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181.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 8 MAGGIO 2018

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6474

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le ragioni che hanno portato a collegare la nuova "Direttiva per l’organizzazione e lo svolgimento dei centri estivi nel territorio regionale" con il "Progetto per la conciliazione dei tempi di cura e lavoro: sostegno alle famiglie per la frequenza di centri estivi". A firma dei Consiglieri: Soncini, Boschini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

SONCINI (PD)

GUALMINI, vicepresidente della Giunta

SONCINI (PD)

 

OGGETTO 6475

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il nuovo parametro di calcolo delle quote societarie dell’Agenzia mobilità Romagna basato sulle distanze chilometriche. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

DONINI, assessore

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 6476

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il piano di urbanizzazione previsto nell’area dei Prati di Caprara (BO). A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI (SI)

DONINI, assessore

TARUFFI (SI)

 

OGGETTO 6477

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le modifiche apportate alla disciplina sugli alloggi Erp e in particolare ai limiti della titolarità dei diritti reali sui beni immobili (delibera di Giunta n. 613/2018). A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Daniele (LN)

GUALMINI, vicepresidente della Giunta

MARCHETTI Daniele (LN)

 

OGGETTO 6478

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al lavoro di messa a dimora della fibra per la banda ultra larga da parte di TIM per alcuni Comuni della Romagna e il conseguente blocco dell’Antitrust per cui TIM ha di fatto congelato il piano “Cassiopea” che prevedeva investimenti. A firma del Consigliere: Pruccoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

PRUCCOLI (PD)

DONINI, assessore

PRUCCOLI (PD)

 

OGGETTO 6439

Delibera: «Presa d’atto delle dimissioni da Consigliere regionale del signor Galeazzo Bignami. Proclamazione della elezione a Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Michele Facci.» (147)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 6459

Delibera: «Elezione di un Consigliere regionale a componente dell'Ufficio di Presidenza, Questore dell'Assemblea legislativa.» (148)

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

PRUCCOLI (PD)

FABBRI (LN)

PRESIDENTE (Saliera)

RAINIERI (LN)

 

OGGETTO 6253

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: «Modifiche alla Legge Regionale 28 luglio 2008, n. 16 (Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale).» A firma dei Consiglieri: Montalti, Rontini, Prodi, Calvano, Poli, Zappaterra, Tarasconi, Cardinali, Bagnari, Zoffoli, Molinari, Taruffi, Caliandro, Soncini, Boschini, Ravaioli, Paruolo, Campedelli, Sabattini, Lori, Rossi Nadia, Marchetti Francesca, Serri, Iotti (85)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6253/1/2 oggetti 6482 e 6483 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MONTALTI, relatrice della Commissione

RANCAN, relatore di minoranza

PRESIDENTE (Soncini)

BOSCHINI (PD)

BAGNARI (PD)

PRODI (Gruppo Misto)

TORRI (SI)

TAGLIAFERRI (FdI)

RONTINI (PD)

BERTANI (M5S)

BIANCHI, assessore

MONTALTI (PD)

RANCAN (LN)

TAGLIAFERRI (FdI)

TAGLIAFERRI (FdI)

BERTANI (M5S)

MONTALTI (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 6253

Emendamenti oggetto 6253 - 6482

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 10,08

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centottantunesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 17 aprile 2018 (n. 178);

pomeridiana del   17 aprile 2018 (n. 179);

antimeridiana del 18 aprile 2018 (n. 180);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Saliera): Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, secondo comma del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Alleva, Bargi, Benati e Ravaioli e gli assessori Caselli e Venturi.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 6474

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le ragioni che hanno portato a collegare la nuova “Direttiva per l’organizzazione e lo svolgimento dei centri estivi nel territorio regionale” con il “Progetto per la conciliazione dei tempi di cura e lavoro: sostegno alle famiglie per la frequenza di centri estivi”. A firma dei consiglieri: Soncini, Boschini

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Il primo oggetto 6474, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le ragioni che hanno portato a collegare la nuova “Direttiva per l’organizzazione e lo svolgimento dei centri estivi nel territorio regionale” con il “Progetto per la conciliazione dei tempi di cura e lavoro: sostegno alle famiglie per la frequenza di centri estivi”, a firma dei consiglieri Soncini e Boschini, risponderà la vicepresidente Gualmini.

La parola alla consigliera Soncini per l’illustrazione, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente. Le ragioni dell’interrogazione risiedono prevalentemente nella necessità di fare chiarezza rispetto all’applicazione della direttiva n. 247/2018 che aggiorna e modifica una vecchia direttiva regionale, che sostanzialmente regola l’organizzazione e lo svolgimento dei soggiorni di vacanza socioeducativi in struttura e dei centri estivi. Sono luoghi che rappresentano per i genitori che lavorano una risorsa importante per la gestione dei figli nei mesi estivi e quindi è importante che l’offerta sia variegata e per i bambini rappresentano un’occasione di crescita e di relazione in un luogo che sicuramente deve essere protetto e sicuro. Quello che chiedo è rispetto a questi standard amministrativi che vengono richiesti, anche in tempi stretti, perché la direttiva è della fine di febbraio, sono requisiti che chiedono standard strutturali, organizzativi e funzionali (penso alle dotazioni minime rispetto agli spazi esterni e interni, ai servizi igienici per numero di bambini, al servizio igienico per educatore, penso ai requisiti funzionali per i responsabili di coordinamento, il personale ausiliario, il numero di maggiorenni per il numero di bambini), requisiti peraltro che nel 2020 verranno aggiornati e chiederanno anche competenze specifiche.

La domanda che pongo è se sia prevista in questa direttiva la presentazione di una SCIA e di un progetto organizzativo, mi chiedo se è stato trovato il giusto equilibrio tra una garanzia di qualità per il servizio nei confronti dei bambini, una garanzia di responsabilità per gli adulti che operano nei centri estivi e la sostenibilità di servizi che nella nostra regione sono presenti da decenni, ma sono diversi per tipologia e per soggetti gestori. Ci sono sia soggetti pubblici che soggetti privati. Chiedo se è avvenuto un primo monitoraggio e sarei felice di essere smentita rispetto al fatto che ci sono dei piccoli centri estivi, nei quali sono subentrati problemi rispetto ai requisiti della SCIA per i tempi stretti in cui deve essere presentata e quindi delle attività che vengono messe a rischio rispetto all’estate 2018. A questo proposito, ad esempio a Reggio Emilia per quanto riguarda le attività dei centri estivi oratoriali, considerato in qualche modo strutturati centri estivi, il Comune, insieme alla Diocesi di Reggio Emilia, ha previsto un accordo-quadro al fine di semplificare le procedure di accreditamento e di raggiungere anche l’obiettivo di poter usufruire dei contributi previsti dal progetto conciliazione lavoro per le famiglie, quindi mi chiedo se questo sia un modello che, magari per il prossimo anno, possa essere preso ad esempio. Inoltre, poiché la direttiva n. 247 viene legata al progetto (credo molto utile) di conciliazione per i tempi di vita e lavoro per le famiglie che hanno un basso reddito e desiderano mandare i bambini ai centri estivi, siccome sono state collegate queste direttive e quindi la SCIA diventa un requisito indispensabile per poter accedere ai contributi per le famiglie, mi chiedo se in qualche modo è possibile (probabilmente i tempi non ci sono più) un progressivo aggiornamento e adeguamento rispetto al fatto che le famiglie possano mandare i figli nei centri estivi dove desiderano, dove scelgono loro indipendentemente dall’accreditamento o meno regionale.

Questa interrogazione è volta a ricercare davvero degli strumenti di semplificazione. Sappiamo che il tema della burocrazia è un tema che ci deve stare a cuore. Nella direttiva generale mi ha colpito il fatto che ad esempio si parla di spazi esterni adiacenti diversi da quelli della struttura e quindi siamo sempre a chiederci se “adiacenti” significa “confinanti”, significa “nelle vicinanze”. Credo che sia importante che nella nostra regione non sia difficile fare feste, fare “Notti rosa” e aprire centri estivi, ma si aiuti il più possibile queste attività a fare quello che hanno sempre fatto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Soncini.

La parola alla vicepresidente Gualmini, prego.

 

GUALMINI, vicepresidente della Giunta: Grazie. Io rispondo molto volentieri a questo question time, pur non condividendo lo spirito di queste richieste per una serie di incongruenze che non posso non far notare. La prima è rispetto alle evidenze che vengono messe in luce rispetto al monitoraggio che la Regione sta facendo e che io sto seguendo personalmente: i contributi dati alle famiglie non sono finanziamenti per le attività oratoriali, sono politiche per la conciliazione in tutta Europa fatte con il Fondo sociale europeo (nessun Paese europeo fa politiche per la conciliazione senza Fondo sociale) e ovviamente ci sono requisiti minimali che devono essere rispettati.

Ho parlato più volte, non più tardi di ieri, sia con gli assessori di Reggio, con il vicesindaco di Modena, con la Diocesi di Ravenna, con la Diocesi di Parma proprio ieri con monsignor Solmi, con numerosi sacerdoti di Bologna, anche con sacerdoti di Reggio Emilia, nonché con l’assessore di Reggio Emilia con cui ho seguito personalmente tutto l’iter di questa grande innovazione. Tutte queste persone con cui ho interagito non mi hanno posto problematiche rispetto a questa innovazione della Regione. È evidente che piccoli oratori dovranno in qualche modo, se desiderano – e non è obbligatorio entrare nei contributi alle famiglie – dovranno adeguarsi a quei requisiti che purtroppo il Fondo sociale chiede (non sono io, non me li sono inventata), ma la scelta è liberissima, possono d’altro canto, almeno per quest’anno, non aderire. Trovo abbastanza curioso che la prima volta che si fanno politiche per la famiglia da parte della Regione Emilia-Romagna ci si chieda in verità di prorogare le direttive, quindi in qualche modo di fermare un processo per noi assolutamente importante. Ripeto, non ho trovato né da parte diocesana né da parte dei Comuni il riscontro di quanto viene chiesto nel question time. Il vicesindaco di Modena mi ha posto un problema giustissimo, che nulla ha a che vedere con queste problematiche, sui bambini disabili che stiamo affrontando.

Nello specifico la direttiva n. 247 non può essere prorogata per il semplice fatto che è identica a quella del 1998 (la direttiva approvata dall’Assemblea n. 1061), anzi, semplifica per alcuni versi alcuni requisiti che riguardano l’igiene e la sicurezza, è una direttiva obbligatoria che, se non fosse stata fatta, avrebbe posto la Regione in una condizione di gravissima illegittimità, perché dal 1998 ad oggi, ahinoi, gli standard che nulla hanno a che vedere con i centri estivi, ma su igiene, sicurezza dei bambini, si sono modificate. La Regione non può rischiare di essere messa sotto tutela o di essere criticata perché non aggiorna la propria normativa. Non avrebbe quindi alcun senso prorogare una delibera che già dal ‘98 richiede una DIA (Dichiarazione di inizio attività) a soggetti pubblici e privati che desiderano organizzare attività estive e semplicemente questa direttiva ha cambiato il nome da DIA a SCIA, senza cambiare alcun tipo di indicatore. L’unica novità che già è prorogata al 2020, grazie alla legge nazionale, tra cui la legge Iori sugli educatori, è che dovremo uniformarci, che si voglia o meno, anche alla normativa nazionale. Quindi la n. 247 non può essere prorogata tecnicamente. La n. 247 non riguarda i piccoli oratori e i Comuni non sono obbligati a chiedere ai piccoli oratori la DIA dal ‘98 o la SCIA da oggi. Se i Comuni lo fanno è una loro decisione, ma che la Regione non rende vincolante. La Regione ha solamente detto che il contributo di quest’anno (6 milioni di Fondo sociale europeo) deve andare a gestori che rispettano un minimo di criteri di salute e sicurezza: un educatore ogni venti bambini, maggiorenne, un progetto autodichiarato. Noi non possiamo, come Regione, chiedere standard vessatori durante tutto l’anno agli asili nido, alle associazioni sportive, alle polisportive, alle scuole perché la tutela dei minori è importante e poi d’estate non chiediamo più niente. Purtroppo ci vuole un equilibrio e quindi penso che, pur di non rinunciare a 13 milioni di Fondo sociale europeo che io mi rifiuto di restituire alla Commissione europea quando si parla di famiglie, a fronte anche delle lettere mandate da numerosi Comuni (che Bonaccini ha molto apprezzato), in cui si valorizzava il ruolo della Regione, mi rifiuto di mettere in discussione questo intervento, benché sia disponibile, come ho fatto finora, a confrontarmi con tutti, in particolare anche con gli oratori in cui peraltro ho speso almeno trent’anni della mia vita e si è ancora disponibili ad andare avanti con il monitoraggio.

Mi spiace che lo spirito di questa iniziativa della Regione non sia stato colto nel suo significato più profondo e che vengano riportate notizie che a noi non risultano completamente confermate.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, vicepresidente Gualmini.

La parola alla consigliera Soncini, che ha tre minuti a disposizione.

 

SONCINI: Grazie. Sono stata chiara nel dire che davvero la delibera che riguarda le politiche per la conciliazione di vita e lavoro è una delibera che secondo me è giusta ed è importante, perché per la prima volta ci si occupa di aiutare concretamente la famiglia nella conciliazione tra vita e lavoro nei mesi estivi per la gestione dei figli. Il tema era il collegare questa politica di conciliazione attraverso il Fondo sociale europeo con una direttiva che va a creare degli standard, sui quali oggi la vicepresidente Gualmini ha dato delle risposte anche rispetto al non obbligo a chiedere agli oratori la SCIA (ex DIA).

Certamente io credo che il Comune di Reggio, insieme alla Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, se hanno trovato questo accordo-quadro è anche perché hanno sentito la necessità in qualche modo di semplificare una procedura e quindi hanno attuato quello che prevede la direttiva che conosciamo: che la vigilanza e il controllo dei Comuni deve essere volta, prima che a sanzionare, a trovare delle soluzioni. Proprio qui in questa parola (“soluzioni”) è contenuto il fatto che soluzioni ad esempio a Reggio Emilia sono state trovate e quindi ritengo di dover dimostrare e manifestare una disponibilità, perché io sono ben felice se le questioni in qualche modo si risolvono e prendono la strada migliore, una disponibilità per introdurre degli elementi migliorativi nella modalità di applicazione della direttiva n. 247 sugli standard organizzativi funzionali e strutturali, non sulle politiche di conciliazione sulle quali tutti noi siamo d’accordo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Soncini.

 

OGGETTO 6475

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il nuovo parametro di calcolo delle quote societarie dell’Agenzia mobilità Romagna basato sulle distanze chilometriche. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’oggetto 6475, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il nuovo parametro di calcolo delle quote societarie dell’Agenzia mobilità Romagna basato sulle distanze chilometriche, a firma del consigliere Bertani a cui do subito la parola.

Risponderà l’assessore Donini.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Assessore, la domanda è questa: l’Agenzia per la mobilità romagnola è diventata l’unica agenzia che ha compiti di programmazione e poi di controllo e poi in futuro anche di appalto per quanto riguarda la gestione dei servizi di mobilità e di trasporto pubblico. A marzo l’agenzia ha stabilito dei nuovi parametri di calcolo per quanto riguarda i costi che i Comuni devono sostenere per avere il trasporto pubblico sul loro territorio. In questa assemblea diversi Comuni hanno votato contro quella delibera, in particolare Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna, Verghereto, Borghi, Roncofreddo, Sogliano al Rubicone, Longiano, tutti Comuni piccoli e montani. Questi Comuni, ma anche nell’ambito forlivese succede questo (Predappio, Santa Sofia e Portico), si sono ritrovati degli aumenti veramente importanti, tanto che mi sembra nel comprensorio dell’alta Valle del Savio si parla di 200/250 mila euro di costi in più da sostenere per questi piccoli Comuni, che in questo modo faranno veramente fatica a sostenere il trasporto pubblico sul loro territorio. Adesso i grandi Comuni, quindi Forlì e l’Unione Valle del Savio in qualche modo hanno messo una toppa, perché hanno trovato chi un avanzo di bilancio, chi un contributo di solidarietà e per quest’anno mettono una toppa, ma la situazione è grave; noi chiediamo all’assessore da dove nasce questo problema, perché ci dicono dipende dal nuovo tipo di calcolo che è stato deciso in assemblea dei soci e quindi magari la Regione potrebbe dire che i soci decidono quello che vogliono, altri ci dicono che dipende anche dai tagli che la Regione ha fatto, perché per il 2017 l’amministratore di AMR dice che è stato fatto un taglio di 500 mila euro, quindi anche questo ha inciso sull’aumento. Quindi chiediamo all’assessore da dove nasce questa difficoltà e da cosa può fare la Regione per risolvere questi problemi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Donini. Se può rimanere nei tre minuti, va bene.

 

DONINI, assessore: In riferimento alla richiesta del consigliere si informa che la questione evidenziata riguardante le nuove modalità di ripartizione dei contributi consortili necessari alla copertura dell’affidamento dei servizi di TPL nei diversi bacini romagnoli resta ovviamente nella stretta competenza degli enti stessi. La nota pervenuta dall’agenzia AMR evidenzia alcuni tra i motivi di aggravio del servizio intervenuti nel 2018: maggiori costi per l’appalto principale al gestore del TPL per circa 259 mila euro, maggiori costi per affitti di beni strumentali al TPL per circa 70 mila euro, nel periodo gennaio-febbraio 2017 i soci del bacino di Forlì-Cesena avevano goduto di costi ridotti beneficiando di riserve di patrimonio netto della precedente gestione per un valore di circa 574 mila euro.

Le modalità con le quali sono stati effettuati i conteggi delle diverse quote in capo agli enti partecipanti sono contemplate nello statuto di AMR e in particolare i soci dei tre bacini romagnoli hanno deciso di avvalersi della facoltà prevista dallo statuto all’articolo 9, lettera b), ovvero individuare diverse modalità di ripartizione del contributo per l’affidamento del servizio del proprio bacino territoriale da approvare da parte dell’assemblea dei soci. AMR riferisce che gli interventi e le diverse opinioni hanno portato il coordinamento dei soci ad approvare la proposta del Comune di Cesena pur nella consapevolezza della criticità di soluzione del problema, che prevede la ripartizione dei costi sulla base dei chilometri di TPL di ogni socio con la previsione della facoltà per i Comuni maggiori di calmierare la spesa contributiva dei Comuni più piccoli e con meno disponibilità finanziarie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Bertani, che ha tre minuti.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Assessore, la risposta non mi lascia soddisfatto, perché la sua risposta intende dire: “è questione di AMR, la Regione non può fare nulla”. Io penso invece che dal punto di vista politico la Regione abbia invece una grande responsabilità che è quella di indirizzo. La nostra Regione ha sempre fatto, e sta ancora facendo, una scelta politica che è quella delle aggregazioni di agenzie. Mi viene solo da pensare l’area vasta Romagna per quanto riguarda la sanità, mi viene in mente ATERSIR, dove anche qui abbiamo grossi problemi, nel senso che si sceglie sempre di aggregare per ottimizzare, perché – si dice – ci sono economie di scala. Purtroppo l’esperienza di questi anni ci dice che, assieme alle economie di scala, che probabilmente possono esserci, ci sono diseconomie di scala. Queste diseconomie ricadono soprattutto intanto sui piccoli Comuni e sul tipo di governance. Stessa cosa succede per quanto riguarda la gestione rifiuti, dove è stato voluto accentrare tutto in ATERSIR e quindi le gare dei rifiuti sono partite con anni di distanza e le tariffe per i cittadini sono aumentate, stessa cosa sembra stia succedendo per quanto riguarda la mobilità. Aggreghiamo le agenzie per la mobilità di tre province e ci troviamo a dire: maggiori costi, ma non dovevamo ottimizzare? Maggiori costi dovuti probabilmente all’aggregazione e quindi Comuni più piccoli si trovano a dover subire questi maggiori costi. Poi ci sarà il problema anche probabilmente di governance interna, ma questo non funziona. Quindi anche qui come Regione lei aveva espresso un indirizzo, che poi secondo me giustamente è stato ritirato, che era quello di avere un’unica agenzia della mobilità regionale; per fortuna non l’abbiamo fatto perché, se abbiamo già dei problemi sull’Agenzia di mobilità della Romagna, figuriamoci a livello regionale cosa poteva succedere. Invece il trasporto pubblico locale sui piccoli comuni va garantito e io penso che la Regione possa dare anche su questo degli indirizzi e metterci anche dei soldi, perché il trasporto pubblico non si sostiene solamente sulla bigliettazione, ma mi sembra che noi paghiamo il 68/70 per cento. Noi e lo Stato finanziamo i Comuni. Quindi quando diamo quei soldi possiamo dare anche degli indirizzi su come vanno utilizzati e quindi su come il trasporto pubblico vada garantito anche nei piccoli comuni. Perché se è vero che nelle grandi città abbiamo il problema dell’inquinamento e quindi di spostare dal trasporto privato al trasporto pubblico, anche chi vive in montagna o chi vive in centri più piccoli ha diritto di avere la possibilità di spostarsi su mezzi pubblici. Tanti di questi Comuni spendono questi soldi per garantire il trasporto pubblico ai ragazzini che vanno a scuola e, se non hanno più soldi per garantirlo, devono aumentare le rette sui ragazzini che vanno a scuola. Idem per gli anziani che non hanno propri mezzi. Quindi io penso che la Regione su questo debba fare di più. Idem i Comuni più grandi devono mostrare solidarietà, perché ci sono Comuni, come il Comune di Cesena, che da questa operazione risparmieranno tantissimo e dire facciamo un’operazione una tantum raschiando qualcosa dal bilancio dell’Unione dei comuni è troppo poco.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

 

OGGETTO 6476

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il piano di urbanizzazione previsto nell’area dei Prati di Caprara (BO). A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’oggetto 6476, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il piano di urbanizzazione previsto nell’area dei Prati di Caprara (BO), a firma del consigliere Taruffi, a cui do la parola.

