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169.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 25 OTTOBRE 2022

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5587

Interpellanza per chiedere la modifica dei meccanismi premiali del bando "Montagna 2022" e l'aumento dei fondi disponibili per le finalità ivi previste. A firma del Consigliere: Facci

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

FACCI (Lega)

TARUFFI, assessore

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 5597

Interpellanza circa le misure da adottare per evitare la riduzione dell'orario della scuola dell'infanzia di Marsaglia e la chiusura della scuola media di Ottone, in provincia di Piacenza. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

STRAGLIATI (Lega)

TARUFFI, assessore

STRAGLIATI (Lega)

 

OGGETTO 5753

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Programma di iniziative per la partecipazione della Giunta regionale 2022-2023 (art. 6, comma 5, L.R. n. 15/2018)". (103)

(Dichiarazione di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

COSTI (PD)

CATELLANI (Lega)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 5499

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Partecipazione all'Associazione Liberation Route Italia. Modifica alla legge regionale 3 marzo 2016 n. 3". (53)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MARCHETTI Francesca (PD)

AMICO, relatore della Commissione

FACCI, relatore di minoranza

EVANGELISTI (FdI)

FACCI (Lega)

AMICO (ERCEP)

FACCI (Lega)

FELICORI, assessore

FACCI (Lega)

AMICO (ERCEP)

EVANGELISTI (FdI)

AMICO (ERCEP)

FACCI (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

 

OGGETTO 5442

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Interventi urgenti a sostegno del settore agricolo, agroalimentare, ittico e delle bonifiche". (54)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Rainieri)

DAFFADÀ, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Zamboni)

RAINIERI, relatore di minoranza

RONTINI (PD)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 5499

Emendamento oggetto 5499

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,50

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 169 del giorno 25 ottobre 2022.

Hanno giustificato la propria assenza la consigliera Montalti e gli assessori Colla, Salomoni e Donini.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Rainieri): Iniziamo i lavori con lo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 5587

Interpellanza per chiedere la modifica dei meccanismi premiali del bando “Montagna 2022” e l’aumento dei fondi disponibili per le finalità ivi previste. A firma del Consigliere: Facci

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza 5587 per chiedere la modifica dei meccanismi premiali del bando “Montagna 2022” e l’aumento dei fondi disponibili per le finalità ivi previste, a firma del consigliere Facci.

Consigliere, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Approfitto anch’io per inaugurare il nostro confronto con il nuovo assessore alla montagna, sperando, ma su questo posso non avere dubbi, che sia migliore di quello precedente, che la montagna ha ampiamente trascurato.

Questo bando montagna è la testimonianza di quanto il precedente assessore ‒ ovviamente, precedente assessore a nome di tutta la Giunta, a partire dal presidente Bonaccini ‒ abbia fatto molta demagogia e poca concretezza. Parliamo di un bando che è stato ampiamente sbandierato come la panacea di tutti i mali della montagna per risolvere il problema dello spopolamento, per risolvere il problema della desertificazione. Quasi a non voler vedere che, in realtà, i problemi sono la mancanza di infrastrutture, la mancanza di posti di lavoro, la mancanza di opportunità.

Questo bando, come anche negli anni scorsi, appena emanato... Il primo bando è del 2020. Questo è il secondo bando, del 2022, ma sostanzialmente ricalca più o meno le stesse caratteristiche. È un bando che, in realtà, zoppica nel momento in cui prevede dei meccanismi premiali che, in realtà, sono del tutto penalizzanti per alcune aree. Per esempio, l’area metropolitana di Bologna, i Comuni montani nell’area metropolitana di Bologna risultano ampiamente penalizzati in termini di attribuzione di punteggio rispetto a quelli del resto della regione.

Quello che era stato già oggetto di critica era il fatto che fossero state stanziate risorse del tutto esigue rispetto all’obiettivo che questa misura si prefiggeva di raggiungere, cioè mantenere le famiglie e soprattutto aiutare i giovani a rimanere, a dimorare in montagna. Quindi, prevedere 10 milioni, e il precedente bando è stato di 20 complessivi (10 e 10)... Alla fine i Comuni montani sono 119. La misura massima concedibile era 30.000 euro. È facile capire quanto effettivamente fossero esigui i nuclei familiari coinvolti e potenzialmente interessati. Infatti, lo dimostra il precedente bando, che ha avuto 687 assegnatari, meno una sessantina di revoche, quindi poco più di 600 nuclei che hanno ricevuto soddisfazione, non i 1.000 che oggi, in maniera trionfalistica, ha sbandierato il presidente Bonaccini. Non 1.000, ma 620 circa. A fronte di uno stanziamento di 20 milioni complessivi.

La domanda è sul nuovo bando. Il nuovo bando prevede addirittura 5 milioni. Mentre il precedente bando aveva stanziato 20 milioni, lasciando fuori circa 1.623 persone (1.623 sono stati esclusi), il nuovo bando prevede un quarto della misura precedente. I meccanismi premiali per i Comuni montani continuano a essere quelli di prima, lo ribadisco, penalizzanti per la montagna bolognese.

Si tratta di capire che cosa si vuol fare. Se vogliamo dare delle mancette a destra e a sinistra per, magari, provare a recuperare quei voti, come leggo nell’ultimo lancio di agenzia, dove il nuovo assessore Taruffi dichiara che recupererà la montagna che vota a destra, se queste sono le politiche, dare mancetta qua e là per provare a recuperare i voti, lo trovo veramente molto miope e assolutamente imbarazzante.

L’interrogazione è molto semplice: rivedere i meccanismi di questo bando, sostenere maggiormente i Comuni con criteri che siano tutto sommato equilibrati e che non prevedano disparità territoriali e, naturalmente, un fondo che non sia di 5 milioni, che diversamente non potrebbe dare risposte se non a poche famiglie, magari amiche di qualcuno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

È con estrema importanza che mi accingo a dare la parola al neo assessore Taruffi. Prego, assessore.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Dovrei dire “dove eravamo rimasti?”, consigliere Facci. Battute a parte, lei interviene, e la ringrazio per l’interrogazione, che ci dà modo di approfondire subito un aspetto sul quale sicuramente avremo modo e tempo di tornare, sulle politiche per la montagna in generale, ovviamente dando per acquisiti gli interventi che sono stati stanziati.

Lei ricordava i 20 milioni stanziati; lo diciamo consapevoli che si possa sempre fare di più e meglio, però siamo anche consapevoli del fatto che non esiste altra Regione in Italia che abbia stanziato una misura simile. Lei ricordava le oltre 2.000 persone che hanno aderito al bando, sottolineando come oltre 700 di queste abbiano poi ricevuto il finanziamento vero e proprio.

Io la vedo da un punto di vista diverso rispetto a lei, e penso che se in questa Regione oltre 2.000 persone, 2.000 famiglie accedono ad un bando per acquistare o ristrutturare la prima casa in montagna, vuol dire che effettivamente abbiamo colto un punto che esisteva, e una necessità alla quale è giusto e doveroso andare incontro.

Lei poi sottolinea, nella sua interpellanza, una presunta disparità di trattamento all’interno dei territori regionali. Come sa bene, però, anche per il comune territorio dal quale proveniamo, la montagna non è un unicum indistinto che può essere trattato in modo appunto indistinto, ma la montagna ha caratteristiche. Tutto l’Appennino emiliano-romagnolo ha caratteristiche diverse, distinte, anche all’interno dello stesso Appennino: penso ad esempio al territorio dal quale proveniamo. Lei sa bene che alcuni Comuni versano in una certa situazione, economica, socioeconomica e infrastrutturale; altri sono invece quelli più di crinale, in altra situazione. Ovviamente, non disponendo di risorse illimitate, quello che abbiamo provato a fare, quello che continueremo a fare è cercare di intervenire soprattutto per le realtà più in difficoltà.

I criteri individuati all’atto della presentazione del bando 2021 e poi confermati con il bando 2022, cercano di dare risposte andando esattamente nella direzione di cui dicevo, quindi vengono per l’appunto confermati. Dopodiché, ovviamente le consegnerò poi la risposta scritta, puntuale che riprende alcuni elementi di dettaglio, anche rispetto alle variazioni percentuali della popolazione residente, della quota percentuale di contribuenti, alcuni dati numerici che è importante definire e appuntare. Visto però che ho un tempo limitato, e non voglio all’inizio subito iniziare questionando con il presidente, quindi vado a un punto, quello centrale.

Dicevo, avremo tempo e modo per affrontare i temi delle politiche sulla montagna più in generale. Non si tratta ovviamente di dare mancette, o di dare risorse agli amici di qualcuno o di qualcun altro – frase su cui ovviamente lasciamo correre, perché siamo alla prima – ma si tratta di stabilire risposte, di stanziare quindi risorse in modo strutturale per coprire un arco temporale pluriennale. Così abbiamo fatto ad esempio quando sono state messe in campo le risorse per incentivare le imprese, quindi riducendo l’IRAP per le imprese in montagna. Un arco temporale, dicevo, pluriennale, per sostenere quel tipo di iniziative e dare modo alle persone e alle famiglie che intendono usufruire di questa possibilità di farlo calcolando un arco temporale ancora più lungo. Dopodiché, sono sicuro che la avremo al nostro fianco, e l’avrò al mio fianco, nel momento in cui dovremo confrontarci nel merito, da qui ai prossimi due anni e mezzo, e non mancherà occasione, sulle misure da adottare, ovviamente partendo però da una comune visione. Io credo che su questo possiamo convenire: sul fatto che ci troviamo di fronte ad iniziative che non hanno, ripeto, equivalenti in nessun’altra regione italiana. Il che non significa che quindi sia tutto perfetto e che non si possa migliorare, ma partiamo da alcuni dati di fatto, che sono quelli che ricordavo. Dopodiché, 121 Comuni, come dicevo, del nostro Appennino emiliano-romagnolo, non sono un unicum indistinto. Calcolare e misurare provvedimenti che abbiano efficacia indistinta su tutti è oggettivamente abbastanza complicato.

Invece, e su questo concludo, mettere in conto interventi non solo pluriennali, non solo strutturali, ma che riguardino e abbraccino l’insieme delle politiche per la montagna è l’obiettivo, la sfida che dobbiamo insieme, io credo, provare a mettere in campo da qui alla fine del mandato. Sappiamo bene infatti che quando parliamo delle politiche per la montagna è sbagliato pensare settorialmente ad interventi, settore per settore, ma dobbiamo pensare a interventi che in modo complessivo abbraccino e diano risposte a quei territori, visto che, e concludo… Non ho preso la parola prima, quando tutti i Capigruppo e i Gruppi hanno espresso alcuni elementi di valutazione sulle politiche per la montagna.

Io penso che su un tema siamo d’accordo e non possiamo non essere d’accordo: che quelle problematiche che sono state sollevate da voi prima sono problematiche che hanno necessità di una visione di coordinamento di insieme delle politiche, e su questo io credo che insieme dovremmo, ovviamente con le dovute differenze e per i ruoli che abbiamo, dare risposte, a partire però dai contenuti, e sui contenuti, consigliere Facci, io credo che avremo modo sicuramente di confrontarci in seguito, ma sul bando di cui lei ha discusso anche in altre occasioni la invito a riflettere sull’efficacia e sulla necessità di dare risposta ad una evidente attenzione che questo bando ha suscitato, perché i numeri che lei ha ricordato e che già stanno circolando anche in ordine al bando 2022 dimostrano l’appropriatezza e la necessità di questa iniziativa.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

La parola al consigliere Facci per la replica. Prego.

 

FACCI: Assessore, le do alcuni dati che forse il suo predecessore non le ha dato. Allora, 20 milioni erano i denari assegnati, ci sono state 59 revoche/rinuncia su 687 assegnate, il che ha determinato un risparmio al bilancio di 1.716.000. Questi denari non risultano essere stati di nuovo inseriti. Immagino che forse nella prossima manovra di bilancio andrete a integrare. Però, rispetto ai 20 milioni, non sono 20, ma sono 20 meno 1.716.000, non sono 687 né tantomeno le 1.000 del presidente Bonaccini, lei addirittura prima ha detto più di 700, sono 628. Questo è il bando 2020, con 20 milioni.

Adesso abbiamo un bando da 5 milioni. Forse se si darà soddisfazione a 20 famiglie a provincia – lo ripeto, a provincia – forse si raggiungerà il risultato di allocare. Non è questa la misura che la montagna si attende. Sono convinto che lei abbia la sensibilità per capire che questo così è sostanzialmente uno specchietto per le allodole. La misura dell’IRAP che lei ha richiamato è un’altra misura ben più strutturata e strutturale, anche perché gli importi sono inferiori. Non si poteva raggiungere più di 3.000 (adesso non ricordo se 3.000 o 5.000). In ogni caso si poteva dare soddisfazione a un’ampia platea di beneficiari. Qua in realtà sono delle mancette sparse di qua e di là.

Come è stato ricordato – io non potevo intervenire, ma l’ha fatto il mio capogruppo, l’hanno fatto gli altri capigruppo di opposizione – la montagna ha bisogno di risposte strutturali, dalle infrastrutture ai servizi sanitari, scolastici eccetera, fino naturalmente a quelle che sono politiche per il lavoro. So che questo è nelle sue corde. Tuttavia, sbandierare questo bando montagna come la panacea dei mali per la montagna, oltre a essere una menzogna in termini oggettivi, è anche offensivo nei confronti di chi si aspetta che effettivamente i problemi possano essere risolti con questo meccanismo.

