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6.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2020

 

(ANTIMERIDIANA)

(La seduta si svolge in modalità telematica con collegamento in videoconferenza)

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 307

Comunicazione del Presidente della Giunta, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento dell’Assemblea, su: “Aggiornamento emergenza Coronavirus”

(Continuazione discussione e conclusioni)

PRESIDENTE (Petitti)

TARUFFI (ERCEP)

TAGLIAFERRI (FDI)

PIGONI (BP)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

ROSSI (PD)

GIBERTONI (Gruppo Misto)

RANCAN (Lega)

BERGAMINI (Lega)

CASTALDINI (FI)

MASTACCHI (LBP)

GIBERTONI (Gruppo Misto)

TARUFFI (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

 

OGGETTO 291

Richiesta di istituzione, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, di una commissione assembleare d'inchiesta circa le problematiche connesse ad eventuali profili di responsabilità legate alla diffusione del contagio ed al numero tragico dei deceduti nelle strutture sanitarie del sistema sanitario regionale e nelle strutture accreditate nonché nelle RSA. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Gruppo Misto)

PICCININI (M5S)

MASTACCHI (LBP)

BARCAIUOLO (FDI)

CASTALDINI (FI)

RANCAN (Lega)

SABATTINI (PD)

GIBERTONI (Gruppo Misto)

TARUFFI (ERCEP)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 300

Richiesta di istituzione, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, di una commissione assembleare d'inchiesta in merito alla gestione dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19. A firma dei Consiglieri: Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo

(Discussione)

(Ordine del giorno 300/1, oggetto 505 - Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

LISEI (FDI)

TARUFFI (ERCEP)

LISEI (FDI)

TAGLIAFERRI (FDI)

ZAMBONI (EV)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,46

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 6 del giorno 6 maggio 2020

Le informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e, pertanto, le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo subito con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro

  2. BARCAIUOLO Michele

  3. BARGI Stefano

  4. BERGAMINI Fabio

  5. BESSI Gianni

  6. BONDAVALLI Stefania

  7. BULBI Massimo

  8. CALIANDRO Stefano

  9. CASTALDINI Valentina

10. CATELLANI Maura

11. COSTA Andrea

12. COSTI Palma

13. DAFFADA’ Matteo

14. DELMONTE Gabriele

15. FABBRI Marco

16. FACCI Michele

17. GIBERTONI Giulia

18. IOTTI Massimo

19. LISEI Marco

20. LIVERANI Andrea

21. MALETTI Francesca

22. MARCHETTI Daniele

23. MARCHETTI Francesca

24. MASTACCHI Marco

25. MONTALTI Lia

26. MONTEVECCHI Matteo

27. MORI Roberta

28. MUMOLO Antonio

29. OCCHI Emiliano

30. PARUOLO Giuseppe

31. PELLONI Simone

32. PETITTI Emma

33. PICCININI Silvia

34. PIGONI Giulia

35. POMPIGNOLI Massimiliano

36 RAINIERI Fabio

37. RANCAN Matteo

38. RONTINI Manuela

39. ROSSI Nadia

40. SABATTINI Luca

41. SONCINI Ottavia

42. STRAGLIATI Valentina

43. TAGLIAFERRI Giancarlo

44. TARASCONI Katia

45. TARUFFI Igor

46. ZAMBONI Silvia

47. ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Petitti): Sono presenti 47 consiglieri.

Sono presenti anche il presidente Bonaccini e il sottosegretario Baruffi e, per la Giunta, anche gli assessori Mammi, Felicori, Priolo, Salomoni e Calvano.

 

OGGETTO 307

Comunicazione del Presidente della Giunta, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento dell’Assemblea, su: “Aggiornamento emergenza Coronavirus”

(Continuazione discussione e conclusioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): Apriamo, dunque, i nostri lavori con la trattazione del seguente oggetto: “Aggiornamento emergenza Coronavirus”.

Ricordo i tempi residui per ciascun Gruppo: Partito Democratico 2 minuti; Gruppo Lega Salvini 19 minuti; Fratelli d’Italia 7 minuti; Lista Bonaccini Presidente 12 minuti; Emilia-Romagna Coraggiosa 18 minuti; Movimento 5 Stelle 9 minuti; Forza Italia 8 minuti; Europa Verde 2 minuti; Lucia Borgonzoni Lista del Presidente 1 minuto; Gruppo Misto 16 minuti.

Quindi, complessivamente, abbiamo ancora 94 minuti che restano per il dibattito.

Per la Giunta è previsto ancora un tempo di interventi di 10 minuti.

Come primi interventi prenotati a parlare dalla precedente Assemblea noi abbiamo il consigliere Taruffi, a cui tra poco passo la parola, e poi, a seguire, abbiamo il consigliere Tagliaferri. Si erano prenotati a parlare anche la consigliera Pigoni, la consigliera Zappaterra, la consigliera Rossi e la consigliera Gibertoni. Ovviamente, il dibattito è aperto, quindi si possono prenotare altri consiglieri. Se per caso di coloro che si era prenotato la scorsa volta qualcuno si ritira, poi, nel momento in cui lo chiamiamo ce lo comunicherà.

Passo la parola al consigliere Taruffi.

Prego, consigliere.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Riprendiamo il dibattito da dove l’abbiamo lasciato la settimana scorsa. Ho ascoltato le ultime parole, tutto l’intervento ovviamente, ma in particolar modo le ultime parole del consigliere Rancan, il quale ha fatto una lunga requisitoria di tutte le cose che non funzionano o che non sono funzionate in questi mesi e che, a suo avviso, potevano essere fatte meglio.

Parto da lì semplicemente perché, la dico con una battuta al collega Rancan, a sentire lui tutto ciò che è stato fatto bene è stato fatto bene perché abbiamo seguito i suggerimenti della Lega, tutto ciò che, invece, non è stato fatto bene è perché non sono stati seguiti i suggerimenti della Lega.

La dico con una battuta: verrebbe da chiedersi come mai in altre realtà, in altre Regioni dove, invece, governa la Lega, evidentemente, non tutte le cose sono funzionate per il meglio. Lo dico con una battuta, però penso sia anche giusto provare a stare un po’ sul merito delle questioni e lasciare da parte, come invece in alcuni tratti del suo intervento ha fatto il collega Rancan, elementi più di carattere propagandistici, anche perché la campagna elettorale è finita e abbiamo bisogno tutti di stare sul pezzo e di avanzare proposte in una fase molto complicata e molto difficile.

Lo dico spesso, l’ho detto più volte in Commissione e lo voglio dire anche oggi qui: sappiamo che l’emergenza sanitaria non è finita. Siamo ancora in una situazione difficile. Ovviamente, la curva del contagio è abbondantemente rientrata sotto una soglia di controllo, però l’epidemia non è finita. Questo deve essere chiaro a tutti.

Abbiamo di fronte mesi molto complicati, nel corso dei quali dovremo inevitabilmente convivere con questa epidemia. Lo dicevamo ieri con il commissario Venturi, a cui colgo l’occasione per rinnovare il ringraziamento per il lavoro che ha fatto e, visto che ha annunciato che il 10 maggio lascerà l’incarico, per il contributo importante che ha dato in questi mesi e, mi viene da dire, anche in questi anni, visto il suo precedente incarico presso la nostra Regione. Lo dicevamo ieri in Commissione. Sarà necessario, per i prossimi mesi, mettere in campo tutte le misure per aumentare il numero di test, il numero di tamponi che vengono effettuati per tracciare e isolare i positivi al virus che inevitabilmente nelle prossime settimane, nei prossimi mesi continueranno a esserci, con numeri che ‒ riteniamo ‒ saranno sempre più bassi, ma continueranno a esserci. Saranno sempre più bassi, i numeri dei contagi, se saremo in grado di garantire sicurezza nei luoghi di lavoro, nei mezzi di trasporto, nei luoghi di inevitabile ‒ diciamo così ‒ contatto tra le persone, se i cittadini lo sapranno fare, come hanno dimostrato di saper fare in queste settimane e in questi mesi.

Lo voglio dire. In Emilia-Romagna abbiamo avuto una straordinaria dimostrazione di abnegazione da parte dei nostri concittadini, che hanno atteso alle regole in modo encomiabile, nella stragrande maggioranza dei casi, ovviamente. Sarà necessario anche reperire i materiali, i dispositivi di protezione individuale, sui quali all’inizio di questa epidemia, per le prime settimane, qualche problema inevitabilmente c’è stato.

Credo sia necessario tenere sotto controllo la crisi sanitaria, ma sappiamo bene che abbiamo anche a che fare con una imminente e, purtroppo, inevitabile crisi economica, che può sfociare anche in una crisi sociale non di poco conto, una crisi economica che ha riguardato tutti i settori dell’economia, tutti i settori produttivi, anche se voglio ricordare anche in questa occasione che non tutti i settori e non tutti i territori sono entrati in questa crisi allo stesso modo. Alcuni sono entrati in questa pandemia in una situazione già difficile, penso inevitabilmente ai territori, ad esempio, della montagna, non foss’altro perché nella precedente legislatura, a testimonianza della difficoltà di quei territori, abbiamo messo in campo alcune misure, come la riduzione dell’IRAP, come il sostegno per i negozi polifunzionali, per i piccoli negozi, misure che attestavano come quelle realtà fossero inevitabilmente, non solo a nostro giudizio, ma anche dal punto di vista oggettivo, in difficoltà.

Credo che, nel momento in cui si riparte, lo si dovrà fare con gradualità e con assoluta cautela perché, lo ripeto, l’epidemia non è finita, però per quei territori e per i settori che in quei territori hanno subìto maggiormente questa crisi, penso ad esempio a tutto il comparto del turismo e del commercio, turismo e commercio sono due tra i settori che hanno sicuramente subìto maggiori conseguenze da questa crisi, dovremo pensare a misure straordinarie che riguardino soprattutto questi settori. Non che gli altri non abbiano subìto difficoltà o non vivano una situazione di difficoltà, ma questi io credo siano esattamente quelli a cui ci dobbiamo rivolgere con più attenzione.

Per quanto riguarda, invece, la ripartenza, la ripresa e la cosiddetta “fase 2”, io credo che sia il momento inevitabile in cui siamo chiamati a mettere in campo alcune scelte che devono guardare al futuro e devono farlo pensando ai due elementi fondamentali con i quali ci dobbiamo misurare, io credo, e cioè la lotta alle disuguaglianze, che riguarda i settori sociali e territoriali, come dicevo, e transizione ecologica, perché la necessità del contrasto al cambiamento climatico non si è certo conclusa con la pandemia. Anzi, la pandemia forse ci ha proprio dimostrato, al di là delle connessioni che eventualmente qualcuno più avanti ci potrà dimostrare o meno se esistano, che il contrasto al cambiamento climatico rimane tutto, che la necessità di mettere in campo politiche differenti rispetto al passato rimane tutta. Anzi, forse questa epidemia, questa pandemia ci mette un po’ alla resa dei conti.

Noi crediamo non sia solo necessario parlare di ripresa, ma sarà fondamentale immaginare e pensare ad una ripresa diversa dal modo di produzione, di trasporto e più in generale dal sistema economico dal quale siamo entrati nella crisi.

“Transizione ecologica” cosa vuol dire? Vuol dire investire perché i cantieri devono ripartire. Certo, gli investimenti pubblici devono ripartire, anzi saranno fondamentali, però devono essere orientati. Devono essere orientati verso il potenziamento del trasporto pubblico, verso la lotta al dissesto idrogeologico, verso, ad esempio, gli investimenti in infrastrutture digitali, infrastrutture immateriali che sono un altro elemento di divario e di disparità all’interno di questa crisi, all’interno dei nostri territori.

Dobbiamo pensare al futuro e dobbiamo immaginarci un futuro diverso dal passato che abbiamo conosciuto, perché l’errore più grave che potremmo fare in questa crisi, al termine di questa crisi, pensando di uscire da questa crisi, è quello di riprendere esattamente dove abbiamo lasciato.

Sarebbe un errore imperdonabile. Abbiamo l’opportunità di riscrivere l’agenda delle politiche pubbliche e delle politiche industriali di questo Paese e forse anche del nostro continente. Credo che questa occasione vada colta a tutti i livelli, in tutti i modi possibili, partendo dalle occasioni che abbiamo per invertire la nostra agenda.

Transizione ecologica non è solo e non può essere soltanto uno slogan, ma deve essere concretizzata. Le infrastrutture non possono essere solo quelle stradali o autostradali.

Le infrastrutture su cui puntare devono anche essere quelle pubbliche, devono essere quelle del trasporto pubblico, devono essere quelle che cambiano anche il modo di lavorare e di muovere merci e persone. Questo è un obiettivo che l’Emilia-Romagna deve perseguire, non foss’altro perché siamo la Regione, e lo ricordo sempre, che ha il più alto tasso di inquinamento in Europa.

La Pianura Padana, lo sappiamo, è in una condizione di estrema difficoltà da questo punto di vista e quindi servono scelte coraggiose che guardino, come dicevo, al futuro.

L’occasione l’abbiamo, c’è adesso, e dovremmo tutti insieme provare a coglierla. Chiudo con l’ultima considerazione che riguarda le politiche generali che aspettiamo, gli interventi che ci aspettiamo dal Governo perché sappiamo che da questa crisi non usciremo se non saranno investite risorse a tutti i livelli, a partire dal Governo centrale, anche e soprattutto a fondo perduto, per quelle realtà che ne hanno bisogno dal punto di vista economico. Penso ‒ come dicevo prima ‒ al commercio, al turismo, ma anche e soprattutto, fatemelo dire, alla cultura, settore che spesso viene trascurato, che nella nostra regione, però, ha una valenza molto significativa e al quale dobbiamo dare risposte importanti, significative, come per gli altri settori, ovviamente, ma non dimenticandoci che la nostra regione è anche e soprattutto una regione capace di produrre cultura, di attrarre cultura e di generare anche reddito dal punto di vista di questo settore.

Credo che faremmo bene a investire con decisione anche in questo ambito.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Passo la parola al consigliere Tagliaferri.

Si prepari la consigliera Pigoni.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

L’Emilia-Romagna, come tutti sappiamo, è tra le regioni che più hanno pagato in questo periodo per i casi totali di affetti da Covid-19 e per i decessi “da” o “con” Covid-19. Non possiamo nascondere che questo evento, certamente senza precedenti, vicini temporalmente, ha provocato un collasso al sistema sanitario dell’Emilia-Romagna, considerato di eccellenza; un sistema che si è rivelato, senza ombra di dubbio, impreparato ad affrontare questa emergenza, soprattutto dal punto di vista organizzativo e delle risorse.

Ho letto ieri della cessazione dell’incarico del commissario ad acta Sergio Venturi, poco rimpianto ex assessore regionale alla Sanità, chiamato ad affiancare il nuovo assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, fresco di nomina, quindi considerato, probabilmente, non ancora abbastanza preparato ad affrontare con il pugno di ferro l’emergenza.

Ho letto gli encomi del presidente Bonaccini a Venturi che lascia. Non possiamo, però, dimenticare che è Venturi l’artefice di quella organizzazione sanitaria che, a mio avviso, è collassata di fronte all’emergenza. Non possiamo dimenticare le criticità del sistema sanitario regionale denunciate negli ultimi anni. Già nel corso del 2019 e nei primi giorni del 2020, in assenza di emergenza sanitaria, erano state denunciate le gravi carenze del sistema sanitario italiano: carenza di medici, di specialisti e di infermieri, innanzitutto, ma anche di risorse. C’è stata la firma di un patto di quindici misure in tal senso, siglato dal ministro Speranza e dal presidente Bonaccini nella sua veste di presidente della Conferenza delle Regioni, il 2 gennaio 2020. Dunque, che i problemi della sanità siano noti da tempo non è certo un mistero. Come non è un mistero che il finanziamento pubblico della spesa sanitaria si sia ridotta nel corso dell’ultimo decennio, allineando l’Italia ai Paesi meno avanzati dell’Europa. Si è verificato un progressivo disinvestimento pubblico nel welfare sanitario a livello nazionale, che si è soprattutto concretizzato dal Governo Monti in poi. Il decennio horribilis per la spesa sanitaria.

La ricetta dell’austerità ha portato a vari fenomeni negativi anche senza l’emergenza Covid-19, come abbiamo verificato anche qui in Emilia-Romagna con i tagli di posti letto, le chiusure di ospedali e di reparti, la carenza di medici. Tagli, tagli, tagli, che hanno avuto un padre nell’ultimo quinquennio: l’ex assessore Venturi. Tagli e ridimensionamenti che hanno avuto un effetto devastante in fase emergenziale.

Il sistema emiliano-romagnolo ne è uscito malconcio, con performance non sempre positive, anche se i singoli operatori sanitari, medici, infermieri e volontari hanno dato in generale prove di grande capacità, professionalità e abnegazione. E li ringraziamo sicuramente. Sono il sistema e il management che hanno dimostrato tutta una serie di limiti, che rendono indispensabile l’istituzione di una Commissione speciale di inchiesta che verifichi la gestione dell’emergenza sanitaria, approfondendo la validità dei provvedimenti adottati, gli incredibili e inaccettabili ritardi riguardanti i dispositivi di protezione individuali in particolare negli ospedali e nelle strutture per anziani.

Parliamo anche di strutture per gli anziani che erano da mettere in sicurezza fin da subito, mentre anche in questo caso si sono verificati ritardi e superficialità inaccettabili. Il commissario Venturi parla di epidemia sotto controllo in Emilia-Romagna, lo crediamo anche noi, ma non grazie ai provvedimenti assunti o non solo per questi.

Ancora oggi la nostra Regione è in ritardo su altre, penso per esempio al Veneto, anche nella somministrazione di tamponi. Ascoltiamo i soliti proclami che annunciano iniziative… Non ero collegato? È saltato il collegamento?

 

PRESIDENTE (Petitti): No, l’abbiamo sentita.

 

TAGLIAFERRI: Okay.

 

PRESIDENTE (Petitti): Può proseguire, consigliere. Prego.

 

TAGLIAFERRI: Ascoltiamo, dicevo, i soliti proclami che annunciano iniziative da primi della classe, ma quando confrontiamo questa Regione ad altre, ad esempio il Veneto, che per numero di abitanti e densità è simile all’Emilia-Romagna, vediamo i limiti dell’Amministrazione regionale emiliano-romagnola. Voglio solo citare le RSA per anziani. Anche l’Emilia-Romagna non ha nulla da invidiare ad altre Regioni.

Un report dell’Istituto superiore di sanità del 14 aprile mostra i dati riportati da alcuni organi di informazione come Affari Italiani.

Il dato assoluto più alto di morti nelle RSA in Emilia-Romagna con il 57,7 per cento davanti alla Lombardia con il 53,4 per cento.

Il tasso peggiore di mortalità per cento residenti nelle strutture RSA ce l’ha la Lombardia con 6,7 per cento, seconda l’Emilia-Romagna con il 4 per cento, molto al di sotto il Veneto con il 20,7 di decessi e l’1,3 di tasso di mortalità.

Da considerare, tuttavia, il numero di abitanti della Lombardia, 10,06 milioni, ovvero più del doppio dell’Emilia-Romagna. Da notare anche che nei primi posti per numero di strutture esistenti e conteggiate troviamo la Lombardia con 670 RSA, poi il Piemonte con circa 600, il Veneto con 500 e l’Emilia-Romagna con 348.

Possiamo senz’altro evidenziare, quindi, che c’è stata un’elevata diffusione di contagio, spesso determinata dal personale riscontrato positivo, anche se non solo in Italia dove, tuttavia, la diffusione e la concentrazione di contagio è sintomo di una impreparazione generale del sistema a una pandemia e quindi all’assenza di un piano e di un’organizzazione che tutelasse in primis i luoghi più a rischio.

Abbiamo visto la Regione Lombardia subire un attacco strumentale pregiudiziale di accuse e polemiche senza precedenti in fase emergenziale da parte della maggioranza di governo e dai partiti che la compongono, oltre che dai media filogovernativi.

In realtà, i numeri ci dicono che Regioni come l’Emilia-Romagna, ma anche il Lazio, non hanno fatto meglio, forse peggio, ma non hanno subito gli stessi attacchi pretestuosi. I numeri dell’Emilia-Romagna lo confermano.

Nella nostra regione ci sono anche realtà dove le strutture per anziani sono state immediatamente messe in sicurezza con conseguenze apprezzabili rispetto ad altre che invece di vittime ne hanno avute e su cui si è steso un velo di silenzio.

Su queste bisognerà avere notizie e chiarimenti nella massima trasparenza. Ci sono altri elementi che intendo sollevare nei prossimi interventi visto il terminare del tempo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Passo la parola alla consigliera Pigoni.

Si prepari la consigliera Zappaterra.

 

PIGONI: Grazie, presidente Petitti.

Presidente Bonaccini, membri della Giunta regionale, colleghi consiglieri, la fase 2 è cominciata tra la fondata speranza di esserci lasciati alle spalle il periodo più buio dal punto di vista sanitario, il cauto ottimismo di chi sta lentamente ricominciando ad avvicinarsi alla normalità e l’intensa preoccupazione di chi è ancora nel pieno buio di una crisi grave, quanto inattesa, talvolta a tinte drammatiche dal punto di vista psicologico ed economico. Soprattutto chi ancora non ha potuto riprendere a lavorare e cerca risposte concrete e immediate.

Personalmente, ritengo che occorrano regole chiare per permettere a tutti di ripartire in sicurezza e con tempi rapidi, soprattutto per quelle attività che altrimenti rischiano di non resistere alla chiusura fino al 1° giugno e di non riaprire mai più.

