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15.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 23 GIUGNO 2020

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 187

Interpellanza circa la salvaguardia e il restauro della chiesa di San Francesco a Mirandola (MO), gravemente danneggiata dagli eventi sismici del maggio 2012. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

BARUFFI, sottosegretario della Giunta

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 257

Interpellanza circa l’iniziativa “Lezioni da quarantena”, svolta il 6 aprile 2020 presso l’Istituto scolastico “Lazzaro Spallanzani” di Castelfranco Emilia (MO). A firma dei Consiglieri: Pelloni, Occhi, Bargi, Bergamini, Liverani, Stragliati, Marchetti Daniele, Facci, Rancan, Rainieri, Montevecchi, Pompignoli, Catellani, Delmonte

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PELLONI (Lega)

BARUFFI, sottosegretario della Giunta

PELLONI (Lega)

 

OGGETTO 289

Interpellanza circa l'istituzione di una Commissione d'inchiesta al fine di individuare eventuali profili di responsabilità collegati alla diffusione del contagio e al numero tragico dei deceduti nelle strutture sanitarie del sistema sanitario regionale e nelle strutture accreditate, nonché nelle RSA. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

DONINI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 386

Interpellanza circa la scarcerazione dei condannati per mafia a causa dell'emergenza Covid-19. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Pompignoli, Liverani, Marchetti Daniele, Stragliati, Facci, Bergamini, Occhi, Rancan, Delmonte, Catellani, Rainieri, Montevecchi, Bargi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PELLONI (Lega)

BARUFFI, sottosegretario della Giunta

PELLONI (Lega)

 

OGGETTO 500

Proposta recante: "Programma regionale di ‘orientamento dei consumi e l'educazione alimentare 2020-2022’". (Delibera di Giunta n. 425 del 04 05 20) (18)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

BARCAIUOLO (FdI)

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 372

Risoluzione in merito alla possibilità di consentire a tutti i cittadini la possibilità di sottoporsi ai test sierologici Covid-19 anche a pagamento e presso strutture private. A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 396

Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre regole chiare e tempestive per l’effettuazione di test sierologici e tamponi accessibili a tutto il personale sanitario e socio-sanitario, compresi i medici di base oltre alle strutture private-convenzionate, privati cittadini e aziende; ad attuare ogni azione utile affinché la provincia di Piacenza riesca a limitare e contenere il contagio da Covid-19. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 168

Risoluzione per impegnare la Giunta a realizzare tempestivamente un piano per estendere l’effettuazione dei tamponi a tutte le categorie più a rischio di contagio da Coronavirus, dagli operatori sanitari, al personale impegnato nei servizi essenziali privati e pubblici. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 423

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare tutte le misure necessarie al fine di garantire le quantità/qualità di dotazioni di test sierologiche necessarie alla fase di ripartenza e a dare rapidamente attuazione al programma di screening regionale tramite test sierologici, con particolare riguardo alle Province di Piacenza e Rimini e al Comune di Medicina. A firma dei Consiglieri: Montalti, Fabbri, Tarasconi, Pillati, Rossi, Costi, Bondavalli, Pigoni, Soncini, Costa, Caliandro, Rontini, Bulbi, Zappaterra, Mumolo, Sabattini, Daffadà, Mori

(Ritiro)

 

OGGETTO 657

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il programma di screening regionale per il tracciamento del Covid-19 anche tramite test sierologici, monitorando e informando sull’andamento dei dati, continuando il confronto con le associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale e verificando la presenza capillare su tutto il territorio regionale di laboratori privati autorizzati, per garantire la possibilità di svolgere il test a tutti i cittadini. A firma dei Consiglieri: Montalti, Costi, Pillati, Mori, Rossi, Zappaterra, Rontini, Bondavalli, Caliandro, Tarasconi, Costa, Soncini, Sabattini, Daffadà, Bulbi, Fabbri, Pigoni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MUMOLO (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

STRAGLIATI (Lega)

MONTALTI (PD)

TARASCONI (PD)

PARUOLO (PD)

MALETTI (PD)

MONTALTI (PD)

LISEI (FdI)

STRAGLIATI (Lega)

TARUFFI (ERCEP)

BONDAVALLI (BP)

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 349

Risoluzione sulla ripartenza post emergenza sanitaria in Emilia-Romagna: rilancio della sanità pubblica e del sistema socio economico all’insegna della sostenibilità ambientale, del contrasto ai cambiamenti climatici, della green economy, dell’impiego delle fonti di energia rinnovabili e della mobilità sostenibile. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Taruffi, Amico

(Discussione)

OGGETTO 364

Risoluzione per impegnare la Giunta a definire misure per incentivare l’utilizzo dei mezzi ambientalmente sostenibili quali le biciclette e tutti i veicoli elettrici; potenziare e riqualificare le piste ciclabili; assicurare sicurezza e affidabilità ai mezzi del trasporto pubblico. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione)

OGGETTO 451

Risoluzione a sostegno di un pacchetto di misure per la promozione della mobilità ciclistica come una delle modalità strategiche di trasporto nella cosiddetta fase 2 dell'epidemia Covid 19 e anche successivamente. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Taruffi, Amico

(Discussione)

OGGETTO 452

Risoluzione sul rilancio dell’attività del mobility manager regionale; promozione di azioni e progetti a supporto della mobilità sostenibile negli spostamenti casa-lavoro del personale aziendale e negli spostamenti casa-scuola sull'intero territorio regionale; realizzazione di un nuovo Piano della mobilità aziendale regionale nelle varie fasi dell'emergenza coronavirus. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Taruffi, Amico

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

AMICO (ERCEP)

PICCININI (M5S)

OCCHI (Lega)

 

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,47

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 15 del giorno 23 giugno 2020.

Ha giustificato la sua assenza l’assessora Salomoni.

Procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BARGI Stefano
  4. BERGAMINI Fabio
  5. BESSI Gianni
  6. BONDAVALLI Stefania
  7. BULBI Massimo
  8. CALIANDRO Stefano
  9. CASTALDINI Valentina
  10. CATELLANI Maura
  11. COSTA Andrea
  12. COSTI Palma
  13. DAFFADÀ Matteo
  14. DELMONTE Gabriele
  15. FABBRI Marco
  16. FACCI Michele
  17. FELICORI Mauro
  18. GIBERTONI Giulia
  19. IOTTI Massimo
  20. LISEI Marco
  21. LIVERANI Andrea
  22. MALETTI Francesca
  23. MARCHETTI Daniele
  24. MARCHETTI Francesca
  25. MASTACCHI Marco
  26. MONTALTI Lia
  27. MONTEVECCHI Matteo
  28. MORI Roberta
  29. MUMOLO Antonio
  30. OCCHI Emiliano
  31. PARUOLO Giuseppe
  32. PELLONI Simone
  33. PETITTI Emma
  34. PICCININI Silvia
  35. PIGONI Giulia
  36. PILLATI Marilena
  37. POMPIGNOLI Massimiliano
  38. RANCAN Matteo
  39. RONTINI Manuela
  40. ROSSI Nadia
  41. SABATTINI Luca
  42. SONCINI Ottavia
  43. STRAGLIATI Valentina
  44. TAGLIAFERRI Giancarlo
  45. TARASCONI Katia
  46. TARUFFI Igor
  47. ZAMBONI Silvia
  48. ZAPPATERRA Marcella

 

Con 48 presenti, iniziamo la seduta pomeridiana.

 

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 187

Interpellanza circa la salvaguardia e il restauro della chiesa di San Francesco a Mirandola (MO), gravemente danneggiata dagli eventi sismici del maggio 2012. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Interpellanza 187: Interpellanza circa la salvaguardia e il restauro della chiesa di San Francesco a Mirandola, gravemente danneggiata dagli eventi sismici del maggio 2012, a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

L’interpellanza riguarda il caso della ricostruzione della chiesa di San Francesco e in particolare il caso di un bando per idee, un bando internazionale, un concorso per idee che chiamava i partecipanti a dare idee rispetto alla ricostruzione – da quello che ho capito – in una possibile convivenza tra antico e contemporaneo di questa chiesa di San Francesco, che rappresenta nel Comune di Mirandola, ma direi a livello della provincia di Modena uno dei simboli del patrimonio culturale locale. Mi ha, quindi, molto colpito che si aprisse, con questa mancanza di dignità, a un concorso di idee che addirittura pensava di poter far convivere inserti contemporanei in una chiesa che ha proprio nella sua storia la sua piena identità.

Mi pare che, nel frattempo, la questione sia stata risolta, però non vengono meno – ci aggiornerà il sottosegretario se sia vero o meno che questo concorso, nel frattempo, ha trovato una battuta d’arresto, ce lo spiegherà meglio – gli assunti che sono quelli fondamentali per me e che ho scritto in questa interpellanza, su cui chiedo alla Giunta la sua opinione e la sua posizione. D’altronde, se anche fosse stato – lo dico io – sventato il pericolo di depotenziare grandemente, svilire, mancare davvero anche di rispetto per la sua storia, per la cultura e per quello che rappresenta, rispetto al caso della chiesa di San Francesco di Mirandola, non è da escludere che progetti di questo tipo trovino ancora uno spazio più avanti. Ecco perché è importante che la Giunta esprima la sua posizione. E ci tengo a ripetere che io cito in questa interpellanza l’occasione di una sorta di convegno del Ministero per i beni culturali al Salone di Ferrara nel marzo 2013 dal titolo “Dov’era, ma non com’era”, questo quando un titolo è davvero un programma, che è esattamente il contrario di quello che è il rispetto della nostra storia, del nostro patrimonio culturale, della condizione fondante di un territorio, che appunto è la sua arte, la sua identità, è preservare le comunità, è capire che è necessario preservare il patrimonio culturale, e a questo titolo infelicemente programmatico si aggiungeva una presentazione in cui si affermava – qui cito – di “considerare questo evento drammatico come un’opportunità – parliamo del terremoto del 2012 – di affermare una cultura architettonica della ricostruzione capace di prendere le mosse dalla reale situazione e consentire la coesistenza tra le preesistenze (tradizione, difesa del patrimonio culturale, difesa dell’identità, storia, la nostra identità) e gli edifici contemporanei, l’attualizzazione del bene culturale laddove era, dando ad esso nuovi significati vitali”. Ma perché? Ma perché? Tutto questo era ben dimostrato da una serie impressionante di bozzetti architettonici, culminati nell’idea di un campanile formato da monumentali forme di Parmigiano. Io mi sento di promuovere moltissimo l’idea del made in Emilia-Romagna. Non è qui che noi dobbiamo sovrapporre le aree e pensare che possano arricchirsi vicendevolmente. Viceversa, vicendevolmente si impoveriscono, e se non si coglie questo credo che il rischio sia di ripercuotersi proprio sulla preservazione stessa dell’identità delle nostre comunità.

Cito diversi casi concreti che si sono verificati, di quella che autorevolmente ‒ non da me ‒ è stata definita una vera e propria “pulizia etnica” del patrimonio storico e architettonico: tra questi la demolizione con esplosivi del campanile della chiesa di San Michele Arcangelo a Poggio Renatico; la demolizione del campanile della chiesa parrocchiale di San Martino di Buonacompra, Cento; la demolizione della ciminiera di Bondeno, un manufatto di archeologia industriale del 1916; la demolizione, anche in questo caso con esplosivi, del Palazzo del Municipio di Sant’Agostino, e poi una miriade di case antiche e di edifici minori. Anche in questo caso, a mio avviso, non ci si trovava davanti ad una scelta obbligata. Si poteva e si può, a maggior ragione con le tecnologie a disposizione oggigiorno, ricostruire a costi contenuti, rispettando le regole antisismiche, ma utilizzando le strutture e i materiali originari e recuperando di volta in volta il bene nella sua integrità materiale.

Non ci stancheremo mai di citare il terremoto del Friuli e dell’Umbria. Il “dov’era com’era” è faticoso. In Friuli ce l’hanno fatta. Quello è il modello, nella ricostruzione del nostro patrimonio culturale, non della vita di tutti i giorni, non di un supermercato, ma nella costruzione di quella che è la nostra storia, il nostro patrimonio culturale e d’identità delle comunità, è il modello ‒ dicevo ‒ da seguire.

Chiedo alla Giunta di aggiornarci sulla questione della chiesa di San Francesco di Mirandola. Chiedo anche se può dirci qual è la sua posizione. Chiedo se ritenga che la difesa del nostro patrimonio culturale nella sua integrità sia importante, ma non soltanto come capriccio della storia dell’arte, ma prioritaria per la vita civile, cioè se la difesa del patrimonio culturale secondo la Giunta è difesa della vita civile. Se è così, allora noi potremo proseguire e pensare che non rischiamo più di trovarci davanti a concorsi di questo tipo e abbiamo capito che cosa abbiamo sulle spalle. Se, invece, non è così, credo che il dibattito debba essere fatto alla luce del sole.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario alla presidenza: Grazie, presidente.

Come sempre, prima di entrare nel merito dei quesiti, precisiamo che la richiesta di informazione è relativa a un’attività che non è svolta in quanto tale dalla Regione, ma dal commissario delegato per la ricostruzione post sisma 2012, che in quanto tale agisce per conto della Presidenza del Consiglio dei ministri. Però, come sempre, coincidendo i due ruoli di presidente e di commissario, riteniamo opportuno fornire tutte le informazioni richieste, in questo caso dalla consigliera Gibertoni.

La chiesa di San Francesco nel comune di Mirandola, in provincia di Modena, è un edificio di proprietà pubblica appartenente al Fondo edifici di culto del Ministero dell’interno, dichiarato di interesse storico-artistico con notifica del 30 di luglio del 1911.

A seguito di convenzione gli edifici facenti parte del patrimonio del fondo hanno come soggetto attuatore per interventi di restauro gli uffici periferici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e nello specifico, come ricordato dall’interrogante, il Segretariato generale.

A causa del sisma 2012 l’antica chiesa duecentesca ha subito notevoli danni ed è entrata nel programma delle opere pubbliche dei beni culturali del Commissario delegato, con un intervento in tre stralci: il primo relativo agli interventi di messa in sicurezza, il 21 maggio del 2014 ha avuto il riconoscimento della congruità della spesa pari a 394.599,83 euro da parte del Commissario; il secondo per opere provvisionali e consolidamenti di parti di muratura, il 29 giugno 2016 è stato assegnato un importo di euro 998.616,51 a fronte di un contributo previsto di un milione di euro; infine, per il terzo stralcio, che somma al finanziamento del Commissario pari a euro 4.605.400,17, anche le risorse provenienti direttamente dal MiBACT di 3 milioni di euro non è stato presentato ancora alcun progetto.

In relazione ai quesiti posti, non si può che concordare con quanto affermato nel primo punto, che mi pare la questione che le stia più a cuore, cioè la salvaguardia del patrimonio storico e culturale del territorio è sempre stato e lo è tuttora un obiettivo essenziale di questa ricostruzione.

I soggetti coinvolti allo scopo sono notoriamente molteplici e il Commissario, con le strutture che lo supportano, hanno sempre operato in questo senso.

In questa direzione va anche la decisione assunta con l’ordinanza n. 53/2013 di istituire una Commissione congiunta non solo come sede di valutazione di tutti quegli interventi che hanno necessità di acquisire pareri diversi e contemperare esigenze di tutela del bene con esigenze di sicurezza sismica, tutela del bene e sicurezza sismica, non altro, ma anche quale organismo che fornisce supporto alle fasi di progettazione e realizzazione delle opere.

Come specificato, l’intervento relativo alla chiesa di San Francesco ha quale soggetto attuatore il MiBACT, ente terzo rispetto al Commissario sul quale non è possibile riscontrare in merito alle scelte organizzative interne.

Si precisa che il soggetto attuatore ha valutato in autonomia di bandire un concorso di progettazione successivamente ritirato, quindi confermo che quella procedura si è interrotta.

Naturalmente, non è nelle competenze del Commissario sindacare sulle scelte effettuate dal soggetto attuatore in relazione all’iter progettuale e realizzativo dell’intervento in via generale.

Sicuramente, anche per quanto disposto dall’articolo 11, comma 1-bis, del Regolamento attuativo del Piano delle opere pubbliche, con ordinanza commissariale n. 31/2019 che stabilisce la preventiva autorizzazione del Commissario delegato ai concorsi di progettazione, qualora l’Ente dovesse confermare la scelta e procedere alla pubblicazione di un nuovo bando, verranno richiesti i relativi chiarimenti una volta esaminati i contenuti.

Infine, si sottolinea che, trattandosi di un intervento sostenuto finanziariamente dal Commissario, il progetto risultato vincitore dovrà comunque essere valutato dalla suddetta Commissione congiunta per acquisire pareri sia in relazione alla sicurezza sismica che alla tutela del bene. Insisto sempre su questi due concetti. Non ce ne sono terzi. Sono due concetti che vanno contemperati. In quella sede saranno, quindi, contemperati equamente tutti gli interessi per garantire il perseguimento degli obiettivi di natura strutturale e di tutela, oltre che naturalmente di congruità del finanziamento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Io sono soddisfatta della parte in cui il sottosegretario conferma che il concorso ha raggiunto una battuta d’arresto, quindi lo consideriamo il passato, e per il fatto che mi pare ci sia una coincidenza di visioni sull’idea, che per me si deve dare per scontata per un’Istituzione, che la difesa del patrimonio culturale è la difesa della vita civile, essendo essa difesa della sua storia e della sua identità.

Sulla tutela del bene e, ovviamente, sulla antisismicità siamo tutti d’accordo, perché è ai fini della ricostruzione. Per la tutela del bene, sottosegretario, le faccio un appello perché da questo non nascano ulteriori capricci un po’ da convegno, che se restano nell’ambito del convegno non fanno male a nessuno, ma se approfittano addirittura di un dramma, di una tragedia come il terremoto per calarli nella nostra io direi si occupino di libri illustrati, facciano relazioni per i convegni, ma restino chiusi lì blindati, perché sui territori sono i nostri cittadini che dovranno vivere con la loro tradizione tradita e con i simboli forti della loro comunità, davvero simboli trasversali, pubblici peraltro in questo caso, di proprietà comunale, però simboli trasversali che vengono saccheggiati. Insomma, la percezione è quella. Intendo dire che vengono martoriati, che non sono più riconoscibili. Ecco, un simbolo che non è più riconoscibile perde la sua simbolicità. Ma perché farci questo?

Quindi, l’appello che io faccio alla Giunta, tramite il sottosegretario, è che, dovunque si potrà intervenire, e credo che la Regione abbia le competenze… Anche perché, secondo me, per parlare di restauro e per suggerire materialmente può essere incisiva, quando si parla di competenze professionali per interventi di restauro, di rimanere al “dov’era, com’era”. D’altronde, questo è quello che la comunità si aspetta da noi, si aspetta da questa Regione, si aspetta dal commissario, che deve fare la supervisione. Nient’altro.

