anche se non supportata però da informazioni ARPAE. In altri casi sono degli accadimenti specifici ma occasionali, quindi alcune settimane, poi dei momenti di fermo, dei momenti in cui criticità non ce ne sono e poi criticità che riprendono e anche sotto questo aspetto quindi a meno che non si tratti di fonti effettivamente non mappate ancora da ARPAE e ASL chiediamo alla Regione quali siano i progetti in proposito, le normative, le possibilità di prevenzione e le linee guida. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Gazzolo, prego.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente.

Il tema degli odori fra l’altro mi fa piacere parlarne perché è un tema che seguo con grande attenzione. Visto che ho otto minuti cercherò di illustrarlo con maggior dettaglio possibile. Intanto parto da qua: “L’odore è una risposta soggettiva ad una stimolazione delle cellule olfattive del naso e per tale motivo l’oggettivazione degli odori e la loro misura univoca ed esaustiva in particolare per miscele complesse e con più componenti è un problema in buona parte ancora irrisolto anche perché la sensibilità umana nella percezione degli odori spesso si dimostra superiore ai limiti di rilevabilità delle tecniche analitiche tradizionali”. Vado avanti?

“Per tale motivo non è identificabile un metodo univoco esaustivo per la misura degli odori ma è necessario ricorrere ad un insieme di indagini e di tecniche tra loro integrate per riuscire ad ottenere il maggior numero di informazioni possibili. La carenza di una normativa ambientale specifica, di tecnologie e norme tecniche strumentali adeguate alla complessità del problema determina la difficoltà per gli enti di controllo di valutare compiutamente l’impatto dei fenomeni osmogeni.

Nell’ambito del programma triennale 2014-2016 del sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, riconoscendo di estremo rilievo la problematica in oggetto, è stato costituito il gruppo di lavoro 13 ‘Metodologie per la valutazione delle emissioni odorigene’, coordinato da ARPA Puglia a cui partecipano Ispra, ARPAE Emilia-Romagna e le ARPA di Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Sicilia, Campania, Abruzzo.

Obiettivo del gruppo di lavoro è quello di produrre delle linee guida di settore per la valutazione del monitoraggio delle emissioni odorigene che contemplino le metodologie utilizzabili consolidate e robuste attraverso lo studio della normativa internazionale e la ricognizione delle esperienze di successo in corso e le tecnologie disponibili, al fine di orientare gli enti di controllo nella scelta del giusto approccio all’attività di valutazione e monitoraggio. A partire dal primo documento orientativo emanato da APAT nel 2003 ‘Manuale APAT 19/2003, metodi di misura delle emissioni olfattive’ le nascenti linee guida oltre a contenere una disamina dello stato dell’arte normativa e metodologico avranno lo scopo di individuare un percorso comune condiviso e il più possibile uniforme nella scelta degli approcci da utilizzare per la valutazione dell’impatto olfattivo delle potenziali fonti emissive per il monitoraggio nelle sue modalità applicative nonché per il controllo con un approfondimento sui sistemi di contenimento delle emissioni. I lavori sono in corso e una volta conclusi il documento conclusivo del gruppo di lavoro sarà discusso collegialmente e licenziato in sede di coordinamento del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA).

Al termine del lavoro del gruppo sopracitato con la definizione condivisa e ragionata sulle modalità di approccio e di indagine specifica in materia di odori la Regione Emilia-Romagna potrà dotarsi di un regolamento tenendo conto di quanto riportato nelle linee guida nazionali per la caratterizzazione delle emissioni odorigene, il loro confinamento e i sistemi di depurazione partendo da una lista di attività imprenditoriali prioritarie potenzialmente suscettibili di dare luogo ad emissioni di tale tipo da applicare da subito ai nuovi impianti e secondo una tempistica programmata agli impianti esistenti. Peraltro la Regione Emilia-Romagna ha già iniziato a considerare le problematiche di odori nelle proprie normative tecniche connesse ad alcune categorie di impianto (nella fattispecie cito la delibera di Giunta regionale 1495/2011 ‘Criteri tecnici per la mitigazione degli impatti ambientali nella progettazione e gestione degli impianti a biogas’) inserendo specifiche valutazioni e prescrizioni in merito al tema delle emissioni odorigene.

Inoltre in attesa di linee guida nazionali la Regione Emilia-Romagna ha finanziato un laboratorio olfattometrico realizzato presso la sede di ARPAE di Modena nel corso del 2013 e pienamente attivo dalla metà del 2014 che rappresenta in regione la struttura specialistica a supporto sia degli enti locali deputati alla pianificazione territoriale, sia degli enti di controllo per l’attività di vigilanza e di ispezione in merito ad odori e molestie olfattive.

Il laboratorio olfattometrico è già oggi in grado di fornire adeguato supporto in relazione alla maggior parte delle tecniche di campionamento e indagine che saranno citate nelle linee guida nazionali per la caratterizzazione delle emissioni odorigene tra le quali il campionamento di qualunque tipologia di sorgente emissiva, la caratterizzazione chimica di dettaglio, la determinazione della concentrazione di odore con l’olfattometria dinamica secondo la norma tecnica UNI EN 13725:2004. 

Il monitoraggio è in campo con sistemi olfattivi artificiali e nasi elettronici. L’attività specifica in costante aumento negli ultimi anni ha visto la realizzazione nel corso del 2017 di circa trenta sessioni d’indagine con olfattometria dinamica. Complessivamente sono stati processati più di cento singoli campioni – poi le consegno tutto ovviamente – e cinque, sei campagne di monitoraggio ambientale di lunga durata con nasi elettronici, supportando le indagini sulle realtà produttive che nel corso dell’anno hanno manifestato criticità, tra cui industrie ceramiche, fonderie, impianti di trattamento rifiuti, impianti di produzione a biogas.

È comunque fondamentale sottolineare che pur in carenza di una regolamentazione specifica regionale il corretto approccio sia alle valutazioni preventive sulle potenziali emissioni odorigene di realtà produttive in progetto, sia le indagini sui casi reali conclamati è sempre stato garantito da parte di ARPAE Emilia-Romagna che si è allineata nelle proprie attività, condividendo ovviamente l’indirizzo con la Giunta, alle linee guida generali adottate in via sperimentale dalla Regione Lombardia.

Tali linee guida, infatti, a prescindere dalla realtà territoriale per la quale sono state formalizzate costituiscono un valido strumento tecnico dai contenuti generalmente condivisi sia dagli organi di controllo che dai gestori degli impianti, che descrive le modalità di indagine da utilizzare per stabilire in termini oggettivi l’entità dell’impatto olfattivo ipotizzato per impianti in progetto o quantificato per impianti in funzione senza peraltro fissare limiti univoci e perentori alle emissioni (singole sorgenti oppure in ricaduta ovviamente emissioni) poiché strettamente correlati ai diversi cicli produttivi e ai molteplici contesti territoriali nei quali possono essere inseriti gli impianti e pertanto richiamando le premesse è di impossibile schematizzazione precisa”. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola alla consigliera Gibertoni. Ha cinque minuti a disposizione.

 

GIBERTONI: Grazie. Credo sia un punto positivo quello di aver sollecitato e di aver quindi portato all’attenzione un tema che noi giudichiamo urgente e su cui riscontriamo un’attenzione da parte della Giunta. Quindi la soddisfazione risiede nel fatto che sia sollecitato qualcosa e si spera che ora i lavori in corso procedano speditamente perché sono stati citati i vari esempi tra cui ceramiche, fonderia, impianti di trattamento dei rifiuti ed è molto spesso proprio rispetto a territori che hanno un misto residenziale, industriale e artigianale, quindi cittadini che si trovano a vivere accanto per esempio a fonderie  ― quel caso modenese che è ancora all’attenzione, che non sta risolvendo il proprio problema di disagio ― tuttora attive non troppo distanti dal centro di Modena peraltro. Ci sono però anche impianti di trattamento di rifiuti ― di uno di questi parleremo tra poco ― e quindi io segnalo all’assessore per il momento invitando ovviamente a portare al più presto il tema in Commissione e l’aggiornamento rispetto al tema perché chiediamo che i tempi di approvazione dei vari atti, delle varie normative siano i più spediti possibili. Ora che l’Emilia-Romagna decide di far valere questa necessità di completare una carenza che altrove invece non c’è più, le segnalo tra i punti che avevamo richiesto… Sì, perlomeno è stato fatto un lavoro che fa pensare che ci siano delle linee guida, che è stato fatto un lavoro più avanzato, su alcune cose va bene ammetterlo nel momento in cui poi i lavori procedono per colmare la carenza. E questo è un tema su cui l’Emilia-Romagna è ancora indietro rispetto ad altre Regioni, non è all’anno zero ma non è ancora neppure all’anno 2017.

Dunque, a prevedere che il Regolamento contenga linee guida operative per lo svolgimento di una strategia di valutazione della percezione del disturbo olfattivo insisto sull’idea di prevenzione perché la popolazione residente che molto spesso non sa effettivamente a chi rivolgersi si trova a vivere in un clima di sfiducia, in un clima in cui non capisce bene se è il Comune che dovrebbe risolvere la questione, se è l’ASL, ma soprattutto associa a queste percezioni olfattive la paura di un danno per la propria salute. Allora, anche su questo e nella risoluzione di questo conflitto l’istituzione pubblica può farsi equilibrato confronto tra le parti e mediazione con quelle istituzioni locali che molto spesso magari anche in buona fede non rispondono perché non sanno cosa rispondere. Quindi temporeggiano ma c’è un momento in cui al temporeggiamento non si dà più il credito della risposta e quindi su questo sia un’informativa veloce, un aggiornamento puntuale, un cronoprogramma di quelli che saranno i lavori di avvicinamento ad una normativa cogente, sia il coinvolgimento non soltanto di questi cittadini che segnalano ai vari URP e via dicendo il loro disagio, soprattutto quando è un disagio regolare non di una qualche notte a cui non sanno bene come risalire alla fonte e anche di quegli amministratori locali che si trovano appunto a non saper bene come rispondere e come ovviare a una vera e propria forma di inquinamento nel senso del disagio, quindi di inquinamento olfattivo nel senso dell’impatto disagevole che crea.

Tuttavia sulla consapevolezza e sulla sulle buone intenzioni ci dichiariamo soddisfatti, poi staremo a vedere a breve. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 5276

Interpellanza circa problematiche riguardanti l'impianto di compostaggio, gestito da Herambiente a San Giovanni di Ostellato, con particolare riferimento alla tutela della relativa cittadinanza. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 5276: Interpellanza circa problematiche riguardanti l’impianto di compostaggio, gestito da Herambiente a San Giovanni di Ostellato, con particolare riferimento alla tutela della relativa cittadinanza, a firma della consigliera Gibertoni, a cui do la parola subito.

Risponderà l’assessore Gazzolo.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Questo è un tema che discende da quello precedente, è localizzato, riguarda l’impianto di compostaggio Hera di San Giovanni di Ostellato in cui i cittadini segnalano che quotidianamente la loro frazione di residenza sia inondata da emissioni odorigene difficili da sopportare che localizzano come fonte provenienti dal sito di compostaggio di Hera e ci segnalano anche un numero elevatissimo di insetti in particolare mosche che verrebbero dalla stessa provenienza.

Fino a dicembre 2016 in questo sito si trattavano simultaneamente sia rifiuti urbani sia scarti provenienti dal settore agroalimentare che venivano utilizzati anche questi per produrre compost di varie tipologie.

