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Legislatura X - Atto di indirizzo politico approvato ogg. n. 2616 - Risoluzione
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Annuncio in aula: 19/05/2016
Approvato in data: 19/05/2016

Testo:

 

RISOLUZIONE

 

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Visti l’articolo 38, comma 2, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa e l’articolo 5 della legge regionale n. 16 del 2008;

 

vista la legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea);

 

visti la Relazione approvata dalla I Commissione assembleare ai sensi dell’articolo 38, comma 2, del Regolamento interno ed i pareri delle Commissioni competenti per materia approvati ai sensi del medesimo articolo 38, comma 1, allegati alla Relazione;

 

visto il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 – COM (2015) 610 final del 27 ottobre 2015;

 

viste le risultanze dell’audizione degli stakeholders svolta dalla I Commissione sul programma di lavoro della Commissione europea per l’anno 2016;

 

vista la Relazione della Giunta regionale sullo stato di conformità in relazione agli atti normativi e di indirizzo emanati dagli organi dell’Unione europea (anno 2015);

 

visto il Rapporto conoscitivo della Giunta regionale all’Assemblea legislativa per la sessione comunitaria 2016 (delibera di Giunta n. 390 del 22 marzo 2016);

 

vista la Risoluzione n. 800 del 25 giugno 2015 "Sessione europea 2015. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea”;

 

considerato che la legge regionale n. 16 del 2008, all’articolo 5, disciplina la Sessione europea dell’Assemblea legislativa quale occasione istituzionale annuale per la riflessione sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente delle politiche e del diritto dell’Unione europea nelle materie di competenza regionale e per l’espressione di indirizzi generali alla Giunta relativamente all’attività della Regione nell’anno di riferimento;

 

considerato l’interesse della Regione Emilia-Romagna in riferimento a determinati atti e proposte preannunciati dalla Commissione europea per il 2016 ed individuati a seguito dell’esame del Programma di lavoro della Commissione europea dalle Commissioni assembleari per le parti di rispettiva competenza;

 

vista la Relazione della Giunta sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento europeo per il 2015, ai fini del successivo adeguamento dell’ordinamento regionale;

 

considerato il ruolo delle Assemblee legislative regionali nella fase di formazione delle decisioni europee ai sensi del Protocollo n. 2 sull’applicazione del principio di sussidiarietà e proporzionalità allegato Trattato di Lisbona e della legge n. 234 del 2012 che regola la partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea;

 

considerata l’importanza del rafforzamento degli strumenti di collaborazione tra le Assemblee legislative, a livello nazionale ed europeo, sul controllo della sussidiarietà e sul controllo di merito degli atti e delle proposte dell’Unione europea;

 

considerate la Risoluzione (Doc. XXIV, n. 35) approvata il 24 settembre 2014 dalla 14ª Commissione (Politiche dell’Unione europea) del Senato con cui è stata concordata l’opportunità, sulla base dell’intesa con la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle R0egioni e Province autonome di Trento e di Bolzano, di realizzare un’attività di programmazione che consenta di organizzare in tempo utile e coordinato i lavori parlamentari e delle Assemblee regionali, per la redazione dei pareri espressi nell’ambito del dialogo politico con le Istituzioni europee e della verifica del rispetto del principio di sussidiarietà e proporzionalità delle proposte di atti legislativi europei, e la Risoluzione della XIV Commissione (Politiche europee) della Camera dei deputati del 16 dicembre 2014 sulla Relazione annuale 2013 sui rapporti tra la Commissione europea e i Parlamenti nazionali (COM(2014)507 final);

 

considerato il Protocollo di intesa stipulato il 3 dicembre 2015 tra il Senato della Repubblica e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome finalizzato a favorire il più ampio raccordo e coordinamento tra le Assemblee legislative a livello nazionale ed europeo;

 

vista la Risoluzione (DOC. XVIII, N. 56) approvata il 17 febbraio 2016 dalla 14ª Commissione (Politiche dell’Unione europea) del Senato della Repubblica che individua le principali iniziative del programma di lavoro della Commissione europea per 2016;

 

considerata altresì l’opportunità di contribuire a favorire la massima circolazione orizzontale e verticale delle informazioni sulle attività svolte in fase ascendente, già a partire dagli esiti dell’esame del Programma di lavoro annuale della Commissione europea;

 

Riprendendo le considerazioni emerse nel corso del dibattito politico nelle diverse Commissioni assembleari sulle tematiche di rilevanza europea,

