Espandi Indice

85.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 6 LUGLIO 2021

 

(POMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3386

Interpellanza sull'utilità di introdurre un'etichettatura dei prodotti che dia conto della loro impronta ecologica coprendo gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali dei prodotti. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Rinvio)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 3446

Interpellanza sul piano di prelievo del cinghiale in selezione e in forma collettiva per la stagione venatoria 2021/2022. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

GIBERTONI (Misto)

MAMMI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

Appello dei consiglieri

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 2822

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a promuovere lo sviluppo del trasporto integrato bici-treno quale modalità di trasporto virtuosa dal punto di vista ambientale ed economico. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

ZAMBONI (EV)

AMICO (ERCEP)

FABBRI (PD)

MONTALTI (PD)

PARUOLO (PD)

TARUFFI (ERCEP)

PRESIDENTE (Petitti)

CALIANDRO (PD)

MORI (PD)

LISEI (FdI)

ZAMBONI (EV)

FABBRI (PD)

RAINIERI (Lega)

MUMOLO (PD)

FACCI (Lega)

TARUFFI (ERCEP)

LISEI (FdI)

ZAMBONI (EV)

MONTALTI (PD)

TARUFFI (ERCEP)

PRESIDENTE (Petitti)

 

 

OGGETTO 2963

Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre un portale presso il quale sia possibile esprimere la propria disponibilità a sottoporsi alla vaccinazione anti covid con dosi residue. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

MONTALTI (PD)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 2822

Emendamenti oggetto 2822

Comunicazioni prescritte dall’art. 69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,45

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 85 del giorno 6 luglio 2021.

Ha giustificato l’assenza il consigliere Bergamini.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo i lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 3386

Interpellanza sull’utilità di introdurre un’etichettatura dei prodotti che dia conto della loro impronta ecologica coprendo gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali dei prodotti. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Abbiamo l’interpellanza n. 3386, che viene rinviata per l’accordo preso tra la presentatrice, la consigliera Gibertoni, e l’assessore Donini.

 

Svolgimento di interpellanza

 

OGGETTO 3446

Interpellanza sul piano di prelievo del cinghiale in selezione e in forma collettiva per la stagione venatoria 2021/2022. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, all’interpellanza n. 3446 sul piano di prelievo del cinghiale in selezione e in forma collettiva per la stagione venatoria 2021/2022, a firma della consigliera Gibertoni.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Buongiorno. Confermo, presidente… Mi sentite?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera, prego. Se può accendere anche la luce la vediamo meglio.

 

GIBERTONI: Confermo il rinvio dell’interpellanza. Ci tenevo a specificare, senza nulla togliere all’autorevolezza del sottosegretario Baruffi, ma visto che ieri sono stata informata che l’assessore Donini non poteva rispondere oggi preferisco, tuttavia, rinviare a quando chi ha la responsabilità politica di quella scelta potrà rispondere.

La seconda interpellanza calendarizzata oggi riguarda il tema della caccia al cinghiale. Non è la prima volta, non è la prima volta che intervengo su questo punto, però oggi mi premeva – immagino che l’assessore mi stia ascoltando –, al di là delle domande, che sono ovviamente il tema principale dell’interpellanza, cioè sono il tema dell’interpellanza, anche cercare di introdurre un’argomentazione logica, che io finora non ho mai visto applicare in questo tipo di autorizzazioni in Regione. Faccio riferimento al Piano caccia del cinghiale 2021/2022, che prevede 33.563 uccisioni di cinghiali, caccia in selezione e caccia in forma collettiva, e faccio riferimento al Calendario caccia 2021/2022, che addirittura nei Comprensori 1 e 2 non pone nessun limite alle uccisioni, ossia vuol dire massima uccisione possibile di cinghiali.

L’interpellanza raccoglie una serie di dati, tra cui diversi chiesti anche direttamente agli uffici regionali, quindi sono dati ufficiali della Regione, e gli uffici mi hanno detto che mancano dati scientifici importanti – questa è la conclusione che mi pare di poter trarre –, ossia non ha, la Regione, nel momento in cui ha autorizzato questo numero di uccisioni, non ha una serie di dati, perché il sistema informatico non sarebbe ancora stato approntato. Parimenti, un’altra serie di dati sarebbero soltanto in possesso degli ATC e delle aziende faunistico-venatorie. Quindi, in assenza dei dati che sono in possesso soltanto degli ATC e che almeno fino a maggio… A maggio gli uffici della Regione, gli uffici dell’assessorato caccia, pesca e agricoltura mi hanno risposto confermandomi che questi dati non sono a disposizione, che non sono ancora stati centralizzati e che non sono ancora pervenuti, cito la risposta, dalle polizie provinciali i dati sui cinghiali abbattuti in attività di controllo.

Allo stesso tempo, però, si è proceduto ad autorizzare ulteriori uccisioni: questo è la prima azione di totale irrazionalità non basata su dati scientifici che io rilevo con questa interpellanza, cioè, manca un dato scientifico fondamentale, ma si costruisce, su questa mancanza di dato, un’autorizzazione. La seconda, invece, al contrario, cioè dove ci sono dati scientifici rilevanti, io ho fatto riferimento a 14 anni, a partire dalla stagione venatoria 2004-2005, fino alla 2017-2018, quindi circa 14 anni in cui noi sappiamo esattamente cosa è successo, sappiamo che sono stati uccisi addirittura quasi 282.000 cinghiali, una carneficina enorme e inutile. Sappiamo che non è servito assolutamente a nulla per contenere il sovrannumero dei cinghiali. Sappiamo quindi, se la Regione avesse applicato un minimo di metodo scientifico, senza affidarsi soltanto alle istanze dei cacciatori, che quella carneficina non è servita a nulla. Pensate che se nel 2004 si sono abbattuti 14.000 cinghiali, nel 2017, 28.000, con un aumento addirittura del sovrannumero, e quindi con la necessità, da parte della Regione, perlomeno, di autorizzare il doppio delle uccisioni.

Su questi dati scientifici, quindi, ribadisco che con una mancanza di dato scientifico si è costruita un’autorizzazione che invece da regolamento del 2008 non avrebbe dovuto partire prima di centralizzare quei dati, questo non si è fatto.

Invece, su un corpus importante, cito questi 14 anni, ma si può risalire ancora più indietro, corpus scientificamente molto rilevante, non si è tratta nessuna conclusione, non si è tratta una conclusione abbastanza semplice. Qualcosa non torna.

Io ritengo che ci sia una tela di Penelope che viene fatta e disfatta perché tutto resti così, e volevo sentire la risposta dell’assessore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera.

Prego, assessore Mammi.

 

MAMMI, assessore: Grazie, presidente.

Con riferimento alla richiesta posta nell’interpellanza, si precisa che, al fine di attuare la caccia di selezione al cinghiale, con la nota protocollata il 9 aprile 2021, che è stata inviata ad ISPRA, così come richiesto con circolare emanata dallo stesso istituto a seguito della pandemia da Covid - 19, relativa alle indicazioni per la redazione dei piani di prelievo di ungulati e galliformi nella stagione venatoria 2021- 2022, abbiamo appunto mandato una relazione riassuntiva sull’andamento del prelievo del cinghiale nell’ultimo triennio, con particolare riferimento alla forma selettiva, sull’impatto della specie sulle produzioni agricole e sull’incidentalità stradale.

Sulla base dei dati forniti, ISPRA con una nota che è stata protocollata il 12 aprile 2021 ha inviato un parere favorevole rispetto al piano di prelievo proposto, quindi non abbiamo agito da soli, non abbiamo agito sulla base di valutazioni nostre, tecniche o autoreferenziali, sulla base di valutazioni che dovevano tenere conto anche del contesto pandemico generale nel quale ci trovavamo, abbiamo fatto quello che ISPRA ci ha chiesto e ISPRA ha approvato il piano che abbiamo proposto.

Considerato, inoltre, che il cinghiale per caratteristiche e abitudini non è una specie sensibile con i metodi standard comunemente usati, la stima oggettiva della consistenza della popolazione viene infatti ricavata in maniera indiretta, prendendo in considerazione molteplici parametri, che oggi, per ragioni di tempo, non riesco ovviamente a spiegare nel dettaglio.

Mi preme però ricordare che sul cinghiale esistono piani di controllo, vengono attuati a livello nazionale sotto la validazione e il coordinamento di ISPRA, proprio perché questa specie è molto diffusa, molto presente, che nel corso degli anni si è molto moltiplicata tantissimo nei nostri territori, non solo nei territori montani, anche in pianura, ed è una specie che produce molti danni alle attività agricole, rischi di incidentalità stradale, rischi anche di sanità pubblica e di sanità rispetto agli allevamenti zootecnici, e sapete che c’è un grosso rischio di diffusione della peste suina in Europa e anche nel nostro Paese.

Questa è la ragione per la quale, per esempio, l’Emilia-Romagna sarà presa a riferimento a livello anche europeo come territorio nel quale mettere in campo e attuare un piano di prevenzione della peste suina. I primi di settembre saremo proprio oggetto della sperimentazione del progetto, che serve a prevenire la diffusione della peste suina. Questo conferma quanto corriamo veramente questo rischio. Oltre al fatto che il cinghiale, nel momento in cui si riproduce molto, soprattutto in alcune zone del territorio regionale, produce anche danni pesanti anche agli ecosistemi e dal punto di vista ambientale, in particolar modo ad altre specie animali, che laddove il cinghiale si è moltiplicato e diffuso moltissimo non trovano più un habitat adeguato per continuare a vivere.

Per queste ragioni abbiamo bisogno di contenere la diffusione di questa specie e di lavorare per tenere un equilibrio a livello di ecosistema e, naturalmente, tra le attività ambientali e le attività umane. Per questa ragione, quindi, attuiamo il piano di controllo con la collaborazione delle polizie provinciali e dei […].

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Prego, consigliera Gibertoni. Ha tre minuti.

 

GIBERTONI: Assessore, io so bene che voi attuate il piano di controllo, tanto che questo era il tema dell’interpellanza, però c’erano delle domande alla fine dell’interpellanza, che erano, appunto, la ragione per cui io l’ho depositata, e non ha risposto neppure ad una.

Chiedevo, a proposito della braccata, visto che sfoggiate una fedeltà alle proposte di ISPRA, come mai si usa il metodo della braccata, che ISPRA, invece, dice che non è uno strumento utile di contenimento. Se ISPRA dice che la braccata non serve a contenere i cinghiali, allora per quale motivo se ne concede l’utilizzo? Perché è un’istanza dei cacciatori? Per il divertimento dei cacciatori? Lo chiedo. Del resto, se seguiamo quello che ci dice ISPRA, allora la braccata, un metodo particolarmente feroce e spietato di caccia al cinghiale, in Emilia-Romagna non dovrebbe essere concessa. Tra l’altro, ISPRA dice che la braccata aumenta la mobilità del cinghiale, che talvolta decuplica i propri spazi vitali, spostando quindi il centro della propria attività, quindi addirittura invade altri areali e causa eventualmente altri danni.

Se in generale è ormai assodato che la caccia come metodo di controllo non funziona e, quindi, non riduce il numero di esemplari nel lungo termine, la mia domanda è: per quale motivo avete proceduto a un’autorizzazione senza avere i dati scientifici? Quando sarà pronto il sistema informatico? Quando avrete i dati, senza delegare ai cacciatori di avere questi dati, che però evidentemente non comunicano a voi? Come mai non analizzate, applicando un semplice metodo scientifico, in voga sin dal ‘600, quel corpus di dati che ci indica, al di là di quello che si dice oggi, concentrandosi soltanto sull’oggi, nella durata, quella che io pongo nell’interpellanza, di tre guerre mondiali, l’Emilia-Romagna non è riuscito a contenere il cinghiale? Qui è ovvio che logicamente c’è qualcosa che non torna, che c’è una tela di Penelope che garantisce evidentemente un flusso continuo: per ogni cinghiale che viene ucciso, evidentemente, altri cinghiali arrivano. Qui c’è effettivamente un’argomentazione a cui voi rifiutate di rispondere: perché non fate tesoro dei vostri stessi dati per dire che tutto questo non funziona, che qualcosa non torna?

Chiudo dicendo che il sovrannumero dei cinghiali che esiste in Emilia-Romagna ha una causa abbastanza evidente, e la causa è la Regione stessa. La causa del sovrannumero dei cinghiali in Emilia-Romagna sono le autorizzazioni stesse che dà la Regione, autorizzazioni sbagliate, piani sbagliati, caccia in modo scriteriato, che provocano effettivamente un sovrannumero di cinghiali. I cacciatori ovviamente hanno interesse a mantenere il sovrannumero, ma il problema per me non sono loro, il problema è chi li lascia fare, chi non costituisce un filtro rispetto a queste cose, a chi non garantisce quindi il proprio territorio.

Io non so se voi applichiate le credenze degli antichi, o appunto soltanto le istanze dei cacciatori, ma basta davvero guardare questi dati e leggerli scientificamente, per concludere che la stessa causa del sovrannumero sono le autorizzazioni regionali, quindi la Regione stessa.

Se continuate a voler risolvere il problema con la causa scatenante del problema, ossia con la caccia, di questo sovrannumero siete i primi complici.

Chiudo con questo. Spero di poter avere una risposta alla prossima interpellanza che depositerò su questo tema.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

 

Appello dei consiglieri

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’appello.

 

A seguito dell’appello svolto dal Presidente Rainieri risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BESSI Gianni
  4. BONDAVALLI Stefania
  5. BULBI Massimo
  6. CALIANDRO Stefano
  7. CASTALDINI Valentina
  8. CATELLANI Maura
  9. COSTA Andrea
  10. COSTI Palma
  11. DAFFADÀ Matteo
  12. DELMONTE Gabriele
  13. FABBRI Marco
  14. FACCI Michele
  15. FELICORI Mauro
  16. GERACE Pasquale
  17. GIBERTONI Giulia
  18. LISEI Marco
  19. MALETTI Francesca
  20. MARCHETTI Francesca
  21. MONTALTI Lia
  22. MONTEVECCHI Matteo
  23. MORI Roberta
  24. MUMOLO Antonio
  25. OCCHI Emiliano
  26. PARUOLO Giuseppe
  27. PELLONI Simone
  28. PETITTI Emma
  29. PICCININI Silvia
  30. PIGONI Giulia
  31. PILLATI Marilena
  32. POMPIGNOLI Massimiliano
  33. RAINIERI Fabio
  34. RONTINI Manuela
  35. ROSSI Nadia
  36. SABATTINI Luca
  37. SONCINI Ottavia
  38. STRAGLIATI Valentina
  39. TAGLIAFERRI Giancarlo
  40. TARASCONI Katia
  41. TARUFFI Igor
  42. ZAMBONI Silvia

 

PRESIDENTE (Rainieri): 42 presenti, al momento; Taruffi, l’avevo già messa presente perché avevo avuto l’onore e il piacere di vederla prima in aula.

