Espandi Indice

 

 

 

227.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 30 GENNAIO 2019

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6945

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale recante «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara»

(Relazione della Commissione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 6945/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

CALVANO, relatore della Commissione

FABBRI (LN)

TAGLIAFERRI (FdI)

CALVANO (PD)

BERTANI (M5S)

FABBRI (LN)

TAGLIAFERRI (FdI)

 

OGGETTO 7242

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi tempestivamente per inserire nei futuri bandi di accesso alle scuole di specializzazione talune restrizioni, come ad esempio l’obbligo di residenza per uno specifico arco temporale e/o l’obbligo di esercitazione della professione medica all’interno della regione successivamente al conseguimento della seconda laurea, come già sancito da molte altre Regioni italiane, allo scopo di favorire l’inserimento lavorativo dei propri cittadini e/o il mantenimento dei medici specialisti all’interno del territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 7084

Risoluzione per impegnare la Giunta, in vista della programmazione regionale 2018/19, a valutare, anche all'interno del Comitato regionale di Indirizzo e dell'Osservatorio regionale per la formazione medico specialistica, l'inserimento di requisiti ulteriori che, in linea con le altre Regioni, garantiscano attraverso una congrua permanenza del medico sul territorio un ritorno delle risorse economiche investite dalla comunità, attraverso l'esercizio della professione a vantaggio di questa. A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Calvano, Zappaterra, Paruolo, Caliandro, Zoffoli, Sabattini, Boschini, Cardinali, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Montalti, Lori, Bagnari

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 7440

Risoluzione per impegnare la Giunta a valorizzare, nei concorsi per le professioni mediche delle AUSL, l’obbligo di permanenza nella sede di prima assegnazione per un arco di tempo consono con le esigenze organizzative dell’AUSL lasciando comunque discrezionalità nell’applicazione di tale vincolo. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

RANCAN (LN)

TARASCONI (PD)

SENSOLI (M5S)

TAGLIAFERRI (FdI)

CALIANDRO (PD)

RANCAN (LN)

TARASCONI (PD)

 

OGGETTO 7808

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo nazionale per sollecitare l'adozione di misure di riordino del settore delle onoranze funebri e a costituirsi parte civile nel futuro processo contro coloro che risulteranno essere stati parte attiva nell'organizzazione criminale dedita al racket connessa all'operazione "mondo sepolto". A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano, Lori, Poli, Pruccoli, Rontini, Sabattini, Boschini, Bagnari, Serri, Ravaioli, Mori, Bessi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Cardinali, Rossi, Paruolo, Tarasconi, Benati, Campedelli, Molinari, Zappaterra

(Discussione e approvazione per parti separate)

 

OGGETTO 7867

Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Comune di Bologna di porre rimedio alla decisione di individuare in un consorzio di imprese di onoranze funebri il socio privato per la società cimiteriale del Comune, nonché a sottoporre ad esame la normativa regionale in materia, adeguandola alle innovazioni introdotte dalla legge n. 3 del 9 gennaio 2019. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

CALIANDRO (PD)

PICCININI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

PARUOLO (PD)

TARUFFI (SI)

TAGLIAFERRI (FdI)

GALLI (FI)

TARASCONI (PD)

PICCININI (M5S)

CALIANDRO (PD)

MARCHETTI Daniele (LN)

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

FACCI (Gruppo Misto)

PARUOLO (PD)

GALLI (FI)

CALIANDRO (PD)

CALIANDRO (PD)

ROSSI (PD)

MONTALTI (PD)

 

OGGETTO 7837

Risoluzione per sensibilizzare i parlamentari nazionali ed europei al fine di contribuire alla soluzione della vertenza contro il licenziamento, da parte del Parlamento europeo, dei provvedimenti contenuti nel "Pacchetto Mobilità" (Mobility Package). A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Prodi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

TARUFFI (SI)

 

OGGETTO 7822

Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere a disposizione il sistema di voto telematico nei Consorzi di Bonifica. A firma del Consigliere: Tagliaferri

(Discussione)

 

OGGETTO 7873

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere la realizzazione di studi indipendenti sul sistema elettorale dei consorzi di bonifica. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

(Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Rainieri)

DELMONTE (LN)

TAGLIAFERRI (FdI)

IOTTI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 7808 - 7867

Emendamenti oggetti 7084 - 7808

Ordine del giorno 6945/1 “Non passaggio all’esame degli articoli”

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 10,11

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 227 del giorno 30 gennaio 2019.

Ha comunicato di non poter partecipare, ai sensi dell’articolo 65 del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini.

Sono, inoltre, assenti i consiglieri Benati, Cardinali e Soncini e gli assessori Corsini, Costi, Donini, Gualmini e Mezzetti.

 

OGGETTO 6945

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale recante «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara»

(Relazione della Commissione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 6945/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Riprendiamo i nostri lavori dalla seduta pomeridiana di ieri e precisamente dall’oggetto n. 6945: progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale recante “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara”.

Il testo n. 17/2018 è stato licenziato dalla I Commissione nella seduta del 18 settembre 2018, la discussione generale nella seduta assembleare del 25 settembre 2018 e la contestuale delibera n. 175 del 25 settembre 2018 di procedere all’indizione del referendum consultivo.

La pubblicazione nel Bollettino ufficiale è avvenuta il 20.12.2018, al n. 402, con i risultati del referendum.

Ricordo che, a norma dell’articolo 13, comma 2, della legge n. 24/96, in caso di svolgimento del referendum, la votazione finale da parte del Consiglio sul progetto di legge resta sospesa fino alla pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione dei risultati del referendum. Il Consiglio regionale delibera definitivamente sul progetto di legge entro i successivi sessanta giorni. In questo caso, il 17 febbraio 2019.

Il testo è stato riesaminato dalla Commissione Bilancio, affari generali e istituzionali nella seduta del 14 gennaio, con il titolo “Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara”.

Il relatore della Commissione, consigliere Paolo Calvano, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il progetto di legge è composto da sei articoli. Il CAL ha espresso parere favorevole e vi è una proposta di ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli, a firma del consigliere Calvano.

Do la parola al relatore della Commissione, consigliere Paolo Calvano, che ha a disposizione venti minuti. Prego.

 

CALVANO, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Nei Comuni di Fiscaglia e Ostellato il referendum sulla proposta di fusione ha dato esito negativo in entrambe le comunità. Oggi noi proponiamo di non proseguire il percorso di fusione, così come prevede la legge e così come ci eravamo impegnati in quest’aula, anche attraverso atti di indirizzo.

Mi permetto, però, alcune considerazioni in merito a questa e ad altre fusioni. Mentre sono stato un sostenitore del sì, a quel referendum, anche da ex amministratore e cittadino di Ostellato, perché penso che dalla fusione dei Comuni di Ostellato e Fiscaglia sarebbe derivato un ente che nel contesto ferrarese sarebbe diventato uno tra i Comuni più rilevanti del territorio, sia in termini oggettivi, di numeri, che in termini di potenzialità, sono altrettanto convinto che nel breve periodo la decisione di non fondersi, democraticamente sostanziata con il referendum, non creerà problemi a quelle comunità.

Sono, infatti, due Comuni ben amministrati e con bilanci sani, come hanno evidenziato le relazioni di accompagnamento al referendum. È chiaro, però, che in quelle comunità, così come in altre, il calo demografico da un lato e le dinamiche della finanza pubblica dall’altro nel medio-lungo periodo qualche problema potrebbero crearlo. Mi auguro di no. Saremo ovviamente, come regione, vicini agli amministratori, quelli che ci sono e quelli che ci saranno, se questi problemi dovessero evidenziarsi.

Il referendum è stato comunque una grande occasione di confronto sul futuro di quelle comunità, è stato un esercizio democratico, oltretutto sostenuto trasversalmente sia all’interno di quest’aula che nei Consigli comunali, perché a favore dell’indizione di quel referendum si sono espresse tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, così come è successo, in maniera un po’ meno evidente, ma comunque trasversalmente, anche nei Consigli comunali.

Poi, le forze politiche, rispetto all’andamento del referendum e al voto su quel referendum legittimamente si sono schierate per il sì e per il no. Hanno fatto giustamente la loro scelta. Su questo mi permetto un’altra considerazione. Nel ferrarese ci sono stati, nell’ultimo anno, quattro tentativi di fusione: due sono andati a buon fine, con il voto favorevole dei cittadini, due, invece, hanno avuto il rigetto da parte delle comunità, che hanno evidenziato una cosa in modo palese, già peraltro evidenziata altrove, non solo nel ferrarese.

Per la Lega sono da farsi solo le fusioni in cui sono coinvolti amministratori schierati apertamente con il centrodestra. Nel ferrarese questo atteggiamento è stato plastico. L’unica fusione sostenuta dalla Lega è stata quella tra i Comuni di Formignana e Tresigallo e il “sì” a quella fusione è arrivato dopo che il sindaco di Tresigallo ha giurato fedeltà a Fabbri e alle camicie verdi. E così il civicissimo Brancaleoni, che non voleva l’odore dei partiti neanche pregando, quando si è candidato, vedrete che alle prossime amministrative chiamerà a raccolta tutto lo stato maggiore della Lega, perché gli accordi sono chiari: “Caro Brancaleoni, noi sosteniamo la fusione, ma tu sostieni noi”. Tutto legittimo, tutto legittimo. Siamo in politica e non in altri contesti, quindi è tutto legittimo. Però, è un vero peccato che nel sostenere o meno le fusioni non si riesca a togliersi di dosso le casacche di partito.

I fatti purtroppo parlano chiaro. Se un sindaco di destra propone il referendum, quel referendum va sostenuto. Se un sindaco non ha baciato l’anello della destra, invece, le fusioni vanno osteggiate.

Spero che in futuro la valutazione possa essere meno partitica e un po’ più laica. Certamente nel futuro, così come facciamo oggi, rispetteremo sempre il volere delle comunità e utilizzeremo il referendum come esercizio democratico attraverso il quale le comunità possono confrontarsi e decidere democraticamente del loro futuro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

La parola al consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Risultati del referendum di fusione del 2 dicembre 2018. Per il no: Fiscaglia 74,29 per cento degli elettori – 2.156 è il numero assoluto – ha votato contro; Ostellato 73,01 per cento ha votato contro, 1.596 persone hanno votato contro. Direi che questi numeri la dicono abbastanza grande per quello che riguarda il progetto di fusione che è stato portato avanti dal Partito Democratico e dai suoi sindaci, non dico le sue Giunte perché le sue Giunte si sono spaccate addirittura per quello che riguarda appunto il voto per il sì o per il no su questa fusione ed è una cosa molto singolare, proprio perché, di solito, l’Amministrazione, come giustamente faceva notare nelle Amministrazioni virtuose della provincia di Ferrara del centrodestra di solito quando scelgono una cosa la scelgono in maniera unita e il PD ha fatto tutt’altro. Ma perché? Perché questa fusione è nata due o tre mesi prima del referendum, probabilmente perché non sapendo più chi candidare a sindaco nel Comune di Ostellato, che è un comune importante della nostra provincia, e ridando la possibilità all’attuale sindaco Marchi di fare un terzo mandato, pensavano che i cittadini subissero l’influenza del Partito Democratico e votassero per il “sì”, in modo tale da costituire un nuovo Comune, quello appunto che sarebbe nato dalla fusione di Ostellato e Fiscaglia, per ridare la possibilità al sindaco Marchi di candidarsi per la terza volta in questi territori.

Anche qui, tra l’altro, non abbiamo capito perché il Comune di Ostellato si sarebbe dovuto fondere con il Comune di Fiscaglia quando storicamente fa parte dell’Unione dei Comuni insieme ad Argenta e Portomaggiore. Quindi, hanno portato avanti un progetto di unione per ormai vent’anni insieme ad altri due territori, però improvvisamente si è voluto cambiare rotta, andando a chiedere ai cittadini una fusione con il Comune di Fiscaglia, che nasce circa 2-3 anni fa attraverso un’altra fusione di altri Comuni sempre della provincia di Ferrara e che, a tutt’oggi, non ha terminato il processo di fusione di questi territori che hanno voluto unirsi qualche anno fa.

È veramente lodevole (l’ho molto apprezzato) l’intervento del consigliere Calvano, che cerca di difendere l’indifendibile. I dati parlano chiaro. Fra l’altro, il consigliere Calvano è stato anche sindaco del Comune di Ostellato, per cui mi meraviglia un po’ che i cittadini di quel territorio abbiano espresso un voto completamente diverso rispetto a quello che, invece, si attendeva il Partito Democratico.

Noi, proprio per non andare incontro a un progetto di fusione improvvisato, politicizzato e gestito ad hoc per creare delle poltrone all’interno del Partito Democratico della provincia di Ferrara, ci siamo espressi molto tranquillamente, abbiamo collaborato e ci siamo aperti anche agli assessori in quota PD di queste due Giunte. Considerate che il sottoscritto ha sostenuto il “no” della fusione con metà della Giunta di Ostellato, che era contro la fusione, metà della Giunta di Ostellato che sostiene attualmente il sindaco Marchi del Partito Democratico. Tra l’altro, è una persona che rispetto molto, perché è sicuramente un buon amministratore, però in questo caso c’è stata una caduta di stile un po’ esagerata, e il risultato, come dicevo all’inizio del mio intervento, si vede nei numeri, si vede nella volontà dei cittadini.

La Lega è da sempre favorevole ai progetti di fusione ben pensati, strutturati e che portino un risultato pratico per i cittadini, non è favorevole quando ci si improvvisa soltanto per dare dei posti e delle poltrone a qualcuno. Il mondo è cambiato, i tempi cambiano, se ne facciano una ragione gli amici del Partito Democratico e ci aiutino, invece, a risolvere le difficoltà che quei territori hanno in termini di lavoro, di occupazione, di agricoltura e tutto quello che compete, a nostro avviso, a una buona Amministrazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Anche in questo caso, per i due Comuni estensi di Fiscaglia ed Ostellato, come per Goro e Mesola, la fusione è stata bocciata – come abbiamo sentito – da tre cittadini residenti su quattro. Quindi, la fusione è stata bocciata senza “ma” e senza “se”. Spero che i sindaci, avendo pubblicamente sostenuto la fusione, abbiano riflettuto adeguatamente su questo risultato, traendo le dovute conseguenze, visto che è un risultato che si potrebbe interpretare anche in una bocciatura politica di chi si è apertamente schierato per il “sì”.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Altri iscritti in discussione generale? Nessun iscritto. Chiudiamo la discussione generale.

Eventuale replica del relatore. 

Ora si può affrontare la dichiarazione di voto sull’ordine del giorno n. 6945. Chi chiede la parola per la dichiarazione di voto?

Intanto nomino scrutatori i consiglieri Zoffoli, Lori e Galli.

Ha chiesto la parola il consigliere Calvano. Prego.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Ovviamente, noi siamo per non procedere all’esame dell’articolato e fermare qui il progetto di fusione, nel rispetto del voto democratico espresso dai cittadini di Ostellato e Fiscaglia.

Stupiscono alcune dichiarazioni del collega Fabbri. Un conto è prendere atto del risultato. Un conto è condannare il fatto che si è deciso di fare un referendum rispetto al quale tutti ci siamo espressi favorevolmente. Ci sono alcuni, anche nelle Amministrazioni, che hanno detto: “È giusto che si esprimano i cittadini. Noi, poi, decideremo se votare sì o votare no, ma comunque voteremo a favore dell’espressione democratica dei cittadini”. Credo che questo sia un diritto che noi dobbiamo garantire sempre, a prescindere dall’appartenenza politica.

Fabbri non è riuscito a confutare la teoria da me espressa nell’introdurre questo punto, e cioè che quando a chiedere di fare una fusione è un proprio sindaco si fa di tutto, o comunque, si evitano atteggiamenti contrari e si cerca di dare una mano. Quando a chiederlo sono Sindaci non appartenenti a quella forza politica, o non espressione del centrodestra, le fusioni vanno sempre male e non vanno fatte.

È un peccato: è un peccato per le comunità territoriali, che invece noi dobbiamo cercare di far sì che possano esprimersi con consapevolezza, al di là delle bandiere politiche. È quello che abbiamo provato a fare anche a Ostellato e Fiscaglia. I cittadini si sono espressi su questo, e quel voto, ripeto, va assolutamente rispettato. Ribadisco quanto detto prima: se nel medio-lungo periodo quelle comunità così importanti per il territorio ferrarese avranno bisogno del sostegno della Regione per affrontare nuove fasi sulle quali magari mancheranno le opportunità che poteva dare la fusione, noi saremo comunque al loro fianco, a prescindere da chi saranno amministrate, perché credo che le comunità meritino il rispetto delle Istituzioni e dei singoli partiti, a prescindere da chi governa le singole comunità.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Bertani ha la parola.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Ovviamente anche noi voteremo per il non passaggio agli atti, proprio perché riteniamo che gli esiti del referendum vadano ascoltati, non solo in questo caso, ma vanno ascoltati sempre. In questo caso, mi dispiace che il collega Calvano abbia voluto politicizzare i due referendum, attribuendo all’uno o all’altro la scelta.

