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202.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 25 SETTEMBRE 2018

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6781

Delibera: «Documento di economia e finanza regionale DEFR 2019 con riferimento alla programmazione 2019-2021.» (Proposta della Giunta regionale in data 25 giugno 2018, n. 990) (177)

(Continuazione discussione)

(Ordini del giorno 6781/1/2 oggetti 7219 e 7220 - Discussione)

(Risoluzione oggetto 6656 - Discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

RONTINI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

PARUOLO (PD)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (SI)

GIBERTONI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

TARASCONI (PD)

FACCI (Gruppo Misto)

MORI (PD)

SASSI (Gruppo Misto)

BESSI (PD)

PETITTI, assessore

MARCHETTI Daniele (LN)

FACCI (Gruppo Misto)

MUMOLO (PD)

TARUFFI (SI)

BESSI (PD)

BESSI (PD)

BESSI (PD)

MUMOLO (PD)

MORI (PD)

RAVAIOLI (PD)

PICCININI (M5S)

CALIANDRO (PD)

RANCAN (LN)

BESSI (PD)

CALIANDRO (PD)

PARUOLO (PD)

BESSI (PD)

MARCHETTI Francesca (PD)

SERRI (PD)

RONTINI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

TARASCONI (PD)

POLI (PD)

RANCAN (LN)

ROSSI (PD)

MONTALTI (PD)

BENATI (PD)

PARUOLO (PD)

LORI (PD)

RONTINI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

CAMPEDELLI (PD)

RONTINI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

CAMPEDELLI (PD)

RANCAN (LN)

TARUFFI (SI)

MOLINARI (PD)

ZOFFOLI (PD)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

ZAPPATERRA (PD)

BAGNARI (PD)

SABATTINI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

TAGLIAFERRI (FdI)

GALLI (FI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Gli emendamenti all’oggetto 6781 sono riportati in allegato al resoconto 203 – seduta antimeridiana del 26 settembre 2018

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,25

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la duecentoduesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, secondo comma del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano Bonaccini. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Alleva, Cardinali, Sensoli e gli assessori Bianchi, Donini, Gazzolo, Gualmini e Venturi.

 

Sullo svolgimento di interpellanza (ogg. 6711 – Ritiro)

 

PRESIDENTE (Saliera): Per quanto riguarda l’ interpellanza è stata ritirata, quindi non ci sarà lo svolgimento di tale argomento. Possiamo riprendere i nostri lavori dalla seduta antimeridiana di oggi, precisamente dall’esame dell’oggetto 6781,

 

OGGETTO 6781

Delibera: «Documento di economia e finanza regionale DEFR 2019 con riferimento alla programmazione 2019-2021». (Proposta della Giunta regionale in data 25 giugno 2018, n. 990) (177)

(Continuazione discussione)

(Ordini del giorno 6781/1/2 oggetti 7219 e 7220 - Discussione)

(Risoluzione oggetto 6656 - Discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Si erano iscritti a parlare in discussione generale i consiglieri Piccinini e Pompignoli, che al momento non vedo in Aula. Se ci sono altre richieste di intervento, do la parola a chi si iscrive e poi tengo in scaletta i consiglieri che si erano prenotati nella mattinata.

La parola alla consigliera Rontini.

 

RONTINI: Grazie, presidente. Sull’ordine dei lavori. Le interpellanze le facciamo domani, non si fanno?

 

PRESIDENTE (Saliera): Le interpellanze a cui risponde l’assessore Venturi sono previste per domani in quanto l’assessore non poteva essere presente oggi, questa a cui doveva rispondere l’assessore Donini è stata ritirata.

La parola al consigliere Pompignoli in discussione generale sul DEFR.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente. Intervengo sul DEFR prendendo come spunto quello che ha riferito il relatore di minoranza Daniele Marchetti nel suo intervento, non entrando tanto nel merito dei ragionamenti sul DEFR, che ha già svolto il collega Marchetti, ma mi focalizzo su alcuni punti di questo documento di economia e finanza regionale. In particolar modo, e mi dispiace non ci sia l’assessore Corsini, proprio sui dati che lo stesso ha reso in merito all’incremento, a suo dire, dell’affluenza del turismo in regione Emilia-Romagna e sul discorso collegato alla Romagna. Ho visto nel corso di quest’estate diversi comunicati stampa dell’assessore Corsini, il quale con i grandi meriti che si attribuiva riferiva alla stampa un incremento spropositato dei turisti in regione Emilia-Romagna e soprattutto per quanto riguarda sia l’aumento delle presenze che l’aumento del fatturato. In realtà la Romagna quest’estate un po’ l’ho girata e, parlando anche con gli operatori del settore turistico alberghiero, mi rendevo conto che effettivamente forse quello che diceva l’assessore Corsini in merito a questo aumento delle presenze in riviera era assolutamente non veritiero. Tanto che gli stessi operatori del settore hanno predisposto un documento che è stato reso noto solamente alla fine di settembre, nel quale hanno verificato che, se da un lato è vero che c’è stato un aumento delle presenze turistiche, dall’altro lato è altrettanto vero che c’è stata una diminuzione del fatturato. Questo in considerazione del fatto che probabilmente la linea regionale su cui si è fondata l’attrattività del turismo in Emilia-Romagna non è assolutamente conforme alle richieste dei turisti in regione. Ovviamente c’è sempre una ricerca maggiore delle strutture all’avanguardia e dei collegamenti infrastrutturali.

Chiaro che in regione Emilia-Romagna quello che salta subito agli occhi è il discorso legato alle infrastrutture: noi vediamo e abbiamo visto quest’estate che tutte le arterie autostradali e quelle che portavano verso la Riviera adriatica erano intasate e quindi probabilmente quello che si è cercato di fare in questi anni da parte della Regione Emilia-Romagna non ha raggiunto i suoi obiettivi. Tanto che, se da un lato ci sono più presenze, dall’altro lato è evidente, secondo anche lo studio fatto da CNA Turismo, che il fatturato delle imprese alberghiere e turistico-ricreative è diminuito. Questo spiace un po’ perché, se nel 2017 questo trend negativo che si era portato negli anni passati, era avviato ad una ripresa, siamo nel 2018 e questo trend è assolutamente negativo.

Dall’altro lato, anche dal punto di vista economico, si registra una forte flessione (del 9 per cento circa) delle esportazioni e un 17,8 per cento in negativo per quanto riguarda il tasso di natalità delle imprese. Questo ovviamente in ragione anche della politica regionale sul sostegno alle medie e piccole imprese, che non ha dato i risultati sperati in regione Emilia-Romagna. Diciamo che quello che si vuole fare da un punto di vista economico e finanziario in regione Emilia-Romagna non ha portato a risultati che si sperava di avere, ma che la situazione negativa dei risultati, resi noti dalle varie associazioni di categoria, hanno fatto sì che vi sia stato un forte calo dei fatturati delle imprese, un forte calo rispetto alle imprese nate sul territorio regionale, per cui è evidente che qualcosa non ha funzionato dal punto di vista della prospettiva della Regione sull’andamento economico-finanziario della regione stessa.

Altro tema riguarda la caccia. Vedo che nel documento di economia e finanza regionale si è parlato del piano faunistico venatorio che è in fase di attuazione, ma è un piano faunistico che vede le sue origini circa un anno fa e oggi siamo ancora in fase di commissione per andarlo ad approvare. In questo documento ovviamente non si pone l’evidenza di mettere mano alla legge regionale per quanto riguarda il sistema dell’attività venatoria. Noi abbiamo sempre ribadito in commissione la necessità di approvare un documento che vada da un lato a conformare gli orientamenti e gli indirizzi che la Regione stessa vuole dare con il piano faunistico venatorio, ma si andrebbe più a verificare l’ipotesi secondo la quale è bene intervenire prima sulla legge regionale e poi approvare un piano faunistico venatorio. È ovvio che in Regione Emilia-Romagna molto spesso si ragiona alla rovescia: si interviene sulle leggi per poi andarle a modificare, quando si interviene normativamente su leggi regionali che hanno inciso sui dettami di regolamento dell’attività venatoria.

Questa è un po’ l’estrema sintesi di un documento di economia e finanza regionale che non rispecchia effettivamente le azioni messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna; si paventano ipotesi positive, quando in realtà gli stessi numeri sono assolutamente negativi, per cui è ovvio che oggi andare ad approvare un documento di economia e finanza con dati che da un certo punto di vista danno delle prospettive positive, ma che in realtà sono assolutamente negative, è evidente che non è logico oggi dare un parere positivo. Quindi ritengo che questo documento di economia e finanza regionale dia delle linee prospettiche che danno un senso positivo all’azione che la Regione Emilia-Romagna ha dato in questi anni, ma questo non è accaduto e i dati lo confermano pienamente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

La parola al consigliere Paruolo.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Intervengo in particolare sullo strumento che il DEFR rappresenta. L’illustrazione è stata già fatta dal collega Bessi nel merito, io volevo focalizzarmi soprattutto sul fatto che, oltre ad essere un obbligo previsto dalla legge, anche in virtù di alcune decisioni che abbiamo assunto recentemente in Assemblea legislativa, si sta arricchendo di significati e di contenuto anche questo strumento. Sto pensando in particolare alla decisione contenuta nella legge n. 1/2018 di dare un ruolo all’Assemblea nell’interazione, nella definizione degli indirizzi strategici alle società partecipate, ma sto pensando anche ad un lavoro che viene fatto e che si sta affinando nel tempo e che porta questo documento a poter diventare non soltanto una risposta formale ad una richiesta della legge, ma diventa uno strumento che, oltre che per gli obiettivi previsti dalla legge, può diventare anche uno strumento per il marketing regionale attraverso cui la nostra regione può evidenziare gli elementi di attrattività del proprio sistema socioeconomico, anche in relazione a potenziali investitori, da cui anche la scelta di tradurlo in inglese.

Proprio per il lavoro che viene fatto e nella consapevolezza che non è un lavoro che parte da zero, ma che va affinandosi lavorando sulla redazione in anni successivi o intervenendo in fase di aggiornamento che noi abbiamo presentato un ordine del giorno che punta a cercare di invitare la Giunta a proseguire in questa strada lavorando ulteriormente sulla qualità del documento. In particolare abbiamo individuato tre filoni che riassumo rapidamente. Uno è quello di cercare di lavorare sulla omogeneizzazione delle modalità di redazione, per evitare che ci siano in alcuni casi delle schede esaustive molto particolareggiate e in altri casi invece che siano schede un pochino più stringate e sintetiche, in modo da omogeneizzare quindi la possibilità di leggerlo; far emergere in maniera più evidente la trasversalità degli obiettivi comuni e penso ad esempio al tema della semplificazione amministrativa che incrocia le varie attività oppure quello della diffusione della digitalizzazione e dell’utilizzo dell’informatica. In questo momento, per l’impostazione che c’è, si rischia di dover avere in tutte le azioni il fatto di dover capire a quale capitolo e a quale missione rispondono e quindi questo potrebbe “penalizzare” le azioni di tipo trasversale e, in questo senso, forse un lavoro di miglioramento della redazione può avere senso.

Per quanto concerne la terza parte che contiene gli indirizzi anche qui c’è un lavoro che può essere fatto cercando di redigere schede descrittive in maniera tale da rendere immediatamente disponibili le informazioni primarie della vita sociale delle varie società (capitale sociale, soci, dati di bilancio, eventuale presenza sui mercati e così via). Inoltre suggeriamo anche, siccome c’è stata una modifica in questa edizione del DEFR che ha individuato una sezione specifica per le società in house, in ottemperanza alla citata legge n. 1/2018 che chiedeva di separare queste società dal resto delle altre società partecipate e controllate, quindi in ottemperanza a questa legge che si occupava di società in house c’è stata una modifica dell’ordine nell’ultima parte del DEFR, suggeriamo che per il futuro ci possa essere un’ulteriore separazione per tenere da una parte gli enti strumentali e le agenzie e dall’altro società partecipate, in cui a volte la presenza della Regione può anche essere socio di minoranza. Mentre gli enti strumentali e le agenzie sono società regionali a tutti gli effetti pienamente sotto controllo della Regione, negli altri casi si tratta di società in cui la Regione ha un ruolo che però dipende dalla presenza nel capitale sociale. Si tratta di suggerimenti che mettiamo a disposizione attraverso questo ordine del giorno in una prospettiva di lavoro, nella consapevolezza che anche l’insieme di emendamenti che abbiamo proposto e che anche durante questa seduta saranno discussi, anche grazie al contributo delle diverse forze politiche rappresentate in quest’Aula, sono sforzi che puntano al miglioramento della redazione di questo documento, ma dobbiamo vedere questi sforzi in prospettiva, nella consapevolezza che abbiamo di fronte uno strumento ricco, che fa da riferimento per un insieme molto vasto e molto importante di temi e quindi su questo dobbiamo e possiamo lavorare in prospettiva.

Non abbiamo chiesto quindi di intervenire immediatamente con emendamenti su questa versione, ma chiediamo alla Giunta di assumere questo come impegno per il futuro proprio per cercare di costantemente migliorare la qualità di questo strumento che può essere utile non soltanto per noi e non solo come strumento per gli addetti ai lavori, ma anche come elemento di promozione della ricchezza di iniziative che in questa regione si fanno intorno al suo sistema socioeconomico.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

La parola alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Ci apprestiamo oggi a discutere del documento di economia e finanza regionale che sappiamo benissimo essere la riproposizione tutti gli anni dello stesso documento uguale o comunque molto simile. Un documento che traccia la linea politica e programmatica del mandato di questa maggioranza su cui come minoranza non abbiamo tanti margini per intervenire e, per non fare un discorso o un dibattito autoreferenziale, abbiamo preferito concentrarci su quei temi e su quegli argomenti su cui, come minoranza, avevamo degli spazi per poter fare le nostre proposte, proprio perché crediamo che a fianco alle critiche vadano accompagnate delle proposte. Questo è il ragionamento che abbiamo voluto fare sul DEFR di quest’anno e quindi abbiamo depositato degli emendamenti su questo documento su temi che riteniamo importanti e che riguardano in particolar modo le società partecipate.

