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245.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 28 MAGGIO 2019

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 8064

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per contrastare la carenza di medici in Emilia-Romagna e risolvere le conseguenti criticità. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

VENTURI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 7745

Interpellanza circa questioni e problematiche riguardanti la trasformazione da tasso variabile a tasso fisso di contratti relativi a derivati sottoscritti dalla Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Facci

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FACCI (FdI)

PETITTI, assessore

FACCI (FdI)

 

OGGETTO 7823

Interpellanza relativa alle problematiche insorte in ordine al trasporto delle salme dall’ospedale di Vergato alla camera mortuaria. A firma del Consigliere: Facci

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FACCI (FdI)

VENTURI, assessore

FACCI (FdI)

 

OGGETTO 8164

Interpellanza in merito allo sblocco di concorsi e procedure di stabilizzazione nella sanità. A firma della Consigliera: Sensoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

SENSOLI (M5S)

VENTURI, assessore

SENSOLI (M5S)

 

OGGETTO 8223

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per valorizzare, nei bandi per il reclutamento del personale regionale, il titolo di studio di dottore di ricerca. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

PETITTI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 8124

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Disposizioni urgenti in materia di organizzazione» (110)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

SABATTINI (PD)

FACCI (FdI)

PETITTI, assessore

FACCI (FdI)

PICCININI (M5S)

PICCININI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

POLI (PD)

 

OGGETTO 6149

Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Modifica della legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43 ‘Interventi a favore di forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della L.R. 14 aprile 1995, n. 37’» (111)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 6149/1 oggetto 8395 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO, relatore

CASELLI, assessore

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 8182

Proposta recante: «L.R. n. 16/2008 e ss. mm. ii. – Programma regionale degli interventi di promozione e sostegno della cittadinanza europea. Triennio 2019/2021». (Delibera Giunta n. 459 del 25 03 19) (202)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MONTALTI (PD)

 

OGGETTO 8232

Risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire il tema del risparmio idrico, in particolare delle acque potabili, tra le proprie priorità di primo livello, avviando un programma che, in tempi certi, raggiunga un completo rinnovamento della rete distributiva e, conseguentemente, ad adeguare, in aumento, i finanziamenti rivolti a tale finalità, anche richiedendo al Governo nazionale un analogo atteggiamento. A firma del Consigliere: Sassi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

SASSI (Gruppo Misto)

 

OGGETTO 7624

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare iniziative concrete per garantire la sicurezza dei pedoni, nel tratto stradale del ponte sul fiume Reno che collega, nella località Passo del Soldato, il Comune di Porretta Terme a quello di Castel di Casio, attuando inoltre in tempi brevissimi un progetto di ampliamento e messa in sicurezza dell'infrastruttura stradale, anche ricorrendo all'utilizzo dei finanziamenti di cui ai programmi attuativi del PNSS, per permettere ai pedoni, ed anche ai ciclisti, l'attraversamento del ponte in sede protetta. A firma dei Consiglieri: Facci, Taruffi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

FACCI (FdI)

TARUFFI (SI)

FACCI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 8124 - 8395 -6149

Emendamenti oggetti 8124 - 6149 - 8232 - 7624

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,18

 

PRESIDENTE (Saliera): Diamo inizio ai lavori della seduta pomeridiana n. 245 del giorno 28 maggio 2019.

Ha comunicato di non poter partecipare, ai sensi dell’articolo 65 del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini.

Hanno giustificato la loro assenza i consiglieri Bagnari, Iotti e Rancan e gli assessori Donini, Corsini, Gazzolo e Gualmini.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 8064

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per contrastare la carenza di medici in Emilia-Romagna e risolvere le conseguenti criticità. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

Vedo che sono presenti in aula la consigliera Gibertoni e l’assessore Venturi, per cui inizierei con l’interpellanza 8064 circa le azioni da porre in essere per contrastare la carenza di medici in Emilia-Romagna e risolvere le conseguenti criticità, a firma della consigliera Gibertoni, a cui do subito la parola.

Risponde l’assessore Venturi.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

L’interpellanza fa riferimento a un tema che portiamo spesso in quest’aula e su cui abbiamo molto spesso registrato l’interesse da parte della Giunta regionale o, perlomeno, la constatazione che questo tema effettivamente corrisponde alla realtà, quindi ad un’emergenza che possiamo definire “drammatica”. C’è una drammatica carenza di medici in Emilia-Romagna e la Regione ne è al corrente. Spesso è stato ricordato anche nelle parole della Giunta che c’erano una serie di processi già avviati tesi a porre rimedio a questa drammatica carenza.

Nell’interpellanza, in particolare, si fa riferimento all’assegnazione di una serie di incarichi e al fatto che la Regione Emilia-Romagna ha volutamente ignorato un dispositivo normativo nazionale, poi convertito definitivamente in legge, che però, se fosse stato preso in considerazione, avrebbe potuto sbloccare una serie di incarichi. Dato che viviamo in una situazione di emergenza, di carenza di medici, per quale motivo non è stata colta l’opportunità, scongiurando una situazione emergenziale che era già in essere e ascoltando, magari, i suggerimenti molto opportuni che venivano anche già segnalati da sigle sindacali. Su questo, che ho esposto in modo molto sintetico, ascolto volentieri la risposta dell’assessore Venturi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Venturi.

 

VENTURI, assessore: Consigliera, non abbiamo violato alcun dispositivo di norma nazionale. Anzi, ci siamo fatti promotori dell’applicazione corretta del decreto n. 135 del 2018, convertito con la legge n. 12 del 2019, tant’è che oggi posso anche ragionevolmente sostenere che l’interpretazione che abbiamo dato è condivisa anche dal Ministero della salute e anche dalle altre Regioni.

La cronistoria è un po’ questa: in attesa del nuovo accordo collettivo per la medicina generale il 26 febbraio scorso il gruppo tecnico assistenza territoriale della Commissione salute della Conferenza delle Regioni, che è coordinato dalla nostra Regione, ha tenuto un incontro con le altre Regioni nel corso del quale è stato concordato che gli iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale possono partecipare all’assegnazione degli incarichi convenzionali limitatamente agli incarichi pubblicati dalla Regione presso la quale stanno frequentando il corso, senza necessità di iscrizione alla graduatoria regionale vigente per l’anno in corso.

Questo evita ricorsi che già sono stati presentati in altri luoghi perché i medici che sono presenti in graduatorie di altre Regioni avrebbero potuto, senza un’interpretazione di questo tipo e che tra l’altro sarà inserita in uno dei decreti-legge in corso di approvazione da parte delle Camere, senza questo sarebbe stato dato avvio a tutta una serie di ricorsi che in qualche caso sono stati già presentati non nella nostra Regione.

Qualora espletate tutte le procedure di assegnazione attualmente previste dai vigenti accordi collettivi uno o più ambiti territoriali o di incarichi dovessero rimanere vacanti, la Regione interpellerà gli iscritti che stanno frequentando il corso di formazione specifica in medicina generale e che hanno presentato domanda partendo dai medici frequentanti il terzo anno di corso, seguiti da quelli frequentanti il secondo anno ed infine da quelli che stanno frequentando il primo.

A parità di annualità di frequenza i medici saranno ordinati in base alla minore età, al conseguimento del diploma di laurea, al voto di laurea, all’anzianità di laurea con priorità di interpello per i medici residenti nell’ambito carente per gli incarichi di assistenza primaria, o nel territorio aziendale per gli incarichi di continuità assistenziale ed emergenza sanitaria territoriale.

In merito all’iscrizione nella graduatoria regionale per la medicina generale valevole per l’anno 2020, le regioni hanno ritenuto, anche alla luce delle disposizioni dell’Accordo collettivo nazionale, di non riaprire i termini per la presentazione delle domande. Due regioni che avevano precedentemente accettato con riserva tali domande si sono impegnate anche a stralciare le richieste.

Il documento recante questi indirizzi è stato approvato dalla Commissione salute il 20 marzo 2019. La regione ha agito per applicare correttamente il DL 135, dando la possibilità ai medici interessati di presentare le domande nel mese di marzo e di partecipare alle assegnazioni di uno o più ambiti territoriali vacanti di assistenza primaria, o incarichi di continuità assistenziale ed emergenza sanitaria territoriale, demandando ad un nuovo Accordo collettivo nazionale, così come stabilito dal decreto stesso, l’individuazione dei criteri di priorità per l’inserimento nella graduatoria regionale valevole per l’anno 2020.

Segnalo, infine, che per quanto riguarda invece i rapporti di dipendenza, e quindi la normativa concorsuale, all’interno del Patto per la salute che abbiamo cominciato a discutere con il ministro della salute, il tema della carenza degli specialisti sarà affrontato compiutamente, insieme anche al fatto che, come la consigliera certamente sa, per quest’anno sono previste 8.000 borse di formazione-lavoro, a differenza dell’anno scorso, che erano poco più di 6.000.

Di questo quindi va dato atto, perché questo certamente nel corso di alcuni anni farà in modo che l’attuale situazione di difficoltà, specialmente in alcune specialistiche, sarà prontamente superata. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore.

La parola alla consigliera Gibertoni. Prego.

 

GIBERTONI: Grazie, assessore.

Abbiamo sempre a cuore la carenza degli operatori sanitari, che ci viene segnalata molto spesso da parte dei cittadini e da parte di chi a sua volta opera nel nostro Servizio sanitario regionale.

Anche questa occasione per noi era propizia per segnalare un’azione che la regione avrebbe potuto fare, nel pieno ambito della legalità. Come abbiamo detto prima, considerando che appunto la norma era già legge dello Stato a dicembre, e che a gennaio iniziava la raccolta delle domande, si potrebbe attingere anche dai corsisti di medicina generale per poter ampliare il numero dei professionisti che entravano e per poter ridurre la preoccupazione dei cittadini che appunto colgono nella loro vita quotidiana una carenza nel numero di operatori. 

Visto che le parole dell’assessore sono state, in ogni caso, di non negazione del problema, perlomeno rispetto al fatto che la carenza c’è e le azioni vanno messe in campo dalla Regione per poter fare in modo che venga colmata al più presto, altre Regioni hanno deciso diversamente rispetto alla Regione Emilia-Romagna, quindi hanno effettivamente considerato la legge e attinto alle graduatorie, permettendo così ai corsisti di medicina generale di poter accedere alle graduatorie regionali, quindi ai rispettivi incarichi convenzionali, riteniamo in ogni caso che nella pratica ancora non si stia facendo abbastanza, però abbiamo ancora davanti la possibilità di convocare l’assessore in Commissione, magari nel giro di qualche settimana, se darà la disponibilità, per fare il punto sia con i numeri sia con le azioni che sono già partite, che sono già cantierate e con quelle che a breve, anche in collaborazione e in interlocuzione con il Governo, verranno messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna per darci qualche scadenza che ci consenta di essere ottimisti in questo senso, dandoci la possibilità di fare, come consiglieri, anche una piccola clausola valutativa.

Se l’assessore vorrà, chiederei di poter dedicare parte di una prossima Commissione sanità alle azioni già fatte e a quelle che, invece, partiranno, alle interlocuzioni fatte con il Governo e soprattutto a un paio di scadenze che possiamo darci nell’ambito di questo 2019 per poter dire che in questo possiamo effettivamente essere d’esempio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 7745

Interpellanza circa questioni e problematiche riguardanti la trasformazione da tasso variabile a tasso fisso di contratti relativi a derivati sottoscritti dalla Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Facci

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’interpellanza n. 7745 circa questioni e problematiche riguardanti la trasformazione da tasso variabile a tasso fisso di contratti relativi a derivati sottoscritti dalla Regione Emilia-Romagna, a firma del consigliere Facci, a cui do la parola.

Risponde l’assessore Petitti.

Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente. Grazie, assessore.

Questa è una interpellanza un po’ datata, perché fu presentata all’indomani dell’approvazione del bilancio di previsione. Nasceva da una situazione che ritenevo abbastanza anomala, vale a dire la presenza di tre contratti in derivati per un valore nominale di circa 470 milioni di euro che la Regione ha sottoscritto nel 2004 con tre controparti finanziarie: la JP Morgan, la Dexia Crediop e l’UBM.

La cosa abbastanza singolare che mi ha portato a questa interpellanza riguarda il tasso. Oltre al fatto che sottoscrivere contratti in derivati è sempre un’operazione finanziaria molto borderline che espone poi l’ente a una serie di criticità, la cosa significativa, per la quale chiedo conto in questa interpellanza, è il fatto che da un originario tasso fisso si è passati a un tasso variabile. Questo ha comportato… No, chiedo scusa, il contrario: da tasso variabile a tasso fisso, infatti non mi ritrovavo. Tra l’altro, nella stessa tabella allegata al bilancio di previsione vi erano, in maniera molto precisa, indicati i valori negativi, perché la trasformazione di questo tasso, di fatto, ha determinato una serie di perdite che nel periodo successivo al 31.12.2009 hanno determinato una perdita al bilancio regionale, una perdita oscillante fra i 12 e i 16 milioni all’anno.

Se dovesse essere confermato questo prospetto, così come presentato dagli uffici, che arriva al 2032, quindi il momento di scadenza di questi contratti, si arriverebbe a una perdita complessiva di 210 milioni. Questi contratti, cosiddetti “derivati”, stanno già determinando perdite, e questo è certificato dal bilancio regionale, e poi abbiamo una previsione che porta il 2032 a 210 milioni.

La richiesta è questa. Per quale motivo sono stati trasformati i contratti in derivati nel 2009 da tasso variabile a tasso fisso? Questo ha determinato la perdita che vi ho detto.

Per quale motivo non sono stati rinegoziati visto che è stata accertata la negatività e quindi le passività importanti sul bilancio regionale?

L’ultima domanda, di chiusura, è se l’Amministrazione non ritenga che la sottoscrizione di questi contratti sia stata negativa dal punto di vista della corretta gestione delle finanze pubbliche; e se non ritenga che sia stata anche azzardata, in quanto possibile fonte di responsabilità per danno erariale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Facci.

La parola all’assessora Petitti.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente.

Il consigliere Facci chiede di approfondire queste tre questioni rispetto alla scelta, in questi anni, dell’Amministrazione.

Per comprendere tutta l’operazione, è giusto far riferimento ad un quadro sia giuridico che economico-finanziario. Proverò a mettere in fila quindi le ragioni che hanno portato la regione Emilia-Romagna a compiere queste scelte.