In tutti gli anni di doppia lavorazione nella frazione di San Giovanni di Ostellato era presente quasi tutti i giorni un odore che ci è stato riportato come quello tipico delle discariche. I cittadini di conseguenza si aspettavano dopo dicembre 2016 di poter lasciare alle spalle questo clima di odori sgradevoli, insopportabili, almeno per quanto riguardava il sito Hera che si sarebbe dovuto usare a quel punto soltanto per il tema del compostaggio, quindi non più per l’altro. Osservano però che anche il numero di camion destinati al sito di compostaggio rispetto a quello che era stato annunciato non pare calato, malgrado la lavorazione sarebbe stata indirizzata solo a quella frazione organica degli scarti di provenienza agroalimentare.

Risulta quindi che nel sito verrebbe processato un quantitativo in ingresso superiore alla capacità dello stesso. Essendo la capacità superiore rispetto al sito, diminuendo i giorni di digestione primaria da 21 a 19 con locali di stoccaggio che rischiano quindi di non essere a norma e si presentano colmi di materiale con uno stoccaggio all’esterno effettuato forse in maniera non idonea si sviluppano quindi odori, nugoli di insetti e via dicendo.

Pare che ASL e ARPAE non avessero al momento del protocollo dell’interpellanza effettuato dei controlli approfonditi sull’impianto e sulle condizioni di esercizio e quindi su questo chiediamo aggiornamenti alla Giunta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Gazzolo, prego.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie. Anche qui spero di essere sufficientemente esaustiva.

Dunque l’impianto di trattamento meccanico biologico di rifiuti non pericolosi ubicato in comune di Ostellato, gestito dalla società Herambiente Spa è autorizzato con autorizzazione integrata ambientale AIA, numero 91981 del 30 ottobre 2007, rinnovata con atto del 30.12.2013, rilasciata dalla Provincia di Ferrara e poi tutti i dettagli li trova anche nella nota che le consegnerò.

Per l’attività in questione è prevista nel piano di monitoraggio e controllo un’ispezione annuale nella quale gli operatori di ARPAE verificano le condizioni generali per l’esercizio dell’impianto e quanto previsto in autorizzazione.

Tutti i controlli annuali effettuati in sede di ispezione hanno visto il rispetto delle prescrizioni contenute nell’AIA, eccezion fatta nel 2013 quando si è verificato il superamento dei limiti fissati dal decreto legislativo 152/2006 per lo scarico delle acque meteoriche, denominato S1, per il quale sono state informate le autorità competenti. Gli autocontrolli a carico del gestore sono stati eseguiti con regolarità e secondo le tempistiche previste dal piano di monitoraggio evidenziando rispetto dei valori limite di emissione autorizzati.

L’ultima modifica dell’AIA ha imposto la sospensione del ritiro dei rifiuti con codice CER 200301 in ottemperanza a quanto previsto dal piano regionale di gestione dei rifiuti ed in particolare dall’articolo 6, comma 2, delle norme tecniche di attuazione.

In sede ispettiva dell’11.10.2017 è stata verificata l’ottemperanza a quanto imposto a partire dall’1.1.2017 e la conseguente dismissione della linea denominata impianto di selezione. In relazione alle altre questioni poste nell’interpellanza si comunica che attualmente sono in esercizio due linee rispettivamente denominate “compost qualità” e “biostabilizzazione”.

Il rifiuto lavorato nella linea “compost qualità” subisce una biossidazione accelerata in biocella per un periodo di 18-21 giorni e successivamente viene spostato in un’area nella quale avviene la fase di seconda maturazione, fino al completamento del ciclo della durata complessiva di 90 giorni. Il rifiuto lavorato nella linea “biostabilizzazione” invece prevede attualmente un ciclo di maturazione di una durata media tra le otto e le dieci settimane. Alla linea “compost qualità” sono destinate le frazioni umide e secche del rifiuto compostabile provenienti da aziende autorizzate alla raccolta differenziata ed attività operanti in ambito agroalimentare. Alla linea “biostabilizzazione” sono conferite le frazioni umide e secche risultanti dal trattamento meccanico dei rifiuti con l’esclusione di quelli contenenti sostanze pericolose.

Alla luce di quanto sopra esposto e in base ai controlli eseguiti ARPAE non segnala quindi in ottemperanza a quanto prescritto nell’atto autorizzativo. Si precisa inoltre che in data 10.10.2017 anche i tecnici della prevenzione del dipartimento di sanità pubblica della Provincia di Ferrara hanno effettuato un sopralluogo presso l’impianto per verificare quanto segnalato in relazione alle condizioni di esercizio dell’impianto e successivamente in data 11.10.2017 hanno condotto successivi approfondimenti presso la cittadinanza di San Giovanni di Ostellato.

Relativamente all’impiantistica e con particolare riferimento alle emissioni odorigene si evidenzia che le fasi di trasformazione delle matrici organiche vengono effettuate in strutture chiudibili, all’interno delle quali pale meccaniche movimentano i cumuli. Il processo di trasformazione è incentivato dall’immissione di aria forzata.

L’aria movimentata all’interno della struttura chiudibile in uscita attraversa i biofiltri composti da vasche riempite di legno vergine di diverse pezzature.

In autocontrollo il centro svolge annualmente, nel periodo di giugno, un’indagine odorigena per valutare l’impatto ambientale prodotto.

È presente, inoltre, un protocollo per la disinfestazione di ditteri, ratti e insetti. Tutte le attività operative del centro di compostaggio sono svolte su area pavimentata, servite da fognatura, che conferisce a cisterne di accumulo tutte le frazioni liquide che si formano dai processi delle acque di prima pioggia, che interessano i cumuli scoperti e vengono convogliati attraverso una fognatura interna all’area cisterne.

Nell’impianto sono presenti due cumuli esterni a cielo aperto, quello del compost finito e quello del compost da rifiuto verde che durante il periodo estivo viene integrato da una percentuale di rifiuto algale.

Ho ancora tempo? Posso andare avanti?

All’interno dell’area dell’impianto…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Un po’ di silenzio, sennò non si sente l’assessore.

 

GAZZOLO: Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Prego.

 

GAZZOLO: Al momento dell’ispezione effettuata si percepivano odori caratteristici di fermentazione organica, in nessuna maniera nauseabondi, mentre la presenza di ditteri sui cumuli era consistente.

Successivamente come già evidenziato in data 11 ottobre 2017 sono state eseguite anche interviste ad alcuni residenti di San Giovanni di Ostellato dalle quali è emerso che gli odori oggetto di segnalazione erano concentrati nella fascia pomeridiana serale e la loro intensità era collegata alle temperature e agli andamenti climatici. Il disturbo prodotto dai ditteri è stato riferito come variabile e mutevole.

Si precisa infine che al momento del sopralluogo condotto non si percepivano esalazioni maleodoranti e la percentuale di presenza dei ditteri era nella media regionale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

Consigliera Gibertoni, ha cinque minuti. Prego.

 

GIBERTONI: Possiamo dire che il problema è risolto? Non lo so. Credo che sia un bene che sia stata fatta questa visita di cui l’assessore ci informa dell’11 ottobre. Può darsi che il problema non sia ancora risolto ma credo, assessore, sarà necessario farne altri di sopralluoghi e non basarsi per cercare di capire se effettivamente quelle emissioni odorigene siano nella norma, siano insopportabili o meno.

Soltanto su un campione di visita ci aspettiamo ovviamente – e ARPAE avrà i suoi protocolli come ASL – che la situazione sia analizzata in un tempo più lungo e saranno poi i cittadini credo anche a dover dire che il problema è rientrato cosa di cui ci feliciteremmo. Quindi su questo sentiremo i territori, cercheremo di capire se effettivamente il problema è rientrato, sull’attenzione al problema raccomandiamo che sia un’attenzione regolare e questo potrebbe essere uno dei primi casi di specie da portare all’esempio dei lavori in corso rispetto alla nuova normativa che se parte già risolto già è un incoraggiamento, se nelle successive analisi si vede che andava bene a giugno oppure andava bene a ottobre ma poi la situazione è di nuovo cambiata e si è presa un’altra direzione allora forse è proprio lì che possiamo incidere nella pratica e cominciare a chiederci come fare in modo che queste cose non si ripetano e che effettivamente i problemi vengano risolti e si possa quindi passare ad altro e anche da lì forse far nascere delle buone pratiche rispetto ad altri impianti che fanno compost o da altri impianti che si trovano ad avere un surplus in certi periodi di stoccaggio a fare in modo che tutto quanto sia normato e gestito nel modo migliore per la migliore convivenza con i cittadini che lì risiedono.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 5413

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per bonificare l'area ex Ecoplast di Cesenatico. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 5413: Interpellanza circa le azioni da porre in essere per bonificare l'area ex Ecoplast di Cesenatico, a firma del consigliere Pompignoli. 

La parola al consigliere Pompignoli.

Risponde l’assessore Gazzolo.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

L’oggetto di questa interpellanza è ben chiara. Se ci troviamo a Cesenatico nell’area ex Ecoplast, in quest’area ormai dismessa si trovano rifiuti che la stessa ARPAE ha riconosciuto come pericolosi.

L’iter storico di quest’area è abbastanza noto soprattutto nelle zone di Cesenatico e riguarda in particolare il concetto che chi ha concesso in affitto e oggi proprietario di quell’area a una società per la gestione e lo stoccaggio di rifiuti oggi si trova in quell’area questi rifiuti in quanto la società, come è ben noto, è soggetta a procedure particolari e in particolar modo sono stati commessi dei reati peraltro allo stato prescritti.

È chiaro che il proprietario ha mostrato una serie di perplessità in ordine al fatto che smaltire quest’area comporta notevoli costi e notevoli risorse economiche che la stessa proprietà dichiara di non avere. C’è stato un incontro con il Comune, so che il Comune di Cesenatico (nella persona del sindaco) ha parlato anche con l’assessore regionale e con la Regione per cercare di risolvere il problema che non è tanto una questione che riguarda la proprietà e la Regione o il Comune, ma è una questione di interesse ormai divenuto pubblico perché come è stato stabilito dalla stessa ARPAE questi rifiuti pericolosi si trovano situati in una zona vicino al centro abitato e ovviamente l’incolumità della salute dei cittadini che sono vicini in quest’area è in grave stato di pericolo.

A questo punto si chiede se la Regione Emilia-Romagna, di concerto con il Comune di Cesenatico, intende aiutare la proprietà – in quale modo e in quale misura lo si evincerà dalla risposta dell’assessore – a smaltire questo rifiuto che oggi viene considerato pericoloso.

Ritengo che il dispositivo dell’interpellanza sia molto chiaro, per cui aspetto la risposta dell’assessore e poi replicherò alle sue considerazioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

La parola all’assessore Gazzolo. Prego.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente.

Sarò un po’ più breve in questo caso, dal momento che il consigliere Pompignoli, con l’interpellanza in oggetto, chiede quali siano le intenzioni dell’assessorato sull’urgenza di bonificare l’area ex Ecoplast di Cesenatico, i tempi e le modalità di smaltimento dei rifiuti pericolosi ammassati sul terreno e privi di protezione, valutati la minaccia ambientale e i rischi per la salute pubblica e considerato che il proprietario non sembrerebbe, come lei ha ricordato, in grado di sostenere autonomamente i costi di bonifica dell’area.

In proposito, come viene sottolineato anche nel testo dell’interpellanza, alla fine di settembre si è tenuto un incontro in Regione, con il Comune di Cesenatico e con ARPAE, nel quale si sono delineati i possibili percorsi previsti dalla normativa ambientale nei casi come quello in esame.

Trattandosi di un’area privata, la normativa impone all’Amministrazione comunale di procedere a una serie di adempimenti, volti in primo luogo a ottenere l’intervento di sistemazione dell’area da parte del privato responsabile e, quindi, anche del proprietario, laddove siano ravvisabili in capo allo stesso comportamenti errati e negligenze che abbiano contribuito all’inquinamento.