Il tempo è davvero un fattore fondamentale per moltissime persone. Per questo la Regione deve vigilare e preoccuparsi, per esempio, che i soldi della cassa integrazione arrivino davvero in fretta nelle tasche dei cittadini, così come la liquidità necessaria arrivi nelle casse delle imprese in difficoltà. Valuto favorevolmente le misure straordinarie decise dalla Giunta regionale a sostegno di famiglie, imprese, studenti, lavoratori e investimenti. Soprattutto sul fronte affitti è importante garantire un aiuto fattivo e immediato a chi non ce la fa più a pagare il proprio, anche quando si tratta di affitti a privati, attraverso fondi gestiti dai Comuni.

Dall’ultima, e certamente da me non apprezzata, conferenza stampa del premier Conte non una parola è stata spesa sulla gestione familiare dei bimbi per i genitori che fortunatamente sono rientrati al lavoro. Nemmeno un accenno al problema o alle possibili soluzioni, magari confidando che tanto le donne possono stare a casa dal lavoro come se niente fosse o affidarsi a babysitter full time, a reti parentali sempre più rare, al di là del tema “nonni”, che oggi sono ‒ come sappiamo ‒ particolarmente vulnerabili, o chissà cos’altro. Quante storie di famiglie in gravi difficoltà stiamo sentendo in questi giorni. Genitori che tornano entrambi al lavoro, mamme single che, magari, hanno due o tre figli da gestire. Più o meno 10 milioni di declinazioni dello stesso tema. Tante sono le persone che in Italia si prendono cura di figli minori di 15 anni, secondo l’ultimo report ISTAT. Persone lasciate da sole davanti al più banale e rilevante dei problemi: dove lasciare i propri ragazzi quando si va al lavoro.

Al contrario di Conte, io sono, invece, molto preoccupata. C’è, a mio avviso, un problema pratico e anche uno educativo, entrambi da non sottovalutare. Sul fronte dei servizi 0-6 anni, per esempio, è davvero impossibile immaginare una fase 2 gestita solo da un aumento di congedi parentali, smart working, bonus tate e didattica a distanza. La questione della sospensione dei servizi educativi per la prima infanzia, caratterizzati da un contatto fisico costante ed inevitabile, rimane sul tavolo in tutta la sua urgenza.

Sul fronte educativo, mentre tanti Paesi europei riaprono le scuole, noi procediamo con uno smart schooling zoppicante. Ci sono tentennamenti riguardo alla riapertura in sicurezza delle nostre scuole a settembre e per l’estate, ormai imminente, si sta aprendo un’ulteriore voragine, un tema davvero stringente, i centri estivi, di cui abbiamo cominciato a parlare la settimana scorsa proprio in quest’aula.

Per consentire l’organizzazione e la gestione dei centri estivi, dei quali c’è assoluto bisogno, l’urgenza di direttive governative è, infatti, assoluta. Mancano indicazioni chiare e nette sul destino di queste organizzazioni, che sono spesso gestite da soggetti privati, associazioni di volontariato, oratori e parrocchie, che sono in grado di dare risposte concrete alle esigenze dei genitori durante i mesi estivi.

Servono fondi e un piano speciale subito, con regole chiare e meno briglie possibili. Dobbiamo immaginare anche nuove location alternative nelle quali poter radunare in sicurezza i ragazzi. A questo proposito, ho apprezzato l’attenzione al tema e le proposte inviate al Governo della vicepresidente Schlein, attività all’aperto, aerazione costante, sanificazione degli ambienti chiusi, così come dei giocattoli, bambini organizzati in piccoli gruppi, fasce orarie diversificate, triage all’ingresso, utilizzo da parte degli educatori dei dispositivi di protezione individuale, massima attenzione a igiene e pulizia. Sono tutte indicazioni utili e condivisibili.

Ma il tempo stringe e giugno è alle porte, servono quindi urgentemente risposte chiare. Bisogna fare in fretta, altrimenti addio a questa organizzazione dei centri estivi, che tanto possono essere servizio per le famiglie e occasioni di socializzazione per i nostri ragazzi.

Sul tema scuole, innanzitutto voglio esprimere grandi perplessità nei confronti della proposta della ministra Azzolina, questa proposta di ripartenza a settembre metà e metà, metà in presenza e metà di nuovo a casa, proposta poi derubricata quasi a provocazione, credo perché osteggiata dai più. Io, invece, non ho dubbi: le scuole devono riaprire per tutti a settembre. Non è certo un aspetto di secondo piano anche quello che stanno perdendo i ragazzi a livello di competenze sociali e relazionali. Dico che dovremmo essere assolutamente pronti dal punto di vista sia organizzativo sia strutturale a riaprire con nuove modalità. I lavori vanno fatti adesso con urgenza. È necessario assicurare che ci siano le condizioni di sicurezza per tornare in classe per tutti. Formazione ed educazione, infatti, non possono esaurirsi soltanto con lezioni via web.

La stragrande maggioranza degli esperti ci parla quotidianamente dei limiti della didattica a distanza, che può senz’altro essere un’alternativa in una situazione straordinaria come questa, ma non può e non potrà mai sostituire quella tradizionale. Le ragioni sono varie e non voglio dilungarmi a elencarle tutte quante, ma segnalo solo le difficoltà di attenzione degli studenti più piccoli, la carenza di dispositivi e connessioni adeguate specie nelle famiglie numerose, la difficoltà del corpo docente nel seguire e valutare adeguatamente il livello di apprendimento degli studenti, il difficile lavoro supplementare al quale sono chiamati tutti i genitori spesso non pronti a fornire ai figli un adeguato supporto didattico. Insomma, nemmeno alle nostre latitudini esistono soltanto famiglie composte da genitori ricchi, istruiti e con tanto tempo libero a disposizione, con magari un solo figlio da seguire.

Dobbiamo fare di tutto per non alimentare un fattore di disuguaglianza sociale e dare a tutti gli studenti le stesse opportunità formative.

È evidente, quindi, che non si potrà andare avanti così all’infinito. Consideriamo, inoltre, che il fattore umano è il valore aggiunto che un docente è in grado di dare agli studenti soltanto in classe e che gli studenti ricevono anche dai compagni stessi.

Non è un caso che stiano aumentando, anche nei bambini, i disturbi psicologici quali ansia, problemi di sonno e disregolazioni alimentari.

Vengo al tema delle libertà fondamentali. A questo proposito continuo davvero a riflettere con preoccupazione sul tema delle libertà individuali e dell’ingerenza dello Stato nelle scelte di ognuno. Se in una prima fase, infatti, le ragioni dell’emergenza sanitaria mi parevano prevalenti, numeri alla mano, entriamo in una nuova fase nella quale i miei dubbi si fanno via via più forti. Perché, ad esempio, lo Stato deve determinare che sia più importante e quindi consentito visitare mio cugino di terzo grado o un mio prozio e non una cara amica? La vita affettiva di ognuno di noi non è un affare di Stato, mai. Non compete al Governo decidere chi io posso vedere.

Voglio vivere in uno Stato che, pur dovendo tutelare sicurezza e salute collettiva, non arrivi a sindacare o giudicare scelte personali così intime. Nella mia visione non può esistere uno Stato che ti fa fare autocertificazione se la tua relazione affettiva è stabile oppure è saltuaria. Lo trovo profondamente sbagliato e costituisce, oltretutto, un pericoloso precedente.

Libertà di movimento, libertà religiosa e tutte le altre libertà non devono essere “consentite”, parola che ho davvero sentito dire e ripetere troppe volte al Premier in queste ultime settimane. Non devono essere consentite da alcun Governo. La libertà è un diritto costituzionale. Punto, così deve essere.

Passo al tema delle altre aperture. Come accennavo prima, trovo assurdo posticipare la riapertura di tantissime attività addirittura al 1° giugno, soprattutto mi chiedo quante potranno farlo senza essere costretti a chiudere prima.

Penso sarebbe stato più saggio estendere a tutte le attività l’obbligo di un protocollo sanitario da rispettare e applicare con buonsenso, supportato da una rete di controllo. Chi si organizza per garantire le condizioni minime di sicurezza deve riaprire e deve riaprire il prima possibile.

Come ho a più riprese sottolineato, invocando la ripresa delle attività industriali, ne va della sopravvivenza economica di tante persone, della loro dignità e in generale della tenuta del nostro tessuto socio economico. Non sono esattamente dettagli trascurabili.

Ci sono settori in ginocchio. Penso, ad esempio, ne ho parlato anche nelle ultime Commissioni, a chi organizza eventi, cerimonie, spettacoli, concerti. Per molti di loro non esiste nemmeno una data di ripartenza. Si tratta di migliaia di lavoratori senza tutele né garanzie. Dobbiamo destinare a queste persone risorse a fondo perduto che consentano loro di non cadere nella disperazione. La Regione deve farsene carico con risorse proprie, ma soprattutto stimolare il Governo ad agire con rapidità. Chi è commerciante, artigiano, partita IVA, libero professionista, piccolo imprenditore vive oramai nell’angoscia, perché il lavoro rischia di sparire, e di sparire per sempre. Noi non dobbiamo lasciarli soli né pensare che possano vivere di elemosine di Stato.

Ci sono anche delle note di ottimismo. Tante realtà industriali si stanno rimettendo in moto, anche se in ritardo rispetto a quanto avrebbero potuto fare. Chiaramente l’attenzione agli aspetti sanitari deve rimanere centrale, ma in Emilia-Romagna la maggior parte delle aziende è già da tanto tempo pronta a ripartire, garantendo la massima sicurezza dei lavoratori. Ho, quindi, sostenuto con forza le aziende della filiera ceramica ‒ e non solo; penso anche alla filiera del legno e all’edilizia ‒ che, in seguito al protocollo siglato da Confindustria Ceramica e i sindacati sulla sicurezza dei lavoratori, hanno spinto per riprendere la produzione. Finalmente le aziende hanno riaperto. Ringrazio il presidente Bonaccini, che si è speso in prima persona in questa battaglia. La ripresa della piena operatività è una necessità impellente per chi si trova a fronteggiare nei mercati internazionali competitor che non hanno mai smesso o che hanno ripreso più velocemente a produrre. Sarà dura per le nostre imprese, ma giocare alle stesse condizioni dei competitor stranieri è ciò che le istituzioni devono garantire.

Mentre, come dicevo prima, il Governo appare ancora troppo incerto sulla gestione delle prossime fasi, credo che la nostra Regione, invece, si sia mossa e si stia muovendo bene. Manca, a livello nazionale, una visione d’insieme, logica e razionale, che prenda in esame tutti gli aspetti e le complessità della nostra società. Dal punto di vista nazionale siamo, infatti, senza un orizzonte. Mancano le risposte vere. Penso, però, che questo sia davvero il tempo della responsabilità, delle regole chiare, sicuramente, ma penso anche che sia il tempo in cui la politica si deve riappropriare del suo ruolo, ascoltando sempre la scienza, ma prendendo decisioni e dettando la strada.

La Regione Emilia-Romagna è sempre stata capace di dare input e di stimolare il Governo. Continui a farlo e spinga lo stesso Governo a fare altrettanto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Comunico che si sono collegati tutti i consiglieri. Quindi, abbiamo 50 presenti.

Ora passo la parola alla consigliera Zappaterra.

Prego, consigliera.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti.

Continuiamo il dibattito dell’altra volta, anche se ovviamente ci siamo dimenticati molti degli interventi del dibattito precedente. Ringrazio il collega Taruffi per aver recuperato una parte del consigliere Rancan. Certamente anche l’intervento del collega Tagliaferri oggi continua a darci il segnale che c’è chi punta a fare questa riflessione buttandola in politica e buttandola sui numeri e non sempre centrando la questione, perché io credo sia davvero meglio evitare i paragoni, altrimenti il centrodestra rischia un bilancio negativo negli interventi che ha fatto.

Io credo che stiamo vivendo tutti una tragedia e il modo di affrontarla finora, lavorando insieme, da parte delle Regioni sia stato di grande responsabilità. I cittadini della Lombardia, come quelli del Veneto hanno i diritti dei cittadini emiliano-romagnoli, ma suggerisco davvero di non buttarla in politica, perché non si può citare solo il Veneto, che certamente ha dati positivi, ma non ha neanche il movimento di persone e confini come quelli di Codogno o della Lombardia nella mobilità delle persone. Non si è mai citata la Lombardia e non si è mai citato il Piemonte, che credo sia meglio non citare nei numeri di questo contagio.

Penso anche che sia poco responsabile fare riferimento agli stanziamenti dei Governi sulla sanità, quando sappiamo tutti che il Governo giallo-verde è stato il Governo che ha stanziato meno risorse sulla sanità. Credo sia anche una pessima idea dire che il sistema sanitario emiliano-romagnolo non era adeguato ad affrontare l’emergenza perché, invece, io penso che la nostra sanità regionale, che a detta di tutti, non nostra, è sempre stata tra le prime a livello europeo, ma, come ha sempre ribadito il presidente e come intendo ribadire anch’io, lo stesso Governo giallo-verde ci ha usato come Regione benchmark su questo. Ecco, io credo che buttarla in politica sull’emergenza Coronavirus sia davvero sbagliato.

Ho poco tempo, quindi mi limito a dire poche cose, anche perché molte le hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto. È stato fondamentale, in questa fase, che la Regione collaborasse con le altre Regioni, ma soprattutto con tutte le altre cariche istituzionali, senza smantellare la democrazia, senza smantellare la rappresentanza dei territori, lavorando con i sindaci, lavorando con le Province, lavorando con le associazioni datoriali e con i sindacati. Attraverso questo metodo di lavoro, noi siamo stati tra i primi in grado di ripartire, di aprire alcune attività, convincendo anche il Governo ad accogliere le nostre proposte.

Ripartire in sicurezza per noi significa un’organizzazione sanitaria pronta nel caso ci fosse una recrudescenza del virus, vuol dire tavoli provinciali per definire meglio, con tutte le parti sociali, le applicazioni concrete dei protocolli, vuol dire disporre oggi di esperienze, conoscenze e strumenti di prevenzione e di controllo del contagio che non avevamo all’inizio dell’epidemia. Quindi, io credo abbia fatto bene il presidente a chiedere al Governo di concentrarsi sull’apertura di altri comparti lavorando subito su protocolli di sicurezza che permettano la ripartenza del piccolo commercio, dei servizi, della cultura piuttosto che sulla proposta che stiamo per fare…

 

PRESIDENTE (Petitti): Collega Zappaterra…

 

ZAPPATERRA: Finisco.

… sui servizi all’infanzia e alle famiglie.

Finisco con un appello. Come Regione dobbiamo essere impegnati e protagonisti di un confronto nazionale, anche sull’utilizzo dei fondi europei. L’auspicio è davvero che, come Assemblea, possiamo continuare a dare il contributo che abbiamo dato finora insieme alla Giunta e al sistema della rappresentanza regionale per gli indirizzi su cui impostare le nuove fasi di sviluppo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Consigliera Rossi, prego.

Si prepari la consigliera Gibertoni.

 

ROSSI: Grazie, presidente.

Considerato che il tempo a disposizione del Partito Democratico è terminato, comunico che depositerò il mio intervento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rossi.

Passo la parola alla consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Presidente, vorrei riprendere due temi in particolare. Il primo l’avevo accennato la volta scorsa quando ho risposto al question-time, alla risposta dell’assessore Donini ed è la capacità di imparare dai propri errori. Anticipo, però, che noi dovremmo anche ricordarci per riparare ai nostri errori in quale fase eravamo prima di questa pandemia, prima di questa emergenza. Eravamo in una fase in cui, anche se sembra un secolo fa, e per certi versi sappiamo che l’emergenza, soprattutto ora quella economica è tutta da vedere, e siamo in una situazione che prelude a - temo - grandi difficoltà, non è neppure il momento di chiamare lontane da sé le critiche e a volte le proposte e derubricarle tutte quante a polemica fine a se stessa.

Temo che la polemica fine a se stessa, invece, a volte, sia soltanto la necessità di incalzare, di evidenziare errori e fare in modo che non si ripetano, se si decide appunto di imparare dai propri errori.

La fase che ha preceduto l’emergenza era una fase in cui finalmente ci si stava accorgendo dell’impatto sanitario, dell’impatto ambientale di scelte politiche scellerate. È un tema che, volente o nolente, era entrato nell’agenda dei Governi e delle istituzioni. Un tema, questo, che per certi versi sembra già entrato nel dimenticatoio più assoluto. Lo dico anche per quello che ho ascoltato di recente nei nostri collegamenti e in quest’aula virtuale.

Questo enorme dramma che ci è capitato così improvvisamente, soprattutto dal punto vista della gestione, che non era preparata, almeno avrebbe dovuto lasciarci qualche lezione sul rapporto tra uomo e natura, su come la pretesa dell’uomo di prescindere dalla natura non solo sia insensata, ma di fatto impossibile. E poi dovremmo aver capito che tagliare la sanità pubblica, ridurre i posti letto di terapia intensiva, diminuire e precarizzare medici, infermieri e operatori sanitari non era un vero risparmio, ma è sempre stato soltanto un azzardo giocato sulla pelle dei cittadini. Questo è sempre stato. Soltanto un azzardo, come tutte quelle scelte politiche che hanno avuto, e tuttora hanno e si trascinano, un impatto ambientale e un impatto sanitario insopportabile. Questo al di là del Covid e al di là dell’emergenza Coronavirus.

Dovremmo aver capito che esternalizzare costi e produzioni, delocalizzare intere filiere in posti lontani assai remoti non era una buona idea per una società accorta e responsabile, ma soltanto un risparmio per le tasche di alcuni. Dovremmo aver capito che deforestare, consumare suolo, desertificare, coltivare in maniera intensiva, allevare animali in maniera intensiva, su scala sempre più vasta e con l’ausilio sempre maggiore della chimica, restringere ogni giorno di più lo spazio a disposizione delle altre specie viventi che ospita questo pianeta non è una buona idea, soprattutto se questo è l’unico pianeta che c’è e se vogliamo che la vita delle nostre e delle prossime generazioni non sia ogni giorno un po’ peggio di quelle che le hanno precedute e, incidentalmente, se buona parte delle emergenze sanitarie presenti e future sono e saranno delle zoonosi.

In tutto il mondo, i livelli di inquinamento stanno calando rapidamente e le misure di contrasto alla pandemia che hanno imposto restrizioni a circa 2,6 miliardi di persone stanno cominciando ad avere effetto, non soltanto sul virus, ma sull’intero pianeta e sull’habitat in cui viviamo, anche alle nostre latitudini. Anche se è solo un risultato temporaneo e ha un enorme e insostenibile costo sociale e umano, anche questa dovrebbe essere una lezione. La lezione è che un trauma come questo può alterare le emissioni e potrebbe aiutarci a capire come arrivare ad alterare, a diminuire le emissioni senza un trauma come questo.

Anche se noi viviamo con un orizzonte temporale che muta di quindici giorni in quindici giorni, è abbastanza evidente che siamo alla vigilia di scelte radicali, fondamentali. Ci troveremo di fronte ad uno o più crocevia e ci potrebbe essere, come rischio più probabile, uno scenario in cui le misure che saranno adottate per stimolare l’economia potrebbero pesare ancora di più degli effetti che abbiamo già visto in queste settimane, a breve termine, sulle emissioni, provocandone un aumento sul lungo periodo. È quello che, per esempio, successe in Cina dopo la crisi del 2008, e cito la Cina soltanto perché è una di quelle economie che contribuisce pesantemente al cambiamento climatico.

Ma se torniamo al nostro piccolo orizzonte, i segnali che riceviamo da questa Giunta regionale con proposte di nuovo cemento, di nuove grandi opere inutili, in un Paese in cui cadono ponti e viadotti come fossero di cartapesta, in un Paese in cui l’ordinaria manutenzione è una pratica sconosciuta, in un Paese in cui non siamo capaci di tutelare il nostro immenso patrimonio storico-artistico e in una regione in cui dobbiamo aspettare le elezioni regionali per chiudere finalmente un inceneritore, uno, sottolineo un inceneritore, allora ecco che vediamo che forse non si è imparato nulla. E vediamo anche una gara, ad esempio, a proporre il rinvio sostanzialmente sine die di plastic e sugar tax, timidissimi tentativi di cambiamento in una giusta direzione. Taccio, perché ne abbiamo parlato di recente e capiterà a breve di riparlarne, anche degli sbilanciamenti che si sono già visti all’interno degli oggetti di cui abbiamo discusso in Commissione ad esempio a categorie coccolate come i cacciatori, di cui non ci si dimentica neanche in tempi di pandemie e di ordinanze.

Ci aspetteremmo altro da questa Regione, ci aspetteremmo che si ricordi che un tempo, ormai, questo sì, un tempo immemorabile, questa era una Regione all’avanguardia anche nelle politiche innovative e nelle sperimentazioni. Ci aspetteremmo, quindi, qualcosa che vada, invece, in direzioni opposte e che chieda al Governo nazionale di tracciare ben altre strade e che non mandi in cavalleria, con la scusa dell’emergenza e della ripartenza necessaria, anche il poco che si era fatto, a partire dal contratto sociale, e si riparta da quel contratto sociale e si indichi come possiamo creare un’economia che sia un’economia ben funzionante, un’economia che marci nel modo giusto, ma che sia in grado di sostenere le persone, senza minacciare la loro vita stessa o la loro salute.