Risponderà l’assessore Donini.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Riassumo velocemente la vicenda che per Bologna e per i cittadini bolognesi è abbastanza nota, però riassumo velocemente. Il 7 marzo 2016 il Consiglio comunale di Bologna ha approvato il Piano operativo comunale e rigenerazione dei patrimoni pubblici quale nuovo strumento urbanistico per governare le trasformazioni delle aree dismesse innescando e sostenendo processi di rigenerazione urbana. Il citato POC ha concluso un percorso iniziato anni prima per la valorizzazione dei patrimoni ex militari e per le aree ferroviarie, finalizzato con la sottoscrizione degli accordi che il Comune ha portato a termine nel 2015 con Agenzia del demanio, Cassa depositi e prestiti e altre realtà e con i soggetti proprietari delle aree. All’interno di tale operazione urbanistica il comparto ex militare Prati di Caprara svolge, se non altro per la sua estensione (parliamo di circa quarantasette ettari) una funzione di primaria importanza per la riqualificazione di aree urbane dismesse, prevedendo la creazione di un nuovo impianto urbano con la realizzazione di residenze (dagli ottocento ai milleduecento alloggi), edifici direzionali e commerciali, una scuola, un parcheggio e un parco di venti ettari. Secondo il PSC di Bologna tale area è individuata fra gli ambiti di sostituzione che, secondo l’articolo 19 – cito testualmente – «sono costituiti dalle parti di territorio, nelle quali la trasformazione intensiva avviene modificando radicalmente l’esistente e sono tutte destinazioni miste, quindi caratterizzate dall’adeguata compresenza di residenze, attività sociali, eccetera». L’ambito è costituito da due parti, in una delle quali la vegetazione spontanea costituisce un nodo della rete ecologica urbana (questo lo vorrei sottolineare). Considerato che la quantità di nuova edificazione all’interno dell’ambito dipende anche dalla realizzazione del progetto denominato “Cittadella della moda”, l’investimento è importante e consentirebbe di finanziare in parte il restyling dello stadio Renato Dall’Ara, circa 20/25 milioni…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Un po’ di silenzio, se no la voce di Taruffi non si sente. Ognuno ha le proprie opinioni, ma a me interessa sentirlo.

 

TARUFFI: No, è che Rainieri è dispiaciuto quando non presiede.

 

PRESIDENTE (Saliera): Forse anche Donini che deve rispondere.

 

TARUFFI: Questo è il punto centrale. Dicevo che dalla realizzazione di questo progetto sono collegati i proventi per la riqualificazione dello stadio Renato Dall’Ara e in quest’area è prevista la realizzazione di un centro commerciale e di negozi di grandi dimensioni.

Ho riassunto velocemente cercando di essere il più puntuale possibile per arrivare alla domanda, cioè visto che abbiamo affrontato la discussione nei mesi scorsi e nell’anno passato molto significativa proprio sul tema della rigenerazione, sul tema della riqualificazione urbana che abbiamo condensato all’interno della nuova legge urbanistica, sulla quale abbiamo espresso punti di vista sostanzialmente differenti, chiedevamo e interpellavamo in questo caso l’assessore per sapere se il progetto che ho qui richiamato, cercando di riassumerlo per sommi capi, sia coerente con gli obiettivi della legge che abbiamo approvato e soprattutto in ordine al contenimento del consumo di suolo e al perseguimento dell’interesse pubblico che in quella legge abbiamo enunciato. Legge che è intervenuta dopo i fatti che qui ho richiamato, ma che, dal nostro punto di vista, non può rimanere indifferente, non ci può lasciare indifferenti rispetto a quell’operazione che, dal nostro punto di vista, presenta più di una perplessità.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola all’assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Se la preoccupazione più di fondo a livello generale del consigliere Taruffi è posta anche sull’efficacia della nuova legge urbanistica che abbiamo approvato a dicembre scorso, fra pochi mesi renderemo pubblici i dati che ci stanno arrivando dai Comuni e si vedrà concretamente che i Comuni stanno rimettendo in discussione parte delle previsioni di espansione da PSC e si stanno concentrando giustamente su interventi di rigenerazione urbana. Ma nel particolare, rispetto al quesito posto, si fa presente che si riferisce la disciplina urbanistica che l’Amministrazione comunale di Bologna ha inteso adottare secondo quanto disposto dalla legge regionale n. 20/2000, in applicazione quindi del principio di responsabilità e unicità dell’Amministrazione competente.

La Città metropolitana di Bologna è intervenuta nel procedimento di approvazione degli strumenti urbanistici verificandone la conformità al Piano territoriale di coordinamento provinciale e agli altri strumenti della pianificazione sovraordinata, sollevando eventuali riserve. La Regione non interviene né nel merito della formazione di queste scelte né nel procedimento di approvazione del Piano urbanistico, salvo alcuni casi particolari: qualora il contenuto del piano comporti scelte strategiche di interesse regionale oppure nel caso in cui il piano contenga proposte comunali di modifica delle previsioni dei piani sovraordinati – solo qui noi possiamo intervenire – né tantomeno in via ordinaria esprimere giudizi di merito sugli atti di competenza degli altri enti. In merito si rileva che il Piano operativo comunale rigenerazione di patrimoni pubblici ha compiuto tutti i passaggi amministrativi e procedurali richiesti per legge; in particolare la Città metropolitana ha espresso delle riserve richieste dalla normativa urbanistica di riferimento con atto del vicesindaco metropolitano e la contestuale valutazione di compatibilità ambientale ai sensi dell’articolo 5, comma 7, della legge regionale n. 20. Il Comune ha controdedotto e ha approvato con delibera del 2016 del Consiglio comunale e il POC è in vigore dal 6 aprile 2016. Tali atti sono accessibili secondo le modalità previste per legge e consultabili anche nei siti internet dei rispettivi enti.

Con riferimento alla coerenza alla legge regionale n. 24 del 21 dicembre 2017, si rileva che questa non può esprimere i suoi effetti su procedimenti precedentemente conclusi e strumenti urbanistici vigenti. In merito invece alla disciplina riguardante l’autorizzazione alla trasformazione del bosco si rimanda al decreto legislativo n. 227/2001 per l’applicazione della definizione normativa di “bosco” ed eventualmente, se ammessi, a quanto previsto per gli interventi di natura compensativa, dato atto che eventuali trasformazioni possono essere autorizzate, acquisiti tutti i pareri e gli atti di assenso comunque denominati previsti dalla normativa vigente in materia di tutela ambientale e conformità urbanistica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

La parola per la replica al consigliere Taruffi, che ha due minuti.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Conoscevamo i limiti della Regione e sappiamo bene che stiamo parlando di un procedimento che ha visto la luce e la propria conclusione prima dell’approvazione della nuova legge urbanistica regionale, tuttavia volevamo sottolineare e ribadiamo l’elemento di perplessità, per usare un eufemismo, rispetto al fatto che a Bologna esiste un’area di quarantasette ettari che viene sacrificata in favore di una riqualificazione urbanistica che ha come oggetto la riqualificazione dello stadio Renato Dall’Ara. Siccome parliamo di oggetti delicati e importanti che hanno conseguenze significative soprattutto da un punto di vista ambientale, è chiaro che, nel momento in cui per mesi abbiamo affrontato questo tema e le istituzioni, la filiera istituzionale si trova di fronte ad una realtà come questa e non riusciamo in alcun modo ad intervenire per cercare di modificare quello che è un percorso, che peraltro sta sollevando e ha sollevato numerose obiezioni, critiche e contestazioni anche da parte di comitati, di realtà importanti della città di Bologna, ecco che a questo punto è chiaro che, dal nostro punto di vista, è utile e necessario sollevare la questione anche in questa sede non già perché pensiamo che l’assessore Donini con la bacchetta magica possa risolvere la situazione, ma perché poniamo un caso evidente di come, nelle varie successioni di leggi che abbiamo approvato inerenti la riqualificazione urbanistica, evidentemente non siamo in grado di prevedere strumenti efficaci per dare la possibilità di realizzare rigenerazioni, ma che non siano a danno del tessuto ambientale, del tessuto di salvaguardia di realtà boschive importanti come quella di cui parliamo. Ed è un elemento sul quale credo dovremo riflettere e sul quale, visto che l’assessore ha detto che a ottobre ci sarà il primo step per l’analisi e la valutazione della nuova legge urbanistica, vigileremo con attenzione e chiederemo con forza di intervenire su elementi che non sono, secondo me, per nulla utili o efficaci ai processi rigenerativi della città.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

C’è una correzione da parte dell’assessore.

 

DONINI: Un anno dall’approvazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

 

OGGETTO 6477

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le modifiche apportate alla disciplina sugli alloggi ERP e in particolare ai limiti della titolarità dei diritti reali sui beni immobili (delibera di Giunta n. 613/2018). A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pompignoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 6477, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le modifiche apportate alla disciplina sugli alloggi ERP e in particolare ai limiti della titolarità dei diritti reali sui beni immobili, a firma dei consiglieri Marchetti Daniele e Pompignoli.

Risponde la vicepresidente della Giunta Gualmini.

La parola al consigliere Marchetti Daniele, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Quello dei possibili ulteriori controlli da effettuare sui cittadini extracomunitari che richiedono un alloggio popolare è uno di quegli argomenti che abbiamo affrontato più volte come gruppo anche durante questa legislatura, infatti ricordo degli emendamenti presentati ormai due anni fa dal consigliere Pompignoli, che ha sottoscritto lo stesso question time che discutiamo oggi, oppure diversi atti ispettivi che ho presentato nel corso dei mesi a mia prima firma. In ultimo c’è anche una risoluzione inserita nell’ordine del giorno, calendarizzata in Terza Commissione che attende di essere discussa da diversi mesi, che chiedeva proprio di introdurre ulteriori criteri di controllo sui cittadini extracomunitari richiedenti alloggi popolari. Devo dire che dopo alcune dichiarazioni lette sui giornali c’eravamo un po’ illusi. Dico un po’ perché non voglio peccare di un eccessivo ottimismo, però devo dire che dai titoli che ho letto, ovvero «Basta assegnazione case popolari a chi possiede una proprietà nei Paesi di origine» e dal testo della delibera leggo tutta un’altra storia: ad esempio un cittadino extracomunitario che possiede il 49,99 per cento di una proprietà nel suo Paese di origine comunque può, anche con le modifiche che verranno introdotte, ottenere una casa popolare. Ma anche sui controlli che le amministrazioni potrebbero effettuare non si dà un’imposizione chiara e certa. Infatti nel testo della delibera (delibera di Giunta n. 613 del 2 maggio 2018) si fa riferimento alla possibilità che si dà ai Comuni di introdurre ulteriori controlli, ma rimane una facoltà della singola Amministrazione comunale andando così a promuovere di fatto un’azione un po’ a macchia di leopardo su tutto il territorio regionale. Noi crediamo che serva una maggiore chiarezza e decisione per introdurre questo criterio, perché, se si crede in un principio, lo si applica, non si approvano delibere con delle mezze misure, dove si dice tutto e niente. Quindi, proprio per questo, chiediamo alla Giunta oggi se c’è l’intenzione, la disponibilità comunque di rivedere questo testo, perché, a nostro avviso, così come è scritto lascia molti margini di interpretazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

La parola alla vicepresidente della Giunta Gualmini, prego.

 

GUALMINI, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Riconosco che il consigliere Marchetti aveva da tempo sollecitato questo tema anche tramite progetti di legge, risoluzioni, quindi non c’è dubbio che questo vada riconosciuto. A dire il vero io stessa da tempo ero assolutamente convinta che ci fosse nelle diverse leggi, nelle diverse norme sui requisiti per entrare nelle case popolari sicuramente un meccanismo di discriminazione nei confronti dei cittadini italiani, perché sino alla recente modifica noi dicevamo che un italiano che aveva ereditato, magari dai nonni, una casa a Palermo non poteva fare domanda per le case popolari da noi in Emilia-Romagna, mentre un cittadino straniero, che magari ha la casa dove torna per l’estate a Tunisi, può fare domanda e questo non è da considerarsi come equo. Per cui penso che in realtà l’atto unico, che non solo semplifica tutte le delibere sull’ERP, abbia fatto un passo in avanti e spero che questo ci venga riconosciuto in termini di equità e di mettere tutti i cittadini sullo stesso piano, tra l’altro non solo distinguendo in maniera ossessiva tra stranieri e italiani ma anche tra le stesse popolazioni straniere. Per cui è più giusto che chi è più povero possa avere in quel caso più diritto rispetto a chi è meno povero. Poi, se avessimo più alloggi popolari, forse sarebbe talvolta meglio. Però il principio che ha guidato la direttiva in primo luogo è obbligatorio; l’impossidenza per italiani e stranieri sui beni immobili è obbligatorio. Non è che adesso i Comuni possono fare di testa loro. È comunque una norma regionale che fissa un principio di equità generale valido per tutti. Questo deve essere molto chiaro. Ma c’è un altro principio che ci ha guidato, che è molto importante: quello della realizzabilità.

Non è che noi possiamo scrivere degli slogan o delle cose altisonanti e poi mettere i Comuni nei pasticci perché non riescono a controllare e quindi non applicano il principio, perché il rischio – e ci arrivano voci anche da altre Regioni – è che, se complichi talmente tanto le regole e le procedure burocratiche per controllare, alla fine cosa fanno i Comuni? Non controllano. Quindi non raggiungiamo minimamente l’obiettivo. Se vogliamo raggiungere un obiettivo che viene messo veramente in atto, troviamo dei meccanismi applicabili. Di qui abbiamo fatto una ricerca sui controlli che usano le diverse Regioni e ci è parso che il metodo utilizzato dalla Regione Friuli fosse abbastanza adeguato anche per i riscontri pratici che abbiamo. Quindi si dice che la dichiarazione ISEE, che ha una parte sui beni immobiliari, e il 730 (la dichiarazione dei redditi), che ovviamente contiene il riferimento alle proprietà anche immobiliari, possono essere due strumenti importanti, perché è chiaro che se un cittadino italiano o straniero dichiara il falso, sarà soggetto a tutte le conseguenze di tipo civile e penale che esistono.

Diciamo poi che i Comuni che volessero applicare ulteriori forme di controllo, nel rispetto dell’autonomia dei Comuni, lo possono fare: non devono necessariamente limitarsi a questo incrocio di dati, che però per noi è sufficiente, per tirare fuori effettivamente le proprietà che i cittadini hanno. Quindi se un Comune vuole mandare un suo funzionario in Siria, all’Ambasciata o al Consolato, a chiedere i certificati, ci va e lo fa. Purché queste cose siano realizzabili. L’Università di Bologna, quando dà le borse di studio agli stranieri, addirittura esclude una serie di Paesi, dove non chiede le certificazioni perché sono in situazioni di guerra o in situazioni in cui non è possibile avere dai Consolati o dalle Ambasciate le certificazioni. Quindi c’è sempre un criterio di ragionevolezza che va tenuto in considerazione. Però le do un elemento di novità: che noi stiamo per arrivare in Giunta, spero quanto prima, con un protocollo che io ho fortemente voluto, perché lei parla giustamente di una regia ispettiva a livello regionale, un protocollo che la Regione Emilia-Romagna sta per firmare dopo grande negoziazione e discussione sul merito con la Guardia di finanza; questo protocollo prevede che la Regione, ANCI e ACER possano segnalare in maniera periodica situazioni ritenute dubbie, possano chiedere costantemente regolari controlli a campione sulla situazione reddituale degli abitanti dell’ERP.

Quindi dall’equilibrio e dalla combinazione tra protocollo con la Guardia di finanza che la Regione fa, firma e si impegna a portare avanti e le dichiarazioni ISEE, più il modello dichiarazione dei redditi, pensiamo che la strada sia decisamente quella da percorrere. Se poi un Comune vuole fare di più, non sarà la Regione a puntargli la pistola alle tempie. Mi sembra che un passo in avanti tuttavia sia stato fatto, è stato fatto anche un passo condiviso, perché ogni tanto possiamo anche evitare di litigare, discutere, rimbrottarci. È stato condiviso da molti Comuni, dalle organizzazioni sindacali, da tanti soggetti che obiettivamente vivevano questa condizione di iniquità: è un passo in avanti che mi permetto di rivendicare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, vicepresidente della Giunta Gualmini.

La parola per la replica al consigliere Marchetti Daniele, che ha tre minuti.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. È una discussione che portiamo avanti ormai da tempo all’interno di quest’Aula e su questo non ci piove, però ribadisco che, se è obbligatorio non possedere un immobile nel Paese di origine per accedere ad un alloggio ERP, credo che sia assolutamente necessario definire meglio questo principio all’interno della delibera che ho citato prima (delibera n. 613 del 2 maggio 2018) per non lasciare margini di interpretazione, perché sarà pur vero che è obbligatorio non avere immobili nel Paese di origine, ma è altrettanto vero che quella parte in cui si dice che è facoltà dei Comuni introdurre e prevedere ulteriori controlli, a nostro avviso lascia alquanto a desiderare. Questo perché creerà soltanto confusione.

Abbiamo la possibilità di scrivere un testo chiaro ed è quello che proporremo con una nostra risoluzione, che a questo punto chiederò di abbinare ad un altro documento che verrà discusso durante questo Consiglio, ovvero quello di applicare il comma 4 dell’articolo 3 del decreto della Presidenza della Repubblica n. 445/2000, che prevede che i richiedenti debbano comunque presentare una certificazione acquisita dallo Stato di origine, che certifichi il fatto che in quel Paese il richiedente non ha comunque proprietà. Questo è un principio su cui noi puntiamo fortemente e la nostra battaglia l’abbiamo sempre incentrata attorno a questo principio di buon senso, perché noi non abbiamo mai nascosto il fatto che abbiamo sempre cercato di favorire l’assegnazione degli alloggi ERP a chi risiede da più tempo sul nostro territorio, ma in questo caso addirittura si dice semplicemente di mettere tutti sullo stesso piano, perché se un cittadino italiano o dell’Unione europea nel momento in cui presenta un’autocertificazione sa benissimo che le istituzioni dello Stato italiano potrebbero controllare se effettivamente quel che viene dichiarato corrisponde al vero, è altrettanto vero che, se un cittadino extracomunitario presenta una autocertificazione, le nostre istituzioni non sempre possono controllare tutto quello che riguarda i beni, le proprietà possedute nei Paesi di origine.

Quindi abbiamo la possibilità di impostare un testo chiaro senza margini di interpretazione ed è quello che vogliamo fare ed è quello che chiederemo oggi con la risoluzione che a questo punto togliamo dalla Terza commissione, chiederemo di abbinare alla risoluzione presentata dai colleghi di Forza Italia, che insiste sullo stesso argomento. Quindi riteniamo che sia assolutamente doveroso chiarire e riformulare la delibera di Giunta che approderà poi in Commissione, e successivamente in Assemblea, per dare chiarezza a questo testo e fare finalmente un po’ di giustizia mettendo tutti i cittadini sullo stesso piano.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

 

OGGETTO 6478

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al lavoro di messa a dimora della fibra per la banda ultra larga da parte di TIM per alcuni comuni della Romagna e il conseguente blocco dell’Antitrust per cui TIM ha di fatto congelato il piano “Cassiopea” che prevedeva investimenti. A firma del Consigliere: Pruccoli

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’oggetto 6478, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al lavoro di messa a dimora della fibra per la banda ultra larga da parte di TIM per alcuni comuni della Romagna e il conseguente blocco dell’Antitrust per cui TIM ha di fatto congelato il piano “Cassiopea” che prevedeva investimenti, a firma del consigliere Pruccoli che ha la parola.

