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233.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 27 FEBBRAIO 2019

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

Aggiornamento della seduta

PRESIDENTE (Soncini)

 

OGGETTO 7881

Parere di conformità, ai sensi dell'art. 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo schema di Regolamento regionale per il funzionamento degli OIV della Regione Emilia-Romagna e degli Enti del Sistema delle Amministrazioni regionali. (Delibera Giunta regionale n. 90 del 21 01 19) (197)

(Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 7881/1/2 oggetti 8034 e 8035 - Presentazione, discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Soncini)

BERTANI (M5S)

POLI (PD)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 7552

Risoluzione per impegnare la Giunta ad indicare, nelle linee guida del SSR, la lingua inglese come unica lingua integrativa all'italiano da inserire nelle nuove installazioni della segnaletica. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Soncini)

MARCHETTI Daniele (LN)

ZAPPATERRA (PD)

PICCININI (M5S)

BAGNARI (PD)

TARUFFI (SI)

MARCHETTI Daniele (LN)

ZAPPATERRA (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

SASSI (Gruppo Misto)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 7919

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo, e tramite esso ANAS, affinché facciano tutto ciò che è possibile per poter mettere in sicurezza l'E45 e dunque procedere nel più breve tempo possibile ad una riapertura di tale infrastruttura, a sollecitare nuovamente il Governo, in particolare il Ministro Di Maio, affinché incontri i sindaci e i rappresentanti del territorio e metta in campo rapidamente tutte le misure necessarie a sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie del territorio colpito dalla crisi, sollecitando inoltre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ANAS, affinché si intervenga in tempi rapidi sulle infrastrutture secondarie, in particolare sul ripristino della strada Tiberina 3Bis, riconoscendo l'estrema urgenza di tale intervento per il ripristino della viabilità, da e verso la Toscana, mettendo in campo tutte le misure e le risorse necessarie. A firma dei Consiglieri: Montalti, Rossi, Bessi, Calvano, Zoffoli, Rontini, Caliandro, Campedelli, Bagnari, Lori, Iotti, Poli, Zappaterra, Ravaioli, Soncini

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 8025

Risoluzione per impegnare la Giunta a chiarire come intenda sostenere le richieste avanzate da Enti locali, associazioni ed imprese, al fine di poter contare su ammortizzatori sociali ed aiuti alle imprese ed alle famiglie colpite dalla chiusura dell’arteria dell’E45 tra Toscana e Romagna. A firma dei Consiglieri: Bertani, Pompignoli, Sensoli, Liverani

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Soncini)

MONTALTI (PD)

BERTANI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

BAGNARI (PD)

RAINIERI (LN)

MONTALTI (PD)

RAINIERI (LN)

BERTANI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

POLI (PD)

BOSCHINI (PD)

BAGNARI (PD)

TARUFFI (SI)

RAINIERI (LN)

BERTANI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

TARUFFI (SI)

POMPIGNOLI (LN)

MONTALTI (PD)

RAINIERI (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

MONTALTI (PD)

SASSI (M5S)

 

OGGETTO 7377

Risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire, nel prossimo assestamento di bilancio, progetti attivi sul territorio che operino nell'ambito dell'aiuto alle gravidanze difficili, promuovendo inoltre un progetto ad hoc che sia diretto all'aiuto delle donne in gravidanza che si trovino in stato di difficoltà. A firma del Consigliere: Tagliaferri

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 8026

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il suo impegno per la difesa e la piena attuazione della legge n. 194 del 1978 in tutte le sue parti, che prevedono anche la tutela della salute della donna, in particolare, nel momento della scelta di proseguire o meno la gravidanza, nonché a implementare i finanziamenti per i progetti orientati al sostegno di donne in gravidanza e genitorialità in condizioni difficili. A firma dei Consiglieri: Mori, Prodi, Rontini, Caliandro, Marchetti Francesca, Torri, Taruffi, Calvano, Rossi, Ravaioli, Zoffoli, Boschini, Soncini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

TAGLIAFERRI (FdI)

MORI (PD)

PRODI (Gruppo Misto)

TORRI (SI)

PICCININI (M5S)

TAGLIAFERRI (FdI)

RONTINI (PD)

PRODI (Gruppo Misto)

PRESIDENTE (Soncini)

PICCININI (M5S)

PRODI (Gruppo Misto)

MORI (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

 

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 7377 - 8026

Emendamenti oggetti 7881 - 7552

 

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,47

 

PRESIDENTE (Soncini): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 233 del 27 febbraio 2019.

Ha comunicato di non poter partecipare, ai sensi dell’articolo 65 del Regolamento interno, il Presidente della Giunta, Stefano Bonaccini.

Sono, inoltre, assenti la presidente Saliera e i consiglieri Bargi, Lori e Sensoli e gli assessori Costi, Donini e Venturi.

 

Aggiornamento della seduta

 

PRESIDENTE (Soncini): Visto il numero dei consiglieri in aula al momento, riaggiorniamo la seduta.

Grazie.

 

(La seduta sospesa alle ore 9,47 è ripresa alle ore 10,04)

 

PRESIDENTE (Soncini): Riprendiamo dalla seduta pomeridiana di ieri.

 

OGGETTO 7881

Parere di conformità, ai sensi dell’art. 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo schema di Regolamento regionale per il funzionamento degli OIV della Regione Emilia-Romagna e degli Enti del Sistema delle Amministrazioni regionali. (Delibera Giunta regionale n. 90 del 21 01 19) (197)

(Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 7881/1/2 oggetti 8034 e 8035 - Presentazione, discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Oggetto 7881: parere di conformità ai sensi dell’articolo 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo schema di Regolamento regionale per il funzionamento degli organismi indipendenti di valutazione della regione Emilia-Romagna e degli enti del sistema delle amministrazioni regionali.

La Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta dell’11 febbraio 2019, con la seguente votazione (che vi ricordo): 25 voti a favore, nessun contrario e 5 astenuti.

È stata presentata una proposta di emendamento, a firma del consigliere Tagliaferri. Su tale oggetto insistono due ordini del giorno: l’ordine del giorno n. 1, a firma del consigliere Bertani; l’ordine del giorno n. 2, a firma del consigliere Tagliaferri.

Apro il procedimento di discussione, con la discussione generale sul provvedimento. Sono dieci minuti per ciascun consigliere.

Non ho iscritti in discussione generale.

Apro la discussione generale sull’emendamento.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Illustro brevemente l’ordine del giorno, anche se siamo in discussione dell’emendamento. L’OIV, l’Organismo Indipendente di Valutazione deve validare, attraverso l’espressione di un parere vincolante il sistema di criteri, di parametri ed indicatori da utilizzare nel processo di valutazione delle performance organizzative e la validazione degli obiettivi individuali, nonché deve fare il monitoraggio del funzionamento complessivo del sistema dei controlli interni.

Siccome in questi giorni sono avvenuti fatti di cronaca che riguardano eventi di corruzione o di mancata vigilanza rispetto alla corruzione, in particolare ricordiamo l’evento delle camere mortuarie, ma anche un altro evento, sempre qua nel bolognese, di appalti probabilmente ricuciti ad hoc, noi riteniamo che quando l’OIV esprime un parere dovrebbe anche includere, fra gli elementi di parametrazione, quindi come impegno dell’Ufficio di Presidenza per quanto riguarda l’Assemblea e della Giunta per quanto riguarda la Regione, e poi per quanto riguarda anche il servizio sanitario, di prevedere elementi di demerito quando emergono procedimenti giudiziari o elementi inerenti la corruzione. Quindi, rispetto al sistema incentivante, questo va graduato soprattutto nei confronti dei soggetti che hanno funzioni di controllo e di vigilanza, se c’è un avvio di indagini rispetto a una sospetta corruzione o, addirittura, fino alla condanna. Quindi, introdurre e valutare un sistema graduato che vada ad agire sulla valutazione e, poi, sull’erogazione di eventuali premi.

L’aspetto dell’anticorruzione è importante. Avere l’organismo e avere le procedure anticorruzione non garantisce che tutto funzioni sempre come deve funzionare, visto purtroppo che alcuni casi ci sono. Quindi, anche legare le performance e i premi a questi aspetti, secondo noi, diventa un altro elemento importante per la prevenzione di questi fatti gravi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere.

Ci sono altri in discussione generale sull’emendamento?

Non avendo altri iscritti, passo alla dichiarazione di voto congiunta sul provvedimento, sull’emendamento e sugli ordini del giorno. Sono cinque minuti per gruppo.

Consigliere Roberto Poli, in dichiarazione di voto.

 

POLI: Grazie, presidente.

Rapidissimamente, perché in Commissione questo provvedimento è stato approvato senza nessun voto contrario. È un parere di conformità. Noi bocceremo l’emendamento, voteremo contro l’emendamento e voteremo anche, allo stesso modo, contro l’ordine del giorno.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Presidente, solo per chiederle se può dare una scampanellata prima del voto. Secondo me, molti consiglieri non si sono accorti che abbiamo iniziato.

 

PRESIDENTE (Soncini): L’avevamo già data. Va bene. Lo rifacciamo.

Intanto, nomino scrutatori i consiglieri Zappaterra, Zoffoli e Bertani.

Per prima cosa, mettiamo in votazione l’emendamento a firma del consigliere Tagliaferri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 1, che insiste sull’oggetto 7881, a firma del consigliere Bertani.

Ordine del giorno a firma del consigliere Bertani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

(L’ordine del giorno 7881/1, oggetto 8034, è respinto a maggioranza dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 2 sull’oggetto 7881, a firma del consigliere Tagliaferri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

(L’ordine del giorno7881/2, oggetto 8035, è respinto a maggioranza dei presenti)

 

Mettiamo in votazione l’oggetto 7881.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

(La delibera oggetto 7881 è approvata a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7552

Risoluzione per impegnare la Giunta ad indicare, nelle linee guida del SSR, la lingua inglese come unica lingua integrativa all’italiano da inserire nelle nuove installazioni della segnaletica. (22 11 18) A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora agli atti di indirizzo. Oggetto 7552: risoluzione per impegnare la Giunta ad indicare, nelle linee guida del Sistema Sanitario Regionale, la lingua inglese come unica lingua integrativa all’italiano da inserire nelle nuove installazioni della segnaletica. A firma del consigliere Marchetti Daniele.

Vi ricordo che su questo documento insistono tre proposte di emendamento, una a firma del consigliere Marchetti Daniele, due a firma della consigliera Piccinini.

Iniziamo la nostra discussione, come sempre, con la discussione generale sul documento. Sono dieci minuti per ciascun consigliere.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Prego, consigliere.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Come ha correttamente detto, questa risoluzione intende impegnare la Giunta a indicare, nelle linee guida del Servizio sanitario regionale, la lingua inglese come unica lingua integrativa all’italiano da inserire nelle nuove installazioni della segnaletica interna delle strutture ospedaliere della nostra regione. Questo perché? Perché basta visitare qualsiasi struttura ospedaliera o gestita da qualsiasi Azienda sanitaria regionale per accorgersi che, oltre all’italiano e all’inglese, spesso viene utilizzata anche la lingua araba.

Prima di venire alle motivazioni che ci hanno spinto a presentare questo atto, devo dire che dal 22 ottobre, data in cui abbiamo depositato questo documento, ne ho sentite e lette un po’ di tutti i colori. Ho sentito parlare e ho letto di un tentativo di impedire ai cittadini arabi di accedere alle cure, ho letto di un razzismo furbastro, che sarebbe peggiore del razzismo a cui siamo abituati. In una prima pagina di un quotidiano locale ho proprio letto il “razzismo furbastro del consigliere Daniele Marchetti”. Insomma, è una discussione un po’ scaduta al limite dell’offensivo e della querela.

In realtà, le motivazioni che sono alla base di questa risoluzione che abbiamo presentato sono ben altre. Innanzitutto, a nostro avviso, l’utilizzo della lingua araba nella segnaletica interna delle strutture ospedaliere è contrario a qualsiasi principio utile ad ottenere una vera integrazione, perché fino a prova contraria, da che mondo è mondo, è il cittadino straniero ospite che impara, conosce la lingua, gli usi e i costumi del territorio che lo ospita, e non il contrario. Questo quindi è il primo principio che per noi è assolutamente sacrosanto.

Ma al di là di questo, ci sono altri aspetti da tenere in considerazione. Si dà il caso che questo documento sia stato depositato e presentato anche in diversi Consigli comunali del nostro territorio. Ad esempio, a Imola, il Consiglio comunale ha approvato questa nostra richiesta. Perché l’amministrazione comunale di Imola ha dato l’okay, appunto, a questo indirizzo? Perché la stessa Azienda sanitaria locale, l’ASL di Imola, ha detto che si sono accorti, nel tempo, che effettivamente l’utilizzo della lingua araba non è utile a migliorare il servizio. Questo perché la lingua araba ovviamente ha tantissime declinazioni, a seconda del Paese di provenienza del cittadino straniero. Quindi, in molti casi, l’indicazione in lingua araba risulta non comprensibile allo stesso cittadino straniero che parla quella lingua.

Ho avuto modo di verificarlo anche durante una visita all’interno di una struttura ospedaliera: in quel caso ero accompagnato da una persona di origine tunisina, che indicandomi un cartello che recava l’uscita, dove, oltre ad “uscita” ed “exit”, c’era la scritta anche in arabo. Questa persona mi ha detto: guarda, in questo caso, ad esempio, c’è scritto “direzione”, non “uscita”. Io, quindi, che magari parlo arabo, non comprendo nemmeno che cosa c’è scritto in quel cartello. Quindi, che cosa otteniamo utilizzando la lingua araba nella segnaletica delle strutture ospedaliere? Otteniamo soltanto, di fatto, uno spreco di denaro pubblico, perché le traduzioni costano. È uno spreco di denaro pubblico perché è contrario a qualsiasi principio teso ad ottenere una buona integrazione ed è, oltretutto, inutile perché nella maggior parte dei casi – come dicevo prima – non è nemmeno comprensibile allo stesso cittadino straniero.

Per quale motivo dobbiamo andare avanti su questa strada? Ecco perché abbiamo presentato questo documento, per invitare la Giunta a modificare quelle linee guida che la Regione fornisce alle aziende sanitarie. Oggi come funziona? La Regione dà indicazione alle aziende di utilizzare come base l’italiano e l’inglese – l’inglese perché è lingua internazionale per eccellenza, quindi per ovvie ragioni – e poi, eventualmente, si dice, si può utilizzare una terza lingua. Nella stragrande maggioranza dei casi, le aziende sanitarie del nostro territorio utilizzano la lingua araba. Noi chiediamo alla Regione di indicare alle aziende sanitarie di utilizzare soltanto l’italiano, la lingua locale, e l’inglese per facilitare gli stranieri temporaneamente presenti sul nostro territorio.

Devo dire che dove questo documento è stato approvato c’è stata, ovviamente, l’approvazione dell’Amministrazione comunale imolese, ad esempio, ma c’è stata anche l’astensione del Partito Democratico all’interno dello stesso Consiglio, perché si era preso atto della posizione dell’azienda sanitaria che diceva che l’utilizzo della lingua araba, sostanzialmente, negli anni è risultato inefficace.

Il nostro obiettivo è proprio quello di chiarire questo sistema e dare direttive più idonee, ma soprattutto utili, che non portino ad uno spreco di denaro pubblico. Un voto contrario oggi in quest’aula significherebbe smentire anche quanto è stato detto da un’azienda sanitaria del nostro servizio sanitario regionale. Ne prenderemo atto, al limite.

La nostra indicazione l’abbiamo data ed è stata appoggiata anche da diversi territori, da un’azienda sanitaria, quindi crediamo che sia una scelta giusta e di buon senso che mira a utilizzare meglio le nostre risorse e a mettere in campo, al tempo stesso, un’iniziativa utile a ottenere una vera integrazione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Marchetti.

Ci sono altri iscritti in discussione generale? Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Io apprezzo lo sforzo del collega Marchetti e dei colleghi della Lega che con questa risoluzione ci hanno anche documentati su quanto avviene in Francia e Germania, Paesi notoriamente loro riferimenti politici di questi tempi, non mi pare però che il problema sia quello di stabilire quale debba essere la seconda o la terza lingua da parlare in Italia.

Sappiamo che in Italia le seconde e le terze lingue sono i dialetti e non certamente l’inglese, dove a parlarlo siamo tra gli ultimi nel continente, con non pochi problemi anche nel mondo del lavoro. Proprio per questo - vi dico la verità - quando ho visto il titolo mi aspettavo che la Lega, come in altri Comuni e in altri Enti locali, avesse proposto proprio di utilizzare il dialetto locale nei servizi pubblici. Quando il capogruppo Caliandro mi ha assegnato la risoluzione sulla segnaletica, ho pensato che ci saremmo trovati a dover decidere di mettere il dialetto nei servizi pubblici. Ovviamente, nel nostro caso sarebbe stato un problema, perché l’idioma locale - con questo testo hanno fatto le risoluzioni in altri Enti, penso in Veneto - non può essere l’emiliano-romagnolo, in quanto se un ferrarese va a Galeata e parla in dialetto potrebbero anche scambiarlo per un arabo, e viceversa. Naturalmente può succedere. La proposta pensavo fosse quella di sostituire l’arabo con il ferrarese, il piacentino o il bolognese, ovviamente non con il bergamasco o il vicentino.

Poi, quando sono andata a leggere la risoluzione, ho fatto uno sforzo inutile: ho capito che il problema non era quello e che l’obiettivo della Lega non era quello di mettere la segnaletica in dialetto locale, ma di metterla in inglese. Ho anche capito che il problema dei colleghi della Lega che hanno presentato la risoluzione non era certamente quello di trovare una soluzione per migliorare l’accessibilità ai servizi e ai fruitori della sanità emiliano-romagnola, perché il punto vero non è quello. Non è con la sostituzione della segnaletica dall’arabo in inglese che si migliora l’accessibilità.

