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217.

 

SEDUTA DI LUNEDÌ 17 DICEMBRE 2018

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 7660

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per far fronte alle esigenze dell’utenza e dei pendolari che utilizzano le linee Ravenna-Bologna e Ravenna-Ferrara, specie in relazione al nuovo orario ferroviario. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Calvano, Rossi, Marchetti Francesca

(Svolgimento)

 

OGGETTO 7663

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i disagi per i pendolari causati dal nuovo orario dei treni, in vigore da domenica 9 dicembre 2018, su molteplici linee della regione. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

BAGNARI (PD)

BERTANI (M5S)

DONINI, assessore

BAGNARI (PD)

BERTANI (M5S)

 

OGGETTO 7664

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la procedura di ampliamento e ristrutturazione (art. 53, comma 1, lettera b) della LR n. 24/2017) dello stabilimento ex CERCOM di Comacchio (FE). A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

TARUFFI (SI)

DONINI, assessore

TARUFFI (SI)

 

OGGETTO 7659

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per garantire l’insediamento produttivo dell’ex Bredamenarinibus e la continuità occupazionale dei relativi lavoratori. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

CALIANDRO (PD)

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 7662

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la richiesta di deroga per i punti nascita di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), Pavullo (Modena) e Borgo Val di Taro (Parma). A firma del Consigliere: Sassi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

SASSI (Gruppo Misto)

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

SASSI (Gruppo Misto)

 

OGGETTO 7652

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa i tempi di ripristino della viabilità nella strada “Ravegnana” che collega Ravenna a Forlì, con particolare riferimento ai disagi per la relativa utenza e per le aziende che la utilizzano. A firma del Consigliere: Liverani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

RANCAN (LN)

GAZZOLO, assessore

RANCAN (LN)

 

Cordoglio per l’attentato di Strasburgo dove ha perso la vita Antonio Megalizzi

PRESIDENTE (Soncini)

 

OGGETTO 6368

Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare, in accordo con l’INPS, una modalità di certificazione dell’assenza del lavoratore sottoposto a terapie chemioterapiche che consenta al lavoratore di non perdere la copertura economica o rischiare il posto di lavoro per superamento del periodo di comporto. A firma dei Consiglieri: Sabattini, Tarasconi, Paruolo, Caliandro, Campedelli, Zappaterra, Rontini, Zoffoli, Mumolo, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Bessi, Lori, Prodi, Poli, Bagnari, Montalti, Rossi, Serri, Soncini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

SABATTINI (PD)

SENSOLI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

SABATTINI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

MARCHETTI Daniele (LN)

SENSOLI (M5S)

 

OGGETTO 7128

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in tutte le sedi istituzionali di confronto Stato/Regioni per manifestare la ferma e assoluta contrarietà della Regione Emilia-Romagna alla proliferazione delle armi ed al favore manifestato, dal Governo nazionale, nel recepimento della direttiva (UE) 2017/853, nonché, all’assoggettamento degli interessi pubblici alle istanze della lobby pro-armi. A firma dei Consiglieri: Sassi, Prodi, Taruffi, Torri

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 7668

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi competenti affinché l’idoneità fisica e la capacità tecnica debbano essere comprovate in modo rigoroso e confermate periodicamente per tutta la detenzione, a promuovere una campagna di sensibilizzazione sui rischi connessi all’uso e alla custodia delle armi, nonché ad agire affinché sia consentito cedere armi a terzi in deposito a fini di custodia. A firma del Consigliere: Bertani

(Presentazione, discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Soncini)

SASSI (Gruppo Misto)

TAGLIAFERRI (FdI)

PARUOLO (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SI)

PRESIDENTE (Soncini)

RANCAN (LN)

PRODI (Gruppo Misto)

BARGI (LN)

GALLI (FI)

TARUFFI (SI)

PRODI (Gruppo Misto)

SASSI (Gruppo Misto)

BARGI (LN)

SASSI (Gruppo Misto)

TAGLIAFERRI (FdI)

BERTANI (M5S)

CARDINALI (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 7128 - 7668

Emendamenti oggetti 6368 - 7128

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,59

 

PRESIDENTE (Soncini): Dichiaro aperta la duecentodiciassettesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 27 novembre 2018 (n. 213);

pomeridiana  del 27 novembre 2018 (n. 214);

antimeridiana del 28 novembre 2018 (n. 215);

pomeridiana   del 28 novembre 2018 (n. 216);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Soncini): Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente dell’Assemblea legislativa Saliera, il consigliere Facci e gli assessori Bianchi, Costi e Gualmini.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

OGGETTO 7660

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per far fronte alle esigenze dell’utenza e dei pendolari che utilizzano le linee Ravenna-Bologna e Ravenna-Ferrara, specie in relazione al nuovo orario ferroviario. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Calvano, Rossi, Marchetti Francesca

(Svolgimento)

 

OGGETTO 7663

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i disagi per i pendolari causati dal nuovo orario dei treni, in vigore da domenica 9 dicembre 2018, su molteplici linee della regione. A firma del Consigliere: Bertani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Iniziamo con l’oggetto 7660, interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per far fronte alle esigenze dell’utenza e dei pendolari che utilizzano le linee Ravenna-Bologna e Ravenna-Ferrara, specie in relazione al nuovo orario ferroviario. A firma dei consiglieri: Bagnari, Calvano, Rossi, Marchetti Francesca.

Risponderà per la Giunta l’assessore Donini.

La parola al consigliere Bagnari per l’illustrazione.

 

BAGNARI: Grazie, presidente. Torniamo in Aula con un’altra interrogazione che riguarda sempre i trasporti ferroviari, è diventata quasi un’ossessione però noi cerchiamo di essere attenti a tutto quello che succede quotidianamente sul territorio. C’eravamo lasciati nell’ultima puntata con una serie di problemi segnalati, ma avevamo anche evidenziato quelli che erano i problemi che si stavano presentando sul nuovo orario, su cui tra l’altro non erano state date notizie da Trenitalia, anzi c’era stato un vuoto di informazioni che aveva creato il panico fra gli utenti pendolari e il nuovo orario, entrato in vigore il 9 dicembre, ha evidenziato tutta una serie di problematiche che si sono manifestate in tutta la loro portata penalizzando i pendolari, chi viaggia per lavoro, chi per andare a scuola, soprattutto sulle linee che erano anche citate dalla presidente nel ricordare l’oggetto dell’interrogazione, quindi la linea Bologna-Ravenna, ma anche la Ravenna-Ferrara. In più abbiamo evidenziato anche altri tipi di problemi che si sono manifestati su altri punti delle linee ferroviarie, soprattutto nel versante romagnolo, ci mettiamo anche Castel San Pietro, anche se non è Romagna ma comunque ha subito una serie di problemi legati all’anticipo di alcuni orari e anche il territorio riminese dove in alcune fermate (Misano, Sant’Arcangelo, Viserba che ci è stato comunicato di recente) ci dicono che ci sono grossi problemi legati ai pendolari, agli studenti che, trovandosi con orari anticipati, rischiano di perdere i treni e avere uno sconquasso in quella che è l’organizzazione quotidiana.

Per non perdere troppo tempo perché sono molto interessato alla risposta dell’assessore Donini, che voglio ringraziare perché ha seguito e sta cercando di seguire il problema, io ritengo che però noi dobbiamo cercare di capire quali possono essere le soluzioni, perché a fronte di una necessità manifestata da tempo dal territorio romagnolo, in particolare dal Ravennate, di ridurre la percorrenza dei treni fra Bologna e Ravenna, ci ritroviamo con una serie di disguidi che non vanno a portare vantaggio a fronte di un investimento consistente della Regione, ma hanno creato una serie di problemi che rischiano poi di andare a vanificare anche alcuni vantaggi su alcune corse che ci sono state. Quindi dobbiamo capire come intervenire, come non annullare i vantaggi che ci possono essere, ma come fare in modo che non ci siano gli svantaggi e i disagi che abbiamo vissuto in queste settimane come pendolari per le diverse categorie che ho citato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bagnari.

L’assessore darà una risposta congiunta all’interrogazione ora illustrata dal consigliere Bagnari e sull’oggetto 7663, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i disagi per i pendolari causati dal nuovo orario dei treni, in vigore da domenica 9 dicembre 2018, su molteplici linee della regione, a firma del consigliere Bertani, a cui cedo la parola per l’illustrazione.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Brevemente perché parte delle problematiche sono già state illustrate. Con il nuovo orario in vigore dal 9 dicembre di quest’anno ci sono stati grossi problemi per molti pendolari e studenti, in particolare per i collegamenti fra Imola e Bologna, fra Castel Bolognese e Ravenna, fra Ravenna e Rimini. In particolare, i disservizi che si sono potuti riscontrare sono quelli delle stazioni minori dove anche lì, assessore Donini, esistono i pendolari, quindi ci sono centinaia di saliti e discesi al giorno che fanno qualche migliaio, o forse anche più, di pendolari che si sono ritrovati senza treni negli orari in cui solitamente si recano al lavoro o devono trovare dal lavoro o devono andare a scuola, fra l’altro con abbonamenti già fatti. Questa gente ha pagato l’abbonamento e, dall’oggi al domani, si trova senza abbonamento. Dopo di che ad esempio a Cervia una scuola ha dovuto modificare l’orario per garantire agli studenti la possibilità di entrare e uscire in orario. A Misano abbiamo scoperto che dopo Rimini la Romagna continua, noi lo sapevamo già, forse Trenitalia e l’assessore Donini no, perché a Misano pare che non fermino o siano spariti dei treni. Idem a Godo, idem a San Biagio. Chi deve partire e tornare dalle stazioni minori, abbiamo il caso di una signora che ci ha segnalato fra Sant’Arcangelo e San Lazzaro, si trova degli aumenti di tempi di percorrenza altissimi oppure le alternative sono da San Lazzaro tornare a Bologna e poi scendere verso Rimini oppure da San Lazzaro andare a Rimini e da Rimini tornare indietro. Quindi anche con aggravio di costi. Io penso che l’assessore oggi non debba una risposta a me o a Bagnari, ma debba una risposta a quelle migliaia di pendolari che ogni giorno hanno fatto la scelta o purtroppo hanno l’obbligo di dover utilizzare un mezzo che noi in tutti i modi vogliamo rafforzare. Ci spieghi, assessore, che cosa intende fare per risolvere questi disagi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio i consiglieri interroganti, espressione dei vari gruppi politici presenti in Assemblea, poiché mi permettono di chiarire in modo inequivocabile i termini della questione. Il nuovo orario non nasce per necessità di razionalizzazione dei costi del trasporto pubblico locale su ferro e non comporta per noi un risparmio, semmai un cospicuo investimento. In quattro anni infatti, bilancio dopo bilancio, questa Amministrazione regionale ha più che raddoppiato le risorse finanziarie per il trasporto pubblico locale. Il nuovo orario sulla linea Bologna-Ravenna-Rimini è stato invece pensato e voluto come obiettivo strategico nel patto per il TPL, firmato l’anno scorso con tutti gli interlocutori istituzionali, aziendali e sindacali del settore del trasporto pubblico al fine di velocizzare le relazioni tra Ravenna e Bologna prima in media nell’ordine di ottantatré minuti, oggi scesi ad un tempo di percorrenza di sessantanove minuti, per oltre cinquemila cittadini pendolari. Quindi sia chiaro a tutti che la Regione Emilia-Romagna non ha certo l’attitudine a spendere 3 milioni di euro in più per creare problemi in più al territorio. Purtroppo, nei giorni scorsi, proprio in concomitanza con l’entrata in vigore del nuovo orario, un problema ai sistemi informativi di Trenitalia ha causato una pubblicazione incompleta degli orari sul sito della società, causando per alcuni giorni non pochi problemi di comprensione della proposta da parte dei cittadini. Inoltre, sono emerse diverse criticità alle quali fanno riferimento i consiglieri interroganti per la soppressione di alcune fermate intermedie ed alcuni problemi riguardanti le coincidenze con l’uscita degli studenti di alcuni istituti scolastici. Questi ultimi affrontati e risolti con servizi sostitutivi su gomma. Quando si sono accertate le prime criticità nell’applicazione del nuovo orario ho chiesto, e ottenuto, che si istituisse immediatamente un coordinamento tecnico permanente fra Trenitalia, Regione e Comuni del territorio ravennate, ferrarese e della Città metropolitana di Bologna, aziende del trasporto pubblico per valutare quali correttivi immediati apportare al nuovo orario. Il lavoro di analisi e confronto sta proseguendo anche in questi giorni e già sono state apportate alcune significative correzioni. Già dal 10 dicembre infatti si sono messe in opera le prime misure correttive urgenti, altre sono operative da oggi (17 dicembre) con il ripristino della fermata di Godo nel treno delle 6,57 del mattino e della fermata di San Biagio. Per il 7 gennaio ne verranno adottate ancora, di cui alcune già definite, come ulteriori fermate a Godo e altre che emergeranno nel tavolo di lavoro permanente. Auspichiamo e chiediamo una comunicazione da parte delle aziende di trasporto, in particolare di Trenitalia, molto chiara e dettagliata in modo che non possa nascere alcun equivoco, come in occasione del cambio orario.

Sulla linea Ravenna-Ferrara non era stata chiesta da noi alcuna modifica, pertanto pensiamo che nelle prossime settimane si possano ripristinare la quasi totalità delle relazioni contenute nel precedente orario. Vorrei essere chiaro però fino in fondo: confidiamo nel lavoro tecnico che si sta facendo in queste ore e ci attendiamo che si apportino le giuste correzioni all’orario, in accordo con il territorio, risolvendo i problemi ancora rimasti, mantenendo il più possibile i benefici di velocizzazione della linea. Siamo anche disponibili, nel caso in cui le criticità emerse non si risolvessero rapidamente già dalle prossime settimane con la condivisione del territorio, a richiedere Trenitalia l’immediata applicazione del vecchio orario, confidando di realizzare pienamente l’obiettivo della velocizzazione della linea Bologna-Ravenna nel momento in cui saranno effettuati i necessari investimenti infrastrutturali sulla linea da parte di RFI contenuti nel contratto di programma con lo Stato, per i quali abbiamo già richiesto l’assoluta priorità.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Bagnari per la replica.

 

BAGNARI: Grazie, presidente. Grazie, assessore, per la risposta che fa un po’ di chiarezza, perché la sequenza dei comunicati, i battibecchi sui giornali fra noi e Trenitalia non hanno sicuramente aiutato a fare chiarezza e dare delle risposte che le persone si aspettavano.

Io credo intanto che le scelte non vadano fatte sulla testa dei territori e dei cittadini, degli utenti e pendolari: questo deve essere un principio sacrosanto. Quindi noi come Regione abbiamo investito e dobbiamo pretendere che il gestore non faccia i conti con quello che noi diamo e faccia la cresta, ma dia più servizi, come noi avevamo annunciato: più treni più veloci, eccetera, e non diminuire i treni o le fermate, perché sono capaci tutti di efficientare il servizio in questo modo. Quindi il fatto che la Regione si stia impegnando per cercare di istituire certe fermate e dare i servizi che devono avere i pendolari è giusto, tra l’altro l’utilizzo degli autobus è stato giustissimo, ma è evidente che, se noi puntiamo sul ferro, dobbiamo pretendere questo e, dall’altro, credo che vada anche sottolineato che alcuni territori sono stati più penalizzati di altri: penso al Lughese, all’entroterra ravennate, quello che citava lei (San Biagio, quindi l’entroterra ferrarese al confine con Ravenna). Io non credo che la Regione voglia che ci siano dei territori più marginali di altri, anzi abbiamo investito perché ci sia un miglioramento e tutti i territori siano meglio collegati, quindi questo credo che sia l’obiettivo a cui noi dobbiamo tendere.

Non va assolutamente bene, al di là di quelli che possono essere i ragionamenti su chi aveva visto come si era guardato o ci si era confrontati o meno sul territorio, il dato di fatto oggettivo è che anche questi treni e questo nuovo assetto vede i treni, oltre a quelli soppressi che si deve valutare se istituirli di nuovo, visto che miglioravano i servizi, che sono puntualmente in ritardo. Questa è incapacità tecnica, sulla quale noi non possiamo assolutamente chiudere gli occhi e dobbiamo pretendere il miglior servizio per i nostri cittadini.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bagnari.

La parola al consigliere Bertani per la replica.

 

BERTANI: Grazie, presidente. È ovvio che i tempi di percorrenza più brevi piacciono a tutti e quindi quei sessantanove minuti diventano importanti, ma non devono essere un miraggio, perché comunque pare che i ritardi ancora ci siano, magari è un assestamento. Ma non possiamo dire che ottengo il risparmio del tempo di percorrenza sopprimendo le fermate. Qui non è un’errata comunicazione di Trenitalia: i treni non si fermano per davvero! Non è che Trenitalia si è sbagliata a non dircelo: i treni non si fermano proprio, non è un’errata comunicazione! L’errata comunicazione è quella che ha fatto lei, assessore, quando ha fatto il comunicato trionfante dicendo “dal 9 dicembre cambia tutto, i servizi saranno migliori”. È quella l’errata comunicazione perché io non ci sto al rimpallo fra Trenitalia e Regione, perché io non credo che il nuovo orario di Trenitalia non sia stato bollinato dalla Regione. Se abbiamo un contratto di servizio, Trenitalia immagino che ce l’abbia fatto vedere quell’orario. O non ce ne siamo accorti o non l’abbiamo guardato. In entrambi i casi la questione è grave, perché, se l’orario come Regione non ci andava bene, non dovevamo scoprirlo sulla pelle dei pendolari: dovevamo guardarci prima e intervenire in maniera proattiva con Trenitalia.

L’assessore dice “adesso abbiamo messo i servizi sostitutivi su gomma” … A me ricorda un po' Maria Antonietta: “non hanno più pane dategli delle brioches”. Ecco assessore, non vorrei che con questo lei, assessore, ci dicesse “i pendolari non hanno più treni, diamo loro degli autobus” - non ha fatto una bella fine Maria Antonietta con questo tipo di soluzione. Quindi la gomma non può essere una soluzione, quindi bisogna ripristinare le fermate e gli orari, anche perché una risposta va data a chi ha fatto gli abbonamenti, ha già pagato un abbonamento annuale e non si trova più le fermate per l’abbonamento che ha pagato, quindi probabilmente avremo anche dei contenziosi.

