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31.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 7 OTTOBRE 2020

 

(POMERIDIANA)

 

(La seduta si svolge in modalità mista, telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 1180

Interpellanza sulla possibilità di attivare un sistema per la gestione e riduzione delle collisioni veicolari con la fauna selvatica, sull'esempio del progetto LIFE STRADE. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

CORSINI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 1183

Interpellanza sul progetto per la “Tangenziale di Fogliano e Due Maestà”, nel territorio del Comune di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 1277

Interpellanza circa l’utilizzo e gli effetti del glifosato. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

MAMMI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 1529

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a favorire l’introduzione di incentivi e misure di supporto per il mantenimento, la cura e l’adozione degli animali d’affezione, rivolte alle persone indigenti e alle categorie socialmente deboli. A firma delle Consigliere: Zamboni, Piccinini

(Discussione e approvazione I - III - IV parte)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

MALETTI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

PELLONI (Lega)

ZAMBONI (EV)

MALETTI (PD)

 

OGGETTO 1480

Risoluzione per impegnare la Giunta Regionale ad ampliare i casi in cui è possibile ottenere il rimborso degli abbonamenti al trasporto pubblico inutilizzati a causa del “lockdown”. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CASTALDINI (FI)

COSTA (PD)

FACCI (Lega)

TAGLIAFERRI (FdI)

 

OGGETTO 1474

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a prevedere incentivi per gli operatori sanitari con sede di lavoro nelle aree interne e montane. A firma della Consigliera: Piccinini

(Ritiro)

OGGETTO 1562

Risoluzione per impegnare la Giunta a verificare quali strumenti sia possibile attivare per sostenere gli operatori sanitari che accettano di prestare la propria attività in una sede di lavoro situata in un’area montana o periferica. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Costi, Taruffi, Zappaterra, Pigoni, Zamboni, Soncini, Bondavalli, Caliandro, Paruolo, Tarasconi, Iotti, Costa, Mori, Montalti, Bulbi, Pillati, Maletti, Rontini, Daffadà.

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

RONTINI (PD)

MARCHETTI Francesca (PD)

PICCININI (M5S)

FACCI (Lega)

TARUFFI (ERCEP)

COSTI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

PELLONI (Lega)

FACCI (Lega)

TARUFFI (ERCEP)

PRESIDENTE (Rainieri)

COSTI (PD)

PELLONI (Lega)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 1507

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi affinché venga realizzato in tempi rapidi il gattile in Provincia di Rimini. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MASTACCHI (RCPER)

ROSSI (PD)

STRAGLIATI (Lega)

MASTACCHI (RCPER)

ROSSI (PD)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamento oggetto 1480

Comunicazioni prescritte dall’art. 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,53

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 31 del giorno 7 ottobre 2020.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Donini e Priolo.

Procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BARGI Stefano
  4. BERGAMINI Fabio
  5. BESSI Gianni
  6. BONDAVALLI Stefania
  7. BULBI Massimo
  8. CALIANDRO Stefano
  9. CASTALDINI Valentina
  10. CATELLANI Maura
  11. COSTA Andrea
  12. COSTI Palma
  13. DAFFADÀ Matteo
  14. DELMONTE Gabriele
  15. FABBRI Marco
  16. FACCI Michele
  17. GIBERTONI Giulia
  18. IOTTI Massimo
  19. LIVERANI Andrea
  20. MALETTI Francesca
  21. MARCHETTI Daniele
  22. MARCHETTI Francesca
  23. MONTALTI Lia
  24. MONTEVECCHI Matteo
  25. MORI Roberta
  26. MUMOLO Antonio
  27. OCCHI Emiliano
  28. PARUOLO Giuseppe
  29. PELLONI Simone
  30. PETITTI Emma
  31. PICCININI Silvia
  32. PIGONI Giulia
  33. PILLATI Marilena
  34. POMPIGNOLI Massimiliano
  35. RAINIERI Fabio
  36. RANCAN Matteo
  37. RONTINI Manuela
  38. ROSSI Nadia
  39. SABATTINI Luca
  40. SONCINI Ottavia
  41. STRAGLIATI Valentina
  42. TAGLIAFERRI Giancarlo
  43. TARASCONI Katia
  44. ZAMBONI Silvia
  45. ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Petitti): 45 presenti.

Riprendiamo i nostri lavori di stamattina dallo svolgimento delle interpellanze.

Ricordiamo che per l’illustrazione e la replica ogni consigliere ha otto minuti e per la risposta anche la Giunta ha otto minuti.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 1180

Interpellanza sulla possibilità di attivare un sistema per la gestione e riduzione delle collisioni veicolari con la fauna selvatica, sull’esempio del progetto LIFE STRADE. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Partiamo dall’interpellanza 1180: interpellanza sulla possibilità di attivare un sistema per la gestione e riduzione delle collisioni veicolari con la fauna selvatica, sull’esempio del progetto LIFE STRADE, a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Chiedo conferma degli otto minuti sulle interpellanze. D’accordo.

L’interpellanza...

 

(interruzione: “Complessivamente”)

 

GIBERTONI: Sì, complessivamente.

L’interpellanza, che riguarda, come è stato anticipato dal titolo, la gestione soprattutto delle collisioni, degli incidenti con la fauna selvatica, pone il problema di quale sia la linea della Regione. So che diverse cose sono già state fatte su questo. Però, visto che si evidenzia, ovviamente, che ci sono danni che possono esserci per gli utenti delle strade dalla collisione con in particolare mammiferi di grossa taglia, in particolare al centro dell’interpellanza la questione più... L’interpellanza si concentra, ovviamente, anche sui cinghiali, per esempio, anche se teniamo presente che anche gli animali di piccola taglia, la fauna minore, negli incidenti arreca un danno altrettanto pesante dal punto di vista ambientale.

Su questo, anche in occasione di alcune Commissioni introduttive rispetto alle linee del PRIT, era stata una mia proposta quella di fare in modo che nei futuri piani di programmazione, anche con l’ausilio di fondi europei, si tenesse sempre presente la possibilità, anzi l’obbligo di affiancare ad ogni opera stradale o attraversamenti dedicati alla fauna selvatica, così come si usano già in Nord Europa e in Paesi come la Germania, ad esempio... Questo è stato l’oggetto di una mia interrogazione nella scorsa legislatura. In ogni caso, di prevedere come al meglio ridurre ancora di più le occasioni di incidenti.

È vero che la tesi, a mio avviso, scientificamente più fondata rispetto agli incidenti in cui la fauna selvatica è coinvolta riguardano... Prendo ad esempio una risposta che ho avuto di recente dall’Assessorato. Riguardano un numero che se si va… Diciamo che il dato, al di là del numero, è interessante perché, se si va a osservare le occasioni in cui questi incidenti si sono verificati, sono soprattutto sui rettilinei, dove molto probabilmente non venivano osservati i limiti di velocità a sufficienza oppure dove magari certi divieti di sorpasso non erano osservati. Quindi, si accosta alla problematica generale anche probabilmente una necessità di maggiori controlli o di maggiori campagne, ma io credo di maggiori controlli e anche di sanzioni rispetto all’inosservanza del Codice della strada, oltre ovviamente a tutti quei dissuasori e a quelle metodologie che possono portare a rallentare e a fare in modo che ci sia osservanza del Codice stradale, perché molto spesso – questa è una delle prime cause di incidente – è la velocità e il fatto che le persone non hanno il tempo di rallentare rispetto all’effettivo vero e proprio attraversamento.

Sull’attraversamento cito purtroppo un accadimento tragico di pochi giorni fa, di cui ho trovato un articolo, che è successo sulla A26 qualche giorno fa. C’è stato un incidente, una collisione con un cinghiale in questo caso, quindi un evento altamente drammatico. Ma quello che voglio citare di questo articolo, che trovo molto interessante, è che riporta l’opinione, una tra le tante opinioni scientificamente basate, di Piero Genovesi, responsabile della fauna per l’ISPRA, che partendo da questo accadimento dice che certamente bisogna tener presente che la caccia, per esempio, o gli abbattimenti non risolvono assolutamente il problema. In alcuni contesti addirittura lo possono esacerbare, lo possono esasperare. “Proprio le attività venatorie – dice Genovesi, e lo cito – potrebbero aumentare il rischio di imbattersi in un cinghiale mentre siamo alla guida della nostra auto”. In particolare, lui prende un esempio che abbiamo già avuto modo di dibattere in quest’aula, ed è il tragico, efferato, feroce, sadico, immorale metodo della braccata – chiamiamolo metodo, non so neanche come definirlo – come uso, e non si sa perché è consentito in questa regione, mentre in altre giustamente è vietato, di caccia al cinghiale “perché – dice Genovesi dell’ISPRA – alcune attività di caccia, come per esempio la braccata con i cani, possono paradossalmente determinare un aumento del rischio di incidenti, visto che spesso gli incidenti avvengono proprio in questa stagione – infatti questo caso è di pochi giorni fa – quando comincia la caccia al cinghiale, perché le mute dei cani spingono gli animali verso le strade – li spaventano in modo ovviamente feroce – e li inducono a muoversi fuori dalle loro aree familiari”.

Concludo questa interpellanza chiedendo all’Assessorato quali siano le linee, che cosa si stia facendo per poter sempre di più abbassare questi rischi. Ovviamente, e questa è la linea che percorre la tesi sottesa a questa interpellanza, salvaguardando la salute degli autisti, salvaguardando la sicurezza delle strade, ma anche l’osservanza del Codice stradale, con controlli e con sanzioni, e dall’altra parte portando avanti quella ormai, credo, riconosciuta dalla maggioranza di sicuro dei cittadini necessaria integrazione, in un ecosistema degno di questo nome, tra antropizzazione e fauna selvatica, ovviamente dando la precedenza, se non mettendo come linea prioritaria all’interno della programmazione regionale quella di non ricorrere a metodologie che, con un eufemismo, sarebbero semplicistiche, per non dire preistoriche e in ogni caso da cui prende le distanze anche un responsabile dell’ISPRA, come semplicemente l’uccisione dell’animale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Risponde l’assessore Corsini. Prego, assessore.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

In risposta all’interpellanza in oggetto, si premette come riferimento dal competente Assessorato montagna e aree interne che, con riferimento alla legge n. 15, alcune delle disposizioni contenute scaturiscono dal fatto che gli investimenti stradali costituiscono un significativo fattore di minaccia per tante specie di fauna minore.

Il fenomeno è conosciuto e registrato come minaccia anche per la nostra regione e al riguardo risulta che ci siano strade particolarmente sensibili, a volte anche registrate e cartografate, come per esempio nei siti Natura 2000 della Provincia di Bologna. In passato sono stati implementati alcuni progetti, anche per la fauna minore, come ad esempio il Progetto LIFE della Provincia di Bologna, che aveva realizzato nelle arterie più sensibili alcuni sottopassi stradali, i quali sono stati mantenuti per un certo periodo di tempo grazie al coinvolgimento delle Guardie ecologiche volontarie.

Uno degli aspetti più rilevanti di tali esperienze è risultata proprio la difficoltà di garantire nel tempo la manutenzione dei sottopassi, per la quale si potrebbe utilmente ricorrere al volontariato, risorse da tenere presente anche per il monitoraggio degli incidenti stradali con investimento di animali. Lo svolgimento delle campagne di monitoraggio, in rapporto alle informazioni sulla distribuzione delle specie, richiede l’attivazione di competenze specialistiche sull’ecologia e sulla conservazione dei diversi gruppi di specie interessati. Al riguardo, la Regione ha istituito un gruppo tecnico di esperti, che potrebbe utilmente essere messo a disposizione al fine di individuare le modalità più opportune di coinvolgimento del volontariato.

I dati sull’incidentalità sono attualmente a disposizione dell’Assessorato, in quanto desunti dai dati di attività dei CRAS, con i quali la Regione ha stipulato apposite convenzioni, così come prevede la legge. L’incidentalità rapportata alla distribuzione delle medesime specie è, pertanto, possibile, ma ‒ così come dimostrano i dati disponibili in Regione, nonché la bibliografia esistente ‒ sono maggiormente legati a spostamenti delle classi giovanili, con particolare riferimento al capriolo o al disturbo che può essere arrecato dall’uomo.

Passando al punto di vista degli utenti della strada coinvolti in incidenti conseguenti all’attraversamento di animali selvatici, occorre evidenziare che i dati in nostro possesso restituiscono un’incidenza percentuale piuttosto bassa di tali cause sul totale dei sinistri. Si evidenzia, tuttavia, che nel periodo 2012-2019 all’Assessorato all’agricoltura della Regione sono stati rilevati 4.745 incidenti con il coinvolgimento di fauna selvatica, mentre il monitoraggio ISTAT, che confluisce nella banca dati regionale, nello stesso periodo ha riscontrato solo 269 incidenti, che hanno comportato danni alle persone. Tale monitoraggio non registra gli incidenti stradali con soli danni alle cose e/o agli animali.

Alla luce di ciò, considerati i consistenti investimenti necessari a far fronte alla problematica in argomento, nonché ai conseguenti costi di manutenzione dei diversi sistemi di prevenzione di questo tipo di incidenti, come si è riscontrato dalle sperimentazioni condotte negli ultimi anni da alcune Province, gli enti gestori delle strade hanno ritenuto più opportuno destinare le risorse disponibili per manutenzione straordinaria, di fonte regionale e statale, prioritariamente a interventi di manutenzione delle sedi stradali e delle opere d’arte che presentano le maggiori criticità ai fini della sicurezza della circolazione.

Non si possono sottovalutare le problematiche relative alla gestione di opere di questo tipo comportanti un’attività ispettiva continuativa, pena la perdita della loro funzionalità difficilmente sostenibile con le ridotte dotazioni di personale delle Amministrazioni provinciali imposte dai provvedimenti governativi conseguenti alla crisi economica.

In attuazione del PRIT, in ogni caso, questo Assessorato si rende disponibile a partecipare a tavoli di confronto con gli enti gestori delle strade e gli altri Assessorati regionali competenti per materia, al fine di definire linee guida ed eventualmente attivare sperimentazioni mirate, con particolare riferimento alle arterie più critiche poste in attraversamento di aree parco o siti protetti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Avrei voluto dire che magari la risposta poteva essere promettente, ma devo dichiararmi non soddisfatta perché capisco dalla risposta dell’assessore che c’è una scelta politica ben precisa. Del resto, la distribuzione dei fondi è scelta politica per eccellenza. Allora, scegliere di dire che questa adesso non è una priorità significa che purtroppo si va anche in una direzione contraria rispetto a quegli esempi virtuosi che io citavo nell’interpellanza, illustrati per le Regioni Marche, Umbria e Toscana, ripresi anche in Lombardia e Veneto, e che in ogni caso, anche senza stare a guardare l’erba del giardino del vicino dove queste cose si fanno, sarebbero rientrati a pieno titolo nelle promesse di una svolta coerente con dei princìpi rispettosi dell’integrazione, che dovrebbe essere anche scontata, tra antropizzazione e natura.

Quindi, annunciare da qui delle future possibili sperimentazioni è troppo poco. Se l’intenzione non vi è stata fino ad ora – del resto, questo argomento l’ho portato in aula più volte –, se ancora non è partito nulla di concreto, credo che dobbiamo preoccuparci. È vero che i dati in possesso che anch’io, almeno questi che mi sono stati dati dall’Assessorato, sono dati bassi, per fortuna. Cioè, io ho calcolato, ad esempio, che nel 2018 – dati della Regione – su 16.500 incidenti totali quelli che coinvolgono la collisione con animali selvatici sarebbero 33. Quindi, è un valore mediano pari a circa 0,2. Però, anche un incidente è troppo, se si poteva evitarlo o se si poteva prevenire tramite un’azione integrata fatta di sanzioni e controlli rispetto al Codice della strada e anche di manutenzione delle strade, che è un fatto certamente da non sottovalutare, e dall’altra parte una modernizzazione di quelle stesse strade.

Del resto, assessore, la manutenzione è anche modernizzazione. È certamente manutenzione e cura dell’esistente. Siamo rimasti molto indietro. Vi sono responsabilità anche nazionali complessivamente. Però, non c’è solo la manutenzione, c’è anche da guardare al futuro, sennò siamo sempre fermi e dovete bilanciarvi soltanto sulle promesse, sulle prospettive, quindi dire che tra venti o trent’anni si potrà migliorare forse, ma se non si comincia o se si pensa soltanto a qualche sperimentazione tra poco, secondo me la risposta è del tutto insufficiente.

Io penso che anche questo dato basso possa essere azzerato, ma lo potete fare soltanto voi prendendo in mano la questione con serietà. Diversamente, tutto quello che viene portato avanti è una fotografia di politiche vecchie che non riconoscono, se non negli slogan e nella propaganda, che là fuori si aspettano finalmente risposte nuove, che non sono gli abbattimenti, che non è la violenza inutile e che non è copiare politiche già viste e che hanno in parte fallito decisamente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 1183

Interpellanza sul progetto per la “Tangenziale di Fogliano e Due Maestà”, nel territorio del Comune di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interpellanza 1183 sul progetto per la “Tangenziale di Fogliano e Due Maestà”, nel territorio del Comune di Reggio Emilia, sempre a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Anche qui il tema… Non so se risponde, però, l’assessore…

 

(interruzione)

 

GIBERTONI: Okay.

Il tema riguarda sempre la possibilità, la necessità oggi, anche a fronte di linee che vengono propagandate pubblicamente, di bilanciare e di sposare, come ci aspettiamo, lo sviluppo, a cui nessuno si vuole opporre, lo sviluppo economico e lo sviluppo industriale, con una politica nuova e un rispetto ambientale radicale. Solo in questo, così come ci insegnano già alcuni Paesi del Nord Europa, solo qui risiede una possibilità di uno sviluppo vero. Tutto il resto è le politiche del padrone delle ferriere. Tutto il resto è qualcosa che ha uno sguardo molto corto e, in ogni caso, non porta nulla di nuovo e offre risposte vecchie a domande nuove, che invece, per fortuna, si stanno formando nella società in cui la consapevolezza si estende sempre di più.

