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196.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 24 LUGLIO 2018

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6637

Interpellanza circa la futura utilizzazione dell'area ex Cercom di Comacchio, con particolare riferimento alla salvaguardia paesaggistica ed ambientale di tale zona e del parco del Delta del Po. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

DONINI, assessore

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 6642

Interpellanza circa l'attivazione di un processo partecipativo, da parte dell'Amministrazione comunale di Valsamoggia, sul futuro dell'area di Muzzano, anche tramite stralcio della stessa dal POC. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

DONINI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 6651

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per evitare i rischi di natura idrogeologica e sismica relativi alla concessione di stoccaggio di gas naturale “San Potito di Cotignola”. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

GAZZOLO, assessore

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 6680

Interpellanza circa questioni e problematiche, riguardanti, nell’ambito del trasporto pubblico, l’utilizzazione della card “Mi Muovo–TPER”. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

DONINI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 6454

Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2017» (89)

(Esame articolato e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

POMPIGNOLI (LN)

 

OGGETTO 6702

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020» (90)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza, discussione ed esame articolato)

(Ordini del giorno 6702/1/2/3/4 oggetti 6897 - 6898 - 6899 - 6900 - Presentazione)

 

OGGETTO 6703

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020» (91)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 6703/1/2/3/4/5 oggetti 6901 - 6902 - 6903 - 6904 - 6905 - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Saliera)

BOSCHINI, relatore di maggioranza

POMPIGNOLI, relatore di minoranza

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

CAMPEDELLI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

BARGI (LN)

BERTANI (M5S)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (SI)

CALVANO (PD)

FACCI (Gruppo Misto)

POMPIGNOLI (LN)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SI)

BOSCHINI (PD)

MOLINARI (PD)

CALVANO (PD)

POMPIGNOLI (LN)

PICCININI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

PETITTI, assessore

BERTANI (M5S)

BOSCHINI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

BOSCHINI (PD)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 6454

Gli emendamenti all’oggetto 6702 sono pubblicati in allegato al resoconto integrale 197 - seduta antimeridiana del 25 luglio 2018

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,24

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centonovantaseiesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Alleva, Cardinali, Montalti e Sensoli e gli assessori Bianchi e Venturi.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

Informo che gli oggetti 6426, 6534, 6557 vengono rinviati in base ad un accordo fra la consigliera Gibertoni e l’assessore Venturi.

 

OGGETTO 6637

Interpellanza circa la futura utilizzazione dell'area ex Cercom di Comacchio, con particolare riferimento alla salvaguardia paesaggistica ed ambientale di tale zona e del parco del Delta del Po. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Quindi iniziamo con l’oggetto 6637, interpellanza circa la futura utilizzazione dell'area ex Cercom di Comacchio, con particolare riferimento alla salvaguardia paesaggistica ed ambientale di tale zona e del parco del Delta del Po. A firma del consigliere Bertani.

Risponde l’assessore Donini.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Nella mia interpellanza faccio notare come in un atto ufficiale (deliberazione del Consiglio comunale di Comacchio) nel 2013 si affermava che finalmente sappiamo dal punto di vista strategico e ambientale che cosa ci si potrà fare su quest’area (ex Cercom), non di certo un utilizzo come quello dello stabilimento dapprima esistente. L’ex Cercom di Porto Garibaldi di Comacchio è un’ex fabbrica di piastrelle che è stata acquistata dalla SACMI, un gruppo internazionale con sede a Imola, specializzato nei settori delle macchine per ceramiche e confezionamento e il precedente proprietario era il gruppo CIR Serenissima che aveva acquisito a sua volta lo stabilimento. Oggi quest’area sarebbe stata acquistata dalla Torrecid Italia che è la succursale di un’azienda spagnola che produce laterizi, piastrelle, stoviglieria e ceramica tecnica. Il nuovo progetto prevederebbe un ampliamento della struttura attuale ancora esistente che ha un’area di capannoni in parte in completo stato di abbandono per circa venticinquemila metri quadri di superficie e la costruzione di nuovi manufatti che avrebbero un’altezza di circa trentacinque metri.

L’ex Cercom si trova lungo il canale navigabile di Porto Garibaldi in prossimità dello svincolo per la strada statale Romea e quindi alle spalle dell’abitato di Porto Garibaldi, una zona circondata in ogni lato da aree naturali che appartengono al Parco del Delta del Po. Rispetto a quello dichiarato nel 2013 l’Amministrazione ha cambiato opinione, visto che adesso caldeggia di avviare una produzione di impasto per la fabbricazione di ceramica con materie prime che fra l’altro arrivano dal porto di Ravenna.

Quello che a noi e a chi ci ha segnalato il tema non piace è che il progetto, come al solito, viene prima deciso e calato dall’alto e poi, a posteriori, c’è una fase comunicativa di discussione. Il metodo quindi non ci piace. Soprattutto perché questo sito produttivo prevede una movimentazione di circa centosettanta camion al giorno con l’impatto ambientale in termini di inquinamento dell’aria, di inquinamento acustico e soprattutto di ripercussione sul traffico locale, visto che il raccordo sulla statale Romea non è studiato per sostenere questo tipo di traffico pesante. Quindi si dovrà realizzare forse un nuovo svincolo, si dovranno trovare delle soluzioni, visto che anche lì, soprattutto nel periodo estivo, c’è una gran parte di turisti che si spostano da Ferrara e zone limitrofe per andare sulla Riviera, quindi le strutture viabilistiche esistenti sicuramente non sono adeguate ad un aumento del traffico pesante.

Oltre alla questione logistica ovviamente c’è anche la preoccupazione dell’impatto ambientale, visto che siamo ai margini del parco del Delta del Po. E anche qui le industrie ceramiche, per quanto si adeguino alle tecnologie più avanzate disponibili, sappiamo anche in altre zone della regione che hanno altri impatti che spesso destano preoccupazione e tensione sui territori. Quindi vorremmo capire ad oggi qual è lo stato attuale, qual è la posizione della Giunta, visto che la richiesta è di sottoporlo a valutazione di impatto ambientale e visto che le perplessità sono tante e se non varrebbe la pena invece di pensare alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio e quindi pensare ad uno sviluppo alternativo del turismo, della pesca e dell’agricoltura che sono secondo noi la vocazione di quel territorio, visto che poco al di là c’è il parco del Delta del Po.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Bertani. Ovviamente le rispondo per le informazioni in nostro possesso e anche in considerazione del contributo che gli uffici dell’Assessorato all’ambiente hanno concordato con i miei.

Relativamente ai quesiti che mi ha posto, ho provveduto a richiedere informazioni all’Amministrazione comunale di Comacchio. Il sindaco del Comune di Comacchio Marco Fabbri fa presente che ad oggi non è stato depositato alcun progetto da parte della proprietà. Il Servizio valutazione di impatto e promozione sostenibilità ambientale di questa Amministrazione regionale informa che allo stesso modo nessun progetto è stato presentato agli uffici regionali titolari dei procedimenti di VIA dalla citata ditta e dal Comune di Comacchio. Quindi le informazioni coincidono.

In merito al secondo quesito (se esso sarà sottoposto a procedura autorizzativa che comprenda la valutazione di impatto ambientale) il Servizio valutazione impatto, promozione e sostenibilità ambientale informa che la ditta ha richiesto un incontro con il Servizio nel mese di marzo 2018 al fine di valutare se la tipologia dell’impianto, il progetto e la localizzazione in area parco del Delta necessitasse di un procedimento di VIA o di una verifica di assoggettabilità (lo screening). Gli elementi verbalmente forniti che riscontrano quelli indicati dall’interpellante, cioè una produzione di macinazione e atomizzazione di materie prime da fornire all’industria ceramica, determinano un’attività che non è fra quelle individuate negli allegati che individuano le opere e impianti da sottoporre a VIA né in quelle delle opere da sottoporre a verifica di assoggettabilità a VIA. Va infatti notato che negli allegati delle opere e impianti che devono essere sottoposti a verifica di assoggettabilità a VIA (screening) compare al punto B.226 la fabbricazione dei prodotti ceramici mediante cottura di capacità superiore a settantacinque tonnellate e con una capacità di forno superiore ai quattro metri cubi. Quindi uno stabilimento ceramico nel suo complesso e con determinate capacità di soglia (forno), tipologia diversa da quella del progetto ipotizzato che non risulta ammissibile. Sempre nell’incontro si è anche valutato se un eventuale prelievo di risorsa idrica da richiedere in concessione rientrasse nella tipologia B.17 derivazione di acque superficiali superiori a duecento litri al secondo o di acque sotterranee che prevedono derivazioni superiori ai cinquanta litri al secondo, ma i volumi ipotizzati come eventualmente necessari dalla ditta sono notevolmente inferiori alla soglia che determina la sottoposizione dell’opera a screening.

La VIA comunque non rappresenta l’unica modalità per garantire la tutela ambientale, ma è un ulteriore approfondimento complessivo previsto dalle norme europee e nazionali riservato a quelle tipologie di opere o di impianti considerati impattanti o potenzialmente impattanti per dimensioni o qualità che sono stati indicati da appositi allegati. Per tutte le altre attività la tutela ambientale viene assicurata con le autorizzazioni previste dalle norme che, nel caso specifico, è l’autorizzazione unica ambientale.

Rispetto alle perplessità di tipo logistico e ambientale è doveroso ricordare che la Regione non interviene in alcun modo né nel merito della formazione delle scelte localizzative urbanistiche né del loro procedimento di approvazione che stanno all’autonomia decisionale degli enti locali, salvo i casi in cui viene variato il PTCP della Provincia o i casi di interesse regionale. Benché la Regione non abbia facoltà ad intervenire nel merito della formazione delle scelte localizzative urbanistiche, di competenza e stanno nell’autonomia decisionale degli enti locali, qualora venisse effettivamente attivato un procedimento, vigileremo affinché le scelte di sviluppo del territorio rispettino i principi di sostenibilità ambientale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Bertani per la replica.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore per la puntuale risposta. Rilevo alcune incongruenze, nel senso che il Comune dice che non è stato depositato alcun progetto, però un progetto c’è, visto che l’azienda è venuta a verificare se quel progetto dal punto di vista dello screening e della VIA è compatibile. Quindi l’azienda sicuramente si sta muovendo e immagino che con il Comune abbia già parlato. La preoccupazione rimane perché comunque i prelievi di acqua, i tipi di lavorazione e l’impatto dal punto di vista logistico rimangono, ci sono e rimane il fatto che, anche se siamo sotto soglia dimensionale – questo sarà da verificare – siamo ai confini di un parco naturale. Quindi la richiesta – e questo è l’invito agli uffici della Regione – è che ci sia un’attenzione massima a che questo progetto sia valutato in tutti i suoi impatti, grandi o piccoli che siano, proprio perché si trovano al limite di un confine che è per noi molto importante.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

 

OGGETTO 6642

Interpellanza circa l'attivazione di un processo partecipativo, da parte dell'Amministrazione comunale di Valsamoggia sul futuro dell'area di Muzzano, anche tramite stralcio della stessa dal POC. A firma della consigliera Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’oggetto 6642, interpellanza circa l'attivazione di un processo partecipativo, da parte dell'Amministrazione comunale di Valsamoggia sul futuro dell'area di Muzzano, anche tramite stralcio della stessa dal POC.

Risponde l’assessore Donini.

La parola alla consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Torniamo su un tema di urbanistica che riguarda la Valsamoggia, territorio che abbiamo particolarmente a cuore perché unisce ad una indiscutibile bellezza del territorio la cecità di coloro che lo amministrano e che hanno tolto delle opportunità, hanno depotenziato una serie di possibilità per i cittadini, che vanno dalla partecipazione alla possibilità di usufruire di beni comuni di quel territorio, alla possibilità di vivere pienamente una democrazia partecipativa. L’area di Muzzano su cui l’assessore potrà dire che non ha competenze dirette, quindi non può salvare un’area che potrebbe restare quello che è adesso (un bene comune e una promessa per usufruirne da parte dei cittadini), in realtà è simbolica, per questo la poniamo all’attenzione della Giunta perché è una questione simbolica che riguarda un bene di natura immateriale che però, anche se di natura immateriale, non va dilapidato come quello materiale del suolo. Oltre al consumo di suolo c’è il bene immateriale che per noi è uno dei primi patrimoni di una comunità locale, che riguarda in particolare un territorio bello come quello della Valsamoggia, che è il senso di appartenenza. Il senso di appartenenza dei cittadini come parte attiva e partecipante alla vita e alle scelte della propria comunità.

Per sintetizzare il tema, nel 2014 una vasta area militare di proprietà del demanio statale utilizzato in passato come deposito di artiglieria viene passata dal Ministero della difesa al Comune di Valsamoggia tramite quello di Monteveglio. Era un’area di circa dieci ettari situata sulle prime colline bolognesi, un’area bella sia dal punto di vista delle potenzialità delle strutture e del terreno, anche come collocazione logistica e anche per quanto riguarda gli spazi che la natura aveva saputo recuperare nel tempo: dopo molti anni di abbandono è diventata un’oasi naturalistica. La condizione essenziale per cui l’area potesse rimanere per sempre a disposizione del Comune, quindi della collettività, era che entro tre anni venisse presentato un progetto per il suo recupero che permettesse di destinarla e utilizzarla realmente. In sua mancanza si sarebbe potuto valutare un ritorno della proprietà al demanio. Un gruppo di cittadini del comune di Valsamoggia, desiderosi di poter fruire liberamente e responsabilmente di un bene comune, come ritenevano e come riteniamo anche noi sia l’area ex demaniale di Muzzano, costituiscono quattro anni e mezzo fa un comitato raccogliendo adesioni e disponibilità di singoli gruppi e associazioni con una notevole ricchezza di idee e punti di vista per progettare l’utilizzo migliore di un patrimonio collettivo e anche la migliore via all’utilizzo condiviso di questa risorsa della comunità.

Questo gruppo manifesta una partecipazione attiva alla vita della comunità locale e nota che effettivamente la collocazione geografica dell’area aveva portato l’Amministrazione allora in carica ad ipotizzare un uso prevalentemente logistico e infrastrutturale, destinando una parte di grande valore all’abbattimento per fare posto al completamento di una sorta di tangenziale. In realtà l’area in oggetto è una risorsa notevole sia per l’estensione molto grande – la posizione geografica l’abbiamo detto – le strutture presenti e quelle realizzabili, ma poi c’è anche una questione di tempi perché la questione nasce a cavallo con la nascita del nuovo comune originato dalla fusione dei vari comuni precedenti (Bazzano, Serravalle, Crespellano, eccetera) e l’area dell’ex demanio di Muzzano e Monteveglio si può a nostro avviso ben definire un bene comune e, come tale, inscindibile, inalienabile, fruibile liberamente e responsabilmente.

L’intenzione del comitato da cui è originata di recente una raccolta firme partita a gennaio e che sta avendo una grande circolazione era quella di mettersi a disposizione della comunità, e anche dell’amministrazione, per poter fare in modo che si creasse quel processo di partecipazione da parte dei cittadini sulle destinazioni d’uso dell’area attraverso un percorso condiviso e trasparente, basato su principi etici come la cura della terra, la cura delle persone, l’equa distribuzione delle risorse e per questo si proponeva un percorso pubblico e partecipato. Essendo il destino di quest’area una questione fuori dell’ordinaria amministrazione, perché non capita a tutti i giorni ad un piccolo o medio Comune di avere un regalo di elevato valore economico di circa 1 milione e mezzo di euro (alle stime attuali), ma soprattutto di un pezzettino di territorio che non doveva essere necessariamente vincolato ad una destinazione prefissata. Quindi un territorio libero, un territorio che viene donato al Comune, un territorio esteso e di grande valore. Un territorio su cui arrivano cittadini attivi, quelli che tutti vorremmo, compreso credo chi amministra quei territori, capaci di impostare concretamente un progetto di sviluppo e di miglioramento, sottoponendolo a tutta la comunità. E anch’essi sono una ricchezza, i cittadini che agiscono e che partecipano, e sono un valore insostituibile per una comunità locale.

All’inizio di quest’anno si avvia una raccolta firme, con la quale si chiede che venga stralciato Muzzano dal POC in modo che ritorni ad un percorso partecipativo. Ricordiamo quanto è importante per la Regione – spero non soltanto a parole – la legge regionale sulla partecipazione come vero strumento che possa invitare e permettere ai cittadini, alla collettività e soprattutto a coloro che hanno interesse, conoscenza e competenza sul tema di dire la propria sulle scelte comunali locali. E siamo a questo punto, assessore. Una grande disponibilità da parte di coloro che amministrano non c’è stata o così pare, quindi, oltre ad individuare il destino migliore di quest’area, siamo al punto in cui chiediamo che sia l’assessore a farsi catalizzatore di un vero processo partecipativo, quindi fermare le decisioni, coinvolgere la comunità della Valsamoggia, perché sono tutti gli ex Comuni ora fusi che potrebbero avere interesse ad usufruire di questo bene comune che è stato loro regalato e non passare, non scavalcare le sorti, le decisioni, i desideri dei cittadini che potrebbero in questo caso dire la loro e, secondo me, anche simbolicamente ristabilire un cambio di rotta, un momento di ricucitura di una frattura che è stata plateale per noi, forse sottovalutata da parte della maggioranza, che nasce all’indomani del processo di fusione della Valsamoggia e che arriva poi a produrre un’autosospensione dei consiglieri comunali che per un periodo addirittura non partecipano più ai lavori comunali, perché si sentono completamente inascoltati. Quindi su questo, a mio avviso, si coagulano adesso una serie di possibilità simboliche di valorizzazione di un bene comune, di valorizzazione di un bene inalienabile che è quello dei cittadini che partecipano e che vogliono dire la loro pacificamente e costruttivamente e di valorizzazione, quindi, della partecipazione e ricucitura di una frattura che l’imposizione che allora si fece (forse adesso non si farebbe più) di quella fusione che nacque non nella concordia generale, potrebbe simbolicamente trovare una via d’uscita.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. I quesiti posti riguardano aspetti urbanistici e di partecipazione pubblica ai procedimenti amministrativi comunali rispetto ai quali si deve applicare il principio di responsabilità e unicità dell’Amministrazione competente, attribuendo alla potestà comunale ogni responsabilità decisionale in merito a tali processi con l’obbligo di esercitare tale facoltà nell’ambito dei principi di sussidiarietà e nel rispetto delle norme di legge, regolamenti, principi e norme sanciti da legge vigente. Quindi la Regione non interviene nel merito della formazione delle scelte del Piano urbanistico dei Comuni, a meno che non varino il Piano territoriale di coordinamento provinciale, tanto meno nel suo procedimento di approvazione e neppure sulle scelte di partecipazione pubblica né in via ordinaria esprime giudizi di merito sugli atti di competenza di altri enti.

Su questo punto, consigliera Gibertoni, volevo andare un po’ fuori spartito. Trovo sempre un po’ imbarazzante, ma non solo da parte di questa interpellanza, noi non abbiamo la consuetudine di intervenire per questioni che non sono di nostra competenza nel dibattito politico, istituzionale, amministrativo dei Comuni, di qualunque parte politica appartenga il governo di quelle stesse comunità; noi dobbiamo attenerci alle nostre competenze e alle relazioni istituzionali fra questa Amministrazione regionale e le Amministrazioni comunali. Credo che nessun sindaco, nessun Consiglio comunale abbia mai ricevuto da parte di questa Amministrazione interventi nel merito di una questione che si dibatte legittimamente a quelle latitudini, perché, se non sono di competenza nostra o che non abbiamo responsabilità a riguardo, sarebbe a mio giudizio una scomposta relazione istituzionale. Lei fa bene a chiedere, però io le devo dire a che criterio ci atteniamo. Non solo per quel Comune, ma per tutti gli altri Comuni.

Detto questo, non voglio sottrarmi alla risposta preparata dagli uffici. In ragione di questo si è provveduto a chiedere al Comune di Valsamoggia, perché giustamente si deve fare così, di fornire le informazioni necessarie alla formulazione di una risposta che lei attende. Relativamente alla richiesta di stralcio dell’area di Muzzano dal POC, risulta che il POC in questione è stato approvato con delibera del Consiglio comunale n. 27 del 12 giugno 2018 conformemente a quanto disposto dall’allora articolo 34 della legge n. 20 e quindi, come ampiamente argomentato in premessa, la Regione non ha alcuna competenza al riguardo. Si tratta di una scelta fatta a norma di legge da parte di un Comune.

Relativamente alla richiesta di attivazione di un percorso di partecipazione pubblica sul POC in questione è utile ricordare che quanto disciplinato dalla legge n. 3/2010 – che richiamava – prevede che questa possa essere attivata dall’Amministrazione comunale competente o eventualmente dai soggetti titolati del diritto di partecipazione, sempre indicati dalla legge. Dalle informazioni assunte dal Comune di Valsamoggia risulta che ad oggi non è stato attivato nessun percorso partecipativo. Detto ciò, l’Amministrazione comunale potrà comunque valutare nelle successive fasi attuative del POC la possibilità di attivare un percorso partecipato con i cittadini per valutare le migliori modalità di realizzazione di quelle previsioni. Si segnala infine che la recente legge n. 24/17 rafforza l’istituto della partecipazione, quindi, qualora attivasse questo percorso partecipativo, sarebbe sicuramente in sintonia con quello che prevede lo spirito della legge n. 24. La legge n. 9 infatti non solo prevede la possibilità per i Comuni di svolgere un processo partecipativo e di progettazione in sede di elaborazione degli indirizzi strategici e degli obiettivi del Piano urbanistico generale (PUG), degli accordi operativi dei vari piani che ci sono nell’articolato, ma addirittura si spinge fino all’articolo 3, comma 17 (Concorsi di architettura e progettazione partecipata), ma dispone ai sensi dell’articolo 56 (Garante della comunicazione e della partecipazione) anche per ogni procedimento di pianificazione territoriale e urbanistica che l’Amministrazione procedente nomini il Garante della comunicazione e della partecipazione, da scegliersi tra il personale assegnato dall’Ufficio di piano che avrà il compito in particolare di garantire:

1. il diritto di accesso alle informazioni che attengono al piano e ai suoi effetti sul territorio e sull’ambiente;

2. la partecipazione al procedimento dei cittadini e delle associazioni costituite per la tutela degli interessi diffusi;

3. il diritto al contraddittorio dei soggetti nei confronti dei quali il piano è destinato a produrre effetti diretti, prevedendo l’approvazione di un vincolo di natura espropriativa o conformativa;

4. il proficuo svolgimento dei processi partecipativi di istruttoria pubblica e contraddittorio pubblico, ove disposti ai sensi dell’articolo 45, comma 8.

Quindi, pur non intervenendo, come non facciamo mai, come è coerente da parte nostra, con le scelte dei Comuni che non interagiscono con gli strumenti a cui noi invece siamo titolati e nei confronti dei quali abbiamo una qualche competenza e responsabilità, nel caso in cui il Comune attivi un percorso di partecipazione sarebbe sicuramente in sintonia con quanto prevede la nuova legge urbanistica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Assessore, lei è andato fuori dal suo spartito per rispondere alla mia interrogazione, non è inopportuno ogni tanto uscire dal proprio spartito anche per difendere qualche cittadino attivo. Le ricordo anche che la sua legge regionale portava avanti dei principi che vanno difesi, se sono principi in cui si crede, se sono principi fondati anche sulle carte e non soltanto sulle parole anche quando succedono a pochi chilometri da casa nostra. Lei aveva due strade per rispondere alla mia interrogazione: doveva rispondere, e questo va a merito del Regolamento, poi poteva far valere le sue competenze e dire che non aveva nessuna necessità di intervenire oppure poteva riconoscere che tutto si tiene quando si parla di buona politica, quando si parla delle cose che ho cercato di ricordare prima, quindi di partecipazione, di beni comuni e si fa ricadere tra questi beni comuni anche la democrazia attiva di cittadini, che tutto avrebbero voluto tranne che agire in un modo che potesse costituire disturbo, ma semplicemente partecipare. Non si interviene nelle decisioni delle amministrazioni, ma, se ricordo una fusione che nasce all’inizio in modo un po’ sbilanciato come quella di Valsamoggia, intervenire per capire come ristabilire la buona armonia tra quelle amministrazioni e i cittadini, anche se non è scritto in nessun manuale di diritto regionale consente a chi ha coscienza di vivere un periodo in cui la politica è uno strumento debole, che in qualche modo deve ricostruirsi e deve farlo anche nella ricostruzione di coesione sociale e di fiducia rispetto ai cittadini che sono fuori e che guardano dentro ai palazzi e che cercano di capire delle volte per quale motivo non hanno strumenti o se gli strumenti ci sono, come la legge sulla partecipazione, nessuno li invoca e nessuno dice loro “vieni, siediti e di’ la tua”, una riflessione in più io me la sarei aspettata.

