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204.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 5 APRILE 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 6087

Progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante: "Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell'amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva". A firma dei Consiglieri: Amico, Maletti, Soncini, Zappaterra, Rontini, Costa, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Pillati, Mumolo, Gerace, Daffada', Bulbi, Sabattini, Caliandro, Marchetti Francesca, Bondavalli, Fabbri, Zamboni (64)

(Esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordini del giorno 6087/1/3/4 – oggetti 667466866687 – Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 6087/2 – oggetto 6685 – Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

PELLONI (Lega)

AMICO (ERCEP)

PELLONI (Lega)

CUOGHI (FdI)

MALETTI (PD)

AMICO (ERCEP)

PELLONI (Lega)

MALETTI (PD)

AMICO (ERCEP)

RONTINI (PD)

AMICO (ERCEP)

PELLONI (Lega)

CUOGHI (FdI)

PELLONI (Lega)

AMICO (ERCEP)

RONTINI (PD)

PICCININI (M5S)

PELLONI (Lega)

MARCHETTI Daniele (Lega)

ZAPPATERRA (PD)

AMICO (ERCEP)

PELLONI (Lega)

AMICO (ERCEP)

PELLONI (Lega)

AMICO (ERCEP)

SONCINI (PD)

AMICO (ERCEP)

MALETTI (PD)

PICCININI (M5S)

PELLONI (Lega)

AMICO (ERCEP)

EVANGELISTI (FdI)

CASTALDINI (FI)

MALETTI (PD)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 6552

Risoluzione per impegnare la Giunta a supportare, in ogni sede, la richiesta al Governo di dilazione su più annualità delle spese del SSR per i costi straordinari legati all'emergenza Covid-19 e alla crisi energetica. A firma della Consigliera: Castaldini

(Ritiro)

 

OGGETTO 6647

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad un confronto con il Governo affinché siano riconosciute le richieste delle Regioni: spese Covid ed energetiche ancora non rimborsate dallo Stato; aumento del Fondo Sanitario Nazionale a livello dei Paesi europei più avanzati; provvedimenti adeguati a rendere attrattiva la sanità pubblica per il personale sanitario. A firma dei Consiglieri: Gerace, Zappaterra, Montalti, Molinari, Costi, Soncini, Marchetti Francesca, Pillati, Bondavalli, Maletti, Rontini, Bulbi, Amico, Daffada', Rossi, Mori, Sabattini, Caliandro, Zamboni

(Ritiro)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

GERACE (PD)

 

OGGETTO 6551

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire nel confronto con FER al fine di definire il cronoprogramma diretto all'estensione della realizzazione di impianti fotovoltaici su tutte le stazioni della rete, individuando le possibili linee di finanziamento sulla base delle diverse caratteristiche strutturali delle stazioni. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

COSTA (PD)

CUOGHI (FdI)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 6087

Emendamenti oggetto 6087

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,55

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 204 del giorno 5 aprile 2023.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza la consigliera Pillati e gli assessori Colla, Corsini, Mammi e Salomoni.

La consigliera Montalti ha informato che si collega da remoto, a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento.

 

OGGETTO 6087

Progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante: “Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell’amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva”. A firma dei Consiglieri: Amico, Maletti, Soncini, Zappaterra, Rontini, Costa, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Pillati, Mumolo, Gerace, Daffadà, Bulbi, Sabattini, Caliandro, Marchetti Francesca, Bondavalli, Fabbri (64)

(Esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazioni)

(Ordini del giorno 6087/1/3/4 – oggetti 667466866687 – Discussioni e approvazioni)

(Ordine del giorno 6087/2 – oggetto 6685 – Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dall’oggetto 6087: progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante “Norme per la promozione e il sostegno del terzo settore, dell’amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva”, a prima firma consigliere Amico.

Ricordo che su questo oggetto insistono 22 proposte di emendamento di cui una è stata ritirata. Nominiamo gli scrutatori: consigliera Mori, consigliere Fabbri, consigliere Cuoghi.

Partiamo dall’articolo 1 del progetto di legge 6087.

Insisteva su questo articolo un emendamento a firma Pelloni, che però, come dicevo prima, è stato ritirato.

 

Articolo 1.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1 per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo adesso…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Astenuta la consigliera Castaldini.

Articolo 2.

Sull’articolo 2 insistono tre emendamenti: il primo emendamento è a firma del consigliere Pelloni; il secondo emendamento (l’emendamento 11) è a firma della consigliera Castaldini; il terzo emendamento (l’emendamento 22) è a firma del consigliere Pelloni.

Dibattito generale congiunto.

Dichiarazioni di voto. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Vorrei un attimo soffermarmi sui contenuti dell’articolo 2, che indicano le finalità di questa legge, sono dei contenuti piuttosto ricchi e articolati e, anche sulla scorta di quella che è stata la discussione che abbiamo fatto ieri in termini generali, secondo me danno conto di quanta sia l’estensione delle attività complessive del terzo settore, quindi di quanto queste si articolino, e di quanto questa legge voglia in qualche maniera, anzi in maniera decisa supportare le attività di attivazione civica, di coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine, degli interventi all’interno delle comunità.

Qualcuno ieri ha detto che questa potrebbe essere una specie di legge manifesto, io credo che non sia tanto questo, anche se l’articolo 2 può avere un elemento declamatorio di manifesto, ma poi, quando seguiremo poi l’articolato, vedremo che ci sono molti e diversi passaggi che, oltre ad elementi declaratori, entrano nella carne viva delle questioni.

Credo che l’articolo 2, per quanto riguarda le finalità… mi piace definire così il complesso del terzo settore, lo abbiamo definito anche con la consigliera Maletti in una serie di incontri che abbiamo svolto prima negli atti preparatori, noi possiamo chiamare il terzo settore in un’altra formula, magari più colloquiale, come fabbrica della felicità.

Nell’articolo 2 è indicata una serie di finalità della presente legge, che riprendono le attività che svolge il terzo settore e che ci dicono sì, il supporto alle attività sociosanitarie, ma soprattutto il supporto alla costruzione del benessere dei cittadini e delle cittadine in una chiave anche molto concreta (per questo in nome di fabbrica e per questo il riferimento alla felicità).

Ci piace definire questi elementi anche come degli elementi che sono in grado di dare risposta a bisogni delle comunità, ma anche ai desideri, e queste finalità indicano come con questa legge noi vogliamo favorire l’autorganizzazione dei cittadini nelle varie forme di terzo settore, non limitiamo solo esclusivamente agli Enti di terzo settore (poi torneremo successivamente su un altro articolo con maggiore dettaglio), ma contribuiscono a dare l’impronta del cambio culturale che vogliamo imprimere attraverso questa legge, perché, oltre alla promozione della cultura della trasparenza e della rendicontazione della valutazione, noi introduciamo alcuni concetti, come quello della finanza d’impatto, che è una linea di intervento da tenere sotto osservazione nei prossimi mesi e nei prossimi anni, che può determinare un ulteriore cambio, un’ulteriore strumentazione per quella che può essere un’economia redistributiva, un’economia che non sia solo ed esclusivamente legata al profitto ma che sia in grado di coinvolgere e redistribuire queste ricchezze, non solo in termini economici, ma in termini proprio di attività, sostegno e supporto.

Così come credo che sia importante riconoscere, e questo è stato elemento di confronto e ci fa particolarmente piacere che sia riportato qui dentro, quando all’articolo p), al comma p)… Scusate, alla lettera p) del comma 1 dell’articolo 2 noi indichiamo come sia necessario, proprio con questa legge, avviare una serie di elementi di confronto e distinzione tra quello che è il lavoro volontario, quello che è l’apporto del volontariato e quello che è l’apporto dei lavoratori e delle lavoratrici che operano all’interno del terzo settore, che sono due elementi distinti.

Ci deve indurre a non pensare il terzo settore come elemento di risparmio o riduzione dei costi per la pubblica amministrazione, ma ci deve indurre a pensare il terzo settore e le attività ad esso connesse come elementi, invece, di sviluppo pieno della comunità e dell’economia, distinguendo i ruoli e non pensando a questi come elementi e scorciatoie, per cui, rispetto ad alcune attività, spesso e volentieri le stesse amministrazioni pubbliche pensano al volontariato come elemento di risparmio. Penso allo sfalcio dell’erba, penso ad altre cose; mentre è solo attraverso l’integrazione di lavoro e apporto di volontari che queste attività e progetti possono veramente e pienamente svilupparsi.

Credo che quindi, se dobbiamo indicare un elemento più manifesto, più declaratorio, questo sia nell’articolo 2 e credo che il lavoro esaustivo della computazione, che si andrà anche ad arricchire con alcuni contributi della minoranza, che verranno presentati con emendamento, dia il segno di quanto e come la Regione voglia stare affianco del terzo settore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri in dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo allora in votazione prima gli emendamenti.

Partiamo dall’emendamento n. 2, a firma Pelloni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 11, a firma della consigliera Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 22.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Sull’articolo 3 non insistono emendamenti.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 4.

Sull’articolo 4 non insistono emendamenti.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 5.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 6.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Prego, consigliere Amico, sul dibattito generale.

 

AMICO: Grazie, presidente.

In dibattito generale sull’articolo 6. Anche qui credo che sia utile sottolinearne i contenuti, anche perché poi, dopo, ragioneremo di un ordine del giorno.

L’articolo 6 definisce le condizioni o, perlomeno, esprime i princìpi generali di come gli Enti pubblici si possano rapportare con coloro che non saranno e non intenderanno nel prossimo futuro iscriversi al Registro unico. A volte questa legge o, in generale, la riforma del terzo settore è stata raccontata come una cosa ‒ diciamo così ‒ escludente e lesiva dei diritti costituzionali di piccole associazioni od altro.

Con questo articolo 6, invece, noi vogliamo ribadire che non chiediamo, ovviamente non ne abbiamo la facoltà come Regione, ma neanche lo Stato ha mai pensato nella riforma nazionale di azzerare tutto ciò che è fuori dalle maglie, magari più strette, del terzo settore rispetto a quella che è anche l’attivazione civica spontanea di gruppi informali di cittadini, di volontari che si prendono cura di una zona della città, di una strada, di un parco, e che hanno tutto il diritto a intrattenere rapporti con l’amministrazione pubblica.

È chiaro che però nel quadro semplificativo e chiarificatorio che vogliamo ottenere attraverso questa legge, noi diciamo che per quanto riguarda gli enti di terzo settore ci sono una serie di prerogative, che per quanto riguarda gli enti non iscritti continueranno a esserci le legittimità di rapporto.

Abbiamo bisogno però di dare un quadro di certezza, e demandiamo, dando anche indicazione a procedere agli enti locali, a regolamentazioni specifiche per quanto riguarda il rapporto con questi enti non commerciali, che continueranno ad essere, in ragione del fatto che come abbiamo già detto in discussione generale, la lunga marcia dell’applicazione della legge nazionale ha lasciato alla finestra una serie di soggetti che magari non erano particolarmente strutturati, o pronti ad affrontare una serie di trasformazioni, non solo statutarie ma organizzative, e che non abbiamo nessuna intenzione, con questa legge, in generale, di voler semplicemente lasciare alla finestra.

Diciamo anche, con questo articolo, che la Regione si impegna a raccogliere una serie di buone pratiche, di letture che possono accadere sul territorio stesso, in termini regolamentari o in termini di pratiche che consentono quindi di contribuire a costruire un quadro.

Qualcuno ha definito questa legge non un punto d’arrivo, ma una tappa e io sono assolutamente d’accordo. Vedremo anche più avanti che i passaggi che questa legge pone sono dei passaggi che ci impegneranno nel prossimo futuro, sia come Assemblea legislativa, che come Regione nel suo complesso, per accompagnare una trasformazione che ha un senso molto profondo e radicale nella concezione dei rapporti tra pubblica amministrazione e soggetti no profit.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale sull’articolo 6?

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 7.

Sull’articolo 7 insiste l’emendamento n. 14, a prima firma Pillati e poi abbiamo altre firme, tra cui Bondavalli, Facci, Evangelisti, Amico.

Dibattito generale congiunto sull’articolo 7 e sull’emendamento n. 14.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Nell’articolo 7 insiste appunto l’emendamento 14, che riprende un emendamento che avevamo presentato anche in Commissione. Siamo favorevoli all’emendamento, perché di fatto è molto simile, se non praticamente identico, a quello che avevamo presentato. Tuttavia sull’articolo 7 comunque permane una delle cose che forse più ci ha diviso, cioè questa rappresentanza unitaria, perché sappiamo e abbiamo già detto in dibattito che potrebbero esserci Enti che non vogliono mettersi in rete o per Statuto o per volontà.

Ieri si è parlato molto di autonomia, quindi lo vedremo anche dopo in altri articoli che riguardavano la composizione del Consiglio e quant’altro, e questa volontà di dare non dico voce, ma avere un rapporto privilegiato con questa rappresentanza unitaria è quello che più ci ha diviso. Una voce più plurale o trovare tutti quei meccanismi per avere una voce più plurale possibile era una delle nostre proposte, quindi sì, voteremo a favore dell’emendamento, ma rimane una distanza importante sull’intero articolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Altri in dibattito generale? Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

L’emendamento 14 tende a specificare che questi organismi unitari che qui noi andiamo a disegnare abbiano anche la ragione di essere composti da diverse forme di terzo settore, quindi provare a sciogliere alcuni dubbi che erano stati manifestati anche nel corso della discussione in Commissione, così come nei colloqui che abbiamo avuto con i vari Gruppi nella predisposizione dei lavori di aula.

Io però vorrei sottolineare come nel complesso questo articolo e quindi l’identificazione, da un lato, dell’associazione degli enti di terzo settore più rappresentativa in regione Emilia-Romagna, così come allo stesso modo sul livello provinciale, sia non, come viene raccontata, appunto, una restrizione della democraticità, ma sia sostanzialmente l’applicazione di un principio della democrazia rappresentativa che accompagna gli strumenti tecnici e pratici di confronto tra gli enti di terzo settore, che abbiamo visto essere numerosissimi.

Le istituzioni no profit in regione sono 27.000, ad oggi gli iscritti al Registro unico sono oltre 9.000. Quindi, c’è bisogno anche di accompagnare degli strumenti di rappresentanza che ci consentano, appunto, un confronto serio e fattivo e soprattutto, come dicevo anche ieri, non si tratta di scegliere il primo, il secondo e il terzo della classe, ma si tratta di favorire un processo di confronto e di aggregazione dei soggetti, che spesso e volentieri si muovono in una forma molto parcellizzata, molto frammentata sia nel negli obiettivi che nelle che nelle modalità.

Costruire, quindi, e dare spazio, da un lato, a un’interlocuzione regionale con l’organismo maggiormente rappresentativo, che ricordo essere istituito su avviso pubblico del Ministero del lavoro, quindi non siamo noi a istituirlo, ma è lo stesso Ministero che lo riconosce sulla base di candidature; e a cascata determinare dei meccanismi attraverso cui noi andiamo a riconoscere quelli a livello provinciale ci sembra la strada migliore.

Non solo definiamo questi elementi di riconoscibilità, ma definiamo anche dei compiti perché, se noi vogliamo arrivare a delle forme di co-programmazione e co-progettazione, dobbiamo provare a mettere insieme i vari pezzi e tasselli della presenza del terzo settore sui territori e fare in modo che questi dialoghino, collaborino e affrontino questi temi di co-programmazione, co-progettazione. È un cambio di paradigma, che non è più solo ed esclusivamente l’assegnazione in forma diretta da parte del Comune, della ASL nei confronti di un singolo soggetto, ma che prevede una collaborazione tra questi soggetti.

Quindi, questi organismi unitari, con quella composizione definita, arrivano a essere il terreno comune attraverso cui noi favoriamo il confronto tra gli enti di terzo settore e nello stesso tempo ne leggiamo con maggiore puntualità, sia a livello regionale che a livello territoriale, le esigenze. Perché a livello provinciale? A livello provinciale perché noi potevamo scegliere i livelli comunali, potevamo scegliere i livelli distrettuali, potevamo parcellizzare o ragionare su aree vaste. L’azienda sanitaria della Romagna, per esempio, è organizzata su tutte quante le Province. Ovviamente, sono territori che, per soggetti che hanno una partecipazione molto forte di volontariato, di persone che mettono a disposizione il proprio tempo... Quella dimensione risultava troppo grande o la dimensione distrettuale rischiava di chiudere la discussione, il confronto solo ed esclusivamente sugli oggetti sociosanitari, dei tavoli di Piani di zona, mentre magari politiche culturali, ragionamenti che hanno a che fare con le attività sportive, ragionamenti che possono avere a che fare con un’attivazione civica più diffusa... Ci sembra che il profilo della Provincia sia maggiormente rispondente e non chiuda alle numerose, numerosissime attività che gli Enti del terzo settore praticano.