Il progetto ha luogo nel territorio del Comune di Reggio Emilia per la “Tangenziale di Fogliano e Due Maestà” e il tema è essenzialmente quello di un tracciato alternativo, che sarebbe molto opportuno perché c’è un tracciato – sintetizzo più brevemente possibile – che è quello che già viene proposto. Così ne approfitto anche per chiedere al sottosegretario a che punto si sia… Magari da quando io ho depositato l’interpellanza ci sono stati cambiamenti. Quindi, diciamo un tracciato, chiamiamolo la versione A, che è quella prescelta dalla Provincia e dal Comune di Reggio Emilia, che però, per accontentare questo progetto, di fatto taglia a metà un’area naturalistica molto importante, perché all’interno di questo tracciato cade un sito protetto Fontanili di Fogliano e l’Oasi di Marmirolo, di 189 ettari di estensione, l’area di riequilibrio ecologico Fontanile della Riolo e l’area di riequilibrio ecologico Oasi naturalistica di Marmirolo. Quindi, questa variante, nel tracciato A, addirittura taglia in pieno, anche qui contraddicendo completamente quelle che sono le dichiarazioni pubbliche e anche la possibilità e, a mio avviso, l’opportunità molto intelligente, che non ha niente di passatista, ma molto invece di progressista, di unire lo sviluppo, compresa la viabilità, una viabilità moderna, di cui c’è bisogno, questo non si deve negare, quindi sviluppo economico, servizi maggiori per i cittadini, più sicuri, più veloci, con un’integrazione ambientale importante, prioritaria. Se diciamo che abbiamo due piatti della bilancia e mettendo un peso su uno l’altro in qualche modo ci perde, allora perdiamo di vista ancora una volta quella che è la possibilità di creare risposte nuove a problemi che finora non sono stati risolti dalla politica che vediamo tuttora.

Elenco, poi, nell’interpellanza una serie di caratteristiche di questo sito protetto, che sono davvero molto pregevoli, anche rispetto alla ricchezza di biodiversità, che dobbiamo accettare – lo ricordo, mi è già capitato di doverlo spiegare – come qualcosa che non possiamo decidere noi se è vera o falsa. Quando si dice di affidarsi alla scienza, anche questa è scienza, nel momento in cui dobbiamo accettare che questi luoghi non sono vuoti, ma sono pieni di biodiversità. Questo è un assunto fondamentale quanto tutta quella scienza che viene predicata dalla politica, quando ritiene opportuno farlo, e viene accantonata e messa sotto il tappeto quando fa passare priorità sopra quella, come se dovessero litigare tra loro. Sta a voi poter dimostrare che non è così, invece è proprio il contrario, la valorizzazione sarebbe reciproca.

Sono presenti, infatti, altre proposte; ci sono altri progetti possibili, c’è una variante B e c’è un’opzione zero. Poi ci sono state altre due soluzioni valutate, C e D, che sono state accantonate. Ora, se c’è una possibilità, tutto sommato a costo zero, di progettare questa variante in modo non impattante sull’ambiente e sul sito naturalistico della provincia di Reggio Emilia, perché non sceglierla? La possibilità c’è, non è virtualità, non sono sogni nel cassetto e non sono vane speranze o pie speranze di – non so come dire – “indietristi”, come si diceva in letteratura. Indietristi, cioè persone che, magari per avviso di qualcuno, non vorrebbero mai fare strada. Facciamo pure le varianti, facciamo le tangenziali, facciamo le strade, senza distruggere.

Qui il progetto è già pronto e c’è la possibilità di farlo. Quello che io chiedo alla Giunta è se intenda veicolare nel futuro procedimento di VIA il proprio parere, in coerenza con quanto già espresso anche nella sopracitata Conferenza dei servizi, la sostituzione del tracciato A, quello impattante che taglia il sito naturalistico, scelto da Comune e Provincia di Reggio Emilia. Direte che ognuno ha le sue competenze, che nessuno si parla e magari non ci si conosce, però ovviamente non è così, tutti dovremmo tendere verso questa nuova linea di progresso del pensiero, necessario, che consente di salvare completamente il sito della rete Natura 2000, quindi ci eviterebbe l’ennesima perdita di un patrimonio prezioso insostituibile.

Mi auguro che queste parole non siano percepite come retoriche. È una cosa importante. Anche qui, basta spingere un bottone a costo zero e abbiamo salvato un sito naturalistico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario alla presidenza: Grazie, presidente.

Rispondo per conto dell’assessora Priolo. Era lei l’assessora a cui era stata assegnata questa interrogazione.

Nel merito, faccio presente quanto segue. La procedura scelta dalla Provincia di Reggio Emilia, cioè quella di richiedere all’autorità competente per le valutazioni ambientali la consultazione preliminare, al fine di definire i contenuti dello studio di impatto ambientale e soprattutto di accertare l’assenza di elementi o fattori preclusivi alla realizzazione del progetto denominato “Tangenziale di Fogliano e Due Maestà”, è ‒ come noto ‒ una procedura volontaria, cioè una facoltà del proponente prevista dall’articolo 21 del decreto legislativo n. 152/2006.

L’esito di tale procedura, che si svolge mediante Conferenza di servizi, coinvolgendo tutti gli enti interessati dalle successive fasi autorizzative del progetto, vincola l’autorità competente e le Amministrazioni partecipanti alla Conferenza dei servizi, ai sensi dell’articolo 14, comma 7, della legge regionale n. 4/2018. Ciò significa che le determinazioni rilasciate all’interno di tale Conferenza possono essere motivatamente modificate e integrate solo in presenza di significativi elementi emersi nel successivo procedimento, anche a seguito delle osservazioni degli interessati sul progetto definitivo. In questo caso, in base all’articolo 14, comma 3, della legge n. 241/90.

Il progetto sarà esaminato nel successivo procedimento autorizzatorio unico regionale, normato dall’articolo 27-bis del decreto legislativo n. 152 già richiamato e integralmente recepito dalla nostra legge regionale n. 4/2008, che comprende, in caso di conclusione positiva, il rilascio del provvedimento di valutazione d’impatto ambientale e di tutte le autorizzazioni e gli assensi comunque necessari alla realizzazione e all’esercizio del progetto.

Si evidenzia che la decisione in merito all’esito della VIA avviene mediante un procedimento le cui modalità sono anch’esse stabilite dalle norme nazionali ‒ sempre la n. 152/2006, il decreto legislativo, e la legge n. 241/90 ‒ che assicurano trasparenza, partecipazione e coinvolgimento di tutti gli enti interessati dall’approvazione del progetto, prendendo, altresì, in considerazione in modo contestuale la documentazione presentata e le osservazioni sia dei soggetti interessati che degli enti partecipanti alla Conferenza di servizi.

Pertanto, per tali tipologie di procedimenti la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna non può preventivamente impegnarsi ad assumere un orientamento, come richiesto, mirante a privilegiare ipotesi progettuali, poiché è compito del procedimento di VIA esaminare il progetto anche rispetto ad altre ipotesi progettuali. Anzi, risulta essere la funzione tipica della VIA quella di proteggere la salute umana, contribuire con un miglior ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento delle specie e conservare la capacità di riproduzione degli ecosistemi, in quanto risorse essenziali per la vita, unitamente, come più volte ha precisato il Consiglio di Stato, a quella di esprimere un giudizio sulla compatibilità di un progetto valutando il complessivo sacrificio imposto all’ambiente rispetto all’utilità socioeconomica perseguita.

Aggiungo una considerazione a margine. Mi pare che la Giunta un orientamento lo abbia espresso: non può predeterminare prima e al di fuori del percorso codificato da norma, come ho provato in modo più meccanico ad argomentare, l’esito, essendo poi anche l’Ente che ha un compito di chiusura. Questo lo può fare solo il concerto tra le parti. Noi non riteniamo accessori gli elementi che sono stati posti all’attenzione in questo caso dalla consigliera Gibertoni e credo che la nostra rappresentanza di servizio dentro la Conferenza terrà in debito conto la necessità di contemperare gli interessi che sono in gioco.

Se oggi discutessimo della predeterminazione di un risultato – noi parliamo con Reggio Emilia, naturalmente, e con gli altri Enti preposti – vanificheremmo, anche nello spirito della norma, quello che è il concerto necessario perché tutti gli interessi siano esplicitati, documentati, contemperati e, alla fine, validati dalle Istituzioni preposte.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Grazie, sottosegretario, per la risposta, che denota in ogni caso una lettura attenta della mia interpellanza.

A questo punto mi pongo in un atteggiamento di cauta speranza. Credo davvero che questa cosa vada anche nell’interesse stesso dell’incisività e anche della buona credibilità della politica regionale. Non sono temi locali, sono temi altamente simbolici – lo sapete bene, anche meglio di me – quindi dove ci sia una valutazione tecnica in modo imparziale io credo non ci saranno troppi dubbi nel dire che c’è un tracciato vincente dal punto di vista dello sviluppo economico e della viabilità moderna, degna di questo nome, e del rispetto per l’ambiente, ed è il tracciato C, ovvero la possibilità di passare direttamente a destra dell’Oasi del Sito Natura.

La politica può accompagnare, a mio avviso, con il sostegno e con il calare nella pratica le linee di programmazione che sono state enunciate, quello che a mio avviso dovrà essere un giudizio tecnicamente imparziale. I dati ci sono tutti. Io credo che la conclusione in realtà sia già una proposta molto convincente, che è appunto quella dell’alternativa C. Spero che la Regione non si sottragga, non abbia queste timidezze nel far valere, alla fine, quello che è il rispetto del nostro patrimonio naturalistico.

In questo caso, se, come ho visto, il sottosegretario ha letto, è un’interpellanza abbastanza lunga, ma ci tenevo a specificare una serie di questioni sulla biodiversità contenuta in quell’area, davvero irripetibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

 

OGGETTO 1277

Interpellanza circa l’utilizzo e gli effetti del glifosato. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo all’ultima interpellanza: Interpellanza circa l’utilizzo e gli effetti del glifosato, a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: […] soltanto da una serie di atti e di altre interpellanze già discusse da me nella scorsa legislatura, Commissioni eccetera, ma in particolare dal monitoraggio che credo stiamo facendo – sono convinta che quell’interesse unisca in questo senso chi si occupa di ambiente all’interno dell’Assemblea – degli effetti del glifosato sulla salute umana, in particolare seguendo chi li sta studiando in modo più approfondito.

L’interpellanza parte dagli assunti che sono stati in questo caso presentati in un’intervista sul Manifesto a luglio di quest’anno, firmata dalla direttrice scientifica dell’Istituto Ramazzini, la dottoressa Fiorella Belpoggi, dal titolo “Gli effetti del glifosato sulla salute sono gravi. Presto nuove prove”. Quindi nel Ramazzini, dava già l’annuncio di essere in procinto… Voi sapete, perché ho avuto occasione sicuramente di portare questo all’attenzione forse decine di volte, nella scorsa legislatura, seguendo anche passo passo quelle che erano le risultanze di tutti quegli scienziati indipendenti, che anche con coraggio portavano avanti ricerche su questo. Il Ramazzini annuncia di essere in procinto di concludere e presentare i risultati del più grande studio mai eseguito sul glifosato e sui suoi formulati. In particolare, per quanto riguarda la salute umana di quei soggetti più fragili, bambini, per esempio, ma non soltanto, perché si chiarisce, anche in questo annuncio dei risultati finali dello studio, che in realtà non si esce da quelle condizioni avverse dopo l’infanzia; una volta che si sono create le condizioni patologiche o di infiammazione, queste tendono anzi a degenerare, quindi si ritrovano in varie fasce di età.

Non so se ricordate, tra l’altro, anche la questione delle acque di superficie in cui è stato ritrovato il glifosato o se ricordate che nel 2016 ci fu un’indagine indipendente, mi pare di un organismo di consumatori, che analizzò a campione una serie di campioni di acqua di rubinetto (tra cui anche alcuni Comuni in Emilia-Romagna, però era il 2016) trovando l’AMPA, che è un metabolita del glifosato, quindi è un prodotto della sua degradazione, nell’acqua del rubinetto di un Comune della Provincia di Modena, ad esempio, e anche altrove nel nord Italia.

Ho trovato molto giuste – per questo ho deciso di riportarle – all’interno di questo articolo uscito in luglio alcune considerazioni, sempre della direttrice scientifica del Ramazzini, che dice “l’Italia rischia di ignorare le conseguenze delle proprie decisioni, si fa guidare nelle scelte più che dalla sostenibilità ambientale da quella economica”, quindi anche qua ignorando che le due cose possono stare insieme, devono stare insieme, ignorando che oggi il Green Deal ci orienta proprio verso scelte politiche che mettano d’accordo economia, etica, valori sociali e salute.

L’autorizzazione attuale del glifosato scadrà il 15 dicembre 2022, ma il processo di rinnovo è già cominciato, quindi noi siamo a questo punto. Una volta terminata la valutazione scientifica, verrà trasmessa ad EFSA, che la supervisionerà e la trasmetterà alla valutazione degli Stati membri.

Credo di aver qui elencato puntualmente tutti quelli che, a oggi, sono considerati scientificamente basati sulle evidenze scientifiche, ossia le ricadute negative sulla salute umana del glifosato. Voglio citare questo punto. La direttrice scientifica cita, a un certo punto, le cause legali mosse a una multinazionale americana rispetto a tutta un’altra cosa e viene a sapere la notizia che la Bayer, la Monsanto-Bayer ha fatto un patteggiamento rispetto a una serie di cause legali circa gli effetti del glifosato sulla salute umana che la vedevano protagonista di una serie di rimostranze giuridiche. Questo straordinario patteggiamento – stiamo parlando di cifre molto importanti – colpisce la direttrice scientifica che dice “ho pensato immediatamente che quello straordinario patteggiamento avveniva perché la multinazionale (quindi Monsanto-Bayer) era sicura di poter perdere molto di più di quanto abbia patteggiato, perché le prove di causalità sono sufficienti per condannare il glifosato. Più in generale, mi ha colpito che la senatrice Cattaneo abbia voluto raccontare la class action contro la Bayer come una sorta di estorsione di massa, una colossale truffa fatta alla luce del sole ai danni di un colosso potentissimo, una truffa tra le tante truffe che, stando al suo racconto, si incontrano su questi temi. Cito, prendendo totalmente le distanze anche io, e facendo mie le parole della dottoressa Belpoggi, da dichiarazioni di questo tipo: “Anche in questo caso, la questione va inquadrata correttamente. Quel processo è uno dei tanti processi che nel mondo si aprono a difesa di lavoratori e di cittadini che subiscono gravi danni alla salute dalla contaminazione dei loro luoghi di vita e di lavoro. Sono lavoratori e cittadini che si ammalano e che muoiono. Solo in Italia le curve da mesotelioma d’amianto e quelle delle leucemie a Taranto evidenziano una realtà gravissima, che non possiamo ignorare. Alcuni processi, poi, riconoscono qualcosa, ma molte delle vittime restano senza giustizia”.

Il glifosato continua a essere l’erbicida più utilizzato al mondo. È ancora il prodotto più venduto in Italia.

Salto direttamente, adesso, alla domanda diretta all’Assessorato, per chiedere cosa stiamo facendo noi per allargare le zone pubbliche, ad esempio, in cui il glifosato già non è permesso, le zone limitrofe e, in generale, per disincentivarne l’uso una volta per tutte.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde l’assessore Mammi. Prego, assessore.

 

MAMMI, assessore: Grazie, presidente.

Il glifosate è un erbicida autorizzato per diversi impieghi agricoli come diserbante di colture arboree, ortaggi e colture estensive, oltre che per il diserbo di aree non destinate alle colture agrarie, quali aree industriali, aree ed opere civili, ad esclusione di parchi, di giardini, di campi sportivi, di aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno di plessi scolastici, di aree gioco per bambini, aree adiacenti alle strutture sanitarie, sedi ferroviarie, argini di canali, fossi e scoline in asciutta. Queste sono le aree in cui è autorizzato.

Queste autorizzazioni rilasciate dal ministero della salute sono coerenti con le decisioni assunte a livello europeo, sulla base delle valutazioni effettuate dall’EFSA, con il Regolamento 2017 n. 2324, che ha rinnovato l’autorizzazione all’uso del glifosate fino al 15 dicembre 2022.

L’autorizzazione dei prodotti fitosanitari rientra nelle competenze del ministero della salute. Tale dicastero è l’unica autorità che può prendere provvedimenti restrittivi che riguardano i prodotti fitosanitari. L’articolo 1 del decreto dirigenziale del ministero della salute del 9 agosto 2016 stabilisce che a decorrere dal 22 agosto 2016 è revocato l’impiego di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosate nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili. Quali? Queste aree sono parchi, giardini, campi sportivi, aree ricreative, cortili, aree verdi all’interno dei plessi scolastici, aree gioco per bambini, aree adiacenti alle strutture sanitarie.

Secondo quanto definito nella successiva nota di chiarimento del Ministero della salute, la n. 14132 del 7 aprile 2017, le aree non espressamente citate in questo decreto che ho richiamato, come ad esempio quelle cimiteriali e archeologiche, sono escluse dalla revoca dell’impiego. Tali decisioni sono state conseguentemente riprese anche in una delibera regionale, la n. 2051 del 3 dicembre 2018.

In merito all’utilizzo del glifosate all’interno dei disciplinari di produzione integrata, si precisa che il suo impiego è stato da tempo limitato molto rispetto agli impieghi possibili. Già prima del 2018, la dose utilizzabile per la pulizia dei letti di semina delle colture erbacee e orticole, con trattamenti in assenza di colture e per il diserbo delle colture frutticole, era ridotta anche fino al 70 per cento a quelli indicati in etichetta. Quindi, è uno sforzo grosso. A partire dal 2019, il suo utilizzo è stato ulteriormente limitato per tutte le colture frutticole e la vite. Il diserbo deve essere localizzato solo in bande lungo la fila, in aree circoscritte quindi. La larghezza della banda non deve superare il 30 per cento della larghezza della superficie totale del frutteto. Ne risulta che, rispetto al 2018, il quantitativo già limitato di glifosate, è stato ulteriormente ridotto di un 40 per cento. Si sottolinea che la riduzione della banda al 30 per cento riguarda tutti i diserbanti, non solo il glifosate.

Su tutte le altre colture non arboree è stato, invece, fissato un limite aziendale di impiego di glifosate. In particolare, ogni azienda, per singolo anno, può disporre di un quantitativo massimo pari a due litri per ogni ettaro di colture non arboree, sulle quali è consentito l’uso del prodotto. Si precisa che la dose media di impiego di glifosate è di 6-8 litri ad ettaro e che la dose di due litri all’ettaro autorizzata nei disciplinari è senz’altro insufficiente per ottenere un risultato complessivo soddisfacente. Con la limitazione prevista nei disciplinari, le aziende agricole sono, pertanto, obbligate a limitare l’uso del prodotto alle sole colture dove il suo impiego risulta assolutamente indispensabile.

In termini generali, le limitazioni introdotte determinano una riduzione di impiego del 75 per cento rispetto a quanto ammesso in etichetta. Le aziende agricole che applicano i disciplinari di produzione integrata non possono, inoltre, utilizzare prodotti fitosanitari e fertilizzanti negli spazi naturali e seminaturali, comprese le cosiddette “tare aziendali”. Ne risulta, pertanto, che l’impiego di glifosate è vietato per tali aziende anche negli spazi naturali e seminaturali, in particolare nelle cosiddette “tare aziendali”, quali le aree cortili, le aree improduttive, aree nelle quali l’uso del prodotto è autorizzato.