Detto questo, noi continueremo a difenderli questi principi e continueremo a portarli, a prescindere da quello che è scritto nei manuali e nei regolamenti, in tutte le aule in cui siamo presenti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 6651

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per evitare i rischi di natura idrogeologica e sismica relativi alla concessione di stoccaggio di gas naturale “San Potito di Cotignola”. A firma del consigliere Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 6651, interpellanza circa le azioni da porre in essere per evitare i rischi di natura idrogeologica e sismica relativi alla concessione di stoccaggio di gas naturale “San Potito di Cotignola”. A firma del consigliere Bertani.

Risponderà l’assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Il tema è quello dell’utilizzo di ex giacimenti di idrocarburi per farne serbatoi di stoccaggio di gas naturale. La concessione di stoccaggio San Potito di Cotignola ha un’estensione di venti chilometri quadrati, interessa i comuni di Lugo, Bagnacavallo, Cotignola, Faenza, Solarolo e Castel Bolognese in provincia di Ravenna. Sui giacimenti di San Potito di Cotignola si era già discusso, perché la Regione aveva già dato un parere sul rilevamento geofisico in 3D per la trasformazione dello stoccaggio ed era stato, da parte della Regione, dato un parere ambientalmente compatibile con diciannove prescrizioni. Questo nasce da una concessione di stoccaggio rilasciata già nel 2009 ad Edison volta ad utilizzare il livello B/B1 del giacimento di San Potito e i livelli B e C/C1 del giacimento di Cotignola come serbatoi di stoccaggio gas naturale. Oggi ne parliamo nuovamente perché il 15 marzo di quest’anno l’azienda ha depositato una nuova istanza, che si chiama «Esecuzione prove di iniezione nel giacimento finalizzate all’ampliamento della capacità di stoccaggio». Quindi mentre prima avevamo dei rilievi, seppure con delle prescrizioni, oggi abbiamo una richiesta di prove di iniezione e per di più in sovrappressione mediante superamento della pressione statica di fondo. Dentro quegli stoccaggi si sono rilevate delle pressioni superiori a quelle che ci si aspettava, perché probabilmente c’è dell’acqua, ci sono delle falde e quindi quello stoccaggio non è così favorevole come ci si aspettava e quindi si chiede di pompare gas ad una pressione superiore (in sovrappressione).

Le preoccupazioni sollevate dalle osservazioni che sono state depositate, dai consiglieri comunali anche, riguardano il fatto che lì ci siano delle faglie attive sismogenetiche superficiali che nel 1688 hanno interessato il territorio con effetti macro sismici del nono e dell’ottavo grado, per cui in quella zona ci sono strutture sismogenetiche cariche di energia. Il fatto che andiamo a pompare e ripompare, andare in sovrappressione e poi svuotare non ci difende dal fatto che, per un principio di precauzione, lì non si possano andare a sollecitare queste faglie. È vero che lì ci sono dei monitoraggi sismici che però non servono a monitorare la stabilità delle faglie, ma solo a monitorare gli spostamenti verticali della superficie del suolo, quindi quei monitoraggi potranno eventualmente dirci, dopo che è successo, se magari è stato indotto in via ipotetica un sisma dalle sovrappressioni. Quindi quello che chiediamo, e mi sembra che anche la Regione in generale abbia presentato delle osservazioni abbastanza critiche, è che la Regione esprima fin da ora, e di questo io chiedevo un parere all’assessore, tutta la contrarietà a questo progetto proprio per il principio di precauzione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Gazzolo per la risposta.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Mi preme sottolineare che il progetto citato nell’interrogazione, in particolare di esecuzione di prove di iniezione nel giacimento BB1 San Potito,  finalizzato all’ampliamento della capacità di stoccaggio per la concessione di stoccaggio San Potito e Cotignola è sottoposto a verifica di assoggettabilità di competenza ministeriale avviata dallo stesso Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare con nota del 21 marzo 2018, acquisita in Regione Emilia-Romagna al protocollo del 22 marzo 2018. La Regione Emilia-Romagna non è quindi autorità competente in tale provvedimento di valutazione, può solo esprimere, ai sensi dell’articolo 19 del decreto legislativo n. 152/2006, le proprie osservazioni (al pari di chiunque) entro quarantacinque giorni dalla comunicazione di avvenuta pubblicazione della documentazione sul sito web del Ministero dell’ambiente. Considerando la rilevanza del progetto, la Regione Emilia-Romagna ha comunque manifestato il concorrente interesse regionale al fine dell’integrazione in sede di istruttoria tecnica della commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell’ambiente, che prevede la presenza di un rappresentante regionale (nota che abbiamo trasmesso al Ministero dell’ambiente con protocollo del 27 marzo 2018).

In seguito è stata convocata da parte della Regione Emilia-Romagna una riunione di confronto con le amministrazioni interessate al progetto in data 13 aprile 2018, alla quale ha partecipato anche il proponente. Anche sulla base delle richieste di chiarimento e delle preoccupazioni emerse in sede di tale incontro, la Regione Emilia-Romagna ha formulato un’osservazione al Ministero dell’ambiente, quale autorità competente per il provvedimento di verifica di assoggettabilità a VIA, indirizzata anche al proponente che contiene significative richieste di chiarimento e di approfondimento che vanno proprio nella direzione di poter valutare compiutamente i potenziali impatti ambientali negativi del progetto proposto, garantendo la sicurezza dei territori e dei cittadini, così come anche indicato nell’interpellanza.

In particolare sono stati richiesti approfondimenti sui temi della modellazione geomeccanica e della microsismicità, degli effetti di deformazione del suolo, sottosuolo e reticolo scolante, della pericolosità sismica del sito, delle strutture sismogenetiche presenti nell’area e del monitoraggio della sismicità e della deformazione del suolo. In tale osservazione la Regione Emilia-Romagna ha inoltre chiarito che, sulla base delle incertezze circa i potenziali impatti ambientali significativi che non si ritiene possano essere esclusi e risolti allo stato attuale, a meno di significativi e impegnativi approfondimenti non compatibili con i tempi della presente procedura di verifica di assoggettabilità a VIA e con la specificazione di condizioni ambientali all’interno di questo procedimento di verifica di assoggettabilità, pare necessario e opportuno assoggettare alla procedura di VIA il progetto di esecuzione di prove di iniezione nel giacimento BB1 (San Potito) al fine di esaminare il progetto e il SIA nella sua completezza con il dettaglio conoscitivo programmatico, progettuale e ambientale appropriato al fine di poter valutare compiutamente le proposte progettuali con dati più attendibili e quindi, in ultima analisi, più cautelativi e a favore di sicurezza. Pertanto, se non verranno forniti da Edison Stoccaggio tutti gli elementi necessari a chiarire i dubbi e le incertezze circa i potenziali impatti, la Regione Emilia-Romagna, in sede di commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale, ribadirà la propria posizione espressa con l’osservazione inviata.

Il tema della sicurezza e del principio di cautela per le attività antropiche correlate alla ricerca, coltivazione e stoccaggio degli idrocarburi è sempre stato tra gli obiettivi prioritari della Regione Emilia-Romagna a partire dall’attività sismica del 2012 in Emilia, dalla DGR n. 903/2015 che, sulla base degli esiti della commissione Ichese, le linee guida del MISE, dei monitoraggi e studi condotti presso il campo di carbone, ha revocato la sospensione delle procedure di rilascio dell’intesa regionale e dei procedimenti regionali per l’espressione di pareri e valutazioni circa l’attività di ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi. Inoltre, per dare attuazione alle linee guida, la Regione ha sottoscritto un accordo con il MISE per la sperimentazione e l’applicazione delle stesse in tre casi pilota, tra cui lo stoccaggio di Minerbio dove i monitoraggi della sismicità, deformazione del suolo e pressione di poro sono attualmente in corso di analisi da parte dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che è stato individuato come società preposta al monitoraggio per la sperimentazione delle linee guida. Lo dico perché questo sta dentro ad un percorso davvero molto attento che ha caratterizzato l’azione della Regione in questi anni.

Nel merito delle considerazioni presenti nell’interpellanza preciso, infine, che il progetto in oggetto prevede unicamente la realizzazione di una prova di iniezione in sovrappressione per una durata di due anni al fine di valutare la fattibilità di ampliamento della capacità di stoccaggio nel giacimento BB1 e che comunque, nel caso di conclusione positiva ministeriale di questa fase di valutazione sulla prova di iniezione, dovrà essere nel caso presentata dal proponente una nuova istanza di valutazione di impatto ambientale per l’ampliamento delle capacità di stoccaggio della concessione “San Potito Cotignola”, oltre a quanto detto già prima.

Relativamente alla presenza di faglie attive superficiali presenti nell’area sono stati chiesti approfondimenti al proponente, anche se tale aspetto, sebbene le sorgenti sismogenetiche sembrino essere più profonde rispetto al giacimento BB1 San Potito. In ogni caso va nella direzione che prima richiamavo e che lei richiamava.

Per quanto riguarda il giacimento BB1 San Potito, non è corretto parlare di uno stoccaggio in un acquifero profondo, in quanto si tratta di uno stoccaggio in un giacimento di gas depletato che è stato scoperto nel 1984, sviluppato su tre livelli minerari che sono stati coltivati fino ad esaurimento nel 2000. Nel perimetro di concessione attualmente esistente è attivo lo stoccaggio di Cotignola che utilizza un altro giacimento depletato.

Ultimo punto in risposta all’interpellanza, in regione Emilia-Romagna sono attivi da diversi decenni stoccaggi di gas in giacimenti depletati, oggetto di monitoraggi specifici. Nel tempo queste reti di monitoraggio si sono adeguate rispetto all’evoluzione tecnologica e alle indicazioni riportate nelle linee guida ministeriali MISE appositamente predisposte.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Bertani per la replica.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore per la puntuale risposta. Quello che noi chiediamo alla Regione – e per il momento mi sembra che la Regione in parte lo stia facendo – è che nelle sedi competenti di VIA ministeriale, quando la Regione può esprimere pareri o obiezioni, esprima parere contrario, viste tutte le criticità che segnalavo io, ma mi pare in parte che segnali anche l’assessore.

Poi che la nostra Regione sia sempre stata sensibile ai temi delle ricerche per quanto riguarda gli idrocarburi, io ho qualche dubbio in più, perché sicuramente dopo le risultanze della commissione Ichese si bloccò tutto, ma poi avete sbloccato di nuovo tutte le autorizzazioni di ricerca, e ne abbiamo parlato già tante volte in tanti question time e in tanti atti. In questo caso rilevo che un’attenzione c’è stata; quello che chiediamo è che questa attenzione rimanga alta proprio perché il rischio in questo caso secondo noi c’è ed è concreto. Riguardo all’acquifero profondo la sovrappressione viene richiesta, perché in quel serbatoio naturale c’è una notevole risalita d’acqua che ha compromesso la capacità di stoccaggio. Quindi che non sia un acquifero profondo sussistono dei dubbi e sussiste il fatto che negli acquiferi profondi al momento in teoria c’è un divieto per quanto riguarda lo stoccaggio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

 

OGGETTO 6680

Interpellanza circa questioni e problematiche, riguardanti, nell’ambito del trasporto pubblico, l’utilizzazione della card “Mi Muovo–TPER”. A firma della consigliera Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto n. 6680, interpellanza circa questioni e problematiche, riguardanti, nell’ambito del trasporto pubblico, l’utilizzazione della card “MI MUOVO–TPER”, a firma della consigliera Gibertoni.

Risponderà l’assessore Donini.

La parola alla consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Il 16 aprile di quest’anno viene pubblicato sul portale della Regione sulla mobilità che nasce UNICA Emilia-Romagna: una card multiservizi per viaggiare leggeri che può contenere abbonamenti Trenitalia, “Mi Muovo” e altri titoli di viaggio e servizi, con tecnologia contactless. A questo punto si può, stando al portale della Regione, viaggiare con un unico titolo di viaggio che li comprende tutti. Quindi comodità di utilizzo, maggiore sicurezza, eccetera. Nei giorni immediatamente successivi all’entrata in vigore del nuovo sistema, però, si sono presentati agli sportelli di emissione di TPER una serie di clienti che lamentavano ripetuti disguidi imprevisti legati all’utilizzo della nuova card. Tra le varie segnalazioni che ci sono arrivate, per esempio a Imola una passeggera con regolare abbonamento integrato (in quel caso Bologna-Imola) sarebbe stata fatta addirittura scendere dal treno, dato che il capotreno non aveva riconosciuto come valido il titolo in suo possesso. Infatti le card emesse da TPER sarebbero o sarebbero state prive del logo di Trenitalia, in quanto tutte le informazioni, compresa la tratta, la durata, il costo e via dicendo sarebbero contenute nel microchip della carta leggibile dai palmari del personale addetto al controllo a bordo treno. Nei giorni seguenti presso le biglietterie TPER della stazione di Bologna di piazza Medaglie d’Oro un passeggero protestava perché, benché titolare di regolare abbonamento integrato, sarebbe stato costretto dal capotreno al pagamento di un ulteriore biglietto con sovrapprezzo, perché ritenuto non in regola per quella tratta. In altri due casi a passeggeri con regolare abbonamento, sempre su card TPER, sarebbe stato addirittura intimato dagli addetti al controllo a bordo treno di regolarizzare la loro posizione, visto che, a detta del personale di Trenitalia, la card non andava bene e che quegli abbonamenti quindi non sarebbero stati utilizzabili sui treni Trenitalia. Poi altre segnalazioni simili raccolte sempre a Bologna alla biglietteria TPER di via Marconi, inviate anch’esse con tutti i relativi dettagli ai responsabili di TPER.

Appare spiegabile in modo molto difficile il motivo per cui gli addetti al front office di TPER, che dovrebbero essere molto informati, aggiornati all’ultimo servizio offerto alla clientela, agli utenti, siano costretti ad apprendere notizie riguardanti l’attività lavorativa da quotidiani o da siti web o organi di informazione in generale problematiche analoghe, se non peggiori, che potrebbero scaturire – e questo è il motivo per cui abbiamo presentato l’interpellanza, oltre a sollevare il tema nel corso di una Commissione trasporti recente – se permanesse un atteggiamento simile di non sufficiente formazione, quindi di fatto si dà il servizio nuovo, però non si mette a sistema la formazione e l’informazione di coloro che poi devono operare per poterlo validare, riconoscere, anche suggerire, consigliare agli utenti e di fatto si crea una situazione molto sperimentale, ma in senso sfavorevole rispetto agli utenti, quindi molto negativamente sperimentale. Cominciamo ma non tutti ancora sanno tutto, però impareranno in corso d’opera. Questa è l’impressione della sperimentazione che è stata fatta sulla pelle di coloro che magari sono stati sanzionati o fatti scendere dal treno o comunque è stato detto loro, con grande sorpresa, che non erano in regola. Se poi la notizia, già annunciata a dicembre scorso, per cui da settembre prossimo tutti gli abbonati, sia mensili che annuali, al servizio ferroviario regionale non dovranno più pagare un doppio abbonamento, ma potranno viaggiare gratuitamente sugli autobus di tredici città (i nove capoluoghi più Imola, Carpi e Faenza), notizia anche questa di cui i cittadini pendolari dovrebbero essere adeguatamente informati, vorremmo evitare che anche lì la carenza di formazione degli operatori e di informazione di operatori e passeggeri causino ulteriori complicazioni, visto che settembre normalmente è un mese in cui si fanno e si rinnovano gli abbonamenti.

Quindi chiediamo all’Assessorato, all’assessore Donini quale sia la sua opinione, cosa conosca di questi disguidi, disservizi che sono stati segnalati rispetto all’avvio di questo nuovo servizio, pur pregevole, rispetto alla carenza di informazione e anche alla carenza di formazione del personale addetto alle biglietterie TPER, Trenitalia, eccetera. E come si possa, se sono già state messe in campo, se l’assessore ha già notizie di adeguate azioni di informazione e formazione rispetto al rinnovo degli abbonamenti di settembre e anche a questa notizia per cui si potrà viaggiare gratuitamente sugli autobus delle tredici città e se possa da qui nascere un atteggiamento, un approccio diverso e più costruttivo rispetto al fatto che si continuano a mantenere esternalizzati servizi cruciali come quello delle biglietterie, che probabilmente contribuiscono ad ingenerare una serie di carenze di informative che, se invece non si esternalizzassero tutte le nostre biglietterie, si avrebbero più facilmente sottomano e tutto sarebbe più a regime e più armonico.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. In merito a quanto evidenziato dalla consigliera Gibertoni, si informa che l’iniziativa di integrazione tariffaria “Mi Muovo” decorsa dal 2 maggio 2018 che consente di caricare sulle card elettroniche “Mi Muovo” e UNICA gli abbonamenti integrati in una logica di dematerializzazione dei titoli cartacei nel periodo di avvio ha effettivamente registrato qualche criticità, derivanti anche dalla messa a punto della tecnologia di supporto che allo stato attuale risultano però risolte. La sua interrogazione era di qualche tempo fa.

TPER ha formato il proprio personale addetto alle verifiche per evitare proprio spiacevoli episodi di non regolarità nel possesso della card, con la conseguente possibilità di elevare le sanzioni previste dalla legge regionale n. 30/98 e con gradualità anche per il personale addetto alle biglietterie. Anche Trenitalia ha confermato il proprio impegno a superare con la massima celerità ed efficacia la cosiddetta fase di rodaggio dell’interoperabilità dei sistemi di bigliettazione elettronica. Le card emesse da Trenitalia dovranno essere lette senza alcuna ambiguità dai dispositivi di TPER, e ovviamente viceversa.

Auspichiamo che in questi mesi di lavoro l’analisi e le verifiche che la struttura regionale sta attuando con le società di gestione dei servizi di TPL urbani e ferroviari, tenuto conto anche delle richieste di informazione da parte dell’utenza che si stanno registrando a seguito dell’annuncio fatto lo scorso luglio, possono essere esaustive per un avvio efficiente dell’iniziativa dell’integrazione tariffaria che – confermo – dal primo settembre 2018 sarà supportata anche da una campagna di informazione istituzionale da parte della Regione, perché potenzialmente ci riferiamo a quasi sessantamila persone, pendolari in particolare. In collaborazione ovviamente con le società che gestiscono i servizi urbani delle tredici città con popolazione superiore ai cinquantamila abitanti con Trenitalia. Nella predisposizione di quest’ultimo intervento di integrazione tariffaria, che rende gratuito il trasporto nelle tredici aree urbane per gli abbonati del treno, la Regione Emilia-Romagna ha cercato di allargare al massimo la platea dei beneficiari con l’abbonamento ferroviario. La piena collaborazione delle imprese di trasporto sarà una delle condizioni per definire in maniera soddisfacente per gli utenti anche gli ultimi particolari di questa operazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Apprezzo la linea che mi sembra vada a colmare quelle carenze che effettivamente ci sono state. Non so se mi è sfuggito o forse non ha risposto sulla questione delle biglietterie esternalizzate, sarà quindi oggetto di una prossima interpellanza che faremo a breve, perché su questo secondo me ci vuole una riflessione un po’ più attenta. Tutte le biglietterie che, soprattutto in piccoli comuni, sono state esternalizzate subito con grande sottovalutazione di quello che ha comportato come presidio attento rispetto alle esigenze di cittadini che non hanno tutta questa facilità ad utilizzare macchinette automatiche o a cercare la tabaccheria più vicina per poter comprare il titolo di viaggio, secondo me stanno mostrando che quel progetto di smantellamento di fatto di biglietterie, di gestione diretta delle biglietterie non è giusto. Anzi, andrebbe rivisto velocemente e quindi su questo anticipiamo che torneremo, come abbiamo già fatto in passato con diversi atti, magari con esempi specifici, a chiedere alla Giunta se abbia senso effettivamente e quali risparmi davvero possa generare, quando poi il caos o i disservizi dall’altra parte sono superiori ai risparmi che eventualmente genera, perdere di vista qualcosa che di fatto è un servizio cruciale e resta quello di una biglietteria che informi, che sia formata e informata, che possa essere effettivamente un presidio anche di sicurezza all’interno delle nostre stazioni ferroviarie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Abbiamo terminato lo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 6454

Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2017» (89)

(Esame articolato e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Riprendiamo ora l’oggetto 6454 nell’ambito della sessione di bilancio, «Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2017».

Prima di riprendere con l’esame dell’articolato che prevede la discussione, la dichiarazione di voto e la votazione, nomino scrutatori il consigliere Campedelli, la consigliera Prodi e la consigliera Piccinini.

Apriamo quindi l’esame dell’articolato con la discussione. Chiamerò tutti gli articoli ovviamente.

Articolo 1.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 1 è approvato.

Articolo 2.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 2 è approvato.

Articolo 3.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 3 è approvato.

Articolo 4.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 4 è approvato.

Articolo 5.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 5 è approvato.

Articolo 6.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 6 è approvato.

Articolo 7.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 7 è approvato.

Articolo 8.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 8 è approvato.

Articolo 9.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 9 è approvato.

Articolo 10.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 10 è approvato.

Articolo 11.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 11 è approvato.

Articolo 12.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’articolo 12 è approvato.

Dichiarazioni di voto sull’intero testo di legge.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 6454, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

37

Assenti

 

13

Votanti

 

36

Favorevoli

 

25

Contrari

 

11

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Saliera): Proclamo approvata la legge riguardante «Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2017».

La parola al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Se può aggiungere il voto contrario del sottoscritto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Va bene, consigliere Pompignoli, prendiamo atto della sua rettifica.

 

OGGETTO 6702

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020» (90)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza, discussione ed esame articolato)

(Ordini del giorno 6702/1/2/3/4 oggetti 6897 - 6898 - 6899 - 6900 - Presentazione)

 

OGGETTO 6703

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Assestamento e prima variazione generale al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020» (91)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 6703/1/2/3/4/5 oggetti 6901 - 6902 - 6903 - 6904 - 6905 - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l’oggetto 6702, progetto di legge recante: «Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020», composto da quarantanove articoli che, in modo congiunto, si discute con l’oggetto 6703, progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Assestamento e prima variazione generale al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020», composto da ventidue articoli e relativi allegati.

I testi n. 15 e n. 16 sono stati licenziati dalla Commissione “Bilancio, Affari generali e istituzionali” nella seduta del 17 luglio 2018.

Il relatore della Commissione è il consigliere Giuseppe Boschini che ha presentato relazione scritta.

Il relatore di minoranza è il consigliere Massimiliano Pompignoli che ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Sull’oggetto 6702 insistono venticinque proposte di emendamento:

una a firma dei consiglieri Zoffoli, Bagnari, Boschini, Caliandro, Tarasconi, Rontini, Calvano, Paruolo, Poli, Campedelli; una a firma dei consiglieri Daniele Marchetti e Boschini; una a firma dei consiglieri Montalti e Bagnari; quattro a firma del consigliere Bertani; una a firma dei consiglieri Bertani e Zoffoli; una a firma dei consiglieri Marchetti Daniele e Pompignoli; una a firma del consigliere Bargi; nove a firma della consigliera Piccinini; quattro a firma del consigliere Bertani; due a firma del consigliere Tagliaferri.

Sono stati presentati altresì tre ordini del giorno: l’ordine del giorno 6702/1, a firma dei consiglieri Lori, Tarasconi, Zoffoli, Campedelli, Caliandro, Molinari, Rontini; l’ordine del giorno 6702/2, a firma dei consiglieri Taruffi, Boschini, Caliandro, Prodi; l’ordine del giorno 6702/3, a firma del consigliere Bertani.

Sull’oggetto 6703 insistono cinque proposte di emendamento: una a firma del consigliere Bertani; una a firma dei consiglieri Pompignoli e Bertani; due a firma della consigliera Piccinini; una a firma dell’assessore Petitti.

