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76.

 

SEDUTA DI GIOVEDÌ 27 MAGGIO 2021

 

(ANTIMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3330

Presentazione da parte della Giunta regionale degli obiettivi strategici e delle scelte generali del Piano regionale di gestione dei rifiuti e per la Bonifica delle aree inquinate 2022-2027 (PRRB), ai sensi dell'art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16.

(Ordini del giorno 3330/1/3/4 oggetti 346434663467 continuazione discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 3330/2 – oggetto 3465 continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

PELLONI (Lega)

MARCHETTI Daniele (Lega)

OCCHI (Lega)

AMICO (ERCEP)

SABATTINI (PD)

TARUFFI (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

FACCI (Lega)

COSTA (PD)

TARUFFI (ERCEP)

LISEI (FdI)

 

Cordoglio per le vittime dell’incidente avvenuto sulla funivia Stresa Mottarone.

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 3448

Proclamazione della elezione a Consigliera regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, della sig.ra Simona Caselli (art. 16 legge elettorale n. 108/1968)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Inversione dell’Ordine del giorno

PRESIDENTE (Petitti)

POMPIGNOLI (Lega)

 

OGGETTO 2579

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi per sollecitare il Governo affinché gli incentivi fiscali del superbonus 110% previsto dal “decreto rilancio” (art. 119 del D.L. 34/2020, convertito con modificazioni dalla L. 77/2020) vengano estesi anche alle strutture ricettive permettendo di beneficiare anche delle risorse del “Recovery Found” dedicate alla rigenerazione urbana. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Rainieri, Bargi, Catellani, Bergamini, Liverani, Occhi, Pelloni, Rancan, Montevecchi, Facci, Stragliati, Marchetti Daniele, Delmonte

(Discussione)

 

OGGETTO 3250

Risoluzione per impegnare la Giunta ad operare affinché le risorse, previste dal “Recovery Fund”, utilizzabili attraverso il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, siano pienamente spendibili, anche per il superbonus 110%, con la massima tempestività in accordo con le richieste dell’Unione Europea. A firma dei Consiglieri: Iotti, Zappaterra, Maletti, Mori, Caliandro, Montalti, Rossi, Pillati, Daffada', Bulbi, Costa, Rontini, Costi, Mumolo, Tarasconi, Sabattini, Fabbri

(Discussione)

 

OGGETTO 3081

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire nel sostegno alla richiesta al Governo e al Parlamento di allargare la platea dei beneficiari del superbonus al 110% previsto dal DL n. 34 del 2020 anche alle strutture ricettive e alberghiere. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

POMPIGNOLI (Lega)

TAGLIAFERRI (FdI)

ROSSI (PD)

PICCININI (M5S)

OCCHI (LEGA)

COSTA (PD)

TARUFFI (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

ZAPPATERRA (PD)

RANCAN (Lega)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 34643465 - 34663467 -Inversione dell’Ordine del giorno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,52

 

PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno. Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 76 del 27 maggio 2021.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Ha giustificato, inoltre, la propria assenza l’assessore Corsini.

Procediamo con l’appello nominale.

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BERGAMINI Fabio
  4. BESSI Gianni
  5. BONDAVALLI Stefania
  6. BULBI Massimo
  7. CALIANDRO Stefano
  8. CASTALDINI Valentina
  9. CATELLANI Maura
  10. COSTA Andrea
  11. COSTI Palma
  12. DAFFADÀ Matteo
  13. DELMONTE Gabriele
  14. FABBRI Marco
  15. FELICORI Mauro
  16. GIBERTONI Giulia
  17. LISEI Marco
  18. MALETTI Francesca
  19. MARCHETTI Daniele
  20. MARCHETTI Francesca
  21. MASTACCHI Marco
  22. MONTALTI Lia
  23. MONTEVECCHI Matteo
  24. MORI Roberta
  25. MUMOLO Antonio
  26. OCCHI Emiliano
  27. PARUOLO Giuseppe
  28. PELLONI Simone
  29. PETITTI Emma
  30. PICCININI Silvia
  31. PIGONI Giulia
  32. PILLATI Marilena
  33. POMPIGNOLI Massimiliano
  34. RANCAN Matteo
  35. RONTINI Manuela
  36. ROSSI Nadia
  37. SABATTINI Luca
  38. SONCINI Ottavia
  39. STRAGLIATI Valentina
  40. TAGLIAFERRI Giancarlo
  41. TARASCONI Katia
  42. TARUFFI Igor
  43. ZAMBONI Silvia
  44. ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Petitti): Con 44 presenti, iniziamo la seduta.

 

OGGETTO 3330

Presentazione da parte della Giunta regionale degli obiettivi strategici e delle scelte generali del Piano regionale di gestione dei rifiuti e per la Bonifica delle aree inquinate 2022-2027 (PRRB), ai sensi dell’art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n. 16

(Ordini del giorno 3330/1/3/4 oggetti 346434663467 continuazione discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 3330/2 – oggetto 3465 continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori di ieri dal dibattito generale sugli ordini del giorno.

Era iscritto a parlare il consigliere Pelloni. Prego, consigliere.

 

PELLONI: Andrò più nello specifico del 3330/3 e del 3330/4, dove sono firmatario.

Anche dalla relazione che abbiamo avuto, finale, della discussione di ieri, anche dell’assessore, vorrei far notare la contraddizione tra gli obiettivi strategici, ieri definivo alcuni titoli, alcuni obiettivi che ci si dà, da un certo punto di vista, magari a parole o negli intenti, e la differenza che c’è, invece, con la realtà di quello che si sta facendo in questo anno di legislatura. Una su tutti: nel 3330/3 stiamo parlando della discarica di Medolla. Anche ieri si ricordavano le risoluzioni che promuovono l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle discariche dismesse. Ebbene, dopo l’approvazione di quella risoluzione la Giunta regionale ha dato il via alla riapertura della discarica di Medolla. Anziché installare i pannelli fotovoltaici, come questa Assemblea si era espressa come indirizzo politico, si è fatto esattamente il contrario. Si è deciso di riaprire la discarica per rifiuti speciali non pericolosi e questo per, cito testualmente, realizzazione dell’esercizio del progetto raccordo morfologico della discarica per rifiuti non pericolosi.

Cosa è avvenuto? È avvenuto che in quella discarica, a seguito anche del terremoto, sono stati messi dei rifiuti pesanti, macerie eccetera, che hanno sfondato in qualche modo la linea, la montagna, la collina. Sfondandosi sono venuti degli avvallamenti e si è pensato bene, per ripareggiarli, di mettere altri rifiuti, anziché magari seguire la risoluzione che è stata citata. Io mi chiedo anche se le risoluzioni che approviamo valgono solo in alcuni casi o valgono in tutti i casi perché, dopo l’approvazione di una risoluzione per le discariche chiuse, questa era chiusa e si è deciso di riaprirla e di metterci degli altri rifiuti, quando c’era un impegno da parte di questa Assemblea a installare pannelli fotovoltaici.

Quindi, ovviamente si chiede di rivedere questo provvedimento anche alla luce del fatto… Poi vengo anche al 3330/4, che è la discarica di Valsamoggia, definita da qualcuno “parco tecnologico per la gestione dei rifiuti contenenti amianto”. Anche qui c’era una promessa precisa da parte del presidente Bonaccini alla Festa dell’Unità di Savignano. Ci sono le registrazioni, ci sono i video. È stato fatto notare più volte che di questa roba non se ne doveva più parlare. Disse testualmente “Noi siamo gente seria e, se vi dico che di questa roba non ne parliamo più, non ne parliamo più”. Bene. Siamo a quasi due anni da quella promessa e siamo ancora qua a parlarne e non solo, e mi dispiace che non ci sia l’assessore perché qualche volta si è anche un po’ indispettita del fatto che sono stati presentati anche più provvedimenti tra interpellanze e ordini del giorno in questo senso, ma il tema è che il procedimento sta andando avanti.

ARPAE (la dirigenza di ARPA viene nominata dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Giunta) ha concesso ulteriori sei mesi a Unirecuperi per presentare il progetto, quindi non è che è lì fermo e non sta andando avanti questo procedimento o addirittura non se ne doveva neppure parlare, ma se ne sta parlando, concretamente si è data la possibilità di ulteriori sei mesi al proponente e, qualora ci dovesse essere un diniego, si rischia anche che, visto che ci sono dei diritti acquisiti, il risarcimento sia anche più ampio, proprio perché la progettazione prodotta è molto più elaborata e più estesa.

Delle due l’una, se non si vuole fare perché si è concesso ulteriori sei mesi, visto che non se ne doveva più parlare - ripeto -, non se ne doveva più parlare, come della discarica di Imola mi pare... quindi evidentemente tra le parole e i fatti c’è una discrepanza importante.

Questo tema l'ho ritirato fuori, perché in Commissione anche l’Assessore (mi dispiace, perché voglio parlare quando ci sono i presenti, però ne farà le veci eventualmente il sottosegretario in qualche modo) ha affermato che nel caso di Ferrara il dirigente è del Comune di Ferrara, dando il presupposto che, se il dirigente è di Ferrara, anche l’Amministrazione di Ferrara è coinvolta e ricorre contro un’asseverazione che può aver fatto un proprio tecnico.

Allora, ripeto (all’assessore l'ho già detto in Commissione), dobbiamo deciderci, se quella è una procedura tecnica, su cui la politica non può aver nulla a che fare, non deve aver nulla a che fare o a addirittura, come è stato detto ieri, bisogna stare attenti a cosa si dice, allora per Ferrara non può essere che è colpa dell’Amministrazione di Ferrara quando è stato un procedimento tecnico, quindi siete stati voi, nel caso di Ferrara è colpa dell’Amministrazione di Ferrara, nel caso di Valsamoggia sarà colpa dei tecnici.

Questo due pesi e due misure faccio fatica sinceramente a capirlo, comunque lì ci sono tutte le Amministrazioni territoriali e, se vedete, nell’ordine del giorno non abbiamo messo simboli di Partito proprio perché lì non è una questione partitica o di parte. Lì c'è tutto il territorio che si è espresso in una determinata maniera. L’unico Ente che manca all’appello è la Regione Emilia-Romagna, dove non c’è nessun atto ufficiale e formale che dica che siamo contrari dal punto di vista politico a quella discarica. È così. Non è un parco tecnologico per il trattamento dei rifiuti cemento-amianto.

Chiudo, presidente, dicendo questo. Dai dati che ho visto pubblicati, perché anche ieri si è parlato molto dei rifiuti speciali, dell’autosufficienza, ebbene, dai dati ufficiali ultimi pubblicati ‒ non sono recentissimi; quelli che ho trovato sono del 2017 ‒ noi abbiamo un saldo positivo per 800.000 tonnellate di rifiuti speciali, cioè tra quelli che importiamo e quelli che esportiamo... Dopo vorrei avere, semmai, dei dati, ma ce li potevate presentare nella relazione di ieri. Visto che delle volte ci si dice che facciamo confusione, si poteva chiarire nella presentazione del progetto, capire bene quanti sono i rifiuti speciali che non riusciamo a smaltire autonomamente e che dobbiamo portare fuori, quali e di che tipo sono, e qual è il fabbisogno per il futuro. Altrimenti, se non abbiamo chiaro qual è il fabbisogno per il futuro, è inutile che diciamo “le discariche non le apriamo più” e invece di fatto le apriamo... Perché questa è la realtà dei fatti. In questo anno e mezzo una l’avete riaperta e un’altra probabilmente verrà aperta ex novo.

Quindi, la cosa che dobbiamo chiarirci è perché dai dati che ho del 2017 noi abbiamo un saldo positivo che arriva da fuori Regione di 800.000 tonnellate quando, ad esempio, per quella di Medolla, come ha citato ieri l’assessore, quella discarica ospiterà 250.000 tonnellate. Se la matematica non mi fa difetto, non ci sarebbe stato bisogno di riaprirla se non importavamo più di 2.800.000 tonnellate di rifiuti, in quel caso lì all’anno... Mentre Medolla ospiterà 250.000 tonnellate negli anni. Quindi, la differenza è anche da quel punto di vista lì.

Ripeto: se c’è bisogno di una scelta pragmatica, se ci indicate quali sono esattamente i fabbisogni, ne prendiamo atto e cercheremo di fare delle proposte e di trovare delle soluzioni concrete e pragmatiche, ma oggi il saldo è positivo. Quello che arriva da fuori Regione è di più di quello che esportiamo e quindi abbiamo un saldo positivo in quel senso lì, negativo dal punto di vista dell’ambiente. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Gli interventi sono già stati numerosi e quindi cercherò di non ripetere quanto è già stato detto ieri e anche questa mattina dai colleghi che mi hanno preceduto.

È chiaro a tutti, credo, che stiamo parlando di obiettivi strategici che dovranno portare ad un piano sulla gestione regionale dei rifiuti e delle bonifiche che vedrà un percorso corposo e che coinvolgerà in particolar modo la Commissione competente, ma in linea generale un po’ tutta l’Assemblea perché nel bene o nel male, poi, tutti i territori verranno coinvolti da questi processi e dalle decisioni che dovranno garantire una stabilità e un equilibrio a un piano finalizzato a garantire l’autosufficienza regionale per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti urbani, ma anche di quelli speciali non pericolosi.

Oggi, quindi, in sostanza, detta in parole povere, non facciamo altro che prendere atto di linee di indirizzo definite dalla Giunta, avallate da un ordine del giorno scritto dalla Giunta e quindi non vedo e non vediamo tutto questo coinvolgimento dell’Aula nella definizione di questi principi e obiettivi. Ecco perché abbiamo ritenuto opportuno, come Lega, presentare comunque diversi ordini del giorno, tra cui uno a mia prima firma, sottoscritto anche dal consigliere Facci per evidenti competenze territoriali, che riguardano diversi impianti del nostro territorio.

È vero, oggi parliamo di obiettivi strategici, come dicevo prima, ma per definire un quadro realmente sostenibile, un Piano realmente sostenibile è necessario anche mettere nero su bianco e chiarire definitivamente la posizione della Regione su determinati impianti, perché per garantirne una stabilità, una sostenibilità e garantire l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti dobbiamo poi anche dirci che impianti di smaltimento avremo a disposizione.

Le promesse fatte dallo stesso presidente Bonaccini in questi ultimi mesi e in questi ultimi anni sono numerose, però talvolta notiamo una certa ambiguità, almeno per quanto riguarda alcuni siti di smaltimento rifiuti.

L’ordine del giorno che ho presentato insieme al consigliere Facci riguarda in particolar modo la discarica di Baricella, in provincia di Bologna, e la discarica di Imola. Per quanto riguarda il primo impianto, ovvero la discarica di Baricella, effettivamente c’è stata comunque una presa di posizione della Regione Emilia-Romagna, che ha portato poi ad un ricorso al TAR di Hera Ambiente.

Su questo primo punto noi chiediamo alla Regione come Assemblea, chiediamo ai colleghi consiglieri di sostenere questo nostro atto, di chiedere alla Giunta regionale, nel caso di soccombenza presso la Sezione del TAR, di ricorrere anche in secondo grado presso il Consiglio di Stato. Questo è un obiettivo chiaro che chiediamo di formalizzare, che come Assemblea vorremmo rafforzare, per dare un segnale chiaro a quei cittadini che si sono opposti, ma anche con il sostegno di un’Amministrazione locale che non è certamente della Lega.

Ieri l’assessore Priolo durante il suo intervento ha fatto un passaggio proprio sulla discarica di Baricella e ha già anticipato che c’è l’intenzione della Regione di andare avanti in caso di soccombenza al TAR, quindi, a maggior ragione, oggi chiediamo di dare un segnale ancor più forte come Assemblea di sostegno a questa posizione già chiarita ieri.