Passiamo quindi ai lavori.

 

OGGETTO 2822

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a promuovere lo sviluppo del trasporto integrato bici-treno quale modalità di trasporto virtuosa dal punto di vista ambientale ed economico. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’oggetto 2822: risoluzione per impegnare la Giunta regionale a promuovere lo sviluppo del trasporto integrato bici-treno quale modalità di trasporto virtuosa dal punto di vista ambientale ed economico, a firma della consigliera Zamboni.

Su questo documento insistono due proposte di emendamento a firma del consigliere Fabbri.

Passiamo alla discussione generale. Dieci minuti per ogni consigliere. Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Presidente, questa risoluzione ha l’obiettivo di promuovere maggiori investimenti, maggiore attenzione sulla mobilità bici-treno, una mobilità che ha vantaggi sia dal punto di vista ambientale, perché chiaramente riduce le emissioni inquinanti, e sappiamo di quanto ce ne sia bisogno nel bacino padano, sia dal punto di vista climatico, dell’emergenza clima, perché appunto si riducono anche le emissioni climalteranti.

Inoltre può rappresentare uno strumento di sviluppo di diffusione della mobilità sostenibile, anche in chiave di cicloturismo. L’abbiamo visto anche di recente: con l’inaugurazione del tratto di Ciclovia del Sole c’è stata veramente una presa d’assalto di questo tratto di ciclovia, congiunto anche alla possibilità di raggiungerlo con i treni, al punto che i treni non erano sufficienti per poi consentire ai cicloturisti il ritorno dopo aver sperimentato questo nuovo tracciato. So che anche l’assessore Corsini si è mosso per aumentare il numero dei treni.

Il trasporto delle bici a bordo dei treni, quindi, consente di modificare l’uso del trasporto in funzione di scelte più sostenibili, ambientalmente meno impattanti, perché può essere utilizzato nei percorsi casa-lavoro da chi deve recarsi a lavorare in posti lontani dalla propria residenza, ma anche per gli studenti fuori sede può essere un’utile combinazione per evitare di affollare altri mezzi di trasporto o addirittura di ricorrere all’uso della macchina.

Cosa serve per sviluppare il trasporto combinato bici su treni, in particolar modo la possibilità di caricare le bici sui treni? Ci devono essere misure come ad esempio la possibilità di un accesso facilitato delle bici dall’esterno alle stazioni mediante percorsi ciclabili segnalati, la facilità di movimentare le bici a seguito dei passeggeri all’interno delle stazioni verso le biglietterie, i binari, i servizi, mediante percorsi guidati e segnalati, la presenza di scivoli, rampe, canaline, la presenza anche di velostazioni, come vediamo avvenire nelle città del nord Europa, dove la mobilità ciclistica non è un’eccezione, ma è una regola per gli spostamenti urbani, periurbani e anche dall’esterno delle città verso i luoghi di lavoro e di studio.

La mobilità ciclistica integrata con la mobilità su ferro rappresenta anche un’importante risorsa per gli stessi operatori del trasporto ferroviario, perché con questa combinazione possono vedere aumentare il numero di passeggeri che fanno uso del mezzo su ferro che raggiungono con la propria bicicletta.

Anche a livello europeo vengono indicazioni in questo senso. La Regione Emilia-Romagna, come sappiamo, è impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici, nella riduzione delle emissioni climalteranti, la cui prima fonte, secondo quanto riportato da ISPRA nel 2019, è costituita per oltre il 24 per cento dal settore dei trasporti e poi deve rispondere in maniera adeguata anche alla condanna che ha subìto dalla Corte di giustizia europea per lo sforamento, prolungato per diversi anni, delle soglie massime di concentrazione delle polveri sottili.

Fatte tutte queste premesse, ricordato che nella possibilità di questa co-modalità treno più bici si può intravedere, soprattutto se collegati alla percorribilità di tratti di ciclovie turistiche, la possibilità anche di arricchire delle comunità che sono fuori dai percorsi turistici di massa arricchire queste comunità e farle conoscere meglio rendendole raggiungibili con questa combinazione di treno più bicicletta.

Ricordo anche che la Regione Emilia-Romagna per gli abbonati alle ferrovie, naturalmente residenti in regione, ha previsto un bonus fino a massimo 300 euro per l’acquisto di bici pieghevoli, che ovviamente sono più agevoli da trasportare sui treni.

Ricordato tutto questo, che cosa chiede Europa Verde alla Giunta con questa risoluzione? Si chiede di intervenire presso RFI e TPER affinché, in aggiunta alle azioni già intraprese per promuovere lo sviluppo del trasporto integrato bici-treno, pongano in essere, nelle stazioni ferroviarie del territorio regionale, interventi per l’eliminazione degli ostacoli fisici, organizzativi e tariffari al trasporto delle biciclette al seguito, quindi migliorando l’accessibilità dei passeggeri muniti di bici, l’apposizione di un’idonea segnaletica lungo percorsi guidati, la dotazione di aree pertinenziali e di spazi al chiuso, al coperto e sorvegliati per poter parcheggiare le proprie biciclette proteggendole dai furti. Il furto delle bici è uno degli ostacoli psicologici all’uso di questo mezzo.

Si chiede anche di promuovere un piano di comunicazione esterna e interna per pubblicizzare in maniera capillare l’esistenza delle facilitazioni collegate al servizio integrato bici-treno e i vantaggi ambientali e trasportistici ad esso legati, quindi fare anche una sorta di lavoro culturale per diffondere questa possibilità. È, dunque, un lavoro che sta tra l’informazione e la creazione di una nuova cultura della mobilità personale.

Si chiede anche di promuovere un piano di comunicazione esterna e interna per pubblicizzare in maniera capillare l’esistenza del bonus, a cui facevo accenno prima, per l’acquisto di bici pieghevoli e di accelerare l’istituzione del tavolo regionale per la ciclabilità e dei rappresentanti dell’utenza ciclistica, previsto dalla legge regionale n. 10/2017, per meglio definire gli interventi a favore del trasporto integrato bici-treno con i rappresentanti dei fruitori della mobilità ciclistica.

Si chiede, infine, di intervenire in sede di Conferenza Stato-Regioni per sollecitare il Governo affinché siano promosse iniziative a livello nazionale a favore dell’intermodalità treno-bici e affinché sia favorito lo sviluppo delle condizioni che permettono il trasporto intermodale treno-bici nell’ambito degli investimenti previsti nel contratto di programma RFI e ministro per le infrastrutture e la mobilità sostenibile.

Un pacchetto di interventi, quindi, che serve a fare anche dell’Emilia-Romagna una regione ad alta ciclabilità, guardando quindi alle esperienze più avanzate nel nostro Paese, che sono in particolar modo la città di Bolzano. Qui in Regione abbiamo anche Ferrara, la stessa Reggio Emilia che, vorrei ricordare, ha una straordinaria esperienza, in corso da anni, che è il BiciBus, con cui i ragazzini, insieme, guidati da un adulto, in bicicletta raggiungono la scuola.

Si tratta anche, quindi, di favorire delle forme di spostamento che sono anche dal punto di vista della salute più sane, perché coinvolgono il movimento personale. Poi, naturalmente, tutto questo va inquadrato in un intervento efficace contro gli incidenti stradali.

In una precedente interrogazione avevo richiamato l’attenzione della Giunta sul fatto che nei primi tre mesi del 2021, c’erano già stati 14 incidenti mortali che avevano visto appunto come vittime dei ciclisti. Lavorare quindi contro i furti di biciclette, mettendo a disposizione opportune possibilità sicure di parcheggio, lavorare per la sicurezza, rendere più agevole la co-modalità bici più treno per fare appunto di questa modalità di trasporto veramente uno degli assi portanti del trasporto individuale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

In continuità con quella che è stata la discussione che abbiamo fatto stamattina su un’altra risoluzione relativa all’implementazione di trasporto a trazione elettrica, credo che la risoluzione che Europa Verde presenta oggi, abbia degli elementi di continuità sia dal punto di vista pratico e operativo, che di riflessione rispetto a un’intenzione di assumere una mobilità complessiva sul territorio regionale che parta da presupposti differenti da quelli che abbiamo conosciuto fin qui.

Un filosofo inglese, che si chiama Mark Fisher, ha codificato – mi riallaccio anche all’intervento che il collega Taruffi ha fatto stamattina –, perché è stata la storia sociale ed economica degli ultimi trent’anni in una locuzione che si chiama realismo capitalista, che nello stesso tempo sosteneva che non ci fossero alternative a quello stato di cose che abbiamo vissuto fino a qui.

È chiaro che, alla luce degli ultimi mesi trascorsi dalla pandemia, questa alternativa inizia ad albergare nelle persone in maniera molto più diffusa, iniziano a intravedersi segnali che vanno in un’altra direzione e io credo che il trasporto intermodale che la risoluzione di Europa Verde oggi ci presenta sia una ulteriore occasione da cogliere, anche alla luce dei forti investimenti che la Regione Emilia-Romagna ha condotto nel corso di questi ultimi anni rispetto a quella che veniva detta la cura del ferro, quindi il rinnovo del parco dei mezzi, dei treni sulla rete ferroviaria regionale, con un’attenzione particolare alla possibilità di caricare su questi delle biciclette.

Siamo di fronte a una serie di trasformazioni di carattere climatico di una certa importanza, di una certa emergenza, quindi qualunque intervento che ci aiuti a ridurre questi impatti credo vada accolto con favore.

L’intermodalità dei trasporti e quindi treno, bicicletta, macchina, treno, bicicletta, è anche uno strumento che ci consente di ragionare in termini di decongestionamento delle reti viarie presenti. Recentemente, in Commissione III abbiamo discusso di una relazione relativamente a un tratto di strada che sta tra Castelfranco Emilia e Modena, dicendo anche che l’implementazione dell’intervento sulla rete ferroviaria ha dato dei benefici all’utenza, oltre che all’ambiente, quindi impegnarsi sull’intermodalità e rendere attrattiva l’intermodalità per quanto riguarda i cittadini va effettivamente nella direzione che vogliamo cogliere e che sta tracciando questa legislatura dall’atto del suo insediamento al Patto per il lavoro per il clima, al Documento Strategico regionale e alla strategia di sviluppo intelligente, che abbiamo approvato la scorsa settimana proprio in quest’aula.

Vorrei inoltre sottolineare come, oltre ad avere dei riflessi positivi dal punto di vista del traffico, del benessere qualitativo dell’aria, del decongestionamento, i servizi annessi alla custodia e al mantenimento delle biciclette, le velostazioni, come diceva la consigliera Zamboni, spesso e volentieri sono a livello territoriale organizzate anche attraverso l’impiego e l’impegno delle persone maggiormente fragili. Spesso e volentieri sono cooperative sociali, che fanno inserimento lavorativo, che si occupano non solo di costruire le biciclette, bensì anche di manutenerle, di dare un servizio che renda ancora più attrattiva questa modalità di spostamento.

Penso che risoluzioni di questo tipo, come si diceva anche questa mattina, siano dei tasselli che aiutano a disegnare un futuro più sostenibile proprio per la nostra regione e soprattutto a tracciare delle traiettorie, che possono essere da reale esempio anche per altri territori, insistendo su una rete di trasporto che non comporti per forza l’utilizzo della macchina da parte dei cittadini, ma li spinga verso l’impiego di strumenti come quelli della bicicletta. Tengo a sottolineare in particolar modo che i servizi connessi possono essere anche una opportunità di sviluppo lavorativo per alcune categorie che ritengo essere importanti.

Ritengo, quindi, che questa risoluzione vada in questa direzione importante e contribuisca a disegnare un orizzonte complessivo positivo da perseguire in Regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Fabbri, prego. Consigliere Fabbri? Prego.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Non mi arrivava la richiesta…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se può alzare un po’ il volume.

 

FABBRI: Così dovrebbe essere meglio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ottimo, grazie.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Un ringraziamento va alla collega Zamboni per aver posto nuovamente questo tema attraverso questa risoluzione, che tra l’altro è stata oggetto anche proprio di un suo contributo nell’ambito della discussione che abbiamo avuto su un documento strategico regionale.

Io, che vengo dalla provincia di Ferrara, che ha la bicicletta nel DNA, credo fortemente a questi temi. Il mio è un territorio che fra i capoluoghi si colloca davvero a livello nazionale, e anche a livello europeo, vicino a realtà come quelle olandese e danese, tutto ciò favorito non soltanto dal tessuto e dal territorio pianeggiante, ma anche dal fatto di aver innescato dei processi che anche partiti dalla Regione, hanno in qualche modo contribuito ad una crescita socioculturale, ma anche ad un investimento da parte degli amministratori della Provincia in primis, che ha portato a definire sul territorio provinciale oltre 100 chilometri di ciclabili, di cui un centinaio solo all’interno del […]. Questo naturalmente ha permesso anche lo sviluppo, e qui è stato ben evidenziato tra i tanti temi posti all’interno della risoluzione, anche di un turismo sostenibile, legato ad un’area che anche dal punto di vista naturalistico gode di due riconoscimenti UNESCO, di cui uno legato proprio al MAB. Credo fortemente in questo cambio di passo, che fra l’altro è delineato da tutta una serie di provvedimenti europei, nazionali, ma anche regionali che abbiamo discusso proprio in queste settimane. Non solo, per fortuna, misure straordinarie, antismog, che sono frutto anche di quella condanna all’Italia da parte della Corte di giustizia europea del novembre 2020, che ci ha imposto di accelerare anche rispetto al rafforzamento di alcune misure legate alla mobilità, legate al riscaldamento, legate all’agricoltura, ma anche, in qualche modo, frutto di un’attenzione che da sempre contraddistingue questa Regione e questo territorio, a partire per l’appunto, dal sostegno dei percorsi casa-lavoro, con progetti legati al bike to work, al car sharing, al bike sharing, a tutte quelle forme che vanno ad incentivo di questi percorsi sicuri, lavoro-casa-scuola-lavoro, ma anche che incentivano l’acquisto di mezzi meno inquinanti anche per la pubblica amministrazione. È un tema, come ha ben evidenziato anche la collega che ha presentato questa risoluzione, che sicuramente anche nel PNRR italiano è stato inserito tra quegli elementi che devono guidare la transizione ambientale, l’efficientamento energetico di edifici, ma anche nel settore dei trasporti.