L’altro aspetto è che i treni sono sovraccarichi. Ci sono delle giornate in cui non bastano i vagoni. Magari c’è stato un atto di vandalismo, può succedere, ma, anche quando non c’è l’atto di vandalismo, ci sono dei vagoni che non sono frequentabili e questo produce anche dei ritardi, quindi tutti questi miglioramenti di tempo non li abbiamo. Io penso che paghiamo per un servizio migliore. Fra l’altro, assessore, le segnalo che qualcuno ci dice che da marzo qualche Frecciabianca sparirà, quindi probabilmente delle fermate fra Cesena, Forlì e Faenza spariranno. Se spariscono quelle fermate di quei Frecciabianca che diventano Frecciarossa, quindi da Rimini a Bologna non c’è più nessuna fermata, tenete conto che lì sopra salgono tanti pendolari e anche qui io vi chiedo di essere proattivi, perché, se ci tolgono i Frecciabianca dove salgono tanti pendolari, i regionali non basteranno più. Dopodiché ci sarà la gente che non riesce a salire sul treno e i treni avranno ulteriori ritardi. Quindi, se ripristinare il vecchio orario è una soluzione, valutate anche quella, perché non possiamo lasciare a piedi la gente delle stazioni minori. Se l’obiettivo è trasferire dalla gomma al ferro pendolari, studenti e lavoratori non possiamo fare in modo invece che mettiamo loro i bastoni fra le ruote, di ferro, e li facciamo tornare su altre soluzioni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

 

OGGETTO 7664

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la procedura di ampliamento e ristrutturazione (art. 53, comma 1, lettera b) della LR n. 24/2017) dello stabilimento ex CERCOM di Comacchio (FE). A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo all’oggetto 7664, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la procedura di ampliamento e ristrutturazione (art. 53, comma 1, lettera b) della LR n. 24/2017) dello stabilimento ex CERCOM di Comacchio (FE). A firma del consigliere Taruffi.

Risponderà per la Giunta l’assessore Donini.

La parola al consigliere Taruffi per l’illustrazione.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Torniamo su un oggetto che era già stato trattato in passato anche da altri colleghi e che sul territorio di Comacchio sta producendo una forte mobilitazione da parte di comitati cittadini e anche sedute del Consiglio comunale di Comacchio molto movimentate.

Riepilogo brevemente la questione. Nel 2003 la Coop costruttori di Argenta fallisce; a seguito di questo fallimento lo stabilimento di produzione di porcellanato della CERCOM di Comacchio passa dal gruppo CE Serenissima che sposta la produzione di piastrelle nello stabilimento di Filo di Argenta. Nel 2015 la SACMI acquista questo stabilimento e inoltra domanda al Comune di Comacchio per l’avvio del procedimento unico nell’agosto di quest’anno, ai sensi dell’articolo 53, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 24/2017, per l’approvazione del progetto di ristrutturazione edilizia e ampliamento del complesso industriale denominato ex CERCOM, una variante ovviamente alla pianificazione territoriale vigente in variante sia al PSC del Comune di Comacchio che al piano territoriale del Parco regionale del Delta del Po. Considerato che l’articolo 53, della legge regionale n. 24/2017 (la nostra legge urbanistica), è inserito nel capo quinto che recita «Approvazione delle opere pubbliche e di interesse pubblico e delle modifiche agli insediamenti produttivi esistenti per gli interventi di ampliamento e di ristrutturazione dei fabbricati adibiti all’esercizio di impresa ovvero interventi di nuova costruzione di fabbricati o altri manufatti necessari per lo sviluppo e la trasformazione di attività economiche già insediate nell’area di pertinenza delle stesse in lotti contigui o circostanti ovvero in aree collocate in prossimità delle medesime attività». Ho recitato testualmente il testo della legge proprio perché la domanda che rivolgiamo alla Giunta è se, considerato che lo stabilimento in oggetto, su cui si richiede da parte della ditta questo tipo di intervento di ampliamento, è uno stabilimento che risulta non essere più produttivo da alcuni anni, più di una decina.

Si interroga la Giunta per sapere se la procedura che abbiamo richiamato, prevista dall’articolo 53, sia applicabile in quel sito produttivo, in quella situazione specifica che ha le caratteristiche che abbiamo qui richiamato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Per quanto riguarda la tematica affrontata dall’interrogazione si evidenzia che il parere del 26 giugno 2018 seguiva ad una formale richiesta di chiarimenti dell’ente Parco Delta del Po del 7 giugno 2018 circa il procedimento da seguire per l’approvazione del progetto. Dalla descrizione delle caratteristiche dell’immobile, indicate nella richiesta del 7 giugno da parte dell’ente Parco, il parere regionale faceva discendere che, per approvare detti interventi, non fosse possibile utilizzare il procedimento speciale di cui all’articolo 53 della legge regionale n. 24/2017, previsto solo nei casi ammessi della normativa, potendosi invece fare ricorso eventualmente all’accordo di programma. Detto procedimento infatti è ammesso dalla legge solo nell’ipotesi in cui un’attività produttiva già insediata e operante nell’ambito interessato intenda ampliare o ristrutturare le proprie attività imprenditoriali in essere e non in caso di fabbricati degradati e abbandonati, come dichiarato nella richiesta di parere citato. Questi sono gli atti. Pertanto, ad oggi si può osservare invece che la scelta comunale di avviare comunque il procedimento, di cui all’articolo 53 della legge regionale n. 24, può essere stata soltanto fondata su una differente e più approfondita considerazione dello stato di fatto degli immobili che abbia superato quanto dichiarato dall’ente Parco nella richiesta protocollata il 7 giugno.

In conclusione, ad oggi non possiamo che limitarci ad osservare che l’istruttoria del progetto è in corso e che l’ammissibilità dell’intervento è comunque subordinata alla valutazione nel merito della sua sostenibilità ambientale, territoriale e all’osservanza della disciplina vigente. Quindi sono ancora istruttorie in corso. Diverse strutture tecniche della Regione – peraltro rispondo io, ma ci sono integrazioni che riguardano anche l’Ambiente ovviamente – sono impegnate in questo momento nella valutazione del progetto, nella verifica dell’ammissibilità della variazione del piano, così come della legittimità del procedimento. Quindi legittimità del procedimento che è ancora in corso di valutazione, per le cose che ho detto prima. Con loro collaborano le strutture provinciali, comunali, dell’ente Parco nonché degli altri organismi di tutela di ARPAE e anche la Soprintendenza. Si vuole pertanto rassicurare l’interrogante circa l’impegno e l’approfondimento con cui sarà valutata l’ammissibilità formale e sostanziale di questo progetto, come peraltro avviene per ogni insediamento che intervenga in ambiti particolarmente sensibili. Confidiamo pertanto in tempi celeri, ma adeguati alla rilevanza dell’intervento, di poter fornire all’interrogante e a tutti coloro che ne siano interessati gli esiti della valutazione di sostenibilità ambientale, paesaggistica, territoriale del progetto e le motivazioni della stessa in modo da fugare ogni preoccupazione sul fatto che, anche nel caso si ammettesse la realizzazione del progetto, la salvaguardia del territorio del Delta del Po e della sua popolazione costituirebbero il primario obiettivo della Giunta regionale. Si ribadisce pertanto la massima attenzione della Giunta regionale affinché, anche nel caso di specie, sia data corretta applicazione alla disciplina urbanistica regionale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Taruffi per la replica.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Come ha giustamente notato l’assessore Donini, in effetti la nostra era un’interrogazione che ha, soprattutto dal punto di vista ambientale, il cuore della propria preoccupazione e, come sappiamo, è un intervento quello che non è ben considerato a livello territoriale, ha mosso molte preoccupazioni soprattutto per le ricadute potenziali, ricadute ambientali sullo stesso. Per cui noi ovviamente sappiamo che la procedura è in corso, riteniamo però che quel sito – questo credo sia pacifico – sia non più produttivo da molti anni e la cui natura è evidente a tutti. Ora seguiremo con attenzione l’evolversi della procedura e gli sviluppi che questa comporterà, è chiaro che dal nostro punto di vista la preoccupazione è molto forte e la legittimità complessiva di questo intervento ci sembra in questo momento particolarmente a rischio; le finalità stesse non ci convincono particolarmente. Ripeto, soprattutto per le ricadute ambientali che quell’intervento potrà avere, quindi sia dal punto di vista degli atti che produrrà l’Amministrazione comunale di Comacchio sia quelle del Parco del Delta del Po. la nostra attenzione sarà molto alta, vigileremo e, nel caso, torneremo in questa sede a riproporre, una volta esaurita ed esperita la pratica, per una valutazione finale, perché la nostra posizione su quell’intervento è particolarmente critica.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 7659

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per garantire l’insediamento produttivo dell’ex Bredamenarinibus e la continuità occupazionale dei relativi lavoratori. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo all’oggetto 7659, interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per garantire l’insediamento produttivo dell’ex Bredamenarinibus e la continuità occupazionale dei relativi lavoratori. A firma dei consiglieri Caliandro e Calvano.

Risponderà per la Giunta il sottosegretario Manghi.

La parola al consigliere Caliandro per l’illustrazione.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Si tratta di un’interrogazione non rituale, infatti nella realtà bolognese da quasi un secolo, dal 1919 per l’esattezza, esiste un’azienda, quella che correttamente viene chiamata ex BredaMenarini, in cui attualmente sono impiegate centocinquantaquattro persone; sul ruolo che questa azienda ha svolto nella costruzione di autobus e nello sviluppo di questa modalità di produzione meccanica, tipica peraltro di queste terre, abbiamo ascoltato e visto nonché assistito al racconto di favole, storie che però passano sulla pelle delle persone. Le campagne elettorali sono il momento in cui molti politici fanno delle promesse, solo alcuni di questi le mantengono. Questo è accaduto all’ex BredaMenarini dove ci sono stati dei veri e propri défilé del vicepresidente Di Maio che ha detto che avrebbe tenuto e vigilato sulla stabilità di questa azienda. In più si è aggiunto nella narrativa di questi mesi la retorica della Lega Nord, quella del “prima gli italiani”, in cui si diceva che si sarebbe tutelata l’immagine italiana nel mondo, la tutela delle imprese e dei lavoratori italiani. Questo non è accaduto, ma non soltanto perché abbiamo a che fare con un Governo fatto da persone incapaci; la sensazione è che si sia di fronte a qualcosa di più grave.

Il ministro Di Maio aveva detto che si sarebbe arrivati alla nazionalizzazione dell’ex BredaMenarini e aveva illuso centocinquantaquattro famiglie che questo avrebbe significato mantenere la peculiarità bolognese di questa azienda che ha distaccamenti in altre zone d’Italia, andandolo a promettere anche ad Avellino, che si sarebbe mantenuta questa eccellenza. Nella storia dei bilanci di questa azienda vediamo che ci sono molti crediti che possono essere escussi per far ripartire l’azienda, purtroppo – lo sappiamo tutti – quando la neve che in questi giorni colpisce la nostra regione si scioglierà, tutto rimarrà come prima e così è questo Governo del finto cambiamento: quando la neve si scioglie viene fuori quello che hanno messo sotto la neve, ovvero che prima gli italiani è un racconto che non c’è più! Noi non abbiamo nulla contro l’intervento di altre aziende che vengono ad operare qui in Italia, anche se sono turche. E questo lo dico per i colleghi che della Lega Nord di questo hanno fatto una vera e propria crociata di identità. Vedo infatti che la BredaMenarini è stata acquisita al 70 per cento dalla Karsan e solo al 30 per cento da Finmeccanica.

Il punto che io vorrei chiedere alla nostra Giunta è il tipo di impegno che questa Regione cerca di intrattenere con il nuovo management dell’azienda. Questo lo dico perché siamo in occasione della finanziaria, i Cinquestelle hanno fatto delle promesse che non stanno mantenendo e su questo punto mi piacerebbe che riflettessero un attimo i colleghi, perché, per investire politicamente, questo Governo avrebbe non solo dovuto mantenere quello che Di Maio aveva promesso ai sindacati, ma avrebbe dovuto sviluppare una vera e propria politica per la costruzione con la BredaMenarini di un polo nazionale per la produzione di bus ecologici, per la ricerca e l’innovazione per la progettualità che questa Regione ha chiesto e avrebbe dovuto fare sue quelle politiche di pacchetto di mobilità sostenibile che tanto vengono decantate, ma non praticate.

Noi siamo preoccupati non soltanto per le centocinquantaquattro famiglie, ma siamo preoccupati per il respiro politico, industriale che questo Paese deve avere e siccome le cose che ho citato erano state l’impegno del vicepresidente Di Maio che ha disatteso, mi chiedo questa Giunta se ha intenzione di tutelare le centocinquantaquattro famiglie che lavorano per questa azienda, quindi chiedendo che la produzione resti in queste terre e se vada ulteriormente sviluppato questo percorso su mobilità sostenibile su bus ecologici, perché francamente delle favole della campagna elettorale non si ricorderà neanche la neve.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

La parola al sottosegretario Manghi per la risposta.

 

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. In merito all’interrogazione a risposta immediata presentata dal capogruppo del PD, consigliere Caliandro, sono a rispondere che l’esito dell’assemblea dei soci avvenuta lo scorso 11 dicembre ha di fatto determinato un nuovo assetto societario che pone la maggioranza, quindi il controllo dell’azienda, nelle mani della società turca Karsan. Azienda che ora è titolare anche del marchio, dei contratti di fornitura e di tutto il patrimonio progettuale aziendale. Questo è avvenuto in quanto nessuna delle ipotesi prospettate dal ministro dello sviluppo economico durante gli incontri precedenti con le istituzioni e le organizzazioni sindacali si è concretizzato. Non vi è stato né l’ingresso di imprenditori italiani né del gruppo Ferrovie dello Stato, come più volte annunciato, e non è mai stata fornita una spiegazione di questi mancati ingressi.

La definizione del nuovo assetto societario, da una parte, ha al momento scongiurato l’apertura di una procedura fallimentare, ma non ha per nulla dissipato le preoccupazioni rispetto alle prospettive produttive e occupazionali dei siti produttivi di Bologna e di Flumeri. Un assetto societario che potrebbe avere ulteriori evoluzioni entro trenta giorni dal verbale del consiglio d’amministrazione. Comunque nel frattempo noi siamo impegnati a richiedere un incontro urgente con i nuovi vertici aziendali per aprire immediatamente un confronto con la nuova proprietà sulle prospettive del sito bolognese, ribadendo il nostro interesse a sostenere la realizzazione di un importante polo progettuale e produttivo per la costruzione di mezzi di trasporto pubblico locale moderni, sicuri, ecologicamente sostenibili valorizzando le competenze presenti in azienda e la collaborazione con il mondo della ricerca universitaria e la radicata filiera del settore presente sul nostro territorio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, sottosegretario Manghi.

La parola al consigliere Caliandro per la replica.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Vorrei manifestare tutta la mia preoccupazione di fronte alla risposta che il sottosegretario ha dato: una risposta dovuta, tecnica ma problematica. Io chiedo a quelle persone di buon senso, che spero che in qualche modo ascoltino anche quest’Aula, di farsi portatori nel loro movimento, quello dei Cinquestelle, di un impegno vero. Guardate che la sfida sull’ambiente non è soltanto per andare in prima pagina sull’ecobonus, la sfida sulla tutela dello sviluppo di materiale industriale e meccanico non è soltanto da campagna elettorale, c’è la vita delle persone, c’è una realtà che va sviluppata. Se volete cambiare questo Paese, dovete sapere che c’è una sinistra disponibile a farlo, ma non con le chiacchiere. Smettetela di raccontare chiacchiere! Le chiacchiere creano non soltanto disoccupazione, creano non soltanto disinformazione, ma creano la sconfitta delle idee. Avete rinunciato a partecipare come Governo in Polonia ad un appuntamento fondamentale e state rinunciando a mantenere gli impegni che avevate preso. Noi faremo questa battaglia, per i lavoratori e per l’ambiente.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

 

OGGETTO 7662

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la richiesta di deroga per i punti nascita di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), Pavullo (Modena) e Borgo Val di Taro (Parma). A firma del Consigliere: Sassi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo all’oggetto 7662, interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la richiesta di deroga per i punti nascita di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), Pavullo (Modena) e Borgo Val di Taro (Parma). A firma del consigliere Sassi.

Risponderà per la Giunta il sottosegretario Manghi.

La parola al consigliere Sassi per l’illustrazione.

 

SASSI: Grazie, presidente. Viste le notizie stampa dalle quali abbiamo appreso che il presidente Bonaccini ha intenzione di andare a Roma a ridiscutere questa situazione, la situazione dei punti nascita di montagna nella nostra regione, ero interessato a capire fino a che punto siamo arrivati e quali intenzioni abbia nel concreto questa Giunta. Attendo la risposta all’interrogazione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al sottosegretario Manghi per la risposta.

 

MANGHI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Il decreto del ministro della salute 11 novembre 2015 prevede che il Comitato Percorso nascite nazionale esprima un motivato parere su eventuali richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi inferiori a cinquecento parti annui in condizioni orograficamente difficili e in deroga a quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010. La Regione Emilia-Romagna ha presentato la richiesta di deroga per i punti nascita con meno di cinquecento parti l’anno che è stata redatta conformemente a quanto previsto dal protocollo metodologico ministeriale, fornendo tutte le informazioni richieste, inclusa l’indicazione delle distanze e dei tempi di percorrenza.

Il Comitato nazionale ha considerato essenzialmente, anche se non esclusivamente, il trend delle nascite e i criteri di disagio orografico definiti in funzione della necessità di garantire la sicurezza e con l’obiettivo di un bilanciamento tra il rischio legato alle distanze da percorrere e il rischio collegato alla ridotta capacità di affrontare condizioni complesse e situazioni in emergenza in un punto nascite con volumi e casistica molto ridotti. Il Comitato nazionale ha fatto una valutazione autonoma georeferenziata delle distanze verso i punti nascita alternativi e limitrofi, tenendo anche conto delle condizioni stradali e metereologiche che possono giocare un ruolo importante nell’allungare i tempi di percorrenza, indicando la sospensione dell’attività di assistenza al parto per tre punti nascita collocati in area montana. La principale motivazione della sospensione dell’assistenza al parto è correlata ai bassi tassi di natalità e all’impossibilità di raggiungere nei prossimi anni un numero di parti/anno sufficiente per garantire la sicurezza della donna e del bambino, nonché la competence e l’expertise dei professionisti e di tutta la struttura della gestione delle situazioni di emergenza che possono presentarsi anche nei parti fisiologici.