Auspico, quindi, che ci sia un cambio di passo anche rispetto a questi provvedimenti perché – lo ripeto – i dati sono questi. Stiamo parlando di moltissime famiglie che sono state illuse. Se ci sono state 1.900 persone inizialmente escluse, che poi sono diventate quasi 1.700, chiaramente si è illusa una serie di famiglie che potessero ricevere un contributo. Ma questo non è stato possibile. Perché? Perché le risorse non c’erano, anche a causa di questi meccanismi che sono assolutamente negativi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 5597

Interpellanza circa le misure da adottare per evitare la riduzione dell’orario della scuola dell’infanzia di Marsaglia e la chiusura della scuola media di Ottone, in provincia di Piacenza. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’interpellanza n. 5597 circa le misure da adottare per evitare la riduzione dell’orario della scuola dell’infanzia di Marsaglia e la chiusura della scuola media di Ottone, in provincia di Piacenza, a firma dei consiglieri Stragliati e Rancan, a cui risponderà l’assessore Taruffi.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Anch’io ne approfitto per complimentarmi con l’assessore Taruffi, fresco di nomina. Oltre alle congratulazioni, le auguro buon lavoro.

Interpellanza presentata il 10 agosto del corrente anno e che, ovviamente, con le tempistiche dell’Assemblea viene calendarizzata oggi, dopo due mesi dal deposito. Comunque, abbiamo ritenuto opportuno come Gruppo Lega discutere ugualmente questa interpellanza, al fine di mantenere alta l’attenzione rispetto alle problematiche relative ai servizi in montagna, in questo caso in Alta Val Trebbia.

Più o meno in concomitanza del deposito di questa interpellanza, infatti, alcuni genitori della scuola dell’infanzia di Marsaglia, in Alta Val Trebbia, hanno appreso, a mezzo stampa, di una riduzione dell’orario della scuola dell’infanzia frequentata dai propri bambini da 40 a 25 ore settimanali, quindi una riduzione consistente e considerevole dell’orario, che avrebbe obbligato i bambini a frequentare la scuola dell’infanzia solo in orario mattutino, il che avrebbe avuto ripercussioni considerevoli sia per quanto riguarda il progetto educativo, sia per quanto concerne l’organizzazione delle famiglie. Quindi, si è creato, assessore, non poco allarmismo e non poca preoccupazione, in quanto, come lei ben sa, i servizi educativi in montagna sono strategici e fondamentali.

Parliamo, in questa interpellanza, di scuola dell’infanzia di Marsaglia e poi anche della scuola media di Ottone. E quando parliamo di servizi educativi e di scuola, ci riferiamo alle agenzie educative per eccellenza. Visto che la Giunta regionale non perde occasione per rimarcare il proprio interesse, la messa in campo di iniziative volte a contrastare lo spopolamento delle zone montane, siamo rimasti tutti stupiti e anche tutti molto preoccupati rispetto alle notizie negative che si susseguivano sui giornali relativamente alla riduzione dell’orario della scuola dell’infanzia e al fatto che la scuola media d’ottone (in gergo Scuola secondaria di primo grado) sarebbe diventata una tele-succursale della scuola di Bobbio.

Tra l’altro, si parlava dei primi di agosto, quindi era anche periodo di ferie: immaginate la preoccupazione delle famiglie, degli amministratori e di tutta la popolazione di questi Comuni, ma anche di noi rappresentanti delle Istituzioni.

Come Gruppo Lega ci siamo quindi subito attivati presentando questa interpellanza, che ripeto, vogliamo venga discussa, nonostante riconosciamo che nel frattempo siano state messe in atto delle azioni – palliative, le definisco – che non è che siano proprio definitive. Soprattutto per quanto riguarda la scuola dell’infanzia sono infatti soluzioni temporanee, però noi vogliamo e riteniamo fondamentale un piano strutturale per la montagna finalizzato a garantire i servizi essenziali, perché non si deve sempre agire ex post quando il problema si presenta, ma bisogna agire ex ante per prevenire che si vengano a creare situazioni di questo tipo.

Chiedo quindi con questa interpellanza, innanzitutto se la Giunta è a conoscenza della situazione, e che cosa reputa di fare, per quanto di sua competenza, per cercare di risolvere queste situazioni critiche, che possono avere risvolti preoccupanti per i bambini e per le famiglie dell’alta Val Trebbia.

Grazie, assessore.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Taruffi, prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio la consigliera Stragliati, che ci dà l’opportunità di intervenire su un tema sul quale la Giunta si è mossa sin da subito, non appena intervenuti i fatti. L’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta svolge dal 2020 la funzione di istruzione pubblica anche per il Comune di Corte Brugnatella, come sappiamo, frazione di Marsaglia. Non appena ricevuta la notizia che la scuola dell’infanzia situata a Marsaglia avrebbe avuto una riduzione oraria del personale scolastico, passando da 40 a 25 ore settimanali, l’Unione e la Giunta si sono attivate per il mantenimento dell’orario di 40 ore, in vigore fino all’anno scolastico precedente, intercedendo con l’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna.

A fronte dell’impossibilità, da parte dell’Ufficio scolastico regionale, di garantire una soluzione in tal senso, visti i tempi strettissimi che la consigliera ricordava, per questo anno scolastico l’Unione ha deciso di stanziare 35.000 euro del proprio bilancio per integrare il personale necessario al fine di garantire la copertura oraria a completamento dell’orario.

Per il prossimo anno, l’Unione e la Giunta regionale stanno già valutando ulteriori soluzioni, laddove lo Stato, è giusto ricordarlo, non provvedesse, sia ricorrendo alle risorse previste e alle strategie territoriali per le aree interne e montane, che lo ricordo, prevedono anche per il territorio dell’Alta Val Trebbia un finanziamento di circa 500,000 euro a valere sul Programma Regionale FSE, unità significativa della nuova programmazione, sia le opportunità previste dalla legge regionale 26/2001 che finanzia, cito testualmente, “interventi volti ad accrescere la qualità dell’offerta educativa a beneficio dei frequentanti delle scuole dell’infanzia del sistema nazionale di istruzione, compresi i relativi progetti di qualificazione e aggiornamento del personale, anche in riferimento al raccordo tra esse, i nidi d’infanzia, i servizi integrativi e la scuola dell’obbligo”.

A questo proposito si ricorda che nel 2022 la Regione in attuazione della legge regionale n. 26/2001 ha stanziato circa complessivi 5,9 milioni. Per quanto riguarda la scuola media “Toscanini” di Ottone, ricordata dalla consigliera Stragliati, com’è noto già dal mese di agosto è stato trovato l’accordo, scongiurando l’utilizzo della didattica in collegamento con Bobbio.

La Regione ovviamente non intende lasciare questi Comuni, tantomeno i ragazzi, con le loro famiglie, in questa situazione di incertezza. Ovviamente non sto qui a ricordare quanto per questa Giunta e per chi vi parla la tutela, la promozione e lo sviluppo dei servizi, di tutti i servizi, compresi i servizi scolastici, siano fondamentali per i territori montani. Ricordo anche che non a caso, all’interno della programmazione, fondamentale nel DSR, abbiamo stanziato risorse dai programmi regionali, destinando il 10 per cento della dotazione economica complessiva dei nuovi fondi strutturali specificamente alle aree montane.

È un provvedimento sul quale forse ci siamo soffermati poco quando abbiamo discusso del DSR, ma che vi spiegheremo e i cui risultati vedremo durante i prossimi mesi e i prossimi anni.

Non sto qui a riprendere quello che dicevo nella precedente interrogazione, che è stato accennato anche questa mattina dal presidente della Regione, rispetto alle misure già messe in campo dalla Regione, più in generale sulle politiche per la montagna. Mi soffermo, però, su un punto, poiché è evidente a tutti che la tutela dei servizi... Penso ai servizi scolastici, penso ai servizi sociosanitari. Penso che in generale questi servizi siano fondamentali per consentire alle persone di continuare a vivere, a lavorare e a mandare i propri figli a scuola, in questo caso nei territori montani. Da questo punto di vista, il nostro impegno sarà massimo. Voglio richiamare anche l’impegno della Regione per mantenere attive le piccole scuole in montagna, con, ad esempio, il via della sperimentazione della didattica innovativa pluriclasse nelle Province di Reggio Emilia e Forlì-Cesena, con l’obiettivo di estenderla eventualmente a tutte le pluriclasse dell’Emilia-Romagna.

Riteniamo che gli interventi, a cui peraltro anche la consigliera Stragliati faceva riferimento (anche se li ha definiti “palliativi”; io non direi “palliativi”, ma “non definitivi”), dimostrano l’attenzione che la Giunta e le strutture dell’Assessorato hanno già messo in campo. Ovviamente proseguiremo, con l’auspicio che, però, anche dal Governo, lo dico... Siete tutti testimoni che ho chiamato in causa il Governo, a prescindere dal colore del Governo stesso. Su tanti temi che riguardano le politiche delle aree interne, l’auspicio è che con il Governo appena insediatosi si possa aprire una collaborazione fattiva, in particolare sulle materie della scuola, preminente prerogativa dello Stato, sulla quale riteniamo sia giusto che il ministro competente si assuma le proprie responsabilità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Grazie, assessore Taruffi, per la risposta. Continueremo a vigilare su questa tematica, che sicuramente le sta a cuore, ma sta molto a cuore anche a noi. Verificheremo che anche le buone intenzioni e le buone promesse che lei ha espresso durante questa risposta alla nostra interpellanza poi vengano effettivamente mantenute e rispettate. Come lei diceva, le soluzioni approntate sono ancora non definitive. Vediamo di renderle definitive.

Speriamo veramente che il problema non si ripresenti per il prossimo anno scolastico e per il prossimo anno educativo.

Sicuramente a livello ministeriale ci saranno delle responsabilità, però vi sono anche responsabilità in capo alla Giunta regionale. Per cui, continueremo a vigilare su questa tematica. Non dimentichiamo che i servizi scolastici, soprattutto quando si parla di scuole dell’infanzia e di scuole in generale, in montagna rappresentano veramente il cuore pulsante di queste comunità. Dove ci sono bambini, c’è il futuro. Nelle aree montane questo è molto importante, perché significa dare un sostegno fondamentale alle famiglie e contrastare lo spopolamento di queste zone, che sono meravigliose, dove la qualità della vita è veramente alta e che meritano di avere un numero di persone adeguato a mantenere vive queste comunità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Abbiamo concluso la parte delle interpellanze.

 

OGGETTO 5753

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Programma di iniziative per la partecipazione della Giunta regionale 2022-2023 (art. 6, comma 5, L.R. n. 15/2018)”. (103)

(Dichiarazione di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo i lavori dell’ordine del giorno con l’atto amministrativo 5753 “Programma di iniziative per la partecipazione della Giunta regionale 2022-2023 (art. 6, comma 5, L. R. n. 15/2018)”, con delibera di Giunta n. 1616 del 28 settembre del 2022.

La Commissione Statuto e Regolamento ha espresso parere favorevole nella seduta del 13 ottobre con la seguente votazione: 27 voti a favore, nessun contrario e 10 astenuti.

Siamo nella fase della discussione generale.

Se non ci sono interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Prego, consigliera Catellani, per dichiarazione di voto.

Siamo nella fase di dichiarazione di voto: qualcuno vuole intervenire? Prego, consigliera Palma Costi.

 

COSTI: Grazie. Chiedo scusa all’aula.

Io intervengo per dichiarazione di voto su un oggetto che è stato discusso anche in Commissione e su cui ho avuto modo di esporre l’apprezzamento rispetto ad un percorso che abbiamo fatto e che è partito da molto tempo. Vorrei ricordare, infatti, che i processi partecipativi sono stati resi organici dalla legge n. 15 del 2018, ma la prima legge risale al 2010, e debbo dire che in questi anni effettivamente si è arricchita moltissimo questa modalità, che per noi è una modalità importante proprio per la democrazia, è importante per le Istituzioni, è importante per fare delle scelte corrette e certamente migliori, se vengono costruite a tutti i livelli istituzionali con l’apporto dei cittadini, singoli o associati.

Il programma che è stato presentato è un programma che condividiamo appieno, anche rispetto agli obiettivi più importanti, che sono quelli della parità di genere dei giovani e soprattutto il tema dell’accessibilità, a cui quest’anno si aggiunge il tema della transizione ecologica, come riflesso della legge sulle comunità energetiche. Per cui, questo sarà un altro punto molto importante di questo bando. Così come altrettanto importante sarà tutto il tema della formazione.

Mi fa molto piacere che la formazione sia stata considerata, anche questa, come un processo partecipativo, che sarà triennale, e non più come prima, che prevede il coinvolgimento dei soggetti interessati proprio alla coprogettazione del Piano di formazione e di partecipazione.

Sottolineo anche che il periodo del Covid non ha fermato i processi partecipativi, anzi sono stati arricchiti soprattutto sulla parte di utilizzo di strumenti informatici. Anche questo credo che sia un elemento altrettanto significativo e importante. Per cui, il fatto di aver rafforzato tutte le nostre piattaforme regionali dedicate proprio ai processi di consultazione e partecipazione credo che sia un altro elemento molto, molto significativo.

Analogamente mi piace sottolineare la riprogettazione dell’Osservatorio della partecipazione, anche qua ripensato alla luce delle indicazioni che sono emerse dagli utenti, perché l’Osservatorio serve per raccogliere i dati sulla partecipazione. Ricordo che da noi sono quasi più di 2.000 i processi partecipativi a livello regionale, ma è molto importante anche restituirlo in un modo efficace.

Voglio, però, concludere questa mia dichiarazione di voto con una parte che mi interessa moltissimo. Uno dei processi partecipativi più importanti che noi abbiamo a livello regionale è l’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze. È stata costituita il 20 novembre dello scorso anno, su impulso del garante per l’infanzia e l’adolescenza, e sta riunendosi in media una volta al mese su tanti temi, tra cui uno sta molto a cuore ai nostri ragazzi, ed è quello delle tematiche ambientali. Poiché questa è nata per raccogliere e includere il punto di vista delle nuove generazioni, quello che noi auspichiamo è che ci possa essere un momento di restituzione all’Assemblea di quanto loro hanno elaborato, questo per essere anche noi coerenti con il principio di un processo partecipativo che sottende la nostra norma e le azioni conseguenti.