Se dobbiamo raggiungere quegli obiettivi così sfidanti da qui al 2050, con alcune tappe intermedie da qui al 2030 che comunque è molto vicino, serve un impegno importante, che parte dalla conversione di alcune attività, dalla elettrificazione del trasporto pubblico, dai modelli di sistema in sharing per abbattere alcune barriere legate all’utilizzo di mezzi, fino all’interscambio modale tra ferro e altri sistemi di mobilità attiva, fino alla ciclabilità.

In questi anni è stato fatto tanto, ma, se non continuiamo a investire su ogni forma urbana e non che vada a supporto di spazi e infrastrutture adeguate (venivano citate le velostazioni), se non diamo un forte slancio alla rivoluzione a due ruote, difficilmente riusciremo a centrare quegli obiettivi così ambiziosi.

È per questo che è oggettiva la situazione che è stata delineata a livello nazionale, ma anche europeo, dove sia in Italia che all’estero su lunghe distanze, lunghi tragitti, a volte è veramente complicato spostarsi e trasportare la propria bicicletta sui mezzi pubblici, cosa che impone al ciclo turista di sapersi districare tra numerose e diverse regole, che non sempre sono facili da comprendere.

Ecco perché, quando si dice che è stato ottenuto sicuramente un piccolo ma significativo risultato con questo aggiornamento della normativa che veniva richiamata nell’intervento in apertura, dove le compagnie ferroviarie saranno obbligate a fornire uno spazio dedicato per le biciclette su tutti i nuovi treni e ristrutturati, rappresenta un grande passo avanti non solo per chi si muove e si sposta con la bicicletta sul treno per fare un tragitto semplicemente per recarsi al lavoro, ma anche per quel turismo sostenibile che negli ultimi mesi, negli ultimi anni, sta riscuotendo un successo incredibile.

Il tema del diverso trattamento tra Regioni, in cui l’Emilia-Romagna, comunque, sui treni regionali ha avviato, con anticipo rispetto ad altre realtà, il proprio adeguamento e la propria migliore accessibilità, sui treni Intercity, invece, fino a poco tempo fa era davvero un’impresa caricare la propria bicicletta, con procedure che limitavano molto gli spostamenti da parte dei cicloturisti italiani e anche di quelli stranieri.

Oggi è un piccolo passo in avanti. Vedo che anche il portale di Trenitalia è in continuo aggiornamento: sono oggi 68 – non sono pochi – i collegamenti di Intercity dove sono stati equipaggiati, su questi 68 collegamenti, i vagoni per il trasporto delle bici. Anche la nostra Regione è interessata da diversi percorsi, in particolar modo sulla linea adriatica che congiunge verso il sud, verso le località del sud, ma anche verso Milano, e credo che questo sia un grosso passo in avanti per il cicloturismo italiano, che renderà anche la nostra regione più appetibile e più visitabile.

Gli sforzi fatti in questi anni sono tanti, a partire dalla legge quadro, la n. 10/2017, che ha perseguito questo obiettivo di incentivare la ciclabilità, ma anche l’intermodalità da attuarsi con tutti i mezzi a disposizione. Sul territorio regionale la ciclabilità, tra l’altro, negli ultimi anni ha registrato un incremento importante in termini di spostamenti, doppio addirittura rispetto a quello nazionale, cioè il 10 per cento contro il 5, ed ecco perché, a mio avviso, continuare a investire su interventi come questi sicuramente va nella giusta direzione, così come incentivare l’acquisto di mezzi e biciclette che, insieme all’infrastrutturazione fisica, che è fondamentale, e la collega prima ha citato diverse progettualità in atto, è in qualche modo al centro.

Concludo dicendo che questi temi sono stati al centro non soltanto del DEFR, del programma di mandato e anche della recente discussione legata al Documento strategico regionale, certamente lo sviluppo di queste infrastrutture, e non, può permettere anche a quelle aree più periferiche, più scollate, più interne, più montane di arricchire anche una propria attrattività in termini turistici.

Tanto è stato fatto in questa Regione. Ci auguriamo che la direzione sia ancora una volta questa. Sicuramente tutte le proposte che sono state avanzate sono in linea con quanto ci siamo dati come obiettivi nei documenti strategici.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Intervengo volentieri su questo tema importante dell’intermodalità, e soprattutto di come rafforzare i servizi che mettano in relazione l’utilizzo del treno con l’utilizzo della bicicletta.

Intervengo molto volentieri su questo tema, perché sono molti anni che sto portando avanti questa battaglia, convintamente. Credo che davvero sia giunto il momento di potenziare al massimo i servizi che permettano ai cittadini, ai lavoratori, agli studenti e anche ai tanti turisti che vivono e frequentano il nostro territorio, di potersi muovere liberamente, affrontando anche percorsi più lunghi e più corposi, grazie all’utilizzo della bicicletta.

Non è certo la prima volta che in Assemblea legislativa affrontiamo questa questione. Questo denota una sensibilità importante da parte dell’Emilia-Romagna sul tema della mobilità ciclabile. Una sensibilità che nella scorsa legislatura si è tradotta in una legge dedicata per la prima volta integralmente al tema della bicicletta, della mobilità ciclabile, del potenziamento di questo mezzo di trasporto che, la dico così, è anche un mezzo di trasporto identitario per gli emiliano-romagnoli. Le nostre sono città largamente percorribili in bicicletta. Aggiungo anche che l’avvento della mobilità elettrica, così accessibile, quindi delle biciclette a pedalata assistita, sta aiutando e potenziando l’utilizzo della mobilità ciclabile, anche con delle novità importanti che non riguardano solo la mobilità casa-scuola o casa-lavoro, ma riguardano per esempio una nuova forma di turismo più dolce, dedicata alla famiglia, che permette, attraverso le biciclette a pedalata assistita, di percorrere anche percorsi più lunghi, che una volta erano possibili solo ai ciclisti più allenati.

In tutto questo, in una regione come la nostra, dove la distanza tra le città è una distanza spesso percorribile con il treno, è fondamentale potenziare sempre di più l’intermodalità, quindi potenziare sempre di più e quindi agevolare e rendere accessibile la possibilità di spostarsi utilizzando il treno, caricando la propria bicicletta sul treno oppure avendo dei servizi nei punti nevralgici delle città, che permettano in maniera rapida di poter noleggiare una bicicletta e poi muoversi all’interno delle città o del territorio.

Noi eravamo partiti con un dato importante quando iniziammo, anni fa, il percorso sulla legge per la mobilità ciclabile, cioè l’Emilia-Romagna aveva una percentuale di persone che sceglieva quotidianamente di utilizzare la bici doppia rispetto alla media italiana.

In questo periodo più complicato, in cui la mobilità all’interno delle città, la mobilità vicino alle proprie case è stata potenziata anche dalla necessità di rimanere nel proprio territorio, sicuramente la bicicletta è stata scelta maggiormente come mezzo di spostamento. Lo si vede anche dalla sensibilità più diffusa rispetto a tanti progetti che le Amministrazioni locali stanno mettendo in campo. Penso agli investimenti numerosi per aumentare il sistema delle piste ciclabili, per portare le cosiddette “Bicipolitane” nelle proprie città. Il mio Comune, il comune di Cesena, sta lavorando molto in questo senso, per rendere più semplice muoversi in bicicletta e arrivare in tutti i luoghi importanti della città senza doversi muovere in macchina. Così come l’incentivo della mobilità casa-lavoro e casa-scuola in bicicletta, appunto l’incentivo e, quindi, il riconoscere proprio dei piccoli incentivi a tutte quelle persone, lavoratori e studenti, che decidono di lasciare a casa la macchina e prendere la bicicletta, sta diventando una prassi diffusa, che anche la Regione ha recentemente finanziato, proprio perché va riconosciuto che chi decide di lasciare a casa la macchina e di muoversi in maniera sostenibile fa bene a sé stesso e fa bene alla collettività.

Allora adesso che cosa serve per fare un salto di qualità? Serve sicuramente continuare a investire in quei servizi come le bici-stazioni, le stazioni per biciclette, che sono servizi che vanno collegati a tutte quelle che sono le stazioni ferroviarie, le stazioni degli autobus, vanno potenziati i servizi di bike sharing, vanno valorizzati tanti progetti che sin da piccoli – lo ricordava prima la collega Zamboni – permettono ai bambini e ai ragazzi di apprendere e imparare a muoversi per la città in autonomia con la bicicletta o anche a piedi, seguendo regole ben precise, le regole della strada, quindi anche imparando come ci si muove per strada sicuri. Va potenziata e, come dicevo prima, resa sempre più accessibile la possibilità di muoversi in treno caricando la propria bicicletta.

Penso che su questo versante dobbiamo investire molto, perché siamo una Regione che, da un lato, è fatta di pendolari. Nel momento in cui ripartirà, e sta già ripartendo, il lavoro anche in presenza, il pendolarismo fatto anche con l’intermodalità, quindi utilizzando sempre di più la bicicletta per muoversi nella città di partenza e in quella di arrivo, prenderà sempre più piede, ma prenderà sempre più piede nel momento in cui sarà semplice, sarà conveniente, sarà agevolato, sarà premiato anche spostarsi non con la macchina, ma con la propria bicicletta, prendendo anche il treno.

Delle misure quindi sono già state messe in campo negli anni, ma adesso dobbiamo spingere ancora di più in questa direzione. E lo dobbiamo fare, dicevo, per i pendolari, per i lavoratori pendolari, per gli studenti pendolari; ma lo dobbiamo fare anche per metterci al centro di quella che è una nuova forma di turismo. Un turismo che vede la bicicletta come mezzo dolce per fare del turismo vicino ai territori, per fare del turismo sostenibile, per fare del turismo con cui veramente scoprire le città, muoversi, viaggiare anche in una maniera, la dico così, un po’ più antica, ma da tanti punti di vista più bella, quindi, il viaggio nel senso vero dell’accezione.

Per far questo, dovremo veramente caratterizzarci come una regione in cui, quando i cicloturisti entrano e utilizzano il treno per percorrere certe distanze, per spostarsi da un luogo all’altro con la propria bicicletta, lo fanno essendo accolti, quindi lo fanno semplicemente, lo fanno non pagando il biglietto della bicicletta, ma pagando il biglietto, ovviamente del treno, potendo portare la bicicletta gratuitamente con sé, lo fanno con servizi chiari, lo fanno con stazioni accessibili, lo fanno avendo a disposizione dei servizi, come dicevo prima, che possono aiutare il cicloturista ad orientarsi, magari, nei luoghi che andrà a visitare, o anche ad intervenire sulla propria bicicletta nel momento in cui ha bisogno di piccole o grandi…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Montalti, il suo intervento è molto interessante…

 

MONTALTI: Mi scusi, presidente, mi è passato il tempo. Mi ero appassionata all’argomento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Immagino.

 

MONTALTI: Per concludere, l’opportunità di avere un servizio chiaro, potenziato treno-bici è un’opportunità per i cittadini emiliano-romagnoli, ma soprattutto anche per essere quella regione accogliente che siamo, su cui vogliamo sempre più puntare. Grazie e scusi, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): No, no, mi scusi lei. Era solo perché la vedevo appassionata, ma non volevo farle sforare troppo il tempo a disposizione.

Consigliere Paruolo, prego.

 

PARUOLO: Grazie, presidente.

Intervengo su un tema che condivido essere importante. La risoluzione della collega Zamboni ha il merito di elencare con molta puntualità tutti gli interventi concreti che è necessario fare per proseguire lungo una linea che da tempo diciamo essere importante, che è quella volta a favorire la mobilità sostenibile e l’integrazione fra il treno e la bici.

Lo fa elencando il numero di posti riservati alle biciclette che è possibile avere sui convogli, in particolare dopo l’acquisizione del nuovo materiale rotabile e circolante all’interno della nostra Regione, lo fa elencando tutta un’altra serie di interventi, come la possibilità di avere le custodie delle bici, di incentivare il bike sharing e ovviamente anche la possibilità di portare la propria bicicletta sul treno.

Stiamo quindi assistendo a una progressione, però, come ci hanno ricordato altri colleghi nei loro interventi, siamo anche in presenza di una modificazione del quadro, perché da un lato c’è la possibilità di avere dei veicoli a pedalata assistita, dall’altro la presenza nella disponibilità degli utenti e sul mercato di nuovi mezzi, come i monopattini elettrici o altri mezzi di mobilità individuale che possono essere utilizzati e abbinati al treno.

Abbiamo quindi bisogno a mio avviso di guardare al futuro cercando di immaginarci una strategia, ricordandoci che in passato il tema della bicicletta aveva una connotazione molteplice, da un lato di avere meno auto circolanti sul nostro territorio, dall’altro di favorire quella che viene definita la mobilità dolce, ma anche una pratica di attività fisica che dà benefici anche in termini di salute. Teniamo presente che il fatto che più persone usino la bicicletta significa non soltanto avere meno auto sulle strade, ma anche avere più persone che fanno attività fisica in modo regolare all’interno della loro routine quotidiana e che quindi riescono ad avere uno stile di vita migliore.

Questo non è del tutto vero, nel momento in cui possiamo disporre di nuovi ausili tecnologici che pedalano al posto nostro, però anche questo è un panorama che dobbiamo tener presente.

