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42.

 

SEDUTA DI VENERDÌ 11 DICEMBRE 2020

 

(ANTIMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 1768

Interpellanza circa i disservizi del TPL in danno degli studenti pendolari, con particolare riguardo alla disposizione che prevede l'accesso alle lezioni solamente al termine della prima ora per gli studenti in ritardo. A firma dei Consiglieri: Facci, Bergamini, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Rancan, Pompignoli, Pelloni, Bargi, Rainieri, Delmonte, Montevecchi, Liverani, Catellani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FACCI (Lega)

SALOMONI, assessore

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 1778

Interpellanza circa l'indennità giornaliera per attività disagiata agli operatori del comparto Sanità in Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

DELMONTE (Lega)

DONINI, assessore

DELMONTE (Lega)

 

OGGETTO 1310

Interpellanza circa la chiusura delle sale operatorie dell'Ospedale di Mirandola. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

BARCAIUOLO (FdI)

DONINI, assessore

BARCAIUOLO (FdI)

 

OGGETTO 1434

Interpellanza circa il personale addetto alle ambulanze nei comuni di Pievepelago, Fiumalbo e Riolunato. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

BARCAIUOLO (FdI)

DONINI, assessore

BARCAIUOLO (FdI)

 

OGGETTO 1613

Interpellanza circa l'erogazione gratuita di terapia ormonale per persone affette da disforia di genere anche con riguardo ai minori di 18 anni. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

BARCAIUOLO (FdI)

DONINI, assessore

BARCAIUOLO (FdI)

 

OGGETTO 1848

Interpellanza in merito all’attuazione delle limitazioni strutturali ed emergenziali alla circolazione dei veicoli, previste dalle disposizioni normative regionali in materia di tutela della qualità̀ dell’aria. A firma della Consigliera: Castaldini

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 1788

Interpellanza circa le modalità di applicazione della tariffa rifiuti (TARI) e circa la conseguente richiesta di pagamento alle aziende agricole da parte di alcune Amministrazioni comunali. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FACCI (Lega)

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 1951

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. (8)

(Relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 1951/1/2/3 oggetti 218621872188 – Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

LIVERANI, relatore di minoranza

TAGLIAFERRI (FdI)

RONTINI (PD)

MAMMI, assessore

ZAMBONI (EV)

BULBI (PD)

PIGONI (BP)

PELLONI (Lega)

DAFFADÀ (PD)

BULBI (PD)

RANCAN (Lega)

ZAMBONI (EV)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 2040

Proposta recante: "Bilancio di previsione finanziario dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per gli anni 2021-2022-2023". (34)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

TARASCONI (PD)

 

OGGETTO 1905

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disciplina delle assegnazioni delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e determinazione dei relativi canoni". (Testo base) (9)

(Relazione della Commissione, relazioni di minoranza e discussione)

OGGETTO 1869

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: “Disposizioni in materia di assegnazione di concessioni di grande derivazione ad uso idroelettrico”. A firma del Consigliere: Mastacchi

PRESIDENTE (Petitti)

TARUFFI, relatore della Commissione

MASTACCHI, relatore di minoranza

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 1951 - 2186 - 2187 - 2188 - 2040

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,46

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 42 del giorno 11 dicembre 2020.

 

[Interruzione audio]

 

PRESIDENTE (Rainieri): […] È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Ha giustificato la propria assenza l’assessore Lori.

Procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dal Presidente Rainieri risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BERGAMINI Fabio
  4. BESSI Gianni
  5. BONDAVALLI Stefania
  6. BULBI Massimo
  7. CALIANDRO Stefano
  8. CATELLANI Maura
  9. COSTA Andrea
  10. COSTI Palma
  11. DAFFADÀ Matteo
  12. DELMONTE Gabriele
  13. FABBRI Marco
  14. FACCI Michele
  15. FELICORI Mauro
  16. GIBERTONI Giulia
  17. IOTTI Massimo
  18. LISEI Marco
  19. MALETTI Francesca
  20. MARCHETTI Daniele
  21. MARCHETTI Francesca
  22. MONTALTI Lia
  23. MORI Roberta
  24. MUMOLO Antonio
  25. OCCHI Emiliano
  26. PARUOLO Giuseppe
  27. PILLATI Marilena
  28. RAINIERI Fabio
  29. RANCAN Matteo
  30. RONTINI Manuela
  31. ROSSI Nadia
  32. SONCINI Ottavia
  33. STRAGLIATI Valentina
  34. TAGLIAFERRI Giancarlo

 

L’assessora Salomoni è arrivata, quindi partiamo con le interpellanze.

Il consigliere Facci è presente.

 

OGGETTO 1768

Interpellanza circa i disservizi del TPL in danno degli studenti pendolari, con particolare riguardo alla disposizione che prevede l’accesso alle lezioni solamente al termine della prima ora per gli studenti in ritardo. A firma dei Consiglieri: Facci, Bergamini, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Rancan, Pompignoli, Pelloni, Bargi, Rainieri, Delmonte, Montevecchi, Liverani, Catellani

 

PRESIDENTE (Rainieri): Partiamo con l’interpellanza 1768, circa i disservizi del TPL in danno degli studenti pendolari, con particolare riguardo alla disposizione che prevede l’accesso alle lezioni solamente al termine della prima ora per gli studenti in ritardo, a firma dei consiglieri Facci, Bergamini, Marchetti Daniele, Stragliati, Occhi, Rancan, Pompignoli, Pelloni, Bargi, Rainieri, Delmonte, Montevecchi Liverani, Catellani, a cui risponderà l’assessore Salomoni.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie. Brevemente un’introduzione di questa interpellanza, che è stata indotta da una serie di considerazioni.

La prima è che nelle linee di mandato della Giunta le parole dell’assessore Salomoni sono state molto chiare e indicative nel precisare che nell’orientamento di questa Amministrazione, fra le varie azioni nell’ambito della educazione, vi era anche quella della riduzione delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali, contrastare la povertà educativa, eccetera.

Per quanto riguarda i servizi per la mobilità, “azioni per ridurre le disparità territoriali, le linee di mandato hanno evidenziato la necessità di sostenere i Comuni affinché possano assicurare il trasporto scolastico degli alunni, con particolare attenzione alle zone montane e alle aree interne”.

Ricordo questo perché purtroppo nell’ambito del trasporto pubblico locale, trasporto pubblico prevalentemente utilizzato da lavoratori e studenti nell’ambito del fenomeno di pendolarismo che si ha in montagna e, comunque, nelle aree periferiche spesso purtroppo si sono verificati ritardi a causa di disservizi del trasporto pubblico, disservizi che hanno messo in difficoltà i frequentatori, quindi lavoratori, quindi studenti.

Succede che per una disposizione controversa – ho visto, cercando un po’, che è oggetto di discussione anche da parecchio tempo a seconda dei territori – se uno studente ritarda l’ingresso alla prima ora di lezione non può accedere in ritardo, ma deve attendere la seconda ora di lezione. Questo è successo nel bolognese.

Il punto qual è? Che, quando questo ritardo è collegato a una scelta volontaria e colpevole dell’alunno, possiamo concepire e giustificare questa misura conseguente alla scelta chiamiamola punitiva, comunque questa misura, invece nel momento in cui il ritardo è incolpevole ed è causato da un disservizio del trasporto pubblico la misura diventa ingiusta, e diventa eccessivamente penalizzante e va in contrasto proprio con quei princìpi di scuola inclusiva e di attenzione alla popolazione delle aree più disagiate che voi avete evidenziato e sottolineato nelle vostre linee di mandato.

L’interpellanza, quindi, chiede se siate al corrente di quanto avvenga all’interno degli istituti scolastici rispetto a questo discorso del ritardo con ingresso solo alla seconda ora, se non riteniate che questa disposizione contrasti con il generale diritto alla frequentazione e all’istruzione nel momento in cui il ritardo è determinato da un disservizio del TPL, se non riteniate che questo sia eccessivamente penalizzante per gli studenti che provengono da aree montane e periferiche che già sopportano il peso e il costo della distanza e del fatto che sui territori di residenza non vi siano analoghi servizi, e quindi anche nella logica delle pari opportunità che si vogliono sostenere e si vogliono incentivare; da ultimo quali iniziative si intendano assumere, eventualmente anche in accordo con l’Ufficio scolastico regionale per eliminare questo inaccettabile ostacolo al diritto all’istruzione della popolazione in età scolare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Salomoni, prego.

 

SALOMONI, assessore: Grazie, presidente.

Gentilissimo consigliere, la domanda tocca due sistemi, quello scolastico da un lato e quello trasportistico dall’altro. Comincio con quello trasportistico, dicendo che chiaramente, come ben sappiamo, la programmazione dei servizi nei bacini è ambito di competenza delle Agenzie locali della mobilità, le quali agiscono per conto degli enti locali, raccogliendo anche le richieste del territorio di competenza traducendole in bisogni che, per quanto possibile, devono garantire il servizio alla popolazione.

L’attenzione a garantire la mobilità anche integrata gomma-ferro nei territori è un obiettivo fondamentale per rispondere alle esigenze dei cittadini, cercando sempre di calibrare gli orari sulla base dei tempi diversi di percorrenza e sulla base della domanda.

Purtroppo il sistema dei trasporti risponde anche a regole che non sempre consentono flessibilità nell’offerta a causa di questa complessità, ma anche della composizione del parco dei mezzi e delle esigenze che devono contemperare sia le esigenze nate nel mondo produttivo che quelle nate nell’ambito del sistema scolastico. Il tema del trasporto nelle aree montane è fortemente condizionato dallo stato delle strade e in particolare nella stagione invernale anche dalle condizioni del tempo. Questi due fattori possono causare ritardi rispetto agli orari programmati. Sono situazioni che, ovviamente, si tenta sempre di prevedere e di evitare attraverso anche interventi di tipo preventivo o eventualmente a correggere qualora non si sia riusciti a intervenire preventivamente.

I trasporti, in tutta la fase pandemica e post pandemica, sono stati riconfigurati per gestire le diverse situazioni con le varie percentuali di capienza che i diversi DPCM hanno preso e hanno lavorato con le diverse Istituzioni scolastiche per la riapertura fin da maggio sia a livello locale che regionale in modo tale che dal 14 settembre sorgessero il numero minimo di difficoltà o nullo.

Ciascuno degli ambiti, quello scolastico e quello trasportistico, ha dovuto integrare soluzioni e trovare dei sistemi nell’ambito delle disposizioni nazionali proprie, che impongono regole rigide di organizzazione, in particolare sul lato dei trasporti, così come su quello scolastico, sul lato scolastico. Il sistema trasportistico sappiamo come si è comportato e sappiamo anche che siamo in una fase di ulteriore riconfigurazione dell’intero sistema, in base alle nuove percentuali di capienza al 50 per cento e anche all’entrata in vigore del DPCM da gennaio, che vedrà le scuole con didattica in presenza al 75 per cento, le scuole superiori.

Dal lato della scuola, quindi dal lato della gestione di questi ritardi, che si rendono minimi, ma purtroppo a volte impossibili da eliminare, le decisioni inerenti all’organizzazione e alla programmazione delle attività didattiche rientrano nell’autonomia scolastica. Le decisioni sono contenute per ogni istituzione scolastica in un regolamento, che però è costruito, approvato dal Consiglio di istituto, organo di cui fanno parte anche i rappresentanti dei genitori. Inoltre, su richiesta delle famiglie, è sempre possibile ragionare di ingressi posticipati o uscite anticipate in caso di esigenze connesse al trasporto pubblico.

Tutta questa situazione è in costante monitoraggio da parte di entrambi i sistemi. Sono stati fatti negli ultimi tempi, subito prima che le scuole superiori passassero alla didattica a distanza al 100 per cento, tutti gli adattamenti all’organizzazione, sia dal lato scolastico che dal lato trasportistico, possibili.

Quando consegnerò, vi allegherò il contributo anche dell’Ufficio scolastico, che chiaramente è sensibile su questo tema e che in tutto questo tempo ha orchestrato un aumento della flessibilità nei confronti degli studenti massima in questa situazione emergenziale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Consigliere Facci, ha tre minuti per la replica.

 

FACCI: Ringrazio l’assessore. In realtà, non ho capito se da parte della Regione è stato fatto qualcosa di formale. Il fatto che nell’ambito del TPL vi siano criticità credo sia oggettivo. Se vogliamo, l’assessore, nel rispondermi, ribadisce che vi è piena consapevolezza di questi disservizi, che si sta cercando di sistemare.

Il punto riguarda le conseguenze dei disservizi nell’ambito del diritto all’educazione scolastica, quindi alla frequentazione. Come la Regione, che è consapevole dei disservizi sul TPL, interviene, è intervenuta o vorrà intervenire? Perché “rivendichiamo l’autonomia scolastica” non mi è sufficiente, sono consapevole che ovviamente l’autonomia vi sia e che vi siano anche regolamenti condivisi con le famiglie, con i docenti, ma, se da parte della Regione vi è una sensibilità e un’attenzione anche a queste problematiche, va da sé che la Regione ha tutte le facoltà, le prerogative, non voglio dire il diritto, ma sicuramente ha la possibilità e dico anche il dovere di intervenire anche solo con una nota formale nei confronti dell’Ufficio Scolastico regionale, il quale poi appunto, nell’ambito della propria autonomia, deciderà se e come dare seguito.

Mi aspettavo però che da parte della Regione vi potesse essere una scelta di questo tipo, condividere i problemi dei territori, sollecitare le istituzioni, gli enti che nell’ambito delle loro prerogative, nell’ambito delle loro facoltà, se vogliamo facoltà anche esclusive, hanno la possibilità di intervenire, ma mi aspettavo un qualcosa, che evidentemente però non vi è stato, e questo lo trovo indubbiamente incoerente con quelle che sono le linee di mandato nella parte in cui le ho richiamate e le ricordo ancora, dove ritengono che ci debbano essere pari opportunità anche dal punto di vista dell’educazione scolastica fra tutti i territori, fra tutti gli abitanti di tutti i territori.

Questo mi pare di capire dalla risposta dell’assessore che manchi e la ritengo obiettivamente una carenza che non può essere taciuta e non può essere giustificata.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 1778

Interpellanza circa l’indennità giornaliera per attività disagiata agli operatori del comparto Sanità in Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Catellani

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’interpellanza 1778, circa l’indennità giornaliera per attività disagiata agli operatori del comparto Sanità in Emilia-Romagna, a firma dei consiglieri Delmonte e Catellani, a cui risponderà l’assessore Donini.

Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Molto brevemente, perché il tema è complicato nei suoi aspetti più tecnici, ma in realtà è molto semplice dal punto di vista formale, quello che poi interessa agli operatori del settore, soprattutto a quegli infermieri che si trovano e si sono trovati per un grande periodo a dover effettuare tamponi (pensiamo ad esempio ai drive through) in ospedali che non sono definiti ospedali Covid, quindi sono strutture non Covid tecnicamente, che però ovviamente portano un tasso di rischio per gli operatori che operano nel drive-through, quindi a contatto con potenziali persone contagiate e, come abbiamo visto con l’incidenza che abbiamo, più o meno con un 15 per cento di esse che alla fine si ritrovano con la positività, e quindi un alto tasso di esposizione al rischio.

Parliamo dell’indennità di rischio. Di fatto, sono questi 5,16 euro al giorno che da maggio – ci segnalavano alla data di deposito di questa interpellanza – alcuni infermieri ci dicevano che non li ricevevano più, a differenza dei loro colleghi che, invece, operavano in strutture definite Covid.

Volevamo ricordare, quindi, che il contratto nazionale prevede delle indennità giornaliere e individua, nella delibera di Giunta regionale n. 469/2020, in conseguenza gli strumenti utilizzabili per il riconoscimento del maggiore impegno correlato all’emergenza epidemiologica Covid-19. Con riferimento all’applicazione della disposizione, anche nel decreto-legge n. 18/2020 si rilevava, per il 2020, un incremento delle risorse destinate al trattamento economico accessorio del personale dipendente delle aziende e degli enti del sistema sanitario nazionale, con riferimento a quello direttamente impiegato nelle attività di contrasto all’emergenza Covid. Per la Regione Emilia-Romagna nell’allegato, quindi nella Tabella A, si stabilivano delle risorse complessivamente stanziate per 13.952.185 euro.

Nella delibera di Giunta n. 469/2020, c’era un allegato in parte integrante n. 3, che era appunto un verbale di confronto in merito ai criteri di allocazione delle risorse che finanziavano il trattamento economico, si parlava di come l’indennità in esame – si riferiva a quella giornaliera – competa al personale infermieristico e a quello ad esso assimilato alla norma contrattuale, anche se non operanti in servizi specificatamente definiti di malattie infettive, qualora lo stesso presti la propria attività nei contesti individuati nella successiva Tabella 3. In merito alla Tabella 3, si definiva come gli infermieri del sistema sanitario, dei dipartimenti di sanità pubblica, dei dipartimenti di cure primarie direttamente coinvolti nell’effettuazione dei tamponi, nelle prestazioni sanitarie domiciliari e in quelle sociosanitarie i pazienti Covid sarebbero rientrate in questa categoria.

A noi, in realtà, sono arrivate diverse segnalazioni di come chi effettuava tamponi in strutture Covid e non-Covid aveva un trattamento di indennità di rischio completamente differente e in quello non-Covid era totalmente assente da maggio, l’avevano ricevuto solo nei mesi di marzo e aprile, per cui chiedevamo all’assessore Donini di poter chiarire questa situazione, se queste segnalazioni corrispondono al vero – ovviamente, noi non possiamo averne la certezza –, se ritenga equa questa disparità di trattamento e cosa intende fare la Regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie al consigliere Gabriele Delmonte.

La disciplina legislativa sul pubblico impiego affida alla contrattazione collettiva nazionale di lavoro la descrizione dei trattamenti economici accessori collegati all’effettivo svolgimento di attività pericolose o dannose per la salute. Prevede il riconoscimento di una indennità giornaliera al personale infermieristico e agli operatori sociosanitari impegnati nei reparti di malattie infettive.

In base alla disponibilità di risorse del relativo Fondo contrattuale in sede di contrattazione integrativa è possibile prevedere il riconoscimento dell’indennità anche ad altri operatori del ruolo sanitario.