Io credo che tutto questo stia, appunto, nella capacità di imparare dagli errori che si sono compiuti. Penso a dichiarazioni che ho già sentito rispetto alla necessità di una medicina diversa, di una medicina più territoriale, come è stato detto nell’intervento dell’altra volta, come è stato detto in varie dichiarazioni pubbliche. Si è parlato di una rivalutazione addirittura dei piccoli ospedali da parte, però, di quello stesso partito e di quella stessa Giunta che quei piccoli ospedali li ha depotenziati con convincimento, chiudendo interi reparti e depotenziando servizi sanitari di prossimità per migliaia e migliaia di cittadini emiliano-romagnoli. Quindi, l’attenzione alla medicina territoriale e il fatto che si rivaluti in questa direzione, secondo me, implica che si debba partire, ma credo sia anche giusto dire che si è intrapresa una strada radicalmente sbagliata. Non si tratta, quindi, solo di dire “tutto va bene, ma si può sempre migliorare”, ma bisogna invertire la rotta. Si è sbagliato tanto, bisogna invertire la rotta. Non so se le stesse persone che quella rotta l’avevano intrapresa con così grande convinzione saranno le stesse che saranno adesso in grado di invertirla.

Penso che senza un’ammissione degli errori compiuti, non solo nella gestione di questa emergenza, ma anche appunto nel ridimensionamento della sanità regionale pubblica operata fino ad oggi, il taglio dei posti letto, i calcoli errati, il declassamento di strutture ospedaliere, il mancato aggiornamento del Piano delle pandemie, il mancato stoccaggio di DPI, se ne è parlato l’altra volta, o si assume ora una visione illuminata rispetto alla sanità che spazi ogni rivendicazione di potere fine a se stessa questo io allontano da me, non certo la polemica politica o quella che viene definita tale, che è il semplice dovere di un’opposizione che si voglia definire tale e faccia il suo lavoro con serietà e non soltanto per appoggiare o per ripetere a pappagallo quello che dice la maggioranza, ma quello che credo sia fuori luogo è la rivendicazione di potere fine a se stessa da parte di chi ha sbagliato, non ammette l’errore e rischia, quindi, purtroppo, sulla pelle di noi cittadini a continuare nell’azzardo che abbiamo visto fino ad oggi.

Se non rivediamo effettivamente le nostre politiche sanitarie, se non riconosciamo che è mancata, ad esempio, l’integrazione tra assistenza ospedaliera e assistenza sul territorio, che si è di fatto realizzato un vero e proprio muro tra medici di medicina generale e le strutture ospedaliere e tra quelle mediche e quelle degli altri professionisti della sanità…

Non sto qui a ripensare a conflitti davvero fuori luogo che, purtroppo, si sono trascinati per molto tempo negli scorsi mesi e negli scorsi anni tra professionisti della sanità che avrebbero dovuto, invece, lavorare in perfetta integrazione, in équipe, senza rimostranze reciproche.

Credo che occorra oggi un lavoro di squadra che permetta di monitorare la situazione epidemiologica, di controllare l’insorgere eventuale di nuovi focolai sul territorio da parte del settore della sanità che è presente sul territorio che andrebbe potenziato e creare percorsi di integrazione tra questo settore sanitario con l’assistenza ospedaliera.

Si è parlato di telemedicina, ma sono ancora delle modalità troppo virtuali, che riguardano soprattutto troppe poche zone. Sono zone isolate, che già prima, giustamente, avevano servizi di telemedicina, ma questi vanno applicati adesso a zone più diffuse, senza aspettare.

Riconoscere gli errori ci permette, quindi, di proiettarci nelle fasi successive, ricordare a che punto eravamo e riconoscere che la direzione era sbagliata; nelle fasi successive dell’emergenza, potenziando la nostra sanità, eseguendo una capillare sorveglianza epidemiologica che tenga sotto controllo e tratti adeguatamente eventuali focolai che dovessero manifestarsi a livello territoriale anche al fine di evitare nuovi ricorsi al lockdown con tutte le ricadute sanitarie, ma soprattutto economiche e sociali che questo stesso lockdown comporta, a volte addirittura controproducente rispetto agli effetti sanitari di guarigione che, invece, avrebbe dovuto produrre.

L’esperienza vissuta, quindi, e concludo, deve essere preziosa per analizzare e correggere gli errori. Mentre sembra che stiamo assistendo ad una sottolineatura di […] emergenza senza [...].

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Passo la parola al consigliere Rancan.

Si prepari il consigliere Bergamini.

Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Molto brevemente, in modo telegrafico.

Scusatemi, era saltata la connessione. Questo è un motivo in più per ribadire il fatto che è giusto che si parta il prima possibile con le aule fisiche.

Sarò telegrafico. Ovviamente, non cederò a quelle che sono state provocazioni da parte di qualche membro della maggioranza, che ha iniziato a dire che la Lega è brutta e cattiva. Nei fatti ci siamo solamente posti dei temi in queste settimane e in questi mesi e abbiamo cercato di dare soluzioni concrete. Non risponderò a chi dice che la buttiamo in politica e a chi dice che facciamo solo polemica, perché nei fatti stiamo facendo solo ed esclusivamente delle proposte. Se poi fare delle proposte vuol dire buttarla in politica o fare polemica, probabilmente c’è qualcuno che sbaglia comunicazione o, comunque, che non intende bene e non sa cosa vuol dire bene fare un’opposizione costruttiva. Se qualcuno fosse al nostro posto farebbe davvero polemica e politica.

Dico solo due dati. Solo su una cosa voglio rispondere, che deve essere ben chiara: la questione che i Governi precedenti avrebbero stanziato meno risorse, hanno fatto tagli alla sanità, eccetera. Ricordo che in questa Regione è stata approvata una delibera, anche da questa Assemblea legislativa, da questo Consiglio regionale, dove sono stati stanziati tanti fondi, tra cui fondi per ospedali e Case della salute. Quindi, la sanità territoriale decantata, quella che ad oggi si dice di voler rinforzare, ma che nei fatti è stata, poi, indebolita. Quei fondi che sono stati stanziati, dei quali anche la maggioranza si riempiva tanto la bocca, sono finanziati con il 95 per cento di risorse statali, con un fondo che, quando la Lega era al Governo, quindi quel Governo tanto decantato che viene chiamato anche da esponenti della maggioranza “gialloverde”, è stato rimpolpato di 4 miliardi in più. Fondamentalmente, dobbiamo essere chiari su questo. Punto.

Solo due cose mi permetto di dire, poi mi taccio. Sono contento che oggi ci possa essere un po’ di dibattito, perché nell’altra seduta non c’è stato un minimo di dibattito. Parlo intanto delle dimissioni del commissario Venturi, che pongo all’attenzione perché non è stata data nessuna informativa specifica su questo da parte della Giunta. Anzi, è stato fatto solo un annuncio nei fatti dal commissario stesso tramite stampa. Mi chiedo come mai. Vorremmo capire che cosa sta succedendo. Ho capito che deriva dal fatto che l’emergenza sta venendo meno eccetera, ma c’è qualcosa che non quadra. Poi il PD in questo frangente l’ha ringraziato. Nella Commissione di ieri mi hanno detto che siano partiti anche degli applausi per il commissario Venturi, sicuramente noi non saremo quelli che lo applaudiranno, sicuramente noi non lo ringrazieremo, magari lo ringrazieremo perché se n’è andato, perché comunque noi ci ricordiamo bene cosa ha fatto il commissario Venturi quando era assessore alla sanità, gli ospedali territoriali che ha chiuso, che oggi il presidente Bonaccini ammette di aver chiuso, come i punti nascita, e che oggi sembra voler cambiare completamente strategia, ci ricordiamo che politica ha fatto sulla sanità in regione Emilia-Romagna, che noi non condividiamo e non abbiamo mai condiviso. Quindi, sicuramente noi non ringraziamo il commissario Venturi. Al massimo, lo ringraziamo per essersene andato.

Un tema che mi permetto di porre all’attenzione della Giunta e di questo Consiglio è quello della sperimentazione della terapia con il plasma. Noi abbiamo fatto un atto con cui chiedevamo in modo importante alla Regione di avviare la sperimentazione della terapia con il plasma iperimmune, ci è stato risposto, anzi non è stato risposto a noi, ma è stato risposto alla stampa, attraverso la voce del professor Viale, che la Regione dirà di no - leggo testualmente - perché “i dati sono troppo scarsi, non utilizzeremo la terapia con il plasma”. Poi sappiamo che vi sono dei professori e anche dei primari di ospedali dove questa terapia ha funzionato, vedi Mantova, vedi Pavia, cito per esempio il dottor De Donno, che nei fatti ha curato e sta curando tante persone. Questo metodo è completamente gratuito. Vi è stata la prima donna incinta al mondo guarita con questa nuova sperimentazione di questa terapia e ci sono tanti, tanti, tanti pazienti guariti. Il dottor De Donno, oltretutto, è stato contattato anche dagli States - questo dobbiamo dirlo - perché è una terapia che sembra proprio funzionare, quindi non capisco perché la Regione non voglia sperimentarla. Penso che sia una cosa di buon senso, anche perché è stata sperimentata in Lombardia. Non so se qualcuno di voi ha visto il servizio di ieri de Le Iene, ebbene partirà la sperimentazione anche in altre regioni, che non sono anche eventualmente di colore vicino alla Lega, quindi penso che sia una questione di merito e di buonsenso.

Noi chiediamo, per fortuna, essendoci oggi la possibilità di avere un contraddittorio, chiediamo alla Giunta come mai anche in una posizione politica amministrativa la sperimentazione della terapia plasma iperimmune non può avvenire nella nostra regione, perché ci sembra follia o comunque, attenzione, perché si rischia di perdere un treno importante. Chiedo questo e mi fermo.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Passo la parola al consigliere Bergamini.

Si prepari la consigliera Castaldini.

 

BERGAMINI: Buongiorno, presidente.

Colleghi consiglieri, ringraziando anche io, come gli altri, tutti coloro che si sono battuti e si stanno battendo per un ritorno alla normalità, vado al punto del mio intervento. Il presidente ha parlato la scorsa volta di 14 miliardi di investimenti per rilanciare il territorio e questo non può che farci naturalmente piacere, ma nel nostro ruolo di controllore naturalmente chiederemo lo schema di questi finanziamenti, la loro collocazione e soprattutto la loro suddivisione. Ovviamente, una tale cifra non verrà investita velocemente purtroppo e allora anche sui tempi invito questa Assemblea naturalmente a farsi parte attiva per verificarne la spesa e naturalmente l’efficacia.

In merito poi alla questione del rischio concreto del ritorno del virus in autunno di cui si è parlato nella seduta precedente, come detto in alcuni interventi, credo che per quella data potremmo affrontare il problema più a viso aperto rispetto a quanto fatto in febbraio o marzo. Sarà, quindi, nella normalità l’uso di guanti, mascherine e la sanificazione dei locali, ma ciò su cui dovremo davvero contare sarà la cura di cui nessuno parla, ma che è già efficacemente utilizzata in questo momento in Italia. Non parlo solo di quella che ha citato adesso il collega Rancan. Questo io credo più dei vaccini potrà ridare al nostro orizzonte quella serenità anche psicologica che ci servirà per proseguire e recuperare al gravissimo danno economico subìto.

Aggiungo che rispetto a quanto abbiamo sentito in precedenza dal consigliere Taruffi non sono assolutamente d’accordo sulla riorganizzazione della nostra vita quando sarà ritornata alla normalità. Non vorrei che la pandemia fosse una scusa buona per ingegneri sociali e apprendisti stregoni per portare avanti un’agenda ancora una volta contraria alla volontà popolare.

Gli italiani vogliono tornare a vivere come prima, a portare i figli a scuola come prima e a lavorare come prima. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bergamini.

Passo la parola alla consigliera Castaldini.

Si prepari il consigliere Mastacchi.

 

CASTALDINI: Grazie. 

Consiglieri, presidente, e spero che il presidente Bonaccini stia ascoltando, ieri ho ascoltato con interesse il saluto dell’assessore Venturi e le dichiarazioni del nostro presidente Bonaccini. L’ho ascoltato con interesse perché le dimissioni annunciate di Venturi aprono per la prima volta un nuovo tempo: il tempo del superamento della fase acuta del Coronavirus, ma, mi si permetta, e cercherò di spiegare meglio, chiaramente, nel mio intervento, aprono al ritorno della politica.

Con la fase 2 abbiamo visto i titoli di tantissimi giornali, abbiamo visto editoriali dove la frase che ricorreva in maniera più frequente era “Ora tocca a noi”. Questa frase mi ha fatto domandare in particolare a chi toccasse prima. I cittadini in questi mesi di fase 1 hanno ampiamente dimostrato di essere in grado di sostenere l’aspettativa che molti, forse, non avevano più. Il popolo italiano ha dimostrato responsabilità, diligenza. La frase “Ora tocca a noi”, secondo me, modestamente, è dedicata a noi politici. In questo momento, in questo preciso momento, ora, tocca a noi. Tocca a noi. Tocca alla politica. Tocca alla politica ritornare ad essere grande. Tocca alla politica immaginare il futuro di questa regione. Tocca alla politica la responsabilità della fase 2. In questo senso io intendo il “tocca a noi”. Tocca esattamente a quelli che oggi siedono in questa Assemblea legislativa, con responsabilità e coraggio.

In particolare, presidente Bonaccini, tocca a lei. Tocca a lei perché sicuramente libero da vincoli politici, partitici e ideologici, a volte. Tocca a lei immaginare il lavoro futuro di questa Regione. E può decidere di farlo o coinvolgendo l’opposizione oppure ignorandola. Io spero nella prima opzione. Il futuro è molto impegnativo. Adesso abbiamo superato l’emergenza, ma ci avvicineremo e vedremo la fase più complessa, che noi stiamo già toccando con mano. Tocca a noi, in particolare, immaginare da subito, come lei penserà alla salute di questi cittadini, sempre spero insieme a noi, e mettere chiarezza nel mondo dei test sierologici. C’è stata una delibera importante, fatta da questa Regione. Ci sono state linee guida, ma ancora la confusione è grande. Soprattutto la grande domanda che tutti noi dell’opposizione le facciamo è il perché della scelta che fino ad oggi c’è stata di non dare accesso ai cittadini, ai cittadini semplici, quelli che non hanno un datore di lavoro, quelli che non hanno come riferimento un medico competente, come è scritto nella delibera, di poter accedere ai test sierologici. Immagini che pensionati, anziani, casalinghe, donne che hanno scelto di rimanere a casa per accudire i figli sono escluse, ad oggi, dalla possibilità di fare test sierologici.

Presidente, vorrei raccontarle di che cosa sta succedendo sui tavoli territoriali, che sono un’intuizione assolutamente giusta. È sacrosanto immaginare che ogni territorio possa immaginare la ripartenza. Noi in quei tavoli non ci siamo. L’opposizione non c’è in quei tavoli. E tutte le volte che proviamo a chiedere linee guida e informazioni per dare risposta alle persone che rappresentiamo e che ci hanno votato noi non abbiamo informazioni. Le linee guida che la Regione giustamente sta immaginando vorremmo fossero condivise anche con noi. Perché? Perché anche noi rappresentiamo un pezzo di Emilia-Romagna, anzi la rappresentiamo tutta, perché oggi tutti ci sentiamo responsabili della ricostruzione di questa grande regione.

Con riferimento ai servizi educativi, noi riteniamo fondamentale la ripartenza di un servizio prezioso come quello rivolto ai nostri ragazzi e ai nostri bambini, per sostenere chi in questo momento sta lavorando, ma anche per offrire un grande laboratorio emiliano-romagnolo per la ripartenza che ci sarà a settembre. Parliamoci chiaro: a settembre, quando finalmente, se Dio vuole, il Governo deciderà cosa fare delle nostre scuole, immagino che tutte le dichiarazioni fatte finora siano fantasia, non siano vera politica, bene quando a settembre ci sarà la riapertura, questi mesi saranno fondamentali per sperimentare quello che noi immaginiamo come buono e come sicuro per i nostri ragazzi. Utilizziamo questi mesi per far vedere come sappiamo lavorare, per mettere anche modelli nuovi, per mettere in campo situazioni a cui prima non avevamo mai pensato. Pensi, presidente, quanti spazi si possono condividere con la scuola e integrare i centri sportivi, i musei. Faccio un appello all’università, che in questo momento è chiusa. In questi mesi i luoghi delle università sono luoghi preziosi da poter utilizzare, bellissimi giardini, università sparse per tutta la regione Emilia-Romagna. Diciamo che l’università, insieme a noi, può fare anche un pezzo di questa storia, di questo modello che vogliamo rilanciare.

Presidente, io le faccio un appello, almeno a lei, se può. A differenza di questo Governo, le chiedo come Forza Italia di distinguersi da questo Governo, in questa seconda fase ci dica con chiarezza non con chi dobbiamo andare, chi dobbiamo frequentare, ci dica esclusivamente come, perché i cittadini sono pronti a prendersi questa responsabilità.

Grazie. Buon lavoro. Ribadiamo la nostra piena collaborazione in questo momento di emergenza. Però, senza strumenti, è impossibile collaborare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Passo la parola al consigliere Mastacchi.

Si prepari la consigliera Gibertoni.

 

MASTACCHI: Buongiorno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Collega Mastacchi, le ricordo che ha un minuto.

 

MASTACCHI: Certo. Infatti volevo proprio aprire dicendo che nel breve minuto che mi rimane solo una veloce sottolineatura a costo anche di diventare un po’ antipatico rispetto a questo argomento, più di quanto ho già avuto modo di dire nelle varie sedi in questi giorni.

Nelle varie occasioni di incontro che abbiamo avuto in questi giorni è emersa in modo netto una separazione netta fra chi appare, e sottolineo “appare”, come il partito di coloro che vogliono aprire tutto senza pensare alla salute dei cittadini, contro il partito di coloro che per salvaguardare la salute e la vita sono disposti a tenere chiuso tutto facendo probabilmente morire l’economia, con un atteggiamento analogo a quello di colui che per paura di morire si suicidò.

Credo sia necessario trovare un giusto equilibrio fra queste due posizioni, contemperando regole di comportamento rigide per la tutela della salute e, lo ripeto, sottolineandolo, regole di comportamento rigide per la tutela della salute, ma che consentano a tutti coloro che possono rispettare le regole stesse, a prescindere dalle categorie e dei codici ATECO, di ricominciare a lavorare salvando il tessuto delle piccole e micro imprese che, giorno dopo giorno, rischiano di non poter più riaprire.

Coloro che possono rispettare le regole di distanziamento sociale, a prescindere dalle categorie, ancora una volta lo voglio sottolineare, bisogna che possano ricominciare a lavorare e a vivere prima possibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Passo la parola alla consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Mi può ricordare quanto tempo ho ancora?

 

PRESIDENTE (Petitti): Ha 6 minuti, consigliera.

 

GIBERTONI: Ne userò meno, credo.

È caduta la connessione durante il mio intervento, ma mi pare di aver chiarito il punto, o almeno i due punti principali a cui tenevo, ossia che abbiamo intrapreso una strada sbagliata per anni, cioè hanno intrapreso, la maggioranza di questa Regione e chi la sostiene. Se non si ammettono gli errori macroscopici che si sono perseguiti in tutte le politiche, da quelle sanitarie a quelle che hanno un impatto ambientale, che sono la maggioranza, credo che non si potrà veramente ripartire. Semplicemente ci si lascerà alle spalle il dramma, e questo speriamo il più presto possibile, ma non si avrà imparato nulla da quello che, purtroppo, si è contribuito a rendere un disagio ancora maggiore dove i soccorsi sono stati ritardati, dove i DPI non arrivavano, dove i medici e i professionisti sanitari non sono stati nella situazione di operare al meglio, dove si è creato un disagio anche psicologico perché non c’era il coordinamento giusto.

Assieme al fatto che molto spesso le strutture non potevano supportare perché i tagli precedenti avevano impedito lo spazio, i posti letto, le strumentazioni, eccetera, credo che non sarà possibile fermarci alle dichiarazioni o addirittura ‒ lo ribadisco, l’ho già detto ‒ cercare di disincentivare quello che, invece, è parte pienamente integrante e doverosa della democrazia e delle istituzioni democratiche, ossia che ci sia un’opposizione, una minoranza che evidenzia gli errori. Tra l’altro adesso potrebbe anche dire di più di quanto sta dicendo. Si sarebbe potuto dire molto di più. Dopo anni e anni che si evidenziano sempre gli stessi errori e le linee sbagliate e poi purtroppo arriva un dramma del genere che, mentre lo si vive, conferma anche che effettivamente avevamo ragione, credo che non ci si possa lamentare del fatto che non ci sia stata unità di intenti nel voler uscire il più velocemente possibile dalla fase acuta. Ciò non toglie, adesso, che le cose vanno riconosciute.

Per quanto riguarda il caso specifico, Piacenza è stata effettivamente la provincia, forse, più colpita. Io ho letto sulla stampa che a Piacenza ci sarebbero già stati 102 casi di Covid prima del 21 febbraio, cioè prima della scoperta del cosiddetto “paziente uno” di Codogno e prima della zona rossa istituita nei dieci Comuni del Basso Lodigiano. Se questo è confermato, come sembra, dall’azienda ASL locale, ci impone anche di riscrivere la storia epidemiologica e, conseguentemente, la storia delle responsabilità rispetto al dilagare delle emergenze, al dilagare del virus. È ovvio che se le cose sono andate così e non è stata applicata una chiusura tempestiva come, invece, è stata applicata dall’altra parte del confine, verso la Lombardia, si è deciso di isolare, come se i territori fossero distanti centinaia di chilometri, quando facevano parte più o meno della stessa area territoriale, questo è stato un grave errore, ed è stato un grave errore…

Mi sentite ancora? O non mi sentite più?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, la sentiamo bene, consigliera Gibertoni. C’è un’intromissione d’audio, ma la sentiamo. Prego.