La ragione per cui molte richieste di fusione non stanno funzionando non risiede solo nell’appartenenza politica ad un partito o ad un altro, ma risiede nel fatto che sono sbagliati i processi. Se non si parte da una riformulazione di come partono i processi, se non si parte dall’analisi della realtà e dal coinvolgimento dei cittadini fin dall’inizio, e invece si pensa sempre a soluzioni calate dall’alto, magari all’ultimo momento, che non hanno coinvolto fin dall’inizio i cittadini, la diffidenza aumenta, come aumenta la diffidenza quando in una legge c’è scritto che io ti faccio votare, ma in alcuni casi anche se hai votato posso ribaltare il risultato di quel voto. Ancora voi vi ostinate a non voler cambiare la legge pasticciata, che avete voluto fare riguardo alle fusioni. Anche oggi avevo pronta la mia risoluzione, che vi invita, che invita tutti, a riprendere in mano quella legge, perché così com’è scritta genera solo diffidenza nei processi di fusione, che hanno una loro importanza nei territori che scelgono e partono con un processo che valuta tutti gli elementi, comprese le necessità del territorio, compresa la necessità di mantenere la storia e le tradizioni di un paese o di un comune, comprese le differenze e le vicinanze che ci sono in un territorio.

Se prescindete da questi fatti, i referendum come in questo caso, come quelli di questa Assemblea, andranno sempre verso il no. È un fallimento anche per questa Regione, perché anche noi crediamo nelle fusioni, ma nelle fusioni fatte con un criterio.

Se, invece, bisogna battere il record dei 300 comuni a tutti i costi, se invece bisogna sistemare questo o quel partito, allora non funzionano.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola al capogruppo Fabbri.

 

FABBRI: Grazie. Ovviamente, la Lega è favorevole al non passaggio di questo progetto di legge. Aggiungo soltanto una cosa: ringrazio il collega Calvano, che riconosce a noi il potere e la forza di spiegare alle persone effettivamente quelle che sono le fusioni giuste rispetto a quelle sbagliate. Dove la Lega ha appoggiato il referendum di fusione, le fusioni sono sempre passate. Evidentemente qualcosa c’è, se si segue comunque una linea, si spiegano bene i processi di fusione e i progetti che ci sono per quei territori. La Lega comunque non ha come dogma ideologico la fusione sine qua non. Dimostrazione è anche il fatto che proprio questo Governo qualche settimana fa ha stanziato per i comuni che hanno una popolazione inferiore ai 20.000 abitanti circa 400 milioni di euro, che andranno spesi per le infrastrutture. Questo un po’ anche a sdoganare il fatto che solo chi si fonde ha la possibilità di avere delle risorse, quando invece chi, per scelta territoriale, per dinamiche del territorio, sceglie, invece, qualcos’altro ha la possibilità comunque, attraverso questi fondi, di realizzare delle opere pubbliche importanti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Non ci sono più iscritti per dichiarazione di voto. Chiudiamo le dichiarazioni.

Procediamo con la votazione… Prego, consigliere Tagliaferri…

 

TAGLIAFERRI: Un po’ di ritardo nel…

 

PRESIDENTE (Saliera): Va bene, la guarderò prima di chiudere.

Consigliere Tagliaferri, ha la parola.

 

TAGLIAFERRI: Giuro che non lo faccio apposta…

 

PRESIDENTE (Saliera): Immagino.

 

TAGLIAFERRI: …per tutte le volte che arriva evidentemente un secondo dopo.

Volevo solo sottolineare che, parlando del primo intervento del consigliere Calvano, mi sembra che le affermazioni abbiano tralasciato un particolare importante, che volevo sottolineare.

I sindaci di sinistra si sono schierati per il “sì” e i cittadini hanno detto “no”. Il sindaco di Tresigallo, etichettato di centrodestra, si è schierato per il “sì” e i cittadini hanno detto “sì”. Questa è una riflessione principale che si dovrebbe fare rispetto alle posizioni prese.

Il nostro voto, ovviamente, sarà favorevole. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Procediamo adesso con la votazione sull’ordine del giorno 6945/1, per alzata di mano.

Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?

 

È approvato l’ordine del giorno n. 6945/1.

 

(Ordine del giorno 6945/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” approvato all’unanimità dei presenti)

 

 

OGGETTO 7242

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi tempestivamente per inserire nei futuri bandi di accesso alle scuole di specializzazione talune restrizioni, come ad esempio l’obbligo di residenza per uno specifico arco temporale e/o l’obbligo di esercitazione della professione medica all’interno della regione successivamente al conseguimento della seconda laurea, come già sancito da molte altre Regioni italiane, allo scopo di favorire l’inserimento lavorativo dei propri cittadini e/o il mantenimento dei medici specialisti all’interno del territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 7084

Risoluzione per impegnare la Giunta, in vista della programmazione regionale 2018/19, a valutare, anche all’interno del Comitato regionale di Indirizzo e dell’Osservatorio regionale per la formazione medico specialistica, l’inserimento di requisiti ulteriori che, in linea con le altre regioni, garantiscano attraverso una congrua permanenza del medico sul territorio un ritorno delle risorse economiche investite dalla comunità, attraverso l’esercizio della professione a vantaggio di questa. A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Calvano, Zappaterra, Paruolo, Caliandro, Zoffoli, Sabattini, Boschini, Cardinali, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Montalti, Lori, Bagnari

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 7440

Risoluzione per impegnare la Giunta a valorizzare, nei concorsi per le professioni mediche delle AUSL, l’obbligo di permanenza nella sede di prima assegnazione per un arco di tempo consono con le esigenze organizzative dell’AUSL lasciando comunque discrezionalità nell’applicazione di tale vincolo. A firma della Consigliera: Sensoli, Bertani

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con gli atti di indirizzo n. 7242, n. 7084 e n. 7440. Sono abbinati.

Risoluzione 7242 per impegnare la Giunta ad attivarsi tempestivamente per inserire nei futuri bandi di accesso alle scuole di specializzazione talune restrizioni, come ad esempio l’obbligo di residenza per uno specifico arco temporale e/o l’obbligo di esercitazione della professione medica all’interno della regione successivamente al conseguimento della seconda laurea, come già sancito da molte altre Regioni italiane, allo scopo di favorire l’inserimento lavorativo dei propri cittadini e/o il mantenimento dei medici specialisti all’interno del territorio regionale. A firma dei consiglieri Rancan, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani e Pompignoli.

Risoluzione 7084 per impegnare la Giunta, in vista della programmazione regionale 2018/2019, a valutare, anche all’interno del Comitato regionale di Indirizzo e dell’Osservatorio regionale per la formazione medico specialistica, l’inserimento di requisiti ulteriori che, in linea con le altre regioni, garantiscano attraverso una congrua permanenza del medico sul territorio un ritorno delle risorse economiche investite dalla comunità, attraverso l’esercizio della professione a vantaggio di questa, a firma dei consiglieri Tarasconi, Calvano, Zappaterra, Paruolo, Caliandro, Zoffoli, Sabattini, Boschini, Cardinali, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Montalti, Lori, Bagnari.

Su questo documento insistono quattro proposte di emendamento, a firma della consigliera Tarasconi, che poi sono state ritirate.

Oggetto n. 7440: risoluzione per impegnare la Giunta a valorizzare, nei concorsi per le professioni mediche delle AUSL, l’obbligo di permanenza nella sede di prima assegnazione per un arco di tempo consono con le esigenze organizzative dell’AUSL lasciando comunque discrezionalità nell’applicazione di tale vincolo, a firma dei consiglieri Sensoli e Bertani.

Apriamo la discussione generale congiunta su tutte e tre le risoluzioni. Dieci minuti per ciascun consigliere.

Ha chiesto la parola il consigliere Rancan. Prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Molto brevemente, nel senso che il punto è stato dibattuto e analizzato già in altre fasi. Io presentai un’interrogazione all’inizio dell’estate passata dove veniva chiesto proprio quello che oggi è specificato nella nostra risoluzione. Fondamentalmente, nel dettaglio, si parla proprio di ciò.

Per quanto riguarda i bandi di specializzazione medica che vengono fatti dopo la laurea in medicina, i nostri studenti hanno, ovviamente, la possibilità di iscriversi e di partecipare a dei bandi, per poi studiare la specializzazione che riescono ad ottenere o meno. Bisogna dare delle preferenze, ci sarà una graduatoria, eccetera.

Ovviamente, però, vi sono posti che vengono finanziati dalla Regione in modo aperto, ad oggi, in regione Emilia-Romagna, mentre altre regioni, numerose, quali Basilicata, Calabria, Campania, Friuli, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Piemonte, Toscana, Veneto, Valle d’Aosta, Sardegna, Sicilia, le Province autonome di Trento e Bolzano e la Repubblica di San Marino, per quanto riguarda i bandi su specializzazione medica, mettono delle restrizioni, alcuni considerando come criterio per poter accedere ai bandi di specializzazione una residenzialità storica, oppure altri, un vincolo a rimanere sul territorio della regione, dopo che si è completato il ciclo di studi. Quindi, fondamentalmente, questa è la proposta che viene avanzata oggi.

Questa è stata una richiesta che tanti giovani medici hanno fatto a varie parti politiche, perché sappiamo che anche le altre risoluzioni, sia dei colleghi 5 Stelle che di quelli del Partito democratico, che sono state presentate vanno fondamentalmente in quella direzione. Noi quindi crediamo che questo possa essere un segnale importante per tutelare i nostri studenti in specializzazione medica, che in questo momento sono un po’ discriminati rispetto agli altri perché ovviamente nelle altre regioni questo accade già, quindi sarebbe un modo anche per dire: la nostra regione è sul pezzo, e per questo potremmo andare avanti, e anzi, riuscire a riallinearci con lo standard delle altre regioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rancan.

La parola alla consigliera Tarasconi.

 

TARASCONI: Grazie, presidente.

Io tengo a specificare una cosa: il punto di partenza e le opinioni, ovviamente, sul pregresso del Movimento 5 Stelle, della Lega e del PD, probabilmente non sono identici. Però, quello su cui siamo d’accordo è il punto di arrivo. Cioè, qual è il nostro obiettivo? Nel decreto che è stato fatto a luglio per quanto riguarda i contratti aggiuntivi di formazione specialistica, vi sono riportati, come diceva prima il consigliere Rancan, tutti i requisiti aggiuntivi che vengono messi dalle altre regioni: parliamo di Calabria, Basilicata, Campania, Friuli, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto, Valle d’Aosta, insomma, praticamente da tutte. C’è chi mette il minimo di due anni di residenza per poter accedere, c’è chi chiede invece un impegno all’iscrizione all’Ordine dei medici al momento della domanda, c’è chi chiede un impegno post. Diciamo che il tema sarebbe quello di provare a non avere, questo dal mio punto di vista, delle situazioni completamente diverse sul territorio nazionale, nel senso che se dovesse essere ammesso il criterio di residenza, forse sarebbe opportuno che fosse così in tutte le regioni.

Ma al di là di questo, che può essere appunto una differenza di opinione, per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, la Lega e il Partito Democratico, il tema reale è quello di non avere alla fine investito dei fondi regionali sulle specialistiche e non avere almeno qualche anno di lavoro di questi ragazzi che si formano prestato sul territorio, ma anche, come diceva il consigliere Rancan, di non mettere i ragazzi emiliano-romagnoli in difficoltà in quanto, avendo le altre Regioni messo dei requisiti aggiuntivi e noi no, ovviamente, si creano delle discrepanze o delle cose che non sono simpatiche per i ragazzi della Regione Emilia-Romagna.

Siccome noi abbiamo investito e presumo investiremo ancora parecchio per quanto riguarda l’impegno, nell’anno accademico 2016-2017 c’è stato un impegno di 1.300.000 euro, quindi abbiamo finanziato 52 contratti di formazione specialistica, abbiamo fatto uno sforzo importante, anche perché siamo consapevoli della mancanza di medici – di questo ormai se ne parla quasi quotidianamente –, sarebbe importante provare, tutti insieme, al di là di quelle che sono le nostre differenze del punto di partenza quantomeno arrivare ad un punto d’arrivo.

Auspico un voto favorevole, ma credo che sarà così, da parte di tutti a questa risoluzione perché sarebbe un’ingiustizia, io credo, non dare ai ragazzi dell’Emilia-Romagna le stesse possibilità che hanno i ragazzi che risiedono in altre regioni, che invece mettono questi criteri aggiuntivi all’interno della possibilità di poter fare una laurea specialistica, come barriera d’accesso per quanto riguarda le scuole di specializzazione medica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Tarasconi.

La parola alla consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Aggiungo un paio di osservazioni, nel senso che, come diceva la consigliera Tarasconi, partiamo da considerazioni diverse e comunque anche la nostra risoluzione puntava e insisteva su alcune sfumature diverse. Infatti, come appunto diceva la collega, altre Regioni hanno già adottato questo tipo di soluzione, cioè il criterio di permanenza dopo la specializzazione. Purtroppo, facendo una considerazione di carattere generale, questa situazione è una delle conseguenze della mancata programmazione fatta negli anni passati.

Il ministro intanto, quest’anno, ha raddoppiato le borse di studio per le specialistiche e poi si è reso disponibile a lavorare a una graduale eliminazione del numero chiuso negli anni, perché chiaramente chi consegue oggi la specializzazione avrà necessità di qualche anno per essere inserito nel contesto lavorativo. Però, è una situazione che gradualmente il ministro ha manifestato di voler risolvere.

Intanto cerchiamo con questa risoluzione, poi voteremo a favore anche della risoluzione del Partito Democratico, di invitare la Regione a trovare una soluzione più immediata, sperando che poi si arrivi a livello nazionale ad avere un contesto migliore per tutti quanti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Recentemente la Federazione medici di medicina generale e il sindacato dei medici dirigenti hanno denunciato il rischio di una drastica carenza di medici per il turnover dei prossimi cinque anni. È ciò che si determinerà nel nostro Paese per effetto dei pensionamenti sia nel settore dei medici di famiglia sia in quello della specialistica nelle strutture pubbliche del servizio sanitario nazionale. In relazione alle proiezioni fatte, si stimano meno 45.000 medici di base nei prossimi cinque anni e meno 80.000 nei prossimi dieci, con un saldo negativo in reazione ai nuovi ingressi di meno 22.000.

Il rischio sottolineato da FIMMG e ANAAO è che, per i prossimi cinque anni, 14 milioni di italiani restino senza il medico di famiglia. Più complesso, invece, è fare previsioni sulla carenza di medici specialistici, perché per le nuove assunzioni occorre basarsi sui concorsi banditi dalle Regioni, alcune delle quali, con il blocco del turnover parziale o totale e per il rispetto dei parametri di spese e l’attuale sistema delle scuole di specializzazione, non garantiranno, quindi, la copertura degli organici, con carenze soprattutto di pediatri, chirurghi, ginecologi e cardiologi.

Questa situazione, inoltre, fa sì che gli attuali specialisti in servizio nelle strutture pubbliche siano oberati da carichi di lavoro esagerati, turni sempre più estenuanti e continue rinunce a riposi e ferie, oltre ai definanziamenti del settore pubblico, che rendono gli ospedali sempre più insicuri per i medici e meno soddisfacenti per i pazienti, aumentando il rischio di errori in corsia e l’esasperazione degli utenti con i noti quanto deprecabili casi, ma sempre più frequenti, di aggressioni al personale ospedaliero.

In conseguenza di tutto ciò, aumentano quindi anche le fughe di giovani specialisti verso il privato e all’estero, in cerca di soluzioni lavorative meno esasperate, con meno rischi e spesso molto meglio remunerate. Una situazione che si riflette anche in Emilia-Romagna, con l’aggravante che altre Regioni hanno adottato misure atte a favorire la successiva occupazione in loco delle professionalità formate da noi.

Per l’anno accademico 2016-2017, la Regione aveva finanziato con 1,3 milioni di euro, in un percorso con i quattro Atenei regionali, 52 contratti di formazione specialistica, privilegiando l’emergenza-urgenza, e altri 100 – come riportato nella risoluzione della Lega – nell’anno accademico 2017-2018.

Appare, dunque, evidente che anche nella nostra Regione occorrono misure nuove a tutela degli investimenti fatti, favorendo il futuro insediamento lavorativo delle nuove figure professionali, come avviene già in molte altre Regioni e come evidenziato unanimemente nelle risoluzioni in discussione, pur di diversa matrice politica, ma accomunate nelle richieste di impegno da parte della Giunta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Non ho altri iscritti in discussione generale.

Chiudo la discussione generale su tutte le risoluzioni.