Forse è un pregiudizio, ma davvero, per come leggo la risoluzione, viene fuori che l’idea di fondo più che migliorare la segnaletica dei servizi sia quella di non riconoscere un ruolo e una dignità ad un popolo che ha una lingua, che è l’arabo, peraltro con comunità molto diffuse sul nostro territorio, con insediamenti produttivi e radicamenti ormai importanti in alcune zone del nostro territorio. Viene fuori l’idea che ci fosse davvero una tentazione, verso le comunità che parlano la lingua araba, che dal collega Marchetti sono state chiamate “stranieri ospiti”, il che connota già un approccio molto preciso: non li possiamo cacciare, dobbiamo tenerceli, a questo punto proviamo a farli sentire indesiderati, inutili, mettiamoli in difficoltà.

Collega Marchetti, non starò qui a riprendere il fatto che l’arabo è una delle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite e che nella nostra regione gli arabi sono quelli che utilizzano maggiormente rispetto ad altre etnie i servizi sanitari pubblici: credo che solo a Bologna siano circa il 20 per cento. Soprattutto, tengo a precisare che senza un’informativa adeguata, senza una segnaletica adeguata per gestire gli utenti delle strutture sanitarie pubbliche servirebbe più personale che per assistere le persone. In questo non trovo il miglioramento nel ragionamento sulla segnaletica.

Qual è l’interesse di veder vagare cittadini stranieri, persone, per i corridoi di strutture di grandi dimensioni? Qual è il vantaggio di mettere in difficoltà il personale sanitario che gli deve correre dietro per indicargli l’ambulatorio dove trovano il servizio?

Non la farò lunga. Non credo neanche che il punto di attacco sia che a volte fa bene all’integrazione mostrare attenzione e rispetto, oltre ai vantaggi di cui parlavo adesso. Fatemi dire che visti i Paesi citati nella risoluzione, non è certo con la Francia o con la Germania che abbiamo problemi di integrazione, se a quei Paesi dobbiamo riferirci per la segnaletica.

Chiudo molto velocemente, perché vedo, in questo approccio alla risoluzione un federalismo a corrente alternata da parte della Lega. Cioè: pensare di dare un’indicazione per mettere una segnaletica standardizzata in tutte le strutture ospedaliere della Regione penso sia sbagliato. Penso che sarebbe una scelta centralista, e credo che il centralismo, su questa come su altre questioni, non sia affatto utile. Rispetto moltissimo la scelta dell’azienda ASL di Imola se ritiene che l’inglese faciliti l’accesso ai servizi, ma penso che tutte le altre aziende sanitarie debbano avere l’autonomia di fare scelte che tengano conto dei contesti locali dove si sono insediate attività produttive e comunità, con prevalenza di una specifica lingua straniera.

Io sono sincera. La ASL di Imola ritiene che quella sia la cosa giusta per le sue strutture sanitarie. Lo rispetto. Se alla Casa della salute di Portomaggiore piuttosto che in un’altra realtà a Modena l’ASL ritiene di mettere una segnaletica di diverso tipo, magari anche in arabo, non ci vedo niente di scandaloso. Anzi, sempre più spesso parliamo di autonomia decisionale, tra l’altro su un tema sul quale si confrontano teorie di livello mondiale. La segnaletica, in inglese chiamata “wayfinding”, è un grande tema di comunicazione che non affronteremo qui adesso.

Finisco dicendo che davvero bisogna continuare sul livello di autonomia che abbiamo sempre avuto, lasciando le aziende libere sulla segnaletica piuttosto che sulla programmazione di fare le cose che servono alle loro comunità, di trovare le soluzioni utili a non peggiorare la vita dei cittadini, ma a migliorarla, così come a migliorare l’accesso ai servizi.

Credo che sarebbe abbastanza grave impegnare l’Assemblea in un atto che deliberatamente costringerebbe persone davvero a vagare nei corridoi delle strutture degli ospedali, mettendo in difficoltà anche il personale. Pur apprezzando lo sforzo del collega, se approvassimo questa risoluzione andremmo in quella direzione, oltre a creare un precedente. Con le comunità di lingua araba, anziché confrontarci meglio, avremmo solo un’ulteriore barriera aggiuntiva.

Credo che la risoluzione debba essere respinta.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera.

La parola alla consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ritengo che su questo atto sia utile uscire dalle ideologie, da una parte e dall’altra. Noto, però, che la consigliera Zappaterra, evidentemente, è in disaccordo con quello che sta facendo la ASL di Imola da anni. Il direttore generale Rossi ha motivato il perché si sta muovendo in questo senso. Lui dice che troppe lingue in troppo poco spazio non facilitano la comprensione delle scritte e l’intelligibilità delle stesse. Mi sembra una motivazione molto chiara e anche molto banale. Quindi, se aveva senso dieci anni fa tenere la lingua araba sui cartelli, oggi non è più così.

Si diceva che c’è il pericolo che queste persone vaghino per le strutture sanitarie. Allora, tramite i nostri emendamenti, intanto specifichiamo che questo è un percorso che l’ASL di Imola sta portando avanti da anni. A meno che non si voglia dire che il direttore generale Rossi è un leghista, però mi sembra francamente poco opportuno anche solo pensarlo. È semplicemente una scelta di buon senso. Quindi, specifichiamo che questa non è una scelta fatta dall’ASL di Imola e poi chiediamo che la Giunta prenda in esame la possibilità di inserire simboli e pittogrammi standardizzati a livello internazionale. Sono pittogrammi comprensibili da tutti ed è un modo anche per rispondere alla critica sollevata dalla consigliera quando dice “non vogliamo avere persone che vaghino per gli ospedali”.

In questa risoluzione, quindi, la proposta la facciamo ed è una proposta di buonsenso, che secondo noi può essere tranquillamente, uscendo ovviamente, se si vuole farlo, dalle ideologie, votata.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera.

La parola al consigliere Bagnari Mirco. Prego.

 

BAGNARI: Grazie, presidente.

Sento che si cita Imola a piene mani, facendo riferimento anche a diversi anni fa, addirittura a dieci anni fa, quindi vedo che anche i consiglieri del Movimento 5 Stelle si riconoscono in quello che sul territorio di Imola è stato fatto dalle Amministrazioni e dall’ASL. Questo fa ovviamente piacere. Si nota che forse c’è anche un desiderio di continuità. Non fosse che notiamo atti piuttosto strani e anche al limite della legge, ma non ci stupiamo, perché vediamo che anche la presidente della Commissione Giustizia di quel marchio politico ne ha fatte di simili. Quindi, non ci stupiamo.

Io, comunque, vorrei fare un altro ragionamento. Leggo il Resto del Carlino di Reggio Emilia del 21 febbraio, dove si dice che la Questura, che mi risulta dipenda funzionalmente dal Ministero dell’interno, ha messo scritte in arabo negli uffici immigrazione. Allora questi sono dei pericolosi sovversivi e sprecano il denaro pubblico? Mi verrebbe da dire di no. Peraltro, sarei dispiaciuto per il ministro dell’interno se dei suoi dipendenti funzionali si comportassero in questo modo.

Probabilmente la Questura di Reggio Emilia ha avuto la lungimiranza e l’intelligenza di capire che per governare bene le cose quotidianamente - qui, peraltro, non stiamo neanche parlando di processi di integrazione - bisogna fare in questo modo. Credo che questo sia il modo migliore.

Poi se volessimo fare un ragionamento più ampio, ci porremmo il tema di come si affronta l’immigrazione. Con i selfie e con i comunicati, oppure aiutandoli concretamente - come si dice - a casa loro, facendo delle politiche serie per l’immigrazione, contrastando, non solamente con lo slogan ma con le politiche serie, i trafficanti, eccetera? Invece noi dobbiamo discutere e impiegare il nostro tempo su proposte tipo questa.

A proposito di spreco di denaro pubblico e di miglior impiego del denaro pubblico, forse impiegheremmo meglio il nostro tempo e il denaro pubblico, considerato che questo ordine del giorno ha girato per svariati Consigli comunali e in Consiglio regionale, ragionando su delle proposte un po’ più efficaci.

La dico così, non irrido niente, come ha insinuato ieri il collega Galli su un’altra materia. Perlomeno, si potrebbe impiegare meglio e in maniera più efficace il nostro tempo. Per questo credo che queste risoluzioni – ovviamente ragiono di questa perché siamo qui dentro, ma mi verrebbe da riferirmi anche a quelle simili che girano in altri Consessi, eccetera – sarebbero da respingere, evitando di dover impiegare del tempo su questo, cosa che ritengo poco efficace per lo stesso scopo che propone il collega Marchetti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, Consigliere Bagnari.

Non avendo altri iscritti in discussione generale sul documento, apro la discussione generale sugli emendamenti.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Discussione generale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Non ha fatto in tempo a prenotarsi. Va bene.

Discussione generale sul provvedimento.

 

TARUFFI: Chiedo clemenza e ringrazio.

Il consigliere Marchetti, al quale riconosco solitamente puntualità negli interventi, anche se ovviamente spesso non sono d’accordo con lui, direi quasi mai, in questi anni devo dire che ha dimostrato attenzione. Solitamente, quando presenta un documento o quando interviene, lo fa stando nel merito, dimostrando sempre di aver studiato, dote non particolarmente diffusa in tutte le latitudini politiche, e in alcune più di altre.

In questo caso, però, si è lasciato prendere un po’ forse dalla volontà di riproporre in quest’aula un tema che io non voglio definire di carattere ideologico, perché penso che l’ideologia esista per forza, altrimenti non si capisce da quale punto di vista guardiamo il mondo. Ognuno quindi ha la propria conformazione, il proprio background culturale e da quel punto di vista guarda il mondo, cercando di far prevalere le proprie idee. Io quindi non faccio la battaglia anti-ideologica. Penso però che questa proposta sia sbagliata. Non per ragioni, ripeto, di carattere strumentale o altro; semplicemente perché, al netto di quello che succede nel libero Comune di Imola, nella neonata Repubblica di Imola, che ha valore, sì, però non è esattamente il prisma di rifrazione della storia più in generale, laddove si possano trovare forme concrete per aiutare e favorire un modello virtuoso di facilitazione di lettura di informazioni, quindi di integrazione, penso che quel modello vada aiutato, sostenuto e preservato.

Siccome capita spesso di incontrarsi negli uffici pubblici, nelle aule delle nostre istituzioni, uno degli oggetti che rischia di diventare il maggior conflitto è l’incomunicabilità, le incomprensioni che delle volte possono nascere, per ragioni anche di carattere linguistico, tra l’utente e chi accoglie quell’utente da parte del servizio. Queste incomprensioni generano, delle volte, anche tensioni nei luoghi pubblici. Lo sappiamo bene. Chi come noi, mi auguro, vive e frequenta abitualmente luoghi e servizi pubblici vede che spesso capitano anche incomprensioni di questo tipo.

Ovviamente, non che la scritta in arabo di per sé possa risolvere il problema, perché comunque le incomprensioni possono esserci lo stesso, i problemi possono esserci lo stesso, però penso che una società che prova a darsi strumenti per limitare le incomprensioni, per favorire la possibilità da parte dei cittadini che vivono in questo Paese di capire, di comprendere in modo più semplice dove dirigersi in un ufficio o in un ospedale, senza dover necessariamente incorrere in scambi che, alle volte, ripeto, sono anche complicati, se una società si dota di questi strumenti minimi forse facciamo un passo nella direzione giusta.

La prendo proprio dal punto di vista della fruibilità dei servizi, anche da parte degli italiani, nel senso di chi parla italiano, di chi parla solo italiano. Tutto sommato, se c’è una segnaletica più comprensibile per tutti... Tutti non sono solo italiani. Purtroppo, o per fortuna, dico io, in questo Paese ci sono anche persone che, almeno inizialmente, parlano un’altra lingua. Se riusciamo a dotarci di questi strumenti minimi, facciamo un passo per una convivenza più semplice, più regolata, meno conflittuale. Io non ci vedo nulla di particolarmente ideologico. Mi pare una crociata simile (non per parlar d’altro) a quella fatta per il crocifisso. Mi paiono quei dibattiti che suscitano schieramenti spesso contrapposti, ovviamente, come capita spesso nel nostro Paese, ma totalmente scollegati. Alla fine, non credo che la battaglia possa essere togliere o mettere un crocifisso da un’aula, non penso che una battaglia campale possa essere quella, come non penso che una battaglia campale possa essere quella di vietare le scritte in arabo nella segnaletica delle strutture ospedaliere.

Al di là del fatto che si fa sempre ricorso all’espressione del buonsenso anche laddove il buonsenso non c’è, in questo caso mi viene da dire evitiamoci dei problemi, laddove non abbiamo bisogno di metterci a fare discussioni di questo tipo. Quindi banalmente - e concludo - credo che questa proposta vada nella direzione esattamente opposta. Forse potrà servire al consigliere Marchetti, che, ripeto, non è solito fare queste cose, a guadagnarsi un titolo sul giornale, ma non serve a nulla, anzi non solo non serve a nulla, ma rischia di essere controproducente per la comunità e per la società nella quale viviamo. Del resto, alla fine è l’insieme di tanti piccoli segnali che dà la direzione di marcia complessiva.

Guardate, in un Paese in cui capita che un insegnante indichi un ragazzo di colore agli altri alunni dicendo “guardate quanto è brutto”, quando capita che per strada una signora, poiché passa, supera camminando altre signore, come è successo (è notizia di oggi sulla stampa), venga aggredita e insultata dalle signore sorpassate sul marciapiede perché di un altro colore, quando succedono questi fatti, vuol dire che la linea di confine ultima è stata passata ampiamente e che forse tutti noi dobbiamo cominciare a introdurre correttivi, perché il senso generale di marcia è terribile. Allora, dalle piccole cose a quelle più grandi, credo che ciascuno di noi debba fare il proprio per cercare di ridurre gli elementi di conflitto e di contrasto e superare battaglie che forse portano nell’immediato qualche consenso in più, ma nel lungo periodo bruciano, giorno dopo giorno, i fondamenti sui quali si è retta la civiltà occidentale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere.

A questo punto chiudo la discussione generale sul documento e apro la discussione generale sugli emendamenti.

Consigliere Daniele Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Colgo l’occasione innanzitutto per replicare ad alcune cose che ho sentito, per poi arrivare ad argomentare gli emendamenti che sono stati presentati.

Ho sentito dire che con questo documento non si riconosce l’identità dei cittadini di lingua araba che rappresentano una buona fetta della popolazione straniera sul nostro territorio. Se dovessimo seguire questo ragionamento, vorrebbe dire che noi stiamo disconoscendo, allora, l’identità dei cittadini dell’Est Europa: quelli sì che sono la fetta maggiore della popolazione straniera sul nostro territorio.

Si è detto poi che in questo modo si andrebbe a peggiorare il servizio, perché ci sarebbero cittadini stranieri che inizierebbero a vagare per i corridoi, disorientati. È quello che accade oggi. Lo ribadisco: un’azienda sanitaria del nostro territorio, che in questo caso è Imola, perché è l’unica che al momento si è espressa, in quanto è stata direttamente coinvolta in seguito ad un documento che è stato approvato, ha detto che l’utilizzo della lingua araba all’interno di una struttura ospedaliera per le traduzioni che sono necessarie risulta inutile e controproducente, perché disorienta anche lo stesso cittadino straniero. È per questo che dico che così andiamo a legittimare di fatto uno spreco di denaro pubblico, perché le traduzioni comunque costano: costa produrre questi cartelli, che appunto risultano inutili, oltre ad essere contrari, a nostro avviso, a qualsiasi principio finalizzato ad ottenere una buona e vera integrazione.

Per carità, a questo punto prendiamo atto che il Partito democratico, in questa sede, a differenza di quanto è stato fatto nel Comune di Imola, dove si è astenuto su questa proposta, disconosce sostanzialmente la linea già presa da diverso tempo da un’azienda sanitaria del Servizio sanitario regionale. Quindi, anziché far tesoro di un’esperienza fatta su un’area del nostro territorio regionale, la cestiniamo, praticamente, per barricarci dietro una posizione ideologica.

Comunque, detto questo, ora comprendo molte cose, ad esempio, sul fatto che state correndo per cambiare tutti i direttori generali a livello regionale. Evidentemente c’è qualcosa che non va e volete cambiare le carte in tavola prima di arrivare a fine legislatura.

Replicato a queste osservazioni che sono state avanzate oggi durante il dibattito, devo dire che gli emendamenti presentati dai colleghi del Movimento 5 Stelle sono condivisibili. Il primo, sostanzialmente, perché è in linea con quello che ho presentato anch’io per riportare l’esperienza dell’azienda sanitaria imolese. Il secondo, quello che va ad integrare l’impegno dato alla Giunta regionale, perché si va ad introdurre un’ulteriore proposta dove si parla dell’utilizzo di simboli e pittogrammi standard a livello internazionale, cosa che potrebbe comunque tornare utile a tutti gli utenti e ai pazienti che hanno bisogno dei servizi erogati dalle nostre strutture ospedaliere.

Quindi, per quanto ci riguarda, accogliamo favorevolmente gli emendamenti presentati dai colleghi del Movimento 5 Stelle.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere.

Ci sono altri in discussione generale sugli emendamenti? No.

Apro la dichiarazione di voto congiunta su risoluzione ed emendamenti. Non ho iscritti ad intervenire.

Gli scrutatori sono presenti.

Scusate, vedo adesso la consigliera Zappaterra che si è iscritta a intervenire.

 

(interruzione)

 

Siamo in dichiarazione di voto.

 

(interruzione)

 

Sì, la dichiarazione di voto è congiunta, emendamenti e provvedimento.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Presidente, per anticipare il voto contrario alla risoluzione, perché davvero credo che i cittadini capirebbero il reale spreco di denaro pubblico. Lo possono constatare nel tempo che abbiamo perso noi in questa mattinata a confrontarci su un tema che, da un lato, mi soddisfa perché dà l’idea che i problemi principali dei servizi sanitari di questa Regione non sono così drammatici, al punto che ci concentriamo sulla segnaletica, ma intendo anche spreco di denaro pubblico perché in quest’aula non ci si ascolta nemmeno. La consigliera Piccinini ha fatto un intervento che ha dato assolutamente l’idea di non aver ascoltato le mie affermazioni.