 

GIBERTONI: Questo è stato un grave errore, quindi partirei proprio da casi specifici come questo, e cioè il fatto che una scelta possibile, quella di determinare il territorio piacentino come zona rossa quando i tempi lo dettavano e non a traino, quando era già tardi, per evitare ancora di più il dilagare, le morti e i drammi che ci sono stati in quella zona, ecco io penso che da qui noi dobbiamo ripartire per dirci che le politiche sono state sbagliate fino ad ora, la strada era da intraprendere in un modo radicalmente diverso e anche sulla questione dell’emergenza gli errori sono stati fatti. Sarà un’occasione, oggi, questa discussione, e c’è anche la mia richiesta di Commissione di inchiesta sulla questione delle emergenze e delle morti in particolare nelle RSA, nelle strutture sanitarie e in quelle accreditate, per fare luce e arrivare nel più breve tempo possibile a individuare le responsabilità in capo alle istituzioni sanitarie e anche a quelle politiche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Ho il consigliere Taruffi che si è prenotato a parlare.

Prego, consigliere.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Sollecitato da alcuni interventi dei colleghi, credo sia giusto fare alcune precisazioni.

Intanto vorrei capire quali sono gli ospedali che sono stati chiusi, perché questo è stato detto da alcuni colleghi della minoranza. Quindi, se ci dite quali sono gli ospedali chiusi. Un conto è elencare disservizi, un conto è dire che sono stati soppressi alcuni servizi, come ad esempio sappiamo è successo sui punti nascita, sulla cui storia non sto a tornare, anche perché dovrei ricordare per la trecentesima volta che c’è stato un lungo periodo in cui al Governo c’era il centrodestra, le richieste per riavviare i punti nascita erano sul tavolo e nessuno ha fatto nulla.

Il gioco dello scaricabarile è bello fino a un certo punto, ci siamo passati cinque anni nella scorsa legislatura, vorrei che evitassimo anche nei prossimi cinque di fare questa pratica non del tutto utile, io dico, anche perché ribadisco che in mezzo ci sono state le elezioni e i cittadini hanno saputo bene, dal mio punto di vista, come esprimere il loro parere.

Con riferimento al lavoro fatto nella precedente legislatura dall’assessore Venturi, poi divenuto commissario, i consiglieri della Lega possono non apprezzarlo, ma l’assessore Venturi, con le linee guida sulle quali pure noi nella precedente legislatura non abbiamo espresso parere favorevole, proprio perché c’erano comunque alcune cose che non ci convincevano, tra le quali la vicenda dei punti nascita, ricordo che andava esattamente nella direzione di rafforzare la rete ospedaliera e provare a riorganizzare l’offerta sul territorio, evitando, ovviamente, di chiudere strutture, di depotenziare strutture, ma di riorganizzare l’offerta ospedaliera.

Oggi abbiamo capito che, ad esempio, di fronte alla pandemia la cosa più importante è esattamente quella di avere una rete territoriale capace di rispondere.

Ricordo anche che i 4 miliardi che hanno aumentato il fondo per il Servizio sanitario nazionale sono stati messi da questo Governo, dal Governo Conte 2, Ministro alla salute Roberto Speranza, Finanziaria approvata dal Parlamento nel 2019 per il 2020, 4 miliardi in più per il Servizio sanitario nazionale, 2 miliardi per il personale, 2 miliardi per le infrastrutture.

Prima di questo aumento, nei venticinque anni precedenti, in cui al Governo ci sono stati tutti, in molti di quegli anni al Governo non c’erano le forze che ci sono oggi, abbiamo segnato tagli su tagli su tagli. Se c’è stata un’inversione di tendenza non ancora sufficiente, non ancora del tutto soddisfacente, ma se c’è stata un’inversione di tendenza c’è stata in questa legge di bilancio, fatta a dicembre 2019, cioè prima della pandemia.

A chi, invece, più o meno simpaticamente, reclama la necessità che i cittadini ritornino alla normalità, non lasciando spazio a ingegneri sociali o apprendisti stregoni, voglio solo ricordare che se per ritorno alla normalità si intende la possibilità delle persone di vivere in società, di vivere una dimensione sociale, ovviamente, questo non può che essere indispensabile, ma se il ritorno alla normalità è riavviare il motore che produce inquinamento a piene mani, che consuma territorio, che consuma energia, che consuma tutto quello che questo pianeta può produrre senza porsi il problema dei limiti e senza porsi il problema di una transizione ecologica, quella normalità non è una normalità auspicabile. Ce lo dobbiamo dire. Perché la normalità che produce disastri non è una normalità accettabile e forse sarebbe anche il caso di dirselo e di dircelo e di avere il coraggio, visto che siamo noi i legislatori, di immaginarci il futuro, almeno per quanto riguarda la nostra regione, per i prossimi 5, 10, 15 anni. Non possiamo pensare di immaginarci il futuro con la testa rivolta indietro o addirittura pensando che il passato sia la soluzione di tutti i problemi.

Per quanto riguarda, invece, il tema dei servizi educativi, è un tema centrale, un tema molto importante. La vicepresidente di questa Regione ha inoltrato al Governo un documento nel quale sono espresse le linee guida, ad esempio provare a immaginare la riapertura dei centri estivi. È uno dei punti dolenti dell’azione del Governo. Noi non abbiamo gli occhi foderati di prosciutto. Ci sono tante cose fatte bene. Ce ne sono altre fatte male nell’azione di questo Governo. Sul tema dei servizi educativi, che non è, ovviamente, solo ascrivibile al tema degli oratori, ma più in generale i servizi educativi, i centri estivi, eccetera, c’è un ritardo e la nostra Regione, ancora una volta, sta cercando ‒ ripeto ‒ con il lavoro che sta facendo, coordinato dalla vicepresidente Schlein, e con i documenti che sono stati presentati alla Conferenza delle Regioni e al Governo, di indicare una soluzione, una strada che risponda a un’esigenza improcrastinabile, che è da mettere al centro del nostro agire.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Si è iscritta a parlare la consigliera Zamboni, a cui passo la parola.

Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Solo un flash, perché mi sono rimasti solo due minuti.

Sul sistema sanitario regionale, come ho avuto occasione di dire ieri in corso di Commissione, alla presenza del commissario, secondo me non riconoscere che il sistema sanitario della Regione ha retto è una mancanza di oggettività. Di fronte a un’epidemia, a un evento di questa portata il nostro sistema sanitario comunque ha retto. Resta, naturalmente, da chiarire ‒ l’ho detto anche ieri ‒ la partita, dal punto di vista del settore sociosanitario, dei decessi nelle case di riposo per anziani.

Secondo punto, e ci tornerò quando presenterò la mia risoluzione. Sono d’accordissimo con il consigliere Taruffi. Occorre tenere presente, nella ripartenza, il criterio della sicurezza, sia per i lavoratori sia per eventuali clienti di imprese, di servizi o del commercio. Quindi, sicurezza al primo posto. E anche un’impostazione diversa. Oggi siamo tutti concentrati sull’epidemia Coronavirus. Resta, comunque, il tema ancora scottante della crisi climatica. Se non vogliamo passare da un’emergenza ad un’altra, cominciamo a tenerne conto anche nella direzione che daremo alla ripresa nella nostra regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Chiedo se ci sono altri interventi. Io non ho altri iscritti a parlare.

A questo punto passo la parola alla Giunta.

Per la Giunta, interviene il sottosegretario Davide Baruffi.

Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Ringrazio anche per aver accordato alla Giunta dieci minuti aggiuntivi, da parte dei capigruppo, per poter raccogliere alcune delle sollecitazioni che sono venute. Ci arrivo tra un attimo, perché prima vorrei fare due considerazioni preliminari.

La prima è questa. Ci sono stati toni un po’ più accesi che nelle tornate precedenti e questo è legittimo naturalmente, però sono toni civili di confronto e ci aiutano a stare sul merito delle questioni. È una raccomandazione che faccio a tutti noi, in particolare alla Giunta naturalmente, quella di non alimentare polemiche, perché credo che i cittadini si aspettino da noi in questo momento un confronto molto centrato sul merito e non su altro. Proprio sul merito, si sarà notato come nei tre mesi che abbiamo attraversato… Presidente, si sente?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, si sente benissimo.

 

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Si sente, bene.

Come si sarà notato, noi non abbiamo aperto conflitti né con il Governo centrale, né con le altre Regioni, né con le Amministrazioni locali, ma abbiamo cercato leale collaborazione con il Governo, di raccordarci sempre con le altre Regioni più coinvolte in questa emergenza e anche con gli Enti locali, con cui abbiamo attivato forme di consultazione molto frequenti, di coinvolgimento importante.

Anche laddove ci sono state alcune fughe in avanti, è capitato anche in questo territorio, abbiamo sempre preferito andare in recupero piuttosto che andare a reprimende.

Registro che poi generalmente chi fa fughe in avanti dopo torna indietro, quindi alla fine si arriva sempre a un punto di ragionevolezza che io saluto positivamente. Non si dica che non raccogliamo le sollecitazioni e le minoranze non sono coinvolte dal punto di vista delle elaborazioni e anche delle proposte, perché noi siamo qui per raccoglierle quelle sollecitazioni e vorrei fare alcuni esempi.

Sono venute nel tempo dai capigruppo sollecitazioni importanti, indirizzi, indicazioni, che noi abbiamo raccolto e provato a tradurre in una dimensione di governo. Ad esempio, sui tamponi è venuta una sollecitazione importante da parte dei Gruppi di maggioranza e di minoranza in questa direzione. Noi ci eravamo dati l’obiettivo nella fase 1 di arrivare ai 5.000, vorrei tranquillizzare sui numeri. Già da tre settimane noi abbiamo più di 5.000 tamponi fatti al giorno. Sono un passo avanti. Ci viene chiesto di farne un altro. Io penso che vada raccolta questa sollecitazione. Ci siamo dati l’obiettivo per maggio di arrivare progressivamente a 10.000 tamponi.

Credo che questo vada iscritto a merito non solo del Governo, ma anche dei Gruppi che hanno portato questa sollecitazione.

È venuta la sollecitazione di allargare al tema dei test sierologici. Noi abbiamo aperto a questo tema facendo gli approfondimenti del caso anche quando dalle organizzazioni internazionali e nazionali non arrivavano indicazioni ancora compiute, con tutte le difficoltà del caso.

È una sollecitazione forte venuta dai Gruppi. Non ho notizia di altre Regioni che abbiano completato uno screening sull’intero personale sanitario, poi sociosanitario, adesso sulle forze dell’ordine. Presenteremo questi dati che ci confortano non solo nella messa in sicurezza delle nostre strutture, dei nostri operatori che vanno protetti e anche degli utenti e degli ospiti delle nostre strutture, ma ci danno anche l’idea di come stiamo allargando un lavoro di protezione propedeutico alla fase 2 che si è appena aperta e che oggi siamo nelle condizioni, ne parlerà dopo l’assessore Donini, magari più puntualmente sulle risoluzioni, per portare anche al sistema delle imprese e anche ai cittadini, partendo dai territori che sono stati più colpiti: Piacenza da una parte, Rimini dall’altra oltre che da Medicina.

Abbiamo raccolto sollecitazioni sul tema della scuola e sul tema dei centri estivi per la parte di nostra competenza, naturalmente. Il sistema scolastico è nazionale, ma siamo stati proattivi nel dibattito, anche nel tentare di imprimere un recupero da parte del Governo e ricomporre anche alcune indicazioni che erano venute, non pienamente coerenti nelle settimane scorse. Mi pare che un passo avanti lo si stia facendo. 

Sui centri estivi, perché ci competono più direttamente, abbiamo avanzato una proposta, l’abbiamo fatta alle altre Regioni, l’abbiamo fatta al Governo, l’abbiamo fatta a tutti gli operatori, raccogliendo i loro contributi e altri ne stiamo raccogliendo. Mi pare che la direzione sia quella giusta e sia stata sollecitata, giustamente, anche dai Gruppi consiliari.

Non si dica che abbiamo fatto graduatorie. Noi non facciamo graduatorie dei sistemi sanitari regionali. Le fanno altri preposti, autorità indipendenti. Generalmente, l’Emilia-Romagna ‒ come sapete ‒ è al primo o ai primissimi posti, ma non è questo il punto oggi. Il punto è capire quali sistemi funzionano di più e funzionano di meno per reggere a questo tipo di sfide. Anche qui, insieme alle indicazioni che regge meglio una sanità pubblica che una sanità privata di fronte a una pandemia, ne esce un’altra: regge meglio una sanità più territoriale che una sanità solo ospedalocentrica.

È un dato di fatto. Non svelo niente di nuovo. In un sistema come il nostro, che deve investire molto di più sulla sanità territoriale, la sanità più territoriale tra tutte quelle regionali è quella dell’Emilia-Romagna. È un dato oggettivo. Ci sono altre sanità di eccellenza che hanno investito molto di più, grandi poli ospedalieri. È una scelta. Noi abbiamo fatto una scelta diversa, e questo oggi ci ha permesso di reggere, di non arrivare al collasso che qualcuno ha evocato. Questa Regione al collasso non è arrivata, non è mai arrivata alla saturazione. Si è tenuta in una condizione di sicurezza, pur nella sofferenza e nel forte stress. Oggi è nella condizione di rafforzare la sua rete di risposta proprio perché non è collassata. Quindi, esce l’indicazione di rafforzare di più la sanità territoriale? Certamente sì. Noi dovremmo investire, come Emilia-Romagna, di più sulla sanità territoriale? Certamente sì. E dovranno farlo anche le altre Regioni, nel resto del Paese, che sono un po’ più indietro ‒ ahimè, dico ‒ del sistema emiliano-romagnolo.

Sanità territoriale non può essere un’evocazione. Si tratta di trovare gli strumenti che poi danno gambe a queste cose, anche per poterle misurare. Andatevi a guardare quante USCA sono fatte dalle Regioni, dalla vostra Regione e dalle altre Regioni. Io graduatorie non ne faccio, quindi mi fermo qua.

C’è una ragione per la quale l’Emilia-Romagna, a un certo punto, ha potuto scalare verso il basso le classifiche della diffusione epidemiologica, del passo epidemiologico e oggi si trova messa un po’ meglio di altre regioni che prima stavano meglio di lei. Ci sono dei risultati. Penso che questo sia il nostro contributo anche al sistema nazionale.

Vorrei chiarire a chi ha posto il tema, alla consigliera Gibertoni, delle zone rosse. Quando lei evoca la possibilità che in una prima fase si facesse la zona rossa su Piacenza dimentica il fatto che quella poteva farla solo il Governo. Le prime zone rosse erano nella disponibilità solo del Governo. Quando abbiamo avuto lo spazio ordinatorio per poter intervenire, noi abbiamo assunto su Piacenza e su Rimini, non un attimo dopo del possibile, i provvedimenti più restrittivi, provvedimenti più restrittivi che hanno dato anche risultati importanti nella loro diversità sia su Rimini che su Piacenza. Quando si è trattato di fare sul serio, cioè di dimostrare se una Regione poteva fare una zona rossa, siamo stati i primi: l’abbiamo fatto a Medicina. Guardate che in quella soluzione abbiamo dato una soluzione anche al sistema della Città metropolitana e al sistema regionale, che altrimenti avrebbe, lì sì, rischiato di andare in fortissima sofferenza.

Certamente tutto si può fare meglio, con il senno di poi è possibile descrivere scenari completamente diversi, ma l’Emilia-Romagna non si è fatta attendere, non è stata in ritardo dal punto di vista anche dei provvedimenti più coraggiosi della fase 1.

Da ultimo, perché so che il tempo stringe, mi avete accordato dieci minuti aggiuntivi, quindi non ne voglio abusare, mi sento di ringraziare, a nome della Giunta, il commissario Venturi. Il ringraziamento per quanto fatto nei cinque anni precedenti lo hanno dato i cittadini, non lo devo fare io. Per quanto fatto da commissario, invece, mi sento di ringraziarlo, perché si è messo a disposizione nel momento del bisogno, ha accettato tempestivamente la richiesta che il presidente gli ha rivolto in un momento di difficoltà, di difficoltà anche per la contingenza che si era creata, con l’assessore Donini che era ammalato, e ha guidato con autorevolezza, con credibilità e anche con grande umanità il nostro sistema di reazione soprattutto per quanto riguarda l’adattamento del nostro sistema sanitario e la strategia per affrontare la fase 1.

I risultati sono importanti. Oggi questa regione è in sicurezza grazie alle norme di restrizione che abbiamo adottato, insieme al Governo e con il concorso dei territori, ma anche perché abbiamo adeguato molto rapidamente la nostra capacità di risposta e di resilienza della rete ospedaliera e sanitaria. Credo che buona parte di questo merito dal punto di vista della strategia sia proprio di Sergio Venturi. Questo non toglie nulla a chi ha lavorato direttamente sul campo, il personale sanitario e il personale sociosanitario, a cui va un ringraziamento enorme, ma c’è stata una mano ferma e autorevole, che ha saputo guidare non solo quella struttura, ma ha saputo anche indicare ai cittadini il passo giusto per affrontare insieme, come collettività, il percorso che avevamo davanti. Credo che Sergio, da questo punto di vista, abbia completato un lavoro molto positivo.

Voglio chiarire che Sergio Venturi non si è dimesso perché è finita la gestione dell’emergenza. Non l’ha scritto, non l’ha detto e sarebbe una sciocchezza dirlo. Noi siamo in fase 2, che è una fase Covid, dove i cittadini dovranno convivere con altri problemi e altri elementi di restrizione significativi, importanti, pesanti. Quindi, non si tratta di dire “Ce l’abbiamo fatta, problema risolto”.

È vero che si è conclusa una fase, una fase emergenziale, una fase che richiedeva in quel momento, a nostro avviso, una gestione commissariale e oggi viene in campo una fase diversa, nella quale è possibile riaprire ad una programmazione più ragionata, nella quale al problema sanitario si affianca anche quello di tenuta socioeconomica e ha ragione la consigliera Castaldini, in questo io concordo, è una chiamata in causa diretta della politica, della sua responsabilità, della sua capacità di dare risposte all’altezza di una situazione nuova.

Se oggi lo possiamo fare è perché prima abbiamo messo in sicurezza la Regione, i suoi ospedali, le sue strutture nel modo giusto, un modo che definiamo giusto oggi, perché quando l’abbiamo affrontata era una prima volta per tutti, per noi come per le altre Regioni, quindi io lo dico avendo grande rispetto anche per le difficoltà, per i problemi e per i successi che altri territori hanno avuto.

È una sfida nazionale, non è una sfida di territori e di campanile. Credo che l’assessore Venturi, il commissario Venturi, abbia dato in questo un contributo essenziale, ma sono altrettanto sereno e tranquillo, come il resto della Giunta, perché c’è un lavoro di squadra che è proseguito in questi mesi.

L’affiancamento con l’assessore Donini è stato costante. Raffaele, molti di voi lo conoscono, è persona capace. Ha già in mano il volante e quindi, da questo punto di vista, siamo nelle condizioni di accompagnare la fase 2 avendo presente anche tutto il lavoro che è stato impostato e che adesso va realizzato dal punto di vista dell’adeguamento anche delle nostre strutture, perché tanti investimenti sono stati fatti e sono in progetto.

Anche su questo non vorrei spendere parole divisive. Mi soffermo solo un ultimo secondo su questo perché poi non sarà oggetto delle risoluzioni successive. Questa Regione ha potuto fare un primo accordo di programma sulla parte degli investimenti, adesso ne sta preparando un secondo, anche grazie e soprattutto grazie a risorse nazionali, la nostra Regione come tutte le altre naturalmente.

Sul piano degli investimenti tante risorse sono state messe dal Governo precedente e altre sono state messe da questo Governo. Quindi, se c’è una cosa positiva di continuità degli ultimi due anni a cui abbiamo assistito in questo Paese è che il Governo nazionale ha preso coscienza, quantomeno sul piano degli investimenti, che occorreva fare un passo avanti.

Per fortuna, con il ministro Speranza si è preso coscienza anche del fatto che, insieme agli investimenti, occorre anche investire sul personale e quindi anche grazie a Venturi si sono sbloccati i contratti collettivi, sono stati chiusi e impostati tanti contratti che erano fermi da dieci anni e ci sono le risorse oggi per poter pagare questo personale sanitario, per poter fare le progressioni di carriera, per poter fare nuove assunzioni, per poter fare le stabilizzazioni. Anche in questo la nostra Regione ‒ permettetemi di dirlo ‒ è stata un passo avanti. Il tema del rafforzamento, fin nei limiti del possibile, del proprio personale, della propria dotazione organica è stato un punto cruciale della passata legislatura, così come la stabilizzazione del personale. Oggi, che nuovi spazi sono stati aperti per poter investire sul personale anche nella gestione dell’emergenza, noi li abbiamo usati tutti, senza dimenticare di ringraziare chi è venuto da altre parti del territorio nazionale a darci una mano.

Oggi ci sono anche le risorse, e di questo ringrazio anche questo Governo, per poter fare un investimento sul Fondo sanitario nazionale, per poter avere risorse da investire nel potenziamento della nostra sanità e della nostra sanità territoriale. Noi ci muoveremo esattamente in questa direzione.

Sugli altri punti credo che avremo modo di discutere a margine delle risoluzioni.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Continuiamo con l’ordine del giorno.

 

OGGETTO 291

Richiesta di istituzione, ai sensi dell’art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa e dell’art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, di una commissione assembleare d’inchiesta circa le problematiche connesse ad eventuali profili di responsabilità legate alla diffusione del contagio ed al numero tragico dei deceduti nelle strutture sanitarie del sistema sanitario regionale e nelle strutture accreditate nonché nelle RSA. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Oggetto 291: richiesta di istituzione, ai sensi dell’articolo 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa e dell’articolo 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, di una commissione assembleare d’inchiesta circa le problematiche connesse ad eventuali profili di responsabilità legate alla diffusione del contagio ed al numero tragico dei deceduti nelle strutture sanitarie del sistema sanitario regionale e nelle strutture accreditate, nonché nelle RSA, a firma della consigliera Gibertoni.