Purtroppo, però, devo evidenziare che durante l’intervento dell’assessore Priolo non ho sentito dire nulla per quanto riguarda l’altro impianto riportato nel nostro ordine del giorno, ovvero la discarica di Imola. Anche sulla discarica di Imola se ne sono dette tante. La discarica di Imola è un impianto attivo da oltre trent’anni, datato, finito al centro anche del passato Piano regionale di gestione dei rifiuti come sito strategico, pur avendo ancora dei procedimenti in corso e pendenti, che non hanno portato, infatti, all’ampliamento auspicato, auspicato dalla vostra maggioranza, ovviamente, e che quindi oggi si ripresenta sotto un’altra forma.

Nonostante le promesse del presidente Bonaccini poco prima delle elezioni regionali, che, parlando della discarica di Imola, disse chiaramente “è un capitolo chiuso”, oggi è in corso una Conferenza dei servizi che dovrà valutare la ripresa dei conferimenti nella sopraelevazione dei lotti già esistenti. Chiaramente, la Conferenza dei servizi avrà il suo percorso. Questo è chiaro. Non è che stiamo dicendo di interromperlo, ma in quella sede, però, la Regione Emilia-Romagna dovrà prendere una posizione. Se in passato il presidente Bonaccini dichiarò che la discarica di Imola doveva essere considerato un capitolo chiuso, oggi noi, con questo ordine del giorno, oltre a chiedere un impegno sulla discarica di Baricella, chiediamo anche di confermare la volontà di non conferire più rifiuti nel sito imolese, perché, come vi dicevo, è un sito, una discarica già datata, attiva da diversi decenni, che da più parti si è detto che doveva cessare la propria attività.

Evidentemente non è un capitolo così chiuso. Non credo si tratti di una dimenticanza, quella dell’assessore Priolo, che non ne ha parlato ieri durante il suo intervento. Evidentemente ci sono ancora aspetti poco chiari. Volete lasciare, evidentemente, uno spiraglio aperto sull’attività di questo impianto. Per carità, sono scelte politiche. Però dovete uscire allo scoperto e dire chiaramente quali sono le vostre intenzioni. Non ci si può presentare sul territorio poco prima delle elezioni regionali dicendo “è un capitolo chiuso” e poi non dire nulla, nulla di nulla su un’eventuale ripresa delle attività per quanto riguarda la sopraelevazione che è oggetto di discussione nella Conferenza dei servizi.

Qual è la posizione della Regione Emilia-Romagna su questo? Ditecelo. Come Gruppo consiliare, chiediamo il voto di tutta l’Assemblea legislativa per ribadire un punto fermo: l’attività della discarica di Imola deve cessare. Ci sono già stati problemi con lo scorso Piano regionale rifiuti. Vi chiediamo di non ricommettere lo stesso errore in vista anche di un nuovo piano.

Questo è il nostro obiettivo che abbiamo voluto portare avanti con questo ordine del giorno, che è in linea sostanzialmente con tutti gli altri documenti che oggi abbiamo presentato. Ripeto, è chiaro che stiamo parlando di obiettivi che dovranno portare ad un piano che vedrà coinvolti tutti i consiglieri, ma per arrivare a quel piano dobbiamo mettere in chiaro fin da ora che cosa vogliamo mantenere aperto oppure no, perché è in gioco la sostenibilità dell’intero sistema di gestione dei rifiuti a livello regionale.

Quindi, smettetela di nascondervi dietro un dito con promesse che fate di comune in comune dove vi presentate e iniziate a dire chiaramente che cosa volete fare. Con un voto contrario a questo ordine del giorno, credo che le vostre intenzioni emergeranno chiaramente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Allora, io riprendo quanto detto ieri perché questi ordini del giorno non fanno altro che testimoniare come la storia ci insegni che gli errori poi si pagano. Qual è stato l’errore? L’errore è stato un errore strategico e un errore politico quando, all’inizio degli anni Duemila, si iniziò a parlare delle grandi multiutility e di una nuova gestione dei rifiuti, tra l’altro un sistema nato in Emilia-Romagna, nato per l’azione di volontà politica specialmente nel bolognese. La nascita del modenese di Hera e poi di Iren sono state azioni partite in particolare da questa Regione.

Dovevano essere una gestione dei rifiuti innovativa, più industrializzata, di sovra-ambito provinciale che avrebbe portato una diminuzione delle tariffe, un recupero di materia. Ebbene, in quegli anni, però, iniziarono forti pressioni ambientaliste e anche forti pressioni sul metodo di gestione perché noi avevamo che i territori nei quali i rifiuti, e non solo i rifiuti, ma gli altri servizi pubblici, erano stati gestiti a livello comunale, anche con grandi risultati nella nostra Regione, in Romagna, iniziarono una battaglia contro le multiutility, e ‒ attenzione – fu tutta una battaglia interna all’ambientalismo e alla Sinistra di questa Regione.

Questo perché quando si fanno promesse, promesse sulla riduzione dei rifiuti, promesse sulla chiusura delle discariche, promesse sulla chiusura dei termovalorizzatori e degli impianti, i cittadini a un certo punto poi ne chiedono conto.

Abbiamo chiesto ieri che nelle linee guida del piano, che giustamente ci sono state presentate in anticipo e di cui avremo tempo di seguire come Assemblea e nelle Commissioni tutto il procedimento, vi siano degli obiettivi più pragmatici, più realizzabili. Questo perché? Perché (parliamo in particolare della raccolta differenziata, ma ancora più nel dettaglio del riciclo) se noi andiamo a mettere degli obiettivi troppo sfidanti e irrealizzabili, come abbiamo già visto nel Piano attuale, questo si riverbera sull’analisi dei flussi e delle quantità di rifiuti necessarie.

Anche qua, quindi, facciamo ogni anno un monitoraggio di quanta capacità di smaltimento è necessaria nella regione, non facciamolo a priori, non facciamolo all’inizio, perché si rischia di fare delle promesse di chiusure di impianti e poi dopo si arriva al dunque e, come in questo caso, i nostri ordini del giorno chiedono che venga sostanzialmente rispettata la volontà popolare, ma anche le promesse fatte in campagna elettorale, e ‒ ribadiamo – attenzione a fare promesse in campagna elettorale non basate sull’analisi dei flussi, sull’analisi delle necessità impiantistiche di questa Regione e dello smaltimento dei rifiuti, in particolare di quelli speciali.

Nelle discariche noi possiamo pensare di non conferire più rifiuti urbani, ovviamente a valle della raccolta differenziata, ma ci sono comunque i rifiuti speciali e anche quelli a valle di processi di termovalorizzazione. Attenzione, quindi, a fare delle promesse e a darsi degli obiettivi, anche perché poi vediamo, come dicevo ieri, la speranza di una ricrescita economica, la speranza di una ripresa dei consumi sia delle aziende, sia dei cittadini, dei privati, ci fanno pensare, anzi sperare che ci potrebbe essere una produzione maggiore di rifiuti nel momento in cui ancora abbiamo una tariffa puntuale che stenta a partire. Anche qua, una cosa che bisognerebbe pensare è una tariffa uniforme per ambito, in modo da poter confrontare i diversi territori. Anche questo è un qualcosa a cui dovremo arrivare. Sennò è difficile riuscire a capire quanti territori sono più o meno virtuosi.

Io ho seguito fin dal 2010 la battaglia contro il termovalorizzatore di Parma, che è l’ultimo della regione, il più recente. All’inizio in tanti avevamo creduto nella possibilità dei rifiuti zero. Mi ricordo le visite a Vedelago, mi ricordo le visite a Capannori. Ricordo quel periodo bene, in cui si pensava che con un adeguato trattamento dei rifiuti si sarebbe arrivati a un totale riciclo e alla non necessità dello smaltimento né in discarica né tantomeno con i termovalorizzatori. Sono passati dieci anni, ma ancora oggi, alla fine, quelle promesse sono tradite.

Ad oggi, la scienza, la tecnica ci dice che incentrarsi troppo, accanirsi troppo per arrivare al 100 per cento di riciclo può essere, dal punto di vista economico, oggi, non funzionale. Anche, quindi, obbligare le aziende che devono poi trattare i rifiuti ad avere delle azioni anti-economiche comincia a essere complicato, ben sapendo che la tariffa poi la pagano i cittadini. E la tariffa non si è abbassata negli ultimi anni, al netto di tutte le promesse fatte all’inizio, della nuova transizione degli anni Duemila che dicevo prima.

Attenzione. Lavoriamo su promesse irrealizzabili. Lavoriamo sugli impianti. Se noi vogliamo riciclare... Si parla degli ingombranti, si parla degli inerti da demolizione. In questa regione abbiamo visto la difficoltà di arrivare ai nuovi impianti. C’è bisogno di impianti, purtroppo c’è necessità, se vogliamo arrivare a quel tipo di obiettivo di riciclo. Incentiviamo le aziende. Stiamo attenti al fatto che ci sono tante aziende in difficoltà per il trattamento dei rifiuti. Noi abbiamo un tessuto imprenditoriale fortissimo, messo a dura prova dalla pandemia, ma ci aspettiamo tutti una ripresa. Questo tessuto ha necessità di uno smaltimento dei rifiuti anche in maniera corretta, in maniera economicamente vantaggiosa, ma anche ambientalmente compatibile. Però c’è necessità di impianti e, se gli impianti non riescono a nascere perché c’è il comitato X e il comitato Y, perché la burocrazia a volte teme, lo sappiamo, di andare allo scontro e quindi ferma la realizzazione degli impianti, allora qui stiamo attenti. Cerchiamo di informare bene i cittadini, chiarire fin dall’inizio quali sono le necessità territoriali, chiarire il fatto che gli obiettivi di miglioramento ambientale, di riciclo devono anche andare di pari passo con quelli che sono gli impianti e non parlo solo degli inerti. Pensiamo al biogas, al trattamento della FORSU. Spesso c’è il corto circuito green, come lo chiamo io, tra chi vorrebbe il recupero di energia e di materia e chi però poi non vuole l’impianto.

Quindi attenzione, attenzione anche al fatto, per quanto riguarda le discariche, di queste promesse che oggi noi chiediamo. Con questi ordini del giorno vi chiediamo di rispondere alle promesse e di mantenere queste promesse, perché sono state fatte. Sarà poi compito di chi redigerà completamente questo piano dei rifiuti tenere conto delle necessità impiantistiche. Però dobbiamo ben sapere che i cittadini per anni hanno sopportato il peso di impianti anche ambientalmente molto impattanti, che hanno poi nel tempo delle ripercussioni. Nel lungo termine sapete anche che, per le discariche, dopo la chiusura passano anni prima che possano essere completamente ripristinate. C’è il tema del percolato, il tema comunque del monitoraggio continuo. Quindi sono spese e sono difficoltà per i territori su cui insistono questi impianti.

Noi chiediamo con questi ordini del giorno di fare un’operazione di chiarezza e di verità. Chi si è preso delle responsabilità, in particolare anche il presidente Bonaccini in campagna elettorale, le porti avanti e ci dia una risposta chiara. La richiesta che facciamo è molto chiara e per il futuro attenzione alla pianificazione che farete e alle promesse che fate. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Io vorrei ritornare sull’ordine del giorno, soprattutto, presentato dalla Giunta relativo al Documento strategico dei rifiuti e collegarlo anche a una notizia che è occorsa proprio nella giornata di ieri, quando in Olanda sostanzialmente anche alla Shell è stato imposto di procedere verso una riduzione sensibile delle emissioni, in ossequio alle direttrici generali stabiliti anche dalla Comunità europea.

Questo per dire che è vero che noi stiamo per affrontare delle difficoltà di carattere economico, ma è anche vero che noi abbiamo bisogno di far sì che gli indirizzi che la Regione assume, come quello del Documento strategico, trovino il modo di accompagnare anche a corresponsabilità tutti quanti i soggetti produttivi, i cittadini, la Regione, le istituzioni, rispetto a obiettivi che credo siano assolutamente condivisibili, presentati nel Documento strategico, in alcuni casi dal mio punto di vista anche un po’ timidi, ma nello stesso tempo comprensibili nel momento stesso in cui si avvia un percorso che abbiamo detto essere articolato, che seguirà ulteriori elementi di approfondimento, che definirà progressivamente quali sono gli ambiti di intervento maggiormente puntuali.

Ricordavo il tema della Shell, perché non può essere esclusivamente a carico del pubblico l’impegno rispetto alla riduzione dei rifiuti conferiti, non può essere solo a carico dei cittadini la gestione di questo, ma deve vedere effettivamente il coinvolgimento delle imprese nello studiare, anche con il supporto della Regione (lo ricordavamo ieri) attraverso la strategia di sviluppo intelligente e nello stesso tempo anche i Piani di programmazione 2021-2027 del DSR, strumenti che aiutino anche le imprese a fare in modo che le loro produzioni abbiano il minore impatto possibile dal punto di vista della costruzione dei rifiuti.

Questo ci condurrebbe sicuramente a mantenere quegli obiettivi che sono presenti nel Piano strategico, quindi la non attivazione di ulteriori discariche, quindi anche il tentativo e lo studio per proseguire verso la dismissione di termovalorizzatori, utilizzare degli impianti capaci sia di produrre che di trasformare il rifiuto in una chiave di economia circolare più ampia possibile e soprattutto di agire su quello che è il primo elemento posto nel Piano strategico, quindi di lavorare sul tema della prevenzione, una prevenzione che riguarda le case dei cittadini, riguarda le imprese, riguarda la Pubblica amministrazione. In questo senso, penso che il documento strategico vada in quella direzione, delinei le traiettorie necessarie per raggiungere gli obiettivi posti anche all’interno del Patto per il lavoro e per il clima, che abbiamo salutato con positività, e che credo, con il lavoro di tutti, potremo riuscire in qualche maniera a centrare. Non mi sembrano obiettivi impossibili. Sicuramente difficili, sicuramente impegnativi, ma credo che, nella capacità concertativa che la Regione Emilia-Romagna ha saputo sempre mettere al centro della sua azione, sia in grado di portare a termine quanto previsto nel Piano strategico.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

In dibattito generale qualcun altro? Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

La discussione di stamattina rispetto, credo, a una discussione estremamente anche positiva... Come richiamava il consigliere Occhi, credo uno dei princìpi che ci siamo dati ieri, anche nel modo della nostra discussione, sia stato “realtà e concretezza” nell’affrontare anche questo documento strategico.

Ricordo a tutti che siamo in una fase di documento strategico propedeutico a una discussione che ci accompagnerà nei prossimi mesi per la formazione del vero e proprio Piano dei rifiuti. La scelta di legare a questo documento, oltre all’ovvio... Rispondendo anche un po’ a quello che diceva il consigliere Marchetti, l’ordine del giorno è semplicemente un ordine del giorno tecnico, di approvazione del documento. Lo conosciamo. Lo abbiamo fatto tante volte nella scorsa legislatura. Quando non ci sono Piani con il relatore direttamente, viene presentato un atto che consente di approvare il documento strategico.

Non credo si possa dire, l’avete riconosciuto, credo in tanti, nella discussione di ieri, che non è tanto distante da oggi, dell’approccio che anche la Giunta ha avuto su questo documento strategico, anche della volontà di accompagnare la discussione con più sedute in Commissione, in una discussione anche larga, si inserisce in quel solco, anche tracciato, mi permetto di dire, nella scorsa legislatura, di un coinvolgimento puntuale su questo che è sicuramente un tema strategico per la nostra Regione e anche per le competenze alla Regione assegnate.

Ovviamente oggi è una prima discussione che poi si accompagnerà ad altre. Ho sentito tante affermazioni, soprattutto nella giornata di oggi, che non mi trovano concorde. Guardate, non entrerò negli elementi puntuali degli impianti perché con questa logica noi avremmo dovuto presentare almeno altri 20 ordini del giorno per esprimere un parere su ogni singolo impianto della regione Emilia-Romagna. Su questi argomenti io ricordo almeno quattro risoluzioni su uno, tre interrogazioni su un altro. La posizione della Regione è stata ben espressa nell’intervento dell’assessore Priolo prima e nelle varie discussioni che abbiamo fatto nel corso del tempo sia sul territorio, da una parte, sia anche nelle Commissioni assembleari, dall’altra.