La norma contrattuale prevede poi che l’individuazione dei reparti di malattia infettiva sia definita a seguito di un confronto regionale in coerenza con le scelte organizzative. La delibera della Giunta regionale n. 2.278 ha definito i servizi di malattie infettive come quelli preposti alla erogazione di prestazioni diagnostiche e terapeutiche complesse a pazienti con patologie infettive, diffusive e non, a carico di vari organi e apparati anche con riferimento alla gestione dell’emergenza-urgenza e infettivologia alla presa in carico del paziente con patologia infettiva cronica e alla gestione dell’ospedalizzazione a domicilio.

In relazione alla profonda riorganizzazione dei servizi assistenziali ospedalieri derivanti dall’emergenza epidemiologica, la delibera della Giunta regionale ha fornito ulteriori indicazioni a seguito di un confronto con le organizzazioni sindacali che non è mai mancato, per aggiornare gli indirizzi regionali in coerenza con il nuovo scenario.

In base a questa indicazione l’indennità in esame compete al personale infermieristico e a quello ad esso assimilato dalla norma contrattuale, anche se non operante in servizi specificamente definiti di malattie infettive, qualora lo stesso presti la propria attività in particolari contesti organizzativi nei quali il personale si trova ad operare a contatto con pazienti affetti da patologia infettiva.

In tale ambito rientrano anche gli infermieri e gli assistenti sanitari dei Dipartimenti di sanità pubblica, ovviamente, e dei Dipartimenti di cure primarie coinvolti nella effettuazione dei tamponi.

Nella maggior parte delle aziende sanitarie questa indicazione ha già trovato applicazione, mentre in altre la si sta predisponendo. È fisiologico, ovviamente, che il pagamento delle indennità avvenga con alcune mensilità successive allo svolgimento dell’attività, in quanto richiede la preventiva predisposizione di una reportistica sulle prestazioni svolte dagli operatori.

Inoltre, la Conferenza delle Regioni ha di recente approvato un documento con alcune proposte volte a superare le criticità relative al personale del Servizio sanitario nazionale collegate all’emergenza epidemiologica, un documento approvato all’unanimità. Una di queste prevede di estendere l’indennità di malattie infettive, previste dall’articolo 86 del contratto collettivo nazionale di lavoro del 21 maggio 2018, al personale di tutti i ruoli operanti nelle strutture ospedaliere, di ricovero e/o inseriti nei percorsi Covid-19, nei servizi territoriali a diretto contatto con utenze particolarmente a rischio di contagio, consentendo alla contrattazione integrativa la possibilità di innalzare il valore economico fino al doppio dell’attuale. A questo fine, si propone anche un adeguato stanziamento economico diretto ad incrementare il fondo contrattuale di finanziamento dell’indennità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Consigliere Delmonte, ha quattro minuti.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Non ho ricevuto risposta, quindi non posso ritenermi soddisfatto, ovviamente. Io ho chiesto con la prima domanda se quanto segnalato corrisponde al vero. Qualche infermiere nella struttura Covid, nel drive through, e qualcuno nella no-Covid stanno ricevendo un trattamento differente? Chi fa i tamponi in una struttura definita no-Covid percepisce o non percepisce l’indennità ad oggi? Continuo a non saperlo.

Rifarò un’altra interrogazione, evidentemente. Ad oggi non lo so. Mi si dice solo che nella maggior parte delle ASL è già operativa la misura in cui si potranno dare dei contributi di indennità allargati [...]. Non so in quali ASL. Chiederò anche questo. Però abbiamo ricevuto una non risposta. E quando si riceve una non risposta su una tipologia di domanda come questa, abbastanza chiara, è evidente che si nasconde dietro una risposta che non avrebbe fatto piacere a chi l’avrebbe ascoltata.

Quindi, mi sento di interpretare questa non risposta come una risposta di positività rispetto ai casi riscontrati. Di fatto, mi sembra che le segnalazioni corrispondano al vero e mi sembra che le parole che aveva detto l’assessore Donini in una risposta scritta, sempre a un’altra nostra interrogazione, in cui si diceva che “il senso di responsabilità e la particolare dedizione al lavoro degli operatori e dei professionisti ha rappresentato un imprescindibile punto di forza del Sistema sanitario regionale rispetto alla sua capacità di fronteggiare, come riconosciuto dalla comunità regionale, questa difficilissima sfida, e ne terremo considerazione”.

Mi sembra che queste dichiarazioni siano state tradite dai fatti, perché mi sembra che chi oggi è in prima fila nei drive through e fa centinaia di tamponi al giorno, sottoponendosi a un tasso di rischio di contagio, come potete immaginare, elevatissimo, al freddo oltretutto, perché la maggior parte dei drive through sono posizionati ovviamente all’esterno perché ci deve passare una macchina, quindi a un infermiere che tipicamente non lavora in quelle condizioni, ma si trova a lavorare in quelle condizioni noi oggi non forniamo questo riconoscimento per un cavillo: non definiamo quell’ospedale Covid, quindi di fatto non è a contatto in teoria con pazienti Covid e quindi non gli diamo l’indennità di rischio.

Mi sembra di capire questo, obiettivamente dovrò fare un’altra interrogazione per avere la risposta, perché non l’ho ricevuta, quindi ne farò un’altra e ne farò fino a quando non riceverò una risposta chiara, ma per il momento mi sembra che la mia insoddisfazione sia palese.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 1310

Interpellanza circa la chiusura delle sale operatorie dell’Ospedale di Mirandola. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 1310 circa la chiusura delle sale operatorie dell’Ospedale di Mirandola, a firma del consigliere Barcaiuolo.

Consigliere, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

L’interpellanza è datata 5 agosto 2020 e mi auguro quindi che la situazione sia migliorata, ma attenderò su questo ovviamente precisa risposta dell’assessore competente.

Mi riferisco all’Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola. Mirandola è di fatto il capoluogo del l’Unione nord o comunque dell’area nord, forse è meglio (guardo Baruffi, ci siamo capiti io lui) dell’area nord della Provincia di Modena, è un’area in cui vivono 87.000 abitanti, è un’area collegata malissimo con il resto della Provincia e con il capoluogo, le strade che collegano l’area nord verso il capoluogo sono le strade del Sacro scorso, anzi del XIX secolo e quindi questo comporta, anche rispetto ad eventuali trasferimenti in altri nosocomi come quello di Carpi o quello di Modena, soprattutto nei periodi invernali, oggettivamente un tempo di percorrenza assolutamente intollerabile soprattutto per quello che riguarda le urgenze.

Ovviamente tanto si è discusso sulla centralità dell’Ospedale di Mirandola e anche del suo eventuale sviluppo, tante cose sono state dette, tante forze politiche hanno parlato di ospedale baricentrico con Carpi, noi siamo sempre stati decisamente contrari a questo tipo di orizzonte, perché crediamo che 87.000 abitanti, soprattutto quando scollegati di fatto dal resto della Provincia, meritino un ospedale sicuramente consono alle cure, quantomeno per quanto riguarda le urgenze, laddove il tasso di tempo è assolutamente fondamentale per poter intervenire in maniera precisa, però purtroppo un graduale smantellamento di questo ospedale sta andando avanti da tempo. In modo particolare, proprio in agosto una delle due sale operatorie è stata completamente chiusa e l’altra è stata messa in funzione ridotta. Negli ultimi tempi i chirurghi in questo ospedale sono passati da nove a tre, gli anestesisti da nove a quattro, la cardiologia venne chiusa a marzo – non voglio dire con la scusa – in concomitanza con la prima ondata pandemica del Covid. Quindi, fondamentalmente io chiedo qual è l’orizzonte per questo ospedale in modo particolare rispetto alle deficienze che ho appena sottolineato.

Le domande nell’interpellanza sono, appunto, se ritiene che l’organizzazione dell’ospedale di Mirandola stia andando nella giusta direzione, a maggior ragione dinnanzi al pericolo Coronavirus non ancora debellato, quindi qua ero stato, ahimè, cattivo profeta, se entrambe le sale operatorie dell’ospedale verranno riaperte e quando, se i reparti chiusi e spostati all’ospedale Ramazzini di Carpi verranno pienamente reintegrati al Santa Maria Bianca e quando, se si preventiva già l’assunzione di nuovi professionisti, in modo particolare di chirurghi e anestesisti per i motivi che ho detto prima, presso l’ospedale di Mirandola e se non ritiene motivo di disagio per gli abitanti della Bassa, quindi l’area nord, citata prima dover continuare a fare la spola fino a Carpi o a Modena per potersi curare e prendersi cura dei propri cari ricoverati.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Barcaiuolo.

L’ospedale Santa Maria Bianca è stato oggetto di un’ingente riorganizzazione logistica e di percorsi legati alla necessità di contrasto alla seconda ondata dell’epidemia Covid. Sono presenti cinque sezioni di degenza che ospitano quarantotto posti letto Covid, pneumologia, cardiologia, medicina, medicina post acuti e semintensiva. Uno spazio aggiuntivo del pronto soccorso assolve alla funzione di filtro e ospita i pazienti con sintomatologia Covid in attesa di ricovero e di esito di tampone antigenico o molecolare.

L’attuale assetto organizzativo continua a imporre una diminuzione della ricettività in favore della maggiore sicurezza di pazienti, familiari e operatori. In ragione di queste scelte, il ripristino dell’attività di degenza di cardiologia avverrà quando le unità operative potranno essere riconvertite al setting pre-pandemico.

L’Azienda sottolinea che, a garanzia dei pazienti ricoverati e di quelli che accedono al pronto soccorso, è comunque sempre assicurata la guardia cardiologica h24. In merito alla piattaforma operatoria la rimodulazione degli spazi legati all’emergenza Covid ha imposto presso le due sale del blocco operatorio del corpo 08 il mantenimento dell’attività chirurgica urgente ostetrico-ginecologica, ortopedica, chirurgica e la contrazione dell’attività chirurgica ordinaria. Attualmente è assicurata la programmazione di due sedute chirurgiche alla settimana dedicate al trattamento della casistica con priorità A.

In riferimento all’attività delle due sale del blocco operatorio del corpo 02 dedicato all’attività chirurgica ambulatoriale si è provveduto alla sospensione temporanea dell’attività per consentire la realizzazione di quattro posti letto di semintensiva pneumologia Covid.

Totalmente confermata è, invece, l’attività del punto nascita e quella legata all’impianto degli accessi venosi per i pazienti oncologici.

In riferimento al fenomeno della carenza del personale medico all’azienda USL è impegnata ad un’importante campagna di reclutamento che utilizzi tutti gli istituti contrattuali applicabili (mobilità, tempo determinato e indeterminato, libera professione, incarichi rivolti ai medici in formazione specialistica al penultimo e ultimo anno).

Per quello che riguarda l’area anestesia e rianimazione, le numerose selezioni concorsuali effettuate fin qui (avviso di mobilità, avviso a tempo determinato legato all’emergenza Covid, concorso a tempo indeterminato) non hanno ad oggi fornito esito. L’intenzione è di reiterare la pubblicazione di nuovi bandi nel brevissimo tempo.

Per quello che riguarda la chirurgia generale è stato espletato un avviso di mobilità con acquisizione per Mirandola di un chirurgo che ha preso servizio il 1° settembre.

Inoltre, dal 12 ottobre è entrato in servizio un secondo chirurgo dalla graduatoria di concorso a tempo indeterminato svoltasi a fine 2019.

Infine, dal 16 novembre due richieste di mobilità interna hanno permesso di acquisire due ulteriori professionisti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Consigliere Barcaiuolo, ha cinque minuti.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

La soddisfazione è evidentemente solo parziale rispetto comunque al fatto che l’assessore ha cristallizzato il fatto che almeno oggi la ridotta capacità di funzionamento dell’ospedale di Mirandola è data, di fatto, dalla seconda ondata e quindi dal mantenimento di una serie di emergenze tutte legate al Covid.

Perdonatemi, non mi fido del tutto rispetto a una dichiarazione che avrei voluto sentire dall’assessore, ovvero il sicuro mantenimento dei livelli, che ci sono sempre stati negli ultimi anni, di quell’ospedale, proprio perché serve un’area importante, rispetto a tutti i reparti che erano collocati a Mirandola fino a pochissimi mesi fa. Su questo, ovviamente, ci mettiamo in pausa rispetto a una emergenza, che speriamo finisca il più presto possibile, per verificare questo.

L’impressione qual è? Da un lato c’è il territorio. Tra l’altro, proprio l’UCMAN, che è l’Unione dei Comuni dell’area nord, dei nove Comuni di quell’area di Mirandola, pochi mesi fa approvò all’unanimità una mozione che andava in una direzione non proprio consona e non proprio congruente rispetto a quella della Regione.

Ci mettiamo in attesa. Speriamo che l’ondata pandemica finisca al più presto, che tutti possiamo tornare a una vita ordinaria e che, quindi, anche le funzioni degli ospedali del territorio possano tornare alla loro normalità. Lì verificheremo se quanto detto oggi parzialmente dall’assessore, seppur solo in collegamento... Rinnovo l’invito alla Presidenza di chiedere agli assessori che rispondono alle interpellanze e alle interrogazioni o che presentano atti di essere in presenza, perché evidentemente un po’ di problemi di collegamento ci sono sempre o ci possono essere.

Comunque, ringrazio l’assessore per la risposta. Auguriamoci di poterci confrontare nuovamente a breve sul tema, quando l’emergenza sarà finita.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 1434

Interpellanza circa il personale addetto alle ambulanze nei comuni di Pievepelago, Fiumalbo e Riolunato. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 1434, circa il personale addetto alle ambulanze nei comuni di Pievepelago, Fiumalbo e Riolunato, a firma del consigliere Barcaiuolo.

Consigliere, a lei la parola.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

L’interrogazione parte da una delibera di Giunta, la n. 44/2009, che andava a determinare quali dovessero essere i requisiti per l’accreditamento delle strutture per il soccorso di infermi, quindi sia per le automediche sia per l’ambulanza. I requisiti previsti per queste strutture sono che ci siano almeno un medico responsabile e almeno un infermiere responsabile per la struttura. Purtroppo, già dal 2017, con diverse segnalazioni, alcuni Comitati, tra cui il Comitato Salviamo l’Ospedale di Pavullo e altri privati, hanno segnalato una serie di inefficienze per assenza di personale per quello che riguarda i tre comuni Pievepelago, Fiumalbo e Polinago collocati nella montagna modenese, nell’alto Appennino modenese, rispetto all’assenza spesso dell’infermiere.

Non solo, ma il personale infermieristico, mentre per legge ci dovrebbe essere almeno un’ambulanza in pronta partenza 24 ore su 24, sarebbe invece esclusivamente dedicato con la modalità della reperibilità. Voi capite benissimo la differenza tra l’essere reperibili e avere un’ambulanza in pronta partenza, è evidente che questo può comportare spesso dei ritardi di intervento che possono risultare nefasti.

Idem per quanto riguarda la giornata della domenica, in cui l’ambulanza pare non essere pronto partenza, ma esclusivamente in reperibilità.

Le domande dell’interrogazione che si rivolgono all’assessore alla sanità è se sia al corrente di questa situazione, se la Regione, qualora fosse al corrente, intenda risolvere la problematica in essere, adeguando alla normativa regionale il personale delle ambulanze dei Comuni di Pievepelago, Fiumalbo e Riolunato, e quali siano le motivazioni dei ritardi dell’adeguamento richiesto nel punto precedente, visto che è tutto figlio comunque di una vostra delibera.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Barcaiuolo.

Le ambulanze che insistono sul territorio dell’Alto Frignano sono mezzi di soccorso di base, appartenenti alle organizzazioni di volontariato ANPAS Fiumalbo, ANPAS Riolunato e Misericordia di Pievepelago. Queste associazioni durante i giorni feriali forniscono a turno un’ambulanza con personale soccorritore volontario in pronta partenza dalle rispettive sedi.

Le giornate festive sono garantite in reperibilità ed è stato avviato un percorso per estendere il servizio alla pronta partenza, quindi è stato avviato questo progetto.

Considerate le caratteristiche del territorio, anche il mezzo reperibile può raggiungere il luogo dell’evento in un tempo ridotto, tanto da essere ingaggiato, se competitivo per località, dalla centrale operativa 118.

L’auto infermieristica invece è un mezzo avanzato per competenze, con infermiere esperto in emergenza urgenza e con anzianità di servizio almeno biennale nel Dipartimento di emergenza, e nasce per muoversi rapidamente sul territorio a supporto di eventi in funzione della gravità.

All’interno del Piano di potenziamento del sistema di emergenza territoriale nel 2018 è stata attivata nell’Alto Frignano, a Riolunato, un’auto infermieristica in orario notturno, prevedendone l’estensione in orario diurno entro la fine del 2019. L’AUSL di Modena ha privilegiato il potenziamento del pronto soccorso, invece, dotando tutti i punti di triage di personale infermieristico presenti h24.

Il periodo Covid 2019 ha determinato il ritardo dell’estensione alle ore diurne dell’auto infermieristica nell’Alto Frignano. Tuttavia, l’incremento del numero complessivo di infermieri permetterà la selezione più facilmente per coloro che, in possesso dell’esperienza minima in area critica, potranno accedere al percorso formativo per operare sull’auto infermieristica, con l’obiettivo, quindi, di attivarla anche nelle ore diurne festive.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Prego, consigliere Barcaiuolo. Ha sei minuti.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Mi perdoni, assessore, io comprendo che lei non possa avere la coscienza di tutti i comuni della regione e di tutti i servizi del 118 della regione, però viene fatta un’interpellanza qualche mese fa rispetto al nostro Regolamento, la cui risposta, tra l’altro, è stata anche procrastinata vista la mia assenza, e non mi può venire a dire che l’AUSL di Modena contava di mettere l’auto infermieristica h24 entro il 2019. Siamo a fine 2020. O c’è qualcosa che non ho capito per via del collegamento, che ovviamente continua ogni tanto a far perdere qualcosa, oppure c’è qualcosa che non torna rispetto all’unica data che mi ha dato.

Sull’altro punto, invece, su una cosa non sono d’accordo, ovvero che la reperibilità su un’ambulanza può garantire, visto quel territorio, comunque un soccorso immediato. No, proprio visto quel territorio tra la reperibilità e la pronta partenza c’è una crasi enorme. Se lei conosce quel territorio – se vuole possiamo anche andare insieme a verificarlo – è un territorio montano particolare, con strade sicuramente non sempre agevoli, in modo particolare nella stagione invernale, quindi la differenza tra la pronta partenza e la reperibilità le assicuro che è enorme rispetto alla qualità dell’intervento.

