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Legislatura IX - Commissione VI - Verbale del 20/06/2011 pomeridiano

    Testo

                                Verbale n. 11
    Seduta del 20 giugno 2011
    Il giorno 20 giugno 2011 alle ore 15 si è riunita presso l'Aula
    Magna della Regione Emilia-Romagna in Bologna, Viale A. Moro 30, la
    Commissione Statuto e Regolamento convocata in udienza conoscitiva
    con nota prot. n. 19332 del 13 giugno 2011.
    Partecipano alla seduta i Commissari:
    Cognome e Nome Qualifica Gruppo Vot
    o
    FAVIA Giovanni Presidente Movimento 5 Stelle
    2 presente
    Beppegrillo.it
    MUMOLO Antonio Vicepresid Partito Democratic
    o 6 presente
    ente
    POLLASTRI Vicepresid PDL - Popolo della
    Libertà 6 presente
    Andrea ente
    BARBATI Liana Componente Italia dei Valori
    - Lista 4 assente
    Di Pietro
    BERNARDINI Componente Lega Nord Padania
    Emilia e 4 assente
    Manes Romagna
    BONACCINI Componente Partito Democratic
    o 4 assente
    Stefano
    CEVENINI Componente Partito Democratic
    o 4 assente
    Maurizio
    DONINI Monica Componente Federazione della
    Sinistra 2 presente
    MONARI Marco Componente Partito Democratic
    o 4 presente
    MONTANARI Componente Partito Democratic
    o 4 presente
    Roberto
    MORI Roberta Componente Partito Democratic
    o 2 presente
    NALDI Gian Componente Sinistra Ecologia
    Libertà - 2 presente
    Guido Idee Verdi
    NOE' Silvia Componente UDC - Unione di Ce
    ntro 1 assente
    VECCHI Alberto Componente PDL - Popolo della
    Libertà 4 presente
    VILLANI Luigi Componente PDL - Popolo della
    Libertà 1 assente
    Giuseppe
    Sono presenti i consiglieri: Thomas CASADEI in sostituzione di
    Stefano BONACCINI e Giuseppe PAGANI in sostituzione di Maurizio
    CEVENINI.
    È altresì presente la consigliera Palma COSTI.
    Ha partecipato all'udienza: A. Busetto (Serv. Segreteria e affari
    generali della Giunta, affari generali della Presidenza, pari
    opportunità).
    Presiedono la seduta: Giovanni FAVIA e Antonio MUMOLO
    Assiste il segretario: Nicoletta Tartari
    UDIENZA CONOSCITIVA
    del 20 giugno 2011
    sul progetto di legge oggetto:
    597 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari,
    Barbati, Defranceschi, Manfredini, Naldi, Noè, Sconciaforni,
    Villani, Costi, Donini, Marani, Meo, Montani, Mori, Moriconi e
    Pariani: Istituzione della Commissione regionale per la promozione
    di condizioni di piena parità tra donne e uomini (12 10 10).
    Partecipano:
    Giorgio Altana Ordine Commercialisti Reggio Emilia
    Lorena Bergamini Resp. Reg. dipartimento diritti e pari opportunita
    - UGL
    Ivan Cecchini Comune di Bellaria
    Manuela Claysset Pres. Consiglio reg. UISP Emilia-Romagna
    Francesca Correggi Provincia di Reggio Emilia
    Concetta De Marino Provincia di Modena
    Claudia Gatta Commissione cooperatrici - Confcooperative
    Leonina Grossi Consigliera Provincia di Rimini
    Raffaella Lamberti Co-pres. associazione Woman, resp. associazione
    Orlando
    Paola Lanzon Coordinamento nazionale donne UISP
    Maria Maltoni Assessore pari opportunità Comune di Forlì
    Fernanda Minuz Pres. associazione Orlando
    Gabriella Montera Assessore pari opportunità Provincia di Bologna
    Alfredo Negri Pres. associazione Democrazia dal basso
    Maria Paglia Pres. Confprofessioni Emilia-Romagna
    Giovanna Piaia Assessore politiche e cultura di genere Comune di
    Ravenna
    Susi Pelotti Pres. Comitato pari opportunità Università di Bologna
    Debora Reggiani Pres. MondAttivo
    Daniela Riccò Direttore sanitario Az. USL Reggio Emilia
    Vera Romiti Consigliera Provincia di Reggio Emilia, coordinatrice
    Forum Donne
    Sandra Travagli Comune di Ferrara
    Marcella Valentini Assessore pari opportunità Provincia di Modena
    L'udienza conoscitiva inizia alle ore 15,10.
    Giovanni FAVIA (Presidente della Commissione) - Buongiorno a tutti.
    Iniziamo. Grazie della vostra presenza. La Commissione Statuto e
    Regolamento oggi è convocata in udienza conoscitiva in merito al
    progetto di legge: Istituzione della Commissione regionale per la
    promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini . La
    relatrice è la consigliera Mori alla quale cedo subito la parola.
    Roberta MORI (Consigliera relatrice) - Ringrazio il presidente,
    ringrazio la presidenza e i collaboratori e tutti gli intervenuti,
    in particolare - scusate, ma è un elemento che mi sta molto a cuore
    - ringrazio Donata Benini e Nadia Vicini della Biblioteca e Patrizia
    Cotti del Centro stampa dell'Assemblea legislativa perché hanno
    approntato tutti gli elementi di comunicazione e i contributi che
    voi avete visto fuori, che avete potuto ritirare. Questo perché
    dietro ogni processo anche complesso ci sono sempre molte persone
    che lavorano e vanno assolutamente riconosciute. Vi ringrazio della
    presenza perché oggi è un momento importante: l'udienza conoscitiva
    in qualche modo stabilisce un punto fondamentale, cioè il
    coinvolgimento degli interessati, coloro che si sono accreditati,
    coloro che hanno interessi sul tema, istituzioni, rappresentanze
    associative e quindi vi ringraziamo davvero per il contributo che
    tutti quanti e tutte quante vorrete dare oggi.
    La Regione Emilia-Romagna attraverso questo progetto di legge attua
    in modo compiuto lo Statuto della Regione Emilia-Romagna, che
    all'articolo 41 prevedeva l'istituzione della Commissione pari
    opportunità; lo interpreta come articolo nella modalità più ampia e
    condivisa, nel senso che è molto importante dire che il progetto di
    legge che voi avete potuto avere in copia, inviato nei giorni
    scorsi, è stato sottoscritto dai capi gruppo delle forze politiche
    rappresentate in Assemblea legislativa per sottolineare l'importanza
    del tema di genere, di tutti i temi antidiscriminatori e ancora di
    più di questa Commissione.
    Sarò concisa nell'illustrare i punti salienti di questo progetto di
    legge perché oggi, proprio perché l'udienza è conoscitiva, è la
    vostra voce che deve avere il protagonismo maggiore.
    Un elemento importante, rispetto alla Commissione, che dobbiamo dire
    è il fatto che questa Commissione si appronta ad essere una
    Commissione uguale alle altre Commissioni permanenti. Quindi una
    Commissione plenipotenziaria, che può esprimersi in sede consultiva,
    in sede redigente, in sede referente, quindi con tutte le funzioni
    proprie delle Commissioni permanenti, con uguali poteri di
    rappresentanza e consultazione e di attività.
    Questo è stato un elemento di grande importanza per il protagonismo,
    diciamo, e la soggettività politico-istituzionale che si voleva dare
    al tema, alle pari opportunità e ha trovato la corrispondenza in
    tutte le forze politiche.