 

a) con riferimento alle politiche regionali di sostegno alla competitività del sistema produttivo regionale, evidenzia l’importanza dell’avvio operativo del POR FESR 2014-2020 e segnala la necessità di un’attuazione costante degli interventi finalizzati a sostenere e finanziare, in stretta connessione con la Strategia regionale di specializzazione intelligente, iniziative e progetti per migliorare l’attrattività del territorio, la capacità di fare sistema e lo sviluppo di imprese innovative. In linea con quanto già sottolineato in occasione della formulazione di osservazioni sulla nuova strategia europea per il mercato unico, evidenzia l’importanza di politiche mirate al sostegno al sistema PMI e all’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi. In questo senso un particolare ruolo possono assumere le start-up innovative, che necessitano però di un contesto normativo di riferimento adeguato e, insieme alle altre PMI, di meccanismi facilitati di accesso al credito e modalità innovative di finanziamento. In quest’ottica, invita la Giunta regionale ad attivarsi nelle opportune sedi, nazionali ed europee, affinché gli strumenti di finanziamento e accesso al credito, come il FEIS, siano resi accessibili anche per le PMI e le imprese impegnate in progetti altamente innovativi;

 

b) ribadisce la centralità di quanto segnalato nelle osservazioni formulate nella Risoluzione della I Commissione ogg. n. 2037 del 26 gennaio 2016 sulla strategia europea “Migliorare il mercato unico: maggiori opportunità per i cittadini e per le imprese”, in particolare: la necessità dell’alleggerimento del carico burocratico e la previsione di nuovi meccanismi incentivanti per il finanziamento privato a sostegno della dinamicità delle startup, accompagnati da una revisione in termini di semplificazione delle piattaforme informatiche introdotte a livello europeo per il trattamento dei dati relativi alle imprese;

 

c) evidenzia il ruolo chiave delle pubbliche amministrazioni, a partire da quelle comunitarie, sia per lo sviluppo di strumenti innovativi di accesso al credito e del crowfunding, sia per orientare l’azione dei players tradizionalmente presenti sul mercato finanziario verso approcci più aperti e disponibili al credito ed all’investimento nei confronti delle imprese più piccole e delle start up; sottolinea, inoltre, il valore di politiche orientate verso gli open data e la piena trasparenza delle decisioni, che devono essere incoraggiate e sostenute come pilastro della democrazia economica e sociale, su cui si basano i principi fondatori dell’Unione europea;

 

d) segnala l’importanza di coniugare il perseguimento dell’obiettivo di un rafforzamento del sistema produttivo, con altre priorità quali la promozione di un’occupazione di qualità, la non discriminazione, nonché i principi e le strategie per uno sviluppo sostenibile, come sanciti dal Patto per il Lavoro e ripresi e ribaditi in numerosi atti della Regione Emilia Romagna. A tale riguardo invita la Giunta a promuovere la messa a disposizione di servizi per il lavoro in grado di determinare esiti occupazionali positivi ed assicurare il costante monitoraggio dei risultati, con particolare riguardo all’occupazione. In quest’ottica, invita la Giunta ad attuare gli interventi e i progetti integrando queste priorità, anche attraverso la costante applicazione della Carta dei principi di responsabilità sociale delle imprese adottata con la D.G.R. 627/2015, che nell’ambito delle politiche regionali dovrebbero contribuire al conseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020 finalizzata promuovere un nuovo modello di crescita economica che sia al contempo intelligente, sostenibile e inclusiva;

 

e) con riferimento al tema energia e politiche energetiche, valuta positivamente la consapevolezza, espressa nel programma di lavoro della Commissione europea per il 2016, del ruolo dell’Unione europea definito “uno dei principali attori dei negoziati di Parigi sul clima” ed apprezza che “l'attuazione del pacchetto sull'energia e il clima per il 2030 sarà una delle grandi priorità del prossimo anno in modo da raggiungere gli obiettivi prefissati”, per cui “nel 2016 la Commissione presenterà una proposta per ripartire gli sforzi nei settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissione (ETS), come l’edilizia, l'agricoltura e la decarbonizzazione dei trasporti”. A tale riguardo invita la Giunta a seguire con attenzione il processo individuato dalla Commissione europea e a sostenere il conseguente processo di traduzione regolativa ed operativa;

 

f) valuta positivamente l’intenzione, espressa nel programma di lavoro della Commissione europea per il 2016, di “accelerare la transizione energetica, [per cui] la Commissione proporrà anche iniziative riguardanti: una nuova organizzazione del mercato energetico, onde raggiungere l'obiettivo fissato per il 2030 in materia di interconnessione elettrica (capacità di trasferimento verso i paesi vicini del 15% dell'energia prodotta); la sicurezza degli approvvigionamenti energetici; le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica”, e invita la Giunta a seguire con attenzione il processo individuato dalla Commissione europea e a sostenere il conseguente processo di traduzione regolativa ed operativa. Particolarmente rilevanti risultano, infatti, le possibilità di supportare i processi di decentramento produttivo e di trasformazione delle reti di distribuzione verso il modello della smart grid, condizione indispensabile per raggiungere due fondamentali obiettivi della strategia europea, ossia la costruzione di un’Unione dell’energia resiliente e di un mercato interno più profondo ed equo con una base industriale più solida;

 

g) esprime interesse ed apprezzamento per le indicazioni che emergono dal programma di lavoro della Commissione europea relative alla promozione dell’ “uso di sistemi di tariffazione stradale non discriminatori sulla base dei principi «chi usa paga» e «chi inquina paga»” e alla volontà di “accelerare la transizione energetica” attraverso una “nuova organizzazione del mercato energetico, onde raggiungere l'obiettivo fissato per il 2030 in materia di interconnessione elettrica (capacità di trasferimento verso i paesi vicini del 15% dell'energia prodotta); la sicurezza degli approvvigionamenti energetici; le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica”;