Istituzione di commissione assembleare d’inchiesta, articolo 40, comma 1, Statuto, e articolo 60, comma 1, e seguenti del Regolamento interno. La richiesta di istituzione della Commissione d’inchiesta può essere formulata da ciascun consigliere regionale. È presentata all’Ufficio di Presidenza ed è inserita all’ordine del giorno della prima seduta utile dell’Assemblea.

L’Assemblea, con deliberazione a maggioranza assoluta dei suoi componenti, istituisce commissioni d’inchiesta per lo svolgimento delle funzioni di cui all’articolo 40, comma 1, dello Statuto, determinando la durata e il potere della Commissione in modo da assicurare l’efficacia dei suoi lavori, l’oggetto ed i limiti dell’inchiesta, nonché il numero dei componenti e la partecipazione numerica di ciascun gruppo assembleare.

Apro il dibattito generale.

Ricordo che ciascun consigliere può intervenire per un tempo massimo di dieci minuti.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Per me questa è una prosecuzione, di fatto, del dibattito. La decisione di presentare questa richiesta di Commissione d’inchiesta nasce, ovviamente, da tutte le cose che ci siamo detti e da tutte quelle che sono già depositate agli atti sotto forma di interrogazioni e di interpellanze, che non hanno ancora trovato alcuna risposta. Peraltro, mi auguro che si possano sbloccare anche le risposte alle interrogazioni, almeno quelle che riguardano i temi della sanità, e poi pian piano procedere a rispondere alle altre.

Premetto, in questa richiesta, che parte ovviamente da una disamina di quelli che sono i fatti che ci hanno portato poi a trovare una gestione che, a mio avviso, è stata insufficiente rispetto al territorio emiliano-romagnolo della pandemia, con misure insufficienti, ma soprattutto con misure insufficienti perché, come abbiamo detto prima, siamo arrivati a vedere come cittadini misure insufficienti perché le politiche sanitarie, togliendo, sgretolando giorno dopo giorno pezzetti di sanità, pezzetti di servizi territoriali, pezzetti di reparti, interi reparti, ci hanno portato, nel momento in cui ce n’era un bisogno allarmante, lampante e diffuso, a non avere più la possibilità di mettere in campo tempestivamente quelle che sarebbero state le giuste soluzioni, che avrebbero sicuramente anche diminuito i contagi e probabilmente i decessi.

Dall’altro lato, c’è stata anche una sottovalutazione sulla questione delle misure politiche. Approfitto, quindi, di pochi secondi per rispondere sulla questione di Piacenza, perché io mi sto preoccupando, come cittadina io comincio a essere preoccupata, nel senso che comincio a vedere che, nel momento in cui non si vuole ammettere per ricominciare e ripartire con politiche più corrette e più adatte alla realtà che in questo momento viviamo particolarmente deflagrante davanti ai nostri occhi, ma che già prima ci parlava e ci diceva che le politiche erano sbagliate, andavano in direzioni sbagliate, vedo continuare, invece, a fare sfide di campanile, a dire che l’Emilia-Romagna è stata più brava di altri territori, a dire che certamente si può migliorare. No, si è sbagliato fino a qui su Piacenza. Del resto, se è vero che i pazienti e i contagiati da Coronavirus c’erano prima ancora che a Codogno si trovasse il paziente 1, io adesso depositerò un’interrogazione e spero di avere una risposta scritta in tempi, se possibile, rapidi, perché vorrei avere le richieste che la Regione avrà fatto in modo tempestivo al Governo perché fosse istituita una zona rossa, ma non c’entra neanche appellarsi a queste cose oppure scaricare la colpa altrove - a parte che c’è anche il PD in questo Governo - al Governo, che si sarebbero potuti sentire. Se sono state fatte richieste, dove sono queste richieste che a Piacenza si intervenisse tempestivamente? A mio avviso, non sono state assunte iniziative esclusive per i piacentini. A meno che il sottosegretario non possa dire il contrario. Dico esclusive perché stavano a due passi da Codogno, quando a Codogno l’allarme era già bello che diffuso e noto, e non sono state adottate le stesse prescrizioni di tutela e di salvaguardia anche se i piacentini stavano a pochi chilometri da Codogno, di fatto. Una maggior prevalenza del contagio, un maggior grado di infettività rispetto alle altre province era particolarmente evidente, che avrebbe dovuto comportare scelte straordinarie anche da parte dell’ente Regione, che avrebbe dovuto attivarsi come ente Regione e verso il Governo. Si è limitata, invece, a mio avviso, a monitorare, a inseguire senza assumere le scelte necessarie in rapporto all’entità del fenomeno.

È la proporzionalità che a me sta preoccupando, cioè il fatto di non riuscire a riconoscere per tempo… È qui che la politica seria si chiama in causa, che richiede sicuramente capacità di riconoscere gli errori, conoscenze, intuito, velocità, responsabilità. Non ha saputo valutare le dimensioni del fenomeno. Secondo me, è stata seduta e non ha saputo proporzionare quelle che erano le dimensioni giuste in modo da contro-rispondere in modo tempestivo.

A mio avviso, la provincia di Piacenza rispetto a quello che avrebbe meritato è stata abbandonata all’inizio, è stata grandemente sottovalutata la necessità che avevano quei cittadini. Infatti, la Regione ha potuto, invece, a metà marzo…

Insomma, a metà marzo mi risulta che abbia chiuso invece la zona di Medicina, dichiarata, di fatto, zona rossa.

Mentre a Piacenza, se mi ricordo bene, fino al 24 febbraio, che comunque già era conclamato il rischio ed erano conclamati i contagi, non aveva neanche un triage separato nei pronto soccorso. Quindi, arrivavano al pronto soccorso persone che accusavano sintomi di Coronavirus e persone che, invece, avevano altre necessità ed erano lì tutti insieme.

Questo fa parte delle tante cose che dovranno, a mio avviso, essere oggetto di discussione all’interno di questa Commissione d’inchiesta. Ho presentato la mia richiesta. Oggi si discute anche la richiesta di un altro Gruppo politico, che avrà ovviamente il mio voto favorevole. A me non importa se questa Commissione ci sarà, non importa quale richiesta, tutte e due oppure soltanto una, dovesse essere approvata. L’importante è che la Commissione si faccia. Ritengo che sia fondamentale adesso davvero fare chiarezza e arrivare alla verità sia delle responsabilità in capo alla politica e sia di quelle magari in capo ai vertici sanitari rispetto alle sottovalutazioni e all’incapacità, per una serie di motivi, per un concorso di cose, di capire effettivamente la gravità del rischio e la necessità di esporsi tempestivamente con le misure adeguate a quel rischio che ora mi pare invece non solo non si voglia riconoscere, ma che si voglia acquisire delle medaglie.

Mi sembra questo davvero fuori luogo.

Chiudo dicendo che la richiesta lascia assolutamente indenne e loda invece l’operato del personale medico e paramedico, che unanimemente è stato riconosciuto da tutti noi, credo, sicuramente da me e credo da tutti i cittadini, come un impegno altissimo in prima linea nella lotta all’emergenza Covid, il più delle volte, però, senza il necessario supporto informativo e protettivo. Ricordiamo in particolare i primi tempi. Quelle famose mascherine e DPI, amabilmente dette “swiffer”, che sono arrivate dal Governo centrale, dalla Protezione civile, distribuite in vari territori, mentre effettivamente alcune Regioni hanno rifiutato di distribuirle nei loro servizi sanitari, in Emilia-Romagna, invece, sono state distribuite, ed erano, per esempio, quelle totalmente insufficienti. Sono, però, arrivate nei nostri ospedali all’attenzione dei nostri operatori sanitari.

Uno dei temi che mi hanno spinto a fare questa richiesta di Commissione d’inchiesta è la tutela del personale medico e paramedico vittima del contagio da Covid-19; sicuramente anche i rapporti con gli Ordini dei medici e con gli operatori sanitari, che all’inizio sono stati anche, a mio avviso, di non sufficiente ascolto rispetto alle necessità di tutti gli operatori sanitari; la possibilità che alcuni non siano stati tutelati a sufficienza rispetto al contagio e la possibilità di andare a lavorare oppure no. Vi ricorderete che ci fu un momento in cui venne smentito questo. Chi era portatore sano sembrava venisse comunque invitato ad andare a lavorare. Alla fine, questa cosa è rientrata o, comunque, è stata smentita.

Sul tema delle RSA, nello specifico, la massima attenzione deriva dal fatto che lì i profili di responsabilità andrebbero oltre l’insufficienza dei dispositivi di protezione, cosa di per sé estremamente grave, ma riguarderebbero anche l’omessa informazione e la violazione di basilari tutele dei lavoratori anche in casi di infettati all’interno della struttura, ma non debitamente riferiti.

Ho elencato una serie di questioni che, a mio avviso, speriamo, nella Commissione che partirà potranno essere approfondite, potranno essere meglio spiegate, potranno essere integrate. Ciò non toglie che risulterebbe anche che negli ospedali del territorio regionale non preposti specificamente al Covid o alla cura delle malattie infettive non sarebbe stata fatta una corretta informazione e formazione circa le modalità di trasmissione del virus.

Quindi, tutt’altro che una partenza. Si usano tanto ‒ vedo ‒ queste metafore belliche. Anche in chiusura l’assessore Venturi parla di eserciti spiegati. Sono tutte metafore assolutamente fuori luogo. Addirittura vengono riversate sulla fase 2, sulla parte economica. Sono tutte metafore fuori luogo. L’impressione è stata veramente quella di andare in guerra. Lo dico da cittadina che osservava e da consigliere. Sembrava di vedere persone andare in guerra con le scarpe di cartone, senza nessun tipo di tutela sufficiente, neanche informativa. Semplicemente andando perché ci doveva andare e perché te lo dice il dovere, te lo dice la tua coscienza.

Quindi, il mio ringraziamento alto va e deve restare. Per il resto, invece, credo che sia bene che la politica che governa questa regione tenga, invece, un profilo più umile, perché tutti questi casi vanno valutati attentamente. Mentre ci avviamo - speriamo velocemente - verso una fase 2 in cui le persone siano sempre più libere di ritornare alla propria vita e alle proprie attività produttive, io sono convinta che queste cose debbano, invece, essere da monito. Se la maggioranza ha deciso che non c’è nulla da imparare, io credo, invece, che dobbiamo vedere quello che è successo come una risorsa preziosa. Se chi governa non vuole cambiare la sua direzione politica, non ovviamente a parole o nelle dichiarazioni, credo che noi, invece, avremo molte possibilità, molti appigli per poter ricordare che la direzione è stata così fallimentare da mandarci praticamente quasi a sbattere o da far rischiare che la situazione fosse ancora peggiore.

Evidenziato che il numero innumerevole delle vittime tra pazienti e personale sanitario sembra raffigurare comportamenti del sistema che hanno addirittura aiutato invece di contrastare il contagio epidemiologico, tutto questo ci impone di rintracciare e sottolineare profili che possano permetterci, perlomeno, di non ricadere nelle stesse fattispecie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Gibertoni, la invito a chiudere.

 

GIBERTONI: Ho finito…

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, sono passati i dieci minuti.

 

GIBERTONI: Okay. Va bene, presidente. Mi scusi se mi sono dilungata così tanto.

Rinnovo, quindi, e sottolineo l’importanza di poter spostare a questo punto il dibattito, che continuerà, che mi auguro che continui, perché è importante arrivare a valutare nel dettaglio ogni singolo territorio, ogni singolo caso e anche ogni singola RSA, ogni singola struttura sanitaria, e quindi spostare questo dibattito all’interno di una Commissione dedicata che possa portare avanti le domande e, questa volta, mi auguro anche tutte le risposte. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Io non ho altri iscritti a parlare.

Apro alle dichiarazioni di voto. Vi ricordo che ogni consigliere per ogni Gruppo ha cinque minuti.

Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Presidente, chiedo scusa, volevo intervenire in discussione generale. Ero convinta che intervenisse anche il consigliere Lisei. Poi questa mattina ho anche qualche problema tecnologico. Quindi, chiedo se posso intervenire in discussione generale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

In premessa, torno al punto precedente, perché purtroppo per problemi di connessione non sono riuscita a intervenire per puntualizzare semplicemente una cosa. Visto che si parlava dei 4,5 milioni stanziati a bilancio dallo scorso Governo, sono stati stanziati nel 2019 da un ministro che si chiamava Giulia Grillo. I tagli non sono stati fatti da tutti. Anzi, sono stati fatti da tutti tranne il Movimento 5 Stelle. Questo rispetto alla discussione precedente.

Tornando al punto in discussione, per quanto riguarda la Commissione d’inchiesta, trovo intanto un po’ curioso che chi oggi presenta questa richiesta si sia raramente presentato in Commissione, sia stato assente dal dibattito in Commissione sia con l’assessore Donini che con il commissario Venturi. Mi piace anche poco l’approccio dove la finalità sembra solo volta a rintracciare profili di responsabilità a chi ha posto in essere gravissime condotte, e quindi a trovare un colpevole, sostanzialmente. Io, invece, credo che il tema sia molto serio, soprattutto quello che riguarda le residenze per anziani, che è un tema delicato, che noi abbiamo sollevato più e più volte e che, come dicevo, va affrontato con serietà per rispetto delle famiglie che avevano o che ancora fortunatamente hanno parenti nelle CRA. Le chiamiamo “CRA” ma c’è un ginepraio di strutture, non sono solo le CRA o le RSA. Rispetto che è dovuto anche a chi, purtroppo, è deceduto perché per ogni persona anziana che se ne va noi perdiamo non solo la persona stessa, ovviamente, ma un pezzo della nostra storia e anche della nostra identità.

È con questo rispetto che dovremmo approcciarci a maggior ragione a un tema che richiede una grande onestà intellettuale e da cui dovrebbero in qualche modo rimanere fuori le speculazioni politiche. Questo argomento l’abbiamo trattato anche in maniera marginale all’interno di una Capigruppo. Era emersa la contrarietà della maggioranza, ma questo non ha scoraggiato il Movimento 5 Stelle. Noi oggi, infatti, presentiamo un ordine del giorno proprio per affrontare in maniera puntuale l’argomento all’interno di una Commissione. Non ci interessa il contenuto, che sia una Commissione d’inchiesta o che sia una Commissione ordinaria. Non ci interessa il contenitore, ma ci interessa, ovviamente, il contenuto.

Lo dico perché ritengo particolarmente curioso che parli chi all’interno delle Commissioni non si è nemmeno mai collegato, non si è nemmeno mai presentato e non ha nemmeno in qualche modo fatto valere la propria posizione, a meno che non fosse registrata sotto qualche pseudonimo, visto che alle Capigruppo si registra come “Pippo” o “Pluto”. Magari posso non aver rilevato io la presenza.

In particolar modo, una delle due richieste di Commissione d’inchiesta sembra volta a ricercare un colpevole. Dobbiamo dirci, però, che se vogliamo ricercare un colpevole significa che dobbiamo commissariare mezzo pianeta. Io sono d’accordo che vadano analizzate tutte le situazioni, soprattutto quelle dove le cose non hanno funzionato, e per questo ci sono i NAS e ci sono gli organi inquirenti. Però, se dobbiamo cercare a livello politico un colpevole, allora dobbiamo indagare i virologi, gli infettivologi, gli epidemiologi, l’OMS, lo Stato, le Regioni, l’Istituto superiore di sanità e anche chi ha depositato la richiesta di Commissione d’inchiesta, che già pareva aver individuato il problema e che, però, si è presentata in aula il 28 febbraio, quindi consapevole, eventualmente, di poter essere contagiata o di contagiare i colleghi. Per me, è anche una mezza ammissione di colpevolezza.

Inoltre, dovremmo indagare l’Europa tutta. Secondo l’OMS e secondo i dati del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, soprattutto in alcuni Stati, metà delle persone che sono morte di Covid era residente in case di cura. La Spagna il 53 per cento, il Belgio il 50 per cento, la Norvegia il 66 per cento. Più volte si è fatto riferimento all’indagine dell’Istituto superiore di sanità. Oltre a citarla, bisognerebbe anche leggerla e, soprattutto, bisognerebbe capirla. Vengono censite 3.400 RSA a livello nazionale. Solo l’Emilia-Romagna ha 1.700 strutture per anziani, che non sono solo RSA. Di queste 3.400 RSA, hanno risposto in 1.082, cioè il 30 per cento di quelle contattate. Vengono prese in considerazione solo le RSA pubbliche e convenzionate. Non si tengono minimamente in considerazione le RSA private. Per esempio, l’Emilia-Romagna ha risposto il 46 per cento delle contattate, il Veneto il 27, la Lombardia il 39, il Piemonte il 22. Questo solo per citare le regioni più colpite.

Con questo che cosa voglio dire? Il tema va trattato con grande onestà intellettuale. Nonostante la non volontà di procedere con la Commissione d’inchiesta da parte della maggioranza, non rinunciamo a trattare l’argomento, perché delle criticità ci sono state, c’erano ed erano emerse in maniera chiara anche quando trattammo il tema delle violenze sugli anziani, che riguardano per esempio un sovraccarico di lavoro o persone magari anche sottopagate, che riguarda una formazione che deve essere migliorata sicuramente. Ci sono stati dei problemi in questa emergenza: oltre alla mancanza dei DPI, su cui tutti possiamo concordare, c’è anche il fatto che molta parte di questo personale si è ammalato, quindi c’è stata una carenza di personale. C’è una criticità, che io credo sia strutturale, che è quella di una scarsa presenza del pubblico e della Regione soprattutto nelle RSA, che oggi sono in capo alle ASP e ai Comuni e a maggior ragione nelle strutture per anziani che sono private o private accreditate. È questo che noi dovremmo andare ad indagare. È questo il nostro compito, e ce lo diceva anche ieri il commissario Venturi: noi siamo chiamati a migliorare la normativa di riferimento, cercando di capire le criticità che sono insite in queste strutture, andando a vedere caso per caso che cosa è successo, per poi mettere mano alla normativa.

Non avremmo reso un buon servizio a nessuno, se ci limitassimo a cercare i colpevoli. D’altra parte, però, chiedo, e voglio sperare che sia così, che il tema venga affrontato - questo è un appello che rivolgo alla maggioranza -, cosa che credo interessi a tutti quanti, in maniera puntuale in Commissione perché, sempre per il rispetto di cui si parlava prima, serve davvero fare chiarezza una volta per tutte. Ma, ripeto, non per trovare dei colpevoli, perché il problema va contestualizzato, e ci sono state delle criticità a livello mondiale, questo ce lo dobbiamo dire, ma perché ci sono strutture che hanno retto meglio e strutture che hanno retto peggio, e questo davvero va analizzato seriamente per poter mettere mano, ripeto, a quella che è la normativa di riferimento e assumerci anche questa come responsabilità, visto che noi siamo i legislatori, ed è questo che ci compete, ed è questo sicuramente che noi vogliamo fare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Apriamo il dibattito con le dichiarazioni di voto.

Prego, consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Reputo anch’io che l’argomento sia importante e che debba essere comunque ripreso. Per cui, con l’impegno di riprenderlo in un momento non di emergenza come questo, perché credo che in questo momento dobbiamo rimanere concentrati sull’emergenza, sulle soluzioni dei problemi, non tanto sulla ricerca delle responsabilità, per cui con l’impegno di riprendere l’argomento, come richiesto dalla consigliera, sono sicuro che il mio voto sarà di astensione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego.

 

BARCAIUOLO: Presidente, mi scusi. L’aveva persa nel momento in cui mi aveva dato la parola. Annuncio il voto a favore di Fratelli d’Italia rispetto a questa mozione, non solo perché nel corso del dibattito si discuterà una mozione simile presentata dal nostro Gruppo, ma perché credo che ci sia un attimo di confusione rispetto alla Commissione d’inchiesta così come prevista dal nostro Statuto e dal nostro Regolamento.

È evidente, infatti, che la Commissione d’inchiesta in Regione non è una Commissione d’inchiesta paragonabile alle Commissioni d’inchiesta parlamentari, che hanno poteri ispettivi e che, di fatto, portano i poteri alla Commissione essere simili a quelli della magistratura.

La Commissione d’inchiesta, per natura statutaria e regolamentare della nostra Regione, è una Commissione che serve per cercare di andare a fondo su un argomento. È evidente che non c’è, credo, così come nella nostra, anche nella richiesta che stiamo discutendo oggi, nella proposta del consigliere Gibertoni, nessun intento preventivamente polemico, tant’è che anche dal punto di vista delle tempistiche nulla vieta di votare oggi l’istituzione della Commissione d’inchiesta e poi i lavori possono tranquillamente iniziare a emergenza finita, che ci auguriamo possa essere ovviamente il prima possibile.

Per tutti questi motivi è evidente, anche per coerenza rispetto al documento che Fratelli d’Italia ha depositato e che discuteremo a breve, che il nostro voto sarà favorevole. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Scusate, ho un problema con la connessione.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

L’esperienza politica ci insegna che molte volte le Commissioni di inchiesta richieste dall’opposizione finiscono in un cassetto. In questo momento, in questo periodo di gravissima emergenza, credo che non sia certamente il caso che sia la voce dei cittadini a finire in un cassetto.

Riteniamo utile utilizzare tutti gli strumenti istituzionali per portare e per fare domande. Crediamo che il lavoro dell’Assemblea legislativa e delle Commissioni debba procedere molto meglio di come abbiamo fatto fino adesso. Stiamo sperimentando sempre di più e avvicinandoci sempre di più alla possibilità di vederci di persona, di poter portare istanze personalmente, sia in Commissione sia in Assemblea legislativa.