Sono stati presentati anche quattro ordini del giorno: il 6703/1 a firma dei consiglieri Bagnari, Campedelli, Zoffoli, Caliandro, Tarasconi, Paruolo, Mumolo, Molinari, Boschini, Poli, Calvano, Rontini, Lori, Soncini; il 6703/2, a firma dei consiglieri Boschini, Caliandro, Calvano, Tarasconi, Bagnari, Paruolo, Mumolo, Rontini, Poli, Zoffoli, Campedelli; il 6703/3, a firma dei consiglieri Rontini, Boschini, Bagnari, Calvano, Caliandro, Molinari, Mumolo, Zoffoli e Soncini; il 6703/4, a firma Caliandro, Boschini, Taruffi, Prodi, Calvano e Soncini.

La parola al consigliere Boschini, relatore della Commissione.

 

BOSCHINI, relatore di maggioranza: Grazie, presidente. Il progetto di legge di assestamento e di prima variazione generale al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2018/20 quest’anno è particolarmente significativo, non solo nella dimensione finanziaria, ma anche nella rilevanza di alcune scelte politiche che esso rende possibili.

Come sappiamo, l’assestamento trae le mosse – l’abbiamo appena approvata – dalla legge di approvazione del rendiconto generale per l’esercizio 2017, che ci ha consentito di accertare i dati sui quali si basano le consistenze anche di questa manovra, a partire dai residui attivi e passivi, il fondo pluriennale vincolato, i crediti di dubbia esigibilità, tutto ciò che sta alla base della manovra di assestamento e variazione. Naturalmente questa manovra si basa non soltanto sul rendiconto, ma sull’andamento della gestione svolta nella prima parte dell’anno, quindi un riscontro dell’andamento delle entrate e delle spese in corso di esercizio in modo da poter valutare la sostenibilità degli obiettivi di governo prefissati ed eventualmente (e lo faremo) anche il loro rilancio e il loro ampliamento, sempre operando naturalmente nella direzione costante del rispetto dei vincoli di equilibrio che presiedono alla formazione del bilancio di previsione. Vincoli che sono ampiamente rispettati e questo, come vedremo poi nel dibattito, ci permetterà anche alcune scelte ulteriori che possono derivare da alcuni svincoli che possiamo realizzare, perché siamo in linea con gli obiettivi di equilibrio. In questo senso l’assestamento ha davvero, a maggior ragione quest’anno, perché è un po’ più grande del solito, la valenza di una vera e propria ulteriore componente della manovra di bilancio e ci consente, quindi, alcune scelte che naturalmente si definiscono sulla base di alcuni riferimenti fondamentali, ne indico due: l’andamento dell’economia regionale e gli obiettivi di mandato di questa maggioranza.

Vediamo alcuni elementi sull’andamento della situazione dell’economia regionale, perché purtroppo il quadro nazionale ci consegna alcuni elementi di preoccupazione che è bene il bilancio cominci a tenere in considerazione. Secondo il rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia della regione Emilia-Romagna, pubblicato poco più di un mese fa (all’inizio del mese di giugno), nel 2017 nella nostra regione (e anche nei primi mesi del 2018) la crescita è proseguita, sostenuta sia dalla domanda interna che dall’export. In particolare nel 2017 è andata bene la produzione industriale in quasi tutti i settori: è un più 3,2 complessivo, particolarmente per la meccanica e per i mezzi di trasporto; è stata più moderata, ma comunque positiva, la crescita del terziario; particolarmente in luce il settore turistico, mentre rimane molto debole la congiuntura del settore costruzioni.

Tuttavia questo non è il solito discorsetto che magari, anche con un orecchio aperto e uno chiuso, abbiamo ascoltato in quest’Aula negli ultimi anni, quando sentivamo dire “ottimi risultati, bene la produzione, bene l’export”, perché alcuni segnali meno positivi cominciano a manifestarsi. Questo come conseguenza soprattutto di un mutato quadro nazionale e internazionale. Cresce meno intensamente l’export della nostra regione, secondo questi dati, in particolare i primi dati di Unioncamere. Quindi nel primo trimestre 2018 abbiamo più 4,6 (positivissimo), però l’anno scorso lo stesso trimestre – è vero che il 2016 non è andato benissimo come confronto – era un più 8,7. Quindi l’export continua a crescere nella nostra regione, ma con un segno meno incisivo. Ad esempio, sono forti le ripercussioni che aspettiamo dal contenzioso commerciale in atto tra Stati Uniti e Germania, perché, se cala l’export dei veicoli tedeschi, sappiamo che il sistema di subfornitura dell’autoveicolo tedesco è fortemente radicato nelle piccole e medie imprese della nostra regione, quindi le battaglie in corso su dazi e guerre commerciali in atto rischiano di far trovare il nostro Paese, in particolare l’Emilia-Romagna che è una regione esportatrice per eccellenza, tra i soggetti più penalizzati di questo nuovo clima internazionale. Naturalmente la ripresa si avvantaggia ancora degli investimenti che abbiamo fatto soprattutto per consolidare la spesa di investimento delle imprese, che abbiamo incoraggiato molto con i fondi europei, con i fondi nazionali e con una serie di interventi, anche legislativi, per rendere meno oneroso alle imprese investire.

È significativo che la Banca d’Italia dia atto che ancora nel 2018 è previsto un incremento maggiore degli investimenti nelle imprese della regione, anche se la produttività ha qualche segnale di parziale rallentamento. È vero che siamo protetti da un sistema dinamico, dagli investimenti fatti dalla Regione per la competitività in questi anni, ma siamo in Italia come regione e quindi non possiamo non risentire del rallentamento complessivo che sta iniziando a toccare il “sistema Paese”. Lo sappiamo: le previsioni stanno tutte venendo ritoccate al ribasso. Questo ci indica un preciso benchmark, un preciso paletto per questa manovra: non allentare in alcun modo la tensione sul sostegno allo sviluppo e, anzi, per certi versi è il momento di renderlo ancora più incisivo. A questo, quindi, si rivolgono alcune delle strategie fondamentali dell’assestamento, anche per difendere i risultati occupazionali fin qui conseguiti in Regione che sono, come sapete, risultati positivi. Sostanzialmente nel 2017 siamo arrivati lì, lì per varcare il traguardo storico dei due milioni (1,97 per la precisione) di occupati, più 2 per cento rispetto al 2016, con un tasso di occupazione che raggiunge il 68,6 (due decimi di punto superiore a quello dell’anno precedente), quindi risultati positivi. Ma, se nella congiuntura che rischia di cambiare, vogliamo mantenerli, è il momento di fare investimenti e scelte ancora più incisive.

Fra gli elementi da sottolineare, per esempio, il fatto che il credito bancario, in particolare il settore privato non finanziario, cresce ma in modo molto moderato, non agli stessi tassi di sviluppo come ci aspetteremmo. Quindi una produzione che cresce in maniera sostenuta ancora ha, invece, un credito che per esempio a fine anno cresce dello 0,9. Quindi ecco un altro segno, un’altra linea che ci dettano i numeri di agire attraverso il bilancio regionale a favore dello sviluppo del credito soprattutto per le piccole e medie imprese. C’è un terzo elemento che le relazioni ci consegnano ed è la fatica delle nostre pubbliche amministrazioni locali. Nel triennio 2014/16 la spesa è diminuita dell’1,6 per cento da parte dei nostri enti locali; addirittura la spesa per investimenti, quella che maggiormente sostiene lo sviluppo (anche la spesa corrente lo fa, ma quella per investimenti a maggior ragione) è calata nel triennio in media del 10,2 per cento l’anno. Lo sappiamo, abbiamo dei vincoli di bilancio molto stretti negli enti locali e quindi gli stessi continuano a far fatica ad investire. Lo fanno per virtuosità, tant’è vero che il debito delle amministrazioni locali è in calo, ma questo significa che c’è anche bisogno, oltre che di sostenere l’economia e il dato occupazionale fin qui positivo in una congiuntura che cambia, soprattutto di stare vicino alle nostre comunità locali che continuano, attraverso i loro Comuni, a far fatica ad avere i soldi per le politiche di investimento.

Quindi tre priorità in questa manovra: continuare a sostenere la ripresa, sostenere e facilitare, di conseguenza, fra le varie misure anche l’accesso al credito e sostenere le nostre amministrazioni locali e quindi le nostre comunità specie nelle dinamiche di spesa per i servizi alle persone più fragili, quelle più esposte alla congiuntura economica e soprattutto per gli investimenti fondamentali della vita di queste comunità, quindi la viabilità locale, la difesa del suolo, la spesa per le Aziende sanitarie, tutte le voci su cui la manovra interviene in modo rilevante.

Naturalmente la manovra ha delle determinanti, ora sono in relazione e non vorrei dilungarmi troppo nel leggerla in maniera specifica, ribadisco i dati del rendiconto 2017, l’andamento della gestione 2018 che, essendo positivo soprattutto nel mantenimento degli equilibri di bilancio, ci permette alcune scelte di svincolo e poi le nuove assegnazioni a destinazione vincolata di provenienza statale. Questa è una cosa che facciamo sempre con l’assestamento: quando arriviamo a luglio sappiamo finalmente una serie di elementi e di dati che molto spesso, nel fare il bilancio di previsione a dicembre dell’anno prima, non abbiamo. Questo ci consente naturalmente di mettere sul piatto una serie di risorse aggiuntive e quest’anno la manovra, per entrate e per spese, vede un incremento di 173,8 milioni. Non sono tutte risorse libere regionali, molte di queste sono risorse vincolate di origine statale che vanno direttamente su delle progettualità e quindi diciamo che le risorse regionali proprie della manovra ammontano a 55 milioni di euro, di cui 3, come discutevamo stamattina, provenienti da economie realizzate dall’Assemblea legislativa. Ne abbiamo parlato stamani in sede di assestamento di quel bilancio.

È quindi una manovra importante: 55,173 milioni, se parliamo di tutti i fondi che entrano in campo. Ma da dove vengono queste risorse? Naturalmente le risorse proprie, non quelle di origine statale e vincolata, derivano prevalentemente dagli esiti positivi della lotta all’evasione tributaria, in particolare per quanto riguarda il tema della tassa regionale sugli autoveicoli, ma anche in generale su una serie di accertamenti in entrata. Come dicevamo stamattina, sul fatto che va bene la cassa e la liquidità e, di conseguenza, possiamo evitare di attivare mutui autorizzati, di ricorrere ad anticipazioni di liquidità da parte del tesoriere, quindi continuando a lavorare sulla riduzione della consistenza dei mutui, e quindi degli oneri a carico della Regione, creiamo i margini per questa manovra. Basta dire che il disavanzo da mutui autorizzati con questa manovra si ridetermina in riduzione di altri 143 milioni, quindi un altro passo in avanti per ridurre il nostro indebitamento e quindi il suo costo che libera risorse.

A questa manovra contribuiscono anche 3,1 milioni resi disponibili dal bilancio funzionale dell’Assemblea legislativa che, al di là del dibattito che abbiamo fatto questa mattina, non c’è dubbio che è merito nostro, quindi dico di tutti, sono frutto delle scelte operate negli scorsi anni da questa Regione in materia di costi delle istituzioni, di retribuzione dei consiglieri, di abolizione totale dei vitalizi futuri e di riduzione di quelli degli ex consiglieri delle passate legislature; scelte su cui questa Regione si è mossa per tempo in modo nettamente anticipatorio anche rispetto al dibattito che ora sta avvenendo a livello nazionale in Parlamento e quindi noi possiamo anche mettere sul piatto i risultati di questo nostro lavoro di riduzione del costo delle istituzioni.

Vediamo quali sono le risorse nazionali vincolate. Non entro nel merito di tutti gli accordi che ci hanno permesso di stabilire quali sono le grandezze di base di questo bilancio, richiamo soltanto che con l’accordo del 31 gennaio 2018 in Conferenza permanente Stato-Regioni è stato definitivamente confermato, consolidato l’onere, perché è comunque un bilancio positivo per la manovra, ma che parte da dei dati di taglio, di difficoltà. Noi abbiamo addosso un saldo, in termini di competenza tra le entrate e spese finali, di 195,6 milioni, cioè dobbiamo garantire un saldo di questo genere, che equivale di fatto ad un taglio, nel senso che è avere risorse che non puoi spendere perché il saldo deve essere fra entrate e spese di tipo negativo. Altri accordi, come quello del 22 febbraio, hanno stabilito com’è il riparto degli spazi finanziari da attribuire agli investimenti della Regione ed esce, io credo anche per il buon lavoro fatto negli ultimi mesi dal precedente Governo nazionale, di cui oggi vediamo gli effetti, poi giudicheremo per il futuro quello che sarà sul prossimo bilancio il lavoro del Governo attuale, ma noi possiamo dire che dal lavoro del Governo nazionale passato ci arrivano 24,9 milioni di euro nel triennio per interventi destinati ad eliminare le barriere architettoniche, 10 milioni di euro (sempre nel triennio) per interventi nel comprensorio sciistico dell’Appennino tosco-emiliano (ne aggiungiamo 0,7 dal nostro bilancio per quei comprensori sciistici che non fanno parte dell’accordo, quindi un po’ più piccoli); nel settore sanitario risorse importanti, 77 milioni dal payback delle Aziende farmaceutiche che sono sostanzialmente tutti destinati al finanziamento dei LEA, quindi dei servizi sanitari ordinari. E abbiamo due altri importanti accertamenti in entrata: 41 milioni per i farmaci oncologici e altrettanti per i farmaci innovativi.

Quindi vedete le grandezze che vi dicevo prima, però – attenzione – sono risorse strettamente vincolate come in questo caso all’acquisto di farmaci. Abbiamo inoltre risorse di 7,8 milioni sempre dal piano nazionale per contributi alle Unioni dei comuni, quindi a premiare i Comuni che investono sulle forme associative e le Unioni; 7 milioni nel triennio per le strade di montagna attraverso il Fondo di sviluppo e coesione; 46 milioni nel triennio come fondi strutturali comunitari per il sistema ferroviario regionale. Quindi vedete che le manovre che possono derivare dai fondi nazionali sono molto importanti. Poi entrano in campo circa 55 milioni di risorse regionali proprie, che spalmiamo sulle tre priorità che dicevamo: sostenere la ripresa in un momento in cui è ancora positiva, ma i dati nazionali rischiano di frenarla, quindi 1,8 milioni di euro comprensivi dell’emendamento di Giunta, approvato in Commissione, per il nuovo Tecnopolo di Bologna che è un’infrastruttura per l’innovazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico, quindi per continuare a sostenere lo sviluppo delle nostre imprese; 1,4 milioni di euro che si ripeteranno nel 2019 già previsti, quindi in totale 2,8 milioni, per progetti finalizzati all’orientamento da parte dei Centri di formazione partecipati dai Comuni.

È molto importante, è un tema che abbiamo discusso molto in Commissione, sappiamo quant’è importante oggi il tema dell’orientamento, specie per prevenire l’abbandono scolastico e universitario, ad orientare tutte le persone, non solo i giovani, verso scelte formative e professionali di piena occupazione e di piena autorealizzazione. Quindi la misura, secondo me, ha un grande valore nel riconoscere ai Comuni e ai Centri di formazione a totale partecipazione pubblica questo ruolo essenziale per lo sviluppo dei loro territori attraverso le funzioni di orientamento. 1,2 milioni come contributo in conto capitale ai Comuni per riqualificare aree commerciali dei centri storici (è la legge regionale n. 41 che tante volte abbiamo anche con i nostri emendamenti contribuito a rifinanziare, che è importante perché investe sui nostri centri storici); 1,2 milioni per rafforzare ulteriormente il piano di promozione turistica della legge regionale n. 4/2016 e credo di grande importanza per lo sviluppo oltre che per l’ambiente, ma – devo dire – per la logica della sostenibilità ambientale di uno sviluppo sostenibile il milione di euro che, sulla base di una discussione fatta anche negli anni scorsi, mettiamo sulle auto ibride per l’incentivo all’acquisto. Credo sia una notizia che i nostri cittadini possano accogliere in maniera molto importante. Naturalmente ci sono anche le risorse per completare l’annunciata realizzazione nella tariffazione integrata ferro/bus. Quindi vedete uno sviluppo anche attento agli elementi di qualità ambientale.

Fra le priorità da sottolineare (ora non si realizzano con investimenti diretti, ma sono comunque molto importanti): attraverso l’intervento normativo in collegato si allarga l’operatività dei Consorzi fidi regionali verso le piccole e medie imprese. A questo fine si ritiene di sperimentare una modalità di accesso dell’impresa alla garanzia attraverso i Consorzi fidi per i mutui di importo inferiore a euro 100 mila. Le piccole e medie imprese che hanno più difficoltà a rivolgersi al mercato finanziario potranno, quindi, avvalersi dei Consorzi fidi regionali per l’accesso alla garanzia diretta. Mentre l’accesso al fondo centrale sarà riservata alle imprese più strutturate per importi superiori o uguali a 100 mila euro. Questo, naturalmente attraverso modifiche alla legge regionale n. 14/2014, prevede che possano essere beneficiari del sostegno regionale anche i Confidi accreditati ad operare con il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Questo ci allinea con altre normative regionali in essere e soprattutto consentirà a tutti i Confidi che operano con il Fondo di garanzia PMI la possibilità di beneficiare dei contributi regionali per la costituzione dei fondi rischi. Quindi è chiaro che noi stiamo scegliendo di dare un contributo come Regione alla costituzione di questi fondi di garanzia e quindi le disponibilità regionali dovranno essere costituite a questo fine anche nelle prossime manovre a partire dal 2019.

Vorrei sottolineare, sono sicuro che ne parleremo in sede di emendamenti, che c’è disponibilità futura da parte di questa maggioranza, anche sulla base del dibattito che abbiamo già svolto in Commissione, a sviluppare un ulteriore ampliamento della soglia prevista di 100 mila euro e anche a fare ulteriori correttivi che ci sono stati sollecitati da più parti, però dopo la prima fase di sperimentazione di avvio del nuovo regime che verrà introdotto con il collegato all’assestamento. Io la vedo così: partiamo, vediamo come va e siamo disponibilissimi ad incrementare e ad aumentare.

Terzo punto, sostenere le nostre amministrazioni locali e, attraverso esse, naturalmente le comunità. Si tratta in questo caso di una serie di misure, sempre sostenute da risorse regionali proprie, attraverso le quali facciamo investimenti diretti o sosteniamo gli enti che le realizzano. Quindi potrei dire è il modo con cui la Regione sta vicina ai propri territori e ai propri enti locali in un momento, ormai prolungato, di oggettiva difficoltà finanziaria. Scorriamo alcuni di questi interventi. Un investimento di 10 milioni di euro che ci permetterà di ampliare del 50 per cento le disponibilità sul bando per gli impianti sportivi dei Comuni. Credo che questa sia una scelta importante, una delle più vistose anche dal punto di vista numerico di questo bilancio; avevamo già messo 20 milioni su quella gara, i cui risultati sono in presentazione in questi giorni, ne aggiungiamo 10 per poter scorrere ulteriormente le graduatorie. Sappiamo quanto sono importanti gli impianti sportivi per la vita delle comunità per tenere i giovani sul territorio, quindi vorrei che ci vedessimo davvero un servizio al nostro territorio importante e quindi lo incrementiamo di altri 10 milioni.

Altri 12,6 milioni sono destinati alle nostre Aziende sanitarie locali, soprattutto per sostenerle in alcuni obblighi di legge sulle gestioni trascorse; 4,6 milioni vanno per rafforzare ulteriormente gli interventi di protezione civile, un ulteriore milione sull’ARPAE. Naturalmente anche qui, se ripristiniamo ponti, viabilità locali, versanti esposti a rischio geologico, stiamo facendo cose che le nostre comunità ci chiedono in maniera importante. 3 milioni ulteriormente alla viabilità provinciale. Questo avviene attraverso un emendamento di Giunta, che però è stato concordato e fortemente sostenuto dai gruppi della maggioranza assembleare, perché in questo momento di difficoltà delle Province sappiamo che è importante arrivare alle comunità locali attraverso una buona manutenzione della viabilità.

Sapendo che le Province sono ancora in grandi difficoltà finanziarie (forse meno di un paio di anni fa, ma è ancora così), è necessario continuare nel sostegno che abbiamo dato in passato con vari emendamenti e quindi anche quest’anno un emendamento di 3 milioni, sostenuto dalla Giunta con il consenso, con la spinta forte della maggioranza assembleare. Ricordo che noi diamo anche 7 milioni per il sostegno alle attività istituzionali delle Province e quindi anche questo è ossigeno che poi permetterà magari alle Province di farsi i conti in tasca per dare ulteriori risorse agli interventi sulle loro funzioni proprie, come l’edilizia scolastica e la viabilità. Attraverso un ordine del giorno che poi discuteremo, ma che presento già ora, riusciremo, svincolando 550 mila euro degli accantonamenti vincolati, ad incrementare il fondo per la qualificazione e l’incremento del trasporto pubblico locale intervenendo per tutta la regione. Credo che questo sia un altro elemento molto importante di risultato da sottolineare. 1,4 milioni di euro per l’abbattimento delle barriere architettoniche, contributi dati ai Comuni che però possono arrivare ai privati, quindi per intervenire sui singoli edifici dei privati (ascensori, montascale, tutto ciò che può servire per la vita delle persone disabili), perché sappiamo che abbiamo una popolazione che invecchia, un patrimonio edilizio purtroppo anche quello vecchio: oltre il 70 per cento delle case in molti centri urbani non hanno l’ascensore e quindi 1,4 milioni sulle barriere architettoniche ci sembra una cosa di grande rilievo sociale. 0,6 milioni destinati ai Comuni per le scuole dell’infanzia. Anche questa può sembrare una cosa piccola, ma molto importante perché è dedicata ai coordinamenti didattici.

Quindi diamo una mano ai Comuni a sostenere i coordinamenti didattici delle loro scuole materne o delle scuole materne convenzionate per quel che riguarda la scuola paritaria che sappiamo è numericamente molto presente sul nostro territorio. Credo che anche questa sia una misura che poi si ripercuote in maniera molto positiva sulla qualità dei servizi che diamo alle famiglie. Incrementiamo di 500 mila euro il fondo per la non autosufficienza, nella speranza e nell’attesa di poterlo fare ulteriormente. Poi ci sono molti altri interventi che ora tocco così: Agenda digitale, ambito della cultura con sostegno alla Fondazione Toscanini, Fondazione danza; 200 mila euro ulteriori per progetti pilota nelle politiche giovanili; la nuova legge sull’editoria; una nuova legge sulla Sessione europea; interventi sulla Scuola regionale di polizia locale; interventi sulla strumentazione informatica della Regione, con particolare riguardo alla materia della sicurezza e protezione dei dati in adeguamento alla normativa europea. Fra tutti questi elementi ne vorrei citare uno che riguarda ulteriori 0,2 milioni (sono 0,5 in un contesto più ampio) sulle politiche specifiche per rafforzare gli interventi di cooperazione internazionale. E qui volentieri entro nella polemica quotidiana, perché sono sicuro che se ne parlerà. Questo è un incremento ulteriore, perché vi ricorderete che già a dicembre abbiamo incrementato del 10 per cento la missione 19 destinata alla relazione e alla cooperazione internazionale, al finanziamento della legge regionale n. 12/2002. Quindi queste risorse sono destinate al lavoro – io ritengo positivo – che da anni la Regione fa in partenariato con le autorità locali e con qualificate realtà associative per potenziare le dinamiche di sviluppo di numerosi territori: dall’Est europeo al Sudamerica all’Africa.

Io non sono favorevole a connettere tout court la cooperazione allo sviluppo con il problema migratorio, in quanto sappiamo che agisce la cooperazione anche in territori che non fanno parte del contesto del Mediterraneo e quindi la finalità è il sostegno dello sviluppo globale, non combattere le migrazioni, però ci pare che, senza intenti polemici, in questo momento in cui il dibattito politico sembra concentrarsi sui respingimenti il segno che diamo mettendo risorse sullo sviluppo e la cooperazione verso l’Africa vada nella direzione giusta. Ci sembra una risposta culturale seria, non ideologica, un tema di grande attualità che indica una strada. Se tutte le amministrazioni nazionali e internazionali, a partire dal nostro attuale Governo centrale, seguissero l’esempio dato dalla Regione negli ultimi bilanci e con questa manovra l’incremento delle risorse per la cooperazione allo sviluppo, forse il dibattito che stiamo facendo sull’immigrazione potrebbe essere preso nel quadro di una strategia di sviluppo più chiara su cui magari anche essere d’accordo insieme.

Le cifre sostanziali le ho già dette per quanto riguarda le previsioni di competenza. Una manovra da 173 milioni, 435 milioni per quanto riguarda le previsioni di cassa in entrata, 219 per le previsioni di cassa per le spese in uscita, un incremento di 34 milioni per l’esercizio 2019 e di 30 per l’esercizio 2020.

