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Legislatura X - Commissione I - Resoconto del 28/01/2019 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 2

    Seduta del 28 gennaio 2019

     

    Il giorno 28 gennaio 2019 alle ore 11,00 è convocata in udienza conoscitiva, con nota prot. n. AL.2019.1763 del 22/1/2019, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    presente

    BERTANI Andrea

    Vicepresidente

    Movimento 5 Stelle

    3

    presente

    POLI Roberto

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    6

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    BOSCHINI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    CALVANO Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    CARDINALI Alessandro

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    1

    assente

    FACCI Michele

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    GALLI Andrea

    Componente

    Forza Italia

    1

    assente

    IOTTI Massimo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    MOLINARI Gian Luigi

    Componente

    Partito Democratico

    6

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    PRODI Silvia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    PRUCCOLI Giorgio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    SASSI Gian Luca

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    SERRI Luciana

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    assente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    presente

    ZAPPATERRA Marcella

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    ZOFFOLI Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

     

    Sono presenti le consigliere Barbara LORI in sostituzione di Paolo CALVANO e Roberta MORI in sostituzione di Paolo ZOFFOLI.

     

    Sono altresì presenti l’assessore a Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro Patrizio BIANCHI e il Parlamentare europeo On. Damiano ZOFFOLI.

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Claudia Cattoli

     


     

    -     Udienza conoscitiva sulle iniziative di competenza regionale del Programma di lavoro 2019 della Commissione europea (Mantenere le promesse e prepararsi al futuro)

     

    partecipano

     

    David

    Aguzzi

    Comune di Riccione (RN)

    Mario

    Bernardi

    Segretario Associazione Bancaria Italiana ABI

    Federico

    Boccaletti

    Vicepresidente Anziani e non solo Soc. Coop. Soc.

    Giorgio

    Casadei

    Presidente Ass. Difesa Orientamento Consumatori ADOC Emilia-Romagna

    Anna

    Chiappa

    Ass. Nazionale Mutilati Invalidi Civili ANMIC Parma

    Eleonora

    Di Cintio

    Comune di Cento (FE)

    Silvia

    Fait

    Resp. Relazioni Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata CONFIMI Emilia

    Serena

    Foracchia

    Assessore Comune di Reggio Emilia

    Elena

    Grillini

    Ass. Per le donne – Imola

    Antonio

    Gurrieri

    Confcommercio Emilia-Romagna

    Stefano

    Lenzi

    Unioncamere Emilia-Romagna

    Loredana

    Ligabue

    Segretario CARER (Associazione dei Caregiver familiari dell’Emilia-Romagna)

    Andrea

    Luccaroni

    Assessore alle Politiche europee Comune di Faenza – URF

    Alberto

    Mutti

    Vicepresidente nazionale Ass. Nazionale Mutilati Invalidi Civili ANMIC

    Cecilia

    Odone

    Consulente diritto UE

    Alfredo

    Posteraro

    Presidente Ordine Dottori Agronomi

    Monica

    Visentin

    Ufficio Politiche europee Unione Romagna Faentina

     

    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    Presidente Massimiliano POMPIGNOLI – Presidente della Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali

    Buongiorno a tutti. Direi di iniziare questo appuntamento, che come tutti gli anni ci vede impegnati nel determinare quelle che sono le istanze e le scelte che poi la Regione Emilia-Romagna farà, attraverso una risoluzione, all'Europa. Buongiorno professor Bianchi, ben arrivato. Intanto vi presento gli ospiti: ovviamente c'è l'assessore Bianchi presente e l'onorevole Damiano Zoffoli, parlamentare europeo.

    Quest'anno è sicuramente uno degli eventi più importanti, perché come ben sapete arriviamo all'ultimo anno di legislatura sia in Regione Emilia-Romagna (quindi questa sarà l'ultima sessione europea che faremo in Regione Emilia-Romagna) e in più avremo anche le elezioni europee il 26 maggio proprio sul discorso legato all’attività europea.

    L'udienza conoscitiva è un evento importante perché da qui vengono comunque recepite quelle che sono le istanze da parte di tutti gli enti territoriali, da tutte le funzionalità preposte, affinché possa essere poi realizzata una bozza, una risoluzione dove saranno indicati quelli che sono i principi basilari che la Regione Emilia-Romagna avanzerà nei confronti dell'Europa.