Da almeno sei anni peraltro nei punti nascita, nei quali è stata sospesa l’attività, partorivano esclusivamente donne valutate a basso rischio, in quanto le donne a medio e ad alto rischio erano già interessata verso i punti nascita hub di riferimento, con disagi contenuti e sicurezza garantita anche grazie all’attivazione in tutti i territori dei protocolli STAM e STEN. Nell’Assemblea legislativa dello scorso 19 giugno l’assessore alle politiche per la salute ha affermato che, qualora il Ministero della salute proponesse una ridiscussione dell’accordo Stato-Regioni 2010, questa Regione è disponibile ad un confronto attraverso la Conferenza unificata, tenendo presente che la garanzia della massima tutela per la salute e la sicurezza della donna, del bambino e del personale sanitario, nonché la qualità dell’assistenza, sono condizioni imprescindibili.

Coerentemente con quanto riferito in Assemblea, l’assessore alle politiche per la salute ha recentemente chiesto un incontro al sottosegretario di Stato alla salute per discutere di un’eventuale revisione del citato accordo del 2010. In assenza di una modifica dei riferimenti, sulla base dei quali il Comitato nazionale ha indicato la sospensione dell’attività di assistenza al parto, un’ulteriore richiesta di deroga è immotivata. Ergo, se verrà data disponibilità a rivedere i parametri di riferimento, la Regione dà la disponibilità nelle parole dell’assessore per la salute che qui sono riportate.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, sottosegretario Manghi.

La parola al consigliere Sassi per la replica.

 

SASSI: Grazie, presidente. È stato fatto un resoconto di quanto già avvenuto, di quanto è già stato deciso dalla Commissione nascite nazionale e mi risulta confermato da quella regionale. Notizie già risapute, non era necessaria forse un’interrogazione a risposta immediata. Mi aspettavo una posizione politica e non tecnica, perché quella tecnica l’abbiamo già evasa più volte, su cui ha giocato, secondo il mio punto di vista, in realtà una forte posizione politica, perché anche la richiesta di deroga a suo tempo redatta e inviata al Ministero non puntava propriamente a caldeggiare la possibilità di una deroga reale, ma a confermare quanto la Regione aveva già deciso. Ricordo che comunque in ogni caso, a prescindere da quelle che sono le valutazioni di carattere tecnico, la decisione politica di mantenere aperto o chiuso un punto nascita è in capo alla Regione e non al Ministero. Questo va ribadito.

La sicurezza delle partorienti è sicuramente il nodo cruciale. Io parlando e partecipando anche a certi eventi a Castelnovo Monti e parlandone anche con gli interessati a Borgo Val di Taro, ho sempre sentito dire, soprattutto per quanto riguarda Sant’Anna e Castelnovo Monti, che Sant’Anna sostanzialmente è un’appendice di Santa Maria Nuova. Questo detto da professionisti che ci lavorano, non da me: io prendo atto. Però queste sono dichiarazioni buone per il pubblico, ma non per il calcolo delle nascite. L’atto votato in questa Regione, in questa Assemblea che prevedeva la rotazione dei professionisti, perché io non ho mai visto una porta, un infisso o un muro far nascere un bambino, è sempre il professionista che lo fa. Ruotando i professionisti, il numero dei punti nascita è ininfluente rispetto al tema sicurezza, perché la sicurezza sono i professionisti che la garantiscono. È stato votato in questa Assemblea, mai stato attuato, mai stato neanche preso in considerazione, mai stato realmente portato avanti. Quindi credo che ci sia un problema di gestione di questa faccenda. Se poi il Comitato nascite nazionale, che ha geolocalizzato i percorsi, ha ritenuto che in ambito montano fare cinquanta o sessanta chilometri in montagna d’inverno per andare a partorire non sia un problema, io vorrei vederli facendo quelle strade non dovendo partorire e andando giù a Reggio. Io vorrei parlare con queste persone del Comitato nascite nazionale anche oggi, ma per dire quattro fiocchi di neve e stiamo parlando di montagna. Abbiamo un problema qui a Bologna, figuriamoci in montagna! Se questa è sicurezza.

Sorvolo sulle dichiarazioni a mezzo stampa fatte a suo tempo dal direttore della ASL di Reggio che diceva “tanto c’è l’elicottero”, perché sono una cosa che neanche al bar mi permetterei di dire, per il semplice fatto che già è una cosa assurda partorire in ambulanza, figuriamoci in elicottero. O se una partoriente possa essere trasportata in elicottero. Questa è una questione che proprio non capisco e continuerò a non capire come si faccia a sbandierare la sicurezza delle partorienti, quando si sta parlando di territori che hanno una reale, concreta e fattiva difficoltà di mobilità sicura per questo tipo di interventi.

Io speravo che sinceramente gli annunci che ho letto sul giornale riguardassero una nuova richiesta di deroga, magari più motivata a tenerli aperti, ma in realtà quello che viene detto oggi è che c’è la possibilità di ridiscutere l’accordo del 2010 tra Stato e Regioni sul numero dei parti. Secondo me ci stiamo ancora concentrando su un dato ragionieristico e non sulla realtà dei fatti, perché non sono cinquecento parti il problema di per sé, se quei cinquecento parti li fanno professionisti che in realtà, ruotando, nella loro esperienza ne fanno molti di più. Noi leghiamo cinquecento parti ad una struttura, quando non è la struttura a far nascere i bambini, ma sono i professionisti. Dovremmo collegare quei cinquecento parti ai professionisti che li eseguono e allora dire che un professionista che non abbia fatto almeno cinquecento parti non potrà fare nuovi parti. Questo non è possibile farlo, perché altrimenti insorge la categoria sicuramente, perché si va a valutare la professionalità delle persone, quindi si fa un dato ragionieristico legato alla struttura. Io ritengo questa cosa – e lo ribadisco – assurda e lo sbandierare la sicurezza delle partorienti è un pretesto per aver voluto chiudere i punti nascita, tra l’altro tutti di montagna. Attualmente in regione non abbiamo un punto nascite di montagna. Poi investiamo sul territorio montano per dire faremo servizi per la montagna per riqualificare, eccetera. In montagna si può fare di tutto.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

 

OGGETTO 7652

Interrogazione a risposta immediata in Aula circa i tempi di ripristino della viabilità nella strada “Ravegnana” che collega Ravenna a Forlì, con particolare riferimento ai disagi per la relativa utenza e per le aziende che la utilizzano. A firma del Consigliere: Liverani

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo all’ultima interrogazione a risposta immediata in Aula circa i tempi di ripristino della viabilità nella strada Ravegnana che collega Ravenna a Forlì, con particolare riferimento ai disagi per la relativa utenza e per le aziende che la utilizzano. A firma del consigliere Liverani.

Risponderà per la Giunta l’assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Rancan per l’illustrazione.

 

RANCAN: Grazie, presidente. La chiusura della Ravegnana ovviamente è una cosa nota da più tempo e da più parti, anche vista la problematica del crollo che vi è stato del ponte sulla strada e che sicuramente ha un’importanza particolare specifica, perché in quella zona si chiude un tratto di strada che è davvero fondamentale per tutti: sia per i fruitori del servizio piuttosto che per tutte le aziende che vi sono nelle zone limitrofe, per le persone che comunque devono attraversare, passare su quella strada, che oggi sono obbligati ad utilizzare delle strade secondarie, con evidenti problematiche sia di tempo che di disagi per quanto riguarda la circolazione. Oltretutto vi sono su queste strade secondarie dei grossi problemi anche di manutenzione delle strade e vi sono quindi anche problematiche relative alla circolazione sia di mezzi leggeri, ma soprattutto di mezzi pesanti. Si sta prefigurando uno scenario molto difficile e difficoltoso, quello di perdita di fatturato per alcune aziende che sono sicuramente a rischio calo, piuttosto che per tutti gli agricoltori. Quindi tutta la zona ne sta risentendo in modo davvero importante. Serve che il ripristino venga messo in atto il prima possibile, quindi che tutte le azioni possibili per migliorare e sanare la situazione vengano fatte il prima possibile, perché altrimenti si potrebbe mettere ancora più in difficoltà quella zona. Quindi la domanda chiara è quella di sapere esattamente quali sono le tempistiche per il ripristino della normale viabilità per consentire ai nostri cittadini, alle nostre imprese e ai nostri agricoltori e a tutto l’indotto una fruizione migliore di questa infrastruttura.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

La parola all’assessore Gazzolo per la risposta.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. In seguito al terribile incidente che lo scorso 25 ottobre è costato la vita al collaboratore regionale Danilo Zavatta, la riapertura della statale Ravegnana, collegamento strategico tra Ravenna e Forlì, è stata la priorità immediatamente condivisa da tutte le istituzioni, già a partire dall’incontro convocato dal prefetto Enrico Caterino il successivo 29 ottobre, un appuntamento al quale ho partecipato con Michele De Pascale, Sindaco di Ravenna, con i dirigenti e i tecnici dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, rappresentanti delle forze della polizia, del Comando dei vigili del fuoco, di E-distribuzione e di ANAS. Tutti abbiamo condiviso la scelta di istituire un tavolo tecnico e un comitato operativo per la viabilità, entrambi istituiti dalla Prefettura presso il Comune di Ravenna per gestire l’emergenza, definire il sistema viario alternativo e gli interventi da attuare. Nel frattempo, dopo un primo e parziale dissequestro dell’area, dove è avvenuto il crollo, su incarico della procura della Repubblica la stessa Agenzia ha immediatamente avviato una prima opera di somma urgenza da 260 mila euro per la messa in sicurezza della zona crollata.

È stata realizzata una barriera di parancole, tavole di acciaio per bloccare il flusso di acqua e interrompere l’erosione dell’argine. L’ulteriore dissequestro disposto dall’autorità giudiziaria lo scorso 7 novembre, ad eccezione della centralina sullo sbarramento di San Bartolo, ha consentito di svolgere i rilievi tecnici necessari a fotografare lo stato di salute dell’argine sul fiume Ronco e a definire un quadro chiaro e approfondito della situazione. A finanziare queste indagini lo stanziamento di altri 200 mila euro da parte della Regione. Gli studi conclusi a fine novembre hanno compreso le indagini geo-elettriche, georadar per valutare la distribuzione delle acque sotterranee attraverso l’impiego di correnti elettriche fatte circolare nel terreno. Spero che questi dati siano di utilità anche per il consigliere. In aggiunta alle prove diagnostiche necessarie ad esaminare le condizioni dell’argine fino a trentacinque metri di profondità mediante appositi sondaggi e carotaggi ed i rilievi topografici di dettaglio di tutta l’area e delle immediate pertinenze.

È in via di ultimazione l’analisi di questi dati raccolti e nei prossimi giorni, entro Natale, il quadro della situazione verrà illustrato al tavolo tecnico per valutare le varie ipotesi in campo e procedere ad una rapida progettazione degli interventi risolutivi per far partire al più presto il cantiere, il tutto secondo un approccio integrato reso necessario dal quadro tecnico complessivo del dissesto, che necessita di azioni correlate sull’intero sistema rappresentato dall’argine, dalla strada, dalla chiusa e ovviamente dal fiume Ronco.

La Regione ha già accantonato 800 mila euro dei fondi per le somme urgenze nel bilancio 2018, vista la priorità e lunedì scorso ha effettuato un prelievo dal fondo di riserva per ulteriore un milione e 150 mila euro. Con l’approvazione del bilancio 2019, in discussione in Assemblea legislativa, si chiuderà il quadro dei finanziamenti con un ulteriore milione di euro. La Giunta provvederà quindi a deliberare l’intero stanziamento, per un totale di 3 milioni di euro, per renderlo disponibile dal primo gennaio e permettere un rapido avvio del cantiere proprio grazie alle garanzie di tutte le risorse necessarie, rivalendosi sul responsabile del crollo, in seguito alla chiusura dell’indagine in corso da parte della magistratura. Siamo ben consapevoli che la rivalsa di oltre 3 milioni e mezzo seguirà un percorso dai tempi lunghi, ma è evidente per la Regione ha l’assoluta priorità di riaprire la strada, collegamento vitale per i cittadini, il tessuto economico e l’intero territorio. In attesa della soluzione definitiva delle criticità il Comune di Ravenna ha altresì proceduto a modificare il tragitto dei mezzi del trasporto pubblico locale, in particolare del bus 156, per consentire comunque i collegamenti tra le due città di Ravenna e Forlì, particolarmente preziosi per studenti e pendolari. La norma attuale non permette invece di prevedere da parte della Regione forme di agevolazione fiscale o di fiscalità di vantaggio che possono essere riconosciute solo in presenza di precisi presupposti e in seguito di calamità naturali.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Rancan per la replica.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Apprendo con piacere ciò che è stato fatto, nel senso che comunque una cronistoria è stata fatta e ringrazio anche per i dati forniti per quanto riguarda le indagini.

Sulle tempistiche speravo in qualcosa di un po’ più concreto e più celere, perché la domanda dell’interrogazione specificava questo: «Quali saranno i tempi e le tempistiche per il ripristino della viabilità» e ad oggi la risposta non ci è ancora stata data. Ad oggi non vi è una certezza delle tempistiche, non vi è una dichiarazione su quelli che saranno quindi i tempi e i risvolti che avranno i lavori, le risorse – da quello che ho capito – sono state impegnate o saranno impegnate; speriamo che sia sulle tempistiche che auspichiamo ci vengano date, perché ad oggi ancora non ci sono, speriamo che almeno sulle risorse, e poi anche sulle tempistiche che seguiranno, siano promesse che vengano attuate. Vi è stato già un esempio per quanto riguarda il ponte di Solarolo che fondamentalmente era stato detto che in quattro mesi si sarebbe riaperto tutto, sarebbe stato tutto a posto, ma nei fatti questo non è avvenuto. Nei fatti quindi non siamo riusciti ad avere un ritorno su quella questione e quindi speriamo di avere celermente un ritorno su questa almeno. Intanto chiediamo anche che venga messa a posto quell’altra, però speriamo che tutto quello che verrà non saranno promesse non mantenute, perché ad oggi tempistiche non ne sono ancora state date. Quindi chiediamo celerità, chiediamo concretezza, chiediamo soprattutto rispetto per tutti coloro che fruiscono e dovrebbero fruire di quella viabilità e di tutto l’indotto che dietro ne gravita.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

 

Cordoglio per l’attentato di Strasburgo dove ha perso la vita Antonio Megalizzi

 

PRESIDENTE (Soncini): Chiedo all’Aula un momento di raccoglimento per ricordare le vittime di Strasburgo e Antonio Megalizzi. Dopo un mio pensiero osserveremo un minuto di silenzio.

Commuove profondamente il sacrificio di un giovane testimone del nostro tempo che ha mostrato la forza di una visione libera e pulita, di un’Europa in cui non possiamo non riconoscerci. Oggi scopriamo la forza di chi è mite e gli ideali europeisti non possono che essere sostenuti da questa mitezza, di chi è capace di vivere per un ideale e crede in un bene comune lontano da interessi di parte, vicini alle famiglie delle vittime di Strasburgo e alla famiglia di Antonio, un ragazzo che aveva i miei anni, raccogliamo questa eredità, impegnati a portare avanti senza retorica il suo sogno che è anche il nostro.

Osserviamo un minuto di raccoglimento in piedi.

 

(L’Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)

 

PRESIDENTE (Soncini): Riprendiamo la seduta.

 

OGGETTO 6368

Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare, in accordo con l’INPS, una modalità di certificazione dell’assenza del lavoratore sottoposto a terapie chemioterapiche che consenta al lavoratore di non perdere la copertura economica o rischiare il posto di lavoro per superamento del periodo di comporto. A firma dei Consiglieri: Sabattini, Tarasconi, Paruolo, Caliandro, Campedelli, Zappaterra, Rontini, Zoffoli, Mumolo, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Bessi, Lori, Prodi, Poli, Bagnari, Montalti, Rossi, Serri, Soncini

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo agli atti di indirizzo, oggetto 6368, risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare, in accordo con l’INPS, una modalità di certificazione dell’assenza del lavoratore sottoposto a terapie chemioterapiche che consenta al lavoratore di non perdere la copertura economica o rischiare il posto di lavoro per superamento del periodo di comporto. A firma dei consiglieri: Sabattini, Tarasconi, Paruolo, Caliandro, Campedelli, Zappaterra, Rontini, Zoffoli, Mumolo, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Bessi, Lori, Prodi, Poli, Bagnari, Montalti, Rossi. Su questo documento insiste una proposta di emendamento, a firma della consigliera Sensoli.

Apro la discussione generale sul documento.

La parola al consigliere Sabattini.

 

SABATTINI: Grazie, presidente. Questa è una risoluzione calendarizzata in più sedute dell’Assemblea, oggi sono molto contento che riusciamo a discuterla, è una risoluzione che nasce anche grazie ad una segnalazione avvenuta da parte dell’Assessorato alla salute del Comune di Modena e della CGIL confederale della provincia di Modena; è una risoluzione che verte su una particolarità anche data dall’evoluzione delle modalità con le quali vengono erogate le prestazioni sanitarie. Nasce da questa difformità data dall’applicazione del DM n. 70/2015 dove è previsto che alcune prestazioni sanitarie, fra cui la somministrazione di chemioterapia, sono passate dal regime di day hospital a regime di trattamento ambulatoriale. Questo non è un problema di per sé, anzi è un elemento sicuramente di valore. È chiaro che questo elemento ha degli effetti sui lavoratori del momento in cui non vengono recepite queste novità da quegli istituti che regolano le possibilità per i lavoratori, soprattutto del settore privato, nel vedere riconosciuti i loro diritti sull’utilizzo dei permessi di malattia con la stessa caratteristica e con la stessa modalità con la quale le prestazioni venivano erogate in precedenza.

Questo a dire come anche l’evoluzione che abbiamo portato nell’erogazione di queste terapie non ne modificano di per sé l’effetto sulla persona e quindi anche la debilitazione che queste cure portano al singolo individuo non cambiano sulla modalità di erogazione, quindi passare da day hospital a prestazione ambulatoriale, quindi la necessità comunque di un periodo per potersi riprendere da queste cure non si modifica con la modalità di erogazione. Questa risoluzione va proprio a toccare questo punto, perché la prestazione ambulatoriale richiede oggi, visto quello che è previsto all’interno dei contratti nazionali di lavoro, una differenza di status per quelle che sono le prestazioni erogate in day hospital e quelle prestazioni erogate in regime ambulatoriale. Regime ambulatoriale in questo caso comporterebbe l’utilizzo di permessi individuali di certificati medici da parte dei lavoratori che risultano così in questo inquadramento penalizzare il trattamento economico e, dall’altra parte, incidere su quello che è il periodo complessivo di comporto.