Il primo che voglio portare all’attenzione di quest’Aula riguarda un argomento trattato anche in un incontro che si è tenuto ieri sera al quartiere Navile, un tema non nuovo per questa Assemblea che riguarda l’inquinamento acustico dell’aeroporto Marconi di Bologna, quindi stiamo parlando della società Aeroporto. È un problema che secondo noi va affrontato da questa Regione attraverso uno strumento proprio della Regione Emilia-Romagna, faccio riferimento all’IRESA (la tassa sull’inquinamento acustico) che si basa sul principio del “chi inquina paga”: un principio che noi vogliamo sostenere, un principio sacrosanto. Ovviamente questa non è la soluzione, ma è uno strumento a cui sicuramente va affiancato un percorso di dialogo all’interno della commissione aeroportuale dove è presente anche la Regione, in cui naturalmente l’obiettivo a lungo termine deve essere quello di far decollare gli aerei in direzione Bargellino per non gravare sui residenti. A lungo termine nel senso che il dibattito e la concertazione non prevedono tempi brevi. Nell’immediato c’è questo strumento (IRESA) che la Regione deve applicare perché è previsto dalla normativa. Purtroppo ha avuto un iter piuttosto sfortunato che improvvisamente si è bloccato, anche su sollecitazione di Assaeroporti. Parliamo quindi di Confindustria. Però siamo arrivati ad un punto in cui gli interessi dei privati sono stati tutelati, quelli dei cittadini no. Per cui è giunto il momento secondo me di dare una risposta a chi lamenta questi problemi di inquinamento acustico.

Devo dire che dall’inizio, quando abbiamo posto il tema, siamo passati da un no a priori all’ultimo question time che ho fatto in cui una minima apertura c’è stata. Temo però che a fianco di questa apertura, dove mi si diceva che sarebbero stati fatti degli approfondimenti tecnici, mi veniva anche detto che questo tributo c’era la volontà di metterlo in capo alla Città metropolitana. Io spero che non si vada avanti su questa opzione, perché metterlo in capo alla Città metropolitana temo che potrebbe significare ricevere questo tributo per andare a ripianare i debiti della Città metropolitana. Ricordo che il sindaco del Comune di Bologna se ne uscì con la proposta di tassare i passeggeri con 2 euro con questo tipo di finalità. Una proposta secondo me folle. Però non vorrei che, applicando l’IRESA e lasciandola in capo alla Città metropolitana, l’obiettivo fosse quello, quando invece c’è bisogno di tutelare i residenti impattati dall’inquinamento acustico dell’aeroporto.

Lo voglio dire in maniera chiara, siamo arrivati al punto in cui serve la volontà politica di voler affrontare questo argomento. Se c’è qualche burocrate che ha delle resistenze rispetto ad un’applicazione di un tributo che sicuramente è un tributo che viene applicato per la prima volta in questa regione, probabilmente l’iter, siccome dovrà essere Aeroporto a recepirlo, richiede qualche accorgimento tecnico in più o qualche approfondimento tecnico in più, però questa non deve essere una giustificazione per non applicare l’IRESA. Ribadisco, serve la volontà in questo momento per limare certe resistenze e lavorare perché venga data attuazione, ma soprattutto vengano date delle risposte anche nell’immediato, perché ci sono dei bambini impattati, ci sono due scuole, ci sono degli infissi che andrebbero riammodernati e sostituiti e questo tributo della Regione serve a questo ed è paradossale che in una Regione che si è riscoperta autonomista da un anno a questa parte faccia di tutto per avere materie di competenza nazionale e non applichi un tributo di esclusiva competenza regionale. Per questo dico che l’emendamento che in commissione il collega Paruolo aveva presentato, in cui ci si concentra solamente sull’aeroporto Marconi, in cui si dice che deve riservare grande attenzione alla tutela della salute è un contentino. L’Aeroporto si deve far garante. Ripeto, il dialogo all’interno della commissione aeroportuale deve comunque andare avanti, ma le due cose (IRESA e commissione aeroportuale con ENAC ed ENAV) devono andare di pari passo.

Poi siamo intervenuti su un’altra questione che riguarda FER, in particolar modo le sue linee gestite da TPER. C’è un problema particolarmente critico che riguarda la linea Reggio Emilia-Guastalla. Dico particolarmente critico per non dire di peggio, perché le sollecitazioni che ci arrivano anche dal comitato che si sta occupando delle problematiche della linea è un bollettino di guerra. Ci sono carrozze che sono di quarant’anni fa, passaggi a livello che non si chiudono, non ultimo proprio un passaggio a livello che non si è chiuso ad inizio settembre, soppressione di treni, ritardi continui e una stazione (quella di Bagnolo in Piano) che è una vergogna. Io ho qui le foto, mi dispiace che non ci sia l’assessore Donini: neve che non viene spalata, guano di piccione sul marciapiede, guano di piccione ovunque sulle macchinette obliteratrici, acqua che si infiltra dappertutto, un tetto che deve essere sistemato ed è ancora lì e nessuno fa niente, ascensori per i portatori di handicap che non funzionano, un tetto scoperchiato, i monitor che dovrebbero elencare i treni che non funzionano, acqua di nuovo che si infiltra dappertutto. Io queste foto le volevo lasciare all’assessore Donini o al sottosegretario Manghi, visto che è anche presidente della Provincia. Mi dispiace che non ci siano, spero che qualcuno faccia loro avere l’informazione e come emendamento noi chiediamo almeno, vista questa situazione particolarmente critica, che ci si faccia carico del problema ma, allo stesso tempo, si preveda l’attuazione di un puntuale sistema di monitoraggio dei ritardi, ma anche un meccanismo di rimborsi per i disagi che i pendolari devono subire costantemente.

C’è un altro tema che ci preme particolarmente evidenziare che riguarda ASTER. Faccio un inciso. L’avevo già detto in sede di riorganizzazione delle società partecipate e quindi faccio un passo indietro: bene che tutta questa discussione rientri all’interno del DEFR, ma purtroppo non è secondo noi lo strumento idoneo per affrontare in maniera approfondita tutte le nostre società partecipate. Noi vorremmo incidere molto di più, ma soprattutto avere molte più informazioni sulle attività che vengono svolte da queste società partecipate e infilarle dentro al DEFR va bene fino ad un certo punto, ma noi chiediamo che si faccia una discussione autonoma rispetto alle quattrocento e rotte pagine del documento di economia e finanza.

Per quanto riguarda ASTER, che si occupa di sviluppo tecnologico e innovazione delle imprese, anche tramite un finanziamento regionale per progetti di interesse strategico, ci preme che all’interno delle finalità di questa società venga introdotta anche una collaborazione e un approfondimento rispetto ad una nuova tecnologia che sta venendo avanti che è quella della Blockchain che è la principale forma di disintermediazione ed è uno strumento rivoluzionario, sul quale il governo sta già lavorando e ha già aderito alla partnership europea sulla Blockchain. Eravamo ancora uno dei pochi Paesi che era rimasto fuori da questo Tavolo, rischiando tra l’altro di perdere dei finanziamenti destinati allo sviluppo di questa tecnologia. Una tecnologia che ha interessanti sbocchi, uno su tutti è quello della tutela del made in Italy, della tracciabilità, della lotta alla contraffazione. Su questo il MISE si sta già muovendo, ha già attivato un gruppo di lavoro dedicato. Quello che noi vorremmo è che non si perda questa opportunità, che non si rimanga indietro su questa tecnologia, dietro cui c’è molto interesse, c’è tantissimo fermento anche nella nostra regione e ASTER ci sembra il soggetto ideale per promuovere occasioni di confronto con il mondo della ricerca, il mondo dell’impresa, le istituzioni, l’università affinché si promuova lo sviluppo di un tessuto imprenditoriale legato all’innovazione della Blockchain.

C’è un altro tema che riguarda sempre una nostra partecipata ed è TPER. Abbiamo visto l’emendamento anche qui del collega Paruolo presentato in commissione che riguardava l’entrata di TPER nel mercato obbligazionario. Anche se siamo intervenuti su questa vicenda, è un punto questo che non ci è sfuggito. In commissione su questo tema sono state fatte delle domande, a cui sono seguite delle risposte a mio avviso evasive e non convincenti. Questa decisione di entrare nel mercato obbligazionario è stata presa in fretta e furia e che a mio avviso presenta dei profili di illegittimità. Quello che è certo però che tutta questa fretta ha consentito a TPER di non rientrare negli obblighi del decreto legislativo n. 175/2016.

 

PRESIDENTE (Saliera): La devo richiamare perché ha già superato di due minuti il tempo a disposizione.

 

PICCININI: Concludo. Visto che sono stati concessi più minuti ad altri, cerco di concludere.

Siccome vorremmo essere rassicurati sul fatto che l’obiettivo di questa fretta non sia quello di sfuggire ai vincoli previsti dal decreto legislativo n. 175, chiediamo che si impegni TPER a rispettarli, perché l’emendamento presentato dal collega Paruolo è un contentino che non obbliga nessuno. Noi invece chiediamo che si rientri all’interno di questi parametri che riguardano per esempio i tetti degli stipendi degli amministratori, ma anche il reclutamento del personale attraverso metodi di selezione pubblica.

Infine un tema che…

 

PRESIDENTE (Saliera): Volevo dirle che chi ha superato lo ha fatto di un minuto e mezzo, lei ha già sforato di tre minuti.

 

PICCININI: Finisco.

 

PRESIDENTE (Saliera): Giusto per il rispetto dei colleghi e dei tempi.

 

PICCININI: Concludo velocemente sul tema della trasparenza, un tema che abbiamo sollevato diverse volte: chiediamo che nelle partecipate che, a seguito anche della riorganizzazione, sono diventate delle super aziende si mantenga il livello di trasparenza che è garantito anche a livello regionale; sappiamo benissimo che da qualche anno a questa parte vengono pubblicate delibere e determine, atti dei dirigenti, chiediamo che questa “trasparenza” e facilità di accesso alle informazioni venga garantita anche dalle società partecipate.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ricordo che c’è la possibilità di intervenire successivamente anche nella discussione sugli emendamenti.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Il documento di economia e finanza regionale contiene una serie di elementi di carattere generale che indicano la direzione di marcia complessiva dell’Amministrazione regionale, dell’impegno della Giunta e della maggioranza rispetto all’economia regionale. Quindi i temi trattati inevitabilmente sono molti e necessiterebbero di essere sviluppati ciascuno con dovizia di particolari che i tempi che abbiamo a disposizione non ci consentono e quindi io mi concentrerò su alcuni aspetti che riteniamo più salienti di questo documento.

Parto con alcune considerazioni di carattere più generale. Siccome ho sentito parlare di un tema che voi sapete essere per me molto sensibile: il tema sulle politiche per la montagna, ne ho sentito parlare anche dai colleghi della Lega che hanno richiamato nei loro interventi più volte ad esempio come elemento di debolezza delle politiche regionali la chiusura dei punti nascita sui territori montani, tra cui uno dei punti nascita che è stato chiuso è proprio nel comune in cui vivo, volevo tornare su questo aspetto per dire una cosa chiara che, siccome a questo punto non avete più alibi, se ritenete, perché noi lo abbiamo già detto più volte e lo abbiamo messo anche per iscritto, lo abbiamo fatto con risoluzioni, con interventi in Aula in particolar modo in questi mesi e nei mesi precedenti da parte del consigliere Torri per quanto riguarda il punto nascita di Castelnovo ne’ Monti, visto che quella decisione nasce all’interno di un contesto che è quello della Conferenza Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, ricordo anche che il 16 dicembre 2010 a rappresentare il Governo c’era il presidente Berlusconi e i ministri della Lega sedevano in quel Governo, per cui, se ritenete che quella decisione non sia corretta e non sia una decisione giusta, perché è da lì che parte tutta la scelta che non ha riguardato peraltro solo questa regione ma anche altre regioni in Italia, siccome questa Amministrazione regionale su quel punto ha detto di essere disponibile, qualora il Governo decidesse di cambiare le linee di indirizzo, a discuterne – e questo lo ha detto l’assessore, non io – siete al governo, se ritenete che quella scelta sia sbagliata, cambiatela. È finito il tempo in cui potete continuare a dire che è colpa degli altri, noi non c’eravamo e tutte quelle cose lì: siete al governo, avete un’ampia maggioranza, insieme ai colleghi Cinquestelle, visto che il Governo lo guida Salvini chiedete al vero presidente del Consiglio di cambiare quella norma. Però finitela di fare propaganda. Capisco che si avvicinano le elezioni regionali, capisco che ciascuno abbia il piacere di parlare di cose in maniera propagandistica, finitela però! Adesso avete la possibilità di cambiare le cose: fatelo. Da questa parte troverete e trovate chi vi ha già detto, cambiando indirizzo rispetto alla precedente legislatura, che siamo per discutere quella scelta.