    Attualmente non abbiamo degli interventi previsti perché nessuno dei partecipanti ha chiesto di parlare, però nel momento in cui verranno esplicitate da parte dell'assessore Bianchi quelle che sono le ragioni della rete della Regione Emilia-Romagna nei confronti dell'Europa e dallo stesso parlamentare europeo Damiano Zoffoli, se qualcuno si vuole prenotare per intervenire è ovviamente ben accetto, siamo lieti appunto di ascoltare quelle che sono le attività che verranno mostrate poi dal territorio.

    Oggi prende avvio la sessione attraverso questa udienza conoscitiva, poi verranno approfonditi i temi da tutte le varie Commissioni assembleari della Regione Emilia-Romagna dove verranno discusse le linee programmatiche che la Regione stessa vorrà dare all'Europa e si tradurranno poi in una risoluzione conclusiva che verrà approvata appunto dall’Assemblea regionale. Lascerei subito la parola all'assessore Bianchi per l'introduzione e poi alla l'onorevole Damiano Zoffoli. Prego, assessore.

     

    Assessore Patrizio BIANCHI - Assessore a Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro

    Grazie presidente, grazie onorevole Zoffoli, grazie a tutti voi per essere qui stamattina per questa che, come ha detto il presidente, è l'ultima sessione europea di questa legislatura.

    Noi abbiamo sempre usato la sessione europea per fare essenzialmente due cose, anzi tre: la prima è una riflessione politica su Unione europea e Italia, la seconda è stata quella di capire in che modo la normativa europea e i comportamenti europei ed azioni europee, cioè di quell' insieme complesso di Istituzioni che vede il Consiglio, la Commissione e il Parlamento, di fatto, come tutto questo determina i nostri comportamenti e noi su questo abbiamo fatto un' azione importante negli anni passati e devo darne atto, presidente Pompignoli, abbiamo pulito molto la nostra normazione, abbiamo tolto tutto ciò che non soltanto era in contrasto con le indicazioni europee, ma abbiamo utilizzato - io credo saggiamente e qui devo ringraziare l'Assemblea nel suo insieme - per dare anche un senso di coerenza maggiore fra i singoli atti e l'insieme della nostra capacità di normazione.

    Il terzo passaggio che abbiamo svolto è stato invece il passaggio inverso, cioè quello sostanzialmente invece di dare noi indicazioni a livello europeo, noi che abbiamo l'onere e anche l'onore di essere il territorio, non solo sul territorio, ma il territorio, i rappresentanti legittimi di territori diversi in Europa, che si sono resi ancora più diversi negli ultimi trent'anni.

    Quello che è successo negli ultimi trent'anni lo sappiamo: l'entrata in vigore dell'euro ha costituito una straordinaria accelerazione, riducendo i costi di transazione, ma essenzialmente per quelle Regioni che erano già in condizione di sviluppare al meglio le loro relazioni internazionali. Ha costituito comunque un problema per quelle Regioni che presentavano già svantaggi strutturali e che probabilmente in una condizione di maggiore competizione internazionale si sono trovati ad avere più difficoltà. Quello che sicuramente è evidente è che negli ultimi vent'anni, cioè da quando è entrato in vigore l'euro, noi abbiamo avuto all'interno del corpo europeo delle dinamiche che si sono rese più evidenti nella loro differenziazione.

    Abbiamo avuto un corpo centrale che si è fortemente consolidato e abbiamo avuto diverse periferie che si sono progressivamente allontanate. Dico diverse periferie perché sarebbe un errore trattare tutte le aree marginali con lo stesso gradiente di analisi. Sicuramente l'Emilia-Romagna nel suo corpo centrale fa parte di quell'asse Bologna - Monaco che costituisce oggi il corpo centrale europeo. Questo è un dato riconosciuto, un dato evidente, un dato che oltretutto si tratta di Eurostat del reddito, voi potete verificare con grandissima evidenza. Questa dinamica, ha fatto sì che le maggiori capacità di trasformazione produttiva, quindi di mutamento strutturale di quest'area, hanno portato a investimenti tedeschi in Italia o almeno tedeschi in quest'area specificatamente in Emilia-Romagna e hanno portato investimenti dall' Emilia-Romagna specificatamente nel sud della Germania. Questa compenetrazione dei sistemi produttivi è diventata fortissima e violentissima essenzialmente nel settore delle macchine, nel settore della meccanica, nel settore dell'automotive, nei settori dell'elettronica e dell'informatica applicati e nel settore del supercalcolo.

