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12.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 9 GIUGNO 2020

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 761

Illustrazione del Presidente della Regione del Programma di Governo e della composizione della Giunta (art. 28, comma 2 e art. 44, comma 2 dello Statuto; art. 5, commi 1 e 2 del Regolamento interno)

(Discussione)

(Risoluzioni 761/1/2/3 oggetti 818 - 819 - 820 - Presentazione)

PRESIDENTE (Petitti)

BONACCINI, presidente della Giunta

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

LISEI (FDI)

MORI (PD)

GIBERTONI (Gruppo Misto)

DELMONTE (Lega)

CASTALDINI (FI)

PICCININI (M5S)

TAGLIAFERRI (FDI)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,51

 

PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno a tutti.

Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 12 del 9 giugno 2020.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 26 e 27 maggio 2020.

Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Petitti): Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro

  2. BARCAIUOLO Michele

  3. BARGI Stefano

  4. BERGAMINI Fabio

  5. BESSI Gianni

  6. BONACCINI Stefano

  7. BONDAVALLI Stefania

  8. BULBI Massimo

  9. CALIANDRO Stefano

10. CASTALDINI Valentina

11. COSTA Andrea

12. COSTI Palma

13. DAFFADA’ Matteo

14. DELMONTE Gabriele

15. FABBRI Marco

16. FACCI Michele

17. GIBERTONI Giulia

18. IOTTI Massimo

19. LISEI Marco

20. LIVERANI Andrea

21. MALETTI Francesca

22. MARCHETTI Daniele

23. MARCHETTI Francesca

24. MASTACCHI Marco

25. MONTALTI Lia

26. MONTEVECCHI Matteo

27. MORI Roberta

28. MUMOLO Antonio

29. OCCHI Emiliano

30. PARUOLO Giuseppe

31 PELLONI Simone

32. PETITTI Emma

33. PICCININI Silvia

34. PIGONI Giulia

35. PILLATI Marilena

36. POMPIGNOLI Massimiliano

37. RAINIERI Fabio

38. RANCAN Matteo

39. RONTINI Manuela

40. ROSSI Nadia

41. SABATTINI Luca

42. SONCINI Ottavia

43. STRAGLIATI Valentina

44. TAGLIAFERRI Giancarlo

45. TARASCONI Katia

46. TARUFFI Igor

47. ZAMBONI Silvia

48. ZAPPATERRA Marcella

 

Con 48 consiglieri presenti, iniziamo i nostri lavori.

 

OGGETTO 761

Illustrazione del Presidente della Regione del Programma di Governo e della composizione della Giunta (art. 28, comma 2 e art. 44, comma 2 dello Statuto; art. 5, commi 1 e 2 del Regolamento interno)

(Discussione)

(Risoluzioni 761/1/2/3 oggetti 818 - 819 - 820 - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Oggetto 761 all’ordine del giorno: illustrazione del presidente della Regione del programma di Governo e della composizione della Giunta (articolo 28, comma 2, e articolo 44, comma 2, dello Statuto).

Passo la parola al presidente Bonaccini.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente.

Colleghe e colleghi consiglieri, il tempo del mandato che ci aspetta è molto diverso da come tutti l’avevamo immaginato nella recente campagna elettorale. Se ora ci guardiamo alle spalle sembrano trascorsi anni, ma in realtà sono passati solo quattro mesi e mezzo. Tanto è stata complessa e intensa questa fase per tutti noi, certamente per le nostre comunità, i nostri cittadini.

Mi hanno chiesto recentemente di fare un paragone tra la fatica della campagna elettorale e la fatica della gestione della pandemia, peraltro non conclusa. Ho già risposto che sono imparagonabili e nemmeno vanno messe a paragone. Nella prima, avessi perduto le elezioni, probabilmente avrei smesso di fare politica. Nessuno di noi è insostituibile. Ci sarebbe stata un’altra Presidente, una Giunta e le Istituzioni avrebbero continuato il proprio corso, come è giusto in democrazia. Qui oggi abbiamo, invece, 4.000 emiliano-romagnoli in meno, e quelli nessuno li ridarà più alle loro comunità, ai nostri territori e soprattutto alle loro famiglie.

La pandemia da Covid-19, che ha colpito il mondo e prima e più duramente il nostro Paese, ha sconvolto tutti i programmi e le previsioni. Io non ripercorrerò le tappe, anche perché la gestione delle emergenze è stata oggetto di più comunicazioni all’aula, di numerose audizioni in Commissioni, di atti di sindacato ispettivo e di accesso agli atti. In un tempo complesso avete provato a svolgere in modo diverso, ma non rinunciatario il vostro compito istituzionale, e di questo va dato a tutti voi pienamente atto. Così ha fatto la Giunta, che solo oggi formalmente è presente qui, ma che ‒ come sapete ‒ lavora a pieno regime fin dal 28 febbraio scorso, il giorno in cui si insediò l’Assemblea e potei firmare i decreti di nomina.

Un tempo intenso, dicevo, perché ad una prima fase di emergenza, peraltro senza coordinate, davanti ad un virus sconosciuto, ne sta seguendo un’altra, anch’essa segnata da incertezze. La ripartenza in cui siamo tutti impegnati, necessaria, dovrà comunque misurarsi con la presenza dell’epidemia e con un rischio di una sua ripresa in autunno. Da qui l’impegno profuso, in particolare in queste ultime settimane, per definire regole e protocolli che consentano di svolgere le stesse attività che prima erano abituali, che consideravamo scontate, ma in un modo ora diverso.

Stiamo tutti imparando per tenere in sicurezza noi stessi e gli altri, per non perdere il terreno faticosamente conquistato. I numeri sono oggi confortanti nella decrescita della curva epidemiologica, ma la nostra attenzione deve necessariamente rimanere alta. Certo, sono crollati gli accessi ai pronto soccorso, i ricoveri gravi, però ci sono ancora vittime e a loro e alle loro famiglie deve andare il nostro primo pensiero. Anche ieri erano quattro, un numero assai ridotto rispetto a quelli drammatici a cui rischiavamo di abituarci nei mesi scorsi, ma noi un sospiro di sollievo definitivo potremo tirarlo solo quando quel numero scenderà stabilmente e per sempre a zero. Il nostro primo impegno, mentre si svuotano anche i reparti di terapia intensiva, deve rimanere esattamente questo.

Alla quotidiana contabilità dei contagi oramai da settimane ne va subentrando un’altra, non meno preoccupante: ha a che fare con il lavoro e con i redditi. Il prolungato lockdown e l’incertezza che viviamo hanno scavato ferite profonde sul tessuto economico e sociale del Paese, hanno colpito non solo la produzione e i consumi, ma anche lo spostamento delle merci e delle persone. Viviamo un tempo di globalizzazione e di interdipendenza tali da rendere improponibile ogni paragone diretto con eventi passati, e questo sia per l’impatto subìto sia per la reazione che si è resa necessaria.

È davvero uno spartiacque quanto accaduto, oltre a quanto abbiamo vissuto, anche personalmente. Lo dimostra il fatto che in breve sono maturate decisioni che, per molti anni, erano apparse impossibili. Penso, in primo luogo, all’Europa, che, pur tra mille comprensibili difficoltà – dissi recentemente che un’Europa così come quella di questi anni non serve a nessuno, e lo dico da europeista convinto –, sta oggi, però, reagendo con misure eccezionali, assolutamente inedite, finalmente, per natura e per portata. Dopo la sospensione del Patto di stabilità, che prima appariva un vero e proprio tabù, prendono corpo programmi di indebitamento e di spesa sul fronte degli investimenti, degli ammortizzatori e della spesa sanitaria che spesso avevamo invocato, ma forse mai avremmo realmente immaginato in questi termini.

Nondimeno il nostro Paese. I provvedimenti assunti in pochi mesi dal Governo hanno un’entità, dal punto di vista quantitativo, da far impallidire manovre del passato. Prima ancora che come riconoscimento politico lo dico a riprova del cambiamento dentro cui si colloca questa nostra discussione oggi, all’avvio formale della legislatura sul piano programmatico. La stagione dell’austerity si è di colpo conclusa sotto l’onda d’urto della pandemia e mi pare che con essa siano entrate in un cono d’ombra anche le pulsioni autarchiche e isolazioniste che erano scaturite per reazione. Anzi, verrebbe da dire – ne discuteremo a suo tempo – quelle democrazie guidate in maniera più autoritaria – io aggiungo populista – sono quelle più in difficoltà, perché, per quanto mi riguarda, è sempre così: il populismo per vivere e vivere bene ha bisogno degli applausi quotidiani, e per averli tutti i giorni devi anche, ogni tanto, raccontare bugie. Ma la verità poi presenta il conto. In ogni caso, ciò non toglie che la sofferenza sociale possa poi determinare o determinerà, se non affrontata bene e con il giusto spirito e merito, altre spinte o essere catalizzata da altre forme regressive.

Il compito delle Istituzioni, nel fornire risposte e rappresentanza, è anzitutto quello di incanalarle dentro il solco della democrazia. Per questo, considero molto importante questo confronto con l’Assemblea, con i Gruppi, con i singoli consiglieri. Ciascuno di voi, ciascuno di noi è chiamato in questo tempo ad assolvere un compito estremamente importante. Anche i toni e i modi con cui ci confrontiamo tra noi sono parte di questa responsabilità, ne sono sempre più convinto.

Personalmente mi rivolgo all’aula con un rispetto ancor più forte, se è possibile, per questa ragione. Credo abbiate visto e spero apprezzato che sono sfuggito completamente al teatrino di quella politica fatta di insulti che in questi mesi, a mio parere, non poteva essere assecondata.

Se l’Italia, a livello globale, ha rappresentato la punta più avanzata e precoce dell’esplosione della pandemia in Occidente, l’Emilia-Romagna si è trovata ad essere pienamente coinvolta a partire dalla provincia di Piacenza per la sua diretta contiguità al focolaio del Basso Lodigiano, lì, a due passi, a due metri.

L’impatto sulla nostra sanità è stato fortissimo, mettendo sotto uno stress inedito tanto le strutture ospedaliere quanto i servizi di territorio.

Per la nostra collocazione geografica, cerniera e crocevia tra nord e centro sud del Paese, e per le nostre caratteristiche socio economiche, siamo un sistema territoriale che esporta merci che peraltro non portano con sé il contagio ed importa invece turisti, che sono le persone che lo diffondono.

L’Emilia-Romagna ha pagato e sta pagando un prezzo proporzionalmente molto alto e questo anche nella ripartenza in presenza del virus continuerà a pesare. È anche per questa ragione che la presentazione del programma di mandato, prevista ordinariamente quale atto di avvio di legislatura, è stata procrastinata di alcuni mesi fino ad oggi.

Voglio ringraziare i Gruppi di minoranza per aver concordato con noi e con la maggioranza questa decisione, senza strumentalizzazioni politiche.

Il necessario rispetto degli impegni assunti con i cittadini in campagna elettorale va dunque accompagnato con le necessarie e possibili risposte che dovremmo dare in uno scenario inedito. Non vederlo significherebbe aver vissuto su Marte.

Tutti noi, a partire naturalmente da me, dobbiamo avere contezza che dalle scelte che siamo chiamati ad assumere in questi mesi e nei prossimi mesi e anni, dipenderà la ricostruzione post Covid a cui ci accingiamo, la sua qualità, la sua capacità di preservare e rilanciare i tratti distintivi del nostro sistema territoriale in termini di dinamismo economico e di coesione sociale, così competitivo da esser definito, non da noi, ma da tutti gli attori sociali, economici e dell’informazione, come negli ultimi cinque anni, la locomotiva del Paese.

Ci sono aspetti dell’emergenza Covid che rafforzano le ragioni degli obiettivi che abbiamo indicato in campagna elettorale. Il primo tra questi, ovviamente, è la necessità di rafforzare il nostro sistema sanitario nazionale e regionale quale fattore di modernizzazione economica e sociale, oltre che, prima di tutto, di giustizia e democrazia. Un’infrastruttura pubblica imprescindibile, come si è ben visto, chiamata non solo ad assicurare in termini universalistici, indipendentemente dalla famiglia nella quale nasce e cresce o dal territorio, il diritto alla salute a ciascun cittadino, quindi prescindendo da condizioni economiche e sociali, ma anche un servizio alla comunità nel suo insieme per la tutela della salute pubblica, da cui dipendono, peraltro, direttamente ‒ l’abbiamo ben visto ‒ la tenuta economica e sociale del sistema.

Come ho ribadito più volte, ringraziando i nostri straordinari operatori, tutti gli operatori sanitari, se la sanità emiliano-romagnola ha retto nell’urto di questa drammatica emergenza è anzitutto grazie a queste caratteristiche ‒ altroché! ‒ che ora, però, andranno ulteriormente rafforzate, con investimenti sulle strutture, sulle tecnologie, sul personale, sui servizi ospedalieri e soprattutto territoriali. Il primo pilastro su cui ricostruire, a mio avviso, è senza dubbio questo ed è pienamente in linea con il programma con cui questa Amministrazione si presentò a gennaio agli elettori, indicando quale obiettivo una “Emilia-Romagna regione dei diritti”, con un’attenzione particolare ai soggetti più fragili e vulnerabili, che proprio nella pandemia hanno pagato, peraltro, il prezzo più alto.

Se le vite umane perdute sono l’unica cosa a cui non è possibile, purtroppo, porre rimedio, la tutela e la qualità dei servizi sanitari, socioassistenziali e sociali sono, allora, un imperativo categorico che deve spingerci a non sederci, a migliorare l’esistente, a superare le fragilità riscontrate anche in Emilia-Romagna, ad assicurare risposte adeguate all’evoluzione sociale e demografica che si prospetta per il futuro del nostro Paese e della nostra regione. Sono sicuro che non possiamo più dividerci su questo, perché lo considero ormai un patrimonio comune. A maggior ragione deve esserlo, dovrebbe esserlo dopo quello che è accaduto.

Penso che possiamo condividere anche gli impegni importanti che ci aspettano. Come Emilia-Romagna ci candidiamo non solo a realizzare il quasi miliardo di euro di investimenti già programmati per rafforzare le nostre strutture sanitarie, ma anche a impiegare nel modo più efficace e rapido tutti i fondi straordinari, in particolare europei, ma anche nazionali, che potranno essere destinati in questa fase all’irrobustimento del nostro sistema sanitario.

L’ho detto nelle settimane scorse: MES o non MES, a me non me ne può fregare di meno. Se devono arrivare 36 miliardi di euro senza condizionalità al nostro Paese, arrivino ieri, non dopodomani. Sarebbe il più grande fondo mai visto nel dopoguerra, a sostegno della sanità pubblica, perché spero nessuno metta mai più in discussione il fatto di dover privatizzare la straordinaria sanità pubblica della nostra regione, mi verrebbe da dire del Paese, pur con tutte le differenze e i ritardi da colmare.

Avete visto cosa abbiamo fatto in questi giorni. abbiamo inaugurato, nel pieno della pandemia, perché lì erano partiti i lavori, il primo Covid Hospital nazionale, con 145 posti letto in quattro città su sei ospedali, a cui seguirà una seconda fase in cui implementeremo fino a 200 nuovi posti letto di terapia intensiva, per l’oggi, per il domani e per sempre, per qualsiasi cittadino che ne abbia bisogno, dentro una scelta che, a differenza di quello che qualcuno ci suggeriva, non era una cattedrale nel deserto, lontana dagli ospedali, ma dentro o a fianco agli ospedali, per avere in particolare non tanto e solo le tecnologie, ma soprattutto il personale sanitario pronto, adeguato.

Un investimento sulla sanità, però, che dovrà essere in particolare certo gli ospedali. Peraltro, ne costruiremo dei nuovi e saranno i primi ospedali post Covid, con tutta la programmazione e la progettazione adeguata che dovremo farci. Ma una rete che soprattutto rafforzi il territorio, dalle Case della salute all’assistenza domiciliare, che nel Paese è attorno al 4 per cento, con una media OCSE del 6 per cento, che grazie agli ultimi investimenti del Governo arriverà vicino al 7 per cento, ma che è ancora troppo poco, perché ci sono Paesi che hanno un’assistenza domiciliare attorno al 10 per cento. Noi certamente siamo tra i primi in Italia, ma, anche qui, la dovremo ulteriormente potenziare.

Allo stesso modo investiremo su tutta la rete dei servizi per la non autosufficienza, aumentando ulteriormente il fondo regionale, che pure è il più significativo nel Paese, ma ora non basta più, se vogliamo che tutte le persone anziane non autosufficienti e quelle diversamente abili possano trovare una rete di protezione domiciliare, semiresidenziale o residenziale, che sia la più adeguata e moderna, riconoscendo anzitutto e valorizzando la centralità della protezione familiare e il ruolo dei caregiver. Nel documento che abbiamo depositato troverete alcune indicazioni molto chiare, a cui rinvio. Peraltro, se vogliamo ulteriormente potenziare il Fondo regionale per la non autosufficienza e, a mio parere, anche andare a modificarlo, perché è diventato troppo rigido, avremo, vedrete, di che discutere.

Il secondo pilastro che avevamo indicato nel programma elettorale, da cui è necessario partire per la ricostruzione post Covid, è assolutamente la scuola, il nostro sistema educativo e formativo. Come l’esperienza del sisma del 2012 ci ha insegnato, già da qualche anno sono state ricostruite oltre 500 scuole. Se mi portate qui una regione in questo Paese che abbia costruito in pochi anni oltre 110 scuole ex novo e ne abbia ristrutturate oltre 400, io sono pronto a chiedere scusa.

La scuola e le scuole – lo imparammo e lo confermammo là – sono un tratto essenziale irrinunciabile della comunità. La funzione educante che svolge verso il singolo si sposa con quella di coesione che svolge verso la collettività, tenendo insieme bambini e ragazzi, famiglie e istituzioni. Scuole e servizi educativi sono, dunque, un pilastro nazionale su cui ricostruire la coesione e la ripartenza del Paese e sono anche un volano di crescita insostituibile per alimentare quelle conoscenze e per formare quelle competenze necessarie ad un sistema territoriale fortemente evoluto come il nostro, che vede nell’investimento sulle persone e sul capitale umano il principale fattore di competitività.

Sono riconoscente grato a quelle imprese che nella crisi sono state capaci di riconvertire persino la produzione e fare, ad esempio, questi strumenti di protezione individuale, che non si producevano più per il bassissimo valore aggiunto nel Paese da anni, ma mi auguro – tutti noi confidiamo – che l’Emilia-Romagna non sia la terra che sarà conosciuta nei prossimi anni perché produce le mascherine, ma perché sia quella che, come è stato in questi decenni, produce manufatti di straordinaria qualità.

Proprio ieri, con il ministro Di Maio e tutte le rappresentanze sociali ed economiche, dalle fiere alle imprese dell’export a livello nazionale, abbiamo firmato un nuovo Patto per l’export nazionale, proprio per dire che quel settore o quel comparto economico che, diciamoci la verità, è quello che ha tenuto a galla il Paese e soprattutto l’Emilia-Romagna negli anni della prima recessione, che speravamo di avere alle spalle, va assolutamente garantito e implementato, sia perché le merci non esportano il contagio, e quindi hanno una facilità superiore di ripartire subito, ma soprattutto perché questa Regione, da anni la prima, nettamente davanti a qualsiasi altra per quota pro capite di export, ha distretti manifatturieri che ne sono l’eccellenza, perché, appunto, l’alto valore aggiunto ne fa luoghi in cui, al di là del costo del lavoro, molto più alto che in molte parti del mondo, ma sarà così anche nei prossimi anni, la qualità di ciò che si produce, grazie a straordinari imprenditori e alle loro maestranze, è spesso inimitabile o difficilmente raggiungibile.

La ripartenza della scuola è improcrastinabile e più di ogni altra cosa rappresenta il segno della ripartenza del Paese. Per questo a settembre i nostri figli debbono tornare a scuola, in presenza, con i loro compagni e con i loro insegnanti. L’Emilia-Romagna è pronta a fare fino in fondo la sua parte, perché questa per noi è una priorità assoluta. Ricordiamolo: partimmo dalle scuole dopo il terremoto del 2012 perché significava guardare ai nostri figli, al futuro, e dalle scuole ripartiremo oggi per fare dell’Emilia-Romagna la regione della conoscenza.

Riconfermiamo l’obiettivo di estendere, generalizzare e rendere progressivamente gratuiti i servizi per l’infanzia, anzitutto come risposta ad un diritto universale per tutte le bambine e i bambini e contro ogni possibile involuzione in termini di povertà educativa. In secondo luogo, perché è una leva essenziale per la partecipazione delle donne alla vita lavorativa e sociale. Anche in questo caso, dobbiamo sentirci impegnati a contrastare ogni arretramento. Povertà educativa, dicevo. Molte consigliere hanno insistito soprattutto su questo concetto e su questa emergenza mentre discutevamo del programma nei giorni scorsi. Terremo al centro la lotta alla dispersione scolastica e per il successo formativo delle ragazze e dei ragazzi, per offrire a tutti gli strumenti di crescita e di cittadinanza attiva e consapevole. Vogliamo assicurare il diritto allo studio per tutti i meritevoli, anche quando sono privi di mezzi, come prescrive, peraltro, la nostra Costituzione, non solo perché è un fatto di giustizia sociale, ma perché è anche un modo per mobilitare le migliori energie, di cui la nostra società non può privarsi.

Vogliamo programmare e realizzare insieme interventi di modernizzazione, messa in sicurezza ed efficienza dei nostri edifici scolastici. La stessa proposta di autonomia regionale che abbiamo avanzato come Emilia-Romagna risponde pienamente a questa necessità e la sua bontà risiede non solo nell’esperienza che abbiamo maturato con il terremoto, ma anche nella sua replicabilità per tutto il Paese, che è cosa molto diversa dal voler creare (non la vogliamo) una scuola regionale.

Come ho provato a spiegare in questi giorni, se anche le risorse messe a disposizione dal Governo per interventi strutturali sulle scuole fossero sufficienti (non lo sono), non ci sarebbe né tempo sufficiente né modo, alle condizioni date, per realizzare un adeguato piano per il distanziamento così come prospettato. Per questo occorrono soluzioni diverse nell’immediato, a partire il più velocemente possibile da linee guida che siano applicabili rispetto alla scuola che deve ripartire a settembre. Dopodiché, credo che il Parlamento tra le forze politiche troverà un accordo attorno al 20 per il voto, mi adeguo, non lo condivido. Io credo che si sarebbe dovuto votare alle regionali e nei comuni prima della metà di settembre. L’ho detto, insieme al mio vicepresidente della Conferenza Giovanni Toti, a nome di tutti i presidenti. Credo si farà diversamente. Ma quello significa realisticamente andare a iniziare la scuola a fine settembre, speriamo non ottobre.

Questo, però, il fatto di soluzioni subito, il fatto che non ci sia tempo, però, per fare i lavori in queste poche settimane prima dell’avvio della scuola, non può diventare un alibi per non programmare subito quel che già prima del Covid serviva. Edilizia scolastica al pari di quella sanitaria o della messa in sicurezza del nostro territorio dal dissesto sono interventi urgenti, che creeranno lavoro, un Paese più sicuro e più giusto, più moderno e sostenibile.

La scuola, insomma, i saperi, la conoscenza: è su questo che anche il valore aggiunto delle nostre manifatture, che hanno sempre bisogno di innovazione, laddove la globalizzazione impone grande competitività, devono essere pilastri indispensabili.

Il terzo pilastro su cui fondare la ripartenza è quello della sostenibilità economica, sociale e ambientale. Con il programma di mandato che oggi presentiamo assumiamo i diciassette obiettivi dell’agenda delle Nazioni unite per farne un nuovo paradigma di sviluppo, i cosiddetti “diciassette goals”.

L’emergenza Covid ha anche segnato punti di rottura su tutti i fronti della sostenibilità, mostrandoci una volta di più i fattori di fragilità su cui poggia la nostra capacità di creare ricchezza, di distribuirla in modo razionale ed equo, di preservare e innovare le risorse a cui attingiamo per vivere.

Se vogliamo che “uscirne migliori” non resti un banale slogan, ma la reazione possibile e necessaria dell’intero sistema territoriale dell’Emilia-Romagna, allora bisogna cambiare, per fare di questa regione la regione della sostenibilità.

Partiamo da un dato empirico. La Pianura Padana, per le proprie caratteristiche, rappresenta l’area a maggior concentrazione produttiva e manifatturiera d’Italia, ma è anche quella più esposta sul piano ambientale, a partire naturalmente dalla pessima qualità dell’aria. Ne abbiamo parlato tante volte anche qui. Questi due fattori presi insieme spiegano esattamente la necessità e l’urgenza di una riconversione verde, capace di innalzare contemporaneamente la qualità ambientale e le condizioni di salute, la competitività del sistema produttivo e la qualità dei posti di lavoro. Insomma, al netto delle infrastrutture indispensabili, che dopo decenni abbiamo ottenuto in termini di risorse e di progettazione, abbiamo bisogno di più ferro, di più mezzi collettivi anche su gomma che diventino ecologici e non inquinanti, di trasporto gratuito, ad esempio, a partire dai ragazzi dai 6 ai 19 anni, che avevamo detto in cinque anni di rendere appunto gratis, ma su cui, già da settembre, per una fascia non banale, cominceremo ad investire.

Lo dico qui: se le risorse ci saranno, addirittura, entro la fine del mandato, potremo estendere questa gratuità anche a tutti gli studenti universitari. Vedremo.

Già oggi lavoriamo insieme a Piemonte, Lombardia e Veneto sul Piano per la qualità dell’aria ed altre tematiche ambientali, ma serve da parte di tutti noi, visto che lo smog non conosce né confini geografici, né colore politico, un salto di scala per un grande piano di transizione, perché ogni Regione da sola non può incidere efficacemente.