I numeri di cui stiamo parlando, 18 posti bici per i convogli di una certa lunghezza e via a scendere fino a 6 posti bici per quelli più corti rispetto ad alcune centinaia di posti a sedere che sono disponibili, sono numeri che in questo momento appaiono del tutto adeguati. Dobbiamo magari sperare che fra qualche anno questi numeri appaiano insufficienti, perché vuol dire che sarà cresciuta la domanda e ci dovremo adeguare a una nuova modalità di fruizione anche dei convogli dei treni. Quindi, quello che si sta facendo adesso è uno sforzo lodevole, che va sicuramente incentivato, ma nella speranza che i numeri di cui stiamo parlando possano diventare, nel medio termine, numeri non adeguati perché – la speranza è questa – ci sarà sempre più gente che farà uso del treno insieme alla bicicletta.

Anche nel pensare al treno lasciatemi ricordare – anche qui, sembrerebbe una frase di circostanza, ma vi assicuro che non lo è – che dobbiamo insistere nei progetti che sono stati definiti ormai da tanto tempo, quindi nel potenziamento della rete ferroviaria, nella realizzazione del sistema ferroviario metropolitano, in particolare per quel che riguarda l’area metropolitana di Bologna, e nel potenziamento delle linee. Di recente, sono stati anche oggetto di risoluzioni presentate da altri colleghi i potenziamenti di alcune linee ferroviarie. Dobbiamo tutti ritenere come un patrimonio nostro la possibilità che la rete ferroviaria possa crescere e possa essere dotata dei necessari automatismi per avere il miglior cadenzamento possibile, proprio adesso che sono disponibili anche nuovi convogli e nuovo materiale rotabile, e anche possa essere fatta qualche battaglia, magari anche con un po’ di sana autocritica, sul raddoppio di alcune delle linee. In particolare, la consigliera Zamboni e io, insieme a non tanti altri, siamo attivi da molti anni nel cercare di stimolare il raddoppio della linea ferroviaria Bologna-Portomaggiore, che invece inspiegabilmente continua a essere sostanzialmente eluso. Ogni volta ci viene spiegato che il progetto è pronto ma, siccome bisogna partire domani, non è possibile rivederlo. E il progetto, purtroppo, è quello che prevede ancora un binario unico. Poi, succede che passano gli anni e nessuno nemmeno si vergogna di aver detto che non si poteva intervenire perché il progetto era talmente urgente e talmente imminente da essere realizzato che non si potessero prendere in considerazione altre ipotesi. Ecco, forse sarebbe il caso, anche in questo contesto in cui stiamo, appunto, dicendo una cosa su cui penso siamo tutti d’accordo, e cioè quella dell’incentivare l’interscambio bici-treno e l’intermodalità, dobbiamo tener presente questo sforzo e questa tensione verso un potenziamento del trasporto pubblico, in particolare del trasporto pubblico su rotaia, anche quando dobbiamo prendere delle decisioni come quelle che riguardano appunto il potenziamento delle linee.

L’esempio che ho fatto è un esempio su cui io spero sempre ci sia una resipiscenza e la possibilità di tornare a considerare il fatto che le cose andrebbero fatte con urgenza, ma andrebbero fatte anche bene. Questo aspetto, che spesso viene posto in contrapposizione, cioè, a volte si dice che l’urgenza è tale che la cosa va fatta, anche se non nel modo migliore possibile, oppure, viceversa, bisogna fare bene una cosa equivale a dire non farla mai, perché significa rimandare sine die, è un cortocircuito che va rotto, interrotto, spezzato. Dobbiamo assolutamente riuscire a mettere a fuoco la possibilità di fare le cose in fretta, di fare le cose presto, ma di farle anche bene.

Torno, e concludo, alla risoluzione, appunto oggetto della nostra discussione in questo momento, che spero ci possa vedere tutti concordi nel procedere in modo convinto verso la promozione di queste cose, tornando a sottolineare un altro degli aspetti che sono contenuti all’interno del testo presentatoci dalla collega, e cioè quello dell’impegno per cercare di affrontare in modo serio uno degli aspetti più critici che sostanzialmente a volte disincentiva l’utilizzo della bici, cioè quello dei furti. La possibilità di affrontare in modo serio il tema dei furti c’è sia predisponendo degli spazi dove poter riporre la bicicletta, che possano disporre magari della necessaria videosorveglianza per disincentivare attività di tipo delinquenziale, di tipo truffaldino, però può anche essere fatta, anche qui, attraverso la tecnologia, dotando le biciclette di sistemi di tracciamento e intervenendo in modo tale che davvero si possa pensare di disincentivare quello che rischia di essere un mercato parallelo, che alla fine fa male a tutti, perché spinge i cittadini a vedere la bicicletta come un pericolo, come una spesa che rischia di essere rapidamente alienata da qualcuno che te la porta via.

Non so se le nuove biciclette, che sono oggetto degli incentivi di cui si parla anche nella risoluzione, che sono piegabili, utilizzabili e portabili non soltanto con sé, non occupando stalli all’interno dei vagoni speciali, che sono portabili anche in ufficio, e così via, possano in futuro essere effettivamente la risposta tecnologica che possa risolvere questo tipo di problema. Se queste saranno le condizioni, sarà importante insistere in questa direzione, perché se riusciamo a sconfiggere gli aspetti puntuali che rischiano di essere, per stare nella metafora adatta a questo argomento, come dei rami in mezzo ai raggi della ruota, che impediscono quindi un normale funzionamento, una normale progressione, è nostro dovere lavorare per rimuoverli, per favorire il fatto che possa essere portata avanti questa pratica, che è una pratica sana dal punto di vista individuale e collettivo.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Voglio ringraziare la consigliera Zamboni per aver presentato questa risoluzione, che ci dà modo di affrontare un tema sul quale anche nella precedente legislatura siamo intervenuti, sottolineando la necessità, così come giustamente la consigliera Zamboni chiede nella risoluzione che stiamo discutendo, di sollecitare gli interventi sia su RFI che su TPER affinché le azioni intraprese per promuovere lo sviluppo del trasporto integrato bici-treno possano proseguire e dare risultati migliori e diversi rispetto a quelli cui stiamo assistendo rispetto alla situazione in essere.

D’altra parte, nella precedente legislatura (anche questo è citato nella risoluzione) abbiamo avuto modo di discutere di una legge che, tra l’altro, è stata la prima legge regionale in Italia di questo tipo, la legge regionale n. 10 del 2017 per la promozione della ciclabilità, con la quale la Regione Emilia- Romagna ha deciso di intraprendere un percorso chiaro, preciso di sostegno e di promozione della ciclabilità, mettendo anche risorse significative destinate ai Comuni, che sono state distribuite attraverso appositi bandi, sia per incentivare i Comuni a realizzare piste ciclabili, sia per aiutare i cittadini che avessero voluto utilizzare la bicicletta ad acquistarla.

Questi provvedimenti si inseriscono all’interno di un percorso che, per quanto ci riguarda, non può che essere inevitabilmente collegato, come fa anche la risoluzione, all’utilizzo di un mezzo, anche quello del treno, perché sappiamo, lo vediamo, lo abbiamo visto e lo stiamo vedendo anche in questi giorni e ci auguriamo sempre di più nelle prossime settimane, che effettivamente il binomio “bici più treno” anche dal punto di vista turistico è un binomio sul quale possiamo e dobbiamo investire dal punto di vista dell’infrastruttura generale. Penso soprattutto ai territori dell’Appennino emiliano-romagnolo, ma penso anche al territorio in cui vivo sull’Appenino bolognese. Non c’è dubbio che il potenziamento di questo binomio possa rappresentare un asset turistico interessante e sicuramente importante per il territorio.

Ovviamente, quando discutiamo del binomio “bici più treno”, dobbiamo tenere certamente in debita considerazione – è chiaro, sennò non si capirebbe di cosa stiamo parlando – l’elemento bici, ma anche e soprattutto l’elemento treno dal punto di vista del potenziamento del trasporto pubblico locale, del potenziamento delle infrastrutture, del potenziamento dei convogli del materiale rotabile, e da questo punto di vista sappiamo che la Regione si è impegnata in un percorso che, ormai da qualche anno, sta vedendo cambiare il parco dei treni circolanti in Emilia-Romagna, specie ovviamente sulle tratte regionali, e nei nuovi treni, in quasi tutti i convogli sono previsti gli stalli anche per le biciclette. Ma si può fare di più e si può fare meglio. Da questo punto di vista, ad esempio, anche la previsione del completamento di quello che da anni è un’opera per noi incompiuta, un’opera di cui l’area metropolitana di Bologna ha estrema necessità, e mi riferisco al servizio ferroviario metropolitano, è una di quelle opere su cui non ci stancheremo mai di richiamare l’attenzione, proprio per l’importanza strategica che ha per tutto il territorio metropolitano bolognese.

In questa risoluzione ci occupiamo di un segmento, che appunto è relativo al binomio, all’accoppiata “bici più treno”, però, come dicevo e come ricordavo, il potenziamento del trasporto pubblico è un asset fondamentale su cui investire, anche in previsione di un rilancio turistico del nostro territorio, del territorio dell’Appennino, in questo caso, in particolar modo dell’Appennino bolognese.

Dico questo in un momento in cui, e non è un caso che io cito questo passaggio, i collegamenti da e per l’Appennino bolognese sono oggetto di una delicatezza, di una fragilità particolare. In molte occasioni parliamo dei collegamenti che riguardano la strada, quindi la strada statale 64, la Porrettana. Anche dal punto di vista ferroviario, ci sono delle criticità che vanno affrontate e che non possono non essere ricordate anche in questo contesto. Ovviamente, come dicevo, la possibilità di consentire ai cittadini, ai passeggeri di utilizzare la bici per spostarsi, nella logica quindi di utilizzare la bici anche come mezzo di trasporto, da e per il lavoro, quindi, ovviamente, utilizzando un’infrastruttura ferroviaria, funziona nella misura in cui c’è un’infrastruttura ferroviaria che funziona, efficace, efficiente, che può garantire un servizio.

Da questo punto di vista non c’è dubbio che, in particolar modo per quanto riguarda RFI, quindi la manutenzione della linea, in questo caso parlo della Porrettana, ma non solo di quella, dal punto di vista regionale, sono diverse le aree critiche per quanto riguarda la manutenzione ordinaria. Credo che una sollecitazione ulteriore rispetto a quelli che sono i contratti sottoscritti e a quelli che sono i contratti di servizio, non sia mai sbagliata. Lo dico perché chiaramente, come dicevo prima, se pensiamo che anche dal punto di vista turistico le nostre zone, i nostri territori possono avvantaggiarsi di queste nuove possibilità, del turismo verde, del turismo di prossimità, dobbiamo fornire i servizi e dobbiamo mettere in collegamento le aree della Città metropolitana e i capoluoghi di Provincia con i territori periferici, in modo efficace e sicuro.

Ecco perché dal nostro punto di vista questa risoluzione è quanto mai opportuna, è quanto mai utile. Soprattutto, ripeto, richiama un lavoro che la nostra Regione ha messo in campo già a partire dalla precedente legislatura, sulla quale è sempre utile, necessario e importante insistere.

D’altra parte, sono intercorse, nel frattempo, anche altre novità importanti che vedono nella mobilità ciclabile un asset fondamentale: penso ad esempio alle occasioni, alle opportunità date anche dalla Ciclovia del Sole, che in proporzione rispetto a quanto stanno producendo in termini di presenza, le vie, le camminate, la via della seta, la via degli Dei, se in proporzione immaginiamo le potenzialità che può esprimere anche dal punto di vista della presenza e dell’appeal turistico un intervento come quello della Ciclovia del Sole, capiamo che il quadro a cui facciamo riferimento non è per pochi addetti ai lavori appassionati del genere, ma stiamo parlando di un asset importante e strategico, che può rappresentare anche dal punto di vista lavorativo uno sbocco interessante, importante per le attività che potrebbero beneficiare della presenza più massiccia di turisti nel territorio.

Ecco perché sosteniamo con convinzione questa risoluzione, di cui, come ho detto all’inizio, ringrazio la consigliera Zamboni, credo che non sia mai un’occasione persa quella nella quale ci confrontiamo su questi temi e lo facciamo su oggetti concreti, che riguardano gli investimenti.

Abbiamo una grande opportunità come Paese, quella di attualizzare la finalizzazione e attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che sulle infrastrutture digitali e dall’altra le infrastrutture del trasporto ferroviario, è un elemento fondamentale. Anche tenendo insieme questi ragionamenti in tutte le occasioni in cui è possibile dare un contributo per spingere in una direzione precisa, credo sia un’occasione che non vada dispersa, e per questo sosteniamo con convinzione la risoluzione.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Si è prenotato a parlare il consigliere Caliandro, prego. No, non la sentiamo, proviamo a verificare l’audio. Prego.

 

CALIANDRO: La risoluzione che la collega Zamboni ha sottoposto al vaglio della nostra Assemblea è di grandissima importanza. Sono anni, infatti che questa Regione ha intrapreso con la prima Giunta Bonaccini e la seconda Giunta Bonaccini, un ampio e approfondito dibattito sul ruolo e sull’integrazione che ci deve essere tra quella che viene definita la cura del ferro e la nuova modalità di percorso che culturalmente appartiene non soltanto alla modalità di locomozione interna nelle nostre città, ma soprattutto è connesso ad uno stile di vita.

A mio giudizio, infatti, la risoluzione proposta dalla collega Zamboni affronta i temi ambientali in una prospettiva che non è soltanto quella della virtuosità del rispetto ambientale, ma si pone anche come obiettivo, all’intero del solco di una discussione ampia che abbiamo messo in campo da anni, come uno stile di vita possa diventare anche uno stile di cittadinanza. È intorno a questo che sussiste la grande sfida culturale, politica e amministrativa, con la quale noi abbiamo il dovere di confrontarci.