Innanzitutto, la regione Emilia-Romagna ha in essere un’operazione che è ripartita su tre controparti finanziarie, è giusto ricordarle: la prima è stata approvata in data 17 settembre 2004, e poi, con un unico mutuo contratto con la Cassa depositi e prestiti, in data 1° luglio 2002, di oltre 516 milioni (516.456.899 euro), con una durata di trent’anni e un tasso variabile Euribor semestrale. Due essenzialmente sono state le ragioni di opportunità dell’operazione: la prima è legata al fatto che si volevano cogliere le condizioni favorevoli del mercato, caratterizzato in quel momento da bassi tassi d’interesse, che tali si riteneva rimanessero anche nel periodo breve e medio. La seconda ragione era quella di attenuare i rischi del tasso variabile sul lungo periodo, di più difficile previsione, quindi nello stesso tempo dare certezza finanziaria agli amministratori futuri.

In sintesi, quindi, possiamo dire che l’operazione consiste nell’aver conservato il tasso variabile fino al 2009, perché era questo l’arco temporale che si voleva coprire, ed il passaggio al fisso dal 2010 al 2032 avrebbe massimizzato i benefici dei bassi tassi di interesse.

L’operazione quindi non presenta rischi futuri perché era eventualmente tutto collegabile all’andamento dei mercati finanziari. Ovviamente, fin dall’inizio, la regione Emilia-Romagna poteva optare, come aveva ricordato anche lei, per il mutuo a tasso fisso, ma in quel caso, dato che nel 2002 la migliore condizione era rappresentata dalla scelta del tasso variabile, questo ha comportato un risparmio di oltre 70 milioni di euro, stante proprio l’andamento dei tassi dal 2002 al 2009.

La scelta, quindi, di un finanziamento a tasso variabile su quelle che sono state le informazioni che avevamo, a disposizione della Regione, è imputabile proprio alla necessità di ottenere un tasso d’interesse nell’immediato più basso possibile. La scelta della Regione a posteriori è risultata ponderata, perché l’indice Euribor 6 mesi, dal 29 maggio 2002 al 2004, si è ridotto notevolmente, passando dal 3,66 per cento all’1,9, e questo ha comportato risparmi di spesa, risparmi che possono essere considerati in quel range di finanziamento del tasso fisso al 5,4 per cento.

La situazione negli anni successivi è mutata. La situazione, a partire dall’aprile 2004, è mutata perché è cresciuto questo tasso. La necessità di ristrutturare, quindi, il nostro debito con operazioni in derivati è scaturita proprio dalla volontà di ridurre l’impatto della crescita attesa dei tassi d’interesse. A questo fanno riferimento anche le altre questioni riconducibili al quadro giuridico. Perché? È giusto ricordare che, ai sensi dell’articolo 62 del decreto legislativo n. 112/2012, è fatto divieto alle Regioni di stipulare contratti relativi a strumenti finanziari derivati, nonché di procedere alla rinegoziazione dei contratti derivati in essere. Questo dal 2008.

Occorre precisare che l’operazione nostra, della Regione Emilia-Romagna, viene costantemente monitorata ‒ quella che è stata fatta ‒ proprio per cogliere tutte le possibilità che possono ricondurre ad una riduzione di quelli che sono stati e sono gli oneri finanziari sul bilancio regionale. La Regione ha provveduto, poi, ad una pronta analisi, nel 2014, di quello che è stato l’articolo 45, comma 13, del decreto legislativo n. 66, quello che parla proprio di ristrutturazione del debito delle Regioni. Con questa analisi siamo arrivati all’impossibilità di chiudere il derivato ‒ quello di cui stiamo parlando ‒ proprio a causa degli attuali tassi di mercato, quelli che vengono citati, come Euribor 6 mesi.

La somma del valore negativo del derivato e del capitale residuo del mutuo oggetto in rinegoziazione risulta superiore, infatti, al capitale residuo che risultava alla fine dell’anno, di quell’anno in cui è stata affrontata questa analisi.

L’unica possibilità che aveva la Regione era quella di estinguere i derivati, che, al pari di un mutuo a tasso fisso, comportavano la corresponsione di una cifra quantificata in 77.129.704 euro.

La circolare emessa dal Ministero dell’economia e finanze, del MEF, il 31 gennaio 2007 spiega, inoltre, perché poi ci siamo attenuti anche a questo, che l’obiettivo dell’attività in strumenti derivati deve essere quello di conferire maggiore solidità al bilancio. Sostanzialmente, l’obiettivo era quello di dare maggiore solidità al bilancio degli enti attraverso il contenimento del costo finale delle operazioni che andava valutato in relazione, appunto, all’esposizione ai rischi di mercato. Le due variabili erano, appunto, il costo complessivo e il rischio del mercato.

L’obiettivo, quindi, di un contratto derivato – questo ci dicevano in maniera chiara – era quello di percepire quanto sarebbe stata la perdita o il profitto e di conferire maggiore solidità al bilancio degli enti.

Successivamente, ed è giusto ricordare anche questo, la Corte dei conti nel 2005 scrive alla Regione Emilia-Romagna rispetto al mutuo che era stato fatto con Cassa depositi e prestiti e nel 2004 viene inviata una nota alla Regione Emilia-Romagna dove si comunica che il suddetto mutuo era stato visionato e risultava essere tutto in piena regola.

Ovviamente, questo con i riferimenti a tutti questi passaggi normativi saranno lasciati in nota scritta in modo che può verificare quanto è stato detto.

Le operazioni in derivati della Regione Emilia-Romagna, come abbiamo voluto anche sottolineare nelle note legate al bilancio regionale a cui faceva riferimento anche lei e al rendiconto che abbiamo presentato, evidenziano che l’operazione non ha nessuna natura speculativa, bensì era finalizzata alla copertura dei rischi di rialzo dei tassi di interesse. Quindi, non è stato stipulato per ottenere ovviamente liquidità da parte del settore bancario. Questo è quanto. Tra l’altro, anche in sede di bilancio in Commissione lo avevamo già sottolineato, ma con questa interrogazione lo andiamo ad evidenziare in modo ancora più chiaro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessora Petitti.

Ora la parola al consigliere Facci.

 

FACCI: Ringrazio l’assessore per la risposta, che però non mi trova soddisfatto nel merito.

Sarà anche stata fatta, questa operazione, per dare, come dice lei, maggiore solidità al bilancio. Mi attengo ai numeri, che riportano come dal 2009, quando è stato effettuato il cambiamento – la modifica, il passaggio è stato fatto nel 2009 – con la previsione al 2032, ma potremmo fare i conti anche solo fino ad oggi, abbiamo registrato una perdita complessiva che appunto al 2032 sarà di 210 milioni.

Se vogliamo fermarci ad oggi, possiamo fare i conti, anno per anno. Nell’immediatezza si è passati da 12 a 16 milioni per anno, visto che qui si sono indicati in semestri, arrivando appunto a questi valori.

Io credo che siate stati mal consigliati. Io credo che nel momento in cui è stata fatta questa operazione finanziaria ci sia stato qualcuno che vi abbia mal consigliato. Forse non sarà fonte di responsabilità erariale, ma certamente, parlare di 210 milioni di perdite per interessi negativi in un arco temporale, seppur ampio (2009-2032, praticamente 23 anni) sono, alla fine, 210 milioni in 23 anni. Facciamo i conti di quanto sono: una media di circa 10 milioni all’anno. Dieci milioni all’anno di perdite per interesse negativo, a mio avviso non è un sistema per dare stabilità al bilancio.

Ribadisco, quindi: c’è qualcuno che ha sbagliato. Non voglio fare il processo a nessuno, lo dovreste fare voi al vostro interno, ma sicuramente questa è un’operazione che nata in un clima certo, in un contesto in cui gli enti pubblici erano portati a fare questo tipo di contratti, si è rivelata fondamentalmente quasi tutta errata, nelle previsioni di vantaggio finanziario. La domanda è: perché un contratto, un vincolo, che fondamentalmente non determinava passività, perché fino al 2009 non le ha determinate, è passato ad avere un tasso fisso? Il tasso fisso porta queste passività abnormi.

Credo ci sia stato un evidente errore contabile. Dovreste essere voi, in qualche modo, a perseguire questi errori e non le interpellanze dei consiglieri di opposizione. Però, come si diceva a scuola, la matematica non è un’opinione. I numeri sono numeri e sono oggettivi. L’ente, con questa operazione, perde cifre consistenti. Questo è un esempio di cattiva amministrazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Facci.

 

OGGETTO 7823

Interpellanza relativa alle problematiche insorte in ordine al trasporto delle salme dall’ospedale di Vergato alla camera mortuaria. A firma del Consigliere: Facci

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 7823: interpellanza relativa alle problematiche insorte in ordine al trasporto delle salme dall’ospedale di Vergato alla camera mortuaria, a firma del consigliere Facci, a cui do la parola.

Risponde l’assessore Venturi.

Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente. Grazie, assessore.

Anche questa è un’interpellanza di qualche mese fa, all’indomani delle vicende ormai note sul cosiddetto “caro estinto”, dove abbiamo avuto imprese funerarie che non si comportavano correttamente, stando a quello che è risultato dai giornali, stando a quello che è emerso, stando a quelli che, poi, saranno i procedimenti nelle sedi deputate. Non facciamo qui alcun tipo di processo, però certamente dobbiamo prendere spunto da quello che conosciamo. Quello che conosciamo è che la legge regionale attribuisce alla Regione le funzioni di indirizzo, coordinamento e di alta vigilanza nella materia, su tutto quello che attiene all’attività funeraria e tutto quello che è ad essa collegato.

In particolare, faccio riferimento al divieto di intermediazione nell’attività funebre. In particolare, l’articolo 13 della legge regionale, comma 5, prevede che l’attività funebre di tipo commerciale debba essere svolta tassativamente al di fuori delle strutture sanitarie, pubbliche o private, così come deve essere svolta al di fuori dei locali di osservazione delle salme e delle aree cimiteriali.

Già l’autorità nazionale anticorruzione, con una determina del 2015, aveva dichiarato come l’area sanitaria fosse a rischio specifico e aveva indicato alle autorità sanitarie regionali il rafforzamento delle misure di prevenzione e di controllo.

In particolare, l’articolo 10 della legge regionale 19 chiarisce, fra le varie disposizioni, proprio per evitare queste intermediazioni e queste possibili infiltrazioni di soggetti terzi nel meccanismo in questione, che il trasporto della salma deve essere svolto da personale e che a nessun titolo possa essere collegato a un soggetto che esercita l’attività funebre. Ripeto, il trasporto. Succede che non solo io vengo a conoscenza di una situazione, ma addirittura questa situazione in un qualche modo viene certificata da una nota della Direzione sanitaria territoriale, inviata il 21 dicembre del 2018 alle imprese di pompe funebri che in qualche modo erano interessate dalla struttura ospedaliera di Vergato, che autorizzava queste imprese a effettuare il trasporto delle salme delle persone decedute all’interno dell’ospedale e le autorizzava a effettuarlo sino alla camera mortuaria presso il cimitero.

Un passo indietro. Questa attività era sempre stata svolta da personale sanitario, nel rispetto della normativa regionale.

Poi, è successo che la struttura ospedaliera di Vergato ha avuto una piccola ristrutturazione e questo ha comportato che la camera mortuaria sia stata sistemata a una piccola distanza dall’ospedale. Però, prima veniva fatto sempre, anche nonostante la distanza, dal personale ospedaliero e improvvisamente è stato esercitato dalle imprese private di pompe funebri, con il benestare della Direzione sanitaria che, appunto, in una lettera scritta a tutte le imprese interessate fondamentalmente chiedeva di svolgere questo servizio indicando che la USL di Bologna avrebbe riconosciuto alle imprese private di pompe funebri 50 euro più IVA trasporto. La direzione quindi andava a legittimare e a confermare un comportamento in palese contrasto con la legge regionale, addirittura prevedendo un emolumento.

Quindi, una disposizione di legge prevista per evitare fenomeni corruttivi viene di fatto disattesa dalla direzione sanitaria: questo è un comportamento palesemente grave. Nell’interpellanza si chiede quale giudizio dia l’Amministrazione regionale dell’accaduto; se non ritiene che questa nota inoltrata dalla direzione sanitaria configuri una gravissima violazione della legge regionale di riferimento; e se non ritiene che questo fatto configuri un’ipotesi di colpa grave da parte dei dirigenti sanitari responsabili della struttura stessa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Facci.

La parola all’assessore Venturi.

 

VENTURI, assessore: Grazie, consigliere, ma nessuna delle ipotesi che lei ha formulato corrisponde a quanto accertato rispetto alle informazioni che abbiamo acquisito dall’azienda.

Infatti, presso l’ospedale di Vergato esiste un locale di sosta temporanea dei cadaveri, situato in area di pertinenza dell’ospedale adiacente al vecchio corpo di fabbrica, che viene utilizzato in attesa del trasferimento presso la camera mortuaria del cimitero del comune.

I pazienti deceduti in ospedale vengono trasportati dai locali interni della struttura fino al locale di sosta temporanea da operatori dell’azienda USL, assegnati all’ospedale di Vergato, per l’appunto, in ottemperanza all’articolo 10, comma 12 della legge regionale n. 19 del 2004 da lei citata.

Il trasporto del cadavere dal deposito di sosta temporanea alla camera mortuaria del comune per il successivo espletamento delle esequie viene effettuato su pubblica strada e termina presso i locali del cimitero comunale, al di fuori dell’ambito della struttura sanitaria.

Alla situazione sopra descritta non si applica il suddetto comma, cioè il 12 dell’articolo 10, in quanto – le leggo il virgolettato – “costituisce trasporto di cadavere il suo trasferimento dal luogo di decesso all’obitorio, alla camera mortuaria, alle strutture per il commiato, al luogo prescelto per le onoranze, compresa l’abitazione privata, al cimitero o al crematorio, o dall’uno all’altro di questi luoghi. Il trasporto di cadavere che prevede il transito sulla pubblica via e che va dall’ospedale luogo di decesso al cimitero di Vergato è richiesto all’impresa di onoranze funebri, liberamente scelta dalla famiglia per l’esecuzione del successivo servizio funebre”.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore.

La parola al consigliere Facci.

 

FACCI: Sarei stato, forse, anche convinto della risposta dell’assessore se io non conoscessi il territorio e la situazione.