È necessaria un’azione strategica e sinergica dell’intero bacino padano, che deve essere sostenuta in questo sforzo di riconversione tanto dal Governo nazionale – gliel’abbiamo già chiesto – quanto dal Green New Deal dell’Unione europea, una opportunità sconosciuta fino ad oggi.

Dobbiamo candidarci e portare qui quelle risorse per un piano di riconversione che veda insieme Istituzioni, imprese, enti di formazione, università e ricerca.

Ci avete fatto caso al possibile – vedremo se sarà possibile, se avrà i crismi della serietà – investimento della più grande azienda di automotive cinese? Viene qui a realizzare un investimento – speriamo sia vero, sia possibile, sia giusto – da un miliardo di euro sull’elettrico, che dà il senso del ragionamento che sto facendo.

Dobbiamo candidarci a quelle risorse, a questi investimenti, ad attrarle. Ho fatto questo esempio, ma avrei potuto farlo analogamente sulla plastica, per spiegare perché ciascun obiettivo che troverete nel programma di mandato è affiancato puntualmente dagli obiettivi dell’Agenda 2030.

Vogliamo indicare non solo il punto a cui tendere, ma misurare anche ogni azione e gli effetti reali che produce, per l’immediato e per il futuro, per i singoli e per le collettività, per il nostro territorio e per il pianeta. Questa è la definizione di sostenibilità.

Il quarto pilastro è quello delle opportunità. Se la prima reazione necessaria è stata la chiusura e la ripartenza si annuncia ora complessa, creare opportunità per rimettere in moto il tessuto economico e sociale è cruciale. Se ci pensate bene, questa Regione ha tutte le caratteristiche per cogliere pienamente le occasioni di crescita che la ricostruzione potrà offrire.

Ancora una volta l’Emilia-Romagna saprà rialzarsi, rimboccandosi le maniche, come ha sempre fatto. Non è solo un auspicio, ma una oggettiva considerazione dei punti di forza da cui possiamo ripartire nella difficoltà.

Dicevo che disponiamo di una manifattura tra le più avanzate al mondo, che produce cose straordinarie grazie al talento di imprenditori e maestranze, ma anche per il suo rapporto con il sistema dell’alta formazione e della ricerca. Proprio da questo connubio sono scaturite risposte e soluzioni innovative per l’intero Paese, anche durante l’emergenza sanitaria. La nostra rete dell’alta tecnologia, gli investimenti in corso per fare dell’Emilia-Romagna la Data Valley europea, posizionandosi tra i primi territori al mondo, tra i colossi cinesi e statunitensi, quelli per acquisire sul territorio tecnologie, enti scientifici, centri di ricerca di rango nazionale ed internazionale ci aprono possibilità incredibili sui fronti più innovativi della ricerca e della produzione, dall’intelligenza artificiale allo studio dei cambiamenti climatici, fino al genoma. Offrire queste opportunità e mettere concretamente il sistema territoriale nelle condizioni di saperle cogliere significa conquistare terreno e opportunità nella competizione globale per le nostre imprese e per i nostri giovani.

Sta per completarsi un luogo che accoglierà il Centro Meteo Europeo, il suo data center. Avevo firmato con il Governo Gialloverde, che a quel punto, giustamente, Italia Meteo, l’Agenzia nazionale, da Roma verrà a Bologna anch’essa. I maggiori ricercatori e studiosi, europei e nazionali, di climatologia verranno a Bologna, in Emilia-Romagna, e a settembre arriveranno le due macchine che insieme ne faranno supercomputer di calcolo tra i primi al mondo per velocità e trasferimento di cosiddetti “big data” alle imprese e a tutto il sistema della ricerca.

Come vi ho già detto altre volte, quelli che ne sanno più di me ci dicono che tra il 60 e il 75 per cento dei lavori che faranno i nostri figli e i nostri nipoti saranno lavori che oggi non esistono e che sono spesso derivanti dagli investimenti nelle nuove tecnologie, nel digitale, nella robotica. La politica, invece che litigare o disputarsi quanti posti di lavoro si perderanno, si dia da fare per garantire che ogni posto di lavoro che perderemo sia sostituito da un posto di lavoro, magari anche qualcosa in più, che lo sostituirà. Al tempo stesso, cosa diversa, ma altrettanto importante, disponiamo di una identità, di una riconoscibilità e di una reputazione che ci rendono un territorio desiderabile agli occhi del mondo. Per venire qui ad investire o a formarsi, lo avete visto in questi anni passati, per i turisti e per chi vuole provare esperienze uniche, vedere cose che nel resto del pianeta non ci sono e non si fanno, mentre noi le diamo spesso per scontate.

Spingeremo ancora di più sulla leva della promozione, degli eventi, della cultura, perché vogliamo rimettere a pieno regime l’attrattività dell’Emilia-Romagna. Dalla Food Valley alla Wellness Valley, dalla Motor Valley alla Fashion Valley, Emilia-Romagna è sinonimo di qualità, di eccellenza, di bellezza e tecnologia, che si tengono per mano. E così per il nostro più grande distretto turistico, la Riviera Romagnola, che sosterremo con investimenti mai visti di qualificazione delle strutture pubbliche e private, nel segno della sostenibilità, laddove c’è un settore economico che, come dicevo, non esportando merci, ma importando persone, è quello più in difficoltà. E lo cominceremo a fare dalla mobilità, a partire, a proposito di green, da investimenti mai visti, come un’infrastruttura di superficie che colleghi tutta la costa, un’infrastruttura collettiva sulla quale spostare, nei prossimi anni, milioni di persone, facendoli rinunciare al mezzo privato e inquinando decisamente meno. Non ci siamo mai distratti da Rimini e dal resto della nostra costa, da Cattolica a Riccione, fino a Comacchio, per prendere tutte le province possibili, passando per Cesenatico, per Cervia o i lidi ravennati. Ci siamo e ci saremo, per accompagnarla in una ripartenza, compreso l’entroterra, il bellissimo entroterra, che la vedrà ancora più bella e accogliente. Ma è così anche per il nostro Appennino, che sta registrando oggi numeri mai visti, e per le nostre città d’arte, per i nostri piccoli borghi e per i castelli, sempre più visitati per tutto ciò che in essi si può vedere, provare, gustare. E sempre più dovrà essere così per il Po, per il suo corso e per il suo delta. Alcuni consiglieri temevano che non volessi spendere una parola su questo, ma non ne dimentico. È parte centrale del paesaggio dell’Emilia-Romagna e come tale deve essere pienamente valorizzato.

Anche lo sport. I suoi eventi di rango sovraregionale e internazionale sempre più frequenti ci fanno dire che l’Emilia-Romagna può diventare una delle maggiori aree di attrattività dello sport del Paese, attraendo atleti e turisti da un lato, ma anche valorizzando appieno la fitta rete di associazioni e società del territorio, che rappresentano una parte essenziale del nostro essere comunità, una leva per corretti e più sani stili di vita. Noi non solo raddoppiamo adesso il Moto GP a Misano, non solo avremo tre tappe del Giro d’Italia a ottobre, la più grande festa popolare del Paese, ma noi lavoreremo anche – speriamo, sarebbe una notizia storica – per portare – ci stiamo lavorando – nei prossimi anni, per la prima volta, qualche tappa del Tour de France in Italia. Così come lavoreremo con la Toscana e con Firenze, insieme al capoluogo regionale, per la candidatura dell’Emilia-Romagna e della Toscana alle Olimpiadi del 2032.

Sono tutti asset quelli che ho indicato – potrei continuare per ore – che rappresentano un capitale sociale territoriale unico e straordinario, inimitabile.

È il vero valore aggiunto dell’essere Emilia-Romagna in Italia e nel mondo. Noi ne dobbiamo avere la consapevolezza, l’orgoglio, se vogliamo rappresentare bene i nostri cittadini quando siamo qui sul territorio, quando siamo a Roma o in giro per l’Europa e per il mondo.

Il prossimo anno avremo Parma 2021, capitale italiana della cultura. Voglio ringraziare tutti i miei colleghi e amici presidenti di Regione che hanno voluto, insieme ai sindaci che avevano candidato alcune città ad essere capitale italiana della cultura il prossimo anno, ad aver rinunciato e a slittare per permettere a Parma di essere quello che merita, cioè la capitale italiana, il prossimo anno, a fronte di quello che è accaduto quest’anno.

Sarà una grande occasione, augurandoci che il turismo sia già ripartito o per buona parte ripartito, e per ribadire il fatto – fatemelo dire qui con uno slogan, per brevità – che se abbiamo triplicato i fondi alla cultura nei cinque anni precedenti proseguiremo a investire tanto, perché per noi “cultura” è vita ed è qualità della vita.

Anche sul fronte della connessione, dell’infrastrutturazione digitale e diritto all’accesso, l’emergenza ha messo a nudo fragilità e ritardi, e lo abbiamo visto anche da qui.

Pur essendo l’Emilia-Romagna in vantaggio sul resto del territorio nazionale, non basta, perché è un vantaggio tra ritardatari, mentre noi abbiamo bisogno di una Regione iperconnessa se vogliamo che il digitale colmi divari territoriali e sociali anziché allargarli, se vogliamo che sostenga le imprese nei processi di innovazione ineludibili per rimanere sui mercati e le persone nell’accesso ai diritti e ai servizi, se vogliamo che ci semplifichi la vita e che possibilmente riduca la necessità degli spostamenti facendo correre di più le informazioni anziché le persone.

L’emergenza ci ha fatto toccare con mano tutte queste cose. Ci ha mostrato i limiti, ma ci ha indicato anche enormi potenzialità.

È anche da questi servizi, oltre che da quelli più tradizionali, che deve partire il processo di riavvicinamento dei territori e delle comunità, a cominciare da quelli montani e dalle aree interne, dalle zone svantaggiate e dalle periferie.

Forse per la prima volta in modo così netto il programma di mandato che vi presentiamo mette al centro dell’iniziativa politica il valore della prossimità e la ricucitura delle distanze e degli squilibri territoriali.

Spero abbiamo capito la lezione. La riapertura dei punti nascita in sé non è la soluzione a tutti i problemi, parlo di quelli montani, ma è un riconoscimento all’idea che quando un servizio lo togli, anche se le evidenze scientifiche direbbero che non è quello il problema, tu rischi di lasciare una comunità più lontana dai capoluoghi nell’impressione che tu non voglia su quella comunità investire.

Accanto ad un piano ambizioso di infrastrutture materiali, concepito in una più marcata logica di compatibilità ambientale, indichiamo puntualmente gli investimenti che intendiamo realizzare sui territori più periferici, perché tutti i cittadini devono avere pari diritti e opportunità e spetta alle Istituzioni il compito di compensare gli squilibri quando il mercato non può farlo. La politica serve a questo. È un progetto trasversale, che convoglierà una parte importante delle risorse comunitarie della prossima programmazione 2021-2027. Lo dico subito. Oltre all’aula, vogliamo coinvolgere i sindaci in un patto ‒ ci diamo dodici mesi di tempo? Ce ne diamo sei? Non lo so, quello che sarà ‒ tra Regione e città, a livello nazionale si direbbe “Stato-Città”, per decidere i nuovi orari, ad esempio nelle città, nelle metropoli, come questo Covid-19 ci abbia cambiato la vita. Dicevo dei problemi, ma anche delle opportunità: quelle, ad esempio, di vedere lo smart working diventare non solo necessaria emergenza, ma anche opportunità per trasferire meno una parte di persone e aumentare persino ‒ come credo sia possibile ‒ la produttività. Dovremmo ripensarlo, questo.

Più attenzione alle aree lontane, periferiche, Appennino, Basso ferrarese, luoghi di periferia, e contemporaneamente un ridisegno, insieme ai nostri amministratori locali, per ripensare la vita e gli orari delle nostre comunità. Mai come questa volta il paradigma della crescita sostenibile trova un puntuale, quanto ambizioso, impegno nell’obiettivo di sottoscrivere un nuovo Patto per il lavoro e per il clima, per come siamo abituati noi, ovviamente, con tutte le rappresentanze istituzionali e sociali del territorio. Forti dell’esperienza compiuta nella precedente legislatura con il Patto per il lavoro, vogliamo valorizzare ancora di più la concertazione come strumento di condivisione. È il modo migliore, ritengo, per mobilitare tutte le energie e per responsabilizzare tutti gli attori sociali. E lo facciamo in un momento in cui si predica e si pratica sistematicamente la disintermediazione, frantumando rappresentanza e dialogo tra le parti, come se rompere i legami, i comuni interessi, la capacità di unire fosse un passo in avanti.

Io non credo che la solitudine sia un valore, né sul piano economico né sul piano sociale né sul piano politico. Intendo procedere nella direzione opposta, forse controcorrente, ma per me, per noi, la direzione più giusta. Diciamolo chiaramente: creare lavoro in una condizione di emergenza e di crisi è una priorità in sé, a prescindere da qualsiasi cosa, ma la sfida ai cambiamenti climatici è, purtroppo, il vero banco di prova della nostra generazione, come mai era accaduto prima nella storia dell’umanità, se vogliamo difendere e salvare il bene più prezioso che abbiamo, il pianeta. Abbiamo indicato, allora, nell’azzeramento delle emissioni climalteranti per la neutralità carbonica entro il 2050, ma oltre il 50 per cento dei gas serra dovrà essere tagliato entro il 2030, come peraltro a San Francisco firmai al Global Climate Forum, entrando e portando l’Emilia-Romagna nella cabina di regia di diciannove regioni del mondo, sette d’Europa, e nel passaggio al 100 per cento di energie rinnovabili entro il 2035. Sono gli obiettivi che l’Emilia-Romagna assume per fare la propria parte nel mondo, ma anche per mettersi alla guida di una transizione che ci cambierà profondamente sotto tutti i punti di vista.

Scegliere di farlo con il concorso attivo e con il consenso delle parti sociali, portatrici di interessi a volte contrastanti, non è masochismo, non è perdita di tempo. Anzi, è l’unico modo per vincere questa sfida. Non ci sono scorciatoie. E noi lo vogliamo fare in velocità. È, invece, compito e responsabilità di una delle regioni tra le più avanzate d’Europa fare da apripista, individuando soluzioni praticabili. Trattandosi di un obiettivo di sistema e trasversale, dovremo investire molto sul coordinamento e il monitoraggio del lavoro del patto. Ho chiesto alla vicepresidente Schlein e all’assessore Colla di svolgere insieme questo compito, una sorta di delega sovraordinata, che dovrà avvalersi del contributo fattivo e costante di tutti gli Assessorati e le Direzioni regionali, superando una volta di più la tradizionale compartimentazione organizzativa e di bilancio su cui poggia la pubblica amministrazione. In stretto raccordo con questo lavoro, sarà la Presidenza a gestire la programmazione dei fondi comunitari 2021-2027, dove vi abbiamo detto sarete coinvolti, che saranno come non mai decisivi per l’attivazione delle politiche conseguenti.

L’emergenza Covid-19 sta rimettendo in discussione l’ordine delle priorità dei valori della nostra società e della nostra economia. Nei difficili mesi del lockdown, in cui la nostra agricoltura e il sistema agroindustriale distributivo non si sono mai fermati – per fortuna – abbiamo riscoperto l’importanza di avere un settore agricolo forte e strutturato, capace di garantire sicurezza negli approvvigionamenti e qualità degli alimenti. Anche questo settore è posto davanti a sfide enormi, che si aggiungono a quelle più tradizionali e domestiche. Pensiamo alla guerra commerciale che si combatte a suon di dazi e barriere, che colpiscono in particolare il nostro export. Vi fa bene ascoltare, consiglieri. Oppure, la rivoluzione digitale e i big data, essenziale per un’agricoltura che sarà sempre più di precisione o per i sistemi di tracciabilità. Ma pensiamo anche agli effetti del cambiamento climatico e alla diffusione di nuove fitopatie e agli insetti nocivi. Pensate al dramma della cimice asiatica.

In questo contesto, la politica regionale è chiamata ad accompagnare e sostenere il settore agroalimentare perché possa affrontare con più successo queste sfide, garantendo reddito alle imprese e promuovendo la sostenibilità in tutti i suoi aspetti economici, ambientali e sociali, così rilevanti in quest’anno. Anche per questa ragione, a proposito della nuova programmazione comunitaria, noi riteniamo cruciale, a differenza di altri, anche in Europa, la nuova PAC e chiediamo e ci aspettiamo che il suo baricentro sia assolutamente regionale. Dall’agricoltura, come dagli altri settori produttivi e più in generale da tutta la cittadinanza, emerge con ancora più forza che in passato una domanda di semplificazione per ridurre e facilitare gli adempimenti, accorciare i tempi e contenere i costi. Il problema non è nuovo, ma diciamoci la verità è reso molto più pressante sia dalla gestione dell’emergenza e soprattutto dall’uscita della crisi. Una risposta anche a questo problema può venire dalla proposta di autonomia regionale che abbiamo avanzato come Emilia-Romagna e dalla quale non torno indietro.

Il nostro obiettivo principale è proprio quello di aumentare la capacità di programmazione degli interventi di integrazione e semplificazione delle procedure, di efficienza della gestione. In ogni caso saremo al fianco del Governo che ha annunciato a breve un provvedimento su questo. Da regole più semplici e tempi più veloci dipende anche la possibilità di sbloccare e accelerare gli investimenti, che sono leva essenziale per sostenere la domanda interna in questa fase di recessione. Penso alle nostre infrastrutture principali, agli interventi sugli ospedali o all’edilizia sanitaria, penso alle scuole, come dicevo, penso al dissesto idrogeologico, agli investimenti sulle frane che sono indispensabili per far girare la ruota dell’economia, ma anche al completamento della ricostruzione post sisma, per il quale stiamo sollecitando Governo e Parlamento a tutte le misure necessarie per accelerare e completare i lavori attraverso lo sblocco degli ultimi progetti e cantieri.

Noi vogliamo fare fino in fondo la nostra parte, condividendo con gli enti locali e le rappresentanze sociali delle professioni un patto per la semplificazione a cui abbiamo già iniziato a lavorare, insieme a loro. Meno burocrazia – voglio essere molto chiaro – non può significare regole più blande e più tolleranza per l’illegalità. In questa fase difficile rischiano, anzi, di conquistare terreno fenomeni e organizzazioni criminali. Proprio per questo, noi dobbiamo alzare il livello degli anticorpi, i presìdi di legalità, i fattori di controllo.

Sono passati poco più di tre mesi dallo scorso 28 febbraio, giorno in cui firmai il decreto di insediamento della nuova Giunta regionale. Un secondo dopo firmai l’istituzione dell’unità di crisi per l’emergenza Covid. In questi oltre cento giorni la stragrande maggioranza degli emiliano-romagnoli e di tutti i cittadini italiani hanno dato una grande prova di responsabilità e senso civico, accettando restrizioni molto difficili, adottando comportamenti in media rigorosi e mettendo davanti a tutto la salute pubblica, cioè la propria e quella degli altri.

Adesso siamo in una fase diversa e siamo chiamati a ricostruire. La vita sta ripartendo, seppur gradualmente, e così i settori economici. Il prossimo lunedì qui in Emilia-Romagna riapriranno anche i luoghi e gli spazi di gran parte della produzione e della fruizione culturale indispensabili: teatri, cinema, spettacoli dal vivo, set cinematografici. Anche questo è lavoro, oltre che socialità e cultura. E poi vogliamo, via via, che nelle prossime settimane ripartano anche altri luoghi della cultura e del divertimento.

Adesso dobbiamo avere la forza di rimettere la scuola al primo posto, dicevo, perché il Paese non riparte se non riparte la scuola. Lo stesso vale per i servizi 0-6 anni. Dare risposte a genitori, a famiglie, restituire ai più piccoli e ai ragazzi spazi di socialità indispensabili. Non dobbiamo arretrare di un millimetro sul terreno della conciliazione dei tempi casa-lavoro per non mettere le persone nelle condizioni di dover scegliere l’una o l’altra cosa. Questa emergenza ci costringe a costruire una società nuova, non certo a tornare a quella vecchia. Servono più diritti e opportunità, non regressioni.

Insomma, c’è una ricostruzione che ci aspetta. Bisogna rimboccarsi le maniche. Buonsenso vorrebbe che lo facessimo tutti insieme, ciascuno per le proprie responsabilità, senza rinunciare alle proprie ragioni, ma anteponendo a tutto il bene comune. Ci attende uno straordinario sforzo collettivo, e per compierlo bene serve un Paese unito, un obiettivo condiviso. Una classe dirigente è tale se nei momenti di difficoltà sa anche fare questa scelta. Troppo facile esserlo quando c’è il sole. Bisogna dimostrare di esserlo quando piove. Si apre l’ombrello, tanto poi il sereno torna sempre.

I segnali di ritorno alla normalità non possono essere, viceversa, il ritorno al teatrino e alla rissa della politica, visto in troppe occasioni, anche in questi giorni. Come ha ricordato a tutti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, domenica, nel giorno del cinquantesimo anniversario della nascita delle Regioni, non è nelle divisioni che il Paese può trovare le risposte per risollevarsi e per soddisfare i bisogni delle persone stesse. Sono parole ‒ come sempre il Presidente sa fare ‒ di saggezza. Dovrebbero guidarci tutti.

Con questo programma di mandato, coerente con gli impegni assunti in campagna elettorale, ma anche centrato sulle sfide che la situazione ci impone, noi vogliamo costruire un’Emilia-Romagna più forte e più giusta, che sappia in primo luogo recuperare il lavoro perduto. Credevamo di essere vicini a quel 4 per cento di disoccupazione che nella globalizzazione gli economisti indicano come quel range dove la disoccupazione praticamente non c’è. C’eravamo vicino. Eppure, dopo quello sforzo straordinario fatto tutti insieme, che ci portò a dimezzarla, gli indicatori economici ci dicono che altre decine di migliaia di posti di lavoro non le recupereremo, ma le perderemo da qui a fine anno.

Noi, allora, abbiamo bisogno di saper in primo luogo recuperare il lavoro perduto, tutelare ogni posto di lavoro oggi in bilico, creare occupazione di qualità e ridare fiducia e speranza alla nostra gente. Ci vedranno e ci vedrete ovunque. Andremo e saremo ovunque. Partiremo, appena le condizioni lo consentiranno, con la Giunta, in ognuna delle province di questa regione, come facemmo all’inizio del mandato scorso. Ma ogni giorno dell’anno non ci sarà mattina, pomeriggio o notte, sabato o domenica, in cui noi saremo presenti laddove c’è un problema o a cogliere e valorizzare le opportunità.

È un programma impegnativo – lo si legga bene – che impegna la Giunta e la maggioranza che lo sostiene – non c’è dubbio – ma è anche una proposta rivolta a tutta l’Assemblea, anche ai Gruppi di opposizione. Proposte migliorative, osservazioni, critiche costruttive: ci serve ogni contributo genuino che possa dare agli emiliano-romagnoli risposte efficaci e correggere magari i miei e i nostri errori.

Io non ho la verità in tasca, come la Giunta e la maggioranza non hanno la verità in tasca. Nell’emergenza post Covid, a differenza di altri, non mi avete mai sentito dire che non ho sbagliato niente. Non lo direi neanche da solo davanti allo specchio. Proprio, però, perché non abbiamo la verità in tasca e abbiamo difetti, proprio per questo invito tutti a scegliere il confronto e non lo scontro. Io ho scelto di stare su questo terreno. Credo di averlo già dimostrato recentemente con qualche successo, a differenza di quello che molti credevano. E io da questo terreno – lo sappiate, fate come volete – non mi muovo e non mi muoverò per i prossimi cinque anni.

Noi siamo chiamati a un salto di qualità, in un mondo già cambiato e che richiede il meglio di ciò che siamo e di ciò che possiamo essere, e l’Emilia-Romagna è tanto e ha tanto da mettere in gioco. Guardate, ci servirà tutto per farcela, ma io di una cosa sono sicuro: noi ce la faremo. Fu così dopo la guerra, ce la fecero i nostri padri e i nostri nonni, è stato così dopo il terremoto e non c’è ragione di credere che non possa essere così anche oggi e nei prossimi anni. Peraltro, dipende da noi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, presidente.

Ricordo, prima di aprire il dibattito, che ogni presidente di Gruppo ha un tempo per gli interventi di venti minuti e ogni consigliere un tempo di dieci. Poi ci saranno le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni per ogni Gruppo e ogni Gruppo avrà a disposizione un tempo di cinque minuti.

Apriamo il dibattito.

Passo la parola al consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

In realtà, alla fine di questa illustrazione mi verrebbe da dire “Amen”, nel senso che sembrava più una predica che un reale programma di mandato.

Inizio con la chiusura che ha fatto il presidente Bonaccini, dove dice “Non ho mai detto di non aver sbagliato nulla”. Bene, però noi vogliamo sapere da lei che cosa ha sbagliato. Noi vogliamo sapere, secondo lei, quali sono stati i suoi errori. Secondo noi, ce ne sono stati diversi, glieli abbiamo fatti notare in queste settimane attraverso la stampa e attraverso i nostri interventi.

Detto questo, inizio, ovviamente, rivolgendo un mio pensiero, a nome del Gruppo della Lega, a tutte quelle persone che non ci sono più a causa dell’emergenza Coronavirus, a tutti quei familiari che hanno visto purtroppo mancare un loro caro e un ringraziamento sentito a tutte quelle persone che hanno operato nel settore sanitario, nelle forze dell’ordine, ma anche quelle persone che non ho ancora sentito nominare oggi, che sono i nostri sindaci, che in prima linea sono stati in questi mesi a fronteggiare questa importante emergenza.