Questo per dare un’illustrazione magari un po’ più diffusa rispetto alla costruzione dell’articolo, articolo che comunque è stato sempre condotto in una forma di rapporto, relazione, confronto, consultazione e stesura con quelle che sono le rappresentanze del terzo settore, quando abbiamo fatto gli incontri sul territorio, quando abbiamo incontrato le rappresentanze, quando abbiamo incontrato anche le singole associazioni.

Grazie.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri in dibattito generale?

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo, quindi, in votazione l’emendamento n. 14, a prima firma Pillati.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora passiamo all’articolo 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 9.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 10.

Sull’articolo 10 insistono due emendamenti: l’emendamento n. 3, a firma Pelloni, e l’emendamento n. 20, a prima firma Cuoghi.

Dibattito generale sull’articolo e sugli emendamenti. Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Composizione del Consiglio. Sulla composizione del Consiglio abbiamo presentato un emendamento per avere una formulazione diversa del Consiglio, proprio per cercare di tener conto della massima pluralità, della presenza che poi è la fotografia, sarebbe la fotografia di una ricchezza che abbiamo sul nostro territorio. La composizione del Consiglio, così come in parte modificata, perché è vero che è stato accolto un emendamento nostro al comma quinto, quindi non solo la Presidenza della Commissione competente, ma l’Ufficio di Presidenza, quindi avremmo anche un membro della minoranza come componente.

Però, riteniamo altresì che per riuscire a dar voce a coloro che non sono al primo posto, bisognava trovare una formulazione diversa. Noi una proposta l’abbiamo presentata, sappiamo che non c’è convergenza sulla modifica; c’è stato confronto, ma ovviamente c’è una differenza di vedute che ci vede distanti.

Faccio già la dichiarazione di voto, a favore dell’emendamento n. 3, a favore dell’emendamento n.  20, ma probabilmente, visto che non verranno accolti, contrari all’articolo 10.

Nel caso in cui vengano accolti, invece, potremmo cambiare orientamento di voto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Come abbiamo detto dall’inizio, lo abbiamo detto ieri in discussione generale e lo proponiamo nuovamente come emendamento a questo articolo, questo articolo va ad identificare il Consiglio regionale del terzo settore, ma che viene nominato interamente dall’organizzazione maggiormente rappresentativa, che abbiamo visto non essere maggioritaria, abbiamo visto non rappresentare l’intero terzo settore, l’intera Assemblea.

Ora, sono state provate varie forme. Per noi, la cosa migliore sarebbe stata un’elezione diretta da parte dell’Assemblea dei membri del Consiglio regionale del terzo settore. Crediamo che una soluzione, come quella presentata anche dal consigliere Pelloni, quindi una soluzione mista, dove alcuni consiglieri vengono nominati da questa organizzazione e altri sono eletti, possa essere una buona soluzione, e pertanto voteremo a favore dell’emendamento del consigliere Pelloni.

Proponiamo anche che, se le nomine devono essere fatte, perché si sceglie di farle fare all’organizzazione maggiormente rappresentativa, in modo che questa possa anche tenere conto dei diversi ambiti di attività e anche dei diversi ambiti territoriali, quindi di altri fattori, però che tenga conto anche delle indicazioni dell’Assemblea, che andremo a definire con l’articolo 13.

Crediamo che questo sia veramente il minimo comune denominatore democratico che si possa richiedere e che sia necessario in una legge di questo tipo, perché se togliamo anche il fatto che l’Assemblea del terzo settore possa dare indicazioni su chi sono i membri del Consiglio regionale, significa proprio che non ci interessa andare ad ascoltare l’Assemblea del terzo settore, non ci interessa che questa possa avere interlocutori con la Regione Emilia-Romagna, non ci interessa che possa avere rappresentanti.

Crediamo che questo sia veramente un punto su cui noi come Fratelli d’Italia certamente non vogliamo soprassedere e l’abbiamo detto, fino alla fine cercheremo di modificarlo, pertanto proponiamo questo emendamento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Consigliera Maletti, prego.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Grazie anche ai consiglieri Pelloni e Cuoghi, con i quali ci siamo confrontati diverse volte proprio su questo articolo e sulla partecipazione da parte dei rappresentanti degli Enti del terzo settore.

Proprio perché crediamo nella possibilità che loro possano decidere autonomamente i loro rappresentanti, il tema sul quale non eravamo e non siamo d’accordo è il fatto “dall’associazione degli Enti del terzo settore più rappresentativa in Emilia-Romagna”. Non sono gli Enti più grandi che nominano automaticamente i loro rappresentanti all’interno di questo organismo, ma dopo il comma b) del punto 3 che cosa dice? I componenti sono scelti secondo modalità tali da garantire l’equa rappresentanza territoriale delle diverse tipologie di enti del terzo settore. Questo che cosa vuol dire? Che, all’interno di tutta la base associativa emiliano-romagnola, al proprio interno gli enti decidono i loro rappresentanti rispetto a un tema di interlocuzione nei confronti della parte pubblica, cioè della Giunta e dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.

Per questo noi, proprio per l’ennesima volta, su questo ci troviamo su posizioni diverse, ma perché entrambi vogliamo che questa rappresentanza di autonomia anche del terzo settore sia la più plurale e la più vera. Per noi deve essere questo organismo che, come abbiamo detto più volte, non abbiamo scritto quello che in questo momento è il Forum regionale del terzo settore, proprio perché, come a livello provinciale le varie associazioni, le varie cooperative, cioè i soggetti iscritti al terzo settore, possono decidere autonomamente qual è il contenitore dal quale loro si fanno rappresentare, anche a livello regionale è così.

Noi voteremo contro le due proposte di emendamento proprio per questo motivo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Maletti.

Altri?

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 3, a firma Pelloni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 20, a prima firma Cuoghi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ora mettiamo in votazione l’articolo 10.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 11.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 11.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 12.

Dibattito generale. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

L’articolo 12 rappresenta una delle novità più rilevanti, credo, di questa legge, ovvero trasforma l’attuale Osservatorio, che è in essere, in uno strumento effettivo di supporto e analisi dei dati del terzo settore. Ho detto parole magiche, ieri. Ho detto ‒ diciamo così ‒ anche buoni sentimenti, se vogliamo. Però quello che a noi importa, come Regione, e credo a tutta la Pubblica amministrazione, è capire, in termini di consistenza, in termini di pratica, in termini di trasparenza, che cosa fa il terzo settore sul nostro territorio, come è configurato. I dati dell’ISTAT, che spesso e volentieri richiamiamo, ci danno un quadro complessivo rispetto a quella che è la consistenza del no profit in Emilia-Romagna, ma sono dati molto sporchi, nel senso che ci dicono quanti sono i soggetti, che forma hanno i soggetti e quanti sono i dipendenti, quali attività fanno. Questi sono gli elementi.

È chiaro che a noi interessa anche conoscere qual è l’economia che questi soggetti sviluppano, quali sono le attività che praticano, quanto sono presenti sui singoli territori, nelle varie comunità. Abbiamo bisogno di dare una lettura più appropriata di questo, per far sì che le nostre politiche siano maggiormente aderenti a quelle che sono le necessità delle comunità, alla fine, le necessità dei volontari; andare incontro a quei princìpi, richiamati più volte, di semplificazione, di supporto, di valorizzazione di questo mondo, che dice di ricevere delle pacche sulle spalle e che, magari, vorrebbe anche della concretezza. Noi sappiamo bene che la Pubblica amministrazione si muove sulla concretezza nel momento in cui legge con dovizia i fenomeni.

L’istituzione dell’Osservatorio, in questo senso, sia del terzo settore che dell’Amministrazione condivisa, consentirà al Consiglio regionale di avere una lettura appropriata di quelle che sono le sue articolazioni territoriali, di conferire anche all’Assemblea legislativa, oltre che alla Giunta, ovviamente, una serie di informazioni che servono ad aggiornare più compiutamente quelle che sono le politiche pubbliche, quindi dare maggiore riscontro proprio a coloro che, incontrati sui territori, ci hanno chiesto maggiore attenzione, maggiore coinvolgimento, maggiore possibilità. Se non conosciamo le cose, non sappiamo né leggerle né interpretarle.

Non solo. L’Osservatorio del terzo settore è anche questo, è frutto di un confronto che è continuato dall’atto del deposito della legge fino alla Commissione che ha licenziato il testo che ritroviamo qui in aula. Arriva ad avere una configurazione più puntuale. Non è solo ed esclusivamente un soggetto, un organismo della Regione, ma viene popolato, in primo luogo, non solo dall’Ente Regione, ma anche dall’ANCI, quindi dall’associazione dei Comuni. Conseguentemente, avere all’interno di quel luogo una capacità di lettura delle amministrazioni locali, che sono le principali che operano in forma di rapporto con gli enti di terzo settore è assolutamente importante.

Così come, gli stessi enti di terzo settore che si trovano all’interno dell’Osservatorio, perché spesso e volentieri per leggere i fenomeni noi abbiamo bisogno dell’esperienza diretta delle figure che praticano, e abbiamo bisogno di stimolazioni e suggerimenti da loro stessi, proprio a dire che il livello di coinvolgimento e di partecipazione non è assolutamente ristretto o restringibile, ma anzi, trova dei meccanismi di allargamento ulteriore, che però intendono avere un’efficacia e non solo esclusivamente una partecipazione di facciata, un assemblearismo generale che spesso e volentieri rischia di non decidere effettivamente le questioni che li riguardano.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri in dibattito generale?

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 12.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 13.

Insistono due emendamenti: l’emendamento n. 12, a firma della consigliera Castaldini, e l’emendamento n. 15, a prima firma Pillati.

Dibattito generale congiunto su articolo ed emendamenti.

Dichiarazioni di voto. Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Sarò brevissimo. Avremmo preferito anche l’accoglimento dell’emendamento Castaldini, che insisteva su questo articolo. Ma rileviamo quella richiesta, che avevamo fatto a più riprese, di continuare a essere coinvolti come Commissione, Assemblea. Adesso qua lo abbiamo declinato con l’emendamento 13, con un’informativa della Giunta in Commissione, quindi voteremo favorevole agli emendamenti e ci asterremo sull’articolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Maletti, prego.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Come ha detto il consigliere Pelloni, ci siamo confrontati sull’emendamento 12 proposto dalla consigliera Castaldini, anche in Commissione, per cui noi ribadiamo, sul tema della sede dei soggetti del terzo settore, la sede nella Regione Emilia-Romagna. Anche perché sappiamo che anche soggetti che hanno la sede in altre Regioni possono comunque prevedere delle articolazioni anche nella Regione Emilia-Romagna con una propria operatività, ma per poter interloquire e intervenire nelle politiche della Regione occorre anche un certo tipo di radicamento e non solo magari prestare tutto un insieme di attività all’interno della Regione,

Come ha detto il consigliere Pelloni, anche rispetto all’emendamento 13, proprio per dare maggiore conoscenza anche ai componenti della Commissione competente, che è la IV, abbiamo escluso anche dal confronto che abbiamo fatto con le minoranze un tema di clausola valutativa annuale, ma anche con i dati che derivano dall’Assemblea annuale e da tutto il lavoro che farà l’Osservatorio di analisi, ma anche di stato di salute degli Enti del terzo settore, su quello e viene prevista annualmente una comunicazione in Commissione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Maletti.

Altri?

Mettiamo in votazione gli emendamenti.

Partiamo dall’emendamento n. 12, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 15, a prima firma Pillati.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 13.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 14.

Dibattito generale. Consigliere Amico, prego.

AMICO: Grazie, presidente.

Uno degli elementi, come dicevamo, è che questa non è una legge manifesto, entra direttamente nelle questioni anche operative, e qui tocchiamo degli elementi che hanno a che fare con il rapporto tra gli Enti pubblici e gli Enti di terzo settore in una chiave di diritto amministrativo.

Noi siamo sempre stati abituati a pensare che il mercato la faccia da padrone, che il mercato sia lo strumento regolatore dell’economia e del convivere civile, però sappiamo bene che i nostri volontari, le nostre volontarie, i nostri cooperatori e le cooperatrici, gli Enti di terzo settore, quelle che una volta erano le ONLUS, tutte quante le persone coinvolte, i 500.000 volontari che diceva il collega Caliandro ieri nella discussione generale sono tutti soggetti che non intendono stare dentro una logica di mercato. Non intendono praticare la competizione tra di loro per prevalere l’uno sull’altro, ma intendono collaborare costruire, co-progettare, co-costruire le risposte a quei bisogni e desideri.

Il codice del terzo settore ne individua nell’articolo 56 e 57. C’è un decreto ministeriale, il n. 72 del 31 marzo 2021. C’è l’articolo 14 e successivi della legge regionale. Ci sono, quindi, una serie di indicazioni più precise per rendere quelle parole magiche di co-programmazione e co-progettazione quali elementi esigibili da parte degli enti di terzo settore. È chiaro che, anche rispetto alla discussione che abbiamo fatto ieri, il pallino sta nel pubblico. Non esiste co-progettazione e co-programmazione se l’ente pubblico non avvia il procedimento, però qui noi ribadiamo che quel procedimento può essere avviato anche su richiesta da parte degli enti di terzo settore. Poi, l’amministrazione pubblica deciderà se procedere o meno, però può essere un impulso dato anche dagli enti di terzo settore.

Definisce all’interno di questo articolo, corposo, articolato, complesso, su cui siamo stati a lungo a dibattere con le rappresentanza e con gli uffici legislativi perché ha un cuore amministrativo molto forte, il presupposto di ciò che poi dopo verrà declinato nella co-programmazione, nella co-progettazione, nel convenzionamento, ed è la base di certezza più chiara e più prossima, rispetto a leggi nazionali o decreti ministeriali che a volte le stesse amministrazioni pubbliche non sanno leggere o non hanno magari avuto lo strumento di aggiornamento adeguato, per avvicinare queste modalità allo stesso territorio; per far sì che quelli che sono dei principi sani e positivi presenti all’interno della riforma nazionale, che si sono un po’ diluiti nel corso degli anni di approvazione dei vari decreti e che ancora oggi sono evocati e poco praticati, inizino a diventare effettivamente concreti.

Ancora una volta, questa legge è una tappa, che ci porterà a dei percorsi ulteriori nel prossimo futuro e che, oltre a essere una petizione di principio per quanto riguarda le finalità, arriva a toccare effettivamente le cose concrete che gli stessi enti del terzo settore, gli stessi volontari e volontarie, cooperatori e cooperatrici ci chiedono; perché, nel momento stesso in cui noi abbiamo a che fare con dei servizi, che siano culturali o che siano sociosanitari, non sono dei servizi alla stregua della costruzione di un parcheggio o dell’asfaltatura di un tratto di strada. Sono delle cose che toccano la carne viva delle persone, sia nei confronti dei beneficiari sia nei confronti dei lavoratori sia nei confronti di quello che è il benessere complessivo della comunità.

Uscire dalla logica di mercato per introdurre elementi come questi credo sia la svolta paradigmatica che la legge nazionale pone e che noi cerchiamo di interpretare al meglio. È un tratto comune anche a altre due leggi che, per esempio in Toscana e in Umbria, sono state approvate, che rientra anche nella legislazione regionale, che accompagnerà gli Enti locali e le Amministrazioni pubbliche nel loro complesso a dotarsi della strumentazione adeguata, che pone ‒ lo vedremo dopo ‒ anche la necessità di istituire delle linee guida per dare strumenti operativi e, magari, anche una specie di kit di pronto soccorso per l’Amministrazione condivisa, che permetterà agli Enti di terzo settore e alle Amministrazioni pubbliche effettivamente di metterle in pratica.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Faccio un attimo un passo indietro rispetto all’intervento del collega Amico, che è già entrato nel merito, nello specifico. Io ci tenevo, in apertura di questo Titolo III, a fare alcune considerazioni che non ho fatto ieri, in apertura di questo Titolo III, che va a normare ‒ come si diceva poco fa ‒ quelli che sono i rapporti degli Enti pubblici con il terzo settore, con gli Enti del terzo settore, nell’ambito di quella che è anche l’Amministrazione condivisa e va a mettere nero su bianco quelli che saranno i rapporti di reciproca collaborazione. Andremo a parlare di co-programmazione, co-progettazione, delle convenzioni, per poi entrare nel merito degli strumenti e dei beni a disposizione.