Nel caso in cui i privati responsabili, opportunamente sollecitati, non provvedano, il Comune dovrà attivare nei loro confronti i percorsi sanzionatori, anche penali, previsti dalla legge e, quindi, provvedere a sistemare l’area in sostituzione degli stessi, con successivo recupero dei costi sostenuti con azioni di rivalsa.

Qualora nella vicenda in esame l’unica opzione percorribile si riveli essere quella dell’intervento pubblico da parte del Comune sull’area privata, la Regione, con spirito di leale collaborazione che da sempre caratterizza il suo operato verso gli Enti locali regionali, opererà al suo fianco per la soluzione del problema.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Pompignoli, che ha cinque minuti.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Grazie, assessore, della risposta che ha reso.

La vicenda in esame è particolarmente complessa in virtù del fatto che la prima ordinanza di ingiunzione da parte del Comune di Cesenatico era stata eseguita nei confronti dell’azienda che conduceva l’immobile e che, quindi, gestiva l’area. Purtroppo, però, il problema in Italia è sempre lo stesso: l’azienda fallisce o, comunque, per diverse ragioni vengono meno le possibilità di recuperare i costi da parte dei soggetti che hanno provocato il danno. Certo, non si può considerare il proprietario colui che ha determinato il danno, ma l’azienda stessa, ed è evidente che ci troviamo in una situazione piuttosto particolare, dal momento che le norme di diritto, come ben sappiamo, stabiliscono che la proprietà ha il diritto-dovere di sgomberare l’area. Ma oggi purtroppo il proprietario non è nelle condizioni di poter provvedere alla bonifica del terreno, in quanto mi dicono essere molto costosa la bonifica di questo terreno.

Valuteremo e seguiremo gli sviluppi dell’intera vicenda, anche se credo si giungerà alla seconda soluzione prospettata dall’assessore, vale a dire che il Comune ingiungerà al proprietario di sgombrare l’area, questi non riuscirà a farlo e, quindi, provvederà il Comune stesso a bonificarla. Speriamo solo che il tutto si risolva in tempi brevi, considerato il discorso legato all’incolumità e alla salute pubblica per i cittadini che vivono nei pressi di quell’area. Quindi, vigileremo sull’iter che il Comune deciderà di seguire, auspicando che lo stesso compia i passi necessari in tempi rapidi per giungere finalmente alla bonifica di quest’area. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Abbiamo esaurito le interpellanze, con il rinvio di alcune a domani e altre a successiva seduta.

 

OGGETTO 5287

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 14 (Norme per la disciplina del commercio in sede fissa in attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 10 dicembre 1997, n. 41 (Interventi nel settore del commercio per la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva. Abrogazione della l.r. 7 dicembre 1994, n. 49)». A firma dei Consiglieri: Cardinali, Molinari, Poli, Rontini, Taruffi, Torri, Tarasconi, Zappaterra, Serri, Lori, Montalti, Calvano, Caliandro, Zoffoli, Iotti, Ravaioli (75)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 5287/1 oggetto 5711 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo, quindi, con l’oggetto 5287, che in chiusura della seduta meridiana avevamo già aperto.

Desidero solo fare alcune precisazioni rispetto alle proposte di emendamento, che sono aumentate, sono sette: due a firma del consigliere Foti; due a firma del consigliere Delmonte; una a firma del consigliere Bertani; due a firma del consigliere Gian Luigi Molinari. È stato inoltre presentato un ordine del giorno a firma del consigliere Delmonte ed altri, come già avevo illustrato.

Do, quindi, la parola al relatore della Commissione, consigliere Gian Luigi Molinari, che ha venti minuti. Prego.

 

MOLINARI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Cercherò anche di essere più rapido.

Mi scusi, presidente, mi sono dimenticato di inserire il badge. Vorrà dire che lo metterò dopo. Viene registrato lo stesso? Metto il badge, presidente?

 

PRESIDENTE (Saliera): Non ho capito: qual è il problema?

 

MOLINARI: Non ho inserito il badge.

 

PRESIDENTE (Saliera): Come non ha inserito il badge? Lo deve inserire.

 

MOLINARI: Perfetto.

Allora, da dove siamo partiti? Siamo partiti da una considerazione che da diverso tempo sta attraversando le discussioni al di là degli atti di indirizzo anche di questa Regione, ovverosia da un impoverimento della rete commerciale che sta attraversando tutta Italia e anche tutta la nostra regione, con un crollo drastico per quanto riguarda il numero e la distribuzione sull’intero territorio di quelli che erano e sono sempre stati i piccoli esercizi commerciali, su cui si è retto il tessuto sociale ed economico della nostra regione, del nostro Appennino e di tutte le altre zone.

Siamo partiti da questa considerazione tenendo anche in considerazione non solo il calo numerico, ma anche il ruolo che i piccoli esercizi commerciali hanno sempre ricoperto, ricoprono e presumiamo ricopriranno per quanto riguarda la vita di una piccola comunità, la vita di un piccolo comune, la vita di una piccola frazione.

Proprio per questo motivo già nel passato importanti misure, soprattutto strutturali e dal punto di vista degli investimenti, erano state portate avanti per garantire un sostegno al miglioramento aziendale e tecnologico dei piccoli esercizi, però questi interventi non hanno conseguito gli obiettivi anche da noi auspicati.

Siamo partiti dal ragionamento della montagna, poi però abbiamo preso coscienza che… Prego. Chiedo se interessa l’argomento.

 

(interruzioni)

 

Perfetto.

Dicevo, abbiamo preso coscienza che questo problema sussiste anche in zone non propriamente montane, che sono ugualmente interessate dalla desertificazione commerciale. Proprio per questo motivo, cercando di partire da queste considerazioni, non abbiamo inteso rifare una nuova legge, perché credo che ci sia bisogno di tutto tranne che di un arricchimento legislativo.

Con questo progetto di legge, quindi, cerchiamo di intervenire su due leggi esistenti, con la collaborazione dell’assessorato, che ci ha fornito un supporto anche dal punto di vista legislativo, e precisamente la legge n. 14/1998 e la legge n. 41, che già regolava quelli che potevano essere i contributi da erogare nei confronti dei piccoli esercizi commerciali.

Si interviene sulla legge n. 14 per regolamentare la definizione dell’esercizio polifunzionale, con l’inserimento di quello che sarà il percorso imperniato sulla Giunta della definizione dei criteri che dovranno definire i ruoli e la collocazione geografica, che noi inquadriamo – questa è un’importante specificazione da fare – all’interno dei comuni montani e di quelle che noi identifichiamo come aree rurali, dunque anche nelle frazioni al di sotto dei 3.000 abitanti, riconoscendo il concetto di cui abbiamo parlato in precedenza, cercando di prevedere un ruolo centrale dei comuni. In altre parole, sarà la Giunta a determinare quelle che sono le possibilità di criteri e azioni per definire polifunzionale un esercizio, però saranno i Comuni che dovranno attivare convenzioni che riconosceranno il ruolo polifunzionale di questi esercizi e, di fatto, avvieranno il percorso, che si concluderà con l’emanazione dei bandi – siamo, quindi, sicuri che ciò avverrà nel 2018 –, per arrivare alla parte che noi riteniamo non più importante, ma indubbiamente determinante, che è quella della possibilità di sostenere anche economicamente questi esercizi.

Il sostegno economico – questo è un percorso che è stato condiviso anche dalle forze di minoranza – non andrà esclusivamente, come è accaduto in passato con le leggi di settore o anche con i finanziamenti europei, esclusivamente al sostegno degli investimenti sui muri, ma abbiamo previsto anche la possibilità dell’acquisto dell’area o di installazioni tecnologiche, però anche e soprattutto la possibilità, oltre che con il principio delle merci, anche di riconoscere un contributo in conto esercizio che individui di fatto il gap commerciale e di capacità di mantenere l’esercizio, per far sì che quella tendenza alla quale purtroppo stiamo assistendo sia quantomeno bloccata.

Inoltre, come probabilmente verrà specificato anche negli interventi successivi, andremo a puntualizzare quanto già rientrava nella filosofia della legge vigente, ossia riconoscere non solo la possibilità di nuovi inserimenti e nuovi insediamenti, capita a volte tanto nell’Appennino quanto altrove di avere richieste di progetti di vita, di cambiamento di vita per quanto riguarda il sostegno alle nostre attività commerciali o anche la possibilità di cambiare drasticamente il ritmo frenetico della vita di città rispetto all’ambiente rurale o montano, ma anche e soprattutto cercare di aiutare tutti quegli operatori commerciali che stanno tristemente pensando di chiudere la loro attività.

In questo modo – all’inizio, quando si parlava del titolo della legge, parlavamo di negozi di presidio – andiamo a riconoscere un ruolo sociale agli esercizi commerciali, ruolo che viene riconosciuto da tutti, ma che oggi, al di là delle tante dichiarazioni che si possono fare, non ha alcuna possibilità di tradursi in un aiuto concreto. Per questo motivo, l’impegno che ci prenderemo, una volta definito con gli emendamenti e la discussione che seguirà il testo di legge, sarà quello di sostenere il finanziamento alla stessa, perché non dimentichiamo che ogni mese, ogni semestre che ritarderemo nell’emanazione dei bandi porterà tragicamente alla scomparsa di esercizi, che nelle aree montane a volte sono condizioni necessarie per la presenza di insediamenti umani, per la presenza e la costanza di famiglie, non solo con bambini ma spesso anche con anziani, che nel rapporto commerciale ma soprattutto nel rapporto umano con l’esercizio possono trovare motivo per rimanere in zone che, diversamente, per la legge dei grandi numeri o per l’evoluzione naturale della nostra società, purtroppo porta spesso le famiglie a decidere anche di abbandonare.

Spero, quindi, che le modifiche proposte vengano accolte con una certa unanimità soprattutto dal punto di vista della possibile soluzione e del lancio di un grido di allarme da parte di realtà che i grandi numeri condannano, se non alla scomparsa, a una lenta agonia e credo che il metodo che ha portato all’elaborazione di questo progetto di legge possa anche avviare un discorso trasversale tra le forze politiche per quanto riguarda anche il tema della montagna, in modo tale da portare la Regione Emilia-Romagna a elaborare una proposta anche politica nei confronti anche del Governo centrale per l’individuazione di soluzioni ai problemi strutturali che da troppi anni non sono affrontati o, comunque, sono affrontati con sistemi che purtroppo non hanno eradicato i problemi di base.

Quindi, a partire dalle proposte avanzate dai diversi gruppi politici, alcune predisposte anche dal PD, sarebbe opportuno cercare di unire un tavolo di lavoro, in collaborazione con l’assessorato, per elaborare un documento di indirizzo e, dunque, un documento di maggior forza politica e operativa che sia in grado, almeno nell’ultimo anno e mezzo del mandato, di ideare una proposta di soluzione emiliano-romagnola per le aree più deboli, che per noi sono indubbiamente rappresentate dall’Appennino, che con le proprie valenze e le proprie problematiche è un’area geografica che presenta, più o meno in tutta Italia, le stesse condizioni. Quindi, partendo da alcune proposte che sono arrivate dai gruppi di Forza Italia e della Lega, ascoltando volentieri anche le proposte degli altri gruppi, cercheremo insieme di capire, con questo metodo, se riusciamo a cogliere, come abbiamo fatto e spero riusciremo a fare anche oggi, una proposta unitaria, da portare poi a tavoli che vadano oltre il confine regionale. Adesso, quindi, non ci resta che procedere con la discussione.