Al momento, il divieto totale di glifosato però determinerebbe diverse criticità. Ad esempio, per la pulizia dei letti di semina, il suo utilizzo dovrebbe essere sostituito con delle lavorazioni meccaniche del terreno, interventi che incrementano le emissioni di gas serra derivanti dalla decomposizione di materia organica del suolo e renderebbero molto difficile, se non impossibile, l’applicazione della cosiddetta “agricoltura conservativa”. L’eventuale esclusione totale del glifosato dai disciplinari di produzione integrata determinerebbe poi uno svantaggio competitivo difficilmente accettabile per le aziende che aderiscono alla produzione integrata.

Le limitazioni descritte sono state, però, condivise con quelle Regioni e con quelle Province autonome che, come la nostra, promuovono e hanno adesioni significative alla produzione integrata. Per quanto riguarda, invece, la possibile presenza di glifosato e di suoi metaboliti nelle acque, con la nota regionale del 2 maggio 2019 è stato inviato ai direttori di SIAN e di ARPAE il piano di controllo 2019 del glifosato e dei suoi metaboliti per le acque destinate alla potabilizzazione, per le acque di rete e per il consumo umano. Il piano è stato predisposto da un apposito gruppo di lavoro coordinato dal Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione e hanno partecipato i rappresentanti delle aziende USL e di ARPAE.

Relativamente alle acque in rete di distribuzione, il piano prevedeva di sottoporre a controllo gli acquedotti che servono più di 5000 abitanti, in quanto approvvigionati, nella maggior parte dei casi, da fonti situate in zone caratterizzate da elevata pressione antropica e da attività agricole.

Nel 2019 sono stati eseguiti 99 campioni sulle reti che supportano una popolazione superiore ai 5000 abitanti, a integrazione dell’attività di monitoraggio già condotta da ottobre a dicembre 2018 sulle acque di rete. Dai risultati analitici ottenuti si è confermato quanto già osservato nel 2018: in nessuno dei 99 campioni analizzati sono stati ritrovati dei residui delle sostanze ricercate. I controlli proseguono anche quest’anno; questa Regione ha infatti sollecitato le aziende USL a eseguire campioni in altri punti della rete acquedottistica e a ripetere i campioni nelle reti già sottoposte a controllo negli anni precedenti.

Cerco di terminare richiamando, però, anche l’impegno e lo sforzo della nostra regione e anche del nostro sistema agricolo verso la sostenibilità. Non lo dimostrano tanto le mie parole, ma lo dimostrano i numeri, i dati, i fatti. Il fatto che noi siamo la regione che in pochi anni è arrivata ad avere il 15 per cento di superficie biologica, il 15 per cento di superficie integrata, quindi è aumentato il biologico del 75 per cento. Naturalmente, l’obiettivo è anche quello di aumentare, però nella consapevolezza che dobbiamo fornire ai nostri agricoltori gli strumenti per poter affrontare i problemi derivanti dal cambiamento climatico e dalle fitopatie. Dobbiamo affiancarli, sennò li lasciamo soli, li lasciamo esposti a eventi che, poi, ne danneggiano le produzioni. Li dobbiamo affiancare, quindi, investendo in ricerca, investendo in innovazione e fornendo loro delle risposte ai problemi che incontrano. E poi bisogna aiutarli a fare investimenti tecnologici, a fare in modo che le imprese siano più resilienti ai cambiamenti atmosferici e anche accompagnarli economicamente in questa transizione verso la sostenibilità, sulla quale tutti siamo impegnati.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Mammi.

Consigliera Gibertoni, le restano due minuti. Prego.

 

GIBERTONI: Grazie, assessore. Anche se a volte siamo su visioni diverse, non dubito e non ho dubitato neanche nella scorsa legislatura della competenza del suo Assessorato. Anche questa volta credo che il suo Assessorato abbia chiaro che la linea non può che essere questa. Forse velocizzarla è ancora possibile, quindi vedere quel traguardo ancora più vicino ‒ e penso che l’Emilia-Romagna se lo possa permettere ‒ di quanto è.

La transizione verso prodotti sempre più naturali, l’abolizione, pressoché, dei pesticidi e il fatto di intervenire con l’agro-ecologia decisamente, con forza anche in questo... Serve polso anche in queste cose. Lei ha enunciato quello che serve. Sicuramente accompagnare economicamente e, dall’altra parte, non tenere soltanto... Aiutare coloro che sono nel settore agricolo sia a non essere spaventati, ma anche a vedere l’investimento che fanno nel lungo periodo. Attenzione: quelli che sembrano svantaggi competitivi oggi, diventano plusvalori domani. Credo che lei abbia la sensibilità di capirlo, perché una volta si è detto d’accordo anche con l’idea del marchio “Made in Emilia-Romagna”.

Se passa il messaggio vero, concreto che il cibo dell’Emilia-Romagna fa sempre sicuramente bene, e non si può dire la stessa cosa di tutti i territori, men che meno internazionali, ma se il cibo che ha il marchio “Made in Emilia-Romagna” è sicuro al cento per cento per la salute ed è un valore aggiunto per quella stessa salute, a me pare ovvio che quelli che sembrano svantaggi competitivi oggi diventano solo pigrizia, in parte, con tutto il rispetto, e i plusvalori di domani sono importanti, sia sul lato simbolico sia sul lato della competitività. Ormai, ovviamente, su questo dobbiamo giocare.

Penso che la direzione sia questa. Questo dobbiamo averlo chiaro. Purtroppo non c’è una dose che possiamo definire senza rischio, ma, assessore, credo che questo sia chiaro anche al suo Assessorato, che purtroppo non possiamo dire che c’è una dose minima, ma dobbiamo andare velocemente verso quel traguardo.

Mi pongo con cauta speranza. Credo che questo sia davvero qualcosa che deve unirci. Mi auguro che quello che ci proponiamo di fare sia velocemente questo, tenendo presente ‒ e chiudo ‒ che sia la Regione, che forse ce l’ha già chiaro, ma capisco che sono processi complessi quando si aprono a una società in difficoltà, per motivi economici e perché l’agricoltura lo è facilmente, vive una competizione sovranazionale che è delirante... Ma anche per chi sui territori si aspetta una svolta così importante, coraggiosa e di livello molto nobile.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo chiuso con le interpellanze.

Adesso proseguiamo con gli atti di indirizzo.

 

OGGETTO 1529

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a favorire l’introduzione di incentivi e misure di supporto per il mantenimento, la cura e l’adozione degli animali d’affezione, rivolte alle persone indigenti e alle categorie socialmente deboli. A firma delle Consigliere: Zamboni, Piccinini

(Discussione e approvazione I - III - IV parte)

 

PRESIDENTE (Petitti): Risoluzione 1529, risoluzione che impegna la Giunta regionale a favorire l’introduzione di incentivi e misure di supporto per il mantenimento, la cura e l’adozione degli animali d’affezione, rivolte alle persone indigenti e alle categorie socialmente deboli, a firma delle consigliere Zamboni e Piccinini.

Dibattito generale. Ricordo che ci sono massimo dieci minuti per ciascun consigliere.

Prego, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Il tema di questa risoluzione può sembrare secondario e ininfluente rispetto a tutto il dibattito che abbiamo fatto sui massimi sistemi e sulla grande crisi economica e sociale seguita all’epidemia da Covid, ma in realtà anche questo tema ha a che fare con le ricadute dell’epidemia, nel senso che, come appunto spiega il testo della risoluzione, mantenere un animale d’affezione, e in Italia ci sono milioni di cittadini che possiedono un cane, un gatto o un altro animale d’affezione, ha dei costi, per cui l’impoverimento che è subentrato anche a seguito della perdita di attività occupazionali causa Covid ha ulteriormente accentuato il peso economico del mantenere un animale d’affezione.

Contemporaneamente, però, sempre l’epidemia ci ha dimostrato, in particolar modo durante il periodo di isolamento sociale, come sia importante per alcune persone, soprattutto quelle più anziane, che magari dispongono di una piccola pensione e non hanno grandi possibilità di svago, tanto più hanno patito l’isolamento sociale dovuto al cosiddetto lockdown.

Quindi, tenendo conto di entrambi i temi, ossia un costo di base elevato e difficoltà aggiuntive a mantenere questi animali, è che, raccogliendo alcune proposte dell’associazione Lega Antivivisezione, ho presentato questa risoluzione. Ringrazio la consigliera Silvia Piccinini che l’ha sottoscritta, la ringrazio per l’adesione.

Nel dispositivo cito già delle leggi che sono in vigore, sia per quanto riguarda la Regione che per quanto riguarda il nostro Paese; sono leggi che addirittura puniscono il mancato accudimento degli animali. Quindi, curare gli animali costa, se non lo fai compi anche un reato. In particolare, cito la legge regionale del 7 aprile 2000, che prevede di dare delle facilitazioni, incentivi che consistono però in una forma di assistenza veterinaria convenzionata o in fornitura di alimenti da parte di imprese convenzionate. Dunque, non si parla di incentivi in denaro, ma di aiuti che favoriscano il mantenimento degli animali, in particolar modo, recita l’articolo 18, “per prevenire il sovraffollamento presso le strutture di ricovero temporaneo e permanente”, quindi canili, gattili, le cui spese di cura e gestione ricadono sui bilanci comunali. Ecco perché la legge regionale del 2000 ha pensato di introdurre delle facilitazioni che portino a ridurre la popolazione dei canili e dei gattili.

Proseguendo nel testo, vengono citati alcuni dati che danno l’idea della presenza di questi animali nella vita delle famiglie italiane. Si parla di almeno 7 milioni di cani, 7 milioni e mezzo di gatti che vivono presso milioni di famiglie italiane, ai quali poi si assommano altri 46 milioni di pet. Durante la crisi sanitaria è apparso ancor più chiaro a molti italiani il valore affettivo e relazionale, al di là delle battute che giravano dei poveri cani portati a passeggio per la passeggiata igienica per poter uscire di casa, con la loro presenza presso i nuclei familiari. Si sa benissimo che per certe forme di handicap la presenza di un animale, la cosiddetta pet therapy, sia a sfondo psicologico sia a sfondo riabilitativo, ha una grande importanza. In ogni caso, non ho bisogno io di sottolineare il valore relazionale ed affettivo che questi animali hanno soprattutto per gli anziani, che vivono l’isolamento sociale.

Rispetto a questi vantaggi che portano, nel testo della risoluzione richiamo i costi di gestione, di mantenimento più che di gestione: un cane costa mediamente 200 euro l’anno solo di vaccini e di profilassi, oltre 500 euro per l’alimentazione, quindi si calcolano grossomodo 700 euro all’anno. Per uno che ha la pensione al minimo è una spesa. Per un gatto le spese sono più ridotte: si parla di 250 euro l’anno tra alimentazione, farmaci e servizi veterinari.

Il tema qual è? Non ci sono, al momento, agevolazioni di tipo fiscale. Quindi, i prodotti alimentari per animali e per le prestazioni veterinarie hanno l’IVA al 22 per cento. Non c’è IVA agevolata né al 10 né al 4 per cento. Le detrazioni IRPEF. Questo lo sa benissimo chi ha un cane o un gatto. Quando sei in sede di redazione della denuncia dei redditi, puoi ottenere il 19 per cento della differenza tra il tetto massimo, per 387 euro, e la franchigia di 129 euro.

A partire dall’anno fiscale 2020 questa cifra complessiva è salita a ben 73,59 euro. Se uno sa cosa costa anche fare un intervento chirurgico su un piccolo animale capisce benissimo che è una cifra ridicola. Questo rischia di far sì che avere un animale diventi un lusso. Non è più un completamento del proprio nucleo familiare.

C’è il tema anche dei farmaci veterinari. Per i farmaci veterinari non esiste il farmaco generico che, quindi, a parità di principio ti costa meno. Le confezioni ‒ lo so per esperienza personale, quando ho curato la mia gattina ‒ sono sovrabbondanti, come se uno avesse a casa un intero gattile, non un unico animale. Non c’è l’equiparazione con il farmaco per uso umano. Per cui, ci sono farmaci veterinari che hanno la stessa composizione di quelli a uso umano, che costano di meno, ma il veterinario per legge, salvo subire multe ingenti, deve prescrivere quello per animali. Vi assicuro che ci sono veterinari che effettivamente si vergognano di dover sottostare a questa regola.

Come ho già detto, la crisi Covid ha colpito le famiglie. Si dirà: sì, ma i bisogni sono altri. Sono i figli, sono le cose fondamentali. Questo, ripeto, erroneamente potrebbe passare per un tema secondario. Per certe persone, però, il proprio animale è un completamento affettivo indispensabile. In ogni caso, non può diventare, avere un cane o un gatto a casa, o un altro animale, un lusso consentito solo a chi se lo può permettere. Tanto più che quando si arriva, per impossibilità al mantenimento, agli abbandoni succede che poi aumentano i randagismi e aumentano anche i rischi da incidente stradale per randagismo.

Tutto ciò premesso, questa risoluzione che cosa chiede? Chiede alla Giunta di favorire l’introduzione di incentivi e misure di supporto, che – ripeto – non possono essere in denaro, per consentire anche alle persone indigenti e alle categorie socialmente deboli il mantenimento e la cura degli animali d’affezione tramite l’acquisto di cibo, farmaci e spese veterinarie. Non denaro in contante. Chiede alla Giunta di favorire l’introduzione di incentivi e misure di supporto per coloro che adottano un animale da un canile o un gattile. Chiede, inoltre, che la Giunta si attivi presso la Presidenza del Consiglio e i ministri competenti, Economia e Finanze e Salute, i presidenti delle Commissioni Bilancio e Affari sociali di Camera e Senato, a quale scopo? Di ottenere l’adeguamento dell’aliquota IVA dal 22 al 4 per cento sulle prestazioni veterinarie e sugli alimenti per animali, un aumento della quota di detraibilità fiscale delle spese medico-veterinarie, l’equiparazione terapeutica tra farmaci umani e veterinari di identica composizione, la regolamentazione dei farmaci generici anche in veterinaria, settore per il quale non esiste una norma che preveda che si debbano avere un prezzo di vendita inferiore, infine la commercializzazione di confezioni di farmaci veterinari commisurati alle patologie alla cui cura sono preposti, e quindi non costringere il proprietario di un cane o un gatto a comprare confezioni di farmaci che già in partenza si sa che non potrà mai usare. Questa è anche una forma di spreco, oltre che di aumento dei rifiuti, e comunque ha un aspetto di pesantezza per le casse delle famiglie che devono provvedere.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io sarò molto breve. Naturalmente ringrazio la collega Zamboni, che si è fatta anche portavoce delle istanze della LAV con questa risoluzione che discutiamo oggi. L’ho voluta sottoscrivere perché in questo dispositivo è intrinseco il rafforzamento del superamento di un concetto, che per me è retrogrado, che considera l’animale d’affezione un oggetto, quando invece l’animale da affezione nella maggior parte dei casi è considerato al pari di un componente della famiglia, con vere e proprie relazioni affettive. In questo senso, anche la giurisprudenza riconosce l’animale da affezione come soggetto portatore di diritti e di tutela giuridica.

Queste, dal mio punto di vista, sono richieste di civiltà che denotano un’attenzione anche verso chi vive in condizioni di fragilità e di solitudine, a maggior ragione nel periodo che stiamo vivendo, persone che potrebbero essere costrette a rinunciare a prendersi cura del proprio animale d’affezione.

Accolgo favorevolmente questa risoluzione che ho voluto sottoscrivere e naturalmente il voto sarà conseguentemente favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Maletti, prego.

 

MALETTI: Grazie, presidente. Il ruolo degli animali d’affezione…

 

PRESIDENTE (Petitti): Provi ad alzare il volume, consigliera.

 

MALETTI: Va bene adesso?

 

PRESIDENTE (Petitti): Un po’ meno.

 

MALETTI: Così va bene?

 

PRESIDENTE (Petitti): Un po’ bassino, ma meglio di prima.

 

MALETTI: Così va bene?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, così va benissimo.

 

MALETTI: Grazie, presidente, e mi scusi.

Il ruolo degli animali d’affezione è diverso rispetto al nostro vissuto, alle nostre caratteristiche famigliari, alle nostre caratteristiche personali. Resta indubbio che il rapporto con gli animali d’affezione, soprattutto in famiglie dove ci sono bambini o persone che vivono da sole, ha un ruolo significativo, soprattutto nelle nostre realtà, dove, ad esempio a Modena, circa un terzo delle famiglie residenti è formato da un’unica persona, prevalentemente donne e prevalentemente anziane.

Ecco, durante il Covid abbiamo assistito e valutato che il ruolo degli animali d’affezione anche in tutto un insieme di famiglie è stato un elemento di stabilità, di compagnia e anche di possibilità di relazione con altre persone […]. Non nascondiamo che c’è anche il problema per numerose Amministrazioni comunali, in quanto hanno numerosi cani e gatti nei propri gattili e canili e che questo comporta un impegno anche significativo rispetto ai bilanci comunali.

Rispetto a questa risoluzione, dove appunto la consigliera Zamboni ha citato un insieme di leggi già attuali e già applicate, noi chiediamo per diverse motivazioni la richiesta della votazione per parti separate del dispositivo. Da un lato perché non si condivide di favorire l’introduzione di incentivi e misure di supporto specifiche rispetto a questa tematica, in quanto gli enti locali, già attraverso una loro valutazione di figure professionali, come gli assistenti sociali, decidono già oggi se è fondamentale rispetto a una famiglia che sia in necessità dare un aiuto per mantenere un animale d’affezione all’interno del proprio nucleo familiare.

Dall’altro lato, abbiamo visto anche nel periodo del Covid che diverse associazioni assistenziali, ma non solo, ad esempio anche la Caritas, hanno fatto dei pacchi che portavano a casa, hanno portato anche diversi alimenti, e non solo, per gli animali d’affezione nelle case dove erano presenti, proprio perché era stato tenuto in considerazione questo ruolo. Dall’altro, ripeto, non si considera e non si condivide il fatto di prevedere delle misure ad hoc di tipo economico o altro rispetto a questa tematica.

Secondo punto: favorire l’introduzione di incentivi e misure di supporto per coloro che adottano animali da un canile o gattile. Noi siamo favorevoli, anche perché non fa altro che ribadire quanto citato dall’articolo 18 della legge n. 27 della Regione Emilia-Romagna del 7 aprile 2000. Su questo siamo positivi.

