Testo
Verbale n. 26
Seduta del 22 settembre 2011
Il giorno giovedì 22 settembre 2011 alle ore 10.00 si è riunita
presso la sede dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro
n. 50, la Commissione Territorio Ambiente Mobilità, convocata con
nota Prot. n. 29621 del 16/09/2011.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto
ZOFFOLI Damiano Presidente Partito Democratico 5 presente
BERNARDINI Manes Vicepreside Lega Nord Padania 4 presente
nte Emilia e Romagna
MARANI Paola Vicepreside Partito Democratico 4 presente
nte
ALESSANDRINI Componente Partito Democratico 2 presente
Tiziano
BARTOLINI Luca Componente PDL- Popolo Della 1 assente
Libertà
BAZZONI Gianguido Componente PDL- Popolo Della 2 presente
Libertà
BIGNAMI Galeazzo Componente PDL- Popolo Della 4 presente
Libertà
CASADEI Thomas Componente Partito Democratico 2 presente
DONINI Monica Componente Federazione Della 2 presente
Sinistra
FAVIA Giovanni Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
Beppegrillo.it
FERRARI Gabriele Componente Partito Democratico 5 presente
FILIPPI Fabio Componente PDL- Popolo Della 4 assente
Libertà
MANDINI Sandro Componente Italia Dei Valori 3 assente
MAZZOTTI Mario Componente Partito Democratico 2 presente
MEO Gabriella Componente Sinistra Ecologia e 2 presente
Libertà - Idee Verdi
MORI Roberta Componente Partito Democratico 2 presente
NOE' Silvia Componente UDC- Unione Di Centro 1 assente
PARIANI Anna Componente Partito Democratico 2 presente
RIVA Matteo Componente Misto 1 assente
E' presente la consigliera Palma Costi.
Hanno partecipato ai lavori della Commissione: G. Santangelo (Resp
Serv. Affari generali Programmazione territoriale e negoziata); R.
Pignone (Resp. Serv. Geologico, sismico e dei suoli); V. Passarella
(Serv. Geologico, Sismico e dei suoli); M. Diazzi (Dir. Gen.
Attività produttive, commercio, turismo); S. Stefani (Serv. Energia
ed economia verde); E. Valbonesi (Resp. Serv. Parchi); L. Contri
(Serv. Parchi); L. Vicinelli (Serv. Veterinario e igiene degli
alimenti); M. Ferrari (Serv. Informazione Ass. leg.).
Presiede la seduta: Damiano Zoffoli
Assiste la Segretaria: Samuela Fiorini
Resocontista: Antonella Agostini
Il presidente ZOFFOLI dichiara aperta la seduta alle ore 10. 25.
Sono presenti i consiglieri: Alessandrini, Bernardini, Casadei,
Favia, Ferrari, Marani, Mori, Pariani e Zoffoli.
Si passa al primo punto all'ordine del giorno:
1755 - Proposta recante: Determinazione conclusiva del
procedimento unico relativo alla realizzazione del nuovo polo
scolastico agroalimentare nel Comune di Parma, ai sensi dell'art.
36-sexies, comma 17, della L.R. n. 20 del 2000. Proposta
all'Assemblea Legislativa (delibera di Giunta n. 1297 del 12 09
11).
Il presidente ZOFFOLI da la parola per l'illustrazione al
Responsabile del Servizio Affari generali, giuridici e
programmazione finanziaria, territoriale e negoziata.
Esce il consigliere Favia.
Il dott. SANTANGELO spiega che si tratta della prima volta che viene
data applicazione ad un procedimento previsto da numerose leggi
regionali in materia di opere pubbliche o d'interesse pubblico.
Consiste nel superamento del blocco istituzionale , cioè per opere
significative d'interesse provinciale o regionale può esserci un
dissenso o una non funzionalità dell'amministrazione comunale che
porta alla non possibilità di concludere un procedimento con la
localizzazione di un'opera pubblica in variante ai piani
urbanistici. Osserva che nel caso di specie si tratta di un
procedimento unico, attivato dalla Provincia di Parma per approvare
il progetto, in variante al Piano regolatore, di una scuola: un
istituto agroalimentare, legato all'Autority che è stata istituita
presso quel Comune. Chiarisce che, nel corso di questo procedimento,
il Comune avrebbe dovuto ratificare entro 30 giorni la variante
localizzativa di questa scuola e, per un impedimento oggettivo di
funzionamento, non ha provveduto entro questo termine, per cui la
Provincia ha chiesto di attivare questa possibilità. La Regione, in
via straordinaria, assume questo provvedimento in luogo del Comune.