Apriamo la discussione generale su un unico emendamento, che è stato presentato e che avete sui vostri tavoli. È l’emendamento n. 5, a firma Tarasconi, Calvano, Rancan e Sensoli.

La discussione generale su questo emendamento è aperta. I consiglieri hanno cinque minuti per l’intervento, se vogliono intervenire. Nessun intervento.

Procediamo con le dichiarazioni di voto congiunte sulle risoluzioni e l’emendamento. Cinque minuti per Gruppo.

Ha chiesto la parola il capogruppo Caliandro.

 

CALIANDRO: Presidente, non è una dichiarazione di voto. Solo per chiedere che al termine di questa fase faccia squillare il campanello per richiamare l’attenzione dei consiglieri che sono fuori. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie. Suoniamo il campanello.

Siamo in dichiarazione di voto.

Ha chiesto la parola il consigliere Rancan. Prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Molto brevemente. Nei fatti, tutte le risoluzioni presentate oggi sono a carattere migliorativo della situazione esistente. Quindi, nei fatti, da niente si passa a qualcosa. Per questo noi voteremo favorevolmente a tutte le risoluzioni.

Speravamo che la nostra potesse passare. Però, giustamente, ci sono degli equilibri numerici da mantenere, che conosciamo bene.

Detto questo, però, voteremo favorevolmente a tutti, perché comunque pensiamo che un impegno anche nelle risoluzioni del Movimento 5 Stelle, e anche in quella del Partito Democratico, vi sia. Ovviamente, poi, staremo a vigilare, però, che questo accada, perché i nostri studenti, i nostri ragazzi hanno bisogno che questo vada in porto il prima possibile già a partire da quest’anno, quindi fondamentalmente dall’inizio di quest’estate.

Questo quindi è il mio stimolo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rancan.

La parola alla consigliera Tarasconi. Prego.

 

TARASCONI: Grazie, presidente.

Ovviamente, noi voteremo favorevolmente alla nostra, ma come ho detto, siccome il punto di partenza non è uguale per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle e la risoluzione della Lega, il nostro sarà un voto contrario alle loro risoluzioni. Questo però non significa che non si sia d’accordo su quelli che sono l’obiettivo e il punto d’arrivo.

Credo che la bontà dell’intento l’abbiamo colta tutti, e siamo tutti d’accordo che come diceva il consigliere Rancan, già dalle borse di studio di quest’anno si debba vedere un cambiamento per quanto riguarda i requisiti di accesso.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Tarasconi.

Non ho altri in dichiarazione di voto, quindi procediamo con la votazione, per alzata di mano, iniziando dall’oggetto 7242, a firma Rancan ed altri.

Chi è a favore dell’oggetto 7242. Chi è contrario? Chi si astiene?

 

È respinto l’oggetto 7242.

 

Sull’oggetto 7084 insiste l’emendamento n. 5. Mettiamo in votazione l’emendamento n. 5, a firma Tarasconi, Calvano, Rancan, Sensoli.

Chi è a favore dell’emendamento? Chi è contrario? Chi si astiene?

 

È approvato l’emendamento n. 5.

 

Procediamo con la votazione della risoluzione 7084, a firma Tarasconi ed altri.

Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene?

 

È approvato l’oggetto 7084.

 

(La risoluzione oggetto 7084 è approvata a maggioranza dei presenti)

 

Metto in votazione l’oggetto 7440, a firma Sensoli e Bertani. Chi è a favore? Chi è contrario? Vorrei vedere le mani. Chi è contrario? Chi si astiene?

 

È respinto l’oggetto 7440.

 

OGGETTO 7808

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo nazionale per sollecitare l’adozione di misure di riordino del settore delle onoranze funebri e a costituirsi parte civile nel futuro processo contro coloro che risulteranno essere stati parte attiva nell’organizzazione criminale dedita al racket connessa all’operazione “mondo sepolto”. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano, Lori, Poli, Pruccoli, Rontini, Sabattini, Boschini, Bagnari, Serri, Ravaioli, Mori, Bessi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Cardinali, Rossi, Paruolo, Tarasconi, Benati, Campedelli, Molinari, Zappaterra

(Discussione e approvazione per parti separate)

 

OGGETTO 7867

Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Comune di Bologna di porre rimedio alla decisione di individuare in un consorzio di imprese di onoranze funebri il socio privato per la società cimiteriale del Comune, nonché a sottoporre ad esame la normativa regionale in materia, adeguandola alle innovazioni introdotte dalla legge n. 3 del 9 gennaio 2019. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 7808: risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo nazionale per sollecitare l’adozione di misure di riordino del settore delle onoranze funebri e a costituirsi parte civile nel futuro processo contro coloro che risulteranno essere stati parte attiva nell’organizzazione criminale dedita al racket connessa all’operazione “mondo sepolto”, a firma dei consiglieri Caliandro, Calvano, Lori, Poli, Pruccoli, Rontini, Sabattini, Boschini, Bagnari, Serri, Ravaioli, Mori, Bessi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Cardinali, Rossi, Paruolo, Tarasconi, Benati, Campedelli, Molinari, Zappaterra.

Su tale oggetto insiste una proposta di emendamento a firma della consigliera Piccinini e una a firma del consigliere Daniele Marchetti.

A tale oggetto è stato abbinato in aula l’oggetto numero 7867: risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Comune di Bologna di porre rimedio alla decisione di individuare in un consorzio di imprese di onoranze funebri il socio privato per la società cimiteriale del Comune, nonché a sottoporre ad esame la normativa regionale in materia, adeguandola alle innovazioni introdotte dalla legge n. 3 del 9 gennaio 2019.

Procediamo con la discussione generale congiunta sulle risoluzioni. Dieci minuti per ciascun consigliere.

La parola al consigliere capogruppo Caliandro. Prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Molto abbiamo detto in questi giorni rispetto a questa vicenda che ci ha visti per primi inorridire di fronte a questo grave atto di sciacallaggio nei confronti dei familiari delle persone morte e coinvolte in questa triste vicenda di racket. Il primo gesto, quello più spontaneo, è quello di manifestare solidarietà alle persone che vengono turlupinate. Un altro sentimento molto umano è quello del disgusto. Poi è un dovere sociale quello di essere dalla parte della Magistratura e delle attività inquirenti.

Per questo, abbiamo chiesto e ottenuto, da quelle che sono le dichiarazioni che ha dato l’assessore Venturi, un impegno vero, cioè quello di costituirsi parte civile contro tutti i malfattori che hanno cagionato questo sistema di racket. Chiediamo anche - vengono annunciati provvedimenti in tal senso - che ci sia un turnover del personale dedicato a queste attività. Sì, perché la Regione aveva ed ha una legislazione molto puntuale sul tema, che ha fatto dei buchi. Ce lo siamo detti, lo abbiamo accusato, lo abbiamo rivendicato. Ma se dal 2004 esiste un provvedimento che vieta espressamente l’intermediazione commerciale, è anche vero che abbiamo il dovere di verificare che questo non accada, di prendere delle decisioni forti, come del resto è stato fatto con il provvedimento del 2018 rispetto alla vestizione delle salme.

Il punto è che in questo Paese, nel Paese in cui troppo spesso la politica si nasconde dietro l’immunità - non se ne abbiano i colleghi della Lega e dei Cinque Stelle -, l’impunità non è tollerabile. Noi vogliamo che si faccia giustizia e la vogliamo a tutti i livelli. Non tolleriamo che ci possano essere violazioni del codice penale che possono passare impunite. Lo facciamo perché pensiamo che il principio di legalità vada applicato sempre, sia quando riguarda i fatti locali che quando riguarda i fatti nazionali. Ecco, quello che non si capisce, certe volte, è il modo strabico con cui si guarda la giustizia.

Per questo, chiediamo nessun indugio rispetto alle indagini, l’assunzione di colpa rispetto a chi verrà accertato che le ha avute, ma anche un gesto politico. Noi chiediamo alla Giunta di impegnarsi perché cambi anche il sistema in cui questo Paese permette che ci sia una grande circolazione del denaro nero. Vogliamo che sia possibile arrivare ad una detrazione fiscale delle spese mortuarie che non può essere intorno ai 1.000 euro, intorno ai 1.600 euro, ma vogliamo che arrivi a 10.000 euro. Su questo chiediamo che questo Governo si impegni con questa maggioranza per dare risposte.

Capita spesso, troppo spesso, di dire che il problema è sempre altrove, che le soluzioni si possono trovare altrove. Noi dobbiamo essere inflessibili nella ricerca della verità sempre, non quando ci è più comodo. Dobbiamo indignarci sempre di fronte alla morte e a chi specula di fronte alla morte, sia che avvenga negli ospedali che nel Mediterraneo. Ci si indigna di fronte alla morte e di fronte alla insensibilità della morte.

Mondo Sepolto ha scoperto una piaga, una cosa bruttissima per questa città, per questo territorio, e noi non vogliamo che questa cosa passi nel dimenticatoio, ma non vogliamo nemmeno prestarci a speculazioni ipocrite. L’ipocrisia non ci aiuterà a risolvere i problemi di legalità. L’ipocrisia non ci aiuterà nemmeno a risolvere i problemi più grossi che questo Paese ha, che la nostra città ha, che questa regione ha, che sono i problemi legati alla corruzione.

Dobbiamo avere una lettura unica del Codice penale, dei reati penali ed indignarci allo stesso modo rispetto alla violazione delle norme che il Codice ci dà. Lo dico perché forse è venuto il momento di usare questo strumento, quello della legalità, uno strumento che non appartiene a nessun partito, ma che appartiene a tutti. Allora, avanti con la verifica dell’attività inquirente, avanti con il turnover, avanti con il controllo in loco e avanti anche con l’impegno di chiedere al Governo di modificare questa legge. Chi non lo ha fatto prima ha sbagliato. Chi non lo farà adesso continuerà a sbagliare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro.

La parola alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Colgo con favore alcune delle dichiarazioni del collega, che oggi scopre all’improvviso un senso di giustizia cercando di ergersi a paladino della legalità. Ciò che, invece, è evidente è che il Partito Democratico sta cercando di correre ai ripari e di salvare la faccia rispetto a una vicenda sgradevole, quella del racket sui funerali, cercando di nascondere delle evidenti responsabilità politiche rispetto alla sottovalutazione di un sistema che pare fosse ben collaudato e ben oliato da sempre, rispetto ai mancati controlli di quello che succedeva all’interno delle camere mortuarie dell’ospedale Sant’Orsola e dell’Ospedale Maggiore.

Fa anche un po’ sorridere la risoluzione che hanno depositato i colleghi, dove si chiede di attivarsi con il turnover. Peccato che non ieri, ma tre anni fa, ANAC all’interno dell’aggiornamento del piano anticorruzione, già metteva in evidenza i rischi legati all’attività del dopo morte, ma soprattutto già suggeriva il turnover del personale che sosta all’interno delle camere mortuarie. Dove siete stati fino ad oggi? Ce lo chiedete oggi, dentro questa risoluzione.

Non solo, ma apprendiamo anche dai giornali che ci sono state anche delle segnalazioni scritte, quindi qualcuno sapeva e nessuno ha fatto niente per fermare il racket dei funerali. All’interno di questa risoluzione, poi, si dice anche un’altra cosa: ovviamente, da oggi è colpa del Governo. Peccato che si chieda di mettere mano alla normativa anticorruzione, cosa che il Governo in sette mesi ha già fatto, perché all’interno del DDL anticorruzione voluto dal ministro Bonafede, intanto si sono inasprite le pene, in seconda battuta è stato inserito il principio per cui chi si macchia di reati di corruzione contro la pubblica amministrazione non potrà mai più avere a che fare con le pubbliche amministrazioni. Quindi, se corrompi o ti fai corrompere, non metti più piede in un ufficio pubblico, e non puoi più firmare contratti con la pubblica amministrazione.

Io non ho capito quando chiedete alla Giunta di attivarsi per rivedere la normativa sull’anticorruzione, non ho capito se chiedete di peggiorarla, perché quello che ci chiedete qua dentro, il Governo del cambiamento lo ha già fatto. Ma poi c’è un’altra questione su cui mi vorrei soffermare, che ha meno a che fare con quello che è successo all’interno dei nostri ospedali, mentre ha più a che fare, invece, sempre rispetto alle responsabilità della Regione e ai mancati controlli rispetto alla normativa regionale.

Dal Comune di Bologna è arrivata non una presa di coscienza del problema, soprattutto si è cercato di dire che il Comune in questa vicenda non ha alcuna responsabilità, le Istituzioni non hanno responsabilità. Però, siete arrivati a cambiare l’amministratore delegato della società che gestisce i servizi cimiteriali. Anche questa è un’operazione di facciata.

Vi spiego perché è un’operazione di facciata. Cercherò di spiegarlo con parole semplici, perché la questione è abbastanza complessa. Il Comune di Bologna ha una società che gestisce i servizi cimiteriali che è per il 51 per cento pubblica e per il 49 per cento privata. Chi c’è dentro la parte privata? Proprio un consorzio di imprese che svolgono anche attività funeraria. Peccato, però, che la nostra legge n. 19 del 2004 ci dice che se un’azienda fa sia attività funeraria che attività di gestione dei servizi cimiteriali deve scorporarsi, devono essere due società separate, perché la ratio mira a dire che chi fa servizi cimiteriali e opera in regime di monopolio, ovviamente, se fa anche servizi funerari, opera in una situazione di vantaggio rispetto a un’attività remunerativa che deve essere, invece, a libero mercato.

La cosa assurda è che il Comune di Bologna ha scelto proprio come socio privato chi fa i servizi funerari. Non solo. Paradosso del paradosso: la società Servizi Cimiteriali sotto di sé controlla una società che si chiama Servizi Funerari Srl.

Chi c’è dentro la società Servizi Funerari Srl? Come socio operativo c’è proprio quel consorzio di imprese che detiene il 49 per cento della società Servizi Cimiteriali, in palese conflitto di interesse per una società che abbiamo detto, quella dei servizi funerari, un’attività che deve essere in regime di libera concorrenza. Tutto questo alla faccia delle nostre norme regionali.

È per questo che noi oggi abbiamo depositato una risoluzione, per chiedere spiegazioni alla Regione, ma soprattutto per chiedere che si prendano provvedimenti rispetto alla costruzione di una società che evidentemente viola la legge regionale, almeno nei princìpi che la legge regionale voleva sancire.

Mi chiedo se in Regione nessuno sapesse niente neanche di questo e come mai nessuno dalla Regione abbia chiesto di prendere provvedimenti al sindaco del Comune di Bologna.

Noi oggi intanto depositiamo un emendamento rispetto alla questione della legge anticorruzione e chiediamo alla Regione di recepire le novità inserite dal nuovo Governo e, secondariamente, abbiamo depositato una risoluzione, lo ripeto, per chiedere alla Regione che si prendano provvedimenti e si rispetti la legge regionale, che sancisce un principio molto chiaro, ovvero chi gestisce i servizi cimiteriali in regime di monopolio non può essere la stessa società che fa anche un servizio remunerativo, che è quello delle pompe funebri, dei servizi funerari. Quindi, chiedo che anche su questo aspetto si faccia molta chiarezza.

A tal proposito, ho chiesto intanto un’informativa dell’assessore Venturi affinché, dopo gli incontri che sta avendo, ci venga a riferire rispetto a quello che è successo negli ospedali, ma chiedo anche che si diano risposte rispetto a quello che è successo nel Comune di Bologna e alla società che è stata messa in piedi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

La parola al consigliere Daniele Marchetti. Prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Innanzitutto, in apertura di questo mio intervento mi sento di fare un appello ai colleghi, e lo dico dopo aver ascoltato l’intervento del consigliere Caliandro. Io eviterei di fare inutili parallelismi tra questa situazione e la gestione dell’immigrazione, perché sono due argomenti che non c’entrano niente l’un con l’altro. Se vogliamo affrontare l’argomento seriamente, rimaniamo sul pezzo e analizziamo tutta la vicenda attentamente, senza buttarla in caciara, come spesso avviene.

L’operazione “Mondo sepolto” ha portato alla luce un giro d’affari milionario. È un sistema che vedeva coinvolti due cartelli di imprese di pompe funebri, che controllavano sostanzialmente le camere mortuarie dell’Ospedale Maggiore e del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, una vicenda che noi abbiamo definito fin dal principio vergognosa, perché non c’è nulla di più ignobile di lucrare illecitamente sui defunti. Credo che su questo siamo tutti d’accordo.

Come è stato correttamente riportato anche nel vostro documento, gli addetti alle camere mortuarie, quelli coinvolti ovviamente, agganciavano i familiari dei detenuti mettendoli in contatto con i referenti delle varie agenzie dei servizi, proponendo quella più vantaggiosa dal punto di vista economico. Ci troviamo, quindi, di fronte a una violazione di una normativa regionale che è in vigore dal 2004 – lo dite anche voi – che vieta espressamente l’intermediazione commerciale illecita nelle camere mortuarie. Inoltre, dobbiamo fare i conti oggi, perché dobbiamo prenderne atto, con dei sistemi di controllo messi in campo dalle aziende sanitarie coinvolte che, evidentemente, risultano inefficaci.