Molto rapidamente, perché sto finendo il tempo, il collegato. Parecchi temi interessanti nel collegato a questa manovra: il tema dell’adeguamento alla recente normativa regionale sulla tutela della panificazione artigianale e sulla sua commercializzazione, direi che abbiamo reso quella legge più attuabile, mantenendo elevate le sue finalità di tutela del consumatore; miglioramenti sulla procedura di tutela dei siti di Natura 2000; vedremo – sono certo che ne discuteremo – l’adesione della Regione alla Fondazione nazionale Symbola per la promozione della qualità ambientale; in campo culturale la possibilità di concedere contributi agli enti e alle associazioni che rappresentano il patrimonio immateriale della Regione anche in contesti internazionali; segnalo la cessione alla Fondazione Teatro comunale di Bologna di Villa Salina che è un pregiato patrimonio regionale finalizzato questo naturalmente alla valorizzazione di questa villa in attività culturali, formative e sociali del teatro medesimo; la possibilità di finanziare fino al 100 per cento gli investimenti negli impianti sciistici; rafforzamento delle procedure per la concessione di contributi regionali in materia di sicurezza stradale; la possibilità di cofinanziare regionalmente gli interventi sulle strade provinciali per integrare le politiche tariffarie, in particolare sul tema del ferro e bus, come sappiamo; interventi normativi sulle norme relative al benessere animale, qui parliamo sostanzialmente delle strutture di ricovero per cani e gatti gestite dai Comuni, tutelando la rappresentanza dei Comuni, delle associazioni animaliste e, al tempo stesso, adeguando alla Regione le nuove competenze che un tempo erano prevalentemente provinciali e in parte comunali; interventi in tema di condivisione delle banche dati tra Regioni ed enti locali per potenziare la lotta all’evasione fiscale.

Attraverso emendamenti di Giunta sono stati inoltre inseriti temi quali la subconcessione nel campo delle acque termali e minerali (su questo ci sarà anche un ordine del giorno della maggioranza che sollecita un intervento normativo più corposo e più organico su questo tema); miglioramenti sulla gestione delle interferenze tra infrastrutture ad uso pubblico e demanio idrico, quindi anche qui lavorando a tutela del bene acqua; risoluzione di possibili conflitti normativi in materia di attività e attrattività produttiva e la recente norma in materia urbanistica (legge n. 24); la proroga per il 2018 delle modalità transitorie di gestione del commercio in forma hobbistica.

In sede emendativa di Commissione sono state abrogate le proposte avanzate dalla Giunta in merito ad una riduzione del ruolo dell’Assemblea e della Commissione competente nelle procedure di approvazione del bilancio e del piano annuale dell’attività dell’Agenzia regionale di protezione civile.

In conclusione, pure in un quadro di perduranti difficoltà e di contrazione delle disponibilità strutturali dei bilanci regionali, anche l’assestamento 2018, sulla base di principi di corretta gestione, nonché grazie ad alcune rilevanti azioni nazionali dovute al precedente Governo, consente di effettuare alcune importanti scelte che, dallo sport alla viabilità locale, dalla tutela del suolo alla spesa educativa, sociale e culturale, configurano ancora una volta un quadro di vicinanza della Regione alle difficoltà degli enti locali e delle nostre comunità, operando al tempo stesso per il sostegno allo sviluppo e alla competitività attraverso servizi alle imprese, la formazione, l’orientamento, il sostegno al credito, per cercare di evitare, per quanto possibile, che i segnali nazionali di rallentamento della ripresa investano nei prossimi tempi in modo non positivo anche il nostro tessuto regionale, intaccando i dati oggettivamente positivi conseguiti negli ultimi anni in materia di produzione, esportazione e occupazione. Certo, per merito di chi lavora quotidianamente (imprenditori, operai, lavoratori), ma anche naturalmente per una piccola parte che conta anche attraverso i bilanci della Regione che hanno dato supporto al nostro tessuto regionale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Boschini.

La parola al consigliere Pompignoli come relatore di minoranza.

 

POMPIGNOLI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Partiamo da una manovra di assestamento di bilancio molto importante, come diceva il consigliere Boschini. Non sto a ripercorrere l’iter riguardo a quanto ha appena detto il consigliere Boschini nella sua relazione, perché andrei a ripetere cose che oggi forse qui non sono interessanti per quanto riguarda proprio la manovra di assestamento. Pongo l’attenzione su alcuni temi. Uno in particolare è la procedura con cui si è arrivati oggi a discutere sull’assestamento. Chiaro che l’assestamento è arrivato in Commissione solamente i primi di luglio e le forze di opposizione si sono trovate una mole di lavoro importante da gestire in pochissimi giorni. Il prossimo anno si chiederà di anticipare ai membri, ai commissari della Commissione le intenzioni della Giunta sull’assestamento, dando anche seguito alla richiesta che ha fatto il consigliere Taruffi in Commissione in ordine alla disamina e richiesta di udienza conoscitiva anche sulla manovra di assestamento.

Nel merito pongo l’attenzione su alcuni particolari. Il consigliere Boschini giustamente nella sua relazione ha evidenziato come questa sia una manovra di bilancio particolarmente significativa; io non so se questo sarà l’ultimo assestamento di bilancio che questa Giunta formulerà, perché voci di corridoio ci dicono che probabilmente non arriveremo in questa legislatura a giugno dell’anno prossimo, quindi di fatto questo io lo considero come l’ultimo assestamento di questa legislatura e, come ultimo assestamento, noto che questa manovra particolarmente importante sia molto collegata all’inizio di una campagna elettorale per le regionali del 2019. Molti sono i finanziamenti a pioggia, non credo che questi finanziamenti siano risolutivi in ordine alle aspettative dei cittadini emiliano-romagnoli, alle aspettative delle imprese, alle aspettative dei Comuni. Come giustamente ha sottolineato chi mi ha preceduto, abbiamo oggi Comuni in seria difficoltà, alcuni finanziamenti in questa manovra di assestamento vengono erogati anche agli enti locali, ma sono comunque finanziamenti che non vanno a sanare le criticità che gli enti locali oggi dimostrano. Non solo oggi, ma è diverso tempo che purtroppo gli enti locali soffrono una situazione economico-finanziaria particolarmente delicata. Dall’altro lato quello che noto, ed è stato sollevato dal consigliere Boschini, è una lenta, se non in calo, ripresa dal punto di vista del quadro relativo all’export: siamo passati da un più 8 per cento dell’anno scorso ad un più 4 per cento di quest’anno, chiaro che il forte rallentamento di questa situazione crea alcuni allarmi e ovviamente la manovra di assestamento andrà certamente sia a beneficiare su alcuni interessi che sono quelli legati al programma di mandato del presidente Bonaccini, perché ovviamente gli obiettivi che si era prefissato il presidente nel corso della legislatura del 2014 sono continuati ad essere finanziati ed è ovvio però, dall’altro lato, che questi finanziamenti andranno sicuramente a favorire le imprese, l’export, l’attrattività, ma non andranno a sanare una situazione economica abbastanza delicata per il 2018.

Nel corso di questa giornata sono stati presentati diversi emendamenti sia all’assestamento che al collegato che vanno ad incentrarsi su determinati temi. Parleremo di tutti questi emendamenti nel corso della votazione dell’assestamento articolo per articolo. È chiaro che ci saremmo aspettati qualcosa di più da questa manovra di assestamento. Questi finanziamenti un po’ a spot e a pioggia sembrano cogliere nel segno di un inizio di campagna elettorale proprio per il 2019. Anzi, una anticipata campagna elettorale che forse doveva partire più avanti, ma probabilmente partirà prima.

Sulla base di questi presupposti è chiaro che noi avremmo sicuramente gestito la fase di assestamento in maniera diversa, avremmo sicuramente agevolato più il discorso legato alle imprese, più il discorso legato agli enti locali per cercare di sanare quegli obiettivi che oggi con questa manovra di assestamento non vengono sanati. Per cui è evidente che siamo di fronte ad una manovra importante, dal punto di vista finanziario; non ci convincono le risorse destinate, a nostro avviso sono molto carenti e insufficienti rispetto agli obiettivi che si erano prefissati, per cui adesso, nel corso della discussione che faremo sia sull’assestamento che sul collegato, avremo modo di entrare più nel particolare, nel dettaglio di intervento che questa Regione ha inteso fare nell’ambito dell’assestamento.

Anche sul collegato è evidente che sono entrati determinati argomenti, io parlo ad esempio delle acque minerali che allo stato attuale si è in attesa di una riforma complessiva, per cui oggi andiamo a normare un qualcosa che poi dovrà ancora essere modificato. Sono entrati argomenti del tutto estranei a quelli che erano gli obiettivi iniziali, tanto che nel collegato tutte queste norme nuove sono state fatte dalla Giunta successivamente al deposito dell’intero collegato, per cui non si comprendono i motivi e le ragioni per cui si è arrivati ad inserire questi tipi di normative assolutamente nuove, tanto che nell’esame poi particolare di ogni articolo andremo ad evidenziare le criticità. Quindi allo stato attuale è una fase di assestamento che non ci piace, dovremo sicuramente modificarla. È chiaro che gli emendamenti depositati potranno portare delle migliorie, ma non andranno sicuramente nella direzione auspicata dall’opposizione e da lì avremo modo di verificare, articolo per articolo, le criticità che ho appena evidenziato in senso generale, ma che andremo nel particolare ad indicare.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Passiamo alla discussione generale.

La parola alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Ovviamente avendo i tempi contingentati, interverrò solo su alcune questioni che riguardano questo bilancio che, come da tradizione del Partito Democratico, non possiamo non rimarcare l’attenzione particolare verso le fondazioni, come rilevammo nell’assestamento dello scorso anno. Ovviamente non tutte ma, nello specifico, una fondazione riconducibile ad un’area politica specifica e ad esponenti del Partito Democratico. Infatti, dopo aver stanziato 1,5 milioni di euro nel 2017 per la Fondazione delle scienze religiose Papa Giovanni XXIII, che noi contestammo ampiamente, con un emendamento dell’ultimo secondo presentato dalla Giunta, anche quest’anno avete trovato il modo per finanziare un’altra fondazione: la Fondazione Symbola di Ermete Realacci, noto esponente ecodem del PD, alla quale garantirete 25 mila euro subito, più 10 mila euro ogni anno. Quindi avete trovato anche in questo bilancio l’occasione per assicurare qualche soldino alla fondazione. Non si sa bene perché. Sicuramente è tutto legale, altrettanto sicuramente per noi è inopportuno. Io avrei avuto il piacere che qualcuno della Giunta rispondesse di questa scelta, presumo fosse interessata l’assessore Gazzolo, che però non vedo in aula e alla quale avremmo voluto chiedere spiegazioni. Come abbiamo fatto per la Fondazione per le scienze religiose, di cui l’assessore Bianchi si assunse tutte le responsabilità venendo successivamente in Commissione e dando le proprie spiegazioni, su cui noi rimaniamo convinti della nostra posizione, oggi in quest’Aula avrei avuto il piacere di avere delle spiegazioni da parte dell’Assessorato, perché quelle che sono arrivate in Commissione dal consigliere relatore di maggioranza non ci hanno convinto. Anche perché non sono arrivate motivazioni sul perché dobbiamo entrare in questa fondazione.

Poi c’è tutta la partita dei centri di formazione, dove è successo praticamente di tutto. Rispetto a questa partita, che rientra all’interno dell’assestamento al noto articolo 18, noi sin dall’inizio abbiamo manifestato più e più perplessità sulla formulazione che era troppo ampia e che avrebbe assicurato meno soldi ai Comuni da investire nei centri di formazione a totale partecipazione pubblica, come ha tenuto a rimarcare anche nella sua relazione il collega Boschini. Peccato che le nostre critiche in Commissione siano state inizialmente tutte rimandate al mittente, quindi abbiamo lavorato innanzitutto nella totale indifferenza della maggioranza: ricordo di aver coinvolto il collega Campedelli in maniera informale, il quale ci ha tenuto a confermare la correttezza dell’articolo nello specifico. Quindi, oltre all’indifferenza della maggioranza, anche la negazione delle criticità direttamente in Commissione dal relatore di maggioranza. Dopo di che, siccome secondo noi queste criticità continuavano a sussistere, ho voluto personalmente coinvolgere la Giunta nella persona dell’assessore Bianchi, che è stato molto disponibile e con il quale siamo riusciti a mettere una pezza a questa formulazione ambigua con un emendamento concordato anche con un collega della maggioranza. Peccato che questo emendamento in Commissione sia stato fotocopiato e superato dall’emendamento del collega Campedelli che in Commissione non c’era neanche, quindi io mi chiedo come il collega abbia fatto a depositare un emendamento senza neanche essere presente. Semplicemente per mettere una bandierina su un tema sul quale in questi anni l’attenzione da parte della maggioranza non è stata poi così presente. Anzi, direi che si è andati nella direzione opposta. Eppure il collega che ha voluto in qualche modo mettere la bandierina in Commissione non si è neanche presentato a perorare questa causa e oggi ci ritroviamo, sicuramente per un errore materiale dovuto alla caotica gestione di questa partita, con questo articolo 18 che non ha acquisito e non ha recepito l’emendamento fotocopia del Partito Democratico all’emendamento del Movimento 5 Stelle votato in Commissione. Oggi noi abbiamo ripresentato i medesimi emendamenti, però vedo che sul mio tavolo c’è una nota della segretaria della Commissione, che noi apprezziamo per la pazienza che ha avuto rispetto a questa partita, che recepisce l’emendamento che tutela i centri di formazione totalmente pubblici.

Poi siamo voluti intervenire con tutta una serie di emendamenti, che abbiamo riproposto anche in Aula e che in Commissione purtroppo sono stati bocciati, che però noi riteniamo particolarmente utili. Intanto ritorniamo sulla partita del Registro dei tumori e ci ritorniamo per un avvenimento – come ho avuto modo di dire anche in Commissione – importantissimo, perché in Conferenza delle Regioni in data 21 giugno 2018 finalmente è stato approvato lo schema di regolamento per il funzionamento del Registro dei tumori che era l’ultimo tassello mancante per poter finalmente attivare il Registro dei tumori. Per cui, siccome crediamo non ci siano veramente più scuse, chiediamo che in legge almeno ci si dia delle tempistiche, pertanto abbiamo inserito un tempo di novanta giorni per attivare finalmente questo registro. In più chiediamo anche che la Giunta venga a riferire ogni due anni sui risultati dell’attuazione del Registro dei tumori.

Siamo voluti intervenire anche rispetto ad un’altra questione che ci sta a cuore, sulla quale c’è stato un ampio dibattito, che è il tema degli IRCCS. Sapete benissimo che la nostra posizione è in contrasto con quello che questa maggioranza ha deciso di fare, quindi la strada verso il riconoscimento degli IRCCS privati, però chiediamo che in legge venga specificato che la Regione finanzi esclusivamente gli IRCCS pubblici o comunque con una governance pubblica.

Infine un’altra questione sollevata anche in questi giorni, grazie ad un servizio della Gabanelli, che riguarda le liste d’attesa, in particolar modo dell’ospedale Rizzoli di Bologna e la gestione dell’ospedale che porta i cittadini a rivolgersi al privato, in questo caso interveniamo cercando di limitare l’attività libero professionale in regime di ricovero. Come si diceva anche dall’inchiesta, i ricoveri all’interno dell’ospedale Rizzoli sono diminuiti del 2 per cento nel 2015, dell’8 per cento nel 2016, del 10 per cento nel 2017 e contemporaneamente le liste di attesa inspiegabilmente si sono allungate, tanto che siamo arrivati a sei interventi chirurgici su dieci entro sei mesi. Dall’altra parte ovviamente aumentano le prestazioni all’interno del privato. Quindi crediamo che sia necessario intervenire e regolamentare la questione esattamente come è stato fatto per le liste di attesa, quindi chiediamo che questa regolamentazione sia estesa anche a ricoveri e interventi chirurgici, perché l’obiettivo è quello di privilegiare l’attività pubblica rispetto a quella libero professionale, ovviamente per le strutture ospedaliere pubbliche, e ridurre i tempi di attesa anche per quanto riguarda i ricoveri e gli interventi chirurgici.

Parallelamente a questo abbiamo fatto un’altra richiesta, e qui concludo anche perché lascio la parola ai miei colleghi, visto che il tempo è poco, di trasparenza sulle liste di attesa, perché il sito della Regione Emilia-Romagna non è chiaro da questo punto di vista. Noi chiediamo che le liste di attesa vengano esplicitate per singola struttura e non per ASL. Noi vogliamo che ogni singolo ospedale presenti le proprie liste d’attesa in modo chiaro, perché in questo momento le liste d’attesa del “Rizzoli” non risultano dalle comunicazioni che vengono fatte su questo sito che sembrano tutte rispettare la normativa vigente e nei fatti, anche come l’inchiesta dimostra, non è così.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

In virtù di parte dell’intervento fatto dalla collega Piccinini e anche per aver tirato in ballo il collega Campedelli in merito all’articolo 18 ricordo che è stato distribuito a tutti i colleghi il testo originario nel senso che in Commissione era stato recepito l’emendamento Campedelli, purtroppo poi nella stesura del testo, per un mero errore formale, non è stato riscritto nella versione modificata dall’emendamento e quindi è stato riscritto l’articolo 18 pre emendamento. Quindi adesso è stato distribuito a tutti l’articolo 18 emendato dall’emendamento Campedelli, quindi viene meno l’emendamento Cinquestelle che avevate presentato prima. Solo questo per un chiarimento.

Ho visto Campedelli che si è iscritto: se è per questo, le do la parola.

Prego, consigliere Campedelli.

 

CAMPEDELLI: Sono stato chiamato in causa con tanta veemenza dalla collega, ma vorrei solo chiarire alcune cose circa la primogenitura o meno rispetto a determinati argomenti. Vorrei ricordare che le relazioni con le organizzazioni sindacali del ramo non sono esclusiva di una sola parte politica presente in quest’Aula, ma le relazioni e i rapporti sono a trecentosessanta gradi. Dopo di che vorrei ricordare che lo scorso 5 giugno presentai un’interrogazione e l’assessore Bianchi in quest’Aula, proprio sul tema della formazione, rimarcò l’importanza della formazione professionale come motore fondante dello sviluppo così come definito dal Patto per il lavoro e disse che occorreva «dare un ruolo specifico agli enti di formazione partecipati dai Comuni – cito - fondamentale è l’orientamento inteso come accompagnamento verso il lavoro di tutte le persone, in particolare quelle più in difficoltà» e, a conclusione del suo intervento, disse «gli enti di proprietà dei Comuni vengono consolidati tramite trasferimenti di risorse dalla Regione. Si riconosce il valore della formazione, si riconosce il valore e il merito di quei Comuni che hanno avuto il coraggio di investire in questo settore e che i centri diventeranno termine di un sistema regionale e quindi con un’estensione di opportunità».

Per rafforzare questo impegno, noi abbiamo costruito un ordine del giorno che poi sarà discusso, ma soprattutto, visto che la collega dice di aver contattato informalmente il collega Campedelli, io preciso che le dissi che stavo valutando le cose e che, con la risposta dell’assessore Bianchi e siccome stavamo pensando ad un ordine del giorno, pensavo che le cose potessero andare per il verso giusto. Dopo di che nulla vietava di presentare un emendamento per andare a rimarcare ulteriormente questa certezza rispetto al tema del finanziamento ai soggetti pubblici che fanno formazione nella nostra regione. Quindi tutto qui. Pare che sia stato un delitto di lesa maestà, ma in realtà è un lavoro che parte abbastanza da lontano, non solo da parte mia, ma da parte di molti colleghi anche del mio gruppo consiliare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Campedelli.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Il progetto di legge di assestamento e prima variazione generale di bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2018/20 ci segnala nel primo trimestre 2018 una contrazione del ritmo di crescita dell’export secondo i primi dati di Unioncamere di un 4,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017 e questo accade in attesa degli eventi internazionali come le battaglie sui dazi e il contenzioso commerciale tra Stati Uniti e Germania sull’export di autoveicoli che mette a rischio diverse nostre realtà particolarmente qualificate della fornitura di meccanica per autoveicoli. È scontato richiamare l’importanza di realtà uniche come Maranello o anche minori, ma non meno importanti per l’occupazione, come quelle nel Centese. Nel merito quindi della crescita occupazionale registrata tra il 2014 e il 2017 occorre tenere ben distinta l’occupazione sui tempi determinati da quella stabile, poiché appare evidente che i contratti a termine sarebbero i primi a subire riflessi di una flessione di mercato.

A fronte della modesta crescita del credito bancario verso i privati, continuiamo ad assistere impotenti nella provincia estense al drammatico crac delle CARIFE con ventottomila persone coinvolte.

Nell’ambito invece della crescita delle risorse proprie regionali, specificatamente al dato positivo sulla lotta all’evasione della tassa regionale sugli autoveicoli, resta l’annoso quesito del perché tali risorse non vengano finalmente vincolate alle iniziative per migliorare la viabilità locale e a tutela delle vittime della strada, voce che poi rientra nelle priorità del documento stesso.

Una particolare riflessione merita il comparto sanità, voce di primaria importanza in Regione, altra priorità sottoscritta in fase di assestamento. I costi della sanità ricadono sempre più sugli utenti emiliano-romagnoli, dagli onerosi codici bianchi del pronto soccorso alle visite specialistiche non più appannaggio dei medici di base, ma delegate agli specialisti, oltre ai tempi di attesa sempre troppo lunghi che inducono forzatamente verso la scelta della sanità privata. La sanità quindi, specifica competenza regionale, meriterebbe certamente uno sforzo maggiore, anche a fronte di una ormai assodata crescita della soglia di povertà di molti nostri concittadini. Anche gli ulteriori 12,6 milioni di euro destinati alle Aziende sanitarie locali sarà bene, quindi, che non vadano poi solo a chiudere i buchi aperti dalle scelte sbagliate come quelle dell’edilizia sanitaria.

Sulla formazione, che va di pari passo con il sostegno alla ripresa occupazionale, occorre indirizzare i Comuni e i centri di formazione a partecipazione pubblica che orientino i giovani verso scelte professionali e formative con le maggiori possibilità occupazionali stabili, in particolare premiando quei percorsi formativi che rispondano proprio alle esigenze provenienti dal mondo del lavoro con quelle professionalità magari perdute nel tempo.

Riguardo alla manutenzione delle arterie provinciali invece, a parte le ex provinciali ora ANAS, come nel caso eclatante della superstrada mare verso i lidi comacchiesi che si trova ora in piena stagione balneare con gravi e pericolosi dissesti nel manto stradale e deviazioni che allungano pesantemente i tempi di scorrimento, ci sono molteplici situazioni che necessitano una particolare attenzione anche per scelte sbagliate in passato, come i tratti realizzati di Cispadana nati da un progetto vecchio di vent’anni e quindi inadeguati e obsoleti rispetto ai volumi di traffico che devono sopportare e alle più elementari esigenze di sicurezza stradale.

Nel merito poi delle voci più specifiche, all’articolo 9 del capo I, l’adesione a Symbola, Fondazione per le qualità italiane appare come la partecipazione all’ennesimo carrozzone di quella commistione tra rapporti culturali, scientifici, istituzionali e territoriali, la cui agenda magari sarà dettata più da qualche corrente politica di riferimento che dalle reali necessità di settore.

Al capo II, articolo 17 (Norme transitorie in materia di commercio in forma hobbistica su aree pubbliche), ai fini dell’applicazione dell’articolo 7-bis della legge regionale 25 giugno 1999, n. 12, si prende atto dell’ulteriore proroga nel rilascio del tesserino, ma si deve anche auspicare una definitiva regolamentazione in materia a garanzia di chi opera a titolo hobbistico in settori che spesso sono ai confini di chi opera a fini puramente commerciali.

All’articolo 20 del capo II riguardo alla legge regionale n. 21/2017 (Norme in materia di produzione e vendita del pane e dei prodotti da forno e per la loro valorizzazione) bisogna solo prendere atto di una legge che, tra commi ed articoli abrogati, non è – per rimanere in tema – certamente lievitata e ci riconduce infine alla normativa nazionale. D’altronde il mercato del lavoro in generale, già afflitto da mille problematiche, necessita di procedure e semplificazioni e non di ulteriori complicazioni burocratiche.