 

h) premesso che quanto fatto in questi anni in termini di adeguamento dell’ordinamento regionale al quadro normativo delineato a livello europeo e nazionale in materia di energia, rientra nell’obiettivo più generale di modificare l’attuale modello di sviluppo verso un modello in grado di coniugare crescita economica, tutela delle risorse naturali e ambientali, tutela della salute e promozione di un’occupazione di alta qualità, ribadisce quanto già esplicitato nelle Risoluzioni della I Commissione 1453 e 1454 del 13 ottobre 2015 sulla necessità di una maggiore integrazione orizzontale e verticale, a tutti i livelli (europeo, nazionale e regionale) delle politiche e degli interventi climatico-ambientali, di utilizzo e tutela del suolo, e di incentivazione delle fonti rinnovabili e di efficienza energetica, che dovrebbe partire dalla definizione di un’unica strategia energetico-ambientale già a livello europeo. Riafferma, quindi, l’interesse per il percorso di revisione della normativa europea in materia di energia, fonti rinnovabili e risparmio energetico, avviato dalla Commissione europea che presenterà nel 2016 una serie di iniziative chiave nel contesto del Pacchetto Unione dell’energia, e segnala sin d’ora la necessità di interventi concreti finalizzati a rendere più coerenti tra di loro le normative che intervengono nel settore dell’energia e dello sviluppo delle fonti rinnovabili, che dovranno essere riviste in un’ottica di tutela degli interessi pubblici di difesa della salute e di promozione di attività produttive e di sistemi di approvvigionamento sostenibili in un contesto nel quale sono presenti diversi interessi in gioco, di semplificazione, di riduzione degli oneri amministrativi e burocratici, così da garantire finalmente un contesto di riferimento certo per gli operatori e una tutela adeguata dei cittadini/consumatori, i destinatari finali delle politiche;

 

i) relativamente alle politiche regionali in materia di agricoltura, evidenzia la scelta della programmazione regionale che ha individuato come elemento centrale il perseguimento della competitività delle imprese attraverso la qualificazione del lavoro, l’innovazione, la sostenibilità e lo sviluppo equilibrato di tutto il territorio agricolo regionale. Le azioni conseguenti, infatti, sono caratterizzate da una forte integrazione tra le misure e gli strumenti a disposizione, per realizzare uno sviluppo inclusivo e strutturale del comparto agricolo regionale. In quest’ottica, sollecita una maggiore informazione e diffusione delle informazioni sulle opportunità europee di sostegno agli investimenti privati, unitamente all’aggiornamento degli strumenti già disponibili che includa le opportunità di finanziamento e accesso al credito per gli imprenditori del cd. pacchetto BEI-Compass;

 

j) relativamente ad un altro importante provvedimento europeo in materia di agricoltura, il pacchetto OCM (Organizzazione Comune di Mercato) unica, segnala la necessità che gli organismi europei provvedano ad emanare in tempi rapidi gli specifici atti di indirizzo, tutt’ora mancanti, dal momento che proprio da questi deriva la compiutezza del regime di sostegno al settore dell’ortofrutta, che rappresenta uno degli elementi distintivi dell’agricoltura regionale a livello nazionale ed europeo. A questo proposito, evidenzia la necessità di sostenere l’azione della Giunta nel sollecitare la Commissione europea ad emanare gli atti di indirizzo necessari a completare l’aggiornamento del regime di sostegno al settore;

 

k) alla luce di quanto riportato nel Rapporto conoscitivo della Giunta regionale per la Sessione europea 2016 dell’Assemblea legislativa e della Relazione programmatica 2016 della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, come indirizzo generale, segnala un forte interesse per il tema della protezione del suolo e in particolare per le future iniziative (legislative) che la Commissione europea presenterà per dare seguito all’impegno preso nell’ambito del Settimo Programma di Azione per l’Ambiente (Decisione n. 1386/2013/EU), relativamente ad un uso sostenibile del suolo e alla definizione di una politica europea di protezione del suolo, anche alla luce del Pacchetto sull’Unione dell’energia che prevede, tra le proposte ancora da presentare, una decisione sulla ripartizione degli sforzi e l'inclusione del settore "uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura" (LULUCF) nel quadro sul clima per il 2030;

 

l) con riferimento al settore del turismo, in linea con gli indirizzi formulati dall’Assemblea legislativa in occasione della Sessione europea dello scorso anno, ribadisce l’importanza del settore per lo sviluppo economico ed occupazionale di tutta l'Unione europea, anche attraverso azioni che valorizzino le aree decentrate attraverso progettualità legate alla destagionalizzazione e a nuovi target di domanda in crescita, come quelli del turismo sociale, del turismo d’argento (ribadito anche nel Parere su NAT-VI/005 Comitato delle Regioni “Turismo a Misura di Anziano”) e del turismo legato alla memoria. Riafferma, quindi, la necessità di approntare una strategia europea in grado di supportare, a livello finanziario e di programmazione degli interventi, le politiche attivate dagli Stati membri e dalle Regioni per sfruttare i punti di forza dei territori, realizzare benefici economici e accrescere la competitività di quella che già oggi è la terza attività socioeconomica dell'UE;