Tutto il resto è narcisismo architettonico che lasciamo alle archistar.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

 

OGGETTO 257

Interpellanza circa l’iniziativa “Lezioni da quarantena”, svolta il 6 aprile 2020 presso l’Istituto scolastico “Lazzaro Spallanzani” di Castelfranco Emilia (MO). A firma dei Consiglieri: Pelloni, Occhi, Bargi, Bergamini, Liverani, Stragliati, Marchetti Daniele, Facci, Rancan, Rainieri, Montevecchi, Pompignoli, Catellani, Delmonte

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interpellanza 257: Interpellanza circa l’iniziativa “Lezioni da quarantena” svolta il 6 aprile 2020 presso l’istituto scolastico “Lazzaro Spallanzani” di Castelfranco Emilia, a Modena, a firma dei consiglieri Pelloni, Occhi, Bargi e altri.

Prego, consigliere Pelloni.

 

PELLONI: Grazie, presidente. Buon pomeriggio a tutti.

Lunedì 6 aprile 2020, presso l’istituto scolastico “Lazzaro Spallanzani” di Castelfranco Emilia, su impulso dello stesso Comune, si è tenuta in videoconferenza l’iniziativa “Lezioni da quarantena”. con protagonista lo scrittore Roberto Saviano, destinata alle classi di seconda e quinta che hanno aderito al progetto. È visibile a tutti.

In attesa di un giudizio definitivo sulle cause legali in corso, bisogna intanto segnalare che diverse sentenze di tribunali hanno dichiarato lo scrittore Saviano colpevole di diffamazione e plagio, plagio per almeno il 30 per cento della sua opera che l’ha reso più noto a tutti.

Si interpella il presidente della Giunta, o un suo delegato, per sapere, visto che ha tenuto il presidente la delega alla legalità, se invitare uno scrittore condannato per diffamazione e plagio a tenere lezioni nelle scuole sia coerente con la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza, responsabilità rivendicata dalla nostra Regione; se intende attivarsi affinché in futuro le Istituzioni e gli istituti scolastici della nostra Regione non invitino a tenere lezioni coloro che risultano già condannati per i reati di cui sopra. Oltre quello depositato, ci tenevo a sapere l’opinione della Giunta proprio perché i nostri ragazzi, soprattutto nelle scuole, hanno bisogno di esempi. Sono tanti gli scrittori che, a causa di quello che hanno scritto, sono sotto scorta, però penso che Saviano non rappresenti un modello da portare all’interno delle scuole.

Scrive Paolo Sebastiani, già penna di Panorama e altri: “Ci vuole davvero faccia tosta per fare di continuo la morale agli altri, senza avere l’onestà intellettuale di guardare in casa propria. In questo, va riconosciuto, Saviano si è rivelato un maestro. I capitoli di Gomorra sono undici. Roberto, quindi, ha copiato il 30 per cento del libro che gli ha fruttato milioni di euro. E poi sono anni che lotta per l’onestà”.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente.

In merito ai quesiti posti dal consigliere interrogante si precisa che, a norma dell’articolo 117 della Costituzione, lo Stato ha legislazione esclusiva in materia di norme generali sull’istruzione, mentre pone l’istruzione in quanto tale fra le materie di legislazione concorrente, fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche con esclusione delle istruzioni della formazione professionale, cito testualmente.

Con il decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 le istituzioni scolastiche hanno poi acquisito personalità giuridica e sono libere di attuare una progettualità propria capace di cogliere le specificità territoriali e le necessità didattiche educative nell’esercizio del potere discrezionale ad esse conferito nell’ambito dell’autonomia didattica e organizzativa loro propria, pur all’interno delle indicazioni nazionali.

Ricordo, infine, come l’ordinamento scolastico centrato sull’autonomia funzionale delle scuole, nel contesto dei principi sanciti dalla Costituzione italiana, in particolare all’articolo 33, tuteli la libertà di insegnamento.

Alla luce di quanto premesso la Giunta regionale non ravvisa elementi di propria pertinenza e competenza sui quali attivarsi rispetto a quanto riferito dal consigliere interrogante.

Al solo scopo ricognitivo, pertanto, sull’evento oggetto dell’interrogazione sono state richieste informazioni all’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, che ha risposto e riscontrato con una propria nota che consegno anche personalmente al consigliere Pelloni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Prego, consigliere.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Mi ritengo non soddisfatto. Ringrazio l’assessore Salomoni e il sottosegretario per averla letta. Avevo già ricevuto risposta all’interpellanza; una risposta meramente tecnica in cui non si risponde ai due quesiti posti.

Ho letto anche da parte delle istituzioni scolastiche la risposta, però, ovviamente, essendo stato un impulso politico, per un Comune come quello di Castelfranco aver proposto tale scrittore, pur nell’autonomia scolastica…

La Giunta regionale, se vuole promuovere la legalità, a mio avviso, avrebbe potuto esprimersi nel merito della questione: se ritenere un buon esempio da portare nelle scuole dei nostri ragazzi oppure un cattivo esempio da portare all’interno delle scuole. Su questo, si poteva anche esprimere nel merito.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

 

OGGETTO 289

Interpellanza circa l’istituzione di una Commissione d’inchiesta al fine di individuare eventuali profili di responsabilità collegati alla diffusione del contagio e al numero tragico dei deceduti nelle strutture sanitarie del sistema sanitario regionale e nelle strutture accreditate, nonché nelle RSA. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interpellanza 289: Interpellanza circa l’istituzione di una Commissione d’inchiesta al fine di individuare eventuali profili di responsabilità collegati alla diffusione del contagio e al numero tragico dei deceduti nelle strutture sanitarie del sistema sanitario regionale e nelle strutture accreditate, nonché nelle RSA, a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Questa interpellanza è per avere l’opinione, la posizione dell’assessore Donini, perché la mia proposta di Commissione d’inchiesta sulle stragi nelle RSA, sui morti, sulle vittime nelle RSA è stata bocciata durante la discussione in Consiglio regionale. Mi pare di ricordare che sia il presidente Bonaccini che l’assessore Donini avessero detto che loro non erano contrari di per sé all’istituzione di una Commissione d’inchiesta, quindi ho pensato, con un’interpellanza, di chiedere all’assessore alla sanità se non ritenga che questo sia uno strumento che ci consente di porre al centro il tema, di non dimenticarlo, come succederebbe all’interno dell’attività ordinaria di una Commissione, e soprattutto di poter dare delle risposte ai parenti delle vittime. Alcuni di loro si sono organizzati in comitati e so che in qualche modo hanno già cercato di sollecitare l’attenzione dell’assessore Donini.

L’idea, quindi, di istituire una Commissione, l’idea di costituire un tavolo regolare su cui portare i dati, sentire opinioni esterne, sentire dove possono essere cadute le responsabilità, perché si faccia giustizia e verità su questo e non si debba più ripetere, però a partire dalla verità, che si deve trovare su questi casi, io credo che sia l’unica opzione seria che possa prendere la Regione. Quindi, chiedo all’assessore, anche se so che non è lui che può istituire una Commissione d’inchiesta, se la Giunta su questo ha un’opinione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Risponde l’assessore Donini. Prego, assessore.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Io ho sentito l’interpellanza e rispondo che abbiamo già avuto modo di illustrare, in varie sedi, le tantissime azioni che sono state intraprese al fine di contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, modulate e continuamente aggiornate sulla base dell’evolversi della pandemia e di una sempre maggiore conoscenza della malattia.

Durante la fase di grande emergenza iniziale, infatti, l’aumento dei contagiati ha seguito una curva esponenziale ed è stato, quindi, fondamentale ridefinire innanzitutto gli assetti organizzativi sanitari, in modo da garantire a tutti i pazienti Covid l’intensità di cure necessaria. Nel momento di massima diffusione della pandemia, a livello regionale sono stati resi disponibili 5.196 posti letto, tra ordinari (4.623) e di terapia intensiva (573). Questo per dare ulteriori informazioni rispetto alla fase acuta della pandemia. Siamo riusciti a realizzare questa riorganizzazione con il supporto degli ospedali privati accreditati e grazie all’aumento della dotazione tecnologica di posti letto, ma anche grazie all’assunzione di oltre 3.750 unità operative di personale sanitario.

Nello stesso periodo, abbiamo dovuto fronteggiare ‒ come tutte le altre Regioni ‒ la carenza di Dispositivi di protezione individuale. Attualmente, grazie al lavoro della Protezione civile e dei servizi acquisiti di Area Vasta, di Intercent e dell’imprenditoria locale siamo, però, nelle condizioni di assicurare la necessaria disponibilità dei dispositivi di sicurezza individuale per tutti gli operatori: personale sanitario, socioassistenziale, convenzionato e volontario.

Contestualmente al percorso assistenziale ospedaliero si è sviluppato e via via evoluto anche quello territoriale: presa in carico precoce e domiciliare dei pazienti sintomatici, sospetti Covid-19, con tempestiva somministrazione delle terapie, che ad oggi risulta [...]

 

PRESIDENTE (Petitti): Attendiamo che si possa ricollegare l’assessore Donini.

Mi risulta connesso. Eccolo. Prego, assessore.

 

DONINI, assessore: Da quando si è perso?

 

PRESIDENTE (Petitti): L’ultimo minuto non abbiamo sentito più nulla.

 

DONINI, assessore: Contestualmente al percorso assistenziale ospedaliero si è sviluppato e via via evoluto anche quello territoriale. Presa in carico precoce e domiciliare dei pazienti sintomatici sospetti da Covid-19, con tempestiva somministrazione delle terapie che ad oggi risultano le più efficaci nel contenere l’aggravarsi della patologia e che consentono, quindi, di contenere il numero di pazienti ospedalizzati.

In questa fase è risultata importante l’attivazione delle unità speciali di continuità assistenziale, le cosiddette USCA, che si recano a casa del paziente per prenderlo in carico stabilendo il mantenimento a domicilio in terapia e osservazione, il trasferimento in una struttura più idonea, oppure il ricovero ospedaliero.

Al culmine della pandemia in regione erano attive 80 USCA. In questa strategia di attacco al virus rientra anche il piano screening regionale tramite l’esecuzione del tampone nasofaringeo a tutte le persone sintomatiche e ai loro contatti, con particolare riferimento agli ospiti delle strutture residenziali per anziani e disabili e ai familiari conviventi, poi esteso a tutti gli accessi al pronto soccorso e ai ricoveri oppure tramite l’esecuzione di test sierologici.

Questi ultimi, inizialmente previsti per gli operatori sanitari socioassistenziali e per i dipendenti delle strutture private accreditate, sono stati progressivamente estesi a categorie a rischio quali il personale penitenziario, le forze dell’ordine, i vigili urbani, i vigili del fuoco, il personale impiegato nei servizi essenziali, il personale di magistratura e prefetture, i sanitari convenzionati, i medici di famiglia ambulatoriali, continuità assistenziale, MET e farmacisti, gli operatori dei servizi appaltati all’interno delle strutture sanitarie, gli operatori dell’emergenza territoriale, i donatori di sangue, i sacerdoti, gli operatori dei trasporti, gli assistenti sociali, il personale dei centri estivi.

La possibilità di richiedere il test sierologico è stata poi estesa anche ai datori di lavoro e ai singoli cittadini sulla base di un percorso definito a livello regionale che in caso di esito positivo prevede che il paziente venga preso in carico dall’azienda ASL per l’esecuzione del tampone, ovviamente, gratuitamente.

A tal fine la capacità di eseguire i tamponi è stata aumentata. Attualmente i laboratori regionali sono in grado di eseguire circa 10.000 tamponi al giorno. Questo breve riepilogo per evidenziare quanto sia evoluta da febbraio la strategia del contrasto al Covid-19, la quale certamente evolverà ancora.

Non va dimenticato, infatti, anche il grande impegno sul fronte della ricerca con sei progetti AIFA, di cui la nostra Regione è coordinatrice, a cui si aggiunge l’adesione al progetto nazionale “Tsunami” sull’efficacia della terapia con plasma iperimmune. Uno di questi progetti, ossia lo studio randomizzato promosso dall’Azienda unità sanitaria locale IRCCS di Reggio Emilia per valutare l’efficacia di alcuni antinfiammatori, si è concluso la scorsa settimana.

Passando alla potenziale correlazione tra inquinamento atmosferico e diffusione Covid-19, anche sulla base delle indicazioni forniteci dall’Assessorato all’ambiente, possiamo affermare che questa è al momento solo un’ipotesi, che dovrà essere certamente approfondita. Nell’ambito del progetto europeo suddetto, Regione Emilia-Romagna e ARPAE hanno avviato un’ampia ricerca, che vedrà coinvolte anche altre Regioni italiane, che servirà a raccogliere e valutare sperimentalmente i dati e l’efficacia sulla qualità dell’aria delle misure restrittive adottate per contenere il contagio, nonché comprendere anche le eventuali relazioni tra pandemia e inquinamento atmosferico, con un approccio epidemiologico complesso e non solo ambientale.

Un primo rapporto sulla qualità dell’aria del bacino padano nelle settimane di emergenza Coronavirus ha mostrato la riduzione del 40 per cento delle emissioni di ossidi di azoto e loro miscele, accompagnate da una riduzione del 14 per cento delle emissioni di particolato primario. È un risultato importante, ma non del tutto sufficiente, nelle condizioni meteorologiche di stagnazione tipiche della Pianura Padana, a garantire il rispetto dei valori limite fissati dalle norme europee.

Questi primi risultati confermano, comunque, la validità della strategia dei Piani Aria regionali, incentrata su interventi plurisettoriali che intervengono simultaneamente su più categorie di inquinanti.

Con riferimento, infine, alla ricaduta degli inceneritori sulla diffusione del Covid-19, si rileva innanzitutto che gli inceneritori non contribuiscono in misura rilevante alle emissioni in atmosfera dei principali inquinanti. Dai dati regionali, infatti, risulta che le emissioni prodotte dagli impianti di incenerimento presenti in regione contribuiscono solo per lo 0,04 per cento alle emissioni regionali di PM10 e per lo 0,6 per cento a quello degli ossidi di azoto.

Per quello che riguarda ciò che ho sentito fuori richiesta ufficiale, io rimarco assolutamente la nostra disponibilità a fornire tutte le informazioni che la Commissione Salute voglia richiedermi. Per quello che riguarda altri strumenti, non entro nell’autonomia che risiede nell’Assemblea legislativa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Che cosa devo dichiarare? L’insoddisfazione deriva dal fatto che l’assessore non ha risposto all’interpellanza. Il primo punto dell’interpellanza, infatti, era questo: se non ritenga opportuno disporre l’istituzione di una Commissione d’inchiesta o che cosa ne pensi di un’eventuale istituzione per indagare problematiche connesse ad eventuali profili di responsabilità legati alla diffusione del contagio e al numero tragico dei deceduti nelle strutture sanitarie del sistema sanitario regionale e nelle accreditate, nonché nelle RSA, al fine di conoscere genesi, diffusione e articolazione delle criticità del nostro sistema sanitario.

Poi c’era un secondo punto, a cui l’assessore ha risposto soltanto in parte, che conteneva, invece, la necessità di fare luce sull’operato dei vertici delle strutture sanitarie regionali, per individuare eventuali errori ‒ o anche senza “eventuali” ‒ oltre alla possibilità di valutare l’operato di questi dirigenti di vertice delle strutture sanitarie, per farne valere le eventuali responsabilità nelle sedi deputate, averne conoscenza ed evitare che si riproducano in futuro, migliorando la gestione di emergenze anche su scala più ridotta, oltre che la qualità intrinseca del nostro sistema sanitario, tutelando, ovviamente, medici e operatori sanitari che sono stati in prima linea in questa emergenza.

Le domande erano queste. Non avendo avuto una risposta, mi spiace perché... Mi fa piacere che l’assessore abbia ribadito cose su cui io sono convinta solo in parte, ma evitando di rispondere alla domanda vien da dire che, però, lo strumento dell’interpellanza diventa difficile poterlo utilizzare appieno, se si evadono completamente. La domanda era molto precisa. Si è voluto proprio evadere consapevolmente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 386

Interpellanza circa la scarcerazione dei condannati per mafia a causa dell’emergenza Covid-19. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Pompignoli, Liverani, Marchetti Daniele, Stragliati, Facci, Bergamini, Occhi, Rancan, Delmonte, Catellani, Rainieri, Montevecchi, Bargi

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interpellanza, la 386: Interpellanza circa la scarcerazione dei condannati per mafia a causa dell’emergenza Covid-19, a firma dei consiglieri Pelloni, Pompignoli, Liverani e altri.

Passo la parola al consigliere Pelloni. Prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Stante quanto riportato sulla stampa nei giorni scorsi, è chiaro che sono passati due mesi, perché è stata depositata, questa interpellanza, il 23 aprile 2020. Con una circolare del 21 marzo 2020 il Dipartimento carcerario avrebbe invitato tutti i direttori delle carceri a comunicare con solerzia all’Autorità giudiziaria, per eventuali determinazioni di competenza, il nominativo dei detenuti, suggerendo la scarcerazione se il caso dovesse rientrare tra le nove patologie indicate dai sanitari, dall’Amministrazione penitenziaria, in caso di persone anziane. Secondo le medesime notizie di stampa, i capimafia detenuti al 41-bis in questi giorni di emergenza Coronavirus avrebbero, uno dopo l’altro, iniziato a lasciare il carcere e a tornare a casa.

Se le notizie riportate in premessa ‒ poi sono state confermate ‒ fossero confermate, si tratterebbe innanzitutto di un’offesa ai familiari delle vittime di mafia, ma anche di un’interpretazione legislativa assolutamente discutibile.

Si interpella, quindi, il presidente e la sua Giunta su qual è l’opinione in merito e se in virtù del ruolo di promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile rivendicata dalla nostra Regione intende attivarsi presso il Governo nazionale per impedire che i condannati per reati di mafia possano essere scarcerati a causa dell’emergenza Covid-19.

Avrei potuto emendare ovviamente per aggiornarla. Certamente un altro segnale estremamente negativo sul funzionamento della nostra giustizia è accaduto nei giorni scorsi, quando appunto uno dei maggiori inquisiti per il tema di Mafia Capitale – dopo sei anni il nostro sistema giudiziario non è arrivato a sentenza – è stato scarcerato.

È chiaro che queste sono notizie che fanno male al nostro Paese. Proprio per questo chiedo alla Giunta di rispondere alle domande che ho posto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente.

La Giunta è naturalmente a conoscenza dei contenuti della circolare del 21 marzo del 2020 del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Ritiene che la stessa, pur adottata in piena emergenza epidemiologica da Covid-2019, non abbia contribuito a realizzare un più ragionevole equilibrio tra le istanze contrapposte della prevenzione e della tutela dei diritti fondamentali della persona, tra cui in particolare il diritto alla salute, l’umanizzazione della pena e le parimenti essenziali esigenze di sicurezza quale bene costituzionalmente tutelato.