Il trasporto di cui parlava l’assessore, cioè dalla sosta temporanea alla camera mortuaria, è sempre stato eseguito da personale sanitario. A mio avviso, quello è il rispetto dell’articolo 10. La nota in questione, per motivi che a me sfuggono... O meglio, per motivi che a me sfuggono, il personale sanitario ha smesso di fare questo tipo di trasporto. Questo, però, contrasta con la logica, la ratio di queste disposizioni, della nota, degli interventi dell’anticorruzione, quella di impedire la commistione indebita di soggetti privati con l’attività di trasporto, l’attività di intermediazione e, in generale, l’attività funebre, perché deve essere svolta fuori dalle strutture sanitarie, pubbliche o private, locali di osservazione e aree cimiteriali.

Il fatto di parlare di una pubblica via non esclude il carattere di area cimiteriale o locali di osservazione delle salme, dei due punti di riferimento che abbiamo preso in considerazione, cioè camera mortuaria e, di fatto, luogo di sosta del cadavere. A mio avviso, qui vi è stata una grave leggerezza. Capisco che da parte vostra ci sia anche un certo imbarazzo nel dover difendere una nota scritta da parte della direzione sanitaria, che addirittura riconosce ‒ la direzione sanitaria ‒ l’emolumento per questa attività. Se fosse come dice lei, cioè che fa parte di un’attività privatistica, a questo punto si tratterebbe di un’attività che deve essere gestita dal privato. Se, di fatto, è l’Azienda sanitaria che paga un’attività di impresa funebre, funeraria, vuol dire che sta svolgendo un’attività di fatto di pertinenza della Direzione stessa. È una contraddizione. Spero che dopo questa interpellanza qualcosa sia cambiato. Non ho più verificato, però, a mio avviso, la violazione rimane e, a mio avviso, il fatto rimane nella sua gravità.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Facci.

 

OGGETTO 8164

Interpellanza in merito allo sblocco di concorsi e procedure di stabilizzazione nella sanità. A firma della Consigliera: Sensoli

 

PRESIDENTE (Saliera): Oggetto 8164: interpellanza in merito allo sblocco di concorsi e procedure di stabilizzazione nella sanità, a firma della consigliera Sensoli, che ha la parola.

Risponderà l’assessore Venturi. Prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Assessore, siamo di nuovo qua, anche oggi pomeriggio, a parlare di un altro argomento che abbiamo trattato diverse volte in questi anni: la carenza del personale sanitario anche all’interno della nostra regione. È un problema che riguarda tutta Italia e che oggi, grazie anche all’impegno del Governo e del ministro Grillo, finalmente inizia a dare qualche segnale di speranza visto che si è giunti finalmente ad un’intesa per lo sblocco del vincolo di spesa delle regioni per quanto riguarda l’assunzione di personale sanitario; vincolo di spesa che, ad oggi, effettivamente ha penalizzato soprattutto quelle regioni, come la nostra, virtuose perché sappiamo che quelle comunque che avevano già un piano di rientro dovevano rispettare altri parametri. Quindi, ci siamo trovati in una condizione paradossalmente penalizzante rispetto a regioni che avevano i conti un po’ meno in regola rispetto ai nostri. Chiaramente questa può essere un’opportunità, questo sblocco del vincolo di spesa può essere un’opportunità che, secondo noi, la Regione Emilia-Romagna deve cogliere proprio per andare a colmare quelle lacune, fare una pianificazione seria che fino ad oggi purtroppo è mancata, per quanto riguarda le carenze del personale all’interno delle nostre strutture pubbliche.

Chiediamo all’assessore se e quali azioni intendono portare avanti per poter colmare queste mancanze che ci sono all’interno del nostro sistema sanitario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

La parola all’assessore Venturi. Prego.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliera.

Il decreto-legge n. 35 del 30 aprile 2019, come lei ha ricordato, prevede che da quest’anno la spesa per il personale del servizio sanitario non possa superare il valore di quella sostenuta per le unità in servizio al 31 dicembre 2018, lasciando invariati i criteri per il calcolo della stessa.

La disposizione prevede, inoltre, che la spesa per il personale possa essere aumentata annualmente in misura pari al 5 per cento dell’incremento del Fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente fino al 2020, mentre per gli anni successivi l’incremento sarà vincolato all’adozione di una metodologia funzionale alla determinazione del fabbisogno di personale (metodologia che dovrà essere concordata).

Sparisce quindi l’asticella che era stata messa per quanto riguarda la spesa del 2004, per il personale, che doveva essere rispettata entro il 2020, che era la disposizione che lei citava. Le regioni in piano di rientro sono ben sotto l’1,4 per cento: il Lazio, per esempio, è sotto il 6,5 rispetto a quell’asticella; l’asticella non aveva più alcun senso, se non per le regioni che avevano un comportamento virtuoso come la nostra.

Questo è un primo passo, che salutiamo positivamente, perché naturalmente ci consente, anche se in parte, di mantenere le politiche che abbiamo fatto in questi anni, che sono di sensibile incremento rispetto all’assunzione e stabilizzazione del personale.

Segnalo che la nostra regione, nella richiesta di maggiori condizioni di autonomia, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione, ha proposto l’eliminazione degli specifici vincoli di spesa fissati dalla normativa nazionale, come quello riferito al personale, nella convinzione che una maggiore flessibilità nella gestione della spesa favorisca l’attuazione delle politiche regionali, che peraltro non sono le medesime in tutte le regioni italiane.

Segnalo che anche sul piano del controllo dei conti, avere bilanci in equilibrio dovrebbe poter consentire alle regioni di valutare quanto spendere sul personale, di valutare quanto spendere in beni e servizi, specialmente in un settore come quello della sanità, che abbiamo detto e stiamo dicendo in tutti questi anni, spostiamo progressivamente dall’assistenza nell’ospedale all’assistenza nel territorio. Quindi, è verosimile che nei prossimi anni ci debba essere necessariamente un incremento dei costi del personale. Segnalo anche che naturalmente questa Giunta, dal suo insediamento, ha realizzato politiche di occupazione dirette a favorire l’acquisizione di condizioni di lavoro continuative e stabili, che contribuiscono sia al miglioramento della qualità della vita dei lavoratori, sia allo sviluppo delle loro professionalità, contrastando ogni forma di precarizzazione del lavoro.

Il Patto per il lavoro, siglato nel luglio di quattro anni fa, ha determinato effetti positivi per tutta la regione, con un trend di continuo calo della disoccupazione e di costante incremento del prodotto interno lordo e dell’export regionale.

Nel settore sanitario in particolare abbiamo stabilmente garantito l’equilibrio economico-finanziario, il pieno rispetto degli adempimenti, pur adottando una programmazione sanitaria che si è caratterizzata per l’adozione di iniziative volte all’innovazione e alla qualificazione dei servizi e alla stabilizzazione del lavoro. In particolare, le politiche regionali hanno beneficiato sia delle possibilità introdotte dal decreto legislativo n. 75/2017 che dei vari protocolli d’intesa siglati nel corso dell’ultimo triennio con le organizzazioni sindacali della dirigenza del comparto, con l’obiettivo di favorire la più ampia stabilizzazione di posizioni di lavoro finora coperte attraverso contratti a tempo determinato e/o di natura flessibile.

Queste politiche occupazionali e gli investimenti effettuati per rafforzare gli organici hanno determinato l’assunzione nell’ultimo triennio di oltre 9.000 unità di personale e la totale copertura del turnover (120 per cento solo nel 2018). Dall’inizio della legislatura, i dirigenti medici in servizio nelle strutture sanitarie sono aumentati di 450 unità complessivamente, consentendo di abbattere anche i tempi di attesa, in particolare di visite ed esami, ed oggi anche si cerca per quanto riguarda i ricoveri chirurgici programmati.

In considerazione dei risultati positivi finora raggiunti, auspichiamo che le disposizioni nazionali, il Patto per la salute che andremo a discutere rapidamente nelle prossime settimane, mi auguro, che si ipotizzava potessero essere le disposizioni nazionali di maggiore impatto attraverso il superamento sostanziale dei vincoli sulla spesa del personale, non pregiudichino quanto già definito negli obiettivi di programmazione regionali condivisi con i territori e le parti sociali. Auspichiamo che anche il Patto per la salute che ho appena citato consenta alle Regioni più virtuose di andare oltre il primo obiettivo, di cui lei ci chiedeva conto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore.

La parola alla consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore per la risposta. È ovvio che la strada è lunga ed è stata intrapresa da poco. Purtroppo questa Regione in passato non ha attuato quelle politiche di incremento del personale e, comunque, anche quella programmazione relativa specialmente al personale medico. Sappiamo tutti qual è la situazione rispetto ai medici di base, ai pediatri, ma anche agli specialisti. Anche qui, a livello nazionale, il Governo, il ministro Grillo sta mettendo mano alla questione. Ad esempio, già quest’anno ha aumentato le borse di studio per gli specializzandi, quindi già questo è un aiuto che sicuramente arriva ai territori.

Ripeto, naturalmente la strada è lunga e finora si è fatto meno del necessario, probabilmente. Abbiamo un grande problema e io invito l’assessore anche ad ascoltare tutta quella parte del personale sanitario, ad esempio, tutta la categoria degli infermieri di cui una parte è venuta anche qui a manifestare in Regione poco tempo fa, che lamentava un demansionamento sostanziale perché proprio a causa della carenza di personale poi a volte l’infermiere è costretto ad assumersi ruoli paradossalmente che non gli competono né dal punto di vista dell’assistenza e ad assumersi anche in altre circostanze responsabilità che non sono le sue, vedi il caso, ad esempio, del 118 che è successo e che ha creato un polverone in questi anni. Una figura centrale come quella dell’infermiere si trova, così, tra l’incudine e il martello per cui a volte è costretto ad avere dei compiti che non sono suoi, ma che dovrebbero essere, ad esempio, del medico, così come a volte si trova anche a dover fungere da operatore, da OSS.

In ogni caso, questo è dovuto alla carenza che ci troviamo davanti. È ovvio che durante la discussione del Patto per la salute auspichiamo anche noi la massima collaborazione. La disponibilità c’è, naturalmente.

Per quanto riguarda l’autonomia, sappiamo che le richieste sono state fatte. Abbiamo dibattuto in merito all’autonomia regionale proposta dalla Regione Emilia-Romagna. Avevamo sollevato anche quelle che erano le nostre obiezioni e le nostre critiche alla tipologia di domanda che aveva fatto la Regione Emilia-Romagna. Concordo, ad esempio, con il Ministro Di Maio quando dice che l’autonomia va bene, ma poi non deve creare una sanità di serie A e di serie B o addirittura di serie C dato che già la situazione a livello regionale, in ogni singola regione, è molto difforme. Il Servizio sanitario nazionale deve essere garantito a tutti in tutta Italia e ad un certo livello.

È naturale che le Regioni che si comportano bene è giusto anche che in una qualche maniera non dico vengano premiate, ma quantomeno non vengano penalizzate proprio perché si comportano bene.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

 

OGGETTO 8223

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per valorizzare, nei bandi per il reclutamento del personale regionale, il titolo di studio di dottore di ricerca. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 8223: interpellanza circa le azioni da porre in essere per valorizzare nei bandi per il reclutamento del personale regionale il titolo di studio di dottore di ricerca, a firma della consigliera Gibertoni, a cui do la parola. Risponde l’assessore Petitti.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Con l’interpellanza di oggi ho formalizzato una richiesta che ho provato ad accennare in diverse Commissioni quando il tema era, a mio avviso, pertinente, ossia, un indice che secondo me ci trova un po’ arretrati rispetto a quello che già si fa in altri Paesi europei, dove peraltro il titolo di dottorato non è così “prestigioso” come quello italiano.

Come l’assessore saprà, infatti, in Italia il dottorato di ricerca lo si vince, lo si conquista faticosamente con un concorso pubblico, per esami, mentre all’estero non è così. All’estero, molto spesso, ci si accorda con il relatore della tesi di dottorato su un tema che sia di reciproco interesse, e poi si sviluppa il lavoro in modo pluriennale, così come per il dottorato italiano, ma non si passa attraverso nessuna selezione, nessun concorso pubblico, nessun esame scritto, nessun esame orale, nessun punteggio.

Stiamo parlando quindi di situazioni diametralmente opposte. L’Italia, a mio avviso, dovrebbe essere invece orgogliosa dei suoi dottori di ricerca, che sono passati attraverso una trafila complessissima, appunto, di concorsi pubblici. Questa cosa non si può dire per nessuno studente, sia esso italiano o straniero, che consegua il titolo di dottorato di ricerca all’estero. Lo dico per sfatare uno stereotipo, che a volte si immette all’interno di questioni tecnicamente magari non ben conosciute, da chi si riempie la bocca parlando di fuga dei cervelli, lamentandosene a ragione. Queste sono tematiche su cui altre azioni sono attese per far rientrare le persone che hanno dovuto cercare molto spesso impieghi all’estero, o stabilizzazioni, nel loro percorso di ricercatori. Poter dire che l’Italia, dal punto di vista della formazione e dal punto di vista del titolo di dottore di ricerca, ha un valore aggiunto importantissimo, che è questo del concorso: credo che andrebbe conosciuto di più e andrebbe diffuso di più.

Ora, per quale motivo, innanzitutto, questa cosa non è valorizzata, a mio avviso, abbastanza? Molto spesso, si lamentano i dottori di ricerca, le Istituzioni, coloro che contribuiscono alla formazione dei dottori di ricerca italiani, del fatto che all’estero – e qua cerco di spiegare un’altra incongruenza – il dottorato di ricerca si consegue senza l’accesso al concorso e a questo tipo di selezione. Poi, una volta conseguito, è molto più valorizzato sia dalle istituzioni pubbliche che dal mondo aziendale privato.

Da noi l’accesso è molto complesso e la formazione è molto rigorosa. È una selezione importante. Ricordo che il dottorato di ricerca è il massimo titolo che si può conseguire in Italia, quindi il più alto livello di formazione, il terzo ciclo, ma di livello molto importante. Una volta conseguito, però, ha uno sbocco che è eminentemente accademico, quindi non si sa per quale motivo l’Italia, che è arrivata a pensare ad un livello formativo così importante e così garantito fino al terzo ciclo completo, dopo perda di vista questa sua eccellenza, e non pensi, come invece all’estero fanno, a un accesso al titolo più semplificato. Non si sa insomma perché l’Italia non pensi invece che il dottorato di ricerca nasca come titolo da spendere anche all’interno della pubblica amministrazione e anche all’interno dell’azienda.

