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173.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 8 NOVEMBRE 2022

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5670

Interpellanza per sapere se sarà introdotta, per le famiglie residenti in Emilia-Romagna, l'esenzione totale dalla compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie (ticket sanitario) per i figli a carico, dal terzo in poi, indipendentemente dal reddito familiare. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Pelloni, Facci, Bergamini, Stragliati, Marchetti Daniele

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

MONTEVECCHI (Lega)

DONINI, assessore

MONTEVECCHI (Lega)

 

OGGETTO 5704

Interpellanza per sapere quanti interventi di chirurgia ortopedica elettiva protesica (anca e ginocchio) sono stati effettuati presso l'Ospedale di Castel San Giovanni (PC), dal mese di aprile 2022 ad oggi. A firma della Consigliera: Stragliati

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Rainieri)

STRAGLIATI (Lega)

DONINI, assessore

STRAGLIATI (Lega)

 

Sull’ordine dei lavori

EVANGELISTI (FdI)

DONINI, assessore

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 5700

Relazione sulla clausola valutativa di cui all'art. 10 della legge regionale 10 dicembre 2019, n. 30 "Interventi per il trasporto ferroviario e fluviomarittimo delle merci – Abrogazione della legge regionale n. 10 del 2014".

(Discussione)

OGGETTO 5889

Risoluzione per impegnare la Giunta a contribuire al potenziamento delle infrastrutture logistiche esistenti per soddisfare la crescente domanda di trasporto di merci su rotaia. A firma del Consigliere: Occhi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

BESSI (PD)

FACCI (Lega)

OCCHI (Lega)

ZAMBONI (EV)

CORSINI, assessore

BESSI (PD)

 

OGGETTO 5774

Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere una revisione della normativa statale e comunitaria che abbassi la taglia minima richiesta per la pesca della vongola. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri, Montalti, Rossi, Mori, Sabattini, Bulbi, Rontini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

ZAPPATERRA (PD)

FABBRI (PD)

 

OGGETTO 5840

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare un confronto a livello nazionale per favorire la diffusione della conoscenza della condizione determinata dalla sindrome di PANDAS e gli approfondimenti specifici della comunità scientifica, omogeneizzare i criteri diagnostici, la presa in carico dei piccoli pazienti e la ricerca di nuove metodologie che permettano di contrastare questa patologia. A firma dei Consiglieri: Occhi, Gerace, Soncini, Stragliati, Maletti, Sabattini, Daffada', Fabbri, Rontini, Montalti

(Discussione e approvazione)

(Risoluzione oggetto 4209 – Ritiro)

PRESIDENTE (Rainieri)

OCCHI (Lega)

GERACE (PD)

CUOGHI (FdI)

 

OGGETTO 5556

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere approfondimenti e interventi legislativi sul "percento per l'arte" per il finanziamento della cultura, dell'arte e della creatività, in particolare nelle declinazioni della contemporaneità, grazie agli stanziamenti destinati alle opere pubbliche e a considerare l'impiego dei fondi strutturali europei come incentivo per le amministrazioni locali a destinare a questo scopo parte delle risorse di investimento. A firma del Consigliere: Amico

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

AMICO (ERCEP)

FACCI (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

FELICORI, assessore

AMICO (ERCEP)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetto 5889

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,41

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 173 del giorno 8 novembre 2022.

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza i consiglieri Bergamini, Rancan, Rossi e gli assessori Lori, Mammi e Priolo.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Rainieri): Iniziamo con le interpellanze.

 

OGGETTO 5670

Interpellanza per sapere se sarà introdotta, per le famiglie residenti in Emilia-Romagna, l’esenzione totale dalla compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie (ticket sanitario) per i figli a carico, dal terzo in poi, indipendentemente dal reddito familiare. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Pelloni, Facci, Bergamini, Stragliati, Marchetti Daniele

 

PRESIDENTE (Rainieri): Partiamo dall’interpellanza n. 5670, per sapere se sarà introdotta, per le famiglie residenti in Emilia-Romagna, l’esenzione totale dalla compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie (ticket sanitario) per i figli a carico, dal terzo in poi, indipendentemente dal reddito familiare, a firma dei consiglieri Montevecchi, Pelloni, Facci, Bergamini, Stragliati, Marchetti Daniele, a cui risponderà l’assessore Donini.

Consigliere Montevecchi, prego.

 

MONTEVECCHI: Grazie, presidente.

Premesso che le famiglie numerose rappresentano un patrimonio della società e un grande segnale di speranza, specialmente in questa epoca segnata dall’emergenza delle culle vuote, risulta necessario in ogni campo prendere provvedimenti per agevolare e sgravare da oneri le famiglie, a maggior ragione se si tratta di famiglie numerose.

Deve essere tenuto presente che la nascita di più figli ha comunque un impatto economico importante, aumentano le spese necessarie e diventa più forte la necessità di conciliare la vita lavorativa con quella familiare. La spesa per i ticket sanitari può essere una spesa onerosa per le famiglie, soprattutto per quelle numerose, considerato che nel campo sanitario la Regione Emilia-Romagna interviene già con alcune misure, dal 1° gennaio 2019 tutti i cittadini residenti in Emilia-Romagna che appartengano a nuclei fiscali con almeno due figli a carico, limitatamente ai genitori di figli a carico, sono esenti dal pagamento del ticket per la prima visita specialistica.

Rilevato che in Trentino Alto Adige, nella provincia autonoma di Trento, dal 2012 è attivo il codice di esenzione per reddito E80, soggetto terzogenito o successivo, con reddito complessivo personale inferiore ai 6.000 euro e quindi a carico della famiglia, grazie a questo provvedimento le famiglie trentine non pagano il ticket sanitario dal terzo figlio in poi, purché inseriti nello stesso nucleo familiare. L’esenzione riguarda i figli a carico dal terzo in poi e parte da zero anni e rimane in vigore fino a quando rimarranno a carico della famiglia.

Per questo interroghiamo la Giunta regionale per sapere se anche la Regione Emilia-Romagna, oltre alle misure già varate in merito, intenda introdurre per le famiglie residenti in Regione l’esenzione totale della compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie, quindi del ticket sanitario, per i figli a carico, dal terzo in poi, indipendentemente dal reddito familiare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente, e grazie al consigliere Montevecchi. Lo ringrazio perché pone un tema di assoluta attualità e anche di prospettiva. Le famiglie sono sempre degne di attenzione, ma le famiglie numerose, oltre ad avere delle problematiche in più, specifiche, costituiscono un patrimonio importante per quello che riguarda anche l’insieme dell’indice di natalità.

Si condivide quindi la necessità di un particolare sostegno, da garantire alle famiglie numerose con una serie di provvedimenti che sono stati adottati e che in futuro speriamo di poter in qualche modo implementare.

Come però lei ha detto, dal 2019 la Regione Emilia-Romagna già garantisce che tutti i residenti, appartenenti a nuclei fiscali con almeno due figli a carico, siano esentati dal pagamento della quota di compartecipazione per la prima visita specialistica (23 euro).

Nel merito, quindi, la disposizione relativa ad almeno due figli a carico estende il beneficio ai nuclei familiari anche più consistenti, ovviamente, e a tutti i soggetti che hanno diritto questa esenzione, presenti nell’anagrafe regionale degli assistiti, a cui viene attribuito in automatico, sulla base delle informazioni presenti nelle dichiarazioni dei redditi, un codice per l’esenzione.

È chiaro che c’è ancora un’opportunità o una serie di opportunità da valutare, compatibilmente, ovviamente, con le nostre condizioni di bilancio, ma che l’Emilia-Romagna abbia intrapreso questa strada è un dato di fatto e che sia nostra intenzione mantenere l’attenzione a tutti i provvedimenti ad hoc che si possono individuare, adottare e sostenere a beneficio delle famiglie numerose.

L’Emilia-Romagna mantiene quindi e conferma la salvaguardia di genitori con figli a carico, in un’ottica di tutela del nucleo familiare numeroso gravato da spese sanitarie, così come dei soggetti disoccupati e dei loro familiari, altra categoria per cui da anni è previsto un ulteriore codice, che prevede una specifica esenzione destinata ai lavoratori che hanno perso il lavoro e alle loro famiglie, indipendentemente dal numero, ma in una condizione che li renda particolarmente esposti a problemi dei quali noi abbiamo intenzione di farci carico. È quindi una strada che abbiamo già iniziato a percorrere e che ovviamente siamo intenzionati a continuare, compatibilmente con le nostre disponibilità.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Montevecchi, prego.

 

MONTEVECCHI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore per la risposta, attualmente non posso ancora ritenermi soddisfatto in merito alla proposta avanzata attraverso questa interpellanza. Chiaramente nell’interpellanza stessa io riconosco la bontà dei provvedimenti in vigore in Regione dal 1° gennaio 2019. Credo che seguire anche l’esempio Trentino possa essere un grande segnale per le famiglie numerose, che rappresentano un patrimonio della nostra società, del nostro Paese e della nostra Regione.

Mi auguro quindi che prossimamente la Giunta possa valutare di intraprendere anche questa strada per valorizzare le famiglie e aiutarle. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

 

OGGETTO 5704

Interpellanza per sapere quanti interventi di chirurgia ortopedica elettiva protesica (anca e ginocchio) sono stati effettuati presso l’Ospedale di Castel San Giovanni (PC), dal mese di aprile 2022 ad oggi. A firma della Consigliera: Stragliati

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’interpellanza n. 5704, per sapere quanti interventi di chirurgia ortopedica elettiva protesica (anca e ginocchio) sono stati effettuati presso l’Ospedale di Castel San Giovanni (PC), dal mese di aprile 2022 ad oggi, a firma della consigliera Stragliati.

Consigliera, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente. Grazie, assessore Donini.

Torno ad interrogarla nuovamente in merito all’ospedale di Castel San Giovanni, denominato ospedale unico della Val Tidone, un presidio ospedaliero fondamentale in quanto presidio di vallata.

Come ho avuto più volte occasione di rappresentare sia in Commissione, sia in Assemblea, è un presidio fondamentale, in quanto la Val Tidone è una vallata che ha un bacino di oltre 30.000 abitanti, quindi è fondamentale che questa vallata possa disporre di un ospedale perfettamente funzionante, che purtroppo negli ultimi anni ha subìto, nostro malgrado, un depotenziamento.

 Assessore, la interrogo in quanto questo reparto, il reparto di riabilitazione ortopedica, negli anni ha subìto diversi spostamenti. Prima è stato trasferito dall’ospedale di Borgonovo Val Tidone presso l’ospedale di Castel San Giovanni, in quanto l’ospedale di Borgonovo Val Tidone è stato chiuso. Peraltro, questo reparto, quando si trovava presso l’ospedale di Borgonovo, aveva spazi molto ampi, aveva palestre davvero molto ampie, aveva degli spazi dedicati davvero adeguati e favorevoli.

Dopo il trasferimento a Castel San Giovanni gli spazi sono diminuiti, sono diventati più ristretti, però è un reparto che funziona veramente molto bene. Questo merito e grazie alla professionalità e alla grande umanità di tutti gli operatori (medici, infermieri, terapisti della riabilitazione, tutto il personale sociosanitario).

Nell’aprile 2021, questo reparto è stato trasferito presso l’ospedale di Fiorenzuola, c’erano 20 posti letto a disposizione che sono stati trasferiti presso l’ospedale di Fiorenzuola d’Arda, perché dovevano essere svolti dei lavori di ristrutturazione del reparto di cardiologia.