La Lega si presenta in questo consesso regionale – lo dico perché questa formalmente può essere intesa come inizio della legislatura dal punto di vista di mandato – con una percentuale importante a livello regionale, una percentuale storica con uno schieramento di consiglieri che sono sicuramente pronti a fare critica, anche duramente quando ce n’è bisogno, ma fare anche critica costruttiva per migliorare un sistema emiliano-romagnolo che deve essere all’altezza delle sfide che ci impone il futuro anche dopo questa emergenza Covid-19. Appunto per questo, perché noi vogliamo sempre essere sul pezzo, vogliamo studiare nel merito, riteniamo istituzionalmente scorretto, se non completamente sbagliato, mandare delle linee di mandato in bozza nei fatti alle 22 della sera precedente la discussione e la parte ufficiale alle 10,03 di questa mattina, quando il presidente stava già svolgendo la sua informativa.

Questo significa due cose: o si è in malafede oppure si è dei dilettanti allo sbaraglio. Spero che si sia dei dilettanti allo sbaraglio e che non si sia in mala fede, perché questo vorrebbe dire mettere a tacere una parte del consesso, di quest’aula e quindi anche delle opposizioni.

Questo cosa significa? Abbiamo cercato, in qualche modo, di leggere comunque, questa notte, questa mattina, il programma di mandato. Oltre una grande autoproclamazione, ci è sembrato un po’ un libro dei sogni, presidente, me lo faccia dire. Al di là di tutto, 75 pagine in cui si dice tutto e il contrario di tutto quello che è stato in questi cinque anni, nei fatti nei cinque anni precedenti, quando si parla di sanità, e poi entrerò meglio nel dettaglio, sicuramente noi abbiamo esattamente idea di quello che vogliamo. Forse qualcuno non ha avuto l’idea di quello che ha voluto fare nei cinque anni precedenti.

Ci aspettavamo da questo Governo regionale delle linee di mandato che fossero realmente concrete, con una visione progettuale strategica, ma realmente, al di là di grandi paroloni, di concretezza ne abbiamo vista poca.

Noi chiediamo tre cose: concretezza, serietà e buonsenso. Sono tre cose che nei fatti caratterizzano la nostra azione politica, ma che vogliamo caratterizzino il Governo di questa Regione, anche se fino ad ora non ci siamo. Prendo spunto da alcune parole, presidente, che lei conosce bene. Se vogliamo davvero che l’Emilia-Romagna sia un passo avanti dobbiamo nei fatti fare un passo avanti concreto, non solamente su dei libri. Sul libro lo dico perché è curioso come linee di mandato arrivino la sera prima. Giustamente, noi non diciamo qualcosa di particolare se le linee di mandato sono arrivate prima o sono state presentate prima, perché c’era l’emergenza Coronavirus e le priorità erano altre. Però il libro siamo riusciti a scriverlo in questi mesi, presidente. Questo mi permetta di dirlo, perché è un qualcosa di forse ‒ ripeto, forse ‒ istituzionalmente e politicamente, anche nei confronti dei cittadini, sbagliato.

Parto dai numeri. La nostra Regione ha 19 miliardi di residuo fiscale, circa 4.239 per abitante. Quindi, sono fondi che noi diamo allo Stato che non ci tornano in servizi. Questo cosa significa? Significa che la maggiore autonomia per la quale noi già in questa legislatura abbiamo presentato una risoluzione per spingere il più possibile ad accelerare il processo, e questo glielo chiediamo anche come presidente della Conferenza Stato-Regioni, si possa realmente attuare il prima possibile. Questo serve per portare a casa risultati importantissimi. Andiamo ad analizzare ‒ quello che ha dichiarato lei nei mesi scorsi ‒ quante poche risorse vengono messe in proporzione a fondi eventualmente statali o altri finanziamenti, perché obiettivamente si fa fatica. Sicuramente con l’autonomia regionale noi avremo più risorse da destinare ai nostri cittadini. Parlo di posti di lavoro per le persone della fascia d’età tra i venticinque e i trent’anni, che sono cresciuti molto meno delle altre Regioni. Questi sono dati alla mano: i posti di lavoro da instabili astabili sono diminuiti dell’11,3 per cento; il tasso di infortuni mortali e di inabilità permanente è salito del 25 per cento; il tasso di irregolarità lavorativa è salito al 10 per cento; 208.000 sono occupati non regolari. Dal 2017 in poi si è registrato un netto rallentamento della crescita delle start up innovative. L’artigianato, ovviamente complice anche l’emergenza Coronavirus, ma anche in precedenza a questa emergenza, stava attraversando un forte momento di decrescita della produzione e del fatturato. La situazione è peggiorata con un calo degli ordini del 3 per cento nel secondo trimestre del 2019.

Oltretutto ci siamo sentiti dire che questa è la regione che cresceva di più negli scorsi cinque anni, ma questo, dati Istat alla mano, è completamente sbagliato. Ed è completamente sbagliato perché, se prendiamo le tabelle che state pubblicate negli scorsi anni, noi vediamo che la regione certe volte si pone al settimo posto in classifica e ai primi posti ci sono ben altre regioni. Tra il 2014 e il 2015, oltretutto, sappiamo che non siamo cresciuti così tanto e poi è stata un’escalation negli ultimi anni. Sempre fonti Istat.

Qui voglio ringraziare le nostre imprese, le nostre imprese che stanno svolgendo un lavoro importantissimo. Tutti i giorni c’è chi si rimbocca le maniche per cercare di dare un futuro a questa regione, ma non solamente a questa regione, ma anche a questo Paese. Qui sicuramente noi dobbiamo andare a intervenire in modo importante, ma non – attenzione – continuando con le politiche di assistenzialismo. Secondo noi, l’assistenzialismo va bene su certe fasce, ma la soluzione reale per guardare al futuro è investire concretamente sulle imprese.

In questo, ovviamente, si inserisce il Coronavirus. Lo dico perché, giocando sulla comunicazione in maniera istituzionalmente e trasparentemente errata, circa due aule fa il presidente Bonaccini ha lasciato quest’aula per andare a fare una diretta Facebook dove veniva annunciato il “bazooka” per il rilancio. Quella comunicazione lo vedeva impegnato nel Coronavirus, quindi ha lanciato questo bazooka a fronte dell’emergenza. Noi il bazooka l’abbiamo guardato. Ce l’abbiamo qui. Anche qui posso dire che il passo avanti non c’è. Non c’è perché questo è un programma pluriennale, dove i fondi stanziati post Covid sono completamente irrisori rispetto non ai 14 miliardi, ma ai 13,4 miliardi.

Con riferimento alla sanità, non entro nel merito degli interventi, perché ce ne sono alcuni importanti, ma rilevo il fatto che post Covid, per la creazione di un hub regionale, vi è solo il 2020, 27 milioni. Tutto il resto è ante Covid. Questo è il messaggio che voglio far passare anche a lei, presidente. Possiamo prendere anche altri riferimenti. Sul sisma, l’abbiamo visto, l’abbiamo detto, solo il 15 per cento delle opere pubbliche è concluso. Questi sono dati che avete dato voi in Commissione.

Sullo sport, al di là dell’impiantistica sportiva, per quanto riguarda i 150 euro di voucher per i ragazzi, voi date 150 euro per duemila soggetti quando in Emilia-Romagna ci sono 230.000 soggetti che svolgono attività sportiva nei settori giovanili. Quindi, i fondi, secondo noi, sono irrisori. Parliamo di investimenti a sostegno delle imprese. Anche qui guardiamo alle fonti di finanziamento e vediamo che la Regione su tutto il complessivo ha messo circa 21 milioni su 1,499 miliardi di euro. Anche su questo dobbiamo andare a vedere. È per quello che dobbiamo investire sulle imprese piuttosto che su altro. In merito alle infrastrutture post Covid vedo poco rispetto a tutto il resto. Queste sono tabelle che ci avete fornito voi da un vostro accesso agli atti. Per non parlare, poi, delle Ferrovie e del trasporto pubblico dove sapete che ci sono sì risorse regionali, ma molte anche derivanti da fondi statali.

Anche sulla sanità mi permetto di dire, perché questo l’abbiamo approvato anche nel mandato precedente, tanti interventi sono finanziati al 95 per cento da risorse statali. Questa penso che sia la trasparenza che deve essere data ai nostri cittadini.

Presidente, piuttosto che un bazooka vedo in realtà una cerbottana di quelle che si usavano a scuola per cercare di dare fastidio agli altri bambini o comunque penso che questa sia una politica completamente votata agli annunci.

Si parla di 14 miliardi. Sulla stampa sembrava che si regalassero fondi a pioggia a tutti, ma in realtà è un programma pluriennale che c’entra ben poco con l’emergenza post Covid. Parliamo di temi, perché in realtà noi vogliamo fare una critica dura, ma anche costruttiva.

Sulla sanità e il sociale sconfessate la linea che avete portato avanti fino adesso, tanto che adesso dite che la sanità territoriale è quella da valorizzare, mentre prima cercavate di accentrare il più possibile vedi chiusura di punti nascita, e qui, presidente, la sfidiamo, anche come presidente della Conferenza Stato-Regioni per cercare di andare ad aprirli subito, perché li avete chiusi voi i punti nascita, quindi obiettivamente se c’è un impegno che si prenda.

Noi ci siamo sempre stati e continueremo ad esserci, ma serve anche tornare al più presto alle prestazioni sanitarie, perché pensiamo che sia necessario dare concretamente un aiuto ai nostri cittadini. Parliamo anche di farmacie, che secondo noi devono avere un ruolo più importante e capillare sul nostro territorio. Per quanto riguarda le disabilità, noi vogliamo dei percorsi di vita indipendente più potenziati, investire risorse, maggiori risorse, anche con l’aiuto di altri fondi, sul “Dopo di noi”, che è molto importante per tante famiglie. Mi raccomando: evitare la chiusura dei pronto soccorso territoriali. Questo è fondamentale.

Noi andiamo su alcuni temi, come quello del sociale, riguardante le case popolari, dove noi chiediamo che venga inserita in legge, non lasciata ai sindaci, che hanno grandi difficoltà ad attuarla, la possibilità di controllare i beni all’estero di chi si rivolge per ottenere una casa popolare. Lo abbiamo sempre avuto e dobbiamo ben tenerlo presente: il nostro mantra deve essere “prima gli emiliano-romagnoli”, chi ha contribuito a costruire la nostra società, chi continua a contribuire a mantenerla.

Per quanto riguarda le imprese, stop burocrazia e massima semplificazione, lo sappiamo, anche dopo l’emergenza Covid. Criteri meritocratici. Meritocrazia. E qui mi domando: bisognerà premiare la meritocrazia? Bisognerà cercare di non ascoltare oppure non aiutare maggiormente sempre gli amici degli amici? È un intervento importante. Questo è un impegno che le chiediamo seriamente, perché può aiutare davvero tante imprese dopo il Covid: l’azzeramento totale dell’IRAP. È importante e serve tantissimo. Come i bandi, che siano realmente a chilometro zero e vicini a tutti i nostri territori. Un marchio “Made in Emilia-Romagna”, che abbiamo già chiesto a gran voce. Un marchio “Made in Emilia-Romagna” che può servire sia alla nostra manifattura, alla nostra impresa, ma anche alla nostra struttura agroalimentare. E poi tanta liquidità. Tanta liquidità per le nostre imprese e i nostri piccoli commercianti.

Sulle infrastrutture, al di là delle altisonanti cifre e degli altisonanti paroloni, bisogna concretamente investire sulle ferrovie, sul ferro. Bisogna creare una rete infrastrutturale più capillare possibile sul nostro territorio. Parlo anche delle biglietterie delle stazioni ferroviarie minori, che politicamente avete scelto di chiudere nello scorso mandato, ma che devono essere riaperte il prima possibile.

Vediamo un’agricoltura avanti. Guardiamo avanti di anni. Bisogna costruire invasi, dighe, per quello che serve, il più possibile, per cercare di aiutare i nostri agricoltori nei momenti più difficili delle loro stagioni, anche lavorative. Valorizzazione dei nostri prodotti. Il nostro agroalimentare e la nostra enogastronomia sono leader nel mondo su questi tipi di prodotti. Anticipazione il più possibile dei fondi PAC e semplificazione del PSR. Lavorare anche – mi riferisco a un comparto importante – all’adeguamento del prezzo del pomodoro, come investire subito per limitare e per compensare i danni a gelate, da cimice asiatica e anche da ragnetto rosso. Valutare il calcolo e il ricalcolo del deflusso minimo vitale, cercando di controllare il valore mediano, e non solamente quello che viene utilizzato fino ad ora.

Sul commercio – cerco di accelerare – dobbiamo valorizzare i negozi e i commercianti di vicinato, dobbiamo controllare e contrastare il più possibile l’abusivismo e la contraffazione. La nostra proposta è anche esenzione IRAP per chi si insedia in attività commerciale nei centri storici.

Valutare la creazione di zone economiche speciali, e penso soprattutto alle zone più svantaggiate, le zone montane, per cercare di aiutare concretamente quei luoghi. Per la montagna, avete messo 3 milioni per l’aiuto ad andare a vivere bene, però non sono abbastanza e sappiamo che sono distribuiti in maniera poco omogenea. Ci vogliono piani strategici ad hoc per la montagna, ma soprattutto copertura telefonica e internet nelle nostre zone di montagna. Come possiamo pensare, in una società che oggi si basa in grandissima parte sul digitale, che possa essere attrattiva per giovani o per tanti altri soggetti quando non vi è copertura telefonica ad hoc. E questa è una promessa che avevate fatto, ma che ancora non avete mantenuto. Altra proposta: 50 per cento del bollo auto ai residenti montani.

Sul turismo, dobbiamo incentivare e, ovviamente, aiutare il nostro turismo balneare. Lo sappiamo tutti, ce lo siamo detti. Come anche il turismo in Appennino, destinazioni turistiche che devono essere valorizzate e potenziate, contribuendo davvero alla crescita del nostro territorio. Un progetto di legge che abbiamo presentato e che, se vogliamo, possiamo votare domani mattina è quello del potenziamento del soccorso alpino in Emilia-Romagna. E anche su questo ci siamo.

Cultura e spettacolo sono quegli ambienti che sono in difficoltà, anche vista l’emergenza Coronavirus, considerato che è uno di quegli ambienti e settori che partiranno dopo. Ecco perché noi vogliamo che ci sia la possibilità di aumentare i soggetti da coinvolgere nelle leggi sulla musica, sullo spettacolo, e chiediamo alla Regione e a lei, presidente, come presidente della Conferenza Stato-Regioni, di lavorare perché ci sia un’esenzione totale delle tariffe SIAE per tutte quelle manifestazioni organizzate da associazioni senza scopo di lucro o patrocinate da Amministrazioni comunali.

Sicurezza e legalità, una delega che purtroppo non vediamo nel suo Assessorato. Speravamo ci potesse essere un Assessorato ad hoc, ma che è mancato, anche questo. Investimenti importanti sulla polizia locale, anche modificando la legge che abbiamo approvato nella passata legislatura: taser alla polizia locale, controllo sui centri culturali per evitare che si trasformino in moschee, perché sappiamo come poi funziona, videosorveglianza per i Comuni e poi nella nostra legge sulla legalità abolire la possibilità di dare i beni confiscati alle mafie a chi gestisce i richiedenti asilo.

Sugli affidi, che mi permetto di citare, perché abbiamo fatto un grande dibattito nella scorsa legislatura con la Commissione Bibbiano, e noi eravamo presenti, tanti di noi erano presenti quando è stato definito un raffreddore, chiediamo a lei, presidente, di concentrarsi su un organismo che, obiettivamente, ha avuto anche qualche importante lacuna, con riguardo – ringraziando comunque sempre i nostri servizi sociali, i nostri assistenti sociali per il gran lavoro che fanno – ai controlli sistematici e soprattutto chiediamo che il controllo a sorpresa possa diventare una regola, perché questo può essere d’aiuto al nostro sistema.

Telecamere in asili e strutture per anziani penso che sia una misura di buon senso.

Sullo sport, promuovere l’attività giovanile penso che possa essere importante. Sull’impiantistica sportiva, quella che voi con l’emergenza Covid, sia ordinaria che straordinaria, avete escluso dai fondi che vengono dati alle società sportive…

Dico solo una cosa per il riordino istituzionale che sono riuscito a vedere nel vostro programma di Governo. Sul riordino istituzionale dite che deve tornare ad essere centrale il riordino delle Province. Anche qui c’è qualcosa che non va, perché smentite quello che avete fatto fino ad ora. Tutto questo si può fare con maggiore autonomia da parte della nostra Regione.

Sul MES non entro nel merito, perché se ci sono dei Paesi che sono messi peggio del nostro sicuramente un motivo per non accettarlo ci sarà.

Mi prendo solo due minuti e poi concludo per commentare la sua Giunta. A dir la verità, abbiamo assistito a un commissariamento della sanità da parte dell’ex assessore, commissario Venturi, quindi nei fatti è stato messo da parte per i primi mesi il vero assessore alla sanità, Raffaele Donini, che io non giudico, perché non ho ancora avuto motivo di giudicare. Ovviamente, però, posso dire che se un assessorato dei trasporti passa alla sanità mi chiedo a che punto di competenze possiamo essere.

Quando parliamo poi dell’assessorato dell’assessore Colla, che viene giudicato – mi tolgo la giacca da capogruppo – piacentino, ovviamente posso dire che piacentino non è, perché uno è piacentino quando vive da tempo anche il territorio. Poi mi faccia fare una digressione sulla sardina vicepresidente Schlein, nel senso che, obiettivamente, è stato dato un riconoscimento a queste sardine per aver aiutato la sua vittoria e per battere la destra, così è riuscito anche a farsi il suo libro. C’è da dire che quel movimento è nato contro qualcosa e non per qualcosa. C’è da dire che, però, presidente, adesso lei gli ha dato la vicepresidenza, però almeno poteva offrire una pizza a queste sardine. Adesso si sono ritirati, quindi almeno una pizza poteva offrirgliela. Cito testualmente, e lei sa bene cosa.

Al di là di questo, e con questo chiudo...

 

(interruzione)

 

Con questo chiudo.

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): No, Rainieri! Lei non ha la parola. Lei mi chiede la parola e, semmai, le passo la parola...

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): Sta parlando il consigliere Rancan...

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): Senta, Rainieri, lei non ha il...

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): Innanzitutto, il consigliere Rancan ha concluso il suo tempo, ma io ho lasciato...

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ma che modo è di parlare? Per favore, vicepresidente. Non ha il diritto di...

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): A me sembra di sognare, mi scusi.

Il consigliere Rancan finisce il suo intervento...

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): Il consigliere Rancan finisce il suo intervento, mancavano pochi secondi, e poi passiamo agli altri interventi. Punto.

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): Io do la parola a chi ritengo e a chi mi chiede la parola. Sta parlando il consigliere Rancan.

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): Non ha interrotto nessuno. Ha fatto una battuta in silenzio, che io da qui non ho neanche sentito.

Prego, consigliere Rancan, finisca il suo intervento.

 

(interruzione del consigliere Rainieri)

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Rancan, la prego di continuare. Grazie.

 

RANCAN: Grazie.

Comunque, proprio per il vizio che ci viene detto, che il populismo ha bisogno di applausi, eccetera, noi sicuramente saremo in mezzo alla gente, ma come lo siamo sempre stati. Lavoreremo per dare una Regione migliore alle generazioni future, con tutti i nostri difetti, per cercare di poter migliorare questa Regione.

Il passo avanti ‒ ripeto ‒ non c’è stato. Non lo vediamo ad oggi. Vedremo se sarà smentito nelle prossime leggi di bilancio. Sicuramente quello che ho chiesto di fare ai consiglieri della Lega e quello che ci sentiamo di fare è di fare proposte sensate, credibili, ma che siano anche critiche nei confronti della Giunta dove sbaglia, ma anche tenere sulla loro scrivania, presidente, le sue linee di mandato. Le tante promesse, le tante, forse troppe, promesse che lei ha fatto ai cittadini emiliano-romagnoli per sedere ancora sulla sedia da presidente non devono rimanere inevase. Saremo lì per verificare che tutte le promesse che lei ha fatto vengano mantenute.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Passo la parola al consigliere Lisei.

 

LISEI: Grazie, presidente. Buongiorno, presidente.

Ci è stata chiesta ancora una volta collaborazione e ancora una volta lei ha fatto appello a evitare le divisioni. Io credo che di collaborazione ne abbiamo data tanta sino ad oggi, in questi oltre novanta giorni dall’inizio della pandemia. Ne è dimostrazione la seduta di oggi, che si svolge nonostante le linee programmatiche dovessero essere presentate entro trenta giorni, e nessuno ha detto alcunché, che vengono presentate in modalità molto ristrette, perché abbiamo deciso di contingentare i tempi per consentire soltanto una seduta e una giornata d’aula e vengono svolte nonostante, come è stato ricordato, le linee siano arrivate soltanto per uso dei nottambuli. Queste le dico onestamente che sono superabili, però se vuole collaborazione, presidente, io le chiedo una cosa, di non prenderci in giro, di non prendere in giro le minoranze, rispettare le minoranze, rispettare l’aula e la democrazia dell’aula. E glielo chiedo su uno specifico punto: lei ha detto che sull’emergenza c’è stata trasparenza, ci sono stati accessi ad atti e ci sono stati atti di sindacato ispettivo. Le ho scritto una lettera, alla quale non mi ha mai risposto. Non ho ancora avuto risposta a un accesso ad atti dal Settore Politiche della salute. Io non ho ancora avuto una sola risposta e un solo dato che ho chiesto.

Glielo chiedo perché uno dei princìpi fondamentali è la possibilità per le minoranze di esercitare un controllo. La discussione deve essere formata e il contributo può essere formato se le minoranze hanno gli strumenti per suggerire alla maggioranza come muoversi. Allora, le chiedo di ripristinare la democrazia, perché senza atti di sindacato ispettivo per tutti – non lo dico solo per le minoranze, perché possono essere utili anche alle maggioranze – non c’è democrazia all’interno di una Regione.

Come le ho riconosciuto sobrietà, e gliel’ho riconosciuta anche precedentemente nella gestione dell’emergenza, nel rapporto istituzionale con i suoi colleghi e anche nel riconoscere oggi che sono stati compiuti degli errori, così come li hanno compiuti anche altri governatori travolti dall’ondata dell’emergenza, onestà intellettuale che la vede probabilmente solo all’interno della sua compagine, le dico che altrettanta sobrietà dovrebbe essere trasfusa nelle promesse che vengono fatte nelle linee di mandato. Glielo dico perché è evidente che oggi affrontiamo una discussione un po’ surreale. È surreale perché abbiamo il peso di 4.000 morti, ai quali va tutta la nostra solidarietà. È surreale perché è completamente differente da quella che probabilmente lei si era immaginato e che tutti si erano immaginati. E allora questa sobrietà deve essere trasfusa anche nelle promesse delle linee di mandato, perché noi abbiamo ovviamente espresso, e lo ripetiamo oggi, la solidarietà alle famiglie, a tutto il personale sanitario, a chiunque si è impegnato in questa emergenza, però “sobrietà” vuol dire essere trasparenti con gli emiliano-romagnoli ai quali oggi facciamo delle promesse, perché queste linee di mandato non tengono conto che noi stiamo forse uscendo da una fase di emergenza.

Queste linee di mandato tengono poco in considerazione i difficili momenti che dovremo affrontare. Queste linee di mandato non tengono conto di quelle che sono le stime della BCE, che prevede un calo del PIL tra il 5 e il 12 per cento a livello nazionale, del tasso di disoccupazione che crescerà, le stime del Fondo monetario internazionale, dai 26 ai 57 miliardi che le imprese della Regione probabilmente perderanno. Non tiene conto di ciò che dovremo affrontare debitamente e fa troppe promesse. Fa troppe promesse senza tener conto della situazione che credo, purtroppo, dovremo affrontare, che, come è stato ribadito tante volte, è emergenziale tanto quanto quella sanitaria.

Sicuramente le difficoltà che subiranno le imprese, le tante imprese che speriamo non chiudano, ma che purtroppo chiuderanno, il calo dei flussi turistici, il calo dei ricavi, il calo dei fatturati che si tradurranno anche in un calo delle risorse per l’ente. Si tradurranno anche in un calo delle risorse.

La sobrietà deve essere nella capacità di inserire nelle linee programmatiche qualcosa che è sostenibile. Queste linee programmatiche, le promesse che sono fatte qui non sono sostenibili. Lo sa perché? Glielo dico io perché non sono sostenibili. Perché queste promesse che sono qui sono quelle che lei ha fatto cinque anni fa all’interno di quest’aula, quando era giovane e senza barba – sta meglio oggi, con la barba, glielo dico molto onestamente ‒ ed era in quest’aula lei ha fatto le stesse promesse che fa oggi. Le stesse promesse che fa oggi. Promesse che per la maggior parte non ha mantenuto. Lei cinque anni fa in quest’aula aveva promesso il dimezzamento delle società pubbliche. Le partecipate sono passate da 28 a 20, circa. Non sono dimezzate, ma ci siamo vicini. Però gli enti pubblici sono passati da 46 a 53 e gli enti di diritto pubblico da 58 a 69. Lei in quest’aula aveva promesso banda ultralarga in tutti i Comuni, compresi i Comuni più piccoli montani. Queste le sue parole. Ci sono dei Comuni che non hanno neanche la banda stretta. Ci sono dei Comuni montani dove è difficile collegarsi ad internet. Abbiamo il povero Taruffi che ogni tanto per collegarsi nei Consigli comunali deve trasferirsi dal vicino di casa.