Sono abbastanza grande e vaccinata e so perfettamente che per la propria posizione politica si travisa anche quanto dice il collega. Ci sta. Va benissimo. Consigliera Piccinini, ho ben chiarito e lo ridico anche al collega Marchetti, perché tutta la discussione gira attorno alla scelta dell’ASL di Imola, lo ridico, e se vi andate a vedere i verbali potete trovarlo: prendo atto della scelta della ASL di Imola per un principio. Se la ASL di Imola ritiene che cambiare la segnaletica in quel senso migliori l’accessibilità dei servizi per me è legittimo. Quello che chiedo è che non si imponga a tutte le Aziende un indirizzo che può essere problematico altrove, perché, colleghi, davvero noi non abbiamo la competenza tecnica. Il passo è molto breve dal decidere che tipo di segnaletica dobbiamo mettere nei servizi sanitari a dover decidere qui quanto tempo bisogna tenere un gesso per una frattura. Io credo che il nostro compito sia altro, sia quello di indirizzo e di indirizzo politico, e l’indirizzo è quello di lasciare alle Aziende l’autonomia per fare le scelte migliori per l’accessibilità ai servizi, che è quello che abbiamo scritto anche nel Piano sociosanitario.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera.

Prego, consigliere Tagliaferri Giancarlo.

 

TAGLIAFERRI: Differentemente dalla collega Zappaterra, nel merito della risoluzione della Lega sulla segnaletica per il Servizio sanitario regionale concordo che la lingua inglese, ormai ritenuta la lingua più insegnata e utilizzata, debba essere l’unica lingua integrativa all’italiano, ciò sia per questioni pratiche, sia per evitare spiacevoli quanto costose e inutili iniziative, come quella verificatasi alcuni anni fa all’ospedale di Cona a Ferrara, dove nel vecchio nosocomio, come sappiamo, furono aggiunte scritte segnaletiche in arabo che, ribadisco, poi risultano persino grammaticamente scorrette, l’ennesimo esempio, ridicolizzato poi dagli errori grammaticali in lingua araba, del voler essere a tutti i costi inutilmente buonisti verso un popolo, che peraltro mediamente conosce molto bene l’inglese.

Il mio voto alla risoluzione sarà, dunque, favorevole.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Prego, consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Questo è un argomento che trovo molto tecnico più che politico, quindi non volevo neanche intervenire. Poi ho sentito la collega Zappaterra intervenire e allora ho pensato che due parole andavano dette, ma non tanto nel merito della risoluzione, anche perché in realtà concordo sul fatto che probabilmente ogni ASL ha esigenze diverse perché ha flussi diversi, quindi la valutazione va fatta localmente, e ogni ASL ha la sua autonomia, quanto sul fatto che oggi i poveri emiliano-romagnoli hanno buttato soldi perché noi abbiamo sprecato tempo per una questione di cui la Regione ha diretta competenza, cioè la parte sanitaria, quando in quest’aula il Partito Democratico ha perso interi pomeriggi su questioni di principio che con la Regione non c’entravano nulla. Anche lì ci sono i verbali. Se vogliamo tirarli fuori e quantificare quanto tempo avete fatto perdere voi, secondo me la cosa non vi torna di vantaggio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Semplicemente per specificare che dire che non abbiamo le competenze per intervenire su questa materia trovo sia un’affermazione fuori luogo.

In Alto Adige il Consiglio ragiona sulla segnaletica dei sentieri, per fare un esempio, e nessuno mette in discussione questa cosa. Qui, in Regione Emilia-Romagna ci viene detto che non possiamo impegnare la Giunta…

 

(interruzione)

 

Chiedo scusa. Non possiamo impegnare la Giunta a fare quella che è una scelta di buonsenso, e che ripeto, l’ASL di Imola ha già fatto e che voi in questa sede disconoscete.

Anche sentendo quello che diceva il collega Bagnari, non è che noi oggi improvvisamente riscopriamo la bontà delle scelte fatte da un direttore generale messo lì da voi. Siete voi che state disconoscendo quello che è stato fatto ad Imola.

Comunque, al di là di questo, noi, ripeto, abbiamo presentato un emendamento che mette in campo una proposta: quella, lo ribadisco, di chiedere un impegno alla Giunta affinché vengano inseriti nella segnaletica simboli e pittogrammi che sono rappresentativi del contenuto dell’informazione. Significa che simboli e pittogrammi sono comprensibili da chiunque. La richiesta che si fa è di uscire dalle ideologie e di restare nel merito, se si vuole.

Evidentemente non si vuole farlo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

A questo punto, non avendo altri iscritti in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione. Il consigliere Marchetti ha già dato l’assenso al voto degli emendamenti nel precedente intervento.

Metto in votazione l’emendamento n. 1, a firma del consigliere Marchetti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

Metto in votazione l’emendamento n. 2, a firma della consigliera Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

Metto in votazione l’emendamento n. 3, a firma della consigliera Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

Metto in votazione l’oggetto 7552, la risoluzione.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

(La risoluzione oggetto 7552 è respinta a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7919

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo, e tramite esso ANAS, affinché facciano tutto ciò che è possibile per poter mettere in sicurezza l’E45 e dunque procedere nel più breve tempo possibile ad una riapertura di tale infrastruttura, a sollecitare nuovamente il Governo, in particolare il Ministro Di Maio, affinché incontri i sindaci e i rappresentanti del territorio e metta in campo rapidamente tutte le misure necessarie a sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie del territorio colpito dalla crisi, sollecitando inoltre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ANAS, affinché si intervenga in tempi rapidi sulle infrastrutture secondarie, in particolare sul ripristino della strada Tiberina 3Bis, riconoscendo l’estrema urgenza di tale intervento per il ripristino della viabilità, da e verso la Toscana, mettendo in campo tutte le misure e le risorse necessarie. (07 02 19) A firma dei Consiglieri: Montalti, Rossi, Bessi, Calvano, Zoffoli, Rontini, Caliandro, Campedelli, Bagnari, Lori, Iotti, Poli, Zappaterra

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 8025

Risoluzione per impegnare la Giunta a chiarire come intenda sostenere le richieste avanzate da enti locali, associazioni ed imprese al fine di poter contare su ammortizzatori sociali ed aiuti alle imprese ed alle famiglie colpite dalla chiusura dell’arteria dell’E45 tra Toscana e Romagna, a firma dei consiglieri Bertani, Pompignoli, Sensoli, Liverani

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 7919: risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo, e tramite esso ANAS, affinché facciano tutto ciò che è possibile per poter mettere in sicurezza l’E45 e dunque procedere nel più breve tempo possibile ad una riapertura di tale infrastruttura, a sollecitare nuovamente il Governo, in particolare il Ministro Di Maio, affinché incontri i sindaci e i rappresentanti del territorio e metta in campo rapidamente tutte le misure necessarie a sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie del territorio colpito dalla crisi, sollecitando inoltre il ministero delle infrastrutture e dei trasporti e ANAS affinché si intervenga in tempi rapidi sulle infrastrutture secondarie, in particolare sul ripristino della strada 3Bis Tiberina, riconoscendo l’estrema urgenza di tale intervento per il ripristino della viabilità, da e verso la Toscana, mettendo in campo tutte le misure e le risorse necessarie, a firma dei consiglieri Montalti, Rossi, Bessi, Calvano, Zoffoli, Rontini, Caliandro, Campedelli, Bagnari, Lori, Iotti, Poli, Zappaterra.

A questo oggetto è stata abbinata la risoluzione n. 8025: risoluzione per impegnare la Giunta a chiarire come intenda sostenere le richieste avanzate da enti locali, associazioni ed imprese al fine di poter contare su ammortizzatori sociali ed aiuti alle imprese ed alle famiglie colpite dalla chiusura dell’arteria dell’E45 tra Toscana e Romagna, a firma dei consiglieri Bertani, Pompignoli, Sensoli e Liverani.

Apro la discussione generale congiunta sulle risoluzioni. Sono dieci minuti per ciascun consigliere.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Mercoledì 13 febbraio la Procura di Arezzo ha notificato ad ANAS l’autorizzazione alla riapertura parziale del viadotto Puleto sulla E45, ma solo per i mezzi entro le 3,5 tonnellate, sulle due corsie centrali, con un limite di velocità pari a 50 chilometri orari. È una notizia, ovviamente, positiva, ma è solo un primo passo, perché rimane il grandissimo problema del blocco dei mezzi pesanti. È questo problema che sta incidendo fortemente negativamente sull’economia locale.

Con questa risoluzione voglio, quindi, porre nuovamente l’attenzione sui disagi e le difficoltà economiche che per i territori colpiti continuano da oltre un mese.

Mercoledì scorso tutti i Comuni coinvolti nell’emergenza E45 hanno firmato un accordo con cui hanno delegato l’Unione Valle Savio a svolgere le attività necessarie per attuare le misure di sostegno e assistenza previste dalla Regione e la gestione dei rapporti con la Regione stessa, così come con il governo ANAS e tutti gli organi istituzionali coinvolti. Inoltre, è già stata fissata per il 28 febbraio una nuova riunione del tavolo di emergenza, durante la quale verrà firmato il documento proposto da CGIL, CISL e UIL per chiedere al Governo il ripristino della cassa integrazione in deroga e i relativi finanziamenti per sostenere il reddito dei lavoratori e delle realtà produttive di servizio che operano nei Comuni coinvolti e che non rientrano nei criteri di utilizzo degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge.

La scorsa settimana si è tenuto un sopralluogo sul viadotto Puleto con la presenza del ministro Toninelli e sono arrivate rassicurazioni sulla riapertura al traffico pesante entro trenta giorni e la rapida apertura dei cantieri per il recupero della viabilità secondaria, che è un altro dei nodi centrali, ovvero della ex Tiberina-bis.

Per il momento, tuttavia, siamo ancora fermi alle sole rassicurazioni fatte dal ministro, e va ricordato come il ministro Toninelli - questo è un altro elemento centrale - abbia promesso un’imminente convocazione dei sindaci da parte del ministro Di Maio per attivare lo stato di emergenza nazionale. Infatti, a fronte di tale drammatica situazione, i Comuni coinvolti e la Regione hanno più volte sollecitato l’intervento del ministro Di Maio, chiedendo di mettere in campo rapidamente tutte le misure necessarie a sostegno delle nostre imprese, dei nostri lavoratori e delle famiglie che quotidianamente utilizzano la E45 per gli spostamenti, un intervento che al momento non è ancora arrivato.

La Regione e i Comuni coinvolti si sono mossi fin da subito a fianco di imprese e cittadini e stanno continuando a lavorare per dare il più velocemente possibile le risposte di cui hanno bisogno i territori. Voglio ricordare che la Regione ha da subito dichiarato lo stato di emergenza nazionale, stanziando 250.000 euro per imprese e lavoratori e prevedendo il ristoro IRAP per le imprese. Ora vorremmo segnali forti anche dal Governo.

Il presidente Bonaccini, alcuni giorni fa, in sede di Conferenza Unificata e Stato-Regioni ed Enti locali, a Roma, anche a nome delle Regioni Toscana e Umbria, ha chiesto al Governo di attivare sin da subito gli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori delle aziende colpite, mettendo a disposizione risorse pari a 8 milioni di euro, necessarie all’integrazione del reddito dei lavoratori e delle imprese coinvolte, per un periodo almeno pari a 180 giorni. Sono giunte rassicurazioni in questo senso, ma ancora non si è passato ai fatti.

Il nostro territorio, il territorio della Valle del Savio e i territori colpiti, che in realtà non sono solo quelli della Valle del Savio, ma è tutto il territorio che gravita sulla E45, hanno davvero bisogno di risposte e strumenti di sostegno che vengano messi in campo subito.

Di minuto in minuto il danno cresce sull’economia locale, sulle imprese e sui lavoratori e i danni rischiano di diventare sempre più ingenti e irreversibili. Per cui, penso che oggi sia davvero importante che l’Assemblea legislativa insieme dia un segnale e che unita dia un segnale al Governo, affinché si faccia rapidamente tutto ciò che è possibile per dare una risposta a questa emergenza che, ripeto, sta andando avanti da più di un mese.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Montalti.

Ci sono altri iscritti in discussione generale congiunta sulle risoluzioni?

Prego, consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Purtroppo, spiace rilevare che questa risoluzione e anche la presentazione non agiscano in maniera corretta riguardo al problema sorto; soprattutto perché non riconosce e non fa la storia di quello che è avvenuto sull’E45. Il danno che si è provocato il 16 gennaio sull’E45 dipende da anni e anni di incuria. Il fatto che non ci sia una viabilità secondaria, come accade in altre parti del tracciato dell’E45, è dovuto ad anni e anni di incuria.

La viabilità alternativa era la ex Statale Tiberina, che diventò provinciale e nel lato toscano diventò poi comunale. Questa strada è stata negli anni abbandonata. Sicuramente quindi al di là dell’emergenza che si è creata sull’E45, la viabilità secondaria avrebbe potuto ovviare a tutti i problemi che in questo momento si stanno affrontando.

Io penso quindi che in una risoluzione che riconosce i problemi e riconosce la storia di quello che c’è stato, vada riconosciuto anche, e questo esprimiamo nella nostra risoluzione, lo sdegno per chi ha causato questi problemi. Aver perso anni a pensare grandi opere, aver perso anni a fantasticare di un’autostrada sull’E45, ha causato l’aver lasciato in stato di abbandono quella strada. E questo è ciò che oggi paghiamo per quello che non si è fatto allora.

Oggi abbiamo un ministro dei trasporti che si è impegnato, che ha convocato rapidamente i sindaci, che appena la strada è stata sbloccata è venuto a fare un sopralluogo, è venuto a dire che ANAS si sta impegnando, e che quindi in questi 30 giorni dovrà rispondere alle prescrizioni della Procura per permettere una riapertura al traffico pesante, e ha fatto immediatamente una nuova convenzione fra Comune di Pieve Santo Stefano e ANAS per far ripartire i lavori su quella viabilità secondaria che era abbandonata.

Chi c’era prima queste cose non le ha pensate? Invece che pensare a fantomatiche grandi opere, perché non ha investito e non ha pensato a questo? Io penso che il Governo si sia attivato in tempo e velocemente. Fra l’altro, ho l’impressione che, lato Emilia-Romagna, si voglia sfruttare questa situazione per fare polemica nei confronti del Governo. Penso che questo atteggiamento non vada bene.

Leggo cosa si sta facendo, ad esempio, in Toscana in questi giorni. Anche la Toscana ha approvato un pacchetto – probabilmente loro lo faranno tramite una legge – di 300.000 euro a favore delle imprese, abbinato ad un pacchetto di microcredito o di finanziamento per le imprese e poi alcuni interventi per la promozione turistica.

Tra l’altro, e lì vedo un atteggiamento meno polemico nei confronti del Governo, l’atteggiamento del presidente della Regione Toscana è quello di dire: “Prima vediamo di accelerare sulla riapertura dell’E45 e cominciamo a fare un conteggio dei danni”, ma fatto seriamente dalla Regione. Qua si cominciano a sparare cifre. Giustamente, le associazioni di trasporto e le imprese sono preoccupate e a queste va dato il massimo sostegno, ma io temo che ci sia un effetto sciacallaggio per utilizzare questo evento per attaccare il Governo. A me sembra che la risposta ci sia stata. L’impegno del ministro Toninelli è quello di seguire costantemente l’evoluzione dei lavori, di monitorare e di sollecitare ANAS su un appalto che è già assegnato e partito. Si è preso l’impegno di segnalare agli altri ministeri le criticità che ci sono.

Le criticità ci sono, però, anche nel conteggio e nella modalità dei danni. Pensate al Decreto Genova. Anche lì dentro, per capire come rimborsare e come ristorare i danni che le aziende hanno subìto, si è fatto e si sta facendo un percorso complicato che richiede tempo.

Quindi, l’attenzione c’è. Nella nostra risoluzione lo riconosciamo. Quindi, vi invitiamo a votare la nostra risoluzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, cerco di fugare i dubbi del consigliere Bertani, quando lamenta il fatto che sembra che la risoluzione possa andare contro il Governo. In realtà, è proprio questo l’obiettivo della consigliera Montalti e del sindaco Baccini, che ha scritto questa risoluzione, il sindaco di Bagno, che ovviamente deve prendere visibilità in virtù delle elezioni amministrative che fra due mesi ci saranno nel suo Comune.

Il sindaco di Bagno, consigliera Montalti, non le ha raccontato proprio tutto. Credo che questa risoluzione che oggi avete presentato sia una risoluzione ormai superata. Se io vado a leggere gli impegni della risoluzione, infatti mi aspettavo emendamenti alla vostra risoluzione, gli impegni che sono all’interno della vostra risoluzione sono già superati, per cui oggi andremo a votare un qualcosa che è desueto.

Dall’altro lato, la ricostruzione dei fatti non è articolata, anche perché dobbiamo tenere in considerazione due concetti. Il primo è che il blocco della E45 è derivato dalla Procura di Arezzo, che ha posto, appunto, il blocco e il divieto della circolazione, e che trascorsi sei mesi dal blocco da parte della Procura di Arezzo si è proceduto, ovviamente con i tempi necessari, a sbloccare nel frattempo il traffico dei mezzi leggeri, e poi c’è l’impegno anche per lo sblocco del traffico dei mezzi pesanti.

Dall’altro lato - qui mi riallaccio anche a quanto detto dal consigliere Bertani - mi chiedo: dov’eravate prima? Nel 2015, i parlamentari del PD del territorio, romagnoli, hanno votato a favore del declassamento dalle grandi opere, sulla base del provvedimento Delrio, quindi di fatto declassando la E45 dalle grandi opere. Tutti i parlamentari del Partito Democratico. Oggi voi chiedete un intervento sulla E45.

Se forse, come era già stato sollecitato dall’allora opposizione, oggi forza di Governo, si fosse provveduto a dare maggiore incisività su una strada che è da anni problematica e sulla quale non si è mai intervenuto, a quel punto quel problema forse non si sarebbe verificato.

È normale che, nel momento in cui ci si trova di fronte a un provvedimento da parte di una Procura, per il quale ovviamente la Magistratura fa il suo corso e la politica cerca di intervenire per risolvere i problemi, il blocco della Procura ha cagionato dei danni, e su questi danni ci sono provvedimenti per i quali si cerca e si tenta di dare risposte alle imprese che hanno subìto questi svantaggi. Dall’altro lato, una volta che la Procura riuscirà a dare maggiore visibilità a quello che è stato il problema del viadotto, si è intervenuti dal punto di vista governativo a fare quello che il consigliere Bertani prima raccontava e che anche la consigliera Montalti ha riferito durante l’illustrazione della risoluzione.