Risponde l’assessore Donini.

Consigliere Pruccoli, prego.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Nel dettaglio credo che sia importante capire a che punto siamo con i lavori di infrastrutturazione della rete di banda larga in particolare in questa zona, un po’ in tutti i comuni della Romagna, ma in particolare faccio riferimento alla zona dell’Alta Valmarecchia che è una zona riconosciuta anche da altri momenti amministrativi di questa Assemblea come zona particolarmente disagiata e svantaggiata, è una zona di montagna e quindi con tutte le problematiche che la montagna porta con sé. Uno degli elementi riconosciuto anche da questa Regione come importante e possibile per combattere lo spopolamento dei territori montani e l’allontanamento delle persone da questi territori è proprio quello della infrastrutturazione in banda larga, perché consente sì alle famiglie di essere collegate, ma in maniera particolare consente alle aziende di avere delle opportunità di scambio anche utilizzando le moderne tecnologie legate per esempio alle videoconferenze.

L’interrogazione nasce da quel polo produttivo, da un polo artigianale che è quello della zona di Secchiano Marecchia in comune di Novafeltria, dove abbiamo una banda che arriva a 0,6 mega, quindi siamo davvero a dei livelli piuttosto antiquati di servizio. Chiaramente le aziende che lavorano lì rischiano di non essere competitive sul mercato anche per un fattore limitante come questo. È oggetto di attenzione da parte nostra, lì il piano Infratel di Open Fiber deve arrivare anche in quella zona, ma c’è stata una anticipazione da parte di Telecom che, in autonomia con il piano “Cassiopea”, ha infrastrutturato quella zona artigianale ma, per un divieto impostole dall’Antitrust, non ha potuto accendere quella rete e quella infrastrutturazione che aveva predisposto. Quindi ci troviamo nella situazione un po’ paradossale per cui ci sarebbe un servizio pronto, ma che non può essere attivato per delle motivazioni reali e concrete da parte dell’Antitrust per quel divieto e, dall’altra parte, invece ancora non ho la certezza sui tempi di infrastrutturazione della zona.

Quindi chiedo all’assessore gentilmente di capire a che punto siamo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pruccoli.

La parola all’assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. La Regione Emilia-Romagna ha approvato in sede di Assemblea legislativa l’agenda digitale della stessa Regione che prevede quattro assi di intervento prioritari: infrastrutture, competenze, dati e servizi e comunità. L’obiettivo per infrastruttura a banda larga al 2020 indicato nella strategia, coerentemente con quello fissato dalla Comunità europea, è di raggiungere il 100 per cento delle unità immobiliari con servizi almeno a 30 mega (tranne le case sparse) e l’85 per cento delle unità immobiliari con servizi di almeno 100 mega. A tale scopo sono stati programmati 75 milioni di euro da FESR e FEASR da parte di questa Amministrazione e individuati e stanziati 180 milioni di euro in fondi FSC da parte del Governo. È stata realizzata da parte di Infratel una gara e identificato il vincitore in Open Fiber della concessione per la realizzazione, gestione e commercializzazione della rete banda ultralarga nelle aree bianche della regione, quelle quindi risultanti a fallimento di mercato secondo le consultazioni pubbliche promosse dal Governo e rivolte agli operatori di telecomunicazioni. Open Fiber ha il compito di realizzare una rete neutrale di proprietà del pubblico, le cui regole di utilizzo da parte degli operatori sono definite dal Governo tramite AGCOM e sono non discriminatorie. I comuni delle cosiddette “aree interne” sono stati indicati nella pianificazione degli interventi come ad elevata priorità.

Nel programma di massima definito dal Ministero, in accordo con la Regione Emilia-Romagna, i comuni a cui lei faceva riferimento sono nei piani di intervento di Open Fiber per l’anno 2018, con completamento lavori entro l’anno e commercializzazione dei servizi al più tardi entro il 2019. L’area artigianale di Secchiano Marecchia è prevedibile sia realizzata nei medesimi tempi dei comuni indicati. Noi sappiamo che le dorsali sono state da parte di Lepida cantierate, non abbiamo ancora i termini di verifica dei punti di accesso da parte di Open Fiber, con il quale nelle prossime settimane faremo una verifica per vedere se i tempi sono rispettati e, se non sono rispettati, quali sono i nuovi tempi che si propone di realizzare.

Per quanto riguarda l’intervento di TIM sul territorio, si ricorda che si tratta di un investimento di un operatore privato che ha scelto in autonomia il proprio piano lavori. La Giunta, tramite Lepida spa, ha notizia che il piano “Cassiopea” di TIM sia stato bloccato da AGCOM, nel momento in cui TIM ha iniziato ad effettuare investimenti nelle aree ove aveva dichiarato, nella consultazione pubblica indetta da Infratel, che non avrebbe fatto, dopo aver partecipato alla gara d’appalto per la selezione del concessionario e averla persa e dopo aver ricevuto vari solleciti dal Governo e da altri operatori di mercato a non effettuare azioni distoniche rispetto a quanto dichiarato.

L’istruttoria di AGCOM iniziata con provvedimento del 28 giugno 2017 termina il 31 ottobre 2018. Durante tale istruttoria tutte le azioni di “Cassiopea” sono state bloccate. In funzione di come finirà tale istruttoria le infrastrutture realizzate e non attivate, che – va ribadito – sono di proprietà di TIM, potrebbero essere riattivate ponendo massima attenzione al loro rapporto con il piano di banda ultralarga e con realizzazioni appaltate al concessionario che avverranno, rispetto alle definizioni originali, di aree bianche non rispetto ai successivi cambiamenti di piani industriali operati dagli operatori di telecomunicazioni, fra cui ovviamente TIM.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

Consigliere Pruccoli, tre minuti, prego.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Sarò molto più rapido, perché ringrazio l’assessore per la risposta fornita che ritengo chiara ed esaustiva e peraltro contenente anche l’auspicio ovvero che ci fosse una certa celerità nell’esecuzione dei lavori e quindi questa vicenda e la possibilità per quell’area produttiva, per quell’area artigianale, che dà una risposta molto importante per quello che riguarda il contenimento dello spopolamento delle aree montane, possa vedere quanto prima la buona conclusione con l’attivazione dei servizi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pruccoli.

 

OGGETTO 6439

Delibera: «Presa d’atto delle dimissioni da Consigliere regionale del signor Galeazzo Bignami. Proclamazione della elezione a Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Michele Facci.» (147)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Ora procediamo con l’ordine del giorno, con la proclamazione della elezione a consigliere regionale, oggetto 6439, «Presa d’atto delle dimissioni da consigliere regionale del signor Galeazzo Bignami. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Michele Facci».

Il consigliere Galeazzo Bignami (con nota prot. n. 26790 del 27 aprile 2018) ha presentato formali dimissioni dall’Assemblea legislativa che leggo: «Con la presente comunico le mie dimissioni da consigliere regionale dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna», firmato Galeazzo Bignami in data 26 aprile 2018.

Nomino scrutatori ai fini della presa d’atto e per l’intera mattinata, i consiglieri Bagnari, Zappaterra e Piccinini.

Prima di procedere, se ci sono interventi o dichiarazioni per non più di cinque minuti, altrimenti invito l’Assemblea a prendere atto delle predette dimissioni con votazione per alzata di mano.

Metto in votazione, per alzata di mano, la presa d’atto delle dimissioni del consigliere Galeazzo Bignami.

 

(Con votazione per alzata di mano, all’unanimità dei presenti, l’Assemblea prende atto delle dimissioni da Consigliere regionale rassegnate dal signor Galeazzo Bignami)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’Assemblea ha preso atto.

È doveroso, ora, procedere alla proclamazione del consigliere subentrante e pertanto richiamo alcune delle disposizioni contenute nell’articolo 14, comma 1, (Surroghe) della legge regionale n. 21/2014 che prescrive «Se in corso di legislatura, per qualunque causa anche sopravvenuta, si rende vacante un seggio dell’Assemblea legislativa, questo è attribuito al candidato che, nella graduatoria delle cifre individuali della medesima lista circoscrizionale cui il seggio era stato assegnato, segue immediatamente l’ultimo eletto».

Do atto che dal verbale dell’Ufficio Centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Bologna relativo all’elezione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna - anno 2014 - risulta primo dei candidati non eletti nella lista di quella circoscrizione avente il contrassegno Forza Italia e per il quale fu eletto il consigliere Galeazzo Bignami, il signor Michele Facci.

Proclamo dunque Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, in sostituzione del dimissionario consigliere Galeazzo Bignami, il signor Michele Facci e lo invito, se è presente a prendere posto tra gli altri consiglieri.

 

(entra il consigliere Michele Facci)

 

PRESIDENTE (Saliera): Rammento che, a termini dell’articolo 17, secondo comma della legge n. 108/68 («Norme per l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale»), cui fa rimando la citata legge regionale elettorale n. 21 del 2014, nessuna elezione può essere convalidata prima di quindici giorni dalla data della proclamazione. I consiglieri regionali divengono titolari dei diritti, dei doveri e delle prerogative inerenti la loro funzione secondo le leggi e lo Statuto regionale (articolo 1 del Regolamento interno).

 

OGGETTO 6459

Delibera: «Elezione di un Consigliere regionale a componente dell'Ufficio di Presidenza, Questore dell'Assemblea legislativa.» (148)

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico che in merito al prossimo oggetto 6459, come avete già avuto modo di prendere atto, è stata presentata richiesta di rinvio a firma del consigliere Pruccoli.

Per poter procedere all’esame del rinvio, come sempre, un intervento a favore e uno contro non oltre tre minuti ciascuno e la votazione del rinvio per alzata di mano.

Consigliere Pruccoli, prego.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. È vero che l’espletamento delle formalità è quanto mai importante all’interno di quest’Aula per quello che riguarda i lavori dell’Assemblea legislativa, però in questo momento abbiamo come primo punto all’ordine del giorno l’approvazione di una legge di peso, rilevante, di forte pregnanza politica e come elemento forte rispetto ai lavori di questa Assemblea nei prossimi mesi e nei prossimi anni che punta a fare chiarezza su una legge, che spesso è stata anche oggetto di discussione rispetto al modo in cui veniva portata in Aula e quindi, visto il protrarsi dei tempi della prima parte, vista anche – come spesso succede – il rischio che nel pomeriggio qualche consigliere debba assentarsi dai lavori, chiederei di fare questo rinvio, tanto si tratta semplicemente di poche ore, per privilegiare e consentire magari anche l’approvazione, visto che comunque le operazioni di voto richiedono un po’ di tempo (il voto, lo scrutinio e la proclamazione), di mettere sulla corsia preferenziale il progetto di legge e di anticipare quello, magari con l’auspicio che si possa provare ad arrivare alla sua approvazione entro la seduta antimeridiana di oggi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pruccoli, per l’intervento a favore.

Intervento contro.

Consigliere Fabbri, anche lei ha tre minuti.

 

FABBRI: Sull’ordine dei lavori, presidente. Volevo solo capire, noi votiamo il nuovo membro dell’UP all’inizio della seduta pomeridiana subito? Adesso capisco che il PD debba riflettere su alcune questioni legate all’Ufficio di Presidenza, però non mi sembra corretto nei confronti della minoranza. Già spostarlo a noi va bene per fare chiarezza su questo tema, però almeno avere la garanzia di quando si vota, perché gli stessi problemi del PD potremmo averli anche noi, quindi chiederei, per coerenza e anche per correttezza nei confronti delle opposizioni, di sapere effettivamente quando si vota.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

Vi posso fare una proposta. Alla ripresa dei lavori abbiamo due interpellanze, le espletiamo e subito dopo le due interpellanze l’oggetto 6459 per l’elezione del Questore. Quindi, riprendendo alle 14,00, fra le 14,00 e le 15,00 direi. Se vi può andare bene. Quindi indipendentemente dal fatto che in mattinata si pervenga o meno alla conclusione di altri oggetti, dopo lo svolgimento delle interpellanze si affronterà comunque l’oggetto 6459.

Noi siamo ancora nell’ambito degli interventi a favore e contro, per cui vedo la richiesta del consigliere Rainieri.

Consigliere Rainieri, prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Sempre su questa questione, sulla logistica. Sappiamo tutti che alle 14,00 purtroppo non partiamo mai, alcuni di noi – come è già stato detto – devono poi andare via, quindi chiedo almeno per una volta che il PD sia responsabile e che alle due oggi siano tutti in aula per iniziare i lavori come devono essere fatti. Dovete mantenere voi il numero legale, ricordatevelo sempre.

Chiedo semplicemente, visto che ci sono problemi da una parte e dall’altra, di fare alle 14,00 che siano le 14,00, le 14,05, non le 15,00, come succede spesso in quest’aula.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

Credo che l’invito sia accolto da tutti, per cui, visto l’intervento a favore e l’intervento contro, procedo alla votazione del rinvio dell’argomento a subito dopo le interpellanze, con ovviamente i consigli del vicepresidente Rainieri.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di rinvio dell’oggetto 6459.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di rinvio dell’oggetto 6459 è accolta.

 

OGGETTO 6253

Progetto di legge d’iniziativa consiglieri recante: «Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 16 (Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale).» A firma dei consiglieri: Montalti, Rontini, Prodi, Calvano, Poli, Zappaterra, Tarasconi, Cardinali, Bagnari, Zoffoli, Molinari, Taruffi, Caliandro, Soncini, Boschini, Ravaioli, Paruolo, Campedelli, Sabattini, Lori, Rossi Nadia, Marchetti Francesca, Serri, Iotti (85)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 6253/1/2 oggetti 6482 e 6483 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con il progetto di legge, oggetto 6253, progetto di legge d’iniziativa consiglieri recante: «Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 16 (Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale)», a firma dei consiglieri: Montalti, Rontini, Prodi, Calvano, Poli, Zappaterra, Tarasconi, Cardinali, Bagnari, Zoffoli, Molinari, Taruffi, Caliandro, Soncini, Boschini, Ravaioli, Paruolo, Campedelli, Sabattini, Lori, Rossi Nadia, Marchetti Francesca e Serri.

Il testo n. 5 è stato licenziato dalla Commissione “Bilancio, Affari generali e istituzionali” nella seduta del 24 aprile 2018.

Il progetto di legge è composto da ventinove articoli.

La relatrice della Commissione, consigliera Lia Montalti, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Matteo Rancan, a sua volta, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Quindi avviamo di procedimento di discussione.

Do la parola immediatamente alla relatrice della Commissione, consigliera Montalti, che ha venti minuti a disposizione.

Prego, consigliera Montalti.

 

MONTALTI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente. Credo sia particolarmente rilevante discutere in Assemblea legislativa oggi, vigilia del 9 maggio, Festa dell’Europa, la proposta di riforma della legge regionale n. 16/2008, di cui sono prima firmataria: un progetto di legge che ha l’obiettivo di rafforzare modalità e strumenti per intervenire come Regione in modo efficace nei processi decisionali che sono alla base della costruzione delle politiche e delle normative europee dando voce, veicolandole, alle istanze che provengono dal territorio regionale.

«L’Europa non potrà farsi in una sola volta né sarà costruita tutti insieme, essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto». Questa è una delle affermazioni contenute nella dichiarazione di Schuman fatta il 9 maggio 1950, che diede impulso al percorso di integrazione europea. Parto da qui per illustrare il nostro progetto di riforma, consapevole che oggi più che mai vi sia un bisogno di rilanciare il progetto europeo restituendogli una dimensione più vicina alle persone e ai territori e che in questo le Regioni possono essere protagoniste rinnovate. Il raggiungimento di questo obiettivo (un’Europa più vicina) passa infatti anche dalla capacità delle Regioni di giocare un ruolo attivo sullo scenario europeo dando un contributo qualificato sia in termini di visione generale e definizione delle priorità sia rispetto alla programmazione e alla realizzazione di iniziative e progetti concreti.

La partecipazione dell’Emilia-Romagna alle politiche europee non nasce oggi, la legge regionale n. 16/2008 ha dato, a partire dall’entrata in vigore, risultati importanti. Dal 2008 infatti la Regione Emilia-Romagna ha sviluppato un proprio modello di partecipazione, che trova il suo momento di sintesi nell’annuale Sessione europea. Dall’entrata in vigore della legge n. 16 si sono svolte nove Sessioni comunitarie, sono state approvate cinquantadue risoluzioni sulla fase ascendente, nove risoluzioni relative alle consultazioni del Comitato delle regioni e della Commissione europea e sono state approvate ben cinque leggi comunitarie.

L’intervento di modifica in discussione si è reso necessario per adeguare la legge n. 16 alle novità normative intervenute negli ultimi anni, a partire dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e la successiva approvazione della legge nazionale n. 234/2012. La riforma rafforza il coordinamento e la collaborazione tra Giunta e Assemblea legislativa, migliora la partecipazione e la trasparenza, rafforza le relazioni interistituzionali e dà attuazione ai principi europei come il legiferare meglio. Il progetto di legge rappresenta perciò un’occasione importante per arricchire l’attuale legge regionale, migliorando ulteriormente i meccanismi di funzionamento e introducendo alcune novità collegate all’esperienza maturata nel corso delle precedenti Sessioni europee. La riforma inoltre riunisce in un’unica norma tutte le disposizioni relative alle relazioni tra Regione e Unione europea; vengono formalizzate infatti le procedure interne sull’adozione dei programmi operativi dei fondi strutturali, vengono esplicitate le procedure di modifica per la disciplina delle attività di servizi, vengono infine definiti gli atti regionali che istituiscono o modificano i regimi di aiuti di Stato.

Si introducono anche strumenti che sono stati sviluppati negli anni sulla base dell’esperienza applicativa della legge n. 16/2008 con la codifica di prassi di lavoro come l’audizione degli stakeholder sul programma della Commissione europea o il rapporto conoscitivo della Giunta regionale. Si vuole inoltre dare impulso agli strumenti di partecipazione ai processi decisionali europei, ricorrendo a strumenti di partecipazione già previsti e sperimentandone di nuovi come le consultazioni on line o l’attivazione della rete regionale europea. Va evidenziata inoltre la novità rappresentata dal Titolo 2-bis relativo alla promozione e al sostegno della cittadinanza europea e della storia dell’integrazione europea.

Tre sono le parole chiave che possono sintetizzare la riforma: informare, partecipare, proporre. L’informazione e l’educazione alla cittadinanza europea sono il primo passo per maturare una consapevolezza in relazione ai temi legati all’Unione europea. La legge introduce da questo punto di vista una grande novità collegata alla possibilità di finanziare progetti di enti locali, scuole e associazioni che riguardano l’educazione alla cittadinanza europea, la storia dell’integrazione europea, la conoscenza e la visita alle istituzioni europee, l’approfondimento dei programmi e delle opportunità. Si concretizza dunque la possibilità di promuovere progetti di sostegno e valorizzazione dell’identità europea dei cittadini emiliano-romagnoli, un aspetto che sino ad oggi non era stato esplicitato in nessuna normativa regionale e che si inserisce anche in un’ideale continuità con gli obiettivi promossi dalla legge regionale sulla memoria del Novecento.

Il secondo aspetto da evidenziare è quello relativo alla partecipazione. La proposta di legge rafforza e codifica quelli che sono gli strumenti di partecipazione già in essere collegati alla Sessione europea. La nuova norma inoltre mette in campo anche nuovi strumenti per allargare la partecipazione a tutta la comunità regionale. L’articolo 3-ter della legge prevede infatti la costruzione della rete europea regionale rivolta agli enti locali, alle associazioni, ai rappresentanti del territorio emiliano-romagnolo per migliorare e rendere più efficace la loro partecipazione alle iniziative e alle consultazioni promosse dall’Assemblea legislativa e dalla Giunta regionale.

Infine il terzo elemento riguarda il proporre. La partecipazione alla fase ascendente e discendente delle politiche e delle normative europee presuppone la capacità di proporre modifiche e integrazioni, riuscendo anche ad anticipare e a valutare gli effetti che le nuove politiche, le nuove norme europee potranno avere a livello regionale.

Il percorso che ha portato a questo progetto di legge è stato lungo proprio per la complessità del tema affrontato e la necessità di coordinarsi con un quadro nazionale ed europeo di normative e di strumenti. Per questo ritengo importante ringraziare tutti coloro che, a diverso titolo, sono stati protagonisti di questo lavoro con disponibilità e anche con grande attenzione e passione. Passione, competenza e impegno che vengono costantemente messi in campo durante tutto l’anno nei diversi passaggi che caratterizzano la Sessione europea. In primis ringrazio la presidente Saliera e l’assessore Bianchi, il direttore Draghetti, Barbara Attili, Anna Voltan nel Servizio legislativo dell’Assemblea legislativa. Poi un ringraziamento a Maurizio Ricciardelli e a tutto il suo staff. Devo anche ringraziare per la disponibilità il presidente della Prima commissione Pompignoli e, per ultimo ma non meno importante, la vicepresidente Soncini per averne per prima avvicinato a questo percorso.