Sul turismo ho sentito varie sollecitazioni, in particolare volevo soffermarmi sull’emendamento 23, presentato dal collega Facci che ho sottoscritto, che riguarda gli impianti di innevamento, di collegamento interregionale tra le stazioni, in particolare il collegamento interregionale Toscana-Emilia-Romagna che è oggetto di un accordo che la Regione Emilia-Romagna, la Regione Toscana e il Governo hanno sottoscritto nel novembre 2016. Questo emendamento l’ho sottoscritto perché ritengo che sia corretto definire in modo preciso il contesto nel quale si muove quel finanziamento che vale 20 milioni di euro dallo Stato, ai quali si sono aggiunte le risorse che ha messo la Regione Emilia-Romagna e che, in quota minore, ha messo anche la Regione Toscana. Ora non ho il tempo e il modo per approfondire come sarebbe invece utile, anche perché sul territorio qualcuno si diverte ad organizzare iniziative di dubbia utilità per mettere in discussione forse le intenzioni della Regione, che invece sono riprese chiaramente anche all’interno di questo documento di economia e finanza dove si dice chiaramente quali sono le risorse che la Regione mette a disposizione per quell’intervento di potenziamento delle stazioni sciistiche dei comprensori dell’Appennino della nostra regione; io ho sempre detto “portiamo a casa quelle risorse e utilizziamole nel modo migliore”: c’è la parte bianca legata al turismo ma c’è anche il verde e quindi consentiamo a tutto il comprensorio di poter utilizzare al meglio quelle risorse. Discutiamo, facciamo tutti i passaggi necessari, fermo restando che le risorse vanno portate a buon fine. Quindi ho condiviso in pieno la sollecitazione del collega Facci.

Ora volevo toccare gli ultimi due punti. Sono intervenuto anche in commissione sul tema delle fiere, che è ripreso nel documento di economia e finanza, e lo faccio oggi, all’indomani delle notizie che sono sulla stampa anche questa mattina rispetto alla decisione di portare il Motor Show via dalla Fiera di Bologna. Utilizzo questo spazio per richiamare ancora una volta la necessità di dare corso a quello che abbiamo scritto qui dentro: al polo fieristico regionale, a sviluppare l’idea del polo fieristico regionale cambiando direzione rispetto al percorso che invece era stato avanzato e del quale pure abbiamo discusso in commissione (spin off con Milano e tutto quello che consegue), anche se vorrei che tutti i soggetti istituzionali spendessero parole chiare e definitive su quel percorso, perché noi diciamo una cosa e ogni tanto si legge sulla stampa che ad esempio il sindaco di Bologna, che ha comunque un ruolo in questa vicenda, dice cose diverse a giorni alterni e sarebbe il caso che tutti stabilissero una linea di rotta univoca. Lo richiamo proprio oggi, perché le notizie che vediamo sulla stampa qualche preoccupazione la lasciano.

Chiudo su un ultimo tema, visto che viene citato anche questo nel DEFR: la mobilità e le infrastrutture. Su questo io voglio spendere una parola per denunciare lo stato di disservizio continuo che si verifica sulla ferrovia Porrettana anche dopo gli interventi che sono stati fatti nel mese di agosto, per cui ogni lunedì mattina i pendolari che devono servirsi di quella linea per venire a Bologna per ragioni di studio o di lavoro sono costretti ad un vero e proprio calvario. È già il quarto lunedì di fila che questo avviene, non è più tollerabile. Abbiamo fatto una commissione il 6 settembre per capire che cosa stesse succedendo e perché quegli interventi non avessero dato i risultati sperati. Ci è stato detto che era una questione di rodaggio e che quindi alcuni disservizi i primissimi giorni erano imputabili a questa ragione, ora è passato più di un mese e i pendolari di quella linea sono sottoposti ad un vero e proprio continuo, perenne e costante disservizio. È intollerabile. Io penso che sia giusto che quei cittadini organizzino anche azioni eclatanti, perché è veramente insopportabile quello che sta succedendo. E lo dico io che ho sollevato in quest’Aula più di una volta il tema, ho anche ringraziato Donini e la struttura dell’Assessorato per l’impegno profuso, ma non è sufficiente. Chi prende per ragioni di studio o di lavoro quella linea non può quotidianamente essere messo nelle condizioni in cui invece purtroppo la realtà concreta evidenzia. Quindi è ora di finirla, non possiamo più consentire che queste cose avvengano e ribadisco: qualora i cittadini dovessero intraprendere azioni per evidenziare l’insopportabile condizione nella quale sono costretti, io sarò da quella parte, noi dobbiamo essere da quella parte e dobbiamo trovare soluzioni. Le parole non stanno più da nessuna parte, perché la realtà è questa. Ci sono stati segnalati interventi per milioni di euro per rimettere a posto alcune infrastrutture, aggiungere i binari e, se il risultato è questo, viene da chiedersi che cosa sia successo. Non basta più prenderci in giro dicendo che è un problema legato al rodaggio, serve qualcos’altro. Se ci saranno azioni anche di carattere extra politico, extra istituzionale, io aderirò perché così non si può più andare avanti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola alla consigliera Gibertoni. Ricordo che sono dieci minuti e che successivamente avete altri dieci minuti in discussione generale sugli emendamenti.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Intervengo su alcuni punti di cui su alcuni sono già intervenuta in Commissione Sanità, quindi intervengo su quella parte del DEFR che ho più a cuore che è la sintesi che qui si fa della politica di welfare e della politica sanitaria. Alcune cose le ho introdotte in commissione, su alcune cose mi era stata data ragione, anche se – come ha anticipato il relatore di maggioranza – poi è stato utile a prescindere dal fatto che siano stati quegli spunti accolti oppure no.

Sul tema del welfare e della sanità il documento proposto offre un’elencazione molto ampia di indirizzi con una premessa di indicatori di contesto complessivamente positivi per la regione Emilia-Romagna, il problema è che non c’è nulla di aggiuntivo rispetto alla diffusa informazione. Non abbiamo del materiale che ci abbia consentito nei lavori di commissione di valutare la congruità della programmazione prospettata. Restano elenchi di intenzioni. Quindi noi ci siamo confrontati, quando abbiamo letto il DEFR, con un lungo elenco di centinaia di pagine di intenzioni, che però sono prive di quel necessario corredo di fattibilità. Questo fa sì che non ci siano indicazioni ad esempio circa le risorse necessarie per il supporto e la fondatezza della loro previsione, non c’è riscontro di esperienza positiva o di esperienza negativa, che significa che c’è un insufficiente inventario comparativo di esperienze. Non abbiamo potuto fare quello che era possibile ed era doveroso fare: valutare in prospettiva e in comparazione. Non c’è alcun insegnamento utile di passata esperienza né nostra né altrui. Queste sono informazioni che gli assessorati avranno pur avuto per provvedere poi a stendere questo piano, ma privare la funzione consultiva, la funzione assembleare significa svalutarne il ruolo. L’azione amministrativa e legislativa quindi sono prevalentemente discrezionali, però sono condotte dalle percezioni dei fatti e dalle informazioni sui costi e i benefici.

Fatta questa dovuta premessa, perché si dovrebbe accettare ad esempio di non incrementare il fondo per la non autosufficienza rispetto al 2015 anche in caso di bisogno? Solo perché sprovvisti di informazioni circa una possibile flessibilità finanziaria? Questo non è sufficiente per noi. Alla carenza lamentata si accompagna spesso una vaga indicazione di obiettivi, ma sono obiettivi indicati in modo talmente generico che ne assicurano per forza il raggiungimento. Sono indicati in un modo a volte così vago che il raggiungimento è certo. Io questo lo do per scontato. Mi sentirei di dirlo in prima persona. Ad esempio, quando si parla dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, questo è un progetto privo di iniziativa e povero di idee che si limita a prescrivere il rispetto della legge. Attenzione perché si limita a prescrivere il rispetto della legge e mi chiedo l’alternativa sarebbe stata di impossibile previsione: come si poteva dire di non rispettare la legge? Quanto ai tempi di attesa si fa riferimento a condizioni ottimistiche, a condizioni da laboratorio, si fa riferimento a condizioni in vitro che non sono quelle che viviamo tutti i giorni e che i cittadini vivono e percepiscono, ma vivendole, non inventandosele. Sono contraddette infatti dalla reale condizione delle liste d’attesa. Quindi l’impegno e l’intenzione è apprezzabile, ma occorrono delle scelte organizzative più rigorose.

Ad esempio l’apertura del sabato e della domenica è ancora rara ed è comunque insufficiente, le statistiche esposte non collimano con i fatti. Bisogna tenere conto anche che la mobilità provinciale non è uguale per una persona giovane o per una persona in età avanzata, quindi, se io libero un posto o do la disponibilità di un posto a Borgotaro o a Pavullo per un ottantenne di Colorno o per un novantenne di San Felice sul Panaro non è la stessa cosa dire che la lista d’attesa si è sbloccata, ma la persona che me lo chiedeva aveva diciotto anni. Di questo non si è tenuto conto assolutamente. Quindi questa cosa non può essere applicata diffusamente in modo lineare anche alle categorie degli anziani.

È applicato non molto bene anche l’indirizzo impartito che vorrebbe incrementare prestazioni e prenotazioni dei controlli a carico dello specialista, perché sono rari i casi in cui lo specialista che ha in carico il paziente prescrive le prestazioni senza rinviare il paziente al medico di medicina generale. Vuol dire che anche per i controlli dello specialista ospedaliero funziona così. In modo sistematico lo specialista rinvia il paziente senza effettuare le prenotazioni e i controlli, pretendendo l’impegnativa del medico di medicina generale.

Torniamo alla categoria degli anziani: per una categoria di persone anziane questo è un calvario inaccettabile. Il medico di medicina generale deve sì prescrivere con appropriatezza, ma deve cessare la repressione che grava sulla categoria per ridurre gli accessi. Il fiscalismo introdotto penalizza i pazienti che sono psicologicamente più deboli e penalizza i pazienti più poveri. Sono contenta che ci sia l’assessora Petitti, mi avrebbe fatto piacere ci fosse l’assessore Venturi, ma magari gli faremo avere queste osservazioni. Penalizza i pazienti più poveri, stiamo parlando del grande sistema universalistico della Regione Emilia-Romagna, perché i non-poveri resistono all’inappropriatezza, non se ne occupano. Dell’inappropriatezza a chi non è povero non gliene importa nulla.

La materia poi, per la verità già all’attenzione delle Aziende sanitarie, merita altri qualificati impegni, così come la connessa attività libero professionale del personale sanitario, che è un’attività che può essere utile: i livelli essenziali di assistenza garantiscono il rapporto con la struttura assistenziale, ma non in continuità con un professionista di fiducia. Quindi bisogna anche qui andare nella direzione di assicurare il servizio a chi lo desidera e poi sostenere questo rapporto, però bisogna introdurre per forza regole e controlli che impediscano ogni sistema di privilegi. Questo con la più ferrea repressione e non quindi come si fa adesso.

Riordino della rete ospedaliera. L’applicazione alla realtà regionale di standard astratti vale per il riordino di tutte le nostre ASL, il riordino della rete ospedaliera ha seguito, nell’idea di chi l’ha preordinata, il funzionamento, l’incremento e il benessere esclusivo delle loro tabelle Excel. È sempre stata connessa a volumi di attività, non tiene conto degli esiti di salute laddove le distanze e le difficoltà impediscono un necessario e tempestivo intervento non si è fatto a sufficienza, anzi, si è danneggiato. Una regione come l’Emilia-Romagna che ha finanziato, incentivato, promosso per anni il parto a domicilio, essendo fatto naturale e non patologico, adesso sostiene che un reparto ospedaliero con specialisti dedicati non ha i requisiti idonei. Colgo l’occasione di questa sede e di questa discussione per ribadire con forza che sono scelte mercantili e di prepotenza.

Il punto positivo che evidenzio è quando si apprezza l’impegno a valutare l’erogazione di prestazioni extra LEA riguardanti l’assistenza odontoiatrica per la popolazione tra i cinque e i venticinque anni. E mi auguro che su questo si possa procedere con coerenza.

Chiudo su due punti: la valorizzazione del capitale umano e professionale. La competenza universitaria nel DEFR è giustamente considerata necessaria al servizio sanitario, la ricerca e la didattica infatti è inscindibile dall’assistenza. Penso che su questo possiamo tutti concordare. È opportuno sviluppare la collaborazione e introdurre anche forme più accentuate di integrazione del personale ospedaliero universitario, anche per il necessario intervento economico a carico del fondo sanitario regionale di integrazione della spesa universitaria l’introduzione per una parte dell’erogazione si potrebbe per esempio proporre definita in rapporto ai risultati conseguiti. Quindi che ci siano anche qui dei parametri che poi ci permettano quella comparazione e quella prospettiva che non abbiamo avuto in sede di analisi, lettura e discussione in commissione del DEFR. Il secondo ed ultimo punto di questi due finali è la governance. Mi pare ovvio che c’è un problema di governance nel nostro Sistema sanitario regionale e, a ricaduta, nelle nostre ASL. I direttori generali non dovrebbero restare in carica per più di due mandati per tutta la regione, è necessario evitare il formarsi di categorie fisse. L’avvicendamento io credo che potrebbe portare al formarsi di un’esperienza più diffusa e potrebbe portare anche ad una più utile modestia.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola alla consigliera Tarasconi.

 

TARASCONI: Grazie, presidente. Io volevo innanzitutto ringraziare il collega Bessi per il lavoro che ha svolto in queste settimane. Credo che questo documento sia molto importante, perché chiunque si avvicini e dia uno sguardo a questo documento ha la possibilità di capire quali sono gli obiettivi che ci siamo dati, alla fine del mandato si potrà fare il confronto e vedere che cosa siamo davvero riusciti a fare e le cose sulle quali ancora bisogna lavorare. Quindi credo che sia un po’ una sorta di libro che contiene tutto ciò su cui ci stiamo impegnando.