Con questa risoluzione, che spero avrà l’assenso di tutta l’Aula, chiediamo alla Giunta, in accordo con l’INPS, di andare ad uniformare anche questo tipo di casistica ulteriore, cosa che è avvenuta anche in passato per altre terapie che hanno cambiato la tipologia di erogazioni, proprio nell’ottica di andare a sanare questa distonia che ci hanno evidenziato, proprio perché questa possibilità non possa e non debba andare a rischiare dei deperimenti sia dal punto di vista economico che quello dei posti di lavoro per i lavoratori che sono costretti, loro malgrado, ad essere sottoposti a cure alquanto invasive.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sabattini.

La parola alla consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Noi abbiamo proposto con l’emendamento un’integrazione alla risoluzione. Dato che – e viene citato anche all’interno della risoluzione – esiste un problema, un inghippo per quanto riguarda i contratti collettivi nazionali, noi abbiamo proposto, visto che l’INPS non può dare un’interpretazione ad un certificato medico diversa da quella che viene inserita all’interno del certificato stesso, così come ovviamente i certificati medici non possono riportare un qualche cosa di diverso da quella che è effettivamente la prestazione avvenuta, abbiamo proposto di sollecitare sia l’ARAN per quanto riguarda i contratti pubblici sia le associazioni di categoria, i sindacati e chi di dovere per poter agire sui contratti collettivi nazionali, proprio per andare anche a livello legislativo a colmare quella lacuna o andare a sistemare quella parte legislativa che ad oggi manca per poter risolvere questo problema.

Da parte nostra comunque il voto alla risoluzione sarà positivo, perché concordiamo sul fatto che comunque questo aspetto vada sistemato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

La parola al consigliere Marchetti Daniele.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Lasciatemi dire che è una situazione abbastanza paradossale, perché i presentatori della risoluzione oggi in discussione hanno descritto perfettamente la situazione centrando il punto, dimenticando però che sono proprio loro o, meglio, il partito che rappresentano i primi responsabili di tutta questa situazione. Questo lo dico perché con la riorganizzazione della rete ospedaliera che è stata approvata nel 2015, alcune prestazioni sanitarie, fra cui la chemioterapia oggetto del documento, sono passate dal regime di day hospital a quello di trattamento ambulatoriale. Questo, come dite giustamente voi, perché condivido l’impegno che cercate di dare, ha comportato un rilevante impatto sull’applicazione degli istituti contrattuali di alcune categorie di lavoratori, tra cui i metalmeccanici che sono riportati nel testo.

La situazione attuale, quindi, con la chemioterapia garantita con prestazioni ambulatoriali anche per attività articolate, programmate che comportano un tempo di permanenza importante presso la struttura ospedaliera – e qui cito testualmente quello che avete scritto voi – comporta l’utilizzo di permessi individuali o certificati medici giornalieri da parte dei lavoratori che risultano così penalizzati nel trattamento economico. Giustissimo! Avete assolutamente centrato il punto. C’è un problema da risolvere. Però lasciate che vi chieda alcune cose: dove eravate voi, quando abbiamo approvato la riorganizzazione della rete ospedaliera nel 2015? Dove eravate voi, quando dai banchi della Lega vi veniva detto “attenzione che tra day hospital e prestazioni garantite con un servizio ambulatoriale le cose cambiano”. Queste nostre osservazioni, queste nostre richieste sono sempre state ignorate e oggi purtroppo ci accorgiamo che c’è un problema da risolvere. Quindi siamo consapevoli che c’è bisogno di mettere una pezza a questo problema; al di là delle diverse visioni che abbiamo su quello che state facendo a livello regionale sulla sanità, voteremo a favore di questo documento, però ritengo che sia, come dicevo inizialmente, una situazione davvero paradossale. Quindi noi voteremo a favore, ma lasciateci dire che la colpa è soltanto vostra, perché siete voi che avete deciso tutto questo e noi questo lo ripeteremo fino allo sfinimento a tutti i cittadini.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Marchetti Daniele

La parola al consigliere Sabattini per la replica.

 

SABATTINI: Grazie, presidente. Ho fatto un’illustrazione estremamente ecumenica della risoluzione, ma è chiaro che il dibattito può stimolare anche atteggiamenti un po’ diversi.

Al consigliere Marchetti dico bene il voto sulla risoluzione, però occorre un minimo spiegare anche la ragione di questo atto che presentiamo oggi, che forse un po’ è sfuggito. L’evoluzione, io dico per fortuna, della ricerca medica e della modalità con la quale vengono erogate le prestazioni è credo un elemento che fa parte anche dell’evoluzione delle modalità con le quali vengono erogati determinati servizi. Ci sono anche tanti interventi che oggi vengono fatti semplicemente come prestazione ambulatoriale, che fino a pochi anni fa venivano fatti con giorni e giorni di ricovero e questo non mi sembra un elemento molto deteriore della prestazione. Anzi sono fatti con miglior efficienza oggi rispetto a un tempo, con un successo delle stesse più elevato. La risoluzione verte semplicemente sul fatto che i contratti nazionali di lavoro, che sono scritti soprattutto per l’aspetto normativo che è la parte che non riguarda l’aspetto economico della parte dei contratti nazionali, sono ovviamente datati nel tempo. Questa è una delle tante parti che nel tempo sono anche state aggiornate da parte della considerazione dell’INPS. Se la colpa è quella, con l’evoluzione anche del nostro sistema sanitario, di aver cambiato le modalità di erogazione e magari anche aver, oltre che efficientate, permesso comunque un miglior servizio, è una colpa che sicuramente ci prendiamo con estremo favore. Dall’altra parte è chiaro che questi effetti che possono anche toccare anche altri elementi, perché ad esempio per quello che riguarda il tema di questa risoluzione, personalmente – come ho ricordato all’inizio del mio intervento – mi è stato evidenziato da parte di un’organizzazione sindacale, di una amministrazione che ha avuto il caso specifico sollevato da un’interpretazione puntuale che veniva da un territorio.

Io credo che questa interlocuzione, così mi lego anche per la risposta alla consigliera Sensoli, proprio in questa logica non c’è la necessità di costruire altri tavoli di concertazione o di aggiornamento di contratti nazionali, ma c’è un aggiornamento che fa direttamente l’Istituto previdenziale nel considerare determinati tipi di trattamenti, parificati a quelli che venivano erogati con modalità diverse. È proprio per quello che, nonostante apprezzi la puntualità dell’emendamento presentato dai colleghi, ritengo che va un po’ fuori la ragione di questa risoluzione. Non perché non sia calzante, ma semplicemente perché la procedura, anche a fronte delle ricerche che abbiamo fatto, preventive alla costruzione di questa risoluzione, richiedono l’interlocuzione attraverso l’INPS per andare alla riconoscibilità di quello che chiediamo in questa risoluzione. Quindi qui semplicemente c’è la necessità di coinvolgere la Regione nello stimolo, nella risoluzione di questo tipo di problemi e credo che un voto unanime dell’Aula su questa tematica non sia tanto una necessità di provare a mettere una bandierina su un tema o una differenziazione politica, perché qui di politico c’è ben poco, ma c’è proprio la volontà forte e pratica di cercare di risolvere un problema che è stato sollevato e che credo la Regione Emilia-Romagna, con la forza della discussione che stiamo facendo oggi, possa trovare una giusta soluzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sabattini

Chiudo la discussione generale e apro la fase delle dichiarazioni congiunte su risoluzione ed emendamento.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Questa risoluzione appare certamente come un’iniziativa di buonsenso sia per la delicata situazione di chi è sottoposto a chemioterapia, anche in regime ambulatoriale che determina una debilitazione fisica sia perché talvolta nelle stesse storie lavorative di tanti operai del comparto industriale si trovano condizioni che possono aver inciso nell’insorgenza di patologie tumorali. In ogni caso aderisco a quanto affermato dal collega Marchetti e, come gruppo di Fratelli d’Italia, voterò questo documento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Daniele Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Due considerazioni velocissime per poi arrivare alla dichiarazione di voto. Sono certamente problemi contrattuali, magari datati che non sono al passo sicuramente con i nuovi sistemi di erogazione delle prestazioni sanitarie che nel tempo sono mutate, però bisognerebbe riflettere prima di prendere qualsiasi decisione, perché noi all’epoca vi avevamo messi in guardia, vi avevamo chiesto di ponderare meglio quella decisione che ha portato a un importante taglio di posti letto destinati al day hospital; oggi queste sono le conseguenze, quindi invitiamo la maggioranza la prossima volta, anche se ormai siamo in coda a questa legislatura, di non contare fino a dieci ma fino a cento prima di prendere qualsiasi decisione.

Confermo infine il nostro voto a favore, perché riteniamo opportuno mettere una pezza a questo problema che, ripeto, voi avete creato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Marchetti Daniele.

La parola alla consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Noi ribadiamo il voto a favore, mi dispiace che vengano bocciati gli emendamenti, perché comunque la nostra era una proposta aggiuntiva e non sostitutiva e secondo noi bisognava andare alla fonte del problema, perché, se poi si trovano soluzioni che magari sono di più rapida applicazione, ma che comunque non vanno a risolvere il problema alla radice, si rischia poi nel tempo di ritrovarsi non dico nella stessa situazione, ma magari ad avere altre complicazioni. Nonostante questo, ne prendiamo atto e voteremo a favore.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Nomino scrutatori i consiglieri Campedelli, Molinari e Bargi.

Chiedo l’assenso al consigliere Sabattini di poter votare l’emendamento della consigliera Sensoli. Concesso, grazie.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è respinto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 6368.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione oggetto 6368 è approvata.

 

OGGETTO 7128

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in tutte le sedi istituzionali di confronto Stato/Regioni per manifestare la ferma e assoluta contrarietà della Regione Emilia-Romagna alla proliferazione delle armi ed al favore manifestato, dal Governo nazionale, nel recepimento della direttiva (UE) 2017/853, nonché, all’assoggettamento degli interessi pubblici alle istanze della lobby pro-armi. A firma dei Consiglieri: Sassi, Prodi, Taruffi, Torri

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 7668

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi competenti affinché l’idoneità fisica e la capacità tecnica debbano essere comprovate in modo rigoroso e confermate periodicamente per tutta la detenzione; a promuovere una campagna di sensibilizzazione sui rischi connessi all’uso e alla custodia delle armi nonché ad agire affinché sia consentito cedere armi a terzi in deposito a fini di custodia. A firma del Consigliere: Bertani

(Presentazione, discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 7128, risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in tutte le sedi istituzionali di confronto Stato/Regioni per manifestare la ferma e assoluta contrarietà della Regione Emilia-Romagna alla proliferazione delle armi ed al favore manifestato, dal Governo nazionale, nel recepimento della direttiva (UE) 2017/853, nonché, all’assoggettamento degli interessi pubblici alle istanze della lobby pro-armi. A firma dei consiglieri: Sassi, Prodi, Taruffi, Torri. Su questo oggetto insistono cinque proposte di emendamento, a firma del consigliere Bertani.

È stata abbinata in Aula la risoluzione oggetto 7668, risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi competenti affinché l’idoneità fisica e la capacità tecnica debbano essere comprovate in modo rigoroso e confermate periodicamente per tutta la detenzione; a promuovere una campagna di sensibilizzazione sui rischi connessi all’uso e alla custodia delle armi nonché ad agire affinché sia consentito cedere armi a terzi in deposito a fini di custodia. A firma del consigliere Bertani.

Apro la discussione generale congiunta sui documenti.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente. Io ho redatto questa risoluzione per esprimere una posizione assolutamente politica, non certamente tecnica perché quanto fatto dal ministro è tecnicamente corretto e quindi non è questo il punto. Era nelle sue facoltà farlo. Il punto è se noi pensiamo che la proliferazione delle armi, l’uso di armi semiautomatiche, l’aumento del numero di colpi per caricatore piuttosto che il tenere nascosto persino ai nostri familiari che deteniamo delle armi in casa, sia un’azione adatta al nostro Paese, che della cultura delle armi non ha fatto certo scuola. Quindi ritengo che questo crei presupposti di rischio su una proliferazione che chiedo, attraverso questa risoluzione, venga osteggiata e contrastata.

Tengo anche a precisare. Io mi sono occupato di direttive europee, anche professionalmente nella mia storia professionale, e so esattamente come funzionano; la direttiva europea non è un atto obbligatorio dal punto di vista nazionale finché lo Stato nazionale non la recepisce: da quel momento diventa obbligatoria, ma non è obbligato a recepirla. Avendola recepita, è diventata obbligatoria. Quindi per questo dico che tecnicamente il ministro aveva tutta la facoltà di fare quello che ha fatto, politicamente è discutibile il fatto che l’abbia recepita. Questo è il punto.

Non credo che sia un’azione promossa per fare sicurezza, perché la sicurezza la fanno i professionisti, non i cittadini, non è questo il punto, ma qui si è allargata veramente molto anche la maglia e la platea di coloro che possono accedere alle armi alle quali prima non avevano accesso. In questo senso io chiedo che, non tecnicamente perché non interessa il punto tecnico, interessa il punto politico, questa Assemblea, quindi il soggetto politico che rappresenta tutto il territorio emiliano-romagnolo, si esprima in contrarietà a questo tipo di azioni che rimarranno in essere, perché comunque è un’azione legittima di un ministro, ma che trovo sbilanciata verso gli interessi solo di chi le armi le produce e non certo alla tutela dei cittadini o di chi le armi potrebbe utilizzarle.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Leggendo la risoluzione presentata dal collega Sassi mi sono subito fatto prendere dall’entusiasmo e, da ufficiale di artiglieria in congedo, ho pensato che, grazie a Salvini, avrei finalmente potuto mettere un bell’obice 155.23 a traino meccanico in giardino. Sono quindi corso a leggere il decreto legislativo n. 104/2018 e sono rimasto amaramente deluso: non solo non posso comprare il mio bel pezzo di artiglieria, ma ho potuto riscontrare che le mie possibilità di detenere armi sportive da collezione si sono in realtà ulteriormente ridotte. Sono andato quindi a rivedere i quotidiani del mese di maggio e ho trovato in data 11 maggio 2018 un articolo di Alessandra Ziniti su “la Repubblica” che titolava: «Stretta sull’acquisto delle armi, obbligatoria la tracciabilità e il divieto di camuffarle». Arriva Salvini e i titoli diventano: «Vince la super lobby, più facile possedere un’arma da guerra». Ovviamente la direttiva europea è la stessa e, come ben sappiamo, ad uno Stato è concesso solo di porre limitazioni ulteriori, non certamente di ampliare quelli che sono i confini dettati dalla direttiva stessa. Non sorprende di certo che un giornale punti al sensazionalismo per aumentare le tirature e che l’immancabile Saviano si strappi le vesti su Facebook nell’attesa di essere profumatamente pagato come opinionista in questo o nell’altro talkshow. Ciò che invece stupisce è che alcuni colleghi presentino una risoluzione, evidentemente basata su quei titoli o su quei post, senza minimamente aver letto il decreto legislativo, almeno così mi auguro, perché, diversamente, significherebbe che non l’hanno capito o, peggio, stiano diffondendo fake news.

Utilizzerò i dieci minuti dell’intervento per commentare i punti salienti del decreto legislativo n. 104/2018, consigliando a chi vuole approfondire il tema, in alternativa ai soliti strilloni, di iniziare leggendo il TULPS nel 1935, il suo regolamento di attuazione del 1940, la legge n. 110/75, la 81/82, la 157/92, tutte le circolari applicative e le modificazioni delle precedenti, specialmente dal 2010 ad oggi, ad iniziare dal decreto legislativo n. 204/2010. L’obbligo di avvisare familiari o conviventi è stato introdotto nel nostro ordinamento da un leghista, l’onorevole Maroni, ministro dell’interno del quarto governo Berlusconi con il decreto legislativo 26 ottobre 2010 n. 204, che all’articolo 3, comma 10, andava a modificare il regio decreto 18 giugno 1931, n. 773. Dopo sette anni dall’entrata in vigore di tale provvedimento (1 luglio 2011), la norma è ancora disapplicata per la mancanza di un regolamento applicativo che definisca quali debbano essere le modalità di comunicazione. Con buona pace di Saviano e degli estensori di questo documento, la sinistra in sei anni di governo non ha saputo scrivere quelle dieci righe. La questione era talmente importante, talmente fondamentale per evitare i femminicidi invocati da Saviano, che in sette anni nessuno si è mosso. Finalmente il ministero Minniti, scuotendosi dal torpore a fine mandato, aveva proposto nientedimeno che di ricorrere ad un’autocertificazione, una misura pro forma per accontentare i fanatici della burocrazia. In pratica la questione veniva risolta chiedendo semplicemente al titolare del porto d’armi di autocertificare di aver avvisato coniuge o compagna. Chiaramente, se uno vuole ammazzare la moglie, sarà terrorizzato all’idea di autocertificare il falso e mai chiederà il porto d’armi a sua insaputa. Logico, no!

Da quanto esposto appare evidente che la norma prevista dalla bozza Gentiloni non solo era assolutamente inutile per prevenire un femminicidio, ma era anche una vera e propria presa in giro. Salvini ha quindi stralciato questa norma, ripristinando lo status quo, ovvero ritornando alla necessità di scrivere un regolamento applicativo che, mi auguro, venga presto emanato. Nessun tipo di arma da guerra può essere acquistata da civili, ed è così dal 1975. Le armi demilitarizzate (categoria A6) non sono armi da guerra e le armi semiautomatiche che assomigliano ad armi automatiche (categoria B9) lo sono ancor meno. A meno che qualcuno creda che la somiglianza nelle forme possa accomunarsi alla funzionalità. Ad esempio, questa perfetta imitazione di una granata in realtà è un simpatico portapenne. La definizione di tiratore sportivo non è stata ampliata e non sarebbe stato in alcun modo possibile, dato che viene introdotta da questo decreto. È sbagliato dire che sia più semplice acquistare armi da fuoco. Le uniche modifiche su acquisto e possesso di armi sono delle limitazioni introdotte, per cui dal 14 settembre solo i tiratori sportivi, come definiti dalla legge, potranno acquistare e detenere armi di categoria A6 (armi demilitarizzate), armi originariamente automatiche che sono state trasformate irreversibilmente in armi semiautomatiche e quindi a tutti gli effetti civili, e A7: armi con un caricatore di capienza superiore a dieci colpi, se lunghe o a venti colpi, se corte. In realtà, quindi, sono state introdotte gravi restrizioni con deroghe limitate e ancora poco chiare a livello attuativo, non aperture o semplificazioni.