Lei aveva promesso che sarebbero state dimezzate le liste d’attesa nella sanità. Oggi ci promettete che aumenterete i posti letto. Questa è una delle promesse che ho letto, tanto per citarne una. Incremento del numero dei posti letto. Il che è possibile, visto che ne avete, credo, soppressi qualche migliaio. Effettivamente questa promessa, visto che prima li avete tolti e oggi li volete ripristinare, potrebbe anche essere sostenibile. Io lo spero, ma l’aria che tira, vista la lettera e viste anche le dichiarazioni di alcuni dirigenti, non è proprio quella di un aumento dei posti letto. Credo che non sia una promessa sostenibile, che molte di queste promesse non siano sostenibili, come non sono state sostenibili allora.

È vero, è molto vero che qualcuno per prendere applausi racconta bugie, però anche lei per prendere applausi fa alcune promesse che difficilmente può mantenere. Come purtroppo è accaduto in passato. Ripeto: avrei letto in modo asettico queste linee programmatiche, delle quali posso anche condividere alcune dichiarazioni di massima, assolutamente condivisibili, perché sono affermazioni generiche, quindi in parte sicuramente condivisibili, ma oggi lei non si presenta come nuovo governatore e non si può permettere di fare delle promesse, perché le promesse già in parte, come le ho detto, non sono state rispettate. Secondo me, lei si appresterà a governare una regione che sarà completamente diversa da quella che si immaginava, come le ho detto prima, e anche le linee di mandato di cinque anni fa credo che le debbano insegnare qualcosa del motivo per il quale molto sommessamente gliele ricordo, pur essendo io nuovo di quest’aula, come alcuni processi di riorganizzazione che sono stati fallaci. Basti pensare alla spinta che c’è stata e alla volontà che c’è stata di riorganizzare molti Comuni, per spingerli, in maniera più o meno forzosa, a delle fusioni o a delle unioni, che si sono rivelate nel corso del tempo fallimentari, fusioni fallimentari perché non hanno avuto i contributi sperati dallo Stato, come le avevamo ampiamente annunciato, fallimentari perché hanno in realtà diminuito la qualità dei servizi al cittadino e ai cittadini, costretti a girare in terre che offrivano servizi qualitativamente superiori, hanno aumentato la pressione fiscale nei comuni che sono stati fusi, perché il livellamento, come le avevamo annunciato, sarebbe stato verso l’alto, proprio perché poi non sono arrivati i contributi dallo Stato sperati, e in realtà hanno visto oggi una forte frenata, come dimostra il voto che c’è stato in tanti comuni che hanno scelto di non fondersi, capendo bene che le fusioni erano un processo sbagliato. Quanto sono le difficoltà che stanno affrontando le unioni. Quanto sono le difficoltà che stanno affrontando le unioni.

Anche sulla revisione territoriale, quindi, bisognerà che si ripensi a tanto, perché la cantonata sulle fusioni e sulle unioni è importante quanto quella, oggi, di avere un territorio capace di rispondere ai cittadini, perché i cittadini di domani, i cittadini del futuro saranno cittadini molto più in difficoltà di quanto lo sono stati nel passato. È per questo che le azioni e le promesse devono essere sostenibili, le azioni e le promesse devono essere credibili, le azioni e le promesse devono essere utili.

Io spero, mi auguro con tutto il cuore che ci sia, dal punto di vista sanitario, un ritorno alla normalità, come ci ha annunciato l’assessore Donini qualche giorno fa in Commissione, perché sarà complesso, sarà molto complesso e purtroppo oggi noi paghiamo le scelte che sono state fatte in passato.

Oggi noi paghiamo qualcosa. Tolgo l’emergenza, tolgo il capitolo “emergenza” e lo metto da parte, però i tagli che sono stati fatti in passato oggi ci mettono nella condizione di fare molte più fatica per recuperare tutte le visite programmate che dovrebbero essere recuperate, tutti gli interventi che dovrebbero essere recuperati.

Oggi la sanità è in condizioni molto più impoverite per affrontare il post emergenza. Glielo dico perché non ho intenzione di confrontarmi su come è stata gestita l’emergenza. Lo farò quando avrò qualche dato, quando mi sarà data risposta a qualche interrogazione, quando avrò in mano argomenti per i quali confrontarmi con lei, cosa che faccio con molto piacere in questa sede e che farò anche in futuro.

È per questo che le dico onestamente che mi sarei aspettato altro. È evidente che noi abbiamo un programma e ci siamo presentati di fronte agli elettori con un programma completamente differente. Lei ha avuto la legittimità, è stato eletto democraticamente e questo le ha portato un grande successo. Spero che il successo non le dia alla testa. Capisco che oggi è proiettato su uno scenario anche nazionale importante, però spero che stia sul pezzo, spero che governi questa Regione e pensi ai cittadini emiliano-romagnoli e non a come è riuscito a sconfiggere le brutte destre.

Quello che le chiedo, quello che mi sarei aspettato, perché lei oggi ha il riconoscimento dei cittadini, è che il programma e le linee di mandato si fossero focalizzate su punti chiari, perché oggi c’è la necessità di sopravvivere.

La lotta alla burocrazia, secondo noi, è uno di questi punti, che tra l’altro anche cinque anni fa aveva promesso di fare. La burocrazia credo sia l’unica che è riuscita a sopravvivere al virus. Credo che lotta alla burocrazia sia una priorità. Ho letto che uno dei vostri obiettivi è la pressione fiscale invariata. Io mi auguro che ci sia una riduzione della pressione fiscale, che ci sia una riduzione significativa della pressione fiscale data dalla lotta all’evasione, perché si combatte l’evasione per cercare di abbassare la pressione fiscale. Il vostro obiettivo, invece, è quello di mantenere la pressione fiscale invariata.

Spero che le promesse che sono state spese per la montagna, per l’agricoltura trovino davvero finanziamenti utili. Anche qua, devo richiamare quello che le ho detto l’ultima volta che ho avuto occasione di parlarle: la sindrome della “annuncite” deve essere curata. Ad oggi sono arrivati solo annunci. I soldi nelle tasche delle imprese, dei cittadini, di chi è in difficoltà ancora non sono arrivati, né dallo Stato né da tutto quello che lei ha promesso nel suo Super Bazooka. Noi ci accontenteremmo che qualcosa inizi ad arrivare, ed è il motivo per il quale, quando ci avete chiesto l’urgenza sull’ultimo PdL, sulle misure, l’abbiamo concessa immediatamente, segnale ‒ credo ‒ importante di una collaborazione che ci vuole essere. Però per collaborare bisogna essere in due. Se dall’altra parte, invece, si fanno solo annunci e promesse e poi non si collabora fattivamente è difficile che dall’altra parte si possa trovare quella collaborazione che viene cercata.

Spero che in queste linee di mandato, che sono state citate poco, ci sia un occhio di riguardo per le famiglie. La parola “famiglia” in queste linee di mandato è poco citata. Capisco che probabilmente non piaccia la parola “famiglia”, ma le famiglie vanno aiutate. Ci confronteremo, purtroppo, su un panorama che avrà un’offerta educativa molto inferiore, rischia di essere molto inferiore. Oggi molte scuole che fanno parte del servizio pubblico, che sono le scuole paritarie, rischiano la chiusura, così come non riapriranno molti centri estivi. Oggi ci confrontiamo e domani ci confronteremo con una grossa difficoltà delle famiglie e, ovviamente, con una grossa difficoltà delle imprese.

Vedo che permane, purtroppo, anche all’interno di queste linee di mandato, una logica molto limitante. Lo dico anche riguardo all’ambiente. Vado, me ne rendo conto, non in modo organico, ma dico quello che mi viene in mente. “Green economy” sono due parole: c’è la parola “green” e c’è la parola “economy”. Voi siete concentrati troppo sulla parola “green”. Se vogliamo che ci sia uno sviluppo e un ambiente sostenibile bisogna favorire con incentivi, con sostegni le imprese virtuose, che aiutano l’ambiente. Spero che quello studio che c’è e ci dovrà essere anche per ciò che riguarda ciò che è accaduto durante la pandemia, perché bisogna un pochettino rivedere ciò che si era pensato sino ad oggi, perché i dati dell’inquinamento durante la pandemia, nonostante i flussi veicolari fossero praticamente azzerati, ci riportano comunque livelli di inquinamento di un certo tipo, sui quali bisogna fare un ragionamento, visto che oggi abbiamo ragionato soltanto in ottica punitiva della mobilità privata, bisognerà ragionare anche, con studi appropriati, su quelle che sono, anche qua, le promesse che sono all’interno di queste linee di mandato.

Io spero, onestamente, che questo sia un mandato sobrio, spero nella sua sobrietà, purtroppo è una sobrietà che non trovo all’interno di queste linee programmatiche. Noi staremo sul pezzo. Il nostro programma elettorale l’abbiamo presentato, anche se non è stato scelto dagli elettori, quindi non starò qua a riassumere quelle che sono le priorità o quelli che sono i contenuti all’interno del nostro mandato, ma spero che avremo la possibilità di confrontarci provvedimento per provvedimento. Il nostro contributo stia tranquillo, presidente, che non mancherà alla discussione. Però, ripeto, si ricordi che esistono le opposizioni e le opposizioni vanno rispettate. Bisogna ripristinare la democrazia in un’aula che, ad oggi, non mi sembra che sia rispettata.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Lisei.

Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Grazie, presidente.

Esprimo sincero apprezzamento per l’impegno e le riflessioni contenute nel programma di mandato e nella relazione del presidente Bonaccini, che rappresentano l’impegno di una terra operosa, che costituiscono un quadro concreto e misurabile delle azioni e degli obiettivi di governo per la legislatura, direi quasi un puro distillato di pragmatismo emiliano-romagnolo, dal pensiero lungo, che non è mero efficientismo o produttivismo, ma una visione di società ispirata da solidi valori di coesione sociale, che diventa opportunità di sviluppo per tutti e tutte.

L’emergenza pandemica ha interrotto vite, percorsi, relazioni, uno shock senza precedenti, che ha ferito il nostro presente, ma che non deve compromettere il nostro futuro. La responsabilità, dunque, che la storia consegna alla politica e alle Istituzioni è di operare affinché il distanziamento sociale non diventi isolamento e segregazione, la crisi economica crisi sociale, le disuguaglianze irreversibili. La sfida, dunque, è inedita e globale, l’opportunità epocale.

Ecco perché assumere come proprio paradigma l’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile del pianeta integra pienamente i presupposti fondamentali per la ripartenza e consente di perseguire, con ancora più determinazione e forza, l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030, ovvero l’uguaglianza di genere come elemento strategico e indispensabile per la sostenibilità dello sviluppo, che trova il proprio avverarsi nella lotta contro tutte le disuguaglianze.

La femminilizzazione dei settori della cura, dell’assistenza e dell’educazione che nell’emergenza Covid-19 abbiamo riscoperto essere essenziali, deve illuminare l’orizzonte di un nuovo e consapevole umanesimo, che colmi le distanze di genere e valorizzi le professioni di rilevanza sistemica. Ce la faremo insieme, nessuno deve essere lasciato solo. In Emilia-Romagna queste non sono solo dichiarazioni, ma veri e propri programmi di mandato che per essere realmente competitivi e giusti devono mettere al centro il contributo, l’esperienza, il protagonismo delle donne; un protagonismo che la nostra Regione ha saputo negli anni riconoscere e valorizzare grazie alla storia e all’impegno di tantissime in una terra feconda a proposito di promesse e impegni realizzati. Tante persone, tante famiglie si trovano in difficoltà, ma è ormai evidente a tutti gli analisti che sono le donne che rischiano di pagare un prezzo altissimo se non saranno adeguatamente rappresentati i loro bisogni. Il ruolo chiave che le donne hanno esercitato e stanno esercitando deve trasformarsi in politica agita, forgiata nella resilienza e nutrita dall’equità.

Le proposte devono essere coraggiose, i pensieri audaci, le azioni efficaci. L’appropriatezza delle misure adottate sarà adeguata se l’approccio non sarà neutro. Con servizi per anziani, per l’infanzia e le scuole chiuse causa appunto il lockdown, solo il 25 per cento delle donne italiane ha ripreso a lavorare dopo l’isolamento, contro il 75 per cento degli uomini. Anche in Emilia-Romagna il contraccolpo ha maggiormente colpito le donne. I numeri della cassa integrazione in deroga ci raccontano che dei quasi 100.000 lavoratori interessati alle domande autorizzate la maggioranza è rappresentata da donne, il 61,8 per cento sia fra le impiegate che fra le operaie.

Così pure nell’ambito dell’imprenditoria femminile, dai dati della prima trimestralità, le imprese femminili subiscono una flessione significativa e preoccupante, perché se è vero che il lavoro rappresenta dignità per tutti, per le donne l’autonomia economica è fondamentale anche per prevenire situazioni di violenza e sopraffazioni.

Ringrazio, dunque, in particolare la Giunta, l’assessora Lori per aver colto nell’audace quanto necessaria proposta delle donne democratiche di un “Women New Deal” per il Paese lo spazio per un Piano di azioni integrate sociali, culturali ed economiche per l’Emilia-Romagna, ripartendo appunto dalle donne. È un massiccio e mirato piano di interventi per lavoratrici, imprenditrici, madri, donne e ragazze talentuose nelle loro diverse abilità, che contribuisca a prevenire e contrastare discriminazioni, marginalità e violenze, che purtroppo sono aumentate con il lockdown, nonché a promuovere una partecipazione realmente paritaria al lavoro e allo sviluppo.

Per invertire il processo di denatalità e il basso tasso di fecondità, la disparità di genere nei tassi di occupazione, nelle retribuzioni, nell’organizzazione del lavoro, nelle responsabilità di cura e di assistenza informale, per valorizzare le migliori performance delle ragazze rompendo il soffitto di cristallo che impedisce l’affermazione di nuove leadership femminili, per combattere il persistere di stereotipi di genere, di condizionamento di ruolo sociale, per superare la scarsa rappresentanza femminile nei luoghi della decisione, per tutto questo dobbiamo immaginare nuove soluzioni per nuovi scenari, partendo dalla potente rete dei servizi regionali, partendo dalla nostra storia. Dobbiamo osare, rafforzando i servizi di conciliazione e di condivisione e supporto ai caregiver familiari, come il presidente ha sottolineato nella sua relazione, promuovendo nuovi strumenti di welfare e di lavoro agile con un monitoraggio e una misurazione dell’impatto di genere ex ante ed ex post, facilitando l’accesso delle ragazze alle materie STEM e alle competenze digitali, sostenendo l’imprenditoria femminile e le pari opportunità nelle aziende, che sono state sempre molto collaborative, sviluppando la medicina di genere. Solo per citare alcune suggestioni che dovranno avere piena cittadinanza nel tavolo per il Patto per il lavoro e nella programmazione territoriale.

Per concludere, ci vuole coraggio. Ma non basta. Ci vuole una convinta e tenace volontà politica per superare i limiti di una società ancora troppo condizionata da rigurgiti patriarcali, nazionalisti e populisti. Ci vuole cultura della cura e dell’accudimento, del sapere, della solidarietà e dell’empatia, del rispetto delle diversità e delle differenze per superare un assetto socioeconomico ancora troppo iniquo e faticoso. Insomma, ci vuole l’Emilia-Romagna, terra di democrazia, che paritaria semplicemente non è, e io sono certa che saremo all’altezza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Mori.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

È nel rispetto della dialettica democratica che a volte mi ha visto e mi vedrà d’accordo e a volte in contrasto che rivolgo oggi un sincero augurio di buon lavoro al presidente, un augurio che di fatto ‒ è vero ‒ potrebbe forse infrangersi sulla circostanza che il presidente non ha escluso nulla nelle sue dichiarazioni sulla stampa. Tra l’altro, non ha escluso una candidatura a premier. Dunque, non ha escluso un’interruzione prematura dello stesso programma di Governo che oggi ci ha illustrato.

Alla luce delle sue dichiarazioni pubbliche, quindi, sorge il dubbio, a mio avviso legittimo, che la Regione possa rappresentare a questo punto soltanto una passerella per proiettarsi a breve in altri ruoli di Governo, in altri ruoli nazionali. Ed è anche lecito, a mio avviso, domandarsi se il suo discorso non sia, quindi, finalizzato più a garantire il migliore approccio verso ruoli nazionali che a programmare l’attività quinquennale di legislatura di questa Regione e di questa comunità regionale. In questo caso oggi sarebbe stata e ci saremmo trovati davanti a una pura formalità.

Io credo, però, che il ruolo – questo il presidente lo sa bene – richieda grande responsabilità. Non sempre le parole che vengono, magari a torto, riportate dalla stampa di volta in volta le evidenziano. Così come anche il fatto che è stato detto oggi noi assistiamo a quella che, a mio avviso, pare una pura formalità, però a distanza di mesi da quando doveva avvenire. Su questo è stata chiesta collaborazione, e va bene. È vero anche, però, unendomi a chi l’ha detto precedentemente, che allo stesso modo il testo poteva arrivare prima con la stessa reciprocità rispetto anche alla responsabilità e con lo stesso rispetto reciproco e non in modalità, in stile “notte prima degli esami”. Quindi, sì, forse il programma, soprattutto se era un programma che comportava davvero un sostanziale cambiamento, poteva essere illustrato prima, poteva essere illustrato in altro modo, soprattutto poteva contenere al suo interno un’autocritica sugli errori della scorsa legislatura. Del resto, il presidente Bonaccini non governa da oggi, governa da oltre cinque anni, e la forza politica a cui appartiene governa praticamente da sempre questa regione.

La mia impressione sul documento, sulla dichiarazione e sulla presentazione di questa mattina è quella di un documento burocratico, che risulta dalla semplice sommatoria dei piani e delle attività dei singoli servizi di ciascuna delle Direzioni generali, più che un documento unitario, programmatico e soprattutto sentito, perché l’emergenza che ha costretto tutti quanti a cambiare le proprie abitudini di vita doveva diventare un’emergenza che avrebbe cambiato anche la visione delle cose, a partire da quella politica, che è l’unica disciplina, che è l’unico ambito che tiene insieme tutte quante le altre e che consente anche di cambiarle.

Un affastellamento di questa natura, ovviamente, ha anche delle conseguenze nel merito dei temi trattati. La prima e la più evidente, a mio avviso, è l’accurata mancanza di cifre, numeri, dati quantitativi, tendenze misurabili. Faccio un esempio che mi sta molto a cuore: il consumo di suolo. Ci siamo scontrati nella scorsa legislatura in modo anche aspro, avevamo opinioni sicuramente molto discordanti rispetto alla legge n. 24/2017. Ebbene, viene citato il consumo di suolo, riferendosi appunto a quella legge regionale, e si parla di stop al consumo di suolo e di consumo di suolo a saldo zero, ma non si fornisce alcun dato, e senza dati appare evidente che stiamo parlando del nulla.

In assenza di una concreta misurazione dei risultati, senza obiettivi misurabili, questo lungo elenco assomiglia più a una lista di buone intenzioni che a un documento programmatico vincolante. Le buone intenzioni vanno bene, sia ben chiaro, ma la pura formalità no, e quindi rischia di essere un passaggio vuoto che avremo in ogni caso modo di misurare in tutto quello che sarà il lavoro successivo e i lavori d’aula. Poi ci sono i contatti con la regione reale, che è l’ultima cartina al tornasole, quella più vera, la regione reale quella che effettivamente si trova adesso ad aspettare un grande cambiamento, uno stravolgimento positivo di visione e forse non otterrà nulla di tutto questo, forse sarà semplicemente rassicurata e si dirà che è bene andare avanti così e che tutto è andato bene, tutto andrà bene. Non è vero né la prima, né la seconda cosa, temo. Non è vera certamente nel breve periodo.

C’è anche un difetto di genericità in questo documento. Dire che si vuole raggiungere un determinato obiettivo senza parlarci del come ci vogliamo arrivare sembra più utile poi a lasciarsi le mani libere oppure torniamo al tema della pura formalità. Non sappiamo ancora come ci si vuole arrivare. Quindi, in attesa di provare a capirlo, circostanziarlo, non lo chiariamo apertamente.

Nel suo programma di mandato i tanti aspetti nuovi rappresentano una soluzione alle molte e troppe criticità in essere, che se messe insieme raffigurano, io credo meglio di qualunque giudizio dato dalle opposizioni, il fallimento dell’azione di governo svolta nella precedente legislatura.

Ciò avrebbe dovuto portare, io credo, il presidente, prima di esporre il nuovo programma di Governo, a fare almeno un sincero esame sulle tante criticità. Parlavo prima di autocritica, ma è una revisione, un punto, uno stato delle cose rispetto alle tante criticità lasciate non risolte nella scorsa legislatura, che dettano ancora, però, un’agenda politica che oggi è quella di questo mandato e che oggi, a fronte della mancata autocritica di per sé, a fronte della mancata autocritica rispetto all’emergenza enorme sia sanitaria che economica, ci troviamo insomma invece con un documento che sembra una sommatoria più che altro burocratica, una pura formalità.

La legislatura scorsa si è chiusa con le conclusioni della Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori nella regione Emilia-Romagna e con le conclusioni della Commissione tecnica; conclusioni che dettavano alla Giunta regionale delle precise indicazioni sulla costruzione di quello che era stato definito un percorso di qualità della tutela dei minori, che, però, sembra non sia accolto nemmeno in misura minimale nel discorso programmatico, vista la mancanza di riferimenti puntuali alle azioni che si intendono portare avanti affinché (e credo che su questo siamo tutti d’accordo) non si debba ripetere il caso Bibbiano su altri territori della regione.

Credevo che quel caso fosse stata una brutta, bruttissima, esperienza da cui trarre le giuste linee correttive, ma evidentemente mi sbagliavo, perché resta solo quel clamore mediatico che con il tempo si è spento.

Sarebbe utile ascoltare un po’ di autocritica da lei, presidente, anche su questo caso, per lo sdegno che ha creato la vicenda, che ha offuscato l’immagine pubblica dell’intero territorio regionale.

Sono molti i temi, invece, in questo discorso fatto questa mattina che corrispondono ad annunci e non ad una reale volontà politica, così sembra, di trasformare il dire in fare. Dalla lettura attenta di questo documento, risulta costituito da una rivisitazione dei piani di servizio delle varie strutture regionali, dunque un piano di mera gestione dell’esistente che era consentito e, a mio avviso, opportuno durante l’emergenza, ma non nel momento in cui ci si è presi il tempo per poterne elaborare uno nuovo, di prospettiva, di visione di lungo periodo, di gittata. Se è così, quindi se è un piano di mera gestione dell’esistente improntato per sua stessa natura alla ricerca, ovviamente, della valutazione positiva del proprio operato, che nei servizi è sicuramente utile al raggiungimento del premio di produttività, però l’azione politica è ben altra cosa. È soprattutto un’azione politica che si pone all’inizio di una fase 2 e apertamente si pone anche con l’idea, in un certo senso, di fare da guida, di fare scuola. Questo è trapelato da tante dichiarazioni che ho letto sulla stampa. Così non è.

L’annuncio degli asili gratuiti per tutti quale servizio universale per adesso è solo uno slogan, tenuto conto che le politiche attualmente in campo sono finalizzate all’abbattimento delle rette con l’azzeramento a favore solo di nuclei familiari con un ISEE basso, ma non alla gratuità per tutti o comunque per quelle famiglie che sono comunque in grande difficoltà pur non avendo un ISEE così basso.

In campo sanitario si è parlato di abbattimento dei tempi di attesa, si è parlato di raggiungimento dei migliori standard, garantendo le migliori cure a tutti i cittadini, ma la realtà ci testimonia che si va in tutt’altra direzione. Oggi c’è il blocco di tutte le attività ordinarie, nonostante l’annuncio dato sulla ripresa delle attività. E su questo arrivano testimonianze quotidiane a noi, la regione reale, quella che a volte non sa a chi rivolgersi, non sa neppure, magari, di avere diritto a chiedere che questi servizi siano tempestivamente riattivati. Le criticità maggiori sono per le persone che erano in lista d’attesa già prima dell’emergenza sanitaria del Covid e che restano ancora in attesa di avere una data per visite, per esami, per ricoveri, per interventi chirurgici. Poi ci sono quelli che oggi si interfacciano con le strutture sanitarie per avere, magari, una prenotazione, che trovano un muro alle loro richieste, con frasi del tipo “chiami una volta alla settimana finché saremo in grado di poterle dare una data”. Questa è una frase che cito testualmente, mi è stata così riportata. “Se vuole, può accedere all’attività libero-professionale all’interno della struttura pubblica”, e guarda caso lì i tempi sono celeri.

Si è parlato di sanità pubblica, ma nei fatti è un continuo rimando alla sanità privata. Sembra addirittura che molte criticità del sistema pubblico siano volutamente create per far confluire l’utenza verso il privato. Vorrei poter dire che questa Regione è un alfiere della sanità pubblica, ma i fatti non ci dicono questo. Ci dicono altro. Ci dicono che si dice una cosa e si coccola moltissimo la sanità privata dall’altro canto. Allora tanto valeva, forse, essere più espliciti in questo senso.

In questa situazione di attese lunghissime per visite, esami, ricoveri e interventi, mi sarei aspettata che, per concentrare le attività sull’attività istituzionale, la sanità pubblica potesse, ad esempio, sospendere le attività libero-professionali all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Invece, sembra che questa misura non sia stata presa in considerazione. Quindi, ci sono emergenze che sono più emergenze di altre o valgono per alcuni, ma non valgono per tutti.

Questo accadimento, insieme ad altri che guardano con favore a tutto ciò che è privato, mi porta a desumere che ci sia una costante attività volta ad aiutare il privato – va bene aiutare il privato, se è il caso, se è opportuno – svuotando, però, il sistema sanitario pubblico gradualmente. Questo sarebbe gravissimo.