Mi preme, infine, sottolineare che il confronto che abbiamo avuto con le categorie ha portato a un generale apprezzamento di questo intervento, che vi assicuro nessuno di noi venderà come un intervento risolutivo per la montagna e le aree marginali, perché ben sappiamo che i problemi sono tali e tanti che con questo provvedimento non li potremo certo risolvere tutti, però indubbiamente, al di là degli atti di indirizzo, avremo gli strumenti per valutare le misure e le azioni portate avanti nel triennio, mediante la clausola valutativa, per cercare così di capire, con la massima serenità, se questo percorso avviato oggi avrà dato i suoi frutti oppure dovrà essere modificato dai consiglieri che verranno dopo di noi all’interno di quest’Aula.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Consigliere Bignami, lei vuole intervenire sulla discussione generale o sull’ordine dei lavori?

 

BIGNAMI: Sulla discussione generale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Le devo chiedere di attendere, perché prima devo dare la parola al consigliere Delmonte per la relazione di minoranza.

 

BIGNAMI: Va bene.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Ringrazio anche il relatore di maggioranza per l’illustrazione.

Cercherò di non ripetere le considerazioni già espresse dal consigliere Molinari, ma mi limiterò a formulare le osservazioni che, come gruppo di minoranza, abbiamo espresso fin dall’inizio e che oggi ci hanno portato alla discussione e alla presentazione di alcuni emendamenti.

È doveroso, intanto, riconoscere cos’è un esercizio polifunzionale. Finalmente ritroviamo questo concetto all’interno di una legge, lo chiarifichiamo, lo andiamo ad aggiungere a una legge già esistente, dimodoché possa allacciarsi agli altri finanziamenti che sono già in essere a favore delle attività commerciali, e quindi andiamo a riconoscere il ruolo fondamentale che possono ricoprire questi esercizi commerciali all’interno di realtà soprattutto rurali. Dico rurali perché il provvedimento in oggetto non interessa solo le realtà montane o appenniniche, ma anche le piccole frazioni e i piccoli comuni che non sono in montagna, ma che comunque hanno una parte distaccata di centro abitato che non vede oggi quegli esercizi commerciali che garantiscono vitalità e anche sicurezza a una certa area.

Quando ho letto il testo del progetto di legge, ho subito pensato che questa fosse una legge assolutamente incompleta. Lo dico perché mancava una parte, che poi è stata meglio specificata, perché a detta della maggioranza era già un’intenzione, anche se non perfettamente specificata, oggetto peraltro di un mio emendamento, su cui siamo tutti concordi, e mi riferisco all’erogazione dei contributi non solo a favore dei nuovi insediamenti, ma anche a favore degli insediamenti di esercizi polifunzionali già in essere. Quindi, proponiamo di includere anche quelli che attualmente sono in essere e che, ovviamente, proprio per la tipologia di esercizio commerciale, possono andare incontro a difficoltà nella propria gestione.

Ho molto apprezzato, invece, il fatto che si possa intervenire con contributi in conto esercizio, e non solo in conto capitale, garantendo così un sostegno economico per affrontare le difficoltà economiche contingenti rispetto all’attività dell’esercizio stesso.

Un altro emendamento che abbiamo presentato specifica meglio, come dicevo prima, che non parliamo solo di un intervento per l’Appennino e per la montagna. Quindi, all’articolo 1 (se non ricordo male) abbiamo aggiunto la parola “municipi”. È importante che comuni che sono stati recentemente oggetto di una fusione o che, comunque, hanno una frazione, anche se non meglio definita così a livello legislativo, distaccata con una scarsa densità di esercizi commerciali, ma un’alta densità abitativa, sempre restando sotto i 3.000 abitanti, possano essere oggetto di questi contributi.

Dall’udienza conoscitiva tenuta con le associazioni di categoria le perplessità emerse erano fondamentalmente queste, quelle che già pensavamo, quelle che già con un percorso di collaborazione e di dialogo con la maggioranza avevamo riscontrato e pensato in qualche modo di risolvere. Quindi, anche dall’udienza conoscitiva non sono emerse altre particolari criticità e si è appalesato un sostanziale accordo su questa soluzione, che certamente non si può definire strutturale, dal momento che non risolve completamente i problemi – magari lo si potesse fare! – di una certa parte del territorio, ma sicuramente aiuta un presidio fondamentale in certe aree.

È stato anche detto che il ruolo del Comune sarà di fondamentale importanza, ed è verissimo, e lo avrà non solo, come ha detto il relatore di maggioranza, nella definizione di quello che è per loro polifunzionale, cosa che farà poi la Giunta all’interno di un proprio regolamento, ma anche nell’individuazione stessa delle aree. Questo è un aspetto fondamentale perché chi meglio del Comune può sapere in quali aree vi è necessità di provvedere a contribuire alla nascita o al mantenimento degli esercizi polifunzionali.

Per quanto riguarda i finanziamenti, vi è un aspetto che è stato evidenziato anche da altri gruppi di minoranza: una carenza di questa legge è che non viene specificata la copertura, il quantum economico che verrà stanziato. Tutti noi, quindi, ci siamo assunti l’impegno di ragionare, soprattutto in fase di bilancio, su un quantum, che però riteniamo debba essere sostanzioso, al fine di coprire il maggior numero possibile di esercizi polifunzionali. Del resto, è inutile dare tanti soldi a pochi esercizi polifunzionali, quando la necessità è quella di coprire più realtà sparse sul territorio, in modo tale da raggiungere quello che è il reale intento di questo provvedimento, ovvero creare un’utilità e un presidio in quei territori che oggi non ne hanno.

Come Lega Nord, abbiamo presentato anche un ordine del giorno per impegnare, non legislativamente quindi, la Giunta a emanare il regolamento che andrà a definire i contributi e le modalità di accesso agli stessi. Inoltre, chiediamo che, nell’erogazione di questi contributi, si possa dare una priorità, non assolutamente un’esclusività di nessun tipo, agli esercizi polifunzionali di nuova creazione, ma anche a quelli già in essere, a guida giovanile. Lo chiediamo perché su certi territori mantenere all’interno di strutture economiche e, quindi, all’interno del tessuto commerciale ed economico di una certa zona, che appunto definiamo rurale, i giovani credo sia fondamentale per garantire il futuro della zona stessa. Ma chiediamo anche – lo proponiamo adesso verbalmente, non è inserito nell’ordine del giorno, anche se abbiamo avuto modo di ribadirlo in più occasioni – che all’interno dei criteri venga mantenuta una certa semplicità. Non deve essere complicato poter essere definiti “polifunzionali”. Non dobbiamo pretendere troppo da esercizi che spesso oggi sono a guida di persone non più molto giovani e non più avvezze a certe tecnologie. Non dobbiamo necessariamente chiedere – faccio un esempio – il punto Wi-Fi, perché trattasi spesso di tecnologie che purtroppo non sempre sono possibili per talune categorie. Certo, devono rappresentare un plus, ma non possono essere inserite come un vincolo.

Accolgo, inoltre, la proposta avanzata dal consigliere Molinari di provare in futuro a trovare insieme un accordo per sollecitare il Governo nazionale, questo o il prossimo, a trovare una soluzione strutturale a queste problematiche. D’altronde, la Regione può anche concedere piccoli aiuti, può anche provare a mettere qualche pezza sui problemi che attanagliano la montagna, ma certamente non ha le capacità economiche e soprattutto legislative per predisporre un provvedimento strutturale in grado di aiutare il nostro Appennino, come ovviamente tutte le aree montane del Paese. Quindi, credo che sia assolutamente necessario intervenire in tal senso, e se questa iniziativa può partire dell’Emilia-Romagna è sicuramente una buona possibilità da cogliere, proprio perché all’interno di quest’Aula siamo tutti d’accordo su questa esigenza. Come e quando lo valuteremo, ma credo sia assolutamente importante.

Desidero, infine, esprimermi sull’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle che riguarda la presenza di slot machine, video lottery terminal (VLT) o macchinette da gioco all’interno degli esercizi polifunzionali. Crediamo sia giusto il concetto posto alla base di questa richiesta, riteniamo sia giusto non erogare finanziamenti a chi, anche involontariamente o solo per business, alimenta il fenomeno della ludopatia, però dobbiamo fare attenzione a non danneggiare chi attualmente ha queste macchinette all’interno del proprio locale e magari fa fatica a mantenere in piedi un esercizio polifunzionale di questa natura. Non possiamo danneggiarlo.

So, comunque, che a questo emendamento è stato presentato un subemendamento, di cui però non ho ancora ricevuto copia, per spostare l’attenzione sulle nuove strutture e non su quelle già in essere, pena la decadenza e il ritiro di tutti i finanziamenti concessi. Credo che questo sia un bel segnale, quindi sicuramente saremo favorevoli all’approvazione di questo emendamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

Consigliere Bignami, se vuole, può intervenire adesso, visto che è aperto il dibattito generale.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Limito il mio intervento solo a testimoniare un apprezzamento rispetto all’intervento svolto dal relatore di maggioranza, che mi sembra abbia dato segnali importanti anche rispetto al tema di un progetto di legge che avevamo affrontato qualche tempo addietro sulle zone franche montane, vale a dire un progetto di legge con cui si tentava di valorizzare una situazione che evidentemente attiene soprattutto ai negozi di vicinato, alle piccole attività, a quelle che si inseriscono in un tessuto commerciale e produttivo che rappresenta il nerbo della comunità locale soprattutto in area montana, che laddove si deteriora o addirittura viene a mancare riverbera una situazione di difficoltà per la tenuta sociale di tutta la comunità stessa. Pensiamo al piccolo esercizio commerciale che dà la possibilità soprattutto alla popolazione anziana di accedere all’acquisto di beni che, diversamente, potrebbe trovare solo a diversi chilometri di distanza e magari in condizioni non semplici da accedere, viste le spesso ricorrenti ragioni di limitazioni alla mobilità personale.

Rispetto a questa apertura, quindi, non possiamo che manifestare la nostra massima soddisfazione, che evidentemente dovrà declinarsi nell’adozione di un testo di legge che confidiamo possa già definirsi nei prossimi mesi, se non proprio nelle prossime settimane, anche se dalla Conferenza dei capigruppo che abbiamo appena svolto è emerso un calendario abbastanza intenso. Tuttavia, rispetto a questa ipotesi non solo non ci sottraiamo a un confronto, ma ben volentieri parteciperemo a qualsiasi momento che possa eventualmente contemperare e ponderare il progetto di legge che avevamo già posto all’attenzione dell’Aula, nel tentativo di costruire una proposta che sia di sostegno a chi quotidianamente vive il territorio di montagna, contrastando il fenomeno di antropizzazione e svuotamento della medesima che, purtroppo, si sta realizzando.

Raccogliamo con soddisfazione l’indicazione. Voteremo a favore del progetto di legge. Su questo mi permetto di dare già un’indicazione di voto rispetto al medesimo. Confidiamo, evidentemente, di essere invitati nelle prossime settimane a un confronto utile a questo scopo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Ci sono altri iscritti in discussione generale?

Consigliere Cardinali, prego.

 

CARDINALI: Grazie, presidente.

Due valutazioni su questa proposta che ritengo fondamentale in un momento come questo, ad aiuto e salvaguardia dei territori, ma anche perché seconda a un’altra proposta importante che abbiamo portato avanti in quest’Aula sul tema delle farmacie rurali. Proprio in queste settimane sono partite le prime graduatorie a sostegno delle farmacie rurali del territorio e sono stati assegnati dalle aziende alle varie farmacie i contributi riconosciuti.

Lo ritengo un primo passo importante, un passo che garantisce a chi dà un servizio così importante di poter rimanere nel territorio. Lo abbiamo ritenuto allora fondamentale per i servizi di base, come le farmacie, anche nei piccoli comuni, ma oggi diventa ancora più importante con questa legge che – badate bene – può aiutare, come sta facendo, sotto alcuni aspetti. Penso ad alcune iniziative legate al tema delle piccole filiere agricole, delle piccole filiere agroalimentari, che in alcuni territori stanno riscuotendo interesse, in particolare da parte dei giovani. Qualche settimana fa, alcuni giovani hanno raccontato il nuovo modo di provare a fare agricoltura per vivere in certi territori. Devo dire che stanno nascendo, anche lì, proposte interessanti che sono passate su contribuzioni del PSR, ma non solo: anche su quello che può essere il nuovo legame territoriale.

