Testo
Verbale n. 7
Seduta del 10 novembre 2010
Il giorno 10 novembre 2010 alle ore 10 si è riunita presso la sede
dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro 50, la
Commissione Statuto e Regolamento convocata con nota Prot. n. 32548
del 5 novembre 2010.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e Nome Qualifica Gruppo Voto
FAVIA Giovanni Presidente Movimento 5 Stelle 2 presente
Beppegrillo.it
MUMOLO Antonio Vicepresidente Partito Democratico 6 assente
POLLASTRI Vicepresidente PDL - Popolo della 6 presente
Andrea Libertà
BARBATI Liana Componente Italia dei Valori 4 presente
Lista Di Pietro
BERNARDINI Componente Lega Nord Padania 4 presente
Manes Emilia e Romagna
BONACCINI Componente Partito Democratico 4 presente
Stefano
CEVENINI Componente Partito Democratico 4 assente
Maurizio
DONINI Monica Componente Federazione della 2 presente
Sinistra
MONARI Marco Componente Partito Democratico 4 presente
MONTANARI Componente Partito Democratico 4 presente
Roberto
MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 presente
NALDI Gian Componente Sinistra Ecologia 2 presente
Guido Libertà-Idee Verdi
NOE' Silvia Componente UDC-Unione di Centro 1 assente
VECCHI Alberto Componente PDL - Popolo della 4 presente
Libertà
VILLANI Luigi Componente PDL - Popolo della 4 assente
Giuseppe Libertà
Sono presenti i consiglieri: Tiziano ALESSANDRINI in sostituzione di
Maurizio CEVENINI e Rita MORICONI in sostituzione di Antonio MUMOLO.
È altresì presente il Presidente dell'Assemblea legislativa Matteo
RICHETTI.
Hanno partecipato alla seduta: A. Voltan, G. Pulvino, D. Biondi, C.
Caciagli, M. Masetti, A. Orsi (Serv. Legislativo e qualità della
legislazione); A. Allegretti (Gabinetto del Presidente
dell'Assemblea legislativa); A. Baratelli (Serv. Istituti di
garanzia); G. Bombonato, R. Ghedini (Serv. informazione); M.
Veronese (Serv. Coordinamento Commissioni assembleari).
Presiede la seduta: Giovanni Favia
Assiste il segretario: Nicoletta Tartari
Resocontista: Nicoletta Tartari
Il Presidente dichiara aperta la seduta alle ore 10,15.
Sono presenti i consiglieri Alessandrini, Barbati, Bonaccini,
Donini, Montanari, Mori, Naldi e Pollastri.
Il presidente FAVIA saluta la consigliera Mori, nuova componente
della Commissione, e ringrazia per la presenza il presidente
dell'Assemblea Richetti, a cui cede la parola per illustrare il
primo punto all'ordine del giorno.
- VIII Rapporto sulla legislazione della Regione Emilia-Romagna
Entrano i consiglieri Moriconi, Monari, Bernardini e Vecchi.
Il presidente dell'Assemblea RICHETTI osserva preliminarmente che
quello che ci si appresta a svolgere è un adempimento regolamentare,
dato che con il Regolamento interno entrato in vigore nel 2008 la
presentazione del Rapporto sulla legislazione, buona prassi
consolidata da diversi anni, è stata istituzionalizzata. Ma la
presentazione offre anche l'occasione di svolgere una riflessione
che, partendo dai dati quantitativi, riguardi anche la stessa
mission dell'Assemblea, ovviamente senza snaturarne la funzione
principale, cioè quella legislativa. Proprio in questa Commissione,
che ha tra le sue competenze la promozione del controllo e
valutazione delle leggi, ritiene si possa trovare la sede per un
ripensamento ed un'evoluzione dell'attività legislativa, che si
accompagni all'impegno che anche Ufficio di Presidenza e Conferenza
dei capigruppo stanno facendo, al fine di affiancare ad un forte
ruolo di indirizzo dell'Assemblea (che si è visto anche in occasione
della discussione preventiva sul bilancio) un suo spazio di
intervento nella costruzione del diritto comunitario, spazio sul
quale sta nascendo una forte sensibilità anche a livello di
Conferenza dei Presidenti delle Assemblee e che sta sempre più
diventando oggetto di confronto anche con la Camera e il Senato.