Ci tenevo, però, a fare una sottolineatura, oltre, naturalmente, a ringraziare la relatrice, la consigliera Maletti, e il primo firmatario della legge, il consigliere Amico, per il lavoro che hanno fatto in questi mesi, ringraziare tutti i colleghi, a partire da coloro che hanno presentato degli emendamenti per rafforzare e irrobustire ulteriormente il testo che avevamo depositato e che anch’io avevo sottoscritto, la presidente della Commissione Soncini e, non da ultimo, l’assessore Taruffi.

La sottolineatura riguarda una parola che mi piace aggiungere, sottolineare, insieme a tante altre che sono state messe in evidenza in questi mesi di lavoro. Si è parlato giustamente tanto questa mattina anche di diritti. Questa norma va a definire, cercando di aiutare, accompagnare gli enti del terzo settore, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale in quelli che sono i loro diritti, cercando anche di semplificarli dopo la norma nazionale che, come si è detto più volte è rimasta un’incompiuta. Si è sottolineato questa mattina il tema dei desideri nella storia in cui anche sono nate negli anni Settanta e negli anni Ottanta tante delle associazioni che poi hanno aiutato la pubblica amministrazione a dare risposte, laddove il pubblico da solo non ci arrivava per dare risposta anche ai desideri.

La terza parola che mi piace sottolineare e che vorrei tenere insieme alle prime due, come fa la nostra Costituzione a partire dall’articolo 2 è quella dei doveri. Se noi oggi ci occupiamo di terzo settore, infatti, è perché ci sono delle persone (migliaia, centinaia di migliaia, anche in questa Regione) che quotidianamente non si fermano a reclamare quelli che sono i loro giusti diritti, ma ogni giorno sono in campo per mettere a disposizione delle nostre comunità, della nostra società, dei nostri territori, delle persone più fragili, di chi ha più bisogno, una generosità, una gratuità, del tempo, delle risorse spesso personali, per assolvere a un dovere di cittadinanza che va spesso oltre il dovuto.

Penso che anche con questa norma, anche con questa legge che va a riordinare il terzo settore, per cui davvero nuovamente non in maniera formale ringrazio i colleghi che ci hanno lavorato con tanto impegno, negli ultimi mesi, noi andiamo a riconoscere questo impegno, questo lavoro, questa generosità, a mettere nero su bianco che la Regione è affianco delle persone, dei cittadini attivi che mettono a disposizione tempo, energia, competenze, tanta passione, tanta generosità, tenendo insieme i diritti e i doveri.

Per questo, ancora una volta, tenevo anch’io, anche qui in aula, a ringraziarli. Questa norma è lo strumento che mettiamo a loro disposizione, cercando di accompagnare e semplificare nel quotidiano il lavoro che fanno al servizio degli altri.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.

Altri in dibattito generale?

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 14.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 15.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 15.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 16.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 16.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 17.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 17.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 18.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 18.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 19.

Dibattito generale. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Ora che siamo all’ultimo articolo legato ai princìpi di co-programmazione e co-progettazione, io volevo approfittare in questo senso per ringraziare l’Ufficio legislativo dell’Assemblea legislativa, così come l’ufficio legislativo della Giunta, che ci ha supportato in questa materia molto complicata, a partire dal dottor Cavatorti, dalla dottoressa Pulvino, dal dottor Rossi, dal dottor Baldazzi e dal dottor Bertacchini, che hanno con me e la relatrice Maletti affrontato a volte dei “corpo a corpo” molto impegnativi, diciamo così, dal punto di vista della stesura del testo, che però è arrivato a essere ordinato e corretto, così come l’essenziale supporto della struttura diretta dal dottor Ricciardelli e quindi la dottoressa Cantoni, le dottoresse De Sarro e Corbetta.

Sono articoli complicati, che hanno visto un’interazione molto forte con gli uffici legislativi, che vogliamo ringraziare e voglio ringraziare qui oggi, così come non si sarebbero potuti anche redigere in questa forma senza l’apporto fattivo e proattivo dell’avvocato Gallo per conto di ANCI, che, appunto, nella materia amministrativa è particolarmente versato. Ringrazio anche lui. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri?

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 19.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 20.

Sull’articolo 20 insiste l’emendamento n. 16 a firma Maletti, Bondavalli e Amico.

Dibattito generale congiunto.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 16.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 20.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 21.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 21.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 22.

Dibattito generale. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Abbiamo parlato diverse volte di semplificazione. Abbiamo detto che avevamo un perimetro piuttosto circoscritto per quanto riguarda le competenze della Regione, però l’abbiamo cercato di utilizzare tutto fino in fondo. Per quanto riguarda per esempio, l’articolo 22, l’articolo 23, così come, successivamente, l’articolo 28 e l’articolo 27... Questi sono articoli che vanno nell’ottica della facilitazione, del supporto, che risponde a quel grido d’aiuto che abbiamo tutti quanti sentito, che da tutte le forze presenti in aula è stato raccolto, rispetto alla necessità di semplificare, sburocratizzare, trovare dei meccanismi, dare un quadro certo agli Enti di terzo settore su quelli che possono essere alcuni dei benefici che l’iscrizione al Registro unico determina. Dare un quadro certo, da Piacenza a Rimini, spesso e volentieri, rispetto agli usi, la concessione in comodato di beni mobili e immobili, la concessione e l’impiego di beni culturali pubblici non statali, così come per quanto riguarda la materia urbanistica. Dopo immagino che anche i colleghi torneranno più nello specifico agli articoli in questione.

Questo è un altro elemento che ci fa dire come questa legge possa essere utile; sciogliere una serie di dubbi, nodi che spesso e volentieri le stesse Amministrazioni locali non riescono a leggere o a interpretare, perché la ricostruzione delle fonti legislative non è disponibile, alla portata di mano. In questo modo noi avviciniamo, chiariamo, semplifichiamo, facilitiamo su una serie di condizioni che riguardano la vita stretta delle associazioni di terzo settore, degli Enti di terzo settore, che spesso e volentieri sono in cerca di sede, che la vanno a chiedere alle ASL, ai Comuni. A volte le Amministrazioni pubbliche dicono “fanno parte del nostro patrimonio”, “la dobbiamo mettere in affitto perché non abbiamo la legittimità di poterlo fare”. Diamo un quadro di facilitazione complessiva su queste materie, che sembrano essere molto tecniche, molto specifiche, ma che, invece, impattano decisamente sulla vita degli Enti di terzo settore.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri?

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 22.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 23.

Sull’articolo 23 insistono due emendamenti: l’emendamento n. 4, a firma Pelloni e Catellani, e l’emendamento n. 21, a prima firma Cuoghi.

Dibattito generale congiunto. Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

All’articolo 23 abbiamo presentato un emendamento che di fatto lo riscrive completamente, quindi è un vero nuovo testo dell’articolo 23.

Vado per sommi capi, come abbiamo presentato nell’illustrazione dell’emendamento, quindi non starò a rileggerlo. L’emendamento è teso a ricondurre la norma in oggetto entro i crismi stabiliti dal decreto legislativo 117 del 2017. In particolare, sono espunti dal comma 1 i riferimenti al canone agevolato (ora normati dal comma 3). Viene poi esplicitato al comma 2 che gli interventi di recupero, restauro e ristrutturazione dei beni medesimi sono posti a carico del concessionario; viene integrato il comma 3 (questo è forse l’elemento più significativo di questo emendamento) contenente la previsione di espungere dal canone d’affitto le spese sostenute dal concessionario per gli interventi indicati nel comma 2, entro il limite massimo del canone stesso, ovviamente.

Il bene in concessione, quindi, è un ulteriore favore, credo, per quegli enti che prendono in gestione un bene pubblico, che qualora fanno investimenti o altro, possano trovare maggior riconoscimento anche economico.

Grazie. Faccio quindi anche già la dichiarazione di voto; per l’emendamento 4 a favore, per l’articolo dei colleghi di Fratelli d’Italia (emendamento 21), favorevoli. In caso di non accoglimento degli emendamenti, contrari all’articolo 23. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Molto brevemente, questo emendamento era stato presentato in Commissione, era stato chiesto il ritiro per verificare se poteva essere accolto o meno, pertanto viene riproposto adesso all’Assemblea.

Di fatto va solamente ad aggiungere all’elenco di attività che gli enti del terzo settore devono svolgere per poter usufruire di queste concessioni, quelle di cui alla lettera d) dell’articolo 5, comma 1, del decreto legislativo n. 117 del 2017, ovvero, le attività di educazione, istruzione e formazione professionale, nonché le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa.

Anche per noi gli emendamenti proposti su questo articolo sono accoglibili, pertanto esprimeremo voto favorevole, mentre se non verranno accolti, esprimeremo voto contrario all’intero articolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in dichiarazioni di voto, mettiamo in votazione gli emendamenti.

Partiamo dall’emendamento n. 4, a prima firma Pelloni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 21, a prima firma Cuoghi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 23.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 24.

Sull’articolo 24 insistono cinque emendamenti. Il primo emendamento è l’emendamento n. 5, a firma del consigliere Pelloni. L’emendamento n. 6, a firma del consigliere Pelloni, che è uguale all’emendamento n. 13, è a firma della consigliera Castaldini. Abbiamo poi l’emendamento n. 17, a prima firma della consigliera Pillati, e l’emendamento n. 7, a firma sempre del consigliere Pelloni.

Dibattito generale sull’articolo e gli emendamenti. Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Su questo articolo anche in Commissione ci sono stati diversi emendamenti, quindi è un articolo abbastanza importante.

Intanto citiamo il titolo, visto che si parla di contributi, dove allochiamo le risorse e dove destiniamo i soldi credo che sia politico, forse anche per quello che c’è stato.

Questo articolo è stato oggetto di particolari attenzioni e proposte migliorative rispetto alla stesura originaria. Il primo emendamento che insiste su questo articolo, il n. 5, visto che nell’articolo 2 tra le finalità (è stato anche quello oggetto di emendamenti e di proposte migliorative) soprattutto il testo originario ha voluto insistere nel richiamare alcune norme, ci è sembrato doveroso, a nostro avviso... Richiamare quelle norme poi vuole dire nella sua interezza, nella sua completezza, magari con alcune sottolineature.

Quindi, richiamando la legge n. 6 o la legge n. 15, la legge n. 6 del 2014 o la legge n. 15 del 2019, abbiamo voluto fare una sottolineatura. L’emendamento prevede: per finalità stabilite dalla presente legge, quindi all’articolo 24, comma secondo, sono integrate le parole “fermo restando il dettato dell’articolo 13, comma 2-bis della legge regionale n. 6 del 2014, modificato dalla legge n. 15”.

È famoso. Dobbiamo citarlo. Letto in questo modo magari, ecco, potrebbe risultare di non facile lettura. Diciamo che cosa riguarda. Riguarda il tema della maternità surrogata, quindi già nell’impianto legislativo di questa Regione c’è il tema della maternità surrogata. Si è trattato, quindi, a nostro avviso, non possono essere beneficiari di contributi coloro che propagandano un tema che a nostro avviso è come una nuova schiavitù, una nuova forma di schiavitù.

L’articolo 6, questo in maniera proprio unanime, col combinato disposto dell’articolo 7 e dell’articolo 10, rimane sempre lo stesso, la stessa distanza. Secondo noi, secondo tutti i Gruppi di minoranza, la lettera a) doveva essere soppressa del comma secondo, proprio perché gli unici beneficiari di contributi per l’organizzazione di rete non possono essere solo quelli, appunto, come si è detto prima, maggiormente rappresentativi, ma una maggiore pluralità nella concessione di contributi. Quindi, secondo noi deve rimanere la soppressione in maniera tale che non si restringa ulteriormente il campo di chi è beneficiario di contributi.

L’emendamento 7, invece, insiste sul comma 3. Si chiede di integrare le parole nel comma 3 “previa l’assunzione di parere da parte della Commissione assembleare”. Quindi, ovviamente, quando si parla di contributi, che l’Assemblea potesse esprimere, l’Assemblea o la Commissione, quei criteri per la concessione di contributi ci sembrava un passaggio doveroso da fare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale congiunto? Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Chiedo di procedere con il voto elettronico sugli emendamenti e sull’articolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Rispetto all’articolo 24 vorrei sottolineare alcuni aspetti. Il primo è che abbiamo detto, riconosciuto e ragionato nel corso del dibattito di come il pluralismo degli Enti di terzo settore debba essere sostenuto, come gli elementi di sistema ‒ ci siamo soffermati sui precedenti articoli, quindi i centri di servizio del volontariato, le reti associative ‒ debbano essere un elemento da sostenere e promuovere per dare corpo all’azione complessiva degli Enti di terzo settore.

Questo articolo, che definisce i contributi, non fa altro che andare verso la richiesta, più volte espressa da parte di questi stessi Enti, di trovare dei meccanismi attraverso i quali la Regione li possa sostenere. Già oggi lo fa, con due leggi che noi, attraverso questa legge, andremo ad abrogare. Penso alla legge n. 12/2005, così come alla legge n. 34. E che attraverso questo articolo trasportiamo, visto che l’opposizione ha chiesto anche conto di quali sono le risorse economico-finanziarie che questa legge porta con sé... L’elemento dei contributi, ovviamente, ha a che fare con queste risorse economico-finanziarie, fortemente richieste dagli Enti di terzo settore, proprio nel sostegno dei sistemi: centri di servizio del volontariato, reti associative di livello regionale, organismi unitari di rappresentanza a livello provinciale. Questo è uno degli elementi non solo distintivi, ma concreti di questa legge, che punta a dare strumenti di consolidamento del terzo settore sul livello regionale.

Non comprendiamo, quindi, la volontà della minoranza di eliminare la lettera a) del comma 2 dell’articolo 24, quindi eliminare qualsiasi forma di supporto all’Ente maggiormente rappresentativo, che ha una funzione proprio anche pratica nel confronto con la Regione. Quindi, non comprendiamo la necessità, e conseguentemente, su quei due emendamenti identici, cioè l’emendamento 6 e l’emendamento 13 non voteremo a favore, anzi, voteremo contrari.

Così come non capiamo questa modalità surrogata, di introdurre un elemento che nulla ha a che fare con l’elemento dei contributi dentro questo articolo. Fatto salvo il richiamo del consigliere Pelloni, quel “fatto salvo” in riferimento a quell’articolo di legge che esiste, nel momento in cui non la richiamiamo all’interno delle finalità, quella legge non viene modificata, quindi quella legge ha a che fare con l’erogazione dei contributi, e conseguentemente, così come già sancito nella legge 15 del 2019, quell’elemento non è oggetto del contendere all’interno dell’erogazione dei contributi, in questa legge, e complessivamente all’interno degli elementi di sostegno che la Regione mette a disposizione dei soggetti associativi.

Mi sembra che questa modalità sia far entrare dalla finestra ciò che non si riesce a far stare nella porta: significa provare a politicizzare un dibattito su una legge che ha tutt’altro fine, tutt’altr’altro orientamento, significa stare su una quotidianità e un dibattito pubblico strumentale che non fa sicuramente bene alla discussione di oggi. Quindi, quel “fatto salvo” è implicito già nell’esistenza della legge 15 del 2019, quindi non ravvediamo la necessità di riproposizione all’interno di questo contesto e non ne ravvediamo la necessità, proprio per la ragione anche espressa prima, della finalità dell’articolo 24, quali sono i soggetti.

La nostra è una contrarietà assoluta a non dare strumenti agli organismi di rappresentanza unitaria a livello regionale, perché significa sostanzialmente invalidare non tanto la costituzione del Consiglio regionale del terzo settore, ma invalidare qualsiasi tipo e possibilità di confronto costruttivo e positivo con le rappresentanze del terzo settore su una miriade di atti che la Regione stessa e gli enti locali promulgano a favore degli stessi.

Se richiamiamo allora la partecipazione nella condivisione delle scelte politiche e nelle scelte pubbliche, noi abbiamo bisogno di avere un soggetto con cui si può rappresentare: abbiamo il Consiglio delle Autonomie locali, abbiamo tanti soggetti istituiti presso la Regione, e credo che avere un supporto a questo tipo di soggetto sia interesse primario della Regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliera Rontini, prego,

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Velocemente, solo per supportare quello che diceva il consigliere Amico. Insieme ad alcuni colleghi sono stata firmataria, nella scorsa legislatura, di quel comma che poi è stato inserito nella legge n. 6 del 2014, che ha citato il consigliere Pelloni, che riprende il consigliere Pelloni nel suo emendamento e che già allora ha specificato, nero su bianco, che “la Regione non concede contributi ad associazioni, anche se regolarmente iscritte nei registri previsti dalla normativa vigente, che nello svolgimento delle proprie attività realizzano, organizzano, pubblicizzano la surrogazione di maternità”.