 

m) nell’ottica di avviare e sostenere a tutti i livelli (europeo, nazionale e regionale) politiche e interventi in grado di rafforzare il settore turistico e la capacità di fare sistema, partendo dalle considerazioni già formulate in occasione della Sessione europea dello scorso anno sull’affidamento delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative, considerato l’impatto di questo tema sul modello di sviluppo turistico emiliano-romagnolo e il fatto che la scadenza ormai prossima della pronuncia della Corte di giustizia europea sulla compatibilità della proroga automatica delle attuali concessioni sino al 2020, prevista dalla normativa nazionale italiana, rispetto alla direttiva 2006/123/UE relativa ai servizi sul mercato UE (cd. direttiva Bolkestein), richiede di proseguire nel percorso già attivato e aperto ai soggetti interessati per trovare una soluzione definitiva a livello normativo che dia certezza agli operatori del settore, ribadisce la necessità, ormai improrogabile, di approvare al più presto a livello nazionale una legge complessiva di riordino delle concessioni demaniali che definisca le linee guida principali, con il coinvolgimento attivo di Regioni ed enti locali, e negoziata con l’Unione europea e invita la Giunta a continuare ad impegnarsi in tal senso nelle opportune sedi in linea con la posizione delle regioni espressa  in Conferenza delle Regioni il 25 marzo 2015;

 

n) con riferimento al percorso di revisione della policy dell’UE sul tema della parità tra donne e uomini post 2015, dà atto della partecipazione da parte della Giunta regionale per conto della Regione, in attuazione dell’indirizzo formulato dall’Assemblea legislativa in occasione della Sessione europea dello scorso anno, alla consultazione pubblica avviata dalla Commissione europea sul tema “Parità tra uomo e donna nell'UE” che aveva l’obiettivo di raccogliere il punto di vista di soggetti qualificati, pubblici e privati, che operano nel settore in vista della successiva adozione della nuova strategia post 2015, e della presentazione da parte della UE dei report “Vision for gender equality” e “Forum on the future of gender equality in the european Union”, che fa il bilancio dei risultati ottenuti con la strategia 2010-2015 e delle criticità ancora aperte in vista del raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020 sulla parità di genere. Questo percorso ha portato nel 2016 alla presentazione da parte dei servizi della Commissione europea del documento “Strategic engagement for gender equality 2016-2019”, che nel quadro delle priorità già definite dalla precedente strategia indica le future tappe e percorsi che dovrebbero consentire il raggiungimento degli obiettivi di uguaglianza di genere dopo il 2015. Pur apprezzando la definizione di un nuovo piano di azione post 2015, condivide le considerazioni formulate dal Parlamento europeo nella Risoluzione del 3 febbraio 2016 su una nuova strategia per l'uguaglianza di genere e i diritti della donna in Europa dopo il 2015 sul fatto che nel programma di lavoro per il 2016 non risulta alcun riferimento specifico alla strategia dell'UE per l'uguaglianza di genere post-2015 e che, anziché procedere alla presentazione di una nuova strategia da sottoporre ad un ampio e approfondito dibattito pubblico finalizzato a comprendere cosa non ha funzionato nelle politiche sinora adottate e quali azioni intraprendere in futuro per rendere le politiche sull’uguaglianza di genere più incisive e concrete, la Commissione europea si sia limitata a pubblicare un documento di lavoro dei suoi servizi che delinea un piano di azione di soli tre anni, dal 2016 al 2019. Auspica, dunque, che la Commissione dia seguito all’invito del Parlamento europeo a “(…) riesaminare la propria decisione e ad adottare una comunicazione su una nuova strategia per l'uguaglianza di genere e i diritti della donna 2016-2020, che affronti le questioni legate all'uguaglianza di genere e che sia in linea con l'agenda internazionale, segnatamente con il documento finale di Pechino +20, del 2015, e con il nuovo quadro per "L'uguaglianza di genere e l'emancipazione femminile: trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE (2016 2020)”, e invita la Giunta ad attivarsi nelle opportune sedi, a livello nazionale ed europeo, per riaprire il dibattito sulla futura strategia dell’UE per l’uguaglianza di genere;