Qui parliamo di pubblica amministrazione, ma è vero che la politica può farsi carico anche di una sensibilizzazione, di un’apertura a questo tipo di cultura, che ‒ ripeto ‒ è un po’ arretrata in questo senso, anche presso quei mondi aziendali che non valutano, di fatto, quella formazione che, invece, noi dovremmo essere orgogliosi di aver contribuito a mantenere, a garantire.

All’interno dei bandi pubblici, venendo alla pubblica amministrazione, i titoli di studio sono troppo spesso oggetto di valutazione incompleta e disomogenea perché affidata alla discrezionalità di commissioni giudicanti che a volte sono prive di puntuali indicazioni all’interno del bando. Il titolo di studio maggiormente penalizzato è quello di cui parliamo oggi, ossia il dottorato di ricerca, che esiste da oltre trent’anni nel nostro Paese. Ribadisco: è l’espressione del più alto grado di formazione previsto dall’ordinamento italiano ed europeo e garantisce una formazione elevata, capacità di ricerca, gestionali e relazionali. Il riconoscimento e la valorizzazione del titolo al di fuori dell’ambito accademico... Ovviamente lì non c’è problema, è garantito, si parla lo stesso linguaggio. Come mai questo linguaggio, però, non ha mai trovato una traduzione al di fuori dell’ambito accademico? Perché non si sono mosse di più le Istituzioni pubbliche, soprattutto quelle che si considerano Istituzioni moderne, all’avanguardia, che fanno una politica all’altezza dei tempi e dei problemi, delle criticità, per poter dire che sia nella propria pubblica amministrazione, ma anche nei mondi economici del proprio territorio potessero crearsi quelle giuste sinergie tra persone formate a questo livello e il tessuto socioeconomico, e anche pubblico, presente nei nostri territori, quindi università, enti pubblici e soggetti privati.

Aggiungo che, a livello nazionale, è riscontrabile anche un contenzioso amministrativo, degno di rilievo, inerente all’impugnativa di bandi di concorso, anche regionali, per carenza della valorizzazione del titolo di dottori di ricerca, in violazione di una serie di precetti legislativi che enumero nell’interpellanza. L’impegno della valorizzazione del dottorato da parte dell’Associazione dottorandi e dottori di ricerca (ADI) ha portato la proposta di semplici misure che prevedono di valutare il titolo di dottorato analogamente a quanto già disposto per la valutazione dei titoli di accesso, attribuendo un punteggio non inferiore a quello proporzionale ai 180 crediti formativi universitari, secondo il decreto ministeriale n. 45/2013.

La proposta che questa interpellanza pone all’assessorato, alla Giunta, all’assessore Petitti, di cui ascolterò la risposta, è come mai e se non ritenga opportuno, se non ritenga fondamentale, a mio avviso, anche prioritario, ma perché questa è una questione lampante che si evita di guardare da molto tempo e che crea un corto circuito logico: da un lato la migliore formazione e dall’altro il muro e la cecità da parte di quelle istituzioni pubbliche e quei mondi socioeconomici privati che forse non sanno neanche di poter vantare e di dover essere orgogliosi di avere queste possibilità formative e queste risorse formate.

Dato che questo personale altamente specializzato e qualificato in virtù del proprio percorso di studi, a nostro avviso, può e deve contribuire a migliorare la qualità della dotazione organica della Regione Emilia-Romagna e degli enti da essa derivanti o partecipati, come valuta la Giunta la possibilità di attribuire nei futuri concorsi o nell’ambito della gestione della pubblica amministrazione un punteggio riservato a chi ha conseguito il titolo di dottore di ricerca superiore a quello previsto per una laurea triennale, per una laurea a ciclo unico, o per un master di primo livello o per un master di secondo livello o comunque tutti quei titoli di studio che non sono ascrivibili al terzo ciclo. Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Petitti, prego.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Provo a mettere in fila come la Regione Emilia-Romagna si comporta rispetto al tema che poneva la consigliera Gibertoni.

Innanzitutto, nell’ambito di quelli che sono i princìpi che sono contenuti nel decreto legislativo del 30 marzo 2001, che parla ovviamente del tema dell’azione amministrativa rispetto alla selezione del personale, noi abbiamo una legge, come lei sa bene, una legge regionale, la legge n. 43 del 2001, che è proprio un testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna.

Nell’articolo 15 si parla di un regolamento attuativo che ha proprio il compito di definire quei criteri di redazione dei bandi e delle modalità di svolgimento delle procedure di selezione.

Questa Giunta ha adottato un Regolamento regionale, il numero 3 del 2 novembre del 2015, che disciplina proprio quelle che sono le procedure per l’accesso all’impiego regionale, prevedendo che nei bandi di indizione dei concorsi siano individuati, con riferimento alle professionalità ricercate, tutti i titoli valutabili definiti attraverso quei criteri di valutazione.

I titoli possono essere sia culturali che professionali e il punteggio massimo attribuibile non può superare il punteggio conseguibile ovviamente nelle prove d’esame.

Il Regolamento, poi, nel caso della procedura selettiva per titoli ed esami, che riguarda la valutazione dei titoli, precede, di norma, anche le prove d’esame. Deve essere comunque comunicata ai candidati prima delle prove.

La valutazione dei titoli, comunque, è possibile anche effettuarla dopo lo svolgimento delle prove scritte: questo per dirle come funziona la selezione anche rispetto ai titoli che vengono richiesti nelle prove d’esame.

Malgrado questa premessa, nelle disposizioni del regolamento e dei princìpi dettati dall’articolo 35 del decreto 165, nella redazione dei bandi di prossima indizione, è intenzione dell’Amministrazione – tra l’altro, dopo parleremo anche di tutto il progetto di legge già in discussione nell’assemblea di oggi in materia di organizzazione – , una volta stabiliti i requisiti minimi di partecipazione,  valorizzare i titoli culturali attinenti alla figura ricercata. È fondamentale infatti parlare sempre ovviamente di competenza rispetto alla figura che noi ricerchiamo per questa Amministrazione, premiando i cicli di studio e ricerca di alta specializzazione universitaria, anche al fine di selezionare il personale migliore, per contribuire ovviamente a quella che è l’azione, quindi il modo efficace di svolgimento dell’azione amministrativa nell’ente regionale.

Proprio per essere coerenti con quanto detto, già nei concorsi per il reclutamento di figure professionali da inquadrare in categoria D, che ai fini dell’accesso richiede il possesso della laurea di primo livello, che sono articolati sia per titoli che per esami, nell’ambito della valutazione delle esperienze culturali attinenti alle materie oggetto del concorso, è intenzione di questa Amministrazione valorizzare con punteggi crescenti la durata dei cicli di studio conseguiti dai candidati, come il conseguimento della laurea specialistica, quella del nuovo ordinamento, o del diploma di laurea, vecchio ordinamento, e tutti i master universitari post-laurea di primo e secondo livello, e anche il conseguimento del dottorato di ricerca con un punteggio adeguato alla durata, cosa a cui faceva riferimento anche lei, nella sua esposizione, dello stesso dottorato.

Tengo anche a sottolineare che la regione Emilia-Romagna investe, questo per far capire proprio l’entità della valorizzazione delle competenze umane del personale impiegato in questa regione, in conoscenze e innovazione, selezionando e finanziando con risorse del Programma operativo del Fondo sociale europeo, progetti realizzati in collaborazione con le università, gli enti di ricerca e le imprese del territorio. Questo ci permette, ovviamente, di promuovere anche la costruzione e il trasferimento di conoscenze e competenze. Come veniva ricordato, c’è anche il tema di tenere insieme le richieste del mercato del lavoro, quindi di tutto il nostro sistema produttivo, e anche quei processi di innovazione e di sviluppo che imprese e sistemi produttivi regionali espongono e presentano ogni anno.

Tra le misure di intervento previste ci sono anche master universitari di primo e secondo livello, corsi di perfezionamento, assegni di ricerca post laurea di secondo livello e post dottorato e dottorati di ricerca. Il range è molto ampio e, soprattutto, tiene conto sia delle competenze che emergono dai percorsi di formazione e di istruzione delle nostre università, ma anche delle richieste che necessitano all’ente per svolgere al meglio l’azione amministrativa che stiamo portando avanti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Gibertoni, prego. Le sono rimasti trenta secondi, o qualcosa del genere.

 

GIBERTONI: Grazie, assessore. Siamo in un percorso di acquisizione di consapevolezza, che spero si traduca sempre di più e venga trascritta nelle norme.

La questione della durata la ritengo valida quando si parla di corsi di perfezionamento. Ce ne sono che durano un weekend. Equipararli a chi, invece, ha tre anni aggiuntivi minimo, quando ci si riferisce a un dottorato di ricerca, per poterlo conseguire, ovviamente è uno dei parametri che vanno considerati. In generale stiamo parlando di una questione culturale. Non ci sono master di primo, master di secondo, lauree triennali o lauree specialistiche nel nuovo ordinamento che possano essere equiparati al terzo ciclo. Non ne fanno parte.

Certo, i master sono importanti perché integrano delle conoscenze acquisite in senso molto spesso pratico e sono anche un aggiornamento fondamentale che dovrebbe essere, anche questo, tra l’altro, incoraggiato dalla pubblica amministrazione come formazione continua. Anche qui bisogna lavorarci un po’ di più, in modo che si possa fare scuola in questo senso e poter dire che siamo un’Istituzione che riconosce ai nostri dottori di ricerca il lavoro che è stato fatto e la possibilità, soprattutto, di esprimerlo e di portarlo come contributo virtuoso anche all’esterno delle aule accademiche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

È così conclusa la parte delle interpellanze, che riprenderà domani mattina con l’assessore Gazzolo.

 

OGGETTO 8124

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: «Disposizioni urgenti in materia di organizzazione» (110)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla discussione generale sul progetto di legge 8124.

Aveva chiesto la parola la consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Rispetto a questo progetto di legge abbiamo fatto diverse considerazioni anche in Commissione. È un progetto di legge breve, ma è molto tecnico, soprattutto dal punto di vista giuridico.

È particolarmente delicato, perché riguarda il personale della nostra Regione, per i contenuti che sono inseriti all’interno del progetto di legge, ma anche per le cose che non sono scritte e che riguardano, diciamo così, la nuova stagione concorsuale in arrivo.

Do atto che è stata comunque una discussione leale e di questo ne do atto al relatore di maggioranza che è stato sicuramente disponibile ad approfondimenti, seppur arrivati in corner, che avevamo richiesto, però riporto qui alcune delle critiche che avevamo espresso anche in Commissione, critiche e perplessità.

Intanto un punto fondamentale è che il testo purtroppo è arrivato in qualche modo sostanzialmente blindato già da un confronto, che è stato fatto prima del confronto con le opposizioni, con i sindacati e che ha portato, naturalmente, a delle scelte sicuramente legittime che però non ci hanno consentito evidentemente di lavorare su scenari diversi.

Faccio riferimento naturalmente all’articolo 2 che riguarda questa sorta di norma interpretativa sui precari del sisma e alla possibilità di prevedere una riserva nei concorsi per chi rispetta i requisiti della legge Madia. Questo, però, a nostro avviso pone in campo due problematiche. La prima è che verrebbero meno alcuni spazi per il personale interno che aspira, giustamente, ad una progressione ed a un riconoscimento delle proprie capacità e delle proprie professionalità, e dall’altra parte a una negazione di opportunità a chi è precario del sisma ma non ha i tre anni richiesti dalla Madia. A questo proposito noi avevamo fatto una proposta che riproponiamo qui sotto forma di emendamento, che non è quella di prevedere delle riserve come inserita già nel progetto di legge, ma prevedere, al contrario, delle premialità per l’esperienza maturata per queste persone, per questi precari all’interno della Regione

Crediamo che questo sia un percorso più solido, più giusto, più equo e anche più meritocratico.

Il rammarico è dover oggi votare contro questo articolo, perché credo che con un po’ più di tempo e con un po’ più di apertura rispetto alle proposte anche dell’opposizione, forse si sarebbe potuto in qualche modo arrivare a una soluzione che dal mio punto di vista avrebbe tutelato più persone. Rispetto all’articolo 1, condivido quello che diceva il collega Facci. Lo abbiamo detto anche in Commissione: ci sembra una forzatura rispetto alla norma nazionale. Ne capiamo sicuramente la ratio, non diciamo di no, però rimane il fatto che come si diceva la regione Toscana ha fatto ricorso, quindi c’è una situazione non ben definita, su cui effettivamente si poteva aspettare.

È stata fatta una scelta diversa, però effettivamente, dal nostro punto di vista, è una situazione incerta. Si poteva procedere con più calma.

Poi c’è l’articolo 4. Alla fine abbiamo convenuto in Commissione su un emendamento, perché l’obiettivo comune era quello di sistemare alcune situazioni che forse erano sfuggite rispetto alla prima formulazione, per cui è giusto tutelare e non demansionare quelle persone che sono assunte di ruolo, che sono inquadrate in categoria D, ma che non hanno la laurea perché la legge Brunetta è stata approvata dopo. Era giusto quindi prevedere in qualche modo che queste persone, nel momento in cui dovessero passare alle strutture speciali, non fossero sicuramente demansionate. Questo era un obiettivo comune.

È stato trovato un accordo, quindi l’articolo 4 lo voteremo. Restano però tutte le criticità che ho menzionato, che non ci portano a dare un voto favorevole al progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non ci sono altri interventi in discussione generale. Chiedo al consigliere Sabattini se intende replicare.

Prego, consigliere Sabattini.

 

SABATTINI: Molto velocemente.

A molte delle considerazioni portate dal relatore di minoranza Facci abbiamo tentato di rispondere, sia in Commissione che con gli incontri a latere della Commissione. Pensiamo che il valore dell’introduzione ‒ parlo soprattutto, ovviamente, dell’articolo 1 ‒ sia supportato anche da pareri giuridici in questo senso, portando anche a valore quello che, dal punto di vista organizzativo, di gestione, in prospettiva può valere per la nostra Regione. Ci sentiamo convintamente di affrontare anche questo, che lei definiva tra virgolette un “rischio”, che però ha oggi un valore, soprattutto dal punto di vista organizzativo, e in prospettiva lo sarà ancora di più. Quindi, ci sentiamo di confermare questa scelta.