Esauriti i doverosi ringraziamenti – e mi scuso se ho dimenticato qualcuno, non è voluto – vorrei cogliere l’opportunità della discussione in Aula non solo per ribadire l’impegno della nostra Regione come attore attivo delle politiche europee, ma anche per riflettere su quello che può essere il ruolo di una Regione e delle Regioni nel contesto europeo: che senso ha l’impegno di una Regione in un quadro di politiche che si collocano in uno scenario ben più ampio di quello squisitamente territoriale? Un esempio immediato ci viene proprio dal percorso che stiamo affrontando sul versante della discussione in merito al futuro delle politiche di coesione della politica agricola comune. La nostra Regione, insieme a molte altre Regioni europee con cui ha promosso l’alleanza per la coesione, è fortemente contraria a scenari che tolgono risorse ai territori e a settori fondamentali della nostra economia come l’agricoltura, accentrando nelle mani di Bruxelles o solo degli Stati le risorse e anche la programmazione.

La voce dell’Emilia-Romagna può risuonare forte, perché negli anni abbiamo acquisito la capacità di muoverci in rete con altre Regioni facendolo non solo nei momenti difficili, ma come strategia costante nella partecipazione alle diverse politiche, interpretando dunque in maniera positiva l’opportunità che le politiche di coesione e il dialogo diretto di Bruxelles con le Regioni ci hanno messo in mano. Una voce, quella emiliano-romagnola, forte anche della propria capacità di gestire programmazione e risorse in maniera positiva attraverso un corretto utilizzo dei fondi europei che ci ha portato in questa programmazione già ad avere messo a bando l’80 per cento delle risorse disponibili e ad averne concesse più della metà.

Partecipare a questa fase di discussione e confronto con la Commissione europea in merito al futuro delle politiche di coesione significa cercare di salvaguardare quelle che sono risorse fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio e significa soprattutto mobilitarsi per far sì che il principio di sussidiarietà e di governance multilivello non sia solo un valore di riferimento scritto nei trattati, ma che continui a concretizzarsi nelle politiche europee strategiche, dando spazio e competenza ai diversi livelli istituzionali territoriali.

Questo progetto di legge mette nelle mani della nostra Regione molti strumenti di partecipazione e condivisione con il territorio, gli stakeholder e i cittadini e lo fa proprio nello spirito di poter implementare al meglio le politiche europee e territoriali, anche con l’ambizione e la volontà di saper elaborare proposte chiare e attuabili da portare a Bruxelles. Da questo punto di vista credo che dovremmo cogliere sempre di più l’occasione dei percorsi che scaturiscono e che sono correlati con le diverse fasi della Sessione europea per far sì che l’Assemblea legislativa e le sue Commissioni diventino luogo di elaborazione e di proposta facendo un passo oltre, più maturo rispetto ad un’espressione di singoli pareri settoriali e forse, per fare questo, serve anche dotarci di un luogo di confronto che anticipi il lavoro in Commissione, come potrebbe essere per esempio un intergruppo dedicato alla Sessione europea.

Voglio portare anche un altro esempio positivo che ritengo sia da replicare di partecipazione della nostra Regione e dell’Assemblea legislativa alle politiche europee ovvero la nostra legge sull’economia circolare, approvata nel 2015, che ha anticipato alcuni degli obiettivi contenuti nel pacchetto di direttive europee sull’economia circolare a cui proprio la scorsa settimana il Parlamento europeo ha dato il via libera. Alcuni esempi in cui la nostra Regione si è fatta promotrice di una politica innovativa, anticipando gli esiti del confronto in atto sul piano europeo e mettendo in campo strumenti concreti da attuare nei territori, per avviare sin da subito il percorso verso un’economia circolare che possa coniugare sostenibilità ambientale e crescita economica. Due modalità (quella della partecipazione al confronto sulle future politiche di coesione e quella relativa all’economia circolare) che ci dimostrano come non solo sia necessario che la Regione partecipi alle politiche europee, ma che farlo in maniera costante, propositiva e con la capacità di rielaborare le proprie politiche possa diventare fonte di innovazione e di costruzione di opportunità per i cittadini e le imprese emiliano-romagnole. Da questo punto di vista, dunque, assume anche un valore profondo e complementare il Titolo 2-bis del progetto di riforma laddove si parla di promozione della cittadinanza europea, perché come l’istituzione deve essere matura e partecipe per poter davvero portare l’Europa nei territori e portare il proprio territorio in Europa, così è importante far crescere il senso della cittadinanza europea fra i cittadini emiliano-romagnoli, anche per riuscire a tradurre in termini concreti, vicini in opportunità quella è la nostra partecipazione all’Unione europea e ciò che ne consegue.

Concludo con un’ultima riflessione. Una riforma come questa che punta sull’informazione, sulla partecipazione e sull’elaborazione di proposte può rappresentare una risposta concreta per superare l’idea di un’Europa da subire rilanciando un nuovo protagonismo delle istituzioni locali, delle persone e dei territori che è forse l’unica strada che oggi abbiamo per poter colmare la distanza che si è andata creando tra i cittadini e Bruxelles. Sappiamo che il percorso non è semplice, ma l’Emilia-Romagna da sempre si è connotata come una Regione europea, una Regione che è pronta ancora una volta a misurarsi con il desiderio di futuro. Citando il manifesto di Ventotene possiamo dire che la via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

La parola al consigliere Rancan per svolgere la relazione di minoranza.

 

RANCAN, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Occorre fare un paio di valutazioni e riflessioni su questo progetto di legge, progetto di legge di modifica della legge regionale n. 16/2008 che doveva essere un tentativo da parte di questa Regione di andare a normare la prassi, ormai consolidata a livello regionale, delle fasi ascendenti e discendenti riguardo ai rapporti con l’Unione europea. Poteva quindi essere un momento di confronto e di miglioramento di un processo articolato che, a fronte di modifiche importanti per la vita dei cittadini tutti e delle imprese, invece è l’ennesimo progetto presentato dal Partito Democratico senza avere piena conoscenza del sistema di diritto delle fonti che normano l’ordinamento giuridico italiano e le fasi ascendenti e discendenti che integrano le norme quadro nazionali. La presentazione e l’approvazione di questo progetto mostra pienamente una scarsità di contenuti di questa legge e soprattutto di legge quadro nazionale (legge n. 234/2012) e il Trattato di Lisbona, da cui questa ha avuto origine. Prima di avventurarsi nella redazione di un progetto di legge che fonda le sue radici in maniera così complessa, si sarebbe dovuto leggere e comprendere appieno quindi questa legge e il Trattato di Lisbona.

Questa legge (n. 234/2012) è una norma molto articolata, che ha però dei passaggi chiari che potevano essere colti e fatti propri per permettere a questa Regione di essere sempre pienamente informata di ogni modifica che Stato o Regioni approvano e/o respingono. La chiarezza e la volontà di rendere informati i consiglieri e l’Aula dei principali fatti che riguardano l’assorbimento delle direttive europee in Italia e le osservazioni del Governo e delle altre Regioni non saranno mai riportate in questi consessi. Manca la volontà di fare bene e semplificare, anche se l’obiettivo doveva essere quello, e non c’è in questo documento un solo passaggio in cui l’informativa piena e chiara sia il primo punto da sviluppare, anzi. Si riportano gli articoli della n. 234 riducendone, però, la portata informativa partendo dallo stesso articolo 4, dove si mette al centro della legge il concetto del legiferare meglio.

Per legiferare bene, però, quando è necessario, non ci si può esimere dal fornire gli strumenti all’Aula legislativa, i mezzi per poterlo fare. Tali mezzi vengono subito dopo completamente tarpati dall’articolo più critico di questa legge che è l’articolo 6, perché dapprima l’articolo 5 parla di permettere in fase ascendente a più attori di poter partecipare ai lavori, poi però l’articolo 6 va in conflitto con l’articolo 24 e i relativi commi della legge n. 234/2012.

Nell’inciso dell’articolo 6 la Giunta si impegna a riportare all’Assemblea legislativa, ma solo se è la Regione ad essere promotrice di segnalazioni, modifiche o veti. Per esempio vi cito l’articolo 24, comma 3, della n. 234/2012 dove viene riportato testualmente «ai fini della formazione della posizione italiana sui progetti ideati, di cui al comma 1 del presente articolo, le Regioni e le Province autonome nelle materie di loro competenza possono trasmettere osservazioni entro trenta giorni dalla data di recepimento degli atti, di cui all’articolo 6, comma 1, al Presidente del Consiglio dei Ministri o al Ministro per gli affari europei dandone contestualmente comunicazione alle Camere, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e alla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative, delle Regioni e delle Province autonome», mentre l’articolo 6 riporta un concetto molto diverso: «Ai sensi dell’articolo 12 dello Statuto, la Giunta informa l’Assemblea legislativa sulla partecipazione regionale alla formazione e all’attuazione delle politiche e degli atti dell’Unione europea delle materie di competenza regionale con particolare riferimento: alle posizioni assunte a livello europeo, nazionale e in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulle iniziative e proposte legislative dell’Unione europea, sui quali la Regione ha formulato osservazioni», quindi rimangono escluse tutte le altre nelle quali la Regione non ha formulato osservazioni.

Si comprende come la Giunta informerà l’Assemblea solo per le osservazioni poste dalla Regione Emilia-Romagna e non anche quelle delle altre Regioni, che potrebbero portare anche contributi diversi migliorando anche la nostra attività legislativa. Stessa situazione accade alla lettera b), dove viene citato che «al seguito dato alla richiesta della Regione di convocazione della Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, questo viene fatto ai fini del raggiungimento dell’intesa prevista dall’articolo 24 della legge n. 234». Si parla della richiesta della Regione di convocare l’Assemblea, quindi nulla sarà riportato nel caso in cui altre Regioni siano a convocare l’Assemblea e la Conferenza permanente per i rapporti Stato, Regioni e Province autonome.

L’articolo 24, comma 4, della legge n. 234 ha una portata molto più ampia che voglio citare e condividere con voi. «Qualora un progetto di atto normativo dell’Unione europea riguardi una materia attribuita alla competenza legislativa delle Regioni o delle Province autonome e una o più Regioni o Province autonome ne facciano richiesta, il presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro da lui delegato convoca la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano ai fini del raggiungimento dell’intesa di cui all’articolo 3 entro il termine di trenta giorni. Decorso tale termine ovvero nel caso di urgenza motivata sopravvenuta, il Governo può procedere anche in mancanza dell’intesa». Della portata anche di questo comma però l’Assemblea della Regione Emilia-Romagna non verrebbe a conoscenza di nulla, se non fosse la nostra Regione a convocare la Conferenza e nulla sapremmo se il Governo dovesse procedere in mancanza di una intesa fra le Regioni. Quindi vi è una parte che è completamente eliminata da questa legge.

Non ci si può non soffermare sulla questione dell’apposizione di eventuali riserve – mi permetto di segnalare anche questo – illustrate al comma 5 dell’articolo 24 della legge n. 234 (molto importante): «Nei casi in cui al comma 4, qualora lo richieda la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, il Governo appone una riserva di esame in sede di Consiglio dell’Unione europea. In tal caso il presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro per gli affari europei comunica alla Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome di aver apposto una riserva di esame in sede di Consiglio dell’Unione europea. Decorso tale termine di trenta giorni della predetta comunicazione, il Governo può procedere anche in mancanza della pronuncia della predetta Conferenza alle attività dirette alla formazione dei relativi atti dell’Unione europea». Nel vostro comma, che viene citato al progetto di legge farfugliando un po’ la questione, si può leggere al comma c) «al seguito dato dalla richiesta della Regione della Conferenza permanente per i rapporti dello Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano approvazione della riserva di esame prevista dall’articolo 24, comma 5 della n. 234», anche in caso di riserve poste dal Governo quindi nulla trapelerebbe in queste stanze, in quanto si prevede di riportare solo se è la Regione a porne riserva, ma nulla se fossero altre Regioni o il Governo stesso. La norma regionale restringe la legge-quadro n. 234 che paradossalmente nulla di questo ha esposto.

Se non ci fossero iniziative da parte della nostra Regione, noi domani qui in quest’Aula nulla sapremmo e nulla ci verrebbe riportato dalla Giunta, perché questo è quello che è scritto. Anche alla lettera f) dell’articolo 6 non è stato centrato il senso dell’articolo 22 della legge n. 234/2012 che recita «il presidente del Consiglio dei Ministri convoca almeno ogni quattro mesi – questo l’avevamo già segnalato anche in Commissione – o su richiesta delle Regioni e delle Province autonome una Sessione speciale della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome dedicata alla trattazione degli aspetti delle politiche dell’Unione europea di interesse regionale, provinciale al fine di raccordare le linee della politica nazionale relative all’elaborazione degli atti dell’Unione europea con le esigenze rappresentate dalle Regioni e dalle Province autonome nelle materie di competenza di queste ultime. Il Governo informa tempestivamente le Camere sui risultati emersi da tale sessione». Al termine del comma 1 dell’articolo 22, come citato, si impegna a riportare alle Camere i risultati emersi nelle tre sedute minime che vengono convocate. Ma la lettera f) è ben lontana dal riportare in questo progetto di legge l’informativa di questo articolo, in quanto laconicamente riporta «agli esiti nella Sessione europea della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, di cui all’articolo 22 della legge n. 234/2012», anche qui avevamo segnalato che era meglio far sì che ci fosse una cadenza non annuale ma almeno trimestrale o quadrimestrale.

Viene spontaneo chiedersi se la Giunta intenda riportare anche in questo caso solo se è la Regione Emilia-Romagna che richiede al Governo la convocazione permanente, perché alla lettera c) è espressamente riportato che lo farà solo nel caso sia la Regione Emilia-Romagna a chiederne la convocazione. Tutto l’articolo 6 quindi, che è un forte cardine di questa legge, è completamente in antitesi con quanto disposto dalla legge n. 234/2012.

Viene da chiedersi come si pensi di normare e dotare la Regione di uno strumento che sia allineato con le modifiche intercorse dal 2008 ad oggi, se la principale fonte da cui prendono ispirazione in questo testo viene completamente stravolto e disatteso.

Un aspetto meno rilevante, ma che sicuramente evidenzia molto bene come è stata scritta questa legge che, oltre a tagliare il carattere informativo di trasparenza, ha reso il testo ridondante, alla lettera h) si riporta il metodo di numerazione dei provvedimenti adottati dalle Regioni che devono riportare il numero della direttiva europea recepita, ma viene scritto talmente male che bisogna andarsi a leggere l’articolo 40, comma 2, della legge n. 234 che comunque rimane più chiaro della nostra legge. Poi, non essendo stato sufficiente averlo riportato in un articolo, sempre il n. 6 che tratta tutt’altro, è stato quindi rimesso in quell’articolo, perché fino a poc’anzi abbiamo parlato di cosa la Regione e la Giunta devono riportare come informativa e non si comprende perché si passi di palo in frasca parlando di metodo di numerazione. Lo ritroviamo poi anche nell’articolo 12 del PdL al comma 3 anche in questo caso inserendolo random, mentre si definiscono altri concetti.

L’articolo 6 termina con due commi che vanno in antitesi con quanto affermato quindi in precedenza: «la Giunta assicura l’informazione di cui al presente articolo principalmente in occasione della Sessione europea», che è quello che dicevamo prima; l’unica fase principale in cui dare le informative per la Giunta quindi è durante la Sessione europea. Poi cercando di sostenere anche le informazioni saranno tempestive fornendole una volta all’anno, quando le informazioni tempestive in questo caso non lo saranno.

Non finisce qui. La fase del non-senso continua, perché non poteva mancare un modo per spendere e scialacquare nuovamente i soldi dei contribuenti. Una legge che doveva solo aggiornare una legge vecchia di dieci anni e assorbire le normative europee trova il modo di andare ad impegnare il bilancio regionale. Dopo gli articoli che trattano di fondi strutturali europei la notifica per delle discipline dell’attività di servizi (la notifica degli aiuti di Stato) arriviamo agli articoli 22 e 23, che trattano la promozione e il sostegno della cittadinanza europea, dell’integrazione europea e della storia dell’integrazione europea. Come non trovare il modo di raccontare una mono-versione con un po’ di soldi dei contribuenti? Perché un po’ di sana propaganda del Partito Democratico in tema di integrazione riuscita tra gli Stati europei? Peccato che qualcuno si sia dimenticato della BREXIT e di tantissime altre lacune che questa Unione europea ha e sta portando avanti.

A tutti gli effetti le direttive e i regolamenti europei condizionano, obbligano, vincolano la vita di tutti i giorni di tutti i cittadini europei. Quando la CEE (e ora la UE) è stata ideata aveva lo scopo di alleggerire le economie, abbattere i dazi, cercare di rimettere in moto le economie, mettere insieme le forze e i capitali per sviluppare l’Unione europea ma poi, come sempre, la burocrazia ha stravolto lo scopo fondamentale. Situazione che oggi in molti vedono stranamente e vedono sempre di più con le varie direttive, tra cui la Bolkestein, che sono spade di Damocle su tantissime attività. Qual è il modo migliore per raccontarla in modo diverso, se non quella di usare i fondi regionali per convincere i cittadini che tutto vada bene e che l’Unione europea come oggi la viviamo sia cosa buona e giusta? Fortunatamente c’è ancora la democrazia e la libertà di pensiero.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

Apro la discussione generale. Ricordo che sono venti minuti per consigliere.

Consigliere Boschini, prego.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Vorrei allargare un attimo il ragionamento e poi naturalmente tornando al merito della norma che stiamo discutendo sul ruolo delle Regioni all’interno della costruzione dell’edificio europeo, perché in questo senso mi ha stimolato anche l’ultima parte dell’intervento del consigliere Rancan. Non c’è dubbio che nel complesso degli ultimi dieci anni del precedente secolo, diciamo negli anni Novanta e in parte nei primi anni del Duemila, le Regioni abbiano avuto un progressivo e crescente protagonismo all’interno della costruzione europea; uno degli aspetti che raramente sento sottolineare e che invece vorrei davvero mettere al centro del mio intervento è la complementarietà fra il rafforzamento delle Regioni in Europa e la costruzione europea. Detto in altri termini, detta in italiano non si può non essere europeisti, se si è anche convintamente regionalisti e credo che questa contraddizione in quest’Aula chi è appena intervenuto la debba capire e analizzare. La ripeto: non si può essere seriamente regionalisti, se non si è anche europeisti, perché innanzitutto le Regioni non ci sono mica sempre stata dappertutto in Europa, non è che tutti i Paesi europei siano fondati su Costituzioni fondamentalmente regionaliste come è anche la nostra, almeno dall’attuazione del 1970 in poi, come i Lander tedeschi, eccetera; ci sono Costituzioni, come per esempio quella spagnola, che hanno fatto fatica – e lo vediamo anche nella cronaca di questi ultimi mesi – a sviluppare un concetto del regionalismo moderno. Ed è stata l’Europa a generare in molti Paesi europei (prevalentemente centralisti) lo sviluppo di una cultura regionalista.

Ecco perché dico che non si può essere antieuropeisti e filoregionalisti in Europa senza essere in contraddizione. Potremmo fare una serie di esempi molto concreti, ma credo che adesso non sia il caso di entrare così nel dettaglio, ma sostanzialmente è stato il lavoro di Jacques Delors nel 1985 e lo stesso bistrattato trattato di Maastricht nel 1993 a disegnare per primo il ruolo delle Regioni, tant’è vero che è in quel quadro che nasce la Carta delle regioni d’Europa nel 1991 e la spinta che il trattato di Maastricht ha dato per il pieno riconoscimento del ruolo delle Regioni all’interno dei processi europei e, di conseguenza, la necessità che gli Stati europei si organizzassero anche per un serio regionalismo è – credo – un elemento che tutti gli studi che anche in questi giorni, preparando l’intervento, ho guardato non mettono in discussione. Quindi chi si occupa di diritto europeo, chi si occupa di storia della costruzione europea riconosce tranquillamente per esempio che Maastricht, che pure oggi è il principale bersaglio di chi attacca la costruzione europea, in realtà ha fondato il regionalismo europeo. È così vera questa cosa che è dal dopo Maastricht, non prima, che le Regioni sono entrate pesantemente nella costruzione dei bilanci e dei programmi europei.