    Questo non ha toccato egualmente tutta la Regione, perché anche all'interno della Regione abbiamo un corpo centrale più forte di prima e abbiamo dei corpi periferici più periferici di prima: certamente il corpo Bologna, Modena, Reggio e in parte Parma gioca oggi un ruolo più forte di prima nei processi di integrazione europei nei settori che vi ho detto prima. Sicuramente la montagna evidenzia un ritardo rispetto a queste dinamiche strutturali; sicuramente lo evidenzia anche tutta la parte della Bassa fino a Ferrara.

    Vi ricordo che se vogliamo prendere un indice di questi ritardi, un indice su cui noi abbiamo lavorato tantissimo è stato l’indice di dispersione scolastica, che per me è l'indice ancor più della disoccupazione, del malessere sociale. Noi in questi anni abbiamo ridotto con le nostre azioni - assolutamente in linea e utilizzando fondi europei - la dispersione scolastica dal 15 al 9,9 cioè sotto la media europea. Però vi ricordo che a Goro è ancora il 25%, quindi abbiamo ancora molto da fare, ma da fare in questa Regione a proiezione di quello che è quello che vi è da fare ancora a livello europeo, quindi il primo delle aree su cui noi abbiamo lavorato in questi anni e qui io ringrazio il nostro servizio Europa (qui c'è la dottoressa Martini che voglio ringraziare e con lei tutto il gruppo) è il tema della coesione.

    Mai come oggi vi è un problema di coesione oggi in Europa; coesione che vuol dire non soltanto la riduzione delle disparities cioè dei divari, ma la capacità di intrecciare di più i cammini strutturali dei diversi comparti. Su questo noi abbiamo una responsabilità diretta per l'area Sud Europa Sud-Est Europa cioè il South East Gate cioè l'area adriatico-ionica, dove noi abbiamo per conto della Commissione europea la gestione del programma Adrion che è il corpo centrale del quello che si chiama EUSAIR, cioè la dinamica del sistema sud-est europeo dove con le nostre azioni stiamo tentando di favorire processi di integrazione strutturale.

    Insisto su questo termine strutturale perché noi siamo sempre attentissimi alle dinamiche del più 1% o meglio più 0,1% sul PIL e meno siamo attenti alle dinamiche di trasformazione dei sistemi produttivi. Invece questo è il punto fondamentale: rispetto a questo è evidente che noi abbiamo messo sul tavolo un'altra carta che abbiamo giocato e stiamo giocando con grandissima attenzione. Abbiamo svolto qui una riunione di tutti i Paesi dell'area mediterranea su questo che è un vantaggio competitivo in tutto il nostro territorio che è il supercalcolo.

    Noi abbiamo concentrato a Bologna per motivo della storia, perché questo è un incrocio, la più grossa capacità di concentrazione di supercalcolo d'Europa, lo abbiamo fatto perché qui nel giro di un'ora di treno pensate, in un'ora di treno noi abbiamo in quest'area la più grande concentrazione di università di tutta Europa: abbiamo le nostre quattro università, abbiamo il Politecnico di Milano, abbiamo la Cattolica di Piacenza, abbiamo le università milanesi, abbiamo Verona, abbiamo Padova, abbiamo Firenze, abbiamo Pisa. È la più grossa concentrazione di università che esiste in Europa: soltanto nel sud della California c'è un dimensionamento di concentrazione universitaria come questo. L'azione che abbiamo condotto nel metterle in sinergia fra di loro determina che questa area qui è un'area che per definizione ma anche per storia (la più giovane delle nostre Università, io lo ricordo sempre ai nostri amici che vengono da altre parti del mondo - è venuto ieri e abbiamo incontrato il ministro dell' Economia della Croazia - la più giovane la nostra Università è Ferrara che è stata fondata solo nel 1391) è chiaro che rispetto alla dimensione del sistema universitario europeo è una roba assolutamente inconcepibile, ma soprattutto rispetto agli amici americani è inconcepibile.