Rispetto alla seconda questione sollevata, va preliminarmente specificato che le procedure di scarcerazione afferiscono naturalmente a materia di competenza esclusivamente statale, come quindi anche i relativi adempimenti. Anche per tali ragioni il Consiglio dei Ministri ha ritenuto di adottare il decreto-legge n. 28/2020 che ha previsto l’obbligatorietà di un parere a seconda dei casi della procura nazionale e delle procure distrettuali antimafia ai fini della concessione di misure extra detentive ad autori di reati di criminalità organizzata.

Con il successivo decreto-legge n. 29/2020 è stata poi introdotta la previsione che i giudici dovranno rivalutare la permanenza dei motivi di salute connessi all’emergenza sanitaria in tempi molto ravvicinati, la prima volta nei quindici giorni successivi alla pubblicazione ufficiale del decreto e poi successivamente con cadenza mensile.

Nel contempo si esplicita che prima di emettere nuovi provvedimenti la magistratura dovrà chiedere alle autorità competenti se vi siano posti disponibili nelle strutture sanitarie penitenziarie o nei reparti protetti degli ospedali dove il condannato possa proseguire lo stato detentivo senza pregiudizio per le sue condizioni di salute.

Si tratta, in conclusione, di due provvedimenti governativi, quelli dei decreti, come evocati, del resto, dagli interpellanti, che nel pieno rispetto dell’autonomia della Magistratura almeno irrobustiscono opportunamente i criteri che sovraintendono alle scarcerazioni per differimento pena causa pandemia da Coronavirus.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Prego, consigliere Pelloni.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Mi ritengo parzialmente soddisfatto, perché la prima risposta è, ovviamente, condivisibile. Vero è che ai nostri rappresentanti anche locali la Giunta esprime una rappresentanza importante di un partito che oggi è al Governo e, nel momento della mozione di sfiducia a uno dei maggiori responsabili di quanto è successo, avrebbe dovuto avere più coraggio. Quindi, su questa parte anche in quel voto ritengo e riteniamo che si potesse avere più coraggio e adottare un po’ di discontinuità rispetto a quanto è successo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Si sono concluse le interpellanze.

 

OGGETTO 500

Proposta recante: “Programma regionale di ‘orientamento dei consumi e l’educazione alimentare 2020-2022’”. (Delibera di Giunta n. 425 del 04 05 20) (18)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori della seduta di stamattina e precisamente dalle dichiarazioni di voto sul Programma regionale di orientamento dei consumi e l’educazione alimentare 2020-2022.

Ricordo che ogni Gruppo ha cinque minuti per il proprio intervento.

Apro le prenotazioni per le dichiarazioni di voto. Consigliere Barcaiuolo, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Il programma proposto è un programma in cui ciò che è scritto è oggettivamente ampiamente condivisibile, quindi non è un problema affermare questo. Il tema è che probabilmente poteva esserci scritto molto di più.

Condividiamo gli esperimenti delle fattorie didattiche, condividiamo tutta la vicenda dell’implementazione della centralità della dieta mediterranea. Abbiamo la fortuna di vivere in Italia, 1.300 chilometri, isole escluse, in cui ogni quindici chilometri fondamentalmente si cambia piatto tipico. È una delle nostre eccellenze maggiori, non la sola e non l’unica, ma è evidente che proprio per questa va difesa e tutelata al pari di ogni nostra identità.

Benissimo anche l’implementazione e la conservazione degli alimenti biologici, con un’unica postilla, un’unica precisazione: non è che quello che biologico non è sia ontologicamente nocivo. Anche da questo punto di vista è chiaro che bisogna fare attenzione rispetto a gran parte dei nostri agricoltori, gran parte dei nostri coltivatori diretti, che possono scegliere un metodo anziché un altro.

Credo che il pubblico, lo Stato, quindi anche la Regione debba mettere in atto comportamenti per una corretta alimentazione. Al tempo stesso, tengo a rimarcare in questo intervento che da libertario, quale credo di essere, mi auguro o aspiro ad essere, è altrettanto logico che non si possono imporre alle famiglie e ai singoli individui comportamenti alimentari. È giusto dare l’indicazione più sana e migliore, ma è altrettanto doveroso lasciare la libertà di scelta a chiunque.

L’altra questione su cui, secondo me, si poteva fare qualcosina di più riguarda il reperimento delle risorse da far andare nelle nostre scuole e in ogni nostro tipo di centro educativo. Proprio perché si vuole tutelare quella dieta mediterranea, che giustamente è stata definita nel programma... Probabilmente, quando si pensa a dieta mediterranea, quindi si pensa a pasta di grano duro, ad agrumi, all’olio d’oliva, fondamentalmente tutelare al meglio i nostri prodotti nazionali... Anche perché viviamo in un mondo e siamo incastonati con altre Istituzioni (mi riferisco all’Unione Europea), in cui invece arrivano diktat che vanno esattamente nella direzione opposta. Non solo l’indicazione di dove cuocere le nostre pizze, di quanto devono essere curve o lunghe le nostre zucchine o di quanto deve essere il diametro delle nostre vongole, ma penso anche alla vicenda del Nutri-Score. Uso un altro inglesismo oggi. Non sono particolarmente contento. Il Nutri-Score, quella etichetta semaforica che dà indicazioni dal punto di vista soltanto delle proprietà di un singolo alimento, gioca su un enorme equivoco. Gioca sull’equivoco di quale tipo, ad esempio, di sale ci sia in un determinato alimento e il nostro parmigiano reggiano finisce nella categoria “rosso”. Solo che quando tu usi il semaforo come metafora, è chiaro che diventa abbastanza bizzarro vedere, da un lato, il semaforo rosso sul parmigiano reggiano e, dall’altro, il semaforo verde sulla Coca-Cola, perché questo è quello che sta avvenendo ed è quello che, purtroppo, l’Europa ci sta imponendo.

È chiaro che questi aspetti probabilmente non dovevano tutti rientrare in questo tipo di documento, che è un documento che, come tale, resta esclusivamente una buona dichiarazione d’intenti. Come buona dichiarazione di intenti, quindi, il voto di Fratelli d’Italia non può che essere quello di una astensione, oggettivamente né critica né benevola, perché mancano oggettivamente delle parti che avrebbero dato una complessità più intera all’intero documento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri interventi per dichiarazione di voto? Collega Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Velocemente, come avevo annunciato nel precedente intervento, sulla base della condivisione dei pilastri su cui si fonda questo documento, ossia centralità delle mense bio, dieta mediterranea, lotta allo spreco alimentare, con la richiesta alla Giunta se può aggiungere anche i criteri della stagionalità e del cosiddetto chilometro zero, quindi della vicinanza tra fonte di produzione e luogo di consumo, e anche educazione all’attività motoria per contribuire a contenere meglio il fenomeno dell’obesità, con queste precisazioni, annuncio voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Non ho altri iscritti per dichiarazione di voto.

Votiamo, allora, il provvedimento “Programma regionale di orientamento dei consumi e l’educazione alimentare 2020-2022”.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 10 astenuti e 7 favorevoli.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro, favorevole; 2 BARCAIUOLO Michele, astenuto; 3 BARGI Stefano, astenuto, 4 BERGAMINI Fabio, astenuto; 5. BESSI Gianni, favorevole; 6 BONDAVALLI Stefania, favorevole; 7 BULBI Massimo, favorevole; 8 CALIANDRO Stefano, favorevole; 9 CASTALDINI Valentina, astenuta; 10 CATELLANI Maura, astenuta; 11 COSTA Andrea, favorevole; 12 COSTI Palma, favorevole; 13 DAFFADÀ Matteo, favorevole; 14 DELMONTE Gabriele, astenuto; 15 FABBRI Marco, favorevole; 16 FACCI Michele, astenuto; 17 FELICORI Mauro, favorevole; 18 IOTTI Massimo, favorevole; 19 LIVERANI Andrea, astenuto; 20 MALETTI Francesca, favorevole; 21 MARCHETTI Daniele, astenuto; 22 MARCHETTI Francesca, favorevole; 23 MASTACCHI Marco, astenuto; 24 MONTALTI Lia, favorevole; 25 MONTEVECCHI Matteo, astenuto; 26 MORI Roberta, favorevole; 27 MUMOLO Antonio, favorevole; 28 OCCHI Emiliano, astenuto; 29 PARUOLO Giuseppe, favorevole; 30 PELLONI Simone, astenuto; 31 PICCININI Silvia, astenuta; 32 PIGONI Giulia, favorevole; 33 PILLATI Marilena, favorevole; 34 POMPIGNOLI Massimiliano, astenuto; 35 RANCAN Matteo, astenuto; 36 RONTINI Manuela, favorevole; 37 ROSSI Nadia, favorevole; 38 SONCINI Ottavia, favorevole; 39 STRAGLIATI Valentina, astenuta; 40 TAGLIAFERRI Giancarlo, astenuto; 41 TARASCONI Katia, favorevole; 42 TARUFFI Igor, favorevole; 43 ZAMBONI Silvia, favorevole; 44 ZAPPATERRA Marcella, favorevole.

 

Favorevoli 26

Astenuti 18

 

È approvato.

 

(La delibera oggetto 500 è approvata, con voto palese, in modalità telematica,

a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 372

Risoluzione in merito alla possibilità di consentire a tutti i cittadini la possibilità di sottoporsi ai test sierologici Covid-19 anche a pagamento e presso strutture private. A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 396

Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre regole chiare e tempestive per l’effettuazione di test sierologici e tamponi accessibili a tutto il personale sanitario e socio-sanitario, compresi i medici di base oltre alle strutture private-convenzionate, privati cittadini e aziende; ad attuare ogni azione utile affinché la provincia di Piacenza riesca a limitare e contenere il contagio da Covid-19. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 168

Risoluzione per impegnare la Giunta a realizzare tempestivamente un piano per estendere l’effettuazione dei tamponi a tutte le categorie più a rischio di contagio da Coronavirus, dagli operatori sanitari, al personale impegnato nei servizi essenziali privati e pubblici. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 423

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare tutte le misure necessarie al fine di garantire le quantità/qualità di dotazioni di test sierologiche necessarie alla fase di ripartenza e a dare rapidamente attuazione al programma di screening regionale tramite test sierologici, con particolare riguardo alle Province di Piacenza e Rimini e al Comune di Medicina. A firma dei Consiglieri: Montalti, Fabbri, Tarasconi, Pillati, Rossi, Costi, Bondavalli, Pigoni, Soncini, Costa, Caliandro, Rontini, Bulbi, Zappaterra, Mumolo, Sabattini, Daffadà, Mori

(Ritiro)

 

OGGETTO 657

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il programma di screening regionale per il tracciamento del Covid-19 anche tramite test sierologici, monitorando e informando sull’andamento dei dati, continuando il confronto con le associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale e verificando la presenza capillare su tutto il territorio regionale di laboratori privati autorizzati, per garantire la possibilità di svolgere il test a tutti i cittadini. (20 05 20) A firma dei Consiglieri: Montalti, Costi, Pillati, Mori, Rossi, Zappaterra, Rontini, Bondavalli, Caliandro, Tarasconi, Costa, Soncini, Sabattini, Daffadà, Bulbi, Fabbri, Pigoni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con le risoluzioni.

Risoluzione 372: Risoluzione in merito alla possibilità di consentire a tutti i cittadini la possibilità di sottoporsi ai test sierologici anche a pagamento e presso strutture private, a firma dei consiglieri Lisei, Barcaiuolo e Tagliaferri.

Su questo documento insiste una proposta di emendamento a firma del consigliere Lisei.

A questo documento si abbinano anche i seguenti oggetti.

Risoluzione 396: Risoluzione che impegna la Giunta a predisporre regole chiare e tempestive per l’effettuazione di test sierologici e tamponi accessibili a tutto il personale sanitario e sociosanitario, compresi i medici di base oltre alle strutture private-convenzionate, privati cittadini e aziende; ad attuare ogni azione utile affinché la Provincia di Piacenza riesca a limitare e contenere il contagio da Covid-19, a firma dei consiglieri Stragliati e Rancan.

Su questo documento insistono tre proposte di emendamento a firma della consigliera Stragliati e una correzione materiale sempre a firma della consigliera Stragliati.

È abbinata anche la risoluzione 168. La risoluzione impegna la Giunta a realizzare tempestivamente un piano per estendere l’effettuazione dei tamponi a tutte le categorie più a rischio di contagio da Coronavirus, dagli operatori sanitari, al personale impegnato nei servizi essenziali privati e pubblici, a firma della consigliera Piccinini.

Su questo documento insiste una proposta di emendamento a firma della consigliera Piccinini.

Altre due risoluzioni sono abbinate. La 423 impegna la Giunta ad attuare tutte le misure necessarie al fine di garantire la quantità/qualità di dotazioni di testi sierologici necessari alla fase della ripartenza e a dare rapidamente attuazione al programma di screening regionale tramite test sierologici, con particolare riguardo alle Province di Piacenza e Rimini e al Comune di Medicina, a firma dei consiglieri Montalti, Fabbri, Tarasconi, Pillati, Rossi, Costi e altri.

La risoluzione 657 impegna la Giunta a proseguire il programma di screening regionale per il tracciamento del Covid-19 anche tramite test sierologici, monitorando e informando sull’andamento dei dati, continuando il confronto con associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale e verificando la presenza capillare su tutto il territorio regionale, a firma dei consiglieri Montalti, Costi, Pillati, Mori, Rossi, Zappaterra, Rontini e altri.

Il dibattito generale è congiunto su tutte le risoluzioni. Si è aperto il 27 maggio, nella precedente Assemblea. Ci sono ancora interventi nel dibattito generale? Ricordo che è permesso intervenire ad ogni consigliere per un tempo massimo di dieci minuti.

Consigliere Mumolo, prego.

 

MUMOLO: Grazie, presidente.

Soltanto per dire che il mio voto sull’oggetto 500 era favorevole. Non l’ha preso e lo volevo solo spiegare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Presidente, da ormai qualche tempo è in corso anche nella nostra Regione la campagna promossa dal Ministero della salute con Istat per eseguire 150.000 test sierologici con l’obiettivo di capire quanto sia diffuso il virus nel Paese.

In Emilia-Romagna il campione sarà di oltre 10.000 persone. Come è stato ampiamente riferito anche dagli organi di informazione, qualcosa non ha funzionato nel meccanismo di ingaggio dei cittadini che non hanno risposto all’appello. C’è chi ha parlato di indagine flop. Di fatto, dopo quattro settimane di telefonate, dei 156.000 cittadini contattati solo uno su tre ha poi fatto il test.

Di fronte ad un’attività considerata così importante viene da chiedersi perché la campagna di comunicazione a livello nazionale per informare di questa iniziativa non sia stata promossa in anticipo proprio per informare e coinvolgere preventivamente la cittadinanza che, certamente, con maggiore consapevolezza del contributo richiesto, avrebbe risposto con una maggiore adesione e senso di responsabilità.

Non vorremmo che lo stesso avvenisse per la app Immuni, da qualche giorno disponibile anche per l’Emilia-Romagna, ma che molti ancora non conoscono e non hanno forse scaricato.

Sappiamo che lo stesso Governo ha diffuso 3,6 milioni di tamponi in tutta Italia e le regioni, in misura diversa, ne hanno effettuati oltre 2,2 milioni.

Se l’Emilia-Romagna a metà maggio aveva testato 299 casi ogni 10.000 abitanti, il Veneto, invece, ne aveva testati 457, superando di gran lunga, con mezzi propri, il numero dei tamponi messi a disposizione dal Ministero.

Intanto prosegue la seconda fase della campagna di screening sierologico sulla popolazione attivata dall’azienda AUSL di Piacenza, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.

L’iniziativa viene proposta a un campione rappresentativo della popolazione generale per sesso, età e distribuzione geografica. Accanto ai tamponi orofaringei i test sierologici sono senza dubbio importanti strumenti diagnostici necessari, fra l’altro, per assumere dati utili a comprendere e verificare e anche prevenire la diffusione del Covid-19.

La nostra risoluzione, presentata, ahimè, ormai quasi due mesi fa, evidenziava l’attualità allora stringente di una richiesta che poi la Regione ha accolto: mettere a disposizione e ad autorizzare i test sierologici anche ai privati cittadini. Sì, perché oggi come allora, quando sollevammo il caso con la nostra risoluzione, ci apparì incomprensibile e inaccettabile il ritardo sull’adozione di questi fondamentali strumenti grazie ai quali sarebbe stato anche possibile pianificare in maggiore sicurezza la fase 2 per la ripartenza delle attività produttive e soprattutto della vita dei nostri concittadini. Un’opportunità in parte mancata – lasciatemelo dire – dal momento che non ci sono state indicazioni univoche sull’utilizzo di questi test e ogni Regione ha proceduto a suo modo, alcune, come l’Emilia-Romagna, frenando l’adozione tra i privati di questo presidio epidemiologico importante, mentre ancora una volta ci toccava guardare all’erba del vicino veneto, che appariva certamente più verde, al di là della pur nota connotazione politica.

L’accesso ai test sierologici – voglio ricordarlo – è stato più volte motivo di scontro tra la Regione Emilia-Romagna e i laboratori privati accreditati. Una querelle con parecchi aspetti da chiarire. Ombre e incertezze sulle quali ho presentato anche due interrogazioni a mia firma, rimaste ancora senza risposta. Ci chiediamo, infatti, perché a fronte delle sollecitazioni provenienti da più parti non si sia provveduto, già nel mese di marzo, a bandire una manifestazione d’interesse per individuare la tipologia di test da mettere, anche nei laboratori privati, a disposizione di chi volesse accertare il proprio stato di salute e la presenza o meno di anticorpi sviluppati dal contatto con il virus. Perché – lo vorremmo sapere – si è dovuti arrivare solo allo scorso 17 aprile per la pubblicazione, da parte della Regione, del bando pubblico per la ricerca di aziende in grado di fornire i test diagnostici sierologici, mentre nel frattempo cresceva a dismisura la richiesta di avere accesso a questo strumento? La Regione – oggi possiamo dirlo con certezza – è partita in ritardo. Troppe incomprensibili cautele.

Se i test sierologici fossero partiti prima, si sarebbero guadagnati giorni preziosi. Tutto questo avrebbe potuto accelerare la remissione dei contagi? Possiamo avanzare delle supposizioni. Molti cittadini, io e la mia famiglia compresi, soprattutto nelle zone più colpite, come Piacenza, chiedevano ai centri privati di effettuare questi test, pagandoli di tasca propria. In questo senso alcune associazioni di categoria, come FederLab, Aspat, Confindustria e Anisap, avevano assicurato la loro disponibilità a collaborare mettendosi a disposizione nel rispetto delle norme di sicurezza, con lo svolgimento degli esami solo su prenotazione. Finalmente a metà aprile la Giunta ha licenziato la delibera che prevedeva una deroga al divieto di somministrazione di test su privati cittadini al di fuori del percorso regionale. I laboratori hanno, quindi, potuto presentare un’istanza per essere autorizzati a svolgere test sierologici nell’ambito di percorsi attivati da datori di lavoro. Tutto questo, mi chiedo, non si poteva fare prima? Qui si è continuato a dire “no” ai nostri cittadini e a noi non è sembrato corretto.