Questa legge dà una risposta importante. Ricordiamo che alcune frazioni avevano vissuto in maniera molto negativa l’avvento, dal punto di vista fiscale, di alcune norme, di difficoltà. Penso a tante trattorie o piccoli locali che facevano comunità all’interno di borghi o di frazioni. Oggi, invece, quel tipo di diversificazione ha raggiunto anche comuni interi che una volta avevano grande disponibilità.

L’altro aspetto è che ci troviamo ad avere frazioni magari ancora importanti sotto il profilo turistico, dell’interesse ambientale di alcuni territori che, se riescono a ripartire anche sotto il profilo dei servizi, possono ritornare momenti di aggregazione importanti. Penso che con questa legge si vada nella direzione giusta. Concordo con quanto diceva il collega Delmonte. L’obiettivo deve essere lavorarci sopra insieme per avere l’opportunità di finanziarla il più possibile, anche con piccoli interventi, ma fondamentali. Se sull’Appennino emiliano-romagnolo riuscissimo a mettere in funzione una quantità di interventi importanti daremmo già un segno anche di stimolo ad altri che pian piano potrebbero rientrare in questa direzione.

È importante riuscire a condividere il più possibile, anche dal punto vista politico, questa iniziativa, perché diventerà importante anche l’aiuto che potremo dare alle amministrazioni e ai sindaci sui territori per far sì che siano uno sprone anche loro per portare avanti questa iniziativa. È importante che sia un lavoro di gruppo che veda coinvolte, al di là delle forze politiche, anche tutte le forze sociali del territorio.

Oggi inizia un percorso che dovremo sostenere anche in fase di riconoscimento di bilancio, affinché dai primi mesi del 2018 diventi effettivamente attivo e possa diventare un fenomeno di grande interesse per i nostri territori.

Con queste premesse, con questa direzione ritengo importante condividere il più possibile questo percorso. Al di là della possibilità, strada facendo, di individuare anche insieme alla Giunta i criteri, penso anch’io a cose semplici, a cose lineari che ci mettano nella condizione di garantire alta qualità. Dal momento che stiamo portando la banda ultra larga, dobbiamo anche creare le funzioni di servizio, ma non troppe complicanze, perché potremmo avere il settantenne e anche il trentenne a disposizione per dare continuità o per aprire nuove opportunità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Cardinali.

Consigliere Calvano, prego.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Credo che la discussione che stiamo facendo oggi e la legge che andremo ad approvare stiano dentro, in realtà, a un’azione di sistema che è stata messa in campo durante questa legislatura e che è rivolta alla tutela, alla valorizzazione del commercio nelle zone marginali, montane o rurali che siano, e nei comuni più piccoli.

È un intervento, o un’azione, di sistema perché, come ricordava il collega Cardinali, fa il paio con l’intervento fatto sulle farmacie rurali e, come ricordava il collega Molinari, fa il paio con una serie di azioni messe in campo su tutto il versante della montagna, da implementare ulteriormente insieme a tutti coloro che hanno voglia di dare un contributo. Fa il paio con un’altra scelta che abbiamo fatto nel corso di quest’anno e che ha trovato subito un elemento di concretezza. Mi riferisco alla volontà, che ha trovato sostanza, da parte della Giunta di rifinanziare la legge n. 41 non solo sulle attività di promozione e marketing territoriale, ma anche sugli interventi infrastrutturali nei Comuni al di sotto dei 25.000 abitanti. Anche quello è stato un intervento che, se non vado errato, ha determinato il finanziamento delle prime diciotto piazze nei Comuni sotto i 25.000 abitanti, con un investimento complessivo di 9 milioni di euro, cofinanziato dalla Regione, che rappresenta un ulteriore segnale di attenzione verso quelle realtà sulle quali insistono negozi, botteghe di vicinato e attività polifunzionali, attività alle quali si rivolge specificatamente la legge di cui è relatore il collega Molinari e che davvero aiuta a far emergere la situazione che questi esercizi hanno sul territorio. Soprattutto, si tenta di valorizzarne il ruolo.

Si fa riferimento a queste realtà come presìdi non solo di carattere economico, ma anche di carattere sociale, culturale e – lo diceva bene anche il collega della Lega – di sicurezza del territorio. Obiettivamente, quando in un territorio c’è una luce in più accesa o c’è un’attività pubblica aperta, un esercizio pubblico aperto credo si creino migliori condizioni di sicurezza in quello stesso territorio, in quella stessa località.

A me preme porre l’attenzione sui passaggi successivi. Oggi l’Aula, a mio avviso, compie un passo importante. Ce ne saranno poi altri due, ovviamente. Uno riguarda un primo finanziamento della legge stessa. Un secondo passaggio riguarderà la definizione da parte della Giunta dei criteri con i quali individuare le aree oggetto di intervento, da parte della legge, dei conseguenti finanziamenti. Ovviamente, l’attenzione andrà tenuta sulle zone montane, ma anche su tutte quelle zone rurali marginali che, al pari dei Comuni montani, soffrono di un certo isolamento anche di carattere infrastrutturale o, comunque, di una marginalità che fa soffrire le attività economiche che insistono in quei Comuni. Penso alle zone rurali del Delta del Po, ma non solo. Penso a tutte quelle aree che, anche se all’interno delle città, sono in posizione molto periferica e necessitano di un sostegno che possa consentire alle attività di continuare a vivere o di partire. Gli interventi che abbiamo inserito come finanziabili spero possano anche stimolare una certa progettualità da parte di questi esercizi, di queste attività, volte a migliorarne la capacità di offrire servizi e volte anche ad accrescerne il grado di innovazione.

Sarà determinante – lo diciamo anche nella legge – il rapporto con i Comuni per capire se questi esercizi possono diventare elemento o luogo nel quale offrire anche servizi di carattere pubblico. Questo sarà nelle disponibilità e nella volontà, ovviamente, dei singoli sindaci, delle singole comunità, però rappresenta, a mio avviso, un’ulteriore opportunità che va colta.

L’obiettivo di questa legge, dentro quell’intervento di sistema che citavo all’inizio, è quello di consentire la massima coesione territoriale tra le diverse zone e aree della nostra regione, in modo tale che anche chi vive in periferia possa usufruire di tutti i servizi necessari per mantenere un livello adeguato e soddisfacente di qualità della vita.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Anche noi in Commissione abbiamo espresso essenzialmente il nostro favore a questo tipo di iniziativa. L’aspetto che abbiamo espresso come dubbio riguarda sicuramente la fonte di finanziamento o il finanziamento di questa legge. La legge era stata finanziata, nell’ultimo anno, per quanto riguarda i centri commerciali naturali. La nostra preoccupazione è di fare un travaso: invece di aggiungere nuove risorse, spostiamo risorse da un tema all’altro. Non vorremmo che il caso fosse questo. Quindi, togliamo un tipo di promozione e ne facciamo partire un’altra. Su questo ancora non abbiamo visto il bilancio. Quando vedremo il bilancio, sicuramente potremo fare le nostre valutazioni.

L’idea di far ripartire le aree periferiche, soprattutto le aree che non sono più servite dai piccoli negozi, è sicuramente importante, anche qui facendo una riflessione su quello che è stato fatto fino ad oggi. Ovviamente, non parlo solo delle aree più remote dei territori appenninici, ma anche delle aree che si sono svuotate di esercizi commerciali, di piccoli esercizi commerciali perché si è puntato tutto sulla media e sulla grande distribuzione. I Comuni, ma anche le Province e la Regione hanno permesso il proliferare di tanti esercizi di media e grande distribuzione. Questi, ovviamente, hanno calamitato l’attenzione dei clienti, dei cittadini e hanno reso più difficile la vita a coloro i quali avevano piccoli esercizi commerciali. Quindi, il cercare di farli rivivere, di farli rinascere sicuramente va abbinato ad una riflessione su quello che è stato fatto fino ad oggi e che non deve proseguire. Su questo, poi, ci sarà anche il tema della legge urbanistica, ma è un aspetto che va rimarcato.

L’altro aspetto che abbiamo cercato di far inserire in legge, perché ci sembrava importante, è che, come Regione, stiamo facendo un lavoro importante – a seguito delle parole dell’onorevole Baretta, che si riferiva alla legge del Piemonte; spero non si riferisse alla legge della Regione Emilia-Romagna – sul contrasto al gioco d’azzardo patologico. Noi qui eroghiamo fondi ad esercizi nei quali potrebbero esserci o potrebbe venire voglia di installare le macchinette. Penso a un bar che, a seguito di questa iniziativa, spero possa diventare un bar comprensivo anche di servizio alimentari e di qualche servizio informatico in una zona remota, che magari sia anche una locanda o un ristorantino. Nei bar o nelle tabaccherie, purtroppo, sono già presenti o potrebbero essere presenti anche le macchinette per il gioco d’azzardo. Siccome quello diventa un piccolo luogo di aggregazione, visto che noi teniamo molto alla prevenzione, è importante ricordarci che noi corriamo quel rischio, visto che ci mettiamo dei soldi.

L’emendamento che proponiamo, in pratica, considera questi quasi come luoghi sensibili. Si tratta, quindi, di chiedere agli esercenti che riceveranno i finanziamenti di non installare macchinette da gioco. Vedo che arriva un emendamento del PD. Lo valutiamo un attimo. Effettivamente, si allinea in parte alla delibera sui luoghi sensibili. Noi proponiamo che l’impegno di chi riceve i fondi a non installare le macchinette valga almeno per cinque anni. Vedo che l’emendamento parla di tre anni. Anche su questo ci rifletto un attimo.

Comunque, in generale, l’impostazione del progetto di legge ci trova concordi. Attenzione, però, a quei due punti: il finanziamento e che cosa facciamo nelle opere di contorno per favorire troppo un certo tipo di commercio che, poi, va a desertificare anche queste zone. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Consigliere Torri, prego.

 

TORRI: Grazie, presidente.

Il mio collega Igor Taruffi ed io, come Gruppo di Sinistra Italiana, abbiamo firmato, sottoscritto e contribuito al lavoro che ha portato alla discussione e auspichiamo all’approvazione di questa legge. Lo abbiamo fatto in maniera convinta perché riteniamo abbia alcuni pregi che penso sia il caso di sottolineare inizialmente, anche se sono stati richiamati nei diversi interventi dei consiglieri che mi hanno preceduto.

Il primo credo sia quello di essere un provvedimento molto specifico e diretto, che interviene su alcune categorie con precisione, dando alcune definizioni che diventano utili per renderlo efficace. In questo caso, vista la situazione, diventa importante anche un intervento di questo tipo, quindi diretto e contenuto, perché si guarda – ed è importante farlo – all’efficacia. A fronte di un tema di questo genere, quello del commercio nelle aree periferiche, montane in particolare (giustamente, il consigliere Delmonte per primo ha richiamato un raggio più ampio d’azione), si rischia, nel fare interventi troppo generici, di disperdere le risorse, che comunque, in un quadro complessivo, non sono ancora molte.

Con questa legge cerchiamo, intanto, di coprire un tratto di questo quadro complessivo e di farlo in maniera efficace. Questo credo sia un primo peso del provvedimento. Il secondo, quello che emergeva dagli interventi precedenti, soprattutto dal lavoro di scrittura e poi in Commissione, ha fatto da fondamento a questa legge; un lavoro condiviso a livello trasversale in Aula e soprattutto dall’Aula verso l’esterno, quindi con associazioni di categoria ed enti locali. Questo in provvedimenti del genere – mi è già capitato di sottolinearlo per altri progetti di legge – non è soltanto un aspetto metodologico, ma diventa per se stesso sostanza. Di conseguenza, lo riteniamo un pregio.