Ricorda che l'assessore Peri, oggi assente per impegni
istituzionali, ha convocato una riunione il 7 settembre, con la
presenza di rappresentanti di Provincia e Comune, nella quale è
emerso che la mancata ratifica non dipendeva da un dissenso, ma da
un problema di operatività dell'organo e che c'era l'assenso per
questa procedura straordinaria della Regione.
Entra la consigliera Donini.
Il presidente ZOFFOLI apre la discussione.
Il consigliere FERRARI ricorda di aver seguito la vicenda come
assessore in Provincia di Parma. Sottolinea che si tratta di un
provvedimento molto importante che consente a Parma di avere una
scuola specialistica dedicata al settore agroalimentare e che arriva
in ritardo per le difficoltà che il Comune ha avuto, in passato, per
l'individuazione dell'area e per le note difficoltà interne alla
maggioranza che hanno portato alla mancata ratifica, entro i 30
giorni prescritti, di un accordo largamente condiviso da tutti i
partecipanti alla Conferenza dei servizi. Afferma, inoltre, che si
tratta di una scuola importante non solo per la città di Parma, ma
per l'intera Regione, perché sarà in grado di fornire una
preparazione superiore come Polo regionale.
Il presidente ZOFFOLI, non essendoci altre richieste d'intervento,
pone in votazione l'oggetto.
La Commissione esprime parere favorevole con 28 voti a favore (PD,
FdS, LN), nessun contrario e nessun astenuto.
Si passa alla trattazione dell'oggetto successivo.
C74 - Richiesta di parere alla competente Commissione sullo schema
di delibera della Giunta regionale recante: Atto di indirizzo
recante l'individuazione della documentazione attinente alla
riduzione del rischio sismico necessaria per il rilascio del
permesso di costruire e per gli altri titoli edilizi, alla
individuazione degli elaborati costitutivi e dei contenuti del
progetto esecutivo riguardante le strutture e alla definizione delle
modalità di controllo degli stessi, ai sensi dell'art. 12, comma 1,
e dell'art. 4, comma 1, della L.R. n. 19 del 2008 .
Rientra il consigliere Favia.
Il dott. SANTANGELO spiega che si tratta di un provvedimento
nell'ambito del piano di monitoraggio, per realizzare una
significativa semplificazione e accelerazione dei tempi del
procedimento, nei termini di una cultura condivisa del progetto
strutturale. Il provvedimento definisce esattamente i contenuti
degli elaborati strutturali che devono essere sottoposti
all'autorizzazione sismica o al deposito ai fini di eventuali
controlli, con l'obiettivo di creare certezza sugli elaborati
costitutivi - definire e standardizzare gli elaborati costitutivi
del progetto - e di dare, in particolare, una relazione illustrativa
sintetica nella quale il progettista deve concentrare, in modo
ragionato, gli elementi essenziali che caratterizzano un determinato
progetto. La conseguenza di questa esplicitazione è che con questo
atto si stabiliscono i limiti e le responsabilità da una parte del
progettista e, dall'altra, del controllo. In sede di controllo,
infatti, si verificherà la completezza e regolarità degli elaborati
progettuali dei quali sono state predefinite le caratteristiche e
l'adeguatezza del progetto rispetto alle norme tecniche vigenti
(nazionali). Ad esito di questo provvedimento ci si aspetta una
significativa riduzione dei tempi di controllo delle richieste
d'integrazione e modifica.
Entrano i consiglieri Bazzoni e Mazzotti. Esce il consigliere Favia.
Fa notare che è un atto ampiamente condiviso, elaborato in mesi di
lavoro da un gruppo formato da 53 componenti che rappresentano
tutte le professioni e tutte le forme di associazione professionale
interessate, le imprese, gli enti locali e le strutture tecniche
regionali e comunali competenti in materia, con l'obiettivo di
definire insieme il livello delle prestazioni dovute ai fini del
controllo del progetto.