È parzialmente vero, invece, che è stato aumentato il numero di armi sportive detenibili. Dico parzialmente, perché già prima era di fatto possibile possedere più di sei armi da tiro, sobbarcandosi l’onere di richiedere la speciale licenza di collezione per armi comuni e sportive, grazie alla quale, registrate le armi in eccesso come armi da collezione, quando il tiratore intendeva utilizzare una di queste ultime era sufficiente trasferire un’arma utilizzata per il tiro fra quelle da collezione e inserire un’arma precedentemente classificata da collezione fra quelle destinate al tiro. Ovviamente ognuno di questi passaggi di classificazione andava notificato alle forze dell’ordine, quindi l’unica conseguenza di questa norma è che si intaseranno un pochino meno di cartacce inutili i commissariati e le questure, perché gli appassionati non dovranno più passare alternativamente dalla denuncia alla licenza di collezione le armi eccedenti le sei sportive e poterle utilizzare nell’attività agonistica.

Mi preme sottolineare senza alcuna differenza degli indispensabili requisiti per l’acquisto, la detenzione e la custodia, perché i requisiti necessari ad acquistare una sola arma, sportiva o meno, ad acquistarne sei o acquistarne dodici sono i medesimi, non sono cambiati.

Voglio chiarire ai colleghi, che evidentemente non hanno dimestichezza con le armi da fuoco, che il famigerato AR-15 automatico nelle citate stragi degli USA non è un fucile semiautomatico, ma è un’arma da guerra, esattamente come l’AK-47 automatico, e come l’AK-47 non può essere venduto in Italia a civili da soli quarant’anni, ovvero dall’entrata in vigore della legge n. 110/75. Quella che invece viene già venduta in Italia è per l’appunto la versione semiautomatica di queste armi, ovvero una versione di queste armi che può sparare solo a colpo singolo e non a raffica. Non solo i requisiti necessari per l’acquisto delle armi non sono minimamente cambiati, ma, anzi, a chi dal 13 giugno 2017 intende acquistare un’arma somigliante ad un Kalashnikov, sono richiesti ulteriori adempimenti rispetto al passato. Se vi foste preoccupati di leggere il testo del decreto in Gazzetta Ufficiale, anziché accontentarvi di quanto scrivono i quotidiani, avreste scoperto all’articolo 13 che le cose stanno come vi sto dicendo.

La denuncia delle armi via PEC, che molti giornali hanno minimizzato come una dichiarazione via e-mail, era già stata introdotta dal 2010; oggi è stata solamente prevista la possibilità di inviarla direttamente ai commissariati e stazioni dei carabinieri, invece che alle sole questure che prima dovevano, a loro volta, girarle ai commissariati o ai carabinieri. Oltretutto lo stesso decreto prevede la creazione di una banca dati tutta nuova centralizzata, con lo scopo di rendere ulteriormente efficienti i sistemi di tracciatura che in Italia già sono i più rigorosi d’Europa.

Venendo poi al vicepremier Salvini e ai suoi fantomatici accordi con l’altrettanto fantomatica lobby delle armi, non mi resta che fare una semplice considerazione, dopo aver letto il decreto legislativo n. 104/2018: o si tratta di pura invenzione complottistica, altrettanto verosimile all’invasione degli ultracorpi, o Salvini non ha capito proprio di cosa gli abbiamo parlato. Sbaglierò, ma ritengo che la prima ipotesi sia la più accreditata. Per quanto riguarda poi l’insigne presidente dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia, permettetemi la battuta: è come se affidassimo ad un vegano l’incarico di commentare una grigliata a base di Angus.

Andiamo quindi nello specifico del decreto, onde di mostrarvi come in realtà penalizzi e non avvantaggi gli appassionati del settore. Le licenze sportive di caccia dovranno essere rinnovate ogni cinque anni e non più ogni sei, come accadeva prima; tale disposizione non era affatto prevista dalla direttiva europea. È fatto obbligo di presentare ogni cinque anni una certificazione medica, dalla quale risulti che il richiedente non è affetto da malattie mentali oppure da vizi che ne diminuiscano, anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere. È fatto divieto di spedire armi fra privati e viene fatto obbligo al privato che intende acquistare armi per corrispondenza di poterle ritirare esclusivamente presso un titolare di licenza per l’esercizio del commercio di armi comuni da sparo (fino ad oggi le potevi ricevere a casa). Il divieto di utilizzare le armi della categoria B9 per la caccia, in realtà ne limita il numero detenibile, in quanto non c’è limitazione numerica per le armi da caccia, invece è fissato in tre quello per la categoria B9. Altrettanto è stato introdotto un limite massimo di cartucce acquistabili annualmente. Il tutto non richiesto dalla direttiva europea da recepire, alla faccia dell’uniformità del trattamento degli onesti cittadini italiani, visto che i delinquenti non perdono tempo a denunciare armi e munizioni.

Potrei continuare, ma, per mancanza di tempo, mi avvio alla conclusione evidenziando come, anche grazie alle nuove attribuzioni ricevute tramite la legge regionale sull’editoria, il CORECOM probabilmente potrebbe insignire questa risoluzione di un premio quale migliore fake news dell’anno.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Paruolo.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Motivo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questa risoluzione e quindi anticipo già ora la dichiarazione di voto. È evidente che la scelta che è stata fatta dal Governo italiano, il decreto legislativo n. 104 del 10 agosto 2018 è una scelta che, come è stato ricordato in premessa da uno degli estensori della risoluzione, è legittima e naturalmente ci sono state voci sia a favore che contro. Stavo guardando un po’ le voci a favore. Per esempio, leggevo che secondo “GUNSweek”, che è un settimanale di appassionati delle armi, dice che il decreto legislativo approvato in Italia è il migliore recepimento finora discusso in tutta l’Unione europea. Questo settimanale invece dice molto peggio del recepimento adottato dalla Francia, che ha posto vincoli e limitazioni, come era diritto evidentemente di ogni Paese fare, cosa che invece il Governo italiano ha scelto di non fare. Però, siccome il dispositivo della risoluzione dichiara una contrarietà di questa Regione alla proliferazione delle armi come schema vincente per il giusto obiettivo di diminuire la criminalità e i diritti, credo che sia utile far parlare le statistiche e, siccome mi hanno preparato alcune note interessanti, vorrei citarle in modo che restino a verbale di questa nostra seduta.

È utile richiamare che negli Stati Uniti, secondo le statistiche ufficiali, il rischio di essere uccisi da un’arma da fuoco è venticinque volte più alta della media delle altre nazioni occidentali ove la disponibilità delle armi è regolamentata in maniera più rigorosa. Diversi studi dimostrano che anche all’interno degli Stati Uniti gli stati, che hanno adottato legislazioni più blande rispetto al controllo delle armi da fuoco, hanno successivamente sperimentato più alti indici di violenza, in particolare degli omicidi con armi da fuoco che aumentano mediamente del 9 per cento. L’andamento dei crimini violenti che dal 1977 al 2014 negli Stati Uniti ha visto comunque un decremento, andando nel dettaglio si può verificare che il decremento dei crimini violenti è stato del 42,3 per cento nei nove stati che non hanno adottato legislazioni particolarmente favorevoli e ulteriormente estensive rispetto al diritto di portare delle armi da fuoco, mentre invece nei trentasei stati dove sono state accolte questi tipi di facilitazioni legislative il calo dei crimini violenti registrato è sceso solo del 4,3 per cento. Il che significa che è evidente che le scelte fatte non hanno provocato un aumento della sicurezza, ma, al contrario, hanno portato degli ulteriori problemi. A livello mondiale il 41 per cento degli omicidi è commesso con armi da fuoco, percentuale che sale al 66 per cento nel continente americano dove esistono le legislazioni più favorevoli all’uso delle armi, mentre scende al 13 per cento in Europa e al 10 per cento in Oceania. Le cinquanta città dove avvengono più omicidi al mondo, in rapporto al numero degli abitanti, sono quarantadue in Sudamerica, quattro negli Stati Uniti, precisamente St. Louis, Baltimora, New Orleans e Detroit, e tre in Sudafrica. Nessuna di queste è europea. Sono numeri che dovrebbero, credo, farci riflettere, sono numeri che motivano il fatto che non è una soluzione quella della proliferazione delle armi.

Un’ultima nota che voglio fare a livello politico. Siccome in quest’Aula siedano esponenti di partiti diversi che sono insieme al Governo, questo mi pare uno di quegli esempi più chiari in cui questo Governo, invece di fare sintesi fra forze politiche che hanno idee molto diverse, procede per risultati in cui viene appaltato all’una o l’altra forza politica, o alternativamente, il pallino e la capacità di decidere le scelte da adottare. In questo caso è la Lega che ha avuto la possibilità di definire il modo con cui recepire la direttiva europea, e sarebbe interessante capire che cosa pensa il Movimento 5 Stelle su questo argomento, visto che si è sempre caratterizzato su posizioni molto distanti, almeno da un punto di vista teorico. Poi ovviamente ci sono provvedimenti legislativi in cui è il Movimento 5 Stelle che tiene il pallino e la Lega che sta a guardare. Lo dico sommessamente, perché credo che sia un rischio pericoloso quello che forze politiche così distanti possano trovare un punto di mediazione nel cercare di governare. È evidente che il rischio vero che corriamo è quello di vedere questa spartizione degli argomenti e questa suddivisione dei campi, che rischia di produrre degli elementi veramente problematici. Sarebbe stato meglio che su questi temi ci fosse stato un confronto, in modo tale che le scelte fossero veramente, seriamente condivise, perlomeno fra le forze che compongono il Governo, mentre – ribadisco – credo sia molto rischioso per l’Italia pensare che ci sia una suddivisione del settore di influenza in cui, di volta in volta, l’una o l’altra forza politica dettano la linea anche in modo del tutto divaricato da quelli che sono i pensieri espressi dalle altre forze in coalizione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Paruolo.

Prima di dare la parola al consigliere Molinari volevo dirvi che i tecnici sono al lavoro per cercare di ripristinare il sistema in modo che non sia inquadrata sempre la Presidenza, ma giustamente il consigliere che interviene.

Il consigliere Molinari è uscito, pertanto do la parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo per illustrare gli emendamenti che ho presentato, perché effettivamente la risoluzione contiene delle inesattezze che, secondo me, vanno sottolineate.

La prima è già stata notata: eliminato l’obbligo di avvisare tutti i componenti della famiglia della circostanza che in casa ci sono delle armi in realtà non corrisponde al vero, in quanto rimane l’obbligo, è stata solo introdotta la semplificazione di notificarlo via PEC, infatti noi negli impegni alla risoluzione chiediamo che la Regione, oltre ad esprimere un auspicio contro la proliferazione delle armi, introduciamo l’impegno per chiedere che il regolamento previsto, che riguarda la comunicazione ai familiari, venga finalmente approvato e introdotto, perché la sua previsione risale già al 2010. Quindi non è l’attualità questo argomento, ma è un aspetto che dura già da parecchi anni. Un altro aspetto è che proponiamo di inserire è il fatto che la durata del porto d’armi sia passata da sei a cinque anni. Inoltre, riteniamo che il quinto capoverso delle premesse vada soppresso, perché anche questo non corrisponde al vero: la catalogazione dei tiratori sportivi.

Infine, l’ordine del giorno che abbiamo presentato vuole intervenire anche qui sul tema del contrasto alla proliferazione delle armi e all’errata custodia delle stesse. Siamo contrari come Movimento 5 Stelle alla proliferazione delle armi, tanto che io in quest’Aula avevo già presentato anche un ordine del giorno, infatti mi dispiace che oggi saltino fuori le verginelle, che riguardava la proliferazione delle armi in generale e l’export delle armi: siccome come Regione noi affidiamo i servizi di tesoreria a diversi istituti di credito, avevo chiesto che non affidassimo o che predisponessimo i prossimi bandi dei servizi di tesoreria alle banche che fanno transazioni sul commercio e l’export di armi. Però quella risoluzione purtroppo è stata bocciata proprio dal Partito Democratico.

Sempre sulla proliferazione delle armi penso sia importante ricordare che dobbiamo creare un clima in cui la gente, le persone non siano invogliate ad autodifendersi e quindi a comprare un’arma perché non si sentono sicure. Poi c’è tutto il settore dei tiratori sportivi, della caccia, sulla quale noi abbiamo la nostra posizione, che vanno regolamentati e vanno introdotti degli strumenti che siano a tutela sia dei possessori di armi che dei cittadini, perché quelle armi vengano utilizzate solo in quell’ambito e siano correttamente custodite. Quindi importante che la valutazione di idoneità al porto d’armi sia stata ridotta da sei a cinque anni e che questa sia fatta in maniera severa e rigorosa. Questo è quello che chiediamo nella nostra risoluzione. Poi che ci sia un’informazione sui rischi di utilizzo delle armi e sui rischi connessi alla loro custodia, perché purtroppo anche nella nostra regione ci sono casi di utilizzo di armi, perché c’è stata un’errata custodia. Quindi una campagna di sensibilizzazione su questo diventa importante, come diventa importante ad esempio per i tiratori sportivi pensare di dare la possibilità della custodia delle armi presso soggetti terzi e quindi presso i poligoni di tiro, quindi in questo modo sicuramente non si portano le armi in casa.

Per quanto riguarda invece le promesse in campagna elettorale di uno che poi è diventato ministro alle cosiddette lobby delle armi, su questo sicuramente io non sono d’accordo. Quindi i rapporti con le lobby delle armi legittimamente uno li tiene, ma nel contratto di Governo non mi sembra ci sia alcun aspetto sulla proliferazione e aumento delle armi. Anzi addirittura c’è un’attenzione anche per quel che riguarda l’export delle armi. Che poi si voglia utilizzare qualsiasi argomento per dire che un contratto di Governo sta cercando di portare avanti dei temi che sono cari alle due forze politiche che lo hanno sottoscritto, cercate tutte le volte ogni pretesto per dare addosso al Governo. Questa mattina mi sarebbe piaciuto rispondere al Question Time, quando parlavamo di BredaMenarini, rivolto alla Giunta per alzare la palla perché l’assessore schiacciasse. Anche in questo caso mi dispiace per il consigliere Sassi, con il quale condividiamo molte vedute, sul contrasto alle armi lui ha alzato la palla e oggi di qua ci sono gli schiacciatori.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Io ascolto sempre con attenzione i colleghi, quando intervengono, specie su temi delicati come questo e, a parte la notazione finale del consigliere Bertani che ha gentilmente, velatamente accusato il consigliere Sassi di intelligenza con il nemico, volevo rassicurarlo su un fatto: che in realtà il consigliere Sassi, come ha illustrato nella sua presentazione, ha segnalato un tema di carattere politico che io credo sia giusto e doveroso affrontare in modo chiaro. Da questo punto di vista, se sto al dibattito che ho sentito questa mattina, le forze politiche che stanno al governo di questo Paese sono riuscite in una straordinaria opera: quella di rendere felici tutte le associazioni che detengono le armi e che hanno “combattuto” per un’estensione del tema del porto d’armi in questo Paese, in realtà riducendo e restringendo quella normativa. Questa mattina ci è stato spiegato che in realtà il decreto di cui parliamo ha ridotto e ha ristretto l’utilizzo delle armi, però tutte le associazioni che fanno della proliferazione delle armi e su quel tema fanno le loro rivendicazioni, si sperticano in lodi proprio segnalando come il Governo italiano sia quello che ha recepito in modo migliore la direttiva europea. Le cose stanno in modo opposto: o le associazioni sono state turlupinate e non se ne sono accorte, quindi siamo di fronte ad un caso di circonvenzione di incapace, oppure effettivamente il decreto non è così immune da critiche, come qualcuno ha cercato di spiegarci in quest’Aula. La terza via non c’è.

Prima il consigliere Paruolo diceva che è difficile pensare ad un Governo in cui due forze politiche appaltano l’un l’altra campi diversi con interessi diversi, portando a casa risultati anche diversi; da questo punto di vista mi è chiarissimo quali sono gli intenti e gli obiettivi della Lega e quali sono i risultati che ha portato a casa. Sono sotto gli occhi di tutti. Un po’ meno mi sembrano evidenti gli obiettivi e soprattutto i risultati portati a casa dall’altra forza di governo che oggi ricordo, perché sempre per onor di cronaca, i rapporti di forza, che sono quelli che determinano la realtà, ci dicono che il Movimento 5 Stelle detiene il 32 per cento dei parlamentari, la Lega il 17. Lo ricordo perché in realtà nell’azione di governo non è che siamo a 32 parlamentari a 17, non siamo neanche 50 a 50, ma siamo, quando va bene, 30 a 70, quindi bisogna dare anche il merito a Salvini di essere riuscito a ribaltare i numeri, i rapporti di forza all’interno del Parlamento, perché prima il consigliere Bertani diceva “uno che poi è diventato ministro”, diciamo pure che è il segretario della Lega che oggi è di fatto il presidente del Consiglio che dispone, ordina e decide e gli altri prendono atto delle sue volontà. Questo è per oggi e allo stato dell’arte la situazione che viviamo. Compreso il decreto di cui stiamo parlando oggi, perché, se è vero che il Movimento 5 Stelle è contrario alla proliferazione delle armi, che ha da sempre portato avanti una battaglia, questa cosa non sta né in cielo né in terra. Questo provvedimento di cui discutiamo oggi, se effettivamente il Movimento 5 Stelle fosse coerente con quello che ha detto negli anni passati, questo che abbiamo sul tavolo non ci sarebbe, perché in Parlamento non ci sarebbe stata la possibilità di approvarlo.

In realtà non è così, anche il consigliere Bertani nei suoi interventi negli ultimi tempi dimostra un equilibrio e un’attenzione che non gli conoscevo, è riuscito a spiegare, almeno in parte ha provato a spiegare la posizione del Movimento 5 Stelle, ma siccome i fatti, come sempre ci ha spiegato per tanti anni che le parole contano, ma i fatti contano di più, stiamo concretamente discutendo di un provvedimento che, rispetto allo spirito manifestato per anni dal Movimento 5 Stelle, è del tutto estraneo. Credo che le difese d’ufficio che ho sentito qui rispetto alle possibili ma non dimostrabili interlocuzioni che il vicepresidente del Consiglio, il segretario della Lega tiene con le lobby delle armi non sono amichevoli tè che si prendono scambiando chiacchiere tra amici, ma sono interlocuzioni che poi portano a provvedimenti legislativi, rispetto ai quali il Movimento 5 Stelle semplicemente tace. Su questo come su altri dossier. Dopo discuteremo del decreto “insicurezza” e altri provvedimenti. Spiace perché io sono stato tra quelli, e continuo a pensare che questa alleanza di governo non sia utile al Paese e penso che si dovrebbe lavorare per costruirne un’altra; spiace, rispetto alla possibilità e alle necessità di cui il Paese avrebbe bisogno, che ci sia qualcuno che si ostini a mantenere in piedi un’alleanza che alla fine porta in dote esclusivamente vantaggi per uno dei due contraenti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Consiglieri, i tecnici sono pronti per intervenire sul sistema, quindi sospendo un attimo l’Aula per consentire di lavorare meglio e che siate inquadrati durante i vostri interventi.