La Direzione generale dell’ASL a mezzo stampa dichiarò che dopo circa tre mesi il reparto sarebbe tornato a regime, in realtà dopo oltre un anno sono tornati solo 12 posti letto. Sta di fatto che, da circa due anni a questa parte, questo reparto non è più a regime. Peraltro, io ho presentato un’interpellanza in data 13 giugno 2022, in cui le ho chiesto chiarimenti rispetto al ritorno a regime dell’attività di questo reparto, e lei, assessore, mi ha risposto che i posti letto sarebbero dipesi dall’attività chirurgica.

Oggi, quindi, io sono a chiederle quanti interventi di chirurgia ortopedica elettiva protesica (anca e ginocchio) siano stati effettuati presso l’ospedale di Castel San Giovanni dal mese di aprile ad oggi, in quanto se un reparto non viene riempito, non è più accattivante, visto che l’ospedale di Castel San Giovanni ha sempre goduto di un’importante mobilità attiva anche da parte dei Comuni limitrofi lombardi, io spererei che tornasse presto a regime, per avere un funzionamento adeguato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie alla consigliera Stragliati e al consigliere Rancan. Vediamo di non farci fare la terza interpellanza, quindi le comunico che gli interventi di chirurgia elettiva ortopedica eseguiti nel periodo citato dalla consigliera, cioè dal 1 aprile al 5 settembre dell’anno in corso, sono stati 4, tutti riguardanti protesi d’anca e di ginocchio, mentre nello stesso periodo ne sono stati eseguiti 139 presso l’ospedale del capoluogo e la Casa di cura Piacenza, che fino al termine del mese di ottobre scorso ha garantito l’utilizzo di alcune sale operatorie, nelle quali prestavano servizio gli ortopedici dell’azienda.

Dall’inizio di novembre, però, quindi dalla scorsa settimana, è già iniziato e si sta svolgendo il trasferimento dell’attività ortopedica di protesica per anca e ginocchio, oltre che quella della chirurgia della mano e della piccola chirurgia traumatologica, presso l’ospedale di Castel San Giovanni, e in quest’ottica si completerà la riorganizzazione dell’attività chirurgica dell’Azienda, che ovviamente è oggetto della sua interpellanza. Quindi, mi pare che dal 2 novembre le operazioni di chirurgia ortopedica protesica e di elezione la piccola traumatologia programmata con cinque sale operatorie a settimana sono state attivate.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, assessore Donini. Questa volta mi ritengo soddisfatta. Devo dire che mi ha dato una buona notizia. Quattro interventi da aprile a settembre sono un po’ pochini, quindi c’era un po’ il timore che la delocalizzazione dell’attività chirurgica ortopedica protesica fosse mantenuta presso l’Ospedale civile “Guglielmo da Saliceto” di Piacenza e presso la Clinica Piacenza. Mentre, se lei mi dice che dalla settimana scorsa gradualmente sta tornando in essere presso l’ospedale di Castel San Giovanni questa attività chirurgica, devo dire che sono contenta e sono soddisfatta, perché significa che poi, di conseguenza, anche i pazienti che dovranno effettuare un percorso di riabilitazione verranno, quindi, destinati al reparto di riabilitazione ortopedica dell’ospedale di Castel San Giovanni.

Auspico, pertanto, che questo reparto venga mantenuto in essere e che possa tornare a regime quanto prima con i venti posti letto al completo, di cui ha disposto negli anni precedenti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

È così conclusa la parte delle interpellanze.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente, sull’ordine dei lavori. Approfittavo anche della presenza dell’assessore Donini, a cui non vorrei far andare via il buonumore, ma ci eravamo lasciati in Capigruppo, mercoledì scorso, con una richiesta di informativa urgente effettuata da questo Gruppo al riguardo degli incarichi vacanti di emergenza territoriale. Il sottosegretario Baruffi aveva preso l’impegno di farci sapere qualcosa, se c’era la possibilità per l’assessore Donini o di riferire oggi oppure, visto che domani riferirà in Commissione, di aggiungere questo oggetto a quanto già calendarizzato.

Per noi il tema è urgente. Voglio dare atto che la capogruppo Zappaterra in questo momento mi diceva che forse c’era un problema di interpretazione su una specifica temporale, per noi va bene anche un’informativa di massima. Abbiamo ritenuto, nel rispetto reciproco dei ruoli, di non porre oggi un’interrogazione a risposta immediata, perché ci pareva un tema che potesse essere approfondito un pochino meglio.

Ci tenevo, perché al momento non ho ricevuto alcuna informativa, alcuna risposta, e ad oggi qualcuno aveva detto di impegnarsi per vedere di risolvere in senso positivo o meno, se si ravvisava l’urgenza per l’informativa. Quindi, chiedo se c’è un aggiornamento.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Assessore Donini, vuole rispondere? Prego.

 

DONINI, assessore: Mi affido, ovviamente, alla valutazione della Commissione. Io sono disponibile a riferire in quella sede quanto lei ha richiesto. Domani, ovviamente, c’è un tema molto importante, quindi immagino che andrà tutta la Commissione per quello, ma sono sempre disponibile a venire per dare le informazioni che lei ha richiesto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Zappaterra, sull’ordine dei lavori?

 

ZAPPATERRA: Sarebbe meglio darci un ordine anche nel porre le questioni nelle sedi dovute. Era già stato chiarito che spetta all’Ufficio di Presidenza della Commissione fare il programma dei lavori. Ovviamente l’Ufficio di Presidenza si sta confrontando al suo interno, poi si confronterà con l’Assessorato. Lo dico perché è impossibile che l’assessore oggi possa dare una risposta esauriente alla collega. Stavo cercando appunto di dirle che con l’Ufficio di Presidenza della Commissione IV stavo cercando entro novembre una data per rispondere alla sua richiesta.

Ci tenevo qui a dire che l’assessore non può essere in condizione di dare una risposta, perché è compito dell’Ufficio di Presidenza della Commissione rapportarsi con l’Assessorato e decidere la data. Però, considerato che di richieste di informative in Commissione ce ne sono molte, anche sull’ordine dei lavori, se utilizziamo questo strumento, che è quello sbagliato, per la programmazione rischiamo di andare in difficoltà.

 

(La seduta, sospesa per motivi tecnici alle ore 14,59, è ripresa alle ore 15,43)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Allora, colleghi, dovete riloggarvi tutti per avere l’accesso ai microfoni. Abbiamo fatto una Capigruppo, ed è servita perché abbiamo risolto i problemi tecnici che erano presenti. Quindi, le faremo più spesso queste Capigruppo.

L’assessore Corsini è sparito? Okay.

 

OGGETTO 5700

Relazione sulla clausola valutativa di cui all’art. 10 della legge regionale 10 dicembre 2019, n. 30 “Interventi per il trasporto ferroviario e fluviomarittimo delle merci – Abrogazione della legge regionale n. 10 del 2014”

(Discussione)

OGGETTO 5889

Risoluzione per impegnare la Giunta a contribuire al potenziamento delle infrastrutture logistiche esistenti per soddisfare la crescente domanda di trasporto di merci su rotaia. A firma del Consigliere: Occhi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Partiamo dai lavori dell’ordine del giorno con la comunicazione 5700 dell’assessore Corsini, che è stata svolta nell’aula del 26 ottobre, che è collegata alla risoluzione 5889, a firma del consigliere Occhi, su cui insistono due proposte di emendamento.

Siamo nella fase della discussione generale congiunta sulla comunicazione dell’assessore e sulla risoluzione a firma del consigliere Occhi.

Ha chiesto la parola il consigliere Bessi.

 

BESSI: Grazie, presidente.

Citando una battuta famosa nel mondo della televisione, dove eravamo rimasti? Perché questa discussione è stata ostacolata – chiaramente è una battuta – anche da questa interruzione tecnica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Che l’Ufficio di Presidenza e i capigruppo hanno risolto eccellentemente.

 

BESSI: L’ho vista manualmente all’opera. E, infatti, lo voglio sottolineare. A parte gli scherzi, scusate, la divagazione era giusto per un momento di leggerezza.

La relazione sulla clausola valutativa che ha presentato l’assessore Corsini, la volta scorsa, sugli interventi del trasporto ferroviario e fluviomarittimo delle merci è stata puntuale, chiara e condivisibile, come poi è stato anche il lavoro sullo stesso tema nella Commissione preposta.

La legge n. 30 del 2019 ha concesso sostegni per favorire il trasporto ferroviario delle merci, sgravando le strade, uno degli obiettivi posti anche dalla programmazione delle politiche di questa Amministrazione da sempre.

Le risorse 2023-2025, invece, guardando un po’ in proiezione avanzata, saranno triplicate rispetto al triennio precedente – questa, quindi, è un’ottima notizia – per avvicinarsi, tendere sempre di più all’obiettivo stabilito dall’Unione europea per spostare sempre più traffico su ferro. Aumentare, quindi, il trasporto merci su ferro rispetto alla gomma è uno dei nostri obiettivi, come detto, e il focus sulle caratteristiche e le modalità di incentivazione della legge n. 30 ne sono un punto cruciale.

Era previsto, quindi, anche un incentivo alle merci sulle vie navigabili. Questo anche perché è un’alternativa utile e sicuramente da potenziare. Ma ci sono stati problemi infrastrutturali e si sta cercando di intervenire per rendere alcune infrastrutture, alcuni ponti più sicuri per garantire la navigabilità degli assi fluviali della regione, ma anche qui siamo in una riflessione che occorrerebbe anche fare in maniera più ampia. Però, credo che sia importante sottolineare come gli incentivi di questa legge siano incentrati anche sui collegamenti e sui retro-porti, altro punto nodale e importante per il trasporto ferroviario intermodale e quello tradizionale.

La Regione assegna 1 milione di euro all’anno per tre anni, il 90 per cento al ferro, il 10 per cento al settore fluviale.

L’importo massimo è di 150.000 euro l’anno. I benefici attesi sono quelli di togliere dalla strada, appunto, 110.000 veicoli pesanti.

Tutto questo lo ha già, in maniera più dettagliata, presentato la volta scorsa l’assessore Corsini e comunque nella relazione sulla clausola valutativa si trova in una tabella a pagina 5, che spiega tutti i vari dettagli.

È importante, quindi, quello che si evidenzia dalla relazione valutativa, cioè l’incremento del traffico merci da e per il porto dell’Emilia-Romagna, cioè il porto industriale e commerciale, che è il porto di Ravenna. Nel triennio è passato da 7.000 a 9.000 treni all’anno.

Due riflessioni permettetemele in questi pochi minuti sul tema della portualità e su quello fatto anche nel corso di questa legislatura. Affianco all’importante provvedimento della ZLS, che noi abbiamo promosso all’unanimità come Assemblea, stiamo ancora aspettando chiaramente il decreto definitivo, anche causa della crisi di Governo e delle successive elezioni, che potrebbe essere un altro punto fondamentale per la crescita e l’incremento di una intermodalità nel trasporto delle merci.

Dall’altra parte c’è l’aspetto economico di crescita da parte dei traffici portuali a oltre il 5 per cento nei primi nove mesi del 2022 rispetto al 2021. Questi sono dati macroeconomici che andandoli ad analizzare nelle loro specificità danno anche il senso di come il trasporto, per esempio di merci su rotaia, sia importante.

Nel 2022, in questi otto-nove mesi, sono state spostate oltre 15,4 milioni di tonnellate circa, quindi un più 22 per cento di merci su rotaia dal porto di Ravenna per gli spostamenti.

