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143.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 11 MAGGIO 2022

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 5029

Relazione per la Sessione Europea dell'Assemblea legislativa per l'anno 2022, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

 

OGGETTO 5146

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2022. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione Europea".

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

TARUFFI (ERCEP)

MARCHETTI Daniele (Lega)

SABATTINI (PD)

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 4474

Risoluzione per impegnare la Giunta ad azzerare l'addizionale regionale riguardante l'accisa sul gas naturale a sostegno delle famiglie, delle imprese e dei cittadini. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

CASTALDINI (FI)

SABATTINI (PD)

ZAMBONI (EV)

OCCHI (Lega)

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 4988

Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo e al Parlamento di assicurare, nell'ambito della conferma degli impegni internazionali assunti dal nostro Paese e in relazione all'incremento delle spese militari fino al 2% del PIL, un approccio che garantisca gradualità e progressività nel tempo, tenendo conto degli effetti che la crisi economica, conseguente alla guerra russo-ucraina, sta producendo sulla società italiana. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Taruffi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

COSTA (PD)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (ERCEP)

PICCININI (M5S)

ZAMBONI (EV)

LISEI (FdI)

 

OGGETTO 4964

Risoluzione per impegnare il Presidente e la Giunta ad intraprendere ogni iniziativa nei confronti di BPER – Banca Popolare dell'Emilia-Romagna, del sistema bancario generale e di ogni altro soggetto pubblico o privato che ritenga interessato, affinché si eviti la chiusura di filiali e sportelli bancomat su tutto il territorio regionale, e per ricercare un punto di equilibrio fra la necessità di digitalizzazione del sistema creditizio e la necessità di assicurare servizi essenziali alla popolazione, con particolare attenzione alle aree periferiche, interne e montane. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri, Sabattini, Daffadà, Costi, Mori, Caliandro, Gerace, Pillati, Bulbi, Rontini

(Rinvio in Commissione)

PRESIDENTE (Rainieri)

FABBRI (PD)

 

OGGETTO 4619

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'inserimento di percorsi interni alla rete degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) dell'Emilia-Romagna, rivolti a ragazzi con disturbi dello spettro autistico e altre tipologie di disabilità, al fine di valorizzarne capacità e competenze. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Pelloni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MARCHETTI Daniele (Lega)

PILLATI (PD)

 

OGGETTO 5086

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare misure per favorire il reinserimento lavorativo di persone disoccupate di lungo periodo e, in particolare, degli ultracinquantenni. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pompignoli, Facci, Rancan, Bergamini, Liverani, Occhi, Rainieri, Montevecchi, Delmonte, Catellani, Stragliati

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 5073

Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo per ripristinare il credito di imposta sul carburante per i taxi al 100%, al fine di contrastare il caro carburanti tutelando di fatto un servizio imprescindibile per la mobilità delle città emiliano-romagnole. A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

(Discussione e rinvio)

PRESIDENTE (Rainieri)

LISEI (FdI)

SABATTINI (PD)

LISEI (FdI)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

SABATTINI (PD)

TARUFFI (ERCEP)

BESSI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetti 514649884619

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,51

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 143 del giorno 11 maggio 2022. 

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, il presidente Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza i consiglieri Amico, Mastacchi e la consigliera Zappaterra, l’assessore Corsini e le assessore Lori e Salomoni.

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 5029

Relazione per la Sessione Europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2022, ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 16/2008.

 

OGGETTO 5146

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: “Sessione Europea 2022. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea”.

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Continuiamo con la discussione sulla Sessione europea.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Provo ad aggiungere alcune considerazioni all’ampio dibattito che abbiamo fatto nel corso della mattinata. Parto da un ringraziamento non formale, ma sentito, innanzitutto agli uffici e a tutte le strutture tecniche della Giunta che, come sempre, assistono il nostro lavoro in modo ineccepibile.

Credo quindi sia doveroso un ringraziamento a tutte le persone che lavorano nelle strutture, ringraziamento che ovviamente estendo anche al presidente della Commissione e ai colleghi in particolar modo Sabattini e Bessi, con i quali abbiamo affrontato questo percorso oltre, ovviamente, alla vice presidente e alla Giunta.

Come dicevo, brevi considerazioni, che credo però importanti, anche sul contesto nel quale si inserisce questa discussione. Abbiamo da poco approvato la programmazione dei Fondi europei (parlo della nostra Regione) 2021-2027, una discussione che ci ha impegnati per diverse settimane e che ha portato la Regione Emilia-Romagna ed essere la prima Regione ad approvare quella programmazione.

Siamo nel pieno dell’attuazione delle risorse che arrivano dall’Unione europea attraverso il Next Generation EU e quindi il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che per la nostra Regione comporta investimenti (stanno arrivando investimenti molto ingenti nell’ordine di diversi miliardi di euro), programmazione dei Fondi europei, che sono altri Fondi strutturali e sono altri 2,5 miliardi.

Siamo in un contesto quindi particolarmente importante e significativo, diciamo sempre che la Regione Emilia-Romagna o è in Europa o non è, e vorrei che questo fosse patrimonio condiviso e comune anche da parte di quelli che nel corso della mattinata hanno segnalato una posizione critica nei confronti dell’Unione europea, dell’Europa tout-court.

Penso che le critiche (alcune le muoverò) siano per certi aspetti inevitabili e doverose, ma credo che con lucidità dovremmo anche guardare quello che è il contesto in cui l’Emilia-Romagna, visto che noi siamo il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, si sta muovendo. Non possiamo non collocare la discussione della Sessione europea in un contesto diverso da quello che ho richiamato. Ancora una volta la programmazione dei fondi europei, il Piano nazionale di ripresa e resilienza sono risorse che non arrivano dalla luna, non arrivano da Marte, ma arrivano dall’Europa. Credo che tutti quanti i Gruppi di quest’aula dovrebbero avere piena consapevolezza della realtà di cui discutiamo.

La Sessione europea quest’anno si colloca tra due grandi crisi: la pandemia, che ci stiamo faticosamente lasciando alle spalle, ma che non è ancora sconfitta del tutto, e la grave crisi causata dalla guerra in Ucraina, dall’invasione della Russia, decisa dalla Russia nei confronti dell’Ucraina. Tra la pandemia e la guerra, la Sessione europea nostra, il percorso che stiamo discutendo si colloca in questo contesto. Credo che l’ordine di grandezza nel quale collocare la nostra discussione debba avere queste stelle polari.

Dire che l’Europa poteva fare di più e meglio nel contrasto alla pandemia è sempre vero, perché si può fare sempre di più e sempre meglio. Definire un “fallimento” la strategia e la politica europea di contenimento del virus mi sembra una cosa che non sta nella realtà. Lo voglio dire con chiarezza. Penso che l’elemento di crisi che ha generato la pandemia abbia portato anche a un significativo cambio di rotta delle politiche europee. È stato accantonato il Patto di stabilità. Abbiamo superato quella concezione, il fiscal compact, che è stata una ghigliottina, che ha prodotto danni sociali, che ha prodotto elementi di iniquità e di ingiustizia. Abbiamo abbracciato un’altra politica, un’altra modalità di pensare l’Europa. Le risorse, i 200 e oltre miliardi che arrivano in Italia attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza sono anche frutto di quel cambio di marcia e di paradigma delle politiche europee. Buona parte di quei 200 miliardi sono a fondo perduto e una parte consistente sono sotto forma di prestiti, che quindi dovremo ripagare. Però non si può non cogliere lo scarto che c’è stato.

Certo, se guardiamo l’Unione europea, e la guardiamo... Anzi, vorrei che provassimo a chiamarli “Stati Uniti d’Europa”. Noi abbiamo bisogno del rapporto con gli Stati Uniti, abbiamo bisogno di un rapporto fortissimo con gli Stati Uniti, ma con gli Stati Uniti d’Europa. Io penso infatti che sia quella la nostra collocazione; anche perché, da un punto di vista economico, e lo diciamo poco, l’Europa rappresenta non solo 500 milioni di cittadini, ma la prima economia mondiale.

Se esistessero veramente, gli Stati Uniti d’Europa sarebbero la prima potenza mondiale. È forse anche per questo che tanto a est quanto a ovest, rispetto all’Europa, non tutti forse hanno così estremo piacere e interesse che effettivamente si costruiscano gli Stati Uniti d’Europa. Noi però siamo europei e quella stella polare io credo che noi dovremmo averla ben chiara in mente, provando a dare un contributo, da questo punto di vista, perché ad esempio, nel periodo drammatico in cui siamo, è assordante, purtroppo, il silenzio che c’è sul tema della mancanza di una difesa comune europea.

Dopo forse discuteremo del tema delle risorse che destiniamo all’aumento delle spese militari. Io penso che o lo si fa nella cornice di una difesa comune europea, oppure rischiano davvero spendere male i soldi, e soprattutto di non capire bene in che direzione.

Penso che sulle politiche migratorie serva una cornice differente non solo perché finalmente, anche chi è al Governo oggi, come è stato ricordato, si è accorto che effettivamente esistono degli ambiti della vita produttiva del nostro Paese in cui, senza la forza che arriva anche attraverso la manodopera di altri Paesi, noi siamo in difficoltà, come Paese.

Ma la politica migratoria comune deve essere… Soprattutto, ce ne siamo accorti, qualcuno forse tardivamente, con la guerra in Ucraina. Oggi il peso maggiore di quelli che scappano dalla guerra si è scaricato sulla Polonia, si sta caricando sulla Polonia, uno di quei Paesi che oggi invocano l’aiuto del sistema europeo, giustamente. Ma la Polonia è stato anche uno dei Paesi, insieme ad altri che oggi ho sentito osannare, tra cui l’Ungheria di Orban, che quando l’Italia ha avuto bisogno, e abbiamo sempre bisogno da questo punto di vista, ha fatto gesti che in quest’aula non posso riprodurre, ma sono stati molto chiari ed espliciti.

Le politiche migratorie dell’Unione europea quindi devono esserci, sia sulle sponde del Mediterraneo, sia nei confini orientali, sia per accogliere i migranti, chi oggi fugge dalla guerra in Ucraina, sia chi fugge da altre guerre in altre parti del mondo, perché l’Unione europea ha fatto della solidarietà e del valore della difesa della persona umana la propria caratteristica fondante e fondativa. L’Europa è questo. È il sistema keynesiano. È il sistema di tutela di welfare. È l’economia sociale di mercato, economia sociale. L’Europa è questa. Non sono i muri, non sono lasciar affondare le navi nel mare, non è niente di tutto questo. La difesa dei confini non è far annegare delle persone in mare. Non è la difesa dei confini. Questa è un’aberrazione che non c’entra niente con l’Europa.

Oggi ci siamo resi conto, anche qui forse tardivamente, che in Italia manca una politica energetica degna di questo nome da almeno vent’anni, ma io credo debba essere sviluppata a livello europeo, perché non è possibile che quello che è un problema che abbiamo oggi, la dipendenza energetica dalla Russia, si scarichi in modo diseguale sui Paesi europei, perché non tutti siamo nella stessa condizione, ed è un problema. Così come è un problema che esistano politiche fiscali differenti all’interno dell’Unione europea ed è un problema che esista un costo del lavoro differente nell’Unione europea. Del resto, gli Stati Uniti d’Europa, come io penso noi dovremmo abituarci a chiamarla, a chiamarci e a pensarci, non possono permettersi di avere al proprio interno realtà che hanno economie con un costo del lavoro e regimi fiscali così differenti, così diversi, perché poi il dumping purtroppo produce risultati che mettono lavoratori in contrasto con altri lavoratori, imprese contro imprese, ma non in un sistema di concorrenza, in un sistema selvaggio. E le delocalizzazioni, contro le quali ci siamo posti e continuiamo a porci e per le quali chiediamo una legge a livello nazionale contro le delocalizzazioni, sappiamo che hanno un limite, che è una legge nazionale, quando invece dovremmo occuparci di questo tema a livello europeo e dirlo con forza. Come io penso servirebbe un sindacato europeo, perché questo è il livello che dovremmo poter auspicare.

Concludo con un tema che, secondo me, in questo momento non può non sovrastare tutti gli altri: la pace. L’Europa è stato un continente di pace. Dopo la seconda guerra mondiale, quello che ha caratterizzato la storia dell’Europa è stata la continua ossessiva ricerca della pace. Non esiste ragione al mondo per cui abbandonare questo cammino, questo percorso e questa caratteristica dell’Europa.

Oggi la guerra ce l’abbiamo in casa e in Europa, e io penso, e su questo davvero concludo, che faremmo ciascuno per proprio conto la nostra parte se ogni volta che pensiamo a come e a dove mettere le risorse per finanziare le spese militari contestualmente pensassimo anche a come provare a ridurre le ragioni per le quali spesso si scatenano le guerre.

Lo dico e concludo, presidente. Tra queste, c’è anche una politica estera comune, che negli ultimi 30-40 anni (lo dico con una battuta) non è stata esattamente esente da responsabilità, e oggi, se ci troviamo nella situazione in cui ci troviamo, è perché in Europa abbiamo pensato e guardato solo a una sponda, verso una parte dell’emisfero, verso la parte che va verso l’Atlantico, dimenticandoci che l’interesse dell’Europa è anche e soprattutto costruire condizioni di pace verso i confini che stanno all’est e guardano ad est.

Concludo, perché il tempo è scaduto e purtroppo non posso andare avanti, anche se avrei altre cose da dire. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Come ogni anno, l’Assemblea legislativa dà il via all’iter della Sessione europea, coinvolgendo tutte le Commissioni durante il suo percorso, un percorso che si suddivide in sostanza in due fasi, ascendente e discendente.

Oggi, l’aula è chiamata ad esprimersi su una risoluzione, che ovviamente il presidente della Commissione 1 ha illustrato oggi qui in Consiglio, che tiene, o, per meglio dire, dovrebbe tener conto del contributo uscito da tutte le varie Commissioni assembleari.

Dico che dovrebbe tener conto di tutte le riflessioni uscite dalle Commissioni, perché in realtà il testo che oggi stiamo discutendo necessita di alcuni aggiornamenti. Mi riferisco, ad esempio, a quanto riguarda la discussione che si è sviluppata in Commissione Sanità. Al di là della bozza che fu votata in quella sede, sono emersi durante il dibattito ulteriori spunti di riflessione, che mi pare abbiano trovato una condivisione trasversale di tutte le parti politiche presenti in quell’aula.

Lo dico perché la sanità, rispetto alle Sessioni europee che abbiamo già visto negli anni scorsi, ha trovato maggiore spazio in questa discussione per ovvie ragioni, perché stiamo cercando di lasciarsi alle spalle due anni difficili di emergenza sanitaria, di pandemia, e di fronte a noi abbiamo le nuove sfide del Servizio sanitario regionale, quelle che abbiamo chiamato in più occasioni “le nuove emergenze”: le liste d’attesa, tutte le prestazioni sanitarie, ambulatoriali e chirurgiche, che sono rimaste in arretrato durante questo periodo di emergenza. Tutte sfide che non saranno facilmente risolvibili, se non con azioni forti e concrete, che richiedono il contributo di tutte le Istituzioni.

Parliamo spesso, anche per quest’ambito della sanità, dei fondi derivati dal PNRR, fondi certamente importantissimi, da intercettare e da sfruttare. A differenza di tutti gli altri ambiti, però, per quanto riguarda la sanità, lasciatemi dire che, purtroppo, parlare soltanto dei fondi del PNRR non è sufficiente. Come ci siamo detti in altre sedi, con i fondi del PNRR possiamo realizzare nuove strutture, possiamo riqualificare strutture già esistenti, possiamo riammodernare la dotazione tecnologica del nostro Servizio sanitario regionale, ma è necessario affiancare a tutte queste azioni anche la stabilizzazione, ad esempio, del personale sanitario, che durante l’emergenza è entrato a far parte dell’organico della nostra sanità. Su questo personale pende un punto interrogativo enorme. Non sappiamo, in concreto, quale sarà il futuro di questi operatori, se rimarranno tutti, se rimarranno in parte. Questo credo che getti forti dubbi sul futuro e sulla stabilità della sanità emiliano-romagnola. Un problema ‒ lasciatemelo dire ‒ sostanzialmente diffuso in tutto il territorio nazionale, per carità, ma credo che, come Emilia-Romagna, dovremmo comunque mettere in chiaro gli obiettivi che dovremo avere ben in mente da qui in avanti.