Le cose stanno così. Se tutto questo è successo ed è un sistema che pare collaudato da decenni, vuol dire che qualcosa è andato storto nei sistemi di controllo e nel far rispettare le normative vigenti, che sono state approvate proprio per contrastare questi fenomeni.

La ricostruzione dei fatti, quindi, quella che avete riportato nella risoluzione che oggi discutiamo, è di fatto condivisibile. Si è fatto un po’ la cronaca di quello che è emerso anche a livello di stampa, ma lasciatemi dire che è sui dispositivi finali che nutriamo qualche perplessità. Sì, è vero che anche noi condividiamo la necessità di costituirci parte civile in tutta questa vicenda, perché credo che sia un atto assolutamente dovuto, e su questo non ci piove, però per quanto riguarda il primo impegno mi pare che ci troviamo di fronte ad un tentativo di passare la palla e scaricare il barile al Governo nazionale.

La Regione, a mio avviso, vista la situazione emersa, dovrebbe avviare una seria analisi per individuare, eventualmente, le falle, ciò che non ha funzionato, le mancanze nella legislazione vigente, coinvolgendo magari in questo percorso la Commissione competente, per arrivare, poi, ad avere un quadro ben definito e chiaro su ciò che è successo, su ciò che non ha funzionato e, magari, su quello che noi potremmo portare avanti per mettere in campo un’azione correttiva che impedisca in futuro il riproporsi di situazioni di questo tipo.

Con questa risoluzione, invece, come ho detto poco fa, mi sembra quasi che si cerchi di spostare l’attenzione su un altro campo, di scaricare tutto sulle spalle del Governo nazionale, quando voi stessi ammettete che a livello regionale qualcosa è andato storto. Ecco perché abbiamo presentato un emendamento alla vostra risoluzione, per chiedere appunto di avviare un percorso in Commissione, per approfondire adeguatamente la vicenda e arrivare a trovare una soluzione tutti insieme.

Ma per farlo dobbiamo sviluppare una discussione seria e concreta, rimanendo sul pezzo, e non, come ho detto in apertura, cercando di buttarla in caciara, rischiando di far passare tutta la vicenda come uno scaricabarile, perché i cittadini comunque chiedono delle risposte. E noi abbiamo il dovere di analizzare il tutto e trovare delle soluzioni, perché come ho detto in apertura, questa situazione credo che rappresenti veramente un giro d’affari ignobile e vergognoso. Ed è inaccettabile che tutto ciò avvenga sul nostro territorio.

Rinnovo quindi il mio appello di avviare una discussione in Commissione e mi auguro che questa nostra richiesta possa essere accolta. Altrimenti, credo che il documento così com’è stato impostato, sia irricevibile da parte nostra.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, Daniele Marchetti.

La parola al consigliere Paruolo. Ho chiamato Paruolo. Adesso ha lei la parola, Paruolo.

Dopo ci sarà Taruffi.

 

PARUOLO: Grazie, presidente.

Io credo davvero che quanto sta emergendo grazie all’inchiesta su “mondo sepolto” non possa lasciarci indifferenti. È del tutto evidente che i comportamenti che stanno emergendo sono comportamenti davvero vergognosi, che devono vedere una nostra mobilitazione.

Credo che sia opportuna la risoluzione che è stata promossa e che anch’io ho sottoscritto, perché in effetti è una riflessione che deve avvenire, a mio avviso, a tutto tondo, cioè tutti si devono interrogare per capire se hanno fatto abbastanza e che cos’altro si può fare per riuscire a impedire dalla radice che questi comportamenti possano avvenire.

Siccome sta emergendo che c’era molto nero all’interno del tema dei funerali, approfittando del fatto che la detrazione aveva un tetto tutto sommato limitato rispetto all’importo e quindi par di comprendere che venisse proposto di fare la fattura soltanto per la parte che poteva essere detratta lasciando transazioni in nero per la parte successiva, è evidente che questo è un aspetto di competenza del Parlamento e del Governo nazionale e l’invito, il primo invito che facciamo, è un invito giusto, che è proprio quello che il Governo nazionale cerchi di riflettere su quali ulteriori misure poter mettere in campo in questo settore per evitare il ripresentarsi di questi comportamenti.

Il secondo invito lo facciamo, invece, anche a noi stessi. Credo sia corretto che venga effettuata una riflessione per comprendere gli effetti della normativa regionale e eventuali ulteriori miglioramenti che possono essere fatti anche da parte nostra per fare in modo che comportamenti di questo genere semplicemente diventino difficilissimi, se non impossibili a essere riproposti.

Credo che sia una riflessione che debba riguardare tutti, anche gli enti, i Comuni. Il Comune di Bologna certamente è il primo a essere coinvolto, però penso anche che questo sia un segnale d’allarme che debba favorire una mobilitazione da parte di tutti i Comuni perché se è emerso a Bologna un comportamento di questo genere non si può escludere, in linea di principio, che possa essere in atto o essere avvenuto anche altrove.

Nelle mie responsabilità precedenti sono stato anche assessore al Comune di Bologna con una competenza specifica al tema della salute, che comprendeva anche l’aspetto cimiteriale. Lo sono stato negli anni fra il 2004 e il 2009, quindi ricordo bene i due aspetti su cui ho concentrato allora le mie attenzioni.

Uno era quello dell’attuazione della norma regionale, che risale al 2004, e che impone una separazione fra la gestione dei servizi cimiteriali e la gestione dei servizi funerari di onoranze funebri.

Ricordo che tanti Comuni come Bologna svolgevano entrambi i servizi usando lo stesso personale. Invece, la norma regionale è intervenuta proprio per cercare di separare questi due ambiti. È evidente che normalmente, soprattutto nei Comuni grandi, c’è un solo cimitero o comunque una sola gestione cimiteriale e c’è una molteplicità, invece, di attori presenti che possono fare onoranze funebri, e a questo punto anche il Comune doveva preoccuparsi di diventare uno degli attori e non l’attore che sommava sia il controllo degli aspetti cimiteriali che il fatto di poter avere una propria agenzia di tipo funerario.

Da questo punto di vista imparare, in modo estemporaneo, perché per quanto mi riguarda l’ho imparato dalla cronaca dei giornali, che fosse a capo del settore cimiteriale, come socio in rappresentanza dei soci privati, il responsabile di un consorzio di imprese funerarie non è una questione è obbligatorio dire, chiaramente, che questa è una cosa che non aveva senso. Rispetto alla sollecitazione della consigliera Piccinini, io credo che sia giusto riconoscere che questo punto è un punto effettivamente critico, su cui bisognerà fare una riflessione per comprendere come sia potuto addirittura avvenire che, nonostante la legge chiedesse ai Comuni di separare la propria attività funeraria da quella cimiteriale, siano stati i privati che detenevano una serie di onoranze funebri a essere messi nelle condizioni di operare il controllo delle attività cimiteriali. Effettivamente, è una questione su cui una riflessione deve essere fatta.

Nella risoluzione che ha proposto il Movimento 5 Stelle vedo che c’è una richiesta di impegno alla Giunta. Io non so esattamente se sia questo l’iter corretto che deve essere effettuato, però mi sento di dire che, effettivamente, il problema non può che essere riconosciuto come un problema effettivo.

Quando me ne sono occupato io, nel 2005, e ho istruito quella pratica, la proposta che il Consiglio comunale, su mio impulso aveva votato, era la proposta di costituire una società cimiteriale comunale. Il servizio allora era stato affidato ad Hera, quindi non era più del Comune dal 2003, nel senso che la Giunta precedente aveva affidato ad Hera i servizi cimiteriali e funerari, nel dover provvedere allo scorporo delle due società, il ragionamento che era stato effettuato era quello di costituire una società cimiteriale insieme al Comune di Ferrara, che già aveva una sua società cimiteriale, in modo da avere una società che fosse completamente pubblica, detenuta nel caso specifico da due Comuni, e che potesse operare la gestione dei cimiteri separando la gestione, evidentemente, delle onoranze in una società a parte.

Non so bene nei passaggi successivi che credo siano avvenuti principalmente attraverso un atto che ancora non ho avuto modo di rileggere, avvenuto durante il periodo in cui il Comune di Bologna è stato commissariato, come mai siano state impostate in modo diverso le questioni, per cui il disegno che era stato messo a punto nel 2005 sia stato poi così pesantemente modificato. Però, in effetti, credo che vada riconosciuto che il problema esiste. Non so se sia il Comune di Bologna a dover fare una riflessione, non so se sia la Regione a dover riguardare il dettato della legge regionale, non so se debba essere questa Assemblea a fare una riflessione su cosa scrivere, di nuovo e di diverso nella legge regionale, perché comportamenti non abbiano a ripetersi.

Io ricordo quando a una Festa dell’Unità – scusatemi la citazione, ma chi mi conosce sa che non è che stia proprio citando… – l’onorevole Bersani spiegò che in Italia serviva una norma sul conflitto di interessi che invece non sarebbe stata necessaria nel Regno Unito, dove il conflitto d’interessi genera una tale repulsione immediata in tutto il corpo sociale, che non c’era bisogno di scrivere nelle leggi che fosse proibito: sarebbe stato come scrivere nelle leggi che era necessario usare il fazzoletto per soffiarsi il naso.

Evidentemente, una sensibilità di questo genere dobbiamo riconoscere che non è così diffusa, perché se continuano ad accadere, oggi, cose come queste, forse abbiamo bisogno anche di rimettere mano alla legge regionale e prescrivere che la separazione che è stata prevista fra servizi cimiteriali e funerari, non possa essere semplicemente una questione formale e di separazione societaria, ma deve essere anche sostanziale, nel senso che deve essere rispettata la separazione fra il settore che viene gestito, che vede una concorrenza di imprese competere, appunto, per poter effettuare i servizi di onoranze funebri, e dall’altra parte, invece, una società che opera in gestione di cimiteri. Insomma, sono temi su cui…

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Paruolo, ha ancora la parola.

 

PARUOLO: Era solo per concludere. È onesto riconoscere che il problema esiste. Riflettiamo un attimo su come scrivere nelle risoluzioni, in modo tale che siano indirizzate le osservazioni e le riflessioni alle Istituzioni competenti. Credo, però, che sia necessario accompagnare la nostra azione di costituzione di parte civile nel futuro processo in modo tale che sia chiara la nostra riprovazione e il nostro sostegno all’azione di repressione. Dobbiamo, però, anche interrogarci su cosa fare a livello di prevenzione per far sì che storture o inopportunità che sono emerse in questo settore vengano in futuro rese impossibili e impraticabili. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie.

Ora la parola al consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Io parto riprendendo e sottoscrivendo alcune delle considerazioni che sono state fatte da chi mi ha preceduto in ordine alla natura odiosa del reato che si prefigura, che viene a colpire una fase molto delicata. È ancora più odioso un crimine che si sviluppa in un momento così delicato per le persone coinvolte, che si vedono raggirate e colpite in un momento di grande fragilità. Quindi, è un crimine assolutamente odioso, che non può essere tollerato.

Da questo punto di vista – lo dico con chiarezza, perché credo sia utile in questa sede parlarci chiaramente – gli enti competenti accerteranno le responsabilità delle persone coinvolte e verificheranno quello che è di loro competenza verificare, è chiaro però che non può essere tutto e solo demandato alla Magistratura e agli organi inquirenti. C’è anche una valutazione più complessiva che noi, in questa sede, dobbiamo esprimere rispetto al funzionamento o al non funzionamento del sistema anticorruzione complessivo del sistema pubblico.

In particolare, penso non solo all’applicazione delle leggi dello Stato e della Regione, che in quanto tali devono essere rispettate e applicate, ma penso anche che probabilmente il Piano triennale di prevenzione della corruzione e per la trasparenza dell’Azienda sanitaria di Bologna forse non abbia funzionato a dovere. In particolar modo, penso alle misure, considerato che c’è un capitolo dedicato esplicitamente alle misure di prevenzione della corruzione nella gestione dei decessi intraospedalieri. Evidentemente qualcosa non ha funzionato, perché altrimenti non ci saremmo trovati nelle condizioni in cui, invece, siamo.

Io credo che queste siano considerazioni che vanno espresse con il massimo della nettezza e della chiarezza. Ciascuno deve esercitare le proprie competenze e deve rispondere delle proprie responsabilità, nel sistema pubblico complessivamente. Credo, però, che questa vicenda, che – ripeto – è odiosa e insopportabile, debba però spingersi a riflettere anche su un altro elemento, e qui mi discosto leggermente dal tema strettamente legato, purtroppo, al reato che si è prefigurato, per invitare ad una riflessione su quello che è un sistema attraverso il quale vengono svolti alcuni servizi pubblici. Mi riferisco al fatto che il modello di governance al quale ci stiamo riferendo, quello il Bologna servizi cimiteriali S.r.l. svolge questa funzione.

Esiste una similitudine che secondo me denuncia proprio tutti i limiti di questo modello di governance che è stato ampiamente premiato e scelto in questi anni, non solo in questa regione, ma più in generale nel nostro Paese, per cui la commistione tra pubblico e privato produce soluzioni che non sempre portano a conseguenze quali quelle di cui stiamo discutendo, ma che sicuramente non garantiscono al meglio l’interesse pubblico. Vale a dire: qui abbiamo, in soldoni, una società, un’azienda, un soggetto che gestisce un servizio di evidente valenza pubblica, composto al 49 per cento da soggetti privati, che sono poi quelli che in qualche modo offrono lo svolgimento del servizio stesso. In pratica, una situazione, nella declinazione complessiva, non troppo dissimile da quella che io in altre sedi, in quest’aula, e anche in precedenza, quando non ero in quest’aula, ho segnalato come critica, cioè quello che era il rapporto, nella gestione ad esempio delle case popolari, tra ACER e ACER Manutenzioni Spa. Per cui, la gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi popolari era svolta da ACER Manutenzioni Spa al cui interno, anche in questo caso il 49 per cento di ACER Manutenzioni Spa è costituito da società, da soggetti privati che sono quelli che poi effettivamente intervengono e fanno gli interventi di manutenzione delle case popolari, quindi, in pratica, un soggetto pubblico-privato che svolge una funzione, che eroga un servizio di evidente interesse pubblico, composto dai soggetti privati che beneficiano degli interventi che vengono stabiliti, decisi e realizzati.

Oggi parliamo dei servizi cimiteriali. Io ho citato la gestione della manutenzione delle case popolari. Potrei fare altri esempi. Credo porti in sé, in nuce, abbia in sé il problema principale del quale noi ci dobbiamo occupare, cioè il modello di governance e di gestione dei servizi, specialmente quelli delicati e di interesse pubblico di cui parliamo. Questo è il tema che credo riguardi la politica e le Istituzioni elettive.

Credo che la riflessione vada collocata a questo livello, perché spesso, troppo spesso in questi anni, ci siamo detti “il pubblico controlla la funzione di indirizzo e controllo e poi anche il privato può gestire, nelle varie formule, nelle varie modalità che di volta in volta abbiamo scelto”.

Credo che questo modello sia un modello foriero di problemi sia dal punto di vista dell’efficienza, sia dal punto di vista dell’efficacia, sia dal punto di vista dell’interrelazione di interessi privati che possono pure sfociare in eventi corruttivi.

Credo che il quadro sia questo su cui intervenire. Credo che nostra responsabilità sia dire se questo modello che ormai nel nostro Paese ha preso piede in modo incontrastato negli ultimi trenta, quarant’anni oserei dire è un modello corretto, funzionale, che effettivamente garantisce l’interesse pubblico oppure no.

Credo che l’odiosa vicenda della quale parliamo, non solo per gli aspetti che ho cercato di elencare dal punto di vista delle responsabilità penali che verranno accertate e per cui esistono organi inquirenti e delegati, che hanno la responsabilità di fare questo, credo che il nostro compito sia sviluppare questo pezzo di riflessione.

Se questa vicenda potrà servire anche solo per aprire un dibattito serio da questo punto di vista, credo sia nostro compito dare risposte in questo senso. È evidente, per le ragioni che ho cercato di esprimere, che la posizione dalla quale muovo, il punto di vista dal quale partiamo è un punto di vista che esprime un giudizio non positivo su questa impostazione. 

Abbiamo parlato dei servizi cimiteriali, ho fatto l’esempio delle case popolari, ma potrei parlare del servizio idrico, potrei parlare del servizio del trasporto pubblico locale, potrei parlare delle reti di gestione dell’energia elettrica. Potrei parlare di un sistema complessivamente inteso che ha prodotto in questi anni poco interesse pubblico, troppo interesse privato e la cui responsabilità, badate bene, non è, come spesso viene detto, dell’Europa o del mondo.