 

o) con riferimento al tema dell’occupazione femminile, segnala l’importanza della previsione nel Patto per il Lavoro siglato il 20 luglio 2015 di una sezione dedicata all’uguaglianza di genere che, attraverso le politiche attive per il lavoro e il ruolo chiave dei servizi pubblici per l’impiego, ha come obiettivo l’incentivazione e qualificazione dell’occupazione femminile e il contrasto alle differenze retributive tra donne e uomini (cd. gender pay-gap) e invita la Giunta a dare attuazione a quanto previsto dal Patto, sfruttando a tal fine anche i finanziamenti del POR FSE 2014-2020 che prevede un’attenzione particolare al tema delle pari opportunità nel contesto dei progetti sulle politiche attive del lavoro e di reinserimento nel mondo del lavoro, e l’insieme di azioni e interventi previsti dalla legge regionale n. 6 del 2014 (Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere) che dell’approccio trasversale e dell’integrazione nelle diverse politiche fa la sua cifra distintiva. Nella stessa ottica, invita la Giunta a porre particolare attenzione all’attuazione dei principi contenuti nella Carta per la responsabilità sociale di impresa approvata con la DGR 627/2015 che riguardano la promozione delle pari opportunità di trattamento dei dipendenti uomini e donne e favorire i processi di inclusione anche verso i portatori di disabilità; favorire lo sviluppo di un contesto di lavoro sicuro e attento alle condizioni di lavoro e l’utilizzo dei servizi di welfare e conciliazione lavoro famiglia anche attraverso lo sviluppo di azioni di welfare aziendale, e richiama l’attenzione sul fatto che per due terzi il ruolo del caregiver familiare è svolto da donne e che questo richiede un’adeguata flessibilità del sistema occupazionale, nonché una forte integrazione del welfare di prossimità, per evitare segregazione e worn out femminile, in linea con quanto previsto dalla legge regionale n. 2 del 2014 “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare (persona che presta volontariamente cura e assistenza)”;

 

p) con riferimento al tema della violenza di genere, segnala positivamente il recepimento da parte dello Stato della direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e che sostituisce la decisione quadro 2001/220/GAI con l’adozione del decreto legislativo 15 dicembre 2015, n. 212 (Attuazione della direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e che sostituisce la decisione quadro 2001/220/GAI), che si considera un passo in avanti importante e concreto per il contrasto al crescente fenomeno della violenza di genere. La direttiva rappresenta, infatti, un punto di riferimento giuridico importante anche ai fini dell’attuazione delle previsioni della legge regionale n. 6 del 2014 (Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere) finalizzate alla prevenzione della violenza di genere e, in particolare, del Piano regionale contro la violenza di genere, previsto dall’art. 17 della legge regionale, il cui iter di approvazione è stato avviato formalmente nel dicembre 2015 e che, dopo un percorso di confronto aperto con il territorio, è stato approvato dall’Assemblea legislativa nella seduta del 4 maggio 2016 e diventa uno strumento operativo per rafforzare e consolidare il sistema di prevenzione e di protezione delle donne vittime di violenza. Segnala, inoltre, come misura concreta di contrasto alla violenza contro le donne, la lotta agli stereotipi di genere e condivide quanto esplicitato nella Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2013 sull'eliminazione degli stereotipi di genere nell'Unione europea secondo cui “(..) i ruoli e gli stereotipi tradizionali associati al genere continuano a esercitare una forte influenza sulla suddivisione dei ruoli tra donne e uomini in casa, sul lavoro e nella società in generale, e che le donne sono rappresentate come coloro che si occupano della casa e dei figli mentre gli uomini sono considerati i responsabili del sostentamento e della protezione della famiglia; che gli stereotipi di genere tendono a perpetuare lo status quo degli ostacoli ereditati dal passato che impediscono di raggiungere la parità di genere e a limitare il ventaglio di scelte occupazionali e lo sviluppo personale delle donne, impedendo loro di realizzare appieno il proprio potenziale in quanto individui e attori economici, e rappresentano pertanto forti ostacoli al conseguimento della parità tra donne e uomini”; si impegna, quindi, in collaborazione con la Giunta, a dare attuazione nel contesto delle politiche regionali alle indicazione previste nella Risoluzione e a proseguire nelle iniziative, in attuazione della legge regionale n. 6 del 2014, finalizzate alla diffusione di una cultura attenta alle differenze e al contrasto agli stereotipi, capace di considerare l’apporto delle donne nell’economia e nella società, accanto ad un’effettiva parità, come elementi fondamentali dei processi di sviluppo locale e l’uscita dalla crisi;

 

q) segnala, con riferimento al tema della tutela dei minori in difficoltà, in linea con le indicazioni contenute nella Raccomandazione della Commissione del 20 febbraio 2013 (2013/112/UE) Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale, l’attuazione da parte della Regione di una serie di interventi incentrati sui servizi educativi che rappresentano un fattore chiave delle politiche regionali di contrasto alle situazioni di svantaggio sociale che interessano i minori, anche nell’ottica di evitare le misure di allontanamento dai nuclei familiari. Nella stessa prospettiva, dato atto che la revisione della normativa e delle politiche regionali, negli ultimi anni, ha consentito di stabilizzare l’offerta educativa per la popolazione 0-3 anni al 34,6%, superando l’obiettivo del 33% stabilito dal Consiglio europeo di Barcellona nel 2002, invita la Giunta a proseguire nella definizione e attuazione di politiche e interventi a sostegno dell’infanzia e di lotta allo svantaggio sociale, in linea con la strategia di intervento delineata dalla Commissione europea nella Comunicazione dal titolo “Educazione e cura della prima infanzia: consentire a tutti i bambini di affacciarsi al mondo di domani nelle condizioni migliori” – COM (2011) 66 del 17 febbraio 2011;

