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212.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 7 NOVEMBRE 2018

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 7149

Interpellanza circa il rispetto delle disposizioni, nell’ambito delle norme volte a contrastare il gioco d’azzardo patologico, che disciplinano il rinnovo dei contratti tra esercenti e concessionari. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 7262

Delibera: «Piano regionale pluriennale per l’adolescenza 2018/2020.» (Proposta della Giunta regionale in data 1 ottobre 2018, n. 1627) (180)

(Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 7262/1/2/3/4/6/8 oggetti 7453 - 7454 - 7455 - 7456 - 7458 - 7460 - Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 7262/5 oggetto 7457 - Ritiro)

(Ordine del giorno 7262/7 oggetto 7459 - Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

PRODI (Gruppo Misto)

GIBERTONI (M5S)

RAVAIOLI (PD)

MARCHETTI Francesca (PD)

SENSOLI (M5S)

BOSCHINI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

BERTANI (M5S)

TARASCONI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

GUALMINI, vicepresidente della Giunta

DELMONTE (LN)

TARUFFI (SI)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 6659

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l’ipotesi di siglare protocolli simili a quanto fatto in Lombardia, sulla falsa riga di quanto già fatto per le Forze dell’Ordine, ampliando quindi la gratuità del trasporto ferroviario anche alle Forze Armate, valutando inoltre la possibilità di implementare l’operazione “Strade sicure”, ancora attiva in diverse città, anche sul comparto ferroviario. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Liverani, Pompignoli, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Tagliaferri, Facci

(Discussione e approvazione II parte)

 

OGGETTO 7215

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la possibilità di implementare l’operazione “Strade Sicure” anche sul comparto ferroviario, ad agire nelle sedi più opportune perché le istituzioni competenti prevedano l’equiparazione delle Forze Armate alle Forze dell’Ordine nell’accesso gratuito al trasporto pubblico, nonché ad assicurarsi che lo Stato si faccia carico delle necessarie coperture. A firma dei Consiglieri: Serri, Caliandro, Mori, Benati, Marchetti Francesca, Sabattini, Zappaterra, Campedelli, Bagnari, Mumolo, Molinari, Paruolo, Zoffoli, Lori, Rossi, Rontini

(Discussione e approvazione I - II - III parte)

PRESIDENTE (Rainieri)

PETTAZZONI (LN)

SERRI (PD)

PRODI (Gruppo Misto)

FACCI (Gruppo Misto)

SASSI (Gruppo Misto)

TAGLIAFERRI (FdI)

MOLINARI (PD)

TARUFFI (SI)

PETTAZZONI (LN)

SASSI (Gruppo Misto)

TAGLIAFERRI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetti 7262 - 7456 - 7458

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,36

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la duecentododicesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, secondo comma del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano Bonaccini. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Alleva e Soncini e gli assessori Corsini, Donini e Gazzolo.

 

Svolgimento di interpellanza

 

OGGETTO 7149

Interpellanza circa il rispetto delle disposizioni, nell’ambito delle norme volte a contrastare il gioco d’azzardo patologico, che disciplinano il rinnovo dei contratti tra esercenti e concessionari. A firma del consigliere Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Riprendiamo i lavori della seduta di oggi con la prosecuzione delle interpellanze. Rispetto agli accordi nella mattinata si procede con l’oggetto 7149, interpellanza circa il rispetto delle disposizioni, nell’ambito delle norme volte a contrastare il gioco d’azzardo patologico, che disciplinano il rinnovo dei contratti tra esercenti e concessionari, a firma del consigliere Bertani. Risponde il sottosegretario Manghi.

La parola al consigliere Bertani per l’illustrazione.

 

BERTANI: Grazie, presidente. La domanda è semplice, la nostra Regione virtuosamente ha deciso di tutelare la salute dei nostri cittadini riguardo al pericolo del gioco d’azzardo che può indurre, se troppo offerto, ad alcune patologie, tra le quali l’azzardopatia. La nostra legge si divide in più parti e prevede, in particolare per difenderci dalle slot-machine installate nei bar, che ad un certo punto dai luoghi sensibili bisognerà non installare più nuove slot-machine ed è equiparato ad una nuova installazione, comma 2-ter dell’articolo 6, il rinnovo del contratto stipulato tra esercente e concessionario per l’utilizzo di apparecchi. Questa norma è identica alla norma della Regione Lombardia, articolo 5, comma 1-ter: «Sono equiparate a nuove installazioni il rinnovo del contratto stipulato tra esercente e concessionario per l’utilizzo degli apparecchi». Questa norma intende allontanare dai luoghi sensibili, quindi a tutela della salute delle nostre famiglie, dei giovani, di chi è malato di azzardopatia un’offerta troppo esuberante. La Lombardia nella sua pagina Web in cui spiega il funzionamento della legge chiaramente dice «il rinnovo del contratto stipulato tra esercente e concessionario per l’utilizzo degli apparecchi è inteso come non il concessionario di rete ma come il noleggiatore, cioè l’operatore che fornisce e possiede negli esercizi pubblici gli apparecchi». La nostra Regione su questo non ha fatto chiarezza, tanto che un’associazione di categoria dice “non vi preoccupate, in regione Emilia-Romagna per concessionario si intende il concessionario di rete”, quindi fino al 2022 la legge non avrà applicazione. Io chiedo cosa dice la Regione Emilia-Romagna, non gli esercenti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola al sottosegretario Manghi per la risposta.

 

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. In risposta e a chiarimento ai punti 1 e 2 nell’interpellanza, si precisa che l’articolo 6 «Apertura ed esercizio dell’attività della legge regionale n. 5/2013, come modificata dalla legge n. 8/2018», prevede al comma 2-bis: «sono vietati l’esercizio delle sale da gioco e delle sale scommesse di cui agli articoli 1, comma 2, e 6, comma 3-ter, della presente legge i punti di raccolta delle scommesse di cui all’articolo 38, commi 2 e 4, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, nonché la nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito di cui all’articolo 110, comma 6, del regio decreto n. 773/31 in locali che si trovino ad una distanza inferiore a cinquecento metri, calcolati secondo il percorso pedonale più breve dai seguenti luoghi sensibili: gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, i luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori».

Al comma 2-ter: «sono equiparati alla nuova installazione: a) il rinnovo del contratto stipulato tra esercente e concessionario per l’utilizzo degli apparecchi; b) la stipulazione di un nuovo contratto anche con un differente concessionario nel caso di rescissione risoluzione del contratto in essere; c) installazione dell’apparecchio altro locale in caso di trasferimento della sede dell’attività». In particolare, si evidenzia che la formulazione del comma 2-ter sopra riportato fa espresso riferimento al contratto stipulato tra esercente e concessionario. Inoltre è opportuno segnalare che nella circolare dell’Agenzia delle entrate n. 21 e) del 13 maggio 2005 i termini utilizzati nella legge regionale trovano una precisa corrispondenza, in particolare si evidenzia quanto riportato al punto 6 sintesi rapporto AAMS (Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato) concessionario, dalla ricostruzione normativa sopra esposta risulta quanto segue: il gioco lecito relativo agli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, del TULPS viene esercitato esclusivamente tramite la rete telematica di proprietà di AAMS, con le convenzioni di concessione sono state affidate le attività le funzioni relative alla rete telematica a soggetti individuati con procedura di evidenza pubblica che, tramite la rete telematica, esercitano il gioco lecito.

Dal 26 luglio 2004, data ultima di stipula delle convenzioni di concessione, il nullaosta per l’installazione e l’esercizio degli apparecchi in argomento devono essere rilasciati esclusivamente ai concessionari. Per gli apparecchi installati prima dell’anzidetta data i concessionari chiedono il nullaosta sostitutivo di quello rilasciato in precedenza, pertanto il concessionario è l’esclusivo titolare del nullaosta per la messa in esercizio degli apparecchi e del rapporto di concessione con AAMS e ad esso è affidata la gestione del gioco. Gli altri soggetti economici possono collaborare con il concessionario in quanto possessore degli apparecchi titolare degli esercizi presso cui gli apparecchi vengono installati, ma non assumono alcun ruolo indipendente nella gestione e nell’esercizio del gioco lecito. I concessionari sono altresì soggetti passivi del prelievo erariale unico, tenuti a versare il prelievo sulle giocate. Al punto 7.1, quadro normativo introdotto dall’articolo 1, comma 497, della legge n. 311/2004 (legge finanziaria 2005) «Rapporti tra concessionari e terzi incaricati della raccolta delle giocate» si chiarisce altresì quanto segue: per quanto riguarda l’individuazione dei terzi incaricati della raccolta, AAMS ritiene che dall’esame della normativa e della concreta situazione del comparto è possibile individuare due figure di soggetti operatori del concessionario che effettuano per i concessionari stessi la raccolta delle giocate, l’esercente e il possessore degli apparecchi. In particolare l’esercente è tenuto ad applicare immediatamente, su richiesta del concessionario, le procedure di blocco degli apparecchi per la parte di sua competenza; comunicare immediatamente al concessionario qualsiasi danno o anomalia rilevata sui punti di accesso sugli apparecchi da gioco ad essi collegati che ne impediscano il regolare funzionamento od il collegamento alla rete telematica; porre in essere attività di informazione agli utenti relativamente sia alle regole di funzionamento di gioco degli apparecchi da intrattenimento sia alle prescrizioni e disposizioni vigenti per la tutela del gioco lecito e per la promozione del gioco responsabile, anche in attuazione di specifiche campagne di comunicazione di AAMS.

L’esercente, oltre a dover possedere specifica autocitazione di pubblica sicurezza, presupposto necessario per procedere all’installazione degli apparecchi, è dunque tenuto a svolgere alcune importanti funzioni relative alla raccolta delle giocate. Il possessore degli apparecchi individuato nella prassi con il termine gestore quale operatore del concessionario si occupa della gestione dell’apparecchio, nel senso che cura la collocazione negli esercizi nei quali si ritiene possa essere realizzata una soddisfacente raccolta delle giocate. Il trasferimento presso altri esercizi, quando non è più remunerativa la sua raccolta nell’esercizio di originaria installazione, il mantenimento in efficienza dell’apparecchio stesso onde possa provvedere ad una vantaggiosa raccolta delle giocate e, in generale, tutte le attività che sono necessarie per consentire all’apparecchio di raccogliere le giocate presso il pubblico. Nella prassi operativa il corrispettivo per l’attività del gestore è in genere quantificato in una misura percentuale delle somme giocate tramite l’apparecchio e dunque si tratta di un compenso riconosciuto dal concessionario per l’attività di raccolta delle giocate.

Sulla base di quanto riferito da AAMS risulta che il concessionario ponga in essere distinti rapporti contrattuali con l’esercente e il possessore degli apparecchi (cosiddetto “gestore”) in base ai quali ciascuno dei due operatori, a fronte dei servizi prestati inquadrati nell’ambito della raccolta delle giocate, riceve dal concessionario un corrispettivo. Risulta pertanto evidente che il riferimento al concessionario di cui al comma 2-ter della legge regionale non possa che fare riferimento al concessionario di rete. In alcuni confronti istruttori, infatti, questa risultò l’interpretazione che avrebbe reso certa l’applicazione della norma. I contratti con i noleggiatori infatti sono di tipo esclusivamente commerciale e suscettibili di scadenze altamente personalizzate legate a criteri di andamento delle macchine installate e di traffico clienti nei locali. Detto aspetto è stato peraltro a suo tempo già chiarito dalla Regione Emilia-Romagna nelle risposte alle FAQ sul tema in oggetto pubblicate sul sito regionale, nelle quali sul punto in esame si precisa quanto segue. Nella delibera regionale n. 831/2017 viene più volte citato il divieto di rinnovo del contratto tra esercente e concessionario per gli apparecchi, articolo 110, comma 6, del TULPS, collocati in locali siti a meno di cinquecento metri dai luoghi sensibili. Qual è esattamente il contratto di cui si parla? La norma regionale considera il contratto con il concessionario di rete e non con il noleggiatore dell’apparecchio. Questi contratti con i concessionari sono in scadenza nel 2022. L’impatto del divieto agisce così da subito sulla nuova installazione di apparecchi slot AWP proibite dal 12/11/2016 nei locali collocati a meno di cinquecento metri dai luoghi sensibili e sui cambi di concessionario. Le polizie municipali stanno infatti verificando che in alcuni locali con apparecchi in funzione prima del divieto sono stati accesi altri collegamenti con il concessionario di rete per ulteriori apparecchi che andranno quindi immediatamente scollegati.

In merito al punto 3 dell’interpellanza si informa che la Regione Emilia-Romagna, proprio per supportare i Comuni nella corretta e piena applicazione della normativa regionale in materia di ludopatia ha attivato, mediante il gruppo interdirezionale appositamente istituito, coordinato dal Servizio assistenza territoriale, una consistente attività di informazione ai soggetti interessati sia attraverso risposte chiaramente dirette ai Comuni e/o ad altri soggetti interessati che hanno presentato quesiti specifici e con la pubblicazione del FAQ sul sito regionale, sia con più specifica attività formativo-seminariale rivolta ai Comuni, in particolare ai SUAP e ai comandi di Polizia municipale. Il 3 novembre 2017 si è svolto un primo seminario, il 10 settembre 2018 si è svolto un secondo seminario che ha visto la partecipazione dei funzionari dei SUAP e dei comandi di Polizia municipale dei Comuni della regione, in cui è stato dato ampio spazio ai chiarimenti relativi all’applicazione della normativa regionale in sede di controllo per assicurare una omogenea ed efficace applicazione di divieti introdotti dalla nuova norma regionale.

In considerazione dell’interesse manifestato dai partecipanti dell’utilità dell’iniziativa si intende a riguardo riproporre nel prosieguo ulteriori momenti formativi e informativi. La Giunta continuerà comunque, come ha fatto in questi anni, a monitorare l’evolversi di questi fenomeni e a dare attenzione al sostegno alle attività delle polizie locali anche su queste tematiche.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Manghi.

La parola al consigliere Bertani per la replica.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Non mi ritengo soddisfatto, ma mi ritengo esterrefatto dalla risposta che mi è stata data oggi, perché qualcuno il lavoro sporco doveva farlo e oggi la faccia ce l’ha dovuta mettere il sottosegretario, io mi aspettavo che la risposta arrivasse dall’assessore Venturi che è l’assessore di riferimento per quanto riguarda la tutela della salute, invece la risposta me l’avrebbe dovuta dare l’assessore Corsini che riguarda il commercio, ma la faccia e il lavoro sporco l’ha dovuto fare il sottosegretario, perché oggi il sottosegretario ci ha detto che le lobby dell’azzardo e dei commercianti dell’azzardo in regione Emilia-Romagna hanno vinto e hanno stravolto la legge regionale. Voi di fatto oggi ci dite che avete introdotto una proroga alla legge regionale, perché dalla stessa circolare dell’AAMS che lei cita la Regione Lombardia dice che valgono i contratti dei gestori degli apparecchi, che vuol dire “avete tempo al massimo due anni per dismettere le macchinette entro cinquecento metri dai luoghi sensibili”, voi oggi invece confermate che questa cosa succederà nel 2022. Pertanto dovete spiegare a questa Assemblea, che ha votato all’unanimità quel pezzo di quella legge dentro alla proposta di legge della legalità e che modificava una legge di ambito sanitario per la tutela dei cittadini, perché avete ceduto alle lobby dell’azzardo, perché vuol dire che quella legge ha effetto dal 2022, quindi la tutela delle nostre famiglie, di chi è malato di azzardopatia e l’obiettivo della legge era quello di allontanare dai luoghi più frequentati da persone sensibili un’offerta spropositata di azzardo, quello è l’obiettivo della legge e quella è la tutela della salute dei cittadini che va certamente contemperata con l’interesse di chi ha un’impresa, ma prima (articolo 41 della nostra Costituzione) l’impresa è libera, ma è limitata l’utilità sociale e all’impatto che ha. L’impatto dell’azzardo abbiamo capito e sappiamo tutti che è importante, visto il numero di malati di azzardopatia e, se adesso voi introducete una deroga al 2022, dite che abbiamo scritto un bel titolo, come al solito la Regione Emilia-Romagna è brava e combatte l’azzardo, ma nel 2022. Questo valga anche per le richieste di proroga che stanno arrivando, perché questa è la parte uno della nostra legge che interviene sui bar, i tabacchi che hanno le AWP, poi c’è la seconda parte che è quella delle sale slot e delle sale scommesse, dove – sappiamo – qualcuno sta già ragionando di concedere anche lì una deroga e una proroga. Il Movimento 5 Stelle su questo, ve lo dico già chiaro e tondo, non ci sta. Prima viene la tutela della salute, tanto che quella legge è in capo all’Assessorato della salute. Voi invece mi rispondete con l’Assessorato del commercio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

 

OGGETTO 7262

Delibera: «Piano regionale pluriennale per l’adolescenza 2018/2020.» (Proposta della Giunta regionale in data 1 ottobre 2018, n. 1627) (180)

(Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 7262/1/2/3/4/6/8 oggetti 7453 - 7454 - 7455 - 7456 - 7458 - 7460 - Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 7262/5 oggetto 7457 - Ritiro)

(Ordine del giorno 7262/7 oggetto 7459 - Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Con questo abbiamo terminato lo svolgimento delle interpellanze, così come da accordi avvenuti nella mattinata, ora procediamo con l’oggetto 7262, proposta recante: «Piano regionale pluriennale per l’adolescenza 2018/2020». Prima di aprire la discussione generale sul documento, in quanto ieri erano già state svolte le relazioni da parte dei relatori, ricordo che sono state presentate quattordici proposte di emendamento, sette ordini del giorno e sull’ordine del giorno 7262/4, a firma dei consiglieri Bertani e Sensoli, insiste una proposta di emendamento.