Oggi votare la vostra risoluzione è come votare qualcosa che è già accaduto, qualcosa di cui è già stato risolto l’impegno per il quale oggi voi chiedete la votazione della vostra risoluzione.

La nostra, presentata e abbinata, è sicuramente quella aggiornata ai tempi attuali. Per cui, è evidente che occorre necessariamente o che voi ritiriate la vostra, o che quantomeno si voti la nostra, perché contiene i passaggi che non sono indicati invece nella vostra risoluzione, cioè, quelli successivi ai primi di febbraio 2019.

Tutto quello che si sta facendo e che si è fatto nell’arco di questi mesi dà risposte chiare e certe alle imprese, dà risposte chiare e certe a tutte le problematiche evidenziate nell’ambito di questa chiusura, derivante appunto dalla Procura di Arezzo. È evidente che tutto ciò che è stato fatto e che si farà nel corso di questi mesi, e le risposte chiare e certe che sono state date dal Governo in pochissimo tempo, rispetto a tanti anni in cui il Governo targato PD, e i parlamentari del Partito democratico non ne hanno date, pare che sia la conclusione di un sistema e di un problema che noi riteniamo ancora non risolto – deve essere fatto sicuramente di più, e l’impegno è quello –, pare dia risposte certe a quelle che sono state le problematiche collegate in questi mesi da questo blocco dell’E45.

È evidente pertanto che votare la vostra risoluzione non ha oggi alcun senso. Votare la risoluzione aggiornata e abbinata alla vostra, ad oggi credo che sia la risposta migliore da dare ai problemi che effettivamente si sono arrecati.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Consigliere Mirco Bagnari, prego.

 

BAGNARI: Grazie, presidente.

Direi che noi come romagnoli, del territorio romagnolo, siamo onorati che il collega Pompignoli, romagnolo anch’esso, dica che siamo in campagna elettorale e che facciamo delle mosse da campagne elettorali, visto che loro, voi, siete dei maestri, in questo, visto che è una campagna elettorale continua, tutti i giorni. Direi che voi siete veramente dei maestri e siamo onorati di questo riconoscimento da parte vostra.

Guardate: se da un lato si dice che non è giusto attribuire tutte le responsabilità al Governo attuale, non si può dire che è sempre colpa del Governo attuale, però anche il giochino che è sempre colpa dei Governi precedenti finisce. Lo abbiamo visto a Roma. Lo abbiamo visto in diversi luoghi di questo Paese. Finisce, ed è meglio, forse, dimostrare, visto che parlate di Governo del cambiamento, che davvero si cambia, ma in meglio.

Intanto vorrei ricordare che noi sul tema dell’E45, come su altri temi, non abbiamo mai fatto sconti a Governi anche del nostro colore. Quando c’erano problemi li abbiamo segnalati. Abbiamo fatto delle scelte. Le ha fatte la Giunta. Quindi, su questo direi che osservazioni e lezioni non ne prendiamo.

Altro tema: se il Governo del cambiamento sia meglio. Se il cambiamento è un ministro che non sa neanche che c’è un traforo che non è ancora completato, che viene percorso tutti i giorni da tanti cittadini, siamo a posto, come diremmo in Romagna. Io non vorrei che questo cambiamento, tra stop dei comparti economici, e qui vengo proprio al territorio della Romagna, senza confrontarsi con gli imprenditori, le imprese e i lavoratori, mettendo in ginocchio comparti dei territori, blocchi alle infrastrutture già esistenti, blocchi alle infrastrutture programmate che dovevano essere realizzate, l’idea sia un po’ un’altra, invece, ossia quella di mettere in ginocchio questa Regione. Se è questo che state cercando di fare diciamocelo chiaramente, ma noi non ci stiamo. Tant’è che la nostra Giunta, la nostra Regione è intervenuta immediatamente mettendo a disposizione delle risorse, prevedendo degli sgravi per quei territori.

Il problema non è dire: “Se la viabilità secondaria ci fosse stata avrebbe risolto il problema”. Bisogna risolvere quel problema, che è quello principale. Quello lì. Adesso dovete fare delle scelte e dimostrare che siete diversi, se lo siete, invece che andare random e non avere un progetto, un’idea complessiva.

Un’altra cosa. Nella risoluzione del Movimento 5 Stelle viene richiamata la Ravegnana. Ricordiamo che la nostra Regione ha messo a disposizione oltre 3 milioni di euro per fare i lavori. La Regione si è attivata e ha fatto in modo, per quanto possibile... Riconosciamo tutti che quando ci sono lavori da fare servono tempi, ma bisogna fare in modo che quei lavori vadano avanti. Non venga solamente il ministro a fare l’annuncio. Vogliamo vedere cose che vanno avanti. È chiaro? Questo vogliamo vedere e questo chiediamo con la nostra risoluzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Consigliere Rainieri Fabio, prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Intanto ringrazio Bagnari per aver detto che siamo in continua campagna elettorale, perché è vero. Almeno noi la facciamo in mezzo alla gente. Voi la fate soltanto per litigare tra di voi per chi deve fare il leader del movimento, quindi alla fine è un problema più vostro che nostro.

Detto questo, ringrazio anche il consigliere Bagnari per aver sollevato la questione dei fondi che la Regione ha stanziato per la Romagna. Voglio ricordare che la Regione si chiama Emilia-Romagna, quindi forse sarebbe il caso che si guardasse anche un pochettino più a nord della Romagna, perché abbiamo in Emilia… E mi dispiace che alcuni consiglieri regionali della provincia di Parma abbiano firmato questa risoluzione, perché dovrebbero, invece, muoversi in aiuto del proprio territorio. Noi abbiamo tutti i ponti che collegano le province di Parma, Piacenza e Reggio con la Lombardia che sono a un passo dal crollo. Abbiamo tutti i ponti che collegano, visto che lei ha parlato di mercati, di merci e di tutto il resto, la parte più produttiva dell’Emilia, quindi Piacenza con la sua parte logistica, Parma con il CePIM, che è l’interporto più importante della regione, e i collegamenti via mare, quindi i porti, per l’estero, quindi la parte che dovrebbe arrivare alla Germania, dove è stata addirittura bloccata la Ti-Bre da questa Regione, da questo presidente della Regione, dicendo che è una priorità due, che non esiste. O è priorità o non lo è. Addirittura adesso ha detto che si sposteranno i fondi per fare un’altra bretella, che passa naturalmente da Modena.

Allora, o ci mettiamo nell’ottica di coinvolgere tutta l’Emilia-Romagna, o altrimenti dividiamo questa benedetta regione. Togliamo il trattino e facciamo una regione che si chiama Emilia, che si gestisce da sola, e una che si chiama Romagna, che si gestisce da sola.

Detto questo, io mi domando come mai si parli sempre e solo di Romagna e di finanziamenti che sono arrivati, e poi il tutto si ferma molto spesso fino all’Enza, quindi la parte nord (Parma e Piacenza) è quella più drammaticamente lasciata da sola. Lo vediamo - qui c’è l’assessore all’ambiente - sulle questioni riguardanti il fiume Taro, il fiume Ceno, eccetera, e l’abbiamo visto con la situazione dei ponti.

Mi rammarico che i consiglieri di Parma abbiano firmato questa risoluzione e che non abbiano, invece, chiesto all’interno di questa risoluzione di parlare anche dei problemi della loro città e del loro territorio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Ci sono altri?

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Intanto vorrei dire al consigliere Rainieri, il cui intervento mi lascia basita, che la Regione è una. Quando ci sono problemi nel Parmense, nel Piacentino, la regione interviene. In questo caso parliamo di un problema che riguarda il territorio romagnolo, l’E45, che in realtà collega il Ferrarese e tutto il corridoio del nordest, il problema è lì, parliamo di questo.

Ma si rende conto di che tipo di intervento ha fatto in quest’aula? La solidarietà è il primo elemento di coesione di una regione: la solidarietà, l’intervento sui problemi. Ma quando mai in quest’aula abbiamo fatto differenza tra un problema che si verifica in Emilia e un problema che si verifica in Romagna? Io voglio vedere se i suoi colleghi romagnoli della Lega accettano un intervento di questo tipo, voglio vederlo. Mi sembra un intervento inaudito, questo lo devo dire.

Così come mi ha lasciato veramente basita, profondamente colpita un passaggio del collega Bertani che ha parlato, di fronte all’ansia delle imprese coinvolte dalla crisi, di effetto sciacallaggio: effetto sciacallaggio. Cioè, le imprese di un territorio che è colpito dalla chiusura di un’infrastruttura fondamentale per l’economia di quel territorio, chiedono risposte immediate e di fronte a questo il consigliere Bertani dice: vogliamo evitare l’effetto sciacallaggio. Ma sapete di quale territorio stiamo parlando? Sapete di quali realtà economiche, di quali imprese? La serietà che c’è in quel territorio?

A me pare davvero che voi queste discussioni le teniate dentro quest’aula, che facciate scene tipo quella fatta dal collega Pompignoli, che dice che le risoluzioni ce le facciamo scrivere. Noi portiamo problemi reali di un territorio dentro l’Assemblea legislativa, chiedendo insieme di farci carico di questo problema, e ci tocca ascoltare l’orgoglio emiliano, piuttosto che l’effetto sciacallaggio. Quando invece, molto semplicemente, basterebbe dire tutti insieme al nostro Governo: metti in campo degli strumenti subito.

Io non so se il collega Pompignoli, o il collega Bertani siano andati in queste settimane nel territorio. Non ci risulta che siano stati messi in campo dal Governo degli ammortizzatori. Così come pare veramente assurdo che di fronte alla richiesta non di due sindaci, ma di decine di sindaci di un incontro con il ministro che ha la competenza del lavoro questo incontro non sia stato dato. Penso che di fronte ad una crisi così grossa per un territorio, che è un territorio anche importante, esteso, almeno mettersi attorno a un tavolo, come in questo caso il ministro Toninelli ha fatto... Nel caso del ministro Toninelli è stato fatto, ma nel caso del ministro Di Maio almeno mettersi attorno a un tavolo e ragionare su quelli che sono gli ammortizzatori da mettere in campo, il sostegno alle imprese e ai lavoratori mi pare il primo passo di rispetto, soprattutto perché parliamo di una crisi, di una situazione veramente drammatica e difficile da gestire.

La nostra soluzione è assolutamente ancora attuale, perché l’E45 in toto non è stata riaperta, gli ammortizzatori ancora non sono arrivati e per ora l’unico sostegno reale è quello arrivato dalla nostra Regione. La vostra risoluzione parla solo di impegni che la Regione si deve prendere, ma la Regione quelle cose lì le sta già facendo. Il nostro presidente è già andato più volte nel territorio ad incontrare i sindaci, ad incontrare le associazioni di categoria e i sindacati e ha già messo in campo strumenti concreti.

Perché ci dobbiamo mettere a fare polemica politica di bassa lega su un problema reale e concreto? Diamo risposte. Dateci una mano, anche con il Governo, a far mettere in campo risposte concrete. È inutile che tutte le volte che viene fuori un problema reale ci arroghiamo e ci infiliamo nel tunnel delle responsabilità. Di fronte ai problemi l’unica responsabilità è quella di risolverli, di mettere in campo gli strumenti. È lì che, poi, si dà risposta a un territorio e si viene anche valutati. Davvero, cerchiamo di stare uniti di fronte a un problema reale del territorio, senza andare a palleggiare la colpa di chi è e di chi non è. La valutazione deve essere fatta e verrà fatta nel presente, e nel presente servono risposte reali.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Montalti.

La parola al consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Intanto tranquillizzo la collega Montalti: la Lega voterà compatta la risoluzione del collega della Romagna. Io non ho detto che stiamo facendo una guerra tra le due Regioni. Questo lo ha detto lei. O meglio, tra le due posizioni della Regione. Spero che diventino due regioni un giorno. Spero che diventino due regioni un giorno.

Al di là di questo, consigliera Montalti, nessuno la obbliga ad ascoltare quello che noi diciamo. Lei ha dichiarato: “Ci tocca ascoltare”. Nessuno la obbliga. Può uscire dall’aula quando si parla di queste cose qua, però in un’aula di dibattito si ascoltano tutte le cose che i consiglieri dicono, e sono cose reali, perché i ponti sono chiusi nella zona tra Parma e Piacenza. I ponti sono chiusi. Invece, voi avete sicuramente un occhio di riguardo. Allora, come ha detto lei, lavoriamo tutti insieme perché la regione venga trattata allo stesso modo e non con due metri e due misure. Consigliera Lia Montalti, la invito, la prossima volta, a non fare un intervento di accusa all’interno di un altro partito, perché lei deve guardarsi il suo. Il nostro, ribadisco, voterà compatto il documento presentato dal collega Pompignoli, perché noi non siamo quelli che fanno le differenze territoriali in base ai voti che prendiamo, noi siamo quelli che fanno le differenze nei confronti del bene o del non bene della gente. Ha capito?

Quindi, la risoluzione presentata dal nostra collega sarà votata da noi convintamente e faremo tutto quello che ci viene chiesto di fare nelle sedi opportune, ma dovreste essere voi a guardarvi in casa e la Regione cominci a fare il suo dovere nei confronti delle province meno fortunate di altre e dove ci sono problemi molto grossi che da anni, almeno da quattro anni, sono stati sviscerati in quest’aula, sono stati fatti incontri tra i Comuni e gli Assessorati di competenza e non sono ancora stati risolti. Mentre, in altre situazioni, in altre province basta semplicemente che se ne parli un secondo, anche al di fuori di quest’aula, e le questioni vengono risolte. Quindi, chi fa le differenze non siamo noi, ma siete voi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani Andrea.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Soltanto una precisazione: quando parlavo di sciacallaggio, parlavo dei contenuti della risoluzione, non certamente della situazione critica delle imprese, che noi abbiamo ascoltato anche quel giorno, quando abbiamo incontrato anche i sindaci, durante il sopralluogo sulla E45. D’altronde, la vostra risoluzione addirittura dice: “Sono passati oltre quindici giorni dall’incontro con il ministro Toninelli. Non si riscontrano ancora atti concreti. Questo silenzio allarma”. Non mi volete dire che questa risoluzione, come la farlocca manifestazione a favore delle autostrade e a favore della cementificazione, proprio in questi giorni quando abbiamo i blocchi per il PM10, non sono fatte strumentalmente contro il Governo per dire che questa Regione è contro il Governo e le azioni che fa il Governo sono fatte contro questa Regione? Perché, queste parole non sono state pronunciate? Allora ragioniamo con calma e seriamente.

Il Governo si sta impegnando sulla E45 e ha fatto atti concreti. L’ascolto dei sindaci c’è stato. Quindi, se voi volete continuare con una risoluzione, con delle azioni che mettano in contrasto regione e Governo, secondo me questo è un atteggiamento suicida perché non aiuta a risolvere i problemi. Ci deve essere un dialogo istituzionale, e fatto bene, sui singoli problemi. Quello dell’E45 in questo momento è un problema che viene affrontato. Parliamo della Ravegnana? Siccome voi dite che dobbiamo agire velocemente, quando riapre la Ravegnana? Riapre dopo l’estate. Allora, non facciamo i fenomeni: anche quello è un problema.

Quanto all’aiuto alle imprese, la regione lo sta facendo per la Ravegnana? Non mi sembra. Allora, ragioniamo con calma sui problemi e vediamo di risolverli. Perché, invece, a me sembra che qui si voglia fare polemica strumentale. E noi sulla polemica strumentale non ci stiamo.

Nella nostra risoluzione quindi, semplicemente diciamo: riconosciamo i problemi del passato, riconosciamo quello che si sta facendo adesso e andiamo avanti sull’impegno. La vostra, invece, rimane sulla polemica spigolosa e su questo noi non ci possiamo stare.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Peraltro, la polemica era già stata sanata perché la manifestazione dei Sindaci del territorio che ricomprende l’E45 era stata annullata in virtù del fatto che il ministro ci si era recato e aveva dato rassicurazioni in tal senso, cioè di riapertura eccetera.

Tutti i Sindaci del territorio sentiti, quindi, hanno deciso concordemente di annullare delle manifestazioni e di fare richieste in virtù di quanto era stato detto dal Governo.

Oggi presentate una risoluzione con i problemi che elencava Bertani, cioè non aggiornata, perché io non posso votare una risoluzione nella quale mi si dice che da 15 giorni il Governo non è presente all’interno dell’E45. Penso sia una cosa normale non votare una risoluzione di questo tipo.

Che poi i problemi esistano, che poi i problemi ci siano, che poi i problemi si stia cercando di affrontarli, e si stanno affrontando, questo è un dato di fatto oggettivo. Oggi quindi state strumentalizzando un problema, proprio solo da un punto di vista politico. Mi meraviglio che intervenga il sindaco Baccini da una parte, e il collega Bagnari, su questa questione, dicendo che siamo sempre in campagna elettorale, però interviene spesso lui perché il suo Comune va al voto.

Da questo punto di vista, quindi, la questione non è quella delle campagne elettorali, ma la questione è di risolvere esattamente i problemi, con misure puntuali, cosa che si sta facendo.

Oggi noi dobbiamo votare una risoluzione completamente fuori tempo.

Per cui, vi chiedo il ritiro della vostra risoluzione, perché ovviamente non è, dal punto di vista temporale, adatta ai giorni nostri e di votare la nostra risoluzione, che ripercorre esattamente lo stato dei fatti. Si dice, nella nostra risoluzione, che l’E45 è sempre stato un problema. Si discute sul fatto che questa arteria è stata declassata dalle grandi opere, da parte del Partito Democratico. Quindi, racconta un fatto oggettivo. Oggi non potete dirmi che i parlamentari del territorio hanno votato contro il declassamento da parte del ministro Delrio allora. Questo è un voto, ovviamente, innegabile e oggettivo.