Per quello che riguarda le considerazioni della consigliera Piccinini, credo che il testo ‒ come tutti i testi di legge ‒ arrivi, e per fortuna che è così, alla discussione in aula previa un’istruttoria fatta con le parti sociali. Questa maggioranza, questa Giunta, e il Presidente lo ricorda sempre... In Emilia-Romagna noi siamo abituati a fare così, prima a confrontarci con tutti gli stakeholder sui vari temi del nostro territorio. È chiaro che in questo caso, nello specifico dell’articolo 2, si poteva fare una scelta diversa, cioè quella di non prevedere questa possibilità, anche andando contro una richiesta e un accordo con le parti sindacali.

La scelta della maggioranza, che qui riconfermo con convinzione, è quella di inserire questa possibilità. Mi permetto ‒ ormai mi conoscete ‒ un po’ di punta di sottolineare che si fa un po’ fatica a considerare questa scelta come meno meritocratica rispetto a quella compiuta perché in questo caso – lo ripeto per i colleghi interessati di questi temi – che in questo caso noi prevediamo il fatto che tutti quanti i partecipanti al concorso facciano tutti lo stesso concorso,  comprese le prove di preselezione e scorriamo in funzione dei risultati e quindi i più meritevoli in fila semplicemente in una maniera diversa riguardando appunto la possibilità delle salvaguardie o priorità.

Io non credo che drogare con punteggi in modo preventivo questa cosa risulti più meritocratico, soltanto per essere puntuali.

Per la stessa ragione con queste risposte ho anche motivato il nostro voto contrario. Ribadiamo il nostro voto contrario all’emendamento presentato dalla collega con le motivazioni che ho un po’ espresso qui e che sono anche state frutto della discussione in Commissione.

Approfitto, non ricordo se l’avevo fatto prima, al massimo lo rifaccio, per ringraziare della disponibilità la struttura, la Giunta e la Direzione organizzazione del personale, per gli importanti approfondimenti che ci hanno permesso di fare anche durante la discussione e anche per la disponibilità, dove è stato possibile, di modificare e chiarire ulteriormente un pdl che, come dicevamo prima, non era blindato.

Credo che con il lavoro in Commissione abbiamo chiarito anche con l’emendamento suggerito dalla consigliera Piccinini e con quelli che abbiamo presentato di chiarimento, di riscrittura dell’articolo 4, abbiamo fatto, secondo me, un buon servizio anche su un pdl di soltanto cinque articoli.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Intervengo brevemente, visto che il dibattito fondamentalmente si è limitato alle considerazioni della collega Piccinini che ha correttamente provato a interagire con una modifica alle disposizioni dell’articolo 2, in qualche modo, a mio avviso, per mitigare l’impatto che potrebbe avere la formulazione, così come è stata presentata dalla maggioranza. È infatti una proposta che obiettivamente mi trova anche, per certi aspetti, favorevole.

La cosa però che rimane insuperabile, a cui, se vogliamo, non è stata data risposta, al netto della spiegazione, dell’intervento e anche dell’esaustività di quanto ha rappresentato il consigliere, relatore di maggioranza sul punto, io credo che questo articolo 2 sia una sorta di porta aperta un po’ indefinita, che può permettere, indubbiamente, una serie di inserimenti. Questo però potrebbe, a mio avviso, determinare degli squilibri, senza che adesso noi, con questa norma, andiamo a precisare esattamente i soggetti di cui stiamo parlando.

Vorrei ricordare infatti che parliamo di forme di lavoro flessibili presso l’Amministrazione regionale, o la struttura commissariale. Sulla struttura commissariale e su quelle che sono a mio avviso le zone d’ombra di questa struttura, ho già parlato nell’intervento iniziale. Questa struttura sfugge al nostro controllo, alla nostra possibilità, in qualche modo, di capire materialmente che cosa abbia fatto. A noi vengono, lo ricordo ancora, riportate delle statistiche finali, dei macronumeri, ma nel dettaglio non abbiamo la capacità di capire materialmente che cosa sia stato fatto, se sia stato fatto anche correttamente, perché noi non siamo certamente giudici di nulla, ma abbiamo una prerogativa di controllo.

Tutto quello che in qualche modo ha a che fare con la regione dovrebbe avere, per quanto riguarda il nostro sindacato ispettivo, questa possibilità.

Rispetto a questa struttura, invece, non abbiamo alcun tipo di sindacato ispettivo, però ci viene chiesto di prevedere che i lavoratori che svolgono questa attività presso la struttura commissariale debbano avere, secondo questa norma che viene impostata, una serie di prerogative analoghe a quelle di altro personale che in qualche modo è organico all’ente o, comunque, è collegato all’ente.

Questa, ripeto, è già una contraddizione in termini, passatemi l’espressione, che trovo francamente difficile da recepire e da giudicare positivamente. Comunque, è un passaggio alquanto incerto, indefinito, laddove si parla di diverse forme di lavoro flessibile presso l’Amministrazione regionale, oltre che presso la struttura commissariale. Essendo questo il punto centrale di questo articolato, diventa difficile per noi poter esprimere un giudizio positivo.

Le perplessità rispetto all’articolo 1. È vero, consigliere Sabattini, che gli uffici legislativi o, comunque, gli uffici interni hanno dato una loro giustificazione, ma hanno confermato quello che io ritengo essere un elemento quantomeno debole, forse giuridicamente fondato, ma debole, perché esprime una valutazione propria e in assoluta autonomia. Sostanzialmente, si dice: noi riteniamo di avere ragione, quindi la norma superiore è in conflitto perché c’è questo precedente giurisprudenziale. L’esempio, però, più proprio è che un’altra Regione (conosciamo quello che ha fatto la Toscana) non si è limitata a dire “abbiamo ragione”. Ha sollevato un conflitto tra norme, quello che invece non si è fatto, fidandosi della propria interpretazione. L’interpretazione autentica non può essere, ovviamente... Non è neanche un caso di interpretazione autentica. Questo sarebbe proprio il caso in cui la Regione si dà ragione, scusate il gioco di parole, e si dà ragione forte, diciamo così, di una propria valutazione. Sappiamo che non può essere questa la dinamica. Laddove si ritiene che una norma statale intervenga a gamba tesa sull’autonomia propria della Regione si sollevano, nelle sedi opportune, i conflitti.

Questo passaggio lo riteniamo, come ho detto prima, un passaggio molto coraggioso nel voler appunto attribuirsi la bontà di una scelta operata con tutte le conseguenze che può portare dal punto di vista giuridico.

Per il resto ho già parlato. Sull’articolo 3 e sull’articolo 4 fondamentalmente ci troviamo sostanzialmente tutti d’accordo. I nodi della discordia sono, quindi, questi soli due articoli. Non possiamo assolutamente dare un giudizio positivo rispetto a questo progetto di legge e ribadisco la mia domanda che ho lanciato anche come provocazione, sperando che qualcuno la riprendesse e in qualche modo mi rispondesse per le rime, la domanda rimane irrisolta: Cui prodest?

A maggior ragione, anche in questo contesto quasi di assoluta più che disattenzione o svogliatezza da parte di quest’aula c’è proprio una sorta di quasi rassegnazione a questa proposta, diventa difficile poi ulteriormente interagire, interloquire.

La posizione mia l’ho ampiamente rappresentata. Ci saranno le dichiarazioni di voto successivamente e poi anche in sede di esame dell’articolato, ma non può essere questo, a mio avviso, un progetto di legge meritevole del nostro supporto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ha chiesto la parola l’assessore Petitti.

 

PETITTI, assessore: Anch’io, prima del voto, volevo ringraziare innanzitutto il relatore Sabattini per il lavoro che ha fatto nel legare le istanze portate dalla Giunta con questo progetto di legge a tutto quello che è emerso in Commissione dal dibattito anche con i consiglieri.

Come veniva ricordato anche dal relatore Sabattini è un progetto di legge sicuramente breve, di cinque articoli, ma incisivo in quella che è la volontà che noi come Amministrazione regionale vogliamo mettere in campo, dando una risposta oggettiva, reale e concreta di incremento di organico, con i concorsi e con quelle che sono le riserve da applicare.

Noi con il primo articolo consentiamo, tra l’altro, l’utilizzo delle graduatorie vigenti, altra richiesta che era sul tavolo da tempo. Ovviamente tutto questo è stato costruito, ancora una volta tengo a sottolinearlo, con un confronto assiduo, continuo, con le forze sindacali e con le istanze che venivano presentate all’Amministrazione in questo percorso, legato, appunto, al tema del personale, quindi di tutta la materia del personale che abbiamo affrontato in questi anni.

Dando via libera, appunto, a queste assunzioni, noi abbiamo l’obiettivo anche di dare nuova linfa all’Amministrazione regionale, anche valorizzando le competenze esistenti. Tengo a sottolineare e a ricordare, infatti, che garantiamo i concorsi interni con il 20 per cento delle quote, dedichiamo un altro 30 per cento alle riserve interne, fra cui appunto tutti i dipendenti anche di ruolo interni. A queste riserve abbiamo ammesso tutte le specie che potevamo ammettere. Anche questo è elemento di confronto in questi mesi, sia con i sindacati che con la Commissione. E poi, assumiamo nuove leve, perché l’altro 50 per cento è ovviamente rivolto a persone che sono interessate a partecipare, quindi ad entrare nell’Amministrazione regionale.

Crediamo quindi che questo sia un progetto di legge importante per quelle che sono le finalità politiche che abbiamo realizzato in questi anni in materia di organizzazione regionale e in materia di qualità del personale, di valorizzazione del personale, nelle assunzioni. Con l’approvazione di oggi, quindi, portiamo a compimento un percorso sicuramente fondamentale, costruito con questa Assemblea e, come ricordavo prima, con i sindacati di questa regione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo ora alla nomina degli scrutatori.

Nomino scrutatori i consiglieri Mumolo, Lori e Piccinini.

 

(interruzione)

 

Su tutti gli articoli? Okay, solo per capire.

Anche sull’emendamento?

 

(interruzione)

 

Okay. Va bene.

Articolo 1.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Farò la dichiarazione di voto su tutti gli articoli, visto che sono fondamentalmente pochi.

Come ho anticipato nella relazione introduttiva e anche nella replica, su questo articolo 1 ci sarà la non partecipazione al voto per il semplice fatto che ritengo che questo articolo ‒ come ho detto ‒ sia abbastanza precario dal punto di vista delle potenziali conseguenze giuridiche che potrebbe avere.

Nel momento in cui, senza alcun tipo di intervento superiore o conforto preciso da parte dell’autorità preposta, si intende disattendere una disposizione di legge nazionale, quindi ci si presta pericolosamente ad una contestazione, qualora vi fossero soggetti interessati a sollevare la questione, su questo articolo ci sarà la non partecipazione al voto del Gruppo di Fratelli d’Italia.

Sull’articolo 2 ci sarà il voto contrario, per le motivazioni che già ho espresso, e per il fatto che, nonostante la replica e la precisazione dell’assessora, riteniamo che questo articolo non faccia alcun tipo di chiarezza, anzi alimenti la potenziale confusione e il potenziale conflitto tra singole posizioni di persone interessate.

Il 3 e il 4, invece, saranno votati favorevolmente, in quanto rispondono a una esigenza quasi tecnica, di correzione o, comunque, di adeguamento o di meglio specificazione di alcune posizioni già in essere.

Sull’articolo 5, che è l’entrata in vigore, in genere non c’è mai una discussione di merito. Però, anche su questo, visto che non condividiamo il posizionamento, l’aspetto politico centrale di questo progetto di legge, ci asterremo, così come ci asterremo sull’intero progetto di legge una volta che sarà stato votato in tutti i suoi articoli.

Riteniamo che questo progetto di legge abbia delle luci e tante ombre. Le luci sono le parti che riguardano gli adeguamenti sollecitati o quantomeno dettati da un criterio di trasparenza e di chiarezza. Però, quel criterio di trasparenza e di chiarezza non lo troviamo certamente nell’articolo 2. Anzi, nell’articolo 2 troviamo in qualche modo scritta una disposizione prettamente politica, una disposizione squisitamente discrezionale che, a mio avviso, potrà creare una serie di problematiche nel momento in cui via via le singole posizioni si troveranno ad essere in un qualche modo coinvolte.

Come ho detto prima, è una porta aperta al cui interno si possono infilare forse troppe persone, troppi soggetti.

Credo che un’Amministrazione che dovrebbe seguire i criteri della trasparenza, della chiarezza e naturalmente del buon andamento, come recita la Costituzione, dovrebbe avere dei punti fermi, delle norme precise di riferimento e non certo delle porte aperte che possono solo in un qualche modo determinare degli squilibri e anche delle potenziali ingiustizie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Intervengo sull’articolo 1. Ho già avuto modo di dire che dal nostro punto di vista è in qualche modo una forzatura in un quadro non del tutto chiaro. C’è un’altra criticità, però, che voglio lasciare agli atti, che è una criticità che abbiamo esposto anche in Commissione. Quando si profila la possibilità di utilizzare graduatorie approvate anche da altre Amministrazioni non è chiaro, diciamo così, a parità di graduatorie, quale andrebbe privilegiata. Quindi, dal nostro punto di vista si inserisce un margine di discrezionalità che non è corretto.

Su questo articolo ci asterremo per questi motivi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto sull’articolo 1.

Se non ci sono interventi in dichiarazione di voto sull’articolo 1, mettiamo in votazione l’articolo 1, con il dispositivo elettronico.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

Votazione chiusa.

 

Presenti 35

Votanti 29

Favorevoli 26

Astenuti 3

 

È approvato.

 

Articolo 2.

Insiste un emendamento, il n. 1, a firma Piccinini.

Discussione generale.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Rispetto a questo articolo, tengo a precisare che in realtà la discussione, come dicevo in premessa, è stata in qualche modo blindata. A me fa piacere che oggi l’assessora Petitti sia qui a pontificare, a bearsi di questa legge. In Commissione, però, non l’abbiamo mai vista.

Io credo che ci fossero i margini, se ci fosse stata la volontà, di percorrere, come dicevo, delle strade diverse: quelle non di creare delle riserve, ma di premiare, appunto, l’esperienza maturata in questo ente. Questo avrebbe permesso di liberare opportunità per il personale interno, e in qualche modo avrebbe dato ulteriore opportunità al personale precario del sisma, che non ha i requisiti della legge Madia.