È per questo che abbiamo proposto degli emendamenti, tra i vari che abbiamo depositato. Mi riferisco a quello presentato a mia prima firma, che insiste proprio su questo punto: “Al fine di garantire il recupero delle liste d’attesa per prestazioni sanitarie ancora in sospeso, sarà utile valorizzare le misure migliorative adottate nel periodo pandemico, anche stabilizzando il personale assunto nel corso di tale periodo e garantendo la copertura dei servizi che saranno introdotti grazie ai finanziamenti erogati per mezzo dei fondi PNRR”.

Questa proposta intende dare un taglio molto più pratico e concreto rispetto ai discorsi di stampo ideologico che ho sentito, ad esempio, dal consigliere Taruffi che mi ha preceduto; sarà un pochino più terra-terra, ma è un problema serio, che comunque, come Assemblea, dobbiamo affrontare assolutamente.

Come dicevo prima, non bastano i fondi, non bastano i fondi del PNRR, ma servono uomini e donne del Servizio sanitario regionale, quegli uomini e quelle donne che non smetteremo mai di ringraziare per il contributo dato in questi ultimi due anni, e che servono assolutamente, anche in futuro, per garantire una stabilità ai servizi che già abbiamo e a quei servizi che andremo ad introdurre con i fondi e i finanziamenti che riusciremo ad intercettare.

Non basta sventolare la bandierina del PNRR, rischiando di cadere in quella che potremmo chiamare una sorta di sbornia, ma bisognerebbe dare un taglio più pratico, avere una visione concreta di ciò che vogliamo per la nostra sanità. Noi, con questa nostra proposta intendiamo mettere nero su bianco degli obiettivi ben precisi. E speriamo che l’Assemblea legislativa possa accoglierli per valutare anche in futuro ulteriori sbocchi pratici per quanto riguarda quest’ambito.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ricordo che ci sono 23 emendamenti. Passiamo quindi al dibattito generale sulle proposte degli emendamenti. Nessuno interviene sugli emendamenti.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti e sulla risoluzione.

Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

Ringrazio i colleghi che hanno contribuito al dibattito di questa mattina e anche alla formazione del testo, ovviamente primo tra tutti il presidente Pompignoli per il lavoro che abbiamo fatto in queste settimane.

Parto dall’elemento, dal senso. La discussione di questa mattina ha portato tanti contributi. Quando facciamo le Sessioni europee, che non è, per me, un rito istituzionale o un elemento privo di significato, al contrario di qualche considerazione che ho sentito questa mattina, l’importanza della Sessione europea, del percorso che abbiamo fatto, del senso della partecipazione al contributo e al dibattito, ma anche il senso della partecipazione alle discussioni europee, che dà il nostro livello istituzionale. Non è soltanto un dialogo o un confronto sulle norme, ma è anche un elemento assolutamente importante anche per collocare al giusto livello quelle che sono alcune tematiche, che sono anche la cifra della comprensione puntuale di quella che è la complessità sia della realtà che stiamo affrontando a livello territoriale e delle sfide che abbiamo davanti, sia un’ottima palestra per chi, come noi, rappresenta la parte politica, ma anche la struttura tecnica regionale nella capacità di capire qual è l’altezza giusta anche per affrontare alcune tematiche. Inoltre, rafforza in modo importante anche la credibilità di un Ente come la Regione Emilia-Romagna, che sicuramente dimostra la propria capacità nello spendere le risorse, nel programmarle all’interno di quelli che sono sicuramente gli obiettivi a livello europeo, l’abbiamo affrontato con tante discussioni sugli elementi di programmazione, ma anche la credibilità di voler stare all’interno del dibattito politico.

Questa è stata anche un po’ la cifra della scelta che abbiamo fatto nella proposta che ci vedrà votare favorevolmente a questa risoluzione, ma anche alcuni contributi aggiuntivi che abbiamo voluto provare ad inserire all’interno della bozza proposta.

Confermo quindi il nostro voto favorevole anche i contributi dati da un paio di emendamenti firmati dalla consigliera Castaldini sul tema della semplificazione, ribadendo anzi la convinzione, come già aveva fatto l’assessore Calvano, della nostra intenzione di lavorare nella direzione della costruzione di Testi Unici.

Abbiamo voluto anche, in questa logica, rafforzare il tema che riguarda gli obiettivi, i temi e l’altezza da cui dobbiamo guardare alcune sfide, come quella sul tema dell’energia, cercando di rafforzare sia la parte che riguarda il percorso della discussione che faremo sul Piano energetico regionale, collocandolo giustamente all’interno del livello europeo, nazionale, ma anche per quella che è la nostra programmazione regionale, volendo inserire anche un elemento importante, che dipenderà anche dalla nostra capacità, che è la discussione importante che stiamo facendo sul tema delle comunità energetiche.

Con la pandemia l’Unione europea ha saputo cambiare strada, adoperarsi non solo per far fronte all’emergenza sanitaria gravissima, ma anche per sostenere i Paesi membri con provvedimenti indispensabili fino a pochi anni fa, che hanno spostato l’asse della relazione tra gli Stati da quello della competizione a quello della solidarietà.

La costruzione di un’Europa capace di agire e reagire all’emergenza sanitaria, così come alle guerre, mettendo l’economia al servizio delle persone si appoggia su alcuni principi chiari: un investimento deciso sulla transizione ecologica e su quella digitale, l’impegno per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, la trasformazione digitale come pilastri centrali per sostenere la ripresa dell’Europa.

Ci tengo a fare una sottolineatura (su questo chiudo) anche sugli elementi della crisi umanitaria in Ucraina, che ha mostrato un’Europa capace di accelerare i processi di accoglienza, che ha visto la nostra Regione certamente protagonista, e dall’altra parte, però, ha evidenziato anche una grande distonia rispetto alle discussioni degli anni pre-pandemici, dove affrontare i temi dell’accoglienza, di chi scappa da guerre non può essere riservato solo a una discussione come quella che stiamo facendo oggi. Mi auguro che questo elemento di cambiamento possa esserci anche nella discussione su questo tema.

Chiudo con una piccolissima nota. Non credo che in questa risoluzione sia contenuto niente di ideologico e che tantomeno questo concetto ideologico possa essere associato al concetto di allargamento dei diritti o di lotta alle discriminazioni. Si lega, secondo me, più a un concetto vero di sviluppo, di sviluppo reale, che ha un significato diverso dalla semplice crescita. La crescita, per essere veramente sviluppo, deve essere una crescita materiale, una crescita relazionale e una crescita inclusiva. Soltanto con i tre pilastri di questa crescita si ha veramente lo sviluppo, che è la volontà della Regione Emilia-Romagna, una Regione fortemente e certamente [...].

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Altri interventi in dichiarazione di voto?

Collega Sabattini, tolga la prenotazione. Grazie.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Volevo semplicemente esprimere il mio voto, che sarà di astensione, chiaramente, anche per tutte le perplessità che ho cercato di evidenziare, anche nel quadro della necessità di una politica europea, soprattutto in questo periodo storico.

Vorrei solamente illustrare i miei emendamenti. In particolare, nell’emendamento 1 riprendo tutto il tema degli esperti che sono stati auditi nel coordinamento PNRR, che ci hanno descritto il primo lavoro di monitoraggio che hanno avviato. Abbiamo visto che siamo solo all’inizio del lavoro di supporto sui bandi e sul processo di semplificazione e digitalizzazione a loro richiesto, anche da una sollecitazione arrivata dal consigliere Bargi, della Lega, sull’utilità e la necessità di conoscere una mappatura incisiva. Io ho provato a presentare questo emendamento, perché credo sarebbe utile per tutti un monitoraggio di bandi con la direzione generale guidata dal dottor Fieri in tempo reale, quindi avere non solo una mappatura che può essere relazionata nella Commissione, nel coordinamento PNRR, ma anche uno strumento più agile che potrebbe essere la newsletter, utile sia per noi consiglieri, sia anche per tutti gli stakeholder, una cosa sicuramente piccola, ma fondamentale per guardare il lavoro che si sta facendo in tempo reale.

Come ho già spiegato nella seconda parte del documento della Sessione europea, ci sono punti che secondo me devono essere attenzionati come il processo di autoconsumo energetico e minor consumo del suolo, verso cui le aziende si stanno indirizzando per rispondere agli aumenti delle tariffe. La Regione deve essere molto veloce, con un cambio della cornice regionale, così come ho spiegato precedentemente.

Ritengo poi fondamentale accendere un riflettore. Oggi il nostro presidente… Purtroppo i giornali non lo riprenderanno, però accade che di fronte ad una narrazione molto forte rispetto ad alcuni temi legati al genere, che il nostro presidente della Regione dica per la prima volta che evidentemente la sinistra ha fatto molti errori nel non indicare politiche di tutela della famiglia è una cosa, secondo me, decisamente rivoluzionaria.

Spero che i colleghi, soprattutto di maggioranza, prendano atto della direzione anche politica che oggi è stata presa, non solamente su temi fondamentali. Certamente su quello dell’Europa, ma è una direzione, secondo me, molto interessante da prendere. Faccio presente che anche Colla, molte volte in Commissione, tutte le volte che ho avuto modo di sentirlo pubblicamente, ha fatto notare che forse un nuovo accento proprio sulla famiglia andrebbe messo.

Ne sono contenta. C’è voluto tanto tempo, ma piccoli passi servono, il che vuol dire misure sostanziali economiche. Vorremmo vedere queste politiche in maniera più netta. Ho spiegato la questione della sanità, soprattutto sugli screening oncologici, e qui è la necessità anche dell’emendamento 2 che ho presentato.

Per quanto riguarda l’emendamento 3, ho avuto anche un dialogo, per cui pare che questo verrà accettato e accolto. Qua è molto semplice, chiedo di prendere atto di quello che è già accaduto nella normativa nazionale e poi a seguire, nella legge regionale sulla guerra. Si parla di accoglienza diffusa, da valorizzare e sostenere: in questo documento rischia di non venire citato, per questo ho passato all’emendamento 3.

Ringrazio molto i colleghi per averlo accettato e poi, quindi, votato positivamente.

Per quanto concerne l’emendamento n. 4, ho voluto mettere nero su bianco e provare a rendere più chiaro possibile un punto, che è quello dell’Europa più forte nel mondo, dove tra gli atti principali su cui si poggia la risoluzione penso sia utile che sia declinato nella risoluzione stessa, soprattutto nell’ottica del contesto internazionale che stiamo vivendo, un accenno all’aerospace economy.

So che ci sono un po’ di perplessità su dove vorrei venisse posto questo emendamento, la parte del documento, e su questo io sono – si direbbe – da uova e da latte, per cui su qualsiasi richiesta di modifica, purché particolarmente appropriata, su qualsiasi tipo di spostamento all’interno del documento sono disponibile.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Altri interventi in dichiarazione di voto? Bene.

Passiamo, quindi, alla votazione degli emendamenti. Vi chiedo un po’ di attenzione.

Nomino scrutatori i consiglieri Pigoni, Bulbi e Occhi.

Partiamo con l’emendamento n. 19, a firma Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 5, a firma Occhi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 20, a prima firma Bessi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 21, a prima firma Bulbi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 22, a prima firma Gerace.

Favorevoli? Contrari?

Favorevoli?

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Questo è a prima firma Gerace.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Gerace, Rontini, Bulbi, Mumolo, Pillati, Pigoni, a prima firma Catellani.

Chiedo scusa alla consigliera Catellani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 15, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 16, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 6, a firma Occhi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 17, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 7, a firma Daniele Marchetti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 12, a firma Montevecchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 9, a firma Catellani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 1, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 13, a firma Montevecchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

L’emendamento n. 10, a firma Catellani, è ritirato.

Emendamento n. 23, a firma Catellani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 2, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 11, a firma Catellani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 14, a firma Catellani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 3, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 18, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 4, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 8, a firma Marchetti Daniele.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Passiamo, ora, alla votazione della risoluzione europea n. 5146, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 5146, con votazione per alzata di mano, è approvata a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 4474

Risoluzione per impegnare la Giunta ad azzerare l’addizionale regionale riguardante l’accisa sul gas naturale a sostegno delle famiglie, delle imprese e dei cittadini. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, ora, alle risoluzioni.

La risoluzione 4474 impegna la Giunta ad azzerare l’addizionale regionale riguardante l’accisa sul gas naturale a sostegno delle famiglie, delle imprese e dei cittadini. È a firma della consigliera Castaldini.

Dibattito generale. Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Già nei mesi precedenti lo scoppio della guerra, le famiglie e le imprese italiane hanno conosciuto il boom dei costi delle materie prime, in particolar modo del gas naturale. Oggi, con il conflitto, il prezzo è letteralmente schizzato alle stelle, non devo dirvelo certamente io, al punto da costringere il Governo Draghi ad importanti interventi per limitare le accise e contenere il prezzo della benzina o calmierare i costi elettrici.

In queste settimane, con l’aumento di costo del gas naturale, le famiglie si sono trovate a fare i conti con l’aumento di spesa, che inciderà sia direttamente sulla bolletta, sia direttamente su tutti i prodotti, anche di largo consumo, che utilizzano il gas nel ciclo produttivo. Si stima che la spesa annua aumenterà di 1.500 euro.

Sull’altro fronte, quello sicuramente altrettanto drammatico, quello delle imprese, c’è una fortissima preoccupazione per chi fa un largo consumo di gas nel ciclo produttivo, tanto che, ad esempio, nel distretto ceramico, fiore all’occhiello della nostra regione, la produzione è stata rallentata e in parte sospesa, fino a quando i costi di produzione non saranno di nuovo sostenibili. Fino a quel momento si prospetta la cassa integrazione per i dipendenti, con effetti ovviamente a cascata sull’economia regionale.

La Regione Emilia-Romagna sul gas naturale ha un’accisa, come tutti noi sappiamo, del valore variabile in base ai consumi e al tipo di utenza, ma che comunque genera tasse tra i 75 e gli 80 milioni all’anno. Le accise regionali sono le più alte d’Italia, per quel che riguarda sia i consumi domestici che quelli industriali.

Tra le Regioni a statuto ordinario, la Lombardia ha deciso nel 2002 di disapplicare l’addizionale regionale. Quello che chiedo è di sospendere l’accisa, in modo da supportare le famiglie e le imprese in questo momento emergenziale, perché adesso anche la nostra Regione, nel suo piccolo, deve dare un segnale, come ha fatto il Governo nazionale, con un consistente intervento per calmierare i prezzi.

Aggiungo un aspetto interessante: questa risoluzione, che chiaramente è stata trasformata in ordine del giorno, all’interno dei vari Comuni sta trovando il voto favorevole trasversale di molti partiti, di molti Gruppi. Questo chiaramente mi fa piacere e credo che sia un segnale importante.

Capisco assolutamente lo sforzo, dal punto di vista del bilancio, e ho già presentato un’interrogazione su questa mia risoluzione. Credo però che una discussione su questa possibilità, l’apertura a diminuire le tasse, soprattutto su un’accisa che ritengo ormai superata da moltissime Regioni, sia interessante per noi e anche per i cittadini che rappresentiamo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Altri interventi in dibattito generale? Nessun intervento in dibattito generale? Consigliere Sabattini, prego.

SABATTINI: Grazie, Presidente.