A nome del Gruppo del Partito Democratico, pertanto, esprimo, oltre al plauso per il lavoro che è stato fatto da parte della Giunta e dei tecnici, il voto favorevole del mio Gruppo e auspico anche che ci possa essere questo momento di confronto tra l’Assemblea nostra e l’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente. Ringrazio anche la collega Palma Costi.

Della partecipazione abbiamo parlato abbondantemente in Commissione e affrontato le varie tematiche, e devo dire che quest’anno, rispetto all’anno scorso, quanto meno il documento era più leggibile, e probabilmente, forse proprio perché più leggibile, anche più facilmente contestabile.

Parto dagli importi perché non se ne parla quasi mai. Sono 529.000 euro, divisi all’incirca – questa è la previsione – per 35 progetti, quindi 15.000 euro a progetto circa. Probabilmente (lo abbiamo segnalato anche in Commissione) se riuscissimo magari a ricalibrare gli importi riusciremmo anche magari a finanziare qualche progetto in più.

Abbiamo contestato in Commissione lo slittamento della programmazione al triennio, perché riteniamo che sia sicuramente molto più propizia una valutazione annuale. Sui criteri di premialità abbiamo contestato di aver visto l’illustrazione di parte di questi progetti molto, molto tardi. Qualcosa ci è stato illustrato sui giovani, qualcosa sulla parità, ma sull’accessibilità, di cui parlava anche la collega Palma Costi, nulla si è assolutamente visto, quindi è chiaro che qualsiasi valutazione rimane sempre e soltanto parziale.

Sull’Osservatorio, anche noi abbiamo iniziato a fare una valutazione sui risultati e sull’esito della partecipazione. Purtroppo, alla voce “codecisione” poi le risposte non sono arrivate, come si richiedevano, soprattutto su voci come “riscontro di genere tra i partecipanti”, “presenza femminile” o “conciliazione tempi di vita e di lavoro”, sui quali peraltro la maggioranza, questa maggioranza preme sempre parecchio in qualsiasi atto e in qualsiasi intervento.

Abbiamo anche fatto un passaggio sulle clausole valutative. Non ci è stato risposto in Commissione, nel senso che è stato travisato, forse, il nostro passaggio sulle clausole valutative, che sono importanti. Non parlavamo della clausola valutativa di questa legge, della legge 15, ma del fatto che vorreste far passare al vaglio della partecipazione tutte le clausole valutative. Ecco, la segnalazione è che purtroppo e troppo spesso si scrivono e non si trattano poi le clausole valutative, neanche tra di noi, quindi, prima di portare all’esterno la clausola valutativa, magari iniziamo a dare loro l’importanza che devono avere all’interno del nostro consesso.

Potremmo sintetizzare con un “bene ma non benissimo”, direbbe qualcuno, e siamo confortati probabilmente dal fatto che ci è stato detto che potremo partecipare concretamente almeno a un percorso partecipativo, quantomeno per vedere come avviene la messa a terra di questo tipo di percorsi.

Ovviamente il nostro voto sarà in questo caso non favorevole, ma di astensione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Io voterò a favore, Europa Verde è favorevole a questa programmazione. La Regione Emilia-Romagna è impegnata da anni sul tema della partecipazione, lo fa offrendo dei fondi; uno in particolare trova consenso da parte di Europa Verde ed è quello destinato ad organizzare l’Assemblea dei cittadini sul clima del Comune di Bologna. Ed è su questo che io vorrei intervenire brevemente. È un tema, questo dell’Assemblea dei cittadini, che ho trattato anche intervenendo alla Giornata della partecipazione come vicepresidente dell’Assemblea legislativa con delega appunto alla partecipazione.

In quell’occasione ho ricordato la complessità della sfida dei cambiamenti climatici, che richiede dei cambiamenti in profondità non solo al sistema produttivo, al sistema energetico, a quello dei trasporti, ma anche agli stili di vita dei cittadini. La cittadinanza va resa consapevole e va coinvolta nelle decisioni che si devono prendere per contrastare questa emergenza. La partecipazione deliberativa è una delle caratteristiche delle democrazie rappresentative; cioè la democrazia rappresentativa, a differenza delle oligarchie e delle autocrazie, è quel sistema di governo che riesce a innovare e a innovarsi. E di fronte al calo che abbiamo visto della partecipazione al voto del 25 settembre, c’è questa urgenza di innovare i sistemi di partecipazione della cittadinanza alle decisioni importanti che riguardano la loro vita.

Il 25 settembre ha votato solo il 63 per cento degli aventi diritto. È la percentuale più bassa nella storia della Repubblica italiana. Nelle elezioni precedenti aveva votato il 79 per cento. Quindi, di fronte a questo calo di fiducia nei sistemi democratici rappresentativi che si esprimono attraverso il voto, è necessario trovare nuove forme di coinvolgimento. La partecipazione deliberativa a questo serve, a dare veramente ai cittadini la possibilità di co-decidere.

Nell’Assemblea dei cittadini in modo particolare, si creano dei campioni rappresentativi sorteggiati di cittadinanza, quindi che siano rappresentativi dal punto di vista territoriale, del genere, dell’età, e questi gruppi vengono poi informati in maniera da poter discutere dell’oggetto dell’Assemblea dei cittadini in modo consapevole, in modo informato – e nel caso dell’Assemblea dei cittadini sul clima, è chiaro che il tema è questo – e si aiutano i cittadini che partecipano all’assemblea a prendere delle decisioni conseguenti.

Voglio solo ricordare che esperienze in questo senso sono già state realizzate in tanti Paesi, dalla British Columbia ai Paesi Bassi, all’Islanda, all’Irlanda. Addirittura l’Irlanda ha istituito un’assemblea della durata di un anno per deliberare sulla riforma di otto articoli costituzionali. Se n’è tenuta una in Scozia, e lì sono stati interpellati i cittadini che partecipavano a questa assemblea su tre questioni, che tipo di Paese volevano costruire, come superare al meglio le sfide del presente, inclusa la Brexit, quali misure erano necessarie per avere cittadini sempre più capaci di prendere decisioni informate. Si è tenuto nella città di Oxford, in Galles, in Svizzera, in Polonia e in Spagna. Da notare che in Belgio questa assemblea è diventata poi un organo permanente. Di solito, invece, sono organismi che hanno una durata di vita temporale limitata, limitata proprio alle decisioni su cui si deve decidere. L’ultimo caso importante è quello della Francia, l’Assemblea dei cittadini sul clima, che il presidente Macron convocò dopo che era fallito completamente il suo piano di aumento del costo dei carburanti come misura di tutela del clima, per ridurre l’uso, appunto, dell’auto privata. Di fronte alla ribellione sociale che sconvolse la Francia, il presidente Macron fece questo passo: coinvolgere i cittadini istituendo questa assemblea, composta da 70 a 100 cittadini, sorteggiati. L’ultimo caso è quello della Germania, che nel 2023, su decisione del Bundestag, il Parlamento tedesco, terrà un’Assemblea dei cittadini sul clima.

Questo è un tema che avevo toccato anche in una interrogazione rivolta alla Giunta, che nella risposta dell’assessore Calvano aveva trovato un orecchio disponibile, quindi io spero che si vada nella direzione di adottare questo tipo di strumento che coinvolge i cittadini, in maniera da co-decidere insieme su questioni vitali, com’è, appunto, la lotta ai cambiamenti climatici.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ci tengo a ringraziare – siamo in dichiarazione di voto, quindi il mio intervento sarà breve – l’assessore Calvano, al pari di tutti i funzionari e i dirigenti sia della Giunta che dell’Assemblea che hanno lavorato a questo atto condiviso.

Quello che andiamo ad affrontare oggi è un programma che fa riferimento allo strumento della partecipazione, allo strumento di codecisione, che è importante in sé, ma che è importante, come ho avuto modo di sottolineare anche durante la Giornata della partecipazione, anche perché fa e crea cultura. In un periodo, quello che stiamo vivendo, in cui i social imperano e ci stanno disabituando al confronto, è importante che questa Regione creda ancora in uno strumento di questo tipo. Pertanto, il programma ci vede assolutamente favorevoli, anche alla luce di un’innovazione che è stata introdotta, che ho voluto personalmente e che è stata approvata da quest’Aula, ovvero l’introduzione di una premialità per i processi partecipativi che hanno ad oggetto la transizione ecologica, un tema che ci riguarda evidentemente tutti e che dal mio punto di vista era necessario inserire, e così è stato fatto. Ma abbiamo voluto anche inserire una premialità per tutti quei soggetti che metteranno in campo processi partecipati per costituire le comunità energetiche o i gruppi di autoconsumo collettivo. Quindi, è un’innovazione importante. So che gli uffici sono alle prese proprio con la costruzione dei bandi rispetto a una tematica che è nuova per tutti. Quindi, a loro, naturalmente, auguro buon lavoro.

Il mio voto su questo atto sarà sicuramente favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non avendo altri in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione l’atto 5753.

Nomino scrutatori i consiglieri Molinari, Bulbi e Cuoghi, al quale faccio gli auguri di buon lavoro.

Mettiamo in votazione l’atto 5753.

Favorevoli? Su con le manine. Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto 5753 con votazione per alzata di mano è approvata a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 5499

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Partecipazione all’Associazione Liberation Route Italia. Modifica alla legge regionale 3 marzo 2016 n. 3”. (53)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora al progetto di legge 5499: “Partecipazione all’Associazione Liberation Route Italia. Modifica alla legge regionale 3 marzo 2016, n. 3”. (Delibera di Giunta n. 1282 del 25 07 22).

Il testo n. 5/2022 è stato licenziato dalla Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità nella seduta del 13 ottobre, con il seguente titolo: “Partecipazione all’Associazione Liberation Route Italia. Modifica alla legge regionale 3 marzo 2016, n. 3” (Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna. Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah).

Il progetto di legge è composto da tre articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Taruffi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Facci, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Alla luce della nomina, questa mattina, del consigliere Taruffi, in accordo con i due vicepresidenti della Commissione, nominiamo come relatore sostituto il consigliere Amico, grazie anche all’interlocuzione con i capigruppo di diversi Gruppi questa mattina, per poter così procedere con i lavori. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La ringrazio per il suo intervento e anche per avermelo anticipato.

Passiamo, quindi, alla relazione del relatore della Commissione, consigliere Amico. Prego.

 

AMICO, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Il progetto di legge che ci apprestiamo ad esaminare in aula è, sostanzialmente, un progetto di legge abbastanza semplice, ma che ha visto nei vari passaggi precedenti all’approdo in aula una serie di momenti di discussione all’interno di diverse Commissioni. È chiaro che, oltre che a proporre delle modifiche a una legge esistente, che consentano, poi, alla Regione di aderire e partecipare, quindi, all’Associazione Liberation Route, le implicazioni di questa adesione hanno un valore sociale, storico, culturale di diverso intreccio, tant’è che diverse sono state le Commissioni all’interno delle quali la legge è passata anche in ambito consultivo.

Io vorrei ringraziare, da un lato, l’assessore Felicori per aver presentato questa legge, così come tutta la struttura di Giunta che ha seguito il percorso. Vorrei ringraziare anche il relatore di minoranza, Facci, grazie al quale abbiamo potuto ascoltare in un’udienza conoscitiva le rappresentanze delle Associazioni Liberation Route. Penso al direttore generale Puddu, così come al direttore del Comitato scientifico Mirco Carrattieri, che in Commissione V hanno presentato con dovizia di particolari una serie di implicazioni e attività che la stessa associazione a livello nazionale ed europeo porta avanti, e che ci hanno consentito, quindi, di approfondire più nel dettaglio i contenuti delle attività dell’associazione.

Arriviamo oggi in aula al passaggio finale per l’approvazione della legge, che avrà come esito l’adesione a questa associazione, che, sostanzialmente, modifica la legge regionale del 3 marzo 2016, n. 3, quella della Memoria del Novecento e della promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna. È una legge, la n. 3, che, in adesione ai princìpi costituzionali e fondativi dell’Unione europea, in attuazione della propria Carta statutaria, in armonia con le leggi statali, ha riconosciuto la memoria e il ricordo dei fatti determinanti per l’assetto e lo sviluppo democratico della Repubblica italiana, che hanno segnato la storia nazionale e locale nel corso del Novecento come elemento di rilevante valore sociale, educativo e formativo della comunità regionale, per la sua coesione sociale, la creazione di una memoria collettiva e di un’identità comune nazionale ed europea.

La legge n. 3 individua tra le finalità quella di promuovere e sostenere le attività di conservazione del servizio pubblico, di ricerca, divulgazione didattica e formazione, mirate a mantenere viva, rinnovare, approfondire e divulgare la memoria degli avvenimenti, delle persone, dei luoghi, dei processi storici, delle transizioni, affinché dalla storia si possano trarre insegnamenti per le generazioni attuali e future, sviluppare cittadinanza attiva e senso civico.

In questo quadro complessivo della legge n. 3, di cui qui sono tratteggiati gli obiettivi di carattere generale, discende, ovviamente, anche la proposta che porta con sé questa legge, ovvero l’adesione all’Associazione Liberation Route Italia, ovvero la sezione italiana di un’associazione che ha sede in territorio europeo, un’associazione di diritto belga, con sede a Bruxelles, che opera per espandere a livello europeo un itinerario di commemorazioni che colleghi le regioni in cui si è svolta la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista nel periodo degli anni tra il 1943 e il 1945, con particolare attenzione sull’ultima fase della seconda guerra mondiale.