Questo l’abbiamo messo nero su bianco nella scorsa legislatura e concordo con quanto diceva il consigliere Amico, che oggi non ci sia bisogno di sporcare questo dibattito, cercando di strumentalizzare una discussione di attualità, perché quella che è la volontà chiara della Regione l’abbiamo già approvata con il largo consenso di quest’aula.

Noi oggi ci stiamo occupando di una norma che, come dicevo anche prima, cerca di mettere nero su bianco degli strumenti per affiancare tutti gli Enti di terzo settore, affiancarli nel loro lavoro quotidiano che fanno servizio delle nostre comunità, ringraziandoli perché quotidianamente vanno ben oltre il loro senso del dovere, far sì che alcuni diritti siano anche per loro esigibili nel quotidiano. Penso a quelli legati alle complicazioni dovute alla burocrazia e alla mancanza di semplificazioni che soffre questo Paese.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Per sostenere quello che già veniva detto in precedenza: quello sulla gestazione per altri è un dibattito che, rispetto a questo testo di legge, non c’entra assolutamente niente, diciamo che un po’ mi dispiace che il tema venga posto dal collega Pelloni, con cui, rispetto a un atteggiamento più generale, su questo progetto di legge penso che si sia trovato anche il modo di lavorare e collaborare con buonsenso. Penso che questa sia un po’ una caduta di stile, se vogliamo.

All’epoca dell’approvazione della legge, siccome io c’ero, mi ricordo un dibattito molto approfondito su questo tema, che richiederebbe davvero un altro spazio e un altro modo e davvero un altro luogo, se lo vogliamo affrontare con serietà.

Andarlo a inserire in maniera un po’ surrettizia all’interno di un progetto di legge che parla di tutt’altro, credo che forse svilisca anche un po’ il nostro ruolo di legislatori. Ribadisco, quella fu una discussione anche complicata, che facemmo all’epoca con posizioni diverse. È vero che il tema oggi è tornato all’ordine del giorno. Io ho presentato un question time proprio ieri, dove la Regione comunque sosterrà i sindaci che, per esempio, visto che il dibattito è assolutamente attuale, continueranno a iscrivere i figli di coppie omo-genitoriali all’anagrafe. Però io non vorrei neanche dilungarmi tanto su questo tema, perché davvero non c’entra assolutamente niente.

Mi spiace che dobbiamo in qualche modo soffermarci ancora una volta rispetto alla discussione che abbiamo fatto ampiamente e che, se vogliamo, dal mio punto di vista, io non ho preclusioni, potremmo fare, ma non in quest’aula oggi e non su questo progetto di legge che ha tutt’altre finalità.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dibattito generale? Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Mi rimangono cinque minuti. Guardate, è stato anche detto, l’approccio a questa legge è stato il più propositivo e positivo possibile e anche nella presentazione di questo emendamento non c’è una volontà di politicizzare, inserire surrettiziamente, non so, e altre cose che sono state dette. Semplicemente, se leggiamo a modo l’articolo 24, in combinato disposto con l’articolo 2, sappiamo che c’è stata una distanza, la famosa lettera l).

Tra le finalità dell’articolo 2, io non avrei richiamato la legge n. 15 del 2019, che è estremamente divisiva. Quindi non l’avrei inserita tra le finalità di questa legge, proprio perché sappiamo la legge n. 15 del 2019. Io non ero presente al momento della votazione. Sappiamo i tanti emendamenti, chi la sosteneva, chi sosteneva con forza la promozione di questa legge, chi magari era contrario perché, appunto, molto divisiva dal punto di vista dell’impostazione, dell’ideologia.

Andarlo a richiamare in questa legge, a mio avviso, era inopportuno e sono stati presentati emendamenti proprio per dire che tra le finalità noi cerchiamo di portare avanti tutto l’impianto normativo di questa Regione, compreso lo Statuto della Regione e quant’altro.

Andare a citare una legge estremamente divisiva forse sì che allora era andare un po’ a inquinare o a sporcare un dibattito estremamente positivo.

Quindi, leggendolo in combinato disposto che, ripeto, ci ha provato distanti sul tema della rappresentanza, potremmo avere potenzialmente la situazione che minoranze ben organizzate, promotori della legge n. 15 del 2019, perché ben organizzate e quant’altro, come dice l’articolo 24, siano beneficiarie di fondi e contributi in quanto magari capofila dell’associazione del terzo settore più rappresentativa. Questo è il vero tema. Allora, visto che si è richiamata la legge n. 15, cosa che avremmo evitato, ripeto, la legge n. 15 modificò la legge n. 6 del 2014. Ribadiamo il fatto che comunque deve rimanere che non possono essere beneficiari, anche se ben organizzati, capofila, non può essere beneficiario di contributi chi ha sostenuto…

Probabilmente nella platea di chi ha promosso la legge n. 15 del 2019 c’è un numero importante che sostiene, non chiamiamola gestazione per altri, chiamiamola maternità surrogata e quant’altro.

Se volevamo sgombrare il campo da ogni dubbio, c’era la possibilità di farlo e c’è ancora la possibilità di farlo. Capisco la volontà di non approvarlo. In qualche modo rimarrà legge e sarà compito nostro, comunque, vedere come verrà applicata e a chi verrà concesso il contributo, proprio perché, come è già stato detto, è legge, allora è anche nostro compito controllare la destinazione dei contributi e delle risorse.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dibattito generale? Io non ho altri in dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione prima gli emendamenti con dispositivo.

È stata fatta richiesta di voto elettronico.

Dichiaro aperta la votazione per l’emendamento n. 5, a firma Pelloni.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 38

Favorevoli 13

Contrari 25

 

È respinto.

Mettiamo in votazione i due emendamenti, l’emendamento n. 6 a firma Pelloni e l’emendamento n. 13 a firma Castaldini, che sono identici, con dispositivo elettronico.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 39

Favorevoli 15

Contrari 24

 

Sono respinti.

 

Consigliere Marchetti Daniele, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Solo per comunicare che prima ho votato erroneamente, volevo votare favorevolmente all’emendamento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Correggiamo la votazione.

A questo punto, mettiamo in votazione l’emendamento n. 17, a prima firma Pillati.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 38

Favorevoli 24

Astenuti 14

 

È approvato.

 

Ora siamo all’emendamento n. 7, a firma Pelloni.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 39

Favorevoli 17

Contrari 22

 

È respinto.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 24, sempre con dispositivo elettronico.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 40

Favorevoli 25

Contrari 15

 

È approvato.

 

Articolo 25.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Scusi, presidente, avevo chiesto la parola anche prima dell’ultimo voto per rettificare il mio sull’emendamento n. 7.

 

PRESIDENTE (Petitti): Bene, rettifichiamo il voto della consigliera Zappaterra.

Sull’articolo 25 insiste l’emendamento n. 18, a prima firma Pillati.

Dibattito generale congiunto. Io non ho iscritti a parlare in dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 18, a prima firma Pillati.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 25.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 26.

Dibattito generale. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

L’articolo 25 e l’articolo 26 sono un altro elemento che credo sia opportuno sottolineare, in quanto, a differenza delle altre leggi regionali che abbiamo visto approvate in altre sedute assembleari (penso all’Umbria e penso anche alla Toscana), è uno degli strumenti che contraddistingue questa legge con l’istituzione del Fondo regionale per l’innovazione sociale, e, con l’articolo precedente che abbiamo appena approvato, l’applicazione anche qui di una norma che è definita nella riforma nazionale, ma che difficilmente ha trovato praticabilità, ovvero consentire l’accesso ai fondi strutturali comunitari per quanto riguarda gli enti di terzo settore.

Sono elementi, il primo, diciamo così, di legittimità, il secondo di sostanza. Anche qui vorrei tornare su quella che è stata un po’ la discussione che anche dal relatore di minoranza è stata sollevata, cioè quanti soldi ci mettete dentro questa legge, sostanzialmente.

Il Fondo regionale per l’innovazione sociale è il luogo all’interno del quale vanno a finire la maggior parte delle risorse.

L’assessore Taruffi ieri ha anche dato un orizzonte concreto di cifra, parlando di 1,5 milioni di euro e come li vogliamo impiegare. Qui c’è scritto come li vogliamo impiegare, con risorse aggiuntive che vanno ad accompagnare i meccanismi di amministrazione condivisa. Fare amministrazione condivisa è la novità che questa legge sprona le Amministrazioni pubbliche a fare. Fare l’amministrazione condivisa significa avere degli strumenti anche di apprendimento per gli enti di terzo settore e per gli enti locali, per capire come proceduralmente possa essere compiuta.

Ecco che il Fondo sociale europeo ci aiuta a finanziare, per esempio, la formazione congiunta tra enti di terzo settore ed enti locali. Senza quella formazione, senza quel linguaggio comune, senza quella comunione di intenti stabilita all’interno di un confronto paritario e paritetico tra enti di terzo settore e Amministrazione pubblica, l’amministrazione condivisa non si dà, così come non si dà se c’è solamente uno dei due termini, solo se ci sono gli enti di terzo settore o solo se c’è l’amministrazione pubblica.

Questo è il primo punto, formazione per questi e, in secondo luogo, sostanza economica ai processi stessi di co-programmazione, co-progettazione, convenzionamento innanzitutto per quanto riguarda l’ambito sociosanitario, perché è quello sul quale le pratiche di amministrazione condivisa sono già in una qualche maniera abbozzate e praticate nei tavoli dei Piani di zona sui territori, trovano già materie e materiale concreto su cui sono da affinare dei processi, ma, ovviamente, finito il tempo di sperimentazione, accessibili a tutte le attività di interesse generale codificate dall’articolo 5 del Codice di terzo settore.

I beneficiari quali sono? Anche qui è una discussione che è avvenuta nel momento stesso in cui ci siamo confrontati con le rappresentanze, con gli enti di terzo settore. Sono sia gli enti di terzo settore che gli enti locali, perché, di nuovo, la co-programmazione, la co-progettazione e il convenzionamento non si danno se manca uno dei due termini. Non posso fare io pubblica amministrazione una co-progettazione senza il terzo settore, non può fare il terzo settore una co-progettazione senza l’amministrazione pubblica. Questi due termini vanno congiuntamente e sono il segno concreto di quello che abbiamo detto più volte, vale a dire che è nel momento stesso in cui noi abbiamo un pubblico forte che otteniamo un terzo settore forte, un pubblico che sta nei processi non solo di valutazione, ma anche di accompagnamento delle trasformazioni che i progetti possono incontrare nel corso degli anni. Sono fondi che noi mettiamo a disposizione del complesso del sistema della co-programmazione e della co-progettazione e che servono a implementarla.

Quando io ente pubblico oggi affido tramite appalto o tramite bando un’attività o un servizio a un ente di terzo settore ho una dotazione economica spesso e volentieri a cui faccio riferimento. Se faccio partire su questa un procedimento di co-programmazione e co-progettazione, potrò accedere al Fondo dell’innovazione sociale e, quindi, potenziare quel processo, che vedrà più soggetti coinvolti, che vedrà una partecipazione più attiva dei cittadini, che vedrà la necessità di avere maggiori risorse, quel milione e mezzo che l’assessore Taruffi ieri, in chiusura di discussione generale, ha evocato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri in dibattito generale? No.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 26.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 27.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 27.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

Articolo 28.

Su questo articolo insistono due emendamenti. Il primo è l’emendamento n. 8, a firma Pelloni e Catellani, e il secondo è l’emendamento n. 9, sempre a firma Pelloni e Catellani.

Dibattito generale congiunto.

Dichiarazioni di voto. Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Solo per dire che voteremo a favore dei nostri emendamenti, il n. 8 e il n. 9, e che in caso di non accoglimento voteremo contro all’articolo 28.

Devo nuovamente ringraziare – l’ho già fatto ieri – per l’approfondimento che abbiamo avuto anche con gli uffici, il dottor Santangelo, l’assessore Lori sui temi di edilizia e urbanistica. Bene che si è cercato di avere un’attenzione anche su questi temi, quindi, in questa legge. Ci sono all’atto pratico delle situazioni di cui abbiamo parlato col primo firmatario, con la relatrice di maggioranza, anche con gli stessi uffici, su cui abbiamo avuto delle situazioni sul nostro territorio, per la semplificazione, e magari è sfuggito il controllo del territorio, o qualcuno che magari usufruisce di queste norme benevole magari per situazioni che hanno creato disagio.

Abbiamo provato a fare una formulazione con questi emendamenti dell’articolo 28 più coerente, a nostro avviso, con il decreto legislativo n. 117, perché permanevano questi dubbi e queste perplessità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altri in dichiarazioni di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione l’emendamento n. 8 a firma Pelloni e Catellani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 9, sempre a firma Pelloni e Catellani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Mettiamo in votazione l’articolo 28.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 29.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 29.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 30.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 30.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora siamo arrivati all’emendamento n. 19, che propone di inserire un nuovo articolo.

L’emendamento n. 19 è a prima firma Pillati.

Dibattito generale. Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Abbiamo più volte ricordato come la riforma sia un processo lungo e complicato, come, rispetto alla natura sociale che gli Enti di terzo settore assumono, ci sia stata (lo ricorderemo dopo anche con l’ordine del giorno successivo) una serie di dubbi, questioni, incertezze e difficoltà, e come soprattutto la riforma nazionale abbia mutato il quadro.

Questo prima era infatti esclusivamente circoscritto a soggetti riferenti a tre leggi specifiche (penso alla cooperazione sociale, all’associazionismo di promozione sociale, alle organizzazioni di volontariato), mentre la legge nazionale introduce delle nuove fattispecie, come l’impresa sociale, quindi non solo impresa cooperativa, ma un’impresa sociale, introduce gli enti filantropici, introduce e assume all’interno del corpus legislativo la società di mutuo soccorso e istituisce gli Enti di terzo settore generici in forma associativa e anche le fondazioni del terzo settore.

Quando prima dicevamo che l’ambito del confronto dentro il Consiglio di terzo settore con le rappresentanze del terzo settore ha a che fare con una miriade di interventi che la Regione e gli Enti locali mettono a disposizione, pensiamo ovviamente alle leggi tematiche di settore, pensiamo a quelle leggi che hanno come destinatari e beneficiari soggetti che prima si chiamavano solo APS, ODV, ONLUS o cooperative sociali, e che oggi vanno a mutare nome.

La quantità del corpus legislativo regionale è piuttosto corposa, interviene su tanti punti e aspetti, ce ne sono alcuni su cui però abbiamo rilevato una maggiore urgenza di intervenire già in questa sede a modificarle. Qui vorrei ringraziare l’assessore Felicori, così come il dottor Cottafavi, per avere individuato nell’ambito della cultura, che è uno degli aspetti che contraddistingue il terzo settore, uno degli ambiti su cui la riforma nazionale ha avuto e sta avendo il maggior impatto di trasformazione.

Da un lato, noi avevamo un sistema che, per quanto riguarda la partecipazione ai contributi regionali in ambito culturale, prevedeva solo ed esclusivamente una fattispecie, quella delle associazioni di promozione sociale, che a loro volta hanno dei limiti di rapporto con il numero di volontari, il numero dei dipendenti, il numero degli associati, e che, nel corso di questi anni di trasformazione della riforma nazionale, hanno via via sempre di più assunto anche la forma di ente di terzo settore generico. Penso qui alle compagnie teatrali, penso qui a soggetti che hanno scelto la forma associativa, probabilmente impropria, tempo addietro e che oggi possono trovare una fisionomia più appropriate rispetto alla loro modalità operativa. Quindi, nell’ottica di transitare sempre di più dentro il terzo settore, soggetti e associazioni che altrimenti sarebbero escluse dal partecipare a quelle che sono le politiche regionali e anche locali, per esempio culturali, l’emendamento 19, che istituisce l’articolo 30 bis, va a modificare un articolo della legge regionale n. 37 del 1994, che consente quindi di partecipare, per quanto riguarda le attività finanziate da questa legge, che ricordo essere quelle della promozione della cultura, del coinvolgimento della cittadinanza, anche soggetti che nel corso di questo ultimo anno, dall’istituzione effettiva del Registro unico, hanno assunto la fisionomia di enti di terzo settore associativo e che in questo modo riusciamo a legittimare nella partecipazione delle politiche pubbliche e quindi estendiamo, diciamo così, anche a questi i beneficiari.