Al capo III (Trasporti e viabilità), nelle modifiche della legge regionale n. 30/92 occorre un maggior impegno nel garantire il puntuale pagamento delle tariffe pubbliche previste per gli utenti che usufruiscono dei servizi di trasporto. Non è più tollerabile che una parte consistente dell’utenza del trasporto pubblico possa ancora arrecare i pesanti ammanchi di introiti aggravando ulteriormente servizi che già sono particolarmente onerosi nei bilanci pubblici. A tal fine presentiamo un emendamento all’articolo 34.

Al capo IV (Assistenza alla persona) si ritiene condivisibile l’impegno ad una maggiore regolamentazione e più accurata definizione di un’importante realtà come le case-famiglia. Purtroppo la situazione di solitudine di un sempre maggior numero di anziani non potrà che aumentare nel corso del tempo sia per la progressiva diminuzione delle nascite (ormai una vera piaga sociale nel nostro Paese) sia per l’aumento della soglia di povertà in una fascia sempre più consistente di famiglie italiane. La soluzione della casa-famiglia in simili contesti rappresenta un esempio di mutuo soccorso da incentivare e promuovere, magari con risorse e fondi mirati, poiché si traduce anche in uno sgravio sui costi della sanità pubblica.

Nel merito del capo V (Disposizioni per la tutela ed il controllo della popolazione canina e felina e per il benessere animale) vale la pena ricordare sempre l’affermazione di Mahatma Ghandi: «La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali». Appare quindi certamente condivisibile un rinnovato impegno e assunzione di responsabilità della Regione in tal senso. In una società di persone sempre più sole gli animali cosiddetti “da compagnia” hanno un ruolo affettivo sempre più importante, devono essere ripagati con la nostra attenzione alla loro salute e sicurezza. Chi ama gli animali non fa nascere randagi. Il randagismo è una piaga anche dal punto di vista della sicurezza stradale. Abbiamo sott’occhio purtroppo la situazione del nostro Meridione, dove la problematica del randagismo è sempre più drammatica. Per fortuna nel Nordest la situazione è ben diversa, ma non dobbiamo allentare l’impegno già profuso dai nostri enti pubblici, anche a sostegno delle meritevoli associazioni che operano nel settore. La realizzazione di un sistema informatizzato di anagrafe canina regionale contribuirà certamente anche al contrasto delle azioni malavitose sul commercio di cuccioli importati illegalmente da altri Paesi. Una particolare attenzione deve sempre essere rivolta verso chi esercita un’attività di allevamento a fini amatoriali e dichiara di non farlo a fini di lucro, perché anche questo tipo di attività finisce talvolta per generare introiti illeciti e fenomeni di randagismo. Destinare maggiore attenzione, maggiori risorse nella tutela degli animali da affezione e nella prevenzione al randagismo significherà avere, di riflesso, un concreto beneficio sul nostro stesso livello di civiltà.

Una nota a parte riguarda il rifinanziamento della legge regionale n. 14/2014 sull’attrattività, dove sarebbe il caso di adottare un nuovo bando di finanziamenti entro la fine dell’anno per quelle imprese che hanno progetti di investimento da realizzare in Emilia-Romagna. A prescindere dagli investimenti alle imprese sul territorio in questo particolare sistema congiunturale, in cui si avvertono i primi allarmanti segnali di rallentamento della pur modesta ripresa in corso, apparrebbe certamente miope. Una stima di Confindustria quantifica la necessità di prevedere in circa una trentina di milioni da destinare in tal senso. D’altronde ogni attenzione alle imprese significa un concreto riscontro sul sociale che, oltre ai provvedimenti di carattere sussidiario, deve beneficiare inevitabilmente anche di nuove opportunità lavorative.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Bargi.

 

BARGI: Grazie, presidente. Il mio intervento, come probabilmente immaginerà il relatore Boschini, verterà più che altro su un argomento specifico: quello degli articoli 18 e 19 del testo licenziato dalla Commissione sul tema dei Confidi e le garanzie per l’accesso al credito delle imprese.

Come detto in Commissione – mi sia concesso di ripeterlo anche qua giusto per beneficio di inventario – mi sembra più che corretto che io mi tolga un qualche sassolino dalla scarpa, perché sono un paio d’anni che insisto sul tema, non è che insisto perché i Confidi mi piacciano, sono bellini e carini, ma perché sono una delle forme per poter garantire alle nostre imprese di sopperire a una delle criticità più grosse che ci troviamo da quando è esplosa la crisi economica nel 2008: quella dell’accesso al credito. Possono dare una mano, una mano anche importante. C’è uno studio in Veneto finanziato da uno dei Confidi di quel territorio, vigilato fra l’altro, che dimostra come, almeno per quanto riguarda il rapporto con le imprese venete, passare attraverso la consulenza e la garanzia dei Confidi porti le imprese ad avere anche dei TAEG la metà di quello che avrebbero presentandosi da soli con progetti in banca. Sarebbe molto interessante uno studio da fare analogo sul nostro territorio, però è chiaro che l’impronta delle piccole e medie imprese tipiche dell’area del Nordest vale tanto in Veneto quanto da noi e direi che, come sistema Confidi, sia in qualche modo simile.

Il tema dell’articolo 19 di questo collegato, sul quale io mi volevo togliere il sassolino è proprio questo. Due anni che insisto dicendo abbiamo messo in legge, la legge che citava poc’anzi il consigliere Tagliaferri, n. 14/2014 sull’attrattività degli investimenti che prevede all’articolo che riguarda la patrimonializzazione dei Confidi che le risorse della Regione devono essere destinate in via esclusiva ai cosiddetti “Confidi vigilati”, escludendo di fatto gli altri. Perché sono sempre stato abbastanza critico su questa decisione e ho anche detto che, a mio avviso, non rientrava neanche nella sfera di possibilità legislative della Regione? Perché esiste il libero mercato e di fatto non può la Regione agevolare solo una certa tipologia di concorrenti. Tant’è che ci sono fior fior di sentenze, sicuramente del TAR, non ricordo se anche di Consiglio di Stato, per quanto riguarda alcune Regioni, come ad esempio il Veneto, che hanno scelto di dare risorse sono ai Confidi che hanno sede sul proprio territorio regionale e non si può. Ha beccato una bocciatura! È evidente che, per effetto del libero mercato, l’imprenditore può rivolgersi a qualsiasi struttura che possa garantirgli garanzie per avere un finanziamento in banca di qualsiasi appartenenza territoriale. Quindi anche qui l’idea politica dell’unico Confidi, abbastanza caldeggiata anche in anni passati qui in Regione Emilia-Romagna, è evidente che andava contro la normativa nazionale per come si è evoluta in questi anni. Adesso che i cosiddetti Confidi minori o non vigilati hanno avuto delle modifiche e prevedono oggi dei controlli maggiori, portandoli abbastanza vicino ai Confidi vigilati, è evidente la tendenza a parificare queste due realtà e di consentire ad entrambi di poter svolgere il proprio compito. Ovvio che i Confidi vigilati hanno costi maggiori per via delle tipologie di vigilanza che subiscono da Bankitalia, però è anche vero che possono compiere operazioni in più, mentre i Confidi minori fanno solo consulenza e garanzia.

Detto questo, già io avevo espresso alcune perplessità, poi ci siamo beccati non uno ma tre ricorsi al TAR e adesso vedo che c’è questo dietro-front, quindi mi sia consentito dirlo a questo punto che la Giunta deve avere in qualche modo pestato quella che fanno i cagnolini in giro per i nostri comuni, quando i padroni non sono attenti, e di fatto adesso è costretta a fare un dietro-front importante. Bisogna farlo capire questo concetto, perché si è voluto per due anni proseguire nella direzione, malgrado io suggerissi, penso senza neanche particolari scenate politiche, perché ero dispostissimo a condividere anche vari emendamenti o progetti pur di poter arrivare ad una soluzione che non esponesse la nostra Regione a ricorsi legali, ce ne siamo beccati tre. Adesso vedremo quale sarà l’esito, però è evidente che questa manovra fa pensare che non sarebbe stato un esito tanto positivo.

Vengo all’articolo 18 che va ad introdurre quello che il relatore di maggioranza definiva una sperimentazione, ovvero applica il tetto per il quale c’è l’obbligo per le imprese di rivolgersi ai Consorzi fidi piuttosto che al Fondo centrale di garanzia sul territorio regionale, avvalendosi anche della controgaranzia del Fondo di controgaranzia regionale, ovvero la lettera r) dell’articolo 18, comma 1, del decreto legislativo n. 112/98. Altre Regioni l’hanno già applicato e io, più che vederla come una sperimentazione, la vedo come una scelta politica. C’erano anche dei dati sul rapporto di quanto le piccole e medie imprese si rivolgessero al Fondo centrale rispetto alle grandi imprese ed era comunque fortemente sbilanciato verso le seconde, perché di solito alle imprese più strutturate viene più facile rivolgersi a queste strutture macro, mentre invece realtà più piccole del territorio, come potrebbero essere i Confidi, potrebbero essere più di supporto anche per il lavoro di consulenza tête-à-tête che riescono a mettere in campo con le realtà più piccole e micro. Ecco perché c’è la ratio di questa lettera r): mettiamo un tetto, le imprese fino a quel tetto si rivolgono al nostro sistema di Confidi. È anche un modo per dire facciamo in modo che il nostro sistema di Confidi possa svilupparsi e diventi un po’ più forte nel dare risposte concrete alle imprese. È ovvio che, se noi andiamo a porre un tetto, come viene visto in questa proposta, di 100 mila euro che si traduce in una cifra massima di 99.999,99 euro, lascia un po’ il tempo che trova, perché parliamo di un tetto che si rivolge alle realtà di natura micro e forse piccola, perché siamo su cifre ancora molto basse, non garantendo quindi la possibilità pratica ai Confidi di operare su cifre più elevate. Ovvio che uno può rivolgervisi lo stesso, però già imporre l’obbligo è un modo per cercare di dare anche un po’ di linfa vitale al nostro sistema di garanzia regionale. Oltre che, essendo una cifra del tutto fantasiosa perché nessuno va a chiedere prestiti o garanzie per cifre con la virgola, ma ci si va per cifre tonde, è evidente che l’operatività in quello che sarà il reale tetto pratico per i Confidi è più basso, perché un’impresa andrà a chiedere 90 o 95 mila euro di garanzia per andare in banca a chiedere il finanziamento, ma non va a chiedere 99 mila euro di garanzia. Non si è mai vista una cosa di questo tipo a livello pratico operativo! Per questo, a nostro avviso, è anche una cifra mal ponderata.

La nostra proposta rimane quella di alzare il tetto, perché crediamo nell’idea di sviluppo del sistema di garanzie locali, perché crediamo che, facendo in questo modo, possiamo consentire un gioco un po’ maggiore ai Confidi, di conseguenza portiamo l’impresa a rivolgervisi e a sviluppare questa realtà. Eravamo stati un po’ alti in Commissione, ci abbassiamo con l’emendamento di oggi a 120 mila euro, che altro non è che il tetto scelto dal Fondo centrale di garanzia per la cosiddetta “gestione tripartita” riservata all’attività dei Confidi a livello centrale. Quindi non facciamo niente di più che prendere quello che è un tetto già stabilito. Uno potrebbe dire che non c’entra niente con il Fondo di garanzia regionale, però è un riferimento che magari potremmo pensare di tenere in considerazione. Quindi noi proponiamo questo emendamento, però ci tengo a sottolineare che effettivamente scrivere in legge “cifre inferiori a 100 mila” è di fatto nella pratica un modo per dire “vi diamo un tetto ancora più basso del 100 mila”. Io capisco anche la logica di sperimentazione presentata dal relatore, però almeno capiamo questo passaggio: un centesimo in più non cambia il bisogno di stanziamenti del fondo di garanzia regionale, che peraltro non è obbligatorio aumentare o andare a patrimonializzare per coprire come controgaranzia i Confidi, perché sicuramente i Confidi non vigilati in questi anni hanno operato senza risorse della Regione, perché per legge non potevamo dargliele; se eventualmente c’è qualche Confidi che è in difficoltà e ha bisogno delle risorse regionali, a uno un pochino puzza questo comportamento. Mi viene un po’ da pensare alla logica dei favori: prima una legge impedisce alla concorrenza di gareggiare con determinati enti, poi addirittura andiamo a sistemare risorse per quelli enti. Uno fa fatica a vederla diversamente. Dopo un po’, se mi chiudete il target su quello spazietto lì, è chiaro che io guardo quello spazietto. Quindi almeno riflettiamo sulla cifra: un centesimo in più cambia il tetto, che vuol dire che un’azienda è obbligata a chiedere una garanzia fino a 100 mila, che è cifra tonda ed è più corretta (io credo che nessuno sia mai andato in banca a chiedere un mutuo di 99 mila euro) e in questo modo siamo anche in grado di – parlo del mondo delle imprese più che dei privati – dare un tetto preciso netto che consente veramente una operatività reale a 100 mila. Quindi, se non c’è la volontà di approvare l’emendamento di 120 mila, perché si preferisce prima sperimentare, io chiedo almeno se c’è la volontà di cambiare questo centesimo in più che fa una differenza importante nell’operatività di questo strumento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Per illustrare alcuni emendamenti che andiamo a presentare oggi. In particolare quelli sulla Fondazione Symbola – come abbiamo già detto tante volte – non si capisce e non si è capito perché dobbiamo aderire a questa fondazione. In Commissione abbiamo avuto una discussione ampia e approfondita, giustamente mi è stato detto che l’articolo 64 del nostro Statuto prevede che la Regione possa aderire a fondazioni, però vorrei ricordare che «l’adesione ad associazioni e fondazioni avviene nel rispetto dei principi di proporzionalità ed essere finalizzato allo svolgimento di attività di interesse generale dei cittadini singoli e associati». A noi questo interesse generale nessuno lo ha mai spiegato. Inoltre dice che «la partecipazione è autorizzata con legge – come stiamo facendo – e ne determina la misura – lo stiamo facendo – e i presupposti», che nessuno ci ha detto. Quindi noi ci troviamo tutti gli anni di fronte all’accontentare pressioni o gruppi immagino della maggioranza: un anno accontentiamo i teodem (la Fondazione Giovanni XXIII), un anno accontentiamo gli ecodem, quest’altr’anno non so se vorrete aderire alla Fondazione Open. La Fondazione Open no, perché la stanno chiudendo. La Fondazione Italiani Europei. Non lo so, dipende da chi vorrete…

 

BONACCINI: Può dire pubblicamente chi è che subisce pressioni? Fa nomi e cognomi? Questa è grave come affermazione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ho capito che può essere grave, però, presidente, quando mi chiederà la parola, gliela darò per fatto personale.

Prego, consigliere Bertani.

 

BERTANI: Riprendo il mio discorso. Quindi, se si devono accontentare alcune correnti del partito, ogni anno scegliamo una fondazione diversa. Cosa proponiamo noi semplicemente? Proponiamo, siccome lo Statuto della Regione Emilia-Romagna dice che possiamo aderire a delle fondazioni, semplicemente un metodo: ci diamo un metodo, quindi si propone durante l’anno, si fa un elenco durante l’anno delle fondazioni che propongono alla Regione Emilia-Romagna un’adesione, perché magari stanno facendo un lavoro interessante che può interessare anche la Regione Emilia-Romagna che, tramite le Commissioni e l’Assemblea, valuta la pertinenza di queste richieste (un po’ come facciamo per le richieste di patrocini) invece di trovarci ogni anno a discutere e a fare polemica prima su una fondazione e poi su un’altra. Ribadisco, quest’anno ancora a noi nessuno ha spiegato perché aderiamo a quella fondazione. Tutto qui. Nessuna polemica e nessun attacco strumentale al presidente, non si preoccupi.

Altro aspetto, editoria. Ne abbiamo discusso già questa mattina, proponiamo un emendamento perché nel Pdl 6703 nelle tabelle si vada ad esplicitare che quei 600 mila euro vanno messi per la partecipazione. Questo secondo noi è un obiettivo sicuramente più importante.

Vitalizi. Anche qui l’avevo accennato, proponiamo un emendamento, visto che il quadro nazionale è profondamente cambiato rispetto a quello che avevamo discusso ormai un anno fa e quindi anche qui vi facciamo una proposta, perché ad oggi il metodo contributivo che sembrava non fosse possibile, era possibile nella proposta di legge Richetti che aveva fatto il suo percorso e all’epoca, quando noi approvammo la legge, era in corsa, poi inspiegabilmente quel percorso si fermò, finalmente con il nuovo Governo questo percorso è ripartito e oggi c’è un quadro diverso. Quindi anche noi, visto che in quella discussione in Regione si disse “noi abbiamo come faro quello che si fa in Parlamento”, adesso il faro ce l’abbiamo e quindi sicuramente possiamo intervenire anche in quell’ambito secondo quella direzione.

Intervengo poi per alcuni emendamenti che presentiamo riguardo al tema delle case-famiglia, perché anche qui in Commissione avevamo sollevato delle criticità rispetto ad un’intenzione, che sicuramente era apprezzabile, però poneva dei rischi. Quindi proponiamo degli emendamenti per specificare che il termine “case-famiglia”, “case-appartamento” per anziani sia ben esplicitato e quindi andiamo a riscrivere il comma 1. Poi vedo che c’è anche un emendamento dei colleghi del PD, che va nella stessa direzione e su questo possiamo concordare. Proponiamo il comma 7 che faccia capire che purtroppo questo termine (“case-famiglia”) che in questo caso è secondo noi utilizzato impropriamente, perché nelle strutture per anziani solo perché la struttura è piccola e dedicata a sei persone, non vuol dire che la struttura sia di tipo familiare. Essenzialmente andiamo a fotografare una situazione di strutture che hanno utilizzato un nome che aveva altre finalità. Infatti già le nostre norme, le direttive regionali prevedono che la casa-famiglia sia riservata a multiutenza e, in generale, a minori e adolescenti. Quindi facciamo riferimento già alle direttive della Giunta regionale che specificano che cos’è una casa-famiglia per adolescenti o multiutenza, proprio perché non si generi questa confusione che potrebbe esserci. Inoltre chiediamo che, sempre riguardo alle strutture per anziani, si istituisca una sorta di albo informatico in cui teniamo censite le strutture, proprio perché l’intento di questo emendamento è quello di andare a tutelare gli anziani e i familiari degli anziani rispetto ad alcune situazioni incresciose che si sono verificate nella nostra regione. Quindi la definizione, la richiesta della SCIA serve a mettere un argine a situazioni che non devono esserci. Il fatto che, come noi proponiamo al comma 8, ci sia un albo informatico, non un albo che dà un accreditamento, ma un mero albo statistico che ci dice quante sono e dove sono, di modo che comunque c’è una sezione di trasparenza che fa capire quante sono le strutture. Infine il comma 9 che chiede che comunque queste strutture in qualche modo siano sottoposte ad un controllo e anche ad un coordinamento per quanto riguarda le ASL e i medici di base, perché gli anziani ospitati in queste strutture un rapporto con i medici di base e ASL lo devono avere, e quindi all’interno del comma 9 noi proponiamo che la Giunta poi emani un regolamento in accordo con i Comuni e Unioni dei comuni che vada a sistematizzare anche questo fatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

La parola alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Intervengo brevemente perché non è la prima volta che i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, quando fanno delle affermazioni che non piacciono al presidente, vengono interrotti. Chiedo che questo metodo finisca. Sulla Fondazione Symbola…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Piccinini, ho interrotto il presidente, ma prima devo capire che cosa vuol dire...

 

PICCININI: Siamo sempre interrotti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Siete sempre interrotti, ma ha avuto modo il suo collega di riprendere il discorso e di dire quello che voleva dire. Prego.

 

PICCININI: Finisco sottolineando una questione. Come ho già detto inizialmente, sulla scelta di aderire alla Fondazione Symbola non ci sono state date spiegazioni sensate. Secondo noi è una scelta totalmente inopportuna. Siccome vedo che il presidente ci tiene tanto ad intervenire, chiedo che si assuma lui la responsabilità e ci dia delle giustificazioni rispetto a questa scelta, perché noi ancora non l’abbiamo capita. Avevo piacere di interloquire con l’assessore Gazzolo che non c’è, perché presumo che questa scelta venga dal suo Assessorato, però, se il presidente si vuole assumere la responsabilità di darci delle spiegazioni, noi siamo molto contenti di ascoltarlo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Parto da quest’ultima osservazione. In Commissione se ne è discusso in modo approfondito e, al netto del merito della scelta, sulla quale pure non ho espresso parere positivo, consigliera Piccinini, come ho detto al consigliere Bertani in Commissione, tutte le volte che verranno fatte insinuazioni, verranno messe in discussione…

 

(interruzione del consigliere Bertani)

 

Sì, consigliere Bertani, perché lei dovrebbe secondo me riascoltare quello che dice e forse capirebbe che le cose che dice assumono alle orecchie degli interlocutori un significato diverso da quello che forse lei intende. E lo fa in modo abbastanza sistematico. Non forse per volontà soggettiva, forse c’è un disegno più complessivo per cui, a forza di insinuazioni, a forza di calunnie, poi qualcosa rimane e quindi il meccanismo che va in scena ormai da tanti anni è molto chiaro e molto semplice, che io penso vada rigettato e sul quale noi dobbiamo cominciare ad opporci. Aggiungo che, quando a insinuare dubbi o a generare fake news sono le forze di opposizione e rivolgono queste fake news e queste insinuazioni nei confronti del governo e delle forze che governano, siamo in una certa dinamica (per quanto mi riguarda assolutamente discutibile perché, per cultura politica, faccio parte di un’altra tradizione e di un’altra storia); quando, come succede purtroppo anche in questi mesi, a veicolare, originare e diffondere le fake news o le insinuazioni e le peggiori allusioni sono le forze di governo e rivolgono queste allusioni nei confronti delle forze di opposizione, siamo in un’altra fattispecie. Vorrei che fosse chiaro. Qui non stiamo più parlando del fatto che c’è qualcuno che critica qualchedun altro che è al Governo, ma stiamo parlando del fatto che le forze che rappresentano il Governo di questo Paese e che hanno un largo consenso, sondaggi alla mano, utilizzano in modo sistematico elementi di discussione che lasciano sempre sottintendere il fatto che ci sia un secondo fine, un secondo interesse e che mettono sempre in discussione l’onestà intellettuale di chi opera dall’altra parte. Questa modalità non è più tollerabile.

Sul merito, come ho detto in Commissione, posso anche non essere d’accordo e spesso esprimiamo voti in dissenso rispetto anche al Partito Democratico a quelli che sono gli interventi e i provvedimenti della Giunta. Un conto è esprimere dissenso politico, un conto è esprimere dissenso di merito, un conto è sistematicamente mettere in discussione l’onestà intellettuale, politica e morale degli avversari, perché qua siamo al massimo – io penso e credo – avversari, ma non siamo nemici. E questa cultura politica va rigettata. Lo dico con calma, ma penso che sia necessario che almeno fra di noi alcuni punti vengano chiariti in modo sistematico, perché, come è ormai prassi diffondere informazioni e allusioni in modo sistematico, io credo che debba essere sistematico rigettare queste allusioni.

Parto da qui e torno al mio intervento originario, a quello che voleva essere il mio intervento originario, e faccio riferimento al prossimo anno in cui credo che sarà necessario organizzare un’udienza conoscitiva sui provvedimenti che portiamo in approvazione in Aula su oggetti così importanti, tanto l’assestamento quanto il collegato, un’udienza conoscitiva con tutti i crismi. So che non è stato fatto negli anni precedenti, ma credo che sia giusto farlo anche per questa parte di provvedimenti. Lo dico perché, visto che la presidenza della Commissione I è del consigliere Pompignoli e uno dei due vicepresidenti è il consigliere Bertani, ho trovato irrituale che sia stato audito solo un soggetto, ancorché l’unico ad aver fatto richiesta, cioè Confindustria, perché credo sia una pratica irrituale che non condivido. Parto da qui perché penso che invece il confronto con tutti i soggetti sociali, con tutte le forze sociali sia un elemento distintivo dell’azione di questa Amministrazione di questa Regione e della sua storia e quindi io credo che, quando si discute di bilancio, quando si discute di assestamento, se c’è qualcuno che chiede di essere audito, penso che sia buona norma audire tutti. Quindi, se non ci sono i tempi per audire tutti non si procede o non si fanno audizioni ad personam o comunque per un soggetto solo oppure si fanno, come io penso, audizioni per tutti. Siccome credo molto nel valore della democrazia rappresentativa, ritengo che il nostro compito sia proprio quello di provare a mediare e a trovare elementi di compromesso tra soggetti diversi della società e fra interessi diversi. Per questo è ovvio che la democrazia non può che essere rappresentativa e, anzi, quando si aggiungono sostantivi o aggettivi alla parola democrazia, di solito è perché in realtà non si sta parlando di democrazia.