Il consigliere FERRARI osserva che si tratta di un provvedimento
importante e molto atteso e prende atto favorevolmente della sintesi
raggiunta. Chiede che ciò che verrà fatto da qui in poi venga
monitorato e verificato, nell'arco di sei mesi, per vedere se
vengano superate le tante difficoltà incontrate fino ad ora.
Rientra il consigliere Favia.
Il presidente ZOFFOLI chiede di capire se ci saranno altri atti e se
la relazione che predefinisce gli elaborati sia un atto che si
aggiunge.
Entra il consigliere Bignami.
Il dott. SANTANGELO risponde che per quanto riguarda il monitoraggio
si conclude la revisione degli atti fondamentali d'indirizzo.
Ridefinizioni della modulistica verranno approvate nelle prossime
settimane e poi si dovrà aprire un nuovo percorso di revisione della
legge. Per quanto riguarda l'elaborato, inoltre, fa presente che si
tratta del primo capitolo della così detta relazione di calcolo
nella quale attualmente sono disseminati gli elementi
caratterizzanti il progetto e che qui sono stati raccolti
sinteticamente in un ipotetico primo capitolo. Questa concentrazione
di dati corrisponde esattamente all'informatizzazione delle pratiche
sismiche in via di predisposizione.
La consigliera PARIANI crede si debba lavorare in un'ottica di
semplificazione e standardizzazione dei processi in un settore che
ha incontrato molte difficoltà per mettere a regime un sistema.
Ritiene si debba lavorare su quei principi di semplicità e
responsabilità richiamati, perché non solo si standardizzino i
processi, ma anche le responsabilità siano esattamente poste in capo
ai singoli che le esercitano. Occorre, a suo parere, scindere
responsabilità e ambiti d'intervento. Sottolinea anche, al riguardo,
che la Giunta ha presentato un progetto di legge sulla
semplificazione, del quale è relatrice.
Il Responsabile del Servizio geologico, sismico e dei suoli dott.
PIGNONE aggiunge che dalla prossima settimana sarà pronto il sistema
informativo per gestire la pratica dal progettista fino ai Comuni e
alla Regione, per cui a quel punto sarà possibile fare il
monitoraggio. Si può seguire l'andamento della pratica in qualsiasi
momento. Cita una sentenza della Corte di Cassazione del 2006 che
obbliga le Regioni a recepire la normativa nazionale, riferendo che
solo la metà delle stesse, tra le quali l'Emilia-Romagna, ha
provveduto. L'Emilia-Romagna ha anche creato a livello nazionale un
gruppo interregionale, con capofila la regione Basilicata, sulla
materia sismica per cercare di proporre una modifica alle leggi
nazionali. Pur riconoscendo i limiti dell'attuale normativa
regionale, ritiene sia stato importante darle applicazione,
rivedendo gli atti d'indirizzo con i professionisti interessati, e
con l'obiettivo dell'assessorato di arrivare, entro l'anno, a delle
proposte di modifica.
Esce il consigliere Bignami. Entra la consigliera Meo.
Riferisce che da indagini effettuate a livello nazionale risulta che
sul 50% delle scuole italiane andrebbero fatti adeguamenti statici,
molti edifici risalgono agli anni '50. In Emilia-Romagna si sta
lavorando molto per la sicurezza e i finanziamenti della Protezione
civile nazionale sono stati utilizzati per 760 edifici pubblici, dei
quali 600 sono scuole. Afferma che cedere sui controlli vuol dire
abbassare anche la qualità, ma non è il caso quando si tratta di
sicurezza. Comunica di poter portare in Commissione, entro la fine
dell'anno, i dati relativi alle verifiche sugli edifici pubblici,
in particolare le scuole e che l'Emilia-Romagna con la Lombardia
sono comunque ai primi posti per la sicurezza.
Il consigliere FAVIA fa presente di avere anche presentato una
risoluzione su questo tema, ma si dice fiducioso, dato atto della
competenza dei tecnici regionali, che le problematiche potranno
essere risolte. Chiede, tornando sul primo oggetto, non essendo
potuto essere presente all'illustrazione, se era legittima o meno la
procedura seguita.
Il presidente ZOFFOLI invita a riprendere la discussione
sull'oggetto C 74.