 

r) con riferimento alla materia della cooperazione allo sviluppo, solidarietà internazionale e cultura della pace, evidenzia che le recenti crisi umanitarie in Africa e Medio Oriente, con la conseguente emergenza dei richiedenti protezione internazionale, stanno richiamando l'attenzione di Governo e Organismi internazionali per un’azione più incisiva anche a livello di cooperazione internazionale allo sviluppo. Purtroppo questa attenzione non sempre si traduce in un aumento delle risorse messe a disposizione e ad una reale efficacia degli interventi; ritiene, quindi, indispensabile prestare la maggiore attenzione possibile alle questioni internazionali, chiedendo un forte impegno da parte della Regione, e cercando di intervenire anche a supporto degli operatori del settore per facilitare l’accesso ai finanziamenti messi a disposizione dai principali donors internazionali. Alla luce di queste considerazioni, invita la Giunta a porre in essere tutte le iniziative utili a facilitare la messa in rete degli operatori del settore, supportandone in modo coordinato l’azione, così da raggiungere la “massa critica” necessaria a consentire l’elaborazione di proposte progettuali competitive, in grado di accedere ai finanziamenti messi a disposizione dai principali donatori nazionali e internazionali e la sostenibilità dei progetti finanziati, e a promuovere un coordinamento tra i diversi assessorati, in considerazione della trasversalità della materia della cooperazione allo sviluppo, solidarietà internazionale e cultura della pace;

 

s) esprime con forza l’esigenza di rendere pubblici tutti i negoziati in corso e futuri, a cominciare dal negoziato relativo al partenariato transatlantico su commercio e investimenti, l’accordo commerciale con gli Stati Uniti, noto come TTIP, e di assicurare la massima trasparenza e ampiezza di informazione, ricercando e favorendo la partecipazione diretta ed attiva dei cittadini; si tratta, infatti, di accordi commerciali che, pur non afferendo a materie e competenze strettamente regionali, rivestono un ruolo fondamentale rispetto alle prospettive di sviluppo economico e di coesione sociale dell’Unione europea e che intervengono direttamente sui valori di libertà e democrazia identitari dell’Unione, determinando implicazioni sulla società, sull’economia, sulle opportunità di libera, leale e reale concorrenza, sulle prospettiva di crescita occupazionale e professionale dei cittadini, in particolare dei giovani, e sulla qualità del mercato; si tratta, inoltre, di scelte che investono in modo diretto eccellenze e settori di tradizionale impegno produttivo della nostra regione. A tale riguardo ribadisce l’esigenza di assicurare il coinvolgimento delle Regioni nel processo di definizione delle decisioni. Per quanto attiene al riconoscimento dello status di economia di mercato (MES) alla Cina, in relazione agli obiettivi di tutela del sistema commerciale e produttivo dell’Unione europea, rimarca con decisione l’esigenza che l’UE assicuri un’ampia consultazione fra istituzioni, cittadini, organizzazioni e imprese, subordinando, in ogni caso, la decisione finale al riscontro di condizioni democratiche e di standard minimi di libertà politica, sociale, economica ed intellettuale in Cina e negli altri Paesi terzi interessati dal processo di riconoscimento; in questo contesto occorre assicurare particolare attenzione al settore manifatturiero, che rappresenta per la nostra regione così come per altri territori in Europa, un comparto di rilevanza strategica sul piano della capacità e dell’eccellenza produttiva, dell’innovazione e dell’impatto occupazionale. Sottolinea, in conclusione, l’esigenza che gli accordi commerciali e di investimento avviati dall’Unione europea con Paesi terzi, abbiano come obiettivo lo sviluppo sostenibile, attraverso la tutela dei diritti umani, la previsione di condizioni a tutela dei diritti sociali e del lavoro e la sostenibilità ambientale a livello mondiale, anche in relazione al valore che queste operazioni possono rivestire per evitare ulteriori processi migratori di massa.


 

Con riferimento al metodo di lavoro della Regione Emilia-Romagna in merito alla partecipazione al processo decisionale dell’Unione europea,

 

t) si impegna ad adeguare entro il 2016 la legge regionale n. 16 del 2008 (Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale) alle disposizioni della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea), cogliendo l’occasione per rafforzare il coordinamento e la collaborazione, a livello politico e tecnico, tra Assemblea legislativa e Giunta, migliorare la partecipazione e la trasparenza, rafforzare le relazioni inter-istituzionali e dare attuazione ai principi europei per “Legiferare meglio”;

 

u) si impegna a rafforzare le relazioni istituzionali con il Parlamento nazionale finalizzate a realizzare un’attività di programmazione che consenta di organizzare in tempo utile e coordinato i lavori parlamentari e delle Assemblee regionali, per la redazione dei pareri espressi nell’ambito del dialogo politico con le Istituzioni europee e della verifica del rispetto del principio di sussidiarietà e proporzionalità delle proposte di atti legislativi europei;