Ci sono tre cose che io vorrei sottolineare. La prima è, per quanto concerne la trasparenza sul tema della fruibilità delle informazioni, il fatto che abbiamo incluso anche il tema della semplificazione del linguaggio, perché non è solo rendere accessibili i documenti ai nostri cittadini, ma anche il fatto di tentare di scrivere gli atti e le delibere di Giunta con un linguaggio più semplice e più comprensibile anche per chi non è del nostro mondo, quindi chi sta là fuori. Credo questa sia una cosa molto importante. Il secondo tema è sul versante della caccia. Abbiamo aggiunto delle parole che secondo me sono molto importanti sul tema del rispetto delle peculiarità territoriali. In questi anni credo ci si sia accorti un po’ tutti che anche i territori hanno delle differenze e che quindi la caccia non sia assolutamente omologata da Piacenza a Rimini e che quindi sia necessario in futuro rispettare le differenze dei vari territori e le peculiarità di ognuno. Il terzo è il tema dell’Agenda digitale. Anche qui ritengo che si sia fatto tanto e ci sia ancora molto da fare, ma probabilmente dobbiamo sottolinearlo di più e non solo per quanto riguarda la parte industriale e la parte delle aziende, ma soprattutto per quanto riguarda la disponibilità del collegamento per le utenze domestiche. Oggi nel mondo in cui viviamo il collegamento ad Internet fa la differenza e chi vive quest’Aula lo sa benissimo, perché stare qualche giorno per noi senza telefono diventa quasi una tragedia, anche se a volte è veramente un piacere, il fatto di poter dare dei collegamenti veloci o comunque l’accessibilità ai nostri concittadini di un collegamento di un certo tipo credo che sia un obiettivo a cui dobbiamo tendere. Ovviamente poi abbiamo tutta una serie di altri problemi per quanto riguarda la montagna, dove fatica ancora il segnale del cellulare. Però ritengo che la strada intrapresa sia quella giusta e quindi ci tenevo a sottolineare questi tre aspetti di questo documento, anche perché i colleghi hanno già parlato del resto degli aspetti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Tarasconi.

La parola al consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente. Andrò molto veloce, perché questa è una materia indubbiamente molto corposa, in dieci minuti potrò affrontare soltanto alcuni aspetti e ovviamente affronterò quelli che ritengo essere i più meritevoli quanto meno della mia attenzione.

Che cos’è il DEFR. È il documento, uno dei più importanti di questa Assemblea, che deve indicare la direzione di marcia dell’Assemblea, ne indica le volontà: un libro delle volontà. Non dirò il libro dei sogni, diciamo il libro delle volontà. Ma andiamo poi a capire immediatamente se queste volontà riescono effettivamente a concretizzarsi oppure se rimangono delle mere petizioni di principio.

Io dico che su molti aspetti di questo documento ci sono delle evidenti contraddizioni che manifestano tutta la debolezza di questo impianto, perché, se per esempio, partendo da un tema a me caro, si indica nei programmi con veemenza, con ridondanza a volte, la necessità di evitare l’impoverimento dei territori, lo spopolamento dei territori, si cita più volte il termine “resilienza” e poi concretamente non si realizzano le condizioni perché materialmente le persone possano continuare a vivere in questi territori è un’evidente contraddizione.

Lo hanno ricordato già colleghi da questi banchi, ma lo dice lo stesso ultimo intervento della collega Tarasconi che lo riconosce, c’è un’evidente incapacità da parte di questo ente di tutelare la montagna. Credo che le interrogazioni, le interpellanze o le risoluzioni a tutela di un presidio anziché di un altro le abbiamo fatte tutti, maggioranza e minoranza: significa che c’è un problema evidente strutturale, di fondo, di scelte. Le infrastrutture e la mobilità, problemi ormai atavici. Continuamente in tutti i documenti, che fossero della Città metropolitana che ho conosciuto gli anni scorsi o della Provincia gli anni ancora prima, adesso dell’ente Regione Emilia-Romagna, sempre ovviamente l’esigenza di tutelare, di garantire, di implementare, ma i lavoratori e gli studenti che tutte le mattine si alzano, prendono il treno, la corriera, la macchina hanno a che fare con problematiche che nessuno sembra risolvere. Possiamo naturalmente discutere nei documenti di fondo, nei documenti politici di programmazione, ma i problemi rimangono quelli.

Vogliamo parlare di digital divide? Da quanti anni si parla di garantire il superamento del digital divide ovunque? E siamo ancora a promettere ai cittadini che questo arriverà. Pian piano si sta facendo, arriveremo. Ma in fin dei conti credo che la Regione Emilia-Romagna, quando ha inventato Lepida, aveva fin da allora lanciato una prospettiva di essere all’avanguardia nel dotare tutto il territorio di una rete efficace, efficiente e completa. Siamo ancora qua a parlare di superare il digital divide.

Vado un po’ a braccio magari saltando di palo in frasca. Per esempio sul sistema fieristico ci limitiamo a ribadire che occorre rilanciare il sistema a livello unitario, senza entrare nel merito di quello che sta succedendo da qualche mese a questa parte? Una discussione non banale rispetto alla fiera del Comune capoluogo, in cui naturalmente l’ente Regione ha la propria partecipazione. È una scelta di fondo. Lo scontro con il Comune di Bologna è normale, è banale, è una cosa regolare? Dovremo prendere o meno una posizione netta sull’indirizzo che si vuole dare al sistema fieristico dell’intera regione, non è che si può bypassare questa discussione in atto.

Sull’edilizia scolastica e l’impegno che la Regione metterà. Io non più tardi di pochi giorni fa ho ricevuto dalla Giunta una scheda nella quale veniva certificato che sul territorio regionale solo una scuola su due ha il certificato di agibilità. Questo ovviamente non viene citato nel DEFR, si dice semplicemente che ci sarà l’impegno a, ma capiamo che anche questo documento parte da delle premesse mal celate o completamente omesse.

Altri dati statistici. Sui dati economici è lo stesso documento che indica che l’export nella regione è in controtendenza con il dato nazionale o il tasso di natalità delle imprese. Poi possiamo accontentarci che magari è superiore ad altri anni e quindi è in crescita rispetto a prima, ma è sempre in controtendenza. Non mi sembra di vedere nelle proposte che vi sono nelle azioni indicate delle iniziative capaci di ribaltare questi dati. Quindi come si concilia il fatto che in Emilia-Romagna c’è una propensione alla brevettazione del 132,9 per cento contro il 60 nazionale, a fronte invece di un calo della natalità delle imprese? Non siamo capaci evidentemente di incanalare queste risorse che ci sono, perché i dati sono qua: propensione alla brevettazione sul territorio regionale, ma non sfociano in iniziative imprenditoriali, con tutta evidenza. È un dato statistico.

Non sembra banale a mio avviso il fatto che c’è un tasso di infortuni mortali, in generale si parla di sinistri non necessariamente legati alla sicurezza stradale, ma comunque abbiamo un indice di mortalità e infortuni mortali e invalidità permanente superiore di tre punti alla media nazionale. Riguarderanno certamente anche il mondo del lavoro. È preoccupante questo. Non è solo ovviamente l’aspetto della sicurezza stradale.

Il fatto che rispetto all’energia da fonti rinnovabili abbiamo una percentuale del 19,5 per cento contro il 33 nazionale è banale? Non mi sembra di vedere nei programmi iniziative tali da poter in qualche modo incrementare questo dato. E mi sembrano dati che dovrebbero essere invece valorizzati.

Velocemente sull’agricoltura. Il documento dà giustamente atto che il territorio emiliano-romagnolo ha una vocazione agricola, evidenzia anche le criticità: il fatto che non ci sia un ricambio generazionale, che i titolari di impresa agricola con meno di quarant’anni sono inferiori alla media nazionale. Quali sono le iniziative che vengono messe in campo perché ci sia un’inversione di tendenza? Io sinceramente non ne vedo. A maggior ragione nelle zone pedemontane e montane che hanno a che fare con il problema della fauna selvatica, con il problema della fauna selvatica nelle aree protette. Nel capitolo delle aree protette non si affronta questo aspetto. Il piano faunistico venatorio è in via di approvazione, ma ci aspettiamo risposte. Il regolamento sulla forestazione che abbiamo approvato è sicuramente un regolamento molto rigido, se vogliamo implementare comunque l’attività agricola.

Quindi io credo che questo documento – e ho affrontato solo alcuni temi – manifesti tutta la sua insufficienza nel dare risposte ai territori. È a tutti gli effetti una raccolta di volontà astratte, ma poi le andiamo a confrontare sui territori e ci accorgiamo che forse per voi non è il libro delle volontà ma veramente il libro dei sogni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Facci.

Consigliere Bessi, non le do la parola perché, essendo relatore, le spetta per la replica, perché ci sono altri colleghi iscritti a parlare.

La parola alla consigliera Mori.

 

MORI: Grazie, presidente. Visto che è stata sottolineata durante la discussione, anche la risoluzione relativa al riequilibrio di genere nel CORECOM si inserisce nel più ampio quadro degli indirizzi che la Regione vuole consegnare alle partecipate e agli enti che direttamente dipendono dalle proprie linee guida, per fare in modo che opportune modifiche dello statuto e dei regolamenti non consentano più situazioni come si sono verificate con l’ultimo rinnovo del CORECOM, ovvero organismi completamente maschili. Questo è un elemento che in Commissione Parità è stato oggetto di un orientamento sostanzialmente unitario dell’intera commissione e quindi, insieme agli emendamenti e all’ordine del giorno che poi il collega Bessi andrà ad illustrare, la risoluzione vuole rafforzare in particolare questo specifico orientamento: indirizzi di correttivi, regolamenti di riequilibrio che, per merito e parità di genere, orientino per coloro che compongono le nostre partecipate e i nostri enti delegati.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Mori.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente. Sarò telegrafico perché l’argomento che volevo portare all’attenzione l’ho sentito citare un paio di volte sul trasporto pubblico locale, sul sovraffollamento degli autobus degli studenti, tema che ho già affrontato in Aula con un question time non tantissimo tempo fa e non tratta l’assegnazione di fondi. Quindi esula addirittura dal documento di cui stiamo parlando, perché non sposta un euro. Il punto è proprio questo: è giusto parlare di pianificazione dei fondi per poter agire in maniera più o meno efficace su vari argomenti, ma, se poi la volontà politica, laddove c’è la possibilità di risolvere dei problemi concreti non si rende efficace, mi domando se l’assegnare fondi possa fare la differenza. Quando spiegai che per risolvere il problema del sovraffollamento degli autobus o si investiva in nuovi autobus, nuove corse e nuovi autisti o si sfalsavano gli orari di ingresso delle scuole, che non avrebbe spostato un euro dal punto di vista degli investimenti. Tutto è fermo, gli autobus dall’inizio dell’anno scolastico sono peggio dei carri bestiame, perché le bestie hanno una normativa talmente vincolante, talmente precisa sulle condizioni in cui devono essere trasportate che non è uguale per gli studenti. È una cosa indecente! Però lì non c’è da spendere un euro. Se avessi proposto di fare gli investimenti, forse ne avremmo discusso e qualcosa si sarebbe mosso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

Non ho altri iscritti in discussione generale, do la parola al consigliere Bessi per la replica.

 

BESSI: Grazie, presidente. Alcune considerazioni prima di presentare l’ordine del giorno che ha anticipato la consigliera Mori. Oggi siamo chiamati ad approvare il documento di economia e finanza regionale 2019, lo facciamo in un contesto di riferimento sia economico che finanziario particolarmente complesso, perché forse il clima di campagna elettorale permanente che ci vede avvolti ogni tanto ci fa perdere il senso della misura. Proprio per questo credo che nella forma e nella stesura di questo documento occorra ricordare come il documento di economia e finanza regionale è lo strumento che declina gli obiettivi strategici regionali, ancorandoli strettamente al bilancio, così da rendere sostenibile, trasparente e misurabile l’azione di governo e contestualmente diventando un riferimento per la programmazione delle autonomie locali. A tale scopo rendiconteremo l’anno 2017 a breve e per la terza volta, dopo l’esperienza maturata nel 2015 e nel 2016. La rendicontazione non è un atto sterile, ma sono indicati non solo come sono stati svolti gli obiettivi ma anche le risorse. È una rendicontazione di fatto. E la rendicontazione non è obbligatoria, ma è una scelta politica precisa che la nostra Amministrazione ha fatto e continua a fare.

Ci sono dei risultati che sono stati portati nella mia relazione, l’ho detto credo senza trionfalismi da parte di questa Amministrazione e da parte di questa maggioranza. Occorre continuare su questa strada, sapendo che il lavoro giorno per giorno, senza particolari eccessi di fantasia, è un duro lavoro, con la consapevolezza che ci sono persone in difficoltà, che ci sono ancora tante cose da fare, ma questo con umiltà credo che l’abbiamo sempre dichiarato. Ma non in campagna elettorale, quotidianamente fatto anche nella pratica. Qualche risultato è sostenuto da dati la cui fonte è l’ISTAT (l’Istituto nazionale di statistica), un istituto fatto da altissimi professionisti, funzionari dello Stato che si sono formati nelle nostre università che hanno come stella polare la Costituzione, quindi, quando presentano alcuni dati, non credo che sia un favore che fanno a questo o a quell’altro Governo regionale. Oppure anche questi funzionari li vogliamo aggettivare con altri termini, come è stato fatto con quelli del Ministero del Tesoro?

Credo che questo tipo di definizione dei dati sia importante non tanto per il nostro ente regionale, ma per dare dei valori a quello che stiamo portando avanti: sui dati dell’occupazione, sul tasso di occupazione, sui rilievi che riguardano il turismo (e anche in questo caso ci sono dati dell’ISTAT). Quindi noi facciamo riferimento a questi, come ha ricordato in commissione anche l’assessore Bianchi presentando una serie di correlazioni molto interessanti che credo siano sempre da ascoltare. Quindi un lavoro costante, un metodo costante che è partito con il Patto del lavoro. Ma qui dovrei ripetere la relazione di presentazione.