Altri dati sono significativi per vedere anche non solo l’incremento economico o l’incremento dei trasporti, ma soprattutto il nodo cruciale di come la portualità gioca nello sviluppo dell’intermodalità.

Gli stessi container hanno oltre l’11 per cento di crescita nei nove mesi rispetto all’anno precedente.

Giusto per toccare alcuni dati, questi sono nella relazione: il porto di Ravenna ha visto la presenza di 9.022 treni con una crescita del 21,4 per cento rispetto al 2021, quindi questa crescita, anche nei primi nove mesi del 2022, si sta confermando e sta procedendo, al netto anche di quest’anno, che è un anno, come sappiamo, dove la guerra tra Russia e Ucraina ha inciso sugli scambi commerciali, sui temi della guerra, dei costi dell’energia, eccetera.

Ci sono dati che vanno non solo analizzati e ricordati, ma che chiaramente definiscono una vivacità e un’economicità della nostra Regione, sicuramente su cui non solo riflettere, ma che sono importanti per la crescita economica, sociale e ambientale del nostro territorio.

A Ravenna sui 35 chilometri di binari sono state trasportate quasi 4 milioni di tonnellate di merce con una crescita anche qui di oltre il 25 per cento sul 2021.

Sono tutti dati che do un po’ a spot, scusate se non c’è una razionalità, una sistematicità in queste citazioni. Però, sono dati importanti e quindi ci torno sopra per dare un po’ di enfasi per far capire quanto sia importante l’intermodalità, l’interconnessione tra porti, retro-porti, merci su rotaie e navigabilità del nostro sistema fluviale.

C’è una progressione in atto, appunto, che si sta consolidando in linea di trasporto sostenibile, con un positivo aumento delle risorse. Infine, è stato dimostrato che, e questo si evince dalla relazione, c’è meno consumo di energia con il trasporto su ferro rispetto alla gomma. È un fattore più competitivo per le imprese. Per un sistema sempre più affidabile, però, oltre alle risorse, servono investimenti infrastrutturali, in particolare nei due interporti principali della Regione, che sono Bologna e Parma. Questo viene evidenziato bene dalla relazione. Senza dimenticare criticità e, chiaramente, tutto ciò che ne deriva, credo sia importante evidenziare ‒ ho altri trenta secondi ‒ come l’impegno non può essere solo profuso e che gravi sulle regioni in quanto tali, ma occorre che questi temi diventino il vero punto fondamentale nell’agenda nazionale dei trasporti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Ripeterò bene o male quello che ho già rappresentato nel corso della Commissione, aggiungendo anche qualche altro dato, che nel frattempo è intervenuto e sicuramente diventa utile per questa discussione, sulla bontà di questa misura che la Regione Emilia-Romagna ha consacrato nella legge n. 30/2019, ma che in realtà ha portato avanti anche con i precedenti provvedimenti, che sono la legge regionale n. 10/2014 e la legge regionale n. 15/2009.

Credo che, per fare i conti, visto che parliamo di una, sostanzialmente, relazione sull’attuazione, dobbiamo capire se questa misura, se queste azioni sono state coerenti con gli obiettivi di fondo, se sono state efficaci dal punto di vista dei risultati attesi. Dico subito che così non è avvenuto. Così non è avvenuto perché, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, gli obiettivi attesi in questo triennio, triennio in cui sono stati stanziati 1 milione di euro per anno, quindi un totale di 3 milioni, i risultati attesi erano 110.000 mezzi pesanti da 28 tonnellate ciascuno sottratti alla strada. Mezzi pesanti, parliamo di trasporto merci.

Noi, ad oggi, possiamo contare 55.716 mezzi pesanti. 24.892 sono quelli indicati dalla prima relazione, quella del 2021 sul 2020, e 30.824 quelli della seconda relazione, quella che abbiamo valutato in Commissione un mese fa. Quindi, noi abbiamo 110.000 mezzi previsti e ad oggi 55.716 dopo due anni di applicazione di questa normativa. Non solo. Sui 2 milioni previsti e stanziati, ad oggi, al 100 per cento, quindi considerando anche il 5 per cento che viene conservato per due anni perché viene erogato successivamente, oggi sono stati erogati 1.002.566, cioè la metà. Noi, a due terzi del percorso, quindi, abbiamo, sostanzialmente, la metà degli obiettivi raggiunti. Quindi, è evidente che questa misura non funziona.

Non solo. È una misura che, come è stato detto, non coinvolge in alcun modo il trasporto fluviale, per il quale, in realtà, era stato riservato il 10 per cento della disponibilità. Non ci sono state domande. Il 100 per cento, quindi, è stato messo a disposizione del trasporto ferroviario delle merci su ferrovia.

Il punto è ‒ passatemi il termine ‒ di chi è la colpa o qual è il problema, qual è la criticità. Non è possibile che ci si trascini ancora una volta questo tipo di problema e non ci sia una soluzione.

Faccio, però, un altro ragionamento ancora. Come è stato ricordato dall’assessore nel corso della Commissione, ma anche nel corso della sua esposizione la scorsa volta, l’obiettivo della Regione è triplicare questo impegno, cioè si passerà, per il triennio 2023-2025, a 3 milioni annui, per un totale di 9 milioni. Con quali prospettive? Con quali obiettivi? L’obiettivo di questi 9 milioni finali è quello di sottrarre dalla strada 243.500 veicoli diesel pesanti, sempre 28 tonnellate, che corrisponderebbero a 6.800.000 tonnellate di merci.

Credo allora che su questi dati dobbiamo un attimo fare chiarezza. Vi annoierò con i numeri, ma visto che parliamo di risorse pubbliche, io credo che sia importante. Come dicevo prima, questa è la terza legge che in qualche modo incentiva le imprese private a trasferire il trasporto merci dalla strada alla ferrovia.

Le precedenti leggi hanno raggiunto l’obiettivo. La legge n. 15 del 2009 e la legge n. 10 del 2014 hanno ampiamente raggiunto gli obiettivi, cosa che questa legge non fa. Non solo: quanto è costato alla Regione Emilia-Romagna ogni mezzo tolto dalla strada, spostato sulla ferrovia?

Con la legge n. 15 del 2009 ogni mezzo costava circa 20 euro (20,20): perché? Perché erano stati stanziati quasi 9 milioni, e sono stati tolti 441.399 mezzi. La divisione è molto semplice: ogni mezzo è costato 20,20 euro.

La legge regionale n. 10 del 2014 ha fatto ancora meglio, col risultato raggiunto, perché a fronte di 1.963.000 euro circa stanziati, erogati, ha spostato 141.000 mezzi, circa 14 euro a mezzo, quindi con un risparmio. Benissimo, positivo, virtuoso.

L’attuale legge, che non ha raggiunto i risultati nonostante le previsioni – se vogliamo, ha risparmiato pure dei denari, perché 2 milioni non sono stati ancora assegnati –, anche guardando il milione assegnato, diviso per i 55.716 mezzi spostati, arriviamo a un costo di 18 euro, quindi ha peggiorato il costo per singolo mezzo che aveva raggiunto con la legge del 2014.

Quello che però vorrei rappresentare e indicare è che l’attuale previsione di destinare 9 milioni, come abbiamo detto, per 243.500 mezzi arriverebbe alla cifra monstre di 37 euro a mezzo. Allora vorrei capire qual è il criterio che sta seguendo la Regione nell’andare ad applicare questi incentivi, fermo restando che, immagino, i limiti saranno sempre i 150.000 euro a impresa e le soglie che attualmente sono previste dal bando.

Abbiamo quindi un problema a mio avviso serio nel corso nel rapporto costi-benefici. Siamo d’accordo infatti che dev’essere raggiunto il risultato di togliere i mezzi pesanti dalla strada, nell’ottica di abbattere le emissioni di gas-serra e tutte quelle che sono le implicazioni dal punto di vista dell’inquinamento; però, dobbiamo farlo con criteri che prima di tutto incentivino e rendano in qualche modo appetibile alle imprese questo tipo di operazione, come evidentemente è stato fatto prima. Le due precedenti leggi infatti lo hanno fatto.

Poi potremmo dire che la pandemia, la guerra… Benissimo, è successo, lo sappiamo, e sicuramente ha inciso. Però, nella previsione di un raddoppio dei costi – è un raddoppio, se passiamo da 18 euro a 37 euro è un raddoppio dei costi – secondo me c’è un problema strutturale.

Soprattutto, c’è anche da capire la questione, il perché non si vada nella direzione, o perché non si risolvano i problemi che oggi impediscono l’accesso al trasporto fluviale. Ci saranno sicuramente dei problemi strutturali. Vorrei capire quali sono le azioni, e non abbiamo ancora capito, nonostante ne parliamo ormai da due anni – perché questa è la seconda relazione che affrontiamo – cosa la Regione deve fare sul trasporto fluviale.

Da ultimo, io credo che occorra una modifica della strategia. Benissimo la risoluzione che il collega Occhi ha presentato sul fatto che occorra in qualche modo potenziare tutte quelle infrastrutture che possono migliorare e dare un contributo. Penso ad esempio, così lancio il sasso nello stagno della Giunta, alla questione Interporto di Bologna. Fino a pochi mesi fa, si parlava di una partecipazione della Regione nella società dell’Interporto. Lo abbiamo letto sui giornali: non si è capito, ovviamente, quale sia stato lo sviluppo. Magari forse era solo una boutade.

Io credo però che a fronte di una scelta di fondo, che è quella di potenziare il trasporto su merci perché è strategico, perché è ambientalmente sostenibile, perché è fondamentalmente necessario per sgravare il traffico pesante dalle autostrade, visto che il trasporto su merci incide per la maggior parte…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Facci…

 

FACCI: Concludo. Io credo che anche una soluzione di potenziare l’Interporto di Bologna con una partecipazione della Regione, tenuto anche presente che sono arrivati parecchi milioni dal Ministero in questi ultimi tempi, possa essere una strada da percorrere, proprio per migliorare una situazione che questa legge, purtroppo, non è ancora riuscita a raddrizzare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Come diceva il collega Facci, siamo arrivati ad una sorta di potenziale collo di bottiglia. Sicuramente questa legge ha l’obiettivo di spostare la merce su ferro, su rotaia e, come dico sempre, comunque c’è un obiettivo di fondo, che è quello di arrivare ad un 30 per cento, che forse è una chimera, però a livello europeo questa cifra del 30 per cento è considerata un obiettivo da raggiungere.

Abbiamo parlato anche delle questioni di difficoltà negli ultimi tempi della nostra Regione, trattando nell’Aula scorsa il Piano dell’aria e dicendo quali sono le necessità e le difficoltà intrinseche che abbiamo nella morfologia del nostro territorio, e cosa possiamo fare come Regione, come Bacino padano per cercare di dare il massimo sviluppo e la diminuzione delle emissioni.

Sicuramente i trasporti, intesi in questo caso come trasporto merci, sono motivo di forte inquinamento, ma anche una risorsa per tutto il nostro territorio. Ricordiamo che l’economia del nostro Paese corre sulle nostre infrastrutture, e non è un dato di oggi, ma un dato in continuo peggioramento, e i colleghi che giornalmente frequentano l’autostrada A1 possono vedere che ormai dal punto di vista della infrastruttura autostradale siamo ormai arrivati a un punto di non ritorno, perché incidenti quasi quotidianamente sulle nostre strade e autostrade.

Sicuramente il passo va fatto, questa legge vuole andare in questa direzione, pur con tutte le difficoltà che ricordava il collega Facci. Io però sono partito da un altro punto di vista, dicendo “bene, ammettiamo che questa legge funzioni al massimo, ammettiamo che questa legge davvero spinga gli operatori a provare a fare questa trasformazione, questo passaggio, il rischio è che non ci sia posto per tutti.