La delicatezza l’abbiamo detta tutti. Non si può pensare di parlare di rifiuti senza parlare, ovviamente, di impianti di smaltimento, ma non si può neanche pensare di parlare di rifiuti senza assumere anche la responsabilità, come ci siamo detti ieri, dell’autosufficienza regionale, del problema del recupero delle materie, del problema della costruzione della filiera, della transizione ecologica.

È un atto di grande responsabilità anche quello che noi facciamo per come noi andiamo ad approcciare questa discussione e come noi la trasferiamo sul territorio. Ci tengo però a fare altre due specificazioni, essendoci la consapevolezza che sarà una discussione sicuramente complessa e approfondita perché deve tenere insieme le esigenze di un sistema produttivo, le esigenze delle famiglie, ma anche le esigenze delle comunità che magari pagano un prezzo rispetto ad altre superiore.

Se lo avete letto, il documento strategico si apre a un elemento che non era presente prima, che è quello di un ragionamento su ambiti di prossimità anche per quello che riguarda lo smaltimento dei rifiuti. In quale logica? Nella logica di rendere più performante il sistema, meno inquinante il trasporto, ma sempre all’interno di un quadro dell’ambito complessivo regionale.

Ci tengo però a fare un chiarimento perché è giusto. Ripeto che l’avevo fatto anche in Commissione, ma non l’ho fatto ieri in aula. Badate, dobbiamo avere però gli elementi fondamentali con i quali fare la discussione tutti quanti.

Quello affermato dal consigliere Pelloni è un elemento che dobbiamo chiarire, chiarirci tutti, perché altrimenti rischiamo di fare una discussione fuori schema. Il tema della necessità di mancata autosufficienza sui rifiuti speciali è calcolato in maniera diversa rispetto a quella e non incide nei saldi, l'abbiamo affrontato in Commissione, si prende la stima dei rifiuti prodotti nelle aziende che sono insediate in Emilia-Romagna, si confronta con gli impianti e le coltivazioni in esse, il saldo ne dà la copertura o la scopertura.

I dati di movimento import/export, che sono confrontati nelle compere in questo caso, non incidono in questa valutazione. È importante questo elemento, perché allinea l’elemento di discussione, perché altrimenti rischiamo di non parlare tutti della stessa cosa.

Al netto e ribadendo anche quello che diceva ieri l’assessore Priolo, queste sono le linee strategiche del piano, sugli argomenti puntuali abbiamo già espresso, la linea che ci siamo dati, come abbiamo fatto, se ricordate, anche con i provvedimenti di bilancio, che sono le cose strategiche generali sulle opere, mentre sugli elementi puntuali non ci esprimiamo mai all’interno delle discussioni degli elementi generali, però la posizione per quanto riguarda tutti questi temi (non ci entro specificatamente, ma avrei argomentazioni per ognuno di questi), vi chiedo di attenzionarle, perché nella discussione del piano queste discussioni le faremo tutte, perché, se abbiamo condiviso (su questo chiudo) il concetto dell’autosufficienza, responsabilmente ci dovremmo dire che, con tutte le argomentazioni possiamo dire, possiamo togliere, ma alla stessa maniera dobbiamo mettere. È una discussione complicatissima, che mette in difficoltà tutte le forze politiche.

C'è poi anche un altro principio, che avete richiamato voi nella discussione di ieri e anche oggi: dobbiamo fare una roba credibile, reale, che risponda, da un’altra parte, alle esigenze delle famiglie, ma anche del sistema produttivo e agli obiettivi ambientali che la Regione Emilia-Romagna si è posta.

C’è una scelta importante: quella di, in questi prossimi cinque anni, andare all’azzeramento dei conferimenti dei rifiuti urbani in discarica. Quella è una scelta. È una scelta importante. Ovviamente, non sarebbe serio ‒ lo dico così ‒ dire che magicamente da domani non servirà più nessun tipo di impianto. Così non è serio.

La scelta che è stata fatta, storicamente, lo ripeto, e chiudo, la scelta di industrializzare anche tutto il sistema, sia di smaltimento che di raccolta, ci ha permesso, oltre agli investimenti, anche di alzare molto lo standard, di alzare molto la valorizzazione della nostra materia recuperata, che poi si traduce anche in valorizzazione all’interno dei Piani economico-finanziari.

Non si riescono a fare grandi elementi di transizione senza partner importanti, partner seri, Istituzioni credibili e obiettivi, certamente quelli, sfidanti, ma quelli li abbiamo messi nel documento strategico. Li abbiamo messi anche nella cornice, che credo sia la nostra mappa dei prossimi cinque anni, del Patto per il lavoro e per il clima.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

Io non ho altri in dibattito generale congiunto sugli ordini del giorno.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Sugli ordini del giorno, posto che ieri alcuni colleghi della minoranza lamentavano l’eccessiva sinteticità dell’ordine del giorno presentato dalla Giunta sul documento, richiamando la necessità che all’interno del testo fossero presenti riferimenti più articolati, su diversi punti, il fatto è che a ben vedere, per com’è il documento, l’ordine del giorno che ci apprestiamo a votare, a cui poi sono stati legati anche altri testi sui quali dirò, è un ordine del giorno che serve sostanzialmente, dal punto di vista formale, per ottenere il voto, l’espressione di voto dell’aula non tanto sull’ordine del giorno in quanto tale, ovviamente, ma sulle linee di indirizzo che sono state presentate, peraltro ripetutamente, come dicevo ieri in Commissione, dall’assessora Priolo e sulle quali ieri abbiamo avuto una ulteriore ampia discussione.

Gli obiettivi strategici e le scelte generali del piano regionale sono un corposo documento che, appunto, contiene esattamente gli obiettivi, le linee generali, la cornice all’interno della quale poi verranno calate le scelte rispetto al piano di gestione dei rifiuti e di bonifica delle aree inquinate, che avremo, anche questo, modo di discutere e di approfondire e sul quale potremo confrontarci ampiamente, visto che, come sappiamo, ci prenderà alcuni mesi.

Oggi partiamo sulla base degli obiettivi strategici che ci sono stati presentati e arriveremo tra adozione e approvazione del piano arriveremo probabilmente alla fine dell’anno. Quindi, avremo tempo e modo per continuare a discutere, a confrontarci ed entrare nel merito più specifico, anche dal punto di vista impiantistico, delle varie soluzioni che dovranno essere individuate in tutti i territori della regione, ragione per cui l’ordine del giorno che ci viene presentato sostanzialmente dalla Giunta è inevitabilmente un ordine del giorno stringato. Quello che bisognava dire è stato detto qua, in un documento corposo, significativo, ampio, che peraltro non è esaustivo perché non è l’elemento su cui noi voteremo. Non è la definizione del piano dei rifiuti. Sono le linee strategiche sulle quali il piano poi verrà calato. Va da sé, quindi, che l’ordine del giorno, come dicevo, non poteva che essere sintetico e stringato.

Trovo invece, e lo dico con nettezza, gli ordini del giorno che sono stati presentati da diversi colleghi di minoranza, lo dico bonariamente ma per intenderci, abbastanza strumentali perché la discussione sull’impiantistica non si fa in questo momento. Non è questo l’oggetto della discussione e soprattutto non sono l’oggetto della discussione i casi specifici. Intanto, rispetto al passaggio sulla vicenda di Baricella, l’assessora in Commissione e ieri in aula, con tanto di registrazione video, non in un angolino alla buvette o da qualche parte con qualche amico, ma sotto registrazione e sotto filmato, ha detto chiaramente, ha confermato e ha ribadito quella che sarà la posizione e l’atteggiamento della Regione, della Giunta e dell’Amministrazione rispetto all’esito di quel percorso.

È stata chiarissima, e io non devo aggiungere altro, se non sottoscrivere e dire che sono lieto di questa posizione, sulla quale peraltro non avevo dubbi.

Questo per quanto riguarda Baricella. Per quanto riguarda invece le altre (guardo i colleghi che arrivano dell’imolese o altri che hanno citato il tema della discarica al confine tra l’area della Città Metropolitana di Bologna e il modenese, quindi tra Valsamoggia e Savignano sul Panaro), per quanto riguarda quelle realtà, invece, io non ho alcun problema a dire che nel merito quelle e queste risoluzioni posso anche tranquillamente condividerle, è una posizione che abbiamo assunto pubblicamente.

Abbiamo fatto anche, ovviamente attraverso le modalità con cui è possibile farlo oggi, quindi online, dibattiti pubblici sul tema, in particolare penso alla discarica tra Valsamoggia e Savignano sul Panaro, abbiamo detto pubblicamente quello che pensiamo, lo abbiamo reso evidente anche attraverso atti, interrogazioni, risoluzioni, come ricordava il collega Sabattini prima, e credo che se mettessimo insieme le risoluzioni, le interrogazioni e le prese di posizioni dei diversi Gruppi di quest’Aula su quelle discariche, probabilmente troveremmo quasi tutti i Gruppi, se non tutti, quindi io non ho alcun problema.

Trovo però che fra noi dobbiamo essere chiari, al netto del fatto che sappiamo tutti, perché non siamo nati proprio ieri, come quello che sto dicendo adesso non sia giornalisticamente spendibile, perché io sto facendo una discussione di metodo, voi adesso direte "avete detto, avete fatto, poi alla fine avete votato contro", dinamiche che conosciamo.

Io però penso che, siccome noi dobbiamo essere persone serie che fanno le cose seriamente, appoggiare una risoluzione collegata a un documento strategico, che non è il Piano dei rifiuti, ma è la cornice all’interno della quale il piano poi dovrà essere collocato, dove dovremo – lì sì – enumerare territorio per territorio le soluzioni impiantistiche, quelle che andremo a superare, quelle che chiuderemo e quelli che trasformeremo, è quella la discussione ed è lì che bisogna farla.

Sapete cosa penso degli ordini del giorno. Non è che mi ritraggo da quella posizione. Utili e importanti per discutere, però nell’ordine della gerarchia delle fonti, che sarebbe poi il nostro mestiere cercare di stare su quello, esistono gli atti legislativi, esistono gli atti di programmazione, esistono gli atti di indirizzo.

Ora, se si collocano atti di indirizzo su documenti strategici è come mettere insieme pere e mele. La discussione politicamente la possiamo fare finché volete, ma dal punto di vista amministrativo sappiamo tutti di cosa stiamo parlando.

Per cui invito, anziché ancora una volta... Guardo i colleghi Marchetti, Facci e Pelloni. Anziché utilizzare strumentalmente ordini del giorno per causare divisioni, che non ci sono nel merito... Perché io nel merito, l’ho già detto sia su Imola sia su... Mi dispiace. Il consigliere Pelloni scuote la testa. È così. Anziché dividerci sul metodo, proviamo a ragionare sul merito. Collochiamo gli strumenti al loro posto, facciamo le discussioni utili e proviamo a ottenere il risultato insieme.

Quindi, vi chiederei di ritirare questi ordini del giorno. Ritirate questi ordini del giorno, facciamo la discussione dove la dobbiamo fare, nei modi e nelle forme in cui la dobbiamo fare. Non è che qui qualcuno domani mattina risulta più forte o più debole. Semplicemente stiamo facendo il nostro mestiere, credo, nel miglior modo possibile. Quando le convergenze sono alla luce del sole, sono trasparenti, sono pubbliche e si fanno nei luoghi deputati, come questo, non c’è mica nessun problema a mettersi d’accordo.

Chiaro è che se, invece, si vuole strumentalmente introdurre in modo surrettizio discussioni su temi e oggetti sui quali si vuole creare l’incidente per poter dire “voi siete quelli che dite una cosa e poi ne fanno un’altra” e lasciar passare questi messaggi... Potranno essere utili a ottenere un titolo sul giornale o a fare un piccolo giro di cabotaggio politico, ma non spostano di una virgola il problema. Siccome, invece, noi dovremmo guardare alla risoluzione dei problemi, così come su altri temi... E guardo il collega Facci, anche qui senza nessun problema, come il collega Mastacchi. Abbiamo preso posizioni congiunte, anche molto precise, sui temi delle infrastrutture di un territorio, di una parte di territorio. Penso che si potrebbe fare lo stesso anche sul tema più complessivo della gestione dei rifiuti, del Piano di gestione dei rifiuti.

Io faccio questo invito. Dopodiché sarò conseguente rispetto alle cose che ho detto, perché credo che sia utile e importante essere coerenti e precisi nell’utilizzo degli strumenti. Dopodiché, se la mia è una battaglia contro i mulini a vento, me ne farò, come si dice e come abbiamo imparato, una ragione e sarò conseguente nel voto. Mi dispiacerebbe perché semplicemente avremmo perso l’ennesima occasione di fare un passo avanti insieme anziché continuare in una contesa che peraltro, voglio dire, è veramente tutta strumentale e rischia di essere solo un elemento, ripeto, non utile alla causa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Intervengo anch’io su questi ordini del giorno, partendo da una considerazione che è abbastanza scontata. È chiaro che la discussione che dovremmo fare nella definizione del piano, dal punto di vista dell’impiantistica, sarà una delle discussioni più cruciali, più strategiche. Riguarderà gli impianti di termovalorizzazione, così come gli impianti delle discariche. Tra l’altro, sappiamo che il ricorso alle discariche, dai dati che ci sono stati forniti, è ormai ridotto al minimo e sarà quella la sede per definire obiettivi e destinazioni, facendo anche un’analisi dei quantitativi e quindi delle capacità di cui disponiamo, delle capacità di cui potremo fare a meno e di quello che resta, invece, da tenere nel piano.

Sugli impianti di termovalorizzazione è nota la posizione di Europa Verde. Noi assumiamo le valutazioni che ha fatto ISPRA, in quanto considera l’apporto climalterante, in termini di emissioni di gas serra, in particolar modo ovviamente di anidride carbonica, degli impianti di incenerimento addirittura superiore a quello che è il mix energetico. Inoltre, la Regione si è data come obiettivo al 2035 energie tutte da fonti rinnovabili. È chiaro che un termovalorizzatore che brucia, distrugge e quindi non è certo uno strumento, un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile. Questo per quanto riguarda l’impiantistica nel comparto termovalorizzazione.

Poi c’è anche quella dove, però, dovremo analizzare gli aspetti relativi ai rifiuti speciali e quelli dei rifiuti solidi urbani. Dei rifiuti speciali sappiamo che c’è un delta di insufficienza, quindi contraddice l’obiettivo – secondo me molto giusto – che si è data la Giunta con questo documento su cui stiamo discutendo, di arrivare invece a gestire i rifiuti in termini in cornice di prossimità.

Questo quindi per quanto riguarda l’impiantistica della termovalorizzazione, poi c’è quella che riguarda le discariche. È noto (l’abbiamo fatto in campagna elettorale) che Europa Verde è sicuramente contraria a un'ulteriore utilizzazione della discarica di Imola. Sulla discarica di Castel Maggiore abbiamo fatto interrogazioni e raccolto la proposta di Legambiente di chiuderla definitivamente e di farne un sedime per impianto fotovoltaico. Siamo intervenuti anche sulla discarica in Valsamoggia, abbiamo presentato anche in questo caso un’interrogazione, quindi si tratta di impianti che assolutamente non trovano l’appoggio di Europa Verde.

Aggiungo che c’è un altro impianto su cui noi abbiamo fatto un’interrogazione, che è quello di Monte Ardone, in provincia di Parma. Lì si vuole realizzare addirittura una discarica all’interno di uno dei territori più noti in termini di eccellenze enogastronomiche, quindi un’assurdità.