Non finisce qui, passatemi il termine. Continueremo a essere a lavoro rispetto anche ad altri passaggi normativi che abbisogneranno di un adeguamento e che troveranno nei veicoli da un lato del REFIT e dall’altro del collegato al bilancio, all’assestamento di bilancio, gli strumenti operativi per andare a modificare e quindi accompagnare ancora qui la trasformazione.

Questa legge è una tappa importante e decisiva per accompagnare la trasformazione necessaria sul territorio emiliano-romagnolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri?

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo, quindi, in votazione l’emendamento n. 19, a prima firma Pillati.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 31.

Sull’articolo 31 insiste l’emendamento n. 10, a firma Pelloni e Catellani.

Dibattito generale congiunto. Non ho nessun iscritto in dibattito generale.

Dichiarazione di voto. Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Un dubbio che rimane vorrei condividere con voi. Bene la parte del comma 1, dove si va di fatto a rendere più organico il nostro impianto legislativo, quindi andando a sostituire le vecchie leggi ed evitando la stratificazione delle norme. Con l’emendamento e con il comma 2, andando a modificare degli articoli, e questo lo dovremmo vedere ogni volta che interveniamo a livello legislativo, il dubbio che rimane è quello che per leggere un testo di edilizia dovremmo andare a leggere questa norma, piuttosto che altre. Ecco, questo è quello che voglio dire. Cioè, nella lettura dell’edilizia e dell’urbanistica, che sappiamo quant’è complicata, se ogni volta che interverremo con leggi settoriali andremo a modificare quelle norme ci sarà non più un Testo unico dell’edilizia regionale o dell’urbanistica, ma nella lettura più complessiva.

È più un dubbio di tecnica legislativa che di merito. Anzi, è solo di tecnica legislativa che di merito. Del resto, ogni volta che interveniamo a livello legislativo il nostro compito è anche quello di cercare di semplificare. Quindi, rimarrà, a mio avviso, il tema di raccogliere eventualmente tutti quelli che sono, come in questo caso, dei trattamenti che possono incidere sulle varie norme, in questo caso di edilizia, piuttosto che su altre norme, per rendere più agevole la lettura dei testi, la comprensione e soprattutto l’applicazione di norme, soprattutto quando abbiamo materie di edilizia e urbanistica, già complicate di per sé.

Noi, quindi, voteremo a favore dell’emendamento e ci asterremo sull’articolo 31. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Ci sono altre dichiarazioni di voto? Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Voteremo a favore dell’emendamento n. 10, che è frutto anche del confronto, che ha richiamato il relatore di minoranza, consigliere Pelloni, con gli uffici, con l’assessora Lori e il dottor Santangelo.

Semplicemente una nota rispetto alla leggibilità dei testi. Ogniqualvolta noi andiamo a modificare leggi di rimando, la stessa legge riporta, per esempio, se si consulta il sito di Demetra, le modifiche apportate, quindi ricompone il testo in forma unitaria della legge di cui andiamo ad abrogare l’articolo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Altri? Io non ho altri in dichiarazione di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione l’emendamento n. 10, a firma dei consiglieri Pelloni e Catellani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora siamo all’articolo 31.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’ultimo articolo.

Articolo 32.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 32.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso siamo arrivati agli ordini del giorno. Vi ricordo quali sono. Sono quattro ordini del giorno: il primo ordine del giorno è a firma della consigliera Piccinini; poi c’è un ordine del giorno a firma della consigliera Castaldini; il terzo ordine del giorno è a firma dei consiglieri Amico, Maletti altri; poi, l’ordine del giorno n. 4, a firma dei consiglieri Maletti, Amico e altri.

A questo punto apriamo il dibattito generale sugli ordini del giorno.

Chi si iscrive a parlare? Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Mi scuso se lo faccio oggi, ma mi sembra doveroso. Ieri non ero nella possibilità di farlo, ma come presidente di Commissione sento il dovere di ringraziare sinceramente la consigliera Maletti e il consigliere Amico.

Ringrazio loro per ringraziare anche altri, ma davvero loro si sono preoccupati e impegnati a costruire una legge fondamentale e importante, quindi a generare processi e non ad occupare spazi. Questa penso sia la buona politica, la politica che si misura su princìpi alti, che pensa al bene comune a lungo termine. Quindi, davvero grazie per questo.

Lo dico perché alla base di questa legge ci sono le persone, il terzo settore. Quindi, il sostegno che c’è rispetto al welfare da parte del terzo settore è fondamentale.

Allora mi vengono in mente alcune parole chiave, che vorrei lasciare in chiusura di questo lavoro che ha visto coinvolta ovviamente la Commissione in modo importante. Il tema dell’uguaglianza, ma lo dice l’articolo 3 della Costituzione: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione e l’uguaglianza dei cittadini”.

Allora, io dico che non c’è uguaglianza senza mettersi al fianco delle persone, quindi, quando ti aiuto in un problema concreto (penso ovviamente al mondo del volontariato, il terzo settore è fatto di tre gambe e il mondo del volontariato è sicuramente importante), ti aiuto in un problema concreto e ti trasmetto innanzitutto che tu sei come me. Questo è importante, perché spiega anche perché si fa i volontari.

La seconda parola chiave è il tema della uguale dignità dell’uomo, del riconoscimento della uguale dignità dell’uomo. Non è assolutamente vero che sia sempre riconosciuto, che sia sempre scontato, quindi dire che tutti gli uomini hanno pari dignità, qualunque siano le loro origini, i loro difetti, le loro disabilità, non è scontato, e non è scontato dire che stiamo connessi tutti gli uni con gli altri, anche se questo la pandemia Covid purtroppo ci ha insegnato veramente bene.

Affermare questo attraverso una legge, in un contesto in cui anche il lessico, il parlare comune è importante, non dire “l’altro”, ma dire “l’altro uomo”, questo approccio, anche questo cambiamento nel linguaggio e nella mentalità sono fondamentali. Credo davvero che una legge crei una mentalità, un atteggiamento crei uno sguardo, uno sguardo diverso, nuovo, quindi in questo senso anche grazie per questo.

La terza parola, risorse. Tutte le persone sono delle risorse, non c’è nessuno che possa essere considerato perduto, che possa essere considerato un peso per la società, che possa essere considerato un problema, quindi soprattutto nell’ambito del terzo settore si fa esperienza di quanto sia importante e preziosa la vita di tutte le persone e di quanto tutte le persone siano una risorsa.

L’ultima parola è la parola comunità. I sociologi dicono che c’è una comunità dove ci sono legami forti tra le persone, c’è un senso d’identità, dove le persone si sentono importanti, dove si sentono ascoltate e dove si hanno obiettivi comuni da perseguire.

Credo davvero che sentirsi come vera comunità l’Emilia-Romagna passi anche attraverso la costruzione, il generare processi con una legge che ha questi valori, che contiene questo spirito così importante, anche perché la coesione sociale, come sappiamo, si fonda sul fatto che ci siano davvero istituzioni solide, sane, robuste, ma anche un terzo settore che coglie le trasformazioni sociali e capisce, nel senso più umano del termine, ciò di cui le persone hanno bisogno. Quindi, grazie di cuore davvero alla consigliera Maletti e al consigliere Amico per questa legge di iniziativa consiliare, lo sottolineo, che ha questa portata concreta, che loro hanno nel dettaglio spiegato, ma ha anche, secondo me, questa portata valoriale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Soncini.

Altri in dibattito generale sugli ordini del giorno? Consigliere Amico, prego. 

 

AMICO: Intervengo su due ordini del giorno, il 6087/3 e il 6087/4, e anche per ringraziare ancora una volta il consigliere relatore di minoranza Pelloni, perché, soprattutto per quanto riguarda l’ordine del giorno 4, abbiamo raccolto, diciamo così, un’ampia sottoscrizione e quindi, poi, immagino anche approvazione.

Vorrei soffermarmi, però, principalmente innanzitutto sull’ordine del giorno n. 3, il 6087/3, che nasce da un confronto avuto con le pubbliche assistenze. Nasce dalla necessità di sottolineare, lo abbiamo detto a più riprese, lo ha riportato adesso la presidente Soncini, il valore positivo del volontariato, il valore positivo del volontariato non tanto in chiave sostitutivo delle professionalità, ma in chiave di attivazione civica, di partecipazione, di costruzione dell’identità civica di un territorio, di una comunità, di una partecipazione delle tante e tanti volontari che sono presenti sul nostro territorio, che sono presenti nelle nostre città, nelle frazioni, perché spesso senza di loro non potremmo risolvere una serie di questioni e di problemi.

In particolar modo, è anche un altro modo per dire “grazie” a quel volontariato, che, per esempio, nel corso dei durissimi anni della pandemia, è stato al fianco delle Istituzioni nel consegnare medicinali, nel consegnare pasti, nell’accudire e accompagnare le tante persone che in quei mesi, anche drammatici, dove sentivamo le ambulanze fischiare in maniera ripetuta e continua per i contagi, eccetera, ci hanno effettivamente dato segni e supporto, non solo dal punto di vista strettamente pratico, sicuramente non dal punto di vista di un risparmio economico, perché il volontariato non è risparmio economico, ma è davvero capacità di autorganizzazione, promozione del benessere, del supporto alla comunità.

È per questo motivo che intendiamo accompagnare l’approvazione del progetto di legge con un’enfasi particolare per quanto riguarda i trasporti sanitari, che hanno, sì, bisogno di professionisti, senz’altro medici e infermieri, ma che sappiamo bene essere capaci di coinvolgere ragazzi e ragazze. Molti sono i giovani volontari e volontarie che si affacciano proprio a quel tipo di supporto e servizio e che rappresentano un patrimonio che assolutamente non è da disperdere, da non rendere solo ed esclusivamente professionalizzabile. Uno degli elementi critici della riforma – poi immagino che la relatrice di maggioranza tornerà su questo punto – è quello di spingere verso una professionalizzazione anche delle esperienze volontaristiche attraverso una serie di passaggi di carattere burocratico.

Noi abbiamo bisogno effettivamente di riconoscere, di valorizzare e di promuovere anche attraverso strumentazioni che sono proprie della Regione e conseguentemente, proprio a discendere dalle pratiche di amministrazione condivisa, a discendere dagli articoli 56 e 57 del Codice del terzo settore, a discendere dall’articolo 20 della legge che ci accingiamo ad approvare, crediamo che porre un’enfasi sul volontariato a sostegno dei supporti sanitari, delle pubbliche assistenze, della Croce Rossa, delle Misericordie presenti sul territorio emiliano-romagnolo, che integrano e danno risposte in questo caso a bisogni anche molto stringenti e cogenti dei nostri cittadini, che sono capaci di veicolare le risorse positive del volontariato, ma penso anche a quelle capacità di raccolta fondi, che riescono poi a dotare di ambulanze e mezzi di trasporto per quanto riguarda la disabilità, e che, quindi, nel momento stesso in cui noi andiamo a intrattenere dei rapporti convenzionali con questi soggetti abbiamo la necessità di mettere al centro il tema del volontariato come elemento distintivo in questa chiave, credo che questo ordine del giorno ci aiuti a ribadirlo, a riconoscere e, quindi, a dire ancora una volta grazie ai tanti e tante che si sono spesi nei momenti critici della pandemia, che si spendono quotidianamente anche nella semplice quotidianità di quelle che sono le esigenze e che ci hanno spinto a presentare questo ordine del giorno.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliera Maletti, prego.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Il percorso che il consigliere Amico ed io abbiamo fatto, di confronto rispetto alla condivisione e alla preparazione di questo progetto di legge, abbiamo incontrato anche tanti enti del terzo settore. Questi ci hanno evidenziato in tutti gli incontri, seppur con modalità diverse, tutto un insieme di preoccupazioni: preoccupazioni legate al quadro legislativo, soprattutto derivanti dal decreto legislativo 117.

Noi, per quello che è di nostra competenza, di competenza regionale, in un quadro normativo gerarchico di norme che il Parlamento, la Regione, gli enti locali, quello a cui noi potevamo mettere mano, su cui potevamo intervenire per cercare di semplificare e di agevolare la vita degli enti del terzo settore, abbiamo dato una risposta con questo progetto di legge. Però, c’è anche tanto altro. Tra l’altro, soprattutto per quelle associazioni, quegli enti che per rispondere a un bisogno dei propri associati o di altre persone, sono magari piccoli, danno una risposta mirata, e questo ha portato a far sì che invece sia nel periodo della pandemia che come Regione Emilia-Romagna, non dimentichiamoci, in un periodo in cui tutti i giorni sentivamo di decreti che parlavano di Codice ATECO, voleva dire che tutta la parte associativa rimaneva fuori, la Regione Emilia-Romagna ha dato comunque dei ristori, dei contributi, dei riconoscimenti sia nell’anno 2020 che nel 2021, a queste forme associative, che in quel momento erano da un lato chiuse, da un lato i  volontari con più di 65 anni non potevano svolgere la loro attività e donare il bene più prezioso che hanno, cioè il loro tempo; dall’altro, erano quelli che permettevano di tenere aperto tutto un insieme di attività e di servizi, dai punti unici di prevenzione, per la profilassi di prevenzione, a tutto un insieme di altre attività.

Noi, con questo ordine del giorno, che come ha detto anche il consigliere Amico è sottoscritto da tutti i Gruppi consiliari, che cosa chiediamo? Chiediamo ai parlamentari, ai nostri parlamentari, a quelli eletti nella Regione Emilia-Romagna, ma in tutti i partiti, di attivarsi: di attivarsi perché mancano dei decreti attuativi, di attivarsi perché manca ancora il decreto fiscale e noi sappiamo che, se non ci saranno modifiche, stiamo ancora aspettando una risposta dall’Europa, però, in caso di ‒ ripeto ‒ non modifiche, dal 1° gennaio 2024 anche la parte degli Enti del terzo settore avrà un’imposizione IVA, che, al di là dell’aliquota, comporterà un aggravamento di procedure e anche tutto un insieme di maggiori responsabilità.

Oggi noi vediamo che nelle associazioni, ma anche, più in generale, negli Enti del terzo settore c’è una grande difficoltà a trovare persone che facciano i presidenti, che facciano i membri dei Consigli direttivi, da un lato perché c’è il problema del ricambio generazionale, dall’altro perché ci sono sempre più responsabilità.

Io sento spesso familiari di presidenti che dicono “ha una certa età, ci sono tanti adempimenti da fare, rischia il suo patrimonio personale” e questi sono nel quotidiano i pensieri e le preoccupazioni dei dirigenti delle associazioni.

Su questo noi chiediamo ai parlamentari del territorio regionale di predisporre proposte di modifica alla legislazione nazionale, in modo da agevolare le attività degli Enti del terzo settore, il cui dimensionamento risulta essere contenuto.

Noi abbiamo una richiesta, per tutti i soggetti del terzo settore che hanno un bilancio da 1 a 220.000 euro, di avere tutto un insieme di adempimenti burocratici. Il 60 per cento degli Enti ha un bilancio inferiore ai 30.000 euro e ne abbiamo tanti che hanno dei bilanci di 3, 4, 5.000 euro, che magari non hanno all’interno del proprio direttivo commercialisti o avvocati, che possano donare gratuitamente il loro tempo e le loro competenze.

Per questo noi chiediamo loro di potersi attivare per fare un’agevolazione rispetto alle procedure, come, tra l’altro, abbiamo visto che il Governo ha approvato, ad esempio, per le partite IVA con regime semplificato fino a 85.000 euro, e di valutare di avanzare una proposta di modifica, da inviare alle Camere, dell’attuale legislatura, perché possa essere semplificata maggiormente l’iscrizione di istituzioni no profit agli Enti del terzo settore, proprio perché il rischio è che, poiché una parte degli Enti ha già chiuso, che altri decidano di farlo.

Oggi noi abbiamo migliaia di Enti del terzo settore che hanno deciso di non iscriversi al RUNTS perché ritenuto, da un punto di vista burocratico, troppo pesante, perché tutti gli anni c’è un tema di caricamento e classificazione di bilancio con determinate procedure e tante persone sono in difficoltà a farlo.