Ripeto: lo dico con rammarico. Se ci fosse stata la volontà, secondo me ci sarebbe stata l’opportunità anche di percorrere delle strade, come dicevo, più giuste, più eque e anche più meritocratiche.

Oggi invece l’assessore viene a pontificare rispetto a questo progetto di legge. Non l’abbiamo mai vista in Commissione. Ci dispiace, perché avremmo voluto interloquire con chi dà l’indirizzo politico, che in questo caso, almeno per quanto riguarda la Commissione, è stato totalmente assente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1, con il dispositivo elettronico.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 36

Votanti 35

Favorevoli 3

Contrari 22

Astenuti 10

 

È respinto.

 

Passiamo alla votazione dell’articolo 2.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 38

Votanti 36

Favorevoli 26

Contrari 10

Astenuti –

 

È approvato.

 

Passiamo alla votazione dell’articolo 3.

Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 38

Votanti 37

Favorevoli 37

Contrari –

Astenuti –

 

È approvato.

 

Articolo 4. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4 con il dispositivo elettronico.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 36

Votanti 35

Favorevoli 35

Contrari –

Astenuti –

 

È approvato.

 

Articolo 5. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

Votazione chiusa.

 

Presenti 38

Votanti 37

Favorevoli 27

Contrari –

Astenuti 10

 

È approvato.

 

Passiamo quindi alle dichiarazioni di voto sul progetto di legge 8124.

Se non ci sono interventi in dichiarazioni di voto, mettiamo in votazione il progetto di legge 8124 con il dispositivo elettronico.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 37

Votanti 35

Favorevoli 26

Contrari 8

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie.

Dovrei rettificare il voto. Non “astensione”, ma “contrario”.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo. Grazie.

Consigliere Poli, prego.

 

POLI: Probabilmente ho sfiorato poco il mio voto favorevole. Vorrei che fosse registrato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo. Grazie.

 

OGGETTO 6149

Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Modifica della legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43 ‘Interventi a favore di forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della L.R. 14 aprile 1995, n. 37’» (111)

(Relazione, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 6149/1 oggetto 8395 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo al progetto di legge 6149, di iniziativa della Giunta: modifica della legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43 “Interventi a favore di forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della legge regionale 14 aprile 1995, n. 37”, delibera di Giunta n. 201 del 12.02.18.

Il testo n. 4/2019 è stato licenziato dalla Commissione politiche economiche nella seduta del 22 maggio 2019 con il seguente titolo: “Modifiche alla legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43 ‘Interventi a favore di forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della legge 14 aprile 1995, n. 37’”.

Il progetto è composto da tre articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Caliandro, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

È stato presentato un ordine del giorno, il n. 6149/1, a firma dei consiglieri Caliandro, Lori, Serri, Boschini, Rontini, Mori, Bagnari, Sabattini, Bessi, Taruffi, Zappaterra, Zoffoli, Torri.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO, relatore: Grazie, presidente.

Su un tema così importante, come quello dei Confidi in agricoltura, abbiamo avuto la possibilità...

Presidente...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa, presidente. Ho dimenticato di leggere che su tale oggetto insistono anche due proposte di emendamento a firma Rainieri, Liverani e Bertani.

Le ridò la parola. Prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Ricordavo all’aula che abbiamo avuto occasione, nel corso delle Commissioni dedicate a questo importante pdl, di audire tutti gli stakeholder del settore, con i quali ci siamo confrontati per addivenire a delle modifiche emendative del nostro provvedimento di legge, che ha una sua peculiarità, ovverosia si impegna a continuare una politica a favore dei fidi e dei confidi in agricoltura che questa Regione ha intrapreso da lungo tempo con provvedimenti di legge assai importanti.

Penso alla legge n. 43 del 1997, mediante la quale abbiamo consentito l’accesso al credito a centinaia di agricoltori e di persone impegnate in questo settore, evidentemente intervenendo anche in una distinzione che la legge stessa nazionale, nel Testo unico del 1993, bancario, aveva ridisciplinato, ovverosia distinguendo tra confidi maggiori e confidi minori.

Il tema è stato da noi appurato, accertato, al punto che ai milioni che l’assessorato all’agricoltura ha stanziato in occasione del provvedimento di bilancio abbiamo chiesto che ulteriormente questo venisse ratificato attraverso un ordine del giorno che abbiamo collegato al provvedimento legislativo, che reca, infatti, un impegno in assestamento di bilancio a continuare per questa politica e abbiamo voluto raccogliere le suggestioni venute dal mondo agricolo che ci chiedono di tenere l’investimento soltanto ed esclusivamente per chi opera nel nostro territorio regionale, anche perché il settore dei fidi e dei meccanismi attraverso i quali vengono rette le società di capitali può essere distinto appunto tra confidi maggiori e minori e abbiamo pensato di tutelare sostanzialmente gli agricoltori della nostra regione.

Per questo le udienze conoscitive molto partecipate e molto qualificate rendono onore al lavoro che ha fatto quest’aula sia in Commissione che nelle relazioni che l’assessorato ha voluto tenere.

È stato interessante, infatti, confrontarsi con questo mondo che molto ci guarda e che ha molte aspettative nei nostri confronti e che attraverso il rapporto proficuo che abbiamo costruito con l’Europa ha avuto la possibilità di avere sovvenzioni che permettono di avere un accesso al credito importante e non ostaggi evidentemente di concessioni che potrebbero essere ritorsive. Tendiamo, quindi, a creare un aumento delle proprie dimensioni per operato e mercato anche e nel solo ed esclusivo interesse di risorse regionali finalizzate al nostro territorio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo alla discussione generale sul provvedimento. Ci sono interventi in discussione generale? Non ci sono interventi.

Chiedo al relatore se vuole intervenire in replica a se stesso.

Chiedo alla Giunta se vuole intervenire.

Assessore Caselli, prego.

 

CASELLI, assessore: Intervengo volentieri solo per rimarcare che questa è una proposta di legge che la Giunta ha avanzato, che poi è stata leggermente emendata in Commissione. È volta a una cosa precisa: consentire, visto che la legge è piuttosto vecchia, come vedete, di poter operare nell’ambito del sostegno, del credito all’agricoltura, anche ai confidi vigilati.

Questo di per sé non era escluso, ma lo diventava nel momento in cui si prevedeva che la maggioranza dei componenti del consiglio d’amministrazione di un confidi dovesse essere di parte agricola, cosa che ovviamente nei confidi vigilati, che hanno di norma dimensione nazionale, non accade, anche perché sono in genere confidi multisettoriali.

Le caratteristiche che sono richieste dalle norme di vigilanza di Bankitalia, rispetto ai requisiti professionali dei componenti del consiglio d’amministrazione fanno sì che normalmente ci sia un tipo di personale con specializzazioni di natura finanziaria più che agricola. Questo ci sembrava doveroso, per quanto naturalmente l’Emilia-Romagna e i confidi agricoli che hanno operato finora, e che erano, ricordo, confidi tutti non vigilati, che stanno tuttora operando, abbiano garantito nel tempo un ottimo livello di assistenza agli agricoltori, che in effetti continuano a usufruire di questi servizi, come testimoniano anche gli esiti di tutti i bandi che sono stati fatti in questi anni, in particolare, devo dire, con soddisfazione anche delle banche, che pure rispetto agli effetti di mitigazione sul requisito di capitale che ricevono da confidi non vigilati, hanno una copertura minore, considerando invece quelli sottoposti alla vigilanza di Bankitalia.

Ci sembrava quindi doveroso. Questo potrà consentire, ovviamente, anche a nuovi soggetti, rispetto agli attuali, a quelli operanti finora sul territorio, di fornire i servizi, fermo restando che poi rimarrà all’agricoltore la scelta dell’ente a cui rivolgersi. Ci sembrava però opportuno allargare questa platea, per dare una maggiore possibilità di servizi e copertura agli agricoltori, tenuto conto anche che con ogni probabilità in futuro le stesse norme comunitarie prevedranno sempre di più degli interventi a sostegno degli agricoltori, anche in forma di prestiti, magari assistiti dalla BEI o dal FEI e che di conseguenza, queste forme di garanzia saranno sempre più richieste.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Passiamo quindi alle votazioni. Controllo degli scrutatori: Mumolo non c’è, la Lori c’è. Caliandro?

Prego, consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Volevo chiedere il voto elettronico, presidente.

 

(interruzione)

 

No, solo sul testo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La consigliera Piccinini è rientrata. Il consigliere Mumolo, invece, non rientra. Mettiamo la consigliera Rossi come scrutatrice. Hai vinto.

Passiamo, quindi, alle votazioni.

Articolo 1. Non insistono emendamenti.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

Emendamento n. 1, istitutivo di un nuovo articolo, a firma Rainieri, Liverani e Bertani.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

Emendamento n. 2, istitutivo di un nuovo articolo.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È respinto.

 

Passiamo alla votazione dell’articolo 2.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

Articolo 3. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

Dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno n. 1 a firma Caliandro, Lori, Serri, Boschini, Rontini, Mori, Bagnari, Sabattini, Bessi, Taruffi, Zappaterra, Zoffoli, Torri, Soncini e Cardinali e sull’oggetto 6149.

Nessuno iscritto in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno…

Anche sull’ordine del giorno vuole la votazione…

 

(interruzione)

 

Okay. Mettiamo in votazione, con il dispositivo elettronico, l’ordine del giorno numero 1 al provvedimento 6149.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 34

Votanti 33

Favorevoli 33

Contrari –

Astenuti –

 

È approvato.

 

Passiamo alla votazione, con il dispositivo elettronico, dell’oggetto 6149.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 35

Votanti 34

Favorevoli 34

Contrari –

Astenuti –

 

È approvato.

 

OGGETTO 8182

Proposta recante: «L.R. n. 16/2008 e ss. mm. ii. – Programma regionale degli interventi di promozione e sostegno della cittadinanza europea. Triennio 2019/2021». (Delibera Giunta n. 459 del 25 03 19) (202)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’atto amministrativo 8182: Proposta recante legge regionale 16 del 2008 – Programma regionale degli interventi di promozione e sostegno della cittadinanza europea. Triennio 2019/2021.

Con delibera di Giunta 459 del 25 marzo 2019 la Commissione bilancio, affari generali e istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 15 aprile 2019, con la seguente votazione: 27 voti a favore, nessun contrario, cinque astenuti.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

È aperta la discussione generale.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Quest’atto si inserisce nel percorso che è stato avviato lo scorso anno, con l’approvazione della riforma della legge 16, che contiene un titolo dedicato alla storia dell’integrazione europea e alla cittadinanza europea.

Siamo quindi a proporre, a discutere in questa Assemblea quello che è un piano triennale per rendere strutturale il percorso di sostegno ai progetti che le scuole, le associazioni, gli enti locali, i territori proporranno all’interno appunto del quadro definito dalla legge 16, che vuole sostenere attività di educazione e promozione della cittadinanza europea, coinvolgendo i cittadini emiliano-romagnoli, a partire dai più giovani, in iniziative e progettualità che vadano in questa direzione.

Già nel 2018 sono state avviate le prime azioni importanti in tal senso. Infatti, voglio ricordare una delle azioni più importanti: sono stati finanziati dall’Assemblea legislativa e dalla regione 57 progetti dedicati alle scuole, quindi presentate dalle scuole, proprio per sostenere i viaggi della memoria europea, i viaggi nei luoghi simbolo dell’Europa. Più di 2.000 ragazzi emiliano-romagnoli hanno potuto così partecipare a dei viaggi-studio, fare esperienza, fare attività di approfondimento, partendo proprio da quella che è la storia dell’Europa e dell’integrazione europea, per poi toccare con mano, attraverso i viaggi nei luoghi simbolo, che cosa ha significato il percorso di integrazione europea per la vita dei cittadini europei.

Noi riteniamo che esperienze di questo tipo siano importanti, formative. Pensiamo che la storia vada vista e vissuta, quindi riteniamo anche che azioni come queste si inseriscano nel percorso già delineato con la legge sulla memoria del Novecento, andando ad integrare tutto l’aspetto relativo all’Europa. Non solo parliamo di educazione, di viaggi studio. Parliamo anche dell’opportunità data agli enti locali e alle associazioni di mettere in campo azioni di diversa natura in campo culturale, in campo di promozione del territorio, in campo di formazione, per esempio, per quello che riguarda gli enti locali, professionalità specifiche nell’ambito della progettazione europea, quindi nella formazione di strumenti per poter partecipare e accedere ai finanziamenti europei.

Anche nel 2018, da questo punto di vista, è stato promosso dalla Giunta regionale un bando, a cui hanno partecipato una ventina di enti locali, proprio con questo obiettivo, quello di migliorare il rapporto con l’Europa e accompagnare gli enti locali e i cittadini per poter cogliere le opportunità europee. In questo piano triennale si vuole potenziare e dare continuità a questo tipo di azioni.

Il programma regionale, infatti, prevede uno stanziamento di 280.000 euro annui. Si inserisce anche in un contesto, quello dei vari programmi europei, a partire dai fondi strutturali, il programma di sviluppo rurale, i programmi di cooperazione territoriale, il Fondo per lo sviluppo e la coesione, ovviamente tutti tenuti anche all’interno del Patto per il lavoro. Dico che si inserisce qua dentro perché vuole essere anche l’opportunità per dare evidenza di tutte le politiche e la programmazione gestita dalla Regione Emilia-Romagna. Quindi, c’è l’idea di fondo di offrire un approccio integrato per far convergere tutte le politiche europee gestite dalla Regione, dando come obiettivo lo sviluppo del territorio.

Da questo punto di vista, la nostra Regione già da anni, a partire da inizio legislatura, con la creazione di un assessorato proprio sulle politiche europee, lavora in questa direzione con un sempre maggiore coordinamento per fare in modo che tutti gli strumenti, le politiche, la programmazione europea vadano e lavorino in una stessa direzione. Nella legge n. 16 noi abbiamo evidenziato un elemento, che è quello che ci sembrava rilevante, ovvero che bisogna lavorare sempre di più come Istituzioni in sinergia con i cittadini e con il territorio.