    Noi abbiamo arricchito questa nostra posizione portando qui il Centro europeo per le previsioni a medio raggio che oggi è a Reading: l'arrivo della Agenzia per le previsioni a medio raggio vuol dire non soltanto portare qui la struttura di ricerca che lavora sul cambiamento climatico ma vuol dire portare qui una macchina che è la seconda macchina d' Europa, che con quella del CINECA e IFN determina veramente la più grossa capacità di supercalcolo d’Europa. Questo non può essere visto come un intervento della Regione: questo è un intervento di dimensione nazionale ed europeo che serve a sviluppare tutto il sud Europa, tutta l'area mediterranea.

    Il terzo punto su cui noi stiamo ragionando quindi è questo concetto di sussidiarietà, cioè come si possa in un qualche modo partire da una situazione territoriale per poi svolgere nelle due direzioni, funzioni di sostegno e sviluppo di altri. Su questo noi abbiamo anche dimostrato che la capacità di usare in termini incrociati i diversi fondi strutturali diventa un elemento fondamentale: questo non si misura soltanto perché anche in questo giro, come nei due giri precedenti, noi utilizzeremo tutti i fondi nei tempi dovuti, ma perché li abbiamo usati secondo una logica strutturale cioè di cambiamento dell'organizzazione profonda dei sistemi produttivi. La nostra scelta di operare sulle competenze e le alte competenze delle persone è un tutt'uno con quello che vi ho detto prima di investimento nelle grandi infrastrutture di ricerca; questo rafforza la nostra posizione a livello europeo, ma contestualmente aumenta la responsabilità.

    Qui mi si permetta una riflessione tuttavia sulla situazione europea nel suo insieme: è innegabile che noi stiamo vivendo una fase di profonda crisi non solo delle istituzioni europee ma forse anche della stessa cittadinanza europea. Noi abbiamo fatto una norma sulla cittadinanza europea e credo sia assolutamente da utilizzare al meglio proprio in questa fase in cui questa viene messa in discussione. La nostra funzione di presenza continua, di descrizione continua, di narrazione continua che viene fatta è un pezzo fondamentale, di presenza fondamentale nella cittadinanza europea.

    Però mi si permetta una riflessione su questa fase dell'Europa, la fase in cui di fronte ad una evidente riduzione nel tempo di visione da parte della Commissione è aumentato a dismisura il potere del Consiglio, trasformando sempre di più l'Europa da un'azione comune ad un'azione intergovernativa. Qui ognuno ovviamente è libero di pensare come vuole, il mio pensiero è limpido: l'Europa è in crisi non perché ci sono pochi sovranismi, ma perché ce ne sono troppi.

    E’ il troppo sovranismo che ha distrutto l'Europa, è l'aver tentato di trasformare l'azione comune in un'azione intergovernativa dove il più forte dettava le regole degli altri: questo è il punto. Se non si ritorna ad un'idea in cui il Consiglio dei Presidenti dei Capi di Stato, di quelli che sono, si mettono da parte e cominciano a capire effettivamente che cosa si cede di sovranità per una sovranità più alta, chiaramente i sovranismi non potranno che tornare fuori come il reflusso.

    Questo è il mio parere, non è né quello della Giunta né voglio che sia quello di altri, però attenzione siamo andati verso un oscuramento progressivo delle altre Istituzioni, sicuramente della Commissione, ma anche del Parlamento e l'eccesso di nazionalismo che ha messo in difficoltà l'azione comune che ha caratterizzato l'uscita dal baratro del Novecento, il baratro del Novecento è stata la fase finale di un nazionalismo ottocentesco che non poteva che finire in tragedia. Il passato bisogna conoscerlo, ha ragione Primo Levi perché chi non conosce il passato è obbligato a riviverlo; per questo la storia del Novecento non è lontana in questo nuovo secolo e per questo diventa fondamentale quando si fanno le sessioni europee, questa è l'ultima, però attenzione: la sessione europea non può essere soltanto la verifica di quanto noi con precisione emiliano-romagnola abbiamo attuato o di quanto noi vorremmo che a Bruxelles venisse attuato.