Mi sono convinto, nel corso del tempo, che i temi collegati all’ambiente e al rispetto dell’ambiente fossero dei temi che evidentemente davano la possibilità di porre uno sguardo molto largo al contesto al quale apparteniamo e che la bicicletta fosse il simbolo storico di un’Italia che rinasce dal dopoguerra. Anche per questo motivo siamo così affezionati al Giro d’Italia. Anche per questo motivo, con ogni probabilità, lo stesso presidente Bonaccini scelse di investire molto sulla rilevanza del Giro d’Italia nella nostra regione. Perché c’è la consapevolezza di un idem sentire. Se pensiamo di voler cambiare questo Paese, se pensiamo di voler cambiare questa regione, il volto di questa regione, dovremmo farlo chiaramente avendo una cultura del rispetto dello sport e del rispetto dello stile di vita. Io credo che si inserisca in questo solco, sostanzialmente, l’idea per cui l’integrazione bici-treno rappresenta, secondo me, un’ulteriore occasione per rinverdire un impegno amministrativo e politico […] dovremmo far crescere i nostri figli, dovremmo far crescere anche la nostra stessa idea di comunità.

Badate, si discute tanto, e dovremo continuare a farlo, del modo in cui le città devono crescere ed evolversi. C’è una certa destra che è sempre contraria a tutto, è sempre contraria ad ogni forma di innovazione. Resistente? No, conservatrice. Ecco, la proposta di unire e intensificare il rapporto che c’è tra bici e treno si inserisce in un solco nuovo, in un solco amministrativo di grande scommessa. Ed è forse questo il vero motivo per il quale ci sono sempre dei treni su questo argomento. Allora, mi ponevo una domanda: noi abbiamo forse il dovere di pensare che nella storia di questo Paese le due ruote, nella storia di questa regione le due ruote hanno rappresentato le nostre stesse città. Chi ha scelto l’Emilia-Romagna, come il sottoscritto e come tanti altri […] cittadini che appartengono a questa Regione, per immigrazione interna, o per immigrazione esterna, dall’estero, lo fa anche perché la qualità della vita si stabilisce sulle due ruote, quindi il pendolarismo stesso che […] i nostri treni, sui quali ci siamo concentrati da diverso tempo, è una forma attraverso la quale noi possiamo scoprire tanta parte di Emilia-Romagna.

La scelta della risoluzione di […] integrazione bici-treno, secondo me è in quel solco. Pensate che a Bologna è stata creata una tangenziale delle biciclette. È stata creata, sostanzialmente, a Bologna, la possibilità che le bici e le auto abbiano due sensi di percorrenza diversi, proprio per cercare di creare questa convivenza.

Questa convivenza va evidentemente utilizzata anche all’interno del trasporto pubblico, come il treno. Ancora, come sarà sempre nella città, nella capitale della Regione […] è uno strumento di grande innovazione, di grande risposta rispetto all’impatto ambientale. Noi dobbiamo, secondo me, a un certo punto pensare di dare allo spazio dell’integrazione e allo spazio degli investimenti industriali di questa Regione nuove occasioni. Quando capita di vedere discussioni che sono tutte proiettate sul ciclo della CO2, evidentemente troviamo le discussioni che non sono soltanto di natura politica, ma sono discussioni anche […]. Noi allora possiamo anticipare un ragionamento, possiamo anticipare la discussione profonda.

Credo che la collega Zamboni abbia voluto lanciare con questo punto, con questo argomento, un tema di come si tutela l’ambiente e di come si crea sviluppo economico. Dovremmo fare questo, potremmo fare questo, e potremmo fare molto altro. Ma non v’è dubbio che lo spazio intorno al quale fare queste operazioni siano grandi investimenti anche nel settore dei trasporti. Un settore intorno al quale, evidentemente, va ripensata anche la possibilità del trasporto pubblico, con bicilette in quantità che siano pari […].

Da questo punto di vista, le politiche in tema di trasporti e le agevolazioni economiche che sono state introdotte dalla nostra Giunta segnano un punto di avanguardia amministrativa e politica nazionale, la quale forse si potrebbe indugiare di più anche nella risoluzione stessa, potremmo dire qualcosa in più.

Ma non è questa la sede in cui evidenziare i chiaroscuri del provvedimento. Io mi pongo un problema diverso: mi pongo il problema di capire se la scelta, le scelte che tentiamo di operare in quest’aula sono scelte che si rivolgono soltanto alla fotografia dell’esistente, o hanno l’ambizione di guardare al futuro.

In questa integrazione penso che ci sia un ringraziamento rispetto a quello che abbiamo fatto, ma anche quel tipico atteggiamento di chi è insoddisfatto, secondo cui si può fare ancora meglio, quindi cerca di mettervi l‘accento per dare una spinta. L‘ho molto apprezzato e mi piaceva sottolinearlo in questo intervento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Caliandro.

Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Grazie, presidente.

Intervengo in questo dibattito molto interessante rispetto al trasporto integrato, ponendo all’attenzione dell’Assemblea un punto di vista più minuto, ma credo non meno importante, cioè che per fare integrazione di trasporto modale per sostenere collegamenti, progettualità, rafforzamento di questa pianificazione di sostenibilità, dobbiamo farci carico anche di una semplificazione nella realizzazione dei percorsi ciclopedonali, dobbiamo farci carico di un coinvolgimento pesante degli Enti locali non soltanto nel tavolo di riferimento, ma anche nelle progettualità integrate che andiamo a sostenere.

Lo dico perché questi obiettivi di sistema si compongono sicuramente di una pianificazione valoriale di sostenibilità ambientale secondo i nostri orientamenti regionali, ma, ancora più in là, secondo l’Agenda 2030 dell’ONU, ma, ancora di più, per conseguirli bisogna che parallelamente decliniamo strumenti possibili perché la realizzazione di questa intermodalità, di questa integrazione sia realizzabile.

Lo dico perché in diversi ambiti dei nostri territori, in particolare nel reggiano, ci sono obiettivi di integrazione molto interessanti che si scontrano con ostacoli rispetto all’acquisizione delle aree, alla formazione e realizzazione dei percorsi, che non c’entrano niente con la volontà politica, ma sono elementi che purtroppo discendono da una complessità istituzionale regolamentare che ci distanzia dall’obiettivo finale, quello di una realizzazione di integrazione trasportistica veramente sostenibile.

Lo dico perché non bisogna sottovalutare anche la capacità delle ciclovie, di questi collegamenti come fortissima inclusione, non soltanto di mobilità, cioè non soltanto di sostenibilità ambientale, ma anche relazionale, di protezione dei collegamenti, di collegamenti tra territori, perché abbiamo molti territori frazionali, abbiamo territori un po’ più periferici di altri, e questa intermodalità, questa integrazione, quindi, non soltanto ci aiuta a collegare luoghi, ma anche persone. Allora, il tema della semplificazione qui arriva prepotente, perché per la realizzazione di questi obiettivi e di questi piani c’è il tema della semplificazione amministrativa che deve essere adeguatamente considerato. Diversamente, i tavoli in cui convergono obiettivi, progetti, strumenti, anche finanziamenti, che sicuramente non mancheranno, si possono scontrare con un assetto di complessità che non ci consente di dare gambe alle nostre aspirazioni. Lo dico perché il Tavolo regionale per la ciclabilità e dei rappresentanti delle attività ciclistiche è sicuramente un tavolo adeguato per confrontarsi anche su questi aspetti e perché possono scaturire da questo confronto anche proposte ed elementi di innovazione che possano far diventare questo processo di integrazione trasportistica, di sostenibilità e di collegamenti anche un’occasione di semplificazione nell’approccio anche amministrativo e – perché no? – dei nostri obiettivi di sistema.

Ecco perché mi permetto di arricchire con questi elementi di riflessione la proposta sicuramente positiva della collega Zamboni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Mori.

Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Mi unisco anch’io a questo vento di passione, a questo afflato nei confronti di questo ordine del giorno che parla della mobilità ciclabile e dell’intermodalità trasportistica con i treni, ai tanti consiglieri che sono intervenuti che forse la bicicletta l’ultima volta che l’hanno usata è quando avevano ancora le rotelle, perché io vedo arrivare qua tutti i consiglieri in macchina, tranne, come dico sempre, la consigliera Silvia Zamboni, alla quale va tutto il mio plauso per la sua grandissima coerenza. Non è neanche elettrica, ma anche faticando. A lei, quindi, va il mio plauso perché è sempre coerente rispetto alle battaglie che conduce. Visto che questo tema appassiona tanto l’aula, dico molto sommessamente che quanto proposto non trova, mi pare anche nei pochi interventi che ci sono stati da parte della minoranza in quest’aula, un’ostilità, nel senso che introduce un tema sicuramente importante, ma non vedo davvero l’utilità di spendere tante parole per una battaglia che fondamentalmente è giusta, quella appunto di facilitare l’intermodalità tra bici e treno. Anzi, speriamo che la facilitiamo talmente tanto che tutti i consiglieri della maggioranza che oggi vengono in macchina dalle varie parti della Regione, domani vengano in treno. Evidentemente, se tutti i consiglieri vengono in macchina, effettivamente questa difficoltà c’è ancora.

Mi sarei aspettato di sentire dai consiglieri perché c’è la difficoltà, non quanto è bello venire in treno con la bicicletta, ma perché non vengono nell’Assemblea legislativa utilizzando la bicicletta, e invece vengono in macchina. Questo è il punto. Il punto è che se davvero crediamo in alcune battaglie, dobbiamo poi essere coerenti, dare consequenzialità a ciò che diciamo.

È bene, allora, incentivarla, ma non sono così sicuro che tutti gli ostacoli che oggi sono presenti siano il vero ostacolo a che molti utilizzino la bicicletta e il treno assieme. Molte volte ci sono anche ragioni, spesso ci sono ragioni di vita e di economia domestica che ci impongono, magari perché abbiamo figli, abbiamo famiglie numerose, di utilizzare altri strumenti di trasporto. L’importante, per quello che ci riguarda è che la promozione di questa mobilità si limiti alla promozione e non all’imposizione, perché le imposizioni ci piacciono poco, ormai siamo forse uno dei pochi partiti che si batte su questi temi, ma la promozione, appunto, è qualcosa che non deve sempre disincentivare l’utilizzo di altri mezzi, o non deve essere punitivo in chi utilizza altri mezzi. Lo dico pur tutelando i tanti colleghi in aula che vengono in macchina.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Io non ho nessuno in dibattito generale.

A questo punto, chiedo se qualcuno vuole intervenire sulle proposte di emendamento.

Ricordo che ne abbiamo tre, due a firma Zamboni e uno a firma Rainieri.

Prego, consigliera Zamboni.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, a firma Fabbri, correggo.

C’è qualcuno che vuole intervenire sugli emendamenti? Prego, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Io sono d’accordo con gli emendamenti che ha presentato il consigliere Fabbri, ne avevamo parlato, li trovo sicuramente utili per integrare la risoluzione, quindi li voterò.

Per quanto riguarda l’emendamento che ha presentato il consigliere Rainieri, forse lo vuole illustrare prima.

Su questo ho un dubbio, lo dico. Ho un dubbio perché nella preparazione di questa risoluzione, confrontandomi con gli uffici, avevo chiesto la gratuità del trasporto delle bici sui treni, gratuità che non c’è, nel senso che chi ha l’abbonamento paga 60 euro all’anno, perché la Regione ha preferito dedicare le risorse al bonus per l’acquisto della bici pieghevole, in modo da favorire minore occupazione di spazio nelle carrozze dei treni. È chiaro che una bici pieghevole la puoi sistemare meglio di una bici tradizionale, quindi questa è la risposta che mi era stata data quando ho fatto presente che altre Regioni, invece, prevedono il trasporto gratuito.

Per chi è abbonato al treno c’è questo abbonamento di 60 euro all’anno, invece per i cicloturisti che magari non sono abbonati, ma sono qui occasionalmente, c’è un biglietto da 1,50, quindi l’emendamento del consigliere Rainieri va bene, temo solo che non venga poi applicato nel senso che, se già si paga il biglietto, figuriamoci se rendono gratuito il deposito delle biciclette. Comunque per me va benissimo metterlo ai voti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Si è prenotato il consigliere Fabbri. Prego.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Molto velocemente, per presentare il testo degli emendamenti.

Già molto è stato detto rispetto al tema della mobilità, anche cittadina, e questo ulteriore contributo (ringrazio la collega Zamboni) mira ancor più a sensibilizzare e facilitare le persone, non soltanto pendolari, non soltanto i lavoratori, ma anche coloro che scelgono la vacanza attiva che abbina, quindi la pratica sportiva alla vacanza e, quindi, la natura all’esperienza, che racchiude in sé sport, salute e divertimento.

Si è detto tanto rispetto agli interventi messi in atto da parte della Regione in questi anni sia dal punto di vista infrastrutturale, inteso come nuovi tratti ciclabili, inteso come bandi rivolti ai Comuni, sia dal punto di vista dell’attenzione verso i cittadini. Ciò a cui, secondo me, dobbiamo ulteriormente prestare attenzione e destinare risorse è sicuramente la rete dei servizi, cioè quei servizi minimi da garantire a quei due milioni di ciclisti che ci sono in Italia, tra cui molti turisti, anche europei, che per fruire dell’offerta regionale si organizzano attraverso i percorsi esistenti, attraverso i tracciati, ma che hanno bisogno anche di trovare depositi sicuri, di trovare un sistema di mezzi messi a disposizione efficiente, ma anche servizi, officine attrezzate e quant’altro. Quindi, lo spunto parte proprio da questa necessità, legata anche al ricettivo, all’escursionismo, al deposito trasferimento bagagli, con particolare attenzione anche a quello che è un mercato crescente, che hanno tutti evidenziato nell’ottica del turismo slow, che è quello delle bici elettriche e delle bici a pedalata assistita, che necessitano anche di punti di ricarica, di aree di sosta e di postazioni anche per la riparazione fai da te. D’altronde, se è vero che all’interno delle città e dei grossi agglomerati urbani i servizi sono più presenti ed efficienti, è altrettanto vero che la nostra regione ha percorsi ciclopedonali anche molto estesi. Basti pensare all’asse Destra Po, che ci collega con il nord Italia, che vede la carenza in alcuni tratti di servizi attrezzati, che quindi potrebbero essere sostituiti anche attraverso il potenziamento, perché già tanto è stato fatto di iniziative di questo tipo. Quindi, l’emendamento va proprio nella direzione di favorire e incentivare iniziative per la realizzazione di sistemi di ricarica per bici elettriche, di aree di sosta per il bike sharing e di postazioni per la riparazione fai da te.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

Prego, consigliere Rainieri.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Intervengo solo per illustrare l’emendamento.