Al netto di questo l’ordine del giorno che vado a presentare riguarda una tematica trasversale che riguarda il principio di pari opportunità nelle partecipate alla vita sociale, economica e politica, nell’accesso alle nomine e cariche pubbliche e alla rappresentanza istituzionale, che è un preciso mandato non solo dell’Unione europea o dell’Agenda ONU 2030, ma della nostra Costituzione. L’articolo 3 credo sia conosciuto. In particolare negli ultimi anni ci sono stati dei risultati di grande interesse, come la legge n. 120/2011 Golfo-Mosca, i cui risultati ottenuti do per letti. Considerate queste premesse, credo che la Regione Emilia-Romagna abbia investito negli anni in politiche strutturali di equità e parità di genere attraverso correttivi democratici per la rappresentanza quali la doppia preferenza di genere introdotta già nel 2014 e strumenti concreti di promozione e sostegno alla soggettività femminile, al merito contro le discriminazioni, per la competitività del sistema socioeconomico del territorio regionale che, statistiche alla mano, risulta essere ancora uno dei più all’avanguardia d’Europa, nonostante gli anni di crisi. La legge quadro regionale del 27 giugno 2014, n. 6, per la parità e contro le discriminazioni di genere, prevede il rafforzamento dei correttivi paritari nella composizione della rappresentanza e della governance regionale a tutti i livelli. Poi ci sono degli articoli specifici, tra cui quello in cui si promuovono azioni di monitoraggio, costituendo un’apposita sezione di genere nell’Albo regionale delle nomine di cui all’articolo 9, eccetera.

Come risulta dalla relazione della clausola valutativa della legge-quadro del 31/12/2017, la rappresentanza femminile negli organi collegiali delle società in house della Regione rispetta l’equilibrio di genere, mentre nelle società in cui la Regione ha un potere di nomina o designazione nell’organo di amministrazione, nell’organo di controllo o in entrambi, il riequilibrio secondo la quota di un terzo non è rispettato in due casi su quattordici società. Quanto alla presenza femminile negli organi collegiali delle altre società partecipate dalla Regione, essa risulta più marcatamente minoritaria con casi di una sola componente nel Cda o persino nessuna, così come è palese l’assenza di donne al vertice in caso di amministratore unico di nomina regionale o meno, con la sola eccezione delle presidenti di TPER, dell’Aeroporto Marconi di Bologna e delle Terme di Castrocaro S.p.A. Quindi, evidenziati questi passaggi, per quanto riguarda le nomine pubbliche e istituzionali di competenza del Governo e del Parlamento nazionale le recenti scelte già configurano una palese, quanto sostanziale, violazione delle norme paritarie di livello costituzionale e legislativo richiamate in premessa. Gli accordi ed equilibri interni all’attuale maggioranza hanno portato alla nomina di soli uomini alla presidenza delle Commissioni bicamerali di garanzia, come quella per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, alla presidenza della Giunta delle elezioni e autorizzazioni e tutta maschile è la quota di membri laici del Consiglio superiore della Magistratura, scelta quest’ultima stigmatizzata dal Coordinamento nazionale delle commissioni regionali per le pari opportunità con una missiva al Presidente della Repubblica che ha riscontrato attraverso la Segreteria generale del Quirinale rinnovando la sua attenzione e il suo impegno su questo punto. Soli uomini sono i candidati proposti per la presidenza RAI, di cui dovremo avere a breve i nomi, così come i nuovi amministratori delegati, presidenti di Ferrovie dello Stato e di Sogei, l’amministratore delegato, il presidente e il vicepresidente di Cassa depositi e prestiti.

Dai recenti studi sulla competitività emergono dei dati interessanti che credo evidenzino che questo tema delle pari opportunità non è solo per equilibrare la parità di genere, ma è proprio un dato economico che si riflette nella produzione del PIL nazionale. Quindi con l’approvazione del documento che andiamo ad approvare, per la prima volta si propone di inserire nella più ampia programmazione del DEFR gli obiettivi strategici da assegnare ai propri enti strumentali e alle società controllate e partecipate, in coerenza con gli strumenti e le politiche di parità fin qui adottate. Nonché con l’obiettivo 5 dell’Agenda ONU 2030 adeguata rilevanza va data alla partecipazione economica e istituzionale delle donne in chiave di equità, merito e pari opportunità per uno sviluppo più giusto, sostenibile e duraturo. In tutto ciò chiediamo alla Giunta di impegnarsi ad attuare l’articolo 5 della legge regionale n. 6/2014 e dare mandato ai propri rappresentanti nominati nelle società ed enti partecipati di supportare scelte ispirate al merito e alla parità nella selezione dei rappresentanti nominati dalla Regione; a sostenere la modifica in ottica paritaria degli organi, di enti e società partecipate, anche attraverso il rilievo dato al tema nei patti parasociali e, ove di diretta emanazione regionale, la modifica di leggi o regolamenti istitutivi e costitutivi in senso paritario; ad avviare azioni e iniziative di sensibilizzazione nei confronti delle società private, quotate e non, affinché concorrono al raggiungimento di questo obiettivo di sviluppo anche attraverso la sottoscrizione di protocolli e intese con la Regione che coinvolgano le associazioni di rappresentanza sindacale; a procedere alla modifica della legge n. 31/2001 istitutiva del CORECOM, ma qui è già intervenuta la collega presidente di commissione Roberta Mori che ha spiegato bene il senso del provvedimento; a dare esito, in sede della Commissione per la parità e i diritti delle persone, del monitoraggio esercitato periodicamente dalla Regione, in particolare in occasione di nomine o rinnovi di enti, società partecipate e controllate in merito al rispetto di quanto sopra premesso, considerato, rilevato, evidenziato e sottolineato; al fine di detto monitoraggio a valutare l’utilità di affiancare agli indicatori già esistenti un indicatore specifico sulla presenza femminile negli organi delle società, il cui monitoraggio potrebbe evidenziare i risultati raggiunti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bessi.

Chiedo al consigliere Daniele Marchetti se vuole intervenire in replica. No, grazie.

La parola all’assessore Petitti.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Alcune rapide considerazioni perché, come veniva ricordato, il DEFR 2019 è anche l’ultimo di legislatura, il quinto dal nostro insediamento e sicuramente ha subito in questi anni anche delle modifiche che lo hanno migliorato in quel processo di partecipazione e di condivisione che lo ha reso non soltanto obbligatorio perché sappiamo che con il decreto legislativo n. 118/2011 in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici è il documento omologo al DEF nazionale, ma perché lo abbiamo reso indispensabile con la programmazione regionale che declina gli obiettivi strategici di questa Amministrazione e che lo ha reso anche importante come punto di riferimento per la programmazione delle autonomie locali per i DUP dei nostri Comuni.

Veniva ricordato nel dibattito di oggi in Aula che per noi è fondamentale anche quell’obiettivo di trasparenza attraverso cui vogliamo rendere più efficace e più efficiente l’azione di governo di questa Amministrazione. È proprio per questo che il coinvolgimento nel lavoro che è stato realizzato e che abbiamo anche condiviso nelle commissioni competenti con le varie direzioni, quindi con i vari assessori, è stato fondamentale. Per noi ha rappresentato il presupposto attraverso il quale realizzare il controllo strategico che voi sapete essere uno degli obiettivi di questa Amministrazione, ma allo stesso tempo ci deve permettere poi di misurare gli impatti che noi andiamo a produrre con l’azione di governo e quindi garantire quella che è la circolarità del processo di programmazione e rendicontazione dell’Amministrazione regionale.

Veniva ricordato dal relatore Bessi che il contesto economico nel quale ci inseriamo come Regione Emilia-Romagna è sicuramente complesso, che però denota con grande chiarezza come i risultati nel quadro economico della Regione Emilia-Romagna siano positivi, sia da un punto di vista di crescita dell’economia emiliano-romagnola, sia in modo specifico per quanto riguarda alcuni dati legati soprattutto all’export. Nella parte legata al DEFR che noi abbiamo negli scorsi anni voluto ampliare, dove vengono illustrati gli indicatori di benessere sostenibile sapete che abbiamo anche ampliato tutti gli obiettivi strategici tenendo bene a riferimento gli stakeholder di riferimento delle varie politiche regionali e quindi il coinvolgimento nei novantuno obiettivi tracciati con la relazione tra Aziende sanitarie, università, enti locali, mondo dell’associazionismo nel suo complesso, fino ad arrivare ovviamente alla collettività regionale, per noi è stato un approccio di riferimento essenziale. Lo dico perché è evidente che con questa programmazione strategica, in coerenza con il programma di governo e anche con i cambiamenti che in questi mesi abbiamo messo in campo, perché io penso che tutto il grande tema dell’autonomia regionale e, di conseguenza, dei temi legati anche all’autonomia regionale (penso ai temi del riordino istituzionale), inevitabilmente, proprio per quello che è successo in questi anni, vedono e vedranno delle continue modifiche/evoluzioni che già vengono prese a riferimento anche da questo documento di economia e finanza regionale.

Voglio fare un ultimo passaggio sul ruolo fondamentale dell’Assemblea legislativa. Noi abbiamo dato attuazione a quella che è stata la legge regionale n. 1/2018 dove, rispetto agli indirizzi che venivano dati alle partecipate, anche in quella che è la gestione, quindi l’attività di gestione nella stessa riorganizzazione delle partecipate ha trovato compimento. Credo che questo abbia migliorato, attraverso il lavoro degli emendamenti e degli ordini del giorno presentati adesso dalla consigliera Mori e dal relatore Bessi, abbiano migliorato la proposta politica con cui noi oggi andiamo ad approvare questo documento. Lo dico perché inevitabilmente un processo così complesso, articolato, ricco anche di ricadute culturali delle scelte che noi andiamo a fare, penso al tema legato alla necessità di potenziare quel processo di parità negli organismi delle società partecipate, inevitabilmente chiama in causa il coinvolgimento di tutte le forze politiche e soprattutto di un ruolo attivo dell’Assemblea. Ecco perché io ritengo che con questo documento, che è il frutto di un lavoro importante durato mesi e costruito con gli attori e con i protagonisti che citavo prima, noi diamo sicuramente compimento ad un obiettivo legato alla trasparenza, alla partecipazione e alla condivisione, ma facciamo un passo avanti in quella che è l’attuazione di politiche fondamentali che riguardano la crescita e anche i processi di democrazia della nostra regione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

Passiamo alla discussione generale sugli emendamenti che sono: undici a firma del consigliere Daniele Marchetti, due a firma dei consiglieri Mumolo e Bessi, sette a firma della consigliera Piccinini, due a firma del consigliere Bertani, uno a firma del consigliere Facci, uno a firma dei consiglieri Facci e Taruffi e due a firma del consigliere Tagliaferri.

Passiamo alla discussione generale, dieci minuti per consigliere.

La parola al consigliere Daniele Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Ritengo sia doveroso illustrare gli emendamenti che abbiamo presentato oggi al DEFR 2019, soprattutto dopo aver sentito l’intervento del consigliere Taruffi secondo il quale bisognerebbe smetterla di fare propaganda. Premesso che sono un consigliere di opposizione che avanza critiche e proposte costruttive sulla base degli indirizzi politici che avanza la maggioranza che governa questa Regione e lo facciamo in maniera costruttiva, perché basta prendere in mano gli emendamenti che abbiamo presentato per capire che da questa parte non si fa soltanto polemica strumentale giusto per dire qualcosa sul documento di economia e finanza, perché adesso vi illustrerò e vi spiegherò ciò che noi intendiamo introdurre in questo documento che è un documento importante – è stato riconosciuto da molti consiglieri di quest’Aula – però un’importanza che non è del tutto riconosciuta dalla Giunta. Questo lo dico perché prima ho fatto presente che sono contenuti all’interno di questo documento molti svarioni che dimostrano che la Giunta non l’ha nemmeno letto prima di deliberarlo.

Vengo al succo del discorso. Noi come Lega proponiamo con tre emendamenti di definire delle possibili forme d’acquisto integrate tra diversi soggetti aggregatori regionali. Per l’Emilia-Romagna c’è Intercenter, esiste un tavolo dei soggetti aggregatori a livello nazionale; come ho ricordato prima, in seguito ad un nostro atto di indirizzo approvato nel 2015 è stata avviata una gara d’acquisto sperimentale condotta da quattro Regioni, se non sbaglio, con l’Emilia-Romagna a capofila, una gara d’acquisto sperimentale che ha visto come oggetto l’acquisto di un farmaco emoderivato, quindi derivato dalla lavorazione del plasma ed è stata un’operazione che ha portato, se non erro, ad un risparmio tra tutte le Regioni di 8 milioni di euro. Quindi questo ci fa capire che la strada indicata è quella giusta. Ovviamente lo si deve fare su farmaci ad alto costo o anche su macchinari ad alto costo, però è una via da seguire a nostro avviso e con questi nostri emendamenti intendiamo dare questo indirizzo alla Giunta regionale: di non fermarci di fronte alla prima gara sperimentale, ma continuare a promuovere questa modalità di acquisto, continuando a portare avanti come soggetto capofila o promotore sul tavolo dei soggetti aggregatori nazionali questa possibilità. Questo perché siamo convinti che potrebbe portare a diversi milioni di euro risparmiati da investire poi in servizi per i cittadini.