Apro la discussione generale.

La parola alla consigliera Prodi.

 

PRODI: Grazie, presidente. Volevo parlare del piano adolescenza anche in riferimento all’intervento della collega Sensoli di ieri, perché è vero che io stessa in commissione ho criticato la forma teorica di questo piano, soprattutto nelle prime pagine, però è anche vero che non ci si può soffermare solo a questo e fare solo di questo argomento l’oggetto del proprio intervento, perché bisogna avere anche un buonsenso di analizzare le azioni che vengono compiute in una prospettiva anche fortemente pragmatica e quindi, avendo poi ricevuto dall’assessora in commissione alcune risposte rispetto ai dati, basta incrociarli con la clausola valutativa della legge n. 14/2008 per avere comunque il panorama di cosa vuol dire l’adolescenza in regione. Quindi diciamo che è un esercizio quello di una critica solo alla forma abbastanza sterile, quando poi dobbiamo andare ad analizzare quali sono veramente le politiche verso gli adolescenti che sono anche abbastanza urgenti e quindi il richiamo a tornare in commissione sono quelle forme di burocratismo che male si addicono anche a chi vuole fare politica in modo più spedito oggi.

Ciò detto, leggendo i dati sulla clausola valutativa, vediamo che gli adolescenti in regione sono 275.723 fra gli undici e i diciassette anni, fra i diciotto e i trentaquattro 728.061; qua iniziamo ad avere dei dati invece su quello che è il disagio, perché il piano si incentra anche giustamente sugli aspetti di disagio giovanile: per quanto riguarda la fotografia delle dipendenze sotto i venticinque anni abbiamo nel 2016 3.391 soggetti dipendenti da droghe o farmaci, quindi un numero molto considerevole nella nostra regione, di cui 375 sotto i diciassette anni. Abbiamo però anche il lato positivo, questo è un progetto che si prefigge anche di, in collaborazione con le scuole, dare anche delle basi all’educazione anche affettiva e sessuale, abbiamo un progetto come “Viva l’amore” che sappiamo essere uno dei punti di forza dei contenuti che esprime questa Regione, che però al 2015/16 ha interessato solo quarantuno istituti, solo 138 classi, solo 3.300 studenti, ma a questo dobbiamo dare più vigore. È anche una Regione che però si prende in carico gli adolescenti: ricordiamo che dal 2008 alle ragazze di dodici anni viene offerto in modo attivo e gratuito il vaccino contro l’HPV per la prevenzione del tumore all’utero e questo diritto viene esteso adesso sino ai diciotto anni ed è in via di estensione anche ai ragazzi. Una Regione che fattivamente ha dei progetti che tutelano giustamente l’adolescenza. Ricordo anche l’attività molto importante delle Unità di strada che con i loro interventi, soprattutto grazie alle delibere di Giunta che sono state vagliate in questi ultimi anni, riescono ad essere dove i giovani sono, dove i giovani si divertono e anche a praticare delle attività, inclusa quella della riduzione del danno che si è dimostrata essere una valida porta verso l’accesso ai servizi. Quindi diciamo che tutto quello che riguarda l’offerta dei progetti, delle istituzioni nell’interfaccia con l’adolescenza va assolutamente tutelato e implementato. Quindi è un piano a cui vogliamo dare un voto positiva per la valenza pragmatica e anche per l’urgenza che riveste l’implementazione di queste azioni. In particolare in commissione avevo anche citato lo sportello d’ascolto, questo è fondamentale: estendere la facoltà di avere uno sportello d’ascolto in tutte le scuole e che non sia solo un privilegio di alcuni grazie ad accordi privilegiati e che non sia soprattutto dovuto ai fondi che i genitori spontaneamente dovrebbero dare alla scuola, che non sia una misura sporadica ma che venga messa come misura strutturale.

Per accelerare un po’ i tempi voglio introdurre l’ordine del giorno di cui sono prima firmataria, però ringrazio i molti colleghi della maggioranza che hanno voluto firmarlo con me, che riguarda una realtà che è di grande attualità ovvero il fenomeno hikikomori dei ragazzi che si autoesiliano, non riuscendo più a reggere il peso sociale che può derivare dalla frequentazione della scuola. Un tema assolutamente recente che è anche oggi alla ribalta, perché proprio in queste ore è stata pubblicata una molto dettagliata ricerca dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna. È la prima ricerca di questo tipo in senso assoluto. Quindi io tengo anche a sottolineare l’eccellenza della realtà regionale che per prima si è presa in carico un censimento serio di questo tema. La ricerca parte dalla constatazione che, se l’unità di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza avevano in cura con il codice F40.1 (la fobia sociale) cinquantuno persone nel 2010 e settantotto nel 2015, questo non sembrava rispondere a quello che veniva fuori dai ritorni, dai riscontri anche delle associazioni dei genitori di questi ragazzi, dopo di che è stata fatta una richiesta all’Ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna che nel 2016 ha censito 258 casi di ragazzi trattati privatamente, di cui 193 fra gli undici e i diciassette anni. Ecco quindi che si è imposta una ricerca a tutto campo in regione e sono stati interpellati 687 istituti, di questi hanno risposto 144 positivamente rispetto al riscontro di ragazzi con questi problemi e, su 144 istituti, contiamo 346 ragazzi con questo problema. Quindi, se abbiamo 375 curati in regione sulle tossicodipendenze, abbiamo 346 casi, su 144 istituti, di ragazzi con questo tipo di problemi. Segnalo: novantasette a Bologna, a Reggio Emilia cinquantaquattro e a Modena sessantotto. È un tema che bisogna imparare a conoscere prima di tutto e quindi la risoluzione vuole dare atto di quello che sta succedendo. Anche la Regione Piemonte in queste ore sta pubblicando una delibera con cui inizia a delineare un protocollo d’intesa e di collaborazione. Si vuole cogliere questo problema e si chiede alla Regione di iniziare ad intervenire con maggiore conoscenza e anche con collaborazione rispetto all’associazione che si sta muovendo e anche all’Ufficio scolastico regionale che ha fatto una parte egregia.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Prodi.

La parola alla consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Come ho anticipato durante la discussione in commissione, il piano è rimasto carente su molte tematiche, che a nostro avviso avrebbero dovuto trovare uno spazio. Mi riferisco in particolare a quei fattori più critici connessi alla prevenzione del disagio adolescenziale e alle situazioni di conflitto come ad esempio l’adozione e l’affidamento degli adolescenti, questo è un primo esempio che mi sento di fare. L’affido familiare è un intervento orientato nei confronti di ragazzi che vivono in nuclei familiari difficoltà o disagio, vengono affidati temporaneamente ad un’altra famiglia per poi tornare nella famiglia di origine al termine della situazione di crisi che ha originato la separazione. Si tratta quindi di un intervento finalizzato a salvaguardare il diritto di bambini e di adolescenti alla crescita in un contesto familiare adeguato. Nel piano però sembra non esserci nessuna riga riguardo ed eventuali azioni utili a gestire attività connesse a questo importante strumento di aiuto per l’infanzia, quindi caratterizzata dai problemi dell’affido familiare, non sono evidenti nel piano.

Il secondo punto che pongo all’attenzione è la mancanza di interventi nell’ambito della prevenzione del disagio e di situazioni di conflitto e aggressività, con l’obiettivo del recupero del reinserimento sociale di quei minori che siano stati coinvolti in comportamenti non consoni, devianti o provenienti addirittura dal circuito penale.

Poi evidenzio una frammentazione importante. Non c’è l’assessore Venturi, se no sarebbe stato anche interessante capire come mai questo piano non abbia dialogato a sufficienza, a mio avviso, con altri piani in un più virtuoso coordinamento, integrandosi ad esempio con il piano sociosanitario. Difficile farlo, visto che non coincidono gli archi temporali di riferimento, perché non riuscire a fare in modo di far convergere gli archi temporali, gli inizi e i termini dei piani, soprattutto su un tema così delicato che si presta così bene ad una discussione congiunta anche con i temi del piano sociosanitario, non lo capisco. La programmazione dovrebbe avere l’obiettivo di garantire una continuità degli interventi, evitando di separare drasticamente le politiche in particolare in questo ambito, quindi stiamo parlando di quelli per l’infanzia e l’adolescenza, rispetto ad esempio a quelle per i giovani. Manca un pieno coordinamento sugli interventi e le leggi di settore che hanno una ricaduta sull’infanzia. Questo avviene nonostante la legislazione regionale già preveda questo tipo di coordinamento.

Desta molto stupore il fatto che in tutto il piano non si faccia mai riferimento all’Osservatorio regionale per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani; sembra che questo strumento, previsto dalla legislazione regionale, non sia neanche mai stato istituito. È uno strumento che invece avrebbe dovuto e avrebbe potuto fornire un impianto certo e coordinato di conoscenze sulla reale condizione delle nuove generazioni nella nostra regione.

Ne approfitto anche per anticipare che ho presentato un ordine del giorno, con cui chiedo che si possa arrivare a dare piena applicazione all’articolo 28 della legge regionale del luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni), che riguarda bambini e adolescenti assistiti nei presidi ospedalieri nelle attività ambulatoriali e più in generale l’intero corpo di norme riguardanti l’adolescenza che mi pare oggi non siano pienamente applicate. Ricordo che, quando si parla di disuguaglianze sociali ed economiche, forse si tende a dimenticare che l’impatto più negativo sulla salute che possono avere, anzi in generale si tende a dimenticare che le disuguaglianze sociali e economiche hanno un impatto negativo già sulla salute grave, ma che il luogo di umanità dove questo è più evidente purtroppo è proprio quello dei giovani, quindi penso alle minoranze etniche, ai rifugiati, ai giovani detenuti, persone che si identificano come LGBT possono affrontare magari maggiori problemi di salute, problemi psicologici, problemi di disabilità o disturbi dello spettro autistico, a volte affrontano problemi dovuti a cause di stigma, di esclusione sociale, di discriminazione, di rifiuto da parte della loro cerchia sociale e della loro comunità. Quindi investire nella salute e nel benessere degli adolescenti, magari facendo convergere e dialogare i due piani come il sociosanitario e quello dell’adolescenza, dovrebbe essere una responsabilità prioritaria per i responsabili politici nazionali, internazionali e regionali. Questi investimenti non sono solo la cosa giusta da fare, ma producono anche enormi ritorni economici e sociali e sono fondamentali per raggiungere l’agenda di sviluppo sostenibile più ampia. I progetti di prevenzione e promozione della salute rivolti ai giovani continuano ad essere attuati quasi esclusivamente nella scuola, mentre gli ambiti extrascolastici sono spesso ancora esclusi dalla programmazione, limitando in tal modo la possibilità di raggiungere una quota importante della popolazione giovanile. Anche qui, e lo ribadisco con l’ordine del giorno, è assente un disegno unitario, coordinato e multisettoriale dei programmi di prevenzione, quindi con questo ordine del giorno chiedo l’applicazione dell’articolo in generale del corpo, quindi di norme riguardanti l’adolescenza che non sono pienamente applicate e poi a creare una rete di assistenza psicologica per gli adolescenti in tutte le ASL del territorio regionale, garantendo interventi omogenei con il compito di contribuire alla gestione della salute individuale e collettiva con specifico riguardo a quei fattori comportamentali, relazionali e sociali che rivestono un ruolo di rilievo tra i determinanti di salute della popolazione e nei processi di diagnosi e di cura.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola alla consigliera Ravaioli.

 

RAVAIOLI: Grazie, presidente. Un ringraziamento alla relatrice di maggioranza, soprattutto alla Giunta e alla vicepresidente Gualmini intanto per il metodo con cui si è portato avanti il percorso di questo piano rivolto agli adolescenti, metodo che è stato fortemente apprezzato dai territori che, con tutti i soggetti coinvolti a vario titolo, si sono visti partecipi direttamente nel processo di costruzione di questo piano che nasce proprio dall’ascolto dei bisogni espressi dalle nostre comunità e poi anche per la coerenza e la serietà con cui si è dato seguito agli annunci fatti all’inizio legislatura relativamente agli impegni per gli adolescenti.

Sappiamo che le politiche per gli adolescenti e per i giovani sono spesso un classico tema da campagna elettorale, un tema da convegno, ma raramente alle promesse e alla teoria seguono i fatti, questa volta io credo che i fatti ci siano, siano rilevanti sia per gli interventi messi in campo in un’ottica assolutamente integrale e trasversale tra gli Assessorati sia per le risorse che vengono concretamente stanziate: parliamo di 19 milioni, con un aumento di 8 milioni rispetto al biennio precedente che segnano un deciso cambio di passo relativamente ad un ambito che spesso viene erroneamente considerato, alla prova dei fatti, marginale dalle politiche e dalle amministrazioni. Di marginale invece non c’è niente, quando parliamo di adolescenza, perché sappiamo di fare riferimento ad un passaggio cruciale nella vita degli individui, una fase considerata ormai da tutti gli studi come un momento specifico e autonomo nello sviluppo psicosociale, oltre che fisico, dell’essere umano ovvero il momento in cui si passa dall’essere figli della propria famiglia all’essere figli del contesto sociale in cui si vive e si cresce.

Naturalmente non c’è da parte di questo piano la pretesa di dare una risposta esaustiva a tanta complessità ovviamente, ma certamente l’obiettivo di offrire qualche strumento ulteriore alle famiglie, agli educatori, agli operatori, alle ragazze e ai ragazzi per fare fronte a questa fase così delicata, su cui le trasformazioni del nostro tempo, a cominciare dall’avvento delle nuove tecnologie, tanto per citarne una, hanno avuto un effetto sicuramente dirompente.