    Quindi una Commissione con prerogative uguali alle altre, che guarda
    alle politiche di genere in un'ottica antidiscriminatoria propria
    della Carta di Nizza.
    Questo è stato un elemento altrettanto importante perché a fianco
    delle politiche di genere in senso proprio e di tutte le attività,
    le esplicitazioni che queste rappresentano, la citazione della Carta
    di Nizza, quindi l'ispirarsi a elementi antidiscriminatori è stato
    un elemento di arricchimento dell'oggetto specifico di questa
    Commissione, quindi un arricchimento delle sensibilità che poi in
    essa saranno espresse.
    Devo dire la verità: noi partiamo da una situazione, quella della
    Regione Emilia-Romagna, che è una situazione di grande interesse
    perché siamo pienamente nell'ambito degli obbiettivi europei, ma
    sussistono dei gender gap, a livello salariale, a livello di
    occupazione, e benché i risultati siano ottimali li vogliamo ancora
    di più promuovere, in un momento di crisi grave che ci sta
    accompagnando ormai lungamente in Italia. Vogliamo accompagnare
    questo momento di crisi con strumenti rafforzativi di uguaglianza
    sociale, compiuta e piena, che anche questa Commissione può
    contribuire a livello legislativo e trasversale a promuovere e a
    realizzare in modo sempre più convinto.
    È chiaro che tutto questo non può farlo la Regione da sola; la
    Commissione sarà un elemento importante, ma sarà ancora più
    importante tutta la rete che noi riusciremo da qui in avanti - oltre
    a quella che è già stata costruita in modo intenso dall'Assessorato
    alle pari opportunità - a costruire insieme e consolidare, perché
    ovviamente il rafforzativo delle politiche di genere è anche la
    valorizzazione di tutte le esperienze già in atto sia a livello
    istituzionale che associativo.
    L'iter legislativo che qui trova il suo momento di maggiore
    importanza è stato un iter legislativo lungo, i colleghi sono stati
    pazienti, ma molto collaborativi nell'accompagnare questo percorso
    attraverso diverse udienze conoscitive che hanno visto la relazione
    dell'Assessore regionale alle pari opportunità; ha visto l'audizione
    delle Consigliere di parità provinciali e regionali; ha visto
    l'audizione di accademiche che hanno fornito un contributo di
    pensiero sistematico molto importante e molto significativo; abbiamo
    udito anche la responsabile dell'Ufficio Politiche comunitarie di
    Bruxelles della Regione per uno sguardo un po' più ampio rispetto
    alle politiche di genere.
    Tutto questo per accompagnare la discussione in Commissione, che
    sarà già dopodomani, e ancora di più in Aula con un approfondimento
    non formale delle politiche di genere e di tutti i risvolti e di
    tutti i dati che supportano la soggettività femminile nella regione
    Emilia-Romagna e gli indirizzi di sistema che reggono le politiche
    di genere.
    Senza entrare nei dettagli perché avete avuto la proposta di legge,
    concludo dicendo che ogni vostro contributo che oggi ci darete a
    livello di esperienze, contributo di merito per arricchire i temi
    del progetto di legge, per arricchire la programmazione e la
    pianificazione, che sarà ovviamente in ambito di Commissione
    approfondita, per noi sarà soltanto un contributo utile, di questo
    già vi ringraziamo.
    Presiede il vicepresidente Antonio Mumolo.
    Fernanda MINUZ (Presidente Associazione Orlando) - Parlando a nome
    di un'associazione vorrei mettere in rilievo due cose. Innanzitutto
    che siamo contente che questa Commissione si faccia dopo anni.
    La prima cosa riguarda il punto 3 dell'articolo 1 laddove si dice
    della valorizzazione della differenza di genere e del sostegno e dei
    percorsi rivolti all'affermazione della specificità, libertà e
    autonomia femminile e laddove si parla della creazione di uno
    stretto raccordo di un dialogo permanente tra le donne e le
    istituzioni.
    Allora io faccio parte di un'associazione che ha da sempre
    partecipato ad ogni forma di collaborazione tra donne nelle
    istituzioni e donne al di fuori delle istituzioni ed è per questo
    che metto in rilievo come sarebbe importante definire degli
    strumenti più precisi di questa partecipazione. Non possiamo
    lasciarla nel terreno, nell'ambito degli obiettivi genericamente
    espressi e quindi (è una richiesta): quali strumenti di
    consultazione e anche di partecipazione e di co-decisione,
    probabilmente, in alcuni momenti, quindi anche quali forme allargate
    di democrazia?
    Il secondo elemento su cui volevo richiamare l'attenzione è
    nell'articolo 2, al punto 2, lettera a), laddove si parla di pareri
    e osservazioni su progetti di legge, su proposte di atti di
    programmazione assegnati in sede consultiva. Ora non vorrei che
    questa dizione risultasse limitante rispetto ad un'azione di
    mainstreaming, che secondo me è importante che una Commissione pari
    opportunità tra uomini e donne, di piena parità fra donne e uomini,
    dovrebbe esercitare. Quindi la possibilità da parte della
    Commissione di esprimere pareri non soltanto nell'ambito ristretto
    di quelle che sono le politiche di genere, ma in prospettiva di
    genere su ogni politica attuata dalla Regione.
    Questi sono i due punti principali e direi che con questo lascio la
    parola ad altri.
    Raffaella LAMBERTI (Co-Presidente Associazione Women, Responsabile
    Associazione Orlando) - Io sono qui in una duplice veste nel senso
    che sono contemporaneamente una delle socie fondatrici di Orlando e
    appartengo a Women, una rete di carattere regionale, di cui siamo
    presidenti una donna delle associazioni e una donna delle
    istituzioni, c'è qui Maria Maltoni che è la rappresentante legale, e
    quindi poi immagino che prenderà la parola anche lei.
    Volevo dire alcune cose, tengo per ultimo qualcosa sul linguaggio
    perché sennò sembra che uno viene qui con la matitina rossa e blu,
    ma alcune cose mi sembra importante sottolinearle.
    Il cambiamento di questa Commissione, che da una parte diventa una
    Commissione di livello alto, cioè uguale, come è stato detto, alle
    altre Commissioni istituzionali del Consiglio, è importante, ma c'è
    qualcosa che eliminando le figure che erano presenti nell'altra
    Commissione - dalla Direttrice della Biblioteca italiana delle Donne
    alla rappresentante di associazioni a larga base associativa,
    eccetera, donne dei movimenti diversi delle donne - rende veramente
    urgente il tema che ha avanzato Fernanda Minuz: qual è il tipo di
    democrazia continua che creiamo tra noi, soprattutto con quello
    che sta accadendo in questo Paese, di grande attivarsi della società
    civica, inclusa quella femminile; il tema di come continuiamo a
    vederci e con quali strumenti e se usiamo anche pratiche
    partecipative su temi di largo interesse. Questo è un primo punto.
    Un secondo punto è capire - già è stato detto il mainstreaming e non
    solo, appunto, il fatto di empowerment - attorno a che tipi di
    progettualità, perché se dovessimo parlare di gender gap noi non
    possiamo parlare solo dei gap salariali, c'è un gap digitale, ecc.,
    ma soprattutto teniamo anche conto di come le donne si stanno
    muovendo. Siccome è riconosciuto che è stata di massa e senza
    bandiere di partito la manifestazione del 13 febbraio, una delle
    richieste forti di quella manifestazione riguarda proprio il modo in
    cui le donne sono rappresentate: cioè siamo d'accordo sulle
    condizioni materiali di vita, ma il simbolico per le donne è
    fondamentale. Perché le donne vengono picchiate, brutalizzate in
    tutti i Paesi, anche la Svezia, anche l'Olanda è uno di quelli in
    cui si prendono più botte al mondo. C'è il tema della
    valorizzazione, del riconoscimento di questa differenza.