C’è un emendamento che riguarda più che altro una questione politica, sulla quale non avevamo l’illusione di trovare la vostra condivisione: quello che riguarda le politiche per l’integrazione. Voi continuate a dire che bisogna investire e promuovere l’integrazione anche dei richiedenti asilo politico. Fino a prova contraria un richiedente potrebbe anche vedere respinta la sua richiesta e quindi a quel punto dover tornare al proprio Paese di origine, non ha quindi senso investire delle risorse per persone che magari non hanno il diritto di rimanere nel nostro Paese, magari a discapito di quegli immigrati regolari che vivono e lavorano regolarmente sul nostro territorio e che magari andrebbero integrati veramente.

Poi abbiamo proposto degli emendamenti per aggiungere dei punti al documento di economia e finanza e l’abbiamo fatto anche strutturando l’intero punto, dando dimostrazione che da parte nostra c’è l’intenzione comunque di avanzare proposte costruttive. Uno di questi emendamenti riguarda la disostruzione pediatrica. Anche questa è un’esperienza avviata grazie ad una risoluzione approvata dalla Quarta commissione, c’è stato anche un progetto di legge che mi vedeva come primo firmatario, di fatto congelato per dare spazio ad un progetto di legge più ampio sulla prevenzione che è in corso di elaborazione grazie ad un’intergruppo che è stato formato. C’è comunque un processo in corso, un confronto avviato tra la Regione e l’Ufficio scolastico regionale per implementare i pacchetti di formazione di primo soccorso destinati agli operatori scolastici. Un dialogo che si è arenato, perché, nonostante i diversi atti ispettivi che ho depositato, non vedo ancora degli sbocchi operativi. È quindi nostra intenzione inserire nel DEFR un punto dedicato per impegnare la Giunta a portare a termine questa operazione entro fine legislatura.

Altro punto che vorremmo aggiungere a questo documento di economia e finanza riguarda le direttive per l’addestramento dei cani per i disabili, e non mi riferisco soltanto ai non vedenti. C’è una legge regionale ormai datata, in particolare mi riferisco all’articolo 10-ter della legge regionale n. 29/97, che impegnava la Regione a definire delle linee guida standard per poi arrivare anche a dei finanziamenti per addestrare i cani destinati ai disabili. Ad oggi non esiste ancora nulla e quindi anche in questo caso volevamo dare l’impegno alla Giunta, tramite questo emendamento che vuole introdurre un punto ulteriore al documento di economia e finanza, a portare a termine questo impegno che si è preso all’epoca.

Altro emendamento riguarda la prevenzione. Posso pensare al dissesto idrogeologico o altre questioni che riguardano il territorio in generale. Con una nostra risoluzione è stato avviato un dialogo tra la Regione e l’Esercito per fare intervenire quest’ultimo in fase di addestramento, in collaborazione con la Protezione civile o addirittura anche in fase di prevenzione, non solo durante la fase emergenziale, però di tutto questo non leggiamo assolutamente nulla sul documento di economia e finanza e quindi riteniamo opportuno introdurre anche questo aspetto e questa possibilità nel testo.

Fondo regionale per la non autosufficienza. C’è un sistema che è stato introdotto con un nostro emendamento al bilancio del 2016 mi pare, che dovrebbe raccogliere le informazioni dal territorio, dalle associazioni, dai sindacati, dai cittadini, dai caregiver, dagli assistiti stessi, però ad oggi è poco conosciuto perché, parlando con le stesse associazioni, mi dicono di non esserne a conoscenza. Quindi, oltre a dire di mettere in atto questo sistema, noi andiamo a chiedere anche di promuoverlo maggiormente. Promuoverlo non significa per forza spendere delle risorse economiche: immagino che esistano dei registri per tutte le associazioni, basterebbe fare una mailing-list e perlomeno dare questa informazione anche tramite i comitati consultivi misti e diffondere questo strumento per far sì che funzioni realmente e che noi possiamo perlomeno ricevere adeguatamente tutte le segnalazioni del territorio.

In ultimo c’è un emendamento che riguarda una società in house (APT Servizi) che si occupa di promozione turistica, con cui andiamo a chiedere di sviluppare e promuovere eventi motoristici di carattere nazionale e internazionale e inquadrare il tutto nell’ottica di una promozione della Motor Valley. La Motor Valley ad oggi è un contenitore sostanzialmente vuoto e noi vorremmo andare a riempirlo con dei contenuti e con degli eventi che potrebbero promuovere il nostro territorio.

Detto questo, mi pare che come Lega abbiamo dato una dimostrazione di voler dare anche il nostro contributo, nonostante le critiche che abbiamo avanzato, ma prendiamo atto che da parte della maggioranza non c’è la disponibilità di aprire un confronto su dei temi che a nostro avviso potrebbero essere anche condivisibili e devo sottolineare il fatto che non ho ancora ricevuto oggi delle risposte per quanto riguarda la riorganizzazione sanitaria e la riduzione delle ASL e continuerò a pormi questa domanda e a rimanere con il dubbio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

La parola al consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente. Come preannunciato volevo spendere due parole per gli emendamenti che ho presentato, uno dei quali ha avuto la firma del collega Taruffi in adesione, che ringrazio.

Sono molto semplici e riguardano alcuni aspetti dello sviluppo della montagna molto specifici. Quello che riguarda il collegamento sciistico fra due stazioni tra il Corno alle Scale e la Doganaccia nel comune di San Marcello Pistoiese è un problema che a mio avviso questa Amministrazione sta affrontando in maniera debole perché, pur consapevole delle difficoltà che certamente questo iter comporta, dovuto anche al coordinamento fra due realtà differenti (questa Regione e la Regione Toscana), bisogna evidenziare l’eccezionalità di un finanziamento su un’impiantistica finalizzata allo sviluppo di stazioni sciistiche quasi completamente garantito dallo Stato, perché questo accordo di programma vede sulla carta 20 milioni di euro da parte del ministero (Ufficio sport presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per l’esattezza) e le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna compartecipare in misura notevolmente inferiore. A mio avviso c’è un grande ritardo da parte della Regione, c’è un grande ritardo da parte delle stazioni appaltanti, ma non voglio fare un processo alle intenzioni o comunque voler diffidare delle parole finora espresse anche dall’assessore Corsini.

Credo però che o viene compresa l’importanza di non perdere questo finanziamento e quindi investire queste risorse sul territorio oppure a quel punto dovremmo pensare male. Si fa sempre peccato, ma spesso si azzecca. Questo emendamento vuole ricordare in un passaggio del documento che l’accordo contempla in misura importante, perché sono 5 milioni sulla Toscana e 5 milioni sull’Emilia-Romagna, quindi parliamo di 10 milioni su un totale di 27, il collegamento. Non mi sembra banale questo aspetto. Quindi l’accordo di programma riguarda un totale di investimenti di 27 milioni, di cui 10 sul collegamento fra il versante toscano e il versante emiliano-romagnolo. Non avere fatto questo passaggio, non voglio ritenere che sia una mancanza, non voglio pensare che ci sia una voluta omissione, però, in quanto mancante, ritengo che sia necessario richiamare l’importanza del collegamento come specifico intervento che quell’accordo prevede.

Il secondo emendamento invece è descrittivo, perché fa seguito ad un emendamento presentato in commissione da esponenti della maggioranza che hanno voluto richiamare nella parte di azioni finalizzate al potenziamento delle zone montane due aspetti: il digital divide e l’importanza di un sostegno al territorio in generale. Io dico che, se vogliamo parlare senza fermarci alle parole ma facendo seguire alle parole i fatti, se vogliamo veramente sostenere i territori periferici (in questo caso i più disagiati sicuramente sono quelli appenninici, la nostra montagna), occorre che vi siano infrastrutture e quindi non possiamo non pensare ad azioni rivolte al mantenimento in efficienza di strade e ferrovie. Siccome quell’emendamento che la maggioranza ha fatto era fondamentalmente descrittivo e non era ovviamente esaustivo, ma descrittivo di alcune azioni ritenute importanti, ritengo che vada necessariamente fatto un richiamo alle vie di comunicazione che non sono solo quelle telematiche, non sono solo quelle digitali, ma sono anche quelle tradizionali (strade e ferrovie).

Questo è il senso di questi due emendamenti molto semplici, ma anche molto significativi di quello che a mio avviso dovrebbe essere uno degli aspetti più rilevanti dell’azione amministrativa di questo ente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Facci.

La parola al consigliere Mumolo.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Tra le linee programmatiche del DEFR, una delle cinque aree strategiche è quella relativa al sociale e alla sanità in un contesto in cui la qualità dei servizi in Emilia-Romagna rimane ai primi posti a livello nazionale. Io ho proposto due emendamenti: il primo è relativo all’accoglienza diffusa. Il Governo sta cercando di scardinare i progetti di accoglienza che funzionano e sta cercando di depotenziare gli SPRAR: se si eliminano i progetti di integrazione che funzionano, io mi chiedo anche che tipo di società vogliamo costruire. Mi sembra importante che la nostra Regione ribadisca che esistono strade per realizzare una società inclusiva e sicura a vantaggio di tutti, per questo ho proposto di aggiungere al presente documento con l’emendamento 13 l’obiettivo 2.3.6 sostituendo il secondo punto dei risultati attesi: «Il sostegno ai processi di integrazione dei richiedenti protezione internazionale anche attraverso il sostegno dei progetti di accoglienza diffusa – ci sono tantissimi esempi in regione, a Bologna, ma in tantissime altre città – e la promozione dell’attività di volontariato».

Altra questione è quella del sostegno alle associazioni che si occupano di cura delle persone prive di residenza, questione già inserita nel nostro piano sociale e sanitario. In questo caso l’emendamento prevede una cosa molto semplice: si aggiunge un punto all’obiettivo 2.3.5 che dice «supporto alle organizzazioni di volontariato, associazioni ed enti che forniscono l’assistenza sanitaria di base gratuita per coloro che non possiedono i requisiti per accedere al Sistema sanitario nazionale». Noi sappiamo bene che l’attuale legge n. 833/78 (legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale) stabilisce che non è possibile curare le persone prive di residenza; alla persona sprovvista di residenza quindi di fatto è precluso – qui parliamo di qualunque cittadino si trovi sul nostro territorio, quindi italiani e stranieri con permesso di soggiorno ovviamente – l’esercizio del diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione. Il mancato accesso all’assistenza sanitaria di base però finisce per accrescere i costi del Servizio sanitario nazionale, da un lato perché queste persone necessariamente devono rivolgersi ai pronto soccorso perché non hanno il medico di base e, dall’altro, per il probabile aggravarsi di banali patologie che però non sono curate, vengono trascurate e quindi diventano patologie che poi devono essere curate in maniera diversa negli ospedali.

Il mancato accesso all’assistenza sanitaria di base può inoltre comportare rischi per la salute pubblica. Come sono curate oggi queste persone? Sono curate da associazioni e organizzazioni no profit di medici e operatori sanitari attive su tutto il nostro territorio regionale e forniscono cura e assistenza sanitaria gratuita a queste persone. I costi di tale attività che ha anche un’importante funzione di tutela della salute pubblica, perché, se una persona che non ha il medico di base contrae una malattia infettiva come la tubercolosi e prende un autobus, ovviamente i cittadini sono a rischio, perché queste persone possono oggettivamente costituire un pericolo in quanto possibili focolai e il diritto alla salute non è un diritto individuale ma collettivo. Queste persone sono curate da associazioni di volontariato e i costi di queste cure sono sostanzialmente o in gran parte sopportati dalle associazioni e dai volontari stessi attraverso piccole attività di autofinanziamento. L’azione di tali associazioni e organizzazioni determina risparmi per il Servizio sanitario regionale, da un lato, per le sue funzioni e, dall’altro, perché riduce il ricorso ai vari punti di pronto soccorso. Per questo è importante sostenerle.

Sono due questioni apparentemente marginali rispetto ad un documento articolato e importante come il DEFR, ma credo significative in questo momento in cui in alcuni comuni del nostro Paese la lotta è indirizzata contro i poveri più che contro la povertà. La nostra Regione mostra – e deve continuare a farlo – che sviluppo e innovazione vanno di pari passo con tutela dei diritti e con accoglienza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Solo perché ho aggiunto la mia firma all’emendamento presentato dal consigliere Facci, quindi mi sentivo in dovere di dover spiegare, perché è un fatto abbastanza inedito.

Il consigliere Facci ha ricordato la natura e il quadro nel quale si inserisce il riferimento che c’è nel DEFR rispetto al collegamento/potenziamento del comprensorio emiliano-romagnolo e toscano del nostro Appennino, io volevo sottolineare due aspetti. Il primo. C’è un accordo vistato dalla Corte dei Conti, quindi penso che nessuno potrà né vorrà tornare indietro da quella decisione, nel quale il Governo mette a disposizione 20 milioni, la Regione aggiunge 5 milioni e 3 li mette la Regione Toscana, io volevo sottolineare che, per quanto riguarda la parte emiliana dell’intervento di collegamento delle stazioni di Corno alle Scale e della Doganaccia con la progettazione di una riqualificazione complessiva dell’impiantistica invernale, i lavori stanno procedendo secondo quanto era stato stabilito, si stanno facendo gli studi preliminari necessari insieme al master plan per identificare l’insieme degli interventi in modo puntuale e preciso, la Regione ha garantito e ha stanziato le risorse necessarie al finanziamento della propria quota parte, lo ha fatto nei bilanci che abbiamo approvato in quest’Aula e quindi, pur avendo condiviso la specifica introdotta dal consigliere Facci, trovo non corretto adombrare la possibilità che quelle risorse non vengano effettivamente stanziate e non vengano quindi realizzati gli interventi. Non lo trovo corretto perché non c’è nessun documento, nessuna ragione per pensare una cosa del genere. Fino ad oggi la Regione ha stanziato le risorse, lo Stato altrettanto.