    Io credo che sia necessario fare una riflessione profonda sul rischio che una mancanza di Europa può determinare a livello mondiale. La guerra di Siria è l'esplicitazione più evidente della mancanza di Europa, l'afonia totale dell'Europa sulla tragedia della Siria ha determinato che ognuno si sentisse in dovere di dire il proprio parere; l’incapacità dell'Europa di avere una politica forte nel Mediterraneo ha terminato la tragedia della Libia, in cui ognuno si è sentito in dovere di fare il proprio giochetto e sono giochetti (giochetti quelli della Francia, giochetti quelli dell'Italia, giochetti quelli della Germania). La tragedia che stiamo vivendo nel mare Mediterraneo oggi è la misura della mancanza dell'Europa.

    Questo era quello che volevo dire e quando noi sosteniamo la cittadinanza europea io credo che dobbiamo anche con grande responsabilità dire ai nostri ragazzi che non diano per scontato quello che per loro è ovvio, il muoversi con libertà, il potersi aggirare in ogni fase d'Europa con libertà perché questo è un risultato non è una cosa ovvia questo non è un dato per scontato neanche la democrazia è data per scontata. Io ho sentito nei giorni passati una cosa che mi ha fatto accapponare la pelle: un signore, che in realtà non so neanche chi sia e chi rappresenti, che mentre faceva un numerino alla televisione sosteneva che la democrazia come la monarchia è un'eredità del passato. Attenzione, quando si gioca con le parole si sta giocando con il fuoco: la democrazia così come l'abbiamo colta, cioè nella sua capacità rappresentativa è una conquista che è sempre labile, per questo io credo che ad esempio la rappresentatività della nostra Assemblea che si assume l'onere di rappresentare questo nostro territorio sia assolutamente il punto essenziale per una riflessione sull'Europa.

    Se noi avessimo avuto più Europa e meno Stati nazionali probabilmente alcuni conflitti, non solo di confine, ce li saremmo risparmiati, perché il catalanismo si sarebbe disciolto nell'Europa, perché probabilmente molte tensioni che noi abbiamo si sarebbero disciolte nell’Europa. Bisogna spiegarlo ai nostri ragazzi; bisogna spiegare che le cose non sono dovute e neanche la democrazia è dovuta: la democrazia è una conquista, che o ce la teniamo ben cara o altrimenti ricordiamoci che l'altra via non può che essere una via autoritaria. Grazie.

     

    On. Damiano ZOFFOLI – Parlamentare europeo eletto nella circoscrizione del nord-est

    Grazie, ringrazio anch’io per questo invito, siamo alla fine di un'esperienza, di una legislatura, per cui ringrazio l'Assemblea legislativa, l'assessore Bianchi, la presidente Saliera, il presidente Pompignoli per il lavoro fatto in questi anni e di cui ho avuto riscontro a Bruxelles e a Strasburgo.

    Ho visto i frutti anche della riforma della legge regionale n. 16 del 2008 recente, proprio sulla cittadinanza europea. Ecco, questo secondo me è il punto centrale: l'Europa siamo noi. Vedete quando si parla di Europa - io incontro spesso cittadini europei - si pensa sempre all'inizio di parlare di qualche cos'altro da noi, l'Europa, come se ci fosse un rapporto sindacale, zero virgola del bilancio, l'Europa ci obbliga, le direttive, regolamenti europei e subito scatta un sentimento di lontananza o addirittura di timori, di preoccupazione, come se l'Europa ci fosse e fosse di…l'Europa siamo noi! Per cui l'esperienza delle Regioni e dei territori ci fa recuperare il volto dell'Europa, perché i nostri cittadini nei Comuni conoscono il loro sindaco, lo votano, non lo votano, discutono, conoscono i presidenti delle Regioni, c'è una relazione.