    Allora io dico due piccole cose sul linguaggio e poi anch'io vado a
    chiudere: una è che non mi piace la condizione femminile ,
    cerchiamo di capire che la stessa relatrice oggi ha parlato di
    soggettività, protagonismo, condizione; ecco, era un linguaggio -
    sono un'insegnante di storia e filosofia - da manuali non del secolo
    scorso, ma di una parte del secolo scorso, non più negli ultimi
    trenta, quarant'anni. Quindi se si vuole dire, non so, condizioni
    materiali e simboliche di vita , delle cose di questo genere, lo
    capisco meglio.
    L'altra cosa dove si parla di libertà e di autonomia, perché mettere
    specificità? Se vi ricordate è sempre stata una delle parole che ci
    ha portato sul tema: i temi delle donne sono temi ghettizzabili,
    mentre invece qui si è già detto non solo, come dire, ciò che accade
    alle donne - perché di donne stiamo parlando e non di femministe -
    non è solo qualcosa che le riguarda. Per essere chiari, io credo che
    dobbiamo affrontare temi di prostituzione riguardo anche agli
    uomini, mi pare, e così la violenza riguarda tanto gli uomini, ma
    anche cose più divertenti, più allegre, se dobbiamo fare delle
    agende politiche, il vedersi, la convivialità; quindi tutti i temi
    che riguardano l'esistere, il vivere di uomini e donne.
    Poi mi era stato fatto notare da Fernanda Minuz qualcosa che lei ha
    tagliato per brevità ed è: teniamo lo standard europeo, non
    confondiamo le pratiche sulla discriminazione dalle pratiche
    sull'uguaglianza. Pensiamo che c'è un istituto europeo che ha un
    finanziamento (non mi ricordo mai se sono 27-28 milioni o 57
    milioni), che è a Vilnius, che ci sono organismi per la
    discriminazione e la Regione ne ha uno.
    Quindi lasciamo che questa cosa si dispieghi interamente sul tema
    degli uomini e delle donne. Anch'io sono contenta, mi aspetto che
    faremo delle cose insieme dentro e fuori le istituzioni.
    Antonio MUMOLO (Vicepresidente della Commissione) - Ringrazio
    Raffaella Lamberti di Women e chiamo ad intervenire Vera Romini.
    Vorrei ringraziare anche i consiglieri presenti che mostrano
    attenzione a questo tema e a questa proposta di legge e che sono i
    consiglieri Donini, Costi, Pagani, Naldi, Montanari, Vecchi e
    Monari.
    Vera ROMITI (Consigliera Provincia di Reggio Emilia, coordinatrice
    Forum Donne) - Innanzitutto grazie per averci dato questa
    possibilità e questa partecipazione, che non è che sia sempre dovuta
    e quindi quando ci è data è molto importante.
    Noi volevamo riprendere l'articolo 1 al comma 3, punto c), che dice
    che creazione di uno stretto raccordo di un dialogo permanente tra
    le donne elette nelle istituzioni e le realtà ed esperienze
    femminili presenti nella regione . Questo mi sembra un punto molto
    importante perché non dobbiamo agire da sole, ognuno non deve avere
    il suo pezzettino, magari nel proprio territorio è conosciuto, per
    esempio noi siamo in provincia di Reggio, però io non so esattamente
    cosa fanno altrove; a Forlì magari sì perché ho un'amica, o so cosa
    fanno a Modena perché è vicina, o a Bologna, Ravenna, eccetera.
    Questo è un raccordo molto importante, anziché essere noi col nostro
    gruppo che andiamo in cerca raminghe, tu cosa fai? , se invece la
    Commissione si fa carico di questo mi sembra importantissimo: primo
    perché possiamo avere degli spunti, poi ragionare insieme e sapete
    anche voi che c'è un arricchimento maggiore e c'è anche
    un'incisività maggiore. Quindi questo coordinamento ci sembra molto
    importante, anche per crearci un metodo di confronto, da vedere
    attraverso quali strumenti - come degli appuntamenti due volte
    l'anno, o anche non proprio così canonici - però con questa
    necessità di scambiarci le nostre esperienze, di costruire progetti
    anche insieme perché, come ho detto prima, siamo molto più incisivi.
    Poi all'articolo 2, comma 2 punto e) che è abbastanza imparentato
    con quello di prima: collaborare, nel rispetto dell'autonomia delle
    singole istituzioni, alle iniziative riguardanti la condizione
    femminile promosse da Regione, Province, Comuni ed altri Enti
    locali . Oltre che collaborare, che è importantissimo, lo è anche
    favorire la nascita di altre associazioni, istituzioni, perché non
    mi pare che siamo molte, anche se sembra, e che non diventino
    esperienze sporadiche. Quindi anche questa che sia una
    collaborazione non dico così codificata, però che sia abbastanza
    precisa e non lasciata all'immaginario, alla genericità, ma una
    collaborazione stretta perché può aiutare a diffondere le pratiche e
    poi perché un Ente locale, un Comune sappia dell'altro la Regione
    questo ruolo non solo di coordinamento, ma proprio di input, di
    stimolo, è molto importante che ce l'abbia.
    Maria PAGLIA (Presidente Confprofessioni Emilia-Romagna) - Io sono
    qua a rappresentare una parte sociale, direi: la categoria delle
    libere professioniste. Le libere professioniste non sono abituate ad
    avere una rappresentanza comune e forse siamo poco abituati a
    pensare a loro perché tutto sommato non sono tantissimi anni che
    nelle libere professioni le donne sono entrate in misura veramente
    rilevante. Iscrivendoci agli istituti superiori, alle università,
    laureandoci, e poi affrontando anche gli esami di stato per lo
    svolgimento della libera professione, dagli anni '80 in poi le donne
    negli albi professionali sono diventate sempre più numerose.
    Diciamo che per un po' forse abbiamo pensato, ci siamo sentite
    gratificate dall'entrare in professioni che erano tipicamente
    maschili, poi abbiamo fatto i conti con come effettivamente
    svolgevamo la nostra professione. In realtà abbiamo anche noi
    parecchi problemi. Discriminazioni? Forse le percepiamo ma non ci
    rendiamo ben conto, non abbiamo degli esempi precisi da portare.
    Sicuramente ci sono dei dati, ad esempio i dati reddituali: i nostri
    redditi, se andiamo a vedere i dati delle nostre Casse di
    previdenza, sono mediamente di gran lunga inferiori a quelle dei
    colleghi, anche a parità di anzianità professionale o di età.
    Molte di noi hanno scelto la libera professione pensando così di
    riuscire meglio a conciliare la vita e il lavoro; in realtà tante
    volte non è così semplice, anzi noi ci dobbiamo adattare quasi
    sempre ad un'organizzazione del lavoro che è nata con gli uomini, ad
    un'organizzazione maschile, quindi dobbiamo fare un po' i salti
    mortali per poter svolgere le nostre attività libero professionali.