 

v) si impegna a rafforzare il “dialogo strutturato” con i parlamentari europei, in particolare gli eletti sul territorio emiliano-romagnolo, avviato con l’invito a partecipare all’audizione degli stakeholders sul programma di lavoro per il 2016 della Commissione europea dell’11 dicembre 2015, a partire dalla condivisione degli esiti della Sessione europea 2016 e nella prospettiva di porre le basi per una collaborazione più diretta e costante con il Parlamento europeo, divenuto a seguito del rafforzamento delle sue prerogative di intervento nei processi decisionali, un interlocutore fondamentale per i territori, e a rafforzare le relazioni con i diversi soggetti istituzionali coinvolti, a livello nazionale ed europeo, nei processi di formazione e attuazione delle politiche e del diritto europeo;

 

w) segnala la pubblicazione, in occasione dell’avvio dei lavori della Sessione europea di quest’anno, della sezione “L’Assemblea in Europa”, accessibile direttamente dall’home page del sito dell’Assemblea legislativa, che costituirà il principale punto di accesso alle informazioni sulle attività di partecipazione alla formazione e attuazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea. La creazione di una sezione dedicata a questi temi è finalizzata a facilitare, e rafforzare, lo scambio di informazioni e il coordinamento delle attività dell’Assemblea legislativa e della Giunta regionale, garantire una maggiore interazione della Regione con i diversi livelli istituzionali coinvolti a livello nazionale ed europeo, con l’ulteriore fondamentale obiettivo di informare in modo trasparente tutti i soggetti interessati del territorio (enti locali, imprese, associazioni di categoria, cittadini) per consentire, in futuro, una partecipazione sempre più ampia e efficace alla formazione e attuazione delle politiche (e delle regole) europee.

 

x) si impegna a coinvolgere la società civile, i cittadini e le imprese del territorio, individuando le modalità e strumenti in grado di ampliare la partecipazione durante i lavori della Sessione europea e, successivamente, in occasione della partecipazione regionale alla fase ascendente sulle singole iniziative dell’UE, verificando, a tal fine, la possibilità di ricorrere a forme dinamiche di partecipazione web 2.0, anche attraverso la sezione del sito dell’Assemblea legislativa “L’Assemblea in Europa”.

 

Con riferimento alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione del diritto dell’Unione europea (cd. fase ascendente),

 

y) rileva l’interesse prioritario della Regione Emilia-Romagna in riferimento ai seguenti atti ed iniziative preannunciate dalla Commissione europea nel proprio Programma di lavoro per il 2016: Le prossime tappe per un futuro europeo sostenibile; Revisione del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020; Un’agenda per le nuove competenze per l’Europa; Pacchetto sull'Unione dell'energia; Follow-up della strategia sul mercato unico; Attuazione della strategia per il mercato unico digitale; Un nuovo inizio per i genitori che lavorano; Pacchetto sulla mobilità dei lavoratori; Pilastro europeo per i diritti sociali;

 

z) impegna l’Assemblea e la Giunta regionale a valutare, al momento della effettiva presentazione degli atti, l’opportunità di inviare osservazioni al Governo ai sensi della legge n. 234 del 2013, articolo 24, comma 3, per gli aspetti di competenza regionale, oltre all’eventuale esame della sussidiarietà delle proposte legislative da parte dell’Assemblea.

 

aa) Con riferimento ad alcune delle iniziative dell’Allegato I “Nuove iniziative” del Programma di lavoro della Commissione europea, segnala:

 

- con riferimento al Pacchetto sulla mobilità dei lavoratori dà atto della presentazione da parte della Commissione europea della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 96/71/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1996, relativa al distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione di servizi – COM (2016) 128 dell’8 marzo 2016. La proposta di direttiva interviene in ambiti che afferiscono a competenze dello Stato, di conseguenza si riserva di valutare, tramite le competenti Commissioni assembleari, il contenuto delle altre due iniziative che fanno parte del pacchetto mobilità (e che comprendono anche una proposta di  regolamento sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e una comunicazione sulla mobilità dei lavoratori), non appena saranno presentate dalla Commissione europea, ai fini della eventuale formulazione di osservazioni ai sensi della legge n. 234 del 2012, articolo 24, comma 3;

 