    Quando si parla di Europa, ecco si perde il volto. Dobbiamo ridare un volto all'Europa e il volto dell'Europa siamo noi, sono le persone e quindi l'Europa dei territori. Io ho ospitato in questi anni mille e cinquecento ragazzi dalle Regioni - soprattutto dell'Emilia-Romagna - avrò un gruppo anche la prossima settimana, quella successiva, che viene a visitare la loro casa: io li accolgo fuori dal Parlamento e dico benvenuti a casa vostra e vedo all'inizio i ragazzi che…ma non sapevate che avevate, guardate la porta principale del Parlamento: sopra c'è scritto Altiero Spinelli, che onore per noi italiani, la porta d' ingresso del Parlamento è dedicata ad un italiano, quindi grazie anche alla riforma, le opportunità che date alle scuole e agli enti locali, ragazzi, giovani amministratori, hanno la possibilità di visitare l'istituzione europea.

    Perché io ho ancora sotto gli occhi, tutti noi abbiamo sotto gli occhi, Antonio Megalizzi, questo italiano di 29 anni di Trento giornalista che è morto poche settimane fa negli attentati ai mercatini di Natale; era tre chilometri dal Parlamento, noi lo conoscevamo perché lui veniva a trasmettere in diretta e attraverso la radio universitaria, i lavori del Parlamento. Quindi Antonio aveva capito qual era il punto centrale: bisogna far conoscere agli europei, far incontrare gli europei con le Istituzioni perché non si può voler bene o amare qualcuno o qualcosa che non si conosce. Non possiamo volere bene o amare qualcuno o qualcosa che non conosciamo, per cui c'è un problema di fondo di conoscenza: noi non sappiamo quali sono i nostri diritti e i nostri doveri come cittadini europei; è questo il punto.

    Quindi prima si diceva la crisi dell'Europa; è una crisi veramente di identità. Siamo un po' in confusione per cui Antonio, questo ragazzo che diceva “mi sono innamorato dell'Europa, pensate un po' ho due passioni il giornalismo e l'Europa” lui aveva capito qual era il punto. Infatti noi abbiamo chiesto di intitolare ad Antonio una sala del Parlamento europeo, così come esiste ad Aldo Moro, De Gasperi, Renzo Imbeni l'ex sindaco di Bologna che è stato europarlamentare. Questi grandi che hanno creduto nell'Europa hanno un luogo intestato: ecco, Antonio merita questo riconoscimento perché oggi in questa crisi che l'Europa sta vivendo, di identità, di confusione, lui interpreta bene questa crisi, questo momento di difficoltà e aveva capito qual era il problema: far conoscere l'Europa e su questo una buona notizia. Siccome Erasmus è uno dei programmi meglio riusciti vi voglio dire che noi abbiamo in realtà già approvato il bilancio 2019, d'accordo con il Consiglio, ed Erasmus avrà il 20% in più di risorse a disposizione, 2 miliardi e 8 per il 2019 e nella programmazione futura che non si chiuderà lo sapete 2021 - 2027 (i fondi europei si programmano ogni sette anni) da 15 passeremo a 30 miliardi: è un segnale chiaro perché se vogliamo uscire da questa crisi dobbiamo puntare veramente sul faccia a faccia, cioè Erasmus è il modo migliore per conoscere l' Europa, fare incontrare gli europei. Quindi una buona notizia su Erasmus ci saranno più risorse. Un passo in avanti.

    Io mi occupo di ambiente, sono nella Commissione ambiente e quindi in questi anni ho seguito soprattutto due o tre sfide che incrociano questi territori. Prima si citava i cambiamenti climatici, il Centro Meteo che verrà trasferito a Bologna anche a seguito della Brexit.

    Pensate che ancora non sappiamo come andrà a finire la questione della Brexit, che è una cosa enorme, che avrà delle ripercussioni comunque al di fuori dei confini del Regno Unito e in tutta Europa, comunque vada a finire, non lo sappiamo. Manca un mese, un mese e mezzo alla scadenza del marzo e io credo - questa è una mia valutazione - che questa difficoltà degli inglesi sia la migliore propaganda a favore dell'Europa, perché questo dimostra come oggi siamo, nel bene e nel male, tutti uniti e come sia difficile e come non ci siano prospettive fuori da un disegno comune.