Cosa vuol dire posto per tutti? Posto per tutti significa nei terminal ferroviari, negli interporti la possibilità per tutti gli operatori di accedere.

Come ricordo nelle premesse della risoluzione, abbiamo sicuramente una mancanza di spazi e risorse fisiche adeguate alla logistica. Ormai siamo arrivati, come dicevo, al collo di bottiglia, possiamo citare il terminal di Marzaglia di Modena, che dalle interlocuzioni che ho avuto con gli addetti ai lavori mi dicono che sarebbe utilizzato ormai da un solo operatore che avrebbe saturato tutta l’offerta.

Allo stesso modo, il porto di Ravenna ha avuto in questi anni uno sviluppo importantissimo, ma siamo arrivati ormai al punto di saturazione, e anche qui vorrei dire “speriamo che giunga quanto prima il percorso di integrazione virtuoso tra le zone logistiche semplificate, porti, interporti, retro porti, tra Emilia-Romagna e Liguria, anche per garantire un ulteriore sviluppo di quelli che sono i nodi logistici, i nodi ferroviari”.

Oltre però alla necessità infrastrutturale, l’infrastruttura non è solo fisica, ma è anche a volte immateriale, come possono essere software dedicati alla logistica e alla movimentazione di mezzi, anche questa altra difficoltà con cui siamo arrivati ad un punto di saturazione. Infatti, nella relazione sull’applicazione della legge si parla della pandemia come di una motivazione che ha impedito a tutti di partecipare e utilizzare questi fondi. Sempre dalle interlocuzioni che ho avuto con le associazioni di categoria del mondo dei trasporti, dell’autotrasporto, mi si dice “attenzione, perché è probabile che invece una diminuzione della partecipazione degli operatori alla possibilità di fruire di questi incentivi sia legata al fatto che si preferisce non partecipare, perché già si sa che non c’è più disponibilità a livello logistico e infrastrutturale”.

La risoluzione va quindi nella direzione di riuscire ad aumentare quella che è l’offerta, e, come in tutte le cose, quando c’è una crisi del rapporto tra domanda e offerta, vediamo che si arriva a un blocco, e lo vediamo anche in questo periodo con l’energia.

Noi vogliamo quindi un potenziamento dell’offerta logistica, intesa sia come infrastrutture che come livello di software che come dotazioni. Alla mia risoluzione è stato fatto un paio di emendamenti dai colleghi che annuncio già di recepire, che vanno nella direzione di coinvolgere anche l’attore principale, che in questo caso è sicuramente RFI, per la parte che compete, ma credo che la Regione, come ha fatto per questa legge, debba sempre tenere monitorato e anche essere un attore fondamentale nella pressione che abbiamo in questi Enti, che comunque sono Enti sovraordinati, lo abbiamo detto più volte non solo per RFI, ma anche per ANAS, sempre in tema di infrastrutture stradali.

Sono comunque Enti in cui anche la Regione, come livello intermedio tra il Governo e i Comuni (ormai è quello rimasto come livello intermedio) deve interagire al meglio per poter fare in modo di potenziare la nostra rete in questa Regione per quanto riguarda la logistica.

In questo modo credo che, potenziando l’offerta, anche la risposta degli autotrasportatori, delle aziende di logistica e delle aziende che movimentano la merce potrà rispondere meglio a questa legge regionale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Innanzitutto io vorrei ancora fare apprezzamenti per la chiarezza e la trasparenza della clausola valutativa, perché permette all’Assemblea di ragionare su dei numeri trasparenti, e lo fa senza nascondere l’insuccesso dell’operazione, perché, rispetto all’attesa di adesione al cambiamento del trasporto da gomma a ferro, non c’è stato l’obiettivo che si era auspicato all’inizio.

 Credo che questa chiarezza vada valutata positivamente, perché è sulla base di numeri chiari che si può ragionare. Da questo punto di vista ringrazio anche per il lavoro del consigliere Facci, perché ha ricordato numeri di gestioni precedenti, quando io non ero in Regione, quindi mi è stato utile ascoltare quello che ha detto.

Venendo adesso alle cose da fare, ovviamente per Europa Verde il trasporto da privilegiare è quello su ferro, quindi tutte le azioni che si fanno per trasferire il trasporto su gomma al trasporto su ferro per noi sono benvenute e sono la priorità.

Abbiamo apprezzato quindi il Ferrobonus, che è già riuscito a portare l’aumento di convogli ferroviari da 7.000 unità, quando è partita questa operazione, a 9.000 convogli. Ricordo anche che, su spinta della Regione Emilia-Romagna, da parte del Governo si è riconosciuta la priorità da dare all’investimento per realizzare il collegamento ferroviario Dinazzano-Marzaglia, particolarmente utile proprio per il trasporto su merci.

Questo mi fa dire che, visto che i consiglieri che sono intervenuti precedentemente sono consiglieri del Gruppo della Lega e che oggi al Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibile c’è il segretario nazionale della Lega, forse riusciamo veramente a ottenere i fondi o almeno a non cancellare gli impegni già presi.

Da questo punto di vista non posso che essere d’accordo con l’emendamento che vede come primo firmatario il consigliere Bessi, dove si dice che gli investimenti per la parte infrastrutturale a sostegno della logistica per il trasporto di merci su ferro è in capo a RFI. Non si può certo aspettare che sia la Regione con il suo bilancio a coprire questo tipo di investimenti.

Spero che anche su questo si possa fare squadra con la Lega, adesso che ha responsabilità di Governo nazionale ed è proprio il Partito del Ministro che si occupa di queste questioni.

Infine, rispetto al non pieno raggiungimento degli obiettivi che ci si erano posti con questa legge, questa è una legge che fa ricorso allo strumento degli incentivi, io credo che sia arrivato il momento di fare ricorso ai disincentivi, cioè, oltre ad incentivare il trasporto su ferro, dobbiamo disincentivare il trasporto su gomma.

Questa non è oggi una realtà del nostro Paese, perché noi sappiamo benissimo che una larga fetta dei SAD, dei sussidi ambientalmente dannosi che il Ministero dell’ambiente censisce da una decina d’anni, una larga fetta di questi incentivi (sono 19 miliardi all’anno) è quasi tutta a destinazione fossile, va proprio a sostegno del trasporto su gomma, trasporto merci su gomma.

Io credo quindi che ci voglia un’azione più generale, anche a livello nazionale, di supporto all’introduzione dei disincentivi, perché la parte degli incentivi evidentemente non è sufficiente per attirare l’interesse delle imprese che noi vogliamo che gradualmente abbandoni il trasporto merci su gomma per passare a quello su ferro che, come ci dimostra la clausola valutativa, dà degli enormi vantaggi in termini ambientali. E noi sappiamo che le emissioni vanno ridotte per due motivi: lo smog inquina l’aria che respiriamo, sappiamo tutti perfettamente che la nostra Regione non è più tanto in infrazione, ma è condannata per il superamento consecutivo pluriennale della concentrazione delle polveri sottili; l’altra questione, diminuzione dei gas-serra. Il trasporto su gomma è largamente responsabile di questo tipo di emissioni.

Ci vuole quindi un’azione di largo spettro, e spero che la nuova maggioranza di governo ne sia consapevole e dia un contributo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Scusate, ma avevo la presidente Rontini che è un po’ agitata, oggi.

Se non ci sono altri colleghi in discussione generale, passiamo alla replica dell’assessore Corsini. Assessore, prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, Presidente.

Davvero pochissime battute, perché sono già intervenuto in aula e anche in Commissione. Volevo però riprecisare alcune questioni. Ringrazio tutti i consiglieri che sono intervenuti, anche quelli che hanno posto alcuni rilievi critici al raggiungimento degli obiettivi, a dimostrazione di come il tema del traffico delle merci, o meglio dello shift modale da gomma a ferro sia comunque un tema sentito.

Mi pare di aver colto che rispetto agli obiettivi generali del provvedimento, o dei provvedimenti, o delle azioni, finalizzate appunto a incrementare lo shift modale, ci sia un’ampia convergenza. Poi ci sono delle valutazioni diverse rispetto agli obiettivi e ai risultati che la legge del Ferrobonus regionale ha conseguito. Avere però un obiettivo comune a tutte le forze politiche, a tutti i Gruppi che sono intervenuti rispetto a dove andare a tendere, quindi ad incrementare il traffico delle merci su ferro è un punto di partenza direi molto importante, che rafforza in noi la convinzione che bisogna proseguire su questa strada con misure di carattere contributivo, cioè degli incentivi, ma anche con interventi di carattere strutturale. Come ho già detto, forse qualcuno non mi ha ascoltato ma lo ripeto molto volentieri, sono in corso di esecuzione non finanziate, progettate e non ancora appaltate, o non ancora in fase di cantierizzazione, ma sono già in fase di cantierizzazione, una serie di interventi strutturali – dico solo i più importanti – che sono stati concepiti per potenziare il traffico ferroviario delle merci; poi anche del traffico ferroviario passeggeri, in alcuni casi, perché le due cose spesso si tengono. Quando cioè si fanno i potenziamenti delle linee ferroviarie, come ad esempio, e qui faccio il primo di questi esempi, il Corridoio Adriatico, cioè Bari-Bologna, il quadruplicamento della Bari-Bologna significa liberare delle tracce, significa ampliare i binari, sostanzialmente, farne quattro anziché due, per consentire ai treni di passare in maniera più fluida, ma soprattutto di far passare più treni, quindi anche più treni-merci che oggi sono strozzati, appunto, nel tratto che va da Castel Bolognese a Bologna, che è un tratto strategico per tutto il nodo ferroviario nazionale, e che in questi anni ha limitato fortemente anche il traffico merci, perché appunto non ci passava più niente dal punto di vista delle tracce ferroviarie. Parliamo di un investimento da 8 miliardi di euro, che interessa per la nostra Regione il tratto che vi dicevo prima, per un importo di 1,5 miliardi di euro. Lavori già appaltati, che prenderanno il via nei prossimi mesi, attraverso il finanziamento del PNRR.

Così come sulla direttissima, parlo sempre di interventi ovviamente ferroviari, Prato-Bologna, si è conclusa sostanzialmente la parte di lavori sul versante toscano. A fine anno, cioè adesso, partono i lavori per il tratto emiliano, per adeguare le gallerie ai treni, si chiamano di classe quinta, che possono caricare container di classe quinta, e quindi potenziare anche, in questo caso, le opportunità per il traffico delle merci, traffico in particolare dei container, e sappiamo quanto sia importante, naturalmente, per il porto di Ravenna, e anche per i porti del Tirreno, che sono porti molto importanti e funzionalmente, commercialmente collegati anche ad imprese della nostra Regione, per tutto il traffico diretto verso il nord Europa e verso il Brennero. Così come, e anche questo l’ho detto nella mia comunicazione, nella mia relazione introduttiva la volta scorsa e anche in Commissione, sono in corso di esecuzione lavori sulla idrovia, sul sistema idroviario padano-veneto per 46 milioni di euro. La ragione per cui sulle aste fluviali non ci sono state delle domande da parte delle imprese che trasportano merci sulle aste fluviali, è legata fondamentalmente a due ragioni: la prima è quella degli ostacoli infrastrutturali che ci sono lungo il sistema idroviario padano-veneto, cioè ponti che vanno rialzati per poter far passare delle chiatte di ultima generazione, così come previsto dalle norme della Commissione europea, quindi quando non c’è il passaggio, naturalmente il traffico delle merci non può avvenire; e poi, da una serie di lavori di scavo dei fondali degli alvei fluviali che non ha consentito, o ha rallentato, in alcuni casi addirittura azzerato, i traffici delle merci, ad esempio lungo il Po.