Per quanto ci riguarda, abbiamo lavorato convintamente a questo progetto di legge dando seguito ad un documento del febbraio 2016 che avevamo presentato e portato all’attenzione dell’Aula nella primavera di quell’anno, che chiedeva di introdurre forme di sgravio fiscale (noi prendevamo in considerazione anche l’IRAP) per quanto riguarda le attività commerciali site soprattutto in montagna, partendo dalle richieste dell’UNCEM, dell’Unione delle Comunità montane, e in generale di molti enti locali che manifestavano questa esigenza, soprattutto per riconoscere il valore sociale che le attività commerciali in aree decentrate hanno oltre all’attività e al valore commerciale in sé. Questo diventa fondamentale da riconoscere e lo si può riconoscere facendo anche provvedimenti mirati.

Quella risoluzione e quella della collega Serri, che vennero approvate con ampia maggioranza, le aggiungo all’elenco che aveva già accennato il collega Molinari, cui questi due provvedimenti erano sfuggiti, e le affianco anche a quanto richiamava il collega Bignami: il tema delle zone franche, che sarebbe l’obiettivo principale cui ambire e la cui proposta, quella del consigliere Bignami, avevamo avuto modo di sostenere in maniera trasversale in Commissione.

Questo provvedimento, per quanto ci riguarda, è un tratto positivo di una strada ancora lunga e in quest’ottica lo sosteniamo convintamente, apprezzando anche le proposte emendative che sono state avanzate dai diversi Gruppi.

Nel sottolinearne i pregi, però, dobbiamo fare anche un ragionamento più complessivo, guardare alla lunga strada che abbiamo ancora di fronte e richiamare un aspetto più politico. Mettendo assieme tutti i riferimenti che ho fatto finora e che hanno fatto anche gli altri colleghi abbiamo creato un quadro frastagliato, salvo che per le aree interne in generale, che siano in montagna o in pianura, comunque periferiche, servirebbero progetti complessivi in grado di affrontare la specificità di quelle zone dal punto di vista demografico e sociale, riconoscendo il valore degli esercizi commerciali e di tutta una serie di caratteristiche che contraddistinguono la vita in quelle aree, caratteristiche che la rendono da un lato più difficile e dall’altro, però, migliore dal punto di vista ambientale e di qualità.

In quest’ottica, ben venga la proposta di un tavolo regionale che coinvolga tutte le forze politiche e che coinvolga, soprattutto, la società fuori da quest’Aula, in maniera tale da intervenire anche ai livelli più alti della Regione, proprio perché c’è necessità di questi interventi e ancor più di una visione complessiva, che vada dagli esercizi commerciali allo stile di vita, ai servizi, riconoscendo una specificità per queste aree poco popolate, ma allo stesso tempo ricche di risorse dovute anche al fatto che sono sfruttate in maniera meno intensiva. Da qui la necessità di un modello complessivo e da qui, per quanto ci riguarda, il tema politico che ci fa sottoscrivere e sostenere questo tipo di progetti di legge in una visione più complessiva, ossia quello di scegliere tra una società omologata e accentrata nei grandi centri e una società che rispetti e valorizzi le differenze e anche uno sviluppo non fatto soltanto di numeri, ma anche di sostenibilità. Questo tipo di sviluppo, che noi preferiamo rispetto all’altro, crediamo venga rispecchiato di più nelle aree periferiche e decentrate e che vada sostenuto.

Ben venga che tutto ciò avvenga con provvedimenti eseguiti uno alla volta, ma anche e soprattutto con una visione complessiva che riconosca in pieno quella specificità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Nel merito del provvedimento sono già intervenuti in molti. Ovviamente, mi riconosco pienamente nelle considerazioni fatte poc’anzi dal collega Torri. Credo, però, sia opportuno inquadrare il provvedimento di cui discutiamo oggi nel contesto più generale nel quale ci troviamo e segnalare che la crisi che ha colpito il nostro Paese in quest’ultimo decennio ha avuto tante facce, i cui riverberi si sono fatti sentire in tanti comparti. Quello degli esercizi commerciali, a mio avviso, è uno dei comparti che maggiormente ha subìto questa crisi, questa ristrutturazione complessiva del mercato e anche delle scelte di acquisto dei cittadini, dei consumatori.

Stamattina si parlava di Amazon non certo per ragioni positive, però non vi è dubbio che quella tipologia di offerta commerciale, l’e-commerce, abbia contribuito a determinare delle situazioni nuove che, per certi aspetti, hanno attraversato la crisi meglio di quanto non abbiano fatto gli esercizi commerciali cosiddetti “tradizionali”.

Questa crisi ha colpito duramente. Lo dico assumendomi quota parte della responsabilità: non c’è, forse, la dovuta attenzione rispetto al numero di esercizi commerciali che hanno chiuso in questi anni, specialmente nei piccoli Comuni, nei Comuni di montagna, dell’Appennino. Se facessimo il conto dei posti di lavoro che sono andati persi in questo specifico comparto, i numeri sarebbero sicuramente molto significativi e, purtroppo, in questa non invidiabile classifica, non sarebbero molto distanti da quelli che abbiamo perso in altri comparti. Penso, ad esempio, al comparto manifatturiero e, in generale, al comparto industriale.

Questo provvedimento, chiaramente, non ha la missione di risolvere tutti i problemi. Sarebbe ridicolo pensarlo. Noi, che siamo tra i sottoscrittori di questo progetto di legge, che abbiamo condiviso con il collega Cardinali, primo firmatario, e con il collega Molinari, relatore di maggioranza, abbiamo condiviso la necessità di dare un segnale a quei territori. In particolar modo, penso ai territori dai quali provengo, i territori dell’Appennino bolognese, che in questi anni hanno subìto più di altri le conseguenze della crisi. Segnatamente, si tratta della necessità di dare un segnale all’interno di quel territorio agli esercizi, in particolar modo agli esercizi commerciali polifunzionali che – vorrei che fosse sottolineato con forza – rappresentano, in alcune realtà, dei presìdi sociali fondamentali per quelle comunità, per le persone che vivono in quelle comunità, che magari anche dal punto di vista anagrafico hanno un’età non più giovanissima e che trovano in quelle realtà, in quegli esercizi dei punti di riferimento fondamentali che consentono a quelle comunità di continuare a vivere. Questo dobbiamo dirlo con forza e con chiarezza.

Spesso discutiamo in quest’Aula e nelle Commissioni, ci confrontiamo su quali strategie adottare per la montagna per impedire lo spopolamento, per fare in modo che quei territori possano continuare a vivere. Alle volte, più che grandi investimenti (che pure sono importanti, ovviamente), più che grandi strategie, sono necessari piccoli, ma concreti interventi che consentano ad una attività commerciale di rimanere aperta, di continuare a dare servizi e a rappresentare presìdi sociali di riferimento per quelle comunità. È soprattutto attraverso questi piccoli e grandi interventi che una comunità può continuare a vivere e si evitano processi di spopolamento che, invece, troppo spesso conosciamo nelle nostre montagne.

Ovviamente, per ragioni di spazio e anche di merito, non mi soffermo sulla necessità che quei territori hanno di avere infrastrutture, di avere servizi più in generale. Penso anche ai servizi sanitari, ovviamente, alle infrastrutture materiali e immateriali, insomma a quello che più volte in quest’Aula abbiamo considerato, dal nostro punto di vista, un piano straordinario, una politica industriale complessiva per i territori del nostro Appennino.

Nei prossimi giorni – credo che la presidente Rontini l’abbia già convocata – la Commissione Ambiente si riunirà per un’udienza conoscitiva, un’audizione dei vertici di Enel, RFI e Terna per chiedere di nuovo conto a queste realtà delle ragioni per le quali una semplice nevicata ha prodotto i disservizi e le difficoltà che conosciamo. Cito questo aspetto per segnalare la fragilità, la difficoltà di un territorio in cui tante volte anche solo le garanzie minime di servizio sono messe in discussione da eventi addirittura al di sotto della norma. Questo per segnalare la fragilità di un territorio, la cura e l’attenzione con le quali dobbiamo avvicinarci alle possibili soluzioni per dare continuità e prospettiva a quelle comunità.

Pur con tutta l’umiltà del caso e pur sapendo che non è certo questo che risolve tutti i problemi del mondo, penso che questa sia la strada, il contesto nel quale inserire questo provvedimento, che si trova – lo diceva anche il consigliere Torri – insieme ad altri interventi che stiamo provando a mettere in campo. Il consigliere Calvano ricordava il rifinanziamento che abbiamo ottenuto con un emendamento che abbiamo sottoscritto anche noi all’atto dell’approvazione del bilancio di previsione 2017, per rifinanziare la legge n. 41/1997 e avviare una serie di interventi di riqualificazione dei centri storici dei piccoli Comuni. Voglio sottolineare che in quella legge si fa esplicito riferimento al connubio tra destinazione pubblica e valorizzazione e promozione del comparto commerciale. Lo sappiamo e chi vive in montagna lo sa, forse, ancora meglio: un territorio, un Comune, una realtà, un centro dove esistono negozi, dove esistono attività commerciali è un centro che ha la possibilità di sopravvivere. Il centro di un Paese, di un territorio, di una frazione dove, mano a mano, gli esercizi chiudono è destinato, evidentemente, ad essere abbandonato.

Per dare corpo e gambe a queste iniziative è fondamentale la dotazione, le risorse che verranno stanziate a bilancio per finanziare questa legge. Visto che oggi di bilancio ne abbiamo parlato abbastanza, non voglio riaprire un capitolo che sarà oggetto del nostro lavoro nelle prossime settimane, tanto in Commissione quanto in Aula. In ogni caso, non c’è ombra di dubbio che il provvedimento che oggi approviamo, sul quale auspico la più larga convergenza possibile, sarà tanto più utile quanto saremo in grado di dotarlo di risorse concrete per poter andare incontro alle tante esigenze che, per chi gira il territorio quotidianamente, ci vengono manifestate e per andare incontro, come dicevo, ad un comparto che in questi anni ha sofferto la crisi forse più di altri e sul quale troppo poco spesso abbiamo posto attenzione.

Ho richiamato alcune ragioni di carattere generale, per le quali penso sia opportuno impostare una politica industriale complessiva e interventi complessivi per rilanciare e per dare continuità e speranza di vita ai territori di montagna. Il lavoro, le infrastrutture, i servizi pubblici, e non solo. In questo contesto, mi piacerebbe un giorno vedere messi insieme tutti gli interventi e tutte le iniziative legislative che vanno in questa direzione e riuscire a definire un quadro economico per poter dire con esattezza non solo quanto stanziamo, ma quanto quelle risorse che stanziamo generano come ritorno sul territorio.

Prima il consigliere Calvano faceva riferimento alla legge n. 41/1997. Ha citato le diciotto piazze e i 9 milioni per gli interventi. Penso che quello sia un esempio – e concludo – virtuoso sul quale attestare la nostra attività amministrativa e l’attività che dobbiamo svolgere insieme e al fianco delle Amministrazioni comunali. È anche giusto – e concludo – che nel progetto di legge si dia la possibilità concreta ai Comuni di avere un ruolo positivo e attivo all’interno della definizione degli esercizi commerciali che potranno beneficiare di questi finanziamenti, di queste risorse.