La consigliera DONINI si dice favorevole al tipo d'impostazione
illustrata, in particolare esprime apprezzamento sulla normativa
regionale che, pur in presenza di una legge statale che complica a
monte alcune procedure, ha resistito a moltissime pressioni.
Ritiene che l'obiettivo da perseguire sia quello di mettere in
sicurezza gli edifici pubblici, pur prendendo atto che gli
investimenti significativi, nell'ambito degli investimenti, sono
vincolati dal patto di stabilità. Crede che occorra rilanciare
l'impegno a garantire la sicurezza rivendicando le risorse. Concorda
sulla necessità di chiedere modifiche anche alla normativa
nazionale.
Per il consigliere MAZZOTTI si tratta, con questo atto, del
proseguimento di un lavoro molto importante per rendere più efficace
e snello il procedimento in materia sismica. Ritiene che si sia
operato bene anche ad aver anticipato l'applicazione della normativa
nazionale, pur sapendo che la classificazione del territorio avrebbe
portato a problemi applicativi e che, con l'opera di monitoraggio
attuale, si sia nelle condizioni per riflettere sull'assetto
organizzativo del sistema. Su questo punto sottolinea l'importante
investimento che è stato fatto consentendo anche l'acquisizione di
personale tecnico aggiuntivo. Crede che il passo successivo sia
quello di dare un segno più forte perché tutte le procedure vengano
trasferite al sistema degli enti locali e in particolare alle forme
associate dei Comuni o ai Comuni principali. Richiama alla necessità
di mantenere, comunque, un equilibrio tra sicurezza delle
costruzioni e qualità della progettazione, che passa anche
attraverso la formazione dei progettisti, delle imprese e anche alla
rapidità con la quale si da corso ai procedimenti, nonché alla
certezza degli stessi. Pensa, pertanto, che il passo successivo sia
quello di un ulteriore impegno della Regione e dei Servizi di bacino
ad accompagnare l'acquisizione da parte degli enti locali delle
competenze proprie.
Il presidente ZOFFOLI, non essendoci altre richieste d'intervento,
pone in votazione l'oggetto.
La Commissione esprime parere favorevole con 30 voti a favore (PD,
SEL, FdS, M5S), nessun contrario e 6 astenuti (PDL, LN).
Il dott. SANTANGELO risponde al consigliere Favia sull'oggetto 1755
precisando che si tratta di un intervento straordinario rafforzato
ampiamente previsto dalla legislazione nazionale e regionale. Non si
tratta di una variante automatica, ma il superamento di una non
operatività del Consiglio comunale per un interesse di scala sovra
comunale.
Si passa alla trattazione dell'oggetto successivo.
C73 - Richiesta di parere alla competente Commissione sullo schema
di delibera della Giunta regionale di modifica della Parte seconda -
Allegati della deliberazione dell'Assemblea legislativa n. 156 del
2008 Atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento
energetico e sulle procedure di certificazione energetica degli
edifici .
Il presidente ZOFFOLI da la parola alla Direttrice Generale
Attività produttive, commercio, turismo.
La dott.ssa DIAZZI spiega che si tratta di una modifica, che
necessita del parere della commissione, agli allegati tecnici di una
delibera assembleare: la n. 156 del 2008. In questo caso si tratta,
in pratica, di un adeguamento al D.Lgs 28/2011 per quanto riguarda
in particolare gli standard minimi di rendimento energetico degli
edifici e degli impianti. Fa osservare che la deliberazione
dell'Assemblea legislativa n. 156 del 2008 contribuisce in modo
significativo, grazie al suo impatto sulla progettazione e
realizzazione degli edifici e dei sistemi urbani, al conseguimento
degli obiettivi in materia di risparmio energetico, uso razionale
dell'energia e valorizzazione delle fonti rinnovabili definiti dal
Piano Energetico Regionale e dal Secondo Piano triennale di
attuazione del Piano Energetico Regionale 2011-2013 , da poco
approvato dall'Assemblea Legislativa. Spiega, in particolare, che
nel momento dell'adeguamento è stata mantenuta la possibilità di
ricorrere a sistemi alternativi rispetto all'installazione di
impianti da fonti rinnovabili, quali le unità di micro o piccola
cogenerazione ad alto rendimento, le reti di teleriscaldamento,
gli impianti collettivi, in quanto si sa che si stanno sviluppando
modelli interessanti che si stanno monitorando. Ritiene, tra
l'altro, che il mantenimento del teleriscaldamento sia molto
importante.