Ribadisco: sono in corso interventi finanziati dallo Stato e dall’Unione Europea per oltre 46 milioni di euro che renderanno il sistema idroviario… Ragioniamo anche in questo caso di un sistema idroviario padano, non solamente regionale, tant’è vero che abbiamo sancito un’intesa di collaborazione proprio sugli investimenti infrastrutturali con le Regioni del bacino padano, proprio perché abbiamo bisogno di costruire una rete fluviale nel bacino padano per provare, attraverso questi investimenti strutturali, ma gli operatori del settore ci confortano anche rispetto alle scelte che sono state fatte, a far ripartire anche una certa quantità di traffico delle merci sul nostro sistema idroviario.

I due interventi, anche qui parliamo di oltre 40 milioni di euro, che sono in corso di realizzazione nel porto di Ravenna, per realizzare due stazioni lungo l’asta del canale Candiano, che è il canale su cui si sviluppa a destra a sinistra tutto il sistema industriale del porto di Ravenna, sono finalizzati ad incrementare il traffico ferroviario delle merci, togliendolo naturalmente dalla stazione di Ravenna, che già comunque, in una fase come questa, dove le due stazioni ferroviarie non sono ancora completate, ha visto, come ricordavamo precedentemente, come ha ricordato anche il consigliere Bessi, passare da 7.000 a 9.000 treni all’anno il traffico ferroviario dal porto di Ravenna.

Mi limito a queste considerazioni, poi certamente gli obiettivi che ci siamo dati quando abbiamo approvato la legge non sono stati raggiunti al 100 per cento, ma gli obiettivi si possono raggiungere anche in una percentuale inferiore. Questo non vuol dire che le norme o le misure o gli incentivi non abbiano funzionato, c’è stato di mezzo una cosa che si chiama pandemia, che non può essere banalizzata in questo modo, cioè c’è stata una cosa che ha trasformato il mondo e anche le relazioni trasportistiche.

Ritengo quindi che, se abbiamo raggiunto non il 100 per cento degli obiettivi, ma “solamente” il 50 per cento rispetto al dato quantitativo, una componente fondamentale di questo mancato raggiungimento sia ascrivibile al sostanziale azzeramento non solo dei traffici, ma anche delle imprese che avevano svolto prima della pandemia con una certa frequenza e intensità questo tipo di funzione e di modalità di trasporto.

Noi continueremo a perseguire questo obiettivo, aggiungendo ulteriori risorse, perché lo riteniamo strategico nell’ottica della transizione ecologica e della mobilità sostenibile della nostra Regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore.

Passiamo ora alla discussione generale sugli emendamenti. Sono due, a firma Bessi, Rossi e Fabbri.

Consigliere Bessi, prego.

 

BESSI: Grazie, presidente.

Ringrazio il collega Occhi che ha accettato gli emendamenti alla risoluzione, e la collega Zamboni che li ha ricordati, è di diretta comprensione qual è la finalità, e anche qui il dibattito mi sembra averci visto d’accordo sul sollecitare il soggetto principale, RFI, a prevedere contributi per l’acquisto di dotazioni ferroviarie nei termini.

Cito solo questo per dire uno dei punti che considero più importanti. Anche qui il lavoro fatto dall’assessore e dal presidente Bonaccini in questo periodo di interlocuzione con il Governo e con soggetti importanti come RFI credo che ci sia anche l’auspicio da parte di tutti che si confermino e vengano portate avanti, oltre al tema della pandemia e di tutte le esternalità negative che ci sono state purtroppo in questi anni, positivamente non lo metto in contrapposizione, ma adesso c’è un nuovo Governo.

Arriviamo alla fine dell’anno con leggi di bilancio, le finanziarie, spero e mi sembra che ci siano tutte le volontà perché l’azione coordinata continui e vada a dotare l’Emilia-Romagna non solo in quanto Regione e Istituzione, ma come Regione e territorio di cerniera tra le aree del nostro Paese, perché chiaramente, se cresce la capacità logistica intermodale della Regione Emilia-Romagna, credo che cresca anche la capacità logistica intermodale del sistema Italia.

Chiaramente, avendo accettato gli emendamenti, il voto del Gruppo del PD sarà favorevole alla risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale sugli emendamenti, passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti e sulla risoluzione.

Se non ci sono interventi in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione i due emendamenti.

Emendamento n. 1, a firma Bessi ed altri.

Chiedo scusa. Scrutatori: Mori, Marchetti Francesca e Catellani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 2, a firma Bessi ed altri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo alla votazione della risoluzione, sempre per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 5889 è approvata per alzata di mano all’unanimità dei votanti)

 

OGGETTO 5774

Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere una revisione della normativa statale e comunitaria che abbassi la taglia minima richiesta per la pesca della vongola. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri, Montalti, Rossi, Mori, Sabattini, Bulbi, Rontini

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all’oggetto 5774: risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere una revisione della normativa statale e comunitaria che abbassi la taglia minima richiesta per la pesca della vongola, a firma dei consiglieri Zappaterra, Fabbri, Montalti, Rossi, Mori, Sabattini, Bulbi, Rontini.

Siamo in discussione generale. Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

È un tema che spero possa trovare il consenso unanime di quest’Aula, perché è un problema che riguarda Goro, ma tutto il mondo della pesca emiliano-romagnolo.

Riteniamo che l’applicazione delle norme sulla taglia minima delle vongole e le conseguenti sanzioni amministrative o penali previste per i trasgressori abbiano davvero rischiato di compromettere la sopravvivenza dell’intero comparto produttivo.

Uno dei princìpi cardine della politica comune europea della pesca è proprio rappresentato dal raggiungimento del massimo rendimento sostenibile, ovvero dall’esigenza di mantenere una correlazione positiva tra la quantità pescata e la possibilità degli stock di ricostituirsi correttamente, rendendo quindi tendenzialmente costante la presenza di una determinata specie nel proprio habitat.

Nella consapevolezza di tutti coloro che conoscono bene il mondo della pesca in questo comparto produttivo di come l’applicazione pedissequa delle norme possa provocare distorsioni, che ne rendono alla fine impossibile l’attuazione, la politica comune della pesca ha previsto come possibile correttivo che per alcune specie soggette a una taglia minima si debbano elaborare dei piani di rigetto, redatti e presentati alle competenti strutture della Commissione europea da parte degli Stati membri, nell’ambito dei quali sia eventualmente ammessa la possibilità di derogare ai limiti di taglia, come indicato dall’articolo 15 del Regolamento UE del 2013.

Considerato che già nel gennaio 2015 era stata presentata, nell’ambito di una missione dell’assessorato regionale all’agricoltura presso l’Unione europea, la richiesta, quindi ci siamo già mossi come Regione, l’assessorato si è mosso già nel 2015 con la richiesta, corredata ovviamente da tutti i pareri e i riferimenti scientifici, di modifica dell’attuale Regolamento e, nella fase transitoria, la previsione di adeguate deroghe motivate, che tengano conto delle legittime richieste presentate dai pescatori nel 2015 come oggi.

Considerato che gli esperti del settore considerano le regole sulla taglia minima per la pesca delle vongole eccessivamente restrittive e non giustificate, come invece per altre specie rispetto alle quali dobbiamo sostenere il comparto.

Poi, è chiaro che questa impostazione restrittiva, legata alle dimensioni, si scontri con il fenomeno della costante riduzione, legata certamente alle ragioni climatiche e ambientali, ma non solo, della taglia delle vongole presente nei nostri ambiti di pesca, e che purtroppo, se non pescate, muoiono prima del raggiungimento della taglia minima ad oggi prevista.

Con tutte queste premesse, ci pareva opportuno – considerato che il tema sta tornando assolutamente attuale, perché anche l’attività posta in essere dall’Assessorato dal 2015 ad oggi, purtroppo, non ha fatto cambiare il quadro – chiedere alla Giunta di impegnarsi nelle sedi competenti per rivedere finalmente in modo definitivo sia la normativa statale che quella comunitaria, abbassando la taglia minima richiesta per la pesca delle vongole nel mare Adriatico.

Gli studi ci sono già tutti. Per quanto riguarda la pesca che si fa nella nostra area, i pareri sono già stati trasmessi tutti nel 2015 alla Commissione europea, con tutti gli elaborati che dimostrano che la riproduzione della vongola, che avviene in Adriatico prima della taglia minima a suo tempo prevista, deve essere salvaguardata.

Non abbiamo avuto, nonostante tutta l’attività posta in essere dall’Assessorato, al momento alcuna certezza della presa in carico da parte dell’Europa di questa problematica. Ecco, siamo per re-impegnare la Giunta e spero che in questo lavoro, in questo obiettivo anche gli altri Gruppi assembleari possano concordare perché nel comparto della pesca, comparto che riguarda tutta la regione, non solo la parte ferrarese, ma anche la parte romagnola, le preoccupazioni dei pescatori sono trasversali in ogni provincia, in ogni territorio. Quindi, dare su questo un segnale unitario potrebbe essere positivo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Fabbri, prego.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Ringrazio la collega capogruppo Zappaterra perché abbiamo condiviso questo testo. Credo che sia un tema assolutamente importante. Anch’io vorrei fare alcune sottolineature, innanzitutto di tipo economico. Questa attività in provincia di Ferrara conta oltre 1.700 addetti.

Nella Sacca di Goro e nei canali delle Valli di Comacchio attualmente vengono prodotte 16.000 tonnellate di vongole, che corrispondono al 55 per cento della produzione italiana e al 40 per cento di quella europea.

Sono numeri importanti che ci fanno anche capire il livello di attenzione che c’è su questo tema anche da parte degli altri Stati membri.

Ci sono sessanta cooperative che operano, oltre 550 soci. Questa insieme, naturalmente, anche alla restante parte romagnola, costituisce per noi un’economia fondamentale per la nostra regione, ma anche per un territorio, quello del Delta del Po, di cui abbiamo parlato anche questa mattina, particolarmente fragile e debole dove ci sono tassi di disoccupazione molto elevati e questa economia quindi va assolutamente salvaguardata.

Per l’Europa, le vongole cosiddette regolari sono quelle di lunghezza di 25 millimetri, ma sappiamo che scientificamente, non perché lo dica io, nei nostri fondali, proprio per caratteristiche, quelle che peschiamo in Adriatico, difficilmente riescono a raggiungere una lunghezza superiore a 22 millimetri. Sono 3 millimetri che magari per qualcuno sono poca cosa, ma in realtà rischiano di mettere in ginocchio un prodotto tipico italiano e anche un’intera economia.

Questo è un fatto scientificamente provato. Lo stesso CNR ha certificato che lungo le riviere romagnole, ma anche quelle venete, quelle quindi più meridionali, già quando siamo attorno ai 15-16 millimetri queste specie raggiungono la maturità e addirittura oltre i 22 c’è anche il rischio, in qualche modo, che non ci si arrivi mai.

Credo che il fatto vada stigmatizzato in questo caso, perché anche la stessa la Commissione europea, all’interno delle varie consultazioni che ci sono state, con il Comitato tecnico, scientifico ed economico per la pesca di Bruxelles, si è espressa più volte dal punto di vista tecnico, che questi stock previsti e pescati nei territori italiani hanno delle caratteristiche differenti, ma soprattutto questa deroga non ha un impatto negativo sullo stato della risorsa.