Per quello che riguarda segnatamente il Corno alle Scale in progetto sono poco più di 5 milioni di euro che serviranno per riqualificare complessivamente la stazione, quindi non solo il collegamento ma anche la dismissione di alcuni impianti. C’è la preoccupazione, io credo legittima, che quelle risorse servano anche a potenziare la parte verde, quindi il turismo non solo legato alla stagione invernale e questo lavoro necessita tempi che non sono immediati. I tecnici individuati dagli enti locali stanno lavorando, stanno producendo i progetti che saranno poi oggetto della gara che assegnerà i lavori per l’esecuzione del progetto. Quindi ritengo che sarà opportuno in ogni caso sul territorio organizzare un’iniziativa pubblica con la presenza dell’assessore, che nei giorni scorsi non è potuto intervenire ad una commissione per un’udienza conoscitiva convocata dalla Città metropolitana sul territorio.

Penso comunque che le cose che sto dicendo io più autorevolmente di me saranno dette dalla viva voce dell’assessore e quindi la necessità di organizzare sul territorio un incontro per fare il punto e per tranquillizzare, anche se non c’è ragione per non essere tranquilli, coloro che ritengono che questi tempi non siano consoni al percorso iniziale, per tranquillizzare tutti in un’iniziativa con la presenza dell’assessore e mi impegno sin da ora a promuoverla nelle prossime settimane, ovviamente in accordo anche con gli enti locali, quindi in questo caso il Comune di Lizzano in Belvedere, per fare chiarezza e fare luce su tutto e soprattutto per dare garanzia del fatto che gli atti e le decisioni che assumiamo in questa sede hanno un riscontro nella realtà, con i tempi che non possono essere che quelli necessari per fare bene un lavoro così importante e impegnativo, che nessuno ha mai messo in dubbio. Ci tenevo a chiarire questi aspetti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Bessi.

 

BESSI: Grazie, presidente. In generale sugli emendamenti abbiamo cercato di rispondere già in commissione con motivazioni sui no e motivazioni sui sì, in alcuni casi chiedendo tempo per approfondimenti e rinviando anche al prossimo aggiornamento a strumenti più consoni. Su alcune scelte è la politica a determinare gli indirizzi di una maggioranza, come succede anche in altre Regioni dove il Partito Democratico, il centrosinistra è minoranza. Quindi credo che sia nel dibattito e nella dinamica politica questo tipo di rapporto. Confermo quanto detto nella relazione introduttiva, il rapporto e il confronto è stato personalmente positivo.

Errori – è vero – ne sono stati riscontrati. Vista la mole dei lavori direi che sono stati anche pochi i refusi. Sulla parola “Provincia”, come ho detto al consigliere Marchetti in sede privata, ma lo dico in sede pubblica, c’era e quindi abbiamo fatto le apposite correzioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bessi.

Non avendo altri scritti in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sul provvedimento, sugli emendamenti, sulla risoluzione e sugli ordini del giorno.

La parola al consigliere Bessi.

 

BESSI: Grazie, presidente. Ovviamente le motivazioni del nostro voto positivo penso di averle spiegate nell’introduzione al provvedimento e al dibattito che ha avuto corso quest’oggi. Credo importante tornare sul tema del lavoro intrapreso seguendo il programma di mandato e del metodo di lavoro con cui, a partire dal Patto per il lavoro, si è proseguito, ma quello è un paradigma e così è stata la sinergia e l’interdipendenza con tutti gli altri Assessorati e soprattutto il coinvolgimento dell’Aula in diverse importanti materie, compresa quella sulle società in house. Quindi, confermando il voto favorevole, sottolineo anche i due ordini del giorno: quello sulle pari opportunità l’ho presentato, ma credo che sia importante avere la costanza da parte di questa Regione di proseguire un lavoro positivo fatto finora, ma di porsi anche nuovi traguardi e nuovi obiettivi; il secondo ordine del giorno presentato dal collega Paruolo è anche come metodo e strumenti da dare alla formulazione, alla strutturazione del documento economico finanziario, quindi lasciamo alle prossime legislature un metodo di lavoro che può essere continuato. Quindi credo di poter dire che per questo primo lavoro sul DEFR che oggi andiamo ad approvare, per il quale cui avremo un secondo passaggio molto importante con il suo aggiornamento, visto il documento economico finanziario nazionale in corso di discussione, sarà importante avere l’accortezza di seguire bene il rapporto tra il nostro lavoro e quello a livello nazionale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bessi.

Non ci sono altri scritti in dichiarazione di voto, passiamo alla nomina degli scrutatori: Ravaioli, Mori e Piccinini.

Passiamo alla votazione degli emendamenti, vi chiedo un po’ di attenzione.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 25, a firma del consigliere Tagliaferri.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 25 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 16, a firma della consigliera Piccinini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 16 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 17, a firma della consigliera Piccinini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 17 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Marchetti Daniele.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Marchetti Daniele.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 23, a firma dei consiglieri Facci e Taruffi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 23 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 24, a firma del consigliere Facci.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 24 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 21, a firma del consigliere Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 21 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15, a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 15 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12, a firma dei consiglieri Mumolo e Bessi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 12 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Daniele Marchetti.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 4 è approvato.

 

(interruzioni)

 

Noi plurale majestatis o il gruppo?

 

(interruzioni)

 

La parola al consigliere Bessi, prego.

 

BESSI: Io dovevo dare il testo perché non me li ricordo a memoria, sono 26, quando tu, scusa, quando lei li chiama dovrei vedere la motivazione. Quindi ho capito un altro numero quindi vorrei, se è possibile, correggere questo tipo di voto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ormai è già approvato, però.

Vuole rifare la votazione che non si può fare, è già stata chiusa. È il numero 4, a firma Daniele Marchetti.

 

(interruzioni)

 

La parola al consigliere Bessi, prego.

 

BESSI: Voto negativo da parte del gruppo del PD.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Bessi, la votazione era già stata chiusa, stavamo già parlando dell’emendamento numero 3.

Io forse sono andato veloce, ma lei me lo ha sollevato adesso il problema, sono andato alla stessa velocità di questo emendamento degli altri.

Se gli scrutatori vogliono dire qualche cosa, ma credo che l’esito della votazione sia stato…

Consigliere Mumolo, lei non è scrutatore, per quale motivo…

 

MUMOLO: No, presidente, solo perché venga certificato che io ho votato contro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Mumolo.

La parola alla consigliera Mori. Prego.

Io ho chiesto che intervenissero gli scrutatori, quindi Ravaioli, Mori e Piccinini, dopo eventualmente tutti gli altri, però…

La parola alla consigliera Mori.

 

MORI: Presidente, mi scusi. Per quanto mi riguarda io guardavo la minoranza e la minoranza ha votato a favore, poi sulla maggioranza chiedo agli altri cosa pensano, ma a mio parere va richiesto individualmente se c’è un errore materiale nell’espressione del voto.

Chiedo a lei, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Mori.

La parola alla consigliera Ravaioli.

 

RAVAIOLI: Chiedo anch’io che si ripeta la votazione perché non è chiara rispetto alle volontà individuali dei singoli consiglieri.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Ravaioli.

La parola alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Non intendo intervenire.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La consigliera Piccinini rinuncia al suo intervento di scrutatrice.

 

PICCININI: No, intervengo, presidente, rimando a lei la decisione, evidentemente se ci sono dei problemi di interpretazione per me si può rifare, ma non c’è nessun problema.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

La parola al consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Io ho la sensazione che non sia stato visto e registrato il mio voto contrario, quindi chiedo agli scrutatori se si sono accorti che ho votato contro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

La parola al consigliere Rancan.

 

(interruzioni)

 

RANCAN: Posso? Allora, scusate, però adesso la questione sta diventando anche un po’ imbarazzante. Io adesso intervengo su questa cosa perché, come segretario dell’Ufficio di Presidenza, fa abbastanza ridere e ci stiamo facendo ridere dietro.

Gli scrutatori intanto servirebbero, se gli occhi ce li hanno, adesso non voglio togliere niente a nessuno, però a quanto pare il voto è stato abbastanza palese. Quindi, se si vuole dichiarare il vero e non il falso si dicono le cose come sono avvenute. Se le cose sono avvenute in questo modo bene. La votazione non è il caso di rifarla, a parere mio, anche perché sappiamo benissimo che quando una votazione è fatta è fatta. Se qualcuno si è sbagliato… Altrimenti ci rimaniamo e rimaniamo comunque sempre ostaggio di chi vuole continuare a rifare le votazioni. Se tutte le volte chiediamo di rifare le votazioni, qua non votiamo più niente.

Io chiedo, quindi, una presa di coscienza. Signori, se la votazione è stata fatta avete sbagliato, la prossima volta vi sveglierete.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

La parola al consigliere Bessi.

Io vi lascio parlare, tanto sapete che poi decido io, quindi meno parlate, prima ascoltate la mia decisione.

Prego, consigliere Bessi. Non le hanno dato la parola. Consigliere Bessi, prego.

 

BESSI: Nella relazione generale degli emendamenti io ho detto che in alcuni casi ci sarebbero stati degli emendamenti accolti e in alcuni casi degli emendamenti rifiutati. In alcuni casi si sarebbe richiesto tempo e quindi di ritirare gli emendamenti. A questo tipo di ordine devo seguire la scaletta degli emendamenti, devo leggere, al di là del numero, anche il testo dell’emendamento e questo porta chiaramente a una sovrapposizione di due votazioni e io, ribadisco, in quel momento ho capito un altro numero. Per questo ho dato il mio voto favorevole, che in realtà era contrario. Quando me ne sono reso conto ho chiesto di rettificare il mio voto.

Ma non è che è una critica alla Presidenza o alla opposizione, è solo per chiarezza per andare all’esame dei vari emendamenti, perché ad alcuni colleghi ho chiesto che interverrò chiedendogli di poter ritirare per un maggiore approfondimento da parte della maggioranza e i colleghi sono d’accordo con me di accettare questo tipo di… o, almeno, così mi è stato detto in sede di confronto, di accettare il ritiro.

Quindi, mi trovo in difficoltà, ammetto il mio limite, a seguire questo tipo di numerazione e mi scuso con i colleghi se ho fatto confusione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bessi.

La parola al consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Questo utile esercizio retorico che stiamo svolgendo per cercare di esporre che cos’è un errore ostativo che più volte viene considerato e preso in considerazione da parte di questa Assemblea allorquando si sbaglia il voto elettronico e si chiede di rettificarlo, dovrebbe avere lo stesso principio di applicazione nel caso in cui un consigliere abbia involontariamente espresso un voto a favore di un tema e poi voglia ritrattarlo. Ragione per la quale avevo fatto quella domanda rivolta agli scrutatori nell’ipotesi in cui avessero registrato il mio voto contrario e avessero la prova che io avessi votato a favore, quindi, nel qual caso avendo ricordato esattamente come ho votato, ho tenuto a precisare che il mio voto è contrario.

Chiedo, quindi, al gruppo del Partito Democratico e della maggioranza di esprimersi singolarmente sulla propria volontà di voto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

La parola al consigliere Paruolo.

 

PARUOLO: Voglio anch’io precisare ai fini del verbale che il mio voto era contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

La parola al consigliere Bessi.

C’è il microfono che non le funziona. Date la parola, per favore, al consigliere Bessi.

 

BESSI: Il mio voto è contrario. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bessi.

La parola alla consigliera Francesca Marchetti.

 

MARCHETTI Francesca: Anch’io volevo notificare il mio voto contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

La parola alla consigliera Serri.

 

SERRI: Volevo notificare il mio voto contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Serri.

La parola alla consigliera Rontini.

 

RONTINI: Grazie, presidente, anch’io per segnalare che ho votato contrario all’emendamento del consigliere Marchetti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Rontini.

La parola al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Anch’io volevo notificare… Ho visto la VAR e sostanzialmente…

 

(interruzioni)

 

VOCE: È una pagliacciata!

 

POMPIGNOLI: …gli scrutatori guardavano le votazioni e sostanzialmente la votazione era stata favorevole. Adesso stiamo rettificando un voto su un qualcosa di cui non è oggetto di votazione. Cioè che cosa stiamo votando adesso, presidente?

 

(interruzioni)

 

Giusto perché l’emendamento è già passato, votiamo un altro emendamento? Cioè stanno rettificando un voto, stanno votando qualcos’altro, cioè non capisco perché intervengano per rettificare un qualcosa che è già stato fatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

La parola alla consigliera Tarasconi.

 

TARASCONI: Grazie, presidente. In realtà non rettifico niente, nel senso che il mio voto era contrario, spero sia stato visto, quindi ricomunico che il mio voto era contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Tarasconi.

La parola al consigliere Poli.

 

POLI: Contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Poli.

La parola al consigliere Rancan.

 

(interruzioni)

 

RANCAN: È bellissimo!

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Siamo tornati ad “Amici miei”, è fantastico!

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Allora, scusatemi però, adesso io dico, per carità, facciamo quello che volete, rettificate quello che volete…

 

(interruzioni)

 

…ma teoricamente il compito in questo momento sarebbe quello di dire cosa si è votato, cioè, quindi, gli scrutatori, perché se servono gli scrutatori - se no li eliminiamo dal Regolamento - dovrebbero dire quello che è stato votato nell’emendamento durante la votazione. Se uno dice non so che cosa si sia votato oppure uno dice ho votato contro o ho votato a favore, cioè attenzione perché sta dichiarando il falso ed è sotto gli occhi di tutti. Siamo chiari?