Se non ricordo male, questa è una discussione che abbiamo fatto, similare a quella di alcuni mesi fa. Ha detto bene la collega: che è stata anche frutto di una presentazione, di una discussione che è avvenuta in diversi Consigli comunali, con una normativa che riguarda l’addizionale aggiuntiva, quindi parliamo sempre di addizionale a una norma nazionale, che ha visto coinvolti anche diversi Comuni. Lo ricordo, almeno io, ho dovuto affrontare questo argomento con tante maggioranze in giro per i Comuni della provincia di Modena. Una volta capita qual era la ragione sia dell’addizionale che del provvedimento, per tutti quelli che, ovviamente, hanno deciso di approfondire, non vi è stata un’enorme difficoltà nel far comprendere come un’addizionale che per il bilancio regionale vale una forbice che va dai 74 agli 80 milioni di euro. È una cifra enormemente importante, ed è enormemente importante ancora di più quando questa la si confronta con il valore unitario che pesa sul costo complessivo della bolletta. Facciamo un rapido esempio: per una famiglia composta da quattro componenti il peso dell’addizionale sul gas, con consumi medi e con il prezzo già aggiornato, è grosso modo attorno ai 44 euro annui, per un contributo di poco meno di 4 euro al mese.

Non è una motivazione sufficiente, lo capisco, però dall’altra parte c’è anche una questione di approccio. È una discussione che abbiamo già fatto in quest’aula, se non ricordo male, con il collega Bargi. È una questione di approccio che riguarda anche come si intendono le politiche pubbliche. Come Regione possiamo dirci, tutti, anche per le discussioni che abbiamo fatto qui, non abbiamo fatto mancare né nella fase della pandemia né nelle discussioni, al livello nel quale, ovviamente, potevamo contribuire anche sul caro-energia, uno stimolo costante ai livelli giusti, sia a livello europeo, e ne abbiamo appena discusso, che a livello nazionale, la richiesta di provvedimenti, come quelli che poi anche il Governo ha messo in campo, che ricordava anche la collega. L’abbiamo fatto durante la pandemia, con risorse importanti e anche con riprogrammazioni. Penso ad alcune riprogrammazioni di Fondi europei, ma anche di contributi durante la pandemia, ricordando tra tutti quelli riguardanti sia l’accesso al credito che il sostegno alle attività che stavano pagando un prezzo molto forte durante la pandemia.

Anche quelli non erano risolutivi, certamente molto più incisivi rispetto a questo, però si semplifica anche dicendo che noi crediamo che le politiche pubbliche, l’indirizzo della spesa pubblica debba essere anche funzionale alla riduzione delle disuguaglianze, essere indirizzata al sostegno a quelle che sono le fasce con maggiori difficoltà.

Una scelta di questo tipo, oltre a non cambiare l’elemento del bilancio di ogni singola famiglia, ha un approccio assolutamente lineare e flat, capisco che si possa pensare in maniera diversa, anche perché altrimenti staremmo tutti dalla stessa parte, questa è l’idea che ci ha sempre mosso, non aumentare la pressione fiscale in questi anni, ma anche ribadire l’importanza di politiche pubbliche selettive, fermo restando che, come sappiamo tutti, le risorse non sono infinite e non si possono esaurire soltanto con delle richieste, ovviamente tutte legittime, di diminuzione della pressione fiscale, senza però calibrarne gli effetti.

Gli effetti sul nostro bilancio, come vediamo in tante discussioni, sono una diminuzione delle entrate per 80 milioni, quindi capite bene che, essendo anche queste risorse non vincolate al finanziamento puntuale di una politica rispetto a un’altra, sarebbero un impoverimento molto importante anche delle strategie che abbiamo messo in campo.

Queste argomentazioni per dire, come è avvenuto in tantissimi Comuni della Regione Emilia-Romagna, dove è stato affrontato il tema con un minimo di specificità, che il nostro voto è contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, Presidente.

Ovviamente, anche per Europa Verde è chiara ‒ ed è sotto anche ai nostri occhi, perché anche noi paghiamo le bollette ‒ la crisi energetica, quindi i costi che hanno comportato l’aumento soprattutto del prezzo del gas metano, che poi si è scaricato, naturalmente, sull’elettricità, visto che solo il 40 per cento dell’elettricità prodotta in Italia viene da fonti rinnovabili. Il resto è perlopiù gas metano.

Di fronte, però, a questa consapevolezza riteniamo ‒ come ha già detto il collega Sabattini ‒ che la risoluzione proposta non sia affatto risolutiva. Il vantaggio che ne deriverebbe alle famiglie, in termini di euro risparmiati, è più che trascurabile, mentre ci sarebbe un ammanco forte nel bilancio della Regione, che già si trova a dover coprire le spese straordinarie sostenute per affrontare l’epidemia Covid senza un’adeguata copertura del Governo.

Per questo, invito i partiti presenti in questa Assemblea, che fanno parte del Governo, mentre Europa Verde non ne fa parte, a sollecitare il Governo in entrambe le direzioni. Una è di sobbarcarsi, come Governo, il compito di venire incontro all’aumento che hanno subìto imprese e famiglie, l’aumento dei costi energetici. Vorrei, a questo proposito, ricordare che gli extraprofitti che hanno fatto le grandi compagnie energetiche... Pensiamo in primo luogo a ENI. ENI, nei primi tre mesi di quest’anno, rispetto ai primi tre mesi del 2021, ha conseguito un utile 293 volte superiore, quindi del 293 per cento superiore all’utile fatto negli stessi mesi di un anno fa. Si calcola, secondo le stime di Europa Verde, che l’extraricavo nei primi mesi del 2022 è stato di 7,9 miliardi. L’extraprofitto, negli ultimi otto mesi, ha raggiunto la cifra di 50 miliardi di euro. Nei primi sei mesi ‒ stime del Governo ‒ si parla di circa 40 miliardi di euro di extraprofitti. E cosa ha pensato di fare il Governo su questi extraprofitti che lui stesso ha calcolato? Di tassarli solo per il 25 per cento: di 40 miliardi di euro ne vengono tassati solo 10. Gli altri 30, invece, restano intassati.

Questo vuol dire che il Governo avrebbe delle leve fiscali per venire incontro a famiglie e imprese. Pensare invece di risolvere le questioni andando a intaccare il bilancio della Regione, che già è in difficoltà… Ripeto: l’altro fronte su cui va sollecitato il Governo, mi rivolgo ai partiti che lo sostengono, è perché riconosca le spese straordinarie che ha sostenuto anche la nostra Regione per far fronte alla spesa sanitaria legata all’epidemia. Lì quindi bisogna intervenire, non togliendo quei 50-60 milioni di euro che distribuiti sulle famiglie sono insignificanti, ma in una situazione già difficile come quella della Regione che, al pari delle altre Regioni che si sono date da fare per far fronte all’epidemia deve ancora trovare una risposta adeguata dal Governo, io direi che questa risoluzione non solo non è risolutiva per i problemi delle famiglie e delle imprese, ma rischia di creare semmai un piccolo problema in più.

È il Governo quindi che deve far fronte a questo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, Presidente.

Noi crediamo invece che la tassazione debba essere incentivante o disincentivante rispetto alle politiche che si vogliono fare: questo è uno dei princìpi base dell’economia, in una fase in cui è necessario contrastare i rincari energetici che si palesano essenzialmente sull’utilizzo del metano, e questo perché negli ultimi decenni si è cercato di trasformare il nostro sistema di riscaldamento dal gasolio, che tutti si ricordano nelle nostre città, al metano.

Qualcuno è passato anche al teleriscaldamento, che però in alcuni casi ha dato problematiche di prezzo ancora superiori a quelle del metano, o comunque, legate al metano anche se provenienti da fonti di termovalorizzazione (il calore).

È chiaro quindi che in una situazione del genere le politiche devono essere dirette a quella particolare componente di costo che noi vogliamo andare a sgravare dai nostri cittadini. Il passo successivo sarà quello di elettrificare i consumi per permetterci di sganciarci dalla necessità del metano in particolare per la questione del riscaldamento. Difficile sarà, invece, farlo per le imprese gasivore che utilizzano il gas direttamente come sistema di produzione, come energia fondamentale per la produzione. L’elettrificazione dei consumi, però, potrà avvenire almeno in 10-15 anni. È questa la principale ragione del fatto che ci divide da chi propone, anzi sogna una elettrificazione immediata, nel giro di un semestre o di qualche anno, e chi, invece, dice con più realtà “attenzione, il metano dovrà essere ancora 15-20 anni parte dei nostri sistemi energetici e parte dei nostri approvvigionamenti”.

In questo caso ci sono Regioni che hanno un’addizionale più bassa – ho l’ultima tabella dell’ARERA – e la nostra Regione si pone tra quelle che hanno l’addizionale all’accisa più alta. Come si diceva, alcune Regioni, come la Regione Lombardia, l’hanno addirittura eliminata da tempo, altre Regioni l’hanno sensibilmente più bassa rispetto alla nostra Regione.

Credo, quindi, che sia una proposta interessante. È vero che è il Governo che ha fatto i tagli maggiori, però direi che i 44 euro a famiglia non sono da sottovalutare per una famiglia media, non sono da sottovalutare in questo periodo, perché sappiamo che le componenti di costo e le componenti inflattive si stanno alzando progressivamente. Quindi, noi vediamo favorevolmente questa proposta, questa risoluzione, perché crediamo che la Regione Emilia-Romagna debba, anch’essa, partecipare e dare un segnale. Non siamo d’accordo sul fatto di distinguere tra misure di fiscalità generale o misure generiche. Noi crediamo, invece, che io vado a togliere una componente di costo per il cittadino in quella determinata fase, in quel determinato punto della mia bolletta energetica per destinarla a un’incentivazione. Noi sappiamo che non vogliamo disincentivare l’utilizzo del metano in questa fase. Quindi, non vuol dire non voler passare ad altri sistemi energetici, si parlava delle comunità energetiche, sono giustamente un mezzo per accelerare il più possibile l’elettrificazione dei consumi energetici da riscaldamento, ma, fino a quando non avremo installato pompe di calore generate con riscaldamento, utilizzando fonti pienamente rinnovabili, saremo ancora legati al gas.

Ci sono sistemi ibridi, ci sono sistemi totalmente elettrici, ma ancora non c’è una tale diffusione per poter fare questo.

Non volendo disincentivare quindi l’utilizzo del metano in questa fase, anche una componente dell’accisa regionale, un’addizionale può essere un fatto importante in questo momento di crisi in ogni settore, che principalmente si ripercuote sulle famiglie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non avendo altri in discussione generale, passiamo alla dichiarazione di voto. Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Non volevo affatto intervenire, ma ho sempre la cura che non vengano sminuiti certi temi e anche certe proposte, perché penso sempre che i numeri siano importanti.

Chiaramente l’addizionale regionale non può essere cancellata, ma, se metti una quota più bassa, è chiaro che incide in maniera diversa sui cittadini.

I numeri che ho sentito sono i più svariati, 80 milioni di euro su un bilancio di 16,7 miliardi equivale allo 0,4, e credo che sia quello che ha detto il consigliere Occhi, sia una visione sia evidente, lo impariamo il primo mese in cui facciamo politica, o si cala la spesa o si aumentano le tasse, queste sono le due strade che tendenzialmente un politico deve avere in mente per andare dritto verso una strada e decidere quale strada intraprendere.

Scelgo sempre non l’aumento delle tasse non perché è una via semplice, perché è evidente che, in certi contesti e in periodi come questi, avere un occhio molto attento sulla spesa dà la possibilità non solo di dare un’immagine, ma anche di far capire ai cittadini emiliano-romagnoli che abbiamo a cuore una determinata direzione e abbiamo a cuore un problema che è oggi il dibattito non solo dell’Assemblea legislativa regionale, ma di tutti i Consigli comunali dove, evidentemente, io non sono maggioranza. Forse noi rappresentiamo esattamente quei territori, cioè persone che dicono che andare in quella direzione ci aiuta ad aiutare anche di un piccolo punto di attenzione nei confronti dei cittadini.

Dopodiché, è evidente che io preferisco sempre sul merito, il dibattito, che sulla tendenza, sempre molto, per me... Cerco di usare le parole giuste: stride. Stride nel mio cuore quest’idea di sminuire e, soprattutto, di indicare sempre altre strade, ad esempio quella del Governo, che evidentemente è stata ampiamente battuta e tenuta molto presente, soprattutto dal punto di vista sanitario, di tutti i tavoli. Lo dico perché c’è un ministro che credo quotidianamente dialoghi con il presidente della Regione Emilia-Romagna.

Ringrazio i colleghi. Era semplicemente un indirizzo politico. Spero che dai più sia stato colto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Nessun altro intervento in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione la risoluzione 4474.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinta.

 

OGGETTO 4988

Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo e al Parlamento di assicurare, nell’ambito della conferma degli impegni internazionali assunti dal nostro Paese e in relazione all’incremento delle spese militari fino al 2% del PIL, un approccio che garantisca gradualità e progressività nel tempo, tenendo conto degli effetti che la crisi economica, conseguente alla guerra russo-ucraina, sta producendo sulla società italiana. A firma della Consigliera: Piccinini, Taruffi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 4988, che impegna la Giunta a chiedere al Governo e al Parlamento di assicurare, nell’ambito della conferma degli impegni internazionali assunti dal nostro Paese e in relazione all’incremento delle spese militari fino al 2 per cento del PIL, un approccio che garantisca gradualità e progressività nel tempo, tenendo conto degli effetti che la crisi economica, conseguente alla guerra, sta producendo sulla società italiana, a firma dei consiglieri Piccinini e Taruffi, sulla quale insiste un emendamento a firma Piccinini e Taruffi.

Passiamo al dibattito. Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Questa risoluzione è, in qualche modo, legata al dibattito che è stato fatto fino a poco fa, ma anche questa mattina, in relazione alle difficoltà che i nostri cittadini stanno affrontando dal punto di vista economico. Riguarda anche il conflitto in Ucraina: abbiamo, penso, più o meno tutti noi affrontato all’interno della Sessione europea quanto, come o che postura deve tenere il nostro Paese in questo conflitto, in questa guerra.

Il Movimento 5 Stelle ha chiesto anche in questa sede, anche stamattina, che prevalga naturalmente il dialogo, invece di far di tutto per aumentare l’escalation militare, perché questo ha un prezzo in termini di vite umane, ma ha un prezzo anche in termini economici, anche per il nostro Paese, che sta uscendo da una pandemia che ha avuto effetti devastanti anche sulla nostra economia, e da una crisi energetica che ha ricadute negative sulle famiglie e sulle nostre imprese.

Per tale motivo abbiamo sempre sostenuto la necessità, nell’ambito delle spese militari di questo Paese, peraltro attraverso la firma di accordi, di non arrivare a quel famoso 2 per cento di PIL entro il 2024 di aumento delle spese militari, per le ragioni che dicevo prima. Siamo di fatto, in un’economia di guerra. Peraltro, la nostra posizione è stata sposata anche dal ministro della difesa, Guerini, che è stato in qualche modo costretto a darci ragione su questo, convenendo con noi sull’opportunità che questo 2 per cento non fosse inserito all’interno del Documento di economia e finanza e fosse spalmato progressivamente, per le ragioni che dicevo prima.

Peraltro, è di questi giorni la dichiarazione dell’assessore Donini, che facendo riferimento proprio alle difficoltà che noi tutti oggi conosciamo, relative al bilancio della sanità e alle spese non coperte e non riconosciute, spese straordinarie legate all’emergenza Covid, concordava con la posizione del Movimento 5 Stelle che la priorità è far fronte a questo tipo di difficoltà.

