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87.

 

SEDUTA DI LUNEDÌ 19 LUGLIO 2021

 

(POMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3533

Interpellanza riguardante la situazione di disagio in cui versano gli agenti di Polizia Penitenziaria. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

SCHLEIN, Vicepresidente della Giunta

RANCAN (Lega)

 

OGGETTO 3386

Interpellanza sull’utilità di introdurre un’etichettatura dei prodotti che dia conto della loro impronta ecologica coprendo gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali dei prodotti. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

DONINI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 3473

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per assicurare un numero congruo di posti letto ai pazienti in età pediatrica malati di cancro in tutte le province del territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Pompignoli, Delmonte, Marchetti Daniele, Liverani, Stragliati, Occhi, Catellani, Pelloni, Bargi, Montevecchi, Facci, Rancan, Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

DONINI, assessore

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 3477

Interpellanza circa i decreti del ministro per la Transizione Ecologica riguardanti la messa in produzione del giacimento di gas “Teodorico” e il pozzo esplorativo di Masi Torello. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

PRIOLO, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

Appello dei consiglieri

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 2715

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale, quale soggetto sottoscrittore dell’accordo del 15 aprile 2016, a sospendere, per quanto di competenza, l’iter finalizzato alla realizzazione dell’infrastruttura autostradale denominata “Passante di mezzo” della città di Bologna, e comunque, in ogni caso, ad effettuare una compiuta analisi della concentrazione di agenti inquinanti nel tratto autostradale interessato. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

(Continuazione discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Petitti)

TARUFFI (ERCEP)

FACCI (Lega)

ZAMBONI (EV)

TARUFFI (ERCEP)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 3326

Risoluzione per impegnare la Giunta a dare maggiore impulso al Piano banda larga (e ultra-larga), nonché all’attuazione dell’Agenda digitale per i territori montani e le aree interne. A firma dei Consiglieri: Daffadà, Costa, Fabbri, Caliandro, Pigoni, Montalti, Maletti, Costi, Mori, Bondavalli, Tarasconi, Sabattini, Zappaterra, Bulbi, Rontini, Taruffi, Rossi, Zamboni, Gerace

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

DAFFADÀ (PD)

RONTINI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

FACCI (Lega)

TARUFFI (ERCEP)

 

OGGETTO 2687

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere percorsi formativi rivolti ai medici di famiglia per migliorare la competenza in ambito di diagnosi precoce della fibromialgia; a promuovere campagne di sensibilizzazione della popolazione; a istituire una commissione tecnica sulla fibromialgia e a creare centri di riferimento ospedalieri. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Pelloni

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Zamboni)

MARCHETTI Daniele (Lega)

MORI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

MARCHETTI Daniele (Lega)

 

OGGETTO 3603

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare, presso il Mise, una soluzione in merito alla liquidazione della Manifattura Riese e relativi posti di lavoro e favorire la creazione di percorsi di ricollocamento e reingresso nel mondo del lavoro, con specifica attenzione all’occupazione femminile, nei settori produttivi maggiormente colpiti dalla crisi pandemica, in particolare, nell’area tra Reggio Emilia e Modena. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Amico

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

BONDAVALLI (BP)

AMICO (ERCEP)

MORI (PD)

 

OGGETTO 3570

Risoluzione per impegnare la Giunta a integrare, con proprie risorse, l’importo dell’indennità mensile di frequenza corrisposto dall’INPS ai minori disabili. A firma dei Consiglieri: Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Zamboni)

TAGLIAFERRI (FdI)

LISEI (FdI)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 2715 - 3326 - 2687 - 3603 - 3570

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,56

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 87 del giorno 19 luglio 2021.

Hanno giustificato la propria assenza i consiglieri Delmonte e Soncini, e l’assessore Corsini.

 

Svolgimento di interpellanze

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i lavori di stamani, con lo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 3533

Interpellanza riguardante la situazione di disagio in cui versano gli agenti di Polizia Penitenziaria. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati

 

PRESIDENTE (Petitti): Partiamo con l’interpellanza 3533, riguardante la situazione di disagio in cui versano gli agenti di Polizia Penitenziaria.

L’interpellanza è a firma dei consiglieri Rancan e Stragliati. Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Il fatto risale ormai al 8 giugno 2021, quando è stato fatto un comunicato stampa ed è stata resa nota la notizia, da parte di alcuni sindacati di Polizia Penitenziaria. In particolare, la situazione viene a focalizzarsi sul carcere di Piacenza, dove in un mese sono stati aggrediti otto agenti di Polizia Penitenziaria. Questo ovviamente ci pone la possibilità di ritornare su quello che è un tema che ci sta molto a cuore, ossia la sicurezza degli agenti di Polizia Penitenziaria all’interno delle carceri.

Noi abbiamo chiesto più volte che si potesse andare a incentivare la sicurezza di tutti gli agenti, ma soprattutto sapendo che il Corpo di Polizia Penitenziaria opera in strutture spesso fatiscenti e insalubri, sovraffollate, e in situazioni, ovviamente, di estrema carenza di personale e di organico. Questo ovviamente è accentuato da determinate misure che sono state assunte negli anni passati, da parte di alcuni Governi che si sono succeduti, relativamente a sorveglianza dinamica, a celle aperte. Oltretutto, dopo ciò che è successo con l’emergenza sanitaria, che ha visto le carceri essere uno dei punti in cui vi erano anche importanti focolai anche all’interno della nostra Regione, sicuramente questo fa sì che si pongano delle riflessioni anche su ciò che serve a questi agenti di Polizia Penitenziaria, per difendersi e per tutelare la loro propria incolumità, quindi anche dotandoli di strumenti idonei a poter salvaguardare la propria salute, la propria incolumità.

Sicuramente quello che noi poniamo oggi all’attenzione della Giunta è un tema: quello della sicurezza all’interno delle carceri. Chiediamo, quindi, con questa interpellanza cosa magari sia stato fatto, cosa sia in programma di fare per cercare di garantire anche, ovviamente, un’interlocuzione che ci deve essere col Governo e col Ministero competente per salvaguardare quelle che sono le opportunità di sicurezza per gli agenti di Polizia Penitenziaria. In particolare, questa questione parte dal carcere di Piacenza, ma ugualmente può essere estesa a tutte le carceri delle nostre regioni.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Risponde la vicepresidente Schlein. Prego, vicepresidente.

 

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente, grazie al consigliere Rancan.

In relazione all’interpellanza in oggetto, si fa presente anzitutto che la Regione, di per sé, non ha competenza in materia di gestione del personale e relativi aspetti legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro, trattandosi, in questo caso, di competenze esclusivamente in capo all’amministrazione penitenziaria.

Si sono pertanto acquisiti elementi e valutazioni da parte del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria (il PRAP), che di seguito si riportano in sintesi. Come da comunicazione pervenuta al servizio regionale competente, il PRAP è consapevole di come gli avvenimenti accaduti nell’Istituto penitenziario di Piacenza, oggetto di confronto con i competenti servizi dell’amministrazione penitenziaria, incidano negativamente sul personale operante negli istituti penitenziari. Il PRAP condivide inoltre che per poter far fronte adeguatamente a tali situazioni, sia di fondamentale importanza la formazione del personale rispetto alla gestione e, soprattutto, prevenzione di tali eventi critici. A tale riguardo, il PRAP specifica che intende implementare le iniziative formative rivolte al personale. Nello specifico, PRAP riferisce che la Casa circondariale di Piacenza, visto il basso indice di sovraffollamento rispetto alla media regionale, è destinataria di assegnazioni conseguenti a provvedimenti deflattivi di altre sedi. Talvolta si tratta di soggetti problematici, considerati latu sensu, di difficile presa in carico, come nel caso dell’autore degli eventi del 7 giungo. Il PRAP sottolinea inoltre che la scelta di fornire dispositivi di protezione degli agenti di polizia penitenziaria è di esclusiva competenza del Ministero della giustizia.

Quanto al ruolo, invece, del Servizio sanitario regionale, ribadiamo che il personale sanitario interno agli istituti, come sempre è disponibile a collaborare, mettendo a disposizione la propria specifica professionalità qualora l’Amministrazione penitenziaria intendesse organizzare percorsi formativi interni all’Istituto per il personale di Polizia Penitenziaria.

La vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, appunto, non è di competenza dei servizi delle aziende USL, ma appunto del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria stessa.

In ogni caso, relativamente all’organizzazione della sicurezza nell’ambito dell’amministrazione della giustizia, si comunica che è previsto quanto segue: l’istituzione di un servizio di prevenzione e protezione dai rischi espletato da personale dell’Amministrazione in possesso dei requisiti professionali di norma, anche di tipo unitario, nelle strutture ove insistono più uffici; l’operatività dei rappresentanti per la sicurezza del personale di Polizia penitenziaria, nonché dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza RLS e del personale dell’amministrazione giudiziaria eletti o designati secondo le disposizioni del Testo Unico, decreto legislativo 81 del 2008, e nel rispetto degli accordi collettivi nazionali; l’elaborazione poi, da parte del datore di lavoro committente, del documento unico di valutazione dei rischi da interferenze, il DUVRI; la sorveglianza sanitaria da parte del medico competente in possesso dei titoli e requisiti previsti di norma, con possibilità, qualora siano richiesti accertamenti clinici e strumentali non effettuabili con personale e mezzi dell’amministrazione della giustizia, di avvalersi di enti esterni; infine l’istituzione, con riferimento alle strutture penitenziarie, del servizio di vigilanza interno al quale vengano attribuite in via esclusiva le funzioni di vigilanza preventiva, tecnico-amministrativa e di vigilanza ispettiva sull’applicazione della normativa in materia di sicurezza e di salute.

Nel merito di quanto richiesto nell’interrogazione, si fa presente, infine, che purtroppo al momento non sono previsti luoghi formali di confronto Governo-Regioni in materia.

Infine, preme sottolineare che, pur non rientrando tra le competenze della Regione, si considera imprescindibile la questione della sicurezza e del benessere di tutti quanti si trovano a qualsiasi titolo all’interno degli istituti penitenziari e che è necessario, ora più che mai, anche alla luce dei gravi episodi emersi recentemente alle cronache, presidiare e garantire la qualità e la dignità delle condizioni di vita e di lavoro in questi contesti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Grazie, vicepresidente, per la risposta.

Diciamo che il quesito interpellava la Giunta per capire come poteva intervenire. Noi abbiamo appreso dalle parole della vicepresidente che è stato sentito il Provveditorato e anche tanti altri attori. Ecco, sicuramente quella delle carceri, però, deve essere una priorità, anche come punto politico del centro e della Giunta regionale, nel senso che secondo noi bisogna, anche se ad oggi formalmente non è presente un tavolo formale di interlocuzione, magari anche andare a segnalare, a contattare, anche volta per volta, sicuramente il ministro competente, i Ministeri competenti, nel qual caso ci fosse bisogno, come è stato anche in passato.

Sicuramente noi pensiamo che ci possa essere un impegno, anche magari in Conferenza Stato-Regioni, probabilmente anche a livello trasversale, su determinate questioni, come può essere anche la dotazione di determinati strumenti. Qui qualcuno può essere d’accordo, qualcuno può anche non essere d’accordo.

Noi sicuramente pensiamo che sia necessario dotare, anche eventualmente parlando di taser, gli agenti di polizia penitenziaria, perché sicuramente questo serve alla loro incolumità.

Ecco, secondo noi, il porre al centro dell’agenda politica, come priorità, la sicurezza nelle nostre carceri, che poi la sicurezza degli agenti significa anche sicurezza di chi è detenuto all’interno di queste carceri, deve rappresentare un punto fermo politico e amministrativo di una Giunta regionale. Questo sicuramente è il nostro auspicio e anche la sollecitazione che oggi ci poniamo di darvi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 3386

Interpellanza sull’utilità di introdurre un’etichettatura dei prodotti che dia conto della loro impronta ecologica coprendo gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali dei prodotti. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso all’interpellanza 3386: interpellanza sull’utilità di introdurre un’etichettatura dei prodotti che dia conto della loro impronta ecologica coprendo gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali dei prodotti. A firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: […] in questa interpellanza ho raccolto una serie di istanze, di comunicazioni, di programmi, di dispositivi, di decreti di vari livelli istituzionali, insomma l’Unione europea, la Commissione e il Consiglio, e il Ministero dell’ambiente, che girano intorno a una tematica unica, che è appunto quella che lega l’istanza dell’interpellanza, il cuore tematico dell’interpellanza, ossia la necessità, richiesta anche dall’Unione europea, molto giustamente e molto legittimamente, di arrivare a ridurre la cosiddetta impronta ambientale e climatica del suo sistema alimentare, quello dell’Unione europea.

Che cos’è l’impronta ecologica, che io cito nell’interpellanza? Io mi sono concentrata in particolare sulla CO2, però possiamo, in generale, definire impronta ecologica un indice statistico creato per definire quanta biocapacità, ossia quanto territorio biologicamente produttivo è utilizzato per un certo prodotto. È ovvio che, più l’impronta ecologica è pesante, più lascia traccia di sé e più si ridurrà quella biocapacità, quindi non lasciando più spazio neppure per continuare a produrre quello stesso prodotto.

Ricordo che il 36 per cento di tutti i cereali prodotti al mondo viene impiegato per produrre carne e quasi il 20 per cento delle emissioni globali di gas ad effetto serra è da attribuire alla produzione animale. Quindi, un’etichettatura contenente l’impronta ecologica per lo meno costringerebbe a qualcosa che oggi non si fa – si continua a pretendere di rifarsi a tradizioni, a guardare sempre e soltanto all’indietro, senza pensare almeno a un’integrazione innovativa, se non ad una innovazione totale – costringerebbe appunto ad una analisi economica. Quindi, oggi dovremmo metterci a fare analisi economiche dal punto di vista più semplice degli effetti e dei benefici, dei pro e dei contro, di quanto ci costa ridurre la bio capacità rispetto a quello che otteniamo, anche perché a volte, come sapete, sono purtroppo processi irrimediabili, una volta che sono arrivati fino a un certo punto. Un’analisi economica e ambientale, quindi, dei modelli di filiera, che significa maggiore consapevolezza dei modelli di filiera, maggiore trasparenza nella catena dei valori, e di fatto, quello che io ho definito la possibilità di una valutazione di impatto ambientale in mano al consumatore.