Ringrazia il Servizio legislativo ed il Servizio coordinamento delle
Commissioni per il lavoro che ha portato all'VIII Rapporto, che
ritiene di particolare utilità, soprattutto per i nuovi consiglieri,
dato che essendo un rapporto che riguarda l'intera legislatura
precedente, consente di avere una visione molto ampia e di valutare
complessivamente l'andamento e l'evoluzione dell'attività
legislativa. Passando ad illustrare, tramite alcune slides, i
contenuti del Rapporto, fa notare innanzitutto una riduzione della
produzione normativa tra la VII e l'VIII legislatura, soprattutto
per quanto riguarda le leggi (da 158 a 116, pari a circa il 27% in
meno), mentre la produzione regolamentare, pur calante, resta esigua
(da 17 a 14). Tale riduzione si inserisce in un trend in calo già
dal 1996, con l'inizio della VI legislatura, che nel corso dell'VIII
ha trovato una propria stabilizzazione, con un numero di leggi
regionali per anno tra le 20 e le 30. Va però tenuto presente che il
mero dato quantitativo non è esaustivo, dovendo considerare anche
dimensioni e contenuto delle leggi: ciò è tanto più importante oggi,
quando il dibattito pubblico pare concentrarsi esclusivamente sul
numero di sedute svolte o di provvedimenti adottati, senza
considerarne il merito. Porta ad esempio la legge regionale n. 10
del 2008 sul riordino territoriale, di cui è stato relatore, che ha
disciplinato organicamente diversi settori, dalla mobilità ai
servizi pubblici, al quadro istituzionale, che ben potevano trovare
regolamentazione in leggi diverse. Dunque il dato numerico può non
rivelare nulla riguardo alla qualità e al merito della produzione
legislativa: su questo sarebbe interessante avviare un dibattito. I
fattori che hanno portato al decremento e alla successiva
stabilizzazione sono principalmente due: il primo è la tendenza alla
semplificazione, con la riduzione degli interventi episodici e un
aumento delle leggi di settore (46% nella VII legislatura, 34%
nell'VIII), che a volte hanno carattere organico, di leggi-quadro.
Il secondo fattore è la delegificazione, con l'inserimento in legge
di rinvii a successivi atti per l'attuazione. Il processo di
riordino e razionalizzazione passa anche attraverso l'abrogazione di
leggi, che si è compiuta soprattutto nella VII legislatura, nella
quale sono state abrogate ben 82 leggi; ciò spiega perché nell'VIII
legislatura il numero di leggi abrogate si sia attestato a 35, che
pure resta un dato significativo. Considerando l'intero quadro
storico, dalla nascita della Regione nel 1971 sono state promulgate
1594 leggi, delle quali ne sono oggi vigenti 704, meno del 50%,
considerando che 638 sono state abrogate e 252 sono leggi di
bilancio e finanziarie, quindi con vigenza di fatto limitata
all'anno. L'iniziativa legislativa è esercitata prevalentemente
dall'Assemblea: i consiglieri sono proponenti del 56% dei progetti
di legge nella VII legislatura e del 65% nell'VIII; resta molto
bassa in entrambe le legislature l'iniziativa popolare (1%).