Così come oggi non comprendiamo la necessità di avere la prescrizione del medico di fiducia, che ne valuterà l’appropriatezza. Ma perché ostacolare il diritto di conoscere il proprio stato di salute, anche, eventualmente, pagando la prestazione, se non è possibile garantire il test a tutti nelle pubbliche strutture, allora sovraccaricate dall’emergenza? Nel frattempo, la Giunta ha annunciato il via libera nel territorio di Piacenza a due campagne di screening sierologici per chi è venuto a contatto con il virus. Le analisi vengono effettuate dall’Azienda sanitaria piacentina e interesseranno circa 60.000 persone, con risultati entro il 20 giugno, quindi conclusi qualche giorno fa. Le prime 30.000 persone sottoposte al test di Abbott, scelto per gli screening, saranno quelle conviventi o venute a contatto con soggetti risultati positivi al Covid-19 dall’inizio dell’epidemia, quindi maggiormente a rischio.

In questi giorni apprendiamo che prosegue la seconda fase della campagna di screening sierologico sulla popolazione attivata dall’azienda USL di Piacenza, in collaborazione con la Regione. L’iniziativa viene proposta da un campione rappresentativo della popolazione generale per sesso, età e distribuzione geografica. In ogni caso, si tratterebbe di poco più del 10 per cento dell’intera popolazione residente. È naturale pensare che molti altri cittadini vogliano e soprattutto volessero ancora in piena emergenza fare il test. Più che rendere difficoltoso questo percorso, chiederei alla Regione di riflettere sulla raccolta dei dati, coinvolgendo tutte le strutture pubbliche e private, per acquisire preziose informazioni di ricerca sulla diffusione del contagio.

Cerchiamo, quindi, di tutelare la salute e la privacy dei nostri cittadini, ma non aggiungiamo complicazioni che altrove non esistono. Eviteremo un lavoro inutile ai medici di famiglia, tra i quali non credo che troveremmo un solo medico di famiglia disposto a negare il certificato per l’accesso al test.

Per questo invito i consiglieri tutti, e concludo, al di là dell’appartenenza politica, ad accogliere trasversalmente questa nostra richiesta alla Giunta, nel nome del diritto alla salute e alla libertà di scelta, garantiti dalla Costituzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Tengo a precisare che l’oggetto 396 è stato depositato il 24 aprile 2020. Arriviamo a discuterlo oggi in Assemblea legislativa. Tante cose sono cambiate, ma ritengo comunque che la risoluzione sia attuale.

La risoluzione è relativa al territorio di Piacenza che, secondo uno studio dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che si è concentrato sulla rilevazione dei tassi di mortalità per Covid-19 dall’inizio dell’epidemia e per i primi 55 giorni, ovvero fino al 17 aprile scorso, è risultata la provincia italiana con il più alto numero di morti in rapporto alla popolazione.

Al momento della mia risoluzione i decessi erano circa 900. Oggi, purtroppo, quelli censiti sono anche vicini ai mille, quelli censiti, ma sembra che siano anche di più, e i contagiati sono oltre 4.500.

Evidentemente, come ho già avuto modo di rappresentare più volte sia in Commissione Sanità che in Assemblea legislativa, vi sono stati diversi errori, soprattutto per quanto riguarda l’esecuzione dei tamponi. Il laboratorio ASL inizialmente era in grado di processare solo 200 tamponi al giorno ed è stato portato a 300 solo in un secondo momento.

Evidentemente con il numero così elevato di decessi che ha colpito la nostra provincia non erano numeri sufficienti. I medici di medicina generale nella fase 1 non sono stati coinvolti nell’esecuzione dei tamponi, bensì solo in un secondo momento; medici di medicina generale che hanno avuto un ruolo strategico nella fase 1 dell’epidemia e che sono stati vicini ai propri pazienti.

Inoltre, sottolineo che Piacenza è stata una delle ultime province in cui è stata attivata la procedura dei tamponi drive through, i cosiddetti tamponi veloci eseguiti in auto.

Io e il consigliere Rancan abbiamo sollecitato la Giunta ad intervenire affinché questa procedura fosse attivata nella provincia più colpita della regione e invece questa procedura è stata attivata in tantissime altre province della regione Emilia-Romagna. Ci saremmo aspettati che almeno contestualmente venisse attivata anche a Piacenza, visti i numeri così tragici che hanno colpito la nostra provincia.

Con questa risoluzione, visto che è stata presentata praticamente al termine della fase 1, in vista della fase 2, la cosiddetta fase della ripartenza, si impegna la Giunta regionale a predisporre regole chiare e tempestive per l’effettuazione di test sierologici e tamponi, e ho aggiunto anche test salivari. Ne abbiamo parlato in Commissione Sanità: il test salivare è un test rapido in grado di rilevare nell’arco di pochissimi minuti la presenza del Coronavirus. Tale test è stato scoperto ed è stata avviata una sperimentazione presso l’Università dell’Insubria e la sensibilità di questo test è risultata alta, con margini di miglioramento, già previsti per la prototipizzazione industriale. È una soluzione diagnostica, peraltro, già adottata in Francia e in Giappone. Ho già rappresentato questa possibilità in Commissione Sanità e mi ha fatto molto piacere anche l’apertura dell’assessore Donini rispetto a questa e ad altre innovazioni finalizzate a diagnosticare in maniera sempre più veloce ed efficace il Coronavirus.

Quindi, con il presente atto chiediamo che test sierologici e tamponi siano accessibili a tutto il personale sanitario e sociosanitario, compresi i medici di base, oltre alle strutture private convenzionate, ai privati cittadini e alle aziende. Ad oggi, ci risulta che tanti operatori anche della Protezione civile, che hanno svolto un ruolo fondamentale durante l’emergenza, ovvero i sanificatori delle ambulanze, coloro che erano deputati a sanificare le ambulanze durante e dopo il trasporto tra un paziente e l’altro, quindi hanno svolto una funzione molto importante, a questi volontari della Protezione civile non sono ancora stati eseguiti i test sierologici. Quindi, chiediamo che anch’essi vengano coinvolti in questo importante screening, oltre ad attuare ogni azione utile affinché la provincia di Piacenza, così duramente colpita, riesca a limitare e contenere il contagio da Covid-19.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Prego, consigliera Montalti.

 

MONTALTI: Grazie.

Intanto vorrei chiedere di ritirare la risoluzione a mia firma, la n. 423.

Oggi effettivamente ci troviamo a fare una discussione dopo circa due mesi dal deposito delle nostre risoluzioni e, quindi, possiamo dire che la situazione è cambiata, ma è cambiata in maniera positiva, nel senso che il piano di screening regionale è in piena attuazione.

Sicuramente, come diciamo non da oggi, ma da più di tre mesi, il tema dei test sierologici è una delle questioni centrali in questa fase di ripresa, perché è uno di quegli strumenti che sono stati messi in campo dalla nostra Regione, anche rapidamente, per garantire più sicurezza e soprattutto per garantire uno screening continuo della comunità regionale, a partire da quelle che sono le categorie maggiormente esposte.

I test sierologici ‒ come dicevo ‒ da quasi tre mesi sono, infatti, utilizzati tra gli strumenti per lo screening e il tracciamento del Covid sulla base, e questo lo voglio sottolineare, di un piano chiaro che è stato definito dalla Giunta regionale. La nostra Regione non ha affrontato e utilizzato questo strumento seguendo il sentimento del momento, ma l’ha fatto inserendolo in un piano di screening che si basa su un metodo chiaro, partendo da un progetto scientifico, con un protocollo sanitario codificato e verificato, questo anche per scongiurare quello che stava succedendo in tante Regioni d’Italia, ovvero il ricorso a test non validati e, soprattutto, alla pratica del “fai da te”, che in tanti territori era partita, ma che poteva creare moltissima confusione tra la cittadinanza. Quindi, aveva più rischi, ovviamente, che vantaggi

I test sierologici ‒ ce lo siamo detti molte volte ‒ non sostituiscono i tamponi, ma vanno proprio per questo inseriti in un percorso in cui il test sierologico si può eseguire in maniera rapida e, in caso di positività, è prevista l’attivazione dello strumento del tampone. Come dicevo, la nostra Regione sta procedendo, passo dopo passo, con un programma di screening che garantisca la possibilità di accedere a test sicuri, monitorandone e tracciandone gli esiti, in modo che possano davvero essere uno strumento di valutazione dello stato di salute dei cittadini e, al contempo, uno strumento importante per monitorare la diffusione del virus nella comunità regionale.

Il piano regionale di screening prevede una serie di azioni concrete. Vorrei utilizzare il mio tempo anche per ripercorrere alcune delle tappe che sono state attraversate a partire dall’introduzione di questo strumento. Intanto, la nostra Regione è partita da chi era in prima linea nell’emergenza. Quindi, la prima azione che è stata messa in campo a inizio aprile è stata quella di attivare 30.000 test sierologici per il personale della sanità pubblica e privata convenzionata.

Va sottolineato che questa azione non è stata fatta una volta sola, ma viene ripetuta costantemente. Poi, lo screening è stato allargato a tutto il personale sanitario e socio assistenziale, con ulteriori 400.000 test attivati e poi per le categorie a rischio: Forze dell’ordine, Vigili del fuoco, volontari, Polizia penitenziaria, eccetera.

Perché mi riferisco a queste due tappe? Proprio per evidenziare come il piano di screening che abbiamo messo in campo sia partito da chi era più esposto.

Il programma regionale di screening sta procedendo in maniera chiara e sostenuta. Già abbiamo avuto modo in Assemblea legislativa, nella scorsa Assemblea legislativa, di discutere il tema dei test sierologici all’interno del quadro dei dispositivi di sicurezza e quindi abbiamo avuto modo di confrontarci con le minoranze anche sull’importanza di questo test, ma dalla discussione, dagli interventi che sono stati fatti oggi va rilevato come le minoranze non abbiano cambiato opinione nonostante l’azione della nostra Regione sia andata avanti in maniera robusta, in maniera articolata, dimostrando che quello che era un piano avviato tre mesi fa si sia poi effettivamente concretizzato e continui ad essere la traiettoria su cui noi ci stiamo muovendo per questo screening.

Questo lo dico anche perché quando arriveremo al voto delle risoluzioni il nostro voto sarà contrario, perché le proposte e le posizioni delle minoranze non si sono affatto modificate nonostante i tre mesi di fatti concreti che hanno dimostrato la bontà degli intenti e di un piano che dal punto di vista scientifico e dal punto di vista sanitario è un piano di screening robusto.

Voglio ricordare, sempre ricordando le azioni, che tra le azioni importanti che abbiamo messo in campo vi è lo screening con il test sierologico sulle popolazioni delle aree più colpite, a partire da Piacenza, poi Rimini, il comune di Medicina, 250.000 test sierologici messi in campo. Anche qui, c’eravamo presi un impegno, impegno che per questa prima fase si sta già completando. Vedo che anche su questo non è cambiata la posizione della Lega, nonostante l’evidenza delle azioni che ci eravamo impegnati a fare e che abbiamo realizzato.

Poi c’è stato un dibattito sulla possibilità libera di accesso dei cittadini al sierologico e anche su questo la Giunta si è preso un impegno chiaro, quello di permettere a tutti i cittadini di poter fare il sierologico, ma di farlo in maniera seria, non svincolati dal sistema sanitario, ma in collaborazione con i laboratori privati, però all’interno di un percorso in grado di garantire sicurezza e assistenza al cittadino nel momento in cui il sierologico risulti positivo.

Perché evidenzio questo? Perché anche in questo caso la posizione del “liberi tutti”, la posizione del “lasciamo al fai da te” che emerge dalle risoluzioni della minoranza è una posizione che per noi è fragile, perché non guarda all’obiettivo. L’obiettivo non è solo di permettere al cittadino di fare il test sierologico, ma l’obiettivo è soprattutto di permettere al cittadino, nel momento in cui il test risultasse positivo, di poter poi accedere al tampone gratuito e poi, se anche il tampone risultasse positivo, di poter accedere a tutte le cure e a tutta l’assistenza che il servizio sanitario regionale mette in campo.

Sempre sul tema della sicurezza, siamo partiti con un ragionamento e una riflessione robusta sui test sierologici anche collegata alla ripartenza, quindi al bisogno delle imprese di avere questo strumento come ulteriore strumento all’interno del panel di azioni per garantire la sicurezza dei lavoratori. Qui la nostra Regione ha fatto anche un percorso di evoluzione per semplificare il più possibile l’accesso a questo strumento per le imprese e per i lavoratori.

Mi avvio alla conclusione, perché vedo che il mio tempo sta terminando.

Noi abbiamo depositato una risoluzione in cui chiediamo una serie di elementi che guardano in prospettiva al percorso di screening regionale. Intanto quello che, in realtà, la nostra Regione già sta facendo, ovvero di seguire l’evoluzione degli strumenti diagnostici, quindi di far evolvere il piano di screening anche sulla base degli strumenti diagnostici che man mano emergono ed emergeranno, che siano i test salivari o che siano piuttosto altri strumenti che, magari, sono sperimentati in questo momento e che poi risulteranno più efficaci. La nostra risoluzione chiede di continuare ad avere questa attenzione.

Chiediamo un’attenzione costante rispetto al mondo dei lavoratori e delle imprese, quindi come si è semplificato il percorso per attivare lo strumento dei sierologici all’interno delle imprese in prospettiva, sapendo che lo screening deve andare avanti e che abbiamo bisogno di continuare a mettere in campo degli strumenti di sicurezza e di stare dalla parte dei lavoratori e delle imprese in questo senso, come Regione, di continuare a seguire all’interno del piano di screening regionale con grande attenzione anche il tema della sicurezza sul lavoro, quindi dell’accessibilità di questi strumenti.

Infine, abbiamo visto come, di settimana in settimana, si sia allargata la platea dei soggetti coinvolti dallo screening sierologico, per poter permettere a tutti quelli che erano in prima linea e a tutti quelli che erano più esposti di accedere a questo strumento gratuitamente. Ora, con la ripartenza, con la ripartenza anche di tanti servizi, ci è sembrato importante evidenziare, dentro la nostra proposta, anche la possibilità di accesso per gli operatori, per esempio gli operatori dei centri diurni, per le persone con disabilità, che accedono a questo tipo di servizi, la possibilità anche per loro di avere accesso ai test in maniera gratuita.

Sappiamo ‒ e con questo davvero concludo ‒ che l’attenzione della Giunta, l’attenzione della nostra Regione è massima, e questo è proprio dimostrato, lo voglio ripetere ancora, dai fatti. Abbiamo tre mesi di fatti alle spalle, tre mesi di screening, con investimenti per cercare davvero di permettere a tutti i cittadini di avere tutti gli strumenti e tutta la sicurezza possibile, soprattutto in questa fase di ripartenza. Chiediamo di continuare proprio in questa direzione, continuando ad avere massima attenzione e massimo impegno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Tarasconi, prego.

 

TARASCONI: Grazie, presidente.

Ci tengo solo a dire alcune cose rispetto al “da dove siamo partiti”. Nel momento in cui abbiamo depositato queste risoluzioni si parlava di test sierologici senza ancora avere ben chiaro esattamente quale fosse… Eravamo nel mezzo dello tsunami e sembrava che il test sierologico potesse dare tutte le risposte che stavamo cercando. Però, nel momento in cui sei nel mezzo del caos si rischia anche poi, correndo, di fare degli errori. Una delle cose che noi non dovevamo assolutamente fare era quella di autorizzare, come diceva la collega Montalti prima, l’esecuzione di test fatti in casa o comunque test che non erano stati validati perché le informazioni che questi test poi possono dare rischiavano di creare ancora più confusione.

In realtà, poi, nel momento in cui la Regione ha dato l’okay ai laboratori privati, in pochissimo tempo gli uffici della Regione, con il dottor Sambri, hanno autorizzato i privati anche sul territorio di Piacenza, che sono stati in grado, quasi immediatamente, di svolgere questo test.

Inizialmente siamo partiti con “Si fa il tampone se hai le IGG e le IGM positive”. Poi si è passati al “Si fa il tampone anche se hai solo le IGG positive”. Siamo di fronte, siamo stati di fronte ad un virus che, ahimè, non era assolutamente conosciuto e che abbiamo imparato a conoscere con i mesi, ovviamente facendo delle prove.

Una delle criticità attuali è quella del… A Piacenza, visto che sono stati previsti 60.000 test sierologici, cosa sta succedendo? Che nel momento in cui l’USL chiama…

Inizialmente sono stati chiamati i parenti di coloro che erano stati positivi e i parenti, ovviamente, erano forse, in quella fase, anche più propensi a fare il test.

Fatto questo primo questo primo batch di persone, si è iniziato a fare il test random. Cosa succede oggi? L’USL chiama le persone e dice “Lei è stato selezionato per poter fare il test sierologico”. Purtroppo non tutti danno la disponibilità per fare il test sierologico, perché scattano dei meccanismi. Siccome non è obbligatorio – nessuno ti obbliga a fare il sierologico – scattano anche dei meccanismi per cui qualcuno dice “no, perché se poi sono positivo devo aspettare, devo fare il tampone, non posso andare a lavorare, ho appena ripreso a lavorare”. Quindi, c’è anche un lavoro, secondo me, da fare di consapevolezza rispetto a quella che è, appunto, una provincia molto colpita, dove invece si ha bisogno di scovare. Del resto, quello che si sta facendo adesso è andare proprio a cercare chiunque possa essere positivo per poter fare il tracciamento dei contatti stretti di questa persona. E su questo io vorrei dire una cosa positiva: il tracciamento sta funzionando e sta funzionando molto bene, perché una volta che il sierologico viene fatto, se contestualmente qualcuno risulta positivo, viene fatto il tampone, nell’arco di 24-48 ore si hanno i risultati e immediatamente si mette in atto un meccanismo, che oggi funziona, che è quello appunto di tracciare e di contattare le persone che sono state in contatto con la persona positiva.