    Noi europei siamo appena il 7% della popolazione mondiale, stiamo invecchiando, abbiamo un'età media di 45 anni, non ce lo dobbiamo dimenticare, siamo pochi e stiamo invecchiando: se ci dividiamo, come purtroppo ci sono segnali in questa direzione, diventeremo marginali. E guardate: che sia l'America di Trump piuttosto che la Russia di Putin, queste fanno il tifo contro noi europei, hanno tutti gli interessi, abbiamo una combinazione, un grande ponte che si eleva, e non abbiamo alcun interesse a dividerci, perché se siamo uniti siamo e possiamo essere forti, se ci dividiamo entriamo in difficoltà.

    Commissione ambiente, dicevo, una delle grandi sfide è quella dei cambiamenti climatici. Su questo tema c'è la novità, questo importante traguardo che riguarda proprio Bologna, i nostri territori. Così come prima parlavo di Erasmus, che orgoglio, l’Università di Bologna è la prima in Europa per ragazzi che partono e arrivano per l'esperienza di Erasmus, quindi questo territorio ha delle eccellenze che è giusto sottolineare.

    Io potrei parlare, a proposito di ambiente, si è parlato molto dell'economia circolare in questi anni, di un nuovo modello di sviluppo, su come continuare a crescere consumando meno terreno, acqua, aria, energia, sprecando meno. Vi voglio dire che sullo spreco alimentare l'esperienza di Segrè - nostro professore dell'Università - è stata presa a livello europeo e noi l'abbiamo inserita, quando si parlava di economia circolare, di trattamento dei rifiuti e di spreco alimentare, questa esperienza, c'era una proposta della Commissione, ma era debole. Noi abbiamo introdotto il tema dello spreco alimentare, che cosa si intende per spreco alimentare, come si misura, perché se tu vuoi dare degli obiettivi di riduzione dello spreco, lo devi calcolare e lo devi misurare. Questo è entrato nella legislazione europea, nel pacchetto sull'economia circolare, mutuato dall'esperienza - anche in questo caso - di questo territorio. Per cui, vedete, vi ho già portato tre o quattro esempi dove noi abbiamo noi dobbiamo imparare - lo dico sempre - tante cose dagli altri e abbiamo anche qualcosa da dire e da insegnare.

    Concludo appunto con un passaggio che riguarda nello specifico il mio lavoro. Io mi sono occupato soprattutto di cambiamenti climatici, mobilità sostenibile, voi sapete che una delle ragioni di questo sconquasso che è sotto gli occhi di tutti sono le emissioni di CO 2. E le ragioni e le cause sono tante fra cui il settore dei trasporti, che è responsabile per il 25% delle emissioni di CO 2 e quindi anche qui ci sono tutta una serie di politiche e di indirizzi, che riguardano nella fattispecie sia le auto e i furgoni e la novità è questa, che ho seguito come relatore in Parlamento: i mezzi pesanti, i camion, gli autobus, i pullman.

    Su questi cosiddetti mezzi pesanti non c'era una normativa: mentre esisteva per le auto, poi c'è stato il diesel gate, gli scandali, quindi c'erano delle norme che sono state infrante ma le norme c' erano, pensate un po' che per i camion, e sappiamo tutti cosa vuol dire, tutte le modularità, i sistemi con i vari rimorchi, le varie tipologie di mezzi pesanti - fra l'altro anche in questo caso per le ragioni geografiche dei collegamenti sappiamo il dibattito che c'è in corso nella nostra Regione, che cosa rappresenta l'Emilia-Romagna nel collegamento nord sud - quindi per noi questa è una novità che avrà un grande impatto. Cosa significa in sostanza che i mezzi che verranno prodotti, i mezzi pesanti nuovi dovranno avere delle caratteristiche per ridurre l'inquinamento le emissioni di CO 2, anche i consumi.