Il D.Lgs 28/2011 prevede, inoltre, che gli obblighi previsti da atti
normativi regionali o comunali in materia di integrazione delle
fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e negli edifici
esistenti sottoposti a ristrutturazione rilevante siano adeguati
alle disposizioni del decreto stesso entro 180 giorni dalla data
della sua entrata in vigore, ovvero entro il 29 settembre 2011,
termine decorso il quale si applicano le disposizioni di cui al
decreto stesso. Per cui il provvedimento in esame dà attuazione a
tale disposizione, modificando la disciplina regionale coerentemente
al D.Lgs, con l'impegno nel prossimo futuro di procedere ad una
revisione organica e sistematica della delibera assembleare 156/08.
Fa, quindi, presente che questo adeguamento è teso a dare certezza
ai certificatori. Si è iniziato a lavorare al provvedimento già
nella primavera scorsa, occorreva aspettare l'approvazione del
Secondo Piano triennale di attuazione del Piano Energetico
Regionale 2011-2013 e nel frattempo sono state portate modifiche e
chiarimenti su alcune definizioni. Il provvedimento è stato portato
nel tavolo tecnico per l'accreditamento del sistema di
certificazione energetica, che è stato verificato coi colleghi e in
parte visto anche con le associazioni, pur non essendo in grado di
accogliere tutte le richieste per non retrocedere rispetto agli
obiettivi fissati. Confida, pertanto, in una veloce approvazione e
pubblicazione del presente provvedimento. Per quanto riguarda il
sistema di certificazione accenna alcuni dati: 300.000 certificati e
5.000 certificatori e al fatto che si sta facendo il
riaccreditamento dei certificatori energetici con un procedimento
semplificato e che dal prossimo mese verranno avviati i 60 controlli
pilota.
Osserva che si è messo in moto un pezzo importante di mercato per
quanto riguarda le energie rinnovabili; definisce l'Emilia-Romagna
come la regione più dinamica e richiama l'attenzione sul fatto che
gli impianti sono particolarmente diffusi e contenuti come
dimensione e anche questo provvedimento ha contribuito a sviluppare
questa parte anche per quanto riguarda la qualità progettuale
complessiva. Accenna, infine, ad un sistema particolarmente avanzato
di produzione anche di materiali per il solare fotovoltaico
integrato importante per l'innovazione tecnologica.
Passa la parola per l'illustrazione delle modifiche al testo degli
allegati tecnici vigenti e delle ulteriori due modifiche in aggiunta
al Responsabile del Servizio Energia ed economia verde.
Rientra il consigliere Bignami
L'arch. STEFANI spiega che con questa delibera si provvede alla
modifica degli Allegati 1-2-3-15 della delibera assembleare
156/2008, in particolare per quanto riguarda gli standard minimi di
rendimento energetico degli edifici e degli impianti. Questa
modifica s'inserisce in un percorso di modifica più radicale e
sistematica del provvedimento che deriverà dal recepimento della
Direttiva 2010/31/UE, che abroga la Direttiva 2002/91/CE in base
alla quale era stato costruito l'atto. L'attuale parziale modifica
costituisce, quindi, un significativo passo intermedio nel percorso
evolutivo della norma regionale, già disegnato dall'evoluzione della
normativa comunitaria. Accenna, al riguardo, alla previsione della
nuova Direttiva secondo la quale tutti gli edifici di nuova
costruzione entro il 2020 dovranno essere a energia zero, cioè
autosufficienti dal punto di vista energetico. Nell'ambito di questo
percorso di evoluzione s'inserisce anche il recepimento della
Direttiva 2009/28/CE sulla Promozione dell'uso dell'energia da
fonti rinnovabili con la quale vengono fissati obiettivi nazionali
obbligatori per la quota complessiva di energia da fonti rinnovabili
sul consumo finale lordo di energia e del Decreto legislativo 3
marzo 2011, n. 28, pubblicato sulla G.U. in data 28/03/2011 ed
entrato in vigore il giorno successivo. Il Decreto prevede che gli
obblighi previsti da atti normativi regionali o comunali in materia
di integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici di nuova
costruzione e negli edifici esistenti sottoposti a ristrutturazione
rilevante siano adeguati alle disposizioni del decreto stesso entro
180 giorni dalla data di sua entrata in vigore, ovvero entro il 29
settembre 2011. Chiarisce che Decreto e Direttiva hanno un ambito di
applicazione molto ampio andando ad incidere, in particolare, sul
rendimento energetico degli edifici, evidenziando la necessità di
apportare questa prima modifica che consenta di avere un quadro
unitario di riferimento normativo per tutti i tecnici che progettano
e certificano gli edifici. Le modifiche più significative
dell'allegato 1, che riporta le definizioni a cui si fa riferimento
per l'articolato normativo, riguardano alcuni aspetti di dettaglio
che consentono una semplificazione complessiva dell'atto (per es.