Considerando invece il tasso di successo dell'iniziativa
legislativa, emerge che mentre tra le due legislature resta stabile,
intorno al 70%, la percentuale di leggi regionali di iniziativa
della Giunta, passano dal 13% al 25% quelle di iniziativa dei
consiglieri e dal 16% al 5% quelle di iniziativa mista, cioè diversi
progetti di legge di iniziativa della Giunta e dei consiglieri che
vengono abbinati in Commissione. Per quanto riguarda il numero degli
emendamenti, emerge che la maggior parte viene presentata in
Commissione, ciò che ritiene un dato virtuoso, che testimonia il
funzionamento delle Commissioni come sede di lavoro. A riprova di
ciò nota anche la percentuale di successo degli emendamenti, che
nell'VIII legislatura è decisamente più alto in Commissione (tra il
64% e il 79%) rispetto all'Aula (tra il 12% e il 29%, con
l'eccezione del 54% nel 2008); questo si spiega anche considerando
che spesso emendamenti respinti in Commissione vengono ripresentati
in Aula. Ricorda il caso emblematico della legge regionale n. 6 del
2009 sul governo del territorio, che è quella che nel 2009 ha avuto
il maggior numero di emendamenti approvati sia in Commissione (114)
che in Aula (16). La forte incidenza del lavoro di Commissione
nell'elaborazione dei testi legislativi emerge anche dal numero
medio di emendamenti approvati per ciascuna legge nella VII e VIII
legislatura: tra 7 e 17 in Commissione, con una punta di 21 nel
2003, e tra 1 e 3 in Aula, con la punta di 5 e 6 nel 2003 e 2004.
Circa la durata media del procedimento, si osserva un dato in
crescita, pur se in modo incostante, sia considerando solo le fasi
dei lavori in Commissione, che è il periodo più lungo, sia
considerando l'iter complessivo, fino all'approvazione in Aula.
Tuttavia, tale dato medio risulta dalla somma di dati molto diversi:
rileva che, infatti, mentre per le leggi di iniziativa della Giunta
la durata media del procedimento è assestata tra i 70 e gli 80
giorni circa, per le leggi di iniziativa assembleare il dato è più
irregolare e i tempi sono più lunghi, dai 180 fino ai 360 giorni del
2008. Spiega che su questo dato incidono in particolare due leggi,
la n. 2 sulle attività bionaturali e dei centri benessere e la n. 18
sulla memoria dei giusti, il cui iter durò rispettivamente 856 e 620
giorni. In questo ambito bisogna anche tenere conto che il singolo
gruppo, il singolo consigliere, con la presentazione di un progetto
di legge apre una fase dialettica con le altre forze politiche,
anche con il Governo, e ciò sta nella dinamica delle relazioni
politiche. Anche per questo aspetto crede varrebbe la pena svolgere
la riflessione sul ruolo complessivo dell'Assemblea, che passa anche
dal funzionamento della relazione tra le forze politiche e tra
legislativo ed esecutivo. Sui regolamenti si può osservare,
diversamente da quanto accade in altre Regioni, una riduzione ormai
strutturale, che risente indubbiamente anche della scelta statutaria
di attribuire la potestà regolamentare in via generale alla Giunta,
lasciando in capo all'Assemblea solo quelli delegati dallo Stato.
Dal punto di vista storico, degli 89 regolamenti emanati dalla
nascita della Regione ne vigono oggi solo 43, gli altri 46 sono
stati abrogati. Un altro dato che è rilevato nel rapporto concerne i
rinvii legislativi, attraverso i quali in una legge regionale si
demanda a successivi atti la disciplina di alcuni aspetti. Tale
processo di delegificazione nella VIII legislatura si è
sostanziato in 225 rinvii ad atti di Giunta, 21 ad atti
dell'Assemblea e 95 atti della Regione in generale (i quali si
concretizzano in altri atti di Giunta). Passando ad analizzare i
macrosettori in cui si è svolta l'attività legislativa nelle due
precedenti legislature, rileva una sostanziale omogeneità, che
dimostra un funzionamento fisiologico, con una naturale riduzione
della produzione nell'VIII legislatura in quei settori in cui si è
avuto un picco di legislazione nella VII (territorio e ambiente,
servizi alle persone). La suddivisione secondo la fonte della
potestà legislativa, primaria o concorrente, mostra un graduale
rafforzamento del numero di leggi emanate in forza di potestà
esclusiva: infatti passano dal 35% nel periodo 2002 (dopo la
modifica dell'art. 117 della Costituzione) - 2005 al 41% nell'VIII
legislatura. Sarà interessante verificare l'andamento di questo dato
dopo il compimento delle discussioni sul federalismo oggi in corso.