Una delle cose sulle quali dovremo impegnarci in futuro è una maggiore diffusione del fascicolo sanitario elettronico, che abbiamo visto, nel momento in cui è attivato, dà la possibilità a chi riceve l’esito del test di averlo in modo immediato. Diversamente, se il fascicolo sanitario elettronico non è stato attivato, ovviamente il meccanismo è un po’ più lungo. Però, sono assolutamente d’accordo con la collega Montalti: noi adesso dobbiamo valutare tutte le possibilità che si aprono, che siano di test, che siano di cura o comunque tutti gli studi che si stanno facendo, anche perché ci sono alcune persone… Io parlavo con una di queste questa mattina, ce n’è una in particolare, poverino, che praticamente fa tamponi da tre mesi, da tre mesi è positivo, anche se senza febbre e senza nulla, e da tre mesi è chiuso in casa e non può uscire. Non ce la fa più! È una persona isolata. Infatti, probabilmente lo prenderanno anche come studio. Però, bisogna anche riuscire a capire, una volta che ti è stato fatto il tampone, se effettivamente sei infettivo e, quindi, hai la possibilità di contagiare qualcun altro, oppure se qualcosa in persone come questa di cui vi sto parlando io scattano dei meccanismi diversi tali per cui è un portatore, ma non infettivo. C’è ancora molta ricerca da fare – ne abbiamo parlato in Commissione – sicuramente ci sono investimenti importanti in questo settore da fare. Però, credo che oggi, dopo essere usciti da una situazione veramente disastrosa, ma per tutti, perché alla fine devo dire che io non credo che ci sia stato qualcuno che è riuscito a dare risposte migliori rispetto ad altri, anche perché quando siamo partiti ‒ ve lo ricordate tutti, no? ‒ siamo partiti con l’OMS che ci diceva che le mascherine non servivano. Oggi sembra che le mascherine siano, si dice, l’80-90 per cento della nostra protezione. Poi servivano i guanti. Oggi si dice che i guanti, invece, sono peggio dello stare senza guanti. Cioè, siamo di fronte a qualcosa di talmente sconosciuto che stiamo imparando tutti insieme a gestirlo, a prevenirlo e sicuramente a curarlo. Io sono sicura che se molti degli amici che oggi non ci sono più si fossero ammalati oggi probabilmente il risultato sarebbe stato lo stesso. Sono stati, secondo me, molto sfortunati perché i primi che, purtroppo, hanno incontrato questa brutta bestia sono sicuramente stati molto più sfortunati di quelli che dovessero incontrarla oggi.

L’altra cosa molto importante da dire è sul tema del drive-through. Nella Provincia di Piacenza lo sforzo che si è fatto inizialmente, che era quello di fare... Anche perché molti dei nostri tamponi, in realtà, venivano processati in altre Province, non soltanto a Piacenza. Oggi abbiamo una capacità di circa ‒ così mi viene detto ‒ 800 sierologici e 800 tamponi giorno. Grazie al cielo non ne abbiamo bisogno. Dovesse succedere, però, di dover tornare, come tutti ci auguriamo non sia, ad averne bisogno, oggi saremmo sicuramente molto più preparati. Però, per quanto riguarda il drive-through, all’epoca, io mi ricordo, la situazione era una situazione in cui si faceva il massimo all’interno delle strutture, soprattutto con le USCA. Cioè, c’era proprio il tema dell’andare casa per casa e evitare che le persone uscissero. È evidente che quello che è successo a Piacenza probabilmente credo sia dovuto alla vicinanza con il Basso Lodigiano, perché è lì che alla fine c’è stato il fulcro di tutto, ma è evidente che è stato diverso e che ha dato il tempo agli altri di imparare probabilmente anche da quello che è successo da noi.

Se il virus ‒ io di questo ne sono convinta ‒ anziché esplodere nel Basso Lodigiano o comunque nella cintura milanese fosse esploso, che ne so, a Bologna, credo che i numeri di Piacenza sarebbero stati diversi. Siamo stati, purtroppo, al centro della... Siamo stati nell’occhio del ciclone. Siamo stati travolti. Siamo stati sfortunati. Abbiamo purtroppo pagato un prezzo altissimo. Ma sono sicura che tutto ciò che è stato fatto ed è stato messo in campo e sarà messo in campo è sempre finalizzato alla tutela dei nostri concittadini al primo posto, perché la salute, ovviamente, sta a cuore a tutti noi e al nostro Presidente in primis, che credo abbia dato prova in questi mesi di aver dato il massimo anche sulla provincia di Piacenza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri per il dibattito generale? Consigliere Paruolo, prego.

 

PARUOLO: Diversi colleghi sono già intervenuti nel merito della questione dei test sierologici, evocata dalle risoluzioni che stiamo attualmente discutendo.

Io vorrei, però, cogliere questa occasione per fare un appello a cui chiedo davvero anche ai colleghi dell’opposizione di unirsi, perché si sta diffondendo, in modo credo davvero preoccupante, la sensazione, in fasce di popolazione non insignificanti, che le precauzioni di cui stiamo discutendo e tutti gli strumenti per contrastare la pandemia siano sostanzialmente questioni che riguardano un passato che ormai è stato archiviato e che non potrà in nessun caso tornare.

Io credo davvero che questo meccanismo mentale per cui si rischia di confondere l’effetto delle precauzioni che vengono adottate, delle misure e delle procedure che sono state definite per poter procedere alle riaperture, confondere l’effetto quindi anche in termini di calo di contagi con il segnale che si sia tutti liberi e che si possa quindi archiviare il periodo delle precauzioni e si possa quindi ritornare assolutamente alla fase precedente sia un virus davvero pericoloso che dobbiamo combattere tutti anzitutto dicendolo.

Naturalmente tutti ci auguriamo che si possa procedere all’archiviazione definitiva della pandemia, però non siamo nelle condizioni, in questo momento, di escludere che ci possa essere una recrudescenza del virus e soprattutto non siamo nelle condizioni di essere così miopi da scambiare gli effetti positivi che sono stati dati sia dal periodo di lockdown che dalle precauzioni che sono state adottate, dalle procedure che sono state definite per poi procedere alle riaperture, cambiare questi effetti così positivi con un lasciapassare rispetto al fatto che si debba archiviare il tutto.

Io non so se voi abbiate avuto esperienza di parlare con persone che iniziano a sostenere che sia stata tutta una montatura, quella della pandemia, che in realtà il virus non c’è mai stato. Ci sono persone che scrivono cose che trovo sinceramente allucinanti sui social. Poco fa guardando il profilo di una persona, che peraltro si occupa di comunicazione nel campo della scuola, leggevo “finiamola con questa farsa delle mascherine, siamo davvero ridicoli”, con interventi di vari utenti che si mettono a definire quanto faccia male respirare l’aria all’interno delle mascherine e, quindi, come ci si debba liberare prontamente da questo, persone che sostanzialmente affermano, come fa qui un utente, che i contagi sono calati e che, quindi, questo significa che il virus non è più pericoloso. Questa sensazione che io ho del diffondersi di persone che cominciano a ritenere che l’incubo che abbiamo vissuto nei mesi scorsi sia stato semplicemente un film e, quindi, oggi siamo già nella fase successiva, per cui le discussioni che stiamo facendo oggi sui test, sulle modalità di verifica e così via siano ormai fuori tempo limite, credo che sia un tema di cui dobbiamo essere coscienti e su cui dobbiamo dare un messaggio molto forte.

Mi permetto di aggiungere una cosa ulteriore: vorrei che le persone studiassero che cos’è una curva esponenziale. La parola “esponenziale” spesso viene usata nel parlare comune come sinonimo di una cosa che cresce molto rapidamente. In realtà, la curva esponenziale non ha un andamento in cui cresce molto rapidamente dall’inizio. La curva esponenziale è quando i numeri sono piccoli e hanno un andamento che, se interpolato linearmente, come la nostra mente e il nostro modo di ragionare in modo naturale tende in modo naturale a fare, darebbe una previsione comunque bassa, quindi appare rassicurante. È solo dopo aver carburato che la curva esponenziale inizia a crescere con una velocità vertiginosa, quindi è difficile poter in qualche modo affrontarla se uno non ha avuto la capacità di prevederla.

Il concetto chiave, secondo me, su cui noi dobbiamo rivedere alcune condizioni che anche tra di noi, forse, si sono erroneamente diffuse in passato è che quando c’è stata la riapertura all’inizio della fase 2, all’inizio di maggio, noi non è che siamo tornati nella situazione di febbraio. A febbraio, quando ci siamo accorti che il virus stava circolando, in realtà il virus era probabilmente in circolazione già da alcuni mesi, il che significa che ha avuto del tempo per poter “carburare”. Poi a febbraio abbiamo avuto l’impatto contro la fase di crescita più imponente del contagio, che ci ha portato in tempi molto rapidi, dopo la scoperta del virus, ai provvedimenti di chiusura. Probabilmente a maggio, proprio grazie ai provvedimenti di chiusura, che sono stati adottati sostanzialmente per buona parte del mese di marzo e per tutto il mese di aprile, siamo tornati in una situazione che non è quella del febbraio scorso, ma probabilmente quella degli ultimi mesi del 2019, quando il virus circolava sottotraccia e non era ancora stato percepito.

Quindi, il rischio vero in questo momento di avere una sottovalutazione e di pensare che si sia liberi dalle precauzioni e dalle procedure credo sia davvero molto grave. Siccome questo riguarda non soltanto il lavoro che fanno le Istituzioni, del dare le prescrizioni e la misura delle cose che devono essere fatte, ma riguarda anche il sentimento della popolazione, credo davvero che dobbiamo dare non messaggi allarmistici ingiustificati, ma veicolare con forza il concetto che possiamo uscire dal virus se abbiamo la pazienza di mantenere alto il livello di attenzione e forte il senso delle procedure. Se ci avviciniamo all’autunno, che sarà la fase in cui potremo probabilmente comprendere se il virus è effettivamente in una fase discendente, quindi l’emergenza potrà dirsi definitivamente superata oppure se ci sono ancora dei rischi seri rispetto alla sua circolazione, dobbiamo arrivarci davvero con la pazienza di aver usato tutte le precauzioni.

In questo senso, credo sia importante che in quest’aula un messaggio emerga forte e chiaro ‒ io vorrei dirlo da parte mia e invito gli altri colleghi a farlo ‒ proprio perché tutti insieme dobbiamo, secondo me, fare un appello forte al fatto che le persone possono e debbono avere la possibilità di riprendere un insieme di attività, ma per poterlo fare in sicurezza occorre avere la pazienza di rispettare le procedure che sono state definite e continuare a usare i dispositivi di protezione che sono stati consigliati.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Passo la parola alla consigliera Maletti. Prego, consigliera.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Se noi guardiamo i dati di ieri, ci sono stati 218 nuovi casi, 23 decessi e ci sono ancora 20.637 persone positive al Covid in Italia. Per cui, io mi riallaccio a quello che ha appena detto il consigliere Paruolo: non siamo sicuramente in una condizione di normalità. Qualcuno dice che siamo nella fase 2, qualcun altro che siamo nella fase 3, sicuramente non siamo in una situazione di normalità. Anche perché c’è un altro dato molto importante: presso l’INAIL sono state presentate 49.000 domande di malattia professionale legate al Covid. Questi sono dati che ci devono fare molto riflettere. E io li metto insieme a un sondaggio che è stato fatto in questi giorni che dice che una persona su dieci sospetta di aver avuto il Covid. Se noi parliamo con tante persone, tante ci dicono che secondo loro hanno avuto sintomi.

Altro dato importante è che il 34 per cento degli italiani vorrebbe sottoporsi al test sierologico. Quelli che non vogliono farlo, cioè due persone su tre, non lo vogliono fare perché secondo loro non sono affidabili e perché l’immunità non è garantita. Invece, quelli che vorrebbero farli è per sapere di non essere contagiosi, è per sapere per quanto tempo possono essere immuni, se lo sono, e soprattutto per sapere se l’hanno già avuto.

Io credo che oggi, come diceva prima il consigliere Paruolo, ma anche altri consiglieri che mi hanno preceduto, dobbiamo con serietà cercare di gestire questa fase. Da un lato, questi test sierologici che da tre mesi li hanno fatti il personale sanitario e sociosanitario, le forze dell’ordine, tantissimi volontari che hanno agito in ambito sanitario e culturale, ma non solo. Ecco, questo per avere anche [...] sia in capo [...] sia in capo all’assessorato per fare delle scelte. Anche perché oggi il rischio è ancora alto. Ad esempio, si diceva e si sta pensando di sottoporre ai test sierologici tutti gli insegnanti e il personale scolastico prima dell’inizio delle lezioni. Questo, per me, è un tema di sicurezza. Si pensa anche ai bambini? Si pensa di sottoporre quali persone? Come ci è stato detto anche nella Commissione sociale e sanità dagli esperti che hanno partecipato, c’è un insieme di test che sono oggetto di studio, da quello salivare, ma non solo, per avere un monitoraggio che sia reale e che permetta alle aziende ASL, come alla Regione, come alle [...], se purtroppo ci dovesse essere un acuirsi di ripresa della malattia, di fare delle scelte.

Oggi siamo sicuramente in una condizione migliore di tre mesi fa. Come ha detto la consigliera Stragliati, se uno si ammalasse oggi avrebbe sicuramente più possibilità di vita, ma anche di salute rispetto a ieri. Sappiamo tante cose in più. Anche l’applicazione delle norme ci può dare tutto un insieme di aiuti, anche per evitare che le persone che hanno queste patologie possano, rispetto alle persone che incontrano, fare in modo che la malattia sia ampli, però noi abbiamo bisogno di agire e di avere degli strumenti per dare delle valutazioni.

Credo che il piano che ha fatto la Regione Emilia-Romagna rispetto ai test sierologici sia buono ed efficace. Non precludiamoci altri strumenti, proprio perché, come hanno detto gli esperti quando sono venuti in Commissione, abbiamo un insieme di altri strumenti da poter utilizzare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Non ho altri interventi in dibattito generale.

Apriamo il dibattito sulle proposte di emendamento. Qualcuno si iscrive a parlare?

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sulle risoluzioni e sulle proposte di emendamento.

Ricordo che ci sono cinque minuti per ogni consigliere, a Gruppo.

Chi si iscrive a parlare? Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Presidente, solo per confermare quanto anticipato durante il mio intervento, ovvero che voteremo contro la risoluzione n. 372 a firma del consigliere Lisei ed altri, proprio perché abbiamo un approccio diverso, non una liberalizzazione del “fai da te”, ma una collaborazione tra sistema pubblico e sistema privato per permettere ai cittadini, sin da subito, di entrare all’interno di un percorso e di essere seguiti.

Voteremo contro la risoluzione n. 396 a firma della consigliera Stragliati ed altri, perché di fatto questa risoluzione è superata dai fatti. In particolare, su Piacenza è stata avviata e si è già conclusa la prima fase di piano di screening a tappeto.

Voteremo contro la risoluzione della consigliera Piccinini, proprio perché il piano si è già evoluto e, quindi, gli interventi sono già stati realizzati.

Voteremo, invece, a favore della risoluzione n. 657.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri? Io non ho altri in dichiarazione di voto. Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Per quello che riguarda la nostra risoluzione, noi evidenziamo un aspetto che ancora rimane problematico e sul quale ancora non è stata fatta sufficiente chiarezza o, quanto meno, le azioni della Giunta non sono andate a buon fine come forse sperava l’assessore, e in particolare la possibilità per i lavoratori che risultano positivi al test sierologico di avere riconosciuto quello che per noi è un diritto, che è la malattia, cosa che ancora oggi non è riconosciuta, nonostante sia passato diverso tempo da quando questo dibattito è avvenuto in aula, ed è uno dei motivi per i quali probabilmente tante persone hanno rinunciato ad eseguire i test sierologici. Non tanto per un egoismo personale o non tanto per una sottovalutazione del problema, ma perché oggi lo Stato, e anche la Regione, non tutela i diritti del lavoratore, ovvero quello che risulta positivo di avere quantomeno la malattia. Anche perché l’esecuzione del tampone non avviene un secondo dopo, come bonariamente viene descritto da qualcuno, ma l’esecuzione del tampone avviene nelle 24-48 e noi abbiamo molti casi anche oltre le 48 ore successive. Poi c’è, ovviamente, l’esecuzione dell’ulteriore tampone, che comunque allunga i tempi e lascia il lavoratore scoperto da tutele. È il motivo per il quale la nostra risoluzione è stata emendata nel corso del dibattito ed è il motivo per il quale, onestamente, il nostro giudizio diverge da quello presentato dalla maggioranza, anche all’interno di quest’aula, dove viene descritta l’efficacia, l’efficienza, la tempestività, l’oculatezza e la prontezza della Regione Emilia-Romagna nell’approntare la disciplina rispetto ai test sierologici.

Sì, è vero, abbiamo una visione differente. Noi crediamo che si sia agito tardivamente. L’eccessiva burocrazia che si è creata nel processo che ha portato all’individuazione di quelli che dovevano essere e che sono risultati essere per la Regione i laboratori di analisi idonei, secondo noi, ha rallentato quella che era una possibilità concreta per i cittadini.

Ci piacerebbe oggi fare un’analisi, ci sarebbe piaciuto oggi fare un’analisi dell’andamento di questo screening che sta portando avanti la Regione. Ci piacerebbe sapere quali sono i risultati dello screening, sapere quanti sono i testi sierologici eseguiti, qual è il risultato dei test sierologici eseguiti. Purtroppo non abbiamo nessuno di questi dati e non sapremo quando li avremo. Probabilmente li avremo quando l’assessore ce li comunicherà in una conferenza stampa, ma a noi, poveri consiglieri, ci è reso impossibile conoscere l’andamento di questo screening, invece sarebbe, credo, un’occasione importante di confronto per capire come è stato eseguito, a chi è stato eseguito, quali sono i risultati, e confrontarci su quelli che potrebbero essere i risultati utili per i cittadini e per la collettività.

L’ultimo aggiornamento è datato maggio ed è quello riportato anche all’interno della risoluzione presentata dal Partito Democratico, quella rimasta e non ritirata, ovvero la n. 657, nella quale si dà conto del risultato di allora di 87.000 test sierologici ma, ripeto, è un dato ormai molto vecchio. Così come sarebbe interessante sapere oggi quanti cittadini hanno rinunciato a eseguire i test sierologici e come stanno andando le prenotazioni dei test sierologici, che mi risultano essere diminuite in maniera significativa. Su questi aspetti, ovviamente, il dibattito purtroppo oggi ci è sottratto perché non abbiamo elementi di confronto.

Credo, però, che sia giusto evidenziare che il test sierologico da molti cittadini non viene eseguito non per un egoismo personale, ma forse anche per un meccanismo che è eccessivamente burocratico e che purtroppo non fornisce le tutele che dovrebbe fornire.

Per queste ragioni, voteremo a favore della risoluzione n. 372, che abbiamo presentato noi, e voteremo a favore delle risoluzioni nn. 396 e 168, mentre voteremo contro la risoluzione n. 657 presentata dal Partito Democratico, perché dà atto di una storia, a nostro avviso, diversa da quella che in realtà si è realizzata, appunto di un’efficienza che, a nostro avviso, non c’è stata o, quantomeno, non è stata così compiuta come viene descritta all’interno della risoluzione, e soprattutto ha una visione molto distante dalla nostra, che è quella di limitare e costringere, che poi è quella che è risultata anche dalle decisioni di questa Giunta, l’esecuzione dei test sierologici, che a nostro avviso, invece, era una possibilità e un’opportunità che, in un momento storico ben preciso, bisognava cogliere, ma invece non è stata colta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri per dichiarazione di voto? Prego, consigliera Stragliati.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Come Gruppo Lega rispetto alla risoluzione presentata dai consiglieri Lisei, Barcaiuolo e Tagliaferri, la n. 372, voteremo a favore, in quanto ci troviamo pienamente d’accordo con la ratio del dispositivo.