Avete dimostrato di non tenere a questa arteria, all’E45, di non finanziarla quando siete stati al Governo. Oggi noi iniziamo a metterci mano. Ovviamente, stiamo dando risposte nel concreto. Visto che la chiusura ad opera della Procura è avvenuta tempo fa, è normale che quando c’è la magistratura di mezzo si debbano fare percorsi collegati ai tempi che la magistratura dà. Non possiamo forzare quello che la magistratura sta dicendo. Oggi sta aspettando la documentazione per riaprire il viadotto anche ai mezzi pesanti. ANAS si è impegnata a farlo in tempi rapidi e brevi. I tempi sono quelli. Non possiamo prescindere dai tempi della giustizia, che sono comunque stati resi dalla Procura di Arezzo.

Per cui, risposte certe, chiare...

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, come vede, ha finito il tempo.

 

POMPIGNOLI: Grazie. Finisco subito.

Vi chiedo nuovamente di ritirare la vostra risoluzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Consigliere Poli Roberto, prego.

 

POLI: Grazie, presidente.

Dispiace deluderla, collega Pompignoli, ma noi la risoluzione non la ritiriamo. Devo dire la verità: avete un bel fisico, però. In Emilia sostenete che i consiglieri regionali della Romagna devono occuparsi della Romagna e in Romagna raccogliete le firme per fare la Regione Romagna.

È quel trattino lì che vi dà fastidio? Cosa vuol dire questo ragionamento? Che noi avremmo dovuto, in quanto consiglieri dell’Emilia-Romagna, ma della parte territoriale della Romagna, alzare le spalle di fronte alle calamità che hanno colpito l’Emilia. Addirittura sentivo il ragionamento alle sue estreme conseguenze: avremmo dovuto girare le spalle all’area colpita dal terremoto del 2012. Ma che razza di ragionamenti sono? Sono ragionamenti che si fa fatica ad ascoltare.

Questa Regione se ha, tra le tante cose, un tratto che la contraddistingue è quello di tenere in maniera fortissima alla coesione dei propri territori, che trova espressione perfino nelle nostre strutture di volontariato, la Protezione civile - potrei fare un lungo elenco - che di fronte a situazioni che colpiscono in maniera pesante la nostra regione corrono a soccorrere, senza chiedersi se questo è accaduto al di là, sopra o sotto il fiume Santerno, dietro il fiume Sillaro o dietro al fiume Reno o al Po. Ma che immagine politica date della nostra Regione ai cittadini che ci seguono? È sempre colpa del PD. Alla fine, è sempre colpa del PD.

Fate attenzione perché forse qualcuno comincia a svegliarsi dall’ubriacatura e comincia a dire che, dopo un anno di Governo, qualche cosa dovreste fare e dovreste decidere. Ad esempio, sulle infrastrutture di questa regione - ve lo ricordate? Lo sapete? Vi siete dimenticati? - il blocco delle infrastrutture già finanziato è opera del Governo di cui voi fate parte. Ma vi rendete conto che, a un certo punto, anche nel rapporto Lega-Cinque Stelle dovrete decidere cosa fare? Ma l’avete sentito il ministro Tria, l’altra sera, quando ha detto: “Ma come si può pensare che gli investitori di medio-lungo periodo guardino al nostro Paese - quindi anche alla nostra regione - se a ogni batter di ciglia si cambia opinione e si cambia scelta?”. Il problema non è quello che succede domani. Il problema è vedere cosa succede fra cinque, dieci anni. E i risultati della nostra economia ci dimostrano dove state portando l’Italia.

È sempre colpa del PD. Ve la devo dire con uno slogan, perché non voglio fare dei ragionamenti complicati: voi siete quelli che fanno la politica “a fisarmonica”, oppure, siete per la politica dell’elastico: lo tirate un po’ di qua o un po’ di là, a cavallo del fiume o a cavallo del ponte. Ma a un certo punto, dovete decidere se attraversare quel ponte, oppure no; oppure, dovete decidere se magari quel tunnel che dite che c’è, non c’è. Io credo che giocando alla conquista del consenso, alzando sempre l’asticella da un lato, buttando della broda addosso agli altri, da un lato, e dall’altro alzando sempre il livello della tensione, della preoccupazione, dello scontro, in questo Paese, siete arrivati in cima. Quando li avrete ammazzati tutti, comincerete ad ammazzarvi tra di voi, come sta già succedendo, peraltro, ad esempio dentro al Movimento 5 Stelle. Succederà anche alla Lega, a un certo punto.

Per cui, cari colleghi, questo è un ragionamento politico. La risoluzione è già stata illustrata dalla collega Lia Montati e dal collega Mirco Bagnari, per cui non la riprendo. Concludo solo con questa valutazione: l’Emilia-Romagna è una sola. I cittadini che abitano a Piacenza o, come dice il mio amico, il collega Gian Luigi Molinari, a Vernasca, e quelli che abitano nella parte più bassa, a Rimini, sono uguali: sono uguali per il diritto ai servizi, sono uguali per il diritto alle infrastrutture, sono uguali per i bisogni che esprimono, sono uguali quando gli capita una disgrazia: sono uguali. Sono uguali anche se sono bianchi o di colore, tanto per essere chiari.

Capisco che questo ragionamento politico sia l’opposto di quello che fate voi, ma ho ascoltato quello che avete detto voi e ho detto quello che penso io.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Poli.

La parola al consigliere Boschini. Prego.

 

BOSCHINI: Grazie, presidente.

In realtà, posso omettere la maggior parte del mio intervento perché condivido appieno le osservazioni che ha appena fatto il collega Poli. Mi limito a tenere quella che voleva essere l’ultima considerazione che volevo fare, chiedendo una cortesia, naturalmente, se si riterrà, al vicepresidente Rainieri, di chiarirmi meglio il suo pensiero. Lo chiedo per cortesia. Naturalmente, mi devo rivolgere alla presidente. In questo caso, però, nel dibattito ricco che c’è stato, posso chiederle – se lei riterrà, naturalmente – di chiarirmi meglio il suo pensiero.

Mi è parso di capire che nella parte iniziale del suo intervento lei abbia detto di essere favorevole o di auspicare la separazione tra l’Emilia e la Romagna, se non ho capito male (se sono stato disattento io le chiedo scusa), che lei è favorevole alla divisione dell’Emilia-Romagna in due regioni. Le chiedo una cortesia, se ritiene, naturalmente. Posso solo affidarmi alla sua cortesia o al suo coraggio, dica lei. Le chiedo un chiarimento, cioè se quel passaggio è dovuto alla foga del dibattito (siamo tutti comprensivi) oppure se è razionalmente e lucidamente il suo pensiero, e se è un suo pensiero personale o la posizione ufficiale del suo gruppo. Vorrei sapere, in questo dibattito, in questo luogo istituzionale, se lei ritiene che la divisione tra Emilia e Romagna porterebbe più sviluppo, più ricchezza, più servizi, e tutto questo sarebbe ottenuto dividendo gli emiliani dai romagnoli.

La ringrazio se vorrà essere così cortese di rispondermi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

La parola al consigliere Bagnari.

 

BAGNARI: Chiedo scusa se tedio nuovamente intervenendo, però credo che alcune specificazioni vadano fatte. Ero tentato di chiedere la parola e un intervento per fatto personale, ma ho evitato perché non mi sembrava opportuno. È stato ricordato dal collega Pompignoli il fatto che io intervengo parlando continuamente e facendo campagna elettorale per il mio Comune. Forse non sa neanche in quale Comune risiedo. Soprattutto, io porto le ragioni di un territorio, che è quello del collegio in cui siamo eletti, e mi occupo anche dei temi che riguardano tutta la regione.

Quando parliamo di Romagna lo facciamo perché pensiamo sia giusto cercare di tenere un equilibrio tra i territori, ma anche per un altro motivo: in questo caso, la E45, il porto di Ravenna, il comparto economico del porto di Ravenna non è roba solo di Ravenna. È roba di tutta la regione. Ci sono aziende che fanno parte dell’indotto di quei territori che orbitano in tutta la regione. Quindi, bisognerebbe un pochino avere anche presente questo.

Altra considerazione. Prima si parlava della magistratura che deve fare il proprio lavoro. Per carità di Dio. Ci mancherebbe. Però c’è un tema. La magistratura ha disposto il blocco di un’infrastruttura, ha sbloccato in parte, eccetera, ma ci sono altre forme di sostegno ai territori (ammortizzatori di vario genere eccetera) che non è che la Magistratura li ha bloccati. Qui una parte l’ha fatta la Regione. Ma se il Governo ci tiene veramente a quel territorio lo faccia. Saremo i primi a riconoscerlo. Fatelo. Visto che avete il filo diretto, sollecitatelo adeguatamente. Saremo contenti di questo. Anziché, giocare a rischiare di mettere in ginocchio dei territori per scopi elettorali.

Altra considerazione, sulla divisione. Non si capisce che posizione abbiate sul dividere o tenere unita questa regione. Noi, come ha detto il consigliere Poli, siamo per tenerla unita, voi un giorno dite che la volete dividere e l’altro che la volete tenere unita. Chiaritevi e dite chiaramente che cosa volete fare, poi ne parliamo.

Ultimissima considerazione davvero, sulla Magistratura, per cui dobbiamo avere il massimo rispetto e voi dite di averlo. Ebbene, anche qui un giorno, quando fa comodo, la legge si disattende e si fanno le parate anche infrangendo la legge pur di avere visibilità, un altro giorno siete molto garantisti. Ecco, anche qui cercate di chiarirvi le idee una volta per tutte, soprattutto quando governate un Paese.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Siamo in discussione generale sulle risoluzioni. Non avendo altri iscritti, apro la discussione generale sugli emendamenti. Scusate, non ci sono emendamenti. Quindi, niente discussione generale sugli emendamenti, ovviamente.

Siamo in dichiarazione di voto congiunta…

 

(interruzione del consigliere Taruffi)

 

Scusi, consigliere Taruffi, se non l’ho visto è perché probabilmente ha chiesto la parola quando…

 

(interruzione del consigliere Taruffi)

 

Consigliere Taruffi, non ho capito.

 

TARUFFI: Ho chiesto la parola in discussione generale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Lei mi dice che ha chiesto la parola in discussione generale, ma io non mi sono accorto di questo da computer.

Siamo in dichiarazione di voto…

 

TARUFFI: No, presidente, io ho chiesto la parola in discussione generale. Se non è stato ravvisato, non è un problema mio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Io dal computer non l’ho visto. Chiedo ai tecnici…

 

TARUFFI: Va bene, ma allora si aprirà un secondo la discussione generale. Non mi pare che sia un problema così straordinario.

 

PRESIDENTE (Soncini): Per discussione generale, prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Questa discussione per certi versi mi ha ricordato, specie negli interventi dei colleghi della Lega, un monologo che forse conoscerete, di Marescotti – se non l’avete visto, ve ne consiglio la visione –, il quale cerca di stabilire qual è esattamente il confine della Romagna. Non posso recitarlo tutto perché non sono in grado, però ve ne consiglio la visione, perché alla fine stabilisce che la Romagna si racchiude in casa sua, cioè, a forza di segmentare, si arriva lì.

Ho iniziato scherzando ma non troppo, perché io credo che le parole del consigliere Rainieri, forse “sono dal sen fuggite”, anche se non credo.

Il consigliere Rainieri ha omesso, per il momento, di rispondere all’osservazione del consigliere, collega Boschini. Ha detto, a microfono aperto “mi auguro che si divida l’Emilia dalla Romagna”. Detto in quest’aula, anche se in una discussione relativamente alle risoluzioni, non è un tema di poco conto. Io mi auguro che il consigliere Rainieri potrà eventualmente chiarirci il suo pensiero, posto che, sempre se non vado errato, esiste un disegno di legge, che la Lega ha già presentato, per dividere l’Emilia dalla Romagna. Il primo firmatario è il collega Pompignoli, quindi non c’è nulla di strano rispetto al percorso interno della Lega.

Forse sarebbe però il caso di chiarirlo. Infatti, se voi volete dividere l’Emilia dalla Romagna, siccome tra qualche mese ci saranno le elezioni – se ne discuteva giusto ieri –, io credo che questo non sia un tema secondario. Credo che voi dobbiate, per l’importanza che questo tema riveste, non tenerlo sottotraccia o far finta di niente e ogni tanto sventolarlo, ma deve essere un tema centrale della campagna elettorale. Voi dovete andare dai cittadini di questa regione e dire che vi candidate a dividere l’Emilia dalla Romagna; e dovete avere il coraggio delle vostre azioni, non far finta. Dovete dire: siamo talmente tanto sovranisti che non solo vogliamo staccare l’Italia dal resto del mondo, ma vogliamo staccare l’Emilia dalla Romagna. Dovete misurarvi con il consenso dei cittadini. Però dovete dirlo, non presentare testi di legge, proposte di legge. Non so se è un testo di legge o una risoluzione. Comunque, il tema era questo. Una risoluzione. Se mi sono sbagliato, chiedo venia. Verificheremo. Avevo memoria di questa vostra iniziativa.

Comunque, le parole del consigliere Rainieri sono state molto chiare. Credo che questo sia un tema che non può rimanere nell’ambiguità. Lo dico in una discussione, essendo io emiliano, che verte su un tema di valenza romagnola, ma regionale. Il funzionamento e la funzionalità di un’arteria è evidente che ha a che fare con l’insieme dell’infrastrutturazione, dell’infrastruttura trasportistica di questa regione. È evidente.

In una discussione del genere, se fa capolino un dibattito come quello che si è prefigurato, è giusto chiarirlo a voce alta. Se ho sbagliato, mi direte che ho sbagliato e io chiederò venia. A differenza di altri, quando sbaglio sono capace di chiedere scusa. Se, però, non ricordo male e se voi avete questa visione politica, siccome oggi il segretario della Lega Emilia è un deputato, vicepresidente della Commissione affari generali della Camera, e il segretario della Lega Romagna è sottosegretario alla giustizia, non è un dibattito secondario. Questo è un dibattito centrale nella vita politica di questo Paese.

Attenzione: non si può surrettiziamente far finta di nulla. Voi siete una forza di governo, esprimete il ministro degli interni. Se il partito che esprime il ministro degli interni, nonché vicepresidente del Consiglio dei ministri intende dividere l’Emilia dalla Romagna ditelo ad alta voce. Poi chiederemo ai vostri colleghi, innanzitutto di opposizione, che inneggiano “Salvini premier”, se sono d’accordo. Però facciamo questa discussione, utilizziamo i prossimi mesi per discutere anche di questo, non solo delle figurine (chi si candida a cosa, quali sono le figurine che mettiamo in campo). Molti di voi, probabilmente, sono già impegnati nelle campagne elettorali per le rispettive città in cui ci si candida a sindaco, però facciamo una discussione anche su questo.

Voi vi candidate a dividere l’Emilia dalla Romagna. Se è così ditelo e misuriamoci. Se questa è una proposta che ha una tenuta dal punto di vista dell’efficacia, dell’efficienza, dello sviluppo, del progresso, parliamone. Io ho un’idea precisa, però parliamone. Siamo l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e io credo che anche i vostri alleati di Governo su questo, a Roma come in Emilia-Romagna, una parola la debbano spendere. D’altronde, se voi volete dividere l’Emilia dalla Romagna, è un tema che non può essere lasciato ai margini di una discussione. Io credo che sia un tema di primaria grandezza, e va affrontato come tale.

Adesso - tanto abbiamo ancora qualche minuto da qui alla dichiarazione di voto - farò le verifiche opportune, se mi sono sbagliato e se ricordavo male chiedo anticipatamente scusa, se invece non è così, facciamo una discussione vera.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Siamo in discussione generale. Ho chiesto di verificare, perché ho l’impressione che a volte la visualizzazione dell’iscrizione non sia in tempo reale rispetto all’iscrizione e che, quindi, ci sia stato un lieve ritardo, per questo ho dato la parola al consigliere Taruffi.

Consigliere Rainieri, prego, a lei la parola.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Voglio tranquillizzare i colleghi che stanno cercando di far montare una polemica su tutto questo dicendo loro che la divisione c’è già, e lo ribadisco. C’è una divisione a livello economico, l’ho detto prima e lo ribadisco, perché molti dei finanziamenti finiscono a Reggio, prima di Reggio, dove c’è l’Enza. In questo caso si fermano ancora prima di Bologna. Questa è la divisione di cui parlavo prima.

Se poi vogliono giocare sulle parole, allora ribadisco che sono favorevole al fatto che la Regione Emilia-Romagna lavori per una regione unita e per dare i soldi anche alle altre parti della regione, non che si fermi a una. Questo è il discorso.

Qui stiamo parlando di situazioni e di soldi che vengono dati in gran parte a una sola zona dell’Emilia-Romagna, nonostante - lo ribadisco - a Parma e in altre città dell’Emilia ci siano situazioni gravi e difficoltose per il commercio, visto che si è parlato delle zone importanti, del porto di Ravenna eccetera. Ci sono altre zone da altre parti che hanno valenza non solo a livello regionale, ma a livello mondiale, e che sono state trattate in modo diverso.

Vi faccio un esempio. C’è una sponda del fiume Taro in zona CePIM, uno degli interporti più importanti, dove sono quattro anni che il Comune di competenza, le associazioni, i fruitori dell’interporto e i privati che sono in quella zona che chiedono all’Emilia-Romagna di sistemare una situazione che sta erodendo la sponda e si sta avvicinando a un deposito di gas naturale importante e pericoloso, e qui ancora non si è fatto nulla.

Questa è la divisione che io ribadisco. Questa è la divisione che fa la politica dell’Emilia-Romagna in questo momento in carica. Quindi, una divisione l’hanno già fatta loro, ed è una divisione economica, perché ribadiscono un concetto: i soldi si fermano fino a un certo punto e non si danno per altre situazioni.

Questa è la situazione, questa è la divisione di cui parlavo prima e di cui sono ancora certo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Se non ci sono altri in discussione generale, apro la dichiarazione di voto sulle risoluzioni.

Non avendo iscritti in dichiarazione di voto, verifichiamo gli scrutatori.

Sostituiamo la consigliera Zappaterra con il consigliere Benati.

In dichiarazione di voto, intanto, si è iscritto il consigliere Bertani. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Io penso che sia opportuno ritornare al tema della discussione, quello dell’urgenza di intervenire sull’E45, urgenza che è stata accolta dal Governo e ribadita in quegli incontri e in quel sopralluogo, col fatto che una prima apertura del viadotto del Puleto c’è stata.