All’interno di questo piano sono centrali gli interventi di prevenzione e per il disagio, quindi dall’abbandono scolastico alla dipendenza da sostanze e all’azzardopatia, dalla promozione di corretti stili di vita all’educazione all’affettività e alla sessualità, al contrasto di fenomeni come quelli del bullismo e cyberbullismo di cui si può arrivare a morire. Purtroppo ce lo hanno testimoniato alcuni episodi terribili di cronaca. Quindi interventi sulla prevenzione, interventi sul disagio senza che però la sfera del disagio vada ad esaurire le azioni previste, questo è molto importante, in un’ottica di equilibrio rispetto alla sfera cosiddetta dell’agio, che è la sfera mirata ad accompagnare i giovani nell’orientamento al mondo professionale, a sviluppare la propria creatività, a sostenere percorsi di cittadinanza attiva che educhino i ragazzi alla corresponsabilità, alla legalità e al rispetto di ogni tipo di differenza, anche favorendo i rapporti con le istituzioni attraverso relazioni tra le amministrazioni e i gruppi formali e informali di ragazzi. Io credo che, se politiche di questo tipo verranno applicate ad ogni livello, il nostro paese, che notoriamente è da sempre un paese per vecchi, potrà forse cambiare prospettiva, non attraverso intenti di tipo assistenzialistico, perché non è questo di cui i giovani hanno bisogno, ma attraverso azioni come quelle che oggi vengono messe in campo dall’Emilia-Romagna che sono mirate a sostenere e ad accompagnare il protagonismo delle nuove generazioni e a tutelarne in qualche modo i diritti e l’accesso al futuro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Ravaioli.

La parola alla consigliera Marchetti Francesca.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente. Anch’io volevo esprimere una riflessione su questo piano che, dal mio punto di vista, dal nostro punto di vista si tratta di un piano significativo oltre che per il metodo anche per l’approccio e per il messaggio di cambiamento culturale che segna una politica importante della nostra Regione. In primis ringrazio anch’io l’Assessorato e la relatrice di maggioranza anche per avere coordinato i lavori e i diversi emendamenti che sono stati presentati.

Dicevo, un piano significativo che promuove l’adolescenza riconoscendola. Io credo che la prima questione di questo piano, e mi dispiace aver sentito parole un po’ forti ieri dalla collega di minoranza Sensoli e sono basita dall’intervento della collega Gibertoni, visto che proprio negli ultimi giorni la parte politica che lei rappresenta sull’affido familiare addirittura non prende posizione sul DDL Pillon, ma ritornando al punto e quindi poi, se vuole parlare in sede regionale del tema dell’affido familiare, quello che secondo me è importante è che si riconosce l’adolescenza come risorsa, una risorsa da rilanciare mediante il tentativo, il filo rosso comune che lega credo lo spirito di questo piano da rilanciare mediante delle politiche integrate, rinforzando le competenze genitoriali. E lo ha fatto con un metodo che mette la centralità educativa al centro di una scelta e un modo di lavorare che contraddistingue questa Regione, cioè mettendo quello che viene definito il quadrilatero formativo (famiglia, scuole, istituzioni e terzo settore) insieme per progettare le politiche dell’adolescenza che riguardano la nostra regione. Quindi è vero, collega Sensoli, si può sempre maturare, si può sempre fare di più, infatti l’auspicio è che anche le risorse aumentino, ma credo che questo sia un piano dell’adolescenza che sia già con un ottimo punto di partenza, perché mette al centro anche quelle che sono le risorse dei ragazzi e delle ragazze valorizzandone il protagonismo. Pensiamo a tutte le azioni che vengono esplicitate riguardo alla creatività, alla promozione, al mainstream degli stessi adolescenti, che possono anche rafforzare quel senso di appartenenza e di cittadinanza che sono l’autentico protagonismo del futuro per quanto riguarda i ragazzi e le ragazze.

La questione degli sportelli di ascolto e il loro potenziamento all’interno della scuola credo che sia un elemento fondamentale, una richiesta che veniva anche dall’istituzione scolastica in quel metodo di condivisione e quindi anche di piano dell’adolescenza costruito dal basso che è avvenuto nei diversi incontri tenuti nei territori con i diversi stakeholder, che tutti hanno evidenziato una questione fondamentale: avere anche degli interventi educativi qualificati che possano coinvolgere in modo coerente e sinergico credo tutte le agenzie educative e formative. Su questo credo che non si possa non riconoscere il lavoro fatto e anche lo sforzo, perché credo che sia un nuovo modo anche di lavorare che ha riguardato sia gli Assessorati regionali, ma anche lanciano una sfida alle politiche territoriali e delle Amministrazioni comunali, quindi un progettare le politiche dell’infanzia e dell’adolescenza con azioni e interventi concreti, basati su elementi sinergici che hanno un grande obiettivo: considerare e governare insieme le trasformazioni che attraversano sia la nostra società che le nuove esigenze e i bisogni degli adolescenti di oggi, cercando di non lasciare in quel cambiamento dei vuoti, ma di riempirli di nuove visioni e di nuove azioni costruite insieme. Credo che questo sia il punto fondamentale. Negli emendamenti che ho proposto, alla luce anche di alcune ricerche che sono state evidenziate anche in questa regione di potenziare tutta la tematica che riguarda la prevenzione dell’uso di sostanze e ricordiamo che, quando si pensa alle sostanze o alle nuove sostanze, è bene considerare anche le nuove forme di dipendenza che stanno emergendo, così credo che sia importante tutta la valorizzazione e qui ci vedo una sinergia importante ed integrata con tutto il tema della valorizzazione dello sport, del benessere, così anche come l’accessibilità.

Io voglio però chiudere ricordando due dati che spero non verranno confermati: il piano nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza al momento non mi risulta sia stato finanziato, quindi credo che lo sforzo della nostra Regione proprio in quest’ottica sia ancora maggiore, ma ricordo che purtroppo da chi chiede di ritirare un piano che invece, anche in termini di risorse, è veramente un’urgenza sentita dai territori, al momento sono stati tagliati 100 milioni, di cui 29 milioni al MIUR, 8 milioni all’istruzione di primo ciclo, 3 milioni all’istruzione di secondo ciclo, così come 3 milioni per il reclutamento e l’aggiornamento del personale scolastico, altri tagli sul bonus cultura, per cui ringrazio la collega Tarasconi per l’ordine del giorno che ha presentato, così come, non ultimo, lo stop delle domeniche gratis al museo. Quindi la coerenza di chi in quest’Aula chiede posizioni e addirittura chiede di ritirare questo piano dell’adolescenza mi aspetterei che venisse integrato dalle stesse richieste sul piano nazionale che invece vede completamente diminuire le risorse in questi campi, che tutti ci riempiamo la bocca di considerare strategiche, perché sappiamo tutti che investire in questi campi moltiplica lo sviluppo e riduce sicuramente in futuro l’assistenza, ma poi vedo delle grandi contraddizioni in quello che si pratica tra livelli regionali e a livello nazionale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sensoli. Mi ricordano che, essendo relatrice di minoranza, dovrebbe parlare alla fine. Se deve andare via, le do la parola per anticipare la replica.

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. So che dovrei intervenire alla fine ma, come sapete, ho un bimbo piccolo a casa in allattamento, purtroppo è lo scotto da pagare in questi casi. Anzi, se magari, visto che si parla di maturità, i lavori dell’Aula iniziassero ad un orario un po’ più consono anziché con un’ora e mezzo di ritardo, dando poi la colpa ad una mozione di censura che è un atto legittimo da parte dell’Aula, forse a quest’ora avremmo già sbrigato anche altri atti che hanno diritto di essere discussi.

Comunque, venendo al piano, agli emendamenti e agli ordini del giorno presentati, molti sono condivisibili da parte nostra quindi, come vedete, nonostante abbiamo chiesto il ritiro, poi non ci tiriamo indietro nel lavorare sopra il testo e faccio un breve riassunto per ottimizzare i lavori. L’ordine del giorno 1 lo troviamo condivisibile e voteremo a favore; l’ordine del giorno 2 parla del bonus cultura e della proroga avvenuta a settembre, questo per dire che poi anche questo Governo investe sulla cultura, il rapporto sociale “Giovani generazioni”, che è poi il rapporto a cui fa riferimento il piano, inquadra gli adolescenti fra gli undici e i diciassette anni, quindi in realtà ci siamo stupiti nel trovare il riferimento al bonus cultura che parla dei diciottenni, quindi sulla carta sarebbe fuori target, però va bene il diciassettenne che l’anno prossimo diventerà diciottenne e quindi diciamo che abbiamo semplicemente trovato fuori luogo questa citazione e soprattutto il fatto che ci sembra singolare sollecitare il Governo a fare una cosa che in realtà ha già deciso di fare, perché la proroga è già avvenuta. Certo è che magari si poteva inserire un ulteriore impegno alla Giunta a far sì ad esempio che il Governo controlli che non si ripetano gli incresciosi episodi accaduti l’anno scorso, per quanto riguarda l’utilizzo del bonus cultura, usato per pagare feste di fine anno e uso e abuso di sostanze di alcol, eccetera. A tal proposito abbiamo anche presentato un subemendamento all’emendamento 10, chiedendo, ovviamente oltre alla tutela della salute dei ragazzi, anche una gestione per la riduzione del danno. Ad oggi si parla spesso di riduzione del danno e riteniamo che anche qui in Regione, come avevamo chiesto tempo fa con una risoluzione, sia ora di parlare di riduzione del danno.

Per l’ordine del giorno 3 valgono le stesse considerazioni: si parla degli accessi a medicina, si parla che i test sono da cambiare, la ministra Grillo ha già annunciato di voler apportare delle modifiche, quindi evinciamo che a questo punto non condividete più le politiche e le azioni del vostro precedente Governo, ma in realtà provate addirittura a sollecitare le azioni già annunciate dal nostro Governo. Ci fa molto piacere. Per concludere: il nostro voto, per quanto riguarda il piano, sarà di astensione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

La parola al consigliere Boschini.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente. Innanzitutto, anch’io mi unisco ai ringraziamenti, ma soprattutto alla forte condivisione per il modo con cui questo piano è stato costruito. È stato fatto un percorso da parte dell’assessore e vicepresidente Gualmini sul territorio e credo che questa sia la garanzia più importante di aver ascoltato e di avere quindi costruito un piano, di cui anch’io fatico a capire alcune critiche, perché è evidente che, se si è ascoltato come è realmente avvenuto, oggi è difficile capire perché dovremmo ritirare, fare un passo indietro o cose di questo genere. Anche la consigliera relatrice Tarasconi è stata secondo me inclusiva nella parte di avvicinamento ultimo a questa discussione d’Aula e quindi anche da parte mia i ringraziamenti per il suo lavoro.

L’adolescenza è una materia difficile da trattare, probabilmente non ci appassiona nemmeno molto. A me dispiace un po’, perché forse ci appassioniamo di più per i cinghiali, con tutto il rispetto, ma io penso che gli adolescenti siano un filino più importanti, nel senso che sono davvero il futuro della nostra società, sono davvero le persone che incarneranno anche la nostra eredità culturale, sociale e penso che sia un compito altissimo della politica dedicarsi al loro presente e al loro futuro. Non è facile fare politica per gli adolescenti. Sono un po’ di decenni in realtà che ci arrovelliamo e che troviamo strade diversificate attorno all’esigenza di dare loro comunque risposte e servizi. L’adolescenza in realtà è un’invenzione recente, nel senso che cento o centocinquant’anni fa, per come la conosciamo oggi, non esisteva: a diciotto anni spesso si era già padri di famiglia; si lavorava a dodici, quattordici anni nell’Ottocento, inizio Novecento; ancora forse i nostri genitori e i nostri nonni non hanno avuto un’adolescenza così come l’abbiamo avuta noi o l’hanno conosciuta i nostri figli. Forse anche per questo la nostra società sta cercando nel tempo le risposte giuste per far sì che questa risorsa, che sono i nostri ragazzi, fra l’altro in termini economici una risorsa scarsa e quindi ancora più preziosa, perché numericamente in forte calo, non abbia a soffrire e a perdersi nel tempo.

Veniva richiamato già da qualche intervento precedente che l’adolescenza è soprattutto affrontare, con cadenze diversificate, la soluzione di una serie di compiti di sviluppo e di autonomia con cui un bambino progressivamente entra nel mondo degli adulti e si trova a dover dare delle risposte rispetto al rapporto con se stesso, con gli altri, alla propria fisicità, all’altro genere, al rapporto con il lavoro, con lo studio, con la società. Io penso che sia un compito alto della politica intervenire ad aiutare i ragazzi, sia quando ce la fanno che quando non ce la fanno, a questo difficile compito che è il mettersi all’interno di un contesto sociale. Non possiamo pensare che sia soltanto un compito dei singoli o eventualmente delle loro famiglie o delle istituzioni educative, senza un più completo coinvolgimento di tutto il nostro tessuto politico e sociale. A maggior ragione adesso che il contesto è sempre più difficile, con l’arrivo del digitale, con la globalizzazione, con i processi migratori, il cambiamento delle culture, la forte frammentazione del nostro contesto sociale. Quindi è evidente che la costruzione di questa identità del sé nel contesto sta diventando sempre più difficile. Quindi non c’è bisogno di scomodare le patologie ed è giusto che il piano dell’adolescenza non si occupi soltanto delle situazioni borderline, è un compito difficile in sé nel suo cuore, al centro e quindi, proprio per questo, merita la nostra attenzione.

Io voglio nel mio intervento sottolineare in particolare uno degli emendamenti di cui sono primo firmatario e l’ordine del giorno 3, che ugualmente ho sottoscritto per primo, perché portano a conclusione il ragionamento che ho fatto. Se oggi l’adolescenza, per come si sta configurando negli ultimi decenni, è questo difficile compito di orientare il sé all’interno del contesto, penso che dobbiamo fare più sforzi perché le nostre politiche verso gli adolescenti siano politiche di orientamento. Non mi riferisco soltanto all’orientamento scolastico e universitario o all’orientamento al lavoro, che sono comunque fondamentali, parlo di orientamento più in generale. Penso che in questo momento sia fondamentale invertire la rotta. Purtroppo negli ultimi anni, per vari motivi anche di ordine finanziario, le politiche di orientamento sono state in buona parte depotenziate anche nella nostra regione, ma soprattutto è difficile farlo in maniera integrata: è difficile far sì che tutti i diversi soggetti e i luoghi che possono aiutare i ragazzi a costruire l’identità del sé nel contesto (questo è l’orientamento e la sua definizione) possono effettivamente trovare il modo di lavorare insieme.

Faccio un riferimento concreto: è scaduto o scade in questi giorni un bando finanziato con le risorse del Fondo sociale europeo per oltre 12 milioni, che ha al suo centro il tema dei piani di azione territoriale per l’orientamento, benissimo che vengano messe queste risorse, ma è fondamentale la capacità di integrare davvero sul territorio con quello che per esempio stiamo discutendo oggi nel piano dell’adolescenza e quindi davvero il mio invito è a tutti i soggetti e a tutti gli attori della politica perché mettano al centro il bisogno della persona e non le regole di funzionamento delle loro strutture. Dal punto di vista per esempio del forte investimento, secondo me molto positivo, che il piano dell’adolescenza fa sugli sportelli d’ascolto, gli sportelli d’ascolto nelle scuole possono essere, oltre che un importante strumento di risposta al disagio, alla difficoltà, alle problematiche individuali (per esempio al bullismo, eccetera), possono essere un importante strumento anche per le politiche di orientamento. Non devono essere tagliati fuori da questi piani di azione territoriali, dalle loro ingenti risorse. È importante quello che ci mette il piano d’azione, ma credo che siano un valore enorme, proprio perché l’orientamento non è soltanto informazione, non è soltanto dire che corsi o che scuole ci sono sul tuo territorio, che università o con che sbocchi, ma è fare questo lavoro su sé che richiede anche il lavoro proprio tipico degli sportelli di ascolto e delle professionalità psicologiche individuali che vi lavorano. Quindi il senso dell’emendamento è quello di sollecitare davvero l’investimento complessivo sull’orientamento che va benissimo e la maggiore integrazione delle nostre politiche.