 

(La seduta, sospesa alle ore 11,57, è ripresa alle ore 12,09)

 

PRESIDENTE (Soncini): Riprendiamo i lavori.

La parola al consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Che dibattito stimolante! Nei fatti è stimolante capire, recepire e venire a conoscenza che la gente in primo luogo non studia. Qui nei fatti nessuno ha capito di cosa si sta parlando. Si è parlato di tante cose: di confronto, di più criminalità se vi sono più armi… si è parlato di tantissimo, ma innanzitutto vorrei mettere un punto su determinate questioni tecniche che una persona che fa politica dovrebbe tranquillamente capire leggendo l’atto e il decreto, perché è una cosa semplicissima, elementare. Intanto parliamo di una normativa europea in materia di terrorismo, sulla quale il Governo è in prima linea: a quanto pare c’è chi non lo è. Secondo, come è stato detto da più parti, la questione è molto più restrittiva rispetto alla precedente, perché vi sono delle specifiche, che adesso andrò ad elencarvi, che non sono state però dette dalla parte che voterà a favore di questo documento: creazione di un sistema informatico che prevede la mappatura di tutte le armi, dei punti d’arma e delle scatole di munizioni (questo prima assolutamente non esisteva); le armi fallate non verranno più nascoste o “tenute” in grandi magazzini, in grandi ammassamenti ma verranno immediatamente distrutte; con il rilascio del porto d’armi vi sarà un numero massimo annuale di proiettili acquistabili (anche questo prima non era previsto); la durata è stata diminuita da sei a cinque anni, ma la polemica viene fatta sul fatto che non vi sarebbe l’obbligo di avvisare i parenti in caso di detenzione di armi, eccetera. Se voi siete abituati a fare delle norme che ricalcano completamente una norma già esistente, noi non lo siamo, perché nei fatti questo è già previsto da una norma del 2010 e quindi è già tutto chiaro e scritto.

Si dice che vi è una parte che vuole la proliferazione di armi. La Svizzera, che mi piace citare come esempio, è il Paese più armato d’Europa, questo non significa che tutti dobbiamo armarci, significa che bisogna dare la possibilità alla gente, che legittimamente vuole tenere un’arma e che ha i requisiti psicofisici di poterla avere, di poterla acquistare, ma questo non è direttamente proporzionale alla criminalità: in Svizzera non vedo tutti i giorni sparatorie, perché è il Paese più armato d’Europa, assolutamente no! E vi chiedo se è più pericolosa un’arma detenuta da un cacciatore, piuttosto che chi va al poligono, quindi per sport, piuttosto che magari io che voglio detenere un’arma in casa oppure chi va nelle piazze con caschi, molotov, spranghe, tira i bidoni: qual è l’arma più pericolosa? Io che la tengo o i caschi e le molotov che i vostri amici tirano ai poliziotti e ai carabinieri? Qual è l’arma più pericolosa: quella del cacciatore o questa? Qual è l’arma più pericolosa?

 

BESSI: I nomi, di chi sono gli amici?

 

RANCAN: Ve li dico tranquillamente i nomi di chi sono gli amici. Piacenza, così adesso entriamo nel dettaglio: Carlo Pallavicini di chi era amico? Era in amministrazione con il PD a Piacenza, quindi vedete voi!

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Chiedo all’Aula di fare silenzio e poi, se si nominano delle persone, dirmelo prima.

 

RANCAN: No, no, chi nomina chi? Ma lei ha ascoltato la discussione? Chi ho nominato?

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, sto dicendo che, se si esprimono valutazioni, voi sapete che si va in seduta segreta. Può continuare il suo intervento.

 

RANCAN: Ho detto che tiri delle molotov? Vai a trovare il passo dove dico che tu tiri le molotov. Voi e anche la presidente non ascolta quello che dico.

 

PRESIDENTE (Soncini): Qua sto presiedendo l’Aula io, le chiedo di continuare il suo intervento.

 

RANCAN: Io stavo continuando, presidente, ma io non ho detto nulla di sbagliato. Qua dentro si fanno delle considerazioni politiche e quello io ho fatto, fine! Altrimenti, se si mette la censura anche su quello che viene detto, andiamo a casa tutti.

Quello che stavo dicendo era – ribadisco – che va data la libertà a chi è nei fatti e nei diritti di poter detenere un’arma di poterla detenere, non è chissà quale proliferazione di armi, perché, come ho detto prima, ci sono delle armi che fanno ben più male di quelle che vanno a caccia od altro. Ciò che viene detto, quindi, sono pure falsità, perché nei fatti le questioni diventano più restrittive. C’è chi vuole fare una comunicazione di un certo tipo, quindi dire che da una parte si è tutti brutti e cattivi, proliferazione di armi, guerra urbana, Far West, mentre dall’altro c’è chi guarda le cose nel merito. Studiare. Bisogna studiare.

Adesso è di moda dire è “colpa del Governo”, “i Cinquestelle e la Lega sono divisi” e questo e quell’altro. Dibattito politico, va bene! Però io accetto il dibattito politico, se, solamente se, è fatto dopo aver ragionato e studiato sulle cose, altrimenti questo non porta a nulla. Nei fatti questa risoluzione è solamente un manifesto fazioso per far credere ad una parte di questa cittadinanza che questo Governo non vuole sicurezza, perché voi avete detto che, facendo questo, non garantiremo la sicurezza ai nostri cittadini. Non è così! Noi vogliamo che la sicurezza dei nostri cittadini sia uno dei cardini di questo Governo e sia uno dei cardini della nostra attività politica. Quindi prima di presentare, firmare e votare, perché anche chi vota questo documento è ben responsabile di quello che dice, soprattutto se si conosce bene come funziona poi nei fatti nell’associazionismo, piuttosto che nel mondo della caccia, piuttosto che nel mondo dei poligoni quello che succede, attenzione perché state facendo un grosso sbaglio e non è sicuramente vero quello che dite e quello che sta scritto qui dentro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rancan.

La parola alla consigliera Prodi.

 

PRODI: Grazie. Io vorrei ringraziare il collega Sassi, perché ci vuole anche coraggio nel pensare di scrivere, presentare questa risoluzione che io ho convintamente sottoscritto. Quando si dice bisogna studiare, tutta questa retorica che mi sembra anche fuori luogo, visti i risultati poi nelle aule, vista la capacità di padroneggiare dalla lingua alle leggi che viene manifestata, un po’ di umiltà forse a volte ci vuole.

Ciò detto, i fatti. Il ministro plenipotenziario degli esteri/interno/presidente del Consiglio, tutto quello che volete, quello che va in Libano a causare incidenti diplomatici, che manda i tweet per far saltare le operazioni delicate di polizia, questo personaggio già prima in campagna elettorale aveva firmato il documento dell’Associazione D477: associazione legata a quelli che producono e detengono armi. Questa associazione è legata alla rete Firearms United che è l’associazione di coloro – e qui mi rivolgo al Movimento 5 Stelle – che hanno tutto l’interesse affinché ci siano più armi per tutti. Questo è il loro scopo. Infatti, dicono: «L’associazione ha finalmente ottenuto numerosi miglioramenti per i detentori legali di armi. Aumenta il numero di armi detenibili, il numero di colpi consentiti ai caricatori, definizione della qualifica di direttore sportivo, ripristino della possibilità per gli ufficiali medici di rilasciare certificazioni sanitarie, razionalizzazione e chiarimento del valore della riabilitazione, aggiornamento delle modalità di denuncia»: questi per l’Associazione armigeri sono i risultati positivi dell’azione che loro hanno fatto di lobby su Salvini sin dalla campagna elettorale. Questi erano i patti che il ministro doveva mantenere verso questo tipo di associazioni. Quindi essendo formalmente e convintamente contro al proliferare delle armi nelle case, e qua non sono solo quelle che vanno a sparare ai poliziotti, sono quelle che vanno a sparare guarda caso alle proprie mogli, sono gli incidenti che guarda caso si verificano sempre anche in ambienti domestici. Questo è il sistema che noi non vogliamo. Non vogliamo arrivare a vivere una vita come vivono negli Stati dove le armi proliferano, che non sono la Svizzera, sono gli Stati Uniti e l’America Latina, come ci ha spiegato anche il collega Paruolo. Quindi guardiamo ai fatti: il governo Salvini ha dovuto mantenere i patti siglati con le associazioni armigere, ma noi a questi fatti siamo molto contrari.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Prodi.

La parola al consigliere Bargi.

 

BARGI: Grazie, presidente. Riguardo alla padronanza della lingua devo dire che non ho capito una parola dell’elenco che ha appena fatto la consigliera Prodi, saranno problematiche mie. Pur non avendo studi liceali, ricordo che nei temi andavo piuttosto bene, ma avrò perso negli anni un po’ la padronanza della lingua che avevo a scuola. Sarò anche sordo. Già ci vedo poco da lontano.

Io faccio un mea culpa, perché non mi sono reso conto di una situazione: che dopo il 4 marzo qui siamo tutti promossi a parlamentari, perché è evidente che la discussione dei temi regionali da quella data in poi ha lasciato spazio ai temi nazionali. Noi qui parliamo di decreto insicurezza ho sentito dire prima, ormai non parliamo più di Regione, parliamo di Parlamento, parliamo di leggi parlamentari, parliamo in tutti gli interventi di rapporti tra Movimento 5 Stelle e Lega, come se fossimo in un talkshow politico. Non so qual sia lo scopo di tutto questo rispetto a quello che dovrebbe essere il ruolo di quest’Aula che mi pare abbia abdicato, ovvero di governare il proprio ente di riferimento.

Tutta la discussione che ho sentito fino adesso, venendo nel merito, verte su questo, perché mi pare che sia l’unico vero attacco che si fa al recepimento della direttiva europea, ovvero quello dell’aumento di armi che uno può detenere (il raddoppio da sei a dodici) e l’aumento dei colpi, perché è fondamentalmente questo che si sta imputando, perché dalla parte degli accusatori di questa direttiva non si è mai citata la riduzione da sei a cinque anni della licenza. L’ho sentito dire prima dall’opposizione, non l’ho sentito dire dalla maggioranza che mi pare si appresti a votare questa risoluzione, che forse è il tema cardine, perché, se mi permettete, uno che ha sei fucili o ne ha dodici, io capisco che da ragazzi si sono visti i film di Rambo, si è abituati ad una persona che tiene in mano due fucili, che non è che siano proprio leggerissimi, e corre all’impazzata sparando a destra e a manca, ma una persona che ha già sei fucili in casa, se volete dire che è una persona pericolosa e già debitamente armata e, se ha cinque colpi in più o cinque colpi in meno nel caricatore, è già perfettamente in grado di fare una strage, se si affaccia dal balcone e comincia a sparare a chi passa, se questo è il problema. Quindi il tema è o abolizione totale della possibilità di detenere armi oppure questo provvedimento va a stringere un po’ su quella che è la licenza, magari controllando meglio chi ce l’ha, perché io che ne conosco qualcuno, qualche dubbio sul fatto che quella persona abbia una pistola in casa me lo dà e come sia stata concessa. Qualche dubbio mi viene. Io da becero leghista di vecchia data non ho armi da fuoco, non mi interessano le armi da fuoco, non mi interessa sparare a nessuno, non mi interessa neanche provare, perché non ho questo interesse, non ho questa passione e io credo che tantissimi in questo Paese, perché continuate a fare paragoni con gli Stati Uniti che ha tutt’altra legislazione, tutt’altro mondo, tutt’altra mentalità...

 

(interruzioni)

 

Il collega ha fatto un paragone con gli svizzeri che è molto diverso, mi pare che la Svizzera non sia neanche Unione europea. Io non credo che in questo Paese vedremo mai qualcuno che vada in giro con gli speroni, il cavallo e il cappello da cowboy e la pistola nella fondina. Credo che ci stiamo facendo dei viaggi eccezionali, perché in realtà questo provvedimento semmai snellisce qualche passaggio burocratico, stringe di più su quelli che sono i controlli di chi ha le armi, perché ogni tanto guardare negli occhi verrebbe da farsi due o tre domande, che poi è forse la parte più importante questa del controllo su chi le possiede e, se uno detiene un’arma in più, un’arma in meno, qualche colpo in più o qualche colpo in meno, credo che faccia poca differenza nel momento in cui ce l’ha in casa alla sua portata.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

La parola al consigliere Galli.

 

GALLI: Grazie, presidente. Molte cose sono state già dette, ma due saltano agli occhi credo a chiunque. In realtà qui il problema di questo ordine del giorno è la differenza ideologica che c’è fra destra e sinistra. Si parte dal principio che le armi siano di per se stesse criminogene, si parte dal principio che di per se stesso avere delle armi, parlare delle armi sia una cosa sporca che porta per forza a combinare dei danni, senza tener conto degli aspetti che sono non solo ovvi, ma sono consultabili da chiunque: l’industria delle armi produce lo 0,7 per cento del fatturato nazionale, dà lavoro a migliaia e migliaia di persone, in certi distretti industriali è importante, Brescia e tutta la vallata della Val Trompia credo che viva interamente sul mercato delle armi. Queste dovrebbero essere considerazioni materiali da mettere in secondo ordine, ma è stato richiamato più volte che il mercato delle armi di per sé non è criminogeno, è la mentalità del popolo che ospita le armi.

È stata richiamata ad esempio la differenza enorme fra la percentuale di morti ammazzati dalle armi fra gli Stati Uniti che vengono portati come esempio di ideologia a favore delle armi e l’Italia, sono numeri talmente sbalorditivi che spiegano che la differenza non è solo l’arma in sé, ma la mentalità del popolo. Se noi si parla di quarantamila morti ammazzati nell’ultimo anno negli Stati Uniti da armi da fuoco e si dice che i morti ammazzati in Italia sono stato meno di quattrocento e di questi solo il 5 per cento legato all’uso delle armi da fuoco, sono dati sbalorditivi. E, se è vero che la statistica ha un senso, solo con questo dato credo che si potrebbero spiegare molte cose. Ma quello che salta agli occhi è che nella risoluzione presentata dal collega Sassi c’è una malafede di fondo che traspare anche dalla scelta delle parole. Nel momento in cui noi leggiamo che il delinquente Salvini ha promesso di recepire, senza introdurre oneri e restrizioni non espressamente previsti dalla stessa legge, cosa c’è scritto in questa frase? Che non inasprisce una legge che c’è già. Ma dov’è la colpa? Evidentemente in ogni legge, in ogni impostazione legislativa c’è una forchetta da un minimo ad un massimo; vuol dire che Salvini in questa occasione, rappresentando il Ministero dell’interno, rappresentando un mondo che legittimamente ha diritto ad esprimersi, dice che coinvolgerà e consulterà il suddetto comitato, questo famoso Comitato direttivo 477, che non è né più né meno che uno stakeholder, cioè un portatore di legittimi interessi perché avere un’arma non è certamente un aspetto da condannare.

Le limitazioni sono state poste al conseguimento della licenza del porto d’armi, queste sì che sono da valutare. Certamente non si può criminalizzare il fatto che sia stato esteso il controllo del porto d’armi ad associazioni non solo quelle legate al CONI, ma a quelle legate al mondo dilettantistico o comunque legate anche ad altre realtà europee. Io leggere coinvolgere e consultare il suddetto comitato, come se fosse un atto da condannare, onestamente mi sembra solamente uno dei tanti riferimenti alla malafede che traspira da tutto questo documento. Se poi dovessi parlare di quello che hanno detto alcuni colleghi, tipo la collega Prodi, che ha usato il termine “armigeri”, mi è venuto da sorridere. Credo che sia un termine minimo medievale che da allora non è più stato usato. Anche questo termine rivela un malanimo nei confronti del mondo delle armi assolutamente mal posto.

Credo che le argomentazioni alle armi non sia il numero delle armi che si possiedono in casa, perché, come richiamava poco fa il collega Bargi, non credo che avere in casa cinque, dieci o venti armi per collezionismo faccia la differenza. Sono state richiamate anche, come se fossero un emblema del demonio, alcune armi tipo il Kalashnikov AK-47, dove 47 è l’anno in cui è stato fabbricato: 1947. Immaginate da allora ad oggi quanti progressi ci sono stati nel mondo delle armi, come in tutti i settori dell’industria moderna e richiamare quell’arma vuol dire richiamare un emblema pericoloso. L’AK-47 che può essere commercializzato in Italia è a colpo singolo, quindi non è né più né meno che un fucile normale. Noi a questa risoluzione assolutamente voteremo contro e sottolineiamo l’assoluta malafede che traspare da ogni riga di questo documento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Una battuta in replica agli interventi che ho sentito, in particolar modo il consigliere Bargi chiede come mai dal 4 marzo si discute solo di temi generali non si discute più di temi locali. La prima risposta è che in conferenza dei capigruppo ci è stato espressamente chiesto dai gruppi di minoranza di fare una giornata appositamente dedicata alle risoluzioni, che sappiamo essere atti di indirizzo che spesso vertono su temi generali. Io penso che noi dovremmo fare meno risoluzioni e più atti legislativi, atti amministrativi che sono ciò che compete a questa Assemblea, però prendo atto che, non so se per un problema di lingua italiana o perché non vi ascoltate, non vi capite. Per cui fate pace con voi stessi, perché, se il capogruppo della Lega, insieme a tutto il centrodestra, viene a chiedere una giornata espressamente dedicata alle risoluzioni e poi lei in Aula si alza e dice che non si capisce come mai si parla sempre di temi generali, quello che mi viene da dire è, armi o non armi, fate la pace con voi stessi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola alla consigliera Prodi.

 

PRODI: Grazie, presidente. In risposta al collega Galli. Il termine “armigero” non mi appartiene, però purtroppo l’ho letto sul sito dell’Associazione D477, si autodefiniscono “parte dell’associazionismo armigero”. Quindi questa è un’autodefinizione di questo gruppo, a cui il ministro Salvini fa riferimento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Prodi.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente. Tante belle dichiarazioni ho sentito e tanta fuffa anche, cominciando dal consigliere Galli, a cui chiedo di non mettere in bocca al sottoscritto parole e pensieri che non ho mai avuto, soprattutto all’indirizzo di un ministro della Repubblica italiana: io non ho mai definito o scritto che Salvini sia un delinquente. È una interpretazione completamente sua, che rispedisco al mittente.