La responsabilità di queste scelte sta in capo agli enti decisionali nazionali e a scendere che negli ultimi venticinque o trent’anni hanno dipinto, costruito e realizzato questo sistema, nel quale, ripeto, si stenta a vedere l’interesse pubblico e si vede sempre bene, fin troppo bene, anche in modo illecito, l’interesse privato.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola al consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Forse più che “mondo sepolto” questa operazione dei carabinieri contro l’intermediazione illecita nelle camere mortuarie si poteva battezzare “mondo scoperto”, perché l’impressione personale è che quanto avveniva all’Ospedale Maggiore e al Policlinico di Bologna non siano casi isolati. Quegli addetti alle camere mortuarie che agganciano i familiari dei defunti mettendoli in contatto con i referenti delle varie agenzie di servizi, proponendo le offerte più economiche ed efficienti, per un giro d’affari milionario, sembrano i personaggi di un film di Vanzina.

Si è scoperto, ancora una volta, un escamotage dai tratti tipicamente italiani, con una scorciatoia per fare soldi, e come in altre occasioni ignorando l’etica della leale concorrenza, nonché le norme vigenti che vietano l’intermediazione commerciale illecita. Personaggi folkloristici, servizievoli, quasi simpatici, che si mettono al servizio di chi ancora deve metabolizzare il lutto, inquinando un mercato di circa 5.000 imprese nel nostro Paese, consigli che paiono innocui, anzi utili a chi ha la testa altrove, tra le prassi burocratiche e gli adempimenti necessari per il de cuius.

Il nostro Paese poi è tipicamente il Paese dei racket, con antichissime tradizioni di racket mafiosi nelle nostre regioni, sino ai più recenti racket delle nuove mafie di importazione.

Proprio per queste ragioni, è importante fare piena luce sulla vicenda, facendone un esempio per tutti e ponendo fine anche altrove ove questi sistemi fossero in uso, affinché l’illegalità non diventi una prassi consolidata, la corruzione un’abitudine, affinché sia chiara la distinzione fra concorrenza lecita e illecita. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola al consigliere Galli.

 

GALLI: Grazie, presidente.

Comincio correggendo il collega Tagliaferri, con cui sono quasi sempre d’accordo. Non è un film dei Vanzina il riferimento di questo scandalo scoppiato qui a Bologna. Tutti abbiamo visto i film dei Vanzina e li abbiamo sempre trovati più o meno divertenti, più o meno accomodanti, più o meno pasticcioni, più o meno all’italiana, ma tutto sommato gradevoli. Quello che è saltato fuori a Bologna, invece, non solo è sgradevole, ma è moralmente umiliante. Nel momento in cui le famiglie piangono la morte di un proprio caro, a volte magari inaspettatamente, a volte magari dopo una lunga malattia, in ogni caso sempre in condizioni di minorata facoltà mentale, di minori capacità di valutare chi hanno di fronte. Proprio in quel momento alcuni avvoltoi, da sempre, girano intorno alle camere mortuarie approfittando di queste condizioni di minorata facoltà e svolgono uno spregevole lavoro di intermediazione funeraria, espressamente vietata dalla legge.

La legge vieta questa intermediazione funeraria proprio perché si è in presenza di una condizione di minorata facoltà mentale, di scelta, di capacità di valutare, anche per rispetto della dignità della famiglia, o dell’individuo colpito da un lutto.

I carabinieri hanno chiamato questa operazione “mondo sepolto”. In realtà, questa formulazione un po’ immaginifica richiama quello scambio di pochi anni fa, a Roma, con “Mondo di Mezzo”. In ogni caso, qui non c’è una figura colorita come Carminati, ma esistono molte figure scolorite che da troppo tempo girano in queste camere funerarie. Perché dico da troppo tempo? Perché la scoperta dei colleghi del Gruppo del Partito Democratico è la scoperta dell’acqua calda. Non è una novità quello che succedeva a Bologna, non solo perché tante voci da tanto tempo giravano per gli ospedali, per le camere mortuarie, nell’opinione pubblica di chi era colpito da un lutto. Ho tirato fuori un’interrogazione del collega Bignami, che già il 7 giugno 2011 – 7 giugno 2011, quindi quasi otto anni fa – sollevava lo stesso, medesimo problema. In un’interrogazione dettagliata, con richiesta di risposta scritta, il collega Bignami elencava quello che oggi abbiamo letto e sentito dai colleghi della maggioranza: il divieto dell’intermediazione funeraria, l’obbligo di scorporare le società che si occupano sia di appalti funerari che di sepolture, per evitare che ci sia una commistione di ruoli spiacevole e in grado di falsare il mercato.

Già dal 7 giugno 2011, il collega Bignami sosteneva che negli ospedali bolognesi, dove c’era un servizio funerario, la gestione si presentava problematica e densa di incognite per la presenza di questi figuri.

Chiedeva una risposta scritta, quindi facilmente possiamo leggere cosa rispondeva l’Amministrazione regionale, che diceva – leggo testuali parole –: “circa il divieto di intermediazione di attività funeraria sancito dall’articolo 13, eccetera, eccetera, la Regione ha segnalato che viene svolta attenta vigilanza sul punto, stante il divieto per il personale delle imprese funerarie di accedere”. Otto anni fa, l’Amministrazione regionale diceva: stiamo facendo un attento controllo di questa situazione, e ancora di più lo faremo in futuro.

Cosa avete fatto in questi sette anni per evitare una chiacchiera che era a conoscenza di molte persone? Una chiacchiera che vi era stata portata all’attenzione del Consiglio regionale e che voi avevate detto “monitoreremo, faremo attenzione, vigileremo”. Cosa avete fatto in questi otto anni? Ben poco.

Se non ci fosse stato l’intervento dei Carabinieri, della Magistratura, avreste proseguito in questa quieta non movere, avreste continuato a tacere, a non controllare, a non svolgere quel ruolo che vi eravate impegnati a fare.

Oggi i colleghi del Partito Democratico, ben ultimi, ben arrivati, si svegliano e scoprono, come tutti noi dai giornali, che questo scandalo andava avanti da troppo tempo e propongono un impegno della Giunta che, onestamente, è condivisibile se non arrivasse così tardi.

Noi ci asterremo su questo documento, non perché non ne riconosciamo una fondatezza, ma perché crediamo che sia una delle tante iniziative a furore di notizie di giornali, a furore di elezioni che si avvicinano. Avremmo gradito che questa attività ispettiva fosse stata richiesta dai colleghi del Partito Democratico nei mesi e negli anni – quasi un decennio – che sono passati da quando in questa stessa aula il problema è stato posto alla vostra attenzione. Non lo riteniamo quindi credibile.

Un unico punto sottolineiamo con molta attenzione e crediamo che potrebbe essere un punto interessante, non solo qui in Regione, ma a livello nazionale. Quindi, faccio appello a chi governa la Regione o chi governa la nazione perché venga alzata la possibilità di dedurre le spese funerarie. Probabilmente alzare quel livello che oggi è a 1.600 euro portandolo a una cifra maggiore, tipo i 10.000 euro che il collega Caliandro richiamava, sarebbe motivo sufficiente per intanto far sparire una gran massa di nero che oggi viene prodotta da queste attività funerarie, probabilmente fra le tante situazioni di menomata capacità di scelte, di valutazioni che hanno i familiari dei defunti c’è anche quella di dire “fammi la fattura o non farmi la fattura” o “ti faccio risparmiare, non ti faccio la fattura, risparmi l’IVA”, le solite cose che abbiamo visto e sentito tante volte. Alzare la deducibilità a 10.000 euro farebbe quindi sparire una parte di quel nero che oggi viene preso non solo in evasione alle imposte, ma viene usato per pagare tutta una rete di loschi figuri che procedono a queste attività vietate di intermediazione finanziaria.

Probabilmente, farebbe anche pulizia di tante micro imprese di onoranze funebri che falsano il mercato dando un servizio scadente, squalificato e pronto a ogni attività di corruzione.

Come ho detto, noi ci asterremo su questo documento, perché lo riteniamo molto tardivo e spinto solo dalle notizie dei giornali.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola alla consigliera Tarasconi. 

 

TARASCONI: Grazie, presidente.

Un po’ di anni fa ero assessore al Comune di Piacenza e ricevevo regolarmente persone anziane, la cui preoccupazione era “ma io avrò i soldi per pagarmi il funerale?”. Era una preoccupazione reale. Quindi, cosa avevamo deciso di fare? Forse questo può essere un suggerimento anche per quanto riguarda chi oggi è al Governo. A livello comunale avevamo fatto una convenzione - sembra brutto da dire, ma in realtà ha funzionato molto bene - con dei prezzi convenzionati.

È ovvio che, nel momento in cui succede un lutto, non si va a fare la ricerca sul mercato di chi ti costa meno e, quindi, è ovvio che è un mercato che si apre a pratiche che sono scorrette, perché nel momento del dolore nessuno va a sindacare su quanto costi una bara piuttosto che l’uscita sul giornale. Però, il tutto partiva da un’altra considerazione, che era il paniere dell’Istat. All’interno del paniere dell’Istat vi è una voce sotto “Servizi vari” che è “Servizio funebre”, voce per cui, come in tutti i Comuni, c’è una Commissione che fa la rilevazione, che poi viene regolarmente pubblicata e mandata all’Istat, ed escono i prezzi. Una delle più grosse difficoltà che hanno i Comuni è quella di farsi dare i prezzi. Perché, ovviamente cosa succede? Che quando si chiamano le aziende è più facile dire “quanto costa un etto di prosciutto cotto?”, che poi anche lì non è poi così facile perché cominciano a dirti “stagionato di quanto, di che tipologia?”, però è sicuramente più semplice il costo di una mela rispetto al costo di un servizio. La difficoltà è proprio questa.

Quindi, magari se pensassimo anche all’interno del paniere Istat, visto che purtroppo dobbiamo morire tutti e lì ci passiamo tutti almeno una volta nella vita, se all’interno del paniere Istat riuscissimo a immettere delle voci più chiare e a trovare dei meccanismi che in qualche modo facciano uscire quelli che sono i costi… Perché poi è molto facile per le imprese di pompe funebri, e non vorrei generalizzare, perché come in tutti i settori ci sono persone corrette e persone scorrette, così anche in questo caso. Anzi, vorrei anche dire al consigliere Facci che, in realtà, quelle piccole aziende spesso sono quelle che sono in grado di fornire dei servizi più umani alle persone, quindi non è detto che siano quelle che poi evadono, perché spesso le grandi aziende sono quelle che cercano di fare cartello. Lo dico perché l’ho vissuto sulla mia pelle: in una riunione in cui ho convocato tutte le pompe funebri di Piacenza per chiedere loro di partecipare alla convenzione, facevo fatica ad ottenere… Io facevo mettere i volantini dei funerali con i prezzi convenzionati all’interno degli ospedali, e regolarmente venivano tirati via da qualcuno, non si sa da chi, ma venivano sempre tirati via. Ho fatto molta fatica a far passare questo concetto, quindi non è vero che sono solo le piccole. Il problema è un problema diffuso.

Se noi riuscissimo in qualche modo ad avere, della visibilità all’interno del paniere Istat, dei prezzi che siano in qualche modo unificati, uno è libero di scegliere di avere un funerale come un matrimonio da 10.000-15.000 euro, ma noi abbiamo l’obbligo di garantire alle persone anziane, alle persone meno abbienti, alle persone sole, di non avere la preoccupazione di non potersi pagare il proprio funerale.

Mi spiace molto anche aver sentito dire che non verrà votata questa risoluzione, in quanto è in ritardo. E siccome è in ritardo, non ha la bontà nel suo intento? Ci sta, può anche essere qualcosa che è stato fatto in ritardo, o che è uscito in questo momento, in quanto viene percepito come qualche cosa che adesso ha un’urgenza. Però, se c’è la bontà di fondo, all’interno di una risoluzione, all’interno di un documento, io credo che sarebbe opportuno che noi tutti riuscissimo a trovare una comunione di intenti per dire quello che succede all’interno di questo settore. Ripeto, non sono tutti uguali, mai generalizzare nelle categorie: c’è qualcosa che non va e qualcosa su cui noi dobbiamo lavorare tutti insieme affinché la situazione sia più chiara, limpida e trasparente per tutti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Tarasconi.

La parola alla consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Cerco di essere velocissima.

Intanto, intervengo per chiarire il mio pensiero alla collega Tarasconi.

Siccome ieri il collega Caliandro diceva che questa Regione è dotata di anticorpi democratici, è evidente che così non è. Poi, io non ho detto che non voterò la risoluzione; ho detto che ci sono dei passaggi che non hanno senso di esistere, come quello in cui si chiede di mettere mano alla normativa in materia di corruzione, perché questa cosa è già stata fatta. Quindi, approfitto, poi dopo lo dirò, per chiedere anche il voto per parti separate.

Ma rimanendo sul tema, ovvero sul fatto che ci sono persone che i funerali neanche se li possono permettere, ci sono degli esempi virtuosi. Io ho guardato per esempio al Comune di Torino. 

Il Comune di Torino – non è un’iniziativa della sindaca Appendino, però credo che comunque sia un buon esempio – ha messo in piedi una società che fa per chi proprio non se lo può permettere attraverso l’ISEE dei funerali convenzionati e lo fa non inserendo un socio privato come ha fatto il Comune di Bologna in una maniera totalmente assurda, inserendo dei consorzi che fanno pompe funebri, ma attraverso il MEPA. Si selezionano i fornitori attraverso dei bandi, attraverso un metodo di selezione pubblico e trasparente.

Credo che degli esempi virtuosi ci siano. A maggior ragione mi preme sottolineare che questa scelta il Comune di Bologna non l’ha fatta e ha messo in piedi un assetto societario che è assurdo. Preciso anche – è una cosa che non ho detto prima – che all’interno della società controllata, la società Servizi Funerari, che è controllata dalla Servizi Cimiteriali che lavora per il Comune, il direttore generale era proprio Benetti, che era l’amministratore delegato della società Servizi Cimiteriali, il cui 49 per cento era detenuto appunto da quelle stesse società che fanno anche servizi di pompe funebri. È un paradosso assurdo. Questo per dire che degli esempi virtuosi, anche senza andare a stravolgere il mondo, ci sono e possono essere messi in piedi da domani.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Non ho altri iscritti. Per cui, chiudiamo la discussione generale congiunta sulla risoluzione. È invece aperta la discussione generale sui due emendamenti che sono stati presentati, uno a firma della consigliera Piccinini e uno a firma del consigliere Daniele Marchetti.

Nel caso i consiglieri vogliano la parola, cinque minuti.

Consigliera Piccinini, ha la parola.

 

PICCININI: Intervengo per chiedere il voto elettronico sull’emendamento e sulla risoluzione e per chiedere il voto per parti separate rispetto alla risoluzione 7808. Nel dispositivo chiedo di votare per parti separate i tre punti del dispositivo, i tre paragrafi. Chiedo la votazione elettronica anche di questo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Solo per chiarezza, il primo punto termina con “impegna la Giunta”?

 

(interruzione)

 

Ah, sul dispositivo. Allora, da “ad attivarsi” fino a “spese funebri”.  Questo è il primo punto. Però, la prima parte va comunque votata, quindi la devo mettere in votazione. Poi in votazione sul dispositivo il primo punto, ma anche il secondo? Sono, quindi, quattro votazioni. Va bene.

Consigliere Caliandro, ha la parola.

 

CALIANDRO: Presidente, la dichiarazione di voto chiaramente non può che essere favorevole alla risoluzione che abbiamo presentato.

Sento di poter allontanare con tutte e due le mani le accuse di tardività rispetto alla risoluzione. D’altro canto, le risoluzioni, presidente, si presentano proprio in occasione dei fatti. Non possono essere né premonitrici né tardive, devono essere contemporanee, e noi non abbiamo aspettato un attimo rispetto a quando i fatti sono accaduti, cioè la mattina stessa degli arresti, per depositare l’interrogazione e per chiedere la risoluzione stessa.

Questo lo dico perché il Gruppo del Partito Democratico non ha nulla da nascondere e si indigna quanto tutti i cittadini offesi da questa comunità rispetto a queste condotte. Lo abbiamo fatto senza nasconderci, chiedendo che tutte le persone coinvolte fossero responsabilizzate. La prima reazione che abbiamo avuto è venuta proprio da ASL e Sant’Orsola, che hanno fatto carico su sé stesse del fatto di non essersi accorte per tempo di quelli che erano i segnali che erano arrivati, ed è stato un gesto di grande coraggio, perché molto spesso in questo Paese ci si nasconde e loro non si sono nascosti.