L’associazione persegue i propri scopi attraverso una visione comune della riconciliazione tra i Paesi coinvolti, promuovendo scambi culturali e scientifici. L’abbiamo potuto ascoltare dalla viva voce dei rappresentanti dell’associazione, che ci hanno presentato il loro programma di attività, l’estensione dei territori coinvolti, l’estensione anche dal punto di vista promozionale dell’associazione, un’associazione che chiaramente si è costituita a livello italiano, però solo poco tempo prima dell’avvento della crisi pandemica, che nel corso dei due anni contrassegnati dall’emergenza pandemica ha soprattutto sviluppato la propria attività in chiave promozionale on line e che oggi si appresta a riprendere delle attività di carattere divulgativo, formativo e scientifico, proprio identificando, attraverso anche una serie di “segnaposto” fisici sul territorio italiano e quindi anche sul territorio regionale emiliano-romagnolo, quelli che sono stati i luoghi teatro del periodo che intercorre tra il ‘43 e il ‘45. È un itinerario che attraversa l’Italia, dalla Sicilia fino al nord Italia, ma che poi prosegue su tutto il territorio europeo.

L’associazione si pone anche spesso in collaborazione con le organizzazioni governative e non governative, le università, le scuole, i musei, le associazioni, le organizzazioni nazionali, regionali e locali che si occupano della commemorazione storica, le agenzie di viaggio, così come i tour operator, per cercare di costruire delle possibilità, da un punto di vista non solo storico, ma anche di frequentazione di questi luoghi da parte della popolazione italiana, locale, ma complessivamente europea, sapendo che già oggi, comunque, diverse e numerose persone frequentano questi luoghi e un tratto, diciamo così, che possa accomunarli sul territorio anche emiliano-romagnolo, rispetto a un contesto di carattere europeo, ci sembra importante.

L’adesione da parte della Regione all’associazione consente di supportare, quindi, e al contempo beneficiare di quelle che sono le operazioni che l’Associazione Liberation Route Italy promuove sul territorio, inserendo così i progetti e le iniziative proprie della Regione sui temi della memoria e della storia del Novecento in una cornice non solo locale, ma nazionale ed europea, favorendo le sinergie che la legge n. 3, che ci apprestiamo a modificare, prevede, costituendo appunto la Regione come partner dell’associazione in quanto tale.

L’approfondimento in Commissione credo che sia stato molto utile per chiarire anche come i princìpi generali riportati all’interno dello statuto dell’associazione siano a tutti gli effetti pratica positiva anche di un apporto non solo ed esclusivamente professionale, ma anche di carattere scientifico, che tenda a portare a frutto e a valore quelle che sono le presenze, anche sul territorio emiliano-romagnolo, dei percorsi di attraversamento di quelle che sono state le fasi che caratterizzano il periodo tra il ‘43 e il ‘45.

Credo che il lavoro di approfondimento nella Commissione, che ha visto in primo luogo anche le varie illustrazioni, sia di chi ha fino all’altro ieri interpretato il ruolo di relatore di maggioranza, così come la collaborazione si è svolta positivamente anche con il relatore di minoranza, altrettanto è stato molto positivo l’apporto che l’Assessorato ha presidiato nel corso delle varie sedute, con la regia ovviamente della presidente della Commissione V, che ringrazio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Grazie all’assessore. Grazie al relatore di maggioranza.

Questo progetto di legge effettivamente è molto stringato. Parliamo di pochi articoli dove si manifesta la volontà di aderire a una associazione senza personalità giuridica. E se vogliamo, anche con un contributo di 3.000 euro per anno, per tre anni, quindi c’è un impegno per il momento di 9.000 euro. Quello che un po’ mi ha incuriosito, e credo tutti quanti, era un po’ capire cosa facesse questa associazione senza personalità giuridica, che comunque non è un dettaglio secondario, per spingere la Regione a una formale adesione, a maggior ragione con un progetto di legge di parziale modifica alla legge sulla memoria del Novecento.

Allora, era giusto fare un approfondimento e un chiarimento, un’operazione trasparenza, possiamo dire, e infatti abbiamo chiesto di acquisire lo statuto, chiesto di acquisire i bilanci degli ultimi due anni, visto che è un’associazione che si è costituita fondamentalmente nel 2019, quindi a maggior ragione prudenza nell’andare a percorrere questa strada. Ci siamo chiesti di fatto che cosa facesse questa associazione e sono venuti in Commissione a spiegare quelle che sono fondamentalmente le loro finalità, quelle che sono le loro attività. Leggendo lo statuto di questa associazione, abbiamo letto passaggi particolarmente importanti e interessanti dal punto di vista della volontà di rievocare episodi storici con l’obiettivo di tramandarli alle giovani generazioni e con il proposito di perseguire la diffusione di valori universali di pace, libertà, democrazia, riconciliazione, e di rifiutare e condannare qualsiasi ideologia estremista, negazionista o revisionista.

Allora, leggendo lo statuto e leggendo la documentazione che ci è stato permesso di recuperare, la domanda, in una logica prudenziale di capire se questa associazione in qualche modo perseguisse in maniera trasparente e completa questi obiettivi, ci ha portato a un approfondimento. Ebbene, dalle risposte e dall’esame di questa documentazione in realtà qualche dubbio ci è venuto, perché nella logica, appunto, di rifiutare qualsiasi deriva negazionista o revisionista, andando a scorrere la pagina Facebook dell’Associazione Liberation Route Italia, che, come è stato ricordato, è la costola italiana di Liberation Route Europe, possiamo verificare che, non più tardi di qualche mese fa, nel mese di agosto, è stato sponsor di un’iniziativa negazionista sulle foibe nel comune di Borgo a Mozzano. Allora vien da chiedersi qual è la coerenza con un principio statutario in cui viene, di fatto, respinto qualsiasi atteggiamento negazionista o revisionista.

Ma volendo anche far finta che questo sia un mero scivolone, quello che ci interessa, anche perché alla fine lo spirito dell’adesione a questa associazione dovrebbe essere quello di diffondere la memoria storica, è che questa associazione in qualche modo richiama nei propri iscritti, per esempio ci è stata consegnata questa brochure del progetto “I sentieri della liberazione”, perché nel ripercorrere quello che è stato il passaggio delle truppe angloamericane dalla Sicilia fino al nord Italia, nella logica di unire idealmente questi territori anche in chiave turistica o, comunque, di memoria storica che può avere una valenza turistica, in questo tipo di obiettivo si tratta di capire – questo è il dubbio che ci eravamo posti – come viene diffusa questa memoria storica, perché parlando di sentieri della memoria è giusto valutare e verificare come avviene e come si intende portare avanti questa diffusione della memoria storica soprattutto – mi richiamo di nuovo a quello che è l’obiettivo dell’associazione – rispetto alle giovani generazioni.

Non può passare inosservato, non può non essere citata la questione legata all’episodio, visto che parliamo di collocare anche dei riferimenti precisi lungo il percorso, che avvenne nel Cassinate in occasione della predisposizione della Linea Gustav e del superamento che venne fatto dalle forze angloamericane, che nel caso specifico erano le forze coloniali francesi, che erano state destinate a quella operazione.

Non è un episodio collaterale che possiamo in qualche modo dimenticare, come tutte le volte che vi sono episodi di guerra. Sappiamo che la guerra porta a comportamenti che, ovviamente, in tempo di pace sono di per sé a volte anche incomprensibili. Tante situazioni collaterali possono anche, in un qualche modo, non dico essere giustificate, ma collocate in una loro dimensione storica.

Quello che è successo dopo la battaglia di Montecassino sono una serie di episodi che si inseriscono sicuramente in una situazione drammatica, ma che non può essere in alcun modo taciuta. Nel leggere la brochure di questo progetto, il passaggio che riguarda lo sbarco di Anzio, di Roma, la Linea Gustav, non c’è una sola parola rispetto a quello che è stato a tutti gli effetti, come lo definisce lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, un crimine contro l’umanità.

Vorrei ricordare a quest’aula che l’onorevole Maria Maddalena Rossi, del Partito Comunista, già componente dell’Assemblea Costituente, presidente dell’UDI (Unione Donne Italiane), nella seduta della Camera dei deputati del 7 aprile 1952, nell’indignarsi contro il comportamento del Governo italiano, che di fatto voleva chiudere gli occhi su quella drammatica vicenda, riferì di 60.000 domande di risarcimento presentate presso l’Intendenza di finanza di Frosinone per atti di violenza carnale, omicidi, mutilazioni, furti e altri reati. Fu una denuncia delle atrocità commesse dai soldati marocchini, marocchini in quanto forza coloniale francese agli ordini del famigerato colonnello Juin, del corpo di spedizione francese. Una denuncia fortissima. Una denuncia che poi fu ripresa. Ricordiamo che ci furono tardivamente provvedimenti legislativi per indennizzare, per cercare di risarcire. Lo stesso Governo francese, in maniera seppur timida, risarcì con poche lire quelle che erano le prime vittime di quei fatti.

Noi riteniamo che oggi parlare di quel percorso senza dire neanche una parola rispetto a quello che successe in quel territorio sia un fatto che denota la parzialità di una narrazione storica, come evidentemente questa associazione intende fare. Ovviamente spero di essere smentito, ma poiché questo progetto è un progetto che, naturalmente... Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, parliamo di tutt’altra storia. Parleremo di Linea Gotica e certamente parleremo di quello che è successo nel Cassinate, ma noi ‒ lo ribadisco; vorrei che tornasse all’attenzione ‒ aderiamo con dei denari a una associazione senza personalità giuridica, che pretende di rievocare, richiamare la memoria storica rispetto a fatti di guerra avvenuti in periodo... Naturalmente, tutta la fase della Liberazione. Come è stato detto in Commissione, occorre che la storia sia raccontata tutta e non in parte.

Il fatto che su questo non vi sia stato alcun cenno, non vi sia alcun cenno nel progetto, che vuole essere, poi, la parte finale della nostra adesione come Ente a questa associazione, pone dubbi sulla obiettività di questa associazione.

Il bilancio non ci aiuta. Abbiamo un’associazione che a bilancio mette, sostanzialmente, le maggiori risorse per il compenso del direttore e il compenso del marketing manager. Parliamo di circa 30.000 euro all’anno su un bilancio di circa 40.000-43.000. Poi abbiamo delle spese legali, o consulenze, che sono circa 5.000-6.000 euro. Abbiamo poche centinaia di euro per le attività. Anche questo deve porci dei dubbi. Non vogliamo, ovviamente, scagliare la croce addosso a un’associazione nata nel 2019, però va da sé che un’associazione che è partecipata... “Partecipata” è un termine improprio. Al cui interno sono associati sostanzialmente Enti locali, vari Comuni, prevalentemente della Toscana, visto che è un’associazione che ha sede a Lucca, con adesioni di una media di 500 euro cadauno.

Poi vi sono delle donazioni da parte di sostenitori, lo leggiamo nel bilancio del 2020, degli USA, oppure un versamento da parte dell’associazione madre, cioè Liberation Route Europe. Arriviamo ad avere circa 40-40-45-50.000 euro a disposizione ogni anno, dove però la parte legata alle attività è veramente poca cosa.

Quello che mi viene allora da dire è: prudenza. Prudenza, nel momento in cui ci si vuole impegnare in questo tipo di adesione rispetto, ripeto, ad un’associazione che per il momento non ha dimostrato di essere obiettiva, non ha dimostrato di essere trasparente, non ha dimostrato di essere coerente con i princìpi valoriali che in qualche modo nel proprio statuto richiama.

Non mi dilungo. Ho già detto quali sono dal mio punto di vista le contraddizioni, quindi credo che questa richiesta di adesione presenti più di un’ombra. Siccome non vogliamo ovviamente pregiudicare anche un possibile cambio di passo, una possibile rivisitazione delle proprie priorità, dei criteri di azione, può darsi anche che questa associazione, che questa adesione porti anche frutti insperati, che in realtà si apra una discussione a 360 gradi sul Novecento, sui fatti storici, quindi che si affronti il tema guerra e tutto quello che ci sta intorno in maniera obiettiva.

Oggi questa obiettività, obiettivamente – scusate, il gioco di parole – non la si vede da quello che l’associazione in qualche modo ci ha documentato a supporto di questo nostro percorso. Indubbiamente, questo ci dispiace, anche perché avrebbe permesso sicuramente una valutazione differente e un ragionamento differente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Anche da parte del Gruppo di Fratelli d’Italia una riflessione e un contributo in ordine a questo progetto di legge. Come è già stato enunciato dal relatore di minoranza, si tratta di un’associazione nata pochi anni fa in provincia di Lucca, nel 2019.

È un’associazione – ci siamo andati a informare, soprattutto la sottoscritta, che è arrivata in Commissione a lavori pressoché ultimati – che ha come obiettivo – cito testualmente dal sito in cui si fa menzione dell’associazione – quello di “creare ed espandere una rete di commemorazione che colleghi le Regioni in cui si è svolta la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista nel periodo 1943-1945”. La particolarità che è sorta subito nel leggere questo è che la Regione Toscana, dove l’associazione è nata, aderirà, o ha appena aderito a questa associazione, non lo aveva fatto prima.

Quando allora si parla di mettere anche in rete le Regioni sul cui territorio insiste appunto la Linea Gotica, e che ricordano appunto questi fatti di guerra, ci si chiede inevitabilmente se altre Regioni siano state coinvolte in questo percorso partecipativo (ad esempio le Marche, ad esempio l’Umbria), ma non ne ravvisiamo traccia.