Tutto un insieme di enti si rivolgono ai centri servizi di volontariato, chi fa parte di reti associative può avere tutto un insieme di strumentazioni, ma soprattutto le associazioni piccole che, ripeto, rispondono a dei bisogni anche localizzati, a delle specificità, se noi le perdiamo, rischiamo veramente di perdere quel valore in più che c’è in quella comunità e una risposta che possono avere i cittadini, che tante volte sono quelli che sono più in difficoltà.

Per cui, ringrazio i colleghi di tutti i partiti, che hanno sottoscritto questo ordine del giorno e che spero che possa essere approvato all’unanimità, perché congiuntamente possiamo chiedere queste semplificazioni per aiutare gli enti del terzo settore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Maletti.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Sarò molto breve perché già in discussione generale sono intervenuta sull’ordine del giorno che ho depositato.

Abbiamo detto che questa legge qualifica un po’ anche l’operato del terzo settore attraverso l’amministrazione condivisa, e lo fa attraverso un articolo, non solo questo, ovviamente, ma è un articolo sul quale ci siamo innestati, che è l’articolo 26, il Fondo regionale per l’innovazione sociale, che tocca alcuni ambiti particolarmente delicati e interviene, come dicevo anche ieri, su situazioni di fragilità per supportare interventi sociali e sociosanitari per il disagio psicologico.

Sono tutti ambiti su cui bisogna intervenire anche, dal mio punto di vista, anche in prevenzione, con interventi che non siano quelli classici o solamente quelli classici, ma per esempio – e questo è un tema che ho portato anche in Commissione lo scorso dicembre – attraverso, per esempio, gli interventi assistiti con animali, che sono interventi dalle grandi potenzialità su tutta una serie di settori sia in ambito, come dicevo, sanitario, perché appunto questi interventi hanno dimostrato efficacia, per esempio, nella riabilitazione psicologica, ma anche per trattare i casi di depressione e disagi comportamentali, così come viene attraverso le disabilità. Ma io voglio citare anche ciò che si dice l’Istituto superiore di sanità, che asserisce che la vicinanza con un animale da compagnia è stata associata con un minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, con una minore concentrazione di ormoni indicatori di stress, nonché con il rilascio di neurotrasmettitori capaci di facilitare i rapporti sociali, quindi ossitocina.

Sono tutti effetti positivi di queste terapie, e credo che in questo senso la Regione debba, anche e soprattutto attraverso gli enti del terzo settore, provare a investire su questo tipo di attività. Oggi ancora non lo fa. C’è stata una condivisione rispetto all’atto che avevo presentato fino a dicembre e, quindi, una volontà di andare in questo senso, oggi cerchiamo di circoscrivere il campo e fare qualche passo in avanti.

Con questo ordine del giorno, quindi, si vuole impegnare la Giunta regionale a riconoscere anche gli interventi assistiti con animali realizzati da parte di enti del terzo settore quali oggetto dei procedimenti di co-programmazione e di co-progettazione previsti dal presente progetto di legge e, quindi, destinatari di forme di sostegno economico.

Come dicevo, si può agire sia in termini di cura, sia soprattutto in termini di prevenzione. Questo a vantaggio del fruitore del servizio, ma a vantaggio anche della pubblica amministrazione, perché evidentemente sono costi “risparmiati”, ma sono soprattutto investimenti nei confronti della salute delle persone fragili e vulnerabili, ma penso anche per gli anziani delle CRA, così come per i giovani negli ambiti che indicavo prima, compreso quello educativo.

Mi auguro che questo ordine del giorno possa trovare la più ampia condivisione. Ne approfitto, visto che siamo in chiusura, per ringraziare nuovamente i relatori e i firmatari del progetto di legge per il buon lavoro svolto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri? Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie.

Proverò a essere brevissimo con l’apposizione dei quattro ordini del giorno, che ci vedono anche cofirmatari, soprattutto del n. 4, perché ce lo siamo detti e cercavamo di tradurre in concreto la fase di ascolto, che certamente da parte della maggioranza è stata anche più lunga, ma da quando siamo montati in corsa in questo processo nell’audizione formale che abbiamo fatto sono emerse delle criticità, delle problematiche, a cui dobbiamo dare risposta. Ad alcune non si poteva dare risposta attraverso una norma regionale, attraverso una legge regionale, quindi con questo ordine del giorno si vuole cercare di togliere un po’ di quella burocrazia, o almeno l’indirizzo politico è quello di provare a togliere un po’ di burocrazia. Com’è stato detto nella fase di audizione, non interessa neppure a noi, come ci è stato detto dagli intervenuti del mondo degli enti del terzo settore, non ci interessa quella semplificazione che va ad aggravare la burocrazia, o le responsabilità da parte, come si diceva prima, dei dirigenti, presidenti, consigli direttivi e quant’altro.

È un tema importante. Prima parlavamo di edilizia, di urbanistica e quant’altro. Spesso, quando si è cercato di semplificare, poi si sono scaricati ulteriormente responsabilità, oneri e quant’altro su chi deve mandare avanti questi enti.

Anche lì, speriamo che sia una semplificazione vera e non in questo senso. Una delle esigenze è il tema – è stato leggermente toccato prima – dell’accesso al credito, sulle garanzie dell’accesso al credito per questi enti. Anche qua, se le garanzie diventano solo quelle personali, dei membri del direttivo, dei presidenti, fra un po’ rischiamo anche di non trovare più dei presidenti, o favorire quel ricambio generazionale che si diceva.

Ben venga, quindi, abbiamo cofirmato l’ordine del giorno n. 4. Siamo favorevoli anche al n. 3, e al n. 1, e senz’altro favorevoli all’ordine del giorno della collega Castaldini, perché anche qua, traduciamo quello che si diceva ieri. Tra le leve fiscali, i contributi, o il sostegno economico che si poteva dare, certamente c’è quello, come dicevo ieri nella relazione di introduzione al testo, che è nella potestà della Regione abbassare o togliere l’IRAP, avere un’imposta agevolata sull’IRAP, e ieri aggiungevo anche sul tema del bollo auto per i mezzi di questi enti.

Su questo si poteva avere un po’ più di coraggio. Grazie. Voteremo quindi a favore di tutti e quattro.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Altri in dibattito generale sugli ordini del giorno? Io non ho altri in dibattito generale.

Dichiarazioni di voto, che sono congiunte? Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Scusi, presidente, dichiarazioni di voto congiunte su legge finale e ordini del giorno?

 

PRESIDENTE (Petitti): Esattamente. Dichiarazioni di voto congiunte su ordine del giorno e progetto di legge.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Utilizzerei questi ultimi minuti, dopo aver tediato l’Assemblea con diversi interventi nel corso della mattina (mi scuso giusto un po’, ma le sottolineature credo andassero fatte), solo per dei ringraziamenti.

Ovviamente, il nostro voto sarà favorevole al disegno di legge, sarà favorevole a tre degli ordini del giorno (l’1, il 3 e il 4), mentre sarà contrario al 2.

Vorrei utilizzare questi, ultimi pochissimi minuti, poi tacerò per qualche tempo, fino a quando non riprenderemo la discussione su altri oggetti, perché il progetto di legge che oggi discutiamo lo abbiamo costruito assieme alla consigliera Maletti nel corso di questi due anni, quindi il mio primo ringraziamento va sicuramente alla relatrice di maggioranza, consigliera Maletti.

Ho già detto prima per quanto riguarda gli uffici tecnico-legislativi, quindi non torno, ma per costruire un progetto di legge, al di là dei relatori, l’azione è assolutamente un’azione corale, quindi vorrei ringraziare anche il relatore di minoranza, il consigliere Pelloni, per il lavoro di questi giorni, fatto in maniera molto proficua, e la presidente Soncini per la responsabilità della Commissione referente, così come l’assessore Taruffi, che ieri ci ha stupito, che in questo momento non è in aula, ma gli sono molto grato per aver accompagnato e supportato questo progetto di legge.

Non vorrei dimenticare tante delle persone con le quali abbiamo interloquito nei vari dettagli, che nei singoli articoli che mi sono pregiato di poter sottolineare hanno dato una mano. Penso in particolar modo alle persone che presso l’Assessorato alle politiche sociali operano, con cui c’è stato un confronto molto serrato, molto collaborativo e soprattutto un supporto, quindi alla dottoressa Raciti, alla dottoressa Ioppi e al dottor Ansaloni davvero grazie, ma così anche un grazie a tutti gli Assessorati che nelle singole materie abbiamo coinvolto, quindi il dottor Schede, il dottor Sant’Angelo richiamato anche prima, la dottoressa Ambrosini, la dottoressa Bergamini, per quanto riguarda l’allocazione e la gestione delle risorse comunitarie, così come il dottor Cottafavi.

Infine, ovviamente, i collaboratori del Gruppo e della Commissione che mi hanno sopportato, da Annamaria Parigi, a Bruno Sedda, a Caterina Tonon, Vincenzo Cavallarin e chiaramente Massimo Montanari e Giacomo Lenzi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Ci apprestiamo oggi ad approvare la legge di promozione e valorizzazione del terzo settore. Tutti noi sappiamo, e non solo perché rappresentanti delle Istituzioni, quanto valore abbiano gli enti del terzo settore, il loro impegno sul territorio, la loro dedizione per aiutare chi è in difficoltà e molto spesso anche per sopperire a mancanze del pubblico, soprattutto in aree marginali e svantaggiate del nostro territorio.

Compiono un lavoro spesso tra mille difficoltà, tra costi che aumentano anche per loro, costi per mantenere le sedi, costi legati al caro energia, alla gestione di pratiche burocratiche, ultimamente anche estremamente complesse.

Abbiamo avuto prova del loro valore e del loro impegno anche nell’affrontare l’emergenza pandemica. Alcune si sono adoperate più di altre, tutte però hanno apportato il loro contributo, alcune attendono ancora il rimborso di spese che hanno anticipato proprio per conto delle Istituzioni.

Si tratta, quindi, di una legge estremamente importante, che, proprio per il suo valore, a nostro avviso, avrebbe meritato una maggiore apertura alle proposte delle forze di opposizione.

Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti come Gruppo di Fratelli d’Italia, noi come altri Gruppi, a nostro avviso tutti di assoluto buonsenso, ma ci siamo imbattuti in un atteggiamento un po’ di chiusura.

Alcuni emendamenti andavano a sancire ulteriormente alcuni principi, come la promozione dei valori democratici, la tutela delle persone in condizioni di svantaggio. Erano emendamenti che chiarivano, anche semplicemente e solo in via generale, che il terzo settore non deve sostituirsi all’azione pubblica, ma deve operare con un atteggiamento di integrazione a supporto delle Istituzioni. Questo per evitare quelle storture alle quali spesso assistiamo, per cui letteralmente il settore pubblico scarica sul terzo settore funzioni e responsabilità, alcune volte per loro particolarmente gravose, emendamenti che riguardavano, come è stato illustrato dal consigliere Cuoghi, la composizione del Consiglio riferito all’articolo 10, che per noi era fondamentale e che abbiamo cercato di ribadire.

Abbiamo chiesto esplicitamente di inserire tra gli obiettivi da perseguire la promozione dei valori della Costituzione, avendo a riferimento anche la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Non ci sembrava di aver chiesto nulla fuori dal mondo. Ritenevamo necessario che fosse meglio specificato, visto che proprio nell’articolo 2 della legge vi è una lunga lista di princìpi, obiettivi e valori.

Prendiamo atto di questo lungo percorso. Avremmo auspicato – lo ribadiamo – maggiore apertura. Riteniamo, però, pur essendo arrivati in corsa in un percorso che, come ci è stato detto, è stato iniziato un po’ prima, di aver comunque fornito il nostro contributo e anche un punto di vista in qualche modo diverso. In alcuni istanti – per utilizzare un’espressione che abbiamo ascoltato ieri – a noi è sembrato, invece, di ballare da soli, ma questo non ci ha disincentivato dall’essere propositivi, come abbiamo dimostrato anche sottoscrivendo alcuni degli ordini del giorno presentati e degli emendamenti.

Per tutti questi motivi, con grande senso di responsabilità, perché il tema lo impone, annunciamo il nostro voto di astensione. Con l’occasione, ringrazio anch’io la presidente di Commissione, i relatori di maggioranza e minoranza e tutti i consiglieri e le consigliere che hanno apportato il loro contributo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Non avevo intenzione di intervenire, ma capivo che c’era qualcosa che mi faceva domandare che in tutta questa narrazione, che stava sempre di più diventando come un’onda, alla fine rischiavo, ma credo anche i miei colleghi, di affogare. Per cui, vorrei un attimo riprendere le fila del discorso, non dall’inizio chiaramente, non possiamo più, ma giusto per fare un’operazione non verità, ci mancherebbe, tutti hanno detto la verità, ma realismo, sano realismo.

Mi permetto incominciando con una storia che ho già raccontato, per cui sarò ancora più breve. A volte mio figlio – 18 anni, fa la quinta superiore, per cui ha un esame finale molto importante – viene a casa e cerca di convincermi dicendo, in una classe non particolarmente abile, che è 6 un grande risultato. Non è vero. Io continuo a dirlo, a mio figlio, che 6 non è un grande risultato.

E perché c’entra con questa legge? C’entra perché, ritorno all’inizio, questa legge prende e cerca di rendere attuale come legge regionale ciò che lo Stato ha già deciso. In un certo senso, il clamore che porta questa prima legge sul terzo settore, e anche i primi soldi che vengono dati, sono un milione di euro. Attenzione, però, c’è un problema: per quanto riguarda l’Emilia-Romagna noi ci troviamo di fronte a 750 cooperative sociali e a circa 10.000 associazioni del terzo settore. Alla fine di tutto questo discorso, anche della presentazione articolo per articolo, quasi in maniera maniacale, mi sono chiesta: sono io che vedo male la realtà, oppure si tende a raccontare una storia in maniera un po’ troppo pomposa e straordinaria, di una cosa che dovrebbe essere, certo, non affatto scontata, ma almeno dovuta?

Il vero tema è una cornice sicuramente affascinante, un abito bellissimo, ma dove ancora nessuno ha evidentemente la contezza di capire come questo vestito sarà indossato. Non è che voglio assolutamente ridimensionare una discussione che mi appassiona fortemente, perché in realtà io rappresento buona parte di quelle associazioni.

Ricordo solo che c’era stata qualche dimenticanza, come l’educazione, la natalità, tanti temi interessanti. Io non ho nessuno da ringraziare, mi spiace. Ringrazio però tutte le associazioni del terzo settore che mi aiutano sempre a guardare con una certa oggettività la realtà.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Consigliera Maletti, prego.

 

MALETTI: Grazie.

Io invece devo fare tanti ringraziamenti. Devo fare tanti ringraziamenti, perché in questi due anni, iniziando dal consigliere Amico, che ci ha lavorato, che ci ha dedicato giorni, notti, competenze, che ci ha dedicato tanto, ma anche a tutta la parte politica e tecnica della Regione, come degli enti locali, con i quali ci siamo riusciti a confrontare, con un confronto franco. Logicamente, i cambiamenti sono sempre non facili, però ci hanno permesso di costruire un progetto di legge che può aiutare quella parte degli Enti del terzo settore che hanno sede nella regione Emilia-Romagna e che quotidianamente, non solo in momenti di emergenza, ma anche in momenti di emergenza, riescono, insieme alla parte pubblica e anche da un lato alla parte privata, a dare risposte reali e concrete ai cittadini della Regione Emilia-Romagna.

Io ribadisco e sono convinta che, se la qualità di vita dei cittadini dell’Emilia-Romagna, delle donne e degli uomini che vivono in Emilia-Romagna è buona, è anche grazie a quelle migliaia di persone che donano volontariamente il loro tempo o a quelle che lavorano in questi Enti.

Ringrazio anche i consiglieri di minoranza, partendo dal consigliere Pelloni, con il quale c’è stato un confronto franco, che ha portato anche in Commissione alla presentazione di 64 emendamenti, in aula 21 emendamenti e 4 ordini del giorno. Questo vuol dire che c’è stato un confronto e un grande lavoro su queste tematiche.

Abbiamo anche (dico “abbiamo”, io e il consigliere Amico) lottato abbastanza per avere una copertura finanziaria, 1.500.000 ogni anno per supportare questi soggetti intermedi, che possono aiutare le associazioni, le cooperative e gli Enti di terzo settore a svolgere il loro compito, ma anche a mantenere, cosa di cui dobbiamo essere consapevoli anche quando approveremo il prossimo bilancio preventivo, tutti quei finanziamenti specifici che hanno le associazioni, non è 1.500.000 limitativo, che sostituisce tutti gli altri finanziamenti, ogni progetto di legge, come ogni bando, ha i propri finanziamenti specifici, e questo 1.500.000 non li sostituisce, anzi vuole essere da un certo punto di vista incrementale.