    Poi, fenomeno molto recente, molte libere professioniste in realtà
    sono dipendenti che sono state costrette ad aprire posizioni
    individuali, perciò sono autonome non di fatto, ma solo di diritto,
    soprattutto di diritto fiscale.
    Confprofessioni Emilia-Romagna si è costituita nell'ottobre 2010 ed
    è una delegazione regionale della Confederazione nazionale che
    riunisce a livello nazionale ben 17 sindacati di libere professioni.
    In Emilia-Romagna per il momento siamo in nove ad avere dato vita
    alla confederazione e quindi rappresentiamo avvocati, notai, dottori
    commercialisti, consulenti del lavoro, ingegneri, architetti.
    Quindi la mia presenza qui non è tanto per sottolineare che la norma
    può essere migliorata e modificata, anche da un punto di vista
    letterale; ho depositato alcune proposte di modifica che soprattutto
    tendono a fare riconoscere un po' questa realtà delle libere
    professioniste. Vogliamo esserci, vogliamo essere consultate, siamo
    disponibili, vogliamo portare le nostre esperienze; ovviamente poi
    mettendole insieme a tutte le altre penso che potremo fare molto per
    il principio della parità.
    Giorgio ALTANA (Ordine Commercialisti Reggio Emilia) - Io mi son
    preparato un intervento a titolo personale. Ritengo che secondo me è
    utile per la finalità di dare vantaggio alle donne una declinazione
    neutra della legge, non specificamente femminile, come prima ha già
    menzionato una signora, appunto, per evitare che le donne siano
    identificate come troppo svantaggiate. Faccio questo ragionamento
    perché ho riscontrato un orientamento ideologico nell'ambito di
    numerosi dibattiti, anche in quello in cui ho avuto l'onore di
    parlare per la prima volta con la consigliera Roberta Mori. La
    finalità sarebbe quella di poter interpretare correttamente un
    intento delle concittadine e dei concittadini contrari alle
    discriminazioni di genere, equipararli nella futura legge in modo
    che entrambi risultino di fatto equilibrati nei diritti e vengano
    percepiti dalla comunità come ricchezza dello stesso grado e nessuno
    dei due rischi di essere considerato come ghettizzato, disgraziato,
    svantaggiato, in modo che se adesso esiste un concreto svantaggio
    per un genere, la legge colmi tale svantaggio dell'uno e lo
    qualifichi al privilegio dell'altra.
    Io ho elencato nove punti dove ci sarebbe da fare queste correzioni.
    Io non li leggerei per non annoiarvi. Se voi volete ve li leggo. Vi
    faccio presente che io ho già inoltrato una mail all'organizzazione
    che mi ha invitato. Vi ringrazio.
    Susi PELOTTI (Presidente Comitato pari opportunità Università di
    Bologna) - Anch'io ringrazio per questa possibilità di discutere e
    di avanzare proposte. Io condivido totalmente - parlo a nome del
    Comitato dell'Ateneo - sia le finalità che la struttura di questo
    progetto di legge; si armonizza con le finalità del nostro Comitato
    dell'Università. Ho letto tutta la documentazione, volevo
    sottolineare quanto riportato dall'Assessore Bortolazzi che ha
    collegato proprio il tema delle pari opportunità con il tema del
    contrasto alla violenza. Questo proprio perché nella realtà
    bolognese c'è stata una sinergia molto forte tra sanità regionale e
    Università nel costituire il primo pronto soccorso, che è un esempio
    tra i pochi in Italia, contro la violenza. E condivido anche la
    proposta di integrazione della consigliera di parità Rosa Amorevole,
    per quello che riguarda la collaborazione con le realtà femminili e
    anche con tutti gli organismi, anche l'Università: è vero che il
    Comitato si occupa dei propri dipendenti (che siano
    contrattualizzati o docenti poco importa), ma si inserisce
    nell'ambito di politiche più generali. Faccio solo un accenno: noi
    abbiamo le celebrazioni di Laura Bassi che è la prima donna docente
    al mondo, che ci invidia tutto il mondo, è un evento di Ateneo ma
    che coinvolge tutta la realtà cittadina, regionale, ecco questo è un
    punto fondamentale.
    Con il vostro permesso io toccherei un punto che è quello della
    ricerca. La ricerca è un problema per le donne, lo sottolinea
    l'Europa. Nell'ambito della ricerca, soprattutto nelle posizioni
    dirigenziali di decision making, sostanzialmente le donne sono poco
    rappresentate. In Italia in particolare noi sappiamo come la ricerca
    universitaria oggi sia in ginocchio, non abbiamo più fondi,
    sostanzialmente.
    Quindi quello che proponevo è che all'articolo 2, comma 2, punto d),
    quando si dice: espandere l'accesso delle donne al lavoro , secondo
    me sottolinerei anche alla ricerca , perché la ricerca è un punto
    fondamentale, che sia universitaria o che non lo sia. Naturalmente
    come Università noi siamo disponibili alla collaborazione, per
    questo al punto g), che dice svolgere indagini conoscitive e
    ricerche sulla condizione femminile - poi si vedrà per questa
    locuzione con quello che si diceva prima - nell'ambito regionale
    sulle disparità di genere , io proporrei di aggiungere: sostenendo
    anche la ricerca e la formazione perché la formazione in ambito
    universitario, le tesi, i corsi di alta formazione, è secondo me un
    punto molto importante che si inserisce già in un momento così
    precoce . Vi ringrazio.
    Maria MALTONI (Assessore pari opportunità Comune di Forlì) - Prima
    vorrei fare alcune brevi considerazioni che mi vengono dalla mia
    esperienza di presidente di Commissione pari opportunità perché io
    sono alla prima esperienza come amministratore, ma invece ho avuto
    l'onore di presiedere per ben tre volte delle Commissioni pari
    opportunità, prima quella della Provincia e poi del Comune di Forlì,
    per cui ho rilevato in questa esperienza alcune criticità che vorrei
    portare per cercare di individuare in qualche modo delle soluzioni.
    La prima cosa che volevo dire è che ho apprezzato molto questa
    iniziativa della Regione, sicuramente perché rende permanente la
    Commissione equiparandola alle altre, anche se è vero che c'è questo
    elemento magari di perdita un pochino di contributi esterni e qui
    poi farò una proposta anche precisa. Ho apprezzato il fatto che
    l'accezione che è stata data alla Commissione continua a essere
    quella della promozione della parità di opportunità tra uomini e
    donne. Perché l'indirizzo europeo è un po' più di ordine generale e
    per certi aspetti va anche bene, nel senso che ci sono tutta una
    serie di aspetti antidiscriminatori che possono essere in qualche
    modo promossi insieme; però io credo che in termini anche
    quantitativi, la discriminazione che va su oltre la metà del genere
    umano non è comunque paragonabile ad altri ambiti, senza nulla
    togliere, che siano quello della disabilità o dell'orientamento
    sessuale, che pure sono importanti e devono trovare degli strumenti
    di promozione e rimozione delle diseguaglianze.
    Quindi ho apprezzato molto questa scelta della Regione, che non è
    scontata, perché guardate che sulla base di questo orientamento che
    ci viene dall'Europa, insomma, si tenta, come dire, di mescolare un
    po' le carte sul tema del genere e delle politiche di genere.
    Il secondo aspetto riguarda il tema delle azioni di mainstreaming.