Sembra come se si voglia andare verso una sorta di sistema sanitario integrativo, in cui, però, il privato siede comodamente nella stessa cabina di regia, diventando sempre più l’attore protagonista e minacciando in tal modo la centralità e l’efficienza del servizio sanitario pubblico.

Occorre elaborare un modello di servizio sanitario che tenga conto delle peculiarità morfologiche e orografiche dei territori. Io credo che quello che ha più distinto l’avvio di questa legislatura, prima che arrivasse l’emergenza, sia stata l’ammissione che non si dovrebbe più fare politica solo per i capoluoghi, che la politica non si fa soltanto lungo la Via Emilia, ma esistono quei cittadini di serie B, che nel frattempo sono scivolati alla C e alla D, che si aspettano si faccia politica anche per loro. Ebbene, questo dopo una legislatura è una rivelazione importante, se si va davvero adesso concretamente in quella direzione. Però, i fatti li aspettiamo.

Da un lato vanno, dunque, concentrati gli investimenti su strutture grandi e polifunzionali, dall’altro va assicurata una rete diffusa e capillare di pronto soccorso, di medicina del territorio, di assistenza domiciliare, di telemedicina, e non soltanto nelle aree svantaggiate, ma di telemedicina dovunque possa essere utile e che consideri le difficoltà di spostamento delle zone più distanti dai grandi presìdi sanitari. Poi andrebbero colmate, come è stato detto e promesso più volte, quelle disparità tra territori, che vedono alcuni territori godere di presìdi sanitari di alto livello, addirittura nuovi o in costruzione, quindi addirittura che si arricchiranno di nuove costruzioni, di nuovi reparti e di gestioni di alto livello, e altri che, invece, vengono sempre più depotenziati, che però non godono di un collegamento ferroviario neppure sufficiente o neanche di strade all’altezza per poter raggiungere quel presidio. Questa è un’altra cosa che crea disparità, misure che si seminano oggi e che si amplificheranno nei mesi e negli anni molto velocemente.

Questo approccio, se adottato per tempo, avrebbe dovuto scongiurare la chiusura dei punti nascita di montagna. Qui mi unisco all’auspicio che presto vengano tutti quanti riaperti, come è stato promesso. Questo sarà il segno di una vittoria, o forse no, semmai una vittoria delle opposizioni, che lo hanno ripetuto per cinque anni, non di questa Giunta. Forse, piuttosto, il segno di un rimedio a un errore enorme, grave da parte di questa Giunta, che si poteva evitare, che ha già creato tanti problemi alle partorienti delle zone montane e alle loro famiglie; problemi magari ora irrecuperabili, ma che se appunto si dice che si è sbagliato, perché ricordiamoci che è inutile fare scaricabarile su questo, la Regione poteva serenamente tenere aperti quei punti nascite in autonomia, non c’era parere che tenesse dal livello centrale, si dica che si è sbagliato e si rimedi velocemente.

Appare evidente poi la gravissima carenza di personale, soprattutto medico e paramedico, che emerge in tutte le ASL e le aziende ospedaliere del territorio; carenza che non è originata dal caso, ma delle politiche portate avanti in questi anni anche a livello regionale.

Si poteva fare di più sulla formazione degli specializzandi. Si è aspettato che il sistema evidenziasse, in tutta la sua interezza, la carenza di personale medico per approntare i rimedi che ancora oggi non sono risolutivi.

Nel discorso del presidente non ho notato nessun accenno al gioco d’azzardo lecito, che sottrae ore al lavoro, alla vita di relazione, al tempo libero e produce sofferenza, produce carenze irrimediabili, irrecuperabili, produce povertà, produce anche povertà spirituale, produce solitudine, altera i presupposti morali e sociali, mette a rischio non solo il giocatore, ma la famiglia e l’intera comunità.

Spesso intorno ai luoghi del gioco d’azzardo si organizza la microcriminalità dei furti, degli scippi, dell’usura, ma anche quella organizzata, la criminalità che favorisce poi l’abuso di alcol, spesso associato all’azzardopatia.

Una delle parole chiave del programma elettorale è la sostenibilità ambientale che doveva iscriversi nella strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 che, però, appunto, è una vera e propria svolta ambientale tanto attesa che mi pare per ora naufragata prima che vi sia stato il minimo segnale concreto di avvio di tale svolta.

La svolta green doveva seguire un percorso comune con gli enti locali, il sistema economico e produttivo, cittadini sempre più attenti alla tutela dell’ambiente e della salute. Invece, in solitudine, la Regione si è avviata chiaramente in direzione di un’apertura totale verso la caccia, pratica da sempre avversata dagli ambientalisti degni di questo nome, una sospensione della cosiddetta plastic tax introdotta per favorire la conversione del sistema produttivo e delle abitudini quotidiane verso materiali e stili di vita del minore impatto ambientale, dalla costruzione di nuove opere inutili oltre che dannose per l’ambiente, come il Passante di Bologna, la bretella Campogalliano-Sassuolo e l’autostrada Cispadana.

Per tutelare realmente l’ambiente bisognerebbe riformulare il programma di Governo attivandosi per porre limitazioni alla caccia e bloccando il calendario venatorio, riformulandolo in modo restrittivo, fissare una calendarizzazione della chiusura progressiva degli inceneritori in un arco temporale ragionevolmente ristretto. Non siamo la pattumiera del Paese. Anche questo deve essere qualcosa che arriva ad essere capito concretamente. Evitare il consumo di nuovo suolo con la costruzione di nuove autostrade, realizzare politiche di riduzione della plastica e riconversioni industriali, concentrarsi su uno sviluppo sostenibile che eviti il dissesto idrogeologico, pianificando, in tempi celeri, interventi di gestione e cura del territorio. Parlando di gestione dell’esistente, si faccia almeno questo. Questa è la gestione dell’esistente giusta e ragionevole, ossia la manutenzione del territorio rispettosa dell’ambiente.

Porre un freno allo sfruttamento degli animali e agli allevamenti intensivi, che sul territorio regionale vedono la presenza di una popolazione di suini così numerosa e concentrata in un unico territorio da non potersi identificare come sostenibile nel lungo termine in nessun modo. Così come è insostenibile l’attuale allevamento anche di bovini a lungo termine qui da noi. Porre un freno agli allevamenti intensivi, che vedono una ricaduta, anche sanitaria, pericolosa. Pensiamo all’antibiotico-resistenza.

Per quanto riguarda le politiche sulla parità di genere, trovo paradossale che si parli di attuazione di norme emanate da anni. In particolare, desta stupore che nelle società partecipate e controllate dalla Regione manchi la parità di genere nei Consigli di Amministrazione. Non ho ravvisato nelle dichiarazioni programmatiche l’individuazione chiara dei punti di forza reali del nostro territorio, quei fattori necessari da mettere in connessione tra loro, con l’intervento pubblico regionale, per favorire la ripresa economica e sociale. Nel mio piccolo avevo proposto la costituzione del marchio “Made in Emilia-Romagna” che vede d’accordo anche un’altra parte dell’opposizione, a cui mi associo in questo. Spero che il presidente voglia realmente portarlo avanti, promuovendo un modello di sviluppo orientato in questa direzione e a valorizzare i prodotti del nostro territorio, che è una valorizzazione non soltanto della storia, ma una valorizzazione del saper fare, che prende una forma e prende una tradizione peculiare che si trova soltanto qui.

Trovo strano che nel discorso programmatico di questa mattina si parli poco dell’eccesso di burocrazia, che contraddistingue l’operato di questa Regione e che attanaglia in una morsa burocratica, oggi ancora più insostenibile, le imprese e i cittadini. Alle aziende la burocrazia fa perdere molti giorni di lavoro l’anno, energie che vengono sottratte all’attività di impresa, ed è una perdita che ora più che mai non possiamo più permetterci nella situazione drammatica in cui la nostra economia è e in cui entrerà.

Occorre, quindi, che la Regione semplifichi le proprie procedure nei rapporti con le attività produttive, con le imprese, con i cittadini. Nel campo della Pubblica amministrazione il primo ricavo possibile è quello che deriva dall’aumento dell’efficienza e dalla qualificazione e ammodernamento della struttura. Nel documento che ci è stato inviato vi sono sostanzialmente le stesse indicazioni di massima che, seppure in diversa forma, erano già contenute nei precedenti programmi di Governo regionale.

Credo che in questa fase particolarmente critica per l’economia bisognerebbe porsi obiettivi alti sul tema della capacità di attrazione, che ci renda competitivi rispetto a territori europei anche vicini. C’è la Cina, ma ci sono anche altre realtà. Bisognerebbe utilizzare la leva fiscale per favorire l’insediamento di imprese che non trovano più condizioni appetibili adeguate in altre Regioni europee ed extraeuropee. In particolare, penso ‒ come è ovvio; faccio questo esempio ‒ alle aziende che stanno valutando la dislocazione via dall’Inghilterra a seguito dell’uscita dall’Unione europea della stessa. Infine, trovare soluzioni convincenti per favorire la nascita di nuove attività economiche nel nostro territorio e, ovviamente, consolidare quelle esistenti.

In definitiva, la relazione che ho ascoltato tocca molti temi, forse anche troppi, ma in maniera superficiale, senza quei grandi approfondimenti che richiederebbe il momento contingente e con gravi dimenticanze al riguardo delle prospettive che si potrebbero aprire. Io non so se sia stata una pura formalità, però è vero che ogni obiettivo è privo dei dati ed è proposto come annuncio, e non con un programma di realizzazione in passaggi.

Per quanto mi riguarda, come opposizione mi unisco a chi ha chiesto il rispetto delle opposizioni al plurale. È la base stessa del fatto che veniamo qua dentro in quest’aula. Diversamente, il senso diventa anche per noi una pura formalità, ma io credo che non ci staremmo. Io incalzerò con una continua azione di controllo dell’operato suo e dell’Esecutivo, a cui non mancherà, come ho sempre fatto fino ad oggi, un’attività di impulso e di proposta per tentare di rispondere al meglio alla realtà dei bisogni e delle attese del nostro territorio, quella che io chiamo la “regione reale”, quella che esiste fuori da qui, che a volte si trova ascoltare in stereofonia o in dolby surround i discorsi autocelebrativi di un sistema che parla molto spesso in terza persona, ma non vede ricadute di questo nella sua vita, perché magari è fuori dai capoluoghi, è lontano dalla Via Emilia, magari addirittura è fuori da territori urbanizzati, dove manca, tra l’altro, un totale controllo del territorio, non c’è neppure il personale delle forze dell’ordine in numero sufficiente.

Aggiungo, e chiudo, presidente, che se, come lei stesso ha detto, lei e la Giunta non avete la verità in tasca, come credo che sia vero, a maggior ragione ascoltate tutti e non sempre i soliti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Prego, consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Presidente, le chiedo solo la cortesia di annunciare, ogni volta che prende la parola qualcuno, almeno i prossimi due o tre perché, non avendo un elenco comune tra quelli on-line e quelli in aula, non sappiamo...

 

PRESIDENTE (Petitti): Giusto, è vero, perché intrecciamo in base all’ordine di arrivo delle richieste sia le prenotazioni on-line che quelle qui in aula.

Interviene adesso la consigliera Castaldini.

Si prepari la consigliera Piccinini.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente. Grazie, presidente Bonaccini, per la sua relazione.

Non ritornerò sulla questione di aver ricevuto soltanto ieri sera la relazione. Non importa poco. È un fatto importante, politicamente importante ritrovarsi qua e sentire la voce finalmente di tutti i consiglieri. È stata una battaglia di democrazia. Ci abbiamo creduto. Noi dell’opposizione abbiamo fatto una proposta affinché tutti oggi potessero parlare, perché riteniamo che tutti, in questo momento storico, devono dare un contributo fondamentale alla politica di questa Regione.

Presidente, vorrei incominciare questo mio intervento citando Havel, personaggio che lei immagino conoscerà benissimo, che dice: “La sovranità di una città, di una regione, di una nazione o di uno stato, una qualsiasi sovranità superiore ha senso solamente se deriva dall’unica sovranità veramente originale, la sovranità umana che trova riscontro della sua espressione politica nella società civile”.

Mi piace iniziare da qui perché, a mio modesto parere, il Coronavirus ci ha insegnato esattamente questo: non si può fare politica senza ascoltare la società civile. Questo paradigma l’abbiamo imparato perché abbiamo dovuto costruire una politica diversa, nuova. Come potevano nascere tutti i protocolli che abbiamo offerto ai cittadini emiliano-romagnoli senza la partecipazione della società civile, senza i corpi intermedi, senza tutte quelle associazioni che rappresentano mondi e che sanno benissimo quali sono le esigenze di chi rappresentano? Immagino esattamente così la politica, la politica che ritorna ad ascoltare, che ritorna a fare il proprio dovere, quello di stare in mezzo alla gente, di ascoltare e poi provare ad immaginare soluzioni concrete.

L’obiettivo di un nuovo mandato, presidente, non è avere idee nuove o almeno non è solo avere idee nuove, programmi nuovi, ma io ritengo che sia fondamentale in questo momento storico avere occhi ed orecchie nuove, completamente nuove. Lei ha segnato un po’ la strada in questo quando, finalmente, ha rilasciato un’intervista, che ho voluto già citare in questa Assemblea, molto interessante, dove non utilizza lo schema destra e sinistra ormai vecchio, che ormai non esiste più, ma racconta di una buona politica fatta da Zaia e di un dialogo che lei ha avuto con le Regioni più virtuose. In queste io metto l’Emilia-Romagna, perché molte cose sono state fatte in fretta, perché evidentemente quello che ha a cuore lei è lo stesso che ho a cuore io, il bene dell’uomo, il bene dell’uomo libero, l’uomo che vuole costruire e vuole poterlo fare in maniera libera. Questo lo avrò sempre a cuore in questo mio mandato e lei mi troverà sempre dalla sua parte se la sua Giunta rispetterà profondamente la libertà dell’essere umano per costruire cose nuove, per mettere a frutto la sua identità, per mettere a frutto ciò che è. Però, presidente, mi permetterei di sottolineare alcune cose che non sono state citate dai miei colleghi, non per superficialità o poco studio, ma perché i temi sul tavolo sono tanti.

Mi fermerò su due assi fondamentali, perché, secondo me, la ricostruzione di questa Regione si basa assolutamente su questi due assi: la scuola e l’impresa.

È per quello che io insisto tanto, forse fino alla noia, sulla necessità di far ripartire il prima possibile ‒ come lei ha detto ‒ la scuola. Però noi abbiamo un compito fondamentale. Se la scuola, la scuola dell’obbligo, non è tra i nostri compiti, e mi piacerà in questi cinque anni parlare esclusivamente di quelli che saranno i compiti della nostra Regione, noi, se ci crediamo, dobbiamo immaginare un modello, un paradigma.

L’assessore Schlein ha raccontato e ci ha raccontato che noi abbiamo avuto un ruolo fondamentale per aiutare le altre Regioni a creare protocolli, modelli, per poi attuare linee guida fondamentali per far ripartire almeno i centri estivi. Presidente, io all’inizio ho pensato che la costruzione dei centri estivi fosse la nostra grande possibilità, fosse la possibilità di sperimentare, fosse la possibilità di dare finalmente la prima socialità ai bambini, soprattutto a quelli da sei anni, che hanno più bisogno di sperimentare la socialità, in assoluta sicurezza. E io ho creduto nel mio cuore che la grande occasione fosse quella di, sì, essere seduti nei tavoli con chi questo mondo lo conosce molto bene, ma anche insieme a noi, insieme all’opposizione. Io i primi protocolli li ho ricevuti via WhatsApp da un parroco di Provincia, che non è una cosa negativa. Anzi, l’ho detto poc’anzi, è importantissimo ascoltare tutti. Ma questa sottovalutazione della consapevolezza, della formazione e della cultura politica dell’opposizione mi ha ferito molto. Mi ha ferito, perché io sono sempre disposta a lavorare insieme a tutti con la stessa identica dignità, cioè se trattata con la stessa identica dignità, perché sono convinta ancora oggi di poter dare un contributo fondamentale.

Presidente, questi sono i centri estivi che hanno aperto l’8 giugno. Purtroppo sono pochi, ma non sono pochi perché sono mancate linee guida. Sono pochi perché è mancato un dialogo vero. Abbiamo fatto una richiesta per capire quale fosse la mappatura di tutto il nostro territorio. L’assessore Schlein ieri ha raccontato che è andata a Piacenza per sentire la vicinanza, giustamente, di un popolo maggiormente colpito in questa regione. Non voglio mettere il dubbio, ma ho paura che l’assessore Schlein non si sia trattenuta, qua, nella nostra provincia bolognese, perché è evidente che nella provincia bolognese purtroppo dall’8 giugno dei centri estivi non si sono ancora aperti. Questo è un fatto negativo perché, a mio modestissimo parere, è mancato il dialogo, è mancata la collaborazione, è mancata anche la voglia di fare un passo indietro per farne due avanti. Diciamo che oggi inizia una nuova storia, diciamo che oggi inizia un nuovo modo di lavorare. Noi siamo a disposizione. Lo ridiciamo per l’ennesima volta. Del resto, a me sarebbe piaciuto che l’assessore Schlein, ieri, invece che a Piacenza, anzi, oltre che a Piacenza, fosse presente in tutte le province per dire “evviva, comincia la sperimentazione della scuola, comincia la possibilità di andarci sul serio”.

Per questo noi siamo pronti a collaborare, nella consapevolezza che i centri estivi che apriranno saranno centri estivi del privato sociale. Ecco, questo è un altro appello, un altro appello che non ho trovato nelle linee guida, il principio che si chiama sussidiarietà. Il pezzo del privato sociale, del terzo settore sarà un pezzo fondamentale per la ricostruzione dell’Emilia-Romagna. D’altronde, se la crisi dello Stato, perché c’è, e la Regione non può completamente sostituire lo Stato, è evidente, e lo Stato avrà sempre meno risorse, il terzo settore c’è, c’è sempre stato, c’è stato anche nel momento di crisi più profonda. Faccio due esempi, perché a me piace parlare per esempi, cioè quello dell’ANT (Associazione Nazionale Tumori), il Banco Alimentare, che non ha mai smesso un secondo di portare a casa delle famiglie bisognose pacchi alimentari. Ecco, sostenere questa realtà vuol dire fare un pezzo di strada assieme. Noi abbiamo il compito di aiutarci, di aiutarci a tenerlo vivo, a offrire un servizio che è pubblico al 100 per cento, perché aiuta tutti, senza discriminare.

Presidente, io credo veramente che, per quanto riguarda l’altro asse che prima citavo, la questione legata alle imprese è una questione fondamentale. All’inizio ho guardato con molto interesse i vari aiuti che arrivavano in tutti i settori, che ci sono, che è possibile chiedere, ma c’è una difficoltà di comunicazione. Ma penso anche un’altra cosa: è difficile, è molto difficile che un’impresa riparta senza la Pubblica Amministrazione. E su questo io le faccio un appello: siamo l’unica Regione che ha pubblicizzato, nel proprio sito, la possibilità di tornare a lavorare non a fine luglio, ma a settembre. Senza una Pubblica Amministrazione efficiente, operativa e in presenza in tutta sicurezza è difficile far partire le aziende. Se il nuovo Patto del lavoro comincerà, come lei ha citato, il nuovo Patto del lavoro deve, per forza, mettere dentro lo sforzo di tutti i lavoratori. Ci deve essere un Patto per il lavoro, ma ci deve essere un patto per la responsabilità sul lavoro.

Abbiamo il compito fondamentale di indicare le linee guida per i servizi educativi 0-6 anni. Qual è il lavoro che si sta facendo con i sindacati e con chi rappresenta le persone che lavorano in quel mondo, ovvero il mondo dello 0-6? Vorrei saperlo oggi, perché se è a rischio la riapertura della scuola a settembre, se anche lei ha ritenuto fondamentale intervenire su questo tema, cioè la scuola in presenza vera, il contatto con i professori e con chi in teoria dovrebbe essere un maestro per i nostri ragazzi, non può essere fermata da istanze sindacali. Vi prego, non è più una questione di destra o di sinistra, di maggioranza o di opposizione, ma la necessità di fare un pezzo tutti deve uscire, a mio modesto parere, dalla bocca di ciascuno.

La sicurezza è fondamentale, ma la vita, la ripresa della vita la ripresa della formazione della scuola è altrettanto fondamentale per tutti.

Sulle imprese, presidente, sono preoccupata, perché abbiamo preso, volutamente, la strada di non utilizzare contributi a fondo perduto. Abbiamo scelto di fare questa strada. Se all’inizio ho cercato profondamente di capire la motivazione, su questo, presidente, le chiederei un supplemento di indagine, perché ho paura, ho molta paura, che questo sistema non tenga. Ho paura della difficoltà che gli imprenditori hanno ad accedere al credito. Ho paura per chi era già esposto prima del Coronavirus e non riesce a ripartire, perché, come lei avrà visto, come io avrò visto e come vedrò per il futuro, la ripresa dei consumi è lenta, troppo lenta. Questo aspetto, anche in una regione così virtuosa, un tempo ricca, mi preoccupa e mi fa dire che ogni giorno, se noi dobbiamo avere una linea, dobbiamo anche ripensare ad alcune linee guida che abbiamo preso all’inizio di questo mandato.

Presidente, non prenderò altro tempo, perché è giusto in un’Assemblea come questa, dove tutti finalmente potranno parlare, dialogare con lei, dialogare con la sua Giunta, dare spazio anche a chi ricomincia a prendere in mano la vera democrazia. Però l’unica cosa che le chiedo, che chiedo soprattutto agli assessori quando vengono da noi in Commissione a relazionare, è di avere occhi nuovi e orecchie nuove, cioè di avere la disponibilità a un dialogo vero, in un momento dove tutto è diverso, dove anche il contributo di un consigliere di opposizione è fondamentale per migliorare ogni proposta che questa Giunta fa.

Io ho cominciato da un mese e mezzo a fare la consigliera regionale. Le dico con tutta sincerità che sono veramente felice di essere arrivata in questo momento. Sono felice di servire un popolo, di servire tutto il popolo in un momento così drammatico. Sono felice di poter fare un pezzo. Sono felice di poter sostenere passo per passo chi è in difficoltà. Bisogna avere gli strumenti per farlo. Bisogna avere la forza per farlo. Ma sono certa che anche dal banco dell’opposizione si potranno fare cose assolutamente dignitose, belle e che si possano ricordare. Per farlo bisogna avere in mente l’eccellenza. L’eccellenza, non la sopravvivenza. L’eccellenza dei servizi, l’eccellenza di strutture rivolte agli anziani, passo che noi dobbiamo compiere in questi cinque anni. Non appena il controllo, ma immaginare sistemi nuovi, immaginare non solamente l’utilizzo dello Stato, ma di quel privato sociale che prima citavo, che molte volte riesce ad anticipare per velocità la risposta che lo Stato in questo momento ha rischiato di non saper dare.

Auguro a voi e a me buon lavoro. C’è molto da fare. Il programma, evidentemente, che voi ci avete mandato racconta una storia che non aveva ancora bene a mente e che non ha ben in mente le emergenze, che verranno sempre più fuori e saranno sempre evidenti. Sono certa che voi sarete disposti a cambiare, a volte a cambiare strada, a volte a cambiare rotta, con l’aiuto fondamentale dell’opposizione, che non si può scordare, con il rispetto che l’opposizione merita e con la capacità di dialogo che credo sia indispensabile in un momento come questo.

Buon lavoro a voi e buon lavoro a noi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Consigliera Piccinini, prego.

Si prepari il consigliere Tagliaferri.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

In premessa, ovviamente, un appunto sulle questioni di metodo, su cui non si può sorvolare. Il testo ci è arrivato, come è già stato detto, alle dieci di sera, è una bozza, e se la forma è anche sostanza questo penso ci dica molto sul rispetto che questa Giunta ha delle forze politiche presenti in quest’aula e dell’Assemblea legislativa tutta. Credo molto poco purtroppo.

È un atteggiamento poco rispettoso che, tra l’altro, mal si sposa con l’anniversario dei cinquant’anni del primo Consiglio regionale, celebrato anche in questa regione, anche dalla presidente Petitti. Parole al vento, visto che nemmeno lei, presidente Petitti, si è posta il problema di farci avere il testo per tempo, forse pensando che questo non fosse un problema suo. Come non sono evidentemente problemi suoi l’accavallarsi continuo di Commissioni e riunioni dei capigruppo, mettendo in difficoltà i mono-Gruppi nello svolgimento del proprio mandato e delle proprie prerogative di consiglieri. Ma sono certa che ci saranno momenti in cui anche quelle che sono assenze obbligate, che oggi non la preoccupano, arriveranno a impensierirla, presidente. Ne sono sicura. Anche i numeri sono importanti, soprattutto in quest’aula.

Vengo al merito. Ricorderete che questa Assemblea si è insediata proprio all’inizio di questa pandemia e siamo stati obbligati ad affrontare una realtà che nessuno si aspettava. Fino ad oggi ci siamo concentrati, per ovvi motivi, sulla contingenza del momento, ma adesso c’è bisogno di ragionare in prospettiva.

Quanto ci è capitato non può lasciarci indifferenti rispetto alle scelte che questo Consesso dovrà fare e non può lasciarci indifferenti soprattutto nel ruolo che rivestiamo, quello di legislatori. Non possiamo continuare a dire che torneremo alla normalità, perché quel tipo di normalità è ed era il problema. E le scelte del futuro di questa Regione non possono prescindere dalla realtà, dal mondo reale, fatto in questi mesi, per esempio, per i nostri ragazzi di una socialità mediata da un computer e da centri estivi che fanno fatica a partire a causa di risorse insufficienti e di linee guida che – l’assessore Schlein lo sa, ce lo siamo detti più volte, ce lo ridiremo e ci confronteremo, spero, su questo – io ho trovato blande e sbilanciate sul privato e che poco tutelano i nostri educatori. Senza considerare tutto il mondo degli 0-3 che ancora sono discriminati a causa della mancanza di linee guida specifiche.