Rispetto alla risoluzione n. 396, la nostra, ovviamente votiamo a favore. Riteniamo che non sia assolutamente superata. Ieri la Provincia di Piacenza ha ancora registrato un decesso e un nuovo contagio, ripeto, di quelli censiti e ufficiali. Dobbiamo andare a vedere il sommerso. Riteniamo comunque che il dispositivo abbia un impegno rivolto alla Giunta ancora valido e attuale.

Ribadisco che abbiamo ricevuto segnalazioni rispetto alla mancata esecuzione di test sierologici per i volontari della Protezione civile che hanno sanificato le ambulanze. Quindi, alcuni volontari e altri andrebbero coinvolti in questo screening. Riteniamo che la nostra risoluzione sia attuale.

Rispetto all’oggetto 168, a firma della consigliera Piccinini, ci asteniamo in quanto non siamo completamente d’accordo rispetto alla diffusione dell’App Immuni.

Mentre per quanto riguarda la risoluzione 657, a firma dei consiglieri del Partito democratico, non siamo completamente d’accordo. Riteniamo che sia un autoelogio della Giunta rispetto alle azioni che sono state messe in campo. Non siamo completamente in disaccordo rispetto alle premesse. Essendo nuova, alla prima legislatura, ormai ho compreso com’è il modus operandi della maggioranza. Sinceramente non lo comprendo. Vedo che spesse volte le risoluzioni della maggioranza ricalcano la mission di quelle presentate dall’opposizione, vengono abbinate in un secondo tempo, fanno propri buona parte dei dispositivi dell’opposizione e poi vengono, quelle dell’opposizione, sistematicamente bocciate. Noi non abbiamo questo tipo di atteggiamento. Abbiamo sempre ribadito di voler fare una opposizione costruttiva. Quindi, rispetto a questo oggetto ci asteniamo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Velocemente. Solo per annunciare il voto contrario del Gruppo Emilia-Romagna Coraggiosa alla risoluzione n. 372 a firma Lisei, Barcaiuolo e Tagliaferri, voto contrario alla risoluzione n. 396 a firma Stragliati e Rancan, voto contrario alla risoluzione n. 168 a firma Piccinini, voto favorevole alla risoluzione n. 423 a firma Montalti e altri, che è stata ritirata, voto favorevole alla n. 657 a firma Montalti e altri.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliera Bondavalli.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Molto velocemente per la dichiarazione di voto della Lista Bonaccini Presidente. Noi esprimiamo voto favorevole alla risoluzione n. 657, che peraltro abbiamo anche firmato, perché il contesto e anche i numeri di riferimento che sono stati analizzati ci dicono che la pandemia oggi nella nostra regione è in forte decompressione. Di questo siamo assolutamente contenti. Tuttavia, c’è anche da sottolineare il fatto che, comunque, non è esaurita.

Siamo in una fase in cui le ripartenze tra lavoro, attività, socialità e momenti di comunità sono progressive, sono diffuse. Ricordiamoci che a questo quadro di insieme si aggiungerà, a settembre, la ripartenza della scuola in presenza e di fatto questa cosa mobiliterà un numero consistente di persone. Anche per queste ragioni ho presentato una mia risoluzione riguardo proprio a una proposta di screening del personale scolastico. Poi ci sono alcune indiscrezioni, ma vedremo meglio giovedì, quando sono attese le linee guida nazionali proprio per il ritorno a scuola.

Non va dimenticato, inoltre, che non è escludibile in particolare a settembre e ottobre – ovviamente nessuno di noi se lo augura, però lo attestano alcune scuole di pensiero scientifico – un rimbalzo della parabola di contagio. Ecco perché penso vada sostenuta con convinzione questa risoluzione. Lo screening regionale, anche attraverso il test sierologico, è necessario per monitorare con puntualità l’evolversi della situazione e quello che si sta facendo, a partire dalle categorie cosiddette esposte e dalle aziende in cui i lavoratori costituiscono comunità scientifiche. Allora, censire attraverso screening significa anche fare prevenzione, limitando per definizione la diffusione di potenziali ulteriori contagi.

Quindi, voto favorevole alla risoluzione n. 657, voto contrario della Lista Bonaccini Presidente alle risoluzioni nn. 372, 396 e 168.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Anche Europa Verde voterà a favore della risoluzione n. 657, ma voterà contro le risoluzioni nn. 372, 396 e 168, considerato che la situazione, a due mesi di distanza dalla presentazione di queste risoluzioni, è completamente cambiata, per cui non rispecchia più la situazione dell’epoca in cui furono presentate queste risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Io non ho altri iscritti per dichiarazione di voto.

Passiamo alle votazioni. Votazioni palesi per emendamenti e relative risoluzioni.

Passiamo alla votazione per ciascun documento.

Partiamo con l’emendamento 1 alla risoluzione n. 372 a firma Lisei.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 11 favorevoli, 7 contrari.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro, contrario; 2 BARCAIUOLO Michele, favorevole; 3 BARGI Stefano, favorevole; 4 BERGAMINI Fabio, favorevole; 5 BESSI Gianni, contrario; 6 BONACCINI Stefano, contrario; 7 BONDAVALLI Stefania, contraria; 8 BULBI Massimo, contrario; 9 CALIANDRO Stefano, contrario; 10 CASTALDINI Valentina, favorevole; 11 CATELLANI Maura, favorevole; 12 COSTA Andrea, contrario; 13 COSTI Palma, contraria; 14 DAFFADÀ Matteo, contrario; 15 DELMONTE Gabriele, favorevole; 16 FABBRI Marco, contrario; 17 FACCI Michele, favorevole; 18 LISEI Marco, favorevole; 19 LIVERANI Andrea, favorevole; 20 MALETTI Francesca, contraria; 21 MARCHETTI Daniele, favorevole; 22 MARCHETTI Francesca, contraria; 23 MASTACCHI Marco, favorevole; 24 MONTALTI Lia, contraria; 25 MONTEVECCHI Matteo, favorevole; 26 MORI Roberta, contraria; 27 MUMOLO Antonio, contrario; 28 OCCHI Emiliano, favorevole; 29 PARUOLO Giuseppe, contrario; 30 PELLONI Simone, favorevole; 31 PICCININI Silvia, favorevole; 32 PIGONI Giulia, contraria; 33 PILLATI Marilena, contraria; 34 RANCAN Matteo, favorevole; 35 RONTINI Manuela, contraria; 36 ROSSI Nadia, contraria; 37 SONCINI Ottavia, contraria; 38 STRAGLIATI Valentina, favorevole; 39 TAGLIAFERRI Giancarlo, favorevole; 40 TARASCONI Katia, contraria; 41 TARUFFI Igor, contrario; 42 ZAMBONI Silvia, contraria; 43 ZAPPATERRA Marcella, contraria.

 

Favorevoli 18

Contrari 25

 

È respinto.

 

Ora passiamo alla votazione della risoluzione n. 372, a firma dei consiglieri Lisei, Barcaiuolo e Tagliaferri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 11 favorevoli, 7 contrari.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro; contrario; 2 BARCAIUOLO Michele, favorevole; 3 BARGI Stefano, favorevole; 4 BERGAMINI Fabio, favorevole; 5 BESSI Gianni, contrario; 6 BONDAVALLI Stefania, contraria; 7 BULBI Massimo, contrario; 8 CALIANDRO Stefano, contrario; 9 CASTALDINI Valentina, favorevole; 10 CATELLANI Maura, favorevole; 11 COSTA Andrea, contrario; 12 DAFFADÀ Matteo, contrario; 13 DELMONTE Gabriele, favorevole; 14 FABBRI Marco, contrario; 15 FACCI Michele, favorevole; 16 FELICORI Mauro, contrario; 17 IOTTI Massimo, contrario; 18 LISEI Marco, favorevole; 19 LIVERANI Andrea, favorevole; 20 MALETTI Francesca, contraria; 21 MARCHETTI Daniele, favorevole; 22 MARCHETTI Francesca, contraria; 23 MASTACCHI Marco, favorevole; 24 MONTALTI Lia, contraria; 25 MONTEVECCHI Matteo, favorevole; 26 MORI Roberta, contraria; 27. MUMOLO Antonio, contrario; 28 OCCHI Emiliano, favorevole; 29 PARUOLO Giuseppe, contrario; 30 PELLONI Simone, favorevole; 31 PICCININI Silvia, favorevole; 32 PIGONI Giulia, contraria; 33 PILLATI Marilena, contraria; 34 RANCAN Matteo, favorevole; 35 RONTINI Manuela, contraria; 36 ROSSI Nadia, contraria; 37 SONCINI Ottavia, contraria; 38 STRAGLIATI Valentina, favorevole; 39 TAGLIAFERRI Giancarlo, favorevole; 40 TARASCONI Katia, contraria; 41 TARUFFI Igor, contrario; 42 ZAMBONI Silvia, contraria; 43 ZAPPATERRA Marcella, contraria.

 

Favorevoli 18

Contrari 25

 

È respinta.

 

(La risoluzione oggetto 372 è respinta, con voto palese,

in modalità telematica, a maggioranza dei presenti)

 

Ora passiamo alla votazione degli emendamenti alla risoluzione n. 396, a firma dei consiglieri Stragliati e Rancan.

Ci sono tre emendamenti a firma della consigliera Stragliati. Li dobbiamo votare uno alla volta.

Partiamo, quindi, dal primo emendamento a firma della consigliera Stragliati.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 10 favorevoli, 7 contrari, 1 astenuto.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro, contrario; 2 BARCAIUOLO Michele, favorevole; 3 BARGI Stefano, favorevole; 4 BERGAMINI Fabio, favorevole; 5. BESSI Gianni, contrario; 6 BONDAVALLI Stefania, contraria; 7 BULBI Massimo, contrario; 8. CALIANDRO Stefano, contrario; 9. CASTALDINI Valentina, favorevole; 10 CATELLANI Maura, favorevole; 11 COSTA Andrea, contrario; 12. COSTI Palma, contraria; 13. DAFFADÀ Matteo, contrario; 14 DELMONTE Gabriele, favorevole; 15 FABBRI Marco, contrario; 16 FACCI Michele, favorevole; 17 FELICORI Mauro, contrario; 18 IOTTI Massimo, contrario; 19 LISEI Marco, favorevole; 20 LIVERANI Andrea, favorevole; 21 MALETTI Francesca, contraria; 22 MARCHETTI Daniele, favorevole; 23 MARCHETTI Francesca, contraria; 24 MASTACCHI Marco, favorevole; 25 MONTALTI Lia, contraria; 26 MONTEVECCHI Matteo, favorevole; 27. MORI Roberta, contraria; 28 MUMOLO Antonio, contrario; 29 OCCHI Emiliano, favorevole; 30. PARUOLO Giuseppe, contrario; 31 PELLONI Simone, favorevole; 32 PICCININI Silvia, astenuta; 33. PIGONI Giulia, contraria; 34 PILLATI Marilena, contraria; 35 POMPIGNOLI Massimiliano, favorevole; 36. RANCAN Matteo, favorevole; 37 RONTINI Manuela, contraria; 38 ROSSI Nadia, contraria; 39 SONCINI Ottavia, contraria; 40 STRAGLIATI Valentina, favorevole; 41 TAGLIAFERRI Giancarlo, favorevole; 42. TARASCONI Katia, contraria; 43 TARUFFI Igor, contrario; 44 ZAMBONI Silvia, contraria; 45 ZAPPATERRA Marcella, contraria.

 

Favorevoli 18

Contrari 26

Astenuti 1

 

È respinto.

 

L’emendamento 1 alla risoluzione n. 396 è respinto.

 

Ora passiamo al secondo emendamento, sempre a firma della consigliera Stragliati, che poggia su questa risoluzione.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 9 favorevoli, 7 contrari, 1 astenuto.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro, contrario; 2 BARCAIUOLO Michele, favorevole; 3 BERGAMINI Fabio, favorevole; 4 BESSI Gianni, contrario; 5 BONDAVALLI Stefania, contraria; 6 BULBI Massimo, contrario; 7 CALIANDRO Stefano, contrario; 8 CASTALDINI Valentina, favorevole; 9 CATELLANI Maura, favorevole; 10 COSTA Andrea, contrario; 11 COSTI Palma, contraria; 12 DAFFADÀ Matteo, contrario; 13 FACCI Michele, favorevole; 14 FELICORI Mauro, contrario; 15 IOTTI Massimo, contrario; 16 LISEI Marco, favorevole; 17 LIVERANI Andrea, favorevole; 18 MALETTI Francesca, contraria; 19 MARCHETTI Daniele, favorevole; 20 MARCHETTI Francesca, contraria; 21 MASTACCHI Marco, favorevole; 22 MONTALTI Lia, contraria; 23 MONTEVECCHI Matteo, favorevole; 24 MORI Roberta, contraria; 25 MUMOLO Antonio, contrario; 26 OCCHI Emiliano, favorevole; 7 PARUOLO Giuseppe, contrario; 28 PELLONI Simone, favorevole; 29 PICCININI Silvia, astenuta; 30 PIGONI Giulia, contraria; 31 PILLATI Marilena, contraria; 32 RANCAN Matteo, favorevole; 33 RONTINI Manuela, contraria; 34 ROSSI Nadia, contraria; 35 SONCINI Ottavia, contraria; 36 STRAGLIATI Valentina, favorevole; 37 TAGLIAFERRI Giancarlo, favorevole; 38 TARASCONI Katia, contraria; 39 TARUFFI Igor, contrario; 40 ZAMBONI Silvia, contraria; 41 ZAPPATERRA Marcella, contraria.

 

Favorevoli 16

Contrari 24

Astenuti 1

 

È respinto.

 

L’emendamento 2 è respinto.

 

Ora passiamo al terzo emendamento che insiste sulla risoluzione n. 396, sempre a firma della consigliera Stragliati.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 7 favorevoli, 7 contrari, 1 astenuto.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro, contrario; 2 BARCAIUOLO Michele, favorevole; 3 BARGI Stefano, favorevole; 4 BESSI Gianni, contrario; 5 BONDAVALLI Stefania, contraria; 6 BULBI Massimo, contrario; 7 CALIANDRO Stefano, contrario; 8 CASTALDINI Valentina, favorevole; 9 CATELLANI Maura, favorevole; 10 COSTA Andrea, contrario; 11 COSTI Palma, contraria; 12 DAFFADÀ Matteo, contrario; 13 FABBRI Marco, contrario; 14 FACCI Michele, favorevole; 15 IOTTI Massimo, contrario; 16 LISEI Marco, favorevole; 17 LIVERANI Andrea, favorevole; 18 MALETTI Francesca, contraria; 19 MARCHETTI Daniele, favorevole; 20 MARCHETTI Francesca, contraria; 21 MONTALTI Lia, contraria; 22 MONTEVECCHI Matteo, favorevole; 23 MORI Roberta, contraria; 24 MUMOLO Antonio, contrario; 25 OCCHI Emiliano, favorevole; 26 PARUOLO Giuseppe, contrario; 27 PELLONI Simone, favorevole; 28 PICCININI Silvia, astenuta; 29 PIGONI Giulia, contraria; 30 PILLATI Marilena, contraria; 31 RANCAN Matteo, favorevole; 32 RONTINI Manuela, contraria; 33 ROSSI Nadia, contraria;  34 SONCINI Ottavia, contraria; 35 STRAGLIATI Valentina, favorevole; 36 TAGLIAFERRI Giancarlo, favorevole; 37 TARASCONI Katia, contraria; 38 TARUFFI Igor, contrario; 39 ZAMBONI Silvia, contraria; 40 ZAPPATERRA Marcella, contraria.

 

Favorevoli 14

Contrari 25

Astenuti 1

 

È respinto.

 

L’emendamento 3 è respinto.

Non si procede alla votazione rispetto alla correzione materiale presentata dalla consigliera Stragliati. Procediamo d’ufficio.

 

Passiamo alla votazione della risoluzione n. 396, che ricordo essere a firma dei consiglieri Stragliati e Rancan.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 10 favorevoli, 6 contrari, 1 astenuto.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro, contrario; 2 BARCAIUOLO Michele, favorevole; 3 BARGI Stefano, favorevole; 4 BERGAMINI Fabio, favorevole; 5 BESSI Gianni, contrario; 6 BONDAVALLI Stefania, contraria; 7 BULBI Massimo, contrario; 8 CALIANDRO Stefano, contrario; 9 CASTALDINI Valentina, favorevole; 10 COSTA Andrea, contrario; 11 COSTI Palma, contraria; 12 DAFFADÀ Matteo, contrario; 13 DELMONTE Gabriele, favorevole; 14 FABBRI Marco, contrario; 15 FACCI Michele, favorevole; 16 FELICORI Mauro, contrario; 17 IOTTI Massimo, contrario; 18 LISEI Marco, favorevole; 19 LIVERANI Andrea, favorevole; 20 MALETTI Francesca, contraria; 21 MARCHETTI Daniele, favorevole; 22 MARCHETTI Francesca, contraria; 23 MASTACCHI Marco, favorevole; 24 MONTALTI Lia, contraria; 25 MONTEVECCHI Matteo, favorevole; 26 MORI Roberta, contraria; 27 MUMOLO Antonio, contrario; 28 OCCHI Emiliano, favorevole; 29 PARUOLO Giuseppe, contrario; 30 PELLONI Simone, favorevole; 31 PICCININI Silvia, astenuta; 32 PIGONI Giulia, contraria; 33 PILLATI Marilena, contraria; 34 POMPIGNOLI Massimiliano, favorevole; 35 RANCAN Matteo, favorevole; 36 RONTINI Manuela, contraria; 37 ROSSI Nadia, contraria; 38 SONCINI Ottavia, contraria; 39 STRAGLIATI Valentina, favorevole; 40 TAGLIAFERRI Giancarlo, favorevole; 41 TARASCONI Katia, contraria; 42 TARUFFI Igor, contrario; 43 ZAMBONI Silvia, contraria; 44 ZAPPATERRA Marcella, contraria;

 

Favorevoli 17

Contrari 26

Astenuto 1

 

È respinta.

 

 

(La risoluzione oggetto 396 è respinta, con voto palese,

in modalità telematica, a maggioranza dei presenti)

 

Ora passiamo alla risoluzione n. 168.