Terzo punto: attivarsi nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dell’economia e delle finanze, del Ministro della salute e dei Presidenti delle Commissioni bilancio e affari sociali e sanità della Camera e del Senato della Repubblica, al fine di ottenere l’adeguamento dell’aliquota IVA, per cui un ribasso dell’IVA, ma soprattutto rispetto a un tema di aumento della quota di detraibilità fiscale delle spese medico-veterinarie e l’equiparazione terapeutica tra farmaci umani e veterinari [...]. Oggi vediamo che dello stesso principio attivo, se noi compriamo un farmaco per uso animale, costa a volte anche cinque volte quanto lo stesso medicinale che viene utilizzato per uso umano.

Rispetto alla regolamentazione dei farmaci generici anche in veterinaria, anche questo si collega al punto precedente, e ridurre la commercializzazione di confezioni di farmaci veterinari rispetto ad un dosaggio che viene richiesto per gli animali da affezione, questo può aiutare ad evitare che rimangano nelle case delle famiglie dei farmaci che poi vanno in scadenza e che, invece, potrebbero essere utilizzati, in quanto tema di riutilizzo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Consigliere Tagliaferri, prego. Consigliere Tagliaferri? Siamo in attesa del collegamento tecnico con il consigliere Tagliaferri. Se per caso ci sono altri che… Eccolo. Prego, consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Chiedo scusa, presidente. Mi sentite?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì.

 

TAGLIAFERRI: Mi sentite bene?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì.

 

TAGLIAFERRI: Okay. Grazie. Scusate, ma mi si è scollegato tutto.

Già un anno fa, l’11 settembre 2019, intervenni sollecitando questa Regione a mettere a disposizione risorse in particolare per la realizzazione di strutture di ricovero per animali d’affezione abbandonati, per aumentare le strutture turistiche che accolgono animali, per migliorare le regole di trasporto e facilitare chi viaggia in compagnia di uno o più animali e per disciplinare in modo più preciso, più uniforme e meno restrittivo l’accesso di animali nei luoghi pubblici.

Penso che, quindi, ci siano tutte le carte in regola in questa Assemblea per rivendicare di aver mostrato attenzione per questo tema in tempi non sospetti da parte di Fratelli d’Italia e per condividere, di conseguenza, la risoluzione che stiamo trattando, che contiene sollecitazioni di buon senso e soprattutto che interessano e coinvolgono una vasta parte della nostra comunità.

Sono più di 60 milioni, infatti, gli animali d’affezione (gatti, cani, volatili, pesci e via dicendo) che vivono nel 52 per cento delle abitazioni italiane, tra questi circa 7,5 milioni di gatti e 7 milioni di cani. Il 67 per cento degli italiani vive con un animale e molti sono gli over 65 per i quali la convivenza con un amico a due o quattro zampe rappresenta un toccasana. Pensiamo alla pet therapy e alla sua comprovata indispensabile utilità per bambini, anziani o diversamente abili.

Gli animali rappresentano infatti un sostegno incredibilmente potente e dagli effetti evidenti sul benessere dei pazienti, e da diversi anni i migliori amici dell’uomo sono impiegati con successo anche in ambito sanitario. Eppure, tutto ciò che riguarda gli animali domestici e le loro cure in Italia viene considerato come un bene di lusso, per questo tassato ai massimi livelli, a partire dall’IVA al 22 per cento. Anche questo dimostra la distanza che separa la politica dalle famiglie.

Qual è la ratio che impone di tassare come beni di lusso prodotti che riguardano 60 milioni di animali che vivono nelle case degli italiani? Appare evidente che la cura e la compagnia di un cane e di un gatto o di un altro animale in casa è ciò che di più popolare si possa considerare, e non è possibile che un anziano, magari con pensione minima, a cui un animale d’affezione rende la vita migliore o una famiglia con figli, per cui l’animale di casa è un compagno di giochi e di vita, debbano sottoporsi a un salasso per curare o nutrire l’animale come fossero proprietari di un bene di lusso.

Una richiesta legittima è quindi quella rivolta al Governo di abbassare l’IVA sugli alimenti per cani e gatti e sulle visite veterinarie, come già accaduto in altri Paesi europei, approfittando del primo provvedimento utile per inserire la norma. Oggi questo provvedimento appare ancor più urgente a fronte della crisi economica causata dal Covid-19. L’abbassamento generalizzato del tenore di vita, i licenziamenti e via dicendo rischiano di rendere più difficile e pesante accudire un animale anche sul piano della salute e del benessere, con le conseguenze che possiamo immaginare. Condividiamo quindi la richiesta contenuta nel documento che invita la Giunta ad attivarsi nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dell’economia e delle finanze, del Ministro della salute, dei presidenti delle Commissioni bilancio, affari sociali e sanità del Senato della Repubblica, al fine di ottenere una serie di provvedimenti indispensabili e urgenti di competenza del livello nazionale. Ma condividiamo anche e sollecitiamo la Giunta a predisporre misure per l’introduzione di incentivi per consentire anche alle fasce più deboli di cittadini e a chi adotta un animale da un canile o un gattile, nonostante le difficoltà, di poter mantenere e curare i loro animali d’affezione tramite l’acquisto di cibo, farmaci e spese veterinarie, prevedendo controlli e verifiche per evitare eventuali abusi. Cresce, infatti, nella società la sensibilità nei confronti della tutela degli animali che sono sempre più considerati come soggetti di diritto.

Secondo un recente sondaggio, a parere degli italiani intervistati, le Istituzioni dovrebbero fare di più per i diritti degli animali che condividono il nostro territorio. Crescono anche le denunce contro il loro maltrattamento, ma non abbastanza. A nostro avviso, dovrebbero anche essere aumentate le pene per questo reato previsto dal Codice penale.

Il fatto è che le norme ci sono, ma dovrebbero essere fatte rispettare con più attenzione dalle Polizie locali e dalle Amministrazioni, che hanno anche il compito di agire a tutela degli animali del territorio con grande attenzione.

La Regione Emilia-Romagna ha prodotto una normativa in materia di benessere e tutela animale piuttosto buona, ma troppo spesso non osservata dagli enti locali, che ‒ è provato ‒ troppe volte rispondono con sufficienza e fastidio a chi li sollecita di fronte a episodi di maltrattamento o a gestioni non troppo trasparenti di gattili e canili. Come spesso accade, le leggi ci sono, ma applicarle è un altro discorso.

Alla stessa maniera, devono essere previsti fondi adeguati per la regolamentazione delle nascite e per il mantenimento delle strutture ‒ canili e gattili ‒ e delle oasi feline, di cui vanno attentamente monitorate le gestioni, se affidate a enti, cooperative, associazioni, e via dicendo.

In questo contesto crediamo che la Regione possa e debba attivarsi per concorrere ad affrontare le ricadute che l’attuale emergenza determina sulle fasce più deboli, agendo anche su questo fronte, che ‒ come detto ‒ non è affatto secondario.

Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ha chiesto la parola il consigliere Pelloni.

Consigliere, non si sente la sua voce. La vediamo nella sua splendezza, neanche nel suo splendore, ma nella sua splendezza, però non sentiamo la sua voce.

Provi ad alzare il volume del microfono.

 

PELLONI: Mi sentite adesso?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Alza ancora un po’.

 

PELLONI: Ora va meglio? Mi sentite?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Adesso sì. Un po’ basso, ma sentiamo.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Quello che volevo dire è che la Regione Emilia-Romagna su questa materia è intervenuta più volte. È già stata citata non nell’ultimo intervento, ma nell’intervento precedente, una legge regionale che, per la verità, ha tra le finalità e i princìpi diverse cose che non rientrano tutte negli obiettivi di questa risoluzione, però è stata modificata più volte. È entrata in vigore nel 2000 con la legge n. 27, è stata modificata nel 2001 due volte, è stata modificata nel 2004, nel 2010, nel 2015, nel 2016 e nel 2018. Quindi, più volte l’Assemblea legislativa è intervenuta per cercare di regolare e in qualche modo salvaguardare sia il benessere animale, che il randagismo, che gli abbandoni e quant’altro.

Quello che voglio dire è che da un Gruppo di maggioranza, da dove proviene la risoluzione, ci si aspetta una risoluzione, sì, bene, che vada a impegnare altri Enti, come il Parlamento e come lo Stato, ma ci si aspetta che si dia piena attuazione a quelle che sono già le normative in essere a livello regionale e, nel caso siano inefficaci o siano in qualche modo non sufficienti a tutelare il benessere animale e soprattutto a tutelare quei diritti di cui si è parlato degli animali, allora ci si aspetta anche una modifica alla nostra normativa di riferimento, essendo Assemblea legislativa.

Quindi, che cosa può fare la Regione Emilia-Romagna in più? In parte è stato detto, ma mi pare che l’intervento attraverso una risoluzione non sia il più indicato. Non sono sicuramente uno dei massimi esperti di tecnica legislativa regionale o altro, però se vogliamo essere concreti e non fare una risoluzione per mettere una bandierina, per rivendicare chi più volte presenta risoluzioni per il benessere animale, perché è intervenuto prima anche il collega di Fratelli d’Italia dicendo quanto Fratelli d’Italia aveva già fatto, quanto i Verdi avevano già fatto, quanto il Movimento 5 Stelle aveva già fatto, la cittadinanza ci chiede di essere concreti, ed essere concreti vuol dire quali misure dobbiamo mettere in campo per evitare il randagismo, per favorire l’adozione, per eventualmente abbassare l’imposizione fiscale rispetto a quei prodotti o alla detraibilità rispetto a medicine o interventi chirurgici. Ecco, ci sono alcune cose che la Regione Emilia-Romagna può fare, non tutto demandando allo Stato.

Quindi, sostanzialmente sul tema del benessere animale e sul tema dell’aspetto importante del sostegno dal punto di vista economico per chi viene colpito magari da crisi economica e non deve assolutamente abbandonare o privarsi di quello che è il proprio animale d’affezione, su quella ratio possiamo seguire, però dobbiamo discutere eventualmente in Commissione o anche in Assemblea e portare quelle misure concrete per arrivare a raggiungere quegli obiettivi. Una semplice risoluzione mi sembra non lo strumento più idoneo, sembra solo qualcosa di facciata e, provenendo proprio da uno dei Gruppi di maggioranza, denota che c’è qualcosa che non sta funzionando nell’azione della Giunta o nell’azione di Regione Emilia-Romagna. Quindi, se c’è qualcosa che non sta funzionando, alcuni spunti li ha già dati il consigliere Tagliaferri, altri li ha dati anche la consigliera Maletti, però interveniamo maggiormente nel merito per tutto quello che Regione Emilia-Romagna può fare.

Per tutto quello che ovviamente non è di nostra stretta competenza e che appunto è competenza dello Stato, ben venga una risoluzione che vada a sollecitare gli altri organi sovraordinati, però normalmente è sempre meglio dare il buon esempio e fare quello che è possibile fare di propria competenza. Quindi, mi pare che le finalità e gli obiettivi siano tutti condivisibili, ma lo strumento non è dei migliori, l’efficacia non è sicuramente efficace, e quindi la mia proposta sarebbe più quella di ritirare questa risoluzione. Visto che anche il Partito Democratico ha chiesto dei voti per parti separate, evidentemente ci sono delle cose su cui tutta l’Assemblea potrebbe lavorare per modificarle e migliorarle per raggiungere quegli obiettivi che ci siamo detti, che sono condivisibili.

La proposta sarebbe quella di ritirarla, altrimenti la nostra sarà un’astensione positiva negli obiettivi, negativa dal punto di vista dello strumento utilizzato e del raggiungimento dell’efficacia di questa risoluzione. Quindi, chiediamo a chi l’ha proposta di ritirarla per discuterne in Commissione e trovare eventualmente un documento il più condiviso possibile, che anzi riesca a essere il più efficace possibile. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prima di chiamare eventualmente la consigliera Maletti, giro la proposta del consigliere Pelloni alla prima firmataria, la vicepresidente Zamboni. C’è una proposta del consigliere di ritirarla e di discuterla in Commissione.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

No. Confermo di lasciare questa risoluzione in aula, di porla al voto. Ringrazio il consigliere Tagliaferri, che si è espresso a favore, e la consigliera Piccinini, che l’ha pure sottoscritta.

Questa risoluzione è il frutto di un lungo confronto anche con l’Assessorato, quindi non è un atto casuale. È un atto che ha dietro un lungo iter di lavorazione. Però sarò ben felice se vorremo approfondirla in Commissione, ovviamente.

Mi permetto solo di rilevare con il consigliere Pelloni, che ha proposto il ritiro, che difficilmente la Regione Emilia-Romagna da sola potrebbe fare degli interventi di natura fiscale, di regolamentazione di farmaci, di equiparazione tra farmaci generici umani e veterinari. Tutti i punti che sono stati demandati all’attività del Governo sono esclusivamente di competenza governativa. Non esiste che una Regione introduca un sistema fiscale, per esempio, che regolamenti diversamente le detrazioni IRPEF per conto proprio. Penso che di questo il consigliere Pelloni sia ampiamente consapevole.

Per cui, lascio alla decisione e, quindi, alla votazione dell’Assemblea la reazione a questa risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Maletti.

 

MALETTI: Mi dica, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei ha chiesto la votazione per parti separate. Se mi segue un attimo, provo a capire insieme a lei quali sono. Dal “premesso che” fino a tutto il “preso atto”.

 

MALETTI: Esatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La seconda votazione sarebbe il primo capoverso, a partire da “favorire l’introduzione” fino a “spese veterinarie”.

 

MALETTI: Esatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il terzo punto, tutto il resto dell’impegno.

 

MALETTI: No. Il secondo punto da “a favore” a “gattile”.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quindi, sono quattro.

 

MALETTI: Il terzo da “ad attivarsi” fino a “veterinari”.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Okay. Allora, scusi, il primo punto, la prima votazione dal “premesso che” fino alla parola “per chi adotta” nel “preso atto che”. Questa è una votazione.

 

MALETTI: Sì.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Okay.

La seconda votazione: il primo capoverso dell’impegno, quindi “a favorire” fino a “spese veterinarie”.

 

MALETTI: Sì.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La terza votazione: il secondo capoverso “a favorire canile o gattile”.

 

MALETTI: Sì.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La quarta votazione tutto il resto, quindi da “attivarsi nei confronti” fino a “acquisto di farmaci veterinari”.

 

MALETTI: Sì.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quindi, sono quattro votazioni.

 

MALETTI: Esatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo. La ringrazio. Grazie mille.

Abbiamo terminato non avendo nessun altro iscritto in dibattito generale.

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Non ci sono interventi? Consigliera Zamboni, prego.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Okay. Grazie.

Se non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione, come da richiesta della consigliera Maletti, la prima parte, dal “premesso che” fino all’ultima parola “per chi adotta” nel “preso atto che”.

La votazione è aperta.

Do lettura del voto:

 

Favorevoli 29

Piccinini Silvia; Zamboni Silvia; Bonaccini Stefano, Bondavalli Stefania; Costi Palma; Zappaterra Marcella; Costa Andrea; Mastacchi Marco; Gibertoni Giulia; Maletti Francesca; Mumolo Antonio; Tagliaferri Giancarlo; Mori Roberta; Amico Federico Alessandro; Taruffi Igor; Bessi Gianni; Marchetti Francesca; Bulbi Massimo; Rossi Nadia; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Montalti Lia; Soncini Ottavia; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Pillati Marilena; Tarasconi Katia; Rontini Manuela; Felicori Mauro.

 

Astenuti 11

Marchetti Daniele; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Occhi Emiliano; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Pelloni Simone; Stragliati Valentina; Bergamini Fabio; Facci Michele; Montevecchi Matteo.

 

La prima parte, quindi, è approvata.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora al secondo voto, della seconda parte che inizia con la parola “a favorire” fino a “spese veterinarie”.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Do lettura del voto:

 

Favorevoli 7

Taruffi Igor; Gibertoni Giulia; Zamboni Silvia; Mastacchi Marco; Piccinini Silvia; Amico Federico Alessandro; Tagliaferri Giancarlo.

 

Contrari 20

Tarasconi Katia; Costi Palma; Felicori Mauro; Bondavalli Stefania; Pigoni Giulia; Zappaterra Marcella; Soncini Ottavia; Costa Andrea; Rossi Nadia; Bessi Gianni; Mumolo Antonio; Daffadà Matteo; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Montalti Lia; Fabbri Marco; Rontini Manuela; Pillati Marilena; Bulbi Massimo.

 

Astenuti 11

Marchetti Daniele; Castaldini Valentina; Barcaiuolo Michele; Pelloni Simone; Catellani Maura; Occhi Emiliano; Montevecchi Matteo; Facci Michele; Bergamini Fabio; Stragliati Valentina; Bargi Stefano.

 

La seconda parte è respinta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla votazione del punto numero 3, il secondo capoverso dell’impegno che inizia dalle parole “a favorire” fino alle parole “canile o gattile”.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Do lettura del voto:

 

Favorevoli 29

Maletti Francesca; Taruffi Igor; Mastacchi Marco; Bonaccini Stefano, Bondavalli Stefania; Pigoni Giulia; Fabbri Marco; Paruolo Giuseppe; Costi Palma; Felicori Mauro; Amico Federico Alessandro; Daffadà Matteo; Zamboni Silvia; Gibertoni Giulia; Rossi Nadia; Mumolo Antonio; Zappaterra Marcella; Soncini Ottavia; Costa Andrea; Tarasconi Katia; Piccinini Silvia; Tagliaferri Giancarlo; Bessi Gianni; Montalti Lia; Pillati Marilena; Marchetti Francesca; Rontini Manuela; Caliandro Stefano; Mori Roberta.

 

Astenuti 11

Catellani Maura; Castaldini Valentina; Stragliati Valentina; Barcaiuolo Michele; Pompignoli Massimiliano; Marchetti Daniele; Occhi Emiliano; Montevecchi Matteo; Bargi Stefano; Facci Michele; Pelloni Simone.

 

La terza parte è accolta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, all’ultima parte, che inizia nell’impegno da “ad attivarsi” fino alle ultime parole “farmaci veterinari”.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Do lettura del voto:

 

Favorevoli 28

Piccinini Silvia; Costa Andrea; Paruolo Giuseppe; Gibertoni Giulia; Tarasconi Katia; Daffadà Matteo; Zamboni Silvia; Costi Palma; Soncini Ottavia; Maletti Francesca; Rossi Nadia; Pigoni Giulia; Mumolo Antonio; Marchetti Francesca; Bondavalli Stefania; Bonaccini Stefano; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella; Tagliaferri Giancarlo; Montalti Lia; Fabbri Marco; Mastacchi Marco; Rontini Manuela; Pillati Marilena; Bessi Gianni; Caliandro Stefano; Felicori Mauro; Mori Roberta.

 

Astenuti 10

Marchetti Daniele; Stragliati Valentina; Barcaiuolo Michele; Pelloni Simone; Catellani Maura; Montevecchi Matteo; Pompignoli Massimiliano; Facci Michele; Bargi Stefano; Occhi Emiliano.