Sul tema discariche Europa Verde è quindi assolutamente d’accordo che si deve sempre andare a guardare con profondità cosa è veramente in gioco, e non abbiamo alcun problema ad associarci alla richiesta che con Imola si chiuda veramente, con Valsamoggia non si cominci neanche, visto che un pezzo di quella discarica sta in un terreno posto sotto tutela, ma su questo l’assessore è intervenuta più volte in Commissione e ha confermato che la Regione non è assolutamente d’accordo di appoggiare quest’impianto, quindi su quello abbiamo già avuto rassicurazioni.

Su Medolla mi associo a quello che è già stato detto dai consiglieri Sabattini e Taruffi, idem per quanto riguarda Baricella, quindi ritengo che la richiesta di convogliare questa discussione nell’ambito della discussione che faremo sul piano vero e proprio, quando si passerà dalle linee strategiche a una definizione territoriale dell’impiantistica, sia quella la sede più adatta piuttosto che farla così, a spizzichi e bocconi. Ripeto: allora anch’io avrei potuto presentare un ordine del giorno contro la discarica di Monte Ardone. Abbiamo fatto un’interrogazione. Ci stava pure un ordine del giorno su quello. Abbiamo accettato che in questa sede noi portiamo a casa un documento di cornice. Dentro quella cornice ci potranno essere anche altri impianti, che non sono ‒ ripeto ‒ quelli già citati. Allora anch’io piazzo un ordine del giorno su Monte Ardone, un altro Gruppo un altro, e così andiamo in una dispersione, in una polverizzazione della discussione, che giustamente, invece, faremo quando nel Piano dovremo scrivere nomi, cognomi, località, quantitativi, gestori, quindi fare un bilancio di quello che è disponibile, di quello che si può superare e chiudere (e che se si può superare e chiudere va chiuso) e quello che, invece, dobbiamo ancora considerare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo perché ovviamente i dieci minuti di ieri per fare una discussione così complessa per me non sono stati sufficienti. Volevo sottolineare un altro aspetto che ho sollevato in Commissione, fermo restando che io non ho la necessità, come hanno i colleghi della destra, anche, se vogliamo, strumentalmente, di prendere posizione rispetto alla discarica di Baricella, di Imola, di Valsamoggia, quella di Monte Ardone appena citata. Per noi parlano già gli atti.

Però oggi, visto che è qui anche questa mattina l’assessore Priolo, volevo riproporre un tema, anche alla luce delle notizie di questa mattina. Sono l’unica a sollevarlo, però lo faccio a ragion veduta. È quello della gestione dei fanghi di depurazione. È un tema che, come Regione, ci riguarda direttamente. Avevo chiesto di fare un focus su questo. Bisognerebbe farlo alla luce, come dicevo, delle notizie che sono uscite questa mattina rispetto a un’inchiesta, che a me fa sinceramente venire i brividi, che parla di uno sversamento di 150.000 tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi e altre sostanze tossiche e inquinanti in Lombardia e anche nella nostra regione, che venivano spacciati per fertilizzanti. Ho letto di intercettazioni che io definisco abominevoli. “Pensa al bimbo che mangerà quel mais”, è una delle intercettazioni che sono state pubblicate. Pare che sia coinvolto anche il direttore di AIPO.

Bisognerebbe, e approfitto appunto della presenza dell’assessore, fare chiarezza su questo.  È un tema strettamente legato al documento che abbiamo in discussione oggi. Ribadisco che è un tema che io ho sollevato in Commissione. La questione dei fanghi, la depurazione va approfondita. Come Movimento 5 Stelle, lo avevo già detto, abbiamo promosso la piattaforma del fosforo perché c’è la possibilità di recuperare questo elemento dai fanghi di depurazione e cercare il più possibile di evitare spandimenti illeciti, aumentare i controlli. È tutta una discussione che io ritengo vada assolutamente fatta, a maggior ragione alla luce dell’inchiesta che è emersa oggi e che ci riguarda non solo come territorio sul quale pare siano stati sversati questi fanghi e questi gessi contaminati, ma perché sembra sia coinvolto in maniera diretta proprio il direttore di AIPO.

Si dice che a lui i forestali hanno contestato il reato di traffico di influenze illecite e viene definito alla stregua di un importante dirigente pubblico che, sfruttando le proprie relazioni con i politici e i funzionari apicali della pubblica amministrazione, si prodigava per favorire la condotta criminale dell’azienda bresciana, ottenendo in cambio incarichi di consulenza e altre regalie da parte del titolare di quest’ultima.

Sono accuse molto pesanti, molto pesanti. Io voglio sperare che la gravità dei fatti non sia quella che viene descritta all’interno di questi articoli giornalistici. Naturalmente gli organi competenti faranno chiarezza su questo. Rimane però il tema della gestione dei fanghi, che noi dobbiamo davvero affrontare.

Quindi io oggi ne approfitto per risollecitare, poi farò anche richiesta per fare delle audizioni specifiche perché tutto quello che è in nostro possesso, anche rispetto alle tecnologie che possono intervenire sul recupero di alcune di queste risorse (citavo il fosforo), credo che vada assolutamente messo in campo e che anche la Regione da questo punto di vista possa sollecitare e promuovere questo tipo di pratiche virtuose, perché poi c’è tutto un tema anche di inquinamento delle acque e dell'atrofizzazione dei mari, quindi il tema è molto complesso e va affrontato in maniera organica.

Lo dico perché non se ne parla mai, invece è un tema che va affrontato e mi auguro lo si faccia nelle Commissioni, dove potremmo fare degli approfondimenti di merito.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Non abbiamo altri in dibattito generale congiunto sugli ordini del giorno, quindi a questo punto passo alle dichiarazioni di voto congiunte sugli ordini del giorno.

Chi si iscrive a parlare? Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Direi che questo dibattito è stato abbastanza articolato, ci ha impegnato in due giornate, in cui vi sono stati i contributi più vari e abbiamo affrontato diverse questioni che attengono all’ampia materia della gestione e smaltimento dei rifiuti, però alla fine dobbiamo tracciare un giudizio.

Io capisco le osservazioni e anche le richieste che sono venute dai banchi della maggioranza, possiamo anche condividere che questa sia una materia complessa e che questa sia una materia che richiede indubbiamente anche un giudizio più benevolo rispetto magari a certi processi che di per sé hanno delle difficoltà, però noi oggi dobbiamo dare un giudizio rispetto a quello che ci viene presentato, non possiamo sottrarci a quello che è il dato oggettivo, e i dati oggettivi sono molto chiari e per noi sono insufficienti. Sono decisamente insufficienti. Nel momento in cui oggi si chiede di dare un’adesione a obiettivi e scelte strategiche dell’Amministrazione su questo tema, noi diciamo che questo Piano che indica le scelte strategiche è insufficiente. Perché è insufficiente? Perché non indaga innanzitutto su quelle che sono state le cause reali del fallimento della legge del 2015, che dopo sei anni arriva a comunicarci dati, a riportarci dati assolutamente lontani da quelli che sono gli obiettivi che ci si era prefissati. E non è la pandemia. Non possiamo buttare la croce o trovare gli alibi in una condizione sicuramente sfavorevole che ha riguardato qualsiasi aspetto della nostra società e della nostra Amministrazione, in questo caso.

Il punto è che il motivo per cui non si è indagato fino in fondo, lo abbiamo accennato nei nostri interventi anche ieri, è il fatto che oggi il sistema di gestione e smaltimento rifiuti ha delle dinamiche che non sono, di fatto, in realtà, indirizzate verso quella che è, in questo momento, una ‒ se vogliamo ‒ cultura del riciclo o della prevenzione, quindi della tutela ambientale. Abbiamo puntato l’indice contro le multiutility. Il consigliere Pelloni, ma anche il consigliere Occhi, il consigliere Marchetti, quelli del nostro Gruppo che sono intervenuti hanno richiamato il fatto che, dove vi sono state, invece, politiche virtuose di gestione, questi risultati sono stati raggiunti.

L’assessore ieri ci ha detto che non è possibile, da parte nostra, intervenire sulle dinamiche della governance. Noi, invece, diciamo di no. Comunque siamo noi che decidiamo, alla fine, i criteri che devono essere seguiti. Se la politica è del profitto e non è di dare, fondamentalmente, lo sgravio al cittadino, si fa fatica ad applicare in maniera corretta il principio “chi inquina paga”, la tariffazione puntuale.

Ma qui nessuno punta il dito sulle multiutility e io l’ho detto. Ci sono interessi politici. Molte multiutility sono il futuro di molti amministratori a fine mandato. Ce lo dobbiamo dire. Dobbiamo fare i nomi e i cognomi. Non è questa la sede, ma diciamo che cosa sono queste multiutility, con un conflitto di interessi perché devono fare profitti, ma allo stesso tempo dovrebbero aiutare i cittadini. Dovrebbero determinare politiche di gestione e smaltimento che alla fine, nella logica che si producano meno rifiuti, dovrebbe avere uno sgravio. Dovrebbe esserci un beneficio economico. Non c’è.

Questa governance va ripensata. Va ripensato il sistema, diversamente non arriveremmo al risultato che ci si prefigge. Se noi dobbiamo dare un giudizio su obiettivi e scelte strategiche, ci aspettavamo da un documento di questa importanza, che è finalizzato alla piena realizzazione dell’economia circolare, che vi fosse questo tipo di impostazione.

Quando noi diciamo, e concludo, che anche gli ordini del giorno rispetto alle varie discariche non sono inutili è perché non c’è chiarezza su questo. Non c’è reale chiarezza su come si vogliono raggiungere gli obiettivi severi del minor conferimento, del minor consumo, del minor smaltimento. Come si conciliano con la logica che, comunque, tuttora vede procedure aperte di autorizzazioni o di ampliamento di discariche? Non c’è chiarezza su questo. Per quello non possiamo aderire alla richiesta di ritirare ordini del giorno.

Questo piano su questo non fa chiarezza e quindi è un piano decisamente insufficiente. Il voto sarà, quindi, un voto negativo del nostro Gruppo sull’ordine del giorno n. 2 collegato all’oggetto e naturalmente a favore sul resto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Grazie, presidente.

Di nuovo buongiorno all’assessore Priolo, presente in aula anche in questa seconda giornata di un dibattito che, come ha ricordato il collega Facci, è stato ampio, variegato e ricco di spunti.

Noi invece esprimeremo voto favorevole al documento strategico che è stato elaborato dalla Giunta e che abbiamo visto evolvere nel corso del suo percorso compiuto in Commissione, laddove pure ha ricevuto e colto molti spunti che dai colleghi commissari sono arrivati. È poi approdato in aula e, con quasi una trentina di interventi, approda adesso al momento della votazione.

Esprimeremo voto favorevole, perché è corretto il metodo con il quale si arriva oggi alla versione ultima e definitiva del Documento strategico, nel percorso che ho appena ricordato di confronto, e così dovremmo andare avanti con il confronto tanto con i territori, su cui poi atterreranno le scelte di pianificazione che stiamo compiendo, quanto con le associazioni di rappresentanza, di categoria, sindacali e anche con quell'importante tessuto associativo che corrobora il territorio regionale.

Ci convince anche nel merito, cioè nella cornice dentro la quale noi diciamo quali saranno le azioni strategiche che intendiamo mettere in campo e gli obiettivi che fissiamo per i prossimi anni in ambito di gestione e smaltimento dei rifiuti.

Ci convince soprattutto nel paradigma che viene con forza ribadito, che è figlio anche dei precedenti atti normativi che questa Regione ha compiuto, prima in Italia, e che sostanzia tutto il documento strategico. Quel paradigma vuole il rifiuto non più come una componente da smaltire, quanto piuttosto come un prodotto attorno al quale attivare processi di industrializzazione, cioè nuova economia, nuovi posti di lavoro, e, di conseguenza, meno problemi da gestire, meno necessità anche a livello di dotazione impiantistica territoriale.

Ci convince anche l’apertura di respiro, che il documento fa rispetto al lavoro di innovazione sulla legge per l’economia circolare, alla luce delle innovazioni che via via sono state introdotte, sapendo che ci muoviamo in un contesto nel quale non possiamo determinare tutte le variabili che interferiscono e che concorrono a regolare l’ambito di cui stiamo parlando.

Tradurre questi indirizzi strategici in un piano, cioè nella concretizzazione di azioni che qui vengono indicate in atti, sarà una maratona, non si tratta di correre i 100 metri quanto piuttosto di compiere un percorso lungo, in cui sarà essenziale portarsi dietro i territori.

Ha detto bene ieri l’assessore, dobbiamo provare a superare la logica per cui ci siano territori di serie A e territori di serie B, cioè quelli nei quali atterrano alcuni impianti sono quelli peggio trattati dalla nostra pianificazione, quelli che restano liberi da quegli impianti sono territori fortunati. Dobbiamo piuttosto ragionare in termini di una pianificazione di bacino, e anche questo criterio è dentro il livello di pianificazione che va in votazione oggi. Così come è assolutamente corretta l’anticipazione di un livello di monitoraggio da intensificare su base semestrale, proprio perché il mercato è molto dinamico, proprio perché ci sarà la necessità di verificare, insieme ai territori, se le scelte che pianifichiamo trovano effettiva corresponsione nei territori, in termini di accoglimento, di capacità decisionale, di confronto con le comunità, perché possano essere realizzati.

Molto giusta e corretta ‒ è una sollecitazione che ha fatto in Commissione, che ha ribadito qui in aula e che è stata accolta anche dall’assessore ‒ la riflessione sul rafforzamento di ATERSIR. Ricordiamoci, però, quando parliamo di soggetti gestori, che tutto questo livello di pianificazione e i risultati conseguiti in questo territorio, che sono (tanto per richiamarli rapidamente) mai corso il pericolo dell’emergenza, l’autosufficienza sulla gestione dei rifiuti urbani, un importante incremento di raccolta differenziata, dicevo, quegli investimenti portano dietro le scelte di alcune di quelle aziende che sono a partecipazione pubblica, che ci hanno permesso di arrivare alla discussione che stiamo facendo oggi e che ci hanno consentito un solco di dialogo con le comunità. Laddove ci fossero disfunzioni, e potrebbero esserci, è giusto richiamare ai soggetti proprietari di quelle aziende, cioè i Comuni. Oggi ci sono Comuni che sono governati, sostanzialmente, da tutte le parti politiche rappresentate in quest’aula. Coinvolgiamo anche loro nella riflessione che i colleghi hanno sottolineato come necessaria negli interventi che mi hanno preceduto.

Rispetto al Piano delle bonifiche, ha detto molto bene l’assessore e lo ha chiesto anche la collega Piccinini. Noi fissiamo alcuni obiettivi di bonifica del nostro territorio. Sarà necessario nei prossimi anni, insieme, mettere in campo un’azione congiunta affinché le risorse necessarie a dare corpo e gambe a quel Piano siano effettivamente messe a disposizione, tanto dal livello nazionale quanto da quello territoriale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altri...

Consigliere Taruffi. Fantastico.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Volevo lasciare la parola al consigliere Lisei come atto di gentilezza, perché ci siamo prenotati insieme.

Solo per ribadire, ovviamente, il nostro voto favorevole alla risoluzione presentata dalla Giunta.

Invece, poiché non è stato accolto, ma neanche preso in considerazione mi pare di capire dall’intervento anche del collega Facci, il mio appello a ritirare gli ordini del giorno presentati dai colleghi della Lega per provare a discutere e a tenere la discussione sul piano che indicavo prima, io penso che sarebbe stato utile provare a evitare di trovare elementi di divisione in questo modo e su questi temi per le ragioni che dicevo prima, non per altro.

Non ho avuto, non ho e non avrò nessun problema a dire quello che penso e anche a sottoscrivere e votare atti sugli impianti che vengono citati nelle diverse risoluzioni. Ciò detto, credo che sia opportuno tenere le discussioni nei luoghi, nelle forme e nei momenti deputati, anche perché altrimenti avremmo dovuto fare un lungo elenco rispetto alle situazioni su cui il piano dovrà esprimersi.