L’ordine del giorno 3, che ho firmato insieme ad altri colleghi, tocca il tema dell’accesso all’università. Dicevo che gli adolescenti sono una risorsa scarsa, lo sono anche i giovani naturalmente di conseguenza, non possiamo più permetterci, come purtroppo avviene, che nella nostra società ci sia una dispersione scolastica e, ancor più, universitaria così elevata. Fortunatamente i numeri sono in calo nella nostra regione, vuol dire che stiamo facendo delle buone politiche, ma anche soltanto un 10 per cento di dispersione scolastica alle superiori o purtroppo un 50 per cento all’università sono numeri che a mio avviso la nostra società non si può permettere, anche perché è chiamata a competere sull’alta qualificazione con società come la Cina e l’India che sfornano centinaia di migliaia di ingegneri o di laureati ogni anno e noi non ci possiamo permettere di perdere la metà delle persone che si iscrivono all’università. Questo significa che il problema di come si seleziona l’ingresso è importante, però non deve essere semplificato eccessivamente. Anche qui deve essere al centro il ragazzo e non la struttura. Ecco allora perché chiediamo di rivedere le modalità di accesso alle facoltà universitarie.

Non stiamo negando niente, non stiamo dicendo che va tolto il numero chiuso, non stiamo dicendo nulla di tutto questo; stiamo dicendo però che, nel rispetto dell’autonomia degli atenei, che naturalmente sono autonomi e sovrani su questo, non sia il tempo di avviare un’ampia riflessione nel nostro paese, perché, oltre ai test d’ingresso, siano introdotti anche altri meccanismi che rendono più ricca questa valutazione: dal risultato dei primi esami che vai a dare o ai risultati dell’esame di Stato da cui provieni o delle prove INVALSI da cui provieni, eccetera. In ogni caso gli strumenti della metodologia ci sono e penso che sia importante sentire tutti la responsabilità di sprecare meno le risorse di capacità, di attitudine e di impegno di questi ragazzi. Lo dico da genitore. Ho visto tanti, non per i miei figli per fortuna, degli amici dei miei figli assolutamente in gamba e capaci, che venivano da ottimi percorsi scolastici, venire rifiutati nell’accesso all’università a volte più per delle dinamiche un po’ aleatorie di questi test che non per altro. Per quel che riguarda la facoltà di medicina in particolare va riconosciuto che la nostra Regione ha fatto tantissimo in questi ultimi anni, anche dal punto di vista economico, per aumentare i percorsi di specializzazione e quindi i posti per la specializzazione, anche perché qui è evidente che non si può aprire la Facoltà di Medicina, se non si aprono anche i percorsi di specialità. Sarebbe come togliere il pedaggio all’ingresso dell’autostrada e lasciarlo alla fine: si crea un ingorgo insensato. Quindi anche su medicina in particolare occorre fare una riflessione ed è per questo che sollecitiamo il Governo nazionale, che ha la gestione dell’università, a fare una riflessione in questo senso. Ribadisco, con al centro i ragazzi perché un compito altissimo della politica a mio avviso è garantire la minore dispersione possibile e il maggior successo, non solo formativo, ma nella vita. Se un compito del genere riusciamo a farlo, e questo piano dell’adolescenza ci porta in quella direzione, forse tutto questo vale un mandato.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Boschini.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. In ogni epoca l’età dell’adolescenza ha sempre rappresentato una fase dello sviluppo umano molto complessa; i disagi degli adolescenti oggi si traducono in smodati consumi di alcol, in casi di coma etilici in giovanissimi, uso di sostanze stupefacenti, isolamento, bullismo, autolesionismo. La sfida a cui siamo chiamati è quella di analizzare questo particolare periodo esistenziale, supportandolo in un momento storico di velocissimi e continui cambiamenti tecnologici, ma non solo, anche di messa in discussione dei valori tradizionali della nostra società, come quando si vuole trasformare padre e madre in genitore 1 e genitore 2, iniziative che non rendono più liberi o giusti ma, piuttosto, vanno a minare le fondamenta stesse dei più sani principi che contraddistinguono il rispetto dei ruoli genitoriali in una famiglia per una società sempre più individualista, nichilista e narcisista.

Nel merito delle schede di intervento vogliamo sottolineare l’importanza della diffusione della pratica motoria e sportiva, dove i finanziamenti non sono mai abbastanza, nel senso che sono investimenti per le generazioni future che restituiscono sempre grandi profitti in termini di lotta all’emarginazione, di contrasto all’utilizzo di droghe, di abbattimento di futuri costi sanitari e quindi di sostegno all’intraprendere una vita sana e felice per le famiglie che verranno. Nella consapevolezza però che argomenti di questo tipo sia meglio affidarli ai tecnici dell’educazione, auspicando non siano inficiati da ideologismi filosofico-politici, il nostro voto sarà di astensione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Per presentare l’ordine del giorno n. 4. Siccome una delle linee di intervento all’interno del piano è promuovere una strategia che preveda la compartecipazione degli adolescenti agli snodi decisionali che li riguardano attraverso lo spazio di pronunciamento, nell’ultima Assemblea abbiamo votato la legge sulla partecipazione e io ritengo che questi due aspetti vadano ben collegati e quindi noi chiediamo che queste due linee di intervento possano operare in sinergia e quindi chiediamo alla Giunta di favorire la partecipazione diretta degli adolescenti, sperimentando forme di democrazia finalizzata alla deliberazione, soprattutto per quello che fa riferimento all’organizzazione e alla valutazione dei servizi per le giovani generazioni. Quindi immagino che si potrebbe pensare, ovviamente ognuno nella sua potestà, stimolando e suggerendo anche agli enti locali e alle scuole di sviluppare insieme dei percorsi che facciano sperimentare ai nostri giovani e ai nostri adolescenti che cosa vuol dire e che cos’è la democrazia deliberativa, cosa della quale abbiamo discusso ampiamente anche durante la legge sulla partecipazione.

Un paio di appunti invece sul bonus cultura e sulle domeniche al museo, perché vorrei fare qualche chiarimento. Ovvio che le risorse alla cultura servono e bisogna investire, ma esaltare la “18app” come un grande risultato avrei qualche dubbio: ricordiamoci e ricordatevi il video dell’allora ministro Franceschini delle “Iene” che faceva vedere come il bonus dei diciottenni era stato speso in feste di maturità o in feste dove ci si ubriacava e ci si tuffava in piscina. Quindi questi strumenti vanno pensati, calibrati, anche perché poi c’è stato tutto il problema di difficoltà di accesso, perché la procedura di attivazione è una procedura che passa prima dallo SPID e poi dalla scuola, eccetera. Quindi io su questo continuo a nutrire molti dubbi. Nonostante questo, al momento è stata ancora confermata e io riterrei che sarebbe meglio utilizzare quei finanziamenti sempre per la cultura, ma con altre modalità. Come pure per le domeniche al museo. Le domeniche al museo avevano delle criticità, ma quei soldi non sono stati tolti, vengono solo rimodulati, quindi le domeniche al museo rimangono per otto giornate in bassa stagione, poi rimangono invece nella capacità dei vari musei, sta a loro decidere quando è più opportuno offrirle. Quindi anche qui non veicoliamo delle informazioni che non esistono, perché anche qui il sostegno alla cultura del Governo attuale assolutamente continua.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Non ho più iscritti in discussione generale, per cui chiedo alla relatrice di maggioranza se vuole intervenire.

La parola alla consigliera Tarasconi.

 

TARASCONI: Grazie, presidente. Non presenterò gli emendamenti in modo singolo, però ci tengo a dire alcune cose. La prima è che questo piano sull’adolescenza è frutto di un percorso che è durato circa un anno e che c’è stato tutto il tempo per apportare modifiche, ma anche all’apertura da parte dell’assessore, degli uffici, in commissione la vicepresidente Gualmini ci aveva dato la disponibilità e credo che oggi davvero siamo riusciti a trovare una buona mediazione per quanto riguarda gli emendamenti. Tengo a ringraziare la consigliera Soncini e a dire che ha contribuito ad aggiungere delle sensibilità all’interno del piano per quanto riguarda il tema della disabilità e per quanto riguarda il tema anche dell’ascolto in ambito sportivo.

Vorrei fare due sottolineature. Una è per quanto riguarda l’ordine del giorno sul bonus cultura. Ci sta che si possano apportare delle modifiche rispetto a quanto è stato fatto prima, ci sta che ci siano dei cattivi utilizzi dello strumento e che quindi si debba affinare, però vi garantisco che il bonus cultura che viene dato ai diciottenni non è così lontano da un piano per l’adolescenza e che i ragazzi, la maggior parte perlomeno, davvero quel bonus lo utilizza per comprare libri, per fare i test d’ingresso alle università, per andare al cinema, per andare a teatro, sulla cultura. Quindi in realtà l’ordine del giorno chiede che questo bonus cultura voi ci state dicendo oggi in Aula che è confermato e io, se così fosse, ne sarei veramente contenta, fino a ieri mi era stato detto che non c’erano questi soldi, ma, visto che siete voi al Governo, siamo molto contenti della conferma. Si possono apportare delle modifiche, ci mancherebbe, tutto è migliorabile, però chiediamo che questi soldi vengano lasciati stanziati per la cultura dei nostri ragazzi.

Vorrei anche ringraziare il collega Boschini per quanto riguarda il tema universitario, ma anche qui mi sentirei di dire alla consigliera Sensoli che durante gli anni dell’adolescenza i ragazzi a quattordici, quindici, sedici anni, quando iniziano a frequentare il liceo o le scuole professionali, ovviamente, pensano al loro futuro: nel momento in cui decidono o stanno decidendo che cosa fare del loro futuro è ovvio che il tema dell’università è un qualche cosa comunque attinente, quindi quando prima ha detto di non vedere l’attinenza del tema universitario con un piano dell’adolescenza è attinente eccome, perché comunque un ragazzo di sedici, diciassette, diciotto anni che deve decidere cosa fare nella sua vita ovviamente si pone questo tipo di problema. E quello che noi abbiamo chiesto, nel rispetto dell’autonomia delle università e degli istituti scolastici, non è tanto l’eliminazione del test di ingresso di medicina, come è stato detto dalla ministra che sarebbe successo, poi non so se effettivamente ci riuscirà, credo proprio di no. Detto questo, quello che sarebbe auspicabile, e ci rendiamo conto che non è un qualche cosa che può avvenire nell’arco di pochi mesi, ma che è un percorso da intraprendere, è che i ragazzi abbiano la possibilità di avere valutato il loro percorso di studi, il loro percorso di vita e che non sia tutto alla fine racchiuso all’interno di un unico test fatto in un unico giorno, che quindi si inizi a pensare ad un sistema un pochino più trasversale per quanto riguarda la valutazione dell’ingresso all’interno degli atenei dei ragazzi.

Concludo ringraziando ancora i colleghi, gli uffici che ci hanno sopportato e supportato in questi giorni, sia quello del Partito Democratico che gli uffici dell’assessore Gualmini, e ringraziando per il lavoro svolto e dandoci appuntamento, siccome abbiamo anche approvato alcuni emendamenti che dicono che sostanzialmente ci rivedremo in commissione per sapere come è andato il primo anno del piano dell’adolescenza, dandoci appuntamento per riparlare di adolescenza tra un po’ e vedere come il tutto si è svolto.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Tarasconi.

La parola alla vicepresidente della Giunta Gualmini.

 

GUALMINI, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Sono molto contenta di essere arrivata alla conclusione di questo importante percorso che abbiamo fatto con molti di voi sulle politiche a favore dei ragazzi e delle ragazze. Vi dico subito che oggi la ratio del mio intervento è quello di farvi capire qual è stato il percorso politico che in questi quattro anni con la Giunta abbiamo messo in piedi su questo settore.

Durante il mandato io sono intervenuta in quest’Aula solo ed esclusivamente su tre grandi questioni, su quelle che ritengo essere le tre grandi punte di un welfare moderno su cui ho caparbiamente marciato: la lotta contro la povertà, io penso che vada sempre ricordato che questa legislatura si è caratterizzata per una cosa che prima non esisteva, cioè interventi sulla povertà, ad oggi per quasi 35 mila famiglie in Emilia-Romagna, e rivendico con molta forza questa operazione fatta ovviamente con tutto il gruppo della maggioranza e con i consiglieri coinvolti, povertà che indirettamente si riverbera sugli altri settori, perché sugli adolescenti è chiaro che c’è una conseguenza indiretta anche dei fondi che abbiamo stanziato sul reddito di solidarietà. La seconda cosa con cui sono venuta spesso a disturbarvi in commissione e sono intervenuta in Aula è stata la casa, che oggi è il luogo ed è lo spazio in cui si sviluppano politiche di welfare efficaci o non efficaci: che, se funzionano, fanno bene alle persone e, se non funzionano, in realtà mettono le persone in una situazione di grave marginalità. La terza punta di welfare moderno a mio parere è quella costituita dalle politiche per le persone di minore età e per le famiglie. E su questo c’è stata un’attenzione che devo dire, almeno dal punto di vista quantitativo, e quindi ringrazio anche i colleghi di Giunta e naturalmente tutti i consiglieri che hanno lavorato su questo, ha marcato un segno più, perché ci tengo a dirvi che noi sullo 0-6 e l’adolescenza abbiamo impiegato di un mandato più di 120 milioni, tra molte risorse regionali e risorse statali. Nel mandato precedente queste risorse erano almeno del 30 per cento inferiori. Quindi, quando si dice che bisogna fare delle cose concrete, la politica deve manifestarsi con cose concrete, garantire la certezza delle risorse e l’aumento delle risorse a favore di un target preciso di nostri cittadini (bambini, ragazzi, famiglie), penso che sia un’operazione estremamente importante di politica pubblica, di attenzione al bene comune.

Detto questo, su questa terza punta, il terzo tassello della mia attività di mandato (bambini, adolescenti e famiglie) abbiamo agito sostanzialmente per tre step successivi: il primo step è stato quello della legge sull’infanzia, ricorderete che la prima cosa che abbiamo fatto è stata la revisione della legge sullo 0-3, con anche degli innesti di flessibilità positiva faticosamente introdotti in quella legge; il secondo passaggio sono state le politiche per la famiglia, penso a tutto il lavoro, l’irrobustimento dei centri per la famiglia e le politiche a favore dei centri estivi, della conciliazione; il terzo tassello è questo piano per adolescenza. Questo piano non è una legge, è un documento più snello, è un piano d’azione, quindi che implementa una legge regionale del passato (n. 14/2008); in quanto tale l’abbiamo mantenuto parsimonioso ed è chiaramente un documento “sbaricentrato” sul versante sociale, perché è esattamente quello che è saltato fuori dai quindici/venti giri che abbiamo fatto setacciando tutto il territorio dell’Emilia-Romagna. È stato un viaggio devo dire molto interessante, a cui hanno partecipato associazioni, scout, parrocchie, scuole e chi più ne ha più ne metta. E i Comuni ovviamente.

Quello che ci hanno chiesto è quello che c’è nel piano: ci hanno chiesto un’attenzione all’orientamento scolastico, quindi occhio alla dispersione, ci hanno chiesto un’attenzione anche alla formazione dei genitori, ci hanno chiesto un’attenzione sugli spazi, sul layout dei centri che ospitano i giovani ed è chiaro che il versante è sociale, perché l’istituzione pubblica – e qui c’è un elemento secondo me di valore profondamente politico – non deve intervenire ingabbiando o ingessando il mondo dell’adolescenza; io avrei potuto scrivere un tema esaustivo sulla bellezza dell’età adolescenziale, l’età della ribellione, della scoperta e della ricerca dell’unicità, non è questo! L’istituzione pubblica deve muoversi su un crinale molto complesso, cioè fare un passo avanti, è chiaro, quando emerge il bisogno, fare diciotto passi indietro quando, fortunatamente nella stragrande maggioranza dei casi, i bisogni non emergono. I nostri ragazzi, il 90 per cento dei ragazzi in Emilia-Romagna (sono oltre cinquecentomila, una fascia di età un po’ più allargata rispetto ai quindici anni che citava la consigliera Prodi) dichiara di stare bene, quindi non esiste che l’istituzione pubblica vada a costruire delle gabbie, delle norme, delle ingessature per dire “tu devi fare così o tu, associazione, devi fare cosà”, cioè sovrascriviamo quello che addirittura i giovani devono o non devono fare, gli diamo in mano un copione che è il copione nostro. Questo non può essere. Questo per dirvi che è evidente che il piano sta più su un versante di tipo sociale.