Il programma che oggi presentiamo in Assemblea va proprio a fare quel lavoro di trait d'union, di messa in relazione, di congiuntura tra tutta la parte dell’Istituzione regionale e il lavoro che la Regione sta facendo e la parte che, invece, può coinvolgere gli enti locali e i cittadini. È ovvio ed è fondamentale che per riuscire a fare questo lavoro di messa insieme e di coordinamento bisogna dare in mano ai cittadini e agli enti locali degli strumenti per poter partecipare ai programmi europei, per poter leggere anche quelle che sono le dinamiche europee, per poter saper cogliere le opportunità. Noi l’abbiamo sempre detto: abbiamo una visione positiva come Regione dell’Europa, ma positiva perché l’Europa cerchiamo di viverla, cogliendone le opportunità e cerchiamo di portare la voce dei cittadini emiliano-romagnoli a Bruxelles per poter essere un soggetto davvero attivo nei confronti dell’Unione europea, attivo, propositivo e che sappia poi ben utilizzare le opportunità, a partire dai finanziamenti, ma anche dai vari strumenti messi in campo dall’Europa, il tutto a beneficio dei cittadini emiliano-romagnoli.

Sono partita parlando dei viaggi studio per l’Europa dei 2.000 giovani emiliano-romagnoli che già nell’anno scolastico 2018-2019 hanno avuto la possibilità di partecipare a questa esperienza.

Chiudo il mio intervento tornando ai ragazzi perché credo che dare ai ragazzi degli strumenti, fargli fare delle esperienze e dare loro la possibilità di viaggiare, di vedere con i loro occhi che cosa significa anche la traccia che la storia ha lasciato in Europa è un modo per poter avere dei cittadini più consapevoli che hanno lo sguardo aperto, rivolto al futuro e che riescono così anche a contribuire in maniera positiva a tutta la comunità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non ci sono altri interventi in discussione generale. La Giunta non interviene.

Passiamo alla dichiarazione di voto sul provvedimento. Se non ci sono dichiarazioni di voto, mettiamo in votazione, per alzata di mano, il provvedimento.

Favorevoli? Contrari? Astenuti.

 

È approvato.

 

(La delibera oggetto 8182, con votazione per alzata di mano, è approvata a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 8232

Risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire il tema del risparmio idrico, in particolare delle acque potabili, tra le proprie priorità di primo livello, avviando un programma che, in tempi certi, raggiunga un completo rinnovamento della rete distributiva e, conseguentemente, ad adeguare, in aumento, i finanziamenti rivolti a tale finalità, anche richiedendo al Governo nazionale un analogo atteggiamento. A firma del Consigliere: Sassi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora agli atti di indirizzo.

Oggetto 8232: Risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire il tema del risparmio idrico, in particolare delle acque potabili, tra le proprie priorità di primo livello, avviando un programma che in tempi certi raggiunga un completo rinnovamento della rete distributiva e conseguentemente ad adeguare in aumento i finanziamenti rivolti a tale finalità, anche richiedendo al Governo nazionale un analogo atteggiamento, a firma del consigliere Sassi.

Su questo documento insistono tre proposte di emendamento a firma dei consiglieri Iotti e Rontini.

È aperta la discussione.

Consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Una domanda alla presidenza: l’assenza del consigliere Sassi ci permette… Ah, no, c’è. Okay, perfetto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): È aperta la discussione generale.

Consigliere Sassi, prego.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Questa risoluzione ha un obiettivo, credo, molto presente in questo periodo. Fino a qualche tempo fa, ricordo, si parlava di emergenza idrica. Oggi, forse, parliamo di esubero di pioggia. In ogni caso è un tema che a mio avviso non è più rimandabile. Cioè, l’impegno, da parte della regione, in quanto direttamente coinvolti in quella che è la gestione e manutenzione del territorio, ma in termini anche molto più ampi, persino il Governo dovrebbe a mio avviso contribuire per fare in modo che ci sia un rinnovamento, una manutenzione straordinaria, ogni tipo di intervento, se ne possono elencare veramente molti, per quanto riguarda la distribuzione delle acque potabili, quindi della rete di distribuzione oggi collegata agli acquedotti. In molti casi, sono competenze in capo anche ai comuni, anzi primariamente, probabilmente, in capo ai comuni per quanto riguarda la manutenzione, ma ciò non ci deve impedire di chiedere un forte intervento da parte di tutti i soggetti coinvolti per far sì che ci sia un cambio di tendenza sulle perdite idriche.

Come sappiamo bene, l’acqua è un bene prezioso e lo sarà sempre di più. Visti anche i cambiamenti climatici che ci portano ad avere scorte sempre più ridotte negli anni, quindi onde evitare di arrivare a emergenze più urgenti e più forti, dovremmo cominciare a lavorare d’anticipo, quindi cominciare a intervenire in ogni ambito possibile ora. Le piogge ci hanno aiutato. Quest’estate speriamo ci sia un po’ meno necessità di rifornire le falde acquifere. Speriamo su questo di non avere grossi problemi. Comunque, bisogna in qualche modo agire.

In questo senso, ho depositato anche un’altra risoluzione molto simile a questa, che focalizza l’attenzione per lo stesso argomento sulla parte irrigua riguardo all’agricoltura. Quello è un tema che, magari, possiamo vedere in un secondo momento.

Questa risoluzione ha uno spirito assolutamente collaborativo. Gli emendamenti che sono stati presentati sono assolutamente accettabili. Abbiamo concordato con i firmatari che non ci saranno grossi problemi, perché comunque non si snatura lo spirito di questa risoluzione, che vuole essere un impegno forte per contrastare quella dispersione idrica che oggi ancora esiste e persiste a causa anche della difficoltà di fare vera manutenzione straordinaria su tutti gli impianti di distribuzione dell’acqua potabile che sono ancora in essere.

Lo spirito è assolutamente collaborativo. Spero ci sia una forte intenzione, da parte di tutti i Gruppi, di perseguire questo tipo di azione, perché ritengo sia un’azione di assoluto buonsenso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto sulla risoluzione e sugli emendamenti presentati dai consiglieri Iotti e Rontini, passiamo alla votazione.

Chiedo al consigliere Sassi l’assenso sulla votazione degli emendamenti. Concesso, benissimo.

Passiamo all’emendamento n. 1, a firma Iotti e Rontini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

Emendamento n. 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

Emendamento n. 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

Mettiamo in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 8232 a firma Sassi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 8232, con votazione per alzata di mano, è approvata all’unanimità dei presenti)

 

OGGETTO 7624

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare iniziative concrete per garantire la sicurezza dei pedoni, nel tratto stradale del ponte sul fiume Reno che collega, nella località Passo del Soldato, il Comune di Porretta Terme a quello di Castel di Casio, attuando inoltre in tempi brevissimi un progetto di ampliamento e messa in sicurezza dell’infrastruttura stradale, anche ricorrendo all’utilizzo dei finanziamenti di cui ai programmi attuativi del PNSS, per permettere ai pedoni, ed anche ai ciclisti, l’attraversamento del ponte in sede protetta. A firma dei Consiglieri: Facci, Taruffi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 7624 che impegna la Giunta ad adottare iniziative concrete per garantire la sicurezza dei pedoni nel tratto stradale del ponte sul fiume Reno che collega, nella località Passo del Soldato, il Comune di Porretta Terme e quello di Castel di Casio, attuando, inoltre, in tempi brevissimi, un progetto di ampliamento e messa in sicurezza della infrastruttura stradale anche ricorrendo all’utilizzo dei finanziamenti di cui ai programmi attuativi del Piano nazionale per permettere ai pedoni ed anche ai ciclisti l’attraversamento del ponte in sede protetta, a firma Facci e Taruffi.

Su questo documento insistono due proposte di emendamento, una a firma dei consiglieri Facci e Taruffi e una a firma del consigliere Facci.

È aperta la discussione generale.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente. Questa è una risoluzione che nasce da una richiesta, di fatto, del territorio. Si riferisce a una zona particolarmente critica del territorio di Alto Reno Terme, da qui il secondo emendamento che era un refuso. Ero rimasto alla precedente definizione ante fusione, e quindi Porretta Terme anziché Alto Reno Terme. Comunque, si tratta di una frazione di una località interessata dalla stazione ferroviaria di Silla. È una stazione ferroviaria alquanto strategica, perché si colloca a un incrocio, quasi al confine fra il Comune di Gaggio Montano, il Comune di Castel di Casio e il Comune di Alto Reno Terme.

È una stazione ferroviaria che serve quotidianamente migliaia di pendolari che utilizzano la direttrice, che utilizzano la Ferrovia Porrettana per recarsi verso Bologna, o da Bologna, comunque, per congiungere l’Alta Valle del Reno con la città, e comunque il Medio e Basso Reno. È una zona interessata da un ponte. Il ponte è stretto. Il ponte è sul fiume Reno. Il ponte è contemporaneamente carrabile e pedonale. È carrabile, ma è carrabile a senso unico alternato, controllato da un impianto semaforico, proprio perché è stretto. Il fatto che sia stretto mette in condizioni di insicurezza chiunque vi transiti, anche gli stessi automobilisti, ma prevalentemente i pedoni, i ciclisti, tenendo presente che non è nemmeno illuminato. Soprattutto nel periodo invernale, quindi, abbiamo una situazione tale per cui la pericolosità è sempre presente.

Sul territorio sono già state fatte richieste di intervento, sono stati fatti anche degli incontri. Quello che oggi è in discussione è a chi tocca fare quest’opera, a chi compete, con quali denari, con quali risorse. Noi suggeriamo che occorra intervenire con un progetto di messa in sicurezza, o comunque che occorra prevedere una soluzione alternativa. Il punto è che non si può ritardare, che non si può perdere ulteriore tempo, che non ci si può attardare in discussioni astratte su chi compete o non compete. Il primo soggetto che indubbiamente ha la competenza, le risorse e le professionalità per realizzare tutto ciò, è sicuramente ANAS. Infatti, il primo emendamento che ho presentato e ho firmato insieme al collega Taruffi è quello della richiesta di un progetto ad ANAS, anziché direttamente alla Regione. Voglio fare presente, per completezza, che il Piano nazionale per la sicurezza stradale, che la Regione ha approvato e che la Regione ha costantemente in via di aggiornamento, prevede una particolare attenzione alla messa in sicurezza dell’utenza cosiddetta “debole” della strada, quindi i pedoni e i ciclisti.

Voglio anche ricordare quante sono le azioni che la Regione mette in campo per la prevenzione dell’incidentalità stradale. Sarebbe un controsenso mettere in campo queste azioni, mettere in campo risorse, investire risorse sulla sicurezza stradale, sulla sicurezza pedonale e poi mantenere sui territori delle infrastrutture precarie e potenzialmente pericolose, come quella appena descritta. Quindi, è una richiesta obiettivamente molto semplice e, se vogliamo, a costo zero per quanto riguarda l’Amministrazione regionale, perché vuole coinvolgere ANAS in questo tipo di proposte, in questo tipo di progetto. Va da sé che dovrà materialmente essere controllato e costantemente monitorato l’impegno di ANAS in tal senso, ma questa è una fase successiva.

Per il momento ci limitiamo a segnalare e a ricordare la pericolosità di questo tratto di strada, la necessità di questo intervento e l’indispensabilità dell’opera, nell’ottica di garantire sul territorio sicurezza a pedoni e sicurezza a ciclisti, quand’anche non agli stessi automobilisti. Quindi un’opera, di fatto, indispensabile.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Ho sottoscritto la risoluzione e anche gli emendamenti insieme al collega Facci perché, in effetti, come viene ricordato nella risoluzione, il tema del ponte cosiddetto “Passo del soldato” è un tema del quale questa Regione si è già, peraltro, anche in passato occupata prevedendo uno stanziamento di risorse per lo studio di fattibilità e anche per l’intervento che poi, purtroppo, non si è realizzato. Parlo di diversi anni fa ormai. A questo punto è indispensabile e necessario, come veniva ricordato poco fa, procedere quantomeno con la richiesta ad ANAS dell’intervento di riqualificazione, ristrutturazione e allargamento del ponte e messa in sicurezza di quel punto che rappresenta un accesso importante, lo voglio ricordare, anche alla stazione ferroviaria. Quindi, siccome spesso parliamo della qualità del servizio ferroviario e di quella tratta in particolar modo sulla linea ferroviaria della Porrettana ce ne siamo occupati spesso, non è irrilevante anche come si raggiungono le stazioni ferroviarie. Lì c’è la stazione di Silla, al confine tra i comuni di Gaggio Montano, Alto Reno Terme e Castel di Casio. È una delle stazioni più frequentate proprio per la dislocazione che in qualche modo riguarda più comuni.

C’è un parcheggio scambiatore molto significativo per quell’area, che è stato finanziato dall’intervento delle Amministrazioni comunali che ho citato prima.

Per raggiungere questo parcheggio, per raggiungere la stazione, si passa, appunto, soprattutto, da questo passo, dal ponte del Passo del Soldato che oggi è in una condizione di definire insicurezza è poco perché, ovviamente, rappresenta un problema non solo per i pedoni, ma anche per chi vi transita in macchina proprio perché è stretto, è un ponte stretto. A maggior ragione d’inverno, quando la neve si accumula, con il passaggio delle macchine e dei pedoni, si rischia veramente la sicurezza sia dei pedoni che di chi transita in automobile.

Sul tema è già stato interessato l’assessore Donini che ha partecipato ad un incontro con le Amministrazioni comunali e i sindaci dei Comuni di Alto Reno Terme, di Castel di Casio, di Gaggio Montano e di Lizzano in Belvedere che qualche settimana fa, qualche mese fa hanno rappresentato la necessità di un interessamento da parte dell’assessorato ai trasporti della Regione, proprio perché quel punto è nevralgico non solo per il collegamento con la stazione che ricordavo, ma anche perché è un ponte di collegamento tra la Statale 64, quindi la strada Porrettana, e una importante area produttiva sita nel comune di Castel di Casio appena di là dal confine dei comuni di Castel di Casio e Alto Reno Terme in cui hanno sede diverse e importanti realtà produttive a partire dalla più importante, che è la Metalcastello, attività produttiva che conta più di 300 dipendenti, quindi una realtà importante.

Mettere a posto e garantire una diversa soluzione a quell’attraversamento pedonale consentirebbe anche un migliore e più facile collegamento di queste realtà produttive con la statale 64. Proprio in ordine a queste motivazioni, l’incontro con l’assessore Donini era terminato con l’impegno da parte dell’assessore, quindi anche della regione, a valutare insieme ad ANAS anche soluzioni alternative oltre alla possibile ristrutturazione e riqualificazione del ponte, proprio per collegare meglio e in modo definitivo la statale 64 alla parte produttiva, sita nel comune di Castel di Casio.