Prima votiamo l’emendamento che insiste su questa risoluzione, l’emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 9 astenuti, 7 contrari, 1 favorevole.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro, favorevole; 2 BARCAIUOLO Michele, astenuto; 3 BARGI Stefano, astenuto; 4 BERGAMINI Fabio, astenuto; 5 BESSI Gianni, contrario; 6 BONDAVALLI Stefania, contraria; 7 BULBI Massimo, contrario; 8 CALIANDRO Stefano, contrario; 9 CASTALDINI Valentina, astenuta; 10 CATELLANI Maura, astenuta; 11 COSTA Andrea, contrario; 12 COSTI Palma, contraria; 13 DAFFADÀ Matteo, contrario; 14 DELMONTE Gabriele, astenuto; 15 FABBRI Marco, contrario; 16 FACCI Michele, astenuto; 17 FELICORI Mauro, contrario; 18 IOTTI Massimo, contrario; 19 LISEI Marco, astenuto; 20 LIVERANI Andrea, astenuto; 21 MALETTI Francesca, contraria; 22 MARCHETTI Daniele, astenuto; 23 MARCHETTI Francesca, contraria; 24 MASTACCHI Marco, astenuto; 25 MONTALTI Lia, contraria; 26 MONTEVECCHI Matteo, astenuto; 27 MORI Roberta, contraria; 28 MUMOLO Antonio, contrario; 29 OCCHI Emiliano, astenuto; 30 PARUOLO Giuseppe, contrario; 31 PELLONI Simone, astenuto; 32 PICCININI Silvia, favorevole; 33 PIGONI Giulia, contraria; 34 PILLATI Marilena, contraria; 35 POMPIGNOLI Massimiliano; astenuto; 36 RANCAN Matteo, astenuto; 37 RONTINI Manuela, contraria; 38 ROSSI Nadia, contraria; 39 SONCINI Ottavia, contraria; 40 STRAGLIATI Valentina, astenuta; 41 TAGLIAFERRI Giancarlo, astenuto; 42 TARASCONI Katia, contraria; 43 TARUFFI Igor, contrario; 44 ZAMBONI Silvia, contraria; 45 ZAPPATERRA Marcella, contraria;

 

Favorevoli 2

Contrari 25

Astenuti 18

 

È respinto.

 

L’emendamento è respinto.

 

Ora votiamo la risoluzione n. 168 a firma della consigliera Piccinini.

 

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 8 astenuti, 7 contrari, 1 favorevole.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro, contrario; 2 BARCAIUOLO Michele, astenuto; 3 BARGI Stefano, astenuto; 4 BERGAMINI Fabio, astenuto; 5 BESSI Gianni, contrario; 6 BONDAVALLI Stefania, contraria; 7 BULBI Massimo, contrario; 8 CALIANDRO Stefano, contrario; 9 CASTALDINI Valentina, astenuta; 10 CATELLANI Maura, astenuta; 11 COSTA Andrea, contrario; 12 COSTI Palma, contraria; 13 DAFFADÀ Matteo, contrario; 14 FACCI Michele, astenuto; 15 FELICORI Mauro, contrario; 16 IOTTI Massimo, contrario; 17 LISEI Marco, astenuto; 18 LIVERANI Andrea, astenuto; 19 MALETTI Francesca, contraria; 20 MARCHETTI Francesca, contraria; 21 MASTACCHI Marco, astenuto; 22 MONTALTI Lia, contraria; 23 MONTEVECCHI Matteo, astenuto; 24 MORI Roberta, contraria; 25 MUMOLO Antonio, contrario; 26 OCCHI Emiliano, astenuto; 27 PARUOLO Giuseppe, contrario; 28 PELLONI Simone, astenuto; 29 PICCININI Silvia, favorevole; 30 PIGONI Giulia, contraria; 31 PILLATI Marilena, contraria; 32 POMPIGNOLI Massimiliano, astenuto; 33 RONTINI Manuela, contraria; 34 ROSSI Nadia, contraria; 35 SONCINI Ottavia, contraria; 36 STRAGLIATI Valentina, astenuta; 37 TAGLIAFERRI Giancarlo, astenuto; 38 TARASCONI Katia, contraria; 39 TARUFFI Igor, contrario; 40 ZAMBONI Silvia, contraria; 41 ZAPPATERRA Marcella, contraria.

 

Favorevoli 1

Contrari 25

Astenuti 15

 

È respinta.

 

La risoluzione n. 168 è respinta.

 

(La risoluzione oggetto 168 è respinta, con voto palese,

in modalità telematica, a maggioranza dei presenti)

 

Ora passiamo all’ultima risoluzione, la risoluzione n. 657, a firma della consigliera Montalti ed altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

In aula: 8 astenuti, 6 favorevoli, 4 contrari.

Do lettura del voto:

 

1 AMICO Federico Alessandro, favorevole; 2 BARCAIUOLO Michele, contrario; 3 BARGI Stefano, astenuto; 4 BERGAMINI Fabio, astenuto; 5 BESSI Gianni, favorevole; 6 BONDAVALLI Stefania, favorevole; 7 BULBI Massimo, favorevole; 8 CALIANDRO Stefano, favorevole; 9 CASTALDINI Valentina, contraria; 10 CATELLANI Maura, astenuta; 11 COSTA Andrea, favorevole; 12 COSTI Palma, favorevole; 13 DAFFADÀ Matteo, favorevole; 14 FABBRI Marco, favorevole; 15 FACCI Michele, astenuto; 16 FELICORI Mauro, favorevole; 17 IOTTI Massimo, favorevole; 18 LISEI Marco, contrario; 19 MALETTI Francesca, favorevole; 20 MARCHETTI Daniele, astenuto; 21 MARCHETTI Francesca, favorevole; 22 MASTACCHI Marco, astenuto; 23 MONTALTI Lia, favorevole; 24 MONTEVECCHI Matteo, astenuto; 25 MORI Roberta, favorevole; 26 MUMOLO Antonio, favorevole; 27 OCCHI Emiliano, astenuto; 28 PARUOLO Giuseppe, favorevole; 29 PELLONI Simone, astenuto; 30 PICCININI Silvia, astenuta; 31 PIGONI Giulia, favorevole; 32 PILLATI Marilena, favorevole; 33 POMPIGNOLI Massimiliano, astenuto; 34 RANCAN Matteo, astenuto; 35 RONTINI Manuela, favorevole; 36 ROSSI Nadia, favorevole; 37 SONCINI Ottavia, favorevole; 38 STRAGLIATI Valentina, astenuta; 39 TAGLIAFERRI Giancarlo, contrario; 40 TARASCONI Katia, favorevole; 41 TARUFFI Igor, favorevole; 42 ZAMBONI Silvia, favorevole; 43 ZAPPATERRA Marcella, favorevole;

 

Favorevoli 26

Contrari 4

Astenuti 13

 

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 657 è approvata, con voto palese,

in modalità telematica, a maggioranza dei presenti)

 

Ora proseguiamo con i punti all’ordine del giorno.

 

OGGETTO 349

Risoluzione sulla ripartenza post emergenza sanitaria in Emilia-Romagna: rilancio della sanità pubblica e del sistema socio economico all’insegna della sostenibilità ambientale, del contrasto ai cambiamenti climatici, della green economy, dell’impiego delle fonti di energia rinnovabili e della mobilità sostenibile. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Taruffi, Amico

(Discussione)

 

OGGETTO 364

Risoluzione per impegnare la Giunta a definire misure per incentivare l’utilizzo dei mezzi ambientalmente sostenibili quali le biciclette e tutti i veicoli elettrici; potenziare e riqualificare le piste ciclabili; assicurare sicurezza e affidabilità ai mezzi del trasporto pubblico. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione)

 

OGGETTO 451

Risoluzione a sostegno di un pacchetto di misure per la promozione della mobilità ciclistica come una delle modalità strategiche di trasporto nella cosiddetta fase 2 dell’epidemia Covid 19 e anche successivamente. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Taruffi, Amico

(Discussione)

 

OGGETTO 452

Risoluzione sul rilancio dell’attività del mobility manager regionale; promozione di azioni e progetti a supporto della mobilità sostenibile negli spostamenti casa-lavoro del personale aziendale e negli spostamenti casa-scuola sull’intero territorio regionale; realizzazione di un nuovo Piano della mobilità aziendale regionale nelle varie fasi dell’emergenza coronavirus. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Taruffi, Amico

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Risoluzione 349: Risoluzione sulla ripartenza post emergenza sanitaria in Emilia-Romagna; rilancio della sanità pubblica e del sistema socioeconomico all’insegna della sostenibilità ambientale, del contrasto ai cambiamenti climatici, della green economy, dell’impiego delle fonti di energia rinnovabili e della mobilità sostenibile, a firma dei consiglieri Zamboni, Taruffi e Amico.

A questo documento si abbinano le seguenti risoluzioni: risoluzione 364, che impegna la Giunta a definire misure per incentivare l’utilizzo dei mezzi ambientalmente sostenibili quali le biciclette e tutti i veicoli elettrici e a potenziare e riqualificare le piste ciclabili, assicurando sicurezza e affidabilità ai mezzi del trasporto pubblico, a firma della consigliera Piccinini.

Su questa risoluzione insiste una proposta di emendamento a firma del consigliere Caliandro e altri.

Si abbina anche la risoluzione 451, a sostegno di un pacchetto di misure per la promozione della mobilità ciclistica come una delle modalità strategiche di trasporto nella cosiddetta “fase 2” dell’epidemia Covid-19 e anche successivamente, a firma dei consiglieri Zamboni, Taruffi e Amico.

Si abbina, infine, la risoluzione 452, una risoluzione sul rilancio dell’attività del mobility manager regionale, promozione di azioni e progetti a supporto della mobilità sostenibile negli spostamenti casa-lavoro del personale aziendale e negli spostamenti casa-scuola sull’intero territorio regionale e la realizzazione di un nuovo Piano della mobilità aziendale regionale nelle varie fasi dell’emergenza Coronavirus, a firma dei consiglieri Zamboni, Taruffi e Amico.

A questo punto, apriamo il dibattito generale congiunto su tutte le risoluzioni. Ricordo che ciascun consigliere può intervenire per un tempo massimo di dieci minuti.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Naturalmente quando ho presentato queste risoluzioni, due mesi fa, non era ancora stato presentato il programma di mandato della Giunta, che dà alcune risposte ai punti che avevo messo nel dispositivo finale.

La risoluzione n. 349 nasceva dalla necessità di chiedere alla Giunta un impegno per far sì che la programmazione della fase post Covid fosse già coerente con l’avvio della transizione ecologica, quindi con l’avvio di una fase di contrasto efficace dei cambiamenti climatici, perché questa emergenza climatica la vediamo anche dagli ultimi dati raccolti da ARPAE, che mettono in evidenza un aumento delle temperature nella nostra regione. Quindi, l’emergenza climatica non è stata risolta. È stata messa in secondo piano, ed era già così all’epoca in cui io presentai questa risoluzione, perché era stata scavalcata dall’urgenza di fare fronte all’emergenza sanitaria.

I temi, però, si toccano e si legano, quello della salute, quello della tutela dell’ambiente. Se la salute va in crisi abbiamo visto che va in crisi anche l’economia, se l’ambiente è in crisi ne risente la salute. Lo studio che è stato pubblicato a cura dell’Università di Bologna che mette in correlazione la diffusione in particolar modo delle polveri sottili e del virus, ma in generale dello smog ne è una conferma. D’altra parte, noi sappiamo che nel bacino padano c’è un migliaio di morti premature all’anno, quindi di decessi anticipati rispetto alla durata di vita media, dovuti proprio all’inquinamento.

Quindi, queste tematiche, tutela dell’ambiente, tutela della salute e, quindi, necessità di impostare un’economia che non contribuisca ad aumentare l’inquinamento, ma anche stili di vita coerenti con questo obiettivo… Questa mattina è andato in discussione il documento che introduce l’educazione per stili di vita e stili alimentari corretti. Quindi, è tutto un insieme che va trattato coerentemente. Non si può, su un tavolo, affrontare il tema del rilancio dell’economia, che sarà ovviamente super impegnativo per la nostra Regione, abbiamo interi settori, come quello del turismo, che sono a terra, quindi è chiaro che c’è un’emergenza anche di natura occupazionale, come ci dicono i sindacati, quindi la fase di ripresa economica è impegnativa, ma non meno impegnativo deve essere il modo in cui affrontiamo le questioni climatiche e le questioni ambientali. Quindi, è uno sforzo impegnativo, è uno sforzo ambizioso quello di mettere assieme le due emergenze, ma non è più rimandabile.

Nel dispositivo, quindi, chiedevo vari punti. Uno riguardava la sanità, quindi in questa fase rafforzare l’apporto della sanità pubblica, che ha dimostrato di aver retto nella nostra Regione rispetto alla crisi pandemica. Perché ho sottolineato il sistema sanitario pubblico? Perché, come ci dicono i dati che ieri, su mia richiesta, sono stati forniti in Commissione sanità, effettivamente la sanità pubblica ha il ruolo principale nella nostra Regione, perché, su 8,5 miliardi investiti nella sanità pubblica, alla sanità privata convenzionata è stata dedicata una quota di circa il 5 per cento, pari a 580.000 euro. È un dato che ben fotografa il rapporto che c’è nella nostra Regione nel fornire il servizio di sanità. La sanità pubblica prevale e, a parere di Europa Verde, deve continuare ad avere questa strategicità anche negli investimenti, rafforzando, come ci insegna l’esperienza Covid... Perché noi da questa emergenza, come da tutte le emergenze, dobbiamo trarre degli insegnamenti. Quello che ci insegna questa emergenza Covid è che la medicina del territorio, le cure domiciliari... Quindi non solo puntare tutto sui mega ospedali, ma ripristinare anche i piccoli ospedali. L’Ospedale di Lugo doveva essere privato del reparto di terapia intensiva. I Verdi si sono impegnati anni fa in una battaglia che ha portato al mantenimento del reparto di terapia intensiva e nell’emergenza Covid l’Ospedale di Lugo è diventato un piccolo ospedale, però è diventato un ospedale Covid che ha servito un’area di 100.000 residenti. Questa è una delle lezioni che dobbiamo imparare.

Un’altra è questa esperienza di smart working. Io non appartengo a quella categoria di persone che vorrebbero uniformare tutto il lavoro allo smart working. Penso che l’interazione tra persone sia positiva per migliorare la qualità del lavoro, ma anche proprio per la qualità individuale delle persone. Soprattutto nel caso delle donne, un’assolutizzazione dello smart working, quello che una volta chiamavamo tranquillamente “telelavoro”, con una parola italiana, porta di nuovo al rischio di relegare le donne a un lavoro domestico. Per cui, un quarto d’ora di computer e tre quarti d’ora di pulizia della casa. L’uscita di casa delle donne fa parte della loro evoluzione, della loro emancipazione professionale.

Ci sono, però, dei vantaggi in questo smart working, ci sono anche proprio dal punto di vista ambientale. Abbiamo imparato che si possono fare riunioni on-line, senza spostarsi, e questo è tutto inquinamento risparmiato. La Regione Emilia-Romagna su questo è già più che ben piazzata.

Chiedevo, inoltre, che in questa fase di pianificazione della ripartenza si desse l’avvio alla transizione ecologica, alla conversione ecologica della nostra regione, indirizzando quindi il rilancio economico e sociale all’impiego delle fonti di energia rinnovabile, all’incremento della green economy e dell’economia circolare, quindi a un uso ambientalmente sostenibile delle risorse naturali, che sono quelle sulle quali si basa la nostra esistenza. Non sono un optional, ma sono essenziali per la nostra esistenza.

Chiedevo ancora, come ho fatto anche con le altre due risoluzioni che presenterò successivamente, di rilanciare il mobility management, quindi l’organizzazione degli spostamenti in regione e nelle varie aziende tramite il mobility management di area per orientare gli spostamenti in questa fase sia al trasporto pubblico locale, sennò la gente per paura di contaminarsi riprende la macchina, quindi quel po’ di guadagno che abbiamo avuto nella riduzione dell’inquinamento ambientale, atmosferico in particolare, ce lo perdiamo, e la mobilità ciclistica individuale, prevedendo anche degli incentivi per questo.

In particolare, chiedevo che la task force che ha individuato il presidente, formata da Romano Prodi, da Enrico Giovannini e da Patrizio Bianchi, potesse arricchirsi anche di figure specificatamente legate alla green economy e rappresentative del mondo ambientalista, ma vorrei aggiungere anche figure femminili. Non è possibile che, come già si è visto a livello nazionale, quando si crea una task force di esperti, è sempre monosessuata al maschile. Abbiamo in Regione, ma non solo in Regione, delle figure femminili che possono portare contributi molto intelligenti e interessanti, e dal punto di vista delle politiche ambientali penso a Fiorella Belpoggi, che è la direttrice dell’Istituto scientifico Ramazzini, penso a Catia Bastioli, che è l’imprenditrice che ha inventato le prime plastiche biodegradabili create con fibre vegetali. Trovo che sia importante rafforzare questa task force con persone esplicitamente legate anche al mondo dell’economia verde, che quindi sanno fare imprenditoria e sanno farla nel contesto del rispetto della sostenibilità ambientale, e figure come Fiorella Belpoggi, che possono portare un apporto anche dal punto di vista scientifico per le valutazioni da fare.

Credo che ci siano le condizioni per procedere in questo senso. Dicevo prima che a due mesi di distanza la presentazione delle linee di mandato dà già delle indicazioni in questa direzione, perché si è parlato del Patto per il lavoro che deve essere concertato con il Patto per il clima, e viceversa. Sono stati presi degli impegni. È chiaro che di questi impegni noi, come Europa Verde, saremo sicuramente i guardiani, da questo punto di vista, e faremo un monitoraggio attento, perché sono impegni che si devono tradurre in obiettivi, in target intermedi da monitorare e da sostenere con opportune risorse e investimenti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Si è iscritto a parlare il consigliere Amico. Prego, consigliere.

 

AMICO: Grazie, presidente.

La risoluzione che abbiamo sottoscritto anche come Emilia-Romagna Coraggiosa presentata adesso dalla consigliera Zamboni nasce durante la crisi e l’emergenza sanitaria, ma muove anche da alcune considerazioni che già allora intravedevamo, ovvero che la soluzione alla crisi sanitaria non può replicare le stesse formule di soluzione di quanto non andava già precedentemente messa. Conseguentemente, ci sembra di cogliere lo stimolo di tornare all’interno della discussione in aula su alcune questioni e alcuni princìpi che abbiamo già avuto modo di affrontare in occasione di questa risoluzione, ma anche in occasione della discussione delle linee di mandato.

Quando leggevamo i primi cartelli “andrà tutto bene”... Ci stiamo rendendo man mano conto che, perché vada tutto bene, non si debbono ripetere le stesse identiche questioni di prima, soprattutto per quanto riguarda il tema della sostenibilità.