Ma c’è un’altra conclusione alla quale io vorrei giungere. Aspetto un attimo di silenzio, grazie presidente.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Consiglieri, vi prego di fare silenzio. Sta parlando il consigliere Bertani. Grazie.

 

BERTANI: L’altra riflessione alla quale secondo me è opportuno giungere è quella che non dobbiamo qui discutere se arrivano più finanziamenti in Romagna o in Emilia, ma dobbiamo discutere del nuovo approccio che serve per quanto riguarda le infrastrutture e i trasporti.

Un nuovo approccio è questo: investimenti sulla manutenzione delle infrastrutture, perché è questo, oggi, quello che sostanzialmente serve. Opere utili, quindi, grandi opere che servono, e da qui le valutazioni costi/benefici, ma soprattutto grandi opere di investimento in tutte le piccole infrastrutture, piccole ma importanti, che abbiamo, perché è questo che oggi blocca il Paese. Quindi, lo sblocco degli investimenti che sarà fatto ad esempio tramite la cabina strategica di Investitalia, il piano di 19 miliardi di investimenti per il ripristino della manutenzione sui ponti del Po, sui ponti delle strade e sul trasporto ferroviario: questo è quello che rimetterà in moto il Paese e che impedirà che succedano ancora fatti come quelli dell’E45 sui quali oggi ci stiamo nuovamente scontrando.

Per quanto riguarda la dichiarazione di voto, non possiamo votare la risoluzione del PD perché – ripeto – è strumentale e datata. Ovviamente, voteremo a favore della nostra risoluzione, che riconosce quali sono i problemi, riconosce il fatto che sono affrontati e che continueranno a essere monitorati ed affrontati.

 

PRESIDENTE (Soncini): Al momento non ho più iscritti in dichiarazione di voto.

Consigliere Pompignoli, vi eravate iscritti e poi vi siete cancellati.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Sì, mi ero iscritto. Il consigliere Taruffi, poi, mi segue. Questo nuovo sistema informatico, che fa vedere chi interviene, se prima l’uno o prima l’altro, lede la privacy.

Non voglio entrare nella polemica su Emilia e Romagna, perché credo che il consigliere Rainieri abbia ben specificato quali sono le posizioni.

Voglio, invece, entrare nel merito della risoluzione, quindi non spostare l’attenzione su quello che è il problema che andiamo ad affrontare oggi, quello collegato alla risoluzione. Ho detto in precedenza, e lo ribadisco, che voteremo sicuramente contrario alla risoluzione presentata dal Partito Democratico, proprio per un difetto di forma oggettivo di questa risoluzione, non assolutamente al passo con i tempi. È vecchia e non tiene conto di quello che è stato fatto nel percorso successivo alla presentazione della risoluzione.

Riteniamo convintamente, invece, che la risoluzione presentata da noi del Movimento 5 Stelle possa comunque essere la risoluzione più giusta, sia in ordine ai fatti che sono stati elencati all’interno di questa risoluzione, della cronologia dei fatti, di quello che è accaduto fino all’altro giorno, ribadendo nuovamente il concetto che è naturale che dopo lo sblocco da parte della Procura ci si stia mettendo mano in tempi rapidi e certi, cosa che in cinquant’anni di governo di questa Regione e in cinquant’anni di governo dei Comuni limitrofi all’E45 non hanno fatto per risolvere un problema che non è sorto con il blocco, da parte della Procura, della viabilità. È un problema atavico. È un problema che si protrae veramente da tantissimi anni e su cui nessuno ha mai messo mano, nonostante ci siano state sollecitazioni da parte di questo Movimento a mettere mano ad un’arteria importante come quella della E45, che collega più regioni e dove esiste un traffico effettivamente pesante e importante, tanto che ad oggi, portando il nostro contributo dal punto di vista governativo regionale, cerchiamo di risolvere, cosa che, lo ribadisco, non è stato fatto negli ultimi cinquant’anni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Intervengo per dichiarazione di voto e annuncio che noi voteremo convintamente la risoluzione a prima firma della collega Montalti, mentre voteremo contro le altre.

Nel frattempo, visto che cerco di essere attento quando parlo, ho recuperato la risoluzione 5147, depositata il 22 agosto 2017, a prima firma del collega Pompignoli, insieme ai colleghi Marchetti, Liverani e - guarda caso - Rainieri, che prendendo atto di tutta una serie di cose impegna la Giunta a modificare lo Statuto della Regione Emilia-Romagna, approvato il 31 marzo 2005, n. 13, per introdurre la possibilità di referendum consultivo - c’è anche il testo - rivolto alla sola popolazione iscritta nelle liste elettorali delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, nonché nei Comuni del circondario imolese, con il seguente quesito: “Volete voi che il vostro comune, in considerazione della sua peculiarità culturale, storica e geografica, costituisca una entità regionale autonoma denominata ‘Regione Romagna’, con propria Assemblea regionale, un proprio governatore, senza ulteriori costi - qui siamo nel delirio più assoluto - per la finanza pubblica, in attuazione dell’articolo 132 della Costituzione?”. Leggo testualmente. Quindi, i colleghi Pompignoli, Marchetti, Liverani e Rainieri hanno depositato questa risoluzione che chiede l’istituzione della Regione Romagna.

 

(interruzioni)

 

Ho letto. Chiede l’istituzione del referendum…

 

(interruzioni)

 

Sì, però, siccome noi non ci prendiamo in giro, io non chiederò mai il referendum per una cosa che non condivido. Quindi, la domanda è molto semplice: questa posizione è la posizione politica della Lega? Se è la posizione politica della Lega ancora oggi, siamo a qualche mese dalle elezioni, nel frattempo è successo che siete andati al Governo del Paese, ribadisco, avete il ministro dell’interno, avete che il segretario della Lega Romagna è sottosegretario alla giustizia, dovete dire ai cittadini di questa regione se questa risoluzione rispecchia ancora la vostra posizione politica, oppure no. Se siete per dividere l’Emilia dalla Romagna lo dite: siamo alle elezioni regionali, fra qualche mese, dovete dirlo con forza, e discutiamo nelle piazze, nelle sedi, dove volete, se questa roba ha senso o no. Altrimenti potete dire, come avete fatto tante altre volte: non sapevamo cosa fare il 22 agosto del 2017, erano appena finite le ferie, abbiamo scritto una boiata. Può succedere, non c’è nulla di male: basta saperlo.

Su questo però io credo che tutte le forze politiche in questa Assemblea si debbano esprimere con chiarezza, a partire non solo ma anche da chi oggi con voi condivide la responsabilità del Governo. Il Movimento 5 Stelle vuole dividere l’Emilia dalla Romagna? La Lega sì. E il Movimento 5 Stelle? Oggi governate il Paese: se avete scritto delle boiate, basta dirlo. Noi siamo qui.

Noi l’Emilia e la Romagna non vogliamo dividerle: sia chiaro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere Pompignoli, in dichiarazione di voto lei è già intervenuto.

 

POMPIGNOLI: Sì, ma per fatto personale, presidente, visto che mi ha citato nella sua introduzione il consigliere Taruffi. Devo specificare una cosa.

A differenza di quello che sta facendo il Partito democratico che impone in questa regione le scelte – non scelte, ma le impone – noi abbiamo depositato, e quella ovviamente è una risoluzione ben visibile, una richiesta di referendum. Noi ascoltiamo i cittadini e cerchiamo di capire se c’è una volontà o meno, a differenza di quello che sta succedendo nel PD.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie. Consigliere, non è un fatto personale.

Consigliera Montalti.

 

MONTALTI: Presidente, intanto mi pare evidente che ci sia una grande contraddizione in termini. Oggi è venuto fuori dal consigliere della Lega, Rainieri, che la regione non deve avere nessuna attenzione per la Romagna, anche perché evidentemente la Lega si sta preparando alla secessione tra Emilia e Romagna, quindi, tanto vale che dei problemi ci se ne occupi dopo, nel momento in cui ci saranno due regioni: Rainieri ha proprio aperto parlando di due regioni.

All’interno di questa Assemblea, quindi, è evidente che la Lega sta prendendo una posizione chiara e netta per dividere la nostra regione in due. Quindi, quando la Lega sarà al governo, probabilmente si occuperà solo di un pezzo della regione: questo ha detto il consigliere Rainieri, e mi stupisco che altri consiglieri, come il consigliere Pompignoli, non siano intervenuti con forza ribadendo il fatto che la regione, almeno allo stato attuale è unita e quindi si deve occupare di tutti i territori, cosa che noi invece ribadiamo e facciamo costantemente…

 

(interruzioni del consigliere Rainieri)

 

Scusate, io non ho interrotto nessuno urlando.

Prendo atto delle cose...

 

PRESIDENTE (Soncini): La presidente non entra nel merito. Lasciate intervenire la consigliera Montalti. Siamo in dichiarazione di voto.

 

MONTALTI: Prendo atto delle cose che sono state dette durante la discussione della mia risoluzione.

Ciò detto, quando ci si attacca a una data inserita in un atto o al fatto che una cosa non è stata esplicitata nella maniera più chiara, come il consigliere Pompignoli ha più volte ribadito, giustificando il fatto che voterà contro l’attenzione che noi richiediamo per la E45, è evidente che non si hanno argomenti. Noi auspichiamo che finalmente dalle parole si passi davvero ai fatti.

Vorrei dire una cosa al collega Pompignoli. Magari questa risoluzione fosse vecchia. Magari la risoluzione che noi abbiamo presentato fosse vecchia e fosse stata superata. Evidentemente, se l’abbiamo portata in quest’aula, il problema non è affatto superato. Davvero, ci dispiace, mi dispiace, provo un grande rammarico che, di fronte a un problema del territorio così forte, si sia parlato di tutt’altro.

Abbiamo parlato di divisione in due della Regione, abbiamo parlato di Romagna, siamo stati accusati di voler fare campagna elettorale. Noi, in realtà, abbiamo portato un semplice, anzi complesso problema che sta mettendo in crisi un territorio e auspichiamo che tutte le forze politiche presenti in quest’aula si tolgano la giacchetta e dicano insieme che quel problema esiste e che va superato anche rapidamente.

Lavoriamo così. Così si fa vedere che un territorio è unito e che tutti i consiglieri presenti in questa Assemblea hanno interesse di tutti i problemi che avvengono all’interno della nostra regione. È evidente, e le parole della Lega oggi non danno adito a dubbi, che il progetto è un altro. Il progetto è quello di dividere in due la Regione. Già ci sono consiglieri della Lega che si smarcano rispetto a problemi importanti di un pezzo del territorio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Per fatto personale. Prego.

Potete dare la parola al consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie.

Consigliera Montalti, io non so lei dov’era durante la discussione, ma io non ho mai detto di non dare i soldi alla Romagna. Non mi metta in bocca parole che non ho detto. Io ho semplicemente detto che bisogna darli anche all’Emilia. Non ho detto di non darli alla Romagna. Ho ribadito anche che questa risoluzione noi la voteremo. Quindi, siamo d’accordo nel dare i soldi a una infrastruttura che va sistemata, siamo d’accordo anche, però, e vorremmo che si potesse fare della Regione Emilia-Romagna non una regione divisa a livello economico come state facendo voi, ma una Regione che, quando hai problemi anche in Emilia, nelle zone dell’Emilia risolva questi problemi. Questa era la questione…

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere…

 

RAINIERI: È per fatto personale, presidente, ho tre minuti. Adesso però…

 

PRESIDENTE (Soncini): Qual è il fatto personale, consigliere?

 

RAINIERI: Che mi ha messo in bocca delle parole che non ho mai detto. E qual era, allora, la dichiarazione di voto che ha fatto la consigliera Montalti, scusi?

 

PRESIDENTE (Soncini): Allora, consigliere, le chiedo di rivolgersi con toni adeguati, istituzionali…

 

RAINIERI: Sto usando toni consoni a questa Assemblea. Quando qualcuno offende, dicendo parole che io non ho detto, ho il diritto di replicare, di fare, per fatto personale, una replica a quello che mi è stato messo in bocca e che non ho mai detto. Ribadisco che non ho mai detto che non voglio dare i soldi alla Romagna. Abbiamo solamente detto che ci sono altre opere che vanno finanziate per l’Emilia. Questa è la divisione che loro hanno fatto, non noi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Vi ricordo che in quest’aula ci si confronta sulle opinioni, è possibile manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto della persona, degli altri, e se la consigliera Montalti vuole rettificare o replicare ha il diritto di farlo, consigliera…

 

(interruzioni)

 

Sto presiedendo l’aula.

 

(interruzione)

 

La Presidenza non può essere contestata…

 

(interruzioni del consigliere Rainieri)

 

Consiglieri! Se volete, visto che mi sembra opportuno farlo, vi leggerò gli articoli del Regolamento che parlano del fatto personale.

Articolo 77: “1. È fatto personale l’essere censurato nella propria condotta o il sentirsi attribuire fatti non veri od opinioni contrarie a quelle espresse. 2. Chi chiede la parola per fatto personale deve indicarlo. Il presidente decide se il fatto sussiste. Se l’interessato insiste, decide l’Assemblea per alzata di mano, senza discussione. Colui che ha dato origine con le sue affermazioni al fatto personale ha facoltà di parlare soltanto per precisare o rettificare il significato delle parole da lui pronunciate. Gli interventi relativi al fatto personale non possono superare i tre minuti”. Precisare o rettificare la consigliera Montalti ha il diritto di farlo. Vuole farlo?

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: A mia volta noto che le mie parole non sono state ascoltate attentamente. Scopro, ascoltando il consigliere Rainieri, che dice che non vuole dare i soldi alla Romagna, ratifica una cosa che…

 

(interruzione)

 

In questa discussione emergono un’aggressività e un’agitazione che evidentemente non sono consone a quest’aula.

 

(interruzione)

 

Quindi, il mio fatto personale è questo: sono stata…

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

Mi fa finire, consigliere Rainieri? Sono stata più volte citata in una maniera che secondo me non è consona per questa Assemblea, quindi richiamo gli altri consiglieri a mantenere i toni adeguati per una discussione civile.

 

PRESIDENTE (Soncini): Il consigliere Sassi ha chiesto di intervenire. Prego, a lei la parola.

 

(interruzione)

 

È iscritto ad intervenire il consigliere Sassi. Sto presiedendo e do la parola al consigliere Sassi.

Prego, consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Sentire in quest’aula che bisogna fare squadra, cercare di evidenziare i problemi e cercare insieme delle soluzioni da chi in realtà non ha mai accettato proposte dalla minoranza affossandole, è quasi ridicolo.

Ho sentito che sì, dobbiamo evidenziare il problema e dobbiamo insieme cercare una soluzione. Ma il problema è che in realtà i problemi sono n, chiaramente, e se ne affronta uno alla volta, quindi ogni problema va giustamente evidenziato e ogni problema va affrontato, sono perfettamente d’accordo. Ma consideriamo il fatto che ci sono tanti problemi che sono stati quasi sempre ignorati e continuano quasi sempre ad esserlo. Non ultimo quello del dissesto idrogeologico: ricordo quell’intervento in aula del collega Taruffi, che diceva, sulle grandi opere, che le nostre regioni dovrebbero essere legate a un intervento massiccio proprio per il dissesto idrogeologico, che è importante, che porterebbe anche tanti posti di lavoro che sono auspicati anche dal nostro presidente.

Ricordo che per evidenziare il problema dei ponti che stanno crollando sul Po, c’è voluto un contadino che rilevasse il problema, non un ente della regione…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Silenzio, grazie.

 

SASSI: Quindi, anche la parte del monitoraggio che dovrebbe fare questa Regione non è così efficiente. Questa efficienza non aumenterà con l’aumentare dell’autonomia.

Evidenziamo che c’è un problema che va risolto. Bene. Quando le risoluzioni sono fatte in tal senso, mi troverà sempre favorevole, chiunque le faccia. Non mi interessa la bandierina. Non mi è mai interessata. Continuiamo a cercare di trovare soluzioni insieme quando le soluzioni sono il vero obiettivo. Quando le risoluzioni vengono costruite per fare facile polemica, sinceramente, credo che in quel caso si sia perso, sì, veramente tempo e occasioni. Come si è detto anche stamattina, si tende a perdere tempo su questioni che normalmente dovrebbero essere più concrete. Su questo mi trova assolutamente favorevole.

Non credo che la risoluzione a prima firma Montalti sia esclusivamente finalizzata all’identificazione della soluzione di un problema, ma quello è un problema mio, è una mia lettura politica. Dal punto di vista del fatto che il problema vada rilevato, affrontato e risolto sono perfettamente d’accordo. Non credo che questa sia la modalità migliore, però è una modalità.

A questo punto, chiudo semplicemente dicendo che preferisco mangiarmi la piadina con il prosciutto di Parma. Quindi, difficilmente vedrei bene divisa la regione. Certo è che la Regione viene gradualmente divisa dalla Lombardia, perché stanno crollando i ponti. Da un lato, se formalmente la teniamo unita, praticamente la dividiamo in altro modo. Teniamo unita l’Emilia-Romagna e poi la isoliamo dal resto dell’Italia, non facendo quella manutenzione che andrebbe fatta seriamente e non sulla carta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Ci sono altre dichiarazioni di voto? Se non ci sono altri, passiamo alla votazione.