Su questo la Regione ha anche una possibilità di incidere, non soltanto nei tavoli di confronto, ma anche di sua iniziativa, perché per quanto riguarda i prodotti alimentari a bassa impronta ecologica, questi possono effettivamente essere privilegiati nella ristorazione collettiva pubblica. Chiedo quindi su questo alla Giunta come e se stia procedendo in merito. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Donini, che è in arrivo perché c’è un problema di collegamento e ci sta raggiungendo in aula.

Stiamo verificando se è questione di secondi, perché dovrebbe essere qui.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Nessun problema. Capita.

Tra qualche secondo, per la risposta all’interrogazione della consigliera Gibertoni, passo la parola all’assessore Donini.

 

DONINI, assessore: La 3386? Grazie, presidente. Grazie, consigliera Gibertoni.

Al fine di dare concretezza a ogni aspetto delle produzioni alimentari, all’interno del Piano regionale della prevenzione 2020-2025 è stato inserito uno specifico programma dal titolo “Sanità pubblica, ecologica e alimentazione”. Il programma ha degli obiettivi che si riferiscono all’Agenda 2030. Per lo sviluppo sostenibile adotta un approccio che garantisce azioni sostenibili di protezione ambientale e promozione della salute.

La strategia comune include il contrasto del cambiamento climatico e la difesa della biodiversità.

Per quanto riguarda lo specifico tema dell’etichettatura, si precisa che a partire dal 2015 è stato istituito uno specifico gruppo di lavoro permanente sull’argomento, con approccio multidisciplinare e, ovviamente, tutti i servizi veterinari coinvolti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Buongiorno, assessore.

Non so se mancava una parte della risposta o se è finita. Credo sia finita. Però a me manca lo stesso. La risposta non la considero completa. Questo gruppo che cosa sta facendo? Che ci sia è un’informazione, ma che cosa stia facendo, che tempi si dia, qual è la vostra opinione politica su questo tipo di etichettatura a bassa impronta ecologica, se contate di proporlo nei tavoli con altre Istituzioni, se contate di far valere, invece, il vostro cosiddetto “protagonismo” quando si tratta, ad esempio, di ristorazione collettiva pubblica, se è qualcosa che, secondo voi, si integra e deve integrarsi non soltanto con le richieste giustissime, legittime dell’Unione europea, ma anche con la tradizione emiliano-romagnola, in una innovazione integrata, che in questo momento non si vede all’orizzonte.

Queste sono tutte altre domande che erano nell’interpellanza a cui non è stata data nessuna risposta. Quindi, ovviamente devo dichiarare l’insoddisfazione, ma mi piacerebbe per lo meno che l’assessore – io comincio ad anticiparlo adesso, poi magari farò richiesta formale – magari possa relazionare, nel prossimo futuro, prossimamente, sul lavoro di questo gruppo che, da quello che ho capito, starebbe discutendo anche la questione di un’etichettatura, o comunque starebbe affrontando il tema, che ho cercato di introdurre in Assemblea oggi, di questo indice statistico che misura la biocapacità. Se ci teniamo alla tradizione emiliano-romagnola, comunque vada, della biocapacità dei terreni dobbiamo tener conto, perché non è purtroppo un bene infinito la capacità dei nostri terreni, e quindi continuare a nascondere la testa sotto la sabbia su questo non va bene.

Allora, che cosa fa il gruppo e cosa fanno questi tavoli speriamo di poterlo sapere presto. Per il resto, considero di non aver avuto nessuna risposta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 3473

Interpellanza circa le azioni da porre in essere per assicurare un numero congruo di posti letto ai pazienti in età pediatrica malati di cancro in tutte le province del territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Pompignoli, Delmonte, Marchetti Daniele, Liverani, Stragliati, Occhi, Catellani, Pelloni, Bargi, Montevecchi, Facci, Rancan, Rainieri

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interpellanza 3473: interpellanza circa le azioni da porre in essere per assicurare un numero congruo di posti letto ai pazienti in età pediatrica malati di cancro in tutte le province del territorio regionale. L’interpellanza è a firma di vari consiglieri, il primo firmatario è il consigliere Bergamini.

Prego, consigliere Bergamini. Immagino sarà collegato.

Consigliere Facci, la fa lei? L’interpellanza è a varie firme, compreso il consigliere Bergamini, e altri. Vedo in aula il consigliere Facci. Se vuole interpellare lei l’assessore Donini, prego.

 

FACCI: Non ce l’ho. La do per letta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Facci.

In realtà, l’interrogazione ha già una risposta, nel senso che la direzione dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara ha provveduto, dalla metà di giugno, alla riattivazione dei posti letto di Oncologia pediatrica dell’Ospedale Sant’Anna di Cona, come richiesto dalla interrogazione, tenuto conto del miglioramento, o comunque dell’andamento del quadro epidemiologico, e verificando la funzionalità degli spazi dopo l’avvio degli interventi strutturali nel pronto soccorso pediatrico.

Nonostante il temporaneo superamento dei posti letto di degenza ordinaria dedicati ai pazienti oncoematologici, la continuità assistenziale degli stessi per le prestazioni di ricovero ordinario è stata mantenuta in virtù degli accordi con l’Azienda ospedaliera universitaria di Bologna. Presso la sede di Cona, hanno continuato ad essere erogate, senza interruzione, tutte le prestazioni in regime ambulatoriale (day service, e in ricovero, day hospital) rivolte ai pazienti pediatrici oncoematologici.

Tali prestazioni rappresentano il setting prevalente di erogazione delle cure, come si sostenne anche a suo tempo, sostenendo appunto il principio prevalente della deospedalizzazione in età pediatrica.

Date le migliorate, comunque le diverse condizioni epidemiologiche, la direzione dell’Azienda ospedaliera universitaria di Ferrara si è adoperata per le verifiche con il personale e gli interventi finalizzati all’avvio dell’attività di degenza ordinaria, pur continuando a mantenere la possibilità di alert per eventuali piccoli pazienti Covid, offrendo di nuovo la possibilità del ricovero in urgenza in seguito alla degenza ordinaria complessiva per i pazienti pediatrici oncologici, pur restando la maggior parte delle attività erogate in regime ambulatoriale a day hospital.

L’oncologia pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Ferrara è parte integrante della rete regionale nazionale di oncologia pediatrica. Sono stati confermati e rafforzati i rapporti di collaborazione con i centri di Bologna, che garantiscono le necessarie sinergie, prestazioni e protocolli terapeutici innovativi per i piccoli pazienti.

Ripeto: la direzione dell’Azienda ospedaliera universitaria di Ferrara ha provveduto alla metà di giugno, ovviamente in data successiva, immagino, all’interrogazione, alla riattivazione dei posti letto in oncologia pediatrica dell’Ospedale di Cona.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Ringrazio l’assessore.

È chiaro che questa risposta arriva a circa due mesi dalla presentazione dell’interpellanza. Ovviamente, non possiamo che essere soddisfatti del fatto che, seppure a seguito dell’interpellanza, vi sia stato il ripristino di questi posti letto. Una riflessione generale, però, credo che vada fatta, perché tra l’altro l’interpellanza stessa la pone come secondo punto di domanda: una riflessione generale che riguarda tutti i servizi di degenza della regione, quindi la riorganizzazione di tutti i servizi. Sappiamo che l’emergenza sanitaria ha determinato un po’ in tutti i territori una serie di limitazioni. Non dappertutto i servizi sono stati correttamente ripristinati. Capiamo le difficoltà che vi possono essere in alcuni territori, però indubbiamente credo che oggi vada fatta una riflessione su quanto è costato ai malati non Covid l’avere per un anno subìto delle limitazioni importanti in termini di visite programmate, in termini di tutta una serie di attività che sono state, naturalmente, rimandate. Questo deve far riflettere, deve diventare uno spunto anche per una riorganizzazione della rete sanitaria, che deve essere capace di gestire le emergenze, ma continuando a garantire le cure soprattutto a malati importanti, malati gravi, in situazioni che necessitano sicuramente di una continuità nel servizio.

Questa è una riflessione che, al di là della risposta all’interpellanza, credo vada fatta in maniera approfondita e articolata.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 3477

Interpellanza circa i decreti del ministro per la Transizione Ecologica riguardanti la messa in produzione del giacimento di gas “Teodorico” e il pozzo esplorativo di Masi Torello. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interpellanza 3477: interpellanza circa i decreti del ministro per la Transizione ecologica riguardanti la messa in produzione del giacimento di gas “Teodorico” e il pozzo esplorativo di Masi Torello, a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: L’interpellanza riguarda due temi fondamentali. Il primo è quello della ripresa delle trivellazioni anche sul nostro territorio con un nuovo ministro della Transizione ecologica che ha dato un decisivo e fattivo contributo alle attività estrattive, venendo incontro, di fatto, a quelle che sono le richieste dei petrolieri. Quindi, niente di ecologico in questo, nessuna transizione ecologica. Anzi, il rischio è che la transizione ecologica sia spostata in là di altri cinquant’anni. Altro che 2050. Qui arriviamo molto più in là, oltre il 2100, se si continua così. Nell’interpellanza elenco 21 proroghe di concessioni, quindi secondo me è una questione grave su cui le Istituzioni non si stanno facendo sentire, tranne qualche ente locale che purtroppo è vittima di queste decisioni, di questo nuovo Ministro della transizione ecologica, che è più che altro una transizione industriale più che ecologica.

Il secondo tema, oltre a quello della ripresa delle trivellazioni in un territorio già così colpito, come sappiamo, da subsidenza e da emissioni negative per l’atmosfera, è quello di cosa fa una Regione per proteggere il suo territorio e i suoi enti locali, per collaborare con gli enti locali nel momento in cui appunto si lavora insieme per proteggere un territorio.

Questo è un esempio paradigmatico, quello che io ho cercato di spiegare in questa interpellanza, perché qui la Regione Emilia-Romagna non ha fatto niente, mentre la Regione Veneto, infatti, ha dato un parere sfavorevole al progetto di messa in produzione del giacimento denominato “Teodorico”, adducendo dei motivi assolutamente fondati e articolati. Cito il rischio di subsidenza sottostimato nella documentazione fornita dall’azienda, che la Regione Veneto ha messo in discussione, evidenziando come appunto la sottostima sia un rischio molto grave. Mancano modelli degli effetti cumulativi relativi ad altri impianti di estrazione di gas naturale e quindi la documentazione è anche tronca. Non si sa come mai altrove, invece, si è provveduto a prenderla […] data per buona, mentre invece la Regione Veneto ha effettivamente dato un parere sfavorevole.

Poi si aggiunge il parere sfavorevole del Parco regionale del Delta del Po Veneto e il silenzio più totale del Parco del Delta del Po Emilia, in cui abbiamo osservazioni nettamente sfavorevoli, che io cito: in particolare, la sopravvivenza delle attività economiche, dice il Delta del Po del Veneto, e la stessa abitabilità di questo territorio dipendono da una incessante attività di gestione delle acque, in un quadro estremamente delicato, dove anche la perdita di pochi centimetri di quota può produrre danni difficilmente valutabili, che immancabilmente incidono e ricadono sulla popolazione.

Quindi, un quadro fosco, che pure il linguaggio diplomatico, insomma istituzionale non risparmia. La Regione Veneto e il Parco del Delta del Po lato Veneto non risparmiano, lo dicono, questo è un allarme esplicito, e parlano anche, tra l’altro, di inquinamento acustico sulla fauna ittica, danni ai delfini eccetera. Però, in particolare, quello che si evidenzia è il silenzio degli omologhi dell’Emilia Romagna, il silenzio totale del Parco del Delta del Po lato Emilia e della Regione Emilia-Romagna.

Chiedo, in particolare, sul caso Teodorico e sul caso del Comune di Masi Torello, che addirittura in questo secondo progetto, che è il centro dell’interpellanza, il Comune è lasciato completamente da solo.

Per cui, addirittura risultano nel caso di Masi Torello osservazioni e pareri solo da parte dello stesso Comune di Masi Torello e del Consorzio di bonifica della Pianura di Ferrara. Niente da parte dell’Emilia-Romagna e niente da parte di altri. Qui quindi ha davvero brillato per la sua totale assenza, la Regione Emilia-Romagna.

Il Comune di Masi Torello è stato lasciato solo a fronteggiare il rischio dell’induzione sismica, della sismicità indotta, di cui adesso si dovrebbe parlare, invece di dimenticare e lasciarla alle spalle, della subsidenza. Tra l’altro, l’area oggetto dell’intervento inserita dall’Autorità di bacino del fiume Po, nella categoria di rischio idraulico è indicata con fascia C ed è denominata “area di inondazione per piena catastrofica”. La situazione quindi è grave. Il silenzio della Regione in questo e aver lasciato i territori da soli su questo è ancora più grave. Vorrei sapere dall’assessore come mai, a suo avviso – le cose sono successe già da qualche tempo – la Regione Veneto è intervenuta, il Parco del Delta è intervenuto, e la Regione Emilia-Romagna ha taciuto su tutta la linea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Risponde l’assessore Priolo. Prego.

 

PRIOLO, assessore: Consigliera, ho preparato una risposta che le darò anche per iscritto, perché non c’è il tempo sufficiente per poterla esplicitare su alcuni quesiti che lei pone all’interno dell’interpellanza, ma vengo a quello che chiede.

Nel merito del progetto di messa in sicurezza del giacimento “Teodorico”, non corrisponde al vero il fatto che la Regione Emilia-Romagna non abbia partecipato al procedimento di VIA di competenza statale per il rilascio della concessione di coltivazione di idrocarburi a mare. Il servizio regionale competente, nell’ambito del procedimento di VIA statale ha infatti trasmesso al Ministero dell’ambiente e al proponente le proprie osservazioni e richieste di integrazioni sul progetto, questo già nel 2017.

Inoltre, con nota del 2019, la Regione ha trasmesso al Ministero dell’ambiente e alla Commissione VIA alcune considerazioni finali sulla proposta di parere istruttorio predisposto dal gruppo istruttore della Commissione tecnica di VIA, segnalando la necessità di valutare i possibili elementi di incompatibilità con la proposta di istituzione di un nuovo SIC marino nell’Alto Adriatico.

Si evidenzia infine che con nota del 2021, la Regione Emilia-Romagna ha inviato al Ministero per la transizione ecologica il proprio contributo istruttorio per la consultazione sul Rapporto preliminare ambientale del PiTESAI. Tale contributo pone particolare attenzione al tema dell’abbassamento del suolo nei territori ravennati e ferraresi, e alla sensibilità ambientali presenti nell’area del Parco del Delta del Po e nei siti Rete Natura 2000, anche a mare.