Mi interessa certamente andare a fondo di tutte le questioni che riguardano l’emergenza, a partire dalla sanità. In questo momento, credo che abbiamo il compito di far funzionare pienamente la democrazia. Mi asterrò. Questo sarà il mio voto.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Passo la parola al consigliere Matteo Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Partiamo da un presupposto. Ahimè, oltre a essere Capogruppo della Lega, vengo da Piacenza, che è uno dei territori, se non il più colpito, a livello sia regionale, ma anche a livello nazionale italiano. Abbiamo depositato anche noi una richiesta di istituzione di una Commissione d’inchiesta perché pensiamo che sia fondamentale fare chiarezza su ciò che è successo, su ciò che sta succedendo, ma anche su ciò che succederà in questa fase.

Sappiamo bene che la nostra è la regione con il più alto tasso di mortalità nelle RSA. Ci sono tante domande che meritano risposte, tante domande che i cittadini si aspettano abbiano risposte celeri, precise. Ovviamente, se noi pensiamo a una Commissione d’inchiesta, come avviene a livello regionale, quindi una Commissione d’inchiesta sulla falsariga di quella fatta per i tragici fatti di Bibbiano, sappiamo che vi sono delle audizioni in Commissione, anche tante, parecchie, che vedrebbero coinvolti gli attori principali di questa emergenza, che ad oggi è tuttora in atto, compreso l’eventuale personale medico, l’eventuale personale dirigente delle nostre ASL, l’eventuale personale di associazioni e altro, che in questo momento sono in prima linea nel fronteggiare l’emergenza Coronavirus nella nostra regione, ed è un sistema, ovviamente in modo particolare quello sanitario, che oggi è molto stressato. Però, noi abbiamo ancora tante domande che vogliamo fare, ma soprattutto tante problematiche che, secondo noi, potevano essere gestite meglio, e penso all’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, penso ai tamponi, visto che erano stati annunciati 5.000 tamponi al giorno e si è arrivati forse una volta a farne 5.000. Addirittura ieri c’è stato l’annuncio che bisogna fare 10.000 tamponi al giorno: faccio fatica a capire come si possa arrivare a questo. Se si fa fatica ad arrivare a 5.000, non oso immaginare arrivare a 10.000, avendo coscienza del fatto che la carenza di reagenti nella nostra regione è qualcosa di importante.

Domande anche per quanto riguarda i test sierologici, perché si è partiti definitivamente in ritardo, perché sono stati bloccati. Come è stato gestito tutto il personale sanitario, come è stato gestito nelle ASL, con direttori generali che dicevano di non indossare dispositivi di protezione individuale per non mettere in allarme i pazienti. Come si è affrontata la problematicità delle morti sospette e soprattutto inattese, quindi cosa è successo nelle tantissime case residenziali per anziani, quindi RSA e CRA. Come sono state gestite le misure per gli isolamenti, se sono state gestite in modo ottimale, perché sappiamo anche di tante persone che sono state coinvolte o, comunque, a contatto con persone positive o che vivevano con persone positive, ma alle quali non sono stati fatti i tamponi, non sono stati fatti i test sierologici. Tante, tante domande per quanto riguarda anche le zone rosse.

Insomma, ci sono tante questioni che noi vogliamo che siano dibattute. Ovviamente, però, crediamo che in questo momento sarebbe ben difficile che la Commissione d’inchiesta istituita possa andare ad approfondire realmente il tema se si è ancora nei fatti nell’emergenza. Del resto, è vero che è stata avviata la fase 2, ma a livello sanitario sappiamo che il nostro sistema è ancora molto stressato.

Con questo io annuncio il voto di astensione del Gruppo della Lega su questa richiesta di Commissione d’inchiesta, che poi ovviamente è un’anticipazione di quella che sarà la nostra dichiarazione di voto sulla Commissione d’inchiesta presentata dai colleghi e amici di Fratelli d’Italia. Ovviamente, noi siamo per fare chiarezza, ma non durante l’emergenza, bensì alla fine, per capire anche ciò che sta avvenendo come verrà gestito, per tirare poi una riga finale. Pensiamo che questo possa essere il metodo più performante per tutto.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Passo la parola al consigliere Sabattini.

Prego, consigliere Sabattini.

 

SABATTINI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti i colleghi.

Parto da una considerazione che già alcuni colleghi hanno fatto negli interventi che mi hanno preceduto, che è sottolineare - questo è un po’ meno divertente – la differenza tra una Commissione d’inchiesta nazionale e una regionale.

Sappiamo bene, nella scorsa legislatura l’abbiamo affrontato diverse volte, come non avere poteri speciali di indagine e di inchiesta come quelli nazionali paragona l’istituzione di una nuova Commissione come lo è stata nella scorsa legislatura, sia quella sui fatti di Bibbiano, ma io ci metto anche l’esperienza che abbiamo fatto, credo anche importante, di Commissione di studio su un fenomeno puntuale, Commissione di cui ero presidente, di cui la collega Gibertoni era la vicepresidente, di studio approfondito su un tema specifico. Sono tutte Commissioni con poteri ordinari.

Riprendo un po’ l’intervento anche fatto dal collega Rancan, che ha sottolineato, credo, un elemento centrale, che è quello che abbiamo finito una fase, ma siamo ancora pienamente in emergenza.

In queste settimane ci siamo concentrati e ci concentriamo tutti sul come ripartire e ancora di più sul come, credo, ridisegnare il futuro dal punto di vista economico di cura, di socialità, anche alla luce della grande accelerazione che questa pandemia ha dato a tanti aspetti della vita di ogni cittadino emiliano-romagnolo.

L’analisi puntuale di ciò che è avvenuto e di quello che avverrà nelle prossime settimane nel dettaglio ci serve per capire, badate, non soltanto quali sono state le cose che hanno funzionato, ma anche le cose che non hanno funzionato, perché certamente ci sono state, e soprattutto il perché, non con la finalità di fare un bilancio su quante sono le positività rispetto a quante possono essere state le negatività e vedere di dare le pagelle ai territori, ma dobbiamo porci una sfida molto più ampia, perché è centrale non tanto per fare un bilancio, ma per costruire quegli elementi fondamentali, quella costruzione dei servizi per ridefinire le prescrizioni, gli standard di erogazione, i modelli organizzativi di domani, per essere più performanti e per rispondere a quella che è la necessità centrale con la quale ci dovremo confrontare per tutta la legislatura: come siamo in grado di costruire non solo il sistema sanitario, ma tutto quanto il nostro territorio e renderlo più resiliente rispetto a fatti importanti come è stata questa epidemia.

Non dimentichiamoci che abbiamo insediato poche settimane fa le Commissioni permanenti, che si svolgono in remoto, con tanti colleghi. Io tendo a essere abbastanza presente anche in sede, seppur sempre dall’ufficio. Ci siamo confrontati tra i corridoi sulla difficoltà di riuscire a compiere in modo complessivo una discussione con queste modalità.

Abbiamo, però, iniziato a confrontarci. Possiamo riconoscere a tutti che, anche se su alcuni aspetti facciamo considerazioni diverse, abbiamo idee diverse, vi è la volontà di tutti ‒ come sottolineava e richiamava la consigliera Castaldini nel dibattito precedente ‒ di dare il proprio contributo per risolvere le tante emergenze di questa pandemia, emergenza che ci ha consegnato e che ci consegnerà, perché non è ovviamente finita. Possiamo riconoscere a tutti quanti, alla Giunta prima di tutto, che non ci si è sottratti ai problemi e alle domande, con responsabilità, anche in un periodo dove per tutti le soluzioni e le risposte erano molto meno di quelle che si sperava.

L’apprezzamento che è avvenuto, in maniera molto larga, del lavoro fatto dal commissario Venturi, che anch’io tengo a ringraziare, ma credo valga per tutta la maggioranza, da parte di tutti, per il lavoro fatto credo sia la cifra della credibilità e della responsabilità di non sottrarsi a nessun tipo di discussione, anche a quelle più complicate.

Crediamo che non sia la Commissione d’inchiesta lo strumento giusto, un po’ per le motivazioni che diceva Rancan, che provo a riassumere molto velocemente, un po’ per il tempo ‒ l’emergenza non è finita ‒ e soprattutto per il merito politico. Occorre che noi teniamo questa analisi, se è vero quanto detto prima, all’interno della discussione ordinaria, dell’attività ordinaria, perché ci serve per riuscire a costruire il disegno del futuro. E poi, ovviamente, la debolezza dello strumento, come ricordavo in apertura, è anche accompagnata a una difficoltà di svolgere questo tipo di attività da remoto.

Se alla fine della fase di emergenza e delle analisi che avremo fatto in Commissione si riterranno necessari altri momenti di approfondimento o focus specifici, valuteremo insieme quali ulteriori strumenti mettere in campo, se necessario, perché la volontà del confronto e dell’analisi, oltre a essere necessaria, è fondamento di una politica seria e troverà sempre questa maggioranza assolutamente disponibile alla discussione e all’approfondimento, come ha evidenziato anche il presidente nello scorso intervento.

Vedete, e chiudo su questo, con questa pandemia ci siamo accorti che il bene primario, assoluto delle persone è la salute. Ebbene, credo che la credibilità, la trasparenza e la fiducia lo siano altrettanto per la democrazia e le Istituzioni, e lì come maggioranza ci troverete. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

Non ho altri iscritti a parlare.

A questo punto apro la votazione, per voto palese.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Presidente, volevo semplicemente ricordare, apprezzando che anche il consigliere Sabattini si sia richiamato, giustamente, alla volontà di fare chiarezza e di offrire trasparenza, così almeno mi è parso di capire, che è stato giustamente detto dal consigliere Barcaiuolo che è una questione scontata che la Commissione si approva oggi, ma si può insediare anche nelle prossime settimane.

Ricordo anche che la Regione Lombardia, da molte persone in quest’aula vituperata, mi risulta che una Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid e sulla gestione dell’emergenza Covid l’abbia approvata. Nel momento in cui è stata richiesta, immagino, dal Partito Democratico là in opposizione, la Regione Lombardia ha inaugurato la sua Commissione d’inchiesta.

Mi spiace, quindi, per questa occasione mancata di fare della trasparenza e di portare il dibattito regolare nell’aula nel momento in cui, non arrivando neppure le risposte alle interrogazioni, a mio avviso è difficile individuare un luogo in cui regolarmente confrontarci su un tema che è deflagrante e che ha visto davvero una risposta insufficiente da parte di chi governa questa regione.

Esprimo, ovviamente, il voto favorevole alla mia richiesta, di cui vado molto orgogliosa, di istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza e sui morti che ci sono stati in questa regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Riapriamo la votazione. Però, prima di riaprire la votazione, passo la parola ai consiglieri Taruffi e Piccinini, che si sono iscritti a parlare nel momento in cui stavamo aprendo la votazione. Quindi, la parola prima al consigliere Taruffi e poi alla consigliera Piccinini. Infine, quando darò il via, ripartiremo con la votazione. Grazie.

Prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Mi scuso. Siccome non vediamo come votiamo, era solo per segnalare il voto contrario del nostro Gruppo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervenivo sull’ordine del giorno per rimarcare che la nostra volontà di approfondire c’è. Lo facciamo aggirando l’ostacolo, quindi, come già detto in discussione generale, non ci interessa il contenitore, ci interessa arrivare all’obiettivo: che sia la Commissione d’inchiesta o che sia la Commissione ordinaria poco importa. Noi saremo presenti, a differenza di qualcun altro, quando si terranno le Commissioni e quindi l’ordine del giorno impegna la Giunta a realizzare uno specifico approfondimento all’interno della Commissione assembleare competente sulle condizioni che hanno determinato l’elevata diffusione del contagio da Coronavirus e la recrudescenza degli esiti mortali nelle strutture residenziali per anziani, anche al fine di definire gli orientamenti da assumere rispetto alla revisione delle misure di welfare e di politica sanitaria conseguenti alle esperienze connesse all’epidemia da Covid-19 all’interno delle citate strutture.

Chiedo se questo ordine del giorno verrà votato successivamente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, consigliera Piccinini.

Il suo ordine del giorno è collegato con l’oggetto successivo.

A questo punto, non ci sono altri iscritti a parlare quindi riapro la votazione e si vota da adesso, nuovamente. Grazie.

Altri quindici secondi per votare.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

1 AMICO Federico Alessandro, contrario; 2 BARCAIUOLO Michele, favorevole; 3 BARGI Stefano, astenuto; 4 BERGAMINI Fabio, astenuto; 5 BESSI Gianni, contrario; 6 BONDAVALLI Stefania, contraria; 7 BULBI Massimo, contrario; 8 CALIANDRO Stefano, contrario; 9 CASTALDINI Valentina, astenuta; 10 CATELLANI Maura, astenuta; 11 COSTA Andrea, contrario; 12 COSTI Palma, contraria; 13 DAFFADA’ Matteo, contrario; 14 DELMONTE Gabriele, astenuto; 15 FABBRI Marco, contrario; 16 FACCI Michele, astenuto; 17 FELICORI Mauro, contrario; 18 GIBERTONI Giulia, favorevole; 19 IOTTI Massimo, contrario; 20 LISEI Marco, favorevole; 21 LIVERANI Andrea, astenuto; 22 MALETTI Francesca, contraria; 23 MARCHETTI Daniele, astenuto; 24 MARCHETTI Francesca, contraria; 25 MASTACCHI Marco, astenuto; 26 MONTALTI Lia, contraria; 27 MONTEVECCHI Matteo, astenuto; 28 MORI Roberta, contraria; 29 MUMOLO Antonio, contrario; 30 OCCHI Emiliano, astenuto; 31 PARUOLO Giuseppe, contrario; 32 PELLONI Simone, astenuto; 33 PICCININI Silvia, favorevole; 34 PIGONI Giulia, contraria; 35 PILLATI Marilena, contraria; 36 POMPIGNOLI Massimiliano, astenuto; 37 RAINIERI Fabio, astenuto; 38 RANCAN Matteo, astenuto; 39 RONTINI Manuela, contraria; 40 ROSSI Nadia, contraria; 41 SABATTINI Luca, contrario; 42 SONCINI Ottavia, contraria; 43 STRAGLIATI Valentina, astenuta; 44 TAGLIAFERRI Giancarlo, favorevole; 45 TARASCONI Katia, contraria; 46 TARUFFI Igor, contrario; 47 ZAMBONI Silvia, contraria; 48 ZAPPATERRA Marcella, contraria.

 

Do lettura della votazione:

 

Contrari 27

Astenuti 16

Favorevoli 5

 

(L’oggetto 291 è respinto, con voto palese, in modalità telematica,

a maggioranza dei presenti)

 

L’oggetto 291 Richiesta di istituzione della Commissione d’inchiesta è respinto.

 

OGGETTO 300

Richiesta di istituzione, ai sensi dell’art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa e dell’art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, di una commissione assembleare d’inchiesta in merito alla gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19. A firma dei Consiglieri: Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo

(Discussione)

(Ordine del giorno 300/1, oggetto 505 - Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto successivo, oggetto numero 300: richiesta di istituzione, ai sensi dell’articolo 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa e dell’articolo 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, di una Commissione assembleare d’inchiesta in merito alla gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19, a firma dei consiglieri Lisei, Tagliaferri e Barcaiuolo.

Per l’istituzione di Commissione assembleare d’inchiesta, articolo 40, comma 1, dello Statuto e articolo 60, comma 1 e seguenti, del Regolamento interno, la richiesta di istituzione della Commissione d’inchiesta può essere formulata da ciascun consigliere regionale e presentata all’Ufficio di Presidenza ed è inserita all’ordine del giorno della prima seduta utile d’Assemblea.

L’Assemblea, con deliberazione a maggioranza assoluta dei suoi componenti, istituisce Commissioni d’inchiesta per lo svolgimento delle funzioni di cui all’articolo 40, comma 1, dello Statuto, determinando la durata e il potere della Commissione in modo da assicurare l’efficacia dei suoi lavori, l’oggetto ed i limiti dell’inchiesta, nonché il numero dei componenti e la partecipazione numerica di ciascun Gruppo assembleare.

Su questo documento insiste un ordine del giorno, numero 300/1, a firma della consigliera Piccinini.

Apro il dibattito generale sulla richiesta, ricordando che ciascun consigliere può intervenire per un tempo massimo di dieci minuti.

Prego, è aperto il dibattito.

Consigliere Lisei, prego, a lei la parola.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Credo che con questa votazione e con quella precedente si sia tratteggiata una linea di demarcazione importante tra chi vuole la trasparenza e chi predica la trasparenza. Si è persa l’occasione, si perderà l’occasione per dimostrare di essere coerenti, coerenti politicamente e coerenti rispetto alle cose che vengono dette.

Predicare trasparenza senza poi darle corso non è un bel segnale che diamo nei confronti dei cittadini.  Le scuse, perché altro non sono, che si sono accampate per votare contro e non votare queste richieste di udienza di Commissioni d’inchiesta sono scuse, secondo me, che non fanno bene proprio a quella trasparenza.

Diciamocelo subito. La fase di emergenza si è chiusa. E non lo dice il consigliere Marco Lisei, non lo dice Fratelli d’Italia. Lo ha detto ieri il commissario straordinario Venturi quando si è dimesso: si è chiusa una fase, che è quella dell’emergenza; l’epidemia è sotto controllo. Delle due l’una: o smentite il vostro commissario, che dice che la fase dell’emergenza sanitaria, evidentemente, è chiusa o siamo in un’altra fase.

Avete smentito e state smentendo anche il vostro presidente che, nella precedente aula, ha detto che era assolutamente disponibile a fare trasparenza e chiarezza sulla gestione della fase dell’emergenza. La Commissione d’inchiesta può essere svolta in modalità e tempi compatibili con le necessità sanitarie. La Commissione d’inchiesta non deve partire domani, non deve partire domani l’altro. La Commissione d’inchiesta può essere fatta tranquillamente nei tempi, nei modi e nelle forme compatibili e coerenti con la gestione di quella fase, che non è più dell’emergenza, come ha detto il commissario Venturi, quello che avete tanto lodato, apprezzato, ringraziato. Vi siete spellati le mani ad applaudirlo.

Possiamo fare tranquillamente la Commissione d’inchiesta. Può essere fatta. Non la vogliamo fare domani. Quando abbiamo presentato questa richiesta, l’abbiamo presentata nella consapevolezza che prima di tutto vengono le esigenze della sanità. Ma non diciamo che oggi è stata fatta trasparenza. Non diciamo che oggi è stata garantita la trasparenza, perché non è stato così e non è così. Non sarà così finché non verranno date risposte alle decine e decine di articoli 30, di interrogazioni che sono state presentate dai consiglieri. Tutte risposte inevase. Sono risposte non ai consiglieri. Sono risposte ai cittadini. Sono risposte ai cittadini che hanno lamentato delle carenze.

La coerenza serve anche politicamente. Noi non abbiamo puntato il dito contro qualcuno. Noi qua non abbiamo chiesto la Commissione d’inchiesta per puntare il dito contro qualcuno. L’abbiamo chiesta per capire che cosa ha funzionato e che cosa non ha funzionato, e siamo coerenti. In Lombardia i vostri compagni di partito, i compagni di partito di questa maggioranza si sono avventati come lupi su quella maggioranza, hanno chiesto la Commissione d’inchiesta e hanno avuto la Commissione d’inchiesta. In Lombardia ci sarà una Commissione d’inchiesta chiesta dai vostri colleghi di partito, ai quali ovviamente è stata concessa.

Allora, come ho detto al presidente nella precedente Assemblea, l’unità, il gioco di squadra non si fa soltanto dove governate voi. Il gioco di squadra o si fa dappertutto o non si fa. Non stiamo uniti dove governate voi, invece dove governa il centrodestra o dove governa qualcun altro si può fare di tutto e di più.

Noi vogliamo trasparenza. La Commissione d’inchiesta l’abbiamo chiesta semplicemente per capire che cosa ha funzionato e che cosa non ha funzionato, non per fare una gara se è andata peggio la Lombardia o l’Emilia-Romagna o il Piemonte o il Veneto, che certamente è andato meglio di tutti. Ve lo dico chiaramente: anche se fosse come volete raccontare voi, questa resterà sempre una gara tra le regioni che hanno avuto i dati peggiori in Italia. Volete e vi accontentate di dire che siete stati i migliori tra i peggiori? È inutile che parliamo solo di Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, perché ci sono altre regioni. Ma dobbiamo prendere atto che purtroppo, purtroppo per i cittadini, purtroppo per chi ha avuto dei lutti, purtroppo per chi è stato attaccato a un respiratore, purtroppo per chi ha perso dei parenti nelle case di riposo per anziani, purtroppo la regione Emilia-Romagna vanta tristi primati, che non avremmo mai voluto vedere.

Non siamo i primi tra i contagiati? Siamo i terzi. Non siamo i primi per morti? Siamo i secondi. Ma poco conta quel podio, perché quello è un podio tristissimo. E non dico che c’è una responsabilità diretta del presidente, ma dico che qualcosa non ha funzionato e quel qualcosa va individuato. È inutile che nascondiamo il fatto che ci fosse un’assenza di dispositivi di protezione, un’assenza quasi totale all’inizio della fase dell’emergenza. È inutile che ci vogliamo nascondere nel dire che i tamponi sono stati eseguiti quando non sono stati eseguiti e non vengono eseguiti tuttora nelle misure, nei modi e nei tempi che sono stati annunciati. D’altronde, i 5.000 tamponi al giorno dichiarati dal presidente Bonaccini il 26 marzo sono stati raggiunti soltanto il 16 aprile, e neanche tutti i giorni dal 16 aprile ad oggi. Ma io non punto il dito contro nessuno, dico semplicemente che bisogna capire che cosa ha funzionato e che cosa no, perché capire dove eventualmente abbiamo sbagliato serve per migliorare le prestazioni che il nostro sistema sanitario potrà dare in futuro. Capire dove abbiamo sbagliato e se si è sbagliato serve per capire come migliorare il nostro sistema sanitario. Cerchiamo di essere umili, un’umiltà che poco ho sentito all’interno di quest’aula da parte della maggioranza, che si è sperticata nel cercare di dire che siamo i migliori: siamo i migliori, il sistema sanitario ha retto.