Io faccio notare anche, visto che si è detto che questa risoluzione trasuda pensieri di sinistra, se sapessi che cos’è oggi la sinistra, forse riuscirei anche a parlarci, oggi non so esattamente cosa sia, perché ad oggi io non ho un’identità che mi possa far capire chi sia la sinistra, magari due chiacchiere ce le farei volentieri.

Per riprendere alcune questioni legate al discorso che ho visto riprendere in più occasioni dell’avviso alle famiglie, qui c’è da un lato il consigliere Tagliaferri che dice che tanto si farà il regolamento, anche se adesso hanno tolto quella parte della legislazione fatta dalla cattiva sinistra, che non è stata in grado di fare quattro righe per fare un regolamento attuativo, ma tanto adesso lo faranno sicuramente e poi sentire al consigliere Rancan che dice tanto ci sarà la legislazione, quindi situazioni un po’ contraddittorie: non si capisce a questo punto chi ha letto cosa, chi ha capito cosa in termini di lettura del testo. Anche per citare le stesse indicazioni del collega Rancan che, quando si legge, non si capisce.

Io voglio essere molto chiaro, questa risoluzione, anche per rispondere in parte al collega Bargi, non è una disamina del decreto, quindi non è che ero tenuto ad andare a scrivere tutte le cose buone che questo decreto ha fatto, come tracciare le pallottole piuttosto che le armi. L’ha fatto, tanto il decreto rimarrà tale, non è che Sassi potrà andare ad emendare il decreto. Io sono un consigliere regionale, non vado a fare opere di promozione verso atti del Governo. Non faccio fuffa e chiacchiere rispetto a quelle che sono le politiche governative. Se devo fare qualcosa per le politiche governative, scrivo un atto. E l’ho fatto! Perché ho fatto una legge alle Camere per fare una proposta alle Camere, concreta. Chiacchiere zero. Fatti.

Io rimango saldamente ancorato alle competenze di questa Regione, sui temi regionali da cui in quest’Aula molto spesso, soprattutto dopo il 4 marzo, un pochino si è deragliato cercando di andare più su temi nazionali. Da un lato lo capisco, però io rimango sul pezzo e sul tema, che riguarda a ricaduta il nostro territorio e quindi una posizione, non tecnica, politica va presa. Ognuno prenda la sua. Io voterò questa risoluzione e, che io sia da solo o insieme ad altri, mi interessa zero. Ognuno di voi dovrà decidere se questa posizione politica è corretta o meno.

Io ho sentito tanti interventi dire che non sappiamo leggere (Rancan molto simpaticamente ha detto che non so leggere e interpretare un testo), ci sta, ci mancherebbe! Può dire quello che vuole. Come paragonare una spranga a fucile non è propriamente la stessa cosa, solo perché ce l’ha in mano un cacciatore o un delinquente no global, questo è il punto. Ha ragione in questo senso chi ha detto, non so se Tagliaferri o Galli, che non è l’arma di per sé che fa il delinquente ma chi la impugna. Giusto. Anche un coltello da cucina può diventare un’arma, se è per quello. Non è quello il punto. Il punto è che la cultura del possesso delle armi che c’è in Svizzera in Italia non c’è. Andiamo ad allargare la maglia, perché, piaccia o no, abbiamo allargato la maglia per l’accesso alle armi. Se uno vuole collezionare armi, compra quelle di plastica, che le fanno talmente identiche a quelle di ferro che sembrano vere, le attacca al muro e fa una bella decorazione per la casa o per lo studio, ci mancherebbe! Quasi quasi ce la metto anche io, perché meccanicamente, da progettista meccanico, alcune sono anche interessanti. Ma, se arrivo a detenere delle armi, perché ne faccio la collezione e quelle armi sono funzionanti, a me sinceramente un po’ l’ansia me la fa venire. Sarà una questione personale, cerchiamo di capirci, ma il punto rimane quello che è politico, non è tecnico. Non mi interessa se lo ha scritto bene o male Salvini. Se l’avesse scritto Di Maio, questa risoluzione avrebbe sempre la mia prima firma e sarebbe comunque stata depositata, perché il mio problema è la proliferazione delle armi, non chi le fa. Non mi interessano le battaglie tra destra e sinistra, fra chi è stato più bravo e meno bravo, chi è più coerente e meno coerente, perché io da questo punto di vista sono oltre.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al consigliere Bargi.

 

BARGI: Grazie, presidente. Giusto per dire che io con i miei colleghi posso essere in pace o meno a seconda delle dispute che possiamo avere, ma bisognerebbe che il consigliere Taruffi fosse in pace con se stesso più che altro. Non è che io qui sia venuto a criticare il fatto che si discuta di temi politici generici, che sia meglio pensare agli atti amministrativi e alle leggi piuttosto che alle soluzioni, però mi sia consentito dire che, se dal 4 marzo abbiamo visto un’impennata di argomenti legati al Governo, prima mi ha citato il decreto così definito da Taruffi “insicurezza” e quindi si vuole scendere su tematiche che sono prettamente governative, questa risoluzione cita per esteso l’atto di Governo, mentre in passato, quando portavamo qualche atto, tra l’altro mi sembra anche pochi (non abbiamo mai sfruttato l’Aula per chissà quali guerriglie con i Governi passati), ci viene detto che però non è roba regionale, perché dobbiamo discutere, perdiamo solo tempo. Lo stesso Taruffi dice che preferirebbe parlare d’altro che di risoluzioni. È questo il punto, mi viene da ridere il fatto che quest’Aula venga utilizzata, perché questa è la tendenza negli ultimi mesi, per fare opposizione al Governo invece che per amministrare il territorio dell’Emilia-Romagna. Ci si rende conto che qui il nostro obbligo è quello di un ruolo di governo del nostro territorio, di amministrazione, è un ruolo politico di proposta e di vigilanza per quanto riguarda l’Aula.

Se noi abdichiamo a questo ruolo per fare la nostra guerra contro il Parlamento o forse perché tra un anno, o non so bene quando saranno le elezioni regionali, ci si prepara a quel momento, può darsi, ma è evidente che noi stiamo abdicando al nostro ruolo più importante, che è questo. Poi a me che ci sia la giornata delle risoluzioni va benissimo, che si parli di temi generici va benissimo, ma qui si è citato il ministro Salvini, si sono citati i decreti che il Governo sta facendo, si sono citati i rapporti di maggioranza tra gli elementi che oggi compongono l’attuale Governo; sarebbe interessante capire se Taruffi è ancora in maggioranza o meno, questo non l’ho mai capito, all’interno di quest’Aula, che magari è un tema più nostrano che non un tema di Roma, però si è parlato di questo, non si è parlato solo ed esclusivamente di armi. Se uno mi dice di essere contrario alle armi per quello che vede capitare nel resto del mondo, posso capire il ragionamento; se dice di essere a favore, perché è giusto che un cittadino possa armarsi, posso capire il tema generico, ma questo è stato fatto per poter attaccare, perlomeno la discussione che si è svolta, al di là dell’atto in sé che posso capire doveva essere più generico, è stata fatta per attaccare direttamente il Governo e i provvedimenti che sono stati fatti. Si parla di rapporti con le lobby e via discorrendo. Quindi la discussione è stata questa e, se noi ci dedichiamo a fare opposizione al Governo, pare che la maggioranza si sorprenda di questo contratto di Governo tra forze diverse, io mi sorprendo di una maggioranza che fa opposizione. È la prima volta che mi trovo di fronte a questa nuova tipologia di fare politica, ma credo sia assolutamente controproducente per l’ente che si va a governare, piuttosto che per poter fare un po’ di proclami in vista delle prossime elezioni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

Non ci sono altri iscritti in discussione generale, passiamo agli emendamenti. Dieci minuti per consigliere.

Non ci sono richieste di intervento, passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sulle risoluzioni e sugli emendamenti.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente. Ho letto gli emendamenti proposti dal collega Bertani, intanto dico subito che sul n. 1, il n. 2 e il n. 4 sono contrario, sul n. 3 e sul n. 5 mi asterrò, perché sono aggiunte che tecnicamente ci possono stare, ma la risoluzione non aveva lo scopo di fare una disamina di quanto giusto o sbagliato avesse fatto in generale o nel dettaglio il decreto, ma semplicemente porre un principio se questo decreto contribuisce alla proliferazione delle armi o meno.

Per quanto riguarda la risoluzione del collega Bertani, lì mi astengo perché il punto per me è prendere una posizione di tipo politico e, se il regolamento è fatto bene o è fatto male tecnicamente, in questa fase interessa relativamente. Magari è anche giusto dirlo, ma io rimango sulla posizione politica che a mio avviso deve essere chiara e inequivocabile, non interpretabile ed è lo scopo con cui ho scritto questa risoluzione, non altro.

Vorrei intervenire anche in merito a quanto è stato detto nei precedenti interventi. Non so più come spiegarlo, ma credo si sia capito molto bene: nella sostanza gli interventi che ho sentito prima in gran parte erano finalizzati a giustificare il decreto più che a spiegarlo, per quanto si possa spiegare in una discussione relativamente breve rispetto ad un documento così importante. Questo mi fa pensare in realtà che io abbia, bene o male colto, nel segno. Ribadisco che i giochini tra destra e sinistra, tra chi è più bravo e chi meno bravo, tra chi picchia sul Governo piuttosto che sulla maggioranza in Regione interessano al sottoscritto zero, perché non ho prospettive che mi vedono accomunato a questa o a quella appartenenza; oggi, non avendo un’appartenenza ho una libertà che è probabilmente quasi invidiabile da questo punto di vista, per questo dico che sono oltre questo tipo di logiche. Logiche che mi vedono sempre parlare con chiunque per qualunque motivo, visto che ho scritto una roba di sinistra, a quanto è stato detto, io mi sto battendo a fianco degli imprenditori in difficoltà e non credo che questa sia propriamente una battaglia tipicamente di sinistra.

Ci sono comunque molte motivazioni per votare favorevolmente a questa risoluzione, alla risoluzione che mi vede primo firmatario e cofirmatario con i colleghi Prodi, Taruffi e Torri, che ringrazio per aver appoggiato questa posizione, cofirmando la risoluzione con me, su cui io non ho mai dato indicazioni a chiunque altro la potesse firmare e spero che anche chi non l’ha firmata oggi abbia coscienza di votarla per marcare chiaramente quella che è la posizione della Regione Emilia-Romagna, che è una Regione che non fa, per parafrasare il collega Rancan, sicurezza del territorio elargendo armi ai cittadini. Ma bisognerebbe, come è stato detto in più occasioni, io stesso sono intervenuto in quest’Aula, a dotare le forze dell’ordine di personale e mezzi perché possano fare sicurezza. Quello è fare sicurezza, fatta dai professionisti che sono lì per quello, non certo quello di poter allargare la maglia per distribuire armi ai cittadini.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

Non ci sono altre richieste di intervento, possiamo passare alla votazione.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente. Chiedo il voto elettronico sulla risoluzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Chiedo il voto elettronico a questo punto anche sugli emendamenti e sulla mia risoluzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Nomino scrutatori i consiglieri Campedelli, Boschini e Bargi.

Chiedo l’assenso al consigliere Sassi di poter mettere in votazione gli emendamenti del consigliere Bertani. Il consigliere Sassi dà l’assenso.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 1, a firma del consigliere Bertani, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

9

Contrari

 

28

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è respinto.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 2, a firma del consigliere Bertani, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

9

Contrari

 

28

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 è respinto.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 3, a firma del consigliere Bertani, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

9

Contrari

 

26

Astenuti

 

2

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 3 è respinto.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 4, a firma del consigliere Bertani, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

37

Assenti

 

13

Votanti

 

36

Favorevoli

 

9

Contrari

 

26

Astenuti

 

1

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 4 è respinto.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 5, a firma del consigliere Bertani, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

9

Contrari

 

26

Astenuti

 

2

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 5 è respinto.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 7128, a firma dei consiglieri Sassi, Prodi, Taruffi e Torri, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

26

Contrari

 

11

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione oggetto 7128 è approvata.

La parola al consigliere Cardinali.

 

CARDINALI: Esprimo voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Cardinali.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 7668, a firma del consigliere Bertani, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

35

Favorevoli

 

9

Contrari

 

24

Astenuti

 

2

 

PRESIDENTE (Soncini): La risoluzione oggetto 7668 è respinta.

Consiglieri, sono le 12,57, chiudiamo i nostri lavori e ci rivediamo alle ore 14,30.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 12,58

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori: Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Emma PETITTI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno il presidente della Giunta Stefano BONACCINI. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta SALIERA, gli assessori Patrizio BIANCHI, Palma COSTI, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI e Antonio MUMOLO.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 7128 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in tutte le sedi istituzionali di confronto Stato/Regioni per manifestare la ferma e assoluta contrarietà della Regione Emilia-Romagna alla proliferazione delle armi ed al favore manifestato, dal Governo nazionale, nel recepimento della direttiva (UE) 2017/853, nonché, all’assoggettamento degli interessi pubblici alle istanze della lobby pro-armi. A firma dei Consiglieri: Sassi, Prodi, Taruffi, Torri”

 

Votazione emendamento 1, a firma del consigliere Bertani

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 9

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 28

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Andrea GALLI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Antonio MUMOLO, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI.

 

Votazione emendamento 2, a firma del consigliere Bertani

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 9

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 28

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Andrea GALLI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Antonio MUMOLO, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI.

 

Votazione emendamento 3, a firma del consigliere Bertani

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 9

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Andrea GALLI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Antonio MUMOLO, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI.

 

Votazione emendamento 4, a firma del consigliere Bertani

 

Presenti: 37

 

Favorevoli: 9

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 1

Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 13

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Antonio MUMOLO, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI.

 

Votazione emendamento 5, a firma del consigliere Bertani

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 9

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Andrea GALLI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Antonio MUMOLO, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI.

 

Votazione risoluzione oggetto 7128

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 27

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 10

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Antonio MUMOLO, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI.

 

OGGETTO 7668 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire nelle sedi competenti affinché l’idoneità fisica e la capacità tecnica debbano essere comprovate in modo rigoroso e confermate periodicamente per tutta la detenzione, a promuovere una campagna di sensibilizzazione sui rischi connessi all’uso e alla custodia delle armi, nonché ad agire affinché sia consentito cedere armi a terzi in deposito a fini di custodia. A firma del Consigliere: Bertani”

 

Presenti: 36

 

Favorevoli 9

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 24

Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 14

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 6368 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare, in accordo con l’INPS, una modalità di certificazione dell’assenza del lavoratore sottoposto a terapie chemioterapiche che consenta al lavoratore di non perdere la copertura economica o rischiare il posto di lavoro per superamento del periodo di comporto. A firma dei Consiglieri: Sabattini, Tarasconi, Paruolo, Caliandro, Campedelli, Zappaterra, Rontini, Zoffoli, Mumolo, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Bessi, Lori, Prodi, Poli, Bagnari, Montalti, Rossi, Serri, Soncini”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli:

«Nel dispositivo sono aggiunti i seguenti punti:

-          a sollecitare per i contratti collettivi pubblici l’Aran (Agenzia per la Rappresentazione Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), affinché convochi i sindacati firmatari, per addivenire ad una modifica consensuale della clausola, contenente l’assunto oggetto della discussione, o alla sua interpretazione autentica,

-          a sollecitare per i contratti collettivi del settore privato un intervento governativo, affinché venga riconosciuto uno status equivalente per quanto riguarda il trattamento economico della malattia e per altre finalità, quando si è in presenza di prestazioni ambulatoriali anziché di un ricovero per effetto di riorganizzazione delle strutture ospedaliere e dei servizi sanitari territoriali e non per effetto di una diversa gravità della patologia rispetto al passato.»

(Respinto)

 

OGGETTO 7128 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in tutte le sedi istituzionali di confronto Stato/Regioni per manifestare la ferma e assoluta contrarietà della Regione Emilia-Romagna alla proliferazione delle armi ed al favore manifestato, dal Governo nazionale, nel recepimento della direttiva (UE) 2017/853, nonché, all’assoggettamento degli interessi pubblici alle istanze della lobby pro-armi. A firma dei Consiglieri: Sassi, Prodi, Taruffi, Torri”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Bertani:

«Nel quarto capoverso della sezione introdotta da “premesso che” il testo seguente:

“eliminato l’obbligo di avvisare tutti i componenti della famiglia della circostanza che in casi ci sono delle armi” è sostituito secondo la seguente formulazione: “ridotto la durata della licenza di porto d’armi per la caccia/uso sportivo da 6 a 5 anni.”»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Bertani:

«Il quinto capoverso della sezione introdotta da “premesso che” è soppresso.»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Bertani:

«Nella sezione introdotta da “premesso che” sono aggiunti i punti seguenti:

-          il Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 104 è in vigore dal 14.09.2018 ed ha previsto, nei confronti di tutti i detentori che non siano titolari di un porto d’armi in corso di validità, l’obbligo di presentazione entro il 14 settembre 2019 del certificato medico attualmente previsto dall’art. 35, comma 7 del T.U.L.P.S. per il rilascio del nulla osta all’acquisto/detenzione di armi, salvo che non sia stato già prodotto nei cinque anni antecedenti;

-          il D.lgs. 104/18 impone l’obbligo della presentazione di detta certificazione ogni 5 anni e fissa sempre in 5 anni la durata delle licenze di porto di fucile, sia uso caccia che per lo sport del tiro a volo; conseguentemente a far data dal 15 settembre 2019 gli uffici di Pubblica Sicurezza provvederanno a diffidare i soggetti inadempienti a presentare il certificato medico nei sessanta giorni successivi al ricevimento della diffida.»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Bertani:

«Nella sezione introdotta da “Impegna la Giunta regionale” è soppresso il testo successivo alle parole “proliferazione delle armi”.»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Bertani:

«Nella sezione introdotta da “Impegna la Giunta regionale” è aggiunto il punto seguente:

-          a richiedere ai Ministeri competenti di operare per l’adozione del Regolamento previsto dal TULPS all’articolo 35 e non ancora approvato, sebbene la sua previsione sia stata introdotta dalla legge n. 2014 del 2010.»