Con questa risoluzione quindi io chiedo una presa di posizione politica. Chiediamo che questa Giunta si impegni a chiedere al Governo e al Parlamento di assicurare, nell’ambito della conferma degli impegni internazionali assunti dal nostro Paese, in relazione all’incremento delle spese militari del 2 per cento del PIL, un approccio che sia di gradualità e di progressività nel tempo, tenendo prioritariamente conto degli effetti legati alle conseguenze economiche della guerra scatenata dall’aggressione russa all’Ucraina e anche in relazione alle conseguenze negative che il nostro Paese ha vissuto legate alla pandemia.

Ho presentato anche un emendamento proprio per amplificare una presa di posizione legata a quello che dicevo prima, cioè evitare un’escalation militare, che avrebbe conseguenze nefaste anche per il nostro Paese, e chiedere, quindi, un impegno sempre al Governo e al Parlamento di farsi parte attiva nell’adozione, in questa drammatica fase del conflitto, di iniziative diplomatiche che sollecitino l’Unione europea a svolgere un ruolo da protagonista per la ripresa di percorsi negoziati finalizzati a far cessare le ostilità e a ricostruire tavoli per la definizione di una soluzione di pace.

Questa è una richiesta che purtroppo si sente poco, che però va, io credo, sostenuta anche da questa Assemblea, perché l’Italia può giocare un ruolo, insieme ovviamente agli altri Paesi dell’Unione europea, manifestando possibilmente coesione, come si è fatto fino adesso, e non andando a traino di una politica fatta evidentemente dagli Stati Uniti che non ci rappresenta e non ci rispecchia. Quindi, l’invito è anche a giocare un ruolo indipendente da parte dell’Unione europea in termini di ricostituzione di quelli che sono tavoli di pace per una soluzione di questa guerra che sia assolutamente diplomatica.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ci sono altri interventi in dibattito generale? Prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Come ho provato a motivare nella discussione generale sulla Sessione europea, non possiamo non discutere in questi giorni delle politiche europee se non partendo dal tema più stringente e, credo, più drammatico, che è quello della guerra in Ucraina e delle politiche e delle scelte politiche che ad essa sono connesse.

Abbiamo discusso spesso, anche in quest’aula, delle conseguenze economiche e delle conseguenze dal punto di vista dell’impatto energetico che la guerra in Ucraina sta inevitabilmente portando in Italia, come nel resto d’Europa, per le famiglie, per le imprese, per il sistema produttivo, eccetera, ovviamente per le misure che devono essere messe in campo per contrastare queste problematiche, ma il primo e più grande elemento ovviamente non può che essere quello di quali scelte, di quali politiche si mettono in campo sul versante più drammatico, che è quello della guerra.

Questa guerra è stata voluta dalla Russia, è stata decisa, come abbiamo detto più volte, in modo unilaterale, con una scelta scellerata e ingiustificabile da parte del presidente della Federazione Russa, Putin, e che però abbiamo il compito di provare ad affrontare evidentemente cercando soluzioni che non siano solo quella del contrasto sul piano militare.

È evidente (lo dico, come ho fatto anche in altre occasioni, per quel pochissimo che può contare ovviamente il contributo che possiamo portare in questa discussione) che pensare di risolvere, come leggo talora dalle dichiarazioni di alcuni leader europei e non solo europei, pensare di poter fermare il conflitto, arrivare a una soluzione e ad una vittoria sul piano militare ha conseguenze che devono essere ben ponderate, tra le quali, evidentemente anche l’estensione del conflitto su una scala che è quella mondiale, con quello che tutto questo comporta.

Le scelte che devono essere assunte, difficilissime scelte che devono essere assunte anche e soprattutto da parte del Governo italiano, devono avere ben chiaro il contesto in cui ci muoviamo. Per questo tutto ciò che rischia di generare un’escalation militare deve essere contrastato, a partire da questo elemento di discussione che c’è stata in Parlamento rispetto all’aumento delle spese militari, sulle quali io credo si debba fare un ragionamento che sta nelle corde del ragionamento che provavo a sviluppare prima, cioè l’aumento delle spese militari ha un senso se sta nel contesto di una difesa comune europea, se deve essere l’aumento delle spese militari dei 27 Stati membri, manca l’obiettivo.

L’Italia ha un ruolo fondamentale all’interno di questa partita, non fosse altro perché ‒vorrei che lo ricordassimo sempre a tutti i livelli ‒ l’Italia è Paese membro fondatore dell’Unione europea, non è un Paese che si è aggregato in corso d’opera, alla chetichella, è Paese fondatore, abbiamo una responsabilità politica molto importante e credo che il presidente del Consiglio, anche quando va all’estero, anche quando va a rappresentarci, soprattutto quando va a rappresentarci oltreoceano e quando discute con il presidente degli Stati Uniti debba ben tener presente che la politica estera italiana è sempre stata improntata, anche nei passaggi più complicati, anche nei passaggi più difficili, alla ricerca della pace, di compromessi. Lo dico anche riferendomi alle scelte che hanno compiuto i Governi che negli anni si sono succeduti, anche durante la Prima Repubblica, Governi che erano politicamente molto distanti da quello che penso io, ma che su quel tema della politica estera hanno sempre svolto o cercato, comunque, di svolgere un ruolo di compromesso, di ponte. La posizione italiana non è mai stata unilateralmente schiacciata su una sponda.

Anche da questo punto di vista, credo che l’Italia dovrebbe rivendicare questo ruolo. Ovviamente lo dovrebbe fare insieme agli altri grandi partner europei. Penso alla Germania. Penso alla Francia, che pure, però, sta svolgendo un ruolo differente. Le parole del presidente Macron non sono mai sovrapponibili a quelle del presidente del Consiglio italiano. Hanno sempre una sensibilità e una sfumatura differente, che ‒ devo dire ‒ apprezzo, pur essendo anche Macron, evidentemente, non ascrivibile al campo politico cui appartengo. Però, un conto è provare a ragionare, a continuare a tessere il filo della diplomazia... Perché non ci può essere soluzione a quel conflitto se non attraverso una presa di coscienza e una soluzione diplomatica, in cui, ovviamente, ciascuno dei contendenti lascia qualcosa. Se pensassimo di poter riportare le lancette dell’orologio al 24 febbraio commetteremmo due errori. Primo, perché non è possibile. Secondo, perché le lancette dell’orologio non devono essere portate al 24 febbraio, ma a qualche anno prima del 24 febbraio di quest’anno.

Ecco perché la richiesta di tenere il ragionamento dell’aumento delle spese militari... Che, ovviamente, non è la nostra strada. È inutile. Abbiamo un’altra sensibilità e abbiamo un altro punto di vista. Però, quantomeno tenere quel ragionamento all’interno di un equilibrio europeo. L’aumento delle spese militari, quindi, inserirlo all’interno di un percorso che ha come punto d’arrivo la difesa comune europea. Altrimenti rischiamo davvero di moltiplicare le spese e ingenerare una corsa agli armamenti drammatica. Non si è mai speso così tanto in armi come negli ultimi mesi, come negli ultimi anni, a livello globale. Visto che abbiamo parlato delle missioni fondative e fondanti anche dell’Unione europea e dell’Europa, di quella intuizione, quella realtà che è l’Unione europea e l’Europa. Non possiamo dimenticare che tra quelle c’è un punto fondamentale, la pace, la ricerca della pace, la garanzia della pace, la pace come valore indiscutibile.

Ecco allora che ognuno deve dare un contributo per evitare di ingenerare quello che invece sta drammaticamente succedendo, perché la corsa al riarmo non è un’ipotesi, è una realtà. Il fatto che si stia spendendo in armi più di quanto si spendesse durante il periodo della guerra fredda, o più di quanto si stesse spendendo a ridosso della seconda guerra mondiale è un dato terribilmente eclatante, che non può passare come se nulla fosse.

Ovviamente, i fatti accadono e la realtà non è un elemento che può essere ascrivibile ad una parentesi. La guerra c’è, è drammatica; l’invasione dell’Ucraina è un fatto concreto, le responsabilità sono altrettanto chiare e unilaterali, perché la responsabilità è della Federazione russa. È però altrettanto vero che limitarsi a invocare la vittoria, peraltro lasciando intendere che a quel risultato si possa arrivare solo con l’utilizzo delle armi è altrettanto drammatico. Ecco perché questo dibattito credo sia utile anche a queste latitudini per far sentire, per fare arrivare la voce di un’Istituzione importante come la nostra al Parlamento e al Governo.

Fatemi dire anche che dopo più di due mesi di questo conflitto, forse è il caso che finalmente anche nell’opinione pubblica, finalmente anche nel dibattito si stiano aprendo spazi di riflessione che non siano schiacciati in quella che è stata fino adesso una posizione quasi univoca, per cui appena si avanzavano dubbi su quello che stava succedendo, o su quello che sarebbe dovuto accadere, chi avanzava dubbi o perplessità veniva automaticamente etichettato come filo-putiniano.

Un clima che non aiuta a ragionare, che non aiuta a guardare con lucidità alla realtà e che non aiuta a provare a risolvere i problemi.

Ecco perché sosteniamo questa risoluzione, che peraltro, per certi aspetti non è certo radicale dal punto di vista dell’approccio, ma è utile perché è importante che questa Assemblea riesca a trovare su questo tema la più larga condivisione possibile per far sentire la voce, come dicevo, della nostra Assemblea, della Regione Emilia-Romagna al Parlamento e al Governo, con un monito chiaro e un indirizzo altrettanto chiaro.

I tempi che viviamo sono particolarmente difficili e abbiamo bisogno di lucidità e di unità intorno alla parola “pace”.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri interventi in discussione generale? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Il voto di Europa Verde sarà un voto contrario a questa risoluzione, voto contrario perché è una risoluzione che va nella direzione opposta di un atto di indirizzo che ho depositato, il 5041, che è proprio speculare, ma appunto in direzione opposta, perché, mentre nella risoluzione in discussione adesso si chiede di garantire la gradualità nell’aumento del 2 per cento delle spese militari, la risoluzione che ha depositato Europa Verde chiede il contrario. Chiede di tagliare le spese militari del 2 per cento, raccogliendo una proposta che è stata fatta da cinquanta scienziati e premi Nobel, tra i quali Giorgio Parisi e Carlo Rubbia, i quali hanno rivolto questa proposta ai Governi di tutto il mondo, quelli naturalmente che sono in condizioni economiche di sostenere spese militari e, quindi, che le devono tagliare, di tagliarle del 2 per cento e costituire un fondo, un cosiddetto “dividendo per la pace”, un fondo al quale attingere per affrontare il problema della pandemia, per affrontare i problemi sanitari e della povertà e la crisi climatica.

Lo Stockholm International Peace Research Institute di Stoccolma, l’istituto che da decenni monitora la spesa militare, ha pubblicato un rapporto nel quale si evidenzia che per evitare il collasso climatico da qui al 2050 servirebbero 44.000 miliardi di dollari di investimenti, una cifra infinitamente inferiore a quanto è già previsto come spese in armamenti sempre al 2050, che al momento è stimata in 58.000 miliardi. Cioè, i Governi della terra stanno pianificando spese militari che hanno un valore economico nettamente superiore a quello che è necessario investire per contrastare i cambiamenti climatici. D’altra parte, il nostro Governo non fa in modo diverso dagli altri, ma non è solo il Governo Draghi che ha portato all’aumento delle spese militari, anche il Governo Conte I e il Governo Conte II sono andati nella stessa direzione.

La produzione e il commercio di sistemi d’arma è un settore che non conosce crisi – lo sappiamo – e ha continuato a fiorire anche durante la pandemia, pandemia che ha colpito interi settori economici, che ha colpito le famiglie, che ha aumentato le condizioni di disagio di ampie fasce fragili della popolazione, mentre i fatturati delle industrie delle armi continuavano ad aumentare, fino a raggiungere, dal 2000 ad oggi, un raddoppio della spesa militare mondiale, che oggi sfiora i 2 trilioni, miliardi di miliardi di dollari all’anno.

Risorse che sarebbe molto più utile e importante invece investire per obiettivi di pace, per contrastare le fragilità sociali, per contrastare le fragilità dei settori più deboli della popolazione.

Dicevo che l’andamento della spesa militare nel nostro Paese non si discosta dal trend mondiale, dal 2017 ha continuato a crescere, soprattutto per l’acquisto di nuovi armamenti, fino a segnare un record storico con lo stanziamento iscritto nel bilancio del 2022, come evidenziano le dichiarazioni del premier Draghi del 29 settembre dell’anno scorso.

Sappiamo che c’è stata una votazione lo scorso 16 marzo alla Camera, un ordine del giorno presentato dalla Lega, che prescrive di aumentare la spesa militare dell’Italia fino a raggiungere il 2 per cento del PIL è passato con 421 voti a favore e solo 19 contrari, e tra questi 19 voti contrari c’erano anche quelli di Europa Verde.

Questo aumento porterà a far sì che gli investimenti annuali negli armamenti dagli attuali 25 miliardi di euro passeranno a 38 miliardi, ovvero da 68 milioni di euro a 104 milioni di euro al giorno.

Di fronte ai problemi che stiamo affrontando, pensare di incrementare la spesa militare mentre si taglia la spesa per l’istruzione, mentre si lasciano le Regioni da sole a far fronte all’aumento delle spese straordinarie per far fronte alla pandemia, l’idea di aumentare le spese militari è veramente l’ultima delle cose a cui si dovrebbe pensare.

Del resto, i sondaggi dimostrano che gli italiani non sono stati favorevoli a questa misura, per cui il voto di Europa Verde sarà un voto contrario, perché è un pannicello caldo quello di dire il 2 per cento, cerchiamo di diluirlo il più possibile. Comunque, si certifica l’accettazione dell’aumento delle spese militari. Questo è il punto. Invece di usare le risorse pubbliche per il bene della società. Visto che di armamenti ne abbiamo già e visto che già, oltretutto, contribuiamo con la nostra partecipazione ai costi degli armamenti NATO.

Stiamo dicendo che ci vuole una difesa europea. Invece, qui, ognuno si arrocca casa tua. La stessa spesa di 100 miliardi di euro che ha deliberato la Germania è in netta controtendenza rispetto alla cautela che quel Paese, reduce dai sensi anche di colpa per la Seconda Guerra Mondiale, ha sempre avuto nei decenni scorsi. Adesso si parla di un aumento di 100 miliardi di spese militari, quando ‒ ripeto ‒ le esigenze sono altre. Le esigenze sono quelle di accelerare la transizione energetica, investire lì le risorse, in maniera costruttiva, lottare contro le povertà, le fragilità, aiutare chi oggi già patisce le conseguenze dei cambiamenti climatici. Spesso sono proprio quelle popolazioni che meno incidono sulle emissioni climalteranti, ma già oggi ne subiscono le conseguenze.

Quindi, per Europa Verde il voto è contrario. Certo, non intendiamo utile sollecitare il Governo. Non basta. La diluizione della spesa non vuol dire niente. È un pannicello caldo. La sostanza è l’aumento. E noi siamo contrari all’aumento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Grazie, presidente.

Il dibattito già di questi primi minuti testimonia come la questione sia assolutamente complessa. Si rischia anche di sovrapporre più livelli di analisi tra l’attualità e, invece, la prospettiva. L’attualità è schiacciata spesso e volentieri nel dibattito sul rifornire di armi l’Ucraina, che ha subìto l’invasione della Russia, mentre la prospettiva dovrebbe indurci a ragionare della costruzione di un mondo dopo la guerra. Quindi, anche la scelta delle parole di questo dibattito può fare la differenza su come potremmo approcciare il dopo.

Non si può nemmeno, prendendo atto della complessità delle vicende di cui stiamo trattando, agire il tema della contrapposizione tra situazioni. Bisogna che si tenti di compiere lo sforzo di tenere insieme la complessità anche nel dibattito, tanto nell’analisi quanto nello svolgimento del dibattito, sapendo che il tempo è talmente tanto straordinario per le enormi emergenze che ci troviamo ad affrontare che non ci possiamo permettere il lusso di scegliere quali di queste emergenze affrontare.