La collega Silvia Zamboni ha dato l’assenso alla votazione, ma non ho capito se ha detto che votano a favore o meno dell’emendamento, però volevo solo illustrarlo perché se si vuole dare un servizio ai cittadini sulla mobilità sostenibile, credo che parlare di bicicletta sul treno senza poter dare la possibilità di un deposito di queste bici, una volta utilizzate, o quando qualcuno deve arrivare in una città e poi utilizzarle dopo il viaggio o il giorno dopo, bisogna che troviamo anche una modalità per aiutare queste persone.

A Parma, ad esempio, non so se in tutte le città, ma nella mia città c’è un servizio di deposito, però è a pagamento, quindi se devo incentivare questo tipo di utilizzo della mobilità, devo anche incentivare chi potrebbe essere intenzionato a fare di questo nuovo un modo per spendere anche di meno.

In questo momento, a Parma, la tariffa giornaliera di deposito è di euro 1,50, mensile 15, annuale 160. Se non ho la possibilità di avere un aiuto, diventa difficile pensare che chi va in bicicletta, per aiutare il pianeta, debba spendere più soldi di quanti non ne spenderebbe se usasse altri mezzi, quindi l’idea era, per sostenere questa risoluzione, di aggiungere la parola “gratuiti” perché i cittadini che usano treno e bicicletta possano avere il deposito gratuito.

Voteremo a favore del nostro emendamento, spero che anche i colleghi che con tanto affetto sono intervenuti così attentamente su questa risoluzione abbiano la stessa sensibilità, oltre alle parole, anche di passare ai fatti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

C’è qualcun altro che vuole intervenire sugli emendamenti? Consigliere Mumolo, prego.

 

MUMOLO: Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Non sentiamo bene, consigliere.

 

MUMOLO. Mi sente adesso?

 

PRESIDENTE (Petitti): Adesso meglio. Grazie.

 

MUMOLO: Dicevo che volevo semplicemente rassicurare innanzitutto il consigliere Lisei, perché io sono un ciclista del fine settimana. Quindi, nel caso in cui dovesse passare dal quartiere Navile, è facile che mi veda in bicicletta.

Volevo semplicemente rappresentare [...] personale per quanto riguarda i due emendamenti presentati dal consigliere Fabbri. Sull’emendamento presentato dal consigliere Rainieri [...] indicazioni della consigliera Zamboni, vorrei semplicemente dire che di questo tema questa Assemblea si è occupata altre volte. Io ho presentato un’interrogazione nella scorsa legislatura proprio sul trasporto integrato.

Vorrei anche dire che forse una cosa di cui non si è tanto parlato, ma credo che dovremmo in qualche maniera tutti quanti rivalutare, è il tema della potenzialità del cicloturismo. Il trasporto integrato, ovviamente, è importantissimo. È importante anche perché, magari, con quelle biciclette e i treni arrivano anche dei turisti che possono visitare la nostra regione, anche grazie allo sviluppo delle ciclovie.

Vorrei ricordare a tutti quanti noi che il cicloturismo in Europa ha un indotto economico pari a 44 miliardi di euro l’anno, con oltre 2 milioni di viaggi e 20 milioni di pernottamenti. In Italia il valore potenziale del cicloturismo è di circa 3,2 miliardi di euro. Le vacanze in bicicletta rappresentano, quindi, una risorsa strategica per il nostro Paese perché fonte di fatturato, occupazione, crescita dell’industria manifatturiera, anche nel rispetto della cultura del territorio e della sostenibilità ambientale.

Questo accadeva prima del Covid. Mi auguro si sviluppi ancora di più in questo periodo. In Europa il cicloturismo è in fortissima espansione, apprezzato soprattutto dai tedeschi e dagli olandesi, che tra l’altro sono un segmento alto nella capacità di spesa. Quindi, sono turisti appetibili.

Il cicloturista spende in media il 20 per cento in più del turista normale e viaggia in periodi di bassa stagione. Si tratta, quindi, di un turismo che completa e innova, un turismo non solo sostenibile, ma anche di valore. Queste ragioni spiegano i motivi per cui il cicloturismo opportunamente promosso rappresenta una vera risorsa per il settore turistico, con il vantaggio di essere al contempo ecosostenibile. Questo è un motivo in più, almeno per quanto mi riguarda, per votare questa risoluzione e fare in modo che ciò che questa risoluzione chiede si avveri in tempi brevi.

Devo dire che la Regione Emilia-Romagna è da tempo impegnata nella promozione delle ciclovie, ha approvato diverse delibere, condivise con Province e Comuni capoluogo, con il supporto della SIAP e anche in coerenza con la rete ciclabile europea e la rete ciclabile italiana. Ebbene, tra queste reti è indicata anche la ciclovia dell’Emilia-Romagna: sono 265 chilometri. La via Emilia, che attraversa per intero la nostra regione, è infatti un patrimonio unico in Italia per il valore storico e simbolico che incarna. La via Emilia – lo sappiamo tutti bene, ma è sempre bene ricordarlo anche a beneficio di chi ci ascolta fuori da quest’aula – costituisce, fin dall’epoca romana, un punto di riferimento per le popolazioni locali, esercita da secoli un potere unificante, con una varietà di possibili percorsi tematici, perché noi abbiamo itinerari enogastronomici, percorsi archeologici, itinerari spirituali, percorsi storici e anche a tappe sui luoghi della memoria. Lungo il suo asse, che è un rettilineo di 270 chilometri che corre tra Rimini e Piacenza, si sono sviluppati i principali capoluoghi regionali, città di antiche origini, oggi moderni centri economici e culturali, ma anche piccoli centri disseminati ai margini del suo percorso nell’Appennino o verso il Po.

Questa risoluzione, arricchita sicuramente dagli emendamenti che sono stati presentati, per quanto mi riguarda sarà un piccolo passo in più che noi dobbiamo fare come Emilia-Romagna anche per incentivare il cicloturismo, anche per invitare la Giunta a promuovere e sostenere la realizzazione definitiva di questo percorso ciclabile lungo la via Emilia, magari tracciando un itinerario ufficiale, e anche per fare in modo che più persone si avvicinino alla bicicletta e sempre più stranieri vengano a visitare la nostra regione.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mumolo.

Altri sugli emendamenti? Io non ho nessuno in dibattito generale sugli emendamenti.

A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti e sulla risoluzione a firma Zamboni.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Le dichiarazioni di voto saranno a favore di tutti gli emendamenti a firma Fabbri e a firma Rainieri. Sulla risoluzione non sono intervenuto per non rovinare l’idillio che vi è stato nei banchi della maggioranza su quanto è bella la bicicletta e quanto è bella la mobilità ciclabile. Comunque, vorrei fare alcune osservazioni.

Non voteremo questo ordine del giorno, ci asterremo su questa risoluzione, però con questa precisazione, che sicuramente favorire l’intermodalità bici/treno e comunque favorire la mobilità ciclabile ci coglie positivamente disposti, non siamo assolutamente contrari a incentivi nei confronti della mobilità ciclabile.

Qual è il problema che questa risoluzione continua a trascinare, visto che la collega Zamboni oramai fa queste risoluzioni con lo stampino (in senso positivo, non è un’offesa)? Questi atti trasudano di manifesti ideologici, come ho già detto più volte.

Si parte dall’assunto che il mezzo privato sia negativo, sia qualcosa da debellare come una malattia, quindi la soluzione è la bicicletta, e questo non è il nostro approccio. Noi sosteniamo che la mobilità privata sia una mobilità necessaria, sia una mobilità che deve essere eventualmente meglio organizzata, ma non certamente disincentivata. Sicuramente, se vi fosse un trasporto pubblico adeguato, vi sarebbero meno mezzi privati circolanti, e coloro che vogliono sfruttare la mobilità ciclabile avrebbero la possibilità di farlo. Si tratta di meglio organizzare, ma non di condurre delle crociate contro la mobilità privata, e queste risoluzioni sanno spesso di crociata.

Fondamentalmente noi riteniamo che la mobilità ciclabile debba essere aggiuntiva, non sostitutiva, mentre in queste risoluzioni sembra quasi debba essere la medicina nei confronti di una malattia, approccio per noi assolutamente sbagliato.

Tra l’altro, stiamo approfondendo alcuni aspetti in merito e avremmo gradito che intorno a tutte queste iniziative di supporto alla mobilità ciclabile – di recente c’è stato un protocollo che la Regione ha portato avanti con il Comune di Bologna, la Polizia locale di Bologna, con delle linee guida, un video per scuole ed Enti locali, tutte cose assolutamente corrette, giuste, che vanno fatte – vi fosse anche una parola per l’esagerato uso improprio che sta avvenendo di monopattini e di biciclette. Purtroppo è l’altro aspetto. Nel momento in cui si insiste sulla mobilità ciclabile, bisogna anche insistere sulla cultura della mobilità ciclabile, sulle regole che devono caratterizzare la mobilità ciclabile.

L’altro giorno, per fortuna non qui... Le cronache dei giornali riportano, ovviamente, i fatti più gravi. Le persone che vengono investite dalle biciclette o dai monopattini sotto i portici sono all’ordine del giorno. È chiaro che non possiamo criminalizzare un’attività o, comunque, delle iniziative se vi sono delle degenerazioni. La degenerazione va condannata, ma quell’aspetto non può mettere in discussione la bontà dell’assunto di partenza. Però occorre che ci sia anche un equilibrio in questo. Sostenere la mobilità ciclabile deve andare di pari passo con una cultura della legalità, un approfondimento, una serie di azioni dedicate a far rispettare le regole che vi devono essere. Altrimenti sembra un “pace libera tutti”.

Le stesse piste ciclabili, per esempio, che hanno fatto a Bologna gridano vendetta. Gridano vendetta. Sono pericolosissime. Purtroppo, sono pericolosissime e sono legali. Perché? Perché c’è un vulnus nel Codice della strada che, di fatto, non prevede che vi siano particolari accorgimenti a tutela prima di tutto dell’utilizzatore della pista ciclabile e, secondariamente, naturalmente, anche per i mezzi privati che si trovano a doversi incrociare con loro. Quindi, di fatto, quando si parla di mobilità ciclabile vorrei che si parlasse di sicurezza e di regole. Questo manca e si dà un messaggio incompleto. Pertanto, su questa risoluzione ci asterremo, pur condividendo di base il fatto che la mobilità ciclabile vada incentivata, ma non può essere incentivata con l’assunto che questa debba sostituire di fatto la mobilità privata, la mobilità automobilistica, come se fosse tutto negativo. Questo è il motivo per il quale ci asterremo su questo aspetto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazione di voto? Prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Nel corso di questo dibattito abbiamo motivato le ragioni per le quali sosterremo e voteremo a favore della risoluzione presentata dalla consigliera Zamboni. Colgo l’occasione anche per annunciare il voto favorevole agli emendamenti presentati, a tutti gli emendamenti che sono stati presentati. Credo che il dibattito che si è sviluppato abbia reso palese e sottolineato l’importanza e l’attualità anche della risoluzione in oggetto. Mi fa piacere che anche dall’opposizione siano arrivati i contributi, in taluni casi anche forse un po’ ironici, ma noi li cogliamo comunque con piacere. Ovviamente, al collega Lisei mi corre l’obbligo di segnalare che da Porretta a Bologna magari si viene anche in bici, ma il problema è tornare su, perché è un pochino più complicato. Per questo la funzione “bici più treno” è importante. Come potrei cavarmela anche con una battuta dicendo che non è importante cosa si fa con il popolo, ma cosa si fa per il popolo. Quindi, anche se noi non utilizziamo la bicicletta, non ci sfugge l’importanza che ha la bicicletta.

D’altra parte, questo aprirebbe un dibattito importante anche sulla funzione del politico in quanto tale. Però, su questo non ci addentriamo. Anche se stimolerebbe il dibattito, perché secondo questa tesi solamente chi è laureato in medicina potrebbe fare l’assessore alla sanità, chi è laureato in qualche specialità tecnica potrebbe farlo, invece la politica ha un’altra funzione, che non è la somma di un’esperienza tecnica, ma è una visione generale che sa tenere insieme più competenze, più conoscenze e soprattutto mette insieme interessi alle volte divergenti.

Succede infatti che la politica si avvalga della tecnica per avere la conoscenza, ma in ultima analisi a decidere deve essere la politica su tutti i temi, e penso sempre che quando noi scarichiamo a qualunque livello sui tecnici facciamo un errore, perché la responsabilità è politica, ed è una scelta politica se investire delle risorse o non investire risorse sulla mobilità ciclabile, anche se non si utilizza la bicicletta, perché altrimenti rischieremmo di fare solo quello che interessa a ciascuno di noi, e ci sarebbe un bel conflitto di interessi.

So che a quelle latitudini il tema del conflitto d’interesse non è la fattispecie su cui siete più ferrati, però la nostra competenza ha a che fare con la visione generale, e su questa io mi attesto.

L’ho detto scherzando, ma lo penso seriamente, cioè respingo al mittente l’idea per cui a scegliere su un particolare debba essere chi si occupa solo di quel particolare, noi abbiamo una funzione che è quella di avere una visione d’insieme, è la difficoltà e la bellezza della politica, alla quale io personalmente non rinuncerei mai e non rinuncio mai anche quando discutiamo di un segmento particolare, seppure importante, perché inquadrato in un ambito generale, a cui a noi spetta dare la visione di insieme.

Se noi non abbiamo una visione d’insieme e quindi pensiamo che debbano essere i tecnici o solo quelli che si occupano di un particolare settore a darci la linea, allora sì che abbiamo finito di fare il nostro mestiere, e io invece penso che la politica sia un’altra cosa.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazione di voto? Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Ci asterremo sull’ordine del giorno prima di tutto perché ci sono alcuni aspetti che non condividiamo. Come ho detto, condividiamo che pone in generale l’ordine del giorno, che è quello di promuovere una modalità di interscambio tra la bicicletta e il treno, alcune parole utilizzate e l’approccio complessivo al documento un pochino meno, che è appunto quello di disincentivare, nel senso che noi, come ho detto nell’intervento durante il dibattito, crediamo sia giusto che lo switch tra un mezzo inquinante e un mezzo più ecologico e sostenibile avvenga per una libera scelta da parte dell’utente, che magari trova più conveniente, più facile, più semplice utilizzare un mezzo piuttosto che un altro mezzo, non attraverso misure che, invece, tendono a costringere un soggetto a scegliere un mezzo piuttosto che un altro, perché in alcuni casi non lo può fare, per ragioni di vita, per ragioni private, per ragioni economiche, per distanza dal lavoro, perché non c’è una copertura.