Aggiungo che, relativamente al progetto del pozzo esplorativo Malerbina, nel Comune di Masi Torello, l’Amministrazione comunale non è stata lasciata sola, come dice, a difendere il territorio ferrarese. Come sempre avviene, il servizio regionale competente nell’ambito del procedimento di VIA statale ha convocato una riunione in data 21 settembre 2015 con le Amministrazioni locali interessate, compreso il Comune di Masi Torello, e ha trasmesso al ministero dell’ambiente le richieste di integrazioni con nota del 29 febbraio 2016.

Sulla base delle integrazioni prodotte, è stata convocata in data 29 novembre 2016 una ulteriore riunione con le Amministrazioni locali, compreso il Comune di Masi Torello, nella quale è stata illustrata la documentazione integrativa. Successivamente, in data 6 aprile 2018, la Regione ha trasmesso alla Commissione VIA nazionale una nota con alcune considerazioni finali sulla proposta di parere istruttorio predisposto dal gruppo istruttore della Commissione VIA del ministero. Si evidenzia che, in base a quanto definito dall’articolo 11-ter della legge n. 12/2019, la Regione ha ritenuto che fino all’adozione del PiTESAI fossero sospesi i procedimenti relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione, di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, compreso il procedimento di VIA per la realizzazione del pozzo esplorativo Malerbina.

Con il provvedimento di compatibilità ambientale assunto con decreto n. 143/2021 il ministero della transizione ecologica ha, invece, affermato: atteso che il procedimento oggetto del presente decreto non rientra nell’ambito di quelli sospesi, in attesa dell’adozione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, di cui al comma 4 dell’articolo 11-ter del decreto n. 135/2018, convertito con modificazioni dalla legge n. 12/2019, in base alla riforma sopra richiamata, il permesso di ricerca a Porto Maggiore all’interno del quale è presente il pozzo esplorativo Malerbina è comunque sospeso, con conseguenti interruzioni di tutte le attività di prospezione e ricerca in corso di esecuzione.

Se in seguito all’approvazione del PiTESAI l’area interessata dovesse rientrare tra quelle non idonee, il permesso sarà revocato. Se, invece, l’area risultasse idonea, il permesso riprenderà efficacia e potranno riprendere le attività di ricerca. Stessa cosa succederà se il PiTESAI non verrà adottato entro il 30 settembre 2021.

La Regione Emilia-Romagna potrà comunque esprimersi, come sempre avviene, in sede di procedimento statale per il rilascio delle autorizzazioni per il pozzo esplorativo all’interno della necessaria intesa Stato-Regioni, anche alla luce del PiTESAI in corso di adozione, tenendo conto delle eventuali limitazioni che saranno poste per fare attività esplorative.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie.

Io dichiaro la mia insoddisfazione totale, perché anche la nota che cita l’Assessora, con data 6 aprile 2018, era proprio quella citata nella mia interpellanza, in cui sono andata a vedere il parere n. 2936 del primo febbraio 2019 della Commissione tecnica VIA e VAS, che dice testualmente “la Regione Emilia-Romagna non ha fatto pervenire il proprio parere in tempo utile per poter essere esaminato nell’Assemblea plenaria del 6 aprile 2018”.

Quindi, lo avrete anche mandato, ma non l’avete mandato in tempo utile. E poi, anche in data 23 marzo 2017, era stata convocata una riunione per la quale la Regione Emilia-Romagna ha comunicato la propria indisponibilità a partecipare.

Io continuo a sottolineare la gravità del fatto che il Comune di Masi Torello sia stato lasciato da solo. Non c’è bisogno di aspettare il PiTESAI per dire che quelle sono aree non idonee, dove la subsidenza, tra l’altro, nel corso dei decenni ha colpito senza pietà, e quindi addirittura noi abbiamo, sia per il lato Lido di Dante sia per l’altro, addirittura degli esempi di subsidenza di metri e metri. Insomma, cose che sono irrecuperabili, ma soprattutto, come credo sia noto all’assessora, sono processi di cui vedremo probabilmente gli effetti negativi negli anni, processi che sono inarrestabili e appunto agiscono nel raggio di decine e centinaia di metri e chilometri intorno alle aree di prospezione.

Questa passività, questa inattività rispetto a un Ministero che evidentemente sta dimostrando di non avere a cuore per nulla la transizione ecologica, quindi di non perseguirla in nessun modo, ma soprattutto di non conoscere evidentemente il territorio nostro e il rischio e pericolo per i cittadini, insomma, tutto questo fa risaltare ancora una volta l’irresponsabilità di una Regione che dovrebbe fare le barricate per difendere il proprio territorio e per affiancare i propri enti locali, per mandare i propri pareri in tempo utile perché siano esaminati e non quando sono scaduti, e invece non sta facendo nulla di tutto questo o non l’ha fatto in tempo.

Ribadisco che, a differenza della Regione Veneto, che qua bisogna lodare perché ha espresso un parere favorevole evidente, e benché sia ormai ben noto che gli abbassamenti dei fondali si propagano senza sosta, rapidamente, intorno ai pozzi di estrazione e si sommano a un quadro estremamente grave, continuiamo a fare scempio di un territorio finito, di un territorio che ha già subito tantissimo e di transizione ecologica, di green economy, al Ministero ma anche in Regione Emilia-Romagna non si vede neanche l’ombra. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Abbiamo concluso le interpellanze.

 

Appello dei consiglieri

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto procediamo subito con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BARGI Stefano
  4. BERGAMINI Fabio
  5. BONACCINI Stefano
  6. BONDAVALLI Stefania
  7. BULBI Massimo
  8. CASTALDINI Valentina
  9. CATELLANI Maura
  10. COSTA Andrea
  11. COSTI Palma
  12. DAFFADÀ Matteo
  13. FACCI Michele
  14. FELICORI Mauro
  15. GERACE Pasquale
  16. GIBERTONI Giulia
  17. LISEI Marco
  18. LIVERANI Andrea
  19. MALETTI Francesca
  20. MARCHETTI Daniele
  21. MARCHETTI Francesca
  22. MASTACCHI Marco
  23. MONTALTI Lia
  24. MONTEVECCHI Matteo
  25. MORI Roberta
  26. MUMOLO Antonio
  27. PARUOLO Giuseppe
  28. PELLONI Simone
  29. PETITTI Emma
  30. PICCININI Silvia
  31. PILLATI Marilena
  32. POMPIGNOLI Massimiliano
  33. RONTINI Manuela
  34. ROSSI Nadia
  35. SABATTINI Luca
  36. STRAGLIATI Valentina
  37. TAGLIAFERRI Giancarlo
  38. TARASCONI Katia
  39. TARUFFI Igor
  40. ZAMBONI Silvia
  41. ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Petitti): 41 presenti. A questo punto riprendiamo i lavori dal dibattito generale sull’oggetto 2715.

 

OGGETTO 2715

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale, quale soggetto sottoscrittore dell’accordo del 15 aprile 2016, a sospendere, per quanto di competenza, l’iter finalizzato alla realizzazione dell’infrastruttura autostradale denominata “Passante di mezzo” della città di Bologna, e comunque, in ogni caso, ad effettuare una compiuta analisi della concentrazione di agenti inquinanti nel tratto autostradale interessato. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

(Continuazione discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Risoluzione che impegna la Giunta regionale, quale soggetto sottoscrittore dell’accordo del 15 aprile 2016 a sospendere, per quanto di competenza, l’iter finalizzato alla realizzazione dell’infrastruttura autostradale denominata “Passante di mezzo” della città di Bologna, e comunque, in ogni caso, ad effettuare una compiuta analisi della concentrazione di agenti inquinanti nel tratto autostradale interessato.

La risoluzione è a firma dei consiglieri Facci e Marchetti Daniele.

Siamo in dibattito generale.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Solo per alcune rapide annotazioni in merito a un tema sul quale abbiamo dibattuto e si dibatte in questa città da molto tempo e sul quale oggetto le posizioni sono note all’interno quest’aula, fuori da quest’aula e in tutti i luoghi, diciamo così, in cui abbiamo portato la nostra posizione negli anni, ormai. Trattasi di oggetto che ha alle spalle qualche anno, per essere eufemistici.

Io volevo solo ricordare, rispetto alla risoluzione presentata dai colleghi della Lega, due cose. La prima: anche da questa parte dell’aula, segnatamente da chi sta parlando adesso, sono arrivate richieste rispetto alla necessità di fare approfondimenti dal punto di vista dell’analisi epidemiologica. Ricordo un’interrogazione. Anticipo, quindi, o meglio raccolgo il passaggio del consigliere Facci. Abbiamo presentato un’interrogazione proprio su questo punto. Lo abbiamo fatto in tempi non sospetti, cioè lontano dalla contesa elettorale. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, perché è un tema del quale ci stiamo occupando, ci siamo occupati e continueremo ad occuparci anche nei prossimi mesi, nelle prossime settimane.

Non solo. Dal punto di vista dell’iter amministrativo, che è sempre il piano sul quale dobbiamo provare a collocare le discussioni che portiamo all’attenzione dell’aula, per quello che ci compete, ovviamente, è vero che la Regione Emilia-Romagna è tra i sottoscrittori di quell’accordo datato aprile 2016 con il ministero delle infrastrutture e altri soggetti (Città Metropolitana, Comune di Bologna, ovviamente), però dal punto di vista della richiesta oggetto dell’iniziativa dei consiglieri ricordo che l’iter amministrativo per essere completato necessita di alcuni atti, tra i quali segnatamente la delibera del Consiglio comunale di Bologna e la delibera del Consiglio comunale di San Lazzaro in ordine alla localizzazione, alla conformità urbanistica degli strumenti urbanistici dei rispettivi Comuni, su cui non ha competenza la Regione, vale a dire sono gli enti stessi che provvederanno, vedremo come e in che tempi, in che misura, in che forma eccetera. Però non è certo la Regione che deve emettere quegli atti. L’altro atto che manca, giusto per onor di cronaca, è il parere del Ministero dell’ambiente in ordine ad una necessità o meno di VIA rispetto agli attraversamenti dei ponti sul Reno e sul Savena. Siccome sono atti pubblici e parliamo di cose che conosciamo tutti, è bene mettere in fila le cose.

Quindi, l’iter della conferenza dei servizi procederà e poi magari interverranno anche, immagino… perché le discussioni che si stanno facendo e si sono fatte e si continuano a fare anche in ambito bolognese, come è giusto che sia, con l’attuale Amministrazione e, al di là dell’esito del voto, con la successiva, perché ovviamente la continuità istituzionale prevede che, a prescindere dalla maggioranza che governa un ente o l’altro, gli atti amministrativi e i processi istituzionali procedano a prescindere da chi governa. Sarà poi compito della maggioranza che gli elettori di Bologna decideranno proseguire, completare, introdurre elementi di correzione, come da talune parti – e noi siamo tra quelli – arrivano richieste, su un’opera sul cui giudizio non torno neanche più, perché le posizioni sono note.

Però – torno al dato amministrativo – questi sono gli atti. Ripeto: parere del Ministero dell’ambiente sulla necessità o meno di Valutazione d’impatto ambientale sugli attraversamenti nei fiumi Reno e Savena, delibera di conformità urbanistica del Consiglio comunale di Bologna e del Consiglio comunale di San Lazzaro. Questi sono gli atti.

Chiedere alla Regione di sospendere i provvedimenti che non sono in capo alla Regione è evidentemente, dal punto di vista amministrativo, un pochino strumentale per portare una discussione sulla cui legittimità politica non v’è dubbio. È ovvio che ciascuna delle forze politiche e dei Gruppi che stanno dentro l’Assemblea e fanno politica sul territorio, in città, è normale che si esprimano, però siccome siamo in una sede istituzionale e dobbiamo guardare gli atti amministrativi, chiedere alla Regione di sospendere l’iter di un percorso il cui avanzamento dipende da enti che non sono la Regione, è un modo non completamente, secondo me, coerente di portare la discussione in quest’aula.

Mentre sul tema dell’analisi epidemiologica, ripeto, siamo intervenuti e continueremo a farlo. Su questo non ci sono particolari problemi.

Allargo però per un secondo il dibattito. Io credo che dovremmo collocare, al netto delle proposte alternative che anche dal centrodestra arrivano, passante sud, come è stato ventilato più volte, sul quale tra l’altro mi piacerebbe si svolgesse anche un dibattito di merito, ogni tanto, ma forse chiedo troppo. Al netto di questo, mi piacerebbe che noi discutessimo più complessivamente anche su quelle che sono le soluzioni trasportistiche della nostra Regione per i prossimi anni. Da questo punto di vista, penso, ad esempio, giusto per parlare di opere, di interventi, di investimenti, perché qua nessuno pensa che i problemi si risolveranno magicamente, come sa bene anche il collega Facci, ad esempio, in questi mesi, sono stati avviati i lavori sulla ferrovia Bologna-Prato, sulle direttissima, su quello che era il tracciato della direttissima, lavori che coinvolgeranno quel territorio per tanti anni, per i prossimi cinque anni. Sono lavori molto impattanti, da tutti i punti di vista, che hanno però, secondo me, un grande pregio. La finalità di questi lavori, di quell’investimento che sta attuando RFI è quella di risagomare le gallerie dell’Appennino, le gallerie più importanti dal punto di vista dell’attraversamento del valico, risagomarle per consentire il passaggio dei treni-merci per le dimensioni che sono sugli standard europei, in modo tale da collegare quel pezzo, rendere quel pezzo di attraversamento transitabile anche dai treni- merci che arrivano dal nord Europa, e che evidentemente arriveranno poi non solo in Italia, ma anche in Sud Italia, eccetera.

Cito questo esempio che apparentemente potrebbe sembrare non c’entrare molto con la discussione. Io penso invece che sia proprio il livello della discussione sulla quale dobbiamo concentrarci. Noi cioè pensiamo e immaginiamo che gli investimenti che vogliamo realizzare, sui quali chiediamo al Governo, e chiediamo alla Regione di puntare siano investimenti che puntano, scusate il gioco di parole, sul potenziamento del trasporto pubblico, anche del trasporto merci pubblico su ferro, o pensiamo che invece le soluzioni trasportistiche siano sempre quelle che abbiamo conosciuto negli ultimi vent’anni? Questo credo sia il livello sul quale dobbiamo collocarci. Quindi, in tutte le scelte, in tutti i passaggi, in tutti i momenti in cui discutiamo, dovremmo sempre scegliere orientandoci, tenendo bene in mente quali saranno le prospettive di sviluppo trasportistico che vogliamo dare alla nostra regione, al nostro Paese per i prossimi 15-20 anni.