Negli ultimi anni, infine - proprio per focalizzare l'attenzione
anche su particolari attività dell'Assemblea legislativa come
accennato in premessa, che sarà interessante mantenere monitorate -
è stato avviato una sorta di osservatorio sperimentale
sull'incidenza del diritto e delle politiche comunitarie, incidenza
intesa in senso ampio, quale rapporto tra l'atto regionale e la
fonte comunitaria, che non necessariamente si configura in termini
di vincolo o attuazione diretta. Procede quindi ad illustrare i dati
riferiti all'ultima legislatura, in cui si nota una flessione della
percentuale dell'incidenza comunitaria negli anni centrali della
legislatura, tra il 2007 e il 2009, che sono gli anni immediatamente
successivi all'adozione del nuovo Statuto, in cui l'attività
assembleare si è quindi concentrata sull'attuazione statutaria e
sull'ordinamento istituzionale, tornando ad aumentare nell'ultimo
periodo, quando si è proceduto a disciplinare vari temi a rilevanza
comunitaria. Concludendo, mostra una ricognizione sulle Regioni a
statuto ordinario, dalla quale risulta che sono stati adottati a
macchia di leopardo i nuovi Regolamenti e le leggi istitutive del
Consiglio delle autonomie locali e degli organi di garanzia
statutaria mentre quasi tutte le Regioni si sono dotate del nuovo
Statuto e redigono un rapporto sulla legislazione. A quest'ultimo
proposito, ribadisce che questa buona prassi dell'Emilia-Romagna,
oggi istituzionalizzata con il Regolamento interno, consente di
capire il contesto in cui si sviluppa il quadro normativo regionale
e le dinamiche che attraversano l'Assemblea legislativa; inoltre,
costituisce uno degli elementi di maggior confronto nella relazione
tra le Assemblee legislative di diverso livello - Camera, Senato e
Assemblee regionali - anche dal punto di vista metodologico dei
parametri di riferimento, in particolare per quanto riguarda il
rapporto con la Camera dei Deputati, che fin dalle origini è un
interlocutore nella ricognizione dell'attività legislativa. Nella
consapevolezza che i numeri non possono dire tutto, spera di aver
fornito un quadro di insieme utile anche per capire la dimensione
dell'attività dell'Assemblea oggi, nella sua complessità e nelle sue
trasformazioni.
Il presidente FAVIA ringrazia il presidente Richetti per la
relazione e i collaboratori del Servizio legislativo e del Servizio
Coordinamento Commissioni per il lavoro svolto.
Esce la consigliera Barbati.
Il consigliere POLLASTRI, unendosi ai ringraziamenti, esprime un
particolare apprezzamento per la chiarezza e facilità di
consultazione del Rapporto, che ritiene possa costituire un'utile
integrazione alle attività volte alla valutazione della legislazione
di cui si è parlato in Commissione anche durante l'audizione dei
responsabili di Progetto CAPIRe. Si allinea alle osservazioni del
presidente Richetti circa la diminuzione della produzione normativa
e una maggior qualità della medesima, quantomeno come obiettivo,
senza che ciò possa essere considerato frutto di minor attività
degli eletti o di una minor condivisione democratica delle politiche
in Assemblea. Nota che i progetti di legge di iniziativa della
Giunta sono la maggioranza di quelli che diventano leggi ed hanno un
tasso di successo molto superiore a quelli dell'Assemblea (e
all'interno di questi crede che si troverebbe che quelli di
iniziativa dell'opposizione hanno ben poche possibilità di
influenzare le politiche regionali; su questo, come osservato dal
presidente Richetti, crede che incidano le dinamiche di relazione
tra i diversi gruppi e la capacità dei singoli consiglieri di
trovare ampia condivisione sui propri progetti). Trova che la
scarsità di progetti di legge di iniziativa popolare smentisca
l'enfasi sulla partecipazione che la sinistra, nell'intera regione,
mette da sempre. Rileva che, malgrado siano passati da 117 al
termine della VII legislatura a 82 al termine dell'VIII, resta alto
il numero di progetti di legge giacenti al termine della legislatura
(e forse questo dipende anche dalla tempistica, legata anche alla
nomina del relatore); riconosce la virtuosità dell'Emilia-Romagna
nell'adozione degli strumenti previsti dallo Statuto, anche se la
Consulta di garanzia statutaria resta congelata . Sulla prevalente
approvazione degli emendamenti in Commissione e il maggior numero di
sedute delle Commissioni rispetto all'Assemblea, valuta che questo
può voler significare che un progetto di legge quando arriva in Aula
è blindato . Riguardo l'aumento della durata del procedimento, che
è sensibilmente aumentata dal 2002 al 2009, ritiene che operare per
la loro riduzione debba essere un impegno di tutti coloro che fanno
dell'impegno pubblico la loro attività e in tal senso si rivolge al
presidente Richetti quale garante super partes dell'Assemblea.