Riteniamo sempre che la soluzione migliore sia quella di offrire all’utente della strada, qualsiasi esso sia, un’offerta di mobilità che sia premiante rispetto ai propri interessi. Per questo aumentare, promuovere l’interscambio, così come proposto nell’ordine del giorno, lo condividiamo. Condividiamo meno alcuni passaggi nei quali, invece, si parla di disincentivare o di farlo a discapito di altri mezzi.

Lo facciamo e ne parliamo... Come spesso accade, si viene mal interpretati nelle proprie parole. Non credo che la politica debba parlare solo di quello o che i consiglieri debbano parlare solo di quello che conoscono, sennò non sarei qui a parlare. Sarei solo in un’aula di tribunale e parlerei soltanto di alcune cose. La politica deve parlare di tutto. La politica ha una funzione diversa da quella dei tecnici. Non ho mai detto questo. Dico che, però, la politica se sostiene determinate battaglie è giusto che dia il buon esempio.

Queste sono le ragioni per le quali, nonostante non condivida le battaglie della consigliera Zamboni, le ho fatto spesso i complimenti. È un ottimo esempio di persona che porta avanti una battaglia nella quale crede e ne dà conseguenza, girando in bicicletta e facendo certe pratiche che lei crede sia giusto siano così. Questo è un invito che ho fatto a molti consiglieri, che potrei fare a tante persone che calcano quest’aula. Dire a tutti gli altri cittadini “dovete spostarvi in bicicletta”... Credo che il primo che deve dare questo esempio sia chi manda un determinato messaggio. Invece non è così. Non è così perché? Perché, come penso io, purtroppo ci sono delle esigenze di vita che ci portano ad utilizzare altri mezzi, a volte inutilmente; a volte, invece, siamo costretti.

È per questo che, secondo me, la politica ha anche il dovere di mandare un messaggio coerente rispetto alle proprie azioni, non di non parlare di determinate cose. È sempre un messaggio di coerenza. Credo sia sempre difficile mantenere una coerenza in politica. È molto difficile mantenerla sempre, però quantomeno si può cercare di raggiungere la coerenza. Questo è l’invito che ho fatto molto sommessamente. Visto che ho sentito tanti consiglieri che sono intervenuti su questo tema, mi è venuto spontaneo dire che, se c’è tanta passione, tanta giustezza in quello che è promosso all’interno di questo documento, anche altri dovrebbero prendere esempio da chi lo propone e spostarsi con altri mezzi, cosa che spero faranno, se effettivamente l’ordine del giorno non soltanto verrà approvato in quest’aula, ma vedrà anche materialmente una sua dimensione all’interno delle strutture ferroviarie. In questo caso, ovviamente, ne sarò lieto.

Per queste ragioni il nostro voto sarà di astensione al documento e voteremo a favore sui correttivi che vengono apportati dagli emendamenti, che riteniamo fondamentalmente giusti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Lisei.

Prego, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Questa risoluzione non ha alcun intento pedagogico né vuole indicare la via maestra. Semplicemente chiede alla Giunta regionale di contribuire a sviluppare l’intermodalità treno-bici per chi già oggi vuole utilizzare questa co-modalità e si trova di fronte a degli ostacoli. Ognuno, poi, nel privato sceglie in base alla situazione in cui si trova. Però, è giusto verso i cittadini e verso anche gli operatori che vivono di cicloturismo, anche per una questione proprio economica, dare questa possibilità in più.

Certo, la direzione, come abbiamo detto anche nel dibattito precedente sui veicoli elettrici, se vogliamo abbattere lo smog, abbattere le emissioni climalteranti, non può che essere quella della mobilità su ferro, della mobilità ciclistica, della mobilità elettrica. Però, ci tengo a dire che nessuno sta qui con il ditino puntato verso chi fa, al momento, altre scelte. L’importante è che come consiglieri, come Assemblea legislativa mettiamo la Regione in condizioni di offrire la possibilità di un’alternativa all’uso dell’auto privata. Questo è l’intento della risoluzione. Anche perché – lo ripeto, e questo è un tema che ha toccato anche il consigliere Mumolo – ci sono ricadute molto interessanti dal punto di vista del cicloturismo. Quindi, bisogna saperle cogliere e dotare la regione Emilia-Romagna di una infrastrutturazione che metta in campo la possibilità effettiva di potersi spostare con la bici in combinato con il treno. Ripeto, la recente inaugurazione della Ciclovia del Sole ha mostrato che c’è questa grossa potenzialità, perché veramente migliaia di persone si sono recate a fare questo percorso e l’hanno raggiunto da Bologna in treno, dopodiché non c’erano i treni per poter ritornare, perché l’affollamento era superiore alla disponibilità dei mezzi.

C’è quindi una potenzialità che va colta in tutti i suoi aspetti, mobilità dolce non inquinante, sviluppo del cicloturismo e diffusione di nuove modalità di spostamento che siano meno impattanti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Intanto per dire che come Gruppo del PD voteremo favorevolmente per questa risoluzione insieme anche agli emendamenti che abbiamo presentato a firma del collega Fabbri. Ripercorrendo la discussione che abbiamo fatto in aula, una discussione importante, che dimostra ancora una volta come l’interesse per la mobilità sostenibile sia al centro delle politiche regionali, voglio evidenziare come sia veramente fondamentale proseguire su un percorso che non è certo iniziato oggi, perché, come già ho detto nel mio intervento precedente, la bicicletta è uno degli elementi identitari degli emiliano-romagnoli, e proprio per questo dobbiamo, sia per insistere sul fronte della mobilità sostenibile, sia per accompagnare quelle scelte di miglioramento degli stili di vita, perché scegliere di andare in bicicletta, scegliere di affrontare l’intermodalità, quindi utilizzare la bicicletta più il treno, e anche tanti nuovi mezzi che, grazie a una diffusa mobilità elettrica, sono messi a disposizione delle persone, sono scelte che guardano alla collettività, alla salute, alla qualità dell’ambiente e anche alla propria qualità della vita.

In questo senso, in maniera molto concreta, ci apprestiamo ad affrontare la nuova programmazione dei fondi europei, lo ricordava il collega Marco Fabbri, nel DSR abbiamo affrontato in più punti il tema del sostegno alla mobilità sostenibile, il tema del sostegno alla mobilità via ferro. Dovremo mettere a disposizione nuove risorse, più risorse proprio per migliorare al massimo questo tipo di servizi. Questo per concretizzare il senso che noi diamo alla mobilità sostenibile in Emilia-Romagna, una mobilità che non deve essere la scelta di cittadini virtuosi, ma una mobilità che deve essere la mobilità più accessibile, più semplice, più bella, anche, perché può permettere davvero di vivere il territorio, vivere la propria città, vivere la regione, il territorio regionale in una maniera più dolce, in una maniera, appunto, più sostenibile e anche ‒ la dico così ‒ più comunitaria. Sappiamo che in questo momento c’è anche tanto bisogno di tornare a fare comunità, e lo si fa anche attraverso una mobilità diversa.

In tutto questo, dicevo, dovremo essere bravi a concretizzare anche all’interno della programmazione regionale dei Fondi europei queste scelte, quindi sostenendo, per esempio, le realtà che vogliono investire in piste ciclabili, le realtà che vogliono investire in velostazioni, chi vuole puntare sulla mobilità elettrica, chi vuole anche potenziare, con dei progetti di cicloturismo, la valorizzazione del territorio.

Insomma, di lavoro da fare ce n’è tanto. È un lavoro anche molto positivo, perché c’è un’attenzione davvero molto alta in questo momento nella popolazione rispetto a queste nuove forme di mobilità. Quindi noi, come Istituzione, come Regione, dobbiamo avere una grandissima attenzione a far sì, come dicevo anche prima, che sia massima l’accessibilità, che chi decide di prendere il treno insieme alla propria bici lo possa fare in maniera semplice, accessibile, avendo tutte le informazioni disponibili. Dobbiamo anche puntare alla gratuità per chi si porta appresso la propria bicicletta. Quindi, hai la bicicletta? Non devi più pagare il biglietto del treno. Lo dicevamo prima: chi va in questa direzione lo fa per se stesso e soprattutto per la collettività.

Per cui, tanto lavoro da fare, ma abbiamo anche tanti strumenti che negli anni abbiamo costruito e che adesso possono essere potenziati grazie alle risorse europee, grazie al Piano nazionale. Sono certa che saremo pronti a mettere in campo nuovi progetti e a fare tutto il possibile affinché l’Emilia-Romagna sempre di più sia la terra delle biciclette e del ciclismo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazione di voto? Altri in dichiarazione di voto? Non ho altri in dichiarazione di voto.

A questo punto mettiamo in votazione gli emendamenti. Partiamo dall’emendamento 1, a firma del consigliere Fabbri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 34

Favorevoli 33

 

È approvato.

 

Prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Solo per aggiungere il mio voto favorevole, perché non sono riuscito a votare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto.

Passiamo adesso all’emendamento 2, sempre a firma del consigliere Fabbri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 37

Favorevoli 37

 

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’emendamento 3, a firma del consigliere Rainieri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 38

Favorevoli 38

 

È approvato.

 

Aggiungiamo il voto della consigliera Castaldini.

Mettiamo in votazione la risoluzione 2822, a firma della consigliera Zamboni.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 37

Favorevoli 28

Astenuti 9

 

È approvata.

 

OGGETTO 2963

Risoluzione per impegnare la Giunta a predisporre un portale presso il quale sia possibile esprimere la propria disponibilità a sottoporsi alla vaccinazione anti covid con dosi residue. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alla risoluzione 2963: risoluzione che impegna la Giunta a predisporre un portale presso il quale sia possibile esprimere la propria disponibilità a sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid con dosi residue, a firma della consigliera Castaldini.

Ricordo che su questo oggetto insiste una proposta di emendamento, sempre a firma della consigliera Castaldini.

Apriamo il dibattito generale.

Prego, consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Grazie.

Sono molto felice di trattare questa risoluzione, una risoluzione, come tutti voi potete vedere, datata. Ha quattro mesi, però sottolineo che non ha perso la sua efficacia.

Ricorderete tutti all’esordio della campagna vaccinale che cosa è accaduto. Le categorie di aventi diritto erano stringenti, giustamente, e molto controllate. Ci furono diversi casi di vaccini somministrati ai non aventi diritto, perché a fine giornata rimanevano delle dosi non utilizzate che non sarebbero arrivate alla giornata successiva e le persone in lista d’attesa erano terminate. Non era un difetto organizzativo, ma tra chi non si presentava e che si era ammalato in giornata tutti i centri vaccinali rischiavano di sprecare un numero molto elevato di dosi al giorno.

Chi ha improvvisato è stato messo, giustamente, in certi casi in situazioni di critica anche mediatica, ma per quanto mi è dato sapere è stato appurato che moltissimi avevano cercato di arrivare al vaccino, sicuramente in buona fede, provando a forzare un sistema, che allora era molto ingessato. La campagna vaccinale da quel giorno – è inutile che io ripercorra tutta la storia anche della creazione di un hub sicuramente molto efficiente, quello dell’Emilia-Romagna, quello bolognese – ha attraversato diverse fasi, c’è stata l’apertura progressiva a tutte le categorie e una sovrabbondanza di dosi.

Io rifaccio questa proposta e sottolineo la bontà di un portale che possa gestire al meglio la costante processione delle dosi vaccinali residuali, perché parto semplicemente dal dato della realtà, e cioè che tutti noi abbiamo persone e conoscenti che si sono vaccinati arrivando alla fine della giornata in qualche hub vaccinali. Anche nelle ultime settimane abbiamo visto che si è stati attenti, l’abbiamo chiesto al personale, e di fatto è chiaro che molte persone che non avevano la possibilità di accedere a dose di riserva provavano, tentavano, e alcuni sono riusciti.

Vi segnalo e segnalo soprattutto alla maggioranza che adesso siamo in una fase dove tra i venti e i cinquantanove anni non si può prenotare. Lo ribadisco tra i venti e i cinquantanove anni non si può prenotare. Cioè, chi non si è prenotato nella finestra che era stata aperta oggi deve aspettare. Stiamo parlando di 1.050.000 persone. Quindi, dopo l’estate si riaprirà una finestra fondamentale tra i venti e i cinquantanove anni.

Io ho pensato e non ho solamente fatto la proposta di un portale per i riservisti, io ho proprio creato e ho preparato un mock-up. Ho proprio già preparato il portale. Perché? Perché tutte le volte che io faccio una proposta l’obiezione è “no, non si può fare”, “è impossibile”, “le cose che vengono proposte non sono realistiche, realizzabili”, “c’è un tempo”. Proprio per evitare questo tempo, ho scelto i migliori professionisti e omaggio la Regione Emilia-Romagna del portale, con una semplicità di accesso incredibile, ovvero dal momento in cui uno si registra in questo sito, mettiamo che ci siano delle dosi residuali, parte un sms, si chiede la disponibilità in quanto tempo si riesce a raggiungere l’hub vaccinale e quale si riesce a raggiungere in quel tempo, perché io credo fortemente che la politica sia anche questo aspetto concreto della realtà.

Perché ho presentato un emendamento? Semplicemente perché c’è un altro pezzo di realtà che stiamo vivendo tutti insieme in questi giorni. La risoluzione ha ancora senso ad essere presentata, ma, come me, penso che molti di noi abbiano ricevuto moltissime telefonate da chi aveva l’esigenza di spostare la dose della propria vaccinazione, perché concomitante con un altro impegno, con una visita, con una situazione gravosa o semplicemente perché ad agosto e luglio si va in ferie, e non è un dramma, soprattutto per quello che abbiamo vissuto nel passato può capitare di non poterle spostare perché quella è l’unica finestra possibile.