In particolare questo è avvenuto a partire dal sessennio di programmazione europea 2000-2006, che è stato il primo vero sessennio post Maastricht e che è stato il primo sessennio in cui – e questo è innegabile – le Regioni hanno svolto un ruolo fondamentale nella definizione della programmazione europea e del bilancio europeo. Che negli ultimi tempi, e lo sappiamo perché ce ne ha parlato più volte anche in Commissione l’assessore Bianchi, sia stato adombrato da parte di alcuni Paesi europei a guida sovranista (penso all’Ungheria e ad altri Paesi dell’Europa dell’Est) una minore presenza delle Regioni nella contrazione del bilancio europeo e della programmazione europea è la certificazione esatta di quello che ho detto: che non si può essere contemporaneamente sovranisti, antieuropeisti e regionalisti e quindi sarei davvero curioso che qualcuno della Lega mi spiegasse come fa, perché io, anche con il dibattito a cui ho assistito oggi, non lo capisco. Proprio perché storicamente le Regioni sono state rafforzate dal processo europeo, perché l’Unione europea ha sempre investito sulle Regioni, in particolare dopo Maastricht, ha permesso alle Regioni di ricevere e di gestire finanziamenti – così lo diciamo in italiano concreto che capiscono tutti – che hanno fortemente rafforzato il ruolo delle Regioni all’interno delle loro compagini statali. L’Emilia-Romagna, la Lombardia, il Veneto non avrebbero il potere che hanno in Italia, a Costituzione invariata – il potere reale dico, non quello determinato dalla norma giuridica, quello reale di spesa, di fare politiche, di prendere decisioni, di investire sul loro sviluppo territoriale – se non ci fosse l’Europa. Questo lo dobbiamo dire in maniera chiara, perché, in caso contrario, permettiamo a qualcuno di fare a casa sua il regionalista e, quando va a Bruxelles, l’antieuropeista. Invece le due cose storicamente – è certificato – stanno insieme e, a maggior ragione, dobbiamo oggi combattere i sovranisti se siamo regionalisti, perché i sovranismi ungheresi o simil-ungheresi a cui purtroppo tanti di noi strizzano l’occhio e penso a quello che ha detto la Meloni in campagna elettorale andando in Ungheria a dire che l’Ungheria è il modello per l’Italia: Dio ce ne scampi! La Meloni quando va in Ungheria a dire che il nostro modello è il sovranismo ungherese, deve sapere che sta tagliando le gambe al regionalismo. Dalla Meloni lo posso anche capire, perché so che è sicuramente nazionalista e antiregionalista, ma chi sta con la Meloni all’interno del centrodestra dovrebbe spiegarmi come fa ad essere sovranista e regionalista al tempo stesso, perché le due cose insieme non stanno.

Negli ultimi tempi sappiamo che il processo di Unione europea sta segnando il passo e all’interno di questa difficoltà palese, evidente che riconosce l’Unione europea, c’è anche la difficoltà delle Regioni, proprio in coerenza con quanto ho detto fino adesso. Qui ci sono diverse interpretazioni differenti, diciamo però che tutte ci portano ad una conclusione che è abbastanza strana, ma che diversi autori che scrivono su cose europee sostengono: lungi dall’aver eroso la sovranità delle Regioni o degli enti locali l’Europa l’ha enfatizzata e, nell’enfatizzarla, ha invece eroso parte della sovranità centralista statuale. L’Europa, contrariamente a quanto si dice, ci ha permesso di combattere certi centralismi dei nostri Paesi e quindi, da questo punto di vista, credo chi ha sempre sostenuto che in Italia c’era un problema di riequilibrio del potere tra Roma e la periferia dovrebbe essere europeista.

Chiudo dicendo che questa legge entra in questi problemi e siccome è un po’ troppo tempo che in questo Paese noi facciamo sempre dibattiti di posizionamento elettorale, anche quando le campagne elettorali sono chiuse, ma in realtà in questo Paese le campagne elettorali non finiscono mai e quindi ci nutriamo di slogan, convinti che possiamo su temi così importanti come l’Europa nutrirci di slogan senza fare il danno dei nostri cittadini, io invece penso che sia ora di rimettere i piedi nel piatto e di fare dei dibattiti di merito informati, tecnici su questi temi. Quindi sia il caso per esempio di dire che dobbiamo liberare il campo dalle ideologie, dai posizionamenti di campagna elettorale, quando discutiamo di come la Regione Emilia-Romagna deve e può contribuire alla costruzione del diritto europeo, che è la cosa che stiamo facendo in questo momento in Aula. Pertanto dobbiamo dire con forza che, se vogliamo continuare a credere nel regionalismo della Regione Emilia-Romagna, dobbiamo rafforzare il procedimento e il ruolo che noi possiamo avere nel procedimento normativo europeo. E questa norma, al di là di tutti i dettagli che si possono sollevare, fa sicuramente una cosa fondamentale: rafforza gli strumenti di partecipazione – spero che questo possa essere anche apprezzato per esempio da alcuni dei colleghi, per esempio i colleghi Cinquestelle – e mette sul campo alcuni strumenti di partecipazione rafforzata dei cittadini e degli enti locali al procedimento con cui la Regione contribuisce alla costruzione del diritto europeo. E questo lo fa non per una generica volontà di accrescere la partecipazione, che è comunque cosa positiva, ma lo fa proprio perché è soltanto andando a prendere la forza, il sostegno democratico, laddove si trova (dai cittadini, dagli enti locali, dai territori, dagli attori sociali, economici), che si può dare forza alla voce della Regione Emilia-Romagna in Europa, quando si tratta di scrivere i regolamenti, eccetera. Regolamenti che – lo ricordo sempre – per noi sono preziosissimi, perché anche qui non è che si può attaccare l’Europa e invocare la PAC, attaccare l’Europa e invocare la difesa e la tutela dei prodotti dei nostri agricoltori, perché se noi oggi riusciamo a difendere il Parmigiano Reggiano in Europa è perché l’Europa c’è e, se non riusciamo invece ad attaccare il Parmesan in America, è perché lì non c’è nessun tipo di processo internazionale sufficientemente forte. Questo ce lo dobbiamo dire con chiarezza, anche qui c’è una contraddizione.

Questo tipo di Europa che è un’Europa che a noi interessa, perché è un’Europa che porta risorse, posti di lavoro, politiche di sviluppo è una cosa seria e la discussione va tenuta al riparo dagli ideologismi e va detto che oggi noi con questa legge rafforziamo il contributo che i cittadini emiliano-romagnoli possono dare, attraverso la Regione, a che i loro interessi siano tutelati nella costruzione del diritto europeo, ma soprattutto andiamo a scrivere in una nostra legge, che diventa quasi una legge-quadro, che per la Regione Emilia-Romagna il processo di programmazione europeo è regolato da legge regionale. Poi in Europa succederà quello che succederà, magari Paesi sovranisti, per cui qualcuno di noi fa il tifo, smonteranno il ruolo delle Regioni nella programmazione europea, ma noi scriviamo in questa legge che noi questo ruolo lo vogliamo giocare, checché ne dicano Orbán e i suoi fratelli. Credo che questo sia un altro grande elemento di valore. Poi si possono fare tutte le critiche “in punta di forchetta”, che ho sentito fare al collega Rancan, che questo articolo si poteva scrivere un po’ più così, un po’ più colà; faccio solo un’osservazione: mi ha un po’ stupito sentire questi ragionamenti in Aula, perché io in Commissione non li ho sentiti e in Commissione c’ero. Allora se uno vuole contribuire alla costruzione del diritto europeo, alla costruzione del diritto regionale in maniera positiva, viene in Aula, parla di queste cose e credo avrebbe trovato nella relatrice Montalti la disponibilità se non altro alla discussione, ma penso anche all’ascolto di molte di queste obiezioni. Quindi mi ha un po’ stupito, collega Rancan, sentire queste obiezioni in Aula e mai in Commissione perché, se si vuole costruire insieme il diritto regionale che costruisce insieme il diritto europeo, di cui spero di avere dimostrato con il mio intervento che abbiamo bisogno, lo si fa seriamente, non con gli slogan da campagna elettorale in cui purtroppo, ahimè, temo siamo già di nuovo, ma si fa con il lavoro quotidiano, duro, anche nelle Commissioni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Boschini.

La parola al consigliere Bagnari.

 

BAGNARI: Grazie, presidente. Intanto fa molto piacere vedere un’attenzione verso l’Europa e soprattutto una volontà che l’Europa sia più incisiva, rappresentare il fatto che l’Europa è importante per il nostro Paese, anche da chi di solito tende a delegittimare l’Europa. Credo che questo sia già un fatto positivo e, anche solamente per questo, la discussione innescata da questo progetto di legge merita. Ma è ovvio che la validità di questo progetto di legge non risiede solamente in questo, credo che sia intanto un esempio importante di come si cerca di declinare in concreto quello che la Commissione europea con il proprio programma “Legiferare meglio” ha cercato e sta cercando di stimolare nei nostri Paesi, perché credo che noi dobbiamo sempre ricordare che il lavoro migliore che può fare l’Unione europea non è fatto solo nelle stanze di Bruxelles, dipende anche da quanto noi cerchiamo di incidere come Paese, come Regioni sul lavoro che fa l’Unione europea, che è espressione di tutti quanti i Paesi che la compongono, compreso il nostro, compresi i rappresentanti italiani che sono dentro quelle istituzioni che dovrebbero, invece che cercare di delegittimare quell’istituzione, fare in modo che il proprio lavoro sia il più incisivo possibile e più costruttivo per rendere quello strumento utile per il nostro Paese e per i cittadini che vengono rappresentati in quella sede.

Credo che questo sia un aspetto molto importante che non dovremo mai dimenticare. Quindi la validità e il valore di questo progetto di legge che cerca di migliorare un lavoro che la nostra Regione ha cercato di fare in questi anni, che è proprio quello di partecipare, contribuire a questo miglioramento del lavoro legislativo non facendo della Sessione europea e di quelli che sono i processi di partecipazione al percorso di costruzione delle leggi europee un qualcosa di burocratico, ma facendone qualche cosa di incisivo, di fattivo su dei temi che sono importanti per la vita di tutti quanti noi. Tra l’altro credo sia importante ricordare che, quando ci interroghiamo su quali possono essere i mezzi, quali possono essere gli strumenti per riavvicinare i cittadini credo che ci sia anche il fatto proprio di fare delle leggi che siano chiare, precise, le più semplici possibile, comprensibili da parte dei cittadini, dei territori e delle imprese. Ripeto, questo non è che si fa solamente facendo propaganda contro l’Europa, ma si fa cercando nelle sedi in cui operiamo, contribuendo per il nostro piccolo (o tanto) che sia ad un miglioramento di quel modo di legiferare. Credo che noi con questo progetto di legge, con il lavoro che stiamo facendo sulla Sessione europea cerchiamo proprio di arrivare a questo obiettivo.

Credo anche che questo progetto di legge abbia un valore come modello, che è quello di andare a verificare dove le nostre leggi hanno bisogno della manutenzione e di cercare poi di metterle in atto, quindi non pensando che quello che abbiamo fatto e che le leggi che abbiamo fatto siano date e perfette una volta per tutte, ma che possono essere migliorate in campo tenendo conto di quelle che sono le segnalazioni che ci arrivano tutti quanti i santi giorni.

Tra l’altro io mi ritrovo molto in quello che ha appena detto il collega Boschini: il fatto che non è che noi possiamo cercare l’Europa in maniera intermittente delegittimandola, rappresentandola come il male assoluto, inneggiando per esempio alla BREXIT, dopo di che andandola a cercare perché risolva tutti quanti i problemi dell’universo mondo, in particolare quelli dei nostri territori. Qui bisogna che facciamo un po’ pace con noi stessi, con le cose che pensiamo e che diciamo e le mettiamo un po’ in fila perché credo che, se noi riteniamo che l’Europa sia importante, lo è tutti i giorni, con i difetti che può avere, ma anche con il lavoro che dobbiamo fare per cercare di migliorarla. Da questo punto di vista, io credo che la nostra Regione abbia dato un esempio importante non dico mettendosi a capo, ma comunque cercando di ritagliarsi un ruolo da protagonista in quella che è la “Cohesion alliance”: quella alleanza vasta che ha messo insieme associazioni, rappresentanze degli enti territoriali, eccetera e che cerca di impegnarsi per migliorare le proposte sul bilancio dell’Unione europea che stanno arrivando e che, se hanno delle forti criticità, al di là di una cecità dei burocrati di Bruxelles come si dice spesso (in parte è vero), però sono anche figli proprio di quella scelta dissennata che è stata fatta in Gran Bretagna (la famosa BREXIT). Dovremmo dirlo questo, dovremmo ricordarlo che, se ci sono dei problemi gravi di bilancio, sono figli anche di quella scelta che alcune forze politiche in questo Paese hanno sostenuto, hanno glorificato.

Credo che invece su questo noi un pochino dovremmo cercare di riflettere e credo che il lavoro migliore sia quello, come si sta cercando di fare con questo progetto di legge, di riavvicinare i territori, di coinvolgere gli enti territoriali, fare in modo che ci siano dei momenti di confronto e di coinvolgimento dei cittadini per far sì che l’Europa, anziché diventare uno spauracchio che noi agitiamo quando ci fa comodo per la propaganda elettorale, sia invece uno strumento che cerchiamo di utilizzare al meglio. E da qui anche alcune richieste che vengono fatte, anche con l’ordine del giorno di accompagnamento a questa legge, in cui noi invitiamo – mi verrebbe da dire, anche se non è detto così – ringraziando anche il lavoro che ha fatto la Giunta, che ha fatto il presidente Bonaccini, che hanno fatto gli assessori Bianchi e Caselli, per esempio, su questi temi proprio cercando di dare forza a quello che è il lavoro della “Cohesion alliance”, di cercare di fare in modo che ci sia sempre di più un protagonismo delle Regioni nella costruzione del diritto europeo, nella costruzione delle politiche europee.

Chiudo con un ringraziamento alla collega Montalti, perché credo che il lavoro fatto, anche a dispetto di chi non interviene in quelli che potrebbero essere dei momenti utili a tutti quanti per migliorare il lavoro legislativo, sia stato un lavoro di qualità e sia anche un esempio di protagonismo legislativo dell’Assemblea legislativa che ha questo ruolo che dobbiamo sempre di più cercare di ritagliarci. Per questo la ringrazio e credo che il lavoro che viene messo in campo, di cui discutiamo oggi, sia uno strumento utile, facciamo in modo che lo sia veramente e non cerchiamo solamente di delegittimare gli strumenti che noi possiamo utilizzare a vantaggio dei nostri cittadini.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bagnari.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Prodi, prego.

 

PRODI: Grazie, presidente. Volevo prima di tutto ringraziare la collega Montalti perché il processo di formazione di questa revisione della legge, secondo me, è stato un processo virtuoso, nel senso che ci ha coinvolto in tutte le fasi e ognuno di noi ha avuto modo e tempo per poter costruire questo progetto di legge, quindi secondo me anche il processo è da sottolineare come esemplare rispetto a questo tema.

Per quanto riguarda il progetto di legge stesso, c’era un dovere di adeguare la normativa (la legge n. 16/2008) alla legge statale n. 234/2012 che struttura la relazione con i procedimenti europei. Quindi era indispensabile, improrogabile adeguare a questo processo la nostra norma e definire su carta un percorso, che comunque già viene seguito in Regione, con alcune innovazioni di cui parlerò più avanti, però – e rispondo a Rancan – bisogna pensare che la nostra è una prospettiva regionale e non statale, quindi leggere la n. 234 bisogna leggerla nel capo che riguarda le funzioni regionali. Quindi secondo me sotto questa visuale forse alcuni commenti possono essere tranquillamente ridimensionati.

Dopo di che sulle innovazioni quella che mi interessa di più è l’aspetto legato alla partecipazione, quindi il coinvolgimento territoriale in un processo di informazione e formazione. Anche l’accento rivolto alla formazione delle nuove generazioni, ma anche la prossimità agli enti territoriali che sappiamo che sono sempre più coinvolti nella progettazione e nelle politiche è fondamentale (non dobbiamo dire qua le ricadute della normativa europea sulla vita delle amministrazioni e dei cittadini). Dopo di che il meccanismo molto interessante è quello della consultazione pubblica e qua per me è molto importante, come poi è stato introdotto in un articolo ad hoc, lo strumento con cui si normerà la procedura di consultazione. Secondo me – lo anticipo – deve essere assolutamente simile a quello che la Commissione europea fa a sua volta, quindi bisogna definire dei parametri che assicurino un pubblico sempre più ampio rispetto alle tematiche e, anche in base ai problemi trattati, che sappiano individuare quali sono i target da assicurarsi, dopo di che la trasparenza e la Commissione rende pubblici tutti i commenti che vengono pubblicati sul sito dando ovviamente una finestra temporale. Questo ad esempio in una recente normativa che ci veniva proposta sulla qualità dell’acqua io ho avuto modo di capire, studiare attraverso il dispositivo di consultazione pubblica, che è a disposizione di tutti e non solo serve come studio, ma serve anche come mappatura dell’interesse che il territorio ha rispetto alle norme. Quindi ha diversi strati di interpretazione che, per noi che facciamo politica, è fondamentale: quando diciamo che non siamo legati ai cittadini, questo strumento anche per noi ha un valore notevole rispetto alla comprensione che il territorio ha dei temi trattati.

Un altro tema che mi è molto caro e che ringrazio la collega Montalti di avere raccolto anche nell’ordine del giorno, è la pulizia della legge comunitaria che deve essere, a mio avviso, strettamente attinente ai temi di attuazione della normativa europea. Quindi nell’ordine del giorno viene accentuato questo tema, anche se devo dire che le leggi comunitarie comunque si rifacevano al metodo che è un metodo di gestione e di armonizzazione, quindi sul metodo non c’era nulla da dire, però il fatto che magari alcuni contenuti non fossero di stretta derivazione europea ha sempre comportato, soprattutto per le minoranze, un motivo di non confronto puntuale sulle tematiche. Invece, se ci diamo la disciplina e vediamo di rendere degli strumenti complementari che però siano sempre in funzione dell’armonizzazione da una parte europea, dall’altra nazionale, secondo me riusciamo a fare un lavoro notevole in termini di adeguatezza del nostro lavoro assembleare.

Un altro tema molto interessante che propone questa legge è la relazione di Giunta-Assemblea. Secondo me in questa relazione diciamo che possiamo in questo percorso, che è molto definito, recuperare una buona prassi. Attraverso questa legge, secondo me, possiamo trovare un cammino che deve essere sempre quello di una relazione distaccata, rispettosa, però possibilmente fattuale e concreta.

Per concludere, dico che questa è una legge che definisce le regole in modo asettico, rispetto ai contenuti. Ovviamente regole per chi si riconosce in un assetto europeo, questo è fondamentale. Questa è la condizione necessaria. I contenuti poi verranno affrontati, secondo me, nella Sessione europea vera e propria, dove ci sarà un confronto politico sugli aspetti tematici che poi andranno ad incanalarsi nel corso delle fasi di partecipazione che saranno garantite da questo percorso.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Prodi.

Prego, consigliere Torri.

 

TORRI: Grazie, presidente. Il progetto di legge che stiamo discutendo penso abbia caratteri positivi, che quindi debba essere sostenuto in particolare per due motivi: perché – come è stato richiamato da alcuni colleghi negli interventi precedenti – definisce in maniera più chiara e quindi rende in qualche maniera anche più efficiente il ruolo della Regione nel processo di definizione della legislazione europea nelle fasi che caratterizzano questo processo, ne definisce il ruolo e quindi in maniera affermativa ne definisce anche il peso in un ambito (quello della legislazione europea) in cui le Regioni non sono, non devono e non possono essere secondarie. Allo stesso modo trovo interessante il fatto che si affronti anche il tema della partecipazione in alcuni articoli. Anche questo penso sia un tratto importante, al di là dell’aspetto teorico, anche per i riflessi pratici che può avere in questo contesto. Sono questi i motivi che complessivamente mi fanno ritenere un passaggio positivo il voto su questo progetto di legge. Questo senza mettere da parte una visione e una analisi, anche critica, di quella che è la legislazione europea, di quelli che sono i suoi processi e di quello che è attualmente: il peso dell’Europa su tanti territori.

Sul tema del regionalismo e dello sviluppo di alcune Regioni, grazie alle politiche europee – è stato richiamato dal consigliere Boschini in precedenza – il mio punto di vista è leggermente differente, nel senso che a questo tema credo si associno e storicamente hanno sempre avuto un peso il tema della partecipazione e del ruolo dei territori e dei cittadini nel diritto europeo. Un tema che è sempre stato visto in maniera critica, ha sempre pesato una certa distanza, al di là poi degli effetti economici delle istituzioni europee rispetto ai cittadini. È una distanza che pesa ancora, soprattutto nel momento in cui le istituzioni europee che al momento si muovono maggiormente e pesano di più sono solamente di natura economica, mentre le istituzioni politiche che dovrebbero dare un indirizzo alle istituzioni economiche non lo fanno, se non con un confronto tra Stati, che quindi non può orientare se non per interessi dei singoli Stati. Di conseguenza, si pone il tema della democratizzazione – io credo – delle istituzioni europee, una democratizzazione che parte e passa anche dal basso, motivo per cui questo progetto di legge è importante, motivo per cui è il tratto di una strada molto lunga, che può e deve avere diverse direzioni, perché insieme al tema della democratizzazione delle istituzioni economiche ci sta anche il fatto che queste istituzioni economiche, pur non avendo un indirizzo politico, in realtà un indirizzo politico lo esercitano sugli Stati nel momento in cui (ricordiamo come fu affrontata la questione greca e come furono affrontate le questioni degli Stati dell’Europa meridionale) di fatto si impone una linea politica che è quella dell’austerity, che è quella del pareggio di bilancio e che, di conseguenza, è una linea che toglie la possibilità agli Stati di esercitare certe funzioni di indirizzo.