Mi fa piacere che, tutte le volte che io parlo, il consigliere Sassi sorride, evidentemente ho sbagliato mestiere: avrei voluto fare il comico. C’è qualcuno che ha provato a fare il comico e adesso fa politica, ha avuto molta fortuna, chissà che non sia anche il mio caso.

Siccome la democrazia è un fatto importante e penso che il nostro compito sia quello di inverare questa importanza attraverso i percorsi che produciamo, dicevo che il prossimo anno io credo che sia fondamentale provare ad audire tutti. Anche perché Confindustria in quella udienza ha fatto alcune sottolineature rispetto ad esempio anche alla legge sul pane, sottolineature che non condividevo, come poi ho detto anche in Commissione, che poi hanno trovato o avevano già trovato risposte in emendamenti che vanno a modificare quella legge, sulle quali abbiamo espresso più di una perplessità e che non condividiamo nell’insieme della manovra che, attraverso il collegato, modifica in modo significativo una legge che invece ritenevamo utile e importante.

Faccio un passo indietro, torno sul merito dell’assestamento, perché non possiamo non rilevare con soddisfazione, rivendicando l’azione complessiva di questa Amministrazione, laddove in sostanza si va a mettere un importo molto significativo (quasi 10 milioni di euro) sul finanziamento per gli impianti sportivi e la loro riqualificazione. Abbiamo visto come il bando uscito a febbraio abbia riscosso una grande adesione da parte degli enti locali, da parte dei Comuni; si stanno muovendo in tantissime realtà progetti interessanti che sono stati finanziati, è giusto e importante procedere in questa direzione. Lo sottolineo perché spesso parliamo di quali interventi possiamo fare per alimentare un circuito positivo, virtuoso per l’economia regionale: guardate che, quando parliamo di investimenti pubblici e quando parliamo di risorse che vengono stanziate per riqualificare in questo caso gli impianti sportivi, potremmo parlare anche di altro – anzi, meglio parlare di impianti sportivi che non di altre opere, sulle quali spesso non abbiamo la stessa valutazione – stiamo anche dando un aiuto all’economia regionale, perché ovviamente per ogni cantiere che si apre, per ogni riqualificazione che si fa partire ci sono più ditte che intervengono, ci sono progettisti che lavorano, ci sono studi tecnici che lavorano, ci sono gare d’appalto che ovviamente vengono fatte, ci sono imprese che si aggiudicano lavori. Quindi vorrei che magari alla fine facessimo anche un raffronto tra il meccanismo di cofinanziamento regionale e il finanziamento pubblico derivato dagli investimenti dei Comuni quanto è stato l’indotto, l’intervento complessivo che questi finanziamenti hanno generato, perché è un pezzo dell’economia sana di questa regione che ha un obiettivo importante, e non sto qui a sottolineare quanto l’attività sportiva lo sia per la nostra regione in particolar modo e per le comunità, in particolare quelle periferiche, perché non stiamo finanziando e non abbiamo finanziato solo interventi per i grandi centri sportivi, ma anche spesso e volentieri per la riqualificazione dei centri sportivi in piccoli comuni, in comuni di montagna, in comuni periferici, in cui l’attività sportiva diventa attività sociale, diventa attività di presidio sociale, diventa attività che consente tante volte anche di mantenere aperto anche in questo caso l’indotto che può girare intorno ad un centro sportivo (penso ai bar, penso alle attività commerciali collegate).

Sempre sull’assestamento, come ha sottolineato il consigliere relatore Boschini, i 3 milioni di finanziamento per le strade provinciali: un intervento che abbiamo fortemente richiesto. Sappiamo le difficoltà che attraversano le Province, sappiamo che quella riforma Delrio è stata una riforma che ha prodotto probabilmente più problemi che altro, sappiamo che ci siamo dovuti fare carico dal 2015 ad oggi di una serie di interventi per, ad esempio, recuperare il personale delle Province che altrimenti non si sapeva bene che fine avrebbe fatto, sappiamo che sull’edilizia scolastica, sulle strade provinciali e sulla viabilità il nostro intervento diventa decisivo e anche in questo caso parliamo di risorse che vanno perlopiù a finanziare interventi sulle strade provinciali, sulla cui utilità e necessità è inutile soffermarci perché tutti sappiamo bene quanto siano importanti questi interventi. Sottolineo infine anche il milione e 200 mila euro per la riqualificazione dei centri urbani, anche questa una conferma rispetto ad un emendamento di modifica della legge n. 41/97, emendamento che aveva come prima firma quella del consigliere Calvano (oltre che del sottoscritto). Anche in questo caso parliamo di risorse che vanno a finanziare in modo indiretto l’economia locale, perché, quando si aprono dei cantieri, quando si dà la possibilità alle Amministrazioni comunali di riqualificare i propri centri storici, stiamo facendo investimenti indiretti che sono a tutto vantaggio anche delle imprese, dell’economia sana e positiva che dobbiamo sviluppare nella nostra regione.

Insieme al collegato ci sono due ordini del giorno, in particolare, che voglio ricordare. Il primo riguarda il trasporto pubblico locale. In III Commissione all’inizio di luglio abbiamo approvato una risoluzione, a prima firma della collega Montalti, per impegnare la Giunta a valutare la possibilità di istituire un fondo di sostegno per il trasporto pubblico locale, in particolare per le zone di montagna; dopo di che in Commissione bilancio, in sede di approvazione dell’assestamento, abbiamo avuto anche in questo caso un confronto, una discussione sul merito specifico di un possibile finanziamento per il trasporto pubblico locale, ecco che con questo ordine del giorno che non è un semplice ordine del giorno, ma è tecnicamente il mandato alla Giunta e al presidente di svincolare risorse per 550 mila euro, risorse che possono essere svincolate perché il Patto di stabilità è rispettato e perché siamo in ordine con i conti, che dovranno essere messe a disposizione subito delle agenzie di trasporto pubblico locale. In particolar modo in Commissione ci siamo soffermati su una problematica relativa alle agenzie di trasporto pubblico della Romagna, ma sappiamo bene che il problema non riguarda solo quell’area della nostra regione: queste risorse, oltre che dare un sostegno a quella particolare situazione, penso che potranno essere utilizzate anche per dare almeno una parziale risposta sul resto del territorio. Un passaggio non scontato che segna la concreta volontà della maggioranza dell’Assemblea di dare corso alle risoluzioni che votiamo, che non sono solo momenti di interlocuzione fra di noi, quindi a inizio luglio ci siamo presi un impegno e oggi diamo una risposta in questa direzione, anche a seguito delle sollecitazioni intervenute in Commissione che sono arrivate da più gruppi, penso in particolar modo al consigliere Pompignoli della Lega Nord.

L’altro ordine del giorno sul quale mi voglio soffermare riguarda, visto che nel collegato, tra le altre cose, all’articolo 2 si introduce la possibilità, per i titolari di concessione per lo sfruttamento e la coltivazione dei giacimenti di acque minerali e termali, della subconcessione che in taluni casi può essere importante per favorire ristrutturazioni aziendali, specie in situazioni in cui magari esistono particolari difficoltà per l’azienda titolare della concessione. In Commissione ci siamo confrontati su quel particolare passaggio, in diverse occasioni sono intervenuto per segnalare la necessità di una modifica della legge n. 32/88 che disciplina il comparto dell’attività dell’estrazione e della coltivazione delle acque minerali e termali che, per quanto riguarda la legge, sono affrontate in un’unica dimensione, perché considerate come miniere e quindi, come tali, disciplinate dalla medesima legge. Legge sulla quale siamo intervenuti in questi anni più volte, senza toccare mai un punto che però io credo vada messo in discussione: quello delle modalità attraverso le quali vengono affidate le concessioni e della durata delle stesse. In particolar modo mi riferisco al comparto termale, la legge n. 32/88 è stata approvata in un mondo che non esiste più, in una dinamica di mercato del comparto termale che è stato completamente superato dalla realtà, io credo che sia giusto nell’ultimo scorcio di legislatura che ci rimane affrontare anche questo problema, dando una risposta più complessiva. Io penso che, mentre su alcuni ambiti strategici fondamentali la gestione diretta del pubblico sia fondamentale, su altri il mercato debba essere messo nelle condizioni di operare e debba essere messo nelle condizioni di operare in modo corretto. Quindi concessioni che hanno durata perpetua, concessioni che hanno durata di novantanove anni, concessioni che vengono in qualche modo preservate o che attraversano vicende societarie abbastanza complicate senza mai incrociare in questo percorso una ridefinizione, e anche gare pubbliche di destinazione delle concessioni sia un modello che va superato. Come pure deve essere superato il modello attraverso il quale un unico concessionario ha la possibilità di sfruttare le acque e poi, eventualmente solo a determinate condizioni, concedendo la somministrazione anche ad altri soggetti. Lo dico con chiarezza perché penso che il sistema termale della nostra regione necessiti di essere riformato e penso che dovremmo guardare ad un modello in cui sullo stesso giacimento possono coesistere più concessionari, perché questo è un modo per aprire il mercato, è un modo per aprire la possibilità… Consigliere Sassi, io non so se lei sta scuotendo la testa...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non facciamo anche il processo alle intenzioni adesso!

Consigliere Taruffi, ne approfitto per ricordarle che lei ha ancora due minuti e quattordici secondi e poi non può più parlare e non vorremmo privarci del suo intervento in dichiarazione di voto.

 

TARUFFI: So che è la sua massima soddisfazione quella di non sentirmi più parlare, ma starò dentro i tempi.

Chiedo scusa al consigliere Sassi e proseguo dicendo che su quel modello in cui un unico concessionario ha la possibilità tante volte di disporre di tutto un comparto in territori in cui invece c’è bisogno assolutamente di investimenti privati, abbiamo il dovere di provare ad intervenire. Lo dico ben sapendo che non è l’intervento pubblico che da solo risolve i problemi, ma so perfettamente che l’intervento pubblico può determinare le condizioni, le regole del gioco attraverso le quali favorire investimenti privati. E soprattutto lo dico sapendo che le acque termali, così come le acque minerali, sono demaniali, quindi del demanio, quindi bene pubblico e io penso che, quando noi dobbiamo valorizzare, dobbiamo gestire un bene pubblico, lo dobbiamo fare sapendo di dover combattere incrostazioni e resistenze che spesso e volentieri tendono in qualche modo ad impedire azioni riformatrici su un ambito molto importante per la nostra economia.

Chiudo con quest’ultima annotazione. L’ordine del giorno altro non dice: proviamo a cambiare, proviamo a farlo in questa direzione, proviamo a farlo nell’anno che ci rimane da qui alla fine della legislatura, sapendo perfettamente che nessuno ha la bacchetta magica, però sapendo che quello del termalismo è un asset strategico e fondamentale della nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Calvano.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Potrei partire dicendo che nella vita, nei fatti la ruota in determinati momenti gira oppure dire “non fare ad altri quello che vorresti non fosse fatto a te”, perché – come dicevo prima – la ruota gira: può succedere di accusare gli avversari, di portare in Parlamento o nelle istituzioni degli assenteisti e ritrovarsi un parlamentare che se ne va in barca; può succedere di accusare chi governa di fare spoil system e poi ritrovarsi al Ministero dello sviluppo e fare spoil system, perché è normale che avvenga; può succedere di accusare un partito di collusioni con le banche e poi ritrovarsi un Ministro indagato per usura bancaria. Può succedere e sta succedendo. Quindi, caro Bertani, potrebbe succedere anche a lei di trovarsi oggetto di insinuazioni e allora solo lì credo ci si possa accorgere di quanto sia una cosa fastidiosa; di quanto sia fastidioso attribuire a qualcuno di prendere delle decisioni, di fare delle scelte perché si è oggetto di pressioni e non si riesce a dire chi e che cosa ha fatto quelle pressioni. Quando queste cose succedono, danno fastidio, perché, se non sono comprovate da fatti concreti, sono cose che vogliono solo ed esclusivamente imbarbarire il dibattito, che vogliono solo ed esclusivamente mettere un po’ di fango nel ventilatore e fare in modo che gli schizzi arrivino dappertutto, magari mettendosi dietro al ventilatore. Però, quando si governa – e ve ne accorgerete, ve ne state già accorgendo – quando si butta fango nel ventilatore, arriva a tutti, arriva addosso a tutti. E noi credo che dovremmo provare a comportarci tutti in maniera diversa ed essere anche un po’ più responsabili da questo punto di vista, perché, come ci comportiamo noi, ha un significato enorme anche nei confronti dei cittadini e degli elettori.

Potrei fermarmi qui, perché ci siamo già trovati a dover affrontare questo tipo di discussione. Ringrazio il collega Taruffi, perché ogni volta non ha rinunciato a voler fare un intervento che fosse non dico di difesa, ma di tutela delle istituzioni, di tutela del ruolo delle istituzioni, di chi viene chiamato dagli elettori e dai cittadini ad impegnarsi in quelle istituzioni, a prescindere dal colore politico o dal movimento che si vuole e che si rappresenta. Quindi, Bertani, la ruota gira e mi dispiacerebbe se ti trovassi nella condizione in cui qualcuno facesse insinuazioni su di te o ti venisse a dire che stai facendo questa o quell’altra cosa, perché c’è chi ti fa pressione. Questo dà fastidio, soprattutto quando non è vero. Soprattutto quando addirittura si racconta la mezza messa e si racconta di un consigliere d’amministrazione di Symbola che ha sicuramente una sua storia, ma si omette che ce ne sono tanti altri che hanno storie completamente diverse; si omette che quella fondazione è una fondazione no profit; si omette che quella fondazione è partecipata non da partiti o non è frutto di partiti, è una fondazione partecipata da associazioni di categoria, tante: da Unioncamere, dalla FAI e da tanti altri soggetti che nulla hanno a che fare con la politica. Quando si racconta solo un pezzo di verità, c’è un rischio di imbarbarire il dibattito. E dispiace perché qua dentro abbiamo sempre provato a tenere relazioni corrette tra di noi, pur avendo opinioni molto diverse che ci hanno portato a posizionamenti molto diversi, come è normale che sia, ma sempre nel rispetto reciproco. Purtroppo negli ultimi mesi questa cosa qui è venuta un po’ meno. Io non so il perché, non so se sia l’avvicinarsi delle elezioni, non so cosa sia, però dispiace perché si condiziona malamente una legislatura che aveva fatto del dialogo tra i diversi partiti rappresentati qua dentro una delle caratteristiche fondanti più di altre legislature, per chi ha conosciuto le altre legislature.

Detto questo, siccome stiamo parlando di assestamento di bilancio e di collegato, io non posso che ringraziare il relatore Boschini per il suo lavoro, non solo di raccordo dentro quella che è la maggioranza che voterà questo assestamento, ma anche di confronto con le opposizioni. Un confronto anche in questo caso sempre molto trasparente. C’è sempre stata una giustificazione ad un sì o a un no ad emendamenti presentati dall’opposizione, così come c’è sempre stato un tentativo di mediazione, laddove potevano esserci le condizioni, per mediare sulle cose da fare, perché non siamo qua dentro a difendere gli interessi di qualcuno, siamo qua dentro per provare a fare il meglio per i cittadini della nostra regione, ognuno ovviamente con il suo punto di vista. Pertanto credo che la scelta fatta di allargare il finanziamento a favore degli impianti sportivi vada nella giusta direzione, perché le domande arrivate hanno dimostrato un grande bisogno di sport e di infrastrutturazione sportiva sul nostro territorio, con l’obiettivo di accrescere l’accessibilità delle strutture. E ha fatto bene, ringrazio il presidente Bonaccini di avere già annunciato che c’è l’impegno da parte della Giunta a completare quel finanziamento con il prossimo bilancio e riuscire a dare soddisfazione anche ai progetti che al momento non sono finanziati, ma che sono riconosciuti come ammissibili, perché è un ulteriore segnale di attenzione verso un bisogno che la nostra comunità sta esprimendo, anche grazie a scelte che in questa legislatura, che questa Giunta, che questo Consiglio hanno fatto, a partire dalla legge dello sport, ma a partire fin da prima della legge dello sport, quando si è deciso di moltiplicare le risorse a favore di questo settore. Così come si è fatto – lo ricordava molto bene Taruffi – sulle attività di valorizzazione dei centri urbani collegate alla rete commerciale, così come si è fatto nel momento in cui si fa un emendamento su tutto il tema della protezione civile, perché sappiamo quanto improvvisamente un territorio può trovarsi nella necessità di difendersi da fatti che non aveva mai visto. Ci è capitato nel corso di questa legislatura e purtroppo drammaticamente capiterà ancora. Allora decidere di mettere a bilancio 4 milioni per rafforzare la protezione civile e due di questi milioni da utilizzare per somme urgenze di carattere regionale e altri due per somme urgenze all’interno dei Comuni credo che sia un modo per cercare di dare una mano ai Comuni, da un lato, e mettere in sicurezza il territorio, dall’altro. Soprattutto se lo si mette insieme con gli interventi da quasi mezzo miliardo complessivo che sono stati fatti nel corso della legislatura, anche attraverso finanziamenti extra rispetto a quelli regionali.

Così come è evidente che c’è una volontà di soccorrere le comunità locali su un tema delicato come quello delle strade, perché purtroppo il venir meno di una serie di risorse e anche l’impossibilità, legata ad un voto referendario, di completare il riassetto delle Province ci ha trovati sguarniti da quel punto di vista su una necessità che sul territorio c’è, che si cerca di compensare attraverso scelte molto chiare e precise di bilancio. Così come si è voluto andare incontro alle comunità con l’ordine del giorno, se non vado errato, che stanzia 550 mila euro come perequazione per quei territori di montagna, e non solo, che hanno difficoltà nel finanziamento del trasporto pubblico locale.

Perché lo si fa? Qual è la ratio di tutta questa cosa qui? Perché poi bisogna provare a tirare il filo delle cose che si fanno. È avere un territorio coeso in cui ci sia uno sviluppo equilibrato, nel quale nessun cittadino si senta di serie A o di serie B, a seconda che abiti in un centro urbano o in montagna. Difficile? Difficilissimo. Ci siamo già riusciti? No, non ci siamo riusciti. Dobbiamo continuare a lavorare per riuscirci, perché quella è la strada che dobbiamo prendere con una grande attenzione alle comunità che soffrono un po’ di più, consapevoli anche, come è emerso in questa legislatura, delle difficoltà che ci possono essere nei grandi centri urbani. Le due cose vanno tenute insieme; va fatta coesione territoriale, va creata coesione territoriale per non creare uno scontro tra centro e periferia che non ci possiamo permettere e che non consentirebbe a questa Regione di proseguire lungo quella strada di sviluppo e di crescita nella quale siamo tra i protagonisti, ma nella quale non ci possiamo accontentare di essere solo dei protagonisti, perché, volendo usare una metafora, non mi stancherò mai di dire che in Emilia-Romagna dobbiamo essere come i saltatori in alto che, una volta che hanno vinto la gara (è l’unica disciplina in cui si fa questa cosa qui), possono andare dal giudice e chiedere di alzare ulteriormente l’asticella per fare il salto del record. Essere riformisti significa questo: avere il coraggio, anche dopo che si è vinta una gara, di andare dal giudice e chiedere di alzare l’asticella. Io credo che questa sia un’ambizione che l’Emilia-Romagna deve avere, e lo dico a prescindere dal colore che ognuno di noi rappresenta, perché credo che sia un’ambizione che deve toccare ogni emiliano-romagnolo, a prescindere dal partito o dal movimento che decide di votare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

La parola al consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente. Poche parole, molto è stato detto, ma ci tenevo ad esprimere e lasciare a verbale le mie osservazioni su questo assestamento di bilancio e le disposizioni collegate. Mi ritrovo molto nelle osservazioni fatte dal relatore di minoranza, collega Pompignoli, sul fatto che qui c’è un po’ di tutto, quasi come si cerchi di captare qualche benevolenza. Io non so se così è, ma l’impressione è sicuramente quella. C’è molto disordine, in questi due provvedimenti effettivamente ci sono tante disposizioni, alcune delle quali estremamente positive e che condivido in maniera chiara e in maniera espressa, altre che trovo obiettivamente discutibili, altre ancora mi generano qualche dubbio, altre le trovo del tutto incomprensibili. Ma questo è un po’ forse il frutto delle diverse sensibilità politiche che in quest’Aula necessariamente vi devono essere. Non si può non essere d’accordo se vengono stanziati 10 milioni per l’impiantistica sportiva o 4 milioni di euro per gli interventi di protezione civile – e potrei elencarne molti altri – sarebbe un controsenso, sarebbe illogico, sarebbe non credibile, però vi sono alcuni passaggi che vanno rimarcati. Per esempio, se io penso al milione e tre per il Tecnopolo, vorrei fare un approfondimento su quello che è costata l’operazione Tecnopolo a questo ente dalle origini ad oggi, da quando fu acquisito l’immobile alla British American Tobacco e tutte quelle che sono state le spese medio tempore compiute e tutti gli sprechi che hanno accompagnato quel tipo di interventi. Poi, certo, siamo qui a dire che vogliamo anche noi che il Tecnopolo veda la luce e che, quindi, questa vicenda di cattiva gestione di risorse pubbliche, che non addebito assolutamente a questa Amministrazione ma a chi c’era prima e che ha compiuto scelte quantomeno opinabili, sarebbe doveroso che venga completata e che possa restituire alla città, al territorio complessivamente inteso quell’opera che ci si aspetta, liberandola anche dal degrado, dall’abbandono.

È notizia di questi giorni quello che è oggi l’immobile destinato al Tecnopolo. Posso pensare, visto che parliamo di opportunità e di valutazioni politiche, se devo trovare una comparazione fra il mezzo milione che viene investito sulla cooperazione internazionale è più o meno la somma analoga che viene investita per la scuola per l’infanzia. Io avrei messo direttamente 1,1 milioni per la scuola dell’infanzia. Se vogliamo fare una scelta politica che questa Regione deve fare cooperazione internazionale, sottraiamo mezzo milione ad iniziative che a mio avviso meriterebbero maggiore attenzione.

La questione della Fondazione Symbola non è banale, condivido le critiche che hanno espresso i colleghi che mi hanno preceduto e anche i colleghi che sono intervenuti in Commissione, perché la cifra indubbiamente è esigua, ma lo è e non lo è. Se penso che quest’Aula ha votato l’ultima volta che ci siamo trovati una risoluzione unanime per destinare maggiori risorse per esempio ai cori di montagna, perché 42 mila euro all’anno sono una risorsa esigua, penso che i 25 mila euro che volete dare alla Fondazione Symbola siano assolutamente sproporzionati e ingiustificati rispetto a quella che invece ritengo una reale necessità. Noi possiamo fare tutte le risoluzioni del mondo, anche l’ordine del giorno che è collegato a questo progetto di legge che riguarda l’aumento delle risorse per il TPL, in particolare per equilibrare dei disagi creati nelle zone montane (ordine del giorno che voterò certamente), ma di fatto, se questa Giunta avesse voluto effettivamente dare un contributo concreto al TPL nelle zone disagiate, avrebbe dovuto prevederlo. Aveva la possibilità di prevederlo direttamente in questo assestamento. Quindi benissimo le risoluzioni e gli ordini del giorno collegati, ma di fatto evidenziano un problema che l’Amministrazione regionale avrebbe potuto fin da subito evitare, destinando risorse in via immediata. È una rincorsa a dire “vi siete dimenticati anche questo”, perché io la interpreto così. Siamo tutti a dire questo è importante, ma è importante per noi consiglieri regionali, per noi Assemblea, ma la Giunta di questa importanza si è dimenticata.