Anche in questi giorni, quando si sono svolti gli Stati generali a livello nazionale, di confronto, per quelle che saranno le soluzioni che a livello di Paese dovranno essere adottate, ci sembra che alcuni segnali positivi nell’ottica del green deal europeo possano essere colti, ma nello stesso tempo ancora c’è bisogno di imprimere maggiore decisione. Io penso, per esempio, che la Regione Emilia-Romagna, sia attraverso l’adozione di questa risoluzione, sia soprattutto attraverso lo sviluppo delle linee di mandato presentate dalla Giunta, possa cercare di dare un contributo per quanto riguarda le ingenti risorse che verranno destinate da parte dell’Europa anche al nostro Paese nella ripresa, proprio perché possano essere indirizzate in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Del resto, l’ancoraggio ai diciassette obiettivi dell’ONU, i cosiddetti sustainable development goals (SDGs), impegnano la Regione Emilia-Romagna, così come l’intera comunità mondiale, a perseguire uno sviluppo sostenibile capace di coniugare la sostenibilità ambientale con la sostenibilità dei diritti delle persone. Credo che questi siano già un segnale molto forte di come possiamo intendere la nuova fase da affrontare.

Questi obiettivi di sostenibilità sono senza dubbio di sostenibilità ambientale, ma ripercorrono anche alcune questioni che hanno a che fare con la vita delle persone sicuramente rispetto alle dinamiche di accesso alla sanità in chiave universale e in chiave pubblica, come ribadisce questa risoluzione, e sicuramente anche nel rispetto dei diritti.

La consigliera Zamboni riportava come l’esperienza dello smart working maturata in questi mesi abbia avuto dei riflessi positivi dal punto di vista ambientale, nello stesso tempo sta rinnovando come, invece, per altri aspetti, mancata una sua normazione precisa, mancato un suo inserimento in condizioni di flessibilità dei tempi di vita delle persone, rischia di portare a storture profonde per quanto riguarda la condizione del lavoro femminile, che spesso e volentieri è quello associato al lavoro di cura in casa. Ecco, gli obiettivi dell’ONU cercano di tenere insieme le due questioni e noi crediamo che, anche attraverso questa risoluzione, si possa riaffermare quanto avevamo già visto nel programma della Giunta.

In particolare, prossimamente terremo una Commissione Parità, congiuntamente con la Commissione Politiche economiche, sulla coniugazione di quelli che possono essere i vantaggi e gli svantaggi, quindi le iniziative da prendere per quanto riguarda lo smart working e la condizione femminile, il prossimo 2 giugno.

Infine, mi preme sottolineare, come ha già fatto la consigliera Zamboni, che il punto nodale della risoluzione è anche questa centralità della sanità pubblica, che abbiamo visto aver retto egregiamente nel corso di questa emergenza sanitaria, di chiedere nuovi investimenti anche in tal senso e di svilupparsi secondo i criteri di prossimità, sia per quanto riguarda ‒ diciamo così ‒ la vicinanza nei confronti dei cittadini che hanno bisogno di cure sia per avere un minore impatto dal punto di vista ambientale, perché costruire una medicina di prossimità significa anche ridurre la necessità di spostamento da parte dei cittadini per accedere alle cure.

Mi fermo qui. Ovviamente, noi siamo estensori della risoluzione a firma Zamboni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Altri interventi in dibattito generale? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Noi abbiamo deciso di abbinare questa risoluzione all’atto della collega Zamboni, nel quale si parla di ambiente, di sanità e sicuramente di ripartenza. Abbiamo deciso di battere su un punto, ossia quello della sostenibilità ambientale, esattamente come abbiamo fatto anche questa mattina durante il question time.

Si parla spesso di Patto per il clima, di Green New Deal, di rivoluzione green. Crediamo sia arrivato il momento di tradurre queste parole in atti concreti. Lo abbiamo fatto anche questa mattina con determinate richieste. È chiaro che quando si parla di sostenibilità ambientale, di inquinamento, per esempio, dell’aria bisogna intervenire su molteplici aspetti, perché molteplici sono le fonti emissive che concorrono al peggioramento della nostra qualità dell’aria, del nostro ambiente. Ed è in questo senso che vogliamo intervenire. Stamattina l’abbiamo fatto chiedendo un impegno da parte della Giunta per quanto riguarda l’aspetto delle auto private e il sostegno alla mobilità sostenibile e ai mezzi meno impattanti e meno inquinanti dal punto di vista ambientale. Oggi lo facciamo sulle misure. Chiediamo alla Giunta che si incentivino misure per incentivare l’utilizzo ‒ come si diceva ‒ dei mezzi ambientalmente sostenibili, nello specifico le biciclette e i veicoli elettrici. In parte è stato fatto da parte del Governo. Qualcosa è stato fatto anche qui in Regione.

La micromobilità è importantissima, soprattutto nella fase 2, dove c’è davvero il rischio concreto dell’aumento dei mezzi privati. Allo stesso tempo, la richiesta è anche quella di potenziare le piste ciclabili e di adoperarsi per la messa in sicurezza e la riqualificazione dei percorsi esistenti.

In più, chiediamo sempre alla Giunta di assicurare le necessarie condizioni per conferire sicurezza e affidabilità ai mezzi di trasporto pubblico anche attraverso operazioni quotidiane di pulizia e sanificazione. Questo è un tema non attuale, di più, nel senso che leggiamo quasi quotidianamente di treni dove ci sono – se ne parlava anche questa mattina in qualche articolo di giornale – corse affollate che non garantiscono il distanziamento sociale e, quindi, la tutela dei passeggeri. È in questo senso che chiediamo alla Giunta di intervenire proprio a tutela, evidentemente, del nostro ambiente e, quindi, anche della nostra salute.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri? Prego, consigliere Occhi.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Quando abbiamo visto queste risoluzioni, non abbiamo avuto una contrarietà su quelli che sono i temi esplicitati, ovvero quelli che si pongono queste risoluzioni, in particolare quella di Europa Verde. Sono tematiche che anche noi generalmente affrontiamo, frequentiamo e conosciamo. Anche noi conosciamo le problematiche ambientali di questa regione, anzi direi di questo bacino padano, legate a un’elevata infrastrutturazione, a un’elevata concentrazione di popolazione e sicuramente, per fortuna, a una rilevata entità e forza economica di questo settore del Paese.

Quello che ci spaventa, in realtà, non sono tanto le intenzioni, quelle che vengono esplicitate in una risoluzione, ma come alcune linee di indirizzo vengono praticate e messe in atto, ovvero c’è sempre una certa mancanza di praticità e mancanza di relazione con il contesto in cui noi operiamo, in cui noi viviamo. Ad esempio, questo tipo di impostazione spesso va a cozzare con la presenza stessa dell’uomo, ovvero sembra che l’ambiente vada considerato senza la presenza dell’uomo. Allora è qui che viene fuori una estremizzazione ideologica. A noi sta bene pensare sicuramente a un aumento della mobilità ciclabile, per esempio. Siamo meno d’accordo quando poi si va a massacrare tutto ciò che non è ciclabilità e tutto ciò che è veicolo a motore, a volte anche in netto contrasto con quello che è il nostro interesse nazionale.

Facciamo un altro esempio. Dobbiamo limitare sicuramente l’utilizzo di idrocarburi, per esempio idrocarburi aromatici pesanti. Va bene. Ma dobbiamo distruggere quella che è anche la nostra economia legata, per esempio, all’automotive, che ha avuto molto studio, molta ricerca su quelli che erano i motori diesel. Va bene. Adesso si parla di transizione, transizione ecologica, transizione a quello che è l’elettrico. Si dice che la transizione all’elettrico deve passare attraverso il gas. Noi abbiamo fatto una moratoria contro lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi, in particolare gas, perché in Italia sappiamo che di petrolio non ce n’è tanto. C’è molto gas. C’è molto gas nella pianura, c’è molto gas anche nell’Adriatico. Si è sostenuto il fatto che si dovesse bloccare l’estrazione di gas. Anche qua si va contro l’interesse nazionale e poi magari altre compagnie o altri Paesi prevedono una massima estrazione di gas, e noi compriamo il gas dall’estero.

Come si diceva anche stamattina, il ruolo dell’agricoltura in questa Regione. Anche qui, a volte, l’estremismo ideologico va a negare quasi l’esistenza stessa dell’agricoltura, o comunque si chiede all’agricoltura di cambiare metodi o si ritiene l’agricoltura nemica dell’ambiente. Anche in questo caso si potrebbe verificare in futuro un abbandono dell’agricoltura, che già, purtroppo, è presente.

Io vengo da una città, Parma, dove si è fatto un gran parlare della mobilità dolce, si è fatto un gran parlare della raccolta dei rifiuti, ma si è fatto un gran parlare anche della chiusura dei centri storici. Anche qua, una chiusura che non tiene conto del fatto che in questa regione, come si diceva prima, in questo bacino padano, è vero, così inquinato, esistono anche persone che lavorano, persone che dopo questo lockdown, anzi, dovranno lavorare ancora di più, persone che usano magari un furgoncino a gasolio. Parlo degli artigiani. Parlo anche delle famiglie che devono spostarsi con i figli perché hanno delle esigenze, parlo di quelle famiglie che hanno esigenze adesso di rispostare magari gli anziani o hanno, comunque, delle esigenze in generale di spostarsi per lavoro. Ecco, noi pensiamo che ci possa essere sicuramente una mobilità dolce, una mobilità ciclabile, però quando si arriva all’estremismo, quando si bloccano intere città, quando si dice che il cittadino deve essere rieducato, ecco a me la parola “rieducazione” fa un po’ paura. Ripeto, noi non siamo contrari nel merito a questo tipo di risoluzioni. In particolare, la prima parla anche di sanità pubblica e noi non siamo contro la sanità pubblica. Sullo smart working abbiamo presentato, anche noi, degli atti perché anche noi crediamo che lo smart working sia, invece, una modalità – qui lo vorrei dire – corretta. Perché? Perché un conto è, come dicevo prima, danneggiare, colpire chi cerca di muoversi per lavoro anche obbligandolo a lasciare a casa l’auto, altra cosa è puntare, come pensiamo noi, sul cambio di domanda, ovvero sulla necessità di diminuire la domanda di spostamento. Quindi, sicuramente lo smart working va nella direzione di diminuire la domanda di spostamento.

Io vorrei concludere il mio intervento dicendo che la nostra posizione non è mai stata una posizione contro l’ambiente o contro la necessità di dare una svolta e di inserire anche dei comportamenti sicuramente più vantaggiosi nei confronti del rispetto dell’ambiente e anche di comportamenti più evoluti che vadano nella direzione anche di tutelare la salute, come sicuramente andare in bicicletta, che è meglio che andare in auto, però non bisogna mai dimenticare che le transizioni non si fanno di punto in bianco, le transizioni non devono essere feroci in questo senso, perché vi è anche una parte di questo Paese, anzi la maggior parte, fortunatamente, che è stata colpita in questo momento, ma fortunatamente rimane una grande espressione di forza di questo Paese, il manifatturiero, le fabbriche, gli artigiani, gli agricoltori, sono tutte persone e categorie che hanno reso grande questa regione e questo bacino padano, quindi credo che dobbiamo sicuramente incentivare questo tipo di pratiche, quello che diciamo è che ci spaventa molto l’impostazione, come poi questi tipi di intenti si tramutano su carta, si tramutano in leggi, si tramutano in regolamenti, si tramutano anche in ordinanze nei Comuni, in regolamenti comunali, che vanno poi a contrastare con le necessità di una società che non è ancora pronta così rapidamente a fare delle transizioni così forti e così improvvise. Pensare di poter portare tutti gli emiliano-romagnoli in bicicletta o pensare che tutti ci si possa spostare in bicicletta o comunque con una mobilità anche vicino a casa credo che attualmente non sia ancora possibile. Volere per forza obbligare i cittadini a delle transizioni molto ‒ come dicevo prima ‒ feroci credo che non vada nella direzione di tutela di quello che noi intendiamo per “tutela ambientale”.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Sono le ore 17,59, consigliere Facci. Io riprenderei, se lei è d’accordo, con il dibattito generale domani mattina alle ore 9,30.

Dichiaro chiusa la seduta per oggi.

Buona serata a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 17,59

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADA’, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, MARCO MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano Bonaccini;

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI ed Elena Ethel SCHLEIN.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Paola SALOMONI.

 

 

Emendamenti

 

OGGETTO 372 -Risoluzione in merito alla possibilità di consentire a tutti i cittadini la possibilità di sottoporsi ai test sierologici Covid-19 anche a pagamento e presso strutture private. A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

 

Emendamento 1, a firma del Consigliere Marco Lisei:

«Dopo il periodo: “Sull’intero territorio regionale gli imprenditori già da tempo si erano attivati a proprie spese per sottoporre a test sierologici i propri dipendenti per essere pronti nel momento in cui sarà possibile riprendere le attività, ma oggi si trovano nell’impossibilità di proseguire a causa della lentezza con cui le AUSL e le autorità regionali si stanno muovendo;”

si aggiunge:

“preso atto che

  • con la DGR n.350/2020 “Covid -19: Disciplina dei test sierologici “e con la DGR n.475/2020 “Aggiornamento della Deliberazione della Giunta regionale del 16 aprile 2020,n.350”Covid-19:Disciplina dei test sierologici” ha esteso la possibilità di effettuare test sierologici alle aziende, a spese loro, per i propri dipendenti nell’ambito dei protocolli di sicurezza da rispettare per ripartire dopo la fase di lockdown e ai privati cittadini, che li possono effettuare presso laboratori privati autorizzati a loro spese;
  • all’interno delle FAQ presenti nel sito della Regione Emilia-Romagna, settore salute, si specifica che il privato cittadino, che a seguito del test sierologico dovesse risultare positivo a IgG, a IgM o ad entrambi, dovrà eseguire un tampone e dovrà porsi subito in isolamento fiduciario a domicilio in attesa dell’effettuazione del tampone;
  • nelle medesime si specifica inoltre che il test sierologico, essendo effettuato dal privato cittadino su base volontaria, nel caso in cui risultasse positivo a IgG, a IgM o ad entrambi, comporta l’obbligo di mettersi in isolamento fiduciario in attesa del tampone, periodo a cui non potrà essere riconosciuta la malattia né l’assenza dal lavoro giustificata con l’apposito Codice INAIL previsto per i soggetti che vengono messi in quarantena dall’autorità sanitaria;
  • nel caso di risultato positivo all’IgG o all’IgM o ad entrambi di un lavoratore dipendente di un’azienda, non è dato sapere se allo stesso sarà riconosciuta per il periodo di quarantena fiduciaria obbligatoria l’assenza per malattia o l’assenza giustificata con l’apposito Codice INAIL previsto per i soggetti che vengono messi in quarantena dall’autorità sanitaria;

considerato che:

  • la scelta adottata disincentiva fortemente l’esecuzione dei test da parte della cittadinanza ed appare fortemente limitante per i diritti dei lavoratori;
  • lo screening sierologico permette di avere informazioni sulla diffusione del virus tra la popolazione regionale e di individuare tempestivamente eventuali casi di positività, sarebbe quindi necessaria ed utile adottare misure che incentivino l’esecuzione dei test;
  • le modalità adottate con delibera n. 350 della Giunta Regionale hanno già determinato delle barriere all’accesso, riducendo significativamente l’offerta sul mercato e, quindi, favorendo la creazione di liste di attesa più lunghe;”

inoltre dopo il periodo: “Ad affiancare, eventualmente anche con aiuti di tipo economico, gli imprenditori che si erano avvalsi o che intendono farlo appena possibile, di questa tipologia di test al fine di permettere al più presto ed in modo sicuro la propria delle attività delle aziende emiliano-romagnole.”si aggiunge : “A attivare tutte le procedure necessarie affinché i test sierologici eseguiti ai sensi del DGR n.475/2020 “Aggiornamento della Deliberazione della Giunta Regionale del 16 aprile 2020, n.350” consentano di riconoscere ai lavoratori risultati positivi a IgG, a IgM o ad entrambi, in isolamento fiduciario in attesa del tampone, la malattia e/o l’assenza dal lavoro giustificata con l’apposito Codice INAIL previsto per i soggetti che vengono messi in quarantena dall’autorità sanitaria.”» (Respinto)

 

OGGETTO 396 - Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre regole chiare e tempestive per l’effettuazione di test sierologici e tamponi accessibili a tutto il personale sanitario e sociosanitario, compresi i medici di base oltre alle strutture private-convenzionate, privati cittadini e aziende; ad attuare ogni azione utile affinché la provincia di Piacenza riesca a limitare e contenere il contagio da Covid-19. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

 

Emendamento n.1, a firma della Consigliera Valentina Stragliati:

«Dopo il “Premesso che” il primo capoverso viene così sostituito:

“Più di 900 morti e circa 4500 contagiati è il tragico bilancio che Piacenza ha pagato dal 21 febbraio per l’epidemia Covid -19. Queste oltre 900 vittime su una comunità di 287mila persone pesano tantissimo, poiché incidono statisticamente con 1 decesso ogni 355 piacentini.”» (Respinto)

 

Emendamento n.2, a firma della Consigliera Valentina Stragliati 

«Al dispositivo finale “Impegna la Giunta Regionale “dopo la parola sierologici si aggiunge: “test salivari”.» (Respinto)

 

Emendamento n.3, a firma della Consigliera Valentina Stragliati 

«Dopo il “Considerato che “il terzo capoverso viene così sostituito:

“Il Governo e le Regioni, ciascuno per le proprie competenze, dovranno dare indicazioni e regole chiare e tempestive per la ripresa del lavoro in condizioni di ragionevole sicurezza ; quando saranno definiti i tempi, modi e tipologia degli accertamenti diagnostici (tamponi, test sierologici e alla luce di recenti evidenze scientifiche i test salivari) utili ad una valutazione del rischio individuale di contagio attivo e passivo per gli operatori sanitari, le forze dell’ordine ed altri dipendenti della pubblica amministrazione , sarà altresì opportuno consentire che gli stessi accertamenti siano disponibili ai privati cittadini ed alle aziende che li vogliano eseguire a proprie spese a scopo diagnostico e preventivo.» (Respinto)

 

OGGETTO 168 - Risoluzione per impegnare la Giunta a realizzare tempestivamente un piano per estendere l’effettuazione dei tamponi a tutte le categorie più a rischio di contagio da Coronavirus, dagli operatori sanitari, al personale impegnato nei servizi essenziali privati e pubblici. A firma della Consigliera: Piccinini

 

Emendamento n.1, a firma della Consigliera Silvia Piccinini:

«Nell’oggetto 168, i primi tre alinea della sezione introdotta da “impegna la Giunta Regionale” sono sostituiti dai seguenti:

“- sostenere la realizzazione di uno screening rivolto a tutte le categorie più a rischio di contagio e, in particolare, al personale che sarà impegnato durante la fase 2 nello svolgimento dei servizi essenziali pubblici e privati;

- sostenere la diffusione dell’applicazione “immuni”, individuata a livello nazionale per tracciare i movimenti delle persone nella fase 2 dell’emergenza da Coronavirus;

- promuovere l’estensione sul piano regionale più ampia possibile dei test per l’indagine epidemiologica sulla diffusione dell’infezione da SarsCov2 nella popolazione, definiti sulla base della procedura pubblica;». (Respinto)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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