Io penso che, discutendo questo progetto di legge, si debba anche analizzare criticamente questo aspetto proprio perché lo discutiamo in una dimensione regionale e proprio perché la dimensione regionale, la dimensione territoriale è quella che risulta penalizzata da questo tipo di scelte perché, se da un lato è importante il peso di politiche come sono i fondi strutturali, la politica agricola, è importante anche che poi il peso di queste politiche possa essere equamente distribuito su tutti i territori, nelle periferie e anche negli Stati e nelle regioni di questi Stati che sono meno sviluppate, secondo una logica che deve essere più vicina al territorio, più rispondente ad esigenze politiche e meno rispondente ad esigenze economiche magari delle potenze economiche più influenti. E magari in una visione più sociale e meno liberista di quella che ha prevalso fino ad ora. In quest’ottica c’è un passaggio che penso sia importante, che vorrei isolare qui oggi, di un documento su questo tema che ho letto e che per buona parte condivido, che afferma che l’Europa è per gli europei e le valute sono strumenti per muovere la proprietà diffusa. Le parole chiave di questa frase io penso siano “europei” da una parte e “diffusa” dall’altra nel momento in cui, insieme alla capacità di poter sviluppare i territori, bisogna avere anche la capacità di diffondere questo sviluppo in maniera equa tra centri e periferie, tra chi ha più e chi ha meno. Mentre invece negli ultimi anni abbiamo assistito ad una concentrazione nelle mani di pochi di sempre più risorse, questo anche a causa di una politica economica liberista troppo lineare, che le istituzioni europee hanno applicato. In quest’ottica quel documento parlava di una rinegoziazione dei trattati che è coerente con il fatto anche di affermare il ruolo delle Regioni nella politica europea e anche con un “piano B” che rafforzasse questa rinegoziazione. In quest’ottica diventa importante allora affermare il ruolo delle Regioni, può essere utile votare la legge di oggi e approcciarsi però ai temi che riguardano l’Unione europea in una maniera di analisi critica proprio per affermare il ruolo, come abbiamo fatto anche nelle Sessioni europee precedenti e in diversi documenti il nostro gruppo ed altri, il ruolo delle Assemblee elettive e dei propri rappresentanti in questo processo in maniera da poterlo condizionare in maniera critica e in maniera da prendere iniziative che lo avvicinino ad una visione più sociale e più equa nella distribuzione delle ricchezze.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

Prego, consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Il testo che ci troviamo ad esaminare, a dieci anni di distanza dall’approvazione della legge regionale 28 luglio 2008, n. 16, si propone di rimettere ordine nelle norme che regolano la partecipazione della Regione Emilia-Romagna nella formazione ed attuazione nel diritto dell’Unione e nelle attività di rilievo internazionale della Regione in attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale.

Di originale questo progetto di legge contiene ben poco, principalmente si tratta di adeguamenti meramente linguistici introdotti dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona a fine 2009 e dal recepimento della normativa statale di settore introdotta con la legge 24 dicembre 2012, n. 234. Francamente, leggendo da Sindaco gli atti preparatori predisposti da quest’Aula in occasione della discussione sulla richiesta di maggiore autonomia della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma della Costituzione della Repubblica, mi sarei aspettato qualcosa di più. Sarà che l’invocato potenziamento dei meccanismi di partecipazione alle decisioni dirette alla formazione degli atti legislativi e delle iniziative dell’Unione europea, a seguito dell’acquisizione delle ulteriori competenze a favore della Regione contenuto in quegli atti, faceva presagire la possibilità di rendere più incisiva la posizione della Regione Emilia-Romagna nei negoziati sugli atti e le politiche dell’Unione europea, ma il ricadere nel contesto della legge n. 234/2012 lascia la bocca amara. Evidentemente – e qui mi spingo a fare un po’ di esegesi dell’atteggiamento della maggioranza – la volontà di non attendere ulteriormente per la presentazione di questo progetto di legge sta a significare l’aver compreso di non riuscire ad ottenere nulla di più in sede di trattativa con il Governo su questo fronte, segnale questo che mette in dubbio tutto il castello costruito delle cosiddette “richieste complementari”.

Torno al progetto di legge in oggetto. Ritengo inutile dilungarmi a commentare richiami alla già citata legge n. 234/2012 e voglio far semplicemente notare come questa legge tende inevitabilmente a portare a livello nazionale l’interlocuzione con Bruxelles attraverso il doppio binario del Parlamento e del Governo nazionale. Gli unici spazi concreti per un intervento regionale restano quelli fissati dall’articolo 6 sul controllo del principio di sussidiarietà e sull’articolo 25 per quanto riguarda l’Assemblea e sulla partecipazione alla formazione della posizione nazionale formulata ai sensi dell’articolo 24 per la Giunta. Unico elemento positivo che posso riscontrare è quello di cercare di raggruppare in un’unica legge la materia, riconducendo in questa sede anche la partecipazione della Regione a progetti e programmi promossi dall’Unione europea, per intenderci dai fondi strutturali alla notifica delle discipline di attività di servizi.

Mi permetto di introdurre due emendamenti. Il primo è volto a fissare il principio per il quale la Giunta è tenuta a dare immediata comunicazione all’Assemblea in caso di possibili procedure di infrazione a carico dello Stato per inadempienze imputabili alla Regione, il secondo è teso a sopprimere quel comma dedicato all’unitarietà della posizione regionale a fronte della fase ascendente del diritto comunitario, in quanto non mi pare di cogliere nel testo quegli strumenti normativi atti a ricondurre ad unitarietà la posizione regionale, se non per volontà politica. Mi sembra dunque troppo perentorio quel termine “garanzia” non meglio declinato che un domani potrebbe rischiare di tradursi nel togliere politicamente autonomia di espressione ad uno dei due organi coinvolti.

In merito agli ulteriori aspetti non mi resta che commentare a volo d’uccello i restanti tre aspetti: la partecipazione, la rete europea regionale e la promozione della cittadinanza europea e della storia dell’integrazione europea. La partecipazione deve essere vera, effettiva oppure, se si trasforma in un rituale vuoto nel quale raccontare le proprie tesi si sostituisce all’ascolto, la partecipazione va scemando riducendosi ai ventidue minuti di udienza conoscitiva riservata all’esame di questo progetto di legge. Vedremo come si concretizza il previsto coinvolgimento telematico. L’unico augurio è che possa trovare applicazione più rapida del voto telematico previsto per l’elezione dei Consorzi di bonifica. Per quanto attiene all’istruzione della rete europea regionale spero che questa abbia una sorte migliore delle famose antenne di Europe Direct.

Per concludere, non poteva mancare la vera novità di questa legge costituita dall’inserimento di un Titolo secondo integralmente dedicato alla promozione della conoscenza della cittadinanza europea, con possibilità di foraggiare le solite associazioni d’area.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola alla consigliera Rontini.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Velocemente alcune parole anche da parte mia per esprimere soddisfazione per l’approdo in Aula di questo progetto di legge che punta a rilanciare il progetto europeo, restituendogli più vicinanza alle persone e ai territori, come diceva anche la consigliera relatrice Montalti, che anch’io colgo l’occasione per ringraziare per il lavoro fatto in queste settimane nel suo intervento introduttivo. Soddisfazione per il fatto che, mentre andiamo con lo strumento legislativo a rafforzare il nostro legame con Bruxelles, cogliamo l’occasione per valorizzare l’identità europea degli emiliani e dei romagnoli mettendo al centro di questo Pdl la conoscenza e la diffusione dei diritti e dei doveri che derivano dall’essere cittadini europei e del lungo percorso di integrazione tra i Paesi del vecchio continente.

L’impegno che la nostra Regione oggi si prende è quello di sviluppare il senso di appartenenza all’Europa e di farlo partendo dalle nuove generazioni attraverso iniziative e progetti. Le scuole e il mondo dell’associazionismo saranno i due interlocutori privilegiati per questa mission che andrà ad affrontare affiancare le tante progettualità già in essere nei nostri comuni. Dopo l’approvazione la Regione Emilia-Romagna avrà in mano strumenti per intervenire in modo più efficace nei processi decisionali, che sono alla base della costruzione delle politiche e delle normative europee. Il tutto – permettetemi di ricordarlo anche in questa sede – proprio nell’anno in cui la mia città (Faenza) è impegnata nelle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del premio “Europa”, un riconoscimento che, prima tra quelle non capoluogo, ha ricevuto nel 1968 dal Consiglio d’Europa proprio per il grande impegno volto a sensibilizzare la cittadinanza sugli ideali europei.

Voglio infine dire due parole sull’emendamento che ho depositato, che insiste sul coinvolgimento attivo degli enti locali e delle loro forme associative, nell’implementazione delle politiche di coesione e nella programmazione dei fondi strutturali europei. Un tema che abbiamo ripreso anche nell’ordine del giorno collegato, che chiede l’attivazione di un tavolo di confronto permanente tra Regione ed enti locali per la condivisione delle priorità, degli obiettivi, delle attività e delle azioni che Giunta e Assemblea legislativa intenderanno proporre conferendo alle Unioni di comuni una propria autonomia e dignità rispetto agli altri stakeholder, recependo in questo modo il nuovo approccio dell’agenda urbana che individua nella governance multilivello la modalità di collaborazione interistituzionale più adeguata all’elaborazione delle politiche pubbliche da attuare efficacemente sui territori in cui i Comuni sono chiamati a rispondere direttamente.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Rontini.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Oggi siamo passati dal particolare al generale e viceversa. È vero che riguardo all’Europa e a come i cittadini percepiscono l’Europa, una sempre maggiore mancanza di fiducia dei cittadini nei confronti delle principali istituzioni europee, è cosa certa e acclarata. Nel momento in cui queste istituzioni vedono queste competenze accrescersi, perché prendono tutti i giorni delle decisioni importanti in settori sensibili che toccano il cuore della sovranità democratica, del sistema sociale per quanto riguarda la povertà, per quanto riguarda i temi dell’agricoltura che toccano molto da vicino anche la nostra regione, sembrano avere un grande potere, ma sembrano avere un capitale insufficiente di legittimazione democratica. Quindi la questione della legittimità delle decisioni europee è un problema che diventa sempre più importante e i cittadini su questo sono sempre più critici e anche noi su questo siamo, e siamo stati, molto critici perché questa diffidenza dei cittadini nei confronti dell’Europa è quella che anche noi, come MoVimento 5 Stelle, registriamo e abbiamo registrato. Se da una parte la Comunità europea nasceva dall’intenzione di mettere insieme dopo la guerra degli Stati europei che si erano combattuti e quindi di trovare delle modalità di decidere insieme e di trovare degli strumenti di solidarietà comune. Questa spinta iniziale secondo noi nel tempo si è fermata e si è congelata nella burocratizzazione dell’Europa; nel fatto che gli strumenti democratici in Europa sono rimasti deboli, perché pensiamo ad un Parlamento europeo che non ha potestà legislativa; nel tempo si è arrivati ad una finanziarizzazione dell’Unione perché siamo passati dal termine “comunità” al termine “unità monetaria”. Quindi questo sviluppo nel tempo ha portato e porta sicuramente delle criticità.

Torniamo al particolare. Qual è il ruolo della Regione in questo processo? Sicuramente portare in Europa la voce dei cittadini e la voce critica dei cittadini rispetto a queste difficoltà. L’altro aspetto e l’altra criticità che c’è rispetto a quello che avviene in Europa e a quello che arriva in Regione, nei Comuni e ai cittadini è il fatto che vengono prese delle decisioni che sembrano molto distanti per cui, quando la decisione arriva, sono passati magari due, tre, quattro anni, perché magari c’è anche una inerzia da parte del nostro Governo, e poi si trovano gli effetti immediati e a volte catastrofici (pensiamo alla “Bolkestein”, pensiamo ad alcuni aspetti anche riguardo all’agricoltura) che ricadono direttamente sulla testa dei cittadini. A quel punto abbiamo la catena dei politici che dicono “non è colpa nostra, ce lo chiede l’Europa, è stata l’Europa”. E questo dipende da quel deficit che diciamo democratico o burocratico o troppo finanziarizzato dell’Europa, ma dipende anche dal fatto che fra l’Europa e i cittadini a volte è mancato un cuscinetto, un ingranaggio, qualcosa che comunicasse avanti e indietro le necessità del territorio. La Sessione europea, la legge europea serve a questo. Questa legge risolve il problema? Ha luci ed ombre. Rispetto a prima è una innovazione che doveva essere portata e quindi introduce alcune novità che, secondo noi, sono importanti, ma sicuramente non risolverà questo problema che è grosso e grande che va affrontato su tanti aspetti, uno dei quali è anche la formazione e l’informazione su cosa vuol dire essere cittadini europei.

Quali sono le criticità fino ad oggi sulla Sessione europea e la legge comunitaria che cambia nome anche oggi? Intanto la criticità può essere (ed è stata a volte) che la legge comunitaria ha rischiato di essere un pacchetto “omnibus” in cui la Giunta o anche altri consiglieri hanno infilato oggetti o normative che non rientravano direttamente su quello che è la legge comunitaria, cioè adeguare la normativa regionale alla normativa europea. Spesso il rischio è quello che diventi un pacchetto “omnibus”. Quindi noi nei nostri emendamenti e colgo con piacere anche nell’ordine del giorno presentato dalla consigliera Montalti abbiamo voluto sottolineare che, quando si tratta questo tema, deve essere ben chiaro che già nei documenti preparatori deve essere ben indicato qual è l’intenzione della Giunta, che indichi puntualmente quali sono le parti della nostra normativa regionale che vanno adeguati, di modo che poi non ci troviamo all’ultimo minuto, quando andiamo a discutere la legge, che ci troviamo con degli oggetti forzatamente inseriti. Che non diventi un collegato al bilancio, come si faceva e si è fatto tante volte.

L’altro aspetto importante è quello della partecipazione. La partecipazione effettivamente è scarsa. Se noi pensiamo anche alle udienze conoscitive che vengono fatte sulla Sessione europea è difficile che siano molto partecipate ed è difficile che ricevano contributi sempre puntuali e informati, perché effettivamente – e questo lo dico anch’io come consigliere – come gruppo noi abbiamo cercato sempre di seguire passo-passo i vari documenti che arrivano in Regione, i vari commenti e le varie risoluzioni, effettivamente non sempre tutti gli argomenti sono di immediata comprensione ed è difficile focalizzare l’immediata ricaduta, però l’intento di cercare di aumentare la partecipazione e l’informazione secondo me è importante, tanto che ad esempio noi abbiamo insistito molto sull’introduzione anche di sistemi informatici di consultazione e di informazione dei cittadini. Sicuramente non parliamo di “e-voting” perché ci andiamo ad infilare in un ginepraio, se andiamo a pensare per quanto riguarda ad esempio i Consorzi di bonifica, sui quali anche noi restiamo esterrefatti, perché sarebbe di una semplicità far partire quegli strumenti, ma probabilmente è questione di volontà, ma ritorniamo a noi. L’altro aspetto è quello poi di far sentire la voce della Regione in Europa. Anche qui il dubbio molte volte è stato quello di scontrarci, magari in Commissione, su alcune virgole, su alcuni commi, su alcune sfumature della risoluzione o del commento che la Regione fa, perché poi questa arrivi al Governo e poi in Europa e il dubbio che ci siamo posti come consiglieri, anche di maggioranza, è “ma la nostra voce poi arriva?”. Il problema è se questi strumenti servono a far arrivare la nostra voce. Ovviamente non sarà uno strumento perfetto, ma è un ulteriore passo. Sicuramente la voce delle Regioni deve arrivare in Europa e con questo cerchiamo di fare un passo avanti, anche se ovviamente lo strumento ancora non è perfetto. È un ingranaggio, è un meccanismo che va migliorato e sicuramente va spezzata quella forzatura burocratica che inchioda l’Europa e quindi blocca questi ingranaggi. Questa modalità va rinnovata e sicuramente il deficit di democrazia all’interno dell’Europa va modificato e questa deve essere – io penso – una richiesta che deve venire da tutta l’Assemblea.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Non ci sono altre richieste in discussione generale, se non ci sono le repliche dei relatori – e non ho iscritti – do la parola per le conclusioni della Giunta all’assessore Bianchi.

Prego, assessore Bianchi.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Esprimo il parere della Giunta su questa importante rivisitazione della nostra legge n. 16 a dieci anni dalla prima che – come è stato ricordato – è stato nel 2008. Io credo che la chiave di lettura sia quello che a diverse voci, sia dalla maggioranza che dalle minoranze, è stato riportato: questa idea di dare un senso di un’Europa che sia innanzitutto più vicina ai cittadini, più umana. Fatemi usare questa parola. Questa idea di un’Europa della burocrazia e della finanza non ci soddisfa, non ci può soddisfare in questo momento in particolare che, dopo tanta ideologia sull’iperliberismo, abbiamo dimostrato che questo sta dando segni di aumento di quella disuguaglianza che noi vogliamo e consideriamo la prima nemica della democrazia. Rispetto a tutto questo io credo che questo intervento di oggi sia importante proprio alla luce di quello che è stato detto: riportarla più vicino ai cittadini, dare più possibilità ai cittadini di essere informati, dare loro la possibilità di essere in un dialogo continuo anche con i propri rappresentanti a tutti i livelli, perché c’è un problema anche di dialogo continuo con i rappresentanti a tutti i livelli. Quindi quando si parla di gap democratico, Bertani (tema che è della storia dell’Europa), questo tema si risolva proprio avvicinando di più i rappresentanti delle istituzioni e dei cittadini a tutti i livelli. Per questo mi pare che questa norma che viene proposta, non di ridisegno completo della n. 16, ma di suo adeguamento sia straordinariamente importante, per questo la Giunta lo saluta in termini positivi. Proprio per renderla operativa abbiamo introdotto un emendamento tecnico che, ripristinando l’articolo 23 preesistente, ci permetta di utilizzare fin da subito i residui di bilancio, in modo da rendere più operativa e immediatamente più fruibile proprio questa impostazione che è stata data.

Colgo questa occasione per fare una riflessione che però vorrei sviluppare, se mi è data possibilità in Commissione, sulla fase in cui stiamo oggi operando. È uscito il quadro di riferimento per il bilancio 2021/27, quindi tale da non incidere sulla situazione attuale e in particolare su quello che abbiamo detto di tutto il nostro impianto di operatività di questa legislatura, che mette in evidenza un aumento dei fondi complessivi passando dall’1 all’1,13 per cento, ma che sostanzialmente interviene su alcune poste specifiche, in particolare su quelle delle politiche agricole. Ieri ho avuto la possibilità di parlare direttamente con il commissario Hogan e abbiamo messo in evidenza che per noi quello che è di grande interesse è specificatamente il tema del ruolo delle Regioni, cosa che abbiamo precisato in tutti i momenti anche a livello internazionale. Quindi ringrazio tutti, ringrazio per l’attenzione e quindi credo che possiamo procedere alle fasi successive.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Bianchi.

Vi ricordo che su tale oggetto insistono sei proposte di emendamento: una a firma della consigliera Montalti e della consigliera Rontini, due a firma del consigliere Tagliaferri, due a firma dei consiglieri Bertani e Piccinini, una a firma dell’assessore Bianchi. Ricordo anche che sono stati presentati due ordini del giorno, il primo che insiste sull’oggetto 6253 a firma dei consiglieri Montalti, Prodi, Rontini, Soncini, Zappaterra, Boschini, Caliandro, Iotti, Zoffoli, Mori, Campedelli, Rossi, Bagnari, Pruccoli, Tarasconi, Sabattini, Bessi, Paruolo, Calvano. Su tale oggetto insiste una proposta di emendamento, a firma del consigliere Bertani. E il secondo ordine del giorno, sempre sull’oggetto 6253, è a firma del consigliere Bertani.

A questo punto dichiaro aperta la discussione congiunta su articoli ed emendamenti. Guardo intanto se ci sono gli scrutatori: i consiglieri Bagnari e Zappaterra. La consigliera Piccinini è sostituita dal consigliere Bertani.