Poi ci sono state delle cose inopportune e siamo riusciti, nel corso di questi giorni anche, a calendarizzare degli impegni politici, tali per cui nei prossimi giorni - vigileremo su questo - alcune iniziative sono già state prese. Ma mi domando, anzi vi domando: per quale motivo noi dovremmo accettare la compravendita dei voti favorevoli e dei voti negativi rispetto a una problematica che abbiamo avuto per primi il coraggio di denunciare, proprio perché pensiamo che gli anticorpi democratici debbano appartenere alla cultura di un partito delle Istituzioni? Questa regione non è la regione dove è accaduto, come in altre regioni, che siano state operate delle persone in nero. Non c’è quel tipo di medici lì. 

Questa Regione ha subìto, in questo momento, un grave attacco rispetto ad una problematica sulla quale non siamo stati fermi e non saremo fermi. Quindi, chiedere di costituirsi parte civile ora per allora, significa, cara consigliera Piccinini, applicare già la legge n. 3 del 2019, quella che voi chiamate “spazza corrotti”. Sì, voi chiedete, in maniera retorica, che questa Assemblea si impegni per applicare una legge dello Stato. Voi cioè non chiedete di difendere la dignità delle persone, chiede di dire: guardate che c’è una legge, vi chiediamo di applicarla. Bene, sappia che le leggi in Italia si applicano non perché lo vogliamo io e lei, ma semplicemente perché dal momento in cui sono pubblicate in Gazzetta Ufficiale sono legge dello Stato.

Poi le dico, consigliera Piccinini, quando lei dice che bisogna occuparsi di peculato, concussione, corruzione, come dice in quella parte di impegno alla Giunta, tradisce il principio di non colpevolezza che dovrebbe accompagnare tutta la discussione sulle normative. Allora io dico: siamo in fase di indagine, la frase che abbiamo cercato di inserire nella nostra risoluzione è “costituirsi parte civile nel futuro processo contro coloro che risulteranno essere stati parte attiva nell’organizzazione criminale dedita al racket, connessa all’operazione ‘mondo sepolto’”. Contiene già, quello che abbiamo scritto, quello che andate chiedendo.

Mentre, per quello che riguarda l’altro emendamento, sempre relativo all’impegno alla Giunta, voi chiedete alla Regione di fare quello che dovrebbe fare un qualsiasi rappresentante del Comune di Bologna. Se il Comune di Bologna vuole cambiare il suo sistema di regolazione delle partecipate, può farlo già adesso. Abbiamo una sede per farlo, il Consiglio comunale di Bologna.

Il consigliere Paruolo vi ha già detto, correttamente, e alla sua aggiungo anche la mia posizione, che questa sovrapposizione è stata assolutamente inopportuna e deprecabile; peraltro, è già intervenuta nel dibattito amministrativo di quel Comune con la nomina di un nuovo amministratore delegato. Siccome lei prima ha detto che non è successo nulla, è successo che una persona è stata arrestata ed è stata nominata un’altra figura.

Ora, io mi chiedo, se le parole hanno un senso: quando noi diciamo, nel nostro punto 2 “a dotarsi a scopo cautelativo di ulteriori strumenti amministrativi e legislativi che possono favorire il turnover del personale e l’effettivo controllo in loco sulle modalità di organizzazione del servizio”, se vi è chiaro che cosa significa. La Regione Emilia-Romagna, infatti, come dovreste sapere, non ha ufficiali di polizia che possono andare a fare quei controlli, ma soltanto regolamentazioni interne. E su questo abbiamo chiesto un inasprimento.

Lo sapete che non abbiamo i vigili della Regione, vero? Perché, se non lo sapete, bisogna che lo sappiate.

Poi, l’ultimo punto: non ridicolizzando quello che possiamo fare noi. Noi possiamo fare molto, ma dovremmo essere un po’ più seri parlando di cose così importanti e meno speculativi. Ed è il motivo per il quale respingiamo l’emendamento della Lega Nord, che sfugge alla sua responsabilità.

Viene chiesto nell’emendamento di attivarsi nei confronti del Governo nazionale. No, questo no. La parte che noi chiediamo non ce lo fa fare. Però, vi chiedono che ci sia un confronto con la Commissione competente per individuare modifiche e proposte di legge vigenti. La volete fare o no questa sollecitazione a cambiare la legge nazionale? Perché se il controllo è soltanto in loco sono parole vacue e le parole vacue non servono quando serve chiarezza.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Caliandro. Io considero già questa una dichiarazione di voto. Siamo in dichiarazione di voto.

Daniele Marchetti, prego, dichiarazione di voto.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Innanzitutto, dichiaro che condividiamo la richiesta di votazione per parti separate, perché, come ho detto prima durante il mio intervento, siamo favorevoli alla costituzione in parte civile nel futuro processo e quindi quello lo voteremo sicuramente, così anche come il penultimo punto contenuto nel dispositivo finale della risoluzione.

Il problema è sulla prima richiesta, sul primo impegno che diamo alla Giunta. A nostro avviso chiedere di attivarsi nei confronti del Governo nazionale è un po’ come cercare di lavarsene le mani.

Abbiamo chiesto di avviare, con il nostro emendamento, un confronto nella Commissione competente, per fare un’analisi sul quadro legislativo sia regionale, ma anche nazionale, per esaminare il tutto e capire che proposte potremmo mettere in campo per evitare che tutto ciò riaccada.

Mi sembrava un’apertura di buon senso, che poteva andare verso un dialogo vero e costruttivo, ma prendiamo atto della chiusura totale del Partito Democratico, che, evidentemente, sta cercando di lavarsi un attimo la coscienza cercando di scaricare il barile, la palla, sul Governo nazionale quando i controlli, invece, andrebbero fatti soprattutto a livello regionale, perché voi stessi nella risoluzione che avete presentato fate presente che ci sono delle normative regionali che sono state violate e che ci sono dei sistemi di controllo messi in campo dalle Aziende sanitarie che sono risultati inefficaci. Quindi, un esame a livello regionale va assolutamente fatto.

Noi volevamo andare proprio in questa direzione, ma prendiamo atto della vostra chiusura, quindi voteremo contro la prima parte del dispositivo, dove chiedete di attivarsi nei confronti del Governo, e voteremo a favore, invece, degli altri impegni.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Il tentativo del Partito Democratico di correre ai ripari è chiaro ed evidente. Ormai avete fatto conferenze stampa, question time, risoluzioni, avete fatto di tutto, evidentemente vi sentite un po’ in difficoltà. Ma lo capiamo, non è certo un problema. Semplicemente in questa risoluzione inserite cose - lo dico per la terza volta - che il Governo ha già fatto, cioè quello di mettere mano alla materia che riguarda la corruzione. Ed è per questo motivo che il paragrafo in cui si chiede di far intervenire il Governo in questo senso è invotabile, perché sarebbe come votare un peggioramento della normativa nazionale, che invece è stata sicuramente migliorata.

Apro solo una parentesi rispetto a quello che diceva il collega Caliandro e rispetto alla responsabilità di vigilare o meno in ordine a quello che accadeva all’interno delle camere mortuarie. Siccome io non parlo tanto per dare aria alla bocca, ma mi attengo alla legge regionale n. 19/2004 in materia, faccio presente che all’articolo 13, comma 6, di detta legge si dice che il Comune vigila sulla correttezza dell’attività funebre. Il Comune vigila. Poi si può essere d’accordo o meno su questa formulazione, si può essere d’accordo o meno che sia il Comune a vigilare. Poi dice che si applicano anche sanzioni amministrative per chi nello svolgimento dell’attività funebre o del trasporto funebre propone, direttamente o indirettamente, offerte, promesse, doni o vantaggi di qualsiasi genere per ottenere informazioni tese a consentire il procacciamento di uno o più funerali, o indicazioni per l’attribuzione di uno o più funerali. Il collega Caliandro ritiene che il Comune abbia vigilato, sì o no? O è colpa solo del Governo? Questa cosa io non l’ho capita bene.

Poi, siccome da sette mesi a questa parte in quest’aula non si fa altro che chiedere impegni al Governo, una volta che noi chiediamo che la Regione prenda un impegno verso il Comune, questa cosa viene rigettata.

La risoluzione che noi proponiamo visto – lo ridico per l’ultima volta – l’assetto societario che, a mio parere, ma non solo mio, evidentemente, è in contrasto con la normativa regionale. Chiediamo alla Giunta, visto che adesso siete tutti edotti rispetto a questa cosa, che si prenda l’impegno, in qualche modo, di sollecitare il Comune a mettere una pezza e a modificare questa aberrazione, semplicemente questo.

Rispetto all’emendamento del collega Marchetti, noi lo voteremo. Non voteremo, come già detto, il primo paragrafo dell’impegna, mentre tutto il resto della risoluzione 7808 lo voteremo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consiglieri, ricordo che siamo in dichiarazione di voto. Vedo iscritti Paruolo e Caliandro, per il Partito Democratico, che hanno già parlato in dichiarazione di voto. Quindi, se non ci sono interventi di altro tipo… Io ho semplicemente detto che in dichiarazione di voto non potete più intervenire, però se lei deve parlare per altre motivazioni, chiaramente la parola gliela lascio.

Per fatto personale? Okay. Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Brevemente, su questa risoluzione io non sono intervenuto nell’ambito della discussione generale, ma intendo egualmente far pervenire il mio pensiero.

Io ritengo che questa risoluzione sia del tutto insufficiente. È del tutto insufficiente perché è un po’ come quando si vuole chiudere la stalla dopo che il bestiame è già scappato. Qui alla Regione i segnali sono ampiamente arrivati, sono stati anche documentati, come emerge dalle notizie filtrate dalla cronaca e provenienti appunto dalla Procura, che ha espresso un giudizio molto severo sull’omesso controllo da parte di chi doveva controllare.

E allora, chi doveva controllare? Se guardiamo la legge regionale, è molto netta. L’articolo 2 dice che sono in capo alla Regione le funzioni non solo di indirizzo e di coordinamento, ma anche di alta vigilanza, anche attraverso l’emanazione di apposite direttive agli enti locali e alle aziende sanitarie.

Ora, il problema è proprio qua. Quando l’ANAC emise la nota 12 del 28 ottobre del 2015, si parlava già di rafforzamento degli strumenti di controllo, si parlava già di turnover che doveva essere in qualche modo verificato e implementato, proprio per evitare questo, perché l’ANAC indicava l’area sanitaria come un’area a rischio specifico.

Non è sufficiente quello che viene chiesto in questa risoluzione. La prima parte è molto ideologica sempre nel tirare in ballo il Governo, perché in questo momento, ovviamente, va di moda scaricare una parte di responsabilità astratta sul Governo. Cosa vuol dire “dotarsi di ulteriori strumenti amministrativi e legislativi”? Cosa vuol dire “costituirsi parte civile”? Qui ci possono essere delle condotte non necessariamente costituenti reato. Il fatto che qui ci siano responsabilità precise dal punto di vista amministrativo, per esempio, di quei dirigenti sanitari che non più tardi di un mese fa hanno, sull’ospedale di Vergato, legittimato la intromissione delle imprese funerarie nel trasporto delle salme all’interno della struttura sanitaria, tanto che pagheranno loro e hanno già pagato l’impresa funeraria per svolgere un servizio prettamente sanitario. Queste sono colpe gravissime da parte dell’area amministrativa sanitaria, e la Regione non può far finta di nulla.

In questo dispositivo non c’è niente rispetto all’omesso controllo che è stato, di fatto, certificato da parte della direzione sanitaria e quindi di tutto il settore. Qui non si invocano provvedimenti, come invece dovrebbero essere adottati. Io ritengo che ci sia qualcuno che debba dare le dimissioni nell’area sanitaria della Regione Emilia-Romagna, perché questa è, di fatto, un’attività che tutto quel settore in qualche modo doveva conoscere, anche perché aveva recepito precise disposizioni, precise indicazioni da parte dell’Autorità anticorruzione e non ha, di fatto, ottemperato.

La stessa questione legata alla vestizione delle salme, come è stato documentato, come è stato dichiarato dagli addetti ai lavori, da alcuni degli addetti ai lavori, è stata tardivamente adottata e comunque non era quella più importante da adottare.

Ritengo che questa risoluzione sia ampiamente insufficiente. Non si può votare questa foglia di fico che in qualche modo cercate di mettere per dire “siamo intervenuti prontamente”. No, si arriva tardi, siete arrivati tardi, ma – ripeto – anche con questa risoluzione insufficiente si vogliono continuare a coprire o a non perseguire le responsabilità amministrative, prima ancora che penali, perché sono eventuali quelle penali, ma sono amministrative, per non avere vigilato come, invece, la legge regionale imponeva di vigilare.

Quindi, questa è una risoluzione che non si può assolutamente votare, dal mio punto di vista. Sicuramente dice qualcosa in più ma - ripeto - è largamente insufficiente e soprattutto tradisce il vostro grave imbarazzo, l’imbarazzo di questa Giunta, nell’avere permesso, con la propria colpevole omissione, il perdurare di una situazione di malaffare e di un contesto di fatto criminale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliere Paruolo.

 

PARUOLO: Io credo che un avvenimento di questo genere avrebbe potuto indurci – lo dico per tutti, sinceramente – a un lavoro che spero ci sia ancora la possibilità di fare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Scusi, consigliere Paruolo, lei non può fare la dichiarazione di voto. 

 

PARUOLO: Sto motivando in dichiarazione di voto difforme.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Però, me lo deve dire che lei parla in dichiarazione di voto difforme. 

 

PARUOLO: Se lei me lo lascia motivare, le spiego e le motivo il perché, se posso; altrimenti, do il voto, e basta, se non posso motivare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei lo può fare, ma mi deve dire perché ha chiesto la parola, sennò io non lo so perché lei ha chiesto la parola.

 

PARUOLO: Come le ho detto prima…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ma prima non eravamo in seduta, eravamo fuori microfoni…

 

PARUOLO: …ho chiesto la parola per dichiarazione di voto difforme.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo, grazie.

Prego, le lascio la parola.

 

PARUOLO: Grazie, presidente.

Dicevo, sarebbe stato opportuno forse avere più tempo per poter lavorare sulle reciproche ragioni, piuttosto che mettersi in un atteggiamento da parte di alcuni un po’ sterile, dicendo “no, il Governo non c’entra niente, il problema è la Regione” e così via. Ognuno dovrebbe provare a fare un esame di coscienza sui propri punti.

Avrei auspicato, da questo punto di vista, che ci fosse un po’ più di tempo per poter ragionare insieme, magari anche dando un voto di convergenza, che sarebbe stato opportuno, da parte di quest’aula. Io ho ascoltato e ho condiviso l’intervento del presidente del mio Gruppo, il consigliere Caliandro, che ringrazio anche per aver richiamato un concetto che ho espresso, cioè che condividiamo una valutazione di inopportunità sull’inserimento di un consorzio di onoranze funebri all’interno dell’assetto societario nella parte privata della società cimiteriale del Comune di Bologna. Dopodiché, il riconoscimento di questo tema forse avrebbe potuto prevedere un ragionamento per mettere a punto una serie di cose. Non ho ancora letto tutti gli atti, alcuni risalgono al periodo commissariale e ho anche qualche difficoltà a recuperarli. Sono stati prodotti e hanno portato poi ad effettuare scelte amministrative, di cui adesso stiamo discutendo gli esiti. Però, siccome ritengo che la questione sia rilevante, sia pur non pienamente affrontata nel merito della risoluzione proposta dai colleghi del Movimento 5 Stelle, su questo punto mi asterrò. proprio a significare il desiderio che si possa tornare su questi argomenti e magari ragionare insieme su possibili azioni che possono essere adottate anche dalla Regione per poter migliorare la propria normativa in materia e fare in modo che la normativa vigente sia pienamente rispettata in ogni suo aspetto.

Invece, sulla risoluzione che ho peraltro anche sottoscritto e che ovviamente condivido, su tutto il resto sarò allineato al mio Gruppo, quindi non dico null’altro perché ha già parlato per me il mio capogruppo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Galli.

 

GALLI: La mia dichiarazione di voto l’avevo già annunciata nel corso del mio intervento, ma faccio solamente una specifica per spiegare. Ho apprezzato l’intervento del collega Marchetti e del collega Facci: li ho trovato esaustivi, e soprattutto, dopo l’intervento del collega Marchetti, condivido la votazione per parti separate.

Se questo documento fosse stato presentato in passato, sarebbe stato condivisibile forse in toto. Ma a distanza di otto anni, la negligenza di questa maggioranza, la negligenza del PD che ha comandato il Comune di Bologna, nella provincia di Bologna, nella Regione Emilia-Romagna, che nomina tutti i vertici, che avrebbe dovuto controllare, che non ha fatto nulla, e che oggi, insalutato hospite, si sveglia e decide di scoprirsi vergine su questo argomento, non può farmi votare a cuor leggero questo documento.