Non credo cioè che l’emergenza ambientale sia secondaria all’emergenza in tema di sanità. Abbiamo il dovere di provare ad affrontarle contestualmente. L’emergenza di un processo di riforme e rilancio delle istituzioni democratiche sovranazionali è urgente, non può essere eluso ed è un pezzo di dibattito assolutamente necessario da svolgere per poter anche poi trovare soluzioni a livello globale alle altre emergenze da cui discendono veramente il mantenimento o meno dell’esistenza della presenza umana su questo pianeta, e la qualità di quella stessa presenza.

È un dibattito rispetto al quale io credo che le contrapposizioni non siano utili. È invece molto importante, come sta accadendo anche in quest’aula, oggi, che ciascuno porti il proprio punto di vista perché arricchente il dibattito stesso. Ogni punto di vista ha pari dignità, e merita di essere discusso e tenuto in considerazione. Poi, può anche essere che al termine della discussione non si riesca ad addivenire ad una conclusione di sintesi dentro la quale tutti si possono riconoscere, perché è un dibattito che non credo che si possa nemmeno esaurire nel breve tempo della discussione di questa risoluzione o di una seduta assembleare.

Nella contingenza attuale, credo che difficilmente si possano dire parole differenti rispetto alla posizione che ha assunto il Governo italiano, perché la contingenza ti porta anche a sedimentare, a confermare relazioni di reciprocità tra i Paesi, che in questa fase sono assolutamente essenziali, anche per la costruzione di un mondo nuovo dopo.

Però, al contempo, scegliere alcune parole per incominciare a costruire il tempo del dopo è assolutamente importante. Ho letto nelle scorse settimane un intervento di Cecilia Strada su L’Espresso, che mi è molto piaciuto. Diceva “di ogni conflitto c’è un tempo prima, un tempo durante e un tempo dopo. Ora siamo nel ‘mentre’ e nel mentre, a volte si è anche obbligati a fare scelte o a dire cose che sono necessarie ad affrontare quella contingenza”.

Ma il tempo prima dovrebbe essere quello nel quale scegliamo che tipo di pensiero e, di conseguenza, che tipo di azioni agire per non avere mai più un tempo dopo un conflitto. Ecco, io credo che noi si sia adesso chiamati a immaginare il tempo dopo, e anch’io immagino che il tempo dopo debba ridiscutere l’uso della forza come elemento risolutore dei conflitti tra Paesi. In questo credo che un rilancio delle Istituzioni sovranazionali sia fondamentale, il riconoscimento dell’essere tutti sostanzialmente appartenenti ad un unico genere, che abita lo stesso e unico pianeta. Allora sì che cominciare adesso a pensare a come costruire quel tempo dopo non può che orientarci verso altre scelte che siano l’impegno verso la difesa dell’ambiente, l’impegno verso la difesa della salute delle persone, l’aggressione a ogni tipo di povertà, a ogni latitudine, che sia culturale, che sia economica, che sia relazionale e sociale, e cioè immaginare un mondo di pace, in cui tutti cooperiamo per il benessere diffuso, a ogni latitudine, di ciascun individuo, di tutti e ciascuno.

Ora, però, dicevo, siamo nel tempo del mentre e nel mentre, stando nei consessi internazionali, un Paese dell’importanza dell’Italia non può che stare al tavolo, rispettando quegli elementi di reciprocità che sono alla base anche della convivenza tra nazioni durante un conflitto.

La posizione del Governo è chiara, l’ha ribadita la collega Piccinini richiamando le parole del ministro Guerini, e cioè un elemento di progressività al 2028, stante che le prossime manovre finanziarie di bilancio lo confermino. Quindi, come dire che oggi questa è la posizione, che non vuol dire che domani, superata la contingenza introdotta dal conflitto bellico scatenato dalla Russia ai danni dell’Ucraina, non si possa riprendere quel dibattito, che anche la collega Zamboni adesso richiamava.

Aggiungo che l’emendamento che la collega ha proposto, la stessa proponente della risoluzione, che richiama a un rilancio del protagonismo europeo rispetto alla ripresa dei negoziati per favorire il cessate il fuoco e quindi un elemento di pace duraturo, per addivenire a una risoluzione del conflitto definitiva e non agita attraverso l’esercizio della forza sia assolutamente opportuno, credo che quell’emendamento completi e migliori il testo della collega Piccinini per come ci era stato presentato in prima battuta.

Noi, quindi, pur consapevoli della complessità del dibattito, dibattito che attraversa l’opinione pubblica, ma anche le parti politiche, anche il Partito politico di cui faccio parte ha al suo interno un dibattito che prova a dare conto delle diverse istanze, che diversi colleghi oggi hanno introdotto, siamo disponibili a votare a favore della risoluzione proposta dalla collega Piccinini.

Questa del resto sta in scia con un pezzo di dibattito che abbiamo svolto nella seduta di ieri, grazie alla proposta della collega Mori e alla risoluzione che ha portato all’attenzione di questa Assemblea, tesa al rafforzamento del ruolo delle donne nei processi di pace, e a contribuire alla istituzione di una Conferenza permanente europea per la pace e i diritti umani.

Anche ieri eravamo consapevoli della complessità della situazione, avevamo messo alcuni elementi di dibattito sul tavolo, che oggi trovano una prosecuzione nella proposta della collega Piccinini e che credo potranno chiamare questa stessa Assemblea nei prossimi mesi o quanto prima a poter discutere della costruzione del tempo dopo.

L’Emilia-Romagna da questo punto di vista credo che possa rivendicare un protagonismo politico assoluto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Informo che è stato depositato un emendamento a firma Felicori, che è stato già distribuito.

Chiedo se ci siano altri interventi in dibattito generale. Passiamo al dibattito generale sugli emendamenti. Nessun intervento in dibattito generale sugli emendamenti.

Passiamo alle dichiarazioni di voto sugli emendamenti e sulla risoluzione. Consigliera Piccinini, vuole intervenire?

 

PICCININI: Sì, accetto l’emendamento. Quello di Felicori.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Okay, grazie. Non era questa la domanda. Eravamo in dichiarazione di voto. Ma va bene.

Passiamo, quindi, alla votazione degli emendamenti.

Consigliere Taruffi, per dichiarazione di voto.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Volevo tornare un attimo in dichiarazione di voto. Noi voteremo la risoluzione, ma voglio precisare due cose. La prima: alle volte capita ‒ magari nelle nostre discussioni può capitare ‒ di concentrarci su un aspetto piuttosto che su un altro. In questo testo della risoluzione che cosa vedo? L’ho detto chiaramente prima e lo ripeto. Non credo che l’aumento delle spese militari sia la soluzione. Non penso che si debba andare in quella direzione. Penso che lo si debba fare, semmai, dentro il contesto della difesa comune europea.

Detto questo, però, rimane anche il fatto che la discussione la si fa stando con i piedi piantati, purtroppo, drammaticamente sul terreno. Io so che l’Italia ha assunto degli impegni che io non avrei assunto, ma che sono stati assunti, sono lì, a cui deve corrispondere. Penso che se riusciamo, insieme... È un discorso che vale su tante scale, quello di aver ereditato scelte che non si sarebbero fatte. Purtroppo capita spesso di dover ereditare scelte che tu non avresti fatto, ma che hai ereditato e che devi provare a correggere, a modificare, a sistemare. Questo è il duro lavoro di chi prova a cambiare la realtà.

Certo, se mi avessero detto “Dipende da te. Aumentiamo le spese militari. Sei d’accordo ad aumentare le spese militari?” avrei detto “no”. Però non dipende... Nel 2017, gli accordi fatti dal Governo che c’era allora... No, non l’avrei fatto. Però quella scelta l’Italia l’ha ereditata, e oggi noi stiamo discutendo in questo contesto. Il contesto è: proviamo a modificare, a spostare quell’equilibrio oppure no? Penso che quando si prova a costruire elementi di avanzamento, o si ha il 51 per cento, oppure lo si deve fare provando a costruire alleanze con quelli che sono vicini a te, che possono stare vicino a te, che stanno dentro l’area in cui stai tu, intanto.

Dopodiché, è chiaro: non è la conquista del risultato finale, è un passo avanti. Io penso allora che se da quest’aula arriva un segnale in cui approviamo una risoluzione che chiede al Governo, e mi pare che il testo sia chiaro, di dire “sì, c’è quell’impegno, però la realtà è questa, non usciremo dal conflitto se non con una soluzione diplomatica, non è l’aumento delle spese militari che risolve il problema, e soprattutto l’aumento delle spese militari va tenuto in un contesto di difesa comune europea”, se questo è il contesto nel quale ci muoviamo, ovviamente la collocazione politica, come spesso accade, sta sia nei testi che nel contesto di riferimento della realtà di cui si sta parlando.

Se questo è il tema, chiediamo al Governo di fare un passo avanti, non limitandoci a registrare che dobbiamo aumentare le spese militari, punto e basta. Diciamo che dobbiamo farlo in un contesto, diciamo che non è quella la soluzione che risolve il problema, diciamo che la situazione determinata dall’invasione della Russia in Ucraina pone un problema non al singolo Paese europeo, ma all’Europa, e all’esistenza stessa, fondamentale, ai valori fondativi dell’Europa. Ecco che allora proviamo a fare un passo avanti, sapendo che è vero, non c’è dubbio, che una larga parte dell’opinione pubblica, una parte considerevole dell’opinione pubblica, ha una posizione precisa, cioè no all’invio delle armi, o comunque no all’aumento delle spese militari.

Ma poi esistono anche i rapporti di forza concreti e reali che si sono determinati in Parlamento, che si sono determinati nei rapporti tra le forze politiche, e io penso che la realtà si sposta se si prova a fare passi avanti, che non saranno mai esattamente solo quello che vuoi tu, ma anche quello che hanno in mente gli altri, e insieme provi a spostare centimetro dopo centimetro la realtà.

Perché altrimenti facciamo un elenco delle cose che non ci stanno bene, ciascuno fa il proprio elenco, e quando abbiamo concluso l’elenco ci guardiamo negli occhi e chi ha un voto in più degli altri decide.

Quello non è il mio modello. Il modello a cui penso io è: proviamo insieme a costruire un avanzamento collettivo che non sarà mai esattamente tutto quello che voglio io, ma è sicuramente meglio del punto da cui siamo partiti, quindi mettere in discussione il fatto che l’aumento delle spese militari in quanto tali sia giusto, secondo me è un passo avanti, ed è la ragione per la quale io dico di mandarlo, questo segnale. Non sarà ovviamente risolutivo, ma apre e dà il segno della discussione che possiamo fare.

Grazie, presidente. Mi scuso se ho preso quaranta secondi in più.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Anche l’altra volta. Quindi si deve scusare due volte, anche per l’intervento di prima. Comunque, è sempre un piacere ascoltarla.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io vorrei che fosse molto chiaro che l’alternativa era passare dall’1,4 al 2 per cento di punti percentuali sul PIL al 2024 e come forza politica siamo intervenuti all’interno di questa discussione cercando di dilazionare questa scadenza. L’abbiamo fatto all’interno di una maggioranza composita e l’abbiamo fatto all’interno di accordi che erano già stati presi con la NATO. Allora, o qualcuno qui dice chiaramente che il nostro Paese deve uscire da quel consesso, oppure certe posizioni, dal mio punto di vista, sono poco realistiche. Lo dico essendo d’accordo sul fatto che, comunque, ci sia prioritariamente bisogno di una difesa europea. Questo l’abbiamo detto come Movimento 5 Stelle ad ogni livello. Questa dovrebbe essere la nostra priorità.

È un tema che è venuto fuori anche dal dibattito di questa mattina: l’Europa è deficitaria su diverse politiche, e una fra queste è proprio quella della difesa comune. Dopodiché, se io alzo lo sguardo e provo a vedere che cosa si fa negli altri Paesi, vedo una Germania e vedo un partito, che è quello dei Verdi, che ha spinto per maggiori investimenti in questo settore. Quindi, certe posizioni sono anche poco comprensibili. Ma lo dico con chi ha contezza della realtà, con chi deve fare i conti con una guerra che ci riguarda da vicino, fermo restando – l’ho detto anche questa mattina e lo ridico attraverso l’emendamento che ho presentato – che dobbiamo promuovere, in tutte le sedi, un accordo di pace e che l’Europa deve svolgere un ruolo principale in questo senso, evitando di andare a traino di Paesi che probabilmente hanno l’obiettivo, invece, di aumentare l’escalation e hanno obiettivi che sono e devono essere assolutamente diversi dai nostri.

Ciò che si è fatto, quindi, è provare a fare un passo in avanti perché, come ho già detto, l’alternativa era arrivare al 2 per cento al 2024. Che questo non sia apprezzato e che non si capisca che questo sta dentro anche a una logica di maggioranza, di chi queste logiche le vive qua dentro, mi pare abbastanza surreale.

Che non si capisca l’importanza di aver dilazionato questi impegni per far fronte alle esigenze che derivano dagli effetti nefasti prima della pandemia e poi della guerra, rispetto a questo mi sembra semplicemente una battaglia di buonsenso che il Movimento 5 Stelle ha provato a fare e ha anche portato a casa. Non riconoscere questo significa, secondo me, non riconoscere qualcosa di buono che si è fatto per questo Paese, per le difficoltà che i nostri cittadini vivono, per la crisi energetica di cui abbiamo tanto parlato anche oggi, che si risolve, secondo me, promuovendo, come si diceva bene ieri nella risoluzione che abbiamo votato, come diceva il collega Costa, della collega Mori, anche se, come ho avuto modo di specificare, quello era solo un pezzettino di un dibattito che doveva essere, dal mio punto di vista, più complessivo, però abbiamo rischiato che risorse importanti per i nostri cittadini, per la sanità, per la crisi energetica andassero, da qui a due anni, nelle spese militari.

Questo lo abbiamo evitato, ed è un bene chiarirlo e dirlo in maniera chiara, quindi quel 2 per cento non sarà più al 2024, ma sarà al 2028, e questo è stato chiarito anche dal ministro Guerini, quindi certe posizioni, anche rispetto a quello che fanno altri Stati europei, francamente mi sorprendono.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Devo dire che, di sorpresa in sorpresa, anche a me non mancano motivi per sorprendermi, dal momento che la consigliera prima firmataria di questa risoluzione ha ammesso per prima che la decisione è già stata presa, quindi non si capisce l’utilità di questa risoluzione.

Delle due, l’una: o al 2028 è già stato deciso di fare quello che chiede la risoluzione o non è ancora stato deciso, da cui la risoluzione che forse influenzerà il Governo. Al di là di questo, qual è il tema di fondo? L’aumento delle spese militari, come ho cercato di chiarire nel primo intervento, è un trend continuo, non è una novità di oggi, sollecitata dal conflitto in Ucraina. I dati lo confermano, c’era già stato un aumento del 2 per cento della spesa della difesa nel secondo Governo Conte rispetto alla spesa della difesa del primo Governo Conte. Quindi, non è l’Ucraina. La spesa militare nel mondo è in aumento dal 2000. Il nostro Paese segue lo stesso trend. Non è la questione che oggi c’è la guerra. Se non faremo mai sentire la voce di chi è contrario a questo aumento delle spese militari non contribuiremo mai a cambiare questo trend.

Per questo, l’impegno che mi piacerebbe che prendesse questa Assemblea è di sostenere la proposta per costituire il dividendo per la pace. Su questo mi piacerebbe che influenzassimo il nostro Governo, che si schierasse a favore di questo progetto, che è stato proposto da scienziati, da Premi Nobel, che chiedono di investire le risorse contro la povertà, contro i cambiamenti climatici e per maggiore giustizia nel mondo.