Ovviamente, come ho detto, e concludo, sono convinto che tutti i colleghi che hanno sottoscritto questo progetto di legge unitariamente riusciranno ad ottenere il finanziamento e le risorse più alte possibili per dare corpo a un provvedimento che – ripeto – è importante e va nella giusta direzione per dare una risposta, almeno parziale, a un territorio che di risposte ne aspetta tante.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Bene, ha concluso. Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliere Bertani, prego. Ha quindici minuti.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Si tratta di un semplice aggancio a quanto detto dal consigliere Torri e a quanto inizialmente ricordato dal consigliere Bignami. Mi riferisco alle zone franche montane. Su questo punto, secondo me, sarebbe importante una riflessione, soprattutto ora che siamo al tavolo di discussione delle autonomie. Ricordo ai colleghi che nel documento che abbiamo presentato, che penso discuteremo presto in Commissione, uno dei punti che proponiamo di trattare nel tavolo con il Governo, anche perché è un punto che tratta la Regione Lombardia, è proprio quello relativo alla possibilità di avere maggiore autonomia per la Regione per definire zone economiche speciali nel territorio, soprattutto nelle parti di territorio in difficoltà, quindi zone disagiate, zone montane o zone di confine, che in questo caso, per noi, sono rappresentate dal territorio di San Marino. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Presidente...

 

PRESIDENTE (Rainieri): So che l’ho interrotta in una discussione importante con il suo collega piacentino.

 

FOTI: No, ci mancherebbe. Stavamo facendo il toto-collegi.

Ringrazio il collega Molinari per la sua proposta di legge e, con lui, il collega Cardinali, che mi pare sia il primo firmatario. Debbo dire che è una proposta di legge che dà un segnale almeno di attenzione – consentitemi di dirlo – a territori, come quelli montani, che rischiano la desertificazione. Mi auguro che, dopo il testo legislativo, vi siano anche le risorse perché effettivamente questo testo non rimanga soltanto una bella legge, ma diventi una legge in grado di produrre sui territori.

L’unica riserva che mi permetto di fare è la seguente. Vi era stato un impegno, ai tempi della Conferenza sulla montagna, di una nuova legge della montagna. Questa è una legge che non va ad incidere sulla legge della montagna, però mi pare che nel collegato al bilancio, che andremo ad esaminare quando sarà depositato, vi sia una parte dell’articolato che incide sulla legge della montagna. Dico questo per un unico motivo. Sarebbe stato, a quel punto, se vi era questa volontà, molto meglio avere un testo non riassestato, tra l’altro in una sessione di bilancio dove – mi sia consentito dirlo – è difficile poter fare un discorso abbastanza approfondito. In base ai nostri tempi, ai tempi stabiliti per l’esame, le Commissioni si pronunciano lo stesso giorno in cui sono riunite. La Commissione Bilancio ha due sedute, se va bene tre, per esaminare gli emendamenti. Quindi, mi paiono tempi non solo contingentati, ma abbastanza bloccati.

Penso di dover dire che almeno questa parte, forse, sarebbe opportuno, se non vi sono ragioni di finanziamenti europei che si vanno a perdere, espungerla – mi permetto di dirlo oggi prima di ufficializzarla quando sarà il momento – da quel testo per vedere se sia possibile, invece, addivenire ad un testo che innanzitutto e possibilmente non confligga con quello che andiamo ad approvare oggi, perché sarebbe quantomeno sgradevole. In secondo luogo, ritengo che la legge sulla montagna da parte di questa Regione dovrebbe essere un po’ più pregnante di una sessione di bilancio. Laddove, ahimè, ciò che dovrebbero rilevare sono i numeri, purtroppo ciò che rilevano sono i collegati. È una contraddizione in termini. Al di là di come sia stato cambiato il nome alla vecchia legge finanziaria, anche a livello centrale, l’unico cambiamento è il nome: da “legge finanziaria” a “legge di stabilità”. Per il resto, siamo esattamente alla situazione che si diceva sarebbe stata fatalmente superata.

Penso – e vado subito alla conclusione – che in questo articolato si sia comunque cercato di mettere a fuoco almeno le esigenze primarie di alcuni territori. Mi permetto di aggiungere una considerazione. Teniamo presente che una delle esigenze primarie di quei territori, che purtroppo non può essere ricompresa in questo disegno di legge, ma diventa fondamentale, è quella della rete infrastrutturale. Mi pare fin troppo evidente che, ridotte come sono ridotte le Province, non essendovi particolari reti statali, se non in minima parte del territorio, noi rischiamo oggettivamente di avere territori montani che vanno lentamente ad essere irraggiungibili in ragione delle situazioni infrastrutturali che dovrebbero, invece, consentire il collegamento con gli stessi. È una preoccupazione che penso dovrebbe riguardare sia questa Assemblea sia, più vastamente, il Parlamento italiano. Se la vicenda delle Province poteva avere un senso fino all’anno scorso (perché ormai è passato un anno e più; o meglio, sta passando un anno), oggi non ha più senso. Quantomeno, arrivo a dire, se non si vuole far svolgere questa funzione dalle Province, si creino agenzie infraregionali, si creino agenzie di bacino, si creino ambiti ottimali. È veramente una situazione kafkiana quella in cui oggi siamo finiti.

Tra parentesi: se dovessimo riferirci ad alcuni territori proprio della nostra regione, voi avete visto cosa vuol dire l’impossibilità di utilizzare alcuni ponti che ci collegano alla Lombardia. Guardate che di quei ponti, non in termini di importanza di traffico, ma di collegamenti, il territorio montano è pieno. Spesso e volentieri, diciamo la verità, stiamo andando su vecchie strade che non erano nate per questa finalità, oserei dire vecchie mulattiere riadattate e riasfaltate.

Io sono convinto che sia giusto dare la possibilità a chi vuole lì intraprendere, di farlo. Aggiungo però, questo: ricordatevi che un negozio di alimentari sta in piedi se oltre a tutte le deroghe che gli diamo, ha anche qualche cliente. Se noi non favoriamo, quantomeno nei due, tre mesi, estivi per alcune zone, per altre un po’ più vastamente, quelle che sfruttano anche, evidentemente, la stagione invernale, per via degli impianti sciistici, ebbene, se non diamo questa possibilità, io temo fortemente che la nostra montagna pian piano troverà degli elementi di dispersione che sono preoccupanti.

Sotto questo profilo, e concludo, vorrei richiamare la curva demografica. Spesso e volentieri si riferiscono e si presentano dati aggregati; forse sarebbe bene però che ogni tanto i dati fossero anche disaggregati, per rendersi conto di come anche in quelle province, dove il numero dei residenti è aumentato negli ultimi quattro anni, vi sia un andamento del tutto diverso. Il numero dei residenti, cioè, aumenta nei capoluoghi e nei centri più popolosi, ma diminuisce fortissimamente nei Comuni della media e alta montagna.

Aggiungo che il patrimonio edilizio, che è un patrimonio anche di conservazione storica e culturale in quei territori, oggi è sottoposto, anche in ragione della tassazione che sullo stesso insiste, a delle operazioni per cui molti rompono i cosiddetti “coppi”, perché come voi sapete, senza il tetto non è più soggetto l’immobile a tassazione, e iniziamo a vedere anche nei nostri territori molte case o vecchi opifici che, privi di tetto, rappresentano, scusatemi, una ferita per quei territori.

Io quindi voglio dar merito ai presentatori di questo disegno di legge di aver attenzionato un problema che sicuramente c’è, e a cui si dà una prima risposta. Voglio però altrettanto evidenziare che occorre un intervento più complessivo sulla montagna, che ritengo non sia un problema soltanto di questa Regione e di molte altre Regioni italiane, ma soprattutto di un Governo che sia tale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Se non ci sono altri iscritti in discussione generale, chiederei al relatore di maggioranza, consigliere Molinari, se vuole replicare.

Prego, consigliere Molinari.

 

MOLINARI: Mi pare, dalle osservazioni fatte e anche dal dibattito, che emerga una generale condivisione sul pdl. Quando si parla di montagna, di realtà periferiche, ovviamente, come abbiamo detto, emergono tutta una serie di problematiche o male affrontate, o comunque solo sfiorate nel tempo.

Credo che l’obiettivo debba essere quello di cercare di avviare una discussione anche fuori dai contesti elettorali che mai, da una parte all’altra, fanno il bene soprattutto delle realtà più deboli.

Dal punto di vista della discussione, quindi anche di alcuni contributi che sono già stati portati all’evidenza anche dell’Assemblea, dal punto di vista degli emendamenti giunti su questa legge, come abbiamo detto, ben venga la filosofia che non credo vada a ledere particolarmente l’obiettivo della legge, che comunque è anche sostenibile dalle proposte del Movimento 5 Stelle. Abbiamo subemendato l’emendamento giusto per puntualizzare i meccanismi interpretativi per quanto riguarda le situazioni in essere, anche per evitare di tornare ad una discussione aperta sull’interpretazione della stessa.

Abbiamo riportato al discorso dei tre anni il mantenimento delle condizioni, quindi intercettando o correggendo parzialmente il suggerimento dei cinque anni, cogliendone comunque l’obiettivo.

Bene i ragionamenti presentati anche dalla Lega Nord, che di fatto specificano un intendimento di legge che già risultava: indubbiamente premiare i nuovi insediamenti, che in questo senso sposiamo favorevolmente. Abbiamo sottoscritto anche l’ordine del giorno relativo, anche nei bandi, ad un’attenzione particolare per quanto riguarda i giovani e anche per quanto riguarda però il fatto di guardare ai nuovi insediamenti, però dobbiamo riferirci anche alle realtà esistenti.

Abbiamo colto, e quindi voteremo a favore, anche degli emendamenti presentati da Fratelli d’Italia per quanto riguarda la specifica relativamente alle deroghe urbanistiche, laddove non siano presenti altri esercizi del settore merceologico. Per quanto riguarda la possibilità, in parte già nei fatti, però va bene ribadirlo, di unire l’attività di esercizi commerciali, posto quindi anche l’ottenimento della concessione alle attività già presenti sul territorio, che stanno negli anni tornando con qualche difficoltà, però anche con iniziative interessanti ad animare il nostro territorio, quindi attività anche di bed and breakfast, affittacamere, campeggi, sulla montagna e anche nelle aree problematiche, il principio di vietare meno e rendere più possibili iniziative imprenditoriali che in qualche modo, se non in modo disperato, comunque anche in modo coraggioso tentano di invertire la tendenza, credo che debbano essere iniziative da accogliere e da portare avanti, perché non ci preoccupa l’abbondanza ma la scarsità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Consigliere Delmonte, vuole replicare? No.

Ha chiesto la parola l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Volevo fare, a margine della discussione generale di questo progetto di legge, alcune considerazioni di carattere politico, che hanno lo scopo di valorizzare il lavoro che è stato fatto dall’Assemblea legislativa, in particolar modo dai gruppi che hanno proposto questo progetto di legge, che io credo vada a completare una serie di provvedimenti che la Regione Emilia-Romagna, non da oggi, ma da qualche tempo – provvedimenti recentemente rinforzati, poi dirò qualcosa – ha messo in campo per tutelare le piccole imprese del commercio di vicinato, cioè tutti quegli esercizi commerciali al di sotto dei 150 metri di superficie di vendita che rappresentano tante imprese, soprattutto di carattere familiare, che in questi lunghi anni di crisi hanno sicuramente sofferto in misura superiore rispetto ad altre categorie economiche il calo dei consumi.

Io penso che questo provvedimento, che va ad aggiungere un ulteriore tassello alle azioni messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna per sostenere il piccolo commercio, vada nella direzione giusta: quella, cioè, di provare a mettere in campo degli incentivi di natura economica, che possano facilitare l’insediamento o il rafforzamento di esercizi di carattere polifunzionale in alcune parti del territorio regionale, che sono certamente più in sofferenza rispetto ad altri. Mi riferisco naturalmente ai piccoli Comuni della montagna appenninica e non solo della nostra regione. Credo che questo intervento, certamente non da solo perché le politiche in favore del commercio per avere buon esito rispetto alle finalità che si propongono devono essere politiche che prevedono azioni diversificate, possa però rappresentare un segnale non solo politico, ma un segnale concreto, nei confronti di queste piccole comunità della nostra regione dove gli esercizi polifunzionali, cioè esercizi che possono svolgere una funzione diversa e plurima rispetto alla tipica attività commerciale, possano rappresentare non solo un presidio di servizio, ma anche un presidio di carattere sociale, appunto, in questi territori della nostra regione.