Infine, esprime il timore (che lo ha portato anche a presentare
un'interrogazione sull'argomento) che dietro le impugnazioni degli
atti del Governo nazionale da parte del Presidente della Giunta vi
sia un pregiudizio politico ed ideologico piuttosto che reali
questioni giuridiche.
Escono i consiglieri Vecchi e Bonaccini, entra la consigliera
Barbati.
La consigliera DONINI, ringraziando il presidente Richetti,
valorizza la novità della presentazione del Rapporto in sede di
Commissione, che ritiene efficace per una maggior consapevolezza sul
lavoro e il ruolo dell'Assemblea, rispetto alle presentazioni
pubbliche fatte negli anni scorsi, che risultarono poco partecipate
dai consiglieri. Tiene a far sì che non prevalga una lettura
meramente numerica dei dati, né una convinzione che si siano già
raggiunti livelli di qualità adeguati alle funzioni dell'Assemblea,
dato che il percorso di ricerca del ruolo delle Assemblee è ancora
in itinere e che sono ancora recenti le modifiche del Titolo V. In
seguito a queste modifiche si è prodotto il notevole contenzioso nel
corso della VII legislatura, nel quale, fa presente al consigliere
Pollastri, anche il Governo ha impugnato moltissimi atti della
Regione, ivi compreso lo Statuto per ben due volte, caso quasi
unico. Tra l'altro, è proprio per l'impugnazione dello Statuto da
parte del Governo che una parte della produzione normativa tra la
VII e l'VIII legislatura, anche con riferimento al Regolamento
interno ed alle leggi istitutive degli organi statutari, è rimasta
bloccata (come accaduto anche per la legge sull'immigrazione,
fortemente interconnessa con la legge sul welfare, ed i
provvedimenti attuativi) ed è proprio in seguito a tale impugnazione
che è stata espunta dallo Statuto la previsione di incompatibilità
tra consigliere ed assessore. Sulla questione della lunghezza
dell'iter, obietta al consigliere Pollastri che ciò non è
necessariamente negativo a priori, dato che un iter rapido può anche
concludersi con un ordine del giorno di non passaggio all'esame
dell'articolato; è evidente che alcuni progetti di legge hanno già
una forte condivisione in partenza, mentre per altri è necessario
costruire il consenso e in molti casi sono gli stessi presentatori o
il relatore a chiedere di rallentare . Proprio in questo campo si
esercita il lavoro di costruzione politica dei gruppi, sul quale non
possono intervenire né il Presidente della Commissione, né l'Ufficio
di Presidenza dell'Assemblea. Anche sulla figura del relatore
ritiene che in un prossimo futuro sarà da condurre una riflessione:
dopo l'iniziale periodo di transizione tra l'adozione dello Statuto,
che lo ha disciplinato in modo nuovo, e quella del nuovo Regolamento
interno, nel corso del quale alcune delle innovazioni furono
applicate sulla base di un'intesa politica che forse non ha
consentito di valorizzare a pieno tale figura, si potrebbe forse
ragionare sul ruolo e sugli strumenti a disposizione del relatore. A
questo proposito, ricorda gli strumenti di partecipazione della
società regionale all'iter legislativo, come l'albo generale delle
associazioni previsto dall'art. 19 dello Statuto, che è il luogo da
cui attingere per l'organizzazione delle consultazioni, messo a
disposizione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni e degli
stessi relatori. Ritiene sarà utile, in futuro, anche osservare in
quanti casi c'è coincidenza tra presentatore di un progetto di legge
e relatore e che effetti questo ha avuto sulla qualità dell'iter.