Qual è l’articolazione. L’articolazione è molto lineare. Ci sono tre bastioni o pilastri che saltano fuori dall’attività che abbiamo fatto: il primo è quello delle norme, della programmazione, l’istituzione regionale ha come compito ovviamente quello di scrivere norme di buona qualità. Dalle norme non discendono i comportamenti, non sono mai discesi direttamente i comportamenti, ma sta di fatto che le nostre norme regionali non facevano ad esempio riferimento a nessuna delle patologie o dei rischi patologici moderni: non c’era il cyberbullismo, non c’era il bullismo, non si faceva riferimento alle dipendenze da social media. Tanti buchi c’erano. Già l’adolescenza è un po’ un buco nel nostro welfare emiliano-romagnolo che si regge in maniera dicotomica molto sui servizi per la prima infanzia, tanto sui servizi per la tarda e tardissima età. Quindi migliorare le norme vuol dire inserire quelle parole che poi ti danno un quadro che riflette maggiormente lo spirito dei tempi. Questa operazione è stata fatta molto con il vostro contributo: c’è chi ha chiesto, anche nella revisione della legge fatta precedentemente, di valorizzare l’attività delle agenzie esterne piuttosto che degli oratori, piuttosto che il ruolo delle famiglie. Bene, perché le porte delle istituzioni devono essere aperte, spalancate e non chiuse, sperabilmente. Il secondo asse è quello delle infrastrutture organizzative. Cosa può fare una Regione dal punto di vista delle politiche per i giovani? Può preoccuparsi che i servizi e gli spazi, quindi il modello organizzativo, siano adeguati.

Se un adolescente già è in crisi o è ingrugnito, è imbronciato, se entra in una struttura (centri giovani, scuole di musica, centri per la famiglia) brutta, fatiscente, il suo stato d’animo peggiora significativamente e noi abbiamo il compito di mantenere una qualità degli spazi e degli ambienti e una bellezza delle strutture, penso anche alle comunità che accolgono adolescenti in stato di grave disagio, che siano adeguate. Quindi la Regione con piacere mantiene, tramite il trasferimento di risorse ovviamente ai Comuni o tramite il finanziamento con il nostro bando regionale, spazi e luoghi organizzativi belli. Anche dentro le scuole, quando riusciamo, che penso possa essere fatto. Quindi l’infrastruttura organizzativa dei nostri servizi deve essere ben curata. L’Emilia-Romagna è molto forte sul piano della nascita dei servizi, non abbiamo mai avuto problemi a creare nuovi servizi: gli asili nido, i servizi socioassistenziali, eccetera, ma il punto è che i servizi non vanno solo generati, vanno mantenuti e manutenuti, e questo è un altro discorso molto importante. Il terzo asse è quello delle politiche: cosa vogliamo fare. Questo documento si regge su due gambe: una è un bando molto importante del Fondo sociale europeo di circa 12 milioni su tre anni, che riguarda l’orientamento e il successo formativo e quindi l’abbassamento della dispersione scolastica, l’altra gamba è un finanziamento ad hoc del nostro Assessorato che invece riguarda le cosiddette scuole per genitori, un’iniziativa che ci è stata fortemente sollecitata e che lanceremo nel corso del prossimo anno, e iniziative ad hoc per gli adolescenti dentro ai centri per le famiglie. A tutto questo si accompagna il bando adolescenza che continua dal 2009 a stanziare significative risorse. Dicevo solo per l’adolescenza parliamo di 22 milioni di risorse in cinque anni, il grosso è di origine regionale.

Sulle politiche. Con questo piano finanziamo più sportelli di ascolto nelle scuole medie. Questa è stata una richiesta devo dire quasi unanime che è arrivata dalle diverse Province che siamo andati a visitare, quindi più sportelli scolastici di ascolto a tutto tondo con professionisti, psicologi, esperti sulla salute e il benessere che ascoltino e provino a prevenire quella forma spesso di disorientamento e di smarrimento che si verifica proprio l’anno successivo (all’ingresso della scuola superiore). Quindi questa è la nuova azione che ci proponiamo, concordata con gli istituti scolastici, di fare nel prossimo anno. Questo sarà un vero successo della politica, se quantitativamente avremo anche solo dieci/venti sportelli scolastici in più in Emilia-Romagna dentro alle scuole medie; spesso tra l’altro la dirigenza è scettica, si tendono anche a nascondere, a non rivelare i casi di forte disagio, come se la colpa fosse degli insegnanti o del preside; se noi riusciamo lì a costruire più sportelli, come intendiamo fare, io penso che sarà un successo straordinario della nostra Giunta. Un’altra politica, sempre su questo terzo asse, è la cittadinanza attiva, il servizio civile. Il servizio civile funziona ancora benissimo nella nostra regione, abbiamo ancora più domande rispetto alle possibilità, ai posti che possiamo finanziare, abbiamo un servizio civile solo nella nostra regione anche per le persone di minore età, e anche questo viene percepito con grande soddisfazione dalle famiglie. Finanzieremo, continueremo ad irrobustire insieme ai fondi offerti dal Governo nazionale questa forma di partecipazione alla comunità. Ho apprezzato anche la richiesta di ordine del giorno del Movimento 5 Stelle sulla cittadinanza attiva, sulla partecipazione alla democrazia deliberativa, il servizio civile ci fa vedere che ci sono pezzi di società in una fase magari di smarrimento, di disorientamento che entrano dentro a strutture per anziani, a strutture per disabili, a comunità di recupero e questa è una forma di inclusione democratica: teniamo insieme pezzi che altrimenti starebbero fuori. Quindi abbiamo detto politiche, infrastrutture organizzative, norme più moderne; ringrazio tutti quelli che hanno contribuito, mi auguro che inauguriamo una stagione in cui l’adolescenza davvero sia sicuramente più interessante dei cinghiali e in qualche modo pesi anche di più sul bilancio della Regione, come ci pare stia facendo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, vicepresidente della Giunta Gualmini.

Passiamo ora alla discussione generale sugli emendamenti, dieci minuti per consigliere.

Se non ci sono interventi in discussione generale, passiamo alla dichiarazione di voto congiunta sul provvedimento, sugli emendamenti e sugli ordini del giorno.

La parola al consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. In dichiarazione di voto su questo piano che è di indubbia importanza per un settore di popolazione che rappresenta il futuro, ma anche il presente in molti casi, di molte attività sia scolastiche che extrascolastiche, ma anche lavorative e inventive di questo territorio. Devo dire che durante l’illustrazione di questo piano in Aula si è parlato di un percorso condiviso, mi permetta una battuta, vicepresidente, è stato un tour, visto che ovunque si leggeva che lei era in tour per l’Emilia-Romagna per parlare di questo tema, quasi mi aspettavo di dover comprare un biglietto, in realtà ho visto che è andato tutto bene…

 

GUALMINI: Era gratis.

 

DELMONTE: Era gratis. Ovunque leggevo “Elisabetta Gualmini in tour”. Quindi devo dire che, più che un percorso formativo, è stata una passerella mi viene da dire.

Comunque, in generale la condivisione è stata importante, gli obiettivi lo sono altrettanto e lo strumento del piano purtroppo, o per fortuna, dipende dai punti di vista, è di per sé in parte generico e meno concreto rispetto ad un progetto di legge che ovviamente entra in certi dettagli operativi più importanti. Però appunto perché deve definire degli obiettivi e parlare di macro temi, io mi aspettavo di trovare due temi un po’ più approfonditi, e parlo solo di questi due perché ovviamente il tempo è quello che è, la discussione è già stata ampia sulle altre tematiche: uno è quello dell’orientamento – ora specifico qual è il tema su cui volevo andare nel particolare – e l’altro è un tema che non è stato minimamente trattato, se non citato a pagina 17 una volta, che è quello di un fenomeno gravissimo e importantissimo nell’adolescenza che è quello del “sexting”.

Sui due temi, il primo dell’orientamento. Tutti gli studi attualmente dicono che tutti i nostri ragazzi, gli adolescenti stanno studiando per un mestiere che ancora non esiste: circa il 65 per cento dei ragazzi che oggi studiano e prendono una decisione lo stanno facendo e andranno a fare poi un mestiere che oggi ancora non esiste e credo che l’orientamento che viene fatto, sia nelle scuole di primo grado che nelle scuole di secondo grado, ma poi anche in quello formativo per poi l’approdo al mondo del lavoro, sia attualmente inadeguato per gestire queste novità che ogni giorno nascono e crescono. Mi sarebbe piaciuto un approfondimento più forte su questo tema che non era solo a livello scolastico dell’orientamento scolastico sulle facoltà attualmente esistenti, ma è su un tema che dà più risalto alle capacità, alla multisettorialità di molti ragazzi che attualmente davvero hanno delle particolarità, degli studi, delle passioni che poi sfoceranno in qualcosa che non c’è, e su questo tema devo dire che ho trovato solo un passaggio di quattro righe e invece preferirei che si potesse approfondire in futuro.

Sul “sexting” invece, che è una materia molto più complessa e delicata, anche perché ovviamente entriamo più su un tema sociale e anche sanitario, perché si va a sfociare molto spesso, nei casi più gravi, in problemi di depressione, di isolamento, problemi sociali molto più importanti; uno studio fatto in Italia da un’associazione che si occupa proprio di questo dichiara che un adolescente su quattro ha fatto “sexting” e lo fa per la prima volta tra gli undici e i dodici anni. È un tema gravissimo, importantissimo che non è inquadrabile, come dicono le associazioni, all’interno del cyberbullismo, perché tale non è in quanto molto spesso, anzi, nella quasi totalità dei casi è fatto in forma volontaria dallo stesso individuo che lo pratica, quindi non è sotto forma coercitiva, almeno nella fase iniziale, ed è un fenomeno che però va gestito in modo completamente differente dal bullismo e dal cyberbullismo.

Non ho visto abbastanza approfondimento su questo che è effettivamente, a detta di chi di questo si occupa, uno dei fenomeni più dilaganti in espansione e preoccupanti all’interno dell’adolescenza. È un tema che va gestito nelle scuole, nelle famiglie, nei centri extrascolastici ed è un tema che più che altro è educativo e che va affrontato, perché il tema dello scambio di materiale nel digitale deve essere chiaro che, anche quando è fatto tra persone di fiducia, è comunque uno scambio di pubblicazioni on line e per questo suscettibile di possibile diffusione incontrollata. Sono due temi a cui sono particolarmente interessato e legato per questioni di passione nel combatterli, nel gestirli che ho trovato poco approfonditi nel piano e che invece avrei preferito fossero trattati, perché due fenomeni contemporanei e davvero importanti.

Detto questo, il piano è comunque apprezzabile nonostante alcune carenze secondo noi importanti e per questo, al di là dei singoli voti negli emendamenti e agli ordini del giorno allegati, noi ci asterremo dalla votazione del piano.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Delmonte.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Come abbiamo già avuto modo durante i lavori in commissione di esprimere il nostro punto di vista su questo piano, sul quale diamo una valutazione positiva, abbiamo apprezzato il lavoro che è stato fatto e anche i contenuti in esso espressi, come anche richiamato dalla consigliera Prodi nel suo intervento. Per quanto riguarda invece il voto sugli emendamenti e sugli ordini del giorno, in particolar modo ci vorremmo soffermare sugli ordini del giorno 2 e 3, sui quali invece esprimeremo un voto contrario. Sull’ordine del giorno, a prima firma Tarasconi, perché sul bonus cultura abbiamo sempre espresso un punto di vista differente rispetto a quello strumento e soprattutto alla modalità di attuazione di quello strumento, che non teneva conto e non ha tenuto conto di un elemento che per noi è sempre fondamentale: quello della progressività degli interventi. Abbiamo sempre ritenuto che un intervento che andava indistintamente a vantaggio di tutti, a prescindere dal reddito, fosse uno strumento che non coglieva in realtà la necessaria differenziazione che invece sarebbe stato opportuno introdurre e soprattutto dava il senso di una mancetta più che di uno strumento vero e proprio di intervento per favorire i consumi culturali e comunque la diffusione di funzioni culturali. E quindi reiterarlo riteniamo non sia particolarmente né opportuno né consigliabile e, anzi, quelle risorse forse potrebbero essere utilizzate in modo migliore e più proficuo.

Per quanto riguarda l’ordine del giorno 3, a prima firma Boschini, anche in questo caso il voto non è positivo, perché in realtà nel dispositivo finale ci sono due elementi che per noi andavano tenuti distinti: la parte finale, quella in cui ci si concentra sulla specialistica di medicina, si parla di università, è stato oggetto anche di un’altra risoluzione che ha visto invece il nostro sostegno e la nostra convinta adesione proprio perché c’è un problema a cui bisogna dare risposta e corrispondere quindi iniziative concrete, che è quello delle borse di studio rispetto al tema della specialistica in medicina. Per quello che riguarda invece la prima parte onestamente noi vediamo il tentativo di intervenire sul tema del numero chiuso, che per noi è un tema che non condividiamo. Pensiamo che sarebbe opportuno superare questo tipo di concezione, considerando l’università come il resto del diritto allo studio e della formazione nel nostro paese. Quindi addirittura noi riteniamo che bisognerebbe introdurre quegli strumenti di gratuità e quindi di maggiore accessibilità all’università e allo studio, alla formazione di cui il nostro paese ha estremamente bisogno. Le forme di selezione dovrebbero essere lasciate eventualmente esclusivamente al merito e non certo a test di ingresso o ad altri strumenti di valutazione di questo tipo che hanno un sapore che non ci convince e, anzi, lo riteniamo proprio sbagliato. Per queste ragioni su questi due ordini del giorno il nostro voto sarà un voto negativo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Le chiedevo se poteva dare uno squillo di campana per sollecitare i consiglieri che hanno lasciato la tessera, ma non si sa che fine abbiano fatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Nominiamo gli scrutatori: i consiglieri Prodi, Benati, Gibertoni.

Passiamo alle votazioni degli emendamenti.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma della vicepresidente della Giunta Gualmini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma della vicepresidente della Giunta Gualmini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a prima firma della consigliera Tarasconi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 3 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a prima firma della consigliera Soncini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 4 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a prima firma della consigliera Tarasconi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 5 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a prima firma della consigliera Rontini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 6 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Rontini, Tarasconi, Bagnari.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 14 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a prima firma della consigliera Soncini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 7 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a prima firma della consigliera Marchetti Francesca.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 8 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a prima firma della consigliera Marchetti Francesca.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 9 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 13 in seconda stesura, a firma della consigliera Sensoli, all’emendamento 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il subemendamento 13 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma della consigliera Marchetti Francesca, come subemendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 10 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, a prima firma della consigliera Soncini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 11 è approvato.

L’emendamento 12, a firma della consigliera Sensoli è stato ritirato, passiamo pertanto alla votazione degli ordini del giorno.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 7262/1, a prima firma della consigliera Prodi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 7262/1 (oggetto 7453) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 7262/2, a prima firma della consigliera Tarasconi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 7262/2 (oggetto 7454) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 7262/3, a firma del consigliere Boschini e altri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 7262/3 (oggetto 7455) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Bertani, all’ordine del giorno 7262/4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 7262/4, a firma del consigliere Bertani, come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 7262/4 (oggetto 7456) è approvato.