Da questa pandemia, tuttavia, dobbiamo cogliere degli insegnamenti soprattutto relativi alla sostenibilità ambientale, ma dal testo che ci avete mandato di questo purtroppo io ho riscontrato molto poco, troppo poco rispetto alle aspettative che avevo. Mezza paginetta in cui si citano gli obiettivi europei al 2030, declinati al 2050. Siamo nel 2020, con alcuni atti di pianificazione che non sono nemmeno del tutto applicati, penso al PAIR (Piano Aria Integrato Regionale). Mentre, la rivoluzione verde la affronteremo poi, come si suol dire, o la affronteremo per titoli, perché ci avete fatto aspettare fino alle dieci di sera per avere sei capoversi in croce su un tema che è di primaria importanza, soprattutto dopo quello che abbiamo vissuto.

Fortunatamente, però, sull’elettrificazione, per esempio, dei treni regionali, grazie al lavoro fatto a fine mandato dal Movimento 5 Stelle anche con la collaborazione evidentemente dell’assessore Donini in un momento favorevole, non ce lo nascondiamo, le imminenti elezioni regionali, sono state buttate le basi per investire finalmente in questa struttura, e adesso si può in qualche modo vivere di rendita, anche se non basta. Non basta perché bisogna fare i conti con il Covid, che ha causato una mancanza di entrate per 700.000 e 800.000 euro di cui io chiedo che l’assessore Corsini si preoccupi e si faccia carico.

È un tema che avevo già sollevato anche nella scorsa seduta, però mi pare che non sia stato proprio colto in pieno. Se dite di tenere alla mobilità green, bisogna che queste risorse si trovino. Purtroppo, però, ancora non si sente e non si legge nulla da questo punto di vista, così come l’incentivazione della mobilità elettrica, che non significa solo più colonnine, ma significa rendere accessibile a più persone l’acquisto di questi mezzi ecocompatibili. Anche qui non si legge e non si sente nulla, ma addirittura tocca leggere di un parlamentare del Partito Democratico, che proviene tra l’altro da uno dei territori più inquinati d’Europa che insieme a LeU in Parlamento ha avanzato la proposta di incentivare ancora una volta i veicoli a motore endotermico, senza limiti di reddito. Anzi, l’unico criterio discriminante, sembra assurdo dirlo, ma è così, è che questi veicoli inquinino.

Forse è il caso che da qui, da questa Regione si alzi una voce che vada in senso contrario e forse è il caso di avere una visione che sia contraria a quanto proposto in Parlamento, che non può essere solamente la piantumazione di alberi, proposta che peraltro anche noi come Movimento 5 Stelle avevamo nel nostro programma, magari mentre date l’okay alla costruzione dell’autostrada Cispadana.

La scienza ha dimostrato in tutti i modi che l’inquinamento ci sta portando sull’orlo di un burrone e ora sarebbe il caso di fare un passo indietro e cambiare strada.

In tutto questo, però, apprezzo la volontà di inserire l’obbligo di monitoraggio degli effetti delle politiche regionali. Anzi, aggiungo che la funzione di controllo sull’attuazione delle leggi e valutazione degli effetti delle politiche regionali esiste all’articolo 28 del nostro Statuto ed è anche di competenza dell’Assemblea.

Spero a questo punto che proprio l’Assemblea stessa voglia esercitare questa funzione in maniera compiuta nell’autonomia che dovrebbe esserle propria. Ci sono, tra l’altro, persone molto valide all’interno dell’Assemblea legislativa che da anni lavorano su questo. Sarebbe utile sentirle per fornire strumenti ai consiglieri e anche ai presidenti di Commissione per lo svolgimento del proprio mandato.

Sulla sanità devo dire che la gestione disastrosa della Lombardia ci ha fatto apparire, evidentemente, come dei giganti, ma le criticità non sono mancate nemmeno qui. A partire, per esempio, dalla lentezza con cui siamo intervenuti con le USCA (le Unità speciali di continuità assistenziale) nelle abitazioni private ai 10.000 tamponi annunciati, che ancora non si vedono, ai decessi nelle RSA. Su quanto successo nelle residenze per anziani vorrei sollecitare, ne approfitto per farlo oggi, la presidente della Commissione salute per dare seguito a quell’ordine del giorno che è stato approvato in questa Assemblea sull’approfondimento, sul fare il punto della situazione in Commissione su quanto accaduto. Credo che una riflessione su questo sia necessaria. Ce lo siamo detti. Era una riflessione iniziata anche nello scorso mandato, quando capitarono quei casi di maltrattamenti sul nostro Appennino. Da lì dobbiamo ricucire, riprendere i fili del discorso, rivedendo, per esempio, i parametri dell’accreditamento o i controlli che la Regione stessa fa su queste strutture e la facilità con cui queste strutture possono aprire. Un’altra richiesta che faccio all’assessora Schlein è di trovare il modo per riaprire in sicurezza le visite ai parenti nella RSA. È di ieri, mi sembra, la notizia del Comune di Novellara, dove nelle RSA si è trovato il modo, utilizzando il cortile esterno e mediando questo incontro tramite una rete, per fare incontrare le famiglie con i propri parenti. Chiedo uno sforzo su questo, di immaginare le modalità per far incontrare i parenti. Credo ce ne sia davvero bisogno. È un’esigenza sentita da più parti.

Ripensare la nostra sanità pubblica, evitare l’avanzata dei privati, che hanno, sì, aiutato, ma anche beneficiato di questa situazione. Evitiamo, per favore, che questi benefici diventino strutturali. Il commissario ad acta per l’emergenza, Venturi, richiamava l’attenzione sul fatto che non di rado le decisioni sono state assunte senza avere elementi certi o pienamente affidabili per la loro adozione e concludeva dicendo che forse nessuna decisione è davvero ascrivibile alla categoria degli errori, ma che sarebbe, invece, un errore grave e imperdonabile non tenere conto dell’esperienza vissuta. Tenere conto dell’esperienza vissuta: è questo che mi aspetto da questo mandato e su questo vigileremo, in particolar modo su un tema a noi caro, quello della sostenibilità ambientale. Su questo voglio insistere, semplicemente perché l’ambiente è la nostra casa. Non ne abbiamo un’altra ed è quella in cui dobbiamo vivere. Parlare di svolta green e di scelta chiara per l’ambiente significa compiere subito scelte radicali. Ogni anno ci confrontiamo con una crescente fragilità ambientale, con evidenti mutamenti climatici e addirittura con pandemie che hanno trovato un elevatissimo tasso di diffusione o una maggiore gravità delle patologie proprio in ambienti connotati da alti tassi di inquinamento dell’aria, da elevate concentrazioni di PM10 o PM 2.5, come la Pianura Padana.

Sappiamo bene tutti – spero – di vivere purtroppo in una sorta di camera a gas, tale senza dubbio anche per condizioni orografiche, non ce lo nascondiamo, però non si tratta né di enfatizzare né di negare la modesta ventilazione, ovviamente, della Val Padana e la configurazione del bacino posto fra le catene montuose. Ma sono proprio questi i dati su cui noi dobbiamo adottare strategie di sviluppo e di mobilità tali da abbattere il più possibile, per intensità e velocità di riduzione, la presenza di particolato nell’area della nostra regione.

Dobbiamo anche abbandonare ogni forma di consumo di suolo e invertire la rotta che ha portato finora, ogni anno, a occupare aree con cemento e asfalto. Dobbiamo trasformare la nostra regione, connotata da un altissimo livello di parcellizzazione degli insediamenti e, contestualmente, da imponenti volumi di traffico e da attraversamento, in un’area in cui gli spostamenti delle persone e delle merci siano sostenibili sul piano ambientale. Questo significa rendere ordinario il ricorso al TPL, ma anche scegliere con chiarezza i conseguenti investimenti sul trasporto su ferro per le merci e per gli spostamenti di media percorrenza delle persone. Significa anche rendere sicuri gli spostamenti pedonali, ciclabili o la micromobilità nelle nostre città. Significa anche sicurezza sulle strade. Lo diciamo oggi dopo una tragedia, l’ennesima, che ha insanguinato le nostre strade, nella zona di San Giovanni in Persiceto, e che ripresenta, ancora una volta, l’urgenza di un piano diffuso e capillare diretto alla messa in sicurezza del nostro patrimonio.

Insomma, questa legislatura dovrà essere inevitabilmente quella del dopo Covid, cioè una legislatura durante la quale la nostra Regione, l’Assemblea in primo luogo, la Giunta e tutta la nostra comunità devono ragionare con serenità, franchezza e soprattutto disponibilità a ripensare le proprie posizioni rispetto alle condizioni da assicurare per evitare che si ripresentino emergenze analoghe a quella attuale e che ci diano una visione di società in grado di ripensare le proprie relazioni, i propri limiti e le proprie opportunità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

La parola al consigliere Tagliaferri.

Si prepari la consigliera Zappaterra.

Prego, consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Caro presidente Bonaccini, oggi viene restituita a quest’aula la corretta considerazione istituzionale dovuta all’Assemblea legislativa. Abbiamo invero atteso direi un po’ troppo tempo che lei fosse disponibile. La scusa dell’emergenza Covid, comprensibile, ha retto per un po’ di tempo, ma non a lungo.

Mi lasci dire che proprio l’emergenza Covid-19 e le sue devastanti conseguenze sulla vita e sull’economia degli emiliano-romagnoli avrebbero dovuto costituire un valido e ulteriore motivo perché lei venisse in aula a riferire il suo programma di mandato. Al contrario, questo esame è stato rimandato tanto che abbiamo dovuto pretendere che lei si degnasse di riferire all’aula le linee guida del suo programma, che certamente dovrà subire non pochi aggiustamenti, almeno è quello che crediamo, è quello che penso, rispetto sia alle conseguenze del troppo lungo lockdown su tanti aspetti della nostra vita, sia rispetto agli errori del Governo nazionale che ricadranno e sono caduti già in passato, ma sicuramente ricadranno inevitabilmente sulle Regioni.

Il fatto che queste conseguenze del lockdown troppo lungo e severo siano e saranno devastanti per il Paese e per la nostra Regione lo ha dichiarato persino uno dei protagonisti dell’emergenza Covid.

Pochi giorni fa, come un fulmine a ciel sereno, Sergio Venturi, l’ex assessore, padre padrone della sanità regionale, e nientepopodimeno che ex commissario ad acta per l’emergenza Covid ha dichiarato che il lockdown, così come imposto all’Italia, è stato un errore e che non si può chiudere un intero Paese se non se ne ravvede il bisogno incalzante. Meglio è intervenire in piccole zone colpite da focolai più virulenti. Non posso che concordare, ma proprio da Venturi non ce lo saremmo aspettati dopo le strigliate quotidiane durante il lockdown, dopo le sanzioni, dopo i diktat calati dall’alto. Cosa può essere successo a Venturi, che per almeno due mesi aveva agito e si era espresso in modo difforme? Neppure l’addio anticipato all’incarico di commissario ad acta per l’emergenza Covid conferitogli il 5 marzo scorso dal presidente Bonaccini è stato chiarito. Ma ci saranno modi per capire perché Venturi, che è stato il numero uno per anni della sanità regionale, abbia detto di ritenere necessario ripensare all’assistenza agli anziani, evidenziando che è nelle case protette che il virus ha colpito di più, come sappiamo purtroppo molto bene, ovunque in regione, e a tutte le politiche che sono dentro la sanità. Incredibile, ma vero.

Dunque, presidente, dopo queste dichiarazioni come potrà glissare sui deficit del sistema sanitario emiliano-romagnolo? È ora di una profonda rivisitazione del sistema, anche se certamente concordiamo con lei quando, non più tardi di una ventina di giorni fa, ha dichiarato di opporsi in modo assoluto al ritorno di una sanità centralista guidata da Roma. In questa battaglia, presidente, semmai si presentasse, la sosterremo. Il solo pensiero di vedere una sanità gestita dai ministri del Governo che lei stesso sostiene, sinceramente, mi fa rabbrividire. Di sicuro, comunque, questa emergenza ha fornito la prova provata che il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna va rivisto.

Passando ai contenuti del suo programma, crediamo che sulla voce “sanità” ci sia molto da dire e che lei debba, anzi sia obbligato ad ascoltare le nostre proposte. Se le avesse ascoltate in passato, forse molte criticità emerse in questo periodo di emergenza sarebbero potute risultare di minor impatto. Ma torneremo sul tema.

Per i restanti argomenti (imprese e lavoro, ricerca e formazione, ambiente e dissesto idrogeologico) avremo tempo nei prossimi mesi di valutare le sue scelte e quelle dell’Esecutivo. Per quanto ci riguarda, saremo attenti osservatori, offrendo il nostro contributo convinti che i provvedimenti che saranno licenziati dall’aula debbano rispondere effettivamente al tessuto economico e sociale della nostra regione. Purtroppo l’esperienza del quinquennio precedente, sinceramente, non ci fa ben sperare. Eppure, egregio presidente, questa Regione è anche nostra, è anche delle minoranze, è anche di chi non sa nulla della Regione e di questa assise e non se ne interessa. Sono tutte queste realtà, e non certo solo la maggioranza che lei rappresenta, sempre più risicata, che hanno fatto grande l’Emilia-Romagna, che hanno creato una società avanzata, in grado di competere con le più sviluppate Regioni europee. Me lo lasci dire da esponente di un territorio sempre considerato marginale e periferico, come Piacenza, dove spesso si è fatta attendere la risposta dell’ente Regione e dove, purtroppo, è stato il Covid ad accendere i riflettori, portando attenzione là dove da tempo i cittadini piacentini la reclamavano.

Abbiamo letto con attenzione il suo libro. Forse tra i pochi che l’hanno effettivamente letto. L’abbiamo ‒ come vede ‒ anche sottolineato e guardato a dovere. Contiene alcuni interessanti spunti per noi che, come lei afferma, siamo gli sconfitti di quest’ultima tornata elettorale. Penso che mediteremo sulla sua analisi della sconfitta, nel bene e nel male. Lei ammette anche che la nostra regione sentiva un forte desiderio di cambiamento. Strana contraddizione. Nonostante la sua squadra abbia lavorato benissimo nel quinquennio passato – la prova potrebbe essere l’aver chiamato l’ex assessore alla sanità quale commissario ad acta – lei ha preso la decisione di rinnovarla per buona parte, cercando, tra l’altro, di accantonare, come titolava un quotidiano nazionale pochi giorni fa – cito Libero del 22 maggio –, il simbolo ingombrante e poco efficiente del PD, soprattutto in questa emergenza sanitaria dove davvero il PD di Governo ha avallato scelte forse poco condivise anche da lei, presidente.

Giustamente lei ha detto in Tv, pochi giorni fa, che servono risposte veloci e un piano gigantesco di investimenti. Ma è proprio sicuro che il Governo lo farà? E lei che cosa metterà in campo per la nostra regione? Ora siamo noi a chiederle un ulteriore passo avanti, proprio come lei ha promesso in campagna elettorale. Oggi più che mai la nostra Regione ha bisogno di fiducia, risorse, progetti concreti e di procedere nella giusta direzione, con una Pubblica Amministrazione all’altezza della sfida che abbiamo davanti.

Lei ha detto che serve un Piano Marshall per l’Emilia-Romagna. Questa dichiarazione ha un significato ben preciso. Rispetto alla scorsa legislatura lei, presidente, ha cambiato il look per la recente campagna elettorale. Il nuovo Bonaccini, soprattutto durante questa emergenza, ha usato un approccio più moderato, meno ideologico, leggermente meno arrogante, un atteggiamento più apartitico, puntando a ottenere risultati […] l’apparenza, tramite il dialogo e le mediazioni. È ben diverso il Bonaccini della scorsa legislatura che, con toni minacciosi anche nei confronti dei dipendenti regionali, prometteva una svolta e una riorganizzazione, poi naufragate miseramente. Di quel Bonaccini sono rimasti i provvedimenti populisti in campagna elettorale, e ricordo l’abbonamento ferroviario gratuito agli studenti, come i famosi 500 euro regalati dal suo sodale Matteo Renzi a tutti i diciottenni, risorse che alla luce degli eventi si sarebbero potute destinare a ben altri obiettivi.

A questo proposito, mi piace riconoscere il suo parere negativo, presidente Bonaccini, sul decreto scuola. Non possiamo che concordare. Com’è altrettanto evidente che le lezioni a distanza non possono sostituire, se non emergenzialmente e per poco tempo, le lezioni in aula, con il contatto con gli insegnanti e i compagni di scuola.

In questo scenario non credo che le sia sfuggito come anche nella nostra regione il lockdown e la scuola a distanza abbiano messo in evidenza l’esistenza di un drammatico digital divide, che io tradurrei in diseguaglianza sociale. Ci sono bambini e ragazzi che la “scuola smart” (come è stata definita) non l’hanno proprio vista. Se questa comunità, come lei dice di voler costruire, si deve fondare sull’uguaglianza di opportunità bisogna fare in modo che questo principio diventi realtà. E non mi riferisco solo alla mancanza di computer e tablet, che molte famiglie non sono in grado di procurare ai propri figli, ma soprattutto alla semplice disponibilità della connessione che, per esempio, a Piacenza non arriva.

Ci chiediamo, presidente Bonaccini, a che punto sia il Piano banda larga, banda ultra larga dell’Emilia-Romagna, che avrebbe dovuto portare internet ultraveloce in tutte le case, imprese, scuole e nell’intera pubblica amministrazione dell’Emilia-Romagna.

Ci chiediamo quanto veritiera si sia dimostrata la dichiarazione dell’allora assessore alle infrastrutture, Raffaele Donini, nel luglio 2017 quando presentò insieme a lei, presidente Bonaccini, il Piano triennale per connettere anche le aree bianche.

Eliminare per sempre il digital divide impedisce alle realtà più periferiche di competere. Questo avete promesso. Alla scadenza del 2020 i risultati quali sono? Mi sembra che siano davvero pochi. Tra parentesi faccio presente che proprio Lepida, la quale porta la banda ultra larga per la regione, ha una tv che da noi, nel piacentino, non si vede.

Di sanità ho già parlato, ho fatto innumerevoli atti ispettivi, come lei sa.

Lei conosce bene le esigenze delle comunità, avendo girato quasi tutti i comuni della regione. Ha ascoltato quei bisogni per i quali in passato, caro presidente, ha fatto orecchie da mercante. Non voglio dilungarmi qui a parlare del noto capitolo dei centri nascita, della trasformazione degli ospedali di montagna in strutture poliambulatori…

 

PRESIDENTE (Petitti): Scusi se la interrompo, ma le voglio solo ricordare che il suo tempo a disposizione è finito. Se si può gentilmente avviare alle conclusioni. Grazie.

 

TAGLIAFERRI: Mi avvio alla conclusione.

A me preme sottolineare un ragionamento di sistema per potenziare e migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione al servizio dei cittadini. Crediamo che ormai sia giunto il momento di valutare con serietà il merito e la capacità.

Nella selezione della classe dirigente conta la conoscenza più che le conoscenze, ovvero le relazioni personali intrecciate nelle sedi di partito. Lo deve ai dipendenti di questa Regione, su cui regge il peso delle azioni che vorrà mettere in campo, ma soprattutto lo deve alla nostra comunità regionale, oppressa da ritardi e lentezze burocratiche spesso determinate da una cattiva gestione delle procedure.

Come rappresentante dell’Ufficio di Presidenza, oltre che come consigliere d’opposizione, le devo dire che così non si va avanti. La Giunta deve valutare altre modalità di risposta. Non stiamo giocando, né ci stiamo divertendo, e concludo, a presentare interrogazioni e interpellanze che segnalano disfunzioni, problemi e richieste impellenti di cittadini emiliano-romagnoli. Si tratta di questioni serie che meritano risposte serie ed esaustive. Il lavoro di valutazione ‒ e ho concluso davvero ‒ delle politiche è pressoché impossibile. Anche le clausole di valutazione delle leggi approvate in quest’Assemblea sono misure che possono essere applicate in modo approssimativo. Spesso i consiglieri ricevono informazioni solo dopo il termine delle Commissioni, dove i dati vengono troppe volte forniti in modo orale. Le proteste e le richieste cadono spesso nel vuoto. È questo il rapporto reale che vuole con le opposizioni? Sono questi i presupposti di una buona amministrazione, quando si censurano le basilari prerogative di controllo che hanno i consiglieri?

A questo punto, abbiamo presentato una risoluzione. La legga con attenzione e rifletta su questo, presidente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Consigliera Zappaterra, prego.

A seguire, la consigliera Zamboni.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Di fatto, oggi possiamo dire che inizia veramente l’XI Legislatura, che ci ha visto lavorare in condizioni di emergenza mai viste prima, per quanto questa Regione sia stata segnata anche negli anni passati da drammi, come il terremoto.

Non voglio entrare in polemica con i colleghi sui cinque anni passati e le promesse non mantenute, a detta di qualche collega di minoranza. Non perderei troppo tempo a dire che è un’informazione infondata, semplicemente perché ‒ come è già stato detto dal presidente, ma anche da chi mi ha preceduto ‒ i cittadini hanno già giudicato tutti sui cinque anni passati. La vittoria è stata schiacciante, evidentemente anche perché siamo stati ritenuti i più credibili per introdurre i cambiamenti e le innovazioni che servono. Saper governare non vuol dire essere sempre uguali a se stessi, ma vuol dire saper interpretare le richieste e saper produrre soluzioni. Credo che questo sia uno dei motivi per cui il presidente Bonaccini ha vinto le elezioni insieme all’impegno di tutti noi. Credo che questo sia il motivo vero. Non credo sia stata la barba. Magari mi sbaglio, la barba è stata una componente fondamentale. A quel punto dovremmo fare una riflessione vera sul contributo che hanno dato le donne alla campagna elettorale. Gli emiliano-romagnoli si sono espressi con il voto. Se dovessimo chiedere di nuovo cosa pensano oggi, alla luce di come è stata affrontata l’emergenza, non credo il giudizio sarebbe diverso. Anzi, probabilmente sarebbe ancora più positivo.

Poi, colleghi, suggerisco di lasciar perdere le polemiche sulla sanità. Ne abbiamo parlato anche nelle precedenti sedute sull’emergenza Covid e ogni volta mi tocca ricordare quanto il Governo giallo-verde abbia tagliato sulla sanità e anche quanto sia stato immobile sul tema dell’autonomia, tanto cara alla Lega quanto a noi, peccato che loro si siano giocati molto male la loro occasione di attuarla, e adesso ci stiamo provando noi, insieme al Governo.

Non abbiamo mai cambiato idea sulla sanità. Abbiamo potuto affrontare l’emergenza grazie alla tenuta di un sistema, un sistema pubblico adeguato, efficiente e solidale, perché l’impegno degli operatori è stato straordinario e molto oltre il senso del dovere. Ma non è stato un caso. È stato il frutto di scelte politiche e di investimenti fatti negli ultimi decenni, nella piena consapevolezza che gli ospedali sono fondamentali e devono essere di eccellenza, ma che senza un investimento importante sulla sanità territoriale non saremmo stati in grado di affrontare l’emergenza come l’abbiamo affrontata.

Certamente nessuno dice che dobbiamo fermarci. Il programma di mandato su questo è molto chiaro. Il Covid ci ha insegnato che sulla sanità territoriale bisogna ulteriormente investire. Ma non diciamo che abbiamo lavorato solo sugli ospedali, perché ci sono sempre stati percorsi di straordinaria interazione e – direi proprio – di integrazione tra i medici di medicina generale, le guardie mediche, i medici ospedalieri, e non la faccio lunga perché, altrimenti, perderei troppo tempo. Però, non nascondiamoci dietro un dito: nessuno ha cambiato idea sulla sanità. Però, capiamo e prendiamo l’insegnamento che il Covid ci ha dato rispetto all’innovazione che va portata avanti.

Anche il riferimento ai 14 miliardi e al piano di investimenti mi fa un po’ sorridere. Forse non è stato compreso o forse in quest’aula ognuno fa il suo mestiere e si tenta di minimizzare, ma io credo di doverlo dire che i 14 miliardi si sommano alle risorse messe a disposizione dal Governo, a quelle della nuova programmazione dei fondi europei e a fondi straordinari, mai visti e non scontati, che l’Europa ha messo a disposizione – fatemelo dire – grazie al lavoro di chi nell’Europa ha sempre creduto e non certo al lavoro di chi dall’Europa voleva uscire. Queste sono le opportunità che, purtroppo nel dramma del Covid, possiamo sfruttare.

Io penso che questa Regione sia stata all’altezza nell’affrontare l’emergenza sanitaria e lo sarà ancor di più con il programma di mandato del presidente per affrontare la ripresa e il rilancio economico di questa regione, che certamente adesso sta soffrendo perché il Covid, oltre al problema sanitario, ha prodotto una sofferenza vicina al dramma economico per il mondo del lavoro.

È un programma di mandato con una visione di prospettiva, che tiene conto della consapevolezza piena che il modo in cui spenderemo le risorse disponibili farà assolutamente la differenza nella qualità dello sviluppo futuro di questa Regione e dell’intero Paese.

Non potremo, non dovremo, non abbiamo intenzione di utilizzare risorse per interventi ordinari, ma dovremo farlo per l’infrastrutturazione a tutti i livelli che ci serve per tornare ad essere competitivi.