Questo è l’impegno che vorrei che prendesse questa Assemblea. Non il pannicello caldo. A forza di realismo, di fronte all’aumento delle spese militari, non si taglieranno mai, mentre si continuano a tagliare quelle per l’istruzione, mentre la nostra Regione deve far fronte a quelle straordinarie della sanità, e non ha ancora avuto i contributi necessari dal Governo. Per quanto riguarda i Verdi tedeschi, l’ho detto io per prima: il fatto che la Germania aumenti le spese militari di 100 miliardi lo trovo sconvolgente, rispetto alla tradizione di quel Governo che, reduce dalla Seconda Guerra Mondiale e dai sensi di colpa, le aveva sempre tenute basse.

Quindi, non ho paura di questo confronto. Del resto, i Verdi europei sono una grande famiglia, ma non sono una caserma. Se in Germania votano così, in Italia hanno votato contro l’aumento delle spese militari. E su questo io sono d’accordo, continuerò a essere d’accordo e continuerò a fare la battaglia perché risorse del nostro Paese si investano per il bene della popolazione e non per l’acquisto di armi. Lo ritengo realistico. Non la ritengo una cosa da pazzi. Lo ritengo molto più realistico, perché è di questo che c’è bisogno, e bisogna che ce lo diciamo.

Dire “sì, è vero, ma”... Quel “ma” lì lascia sempre in sospeso un’altra strada. Comunque, qui ognuno vota nel pieno rispetto reciproco, come ritiene. Questa è la nostra posizione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altre dichiarazioni di voto? Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Brevemente. La nostra sarà una non partecipazione al voto. Noi non abbiamo grandi difficoltà o ambiguità rispetto alla nostra posizione sul raggiungimento dell’obiettivo del 2 per cento. Lo abbiamo sempre sostenuto. Lo abbiamo sostenuto ancor prima che scoppiasse questa guerra, nella consapevolezza che la difesa – peraltro, sottolineiamo che non si può confondere il 2 per cento con l’acquisto di armi, perché implementare la spesa della propria difesa non vuol dire acquistare per forza delle armi, ma spesso vuol dire anche investire sulle strutture, investire sul personale, investire sulla tecnologia, investire sull’informatica, visto che esiste anche la cybersicurezza, e ce ne stiamo accorgendo ora – vuol dire quindi complessivamente aumentare le spese militari.

Ad ogni buon conto, visto che non abbiamo ambiguità e non dobbiamo fare distinguo, non dobbiamo spiegare ai nostri elettori le motivazioni per le quali abbiamo raccontato A e poi abbiamo fatto B, ma sulla posizione del 2 per cento abbiamo estrema chiarità, vogliamo mantenerla tale. Questo ordine del giorno ha di per sé, per carità, un buon intento, in teoria: quello di dire “attenzione, se economicamente affrontiamo una crisi economica, cerchiamo di arrivare gradatamente al 2 per cento”, che porta con sé delle conseguenze non preventivabili.

Se domani scoppia la terza guerra mondiale, cosa facciamo? In quanto tempo ci arriviamo al 2 per cento? Chiedo: comunque, in ogni caso, lo facciamo gradatamente? Ci sarà la necessità, molto probabilmente, di accelerare, perché l’esigenza della difesa del nostro Paese sarà prioritaria, magari, rispetto alle esigenze economiche, che purtroppo saranno comunque disastrose.

È chiaro che noi abbiamo stipulato degli accordi internazionali, che ci dicono che dobbiamo – e ci dicevano che dovevamo – arrivare lì. Come arrivarci sta anche alla sensibilità di chi ci governa. Quindi, preordinarci in modo automatico, e dire che in ogni caso bisogna arrivarci con gradualità e progressività, francamente è un po’ una presa in giro. Un po’ perché a questo 2 per cento evidentemente arriveremo con gradualità e progressività e non ci arriveremo in quattro e quattr’otto; un po’ perché, a seconda del momento, e purtroppo, dell’attualità, credo che il nostro Paese dovrà in qualche maniera darsi delle priorità su come arrivarci e su quali siano, in quel momento, in quella fase storica, gli interessi preminenti.

È chiaro che non si può non ritenere preminenti gli interessi delle conseguenze economiche della guerra. È altrettanto vero che potrebbero diventare preminenti gli interessi di difesa della nazione. Se domani iniziano a partire dei missili e ad arrivare sull’Italia, cosa facciamo? Ci vogliamo oggi dare delle priorità quando l’attualità potrebbe modificarle e sconvolgerle? Raccontiamoci che non è che l’attualità di tutti i giorni non ci ha messo di fronte a fatti che avevamo tutti preventivato. Quindi, questo ordine del giorno, sul quale probabilmente mi sarei astenuto o forse avrei votato anche a favore se avesse avuto tutta una serie di “se” e di “ma”, ha un contenuto che per noi non è votabile, pur apprezzandone forse anche i buoni intenti.

Per queste ragioni, la posizione di Fratelli d’Italia sarà di non partecipazione al voto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo, quindi, alla votazione degli emendamenti.

Votiamo l’emendamento n. 1, a firma Piccinini e Taruffi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 2, a firma Felicori.

Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo alla votazione della risoluzione 4988, a firma Piccinini e Taruffi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 4988, con votazione per alzata di mano, è approvata a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 4964

Risoluzione per impegnare il Presidente e la Giunta ad intraprendere ogni iniziativa nei confronti di BPER – Banca Popolare dell’Emilia-Romagna, del sistema bancario generale e di ogni altro soggetto pubblico o privato che ritenga interessato, affinché si eviti la chiusura di filiali e sportelli bancomat su tutto il territorio regionale, e per ricercare un punto di equilibrio fra la necessità di digitalizzazione del sistema creditizio e la necessità di assicurare servizi essenziali alla popolazione, con particolare attenzione alle aree periferiche, interne e montane. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri, Sabattini, Daffadà, Costi, Mori, Caliandro, Gerace, Pillati, Bulbi, Rontini

(Rinvio in Commissione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla risoluzione 4964, che impegna il presidente e la Giunta ad intraprendere ogni iniziativa nei confronti della BPER – Banca Popolare dell’Emilia-Romagna, del sistema bancario generale e di ogni altro soggetto pubblico o privato che ritenga interessato, affinché si eviti la chiusura di filiali e sportelli bancomat su tutto il territorio regionale, e per cercare un punto di equilibrio tra la necessità di digitalizzazione del sistema creditizio e la necessità di assicurare servizi essenziali alla popolazione, con particolare attenzione alle aree periferiche, interne e montane. A firma dei consiglieri Zappaterra, Fabbri, Sabattini, Daffadà, Costi, Mori, Caliandro, Gerace, Pillati. Bulbi, Rontini.

Consigliere Fabbri, prego.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

A seguito della discussione e dell’audizione dei rappresentanti di ABI e della Federazione BCC che è avvenuta in data 9 maggio scorso, convocata dal presidente Pompignoli, dato che questo è un tema direttamente correlato e che abbiamo condiviso e deciso di iniziare un percorso congiunto su questo tema, chiedo che la risoluzione, in accordo con la prima firmataria, venga rinviata alla Commissione per la relativa discussione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene, quindi prendo atto della richiesta di rinvio in Commissione.

Interventi, uno a favore e uno contro. Nessun intervento a favore o contro, quindi mettiamo in votazione la richiesta di rinviare in Commissione la risoluzione 4964.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

La risoluzione, quindi, è rinviata.

 

OGGETTO 4619

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l’inserimento di percorsi interni alla rete degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) dell’Emilia-Romagna, rivolti a ragazzi con disturbi dello spettro autistico e altre tipologie di disabilità, al fine di valorizzarne capacità e competenze. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Pelloni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 4619, che impegna la Giunta a valutare l’inserimento di percorsi interni alla rete degli Istituti Tecnici Superiori dell’Emilia-Romagna, rivolti a ragazzi con disturbi dello spettro autistico e altre tipologie di disabilità, al fine di valorizzarne capacità e competenze, a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Stragliati e Pelloni.

Il consigliere Marchetti vuole intervenire, ma non gli funziona il bottone oggi. Vediamo se spostandosi... Prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Con la proposta che lei ha annunciato intendiamo introdurre all’interno dei percorsi educativi previsti grazie alla rete degli ITS dell’Emilia-Romagna alcuni percorsi dedicati ai ragazzi che soffrono del disturbo dello spettro autistico e anche ad altre tipologie di disabilità.

Perché siamo partiti come Lega dall’affrontare questa tematica dal punto di vista di questi ragazzi? Perché sono i primi che, più di tutti, soffrono di un vuoto che li interessa dopo la scuola dell’obbligo, perché molti ragazzi che soffrono dello spettro autistico purtroppo, conclusa la scuola superiore, si ritrovano nel mondo del lavoro nettamente tagliati fuori, così come non hanno garanzie di servizi adeguati per garantire loro una quotidianità come tutti gli altri coetanei, ma soprattutto una dignità, perché, quando non c’è lavoro e non c’è sostegno adeguato, purtroppo si perde anche questa.

Spesso le associazioni e i genitori di questi ragazzi ci riferiscono di esperienze legate a bocciature durante il loro percorso scolastico, stabilite appositamente, giusto per prolungare il percorso di questi ragazzi, in modo da allontanare il più possibile il problema.

Così come si parla di azioni successive, post scuola dell’obbligo, che non sono altro che ‒ come spesso vengono definite ‒ dei parcheggi. È brutto da dire, ma sono sistemazioni che non garantiscono uno sbocco lavorativo, sociale a questi ragazzi.

Partendo da queste premesse, quindi, abbiamo cercato di portare all’interno di quest’aula la proposta, sfruttando quella rete presente sul nostro territorio, quella degli Istituti Tecnici Superiori, di introdurre dei percorsi ad hoc, individuati e calibrati per andare incontro alle esigenze di questi ragazzi che soffrono di disturbi dello spettro autistico o di altre disabilità. Questo perché gli Istituti Tecnici Superiori, che sono scuole ad alta specializzazione tecnologica, che realizzano percorsi biennali post diploma, che sono di fatto alternativi all’Università, hanno la finalità di formare tecnici superiori in grado di inserirsi nei settori strategici del sistema economico-produttivo e di portare nelle imprese competenze altamente specialistiche e capacità di innovazione.

Questi ITS, come molti di voi sapranno, sono fondazioni costituite da istituti tecnici e professionali, Enti di formazione professionale accreditati, Università, Enti locali e imprese. Questo sistema è previsto proprio per calibrare questi percorsi formativi in base anche alle necessità che i territori richiedono, il fabbisogno presente sul nostro territorio a livello lavorativo e professionale. Quindi, sono percorsi che hanno un taglio molto più pratico dal punto di vista lavorativo. È ovvio che tra questi ragazzi che soffrono di disturbi dello spettro autistico vi siano anche ragazzi che, seguiti adeguatamente, potrebbero sviluppare le loro potenzialità, che magari non vengono seguite e stimolate adeguatamente durante il percorso della scuola dell’obbligo.

In questo caso, con questi percorsi inseriti all’interno degli ITS dell’Emilia-Romagna, si potrebbe trovare una sistemazione dal punto di vista professionale e lavorativa anche per queste persone, in modo da garantire una dignità, ma soprattutto una sorta di autonomia, anche economica.

È chiaro che l’intento è quello di prevedere dei percorsi ad hoc, perché riconosciamo che comunque sono persone che richiederebbero un’assistenza, un accompagnamento adeguato durante questo percorso formativo. Ma come Istituzioni credo che abbiamo il dovere di dare delle risposte, perché non possiamo assolutamente accettare il fatto che dopo la scuola superiore ci sia il vuoto.

L’abbiamo detto più volte anche in Commissione sanità, quando ad esempio abbiamo parlato del piano regionale sull’autismo: il problema principale per questi ragazzi è proprio quando compiono i 18 anni e quando muovono i primi passi al di fuori della scuola superiore. Lì veramente ci troviamo di fronte al nulla assoluto, salvo qualche servizio che non fa altro che garantire il minimo di assistenza di cui hanno bisogno.

Con questa nostra proposta quindi intendiamo fare un passo ulteriore verso una garanzia di dignità e autonomia a questi ragazzi. Ho visto che sono stati depositati alcuni emendamenti che intervengono in maniera corposa sul nostro testo. È chiaro che dal canto nostro abbiamo presentato una proposta con una indicazione, un obiettivo generico, proprio perché capite benissimo che come forza di opposizione ovviamente non abbiamo la possibilità di confrontarci, ad esempio, con i tecnici dell’Assessorato.

L’obiettivo era chiaro, e mi pare che questo obiettivo sia rimasto anche all’interno dei vostri emendamenti e delle proposte che avete presentato al nostro testo.

Posso quindi già anche anticipare, così agevolo il lavoro della presidente, che accoglieremo comunque gli emendamenti presentati dai colleghi di maggioranza, visto che leggiamo in queste loro proposte lo stesso spirito contenuto nel nostro testo.

Chiaramente prendiamo atto che si intende allargare il discorso ai giovani con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento, ma che comunque andrebbero a garantire un percorso ad hoc all’interno degli ITS della nostra regione, che in sostanza è proprio quello che andavamo a chiedere noi con la nostra risoluzione.

Mi auguro quindi che con questo primo passo che stiamo compiendo oggi qui in Assemblea, si possa andare verso delle risposte che dovremmo garantire a questi ragazzi. Votato questo atto di indirizzo, oggi, qui, in Assemblea, credo che sarà fondamentale in futuro, però, monitorare l’andamento di questo indirizzo che oggi diamo alla Giunta regionale nell’ambito più complessivo del Piano regionale sull’autismo, che stiamo ancora attendendo e che credo debba dare proprio risposte anche a questi ragazzi nel momento in cui compiono diciotto anni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri interventi in discussione generale? Consigliera Pillati, prego.

 

PILLATI: Grazie, presidente.

Innanzitutto voglio ringraziare il consigliere Marchetti per aver posto all’attenzione dell’aula una riflessione su un tema che sta molto a cuore a questa Regione, che è quello delle pari opportunità di accesso nei percorsi formativi di istruzione di ogni ordine e grado delle persone con disabilità.

Il tema che questo ordine del giorno affronta riguarda, nello specifico, un segmento particolare dei percorsi formativi di istruzione terziaria, che da oltre dieci anni rappresentano delle opportunità formative di grande interesse finalizzate a formare tecnici superiori, che sono in grado di inserirsi poi in settori strategici del nostro sistema economico produttivo, settori che, ovviamente, grazie a questi percorsi possono dotarsi di competenze altamente specialistiche.

Noi siamo profondamente convinti che anche questi percorsi, esattamente come quelli universitari, quindi che riguardano il segmento di istruzione terziaria, devono permettere a tutti le medesime opportunità di accesso, che devono essere ovviamente commisurate alle proprie capacità, attitudini e aspirazioni. Pertanto, è necessario provvedere a immaginare azioni adeguate per consentire loro di accedere ai percorsi formativi, ma anche azioni che li accompagnino verso la piena partecipazione e, poi, al successo formativo, così come alla transizione verso il lavoro.

Non abbiamo difficoltà a richiamare all’interno di questo ragionamento le azioni che recentemente si sono sviluppate proprio con questa finalità, quindi anche per questo motivo uno degli emendamenti richiama una collaborazione tra l’Agenzia regionale per il lavoro e l’Ufficio scolastico regionale, che viene sancita da un protocollo d’intesa per cercare in modo particolare di fornire agli studenti con disabilità che frequentano l’ultimo anno di scuola secondaria di secondo grado elementi conoscitivi utili ad immaginare un percorso di prosecuzione degli studi, così come in modo alternativo un percorso di inserimento nel mondo del lavoro.