Su questo, invece, oltre ad aver fatto questa dichiarazione, non mi ha dato nessuna data rispetto all’eventuale potenziamento e, quindi, al fatto che si possa arrivare ad avere in questi comuni un’ambulanza in pronta partenza h24.

Non comprendo neanche – mi perdoni – la differenza, che comunque lei ha rimarcato ed era già rimarcata nell’interpellanza, tra i giorni feriali e i giorni festivi. Io credo che un servizio di questo tipo non possa “andare in vacanza”. È un servizio che deve essere comunque garantito sempre, anche a costo di intervenire da parte della Regione, perché evidentemente…

Questo vale anche, mi perdoni se vado un po’ fuori tema, ma mi riaggancio anche all’interpellanza di prima, rispetto alla ricerca dei medici, dei concorsi che vanno a vuoto, spesso. Questo è il ruolo della politica, quello di mettere nelle condizioni di poter risolvere i problemi che non si risolvono ovviamente da soli rispetto al bandire un concorso che magari va a vuoto o, come in questo caso, alla possibilità di garantire sette giorni su sette la possibilità di un pronto intervento del 118 qualora ce ne fosse la necessità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 1613

Interpellanza circa l’erogazione gratuita di terapia ormonale per persone affette da disforia di genere anche con riguardo ai minori di 18 anni. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 1613 circa l’erogazione gratuita di terapia ormonale delle persone affette da disforia di genere anche con riguardo ai minori di 18 anni, a firma del consigliere Barcaiuolo.

Consigliere, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Per quanto mi riguarda il 1° agosto del 2019 resta una data nefasta per questa Regione con l’approvazione della legge contro quelle che qualcuno ha provato a chiamare “discriminazioni” nei confronti delle violenze dell’orientamento di genere. Per me altro non resta che una legge incostituzionale, in palese contrasto con l’articolo 3 della nostra Costituzione. Ma, in attesa che un giudice a quo sollevi la questione di fronte alla Suprema Corte, è chiaro che questa legge continua a dare i suoi nefasti frutti, tra cui, non tra cui, anzi anche andando oltre, rispetto a una comunicazione fatta dalla Giunta questa estate rispetto alla decisione di garantire le terapie ormonali gratuite per persone affette da disforia di genere. Queste terapie sarebbero previste per i residenti.

Già la prima domanda che mi faccio è per capire i residenti, cioè noi viviamo in un sistema comunque universalistico da un punto di vista sanitario. Non credo che decisioni di questo tipo possano ottenere questo tipo di differenziazione.

Nell’interpellanza, ovviamente, faccio un pochino a volo d’angelo una serie di valutazioni rispetto agli ormoni sia che vanno verso la direzione del sesso femminile che verso la direzione del sesso maschile, a seconda di quale sia il punto di partenza della disforia di genere.

Comunque, faccio anche notare che queste cure, rispetto alle più recenti linee guida, non sono assolutamente reversibili, da un lato, e che la terapia ormonale deve essere, inoltre, mantenuta per tutta la vita.

Perché faccio queste premesse? Perché la domanda vera dell’interpellanza, nonostante siano tre quelle in realtà scritte, è l’ultima, anzi sono le ultime due, ovvero se la Regione intende vietare la somministrazione della terapia ormonale sostitutiva ai pazienti minorenni e quindi, al contrario, se è prevista esclusivamente per i pazienti maggiorenni, e come questo va a sistema con l’articolo 5 della legge citata nella premessa dell’interrogazione e del mio intervento. Su questo non è stato chiaro né l’assessore nelle sue affermazioni pubbliche, o quelle che almeno io sono riuscito a raccogliere, e nemmeno dalla risposta che l’assessore, ad analoga interrogazione a risposta immediata di un altro Gruppo, diede in aula.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Barcaiuolo.

Le due determinazioni di AIFA inerenti alla terapia farmacologica nella disforia di genere, pubblicate entrambe sulla Gazzetta Ufficiale n. 242 del 30 settembre 2020, prevedono la possibilità di avviare la terapia farmacologica nei soggetti minori, previo consenso di entrambi i genitori o di altri tutori, secondo le normative vigenti.

Durante la riunione del mese di ottobre, la Commissione regionale farmaco, nel prendere atto delle due determinazioni pubblicate, ha chiesto di approfondire il percorso terapeutico volto all’affermazione medica del sesso dei soggetti minori con disforie di genere. Tale interlocuzione è tuttora in corso. Nei giorni precedenti alla pubblicazione dei due atti, la Giunta regionale, con propria deliberazione 1263, aveva inteso offrire anticipatamente detto trattamento farmacologico unicamente alle persone maggiorenni, come equo accesso alle cure e sotto lo stretto controllo del Servizio sanitario regionale.

I lavori preparatori all’atto regionale hanno posto in evidenza che il costo annuo a terapia è compreso tra i 390 e i 650 euro, in funzione della scelta farmacologica effettuata. La stima di spesa complessiva per il trattamento, tenendo conto dei potenziali candidati, non è, quindi, superiore ai 65.000 euro all’anno. La citata deliberazione è stata assunta in coerenza con i princìpi che hanno ispirato la legge regionale n. 15 del 2019, legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in particolare l’articolo 5 che detta i princìpi e i criteri cui deve improntarsi l’implementazione degli interventi in materia socioassistenziale e sociosanitaria, promuovendo iniziative di informazione, consulenza e sostegno su queste tematiche, in coerenza con il Piano Sociale e Sanitario regionale e quello per la promozione di salute e prevenzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Consigliere Barcaiuolo, ha cinque minuti.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Io ringrazio l’assessore per aver letto la risposta e comprendo che uno si possa preparare gli appunti per leggere, però l’interpellanza viene fatta ovviamente orale anche perché si possa interloquire maggiormente e non rimanga appunto un altro strumento che abbiamo a disposizione, che è quello dell’interrogazione a risposta scritta.

Dico questo perché avevo fatto il passaggio sui residenti, allora magari una parola su questo me la sarei aspettata, anche se (lo riconosco) non era espressamente una delle domande scritte nell’interpellanza, però lo strumento orale dovrebbe permettere anche questo.

Non solo per questo, però, perché evidentemente invece è stato altresì chiaro ahimè rispetto alla possibilità di far sì che le terapie normali gratuite si rivolgano anche ai minorenni, con tutta una serie di procedure che a me non lasciano per nulla tranquillo, quindi non ho alcun problema ad affermare che sono contrarissimo rispetto a questa ulteriore apertura, che quindi finalmente è stata chiarita anche rispetto alla dichiarazione che l’assessore ha fatto nel suo intervento.

Mi auguro e auspico che si possa su questo tornare indietro, mi auguro che da questo punto di vista ci sia anche il legislatore nazionale che possa intervenire, perché credo che sia assolutamente necessario, anche se mi rendo conto che chi fa parte di una maggioranza che, per quanto riguarda anche il Fondo di recupero, gergalmente detto Recovery Fund usando un anglicismo, porta 17 miliardi sulla cosiddetta parità di genere e solo 9 miliardi sulla sanità tout-court, è chiaro che c’è un’impostazione non ideologica, ma proprio gli orizzonti di priorità che è assolutamente differente, e viva le differenze che nella società tornano a vivere anche in quest’aula.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Barcaiuolo.

 

OGGETTO 1848

Interpellanza in merito all’attuazione delle limitazioni strutturali ed emergenziali alla circolazione dei veicoli, previste dalle disposizioni normative regionali in materia di tutela della qualità̀ dell’aria. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Rainieri): La consigliera Castaldini è giustificata, quindi l’interpellanza della consigliera Castaldini viene rinviata alla prossima seduta.

 

OGGETTO 1788

Interpellanza circa le modalità di applicazione della tariffa rifiuti (TARI) e circa la conseguente richiesta di pagamento alle aziende agricole da parte di alcune Amministrazioni comunali. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele, Pompignoli

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, all’interpellanza 1788 circa le modalità di applicazione della tariffa rifiuti (TARI) e circa la conseguente richiesta di pagamento alle aziende agricole da parte di alcune Amministrazioni comunali, a firma dei consiglieri Facci, Marchetti Daniele e Pompignoli.

Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie.

Questa interpellanza un po’ articolata non la sto, ovviamente, a ripercorrere tutta, ma fondamentalmente pone l’attenzione su due aspetti. Il primo aspetto è quello dell’osservanza corretta da parte delle Amministrazioni di quelle che sono le disposizioni della legge regionale n. 16/2015 in materia di tariffazione puntuale, tariffazione puntuale che dovrebbe sostituire le attuali modalità di raccolta dei rifiuti, in un’ottica di favorire la cosiddetta “economia circolare” e ridurre la produzione di rifiuti urbani, quindi la raccolta differenziata e, naturalmente, poi di andare anche a rivedere la puntualità e l’equilibrio nella tariffazione che viene richiesta.

C’era un termine: 31 dicembre 2020. Poi sappiamo che questo termine verosimilmente non verrà rispettato, tanto che nel prossimo provvedimento collegato al bilancio la Giunta ha intenzione di posticiparlo. Questo non depone a favore di un’attenzione alle esigenze della sostenibilità ambientale. Ma ne parleremo in occasione del bilancio. Qui ci limitiamo a ricordare che questo doveva essere uno degli obiettivi dell’Amministrazione regionale.

Contemporaneamente questa interpellanza pone l’accento su un altro aspetto che riteniamo obiettivamente quantomeno inopportuno. Valutiamo se questo provvedimento è anche, dal punto di vista giuridico, corretto. È quello della richiesta che alcune Amministrazioni comunali hanno fatto alle aziende agricole presenti nel loro territorio chiedendo l’applicazione della TARI.

In realtà, noi sappiamo che vi sono delle precise disposizioni che escludono l’applicazione della TARI per quanto riguarda le imprese agricole, le aziende agricole. Devono ovviamente esservi determinati requisiti, ma sappiamo anche che le aziende agricole corrispondono regolarmente tributi per quanto riguarda lo smaltimento di rifiuti speciali. Quindi, è chiaro che non ci può essere poi una sovrapposizione di oneri da questo punto di vista.

Sono state fatte anche richieste retroattive da parte dell’Amministrazione comunale di questa tariffa sui rifiuti.

La richiesta alla Giunta è di fare chiarezza, capire se, secondo la Giunta, queste richieste sono o meno coerenti con la legge regionale n. 16 del 2015 e le successive delibere di Giunta, se anche ritenga che questa richiesta in un qualche modo, in un periodo di emergenza economica, possa trovare una qualche giustificazione.

Il prossimo provvedimento che quest’aula adotterà sono aiuti alle imprese agricole. È un PDL di aiuti alle imprese agricole. Quindi, è chiaro che se c’è attenzione da parte dell’Amministrazione regionale verso il mondo dell’agricoltura, credo che ci dovrebbe essere anche attenzione a quello che le Amministrazioni comunali fanno e come si comportano rispetto alle imprese agricole che sono nell’ambito dei propri territori, fermo restando la divisione delle competenze, anche quelle di natura ovviamente tributaria, ma ovviamente sappiamo che poi la Regione norma tutto con leggi cornice.

Chiudo, ovviamente, la richiesta chiedendo quali sono gli intendimenti che la Regione vuole perseguire per quanto riguarda le Amministrazioni comunali che non hanno ottemperato al disposto di legge in materia di tariffazione puntuale e comunque, in genere, quali siano i provvedimenti che si intendono assumere per tutelare il settore agricolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Do la parola al sottosegretario Baruffi.

 

BARUFFI, sottosegretario alla Presidenza: Grazie, presidente.

L’interpellanza in oggetto riguarda l’applicazione della tassa sui rifiuti applicata da un Comune dell’area metropolitana di Bologna alle aziende agricole. Una a noi risulta in particolare. In questo Comune non è ancora stato implementato un sistema di misurazione puntuale del rifiuto. Occorre innanzitutto premettere che la Giunta si è impegnata fin dal 2015 per superare un sistema di tassazione in materia di rifiuti che non rispondesse a logiche corrispettive, prevedendo il progressivo passaggio di tutto il territorio a sistemi che permettono la misurazione puntuale del rifiuto e la commisurazione della tariffa sulla base dei rifiuti indifferenziati prodotti dalle singole utenze.

Il caso citato nell’interpellanza è noto alla Giunta solo da articoli di stampa. Non si conosce il dettaglio dei fatti e delle effettive superfici ritenute soggette a tassazione da parte dell’Amministrazione comunale. Non è, quindi, possibile esprimere un giudizio in merito puntuale.

È necessario, tuttavia, richiamare sinteticamente il quadro delle competenze definito dalla normativa nazionale, che attribuisce quelle regolatorie del servizio rifiuti in capo all’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente, cioè ARERA, e la relativa attuazione in capo agli enti di governo d’ambito (ATERSIR).

In materia di TARI, peraltro, le scelte sulle modalità di applicazione della tassa sono attualmente in capo alle Amministrazioni comunali. In risposta ai primi due quesiti posti non si ritiene, quindi, che rientri nelle prerogative istituzionali della Giunta regionale esprimere giudizi di merito ai criteri applicativi della TARI adottati dai Comuni nei propri regolamenti. Il riferimento è, quindi, alla norma nazionale, non alla legge regionale per questa parte.

In merito al terzo e al quarto quesito, si segnala che la Giunta ha costantemente monitorato l’introduzione della tariffa puntuale da parte dei Comuni emiliano-romagnoli, pubblicando, peraltro, all’inizio di ogni anno l’elenco dei Comuni a tariffazione puntuale sul sito istituzionale della Regione. Ha, inoltre, accompagnato il territorio predisponendo i regolamenti tipo per l’applicazione della tariffa corrispettiva puntuale della TARI, tributo puntuale, nell’ambito del Comitato guida interistituzionale, con ANCI e ATERSIR, appositamente istituito. Specifici finanziamenti nell’ambito del Piano di azione ambientale e la campagna di comunicazione “Pago per quanto brutto” sono, inoltre, alcuni esempi delle azioni concrete su cui la Giunta si è fattivamente adoperata per agevolare il passaggio ai sistemi di misurazione puntuale del rifiuto.

Attualmente i Comuni che hanno introdotto tali sistemi sono 90, cioè circa il 27 per cento di quelli dell’Emilia-Romagna. In 23 di questi è applicato un tributo puntuale e in 67 la tariffa corrispettiva puntuale. La popolazione interessata è pari a circa il 34 per cento del totale regionale, un poco più di un terzo.

I Comuni sono così distribuiti sul territorio: sono 5 in provincia di Piacenza, 15 in provincia di Parma, 5 in quella di Reggio Emilia, 21 in quella di Modena, 6 a Bologna, 20 a Ferrara, 13 Cesena, 5 a Rimini. Nella documentazione che le lascio c’è l’elenco completo, Comune per Comune, per ciascuna delle province che ho indicato.

Concludo. È indubbio un ritardo nell’implementazione di questa misura da parte delle amministrazioni comunali. Tale ritardo è ascrivibile quantomeno a due ordini di motivazioni. Il primo è riferito alle procedure di gara per l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti, attualmente in corso da parte di ATERSIR, che, anche per effetto dei contenziosi in corso, hanno subìto dei rallentamenti.

Si rileva, inoltre (perché pertinente al fine della considerazione che sto svolgendo), che durante la fase di gara non è possibile effettuare nei singoli Comuni inclusi nei bacini di affidamento la trasformazione del servizio propedeutico all’introduzione della tariffa puntuale. C’è quindi un tema di tempi, ma anche un tema di contingenza che non rende agibile la trasformazione in quella fase.

La seconda motivazione nota è legata all’emergenza epidemiologica da Covid-19 in corso. Si rileva a tal proposito che, tra le attività preliminari all’introduzione dei sistemi di misurazione puntuale del rifiuto, assume particolare rilievo quella connessa alla comunicazione all’utenza.

Sono infatti indispensabili campagne di comunicazione che, anche attraverso incontri pubblici e tutoraggio, informino puntualmente i cittadini sulle nuove modalità di raccolta dei rifiuti che la tariffazione puntuale per sua natura richiede.

È del tutto evidente che tali attività, come quella di consegna delle dotazioni presso le singole utenze, risultano di difficile realizzazione nel corso dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Aggiungo, fuori sacco, che erano tante le amministrazioni comunali che si erano predisposte per quest’anno, nel Ravennate e in altre province, ad affrontare questa trasformazione, così come programmata, e poi hanno di fatto sospeso già nell’inverno scorso la possibilità di procedere in questo senso.

Riscontro l’ultimo quesito posto. “Si anticipa però che l’applicazione della tariffa puntuale rimarrà un obiettivo cardine del prossimo periodo pianificatorio e verrà ribadito l’obbligo di applicazione in tutto il territorio regionale, pur prevedendo una specifica proroga”. Il termine è quello indicato anche dall’interrogante, quindi ormai scaduto, siamo ancora in fase di emergenza, si tratterà di valutare nelle prossime due settimane quale termine assegnare per quanto riguarda la proroga.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, sottosegretario.

Prego, consigliere Facci. Ha tre minuti.

 

FACCI: Ringrazio per la risposta. Tuttavia, c’è una considerazione che va necessariamente fatta, vale a dire noi partiamo da una consapevolezza, che il sottosegretario ha ricordato in chiusura, la consapevolezza che c’è il ritardo nella piena realizzazione del sistema di tariffazione puntuale. I dati che sono stati snocciolati sono abbastanza impietosi: siamo a percentuali obiettivamente molto lontane rispetto a quelle che… Io non so quanto tempo ci vorrà di proroga. C’erano cinque anni e siamo arrivati a percentuali ampiamente inferiori alla metà dei soggetti interessati, quindi è ragionevole pensare che ce ne vorranno quantomeno altrettanti. Allora, su questo una riflessione andrebbe posta.