Questa associazione, lo ha già detto chi mi ha preceduto, fa riferimento ad un’associazione internazionale più ampia. Dalle informazioni da noi raccolte, questa associazione che appartiene al diritto belga, in realtà oggi è una fondazione. Condivido quindi gli aspetti giuridici, e li reputo anche di pregio, evidenziati dal consigliere Facci rispetto ad un’associazione di diritto privato italiana, e in correlazione con un’associazione/fondazione che comunque fa capo a un diritto internazionale che non è il nostro.

Perché lo dico? Perché se andiamo a vedere chi finanzia questa associazione a livello europeo, troviamo che trova sostegno finanziario al Ministero degli affari esteri della Repubblica federale di Germania, ambasciata tedesca, Paesi Bassi, dalla Fondazione olandese per la pace e la libertà e dalla Lotteria nazionale belga. È stato detto all’inizio, dal relatore di maggioranza, che si tratta di un progetto di legge molto semplice. È semplice per la sua composizione, si tratta di pochi articoli; in realtà non è semplice se ad esempio andiamo a valutare questi aspetti giuridici, che a nostro avviso non sono.

La Regione Emilia-Romagna peraltro aderisce a questa associazione con la quota massima di 3.000 euro (è stato ricordato prima che la quota minima è di 500 euro) e lo fa per tre anni consecutivamente. Chi aderisce a questa Associazione Italiana aderisce, è scritto nello statuto, automaticamente anche all’Associazione Fondazione Europea, e questo è un altro elemento di perplessità, a nostro avviso.

Abbiamo pensato di andare a vedere chi sono i soci fondatori di questa associazione. Come è stato ricordato, sono qualche Comune toscano, qualche associazione, ad esempio il Museo della pace di Sant’Anna di Stazzema e da poco la Regione Toscana. Abbiamo verificato chi è il presidente di questa associazione da pochi mesi, da maggio 2022, è la signora Raffaella Mariani, che ha fatto quattro legislature in Parlamento, dal 2001 al 2018, militando prima nell’Ulivo e poi nel Partito Democratico, ed è stata anche attualmente candidata alle amministrative del 2022 nel Comune di Lucca per il centrosinistra. E così l’altra componente, Ilaria Vietina. Il direttore – è stato nominato prima – è Carlo Puddu.

Io non ho potuto partecipare all’audizione e quindi ho cercato di rinvenire qualche informazione, accedendo al sito social, al sito Facebook dell’associazione. Carlo Puddu, appunto, in un video spiega di che cosa si occupa questa associazione, quindi di valorizzare i luoghi della memoria della Seconda guerra mondiale, e mette attorno ad un tavolo soggetti interessati a promuovere e a tramandare un racconto complesso. Per fare questo – dice lo stesso direttore – c’è un comitato scientifico composto da 11 soci. Tra questi il più prestigioso è l’Istituto Parri, che noi conosciamo, che permette di portare fuori dai confini nazionali il giusto racconto. Noi ci chiediamo quale sia questo giusto racconto, cioè se il giusto racconto è quello che proviene da un percorso che dovrebbe essere, più che giusto, un percorso condiviso.

Sempre sulla pagina Facebook troviamo diversi eventi culturali promossi dall’associazione. Uno è stato quello citato dal consigliere Facci, e fa riferimento al 31 luglio, in cui viene promossa la presentazione del libro di Eric Gobetti “E allora le foibe?”, pubblicazione che è stata presentata anche di recente dall’Istituto Parri in un Comune della provincia bolognese, in concomitanza con la celebrazione delle foibe, che inevitabilmente ha trovato una sorta di stigmatizzazione da parte di questo gruppo. Direi inevitabilmente. Sempre il direttore cita la formazione che l’associazione si pregia di fornire alle guide che fanno prevalentemente riferimento a Lucca Tourist e che, a periodi, insomma, in fasi temporali ben scandite, possono partecipare a corsi di approfondimento. Tra questi corsi di approfondimento ve n’è proprio uno che inizia nel mese di novembre 2022, che terminerà nel febbraio 2022, e che si chiama “Ripensare il fascismo a 100 anni dalla marcia su Roma”. Mi sono dilettata a verificare quali fossero gli oggetti di queste serate, che sono diverse, e abbiamo “Sport e fascismo”, “La marcia su Roma”, “La donna fascista tra pratiche e rappresentazioni”, “Il razzismo fascista”, “La politica estera dell’Italia fascista”, “Lo Stato romano tra consenso e realtà”, “Le guerre del fascismo”.

Io, che sono stata anche, con oneri e onori, membro del Comitato delle onoranze di Marzabotto, designata dalla Città Metropolitana, dal Consiglio della Città Metropolitana, credevo, visto che appunto c’è una collaborazione anche con questo Comitato, di trovare anche qualcosa che caratterizzasse di più la volontà di promuovere questi sentieri e questi percorsi sul territorio, anche nella formazione delle guide. Così non è stato.

Nel proseguire la disamina del progetto di legge, abbiamo potuto constatare che, appunto, il progetto fa riferimento alla legge n. 3 del 2016, che parla di promozione e valorizzazione della memoria del Novecento, fa riferimento al DUP regionale e fa riferimento anche al Programma di sviluppo rurale, citando quindi il percorso della Linea Gotica che sta per essere inaugurato e rilanciato nel medio alto Appennino. Quindi, in questa presunta semplicità in realtà questo progetto di legge mette insieme anche livelli istituzionali diversi.

Si fa riferimento quindi ad un lavoro fatto da alcuni Comuni dell’Appennino, all’Unione dell’Appennino bolognese, e ci si chiede se il citare questo percorso all’interno di questo progetto di legge, e quindi automaticamente collegarlo a questa associazione, sia un percorso che è condiviso anche istituzionalmente. A noi non risulta, però evidentemente non abbiamo un pregiudizio di merito. Così come non abbiamo un pregiudizio sul fatto che questi percorsi vadano valorizzati e vadano anche pubblicizzati. Non si tratta però, con questa adesione, di aderire ad un semplice network, ma a nostro avviso si tratta di aderire a qualcosa di un pochino più complesso, a un soggetto anche giuridico, che comunque ha un comitato scientifico e che dà anche una caratterizzazione e una valorizzazione dei fatti e dei percorsi che va a pubblicizzare.

Quindi, per concludere, vorremmo consigliare un po’ di prudenza e anche meditare su questi aspetti giuridici che non sono scontati, se l’adesione debba essere necessariamente di 3.000 euro e per, appunto, tre anni, se il fatto che, ad oggi, non paiano coinvolte altre Regioni sia un fatto così scontato e poi vorremmo auspicare che, comunque, aderire a questa associazione, aderire a quello che è chiamato un network faccia poi capo davvero ad una sorta di condivisione di un programma plurale e condiviso. Da quello che abbiamo visto non ci sembra, però speriamo di essere smentiti e non vogliamo, comunque, osteggiare un programma di valorizzazione culturale del territorio, se davvero è condiviso.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ricordo che siamo in discussione generale. Informo anche i colleghi che è arrivata una proposta di emendamento a firma del consigliere Facci, che è stata distribuita.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, chiedo al relatore di maggioranza se vuole replicare. Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Credo che buona parte della discussione che è stata fatta anche oggi in Aula ricalchi esattamente quanto è stato detto all’interno delle Commissioni e soprattutto a seguito dell’udienza conoscitiva che si è svolta in Commissione V, dove con dovizia di particolari sia il direttore generale Puddu che il direttore scientifico Carrattieri hanno circostanziato una serie di appunti, che sono stati riproposti anche qui in Aula, il riferimento che faceva il consigliere Facci alle “Marocchinate”, così come il riferimento che la consigliera Evangelisti riporta dell’iniziativa con la presentazione del libro di Eric Gobetti. Ebbene, in quel caso specifico è stato detto e chiarificato in maniera inequivocabile che trattavasi di un programma che l’Amministrazione comunale aderente all’Associazione Liberation Route promuoveva in autonomia e si fregiava del marchio “Liberation Route” in quanto aderente all’associazione. Nulla toglie che, ad oggi, la difficoltà a iscrivere Eric Gobetti tra gli storici accreditati sul tema di un episodio drammatico come quello delle Foibe non riporti effettivamente numeri e questioni storicamente accertati e che, quindi, sia per il lavoro di ricerca dello storico in questione, sia per quanto riguarda la procedura che ha visto il Comune promotore invitare Eric Gobetti, l’Associazione Liberation Route non ha sostanzialmente voce in capitolo all’interno di quell’episodio, che è stato richiamato ancora una volta anche all’interno di quest’Aula. Conseguentemente, credo che non possa essere, così come tutte quante le reti, valutata per un episodio o pochi episodi, ma, appunto, sono i documenti quelli che ci indicano qual è la direzione dell’associazione.

Così come per quanto riguarda il tema della personalità giuridica: trattasi di associazione priva di personalità giuridica. Non è detto che nel prossimo futuro la stessa Associazione Liberation Route Italia non voglia acquisire la personalità giuridica. Ricordo che per le associazioni di terzo settore, quale si configura anche questa, l’acquisizione della personalità giuridica è da poco tempo un procedimento semplificato e, quindi, più facilmente accessibile. Così come voglio ricordare, e l’ho ribadito anche nella relazione iniziale, le attività che l’Associazione Liberation Route ha potuto svolgere nell’anno della sua costituzione, il 2019, e gli anni successivi, 2020 e 2021, inevitabilmente hanno segnato una interruzione delle attività a causa di qualcosa che è, anche qui, inequivocabilmente sotto gli occhi di tutti, come è stato il periodo che ci ha contraddistinto fino a poco fa dell’emergenza pandemica e della sospensione delle attività in presenza, tranne quelle all’aperto, in estivo.

Quindi, anche riscorrendo quelle che sono state le parole che abbiamo usato e affrontato nel corso delle Commissioni precedenti, mi sembra che alcune osservazioni ci facciano dire come questa modifica della legge n. 3 e, quindi, poi l’adesione all’Associazione Liberation Route, che ricordo non essere una sottoscrizione particolarmente onerosa per un bilancio come quello della Regione Emilia-Romagna, stiamo parlando di un complessivo di 3.000 euro l’anno, credo che sia assolutamente stato chiarito come, sia dal punto di vista del bilancio, sia dal punto di vista della personalità giuridica, sia dal punto di vista delle responsabilità per alcuni episodi che sono stati qui richiamati, l’associazione in quanto tale continui a svolgere un lavoro che possa fare del bene al territorio dell’Emilia-Romagna, proseguendo l’attività in armonia con la legge n. 3, valorizzando le attività che già oggi si svolgono sul territorio emiliano-romagnolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Facci, lei vuole replicare? Prego.

 

FACCI: Una breve replica è anche l’occasione, magari, per illustrare l’emendamento che nel frattempo ho provveduto a depositare.

Fondamentalmente, c’è un aspetto, ripeto, che rimane inesplorato in questo progetto, che quantomeno per il momento non è stato dichiarato. Poi è possibile, nel prosieguo dell’attività, magari forti anche del contributo che la nostra Regione erogherà a questa associazione, può darsi magari che anche l’attività di questa associazione possa allargare l’ambito, l’orizzonte di veduta. Ripeto: c’è un passaggio che abbiamo voluto richiamare già nell’emendamento presentato in Commissione e votato anche dalla maggioranza: il passaggio, esattamente il termine della riconciliazione.

Nello statuto di Liberation Route Italia, a un certo punto, negli obiettivi c’è anche quello della riconciliazione. Secondo noi è di assoluta importanza che oggi qualsiasi narrazione della storia drammatica che abbiamo vissuto, oltre ad essere obiettiva e completa possa portare ad una riconciliazione.

La riconciliazione però c’è laddove c’è la verità, e dove chiaramente vi è la completezza della memoria, la completezza della rappresentazione dei fatti. Per quello trovo sorprendente che un fatto, o fatti che comunque poi complessivamente diventano uno, che gli episodi degli stupri commessi dalle truppe coloniali francesi nel Cassinate, che sono noti, nessuno li può ignorare. Capisco che li si voglia dimenticare, ma purtroppo sono accaduti. Ci hanno scritto romanzi, ci hanno fatto dei film. Purtroppo, ci sono decine di migliaia di persone e di famiglie che sono state rovinate da quelle violenze. Dimenticare quell’episodio... Gli stupri di guerra oggi sono crimini contro l’umanità, sono riconosciuti a livello internazionale. Credo che su questo non ci possano essere dubbi. Ignorare, neanche una parola su questo, pone dei dubbi sulla obiettività di questa associazione. Lo dico ancora una volta, se non fossi stato chiaro precedentemente.

Torno al discorso della riconciliazione. Il discorso della riconciliazione, che dovrebbe accompagnare ogni ragionamento intorno al ricordo o, comunque, alla narrazione dei fatti che ci hanno segnato nel profondo, soprattutto durante l’ultima guerra, è anche l’ispirazione dell’emendamento che ho depositato, che altro non è se non la riproposizione dell’emendamento presentato in Commissione. Che cosa vuole fare questo emendamento? Visto che questo progetto di legge parte dal ricordare quelle che sono le finalità della nostra Regione, fondamentalmente richiamando la legge n. 3/2016, nella riconciliazione ci sta anche il riconoscimento di tutti gli episodi negativi, nefasti che hanno contrassegnato il Novecento. Non è un caso che nell’emendamento si richiami niente di meno che la risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019, successiva di tre anni alla legge n. 3. È chiaro che nel momento in cui la legge n. 3 è stata scritta e votata da quest’aula questa risoluzione non c’era. Oggi c’è. Il punto è: la vogliamo ignorare oppure la vogliamo prendere in considerazione? Per me potete continuare a ignorarla, come avete fatto in Commissione, respingendo quell’emendamento che fondamentalmente andava a richiamare parte della risoluzione, perché naturalmente la risoluzione è molto lunga e articolata, ma che andava a ricordare tutti i regimi totalitari, autoritari e criminali che hanno insanguinato il Novecento.