Tale azione si colloca in quel contesto di inclusione sociale dei ragazzi e delle ragazze con disabilità. Per questo motivo abbiamo cercato di rafforzare i contenuti della risoluzione, condividendone lo spirito e le finalità, e cercando di immaginare quale potesse essere lo strumento o gli strumenti in grado davvero di creare quelle pari opportunità di accesso, perché non dimentichiamoci che questi percorsi prevedono un numero finito di partecipanti, quindi immaginare quali strumenti debbano essere messi in campo per consentire l’accesso, ma anche dei percorsi individuali in grado di accompagnare gli studenti verso il successo formativo, tenendo conto del fatto che stiamo parlando di percorsi realizzati da fondazioni che hanno una loro autonomia, ma che sono anche sostenuti e finanziati da risorse.

Dunque, crediamo che ci siano gli strumenti proprio per realizzare quello che per noi non può e non deve rimanere soltanto un principio. Non può essere lettera morta quello che per noi è alla base, davvero, di quell’idea di Emilia-Romagna della conoscenza e dei saperi, che non deve lasciare indietro nessuno.

È esattamente con questo spirito che abbiamo cercato di declinare in modo un po’ più puntuale quelle che riteniamo possano essere delle azioni da mettere in campo, proprio per raggiungere quegli obiettivi di piena inclusione, non solo formativa, ma anche sociale, delle ragazze e dei ragazzi con disabilità, ma anche con quei disturbi dell’apprendimento, che spesso rappresentano ostacoli nel loro percorso verso il successo formativo e la transizione al lavoro.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo al dibattito sugli emendamenti.

Non ci sono interventi sugli emendamenti.

Passiamo alle dichiarazioni di voto sugli emendamenti e sulla risoluzione.

Non ci sono interventi.

Mettiamo in votazione gli emendamenti.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1, a firma Pillati, Maletti, Pigoni, Bondavalli, Marchetti Francesca, Daffadà, Bulbi, Soncini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 2, a firma Pillati, Maletti, Pigoni, Bondavalli, Daffadà, Bulbi, Soncini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 3, sempre le stesse firme.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione la risoluzione 4619, a firma Marchetti Daniele e Stragliati.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 4619, con votazione per alzata di mano, è approvata all’unanimità dei votanti)

 

OGGETTO 5086

Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare misure per favorire il reinserimento lavorativo di persone disoccupate di lungo periodo e, in particolare, degli ultracinquantenni. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pompignoli, Facci, Rancan, Bergamini, Liverani, Occhi, Rainieri, Montevecchi, Delmonte, Catellani, Stragliati

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 5086, che impegna la Giunta ad adottare misure per favorire il reinserimento lavorativo di persone disoccupate di lungo periodo e, in particolare, degli ultracinquantenni, a firma dei consiglieri Bargi, Pompignoli, Facci, Rancan, Bergamini, Liverani, Occhi, Rainieri, Montevecchi, Delmonte, Catellani, Stragliati.

Discussione generale. Mi viene fatta una richiesta di rinvio della risoluzione, non essendoci il consigliere che l’ha proposta.

Se non ci sono obiezioni, rinviamo la risoluzione 5086.

 

OGGETTO 5073

Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo per ripristinare il credito di imposta sul carburante per i taxi al 100%, al fine di contrastare il caro carburanti tutelando di fatto un servizio imprescindibile per la mobilità delle città emiliano-romagnole. A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

(Discussione e rinvio)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla 5073, risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire presso il Governo per ripristinare il credito d’imposta sul carburante per il taxi al 100 per cento, al fine di contrastare il caro-carburanti, tutelando di fatto un servizio imprescindibile per la mobilità delle città emiliano-romagnole, a firma dei consiglieri Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri.

Dibattito generale. Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente, molto brevemente.

Ovviamente, i rincari che ci sono stati rispetto al costo dei carburanti, perché è un rincaro trasversale, che ha avuto ad oggetto tutte le fonti di carburante (e anche i carburanti, tra virgolette, ecosostenibili, come quello per le auto elettriche, la ricarica delle auto elettriche) hanno avuto un impatto significativo, in particolare sul mondo dei trasporti e sul trasporto pubblico.

In questo senso, ovviamente, i taxi rappresentano una componente a nostro avviso essenziale del trasporto pubblico, in quanto sopperiscono a determinati tipi di richieste dell’utenza pubblica di spostamento. Pertanto, abbiamo ritenuto di presentare questa risoluzione che è stata sollecitata anche a livello nazionale da alcune associazioni di categoria, che vuole rappresentare una forma di sostegno per questo comparto del trasporto pubblico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ci sono interventi? Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

Insomma, un colpo di teatro per il finale della discussione. Come presentato dal consigliere Lisei, il tema riguardante la risoluzione è frutto di una discussione che ha visto anche le categorie interessate, non soltanto quella dei taxi, ma tutti quelli che svolgono un’attività che vede nel costo del carburante uno dei fattori produttivi determinanti per la redditività della stessa singola attività. È una discussione che è stata posta ai tavoli nazionali con insistenza, è stata anche raccolta in parte dai provvedimenti che si sono susseguiti, non soltanto ultimamente, ma anche con l’attenzione che è stata data anche durante la pandemia. Ricordo anche alcuni provvedimenti in questo senso che ha messo in campo la Regione Emilia-Romagna.

La richiesta che farei al consigliere Lisei è quella di chiedergli un piccolo supplemento di analisi data dalla fattibilità della stessa risoluzione. Condividendone le premesse, abbiamo bisogno ancora di un elemento di supplemento d’indagine. Quindi chiederei, se è possibile, al consigliere di avere la ricalendarizzazione della stessa risoluzione nel corso della prossima seduta, al fine di poter esprimere con più compiutezza un parere sulla stessa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Per rimarcare ovviamente la sempre presente disponibilità di Fratelli d’Italia a trovare una soluzione d’intesa, quindi chiedo che venga trattata nella prossima seduta d’aula, auspicando che il tempo che intercorre da qui alla prossima seduta possa essere utile ad una risoluzione condivisa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quindi chiede il rinvio anche lei non alla Commissione, ma all’aula. Va bene.

Nessun intervento a favore, nessuno contro, però dobbiamo mettere in votazione la richiesta del consigliere, anzi dei consiglieri Lisei e Sabattini.

Favorevoli al rinvio alla prossima aula? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

La risoluzione, quindi, è rinviata.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): Io avrei una risoluzione della Zamboni, ma non vedo la collega. Pur non essendoci la collega Zamboni, dovremmo trattare la risoluzione, a meno che qualcuno non chieda il rinvio della risoluzione.

Il consigliere Sabattini è riuscito ad anticipare il consigliere Taruffi. Prego.

 

SABATTINI: Chiedo, per l’assenza della collega, il rinvio alla prossima aula.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene, è accolto il rinvio.

Passiamo alla risoluzione 4174, Castaldini, che non c’è. Non è colpa mia se non ci sono i consiglieri, se qualcuno vuole chiedere il rinvio della risoluzione della consigliera Castaldini o se abbiamo notizie di cosa vorrebbe fare...

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Siccome credo sia opportuno provare un attimo a capire se i consiglieri sono presenti, magari sono un attimo... Chiederei di sospendere un attimo per verificare se i consiglieri sono qui. Così proviamo a discutere qualche risoluzione. Chiederei di sospendere un attimo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei chiede di sospendere la seduta un attimo?

 

TARUFFI: Sì. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Bessi, prego.

 

BESSI: Voglio appoggiare la richiesta del collega Taruffi, anche perché si fa sempre a gara per mettere nel programma le risoluzioni e poi non vengono...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene. Abbiamo capito che la appoggia. Benissimo.

Sospendiamo per cinque minuti e poi vediamo cosa succede. Grazie.

 

(La seduta sospesa alle ore 17,19 è ripresa alle ore 17,20)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dopo un’attenta riflessione e un confronto con alcuni Capigruppo, sospendiamo, anzi terminiamo i lavori dell’aula. Le risoluzioni saranno inserite nel prossimo ordine del giorno.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 17,20

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Michele BARCAIUOLO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, OCCHI Emiliano, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI,

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori Paolo CALVANO e Mauro FELICORI.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI, Barbara LORI, Paola SALOMONI e i consiglieri Federico Alessandro AMICO, Marco MASTACCHI e Marcella ZAPPATERRA.

 

Emendamenti

OGGETTO 5146

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2022. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione Europea".

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Bargi

«A pag. 16 il punto 26) "Si evidenzia che i dati ……” viene abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Bargi

«A pag. 17 al punto 29) subito dopo il primo capoverso terminante con le parole "Legiferare meglio", viene inserito il seguente periodo: "Si evidenzia, ai fini del miglioramento della qualità legislativa, l'importanza di ristabilire un corretto rapporto tra i poteri legislativo ed esecutivo, in particolare riconoscendo il ruolo dell 'Assemblea Legislativa come espressione di quest'ultimo".»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Bargi

«A pag. 18 al punto 31) il periodo dal capoverso "Si ritiene importante…" fino al termine del punto viene così sostituito:

"Si ritiene, tuttavia, che detto esperimento non abbia raggiunto, nelle forme e nei modi in cui si è svolto, il risultato prefissato, sia in termini di partecipazione che di diffusione mediatica, in particolare gli argomenti proposti nelle consultazioni e la partecipazione più che altro di addetti ai lavori ha offerto alle istituzioni europee uno strumento atto a mantenere un atteggiamento conservativo rispetto a quanto già proposto dalla commissione".»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Bargi

«A pag. 19 al punto 33) prima del periodo che inizia con "Si chiede pertanto. viene inserito il seguente periodo:

"Ritenute più efficaci nel lungo periodo politiche orientate a stimolare la domanda interna, agendo anche sull 'adeguamento salariale in funzione dell'inflazione, rispetto a strategie competitive legate al contenimento del costo del lavoro che avrebbero l'effetto di erodere la domanda aggregata e i diritti dei lavoratori, al netto dei necessari interventi per non scaricare sugli imprenditori il costo dell'operazione".»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Occhi

«A pag. 6 alla fine del punto 5) "Rispetto al tema dell'energia", dopo il punto 5bis) è aggiunto il seguente punto:

"5 ter Su questa complessiva situazione, ha inciso e sta incidendo il cambio di scenari cui abbiamo assistito negli ultimi due anni: la ripresa dell'economia mondiale dopo la pandemia ha determinato un notevole aumento della domanda di materie prime, energetiche e non, che a sua volta ha determinato un'impennata dei prezzi a partire dalla seconda metà del 2021. Questi rincari hanno inciso maggiormente in quei Paesi che non hanno una concreta differenziazione nell'approvvigionamento di fonti energetiche e materie prime. Nel 2022 i cambiamenti degli equilibri geopolitici connessi al conflitto russo-ucraino, condurranno presumibilmente ad un riassetto degli approvvigionamenti energetici in Europa e nel Mondo, di cui le azioni europee, nazionali e regionali in materia dovranno tenere necessariamente conto, come recentemente emerso anche in sede di G7 e presente prioritariamente nell'agenda europea."»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Occhi

«A pag. 8 il punto 9) "Con riferimento all'attuazione della strategia ….” viene abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma del consigliere Marchetti Daniele

«A pag.10 al punto 17) dopo le parole "... sull'andamento dei programmi di screening in regione." E aggiunto il seguente periodo: "Al fine di garantire il recupero delle liste di attesa per prestazioni sanitarie ancora in sospeso, sarà utile valorizzare le misure migliorative adottate nel periodo pandemico, anche stabilizzando il personale assunto nel corso di tale periodo, e garantendo la copertura dei servizi che saranno introdotti grazie ai finanziamenti erogati per mezzo dei fondi PNRR."»

(Approvato)

 

Emendamento 8, a firma del consigliere Marchetti Daniele

«A pag. 20 al punto 34) lettera d) dopo le parole "direttiva veicoli fuori uso", inserire il seguente periodo: "e) Stabilizzare il personale sanitario assunto per fronteggiare l'emergenza sanitaria, vista la necessità che le strutture del Servizio Sanitario Regionale riscontrano nel far fronte all'enorme carico di prestazioni non eseguite durante il periodo pandemico e dovendo garantire una copertura alle piante organiche dei servizi che saranno introdotti grazie ai finanziamenti PNRR. Si ritiene necessario instaurare un dialogo costruttivo con il governo nazionale e a livello regionale avviare un percorso di efficientamento della Sanità emiliano romagnola".»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma della consigliera Catellani

«A pag. 15 il punto 24 "Si ricorda che in Commissione ..." viene abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma della consigliera Catellani

«A pag. 17 al punto 29 la parola "positivamente" è sostituita dalle parole "da intensificare".»

(Ritirato)

 

Emendamento 11, a firma della consigliera Catellani

«A pag. 17 al punto 29) dopo le parole «gli indirizzi europei del programma "Legiferare meglio"» sono integrate le parole ", anche attraverso la stesura di testi unici dedicati".»

(Approvato)

 

Emendamento 12, a firma del consigliere Montevecchi

«A pag. 15 al punto 21) sono soppresse le parole:

“e la strategia per l'uguaglianza delle persone LGBTQI 2020-2025 del 13 novembre 2020. Si evidenzia inoltre che la Regione Emilia-Romagna si è dotata negli anni di un solido e articolato quadro normativo caratterizzato da un approccio trasversale, intersezionale e concreto alle politiche di genere. Tra le principali leggi regionali in materia si richiamano: n. 15/2019 (Legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere)".»

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma del consigliere Montevecchi

«A pag. 16 il punto 27) viene così sostituito:

"In merito al dibattito sull’attivazione del meccanismo di condizionalità legato al rispetto dello stato di diritto, la Regione Emilia Romagna manifesta la propria contrarietà nei confronti della strumentalizzazione che è stata generata sul tema da parte della Commissione Europea e che ha preso di mira Stati membri dell’Unione Europea quali Polonia e Ungheria a causa delle loro legittime scelte politiche".»

(Respinto)

 

Emendamento 14, a firma della consigliera Catellani

«A pag. 17 al punto 29), le parole «ed, in particolare, il comma 4 del medesimo che prevede che "La Giunta, previa intesa con l'ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa, adotta il regolamento attuativo per l'applicabilità delle valutazioni dell'impatto di genere ex ante entro 180 giorni dall'entrata in vigore della presente norma, a seguito del quale sarà individuato il Nucleo Operativo d'Impatto (NOI), necessario per rendere efficace il presente articolo" e si rileva che il regolamento  attuativo è in fase di perfezionamento e che successivamente verrà istituito il Nucleo Operativo.» sono sostituite dalle parole «pur rilevando come al contrario l'analisi di impatto ex ante resti completamente disattesa per quanto attiene ai profili di cui alle lettere c), d), e) articolo 49, comma 1, del Regolamento interno.»

(Respinto)

 

Emendamento 15, a firma della consigliera Castaldini

«Si chiede di aggiungere a pag. 7, nel paragrafo 7, dopo il primo capoverso il seguente testo:

"Tale informativa sarà sistematicamente fornita attraverso una newsletter da mettere a disposizione dei Consiglieri e degli Stakeholders."»

(Respinto)

 

Emendamento 16, a firma della consigliera Castaldini

«Si chiede di sostituire a pag. 7, nel paragrafo 7, ultimo capoverso il testo "Considerato l'eccezionale ammontare delle risorse derivanti dal PNRR e dalla nuova programmazione 2021-2027, si invita la Giunta a tenere informata l'Assemblea sull'andamento del Piano territoriale dell'Emilia-Romagna e sul raggiungimento degli obiettivi previsti;" con il seguente:

"Considerato l'eccezionale ammontare delle risorse derivanti dal PNRR e dalla nuova programmazione 2021-2027, si invitano le Commissioni Assembleari competenti ad interfacciarsi con la Giunta in merito al Piano territoriale dell'Emilia-Romagna ed al monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi previsti;"»

(Respinto)

 

Emendamento 17, a firma della consigliera Castaldini

«Si chiede di aggiungere a pag. 10, nel paragrafo 15, alla fine del testo, il seguente testo:

"Si presterà particolare attenzione, come previsto dalle recenti normative nazionale e regionale, a favorire un sistema di accoglienza diffusa coinvolgendo gli enti del terzo settore, i Centri di servizio per il volontariato, gli enti e le associazioni iscritte al registro di cui all' articolo 42 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286, gli enti religiosi civilmente riconosciuti, le Organizzazioni della società civile".»