 

La IV parte, quindi, è accolta.

 

(La risoluzione, oggetto 1529, è approvata, con voto palese, in modalità telematica, a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 1480

Risoluzione per impegnare la Giunta Regionale ad ampliare i casi in cui è possibile ottenere il rimborso degli abbonamenti al trasporto pubblico inutilizzati a causa del “lockdown”. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla risoluzione 1480 per impegnare la Giunta regionale ad ampliare i casi in cui è possibile ottenere il rimborso degli abbonamenti al trasporto pubblico inutilizzati a causa del lockdown, a firma della consigliera Castaldini.

Su tale documento esiste una proposta di emendamento a firma dei consiglieri Zamboni, Amico, Sabattini, Zappaterra, Taruffi, Francesca Marchetti, Bulbi, Pigoni e Tarasconi.

Il dibattito è aperto.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Questa risoluzione nasce da una semplice sollecitazione di alcuni genitori che mi hanno contattato e mi hanno posto la questione legata a chi in questo momento si è già maturato, per cui neodiplomati, che non sono riusciti a utilizzare, chiaramente causa lockdown, l’abbonamento e, quindi, avrebbero avuto in teoria diritto alla possibilità di avere una parte di quel mancato abbonamento, mancata possibilità di avere un rimborso, anche significativo in alcuni casi, ed è per questo che nasce l’esigenza di trovare un modo per ridare a quei ragazzi che avrebbero diritto al rimborso per quel determinato periodo, ma che purtroppo è una categoria che non è stata ricompresa all’interno della delibera di Giunta che citiamo in questa risoluzione.

All’inizio di questo percorso avevamo chiesto, come Forza Italia, che questo rimborso avvenisse tramite contanti, ma chiaramente ci sono varie difficoltà rispetto a questa possibilità. Abbiamo immaginato che il rimborso fatto alle famiglie non fosse personale, ma potesse essere utilizzato anche da altri membri delle famiglie, da secondi figli, da chi faceva parte di quel nucleo familiare.

L’emendamento che avete visto, che poi presenterà la maggioranza, è stato il frutto di un lavoro, secondo me, molto bello, molto interessante, anche la possibilità che mi è stata data di provare a trovare una soluzione, in particolare insieme al consigliere Costa, che si è speso anche nel capire l’individuazione della soluzione migliore dal punto di vista burocratico, per cui dico che, secondo me, questo è un bell’esempio di risoluzione dei problemi, anche perché in realtà questo problema potrebbe comprendere all’incirca 33.000 ragazzi che si sono diplomati in quest’anno così difficile e complicato.

Ringrazio chiaramente chi ha sottoscritto questo emendamento, chi voterà alla fine la risoluzione, perché credo che sia un bell’esempio di politica che abbia in mente una soluzione concreta dei problemi, che sono anche piccoli e basta la volontà di poter dialogare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale…

Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Buongiorno a tutti i colleghi. Ringrazio la collega Castaldini che è proponente di questa risoluzione, anche per lo spazio che ci ha dato per trovare una composizione differente del testo finale, attorno alla quale ritrovarsi come Assemblea complessivamente.

Il deliberato, sostanzialmente, cambia in questa formulazione. La frase “a predisporre una nuova delibera di Giunta regionale per integrare la sopracitata delibera di Giunta, includendo oltre i quattordicenni anche i neodiplomati tra le categorie che possono essere rimborsate in contanti dalle aziende di trasporto pubblico” è sostituita da questi due periodi: “a sollecitare il Governo affinché introduca la possibilità che il voucher sia utilizzabile da qualsiasi componente del nucleo familiare del titolare dell’abbonamento non usufruito o, qualora nessuno ne possa usufruire limitatamente al caso in oggetto, la conversione in denaro; inoltre, a semplificare le procedure per ottenere l’estensione dell’abbonamento o il voucher e migliorare la relativa comunicazione”.

Perché queste aggiunte? Perché gli strumenti attraverso i quali le aziende che gestiscono il trasporto pubblico locale hanno la possibilità di andare incontro a quegli utenti che non hanno potuto usufruirne causa lockdown sono fissati dal decreto-legge Rilancio, quello del 17 luglio 2020, all’articolo 215, che appunto prevedeva la possibilità o dell’estensione della durata dell’abbonamento o dell’emissione di un voucher del valore dell’abbonamento non sfruttato. Quindi, già lì c’era un problema nel prevedere il rimborso economico.

Abbiamo provato a virare sull’estensione dell’utilizzo del voucher, come ricordava la collega Castaldini, perché potrebbe darsi il caso che magari il neodiplomato diciottenne non ha più necessità di utilizzare il trasporto pubblico locale, ma c’è nello stesso nucleo familiare un genitore, un fratello o una sorella più piccoli che invece possono utilizzarlo. E poi, solo nel caso in cui non sussista questa fattispecie all’interno del nucleo familiare, allora sì, provare a prevedere il rimborso economico.

La risoluzione della collega interviene su una questione della quale abbiamo avuto premura fin dalle prime settimane di lockdown, cioè quella di prevedere rimborsi alle famiglie per tutti quei servizi a domanda individuale non usufruiti. Penso alle rette degli asili nido piuttosto che alla refezione scolastica. Idem per il trasporto pubblico locale. Fondi per andare incontro alle aziende che li gestiscono e che vivono i mancati introiti derivanti dalla biglietteria, dalla mancata emissione di abbonamenti. Il Governo nazionale li ha messi. Io però credo, e come Capogruppo di Commissione III mi prendo l’impegno, che sia necessario, magari alla fine di novembre, primi di dicembre, cioè quando sarà concluso sostanzialmente il periodo di presentazione delle richieste da parte delle famiglie di estensione dell’abbonamento piuttosto che del voucher, che sia opportuno convocare in Commissione stessa le aziende che gestiscono sul territorio regionale il trasporto pubblico locale per fare il punto insieme a loro per quanti abbonamenti sia stata richiesta l’estensione e quanti voucher sono stati effettivamente emessi.

Nel caso in cui dovessimo accorgerci che esistono ancora fattispecie, casistiche di utenze che non sono state oggetto di ristoro, provare a prevedere ulteriori strumenti per andare loro incontro. E insieme alle aziende stesse, tra l’altro, fare un pochino il punto anche su come stanno andando le cose in genere. Ciascuno di noi è destinatario, in queste settimane, immagino, di molte sollecitazioni da parte dei territori, da parte delle famiglie, da parte degli studenti. Ritengo assolutamente utile provare a fare il punto insieme, magari prima in Commissione, visto che c’è maggior spazio e tempo per approfondire le questioni, e poi eventualmente tornare anche in Assemblea con altri tipi di documenti che riguardino l’oggetto di cui stiamo discutendo ora.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Consigliere, non ho capito, lei chiede di ritirare la risoluzione?

 

COSTA: No. Di approvarla con l’emendamento. Quindi, dovremmo votare l’emendamento e poi il testo così come modificato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): So qual è l’iter. Però lei ha detto che ne voleva discutere in Commissione.

 

COSTA: No, no. Sarà opportuno comunque chiamare in Commissione le aziende che gestiscono il trasporto pubblico locale per audirle e vedere come sono andate le cose tra qualche settimana.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Questa risoluzione da parte della collega, anche a seguito dell’emendamento, ci trova sicuramente favorevoli perché intende evidenziare una criticità emersa in sede di attuazione di quelle che dovevano essere misure di sostegno alle categorie più deboli colpite dall’epidemia e soprattutto alle categorie più deboli utilizzatrici del trasporto pubblico.

In realtà, la norma nazionale non ha compreso indistintamente tutti coloro che utilizzano il mezzo pubblico, ma ha selezionato solo due categorie, i lavoratori e gli studenti che potessero in qualche modo documentare una sorta di rapporto di pendolarismo nell’utilizzo del trasporto pubblico. Già questo, a nostro avviso, è un vulnus, un vulnus della normativa nazionale, che a cascata si ripercuote sull’applicazione in sede di delibera regionale. Perché è un vulnus? Perché se vogliamo incentivare il trasporto pubblico, come da più parti viene sollecitato, come misura suprema di mobilità sostenibile, bisogna che poi chi realmente utilizza il trasporto pubblico sia “premiato” e non riceva penalizzazioni. Qui è stata fatta una penalizzazione, perché vi sono categorie, sicuramente residuali, ma esistono, di fasce deboli della popolazione che, per vari motivi, utilizzano il trasporto pubblico e non hanno avuto la possibilità di accedere a questi rimborsi.

Abbiamo avuto delle testimonianze, sicuramente – ripeto – in termini di doglianze inferiori rispetto a quelle che possono essere state le doglianze degli studenti che hanno interessato la collega o i colleghi nell’estensione di questa risoluzione, ma comunque persone che sono fruitrici del trasporto pubblico. Quindi, di fatto viene introdotta una disparità di trattamento nell’ambito dei fruitori del trasporto pubblico.

La delibera di Giunta regionale è incolpevole, nel senso che recepisce una legge nazionale, peccato originario, e quindi va da sé che mi aspettavo che anche da parte della maggioranza vi fosse una presa di consapevolezza di questo problema. Evidentemente le sensibilità sulla tutela delle fasce deboli, soprattutto la tutela di chi regolarmente utilizza il trasporto pubblico, sono differenti.

Quindi, ripeto, nell’aderire a questa risoluzione perché cerca di correggere un errore, perché sappiamo perfettamente che un appello al Governo nazionale è un po’ una invocazione di aiuto, ma se già le risoluzioni rivolte alla Giunta regionale lasciano il tempo che trovano, quelle in cui si chiede la sollecitazione al Governo sappiamo che hanno indubbiamente un numero alla “n” potenza di probabilità di rimanere inascoltate.

Sono d’accordo però con il collega Costa quando propone un incontro con le aziende che gestiscono il trasporto pubblico, perché su questa partita, cioè sulla partita dei fondi destinati alle aziende c’è un approfondimento che va fatto. Ovviamente il trasporto pubblico ha varie gestioni, a seconda dei territori della regione. Parlo di approfondimento perché c’è stata la questione per esempio delle gratuità date agli under 14; sappiamo che è un provvedimento di cui beneficeranno molte famiglie, ma sappiamo che l’introito, con questo meccanismo, per le aziende di trasporto è comunque un bell’introito e quindi è una misura di fatto che va a sostenere le aziende, soprattutto sugli under 14, che sono quelli che in assoluto utilizzano di meno il mezzo pubblico rispetto agli over 14. Ecco, questo è un aspetto che sicuramente sarà degno di attenzione anche nei numeri, nelle statistiche, quando andremo a incontrare i responsabili. Tra l’altro, vi sono anche delle aziende che ovviamente pretendono – anche giustamente, ma è sempre per capire alla fine dove cade la questione – che il minore sia accompagnato dal genitore, che deve pagare.

La questione delle gratuità sugli studenti va veramente sviscerata, ma sarà oggetto delle prossime Commissioni, quindi non voglio addentrarmi nella questione.

Chiudo. Ripeto, era doveroso fare questa precisazione. È una risoluzione sicuramente degna di essere votata, ma è una risoluzione che affronta solo parte del problema. Sulla questione legata al famoso Decreto Rilancio, c’è quel famoso articolo 215 del Decreto Rilancio che esclude altre categorie, altre persone dal riconoscimento di una sorta di indennità legata all’epidemia, e questo non è giusto. Non è giusto. Non è giusto nell’ambito di una tutela dei cittadini senza distinzioni, soprattutto cittadini che utilizzano il servizio, il trasporto pubblico che noi, che voi, che noi, che la Regione ampiamente sostiene di voler incentivare, anzi che mette come stella polare per quella che è la mobilità sostenibile.

Credo che una riflessione su questo vada fatta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi, chiedo...

Consigliere Tagliaferri. Prego, consigliere.

 

TAGLIAFERRI: Grazie.

Come in tutte le vicende umane, c’è un momento in cui i nodi vengono al pettine, la verità squarcia le promesse e le parole devono cedere il passo inesorabilmente ai fatti.

La risoluzione della collega Castaldini, e per questo la ringrazio, ci permette di ribadire ancora una volta di più che l’intera propaganda della Giunta regionale sul bus gratis per gli under 14 si basava su un equivoco voluto. Come si è già dimostrato, non è vero che in Emilia-Romagna gli under 14 non pagano l’abbonamento del bus, ma semplicemente non pagano la tratta casa-scuola.

Permettetemi. Non è proprio la stessa cosa. Ne converrete con me anche voi della maggioranza. Si tratta di una scelta basata sui fatti e sulle risorse economiche disponibili e, come tutte le scelte, diventa opinabile. Quello che non è opinabile è che tutte le campagne di comunicazione della Regione hanno cavalcato l’equivoco. Oggi, tranne chi ha subìto la delusione di andare a ritirare un abbonamento completo gratuito e invece si è trovato un surrogato di abbonamento gratuito, valido solo nel suddetto percorso casa-scuola, pensano che la Regione sia tanto buona che paga il bus a tutti coloro che hanno meno di quattordici anni.

Potremmo parlare a lungo di questa cosa, ma non lo faremo, perché queste parole di verità dimostrano in che Truman Show ci siamo infilati. La verità viene edulcorata e trasformata come ci è più comodo e via ad andare. Altro che trasparenza e casa di vetro della pubblica amministrazione!

Voterò, dunque, a favore della risoluzione di Valentina Castaldini perché, oltre che condividerne il merito, anche questa risoluzione ci ricorda come si giochi sull’equivoco, facendo credere alla popolazione una cosa, ma in realtà facendo molto meno. Probabilmente era il massimo che si poteva fare. Ma correttezza avrebbe voluto dirlo, rivendicarlo.

Sul tema abbonamenti bus periodo lockdown e ripartenza attuale, vorrei ribadire quali sono le posizioni di Fratelli d’Italia. Bisogna rimborsare tutti gli abbonamenti ai mezzi pubblici non utilizzati durante il lockdown e i mesi a seguire, perché durante il periodo di stop delle attività delle università gli utenti del trasporto pubblico locale ferroviario non hanno potuto usufruire dei titoli di viaggio o degli abbonamenti già acquistati.

Nelle interrogazioni presentate in questi mesi ho chiesto più volte alla Giunta di stanziare risorse proprie per incrementare la dotazione del fondo istituito dal decreto-legge del maggio scorso, al fine di garantire il rimborso degli abbonamenti relativamente a tutto il periodo corrispondente a quello durante il quale non ne è stato possibile l’utilizzo o se intenda ristorare le aziende per i mancati ricavi derivanti dall’emergenza Covid-19, quindi sostenere il settore del trasporto pubblico locale regionale, specie in relazione all’utilizzo di passeggeri che ne usufruiscono in adempienza di obbligo di servizio pubblico.

Ho chiesto anche quali siano le problematiche segnalate dalle aziende e dalle agenzie di trasporto pubblico locale (TPL) in merito alle necessità dei settori in termini di sostenibilità del servizio e alle prospettive future e quali siano le attuali stime delle possibili perdite a fine anno per le aziende di TPL nei diversi bacini e per Ferrovie Emilia-Romagna (FER) dovute all’impatto sulla mobilità dell’emergenza sanitaria.

È necessario estendere l’utilizzo gratuito dei mezzi di trasporto pubblico a tutti gli studenti, universitari compresi, e non solo, come deciso dalla Giunta Bonaccini, agli under quattordici, e che sia valido su tutte le tratte, non solo su casa-scuola.

Il costo di un abbonamento annuale, infatti, è una spesa paragonabile a una mensilità d’affitto di una famiglia. Le percentuali di pendolari in Emilia-Romagna all’interno della regione, in particolare verso Bologna, ma anche e soprattutto fuori regione, verso Milano, con l’utilizzo spesso di più mezzi e più abbonamenti, treno e trasporto pubblico locale, è assolutamente rilevante, per il quale secondo dati Istat a seguito della pandemia da Coronavirus il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente e dello 0,4 in termini reali, ovvero di potere d’acquisto.

Ho già chiesto alla Giunta di farsi garante nei confronti dell’utenza del trasporto pubblico di soluzioni non contenziose del pieno risarcimento dei diversi servizi non utilizzati per motivi non dipendenti dalla volontà dell’abbonato, prevedendo un rimborso economico agli acquirenti di titolo di viaggio mensili e annuali in aggiunta a quanto previsto dal decreto Rilancio, e se intenda farsi garante nei confronti dei gestori del trasporto pubblico affinché elaborino, a partire da subito, una strategia chiara nei confronti dell’utenza, in quanto molto probabilmente lo smart working verrà mantenuto solo parzialmente, in primis rendendo strutturali le convenzioni esistenti per quanto riguarda il trasporto ferroviario (mi muovo per l’utilizzo dei Frecciargento) in grado di distribuire meglio i flussi su più fasce orarie e prevedendo nuove forme di abbonamento a consumo che vengano incontro alle mutate esigenze di una mobilità limitata a un numero inferiore di giorni la settimana.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non avendo più alcun iscritto in discussione generale, passiamo al dibattito generale sull’emendamento. Nessun iscritto in dibattito generale sull’emendamento.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sull’emendamento e sulla risoluzione. Nessun intervento in dichiarazione di voto.

Passiamo alla votazione dell’emendamento. Chiedo alla consigliera Castaldini se… Benissimo, grazie. Passiamo alla votazione dell’emendamento numero 1 a firma Zamboni, Amico, Sabattini, Zappaterra, Taruffi, Francesca Marchetti, Bulbi, Pigoni, Tarasconi.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Do lettura del voto:

 

Favorevoli 37

Mastacchi Marco; Piccinini Silvia; Marchetti Daniele; Amico Federico Alessandro; Castaldini Valentina; Taruffi Igor; Daffadà Matteo; Costa Andrea; Catellani Maura; Bergamini Fabio; Mori Roberta; Zamboni Silvia; Costi Palma; Rossi Nadia; Pelloni Simone; Mumolo Antonio; Felicori Mauro; Bargi Stefano; Zappaterra Marcella; Stragliati Valentina; Soncini Ottavia; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Barcaiuolo Michele; Montevecchi Matteo; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Pigoni Giulia; Occhi Emiliano; Tarasconi Katia; Fabbri Marco; Iotti Massimo; Bessi Gianni; Paruolo Giuseppe; Facci Michele; Marchetti Francesca; Rontini Manuela.

 

L’emendamento è accolto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla votazione dell’oggetto 1480, a firma Castaldini.

La votazione è aperta.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Assolutamente sì, Facci. Perfetto.

La votazione è aperta sulla risoluzione 1480.

La votazione è chiusa.

Do lettura del voto.