    Perché si è arrivato a queste scelte? per tre ragioni: una perché si è scoperto purtroppo che a livello europeo c'era un cartello dei produttori; sono 7 o 8 i produttori di questi mezzi, si erano accordati sul prezzo sostanzialmente, per cui non c' era in realtà una vera concorrenza, un interesse a investire sull'innovazione e sulla ricerca, su produrre mezzi meno inquinanti, meno impattanti, perché comunque si passava di lì per la vendita. Ma questo ha determinato una sanzione pesantissima da parte della Commissione europea, in questo caso. Ma queste azioni si possono fare solo chiaramente a livello europeo. Il singolo Stato non ha la forza rispetto a questi gruppi, a questi interessi economici, di agire. Potrei fare tanti esempi. E poi si creano concorrenza sleale fra i vari Stati. Quindi prima ragione. Secondo punto: il 30% dei costi di esercizio di un autotrasportatore è il carburante, per cui se tu operi per dei mezzi che riducono il consumo di carburante, tu fai l'interesse di chi lavora in quel settore.

    Infine la terza questione, che riguarda proprio le emissioni, è l'inquinamento atmosferico. Mi auguro adesso, voi sapete che il Consiglio europeo è sotto la presidenza rumena e noi stiamo facendo la contrattazione perché la legislazione europea è un sistema bicamerale: in Europa c'è il Parlamento e il Consiglio europeo, come in Italia esiste il Senato della Repubblica la Camera dei deputati, a livello europeo c’è il Parlamento europeo e il Consiglio europeo. Cioè il Parlamento europeo non è come i Parlamenti nazionali, quando hanno finito il loro lavoro esce la legge che vale in Italia. Il Parlamento europeo per avere una direttiva o un regolamento, quindi una legge europea, bisogna che sia approvato lo stesso testo identico da parte del Consiglio europeo.

    E qui entriamo in quella valutazione che è anche mia, tutto sommato, perché questo è giusto dirlo, non è che mi voglio sottrarre alle mie responsabilità di parlamentare, ma è vero che il Parlamento europeo ha ancora dei poteri insufficienti e sulle grandi questioni è il Consiglio europeo che rappresenta i 28 Governi che non si mettono d'accordo e che impediscono di fatto al progetto legislativo di avanzare. Potrei farvi tanti esempi: perché le cose non si fanno? perché i singoli Governi di volta in volta si mettono di traverso e, siccome ancora il sistema di decisione in Europa su molte questioni addirittura prevede l'unanimità - ma voi pensate che non si governa un Comune, ho fatto il Sindaco a Cesenatico, avrò fatto dieci delibere all'unanimità - non si governa un Comune di 5.000 abitanti all'unanimità, pensate un po' 500 milioni di cittadini europei. Queste sono le grandi questioni. Per cui se vogliamo fare avanzare il progetto di integrazione europea dobbiamo andare in questa direzione.

    Voglio ricordare – e ho finito-, prima si diceva Antonio Megalizzi. Voglio ricordare Jo Cox, la deputata laburista che è stata è pugnalata perché era contro la Brexit da un nazionalista che gli gridava Britain first, prima la Gran Bretagna. E voglio ricordare Pavel Adamovic, il sindaco di Danzica morto l'altro giorno anche lui assassinato: diceva Danzica è un porto, è un porto aperto in direzione del mare. Allora noi possiamo avere tutte le idee che vogliamo sull' Europa, ma Antonio Megalizzi, Jo Cox e Pavel Adamovic sono tre martiri del sogno e del progetto europeo, per cui attenzione a screditare l'Europa perché ci sono persone che ancora oggi hanno dato la vita. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie all’assessore Bianchi e all’onorevole Zoffoli. Avete visto quant’è importante il lavoro che dovremo fare in Regione Emilia-Romagna e in Assemblea sulle osservazioni che potremmo inoltrare in Europa su argomenti che sia il professor Bianchi che l’onorevole Zoffoli hanno delineato, condivisibili o meno. Ci sarà discussione, da parte di questa Assemblea, sugli indirizzi che verranno portati dalla Regione Emilia-Romagna all’Europa. È importante, quindi, che le osservazioni – purtroppo nessuno, oggi, ha chiesto di intervenire, però vi chiedo di inviare a questa Commissione le eventuali osservazioni che vorrete presentare, affinché queste possano essere poi valutate e inserite dalla Commissione nei propri lavori, per poi trasferirle nella risoluzione che sarà approvata in Aula. Vi ringrazio per l’attenzione, ringrazio anche i due relatori che hanno partecipato a questo avvio in udienza conoscitiva e restiamo in attesa delle osservazioni che ci vorrete trasmettere. Grazie a tutti.

     

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