Proprio per il fatto che questo ritardo nell’adozione tariffazione puntuale comporta che non vi è equilibrio tra il corrispettivo richiesto e il rifiuto smaltito, perché sono criteri che non sono corrispettivi – passatemi il gioco di parole –, ed è il motivo per il quale la Regione intese introdurre un criterio differente, allora il punto è: chi deve pagare, alla fine, questo ritardo? Perché, stando a queste Amministrazioni comunali che fondamentalmente… Io capisco quando si dice: noi non possiamo entrare nei regolamenti. Ma abbiamo adottato un regolamento tipo, come è stato ricordato, in previsione ovviamente del passaggio. Ora qui ci vuole un punto di equilibrio. Cioè, bisogna trovare obiettivamente la giusta misura fra un sistema che oggi penalizza, evidentemente, gli imprenditori in questo caso agricoli e un sistema che, in realtà, non dovrebbe penalizzarli, li dovrebbe mettere in condizione di pagare il giusto, ma è un sistema che non è entrato in vigore perché c’è ritardo.

Io credo che non si possa, da parte della Regione, non intervenire anche in un’ottica di moral suasion nei confronti delle Amministrazioni comunali. Quindi, troveremo il modo di sollecitare ulteriormente la Regione in tal senso, ma io credo che oggi sia doveroso, a fronte – lo ripeto – di un ritardo che non è causato dal contribuente, ma è causato dall’ente locale.

Credo che la Regione debba trovare la giusta misura per evitare che questo possa avere ulteriori conseguenze negative.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

È così finita la parte delle interpellanze.

 

OGGETTO 1951

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. (8)

(Relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 1951/1/2/3 oggetti 2186 – 2187 – 2188 – Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Torniamo all’ordine dei lavori, con il proseguimento del progetto di legge 1951: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”.

Ieri era intervenuto il consigliere Daffadà come relatore di maggioranza.

Passo la parola al consigliere Liverani, come relatore della minoranza. Prego, consigliere.

 

LIVERANI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Prima dell’intervento volevo ringraziare il consigliere Daffadà, relatore di maggioranza di questa legge, per la sua disponibilità e collaborazione.

Volevo ringraziare l’assessore, volevo ringraziare anche le associazioni di categoria che hanno collaborato per la stesura di questa legge. Oggi ci troviamo ad affrontare un progetto di legge che torna a prevedere iniziative urgenti nel settore agricolo, accompagnate da misure di semplificazione.

Innanzitutto, va sottolineato come l’articolo 1 vada a sostituire uno degli interventi messi in campo dalla legge regionale n. 5 del 2020, approvata a luglio, che prevedeva il finanziamento di sistemi di sicurezza e protezione delle attrezzature e delle macchine agricole, intervento che noi ritenevamo e continuiamo a ritenere essenziale, anche se, ad oggi, non risulta finanziabile perché necessita di preventive modifiche al Piano di sviluppo rurale (PSR).

Tale intervento sarà sostituito con una misura finalizzata a sostenere le imprese agricole regionali nella realizzazione di investimenti per la riduzione di gas serra e ammoniaca, nell’ambito della Misura 4 “Investimenti di immobilizzazioni materiali” e del programma di sviluppo rurale 2014-2020 al fine di impiegare immediatamente le risorse regionali disponibili per l’anno in corso.

Ci auguriamo che a tal riguardo le risorse vengano impegnate già da quest’anno, dal momento in cui questa sostituzione è stata effettuata proprio per applicarla quanto prima.

Concordiamo sul fatto che venga dato il contributo per la riduzione di gas serra e ammoniaca, perché serve a dare una parziale risposta a norme penalizzanti che sono imposte dalla Regione ai nostri agricoltori rispetto a quanto avviene nelle Regioni limitrofe. Non possiamo, infatti, nascondere che, imponendo le regolamentazioni come quelle relative alla copertura delle vasche di stoccaggio dei liquami o della stabulazione, si rischia di mettere fuori mercato i nostri allevatori, inducendoli a trasferire le loro attività in territori attigui, con più vantaggiose condizioni economiche. A tal fine, è opportuno ricordare come dall’adozione della legge regionale sulle porcilaie, avvenuta nel ‘95, si sia assistito a un graduale trasferimento di queste attività, prima fiorenti nel nostro territorio, verso Veneto e Lombardia.

Tornando, invece, al finanziamento di sistemi di sicurezza e protezione delle attrezzature e delle macchine agricole, abbiamo sottoscritto l’ordine del giorno che prevede una riproduzione di tale contributo nell’anno 2021, perché riteniamo indispensabile intervenire anche su questo fronte. A tal fine, abbiamo chiesto la garanzia che l’importo stanziato per questa misura sia maggiore o almeno pari alla somma prevista sul 2020.

L’articolo 2 non può che vederci favorevoli, in quanto introduce una semplificazione in ordine alla modalità di recupero delle somme indebitamente erogate nel merito del Programma di sviluppo rurale quando gli importi sono inferiori ai 100 euro, fortemente caldeggiata dalle rappresentanze associative del settore.

Tuttavia, penso che il mondo dell’agricoltura attenda e meriti misure decisamente diverse. Colgo, quindi, l’occasione della discussione su questo progetto di legge per citarne alcune. Le aziende agricole chiedono deroghe urgenti nell’uso dei fitofarmaci, che rappresenterebbero l’unica barriera nel contrasto di patogeni come la maculatura bruna oppure contro il flagello della cimice asiatica, che ha quasi azzerato la produzione frutticola degli ultimi anni. Sulla maculatura abbiamo appreso dalla stampa che l’assessore ha aperto una porta richiedendo deroghe al Ministero sull’uso delle molecole fitosanitarie, utili al suo contrasto, e di questo sono lieto. Ma la sola vespa samurai, immessa nell’ambiente come nemico naturale della cimice asiatica, e i ristori non sembrano misure sufficienti per affrontare questa calamità. Occorrono interventi più incisivi, anche per via del fatto che la cimice sopravvive trovando riparo in granai e rimesse durante inverni decisamente meno rigidi dal punto di vista climatico, senza contare che numerosi esperti ritengono che si vedranno i primi risultati delle emissioni della Vespa samurai solo fra qualche anno.

Utile almeno in questa fase è stata la comunicazione circa l’arrivo finalmente dei 42 milioni di euro per i danni della cimice asiatica e l’annuncio di altri 20 previsti nel 2021.

Altre questioni verificatesi negli ultimi tempi però non sono altrettanto incoraggianti per le imprese agricole danneggiate da calamità e problemi di natura fitopatologica. Mi riferisco al contributo pubblico, rimborsato solo al 30 per cento, per avversità del 2020, in un periodo dell’anno in cui di solito veniva rimborsato il 70 per cento delle spese assicurative per i prodotti agricoli, mentre il resto arriverà probabilmente all’inizio del 2021, poiché pare che attualmente le risorse siano terminate. Anche qui monitoreremo la situazione.

Altro problema sul quale intendo soffermarmi è costituito dal misero stanziamento messo in campo per gli indennizzi in riferimento alle gelate avvenute fra marzo ed aprile, che hanno praticamente azzerato le produzioni di susine, albicocche e nettarine, producendo danni per centinaia di milioni di euro nella sola Romagna e mettendo in ginocchio centinaia di imprese.

Credo che una battaglia per la difesa dell’agricoltura possa accomunare tutti, senza distinzioni, a partire dalla riduzione del peso della burocrazia a carico delle aziende agricole. Su questo fronte vedremo quale sarà il vostro atteggiamento quando porteremo in aula la risoluzione depositata dal Gruppo Lega sul PAI, ovvero sul documento indispensabile per poter ricevere un contributo pubblico sulle polizze assicurative in agricoltura.

Una parte consistente del mondo agricolo chiede una revisione del sistema basato sul PAI e del gravame burocratico che ne consegue, potrebbe essere questo un punto di partenza che potrebbe impegnarci in una riforma a costo praticamente zero, in grado di produrre uno snellimento delle procedure in un’ottica di vera semplificazione, non limitandoci a misure di piccolo cabotaggio, come quelle contenute nell’articolo 2.

Tornando a questa legge, pur ritenendo parziale e limitato l’intervento previsto, nel complesso diamo un giudizio positivo a questo provvedimento, evidenziando come sia necessario aumentare a bilancio le risorse per l’intero comparto agricolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo alla discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Buongiorno, presidente.

È impossibile negare che l’agricoltura, specie nel nostro territorio, abbia un ruolo molto importante. È ovvio che lo è. Direi quasi centrale, visto che l’Emilia-Romagna è la regione, in Europa, con il più alto numero di specialità agroalimentari DOP e IGP, e una buona fetta del PIL regionale è legata alle esportazioni di eccellenze enogastronomiche. Comparto che vale oltre 20 miliardi di euro, che continua a crescere, in cui qualità e legame con la propria terra diventano importanti elementi di valorizzazione e di sostenibilità sia ambientale che economica.

Per questo, come già dimostrato durante l’iter di questa proposta di legge, Fratelli d’Italia c’è quando si vuole intervenire a sostegno del settore e a sostegno di tutti quegli imprenditori agricoli che, durante questa pandemia, hanno garantito cibo fresco e salutare sulle tavole degli emiliano-romagnoli e di tutti gli italiani.

Ovviamente questo atto che ci accingiamo a votare deve essere solo un punto di partenza. I problemi del settore agricolo non si risolvono solo con incentivi per l’attuazione di interventi di riduzione dei gas serra. Non possiamo dimenticarci, ad esempio, dei tanti agriturismi della nostra regione messi in ginocchio purtroppo dal primo lockdown e ora nuovamente bastonati da queste nuove restrizioni per il periodo natalizio, restrizioni peraltro sottolineo essere prive di buonsenso.

Non possiamo voltare le spalle ai problemi dell’agricoltura di montagna, unico vero presidio di sicurezza e vivibilità del nostro Appennino, che risente duramente dei forti attacchi che ogni giorno riceve il made in Italy specie a livello europeo e delle criticità infrastrutturali che caratterizzano la nostra montagna. A questi imprenditori le Istituzioni devono dare risposte chiare e in tempi rapidi.

Concludo, signor presidente, con un appello rivolto a tutti i colleghi e ai rappresentanti dell’Amministrazione regionale qui presenti. Ci accingiamo a trascorrere le festività natalizie in un modo che forse non ci saremmo mai aspettati, per molti lontano dagli affetti, senza quei momenti di gioia e condivisione che hanno caratterizzato i tempi passati. È una situazione di incertezza anche per molte aziende emiliano-romagnole, fortemente penalizzate dalla pandemia.

In questo momento di difficoltà dimostriamo vicinanza e sostegno ai nostri produttori, compriamo locale, compriamo prodotti italiani e della nostra regione e invitiamo tutti gli emiliano-romagnoli a farlo, magari, e qui do uno spunto ai rappresentanti del Governo regionale, avviando un’apposita campagna di sensibilizzazione nell’immediato. Così, oltre ad aiutare le aziende del nostro territorio, aiuteremo anche noi stessi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Tagliaferri.

La parola alla consigliera Rontini.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Sottraggo solo pochissimi minuti a questa giornata che sappiamo essere densa di cose da fare qui in aula per aggiungere la mia soddisfazione in merito all’approvazione del progetto di legge recante “Ulteriori iniziative urgenti nel settore agricolo e misure di semplificazione” e più in generale per il lavoro che sta portando avanti l’Assessorato; lavoro che, pur nella necessità di procedere con celerità per dare risposte tempestive alla nostra agricoltura, ha trovato la piena collaborazione della Commissione Politiche economiche che ho la responsabilità di presiedere, a partire dal consigliere relatore Matteo Daffadà; Commissione che non si è sottratta, neanche in questa occasione, a un proficuo confronto con le rappresentanze delle associazioni agricole, da cui abbiamo tratto anche alcuni spunti per predisporre gli ordini del giorno con alcuni impegni futuri che illustrerà poi meglio il collega Massimo Bulbi.

La mia soddisfazione è dovuta a un rinnovato impegno di questa Regione per sostenere un settore strategico per l’intero territorio regionale. Uno dei pochi aspetti positivi della pandemia è stato forse quello di aver reso evidente a tutti e una volta per tutte quanto sia importante ed essenziale avere un sistema agroalimentare forte e strutturato come quello emiliano-romagnolo, in grado di garantire, anche in tempi di gravi crisi, la sicurezza alimentare in termini di cibo, di prodotti di qualità. È una delle cose che l’assessore ci ricorda sempre e che gli abbiamo sentito dire più volte quando è intervenuto in Commissione. Quindi, investimenti per la riduzione dei gas serra e dell’ammoniaca e semplificazione burocratica sono le misure di sostegno previste in questo PDL, in un’ottica di valorizzazione del comparto zootecnico, che ‒ come certificato anche dall’intesa sottoscritta in Conferenza Stato-Regioni ‒ sta attraversando un momento di forte difficoltà e a cui vogliamo assicurare l’applicazione delle tecniche più efficaci per il miglioramento ambientale. Il tutto in un’ottica di rafforzamento complessivo del nostro sistema agricolo, chiamato già oggi ad affrontare la sfida dei cambiamenti climatici. Basti pensare a cosa è successo con le gelate tardive o ai problemi causati dai fenomeni siccitosi, che negli ultimi anni si sono susseguiti con sempre maggior frequenza. Senza dimenticare i danni che tutte le nuove fitopatie ‒ lo ricordava anche il consigliere di minoranza ‒ causano alle colture.

Ecco perché la programmazione europea 2021-2027, i 400 milioni di euro circa che avremo a disposizione nei prossimi due anni, in attesa dell’approvazione della nuova PAC e del nuovo PSR, e il Recovery Fund sono occasioni importanti per reperire maggiori risorse finanziarie a sostegno delle aziende agricole che investono per la sostenibilità ambientale delle loro attività, a cui ci dobbiamo affiancare per garantire loro la giusta e più equa redditività, accompagnandole nella transizione verso un’agricoltura ancora più sostenibile.

Va in questa direzione il progetto strategico di rilancio del settore frutticolo. Mi si consenta questa breve parentesi, anche dovuta a uno degli ordini del giorno depositato questa mattina e agli interventi che mi hanno preceduta. Voglio dire alle minoranze, al collega della Lega che gli agricoltori, l’agricoltura dell’Emilia-Romagna troverà la nostra Regione schierata al suo fianco. Di questo non deve dubitare. Tutto quello che abbiamo messo in campo in questi mesi va esattamente in questa direzione.

Mi si consenta una breve parentesi sul progetto strategico di rilancio del settore ortofrutticolo, su cui ha iniziato nelle scorse settimane a lavorare l’assessore, che ringrazio, e che mette al centro la riduzione dei costi di produzione, il sostegno agli investimenti necessari per l’adattamento al Climate Change, la ricerca di nuove tecniche di difesa chimica e biologica, l’attivazione di strumenti per la gestione del rischio e la sicurezza delle imprese, che con questo progetto di legge, come è stato detto, andiamo solo a posticipare di qualche mese, nell’attesa che il PSR venga modificato per poter recepire questa novità che abbiamo voluto introdurre per affiancare le imprese e le aziende agricole.

Infine, la promozione delle tante eccellenze regionali, di cui il nostro territorio è ricco. Queste misure sono e restano la strada da percorrere per sostenere in modo rapido e concreto il comparto agricolo e zootecnico dell’Emilia-Romagna, orientandoli alla sostenibilità ambientale, in linea certamente con le politiche europee, ma in linea anche con quanto il mondo contadino da sempre ci insegna: il rispetto della terra, il rispetto dei tempi della natura e la lungimiranza di seminare per poi raccogliere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale ‒ verifico se ci sono nei nostri sistemi altri interventi ‒ passo la parola all’assessore Mammi.

 

MAMMI, assessore: Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Assessore, scusi, chiedevo però ai due relatori se abbiano intenzione di replicare. No. Okay, benissimo.

Grazie, assessore, a lei la parola.

 

MAMMI, assessore: Grazie, presidente. Grazie a tutti i consiglieri che sono intervenuti nel dibattito, grazie al consigliere Daffadà, al consigliere Liverani, alla presidente Rontini e a tutti coloro che hanno preso la parola in questa occasione di presentazione del PdL, che è un atto in forte continuità con il provvedimento che abbiamo portato a luglio, che è stato approvato quasi all’unanimità.

Anche il dibattito di oggi è un’ulteriore conferma e testimonianza della consapevolezza politica e culturale che c’è in quest’aula, in questa Assemblea, del valore straordinario e strategico che ha l’agricoltura per la vita di ciascuno di noi e delle nostre comunità. Mi fa molto piacere ritrovarla. È molto bello, è positivo che ci sia questa consapevolezza da parte di tutti, al di là e a prescindere naturalmente dai ruoli, dalle appartenenze politiche, dalle idee. Ogni volta che si parla di agricoltura emerge veramente un grande senso di responsabilità, un atteggiamento molto costruttivo da parte di tutti i Gruppi, proposte anche molto utili e interessanti per il lavoro che dovrò fare nei prossimi anni, perché ancora una volta nei mesi scorsi la realtà ci ha dimostrato come salute e cibo siano due fattori indispensabili e insostituibili della vita di ciascuno di noi. Questi mesi da assessore mi hanno, ovviamente, messo a conoscenza dei limiti e dei problemi che il nostro settore agricolo vive quotidianamente e sono i problemi che molti di voi hanno citato negli interventi, cioè quello di filiere produttive agricole sottoposte, più di altri settori, agli effetti devastanti del cambiamento climatico, le fitopatie, le gelate, la siccità, gli eventi atmosferici straordinari.

Subiscono anche la competizione e la concorrenza di Paesi che, negli anni scorsi, hanno investito tanto sull’agricoltura, sull’agroalimentare, sul migliorare le performance dal punto di vista della logistica, del costo del lavoro, della tassazione che hanno nei settori agricoli.

Sono i problemi legati anche al fatto che spesso all’interno delle filiere di distribuzione dell’agroalimentare si verificano purtroppo delle speculazioni e si determinano degli squilibri nella ripartizione del valore economico che si crea, per il quale le imprese agricole purtroppo non vengono remunerate adeguatamente per il lavoro che svolgono. Su ogni 10 euro che ciascuno di noi spende in cibo solo 2 vanno alle imprese agricole.