Due parole devo esprimere sul Teatro comunale. Dato che è nel mio territorio, non posso non essere sensibile al problema del Teatro comunale, ma non posso non ricordare che è stato ampiamente supportato con denari pubblici, a partire dal Comune di Bologna e naturalmente anche la Regione, negli ultimi quantomeno sette/otto anni: immobili, risorse. Ci sono dei lavoratori, vanno tutelati? Benissimo, è giusto. È importante preservare un’istituzione, l’emblema della cultura a Bologna nella città capoluogo di regione? Assolutamente sì. Però credo che occorra anche una riflessione su tutte queste risorse pubbliche che vengono continuamente iniettate in questo contenitore. Buttarlo qui in un assestamento di bilancio che, dal punto di vista tecnico, è sicuramente il momento corretto, ma non lo è, a mio avviso, dal punto di vista della riflessione politica che dovrebbe essere a monte di una importante scelta, visto che parliamo di 3,1 milioni di euro.

L’altra questione che vorrei ricordare è il fatto che c’è molto disordine, perché inseriamo provvedimenti e stanziamenti che hanno una loro specificità e una loro logica con invece provvedimenti di carattere generale: per esempio, la questione delle subconcessioni delle acque termali. Io credo che su questa materia occorra fare una riflessione a trecentosessanta gradi, non portare una modifica normativa specifica su un punto che non ha alcun tipo di collegamento con il bilancio in termini di impegno finanziario, ma naturalmente dà una precisa connotazione politica, che tra l’altro favorisce la conservazione del monopolio, perché lascia in capo al concessionario la scelta se praticare o meno la subconcessione. Quindi è una norma che assolutamente io contesto e che ritengo sbagliata, portata in un contesto sbagliato.

Lo stesso la questione delle aree protette: ci sono due o tre articoli che riguardano il collegato che riguardano la gestione della fauna e la gestione generale nelle aree protette. Sulle aree protette c’è una discussione ampia da fare che, a mio avviso, vanno superate e credo che da parte dell’assessore all’agricoltura e l’assessore competente ci sia un ragionamento, per quello che ho potuto capire io, di leggera critica rispetto all’attuale sistema, perché crea problemi in materia di equilibrio fra persone, animali, colture e quindi attività imprenditoriale. Non credo che sia sufficiente che noi andiamo a normare, anche se solo per alcuni aspetti, questa importante materia in un collegato al bilancio.

L’altra questione è il commercio in forma hobbistica sulle aree pubbliche. L’inserimento di una norma transitoria non pensate che sia una questione che debba ricevere una regolamentazione più ampia, più articolata e che riguarda un rapporto fra gli hobbisti e i professionisti? Che è anche un problema di qualità dell’offerta turistica in moltissimi territori? Io credo che questo debba ricevere una regolamentazione articolata, precisa, approfondita da parte di questa Assemblea, è nostro compito. Arrivare a buttare lì una norma transitoria in un contesto come questo lo ritengo assolutamente inappropriato e inopportuno.

Ho depositato un ordine del giorno collegato che riguarda l’Osservatorio sulla sicurezza stradale. Io ritengo che l’Osservatorio per la sicurezza stradale in questa regione sia un’iniziativa estremamente importante, ma è finanziata in maniera a mio avviso inadeguata, perché sono neanche 36 mila euro per provincia, a fronte di tutto quello che fa sul territorio. L’ordine del giorno vuole invitare l’Amministrazione regionale a prevedere nelle prossime manovre, nelle prossime iniziative di bilancio adeguate risorse.

Voterò l’ordine del giorno sulle acque termali per i motivi già espressi, sottolineando un’altra volta la critica rispetto a questo metodo di discussione e lo stesso sul TPL delle zone montane.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Facci.

La parola al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Intervengo un po’ sollecitato dagli interventi dei consiglieri di maggioranza, in particolar modo Taruffi e quello di Calvano, dal quale sono rimasto molto stupito, non me l’aspettavo. Se Taruffi ormai sono talmente abituato a sentirlo che non do più peso alle parole che esprime in quest’Aula, sull’intervento di Calvano ovviamente sono rimasto perplesso in virtù di quello che lui ha detto. In particolare su due argomenti: Symbola e l’ordine del giorno dei 550 mila euro.

La difesa d’ufficio da parte dei due consiglieri Taruffi e Calvano su Symbola è stata veramente un qualcosa di particolare, perché ha dato ancora più adito alla tesi secondo la quale l’adesione della Regione alla Fondazione Symbola sia veramente un qualcosa di tipo elettorale. Non voglio spingermi oltre, lo hanno già detto Bertani e la consigliera Piccinini, perché non hanno spiegato né in Commissione né oggi qui in Aula i motivi per i quali l’Assemblea della Regione Emilia-Romagna debba aderire alla Fondazione Symbola. Non l’hanno detto. Taruffi ha parlato ventidue minuti, esaurendo tutto il tempo, evidenziando le criticità sollevate dai consiglieri Cinquestelle senza dire i motivi per i quali si debba aderire a questa fondazione. Il consigliere Calvano ha ripreso i consiglieri Cinquestelle – è un emendamento che ho fatto anch’io l’abrogazione di Symbola – criticandoli su quello che avevano detto senza dire quali siano i motivi per i quali la Regione debba aderire alla Fondazione Symbola. Ora viene da sé pensare che quello che stiamo pensando tutti, ma che non si può dire, è che evidentemente questa adesione sia fatta solo per scopi elettorali. Non capisco neppure lo stupore dei Cinquestelle che si stupiscono che nessuno glielo dica. Cerchiamo di fugare così ogni dubbio, perché è un qualcosa di veramente ridicolo il teatrino che si è attualmente reso sia da Taruffi che da Calvano.

Secondo punto. Questa è veramente la perla in assoluto dell’assestamento di bilancio: la presentazione dell’ordine del giorno da parte del Partito Democratico sul trasporto pubblico locale, nel quale si dice che devono essere erogati 550 mila euro. Non tutti sanno la genesi di questo argomento ed è chiaro che tutti però oggi lo devono sapere, perché il comportamento del Partito Democratico su ogni emendamento che noi formuliamo è inaccettabile. È inutile che riprendano i nostri emendamenti e li trasformino in ordini del giorno per intestarsi determinate cose, che poi non si devono neanche intestare, perché non ci avevano neppure pensato a farlo. In marzo 2018 abbiamo presentato l’interrogazione, nella quale abbiamo evidenziato che l’azienda romagnola aveva, attraverso un verbale di assemblea, innalzato le tariffe del trasporto pubblico locale cagionando evidenti danni ai piccoli Comuni montani, che si sono trovati a pagare da 12 mila a 90 mila euro, è evidente che i Comuni non sono in grado di pagare questi oneri. Ci si aspettava che nella legge di assestamento la Regione intervenisse agevolando il pagamento di questi contributi. Non è successo. Presento un emendamento io in Commissione, dove chiedo il finanziamento da parte della Regione di questi soldi, un emendamento presentato anche oggi in Aula, dove chiedo un’erogazione di 500 mila euro di contributi ai Comuni montani della Romagna in ragione del fatto che il problema esiste oggi, ora per i Comuni che si trovano a pagare questi soldi; questo emendamento mi viene bocciato in Commissione dicendo “ci penseremo, vedremo come fare” e mi presentano un ordine del giorno che non ha né capo né coda. Mi dicono che ci mettono 550 mila euro per tutta la regione. Solo in Romagna ce ne sono già 500 che i Comuni non riescono a pagare sul trasporto pubblico locale, ne mettono 550, pensando con questo ordine del giorno di sanare il problema sul trasporto pubblico locale. L’impegno, che è ancora più bello rispetto a tutto l’ordine del giorno, mi dice «di dare rapidamente corso agli accertamenti e stanziamenti effettuati nella presente manovra di assestamento; di istituire un fondo a sostegno per il trasporto pubblico locale; di avviare progressivamente un percorso di analisi tecnica e di confronto». Il problema è oggi, questo è il continuo rimando di quelle che sono le problematiche che devono essere affrontate oggi della regione, ma è sempre stato così. Lo stiamo denunciando da quattro anni a questa parte: ogni cosa che noi facciamo viene trasformata dal PD, pensando di intestarsi una determinata operazione. Ma la gente ormai ha capito come funziona il meccanismo, ha capito l’incapacità di gestire la Regione Emilia-Romagna da parte del Partito Democratico, perché, se vengono copiati sistematicamente tutti gli emendamenti che noi proponiamo, a questo punto mi viene da pensare ovviamente che qualcosa non funziona. Se avessero voluto farlo prima – e qui convengo con il consigliere Facci – l’avrebbero proposto all’interno dell’assestamento, ma questa cosa gli era sfuggita. Per rimediare ad un errore hanno fatto in modo di preparare un ordine del giorno uguale all’emendamento che avevo proposto. Ma loro dicono “è diverso, perché è regionale”. Se oggi il problema sulla Romagna è più di 500 mila euro, voi mettete un finanziamento di 550 mila euro, vuol dire che i problemi della mia sono 50 mila euro che i Comuni non riescono a versare sul trasporto pubblico locale? È un errore che oggi cercate di rimediare, ma fortunatamente la gente ormai ha capito qual è il vostro meccanismo e quindi valuterà di conseguenza le azioni di qui al 2019, quando si andrà al voto in regione Emilia-Romagna. Quindi rimango veramente perplesso da quello che dice il consigliere Calvano, che è anche segretario regionale del Partito Democratico, perché è evidente che o non gli è stato spiegato quello che è successo o non lo sapeva oppure ha fatto finta di non sapere qualcosa e dire oggi abbiamo stanziato anche con questo ordine del giorno 550 mila euro. È una presa in giro, per non dire qualcosa di più offensivo.

Non è solo oggi che succede questo, è tanto tempo che succedono queste cose. Evidentemente non si vuole lasciare all’opposizione margini di manovra, cercano di intestarsi tutto, ma è evidente – come ho detto nella relazione – che è partita la campagna elettorale per le regionali, si sta cercando di placare gli animi di tutti i Comuni, si sta cercando di fare investimenti ai loro Comuni, per cui oggi stiamo discutendo completamente del nulla. Oggi dobbiamo votare un assestamento di bilancio, questi sono i risultati, è un assestamento assolutamente non conforme alle nostre posizioni, alle nostre esigenze, però cerchiamo di guardarci un po’ in faccia, cerchiamo di capire che a volte l’opposizione può essere anche costruttiva e non solamente distruttiva, come dice il Partito Democratico, e in questa costruzione di rapporti cerchiamo di essere coerenti e far sì che le cose avvengano anche insieme. Io non ho chiesto l’intestazione dell’emendamento o comunque del fatto che dovevo essere io a portarmi a casa un risultato: c’è un problema, deve essere risolto e la soluzione di questo problema non è certamente l’iter che è stato fatto oggi dal Partito Democratico.

Io spero vivamente, visto che la ruota è girata – consigliere Calvano – al Governo, girerà anche in Regione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Rapidamente, visto che sono stato molte volte chiamato in causa. Ringrazio Taruffi che si è assunto l’onere di farmi da angelo custode e quindi intervenire continuamente, però gli ricordo che il mio diritto di critica politica lui oggi l’ha chiamato calunnia. Quindi anche lui con i termini magari deve stare un po’ attento.

Sono molto dispiaciuto che oggi io debba fare la parte dell’antipatico e si faccia quasi balenare che noi come gruppo non siamo disposti a collaborare e ad entrare nel merito. Io ricordo che solo in questi provvedimenti che oggi discutiamo (case-famiglia, pane, polizia municipale) noi entriamo, discutiamo con calma nel merito e collaboriamo con tutti. Quindi assolutamente non c’è nessun tipo di problema. Ma quando ci sono delle operazioni che sollevano legittimi dubbi: tutti i gruppi di minoranza hanno presentato un emendamento abrogativo di Symbola, anche un gruppo di maggioranza ha detto che non voterà quella parte, quindi i dubbi ci sono e nessuno quei dubbi ce li toglie, noi abbiamo il diritto, abbiamo il dovere di criticarvi su questo. Quindi è inutile che continuate a scandalizzarvi e a stracciarvi le vesti. Se noi vi richiamiamo alla vostra responsabilità, siete chiamati a rispondere e nel merito nessuno ancora oggi ci ha risposto.

Per quanto riguarda i doveri dell’opposizione, è dovere dell’opposizione fare questo mestiere. Calvano dice è una ruota che gira. Certo, girerà la ruota anche in questa Regione e quindi io spero che sarete presto chiamati a richiamarci alle nostre eventuali incoerenze, ma, quando c’è una incoerenza e c’è una scelta ingiustificata, voi quel dubbio lo dovete chiarire e voi oggi non lo chiarite e ci accusate di essere dei calunniatori. Su questo non ci stiamo.

Infine sull’ordine del giorno riguardo al trasporto pubblico locale. È un tema che avevo sollevato anch’io in un question time, fra l’altro è un problema creato da Comuni a guida PD essenzialmente, perché hanno creato un meccanismo di calcolo dentro un’agenzia sovradimensionata (le famose aree vaste) che crea un problema ai Comuni più piccoli. L’assessore Donini mi disse che noi come Regione non ci possiamo fare niente, poi però arriva un consigliere di minoranza e dice “facciamo un emendamento che stanzia dei fondi per risolvere quel problema”, l’emendamento in Commissione viene bocciato e poi arriva un ordine del giorno. Un ordine del giorno, che io vi dico già non voterò, perché è impossibile che in un ordine del giorno che impegna la Giunta ci sia scritto «anche in accordo con i gruppi di maggioranza dell’Assemblea legislativa». Voi volete che io voti un ordine del giorno che impegna la Giunta a concordare come si spendono quei soldi con i gruppi di maggioranza dell’Assemblea legislativa? Questa è la democrazia? Fate un po’ voi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Consigliere Taruffi, lei ha finito il tempo, immagino che sia per fatto personale.

 

BERTANI: Non è un’offesa “angelo custode”.

 

TARUFFI: Verso di lei, collega Bertani, non ho nulla da dire, il mio non è un atteggiamento di un angelo custode, è semplicemente naturale atteggiamento verso i compagni che sbagliano.

Invece intervengo nei confronti del consigliere Pompignoli, che evidentemente non solo non mi ha ascoltato ma, come spesso capita, forse non mi ha capito, perché è intervenuto per dire che io ho difeso il finanziamento a Symbola: essendo presidente della I Commissione, si sarebbe dovuto accorgere che non ho votato quell’articolo in Commissione, non lo voterò oggi, quindi di certo non sono io che difendo quel finanziamento. Per dire della sciocchezza che ha detto. Semplicemente sono intervenuto sul metodo con il quale è stato stigmatizzato quel finanziamento, non certo sul merito. Quindi invito il consigliere Pompignoli che, se non tiene conto in alcun modo delle mie parole, non posso fare altro che prendere atto del suo orientamento. D’altra parte potrei rispondere e rispondo così: «Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa».

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Boschini.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. A titolo di intervento nel dibattito generale che ha sollecitato alcune cose, ma così esaurisco il significato delle cose che avrei detto in replica.

Vorrei ripartire da un tema che ha sollevato per primo Pompignoli sui tempi ristretti della discussione. È chiaro che farebbe piacere a tutti, me compreso, il relatore avrebbe un lavoro ben più semplice, se i tempi potessero dilatarsi molto, ma sappiamo che la discussione di bilancio deve tenere conto anche di una serie di elementi che vengono accertati in corso d’anno e quindi non è semplicissimo iniziare la discussione ad aprile, vuol dire non tenere conto di una serie di grandezze che invece è importante poter inserire in assestamento. Comunque questa variazione e il suo collegato sono stati iscritti alla Commissione il 21 giugno, comunque è più di un mese. Lo dico perché non è tanto, se uno prende tutti i passaggi; è tanto se uno dice lo leggo, non dico il 22, ma magari il 23, 24, il 25 giugno con un attimo più di comodo, il primo weekend che mi capita lo leggo e comincio a pensare quali sono gli emendamenti. Lo dico perché questa pratica di presentare emendamenti in corso di seduta, ancorché perfettamente legittima, ci mancherebbe altro, è da Regolamento, non ho nulla da obiettare sul piano regolamentare, dal punto di vista del merito e politico mi sembra che sia un po’ difficile che contrassegni quell’atteggiamento di merito che per esempio adesso richiamava il consigliere Bertani. Se a uno interessa il merito, vuole concordare, vuole che le cose vadano in porto, comincia non dico il 21 giugno, quando legge per la prima volta, ma il 23, il 24, 30, il primo di luglio! Non è un problema. C’è tutto il tempo per costruire insieme. Se si arriva qua, è perché la ribalta dell’Aula è interessante, ci sono più giornalisti, c’è più pubblico che ascolta e così si va a dare più risalto giornalistico e politico ai temi che si sollevano. Dimostra questa cosa il fatto che tantissimi emendamenti sono la fotocopia di quelli già presentati in Commissione, discussi e respinti.

Altra cosa che non metto in discussione, legittimo! Fossi io a poter disporre del Regolamento, magari ci ripenserei perché, dopo che li hai bocciati una volta, non so se abbia molto senso tornare a discuterne un’altra volta pari-pari. Però credo che non ci sia certificazione, dimostrazione migliore che, se a uno interessa il merito, là si è già discusso in Commissione. Se a uno interessa la visibilità, è chiaro che ce li riporta qua, che è esattamente quello che succede. Quindi si può dire che, se ci fosse la possibilità di un PD che vuole, di una maggioranza che vuole entrare nel merito, allora andrebbe tutto bene? Io credo, da relatore, di averci provato ad entrare nel merito come tutti. Però, se voi mi presentate le cose oggi o se mi reiterate le cose di cui abbiamo già discusso in Commissione, non vi interessa entrare nel merito, vi interessa la visibilità. È legittimo, torno a dire, però è un obiettivo politico, non facciamo finta che non sia così.

Così entro anche nel merito dell’ordine del giorno che criticava ora il collega Pompignoli. Non gli può sfuggire che il 5 luglio noi abbiamo approvato in Commissione una risoluzione che esattamente trattava il tema su cui lui aveva presentato l’emendamento. Ricordo distintamente, e ci sono i verbali a dimostrarlo, che nella discussione di Commissione lui stesso ha detto “siccome la stessa maggioranza ha presentato quell’ordine del giorno e si fa riferimento a possibili interventi in sede di bilancio, vi propongo di metterci i soldi”. Credo che più di certificare così che l’iniziativa nasce dalla maggioranza e poi qualcuno semmai se la intesta dopo! Lui l’ha detto in Commissione. Lo dico senza acrimonia. Ho apprezzato molto il tono complessivamente pacato del collega Pompignoli, ma nella sostanza quel documento approvato il 5 luglio dimostra – e lui stesso l’ha richiamato – che l’iniziativa l’ha presa il PD, non abbiamo copiato un bel niente. Poi lui presenta l’emendamento e io gli ho motivato in Commissione perché quell’emendamento secondo me non andava bene: perché riguarda solo la Romagna e il problema è più generale e il nostro ordine del giorno è più generale, riguarda tutta l’Emilia e non riguarda solo la montagna, riguarda tutti territori periferici. Ma, se davvero sotto esame è la capacità e la volontà del PD di occuparsi dei problemi dei cittadini e non di far politica, quindi di non strumentalizzare, copiare, tutte queste cose che avete detto, io ricordo che in quella sede fu proposto dal collega Taruffi – e il sottoscritto acconsentì – di ritirarlo invece che bocciarlo in Commissione per lo ricostruirlo insieme. Il collega Pompignoli legittimamente ha deciso di non ritirarlo e di andare al voto. Se si vuole lavorare insieme, si segue chiaramente la possibilità di sedersi e discutere, visto che io nel merito avevo detto “solo Romagna no, perché è un problema più generale”. Quanto alle risorse sono espressione di un’analisi di un fabbisogno e di un intervento che naturalmente viene stimato in quelle dimensioni e che in quelle dimensioni si può esprimere.

Penso che sia abbastanza chiaro che l’iniziativa era del PD, che qualcuno ha voluto montarci sopra; abbiamo proposto di lavorarci insieme, più di così non so cosa fare; se qualcuno vuole fare passerella, oggi l’ha fatta e io gli dico “secondo me tu fai passerella” e risolvo il problema.

Questa cosa mi fa gioco anche per richiamare alla collega Piccinini, che è tornata sul tema della formazione, con molta serenità, sono tutte cose che fanno parte del gioco della politica, quindi siamo tranquilli, che quando ho portato delle obiezioni in Commissione circostanziate in prima discussione al suo emendamento le ho portate su altri temi rispetto a quelli su cui poi noi abbiamo scritto il nostro e lei è troppo attenta e brava per non ricordarsi che le ho risposto sul fatto che non era opportuno citare la legge regionale n. 12/2003, perché questo richiamava al sistema dell’accreditamento; sono entrato su altri aspetti e lì le ho detto di no nel merito, perché sono abituato a lavorare così. Poi sono emersi altri temi e il nostro emendamento tocca quegli altri temi, non tocca quelli su cui ho detto di no in Commissione e sinceramente, se c’è qualcuno che ha fotocopiato un emendamento, siete voi oggi. Poi capisco che sotto c’era questo errore materiale che purtroppo è successo ancora una volta lì, ma non è un problema, capita! Non è confusione, si è dimenticato nel processo legislativo di scrivere un emendamento e di registrare un emendamento che era stato chiaramente approvato. Però voi oggi presentate un emendamento fotocopia del nostro: è identico all’emendamento 10, proprio testuale, che abbiamo presentato e approvato in Commissione. Io resto un po’ allibito.

 

(brusio in Aula)

 

Non era nell’articolo però, se non è nell’articolo, domandati perché non è nell’articolo. Prendi il mio, lo fotocopi, lo ripresenti in Aula, chi è che vuole fare passerella?

Poi parliamo di tumori, parliamo di “Rizzoli”, tutte cose importantissime, su cui anch’io sinceramente mi scaldo e le ho a cuore, però qui ho già dimostrato a sufficienza che probabilmente stiamo riproponendo cose che erano già state presentate a dicembre dell’anno scorso, che erano state ripresentate in Commissione, che vengono riprese anche stasera che l’interesse è discuterne. Su questo mi permetto di rispondere al collega Pompignoli, che non credo si possa dire che abbiamo fatto degli interventi a pioggia. Il collega Calvano e credo anche la mia relazione ha dato il senso di alcune priorità: sostenere l’economia da un lato e di stare vicini alle comunità locali nelle diverse dimensioni, che vanno dagli investimenti sullo sport, sui ponti, sulla viabilità. Mi sembra difficile dire che è una manovra senza un segno e quindi da campagna elettorale anticipata. Sempre ammesso che sia anticipata la campagna. Quindi, se le risorse sono carenti per gli obiettivi, stampiamoli questi soldi! Noi facciamo le manovre con i soldi che ci sono e davvero non vorrei che non fosse passato questo messaggio. Noi continuiamo a muoverci in un contesto in cui dobbiamo mettere via 195 milioni a prescindere, che abbiamo ma che non spendiamo. Quindi riuscire a metterne insieme 55 per fare questa manovra non è mica una cosa scontata.

A riprova anche della volontà di collaborazione, adesso non ne avrei neanche parlato, ma, siccome è emerso, voglio dire che, per esempio, su alcuni degli emendamenti presentati dal collega di Fratelli d’Italia nel merito ci sarà da parte nostra un voto positivo, perché l’ho sempre fatto da relatore, anche chi mi ha preceduto, il collega Poli, e chi mi succederà da relatore lo farà ancora: quando c’è una cosa di merito, di buonsenso, a maggior ragione ci si ferma e si concorda, si fa insieme senza problemi.

Il collega Bargi ha sollevato il problema dei 100 mila tondi sui Confidi. C’è la disponibilità da parte mia, abbiamo riesaminato in questi minuti il senso del testo, ci sembra che non ci sia dubbio che l’articolo 18 fino a 100 mila indichi che 100 mila è compreso. C’era indubbiamente a creare confusione – l’abbiamo ricontrollato – un errore materiale nella stesura della prima relazione originale accompagnata, esplicito qua che quella relazione quindi non fa testo. Non c’è dubbio che fa testo la norma così come viene scritta e quindi “fino a 100 mila” indica che si potrà chiedere ai Confidi regionali di intervenire fino ai 100 mila tondi compresi. Questo anche per dimostrare che, se c’è un problema serio, ci si mette qua e lo si discute.

Quindi il senso della mia replica era sostanzialmente questo, provare a dire che mi pare da relatore, per quanto mi è dato, per quanto è possibile, nelle difficoltà che i tempi sicuramente sono sempre stretti per tutti, però mi sembra che, laddove c’è stata disponibilità a fermarsi e discutere, credo di averla raccolta. Che oggi debba sentir dire che andiamo in fotocopia, che montiamo su cose, la stessa formazione credo che l’assessore Petitti avesse cominciato a parlarne forse un anno e mezzo fa e noi i soldi abbiamo cominciato a metterli nel bilancio dell’assestamento 2018, quindi che si venga a dire che il PD si accorge tardi delle cose, dopo che se ne occupa da mesi, è davvero difficile da accettare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Boschini.