 

Favorevoli 39

Bulbi Massimo; Piccinini Silvia; Castaldini Valentina; Zamboni Silvia; Costa Andrea; Stragliati Valentina; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Soncini Ottavia; Tagliaferri Giancarlo; Amico Federico Alessandro; Occhi Emiliano; Marchetti Daniele; Rossi Nadia; Rontini Manuela; Montevecchi Matteo; Montalti Lia; Taruffi Igor; Mumolo Antonio; Mori Roberta; Mastacchi Marco; Bergamini Fabio; Costi Palma; Iotti Massimo; Barcaiuolo Michele; Daffadà Matteo; Pillati Marilena; Pelloni Simone; Facci Michele; Zappaterra Marcella; Pigoni Giulia; Bargi Stefano; Bondavalli Stefania; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Tarasconi Katia; Bessi Gianni; Paruolo Giuseppe; Pompignoli Massimiliano.

 

È approvata.

 

(La risoluzione, oggetto 1480, è approvata, con voto palese, in modalità telematica, all’unanimità dei votanti)

 

OGGETTO 1474

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a prevedere incentivi per gli operatori sanitari con sede di lavoro nelle aree interne e montane. A firma della Consigliera: Piccinini

(Ritiro)

OGGETTO 1562

Risoluzione per impegnare la Giunta a verificare quali strumenti sia possibile attivare per sostenere gli operatori sanitari che accettano di prestare la propria attività in una sede di lavoro situata in un’area montana o periferica. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Costi, Taruffi, Zappaterra, Pigoni, Zamboni, Soncini, Bondavalli, Caliandro, Paruolo, Tarasconi, Iotti, Costa, Mori, Montalti, Bulbi, Pillati, Maletti, Rontini, Daffadà

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 1474, che impegna la Giunta regionale a prevedere incentivi per gli operatori sanitari con sede di lavoro nelle aree interne e montane, a firma Piccinini, alla quale è stata abbinata la risoluzione 1562 per impegnare la Giunta a verificare quali strumenti sia possibile attivare per sostenere gli operatori sanitari che accettano di prestare la propria attività in una sede di lavoro situata in un’area montana o periferica, a firma dei consiglieri Piccinini, Costi, Taruffi, Zappaterra, Pigoni, Zamboni, Soncini, Bondavalli, Caliandro, Paruolo, Tarasconi, Iotti, Costa, Mori, Montalti, Bulbi, Pillati, Maletti, Rontini, Daffadà.

La consigliera Rontini ha chiesto la parola, presumo per il voto sulla risoluzione passata.

Prego, consigliera Rontini.

Consigliera Marchetti, immagino anche lei per lo stesso motivo. Prego.

 

RONTINI: Grazie, vicepresidente Rainieri.

Io avevo chiesto la parola, in realtà, sull’emendamento, perché la risoluzione l’ho votata, ma volevo esprimere il mio voto favorevole, perché ho cliccato sull’app proprio nel momento in cui si è chiusa, anche sull’emendamento alla risoluzione Castaldini.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ne teniamo conto e la ringraziamo.

Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Anch’io volevo segnalare il mio voto favorevole all’emendamento, perché non è stato registrato probabilmente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ne prendiamo atto e ringraziamo anche lei. Grazie.

Ha chiesto la parola la consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intanto ringrazio il consigliere Mastacchi che ha concesso l’inversione delle risoluzioni.

Questo atto fa seguito a un question time che avevo presentato anche nella scorsa seduta e che riguardava le condizioni che consentono la riapertura dei punti nascita in Appennino e il mantenimento dei servizi sanitari nelle aree montane e periferiche della nostra regione. Rispetto a queste aree esistono oggettive criticità nella copertura del personale per evidenti ragioni connesse alle difficoltà di spostamento, all’assenza di collegamenti di trasporto pubblico nelle ore serali e notturne e nei giorni festivi. Non dobbiamo poi dimenticare che le aree più densamente popolate e maggiormente servite offrono condizioni professionali e operative più favorevoli all’esercizio delle professioni sanitarie. Quindi, maggiore opportunità di confronto, maggiore disponibilità di servizi e prestazioni specialistiche rendono meno competitivo, e non solo meno appetibile, lo svolgimento del lavoro in ambito sanitario nelle aree periferiche, quali quelle, per esempio, dell’Appennino e del delta padano.

Dobbiamo tutti avere la consapevolezza che rendere più appetibile il lavoro degli operatori sanitari nelle sedi disagiate significa rendere più appetibile anche la vita di chi in quelle aree vi risiede, contrastando allo stesso tempo il rischio reale di un ulteriore spopolamento di fasce importanti del nostro territorio, impoverendole e rendendole ancora meno competitive. Quindi, rendere disponibili forme di incentivazione del lavoro sanitario in queste aree significa agire non solo su questi lavoratori, ma su tutta la popolazione che vive e opera, tentando quindi di invertire il processo che da tempo sta determinando la rarefazione della popolazione e dei servizi in quelle aree. Questo è l’obiettivo della prima risoluzione che ho depositato.

C’è stato un confronto, e per questo la ringrazio, con la collega Costi e, quindi, sono state apportate migliorie in alcune parti del testo, che sono poi approdate in una nuova risoluzione. Viene mantenuto, comunque, l’intento originario del dispositivo, che è quello di impegnare la Giunta a ragionare su strumenti da attivare per sostenere gli operatori sanitari che scelgono o accettano di prestare la propria attività in una sede di lavoro situata in un’area montana, per così dire periferica, e di farlo in modo concreto quindi valutando concretamente misure di incentivazione economica per il personale sanitario che decida di operare in queste aree.

Cerchiamo di affrontare un problema che è reale. È un impegno che mi piacerebbe potesse trovare anche applicazione già nel prossimo bilancio di previsione.

Ritiro la risoluzione 1474 e ovviamente voterò favorevolmente alla 1562, che è stata redatta con la collega Costi e i colleghi di maggioranza.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi… Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Presidente, sicuramente questa è una risoluzione che ci trova favorevoli. Il punto è che oggi noi giustamente ci preoccupiamo degli operatori sanitari, perché gli operatori sanitari si sono rivelati una risorsa preziosissima in questo periodo, o forse sono sempre stati una risorsa preziosissima, ma ce ne siamo accorti negli ultimi tempi (forse questa è una osservazione più pertinente) e ci siamo accorti di quanto sia importante la sanità nei contesti periferici, in particolare nei contesti montani. Noi da questi banchi lo diciamo da sempre, in tutte le sedi istituzionali in cui i rappresentanti che qui siedono hanno avuto modo di impegnarsi, chi ha fatto il Sindaco, chi ha fatto il consigliere in Provincia, nei Comuni della montagna, nel Consiglio regionale, in Parlamento (guardo il presidente, chiedo scusa).

Però il punto vero è che solo recentemente c’è stata, da parte di questa Giunta, una ritrovata sensibilità sul tema. Ovviamente di questo siamo contenti, siamo contenti che si sia riscoperto che effettivamente è stato un errore chiudere i punti nascita in montagna, è stato un errore depotenziare i minimi presidi sui territori. Si sono fatti tanti errori nel pensare che l’accentramento nei grandi hub fosse la soluzione della sanità, ma in quel momento si pensava alla sanità azienda. Non che oggi non si pensi alla sanità azienda, ma si pensava più all’azienda e meno alle persone. Oggi si sta cercando di riequilibrare questo rapporto: un po’ meno azienda e un po’ più servizio alla collettività, nel vero senso del termine. Siamo contenti. Anche questa risoluzione va in questa direzione, e la voteremo.

Qual è, però, il punto? Mi permette, ovviamente, questa risoluzione, di affrontare un tema un po’ più ampio. Non è sufficiente garantire le condizioni a personale impegnato in un servizio importante, quale è la sanità, perché i presìdi vi siano. Occorre anche garantire le condizioni di vita, nel senso ampio del termine, quindi garantire il lavoro, garantire gli spostamenti ‒ ne abbiamo parlato prima ‒ dei pendolari, garantire infrastrutture. Occorre che vi sia un sistema.

Quello che non vorrei accadesse è che si ragioni per compartimenti stagni. Guardiamo un aspetto, quello che è l’aspetto in questo momento più attuale, più alla ribalta, più in vetrina, che è quello di sostenere, giustamente, la sanità. Dobbiamo sostenere tutti. Dobbiamo sostenere tutti.

L’assessore Lori non c’è, è passata, però sicuramente avrà modo di ricevere questa sollecitazione. Crediamo che sulla montagna ci sia ancora tanto da fare e che quello che è stato messo in campo per il momento sia ampiamente insufficiente. Avremo modo di riparlarne. Sicuramente ci confronteremo, però se oggi noi vogliamo veramente sostenere la vita in montagna dobbiamo fare un’operazione sistemica.

Questo provvedimento è importante, ma ci sembra un po’ scollegato dal resto della discussione. In ogni caso, lo voteremo perché è sicuramente giusto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non ci sono altri interventi. Se non ci sono altri interventi...

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Avevo regolarmente chiesto la parola attraverso gli strumenti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non ho dubbi. Però, noi abbiamo un ritardo nel momento in cui soprattutto lei chiede la parola. Ritarda un pochettino ad arrivarci. Poi gliela diamo molto volentieri e la ascoltiamo.

 

TARUFFI: Purtroppo ci portiamo dietro le difficoltà di connessione che riguardano il nostro territorio, ce le portiamo dietro fisicamente anche in aula.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Esatto. Questo lo ha detto lei.

Prego.

 

TARUFFI: Scherzi a parte, sulla risoluzione che abbiamo sottoscritto e della quale ringrazio sia la collega Piccinini che la collega Costi per il lavoro, per la proposta, per il lavoro che abbiamo fatto, che credo rappresenti un buon punto di approdo, un buon compromesso.

Il tema, però, è molto stringente. Se non ricordo male, ieri stesso l’assessore Donini, rispondendo a un question time in aula o, comunque, nei giorni scorsi, aveva lamentato le difficoltà a trovare personale sanitario e professionisti che decidano di accettare incarichi nei presìdi ospedalieri periferici, in particolar modo penso a quelli dell’Appennino bolognese.

Credo che, dal punto di vista strutturale, una parte di questi problemi possa essere affrontata pensando a interventi ad hoc, anche a incentivi e a misure che favoriscano il personale che decide di ricoprire incarichi in quei territori, vista le difficoltà che devono affrontare, però difficoltà che riguardano anche e soprattutto gli spostamenti. E su questo voglio aprire una riflessione breve, ma sulla quale è necessario ritornare.

Sia per quanto riguarda i presìdi ospedalieri che per quanto riguarda, ad esempio, le scuole, altro tema che in questo periodo stiamo affrontando e sul quale siamo chiamati a intervenire, i presìdi scolastici e ospedalieri che stanno nelle periferie – ribadisco, penso, ad esempio, al territorio dell’Appennino bolognese – soffrono anche perché per raggiungere quei presìdi dal centro, per chi vive a Bologna, c’è un problema di collegamento. Quindi, credo che, nella misura in cui decidessimo effettivamente di potenziare e di dare seguito a quelli che sono gli impegni presi negli ormai decennali piani di mobilità provinciale, e penso, ad esempio, al potenziamento del servizio ferroviario metropolitano con il raddoppio della linea, trattando dell’Appennino bolognese penso, ad esempio, alla Porrettana, almeno fino a Sasso Marconi. Consentiremmo a quella infrastruttura di dotarsi di alcune corse che potrebbero raggiungere Porretta da Bologna in 40 minuti e vi assicuro che questo sarebbe uno dei principali incentivi e una delle principali soluzioni per il problema di cui stiamo discutendo. Raggiungere quei luoghi in tempi più ragionevoli e più consoni, ovviamente non solo da Bologna verso l’Appennino, ma anche dall’Appennino verso Bologna, consentirebbe di dare una risposta strutturale che ci aiuterebbe, ripeto, non solo sul versante sanitario ma anche su quello scolastico. Quando parliamo di trasporti, quando parliamo di infrastrutture, parliamo anche di un pezzo del problema che potremmo risolvere rispetto a servizi come sanità e scuola.

L’ho presa da questo punto di vista per dire che i servizi, quando parliamo di Appennino, sono tutti collegati, si intersecano tutti, ed è difficile fare una discussione su un punto senza collegarsi all’altro. Dopodiché – e chiudo – non per polemizzare ovviamente con chi mi ha preceduto, però la discussione su chi ha aperto o chiuso i servizi in montagna è una discussione che troppo spesso in quest’aula si fa in modo un pochino tranchant, perché sappiamo che le responsabilità vengono da lontano. Ogni tanto mi piacerebbe sentire un’assunzione di responsabilità collettiva, visto che i servizi nelle zone periferiche sono stati chiusi con decisioni che sono state assunte da Governi che sono stati di centrodestra come di centrosinistra. Forse sarebbe il caso di dire che la politica, negli ultimi vent’anni, ha sbagliato nel pensare che servizi fondamentali come quelli sanitari potessero essere assoggettati a logiche aziendalistiche.

Questa è un’osservazione che va fatta con decisione e della quale, però, tutti quanti qua dentro, quota parte, si è stati responsabili, qualcuno più di qualcun altro. E mi fermo qui, anche perché per fortuna, a partire dal prossimo anno, vedrete che i punti nascita in montagna verranno riaperti, con giusta ragione, e anche con giusta soddisfazione da parte di chi, da tanti anni, forse anche prima di quando è entrato in quest’aula, si è battuto per mantenere prima aperti e poi per riaprire quei punti nascita. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ha chiesto la parola la consigliera Costi. Prego.

 

COSTI: Grazie, presidente.

Intervengo per fare due considerazioni rispetto alla risoluzione. Ringrazio anch’io la consigliera Piccinini per la disponibilità proprio a ragionare su un tema sul quale abbiamo condiviso la problematicità.

Credo che occorra anche essere puntuali rispetto ad alcune proposte, pur consapevoli che tematiche come quelle delle zone montane o di aree periferiche sono tematiche che ‒ come diceva anche adesso il collega Taruffi ‒ chiaramente comportano anche altre riflessioni. Però crediamo che questo tema del personale sanitario, in questo momento di difficoltà, dove usciamo da un’emergenza sanitaria e ci dobbiamo apprestare anche a rafforzare i nostri servizi, non solo quelli ospedalieri... Vorrei ricordare che uno dei temi che il Covid ha mostrato è quello dell’importanza dei servizi territoriali e anche del raccordo con i servizi sociosanitari.

Proprio perché ci aspetta questo compito così importante, perché dobbiamo assicurare queste attività e questi servizi per i nostri cittadini, vorrei farvi notare che nell’impegnato parliamo, nel primo punto, di “verificare quali strumenti sia possibile attivare per sostenere gli operatori sanitari”. Certamente abbiamo messo anche la parte dell’utilizzo dei contratti di lavoro, che competeranno anche alle ASL, ma qui ci aspettiamo che siano dati degli indirizzi precisi alle ASL, quindi anche una parte di incentivazione che può aiutare il personale sanitario a scegliere o a rimanere in queste aree. Però parliamo di strumenti. Se parliamo di strumenti, certamente, come diceva il collega Taruffi, sono d’accordo, non solo per la montagna. Voi sapete che io vengo da un’area, che è l’area nord, dove il tema dei collegamenti, quindi della mobilità, è un tema importante. È un tema importante anche, però, credo, capire assieme alle diverse realtà territoriali che cosa si può mettere in campo al fine di fidelizzare o sostenere l’ingresso del personale sanitario ‒ prima il collega Taruffi parlava anche del personale insegnanti ‒ perché queste persone, al di là degli incentivi economici, possano trovare di loro gradimento svolgere la propria professione nelle aree montane o anche nelle aree periferiche.

Vi faccio un esempio. Mirandola ha un ospedale e anche tutto il distretto, quindi c’è la necessità anche in quest’area di poter fidelizzare del personale sanitario, però Mirandola è una città che ha una linea ferroviaria straordinaria, che oggi funziona quasi da metropolitana leggera di superficie – poi ho una risoluzione proprio per migliorarla ulteriormente –, collega addirittura il Veneto con Bologna, ed è chiaro che quello che in questa città manca oggi è un collegamento continuo rispetto all’ospedale o ai servizi sanitari o, comunque, alla città e alla stazione, perché la stazione dista 2-2,5 chilometri dal centro abitato. Questo non è una competenza della Regione, questo è uno sforzo, che in questo caso riguarda Mirandola, tuttavia probabilmente se andiamo a vedere altri territori si può ragionare e lavorare proprio per una collaborazione rispetto a questi obiettivi, ma è un tema che deve essere risolto chiaramente dall’Amministrazione e dal Comune di Mirandola. Non se lo può assumere la Regione.

Questo vale anche rispetto al tema degli alloggi, perché c’è un tema di persone che può essere che siano disponibili anche a spostarsi, ma che necessitino di rimanere, per esempio per il periodo in cui lavorano, all’interno di questi territori, proprio per superare il problema degli spostamenti. In questo caso ci vuole una capacità anche degli Enti locali di supportare e sostenere un’azione che la Regione può indirizzare, può regolare con gli strumenti che ha, può sollecitare, ma dove su temi di questo genere non esiste una domanda e una risposta, esiste, secondo me, una capacità di collaborazione istituzionale rispetto a obiettivi che si condividono e sono assunti come obiettivi prioritari.

Questo è il motivo per cui come Gruppo del Partito Democratico abbiamo ritenuto importante condividere con la collega Piccinini e anche ampliare lo spazio di operatività, ma credo che questo debba impegnare non solamente noi, quest’aula rispetto alla Giunta e la Giunta, ma deve impegnare anche i singoli territori, quindi un ruolo anche nostro propositivo nei territori, perché anche dai territori arrivino delle soluzioni per rendere più appetibile ai medici, agli infermieri, al personale sanitario e alle altre figure la possibilità di lavorare in questi territori, sempre a beneficio dei cittadini, perché noi stiamo parlando sempre di assicurare servizi di qualità, e in questo caso fondamentali, come quelli sanitari, ai cittadini delle aree montane o delle zone periferiche. Quindi, noi votiamo favorevolmente rispetto alla risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Tagliaferri, prego.

Consigliere Tagliaferri, non la vediamo e non la sentiamo.

 

TAGLIAFERRI: Mi vedete?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie.

Presidente, mi unisco anch’io alla richiesta della consigliera Piccinini e dei colleghi firmatari in merito al riconoscimento di un contributo economico per il personale sanitario che opera ed ha operato durante l’emergenza Covid nelle aree interne e montane.

La presenza di strutture qualificate e di personale preparato nei territori del nostro Appennino è un prerequisito fondamentale per la vivibilità e il contrasto allo spopolamento di questi territori, un servizio essenziale su cui più volte abbiamo richiesto fermezza e impegni concreti da parte della Regione. Ne approfitto per ricordare, ad esempio, che Farini, in provincia di Piacenza, dopo il contentino estivo arrivato anche a seguito della richiesta di Fratelli d’Italia, sta ancora aspettando la presenza di un medico di turno diurno e notturno. La drammatica esperienza del Covid ha sottolineato ancora di più l’importanza di poter contare su strutture sanitarie periferiche dislocate capillarmente sul territorio, anche a natura privata.