Tuttavia, di fronte a questa dimensione, a questi problemi, a queste ombre, che noi non possiamo sottovalutare, la nostra regione ha tante luci. La nostra regione ha, secondo me, gli anticorpi per poter reagire ai problemi e per potere dare un futuro al nostro sistema agroalimentare e agricolo, perché è una regione che, non solo per i numeri, per le 45.000 imprese, per gli 80.000 dipendenti, per i prodotti di grande qualità e di eccellenza che produciamo, come veniva richiamato anche dal consigliere Tagliaferri, quando parli dell’Emilia-Romagna parli della regione che ha il più alto numero di DOP e IGP in Italia e in Europa, che finiscono sulle tavole di tutto il mondo, rappresentando oltre 6 miliardi di euro di valore economico per il nostro territorio regionale. Penso che anche questa sarà una grande opportunità, perché nei prossimi anni la richiesta di qualità, di attenzione, di sicurezza alimentare crescerà anche dopo una vicenda drammatica come quella del Covid. Questa può essere per noi una grande opportunità, noi che siamo la terra della qualità e delle eccellenze.

Insomma, abbiamo tante ombre, ma abbiamo tante luci, abbiamo un sistema agricolo ancora molto organizzato e strutturato, che ha conoscenze, che ha know-how, che ha capacità di fare rete, di fare sistema che molti altri territori non hanno e quindi davvero possiamo giocarci una partita importante per il futuro.

Naturalmente, dobbiamo sostenerlo questo nostro sistema fatto da decine di migliaia di imprese. Dobbiamo accompagnarle. Non ci dobbiamo, come Istituzione, sostituire al lavoro che fanno le nostre imprese ogni giorno, eccellente, al lavoro di distribuzione dei prodotti. Noi dobbiamo fare in modo che questo lavoro sia facilitato, aiutato, sostenuto e reso sempre più facile. Allora, questi interventi, quello di cui parliamo oggi come quello di cui abbiamo parlato a luglio, vanno in questa direzione: sostenere il lavoro delle nostre imprese agricole e degli agricoltori.

Oggi il PDL di cui abbiamo parlato, di cui stiamo parlando, conferma progetti e obiettivi che già erano stati presentati a luglio. Semplicemente invertiamo i tempi di attuazione. Quello che dovevamo fare nei primi mesi del 2021 lo faremo adesso e quello che dovevamo fare adesso lo faremo nei primi mesi del 2021, ma la sostanza degli interventi non cambia, nemmeno le priorità, neanche la volontà politica, neanche gli obiettivi. Cambiamo naturalmente i meccanismi di finanziamento. Quello che finanziavamo con il PSR lo finanzieremo con risorse regionali e viceversa.

Con il PDL noi non perderemo, quindi, 1.600.000 euro, che rimarranno a disposizione delle imprese agricole. Li useremo nel modo più veloce e più rapido possibile, che è quello di scorrere le graduatorie, che è un principio che ha trovato anche sempre grande condivisione tra i Gruppi. È inutile fare nuovi bandi nel momento in cui hai delle graduatorie, hai delle imprese che hanno fatto i progetti, che si sono impegnate anche a compartecipare alle spese, quindi devi dare loro un segnale di fiducia, un segnale di attenzione. Scorrere le graduatorie significa anche questo.

Naturalmente, soddisfiamo le domande di 118 imprese agricole di questa regione che ci hanno presentato dei progetti davvero molto importanti. Nel merito del contenuto del PDL lasciatemi fare solo questa valutazione. Noi eroghiamo 1.600.000 euro per la copertura delle vasche, per implementare i sistemi di interramento dei liquami. Credo che la presenza di così tante domande al bando del 2018 e anche a quello che si è chiuso nel 2020 testimoni come ci sia tra le imprese agricole, tra gli agricoltori la piena consapevolezza del tema della sostenibilità ambientale e di come a volte si sbagli nel fare delle valutazioni troppo generaliste e nell’attribuire al settore agricolo responsabilità eccessive o nel definire le imprese agricole come soggetti poco sensibili all’ambiente. Io ho scoperto in questi mesi che non è così, perché nell’ambiente le nostre imprese agricole ci vivono, ci lavorano, producono ogni giorno. Questa sensibilità rispetto alle questioni ambientali lo testimonia anche il fatto che l’impresa [...] biologico integrato sono cresciute di oltre il 75 per cento in questi anni. Vuol dire che c’è una grande attenzione.

Questi progetti, che servono, appunto, a contenere le emissioni di ammoniaca in atmosfera, testimoniano questa predisposizione che hanno. Quindi, le generalizzazioni che attribuiscono al settore agricolo una sorta di poca attenzione, di poca sensibilità, che a volte sento nel dibattito generale, queste impostazioni, questi approcci non mi convincono. Non penso siano corrette verso un settore che, come sappiamo, rappresenta il 18-19 per cento delle emissioni di PM10. Dopodiché, rimane l’82 per cento, però, di emissioni di PM10 prodotte da altri settori economici e civili del nostro territorio.

Lo dimostrano anche i numeri di questi due bandi. Le risorse messe sono state tutte esaurite. Le domande sono state oltre 300. Abbiamo messo 18 milioni di euro. La strada tracciata è una strada importante, che andrà proseguita e continuata nei prossimi anni per andare incontro anche ad altre richieste, ad altre domande, ad altri progetti che vanno verso la copertura dei vasconi, l’interramento dei liquami, i sistemi di recupero dei liquami stessi e di costruzione di quell’economia circolare, sulla quale questa Regione ‒ come sappiamo ‒ anche attraverso il Patto per il lavoro e per il clima sarà fortemente impegnata.

Auspico che in questo percorso, in questo processo, oltre le risorse del PSR, che già sono state tante in questi anni e che individueremo anche nei prossimi sette anni, vengano anche individuate e collocate risorse nazionali, per esempio quelle del Recovery Fund. Pensate quanto potremmo accelerare il percorso di copertura dei vasconi, di nuovi sistemi di investimenti tecnologici che riducono le emissioni in atmosfera se una parte consistente delle risorse del Recovery la mettessimo su questi progetti. Noi lo abbiamo chiesto. Anche l’assessora Priolo, devo dire, è stata molto attenta su questo aspetto. Come sapete, nel progetto condiviso con le altre Regioni del Bacino padano, sul quale sono state chieste importanti risorse all’interno del Recovery, ci sono proprio delle linee di finanziamento dedicate anche alle nostre imprese zootecniche, ai nostri allevatori e alle nostre imprese agricole.

C’è quindi interesse da parte delle imprese a farsi carico e ad accettare la sfida della sostenibilità ambientale, ma noi dobbiamo sostenerle, accompagnarle con risorse e con i giusti interventi normativi, dobbiamo sostenere gli investimenti che dovranno fare nei prossimi anni in termini tecnologici e in termini anche di protezione, per aumentare la loro capacità di essere resilienti ai cambiamenti atmosferici.

Il progetto dei sistemi di sicurezza non va in soffitta, rimane un progetto prioritario, di valore, per le ragioni che già avevo richiamato a luglio, quindi l’abbiamo solo posticipato, lo faremo nei primi mesi del 2021 per consentirci di modificare la misura del PSR che dovremo usare per i sistemi di allarme, antintrusione o videosorveglianza, per proteggere meglio le nostre imprese agricole da quei fenomeni di furti, atti vandalici o danneggiamenti delle proprietà di cui purtroppo spesso leggiamo e sentiamo parlare.

L’impegno che la Giunta si assume è di fare il bando appena sarà possibile nel 2021, appena il nuovo PSR sarà pronto, mettendoci anche più risorse di quelle che erano state individuate e modificando la misura, in modo che questi progetti non siano come minimo di 20.000 euro, come avremmo dovuto fare utilizzando l’attuale PSR, ma possano essere anche progetti inferiori, perché se manteniamo il calibro dei 20.000 euro, come capite, potrebbero accedervi solo delle grandi imprese.

Sulla semplificazione concordo con quanto è stato detto, questo è solo l’inizio di un percorso che dovrà continuare e proseguire, e nel 2021 porteremo un progetto organico di semplificazione dei bandi, delle procedure, delle norme che riguardano l’agricoltura, un percorso che ho già avviato a livello informale, ma che formalizzerò nei prossimi mesi, magari coinvolgendo anche la Commissione competente, per raccogliere anche dal vostro punto di vista suggerimenti e idee.

Vi ringrazio molto per il dibattito costruttivo che c’è stato, naturalmente concordo anche con quanto il consigliere Liverani ha detto e ha richiamato sulla necessità di mantenere alta l’attenzione rispetto ai problemi fitosanitari, alla necessità di dotare di strumenti le nostre imprese per affrontare questi fenomeni, ai quali purtroppo siamo sempre più abituati, perché, come ho ricordato spesso in occasioni pubbliche, nel momento in cui tu togli degli strumenti devi avere la forza, dal punto di vista della ricerca e della conoscenza, di offrire alle imprese strumenti alternativi, diversamente rischiamo di perdere intere produzioni.

Sulla cimice asiatica erogheremo, nel più breve tempo possibile, i 62 milioni di euro che sono stati assegnati all’Emilia-Romagna, che è la Regione che ne ha ricevuti di più a livello nazionale. Continueremo la lotta biologica attraverso la vespa samurai. Soprattutto abbiamo preso l’impegno – lo stiamo già facendo – di scorrere tutte le graduatorie dei progetti che sono stati presentati. Quindi, 9 milioni di euro di finanziamento per installare delle reti di protezione dalle cimici.

Sulle gelate concludo, dicendo questo. A differenza di quanto accaduto qualche anno fa, dove fu negata la deroga all’utilizzo della legge n. 102, dopo che le nostre imprese erano state danneggiate dal Burian, nei mesi scorsi la deroga alla legge n. 102 per le gelate è stata accolta. Sono stati individuati 20 milioni di euro, che sono assolutamente insufficienti rispetto ai danni che le imprese hanno ricevuto in primavera da questi eventi atmosferici. Però, è stato presentato in Parlamento un emendamento collegato alla legge di stabilità: auspico e chiedo anche a tutti i Gruppi consiliari, ai Gruppi politici che sono qui presenti e che sono presenti, ovviamente, anche in Parlamento, di sostenere questo emendamento, un emendamento che aumenta le risorse destinate alle imprese agricole, quelle frutticole in particolar modo, danneggiate dalle gelate. È un emendamento che abbiamo sollecitato anche come Regione. Quando ci è stato chiesto, abbiamo anche personalmente dato una mano nella scrittura dell’emendamento stesso. È depositato adesso alla Camera, che è il ramo del Parlamento dal quale inizia la discussione sulla legge di stabilità, sarebbe positivo se tutti i Gruppi politici lo approvassero. Questo consentirebbe di raddoppiare almeno queste risorse che finora sono state stanziate, che sono poche. Rimarrebbero forse ancora poche, ancora insoddisfacenti rispetto alle esigenze che abbiamo, ma sarebbe comunque un segnale importante che l’emendamento passasse. Quindi, è un appello che rivolgo a tutti i Gruppi politici.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Passiamo ora all’esame dell’articolato.

Ricordo che sull’oggetto ci sono tre proposte di ordine del giorno: la n. 1, a firma dei consiglieri Daffadà, Liverani, Zappaterra, Rainieri, Bondavalli, Zamboni, Pigoni, Mastacchi, Lisei, Taruffi, Castaldini, Tarasconi, Costi, Montalti, Pillati, Caliandro, Rossi, Francesca Marchetti e Rontini; la n. 2, a firma dei consiglieri Bulbi, Daffadà, Zamboni, Zappaterra, Taruffi, Tarasconi, Costi, Pillati, Caliandro, Rossi, Francesca Marchetti e Rontini; la n. 3, a firma Pelloni, Bulbi, Zappaterra, Rainieri, Liverani, Daffadà, Taruffi, Rontini, Costi, Bondavalli, Pigoni e Zamboni.

Passiamo quindi alla votazione dell’articolato.

Articolo 1.

Discussione generale.

Dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Volevo semplicemente annunciare il voto favorevole di Europa Verde. Riteniamo che si tratti di un provvedimento importante.

Come dice?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Siamo sulle dichiarazioni degli articoli. Però, se lei vuole già dare la dichiarazione di voto non cambia. Adesso stiamo votando i tre articoli. Poi ci saranno le dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno e sulla legge in totale.

Se vuole intervenire dopo…

 

ZAMBONI: Va bene, intervengo dopo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera.

Se non ci sono dichiarazioni di voto sull’articolo 1, mettiamo in votazione l’articolo 1.

La votazione è aperta.

la Votazione è chiusa.

 

Presenti 35

Favorevoli 33

Contrari 0

Astenuti 0

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 2.

Nessun emendamento.

Discussione generale. Consigliere Bulbi, prego.

 

BULBI: [...] articolo 1.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Anch’io ho dei problemi con la chat. Non riesco ad accedere al voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quindi, articolo 1, voto favorevole Bulbi e Pigoni. Zamboni Silvia?

 

(interruzione della consigliera Zamboni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Okay. Grazie.

Discussione generale sull’articolo 2. Nessun intervento.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Solo perché è arrivato adesso l’ordine del giorno. Visto che stavamo già lavorando come Gruppo su questi temi rispetto al bilancio, abbiamo ritenuto più coerente associarlo alla discussione importante che c’è stata. Ho sentito da remoto gli interventi che mi hanno preceduto in discussione generale. Credo si sia lavorato tanto per un’agricoltura sostenibile. Ho apprezzato molto tutti gli interventi, che condivido pienamente, proprio perché credo che oggi ‒ ieri ne abbiamo parlato a lungo ‒ sui temi ambientali e sul tema idrico, tema centrale, si sia lavorato tanto e si possa fare ancora tanto.

Uno dei sistemi più importanti è anche quello di regimare le acque, quindi trovare futuri progetti, su cui concludeva l’assessore il suo intervento, poter un domani trovare nuovi progetti, nuove forme di finanziamento. Credo che in questa direzione possa essere [...] l’ordine del giorno con dei sistemi a goccia. I primi su tutti sono proprio i nostri agricoltori, attenti a queste tematiche.

Inoltre, associato a quello, anche per utilizzare sempre meno fitofarmaci, fitosanitari, in questo caso con delle barriere fisiche. Ovviamente, una rete contro la drosofila e una contro eventualmente la cimice, di cui si è parlato anche prima, possono essere sicuramente dei sistemi importanti per la protezione, per mantenere una produzione di qualità e una produzione costante, perché la cosa più importante è riuscire a garantire il prodotto sul mercato e soprattutto i ristori sono preziosi e importanti, ma ovviamente i nostri imprenditori vorrebbero raccogliere la frutta per cui hanno investito tanti anni e tante risorse.

Leggo quindi solo la parte dispositiva. “L’Assemblea legislativa impegna la Giunta per quanto di competenza a garantire la prosecuzione e il potenziamento degli stanziamenti di risorse a favore del settore della frutticoltura nel suo complesso, incluse le risorse destinate agli impianti di copertura antipioggia e antigrandine, alle reti anti insetto, agli impianti di irrigazione a goccia per il risparmio idrico dei frutteti”.

Ringrazio i relatori, perché al consigliere Daffadà l’abbiamo fatto vedere ieri sera alle 21.00, la Presidenza è stata “flessibile” ‒ tra virgolette ‒ anche nell’opera di congiunzione e nel recepire quasi in zona Cesarini l’ordine del giorno, ma penso fosse più importante inserirlo in questa discussione generale piuttosto che magari negli esami degli emendamenti e degli ordini del giorno del bilancio, dove si parla di tutt’altro e magari non avevamo la preziosa presenza dell’assessore competente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pelloni.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale sull’articolo 2, passiamo alla dichiarazione di voto sull’articolo 2. Nessun intervento.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 41

Favorevoli 38

Contrari 0

Astenuti 0

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 3.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Consigliere Daffadà, prego.

 

DAFFADÀ: Volevo illustrare brevemente l’ordine del giorno che abbiamo presentato, che è stato…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Come da Regolamento – glielo dico perché forse non è chiaro – all’interno della discussione generale degli articoli è possibile illustrare argomenti, quindi emendamenti od ordini del giorno, che attengono a quel provvedimento. Quindi, lei ha facoltà.

 

DAFFADÀ: Grazie, presidente.

Con l’ordine del giorno in oggetto, appunto, preso atto che la modifica prevista dall’articolo 1 del progetto di legge in oggetto comporta che l’intervento integrativo volto a finalizzare l’introduzione di sistemi di sicurezza e protezione delle attrezzature e delle macchine agricole presenti nelle aziende, previsto dalla recente legge regionale, quella approvata questa estate, il 31 luglio 2020, viene sostituito con un intervento volto a finalizzare investimenti per la riduzione di gas serra e ammoniaca, un tipo di operazione, come abbiamo già detto ieri, che è stata ritenuta più urgente.

Quindi noi, con questo ordine del giorno, impegniamo la Giunta regionale a mantenere attivo l’intervento volto a finalizzare l’introduzione di sistemi di sicurezza e protezione delle attrezzature e delle macchine agricole. L’impegno sorge dalla piena consapevolezza che gli investimenti sui sistemi di allarme per le macchine agricole sono una misura necessaria, che l’assessorato all’agricoltura ha fortemente voluto.

Grazie a questo impegno e alla volontà dell’assessorato che va in tal senso la suddetta misura non viene cancellata e, quindi, sarà riproposta con un apposito bando nella primavera 2021. Non solo, l’assessore ha dichiarato anche che saranno aumentate le risorse e abbassata la soglia minima per accedere ai finanziamenti, portandola da 20.000 a 5.000 euro. Quindi, con questo vogliamo invitare la Giunta a riproporre questa misura cancellata nel prossimo futuro, il prima possibile.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daffadà.

Se non ci sono altri interventi, passiamo alle dichiarazioni di voto sull’articolo 3. Nessun intervento in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Votanti 44

Favorevoli 42

Contrari 0

Astenuti 0

 

È approvato.

 

Passiamo ora alla discussione generale congiunta sull’ordine del giorno e sul provvedimento. Gli ordini del giorno sul provvedimento.

Se non ci sono interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sugli ordini del giorno e sul provvedimento.

Consigliere Bulbi, prego.

 

BULBI: Grazie.

Il Gruppo del PD sostiene e voterà convintamente questo PDL per alcune ragioni, intanto perché propone, come hanno detto i relatori, di attivare entro l’anno un intervento urgente per sostenere le imprese agricole regionali nella realizzazione di investimenti per la riduzione di gas serra e ammoniaca, in un’ottica di valorizzazione del comparto agricolo e zootecnico a cui è importante assicurare l’applicazione delle tecniche più efficaci per il miglioramento ambientale nella copertura di queste vasche necessarie. L’altro motivo è perché conferisce alla lotta al cambiamento climatico un ruolo cardine nell’agenda politica regionale, ma una cosa importante, che diceva adesso anche il consigliere Daffadà, non cancella comunque l’intervento sulla sicurezza originariamente stabilito dall’articolo sul quale agiamo, perché questo è un intervento molto importante. Non ripeto quello che è stato detto. Il fatto che viene semplicemente rimandato di qualche mese, in attesa del bando relativo, è una cosa che può essere accettata. Anzi, voglio anche ringraziare l’assessore perché ha assicurato anche un aumento di risorse in questo settore. È anche importante il fatto che questo intervento venga fatto alle imprese sia in forma singola che in forma associativa.