sono stati tolti tutti i riferimenti ai procedimenti autorizzativi
dei titoli edilizi). Evidenzia un ulteriore proposta di modifica,
rispetto al primo testo presentato, riguardante la definizione
d'impianto termico. Si tratta, precisa, di una definizione
rilevante, in quanto su questa si basa l'applicabilità o meno dei
requisiti anche in termini di apporto di fonti rinnovabili per la
copertura dei relativi consumi. La nuova terminologia consente di
svincolare l'applicabilità delle norme a una tipologia specifica
d'impianto che è quello con la caldaia, adattandolo anche a diverse
tipologie di generazione di calore attraverso procedimenti che non
fanno riferimento alla combustione diretta, in modo da consentire
una corretta applicazione delle norme anche quando, per esempio,
l'impianto sia a pompa di calore e non a caldaia. La definizione
stessa è stata ulteriormente migliorata per renderne più chiara
l'applicabilità e l'interpretazione da parte dei tecnici. Accenna al
sito dell'assessorato che supporta i tecnici nell'interpretazione
operativa, attraverso delle FAQ (domande poste frequentemente), che
sarà attivo anche per questo nuovo provvedimento. Sull'allegato 2
spiega che le modifiche più significative, a parte aggiustamenti ed
errori materiali, riguardano le prescrizioni che sono indicate ai
punti 21, 22, 23, 24 e sono relative alle modalità attraverso cui
viene reso obbligatorio l'utilizzo d'impianti di energia da fonte
rinnovabile integrati negli edifici, cioè a copertura di consumi
degli impianti di climatizzazione degli edifici stessi. Il tema si
divide in: energia termica e energia elettrica. Per quanto riguarda
l'energia termica, le disposizioni attualmente in vigore prevedono
la copertura, tramite il ricorso ad energia prodotta da fonti di
energia rinnovabile, del 50% dei consumi previsti per l'acqua calda
sanitaria. Con la nuova disciplina, tale richiesta viene
progressivamente estesa fino a prevedere la copertura della somma
dei consumi complessivamente previsti per l'acqua calda sanitaria,
il riscaldamento e il raffreddamento. Il D.Lgs. 28/2011 prevede 3
scaglioni temporali e dimensionali di applicazione della norma: 20%
dal 2012, 35% dal 2014 e 50% dal 2017. Rispetto al D.Lgs. 28/2011,
la norma regionale proposta prevede 2 soli scaglioni (invece che
tre) e applicazione in tempi accelerati a regime nel 2015.
Per guanto riguarda l'energia elettrica, la delibera 156/08 già
stabiliva un obbligo di installazione di impianti da fonti di
energia rinnovabile per una potenza elettrica installata pari a 1 kW
per unità abitativa e 0,5 kW per ogni 100 mq. di superficie utile
energetica di edifici ad uso non residenziale. Dice di non
condividere il sistema di calcolo di quantificazione dell'obbligo
adottato dal D.Lgs. 28/2011, in quanto l'obbligo viene quantificato
non in funzione del consumo del fabbisogno ma in funzione della
superficie coperta dell'edificio. Spiega che la soluzione adottata è
quella di mettere a sistema l'approccio precedente, adottando quando
è possibile quello previsto dalla nuova norma: in pratica, si
applica il limite più severo risultante da entrambe le verifiche.
Esce il consigliere Bignami.
Il consigliere FAVIA chiede se si stia parlando di case nuove o in
ristrutturazione e di spiegare meglio, anche con riferimento alle
singole ristrutturazioni.