Ricordo, infatti, come un grande contributo alla gestione dell’emergenza sia stato fornito proprio da strutture private convenzionate. Penso, ad esempio, alla clinica San Giacomo di Ponte dell’Olio, una vera e propria eccellenza territoriale valnurese, che a marzo ha convertito un intero reparto per ospitare pazienti Covid, contribuendo così a evitare situazioni di affollamento ancora maggiori nell’ospedale di Piacenza.

Credo sia inoltre doveroso riconoscere il grande lavoro svolto, spesso in silenzio, dai medici di famiglia che hanno operato durante questa fase emergenziale e che operano quotidianamente nel territorio del nostro Appennino. Questi rappresentano un vero punto di riferimento per molte famiglie. Il riconoscimento del lavoro svolto dai medici di medicina generale deve andare oltre l’emergenza Covid. La montagna, come purtroppo ben sappiamo, si sta spopolando principalmente per carenza di servizi. Ecco, quindi, la presenza di medici di base, preparati e competenti, che spesso si trovano costretti ad operare su vaste aree, che presentano anche problemi infrastrutturali, di collegamento.

È un elemento fondamentale per frenare l’emorragia di abitanti, e per questo va sostenuto anche economicamente. Mi auguro che questo riconoscimento sia solo un primo passo, un segnale giusto e doveroso, ma propedeutico a investimenti di ben altro spessore sulla rete sanitaria e territoriale.

Noi continueremo a batterci affinché i presìdi sanitari dei territori montani e, di conseguenza, la salute degli abitanti del nostro Appennino non siano lasciati al loro destino.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Pelloni, prego.

Siamo nella situazione di prima: la vediamo, ma non la sentiamo.

Non la sentiamo.

Non la sentiamo.

 

PELLONI: Nulla?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Adesso sì. Prego.

 

PELLONI: Grazie.

Chiedo scusa se sarò ridondante rispetto all’intervento del mio collega Facci, perché secondo me ha centrato il segno. Questo è un intervento disorganico, per certi aspetti, assolutamente necessario, ribadisco, però c’è un tema che non è stato sottolineato. Bene anche la logistica, l’accessibilità e la logistica dei punti che fanno parte della rete sanitaria. C’è un tema di ambizione e competitività delle strutture sanitarie e anche della rete territoriale.

Faccio un esempio molto semplice, che sarà anche un po’ banale. Oggi la maggioranza degli ortopedici che escono dalle scuole di specializzazione spesso e volentieri vengono presi dal privato, sia per una questione economica, quindi bene questa risoluzione che va ad incentivare, soprattutto per quelle aree più svantaggiate, ma c’è un tema di competitività e di livello di specializzazione. Un neolaureato che si approccia alla specializzazione o uno specializzando che ha appena finito l’abilitazione andrà sempre verso quelle strutture che gli daranno una competenza specifica e un’esperienza maggiore, dovrà avrà la possibilità di crescere professionalmente, perché quella professionalità un domani gli potrà dare quel reddito che un singolo incentivo rischierebbe di non garantirgli. Quindi, ci deve essere l’uno, l’altro e l’altro ancora, perché se la stragrande maggioranza – conosco sicuramente meglio il Modenese che altri territori – se praticamente tutti gli ospedali che abbiamo fuori dal centro, quindi fuori da Modena, sono ospedali di prossimità – prima si parlava di Mirandola, possiamo citare Pavullo, possiamo citare Vignola – sono tutti ospedali cosiddetti di prossimità o di base, quindi difficilmente sono attrattivi per personale che ha appena finito le scuole di specializzazione. Un incentivo economico da solo rischierebbe di non essere sufficiente per far propendere per la scelta. Oggi lo ribadiamo: sono più i posti vacanti che gli specializzandi che stanno uscendo dalle scuole di specializzazione.

Possiamo discutere a lungo di chi sono maggiori le responsabilità, se più dei Governi di centrodestra o di centrosinistra. Possiamo dire che è cinquant’anni che c’è un monocolore nella Regione Emilia-Romagna. Poi l’ultimo Governo di centrodestra è datato 2011 e poi c’è stata una parentesi di un Governo di un anno giallo-verde, che non era proprio […]. Però, al di là delle responsabilità, vogliamo guardare avanti. Abbiamo visto un’inversione di tendenza di questa Giunta e della nuova legislatura, che va verso un potenziamento della rete territoriale e un potenziamento anche di tutte quelle strutture, ospedaliere e non, sul territorio proprio per cercare di avvicinare questi servizi soprattutto alle aree svantaggiate. Ma per mettere in condizione che il personale possa scegliere quelle strutture ci deve essere un incentivo economico e ci devono essere alte professionalità e la possibilità di crescita esperienziale che in quelle strutture si possa realizzare, altrimenti un incentivo economico da solo è un primo punto, è un primo passo, come si ricordava nell’ultimo intervento, ma non sufficiente.

L’ho messo in premessa che era abbastanza ridondante rispetto al collega Facci, ma volevo sottolineare che non possiamo ricondurre solo al tema di incentivo economico, perché chi sceglie quella professione – e l’abbiamo visto nel periodo del lockdown – o la stragrande maggioranza di quelli che scelgono quella professione la vede come una vocazione, quindi l’esperienza che si può raggiungere e soprattutto la possibilità di crescita professionale è l’incentivo più importante che possiamo dare loro.

La crescita professionale oggi avviene prevalentemente nei grandi hub. Dobbiamo riuscire a garantire una crescita professionale anche nelle piccole strutture. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non avendo più interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Brevemente, presidente, perché abbiamo già detto molto.

Anche l’intervento ultimo del collega Pelloni fondamentalmente completa il ragionamento e l’intervento che è stato fatto da questi banchi. Vorrei ricordare al consigliere Taruffi che quando vogliamo fare una discussione sulle responsabilità della Giunta Errani, sulle scelte rispetto alla montagna bolognese, siamo disponibili in ogni momento a ponderare le scelte, le omissioni, le anticipazioni, pur in un quadro nazionale che, riconosco, ovviamente ha visto succedersi vari Governi, con varie tendenze politiche, ma a livello regionale il pallino è sempre stato precisamente gestito e precisamente indirizzato.

Disponibili, quindi, in ogni momento a fare una discussione, ma non è questo il momento perché annoieremmo magari chi non è interessato e non sarebbe neanche giusto rispetto a chi si aspetta – il mondo della sanità e gli operatori sanitari – un provvedimento di attenzione, quale è questo che questa risoluzione oggi introduce. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Sull’ultimo passaggio ha ragione il consigliere Facci: bisognerebbe effettivamente fare una discussione pubblica, bisognerebbe accusare duramente la Giunta Errani di aver realizzato un nuovo ospedale a Porretta, bisognerebbe accusare la Giunta Errani di aver riqualificato l’ospedale di Vergato, per un investimento complessivo di 50 milioni di euro. Correva l’anno 2010. Effettivamente sì, bisognerebbe fare proprio una dura accusa a quella Giunta. Le omissioni che quella Giunta ha fatto sono effettivamente molto gravi. L’unico nuovo ospedale che è stato realizzato in tutto l’Appennino emiliano-romagnolo in montagna fu realizzato proprio in quegli anni e proprio con un finanziamento della Giunta guidata da Errani. Effettivamente sì, facciamola la discussione pubblica. E facciamo anche una discussione pubblica...

 

(interruzione)

 

TARUFFI: Certo. E facciamo anche una discussione pubblica in cui, magari, sottolineiamo con precisione chi governava nel dicembre del 2010, chi era il Presidente del Consiglio (Silvio Berlusconi), chi era il ministro alla salute (Balduzzi), che sottoscrissero quella direttiva, che poi è stata...

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Facci! Consigliere Facci! Consigliere Facci! Consigliere Facci, per favore.

 

TARUFFI: Che ha sottoscritto...

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Facci, le chiedo... Consigliere Facci, è la terza volta. La butto fuori dall’aula.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): No. Consigliere Facci, le chiedo gentilmente di accomodarsi fuori.

 

(Il consigliere Facci esce dall’aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Facci. Consigliere Facci, avrà modo di intervenire in altri modi, soprattutto, e in altre sedi. Lei ha già fatto la dichiarazione di voto.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. D’altra parte, l’ignoranza di date e fatti...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei, però, non fomenti ancora. Faccia l’intervento, per favore. Grazie.

 

TARUFFI: No, no. Proseguo. L’ignoranza di date e fatti...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

TARUFFI: ...porta anche ad avere reazioni scomposte.

Dicevo, appunto, nel 2010, di quella direttiva che poi è stata tradotta in Conferenza delle Regioni, che ha fissato e ha stabilito in quei famosi 500 parti l’anno la soglia al di sotto della quale chiudere i punti nascita. Dopodiché, sì, nel 2014 sono iniziate le chiusure dei punti nascita, e la storia la sappiamo.

Vorrei ricordare, però, anche al consigliere Pelloni, per onestà, perché purtroppo ho una buona memoria, vorrei ricordare ‒ dicevo ‒ che in quest’aula, a partire dal 2016, si sono votate risoluzioni che hanno impegnato la Giunta a chiedere al Governo, allora sì, di centrosinistra, il ministro Lorenzin, la deroga per i punti nascita che non raggiungevano gli standard di sicurezza definiti in 500 parti l’anno, e le risposte negative del Governo per alcuni e positive per altri.

C’è un lavoro lungo su quel tema che non può tutte le volte essere ricondotto a formule propagandistiche. Anche perché se poi il confronto si riduce, come abbiamo visto, nei termini a cui abbiamo assistito, vuol dire che di sostanza ce n’è poca.

Io, però, voglio guardare avanti. Siccome ho fatto quota parte di assunzione di responsabilità dicendo che il centrosinistra, come il centrodestra, ha sbagliato su queste politiche, e io ero lì a denunciarle, insieme ad altri ovviamente, penso che insieme dovremmo guardare avanti e insieme dovremmo essere soddisfatti di vedere che tanto la Regione quanto il Governo hanno finalmente imboccato una strada diversa per il potenziamento delle strutture territoriali periferiche. Poi, se si vuole polemizzare per amor di polemica, questo lo lascio fare agli altri. Capisco che ci si agiti perché, di fronte a numeri, dati e fatti incontrovertibili, non si può far altro che innervosirsi.

La risoluzione l’abbiamo sottoscritta e la votiamo convintamente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: Avevo già dato la dichiarazione del mio Gruppo, ma ritengo importante intervenire perché ho sentito delle cose che condivido anche dai consiglieri di minoranza, ma vorrei anche ricordare che, se uno legge correttamente il testo della risoluzione, sono tutte tranquillamente riportate. Siamo perfettamente consapevoli che esiste una molteplicità di fattori per cui un operatore sanitario… Quando parliamo di operatori sanitari non parliamo solamente dei medici, ma parliamo di tutte quelle figure che rendono i servizi sanitari nella propria completezza. Siamo perfettamente consapevoli – è scritto anche nella premessa della risoluzione – che ci sono dei centri di attrazione per una serie di motivazioni, che il consigliere Pelloni ha detto, ma sono scritte esattamente anche nella nostra risoluzione. Tant’è che mi permetto di ripetere che nella richiesta che viene fatta alla Giunta c’è proprio quella di verificare quali strumenti sia possibile attivare.

Non c’è semplicemente il tema della contrattazione e dell’incentivazione economica, perché siamo perfettamente consapevoli – questo ci terrei a dirlo, perché lo siamo noi come maggioranza, lo è anche chiaramente la Giunta – che per arrivare a risolvere tematiche come queste bisogna mettere in campo strategie e strumenti che possono e devono essere anche molto diversi, compresi quelli che sono stati evocati all’interno di questa Assemblea, che sono strumenti che devono essere messi in campo dalla Giunta, ma sono anche strumenti, ripeto, che devono essere messi in campo con una collaborazione rispetto ai territori.

Noi riconfermiamo il voto favorevole, consapevoli che la visione che noi abbiamo è una visione a 360 gradi. Non c’è qualcuno che ha compreso il mondo e qualcuno che non l’ha compreso. L’abbiamo compreso benissimo e siamo anche in grado di fare le proposte proprio per intervenire. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Pelloni, se lei vuole intervenire in dichiarazione di voto non lo può fare, perché è già intervenuto per il Gruppo della Lega il consigliere Facci. A meno che lei non voglia fare un intervento in dissenso o sull’ordine dei lavori o non so bene su che cosa.

Prego.

 

PELLONI: […]

 

PRESIDENTE (Rainieri): No, le chiedo scusa, ma non si sente niente.

 

PELLONI: Volevo intervenire per fatto personale, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Per fatto personale?

 

PELLONI: […]

 

PRESIDENTE (Rainieri): No, consigliere Pelloni, non si sente veramente niente. Provi ad abbassare un attimo il microfono. No, non si sente niente.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Decido io cosa deve dire e quando lo deve dire. Non ha ancora parlato, per cui se fate decidere a me che cosa deve dire e se lo può fare vi ringrazio.

Consigliere Pelloni, prego. La invito a scendere le scale e a venire in aula, altrimenti non si riesce a sentire assolutamente nulla.

 

PELLONI: […]

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lo so, lo so. Provi ad abbassare ancora un po’ il microfono. Non si sente niente. Tolga il microfono e usi qualcosa d’altro, non lo so. Provi a parlare. Non si sente, o aveva il microfono rotto… Provi col microfono del telefonino, non lo so.

Adesso la sentiamo. Alzi un po’ la voce che la sentiamo.

 

PELLONI: […] una puntualizzazione perché, visto che sono stato […] e soprattutto si è detto che si ignorano determinati fatti, allora non è che li ignoriamo, però forse sono altri che stanno ignorando che… Certamente nel 2010 il Presidente del Consiglio…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Però questo non è un fatto personale. Lei non era il Presidente del Consiglio, penso, nel 2010. Fatto personale è quando viene citata direttamente la persona. Quindi, le chiedo scusa, ma le devo togliere la parola per fatto personale. Grazie.

 

PELLONI: Volevo dire solo che non le stiamo ignorando e ricordare alcune cose…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ripeto, questo non è un fatto personale. Consigliere Pelloni, la ringrazio.

Non avendo nessun altro intervento in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione.

Come richiesto dalla consigliera Piccinini, l’atto 1474 è stato ritirato.

Votiamo il documento 1562, a prima firma Piccinini.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Do lettura del voto:

 

Favorevoli 36

Daffadà Matteo; Paruolo Giuseppe; Occhi Emiliano; Amico Federico Alessandro; Facci Michele; Mastacchi Marco; Costi Palma; Bondavalli Stefania; Piccinini Silvia; Zamboni Silvia; Bulbi Massimo; Mumolo Antonio; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Zappaterra Marcella; Montalti Lia; Pelloni Simone; Bargi Stefano; Barcaiuolo Michele; Tagliaferri Giancarlo; Castaldini Valentina; Soncini Ottavia; Mori Roberta; Rossi Nadia; Pillati Marilena; Montevecchi Matteo; Taruffi Igor; Marchetti Francesca; Fabbri Marco; Bessi Gianni; Marchetti Daniele; Tarasconi Katia; Pigoni Giulia; Stragliati Valentina; Rontini Manuela; Catellani Maura.

 

La risoluzione 1562, quindi, è approvata.

 

(La risoluzione, oggetto 1562, è approvata, con voto palese, in modalità telematica, all’unanimità dei votanti)

 

OGGETTO 1507

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi affinché venga realizzato in tempi rapidi il gattile in Provincia di Rimini. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 1507 per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi affinché venga realizzato in tempi rapidi il gattile in provincia di Rimini, a firma del consigliere Mastacchi.

È aperto il dibattito generale.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Molto velocemente, visto anche il tardo orario.

Si tratta di una risoluzione per sopperire a una grave mancanza. La provincia di Rimini è l’unica provincia che non ha un gattile e chiaramente la cosa provoca parecchi problemi. Io darei rapidamente lettura della risoluzione: “Premesso che il randagismo è un fenomeno non necessariamente legato alla stagione estiva e la Regione è riuscita a contenerlo grazie al potenziamento delle strutture di ricovero, alla prevenzione e al preziosissimo aiuto dei volontari. È giusto che cani e gatti in attesa di adozione possano contare su una sistemazione adeguata dal punto di vista igienico-sanitario e del benessere. Da recenti notizie di stampa apprendiamo che l’Amministrazione di Coriano sin dal 2013 ha denunciato la mancanza di un gattile nell’intera provincia di Rimini.

Rilevato che il Comune di Coriano si è reso subito disponibile, con un’area di 6.000 metri quadrati, giudicata idonea da sopralluoghi dell’USL, affinché si possa realizzare un gattile provinciale con annessa oasi felina; che con delibera di Giunta regionale n. 692 del 22 giugno 2020, recante ‘Delibera 1960/2019. Approvazione delle procedure e modalità di ammissione al contributo degli interventi strutturali in canili e gattili pubblici. Ulteriore proroga dei termini per la presentazione dei progetti’, è stata stabilita una proroga causa Covid fino al 15 settembre 2020 per la presentazione dei progetti relativi agli interventi strutturali di canili e gattili pubblici ai Comuni dei territori.

Atteso che a febbraio 2019 si sarebbe già svolto un incontro su questo tema tra il sindaco del Comune di Coriano, l’assessore comunale con delega alla tutela degli animali e il presidente della Provincia di Rimini; che la Provincia di Rimini sarebbe l’unico ambito, tra quelli provinciali, della Regione Emilia-Romagna a vedere l’assenza di una specifica struttura destinata a gattile; ad aprile 2020 è stata ventilata l’ipotesi di realizzare, con i requisiti previsti dalla delibera di Giunta n. 1302 del 16 settembre 2013, nella ex area Polveriera di Spadarolo, un’area di circa 47.000 metri quadrati, il nuovo canile comunale di Rimini, per ospitare un centinaio di cani, e anche un nuovo gattile, che sarebbe stato il primo sull’intero territorio provinciale.

Impegna il presidente e la Giunta regionale ad attivarsi affinché venga realizzato in tempi rapidi un gattile nella provincia di Rimini; a definire una mappatura regionale di canili e gattili che ancora mancano all’appello per procedere in tempi rapidi ad avviare accordi con le Amministrazioni locali per la realizzazione di tali strutture; a verificare, successivamente al bando in scadenza il 15 settembre 2020, la necessità di rilasciare nuovi bandi per contrastare il randagismo e offrire agli animali privi di padrone e in attesa di essere adottati un rifugio adeguato dal punto di vista strutturale e igienico-sanitario”.