Voglio anche richiamare testualmente un passaggio della risoluzione del Parlamento europeo, che invita tutti gli Stati membri dell’UE a formulare una valutazione chiara e fondata su princìpi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati da regimi totalitari comunisti e dal regime nazista, e condanna tutte le manifestazioni e la diffusione di ideologie totalitarie, come il nazismo e lo stalinismo, all’interno dell’Unione. Quindi, riconciliazione da una parte, ma presuppone una verità a trecentosessanta gradi, una verità storica, e un allineamento della nostra legge regionale a quelli che sono i princìpi dell’Unione europea, che tutte le volte noi in quest’aula richiamiamo, rievochiamo, che in qualche modo funge da punto di riferimento per qualsiasi nostra politica. Se vogliamo essere, anche qui, coerenti e consequenziali, prendiamo anche quelli che sono i riferimenti dell’Unione europea, in questo caso della risoluzione del Parlamento, che ci invita a questo tipo di giudizio obiettivo. Ecco perché l’emendamento approfitta di questa modifica alla legge. Approfitta dell’occasione per inserire questo richiamo anche al condannare gli atti di aggressione, crimini contro l’umanità e massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, ma anche da quello comunista e altri regimi totalitari. Esattamente le parole che sono state indicate e utilizzate nella risoluzione del Parlamento europeo.

Questo è l’emendamento che sottopongo all’Assemblea.

Per chiudere, questo è un PDL che presenta delle zone d’ombra, per le quali abbiamo una necessaria prudenza nell’esprimere una partecipazione a un’associazione di questo tipo. Non voglio neanche più di tanto focalizzare l’attenzione sulla veste giuridica di questa associazione, anche se in qualche modo indica, questa veste giuridica, un po’ la precarietà di questa associazione. Non è che stiamo parlando di una fondazione, con tutta una serie di crismi, di partnership. È un’associazione riconosciuta, che chiaramente persegue un fine che astrattamente noi condividiamo, ma che lo condividiamo e aderiamo in maniera ideale nel momento in cui questa attività svolta è un’attività effettivamente inclusiva, non che tende a rimuovere, dimenticare, negare o addirittura modificare. Quindi, la prudenza in questo caso è assolutamente necessaria, pur rimanendo consapevole del fatto che l’operazione memoria storica, se fatta bene, se è a 360 gradi, può certamente essere utile e necessaria nell’ottica di riconciliare un popolo come il nostro, che vive ancora, per fortuna sempre meno, di queste contrapposizioni figlie di quelle stagioni, e credo che oggi sia venuto il momento di arrivare a una riconciliazione, avendo come presupposto la verità e la completezza della memoria storica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Felicori, prego.

 

FELICORI, assessore: Grazie, presidente.

Innanzitutto vorrei ringraziare la presidente Marchetti, che ha condotto questo vascello fin qui, e il consigliere Amico, al quale invidio sempre un po’ la sua passione politica, che personalmente ho sostituito con un’abbondante dose di cinismo, purtroppo. Ringrazio il consigliere Facci, del quale apprezzo sempre moltissimo la preparazione e la competenza con cui si presenta in Consiglio. Ma ho visto che dovrà temere la concorrenza, quanto a precisione, della neoconsigliera Evangelisti, che è giunta molto preparata.

Vorrei dire in tutta sincerità che, se quello che stiamo facendo dovesse dar luogo ad uno strumento di propaganda, il primo a vergognarsi sarei io, il primo a proporre di rinunciare a questo sarei io. Siamo tutti ben consci di quanta riflessione storica abbiamo bisogno. Tutte le grandi questioni del ventesimo secolo sono ancora aperte e siamo nel 2022. Meditando su questo, direi che anche forse le stessi grandi questioni dell’Ottocento sono ancora aperte, dalla questione cattolica alla questione meridionale, la stessa questione dell’Unità d’Italia. Quindi, se qualcuno pensa che questi temi possano essere affrontati non con una riflessione storica plurale, aperta, orientata alla verità, ma con della propaganda, sbaglia di grosso, e io non ne faccio parte.

In più, nell’adesione molto forte che io do a questo progetto c’è una questione legata ad un aspetto proprio regionale: lavorando su questa Liberation Route abbiamo la possibilità di valorizzare un territorio, che per noi è lungo 250 chilometri di montagna, e farlo diventare una grande lavagna didattica, dove abbiamo un territorio contrassegnato da monumenti, resti di trincee, piccoli musei. Ogni piccolo Comune si è ingegnato a ricordare la Linea Gotica in qualche modo. Sono tutti provvedimenti piccoli, che non segnano il territorio veramente e che soffrono delle difficoltà anche finanziarie che hanno questi Comuni. Invece, abbiamo la grande possibilità, se ci crediamo, di avere una specie di masterplan in cui disegniamo questo territorio e ne facciamo un territorio che parla, che racconta, che spiega, ne facciamo un territorio dove i nostri cittadini, e non solo, possono andare e imparare la storia e la natura, possono vivere realmente, anche con le conseguenze positive che può avere questo progetto dentro il più vasto discorso della montagna, alla quale tanto questo Consiglio quanto la Giunta crede.

Mi fa piacere, dunque, che questo progetto abbia avuto una preannunciata adesione. Mi fa piacere, se non ho capito male, che non ci sia un’opposizione da parte della minoranza assoluta. Sempre in attesa di avere una volta, prima di quando saluterò il Consiglio, almeno un voto favorevole, cosa che continuo ad auspicare. Conto almeno sul voto di astensione delle minoranze.

Per quanto riguarda i finanziamenti, io devo dire questo: voi avete visto che nella mia breve esperienza qui, ho presentato diverse leggi, tutte molto nobili ma poco finanziate. Io non sono il tipo di assessore, che se assessore alla cultura pensa che la cultura sia la cosa più importante, se passa al sociale, pensa che la cosa più importante diventa il sociale, quindi sono ben conscio, anche quando si discute il bilancio, dell’emergenza sanitaria, e adesso dell’emergenza energetica, delle bollette. Queste leggi, però, ancorché all’inizio poco finanziate, sono delle strade che si aprono, quindi personalmente mi accontento, anche se è ovvio che l’osservazione che è stata fatta dalle minoranze, che occorrerebbe un finanziamento maggiore, è un’osservazione sacrosanta, ma che noi dobbiamo risolvere in un contesto più ampio in cui obiettivamente ci sono emergenze – e mi duole usare questa espressione – che sono al momento più gravi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Avendo finito il procedimento della discussione, passiamo all’esame dell’articolato. Spero che i colleghi siano rientrati tutti.

Passiamo all’esame dell’articolato, con l’articolo 1, su cui insiste l’emendamento n. 1, a firma Facci.

Discussione generale. Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie. Presidente, come avevo anticipato precedentemente, su questo articolo 1 insiste un emendamento, il medesimo emendamento proposto in Commissione. Lo vorrei leggere, a beneficio della diretta: “All’articolo 1 (Finalità) dopo le parole ‘valori fondativi’ l’aggiunta del periodo: ‘in linea con quanto previsto dalla risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa (P9_TA(2019)0021) – è la sigla della risoluzione – che condanna con la massima fermezza agli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari’”. Questo è l’inserimento. Come dicevo prima, si tratta di allineare la finalità della legge sulla memoria del Novecento, la nostra legge n. 3 del 2016 a quella che è la risoluzione del Parlamento europeo, visto che questo articolo 1 di fatto fa un po’ da cappello, richiamando questa legge, alla modifica che viene fatta con l’adesione a Liberation Route Italia.

Chiedo, presidente, fin d’ora che su questo ci sia il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri interventi in discussione generale sull’articolo 1? Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

L’emendamento appena presentato era stato presentato anche all’interno della seduta della Commissione e, appunto, legittimamente il consigliere Facci lo ripropone oggi. Io vorrei far notare come l’articolo 1 e quindi la sua articolazione sia in chiaro riferimento più che alla Carta fondativa dell’Unione europea sia un richiamo esplicito e netto relativo allo Statuto della Regione Emilia-Romagna e che quindi la legge n. 3 e dunque anche questo articolo 1 si richiama allo Statuto della Regione Emilia-Romagna.

Pertanto, ritengo – e quindi ne approfitto anche per anticipare il mio voto contrario all’emendamento – che l’intervento, qualora vuole essere assunto, sia opportuno proporlo all’interno della discussione circa lo Statuto della Regione, anziché solo ed esclusivamente all’interno di un articolo di legge. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Dichiarazioni di voto?

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1 con il dispositivo elettronico.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 38

Favorevoli 13

Contrari 24

Astenuti 0

 

È respinto.

 

Passiamo alla votazione per alzata di mano dell’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Nessun emendamento.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3 per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto finale sul progetto di legge.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Ringrazio anche l’assessore Felicori per il suo intervento.

Quello che vorremmo scongiurare è proprio una finalità propagandistica. Vorremmo che si consegnasse ai nostri giovani, al futuro, alle generazioni, visto che questo progetto di legge guarda appunto anche lontano, un percorso condiviso, un percorso plurale, e non certamente di parte. Quindi, vorremmo che questo processo di riconciliazione, di cui spesso si parla ma che meno spesso si attua, si potesse realizzare anche con iniziative di questo tipo.

Ovviamente l’auspicio è ancora quello di utilizzare prudenza. Riteniamo, come ha detto giustamente l’assessore, che quando si condivide qualcosa ci si mette la faccia, e avendo profondo rispetto delle Istituzioni crediamo che, laddove la Regione Emilia-Romagna ci metta il proprio nome e ci metta la propria faccia, questo debba essere sinonimo di garanzia, ma anche di un percorso condiviso per tutti i cittadini, che guarda al futuro dei nostri giovani.

Per questo, non volendo pregiudicare la possibilità di aderire ad una sorta di network o, comunque, ad un percorso che coinvolga questi cammini non soltanto nella nostra regione, ma anche in tutta Italia, e che guardi anche i confini oltre la nostra nazione, il voto di questo Gruppo sarà un voto di astensione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Il voto di Emilia-Romagna Coraggiosa sarà favorevole a questo provvedimento di legge, che integra e implementa già una legge importante, come appunto la legge regionale n. 3 del 2016, la legge sulla memoria del Novecento, che finora dalla sua istituzione, ovvero da ormai sei anni, ha contribuito fattivamente alla ricerca storica sul territorio emiliano-romagnolo, ha sostenuto percorsi di approfondimento e con l’adesione all’Associazione Liberation Route sezione italiana compie e integra con un tassello importante, proiettando l’azione del territorio emiliano-romagnolo anche all’interno di un contesto europeo, all’interno di un contesto più largo, consapevole del fatto che quei fatti che hanno contraddistinto, nel caso specifico per l’attività di Liberation Route, quel periodo che va dal 1943 al 1945 siano stati fatti che hanno riguardato il territorio italiano e che si sono svolti all’interno di un contesto ben più ampio e che, quindi, nel raccordo con il territorio europeo hanno ragion d’essere.

Credo complessivamente, anche per la qualità del comitato scientifico che è insediato presso l’Associazione Liberation Route e anche per le parole espresse dai suoi rappresentanti all’interno della Commissione di cui abbiamo parlato anche nella discussione generale, che sulla serietà e la capacità di approfondimento dei soggetti che materialmente intervengono sull’attività dell’associazione ci sia in questo momento poco da dubitare e che oggi come oggi, quando siamo attraversati anche da conflitti alle soglie dell’Europa, continuare a ragionare di percorsi di approfondimento storico che guardino alla possibilità di una riconciliazione sia anche un segnale importante da dare complessivamente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Le osservazioni che ho fatto in precedenza ritengo siano state abbastanza significative di quella che è la nostra impostazione su questo progetto di legge. Debbo dire che ritengo che quest’aula abbia perso un’occasione, abbia perso l’occasione di fare pace con la storia. Ma evidentemente per alcuni ancora non è così. Del resto, nel momento in cui si giustifica la bocciatura all’emendamento, che altro non faceva se non richiamare una risoluzione del Parlamento europeo, non certo di qualche frangia estrema sparsa per la nostra nazione, ma proprio una risoluzione del Parlamento europeo, debbo dire che l’articolo 1 che si andava a emendare richiamava espressamente i valori fondativi dell’Unione europea, dunque se la risposta è che avrebbe dovuto essere modificato lo Statuto della Regione, insomma già questo credo che tradisca l’imbarazzo e la difficoltà a giustificare una posizione che, comunque, è inconciliabile con quello che lo stesso assessore ha detto prima, vale a dire che questo può essere uno strumento per una riconciliazione, per fare un’operazione storica effettivamente senza alcun tipo di condizionamento o pregiudizio.

Ritengo che si sia persa veramente l’occasione, quindi questo getta ulteriormente dei dubbi sulla reale volontà di utilizzare questo strumento, quindi l’adesione a questa associazione per portare avanti un percorso di vera memoria storica e di riconciliazione, come dice lo statuto di Liberation Route Italia, in particolare nei confronti delle giovani generazioni. È un’occasione perduta, assessore. Mi sarei aspettato che da parte sua vi fossero indicazioni diverse, perché allora si poteva cogliere veramente lo spirito che le sue parole – e non ho motivo di metterle in dubbio – in un qualche modo hanno indicato.

Anche per questa ragione, ma i motivi di merito rispetto all’adesione li avevo già indicati, li avevo già spiegati e in qualche modo motivati, ma anche questo tipo di ulteriore arroccamento sulla mancanza di volontà di riconoscere delle ferite della storia che una parte politica che siede in quest’Aula fa ancora fatica, appunto, ad accettare come fatto storico, credo che non possa che inficiare ulteriormente il nostro ragionamento e quindi di fatto il nostro voto.