Sappiamo bene che è una questione anche e soprattutto di tipo economico. Sappiamo che la Spagna su questo tema ha anche lei un’economia molto forte, e con un fronte abbastanza unitario si è messa di traverso puntando i piedi. Noi però crediamo che questa situazione che si protrae, come ha già ben evidenziato la collega, dal 2015, debba essere affrontata e risolta una volta per tutte, perché in questo caso stiamo parlando di caratteristiche anche dal punto di vista della morfologia dei fondali, differenti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Se nessun collega interviene in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione l’oggetto 5774 per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La risoluzione oggetto 5774 è approvata per alzata di mano all’unanimità dei votanti)

 

OGGETTO 5840

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare un confronto a livello nazionale per favorire la diffusione della conoscenza della condizione determinata dalla sindrome di PANDAS e gli approfondimenti specifici della comunità scientifica, omogeneizzare i criteri diagnostici, la presa in carico dei piccoli pazienti e la ricerca di nuove metodologie che permettano di contrastare questa patologia. A firma dei Consiglieri: Occhi, Gerace, Soncini, Stragliati, Maletti, Sabattini, Daffadà

(Discussione e approvazione)

(Risoluzione oggetto 4209 – Ritiro)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla risoluzione 4209, che è stata ritirata da parte del consigliere Occhi, primo firmatario. Passiamo alla risoluzione 5840, che impegna la Giunta a sollecitare un confronto a livello nazionale per favorire la diffusione della conoscenza della condizione determinata dalla sindrome di PANDAS e gli approfondimenti specifici della comunità scientifica, omogeneizzare i criteri diagnostici, la presa in carico dei piccoli pazienti e la ricerca di nuove metodologie che permettano di contrastare questa patologia, a firma dei consiglieri Occhi, Gerace, Soncini, Stragliati e Maletti.

Siamo in discussione generale. Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

È da tempo che ragioniamo su questa risoluzione. Circa un paio d’anni fa, fummo contattati da un’associazione di familiari che aveva questa problematica. La definiamo problematica, presidente, perché ancora la medicina ufficiale – o almeno, quella mondiale, internazionale sì –non riconosce ufficialmente, non riconosce compiutamente questa sindrome.

Io quindi ne darei un attimo lettura, perché è un tema complesso, ma che credo che possiamo affrontare in maniera compiuta, come Regione almeno per quelle che sono le nostre competenze.

Come acronimo, “PANDAS” definisce alcune malattie neuropsichiatriche, autoimmuni, pediatriche associate a infezioni da streptococco, che si presentano in un sottogruppo di bambini affetti da disturbi ossessivi-compulsivi.

La prevalenza non è nota: circa il 10-25 per cento dei bambini affetti da disturbi ossessivi- compulsivi presenta i criteri delle PANDAS. I criteri diagnostici ad oggi sono sempre la presenza di questi disturbi ossessivi-compulsivi (o tic) che hanno un esordio precoce, prima della pubertà, con insorgenza improvvisa e drammatica dei sintomi; l’associazione tra infezioni streptococciche ed episodi di remissione recidiva dei sintomi neuropsichiatrici, come iperattività motoria, movimenti involontari, compresi i movimenti di tipo corea o tic.

L’aggravamento dei sintomi persiste di solito per almeno qualche settimana, ma può durare per diversi mesi, o anche più. Questa fase è seguita da un miglioramento lento e progressivo. La caratteristica principale delle PANDAS è l’associazione temporanea tra il peggioramento dei sintomi neuropsichiatrici e le infezioni streptococciche.

Premesso anche che oltre ai suddetti sintomi sono spesso presenti altri segnali neuropsichiatrici, come l’instabilità emotiva, l’angoscia da separazione, anoressia, impulsività, deficit di attenzione e iperattività motoria, i disturbi associati comprendono depressione, dispnea e l’angoscia da separazione.

L’eziologia non è certa. Una teoria ipotizza che le infezioni streptococciche provochino in alcuni bambini una risposta immunologica, che causa alterazioni nei gangli basali.

Ad oggi non è stato identificato nessun fattore genetico. La diagnosi delle PANDAS è quindi clinica. La risonanza magnetica può rivelare un aumento del volume dei gangli della base.

Il trattamento è identico a quello utilizzato nei disturbi ossessivi-compulsivi e nei tic, terapia cognitiva e comportamentale, o terapia farmacologica: neurolettici, antibiotici per evitare le infezioni e immunoglobuline endovena.

Considerato che non esiste un codice specifico per la patologia, e attualmente non tutta la comunità scientifica è unanime nel riconoscere la malattia come entità nosologica distinta, non esistendo peraltro marker biologici utili alla diagnosi, da quanto sopra esposto, in particolare, vista la difficoltà nell’individuazione della patologia, con conseguente ritardo diagnostico, che allunga i tempi della corretta presa in carico farmacologica e comportamentale, si ritiene opportuno un confronto a livello nazionale per favorire la diffusione della conoscenza della condizione in oggetto, e omogeneizzare i criteri diagnostici e la presa in carico dei piccoli pazienti.

Presidente, prima di illustrare poi gli impegni, volevo dire questo: come tutte le malattie rare, queste coinvolgono molto le famiglie, anche perché immaginiamo queste famiglie che da anni cercano una soluzione. A volte trovano dei pediatri che comprendono questa patologia; per altri invece non è così. Quindi a volte le famiglie sono… Questi bambini spesso vengono trattati con farmaci neuropsichiatrici, con psicofarmaci che non danno poi il risultato, ed entrano in un percorso di tipo neuropsichiatrico quando a volte, almeno per quelli che appoggiano l’idea che esista questa patologia, ha un’origine diversa. Sono necessarie quindi delle linee-guida, è necessario innanzitutto prendere anche in carico le necessità di queste famiglie, che comunque sono tante, sono famiglie che hanno costituito associazioni, potete immaginare quante ne esistono, di malattie rare, e quante associazioni esistono per tutte queste malattie rare, appunto di genitori, di famiglie che girano in lungo e largo per l’Italia, a volte anche all’estero per cercare le cure per i propri figli.

È una malattia – chiamiamola malattia, patologia – che colpisce anche gli adulti, nel senso che anche quando i bambini diventano adulti, possono permanere alcuni sintomi.

Io ho visto dei video, mi sono stati fatti vedere anche dei video di questi bambini quando hanno le loro crisi e ne sono rimasto colpito. Presumo che forse in tempi passati questi bambini fossero stati trattati anche per altri tipi di patologie, però mi ha lasciato veramente esterrefatto il fatto che non tutti riconoscano questa patologia.

Ringrazio anche il collega Gerace, più addetto ai lavori di me, essendo un medico, che ha migliorato, credo, dal punto di vista tecnico, questa risoluzione. Credo però che l’impegno possa essere condiviso. Sicuramente è necessario un confronto a livello nazionale per favorire la diffusione della conoscenza della condizione determinata dalle PANDAS, per favorire approfondimenti specifici della comunità scientifica, omogeneizzare i criteri diagnostici, la presa in carico dei piccoli pazienti e la ricerca di nuove metodologie che permettano ai bambini e alle famiglie di contrastare questa patologia.

Il secondo impegno è di agire nei limiti delle nostre competenze, della Regione, per individuare possibili supporti in ambito scolastico, farmaceutico, assistenziale, previdenziale per le persone con disabilità determinata dalla PANDAS. Ritengo particolarmente importante anche la parte dell’ambito scolastico. Questo è stato riconosciuto anche da coloro che hanno visionato anticipatamente questa risoluzione. Infine, a collaborare con le associazioni e le famiglie con bimbi adulti con disturbi determinati dalle PANDAS presenti sul territorio regionale, per creare collegamenti tra le stesse e le aziende sanitarie ospedaliere presenti sul territorio regionale, per una presa in carico efficace e tempestiva.

Ringrazio nuovamente il collega Gerace. Ringrazio i colleghi che hanno sottoscritto questa risoluzione. Ci tengo a precisare che anche il presidente Bonaccini ha espresso solidarietà a queste famiglie. Ne ha incontrata anche qualcuna personalmente. Credo che ci possa essere proprio un impegno condiviso per aiutare queste famiglie a provare ad alleviare o iniziare a cercare le cause e a curare questa grave patologia.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Gerace, prego.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Innanzitutto sono io a voler ringraziare il collega Occhi per aver messo in evidenza e per aver sottolineato questa patologia che, purtroppo, grava su molti bambini anche della nostra regione. Ha sottolineato già il collega che il presidente ha avuto modo di colloquiare con una famiglia che soffre, purtroppo, di questa grave crisi familiare dovuta a questa sindrome, che, purtroppo, ad oggi non ha un riconoscimento ufficiale.

Su questo oggetto penso che la proficua collaborazione che abbiamo avuto con il collega Occhi possa portare delle risposte tramite l’Assessorato della Regione alla Salute, che di questa sindrome si sta occupando già da tempo. Si tratta di una patologia che necessita di attenzione, perché ancora non riconosciuta ufficialmente dalla comunità scientifica internazionale, ma diagnosticata in Italia su circa 1.000 bambini.

Molte delle cose che andavano dette le ha già sottolineate il collega, per cui non le ripeterò, perché sono squisitamente tecniche, ma la sindrome in genere insorge all’improvviso e, generalmente, dopo un’infezione streptococcica da streptococco beta emolitico di gruppo A, con patologie tipo otiti, faringiti, tonsilliti, bronchiti, infezioni cutanee, e colpisce prevalentemente bambini dai 3 ai 14 anni. I sintomi, generalmente, sono di tipo neuropsichiatrico e questo, purtroppo, confonde un po’ l’approccio che si ha con questi bambini. Tra questi sintomi troviamo dei tic motori e vocali, aggressività, iperattività, tendenza all’isolamento, depressione, cambi repentini di umore. Altri sintomi sono meno frequenti, però in genere appaiono dopo poche ore dall’insorgenza della sintomatologia generale.

Oggi non tutta la comunità scientifica è unanime nel riconoscere la malattia come entità nosologica distinta, non essendo, peraltro, ancora disponibili marker biologici utili alla diagnosi. Non esiste un codice ICD-9-CM specifico per la patologia. Ricordiamo che la classificazione ICD-9-CM-2007 descrive i codici numerici o alfanumerici, la diagnosi di malattia o di traumatismo, le cause dei traumatismi e le procedure diagnostiche e terapeutiche.

Comunque, credo che occorra, vista la difficoltà nell’individuare la patologia, con conseguente ritardo diagnostico, che allunga i tempi della corretta presa in carico farmacologica e comportamentale, un confronto a livello nazionale, per favorire la diffusione della conoscenza di questa sindrome, omogeneizzare i criteri diagnostici e la presa in carico dei piccoli pazienti, nonché ricercare nuove metodologie, diagnostiche e terapeutiche, che permettano ai bambini e soprattutto alle loro famiglie di contrastare questa patologia.

Inoltre, credo che occorra agire nei limiti delle proprie competenze per dare un supporto in ambito scolastico, farmacologico, assistenziale e previdenziale alle persone in condizioni di disabilità determinata da PANDAS, provare a trovare forme di accordo con le associazioni delle famiglie, con i bimbi e gli adulti, che ‒ anche questi ‒ delle volte hanno dei disturbi, con le associazioni presenti sul territorio regionale, per aiutare a conoscere i risultati degli studi già condotti a livello internazionale o ancora in itinere ed eventualmente creare collegamenti tra le stesse aziende sanitarie ed ospedaliere presenti sul territorio regionale per una presa in carico efficace, ma soprattutto tempestiva.