Questo non rende giustizia ai tanti problemi che ci sono stati e che hanno avuto i cittadini. Ci siamo sacrificati, si è sacrificato il personale sanitario, si sono sacrificati i medici, gli infermieri, ma qualcosa può essere che non abbia funzionato.

Se i numeri sono questi, migliori o peggiori della Lombardia che siano, qualcosa doveva andare meglio e se ne è resa conto anche la maggioranza, se ne è reso conto anche il presidente cambiando diametralmente rotta su molti aspetti della gestione dell’emergenza, come appunto quello di distribuire i reparti Covid in tutte le strutture, cercando invece oggi di accentrarli solo in alcune strutture.

Ripeto, la nostra volontà è di chiarire, di capire e di far capire che cosa ha funzionato e che cosa non ha funzionato a quei cittadini, a quel personale medico e sanitario. Lo dobbiamo a loro. La trasparenza la dobbiamo ai cittadini. La trasparenza la dobbiamo ai cittadini proprio per migliorare il nostro sistema sanitario.

Noi continueremo ad essere collaborativi, continueremo a fare le proposte nelle sedi in cui ci è concesso fare le proposte, perché, ripeto ancora, la democrazia non è completamente ripristinata all’interno di questa Assemblea legislativa.

Speriamo che venga ripristinata completamente. Se la Commissione d’inchiesta, secondo voi, non è lo strumento adatto e non serve a niente perché non ha poteri ispettivi, spiegateci qual è lo strumento adatto, spiegateci qual è la vostra proposta per fare chiarezza, non accampate scuse, perché, ripeto, oggi segniamo la linea di demarcazione tra chi la trasparenza la vuole e chi la trasparenza la predica.

Noi la vogliamo, insistiamo nella richiesta di una Commissione d’inchiesta, così come è stata concessa in Lombardia, e crediamo che sia uno strumento utile, d’altro canto non sarebbe nello Statuto la Commissione d’inchiesta, che si aggiunge e si dovrebbe aggiungere agli altri strumenti che ci sono. Se non c’è uno strumento migliore, sicuramente vale la pena percorrere tutti i sentieri che portano a quella trasparenza.

Mi sembra, invece, che qualcuno quei sentieri non li voglia percorrere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Lisei.

Altri interventi sul dibattito generale?

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Devo dire che sono rimasto un po’ sorpreso dal tono, dalle parole con le quali il collega Lisei ha inteso presentare la sua richiesta, la richiesta firmata dal suo Gruppo, da lui e dai suoi colleghi di Fratelli d’Italia, in merito all’istituzione di questa Commissione d’inchiesta. Sono rimasto un po’ sorpreso per varie ragioni. Primo: forse il consigliere Lisei, essendo nuovo, ogni tanto ancora necessita di prendere esattamente in mano tutte le questioni di cui l’Assemblea è titolare e di cui le Commissioni sono titolari.

Non a caso il 28 marzo abbiamo istituito le Commissioni ordinarie, tra le quali c’è, ovviamente, anche la Commissione più importante, direi, la Commissione Salute e Politiche Sociali, che è lo strumento principe per svolgere tutti gli approfondimenti, tutte le audizioni, tutte le richieste, tutti gli approfondimenti necessari sulle materie di competenza di quella Commissione.

Qui ci dobbiamo parlare chiaramente, con un minimo di franchezza. Le Commissioni d’inchiesta, che, come ha spiegato bene prima il consigliere Sabattini, non hanno potere inquirente, ma di approfondimento, vengono istituite e sono state istituite... Peraltro con un’eccezione più unica che rara nel corso della precedente legislatura, in una circostanza ben determinata (parlo della Commissione d’inchiesta, non di studio), relativamente ai fatti che hanno riguardato i minori, il servizio dei minori in Val d’Enza e a Bibbiano. Al netto di quella eccezione, sulla quale pure si potrebbe discutere molto, ma andiamo avanti, gli strumenti principali per fare approfondimenti, per fare analisi, per fare richieste, per fare il nostro lavoro di consiglieri regionali sono le Commissioni ordinarie e l’aula. Ci sono tutti gli strumenti per fare il nostro lavoro. Abbiamo tutti gli strumenti per fare il nostro lavoro.

Dire che chi non vuole la Commissione d’inchiesta, chi vota contro la Commissione d’inchiesta o chi non vota a favore dell’istituzione della Commissione d’inchiesta traccia una linea di demarcazione tra chi è a favore della trasparenza e chi no, a parte essere evidentemente un utilizzo un po’ stravagante, e capisco la retorica politica, però a tutto c’è un limite, ma soprattutto segnalo che innesca un elemento di demarcazione, di divisione forte a questo punto anche all’interno del centrodestra. Del resto, non sarà sfuggito al consigliere Lisei che, nella precedente votazione, alla quale lui ha fatto riferimento, i colleghi della Lega e anche di Forza Italia, ma soprattutto voglio ricordare i colleghi della Lega, si sono astenuti. Quindi, evidentemente è anche rivolta a loro questa dura reprimenda che il collega Lisei ha inteso rivolgere alla maggioranza, prevalentemente alla maggioranza.

Lo dico con franchezza perché bisogna che ci mettiamo d’accordo: o siamo qui per provare a fare il nostro lavoro e provare a dare risposte, oppure proviamo a tirare sassi in piccionaia e vedere quanti piccioni si alzano. D’altronde, in questo momento fare richiesta di una Commissione d’inchiesta, posta l’utilità generale che può avere una Commissione d’inchiesta e posti i poteri che ha, farla in questo momento a emergenza ancora in corso, perché l’epidemia esiste, non è un’invenzione dei trinariciuti, è un fatto che esiste nella realtà, come esiste il problema economico, come esiste il problema sociale, e noi siamo parte di quelli che devono dare le risposte, e per dare risposte dobbiamo fare proposte guardando a quella che è la situazione complicatissima che abbiamo sulle spalle.

È ovvio che, a seconda della casacca che ci si mette… In questi giorni in Commissione ho sentito che, quando si discute di sanità, c’è un problema enorme e quindi, sentendo i colleghi dell’opposizione, bisogna tener conto che siamo in una situazione drammatica, in una situazione fuori controllo, ospedali che non sono stati in grado di dare una risposta, e poi cambiamo Commissione, parliamo di politiche economiche, allora a quel punto bisogna ripartire, aprire tutto, è finita tutta l’emergenza. Io dico: mettiamoci d’accordo. Probabilmente se esiste, come esiste, l’epidemia e c’è un problema anche sanitario, ovviamente, a cui far fronte, non si può contemporaneamente tener sotto controllo il pericolo sanitario e far finta che il pericolo sanitario non ci sia e riaprire tutto come se non ci fosse nulla, come se non ci fosse un problema sanitario a cui far fronte. Bisogna mettersi d’accordo, perché la cosa è seria. Allora, siccome seriamente noi dobbiamo dare risposte dal punto di vista della salute e risposte dal punto di vista della crisi economica e sociale che questa epidemia ha causato, bisogna stare attenti. Bisogna stare attenti e avere il senso e la responsabilità del nostro ruolo.

La richiesta di Commissione d’inchiesta, additando anche già un responsabile, perché dalle parole del consigliere Lisei questo è stato fatto… Non si chiede di fare chiarezza, si chiede di dire chi ha sbagliato, addirittura lasciando intendere che esistono regioni che si sono comportate meglio o peggio, facendo graduatorie e addirittura, consigliere Lisei, tirando in ballo anche regioni che, per fortuna, sono state colpite meno dal virus, forse anche perché le altre, quelle che hanno dovuto fronteggiare in prima linea l’epidemia, hanno portato il Governo, complessivamente, ad adottare misure come il lockdown, di cui hanno beneficiato poi tutti.

Cerchiamo di rimettere un pochino le cose in fila. Dopodiché, descrivere il sistema sanitario regionale come è stato fatto come una sorta di colabrodo che non ha dato risposte, in cui tutto è saltato e siamo stati allo sbando è una mistificazione della realtà, che non fa onore e non serve soprattutto in questo momento, in cui abbiamo bisogno di serrare le fila, di superare gli schieramenti maggioranza e opposizione e guardare all’interesse comune con onestà e con serietà, due cose che servono sempre in politica, perché poi è facile buttarla in caciara un pochino meno dare risposte.

Ecco perché io credo che questa richiesta sia, in questo momento soprattutto, una richiesta strumentale che non ha a che fare con gli interessi reali a cui, invece, noi dobbiamo fare fronte, pur con tutte le problematiche che ci sono state.

Qui non ho sentito nessuno dire che va tutto bene, è tutto meraviglioso e che abbiamo fatto tutto al 110 per cento, al meglio di quello che si poteva fare. Nessuno ha detto questo. Siamo consapevoli che ci sono stati dei problemi, ci sono stati dei ritardi che hanno a che fare con il sistema Italia, con le difficoltà della Protezione civile.

Anche in Regione ci sono stati dei problemi, ci sono stati dei ritardi, nessuno ha nascosto niente. Per cui, lezioni sulla trasparenza non ne prendiamo da nessuno. Però, proprio perché sappiamo che non tutto è andato bene e non tutto è andato per il meglio, c’è bisogno di migliorare, c’è bisogno di continuare una battaglia che non è finita perché qui non dobbiamo dimenticarci, e concludo, che il tema di come riapriamo, di come gestiamo una fase paradossalmente ancora più delicata e ancora più complessa di quella che abbiamo alle spalle per certi aspetti, è un tema che ci riguarda tutti e sul quale tutti dobbiamo provare a misurarci con il principio di lealtà, facendo conto che il principio di lealtà ci deve guidare e non le strumentalizzazioni, che non sono mai utili, ma in questo momento rischiano di essere persino dannose, tanto a livello regionale quanto a livello nazionale.

Lo dico, e non lo ripeto più. Facciamo conto che le elezioni ci sono state. Il risultato gli emiliano-romagnoli lo hanno espresso. Facciamo un passo avanti. Se i toni della campagna elettorale ce li portiamo in questa fase facciamo un danno veramente a tutti, a partire dalle istituzioni che rappresentiamo fino ai cittadini, alle imprese e ai territori a cui dobbiamo risposte.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Il consigliere Lisei mi ha chiesto la parola per fatto personale. Per cosa, consigliere Lisei?

 

LISEI: Mi è stata attribuita un’opinione diversa da quella che ho espresso all’interno del mio intervento. Se mi è concesso, lo spiego.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego.

 

LISEI: Ringrazio il collega Taruffi per le sue lezioni sul Regolamento. Anzi, spero anche che diano dei crediti formativi. Io non ho mai detto “chi non vota a favore”, ma che “chi vota contro” questa richiesta ‒ prego il collega di ascoltarmi con maggiore attenzione ‒ non è a favore della trasparenza. È diverso da “chi non vota a favore”. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Bene, consigliere Lisei.

Altri in dibattito generale?

Apro il dibattito sull’ordine del giorno. Qualche consigliere vuole intervenire?

Ricordo che l’ordine del giorno è a firma della consigliera Piccinini, l’ordine del giorno 300/1.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Presidente e colleghi, intervengo solo per ribadire l’opportunità di questa richiesta di Commissione d’inchiesta, anche dal punto di vista di chi, dalla zona più calda, ha vissuto l’emergenza piacentina e si è rapportato con la cittadinanza tutti i giorni, a tutte le ore.

È evidente che il sistema sanitario non ha funzionato. Lo ribadisco. Non ha funzionato. Ed è nostro dovere capire e fornire risposte credibili e accettabili ai cittadini. Ad esempio, colpisce il dato attribuito ad un dossier dell’azienda sanitaria di Piacenza secondo il quale in 102 casi l’indagine epidemiologica ha rilevato che i sintomi della malattia erano iniziati in date comprese tra il 10 e il 21 febbraio, data in cui è stato confermato il primo caso in Italia. Mi sembra che non ci sia nulla da approfondire.

Ancora, per spiegare la nostra richiesta, presentata ormai qualche settimana fa, oggi basterebbe passare in rassegna le notizie che ogni giorno riportano di denunce ed esposti che riguardano RSA della nostra regione, presentati da parenti di anziani deceduti in situazioni quantomeno sospette.

Ma per capire l’enormità di quanto è successo in questa regione, soprattutto a spese delle persone più anziane, forse dovremmo abbassare gli occhi di fronte ai dati spaventosi emersi dall’indagine realizzata dall’Istat, assieme all’Istituto superiore di sanità. La ricerca mette a confronto i decessi avvenuti a marzo di quest’anno con la media di quelli registrati negli ultimi cinque anni: Piacenza, con il più 264 per cento, e Parma, con il più 208,4 per cento, occupano il quinto e sesto posto di questa ben triste classifica nazionale. Ricordiamo purtroppo che Piacenza è anche la provincia in Italia dove ci sono stati in assoluto più morti, se si guarda la percentuale dei decessi rispetto alla popolazione residente.

Presidente Bonaccini e colleghi della maggioranza, se anche voi che invocate lo spirito di collaborazione istituzionale leggeste i dati senza pregiudizio, come li leggono gli esperti di statistica, dovreste farvi delle domande e indagare senza avere alcuna paura di cercare le risposte.

Vedete, le risposte che cerchiamo sono quelle che ci chiedono i cittadini, la gente, che siamo qui a rappresentare. Dimostriamo di essere all’altezza del nostro compito e andiamo avanti, perché l’epidemia non è finita purtroppo, anche se siamo ad una fase successiva.

Fatte salve le responsabilità individuali, che spetterà alla magistratura poi individuare, possiamo almeno cercare di rimediare agli errori e imparare da essi. Lo dico con il massimo rispetto istituzionale per le forze politiche qui presenti. Dimostrate che davvero volete collaborare.

Prima nell’intervento generale non ho potuto, per limiti di tempo, esprimere alcune considerazioni, per cui approfitto di questi minuti a disposizione visto che le considerazioni sono pertinenti. Ci sono elementi che intendo, comunque, sollevare.

A oltre tre mesi dalla dichiarazione di emergenza sanitaria, dopo i colpevoli gravissimi ritardi da parte del Governo nella prima fase, si è trascinato un lunghissimo lockdown, finalizzato più all’autoconservazione di governo che a evitare contagi e recrudescenze del virus. Da lunedì è partita la fase 2, fase 2. Forse, come ha affermato Alessandro Sallusti, è solo una fase 1,5. È stato aperto pochissimo, ma il Governo Conte sembra non capire la situazione e forse la Regione Emilia-Romagna non è da meno.

Un solo dato fra i tanti. Il Centro studi di Confcommercio parla di un calo di consumi, per il solo 2020, di 84 miliardi di euro da Il Giornale del 3 maggio.

Il Governo non dà risposte al mondo produttivo, ma emana editti incomprensibili, i DPCM famigerati, con regole astruse e inapplicabili che hanno bisogno di spiegazioni autentiche le quali, a loro volta, debbono essere interpretate. Ma la Regione Emilia-Romagna non è da meno. Un esempio fra tutti, che ha sollevato polemiche a non finire: dal 4 maggio in Emilia-Romagna i parchi sono aperti, giustamente, ma proibite le spiagge mi sembra fino al 18 maggio. Abbiamo chilometri di litorale, ma rimane proibito l’accesso contrariamente a quanto deciso nelle Marche e davvero si fa fatica a comprenderne i motivi.

Credo che dietro non ci sia un vero ragionamento, ma si tratti di quel dirigismo miope che proibisce senza considerare che i cittadini sono comunque detentori di diritti e di libertà che vanno tutelate.

Non è, infatti, una giustificazione valida l’affermazione del presidente Bonaccini diffusa il 3 maggio. “La salute prima di ogni altra cosa” afferma il presidente, “ma siamo al lavoro per riaprire la stagione turistica e lo faremo garantendo i servizi in tutta sicurezza”. Questo è un modo, in realtà, per nascondere l’assenza di un piano già elaborato per la ripartenza.

In un interessante intervento di Alberto Brambilla e Giuliano Cazzola si legge che la politica ci sta portando da una crisi sanitaria gestita in modo pessimo e incapace a una gravissima crisi economica, e quel che è peggio a una profonda mortificazione della democrazia.

I due autori addossano responsabilità anche a stampa e tv, che inseguirebbero la psicosi dell’opinione pubblica finendo per alimentarne l’irrazionalità. Chi ha innescato questa psicosi della popolazione? Segue un opinionista per tutti quelli che sostengono una tesi sulla quale io sicuramente concordo. È emerso ed emerge tutto l’uso politico della paura, come afferma Antonio Socci da Libero il 5 aprile 2020, che è padrona incontrastata della scena pubblica e dei sentimenti privati.

Attenzione, c’è un’operazione politica in corso in Italia che fa leva proprio su quest’ansia collettiva e che punta all’autoconservazione del Governo e in particolare del Premier nonostante le enormi falle che si stanno aprendo proprio in seno alla maggioranza sulla fase 2.

Non è una novità, la tentazione del potere di usare la paura c’è sempre stata, come spiegava anni fa il sociologo filosofo Zygmunt Bauman.

A questo si aggiunge la violazione della Costituzione, di diritti e articoli costituzionali che certamente non possono essere conculcati attraverso DPCM.

Ormai innumerevoli sono studiosi, opinionisti, professionisti che denunciano la deriva del Governo. Basta citare in questa sede alcune dichiarazioni di Sabino Cassese, Giudice emerito della Corte costituzionale: “La pandemia ‒ dice ‒ non è una guerra. I pieni poteri al Governo non sono legittimi. Da Palazzo Chigi continuano ad arrivare norme incomprensibili, scritte male, contraddittorie, piene di rinvii ad altre norme”. A Il Dubbio, il 14 aprile scorso. Cassese certamente non è un pericoloso sovranista. Avrebbe parlato ieri, 27 aprile: tempo di esondazioni di poteri a danno della libertà e dei diritti. Peccato che tanti cantori della Costituzione più bella del mondo oggi, di fronte a queste violazioni, siano silenti e che il 25 aprile, mentre si festeggiava la Liberazione, quindi la democrazia e la Costituzione, troppi non abbiano considerato che oggi chi mette in discussione libertà, diritti e democrazia parlamentare sia un Governo che ha come azionista il PD.

Voglio citare la lunghissima e articolata lettera inviata il 29 aprile al Presidente del Consiglio, sottoscritta da decine di avvocati e docenti di diritto, che inizia così: “Non può sfuggirci che le restrizioni delle libertà fondamentali messe in campo dal Governo centrale e da enti locali per fronteggiare l’emergenza Covid-19 generano gravi dubbi di costituzionalità e rappresentano un pericoloso precedente per lo stato di diritto”.

Tornando all’intervento di Brambilla e Cazzola, fanno bene a ricordare, pur non sottovalutando la grave emergenza sanitaria, il numero dei decessi in Italia nel 2019, che sono stati 641.768, di cui 53.372 per malattie del sistema respiratorio, al terzo posto per mortalità dopo malattie del sistema circolatorio e tumori. È stato messo in quarantena l’intero Paese, mentre in larghissima maggioranza i decessi si sono avuti tra coloro che per tante ragioni vivevano già rinchiusi e mal curati. Ecco perché questa situazione, iniziata come crisi sanitaria, potrà sfociare in una crisi di democrazia e di forte instabilità sociale.

Il tema della libertà è centrale e fondamentale, anche se sembra non scalfire i cantori di questo Governo e i partiti che ne fanno parte, gli stessi che si stracciano le vesti sui diritti e sulle libertà solo quando fa loro comodo.

Il re oggi è nudo, presidente Bonaccini. Non vi crediamo più. Non capiamo come si possa consentire una fine ingloriosa della politica decretata da questo Governo, dal premier Conte che non sa decidere e lascia imperversare personaggi di dubbia capacità e autorevolezza, accatastati in improbabili task force, che si improvvisano comandanti in capo, dando ordini agli italiani.

Ho finito il tempo?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Ho altre cose da dire, ma le diremo successivamente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Io ho iscritta a parlare la consigliera Zamboni.

Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Riuscite a sentirmi?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, la sentiamo. Prego.

 

ZAMBONI: Perfetto. Però, non mi vedete.

Vorrei tornare velocemente sul tema approfondimenti e dove fare questi approfondimenti. Anche nel mio intervento precedente, ho detto che sui decessi che si sono registrati nelle RSA e nelle CRA in modo particolare, quindi nel settore sociosanitario, occorre andare a vedere cosa è successo e perché è successo. Sul fatto, però, della sede di questo approfondimento, ritengo che la Commissione d’inchiesta non sia lo strumento adatto. Non è lo strumento adatto in questa fase perché, come ha riconosciuto, se ho capito bene (nel caso non avessi capito bene me ne scuso), anche il consigliere Rancan, l’epidemia non è finita. Così come, sempre se ho capito bene, il consigliere Lisei ha detto che prima di tutto vengono le esigenze della sanità.

Per questi motivi, penso che la sede opportuna in cui fare gli approfondimenti sia quella istituzionale, la Commissione Sanità, nella quale, tra l’altro, dovremmo anche parlare proprio della riorganizzazione dell’offerta sanitaria in regione sulla base di un potenziamento della medicina del territorio, cioè fare in quella sede una discussione che non sia solo di esame di cause ed effetti ed eventuali mancanze nell’intervento, ma anche di avvio, come legislatori di questa Regione, della progettazione, insieme alla Giunta, almeno dal mio punto di vista, di una sanità che sia meglio in grado di rispondere a situazioni. Questa è stata una situazione di emergenza, l’epidemia non è finita, quindi concentriamoci adesso sulla delicatezza di questo passaggio e cerchiamo di affrontarlo tenendo conto che l’epidemia è in corso, non l’abbiamo ancora sconfitta.