(Approvato)

 

Emendamento 18, a firma della consigliera Castaldini

«Si chiede di aggiungere a pag. 19, dopo il paragrafo 32 il seguente nuovo paragrafo:

32bis) I nuovi scenari internazionali impongono l'obiettivo di avere "un'Europa più forte nel mondo" attraverso azioni geopolitiche finalizzate anche all'autonomia strategica. Nella nostra regione ci sono diversi comparti di eccellenza e legate a specifici comparti quali l'aereospaziale. Proprio "Aerospace economy" è stato inserito nella Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) dell'Emilia-Romagna, come "area ad alto potenziale di sviluppo" e vedrà per il periodo 2021-2027 investimenti per favorire la conoscenza, la condivisione di opportunità e il trasferimento tecnologico, soprattutto nella relazione scienza-impresa e a livello nazionale e internazionale.

Si ritiene necessario, impegnando in tale senso anche la Giunta regionale, in tutte le sedi istituzionali statali ed europee a rafforzare la solidarietà dell'UE per proteggere meglio i cittadini dell'UE all'estero.»

(Respinto)

 

Emendamento 19, a firma della consigliera Piccinini

«Al termine del paragrafo 5, che inizia con le parole "Rispetto al tema dell'energia..." è aggiunto il testo seguente:

"e che richiedono un'ulteriore accelerazione verso soluzioni che, perseguano l'obiettivo della rapida transizione alle fonti rinnovabili e alla conseguente indipendenza energetica europea, nazionale e regionale."»

(Approvato)

 

Emendamento 20, a firma dei consiglieri Bessi, Sabattini, Daffadà, Maletti, Costi, Rossi, Pillati, Bulbi, Mumolo, Rontini, Gerace, Pigoni

«Dopo il punto 5) "Rispetto al tema dell'energia" è aggiunto il seguente punto:

"5bis) La Regione, alla luce dei nuovi e sfidanti obiettivi assunti dalla Comunità internazionale in materia di clima ed energia ed in linea con la normativa europea in materia, ha deciso di accelerare fortemente la transizione ecologica, individuando le linee di intervento prioritarie su cui concentrare la propria azione: con la sottoscrizione del Patto per il Lavoro e per il Clima ha confermato il proprio impegno a guidare la transizione energetica attraverso la condivisione di un'unica strategia in grado di generare nuovo sviluppo e nuovo lavoro, ponendosi l'obiettivo di raggiungere la  decarbonizzazione prima del 2050 e il 100% dj energie rinnovabili entro il 2035.

Occorre inoltre segnalare come, all'interno del nuovo Piano Triennale di attuazione 2022-2024 del Piano Energetico regionale vengano rafforzati gli obiettivi della Regione Emilia-Romagna in materia di economia verde, di risparmio ed efficienza energetica, di sviluppo di energie rinnovabili, di interventi su trasporti, ricerca, innovazione e formazione, facendo propri gli obiettivi europei al 2030 e al 2050 in materia di clima ed energia, come driver di sviluppo dell'economia regionale.

Le nuove sfide poste dal Patto per il lavoro e per il clima rappresentano il punto di partenza del nuovo Piano Triennale di attuazione 2022-2024 del Piano Energetico Regionale, che definirà per il prossimo triennio:

- obiettivi da raggiungere;

- misure attraverso le quali raggiungerli;

- risorse a disposizione per la sua realizzazione.

L'attenzione, in particolare, è posta sui seguenti elementi strategici:

- la riduzione delle emissioni climalteranti;

- l'incremento della quota di copertura dei consumi attraverso l'impiego di fonti rinnovabili;

- l'incremento dell'efficienza energetica. "»

(Approvato)

 

Emendamento 21, a firma dei consiglieri Bessi, Sabattini, Piccinini, Taruffi, Daffadà, Bulbi, Maletti, Costi, Rossi, Pillati, Gerace, Pigoni, Mumolo, Rontini

 

«Dopo il punto 5 ter) è aggiunto il seguente punto:

"5 quater). Tra i molteplici strumenti individuati dal Patto per il Lavoro e per il Clima per il raggiungimento degli obiettivi prioritari per la transizione energetica, è stata prevista l'adozione di una Legge regionale sulle comunità energetiche, al fine di dotare la Regione di uno strumento finalizzato alla promozione e al sostegno della costituzione di comunità energetiche rinnovabili, con particolare riguardo a quelle a forte valenza sociale e territoriale, che pongano persone fisiche, imprese, enti territoriali e autorità locali, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, enti del terzo settore e di protezione ambientale al centro della transizione energetica.

Attraverso il progetto di legge regionale, volto a proseguire dunque nella direzione tracciata dal Legislatore europeo con la Direttiva UE n. 2001 dell'11 dicembre 2018 e dal legislatore nazionale (prima con l'art. 42-bis del Decreto Legge n. 162 del 30 Dicembre 2019, che ha parzialmente recepito i contenuti della Direttiva 2018/2001/UE e, successivamente, con l'emanazione del Decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, che li ha compiutamente attuati), si intende dotare la Regione di uno strumento legislativo volto alla promozione e al sostegno dell'autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche rinnovabili che ponga persone fisiche, PMI, enti territoriali e autorità locali, ivi incluse le amministrazioni comunali, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, enti del terzo settore e di protezione ambientale, nonché le amministrazioni locali contenute nell'elenco delle amministrazioni pubbliche divulgato dall'ISTAT, al centro della transizione energetica.

Tale progetto di legge è attualmente all'esame della competente Commissione assembleare.»

(Approvato)

 

Emendamento 22, a firma dei consiglieri Catellani, Sabattini, Pompignoli, Bessi, Marchetti Francesca, Gerace, Rontini, Bulbi, Mumolo, Pillati, Rossi, Maletti, Daffadà, Costi, Pigoni

«Dopo il punto 6) si aggiunge il seguente punto 6 bis):

"6 bis) Nell'ottica di combattere lo spopolamento dei territori più fragili, anche garantendo la presenza di servizi bancari in particolare nelle aree interne e di montagna, si coglie l'occasione della revisione in atto del quadro normativo europeo per il recepimento nell'Unione Bancaria degli Accordi finali di Basilea 3 plus  per evidenziare l'opportunità di rivedere il quadro regolamentare bancario europeo, in particolare quanto previsto dall'art. 40 del Regolamento 468/2014, allo scopo di prendere in considerazione, successivamente, la possibilità di riconoscere forme di proporzionalità che sostengano la natura mutualistica derivante dall'articolo 45 della Costituzione italiana e della loro peculiarità localistica.

A tal fine si invita la Giunta a valutare la opportunità di sollecitare un intervento unitario della Conferenza delle Regioni e del Comitato europeo delle Regioni, nei confronti del Governo italiano e Parlamento Europeo."»

(Approvato)

 

Emendamento 23, a firma della consigliera Catellani

«Al punto 29 della risoluzione, la parola «positivamente» è sostituita dalle parole «da ulteriormente intensificare».»

(Approvato)

 

OGGETTO 4988

Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo e al Parlamento di assicurare, nell'ambito della conferma degli impegni internazionali assunti dal nostro Paese e in relazione all'incremento delle spese militari fino al 2% del PIL, un approccio che garantisca gradualità e progressività nel tempo, tenendo conto degli effetti che la crisi economica, conseguente alla guerra russo-ucraina, sta producendo sulla società italiana. A firma dei Consiglieri: Piccinini, Taruffi

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Piccinini, Taruffi

«Al termine della sezione introdotta da "impegna la Giunta regionale" è aggiunto il testo seguente:

"a richiedere al Governo e al Parlamento di farsi parte attiva nell'adozione, in questa drammatica fase del conflitto, di iniziative diplomatiche, sollecitando l'Unione Europea a svolgere un ruolo da protagonista per la ripresa di percorsi negoziali finalizzati a fare cessare le ostilità e a ricostituire tavoli per la definizione di una soluzione di pace. "»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Felicori

«Si chiede di sostituire la parola “prioritariamente” dell’impegna con le parole “in debito conto gli effetti”»

(Approvato)

 

OGGETTO 4619

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'inserimento di percorsi interni alla rete degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) dell'Emilia-Romagna, rivolti a ragazzi con disturbi dello spettro autistico e altre tipologie di disabilità, al fine di valorizzarne capacità e competenze. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Pelloni

 

Emendamento 1 a firma dei consiglieri Pillati, Maletti, Pigoni, Bondavalli, Marchetti Francesca, Soncini, Bulbi, Daffadà

«Nel "Premesso che" sono apportate le seguenti modifiche:

a) Nel primo capoverso le parole: "nuove" e "alternativi all'Università" sono soppresse;

b)Alla fine del primo capoverso, dopo le parole: "offerta terziaria universitaria;" è aggiunto il seguente periodo: "tali percorsi affiancano l'offerta terziaria universitaria;"

c) Il secondo capoverso è sostituito dal seguente:

“- gli ITS Emilia-Romagna sono Fondazioni costituite, ai sensi delle norme nazionali, da istituti tecnici e professionali, enti di formazione professionale accreditati, Università, Enti Locali e imprese che, nella nostra regione, vedono la partecipazione dei centri e dei laboratori di ricerca;"»

(Approvato)

 

Emendamento 2 a firma dei consiglieri Pillati, Maletti, Marchetti Francesca, Pigoni, Bondavalli, Daffadà, Bulbi, Soncini

«Dopo il "Considerato che" sono aggiunti i seguenti periodi:

"Visto in particolare

il Protocollo d'Intesa tra Agenzia Regionale per il Lavoro e l'Ufficio Scolastico Regionale per l'Emilia-Romagna, con il quale sono state definite le modalità di collaborazione per assicurare l'offerta di interventi ideati e rivolti in modo particolare agli studenti con disabilità dell'ultimo anno di scuola secondaria di 2° grado, finalizzati a fornire loro elementi conoscitivi utili alla progressiva definizione del proprio progetto di vita, con riferimento tanto alla prosecuzione degli studi quanto all'inserimento nel mondo del lavoro.

Ritenuto che

per perseguire i principi delle pari opportunità di accesso all'offerta formativa terziaria, i percorsi di formazione terziaria non universitaria realizzati dalle Fondazioni ITS unitamente ai percorsi Universitari, devono permettere a tutti i giovani di costruire un proprio percorso formativo e professionale in funzione delle proprie capacità, attitudini e aspirazioni;

al fine di rendere effettivo il diritto di accesso, le autonomie formative devono garantire, anche agli studenti con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento, azioni adeguate e personalizzate per sostenerli nell'accesso, nella piena partecipazione e per accompagnarli al successo formativo e alla transizione verso il lavoro;"»

(Approvato)

 

Emendamento 3 a firma dei consiglieri Pillati, Maletti, Marchetti Francesca, Pigoni, Bondavalli, Daffadà, Bulbi, Soncini

«L’”impegna la Giunta regionale” è sostituito dal seguente:

“- a prevedere, nelle procedure di evidenza pubblica per la selezione e finanziamento dei percorsi formativi, le disposizioni e gli impegni in capo alle Fondazioni ITS, che permettano:

- la rimozione di ostacoli in accesso ai percorsi, che necessariamente prevedono un numero chiuso, attraverso la previsione di modalità e procedure per la selezione, che contemplino, per i giovani con disabilità o con Disturbi Specifici dell'Apprendimento, adeguate misure compensative;

- la messa in disponibilità di dotazioni e ausili per l'apprendimento e professionalità capaci di sostenere i giovani con disabilità o con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che saranno ammessi alla frequenza, nei processi di apprendimento e pertanto verso il successo formativo e nel successivo percorso di transizione verso il lavoro;

a sostenere le Fondazioni ITS, valorizzando le modalità di collaborazione tra loro, attraverso l'Associazione Scuola Politecnica dell'Emilia-Romagna:

- nella costruzione dei percorsi individuali che, a partire dall'orientamento in ingresso, permettano l'accesso e la piena partecipazione di tutti i giovani nelle logiche dell'inclusione e delle pari opportunità;

- nel consolidamento e qualificazione delle reti di collaborazione con le autonomie scolastiche del secondo ciclo, con i servizi pubblici e con le associazioni delle persone con disabilità nelle logiche, e a partire da quanto previsto dal Protocollo di Intesa tra l'Agenzia Regionale per il Lavoro e l'Ufficio Scolastico regionale per l'Emilia-Romagna. ":»

(Approvato)

 

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

5162 - Interrogazione a risposta scritta sull'aumento della capacità dell'inceneritore di Hera a Ferrara e sui sistemi di monitoraggio attivati per verificare le emissioni dei particolati ultrafini pericolosi per la salute umana. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

5169 - Interrogazione a risposta scritta circa l'opportunità di mantenere ed eventualmente consolidare il ponte realizzato come viabilità di servizio a Pian del Voglio, utilizzato ormai quotidianamente dalla popolazione e dai mezzi di soccorso per arrivare più agevolmente anche nei territori limitrofi. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

5170 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte ai ritardi nell'esaurire le richieste di fruizione di prestazioni sanitarie da parte degli utenti, con particolare riguardo alla situazione dell'AUSL di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

5173 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di una ciclovia di rango regionale che unisca i comuni dall'Alto Ferrarese fino alla Bassa Reggiana, procedendo contestualmente alla riqualificazione e al potenziamento della rete ciclabile regionale. A firma dei Consiglieri: Costi, Caliandro, Costa, Mori, Fabbri, Zappaterra

 

5174 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni necessarie per porre rimedio al problema del turn-over del personale sanitario, con particolare riguardo alla carenza di medici anestesisti all'Ospedale di Cento (FE) e in altre strutture ospedaliere emiliano-romagnole. A firma del Consigliere: Bergamini

 

5175 - Interrogazione a risposta scritta in merito ad una criticità che si è verificata durante la prova concorsuale per la classe di concorso A047, Scienze matematiche. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

5176 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno agire affinché l'energia prodotta da biomasse legnose non venga più incentivata con finanziamenti pubblici, al fine di evitare la distruzione e il degrado delle foreste e dei boschi europei. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

RISOLUZIONI

 

5163 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Parlamento e il Governo, per quanto di competenza, a proseguire nell'iter diretto alla definizione per via legislativa del salario minimo, come strumento centrale nel contrasto della povertà, nella difesa della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici e nella tutela della legalità. (09 05 22). A firma della Consigliera: Piccinini

 

5164 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'opportunità di adottare interventi a carattere straordinario per il reclutamento di personale medico nel settore della Medicina di emergenza e urgenza, al fine di garantire continuità assistenziale nei Servizi di Pronto Soccorso. (09 05 22). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

5165 - Risoluzione sul concerto che si è recentemente tenuto presso il circolo Arci "Il Tunnel" di Reggio Emilia. (10 05 22). A firma dei Consiglieri: Lisei, Barcaiuolo, Tagliaferri

 

INTERPELLANZA

 

5167 - Interpellanza per sapere se la Regione Emilia-Romagna intenda costituirsi parte civile in un procedimento penale per violazione di quanto disposto dal Tribunale dei Minorenni, attualmente in corso, e se i vertici della Ausl, in relazione ai medesimi fatti, abbiano adottato procedimenti disciplinari, anche in via cautelativa e provvisoria. A firma dei Consiglieri: Facci, Montevecchi

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 8 prot. NP/2022/1040 del 12/05/2022)

 

IL PRESIDENTE

IL SEGRETARIO

Rainieri

Bergamini

 

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