Quindi, mi dispiace che il collega Bessi abbia avuto un po’ di problemi, però vi dico anche che a noi della minoranza capita sempre, su tutte le votazioni, su qualsiasi atto, che ci prendiamo tanta roba così, che magari arriva all’ultimo e dobbiamo analizzarcela nel giro di tre minuti. Quindi questa è una cosa per tutti.

Io oggettivamente devo dire se, a prescindere da quali ruoli ha uno in quest’Aula di maggioranza o di opposizione, se uno ha votato qualcosa penso che sia onesto intellettualmente nei confronti suoi, dell’Aula e della Presidenza ammettere di avere votato in un certo modo.

Gli scrutatori, se hanno fatto il loro dovere, dovrebbero riconoscerlo, perché quello è il ruolo degli scrutatori, e attenzione a non dichiarare il falso, perché qua qualcuno ha dichiarato il falso.

Quindi, attenzione, signori, se poi tutte le volte dobbiamo rettificare i voti…

 

BESSI: Sono io che ho dichiarato il falso? Ho rettificato.

 

RANCAN: No, consigliere Bessi, è inutile che si arrabbi, avete sbagliato, avete votato a favore di un emendamento del gruppo della Lega, adesso siete a posto così. Basta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

La parola alla consigliera Rossi Nadia.

 

ROSSI: Grazie, presidente. Ad essere sincera io non ricordo di avere alzato la mano e comunque vorrei precisare che il mio voto è contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Nadia Rossi.

La parola alla consigliera Montalti.

 

MONTALTI: Anch’io preciso il voto contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Montalti.

La parola al consigliere Benati.

 

BENATI: Voto contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Benati.

La parola al consigliere Paruolo.

 

PARUOLO: Siccome mi sembrava che il consigliere Caliandro avesse già spiegato, siccome il consigliere Rancan invece è tornato ad intervenire, il consigliere Caliandro ha usato un linguaggio aulico, però o voi qui - ve lo spiego in termini più semplici - dite che tutte le volte che una persona, dopo che abbiamo votato con il voto elettronico, essendosi accorta che il suo voto è venuto rosso oppure verde, ed era difforme dalla volontà che voleva esprimere intervenendo dicendo preciso che io in realtà intendevo votare in questo modo, esprimendo quindi la sua volontà, quindi o questa cosa qui voi pensate che sia fuori da ogni tipo di regolamento per cui questa è una specie di sala scommesse in cui uno… c’è un croupier che fa girare la pallina e uno deve dire il numero e poi dopo non può rettificare, se invece è un’Aula, come io credo, in cui viene espressa la volontà politica non è che se qualche collega si è sbagliato il tema è dovete ormai vi siete sbagliati questa cosa passa, perché è fatta assolutamente facoltà ad ogni consigliere (non è il mio caso perché io non avevo votato a favore e sfido qualunque scrutatore di maggioranza o di minoranza di dirmi che io ho votato a favore di quell’emendamento) io preciso, e credo sia diritto di tutti i consiglieri precisare la propria volontà di voto. Quando verrà fatto il verbale se il numero di favorevoli che è stato conteggiato, fatte le opportune correzioni da parte di tutti quelli che hanno ritenuto, nel caso di dubbio, di voler precisare alla Presidenza, vedrete che alla fine il risultato è del tutto equivalente a rifare la votazione, cosa che è avvenuta in varie occasioni e che per serietà sarebbe opportuno aver consentito anche in questo caso senza fare questa manfrina come se quest’Aula fosse una specie di sala bingo nella quale i voti vengono espressi non per volontà esplicita e manifesta da parte delle persone, ma perché uno può essersi in una fila di venti votazioni eventualmente sbagliato e, ripeto, non è il caso mio personale, ma ritengo che questo far perdere tempo all’Aula francamente sia anche un qualcosa che è difficile da spiegare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

La parola alla consigliera Lori.

 

LORI: Io semplicemente vorrei confermare il mio voto contrario. Lo confermo, sì.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quindi rettifica il voto.

 

LORI: No, io non ho votato a favore.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei non ha votato a favore. Ok. Benissimo.

Grazie, consigliera Lori.

La parola alla consigliera Rontini.

 

RONTINI: No… nel senso che io ho già …

 

(il presidente parla a microfono spento)

 

RONTINI: No, non faccia il simpatico presidente e si limiti con serietà a presiedere quest’Aula.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Io non faccio il simpatico e non mi limito a farlo, io lo faccio seriamente.

 

RONTINI: Lei non può permettersi…

 

PRESIDENTE (Rontini): No, lei non può permettersi di prendere in giro questa Presidenza.

 

RONTINI: Assolutamente. Non le basterà alzare il volume del tono della sua voce per farmi cambiare idea.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ma guardi non le faccio cambiare idea e le dico una cosa, adesso dò la parola a tutti gli altri poi le rispondo anche in modo pacato, corretto e come si deve rispondere a persone che prendono in giro la Presidenza.

La parola al consigliere Campedelli.

 

CAMPEDELLI: Io in modo pacato premetto che sono arrivato lungo, quindi c’era una certa disattenzione anche da parte mia…

 

(il presidente Rainieri e la consigliera Rontini continuano a parlare fuori microfono)

 

per cui ratifico il mio voto contrario.

 

RONTINI: La richiamo a presiedere in una maniera doverosa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei mi richiama a presiedere in una maniera doverosa? Lei si attenga ai regolamenti, lei ha cancellato la sua parola sedendosi.

 

RONTINI: Lei mi ha interrotta.

 

PRESIDENTE (Ranieri): Io l’ho interrotta? Lei ha schiacciato il bottone per togliere..., comunque adesso la interrompo io, parli quando tocca a lei, richieda la parola e dica quello che vuole.

Consigliere Rancan prego.

 

(interruzioni)

 

Consigliere Campedelli, se vuole ripetere, perché non ho sentito.

 

CAMPEDELLI: Forse preso anche da disattenzione credo di essere arrivato lungo quando si era… nella corsa alla votazione, il mio voto sarebbe stato contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Campedelli.

La parola al consigliere Taruffi.

Consigliere Taruffi, le chiedo scusa, qui stanno continuando a esprimersi.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Un attimo. Un secondo. Calmiamoci! Ok.

Io vorrei chiedere, invece, a norma di Regolamento: a) se è regolamentata la rettifica del voto per alzata di mano, perché altrimenti se questa nel caso in cui se non fosse regolamentata alla fine il voto per alzata di mano è quello che conta. Grazie.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

La parola al consigliere Taruffi.

 

(interruzioni)

 

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. No, io volevo, richiamando un pochino tutti quanti noi al ruolo che abbiamo e al luogo in cui siamo, io mi sento persino imbarazzato a doverlo fare io questo richiamo un po’ non dico all’ordine, ma, insomma, un pochino alla correttezza, chiederei al presidente, e questo mi mette ancora in maggiore… di risolvere questa situazione, assumendo una decisione, togliendoci dall’impiccio di questa imbarazzante querelle e quindi le chiedo di decidere e farci procedere in un modo o nell’altro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Molinari.

 

MOLINARI: L’intenzione di voto era negativa, lascio alla valutazione del presidente per quanto riguarda la scelta finale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

La parola al consigliere Zoffoli.

 

ZOFFOLI: Anch’io, come il consigliere Molinari, la mia intenzione era negativa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Zoffoli.

La parola alla consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Io ero là in piedi, bevevo, ho guardato la consigliera Lori che ha votato contro, quindi confermo che ho votato contro se per caso gli scrutatori non avessero visto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quindi lei conferma che la consigliera Lori ha votato contro e lei ha votato contro.

 

ZAPPATERRA: Sì, confermo che io e la consigliera Lori abbiamo votato contro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Qualcun altro deve rettificare il voto per alzata di mano?

La parola al consigliere Bagnari.

 

BAGNARI: Rettifico il voto negativo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bagnari.

La parola al consigliere Sabattini.

 

SABATTINI: Ammesso che il mio fosse stato registrato come un voto affermativo, perché poi non lo so, la mia volontà è sicuramente quella negativa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sabattini.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Io sono uno degli ultimi arrivati, però consentitemi di essere molto indignato da questa situazione che probabilmente declinarla come imbarazzante è davvero molto poco. Quindi adesso me ne vado perché non voglio assistere ulteriormente a questa vetrina della quale, secondo me, dobbiamo provare vergogna.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se vuole ripetermela perché non ho sentito.

 

(interruzioni)

 

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Il sorriso lascia posto all’indignazione però siccome sono arrivato in ritardo, sono arrivato in ritardo perché mi sono fatto un caffettino, alla votazione del mio emendamento e non ho visto bene come hanno votato o non hanno votato, chiedo di ripetere anche la mia. Ma stiamo scherzando? Ma stiamo scherzando? Lo sapete che è mezzora che stiamo parlando di queste cose qua?

Io non nego che qualche volta mi sono anche sbagliato nel votare, inizialmente probabilmente anche con tutto questo malloppo che arriva all’ultimo minuto può capitare, ma non credo che sia la fine del mondo. Tutto lì. Tutto lì.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Galli.

 

GALLI: Ma, presidente, se alla fine il risultato fosse il rovescio di quello della votazione qualche domanda dovremmo farcela: qual è la votazione che vale? Perché non è la rettifica di un voto, qui viene capovolto il risultato di una votazione. Non è la stessa cosa. Cioè la correzione di un voto, di uno che si sbaglia si può anche capire, ma qua sono decine di correzioni, il voto è l’opposto. Non può essere così.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Galli.

Bene, allora, prima di sospendere un attimo perché Marchetti e il consigliere, scusami, il funzionario devono parlarsi un attimo e pare che potrebbe esserci un errore sulla localizzazione dell’emendamento, ma a prescindere da questo…

 

(interruzioni)

 

A prescindere da questo non permetto…

 

(interruzioni)

 

…a nessuno di prendere in giro questa Presidenza, perché voi, io vi vedo tutti, avete alzato la mano tutti per il sì, tranne, prima che il consigliere Taruffi mi interrompa, tranne il consigliere Taruffi che ha specificato di avere votato come gruppo no e lo ha ribadito. Dopodiché io sono passato a un altro emendamento e riguardando quello che è stato votato qualcuno di voi si è accorto di avere votato male. Però che qualcuno pensi di prendere in giro la Presidenza con un ordine di scuderia di cambiare tutti il voto questo non è un’offesa alla Presidenza, ma un’offesa a voi stessi e a coloro che non ci stanno guardando, perché non so quanti ci guarderanno, ma coloro che pensano che qua stiamo lavorando in modo serio.

Io adesso sospendo un attimo perché se è vero quello che sembra essere venuto fuori c’è stata un’inversione dei due emendamenti, quindi alla fine potrebbe anche darsi che si debba rifare la votazione, ma non perché voi… e io vi ho fatto fare tutta questa bella sceneggiata, avete fatto una figuraccia davanti alla gente, però la prossima volta accettate le decisioni dell’Aula che voi stessi avete fatto, perché voi avete alzato le mani, non il presidente. Il presidente ha preso atto e nessuno scrutatore ha detto il contrario, perché nemmeno erano attenti a quello che è successo, quindi io a questo punto sospendo un attimo l’Aula e chiedo a Daniele Marchetti di venire qui alla Presidenza insieme al consigliere…

 

(interruzioni)

 

…per vedere se effettivamente è stata fatta una valutazione sbagliata della posizione dell’emendamento e quindi dell’ordine del voto degli emendamenti. Però, ribadisco, non mi è piaciuto il vostro comportamento tanto più quello di qualche consigliere che ha voluto prevaricare la voce del presidente, il compito del presidente, togliendosi da solo il microfono e sedendosi come se avesse finito di parlare, perché io ancora cieco e imbecille non lo sono e vedo, dopo di che ha pensato di fare anche lo show. Lo show se volete io sono bravissimo a farlo…

 

(interruzione della consigliera Rontini)

 

…e lei può scrivere all’Ufficio di Presidenza e fare tutto quello che vuole, ci sono le registrazioni di quello che è successo, io non ho tolto la parola a nessuno, tanto…

 

(interruzione della consigliera Rontini)

 

Sto parlando io, sto parlando io. Io non ho tolto la parola a nessuno, lei ha schiacciato il bottone e si è seduta al suo posto togliendosi da sola la parola, perché io non ho il potere di toglierle la parola. Se lei sapesse come funziona l’Aula, saprebbe anche che io non posso toglierle la parola schiacciando il bottone. Quindi a questo punto passo la parola al consigliere Molinari che ha richiesto di parlare. Prego…

Ricordo che l’Aula è sospesa però se volete parlare, se no aspettate che riprendiamo l’Aula.

 

MOLINARI: Riprendiamo. Aspetto, se l’Aula è sospesa parlo dopo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Io non penso che riusciremo a riprendere l’Aula, ma chiuderò perché sono le 5 come da accordi fatti nella Capigruppo chiuderemo e riprenderemo domani mattina a questo punto.

 

(interruzioni)

 

No, no, non ho ancora chiuso, infatti.

 

(La seduta, sospesa alle ore 16,58, è ripresa alle ore 17,04)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Bene. Come da accordi nella Capigruppo tolgo la seduta che riprenderà domani mattina alle ore 9,30.

Buonasera.

 

La seduta ha termine alle ore 17,05

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori: Simona CASELLI, Palma COSTI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, secondo comma del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI. Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, gli assessori Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA, Alessandro CARDINALI e Raffaella SENSOLI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 6781 “Delibera: «Documento di economia e finanza regionale DEFR 2019 con riferimento alla programmazione 2019-2021.» (Proposta della Giunta regionale in data 25 giugno 2018, n. 990)” (177)

 

Gli emendamenti all’oggetto 6781 sono riportati in allegato al resoconto 203 – seduta antimeridiana del 26 settembre 2018

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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