Credo che questo sia il livello sul quale collocare il dibattito. Se parliamo di investimenti, di opere, di infrastrutture, pensiamo ad esempio... Facevo l’esempio dell’attraversamento dei valichi dell’Appennino, giusto per dire che quella è la strada verso la quale dobbiamo andare. Non può sfuggire che è evidente che anche a Bologna, sul nodo bolognese, ci sono elementi di criticità sui quali intervenire e sui quali bisogna provare a dare una risposta che non può non tener conto, ovviamente, delle necessità dal punto di vista ambientale ed ecologico cui dobbiamo corrispondere.

Per questo chiediamo, abbiamo chiesto e siamo al lavoro per introdurre elementi di correzione di un progetto. Ricordo che siamo allo stadio del progetto definitivo. Seguirà il progetto esecutivo. Poi ci sarà la realizzazione dell’opera. Siamo in questa filiera, siamo in questo contesto.

Chiudo da dove sono partito. Ad ogni livello istituzionale occorre chiedere conto degli atti di cui è competente. In questa fase ‒ poi lo vedremo ‒ quello che manca sono gli atti amministrativi che ho ricordato.

Ripeto: la posizione sul passante è nota, non ci ritorno. Credo che ad ogni livello istituzionale sia giusto chiedere gli atti di cui è competente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Altri in dibattito generale? Io non ho nessuno in dibattito generale.

A questo punto, passerei alle dichiarazioni di voto sulla risoluzione 2715.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Trovo una grande difficoltà dai banchi della maggioranza nell’affrontare questo tema. Ho sentito tutto e il contrario di tutto. Credo che un argomento ampiamente evidenziato, ma sul quale non mi faccio certamente coinvolgere sia quello della contrapposizione “passante sud-passante di mezzo”. Lo ha ripetuto la collega Piccinini, lo ha ripetuto la collega Zamboni, l’ha ripetuto il consigliere Caliandro, lo ha ripetuto il consigliere Paruolo. Non mi faccio coinvolgere in questa polemica, perché non è oggetto di discussione. Capisco che sia stato artatamente tirato fuori proprio per eludere la vera questione. La vera questione, come ha ricordato il collega Taruffi, nasce da una preoccupazione condivisa. Quando l’interrogazione a firma, guarda caso, di chi è intervenuto, cioè Taruffi, Zamboni, Caliandro, Piccinini, cioè quelli che in un qualche modo oggi l’hanno buttata in contesa elettorale, chiamando appunto la questione del passante, finalità elettorali… Ma costoro, giustamente, dicevo, perché la finalità è una sensibilità sentita, a febbraio chiedevano alla Regione di realizzare un’indagine epidemiologica sugli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla popolazione residente nel tracciato del sistema autostradale tangenziale bolognese. Cosa che non è intervenuta, perché questa indagine non è stata fatta, ed è un’indagine che chiediamo anche noi con la risoluzione.

Se volete leggere bene, anziché avere paraocchi legati alle vostre, oggi, polemiche interne e prospettive elettorali (queste sì che ci sono) su Bologna, e l’abbiamo vista durante le primarie la discussione che c’è stata sul passante di mezzo, si chiede alla Regione di sospendere, per quanto di competenza, l’iter, ma si chiede in ogni caso di effettuare una compiuta analisi delle concentrazioni di agenti inquinanti nel tratto autostradale, cioè quella indagine che anche voi a febbraio avevate richiesto e che non c’è stata. La stessa vostra interrogazione dava atto che, con la realizzazione di questa infrastruttura passante di mezzo, sarebbero aumentate fino al 50 per cento le emissioni inquinanti da traffico veicolare prodotte nell’area urbana di Bologna, cioè sarebbero state fondamentalmente la metà di tutto l’inquinamento legato a quel tratto.

La risposta che avete avuto dall’assessore Priolo, ovviamente, è una risposta del tutto generica, del tutto astratta. Chiaramente non poteva soddisfare noi che abbiamo la stessa sensibilità. La collega Piccinini si meraviglia che ci sia questa sensibilità rispetto all’ambiente, ma è una sensibilità che non è di oggi, cara Piccinini. Non è di oggi.

Il problema è che non siete coerenti, voi, perché nel momento in cui poniamo la stessa questione che avete posto anche voi qualche mese fa, e sulla quale non avete avuto risposta, spostate l’attenzione sul Passante Sud, che oggi non è in alcun modo oggetto di discussione, e parlate di finalità elettorali.

La nostra risoluzione è di febbraio, pochi giorni dopo la vostra interrogazione, a dimostrazione che quel problema, cioè l’inquinamento in quel tratto interessato è un tema sentito e trasversale, con la differenza che per noi continua a esserlo; voi avete avuto una risposta del tutto, ripeto, astratta e generica, che dice “monitoreremo”, ma non risponde su un’analisi approfondita, oggi.

Per tale motivo, quindi, noi non possiamo ritenerci soddisfatti di quello che è il comportamento della Regione, ed è il motivo per il quale riteniamo che la risoluzione che oggi presentiamo sia ancora attuale, e che soprattutto sia necessaria.

Questo è il motivo per il quale se oggi c’è qualcuno che non è coerente e non è consequenziale rispetto a quelle che sono le premesse di partenza, quelli siete voi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazione di voto? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Francamente, definire propaganda oppure da campagna elettorale una posizione netta come quella di Europa Verde mi sembra un po’ fuori luogo. Non si scopre oggi, cioè, che il nostro gruppo, i Verdi, da anni sono impegnati nel contrastare il Passante di mezzo, e nel contrastare il Passante sud.

Non è responsabilità mia se i consiglieri della Lega sono intervenuti citando come alternativa il Passante sud. Dovevate lasciarlo fuori voi dal dibattito.

 

(interruzione del consigliere Facci)

 

ZAMBONI: Dovevate lasciarlo fuori voi dal dibattito. Mi scusi, ma mi risulta che le regole impediscano di interrompersi a vicenda.

 

(interruzione del consigliere Facci)

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Facci, per favore.

 

ZAMBONI: Vedo che continua a interrompermi. Se vuole, la invito a riascoltare i vostri interventi, e sentirete che del Passante sud come alternativa avete parlato voi.

È chiaro che nel testo non è presente, ma siccome è presente nel dibattito politico e, come diceva Totò, “cà nisciuno è fesso”, il passante sud l’avete tirato in ballo voi. Quindi, per Europa Verde è giusto il dispositivo; non è giusto il contesto in cui in avete proposto questa risoluzione. Per cui, noi ci asterremo. Non voteremo contro, ma ci asterremo.

Questo a conferma, ripeto, che entrambe le soluzioni per i Verdi ed Europa Verde sono soluzioni sbagliate. I poderosi investimenti che richiederebbe il passante sud in termini di tempi, di cantierizzazione e di finanziamento vanno più utilmente investiti per, finalmente, chiudere la partita del servizio ferroviario metropolitano e fare politiche efficaci per i trasporti merci e passeggeri su ferro.

Non è il passante sud che ci salva l’anima. La crisi climatica sta gridando da tutti i Paesi, anche più evoluti, d’Europa che non è continuando a consumare suolo in queste mega infrastrutture che ci possiamo difendere dalla crisi climatica. Ci vuole un’inversione di rotta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazioni di voto? Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Presidente, rapidamente.

Il consigliere Facci ha un po’ divagato rispetto alle finalità e all’iniziativa che abbiamo assunto, sulla quale, ripeto, non abbiamo e non intendiamo fare un passo indietro, nemmeno di un centimetro, rispetto alle posizioni che abbiamo assunto a febbraio e rispetto alle posizioni che abbiamo assunto storicamente. Anzi, penso che ‒ come ho detto prima ‒ il lavoro che si sta facendo a Bologna, dal punto di vista programmatico, nel definire gli assetti che ci porteranno alle elezioni amministrative del prossimo ottobre conterà elementi di ulteriore novità che saranno, secondo me, positivi.

Mi consenta anche, il consigliere Facci, una battuta. Visto e considerato che si fa riferimento alle prossime elezioni amministrative, da una parte stiamo discutendo del programma e ci stiamo confrontando sulla definizione del programma, anche sulla base dell’esito di una discussione che ha coinvolto alcune migliaia di cittadini bolognesi che si sono espressi attraverso un voto e hanno individuato un candidato sindaco all’interno, appunto, di una coalizione che si candida a guidare il Comune di Bologna. Dall’altra parte, lo dico con il massimo rispetto, quando avremo capito gli assetti, forse oggi mi pare di capire che ci sia stato un passo avanti importante, quando ci saranno i candidati con cui confrontarsi, forse capiremo anche quali sono le posizioni in campo in modo più puntuale e potremo discutere anche di questo.

Da una parte, però, dalla nostra, da questa parte c’è stata massima e direi cristallina coerenza nel rivendicare posizioni di merito, nel rivendicare la necessità di approfondire tutti gli aspetti e anche la necessità di introdurre delle modifiche rispetto a quelli che sono i progetti e lo stato del dibattito che abbiamo fatto. Lei ha citato le primarie, sono state anche quelle, come ricordavo, un’occasione di confronto vero, democratico, aperto, sui destini, sul futuro della nostra città, a partire anche da un tema che è stato centrale, come è stato quello relativo al passante, sul quale continueremo a discutere come abbiamo fatto in queste settimane, con la convinzione che si potrà trovare e si troverà un punto d’intesa.

Ecco, è sulla base di questo che, ripeto, è importante chiedere ad ogni livello istituzionale di esprimersi su quelle che sono le proprie competenze, ragione per la quale, mentre sulla parte relativa all’analisi epidemiologica, che pure abbiamo chiesto e sulla quale torneremo, non ci sono dubbi nel dispositivo, quella è una parte che condividiamo, non possiamo condividere la parte in cui si chiede alla Regione di intervenire su atti che non sono di competenza della Regione. Ragione per la quale proporremo un voto di astensione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io volevo ricordare al collega Facci che l’anomalia non è che il Movimento 5 Stelle si esprima a favore della sostenibilità ambientale; l’anomalia è che lo faccia la Lega. Come dicevo, da sempre avete sostenuto progetti impattanti dal punto di vista ambientale.

Ricordo anche che nell’ultima seduta voi siete stati quelli che non avete votato a favore della messa al bando dei veicoli inquinanti, tanto per fare un esempio. Diciamo che ne va anche della vostra credibilità quando presentate questo tipo di atti. Motivo per cui…

 

(interruzione del consigliere Facci)

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Facci, per favore. Io chiedo di lasciar parlare tutti.

 

(interruzione del consigliere Facci)

 

PRESIDENTE (Petitti) Consigliere Facci, per favore.

Prego consigliera Piccinini.

Consigliere Facci, grazie. Prego.

 

PICCININI: Dicevo che risulta particolarmente strano, davanti alle posizioni che avete sostenuto anche in questi mesi, che oggi veniate a fare i finti ambientalisti per questioni di convenienza, dal mio punto di vista, elettorale.

Sempre per stare nel merito, però, visto che il collega chiedeva di stare nel merito, nonostante, ripeto, nel merito ci si sta anche quando si trattano progetti alternativi che voi avete sempre portato avanti, perché anche di quello bisogna parlare. Non si può far finta che certe posizioni non esistano.

Detto questo, per stare appunto nel merito della risoluzione, il Movimento 5 Stelle non voterà contro. Non voterà contro, ma si asterrà, fermo restando quello che dicevo prima, che le battaglie ambientali non si fanno per convenienza, si fanno perché ci si crede. Se però ci si crede, ci si crede sempre, non a corrente alternata, perché quando abbiamo votato quell’impegno che è stato portato avanti, adesso anche dall’Unione europea, in cui si dice molto chiaramente che dal 2035 non si dovranno più produrre veicoli diesel, o a benzina, che sono inquinanti, per tutta una serie di motivi che spero ormai abbiamo compreso tutti qui dentro, io non ho visto un voto favorevole da parte vostra.

Ribadisco, quindi: se si sostiene che ci sono dei problemi dal punto di vista ambientale, lo si sostiene sempre, o il più possibile. Invece, qui mi sembra che oggi voi abbiate portato un testo che intanto taglia fuori completamente tutta la questione del Passante sud, e anche qui non ho capito: la Lega lo sostenevano, non lo sostiene più, non lo sostiene Fratelli d’Italia? Poi ho visto che finalmente avete anche raggiunto un’intesa sul candidato di Bologna, quindi anche Forza Italia si è accodata alla decisione presa dalla Lega e da Fratelli d’Italia.

Mi piacerebbe capire, a questo punto, quale sarà la posizione di questo candidato e le soluzioni rispetto al problema del nodo bolognese, perché io francamente ancora non l’ho capito. Vedo diversità di idee, ma non vedo proprio unità di intenti.

Per concludere, ripeto, dal mio punto di vista valgono anche posizioni che sono state tenute in precedenza. Questo atto non può essere considerato un atto a sé stante, ma bisogna tenere in considerazione anche la storia, le posizioni sostenute anche in precedenza dalla Lega.

Per questo motivo, il mio voto sarà di astensione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Io non ho altri in dichiarazioni di voto. Qualcuno vuole intervenire? Altrimenti passiamo alla votazione. Non c’è nessun altro in dichiarazione di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione la risoluzione 2715 a firma dei consiglieri Facci e Marchetti Daniele.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 36

Contrari 19

Favorevoli 11

Astenuti 5

 

È respinta.

 

Ora passiamo...

Prego.

 

(interruzione del consigliere Pompignoli)

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene. Aggiungiamo il voto favorevole del consigliere Pompignoli.

 

OGGETTO 3326

Risoluzione per impegnare la Giunta a dare maggiore impulso al Piano banda larga (e ultra-larga), nonché all’attuazione dell’Agenda digitale per i territori montani e le aree interne. A firma dei Consiglieri: Daffadà, Costa, Fabbri, Caliandro, Pigoni, Montalti, Maletti, Costi, Mori, Bondavalli, Tarasconi, Sabattini, Zappaterra, Bulbi, Rontini, Taruffi, Rossi, Zamboni, Gerace

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alla risoluzione 3326: risoluzione che impegna la Giunta a dare maggiore impulso al Piano banda larga, nonché all’attuazione dell’Agenda digitale per i territori montani e le aree interne. Questa risoluzione è a firma di vari consiglieri. Il primo firmatario è il consigliere Daffadà.

Apriamo il dibattito generale.

Prego, consigliere Daffadà.