Poi c’è un altro aspetto per me fondamentale, che anche in questo PDL viene ripreso, che è un impegno, un’azione che questa Giunta regionale sta facendo, e che io condivido molto. Quello di guardare le graduatorie, cercare di farle scorrere e mettere quei finanziamenti necessari per far scorrere le graduatorie e dare risposte a tutte quelle imprese che, pur avendo fatto progetti importanti ed essendo state ammesse a finanziamento, non hanno potuto avere nessuna risorsa, perché non c’erano, appunto, le risorse necessarie. Qui addirittura andiamo a dare una risposta a 47 aziende. Quindi, è un intervento veramente molto importante.

Un altro tassello importante che ci spinge a dare un voto favorevole a questo PDL è quello di continuare, anche questa volta, nella direzione della semplificazione amministrativa. Questa ‒ ripeto ‒ penso sia una cosa molto importante. Come si diceva, ma lo dirò dopo, quando presenteremo l’ordine del giorno, c’è anche un impegno, con questo ordine del giorno, a cercare ulteriori risorse necessarie ‒ ovviamente dal Recovery Fund ‒ per implementare le risorse che servono per aiutare tutto il mondo dell’agricoltura. Questa penso sia una cosa importante.

Per questo il Gruppo del PD darà un voto favorevole sia al PDL che agli ordini del giorno che sono stati presentati. Un altro verrà presentato dopo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Altri interventi in dichiarazione di voto? Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Innanzitutto parto con la dichiarazione di voto sul primo ordine del giorno: voteremo a favore. Sul secondo ordine del giorno, vista la grande connotazione politica che in un certo senso è stata data anche rispetto ai fondi del Recovery Fund, sul quale abbiamo una posizione ben nota, ci asterremo. Voteremo a favore dell’ultimo ordine del giorno, quello relativo alla frutticoltura, così come voteremo a favore nel complesso sul progetto di legge.

Approfitto di questo tempo per fare, magari, qualche riflessione in generale sull’obiettivo agricolo per i prossimi anni.

Noi sappiamo che in questo momento è in corso una discussione per la redazione del Patto per il lavoro e per il clima, sappiamo che in questa fase l’agricoltura può essere uno di quei settori strategici per ripartire dopo questa emergenza Covid economica, che ancora attanaglia le nostre imprese e anche le imprese agricole, quindi pensiamo che ci sia da avere una prospettiva lungimirante per stare al fianco dei nostri agricoltori, ma soprattutto anche delle nuove generazioni di agricoltori, nuove generazioni di agricoltori che magari decidono e vogliono rimanere a fare agricoltura in montagna.

Oggi ricorre la Giornata Internazionale della Montagna (qui oggi lo ricordiamo) e penso che in questo momento debba essere fatto da tutti noi un pensiero su quella che è l’importanza dell’agricoltura in montagna per tanti fattori, come per esempio anche il contrasto al dissesto idrogeologico, perché sappiamo bene che l’agricoltura è un importante presidio, che negli anni è sempre servito a tutelare il nostro patrimonio naturale montano.

Proprio da quello dobbiamo ripartire per considerare la montagna non come una giornata unica, ma un patrimonio che deve essere tutelato ogni giorno, e questo lo dico ora perché come Lega ci stiamo spendendo tanto sui territori, ci siamo spesi tanto perché la montagna venisse sempre salvaguardata.

Mi permetto di fare un inciso, per dire che non bastano ovviamente quei piccoli contributi (sicuramente meglio di niente, ma non bastano) quei piccoli contributi che vengono dati per andare in montagna, perché soprattutto dobbiamo cercare di far sì che ci siano infrastrutture, ma soprattutto anche potenzialità imprenditoriali perché la gente possa andare a lavorare in montagna e possa rimanere a vivere in montagna.

L’agricoltura ha tante sfaccettature, ha tante necessità che sono state elencate anche da vari presidenti di varie associazioni agricole durante questi mesi. Noi sappiamo che l’acqua per esempio è una grande sfida che deve essere portata avanti da tutto il territorio, tutta l’Amministrazione e tutta la politica, perché senza acqua l’agricoltura non può sopravvivere, questo lo sappiamo bene. Come è necessario andare a ragionare sulla possibilità di costruzione di nuove dighe e nuovi invasi e traverse sui territori, che devono poter fungere da fulcro per la nostra economia regionale, anche se (permettetemi una piccola digressione) nella passata legislatura su alcune traverse la Regione Emilia-Romagna ha preso una posizione nettamente contraria sui territori.

Sappiamo bene che c’è anche la necessità di lavorare per incrementare e tutelare le parti relative agli allevamenti, perché quando si parla di allevamento e tutti noi quello che mangiamo viene dalla nostra agricoltura, tanto anche dagli allevamenti che noi abbiamo sui nostri territori, e qui dobbiamo ragionare anche su come viene concepito l’allevamento, su come viene concepita l’agricoltura. Vi sono delle parti politiche – permettetemi di dirlo – che identificano nell’agricoltore e nell’allevatore uno dei peggiori problemi del nostro ecosistema ambientale. Ecco, io penso che sia interesse stesso dell’agricoltore far sì che il nostro ecosistema venga salvaguardato, che il nostro ambiente venga salvaguardato, quindi è necessario che l’agricoltore continui a lavorare come sta facendo, perché il suo intervento in natura possa contribuire anche allo sviluppo di un clima pulito e di un ambiente sano, perché questo è ciò che stanno facendo.

Bisogna ripartire, come dicevo prima, dall’agricoltura anche per la tutela dei nostri prodotti locali, quindi penso ai prodotti a chilometro zero, penso ai prodotti made in Emilia-Romagna, penso ai prodotti made in Italy, che sicuramente sono un patrimonio aggiunto. Come veniva detto giustamente anche prima dall’assessore, per quanto riguarda DOP e IGP abbiamo un patrimonio culturale immenso. Quindi, dobbiamo cercare di salvaguardarlo il più possibile. Ovviamente una direttiva che ci deve contraddistinguere come Regione è quella di continuare a investire su questi prodotti, però non attanagliando gli agricoltori, ma accompagnandoli anche nella possibilità di svolgere impresa in modo concreto e performante.

Sicuramente, quindi, il nostro voto è a favore di questo progetto di legge, anche se nel merito ha spiegato bene il consigliere relatore Liverani che sicuramente siamo d’accordo anche per la grande condivisione che è stata fatta da parte delle associazioni di categoria di tutto il mondo agricolo.

Noi pensiamo e speriamo che come visione di agricoltura ci possa essere una visione lungimirante, che non vada ad attanagliare gli agricoltori magari con posizioni prettamente e puramente ideologiche, ma che possa arrivare ad aiutare anche quell’agricoltore a collaborare eventualmente anche con le associazioni territoriali di caccia, piuttosto che i cacciatori dello stesso territorio, perché se queste due realtà possono continuare a collaborare si può realmente condividere un percorso comune.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

In realtà, prima sarei voluta intervenire sull’articolo 1 del provvedimento…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera, la stavo ascoltando. È che abbiamo un problema tecnico, nel senso che, come tutti sapete, le dichiarazioni di voto sono cinque minuti per Gruppo, ma dallo schermo esce il tempo di dieci minuti come quando si fa la discussione generale. Era solo una disquisizione tecnica. Prego.

 

ZAMBONI: Starò dentro i cinque minuti, annunciando voto favorevole di Europa Verde, con una precisazione. È chiaro che l’agricoltura oggi ha un doppio ruolo, da un lato può contribuire ai cambiamenti climatici e dall’altro ne è vittima con ondate di calore al di là delle medie stagionali, ma soprattutto periodi di siccità che si alternano a periodi, invece, di precipitazioni improvvise, di grandi quantitativi.

In più, ci sono esperienze anche particolari che toccano, purtroppo, la nostra Regione, tipo la presenza della cimice asiatica. È chiaro che l’agricoltura è sottoposta a uno stress al quale bisogna reagire.

Nello specifico di questo provvedimento, come Europa Verde votiamo a favore. È giusto quindi contenere l’evaporazione, l’emissione di ammoniaca che deriva dai reflui degli allevamenti che è spesso un’attività connessa a quella dell’agricoltura. È giusto contenere queste emissioni con interventi di natura materiale, nel senso di coprire le vasche, e va bene. Però, c’è un altro settore di attività che contribuisce all’emissione in atmosfera dell’ammoniaca, che sono i sistemi di diffusione, di spandimento di questi reflui sui campi.

È questa la fase peggiore di diffusione di queste emissioni, che poi vanno a combinarsi con altri inquinanti presenti in atmosfera da cui la produzione di polveri sottili, che sappiamo quanto sono dannose di per sé, sono uno degli inquinanti più diffusi nel bacino padano. È un inquinante che ha avuto sicuramente un ruolo anche nella diffusione della pandemia, soprattutto nella prima ondata. Forse non è un caso che allora la Lombardia sia stata particolarmente toccata in quelle province dove erano stati più elevati questi spandimenti di liquami. Quindi, va benissimo il provvedimento che è in discussione oggi.

Noi lo votiamo, però rivolgo all’assessore un appello, perché anche d’intesa con le altre regioni che affacciano sul bacino, bacino padano che ricordiamo è considerato dall’Agenzia europea dell’ambiente, non da una associazione ambientalista o tanto meno dai Verdi in quanto tale... Noi ci rendiamo diffusori di questi dati, ma non siamo noi ad averli creati. L’Agenzia europea per l’ambiente sostiene che il bacino padano è tra le zone più inquinate d’Europa, se non la più inquinata. Tra gli inquinanti atmosferici c’è l’ammoniaca, e già questo ci tocca, con migliaia di decessi prematuri ogni anno. Probabilmente c’è stata un’attività anche nella diffusione del Covid. È chiaro che polmoni già debilitati sono meno forti nel resistere a questa nuova pandemia.

Detto tutto questo, l’appello all’assessore è questo: si facciano pure gli interventi di copertura delle vasche, ma, d’intesa con le altre Regioni del bacino padano, si lavori alla diffusione di metodologie di spandimento che prevedano non uno spandimento in area libera, ma nei primi centimetri del terreno, in modo da contenere le emissioni. Sennò la pura copertura delle vasche non basterà a proteggerci da questo fenomeno negativo.

Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altri in dichiarazioni di voto.

A questo punto, passiamo alle votazioni degli ordini del giorno.

Votiamo l’ordine del giorno 1951/1, a firma Daffadà e altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 44

 

È approvato.

 

Passiamo all’ordine del giorno 1951/2, a firma Bulbi e altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 28

Astenuti 15

Contrari 0

 

È approvato.

 

Passiamo all’ordine del giorno 1951/3, a firma Pelloni e altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 41

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Ora passiamo alla votazione sul progetto di legge “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 42

 

È approvato.

 

OGGETTO 2040

Proposta recante: “Bilancio di previsione finanziario dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per gli anni 2021-2022-2023”. (34)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora passiamo al bilancio dell’Assemblea, all’ordine del giorno n. 2040: proposta recante: “Bilancio di previsione finanziario dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per gli anni 2021-2022-2023”. È una delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 68 del 19/11/2020.

La Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 2 dicembre 2020, con la seguente votazione: 46 voti a favore, nessun contrario e nessun astenuto.

Il parere del Collegio dei revisori dei conti è favorevole.

Passo la parola alla consigliera Katia Tarasconi. Prego, consigliera.

 

TARASCONI: Grazie, presidente.

Come ha già menzionato lei, il 19 novembre l’Ufficio di Presidenza ha approvato il bilancio di previsione finanziario dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per gli anni 2021, 2022 e 2023.

Il bilancio di previsione finanziario per gli anni 2021 e 2023 dell’Assemblea viene approvato sulla base degli schemi di bilancio ai sensi del decreto legislativo 118/2011 ed è composto dallo stato di previsione delle entrate, dallo stato di previsione delle spese, dai rispettivi riepiloghi del quadro generale riassuntivo, dagli equilibri e dai documenti allegati alla delibera posta in votazione.

Come ha detto precedentemente lei, è stato acquisito il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti, ai sensi dell’articolo 72 del decreto legislativo n. 118/2011 e in data 2 dicembre la delibera è stata votata all’unanimità in Commissione I.

Si sottolineano brevemente solo due aspetti significativi: che la quota destinata al finanziamento dell’Assemblea non ha subito alcun incremento rispetto a quanto stanziato nel precedente bilancio 2020-2022, la medesima quota rimane confermata anche per l’esercizio 2023; il risultato di amministrazione presunto, derivante dall’esercizio 2020, è stimato in euro 3.453.178,74, di cui 2.011.048,24 quale parte accantonata, euro 259.858,69 quale parte vincolata ed euro 1.182.271,81 quale parte disponibile.

Per quanto riguarda la parte spesa, il bilancio presente per l’esercizio 2020-2021 ha assicurato le richieste di fabbisogno delle varie strutture assembleari, tenendo conto delle attività già in essere, dei progetti e bandi in corso con scadenza nell’esercizio successivo e dei contratti per servizi di durata pluriennale ivi comprese le spese di manutenzione informatiche derivanti dalla realizzazione della remotizzazione delle sedute dell’aula, delle Commissioni e degli altri organi istituzionali dell’Assemblea legislativa.

Il progetto è realizzato nel 2020, ovviamente, quale azione di contenimento della diffusione del virus Covid, al fine di garantire la continuità delle funzioni politico-istituzionali.

Ringrazio il collega questore Tagliaferri, il presidente della I Commissione e ovviamente la Direzione generale e tutto il personale che ha lavorato per comporre il bilancio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Discussione generale sul provvedimento.

Ricordo che ci sono dieci minuti per consigliere.

Io non ho nessuno in discussione generale.

Dichiarazioni di voto? Non ho nessuno in dichiarazione di voto.

A questo punto, passo alla votazione sul provvedimento: bilancio di previsione finanziario dell’Assemblea legislativa per gli anni 2021, 2022 e 2023.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 41

 

È approvato.

 

OGGETTO 1905

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Disciplina delle assegnazioni delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e determinazione dei relativi canoni”. (Delibera di Giunta n. 1474 del 26 10 20) (Testo base) (9)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

OGGETTO 1869

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Disposizioni in materia di assegnazione di concessioni di grande derivazione ad uso idroelettrico”. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo, ora, ai seguenti oggetti: 1905, progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Disciplina delle assegnazioni delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e determinazione dei relativi canoni”, e 1869, progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante “Disposizioni in materia di assegnazione di concessioni di grande derivazione ad uso idroelettrico”, a firma del consigliere Mastacchi.

Il testo n. 1/2020 è stato licenziato dalla Commissione territorio, ambiente, mobilità nella seduta del 2 dicembre 2020 con il seguente titolo: “Disciplina delle assegnazioni delle concessioni di derivazioni idroelettriche con potenza nominale superiore a 3000 kw e determinazione di canoni”.

Il progetto di legge è composto da quaranta articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Igor Taruffi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Marco Mastacchi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Passo la parola al consigliere Igor Taruffi. Prego, consigliere.

 

TARUFFI, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Arriva in aula un progetto di legge decisamente significativo, che ci ha visto confrontarci nella Commissione competente e nelle Commissioni referenti, che ci ha visti impegnati anche in un’udienza conoscitiva partecipata, in cui si è sviluppato anche un confronto franco con gli interlocutori e gli stakeholder interessati da questo progetto di legge, che trae le mosse dalle disposizioni nazionali che si sono succedute ovviamente in materia di regimentazione delle acque e di controllo del settore complessivamente.

Si fa riferimento ovviamente alla legge madre, che è il Regio Decreto 1775 del 1933, che quindi ovviamente è un po’ datato, ma continua ad essere il punto di riferimento del settore. In epoca più recente i due elementi normativi che hanno reso necessario il progetto di legge di cui iniziamo adesso la discussione in aula sono il decreto legislativo 79 del 1999, quello che, per intenderci, come ben sappiamo, ha introdotto il tema sostanzialmente della concorrenza e il tema delle concessioni all’interno della gestione delle centrali idroelettriche, delle grandi derivazioni idroelettriche, legge del 1999 che assegnava peraltro ovviamente al gruppo Enel e a quelle che poi sono state le realtà ad esso collegate interne al gruppo Enel la gestione per quanto riguarda il nostro territorio.

Parliamo di nove grandi derivazioni che sono sparse su tutto il territorio regionale, più o meno in tutte le province della nostra Regione, concessione che arriva al 1° aprile 2029, quindi una concessione trentennale che dal 1999 arrivava al 2029.

L’altro elemento normativo di riferimento, che è molto più recente e che ci tocca ancora più direttamente, è il decreto legislativo del febbraio 2019, che ha di fatto, con un termine che utilizziamo per capirci, regionalizzato la competenza delle concessioni, quindi il percorso che ogni Regione deve legiferare e disciplinare per arrivare ad attribuire, al termine delle concessioni in essere, la nuova durata delle nuove concessioni.

Il progetto di legge, in sostanza, ha lo scopo di determinare il percorso che da qui al 2029 impegnerà la nostra Regione nei vari passaggi che dovranno essere fatti per arrivare al bando di gara attraverso cui assegnare la nuova concessione a partire dal 2029.

Ovviamente nel testo di legge, oltre all’elemento fondamentale, che è esattamente questo, cioè il procedimento unico di assegnazione della concessione, all’interno del quale, però, sono disciplinati, in modo preciso devo dire e, dal nostro punto di vista, anche molto positivo, alcuni requisiti che devono essere soddisfatti, devono essere precisamente raggiunti non solo dall’attuale concessionario per l’eventuale nuova partecipazione al bando di gara, ma in generale per chiunque intenda partecipare a quella gara che, ripeto, si svolgerà nel 2029.