Su questo voglio tornare e voglio ribadirlo. Sì, ci sono le discariche che sono oggetto delle risoluzioni da parte dei colleghi della Lega, ma ce ne sono anche altre. Ce ne sono anche altre e le situazioni sono differenti. Quindi, o facciamo 25 ordini del giorno o 33 ordini del giorno e citiamo tutte le discariche, tutti i luoghi, tutti i temi che meritano di essere trattati oppure evitiamo di entrare in alcune sì e in alcune no. La situazione impiantistica non può essere... Non troverei corretto discutere in questo contesto solo di alcuni e di altri no. In più, l’impiantistica non sono solo le discariche e non sono solo le discariche che riguardano, tra l’altro, anche la gestione dei rifiuti speciali, ma sono anche gli inceneritori. Quindi, la discussione va fatta e va fatta tutta. Ma per fare tutta questa discussione esiste, come ho provato a motivare prima, il piano. Esiste il piano ed esiste un arco temporale che è quello definito dal piano e su cui ci dovremo misurare.

Io l’ho detto in Commissione e lo ripeto oggi. Lo ripeto qui. L’ho detto ieri. Esistono, secondo me, possono e devono essere perseguite le condizioni per provare a ridurre il numero di inceneritori presenti nel nostro territorio regionale, sempre tenendo ferme le caratteristiche, che richiamavo ieri nell’intervento, di pragmaticità, credibilità e serietà, con le quali questa Regione si è comportata negli anni rispetto al tema della gestione dei rifiuti e sui quali però abbiamo bisogno di fare un ulteriore passo avanti.

Sulla base di queste considerazioni, come dicevo, noi esprimiamo quindi un voto favorevole all’ordine del giorno presentato dalla Giunta, respingeremo gli altri, quindi voteremo contro gli altri, ma con le condizioni e nel contesto che ho provato a richiamare negli interventi che abbiamo fatto anche prima, questa mattina e ieri e nel corso delle Commissioni.

Spero che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi di avere al mio fianco i colleghi della Lega quando faremo la discussione sull’assetto complessivo dell’impiantistica regionale, perché altrimenti verrebbe il dubbio (ma non sarà sicuramente così) che alcuni ordini del giorno hanno più un carattere strumentale, con la speranza di prendersi qualche titolo di giornale, che non effettivamente affrontare e risolvere i tanti nodi che avremo di fronte da qui ai prossimi anni in un percorso - ripeto - complesso, in cui serve essere seri, coerenti e pragmatici.

La strumentalità e il pragmatismo non sempre vanno d’accordo. Con questo auspicio ribadisco la nostra posizione e saremo qua, in un confronto che vogliamo serrato e continuo, come è stato in questi mesi con l’assessore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Ringrazio anche l’assessore, che è stato presente tutto il dibattito, ho ascoltato tutti.

Ho ascoltato le sue parole, ma per noi rimangono le perplessità che abbiamo evidenziato, che ho evidenziato nel primo intervento e anche quelle che ha evidenziato il collega Tagliaferri nel suo intervento, e per queste ragioni voteremo contro l’ordine del giorno che è stato presentato. Voteremo a favore degli ordini del giorno presentati dai colleghi della Lega.

Rimangono le perplessità che abbiamo rappresentato e rimane la perplessità che questa visione che si ha all’interno dei documenti presentati veda i cittadini come figure assolutamente marginali in quello che, invece, è un sistema nel quale loro dovrebbero essere attori principali. I cittadini sono soggetti da spremere, devono fare la raccolta differenziata, sennò sono brutti e cattivi, devono pagare la tassa dei rifiuti. Quando ci sarà la raccolta puntuale, probabilmente non vedranno un euro di sgravio, perché non si intende neanche lontanamente ritoccare quello che è un modello che oggi, invece, presenta molte lacune. Quantomeno, ad oggi, nei documenti che sono stati presentati non si accenna minimamente alla volontà di rivedere il modello di gestione complessivo, che, come è stato evidenziato da diversi interventi in modo sicuramente più pregevole di quanto non l’ho fatto io, ha sicuramente diverse criticità, che a nostro avviso andranno affrontate. Le affronteremo, probabilmente, successivamente, come è stato detto anche da altri colleghi. Però, ad ogni buon conto, ad oggi, dal documento che è stato presentato queste criticità e su queste criticità non si fa menzione della possibilità... Quantomeno verificare la possibilità che si esca da questo tipo di modello per avere un modello differente, che veda il cittadino coinvolto in maniera attiva e positiva e non soltanto in un regime di schiavitù ‒ perché questo, secondo me, è attualmente ‒ punitivo, nel quale il cittadino è brutto, cattivo e inquinatore. Se produci rifiuti inquini. Devi fare la differenziata. Se non la fai sei cattivo. Paghi di più in tasse dei rifiuti. Di sgravi non se ne parla e non se ne vedranno mai, probabilmente.

Le aziende municipalizzate sono aziende private che fanno fior fiori di utili, che vengono divisi tra i Comuni che partecipano e dovrebbero controllare le tariffe, ma evidentemente hanno un palese conflitto di interessi, perché questo non lo fanno. Le modalità con le quali vengono calcolate le tariffe sono sconosciute ai più. Sicuramente non conosciute e comprensibili ai cittadini. È davvero quasi impossibile capire la corrispondenza tra i costi dei servizi e la tariffa che viene pagata dal cittadino.

Un sistema che è tutto fuorché trasparente, nel quale il cittadino purtroppo oggi non è sicuramente messo al centro. Invece dovrebbe essere messo al centro nelle azioni positive, perché, a nostro avviso, si potrebbero ottenere risultati e si potrebbero realizzare obiettivi, che anche pregevolmente sono inseriti all’interno del documento che ci è stato presentato. Si potrebbero raggiungere, probabilmente, in maniera più veloce e anche, secondo me, con uno scarto migliore di quello che è stato presentato.

Purtroppo non è così. Le azioni di coinvolgimento non ci sono. Di questo ce ne dispiace e speriamo che nel corso delle fasi successive ci saranno. Su questo evidentemente le parole dell’assessore ci rincuorano. Abbiamo sicuramente certezza che ci sia la volontà di approfondire tante tematiche che oggi, su un piano generale, evidentemente non potevano essere approfondite.

Ad ogni buon conto, anche nella generalità del documento che oggi andiamo a votare, e queste sono le ragioni per le quali ovviamente voteremo contro il documento, avremmo apprezzato un’impostazione che in questo documento non c’è e che invece, a nostro avviso, doveva esserci.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Dopo le dichiarazioni di voto congiunte sugli ordini del giorno, passiamo alle votazioni. Io non ho altri iscritti a parlare. Me lo confermate.

Passiamo alle votazioni separate degli ordini del giorno.

Partiamo dall’ordine del giorno 3330/1, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti e Facci.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 42

Contrari 24

Favorevoli 18

 

È respinto

 

Passiamo all’ordine del giorno 3330/2, a firma dell’assessora Priolo.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 27

Contrari 14

 

È approvato.

 

Passiamo all’ordine del giorno 3330/3, a firma del consigliere Pelloni.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 39

Favorevoli 13

Contrari 25

 

È respinto.

 

Passiamo alla votazione dell’ultimo ordine del giorno, il 3330/4, a firma dei consiglieri Facci, Pelloni e Mastacchi.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 42

Contrari 24

Favorevoli 15

 

È respinto.

 

Cordoglio per le vittime dell’incidente avvenuto sulla funivia Stresa Mottarone

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, prima di proseguire con i lavori, abbiamo purtroppo tutti noi appreso con profondo dolore la notizia del tragico incidente della funivia Stresa Mottarone e viviamo anche con una certa indignazione l’evoluzione delle indagini di questi giorni. La tragedia che si è consumata domenica scorsa ha strappato dall’affetto delle loro famiglie quattordici persone, tra cui un bambino di sei anni, mentre il piccolo Eitan, di soli cinque anni, è ancora ricoverato. Apprendiamo con gioia la notizia del suo risveglio.

Non possiamo che esprimere il nostro più sentito cordoglio alle famiglie delle vittime, con un pensiero particolare rivolto alle famiglie dei nostri corregionali, Roberta Pistolato e Angelo Vito Gasparro, che vivevano a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, da diversi anni.

A tutte le vittime va il nostro ricordo più caro.

 

(L’Assemblea osserva un minuto di silenzio)

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 3448

Proclamazione della elezione a Consigliera regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, della sig.ra Simona Caselli (art. 16 legge elettorale n. 108/1968)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora procediamo con un atto dovuto.

L’oggetto 3448 prevede la proclamazione dell’elezione a consigliere regionale dell’Emilia-Romagna per surrogazione della consigliera Simona Caselli.

Il 23 maggio 2021 è deceduto il consigliere Massimo Iotti. È doveroso ora procedere alla proclamazione del consigliere subentrante e pertanto richiamo alcune delle disposizioni contenute nell’articolo 14, comma 1, della legge regionale 23 luglio 2014, n. 21.

Se in corso di legislatura, per qualunque causa anche sopravvenuta, si rende vacante un seggio dell’Assemblea legislativa, questo è attribuito al candidato che nella graduatoria delle cifre individuali della medesima lista circoscrizionale cui il seggio era stato assegnato segue immediatamente l’ultimo eletto.

Dò atto che dal verbale dell’Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Parma relativo all’elezione dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna anno 2020, risulta primo dei candidati non eletti della lista numero 12 di quella circoscrizione, avente il contrassegno Partito Democratico e per la quale fu eletto il consigliere Iotti, la signora Simona Caselli.

Proclamo, dunque, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna in sostituzione del consigliere Massimo Iotti, Simona Caselli. Se è presente, la invito a prendere posto fra i consiglieri regionali.

Rammento anche che l’articolo 17 (Convalida degli eletti), comma 2, della legge 17 febbraio 1968, n. 108 così dispone: “Nessuna elezione può essere convalidata prima che siano trascorsi 15 giorni dalla data della proclamazione”. Rammento che i consiglieri regionali divengono titolari dei diritti, dei doveri e delle prerogative inerenti la loro funzione secondo le leggi e lo Statuto regionale. Questo è l’articolo 1 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa.

So che la consigliera Caselli non è presente e dò mandato agli uffici di comunicarle l’avvenuta proclamazione. Grazie.

 

Richiesta di inversione dell’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora procediamo con la richiesta di inversione dell’ordine del giorno per trattare prioritariamente il seguente argomento.

Parliamo della risoluzione 2579, risoluzione che impegna la Giunta ad attivarsi per sollecitare il Governo affinché gli incentivi fiscali del Superbonus 110 per cento, previsto dal decreto Rilancio, vengano estesi anche alle strutture ricettive, permettendo di beneficiare anche delle risorse del Recovery Fund dedicate alla rigenerazione urbana ‒ chiedo solo un po’ più di silenzio, per cortesia ‒ a firma dei consiglieri Pompignoli ed altri.

Ricordo che su questo documento insistono 4 proposte di emendamento, 2 a firma del consigliere Occhi, 2 a firma dei consiglieri Rossi e Bulbi.

È legata a questa la risoluzione 3250, risoluzione per impegnare la Giunta ad operare affinché le risorse, previste dal Recovery Fund, utilizzabili attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, siano pienamente spendibili, anche per il Superbonus 110 per cento, con la massima tempestività in accordo con le richieste dell’Unione Europea, a firma dei consiglieri Iotti, Zappaterra ed altri, e infine la risoluzione 3081, risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire nel sostegno alla richiesta al Governo e al Parlamento di allargare la platea dei beneficiari del Superbonus al 110 per cento previsto dal DL n. 34 del 2020 anche alle strutture ricettive e alberghiere,  a firma della consigliera Piccinini.

Un intervento a favore sull’inversione, se c’è, ed uno contrario. Prego, consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Io ovviamente, presidente, a favore dell’inversione dell’ordine del giorno, anche in ragione del fatto che, vedendo le risoluzioni depositate dopo quella del 2 febbraio a mia firma, sia da parte del Partito Democratico che del Movimento 5 Stelle credo che ci sia una condivisione di intenti, forse qualche altro Gruppo di maggioranza non la voterà, però, a prescindere da questo, credo che, dopo circa due mesi che questa risoluzione era ferma nel calendario dei lavori perché si è trattato altro, sia necessario affrontare il problema immediatamente, anche in ragione della condivisione degli aspetti o di alcuni aspetti legati al tema del Superbonus, quindi ovviamente a favore dell’inversione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri? Se non ci sono altri interventi, procediamo con la votazione dell’inversione.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 37

Favorevoli 34

Astenuti 3

 

È approvata.

 

OGGETTO 2579

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi per sollecitare il Governo affinché gli incentivi fiscali del Superbonus 110% previsto dal “decreto rilancio” (art. 119 del D.L. 34/2020, convertito con modificazioni dalla L. 77/2020) vengano estesi anche alle strutture ricettive permettendo di beneficiare anche delle risorse del “Recovery Fund” dedicate alla rigenerazione urbana. (02 02 21) A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Rainieri, Bargi, Catellani, Bergamini, Liverani, Occhi, Pelloni, Rancan, Montevecchi, Facci, Stragliati, Marchetti Daniele, Delmonte

 

OGGETTO 3250

Risoluzione per impegnare la Giunta ad operare affinché le risorse, previste dal “Recovery Fund”, utilizzabili attraverso il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, siano pienamente spendibili, anche per il Superbonus 110%, con la massima tempestività in accordo con le richieste dell’Unione Europea. (27 04 21) A firma dei Consiglieri: Iotti, Zappaterra, Maletti, Mori, Caliandro, Montalti, Rossi, Pillati, Daffadà, Bulbi, Costa, Rontini, Costi, Mumolo, Tarasconi, Sabattini, Fabbri

 

OGGETTO 3081

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire nel sostegno alla richiesta al Governo e al Parlamento di allargare la platea dei beneficiari del Superbonus al 110% previsto dal DL n. 34 del 2020 anche alle strutture ricettive e alberghiere. (02 04 21) A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con la discussione.

Dibattito generale congiunto sulle risoluzioni.

Chi si iscrive a parlare? Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, per presentare la risoluzione. Mi terrò poi qualche minuto in replica al consigliere Taruffi. Quindi, sarò decisamente breve.

Il tema del Superbonus, come abbiamo visto e come abbiamo sentito, è un tema trasversale, di particolare importanza per la ripresa dell’economia, anche del settore edile, che già dal 2008 è soggetta ad una crisi quasi irreversibile. È un tema particolarmente importante, anche in ragione del fatto che è stata, nel decreto del Governo, esclusa una parte di beneficiari di questo Superbonus, in particolar modo quelli che derivano dal settore ricettivo e turistico. Con questa risoluzione si chiede che la Regione si attivi nei confronti del Governo affinché venga inserito anche questo Superbonus 110 alle strutture alberghiere.

Si è parlato tanto in questi in questi giorni, in questi mesi del 110. È sicuramente una delle misure che ha favorito la ripresa economica del settore edile. Dall’altro lato, ci sono dei contro, e lo abbiamo visto anche con l’approvazione di un ordine del giorno di alcune settimane fa sull’aumento dei prezzi delle materie prime. Ovviamente, su questo aumento dei prezzi noi avevamo chiesto di intavolare una cabina di regia anche su questo punto. Auspichiamo che nella Commissione competente si arrivi a trattare questo argomento.

Dall’altro lato, abbiamo anche visto che dal Governo centrale c’è ancora qualche perplessità, in ragione delle risorse da attribuire al Superbonus. Abbiamo visto anche come l’eventuale proroga del termine sia stata bocciata dalla Ragioneria di Stato per mancanza di risorse. Credo che invece su questo tema si debba intervenire in maniera seria, ovviamente anche con la svolta ecologica dell’Europa che ci impone di fare determinate scelte anche sul settore turistico alberghiero.