Il voto della Lega sarà un voto di astensione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Nella discussione articolata che abbiamo approfondito anche in Commissione credo che, grazie anche all’udienza conoscitiva, siano emersi molti elementi che accolgo anche col beneficio del dubbio che ci viene lasciato nei Gruppi di opposizione rispetto a quella che io però non ritengo un’occasione persa, casomai un’opportunità, poiché con l’integrazione alla legge e l’adesione a questa associazione andiamo ad arricchire un percorso di sintesi che già con la legge della memoria, e a integrazione di essa, questo provvedimento oggi va a ridefinire.

Due sono gli elementi che mi convincono, ma abbiamo preso anche l’impegno con la Commissione di tenere aggiornato questo percorso anche per la recente costituzione dell’associazione, che non deve essere vista come un elemento solo di criticità, ma anche come un percorso di novità che va a inserire, per esempio, tutto il tema della rete escursionistica e la messa a valore di quei luoghi, di quei cammini della Linea Gotica di cui la nostra Regione è protagonista, in quei luoghi della memoria che hanno caratterizzato la Seconda guerra mondiale. Mi riferisco, naturalmente, ai Sentieri della Liberazione, che con questa associazione, un network europeo, un network di valenza italiana, e raccolgo alcune sollecitazioni che sono emerse quando si sottolinea la necessità della messa in rete tra le Regioni. È un percorso nuovo, un percorso che vogliamo monitorare ed è un impegno che, proprio per andare in quella direzione di convincere che questa integrazione, questa adesione è un valore aggiunto anche per quella legge della memoria, anche in Assemblea rivogliamo sottolineare. Dicevo, quei sentieri che questa associazione cerca e vuole mettere a frutto, quei 10.000 chilometri di sentieri percorribili in tutta Europa, a piedi o in bicicletta, che, quindi, si integra anche a quel valore che noi diamo al turismo, al turismo culturale, che credo possa rappresentare, come dicevo nel mio intervento all’inizio, una opportunità in più per questa Regione e che va ad arricchire, ancora una volta, quella legge della memoria che nella scorsa legislatura ha rappresentato e segnato un punto fondamentale rispetto alla valorizzazione culturale e al valore che questa Regione dà alla trasmissione della memoria storica, in particolare per le nuove generazioni e, in particolare, in un momento in cui i testimoni di guerre stanno scomparendo. Quindi, c’è un bisogno ancora più importante e fondamentale di trasmissione educativa rispetto a quei valori e a quei princìpi che vengono richiamati nell’introduzione della legge della memoria e che sono, credo, il baricentro anche di questa integrazione.

Ecco che questa operazione di memoria, rivolta in particolare alle giovani generazioni, altro non è che continuare in quel solco di estrema importanza che questa Regione dà all’educazione, alla trasmissione della memoria e che oggi, quindi, con questo progetto di legge andiamo a integrare, su cui come Partito Democratico, forti anche di quelle progettualità e di quelle iniziative sui temi della memoria e della storia del Novecento, vogliamo dare anche in una cornice europea, con nuove possibilità che anche l’adesione a questa associazione rappresenta.

Per il Partito Democratico, quindi, il voto non può essere altro che favorevole, proprio perché in linea con quei princìpi e con quei valori che hanno caratterizzato il percorso che oggi ci ha portato fin qui, anche rispettivamente a quella coerenza che dobbiamo alla legge della memoria.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione, con il dispositivo elettronico, l’oggetto 5499.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 44

Favorevoli 28

Contrari 0

Astenuti 15

 

È approvato.

 

OGGETTO 5442

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Interventi urgenti a sostegno del settore agricolo, agroalimentare, ittico e delle bonifiche”. (54)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora al progetto di legge 5442: “Interventi urgenti a sostegno del settore agricolo, agroalimentare, ittico e delle bonifiche”.

Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche economiche nella seduta del 18 ottobre.

Il progetto di legge è composto da sette articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Matteo Daffadà, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Rainieri Fabio, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Su tale oggetto insistono cinque proposte di ordini del giorno: il n. 1, a firma Daffadà, Rainieri, Zappaterra, Sabattini, Gerace, Amico, Zamponi, Pigoni, Bulbi, Rontini; il n. 2, Pompignoli, Daffadà, Rontini, Costi, Bulbi, Sabattini, Catellani, Rainieri; il n. 3 è stato ritirato; il n. 4, a firma Rainieri, Daffadà, Bulbi; il n. 5 a firma, Occhi, Rainieri, Costi, Daffadà, Bulbi e Rontini.

Passiamo la parola al relatore della Commissione, consigliere Daffadà. Prego.

 

DAFFADÀ, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Cari colleghi, siamo oggi chiamati a confrontarci e a votare un nuovo progetto di legge che riguarda un settore, quello agricolo e agroalimentare, fondamentale della nostra economia. Questo provvedimento arriva in aula come risultato di intensi e proficui passaggi in Commissione, in cui abbiamo lavorato insieme, maggioranza e minoranza, e abbiamo raccolto le sollecitazioni dei rappresentanti del mondo agricolo e delle associazioni di categoria.

Portiamo quindi all’attenzione dell’Assemblea interventi concreti, risposte puntuali ai bisogni espressi dal territorio e finalizzati a sostenere le imprese agricole e agroalimentari in tutte le diverse articolazioni produttive, in un contesto complesso che ha provocato ingenti danni economici ad alcune filiere.

L’aumento dei prezzi dell’energia e dei diversi prodotti alimentari contribuisce a ridurre le aspettative di crescita. Per la prima volta, dopo molti anni, assistiamo alla difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime agricole.

A ciò si aggiungono i nuovi preoccupanti fattori di instabilità sociale ed economica, la fiammata dei mercati, dei prodotti energetici, che ha spinto in alto il prezzo del petrolio e soprattutto del gas naturale e, a ricaduta, un ulteriore generale peggioramento dei costi di trasporto e di riscaldamento.

Per il settore agricolo l’incertezza dello scenario geopolitico ha, dunque, ulteriormente accresciuto la volatilità delle quotazioni internazionali dei cereali e dei semi oleosi. I prezzi di frumento e mais in Italia e nella nostra regione hanno raggiunto i livelli più elevati degli ultimi anni.

Il settore agroalimentare maggiormente danneggiato in Italia è quello dell’alimentazione zootecnica. Alla tensione dei mercati si associano i fenomeni speculativi in atto, che potrebbero spiegare una parte degli aumenti dei cereali, che non sono frutto delle attuali dinamiche di mercato. Le aziende agricole devono, così, fronteggiare il rincaro di fertilizzanti, mangimi, gasolio, sementi, piantine, prodotti fitosanitari, oltre ai maggiori costi per i noleggi passivi, conseguenza diretta dell’incremento del costo dei carburanti.

Per gli agricoltori sarà difficile recuperare le fasce di mercato perdute senza gli adeguati strumenti di sostegno. Per far fronte alla situazione, con questo intervento normativo mettiamo a disposizione 5,7 milioni di euro di risorse regionali straordinarie, 4,6 nel 2023 e 1,1 milioni nel 2024, in cinque specifici ambiti di intervento.

Il progetto di legge interviene individuando un nuovo regime di aiuto destinato a promuovere i processi di innovazione del settore agricolo e agroalimentare, concorrendo al trasferimento dei risultati sui settori produttivi coinvolti. A tal fine, è previsto che la Regione possa concedere contributi ad organismi di ricerca, di sviluppo sperimentale e di diffusione della conoscenza.

Con questo progetto di legge affrontiamo con uno stanziamento straordinario il rischio del contagio della peste suina africana, che colpisce i cinghiali e i cui primi casi si sono evidenziati sul territorio nazionale, in particolare al confine con le Province di Parma e Piacenza della nostra regione. L’Emilia-Romagna al momento è considerata indenne dalla peste suina africana, ma ha deciso tuttavia di adottare misure urgenti per prevenire la malattia, attivando le necessarie misure di sorveglianza sanitaria. Di grande importanza sono, quindi, le azioni di controllo delle popolazioni di cinghiali, che vengono attuate dalle aziende sanitarie secondo specifiche modalità definite e coordinate con i servizi territoriali caccia e pesca. C’è, infatti, assoluto bisogno di salvaguardare le produzioni agricole, i campi devastati dai cinghiali, come ci è stato raccontato e testimoniato da chi ogni giorno lavora la terra.

La lotta alla peste suina a cui è dedicato l’articolo 2 di questo PDL prevede che la Regione possa concedere contributi direttamente agli allevatori per implementare i sistemi di biosicurezza. Il progetto di legge interviene quindi anche su un altro comparto vitale del nostro sistema economico, quello della pesca e dell’acquacoltura, un settore che in Emilia-Romagna rappresenta tradizione, posti di lavoro e un’intera filiera imprenditoriale che si trova in grave difficoltà a causa dell’aumento eccezionale del prezzo del gasolio.

Tali difficoltà vanno a inserirsi in un quadro già complesso per il comparto, visti gli effetti dell’emergenza sanitaria e le conseguenze di una regolamentazione sia europea che nazionale restrittiva delle giornate di pesca. Sia la Commissione europea che il Governo nazionale impongono da anni la progressiva riduzione dell’attività in mare, in particolare ai pescherecci a strascico, costringendo le imprese ittiche alla chiusura ed allo sbarco degli equipaggi.

Le imprese del settore pesca, attive nel mare Adriatico e sulle coste emiliano-romagnole, in gran parte piccole realtà artigianali, già nel corso del 2021 hanno segnato una flessione del 20 per cento del fatturato, e per loro è sempre più difficile ogni giorno uscire in mare.

Nel progetto di legge in oggetto a sostegno di questo comparto si prevede l’istituzione di un regime di aiuto per far fronte al caro-gasolio, con la previsione della concessione di contributi nel limite massimo di euro 1,5 milioni per il 2023.

Altro tema affrontato in esame è il controllo delle specie fossorie e del cinghiale. Infine, il progetto di legge prevede la possibilità per la Regione di contribuire in tutto o in parte, con risorse del bilancio regionale, alle spese necessarie per l’elaborazione da parte dei Consorzi di bonifica di progetti di opere di bonifica di interesse pubblico strategiche.

Il progetto di legge che oggi esaminiamo, come detto, è stato al centro di un’apposita udienza conoscitiva, e successivamente, in occasione della discussione generale, l’assessore, che ringrazio per la disponibilità all’ascolto e per la tenace ricerca di nuove risorse ha annunciato un incremento di fondi, accogliendo gli emendamenti presentati nella seduta di Commissione.

Il testo originale è stato quindi rivisto al rialzo di circa 700.000 euro per la pesca e per l’agricoltura. Il progetto di legge è composto di sette articoli, che in estrema sintesi prevedono: l’articolo 1 al comma 1 individua un nuovo regime di aiuto destinato a promuovere i processi di innovazione nel settore agricolo e agroalimentare, concorrendo al trasferimento dei risultati su settori produttivi coinvolti. A tal fine, la Regione può concedere contributi ad organismi di ricerca e di diffusione della conoscenza per la realizzazione di progetti di ricerca fondamentale, di ricerca industriale, o di sviluppo sperimentale.

Il comma 2 prevede che detti contributi possano essere concessi nel limite di 1,3 milioni di euro per l’esercizio 2023, di 500.000 euro per l’esercizio 2024. Al comma 3 si prevede che i criteri di ammissibilità, le modalità di concessione ed erogazione degli aiuti e del relativo ammontare sono definiti con deliberazione della Giunta regionale, in conformità e secondo i limiti posti dal Regolamento UE, che dichiara compatibili con il mercato interno, in applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea alcune categorie di aiuti nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali, e che abroga il Regolamento della Commissione n. 1857 del 2006.

L’articolo 2 al comma 1 prevede nuovi interventi per implementare i sistemi di biosicurezza negli allevamenti suinicoli, nella prevenzione della peste africana, al fine di contrastare il rischio di contagio connesso alla trasmissione della malattia da parte della fauna selvatica, attraverso concessioni di contributi per le spese di investimento. Il comma 2 prevede che i contributi possano essere concessi nel limite massimo di un milione di euro per l’esercizio 2023.

Al comma 3 si stabilisce che i criteri di ammissibilità, le modalità di concessione ed erogazione degli aiuti e del relativo ammontare siano definiti con deliberazione della Giunta regionale, in conformità e secondo i limiti posti dal regolamento UE 702/2014 della Commissione del 25 giugno 2014, che dichiara compatibili con il mercato interno, in applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea alcune categorie di aiuti nel settore agricolo e forestale, e nelle zone rurali che abroga il Regolamento.

L’articolo 3, comma 1, istituisce un nuovo regime di aiuto straordinario, come detto, per sostenere il comparto della pesca e dell’acquacoltura, prevedendo, in via straordinaria la concessione di contributi, come detto, di 1,5 milioni per l’esercizio 2023 alle imprese, per il periodo di fermo pesca, causati dall’aumento eccezionale del prezzo del gasolio.

L’articolo 4 prevede il sostegno dei piani di controllo delle specie con abitudini fossorie e del cinghiale. Il comma 1 prevede il finanziamento delle spese per l’attuazione dei piani da parte delle Province e della Città metropolitana di Bologna attraverso la concessione di contributi di natura corrente, stabilendo nel comma 2 che i finanziamenti possano essere concessi nel limite massimo di 600.000 per l’esercizio 2023 e 500.000 per l’esercizio 2024.

Il comma 3 prevede che il riparto delle somme spettanti alle Province e alla Città metropolitana di Bologna, in base al comma 1, sia definito con apposito atto della Giunta regionale, che ne definisce criteri e tipologie di spesa oggetto di rendicontazione e le modalità di erogazione.