Le linee di sviluppo sono tracciate in questo programma, ma, come sempre, le condivideremo e le costruiremo come abbiamo sempre fatto con il mondo che c’è là fuori. L’ho detto l’altra volta e continuo a dirlo: questa idea che noi siamo chiusi dentro l’aula e che solo qualcuno vada a prendere il caffè al bar o parli con le associazioni o parli con le imprese economiche è un’idea fuorviante, che mi sento di stigmatizzare.

Il programma elettorale ha dovuto confrontarsi con quanto è accaduto e quanto sta accadendo, confermando obiettivi e metodi, ma accelerando certamente sullo sviluppo sostenibile.

Questo è il significato dei 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030, assunti giustamente in toto da questo programma per il nuovo Patto per il lavoro e per il clima, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile nella sua accezione più completa, fatemelo dire, anche di patto intergenerazionale. Non ne ho sentito parlare molto nel dibattito fino a questo momento. È un programma che rimette al centro il welfare come fondamentale settore economico, che crea lavoro, professioni, che paga le tasse, che investe sulle persone e sulle comunità locali, che concorre alla produzione del PIL, ma soprattutto che produce benessere.

Salute, istruzione, formazione continua, inclusione delle persone fragili, superamento delle povertà, delle diseguaglianze, partendo dai giovani e dalle donne, lo diceva prima nel suo intervento la collega Mori, perché un sistema senza giovani, senza la valorizzazione delle donne non produce benessere. Questa Regione ne è sempre stata consapevole, questo programma del presidente su questi punti è molto chiaro.

Da un lato pensare a come consentire una vita dignitosa il più possibile autonoma ad una popolazione sempre più anziana, con servizi anche ripensati, ma nello stesso tempo sostenere convintamente la natalità per la sua stessa sopravvivenza è uno degli aspetti che in questo programma sono stati affrontati per il futuro, come sono stati affrontati negli altri cinque anni per gestire il problema soprattutto nelle aree, che venivano citate, più svantaggiate (aree montane e aree interne).

L’innovazione sociale deve essere l’approdo non solo per ripensare i servizi, ma soprattutto un modello di organizzazione della società, che adesso rischia di essere difficilmente sostenibile, che sia in grado di rispettare e ampliare i diritti delle persone, ad iniziare dalle donne, alle quali il tempo ormai non basta più. Ha ragione il presidente a porre la sfida a questo livello, una sfida che ‒ dobbiamo esserne consapevoli ‒ riguarda tutti: imprese, sindacati, enti locali, pubblico e privato. Cambiare e armonizzare gli orari di lavoro, dei servizi, dei trasporti, forti dell’esperienza dell’emergenza che è esplosa, la potenza del digitale, che ha messo in evidenza soluzioni innovative che liberano tempo per le persone è un imperativo, e questa Regione ha sempre avuto importanti risultati grazie al fatto di tenere insieme economia e welfare, due pilastri sui quali ci siamo attestati, credo, non solo tra le migliori Regioni di questo Paese, ma anche a livello europeo.

Seconda sfida: sviluppo sostenibile, lavoro e imprese green. Qui c’è una grande sfida che la Regione Emilia-Romagna può lanciare, forte di un programma condiviso con le altre Regioni del bacino padano. Le accennava anche prima la collega, anche se con una accezione che non condividiamo pienamente. Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna sono le quattro Regioni tra le aree più inquinate d’Europa che rappresentano, però, più del 60 per cento del prodotto interno italiano per costruire un grande programma di trasformazione green con un piano di investimenti straordinario, condiviso con il Governo, in grado di accedere alle risorse aggiuntive che l’Europa ha messo a disposizione, oltre alle risorse previste dal Green New Deal, al fine di superare in modo strutturale e definitivo tutte le fonti inquinanti. Insomma, un grande piano di riqualificazione e rigenerazione urbana e territoriale nell’ottica della sostenibilità a trecentosessanta gradi. Così come un grande piano sui trasporti pubblici in grado di risolvere i problemi di congestionamento dell’area più industriale d’Italia e di acquisire soluzioni logistiche più avanzate, con flotte su gomma e ferro alimentate ad energie rinnovabili.

In questo c’è anche un grande piano di tutela e valorizzazione del Po, rispetto al quale nel passato mandato, per chi era presente, credo si possa convenire che un grande lavoro è stato fatto sia nei protocolli per la navigazione sia nei protocolli per la gestione della pesca. Ecco, io penso che questo possa essere il mandato per rilanciare davvero attorno alle quattro regioni e al bacino del fiume Po, che possono davvero trainare il Paese intero. Ma ancor più che le risorse di bilancio credo sia fondamentale un processo di innovazione organizzativa, che si è costruito sulla partecipazione e la condivisione dei lavoratori e delle lavoratrici, perché siamo tutti consapevoli che la prima ricchezza di questa regione sta nelle persone che vi lavorano, che devono essere tutte promotrici di una cultura di servizio non burocratica e di affiancamento ai nostri interlocutori, un processo riorganizzativo che abbia nelle nuove tecnologie elemento fondante e un nuovo modo di lavorare, e non di semplice sommatoria. Credo vada dato merito alla Giunta e al presidente di aver avviato, a causa dell’emergenza Coronavirus, anche qui, una grande opportunità legata allo smart working, che può essere davvero il miglior biglietto da visita di una regione amica anche di chi ci lavora.

Finisco – non so quanto tempo mi rimane, presidente – con un accenno al tema dei temi (ognuno ha la propria sensibilità): sburocratizzazione e snellimento. Si tratta di un concetto rispetto al quale siamo certamente tutti d’accordo. L’altra grande innovazione dovrà riguardare la cultura giuridica, quindi l’essenza stessa del nostro lavoro. Tutti noi stiamo raccogliendo, contrariamente a quello che dice qualcuno, il grido di dolore e di sofferenza di cittadini, liberi professionisti e imprenditori in materia di burocrazia, e tutti abbiamo promesso e preso l’impegno che la semplificazione e la lotta alla burocrazia saranno in questo mandato una priorità. Perché lo sia realmente occorrono due condizioni. Innanzitutto la ridefinizione delle funzioni, delle possibilità decisionali e delle responsabilità. Quindi, occorre rivedere anche da noi, come il programma di mandato prevede bene, l’architettura istituzionale che definisca chi fa cosa, in quali tempi e con quali strumenti. Lo sappiamo tutti perfettamente, almeno chi ha fatto un po’ di esperienza, che oggi per portare avanti una pratica concorre il parere di almeno dieci Enti e ogni Ente ha le sue modalità di operare. Bisogna arrivare al punto di caduta in cui sia un Ente solo che definisce dieci pratiche (se la vogliamo sintetizzare). In tutto questo sarebbe davvero necessaria anche una riforma organica dello Stato. Auspico che il confronto sull’autonomia possa portare a una semplificazione del quadro istituzionale su questo. Quando i colleghi, come noi, lamentano la burocrazia della Regione dimenticano di dire che, purtroppo, la stratificazione normativa è responsabilità di tutti coloro che sono stati al Governo dal dopoguerra. Non è solo un problema della Regione.

Certo, noi adesso faremo di tutto per affrontarlo al meglio. Lo faremo e solleciteremo il Governo, ma che sia chiaro, diciamocelo, non è colpa di questa Amministrazione o della precedente o di chi governa la Regione se anche la Regione fatica a dare risposte nei tempi in cui corre il mondo ad oggi.

Finisco, presidente, poi al limite mi terrò qualche minuto da recuperare più tardi, ma so che i colleghi certamente integreranno per dire che intanto ringrazio il presidente per averci mandato la bozza delle linee programmatiche ieri sera e quelle ufficiali stamattina.

Ho fatto il vicesindaco, ho fatto il presidente di provincia, niente di che, come esperienze, per carità, però il programma di mandato è sempre stato illustrato direttamente in seduta e mai anticipato. Oggi sento che la polemica è che il programma è arrivato tardi, ma probabilmente io ho avuto esperienze diverse. Credo che la consuetudine sia che l’illustrazione dell’informativa viene fatta direttamente in seduta. Credo, invece, che sia stata data la possibilità di esaminarla per tempo e che su questo non vada fatta polemica.

Finisco con il dire, presidente, che questo è un programma di mandato che ci consentirà davvero di imparare dai problemi creati dal Covid, di migliorare ulteriormente il nostro sistema sanitario che ha bisogno di innovazione, così come quello del welfare, e l’ho detto prima.

Chiudo, presidente, davvero convinta che con questo programma di mandato noi saremo in grado di affrontare le difficoltà che l’autunno ci metterà davanti, che saranno le difficoltà delle imprese, del mondo del lavoro, del rischio di perdita di occupazione.

Penso che in questo programma di mandato ci sia tutta la cassetta degli attrezzi per affrontare al meglio quei passaggi, sapendo che il rinnovato impegno per il Patto per il lavoro ci consentirà di gestire la ripresa di questa Regione insieme a tutti i soggetti che finora, insieme a noi, l’hanno fatto anche in questi anni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Prima di chiudere i lavori, ricordo che riprenderemo alle 14. Abbiamo una serie di interventi. Voglio ricordare rapidamente coloro che si sono prenotati a intervenire dalle 14: consiglieri Zamboni, Taruffi, Montalti, Bessi, Iotti, Occhi, Costi, Mastacchi, Tarasconi, Pompignoli, Montevecchi, Bondavalli, Marchetti Daniele, Stragliati, Rossi, Pigoni.

Riprendiamo con gli interventi in merito al programma di mandato dalle ore 14.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 13,04

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI,  Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADA’, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Elena Ethel SCHLEIN.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

738 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: “Modifiche alla legge regionale del 26 luglio 2013, n. 14 (Rete escursionistica dell'Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche)”. (28 05 20) A firma della Consigliera: Gibertoni

790 - Progetto di Legge d'iniziativa Consiglieri, recante: "Modifica della legge regionale 27 maggio 1994, n. 24 'Disciplina delle nomine di competenza regionale e della proroga degli organi amministrativi. Disposizioni sull’organizzazione regionale'". (05 06 20) A firma dei Consiglieri: Pelloni, Bargi, Liverani, Pompignoli, Facci, Montevecchi, Occhi, Rancan, Marchetti Daniele, Stragliati, Catellani, Delmonte, Bergamini, Rainieri

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

728 - Interrogazione a risposta scritta circa gli strumenti di controllo da mettere in campo per far fronte in modo globale a tutti i passaggi del ciclo di gestione dei rifiuti. A firma del Consigliere: Tagliaferri

729 - Interrogazione a risposta orale in Commissione sull'uso dell'idrossiclorochina in Emilia-Romagna come terapia per i malati Covid-19. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Catellani, Bargi, Bergamini, Rancan, Liverani, Montevecchi, Rainieri, Delmonte, Pompignoli

730 - Interrogazione a risposta scritta circa le segnalazioni riguardanti la situazione di degrado e delinquenza e la condizione igienico-sanitaria del campo nomadi di Novi di Modena. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

731 - Interrogazione a risposta scritta circa la stabilizzazione dei lavoratori precari dei Comuni colpiti dal sisma. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pelloni, Bergamini

732 - Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di aprire un tavolo di confronto con le associazioni di categoria per valutare il sistema “esondazioni controllate” a Colorno (PR). A firma del Consigliere: Tagliaferri

733 - Interrogazione a risposta orale in Commissione per inserire i comuni della provincia di Parma nel fondo per i territori maggiormente interessati dall'epidemia da Covid-19. A firma dei Consiglieri: Occhi, Rainieri

734 - Interrogazione a risposta scritta circa la valutazione della legittimità e opportunità da parte dell’AOSP di Bologna di ricorrere ad affidamenti esterni, ex art. 15 Septies – comma 2 DLG n. 502/1992, per la copertura di incarichi dirigenziali. A firma del Consigliere: Lisei

735 - Interrogazione a risposta scritta sulla possibilità di commissionare una ricerca universitaria - simile a quella svolta dalla Columbia University - per valutare le conseguenze date dal ritardo nell'assumere i primi provvedimenti di distanziamento sociale e quindi del lockdown, da parte del Governo. A firma dei Consiglieri: Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo

736 - Interrogazione a risposta scritta su quanto recentemente accaduto ad una colonia felina, regolarmente censita, nel comune di Maranello. A firma della Consigliera: Gibertoni

739 - Interrogazione a risposta scritta su quali azioni intende intraprendere la Regione per tutelare i lavoratori e le lavoratrici della Fiac Compressor Spa e salvaguardare lo stabilimento di Pontecchio Marconi. A firma del Consigliere: Taruffi

740 - Interrogazione a risposta scritta sul “Bonus bici” e sull'introduzione di incentivi anche per tutti quei comuni che si sono impegnati ad adottare politiche e misure importanti dal punto di vista ambientale. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Pelloni, Catellani, Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Bargi, Bergamini, Rancan, Liverani, Delmonte, Pompignoli, Rainieri

741 - Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di richiamare il senso civico e la responsabilità dei cittadini tramite una campagna di informazione e sensibilizzazione su come smaltire mascherine e guanti monouso. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Liverani, Marchetti Daniele, Stragliati, Catellani, Occhi, Bargi, Rainieri, Montevecchi, Delmonte, Facci, Bergamini, Rancan, Pelloni

742 - Interrogazione a risposta orale in Commissione sul personale precario della scuola. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Rainieri, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Catellani, Montevecchi, Pompignoli, Delmonte, Facci, Bergamini, Rancan, Bargi, Liverani

743 - Interrogazione a risposta orale in Commissione sul trasferimento dello stabilimento della Fiac di Pontecchio Marconi. A firma del Consigliere: Mastacchi

744 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di una specifica modifica della modalità di calcolo della percentuale di ripartizione del territorio agro-silvo-pastorale che porti a rispettare le percentuali previste dalla Legge 11 febbraio 1992, n. 157 anche a livello di singolo ATC con particolare riferimento al territorio del Comune di Modigliana. A firma dei Consiglieri: Rontini, Bulbi

745 - Interrogazione a risposta scritta sull'individuazione di misure idonee alla riduzione dei costi di mantenimento degli animali domestici, con particolare riguardo alla riduzione dei costi dei medicinali. A firma della Consigliera: Gibertoni

746 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di riaprire un tavolo di confronto con i sindacati e con i comuni del territorio al fine di modificare il protocollo in materia di centri estivi. A firma dei Consiglieri: Barcaiuolo, Lisei, Tagliaferri

747 - Interrogazione a risposta scritta circa l'eventualità di un ritorno del virus Covid-19 in autunno. A firma del Consigliere: Tagliaferri

748 - Interrogazione a risposta scritta circa misure di tutela della fauna minore, costituita da animali di cui spesso non cogliamo la presenza, ma essenziali per il funzionamento degli ecosistemi. A firma della Consigliera: Gibertoni

749 - Interrogazione a risposta scritta circa la soppressione o la modifica di Unità Operative presso l'Azienda Ospedaliera del Policlinico S. Orsola-Malpighi. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

751 - Interrogazione a risposta scritta circa il trasferimento del reparto di Ortopedia dell'Ospedale Maggiore di Bologna, per la realizzazione del nuovo reparto hub Covid. A firma del Consigliere: Lisei

753 - Interrogazione a risposta scritta in merito ad un nuovo metodo di calcolo del Deflusso Minimo Vitale, che tenga conto della variabilità idrologica dei corsi d'acqua appenninici e che applichi la misurazione della portata mediana giornaliera nella sezione di riferimento, invece della misurazione della portata istantanea. A firma dei Consiglieri: Rancan, Pelloni, Montevecchi, Marchetti Daniele, Catellani, Stragliati, Occhi, Rainieri, Liverani, Pompignoli, Bargi, Bergamini, Facci, Delmonte

754 - Interrogazione a risposta scritta circa la progettazione, ai sensi del DM 175/2020, di interventi per nuove costruzioni e messa in sicurezza di edifici scolastici preesistenti. A firma del Consigliere: Tagliaferri

755 - Interrogazione a risposta scritta per sapere l'elenco e lo stato delle pratiche relative alle strutture sanitarie e ai medici che hanno richiesto di poter effettuare test sierologici, numero dei test sierologici somministrati e numero dei positivi. A firma della Consigliera: Castaldini

756 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle concessioni demaniali marittime per acquacoltura e pesca. A firma della Consigliera: Castaldini

757 - Interrogazione a risposta scritta circa le notizie relative al bando per sessantamila assistenti civici a sostegno dei Sindaci nella delicata Fase 2 dell'emergenza Covid-19. A firma del Consigliere: Tagliaferri

758 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di evitare la concessione delle agevolazioni di cui alla LR 1/2020 alle società cooperative spurie e ai titolari di attività che ospitano nei propri locali giochi d'azzardo leciti. A firma della Consigliera: Gibertoni

759 - Interrogazione a risposta scritta per sapere, in considerazione dell’inizio della Fase 2 e della ripresa di molteplici attività, quando si ritenga possa riprendere a pieno la propria funzionalità il sistema di prenotazioni Cup nelle farmacie, almeno per le visite urgenti. A firma dei Consiglieri: Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo

760 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità per il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Parma di recuperare i 14 posti letto OBI, convertiti alla terapia intensiva per il covid-19, affinché possa continuare ad essere accreditato tra le strutture di massimo livello nell’emergenza urgenza. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

762 - Interrogazione a risposta scritta circa il Bando per il finanziamento e il sostegno di progetti per l'inclusione sociale delle persone sorde, sordocieche e con disabilità uditiva in attuazione della L.R. n. 9/2019. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Pelloni, Bergamini

763 - Interrogazione a risposta scritta circa lo studio regionale sulla fattibilità della produzione di plasma da pazienti che hanno contratto il COVID-19. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Pelloni, Bergamini

764 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda perseverare con la chiusura dei Pronto Soccorso attivi pre - Covid, sostituendoli con Punti di Primo Intervento. A firma dei Consiglieri: Rancan, Catellani, Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Pelloni, Rainieri, Montevecchi, Liverani, Bargi, Bergamini, Delmonte, Pompignoli

765 - Interrogazione a risposta orale in Commissione, in merito all'imminente riapertura dei centri estivi. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Occhi, Rancan, Facci, Pelloni, Marchetti Daniele, Catellani, Rainieri, Montevecchi, Liverani, Bargi, Bergamini, Delmonte, Pompignoli

766 - Interrogazione a risposta scritta circa i risarcimenti dovuti alle aziende agricole per i danni da fauna selvatica nel periodo di blocco generalizzato dovuto al Covid-19. A firma del Consigliere: Tagliaferri

767 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di prendere in considerazione la riapertura di strutture sanitarie “minori” in modo da garantire adeguate protezioni anche alla popolazione dei piccoli Comuni, in considerazione dell'analisi della Corte dei conti sul sistema sanitario italiano. A firma del Consigliere: Tagliaferri

769 - Interrogazione a risposta scritta circa la mancata assunzione di più di 2.500 stagionali nel comparto agricolo romagnolo. A firma del Consigliere: Liverani

770 - Interrogazione a risposta scritta sulla necessità di indicare la provenienza della carne dei salumi in etichetta, per salvaguardare il made in Italy agroalimentare. A firma del Consigliere: Tagliaferri

771 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se è stato predisposto un piano di pulizia e sanificazione degli uffici regionali e se gli impianti di aerazione siano già stati verificati e certificati. A firma del Consigliere: Lisei

772 - Interrogazione a risposta scritta sulla decisione, assunta dalla multinazionale svedese Copco, di trasferire il ramo d’azienda costituito dalla FIAC di Pontecchio Marconi presso un altro stabilimento del gruppo nella Provincia di Torino. A firma della Consigliera: Piccinini

773 - Interrogazione a risposta scritta per sapere come si intenda ovviare all’evidente rischio di conflitto d’interesse determinato dalla coesistenza nella stessa persona delle responsabilità apicali dell’AOSP Sant’Orsola/Malpighi e dell’AUSL di Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

775 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se sul territorio di Imola risultino problematiche relative alla raccolta indifferenziata dei rifiuti, in considerazione anche dello smaltimento dei dispositivi di protezione individuale anti Covid-19. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

776 - Interrogazione a risposta scritta circa la pianificazione della somministrazione vaccinale prevista per il prossimo autunno, in considerazione della possibile e contemporanea circolazione del SARS CoV2 e dei consueti virus influenzali e parainfluenzali nel prossimo autunno. A firma del Consigliere: Tagliaferri

777 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di stanziare un bonus al fine di implementare gli incentivi nei confronti dei lavoratori autonomi, fortemente vessati dall’emergenza Covid-19. A firma dei Consiglieri: Barcaiuolo, Lisei

778 - Interrogazione a risposta scritta circa possibili misure straordinarie a sostegno delle strutture per l’infanzia 0-6, asili nido e scuole, autorizzate ma non accreditate, a seguito della grave emergenza sanitaria che ne ha imposto la chiusura. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

779 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla ripresa dell'attività ambulatoriale e chirurgica del Reparto di Oculistica del Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Lisei

780 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta, in analogia con quanto già disposto dal Mibact, ritenga di intervenire per prevedere sovvenzioni e contributi ai soggetti promotori di spettacolo che non hanno ancora percepito sovvenzioni regionali. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Facci, Bergamini, Marchetti Daniele, Rainieri, Occhi, Stragliati, Liverani, Rancan, Pelloni, Pompignoli, Catellani, Bargi, Delmonte

782 - Interrogazione a risposta scritta sulla mail inviata il 3 giugno 2020 a tutti i dipendenti e collaboratori dell’Ausl di Bologna da parte del Commissario Straordinario. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

783 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia il giudizio della Giunta sulle privazioni dei diritti fondamentali dei cittadini in atto ad Hong Kong, da parte del Governo cinese. A firma della Consigliera: Gibertoni

784 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere al fine di inserire nell'elenco nazionale dei tecnici acustici (previsto dal D.Lgs 42 del 2017) anche i professionisti rimasti esclusi a causa di un'inadeguata informazione. A firma del Consigliere: Delmonte

786 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se sia stata fatta una stima regionale del rischio decessi per i rinvii di interventi chirurgici, accertamenti e visite di controllo causa Covid-19. A firma dei Consiglieri: Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo

787 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano i dati numerici sulla nidificazione del Fratino, nella presente stagione, nelle aree costiere della nostra regione e se, laddove necessario, siano state adottate idonee misure di protezione per i nidi di Fratino come coperture metalliche e controlli sulle spiagge. A firma della Consigliera: Gibertoni

788 - Interrogazione a risposta scritta sul ripristino da parte dell'Azienda SETA delle misure specifiche che consentivano ai dipendenti un adeguato equilibrio tra vita lavorativa e privata. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

789 - Interrogazione a risposta scritta circa la ricostruzione post sisma 2012. A firma della Consigliera: Gibertoni

791 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione in essere per le visite di medicina dello sport per l’idoneità sportiva agonistica negli ambulatori pubblici. A firma della Consigliera: Gibertoni

792 - Interrogazione a risposta scritta sulla chiarezza interpretativa delle Linee guida per l'End of Waste, anche in relazione alle azioni per l’implementazione dell’economia circolare in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Rontini

793 - Interrogazione a risposta scritta sulla sospensione, per l'emergenza Coronavirus, del servizio di radiologia erogato dal Poliambulatorio Mengoli di Bologna. A firma del Consigliere: Lisei

794 - Interrogazione a risposta scritta circa le interruzioni e gli smottamenti verificatisi sulle strade provinciali dell’Appennino Bolognese. A firma del Consigliere: Taruffi

797 - Interrogazione a risposta scritta circa il piano di investimenti presentato in Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria (CTSS) della Provincia di Modena il 13 dicembre 2019 relativo all’Ospedale di Mirandola Santa Maria Bianca. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

798 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di rilascio ed i costi relativi ai certificati di idoneità per attività sportiva agonistica non professionistica. A firma della Consigliera: Gibertoni

799 - Interrogazione a risposta scritta circa il Polo tecnico-professionale “Pesca” collegato alle professionalità turistiche, marittime e della pesca, cd "mestieri del mare". A firma del Consigliere: Fabbri

801 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure che si stanno valutando per ripristinare la normale situazione del Punto di Primo Intervento a Farini (PC). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

Interpellanza

 

796 - Interpellanza circa i possibili interventi per promuovere, presso il Governo ed in tutte le sedi istituzionali opportune, un accordo che non penalizzi in nessun modo formatori, studenti e famiglie che gravitano nel sistema IeFP. A firma dei Consiglieri: Pigoni, Bondavalli

 

Risoluzioni

 

737 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare contributi regionali finalizzati ad incentivare la scelta, per gli esercizi pubblici, commerciali, circoli privati e altri luoghi deputati all'intrattenimento, di disinstallare gli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito. (28 05 20) A firma della Consigliera: Gibertoni

750 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere ogni iniziativa utile per sostenere la filiera delle agenzie di organizzazione di eventi, al fine di dare una risposta concreta a lavoratori e lavoratrici finora esclusi da misure di sostegno e garantire la sopravvivenza di un importante comparto economico. (29 05 20) A firma del Consigliere: Tagliaferri

752 - Risoluzione per impegnare la Giunta a dare corso, anche mediante il confronto con il sindacato, e in virtù della situazione emergenziale e ciò che essa comporta, alla modifica del Protocollo regionale per attività ludico-ricreative-centri estivi per i bambini e gli adolescenti dai 3 ai 17 anni. (29 05 20) A firma della Consigliera: Piccinini

768 - Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere in campo tutte le iniziative utili, ad ogni livello istituzionale, per stanziare opportune risorse ai fini dell’incentivazione a svolgere i matrimoni nel corso del 2020, sostenendo così anche l'indotto del settore wedding. (03 06 20) A firma dei Consiglieri: Bergamini, Catellani, Facci, Marchetti Daniele, Occhi, Stragliati, Pelloni, Montevecchi, Bargi, Delmonte, Liverani, Rainieri, Rancan, Pompignoli