Siamo in una Regione dove il turismo e le strutture ricettive cubano veramente tanto nel nostro bilancio. Avere la possibilità di trasformare e di innovare queste strutture alberghiere, che oggi sono in difficoltà, sarebbe per noi assolutamente importante. Di qui la risoluzione. Io adesso mi limiterò ad ascoltare quello che diranno gli altri partiti sul tema, per poi eventualmente riprendere la parola. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale?

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

(Interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ecco, prego.

 

TAGLIAFERRI: Mi sentite?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, la sentiamo. Magari può provare ad alzare un attimo il volume.

 

TAGLIAFERRI: Mi sentite meglio?

 

PRESIDENTE (Petitti): La sentiamo, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Questo mio intervento lo potremmo anche stigmatizzare come un onesto e sincero sforzo di tenere alto il morale e la capacità di analisi della maggioranza. Dico questo perché solo poche ore fa abbiamo appreso della volontà del Governo Draghi di recedere, quanto prima, dalla linea politica della riqualificazione radicale del patrimonio abitativo privato.

Sì, il buon Presidente del Consiglio, anche questa volta, ha gettato la maschera, sebbene nel silenzio più totale, abolendo un’azione politica, strano a dirsi, di notevole intelligenza e utilità. Da quanto si apprende, infatti, vi sarebbe la volontà di terminare il Superbonus edilizio 110 per cento entro la fine del 2023.

Ci sarebbe a questo punto da chiedersi perché, dal momento che la risposta economica a questo provvedimento era stata ed è più che lusinghiera e considerando anche i ritardi e gli imbarazzi derivanti dalle strane manovre che avete tentato di affiancare all’efficientamento energetico dell’abitazione nell’adeguare la legge urbanistica regionale.

Dal momento che il Superbonus comporta una certa copertura da parte dello Stato, il buon salvatore della patria Draghi ha pensato bene di depotenziarla in maniera più che sensibile. Il tutto mentre in moltissime parti d’Italia stanno prendendo piede gli appelli ad estendere il Superbonus anche al settore alberghiero, per far sì che questo settore così colpito dalla pandemia possa beneficiare delle risorse del Recovery Fund.

Dai regolamenti edilizi di grandi città come Bologna, che non consentivano alcuna azione del 110%, patetiche manovre sulla legge urbanistica regionale e uno scarsissimo sostegno in una fase iniziale, ora assistiamo a questa inversione a U, tanto che viene da chiedersi quale patologia psicologica possa essere nascosta in un’azione politica così autolesionistica.

Mentre leggiamo di proposte quantomeno fantasiose nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, ci chiediamo ora quali mirabolanti scuse troverete per negare anche questo sostegno ad una categoria come quella delle strutture ricettive che ha pagato un prezzo salatissimo alla pandemia tuttora in corso.

Ho terminato, grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Rossi, prego.

 

ROSSI: Grazie, presidente.

Oggi ho l’onore di presentare questa risoluzione a prima firma del consigliere Iotti, dove anche con quest’ultimo documento ci ha mostrato come, pur in periodi durissimi della sua vita personale, ha saputo certamente riservare comunque attenzione, serietà e dedizione per il suo lavoro e anche per quanto siamo chiamati a fare in quest’Aula per tutta la collettività.

In questa risoluzione, che ovviamente è stata condivisa anche da altri colleghi del Partito Democratico e che personalmente condivido in toto, il consigliere Iotti ha sottolineato che potenziare il Superbonus risulta fondamentale, non solo perché è un assist importante a supporto di tutta la filiera della riqualificazione energetica e sismica degli edifici, quindi anche una grande opportunità per decarbonizzare le nostre città, ma anche va a sostenere il settore edile, che genera comunque occupazione e accresce certamente anche il valore degli immobili; un valore, quindi, che passa dalla rigenerazione sostenibile, ma anche dalla sicurezza. Riqualificare a livello energetico e sismico i nostri edifici significa anche garantire sicurezza ai cittadini.

Per questo l’opportunità data dal 110 non può essere assolutamente sprecata, ma va, anzi, rilanciata e superata, se vogliamo anche nei suoi limiti attuali, partendo, ad esempio, dal renderla strutturale nel nostro ordinamento.

L’importanza della misura è stata riconosciuta da questo Consiglio regionale già da dicembre, quando siamo intervenuti per quanto riguarda la nostra competenza con il fine di semplificare il più possibile il ricorso al Superbonus 110. Un passaggio dovuto, perché la sburocratizzazione, come abbiamo sempre detto e sostenuto, è fondamentale oggi più che mai. Adesso, però, è tempo di accelerare, e lo dobbiamo fare ampliando quanto previsto in quella legge e agendo anche direttamente sull’estensione del provvedimento per sciogliere i nodi esistenti. Ad esempio, è il momento, secondo me, di prorogare continuativamente negli anni la misura anche ad aliquote modulari e crescenti in base alle dimensioni dell’immobile. È sicuramente anche il momento di garantire chiarezza e di dare risposte concrete ai cittadini riguardo all’applicazione del Bonus. Predisporre, quindi, un Testo unico, come suggerito dal consigliere Iotti, potrebbe essere una partenza importante.

È il momento anche di valutare di ampliare il Bonus a settori come quello alberghiero, che ‒ lo diciamo da un anno e mezzo oramai ‒ è stato il settore, considerato che non importa merci, ma persone, maggiormente colpito dalla pandemia, ma anche il commerciale, il terziario, il produttivo, oltre agli interventi generalizzati a tutti gli ambiti di rigenerazione urbana o anche riqualificazione individuati dai Piani urbanistici generali.

È il momento di farlo anche verso una platea di potenziali utilizzatori del provvedimento che al momento sono esclusi, come gli organismi di investimento collettivo del risparmio, i fondi, le società di investimento immobiliare quotate. È arrivato il momento di affrontare il nodo dell’estensione degli immobili caratterizzati da interventi di edilizia libera, con difformità minori, anche in assenza di asseverazione di conformità urbanistico-edilizia.

Gli strumenti per attuare queste estensioni e garantirne concretamente l’efficacia sono molteplici. In ambito regionale, ad esempio, l’accelerazione per l’efficientamento energetico degli edifici ad uso abitativo può fondarsi su azioni che incidano su nuovi strumenti per la gestione dell’edilizia pubblica e anche dell’housing sociale.

Gli strumenti per attuare queste estensioni e garantire concretamente l’efficacia sono… È il momento di riprendere, scusate, in mano il discorso interrotto a dicembre e bisogna farlo oggi. Il PNRR, pubblicato da qualche settimana, impegna il Governo ad occuparsi dell’attuazione del Superbonus che, cito riprendendo un pezzo del testo del Piano, ha incontrato molti ostacoli connessi alla necessità di attestare la conformità edilizia particolarmente complessa per gli edifici risalenti, come segnalato anche dall’ANCI, dalla rete delle professioni tecniche e pure dalle associazioni imprenditoriali, che addirittura sottolineano attese fino a sei mesi per l’accesso agli archivi edilizi. Quindi, l’obiettivo delle misure è accelerare l’efficientamento energetico e la rigenerazione urbana, rimuovendo gli ostacoli burocratici all’utilizzo del Superbonus. Questo è quello che è scritto ed è pubblicato.

Per tutto questo, come richiesto anche dal primo firmatario di questa risoluzione, consigliere Iotti, è fondamentale attivarsi in tempi brevi con il Governo per chiedere un’accelerazione delle decisioni sul tema, in particolare sull’estensione, necessaria per una adeguata efficacia del provvedimento, dell’utilizzo delle risorse del Recovery Fund anche per il Superbonus 110, una richiesta che peraltro mi sembra essere già in linea con gli obiettivi del Governo. Lo stesso Ministro del turismo Garavaglia si era esposto a favore di questa potenziale misura.

Quello che chiediamo, quindi, è che la Regione Emilia-Romagna porti avanti l’istanza di ampliamento di queste misure ai settori che ho citato in precedenza, quindi ricettivo, alberghiero, terziario, produttivo e commerciale, e col tempo che si attivi con il Governo presso i Ministri competenti per sollecitare un intervento complessivo, coordinato e generale sull’intero provvedimento del Superbonus 110.

Credo, anche per gli atti presentati da più voci e da più forze politiche, che oggi in questo senso siamo tutti quanti consapevoli che non c’è più tempo da attendere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, Presidente.

Come sappiamo, il settore del turismo è uno di quelli che ha sofferto più di altri a causa della pandemia e proprio rispetto a questo settore potrebbe rappresentare una grande opportunità l’estensione del meccanismo previsto dal DL 34 del 2020. definito Superbonus 110 per cento.

Parliamo di un provvedimento che, se opportunamente potenziato, potrebbe contribuire fortemente al rilancio in particolare dei nostri territori a vocazione turistica, di una misura di incentivazione che, come sappiamo, è stata voluta fortemente dal Movimento 5 Stelle, introdotta nel cosiddetto Decreto Rilancio, che punta a rendere più efficiente il patrimonio edilizio esistente attraverso il meccanismo del Superbonus, che prevede la possibilità di effettuare i lavori a costo zero per tutti i cittadini.

Questo rappresenta una misura fondamentale della transizione ecologica, che ha indubbi vantaggi sotto molteplici punti di vista: creare nuova occupazione, far ripartire un settore, quello delle costruzioni, che sappiamo essere in crisi dal 2008, favorire gli investimenti sul patrimonio immobiliare, che in Italia, a differenza di quanto avviene in altri Paesi, è in larghissima misura di proprietà di privati cittadini e costituisce la fondamentale ricchezza degli italiani, incentivare la qualificazione e l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio stesso, rendere più sostenibile il nostro modo di vivere e l’ambiente in cui viviamo.

Oggi, come dicevamo, il Superbonus è legato alle abitazioni private. Che funzioni lo dimostrano chiaramente i numeri legati al suo utilizzo attuale, ci sono dei dati che sono stati resi disponibili da uno studio dell’ENEA e del MISE pubblicato meno di un mese fa, dati che sono aggiornati al 15 marzo 2021 e parlano sul piano nazionale di oltre 6.500 interventi, fra condomini, edifici unifamiliari e unità immobiliari indipendenti, per oltre 730 milioni di euro ammessi a detrazione, dei quali oltre 500 corrispondenti a lavori realizzati.

Nella nostra regione i numeri corrispondono a 596 interventi per quasi 63 milioni di euro di detrazioni ammesse, e a lavori realizzati per quasi 50 milioni di euro. Siamo la terza Regione per quantità di progetti e risorse, seconda solo al Veneto in proporzione ai residenti.

Anche per questa ragione si è discusso anche a livello nazionale della possibilità di estendere il Superbonus agli immobili considerati strumentali all’attività di impresa, quali ad esempio gli alberghi, gli agriturismi e i rifugi. Questo è un tema che interessa enormemente non solo gli operatori del settore, peraltro, come dicevo, uno di quelli più duramente colpiti dalla crisi, ma anche gli Enti locali. come nel caso dei Comuni di Ravenna e di Rimini, i cui sindaci hanno sostenuto con forza la richiesta al Governo di estendere il 110 per cento, attualmente previsto, come dicevo, per le abitazioni private, anche per la riqualificazione delle strutture turistico-alberghiere, parlando di un’operazione che potrebbe trasmettere un segnale di fiducia molto importante e consentire una generale e profonda riqualificazione del patrimonio immobiliare e alberghiero dell’intero Paese.

La stessa Regione si è mossa in questa direzione, come dimostra anche la risposta che ho ricevuto a un’interrogazione che ho fatto sul tema, richiamando peraltro la necessità di provvedimenti statali specifici. Proprio su questo punto, qualche settimana fa si è espresso il ministro Cingolani, in merito alla possibilità di estendere il Superbonus 110 per cento agli interventi su strutture alberghiere, manifestando in un question time al Senato il proprio impegno ad avviare una riflessione con il Ministero dell’economia e delle finanze per capire bene come concentrare risorse pubbliche dove possono produrre i maggiori risultati, confermando, quindi, la forte volontà di lavorare in questa direzione.

L’apertura del ministro, in sintonia con la richiesta dei sindaci appena citati, deve essere assolutamente sostenuta. Davvero l’estensione del Superbonus anche al comparto alberghiero consentirebbe sia un riorientamento del settore delle costruzioni verso interventi di rigenerazione e riqualificazione ‒ quello che noi andiamo ripetendo da anni, ormai ‒ anziché fare nuova cementificazione e sia un complessivo ammodernamento ed efficientamento delle strutture ricettive, riducendone l’impatto energetico e abbattendo anche i costi di gestione.

Non dobbiamo neanche nasconderci che per l’Emilia-Romagna questa possibilità rappresenterebbe un’opportunità enorme per aumentare significativamente anche l’attrattività dei nostri territori. Molte località o quartieri o settori dei nuclei abitati della regione, in Riviera, ma non solo, sono costituiti in larghissima misura da strutture ricettive, che sono presenti in tutte le città d’arte dell’Emilia-Romagna, nelle città maggiori, come nei piccoli centri, nei luoghi della produzione inseriti nei percorsi, per esempio, della Motor Valley o della Food Valley.

La risoluzione chiede sostanzialmente questo, di allargare la platea dei beneficiari anche alle strutture ricettive e alberghiere.

Ci tengo solamente a fare un appunto. Intanto, mi fa piacere che questa misura sia largamente apprezzata e condivisa da tutte le forze politiche, visto che il Movimento 5 Stelle notoriamente viene descritto come composto da persone meno capaci, forse, di altre. Questa è la dimostrazione netta e concreta che, in realtà, noi portiamo avanti delle misure innovative dal punto di vista ambientale.

Voglio dire al collega Tagliaferri che il fatto che la misura sia estesa al 2023 non è una questione assolutamente scontata.

È un tema su cui noi abbiamo battagliato molto. C’è un impegno su questo. Noi manterremo alta l’attenzione anche per dare certezze ai cittadini e anche alle imprese che hanno intrapreso questa possibilità di usufruirne il più possibile, ma anche di portarla a termine.

Quindi, lo voglio ricordare perché sembra tutto scontato e banale. In realtà c’è un tema di risorse pubbliche ingenti che va considerato e il fatto che venga esteso al 2023 è un risultato importante che voglio rivendicare con orgoglio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Rapidamente per illustrare il senso un po’ dell’emendamento, ma principalmente è quello legato all’allungamento dei termini.

Accennava il mio collega Pompignoli al rischio e alle problematiche che ha sollevato il Superbonus al 110 per cento nel doverlo utilizzare in così breve tempo, ovvero non si trovano più imprese, non si trovano più tecnici. È salito il costo delle materie prime anche per coincidenze sfavorevoli nel mercato mondiale.

Occorre un modo di riuscire a ridurre questi impatti e a fare in modo che gli impatti positivi del 110 per cento non si fermino perché ovviamente l’aver congestionato in così breve tempo non ha dato la possibilità alla nostra filiera di attivarsi compiutamente. Sappiamo dei problemi burocratici a cui ancora la pubblica amministrazione sta cercando di porre rimedio. Di certo lo smart working non ha aiutato. La mancata digitalizzazione delle pratiche non ha aiutato. Molti Comuni non l’hanno ancora fatta. Le problematiche legate alla necessità di avere dei procedimenti che portino ad avere in partenza delle abitazioni sgravate da problematiche legate alla loro realizzazione e alle eventuali costruzioni nel corso del tempo, lo sappiamo bene, per lo stato legittimo degli immobili ci portano a pensare che sia questa una misura che vada allungata, in particolar modo per tutte le necessità che noi chiediamo anche con la risoluzione, ovvero l’estensione alle strutture ricettive che in molti casi hanno una vetustà sia dal punto di vista statico, sia dal punto di vista energetico, e che sicuramente hanno necessità di migliorie.

Per fare in modo che tutta la filiera riesca a concorrere e a riattivarsi per riuscire anche a superare i vincoli e i rallentamenti burocratici e fare in modo che questa misura dia il massimo sotto tutti gli aspetti e vengano limitate al minimo le problematicità, legate al fatto che abbiamo diverse imprese che sono attualmente impegnate in questa transizione, in questa importante fase che dovrà portare a una rinascita del nostro sistema, teniamo conto che anche il sistema turistico ha pagato molto la pandemia e quindi questa deve essere una maniera in più per aiutarlo.