    Proprio perché la discriminazione che riguarda il genere femminile è
    una discriminazione che riguarda metà dell'umanità e metà quindi di
    tutto quello che succede nel mondo, interagisce con tutto quello che
    succede in un'amministrazione e non è assolutamente facile trovare
    degli strumenti di intervento. Non basta interrelarsi con
    l'Assessorato alle pari opportunità, qui l'aspetto del mainstreaming
    coinvolge tutta l'azione amministrativa ed è una roba
    complicatissima perché è veramente molto difficile intrecciare
    questi ambiti e non è neanche facile, anche volendolo. Faccio un
    esempio personale: io ho anche l'Assessorato al personale e alle
    attività produttive e su questi tre ambiti, visto che ho anche le
    pari opportunità, riesco a interagire un po' più direttamente; su
    altri ambiti bisogna trovare la disponibilità dei pezzi di
    amministrazione, dei colleghi che operano su queste cose. Noi
    abbiamo creato la Consulta dei migranti, qualche giorno fa c'è stata
    la disponibilità da parte dell'Assessore al welfare, che è un uomo,
    a promuovere una norma antidiscriminatoria sulla presenza femminile
    e siamo riusciti a fare una consulta dei migranti con un po' meno
    della metà di donne e con un meccanismo di riequilibrio.
    Quindi diciamo il mainstreaming vuol dire anche queste cose concrete
    e la proposta che volevo fare era un po' questa. Non so se la
    Regione faccia ancora il bilancio di genere, ma il bilancio di
    genere della Regione potrebbe essere lo strumento con cui si
    analizza l'insieme delle politiche amministrative. Perché non è
    semplice l'aspetto dell'esame dei singoli provvedimenti, perché un
    po' in tutti gli statuti - io parlo per esempio per le esperienze
    che ho conosciuto in Comuni e Province - quando si dice di esprimere
    pareri e formulare osservazioni e proposte, sono rarissimi i
    provvedimenti che arrivano su cui vengono richiesti dei pareri. Al
    contrario, praticamente tutta l'azione di un ente è soggetta a
    valutazione di genere, per cui credo che alla fine lo strumento del
    bilancio di genere, se fatto in modo serio e analizzato in modo
    serio dalla Commissione pari opportunità, potrebbe essere lo
    strumento per fare una valutazione, come dire, più ampia, a tutto
    campo, dell'attività. Collegato magari - e qui mi riaggancio ad
    alcune cose che hanno detto le persone che mi hanno preceduto - per
    esempio a una sorta di forum annuale in cui la Commissione, che nel
    nostro caso è composta solo da componenti istituzionali, prevede una
    sorta di audizione di tutte le realtà della Regione, siano esse
    istituzionali, siano anche non istituzionali: associazioni e
    soggetti di varia natura, da quelli professionali ad altro. Credo
    che questo potrebbe essere uno strumento di una sorta di momento, di
    forum permanente, che consente di raggiungere l'obiettivo del
    raccordo che qui si diceva.
    Rapidissimamente altre due questioni. Il tema dell'individuare lo
    specifico che eviti la sovrapposizione con gli Assessorati pari
    opportunità, perché perlomeno sui livelli periferici questo è un
    elemento che spesso accade: allora questa cosa la fa l'Assessorato
    pari opportunità o la fa la Commissione pari opportunità? A
    prescindere dal fatto che molto spesso la stampa, le istituzioni,
    non capiscono qual è la differenza.
    Allora è bene, secondo me, anche marcare quelli che sono gli ambiti
    specifici di competenza, perché una serie di azioni concrete stanno
    nell'ambito dell'espressione di carattere amministrativo, mentre
    invece - come viene giustamente indicato in uno degli articoli -
    tutti gli aspetti che riguardano lo studio e l'approfondimento,
    l'analisi e poi la formulazione di eventuali proposte, credo che sia
    uno specifico molto importante da individuare per la Commissione,
    proprio al fine di evitare le sovrapposizioni. Anche perché, vedo
    che qui non è previsto, ma do per scontato che questa Commissione,
    essendo una Commissione, non ha un budget suo di dotazione e quindi
    tutte le iniziative che vengono svolte devono poi trovare comunque
    una copertura finanziaria e sappiamo tutti che di questi tempi
    queste sono attività che non sono considerate standard della
    pubblica amministrazione e quindi diventa sempre anche molto
    difficile finanziarle.
    Quindi credo che questo aspetto che riguarda appunto l'analisi,
    l'approfondimento, le ricerche sia un aspetto estremamente
    importante.
    Volevo fare anche una proposta specifica per quello che riguarda il
    tema del sostenere e promuovere la presenza delle donne nelle
    nomine, perché questo è un aspetto, io credo, di grandissima
    rilevanza, perché se non si affronta questo nodo poi succede che
    solo attraverso sforzi inenarrabili, azioni di lobbying trasversali,
    nei partiti magari si riesce ad avere qualche donna presente
    all'interno delle pubbliche amministrazioni. Lasciatemi dire che,
    con grande soddisfazione, da questa tornata amministrativa tutte le
    realtà che si sono segnalate per la novità sul piano politico e
    amministrativo hanno fatto la scelta di avere le Giunte col pari
    numero di uomini e di donne.
    Quindi io credo che questo aspetto delle nomine vada considerato. Ad
    esempio il Comune di Forlì ha previsto nel suo statuto una norma che
    riguarda le nomine, che prevede, all'interno delle nomine per le
    quali viene richiesta una segnalazione di evidenza pubblica, sulla
    base di competenze e caratteristiche di curriculum, anche una norma
    di riequilibrio. Poi è evidente che se cerchiamo uno scienziato
    nucleare, se cerchiamo una professionalità particolarmente specifica
    e ce n'è solo una, prendiamo quella. Però la norma
    antidiscriminatoria aiuta, quindi io qui lo rafforzerei un po': più
    che promuovere e sostenere aggiungerei anche attraverso degli
    strumenti e delle norme specifiche da proporre , perché sennò
    restiamo un po' sul vago e sappiamo che quando si resta un po' sul
    vago poi si rischia anche di essere poco incisivi, di fare dei
    ragionamenti interessanti, positivi, propositivi, però poi anche di
    essere un po' meno concreti.
    L'ultima questione che volevo portare riguarda l'associazione Women,
    di cui assieme a Raffaella Lamberti sono co-presidente. Siccome qui
    si chiedeva anche in qualche modo un indirizzo sulle progettualità,
    questa è un'associazione che nasce come rete delle donne del
    Mediterraneo e quindi ha un ambito di progettualità più legata agli
    aspetti della cooperazione internazionale; anche questi ambiti
    soggetti fortemente a tagli di risorse e a problematiche di vario
    genere.
    Credo che in questa fase in cui diventa sempre più difficile anche
    lavorare sull'esterno, potrebbe essere una pista di lavoro anche
    quella di lavorare sulle donne del Mediterraneo o comunque le donne
    migranti che sono all'interno della nostra regione. Anche questo
    potrebbe essere un lavoro interessante da fare proprio nell'ottica
    del coinvolgimento rispetto alla vita politica istituzionale, perché
    io credo che il senso primo di una Commissione pari opportunità è
    superare la discriminazione - prima che rispetto alla
    partecipazione, alla vita politica - alla vita sociale. Partecipare
    alla polis è quello che dà la modalità e la spinta per partecipare a
    tutto il resto perché poi anche su altri ambiti, lavoro eccetera ci
    sono aspetti e figure anche più specifiche. Grazie.
    Manuela CLAYSSET (Presidente Consiglio Regionale UISP
    Emilia-Romagna) - Intanto un ringraziamento per questa opportunità.