C’è quindi tema molto specifico, associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, Enti del terzo settore, cooperative e fondazioni, tutte che con le proprie specificità contribuiscono a dare servizi, a dare attività, a costruire anche una coscienza di comunità, che oggi noi dobbiamo ricostruire, come ho detto ieri, nei nostri territori che sono stati molto calpestati rispetto alla pandemia e rispetto alle relazioni sociali.

Per questo il Partito Democratico in maniera molto decisa voterà a favore di questo disegno di legge e voterà anche a favore degli ordini del giorno n. 1, n. 3 e n. 4. Voteremo contro all’ordine del giorno n. 2, non perché c’è una volontà di penalizzare le associazioni, ma perché ci sono delle misure alternative e perché, come sappiamo, noi abbiamo un tema di bilancio nel quale, in maniera molto consapevole, come maggioranza, definiamo le priorità da finanziare.

Questo per continuare a garantire dei servizi e delle attività ai cittadini dell’Emilia-Romagna.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Maletti.

Altri in dichiarazione di voto? Non ho altri in dichiarazioni di voto congiunte.

A questo punto, partiamo con le votazioni dei quattro ordini del giorno.

Partiamo dall’ordine del giorno n. 1, a firma della consigliera Piccinini.

Consigliera Piccinini, prima delle votazioni.

 

PICCININI: […] se è possibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene. Solo sul suo o su tutti? Sul suo. Benissimo.

Votiamo, quindi, l’ordine del giorno a firma della consigliera Piccinini, con voto elettronico.

Dichiaro aperta la votazione sull’ordine del giorno.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 37

Favorevoli 34

Contrari 3

 

È approvato.

 

Aggiungiamo anche il voto dell’assessore Felicori.

Ora passiamo all’ordine del giorno n. 2, a firma della consigliera Castaldini.

Lo mettiamo in votazione.

Favorevoli? Contrari?

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): Non è più voto elettronico, infatti.

Ordine del giorno della consigliera Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 3, a prima firma Amico.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ordine del giorno n. 4, a firma Maletti, Amico, Pelloni ed altri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora mettiamo in votazione, con il dispositivo elettronico, il progetto di legge, oggetto 6087, recante “Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell’amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva”.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 40

Favorevoli 24

Astenuti 16

 

È approvato.

 

OGGETTO 6552

Risoluzione per impegnare la Giunta a supportare, in ogni sede, la richiesta al Governo di dilazione su più annualità delle spese del SSR per i costi straordinari legati all’emergenza Covid-19 e alla crisi energetica. A firma della Consigliera: Castaldini

(Ritiro)

OGGETTO 6647

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad un confronto con il Governo affinché siano riconosciute le richieste delle Regioni: spese Covid ed energetiche ancora non rimborsate dallo Stato; aumento del Fondo Sanitario Nazionale a livello dei Paesi europei più avanzati; provvedimenti adeguati a rendere attrattiva la sanità pubblica per il personale sanitario. A firma dei Consiglieri: Gerace, Zappaterra, Montalti, Molinari, Costi, Soncini, Marchetti Francesca, Pillati, Bondavalli, Maletti, Rontini, Bulbi, Amico, Daffadà, Rossi, Mori, Sabattini, Caliandro

(Ritiro)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alle risoluzioni.

Più precisamente, passiamo alla prima risoluzione di oggi, oggetto 6552: risoluzione che impegna la Giunta a supportare in ogni sede la richiesta al Governo di dilazione su più annualità delle spese del SSR per i costi straordinari legati all’emergenza Covid, Servizio sanitario regionale e alla crisi energetica, risoluzione a firma della consigliera Castaldini.

Su questo documento, però, insistono tre proposte di emendamento: una è a firma dei consiglieri Maletti e altri; una è a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Stragliati e altri; una è a firma dei consiglieri Daniele Marchetti e altri.

Inoltre, a questo oggetto è abbinata un’altra risoluzione, oggetto 6447: risoluzione che impegna la Giunta regionale ad un confronto con il Governo affinché siano riconosciute le richieste delle Regioni, spese Covid ed energetiche ancora non rimborsate dallo Stato, l’aumento del fondo sanitario nazionale a livello dei Paesi europei più avanzati e provvedimenti adeguati a rendere attrattiva la sanità pubblica per il personale sanitario. Questa risoluzione è a firma dei consiglieri Gerace, Zappaterra e altri.

Siamo arrivati alla fase del dibattito sugli emendamenti che insistono su questa risoluzione, sulla risoluzione 6552, quindi la risoluzione a firma della consigliera Castaldini, legata alla dilazione sulle spese del Servizio sanitario regionale.

Si prosegue con questo dibattito.

Passo la parola alla consigliera Castaldini. Prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Vorrei, con una brevissima premessa arrivare a un punto politico che io ritengo molto importante per questa Assemblea. Io ho presentato questa risoluzione, tempo fa, cercando di riproporre il lavoro che è stato fatto in conferenza dei presidenti, per cui dai presidenti delle varie Regioni che rappresentano varie sensibilità politiche.

In questi giorni, anche alla luce della risoluzione che è stata presentata dalla maggioranza, ma anche dagli emendamenti che la Lega ha proposto, e anche dall’intenzione che c’è soprattutto nell’opposizione di presentare qualcosa di unitario e di provare anche un dialogo, un documento che possa comprendere anche le istanze presentate nella risoluzione della maggioranza, io ritiro questa mia risoluzione, con l’accordo, che verrà dichiarato chiaramente dalla maggioranza, di provare a presentare una risoluzione comune, o comunque a presentare una risoluzione anche fra di noi, con tutti i Partiti del Governo e dell’opposizione in Regione Emilia-Romagna al Governo nazionale, provare a presentare una successiva risoluzione già dalla prossima seduta.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Gerace, prego.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Solo per dire che anche noi ritiriamo la nostra risoluzione, che avevamo messo insieme a quella della consigliera Castaldini. Speriamo che in corso di questa nuova risoluzione, che prepareremo congiuntamente, si trovi una quadra, perché l’argomento credo che sia trasversale e quindi ritengo che sia giusto così. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Gerace.

A questo punto, su proposta dei consiglieri proponenti, vengono ritirate le risoluzioni, quindi decadono gli emendamenti.

 

OGGETTO 6551

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire nel confronto con FER al fine di definire il cronoprogramma diretto all’estensione della realizzazione di impianti fotovoltaici su tutte le stazioni della rete, individuando le possibili linee di finanziamento sulla base delle diverse caratteristiche strutturali delle stazioni. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo, quindi, con la risoluzione successiva, oggetto 6551: risoluzione che impegna la Giunta a proseguire nel confronto con FER al fine di definire il cronoprogramma diretto all’estensione della realizzazione di impianti fotovoltaici su tutte le stazioni della rete, individuando le possibili linee di finanziamento sulla base delle diverse caratteristiche strutturali delle stazioni.

La risoluzione è a firma della consigliera Piccinini.

Su questo argomento insistono quattro proposte di emendamento a firma del consigliere Costa.

Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

FER, Ferrovie Emilia-Romagna, è la società a totale partecipazione regionale, che gestisce l’infrastruttura ferroviaria della nostra Regione. FER, come sappiamo, è da tempo impegnata in un profondo e radicale processo di riqualificazione della nostra rete ferroviaria, che è la più ampia rete interconnessa non appartenente alle Ferrovie dello Stato. I 364 chilometri delle nuove linee di FER sono in larga misura elettrificate ed è in corso il processo per procedere alla loro completa. Elettrificazione (abbiamo letto qualcosa anche di recente sulla stampa).

Ricordo sempre ‒ e lo faccio anche in questa occasione ‒ che questo sta avvenendo anche sulla spinta di atti che io stessa ho depositato nella scorsa legislatura, sappiamo che ad un certo punto c’era la volontà di dismettere le nostre linee, poi l’orientamento fortunatamente è cambiato e oggi si sta investendo in maniera decisa sulla nostra rete ferroviaria regionale. Dicevo che nell’ambito del processo di qualificazione e messa in sicurezza ed efficientamento della propria rete, FER ha messo in campo anche due importanti progetti pilota diretti alla messa in servizio di impianti fotovoltaici nelle stazioni di Budrio e Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, con una potenza di 25 kilowatt.

La finalità è quella di ottimizzare il consumo di energia elettrica della rete pubblica a supporto degli impianti di stazione, quale l’illuminazione dei marciapiedi, pensiline e locali a servizio del pubblico e del personale dipendente.

Il progetto intende anche contribuire all’alimentazione dei dispositivi di riscaldamento elettrico e dei deviatoi che sappiamo essere impianti indispensabili per evitare l’accumulo di neve o di ghiaccio sui meccanismi di scambio e alla gestione della bassa tensione dell’apparecchiatura di sicurezza e segnalamento a servizio della circolazione dei treni.

FER in questo contesto ha manifestato la piena volontà di valutare, unitamente alla Regione, le fonti di finanziamento per estendere gli impianti fotovoltaici su tutte le stazioni della rete, sulla scorta dell’esperienza maturata con i due impianti pilota che citavo in premessa. A questo riguardo, quindi, per dar seguito a queste volontà è fondamentale formulare un cronoprogramma che tenga conto delle località in cui sono presenti pensiline idonee agli interventi previsti, mentre per le stazioni non munite di apposite strutture si dovranno valutare anche gli oneri per la loro realizzazione.

Si tratta, infatti, di un’operazione necessaria per sostenere il processo di efficientamento energetico e la sostenibilità delle stazioni e della rete ferroviaria della Regione, anche valorizzando la sinergia con le azioni previste dalla legge n. 5 del 2022 che conosciamo perché è la legge che disciplina il tema delle comunità energetiche rinnovabili, di cui tanto abbiamo discusso.

La risoluzione, quindi, intende sostenere questo processo, individuando nello specifico due impegni. Il primo impegna la Giunta a proseguire nel confronto, appunto, con FER al fine di definire il cronoprogramma che ha l’obiettivo di estendere la realizzazione di impianti fotovoltaici su tutte le stazioni della rete, sulla scorta dell’esperienza maturata con le due realtà di Budrio e di Scandiano, individuando naturalmente le risorse sulla base delle diverse caratteristiche strutturali delle stazioni; a promuovere o comunque a valutare la possibilità di realizzare comunità energetiche rinnovabili di cui facciano parte gli impianti nelle aree di pertinenza FER, coinvolgendo gli Enti locali in una logica diretta alla piena sostenibilità dei sistemi di mobilità. Lo dico perché questo, oltre ad avere dei benefici ambientali che ormai sono noti, è il momento di adoperarci per la piena sostenibilità delle stazioni, sapendo che questo significa anche un risparmio per l’amministrazione pubblica e sono risorse che FER può investire in altre attività.

Se a questo si potesse aggiungere anche la possibilità di costituire le comunità energetiche. Naturalmente sappiamo tutti quanti e ce lo ricordiamo periodicamente che ad oggi mancano ancora, purtroppo, i decreti attuativi, quindi la situazione è in sospeso, però sappiamo che anche FER è un soggetto che può concorrere alla distribuzione e al consumo condiviso in ottica di comunità.

Sono impegni importanti, che io credo oggi ci possiamo prendere, siamo nella condizione di farlo e siamo nella condizione sia di potenziare le nostre linee, come si sta facendo, se penso all’elettrificazione, sia di renderle più efficienti e sostenibili dal punto di vista energetico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dibattito generale? Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Grazie, presidente. Buongiorno.

La collega Piccinini porta all’attenzione dell’aula un tema del quale la Regione si sta già occupando attraverso proprio l’ente strumentale, che è Ferrovie per l’Emilia-Romagna (FER). Lei stessa, del resto, nel testo della risoluzione cita due esempi di installazione di piccoli impianti fotovoltaici in due stazioni a servizio delle stazioni stesse. Quindi, è argomento che ci trova assolutamente favorevoli, perché va in scia a un’azione che abbiamo già intrapreso.

Da tempo FER ha l’obiettivo di sostituire tutti i veicoli che viaggiano sulle linee regionali in forza di veicoli che si muovono con alimentazione elettrica, e per farlo ha bisogno di un approvvigionamento sempre crescente di energia. Da un lato c’è un lavoro con i soggetti gestori della rete per potenziare l’alimentazione a disposizione dei nostri locomotori, dall’altro c’è un pezzo di lavoro, invece, che si può fare come Regione o come FER in autonomia, che riguarda più in particolare la riqualificazione delle stazioni con la realizzazione di questi impianti al servizio delle stazioni o delle fermate stesse, dall’alimentazione dell’illuminazione pubblica in questi luoghi all’illuminazione dei parcheggi adiacenti alle nostre stazioni, alla realizzazione di pensiline nuove, magari in sostituzione di quelle sale d’attesa nelle stazioni poco frequentate, che spesso e volentieri diventano, invece, luogo di ritrovo per vandali e quant’altro, quindi magari chiuse quelle, o messe a nuova funzionalità, a disposizione degli enti locali, con delle pensiline dove i passeggeri possono sottostare, alimentate anche queste con impianti fotovoltaici grazie ai quali dare corrente a pannelli informativi a disposizione dell’utenza.

È quindi un work in progress che da qualche tempo abbiamo avviato, e che necessita di un’accelerazione, di un’implementazione, stante anche l’abbassamento dei costi di intervento in questo specifico ambito, stante il fatto che FER ha un portafoglio di fornitori già definiti, grazie al quale è riuscita a mantenere inalterato il costo delle materie prime di fronte all’innalzamento, invece, dei prezzi, alle difficoltà di reperire materiale stesso e imprese disponibili a lavorare.

Ecco perché voteremo favorevolmente a questa risoluzione, pur avendo presentato, rispetto al testo originario, anzi, proprio perché c’è stata la disponibilità della collega Piccinini, ad accogliere quattro emendamenti che semplicemente provano a definire in maniera un po’ più puntuale, nella parte delle premesse il lavoro che stavo richiamando, cioè l’iniziativa già in essere su input della Regione da parte di FER; dall’altro, a raccontare come la realizzazione di questi impianti fotovoltaici avrà nelle stazioni, o nelle aree pertinenziali delle nostre stazioni una pluralità di finalità che possiamo cogliere. Alcune le ho richiamate prima: l’illuminazione, piuttosto che l’alimentazione di sistemi di videosorveglianza, piuttosto che l’alimentazione di sistemi di informazione all’utenza, che avrà giustamente anche un beneficio dal punto di vista ambientale in termini di minori emissioni, perché minore sarà la richiesta di energia da fonti combustibili che servirà alle nostre ferrovie e alle strutture immobili e alle aree che ad esso sono afferite.

Un’unica modifica, invece, detti questi richiami nella parte delle premesse. Per quanto riguarda l’impegnato, sta al secondo punto, cioè al tema delle CER, delle Comunità Energetiche Rinnovabili. È fuor di dubbio che anche queste aree, essendo in mano al soggetto pubblico, potranno entrare nella riflessione sulla quale stiamo coinvolgendo, e questo è il lavoro di un altro assessorato, quello dell’assessore Colla, sul quale stiamo coinvolgendo gli enti locali perché diventino soggetti partecipi o promotori della nascita di comunità energetiche e quindi mettano a disposizione prima di tutto il patrimonio immobiliare pubblico per la realizzazione di impianti da far confluire nelle comunità energetiche rinnovabili che riusciremo a far partire sul nostro territorio.

Quindi anche FER dovrà partecipare a questo tipo di riflessione con un però: non possiamo determinare un obbligo a che FER partecipi con gli impianti che riuscirà a realizzare nelle proprie stazioni, nelle pensiline, nelle aree pertinenziali delle nostre stazioni, ma una facoltà, stante che prima di tutto, come richiamavo prima, con questi impianti noi dovremmo dare risposta alle necessità di autoconsumo di FER, all’alimentazione dei locomotori piuttosto che all’alimentazione di tutte quelle infrastrutture tecnologiche che nelle nostre stazioni insistono.

Ecco perché c’è una proposta di emendamento, che è il quarto ed ultimo, di parziale modifica della parte dell’impegnato, senza voler escludere la possibilità che anche FER partecipi alle comunità energetiche regionali, ma che lo si faccia solo dopo aver trovato risposta alle necessità di autoconsumo che con questi pannelli noi riusciremo a realizzare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Questa risoluzione ci propone di spingere per ottenere da FER un cronoprogramma per ottenere questi impianti fotovoltaici nelle stazioni di competenza.