 

DAFFADÀ: Grazie, presidente. Buon pomeriggio a tutti, cari colleghi.

Abbiamo lavorato, in questo periodo, ad un tema sul quale la Regione ha prestato e sta prestando molta attenzione, e continua a fare vari interventi rispetto appunto al tema della montagna e delle aree interne.

La Regione, infatti, da tempo persegue specifiche politiche finalizzate a promuovere lo sviluppo economico del territorio montano. Specifici interventi finalizzati a mantenere e sostenere le attività produttive e l’occupazione sono volti a contrastare i rischi derivanti dal calo demografico che ha, in questi anni, interessato queste aree.

La crisi economica e finanziaria che ha colpito, a partire dal 2008, il sistema produttivo ed economico è stata particolarmente sentita nei territori montani della nostra Regione (tra l’altro territori dai quali provengo e nei quali risiedo), ha interessato molte imprese localizzate in quei territori. Sembrava ormai recuperata la perdita causata da tale crisi, quando però si è prospettata l’emergenza pandemica. Gran parte delle suddette attività produttive e delle comunità, dopo aver subìto gli effetti negativi della crisi economica, ha avviato percorsi di riorganizzazione e rilancio del tessuto produttivo, il tutto per garantire la continuità dell’attività aziendale e il mantenimento dei livelli occupazionali. A questo si sono aggiunte le politiche pubbliche regionali, che hanno posto un argine al costante calo demografico di questi territori.

Con questa risoluzione chiediamo alla Regione, appunto, di continuare e intensificare tali politiche, nell’ottica di favorire la completa ripresa e l’aumento di competitività dei territori montani, attraverso un complessivo ammodernamento delle infrastrutture, in particolare di quelle telematiche, utili sia alle attività produttive che alla collettività locale, come del resto contenuto nel DSR approvato recentemente e nell’Agenda digitale.

Crediamo fermamente che occorra puntare sulla crescita sostenibile e creare concrete opportunità di lavoro, migliorando allo stesso tempo la rete dei servizi, rispondendo ai bisogni delle comunità di montagna, per continuare a difendere questi territori particolarmente fragili e per dare loro un nuovo slancio.

Abbiamo apprezzato l’iniziativa della Giunta regionale che va in tal senso, con il relativo programma di investimenti per i territori appenninici e per le aree interne svantaggiate, per sostenere le ripartenze di queste aree che, per loro caratteristiche geografiche, fisiche, socio-economiche, rischiano di pagare un prezzo particolarmente alto dalla pandemia. Sono 105 i Comuni coinvolti in 83 progetti, dei quali un terzo già cantierabili, per un investimento pubblico complessivo di quasi 27 milioni.

Apprezzamento anche per gli stanziamenti consistenti indirizzati dalla Regione, con apposito bando, a sostenere l’insediamento di giovani coppie, il bando montagna; 20 milioni il totale delle risorse messe a disposizione dal bilancio regionale. Un plafond che mobilita ulteriori investimenti privati attraverso i lavori di ristrutturazione previsti in molti casi.

Da ultimo, anche il bando dei 2 milioni e mezzo di euro per le attività produttive in montagna, aperto oggi, che sta riscuotendo, devo dire, dai contatti avuti, un ottimo successo.

Per i territori montani una preziosa iniezione di risorse, anche occasione di sviluppo e lavoro, grazie ai cantieri che si apriranno. Anche per questa seconda tranche di domande ammesse a finanziamento, infatti, la gran parte dei lavori saranno affidati a imprese del territorio.

A nostro avviso, la Regione ha colto la necessità espressa dei territori e siamo certi che, attraverso una vera rete di interventi strutturali, le montagne torneranno ad essere sempre più richieste per soggiorni e anche nuovi insediamenti.

La recente emergenza sanitaria ha mostrato alcune fragilità nel nostro Paese Italia nell’affrontare la sfida del digital divide. È necessario porre massima attenzione sul tema, è un ragionamento che spesso in quest’aula viene fatto.

I dati del censimento UNCEM di ottobre hanno rilevato che sono oltre 1200 i Comuni in Italia che hanno difficoltà a ricevere il segnale, cosa che rende impossibile telefonare, mandare messaggi e connettersi ad internet. Sono 5 milioni gli italiani che non riescono a vedere i canali del servizio pubblico. Il rapporto UNCEM fotografa, dunque, una situazione grave, per la quale servono impegni istituzionali e nazionali nell’individuare un preciso piano che supporti gli enti locali.

Come detto in premessa, negli anni la nostra Regione, grazie a interventi strutturali, si è impegnata a colmare questo divario, portando molti servizi digitali nelle aree di montagna, nelle aree interne, al fine di potenziare l’attività della pubblica amministrazione, della sanità, della scuola e delle attività produttive. Il lavoro coordinato dagli assessori alla montagna, Barbara Lori, che saluto, e all’Agenda digitale Paola Salomoni, ha portato molti risultati, ma non dobbiamo abbassare la guardia.

Ad oggi, tutti i Comuni hanno la connettività in BUL (banda ultra-larga), anche se esistono alcune criticità che necessiterebbero di interventi di potenziamento delle infrastrutture.

Oltre la metà delle scuole regionali di ogni ordine e grado ha una connessione in fibra che ha consentito, in questo periodo pandemico, la didattica a distanza senza particolari problemi.

Il livello di digitalizzazione delle imprese nel territorio regionale è in linea con le migliori esperienze nazionali, anche se esistono aree industriali ancora carenti del servizio di banda ultra-larga.

La quantità di tralicci a disposizione degli operatori sul mercato di telefonia, realizzati direttamente dalla RER, attraverso appunto Lepida non è sufficiente per dare un’adeguata copertura a tutto il nostro territorio.

Qui mi raccontavano che c’è anche bisogno, però, di attuare una politica di snellimento delle pratiche burocratiche, perché il fatto che i tralicci vengano inseriti in territori a volte con dei vincoli, è complicato portare a termine in tempi celeri appunto, la costruzione e la messa in opera di queste strutture.

Queste criticità non solo impediscono l’accesso ai servizi telematici di pubblica utilità, ma anche lo sviluppo stesso di queste aree, mettendo a rischio gli investimenti fatti negli anni appunto dalla nostra Regione. Ciò che chiediamo con questa risoluzione è che siano accelerati gli investimenti e ulteriormente potenziati.

Il Piano nazionale banda ultra-larga deve essere velocizzato, avere tempi certi e azioni chiare. Lo attendono le imprese, i cittadini, le scuole e le amministrazioni pubbliche. Stiamo parlando di un fondamentale diritto di cittadinanza e volano di sviluppo economico. Ricorrere al potenziamento della BUL su tralicci già esistenti, preferendoli allo scavo di trincee chilometriche, potenziare la connettività con sistemi wireless, per avere forniture più capillari capaci di raggiungere tutte le abitazioni, comprese le case sparse, tutti i territori, compresi i più remoti, dotare tutti di una BUL sono alcune delle strategie che possiamo e dobbiamo mettere in calendario nel prossimo immediato.

Non solo. È importante attivare sistemi di backup, per non lasciare scoperti i servizi in caso di maltempo. Questo è un tema del quale avevo anche parlato in una recente interrogazione. Anche in questi giorni abbiamo, purtroppo, in montagna, problemi, appunto, di interruzione dei servizi. Serve quindi un lavoro sinergico con le aziende fornitrici di servizi sul territorio, quali luce, telefonia e servizi televisivi, perché questo è un altro tema sul quale i cittadini di montagna e di crinale hanno posto molta attenzione. Estendere la connettività ad altri luoghi, sovente di proprietà pubblica, quali le sedi dei presìdi di emergenza-urgenza, le pubbliche assistenze, le Croci rosse, all’interno anche del sistema sociosanitario, e altri. Come le sedi, per esempio, di Protezione civile sul territorio, che, come ho già detto sovente, sono anche di proprietà pubblica, per cui c’è anche meno difficoltà a poterlo fare.

Come previsto dalla legge n. 158/2017 sui piccoli Comuni, nonché dalle mozioni varate il 29 gennaio 2020 dalla Camera deputati, penso valga la pena, inoltre, provare a realizzare, fatte le dovute verifiche, un progetto pilota di connettività del nostro Appennino in cui sperimentare idee innovative e modelli di sviluppo sostenibili che possano poi essere replicati in tutte le altre aree montane del Paese.

Quindi, fare un po’ un campo scuola del nostro Appennino.

Mi riferisco, in questo caso, al tema anche della scarsa connettività, nel caso in cui ‒ e non accade di rado ‒ avvengano casi di ricerca di persone. Decine di soccorritori trovano grande difficoltà per la scarsa capacità di comunicazione. E allora perché non sperimentare qualcosa che riguardi la copertura almeno nei tratti sentieristici? Come la Via Francigena, la Via degli Abati, la Via dei Linari, la Via dei Vandelli, la Via degli Dei, la Via Matildica del Volto Santo ed altre. Evitare lo spopolamento dell’Appennino è una delle sfide più importanti che la nostra Regione si sta ponendo. Ogni misura adottata, e per questo ringraziamo la Giunta, parla di montagna.

Colmare il divario digitale è una delle chiavi per riuscire in questa impresa.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Daffadà.

Chiedo alla consigliera Rontini se si è prenotata per intervenire. Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Era per quella rettifica di prima, rispetto alla quale so che avete già provveduto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Esatto. Va benissimo.

A questo punto, consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Dopo due anni di pandemia, siamo ancora a parlare della necessità di coprire tutto il nostro territorio con le reti telematiche. Questo vuol dire che la nostra Regione è in ritardo; che nonostante convegni, promesse, dichiarazioni e comunicati stampa la nostra Regione continua a discriminare chi vive in montagna da chi vive in città.

Si spendono tanti soldi, ma chi vive in Appennino non può vivere come chi vive in città. Fa fatica a lavorare, fa fatica a utilizzare i tanti servizi telematici previsti dalle nostre Istituzioni. È, in buona sostanza, discriminato.

Perché? Perché questi ritardi? Perché si continuano a fare promesse a vuoto?

Voteremo questa risoluzione convintamente perché è la dimostrazione che sei anni di Giunta Bonaccini sono stati un flop. E a dirlo è la maggioranza stessa. Per questo questa risoluzione è come se fosse una mozione di sfiducia verso la Giunta. I voti delle colleghe e dei colleghi della maggioranza sono una sconfitta per la Giunta di centrosinistra.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Brevemente, non posso che condividere le ultime parole che ha espresso il collega Tagliaferri. Prendo ad esempio quello che è successo recentemente proprio sul programma di banda ultralarga, quando questa Amministrazione ha sbandierato in pompa magna lo stanziamento di milioni di euro – se non ricordo male, erano 4 milioni di euro in prima battuta, che sarebbero dovuti passare poi a 8 nell’annualità successiva – per quanto riguarda il supporto alle famiglie montane proprio nell’approccio alla digitalizzazione, quindi per favorire il superamento del divario digitale. Quindi, 119 Comuni montani, vado a memoria, mi pare tra 5.000 e 6.000 famiglie interessate dovevano ricevere un voucher fino a 500 euro. Poi si è scoperto che questo voucher non era per le famiglie, ma andava ai colossi, sostanzialmente alle grandi imprese di telecomunicazioni, quindi coloro che, alla fine, in un qualche modo condizionavano l’offerta finale e la subordinavano a politiche ovviamente commerciali, che dettavano in assoluto regime di monopolio. Una pratica che è stata anche oggetto di contestazione da parte delle associazioni dei consumatori, ad esempio.

Ebbene, da parte della Regione si è seguito questo tipo di linea, questo solco così tracciato. Infatti, il bando è stato un autentico flop, perché la risposta è stata talmente esigua – neanche il 5 per cento di domande rispetto alla platea interessata, neanche il 5 per cento delle risorse assegnate rispetto a quelle previste – che è stato di fatto poi modificato. Quindi, non era più un bando per i Comuni montani, ma è diventato un bando per tutti.

Questo per dire che cosa? Che se si vuole realmente sostenere la montagna, e la montagna va sostenuta, e la realtà, le famiglie, le attività, le imprese devono essere sostenute... L’emergenza sanitaria, che ha relegato centinaia di migliaia di studenti alla DaD nei territori appenninici, è stata maggiormente avvertita, si è avvertita in maniera enorme questo tipo di penalizzazione legata alla diversa dislocazione territoriale.

Ci si aspettava dei provvedimenti straordinari da parte della Regione, nel momento in cui, appunto, si deve affrontare, si deve toccare drammaticamente con mano che si è in ritardo sulla digitalizzazione dei territori montani e di periferia, e si deve toccare drammaticamente con mano che nonostante i proclami, nonostante questo progetto BUL, banda ultra-larga, si è ancora indietro e non si riesce a coinvolgere correttamente e compiutamente famiglie e attività imprenditoriali sui territori.

Pertanto, il lungo impegno che questa risoluzione prevede, naturalmente è corretto. È corretto perché mette il dito nella piaga in un problema che, ad oggi, a metà del 2021, continua a essere prioritario, continua a essere presente e deve necessariamente ricevere una soluzione. È quindi una risoluzione che, come ha detto il collega Tagliaferri, sottolinea l’incapacità fin qui svolta da questa Amministrazione regionale, nonostante i proclami, nonostante il fatto che si dica, anche nel programma di mandato, di questo mandato, che la montagna è al primo posto: nuova legge per la montagna, nuova occasione di vita, bando giovani coppie, bando… Poi ci accorgiamo che si sono sparse delle mancetta, in giro per il territorio, quasi impercettibili, ma poi, quando si parla di infrastrutture, a partire da quelle stradali e ferroviarie, arrivando a quelle digitali, si è ancora drammaticamente carenti.

Lo voteremo, quindi, perché questa risoluzione è una risoluzione che testimonia e sancisce l’incapacità fino ad oggi dimostrata da parte della Regione, di risolvere un problema concreto, serio, che va risolto in maniera efficace, e possibilmente definitiva. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri? Siamo in dibattito generale, ancora, sulla risoluzione a prima firma Daffadà.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Io parto da una considerazione, visto che siamo tra i firmatari della risoluzione, la cui prima firma è del consigliere Daffadà, che ringrazio non solo per l’iniziativa che ha assunto, ma anche, ovviamente, per la collaborazione con la quale siamo arrivati a un testo congiunto, che abbiamo condiviso e che, quindi, ovviamente, sosterremo.