L’articolo 5 al comma 1 introduce una disposizione in cui viene specificata la possibilità di contribuire, in tutto o in parte, con risorse del bilancio regionale alle spese necessarie per l’elaborazione da parte dei Consorzi di bonifica nell’ambito delle funzioni di cui alla legge regionale 2 agosto 1984, n. 42, di progetti di opere di bonifica di interesse pubblico, strategiche per la regione, stabilendo al comma 2 il limite massimo del contributo regionale di 200.000 euro per l’esercizio 2023 e di 100.000 per il 2024. Al comma 3 si demanda alla Giunta regionale la disciplina delle modalità per il riconoscimento e la gestione dei contributi, fermo restando il divieto di doppio finanziamento degli stessi costi nell’ambito del quadro economico complessivo delle opere.

Il titolo “Disposizioni finali” contiene due articoli. L’articolo 6 ha natura finanziaria e fa riferimento alla copertura degli interventi previsti nel Titolo I e all’autorizzazione della Giunta regionale di procedere con variazione di bilancio. Al comma 3 è disciplinata la copertura degli interventi per gli esercizi finanziari successivi al 2024 nell’ambito delle autorizzazioni di spesa annualmente disposte dalla legge.

L’articolo 7, infine, riguarda l’entrata in vigore.

Ringrazio l’assessore Mammi e tutto lo staff dell’ufficio, i colleghi consiglieri e il relatore di minoranza, Fabio Rainieri, che su questi temi non hanno mai fatto mancare attenzione, condivisione e impegno, e ovviamente anche la Commissione Politiche economiche, che ha licenziato questo provvedimento.

Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliere Daffadà.

La parola al consigliere Rainieri per la relazione come relatore di minoranza.

 

RAINIERI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Il testo che andiamo oggi, anzi domani, a votare è il frutto di un lavoro approfondito e di confronto tecnico e politico molto importante e, spero, anche proficuo. Penso che tutti possano riconoscere lo spirito costruttivo con il quale, come Gruppo Lega, ci siamo approcciati ai lavori di questa legge regionale. Lo abbiamo fatto per l’importanza che hanno questi provvedimenti urgenti nel contesto attuale, ma anche perché in agricoltura, in particolare, serve operare con delle norme con spirito concreto, superando le diversità ideologiche, per trovare soluzioni efficaci.

Come sapete, non ne faccio mai mistero, vengo dal mondo agricolo e cerco di farmene il più possibile portavoce. Per cui so bene che in questa situazione le Istituzioni debbono raggiungere risultati concreti, al di là delle idee e delle parole.

Ringrazio sia l’assessore regionale Mammi, con il quale abbiamo avuto dall’inizio dell’iter una discussione franca e costruttiva, sia Matteo Daffadà, relatore di maggioranza, e tutti i collaboratori dell’Assessorato e dell’Assemblea per lo spirito collaborativo con il quale abbiamo impostato i nostri lavori.

Ringrazio la presidente Manuela Rontini e i funzionari della Commissione per quello che è stato fatto in Commissione la settimana scorsa e per il supporto e l’apporto che ci è stato accordato come relatori.

Già con il lavoro istruttorio in Commissione, quindi, siamo riusciti ad apportare alcune significative modifiche. Alcuni emendamenti sono stati approvati a mia firma, a firma del relatore di maggioranza. Hanno sicuramente aiutato questo provvedimento ad essere migliorato e ad aumentare maggiormente il supporto economico della legge.

Quello di oggi è quindi un testo che è già stato modificato ed è stato migliorato rispetto a come era arrivato nella Commissione. Quindi, ha già dato alcuni impegni alla Giunta per poterlo usare al meglio per il mondo dell’agricoltura.

Parlo in primo luogo della necessità di incrementare a breve come oggetto uno degli ordini del giorno che abbiamo presentato, già nel bilancio del 2023, le risorse complessive che oggi sono di 5,7 milioni, ma che sono insufficienti secondo il nostro punto di vista per dare un supporto al mondo agricolo.

Non possiamo infatti ritenere che per le problematiche importanti quali la peste suina, come i Piani di controllo dei cinghiali, checché ne dica qualche collega di quest’aula, delle progettazioni e delle opere di bonifica quanto mai importanti come quella che abbiamo inaugurato la settimana scorsa alla presenza dell’assessore Priolo e del presidente Bonaccini sono opere che evitano il danno che si è avuto nei territori fortemente a vocazione agricola, non solo per le case, ma anche per le colture. Sono importantissimi. Siamo riusciti già con l’emendamento ad aumentare la parte economica sia per il primo anno che per l’anno successivo. Così come non è sufficiente, appunto, il milione e mezzo per i danni del fermo pesca e per la crisi energetica ed inflazionistica che proseguirà, o il milione e otto per la ricerca che si rivelerà necessario investire, oltre alla PAC e agli altri strumenti di finanziamento, in determinati settori agricoli e strategici.

Ci vuole un importante esercizio di controllo e di valutazione dei risultati da parte dell’Assemblea. Anche questo è stato un oggetto degli ordini del giorno, ne abbiamo discusso in Commissione, come abbiamo fatto per altri provvedimenti, vedi l’agricoltura sociale di cui abbiamo parlato l’altro giorno, ieri anzi, in Commissione. Un controllo, un monitoraggio della Commissione competente e dell’Assemblea è importante e dà maggiore forza all’Assessorato per lavorare al meglio, sapendo anche delle difficoltà di personale che l’Assessorato ha in questo momento.

Abbiamo, come dicevo, fatto un grande confronto con il collega Daffadà per migliorare questo intervento. Lo abbiamo fatto anche oggi insieme ai tecnici dell’Assessorato, l’assessore e la presidente della Commissione, per migliorarlo successivamente. Abbiamo presentato quattro ordini del giorno che, secondo noi, miglioreranno ancora di più, una volta approvati, questo provvedimento.

Chiediamo all’assessore e alla Giunta di mantenere un grande sistema di controllo e di attenzione per il momento che sta vivendo l’agricoltura. Dai dati delle associazioni, un’azienda su dieci rischia di chiudere. Ricordiamo che noi siamo nella regione a più importante vocazione di prodotti DOP. Siamo nella regione conosciuta in tutto il mondo per le nostre produzioni tipiche, al di là di quelle DOP, ma anche di quelle di nicchia, dallo strolghino ad alcuni altri prodotti molto conosciuti, molto importanti per la nostra economia.

Questo provvedimento è assolutamente necessario e fondamentale, ma l’agricoltura non ha bisogno solo di questo tipo di provvedimenti. Abbiamo discusso qualche tempo fa della nuova PAC, che stanzierà 900 e passa milioni di euro. Sappiamo che sono tanti, ma ‒ come ci siamo già detti anche in quell’occasione ‒ non sono mai a sufficienza per un settore primario, soprattutto in una regione come la nostra, che ha grandi problematiche di infrastrutture, come gli invasi, come le vie di comunicazione, che possono sembrare un po’ illogiche all’interno di un provvedimento agricolo, ma lo sono per quanto riguarda, poi, tutta la movimentazione delle merci. Quindi, sono assolutamente importanti. E per quanto riguarda tutta la questione delle biodiversità dei prodotti della montagna, che, come ricordava oggi il presidente della Giunta regionale, sono il 10 per cento, ma sono fondamentali per la salvaguardia del territorio.

Mi auguro, assessore e presidente, visto che è qui, e neo assessore alla montagna, l’ex collega... Anzi, anche con il ruolo che ricopre, da consigliere, quindi da collega. Come è stato detto prima, nell’attenzione all’agricoltura e soprattutto alla parte montana, soprattutto alla parte legata alla situazione delle frane, delle infrastrutture, legata anche alla possibilità di vivere in montagna... Perché se non si vive in montagna non si lavorano i terreni in montagna. Se non si lavorano i terreni in montagna, poi si hanno tutte le problematiche che tutti noi conosciamo.

Non mi voglio dilungare oltre. Voglio ancora una volta ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla stesura di questo documento e alle modifiche del documento in Commissione e, mi auguro, in aula con la votazione positiva degli ordini del giorno che sono stati presentati da me e dai colleghi, che andrò a illustrare nel momento in cui lo si farà della discussione, mi auguro che questo provvedimento possa essere solo l’inizio di un’attenzione a questi argomenti, che riguardano il PDL 5442. Come ha specificato per ogni articolo il collega Daffadà, speriamo sia importante e che venga sostenuto dalla Giunta, senza sminuire gli altri, l’ordine del giorno più importante, quello che aumenta la disponibilità di questo provvedimento per i prossimi anni di oltre 3 milioni, con i prossimi interventi in bilancio.

Mi fermo qui. Ringrazio ancora tutti e ci aggiorniamo alla discussione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

Si apre adesso la discussione generale. Abbiamo pochi minuti. La consigliera Rontini ha chiesto la parola dicendo che sarebbe stata entro i tempi canonici. Prego, ha la parola.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Sarò telegrafica, come ho promesso, così da consentire la chiusura dei lavori come da ordine del giorno approvato dalla Capigruppo.

Tenevo però anch’io a ringraziare per il lavoro fatto i relatori, quello di maggioranza, il consigliere Daffadà, e quello di minoranza, Fabio Rainieri, e tutte le altre forze politiche che in Commissione hanno contribuito a migliorare questo testo, così come ce lo aveva presentato la Giunta. Lo si diceva: la dotazione è aumentata a 5,7 milioni di euro, e penso che questo sia un lavoro di cui tutti dobbiamo essere soddisfatti e responsabili. Dall’altra parte, tenevo a rendere merito e a ringraziare l’assessore Mammi, la Regione e la Giunta guidata dal presidente Bonaccini per il lavoro che sta facendo a sostegno dell’agricoltura e dell’agroalimentare del nostro territorio.

Io non ricordo, nella scorsa legislatura, di essere venuta in aula così spesso con provvedimenti che riguardavano questo settore, che il Covid ci ha ricordato quanto è strategico per il nostro approvvigionamento quotidiano, perché le famiglie e i nostri concittadini possano avere quotidianamente sulle tavole cibi sicuri e di qualità, e lo ha fatto sia nel breve che nel lungo periodo.

Mentre infatti eravamo, giorni poche settimane fa qui in aula, proprio per approvare il complemento di programmazione per lo sviluppo rurale della PAC 2023-2027, che porta una dotazione di 913 milioni di euro, la più alta mai avuta in Emilia-Romagna, mentre portiamo oggi all’attenzione dell’Assemblea legislativa questo provvedimento che interviene in termini di innovazione e ricerca, quanto mai fondamentali, dovendo avere a che fare con i cambiamenti climatici, che per la prima volta mette a disposizione risorse per i Consorzi di bonifica per le progettazioni strategiche per il nostro territorio, veniva ricordato dai relatori, per la costruzione degli invasi, mentre si occupa di prevenzione e di biosicurezza, proprio poco fa, e anche qui lo ricordavano, abbiamo approvato ieri anche un altro tassello fondamentale, che sono le norme attuative per l’agricoltura sociale, con l’impegno dell’assessore di approvare entro l’anno il primo bando a sostegno dell’agricoltura sociale, un’altra misura innovativa con cui vogliamo aumentare la multifunzionalità e il reddito di chi opera, vive e lavora nelle nostre campagne.

Ho finito. Ribadisco l’impegno e ribadisco l’invito a lavorare tutti insieme a sostegno di un settore che è un vero e proprio traino per la nostra economia, che vogliamo continuare a sostenere e a promuovere con una strategia di lungo periodo che metta in sicurezza il lavoro di migliaia di addette e di addetti, le produzioni, e che sia capace nel quotidiano di recepire innovazione e sostenibilità in un’ottica di sviluppo globale.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, consigliera Rontini.

A questo punto si chiudono i lavori. Li riprendiamo domattina, proseguendo la discussione generale sul provvedimento.

Buonasera a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 17,26

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI; Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario Davide BARUFFI;

gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Igor TARUFFI.

Hanno comunicato di non partecipare alla seduta gli assessori Vincenzo COLLA, Raffaele DONINI, Paola SALOMONI e la consigliera Lia MONTALTI.

 

Votazioni elettroniche

OGGETTO 5499

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Partecipazione all'Associazione Liberation Route Italia. Modifica alla legge regionale 3 marzo 2016 n. 3". (53)

 

Emendamento 1

 

Presenti: 38

Favorevoli: 13

Contrari: 24

Presenti non votanti: 1

Assenti: 12

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CASTALDINI Valentina; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; POMPIGNOLI Massimiliano; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella

 

Presenti non votanti:

RAINIERI Fabio

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; CATELLANI Maura; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; MONTALTI Lia; MONTEVECCHI Matteo; PELLONI Simone; PETITTI Emma; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RANCAN Matteo; TARUFFI Igor

 

Progetto di legge oggetto 5499

 

Presenti: 44

Favorevoli: 28

Astenuti: 15

Presenti non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONACCINI Stefano; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella

 

Astenuti:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; POMPIGNOLI Massimiliano; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo;

 

Presenti non votanti:

RAINIERI Fabio

 

Assenti:

GIBERTONI Giulia; MONTALTI Lia; MONTEVECCHI Matteo; PELLONI Simone; PETITTI Emma; RANCAN Matteo

 

Emendamento

OGGETTO 5499

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Partecipazione all'Associazione Liberation Route Italia. Modifica alla legge regionale 3 marzo 2016 n. 3". (53)

Emendamento 1, a firma del consigliere Facci

«All'articolo 1, comma 1, dopo le parole "e ai valori fondativi dell'Unione Europea," sono integrate le parole "in linea con quanto previsto dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa (P9_TA (2019)0021), che condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l'umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari.”»

(Respinto)

I PRESIDENTI

IL SEGRETARIO

Rainieri - Zamboni

Bergamini

 

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