Chiaramente, con tutto quello che abbiamo detto oggi rispetto al tema degli animali, si chiede di approvare questa risoluzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Rossi, prego.

 

ROSSI: Buonasera, presidente.

La risoluzione che il collega Mastacchi ci ha presentato oggi credo sia ampiamente superata, perché circa un anno fa, nel luglio del 2019, ne presentai una con analoghe richieste, ovviamente più generiche e meno specifiche, soprattutto nel chiedere alla Giunta regionale l’impegno a far realizzare un gattile nella provincia di Rimini, visto che viene citata più volte e riportata la disponibilità tra l’altro di un comune della provincia.

Credo che la nostra Regione – è stato anche affrontato nelle discussioni precedenti – sia certamente all’avanguardia rispetto al tema sia della tutela del benessere animale, perché una legge che risale al 2005 è stata addirittura rivista anche con una norma nazionale, così come per una legge che riguarda invece le norme per la tutela e il controllo della popolazione canina e felina, che risale al 2002. Alla base di questo successo, di fatto, hanno anche contribuito e contribuiscono tuttora in maniera significativa anche le tante associazioni presenti sul territorio regionale. Sono state fatte tante azioni, a partire dagli interventi di sterilizzazione della popolazione canina e l’attenta programmazione le strutture di ricovero, ma anche un’informativa e il supporto economico rivolti ai proprietari non in grado di sostenere le spese per interventi di sterilizzazione. La stessa legge regionale, di fatto, quella del 2000, prevede anche per la tutela dei gatti che vivono in libertà nelle colonie feline interventi di sterilizzazione finalizzati al contenimento della popolazione.

Detto ciò, è vero che nel territorio provinciale riminese non esiste un gattile, una struttura adibita a gattile, esattamente come prevede la norma dal primo gennaio 2021, e molti Comuni hanno evidenziato la necessità di implementare questo […] come gattili oppure oasi feline.

Con la risoluzione che avevo presentato a luglio del 2019 di fatto, così come era avvenuto per i cani, con risultati, come spiegavo prima, assolutamente apprezzabili, è fondamentale l’intervento della Regione orientato verso un duplice obiettivo: primo, quello di educare e supportare economicamente i proprietari dei gatti, con la necessità del controllo delle nascite, inoltre rispondere all’esigenza di creare nuove strutture di ricovero quali oasi oppure anche strutture di ricovero temporaneo per gatti.

Perciò, in quella risoluzione che citavo avevo chiesto e impegnato la Giunta ad estendere la gratuità delle sterilizzazioni ai gatti di proprietà delle persone indigenti […] riconoscendo anche dei voucher da utilizzare presso veterinari di libera scelta e soprattutto – era la parte che ovviamente mi interessava, in quanto provengo dal territorio riminese, quindi sono conscia e consapevole di questa mancanza – a verificare con i Comuni e le ASL le esigenze di realizzazione, manutenzione straordinaria e rinnovo di strutture temporanee per gatti e delle oasi sui vari territori, prevedendo lo stanziamento di contributi regionali per l’attuazione degli interventi necessari. Contributi regionali che di fatto, come è spiegato anche nella risoluzione del collega Mastacchi, si sono concretizzati in un bando che è scaduto il 15 settembre. Credo che chi avesse avuto l’intenzione di poter partecipare e accedere a questi finanziamenti ovviamente aveva […] l’interesse per poterlo fare.

Per quanto riguarda il territorio, il Comune di Rimini, per quello che è a mia conoscenza, così come anche il Comune di Riccione, che sono i Comuni più importanti del territorio provinciale, sono sempre stati molto attenti alle tematiche di tutela e controllo delle popolazioni sia canine che feline, oltre che disponibili a coinvolgere nelle proprie iniziative i Comuni restanti provinciali che, stante anche la prossima scadenza per l’adeguamento normativo, si sono particolarmente impegnati per la realizzazione anche ex novo di strutture tipo gattili oppure oasi feline.

Il Comune di Coriano, sì, è vero. Il Comune di Coriano ha incontrato sia l’assessore competente del Comune principale, quindi il Comune di Rimini, sia il presidente della Provincia. Il Comune di Coriano nel 2011, credo, ha chiuso un canile con l’allora promessa di realizzarne uno nuovo. Poi, negli ultimi tempi si è trasformato in una disponibilità di area per realizzare un gattile, ma debbo dire che questo buon proposito, ovviamente auspicabile e comunque anche degno di nota, ha terminato la sua corsa sulle pagine dei giornali, come ha scritto lei esattamente nella risoluzione. Dai giornali si apprende l’intenzione del Comune di Coriano di mettere a disposizione un’area per la realizzazione di un gattile.

Detto ciò, c’è stata questa interlocuzione. Siccome la sindaca del Comune di Coriano ama sempre specificare che gli enti e le Istituzioni parlano attraverso atti, di atti qui non se n’è visto mezzo. Quindi, non si sa di quant’è l’area, non si sa quali siano i vincoli urbanistici ambientali, quali siano i costi per sistemare la struttura, eventualmente per realizzarla. Vediamo che è chiuso dal 2011 questo spazio. Siamo nel 2020. Credo che un minimo di manutenzione, se non la realizzazione di nuovi manufatti, debba essere fatta. Non si sa nemmeno quale possa essere l’idea della gestione futura. Non c’è un progetto. Insomma, si parla del niente.

Detto ciò, considerato che già con questa risoluzione del Partito Democratico presentata a luglio 2019 abbiamo impegnato la Giunta a mettere in campo delle risorse proprio per la realizzazione di strutture necessarie e fondamentali, ovviamente l’impegno resta. Se sono esaurite queste necessità con il bando scaduto il 15 settembre, bene. Altrimenti presumo che l’impegno resti e che, quindi, anche ulteriori risorse vengano messe a disposizione attraverso i bandi proprio per dare la possibilità agli enti di poterle realizzare.

Comprendo, collega Mastacchi, l’intento, lo condivido. Non lo condivido nello specifico, in quanto, visto che si cita spesso e volentieri il Comune di Coriano che ha prodotto quello che ho spiegato, rimaniamo fedeli alla linea che precedentemente avevamo assunto, quindi siamo assolutamente a favore di quello che avevamo già detto un anno e mezzo fa. Pertanto, respingiamo questa risoluzione con queste motivazioni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Molto velocemente, perché ci avviamo alla conclusione dei lavori. Noi, come Gruppo Lega, voteremo a favore di questo dispositivo presentato dal collega Mastacchi, che condividiamo in toto. Evidentemente, se nella Provincia di Rimini non è ancora stato realizzato un gattile, non è un dispositivo superato.

Ringrazio sicuramente la collega Rossi per il lavoro, l’impegno assunto, come diceva in precedenza, nel 2019, rispetto all’impegno della Giunta per una maggiore attenzione nei confronti degli animali e del fenomeno del randagismo, però riteniamo che questo sia un dispositivo rafforzativo rispetto a quanto richiesto e presentato dalla collega Rossi in precedenza, quindi meritevole di attenzione, un dispositivo ancora attuale.

Riteniamo questa risoluzione degna di nota e voteremo a favore, anche perché nell’impegno finale comunque vengono avanzate proposte che vanno a vantaggio non solo della Provincia di Rimini, ma anche di altre zone della nostra regione che evidentemente presentano delle carenze per quanto riguarda il fenomeno del randagismo. Mi permetto di evidenziare che, oltre a meritare questi animali un adeguato collocamento igienico-sanitario, è anche una questione di sicurezza, perché se vi sono troppi gatti randagi in giro rischiano di creare anche problemi di sicurezza, se viaggiano liberamente sulle strade.

Incentivare una ricognizione rispetto alla necessità di nuove strutture in tal senso riteniamo che vada a vantaggio sia degli animali, che per quanto mi riguarda sono degni di attenzione, ma anche delle persone, proprio per una questione di sicurezza.

Pertanto, come Lega voteremo a favore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Mastacchi, ancora in discussione generale. Lei ha ancora cinque minuti. Prego.

 

MASTACCHI: Grazie.

Giusto per riprendere l’intervento della collega Nadia Rossi, va benissimo il fatto che sia stata presentata da lei una risoluzione in luglio 2019. Credo che non siano conflittuali, anzi, penso che questa mia diventi rafforzativa della sua, visto che è passato più di un anno e nulla si è mosso. Fra l’altro, vi è stata nel mezzo anche la pubblicazione di bandi che avrebbero consentito sicuramente di intervenire.

La collega ha citato poi il tema della chiusura del canile di Coriano, che è stato chiuso non per una volontà individuale, ma per motivi sanitari, visto che il canile all’epoca non era a norma, ed è stato successivamente messo a disposizione per un territorio più ampio, anche perché credo che, in una dimensione del problema come quella attuale, non debba essere visto il problema stesso dal punto di vista di un singolo Comune, ma sul piano provinciale. È quindi necessario un impegno, credo, della Provincia o di un gruppo di Comuni importanti. Ritengo sia opportuno uscire un po’ dalle baruffe locali tra Comuni o tra singole persone e guardare a quello che è il bisogno del territorio, votando la risoluzione e attivando subito quanto richiesto nella stessa.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sono le ore 18. Ha chiesto la consigliera Nadia Rossi di intervenire. Le lascio i tre minuti, consigliera Nadia Rossi, che lei ha a disposizione.

 

ROSSI: Grazie, presidente.

Soltanto per sottolineare un piccolo particolare, che avevo anche citato prima. La risoluzione che presentai nel 2019 è generica. Non chiama in causa nessun tipo di Comune o disponibilità di terreni di qualche Comune e di qualche Provincia. Quindi, la ritengo, ovviamente, ancora assolutamente attuale.

La domanda che mi pongo è questa. Non credo che in questo contesto qualcuno mi possa rispondere. Visto che quella risoluzione, poi, ha prodotto di fatto un bando che metteva a disposizione dei fondi per i Comuni per realizzare delle strutture [...] canili, qualora ci fosse la necessità, per quale motivo il Comune di Coriano, visto che ha già un’area a disposizione, non ha deciso di presentare un progetto e partecipare al bando per attingere alle risorse che la Regione, così come si chiede, aveva messo a disposizione?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Io non ho più nessun iscritto in discussione generale.

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Non c’è nessun iscritto in dichiarazione di voto.

Metto in votazione la risoluzione 1507.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

Do lettura del voto:

 

Favorevoli 11

Barcaiuolo Michele; Mastacchi Marco; Marchetti Daniele; Taruffi Igor; Bergamini Fabio; Facci Michele; Pelloni Simone; Bargi Stefano; Stragliati Valentina; Montevecchi Matteo; Catellani Maura.

 

Contrari 22

Costa Andrea; Daffadà Matteo; Marchetti Francesca; Paruolo Giuseppe; Bondavalli Stefania; Rossi Nadia; Costi Palma; Soncini Ottavia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Bessi Gianni; Pillati Marilena; Tarasconi Katia; Bulbi Massimo; Felicori Mauro; Zappaterra Marcella; Montalti Lia; Pigoni Giulia; Fabbri Marco; Iotti Massimo; Rontini Manuela; Caliandro Stefano.

 

Astenuti 1

Amico Federico Alessandro

 

La risoluzione 1507, quindi, è respinta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Come da accordi con la Capigruppo, essendo le ore 18,02 interrompiamo i lavori della sessione pomeridiana. Buona serata a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 18,02

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Mauro FELICORI.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Raffaele DONINI e Irene PRIOLO.

 

Emendamento

 

OGGETTO 1480 - Risoluzione per impegnare la Giunta Regionale ad ampliare i casi in cui è possibile ottenere il rimborso degli abbonamenti al trasporto pubblico inutilizzati a causa del “lockdown”. A firma della Consigliera: Castaldini

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Costa, Francesca Marchetti, Bulbi, Pigoni, Tarasconi, Zamboni, Amico, Sabattini, Zappaterra, Taruffi:

«Nell’”impegna la Giunta” il periodo: “a predisporre una nuova DGR per integrazione la sopraccitata delibera di Giunta includendo, oltre ai 14enni, anche i neodiplomati tra le categorie che possono essere rimborsate in contanti dalle aziende di trasporto pubblico” è sostituito dai seguenti periodi:

“- a sollecitare il Governo affinché introduca la possibilità che il voucher sia utilizzabile da qualsiasi componente del nucleo familiare del titolare dell’abbonamento non usufruito o, qualora nessuno ne possa usufruire e limitatamente al caso in oggetto, la conversione in denaro;

 

- a semplificare le procedure per ottenere l’estensione dell’abbonamento o il voucher e migliorare la relativa comunicazione”.»

(Approvato)

 

 

COMUNICAZIONE PRESCRITTA DALL’ARTICOLO 69

DEL REGOLAMENTO INTERNO

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

RISOLUZIONI

 

1645 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad adottare misure di sostegno per le strutture residenziali socio-sanitarie rientranti nella rete assistenziale pubblica ed in difficoltà economiche a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. A firma dei Consiglieri: Occhi, Marchetti Daniele, Stragliati, Rainieri, Pelloni, Bergamini, Pompignoli, Delmonte, Catellani, Facci, Bargi, Rancan, Liverani, Montevecchi

 

1659 - Risoluzione per impegnare il Presidente e la Giunta regionale a sostenere la candidatura di medici, infermieri e personale sanitario italiano al Premio Nobel per la Pace. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati, Rainieri, Occhi, Delmonte, Catellani, Pelloni, Bargi, Marchetti Daniele, Facci, Liverani, Pompignoli, Bergamini, Montevecchi

 

1666 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale al sostegno di progetti volti a sensibilizzare la cittadinanza sul tema del riscaldamento globale anche mediante la affissione di “climate clock” (orologi climatici), in particolare all'esterno della sede della Regione Emilia-Romagna. A firma delle Consigliere: Piccinini, Zamboni

 

1674 - Risoluzione per impegnare il Presidente e la Giunta regionale a sostenere la candidatura di medici, infermieri e personale sanitario italiano al Premio Nobel per la Pace. A firma dei Consiglieri: Rancan, Zappaterra, Pigoni, Mastacchi, Zamboni, Piccinini, Tarasconi, Barcaiuolo, Castaldini

 

1675 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere l'appello dei Presidenti di Senato e Camera dei Deputati affinché i documenti relativi, tra gli altri fatti, all'omicidio di Aldo Moro, alla strage di Bologna e a quella di Ustica, possano essere desecretati. A firma dei Consiglieri: Paruolo, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni, Piccinini

 

INTERROGAZIONI

 

1646 - Interrogazione a risposta scritta circa l’impianto di depurazione di Pavullo (MO) nonché circa le tempistiche per il completamento del progetto proposto da HERA sulla rete fognaria dell’abitato di Pavullo nel Frignano e l’importo dei lavori. A firma del Consigliere: Bargi

 

1647 - Interrogazione a risposta scritta circa la incentivazione, nei capitolati di appalto pubblici inerenti lavori edili e stradali, dell’utilizzo di materiale recuperato. A firma dei Consiglieri: Rontini, Caliandro

 

1648 - Interrogazione a risposta scritta circa la attivazione di interventi di supporto e informazione sulla applicazione della legge n. 3 del 2012 (Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento). A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

 

1649 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa il rimborso degli interessi passivi a seguito degli eventi sismici 2012 ed alluvionali 2014. A firma della Consigliera: Castaldini

 

1650 - Interrogazione a risposta scritta circa eventuali campagne informative per la promozione dell’”App Immuni” nonché circa fondi per il sostegno all’editoria locale. A firma della Consigliera: Piccinini

 

1651 - Interrogazione a risposta scritta circa la soppressione di servizi ambulatoriali prestati presso l’ospedale di Borgo Val di Taro “Borgotaro” (PR). A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

1652 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa la cancellazione di corse, in orario scolastico, sulla tratta ferroviaria Fidenza - Cremona. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi, Rancan

 

1653 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa la possibile delocalizzazione dello stabilimento della Ondulati Maranello S.p.a. (Mo).A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

1654 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inceneritore di Modena. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

1655 - Interrogazione a risposta scritta circa monopattini e sicurezza stradale. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

1656 - Interrogazione a risposta scritta circa il crollo del ponte sul fiume Trebbia. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

1657 - Interrogazione a risposta orale in commissione in ordine alla situazione in cui versa il gruppo Gedi. A firma dei Consiglieri: Costa, Mori, Caliandro

 

1658 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa la salvaguardia di esperienze storiche del giornalismo territoriale e dei relativi posti di lavoro. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Pigoni

 

1660 - Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere quali azioni possa intraprendere la Regione per salvaguardare il patrimonio editoriale regionale e la libera informazione sul territorio. A firma dei Consiglieri: Amico, Taruffi

 

1661 - Interrogazione a risposta scritta in merito all'istallazione di barriere antirumore lungo la ferrovia Modena-Sassuolo. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

1662 - Interrogazione a risposta scritta circa la reperibilità e la somministrazione dei vaccini antinfluenzali. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

1663 - Interrogazione a risposta scritta circa interventi per la tutela della salute e delle condizioni di lavoro dei c.d. "lavoratori fragili". A firma dei Consiglieri: Catellani, Delmonte, Rainieri, Marchetti Daniele, Bargi, Facci, Pelloni, Montevecchi, Rancan, Pompignoli, Stragliati, Occhi, Bergamini, Liverani

 

1664 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di recupero delle visite mediche non effettuate durante l'emergenza Covid-19. A firma del Consigliere: Bergamini

 

1665 - Interrogazione a risposta scritta circa la decontribuzione dei primi sei mesi del 2020 per le filiere agroalimentari. A firma della Consigliera: Castaldini

 

1667 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla tenuta delle stazioni di sosta delle autolinee SETA s.p.a Modena. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

1668 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla linea ferroviaria Reggio Emilia-Guastalla. A firma dei Consiglieri: Costa, Mori

 

1669 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa la vendita dei quotidiani emiliano-romagnoli ‘Gazzetta di Modena’, ‘Gazzetta di Reggio’ e ‘la Nuova Ferrara’. A firma della Consigliera: Castaldini

 

1670 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa l’accesso alle terapie ormonali per minorenni. A firma della Consigliera: Castaldini

 

1671 - Interrogazione a risposta scritta per intervenire sul Comune di Parma affinché allinei il proprio regolamento comunale sui costi dei servizi assistenziali ai disabili alla normativa regionale. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi

 

1672 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di un impianto di compostaggio di fanghi nella località Lama di Reno del Comune di Marzabotto (BO).A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

 

1673 - Interrogazione a risposta scritta sulle selezioni operate da SETA s.p.a. negli ultimi anni per autisti di bus. A firma del Consigliere: Bargi

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno - n. 10 prot. NP/2020/2674 dell’8/10/2020)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti - Rainieri

Bergamini - Montalti

 

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