Io ho sentito, come sempre, da parte di alcuni colleghi osservazioni critiche, alcune anche, forse, un po’ strumentali. Ma sto sull’oggetto. Non c’è dubbio che il lavoro che è stato fatto in questo anno, anno e mezzo, ma non solo, in realtà anche prima, sia un lavoro ‒ da parte della Regione ‒ importante. Parlo in senso generale delle politiche per la montagna. Non sto qui a ricordare tutti i provvedimenti assunti, perché l’elenco sarebbe lungo. Le risorse investite, voglio ricordare, dagli sgravi che abbiamo... Qui c’è la consigliera Palma Costi che li ha seguiti direttamente con un’altra funzione. Mi riferisco agli sgravi per le attività produttive, all’IRAP per le attività produttive, alle risorse destinate all’acquisto o alla ristrutturazione della prima casa per i Comuni del territorio dell’Appennino. Penso agli incentivi per le attività commerciali polivalenti nelle aree a rarefazione di mercato. Insomma, potrei fare ‒ ripeto ‒ un elenco lungo.

Ciò detto, non c’è altrettanto dubbio sul fatto che su questo tema scontiamo delle criticità e anche dei ritardi. Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno può risolvere problemi, anche datati, da un giorno all’altro. È chiaro che la pandemia ha reso ancora più evidenti alcuni problemi infrastrutturali, che non riguardano l’infrastruttura materiale, ma riguardano l’infrastruttura immateriale. È inevitabile rilanciare su questo punto, perché scontiamo dei ritardi e ci sono dei problemi. E i problemi vanno nominati. Siccome noi non abbiamo paura a indicare i problemi quando ci sono, così come indichiamo le cose fatte bene quando ci sono, su questo è evidente che il consigliere Daffadà ha rappresentato una situazione precisa, che riguarda sostanzialmente in modo purtroppo abbastanza uniforme tutto l’Appennino emiliano-romagnolo, dai problemi di collegamento telefonico ai problemi di collegamento della rete telematica, ai problemi anche di ricezione della televisione, perché abbiamo anche quelli, della televisione pubblica, stiamo parlando dei canali anche soggetti a canone.

Questi sono i temi di cui senza paura parliamo e sui quali ci siamo e continuiamo a batterci. Questo significa che stiamo esprimendo una bocciatura nei confronti del lavoro della Giunta?  Ovviamente, nel gioco delle parti, ciascuno può dire quello che ritiene, ci sta, è tutto normale, è tutto comprensibile, però è evidentemente una forzatura che non sta in piedi.

È chiaro che, siccome non siamo soldatini che stanno in una caserma, ma siamo consiglieri regionali che provano a esercitare le loro funzioni nel modo migliore, soprattutto cercando di portare un contributo positivo, quando ci sono dei problemi non abbiamo paura a dirlo, ci mancherebbe. Siccome su questo i problemi ci sono, siamo qua e lo diciamo. Da qui a tradurre in modo un po’ strumentale in una bocciatura nei confronti del lavoro della Giunta, ne passa molto, ecco, per essere eufemistici.

Chiaramente, l’anno e mezzo che abbiamo alle spalle è stato un anno e mezzo molto complicato, che ha enucleato, evidenziato e reso ancora più palesi alcune delle criticità di cui eravamo pienamente consapevoli e sulle quali, non a caso, anche durante la campagna elettorale abbiamo passato, ciascuno nel proprio territorio, molto tempo a provare di farci carico dei problemi, a cercare di segnalarli, evidenziarli e provare anche a dare risposte. L’altro tema, sul quale voglio concludere, è questo: più o meno tutti siamo capaci, quando ci applichiamo, di individuare i problemi e di denunciarli; poi c’è qualcuno che si limita a fare, diciamo così, l’intervento di denuncia e qualcun altro che è chiamato a dare risposta. Noi siamo tra quelli che devono anche dare risposte, ed è per questo che, non a caso, nella risoluzione si fa riferimento ad una serie di iniziative che sono indispensabili, penso ad esempio all’interlocuzione con le società pubbliche e private per potenziare i servizi di pubblica utilità, eccetera, superando, e qui lo voglio dire con estrema chiarezza, un problema che già a partire dalla precedente legislatura abbiamo più volte affrontato. Parlo del problema della indisponibilità dei soggetti privati ad investire nelle zone così definite a fallimento di mercato.

Su questo si gioca una partita molto semplice, molto chiara, che è stata emblematica durante tutto il corso, se volete, anche della pandemia, cioè qual è il ruolo dello Stato. Se noi ci limitiamo a dire che siccome alcuni territori che sono meno densamente abitati, che hanno meno utenze, che hanno meno capacità, quindi, di produrre profitto, perché questo è il tema soprattutto quando parliamo e ci confrontiamo con i soggetti privati, a prescindere dal servizio che quelli erogano, chiaramente il soggetto privato che ha come unico elemento/orientamento il profitto risponde in modo molto semplice: nelle aree a fallimento di mercato noi non investiamo perché sarebbe non produttivo, antiproduttivo, e quindi noi non  lo facciamo.

Quando i costi superano i guadagni, il soggetto privato non interviene, punto, fine. È la regola del mercato. Qui si tratta di capire se a fronte di questa, che è la situazione reale, della realtà, lo Stato, nelle sue varie articolazioni, è in grado di contrapporre un’altra visione del mondo, e soprattutto un’altra concreta risposta, vale a dire farsi carico di riequilibrare quelle disuguaglianze e quel dislivello che inevitabilmente si crea, laddove appunto le condizioni di presenza di utenze, di persone non rende un investimento produttivo da parte di un soggetto privato.

Noi passiamo molto tempo a parlare del contrasto alle disuguaglianze. Ovviamente ci sono le disuguaglianze di genere, ovviamente ci sono le disuguaglianze sociali, ma ci sono anche le disuguaglianze territoriali, che producono concreti effetti in modo molto evidente. Parte delle politiche per il contrasto alle disuguaglianze territoriali passa anche dalla capacità dello Stato, e quindi nelle varie articolazioni, di esercitare un ruolo suppletivo, per non dire alternativo a quello che svolge il mercato. Se noi ci affidiamo alle regole del mercato, stiamo dicendo che esistono ampie parti del territorio di questa Regione, ma in generale del nostro Paese, che non avranno mai la stessa parità di accesso ai servizi, alcuni dei quali servizi di pubblica utilità fondamentali.

Alla fine, quindi, il discorso si risolve purtroppo in poco spazio. O noi forziamo e siamo in grado di andare oltre questa visione, e quindi assegnare allo Stato, così come, tra l’altro, in maniera ovviamente drammatica, la pandemia ci ha dimostrato in questi mesi, e cioè ha ridiscusso... Bisogna rimettere in discussione il ruolo dello Stato all’interno dell’economia e assegnare allo Stato un ruolo differente oppure, stiamo dicendo, se ci limitiamo a prendere atto della realtà e facciamo il nostro lavoro in modo notarile, condanniamo ampie parti del territorio, quelle periferiche e quelle più fragili, quelle che vivono in territori più distanti e meno abitati, a non avere la stessa parità di accesso ai servizi, anche di pubblica utilità.

Questo vale per le telecomunicazioni, vale per le connessioni, vale per le infrastrutture, vale per i servizi scolastici, vale per i servizi ospedalieri e per i servizi sanitari in generale. Per questo dico che le politiche sulla montagna non sono una parentesi, ma sono un elemento ‒ se volete ‒ emblematico di quella che è la visione del ruolo dello Stato all’interno dell’economia e della necessità del ruolo dello Stato all’interno dell’economia, che deve riequilibrare disuguaglianze che sono altrimenti incolmabili.

Per cui, è un paradigma che, secondo me, dobbiamo fare nostro e dobbiamo attuare in tutti i campi, a partire da quello dei collegamenti e delle connessioni, che nel ventunesimo secolo è evidentemente di per sé stesso, così come ci ha dimostrato tutto il periodo pandemico, un elemento non solo di pubblica utilità, ma assolutamente fondamentale per garantire gli stessi diritti a persone che pagano le tasse, vivono, lavorano e producono esattamente come altri che vivono in altre zone del nostro territorio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Io non ho nessuno iscritto a parlare.

A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto sulla risoluzione 3326, a prima firma Daffadà. Chi si iscrive a parlare? Io non ho nessuno in dichiarazione di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione la risoluzione 3326.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 36

Favorevoli 35

 

È approvata.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

OGGETTO 2687

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere percorsi formativi rivolti ai medici di famiglia per migliorare la competenza in ambito di diagnosi precoce della fibromialgia; a promuovere campagne di sensibilizzazione della popolazione; a istituire una commissione tecnica sulla fibromialgia e a creare centri di riferimento ospedalieri. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Pelloni

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Proseguiamo i lavori passando alla risoluzione 2687 a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Pelloni: risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere percorsi formativi rivolti ai medici di famiglia per migliorare la competenza in ambito di diagnosi precoce della fibromialgia; a promuovere campagne di sensibilizzazione della popolazione; a istituire una commissione tecnica sulla fibromialgia e a creare centri di riferimento ospedalieri.

Chi chiede di intervenire? Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Parliamo di fibromialgia, un tema assolutamente importante, che sicuramente sarà al centro di moltissime segnalazioni, che immagino tutti i colleghi riceveranno direi quotidianamente. Questo perché comunque stiamo parlando di una condizione clinica conosciuta, sì, da tempo, ma che solo recentemente ha ricevuto una definizione scientifica e un riconoscimento formale. Infatti l’interesse scientifico internazionale e l’attenzione pubblica per la fibromialgia sono esponenzialmente aumentati e cresciuti nel corso degli ultimi decenni.

Stiamo parlando di una condizione clinica complessa e ancora molto controversa. Infatti, troviamo comunque quadri clinici multiformi, variabilità nella tipologia dei sintomi e della gravità, sovrapposizione tra differenti sindromi e sintomi, diagnosi esclusivamente clinica, assenza di un consenso sufficientemente unanime, consolidato tra gli specialisti rispetto ai criteri per la diagnosi e all’approccio terapeutico.

Stiamo parlando comunque di un quadro estremamente complesso. La conseguenza di tutta questa situazione qual’ è? La conseguenza è che per una persona affetta da fibromialgia, trascorrono in media più di due anni prima della diagnosi, dopo almeno tre differenti visite specialistiche e diversi esami. Il trattamento presenta altrettante criticità, con il ricorso a svariate tipologie di trattamenti, farmacologici e non.

Le Regioni, nel frattempo, si sono mosse un po’ in ordine sparso. Per rimanere comunque in casa nostra, come Regione Emilia-Romagna, ci siamo fermati al 2018, a quando alcune azioni per il riconoscimento della patologia in questione sono state portate avanti. Tutte azioni utili a sbloccare questa impasse, ma che purtroppo sono rimaste un po’ ferme al palo, in particolar modo siamo rimasti fermi allo studio condotto dalle ASL di Bologna e di Reggio Emilia sull’utilizzo terapeutico dell’agopuntura, o l’utilizzo della cannabis. Siamo quindi ancora molto indietro da questo punto di vista.

Il punto è che i pazienti che soffrono di fibromialgia si sentono letteralmente abbandonati, a maggior ragione con la situazione generale scatenata anche dalla pandemia, che ha di fatto comunque creato ulteriori problemi nell’assistenza di queste persone. Noi quindi in sostanza, che cosa chiediamo con questa risoluzione? Con questa risoluzione chiediamo di promuovere percorsi formativi rivolti ai medici di famiglia per migliorare la competenza in ambito di diagnosi precoce, a promuovere anche campagne di sensibilizzazione tra la popolazione, a istituire una Commissione tecnica sulla fibromialgia, ma soprattutto a creare centri di riferimento ospedalieri all’interno del nostro Servizio sanitario regionale.

In sostanza, noi stiamo chiedendo alla Regione Emilia-Romagna di riprendere in mano quanto fatto, quanto studiato e approfondito fino al 2018, per individuare poi un percorso ben definito che possa dare delle risposte concrete a chi soffre di questa patologia.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliere.

Qualcuno si iscrive in dibattito generale? Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Grazie, presidente.

Il 12 maggio scorso, in occasione della Giornata mondiale per la fibromialgia, l’Assemblea legislativa ha raccolto la richiesta del Comitato fibromialgici uniti e ha illuminato di viola la torre per segnare un’attenzione che ha anche bisogno di essere resa manifesta in modo simbolico, ma che soprattutto deve essere presa in carico da chi ha la responsabilità diretta, ovviamente, di farlo.

Lo dico perché è senz’altro commendevole ribadire la necessità di un impegno su questo tema che, per la natura della patologia, come diceva il collega Marchetti, e gli effetti socialmente e sanitariamente rilevanti abbisogna di una soluzione di presa in carico efficace. Ritengo, però, sia ingeneroso non riconoscere il ruolo della nostra Regione nel favorire e finanche sollecitare il livello nazionale, anche in considerazione della risposta articolata che diede l’assessore Donini alla mia interrogazione sul punto a febbraio scorso.

Nessuna impasse, dunque, ma un concreto e coerente impegno a strutturare un percorso concreto che si integra con quello nazionale, che purtroppo la pandemia ha rallentato.

La Regione Emilia-Romagna, infatti, con la circolare n. 1 del 5 febbraio 2018 ha emanato le linee di indirizzo per la diagnosi e il trattamento della fibromialgia, primi in Italia, con l’obiettivo di dare una definizione, un inquadramento della malattia e indicare percorsi di intervento definiti e appropriati.

A fronte di queste linee, a livello nazionale, l’Assessorato politiche per la salute ha sottoposto il documento all’Istituto superiore della sanità e nel successivo ottobre 2018, in audizione presso la XII Commissione permanente Igiene e Sanità, è stato presentato il documento e illustrata l’esperienza della collaborazione attiva dell’Associazione malati reumatici dell’Emilia-Romagna, sia nella redazione del documento che nel supporto all’avvio nelle ASL regionali, nel solco di un’esperienza partecipativa e di condivisione a noi molto cara.

Nel mese di dicembre 2018 la Commissione per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza del sistema sanitario nazionale ha valutato il documento della Regione Emilia-Romagna e ha avviato i lavori istruttori per il riconoscimento della fibromialgia come malattia cronica invalidante. Il ministero della salute a gennaio 2019 ha fatto una ricognizione relativa alle attività e agli interventi posti in essere nelle singole Regioni italiane, proprio perché tutti i cittadini devono essere messi in condizione di poter esigere trattamenti rispetto a queste patologie così invalidanti.