Dunque, in occasione della presentazione del Rapporto, valuta che si
potrebbe aprire, dopo un congruo periodo di applicazione, una
riflessione su alcune novità regolamentari, che richiedono di essere
interpretate. Considera inoltre che occorre riuscire a comunicare
gli aspetti positivi del lavoro assembleare, ritenendo che nessun
consigliere possa avvantaggiarsi di una discussione pubblica giocata
sugli equivoci rispetto a cosa un'Assemblea regionale può e non può
fare, cosa effettivamente fa e non fa, con articoli di giornale che
si concentrano in modo sistematico esclusivamente sui costi,
riportando dati anche assurdi, come quanto costa l'approvazione di
ogni legge. Ma la delegificazione è un risultato del dovere di
semplificare, avvertito a tutti i livelli, come dimostra l'esistenza
di un Ministero della semplificazione; dunque la diminuzione del
numero delle leggi approvate non è una cosa negativa in se' e non
dimostra un minor impegno dei consiglieri. Circa il minor tasso di
successo dei progetti di legge di iniziativa assembleare, trova che
questo sia legato anche al fatto che solitamente si tratta di
interventi molto specifici, rispetto ai progetti di legge
d'iniziativa della Giunta che hanno normalmente una maggior visione
d'insieme. Crede sia utile un confronto sulla necessità di
concorrere alla riforma del modello istituzionale che caratterizza
le istituzioni legislative per poterle maggiormente valorizzare,
nella convinzione che questo avrebbe ricadute positive nella vita
concreta delle persone che sono i destinatari delle norme che l'Aula
approva; tuttavia, per le considerazioni fatte, non ritiene che si
possa esprimere un giudizio complessivo sulla qualità della
relazione tra esecutivo e legislativo basandosi esclusivamente su
dati quantitativi. Concludendo, riguardo ai pochi progetti di legge
di iniziativa popolare osserva che non ci sono state preclusioni da
parte dell'Assemblea, bisognerebbe chiedere alla società regionale
perché ne sono stati presentati così pochi.
Escono i consiglieri Naldi e Bernardini.
Il consigliere MONTANARI, ringraziando i collaboratori ed il
presidente Favia per l'occasione di discussione fornita dalla
presentazione del Rapporto, condivide le osservazioni della
consigliera Donini e del presidente Richetti ed apprezza soprattutto
la sottolineatura della necessità di valutare la qualità degli atti
più che il loro numero. Ritiene che emerga un quadro positivo e che
i commissari debbano considerare quattro punti di riferimento come
prospettiva entro la quale orientare il proprio lavoro: il primo è
l'efficacia ed efficienza, argomenti intorno ai quali si è già
svolto anche un incontro con gli esperti; il secondo è la
sburocratizzazione , lo snellimento delle procedure; il terzo
riguarda la correlazione tra atti della Regione e quadro
comunitario. Trova particolarmente opportuno che si tenga conto di
questo aspetto dell'attività istituzionale, considerando che
l'Italia è stata per decenni deficitaria sotto questo punto di
vista, e valuta favorevolmente il fatto che la relazione sia stata
impostata non solo dall'alto verso il basso, come attuazione di
direttive, ma anche dal basso verso l'alto; anche in altra sede, ma
crede sarebbe utile avere un riscontro su come agiscono in tale
ambito le altre istituzioni rappresentative. L'ultimo punto di
riferimento esula in parte da questo contesto, da cui però non può
prescindere, afferisce agli impegni assunti nei confronti dei
cittadini e la qualità e rapidità delle decisioni. Alla
considerazione del consigliere Pollastri circa la scarsità di
partecipazione che sarebbe dimostrata dal basso numero di progetti
di legge di iniziativa popolare, ribatte che ragionando con gli
stessi schemi - che reputa datati - si potrebbe obiettare che la
politica che si considera malata funziona invece benissimo ed i
cittadini si sentono rappresentati adeguatamente dagli eletti, di
qualsiasi orientamento e storia, dato che non hanno alcuna necessità
di presentare progetti di legge di loro iniziativa. In realtà,
ritiene che invece ci sia da condurre una riflessione, che esula
dall'ordine del giorno, sul rapporto tra le istituzioni, la politica
ed i corpi intermedi e i cittadini per quanto riguarda la
partecipazione all'elaborazione delle scelte. Crede che la Regione
debba trovare forme di un rapporto più diretto con i cittadini, che
non può essere supplito dai corpi intermedi, i quali sono spesso
autoreferenziali e corporativi ed ai propri associati rendono conto
dei rapporti con le istituzioni solo in termini di vantaggi
ottenuti, magari anche quando l'iniziativa non è partita da loro.