L’ordine del giorno 7262/5 (oggetto 7457), a firma della consigliera Sensoli, è ritirato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini, all’ordine del giorno 7262/6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 7262/6, a firma della consigliera Piccinini, come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 7262/6 (oggetto 7458) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 7262/7, a prima firma della consigliera Gibertoni.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 7262/7 (oggetto 7459) è respinto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 7262/8, a prima firma della consigliera Sensoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 7262/8 (oggetto 7460) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la delibera oggetto 7262.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La delibera oggetto 7262 è approvata.

 

OGGETTO 6659

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l’ipotesi di siglare protocolli simili a quanto fatto in Lombardia, sulla falsa riga di quanto già fatto per le Forze dell’Ordine, ampliando quindi la gratuità del trasporto ferroviario anche alle Forze Armate, valutando inoltre la possibilità di implementare l’operazione “Strade sicure”, ancora attiva in diverse città, anche sul comparto ferroviario. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Liverani, Pompignoli, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Tagliaferri, Facci

(Discussione e approvazione II parte)

 

OGGETTO 7215

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la possibilità di implementare l’operazione “Strade Sicure” anche sul comparto ferroviario, ad agire nelle sedi più opportune perché le istituzioni competenti prevedano l’equiparazione delle Forze Armate alle Forze dell’Ordine nell’accesso gratuito al trasporto pubblico, nonché ad assicurarsi che lo Stato si faccia carico delle necessarie coperture. A firma dei Consiglieri: Serri, Caliandro, Mori, Benati, Marchetti Francesca, Sabattini, Zappaterra, Campedelli, Bagnari, Mumolo, Molinari, Paruolo, Zoffoli, Lori, Rossi, Rontini

(Discussione e approvazione I - II - III parte)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo agli atti di indirizzo. Oggetto 6659, risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l’ipotesi di siglare protocolli simili a quanto fatto in Lombardia, sulla falsa riga di quanto già fatto per le Forze dell’Ordine, ampliando quindi la gratuità del trasporto ferroviario anche alle Forze Armate, valutando inoltre la possibilità di implementare l’operazione “Strade sicure”, ancora attiva in diverse città, anche sul comparto ferroviario. A firma dei consiglieri: Pettazzoni, Fabbri, Liverani, Pompignoli, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Tagliaferri, a cui è stata abbinata la risoluzione oggetto 7215 per impegnare la Giunta a valutare la possibilità di implementare l’operazione “Strade Sicure” anche sul comparto ferroviario, ad agire nelle sedi più opportune perché le istituzioni competenti prevedano l’equiparazione delle Forze Armate alle Forze dell’Ordine nell’accesso gratuito al trasporto pubblico, nonché ad assicurarsi che lo Stato si faccia carico delle necessarie coperture. A firma dei consiglieri: Serri, Caliandro, Mori, Benati, Marchetti Francesca, Sabattini, Zappaterra, Campedelli, Bagnari, Mumolo, Molinari, Paruolo, Zoffoli, Lori, Rossi, Rontini.

È aperta la discussione generale congiunta sui due documenti.

La parola al consigliere Pettazzoni.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. È una risoluzione che ci sta particolarmente a cuore questa, anche perché tratta di una tematica assolutamente importante che riguarda la sicurezza di milioni di persone che ogni giorno utilizzano i mezzi pubblici, in questo caso i treni, e che vorrebbero e dovrebbero poter viaggiare in massima e assoluta sicurezza. Sono all’ordine del giorno, lo vediamo sulle cronache, sui giornali e sui telegiornali, fatti di violenza, liti, furti, tanti problemi di pubblica sicurezza sui treni e quello che in sintesi chiediamo con questa risoluzione è che venga attivato un protocollo simile a quello fatto in regione Lombardia, ovvero di dare la possibilità anche alle forze armate presenti sul nostro territorio di poter viaggiare gratuitamente sui treni in cambio di un aiuto in caso di bisogno.

Come avviene il tutto? In maniera molto semplice: il militare in borghese che si identifica presso il capotreno dichiara dove si colloca all’interno delle carrozze e dà la propria disponibilità ad intervenire in caso di necessità può viaggiare gratuitamente. È un modo questo per implementare la sicurezza e ancor di più la percezione della stessa, perché ci sono davvero tantissime persone che utilizzano i mezzi pubblici, non sentendosi particolarmente sicuri durante il viaggio e ci sono tantissime persone che spesso e volentieri evitano di utilizzare questi mezzi pubblici proprio per timore di avere problemi durante il viaggio. Problemi che ci sono stati, anche gravi: ricordo il fatto del capotreno Carlo Di Napoli che ha subito danni permanenti a seguito di una aggressione con il machete, cose mai viste in tempi passati e tantissimi altri che ovviamente non sto ad elencare e che sono frutto della presenza di persone che tengono condotte incommentabili sui treni.

Questa risoluzione, a cui si abbina quella del Partito Democratico che adesso vado a commentare velocemente, ha come obiettivo quello di aumentare la sicurezza, estendendo la gratuità anche ai componenti delle forze armate, estendendo anche quella che vuole essere sia la sicurezza che la percezione di sicurezza per chi viaggia sui treni.

La risoluzione del Partito Democratico che è stata abbinata è una risoluzione molto simile, l’unica differenza, la vera grande differenza è che, se noi da un lato chiediamo che vengano utilizzate risorse regionali, come ha fatto la Lombardia che stanzia 6,1 milioni di euro di tasca propria e noi chiediamo con la nostra risoluzione di fare altrettanto in regione Emilia-Romagna, con cifre ovviamente proporzionali a quelle che ha messo Lombardia, sicuramente saranno meno in virtù del minor numero di abitanti, il Partito Democratico invece chiede che vengano utilizzati fondi statali. Ritengo un po’ pretestuosa questa richiesta sinceramente, perché è un po’ il leitmotiv che ascoltiamo dal 4 marzo in poi in ogni seduta di Consiglio regionale dove, quando noi chiediamo qualche cosa, ci viene risposto “adesso siete al governo, arrangiatevi, chiedete al vostro Governo”. Credo che invece sarebbe molto più opportuno che anche questa Regione si prendesse un po’ le proprie responsabilità e, così come ha fatto la Lombardia, metta risorse proprie su questo provvedimento.

Infine una parte che congiunge entrambe le risoluzioni è quella di valutare la possibilità di implementare l’operazione “Strade sicure” anche sul comparto ferroviario. Su questo credo che ci sia assoluta convergenza. Per ora termino qui, poi mi riservo di intervenire magari in dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pettazzoni.

La parola alla consigliera Serri.

 

SERRI: Grazie, presidente. La risoluzione che abbiamo presentato, abbinata a quella a prima firma del collega Pettazzoni, in parte ne riprende le motivazioni trattando il tema della sicurezza sui treni, sui mezzi di trasporto pubblico. Va ricordato che già la nostra Regione dal 2014 ha favorito l’accesso gratuito delle forze dell’ordine proprio nell’ottica di aumentare la sicurezza su questi mezzi di trasporto pubblici, di essere a disposizione comunque del personale e anche di aumentare la percezione di sicurezza; va detto innanzitutto che la legislazione nazionale assegna competenze ai vari livelli istituzionali e la materia della sicurezza pubblica, quindi anche quella riferita alla sicurezza sui mezzi di trasporto pubblico, è rimessa interamente al ruolo o comunque alla potestà legislativa dello Stato, quindi sia la parte regolamentare che quella legislativa è di potestà dello Stato. Va anche detto che la nostra Regione ha definito all’interno di atti, la legge regionale n. 30, ma faccio riferimento anche alla delibera di Giunta regionale del 2014 che fa una ricognizione precisa sia delle normative nazionali che si riferiscono all’accesso gratuito ai servizi di trasporto pubblico e fa riferimento in modo preciso proprio a quella che è la normativa di carattere nazionale. Lo stesso Consiglio di Stato ha ribadito, rispetto alle indicazioni contenute sia nella delibera regionale che nella legge regionale, che i contenuti e le categorie che hanno accesso gratuito al trasporto pubblico sono lineari e quindi coerenti con le disposizioni di carattere statale.

Detto tutto questo, parliamo di un argomento molto delicato, il tema della sicurezza è un tema sentito, gli episodi che sono stati anche alla cronaca delle ultime settimane comunque ci sottopongono un tema che è delicato e su cui occorre fare attenzione. Per questo noi pensiamo, oltre a valutare la possibilità di estendere l’operazione “Strade sicure” anche al comparto ferroviario, chiediamo alla Giunta di agire in tutte le sedi più opportune, compresa la Conferenza Stato-Regioni, proprio perché le istituzioni competenti, quindi parliamo delle istituzioni statali, provvedano ad equiparare le forze armate alle altre forze di polizia che già hanno accesso gratuito sui treni, sul trasporto ferroviario, proprio con la finalità di aumentare la sicurezza. Allo stesso tempo chiediamo anche che vengano assicurate dallo Stato che è l’organo, l’istituzione competente della sicurezza pubblica, le necessarie coperture finanziarie per assicurare questi interventi. Va detto che, in caso contrario, le risorse andrebbero ad agire non in modo positivo rispetto alla qualità del servizio del trasporto pubblico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Serri.

La parola alla consigliera Prodi.

 

PRODI: Grazie, presidente. Per annunciare un voto contrario per entrambe le risoluzioni, perché è una visione totalmente securitaria che vuole, come al solito, generare questo sentimento di insicurezza e parla una che fa la pendolare e sui treni ci sta tutti i giorni. I treni vanno aumentati, vanno usati, vanno frequentati, vanno puliti e vanno migliorati come servizio, questo è il vero problema dei treni. Prendere un treno carico di persone con un disservizio, con ritardi, questo è il vero dramma di chi frequenta i treni. Poi, se è vero, come è scritto nella risoluzione della Lega, che ci sono due aggressioni al giorno e ci sono 1,6 milioni di passeggeri sui regionali, significa che il treno è il posto sicuro più sicuro dove stare. Quindi io veramente sono sconcertata davanti a questa inserzione di sfiducia e di insicurezza che si vuole rappresentare ogni giorno. Dico anche aumentate la Polfer con personale formato, che sta continuamente subendo dei tagli, aumentate queste che sono le persone preposte ai controlli e sono quelle che sanno esattamente cosa fare. Io dico fuori l’esercito dalla vita delle persone.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Prodi.

La parola al consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente. La collega Prodi mi ha sollecitato l’intervento. Io credo che invece entrambe le risoluzioni siano indicative di un problema, poi le modalità con le quali questo problema vuole essere affrontato sono differenti. C’è indubbiamente una impostazione più pratica e più diretta che è quella presentata dai colleghi della Lega, ai quali chiedo la disponibilità a poter apporre anche la mia firma alla risoluzione presentata a prima firma Marco Pettazzoni, e c’è una risoluzione invece che in qualche modo è più attendista, si trincera dietro una problematica di carattere normativo che indubbiamente sussiste, ma che a mio avviso non è insuperabile, però indubbiamente evidenzia e a mio avviso conferma la sussistenza di una necessità perché, diversamente dalla visione che ha la collega Silvia Prodi, io ritengo che il personale delle forze armate potrebbe indubbiamente dare un contributo in termini di mantenimento o miglioramento della sicurezza sui treni.

Personalmente, per la tratta ferroviaria che conosco meglio, credo che sia sufficiente quello che quotidianamente viene svolto in maniera egregia dagli agenti della Polfer, ma, visto che parliamo di tutto un territorio regionale, sappiamo che vi sono situazioni in cui a volte il personale appositamente preposto, tipicamente la Polizia ferroviaria, non è sufficiente, pur impegnandosi oltre misura con straordinari e quant’altro. Abbiamo, ahimè, una serie di situazioni in cui vi sono magari non fatti clamorosamente delittuosi o che sono saliti alla ribalta delle cronache, come magari è successo in alcuni casi nella periferia milanese, però indubbiamente cominciamo ad avere quanto meno piccoli problemi di ordine pubblico. Per cui il personale delle forze armate indubbiamente questo tipo di risposta in materia di mantenimento dell’incolumità di tutti, a partire dal personale ferroviario che spesso si trova in difficoltà e nelle condizioni di non poter affrontare magari persone che, per motivi più vari, possono mettere a repentaglio la sicurezza del viaggio, quindi è una opportunità, è un’occasione che dal mio punto di vista questa Amministrazione dovrebbe cogliere.

Ribadisco, il tema è concreto ed è attuale, la soluzione indubbiamente va ricercata nelle maglie della legislazione statale e regionale, l’importante è che non facciamo delle operazioni di facciata. Rimandare la questione a livello nazionale, come vuole fare la risoluzione firmata dal gruppo del PD, soprattutto richiamando un problema di incertezza rispetto al bilancio credo che sia un modo eccessivamente superficiale per non voler affrontare la problematica. Non metto in dubbio che l’estensione della gratuità a personale delle forze armate determini indubbiamente un minor gettito per quanto riguarda i gestori del servizio ferroviario, ma è una scelta politica, come sono scelte politiche quelle di individuare esenzioni a vari livelli, esenzioni nei servizi pubblici più vari. Sono scelte politiche. Se si vuole investire in sicurezza sicuramente, anche per un calcolo semplicemente probabilistico, si avrà una minore spesa poi in termini di gestione delle conseguenze di fatti che possono essere anche dei semplici danneggiamenti. Non è che devono essere fatti di sangue o che in qualche modo hanno a che fare con la salute diretta delle persone. Possono anche essere semplici danneggiamenti che comunque hanno dei costi sociali. Quindi io credo che il respingere questa proposta, la proposta di seguire l’esempio di un’altra Regione, che avrà forse maggiori problemi di ordine pubblico rispetto alla nostra, ma che comunque fondamentalmente ha fatto una scelta importante anche in funzione preventiva. Io credo che respingere questo tipo di impostazione, basandosi su un costo alla fine di questa misura, di questo provvedimento sia assolutamente riduttivo e sia un modo per non voler affrontare il tema.

Quando abbiamo fatto l’estensione, quando questa Regione ha fatto l’estensione della gratuità, dell’abbonamento integrato, ha fatto una previsione di spesa, ha fatto una previsione di costo e ha stabilito che destinare un determinato importo, un rilevante importo sul servizio pubblico determinasse una serie di misure di qualità che avrebbero giustificato quella misura. Io credo che un’amministrazione che voglia effettivamente puntare sulla sicurezza, in questo caso del trasporto ferroviario, debba fare questa valutazione, quanto sarebbe il costo di questa gratuità estesa anche alle forze armate a fronte di un indubbio beneficio che il territorio riceverebbe e che gli utenti del servizio ferroviario riceverebbero. Questa a mio avviso è l’operazione che l’Amministrazione dovrebbe fare. La risoluzione va in questo senso, la risoluzione a prima firma Pettazzoni, perché impegna la Giunta a valutare, poi magari la Giunta valuta che in realtà non ci sono le condizioni, però è una scelta che la Giunta dovrà verosimilmente compiere in una valutazione politica e anche in una valutazione di rapporto costi/benefici. Quindi non vediamo un motivo ostativo affinché la Giunta faccia questa valutazione. Non la impegniamo, non potremmo nemmeno farlo dal punto di vista ovviamente dell’equilibrio finanziario, dell’equilibrio contabile, per questo ci sembra comunque una risoluzione che debba ricevere quantomeno la vostra attenzione e il vostro consenso, sempre che questo sia nelle vostre intenzioni. Ma mi pare di capire, dalla presentazione di una risoluzione apparentemente fotocopia, ma che in realtà vuole tamponare e rimandare il problema, che da parte vostra vi sia – spero di essere smentito, ovviamente il voto deve ancora arrivare – la volontà da parte vostra di rimandare la risoluzione di una problematica, perché la sicurezza sui treni non è forse per voi così cogente e così meritevole di attenzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Facci.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente. Io trovo assolutamente di buonsenso il fatto che ci sia la possibilità per un servitore dello Stato di usufruire della mobilità che lo Stato dovrebbe teoricamente fornirgli, quantomeno il servizio ferroviario. Le auto blu no, però il servizio ferroviario credo che la gratuità di chi è servitore dello Stato non sia un grosso problema, anche perché non credo che sia un problema economico. È un problema che a mio avviso non sussiste, perché non inciderebbe dal punto di vista economico più di tanto su quelle che sono le casse della Regione, dello Stato: non è quello il punto.