Do la parola alla consigliera Montalti per la discussione congiunta sull’articolo 1.

Prego, consigliera Montalti.

 

MONTALTI: Volevo fare un intervento sull’ordine del giorno correlato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Può parlare nel corso dell’esame dell’articolato.

 

MONTALTI: In premessa, abbiamo depositato – come già è stato anticipato dalla collega Prodi – un ordine del giorno che dà atto da un lato di quella che per noi deve essere la visione e l’utilizzo dello strumento della legge europea, quindi una legge che adegui la normativa regionale, quindi non solo di recepimento ma di adeguamento con una riflessione più matura, adegui la normativa regionale alle norme europee, dall’altro l’ordine del giorno che è stato firmato da tutta la maggioranza recepisce anche tutta una serie di elementi che hanno fatto parte della discussione in Commissione: la parte della partecipazione della nostra Regione alla discussione sulle politiche di coesione. Così come – e questo lo anticipo – voteremo in maniera favorevole ad un emendamento presentato dal collega Bertani dei Cinquestelle sull’adeguamento delle tempistiche tra la Sessione europea e la legge europea.

Colgo questa occasione rapidamente per dire che sono molto amareggiata dell’intervento fatto dal consigliere Rancan. Amareggiata non per i contenuti, perché qua c’è la libertà di esprimerci come vogliamo e in merito a ciò che vogliamo, ma amareggiata perché penso che ognuno di noi debba essere responsabile rispetto ad un metodo di lavoro. La Lega in Prima commissione non è mai intervenuta né con una proposta né con nessun emendamento rispetto alla legge e credo che non sia questo il modo corretto per portare avanti un confronto e un lavoro congiunto su un testo di legge, che può essere utile e interpretato in diverse maniere. Non è mai mancata la mia disponibilità a mettermi seduta ad un tavolo a confrontarmi e ad entrare nel merito.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Montalti.

Vi ricordo che siamo in discussione generale sull’articolo 1.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Mi fa piacere capire che la consigliera Montalti non capisce quello che io veramente ho detto prima: ho detto che è mancata la disponibilità?

 

(interruzioni della consigliera Montalti)

 

Forse non le hai colte, perché io l’unica cosa che non ho detto è che è mancata la disponibilità.

 

PRESIDENTE (Soncini): Vi ricordo che non è un dialogo, dopo c’è la dichiarazione di voto, c’è la votazione, ci sono altri articoli, quindi è possibile proseguire il dibattito.

Consigliere Rancan, prosegua il suo intervento.

 

RANCAN: Apprendo con favore che la consigliera Montalti, non avendo nulla da replicare sulle mie considerazioni, legittime e giuste, attacca su altri fronti dicendo che non abbiamo presentato proposte. Noi abbiamo fatto delle puntualizzazioni precise, anche nella relazione oggi, che io non ho detto assolutamente che non vi è stata collaborazione e disponibilità. Io sto solo dicendo che vi sono delle criticità e se lei non vuole ammettere che vi sono le criticità che io ho detto, purtroppo piuttosto che attaccare continua a rinfacciare cose che non esistono. È inutile che, pur di fare polemica per giustificare il fatto che noi voteremo contro – quindi anticipo già la dichiarazione di voto – su tutti gli articoli e nel provvedimento finale, bisogna giustificare il fatto che si fa una cosa responsabile, perché gli altri così risultano non responsabili. La responsabilità non sta nel votare per forza qualcosa, la responsabilità sta nell’analizzare nel merito e capire qual è la cosa migliore per i cittadini.

Mi dispiace che la consigliera Montalti sia così infervorata dalle mie parole, che dia così tanta importanza al mio intervento, però di questo me ne compiaccio, sta di fatto che non è stata data una spiegazione nel merito alle parole che ho detto e quindi, ahimè, ho ragione e faccio bene a votare contro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare in discussione generale, apro le dichiarazioni di voto sull’articolo 1. Chiudo la dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 1 è approvato.

Articolo 2.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 2 è approvato.

Articolo 3.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 3 è approvato.

Sull’articolo 4 insiste l’emendamento 4, a firma dei consiglieri Bertani, Piccinini.

Discussione generale congiunta articolo 4 ed emendamento.

Non ci sono iscritti, dichiarazioni di voto congiunta sull’articolo e sull’emendamento.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento, 4 a firma dei consiglieri Bertani e Piccinini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 4 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano l’articolo 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 4 è approvato.

Articolo 5.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano l’articolo 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 5 è approvato.

Sull’articolo 6 insiste l’emendamento 2, a firma del consigliere Tagliaferri.

Discussione generale congiunta su articolo ed emendamento.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Emendamento all’articolo 6, volevo specificare che l’emendamento è volto a fissare il principio per il quale la Giunta è tenuta a dare immediata comunicazione all’Assemblea in caso di possibili procedure di infrazione a carico dello Stato per inadempienze imputabili alla Regione, anziché attendere mesi per ottenere l’informazione senza provocare eccessivi oneri organizzativi e procedurali come recita il comma 2.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Non ho altri iscritti per discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Tagliaferri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano l’articolo 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 6 è approvato.

Articolo 7.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano l’articolo 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 7 è approvato.

Articolo 8, sul quale insiste l’emendamento 5 a firma dei consiglieri Bertani e Piccinini.

Apro la discussione generale congiunta su articolo ed emendamento.

Non ho iscritti, dichiarazione di voto congiunta.

Se nessun consigliere chiede di parlare in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma dei consiglieri Bertani e Piccinini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 5 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 8, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 8 è approvato.

Articolo 9, sul quale insiste l’emendamento 3 a firma del consigliere Tagliaferri.

Discussione generale articolo ed emendamento.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Solo per specificare brevemente che l’emendamento è teso ad abrogare il comma che prevede la garanzia dell’unitarietà della posizione regionale a fronte della fase ascendente del diritto comunitario.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Non ci sono altri iscritti in discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Tagliaferri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 9 è approvato.

Articolo 10.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 10 è approvato.

Articolo 11.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 11 è approvato.

Articolo 12.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Solo per illustrare l’ordine del giorno collegato a questo, perché in questo punto si dice che la Giunta può proporre la legge in occasione della Sessione europea e quindi avere un’unica sessione più legge. Il regolamento dell’Assemblea legislativa in questo momento prevede dei tempi che sono contingentati per quanto riguarda la trattazione della legge, in questo caso fare sessione e legge europea contemporaneamente e mantenere i tempi che ad oggi sono indicati nel regolamento precluderebbe una discussione fatta in maniera ampia e approfondita. Quindi nel nostro ordine del giorno abbinato a questo articolo chiediamo che l’Assemblea si impegni, in seguito all’approvazione di questa legge, ad adeguare i regolamenti di modo che in quel caso i tempi di approfondimento e di dibattito siano comunque garantiti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Non ho altri iscritti in discussione generale sull’articolo 12, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 12 è approvato.

Articolo 13.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 13.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 13 è approvato.

Articolo 14.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 14.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 14 è approvato.

Articolo 15.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 15.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 15 è approvato.

Articolo 16.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 16.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 16 è approvato.

Articolo 17.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 17.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 17 è approvato.

Articolo 18, sul quale insiste l’emendamento 1 a firma delle consigliere Rontini e Montalti.

Discussione generale congiunta. Non ho iscritti. Dichiarazione di voto congiunta.

Se nessun consigliere chiede di parlare in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma delle consigliere Rontini e Montalti.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 18.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 18 è approvato.

Articolo 19.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 19.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 19 è approvato.

Articolo 20.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 20.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 20 è approvato.

Articolo 21.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 21.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 21 è approvato.

Articolo 22.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 22.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 22 è approvato.

Articolo 23.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 23.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 23 è approvato.

Articolo 24.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 24.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 24 è approvato.

Articolo 25.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 25.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 25 è approvato.

Articolo 26.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 26.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 26 è approvato.

Articolo 27, sul quale insiste l’emendamento 6, a firma dell’assessore Bianchi.

Discussione generale congiunta.

Dichiarazioni di voto. Vi ricordo che si pone ai voti il mantenimento del testo, essendo l’emendamento interamente abrogativo dell’articolo.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma dell’assessore Bianchi. Chi è favorevole all’emendamento deve votare no.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 6 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 27.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 27 è approvato.

Articolo 28.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 28.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 28 è approvato.

Articolo 29.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 29.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’articolo 29 è approvato.

Ora apro le dichiarazioni di voto congiunte sugli ordini del giorno e sul testo di legge.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente. Io devo ringraziare i vari interventi fatti dai colleghi, perché hanno arricchito e hanno dato suggerimenti, proposte importanti per il percorso che parte dal momento in cui approveremo la legge. Questa norma infatti ha dentro di sé, racchiude molti strumenti e molti passaggi che devono essere attuati, sviluppati e che sono il cuore pulsante, che possono rappresentare davvero il cuore pulsante della partecipazione della nostra Regione alle diverse fasi delle politiche europee.

Colgo con apprezzamento e anche con positività il fatto che questa Assemblea si sia misurata, salvo alcuni casi, non in maniera ideologica con il tema dell’Europa, ma davvero raccogliendo quella che è la responsabilità profonda che noi consiglieri regionali, la nostra Assemblea legislativa e la Giunta abbiamo ovvero di riuscire, da un lato, a rappresentare le istanze, i bisogni del territorio, dei cittadini emiliano-romagnoli nel contesto europeo e, dall’altro, quello di riuscire anche a esplicitare, implementare le politiche europee sul territorio in maniera innovativa, in maniera puntuale e positiva.

Io credo che sul tema dell’Europa si possano prendere due strade: da un lato sedersi sul fosso a guardare, decidendo magari di lanciare qualche sasso, quando è opportuno, senza esercitare i propri ruoli istituzionali, anzi, scommettendo su quella che può essere la sconfitta, dall’altro si può – e questo noi vogliamo fare – riconoscere i limiti, riconoscere i problemi ma non buttare via i principi, guardare in faccia i limiti e i problemi ed esercitare il nostro ruolo propositivo, perché gli strumenti ce li abbiamo e le possibilità ce le abbiamo e rilanciare, avere l’aspirazione di essere propositori e di essere ideatori anche di politiche. Io credo che questo debba essere il ruolo di noi che sediamo in questa Assemblea legislativa: non scommettere sul fallimento, perché lo vediamo dove portano i percorsi del fallimento (la BREXIT ce l’abbiamo sotto gli occhi). Non scommettere sul fallimento, non stare con la testa sotto la sabbia, perché questo è un comportamento altrettanto pericoloso.

Hanno cercato oggi i colleghi della Lega di ritagliarci addosso il vestito degli europeisti idealisti che non si misurano con la realtà; noi non siamo questo, noi ci misuriamo continuamente con la realtà, ci misuriamo perché implementiamo le politiche, ci misuriamo perché ci confrontiamo con le proposte europee e cerchiamo di rilanciare, lo stiamo facendo su una politica di coesione, non stiamo zitti, rilanciamo, lo facciamo. Ci misuriamo perché entriamo dentro gli strumenti che abbiamo e cerchiamo di riformarli per renderli più efficaci, più pertinenti, perché per noi è questo il modo di portare davvero la voce dei cittadini emiliano-romagnoli in Europa, è questo il modo di fare gli interessi dei cittadini emiliano-romagnoli e dei nostri territori: non stare passivamente a scommettere sulla sconfitta ma cercare di portare valore, innovazione, perché questo è un territorio, una Regione europea che lo può fare e lo può fare perché, quando ha in mano delle politiche europee, le gestisce bene. Ho fatto l’esempio dei fondi europei, ne potrei fare tanti altri.

Noi riflettiamo e cerchiamo di rilanciare, cerchiamo di essere riformatori, misurandoci con i problemi anche quotidiani ed è per questo che oggi più che mai il ruolo delle Regioni è fondamentale, ce lo saremmo potuti dire in Commissione, saremmo cresciuti in questo confronto pur avendo opinioni diverse. Il ruolo delle Regioni è fondamentale, perché sono loro che raccolgono più da vicino quelle che sono le istanze dei territori, le fragilità, i problemi ma anche le opportunità e sono le Regioni che in questo momento possono portare questa voce a Bruxelles, anche laddove questa voce non viene ascoltata. E quindi noi siamo orgogliosi del lavoro fatto con questa riforma, perché siamo sicuri che rafforzerà la posizione dei cittadini emiliano-romagnoli in Europa e che potrà permetterci di avere in mano più strumenti e più opportunità per poter portare l’Europa nei territori, ma in maniera positiva. Per questo voteremo a favore della legge.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Montalti.

Non ci sono altri che intendono intervenire, pertanto proseguiamo, visto che siamo alla votazione finale, con le votazioni.

Emendamento 1, a firma del consigliere Bertani che insiste sull’ordine del giorno oggetto 6253, a firma Montalti ed altri.

Chiedo l’assenso alla consigliera Montalti di mettere in votazione l’emendamento.

Metto in votazione, per alzata di mano l’emendamento 1, a firma del consigliere Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 6253/1, (oggetto 6482), a firma della consigliera Montalti ed altri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 6253/1, (oggetto 6482), è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 6253/2, (oggetto 6483), a firma del consigliere Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 6263/2, (oggetto 6483), è approvato.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 6253, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese

 con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

37

Assenti

 

13

Votanti

 

36

Favorevoli

 

29

Contrari

 

6

Astenuti

 

1

 

PRESIDENTE (Soncini): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 16 (Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale)».

L’Aula, come sapete, è convocata nel pomeriggio alle ore 14.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,10

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta ai sensi dell’art. 65, comma 2, del Regolamento interno il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Simona CASELLI, Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Alessandro CARDINALI, Valentina RAVAIOLI e Raffaella SENSOLI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 6253 “Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Modifiche alla Legge Regionale 28 luglio 2008, n. 16 (Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale)». A firma dei Consiglieri: Montalti, Rontini, Prodi, Calvano, Poli, Zappaterra, Tarasconi, Cardinali, Bagnari, Zoffoli, Molinari, Taruffi, Caliandro, Soncini, Boschini, Ravaioli, Paruolo, Campedelli, Sabattini, Lori, Rossi Nadia, Marchetti Francesca, Serri, Iotti” (85)

 

Presenti: 37

 

Favorevoli: 29

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 6

Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Astenuti: 1

Michele FACCI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 13

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 6253 “Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Modifiche alla Legge Regionale 28 luglio 2008, n. 16 (Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale)». A firma dei Consiglieri: Montalti, Rontini, Prodi, Calvano, Poli, Zappaterra, Tarasconi, Cardinali, Bagnari, Zoffoli, Molinari, Taruffi, Caliandro, Soncini, Boschini, Ravaioli, Paruolo, Campedelli, Sabattini, Lori, Rossi Nadia, Marchetti Francesca, Serri, Iotti” (85)

 

Emendamento 1, a firma delle consigliere Rontini e Montalti:

«All’articolo 18 del pdl 6253, che introduce nella legge regionale n. 16 del 2008 il nuovo articolo 12-bis, dopo il comma 3 di quest’ultimo è inserito il seguente:

“3. bis Con riferimento all’implementazione delle politiche di coesione, in ottemperanza al principio di sussidiarietà, la Regione garantisce il coinvolgimento degli enti locali e delle loro forme associative utilizzando tutte le sedi e gli strumenti che garantiscano la loro più ampia partecipazione.”»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Tagliaferri:

«Dopo il comma 2 dell’articolo 4, di cui all’articolo 6, comma 1 del presente progetto di legge è integrato il seguente comma:

“3. In deroga a quanto previsto dal comma 2, la Giunta regionale fornisce immediata comunicazione all’Assemblea legislativa dell’eventuale apertura di procedure di infrazione a carico dello Stato per le inadempienze imputabili alla Regione di cui al comma 1, lettera k).”»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Tagliaferri:

«Il comma 1 dell’articolo 6 di cui all’articolo 9, comma 1 del presente progetto di legge è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Bertani e Piccinini:

«All’articolo 4, che introduce nella legge regionale n. 16 del 2008 il nuovo articolo 3-bis, dopo il comma 3 di quest’ultimo è inserito il seguente:

“3-bis. Ai fini del comma 1 la Regione favorisce la partecipazione attiva e la consultazione dei cittadini e dei soggetti interessati, anche mediante strumenti informatici.”»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Bertani e Piccinini:

«All’articolo 8, che sostituisce nella legge regionale n. 16 del 2008 l’articolo 5, il comma 2 di quest’ultimo è sostituito dalla seguente formulazione:

“2. Per lo svolgimento della sessione europea entro il termine previsto nel comma 1, la Giunta regionale presenta il rapporto conoscitivo di cui all’articolo 4 bis.”»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma dell’assessore Bianchi:

«L’articolo 27 del pdl 6253, che sostituisce l’articolo 23 della legge regionale n. 16 del 2008, è eliminato.»

(Approvato)

 

OGGETTO 6482 “Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 6253 Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifiche alla Legge Regionale 28 luglio 2008, n. 16 (Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale)". A firma dei Consiglieri: Montalti, Bessi, Prodi, Rontini, Soncini, Zappaterra, Boschini, Caliandro, Iotti, Zoffoli, Mori, Campedelli, Rossi, Bagnari, Pruccoli, Tarasconi, Torri, Sabattini, Calvano”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Bertani:

«Dopo la sezione introdotta da “Rilevato che” è inserita la seguente:

“Ritenuto, inoltre, che

il Pdl 6253 evidenzia la funzione di grande rilevanza della legge europea regionale che, con cadenza annuale, persegue l’adeguamento dell’ordinamento regionale all’ordinamento dell’Unione europea e, a questo riguardo, richiama la possibilità che la Giunta presenti il relativo progetto di legge all’Assemblea in occasione della sessione europea, prevedendo, con l’inserimento del nuovo articolo 4 bis nel testo della legge regionale n. 16 del 2008, un’altra importante innovazione, che precisa contenuti e funzioni del Rapporto conoscitivo;

sia necessario prevedere che il rapporto conoscitivo (previsto dal Pdl 6253 che introduce l’articolo 4-bis nella legge regionale n. 16 del 2008) indichi in modo puntuale i temi che possono richiedere interventi nomativi con la legge europea o con un possibile strumento legislativo, evoluzione del REFIT.”»