L’Istituto superiore della sanità ha avviato uno studio nazionale finalizzato alla stratificazione per livello di gravità dei pazienti fibromialgici, proprio per la difficoltà anche diagnostica che illustrava il collega Marchetti. La finalità dello studio consiste nell’identificazione di quei pazienti fibromialgici clinicamente più gravi al fine di supportare il comitato LEA nella definizione di eventuali misure di esenzione rispetto al riconoscimento di alcune prestazioni. Perché questo, poi, è l’elemento pesante per il trattamento dei pazienti. Un approccio serio, quindi, che deve trovare senz’altro accelerazione, atteso il rallentamento dovuto al contagio.

A livello regionale, invece, è stata realizzata un’indagine epidemiologica con la collaborazione della Società italiana di medicina generale e reumatologi della Regione. Da questa prima ricerca sono emerse rilevanti criticità nella codifica della diagnosi, dal momento che la fibromialgia non è ancora inclusa nell’elenco delle patologie croniche riconosciute. Questo rallenta anche tutti gli aspetti di approfondimento che la nostra Regione sta ovviamente cercando di promuovere anche a livello nazionale. È chiaro che il prosieguo dell’indagine epidemiologica è stato sospeso a causa della pandemia da Covid-19 con la medicina generale e i reumatologi nella Regione. È chiaro che questo senza dubbio si inserisce in tutte le difficoltà del tempo difficile che stiamo vivendo.

È stato progettato ed è disponibile un corso di formazione a distanza dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale dell’Emilia-Romagna, un […] per la formazione messo a disposizione dalle aziende sanitarie affinché possano realizzare percorsi formativi locali con i medici di medicina generale e i reumatologi, garantendo il più possibile un’omogenea diffusione in tutti i territori dei contenuti e delle linee di indirizzo. Lo dico perché è chiaro che la pandemia ha causato il rallentamento dell’avvio delle formazioni nei singoli territori, ma questo non ci deve scoraggiare, perché stanno proseguendo appunto i lavori di approfondimento degli esperti regionali rispetto all’efficacia di alcune tecniche che il collega Marchetti elencava.

I risultati dello studio randomizzato controllato sull’efficacia dell’agopuntura nel trattamento dei sintomi della fibromialgia, condotto appunto presso le aziende USL di Bologna e di Reggio Emilia hanno dimostrato in realtà l’efficacia dell’agopuntura, ad esempio, nella riduzione del dolore e della qualità del sonno nei pazienti fibromialgici. L’impegno, quindi, nei prossimi mesi sarà sicuramente l’aggiornamento della delibera 741 del 2014, riguardante i trattamenti da agopuntura a favore di determinate condizioni patologiche.

Tra l’altro è stata istituita, ed è per questo che bisogna dare atto dell’impegno della Regione, altrimenti si è ingenerosi e un po’ omissivi, in Assessorato la cabina di regia sulla fibromialgia, i cui componenti sono gli esperti che hanno redatto le linee guida regionali, che vede la presenza nei componenti del presidente di AMRER.

La pandemia in corso, ovviamente, ha causato rallentamenti dei lavori del gruppo, però l’impegno della Regione, a livello locale è sicuramente proseguito nella diffusione e condivisione dei contenuti delle linee di indirizzo sulla fibromialgia, attraverso la partecipazione ad iniziative locali organizzate, anche tenendo il filo di una collaborazione che ci ha consentito, appunto, lo scorso maggio, di sottolineare l’importanza e di focalizzare la giornata a sostegno della fibromialgia.

È chiaro che cosa significa questo? Dobbiamo arrenderci ai tempi della pandemia e dei rallentamenti per nulla? Significa però prendere atto delle molteplici azioni assunte, che non sono sufficienti, perché poi il dolore delle persone purtroppo è molto concreto, è impellente, quindi urge avere una risposta. Dobbiamo però sicuramente dire che il percorso è avviato, è integrato, è in linea con i dispositivi di salute e benessere della Regione, cerca di sostanziare una sollecitazione anche a livello nazionale, perché noi cerchiamo sempre di integrare, di implementare, ma ovviamente c’è anche un pezzo che è in carico al sistema nazionale, quindi essendo convinti di poter senz’altro assumere la sollecitazione per riprendere il percorso con ancora più convinzione, come appunto rifletteva il collega, pensiamo però di non poter approvare la risoluzione in oggetto per quello che ho sancito. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliera Mori.

Ha chiesto la parola il consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Presidente, colleghi, è da tre anni che approviamo atti sulla fibromialgia, è da tre anni che la Giunta, però, ignora quello che chiediamo.

L’Assemblea dà voce ai problemi dei cittadini, ma viene sistematicamente ignorata dall’assessorato alla sanità. Perché, mi domando, tutto questo? Perché c’è chi parla di questi problemi solo vicino alle elezioni, salvo poi dimenticarsene fino alla tornata elettorale successiva. Questa risoluzione ha un grosso merito: quello di ricordare che c’è una parte di popolazione che soffre, e che questa Regione ha il dovere di aiutare.

La risoluzione indica anche come prevenzione, analisi, ben precisi interlocutori negli ospedali: non basta dirsi d’accordo, dobbiamo dare seguito alle promesse e agli impegni presi, senza che questo conduca alla nascita di nuove burocrazie.

Chi sta male ha diritto a risposte, e non a moduli da compilare. Questa Giunta ha il dovere di lavorare per dare seguito agli impegni presi, e mi auguro che lo faccia.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliere.

Al momento nessuno è iscritto in dibattito generale. Non arrivano richieste di intervento, quindi passiamo alle dichiarazioni di voto. Cinque minuti per ogni consigliere per Gruppo.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Noi continuiamo a pensare che sia opportuno, comunque, dare un segnale a quei cittadini che, come dicevo durante l’illustrazione della risoluzione in questione, si sentono letteralmente abbandonati. Come ha ripercorso la collega Mori, certamente sono stati portati avanti studi nel corso degli anni, ci sono state esperienze all’interno delle aziende sanitarie del nostro servizio sanitario regionale, però sta di fatto che ancora oggi tantissimi cittadini ci contattano per segnalarci un vero e proprio stato di abbandono. Questo è il sentimento che c’è tra queste persone. Ciò significa che, evidentemente, quel che è stato fatto nel corso degli ultimi anni non è sufficiente.

Noi, guardate, non chiediamo chissà quali azioni impossibili da realizzare. Non abbiamo nemmeno la pretesa di veder risolvere tutte le problematiche nel giro di pochi giorni o di pochi mesi, ma chiediamo di riprendere un percorso che, come è stato detto anche da chi è intervenuto dai banchi della maggioranza, è già datato di fatto. Stiamo parlando di alcuni anni fa; poi, è vero, c’è stata la pandemia nel frattempo, ma ciò non significa che ci dobbiamo accontentare di quanto abbiamo fatto fino ad oggi, soprattutto, ripeto, se le persone, i diretti interessati ritengono che al momento non ci sia comunque un’assistenza adeguata per questi casi.

Quindi, le nostre richieste erano molto semplici: istituire una commissione tecnica sulla fibromialgia, ma soprattutto creare centri di riferimento ospedalieri su tutto il territorio regionale, in modo da avere dei veri e propri punti di riferimento a livello territoriale. Non ci sembrava una richiesta così impossibile da realizzare e da seguire. Sta di fatto che ci dispiace, ci dispiace soprattutto per tutte quelle persone che ogni giorno ci contattano – e immagino che non contattino soltanto la Lega – e che continuano a portare avanti delle richieste ben precise, che evidentemente la maggioranza che siede in questa Assemblea ritiene inopportuno seguire.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliere.

Non vedo altre richieste di dichiarazioni di voto.

Apriamo la votazione.

Chiudiamo la votazione.

 

Contrari 22

Favorevoli 16

Astenuti 0

 

È respinta.

 

La risoluzione, dunque, è respinta.

Passiamo, adesso, alla risoluzione 3603.

Consigliera Zappaterra?

 

(interruzione della consigliera Zappaterra)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Quindi un voto contrario in più. Aggiungiamo ai 22 un altro voto contrario.

 

Contrari 23

Favorevoli 16

 

È respinta.

 

OGGETTO 3603

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare, presso il Mise, una soluzione in merito alla liquidazione della Manifattura Riese e relativi posti di lavoro e favorire la creazione di percorsi di ricollocamento e reingresso nel mondo del lavoro, con specifica attenzione all’occupazione femminile, nei settori produttivi maggiormente colpiti dalla crisi pandemica, in particolare, nell’area tra Reggio Emilia e Modena. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Amico

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo, adesso, alla risoluzione 3603 a firma dei consiglieri Bondavalli e Amico: risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare, presso il MiSE, una soluzione in merito alla liquidazione della Manifattura Riese e relativi posti di lavoro e favorire la creazione di percorsi di ricollocamento e reingresso nel mondo del lavoro, con specifica attenzione all’occupazione femminile, nei settori produttivi maggiormente colpiti dalla crisi pandemica, in particolare, nell’area tra Reggio Emilia e Modena.

Ha chiesto la parola la consigliera Bondavalli.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Mi fa particolarmente piacere arrivare proprio in questa giornata a discutere questa risoluzione, che in particolare riguarda la Manifattura Riese, storica azienda emiliana della moda – è stata fondata oltre mezzo secolo fa – a cui fa capo il brand Navigare. Come sappiamo, questa azienda è stata posta in liquidazione e contestualmente sono state avviate le procedure per il licenziamento collettivo degli 82 dipendenti. Peraltro, un numero che si è ridotto.

La situazione di questa azienda nei dettagli ho provato anche a raccontarla questa mattina nel question time; un question time che è stato presentato proprio a seguito dello sciopero di sabato scorso e anche della indisponibilità, ad oggi, da parte della proprietà, a partecipare agli incontri convocati al MISE. Proprio mentre parliamo e affrontiamo questa discussione è in corso una nuova riunione del tavolo di salvaguardia convocato presso il Ministero dello sviluppo economico.

L’intenzione delle Istituzioni, l’intenzione di questa Giunta, ci è già stato detto, è quella di sostenere ogni iniziativa possibile per garantire continuità produttiva e occupazionale, anche a fronte di un’azienda – ricordiamolo – e di un marchio storico del made in Italy. Nel dispositivo, oltre all’impegno di seguire da vicino e con attenzione la vertenza in oggetto da parte dell’azienda, impegno che peraltro è già stato confermato, c’è un’altra richiesta che avanziamo alla Giunta, ed è per questa ragione che è stata mantenuta oggi questa risoluzione. Peraltro, ringrazio anche il consigliere Amico per averla firmata.

Allora, nel dispositivo si chiede alla Giunta di attivarsi, coerentemente con quanto previsto negli obiettivi contenuti nel Patto per il lavoro e per il clima, con specifica attenzione proprio all’occupazione femminile, per favorire la creazione di percorsi celeri di ricollocamento e di reingresso nel mondo del lavoro delle categorie di lavoratori e lavoratrici dei settori produttivi che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi pandemica. Naturalmente qui c’è un particolare riferimento a un’area del territorio regionale, quella della pianura posta ai confini tra Reggio Emilia e Modena, recentemente interessata da diverse situazioni di crisi aziendali e conseguente perdite di posti di lavoro.

Una risoluzione, dunque, che tiene conto – e qui sta, secondo me, il punto politico molto importante – di interventi di ricollocamento lavorativo nell’ambito, come si diceva, degli obiettivi contenuti nel Patto per il lavoro e per il clima. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliera Bondavalli.

Si è iscritto adesso il consigliere Amico Federico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Ho sottoscritto convintamente questa risoluzione perché mi pare anche emblematico il modo attraverso il quale si è giunti alla situazione attuale della vertenza specifica per la Manifattura Riese. È evidente che, nella trattativa che si è aperta sulla scorta della crisi economica che si è andati ad affrontare, la proprietà non si manifesti, anche perché questa proprietà è riconducibile a dei fondi finanziari, quindi non precisamente degli investitori.

La questione nello specifico, oltre che mettere a repentaglio i posti di lavoro per le 82 persone, soprattutto di genere femminile, chiaramente non consente più di tanto, data l’assenza della proprietà ai tavoli di confronto, di trovare soluzioni alternative a quelle che vengono proposte dalla stessa proprietà. Proprietà che, come stiamo vedendo, nel momento stesso in cui è delocalizzata rispetto al territorio emiliano-romagnolo anche in altre zone d’Italia procede, data l’interruzione del blocco dei licenziamenti, al licenziamento per via sms, come è avvenuto, per esempio, in Toscana. Proprietà che, lontane dal territorio, non hanno a cuore sicuramente non solo le sorti delle persone che sono impiegate all’interno dell’azienda, ma anche quel capitale di professionalità che si è costruito nel corso degli anni e del tempo proprio nella Manifattura magliaia del nostro territorio.

A questo proposito, le azioni che sono individuate in termini di cornice generale all’interno del Patto per il lavoro e per il clima, così come le iniziative che spesso e volentieri abbiamo intrapreso, in termini di atti di indirizzo, anche all’interno dell’Assemblea ci fanno dire che ci sia la necessità, soprattutto per quanto riguarda quel tipo di professionalità, quel tipo di competenze presenti sul nostro territorio, quel tipo di impiego, soprattutto in ambito femminile, da dover preservare, mantenere, rilanciare e conseguentemente insistere particolarmente sulle politiche attive per il lavoro rispetto alla componente femminile che, ricordiamolo, è stata quella che maggiormente nel corso dei quindici mesi che abbiamo alle spalle ha subìto fortemente quelle che sono state le limitazioni, sia da un punto di vista sociale che lavorativo, e che un impegno della Giunta a procedere attraverso strumenti che consentano la ricollocazione all’interno del nostro territorio di quelle persone sia particolarmente importante, non solo per quanto riguarda la vita dei singoli e delle singole persone specificamente, ma proprio per non perdere quella capacità, quella professionalità, quelle competenze che abbiamo maturato nel territorio. È chiaro che anche percorsi come quelli, per esempio, dei workers buyout, quindi dell’acquisizione in forma cooperativa degli insediamenti produttivi presenti, in questo caso non possono essere attivati non solo per una questione legata alle tempistiche con cui è maturata la crisi aziendale della Manifattura Riese, ma anche perché lo stesso Fondo decide di mantenere il marchio, che è quello che consentirebbe anche una prosecuzione dell’attività e una commercializzazione dei prodotti. A maggior ragione, lo ricordava anche il collega Taruffi precedentemente, l’intervento del pubblico nel facilitare percorsi alternativi diventa sempre più centrale e determinante per mantenere appunto quelle professionalità, quella capacità produttiva, quel rilancio anche occupazionale sul territorio emiliano-romagnolo.