Naturalmente, lo ricordava qualche consigliere, sarà importante dotare il provvedimento di adeguate risorse economiche e finanziarie che, come ricordava qualcuno durante il dibattito, non devono andare ovviamente a depauperare la legge n. 41, che è la legge di riferimento del commercio, ma devono integrare le leggi attualmente in vigore, appunto perché la funzione e lo scopo prevalente di questa proposta di legge è quello di aggiungere un ulteriore strumento di sostegno alle piccole attività commerciali di territori svantaggiati.

Ricordo, lo diceva bene il consigliere Calvano, che noi, nel corso del 2017 abbiamo compiuto un ulteriore sforzo rispetto al sostegno dei centri commerciali naturali delle nostre città, piccole, medie e grandi, aggiungendo appunto un finanziamento alla seconda gamba della legge n. 41, che fino allo scorso anno prevedeva unicamente il finanziamento dei progetti di valorizzazione commerciale, prevedendo una dotazione finanziaria per consentire di avviare i primi interventi di riqualificazione strutturale di vie, o assi commerciali dove insiste un certo numero di attività commerciali, dando la possibilità ai Comuni sotto i 20.000 abitanti di fare investimenti importanti di riqualificazione urbana, e quindi di rendere più attrattive le piazze o gli assi commerciali delle città, favorendo l’insediamento di nuove attività, oltre che il rafforzamento di quelle esistenti.

Diciotto progetti sono stati finanziati con una recente delibera della Giunta, a cui si aggiungono i diciotto finanziati con l’altra gamba della legge n. 41, che è quella relativa appunto alla valorizzazione commerciale e ai progetti di marketing.

Ecco quindi che questo provvedimento si inserisce e va a completare un insieme di azioni finalizzate al sostegno del commercio di vicinato. Ovviamente, come dicevo pochi istanti fa, auspico che durante il percorso di approvazione del bilancio vengano individuate le prime risorse necessarie per dare corpo a una legge che dal punto di vista politico credo possa rappresentare un punto di svolta per le politiche di valorizzazione della montagna. Su questo faccio una riflessione e poi concludo, riprendendo anche le cose – che condivido – che diceva il consigliere Foti. Noi stiamo lavorando per la Conferenza programmatica sulla montagna, che dovrebbe svolgersi all’inizio del 2018, dove metteremo in campo tutta una serie di progetti, di azioni che vanno dal turismo, alle infrastrutture, alla banda larga, al welfare. Insomma, un progetto complessivo di politiche dedicate allo sviluppo della montagna, con una dotazione finanziaria di 700 milioni di euro. Raccogliendo l’invito, la sollecitazione che ci faceva il consigliere Foti, credo che sia opportuno che da qui al momento in cui si svolgerà la Conferenza della montagna, presumibilmente nei primissimi mesi del 2018, la Giunta, il presidente e gli assessori competenti avviino un percorso di confronto con tutti i gruppi consiliari, per arrivare a quell’appuntamento, nel febbraio-marzo 2018, avendo condiviso con la totalità delle forze politiche dei gruppi consiliari presenti in Assemblea, uno schema di intervento, un insieme di politiche per la montagna che naturalmente non possono essere solo ricondotte o limitate agli interventi di sostegno al commercio e al turismo, ma abbiano naturalmente un campo di azione molto più ampio, che abbracci diverse competenze e diverse materie. Sappiamo tutti benissimo, infatti, che la nostra montagna, la montagna, in generale, del nostro Paese, può essere sviluppata e valorizzata solo se si mettono in campo un insieme di politiche, da quelle turistiche a quelle ambientali a quelle infrastrutturali, che consentano alla nostra montagna appenninica non solo di essere tutelata e valorizzata, ma di avere anche una traiettoria e un percorso di crescita significativo e importante nei prossimi anni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Corsini.

È così chiusa la fase della discussione generale.

Cominciamo con le votazioni degli articoli e degli eventuali emendamenti.

Nominiamo scrutatori i consiglieri Ravaioli, Iotti e Gibertoni.

Passiamo quindi all’art. 1.

Sull’art. 1 insistono sette emendamenti: l’emendamento 4, a firma del consigliere Delmonte; l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 2, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 3, a firma del consigliere Delmonte; l’emendamento 6, a firma del consigliere Molinari; l’emendamento 7, a firma del consigliere Molinari; l’emendamento 5, a firma del consigliere Bertani.

Apro il dibattito generale sull’articolo e sugli emendamenti. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Delmonte.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 4 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Foti.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Delmonte.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 3 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 6, a firma del consigliere Molinari.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il subemendamento 6 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 7, a firma del consigliere Molinari.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il subemendamento 7 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma del consigliere Bertani, come subemendato.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 5 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’art. 2. Nessun emendamento.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 2 è approvato.

Passiamo all’art. 3.

Apro il dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’art. 4. Nessun emendamento.

Apro il dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’art. 5. Nessun emendamento.

Apro il dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 5 è approvato.

Passiamo all’art. 6. Nessun emendamento.

Apro il dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 6 è approvato.

Passiamo all’art. 7.

Apro il dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 7 è approvato.

Passiamo all’ordine del giorno 5287/1 (oggetto 5711), a firma dei consiglieri Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Molinari e Cardinali.

Apro le dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno e sul progetto di legge. Sono cinque minuti per ogni Gruppo.

Non ci sono dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno e sul provvedimento.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 5287/1 (oggetto 5711), a prima firma del consigliere Delmonte.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 5287/1 (oggetto 5711) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 5287, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

41

Assenti

 

9

Votanti

 

41

Favorevoli

 

41

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 14 (Norme per la disciplina del commercio in sede fissa in attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 10 dicembre 1997, n. 41 (Interventi nel settore del commercio per la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva. Abrogazione della L.R. 7 dicembre 1994, n. 49)».

 

(Applausi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiudiamo la seduta pomeridiana, che riprenderà domattina alle ore 9,30. Buonasera a tutti.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 16,55

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Paola GAZZOLO, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, gli assessori Patrizio BIANCHI, Palma COSTI, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI e i consiglieri Gianni BESSI, Andrea LIVERANI, Raffaella SENSOLI e Ottavia SONCINI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 5287 “Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 14 (Norme per la disciplina del commercio in sede fissa in attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 10 dicembre 1997, n. 41 (Interventi nel settore del commercio per la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva. Abrogazione della l.r. 7 dicembre 1994, n. 49)». A firma dei Consiglieri: Cardinali, Molinari, Poli, Rontini, Taruffi, Torri, Tarasconi, Zappaterra, Serri, Lori, Montalti, Calvano, Caliandro, Zoffoli, Iotti, Ravaioli”

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 41

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Assenti: 9

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 5287 “Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 14 (Norme per la disciplina del commercio in sede fissa in attuazione del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 114) e alla legge regionale 10 dicembre 1997, n. 41 (Interventi nel settore del commercio per la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva. Abrogazione della l.r. 7 dicembre 1994, n. 49)». A firma dei Consiglieri: Cardinali, Molinari, Poli, Rontini, Taruffi, Torri, Tarasconi, Zappaterra, Serri, Lori, Montalti, Calvano, Caliandro, Zoffoli, Iotti, Ravaioli”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«Emendamento all’articolo 1.

All’articolo 9 della legge regionale 5 luglio 1999, n. 14, dopo il comma 1, così come modificato dall’articolo 1 comma 1 del presente progetto di legge, è integrato il seguente comma:

“1bis. Per facilitare la sostenibilità economica degli esercizi commerciali polifunzionali di cui al comma 1 del presente articolo, la conduzione di detta attività potrà essere esercitata anche unitamente alle seguenti attività:

a)      gestione di bed and breakfast, così come normati dall’articolo 13 (Attività saltuaria di alloggio e prima colazione) della legge regionale 28 luglio 2004, n. 16 e s.m.i.;

b)      gestione di unità abitative ammobiliate ad uso turistico, così come normate dell’articolo 11 (Case e appartamenti per vacanze) della legge regionale 28 luglio 2004, n. 16 e s.m.i.;

c)      gestione di locanda, così come normata dal comma 2, dell’articolo 10 (Affittacamere) della legge regionale 28 luglio 2004, n. 16 e s.m.i.;

d)      gestione di rifugi escursionistici, così come normati dal comma 1, lettera o), e dal comma 14, dell’articolo 12 (Strutture ricettive extralberghiere) dell’Allegato 1, previsto dall’articolo 1 del D.lgs. 23 maggio 2011, n. 79;

e)      gestione di campeggi, così come normati dai commi 1 e 2 dell’articolo 6 (Strutture ricettive all’aria aperta) della legge regionale 28 luglio 2004, n. 16 e s.m.i.;

f)       gestione di parchi vacanza, così come normati dal comma 1, lettera d), e dal comma 7 dell’articolo 13 (Strutture ricettive all’aperto), dell’Allegato 1, previsto dall’articolo 1 del D.lgs. 23 maggio 2011, n. 79;»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«Emendamento all’articolo 1.

All’articolo 9 della legge regionale 5 luglio 1999, n. 14, al termine del comma 3, così come modificato dall’articolo 1 comma 1 del presente progetto di legge, sono integrate le seguenti parole “del settore merceologico alimentare”.»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Delmonte:

«All’art. 1 “Sostituzione dell’articolo 9 della legge regionale n. 14 del 1999”, comma 1, paragrafo 4, dopo le parole “favorire l’insediamento” vengono aggiunte le parole “, il mantenimento”.»

(Approvato)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Delmonte:

«All’art. 1 “Sostituzione dell’articolo 9 della legge regionale n. 14 del 1999”, comma 1, paragrafo 1, dopo le parole “nonché nei comuni” viene aggiunta la parola “, municipi”.»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Bertani:

«Dopo il comma 5 dell’articolo 9 della legge regionale n. 14 del 1999 così come modificato dall’articolo 1 del progetto di legge oggetto 5287, sono inseriti i commi seguenti:

“5-bis. Gli esercizi del presente articolo non possono ospitare sale da gioco e le sale scommesse, di cui agli articoli 1, comma 2, e 6, comma 3-ter, della legge regionale 4 luglio 2013, n. 5 “Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate”, nonché gli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).

5-ter. I contributi, le agevolazioni e le esenzioni concessi ai sensi del presente articolo o di altra normativa non possono essere concessi agli esercizi del comma 1 che non rispettino quanto stabilito al comma 5-bis.

5-quater. È disposta la restituzione dei contributi e degli importi corrispondenti alle agevolazioni ed alle esenzioni concessi agli esercizi del comma 1 nei cinque anni precedenti l’insorgere delle condizioni danti luogo all’eventuale mancato rispetto del comma 5-bis.”»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Molinari:

«All’emendamento 5.

Al termine del comma 5-bis è aggiunto il seguente periodo:

“, salvo per gli esercizi già in attività per i quali vale il divieto di installazione di nuovi apparecchi e il divieto di rinnovo dei contratti tra esercente e concessionario alla loro scadenza.”.»

(Approvato)

 

Emendamento 7, a firma del consigliere Molinari:

«All’emendamento 5.

Il comma 5-quater è così sostituito:

“Qualora non siano mantenute per 3 anni le condizioni stabilite al comma 5-bis, i contributi e gli importi corrispondenti alle agevolazioni devono essere restituiti con le modalità e nei limiti del bando che li ha concessi.”»

(Approvato)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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