Mi trovo in disaccordo sulla parte che riguarda l’implementazione “Strade sicure” anche sui treni per un motivo semplice. Ho sempre detto anche in quest’Aula che per me le operazioni di sicurezza sul territorio le fanno le forze dell’ordine e non i militari, le faranno i militari quando saremo in guerra. Fino a quel momento i militari fanno altro. Capisco che ci sono delle zone, dei punti strategici delicati, importanti a livello nazionale che vengono presidiati e non pattugliati anche da forze dell’ordine, mi viene in mente la stazione Termini di Roma dove c’è il presidio di militari con il fucile quale deterrente. Non mi piace, ma lo capisco. Farli pattugliare sui treni mi darebbe parecchio fastidio, perché a fare quell’operazione dovrebbe essere chi ha competenze e funzioni per farlo. Infatti, dagli interventi precedenti mi immagino un militare in borghese seduto in una carrozza che chissà quale opera di deterrenza fa, se non è riconoscibile. Se deve intervenire e non può farlo perché non è forza dell’ordine, alla fine stiamo parlando di nulla. Che possa andare sui treni gratuitamente in quanto militare, in quanto forza dell’ordine a me sta benissimo, non ho problemi, ma che faccia “Strade sicure” anche sui treni in borghese, a parte che non potrebbe intervenire in caso di bisogno, lo trovo assurdo. Trovo più sensato assumere nuovi agenti di forze di polizia: Carabinieri, Polizia ferroviaria. Quello senz’altro avrebbe senso, mi troverebbe assolutamente d’accordo. In questo caso sono combattuto su come votarle queste cose qua, perché da una parte un pezzo lo voterei volentieri, dall’altro no, quindi chiedo, presidente, se è possibile votare per parti separate entrambe le risoluzioni. Le parti che compongono i due dispositivi se è possibile votarli per parti separate, cosa che mi renderebbe più facile poter esprimere un voto coerente con il mio pensiero.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Io la accontento per farla felice, mi deve dire però che cosa vuole che votiamo.

 

SASSI: Nell’oggetto 6659 nel dispositivo i due paragrafi votati separatamente, nella risoluzione abbinata invece tre votazioni per ciascuno degli impegni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Le risoluzioni presentate prima da Lega Nord e poi dal PD nel merito di iniziative volte ad implementare l’accesso di forze dell’ordine e appartenenti alle forze armate sui treni sono certamente condivisibili, tant’è che la stessa Regione Emilia-Romagna nel 2014 ne ha favorito l’accesso gratuito sui treni regionali. D’altronde la preoccupante casistica delle aggressioni, se le vogliamo vedere, perché, se poi invece ci vogliamo mettere le fette di salame sugli occhi, non c’è nessun problema, e la violenza di certi episodi continui testimoniano oramai l’urgenza di nuovi provvedimenti in tal senso, ma soprattutto il senso di impunità di molti stranieri, ma anche di balordi italiani che utilizzano i nostri mezzi pubblici, spesso non pagando il biglietto e non rispettando gli altri utenti, ha oramai raggiunto livelli inaccettabili. Per tali motivazioni, essendo Fratelli d’Italia un partito che mette la sicurezza dei cittadini al primo posto, il mio voto sarà favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Molinari.

 

MOLINARI: Grazie, presidente. Qui è stato posto un problema che credo sia il primo, che è quello della sicurezza: problema su cui abbiamo discusso spesso, analizzandolo sotto diversi punti di vista, poi c’è il tema di riconoscere il ruolo delle forze armate, soprattutto anche per quello che per tutte le forze politiche credo valgano e rappresentano, il mischiare i due elementi secondo me genera confusione. Nel momento in cui noi andiamo a riconoscere la gratuità a soggetti che sono pubblici ufficiali, che hanno la possibilità di intervenire all’interno non necessariamente delle loro giurisdizioni, ad esempio un carabiniere che può intervenire per un fatto di ordine pubblico tanto se è in servizio a Piacenza quanto a Forlì, perché ne è titolato e non solo ne è titolato, ha anche un ruolo che viene coperto dal punto di vista assicurativo e anche legale, nel momento in cui legittimamente – la suggestione ci sta – andiamo a definire un ruolo che non è definito da alcuna normativa e noi tendiamo, questo lo dico pur capendo anche la buona volontà della prima risoluzione alla quale poi abbiamo fatto seguire anche la nostra proposta, io non so se andassimo a discutere con una platea immagino di ragazzi del genio pontieri di Piacenza barattando i 10/15 euro di gratuità dal tratto Piacenza-Bologna con l’obbligo, una volta segnalata la loro presenza sul treno, alla quale consegue la gratuità, di intervento a fronte della possibilità di ricevere una coltellata, a fronte della possibilità non solo di intervenire ma di essere denunciati dal soggetto che viene fermato. Io capisco e posso anche condividere questo slancio verso le forze armate che si traduce in una sorta di riconoscimento, però stiamo a mio avviso confondendo i termini in una direzione che, se viene inserita nel percorso complessivo della sicurezza e della necessità di intervento, corre il rischio di essere un danno per gli stessi operatori che possono cercare di accedere alla gratuità. Quindi la necessità di fare una valutazione anche economica, perché adesso Sassi diceva non è molto, comunque si parla sempre se non sono i 6 milioni della Lombardia, rapportiamolo a noi, sono 4/5 milioni di euro che, per intenderci, sono conti alla mano dico un centinaio di agenti della Polfer che potrebbero essere assunti e per quelli potrebbero essere destinati.

Pertanto, se c’è una volontà statale e non è mica per fare una accusa domani l’altro né alla Lega né ai Cinquestelle, non mi interessa, è un problema che porrei e avremmo posto tranquillamente di intervenire sul tema della sicurezza secondo me non è con questo provvedimento. Se risorse devono essere messe, regionali o statali, su un argomento come questo, non è questo lo strumento e credo che le stesse forze armate siano in difficoltà a recepire un’impostazione come stiamo dando, che credo anche all’interno del sistema lombardo o è normato da provvedimenti statali particolari, altrimenti non ha nessun presupposto a garanzia del soggetto che interviene. Il fante piuttosto che il genio pontiere di Piacenza interviene come potrebbe intervenire Delmonte e Molinari, con magari qualche effetto migliore, perché magari sono più forti e più preparati, però dal punto di vista delle conseguenze. Pertanto, inquadriamoli in un ragionamento che sposta almeno una valutazione un po’ più complessiva.

Se noi diciamo no alla prima risoluzione, non è tanto per il discorso economico perché siamo contrari alla sicurezza, credo che della Regione Emilia-Romagna si possa dire tutto ma non quello dell’essere contraria a principi che ispirano anche il tema della sicurezza complessiva, è proprio perché dal punto di vista dell’effetto non è lo stesso probabilmente che è contenuto nella ratio della risoluzione. Quindi abbiamo cercato, poi anche con il collega Pettazzoni avevamo ragionato in modo molto cordiale per cercare di capire se potevamo fare alcuni correttivi per arrivare magari ad un obiettivo comune, non ce l’abbiamo fatta, noi proponiamo la nostra soluzione che però sposta il problema dove poi devono essere prese le decisioni. Noi riteniamo, magari Sassi non è d’accordo, che con le forze armate proviamo a fare un intervento in cui sperimentiamo una loro maggiore presenza, si stabilisce anche un valore stimato di loro presenza all’interno dei vagoni, eccetera, li proteggiamo, perché abbiamo fatto una discussione sulla polizia locale per quanto riguarda il discorso anche delle conseguenze rispetto alle azioni e c’è di tutto, perché anche il criminale, ahimè, può agire se magari gli rompi un braccio magari in una colluttazione, quindi teniamo in considerazione queste cose e proviamo a ragionarne insieme. Poi non credo che la Regione chiuda ad una valutazione complessiva nel momento in cui ci fosse anche una volontà nazionale di sedersi attorno ad un tavolo. Fatta così, io capisco il fatto di dire siamo solidali con le forze armate, però dal punto di vista degli effetti secondo me è quasi controproducente. Gli amici del settore con cui ho parlato questo mi hanno detto, poi ognuno ha i propri riferimenti, ma non vedo una soluzione tecnica o legale rispetto ad un loro intervento a novembre 2018.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Condivido in pieno le ragioni esposte dalla collega Prodi e devo dire che mi preoccupa questo slittamento che vedo continuamente dal punto di vista culturale, prima ancora che politico, su alcuni temi come questo, in cui ovviamente parliamo di una risoluzione che non è un atto fondamentale che non sposterà gli equilibri dello Stato e della nostra Regione, però devo dire che in ogni occasione in cui si discute di questo tema esista qualcuno, direi nella stragrande maggioranza purtroppo di quest’Aula che fa riferimento, in modo inopportuno, all’esercito e al suo impiego è alquanto allarmante. Ogni tanto sarebbe bene tornare ai fondamentali e ricordarsi che per le questioni di ordine pubblico esistono le forze dell’ordine, che magari bisognerebbe fare una battaglia per implementare la presenza delle forze dell’ordine, magari evitando di destinare risorse ad opere faraoniche la cui utilità potrebbe essere del tutto discutibile, anche a livello nazionale ovviamente, destinando quelle risorse a finanziare interventi come l’implementazione della presenza delle forze dell’ordine: la Polfer, i carabinieri, gli agenti di polizia per le loro funzioni, anziché continuamente ricorrere al pensiero che alla fine si possono utilizzare i militari per fare ordine pubblico. A forza di pensare che possono essere i militari a fare ordine pubblico, non vorrei che prima o poi i militari arrivano davvero a fare l’ordine pubblico. Ma non è un bel paese quello in cui, a parte Tagliaferri che capisco abbia nostalgia per un’epoca che abbiamo per fortuna lasciato alle spalle, si chiede sempre ai militari di risolvere i problemi. Io non voglio vivere in un paese in cui ad ogni problema di ordine pubblico, di sicurezza si risponde con i militari, perché per me la sicurezza non è libertà: per me la sicurezza è un diritto. La libertà è qualcosa di un po’ più ampio e un pochino più articolato, che ha a che fare anzitutto con la libertà degli esseri umani, delle persone ad avere alcuni diritti fondamentali, perché, se sta male quello che sta vicino a me, prima o poi starò male anch’io, e non c’è sovranismo che tenga. Quindi, anziché richiamare in modo improprio i militari ad occuparsi di ogni cosa, facciamo in modo che lo Stato abbia le risorse per funzionare secondo lo Stato di diritto e secondo la disciplina dello Stato di diritto che assegna funzioni e responsabilità a ciascuno.

Dopodiché penso che il consigliere Sassi diceva che per i servitori dello Stato è giusto che i mezzi pubblici siano gratuiti, io dico che i mezzi pubblici dovrebbero essere gratuiti non solo per i servitori dello Stato ma per i cittadini che pagano le tasse e che finanziano i servizi pubblici, per cui figuriamoci se non sono d’accordo. Ma un conto è parlare dell’organizzazione dei servizi pubblici, un conto è utilizzare strumenti come le risoluzioni immancabilmente per richiedere e richiamare l’intervento dell’esercito in modo del tutto inopportuno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Non avendo altri iscritti in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

La parola al consigliere Pettazzoni.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. Abbiamo preso atto di una discussione che adesso non vado particolarmente a commentare, perché credo che gli interventi che mi hanno preceduto, in particolare di Prodi e Taruffi, si commentino da soli. Da un lato c’è una percezione che ritengo reale e che si vede quotidianamente sulle cronache, quindi non credo che abbiamo trattato di argomenti che vediamo solo noi, ma credo, al contrario, che siano cose che non vedono solamente loro. Credo che il problema della sicurezza in senso generale, in particolare sui treni, sia più che evidente a tutti.

Credo che questa risoluzione, almeno parlo della nostra, abbia un destino segnato, però da ogni “fallimento” nasce sempre qualcosa di buono: abbiamo posto l’attenzione e l’abbiamo fatto recepire anche al Partito Democratico che quello della sicurezza sui treni è un problema, tant’è che di fatto ci hanno scopiazzato una risoluzione, dove si va a chiedere l’applicazione del protocollo “Treni sicuri” e, pur in maniera diversa, si va a richiedere l’equiparazione delle forze armate agli organi di polizia.

Quindi per dichiarare il voto e dire che accolgo la proposta del consigliere Sassi, benissimo tutti i voti per parti separate, il nostro voto ovviamente sarà a favore della nostra risoluzione, di cui sono prima firmatario e, anche per il verbale, per facilitare le operazioni di registrazione del voto, sarà favorevole al primo e al secondo punto della risoluzione del Partito Democratico e di astensione nei confronti del terzo punto perché, come ho detto nell’intervento di prima, riteniamo che questa Regione, invece di buttare la palla verso il Governo appena insediato, dovrebbe prendersi qualche responsabilità in più soprattutto dal punto di vista economico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pettazzoni.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente. Io ribadisco, abbiamo affrontato in quest’Aula in diverse occasioni il tema che le forze dell’ordine vanno assunte e dotate degli strumenti necessari se esiste, come credo che possa esistere in alcune zone il problema di sicurezza sui treni è lì che va potenziata l’attività delle forze dell’ordine, non dei militari.

Per rispondere velocemente al collega Taruffi che dice che tutti i cittadini dovrebbero avere il trasporto pubblico, io comincerei con i servitori dello Stato intanto, un po’ come il RES. Si comincia con una parte e poi si espanderà. Anche con il reddito di cittadinanza. Cominciamo con una parte e poi si espande. Cominciamo dai servitori dello Stato, che credo sia un buon inizio e un bel segnale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Molinari mi ha talmente allarmato con questa cosa che compri un biglietto da 10 euro e prendi una coltellata che riconfermo la necessità assoluta che prendiamo tutti dei provvedimenti estremamente seri in ordine a questa situazione davvero allarmante.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Procediamo alle votazioni per parti separate delle due risoluzioni.

Metto in votazione, per alzata di mano, la prima parte della risoluzione oggetto 6659, che comprende il primo impegno fino a «anche alle Forze Armate».

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La prima parte della risoluzione oggetto 6659 è respinta.

Metto in votazione, per alzata di mano, la seconda parte dell’impegno della risoluzione oggetto 6659, da «a valutare la possibilità di implementare» fino a «comparto ferroviario».

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La seconda parte della risoluzione oggetto 6659, a prima firma del consigliere Pettazzoni, è approvata.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la prima parte della risoluzione oggetto 7215, che comprende il primo impegno fino a «comparto ferroviario».

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La prima parte della risoluzione oggetto 7215, a prima firma della consigliera Serri, è approvata.

Metto in votazione, per alzata di mano, la seconda parte dell’impegno della risoluzione oggetto 7215, da «ad agire in tutte le sedi» fino a «trasporto pubblico».

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La seconda parte della risoluzione oggetto 7215 è approvata.

Metto in votazione, per alzata di mano, la terza parte dell’impegno della risoluzione oggetto 7215, da «ad assicurarsi che lo Stato» fino a «finanziari appropriati».

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La terza parte della risoluzione oggetto 7215 è approvata.