In questo senso, appunto, la mia firma convinta alla risoluzione della consigliera Bondavalli. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliere.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Mori.

 

MORI: Grazie, presidente.

Ringrazio la collega Bondavalli per aver posto alla nostra attenzione questa questione così impegnativa. Mi associo alla riflessione dei colleghi, ritenendo che la liquidazione dell’azienda Manifattura Riese abbia posto ancora una volta al centro dell’impegno regionale una crisi aziendale, affrontata al di là delle dirette competenze istituzionali, facendosi carico di perseguire l’obiettivo di maggior salvaguardia sia del personale che del comparto produttivo.

È chiaro che la prospettiva del licenziamento collettivo e della liquidazione di questa storica azienda rappresenta una ferita e devo dire che l’immediata convocazione del tavolo regionale prima e del tavolo nazionale poi, l’incontro in corso, in sostanza un impegno sul lavoro, sull’occupazione e sulla produzione necessario per la ripresa, è sempre al centro dei nostri pensieri e della nostra azione istituzionale.

Il Gruppo del Partito Democratico non può che stigmatizzare, ad oggi, sperando che possa cambiare, il comportamento liquidatore della proprietà che, ovviamente, come rappresentava il collega Amico, impedisce la ricerca di soluzioni per la continuità produttiva; non può che valutare inaccettabile sottrarsi al confronto, di fronte soprattutto all’incertezza in cui versano i dipendenti e non può che registrare quanto questo comportamento non renda onore alla responsabilità sociale d’impresa e all’impegno di tanti imprenditori e imprenditrici, appunto, impegnati in prima persona, mettendoci la faccia in diverse vertenze. La forma è sostanza e, come ha sostenuto l’assessore alle attività produttive di Carpi, un marchio non è solo una scritta su una maglia. Io dico: un marchio è portatore di una storia, di una reputazione che lo rende tale. Di questo stiamo parlando, oltre che di tutte le persone che incarnano questa reputazione.

Le lavoratrici, i lavoratori, le sigle sindacali, le oltre 80 famiglie coinvolte restano, ora, in trepidante attesa. Confidiamo in un cambiamento di approccio, in una sostanziale presa di responsabilità rispetto a soluzioni concrete per evitare questa cesura sociale e occupazionale in cui, ancora una volta, a pagare il prezzo più alto sono ‒ lo hanno detto i colleghi benissimo ‒ sempre le donne.

Per questo, guardando avanti nella denegata ipotesi non si riesca a trovare una soluzione utile, condividiamo l’appello di mettere in campo tutti gli strumenti necessari da parte della Regione e, suo tramite, da parte dello Stato, in termini sia di ammortizzatori sociali che di reinserimenti.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliera Mori.

Altre consigliere o consiglieri chiedono di intervenire? Al momento nessun iscritto.

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto.

A questo punto, apriamo la votazione.

Chiudiamo la votazione.

 

Favorevoli 29

Contrari 0

Astenuti 0

 

È approvata.

 

La risoluzione, dunque, è approvata.

 

OGGETTO 3570

Risoluzione per impegnare la Giunta a integrare, con proprie risorse, l’importo dell’indennità mensile di frequenza corrisposto dall’INPS ai minori disabili. A firma dei Consiglieri: Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Abbiamo ancora dieci minuti, quindi direi di procedere con la risoluzione 3570, a firma dei consiglieri Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo: risoluzione per impegnare la Giunta a integrare, con proprie risorse, l’importo dell’indennità mensile di frequenza corrisposto dall’INPS ai minori disabili.

Chiede di intervenire il consigliere…

Accenda il microfono, per cortesia, per la registrazione.

 

TAGLIAFERRI: Il mio voto era favorevole.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Aggiungiamo il voto favorevole ai 29 e saliamo a 30.

Questa risoluzione non intende illustrarla nessuno dei proponenti? Altrimenti passiamo alla votazione.

Consigliere Tagliaferri, ha la parola.

 

TAGLIAFERRI: Nelle crisi a pagare sono sempre i più deboli e oggi tra le categorie più fragili ci sono i minori disabili, doppiamente colpiti e quindi necessitanti del nostro sostegno, ma soprattutto della nostra coscienza di esseri umani.

Con questa risoluzione chiediamo che la Regione integri, con proprie risorse, l’importo di indennità mensile corrisposto dall’INPS ai minori disabili fino alla somma di 522 euro, valutando altresì, sempre attraverso un proprio contributo, l’erogazione di un sussidio integrativo per i mesi estivi nel caso in cui i ragazzi, non potendo frequentare corsi scolastici o strutture riabilitative accreditate ASL, perdano il diritto di ricevere il sussidio da parte dell’INPS. Il perché è presto detto: l’indennità mensile di frequenza è un aiuto di natura economica erogato direttamente dall’INPS a favore di minori disabili che usufruiscono della legge 104; è destinata ai cittadini italiani minori con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età, nonché ai minori ipoacustici che presentino una perdita uditiva superiore ai 60 decibel nell’orecchio migliore, nelle frequenze di 500, 1000, 2000 Hz, che soddisfano i requisiti sanitari e amministrativi previsti dalla legge, ed è subordinata all’effettiva frequentazione di scuole pubbliche o private di ogni ordine e grado, nonché la frequentazione di centri di riabilitazione o formazione.

L’assegno viene corrisposto per la durata effettiva della frequenza del corso o del trattamento terapeutico riabilitativo per un massimo di dodici mensilità. Purtroppo, nonostante il sussidio sia formalmente finalizzato all’inserimento scolastico e sociale dei ragazzi, nei fatti si riduce a un mero incentivo alla frequenza scolastica, dal momento che l’indennità viene versata solo nei mesi che vanno da settembre a maggio ed è subordinata alla frequenza scolastica.

L’erogazione dell’indennità è legata unicamente alla certificazione della frequentazione effettiva di corsi scolastici o corsi di riabilitazione, formazione da allegare alla domanda, ma non tiene conto del pagamento di rette e servizi aggiuntivi per disabili o eventuali altre spese sostenute. Così fatto, questo aiuto non è ciò di cui questi ragazzi hanno bisogno, non è quello a cui hanno diritto.

Per questo chiediamo a questa Assemblea di impegnare la Giunta a integrare con proprie risorse i fondi INPS e sanare un’ingiustizia e dimostrare davvero che siamo l’Emilia-Romagna nei fatti e non solo a parole.

Questa è l’occasione vera e concreta per non lasciare indietro nessuno. Vediamo cosa deciderà di essere la maggioranza e la Giunta di questa Regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliere.

Da remoto, ha chiesto di intervenire il consigliere Lisei.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Per integrare quanto già esposto in maniera esaustiva dal mio collega. Le intenzioni di questa risoluzione sono quelle di andare incontro alle esigenze di tante famiglie e soprattutto di porre un rimedio a una previsione normativa che ormai ai tempi d’oggi ha poco senso di esistere. Il sussidio che oggi viene erogato viene formalmente erogato per l’inserimento scolastico e sociale dei ragazzi che sono portatori di una disabilità, e questo si differenzia, invece, dai sussidi che vengono erogati per le persone disabili e per l’invalidità civile, ad esempio.

Oggi questo sussidio, quindi, innanzitutto ha una forma molto ridotta rispetto al sussidio che viene erogato per le persone portatrici di invalidità civile, che è stato innalzato, tra l’altro, da parte proprio dell’emendamento proposto da Fratelli d’Italia, da 286 euro a 522 euro.

In più, questo sussidio erogato dall’INPS, proprio perché legato alla frequentazione scolastica, viene erogato, ed è in forma molto più bassa, perché è di 180 euro circa, soltanto per i mesi nei quali questi ragazzi frequentano l’obbligo scolastico. Questo comporta che per i mesi estivi vi è una completa assenza di copertura, di sussidio, nonostante nei mesi estivi, invece, le famiglie che hanno al proprio interno persone con disabilità, ragazzi con disabilità, quindi parliamo in questo caso di minori […] hanno particolarmente bisogno sia per […] magari di centri festivi, sia magari per l’assistenza domiciliare, per una serie di esigenze che sono legate appunto alla presenza di […] disabili. Per questo abbiamo presentato questa risoluzione, sia per andare incontro alle esigenze di queste famiglie, sia ovviamente per equiparare quello che oggi è il sussidio erogato dallo Stato all’assegno per l’invalidità civile che viene corrisposto alle persone maggiorenni con disabilità.

Questo è un grave vulnus legislativo che è presente all’interno del nostro ordinamento e che purtroppo pagano in maniera molto salata le famiglie, che devono farsi carico integralmente di minori disabili, soprattutto nel periodo estivo.

Per questo abbiamo presentato questa risoluzione che, tra l’altro, chiede e impegna la Giunta semplicemente a valutare la possibilità di integrare con proprie risorse questa indennità mensile di frequenza, perché oggi così è, indennità mensile di frequenza […] assegno di invalidità integrarlo per dare un po’ di sollievo alle tante famiglie che, appunto, ci hanno sollevato questo problema e anche fatte tante associazioni che sono coinvolte, seguono e aderiscono a diversi progetti. Crediamo che la risoluzione dia un segnale positivo, un segnale di attenzione alla disabilità e che si inserisca in un contesto normativo che oggi è particolarmente lacunoso, e speriamo ovviamente che trovi il voto favorevole anche dei colleghi.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ci sono altri che intendono intervenire? Dichiarazioni di voto? Altrimenti, di corsa, chiudiamo la seduta con la votazione.

Nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, quindi passiamo alla votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 10

Contrari 22

 

È respinta.

 

La risoluzione, dunque, non è approvata.

Sono le ore 17,29. Ci riaggiorniamo a domani.

Buona serata a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 17,29

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI; Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Michele FACCI, Pasquale GERACE; Giulia GIBERTONI, Marco LISEI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI; Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI; Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Elena Ethel SCHLEIN.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Andrea CORSINI e i consiglieri Gabriele DELMONTE, Ottavia SONCINI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2715

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale, quale soggetto sottoscrittore dell’accordo del 15 aprile 2016, a sospendere, per quanto di competenza, l’iter finalizzato alla realizzazione dell’infrastruttura autostradale denominata “Passante di mezzo” della città di Bologna, e comunque, in ogni caso, ad effettuare una compiuta analisi della concentrazione di agenti inquinanti nel tratto autostradale interessato. A firma dei Consiglieri: Facci, Marchetti Daniele

 

Titolo: 2715 - votazione risoluzione - ("Passante di mezzo" della città di Bologna)

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:13

Contrari/No:21

Astenuti:5

Non votanti: 1

Assenti:10

 

Favorevoli/Si


Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Facci Michele; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Pompignoli Massimiliano; Lisei Marco

 

Contrari/No


Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Castaldini Valentina; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rossi Nadia; Tarasconi Katia; Zappaterra Marcella; Rontini Manuela; Sabattini Luca

 

Astenuti


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Piccinini Silvia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia

 

Non votanti

Petitti Emma


Assenti


Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Gibertoni Giulia; Maletti Francesca; Montalti Lia; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Soncini Ottavia

 

 

OGGETTO 3326

Risoluzione per impegnare la Giunta a dare maggiore impulso al Piano banda larga (e ultra-larga), nonché all'attuazione dell'Agenda digitale per i territori montani e le aree interne. A firma dei Consiglieri: Daffadà, Costa, Fabbri, Caliandro, Pigoni, Montalti, Maletti, Costi, Mori, Bondavalli, Tarasconi, Sabattini, Zappaterra, Bulbi, Rontini, Taruffi, Rossi, Zamboni, Gerace

 

Titolo: 3326 - votazione risoluzione (Piano banda larga e Agenda digitale per territori montai e aree interne)

 

Presenti al voto:38

Favorevoli/Si:36

Non votanti:2

Assenti:12

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Facci  Michele; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Sabattini Luca

 

Non votanti


Liverani Andrea; Petitti Emma

 

Assenti


Bargi Stefano; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Montevecchi Matteo; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Soncini Ottavia

 

OGGETTO 2687

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere percorsi formativi rivolti ai medici di famiglia per migliorare la competenza in ambito di diagnosi precoce della fibromialgia; a promuovere campagne di sensibilizzazione della popolazione; a istituire una commissione tecnica sulla fibromialgia e a creare centri di riferimento ospedalieri. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Pelloni

 

Titolo: 2687 - votazione risoluzione (percorsi formativi per medici di famiglia per diagnosi precoce fibromialgia)

 

Presenti al voto:40

Favorevoli/Si:16

Contrari/No:23

Non votanti:1

Assenti:10

 

Favorevoli/Si


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari/No


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Zamboni Silvia;

Assenti


Bergamini Fabio; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Gibertoni Giulia; Petitti Emma; Rainieri Fabio; Soncini Ottavia;

 

OGGETTO 3603

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare, presso il Mise, una soluzione in merito alla liquidazione della Manifattura Riese e relativi posti di lavoro e favorire la creazione di percorsi di ricollocamento e reingresso nel mondo del lavoro, con specifica attenzione all’occupazione femminile, nei settori produttivi maggiormente colpiti dalla crisi pandemica, in particolare, nell’area tra Reggio Emilia e Modena. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Amico

 

Titolo: 3603 - votazione risoluzione (liquidazione Manifattura Riese)

 

Presenti al voto:31

Favorevoli/Si:30

Non votanti:1

Assenti:19

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Gerace Pasquale; Lisei Marco; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Stragliati Valentina; Tarasconi  Katia;  Taruffi  Igor; Zappaterra Marcella; Tagliaferri Giancarlo

 

Non votanti

Zamboni Silvia

 


Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Gibertoni Giulia; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Petitti Emma; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Sabattini Luca; Soncini Ottavia;

 

OGGETTO 3570

Risoluzione per impegnare la Giunta a integrare, con proprie risorse, l’importo dell’indennità mensile di frequenza corrisposto dall’INPS ai minori disabili. A firma dei Consiglieri: Lisei, Tagliaferri, Barcaiuolo

 

Titolo: 3570 - votazione risoluzione (indennità mensile di frequenza corrisposta dall'INPS ai minori disabili)

 

Presenti al voto:33

Favorevoli/Si:10

Contrari/No:22

Non votante:1

Assenti:17

 

Favorevoli/Si


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari/No


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Gerace Pasquale; Maletti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Zamboni Silvia

 

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Gibertoni Giulia; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Petitti Emma; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Soncini Ottavia

 

 

 

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti – Zamboni

Bergamini - Montalti

 

 

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