Su tutto questo, ovviamente, il consigliere Facci – ha fatto bene, per questo abbiamo condiviso la risoluzione – pone l’accento sul ponte. Io credo sia importante sottolineare il quadro che ho provato qui a descrivere, quindi ben volentieri ho sottoscritto e condivido in pieno questa risoluzione, per chiedere appunto ad ANAS un primo tempestivo intervento per la messa in sicurezza di quella parte dei Comuni che sta a cavallo tra i Comuni di Alto Reno Terme e Castel di Casio, ma anche, aggiungo io, per una ridefinizione complessiva, per una riqualificazione e una ristrutturazione complessiva della viabilità in tutto quel tratto che è stato oggetto, lo ricordo, qualche anno fa, anche di un intervento molto significativo che ha portato sostanzialmente allo spostamento del tracciato della statale 64 tra Silla e Marano.

Visto che stiamo parlando di ANAS, colgo l’occasione, e vado un secondo fuori tema, me lo consentirà il presidente…

 

PRESIDENTE (Rainieri): A lei consento di tutto…

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Colgo l’occasione, dicevo, per richiamare, visto che parliamo di ANAS, l’attenzione dell’aula, della regione, dell’assessorato ai trasporti e quindi dell’assessore Donini, che so essersi già mosso in questa direzione. Voglio richiamare l’attenzione di tutti proprio cogliendo l’occasione per segnalare la vera e propria urgenza che riguarda sempre la statale 64, nel versante di collegamento tra Alto Reno Terme e Pistoia. La statale 64, ormai, è interrotta da più di quattro mesi, poco dopo la frazione di Pavana, in comune di Sambuca Pistoiese.

Siamo già in regione Toscana, ma quel pezzo di collegamento, quella statale che collega appunto Pistoia e Alto Reno Terme è un pezzo fondamentale di collegamento che viene sfruttato innanzitutto dalle attività produttive che sono insediate nell’Appennino bolognese per il collegamento verso la Toscana e che oggi sono costrette ad utilizzare l’autostrada, quindi venire fino a Sasso Marconi per poi andare in autostrada verso la Toscana, quindi con un aumento di costi e un aumento dei tempi di consegna delle merci significativo, ma soprattutto ha una ricaduta drammatica sul comparto commerciale dell’Alto Appennino bolognese, di tutto il territorio dell’Alto Appennino bolognese perché, ovviamente, in particolar modo il fine settimana, chi dalla Toscana, da Pistoia e dalle zone limitrofe veniva nelle strutture e nei paesi dell’Alto Appennino bolognese sono mesi che non percorre più quella strada, anche perché le indicazioni che vengono date sono, peraltro, sbagliate perché rappresentano un quadro che non esiste. La strada viene, sostanzialmente, definita “chiusa”, come se non ci fossero alternative di passaggio per raggiungere Alto Reno Terme, e così invece non è.

Sta di fatto che le persone, i cittadini spesso e volentieri rinunciano proprio a intraprendere il viaggio. Dico questo perché, dopo quattro mesi, ANAS non ha ancora approntato un piano di intervento e di risistemazione di una frana. La causa dell’interruzione della statale è una frana. Stiamo parlando del comparto che fa riferimento alla Toscana, però ‒ come abbiamo avuto modo di rappresentare anche al prefetto di Pistoia in un incontro che abbiamo tenuto qualche settimana fa ‒ è chiaro che su questo tema deve intervenire anche la Regione Emilia-Romagna, facendo pressione verso ANAS per la risoluzione di questo problema, che è, ripeto, drammatico.

Lo dico anche in questa sede. ANAS, oggi come ieri, sappiamo essere una società controllata direttamente dal ministero delle infrastrutture. Credo sia doveroso che, dopo quattro mesi, anche qualcuno al Governo dia una risposta rispetto a questo problema, che riguarda la competenza diretta di ANAS su una strada statale che sta mettendo in ginocchio una parte significativa dell’economia del comprensorio dell’Alto Appennino bolognese, oltre che ovviamente della Toscana. I ritardi e il silenzio di cui è responsabile ANAS e, per conto, il ministero delle infrastrutture sono inaccettabili.

Credo sia giusto e doveroso utilizzare tutte le sedi per richiamare l’attenzione di tutti e denunciare una situazione che per i cittadini, le imprese e le attività commerciali di quel territorio è francamente insopportabile.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri interventi in discussione generale?

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Solo una precisazione, stimolato da quest’ultimo intervento del collega Taruffi sulla questione legata alla interruzione della Porrettana nel tratto toscano.

È vero quello che dice Taruffi, il danno per il territorio è incalcolabile. La necessità di intervento da parte del gestore, proprietario e gestore della strada, quindi ANAS, è assolutamente imprescindibile.

Va, però, detto, siccome qua c’è la moda di tirare tutte le croci addosso a questo Governo, che ci sono delle responsabilità in questa disavventura o in questo grande problema che vanno ripartite fra i soggetti responsabili, perché va altrettanto detto – oltre al fatto che ANAS deve intervenire e lo deve fare prontamente, perché loro evidentemente non si rendono conto del problema causato a livello territoriale – che sappiamo perfettamente, lo sappiamo tutti sul territorio, solo che lo si dice in pochi, che se le Amministrazioni comunali conoscessero in fondo gli strumenti che hanno a disposizione anche nei confronti di soggetti come ANAS o comunque di Istituzioni a livello superiore forse magari non ci troveremmo a dover bussare ad altre porte o a rincorrere il Ministero e a rincorrere i funzionari, perché in situazioni come quelle, come è emerso anche recentemente in un incontro fatto proprio su questa problematica, sarebbe stato sufficiente che l’Amministrazione comunale avesse avuto il coraggio di adottare un’ordinanza contingibile e urgente e forse il problema oggi sarebbe stato già risolto.

Ciò non toglie che ANAS sia in grave ritardo, ciò non toglie che ANAS ha il dovere di non lasciare i territori scoperti, ciò non toglie che ANAS ha il dovere di intervenire soprattutto nelle realtà e nelle periferie più deboli e più lontane.

Ribadisco, però, che se anche tutti i funzionari, tutti gli amministratori, tutti i sindaci del territorio conoscessero in fondo quelle che sono le proprie prerogative tante volte non ci troveremmo qui a dover tirare per la giacca il ministro, a dover dire che è colpa di Tizio, è colpa di Caio, è colpa di Sempronio. Questo per completezza, ferma restando la necessità di un intervento urgente su quella problematica che sta ingessando e causando gravi danni economici.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Se non ci sono interventi in discussione generale sulla risoluzione, passiamo alla discussione generale sugli emendamenti.

Non ci sono interventi in discussione generale sugli emendamenti.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti all’oggetto. Non ci sono.

Passiamo quindi alla votazione dell’emendamento n. 1 a firma Facci e Taruffi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti.

 

È approvato.

 

Emendamento n. 2, a firma Facci.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

Passiamo alla votazione della risoluzione 7624.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 7624, con votazione per alzata di mano, è approvata all’unanimità dei presenti)

 

Si concludono così i lavori della seduta pomeridiana, che riprenderanno domani mattina alle 9,30. Grazie e buonasera a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 16,58

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Palma COSTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, gli assessori Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI e i consiglieri Mirco BAGNARI, Massimo IOTTI, Matteo RANCAN e Katia TARASCONI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 8124 “Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Disposizioni urgenti in materia di organizzazione»” (110)

 

Votazione articolo 1

 

Presenti: 37

 

Favorevoli: 26

Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 3

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 8

Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Assenti: 13

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Katia TARASCONI.

 

Votazione emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini

 

Presenti: 37

 

Favorevoli: 3

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 22

Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 10

Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 2

Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 13

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Katia TARASCONI.

 

Votazione articolo 2

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 26

Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 10

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Raffaella SENSOLI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 2

Silvia PRODI, Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Katia TARASCONI.

 

Votazione articolo 3

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 37

Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Katia TARASCONI.

 

Votazione articolo 4

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 35

Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Katia TARASCONI.

 

Votazione articolo 5

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 27

Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 10

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Raffaella SENSOLI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Katia TARASCONI.

 

Votazione progetto di legge oggetto 8124

 

Presenti: 37

 

Favorevoli: 27

Fabrizio BENATI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 9

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 13

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI.

 

OGGETTO 8395 “Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 6149 Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: “Modifica della legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43 ‘Interventi a favore di forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della L.R. 14 aprile 1995, n. 37’”. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Lori, Cardinali, Mori, Bessi, Taruffi, Zappaterra, Serri, Bagnari, Boschini, Rontini, Sabattini, Zoffoli, Torri, Soncini”

 

Presenti: 34

 

Favorevoli: 33

Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 16

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI.

 

OGGETTO 6149 “Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Modifica della legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43 ‘Interventi a favore di forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della L.R. 14 aprile 1995, n. 37’» (111)

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 34

Stefano BARGI, Fabrizio BENATI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Alan FABBRI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 8124 “Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Disposizioni urgenti in materia di organizzazione»” (110)

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini:

«All’articolo 2 il comma 1 è così sostituito:

“1. Nell’articolo 4 della legge regionale 27 dicembre 2017, n. 25 (Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2018), dopo il comma 2, è aggiunto il seguente comma:

“2-bis. Le procedure concorsuali di cui al comma 1 possono prevedere l’applicazione di un punteggio premiante per il personale di cui all’art. 2-bis, comma 42, del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148 (Disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili), convertivo con modificazioni con legge 4 dicembre 2017, n. 172). A tale fine, i requisiti di cui alle lettere a) e b) dell’art. 2-bis, comma 42, del decreto-legge 148 del 2017), convertito con modificazioni con legge n. 172 del 2017 devono intendersi maturati, anche in forma cumulativa tra diverse forme di lavoro flessibile presso l’amministrazione regionale o la struttura commissariale, a condizione che le attività siano state esercitate presso le sedi commissariali o presso le sedi di servizi della Regione, delle sue agenzie e dei suoi enti. Ai fini del presente comma, in caso i processi di riordino, soppressione o trasformazione di enti, con conseguente transito di personale presso l’amministrazione regionale o la struttura commissariale, si considera anche il periodo maturato presso l’amministrazione di provenienza.”.”»

(Respinto)

 

OGGETTO 6149 “Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: «Modifica della legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43 ‘Interventi a favore di forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della L.R. 14 aprile 1995, n. 37’»” (111)

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Rainieri, Liverani e Bertani:

«Aggiungere l’articolo 1 bis

Sostituire con il seguente testo la lettera a) del comma 2 dell’articolo 1 della legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43

“concede contributi per la formazione o l’integrazione dei fondi rischi e del patrimonio di garanzia destinati alla presentazione di garanzie per l’accesso al sistema creditizio e di finanziamento bancario esclusivamente alle imprese agricole socie con sede legale ed operanti in Emilia-Romagna;”.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Rainieri, Liverani e Bertani:

«Aggiungere l’articolo 1 ter

Dopo il comma 1 dell’articolo 3 della legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43 “Interventi a favore di norme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della L.R. 14 aprile 1995 n. 37” aggiungere il comma 1 bis con il seguente testo:

“Il contributo di cui al comma 1 dovrà essere appostato nel patrimonio dell’organismo beneficiario con l’iscrizione della provenienza e il vincolo di destinazione a sostegno delle imprese agricole socie con sede legale ed operanti in Emilia-Romagna”.»

(Respinto)

 

OGGETTO 8232 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire il tema del risparmio idrico, in particolare delle acque potabili, tra le proprie priorità di primo livello, avviando un programma che, in tempi certi, raggiunga un completo rinnovamento della rete distributiva e, conseguentemente, ad adeguare, in aumento, i finanziamenti rivolti a tale finalità, anche richiedendo al Governo nazionale un analogo atteggiamento. A firma del Consigliere: Sassi”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Iotti e Rontini:

«Al termine del primo paragrafo della sezione introdotta da “Visti” è aggiunto il seguente periodo:

“tali cifre, declinate in termini di perdite “reali”- cioè al netto degli usi impropri, delle sottocontazioni e degli usi tecnici del gestone - si attestano in regione su di un valore medio pari al 23,7%, mentre le perdite unitarie in distribuzione valgono mediamente 2,6 m3/m/anno con picchi di valore intorno ai 4,0 m3/m/anno negli areali montani o di bassa pianura dove il numero degli allacci è superiore: dunque in linea con le previsioni di riduzione delle perdite previste dal Pianto di Tutela delle Acque;”»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Iotti e Rontini:

«L’ultimo paragrafo della sezione “rilevato inoltre che” è sostituito col seguente:

“i 180 milioni di investimenti annui sulle infrastrutture idriche della nostra regione implicano un contributo annuo per abitante pari a 40 euro, a fronte di una media nazionale di 33 euro, mentre il tasso di realizzazione degli investimenti previsti (pianificato/consuntivato) si attesta mediamente su valori superiori al 90%”.»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Iotti e Rontini:

«Nel dispositivo d’impegno, le parole da “raggiunga” al termine del periodo sono sostituite con le seguenti:

“consenta di ammodernare la rete distributiva al fine di ridurre sensibilmente le perdite, anche richiedendo al Governo nazionale un programma di finanziamento dedicato.”.»

(Approvato)

 

OGGETTO 7624 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare iniziative concrete per garantire la sicurezza dei pedoni, nel tratto stradale del ponte sul fiume Reno che collega, nella località Passo del Soldato, il Comune di Porretta Terme a quello di Castel di Casio, attuando inoltre in tempi brevissimi un progetto di ampliamento e messa in sicurezza dell'infrastruttura stradale, anche ricorrendo all'utilizzo dei finanziamenti di cui ai programmi attuativi del PNSS, per permettere ai pedoni, ed anche ai ciclisti, l'attraversamento del ponte in sede protetta. A firma dei Consiglieri: Facci, Taruffi”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Facci:

«Nella parte dispositiva, nel secondo periodo, sostituire le parole “ad attuare in tempi brevissimi un progetto” con le parole “a richiedere ad ANAS l’attuazione in tempi brevi di un progetto”.»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Facci:

«Nella parte dispositiva, nel primo periodo, sostituire le parole “Porretta Terme” con le parole “Alto Reno Terme”.»

(Approvato)

 

 

I PRESIDENTI

IL SEGRETARIO

RAINIERI - SALIERA

Torri

 

 

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