Sono due punti importanti questi e che ci trovano d’accordo, ovvero quello di avere gli impianti sulle stazioni di pertinenza, cosa che però – ribadisco ‒ non è richiesta da questa risoluzione, perché deve essere ‒ credo ‒ scontata, cioè deve essere una direzione verso cui stiamo già andando e verso cui questa Regione, tramite anche le società controllate, quindi FER, sta lavorando.

Questo è ovviamente giustificato, come sappiamo benissimo, da un discorso non solamente ambientale, non solamente economico, un discorso che potrebbe portare ad avere delle energie disponibili e quindi anche a migliorare i servizi nelle stazioni. In particolare, penso a tutti i servizi informativi di cui i viaggiatori hanno bisogno e di cui le nostre stesse stazioni spesso sono carenti.

Soprattutto con questo chiediamo un cronoprogramma a FER, che credo sia la cosa più importante che dobbiamo avere, perché questa società, purtroppo, ci ha abituato, quando deve fare i lavori che siano di ampliamento della linea, lavori della linea, installazione sistemi di controllo, eccetera, sappiamo quando i lavori partono e non sappiamo mai quando questi lavori vengono completati.

Riteniamo, pertanto, che avere un cronoprogramma, avere una scaletta certa di quello che i lavori potranno essere, quindi anche di quando termineranno e di quando verranno svolti, sarà anche per questa Assemblea e per le Commissioni competenti uno strumento per poter verificare l’avanzamento e se questi lavori stanno andando avanti.

Faccio solamente un appunto su cui non abbiamo presentato un emendamento, perché sostanzialmente cambiava poco, perché eventualmente potrebbe essere oggetto poi di un atto o di una risoluzione successiva. Qui si parla di stazioni. Tecnicamente le stazioni non sono ogni posto dove ferma un treno, quelle si chiamano “fermate”, le stazioni sono solamente, diciamo così, le fermate principali. Quindi, per avere una buona efficacia da questo sistema, per avere una diffusione di questo sistema in maniera anche capillare, dovranno essere comprese anche le fermate, oltre che le stazioni. Però, accontentiamoci, cioè facciamo un passo alla volta, l’abbiamo detto. Questa è una direzione verso cui bisogna lavorare. Partiamo sicuramente da quelle che sono le stazioni, cerchiamo di avere tempi certi e garantiti di installazione, cerchiamo di fare in modo che questo vada a implementare i servizi e in particolare i servizi di informazione dei cittadini e poi penseremo anche al resto, quindi penseremo alle fermate. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Sono le ore 12,55. Con il consigliere Occhi riprendiamo il dibattito nel pomeriggio.

La ripresa dei lavori è alle ore 14,30.

Dichiaro chiusa la seduta del mattino.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 12,55

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Vincenzo COLLA, Alessio MAMMI, Paola SALOMONI.

 

Votazioni elettroniche

OGGETTO 6087

Progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante: "Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell'amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva". A firma dei Consiglieri: Amico, Maletti, Soncini, Zappaterra, Rontini, Costa, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Pillati, Mumolo, Gerace, Daffada', Bulbi, Sabattini, Caliandro, Marchetti Francesca, Bondavalli, Fabbri, Zamboni

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Pelloni

 

Presenti: 40

Favorevoli: 14

Contrari: 25

Presente non votante: 1

Assenti: 10

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; TAGLIAFERRI Giancarlo; MARCHETTI Daniele

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella; MONTALTI Lia

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; PARUOLO Giuseppe; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; ZAMBONI Silvia

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Pelloni – Emendamento 13, a firma della consigliera Castaldini

 

Presenti: 41

Favorevoli: 15

Contrari: 25

Presente non votante: 1

Assenti: 9

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo;

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe, PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella; MONTALTI Lia

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Emendamento 17, a firma dei consiglieri Pillati, Costi, Molinari, Bondavalli, Zamboni, Maletti, Amico, Bulbi, Daffadà

 

Presenti: 40

Favorevoli: 25

Astenuti: 14

Presente non votante: 1

Assenti: 10

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe, PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella; MONTALTI Lia

 

Astenuti:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; STRAGLIATI Valentina

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Emendamento 7, a firma del consigliere Pelloni

 

Presenti: 41

Favorevoli: 16

Contrari: 24

Presente non votante: 1

Assenti: 9

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; STRAGLIATI Valentina

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; MONTALTI Lia; ZAPPATERRA Marcella

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Articolo 24

 

Presenti: 42

Favorevoli: 26

Contrari: 15

Presente non votante: 1

Assenti: 8

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe, PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella; MONTALTI Lia

 

Contrari:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Progetto di legge oggetto 6087

 

Presenti: 43

Favorevoli: 26

Astenuti: 16

Presente non votante: 1

Assenti: 7

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe, PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella; MONTALTI Lia; ZAMBONI Silvia

 

Astenuti:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; MARCHETTI Daniele; PILLATI Marilena; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TARUFFI Igor

 

OGGETTO 6674

Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 6087 Progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante "Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell'amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva". A firma della Consigliera: Piccinini

 

Presenti: 40

Favorevoli: 36

Contrari: 3

Presente non votante: 1

Assenti: 10

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro, BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DELMONTE Gabriele; FABBRI Marco; FACCI Michele; GERACE Pasquale; LIVERANI Andrea; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MOLINARI Gian Luigi; MONTEVECCHI Matteo; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; OCCHI Emiliano; PARUOLO Giuseppe; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; POMPIGNOLI Massimiliano; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella; MONTALTI Lia; FELICORI Mauro

 

Contrari:

CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; CATELLANI Maura; GIBERTONI Giulia; MARCHETTI Daniele; PILLATI Marilena; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia

 

Emendamenti

OGGETTO 6087

Progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante: "Norme per la promozione ed il sostegno del terzo settore, dell'amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva". A firma dei Consiglieri: Amico, Maletti, Soncini, Zappaterra, Rontini, Costa, Montalti, Rossi, Costi, Mori, Pillati, Mumolo, Gerace, Daffada', Bulbi, Sabattini, Caliandro, Marchetti Francesca, Bondavalli, Fabbri, Zamboni (64)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Pelloni

«All'articolo 1, comma 7, dopo le parole "dalla Regione e dal sistema pubblico in generale" sono integrate le parole ivi incluso il riconoscimento all'educazione, istruzione e formazione professionale, nonché le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa".»

(Ritirato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Pelloni

«All'articolo 2, comma 1, lettera l), le parole "in applicazione delle leggi regionali n. 6 del 2014 e 1 agosto 2019, n. 15 (Legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere)" sono soppresse.»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Pelloni

«All'articolo 10, comma 3, la lettera b), è sostituita dalle seguenti lettere:

"b) da sei componenti designati, secondo procedure trasparenti e democratiche, dall'associazione di enti del Terzo settore più rappresentativa in Emilia-Romagna, individuata ai sensi dell'articolo 65, comma 3, lettera b) del d.lgs. n. 117 del 2017. I componenti sono scelti secondo modalità tali da garantire l'equa rappresentanza territoriale e delle diverse tipologie di enti del terzo settore;

b bis) da otto rappresentanti di reti associative, che siano espressione delle diverse tipologie organizzative del Terzo settore designati secondo procedure atte a garantire l'equa rappresentanza delle diverse tipologie di enti del terzo settore;"»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Pelloni, Catellani

«L'articolo 23, è così integralmente sostituito:

"Art. 23 (Concessione di beni culturali immobili pubblici non statali)

1. I beni culturali immobili di proprietà dei soggetti appartenenti al "Sistema delle amministrazioni regionali" di cui all'articolo 1, comma 3 bis, lettera d), della legge regionale 26 novembre 2001, n. 43 (Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna), possono essere dati in concessione a enti del Terzo settore, che svolgono le attività indicate all'articolo 5, comma 1, lettere f), i), k), o) z), del d.lgs. n. 117 del 2017, anche su richiesta degli enti stessi per l'attivazione di forme speciali di partenariato, ai sensi degli articoli 71, comma 3, e 89, comma 17, del d.lgs. n. 117 del 2017.

2. Per le finalità di cui al presente articolo, gli enti di cui al comma 1, predispongono un elenco dei beni culturali immobili, reso pubblico anche in forma telematica, per l'uso dei quali non è attualmente corrisposto alcun canone e che richiedono interventi di manutenzione o restauro e di cui si intende affidare la concessione ai fini della riqualificazione e riconversione dei medesimi beni tramite interventi di recupero, restauro, ristrutturazione a spese del concessionario, anche con l'introduzione di nuove destinazioni d'uso finalizzate allo svolgimento delle attività indicate, ferme restando le disposizioni contenute nel decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.

3. Dal canone di concessione vengono detratte le spese sostenute dal concessionario per gli interventi indicati nel comma 2 entro il limite massimo del canone stesso.

4. Nell'ambito dei procedimenti avviati su istanza di Enti del Terzo settore, singoli o associati, le domande di attribuzione dei beni immobili devono avere, a pena di irricevibilità, il seguente contenuto minimo:

a) descrizione della proposta progettuale e inserimento nel contesto di riferimento;

b) indicazione degli interventi di manutenzione, di rifacimento e di riqualificazione proposti, ferme restando le finalità di tutela, previste dal d. lgs. n. 42 del 2004;

c) quadro economico degli interventi e dei relativi oneri;

d) proposta di gestione del bene che ne assicuri la corretta conservazione, l'apertura alla pubblica fruizione e la migliore valorizzazione, con indicazione dell'eventuale apporto di soggetti diversi dagli Enti del Terzo settore, nei limiti e secondo quanto previsto dall'articolo 14, comma 1;

e) eventuale metodologia proposta con riferimento alla valutazione e misurazione dell'impatto sociale, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, della legge n. 106 del 2016;

f) dichiarazioni dei legali rappresentanti degli Enti del Terzo settore in ordine al possesso dei requisiti, di ordine generale e di capacità, tecnica ed economica, necessari in relazione al progetto di gestione.

5. Le disposizioni del presente articolo si applicano ai beni culturali immobili di proprietà degli enti locali e degli altri soggetti di cui all'articolo 5, comma 1.»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Pelloni

«All'articolo 24, comma 2, dopo le parole "Per le finalità stabilite dalla presente legge," sono integrate le parole ", fermo restando il dettato dell'articolo 13, comma 2bis della legge regionale 27 giugno 2014, n. 6 (Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere),"»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Pelloni

All'articolo 24, comma 2, la lettera a) è soppressa.

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma del consigliere Pelloni

«All'articolo 24, comma 3, dopo le parole "ai sensi dell'articolo 12 della Legge n. 241 del 1990" sono integrate le parole 't, previa l'assunzione di parere da parte della competente Commissione assembleare".»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Pelloni, Catellani

«All'articolo 28, il comma 1, è così integralmente sostituito: "1. Le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attività istituzionali, purché non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d'uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, indipendentemente dalla destinazione urbanistica.".»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Pelloni, Catellani

«All'articolo 28, comma 2, le parole “, fatta salva la possibilità di usufruire del permesso di costruire in deroga, di cui all'articolo 20 della L.R. n. 15 del 2013, e sono esonerati dal pagamento del contributo di costruzione." sono soppresse.»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Pelloni, Catellani

«All'articolo 31, comma 2, dopo la lettera a) è integrata la seguente lettera:

"a bis) articolo 52 della legge regionale 30 luglio 2013, n. 15 (Semplificazione della disciplina edilizia)”»

(Approvato)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Castaldini, Pelloni

«Nell'articolo 2, comma 1, inserire la lettera m-bis)

"promuovere come indicato alla lettera l), comma 1, dell'Art. 5 del D. Lgs. 117/2017 attività extra-scolastiche e socioeducative finalizzate al contrasto alle povertà educative, al supporto al benessere e al protagonismo giovanile per la cittadinanza attiva, l'inclusione e del coinvolgimento nella vita di comunità, in applicazione della legge regionale n. 14 del 2008, anche per sostenere le famiglie nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e la natalità"»

(Approvato)

 

Emendamento 12, a firma della consigliera Castaldini

«Nell'articolo 13, comma 1, sostituire le parole "con sede nel territorio regionale" con le parole "con sede o ambito di operatività nel territorio della Regione Emilia-Romagna come da art. 4 comma 1"»

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma della consigliera Castaldini

«Nell'articolo 24, comma 2 si chiede di eliminare interamente la lettera a)»

(Respinto)

 

Emendamento 14 a firma dei consiglieri Pillati, Costi, Marchetti Francesca, Molinari, Bondavalli, Zamboni, Maletti, Amico, Bulbi, Daffadà, Pelloni

«Al comma 3 dell'articolo 7 dopo le parole "possono candidarsi gli organismi unitari" sono inserite le seguenti parole: "in ragione delle diverse tipologie di ETS".»

(Approvato)

 

Emendamento 15 a firma dei consiglieri Pillati, Costi, Marchetti Francesca, Molinari, Rontini, Bondavalli, Zamboni, Maletti, Amico, Bulbi, Daffadà, Pelloni

«Dopo il comma 3 dell'art. 13 è inserito il seguente comma 4:

"4. ln concomitanza con lo svolgimento dell'Assemblea Regionale del Terzo settore, la Giunta presenta un'informativa alla commissione assembleare competente sul rapporto predisposto anche sulla base delle elaborazioni dell'Osservatorio."»

(Approvato)

 

Emendamento 16 a firma dei consiglieri Maletti, Amico, Bondavalli, Pillati, Costi, Marchetti Francesca, Molinari, Rontini, Zamboni, Bulbi, Daffadà

«Al comma 1 dell'articolo 20 dopo le parole "organizzazioni di volontariato (di seguito ODV)," sono inserite le seguenti parole: "che si avvalgono entrambe in modo prevalente dell'attività di volontariato dei propri associati o delle persone aderenti agli enti associati,".»

(Approvato)

 

Emendamento 17 a firma dei consiglieri Pillati, Costi, Molinari, Bondavalli, Zamboni, Maletti, Amico, Bulbi, Daffadà

«Alla lettera c) comma 2 dell'articolo 24 dopo le parole "di cui all'articolo 9, comma 2," sono inserite le seguenti parole: "anche in ragione delle funzioni di autocontrollo ad esse delegate".»

(Approvato)

 

Emendamento 18 a firma dei consiglieri Pillati, Costi, Molinari, Bondavalli, Zamboni, Maletti, Amico, Bulbi, Daffadà

«Al comma 1 dell'articolo 25 dopo le parole "La Regione Emilia-Romagna," sono inserite le seguenti parole: "in attuazione del decreto legislativo n. 117 del 2017, articolo 69 (Accesso al Fondo sociale europeo),"»

(Approvato)

 

Emendamento 19 a firma dei consiglieri Pillati, Costi, Molinari, Rontini, Bondavalli, Zamboni, Maletti, Amico, Bulbi, Daffadà

«Dopo l'art. 30 è inserito il seguente nuovo articolo 30 bis: "Art. 30-bis Modifiche alla legge regionale n. 37 del 1994

1. Dopo il comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale n. 37 del 1994 (Norme in materia di promozione culturale) è inserito il seguente comma: "3 bis. Possono accedere ai contributi regionali altresì gli Enti di natura associativa che presentano progetti in ambito culturale ai sensi del comma 1, lettera b), iscritti nella sezione "Altri enti del Terzo settore" del Registro unico nazionale del Terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore, a norma dell'articolo 1 comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106)".»

(Approvato)

 

Emendamento 20 a firma dei consiglieri Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri

«A pagina 21, art. 10 "Consiglio Regionale del Terzo Settore", comma 3:

Al punto b) aggiungere al termine della frase: ", secondo le indicazioni dell'Assemblea di cui all'art. 13»

(Respinto)

 

Emendamento 21 a firma dei consiglieri Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri

«A pagina 30, art. 23 "Concessione di beni culturali immobili pubblici non statali", Comma 1: dopo le parole " che svolgono le attività indicate all'art. 5, comma 1," aggiungere "lettera d), " prima di f), i), k), o) z), del D.Lgs n. 117 del 2017.»

(Approvato)

 

Emendamento 22 a firma del consigliere Pelloni

«All'articolo 2, comma 1, dopo la lettera q) è integrata la seguente lettera:

"r) promuovere l'attuazione di quanto previsto dall'articolo 5, comma 1, lettera d), del D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117."»

(Approvato)

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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