La parola al consigliere Molinari.

 

MOLINARI: Grazie, presidente. Una precisazione perché credo che già Taruffi e Boschini abbiano ampiamente rappresentato ciò che è successo in Commissione, però ci tengo a sottolinearlo, collega Pompignoli, perché l’emendamento presentato negli ultimi minuti della discussione (legittimamente) ha colto un primo intervento dello stranamente saggio Taruffi che invitava in modo aperto a ritirarlo, non tanto per toglierne la paternità, ma per cercare di capire di costruire un passaggio che fosse un passaggio tecnicamente sostenibile, valutato dal punto di vista tecnico, perché andavamo a parlare di 500 piuttosto che 550, piuttosto che di Romagna e non di Emilia e la cosa è stata sostenuta anche da me come capogruppo del Partito Democratico anche con una postilla. L’impegno, come è capitato su tante altre leggi, di ridiscutere e quindi di ridare la primogenitura anche della questione presentata dal consigliere, non tanto in un rapporto di scritto/non scritto, ma in un rapporto di serietà tra persone: se questo lo diciamo, lo facciamo, è stato un invito fatto in assoluta buona fede, collaborazione e avremmo avuto quella settimana più o meno per riuscire magari a costruire qualcosa insieme, che magari contenesse anche uno degli interventi fatti dallo stesso Bertani, che ovviamente ha introdotto la necessità, contenuta nell’ordine del giorno, comunque di un approfondimento per quanto riguarda le motivazioni, per cui si è arrivati anche ad una sofferenza maggiore in Romagna rispetto all’Emilia, dove non è che sia assente questa cosa. Proprio per questo motivo ci pareva stranamente, mi pareva stranamente di aver fatto un invito, quantomeno dal punto di vista dell’eleganza e della correttezza che almeno fino ad oggi, a parte qualche scivolone da entrambe le parti o da più parti può essere capitato, però mi pareva che fosse un invito di buon senso. Ciò non è stato colto ed è inutile girarci intorno. La domanda posta a noi o l’affermazione fatta a noi (“siete in campagna elettorale”) è probabilmente la motivazione che ha portato alla scelta di andare avanti sull’emendamento di Commissione, sulla bocciatura per arrivare alla discussione oggi in Aula su questi toni.

Quindi la risoluzione approvata a inizio luglio, il lavoro che si stava facendo all’interno anche nei confronti dell’Assessorato senza poste specifiche, ma con interventi che andassero a cercare di risolvere un problema che esiste, perché il problema esiste e l’abbiamo posto, credo che sia insensibilità della Lega come del Movimento 5 Stelle, un problema degli amministratori locali, però scontrarci su queste operazioni non porta il bene per il territorio e aprire, visto che non è che spostiamo un voto di più o di meno, a volte magari anche su una buona idea una collaborazione e una disponibilità anche di più forze politiche secondo me, almeno per il futuro, sempre che cerchiamo di evitare tutti di ragionare più alle prossime elezioni piuttosto che magari a risultati concreti, io continuerò a farlo e la prossima volta, se ricapitasse che venga fatto l’invito per verificare l’approfondimento e la via migliore per i territori (non per le forze politiche) spero di non ricevere la stessa risposta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

La parola al consigliere Calvano.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Per alcune considerazioni che ha fatto il collega Pompignoli. Non solo sono consapevole dell’investimento che andiamo a fare sui 550 mila euro, ma mi sono dovuto anche recuperare e vedere la rassegna stampa che in questi giorni c’è stata su questo tema e quanto il consigliere Pompignoli abbia voluto calcare la mano su questo aspetto molto incentrato sulla Romagna: non vorrei che avesse questo forte interesse in particolare nei confronti della città di Forlì, visto che ha annunciato che per lui questo è l’ultimo assestamento, quindi deduco voglia candidarsi ad altro nel 2019. Lo deciderà lui, lo deciderà il suo partito, la sua coalizione, ma l’ho visto molto attivo sul tema, tanto è vero che ho chiesto ai colleghi il perché di questo attivismo del consigliere Pompignoli, visto che in gruppo, in maggioranza e poi in quest’Aula avevamo già ampiamente discusso dell’opportunità di trovare quei fondi. Non solo ne avevamo discusso, c’eravamo addirittura impegnati su questo. A fronte di questo è nata spontanea la domanda del perché abbiamo bocciato l’emendamento. Il perché l’abbiamo bocciato l’ha spiegato molto bene Boschini, l’hanno spiegato molto bene anche altri colleghi e quello che andiamo a fare oggi ha una valenza un po’ più generale di quella portata avanti dal collega Pompignoli, che credo su questo sia impegnato su alcune cose fatte puntualmente, tant’è vero che oggi ci presenta anche un ordine del giorno in cui dice in quali Comuni dobbiamo andare a spendere determinate cifre in modo puntuale. Evidentemente gli emendamenti gli piace farli così. Ne prendiamo atto, però qua dobbiamo cercare di dare una valenza il più generale possibile, poi ci sono ovviamente delle cose puntuali che possono essere fatte, a tutte le cose che facciamo. E l’impostazione che abbiamo dato su quei fondi per il trasporto pubblico è un’impostazione che, a nostro avviso, deve avere una maggiore rilevanza generale rispetto a quella indicata dal collega Pompignoli.

Aggiungo una cosa, una riflessione che faccio anche quando ne parliamo in privato: se ci sono cose fatte bene, si può dire che sono fatte bene, perché voi lo dite alla maggioranza, ma ogni tanto anche noi lo diciamo a voi. Lo dico per questi fondi, lo dico per gli stanziamenti fatti sulla formazione pubblica e sulla formazione per i centri pubblici. Poi si può discutere se va scritto in un modo o in un altro per dare più pregnanza alla norma, ma direi che sull’obiettivo il lavoro che è stato fatto, a partire dalla maggioranza – mi permetto di dirlo –, è stato un lavoro molto attento e che penso ci abbia portato ad un bel risultato con l’emendamento che è stato presentato, che abbiamo approvato in Commissione e che oggi ha avuto il disguido che ci diceva il presidente dell’Assemblea, che ringrazio. A volte c’è la necessità di dire che anche quelli che sono dall’altra parte fanno bene: io oggi ho detto pubblicamente che Di Maio o, meglio, il Ministero guidato da Di Maio ha fatto bene a sbloccare i fondi per l’editoria locale, quelli che a livello regionale non piacciono a Bertani. Per me Di Maio ha fatto bene, ha sbagliato Bertani a dire che quei fondi lì sono fondi utilizzati male o che non devono essere spesi. Si metteranno d’accordo Bertani e Di Maio, noi qua in maggioranza siamo già abbastanza d’accordo.

Se poi di tutta la discussione che abbiamo fatto dei 500 milioni, che sono anche di più, di manovra complessiva, però quelli più oggetto dell’assestamento sono 55 milioni, l’appunto – in modo erroneo oltretutto – viene fatto su 25 mila euro, direi, assessore Petitti, che ce la siamo cavata abbastanza bene. E di questo ringrazio l’assessore, chi ci ha lavorato, Boschini prima di tutto, ma anche dall’opposizione e ringrazio anche gli uffici, perché hanno consentito di fare un lavoro che ha la valenza che il relatore Boschini ha già detto in precedenza e anche nell’ultimo intervento e che condivido totalmente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

La parola al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Solo per fugare qualche dubbio che è stato posto dal consigliere Calvano. Non c’era necessità e non c’è necessità di intestarsi alcunché. Io credo che l’obiettivo primario sia quello di aiutare gli enti in difficoltà per una scelta fatta da una società che riguarda il trasporto pubblico locale, che ha incrementato i costi: l’obiettivo era incentrato esclusivamente su questo, la scelta di AMR di aumentare e di fare un calcolo diverso sulle tariffe e quindi di andare a gravare di più sulle città montane, sulle Comunità montane rispetto alle città di provincia.

Detto ciò, probabilmente, consigliere Calvano, andremo a votare prima in Regione che in Comune a Forlì, almeno così il suo presidente dice.

 

VOCE: Il nostro.

 

POMPIGNOLI: Il nostro Presidente della Regione. Poi occorre capire dove la verità sta.

Sull’accesso agli emendamenti così puntuale io ricordo anche questo, consigliere Calvano: io ho parlato di AMR, quindi di Romagna, ho parlato nell’ordine del giorno che ho presentato del problema collegato alle zone montane della Valmarecchia legato alla neve. Lei dice che dobbiamo stare nel generico: ricordo che finanziamo la Fondazione Symbola, finanziamo il Teatro di Bologna, finanziamo il Teatro di Rimini; ricordo la presentazione di emendamenti dove davamo 20 mila euro al Comune di Castel d’Aiano, 20 mila euro al Comune di Gaggio Montano. A firma PD. Ora non mi venite a dire che i finanziamenti, in ragione degli emendamenti, debbono essere in senso generale sull’Emilia-Romagna. Voi finanziate e noi finanziamo anche sullo specifico, dove ci sono i problemi. Il problema che è emerso era legato alla Romagna. Io non metto in dubbio che ci siano problemi anche in Emilia, ancorché non mi si è detto nello specifico quali problemi ci siano, però l’impostazione legata a questo emendamento era proprio collegata al fatto che oggi i Comuni devono sborsare dei soldi all’azienda AMR. A parte che abbiamo detto come questo ordine del giorno è un po’ critico in determinati aspetti – lo ha ricordato anche il consigliere Bertani – la situazione è impellente oggi, non domani o non possiamo fare una programmazione, che dovrà essere fatta anche su quello che riguarda il trasporto pubblico locale (il calcolo delle tariffe), un domani, perché i Comuni devono sborsare i soldi oggi, che non hanno. Quindi la situazione è impellente.

La seconda cosa è, consigliere Boschini, io le ho detto in Commissione che avrei anche ritirato l’emendamento e le ho chiesto anche se l’avremmo fatta, in fase di assestamento, questa cosa oppure no. Ancora non avevo capito se per voi era una priorità. Lei mi ha detto “ci guarderemo. Dobbiamo valutare il fatto che non sappiamo se ci sono i soldi, dobbiamo valutarlo in un senso più complessivo; rivediamo il discorso collegato al trasporto pubblico locale”. Dopo che avevamo sollevato il problema, dopo che era stata approvata una risoluzione che doveva dare il la alla presentazione di questo emendamento, che non avete presentato, dopo che mi dite ci ragioniamo, arrivo oggi in Aula, non c’è l’emendamento neanche oggi, scusi, consigliere Boschini, cosa devo pensare? Che avreste presentato alla fine un ordine del giorno fatto male che non dice nulla? Lei deve convenire con me che evidentemente non era proprio nelle priorità della Regione fare questo tipo di stanziamento, che non era proprio nella priorità della Regione andare ad intervenire sul trasporto pubblico locale, sul problema collegato all’azienda AMR. È un problema che dovevate spostare. Quindi, giusto per chiarirci, questi sono i fatti, poi ciascuno ne tragga le logiche conseguenze.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

La parola alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Intanto ringrazio i colleghi per gli interventi un po’ moralizzatori che intendevano puntualizzare quanto sono brutti e cattivi i consiglieri del Movimento 5 Stelle, però ci tengo a precisare che anche nell’intervento di Boschini ancora una volta non si risponde del perché dobbiamo aderire alla Fondazione Symbola, e queste non risposte giustificano le nostre perplessità.

Devo dire che mi spiace anche che il presidente Bonaccini abbia lasciato l’aula, perché lo vedevo fermamente e sinceramente convinto nello spiegare ai consiglieri Cinquestelle del perché stiamo aderendo a questa fondazione. Ci dispiace purtroppo che sia andato via, perché ci aspettavamo almeno da lui delle risposte che non avremo mai.

Per quanto riguarda la questione del Registro tumori ci torno sopra, perché è una questione che mi interessa particolarmente. Siccome Boschini diceva che l’obiettivo è continuare a discuterne, l’obiettivo non è continuare a discuterne, l’obiettivo è attuarlo. L’ho già detto in Commissione. Questo Registro dei tumori l’avete previsto in legge dopo sollecitazioni su sollecitazioni, ancora non è stato attuato. Quello che volevamo fare era dare una tempistica e chiedere che si venisse a riferire in Commissione. Non era una cosa difficile. Non era una passerella, era un rispondere ad un problema ed eventualmente affrontare la questione anche in un’ottica di prevenzione, ma evidentemente non vi interessa.

Per quanto riguarda la questione dei centri di formazione, vedo che il modus operandi non riguarda solo gli emendamenti che ha depositato il Movimento 5 Stelle, ma vale per tutti gli emendamenti dell’opposizione ovvero quella di coprirli con gli emendamenti di maggioranza. Torno semplicemente su quello che diceva il consigliere Campedelli. È vero, le relazioni con i sindacati non sono esclusività di una parte politica, ma sono gli stessi sindacati che a giugno minacciarono lo sciopero proprio perché la Giunta non stava dando le risposte che si aspettavano. Lo vorrei ricordare, visto che il consigliere diceva che si era fatto tanto rispetto a questo tema. Io non sono proprio così convinta.

Infine, per quanto diceva il consigliere Calvano rispetto alla possibile discrasia tra ciò che veniva detto a livello nazionale sull’editoria e ciò che diceva il collega Bertani, io francamente rimango abbastanza allibita perché la considero una persona di esperienza politica non di ieri e mi meraviglio del fatto che il collega riesca a scambiare un atto amministrativo per un atto politico. L’operazione politica deve essere quella di creare una fake news ad hoc, perché quello che è stato fatto a livello nazionale è semplicemente l’approvazione di una graduatoria di bandi fatti nel 2017, quando ancora il governo Cinquestelle non c’era. Quindi smettiamola di far circolare notizie che non sono vere, non ci sono posizioni contrastanti, semplicemente quello era un atto amministrativo fatto da un direttore generale tra l’altro, quindi senza nessuna firma di esponenti politici della maggioranza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini

Se non ci sono altri interventi in discussione generale sui due provvedimenti, il relatore di maggioranza ha finito il tempo e quindi non può intervenire.

Consigliere Pompignoli, vuole intervenire come relatore di minoranza in replica?

 

POMPIGNOLI: No, grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Allora diamo i tempi che sono rimasti: il gruppo del Partito Democratico sessantuno minuti, Lega Nord dieci minuti, Cinquestelle cinque minuti, Misto nove minuti, Sinistra Italiana zero, Forza Italia non è ancora intervenuta, quindi venti minuti, Fratelli d’Italia dieci minuti e l’Altra Emilia-Romagna venti minuti.

A questo punto la parola alla Giunta, all’assessore Petitti.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Alcuni rapidi passaggi su questo assestamento che, com’è stato ricordato nel dibattito di oggi pomeriggio, è sicuramente un assestamento importante, forse il più importante di questa legislatura anche per l’entità delle risorse messe a disposizione.

Voglio subito partire da una questione centrale – io credo – nel lavoro che abbiamo fatto in questi mesi e che è stato sviscerato nella I Commissione. Anche se non abbiamo fatto l’audizione – ma voglio anche questo sottolinearlo – questo assestamento è stato il frutto anche di un confronto con le parti sociali ed economiche della nostra regione, come tutti gli atti di bilancio. Ma le entrate, le coperture che hanno costituito le maggiori entrate straordinarie, hanno riguardato in buona parte il recupero dell’evasione fiscale, anche l’accelerazione del recupero sull’evasione sul bollo auto e sull’utilizzazione dei fondi accantonati per l’obiettivo della finanza pubblica, che ci hanno permesso, con tutti gli interventi che abbiamo inserito in questo assestamento di dare una risposta importante ai territori. Voglio sottolineare questo aspetto, perché la risposta ai territori, agli enti locali, da Piacenza a Rimini, e quindi al sostegno alle politiche dei territori hanno in questa fase storica garantito uno sviluppo per le nostre comunità e quel sistema di coesione che veniva ricordato anche da alcuni consiglieri. Questo è un quadro che conosciamo, è un quadro che mette l’Emilia-Romagna in una situazione sicuramente di crescita nel sistema nazionale, perché i dati ci raccontano anche per i primi sei mesi del 2018 che l’Emilia-Romagna sta crescendo sia rispetto al tema della domanda interna che dell’export, cresce l’occupazione e diminuisce la disoccupazione (obiettivo fondamentale di questa Amministrazione che ci siamo dati dal 2015 con la sottoscrizione del Patto per il lavoro), ma soprattutto è cresciuta anche la possibilità delle famiglie di avere, attraverso un reddito disponibile, una maggiore capacità di investimento e di consumo. Dico questo perché è evidente che anche le scelte che abbiamo fatto con questo assestamento sono state misure che ci permettono sul 2018, con risorse autonome regionali, di investire 52 milioni di euro: una parte risorse che sono inderogabili, perché già impegnate rispetto alla sanità e agli impegni che abbiamo con le nostre Province, ma in altra parte hanno dato una risposta fondamentale ad alcune politiche su cui noi abbiamo creato degli assi strategici in questa regione. Voglio rapidissimamente ricordarle, perché la risposta ai Comuni sull’eliminazione delle barriere architettoniche, su tutto il sistema di welfare, voglio ricordare le scuole per l’infanzia, i centri estivi che sono la misura fondamentale sui temi della conciliazione, tutte le questioni legate alla protezione civile, agli interventi diretti che andranno a sostegno dei territori dei nostri Comuni credo che siano una risposta concreta all’impegno politico che abbiamo preso come Regione.

Sul tema della formazione, del sostegno alla legge regionale n. 5, abbiamo deciso con l’assessore Bianchi e i consiglieri sono informati del percorso che abbiamo messo in atto, che il parziale, però sicuramente importante, rifinanziamento della legge regionale n. 5 per il 2018 e il 2019 dia sostegno a quegli enti di formazione pubblica, ma anche capacità di investimento sulle politiche formative che si vanno ad associare all’altro grande investimento che abbiamo fatto, prima con il bilancio e poi con questo assestamento, che riguarda i nostri Centri per l’impiego e quindi tutte le politiche attive e passive per il lavoro su cui abbiamo investito attraverso l’Agenzia regionale per il lavoro. Investimenti rinnovati per tutto il tema turismo e commercio che anche con questo assestamento crescono notevolmente e risposte fondamentali agli enti locali. Io non so se dire che abbiamo sostenuto interventi ai Comuni significhi – come è stato detto dal consigliere Pompignoli – prepararsi alle campagne elettorali; io dico che un ente come la Regione Emilia-Romagna che ha deciso di tenere insieme un sistema territoriale attraverso la possibilità, visto che con questo assestamento crescono anche le risorse per le gestioni associate dei servizi rispetto alle Unioni dei comuni e agli investimenti delle fusioni dei Comuni, perché voi sapete che nei prossimi mesi ci sarà un processo che coinvolge diversi Comuni della nostra regione proprio per provare, tentare la strada della fusione, voglia dire sostegno politico. Io penso invece che, al di là del colore politico di chi abbia deciso di affrontare questi percorsi, significa investire sulle comunità, significa investire e sostenere gli amministratori locali che in molte fasi hanno avuto difficoltà a dare risposte concrete ai cittadini e quindi anche con questo assestamento noi abbiamo confermato una linea politica che dall’inizio della legislatura abbiamo deciso di sostenere.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

Passiamo ora alla votazione dell’articolato.

Ricordo che gli scrutatori sono Campedelli, Prodi e Piccinini, tutti presenti.

Leggo per notizia gli emendamenti. Sull’oggetto 6702 insistono ventisei proposte di emendamento: una a firma del consigliere Zoffoli ed altri, una a firma del consigliere Marchetti Daniele ed altri, una a firma della consigliera Montalti ed altri, quattro a firma del consigliere Bertani, una a firma del consigliere Bertani ed altri, una a firma del consigliere Marchetti Daniele ed altri, una a firma del consigliere Bargi, nove a firma della consigliera Piccinini, quattro a firma del consigliere Bertani, due a firma del consigliere Tagliaferri, una a firma dei consiglieri Lori e Boschini.

Sono stati presentati anche quattro ordini del giorno: il 6702/1, a firma della consigliera Lori ed altri; il 6702/2, a firma del consigliere Taruffi ed altri; il 6702/3, a firma del consigliere Bertani; il 6702/4, a firma del consigliere Facci.

Passiamo quindi all’esame dell’articolato dell’ogg. 6702.

Articolo 1.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’articolo 1 è approvato.

Emendamento 4, a firma del consigliere Bertani, per l’istituzione di un nuovo articolo.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Per ricordare che questa è la rideterminazione del calcolo in maniera contributiva dell’assegno vitalizio, come oggi è vigente alla Camera dei deputati e come è stato votato anche dai colleghi del PD in Parlamento. Quindi penso che qui non ci saranno problemi per approvarlo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

La parola al consigliere Boschini.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Per dire che sui vitalizi pensiamo di aver sempre dato prova, in questa Regione soprattutto, di essere assolutamente sul pezzo e di esserci anche prima di tanti altri, a partire da noi stessi, persino sulla riduzione dei vitalizi di chi ci ha preceduto. Mi corre però l’obbligo, proprio perché anche a me verrebbe facile dire “te lo approvo” che così domani faccio bella figura sui giornali, però, siccome qui c’è scritto che dobbiamo seguire le deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati e che il nostro Ufficio di Presidenza, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, con proprio atto e, sentito il parere della competente Commissione, deve intervenire, faccio timidamente notare al collega che davvero spero che domani sui giornali nella sua uscita in cui dice che il PD non ha voluto togliere i vitalizi, si ricordi di dire che il suo atto però non era tanto legittimo. Io non credo che l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa abbia le stesse funzioni dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati e credo proprio di non sbagliarmi, quindi credo che non sia possibile per noi intervenire, se non con atto di legge regionale, quindi non con atto di Ufficio di Presidenza. Ecco il motivo per cui posso dirle che questo non va bene. Poi, se lei gentilmente domani vorrà dire che ho parlato di merito, la ringrazio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Boschini.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 4 è respinto.

Articolo 2, nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’articolo 2 è approvato.

Articolo 3, nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’articolo 3 è approvato.

Emendamento 23, a firma del consigliere Tagliaferri che istituisce un nuovo articolo.

La parola al consigliere Boschini.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Chiedevo al collega Tagliaferri se ritiene eventualmente di addivenire magari ad una discussione in Commissione su questo tema, perché è un tema nel merito che ritengo utile, anche da un confronto con l’Assessorato lo si ritiene utile, però nella formulazione è necessario un ripensamento e ritengo sia giusto che questo ripensamento venga fatto con attenzione nella Commissione competente. Per cui chiedevo se il collega era eventualmente disponibile al ritiro e noi siamo disponibili ad affrontare insieme il percorso in Commissione, perché il tema ci interessa molto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Boschini.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

(interruzione della registrazione audio per malfunzionamento del sistema microfonico)

 

TAGLIAFERRI: (intervento non registrato per malfunzionamento del sistema microfonico)

 

(Emendamento 23 ritirato)

 

(Articolo 4 approvato a maggioranza dei presenti, con votazione per alzata di mano)

 

BOSCHINI: (intervento non registrato per malfunzionamento del sistema microfonico)

 

(Articolo 5 approvato a maggioranza dei presenti, con votazione per alzata di mano)

 

(Emendamento 11, interamente soppressivo dell’art. 5, a firma della consigliera Piccinini,

respinto, stante il mantenimento del testo dell’art. 5)

 

(Articolo 6 approvato a maggioranza dei presenti, con votazione per alzata di mano)

 

(Articolo 7 approvato a maggioranza dei presenti, con votazione per alzata di mano)

 

(Articolo 8 approvato a maggioranza dei presenti, con votazione per alzata di mano)

 

BERTANI: (intervento non registrato per malfunzionamento del sistema microfonico)

 

(Il Presidente Rainieri, preso atto del guasto all’impianto microfonico, toglie la seduta)

 

La seduta ha termine alle ore 18,47

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA, Alessandro CARDINALI, Lia MONTALTI, Valentina RAVAIOLI, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 6454 “Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2017.»” (89)

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 25

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 12

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Daniele MARCHETTI, Lia MONTALTI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI.

 

Emendamenti

 

Gli emendamenti all’oggetto 6702 sono pubblicati in allegato al resoconto integrale 197 - seduta antimeridiana del 25 luglio 2018

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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