Come dicevamo anche sul Piano rifiuti e per quanto riguarda il bando della montagna, quando ci sono delle misure politiche, delle misure che vanno in una certa direzione, è meglio utilizzarle al massimo delle loro potenzialità, quindi l’estensione temporale e l’estensione a più categorie permetterà di rendere al meglio e quindi di evitare che possa esserci l'ingorgo che c'è in questa fase e permettere a tutti i nostri operatori, in particolare di questa regione, perché sappiamo quanto sia forte il settore turistico in questa regione, di partecipare anche loro alla ripresa economica, allo svecchiamento e alla trasformazione del nostro patrimonio immobiliare.

In questi anni non si era riusciti a dare gambe e forza alle misure, di cui si parla da una decina d’anni, di riqualificazione dei patrimoni pubblici, privati residenziali e anche legati al turismo. Con il combinato disposto di queste misure, sicuramente ci potrà essere l’accelerazione che non c’è stata nei 10 anni passati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Grazie, presidente.

Vado in coda all’intervento della collega Rossi. Con un po’ di emozione, anche, tra l’altro. Perdonatemi. Della risoluzione che ha presentato, del collega Iotti, avevamo discusso insieme a Massimo nelle settimane in cui lui la stava elaborando, durante le quali aveva inteso coinvolgermi, essendo stato a dicembre relatore della legge di riordino della materia urbanistica. Quindi, fa decisamente effetto parlarne oggi, a così pochi giorni dalla sua prematura scomparsa.

Intervengo perché credo molto nella risoluzione, per come l’aveva intesa scrivere il collega Iotti, che, con quella capacità di tenere l’orecchio a terra del buon amministratore locale, aveva fissato quelli che erano alcuni interventi necessari per rendere pienamente efficace lo strumento del Superbonus 110. Rispetto alle criticità che lui aveva individuato, provando a immaginare anche alcune soluzioni, io mi trovo pienamente concorde. Alcune delle quali, tra l’altro, come mi è dato di leggere dalla bozza del Decreto Semplificazioni, vengono recepite, a testimonianza che la sua esperienza di amministratore locale in un Comune, che si era personalmente impegnato anche nelle gestioni, come capita di fare al sindaco, delle pratiche edilizie... Perché quando un cittadino ha un problema va sempre a parlarne dal sindaco, anche se non è un tecnico il sindaco. Dicevo, alcune di quelle soluzioni che lui immaginava mi pare di capire trovino spazio ‒ almeno così è nella bozza ‒ nel Decreto Semplificazioni, in particolare dove si dice che per semplificare la procedura di avvio dei lavori gli interventi legati al Superbonus 110 vengono equiparati agli interventi di manutenzione straordinaria, cioè quelli per i quali è necessaria la CILA, la Comunicazione di inizio lavori asseverata.

Questo è un passaggio fondamentale, che tra l’altro è stato richiamato anche da addetti ai lavori tanto del settore delle costruzioni quanto da alcune prese di posizione dell’ANCI, l’Associazione nazionale dei Comuni.

Ci sono, sempre nel lavoro del collega Iotti, due questioni che al momento non trovano risposte, che rendono, proprio per questo, pregnante di significato la discussione che stiamo facendo e la proposta contenuta nella risoluzione e negli emendamenti che sono oggetto di discussione in questo momento, cioè rendere strutturale la misura dell’incentivo a favorire le ristrutturazioni e la rigenerazione urbana e l’estensione di questo strumento a settori come quello alberghiero, terziario e produttivo, che invece non sono attualmente coperti da questa misura.

Mi pare, questo a malincuore lo dico, di capire che nemmeno nella bozza del decreto Semplificazioni in discussione, dove inizialmente pareva vi fosse un’estensione al settore alberghiero, oggi che ci si avvicina alla emanazione del testo definitivo sia contenuto. Quindi facciamo bene a far sentire la voce dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e, attraverso la Giunta, la posizione di questo territorio.

Ci sono alcune questioni, che sono state sollevate anche da ANCE, l’Associazione nazionale dei costruttori, che credo meritino attenzione e che stanno complicando la piena realizzazione dei risultati di uno strumento molto intelligente quale quello del Superbonus 110, e giustamente si fa bene a rivendicarne la messa in campo. Devono trovare risposta. In particolare il tema della digitalizzazione degli archivi. Ne parlammo anche a dicembre. Come Regione Emilia-Romagna abbiamo provato a fare per un pezzo la nostra parte, mettendo a disposizione degli Enti locali una piattaforma nostra per la gestione delle pratiche e anche intervenendo con il lavoro di modifica che avvenne in Aula, anche grazie al lavoro dei colleghi, in favore dei Comuni affinché possano procedere verso la digitalizzazione degli archivi.

Questa è una delle questioni fondamentali su cui Gabriele Buia, il Presidente dell’ANCE, ha puntato il dito, ma c’è anche un tema di rincaro dei prezzi. Ecco perché la proroga dello strumento, così come la sua trasformazione in un incentivo strutturale, potrebbe aiutare a calmierare una speculazione sul costo delle materie prime, dico speculazione perché non corrisponde appieno all’esplosione di cantieri per come potrebbe avvenire in forza del Superbonus 110, e superare anche l’imbuto generato dalla mancanza delle stesse materie prime. Sapere di avere più anni oppure di avere una misura che diventa strutturale davanti per poter intervenire determinerebbe immediatamente che la domanda di materie prime si possa spalmare su più anni e quindi risolvere le due criticità che ho appena menzionato.

C’è poi una questione finanziaria, che ovviamente non sta dentro le norme per come le possiamo scrivere, però deve trovare risposta, perché ugualmente sta rendendo più affannoso l’incedere di questo strumento su tutto il territorio nazionale. Bisogna per forza accelerare i tempi di recupero del credito, per proteggere le aziende, e questa è una parte che il legislatore può fare, ma è altrettanto vero che deve organizzarsi diversamente tutta la filiera dell’offerta, affiancandosi a dei general contractor di esperienza, con le carte in regola per gestire lo sconto in fattura, che è uno degli elementi che sta mettendo in difficoltà alcune delle famiglie intenzionate ad intervenire.

È però uno strumento che già ora sta dimostrando quanta attesa ci fosse in materia, e ha fatto bene la collega Piccinini a richiamare i quasi 7.000 interventi che sul piano nazionale si sono avviati, per circa 1 miliardo di euro. C’è molto spazio, però, ed è per quello che sono necessari alcuni interventi di manutenzione allo strumento stesso, ad ogni livello di governo del territorio, perché questo strumento possa correre e con più forza dispiegare i suoi effetti.

Mi piace dire una cosa, in conclusione: che, di questi quasi 7.000 interventi. sul piano nazionale, un terzo insiste nelle regioni Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, sicuramente frutto della vivacità del tessuto economico di questi territori, della presenza di imprese serie, capaci, attente, con le spalle sufficientemente robuste per affrontare il percorso del Superbonus, dell’attenzione da parte dei cittadini a cogliere le potenzialità in termini di rigenerazione degli edifici privati e abitativi del nostro territorio, ma forse frutto anche del lavoro che abbiamo fatto anche in questa Assemblea, quando a dicembre abbiamo in parte riordinato le diverse norme che si erano stratificate in materia urbanistica e semplificato, laddove abbiamo potuto, anche nel dialogo con gli Enti sovraordinati al nostro, le procedure stesse per l’avvio dei cantieri legati al Superbonus.

Ecco perché è molto opportuna la discussione di oggi, ci offre lo spunto per chiedere ulteriori interventi di modifica. Ho visto che insistono molti emendamenti sulle diverse risoluzioni presenti, vanno quasi tutti nella stessa direzione, per quanto mi consta, mi pare di poter dire che siano emendamenti quasi tutti, se non tutti, assolutamente accoglibili e che testimoniano la trasversalità di interesse e di vedute rispetto a questo strumento.

Spero di non aver fatto torto al collega Massimo e di aver rappresentato, al netto dei miei limiti, quello che era il suo pensiero quando ha scritto la risoluzione che discutiamo oggi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Capita non sempre di poter dire che il tempo è galantuomo. Soprattutto non capita in tempi così ravvicinati, nell’arco di dodici mesi. Però siamo nella condizione di poter dire che, effettivamente, il tempo è galantuomo. Perché dico questo? Perché la risoluzione a prima firma del consigliere Pompignoli e le altre collegate insistono su un tema decisivo, importante, molto importante per quanto riguarda il comparto turistico, il rilancio economico e, più in generale, il rilancio del comparto turistico, che ovviamente ci trova sensibili, ci trova attenti, ci trova disponibili a ragionare e a fare tutto quanto è possibile per dare un incentivo e provare a dare un contributo per rilanciare anche quel comparto che tanto ha sofferto, come ricordavano i colleghi, in questi lunghi mesi di pandemia.

Però, segnatamente si fa riferimento alla necessità di estendere il Superbonus 110 per cento presente nel Decreto Rilancio 2020. Perché il tempo è galantuomo? Perché basta tornare indietro di dodici mesi e ricordarci... Purtroppo abbiamo, in questo Paese, la memoria molto corta. Anche noi, che in teoria dovremmo essere tenuti ad avere un minimo di memoria in più. Dodici mesi fa il Governo ‒ era il Governo Conte 2; c’erano il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico, la Sinistra nella composizione di Liberi e Uguali ‒ discuteva di quel decreto legge approvato dal Governo e convertito in legge nel luglio del 2020. Guarda caso, però, con il voto contrario della Lega e di tutto il centrodestra.

Quindi, mi vien da dire, benvenuti. Effettivamente dodici mesi fa il Superbonus, che era uno degli elementi bandiera di quel Governo, veniva sbeffeggiato, veniva deriso, veniva utilizzato come elemento banderuola eccetera eccetera. Nel mentre che il segretario della Lega si occupava a giorni alterni di aprire o chiudere, di annunciare aperture e chiusure a seconda del tempo e della meteorologia, c’era qualcuno che provava a mettere in campo misure di sostegno e provava a mettere in campo misure che guardassero non solo alla ripresa, ma anche al sostegno a quello che è evidentemente un pezzo della transizione ecologica che dobbiamo fare concretamente.

Ebbene, mentre a maggio il Governo approvava e a luglio il Parlamento convertiva in legge, gli atti parlamentari sono nella disponibilità di tutti, la Lega e il centrodestra votavano contro sia alla Camera che al Senato, ovviamente. Quindi, se fosse stato per la Lega e per il centrodestra, la misura di cui oggi la Lega chiede l’estensione anche ad altre parti non coperte semplicemente non esisterebbe. Il tempo è galantuomo e mi fa piacere che sia Pompignoli a chiedere con la prima firma l’estensione perché è proprio il riconoscimento su tutta la linea del fatto che effettivamente quella misura sbeffeggiata e derisa oggi viene riconosciuta come importante e come fondamentale nelle stesse parole del presidente della Commissione Pompignoli.

Parto da qui perché è importante. Il Governo approva il decreto legge, ma la conversione in legge la fa il Parlamento. Nota a margine, lo dico solo come elemento stilistico che però è importante avere nella testa. Nella risoluzione del consigliere Pompignoli si dice: “rilevato che, con propria legge regionale n. 14 del 29 dicembre 2020, la Giunta della Regione Emilia-Romagna ha ulteriormente promosso...”. Non vorrei che anche noi incorressimo nell’errore di non sapere che la Giunta propone e l’Assemblea approva. Le leggi sono dell’Assemblea, non della Giunta perché se noi per primi ci spogliamo della nostra prerogativa fondamentale, dopo effettivamente ci affidiamo solo alle risoluzioni. Noi siamo legislatori. Le leggi le facciamo noi. La Giunta propone. Quindi, chiederei comunque una correzione, non fosse altro per ragioni stilistiche.

Come dicevo, allo stesso modo, così come in Parlamento la Lega ha votato contro quella misura che oggi viene richiamata e viene estesa, ricordo anche il dibattito che si sviluppò a dicembre qui, quando noi presentammo, anche in tempi rapidi, stretti, la discussione su quella legge, che era appunto la legge di semplificazione e, siccome esistono diverse risoluzioni e anche diversi emendamenti, devo dire che, mentre sostanzialmente posso dire che apprezzo e riconosco e quindi consideriamo positive le risoluzioni che vanno in stimolo e chiedono l’estensione della possibilità di applicazione del Superbonus anche alle strutture ricettive alberghiere, in particolare (lo voglio riconoscere perché mi pare un passaggio positivo nella risoluzione a prima firma del consigliere Pompignoli) si fa esplicito riferimento non solo alle strutture ricettive della costa, ma anche a quelle della montagna, e gliene dò atto e quindi voglio riconoscerlo.

Apro e chiudo parentesi: quando parliamo di strutture ricettive e alberghiere, vorrei ricordassimo che le uniche strutture ricettive alberghiere che hanno ricevuto risorse dopo la pandemia sotto forma di ristoro da parte della Regione Emilia-Romagna sono quelli della montagna, dell’Appennino emiliano-romagnolo (in Italia, non solo qua). Voglio ricordarlo, perché spesso diciamo delle politiche che vengono messe in campo, spesso ci lamentiamo dei problemi che ci sono, vorrei anche che ricordassimo che abbiamo l’unicum su quel tipo di provvedimento.

Non mi dilungo oltre, però, nella misura in cui rendo merito al consigliere Pompignoli, devo dire che tra gli emendamenti ce ne sono anche alcuni che non provengono dal Centrodestra, che trovo invece non particolarmente utili dal nostro punto di vista in questo passaggio.

Ricordo infatti la discussione che facemmo a dicembre del 2020 in ordine all’approvazione del testo di legge regionale sulla semplificazione e ricordo tutti i passaggi e tutte le vicissitudini che abbiamo attraversato tra Commissione e Aula per arrivare all’approvazione del testo, penso che, prima di tornare a discutere e riprendere il filo di quella discussione, sia opportuno, necessario, consigliabile, estremamente saggio avere un quadro complessivo di quelle che sono le misure che intendiamo mettere in campo o sulle quali intendiamo rimettere mano tra la parte che riguarda segnatamente gli articoli citati nel nostro disegno di legge, poi approvato, sulla semplificazione, e il tema più generale di di revisione del testo di legge 24 del 2017, ovvero la legge urbanistica regionale.

Credo, quindi, che quelle discussioni vadano tenute insieme ‒ lo voglio dire e ci tornerò con chiarezza ‒ anche perché non sfugge... E guardo di nuovo il consigliere Pompignoli, con il quale già ci siamo confrontati, in quel caso via video, quando in un medesimo intervento sul punto segnalai la mia preventiva preoccupazione acché nel dibattito relativo al collegato non insorgessero anche temi, come abbiamo già visto nel collegato al bilancio dell’anno scorso, relativi alla proroga, lo voglio chiamare per nome, dei PUG, scadenza che sappiamo essere fissata al 31 dicembre 2021. Sappiamo quale è stato il dibattito che abbiamo avuto nel mese di luglio dello scorso anno. Vorrei che evitassimo, nel mese di luglio che abbiamo di fronte, perché il bilancio e il collegato ci saranno... Non mi vorrei trovare nella stessa identica condizione. Lo dico oggi per la terza volta in aula.

Perché sto parlando della legge urbanistica nel momento in cui ci sono emendamenti che riguardano la necessità di riprendere la discussione sullo stralcio di quei tre articoli sulla legge semplificazione? Perché è evidente che, al netto di dove si collocano, il tema più complessivo di che scelte facciamo in materia di rigenerazione urbana va tenuto insieme.