Chiudiamo così i lavori dell’Assemblea, augurandovi una buona serata.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,04

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA e Ottavia SONCINI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 7262 - Delibera: «Piano regionale pluriennale per l’adolescenza 2018/2020.» (Proposta della Giunta regionale in data 1 ottobre 2018, n. 1627) (180)

 

Emendamento 1, a firma della vicepresidente della Giunta Gualmini:

«In apertura del testo dell’Allegato 1, dopo la parola “Premessa”, è inserita la seguente nota a piè di pagina:

“Il Piano regionale è il frutto delle numerose sollecitazione e richieste raccolte durante i 12 incontri promossi dall’assessorato al Welfare nei diversi territori della regione Emilia-Romagna ed è incentrato pertanto su problematiche e bisogni di carattere prevalentemente sociale”.»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma della vicepresidente della Giunta Gualmini:

«Nell’Allegato 1, sotto la “Premessa”, dal titolo “La complessità dell’adolescenza odierna: dalla trasgressione alla delusione”, sono eliminate le parole “odierna: dalla trasgressione alla delusione”.»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Tarasconi, Soncini, Zoffoli, Boschini, Montalti, Molinari, Iotti, Serri e Lori:

«Nel paragrafo “1. Il dialogo”, capoverso 8, dopo le parole “Per sostenere le figure genitoriali”, sono aggiunte le parole: “, nonché gli adulti di riferimento,”.»

(Approvato)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Tarasconi, Soncini, Marchetti Francesca, Bagnari, Rontini, Zoffoli, Boschini, Poli, Iotti, Ravaioli, Montalti, Molinari, Serri, Lori e Campedelli:

«Nel paragrafo “2. La cittadinanza attiva”, alla fine capoverso 6, dopo le parole “(…) per sperimentare l’assunzione di responsabilità verso gli altri, specialmente i più fragili.”, sono aggiunte le parole “In particolare, è opportuno nella programmazione il coinvolgimento dei servizi che si occupano di disabilità, al fine di prestare attenzione alle maggiori difficoltà di crescita e di inserimento sociale che attraversano gli adolescenti disabili.”»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Tarasconi, Soncini, Zoffoli, Bagnari, Boschini, Ravaioli, Montalti, Molinari, Iotti, Lori e Serri:

«Nel paragrafo “Governance”, terzo capoverso, dopo le parole “raccolta di elementi che rappresentano validi indicatori sullo stato di benessere o malessere degli adolescenti in regione” sono aggiunte le parole: “Gli esiti delle attività di monitoraggio di cui sopra confluiscono nella Relazione prevista dalla clausola valutativa di cui all’art. 46 della L.R. 14/2008”.»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Tarasconi, Boschini, Iotti, Soncini, Zoffoli, Rontini, Molinari, Bagnari, Ravaioli, Montalti, Serri e Lori:

«1. Nella scheda d’intervento 1, paragrafo “Motivazione”, quarto capoverso, dopo le parole “condizioni per garantire le migliori opportunità di crescita culturale, economica e sociale alle nuove generazioni”, si aggiunga il seguente capoverso:

“A questo scopo, appare fondamentale integrare e far cooperare effettivamente tutte le istituzioni e le risorse che operano nei territori per l’orientamento scolastico e professionale, in particolare in corrispondenza di tre importanti transizioni operate dagli adolescenti: quella tra scuola secondaria di primo e secondo grado; quella tra secondaria e università o altre scelte post secondarie; quella verso il mercato del lavoro o altre opportunità formative e personali a compimento dei percorsi scolastici o in caso di abbandono. In tutte queste fasi di transizione, è fondamentale che gli sportelli d’ascolto scolastico siano fortemente coinvolti nel sistema di orientamento territoriale e nei Piani di azione territoriali per l’orientamento e il successo formativo, in particolare per la realizzazione degli interventi di tipo individuale, consulenziale, di educazione alla scelta e di valorizzazione delle attese, delle capacità, delle attitudini e delle propensioni personali degli adolescenti. Ai fini orientativi della persona, gli sportelli di ascolto scolastico possono inoltre favorire l’accesso e l’integrazione dei percorsi individuali di crescita e di transizione delle diverse opportunità orientative fruibili in ambito scolastico e non, quali ad esempio l’accompagnamento alle scelte scolastiche e professionali, l’alternanza scuola-lavoro, gli interventi di contrasto all’abbandono scolastico, l’accesso al servizio civile, e così via”.»

(Approvato)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Tarasconi, Soncini, Marchetti Francesca, Zoffoli, Boschini, Montalti, Campedelli, Rontini, Poli, Molinari, Bagnari, Iotti, Serri e Lori:

«Nella scheda d’intervento 3, paragrafo “Motivazione”, dopo le parole “anche per contrastare l’abbandono dell’attività sportiva in adolescenza”, sono aggiunte le parole: “e promuovere condizioni d’ascolto anche in ambito sportivo”.»

(Approvato)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Tarasconi, Soncini, Marchetti Francesca, Zoffoli, Boschini, Montalti, Campedelli, Iotti, Poli, Rontini, Bagnari, Serri e Lori:

«Nella scheda d’intervento 3, paragrafo “Motivazione”, alla fine del paragrafo è inserito il seguente periodo:

“Per quanto riguarda l’uso di sostanze nella fascia d’età 15-19 anni lo Studio ESPAD Italia 2014 mostra che tra i giovani studenti dell’Emilia-Romagna la sostanza più utilizzata negli ultimi 30 giorni dagli intervistati è l’alcol (64%, con un 32% che adotta modalità di consumo ad alto rischio - ubriacature), seguita dalla cannabis (16%) e dagli psicofarmaci (5,9%). Tra le persone che si rivolgono ai Servizi per le Dipendenze (SerDP), circa 900 hanno fino a 19 anni. Di questi, il 25% viene inviato ai SerDP dalle Prefetture per violazione art. 121 del DPR 309/90 (l’80% per uso di cannabinoidi), il 10% proviene dal circuito penale e l’8% dai Servizi sociali minori. La prevenzione dei problemi connessi al consumo di sostanze psicoattive legali ed illegali, in particolare tra i più giovani, è da tempo un obiettivo della Regione Emilia-Romagna, in linea con la strategia europea in materia di droga 2013-2020. Gli interventi di prevenzione vengono svolti utilizzando gli approcci risultati più efficaci: in ambito scolastico con la formazione degli insegnanti, la partecipazione attiva degli studenti, la peer education e l’attivazione di punti d’ascolto nelle scuole in rete coi servizi territoriali; nei contesti extrascolastici con interventi di “prossimità” nei luoghi di vita (educativa di strada) e di informazione e prevenzione dei comportamenti a rischio legati all’uso di sostanze nei luoghi di divertimento (25 Unità di Strada). I ragazzi tra gli 11 e i 19 anni si rivolgono frequentemente al Pronto Soccorso (11% degli accessi totali). Il 13% lo fa per oltre 4 volte l’anno molto spesso per trauma (32% dei maschi e 11% delle femmine). Il 10% viene ricoverato e la seconda causa di ricovero sono i disturbi mentali, anche correlati all’abuso di alcol e altre sostanze. In generale, molti degli accessi nascondo situazioni di disagio e richieste d’aiuto. Occorre quindi estendere a tutti i presidi di Pronto Soccorso della regione gli interventi sperimentali in alcuni territori con l’obiettivo di intercettare il disagio e la richiesta d’aiuto, offrire un primo trattamento e attivare i servizi del territorio. L’obiettivo ulteriore è di diminuire gli accessi in PS in questa fascia d’età.”.»

(Approvato)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Francesca Marchetti, Soncini, Zoffoli, Rontini, Poli, Boschini, Bagnari, Ravaioli, Iotti, Montalti, Lori, Molinari, Tarasconi, Campedelli e Serri:

«1. Nella sceda d’intervento 3, paragrafo “Azioni”, dopo le parole “Organizzare attività di promozione del benessere nelle scuole, anche con il supporto di peer” aggiungere:

“basate sul potenziamento delle “life skills” nel contrasto alle pressioni sociali che condizionano i comportamenti individuali e di gruppo nell’uso di sostanze psicoattive legali ed illegali e comportamenti di gioco d’azzardo, come previsto dai progetti “Scuole libere dal fumo”, “Scegli con gusto, gusta in salute” e “Fra rischio e piacere” del Piano regionale Prevenzione;”»

(Approvato)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Francesca Marchetti, Bagnari, Lori, Rontini, Poli, Zoffoli, Soncini, Iotti, Boschini, Montalti, Tarasconi, Serri e Molinari:

«Nella scheda d’intervento 3, paragrafo “Azioni”, dopo le parole “supportare la motivazione al cambiamento nelle situazioni problematiche e accompagnare ai servizi territoriali quando necessario” aggiungere i seguenti periodi:

“Garantire maggiore copertura degli eventi in cui vengono consumate sostanze legali e illegali, estendendo la presenza sul territorio delle Unità di Strada. Tale obiettivo si può raggiungere con la collaborazione tra Comuni, Ausl, gestori dei locali e organizzatori degli eventi e la definizione condivisa di requisiti e regole che favoriscano la tutela della salute.

Attivare collaborazioni con i servizi di Emergenza/Urgenza (PS e 118) per condividere procedure di collaborazione nei grandi eventi (concerti, ecc.) e di intervento in caso di accessi ai PS per abuso di sostanze psicoattive legali ed illegali (formazione comune, presenza e consulenza da parte delle Unità di Strada e dei SerDP) e di accessi di adolescenti per situazioni di disagio (presenza e consulenza da parte di SerDP e NPIA)”;»

(Approvato)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Soncini, Tarasconi, Zoffoli, Boschini, Lori, Montalti, Molinari, Iotti, Rontini e Serri:

«Nella scheda d’intervento 6, paragrafo “Azioni”, dopo le parole “… abbattimento delle rette per le famiglie con I.S.E.E. fino a 28.000 euro.” Sono aggiunte le parole “ - Monitoraggio della prima annualità della misura di cui al punto precedente e avvio della seconda annualità in ottica di possibile semplificazione e estensione”.»

(Approvato)

 

Emendamento 12, a firma della consigliera Sensoli:

«Al termine dell’Allegato 1 è aggiunta la sezione seguente:

“Attuazione, monitoraggio, valutazione

Per la realizzazione del Piano la Giunta:

-          approva, previo parere delle competenti Commissioni assembleari, specifici bandi ed avvisi;

-          prevede una relazione annuale alle Commissioni competenti sulle azioni svolte, indicando destinatari, risorse, attori coinvolti, iniziative attuate;

-          presenta, entro sei mesi dalla conclusione del periodo di riferimento una relazione sulle misure intraprese, quale base conoscitiva, unitamente alle attività realizzate dall’osservatorio di cui all’articolo 7 della legge regionale n. 14 del 2008, per la futura programmazione.”»

(Ritirato)

 

Subemendamento 13 (seconda stesura), a firma della consigliera Sensoli:

«All’emendamento 10, dopo le parole “tutela della salute” aggiungere le parole: “e riduzione del danno”.»

(Approvato)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Rontini, Tarasconi e Bagnari:

«Nella scheda di intervento 1, paragrafo “Azioni”, il periodo dopo le parole “anche a distanza attraverso il contatto telefonico e attraverso la rete” è sostituito dal periodo: “anche prevedendo la possibilità di un primo contatto tramite piattaforma on line per incoraggiare l’accesso agli studenti in modo da evitare giudizi etichettanti e stigmatizzazioni, agli insegnanti e ai genitori.”.»

(Approvato)

 

OGGETTO 7456 “Ordine del giorno n. 4 collegato all’oggetto 7262 Proposta recante: “Piano regionale pluriennale per l’adolescenza 2018/2020.” A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Bertani:

«Nell’impegno sopprimere la frase “anche nell’ambito… delle scuole”.»

(Approvato)

 

OGGETTO 7458 “Ordine del giorno n. 6 collegato all’oggetto 7262 Proposta recante: “Piano regionale pluriennale per l’adolescenza 2018/2020.” A firma della Consigliera: Piccinini”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini:

«Nel primo capoverso del dispositivo dopo le parole “condizione adolescenziale,” sostituire la parola “nelle” con le seguenti “anche con riguardo alle”.»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Risoluzioni

 

7428 - Risoluzione per impegnare la Giunta a deliberare l'immediata riapertura del Punto Nascita di Castelnovo Monti, in virtù delle numerose incongruenze nel parere consultivo espresso dal CPNn e per i dubbi di diritto nell'applicare il criterio dei 500 parti ad una struttura che ha modificato la sua ragione sociale, la sua struttura operativa e organizzativa, e che alla luce di questo nuovo contesto non necessita di richiesta di deroga per essere mantenuta attiva, oppure,  in alternativa, ad avanzare, previo parere della commissione assembleare competente, una ulteriore richiesta al Comitato Percorso Nascite nazionale (CPNn), maggiormente dettagliata e corrispondente ai modi dovuti, prescritti nel Protocollo Metodologico, anche alla luce della nuova organizzazione sanitaria territoriale disposta nel 2017. (05 11 18) A firma delle Consigliere: Piccinini, Sensoli

7433 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proporre, previa concertazione con le Associazioni ed i Comuni, le modifiche alla LR 41/1997 necessarie ad improntare efficaci forme di incentivazione alle imprese del piccolo commercio, stanziando altresì adeguate risorse di bilancio. (05 11 18) A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Molinari, Bagnari, Calvano, Zappaterra, Boschini, Lori, Rontini, Marchetti Francesca, Rossi, Caliandro, Sabattini, Campedelli, Cardinali, Serri

7434 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a sostenere il passaggio di stabilizzazione della parte del personale somministrato ormai entrato di fatto in pianta organica delle amministrazioni, riconoscendone competenze e impegno, attraverso bandi di concorso che prevedano la riserva dei posti, con particolare riferimento a quello aggiuntivo di cui le amministrazioni colpite dal sisma si sono dotate. (05 11 18) A firma del Consigliere: Alleva

7440 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valorizzare, nei concorsi per le professioni mediche delle AUSL, l’obbligo di permanenza nella sede di prima assegnazione per un arco di tempo consono con le esigenze organizzative dell’AUSL lasciando comunque discrezionalità nell’applicazione di tale vincolo. (06 11 18) A firma della Consigliera: Sensoli

7452 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti dell’Ausl di Bologna affinché, nell’ambito del confronto con la società gestrice dell’Aeroporto di Bologna, sia garantito un potenziamento del Primo Soccorso Sanitario Aeroportuale (PSSA) che preveda la presenza di personale medico h24 ed il costo dell’intero servizio a carico delle società concessionarie del servizio aeroportuale. (08 11 18) A firma della Consigliera: Piccinini

 

Interrogazioni

 

7429 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino, presso l’ASL di Modena, delle modalità di erogazione dei premi di produttività sulla base degli accordi stipulati nel mese di luglio. A firma del Consigliere: Galli

7430 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per tutelare il branco di cavalli abbandonati nelle campagne tra Ostellato e Comacchio in località Valle Lepri. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7431 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da intraprendere per monitorare e tutelare i cavalli abbandonati nella Valle Lepri, sita tra i Comuni di Ostellato e Comacchio. A firma del Consigliere: Fabbri

7432 - Interrogazione a risposta scritta circa la stesura di un nuovo PRIT (Piano Regionale Integrato dei Trasporti) con particolare riferimento alla tutela della qualità dell’aria. A firma del Consigliere: Sassi

7435 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare che, durante le festività in cui normalmente si intensifica il traffico veicolare, rimangano aperti cantieri autostradali. A firma del Consigliere: Rainieri

7436 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti una discarica di rifiuti sita nel Comune di Fornovo di Taro, presso Monte Ardone. A firma del Consigliere: Torri

7438 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni giuridiche, burocratiche ed amministrative riguardanti il percorso istituzionale di fusione dei Comuni di Goro e Mesola. A firma del Consigliere: Galli

7439 - Interrogazione a risposta scritta circa finanziamenti e questioni riguardanti la stazione di rifornimento di autobus funzionanti a gas metano di Modena. A firma del Consigliere: Bargi

7450 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti le segnalazioni e le richieste di intervento relative alle condizioni del tetto di un asilo di Nonantola, in cui si è verificato il crollo di una parte del controsoffitto. A firma del Consigliere: Galli

(Comunicazione n. 74 prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno - prot. NP/2018/2520 del 08/11/2018)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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