Lo voterò per parti separate perché due punti sono secondo me condivisibili e vanno salvati. Il primo è quando dice di attivarsi nei confronti del Governo nazionale. Da molto tempo, in questa Assemblea, ed è comprensibile, c’è un gioco delle parti fra Governo nazionale, che non è più quello che vi piaceva, e chi, invece, ha un Governo nuovo che gli piace. In questo gioco delle parti si perdono a volte delle cose interessanti, si butta via l’acqua sporca con il bambino. È evidente che bisogna riformulare la legislazione sul settore. Richiamavo prima la necessità di alzare la deducibilità delle spese funerarie, cose che può fare solo un Governo nazionale, non certo il Governo regionale. L’altro punto è il costituirsi parte civile. Questi due punti, per parti separate, li voterò molto volentieri.

Ovviamente, “a dotarsi a scopo cautelativo di ulteriori strumenti amministrativi legislativi” non posso votarlo perché ha già dimostrato, questa maggioranza, di non rispettare gli impegni che si prende su questo tema. Hanno fallito con l’impegno preso con il collega Bignami nel 2011. Credo che la credibilità persa allora valga anche oggi. Se non l’hanno fatto in questi otto anni, è un passaggio che è aria fresca in una stanza chiusa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Caliandro, per fatto personale, presumo.

 

CALIANDRO: Confermo, presidente. È corretto che una persona possa affermare, senza nessuna reticenza, di non avere nulla da nascondere rispetto a questa vicenda, soprattutto per il fatto che sono abituato a leggere le leggi, a citarle e a fare riferimento poi a quelle stesse.

Quando ho detto “effettivo controllo” evidentemente facevo riferimento alla stessa legge che poi la consigliera Piccinini mi ha accusato di non aver letto, che dà l’obbligo ai vigili comunali, quando ho spiegato che solo i vigili comunali possono farlo e la Regione non ha questo potere di controllo, e le modalità di organizzazione che quelle stesse devono verificare, cioè andare fisicamente, durante lo svolgimento del rito funebre, a verificare che non si stiano verificando quelle cose che sono accadute.

Presidente, questo tratto è il tratto di distinzione rispetto al girare intorno ad una responsabilità o assumersene la responsabilità.

Le parole sono pietre e quando le usiamo mi piace ricordare, e la ringrazio per avermi tenuto per ultimo perché così posso riprendere tutte le volte che il fatto è diventato personale nel corso degli interventi, non ci sono state delle omissioni, consigliere Facci, non è così, perché quelle omissioni non sono omissioni non perseguite, sono delle omissioni corruttive che noi vogliamo perseguire e ci impegniamo a farlo con il riferimento, presidente, che mi è stato rinfacciato: “ma noi ci costituiamo parte civile”.

Qual è il nostro atteggiamento omissivo? Qual è il mio atteggiamento omissivo? Cosa sto omettendo? Io chiedo a questa Regione di perseguire queste condotte.

Concludo semplicemente nel dire che certe volte la responsabilità è oggettiva e siamo responsabili tutti oggettivamente di quello che facciamo, anche il codice penale lo prevede. In alcuni casi si prevede la responsabilità oggettiva, non soggettiva. Non vorrei che si trasformasse un principio di diritto in un principio di costrizione. Ci tengo affinché venga tutelata questa cosa, presidente, la ringrazio e concludo, però allo stesso tempo non si meni il can per l’aia per trovare uno spazio politico. I morti sono una cosa seria.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Bene, grazie. Sono molto buono perché il fatto personale direi che lo ha utilizzato per altro. Però, in questo caso, le ho lasciato la parola.

Passiamo, quindi, alla votazione. Verifichiamo gli scrutatori: Zoffoli, Lori e Galli. La collega Lori non c’è. Quindi, mettiamo la collega Montalti.

Passiamo alla votazione con il dispositivo elettronico dell’emendamento n. 1, a firma della consigliera Piccinini. Chiedo l’assenso al consigliere Caliandro. Prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Proprio con quello spirito di serietà che si deve rispetto a questi argomenti, noi non abbiamo nessun permale sul fatto che possano addivenire a votare a favore parte della nostra risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Intanto che c’è, consigliere Caliandro, le chiedo anche l’assenso per l’emendamento del consigliere Marchetti Daniele.

 

CALIANDRO: La proposta del consigliere Marchetti è un legittimo modo per eludere il problema, quindi siamo favorevoli acché si capisca che siamo contrari. Quindi, accettiamo l’emendamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie mille.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1 con il dispositivo elettronico.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Favorevoli 13

Contrari 22

Astenuti 2

 

È respinto l’emendamento n. 1.

 

Passiamo alla votazione dell’emendamento n. 2, a firma Daniele Marchetti, per alzata di mano.

Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene?

 

È respinto.

 

Non si preoccupi, stiamo seguendo i lavori in modo da non creare situazioni imbarazzanti per chi ha votato.

Passiamo alla votazione dell’oggetto 7808 per parti separate. Cominciamo dalla parte 1, che inizia dalle premesse, fino al “considerato che”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata.

 

Passiamo alla seconda parte che inizia con “ad attivarsi” e finisce con “spese funebri”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata. 

 

Passiamo alla terza da “a dotarsi” fino a “organizzazione del servizio”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata.

 

Passiamo all’ultima parte, da “a costituirsi” fino a “mondo sepolto”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata.

 

Passiamo alla votazione dell’oggetto 7867, a firma Piccinini. La consigliera Piccinini ha chiesto il voto elettronico.

La votazione è aperta per l’oggetto 7867, a firma Piccinini. 

La 7808, consigliere, l’abbiamo già votata in parti separate. Ascolti quello che le dico io. Se poi vede, c’è scritto 7877 in votazione. Le parentesi non servono.

La votazione è chiusa.

 

Favorevoli 13

Contrari 19

Astenuti 4

 

È respinta la risoluzione 7867.

 

Prego, consigliera Rossi.

 

ROSSI: Grazie, presidente.

Volevo comunicare che il sistema non ha accettato il mio voto, che è contrario. Lo dichiaro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La ringrazio.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Anche il mio voto è contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo.

 

OGGETTO 7837

Risoluzione per sensibilizzare i parlamentari nazionali ed europei al fine di contribuire alla soluzione della vertenza contro il licenziamento, da parte del Parlamento europeo, dei provvedimenti contenuti nel “Pacchetto Mobilità” (Mobility Package). A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Prodi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 7837 per sensibilizzare i parlamentari nazionali ed europei al fine di contribuire alla soluzione della vertenza contro il licenziamento da parte del Parlamento europeo dei provvedimenti contenuti nel “Pacchetto Mobilità”, a firma dei consiglieri Taruffi, Torri, Prodi.

La discussione generale è aperta.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

La settimana scorsa le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali del settore trasporto pubblico locale e autonoleggio Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna in modo unitario hanno indetto uno sciopero nazionale per contrastare le modifiche che si stanno discutendo in queste settimane ai regolamenti europei, modifiche previste nella seconda parte del cosiddetto “Pacchetto Mobilità”. 

Vediamo adesso in cosa consistono queste modifiche che sono oggetto di discussione a livello europeo e che avranno importanti, come spesso accade, e significative ricadute sui Paesi membri e, quindi, anche sul nostro territorio regionale relativamente alla modalità di trasporto pubblico.

In particolare, queste modifiche al Pacchetto Mobilità intervengono introducendo criteri per semplificare, per ragioni di tempo, ulteriori elementi di liberalizzazione del servizio, superando alcuni vincoli che erano a tutela dei lavoratori e, quindi, anche della garanzia di un servizio più sicuro. Non debbo ricordare in questa sede quale sia l’incidenza dei morti in Italia per incidenti stradali. Nelle ultime festività natalizie abbiamo visto numerosi incidenti, che hanno coinvolto anche autobus a lunga percorrenza.

Ebbene, in questa discussione che si sta tenendo a livello europeo, alcune delle modifiche più significative che riguardano il regolamento hanno a che fare in particolare con due elementi. Il primo è l’estensione della durata di lavoro e dei turni di chi conduce autobus a lunga percorrenza. In particolar modo, oggi sappiamo che i lavoratori che conducono gli autobus possono essere impiegati per due settimane consecutivamente, con tre giorni di riposo, da svolgersi presso la propria casa, quindi nell’andata e ritorno da casa al luogo di lavoro. La modifica prevede, invece, che il lavoratore possa guidare gli autobus, ma non solo, insomma i mezzi a lunga percorrenza, per tre settimane, con soli due giorni di riposo di cui possono usufruire e non necessariamente a casa. Quindi, in sostanza il conducente che fa tre settimane di lavoro i due giorni di stacco li potrebbe, paradossalmente, trascorrere in autogrill o, comunque, in un albergo, in una situazione che non è quella della propria abitazione.

È chiaro che questo intervento, che è il più significativo, ha a che fare direttamente con la sicurezza delle strade, e quindi riguarda l’incolumità generale.

Questo è sicuramente l’elemento che ci preoccupa maggiormente, ma sta in una serie di provvedimenti che sostanzialmente, ad esempio, mirano alla completa liberalizzazione delle operazioni di cabotaggio per i servizi regolari, ad esempio attraverso la soppressione del vincolo della loro fluttuazione, unicamente nell’ambito di un servizio internazionale, con il risultato di una deregolamentazione completa del mercato, spingendo gli attori interessati verso una concorrenza sleale, il cosiddetto dumping sociale.

Viene introdotto il parametro chilometrico per il rilascio delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento dei servizi di trasporto regolare. Si modifica il regime autorizzatorio rispetto al trasporto di persone, determinando una sovrapposizione con i servizi del TPL e la soppressione, e qui mi fermo, del requisito di stabilimento nello Stato membro in cui vengono prestati i servizi.

È chiaro che l’insieme di questi provvedimenti, come dicevo all’inizio, configura una situazione in cui ancora una volta, sostanzialmente il mercato e le regole della liberalizzazione, il liberismo applicato in scelte di mercato, in comparti mercato che però hanno un’evidente ricaduta di interesse generale producono il rischio, questo è il tema, di creare concorrenza sleale, favoriscono sicuramente non le aziende e i gruppi di questo Paese, e soprattutto, e sottolineo soprattutto, impongono ai lavoratori turni e orari di lavoro non dico insopportabili, ma sicuramente pesanti, che mettono a repentaglio l’incolumità e la sicurezza di tutti quelli che viaggiano sulle strade.

Alla luce di questo, noi chiediamo alla Giunta che assuma tutti gli atti e i provvedimenti necessari per sostenere questa mobilitazione della CGIL. So che l’assessore ai trasporti di questa Regione ha già partecipato, proprio il giorno dello sciopero, ad una manifestazione del sindacato, quindi chiediamo alla Giunta di muoversi in questa direzione, al fine di contrastare questi provvedimenti, attivandosi presso tutte le Istituzioni, compresi i parlamentari europei di questo territorio, al fine di intervenire per evitare l’introduzione di queste modifiche che, ripeto, noi leggiamo come estremamente lesive anche e soprattutto dei diritti dei lavoratori.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non ci sono altri iscritti in discussione generale. 

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Se non ci sono iscritti in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione l’oggetto 7837.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata la risoluzione 7837.

 

(La risoluzione oggetto 7837 è approvata a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7822

Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere a disposizione il sistema di voto telematico nei Consorzi di Bonifica. A firma del Consigliere: Tagliaferri

(Discussione)

 

OGGETTO 7873

Risoluzione che impegna la Giunta a promuovere la realizzazione di studi indipendenti sul sistema elettorale dei Consorzi di bonifica. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

(Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 7822 per impegnare la Giunta a mettere a disposizione il sistema di voto telematico nei Consorzi di bonifica, a firma del consigliere Tagliaferri, a cui è stata abbinata la risoluzione 7873, che impegna la Giunta a promuovere la realizzazione di studi indipendenti sul sistema elettorale dei Consorzi di bonifica, a firma dei consiglieri Bertani e Sensoli.

Discussione generale. Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Sull’ordine dei lavori. Chiedo scusa, prima ci siamo sbagliati sul numero dell’oggetto. Il nostro voto era di astensione sull’oggetto precedente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sulla risoluzione 7837 la Lega si astiene. Benissimo, grazie.

Torniamo alle risoluzioni 7822-7873.

Siamo in discussione generale.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Presidente e colleghi, quello illustrato in questo atto è uno dei casi emblematici che riescono a dimostrare pure all’osservatore meno attento il modo in cui questa Regione, anche quando legifera, introducendo qualcosa di intelligente di innovativo, riesce poi a disattenderlo pienamente in sede di applicazione. Come certamente avrete capito, mi sto riferendo proprio al caso del ricorso al voto telematico per le elezioni degli organi dei Consorzi di bonifica introdotto nel nostro ordinamento dalla legge regionale n. 5/2010, che va a modificare la legge regionale n. 42/1984, che reca la disciplina dei Consorzi di bonifica.

Già la deliberazione di Giunta regionale n. 1.032 del 19 luglio 2010, nell’approvare lo schema tipo di Statuto consortile, prevedeva all’articolo 18, comma 8, il possibile ricorso al voto telematico. La norma, così come scritta, prevedeva che il voto telematico venisse poi normato nel dettaglio attraverso apposito regolamento, che entro i due anni successivi doveva essere nuovamente sottoposto, per la definitiva approvazione, alla Regione. Lo statuto-tipo poi è stato recepito con gli adeguamenti del caso dai singoli consorzi e sottoposto nuovamente alla Regione per la definitiva approvazione.

La possibilità di ricorrere al voto telematico è stata, quindi, inserita nei singoli testi, ma logicamente, avendo questa previsione soltanto carattere ordinatorio e non perentorio, nessun consorzio ha poi proceduto ad elaborare il previsto regolamento applicativo per evidenti ragioni di interesse degli amministratori dei consorzi, allergici alla partecipazione popolare.

Dieci anni sono ormai trascorsi da allora, ma nulla è cambiato e i consorzi sono rimasti appannaggio delle solite consorterie, nonostante nel corso degli anni la base di voto così come, peraltro, la platea della contribuenza si siano in taluni casi largamente ampliate.

Se andiamo a prendere i risultati dell’ultima tornata elettorale per il rinnovo degli organi consortili, vediamo che, nonostante sia stato disposto con circolare regionale il raddoppio dei seggi, si sia arrivati ad un livello di partecipazione al voto davvero allarmante. In Emilia-Romagna in totale, nei 151 seggi costituiti rispetto ai 1.620.433 aventi diritto, sono stati espressi 22.666 voti, per l’esattezza 453 schede bianche, 614 schede nulle e 21.599 voti validi. Da notare che il 35 per cento del voto complessivo è stato espresso per delega, quindi il numero fisico dei votanti, considerando che ciascun elettore poteva essere portatore di una singola delega, va ulteriormente ridotto del 35 per cento. Vi erano poi elettori che potevano, in ragione della loro contribuenza, votare per tutte e quattro le categorie. Ma non voglio inoltrarmi in questo ulteriore conteggio.

Quello che è certo è che poco importa che il dato del voto, se rapportato al totale della contribuenza di 133 milioni di euro in Regione, ci abbia consegnato una media di votanti del 9,10 per cento sulla contribuenza pari a 12 milioni su 133 milioni di contributi. Nulla rileva, infatti, il rapporto dei Consorzi di bonifica sulla contribuenza.

Chiaramente chi si trova nella Categoria 4 come contribuenza, pur avendo a disposizione un voto, pesa molto di più sotto il profilo della contribuenza. Il principio è che un voto vale un voto, così come nelle banche popolari. Non si è mai detto che la partecipazione al voto delle banche popolari è relativa al peso delle azioni e degli azionisti, ma al numero degli azionisti.

Quello è il numero di confronto, non il peso. Diversamente, non si capirebbe il motivo di una rappresentazione un voto, un consorziato. La realtà è che noi abbiamo 1.600.000 consorziati e che l’affluenza al voto ha reso più evidente che mai il fallimento di un modello teorico costruito a tavolino. In realtà le ultime elezioni sono state soltanto la fotografia di associazioni che non sono riuscite a portare a votare non solo i propri iscritti, ma neppure i propri dipendenti.

A seguito delle elezioni consortili, proprio in quest’aula… Poi se vuoi puoi replicare: stai parlando a me?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Tagliaferri, lei faccia il suo intervento. Eventualmente, sono io che dico al consigliere se deve intervenire o meno.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, pensavo che si rivolgesse a me direttamente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non accetti le eventuali provocazioni dei suoi colleghi, vada avanti nel suo intervento. Grazie.

 

TAGLIAFERRI: A seguito delle elezioni consortili, proprio in quest’aula, il 22 dicembre 2015 l’assessore Caselli asseriva: “ciò che invece la Giunta intende fare, considerato che la scarsa partecipazione non soddisfa nessuno, è mettere a punto un’ipotesi di lavoro praticabile per rendere disponibile il voto telematico. La questione sarà infatti oggetto di puntuale verifica da parte dei servizi regionali competenti, in ciò rafforzati anche dall’ordine del giorno approvato dall’aula ieri sera”.