(Approvato)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

6454 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: “Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2017”. (Delibera di Giunta n. 611 23 04 18)

6468 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: "Modifiche alla legge regionale n. 24 del 2003 (Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza)". (Delibera di Giunta n. 631 del 02 05 18)

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

6410 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare l’inquinamento acustico, con particolare riferimento alla tutela della popolazione abitante nelle zone attraversate dalla Variante di Valico e dalla Direttissima A1. A firma del Consigliere: Bignami

6411 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte alla rilevante carenza di organico di Vigili del Fuoco nella Provincia di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

6412 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti la costruzione di una nuova scuola a Spilamberto (MO). A firma del Consigliere: Bargi

6413 - Interrogazione a risposta scritta circa la nomina di un Primario in relazione all’Unità Operativa di Chirurgia Toracica dell’Azienda Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6414 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte a problematiche riguardanti, presso il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi il percorso relativo al trapianto di polmone. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6415 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti problematiche connesse ad emissioni odorigene presenti a Borgotaro, con particolare riferimento alla tutela degli alunni delle relative scuole. A firma della Consigliera: Gibertoni

6416 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e finanziamenti riguardanti una biblioteca digitale operante sul territorio emiliano. A firma del Consigliere: Bargi

6418 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire il collegamento viario tra la zona artigianale di Osteria Grande, nel Comune di Castel San Pietro, e l’area metropolitana di Bologna. A firma della Consigliera: Marchetti Francesca

6419 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le criticità relative alla sicurezza dei viaggiatori e degli operatori del servizio di trasporto pubblico su gomma. A firma del Consigliere: Calvano

6420 - Interrogazione a risposta scritta circa l’inserimento della S.P. 655R “Massese” nell’elenco delle strade oggetto di revisione e di trasferimento all’ANAS. A firma della Consigliera: Lori

6421 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per classificare i rischi connessi alle radiofrequenze, definendole cancerogene, ed informare la cittadinanza sui rischi connessi all’uso dei telefoni cellulari. A firma della Consigliera: Gibertoni

6422 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per dare attuazione alle disposizioni riguardanti l’eliminazione dell’amianto dalle coperture. A firma della Consigliera: Gibertoni

6424 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante i lavori di realizzazione della Idrovia Ferrarese. A firma del Consigliere: Fabbri

6425 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e problematiche riguardanti le strutture residenziali di accoglienza operanti in Romagna, con particolare riferimento agli stranieri adulti e/o minori ed ai relativi controlli. A firma del Consigliere: Pompignoli

6427 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti il calendario di raccolta del tartufo, con particolare riferimento alla situazione esistente a Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

6428 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti i contributi ai Comuni, con particolare riferimento alla messa in sicurezza di edifici e territori. A firma del Consigliere: Rainieri

6431 - Interrogazione a risposta scritta circa notizie relative alla possibile apertura di una nuova procedura d’infrazione, da parte dell’U.E, in materia di applicabilità della tassazione fiscale sulle entrate delle Autorità del sistema portuale italiano. A firma del Consigliere: Bessi

6434 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere nel settore della tutela dei boschi e dei programmi forestali, con particolare riferimento anche alla tutela del territorio. A firma della Consigliera: Gibertoni

6435 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a fronte dell’emergenza sanitaria territoriale riguardante l’AUSL di Modena, con particolare riferimento alla tutela dei relativi lavoratori e della cittadinanza. A firma dei Consiglieri: Bignami, Galli

6436 - Interrogazione a risposta scritta circa l’acquisto di latte in polvere in farmacie ferraresi da parte di richiedenti asilo, con particolare riferimento alla eventualità di rivendita di tale sostanza a connazionali e ad ipotesi di uso della stessa per “tagliare” prodotti stupefacenti. A firma del Consigliere: Fabbri

6437 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per eseguire un piano mirato per la sicurezza, al fine di consentire ai medici di svolgere il loro lavoro serenamente, con particolare riferimento ai servizi di Pronto Soccorso e Continuità assistenziale. A firma dei Consiglieri: Bignami, Galli

6441 - Interrogazione a risposta scritta circa la notizia della scadenza di oltre 500 contratti a termine presso la società Philip Morris International a Crespellano (BO). A firma della Consigliera: Piccinini

6442 - Interrogazione a risposta scritta circa iniziative volte a garantire un controllo congiunto da parte dei soci pubblici di BolognaFiere spa attraverso una modifica statutaria o patti parasociali. A firma dei Consiglieri: Bignami, Galli

6443 - Interrogazione a risposta scritta circa il mancato collegamento alla rete elettrica dell’impianto fotovoltaico posizionato sullo stabile in comune di Galliera che ospita il Poliambulatorio San Venanzio dell’Azienda Usl di Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

6444 - Interrogazione a risposta scritta circa soluzioni per risolvere la disparità di trattamento fra il personale già dipendente di ARPAE e quello ad esso traferito dalla Provincia. A firma della Consigliera: Piccinini

6445 - Interrogazione a risposta scritta circa l’ordine di demolizione della porzione di fabbricato eccedente il progetto di ristrutturazione dell’immobile sito in via Russo n. 40 nel comune di San Lazzaro di Savena (BO). A firma dei Consiglieri: Bignami, Galli

6448 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare discriminazioni ai danni di persone con disabilità motoria, con particolare riferimento al servizio di trasporto pubblico locale ed alla situazione esistente a Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

6449 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti convenzioni per le attività di raccolta e trasporto dei capi di fauna selvatica feriti o in difficoltà, con particolare riferimento alla situazione relativa alla provincia di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

6450 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire il mantenimento della biglietteria nella stazione ferroviaria di Fiorenzuola d’Arda. A firma del Consigliere: Tagliaferri

6453 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte a problematiche riguardanti il servizio sanitario nella provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Rancan

6455 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte alle interruzioni telefoniche nell’area artigianale di Solarolo (RA). A firma della Consigliera: Rontini

6456 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere problematiche riguardanti infiltrazioni negli intonaci del reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale Maggiore dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma. A firma del Consigliere: Tagliaferri

6460 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare pericolose carenze di personale medico, con particolare riferimento alla situazione esistente presso l’Ospedale Santa Maria di Borgo Val di Taro. A firma del Consigliere: Rainieri

6464 - Interrogazione a risposta scritta, in merito alla possibilità di realizzare un collegamento fra la SP27 e la SP26 che interesserebbe i Comuni di monte San Pietro e Valsamoggia, valorizzando, inoltre, il flusso turistico verso Savigno, denominata “Città del Tartufo”. A firma del Consigliere: Galli

6467 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità segnalate da alcuni dirigenti medici della AUSL di Ravenna che sottolineano, in particolare, il basso numero di personale in servizio e per chiedere, quindi, alla Giunta se ritenga utile intervenire presso l'USL della Romagna per potenziare i reparti al fine di evitare un calo della prestazione sanitaria. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

6469 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai lavori di adeguamento sismico degli edifici del complesso di Piazza Manzoni a Modena e, in particolare, per sapere se i lavori verranno terminati nei tempi previsti dal bando PER e se gli attuali ritardi nello svolgimento dei lavori e la situazione di degrado non rischino di compromettere i progetti di riqualificazione economica della zona previsti dal bando. A firma del Consigliere: Bargi

6470 - Interrogazione a risposta scritta in merito ad un articolo pubblicato il 24 aprile 2018 su un quotidiano locale del territorio imolese dal titolo "Discarica, niente fondi per la copertura né per la gestione post esercizio", dove si richiamava la circostanza legata alla mancanza di fondi sufficienti per la copertura finale della discarica Tre Monti di Imola e per il post esercizio come previsto dalle attuali normative vigenti. A firma del Consigliere: Galli

6471 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle notizie apparse negli organi d'informazione locali in Provincia di Modena dove si apprende che cresce la preoccupazione all'interno del comitato pendolari del treno locale cosiddetto "Gigetto" per una paventata riduzione del numero di corse sul tratto Modena-Sassuolo. A firma della Consigliera: Gibertoni.

6472 - Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta se non ritenga opportuno esercitare ogni utile azioni sull'Azienda USL di Modena, affinché intervenga a potenziare il reparto della struttura ospedaliera di Mirandola, per metterla nelle condizioni di poter rendere un servizio alla collettività in condizioni ottimali, per evitare un calo della qualità delle prestazioni sanitarie. A firma della Consigliera: Gibertoni

6473 - Interrogazione a risposta scritta in merito al piano traffico per la Viabilità Extraurbana (PTVE) della Città Metropolitana di Bologna e in merito ai Piani regionali di Trasporto che, tra gli studi di fattibilità eseguiti, comprendeva anche la c.d. "Intermedia di Pianura". A firma della Consigliera: Piccinini

6474 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le ragioni che hanno portato a collegare la nuova "Direttiva per l'organizzazione e lo svolgimento dei centri estivi nel territorio regionale" con il "Progetto per la conciliazione dei tempi di cura e lavoro: sostegno alle famiglie per la frequenza di centri estivi". A firma dei Consiglieri: Soncini, Boschini

6475 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il nuovo parametro di calcolo delle quote societarie dell’Agenzia mobilità Romagna basato sulle distanze chilometriche. A firma del Consigliere: Bertani

6476 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il piano di urbanizzazione previsto nell'area dei Prati di Caprara (BO). A firma del Consigliere: Taruffi

6477 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le modifiche apportate alla disciplina sugli alloggi Erp e in particolare ai limiti della titolarità dei diritti reali sui beni immobili (delibera di Giunta n. 613/2018). A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Pompignoli

6478 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al lavoro di messa a dimora della fibra per la banda ultra larga da parte di TIM per alcuni Comuni della Romagna e il conseguente blocco dell’Antitrust per cui Tim ha di fatto congelato il piano “Cassiopea” che prevedeva investimenti. A firma del Consigliere: Pruccoli

 

Interpellanze

 

6423 - Interpellanza circa problematiche e procedure riguardanti, a Modena, la realizzazione di un nuovo stabilimento in località “Navicello”. A firma della Consigliera: Gibertoni

6426 - Interpellanza circa l’attuazione delle disposizioni riguardanti il Piano Amianto Regionale, con particolare riferimento all’eliminazione di tale materiale dalle coperture ed ai relativi finanziamenti. A firma della Consigliera: Gibertoni

6429 - Interpellanza circa le azioni da porre in essere, anche tramite protocolli d’intesa tra gli organismi competenti, al fine di garantire la tutela dei minori sul territorio. A firma della Consigliera: Gibertoni

6438 - Interpellanza circa l’integrazione, a livello regionale, del Protocollo di Intesa per la creazione di un osservatorio della legalità, anche in relazione al fenomeno delle cooperative spurie. A firma della Consigliera: Gibertoni

6446 - Interpellanza circa i parametri ambientali e sanitari riguardanti la popolazione ed il territorio di Finale Emilia, con particolare riferimento alla realizzazione di una nuova discarica. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Risoluzioni

 

6417 - Risoluzione per impegnare la Giunta, in materia di qualificazione e miglioramento delle scuole dell'infanzia, a rivedere immediatamente le ipotesi di assegnazioni di risorse alle Province ed alla Città Metropolitana di Bologna per l'attuazione della delibera assembleare n. 65 del 2016, a proporre immediatamente all'Assemblea legislativa una revisione degli indirizzi per gli interventi di qualificazione e miglioramento delle scuole dell'infanzia per il triennio 2016-2018, definendo inoltre una nuova programmazione in modo tale da non creare artificiose ed ingiustificate, anche sul piano operativo, condizioni di favore nei confronti dei soggetti privati, non coerenti con le indicazioni in materia delle leggi regionali n. 26 del 2001 e n. 12 del 2003. A firma della Consigliera: Piccinini

6430 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la concretizzazione di un protocollo d'intesa tra la Regione Emilia Romagna, tramite il Garante regionale per l'infanzia, con gli organismi sopra riportati, ed ulteriori che si vorranno individuare, conformemente alle proprie distinte competenze e agli obiettivi che si propongono, per la tutela dei minori sul territorio, per affrontare in sinergia in particolare il disagio e le criticità che si riversano sui minori, determinati dall'emergenza data dall'inquinamento atmosferico, che assilla il territorio regionale, affrontando in tale ambito in particolare il tema dei protocolli d'intervento di natura sanitaria all'interno delle strutture scolastiche affinché ci sia il massimo rispetto della normativa in essere rafforzando in tal modo la collaborazione già attiva da molti anni tra alcuni di questi soggetti. (23 04 18) A firma della Consigliera: Gibertoni

6433 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l’integrazione, a livello regionale, del Protocolli d’Intesa per la creazione di un osservatorio della legalità, prevedendo la partecipazione di molteplici soggetti non presenti nell’Intesa nazionale, valutando inoltre la costruzione di un protocollo di intenti che conduca, attraverso forme etiche di sostegno, alla costruzione di una robusta struttura di base e ad espellere dal sistema produttivo ed economico regionale il fenomeno delle cosiddette cooperative spurie, cioè società formalmente costituite in forma giuridica cooperativa, ma estranee ai principi e alle finalità della cooperazione. (24 04 18) A firma della Consigliera: Gibertoni

6440 - Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2018. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea". (27 04 18)

6447 - Risoluzione per impegnare la Giunta a rendere noto lo stato di fatto attuale dei parametri ambientali e sanitari per la popolazione ed il territorio di Finale Emilia e, comunque, a realizzare una efficiente rete di monitoraggio a tal fine, affiancandola con studi di incidenza sanitaria, impedendo la realizzazione della nuova discarica di Finale Emilia ed attuando politiche di riqualificazione ambientale per questo territorio a partire dalla necessaria bonifica della discarica in fase di gestione post operativa. (02 05 18) A firma della Consigliera: Gibertoni

6451 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivare ogni azione utile, nelle società partecipate dalla Regione, per far sì che venga acquisito dalle stesse il riconoscimento della parità di accesso alle cariche statutarie apicali, anche attraverso la proposta di modifiche agli statuti, nell'accompagnamento delle logiche di rispetto della rappresentanza di genere, a produrre politiche volte a ridurre le discriminazioni di genere nell'accesso ai ruoli dirigenziali apicali e favorire l'empowerment delle donne, affinché il management femminile venga riconosciuto come risorsa nel settore pubblico e nel settore privato. (02 05 18) A firma della Consigliera: Gibertoni

6457 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire urgentemente presso il Governo nazionale, affinché eserciti una immediata pressione nelle opportune sedi istituzionali europee in modo che vengano assunte urgenti misure idonee a tutelare, sia a livello di immagine che a livello di qualità, il nostro olio. (02 05 18) A firma del Consigliere: Galli

6458 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad effettuare accordi ben precisi con i Consolati dei Paesi ai quali appartengono i cittadini stranieri presenti sul territorio regionale, entrati nelle graduatorie per l'assegnazione delle abitazioni Erp in modo da disciplinare, e rendere obbligatoria, la certificazione dello stato patrimoniale dei cittadini stranieri con documenti "ufficiali" rilasciati dal Paese di origine. (02 05 18) A firma del Consigliere: Galli

6463 - Risoluzione per impegnare la Giunta a dare seguito alla volontà del Consiglio Comunale di Finale Emilia che ha espresso parere contrario al progetto di ampliamento della discarica, tutelando così la salute dei cittadini e la qualità ambientale del suo territorio. (03 05 18) A firma dei Consiglieri: Fabbri, Bargi

6465 - Risoluzione per impegnare la Giunta nei confronti del Governo nazionale affinché si attivi per trasferire risorse adeguate a valorizzare e migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti dell’Ispettorato nazionale del lavoro, anche con la stipulazione di un nuovo contratto di lavoro. (03 05 18) A firma del Consigliere: Bertani

6466 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere un sistema di sostegno agli organismi di ricerca regionali, di natura giuridica privatistica (inclusi enti di organizzazione della ricerca), con una componente di partecipazione pubblica, accreditati nell'ambito della Rete Alta Tecnologia, e finalizzato a permettere un’autonomia finanziaria degli stessi sia con processi di accorpamento, sia con un aumento di penetrazione del mercato. (03 05 18) A firma dei Consiglieri: Prodi, Taruffi, Torri, Lori

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

6134 - Interrogazione a risposta scritta circa studi riguardanti i cementifici presenti sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Rancan

6137 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per dare piena attuazione alla legislazione regionale in materia di tutela del benessere animale. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6142 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti la realizzazione del nuovo parcheggio dell'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

6154 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte ai disagi ed ai rischi, per le donne in stato di gravidanza, conseguenti alla chiusura di punti nascita, con particolare riferimento alle zone montane e disagiate. A firma del Consigliere: Aimi

6156 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità e le istruzioni riguardanti la disdetta delle prenotazioni di prestazioni specialistiche del Servizio sanitario regionale e le relative sanzioni. A firma del Consigliere: Delmonte

6157 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare l'esclusione di bambini e bambine non vaccinati, ma regolarmente iscritti, dalle strutture educative e scolastiche, garantendo loro la continuità didattica per il periodo 2017/2018. A firma della Consigliera: Sensoli

6165 - Interrogazione a risposta scritta circa l’attuazione degli impegni assunti, attraverso l’approvazione della risoluzione assembleare oggetto n. 3460, in materia di autonomia ed inclusione delle persone affette da sordità. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Liverani, Fabbri, Delmonte, Rancan, Pompignoli, Rainieri, Bargi, Pettazzoni

6167 - Interrogazione a risposta scritta circa la presenza di una persona che vive negli spazi dell’Ospedale Nuovo di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6173 - Interrogazione a risposta scritta circa casi di emergenza abitativa, a Imola, riguardanti nuclei familiari con membri in cura presso il Dipartimento di Salute mentale. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6179 - Interrogazione a risposta scritta circa l’effettiva presenza di 20 posti letto di “Medicina riabilitativa – riabilitazione" presso l’area medica dell’Ospedale di San Giovanni in Persiceto. A firma del Consigliere: Bignami

6180 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare la carenza di medici di famiglia e di medici di continuità assistenziale. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Liverani, Fabbri, Delmonte, Rancan, Pompignoli, Rainieri, Bargi, Pettazzoni

6184 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per impedire il verificarsi di episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari. A firma del Consigliere: Bignami

6190 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti un concorso pubblico bandito dall'AUSL di Imola. A firma della Consigliera: Piccinini

6193 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare episodi di vandalismo e furti riguardanti auto parcheggiate negli spazi di sosta aziendali dell’Ospedale Policlinico Sant’Orsola – Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

6212 - Interrogazione a risposta circa problematiche e procedure riguardanti la vaccinazione obbligatoria ai fini scolastici, e la relativa informazione. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

6240 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti un impianto natatorio sito nel Comune di Monterenzio. A firma del Consigliere: Bignami

6241 - Interrogazione a risposta scritta circa le sanzioni, e le relative procedure, irrogate dalla Regione Emilia-Romagna relativamente alle campagne lattiere 2012-2013 e 2013-2014. A firma del Consigliere: Fabbri

6247 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare la popolazione relativamente ad emissioni prodotte da una azienda produttrice di ceramiche sita nel Comune di Borgo Val di Taro (PR). A firma del Consigliere: Bignami

6261 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per accertare la corretta destinazione dei fondi pubblici per la ricostruzione post sisma. A firma del Consigliere: Bignami

6262 - Interrogazione a risposta scritta circa proposte integrative, riguardanti il risarcimento di beni mobili di attività economiche, relative al Dipartimento della Protezione Civile. A firma del Consigliere: Foti

6266 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza urbana, con particolare riferimento allo stato di degrado e di insicurezza esistente nel piazzale Alberto Dalla Chiesa a Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

6267 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare l’incremento del carico fiscale sui contribuenti con particolare riferimento alle bollette per l’energia elettrica. A firma del Consigliere: Bignami

6271 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare distorsioni nell'utilizzo del "Bonus cultura" destinato agli studenti. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

6276 - Interrogazione a risposta scritta circa la riorganizzazione del sistema scolastico locale sul modello degli Istituti comprensivi, con particolare riferimento alla situazione relativa a Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

6284 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti lo spostamento degli Uffici del Centro per l'Impiego di Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

6290 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare le zone di spiaggia libere, con particolare riferimento alla situazione esistente a Rimini. A firma delle Consigliere: Gibertoni, Sensoli

6297 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la concessione dell’utilizzo temporaneo di una parte di spiaggia libera, a Rimini. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

6310 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori degli stabilimenti FCA di Cento, di Maranello e di Bologna. A firma del Consigliere: Alleva

6313 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti lo stato di realizzazione del Reddito di Inclusione, con particolare riferimento alla situazione esistente a Ferrara. A firma della Consigliera: Piccinini

6331 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per tutelare i lavoratori e l’attività dello stabilimento Malo di Borgonovo. A firma del Consigliere: Foti

6346 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche occupazionali presenti nella casa motociclistica Motori Minarelli di Lippo di Calderara (BO). A firma del Consigliere: Taruffi

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, comma 1, lettera d) del Regolamento interno:

 

L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa, preso atto che, il consigliere Giancarlo Tagliaferri con nota prot. n. 25519 in data 19 aprile 2018 ha comunicato la propria adesione al Gruppo assembleare Fratelli d’Italia, il consigliere Andrea Galli con nota prot. n. 25961 del 23 aprile 2018 ha comunicato la propria adesione al Gruppo assembleare Forza Italia e la nomina a Presidente del relativo Gruppo con nota prot. n. 25941 del 23 aprile 2018, il consigliere Fabrizio Benati con nota prot. 25968 del 23 aprile 2018 ha comunicato la propria adesione al Gruppo assembleare PD - Partito Democratico, ha adottato la deliberazione n. 38 del 23 aprile 2018. ad oggetto:

 

“Accertamento e dichiarazione della costituzione dei Gruppi assembleari della X legislatura e presa d'atto della loro consistenza numerica (art. 36 Statuto, art. 6 Regolamento interno, art. 17, comma 3, L.R. 11/2013 e ss.mm.ii.). Modifica alla deliberazione UP n. 11 del 30 gennaio 2018”.

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, comma 1, lettera f) del Regolamento interno:

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Territorio Ambiente Mobilità”, nella seduta del 19 aprile 2018, ha esaminato la seguente petizione:

 

5481 - Petizione popolare che fa richiesta alla Regione Emilia-Romagna di annullare gli effetti della deliberazione della Giunta regionale n. 1447 del 2016 al fine di includere la ditta "Laminam S.p.A." nella procedura di impatto ambientale e di audizione all'Assemblea Legislativa per specificarne le ragioni. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di parziale ammissibilità n. 80 del 24 10 17)

 

formulando un’apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Territorio Ambiente Mobilità”, nella seduta del 19 aprile 2018, ha esaminato la seguente petizione:

 

5565 - Petizione popolare in merito alla nuova realizzazione di un impianto di biometano da parte della società Herambiente presso la frazione Crocetta di Sant’Agata Bolognese. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 83 del 08 11 17)

 

formulando un’apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.

 

Comunicazioni, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa la nomina effettuata dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 13/04/2018 al 23/04/2018:

DPGR n. 44 del 18/04/2018

Individuazione di un rappresentante della Regione Emilia-Romagna all'interno della Consulta dei sostenitori di Alma Mater Studiorum - Università di Bologna ai sensi dell'articolo 13 dello Statuto dell'Ateneo.

(Comunicazioni n. 65 prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno - prot. NP/2018/1020 del 07/05/2018)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

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