Metto in votazione l’oggetto 7919, a firma dei consiglieri Montalti, Rossi, Bessi, Calvano, Zoffoli, Rontini, Caliandro, Campedelli, Bagnari, Lori, Iotti, Poli, Zappaterra, Ravaioli, Soncini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

(La risoluzione oggetto 7919 è approvata a maggioranza dei presenti)

 

Metto in votazione l’oggetto 8025, a firma dei consiglieri Bertani, Pompignoli, Sensoli, Liverani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

(La risoluzione oggetto 8025 è respinta a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7377

Risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire, nel prossimo assestamento di bilancio, progetti attivi sul territorio che operino nell’ambito dell’aiuto alle gravidanze difficili, promuovendo inoltre un progetto ad hoc che sia diretto all’aiuto delle donne in gravidanza che si trovino in stato di difficoltà. (26 10 18) A firma del Consigliere: Tagliaferri

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 8026

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il suo impegno per la difesa e la piena attuazione della legge n. 194/1978 in tutte le sue parti, che prevedono anche la tutela della salute della donna, in particolare nel momento della scelta di proseguire o meno la gravidanza, nonché a implementare finanziamenti per i progetti orientati al sostegno di donne in gravidanza e genitorialità in condizioni difficili. A firma dei consiglieri: Mori, Prodi, Rontini, Caliandro, Francesca Marchetti, Torri, Taruffi, Calvano, Rossi, Zoffoli, Ravaioli

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo ora all’oggetto 7377: risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire, nel prossimo assestamento di bilancio, progetti attivi sul territorio che operino nell’ambito dell’aiuto alle gravidanze difficili, promuovendo inoltre un progetto ad hoc che sia diretto all’aiuto delle donne in gravidanza che si trovino in stato di difficoltà. A firma del consigliere Tagliaferri.

A questo oggetto è stata abbinata in aula la risoluzione 8026: risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il suo impegno per la difesa e la piena attuazione della legge n. 194/1978 in tutte le sue parti, che prevedono anche la tutela della salute della donna, in particolare nel momento della scelta di proseguire o meno la gravidanza, nonché a implementare finanziamenti per i progetti orientati al sostegno di donne in gravidanza e genitorialità in condizioni difficili. È a firma dei consiglieri Mori, Prodi, Rontini, Caliandro, Francesca Marchetti, Torri, Taruffi, Calvano, Rossi, Zoffoli e Ravaioli.

Apro a questo punto la discussione generale congiunta sulle risoluzioni. Sono dieci minuti, come sempre.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Presidente e colleghi, considerando l’estrema delicatezza del tema, vi prego di prestare particolare attenzione alla mia esposizione, al fine di evitare fraintendimenti.

 

(interruzione)

 

Prego?

 

(interruzione)

 

Certo, cercherò di accontentarla.

Nell’accingermi a illustrare questa risoluzione, voglio subito spazzare il campo da un possibile equivoco, che già so che sarà utilizzato in chiave strumentale e pretestuosa da quanti si vorranno opporre a questo documento. Ebbene, il mio intervento, proprio come questa risoluzione, non ha l’ambizione di trattare tout court della legge n. 194 del 1978. Non intendo fare revisionismo alcuno né perdermi a elencare ciò che la Regione già fa, servendosi di un’efficiente e capillare rete consultoriale.

La legge n. 194/1978, come altre leggi, può piacere o non piacere. C’è chi la può considerare come una conquista di civiltà e chi, al contrario, la considera come la legittimazione di un crimine aberrante. Comunque la si pensi, è legge dello Stato, quindi come tale va rispettata, ma aggiungo rispettata nel suo insieme.

Quando il Parlamento legiferò all’indomani del referendum sull’aborto, lo fece, a mio parere, con un equilibrio davvero encomiabile, arricchendo il testo di pesi e contrappesi per evitare che una materia tanto delicata e divisiva rischiasse di essere stravolta in sede applicativa.

Nella risoluzione non esprimo né giudizi di merito sulla legge né giudizi morali, semplicemente prendendo un testo, il testo per l’appunto della legge n. 194/1978, cerco di distinguere quali parti sono applicate quasi con morboso delirio ideologico e quali, invece, sembrano dimenticate, quasi fossero appendici accessorie un po’ demodé.

Proprio su queste ultime intendo concentrare la mia attenzione, perché le giudico come contrappesi essenziali, posti dal legislatore nazionale per evitare che la legge in questione venisse snaturata.

Se a distanza di quarant’anni la 194, soprattutto in questa regione è conosciuta e celebrata come la legge che ha legalizzato l’aborto, significa che è andata persa l’altra faccia della 194, cioè quella della tutela della maternità. Il titolo completo di questa legge, infatti, è “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. E proprio da qui voglio partire. L’articolo 2, nel tracciare i compiti dei consultori familiari, precisa che assistono la donna in stato di gravidanza, attuando direttamente, proponendo all’ente locale competente o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a), contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza. Sempre il medesimo articolo, al penultimo comma, prevede testualmente che “i consultori, sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.

Il legislatore, anche se forse qualcuno potrebbe essere tanto ottuso da ritenerlo, non pone questo comma per dare un contentino all’associazionismo, o al volontariato cattolico perché digerisca il testo di legge nel suo insieme. Ben lo si comprende all’articolo 4, dove, nel sancire il diritto all’interruzione di gravidanza da parte della donna nei primi 90 giorni dal concepimento, si dà atto che ciò possa avvenire in circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito.

Ritengo che non sia casuale l’accento posto in merito alle sue condizioni economiche, sociali o familiari, tanto che l’articolo 5, al primo comma, ritorna su questo elemento precisando che il consultorio e le strutture sociosanitarie, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici hanno il compito in ogni caso, specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità, della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti; di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero all’interruzione della gravidanza; di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre; di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.

Altrettanto, quando la donna si rivolge al medico di propria fiducia, questi, compiuti gli accertamenti sanitari necessari, è tenuto ad informarsi, nel rispetto della dignità e della libertà della donna; valuta con la donna stessa e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, anche sulla base dell’esito degli accertamenti di cui sopra, le circostanze che la determinano a chiedere l’interruzione della gravidanza. Altrettanto, la informa sui diritti a lei spettanti e sugli interventi di carattere sociale cui può fare ricorso, nonché sui consultori e le strutture sociosanitarie.

Come si vede anche in questo frangente, il richiamo agli interventi di carattere sociale cui fare ricorso non è certamente una semplice casualità. L’articolo 5, ultimo comma, chiarisce che, se non viene riscontrato il caso di urgenza, al termine dell’incontro, il medico del consultorio o della struttura sociosanitaria o il medico di fiducia, di fronte alla richiesta della donna di interrompere la gravidanza sulla base delle circostanze di cui all’articolo 4, le rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, attestante lo stato di gravidanza e l’avvenuta richiesta e la invita a soprassedere per sette giorni. Trascorsi sette giorni, la donna può presentarsi per ottenere l’interruzione della gravidanza sulla base del documento rilasciatole ai sensi del presente comma, presso una delle sedi autorizzate. Tale lasso di tempo è evidentemente posto dal legislatore con lo spirito di consentire una meditazione approfondita non solo in ordine alla decisione assunta, ma – ritengo – soprattutto se la decisione deriva dalle sue condizioni economiche, sociali o familiari, in ordine a eventuali soluzioni di supporto, onde lasciare quella dell’interruzione di gravidanza quale ultima opzione.

Ebbene, questo è proprio lo spirito con il quale ho scritto questa risoluzione, lo stesso spirito che ritengo stia complessivamente alla base della n. 194/1978, che, se da un lato legalizza l’interruzione di gravidanza, al contempo cerca di offrire alla donna, nel complesso, tutta una serie di tutele per fare in modo che questa soluzione costituisca soltanto un’ultima ratio ben meditata, soprattutto nei casi in cui il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza ha quale movente principale la condizione economica.

Da un’approfondita analisi, gli stessi dati contenuti nell’ultimo rapporto sulle interruzioni volontarie di gravidanza in Emilia-Romagna, presentato dalla Regione nell’ottobre scorso, sembrano suggerire come una delle cause del ricorso all’IVG sia riscontrabile nello stato di difficoltà economica nel quale possono trovarsi la donna o la famiglia stessa. Se, infatti, complessivamente si registra una diminuzione dell’IVG, dall’altro lato aumenta il ricorso all’IVG fra le donne che risultano avere già almeno un figlio (64 per cento).

Altrettanto è in continua ascesa il dato relativo alle IVG ripetute: se nel 2000 in questo campo l’Emilia-Romagna si situava sopra la media nazionale di un solo punto percentuale, oggi i punti percentuali in più sono saliti a cinque. Va, inoltre, notato come un tale dato non sia collegato al crescente numero di stranieri, in quanto nell’arco di diciassette anni di indagine il ricorso all’IVG da parte delle donne straniere nella nostra regione è rimasto sostanzialmente stabile, con percentuali comprese fra il 39 e il 41 per cento. È, invece, in aumento il dato delle donne italiane, che passa dal 25 per cento del 2000 al 30 per cento del 2017, con dati di picco di quasi il 33 per cento nel momento in cui più si risentiva della crisi.

Come dicevo poc’anzi, questi dati relativi all’acuirsi del ricorso all’IVG negli anni di maggiore intensità della crisi economica e del suo concentrarsi su donne che già hanno uno o più figli possono essere sintomatici di come il movente che sta alla base dell’IVG possa essere sempre più legato alla mancanza di stabilità economica. Perché, quindi, escludere nella quasi totalità dei casi reti di volontariato che possano offrire supporto? Perché togliere la possibilità di ricorrere alla carità altrui? Perché negare o pubblicizzare l’esistenza di queste realtà? Su questo fronte ritengo che la Regione dovrebbe agire, invece vedo grosse inerzie che francamente non comprendo.

Realtà come il “Progetto Gemma”, realizzato dalla Fondazione Vita Nova, hanno proprio lo scopo di sostenere madri che versano in condizioni di difficoltà attraverso un servizio per l’adozione prenatale a distanza. Dal 1994 ad oggi, attraverso questo progetto dei centri per la vita, sono state aiutate migliaia di donne durante la gravidanza e nell’anno immediatamente successivo. Utilizzare risorse come questa significa aumentare le potenzialità stesse offerte dal servizio pubblico grazie all’ausilio del volontariato.

Esistono, comunque, tante esperienze di adozione a vicinanza di mamme sole o con bambini realizzate da alcune diocesi. Quello che francamente non capisco…

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, se vuole concludere, il tempo è finito.

 

TAGLIAFERRI: Sto finendo.

Dicevo, quello che francamente non capisco è perché tali iniziative debbano spaventare soltanto perché provengono dal mondo cattolico. Perché è possibile fare sinergia con il volontariato cattolico per l’assistenza agli immigrati e, invece, non lo è per l’accoglienza della vita? Perché prima il sodalizio è pieno e poi diviene scomodo e ingombrante?

L’invito, quindi, che formulo alla Regione per dare piena applicazione a tutte le sfaccettature della legge n. 194/1978 è quello di permettere all’associazionismo tutto di essere coinvolto nell’attività dei consultori pubblici, permettendo a queste realtà di affiancare non nel percorso di scelta, che solo alla donna aspetta, con l’ausilio del padre del concepito, ove la donna lo consenta, ma in quello informativo prima e dell’assistenza poi, consentendo così, nel caso, di fornire supporto per i mesi della gravidanza e per il primo o i primi anni di vita del nascituro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Sono stata elastica col consigliere Tagliaferri, quindi lo sarò anche con la consigliera Mori, che ha chiesto di intervenire.

 

MORI: Grazie, presidente.

Devo dire che mettere al centro della discussione la 194 e la sua attuazione in tutte le sue parti, quindi anche le sensibilità politiche, sociali e civili che ad esse sono connesse, è un elemento di grande riflessione, di grande importanza, che ci deve portare ad essere ambiziosi.

Perché dico “ad essere ambiziosi”? Mi riferisco all’incipit con il quale si dice che non si ambiva ad essere completi. Purtroppo, però, su questi temi così importanti e significativi anche la forma delle risoluzioni dà senso e sostanza agli argomenti che noi trattiamo.

Perché dico questo? Perché un primo dato, un primo elemento che ci ha fatto risolvere a depositare un’alternativa di pensiero e di obiettivi rispetto alla proposta del collega è proprio la pochezza della scrittura presentata. Non pochezza in senso dispregiativo, ma pochezza proprio per la strutturazione del pensiero e del contesto in cui la proposta si incardina.

Cosa voglio dire? Voglio dire, per chi è abile con i testi e con il pensiero, che non si può rinnegare, oppure ignorare gli elementi di strutturalità che questa regione ha dato, formato e costruito nei servizi consultoriali e di sostegno, non soltanto alla maternità consapevole, perché non esiste solo la donna e il dovere della donna di essere consapevole rispetto ai figli e alla famiglia, ma esiste la genitorialità consapevole, partendo dalla libera scelta consapevole della donna. Questo è un passaggio che ci porta a dover riconoscere tanti passi approfonditi, e servizi importanti che la regione ha messo in atto e consegnato all’utilità dei cittadini.

Perché dico questo? Perché la Regione Emilia-Romagna non soltanto si è risolta a costruire una rete di servizi molto potente, che fra l’altro si rivolge anche a fasce adolescenziali nell’ambito degli spazi giovani, giovani adulti, dei nostri consultori, quindi con un servizio pubblico che garantisca l’attuazione piena della legge in collaborazione anche con le associazioni del territorio, ma ha fatto di più. Ha fatto anche un approfondimento importante rispetto al perché si può arrivare ad una scelta così impegnativa, come l’interruzione volontaria di gravidanza, attraverso due ricerche. L’ultima è stata promossa proprio nell’ultima nostra Commissione congiunta assembleare con la Commissione politiche per la salute. Gli aspetti motivazionali sono importanti e devono essere indagati proprio per predisporre strumenti adeguati per prevenire ogni scelta difficile, ogni condizione di disagio, di lesione della dignità della donna, della sua salute, ma, più in generale, della genitorialità e della famiglia.

Al contrario nell’incedere testuale della risoluzione che ci viene proposta oggi con questo tema così impegnativo, sembra che siamo nel deserto dei tartari e che ci stiamo muovendo senza orizzonti. Visto che, invece, gli orizzonti ci sono, sono strutturati e sono pubblici, “pubblici” intesi come regia di applicazione e garanzia della 194, lo dobbiamo dire.

Dobbiamo dire anche come riconoscere le professionalità, i professionisti e le professioniste di questi servizi, che li rendono sempre più fruibili e accessibili a tutte le donne, anche alle donne immigrate che, come ci è stato detto ampiamente in Commissione, con l’ultimo rapporto in particolare, sono quelle dove davvero la diminuzione dell’interruzione volontaria di gravidanza è maggiore, perché effettivamente la cultura, la consapevolezza, l’approfondimento rende liberi. Questo è poco, ma sicuro. Liberi di scegliere e liberi di essere quello che si vuole, sempre nel rispetto delle norme vigenti e anche di una costruzione dei servizi che si interessano alla donna con una presa in carico olistica. “Olistica” significa da tutti i punti di vista. Invece mi sembra che il punto di vista molto riduttivo che ci è stato proposto sia un punto di vista, ad esempio, che non considera tanti aspetti relativi all’interruzione volontaria di gravidanza. Non riaffermando compiutamente la necessità di un sistema pubblico a supporto dell’attuazione piena della 194, in qualche modo si vuole dire che si fa anche senza. Questo si è capito e questo si è compreso.

Inoltre, non esiste un progetto. La risoluzione in qualche modo dice: finanziamo un progetto ad hoc. In realtà, la nostra Regione indica, individua, valorizza le persone, ciascuna per la propria personale storia ed esperienza. Noi andiamo verso una cura e un’assistenza personalizzata nel Servizio sanitario, figuriamoci se per esperienze così impegnative, come possono essere quelle di un’interruzione di gravidanza, ci affidiamo a un progetto unico che valga per tutti, ci affidiamo a dare criteri e indicazioni a professionisti, invece, che sono tenuti a leggere le condizioni nella compiutezza, che il collega ha letto, della legge n. 194, che noi stiamo tentando di affrontare in modo serio, in modo corretto e con tutti i servizi a disposizione, comprese le associazioni, che però non possono essere associazioni che in qualche modo ritengono assassine le donne che intervengono con l’interruzione di gravidanza e che esercitano un diritto, o che rinnegano la legge n. 194 come applicazione, perché, come si diceva, visto che è una legge dello Stato, va rispettata.

Nella seduta congiunta quello che si è rilevato e che ci rinfranca, ci conforta rispetto al fatto di operare a servizio dei nostri cittadini e delle nostre cittadine anche per gli obiettivi della legge n. 194 è il fatto che le interruzioni sono in costante diminuzione. Noi affronteremo, quando l’assessore Venturi andrà a negoziare il Piano sanitario nazionale, anche tutti i temi relativi alla sanità applicata alle donne, dalla medicina di genere agli obiettori di coscienza e quant’altro.

Sul punto, invece, dell’attuazione della legge n. 194 anche dal punto di vista sociale, devo dire che su questo non transigiamo. Ed è per questo che noi siamo d’accordo su un punto, perché in effetti i progetti devono essere sostenuti e, quando si crede nei progetti in questo caso di attuazione della legge n. 194, devono essere sostenuti anche con le risorse. Quindi, noi siamo d’accordo - questo è il punto di contatto - nell’implementare nel prossimo assestamento di bilancio i finanziamenti per progetti orientati certamente al sostegno delle donne in gravidanza e della genitorialità in condizioni di difficoltà, di vulnerabilità, perché stiamo parlando di complesse relazioni. Non possiamo pensare in modo isolato, in modo individuale, ma olistico. E soprattutto il sostegno agli strumenti che in qualche modo possano evitare questo approdo, che sono gli strumenti di prevenzione delle gravidanze indesiderate e di conservazione della fertilità sia maschile che femminile, oltre che la rete consultoriale.

Allora il fatto di approcciare a problemi molto complessi, articolati e di grande impatto sia ideale che emotivo con soluzioni altrettanto articolate è molto importante, perché altrimenti la semplificazione su questi temi può diventare anche grevità nell’approccio, e noi non possiamo permettercelo in regione Emilia-Romagna perché non siamo un modello – il presidente non vuole che diciamo questo –, ma su alcuni temi, sui servizi pubblici rispetto a questi delicatissimi temi, noi, a livello nazionale possiamo portare testimonianze avanzate, in Piemonte come in Sicilia.

Questo per noi è garanzia, per le donne, per le famiglie, per una genitorialità consapevole, di fare il nostro dovere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Mori.

La parola alla consigliera Prodi.

 

PRODI: Grazie, presidente.

Mi ero iscritta ad intervenire, per quanto l’intervento della collega Mori abbia già comunque risposto con argomenti che mi trovano completamente favorevole.