Ovviamente, anche in questo caso non ci fu seguito alcuno agli annunci. Nel 2016, su mandato del Commissario regionale del Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale, la società in house della Regione, Lepida Spa, si è impegnata nello sviluppo di un prototipo di voto elettronico per i Consorzi. Evidentemente, il prototipo aveva pienamente convinto il Commissario, tanto che lo stesso, in un’intervista, asserì che Lepida Spa ha prodotto un prototipo di internet voting che consente di esprimere il voto da qualsiasi browser in internet.

Il sistema in questione, basandosi sull’esperienza derivante da altri sistemi di voto online e dal classico sistema elettorale analogico presso i seggi elettorali, assicura la segretezza del voto e la sicurezza delle operazioni di raccolta del voto, e di spoglio delle schede, e conseguentemente ha giudicato il risultato dello studio svolto dall’area ricerca e sviluppo di Lepida molto interessante, da valutare con attenzione con i miei referenti per l’eventuale applicazione per le prossime elezioni per il rinnovo degli organi amministrativi del consorzio.

In data 27 giugno 2016, Lepida presentava una relazione tecnica in ordine al sistema di voto elettronico, ideato dalla società stessa, finalizzato a permettere l’espressione del voto e le attività di spoglio attraverso tecnologie elettroniche e informatiche. Il prototipo di sistema di voto online implementato da Lepida, garantirebbe tutti gli aspetti essenziali di un sistema di voto online, sicurezza, privacy, verificabilità e robustezza del sistema, e sarebbe compatibile con un sistema di internet voting, ossia, consente la possibilità di esprimere il voto da qualsiasi postazione dotata di un dispositivo con connessione ad internet.

Nella relazione tecnica viene testualmente asserito che il sistema prototipale è facilmente espandibile al fine di poter realizzare scenari elettorali più complessi: più sezioni, più quesiti elettorali e più liste di voto, proprio come servirebbe ai Consorzi di bonifica.

Nella risposta all’atto ispettivo numero 3065 presentato dal mio predecessore, l’assessore Caselli bocciava il prototipo elaborato da Lepida Spa, perché – cito – “per quanto concerne la garanzia del pieno rispetto della libertà dell’elettore, lo studio asserisce che vista la natura del voto online non è possibile garantire la non presenza di terzi o di qualsivoglia perturbazione durante le operazioni di voto”.

La Regione, quindi, bocciava la proposta, perché l’elettore, utilizzando il proprio codice univoco di voto, poteva anche non essere solo. Evidentemente sarò duro di comprendonio, ma questa proprio non la capisco. Parlamentari della Repubblica sono eletti con voto per corrispondenza, ovvero tramite schede spedite direttamente agli indirizzi forniti dagli elettori (abitazioni, circoli, eccetera) e lì votate, prima di essere rispediti in Italia, e la Regione Emilia-Romagna boccia il voto telematico perché non c’è garanzia alcuna che l’elettore sia solo al momento del voto?

Mi chiedo quale garanzia c’è circa il fatto che il voto per il Parlamento sia svolto in beata solitudine. Eppure non mi pare che la Suprema Corte abbia mai sollevato dubbi di costituzionalità in merito. Per favore, lasciamo quindi da parte queste panzane. Se non ritenete abbastanza affidabile il metodo di voto messo a punto da Lepida, sceglietene un altro sul libero mercato. Vi sono fior fiore di aziende che hanno messo a punto sistemi di voto a mezzo web per i numerosi Paesi al mondo che ormai utilizzano per le consultazioni referendarie, locali o politiche, il voto telematico. Quello che questa risoluzione intende dire è che non ci sono più alibi. Fate ciò che volete, ma fatelo.

Mi pare fin troppo evidente che senza il ricorso al voto telematico non si riuscirà a tornare ad una partecipazione al voto degna di questo nome. Sia ben chiaro, nessuno pensa di arrivare al 50 per cento degli elettori, ma se già si arrivasse al 10-12 per cento dei consorziati si avrebbe almeno una parvenza del fatto che non votano soltanto gli amici degli amici.

Concludendo, abbiamo deciso, ancora una volta, di presentare una risoluzione sul tema e ci auguriamo sarà accolta per riaprire un dibattito ormai sopito da troppo tempo, lasciando al contempo lo spazio necessario alla Giunta regionale per provare a sanare la questione. Quello che è certo è che non si potrà giungere al rinnovo degli organi dei Consorzi di bonifica nel 2020 senza che qualcosa di concreto sia stato fatto per ampliare la partecipazione al voto per l’elezione degli organi consorziali.

Probabilmente, basterebbe introdurre una norma che ribadisca una scadenza per l’elaborazione dei regolamenti e la nomina di un commissario ad acta in caso di inerzia per risolvere il problema.

In mancanza di segnali concreti, arrivati a luglio ci troveremo costretti a proporre un articolo aggiuntivo al collegato normativo al bilancio per rendere cogente, per la validità stessa delle elezioni consortili, la possibilità per l’elettore di esprimere il proprio voto ricorrendo al mezzo telematico. Non è, infatti, più moralmente accettabile che meno dello 0,5 per cento degli aventi diritto al voto esprima agli organi di vertice di consorzi che si trovano a gestire più di 150 milioni di fondi all’anno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri iscritti in discussione? Consigliere Iotti, prego.

 

IOTTI: Grazie.

Il tema non è nuovo in quest’aula, ne abbiamo già parlato. La novità pare essere oggi lo studio elaborato dalla Lepida Spa per studiare e verificare le possibilità di introdurre il voto telematico (questo viene detto). Il voto telematico di per sé non è un internet voting e nemmeno un voto on-line, ma può essere rappresentato anche in altre forme.

Io non voglio entrare troppo nel merito. Gli statuti che sono stati adeguati correttamente anche dai consorzi recitano esplicitamente la possibilità del voto telematico attraverso modalità certificate - questo credo che sia uno dei temi a cui prestare attenzione - che assicurino - questa non è un’opinione né un’opzione, è quello che va rispettato - la provenienza del voto, la segretezza e la non modificabilità dello stesso.

Io ho proposto al collega che ha presentato la mozione di affrontare la discussione, anche perché - lo voglio ribadire alla Giunta - ha sempre reso chiaro il proposito di procedere ad affrontare e sperimentare il voto elettronico, però con le premesse dette prima. Allora, sono a ribadire che potrebbe essere utile portare in Commissione anche un’illustrazione fatta dai responsabili tecnici di Lepida dell’intera materia, anche perché oggi siamo qui a riferire di pezzi di parte di questo studio e credo sia giusto anche ascoltare direttamente e porre le questioni che contano direttamente a Lepida, per capire quelle che sono le questioni da affrontare.

Molto brevemente, credo che sia evidente che esiste una questione fondamentale nel voto, e per la quale credo che tutti riteniamo importante e utile procedere per capire appunto se il voto è o no presidiato, nel senso che ci può essere un voto telematico anche eseguito presso sedi di seggi diffuse (come detto, sono stati anche ampliati), e questo può essere quindi un voto presidiato che può essere espresso anche in forma telematica. Però, il voto non presidiato può comportare effettivamente, se reso a distanza, tutti quei problemi che gli stessi statuti mettono come punti fermi.

Ripeto, non voglio entrare nel merito, credo che sarebbe giusto farlo in Commissione, affrontando i vari aspetti. Dico solo una cosa: non è matematico che l’espressione del voto elettronico porti a maggiore partecipazione, e tutti lo auspichiamo; così come è evidente che non si può pensare che ci sia una limitazione del diritto di voto. Tutti votano, hanno il diritto di farlo; chi ci va, può esprimere la cosa.

Non concordo su queste frasi fatte “le solite consorterie”, “allergici a partecipazioni popolari”: credo che chi esercita il diritto di voto, e nessuno, ripeto, è precluso, può farlo. Se ci sono delle forme, e sono state, ripeto, considerate e inserite negli statuti per vedere come si può ampliare, io sono estremamente favorevole, ma in questo momento, nell’ambiguità del voto online, è stato fatto un riferimento al voto dei cittadini italiani all’estero, che votano. Voglio solo ricordare che non è un semplice clic al computer, ma funziona con un esplicito accertamento e una notifica di quella che viene data come scheda elettorale, quindi non è una procedura semplicemente fatta in internet. Non viene fatta da casa, viene mandata… Presidente…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se mi dà il tempo di intervenire…

 

IOTTI: Io ho detto solo “presidente”.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Come ho detto prima, nei confronti del consigliere Tagliaferri, lo dico nei confronti di consigliere Iotti: chiedo ai colleghi di non intervenire durante l’intervento del consigliere, ma hanno tutti poi il diritto e la possibilità di intervenire in discussione generale. Consigliere Iotti, chiedo scusa a nome dei nostri colleghi e la invito ad andare avanti nell’intervento.

 

IOTTI: Le scuse non erano necessarie, ma le accolgo.

Ripeto, stavo dicendo che il voto espresso in altra forma richiede la certezza della notifica, e così viene fatta. Comunque, che si chiami crittografia applicata o qualsiasi altro metodo, credo sia necessario e sarebbe necessario introdurre formule codificate per verificare tutto quanto detto prima. Mi fermo qua nel dire che vorrei anche capirne la valutazione in termini di costi, perché i Consorzi di bonifica credo svolgano un ruolo utile e si tratterebbe anche di capire questo che cosa comporterebbe.

Ripeto, se ci sono le condizioni per discuterne con chi ha fatto lo studio e porre tutte le questioni che abbiamo posto anche oggi nella discussione o presentazione di documenti, credo che sarebbe un lavoro utile, che non mette in discussione tutto quello che dobbiamo fare, ma che ci farebbe fare un passo in avanti, con l’obiettivo di dare una certezza alle possibilità reali di introdurre il voto cosiddetto telematico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Come richiesta di intervento ho Bertani e Bargi, che però invito a intervenire oggi pomeriggio, visto che ormai i tempi per l’intervento non ci sarebbero.

Chiudo la seduta, che riaprirà alle 14. Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 12,57

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno il presidente della Giunta Stefano BONACCINI. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, gli assessori Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Massimo MEZZETTI e i consiglieri Fabrizio BENATI, Alessandro CARDINALI e Ottavia SONCINI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 7808 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo nazionale per sollecitare l'adozione di misure di riordino del settore delle onoranze funebri e a costituirsi parte civile nel futuro processo contro coloro che risulteranno essere stati parte attiva nell'organizzazione criminale dedita al racket connessa all'operazione "mondo sepolto". A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano, Lori, Poli, Pruccoli, Rontini, Sabattini, Boschini, Bagnari, Serri, Ravaioli, Mori, Bessi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Cardinali, Rossi, Paruolo, Tarasconi, Benati, Campedelli, Molinari, Zappaterra”

 

Votazione emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 13

Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Silvia PRODI, Matteo RANCAN, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 22

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Andrea GALLI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Antonio MUMOLO, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 7867 “Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Comune di Bologna di porre rimedio alla decisione di individuare in un consorzio di imprese di onoranze funebri il socio privato per la società cimiteriale del comune, nonché a sottoporre ad esame la normativa regionale in materia, adeguandola alle innovazioni introdotte dalla legge n. 3 del 9 gennaio 2019. A firma della Consigliera: Piccinini”

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 13

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Silvia PRODI, Matteo RANCAN, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 21

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Roberto POLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 4

Michele FACCI, Andrea GALLI, Giuseppe PARUOLO, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 11

Piergiovanni ALLEVA, Fabrizio BENATI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Antonio MUMOLO, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Ottavia SONCINI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 7084 “Risoluzione per impegnare la Giunta, in vista della programmazione regionale 2018/19, a valutare, anche all'interno del Comitato regionale di Indirizzo e dell'Osservatorio regionale per la formazione medico specialistica, l'inserimento di requisiti ulteriori che, in linea con le altre regioni, garantiscano attraverso una congrua permanenza del medico sul territorio un ritorno delle risorse economiche investite dalla comunità, attraverso l'esercizio della professione a vantaggio di questa. A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Calvano, Zappaterra, Paruolo, Caliandro, Zoffoli, Sabattini, Boschini, Cardinali, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Montalti, Lori, Bagnari”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Tarasconi:

«Gli ultimi due paragrafi del dispositivo introdotto da “Evidenziato che” sono sostituiti coi seguenti:

“Per evitare che l’inserimento di criteri aggiuntivi, che vertono generalmente su una residenza minima pregressa in regione sull’impegno a svolgere alcuni anni di servizio nella regione stessa una volta ottenuta la specializzazione, ovvero su entrambi i requisiti, rischi di minare il principio della massima apertura dell’istruzione e della libertà di circolazione e soggiorno, è necessario che le Regioni, in sede di Conferenza delle Regioni, addivengano ad una soluzione condivisa, che potrà essere quella di rinunciare a requisiti ulteriori, ovvero di renderli omogenei per tutte, qualora si ritenga che la loro permanenza consenta alle comunità regionali un ristoro per i fondi spesi nella formazione dei medici (in Emilia-Romagna, per l’anno accademico 2017/18, sono finanziati ulteriori 100 contratti di formazione specialistica aggiuntivi a quelli statali, per un onere complessivo, per il primo anno di corso, di euro 2.500.000,00).

Diversamente, il rischio è quello di penalizzare le Regioni che, come la nostra, non applicano limitazioni all’accesso dall’esterno, poiché gli specializzandi ivi residenti si trovano a dovere affrontare una maggiore concorrenza nell’accesso ai posti disponibili ed è più probabile che, una volta specializzati, i medici decidano di esercitare altrove, non fornendo quindi alcun servizio alla comunità regionale.”»

(Ritirato)

 

Emendamento 2, a firma della consigliera Tarasconi:

«Il dispositivo introdotto da “Rilevato che” è eliminato.»

(Ritirato)

 

Emendamento 3, a firma della consigliera Tarasconi:

«All’inizio del dispositivo di impegno è aggiunto il seguente paragrafo:

“A proporre alla Conferenza delle Regioni di calendarizzare la discussione sul punto qui esposto per giungere a una modalità condivisa su tutto il territorio nazionale.”.»

(Ritirato)

 

Emendamento 4, a firma della consigliera Tarasconi:

«All’inizio dell’attuale paragrafo costituente il dispositivo di impegno sono aggiunte le parole “Nelle more, e”.»

(Ritirato)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Tarasconi, Calvano, Rancan e Sensoli:

«Nella prima riga del dispositivo di impegno la parola “valutare” è sostituita con “prevedere” e, alla terza riga, la parola “linea” è sostituta con “accordo”.»

(Approvato)

 

OGGETTO 7808 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo nazionale per sollecitare l'adozione di misure di riordino del settore delle onoranze funebri e a costituirsi parte civile nel futuro processo contro coloro che risulteranno essere stati parte attiva nell'organizzazione criminale dedita al racket connessa all'operazione "mondo sepolto". A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano, Lori, Poli, Pruccoli, Rontini, Sabattini, Boschini, Bagnari, Serri, Ravaioli, Mori, Bessi, Marchetti Francesca, Zoffoli, Cardinali, Rossi, Paruolo, Tarasconi, Benati, Campedelli, Molinari, Zappaterra”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini:

«Nella sezione introdotta da “Tutto ciò premesso e considerato impegna la Giunta” il primo punto elenco è sostituito dal seguente:

-          “A sottoporre ad immediato esame la normativa regionale in materia, adeguandola alle innovazioni introdotte, su proposta del nuovo Governo, dalla legge 9 gennaio 2019, n. 3 “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”, c.d. “Spazzacorrotti”, che prevede l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i pubblici ufficiali e l’incapacità in perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione per i privati che abbiano riportato condanne per reati quali peculato, concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità;”»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Daniele Marchetti:

«Il primo punto del dispositivo finale che recita: “Ad attivarsi nei confronti del Governo nazionale per sollecitare l’adozione di misure di riordino del settore, anche attraverso la revisione della materia di lotta alla corruzione, nonché misure di contrasto all’elusione fiscale, anche prevedendo l’aumento degli importi detraibili per spese funebri.” viene così sostituito:

“ad avviare un confronto presso la Commissione competente per individuare modifiche o proposte alla legislazione vigente in merito al settore delle onoranze funebri.”»

(Respinto)

 

Ordine del giorno

 

OGGETTO 6945/1 “Ordine del giorno di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Istituzione di nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato nella provincia di Ferrara». A firma del Consigliere: Calvano

 

«L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

Visti i risultati del referendum regionale consultivo svoltosi in data 2 dicembre 2018 pubblicati sul BURERT n. 402 del 20 dicembre 2018 (decreto del Presidente della Giunta regionale n. 193 del 2018),

 

Visto l’art. 12, comma 9 ter, della legge regionale 8 luglio 1996, n. 24 (Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di Comuni),

 

Considerato che la Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali” nella seduta del 14 gennaio 2019 ha concordato di non dare corso al progetto di legge di fusione dei Comuni,

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

(Approvato)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

Espandi Indice