L'arch. STEFANI risponde che i requisiti del D.Lgs. 28/2011 si
applicano agli edifici di nuova costruzione e a quelli soggetti a
ristrutturazione rilevante, compresi quelli con superficie superiore
ai 1000 mq. soggetti a ristrutturazione dell'involucro edilizio.
Questa soglia dei 1000 mq. è eliminata dalla Direttiva 2010/31/UE,
che dovrà essere recepita. Spiega, con riferimento alle singole
ristrutturazioni, che l'applicazione è differenziata per quanto
riguarda i requisiti relativi all'energia termica e quelli relativi
all'energia elettrica. I requisiti relativi all'energia elettrica da
fonti rinnovabili si applicano, con la nuova disposizione, solo agli
edifici di nuova costruzione e a quelli soggetti a ristrutturazione
rilevante; le prescrizioni riguardanti la produzione di energia
termica da fonti rinnovabili si applicano, invece, anche nel caso di
ristrutturazione di edifici di dimensione inferiore nel caso di
ristrutturazione dell'impianto termico e nel caso di sostituzione di
generatori di calore. Una peculiarità che contraddistingue
l'impianto normativo regionale rispetto al D.Lgs. è costituito dal
fatto che vengono mantenute le possibilità di ricorrere a sistemi
alternativi rispetto all'installazione di impianti da fonti da
energia rinnovabile: con l'installazione nell'edificio o nel
complesso edilizio di unità di micro o piccola cogenerazione ad alto
rendimento in grado di coprire quote equivalenti in potenza
elettrica di impianti alimentati da fonti rinnovabili; o mediante
impianti collettivi realizzati anche fuori edificio in un quadro di
convenzionamento con l'ente locale competente. Queste possibili
alternative sono rimaste inalterate nella proposta formulata.
Fa, poi, l'esempio dell'installazione di pannelli solari termici o
fotovoltaici sul tetto che, secondo la prescrizione nazionale,
devono essere aderenti, con la stessa inclinazione del tetto: si
potrebbero avere condizioni di applicazione di scarsissima
producibilità. Quindi, in questo caso, risulta più opportuna
un'installazione magari in un luogo diverso dall'edificio stesso, ma
che garantisca una maggior producibilità dell'impianto. Al riguardo
accenna all'esistenza, a livello territoriale, di comunità solari
che hanno sfruttato il contributo da parte dei costruttori degli
edifici in quella zona per realizzare impianti collettivi, al posto
di impianti singoli.
La dott.ssa DIAZZI aggiunge che questo è stato uno dei punti molto
discussi da parte dell'Assemblea e considerato molto qualificante e
quindi il concetto è stato mantenuto.
Il consigliere FAVIA chiede se questo possa portare ad una
distorsione rispetto a quanto stabilito nella delibera in materia di
fotovoltaico già approvata.
L'arch. STEFANI risponde che non è così. Queste disposizioni
rimangono, viene modificato il livello di approccio al tema. Invece
che fare riferimento al sistema energetico dell'edificio si fa
riferimento ad un sistema energetico territorialmente più ampio che
può offrire diverse opportunità e soluzioni, alternative e più
efficaci.
La dott.ssa DIAZZI interviene per sottolineare che si è d'accordo
con le associazioni ambientaliste sul concetto di non sfruttamento e
conservazione del territorio.
L'arch. STEFANI aggiunge, sempre sul tema degli impianti collettivi,
che si tratta di convenzioni regolate dall'art. 16 della legge
regionale 20 del 2000, quindi convenzioni con soggetti privati. Si
tratta, precisa, di cambiare la logica con la quale viene realizzato
l'impianto: invece che sul tetto del proprio edificio viene
realizzato, insieme ad altre persone, sul tetto della scuola o della
palestra per esempio.
La consigliera PARIANI sottolinea che questa norma riguarda un
percorso già esistente e, per quanto riguarda le comunità solari,
accenna all'esperienza già in essere a Modena e alle intenzioni in
questo senso del Comune di Castel San Pietro.
L'arch. STEFANI da ultimo informa sull'aggiunta dell'allegato 15 nel
quale sono state inserite alcune specifiche tecniche riguardanti le
unità di mini e micro cogenerazione, con valori minimi da rispettare
per quanto riguarda le emissioni in atmosfera.