    Credo che istituire la Commissione con questo tipo di impostazione,
    quindi uguale alle altre Commissioni della Regione, sia un passo
    importante. Lo stesso, però, questa voglia di avere aperture e
    confronto, che anche in altri interventi veniva sollecitata, credo
    che sia un aspetto importante. Quindi cerchiamo di capire come avere
    anche dei momenti di approfondimento, anche se una volta all'anno mi
    sembra un po' riduttivo.
    Io mi occupo di sport ed è un ambito molto strano. Alcuni dati molto
    semplici: in Emilia-Romagna la UISP ha circa 290.000 soci, la metà
    oramai sono donne, quindi c'è una crescita continua delle praticanti
    e lo possiamo vedere anche normalmente: il corso di yoga, la
    palestra, eccetera. Se poi andiamo a ragionare sulle dirigenti,
    incominciano i primi problemi (e parliamo della UISP dove forse un
    po' d'attenzione in più c'è: non è un caso che il Coordinamento
    Donne della UISP è rinato a livello nazionale e abbiamo ripreso un
    lavoro sulle politiche di genere).
    Se prendiamo appunto in esame lo sport, molto spesso c'è un grande
    aumento delle praticanti, ma quando arriviamo a determinate
    situazioni e livelli, le donne fanno fatica, quindi questo mi sembra
    un elemento da guardare anche insieme. Anche perché noi ci occupiamo
    di benessere, di salute, lavoriamo con i corpi delle persone, è un
    tema che credo sia molto importante, so bene che ci sono altre
    tematiche, però io non lo sottovaluterei. Questo è un po' l'invito
    anche alla luce di un fatto che è successo alcune settimane fa: dopo
    25 anni la UISP insieme ad altre associazioni europee ha
    ripresentato la Carta dei diritti delle donne nello sport. L'avevamo
    fatta nell'85, la Comunità europea la fece propria nell'87;
    ovviamente sono passati un po' di anni ed era anche da aggiornare,
    però purtroppo tutta una serie di differenze restano e c'è un lavoro
    da fare anche insieme. Non parlo solamente della questione delle
    premiazioni - ogni tanto avete visto anche associazioni di atlete
    che si sono messe insieme per evidenziare questo -, c'è anche un
    tema molto banale: noi non abbiamo impianti, molto spesso se c'è un
    arbitro donna non sappiamo come comportarci. Sono sciocchezze in un
    mondo che è fatto, costruito, ed opera per gli uomini, ma questo è.
    Quindi potrebbe essere interessante vedere questa Carta dei diritti
    delle donne oggi che proposte ci fa, che lavoro possiamo fare
    insieme, su un tema che crediamo molto trasversale e anche molto
    sentito.
    Ci fa molto piacere questo lavoro, cerchiamo anche di affrontare
    insieme alcuni temi che, è vero, ci sembrano molto lontani, non sono
    la priorità, però posso assicurare che c'è una trasversalità
    importantissima e parliamo alle giovanissime - dove molto spesso c'è
    il mito, la ricerca di un corpo perfetto, la magrezza e tutte queste
    cose qua - insieme anche a donne di novant'anni che continuano a
    fare attività sempre molto interessanti.
    L'invito era questo e un grazie ancora.
    Daniela RICCÒ (Direttore Sanitario Az. USL Reggio Emilia) - Grazie
    per questa opportunità, siamo dei tecnici e non è usuale che noi
    andiamo a delle udienze conoscitive per dei progetti di legge ed è
    interessante.
    Oggi ho sentito delle cose molto interessanti. Posso dare solo un
    piccolo contributo, nel senso che non me la sento, non ho le
    competenze per entrare negli articoli di legge, anche se credo che,
    in generale, un tema vada più rafforzato, che è quello
    dell'informazione: che cosa si fa, che cosa fanno le associazioni?
    Perché non c'è questa informazione diffusa; magari tra gli addetti
    ai lavori, nelle Commissioni pari opportunità, però nella maggior
    parte dei casi non abbiamo informazioni diffuse. Quindi è molto
    importante, credo anche per reclutare delle forze, delle idee e
    degli interessi che possono poi essere utili.
    Come Direttore sanitario, di un'azienda che ha oltre 4.000
    dipendenti e è quindi una grossa azienda, come avviene per tutte le
    aziende sanitarie ho un osservatorio duplice. Da un lato i nostri
    dipendenti: pur essendo pubblica amministrazione, come l'Università,
    ma in realtà si chiama azienda e quindi comincia ad avere delle
    regole un po' diverse, che non sono meglio dal punto di vista delle
    pari opportunità. Una grande azienda in cui il maggior numero dei
    dipendenti sono donne, però ovviamente ben sapete che ai vertici, i
    primari sono spesso uomini, mentre le donne si occupano
    prevalentemente del lavoro di cura. E c'è già un problema su questo:
    pensiamo agli infermieri che fanno i turni nelle 24 ore, che se sono
    a casa in ferie vengono richiamati se la collega si ammala, quindi
    c'è un problema di organizzazione che fa sì che spesso alla donna
    che lavora in una struttura sanitaria non venga concesso il tempo
    per la propria vita, per la propria famiglia. Questo è un problema
    importante che noi vediamo e che è molto serio, che costringe spesso
    soprattutto le infermiere, se hanno altre opportunità, ad andare a
    fare non dico le libere professioniste ma dell'altro, come è
    avvenuto per altre professioni.
    Teniamo conto poi che ci sono dei lavori anche molto difficili per
    le donne. Noi abbiamo il tema della violenza sulle donne, pensate
    alla guardia medica: è sorto in questi anni, non un'associazione ma
    un insieme di persone che hanno cercato di porre fortemente
    all'attenzione degli Ordini dei medici, agli ordini professionali e
    all'azienda questo tema della donna che si trova sola, di notte, in
    giro, di fronte anche a situazioni difficili, ed è difficile
    affrontarlo questo tema perché effettivamente le pari opportunità
    non danno oggi la possibilità di tutelarle maggiormente rispetto
    invece a una figura maschile.
    L'altro punto di vista invece è quello verso i servizi, verso
    l'esterno e quindi la grossa battaglia dell'accesso ai servizi.
    Questo è il nostro problema dell'equità dell'accesso ai servizi,
    perché è vero: il genere è importante, l'etnia è importante, la
    diseguaglianza in generale è importante, il livello sociale, il
    livello culturale sono molto importanti. E questo lo vediamo perché
    dalle ricerche che abbiamo fatto, soprattutto in determinate
    situazioni, le donne che affluiscono ai nostri consultori, sono
    donne che se hanno un livello di dipendenza dalla famiglia,
    dall'uomo, sono donne che hanno maggiori problemi di salute e questo
    poi con delle ricadute anche sulla loro famiglia e sulla loro
    condizione di donne che in qualche modo cercano anche di superare
    questo problema. Quindi anche questo per noi è un problema serio dal
    punto di vista dell'impatto sulla salute e allora si è pensato a
    diverse situazioni. Ho sentito parlare di un pronto soccorso sulla
    violenza, questo magari è possibile in una grande città; io devo
    dire che temo sempre molto i servizi dedicati perché, secondo me,
    tendono in qualche modo a discriminare a loro volta. Perché è vero
    che oggi c'è la donna, ma domani c'è il bambino, c'è l'anziano che
    sono oggetto di violenza e quindi dobbiamo stare un po' attenti,
    anche se naturalmente le situazioni sono diverse l'una dall'altra.