Permettetemi di ringraziare ancora una volta il consigliere Occhi per la sensibilità che ha dimostrato, per il confronto, per aver accettato di ritirare la sua risoluzione e presentare una risoluzione congiunta rispetto a un tema che capite bene essere trasversale, un tema che, ovviamente, deve mettere in moto tutte quelle situazioni che portino a identificare tempestivamente la sindrome e a trovare tutto ciò che si possa scientificamente riconoscere per aiutare questi bambini. Quindi, in merito, mi preme anche sottolineare che sul tema l’Assessorato alla sanità sta lavorando da tempo, anche con incontri con le famiglie della Regione e con le associazioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Il quadro medico, clinico, e sociale soprattutto in cui si inserisce questa risoluzione ci è già stato presentato dai consiglieri Occhi e Gerace, e c’è stato, direi, presentato bene. Sottolineo solo alcune cose. È ovviamente importante un riconoscimento a livello nazionale, ma penso anche sovranazionale di quella che è questa malattia, sovranazionale perché abbiamo visto, insomma, anche in questi periodi più recenti, come poi alla fine le cose si trattino tutte allo stesso modo, in tutto il mondo, e come gli interventi si trovino spesso più in fretta e più efficaci quando ci si mette insieme.

È perciò molto importante andare in questa direzione. Occorre però, altresì, che ciascuno dal suo punto di vista faccia la propria parte. Per questo voglio sottolineare anche quelli che sono gli altri aspetti che questa risoluzione ci propone, quindi agire nei limiti delle proprie competenze, cioè che cosa come Regione possiamo fare e che cosa possiamo fare con quelli che sono i nostri ospedali, i nostri centri di ricerca, i nostri punti sul territorio dove possiamo avvicinare, contattare, stare vicino alle famiglie. Ovviamente questa è una cosa che dobbiamo fare come Regione Emilia-Romagna, è una cosa che non possiamo demandare agli altri, ed è una cosa che porteremo come esperienza che nel tempo ci siamo costruiti a questo confronto che chiediamo nazionale e, speriamo, anche sovranazionale.

Soprattutto, il collaborare con le famiglie, quindi rimanere vicini alle famiglie, rimanere vicini agli insegnanti, nelle scuole, rimanere vicini a quelle strutture che, non avendo riferimenti, non trovando magari letteratura in materia, non avendo esperienza, perché magari altri casi sono stati diagnosticati in maniera diversa, e quindi non si hanno proprio riferimenti in questo senso, che invece possiamo e dobbiamo sicuramente fornire. Per cui, ecco, ben venga questo testo, questa proposta, che è abbastanza completa da questo punto di vista, che va appunto a toccare diversi punti che, ci teniamo ad evidenziare, riteniamo essere tutti molto importanti e quindi da non lasciare indietro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Nessuna dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 5840.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La risoluzione oggetto 5840 è approvata per alzata di mano all’unanimità dei votanti)

 

OGGETTO 5556

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere approfondimenti e interventi legislativi sul “percento per l’arte” per il finanziamento della cultura, dell’arte e della creatività, in particolare nelle declinazioni della contemporaneità, grazie agli stanziamenti destinati alle opere pubbliche e a considerare l’impiego dei fondi strutturali europei come incentivo per le amministrazioni locali a destinare a questo scopo parte delle risorse di investimento. A firma del Consigliere: Amico

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla risoluzione 5556 per impegnare la Giunta a promuovere approfondimenti e interventi legislativi sul “percento per l’arte” per il finanziamento della cultura, dell’arte e della creatività, in particolare nelle declinazioni della contemporaneità, grazie agli stanziamenti destinati alle opere pubbliche e a considerare l’impiego dei fondi strutturali europei come incentivo per le amministrazioni locali a destinare a questo scopo parte delle risorse di investimento. A firma del consigliere Amico.

Siamo in discussione generale. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Questa risoluzione interviene dopo una riflessione e un confronto fatto con alcuni, sia operatori che studiosi e giuridici, sia della Regione che fuori della Regione, circa una legge che è tuttora vigente all’interno del nostro Paese, ovvero la legge n. 717 del 1949, e che per lo più è inapplicata. Spesso e volentieri ci ricordiamo delle attività culturali, della cultura, anche da un punto di vista della produzione artistica, solo nei momenti di grave difficoltà, di grave crisi, lo abbiamo fatto durante tutto il periodo della pandemia, mentre abbiamo già in dotazione una serie di misure legislative, nonché la possibilità di accedere a una serie di risorse di carattere economico che possono contribuire allo sviluppo della cultura nel nostro Paese.

Sappiamo bene come, successivamente la pandemia, l’Unione europea, con il rinnovato principio tra gli Stati membri, abbia varato il Next Generation EU, come questo Next Generation EU si sia poi tradotto, per quanto riguarda l’Italia, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, come queste risorse ingenti fino al 2026 siano spesso e volentieri impiegate (ne abbiamo dibattuto diverse volte sia in quest’Aula che nelle varie Commissioni) per la costruzione di opere pubbliche e infrastrutture, una fra tutte l’insediamento di Case della comunità, di Ospedali di comunità e di tanto altro, e ci siamo spesso lamentati del fatto che quelle risorse servano per aggiungere mattoni, aggiungere strutture, intervenire sul fronte strutturale e non abbiano identificato nella loro disponibilità, nella loro capacità di intervento dei fattori aggiuntivi, come può essere anche la cultura.

Come dicevo, dal 1949 la legge n. 717 imporrebbe alle Amministrazioni di destinare una percentuale variabile, in relazione all’importo dei lavori, per un massimo del 2 per cento, per opere artistiche da collocare nei nuovi edifici pubblici.

Questa legge del 1949 poi è stata aggiornata nel 2017 con delle linee guida nazionali, che hanno non solo concentrato l’impegno da parte dell’Amministrazione pubblica di destinare queste risorse, ma hanno anche declinato in una forma ovviamente più contemporanea cosa possa essere inteso come intervento.

Se infatti nel 1949 alla costruzione di un edificio pubblico potevamo pensare all’acquisizione di un’opera statuaria oppure di un quadro, oggi sappiamo bene che l’arte contemporanea non si esplicita solo attraverso delle caratteristiche fisiche.

In sostanza, queste linee del 2017, se le leggiamo correlate alla legge regionale n. 24 del 2017, ovvero la disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio, ampliano ulteriormente le potenzialità, estendendo l’applicazione di questa legge anche, per esempio, al design, agli interventi di riqualificazione degli spazi pubblici, nonché agli interventi di riuso e rigenerazione urbana, attuati da soggetti privati con il contributo e la compartecipazione della Regione, e i relativi spazi visibili dalle aree pubbliche, fatti salvi i limiti di importo dei lavori.

Con queste risorse, se noi riuscissimo a convincere le Amministrazioni pubbliche titolari dei progetti di costruzione che impegnano i fondi del PNRR, a destinare una parte, non dico per forza il massimo del 2 per cento, ma anche qualcosa di comunque rilevante, dati gli importi complessivi che il PNRR mobilita, riusciremmo a pensare o a costruire la possibilità di interventi artistici laddove andiamo a fare degli interventi di carattere invece edilizio.

Un’altra delle osservazioni che vengono sollevate è che, nel momento in cui pensiamo a dove collocare di nuovo quell’asilo, quella Casa della comunità, spesso e volentieri questi manufatti architettonici arrivano anche all’interno di contesti senza dei veri e propri processi partecipativi, ma ci concentriamo più sugli aspetti di carattere urbanistico, sulla compatibilità con la viabilità, tutte cose giuste e sacrosante, ma che non tengono conto dell’impatto complessivo che questo arriva a determinare.

Ecco che allora, se da un lato inquadrassimo con dei provvedimenti legislativi a livello regionale una modalità attraverso cui le Amministrazioni che si trovano ad utilizzare questi fondi possano orientarli alla costruzione dell’arte e della cultura, e nello stesso tempo da un lato li sollecitassimo, dall’altro trovassimo anche dei meccanismi di incentivo perché questo possa avvenire, credo che raggiungeremmo un doppio risultato, inseriremmo l’asilo, la Casa della comunità o altro e nello stesso tempo riusciremmo a dare una qualità anche culturale e artistica a quel manufatto architettonico.

In questo scenario c’è comunque da considerare anche tutta la disciplina che nel corso degli anni si è andata stratificando rispetto alle possibilità di investimento da parte del privato in termini di supporto alla cultura. Penso soprattutto a quello che è l’Art Bonus, che prevede un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, che a questo punto potrebbero ulteriormente accompagnare questo tipo di processo.

Noi sappiamo molto chiaramente che, spesso e volentieri, gli assessori comunali all’Urbanistica, all’Edilizia pubblica, nel momento stesso in cui bandiscono anche gli appalti di costruzione, sono molto attenti a ottimizzare la spesa delle risorse a disposizione per economie comunali, sul fronte degli investimenti. Io direi che l’occasione importante è quella dell’impiego di fondi particolari, come quelli del PNRR, che vengono in soccorso, in aiuto. Credo che quell’occasione che oggi il PNRR delinea sia un’occasione importante, che può essere arricchita con una declinazione anche sotto questo profilo.

La considerazione che vorrei fare è che la cultura e l’arte non sono un elemento accessorio, ma vanno considerate anche nella loro dimensione complessiva, quindi come azioni per favorire e sostenere partecipazione, inclusione, un’accezione estensiva del benessere di ogni comunità, di ogni territorio.

Se ragioniamo con le azioni che promuovono attività e contenuti in ambito creativo solo come un elemento legato al divertimento e all’intrattenimento, credo che compieremmo un grave errore. Se noi, invece, considerassimo che gli investimenti, anche di carattere economico, come rappresentato dai fondi del PNRR, non sono solo da ascrivere all’edilizia, all’economia, ma possono servire anche per ricostruire e intervenire qualitativamente sull’edilizia pubblica, sostanzialmente, credo che riusciremmo anche a favorire la ricostruzione dei legami con i territori e favorire la partecipazione delle persone, nonché a ingaggiare, conferire e far fiorire anche le attività artistiche in genere, che sono fatte anche di artisti, operatori, eccetera.

In questo senso, la risoluzione chiede alla Giunta di proseguire in un’opera di approfondimento su cosa voglia dire l’impegno sul percento per l’arte e trovare anche degli strumenti, magari legislativi, perché questa applicazione, che oggi è già legge dello Stato, ma sostanzialmente non viene messa in atto, possano essere rimossi, anche nella considerazione, appunto, della contemporaneità, quindi di quella che è un’arte e una cultura di processo, di interazione e non solo vincolata a un’opera fisica. E se è il caso, dato che abbiamo fatto una lunga discussione approfondita su quelli che sono i fondi strutturali, io penso in particolar modo al FS Plus, così come al FES, ma sappiamo anche che dovremo continuare la trattativa e ragionare su quelli che saranno altri fondi strutturali come il Fondo di sviluppo e coesione, e se ci sono le condizioni per agevolare la disponibilità dei Comuni a investire parte di quelle che sono le risorse che destinano alla costruzione di opere pubbliche, magari appunto supportandole anche con fondi che derivano ulteriormente, anche questi, dalla Comunità europea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri iscritti in discussione generale? Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Dirò alcune parole per ragionare su questa risoluzione che, in un qualche modo, butta un sasso nello stagno, chiedendo di fatto che si faccia seguito a quella che era appunto una disposizione normativa ormai risalente nel tempo per, in un qualche modo, prevedere una sorta di quota riservata per quanto riguarda la pubblica amministrazione, in relazione a lavori pubblici, quota da destinare a opere artistiche.