In particolar modo tra i requisiti – questo è un elemento sul quale vorrei soffermarmi un attimo – vengono precisati alcuni elementi che, secondo noi, sono di grande tutela per il territorio, per le comunità, per gli ambiti in cui insistono queste grandi derivazioni, a partire dalla necessità di mettere in fila e ordinare in modo preciso gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per fare in modo che le grandi derivazioni delle centrali idroelettriche siano pienamente funzionanti e in condizioni ottimali per arrivare al raggiungimento del bando di concessione del 2029, ma soprattutto – questo è un aspetto su cui insistono alcuni articoli del testo – la tutela ambientale delle aree su cui insistono le grandi derivazioni, perché abbiamo visto negli ultimi periodi, non solo recentemente, essere questo un elemento di particolare interesse e su cui bisogna puntare con attenzione l’attività della nostra Regione, perché abbiamo visto che di manutenzione ordinaria e straordinaria, con tutto quello che questo comporta, c’è estrema necessità e c’è estremo bisogno, onde evitare alcuni spiacevoli accadimenti, che pure hanno investito alcune aree della nostra regione e, recentemente, anche della provincia di Bologna. Dicevo, però, che all’interno del testo viene poi introdotta, e ovviamente tocco alcuni punti per sommi capi poiché le discussioni le abbiamo affrontate in modo direi esaustivo anche in Commissione, con quei confronti che ricordavo prima, l’elemento caratterizzante anche di questo testo è l’aggiornamento, l’introduzione direi di questo aggiornamento dei canoni di concessione a partire dal 2021; canoni di concessione che sono richiesti a partire dal 2021 all’attuale concessionario sulla base di una quota fissa stabilita nei 40 euro per kWh di energia nominale prodotta e una parte variabile, il 2,5 per cento, che appunto viene introdotto come elemento di quota variabile.

Dai conti che abbastanza facilmente possono essere desunti, grosso modo parliamo di circa 5 milioni di euro, un introito su cui, a partire dal 2021, la Regione dovrebbe contare. Sono risorse… Questo è l’altro punto che è anche oggetto di alcuni emendamenti che sono stati consegnati nella giornata di ieri. Ovviamente, nel corso di questi giorni, di queste settimane, come sanno bene il relatore di minoranza, i Capigruppo, i consiglieri con cui ci siamo confrontati anche in via informale al di fuori delle Commissioni. Quindi, gli oggetti, compresi gli emendamenti che arrivano questa mattina in aula, non sono una sorpresa. Dicevo, però, di quei 5 milioni, che rappresentano un introito su cui si fa conto a partire dal 2021, si propone di destinare una parte, che in un emendamento che oggi arriva in discussione aumentiamo dal 30 al 40 per cento la percentuale da destinare sui territori interessati dalle grandi derivazioni stesse.

Così come in un altro emendamento tocchiamo un altro punto che è stato oggetto anche di emendamenti che sono arrivati dai colleghi di minoranza nel corso delle discussioni in Commissione, la fornitura di energia elettrica gratuita sempre a vantaggio delle utenze e dei territori interessati dalle grandi derivazioni, che in Commissione avevamo aumentato fino al 60 per cento e che con un emendamento che arriva a firma congiunta con la collega Piccinini, aumentiamo fino alla totalità, quindi al 100 per cento.

Ovviamente ho toccato due aspetti che rappresentano, però, da questo punto di vista, un’innovazione significativa, quindi risorse che noi introduciamo con l’aggiornamento dei canoni che destiniamo ai territori, da un lato; dall’altro, l’introduzione della fornitura di energia elettrica gratuita per i territori sempre interessati dalle derivazioni idroelettriche. Sono due aspetti non secondari che stanno all’interno di un percorso, che qui cercavo di richiamare, che ha come obiettivo unico e fondamentale quello di tracciare il percorso che ci accompagnerà da qui ‒ come ho detto all’inizio ‒ al 2029, in un percorso di collaborazione, costruttivo, con tutti i soggetti e gli interlocutori interessati per stabilire e raggiungere i due obiettivi di fondo, che sono, da un lato, assicurare la possibilità di garantire nel miglior modo possibile un bene così prezioso come quello della risorsa idrica, soprattutto dal punto di vista della produzione, in questo caso, elettrica, quindi l’idroelettrico come elemento fondamentale di una strategia che sta anche all’interno e che starà all’interno del Piano energetico regionale, che punta sulle fonti di energia rinnovabile. Quindi, chiaramente, l’idroelettrico è una parte, una parte per noi importante e significativa.

In questo percorso che da qui al 2029 abbiamo tracciato con questo progetto di legge c’è la necessità di assicurare, e su questo c’è stato anche un confronto positivo con le posizioni, la volontà di assicurare le migliori condizioni per garantire lo sviluppo, il potenziamento, l’implementazione di un asset complessivamente inteso, come quello delle energie rinnovabili, che rappresenta sicuramente un obiettivo fondamentale per la nostra Regione.

Insieme a questo, però, è altrettanto importante la necessità di assicurare la tutela ambientale dei territori interessati dalle grandi derivazioni e, più in generale, del territorio della nostra regione in senso più ampio. Per quanto compete questo progetto di legge, i requisiti che vengono richiesti ai concessionari, anche il percorso dettagliato in ordine agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che richiamavo prima, la necessità di predisporre anche documentazioni, interventi e rendicontazioni con largo anticipo rispetto al termine della concessione, addirittura chiediamo due anni prima, per arrivare nelle condizioni migliori per affrontare un passaggio, quello del 2029, attraverso l’assegnazione delle nuove concessioni con il bando, in cui tutti siano pronti, e soprattutto, visto che si parla di concessioni che avranno validità per decine di anni, è un appuntamento non secondario, al quale dobbiamo arrivare nelle migliori condizioni possibili.

Ovviamente abbiamo ascoltato con attenzione (anche qui non voglio eludere il tema) le osservazioni che sono arrivate nell’udienza conoscitiva dagli interlocutori, dagli stakeholder in un confronto che, come ho definito, è stato schietto, franco, insomma, e credo sia stato anche positivo da questo punto di vista, perché credo che il miglior modo per costruire anche progetti di legge sia quello di avere occasioni di confronto chiare, nette, senza infingimenti.

Da questo punto di vista credo che sia stata apprezzabile anche l’udienza che abbiamo svolto nelle settimane scorse, nei giorni scorsi. Come dicevo, abbiamo ascoltato con attenzione quelle osservazioni, in parte crediamo di essercene fatti carico, ci sono anche alcuni emendamenti che recepiscono in parte alcune delle preoccupazioni espresse in quella sede in ordine ad alcuni elementi anche di carattere legislativo, però il nostro obiettivo, che è quello dell’interesse [...] generale del rispetto degli obiettivi che richiamavo, quindi investimenti, potenziamento del settore idroelettrico da un lato come parte di una strategia che punta sulle energie rinnovabili, e tutela dell’ambiente dall’altro, vuol dire trovare un punto di compromesso, un punto di equilibrio tra tutte le esigenze in campo, che dal nostro punto di vista questa legge nel percorso delineato assicura.

Ciò non significa che su tutto saremo d’accordo con gli interlocutori, con gli stakeholder, con il concessionario e con una parte anche del mondo produttivo, che pure ha svolto delle osservazioni, averle ascoltate e recepite e tenerne conto non significa ovviamente condividerle in toto.

Crediamo che questo progetto di legge, come ho detto (mi avvio alla conclusione), rappresenti comunque un elemento che ci consente di dire che oggi facciamo un passo avanti sia nella definizione e nell’espletamento di una norma di legge nazionale che ci richiede un passaggio e ce lo richiede entro il termine dell’anno in corso, ma facciamo un passo avanti anche perché riordiniamo un settore e diamo quindi una prospettiva ad una dinamica che è molto tecnica da un punto di vista contenutistico, ma che ha un alto valore di prospettiva soprattutto per le materie che tocca.

È vero che nella nostra regione non esistono grandi invasi, non esistono grandi centrali idroelettriche, come quelle presenti in altre regioni, non esistono per dimensioni, non abbiamo una produzione idroelettrica altrettanto significativa rispetto a quella di altre regioni, ma è vero che anche il numero è contenuto, lo dicevo prima, nove, alcuni dei quali sono costituiti da sistemi di invasi di medie e piccole dimensioni, penso ad esempio, con riferimento al territorio dal quale provengo, alle centrali di Pàvana, Suviana e Brasimone, che sono piccole centrali, ma che costituiscono un sistema fondamentale per il sistema idroelettrico e idrogeologico di tutto l’Appennino bolognese e, quindi, dell’area metropolitana di Bologna, dicevo, è vero che ci sono realtà differenti e più significative da questo punto di vista rispetto a quelle emiliano-romagnole, ma cionondimeno il percorso che tracciamo con questo progetto di legge io credo si inserisca bene all’interno di una dinamica, che prima richiamavo, che ha per noi il carattere della strategicità e soprattutto quello di un orizzonte che, a partire dal 2029, guarda ai prossimi decenni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Rispetto alla relazione del relatore di maggioranza farò alcune distinzioni, più che altro distinzioni sulla modalità di approccio a questa legge.

Noi siamo in una regione, l’Emilia-Romagna, nella quale in assoluto ci sono meno dighe di grandi dimensioni e minore utilizzo dell’acqua, a fronte del settore agroalimentare più importante d’Italia. La sempre maggiore sensibilità verso le problematiche ambientali necessita di un progetto complessivo da parte della nostra Regione che vada al di là del recepimento della disposizione statale in materia di assegnazione di concessioni di grandi derivazioni ad uso idroelettrico. Mi preme, quindi, evidenziare che, per salvaguardare il futuro prossimo delle produzioni agricole, punto di forza dell’agroalimentare di questa regione, occorrono iniziative che sviluppino il miglior utilizzo della risorsa idrica, portando a compimento progetti, quali ad esempio la diga di Vetto e quello di Castrola, che oltre a mettere in sicurezza la pianura assicurerebbero ai territori notevoli benefici geologici e ambientali.

Qui, rispetto a quello che continuerò a dire, apro una piccola parentesi rispetto al dibattito che abbiamo avuto ieri in merito alle emergenze climatiche e agli eventi straordinari che sono successi in questi giorni nel modenese. Ho ascoltato con molta attenzione tutti gli interventi che sono stati fatti dai colleghi e anche dalla Giunta e dall’assessore.

Ho sentito citare tantissime volte le casse di espansione che sono sicuramente uno strumento utilissimo per risolvere un problema di emergenza quando l’emergenza, però, purtroppo è già aperta e non ho sentito nessuno parlare invece degli strumenti importanti che sono quelli di prevenzione, in particolare, visto che siamo in argomento dighe, l’ipotesi di costruire nuove dighe, che sarebbero sicuramente uno strumento che aiuterebbe tantissimo ad evitare, almeno in quei bacini dove è possibile realizzarli, eventi straordinari da gestire in Protezione civile.

Non dobbiamo, quindi, mettere in discussione la potenzialità dello sviluppo dell’energia idroelettrica in Regione Emilia-Romagna, ma anzi dovremmo creare le condizioni migliori per uno sviluppo veloce degli investimenti in questo settore, che è sicuramente il migliore e il più pulito.

Altra parentesi che faccio è che sento sempre parlare molto, in chiave ideologica, dei temi ambientali, ma sempre molto poco in merito a un approccio molto più concreto, cioè quali sono veramente gli interventi da fare per risolverli. Sicuramente la produzione di energia da idroelettrico è sicuramente il settore più importante, il settore più pulito, quello che impatta di meno, anzi che non solo non impatta nell’ambiente, ma addirittura lo aiuta e lo migliora. È sicuramente uno degli ambiti necessari importanti nei quali lavorare per raggiungere l’obiettivo che la Regione si è data al 2035, che è quello di raggiungere il 100 per cento di energia rinnovabile. Anche lo stesso Patto per il lavoro ed il clima elaborato dalla Regione, che dovrà portare alla sottoscrizione di un Piano di azione condiviso dalla Regione stessa con tutte le forze economiche prevede questi importanti obiettivi climatici quali il 100 per cento di energie pulite e rinnovabili entro il 2035, in linea con le nuove direttrici di investimento europee.

Nel 2035 l’obiettivo, però, sarà molto difficilmente raggiungibile se gli investimenti necessari prenderanno il via solo nel 2029, data fissata per l’avvio dell’attività della nuova gestione, con tutti gli effetti negativi che ne conseguiranno, anche sul fronte ambientale, come ho già detto prima, irriguo, agricolo, eccetera.

La normativa regionale deve incentivare gli operatori economici che intendono investire nella nostra regione e non ostacolarli. Dobbiamo dare certezze agli operatori economici affinché gli stessi possano fare ragionamenti a lungo periodo e attivare investimenti nella nostra regione. Dobbiamo, quindi, promuovere la realizzazione di nuovi invasi medio-grandi nelle zone montane del territorio regionale che ancora non ne sono dotate, affinché si possa preservare la risorsa idrica e far fronte adeguatamente ad eventuali future emergenze idriche.

Dobbiamo anche attivarci per evitare che dighe legate alla tradizione e alle storie delle nostre montagne, che rappresentano anche un’occasione per lo sviluppo di possibilità lavorative, oltre che ad essere soluzioni che tornano a produrre energia pulita, vengano dismesse. Cito, per esempio, la diga del Lago Verde e la diga del Lago Ballano.

La nostra Regione deve proseguire senza indugi verso la ripartenza indirizzata all’avvio della conversione ecologica della nostra regione per il rilancio economico e sociale, all’insegna della sostenibilità ambientale e dell’impegno [...] energie rinnovabili, quale l’energia idroelettrica.

A nostro parere, la legge così impostata mira solo alla regolamentazione delle concessioni, non considerando l’impatto su quanto precedentemente detto, infatti, in merito al tema dei canoni, in merito al tema delle sanzioni, in merito al tema del rischio che crea lo scollegamento tra opere bagnate e asciutte, anche se mi rendo conto che lo prevede la legge nazionale. Il tema della monetizzazione dell’energia sul territorio, quindi il rischio che non vengano poi riconosciuti direttamente al territorio vantaggi che potrebbero essere derivanti, invece, dalla fornitura di energia.

Non sono stati considerati gli ambiti strategici, come quelli dell’agricoltura, quindi l’irrigazione con acqua di qualità. Sappiamo che nell’agricoltura di qualità della Pianura Padana facciamo largo utilizzo di acqua del Po, che non è esattamente acqua di alta qualità, quando invece potrebbe essere utilizzata acqua proveniente da queste infrastrutture, che sarebbe sicuramente di molto migliore.

Il tema dell’energia l’ho già citato prima. Quindi, la più pulita e la meno impattante. Il tema dell’ambiente, che prevede tutti gli argomenti legati al deflusso minimo vitale delle infrastrutture che percorrono queste dighe. E il tema, ultimo, ma non ultimo, dell’equilibrio ambientale legato al tema turismo.

Manca, quindi, a nostro parere una strategia di sviluppo e valorizzazione del settore, facendo mancare le condizioni di base.

Sarà quindi molto difficile per noi entrare nel merito di ogni singolo articolo, quindi dando delle votazioni molto mirate per ogni singolo articolo, ma cercheremo di fare una valutazione complessiva del testo derivante anche dall’acquisizione degli emendamenti che saranno presentati e votati successivamente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Apriamo la discussione generale. Non ho nessuno in discussione generale.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Vedo che la maggioranza si accontenta dell’intervento del relatore, autorevole ovviamente intervento e autorevole relatore. Mi aspettavo un dibattito un po’ più partecipato, ma forse era solo questione di rompere il ghiaccio.

Io, nel fare un ragionamento su questa legge, nel richiamare anche le osservazioni che sono state fatte dal collega Mastacchi, relatore di minoranza, voglio fare delle osservazioni innanzitutto di ordine generale, di impianto.

Questa legge nasce ovviamente da una volontà normativa superiore, che trae origine non solo dalla legge del 1999, che è stata richiamata, ma anche dal decreto-legge 135 del 2018, poi trasformato in legge n. 12 del 2019, che fondamentalmente nel suo impianto generale è una legge che certamente condividiamo nel momento in cui vuole riportare sui territori la gestione di una materia indubbiamente complessa, indubbiamente articolata, ma che deve vedere necessariamente il territorio e le esigenze del territorio al centro.

Quindi, il fatto che sia la Regione, in questo caso, che deve gestire la materia, gestire le concessioni, gestire queste importanti strutture che ci troviamo e che sono di assoluto rilievo. Voglio anche ricordare – apro una parentesi – quello che diceva il collega Mastacchi, vale a dire che abbiamo anche l’esigenza di individuare ulteriori opere strategiche che disciplinino il territorio, che sostengano i territori e che siano funzionali a trovare un giusto equilibrio per quelle che sono le esigenze dei nostri settori strategici, a partire dall’agricoltura, ma non solo, sicuramente anche la disciplina delle acque e la gestione sia in termini di sfruttamento come energie alternative sia in senso di gestione ordinata delle importanti risorse che vi sono sul territorio.

Quindi, nel momento in cui dobbiamo legiferare, dobbiamo individuare la forma corretta e la forma ordinata per disciplinare una materia che forse occorreva disciplinare prima? Pongo questa domanda all’attenzione dell’Assemblea. Verosimilmente sì, forse anche per evitare situazioni di incertezza anche su quello che dovevano essere ruoli, responsabilità, assunzioni di responsabilità a seconda delle varie funzioni e competenze.

In ogni caso, arriviamo oggi e, quindi, noi diciamo che, giustamente, arriviamo a individuare una normativa di riferimento, e come la individuiamo? Che cosa prevediamo? Che cosa stabiliamo? Ecco, nell’andare a individuare, nell’andare a stabilire, forse qua in qualche modo ci addentriamo in aspetti che meriterebbero una loro puntuale osservazione. Sicuramente è necessario, come dicevo prima, riportare i territori al centro e quindi riportare le esigenze dei territori, le esigenze per quello che rappresentano. Quindi il fatto che si vada a prevedere misure compensative, misure intervento, una sorta di perequazione, una sorta di impegno a valorizzare, sono tutte misure che certamente ci colgono e ci trovano favorevoli, laddove appunto si vuole, come dicevo prima, ristabilire un equilibrio, prevedere la possibilità di sostenere il territorio su cui ci sono queste grandi derivazioni d’acqua.