    Quindi credo che di lavoro ce ne sia parecchio. Questa Commissione,
    aldilà degli articoli che sono stati indicati, potrà lavorare bene
    se la partecipazione e la passione con cui ho visto anche oggi le
    persone portare il loro contributo potrà riempirla di contenuti;
    anche se può sembrare un po' generica, ma in realtà credo che possa
    portare grossi contributi.
    Gabriella MONTERA (Assessore pari opportunità Provincia di Bologna)
    - Ringrazio anch'io di questa opportunità e mi concentro sulla parte
    che riguarda di più l'aspetto istituzionale. Così come aveva già
    espresso l'intervento della consigliera di Reggio Emilia, quando
    nell'articolo 1 al punto c) si dice: creazione di uno stretto
    raccordo e di un dialogo permanente tra le donne elette nelle
    istituzioni eccetera, in effetti penso sia importante valorizzare
    (proporrei anche delle parole su questo, magari riservandomi di
    mandarvele per iscritto domani), fare in modo che in questo caso la
    Regione possa, più che in altri campi, fungere da supporto alle
    esperienze delle amministrazioni locali. Quando dico locali dico i
    Comuni come le Province, perché pur nella sussidiarietà e nella
    grande autonomia che ogni Comune oggi può giocare, in realtà la
    fragilità delle politiche di pari opportunità è un fatto. Perché
    sono comunque strutture dotate di risorse veramente risibili, perché
    si parla di rete ma spesso si fa fatica per ragioni che anch'io
    comprendo e di cui, come dire, sono anche protagonista; spesso
    abbiamo molte altre deleghe e involontariamente si finisce per
    mortificare questa attività perché non è una delega che ha risvolti
    particolarmente significativi sul piano economico.
    Quindi rafforzare l'aspetto della rete interistituzionale; per
    esempio adesso finalmente la Provincia di Bologna ha portato a
    compimento questo percorso che è durato parecchio tempo, di
    istituire una Conferenza provinciale delle amministratrici,
    includendo fra queste donne elette e donne non elette, cioè anche le
    Assessore che alcune volte non sono elette.
    E quindi creare la rete interistituzionale per elaborare politiche
    condivise.
    Dal punto di vista dell'associazione io sono pienamente d'accordo
    con ciò che diceva Fernanda Minuz, ma anche con la rete Woman: mi
    sembra molto importante trovare le parole e definire meglio come si
    può condividere un percorso. Perché dico questo? Perché essendo una
    Commissione consiliare ed avendo tutte le caratteristiche della
    Commissione consiliare permanente al pari delle altre, c'è un
    rischio che non è dovuto alla volontà dei proponenti e delle
    proponenti, che al contrario mi sembra che hanno tutta la voglia di
    aprirsi. Però è un fatto spesso regolamentario, statutario, cioè una
    Commissione consiliare permanente ha poi delle regole precise, non è
    che può fare spontaneisticamente gli incontri con le associazioni,
    le consigliere di un Comune piuttosto che di un altro, a seconda
    magari dei temi che si affrontano, che possono essere patrimonio di
    un'esperienza territoriale sia dal punto di vista
    dell'associazionismo che istituzionale. Quindi questo mi piacerebbe
    che si potesse definire meglio.
    Un altro aspetto che trovo dirimente è all'articolo 2, quando si
    dice cosa in particolare la Commissione può fare: esprimere pareri e
    formulare osservazioni e proposte alla Commissione assembleare
    referente eccetera eccetera. Può evidentemente significa che è
    un'opzione, non è certo un percorso che si individua come non dico
    obbligatorio ma in qualche modo vincolante.
    Allora, nel corso degli anni ho anche partecipato a dare una mano
    alla Commissione che viene abrogata (l'articolo 4 si dice che si
    abroga la Commissione precedente), nel passato quando me ne occupavo
    qui come dipendente della Regione io in effetti ho dato una mano, ho
    fatto da ponte per un breve periodo fra la Giunta regionale e
    l'Assessora di allora e la Commissione. In effetti la Commissione
    regionale di allora si componeva di alcune figure nominate nei
    territori ed era una Commissione esterna. Voi lo sapete bene perché
    state lavorando su questo. Questa commissione esterna, fatta da
    donne esperte, riconosciute nei singoli territori, in realtà non è
    mai riuscita - e questo proprio l'ho visto io nel senso che ci
    lavoravo - a dare un contributo sullo sviluppo delle politiche di
    genere in Emilia-Romagna, perché c'è sempre stata questa
    problematica, che credo che ancora oggi sia reale, della
    conflittualità o comunque della probabile strisciante conflittualità
    fra gli esecutivi e gli organismi consiliari.
    Allora questa è una Commissione consiliare, quindi non si sostituirà
    mai alle politiche dell'Assessora, ma deve trovare una forte
    connessione, io sono convinta di questo e per questo le politiche di
    pari opportunità hanno una originalità in più rispetto ad altre
    deleghe.
    Quindi, quando si dice può esprimere pareri , io direi esprime
    pareri , perché è qui che si gioca il mainstreaming. Tutti i
    progetti di legge regionali è una vita che si spera che diventino
    oggetto di un confronto con le consigliere regionali elette, al fine
    di poterli piegare - nel senso più nobile del termine - alle
    politiche di parità e di contrasto alle discriminazioni, di
    mainstreaming, eccetera. Allora questo rischia di marginalizzare il
    ruolo di questa Commissione e siccome penso che sia stato un lavoro
    importante quello che avete portato avanti fin qui, il mio auspicio
    è che lo si possa definire in maniera che il peso specifico di
    questa Commissione ci sia e ci sia tutto.
    Concludo dicendo che oggi qui non sono presenti, per esempio, le
    consigliere provinciali di Bologna, perché ho avuto modo di
    incontrare le consigliere prima in un incontro di lavoro e non lo
    sapevano. Allora è importante, sarebbe importante che potessero dare
    anche loro il loro contributo. Ci sono una serie di consigliere che
    sono impegnate sulla sensibilità ai temi che riguardano le politiche
    di genere e, ripeto, oggi mi è stato anche chiesto in qualche modo
    di rappresentare il fatto che loro non hanno avuto l'invito. Ma non
    è un fatto di permalosità, è solo un fatto forse di corto circuito
    organizzativo che magari è meglio provare di superare. Grazie.
    Roberta MORI (Consigliera relatrice) - Ringrazio molto per i
    contributi, perché credo ci diano l'opportunità di migliorare non
    soltanto, eventualmente, il dettaglio e il registro linguistico
    della declinazione di alcuni concetti all'interno della legge, ma ci
    danno anche qualche obiettivo in più rispetto alla costituzione
    della Commissione pari opportunità. Perché io non vorrei appunto vi
    fosse sfuggito, ma non vi è sfuggito, il fatto che essendo e
    diventando una Commissione permanente e plenipotenziaria rispetto a
    tutti i poteri che può esprimere, sia in sede referente che
    redigente e consultiva, come dicevo nell'illustrazione iniziale,
    questo di per sé diventa un elemento fondante e sicuramente un
    rilancio fortissimo del mainstreaming di genere e di un percorso che
    possa in modo continuativo, organico, organizzato e plurale dare un
    rilancio e un contributo alle politiche di genere e a tutte le
    declinazioni e anche a tutte le integrazioni alle lacune che adesso
    in qualche modo possiamo percepire nelle relazioni
    interistituzionali.