Io ho già sentito le obiezioni che si possono muovere nei confronti di questa risoluzione, però faccio presente un dato: le diverse ASL danno risposte diverse a questo bisogno, c’è chi, attraverso il portale CUP web, permette il cambio di data, chi chiede di contattare il centro vaccinale, chi chiede di passare attraverso il medico di base, chi cerca in tutti i modi di dissuadere il cittadino al cambio, con l’esito che si sta valutando che questa poca flessibilità nel cambio di data porta alla mancanza della seconda dose di vaccino, seconda dose che è fondamentale.

Per questo propongo un emendamento, perché credo che sia diritto di tutti i cittadini emiliano-romagnoli, cioè non possiamo configurare che i romagnoli sono fortunati e i bolognesi un po’ meno, ma che ci sia l’armonizzazione di un portale unico, dove ci sia flessibilità nel poter spostare, chiaramente nei tempi che la scienza dà, per cui è chiaro che per un vaccino Pfizer dobbiamo sapere che la seconda somministrazione è tra i ventuno e i quarantadue giorni, ma in questa fascia dobbiamo essere flessibili.

Come sempre, siamo noi che dobbiamo andare verso il cittadino e verso un’esigenza giusta di salute, ma anche di impegni importanti che non permettono di scegliere esattamente quel giorno. Oppure ci sono persone che possono essere residenti a Bologna, ma lavorare in un’altra zona dell’Emilia-Romagna e dare in questo modo la possibilità di vaccinarsi con la seconda dose in un altro luogo.

Adesso è il tempo della flessibilità, è il tempo di piegarsi in maniera più efficiente verso chi ha esigenze anche complesse, per cui io non credo di chiedere come sempre la luna, invito la Giunta a rendere disponibile, attraverso i vari sistemi, una procedura che consenta la modifica dell’appuntamento per il vaccino di prima, seconda e terza dose, con la possibilità di indicare una diversa sede all’interno della regione o una diversa data in conformità con quanto disposto dalle Autorità sanitarie nazionali in base alla disponibilità.

Io temo che più buonsenso di così, non so, non ci sia la possibilità di apertura e di mediazione. Credo che sia proprio alla portata della nostra Regione provare a immaginare esattamente un sistema come questo, che vada verso le esigenze dei cittadini.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Certamente questa è una risoluzione, ma lo ammetteva anche in maniera molto onesta la collega Castaldini, che in gran parte è superata dagli eventi. Tuttavia, i temi che vengono posti sono temi che sono stati e sono al centro dell’attenzione della nostra Regione e dell’Assessorato alla sanità, in quanto lo sviluppo del Piano vaccinale ha avuto e ha un’evoluzione quotidiana. L’obiettivo che ci siamo dati, ovvero quello di cercare di vaccinare più emiliano-romagnoli possibili nel più breve tempo possibile, è un obiettivo che ci ha spinto in questi mesi a un’evoluzione continua del sistema. Da un lato, all’inizio, quando si pose la questione importante dell’utilizzo di tutte le dosi disponibili in maniera giornaliera, la Regione ha attivato subito una risposta. Questa risposta è consistita in un approccio molto concreto, ovvero quello di dare indicazione, di chiamare, nel caso in cui ci fossero delle dosi in eccedenza la sera, le persone che erano già previste per la vaccinazione il giorno seguente. Così si è agito.

Io non condivido questa descrizione fatta dalla consigliera Castaldini, di numerose dosi date in maniera incongrua. È vero, c’è stato qualche caso, che poi è stato prontamente segnalato, e si è anche intervenuti in maniera importante, però, in generale, nel momento in cui, tra l’altro, le dosi sono iniziate ad aumentare, quindi è iniziato ad aumentare l’arrivo delle dosi, si è proseguito con questo metodo, fino a quando, pian piano, fortunatamente, la platea degli aventi diritto si è allargata, fino ad arrivare oggi ad essere estesa di fatto a tutti i cittadini emiliano-romagnoli dai dodici anni in su. Proprio per questo voglio ricordare come, grazie a questa evoluzione del Piano vaccinale, grazie anche a tutti quelli che sono gli strumenti che sono stati messi in campo, gli hub vaccinali che sono stati attivati, gli accordi, quelli per esempio fatti con le categorie e con le aziende, che hanno permesso da inizio giugno l’avvio anche della campagna vaccinale in collaborazione con le imprese, ecco grazie a tutte quelle che sono state le azioni implementate, i servizi, la rete sempre più aumentata ad oggi – questi sono gli ultimi dati aggiornati – abbiamo superato le quattro milioni di dosi di vaccino somministrate e abbiamo più di un milione e mezzo di emiliano-romagnoli che hanno di fatto completato il ciclo vaccinale. Questo lo voglio dire superando sempre il 90 per cento delle dosi disponibili somministrate.

L’assessore Donini è venuto moltissime volte in Commissione Sanità e ci ha anche spiegato il meccanismo delle dosi e, quindi, la necessità di tenerne una piccola percentuale da parte in modo da poter garantire veramente e fino in fondo l’erogazione dei vaccini alle persone effettivamente prenotate. È ovvio che l’attenzione nostra è un’attenzione che deve rimanere sempre e costantemente alta. Voglio fare un esempio. In questo momento, per esempio, nell’ASL Romagna stiamo lanciando alcune giornate specifiche di open day vaccinale, con prenotazione, dedicata agli over sessanta, perché ci rendiamo conto che ci sono certi target che hanno bisogno ancora di un accompagnamento, attraverso una sensibilizzazione, attraverso una comunicazione efficace e attraverso anche dei momenti ad essi dedicati, per far sì di coprire il più possibile quelle fasce d’età o quelle categorie che sappiamo essere più esposte rispetto ai rischi del Covid e agli impatti del Covid.

Ho fatto questo esempio molto semplice anche per evidenziare, per rilevare come sia stata introdotta una grande flessibilità rispetto agli strumenti, modificando anche di volta in volta le proposte, creando nuove opportunità. Alcune volte ci sono state anche delle polemiche, ne abbiamo discusso nelle Commissioni rispetto a certi momenti come gli open day, però, passaggio dopo passaggio, gli strumenti, le situazioni, i servizi sono stati migliorati.

Dico questo anche per rilevare come questo confronto costante che noi abbiamo portato avanti in questo anno e mezzo di pandemia, e da quando, da inizio anno, il Piano vaccinale ha iniziato a prendere il suo slancio, questi confronti portati avanti dentro le Commissioni, in Assemblea, hanno portato sempre a dei contributi, a dei miglioramenti e anche all’introduzione di nuovi strumenti per rendere il vaccino sempre più accessibile.

Questo non per dire che è andato sempre tutto bene, va sempre tutto bene, ma è per dire che l’attenzione della Regione rispetto al trend di miglioramento e soprattutto al potenziamento dei vari canali di accesso per i cittadini è sempre andato aumentando, credo che questo lo possiamo in maniera molto serena e molto sincera condividere tra di noi.

Pensiamo anche ai numerosi canali che adesso sono attivi per poter fare la prenotazione del vaccino, e qui anticipo un po’ di elementi rispetto a quella che poi sarà la discussione dell’emendamento. In realtà, attraverso questi canali digitali, il fascicolo sanitario elettronico, così come il CUP e numeri verdi, è già possibile modificare la data del vaccino, e sempre di più c’è questa flessibilità non solo per la prima dose, ma anche per la seconda, anche con situazioni nuove da affrontare.

Faccio sempre l’esempio della Romagna, noi abbiamo una grande pressione dal punto di vista turistico, quindi, grazie anche a un impegno importante della Regione rispetto agli operatori turistici e rispetto ai turisti, ci stiamo attrezzando per fare in modo che chi vuole possa effettuare la seconda dose del vaccino anche nel nostro territorio e chi è in vacanza possa cambiare la data del vaccino.

Insomma, devo dire che questa rigidità che la consigliera Castaldini ha rilevato è una rigidità che non vedo. Ripeto: non dico questo per dire che tutto va bene, tutto è sempre andato bene. Lo dico per rilevare come il miglioramento sia sempre stato un obiettivo della Regione. Così come il confronto con i consiglieri rispetto a quelli che sono gli elementi di criticità.

Aggiungo una cosa importante. Nel momento in cui il vaccino, qualche mese fa, è stato aperto anche a determinati target, penso, per esempio, ai quarantenni, in modo molto rapido il portale regionale è stato adattato per poter far sì che le fasce che poi sarebbero entrate in disponibilità del vaccino potessero, anche attraverso il portale regionale, segnalare la propria disponibilità. Anche in questo caso abbiamo visto che rapidamente si è ottemperato a questa disponibilità, andando addirittura a chiamare le persone per dare direttamente gli appuntamenti.

In questo percorso, che è un percorso che ci vede tutti insieme, questo va riconosciuto... Tutti insieme stiamo spingendo affinché veramente il Piano vaccinale funzioni. In questo percorso mi viene da dire che dobbiamo, però, essere realistici e anche conseguenti nel raccontare quello che accade, evidenziando le criticità quando serve, ma anche evidenziando quello che sta andando bene. E quel dato di 4 milioni di dosi somministrate, fatte, tra l’altro, in un periodo breve, perché alla fine stiamo parlando di sei mesi di campagna vaccinale, con un’intensificazione negli ultimi tre mesi, quindi un’accelerazione negli ultimi tre mesi, quel dato ‒ dicevo ‒ è un dato importante che ci deve dare quella spinta e quel vigore per continuare in maniera forte il Piano vaccinale, correndo e cercando davvero di raggiungere quell’obiettivo di coprire il più possibile tutti gli emiliano-romagnoli. Da qui passa, poi, la nostra possibilità di un ritorno alla normalità.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Montalti.

Io ho molti iscritti a parlare su questa risoluzione. Sono le ore 17,26, quindi chiudiamo qui il dibattito e lo riprendiamo nella prossima tornata assembleare.

Grazie a tutti e buona serata.

 

La seduta ha termine alle ore 17,26

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO; Stefano BARGI, Gianni BESSI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI; Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE; Giulia GIBERTONI, Marco LISEI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI; Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI; Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Andrea CORSINI; Mauro FELICORI, Elena SCHLEIN.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta il consigliere Fabio BERGAMINI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2822

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a promuovere lo sviluppo del trasporto integrato bici-treno quale modalità di trasporto virtuosa dal punto di vista ambientale ed economico. A firma della Consigliera: Zamboni

 

Titolo: 2822 - votazione Emendamento 1 (a firma consigliere Fabbri)

 

Presenti al voto:36

Favorevoli/Si:34

Non votanti:2

Assenti:14

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Lisei Marco; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Taruffi Igor

 

Non votanti

Liverani Andrea; Petitti Emma


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Catellani Maura; Gibertoni Giulia; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo;

 

Titolo: 2822 - votazione Emendamento 2 (a firma consigliere Fabbri)

 

Presenti al voto:38

Favorevoli/Si:37

Non votanti:1

Assenti:12

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti

Petitti Emma


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Catellani Maura; Gibertoni Giulia; Marchetti Daniele; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

Titolo: 2822 - votazione Emendamento 3 (a firma consigliere Rainieri)

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:39

Non votanti:1

Assenti:10

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rainieri Fabio; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Castaldini Valentina

 

Non votanti

Petitti Emma


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Gibertoni Giulia; Marchetti Daniele; Occhi Emiliano; Petitti Emma; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

 

Titolo: 2822 - votazione risoluzione (sviluppo trasporto integrato bici-treno)

 

Presenti al voto:38

Favorevoli/Si:28

Astenuti:9

Non votanti: 1

Assenti:12

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella


 

Astenuti


Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Pelloni Simone; Stragliati Valentina

 

Non votanti

Petitti Emma


Assenti


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Catellani Maura; Gibertoni Giulia; Marchetti Daniele; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

Emendamenti

OGGETTO 2822

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a promuovere lo sviluppo del trasporto integrato bici-treno quale modalità di trasporto virtuosa dal punto di vista ambientale ed economico. A firma della Consigliera: Zamboni

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Fabbri

«Nel primo punto del “Precisato che” dopo le parole “l’annuncio tramite altoparlanti al momento dell’arrivo e della partenza dei treni abilitati al servizio;” sono inserite le parole: “Favorire e incentivare iniziative per la realizzazione di sistemi di ricarica per bici elettriche, di aree di sosta per il bike sharing e di postazione per la riparazione fai da te delle stesse biciclette.”»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Fabbri

«Nell’impegna la Giunta regionale dopo le parole “Miglioramento dell’accessibilità dei passeggeri muniti di bici;” sono inserite le parole: “Favorire e incentivare iniziative per la realizzazione di sistemi di ricarica per bici elettriche, di aree di sosta per il bike sharing e di postazioni per la riparazione fai da te delle stesse biciclette”.»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Rainieri

«Nel primo impegno alla V riga, dopo le parole “del deposito delle bici” aggiungere le parole “e gratuiti”.»

(Approvato)

 

 

COMUNICAZIONE PRESCRITTA DALL’ARTICOLO 69 DEL REGOLAMENTO INTERNO

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERPELLANZE

 

3682 - Interpellanza circa le misure necessarie per dotare la Casa Protetta di Montese (MO) del personale necessario a ripristinare la sua originaria capacità di accreditamento degli ospiti. A firma del Consigliere: Pelloni

 

3686 - Interpellanza circa l'attuale situazione del Pronto Soccorso di Castel San Giovanni (Piacenza). A firma della Consigliera: Stragliati

 

RISOLUZIONE

 

3683 - Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi parte attiva nella promozione di un accordo tra le parti interessate che permetta la riapertura nel più breve tempo possibile del rifugio Tullio Marchetti del lago Santo modenese. (05 07 21). A firma del Consigliere: Pelloni

 

INTERROGAZIONI

 

3684 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla conferma del presidio medico presente sul territorio di Albareto (MO), in seguito al trasferimento del Medico di Medicina Generale. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

3685 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla formazione delle agende CUP per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e per i ricoveri ospedalieri programmati dell'AUSL di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Catellani

 

3687 - Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di intervenire a tutela del servizio continuativo di assistenza agli anziani, anche nel periodo estivo, nella Casa di Riposo di Poviglio (RE). A firma dei Consiglieri: Catellani, Delmonte

 

I PRESIDENTI

LA SEGRETARIA

Petitti – Rainieri

Montalti

 

Espandi Indice