Nel merito della risoluzione del collega Tagliaferri mi dichiaro totalmente contraria a finanziare associazioni che non riconoscono la piena applicazione della 194, ovvero, l’autonomia della scelta da parte delle donne, che deve essere libera, come anche diceva la consigliera Mori. Non si possono appoggiare associazioni che puntano alla colpevolizzazione della donna. Sono posizioni insostenibili e secondo me incompatibili, in un contesto pubblico, appunto, che deve garantire la piena applicazione della legge 194.

Per quanto riguarda la risoluzione, poi, onestamente i dati sono molto strumentali, perché se uno invece studia i rapporti regionali sull’interruzione volontaria di gravidanza nella nostra regione, si rende conto che c’è un trend di applicazione di successo della legge. In particolare, il trend è negativo per quanto riguarda le IVG, soprattutto nelle fasce vulnerabili. Ma se uno segue i lavori delle Commissioni con una certa regolarità, sia della IV che della Commissione parità, queste sono discussioni, sono analisi costanti. C’è un monitoraggio costante da parte dei colleghi e delle colleghe della maggioranza su questo.

Il tema è invece ribaltato: più consultori, più servizi, monitorare che ci siano gli obiettori nelle strutture, e anche un tema sulla RU486 e come facilitare un percorso che vada verso la sua somministrazione extraospedaliera, sempre per avere un’applicazione socialmente adatta di questa legge che ancora oggi si rivela una legge utile, sensata e saggia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie.

Siamo in discussione generale congiunta. Ci sono altri iscritti?

Consigliere Torri Yuri, prego.

 

TORRI: Grazie, presidente.

Per esprimere, oltre che con la firma, anche con un intervento il sostegno al documento, che ho sottoscritto insieme alla collega Mori e ad altri colleghi, riguardo un tema che ci ha visto confrontarci in diverse occasioni, in quest’aula e in Commissione, e che merita un confronto, partendo – penso – come ha fatto anche il collega Tagliaferri, anche se le mie conclusioni saranno differenti, dalla legge n. 194, un testo tra i più importanti che hanno riguardato la vita politica e sociale del nostro Paese, un testo che ha ancora una propria vitalità e ha ancora la necessità di essere pienamente applicato e che anima, giustamente, confronti come quello di oggi, frutto di un confronto parlamentare e sociale importante, che ha prodotto un testo equilibrato e, per certi versi, avveniristico, che merita rispetto e piena applicazione, frutto di un contesto parlamentare e sociale e di un confronto anche acceso, ma capace di portare a una produzione legislativa, di cui via via penso si siano perse le tracce, che però, invece, è proprio di momenti alti di politica, al di là dei contenuti, nella elaborazione legislativa.

Da questo punto di vista, il primo concetto importante che il documento che ho sottoscritto e che sostengo esplicita è quello di una piena applicazione di un testo del genere, in tutti i suoi aspetti, che – come dicevo prima – sono equilibrati, oltre a essere tuttora all’avanguardia.

Due parole chiave che mettiamo nel nostro testo all’inizio e che ci accompagnano in questa piena applicazione sono “consapevolezza” e “competenza”. Consapevolezza e competenza si fanno con una rete di conoscenze, una rete di sostegno pubblica, proprio perché individuata dalla legge, che deve aiutare la donna prima di tutto e, in generale, la famiglia, quindi i genitori, a compiere una scelta che sia pienamente consapevole e, di conseguenza, pienamente libera.

Negli equilibri della legge, nella rete pubblica di cui i consultori sono un elemento essenziale, trovo il perno di questa libertà di scelta, la garanzia che questa scelta sia libera. Da qui la necessità di insistere, in un momento e in un confronto come questo, sulla piena applicazione della legge n. 194 in particolare nell’implementazione della rete dei consultori, con un lavoro che io, per quanto ho potuto vedere in Commissione e per quanto abbiamo potuto misurare in questi anni, non trovo inerte, ma piuttosto trovo interessante, nel momento in cui si intraprendono iniziative che riguardino anche gli uomini, le figure maschili, negli aspetti che riguardano la genitorialità e la sessualità, e allo stesso modo quando vengono fatte iniziative esplicitamente rivolte ai giovani, tali da consentire una maggiore conoscenza e consapevolezza delle problematiche e dei temi della prevenzione e di altri temi sociali, nella rete dei consultori, quindi in un ambito condiviso a livello amministrativo che veda la rete pubblica come principale attore e garante di questa neutralità e, quindi, di una piena consapevolezza. Da qui la necessità di investire su questi aspetti.

Ricordo un altro documento che tendeva a potenziare e sviluppare alcuni aspetti della legge n. 194, che avevo presentato come primo firmatario e che era stato sottoscritto anche dal collega Taruffi, in quel caso si parlava dell’obiezione di coscienza. Il tema deve essere la piena applicazione, la piena presentazione di tutte le opzioni che un genitore, una donna può avere di fronte, la possibilità di fare una riflessione che sia il più possibile ampia e serena in un momento che sicuramente non è semplice, in un modo o nell’altro, perché è un passaggio della vita fondamentale, e quindi accompagnare con tutti gli strumenti e con una visione il più possibile completa in questo momento le persone, i nostri concittadini. Questo lo si fa con leggi equilibrate e con strumenti il più possibile neutrali. In questo caso noi, penso giustamente, individuiamo i consultori come elemento di garanzia e la conoscenza e la competenza come parole chiave di un metodo, che deve essere offerto a tutti i cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere.

Non ho al momento iscritti in discussione generale congiunta sulle risoluzioni.

Non avendo iscritti, passo alla dichiarazione di voto congiunta sulle risoluzioni. Cinque minuti per gruppo.

Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo intanto per chiedere la votazione per parti separate della risoluzione del collega Tagliaferri, perché non condividiamo l’impostazione delle premesse e crediamo che sia un po’ troppo conservatrice la posizione del collega rispetto a questa tematica.

Il dispositivo è abbastanza generico, quindi solo sul dispositivo ci asterremo, mentre voteremo favorevolmente la risoluzione del Partito democratico.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera.

Ci sono altri iscritti in dichiarazione di voto congiunta sulle risoluzioni?

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Purtroppo temevo che il dibattito prendesse questa piega, ma ritengo che un tentativo andasse fatto.

Devo constatare che ancora una volta questa maggioranza soggiace ad una visione ideologica, che ha preso il sopravvento rispetto ad un’applicazione tout court della legge 194/1978, che per voi deve essere e restare di sola gestione pubblica, escludendo quell’associazionismo che non vi aggrada.

Evidentemente, i quarant’anni appena trascorsi non sono ancora stati sufficienti per uscire dagli schemi sulla base dei quali quel referendum si giocò. A questo punto, se ideologicamente non si vuole coinvolgere all’interno delle realtà consultoriali l’associazionismo cattolico, almeno la regione si impegni, proprio come richiesto dal secondo punto del dispositivo della risoluzione, a farsi promotrice di un progetto specificatamente dedicato ad alleviare la situazione di donne che trovandosi in stato di grave difficoltà economica sono costrette a ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. Altre strade vengono di fatto loro precluse dalla situazione contingente.

Ricordo poi alla collega Mori che la 194/78 in nessuna sua parte prevede un tribunale speciale per giudicare chi può aiutare e chi no. Per quanto attiene alla vostra risoluzione, vedo che si continua a citare una piena applicazione della 194/78, intendendo come tale ciò che è stato fatto dalla regione fino ad oggi. Questo non ci può vedere d’accordo.

Quanto ai futuri stanziamenti di bilancio, un parere lo daremo quando vedremo le somme stanziate. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere.

Se non ci sono altri iscritti in dichiarazione di voto, non avendo altri iscritti in dichiarazione di voto, controllo se ci sono gli scrutatori.

La consigliera Rontini si è iscritta.

Prego, consigliera Rontini.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Solo per ribadire, rispetto a quanto precisava il consigliere Tagliaferri, che da parte nostra, come ha ben illustrato in discussione generale la consigliera Mori, non c’è nessuna posizione ideologica, ma c’è semplicemente la volontà – come in questa Regione è sempre stato fatto, come dimostrano i dati che citiamo nella nostra risoluzione, dati emersi più volte anche grazie al lavoro delle Commissioni politiche per la salute e politiche per la parità – di continuare a dare piena attuazione e applicazione alla legge n. 194 in tutte le sue parti.

Abbiamo citato non a caso nella nostra risoluzione l’articolo 1, dove si dice che lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio e dove si specifica che l’interruzione volontaria della gravidanza non è un mezzo per il controllo delle nascite. I cali del ricorso all’aborto in questa regione da anni testimoniano proprio questo.

Abbiamo citato anche l’articolo 2, dove si mette in evidenza quello che è stato e che è il ruolo dei consultori familiari, istituiti dalla legge 29 luglio 1975. Dispiace che il consigliere Tagliaferri tenti di strumentalizzare un tema che riguarda la vita delle donne, la vita delle famiglie, la vita dei genitori in un momento particolarmente difficile e complicato. Come diceva il collega Torri, qualunque scelta libera e consapevole, come dice la legge, è comunque una scelta che interroga le donne, le mamme, i genitori. È proprio la legge n. 194 che parla dell’eventuale possibilità, sulla base di Regolamenti e convenzioni, di avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni di volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita. Ci sono esempi anche in questa regione. Ci sono esempi nelle province di Forlì, di Reggio Emilia, in tanti territori di questa regione.

È sul solco della legge n. 194 e della sua piena applicazione che noi continueremo a lavorare in questa Regione, avendo a cuore la salute delle mamme, delle donne, dei bambini, dando piena applicazione a questa legge in tutte le sue parti, senza ideologie e senza neanche strumentalizzazioni.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Rontini.

La parola alla consigliera Prodi.

 

PRODI: Ribadisco, rispetto al voto negativo alla risoluzione, che ritengo non sia corretto che i fondi pubblici regionali vadano ad associazioni, ad esempio come all’associazione della quale la presidente eletta l’anno scorso sostiene che “la legge n. 194 è totalmente iniqua non solo perché offende la vita, ma anche perché offende la verità”. Questo lo dico alla consigliera Piccinini, perché non è vero che il dispositivo è neutro, il dispositivo non distingue nella capacità delle associazioni di recepire il messaggio intero della legge n. 194. Quindi, questa è una risoluzione che va apertamente in un certo senso, quindi inviterei a essere meno ingenui.

Comunque, il voto è negativo con grande convinzione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Mi scusi, consigliere Tagliaferri, lei ha già fatto la dichiarazione di voto…

 

(interruzione del consigliere Tagliaferri)

 

Vuole chiedere il voto elettronico. Sì, okay. Mi scusi. Su tutte e due le risoluzioni o solo sulla sua?

 

(interruzione del consigliere Tagliaferri)

 

Okay.

Consigliera Piccinini, è già intervenuta.

 

(interruzione della consigliera Piccinini)

 

Cioè?

 

(interruzione della consigliera Piccinini)

 

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Intervengo per fatto personale per specificare meglio ciò che ho detto in dichiarazione di voto, perché la collega ha interpretato ciò che io ho detto.

Il dispositivo, ripeto, chiede che si finanzino associazioni e progetti attivi sul territorio che operino nell’ambito dell’aiuto alle gravidanze difficili. Io non so se si vuole intendere le associazioni che lei ha individuato. Se è così, chiedo al collega Tagliaferri di esplicitare questa cosa. Se non viene esplicitato, io mi attengo a quello che è scritto nel dispositivo, e nel dispositivo non è scritto ciò che la consigliera Prodi ha dichiarato. Quindi, io sono tenuta a votare ciò che è scritto qui.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera.

Ci sono altri? Consigliera Prodi, può rettificare. Prego.

 

PRODI: Credo che siamo proprio fuori dall’ambito del fatto personale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Chiusa così.

A questo punto, visto che non ho altri iscritti in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione con voto elettronico dell’oggetto 7377, a firma del consigliere Tagliaferri.

Vi ricordo che votiamo la prima parte, cioè il “premesso che” e il “considerato che”, cioè tutta la risoluzione fino a “particolarmente critico”. Si può votare.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

Presenti 33

Favorevoli 6

Contrari 27

Astenuti 0

 

È respinta.

 

Passiamo al voto, adesso, della seconda parte, cioè “impegna la Regione” sull’oggetto 7377, a firma del consigliere Tagliaferri.

Si vota la seconda parte.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

Presenti 34

Favorevoli 6

Contrari 26

Astenuti 2

 

È respinta.

 

A questo punto, procediamo con il voto dell’oggetto 8026, a firma dei consiglieri Mori, Prodi, Rontini, Caliandro, Francesca Marchetti, Torri, Taruffi, Calvano, Rossi, Soncini, Zoffoli, Ravaioli, Boschini, sempre con votazione elettronica.

Potete votare.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

Presenti 34

Favorevoli 27

Contrari 0

Astenuti 6

 

È approvato.

 

Cosa succede? Consigliera Mori, prego.

Potete dare la parola alla consigliera Mori.

 

MORI: Chiedo scusa. Dicevo di aver votato a favore e che non ha registrato il voto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Certamente. Lo mettiamo a verbale. Grazie.

La seduta è tolta. Ci vediamo alle ore 14.

Vi saluto.

 

La seduta ha termine alle ore 13

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori: Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno il presidente della Giunta Stefano BONACCINI. Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI, la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta SALIERA e i consiglieri Stefano BARGI, Barbara LORI e Raffaella SENSOLI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 7377 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire, nel prossimo assestamento di bilancio, progetti attivi sul territorio che operino nell'ambito dell'aiuto alle gravidanze difficili, promuovendo inoltre un progetto ad hoc che sia diretto all'aiuto delle donne in gravidanza che si trovino in stato di difficoltà. A firma del Consigliere: Tagliaferri”

 

Votazione I parte

 

Presenti: 34

 

Favorevoli: 6

Michele FACCI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Fabio RAINIERI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Contrari: 27

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 16

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Barbara LORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Votazione II parte

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 6

Michele FACCI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Fabio RAINIERI, Giancarlo TAGLIAFERRI,

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Barbara LORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

OGGETTO 8026 “Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il suo impegno per la difesa e la piena attuazione della legge n. 194 del 1978 in tutte le sue parti, che prevedono anche la tutela della salute della donna, in particolare, nel momento della scelta di proseguire o meno la gravidanza, nonché a implementare i finanziamenti per i progetti orientati al sostegno di donne in gravidanza e genitorialità in condizioni difficili. A firma dei Consiglieri: Mori, Prodi, Rontini, Caliandro, Marchetti Francesca, Torri, Taruffi, Calvano, Rossi, Ravaioli, Zoffoli, Boschini, Soncini”

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 28

Mirco BAGNARI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 6

Michele FACCI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Fabio RAINIERI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Barbara LORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 7881 “Parere di conformità, ai sensi dell'art. 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo schema di Regolamento regionale per il funzionamento degli OIV della Regione Emilia-Romagna e degli Enti del Sistema delle Amministrazioni regionali. (Delibera Giunta regionale n. 90 del 21 01 19)” (197)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Tagliaferri:

«Al termine delle premesse dell’atto deliberativo sono integrate le seguenti parole:

“Considerato che:

-          l’articolo 49 della legge regionale 26 novembre 2001, n. 43 e ss.mm.ii., al comma 2 prevede testualmente: “L’Organismo indipendente di valutazione è composto da un collegio di tre esperti esterni, nominati dalla Giunta regionale, d’intesa con l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa, nel rispetto del principio di pari opportunità e di parità di genere, nonché dei criteri e delle procedure delineati con il regolamento di cui al comma 3”;

-          lo “Schema di Regolamento regionale per il funzionamento degli OIV della Regione Emilia-Romagna e degli Enti del Sistema delle Amministrazioni regionali”, all’articolo 8, comma 4, nulla prevede, limitatamente all’OIV-RER, circa la necessità di intesa con l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa in ordine alla nomina di nuovi componenti in sostituzione del componente dimissionario o revocato;

 

Evidenzia:

-          la necessità di integrare la previsione contenuta all’articolo 8, comma 4 dello “Schema di Regolamento regionale per il funzionamento degli OIV della Regione Emilia-Romagna e degli Enti del Sistema delle Amministrazioni regionali” circa il fatto che, limitatamente alla OIV-RER, la Giunta regionale sia chiamata alla nomina di nuovi componenti in sostituzione del componente dimissionario o revocato, d’intesa con l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa, così come previsto dall’articolo 49, comma 2, della legge regionale 43/2001 e ss.mm.ii.;”

 

Al termine del primo punto del partito deliberativo sono integrate le seguenti parole:

“unitamente alla raccomandazione dettagliata in premessa che costituisce parte integrante del presente atto”.»

(Respinto)

 

OGGETTO 7552 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad indicare, nelle linee guida del SSR, la lingua inglese come unica lingua integrativa all'italiano da inserire nelle nuove installazioni della segnaletica. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Daniele Marchetti:

«Si aggiunge dopo il “Ritenuto che” e prima di “Impegna il Presidente e la Giunta regionale” il testo seguente:

“Sottolineato che:

l’Ausl di Imola, in risposta all’approvazione in Consiglio comunale a Imola di un documento simile a questo, dichiarava che “la scelta di tradurre in arabo, francese e inglese, presa nel 2004, con il tempo e le verifiche di monitoraggio periodico ha mostrato alcuni problemi nella comprensibilità complessiva dei messaggi, foss’anche per il solo fatto che tutte le traduzioni doveva essere inscritte in spazi definiti e perdevano in leggibilità, o in quanto le traduzioni in lingue come l’arabo, che ha molte declinazioni a seconda del paese di provenienza dei cittadini, risultavano a volte non sufficientemente chiare rischiando di creare disorientamento piuttosto che supporto all’accesso”.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma della consigliera Piccinini:

«Al termine della sezione introdotta da “Impegna il Presidente e la Giunta regionale:” è aggiunto il testo seguente:

“, proseguendo quindi secondo la prassi in uso da anni presso l’AUSL di Imola.”»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma della consigliera Piccinini:

«Al termine della sezione introdotta da “Impegna il Presidente e la Giunta regionale:” è aggiunto il paragrafo seguente:

“A prendere in esame, in questo quadro, anche la previsione, di inserire, secondo una diffusa tendenza generale, ove esistenti, simboli e pittogrammi standardizzati a livello internazionale rappresentativi del contenuto dell’informazione.”»

(Respinto)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Soncini

Rancan - Torri

 

 

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