    Perché è ovvio che la buona volontà, le deleghe, unite un po' alle
    scarse risorse vanno fortemente supportate da una forza legislativa
    e orientativa degli indirizzi regionali, che se c'è e si innerva a
    tutti i livelli istituzionali rafforza il tema, rafforza
    l'attenzione, rafforza la pianificazione e la programmazione
    dell'Assessorato, ma anche i contributi legislativi della
    Commissione.
    Questa Commissione permanente ha questo elemento rafforzativo di
    base, che lo è perché è permanente, perché è fatta dai consiglieri
    regionali, come tutte le altre Commissioni.
    Qui si inserisce il tema, credo molto corretto, di come trovare
    strumenti per forum annuali o momenti di condivisione, ad esempio
    consulte interistituzionali. Le vostre sollecitazioni odierne credo
    che saranno al primo punto dell'ordine del giorno della prima
    istituita Commissione per le pari opportunità, per trovare insieme
    ai consiglieri, a tutti i commissari della Commissione, le modalità
    migliori, perché i temi che attengono alle soggettività femminili,
    alle pari opportunità, agli elementi di antidiscriminazione non
    possono essere più soltanto in termini volontaristici, ma la
    Commissione li renderà cogenti, attuali, alimentati come tutte le
    altre Commissioni. Questo sarà il primo punto all'ordine del giorno,
    ma ritengo che ingabbiare fin dal progetto di legge le modalità di
    concertazione, coinvolgimento, allargamento, organizzazione della
    condivisione interistituzionale piuttosto che del coinvolgimento
    associativo spezzerebbe il momento di approfondimento che invece la
    Commissione deve darsi, perché per poter trovare lo strumento
    migliore serve ovviamente il vostro contributo di oggi, ma a noi
    credo serva anche, ad esempio, verificare l'esperienza di altre
    Regioni, verificare anche l'efficacia di azioni di Commissione che
    hanno semmai una più lunga percorrenza e più lunga storia.
    In sala c'è la presidente Donini che è conoscitrice perfetta di
    questi temi ed è stata lei a suggerirmi che ci sono degli elementi
    di condivisione che la stessa Commissione ha, perché ha le
    audizioni, perché ha le udienze conoscitive, perché ha modalità di
    interazione di per sé istituzionalizzate. Ma l'ambizione è di avere
    una legge sulle pari opportunità che possa considerare tanti
    elementi trasversali e che renda assolutamente visibili e
    istituzionalizzati momenti di confronto, di realizzazione di
    obiettivi comuni, che diano anche qualità all'operato della
    commissione pari opportunità, all'interno del percorso di
    approfondimento e di programmazione che si darà.
    Quindi questa sarebbe l'ambizione massima, ma per arrivare lì serve
    che la Commissione individui, anche con il vostro contributo, lo
    strumento migliore. Io ho fatto il sindaco dieci anni e so quanto i
    livelli istituzionali e anche i livelli associativi tutti siano
    inflazionati da tantissime riunioni, occasioni, momenti di
    confronto; quello che noi cerchiamo è che siano utili, efficaci ed
    incisivi. Se individueremo, e lo individueremo senz'altro, una
    modalità organizzativa di condivisione solida, condivisa, questa
    dovrà funzionare e dovrà essere efficace e incidere davvero su
    quello che sarà il percorso della Commissione, quindi anche delle
    politiche della Regione e di tutta l'attività dell'Assessorato alle
    politiche per le pari opportunità avendo la massima disponibilità
    dell'Assessore a mettersi a disposizione, a collaborare con la
    Commissione e di questo l'ho ringraziata anche in sede di
    informativa.
    Quindi discuteremo con i colleghi già dopodomani in sede di esame di
    articolato questi elementi che voi avete proposto oggi; però penso
    che serva un momento di approfondimento importante - la prima seduta
    della Commissione per le pari opportunità - per trovare un elemento
    di coinvolgimento. Già la legge, già il fare una selezione nella
    legge credo che diventerebbe un po' preclusivo di analisi,
    approfondimenti su uno strumento vero, anche perché su questo ci
    piacerebbe molto poi confrontarci con voi.
    Rispetto al linguaggio: valuteremo davvero gli elementi che meglio
    possono rendere il testo più adeguato agli obiettivi che si pone.
    Sono molto contenta della testimonianza di Maria Paglia per le
    professioni; da avvocato dico che è assolutamente un elemento da
    mettere insieme a tanti elementi al centro della nostra attenzione,
    quindi la ringrazio, così come ringrazio Susi Pelotti perché ci ha
    dato, secondo me, uno spunto molto importante e cioè il tema della
    ricerca e della formazione. Credo che sia fondamentale la
    collaborazione con le Università, anche per lo sviluppo di un
    pensiero forte affiancato a strumenti forti, e continuare ad
    evolverlo a beneficio di tutti. Quindi fin da ora posso assicurare
    massima attenzione per ciò che è stato sottolineato, così come anche
    la proposta del forum annuale permanente che è stato proposto.
    Il tema del corpo delle donne rappresentato da Manuela Claysset
    secondo me è molto, molto importante, non soltanto in termini di
    immagine, ma in termini di salute e di protagonismo al femminile
    anche in un ambito, quello sportivo, che spesso vede le ragazze meno
    coinvolte in questa dimensione nei piccoli Comuni. Quindi mettere al
    centro questa soggettività mi sembra molto importante, così come
    pure tutti gli elementi che all'interno dell'AUSL ci sono stati
    segnalati come elementi importanti: la Regione ha una competenza
    importantissima in ambito sanitario e quindi la ricaduta che avrà il
    ruolo della Commissione soprattutto sulle aziende sanitarie credo
    che sarà molto importante.
    Ringrazio l'Assessora alle pari opportunità della Provincia di
    Bologna perché ha colto nel tema delle fragilità delle pari
    opportunità, non in tema di contenuti, perché i contenuti sono
    fortissimi, ma in tema di contesto e di rete interistituzionale che
    le sorreggono; invece noi vorremmo farne proprio un elemento di
    grandissima forza con la costituzione della Commissione.
    Vi dico solo - questo è già un elemento di valore, per chi è
    addentro a certi meccanismi - che abbiamo implementato il nostro
    indirizzario, di conoscenze nel corso di questi mesi di iter
    legislativo da un determinato numero di soggetti al quadruplo dei
    soggetti coinvolti. Quindi anche il tema delle consigliere sarà
    sicuramente un tema di ulteriore coinvolgimento anche con il vostro
    sostegno, perché ovviamente ogni amministrazione ha anche un po'
    l'ingrato compito, ma anche l'onore, di veicolare le risultanze di
    questa udienza conoscitiva nonché l'esito del processo legislativo
    anche ai propri eletti, ai propri collaboratori, alla propria
    struttura.
    Per tutto questo io vi ringrazio davvero tanto perché mi avete reso
    più adeguata anche nel presentare la legge ed eventualmente nel
    migliorarla, con il contributo dei colleghi che ringrazio.
    Antonio MUMOLO (Vicepresidente della Commissione) - Grazie
    consigliera Mori e grazie anche a tutti gli intervenuti e i
    partecipanti, anche a nome della Commissione VI. Grazie per le
    proposte e per gli spunti di riflessione, di cui faremo certamente
    tesoro.
    La seduta termina alle ore 16,20.
    Approvato nella seduta del 19 luglio 2011
    Il Segretario Il Presidente Il Presidente
    Nicoletta Tartari Giovanni Favia Antonio Mumolo
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