Con questo non intende affatto sminuire l'importanza del confronto
necessario con tali soggetti associativi, che sono realtà importanti
e decisive, ma valuta che la Regione debba trovare il modo di
instaurare un rapporto diretto con cittadini ed enti locali, nella
convinzione che la partecipazione non si esaurisca negli incontri
con gli interlocutori usuali durante la costruzione di un atto. Non
si accontenta di constatare che i progetti di iniziativa popolare
sono pochi perché i cittadini non li presentano e ritiene che quello
della partecipazione sia un campo del tutto aperto, che chi dirige
ha la responsabilità di esplorare, individuando pratiche diverse da
quelle conosciute che consentano livelli di partecipazione più
elevata.
Il presidente dell'Assemblea RICHETTI si compiace del dibattito
svolto, che partendo dai numeri è giunto alla riflessione sulle
relazioni e spera che ci sarà occasione di riprenderlo ed
approfondirlo. Riferisce innanzitutto che il contenzioso
costituzionale tra Governo e Regione è diminuito nell'VIII
legislatura. Non ritiene che l'esame di molti emendamenti in
Commissione e un'Aula che svolge un dibattito politico e decide
possano far parlare di testi blindati; è evidente che ci sono
prerogative diverse tra chi governa e chi è all'opposizione e che
l'opposizione ha un rapporto con l'esecutivo diverso dalla
maggioranza assembleare, ma ritiene che ciò non significhi affatto
che le minoranze siano escluse dalla discussione o dalla possibilità
di portare a buon fine le proprie proposte. Ciò che importa è che
ciascuno sia nelle condizioni di svolgere al meglio il ruolo a cui è
chiamato, senza costruire ambiguità. La riflessione culturale del
consigliere Montanari andrebbe affrontata per indagare come oggi si
costruisce la relazione tra politica e comunità, anche considerando
le caratteristiche del quadro regionale, in cui, ad esempio, poche
volte le forze politiche si sono fatte portatrici di battaglie
referendarie a livello regionale, diversamente da quanto accaduto a
livello nazionale. In conclusione, si rivolge al presidente Favia
per capire se, come Ufficio di Presidenza insieme alla Commissione,
si possa pensare ad un'eventuale presentazione pubblica del Rapporto
che veda coinvolti non solo gli attori interni anche qualche
presenza esterna in grado di fornire sollecitazioni ulteriori
attraverso la lettura della legislazione regionale. Salutando i
commissari, esprime la soddisfazione per aver avuto la possibilità
di svolgere qualche riflessione più ampia rispetto alle cogenze
dettate dall'attività quotidiana.
Entrano i consiglieri Naldi e Bonaccini.
Il presidente FAVIA, ringraziato nuovamente il presidente
dell'Assemblea Richetti e i collaboratori regionali, passa al
successivo punto all'ordine del giorno, per il quale occorre
procedere alla nomina del relatore.
597 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari,
Barbati, Defranceschi, Manfredini, Naldi, Noè, Sconciaforni,
Villani, Costi, Donini, Marani, Meo, Montani, Mori, Moriconi e
Pariani: Istituzione della Commissione regionale per la promozione
di condizioni di piena parità tra donne e uomini (12 10 10).
La consigliera DONINI propone come relatrice la consigliera Roberta
Mori.
La Commissione, con 40 voti favorevoli (PD, IDV, FDS, SEL-V, PDL,
M5S), nessun contrario e nessun astenuto,
nomina relatrice la consigliera Roberta Mori.
La seduta termina alle ore 11,35.
Approvato nella seduta del 19 gennaio 2011.
Il Segretario Il Presidente
Nicoletta Tartari Giovanni Favia