Ora, sicuramente il ragionamento di fondo sul fatto che non bisogna trascurare l’arte, la cultura, è ampiamente condivisibile e non può che esserlo. Si tratta di capire se oggi, in un clima indubbiamente ampiamente mutato, anche in termini di contenimento dei costi che la pubblica amministrazione necessariamente deve svolgere, in un periodo in cui siamo stati contrassegnati, negli ultimi anni, negli ultimi decenni, da una serie di disposizioni in materia di spending review, si tratta di capire oggi, secondo me, qual è la punta di caduta, dov’è l’equilibrio che deve essere tra le esigenze di garantire comunque un’attenzione all’arte, alla cultura, alle opere artistiche con quella della gestione sempre più precaria rispetto alla spesa pubblica.

Credo che l’argomento sia forse anche di difficile soluzione, perché sono delle finalità, dal mio punto di vista, per certi aspetti, confliggenti.

Se poi, dopo, chiaramente, la risoluzione in qualche modo vuole dire “parliamone”, senza suggerire una serie di soluzioni precise, si potrebbe anche in astratto aderire a questo.

Facciamo oggi una riflessione se ha ancora senso mantenere quel tipo di impostazione di fondo, tenendo presente che gli scenari sono ampiamente cambiati. Oggi le Amministrazioni pubbliche hanno a che fare con situazioni emergenziali, dove, fra l’altro, non hanno magari risorse per far fronte a delle problematiche di rilievo sociale, che sicuramente sono molto impellenti e per certi aspetti molto più importanti di quello di garantire l’arte o la cultura, in termini di contingenza, non ovviamente di obiettivo astratto di fondi.

Questo un po’ mi lascia sorpreso, mi lascia un attimo a riflettere sull’impegno che si vuol chiedere alla Giunta, perché, sostanzialmente, si chiedono provvedimenti legislativi regionali, valutare la necessità di provvedimenti legislativi regionali o addirittura utilizzare i fondi strutturali europei come incentivi per questo tipo di scopo.

Credo che la riflessione si può anche fare, la discussione sicuramente va fatta, però io credo che oggi vi siano esigenze in un qualche modo che hanno una priorità.

La discussione è corretta. Impostarla quasi come se si dovesse introdurre o reintrodurre o confermare un automatismo opere pubbliche, quindi quota vincolata, io credo che sia obiettivamente una forzatura, credo che sia non contingente.

Condivido però la riflessione di fondo: cioè che effettivamente sarebbe una finalità da non perdere, sarebbe un obiettivo da conservare. Attualizziamolo, e valutiamo se oggi effettivamente le esigenze nell’immediato sono queste, oppure se in realtà non vi sia in questo momento la necessità di dare spazio ad altro. Questa è la riflessione che mi sento di fare a fronte di una risoluzione che posso condividere, a livello ideale, a livello astratto, ma alla quale faccio fatica ad aderire in termini pratici, come azioni che vengono in qualche modo richieste.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Poche considerazioni per sottolineare come condividiamo lo spirito e la declinazione, invece, di questa risoluzione da parte del Partito democratico. Fondamentalmente io credo che accenda il riflettore su una riflessione che mi pare di aver colto possa essere anche condivisa, dall’intervento che mi ha preceduto, nella consapevolezza… Ovviamente ci sono sempre priorità da considerare, certo. Penso però che questo tema che la risoluzione del collega Amico pone, ci inviti tutti ad una riflessione più ampia, non solo ideale, ma anche attuale di concretizzare quella che altro non è che la visione che credo questa Regione già con gli atti e con le azioni ha sempre cercato di mettere in campo nei confronti delle politiche culturali e dell’attenzione rispetto alle politiche culturali, con risorse, interventi e riflessioni.

Riflessioni che ritengo possano proprio andare nella direzione dell’importanza della dimensione sociale, della cultura e di una cultura intesa non come un luogo astratto, ma con una presa anche, credo, di responsabilità generale nei confronti dell’arte, della creatività contemporanea e tutti gli interventi.

Credo quindi che gli impegni che il collega Amico propone vadano in questa direzione. Oltre a condividere la riflessione che si propone a livello di Conferenza Stato-Regioni, io credo anche che ci sia la necessità di approfondire. Anche come Commissione, quindi, siamo a disposizione rispetto a una ricognizione, rispetto anche a un lavoro che se non sbaglio l’IBC aveva già fatto, anche prima di arrivare alla redazione delle linee-guida del 2017 che vengono citate nel testo, ma anche con un impegno propositivo e costruttivo anche nei confronti di quell’articolo di legge che ridefinì alcuni passaggi a livello nazionale proprio su sollecitazione della nostra Regione.

È ovvio che estremamente attuale è la questione che riguarda i fondi strutturali europei, anche qui, ritengo, nell’alveo delle priorità, la cultura e tutto quello che ne consegue. In questi termini credo che sia una valutazione da fare. Siamo in un momento storico complicato, credo che ne siamo consapevoli tutti, ma la necessità di attuare anche un cambio di paradigma culturale rispetto all’approccio a questo settore credo che vada preso molto in considerazione, proprio perché tutte le leve, le possibilità nuove e anche le modifiche legislative, credo meritino una riflessione da parte di questa Assemblea.

Mi permetto quindi anche di anticipare la dichiarazione di voto, che sarà naturalmente favorevole, in base a quello che ho detto, nelle premesse, e rinnovo anche la disponibilità a fare una riflessione anche in Commissione rispetto ad alcune delle riflessioni, a degli approfondimenti, quindi anche una ricognizione. Per esempio, capire come anche ANCI su queste questioni possa dare un contributo, visto che vengono citate le Amministrazioni locali, credo sia un’opera di sensibilizzazione che questa Assemblea fa, proprio nella presa in considerazione dell’arte rispetto anche al ruolo degli Enti locali.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, ha chiesto la parola l’assessore Felicori. Prego.

 

FELICORI, assessore: Grazie.

Veramente due parole per dire che la risoluzione proposta dal consigliere Amico trova l’adesione della Giunta ed è una risoluzione con forti motivazioni ideali e anche politiche.

Io sono ben consapevole di quello che dice il consigliere Facci, sono tempi calamitosi. Penso però che sarebbe un errore fatale se noi distinguessimo fra il necessario e il superfluo, fra il pane e le rose, se noi distinguessimo fra l’utile e il gradevole e relegassimo fra l’inutile proprio la cultura, sarebbe un errore fatale, perché sappiamo quanto, invece, la cultura, l’estetica e la bellezza possano essere un motore fondamentale, anche morale, di una nazione.

Dunque, se certamente l’auspicio, che è comunque del collega Amico, è quello addirittura di aumentare le spese culturali nel campo delle opere, forse oggi sarà di difficile pratica, almeno la legge, che da sempre impone una percentuale per l’arte, sempre nella misura del possibile, questa penso che la dobbiamo difendere con le unghie e con i denti, perché il paesaggio in cui viviamo è un fattore economico fondamentale e non possiamo accettare di relegare l’arte e la cultura fra i costi, e basta. È vero che spesso molti, anche nell’establishment culturale, pensano che sia solo un costo, ma noi, invece, abbiamo un’idea economica e produttiva della cultura, dunque è bene che almeno questa legge la si applichi. Piuttosto c’è un problema, questo sì di difficile applicazione, perché bisogna stare attenti a non violare le Autonomie locali, la pluralità del nostro sistema democratico, ed è di garantire la qualità delle opere che si mettono nello spazio pubblico.

Voi conoscete bene, ovviamente, il caso ben noto, anche oggetto di irrisione da parte di tante rotonde che in Italia hanno squalificato l’importanza dell’opera pubblica nello spazio pubblico, quindi il tema di come garantire la massima qualità dello spazio pubblico, un tema che resta aperto, ma lo si risolverà meglio proprio se ci sarà un maggiore impegno, non un minore impegno. Dunque, si vedrà come fare. Però, penso che tutti insieme, in modo unanime, dovremmo partecipare a questo slancio che il consigliere d’Amico ci chiede, e io lo ringrazio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Mi ritrovo pienamente nelle parole dell’assessore Felicori, quindi il voto sarà ovviamente favorevole alla risoluzione. Vorrei solo sottolineare, poi potremo discutere anche con il consigliere Facci se è prioritario o meno prioritario il ragionamento sull’arte, o se è velleitario promuovere un ragionamento di questo tipo, che credo ci sia un dibattito in corso nel Paese sicuramente tra gli operatori culturali nell’ambito della produzione artistica contemporanea, che merita di essere approfondito e di trovare anche degli strumenti di precipitazione di quanto dicevo anche nell’illustrazione.

Ribadisco, credo che al momento le risorse che noi, complessivamente, come Paese ci troveremo a dover gestire tramite il PNRR, nello stesso momento in cui li pensiamo come sfruttabili al meglio, per questo meglio può valere la pena ragionare anche in termini culturali ed artistici. Credo che sia un’occasione – lo diciamo in tante occasioni per tanti aspetti – irripetibile, ma questa irripetibilità rendiamola anche culturalmente proficua.

Sono assolutamente d’accordo anche con l’assessore nel momento stesso in cui il nodo non è tanto nella destinazione delle risorse, che comunque è uno sforzo sicuramente importante, quanto nel riuscire a garantire una qualità dello spazio pubblico e una qualità dell’intervento artistico, che è sicuramente uno degli obiettivi che intendiamo perseguire, anche nel momento in cui abbiamo presentato questa risoluzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, quindi mettiamo in votazione la risoluzione 5556, per alzata di mano.

Chi è favorevole? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 5556 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Sono le ore 17,27, per cui come da accordi nella Capigruppo si chiudono i lavori di quest’oggi.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 17,27

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI; Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Manuela RONTINI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI;

gli assessori Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non partecipare alla seduta gli assessori Barbara LORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO e i consiglieri Fabio BERGAMINI, Matteo RANCAN, Nadia ROSSI.

 

Emendamenti

OGGETTO 5889

Risoluzione per impegnare la Giunta a contribuire al potenziamento delle infrastrutture logistiche esistenti per soddisfare la crescente domanda di trasporto di merci su rotaia. A firma del Consigliere: Occhi

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Bessi, Rossi, Fabbri, Rontini

«Nell” osservato che, nell'ultimo capoverso il periodo: "il Porto Ravenna pare non riuscire" è sostituito dal seguente periodo:

"il Porto di Ravenna è vicino a non riuscire"»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Bessi, Rossi, Fabbri, Zamboni, Rontini

«L'impegna la Giunta regionale è sostituito dal seguente:

-          A sostenere i nodi intermodali esistenti per soddisfare la crescente domanda di trasporto di merci su rotaia;

-          A sollecitare RFI a prevedere contributi per l'acquisto di dotazioni ferroviarie nei terminal sia di tipo infrastrutturale (nuovi binari, deviatoi, piazzali con uso intermodale, mezzi di movimentazione come reach stacker o gru a portale) sia software di gestione dell'intermodalità.»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

5937 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se e come la Giunta intenda sostenere economicamente i gestori delle piscine regionali per evitarne la chiusura. A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

 

5938 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere gli orientamenti della Giunta in merito ai provvedimenti annunciati dal Consiglio dei Ministri per il rilascio di nuove concessioni per aumentare l'estrazione di gas in Adriatico derogando le disposizioni, con particolare attenzione a quelle che interessano aree prossime o adiacenti il Parco del Delta del Po. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno - n. 18 prot. NP/2022/2526 del 09 novembre 2022)

 

IL PRESIDENTE

LA SEGRETARIA

Rainieri

Montalti

 

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