Noi parliamo oggi di gestire le grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico e diamo, appunto, un ordine a questa materia. È ovvio, allora, che l’impatto che hanno queste grandi derivazioni d’acqua sul nostro il territorio deve essere in un qualche modo compensato con misure che trovino un equilibrio, un equilibrio fra la realtà pubblica, la realtà territoriale, la società, il contesto territoriale in cui queste si trovano e naturalmente anche, dall’altra parte, chi appunto, in forma imprenditoriale, esercita un’attività che nasce da lontano, che nasce ovviamente consolidata e che naturalmente deve fare i conti con quelle che oggi sono le non so se dire mutate esigenze, non so se sono mutate, sicuramente sono esigenze che i territori giustamente rivendicano.

Qual è il punto di equilibrio fra queste esigenze? Sicuramente il pubblico deve avere la priorità nel perseguire l’interesse pubblico, deve naturalmente essere in equilibrio con le leggi del mercato, deve essere in equilibrio con quelle che sono, però, le esigenze dei territori che possono, legittimamente, pretendere una serie di misure, una serie di iniziative, una serie anche di condizioni.

Questo impianto nel suo complesso è un impianto che ci trova favorevoli per come la Regione intende affrontarlo. Intende, ripeto, spinto da una disposizione superiore che restituisce ai territori la potestà di gestione di questa materia. La Regione interviene. La Regione come interviene? La Regione interviene in una misura che... Se io guardo quello che è stato fatto, ad esempio, in altre Regioni, che analogamente hanno dovuto assumere l’onere della regolamentazione, lo fa sicuramente in una misura abbastanza puntuale. O meglio, entra molto nei particolari, entra molto nei dettagli, forse troppo. Forse troppo nei dettagli. In altri momenti, però, nei passaggi... Abbiamo diversi articoli di questa legge che sono interessati da questa...

Chiedo scusa. Siccome siete proprio qui davanti a me...

 

PRESIDENTE (Petitti): Chiedo anch’io un po’ di silenzio in aula.

Prego.

 

FACCI: Dicevo, il fatto che vi sia questa volontà di normare anche i dettagli più minuti, e poi, però, contemporaneamente, abbiamo anche delle modifiche, anche quelle introdotte con gli emendamenti che sono stati presentati anche nelle ultime ore, in cui in realtà si lascia una discrezionalità, per esempio quella sulla monetizzazione, sulla quale qualche perplessità esiste.

Se possiamo essere d’accordo nel premiare i territori che “subiscono” la presenza di queste grandi opere, allo stesso tempo credo che la misura dell’impiego delle risorse che in un qualche modo si lasciano o si intende vengano lasciate ai territori dovrebbe essere più chiara. Altrimenti rischiamo, poi, di cadere nel dubbio, se non nella confusione di quale effettivamente potrà essere e dovrà essere la destinazione finale.

È chiaro. Capisco per certi aspetti la volontà da parte della Regione di, possibilmente, prevedere tutto il prevedibile, in modo tale da rendere più puntuale l’applicazione delle disposizioni, ma il punto vero è che ci sono alcuni passaggi in cui in realtà questa discrezionalità che viene lasciata nella fase successiva, a ragione a mio avviso, è troppo spinta (passatemi il termine).

Ci saranno quindi alcune questioni alle quali non ci sentiamo di aderire. Aderiamo all’impostazione di fondo, l’impostazione di fondo è che i territori tornino al centro, che i territori vengano in qualche modo anche salvaguardati da quelle che sono le conseguenze potenziali alla presenza già in sé di queste opere, di queste realtà sul territorio, e che vi sia la garanzia di un risarcimento, se possiamo usare questo termine, nel caso in cui... Oppure vi sia la garanzia di un’opera di prevenzione che a monte deve essere svolta dal soggetto titolare della concessione.

Indubbiamente questo va visto con assoluto favore, quello che non riteniamo essere perfettamente aderente a quella che è una logica di equilibrio è andare a individuare fin d’ora una serie di misure, una serie di passaggi, che – ripeto – non hanno quella chiarezza sufficiente che noi riteniamo debbano invece avere e che meglio potrebbero indicare qual è la volontà della Regione.

Torno a battere su uno degli aspetti sicuramente più sentiti, ma anche più precari di questo impianto legislativo, la parte che riguarda la fornitura gratuita di energia elettrica, perché questa è un onere previsto dalla legge, la legge superiore, quindi è chiaro che la Regione applica questa disposizione in maniera pedissequa. Dov’è che entra in campo la discrezionalità sulla quale appunto dovremmo magari capire meglio quella che è la volontà del legislatore regionale? Nella misura della quota che la Regione riserva ai territori interessati, perché con l’emendamento viene portato al 100 per cento, e potremmo anche in astratto aderire, del resto i territori in cui si trovano le grandi opere hanno una loro priorità assoluta di ricevere una quota di energia elettrica. Ma il fatto che vi sia la previsione anche di una monetizzazione integrale, questo in realtà lascia il dubbio che la monetizzazione integrale vada a rimpinguare i capitoli di bilancio della Regione, vadano veramente nel mare magnum del bilancio regionale, ci dovrebbe essere il vincolo di destinazione anche rispetto a quelle risorse, ma sappiamo che le misure di destinazione dei denari possono essere le più varie. Quindi, esiste il rischio della confusione, della non chiarezza e soprattutto della non rispondenza finale delle risorse a quella che era l’intenzione del legislatore, perché se il legislatore dice che vanno premiati in aggiunta a quella che già oggi è una finanza dedicata ai territori, penso per esempio agli invasi dei territori montani, che già ricevono delle premialità o, comunque, dei supporti in quanto territori montani, il fatto che su questo non vi sia chiarezza – è un aspetto importante – ci induce prudenza.

Così come ci induce prudenza tutta quella parte che riguarda gli oneri che vengono accollati ora per allora, ma in realtà ora da subito, perché il collega Taruffi ha già individuato in 5 milioni la contropartita economica degli introiti delle concessioni a partire dal 2021, quindi è chiaro che già oggi ci sarà questo onere in favore del pubblico e a carico del concessionario, ma io non so dire se questo è un onere corretto, equilibrato, che in qualche modo è giusto rispetto agli impegni che vengono chiesti in questo momento rispetto a concessioni già in essere. Poi, il fatto che questa materia intervenga su concessioni già in essere, ripeto, induce molta prudenza soprattutto nelle obbligazioni degli uni e degli altri.

Concludo, perché ho preso quasi tutto il mio tempo. Di fatto, vorrei che rimanesse molto chiaro il pensiero, il nostro pensiero su questa legge, una legge che assolutamente va nell’interesse dei territori, va nell’interesse della cittadinanza, va nell’interesse soprattutto di coloro che debbano necessariamente ricevere benefici da queste opere sia perché le opere sono necessarie alla collettività sia perché i territori interessati dalla presenza di queste opere devono ricevere naturalmente un’attenzione maggiore in termini di garanzia per quelle che sono o possono essere naturalmente problematiche. Non sto a ricordare le problematiche ricordate già dal collega. Abbiamo avuto incidenti di percorso non banali, con problemi di danneggiamento all’ecosistema, impatto ambientale devastante.

La presenza di opere di questo tipo è una presenza delicata. Occorrono misure di salvaguardia, occorrono tutele, occorrono presìdi importanti. È chiaro che i territori devono ricevere un’attenzione anche in termini compensativi, anche in termini di valorizzazione, anche in termini di maggiori impegni in loro favore. Questo ci trova assolutamente favorevoli.

Torna in capo alla Regione o va in capo alla Regione e quindi comunque al pubblico una materia che deve necessariamente essere gestita dal pubblico. Abbiamo delle perplessità sulle modalità attuative, anche sulla, in alcune parti, eccessiva discrezionalità che si lascia all’ente e si lascia all’Amministrazione regionale nell’individuare esattamente le misure di intervento che potrebbero anche non essere corrispondenti a quella che, in realtà, è l’impostazione di fondo della legge e delle singole disposizioni.

Questo comporta che il nostro giudizio – mi riservo ovviamente di fare la dichiarazione di voto successivamente - è un giudizio sostanzialmente positivo, ma con la prudenza dovuta alla presenza degli elementi e delle criticità che ho detto e anche dal fatto che vi sono una serie di interventi su situazioni già esistenti che potrebbero anche, in astratto, non essere così chiari e non essere senza conseguenze dal punto di vista giuridico. Quindi, la prudenza è sempre opportuna in questi casi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Sono le ore 13. Interrompiamo qui la seduta del mattino. Ci vediamo alle ore 14.

Grazie a tutti.

 

 

 

La seduta ha termine alle ore 13,01

 

ALLEGATO

 

 

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI,  Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Paola SALOMONI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Barbara LORI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 1951

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. (8)

 

Votazione articolo 1

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 37

Bargi Stefano; Tarasconi Katia; Stragliati Valentina; Rancan Matteo; Occhi Emiliano; Costa Andrea; Soncini Ottavia; Bessi Gianni; Amico Federico Alessandro; Caliandro Stefano; Maletti Francesca; Bergamini Fabio; Fabbri Marco; Daffadà Matteo; Mastacchi Marco; Rontini Manuela; Montalti Lia; Costi Palma; Montevecchi Matteo; Marchetti Francesca; Paruolo Giuseppe; Iotti Massimo; Pillati Marilena; Bondavalli Stefania; Barcaiuolo Michele; Mumolo Antonio; Pelloni Simone; Zappaterra Marcella; Taruffi Igor; Marchetti Daniele; Delmonte Gabriele; Liverani Andrea; Rossi Nadia; Felicori Mauro; Bulbi Massimo; Pigoni Giulia; Zamboni Silvia

 

Non votanti:1

Rainieri Fabio

 

Assenti:12

Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Facci Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Mori Roberta; Petitti Emma; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca; Tagliaferri Giancarlo.

 

Votazione articolo 2

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 38

Barcaiuolo Michele; Rossi Nadia; Costa Andrea; Mastacchi Marco; Costi Palma; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Facci Michele; Bessi Gianni; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Bulbi Massimo; Fabbri Marco; Zamboni Silvia; Pillati Marilena; Iotti Massimo; Daffadà Matteo; Maletti Francesca; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Soncini Ottavia; Amico Federico Alessandro; Rontini Manuela; Paruolo Giuseppe; Marchetti Daniele; Bondavalli Stefania; Catellani Maura; Montalti Lia; Caliandro Stefano; Liverani Andrea; Marchetti Francesca; Mumolo Antonio; Mori Roberta; Bargi Stefano; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella; Delmonte Gabriele; Pigoni Giulia

 

Non votanti:3

Gibertoni Giulia; Rainieri Fabio; Felicori Mauro

 

Assenti: 9

Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Lisei Marco; Montevecchi Matteo; Petitti Emma; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca

 

Votazione articolo 3

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 42

Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Amico Federico Alessandro; Tagliaferri Giancarlo; Costi Palma; Castaldini Valentina; Marchetti Francesca; Iotti Massimo; Pillati Marilena; Fabbri Marco; Rancan Matteo; Tarasconi Katia; Zamboni Silvia; Daffadà Matteo; Barcaiuolo Michele; Rossi Nadia; Felicori Mauro; Bessi Gianni; Maletti Francesca; Rontini Manuela; Zappaterra Marcella; Bondavalli Stefania; Pigoni Giulia; Bergamini Fabio; Mori Roberta; Facci Michele; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Soncini Ottavia; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Marchetti Daniele; Liverani Andrea; Bargi Stefano; Costa Andrea; Catellani Maura; Pelloni Simone; Mastacchi Marco; Delmonte Gabriele; Taruffi Igor; Stragliati Valentina

 

Non votanti:2

Gibertoni Giulia; Rainieri Fabio;

 

Assenti: 6

Bonaccini Stefano; Lisei Marco; Petitti Emma; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca

 

OGGETTO 2186

Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 1951 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. A firma dei Consiglieri: Daffada', Liverani, Zappaterra, Rainieri, Bondavalli, Zamboni, Pigoni, Rontini, Caliandro, Marchetti Francesca, Fabbri, Mastacchi, Lisei, Taruffi, Castaldini, Tarasconi, Costi, Montalti, Rossi, Bulbi, Pillati

 

Presenti: 46

 

Favorevoli: 44

Costa Andrea; Maletti Francesca; Costi Palma; Amico Federico Alessandro; Pigoni Giulia; Soncini Ottavia; Taruffi Igor; Barcaiuolo Michele; Tagliaferri Giancarlo; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Rontini Manuela; Bessi Gianni; Mori Roberta; Tarasconi Katia; Liverani Andrea; Mumolo Antonio; Pillati Marilena; Stragliati Valentina; Zamboni Silvia; Pelloni Simone; Marchetti Francesca; Rainieri Fabio; Bondavalli Stefania; Montalti Lia; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Facci Michele; Fabbri Marco; Rancan Matteo; Bargi Stefano; Daffadà Matteo; Castaldini Valentina; Caliandro Stefano; Mastacchi Marco; Bulbi Massimo; Zappaterra Marcella; Paruolo Giuseppe; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Sabattini Luca; Bergamini Fabio; Rossi Nadia

 

Non votanti:2

Gibertoni Giulia; Petitti Emma

 

Assenti: 4

Bonaccini Stefano; Lisei Marco; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano

 

OGGETTO 2187

Ordine del giorno n. 2 collegato all'oggetto 1951 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. A firma dei Consiglieri: Bulbi, Daffada', Zamboni, Zappaterra, Taruffi, Marchetti Francesca, Tarasconi, Costi, Montalti, Pillati, Rossi, Fabbri, Rontini, Caliandro

 

Presenti: 46

 

Favorevoli: 28

Amico Federico Alessandro; Maletti Francesca; Mori Roberta; Montalti Lia; Soncini Ottavia; Taruffi Igor; Bondavalli Stefania; Fabbri Marco; Bulbi Massimo; Costi Palma; Tarasconi Katia; Zamboni Silvia; Pillati Marilena; Daffadà Matteo; Pigoni Giulia; Mumolo Antonio; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Costa Andrea; Marchetti Francesca; Zappaterra Marcella; Rontini Manuela; Bessi Gianni; Iotti Massimo; Caliandro Stefano; Paruolo Giuseppe; Felicori Mauro; Bonaccini Stefano

 

Astenuti: 16

Rainieri Fabio; Facci Michele; Stragliati Valentina; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Rancan Matteo; Bergamini Fabio; Bargi Stefano; Barcaiuolo Michele; Catellani Maura; Castaldini Valentina; Occhi Emiliano; Mastacchi Marco; Delmonte Gabriele; Montevecchi Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti:2

Gibertoni Giulia; Petitti Emma

 

Assenti: 4

Lisei Marco; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano.

 

OGGETTO 2188

Ordine del giorno n. 3 collegato all'oggetto 1951 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Bulbi, Rainieri, Liverani, Daffada', Taruffi, Rontini, Costi, Bondavalli, Pigoni, Zamboni, Fabbri, Zappaterra

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 42

Zappaterra Marcella; Stragliati Valentina; Bonaccini Stefano; Catellani Maura; Sabattini Luca; Caliandro Stefano; Rainieri Fabio; Occhi Emiliano; Barcaiuolo Michele; Bulbi Massimo; Costi Palma; Taruffi Igor; Pelloni Simone; Bondavalli Stefania; Rancan Matteo; Bargi Stefano; Liverani Andrea; Mori Roberta; Bergamini Fabio; Mastacchi Marco; Mumolo Antonio; Costa Andrea; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Rossi Nadia; Pigoni Giulia; Daffadà Matteo; Felicori Mauro; Castaldini Valentina; Pillati Marilena; Facci Michele; Fabbri Marco; Montevecchi Matteo; Maletti Francesca; Zamboni Silvia; Marchetti Francesca; Marchetti Daniele; Bessi Gianni; Montalti Lia; Amico Federico Alessandro; Rontini Manuela; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti:2

Gibertoni Giulia; Petitti Emma

 

Assenti: 6

Delmonte Gabriele; Iotti Massimo; Lisei Marco; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano

 

 

OGGETTO 1951

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. (8)

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 42

Barcaiuolo Michele; Costi Palma; Bulbi Massimo; Zamboni Silvia; Tarasconi Katia; Rontini Manuela; Castaldini Valentina; Daffadà Matteo; Marchetti Francesca; Amico Federico Alessandro; Rossi Nadia; Liverani Andrea; Fabbri Marco; Soncini Ottavia; Paruolo Giuseppe; Stragliati Valentina; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Costa Andrea; Marchetti Daniele; Rainieri Fabio; Maletti Francesca; Caliandro Stefano; Rancan Matteo; Mori Roberta; Montalti Lia; Pigoni Giulia; Bondavalli Stefania; Mastacchi Marco; Bessi Gianni; Pillati Marilena; Pelloni Simone; Tagliaferri Giancarlo; Facci Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Occhi Emiliano; Montevecchi Matteo; Catellani Maura; Taruffi Igor; Mumolo Antonio; Piccinini Silvia

 

Non votanti:2

Gibertoni Giulia; Petitti Emma

 

Assenti: 6

Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Lisei Marco; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca; Zappaterra Marcella

 

OGGETTO 2040

Proposta recante: "Bilancio di previsione finanziario dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per gli anni 2021-2022-2023". (34)

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 41

Catellani Maura; Castaldini Valentina; Stragliati Valentina; Amico Federico Alessandro; Mori Roberta; Occhi Emiliano; Tarasconi Katia; Costa Andrea; Taruffi Igor; Rancan Matteo; Costi Palma; Pelloni Simone; Bondavalli Stefania; Bergamini Fabio; Daffadà Matteo; Caliandro Stefano; Marchetti Daniele; Sabattini Luca; Montalti Lia; Bulbi Massimo; Rossi Nadia; Pillati Marilena; Bessi Gianni; Zappaterra Marcella; Bargi Stefano; Mumolo Antonio; Pigoni Giulia; Montevecchi Matteo; Rainieri Fabio; Bonaccini Stefano; Marchetti Francesca; Iotti Massimo; Liverani Andrea; Facci Michele; Fabbri Marco; Delmonte Gabriele; Rontini Manuela; Felicori Mauro; Tagliaferri Giancarlo; Soncini Ottavia; Mastacchi Marco

 

Non votanti:2

Gibertoni Giulia; Petitti Emma

 

Assenti: 7

Barcaiuolo Michele; Lisei Marco; Maletti Francesca; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Zamboni Silvia

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri – Petitti 

Bergamini - Montalti

 

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