Ritroviamoci, quindi, nelle sedi istituzionali ordinarie per parlare e approfondire. Da parte di Europa Verde non c’è certo un rifiuto all’approfondimento, come ho avuto occasione di ripetere in più sedi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Sabattini, si è iscritto a parlare nel dibattito generale o per dichiarazione di voto?

 

SABATTINI: Possiamo fare anche per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, allora. Apriamo il dibattito sulle dichiarazioni di voto. Ricordo che sono le ore 12,57, quindi…

 

SABATTINI: Le facciamo dopo?

 

PRESIDENTE (Petitti): Potremmo anche riprendere con le dichiarazioni di voto dopo, se siete d’accordo, perché ho già altri iscritti a parlare. Quindi, consigliere Sabattini, forse è meglio dopo.

 

SABATTINI: A posto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro chiusa la seduta.

Ci rivediamo alle ore 14.30.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 12.58

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADA’, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Mauro FELICORI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, SCHLEIN Elena Ethel.

 

OGGETTO 307

Comunicazione del Presidente della Giunta, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento dell’Assemblea, su: “Aggiornamento emergenza Coronavirus”

 

Intervento scritto

 

ROSSI: Gli Emiliano-romagnoli sono persone che non si fanno piegare dalle difficoltà. Sono quelli dopo il terremoto pensano già a ricostruire, quelli che dopo le bombe iniziano a raccogliere le macerie per mettere le basi su cui rinascere, quelli che trasformano le crisi profonde in opportunità. Lo faranno anche in questo caso, a testa bassa e con l’inventiva che contraddistingue la nostra terra. Al cospetto di una pandemia però, non si può lasciare il destino di interi settori economici, di un tessuto di piccole medie imprese, dell’economia di un territorio alla buona volontà e alla capacità organizzativa della sua gente. Servono certezze e regole chiare. Ora sappiamo bene di essere immersi in una situazione inedita e soprattutto mutevole, di cui possiamo solo immaginare l’evoluzione e che va affrontata step by step, tenendo come obiettivo primario la tutela della salute e la gestione del sistema sanitario; ma adesso che dopo tanti sacrifici e grande senso di responsabilità ci stiamo apprestando ad entrare nella fase di convivenza con il virus, occorre dare prospettive più concrete ai tanti che ad oggi rischiano di non potersi più rialzare. Sono tre le parole chiave: liquidità, sburocratizzazione e organizzazione.

Sul primo punto confidiamo in interventi rapidi da parte del Governo, come un piano straordinario che possa dare risposta alle esigenze di liquidità nell’immediato cosi come richiesto dai Sindaci attraverso Anci, andando a snellire certi meccanismi burocratici incancreniti che rischiano di avere conseguenze deleterie quanto quelle provocate dal necessario blocco imposto dal Covid, a partire dalle banche.

In merito all’organizzazione l’auspicio è che Roma ascolti le voci dei territori e che venga presa in considerazione la richiesta del presidente Bonaccini, in caso di andamento epidemiologico positivo, di rivedere i tempi e le modalità di riapertura di quegli esercizi commerciali e di, bar, ristoranti, in generale le imprese del turismo e della sua filiera, parrucchieri, estetisti, palestre che ad oggi sono penalizzate in maniera fin troppo pesante dal calendario della ripartenza delineato dal governo.

Non possiamo non condividere le preoccupazioni delle categorie che ieri, dopo la pubblicazione del Dpcm, hanno sollecitato il governo in particolare per il posticipo delle riaperture di esercizi commerciali e pubblici esercizi, e dell’assenza di ipotesi di riapertura per stabilimenti balneari nonché delle attività legate al turismo. Le date, poi, non bastano per programmare interventi e strategie, bisogna guardare al come. Perché le aziende del commercio, turismo e servizi potrebbero usare questi giorni di standby prolungato per farsi trovare pronte al momento della riapertura, garantendo quella sicurezza che oltre ad essere un’esigenza rappresenta anche una caratteristica della nuova domanda di servizi richiesta dagli utenti. 

Sul tema delle imprese, è evidente che il turismo è quella che presenta più incognite. Si tratta di uno dei settori tra i più colpiti, che ha già subito perdite pesanti e che necessariamente avrà bisogno di più tempo per ricostruirsi. Si prospetta una stagione pesante, che si reggerà sul solo turismo di prossimità, virato solo sul mercato interno. Dobbiamo quindi mettere da parte discussioni sterili o di contorno, ma piuttosto definire nell’immediato a livello nazionale protocolli di settore che permettano il rilancio in tema di sicurezza, sostenibilità e innovazione, affinché si possano reinventare prodotti e servizi a fronte di un contesto radicalmente stravolto. Un protocollo sanitario che sia anche un messaggio di fiducia per i clienti e che dia le garanzie e le tutele giuridiche necessarie agli operatori. È necessaria l’istituzione di una cabina di regia organizzativa dove scienza, politica ed economia trovino una sintesi, per fornire subito certezze operative a chi vuole tornare a lavorare presto e in sicurezza.

Quando si parla di organizzazione e di certezze sul demanio significa anche riprendere il discorso sui canoni pertinenziali, tornando a chiedere al governo il ripristino dei canoni tabellari, non di mercato, precedenti al 2007. Così come vanno una volta per tutte dipanati i dubbi interpretativi sulla proroga al 2033 delle concessioni balneari, per i quali il ministro Franceschini ha proposto di inserire nel decreto aprile una norma per fugare ogni dubbio applicativo in merito.

Gli operatori hanno bisogno di certezze e i territori oggi hanno bisogno di investimenti per innovare e adeguarsi alle nuove esigenze.

Questo vale anche per il commercio. Ci sono strategie di lavoro da mettere in campo affinché anche il commercio al dettaglio di settori come la moda, solo per far un esempio, che vive la stagionalità e soprattutto la cui filiera a monte è operativa, possano ricominciare a lavorare magari con forme diverse dalle tradizionali garantendo così la tutela del cliente e dell’operatore.

In tutto questo scenario ci sono i lavoratori, lavoratori stagionali del turismo e filiera, persone che speravano di iniziare a lavorare in questi mesi e che probabilmente resteranno senza lavoro e senza Naspi, visto che non tutti hanno avuto la possibilità di poter ricevere la cassa integrazione, che tra l’altro tarda ad arrivare. Serve individuare e sostenere ora le vulnerabilità prima che diventino fragilità.

Infine, occorre non sottovalutare la possibilità di infiltrazioni mafiose, poiché l’indebolimento economico di famiglie e imprese favorisce episodi di usura e la criminalità organizzata potrebbe trovare terreno fertile nella vulnerabilità degli imprenditori. È importante quindi in questa fase continuare a tenere alta l’attenzione e che Regione, enti locali e associazioni affianchino gli enti deputati al controllo su un fenomeno che rischia di inquinare uno dei settori chiave dell’economia dell’Emilia-Romagna. 

Da settimane Sindaci e amministratori locali, assieme ai dipendenti degli enti locali, che ringrazio, stanno lavorando intensamente sui territori per riorganizzare i servizi e garantire il massimo sostegno ai propri cittadini. Non senza pagarne costi importanti, anche sul piano strettamente finanziario. Mi auguro che il Governo pensi anche a loro e intervenga in termini economici, diretti e indiretti, per sostenere i bilanci e quindi garantirne le funzioni.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

È stato presentato il seguente progetto di legge:

474 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio 2019". (Delibera di Giunta n. 415 del 27 04 2020)

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

447 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione dei termini dei procedimenti amministrativi, di cui all'art. 103 del DL 17 marzo 2020, n. 18, fino al 15 maggio 2020, con particolare riguardo al rilascio di autorizzazioni per l'apertura di nuove attività. A firma del Consigliere: Lisei

448 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle tematiche della scuola e dei centri estivi. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Occhi, Liverani, Catellani, Marchetti Daniele, Stragliati, Facci, Bergamini, Bargi, Pelloni, Pompignoli, Rainieri, Rancan, Delmonte

449 - Interrogazione a risposta scritta circa le restrizioni per le funzioni religiose imposte dalle misure anticontagio. A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Lisei, Barcaiuolo

450 - Interrogazione a risposta scritta sulle azioni necessarie per semplificare la procedura di accesso alla cassa integrazione in deroga e ridurre quanto prima i tempi per la sua erogazione. A firma della Consigliera: Gibertoni

453 - Interrogazione a risposta scritta riguardante il progetto del nuovo polo logistico di Altedo. A firma del Consigliere: Lisei

454 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano gli strumenti a sostegno dei caregiver familiari, anche con riguardo alla risoluzione oggetto 4726 approvata nel 2017. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Occhi, Montevecchi, Rainieri, Catellani, Pelloni, Bargi, Delmonte, Rancan, Liverani, Facci, Pompignoli

455 - Interrogazione a risposta scritta circa la formazione dei cani da assistenza alle persone con disabilità. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Montevecchi, Rainieri, Catellani, Pelloni, Bargi, Delmonte, Rancan, Liverani, Facci, Pompignoli, Bergamini

456 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano le procedure da adottare e le linee guida da seguire nel corso di questa situazione emergenziale per il trattamento e la gestione delle salme di persone defunte per cause diverse da Covid-19. A firma del Consigliere: Tagliaferri

457 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di una ripresa anticipata delle attività di acconciatura ed estetica, rispetto alle date annunciate dal Governo nazionale. A firma dei Consiglieri: Rontini, Fabbri, Bulbi, Zappaterra

459 - Interrogazione a risposta scritta circa la progettazione del ripristino integrale e strutturale del fiume Secchia, in modo da garantire protezione dalle piene. A firma del Consigliere: Bargi

460 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al contagio da Covid-19 presente nella Casa Residenza di via Saliceto a Bologna. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

461 - Interrogazione a risposta scritta circa il permanere della chiusura del Centergross di Funo di Argelato (Bo), grande struttura destinata al commercio all'ingrosso, nonostante il DPCM del 26 aprile 2020 disponga la ripresa dal 4 maggio delle attività di produzione del settore della moda. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

462 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla possibilità di assegnare una delega specifica, ad un assessorato, per le problematiche della Terza Età. A firma della Consigliera: Castaldini

463 - Interrogazione a risposta scritta circa il fondo messo a disposizione dell'area disabili, gestito dalle Aziende USL. A firma della Consigliera: Gibertoni

464 - Interrogazione a risposta scritta riguardo alla distribuzione di posti di terapia intensiva da realizzare per il "programma covid-19 intensive care Emilia-Romagna". A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

466 - Interrogazione a risposta scritta riguardo ai minori in affido durante l'emergenza coronavirus. A firma dei Consiglieri: Barcaiuolo, Lisei, Tagliaferri

467 - Interrogazione a risposta scritta in merito all'ordinanza del 30/04/2020 che stabilisce l'accesso per attività motoria nei parchi, ma non nelle spiagge. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Marchetti Daniele, Liverani, Pompignoli, Bergamini, Rancan

468 - Interrogazione a risposta scritta sui possibili collegamenti tra la Sindrome di Kawasaki e il Coronavirus in età pediatrica. A firma dei Consiglieri: Occhi, Pompignoli, Stragliati, Marchetti Daniele, Liverani, Montevecchi, Rainieri, Bargi, Catellani, Bergamini, Rancan, Delmonte

470 - Interrogazione a risposta scritta circa la riapertura per tutte le attività del commercio ambulante in Emilia-Romagna, affinché gli operatori siano in grado di organizzarsi e trovarsi pronti nel momento della ripartenza. A firma dei Consiglieri: Bargi, Liverani, Occhi, Stragliati, Marchetti Daniele, Pelloni, Montevecchi, Rancan, Bergamini, Pompignoli, Facci, Rainieri, Catellani, Delmonte

471 - Interrogazione a risposta scritta sulle azioni da mettere in campo per sostenere il comparto dei locali pubblici di intrattenimento. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Catellani, Liverani, Occhi, Delmonte, Montevecchi, Facci, Pelloni, Rancan, Bargi, Rainieri

475 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della maternità secondo quanto espresso dalla legge 194, vista l'emergenza Coronavirus. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

476 - Interrogazione a risposta scritta circa la fornitura di dispositivi di sicurezza, quali mascherine e tute protettive, acquistata dalla Società Ecotech srl. A firma del Consigliere: Lisei

479 - Interrogazione a risposta scritta circa la sperimentazione della tecnica del plasma convalescente, già utilizzata in passato per curare altre epidemie. A firma della Consigliera: Gibertoni

481 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle sperimentazioni di plasma iperimmune nella cura dei pazienti positivi al COVID-19. A firma dei Consiglieri: Occhi, Pompignoli, Stragliati, Marchetti Daniele, Liverani, Montevecchi, Rainieri, Bargi, Catellani, Bergamini, Rancan, Delmonte, Facci, Pelloni

482 - Interrogazione a risposta scritta circa numeri e risultati sui trattamenti anti Covid-19 negli ospedali della Regione. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Pelloni, Montevecchi, Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Liverani, Catellani, Pompignoli, Bargi, Rainieri, Delmonte, Rancan

483 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda accordarsi con le amministrazioni regionali confinanti per consentire ai cittadini emiliano-romagnoli di incontrare anche i familiari stretti che risiedono in province limitrofe di regioni diverse. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Bergamini, Liverani, Catellani, Pompignoli, Bargi, Rainieri, Delmonte, Rancan, Pelloni

484 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attivazione tempestiva di campagne di vaccinazione contro influenza e pneumococco. A firma del Consigliere: Tagliaferri

485 - Interrogazione a risposta scritta circa la riapertura delle autoscuole. A firma del Consigliere: Lisei

486 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione di politiche di tutela dell'ambiente volte a porre limitazioni alla caccia, calendarizzare la progressiva chiusura degli inceneritori, evitare il consumo di nuovo suolo, realizzare politiche di riduzione dell'uso della plastica, evitare il dissesto idrogeologico. A firma della Consigliera: Gibertoni

487 - Interrogazione a risposta scritta sul progetto di interramento del tratto urbano della linea Bologna Portomaggiore, se sia stato inviato al CIPE, se preveda un solo o il doppio binario, se tenga conto della necessità di potenziamento dei servizi sulla linea e se l'Assessorato alla mobilità intenda partecipare al maxi progetto di studio annunciato dalla Regione Emilia-Romagna per mettere a punto, nella fase 3 (post Covid-19), una strategia condivisa per i nuovi piani e programmi per il miglioramento della qualità dell’aria e il contrasto ai cambiamenti climatici. A firma della Consigliera: Zamboni

 

Risoluzioni

 

451 - Risoluzione a sostegno di un pacchetto di misure per la promozione della mobilità ciclistica come una delle modalità strategiche di trasporto nella cosiddetta fase 2 dell'epidemia Covid 19 e anche successivamente. (29 04 20) A firma della Consigliera: Zamboni

452 - Risoluzione sul rilancio dell’attività del mobility manager regionale; promozione di azioni e progetti a supporto della mobilità sostenibile negli spostamenti casa-lavoro del personale aziendale e negli spostamenti casa-scuola sull'intero territorio regionale; realizzazione di un nuovo Piano della mobilità aziendale regionale nelle varie fasi dell'emergenza coronavirus. (29 04 20) A firma della Consigliera: Zamboni

458 - Risoluzione per impegnare la Giunta a individuare tempestivamente le modalità per organizzare nei territori attività ricreative, sportive ed educative per bambini e ragazzi in condizioni di sicurezza e a continuare parallelamente una riflessione innovativa sul sistema 0/6, partendo dalle esperienze dei nostri territori, per dare centralità a nidi e scuole d’infanzia nella discussione sulla ripartenza della scuola. (30 04 20) A firma dei Consiglieri: Pillati, Soncini, Caliandro, Zappaterra, Marchetti Francesca, Costi, Montalti, Bulbi, Fabbri, Rontini, Rossi, Tarasconi, Mumolo, Costa

465 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare la riapertura dei cimiteri dal 4 maggio 2020 con eventuale orario ridotto e con la presenza di addetti al controllo del rispetto della normativa vigente. (04 05 20) A firma del Consigliere: Barcaiuolo

469 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere, in accordo con le Aziende USL e con gli Enti Locali, l’adozione, anche successivamente alla fine dell’emergenza determinata dall’epidemia da coronavirus, di modalità dirette a consentire il parcheggio gratuito del personale sanitario presso le strutture ospedaliere in cui lavorano. (04 05 20) A firma della Consigliera: Piccinini

472 - Risoluzione per impegnare la Giunta a pubblicare nel sito istituzionale della Regione Emilia-Romagna una sezione sull'emergenza Covid-19 dedicata alle famiglie e ai minori, con tutti i chiarimenti utili ai genitori, e a chiedere al Governo maggiore chiarezza sui temi legati ai minori. (04 05 20) A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Catellani, Pelloni, Bergamini, Facci, Occhi, Liverani, Rainieri, Montevecchi, Pompignoli, Rancan, Bargi, Delmonte

473 - Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire presso il Governo affinché adottati misure atte a mitigare il negativo impatto economico sulle famiglie degli studenti universitari, causato dall’emergenza COVID-19, e a valutare la possibilità di prevedere dei contributi regionali a favore delle famiglie degli studenti universitari. (04 05 20) A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Lisei, Barcaiuolo

477 - Risoluzione per invitare i Comuni ad adottare misure per il libero accesso ai centri della città e al non pagamento della sosta, almeno per tutta la durata della “Fase 2”, e a valutare manovre fiscali atte a sostenere l'impegno economico che i Comuni dovranno affrontare con queste disposizioni. (04 05 20) A firma dei Consiglieri: Barcaiuolo, Tagliaferri, Lisei

478 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare le amministrazioni locali affinché concedano a titolo gratuito o a canone simbolico, ulteriore occupazione di suolo pubblico, ove possibile, per le attività sottoposte a misure restrittive e vincolate di accesso; a valutare possibilità di esenzione da tassazione ed imposte per le attività economiche e produttive che hanno avuto mancati incassi nel periodo dell’emergenza sanitaria. (04 05 20) A firma della Consigliera: Gibertoni

480 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere ogni iniziativa utile, nei limiti delle proprie competenze in materia, che porti alla chiusura della caccia o a porre a questa attività dei limiti reali che progressivamente portino alla sua chiusura. (04 05 20) A firma della Consigliera: Gibertoni

488 - Risoluzione per richiedere sostegno a fondo perduto sia per le attività economiche degli Appennini, sia per le categorie maggiormente penalizzate dalla crisi economica da "Covid 19", quali bar, ristoranti, agriturismi, alberghi, ristorazione non in sede fissa, estetica e Istituti di bellezza, saloni di barbieri e parrucchiere, centri benessere, sale da ballo e discoteche, taxi e ncc, ecc. (05 05 20) A firma dei Consiglieri: Facci, Stragliati, Marchetti Daniele, Catellani, Montevecchi, Bargi, Occhi, Bergamini, Rainieri, Rancan

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

8 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la ricostruzione post sisma nel territorio modenese. A firma del Consigliere: Bargi

22 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura dei passaggi a livello nel territorio di Budrio. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

42 - Interrogazione a risposta scritta relativa al rispetto delle norme igienico sanitarie nelle scuole del territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

44 - Interrogazione a risposta scritta relativa alla sanificazione dei mezzi di trasporto pubblico locale regionale, per salvaguardare tutti i passeggeri e il personale dal rischio di contagio da coronavirus. A firma della Consigliera: Gibertoni

48 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inquinamento acustico lungo l'asse ferroviario Bologna-Padova, in località Castel Maggiore (BO). A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

90 - Interrogazione a risposta scritta circa un tavolo di trattativa con Amazon per l’attuazione dei protocolli di sicurezza, per l'emergenza coronavirus, nelle fabbriche a tutela della salute dei lavoratori. A firma del Consigliere: Tagliaferri

96 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di realizzare una convenzione con gli alberghi per ospitare medici, infermieri e personale sanitario dedicato all'emergenza Coronavirus. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

179 - Interrogazione a risposta scritta sulle iniziative da adottare nei confronti delle Aziende di trasporto pubblico regionali, al fine di sollecitare il rimborso degli abbonamenti per gli studenti impossibilitati a frequentare le lezioni in seguito all’emergenza Covid-19. A firma del Consigliere: Bargi

411 - Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di assumere provvedimenti urgenti per consentire alle attività di ristorazione (esercizi ed attività artigianali) la vendita di alimenti mediante asporto, al fine di avviare una graduale ripresa dell’attività gravemente compromessa dall’emergenza sanitaria. A firma dei Consiglieri: Facci, Liverani, Pompignoli, Montevecchi, Rainieri, Delmonte, Rancan, Catellani, Bargi

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, comma 1, lettera d) del Regolamento interno:

 

L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa, preso atto delle seguenti note:

prot. AL/2020/0006962 del 28/04/2020, la consigliera Roberta Mori ha dichiarato la propria adesione al Gruppo assembleare Partito democratico – Bonaccini Presidente:

prot. AL/2020/000696 del 28/04/2020, il consigliere Giuseppe Paruolo ha dichiarato la propria adesione al Gruppo assembleare Partito democratico – Bonaccini Presidente;

prot. AL/2020/0006985 del 28/04/2020, il consigliere Matteo Daffadà ha dichiarato la propria adesione al Gruppo assembleare Partito democratico – Bonaccini Presidente;

ha adottato la deliberazione n. 25 del 30 aprile 2020 ad oggetto:

“Accertamento e dichiarazione della costituzione dei Gruppi assembleari della XI legislatura e presa d'atto della loro consistenza numerica (art. 36 Statuto, art. 6 Regolamento interno, art. 17, comma 3, L.R. 11/2013 e ss.mm.ii.). Modifiche alla deliberazione UP n. 16/2020”.

(Comunicazioni n. 3 prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno - prot. NP/2020/1023 del 05/05/2020)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

 

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