774 - Risoluzione per impegnare la Giunta a prendere in esame al più presto un piano di agevolazioni per l’acquisto o l’utilizzo di automezzi privati ad alimentazione elettrica e a rafforzare il piano di infrastrutturazione dei punti di alimentazione. (04 06 20) A firma della Consigliera: Piccinini

781 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a valutare la possibilità di inserire il test genomico nel Nomenclatore tariffario regionale della Regione Emilia-Romagna, rendendolo così disponibile a tutte le pazienti idonee residenti nel territorio emiliano romagnolo, offrendo contestualmente i migliori trattamenti oncologici ed assicurando ai sistemi assistenziali vantaggi economici ottenuti dall’utilizzo del test. (04 06 20) A firma del Consigliere: Tagliaferri

785 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a disporre un piano di potenziamento delle prestazioni di assistenza psicologica e psicoeducativa a favore delle persone che accusano un disagio psicologico, conseguente all’emergenza epidemiologica COVID-19 con particolare riferimento alle persone ad alta vulnerabilità sociale. (05 06 20) A firma del Consigliere: Tagliaferri

795 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi in ogni sede istituzionale con le Università della Regione e gli Ordini Professionali al fine di aumentare le borse di studio, ad implementare la rete formativa territoriale con un aumento dei contratti di formazione specialistica, stipulando convenzioni con tutti gli ospedali del territorio in grado di assicurare l’attività formativa degli Specializzandi. (08 06 20) A firma dei Consiglieri: Pigoni, Tarasconi, Bondavalli

802 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad istituire l'Elenco regionale degli Operatori Socio Sanitari. (08 06 20) A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

5 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inquinamento dell'aria nella provincia di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Gibertoni

21 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante la casa circondariale di Novate di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

27 - Interrogazione a risposta scritta circa provvedimenti e misure sul coronavirus. A firma della Consigliera: Piccinini

30 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione presente in uno stabile di alloggi Erp di proprietà comunale, gestito da Acer, situato in via Galileo Galilei a Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

53 - Interrogazione a risposta scritta riguardante gli operatori di sostegno per persone affette da autismo in emergenza coronavirus. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci, Borgonzoni

78 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di assicurare al personale sanitario regionale una maggiore sicurezza sul lavoro compreso il riconoscimento della malattia professionale per il personale contagiato da Covid-19. A firma della Consigliera: Gibertoni

85 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure per garantire un'adeguata assistenza alle persone con disabilità nell'ambito dell'emergenza Coronavirus. A firma della Consigliera: Gibertoni

99 - Interrogazione a risposta scritta circa lo stato di attivazione del Piano pandemico regionale e l'ampliamento della comunicazione ai cittadini rispetto alla ricetta medica dematerializzata. A firma della Consigliera: Gibertoni

106 - Interrogazione a risposta scritta circa le criticità rilevate nel territorio Piacentino nell'ambito dell'emergenza legata al Coronavirus. A firma del Consigliere: Gibertoni

107 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ha intenzione di organizzare conferenze stampa a distanza, dando la possibilità ai giornalisti di interloquire e porre domande durante l’aggiornamento quotidiano riguardante l’emergenza Covid-19 e se, nel frattempo, ha intenzione di rispondere ai quesiti posti dai giornalisti piacentini. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

110 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quante strutture saranno dedicate al Covid-19, di quanti posti si stia parlando e con quali utilizzi specifici; quali siano le strutture individuate e quali le tempistiche di realizzazione. A firma dei Consiglieri: Rancan, Marchetti Daniele, Borgonzoni, Montevecchi, Occhi, Facci, Bargi, Stragliati, Delmonte, Bergamini, Pompignoli, Pelloni, Rainieri, Liverani

111 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia lo stato di tutela di tutti i lavoratori dipendenti o collaboratori della Regione, ovvero delle Aziende e Società dalla stessa controllate o collegate, con particolare riferimento agli operatori sanitari e di tutto il welfare regionale, per quanto concerne la disponibilità dei Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.) per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. A firma dei Consiglieri: Rancan, Montevecchi, Stragliati, Facci, Delmonte, Occhi, Pompignoli, Marchetti Daniele, Bargi, Bergamini, Borgonzoni, Pelloni, Rainieri

112 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione del comparto della scuola e in particolare delle scuole dell’infanzia, a causa dell'emergenza Coronavirus. A firma dei Consiglieri: Rancan, Marchetti Daniele, Borgonzoni, Stragliati, Montevecchi, Occhi, Facci, Delmonte, Pelloni, Bargi, Pompignoli, Rainieri, Bergamini

126 - Interrogazione a risposta scritta in merito agli ordinativi della regione Emilia-Romagna, ed i tempi, le quantità, e le modalità di consegna da parte della Protezione civile dei dispositivi di protezione individuale. A firma della Consigliera: Piccinini

127 - Interrogazione a risposta scritta circa il contagio da Covid-19 delle forze di polizia penitenziaria e degli operatori sanitari presso istituti penitenziari. A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Barcaiuolo, Lisei

130 - Interrogazione a risposta scritta per sapere il numero dei contagi per Covid-19 tra personale sanitario e presenza di adeguati dpi. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

138 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da intraprendere per il corretto trattamento dei rifiuti nell'ambito dell'emergenza Coronavirus. A firma della Consigliera: Gibertoni

145 - Interrogazione a risposta scritta sulla direttiva regionale che chiede al personale sanitario positivo al covid-19 e asintomatico di tornare, in modo volontario, a lavorare. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

146 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzo, nei reparti Covid-19 dell’Ausl di Bologna, di sacchi per i rifiuti al posto dei gambali solitamente utilizzati. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

148 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione delle donne maltrattate, in questo periodo di emergenza, e in particolare sui finanziamenti ai Centri Antiviolenza e alle Case Rifugio. A firma del Consigliere: Tagliaferri

150 - Interrogazione a risposta scritta sulle misure a sostegno dell’imprenditoria balneare, eccellenza del nostro territorio, fortemente vessata dall’attuale crisi economica. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

152 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione di Agrea, l’Organismo pagatore regionale (Opr), che eroga aiuti, premi e contributi alla totalità degli operatori del settore agricolo, previsti dalle disposizioni comunitarie, nazionali e regionali, anche in considerazione dell'emergenza Covid-19. A firma del Consigliere: Lisei

153 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda attivarsi affinché anche i dipendenti amministrativi dell’AUSL di Piacenza possano usufruire dello smartworking, a fronte della situazione emergenziale dovuta alla diffusione del Covid - 19, che colloca Piacenza al primo posto per numero di soggetti positivi al virus. A firma dei Consiglieri: Rancan, Tagliaferri, Stragliati

155 - Interrogazione a risposta scritta circa possibili speculazioni sul prezzo e mercato del latte, in conseguenza dell'emergenza per l'epidemia di covid-19. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi, Pompignoli, Bergamini, Marchetti Daniele, Stragliati, Facci, Rancan, Bargi, Liverani, Montevecchi, Delmonte, Catellani, Pelloni

162 - Interrogazione a risposta scritta circa l'acquisto e la disponibilità di dispositivi digitali utili ad attenuare le condizioni di isolamento imposte dall'emergenza Coronavirus nelle strutture sociosanitarie per anziani. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci, Stragliati, Occhi, Catellani, Delmonte, Montevecchi, Bergamini, Liverani, Pelloni, Bargi, Rancan, Pompignoli, Rainieri

164 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche del settore agro-alimentare, con particolare riguardo al reperimento di manodopera. A firma del Consigliere: Tagliaferri

166 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di richiedere l'esenzione dei pedaggi autostradali per il personale sanitario. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

167 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione degli obblighi di versamento per tributi e contributi. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

169 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di attivare misure di sostegno psicologico gratuito per le persone colpite dal Coronavirus e per il personale sanitario. A firma della Consigliera: Gibertoni

170 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura, da parte di Atersir (Agenzia regionale per il servizio idrico e i rifiuti), dei Centri di Raccolta (ex isole ecologiche) di quasi tutti i comuni della provincia di Modena, a causa dell’emergenza Covid-19. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Bargi

182 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure che si ritiene di adottare per arginare le problematiche, causate dall'emergenza Covid-19, inerenti la gestione dei rifiuti. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

183 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione dei contagiati dal Coronavirus nella Casa della Carità "San Giuseppe" di Montecchio Emilia (RE). A firma del Consigliere: Delmonte

186 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla sospensione, per l'emergenza Covid-19, di tutte le attività formative, ivi compresa la formazione erogata dagli enti accreditati alla formazione, all’orientamento e ai servizi al lavoro presso la Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Tagliaferri

190 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di riservare anche agli asili nido privati convenzionati o in concessione con i comuni di tutto il territorio regionale risorse, così come stanziate per gli asili nido comunali, per far sì che anche queste strutture possano far fronte alla situazione di grave difficoltà economica causata dall'emergenza Covid-19. A firma del Consigliere: Lisei

194 - Interrogazione a risposta scritta sulla chiusura della clinica Villa Igea di Salsomaggiore Terme a causa di un focolaio di covid-19. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

200 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di adottare misure di sostegno al lavoro autonomo e in particolare ai professionisti iscritti alle casse di previdenza professionali. A firma del Consigliere: Tagliaferri

202 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali misure la Regione intenda attuare al fine di contrastare la violenza domestica che, in circostanze straordinarie come quella attuale, non riesce sempre ad essere denunciata. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

204 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali interventi di sostegno sia possibile adottare nei confronti delle categorie più esposte economicamente per l’emergenza Coronavirus, con particolare riguardo agli steward e agli operatori della sicurezza che svolgono un ruolo importante per garantire l’ordine pubblico. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

205 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ha intenzione di adottare misure di sostegno per il settore sportivo dilettantistico e giovanile. A firma dei Consiglieri: Rancan, Occhi, Stragliati, Marchetti Daniele, Liverani, Facci, Delmonte, Montevecchi, Rainieri, Pompignoli, Bargi, Pelloni, Bergamini, Catellani

206 - Interrogazione a risposta scritta sulla caccia durante l'emergenza coronavirus. A firma della Consigliera: Gibertoni

211 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda avviare un confronto con province, enti locali, associazioni datoriali e sociali per raccogliere eventuali manifestazioni di interesse per la presentazione di nuovi contratti di sviluppo, facendosi poi interprete presso il Governo dell’esigenza di emanare nuovi provvedimenti di tale natura, che potrebbero concorrere al rilancio economico territoriale dopo l’emergenza Coronavirus. A firma del Consigliere: Fabbri

215 - Interrogazione a risposta scritta sulla richiesta del Comune di Parma di riconoscersi antifascista per ottenere i buoni spesa destinati a chi è in difficoltà economica a causa dell'epidemia da coronavirus. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

222 - Interrogazione a risposta scritta circa il mancato rispetto delle norme anticontagio in un negozio etnico di Viale Gramsci a Modena. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

223 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure idonee al sostegno delle piccole e medie imprese del settore moda emiliano-romagnolo. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

224 - Interrogazione a risposta scritta circa i possibili incentivi alle scuole di danza che nell'emergenza Covid-19 hanno subito la drammatica interruzione delle attività. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

226 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda avviare un confronto con il Governo, anche in sede di Conferenza Stato Regioni, al fine di riavviare urgentemente a livello parlamentare la discussione sul tema della semplificazione dei voucher per il lavoro in agricoltura e in ambito turistico. A firma dei Consiglieri: Rancan, Catellani, Stragliati, Occhi, Marchetti Daniele, Bergamini, Delmonte, Montevecchi, Pompignoli, Bargi, Rainieri, Pelloni, Liverani, Facci

230 - Interrogazione a risposta scritta circa la concessione da parte della Regione Emilia-Romagna di contributi finalizzati all'abbattimento dei costi di accesso al credito per favorire la ripresa del sistema produttivo a seguito dell'emergenza Covid-19. A firma dei Consiglieri: Catellani, Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Facci, Liverani, Montevecchi, Pompignoli, Occhi, Rancan, Delmonte, Bargi, Pelloni, Rainieri

237 - Interrogazione a risposta scritta circa l'eventuale sostegno alle scuole paritarie per l’anno scolastico 2019/2020, a tutela dei propri dipendenti e del servizio svolto alle famiglie. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

241 - Interrogazione a risposta scritta sulla situazione delle persone senza fissa dimora sul territorio regionale durante l'emergenza COVID. A firma della Consigliera: Gibertoni

242 - Interrogazione a risposta scritta sul tavolo dedicato alla sicurezza sui luoghi di lavoro di fronte all'epidemia da coronavirus, promosso dalla Città metropolitana e dal Comune di Bologna. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

246 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla situazione di difficoltà del nostro sistema economico, con particolare riguardo alla possibilità di adottare provvedimenti in linea, per quanto attiene agli stanziamenti, con quelli assunti dalle altre grandi Regioni italiane. A firma dei Consiglieri: Rancan, Facci, Stragliati, Marchetti Daniele, Pompignoli, Liverani, Bergamini, Occhi, Bargi, Pelloni, Delmonte, Catellani, Rainieri, Montevecchi

247 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda promuovere in collaborazione con i farmacisti una campagna di distribuzione in tutte le farmacie di moduli per consentire alle vittime di violenze domestiche di denunciare alle forze dell'ordine in piena sicurezza gli episodi subiti. A firma del Consigliere: Tagliaferri

249 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di estendere misure di sostegno anche alle categorie di lavoratori escluse dal decreto "Cura Italia". A firma del Consigliere: Tagliaferri

251 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di riservare alle scuole paritarie di ogni ordine e grado, prioritariamente alle scuole dell’infanzia, adeguate risorse affinché possano proseguire l’attività di servizio pubblico scolastico e sulla necessità di istituire un fondo specifico per il sostegno delle famiglie degli alunni iscritti alle scuole paritarie, vista la situazione di grave difficoltà economica imposta dall'emergenza epidemiologica da Covid-19. A firma della Consigliera: Castaldini

255 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione del cantiere sul fiume Secchia tra Campogalliano (MO) e la frazione di Ponte Alto. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

258 - Interrogazione a risposta scritta sulla relazione tra diossine da incenerimento rifiuti ed emergenza COVID. A firma della Consigliera: Gibertoni

261 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda avviare misure di sostegno concreto destinate a micro, piccole, medie imprese e lavoratori autonomi con sede legale/operativa fissa in Emilia-Romagna che abbiano subito un considerevole calo di fatturato nei mesi dell’emergenza Covid-19. A firma del Consigliere: Tagliaferri

263 - Interrogazione a risposta scritta in merito a quanto accaduto l'8 aprile 2020 davanti all’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Reggio Emilia, dove si sono creati assembramenti per la richiesta dei buoni spesa. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

272 - Interrogazione a risposta scritta sui continui e indiscriminati tagli di alberature pubbliche in tutto il territorio regionale e sul loro intensificarsi durante l'emergenza COVID. A firma della Consigliera: Gibertoni

276 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ha intenzione di dotare la Polizia Locale dei Dispositivi di Protezione Individuale necessari, di sottoporre tutti gli Agenti agli accertamenti per riscontrare la positività o meno da Covid-19 e rivedere il protocollo sanitario riguardante la quarantena, adeguandolo a quanto previsto per gli Agenti delle altre Forze dell’Ordine. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati, Catellani, Marchetti Daniele, Pelloni, Montevecchi, Bergamini, Rainieri, Liverani, Occhi, Facci, Pompignoli, Bargi, Delmonte

277 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritiene opportuno sollecitare il Governo ad intervenire nei confronti dell’INPS per eliminare qualsiasi disparità tra i lavoratori in cassa integrazione in deroga e i percettori dell’assegno ordinario di aziende iscritte al Fondo di Integrazione Salariale. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Bergamini, Pompignoli, Bargi, Montevecchi, Occhi, Stragliati, Catellani, Liverani, Rainieri, Rancan, Facci, Pelloni, Delmonte

290 - Interrogazione a risposta scritta per sapere che tipo di azioni si possono mettere in atto, in sinergia con gli organi competenti, per gli studenti con particolare riferimento al bonus cultura. A firma del Consigliere: Pompignoli

294 - Interrogazione a risposta scritta circa la copertura assicurativa dei medici specialisti che, a causa dell'emergenza, si trovino a prestare servizio in Pronto Soccorso. A firma del Consigliere: Tagliaferri

299 - Interrogazione a risposta scritta circa il monitoraggio dei prezzi e le azioni da mettere in campo per evitare i rincari dei prodotti di prima necessità, sia sanitari che alimentari. A firma della Consigliera: Zamboni

302 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della salute degli ospiti e del personale della casa di riposo per anziani Villa Teresa di Sasso Marconi (BO). A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

304 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di donare plasma presso il Centro trasfusionale dell'Ospedale Sant'Orsola per le donatrici positive all'antigene HLA. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

308 - Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di concorrere al rilancio economico territoriale dopo l'emergenza Coronavirus, eventualmente anche con il ricorso a nuovi "contratti di sviluppo". A firma del Consigliere: Fabbri

309 - Interrogazione a risposta scritta circa il divieto di donazione del sangue per la categoria dei medici, infermieri, Oss e loro parenti. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Facci, Pelloni, Liverani, Rainieri, Occhi, Pompignoli, Catellani, Montevecchi, Bargi, Bergamini, Delmonte, Rancan

311 - Interrogazione a risposta scritta su voci di spesa e tempistiche del progetto Citizen Security a Castel San Pietro Terme. A firma del Consigliere: Lisei

321 - Interrogazione a risposta scritta circa il contenimento delle nutrie e il ripristino delle arginature danneggiate dai roditori e dalle loro tane. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

322 - Interrogazione a risposta scritta sul calendario venatorio e sui danni che la caccia arreca al turismo e alle attività economiche. A firma della Consigliera: Gibertoni

328 - Interrogazione a risposta scritta sulle azioni da intraprendere per contrastare i danni causati all'agricoltura dal proliferare degli ungulati durante questo periodo di emergenza, con particolare riguardo alla provincia di Parma. A firma dei Consiglieri: Occhi, Stragliati, Bergamini, Marchetti Daniele, Pelloni, Pompignoli, Catellani, Delmonte, Bargi, Rancan, Rainieri, Montevecchi, Liverani

330 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di prevedere sostegni finanziari diretti per garantire la sopravvivenza delle imprese del settore turistico e circa la possibilità di favorire nelle strutture ricettive l'accoglienza temporanea per ragioni legate all'emergenza Coronavirus. A firma del Consigliere: Tagliaferri

331 - Interrogazione a risposta scritta circa la violenza sulle donne e l'attività dei centri antiviolenza durante l'emergenza Coronavirus. A firma della Consigliera: Zamboni

336 - Interrogazione a risposta scritta circa il coinvolgimento del settore biomedicale nell'emergenza coronavirus con particolare riguardo al distretto di Mirandola. A firma dei Consiglieri: Costi, Rontini, Zappaterra, Fabbri, Sabattini

337 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di inserire tra gli aiuti previsti per il settore turistico anche quelli ai territori come Imola che normalmente registrano flussi turistici legati agli eventi motoristici. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

340 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di sostenere l'agricoltura e l'allevamento nella nostra Regione durante l'emergenza coronavirus. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

344 - Interrogazione a risposta scritta sugli alimentatori automatici all'interno delle riserve di caccia. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

347 - Interrogazione a risposta scritta sul controllo dell'attività degli ATC e sul loro commissariamento. A firma della Consigliera: Gibertoni

351 - Interrogazione a risposta scritta circa la stagione, gravemente compromessa dall'emergenza Covid-19, di raccolta delle cozze in immersione. A firma del Consigliere: Liverani

353 - Interrogazione a risposta scritta sul nuovo regolamento per la fruizione del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola. A firma dei Consiglieri: Liverani, Marchetti Daniele

354 - Interrogazione a risposta scritta circa il reddito di cittadinanza e i lavori in agricoltura. A firma della Consigliera: Gibertoni

359 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di anticipare la liquidità della cassa integrazione sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

361 - Interrogazione a risposta scritta circa i danni prodotti dai cinghiali dopo lo stop alla caccia di selezione, disposto per evitare assembramenti e possibilità di contagio. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

365 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione che si è creata a seguito delle misure di contenimento del contagio che ha portato al proliferare di episodi di criminalità diffusi in tutto il territorio. A firma del Consigliere: Tagliaferri

375 - Interrogazione a risposta scritta circa disservizi nell’utilizzo delle piattaforme MUDE e SFINGE per l'inserimento di SAL differenti da quello ordinario, in emergenza Covid-19. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

392 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di potenziare la modalità smart working successivamente alla fase di emergenza sanitaria. A firma dei Consiglieri: Occhi, Stragliati, Marchetti Daniele, Liverani, Rancan, Facci, Catellani, Pelloni, Bargi, Bergamini, Montevecchi, Delmonte, Rainieri, Pompignoli

402 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di prevedere contributi una tantum, per il periodo dell’emergenza, per concorrere alle spese di fitto degli studenti universitari fuorisede e degli inquilini appartenenti a nuclei familiari che hanno registrato pesanti riduzioni nelle entrate economiche a causa dei riflessi della pandemia Covid-19. A firma della Consigliera: Gibertoni

420 - Interrogazione a risposta scritta circa la programmazione e le misure per la ripresa dei tirocini e le lezioni tecnico pratiche per scuole professionali. A firma del Consigliere: Tagliaferri

436 - Interrogazione a risposta scritta circa le misure che è possibile adottare per sostenere nella fase 2 dell'emergenza Covid le attività di ristorazione e bar. A firma della Consigliera: Gibertoni

450 - Interrogazione a risposta scritta sulle azioni necessarie per semplificare la procedura di accesso alla cassa integrazione in deroga e ridurre quanto prima i tempi per la sua erogazione. A firma della Consigliera: Gibertoni

459 - Interrogazione a risposta scritta circa la progettazione del ripristino integrale e strutturale del fiume Secchia, in modo da garantire protezione dalle piene. A firma del Consigliere: Bargi

461 - Interrogazione a risposta scritta circa il permanere della chiusura del Centergross di Funo di Argelato (Bo), grande struttura destinata al commercio all'ingrosso, nonostante il DPCM del 26 aprile 2020 disponga la ripresa dal 4 maggio delle attività di produzione del settore della moda. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

462 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla possibilità di assegnare una delega specifica, ad un assessorato, per le problematiche della Terza Età. A firma della Consigliera: Castaldini

466 - Interrogazione a risposta scritta riguardo ai minori in affido durante l'emergenza coronavirus. A firma dei Consiglieri: Barcaiuolo, Lisei, Tagliaferri

467 - Interrogazione a risposta scritta in merito all'ordinanza del 30/04/2020 che stabilisce l'accesso per attività motoria nei parchi, ma non nelle spiagge. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Marchetti Daniele, Liverani, Pompignoli, Bergamini, Rancan

470 - Interrogazione a risposta scritta circa la riapertura per tutte le attività del commercio ambulante in Emilia-Romagna, affinché gli operatori siano in grado di organizzarsi e trovarsi pronti nel momento della ripartenza. A firma dei Consiglieri: Bargi, Liverani, Occhi, Stragliati, Marchetti Daniele, Pelloni, Montevecchi, Rancan, Bergamini, Pompignoli, Facci, Rainieri, Catellani, Delmonte

471 - Interrogazione a risposta scritta sulle azioni da mettere in campo per sostenere il comparto dei locali pubblici di intrattenimento. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Catellani, Liverani, Occhi, Delmonte, Montevecchi, Facci, Pelloni, Rancan, Bargi, Rainieri

483 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda accordarsi con le amministrazioni regionali confinanti per consentire ai cittadini emiliano-romagnoli di incontrare anche i familiari stretti che risiedono in province limitrofe di regioni diverse. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Facci, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Bergamini, Liverani, Catellani, Pompignoli, Bargi, Rainieri, Delmonte, Rancan, Pelloni

494 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione attuale dell'Unione dei Comuni di Terre d’Acqua, con riguardo anche alle note uscite in proposito dall'Osservatorio regionale delle Unioni. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

497 - Interrogazione a risposta scritta circa l'istituzione di un fondo regionale a favore delle associazioni sportive dilettantistiche, in sofferenza economica causata dall’emergenza coronavirus. A firma del Consigliere: Tagliaferri

499 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione del termine per il pagamento delle quote di iscrizione agli ATC, in considerazione delle limitazioni alla caccia dovute alle disposizioni riguardanti l'emergenza sanitaria per l'epidemia di covid-19. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Stragliati, Marchetti Daniele, Bargi, Pelloni, Catellani, Occhi, Rancan, Pompignoli, Facci, Bergamini, Montevecchi, Liverani, Delmonte

502 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di sostenere concretamente la categoria degli ambulanti-fieristi, settore ricco di storia e tradizione culturale, oltre che gastronomica, che rischia di restare fermo a lungo anche nella fase 2 dell'emergenza. A firma dei Consiglieri: Rancan, Liverani, Pompignoli, Bergamini, Montevecchi, Marchetti Daniele, Stragliati, Facci, Occhi, Pelloni, Catellani, Bargi, Delmonte, Rainieri

503 - Interrogazione a risposta scritta circa le difficoltà incontrate dai professionisti del settore immobiliare nel periodo dell'emergenza sanitaria anche per la chiusura degli uffici al pubblico. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

504 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità per i diportisti di uscire in mare con le proprie imbarcazioni, seppure con le dovute precauzioni e nel rispetto delle vigenti misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. A firma del Consigliere: Pompignoli

506 - Interrogazione a risposta scritta sulla nautica da diporto in considerazione della crisi causata dall'emergenza Covid-19. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

535 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto di variante che interessa il comune di Argenta, con particolare riguardo ad un aggiornamento del tracciato al fine di ridurre l'impatto sul territorio. A firma del Consigliere: Bergamini

(Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno - n. 5: prot. NP/2020/1383 del 08/06/2020)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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