(Respinto)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

7604 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte alle problematiche causate agli imprenditori ed agli esercenti dall'introduzione della fatturazione elettronica. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7605 - Interrogazione a risposta scritta circa l'accertamento dei casi di infezioni causate dal microbatterio Chimera, con particolare riferimento agli interventi cardiochirurgici effettuati a Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Gibertoni

7606 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare la chiusura di una filiale di una banca operante a Bagno di Romagna. A firma del Consigliere: Galli

7607 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti l'Unità Operativa di Oculistica presso l'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7608 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche connesse a proposte riguardanti la distribuzione gratuita di contraccettivi ai giovani, tramite i consultori pubblici, e le azioni da porre in essere per potenziare i corsi di educazione sessuale negli istituti scolastici medi e superiori. A firma del Consigliere: Galli

7609 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni ed i procedimenti da attuare per riconoscere il servizio di bonifica dagli imenotteri svolto dai Vigili del Fuoco, con particolare riferimento alla relativa dotazione tecnica ed al connesso aggravio di lavoro. A firma del Consigliere: Alleva

7610 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante un canile sito a Bagnolo di Piano (RE). A firma della Consigliera: Gibertoni

7612 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa questioni riguardanti il prelievo di novellame nelle Aree di Tutela Biologica nella Sacca di Goro. A firma del Consigliere: Bertani

7613 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la realizzazione della terza corsia sulla A13 nel tratto Ferrara-Bologna. A firma del Consigliere: Calvano

7614 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare l'eliminazione dell'abbonamento per studenti "Scuola card". A firma del Consigliere: Galli

7615 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti percorsi autorizzativi relativi ad aree e cave site a Calendasco (PC). A firma del Consigliere: Gibertoni

7619 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare le morie di pesci che si verificano nel canale sito nelle vicinanze del Cimitero di Cento. A firma del Consigliere: Pettazzoni

7620 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per incrementare la manutenzione delle reti idriche, per incentivare la coltivazione della terra e le aziende agricole che tutelano il suolo, specie in zone abbandonate. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7621 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche inerenti la previsione di una sede unica per AMR, a Cesena, smantellando tutti i precedenti presidi operativi operanti sul territorio. A firma del Consigliere: Pompignoli

7622 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza dei pedoni nel tratto stradale del ponte sul Reno che collega, in località Passo del Soldato, il Comune di Porretta Terme a quello di Castel di Casio. A firma del Consigliere: Facci

7625 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa alla azienda RCM di Monteveglio (BO) ed alla tutela dei suoi lavoratori. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7626 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la Commissione Regionale del Farmaco, con particolare riferimento allo svolgimento delle relative funzioni e riunioni. A firma del Consigliere: Galli

7627 - Interrogazione a risposta scritta circa il pagamento, da parte dell’AUSL di Ravenna, dei danni subiti da una ragazza rimasta invalida e definiti da una sentenza del Tribunale competente. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Liverani

7628 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare a seguito della interruzione della strada “Ravegnana” che collega Forlì a Ravenna, con particolare riferimento ai disagi per i residenti, per gli utenti e per le aziende operanti nel territorio. A firma del Consigliere: Liverani

7629 - Interrogazione a risposta scritta circa il divieto di macellazione domestica famigliare di suini per i non allevatori. A firma del Consigliere: Rainieri

7630 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per rafforzare le strutture ospedaliere di Carpi e di Mirandola. A firma del Consigliere: Campedelli

7631 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione attuale e le azioni da porre in essere per tutelare i pazienti affetti da fibromialgia. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7632 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti dipendenti dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Galli

7633 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per scongiurare il depotenziamento del reparto di Senologia dell’Ospedale Franchini di Rimini. A firma del Consigliere: Galli

7634 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti procedure selettive relative all’Istituto Ortopedico Rizzoli. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7636 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire la sicurezza dei cittadini che transitano sulla Strada Provinciale 65 della Futa. A firma del Consigliere: Taruffi

7637 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare i danni causati alle aziende agricole dai lupi, con particolare riferimento alla situazione esistente a Gaggio Montano. A firma del Consigliere: Galli

7638 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche riguardanti il trasporto ferroviario regionale, con particolare riferimento alla tutela degli studenti e dei lavoratori. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Piccinini, Bertani

7639 - Interrogazione a risposta scritta circa la legittimità di disposizioni contenute nella L.R. 13/2015, con particolare riferimento al trattamento del personale regionale trasferito alle Camere di Commercio. A firma del Consigliere: Rainieri

7641 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare il depotenziamento del Reparto di Chirurgia Senologica di Sant’Arcangelo di Romagna. A firma del Consigliere: Sensoli

7642 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire il benessere degli animali, con particolare riferimento all’esibizione pubblica di rapaci ed alle relative manifestazioni. A firma della Consigliera: Gibertoni

7643 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevedere contributi finalizzati all’installazione di sistemi di videosorveglianza all’interno di nidi e micronidi, al fine di tutelare l’infanzia. A firma del Consigliere: Facci

7645 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori delle cooperative in appalto a Italpizza S.p.A. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Prodi, Alleva

7646 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare la penalizzazione dei collegamenti ferroviari diretti di Parma con le altre importanti realtà nazionali, con particolare riferimento ai treni Frecciabianca che la collegano a Torino. A firma del Consigliere: Rainieri

7647 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e verifiche riguardanti il progetto di valorizzazione e restauro del patrimonio storico ed architettonico denominato “Ducato Estense”. A firma del Consigliere: Facci

7648 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte alle criticità riguardanti l’AUSL Romagna, con particolare riferimento alle situazioni esistenti a Ravenna ed a Cesena. A firma del Consigliere: Galli

7650 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi da porre in essere per mettere in sicurezza la strada SS 632, con particolare riferimento alla frana sita in località Ponte della Venturina (BO). A firma del Consigliere: Galli

7651 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l’inserimento nel lavoro dei destinatari della L.R. 14/2015, con particolare riferimento a soggetti in condizioni di fragilità e vulnerabilità. A firma delle Consigliere: Piccinini, Sensoli

7652 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa i tempi di ripristino della viabilità nella strada “Ravegnana” che collega Ravenna a Forlì, con particolare riferimento ai disagi per la relativa utenza e per le aziende che la utilizzano. A firma del Consigliere: Liverani

7653 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti un canile sito a Castelnovo di Sotto (RE). A firma della Consigliera: Gibertoni

7654 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare i disagi causati dal nuovo orario riguardante la tratta ferroviaria Ravenna-Bologna. A firma del Consigliere: Liverani

7655 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa questioni riguardanti la produzione del Grana Padano e la tutela del Parmigiano Reggiano. A firma del Consigliere: Sassi

7656 - Interrogazione a risposta scritta circa sperimentazioni in corso presso l’Ospedale di Montecatone di Imola (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7657 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli previsti nell’Ospedale di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7658 - Interrogazione a risposta scritta circa la conformità rispetto alle norme vigenti degli allevamenti di animali da pelliccia presenti sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Facci

7659 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per garantire l’insediamento produttivo dell’ex Bredamenarinibus e la continuità occupazionale dei relativi lavoratori. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano

7660 - Interrogazione a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per far fronte alle esigenze dell’utenza e dei pendolari che utilizzano le linee Ravenna-Bologna e Ravenna-Ferrara, specie in relazione al nuovo orario ferroviario. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Calvano, Rossi, Marchetti Francesca

7661 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte alle criticità riguardanti l’Ospedale Policlinico di Sant’Orsola-Malpighi, con particolare riferimento al rispetto delle linee guida regionali per l'accreditamento delle medicine interne. A firma del Consigliere: Galli

7662 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la richiesta di deroga per i punti nascita di Castelnovo ne' Monti (Reggio Emilia), Pavullo (Modena) e Borgo Val di Taro (Parma). A firma del Consigliere: Sassi

7663 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i disagi per i pendolari causati dal nuovo orario dei treni, in vigore da domenica 9 dicembre 2018, su molteplici linee della regione. A firma del Consigliere: Bertani

7664 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la procedura di ampliamento e ristrutturazione (art. 53, comma 1, lettera b) della l.r. 24/2017) dello stabilimento ex-Cercom di Comacchio (FE). A firma del Consigliere: Taruffi

 

Interpellanze

 

7611 - Interpellanza circa le azioni da attuare per far fronte alle carenze di organico esistenti nelle strutture ospedaliere, con particolare riferimento al personale infermieristico ed alla relativa situazione di stress lavorativo. A firma della Consigliera: Gibertoni

7616 - Interpellanza circa procedure relative a valutazioni di impatto ambientale e controlli riguardanti aree e cave site a Calendasco (PC). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Risoluzioni

 

7624 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare iniziative concrete per garantire la sicurezza dei pedoni, nel tratto stradale del ponte sul fiume Reno che collega, nella località Passo del Soldato, il Comune di Porretta Terme a quello di Castel di Casio, attuando inoltre in tempi brevissimi un progetto di ampliamento e messa in sicurezza dell'infrastruttura stradale, anche ricorrendo all'utilizzo dei finanziamenti di cui ai programmi attuativi del PNSS, per permettere ai pedoni, ed anche ai ciclisti, l'attraversamento del ponte in sede protetta. (05 12 18) A firma del Consigliere: Facci

7635 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare un'ulteriore richiesta di deroga al Comitato nazionale percorso nascite, motivata e supportata da impegni relativi ad investimenti che garantiscano standard operativi, tecnologici e di sicurezza, per la riapertura dei Punti Nascita di montagna di Castelnovo ne' Monti (Re), Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr), dando inoltre corso ad una interlocuzione con il Ministero della Sanità per rivisitare i contenuti dell'accordo Stato Regioni del 2010, anche sulla base dei dati della denatalità sempre maggiore, affinché siano riaperti i punti nascita suddetti e per il futuro non ci sia il rischio di chiusura per altri. (07 12 18) A firma della Consigliera: Gibertoni

7640 - Risoluzione per impegnare la Giunta a prendere in esame l'impiego delle tecnologie e dei sistemi di controllo dati basati sulla geolocalizzazione nell'ambito delle attività di definizione, aggiornamento e attuazione del PRIT, a utilizzare le medesime tecnologie anche rispetto ai movimenti turistici, al fine di orientare le azioni di promocommercializzazione e la stessa offerta turistica del territorio, verificando inoltre con la competente Direzione Generale regionale e con APT servizi la possibilità di inserire l'impiego di questi sistemi nell'attività realizzata dalla Regione rispetto alla programmazione turistica, anche con azioni di supporto al loro impiego a servizio delle realtà locali e dei territori e/o dei prodotti turistici meno maturi. (10 12 18) A firma del Consigliere: Sassi

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

7163 - Interrogazione a risposta scritta circa la comunicazione del Direttore generale AUSL di Modena sul tema della zanzara West Nile. A firma della Consigliera: Gibertoni

7166 - Interrogazione a risposta scritta circa i dati regionali riguardanti le denunce di discriminazioni di genere sul posto di lavoro e sulle dimissioni volontarie entro tre anni dalla nascita dei figli. A firma del Consigliere: Torri

7177 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di costituire a Imola una società in house per la gestione della raccolta e trasporto dei rifiuti. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7178 - Interrogazione a risposta scritta circa l’assenza di integrazione tariffaria tra i due soggetti, Trenitalia e Tper, costituenti il Consorzio Integrato Trasporti, assegnatario del servizio ferroviario su tutte le linee ferroviarie in Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Bertani

7185 - Interrogazione a risposta scritta circa la carenza di medici prevista per i prossimi anni. A firma del Consigliere: Galli

7186 - Interrogazione a risposta scritta circa i disservizi che si continuano a verificare sulla tratta ferroviaria Modena-Sassuolo. A firma del Consigliere: Bargi

7188 - Interrogazione a risposta scritta circa il parcheggio a pagamento in funzione dell’Ospedale Maggiore di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7193 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da intraprendere per accelerare il processo di dismissione degli inceneritori esistenti e di bloccare la costruzione di nuovi impianti. A firma della Consigliera: Gibertoni

7197 - Interrogazione a risposta scritta circa lavori per l’eliminazione delle barriere architettoniche e per l’installazione di un sistema di videosorveglianza presso la stazione di Colorno (Parma). A firma del Consigliere: Tagliaferri

7198 - Interrogazione a risposta scritta circa i problemi sulla linea ferroviaria Cremona - Fidenza. A firma dei Consiglieri: Molinari, Tarasconi

7206 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa ai servizi igienici destinati ai dipendenti del Deposito Tper di Modena. A firma del Consigliere: Bargi

7207 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti incarichi relativi al Policlinico S. Orsola-Malpighi. A firma del Consigliere: Galli

7213 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e problematiche riguardanti l’accordo di programma tra Regione, Università e Nucleo tecnico di progetto sulle forme di integrazione nell’Area metropolitana di Bologna in ambito sanitario. A firma del Consigliere: Galli

7221 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di attesa per le operazioni programmate e per le visite specialistiche presso l’Ospedale degli Infermi di Faenza. A firma del Consigliere: Liverani

7223 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per tutelare, sul territorio regionale, la specie autoctona Apis mellifera ligustica. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Bertani

7236 - Interrogazione a risposta scritta circa l'eliminazione delle domeniche dal calendario venatorio e l'avvio di un percorso di divieto della caccia sul territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

7239 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti il mercato ittico di Bellaria Igea Marina (RN) e la relativa utilizzazione. A firma del Consigliere: Pruccoli

7243 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la sicurezza ai cittadini di Marsaglia dal rischio di esondazione del torrente Cordarezza, nel comune di Corte Brugnatella (PC). A firma del Consigliere: Tagliaferri

7267 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per modificare disposizioni contenute nel PAIR 2020, con particolare riferimento ad alcune categorie di utenti. A firma del Consigliere: Facci

7273 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti il Comune di Castello d’Argile (BO) e la società Geovest srl. A firma del Consigliere: Galli

7278 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti associazioni sportive modenesi. A firma del Consigliere: Bargi

7302 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti fondazioni e cooperative operanti a Parma. A firma della Consigliera: Gibertoni

7312 - Interrogazione a risposta scritta circa il parere dell'Antitrust sull'affidamento della gestione integrata del servizio di igiene urbana nella provincia di Parma, Piacenza e Ravenna-Cesena. A firma del Consigliere: Galli

7322 - Interrogazione a risposta scritta circa i procedimenti di fusione dei Comuni di Goro e Mesola. A firma del Consigliere: Fabbri

7324 - Interrogazione a risposta scritta circa l’appello del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare per cancellare la domenica dal calendario venatorio. A firma del Consigliere: Sassi

7325 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione di crisi aziendale della Maserati Modena. A firma del Consigliere: Galli

7326 - Interrogazione a risposta scritta circa la presidenza del Gruppo di Azione Locale dell'Appennino bolognese. A firma del Consigliere: Galli

7333 - Interrogazione a risposta scritta circa le mobilitazioni dei lavoratori dell’azienda Grant spa di Bentivoglio (BO). A firma del Consigliere: Taruffi

7334 - Interrogazione a risposta scritta circa le difficoltà economiche del Gruppo di Azione Locale (GAL) dell'Appennino bolognese. A firma del Consigliere: Galli

7342 - Interrogazione a risposta scritta circa gli strumenti da adottare per affrontare la crisi produttiva della società Maserati di Modena. A firma del Consigliere: Torri

7343 - Interrogazione a risposta scritta circa l’allarme lanciato da Confagricoltura sulle produzioni di pomodoro. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7350 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di permanenza dei migranti presso l’HUB di via Mattei a Bologna. A firma del Consigliere: Galli

7358 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni relative ad una fiera svoltasi a Vicenza, riguardanti la caccia ed il tiro sportivo e outdoor, con particolare riferimento alla detenzione di armi ed alla regolamentazione della stessa. A firma del Consigliere: Torri

7364 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere, anche dal punto di vista normativo, per contrastare la diffusione dei reati e della criminalità sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Galli

7370 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare la diffusione della cimice asiatica (Halyomorpha halys) e risarcire gli agricoltori dai danni dagli stessi subiti. A firma del Consigliere: Bertani

7376 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa riguardante il profilo professionale dell'Assistente di studio odontoiatrico e la tutela dei preesistenti operatori. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7378 - Interrogazione a risposta scritta circa l’applicazione delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità presso la Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Galli

7381 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori dell’azienda RCM di Monteveglio. A firma del Consigliere: Taruffi

7387 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il festival gender che si svolgerà a Bologna, con particolare riferimento ai relativi spettacoli e finanziamenti. A firma del Consigliere: Galli

7389 - Interrogazione a risposta scritta circa azioni che la Regione intenda intraprendere in riferimento ai fatti avvenuti il 28 ottobre 2018 a Predappio (Forlì- Cesena). A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Prodi, Alleva

7396 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la trasparenza degli atti dei Direttori generali regionali, con particolare riferimento alla composizione delle commissioni. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

7398 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante il Teatro Comunale di Bologna e la riduzione dei contributi statali ad esso attribuiti. A firma del Consigliere: Galli

7402 - Interrogazione a risposta scritta circa la quantificazione del residuo sull’importo complessivamente stanziato per la ricostruzione del dopo sisma 2012. A firma del Consigliere: Galli

7405 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere, anche dal punto di vista dell'attrezzatura antiinfortunistica, a seguito dell’incidente mortale sul lavoro verificatosi presso la diga-invaso di San Bartolo. A firma del Consigliere: Sassi

7408 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione del progetto denominato “Conosciamoci. Gioco per l’integrazione”, a Modena. A firma del Consigliere: Bargi

7413 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela e la valorizzazione delle competenze e delle professionalità specifiche acquisite nell’ambito delle strutture adibite alla ricostruzione post-sisma. A firma del Consigliere: Mumolo

7418 - Interrogazione a risposta scritta circa l’esponenziale riproduzione della cimice asiatica che procura gravi danni a molteplici colture tipiche dell’agricoltura emiliano-romagnola. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7438 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni giuridiche, burocratiche ed amministrative riguardanti il percorso istituzionale di fusione dei Comuni di Goro e Mesola. A firma del Consigliere: Galli

7462 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dell’azienda Edis, con sede a Modena. A firma del Consigliere: Torri

7468 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per valutare la sospensione della caccia, nei mesi di novembre e dicembre, nei territori regionali colpiti dal maltempo e oggetto della richiesta di attivazione dello stato di emergenza nazionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

7554 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche relative al Comune di Goro e il conseguente processo di fusione con il Comune di Mesola. A firma del Consigliere: Galli

7564 - Interrogazione a risposta scritta circa le conseguenze della situazione relativa alla società Qui Group, e la tutela dei relativi lavoratori. A firma del Consigliere: Torri

(Comunicazioni n. 76 prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno - prot. NP/2018/2861 del 14/12/2018)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Soncini

Rancan - Torri

 

 

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