Per evitare di fare la politica del carciofo e sfilare una foglia alla volta, dobbiamo fare ‒ penso ‒ una discussione complessiva. Ragione per la quale abbiamo un atteggiamento che credo di aver definito in questo intervento sostanzialmente positivo rispetto alle risoluzioni che vengono presentate, al netto di un emendamento, sul quale abbiamo tutte le perplessità e sul quale poi torneremo quando si discuterà dell’emendamento in oggetto, che è quello a prima firma della consigliera Rossi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zappaterra, prego.

Mi scusi, consigliera. C’era prima la consigliera Zamboni, che si era prenotata con l’App. Mi scusi.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Andava benissimo anche se interveniva prima la consigliera Zappaterra.

Grazie, presidente.

Effettivamente stiamo toccando un tema centrale per la nostra Regione, ossia la possibilità di riqualificare, in senso energetico e antisismico, il patrimonio alberghiero. Apprezzo anch’io nella risoluzione di cui è primo firmatario il consigliere Pompignoli che si faccia riferimento anche alle strutture alberghiere della montagna.

Il turismo nella nostra regione è uno dei portatori di PIL più importanti, più strategici. Al contempo è stato anche uno dei più duramente colpiti dalla pandemia e quindi trovo sicuramente coerente con l’idea di transizione ecologica associare al rilancio economico la svolta green, portando efficienza energetica, portando interventi antisismici nelle infrastrutture alberghiere. È effettivamente una lacuna quella che viene sottolineata da questa risoluzione, oltre che dalla risoluzione a prima firma della consigliera Piccinini.

Effettivamente aver lasciato fuori dal percorso del Superbonus tutto il comparto alberghiero è una lacuna evidente in un Paese come il nostro, che vive di turismo. Anche nel settore delle strutture turistiche si deve intervenire per raggiungere gli obiettivi di sicurezza antisismica e anche di riduzione delle emissioni climalteranti, riduzione che si ottiene con gli interventi di efficientamento energetico, quelli che ti abbassano il consumo energetico e, tra l’altro, ti danno anche il beneficio che, una volta recuperato l’investimento fatto, hai anche dei vantaggi economici. Nel caso del Superbonus c’è un vantaggio finanziario fin dall’inizio dell’operazione.

Quindi, Europa Verde è d’accordo con la risoluzione di cui è primo firmatario il consigliere Pompignoli e anche con la risoluzione di cui è prima firmataria la consigliera Piccinini.  Rispetto a questa risoluzione della consigliera Piccinini, come Europa Verde presentiamo tre emendamenti piuttosto semplici e direi anche monotematici, ossia l’inserimento, nell’ultimo capoverso delle premesse della risoluzione Piccinini, dopo la parola ”efficientamento” della parola “energetico”, così come nel primo capoverso dell’impegno della Giunta dopo la parola “qualificazione” inserire anche in questo caso “energetico” e nell’ultimo capoverso, dopo la parola “qualificazione”, ancora una volta inserire “energetica”.

Perché questa fissazione monotematica? Perché è di questo che si deve parlare quando si danno i fondi del Superbonus 110 per cento. È lì che bisogna concentrare questa operazione finanziaria, ossia concentrarla a fini di riduzione del consumo energetico, che vuol dire, laddove non si fa ancora uso di fonti rinnovabili, riduzione dell’uso di quei gas climalteranti che sono all’origine dei cambiamenti climatici, che tra l’altro stanno già colpendo la nostra Regione, hanno colpito duro anche sulla riviera adriatica.

Per questo, quindi, Europa Verde condivide questa apertura di un percorso, che può portare le strutture alberghiere a poter beneficiare del Superbonus.

Questa è la prima parte che ci vede d’accordo, mentre non siamo d’accordo sul secondo emendamento, di cui è prima firmataria la consigliera Nadia Rossi, perché riporta in campo, in una maniera che definirei un po’ frettolosa, la questione legata a quegli articoli del progetto di legge di cui discutemmo a dicembre, perché, come già espresso dal consigliere Taruffi, ritengo che il tema meriti un approccio più meditato, più approfondito, senza relegarlo al passaggio di un emendamento.

Sappiamo che i motivi che riguardavano la richiesta di stralcio di quegli articoli, come poi decise il presidente Bonaccini, avevano le loro radici in punti di vista profondamente diversi rispetto alla legge urbanistica già in vigore e il timore che, attraverso percorsi di semplificazione, in realtà si potessero aprire percorsi più opachi di risoluzioni di pendenze urbanistiche in atto.

Il tema è abbastanza complesso e per questo come Europa Verde riteniamo che necessiti di un approfondimento e non possa essere liquidato con un emendamento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Il dibattito che si sta accompagnando agli atti già presentati testimonia quanto siamo tutti attenti all’opportunità legata al Superbonus, riconosciuto già come un importante strumento di agevolazione fiscale, quindi economico, per i diretti interessati, ma soprattutto come una grande opportunità per decarbonizzare le città, sostenere l’edilizia, generare occupazione e soprattutto accrescere il valore degli immobili. Un’opportunità che, da questo punto di vista, non può essere sprecata, anche per ammodernare il nostro patrimonio immobiliare. Opportunità ‒ come ci siamo detti e stiamo dicendo, anche con gli atti presentati ‒ che va rilanciata e superata nei suoi limiti attuali.

Come Regione abbiamo riconosciuto l’importanza dello strumento, promuovendo ulteriormente la rigenerazione e la riqualificazione edilizia, attribuendo un ruolo particolare nel ricorso al Superbonus del 110 previsto dal Decreto Rilancio. In particolare l’assessorato al turismo della nostra Regione ha già da tempo proposto l’estensione del Bonus Ristrutturazioni al settore ricettivo, presentandolo, tra l’altro, come proposta alla Commissione Turismo delle Regioni, che ha fatto propria detta proposta inserendola nell’ambito del documento con argomenti e priorità da sottoporre al ministro da parte della Commissione Turismo stessa, illustrata nell’incontro che c’è stato il 24 marzo scorso al Ministero.

Questo strumento si inquadra, e credo sia l’occasione, questa, per dirlo, nel più ampio pacchetto di proposte già formalmente sottoposte al ministro, che attengono a diversi temi: dallo sviluppo digitale dell’intero settore turistico all’aggiornamento della normativa e della regolamentazione turistica italiana, tra cui anche la risoluzione delle problematiche connesse alle concessioni demaniali marittime, al Piano di promozione turistica del brand italiano, alla costituzione di un nuovo Fondo europeo speciale per il turismo da attivarsi nella programmazione 2021-2027 e a forme di sostegno e agevolazioni fiscali per il settore turismo e per il Bonus Vacanze.

Nell’ambito delle proposte afferenti alle forme di sostegno e agevolazioni fiscali per il settore turismo, si sono, infatti, segnalati diversi strumenti per il potenziamento dell’intera offerta turistica italiana e dell’industria privata turistica, che vanno appositamente studiati per le diverse caratteristiche e tipologie delle imprese del settore, tra cui crediti d’imposta, Bonus Ristrutturazioni, digitalizzazione, tax credit.

Mi sono sentita di fare questo focus a dimostrazione di quanto siamo concentrati ad utilizzare il Superbonus a trecentosessanta gradi nei comparti che non siano solo del residenziale privato, ma anche su tutte le politiche pubbliche di sviluppo, rispetto alle quali questa Regione da anni è protagonista.

Certo, è indispensabile, e noi ci siamo sentiti, nella risoluzione proposta, di evidenziare questo aspetto, ma credo che le tre risoluzioni proposte siano tutte meritevoli perché pongono comunque l’accento su aspetti del Superbonus che devono essere migliorati e sono tutte e tre funzionali a farci raggiungere l’obiettivo.

Nella nostra l’impegno che abbiamo sentito più pressante è quello davvero di attivarsi con il Governo e con i Ministri competenti per sollecitare un intervento complessivo, coordinato e generale su tutto il provvedimento relativo al Superbonus 110, soprattutto chiedendo un’accelerazione delle decisioni da prendere, sentendo ovviamente gli stakeholder, le parti sociali e i soggetti interessati, in particolare sulle estensioni che si rendono necessarie di questo provvedimento, così come è importante che il Governo lavori affinché le risorse relative, previste dal Recovery Fund, siano davvero utilizzabili attraverso il Piano nazionale di ripresa e di resilienza, siano davvero spendibili anche per il “Superbonus 110” con la massima tempestività e in accordo con le richieste dell’Unione europea e siano pienamente attivabili in modo coordinato e coerente anche con gli strumenti di efficientamento energetico previsti a livello regionale. Credo che davvero queste misure debbano essere messe in campo proprio per ottimizzare al meglio l’opportunità del Superbonus.

Io sostengo, a differenza dei colleghi, come la collega Zamboni o il collega Taruffi, che non condividono appieno l’emendamento che ha proposto la collega Nadia Rossi come Partito Democratico, ritenendo loro fosse necessario un approfondimento, che, per come è formulato l’emendamento, la richiesta è molto chiara. La richiesta alla Giunta è di riprendere il ragionamento da dove l’abbiamo interrotto il 23 dicembre, proprio per sgombrare il campo rispetto al fatto che nel progetto di legge che abbiamo votato allora fossero surrettiziamente inseriti aspetti non condivisi o mal compresi. Però, nessuno di noi ha rinunciato al fatto che quel ragionamento debba essere ripreso e debba essere concretizzato. Quindi, l’emendamento serve a sollecitare la ripresa di un dialogo e di un’iniziativa, che certamente sarà svolta nel massimo rispetto di tutte le sensibilità e nella massima condivisione da parte di tutti i Gruppi, ma che deve innanzitutto partire ed essere messo in campo.

Poi ognuno potrà dire la sua nel merito, ma credo che l’emendamento della collega Rossi sia meritevole, soprattutto per la ripresa dell’iniziativa da parte della Giunta rispetto a un tema sul quale l’Assemblea è stata fortemente coinvolta.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Il mio è un intervento molto veloce per fare un focus su una tematica, che è quella dei prezzi e dei prezziari, perché noi sappiamo bene che il Superbonus 110 per cento è sicuramente utile per chi ha immobili o altro da ristrutturare, però sicuramente bisogna essere messi nelle condizioni per chi fornisce questo servizio di darlo in modo ottimale.

Quello dei prezziari è un tema molto importante, oltretutto è stata già approvata una risoluzione a prima firma Pompignoli, dove si andava a specificare che si sarebbe dovuto intervenire per modificare determinati tipi di prezziari.

Faccio riferimento in particolare ai prezziari DEI, che sono dei prezziari che nel concreto toccano professionisti, imprenditori, ma anche i clienti utilizzatori finali, perché è il momento che vengano aggiornati al più presto, quindi la nostra richiesta è questi prezziari vengano aggiornati nel più breve tempo possibile, vedendo, come già stato detto prima, l’incremento esponenziale di determinati costi di materie prime, che sono davvero aumentati in modo incredibile.

È giusto quindi che, visto l’aumento di queste materie prime, anche i prezziari siano subito riaggiornati. Dico questo a fronte di una richiesta che faccio, che è quella di monitorare anche questo aumento esponenziale delle materie prime, perché forse c’è qualcuno - e dico qualcuno – che se ne sta approfittando, perché, quando vediamo delle materie prime che schizzano alle stelle, ovviamente dobbiamo capire che questo mette in crisi tutto un sistema.

Va bene, quindi, andare ad aggiornare il prezziario, cosa che deve essere fatta il prima possibile, ma dall’altra parte va monitorato anche l’aumento esponenziale delle materie prime. Questo mio intervento è quindi anche per dire alla Giunta regionale di cercare di arrivare, nel più breve tempo possibile, ad avere un monitoraggio serio dell’aumento delle materie prime, ma anche un aggiornamento dei prezziari, che sicuramente è importante e deve essere concreto per la buona riuscita anche di quel 110 per cento, che tante persone, tante famiglie vogliono utilizzare, ed è giusto che sia utilizzato nel migliore dei modi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. 

Altri in dibattito generale? Io non ho nessuno sulle risoluzioni.

Passerei al dibattito generale sugli emendamenti.

Sono le ore 12,48. Sugli emendamenti sapevo che c’erano degli interventi. Siccome sono già diversi sugli emendamenti, proporrei di riprendere alle ore 14, con tutti gli interventi e con il dibattito generale sugli emendamenti.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 12,50

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI, Paola SALOMONI.

È assente per motivi istituzionali ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

 

Votazioni elettroniche

OGGETTO 3464

Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto assembleare 3330 "Presentazione da parte della Giunta regionale degli obiettivi strategici e delle scelte generali del Piano regionale di gestione dei rifiuti e per la Bonifica delle aree inquinate 2022-2027 (PRRB), ai sensi dell'art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n.16.". A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci Michele

 

Titolo: 3330/1 - votazione ordine del giorno (a firma cons. Marchetti D. e Facci M.)

 

Presenti al voto:44

Favorevoli/Si:18

Contrari/No: 25

Non votanti: 1

Assenti: 5

 

Favorevoli/Si


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari/No


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella

 

 

Non votante

Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Mastacchi Marco; Piccinini Silvia; Rainieri Fabio; Zamboni Silvia

 

 

OGGETTO 3465

Ordine del giorno n. 2 collegato all’oggetto assembleare 3330 "Presentazione da parte della Giunta regionale degli obiettivi strategici e delle scelte generali del Piano regionale di gestione dei rifiuti e per la Bonifica delle aree inquinate 2022-2027 (PRRB), ai sensi dell'art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n.16." A firma dell'Assessora Priolo Irene

 

Titolo: 3330/2 - votazione ordine del giorno (a firma Ass. Priolo)

 

Presenti al voto:42

Favorevoli/Si:26

Contrari/No:15

Non votanti:1

Assenti:7

 

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Contrari/No


Bargi Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Facci Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votante

Petitti Emma


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Mastacchi Marco; Piccinini Silvia; Rainieri Fabio

 

OGGETTO 3466

Ordine del giorno n. 3 collegato all’oggetto assembleare 3330 "Presentazione da parte della Giunta regionale degli obiettivi strategici e delle scelte generali del Piano regionale di gestione dei rifiuti e per la Bonifica delle aree inquinate 2022-2027 (PRRB), ai sensi dell'art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n.16.". A firma del Consigliere: Pelloni Simone

 

Titolo: 3330/3 - votazione ordine del giorno (a firma cons. Pelloni)

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:13

Contrari/No: 25

Non votanti:2

Assenti: 9

 

Favorevoli/Si


Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Marchetti Daniele; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari/No


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Piccinini Silvia; Petitti Emma


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Rainieri Fabio; Zamboni Silvia

 

OGGETTO 3467

Ordine del giorno n. 4 collegato all’oggetto assembleare 3330 "Presentazione da parte della Giunta regionale degli obiettivi strategici e delle scelte generali del Piano regionale di gestione dei rifiuti e per la Bonifica delle aree inquinate 2022-2027 (PRRB), ai sensi dell'art. 34 della legge regionale 18 luglio 2017, n.16.". A firma dei Consiglieri: Facci Michele, Pelloni Simone, Mastacchi Marco

 

Titolo: 3330/4 - votazione ordine del giorno (a firma cons. Facci ed altri)

 

Presenti al voto:43

Favorevoli/Si:15

Contrari/No:24

Non votanti:4

Assenti:6

 

Favorevoli/Si


Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari/No


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Barcaiuolo Michele; Piccinini Silvia; Taruffi Igor; Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Mastacchi Marco; Rainieri Fabio; Zamboni Silvia

 

Titolo: Inversione dell'ordine dei lavori

 

Presenti al voto:38

Favorevoli/Si:34

Astenuti:3

Non votanti: 1

Assenti: 12

 

Favorevoli/Si


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tarasconi Katia; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Astenuti

Amico Federico Alessandro; Piccinini Silvia; Taruffi Igor


Non votante

Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Caselli Simona; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Felicori Mauro; Gibertoni Giulia; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Paruolo Giuseppe; Rainieri Fabio; Tagliaferri Giancarlo

 

 

 

LA PRESIDENTE

 

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

 

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