Il consigliere FAVIA chiede chiarimenti ulteriori circa
l'installazione di pannelli solari sui tetti piani.
L'arch. STEFANI ribadisce che la norma prevede che debbano essere
aderenti e complanari ai tetti.
Il presidente ZOFFOLI, non essendoci altre richieste d'intervento,
pone in votazione l'oggetto.
La Commissione esprime parere favorevole con 30 voti a favore (PD,
SEL, FdS, M5S), nessun contrario e 6 astenuti (PDL, LN).
Esce il consigliere Favia. Entra la consigliera Costi.
Si passa alla trattazione dell'ultimo punto all'ordine del giorno.
1327 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Manfredini e
Costi: Modifica alla legge regionale 2 aprile 1996 n. 6 Disciplina
della raccolta e della commercializzazione dei funghi epigei
spontanei nel territorio regionale. Applicazione della legge 23
agosto 1993, n. 352 (21 04 11).
Il presidente ZOFFOLI apre la discussione generale sul progetto di
legge dando la parola alla relatrice.
La consigliera MARANI riferisce che il progetto è già stato portato,
in consultiva, alla Commissione politiche per la salute e politiche
sociali, dove sono stati approfonditi gli aspetti sulle tutele di
carattere sanitario. Chiede alla Commissione la disponibilità allo
svolgimento di un'udienza conoscitiva, che si potrebbe tenere nella
giornata di giovedì 13 ottobre.
Illustra brevemente i contenuti della proposta di legge spiegando
che si tratta di una modifica alla legge vigente per quanto
riguarda la somministrazione e commercializzazione di funghi freschi
spontanei. Spiega che oggi la possibilità di certificare questo
prodotto è in capo al Dipartimento di sanità pubblica delle Aziende
USL e spetta ai soli ispettori delle aziende sanitarie. La proposta
vuole intervenire sull'art.17 della legge regionale n. 6/1996 per
richiedere che questo tipo di certificazione possa essere estesa
anche ai micologi privati libero professionisti iscritti nel
registro nazionale. Viene proposto, anche, che questa certificazione
non sia necessaria per quanto riguarda la somministrazione da parte
dei ristoratori, ritenendo che gli stessi, già autorizzati alla
somministrazione di alimenti, non debbano avere, per questo
specifico prodotto, autorizzazioni particolari. Riferisce, pertanto,
che la discussione nella Commissione consultiva ha evidenziato
l'aspetto di delicatezza del tema della somministrazione di questo
tipo di alimenti che impone di considerare tutte le forme di tutela
della salute al fine di garantire il consumatore. Propone, quindi,
di cassare la proposta di abrogare il termine somministrare e,
invece, di accogliere la proposta di estensione della possibilità di
certificazione. Accenna, inoltre, al tema della certificazione
legata all'autoconsumo per affermare che non si ritiene possibile
disciplinarlo per legge. Precisa, poi, che modificando l'attuale
normativa, si coglie l'occasione per raccogliere alcune
sollecitazioni a sistemare, anche da un punto di vista formale,
alcuni aspetti di adeguamento normativo, in particolare per quanto
riguarda la commercializzazione (certificazione, etichettatura,
tracciabilità del prodotto) e che per quanto riguarda la vendita di
funghi secchi porcini sfusi si fa riferimento alle stesse norme che
riguardano i funghi spontanei.
Il presidente ZOFFOLI fa il punto della situazione, prendendo atto
che rispetto al testo proposto, come si evince dall'illustrazione
della relatrice, s'intendono apportare alcune modifiche. Invita la
Commissione ad esprimere la propria decisione riguardo alla
richiesta di udienza conoscitiva.
Esce la consigliera Donini.
La consigliera MEO chiede da chi sia pervenuta la richiesta di
udienza conoscitiva.
La consigliera MARANI risponde che i tecnici dell'assessorato hanno
suggerito un percorso analogo rispetto a quello seguito per la
modifica della normativa in materia di tartufi.
Il presidente ZOFFOLI raccoglie l'orientamento positivo della
Commissione in questo senso.
La seduta termina alle ore 12.15.
Approvato nella seduta del 6 ottobre 2011.
La Segretaria Il Presidente
Samuela Fiorini Damiano Zoffoli