- con riferimento al Pilastro europeo per i diritti sociali evidenzia l’importanza di avviare un percorso progressivo finalizzato alla definizione, a livello europeo, di una politica sociale condivisa, nel rispetto delle competenze assegnate dai Trattati all’Unione europea e agli Stati membri, basata “(…)sull'investimento in capitale umano fondato sulle pari opportunità, sulla prevenzione dei rischi sociali e la protezione da essi, sull'esistenza di reti di sicurezza efficaci e di incentivi per l'accesso al mercato del lavoro” (Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Avvio di una consultazione su un pilastro europeo dei diritti sociali – COM (2016) 127 dell’8 marzo 2016). Il progetto della Commissione europea dovrebbe intervenire su tre ambiti, tra cui, evidenzia particolare interesse per quelli relativi alla costruzione di un sistema basato su “condizioni di lavoro eque per creare un equilibrio adeguato ed affidabile dei diritti e dei doveri tra i lavoratori e i datori di lavoro, come anche tra gli elementi di flessibilità e quelli di sicurezza, facilitare la creazione di nuovi posti di lavoro, le assunzioni e l'adattabilità delle imprese, nonché promuovere il dialogo sociale” e su un sistema di “protezione sociale adeguata e sostenibile, come anche accesso a servizi essenziali di alta qualità, comprese l'assistenza all'infanzia, l'assistenza sanitaria e l'assistenza a lungo termine, assicurare una vita dignitosa e protezione dai rischi e mettere in grado i singoli di partecipare pienamente alla vita professionale e sociale”. Occorre coniugare, infatti, in una prospettiva moderna ed efficace servizi e politiche attive per il lavoro, strumenti di sostegno al reddito, attivazione delle responsabilità individuali. Inoltre, in considerazione dell’importanza dell’iniziativa e dell’avvio da parte della Commissione europea di una consultazione pubblica che si concluderà il 31 dicembre 2016, assume l’impegno a valutare la partecipazione per gli aspetti di competenza, in collaborazione con la Giunta regionale, così da fornire un contributo attivo in vista della presentazione da parte della Commissione europea della proposta definitiva relativa al pilastro all'inizio del 2017;

 

- con riferimento all’iniziativa Migliore gestione della migrazione, premesso che le proposte in via di presentazione da parte della Commissione europea afferiscono a competenze per lo più statali, ma tenuto conto, tuttavia, delle ricadute immediate e concrete che le scelte effettuate a livello europeo e nazionale sul tema dell’immigrazione hanno sui territori e le regioni, anche alla luce di quanto previsto dal decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142 (Attuazione della direttiva 2013/33/UE recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, nonché della direttiva 2013/32/UE, recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale), ribadisce, in linea con quanto evidenziato lo scorso anno, l’importanza di un approccio strategico unitario al fenomeno della migrazione che sia accompagnato e sostenuto dalla previsione di efficaci politiche e misure di inclusione e integrazione. Segnala, inoltre, con riferimento all’indirizzo formulato in occasione della Sessione europea dello scorso anno che rilevava la necessità di una revisione del Regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide, noto come “Accordo di Dublino”, che tra le misure elencate in questa iniziativa la Commissione europea prevede la presentazione di una proposta relativa a un sistema strutturato di reinsediamento dei rifugiati e la revisione del sistema di Dublino sull'asilo. In conclusione, nell’ottica di un approccio globale al fenomeno, rileva l’importanza del tema della costruzione di una politica di migrazione legale a livello europeo e l’interesse, per gli eventuali aspetti di competenza regionale, per le misure legislative che saranno presentate dalla Commissione europea per dare attuazione alla strategia sulla migrazione legale del 6 aprile 2016 (Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio: Riformare il sistema europeo comune di asilo e potenziare le vie legali di accesso all'Europa – COM (2016) 197).

 

bb) Con riferimento all’Allegato II, contenente le iniziative relative al Programma REFIT, segnala: Riduzione degli oneri per le PMI negli appalti pubblici; Documento di gara standard e moduli standard per gli appalti pubblici; Aiuti di Stato: comunicazione della Commissione relativa a una procedura di esame semplificata per determinati tipi di aiuti di Stato (“comunicazione su una procedura semplificata”) (2009/C136/03); Direttiva sulla qualità dei carburanti; Iniziativa relativa agli obblighi di informazione nel quadro dell’Unione dell’energia; Revisione dei regolamenti relativi ai fondi europei per il venture capital (EuVECA) e ai fondi europei per l’imprenditoria sociale (EuSEF); Gente di mare (direttiva 2008/106/CE e direttiva 2005/45/CE); La legislazione UE in materia di protezione della natura; Iniziativa relativa agli obblighi di informazione in materia ambientale; Impianti portuali di raccolta (direttiva 2000/59/CE) – revisione; REACH; Legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro; Legislazione alimentare; Indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari;  Pesticidi: legislazione concernente i limiti massimi di residui e l’immissione sul mercato di prodotti fitosanitari; Pacchetto statistiche;

 

cc) evidenzia l’iniziativa Gente di mare (direttiva 2008/106/CE e direttiva 2005/45/CE), che dovrebbe valutare la direttiva 2008/106/CE con la quale si stabiliscono i requisiti minimi in materia di formazione, certificazione e servizi di guardia per la gente di mare che presta servizio a bordo delle navi della Comunità e la direttiva 2005/45/CE che ha ad oggetto il reciproco riconoscimento dei certificati rilasciati dagli Stati membri alla gente di mare, che riveste interesse relativamente al personale impegnato nelle attività portuali e di navigazione;

 

dd) con riferimento all’Iniziativa relativa agli obblighi di informazione in materia ambientale, diretta ad individuare le possibilità di semplificare ed alleggerire gli obblighi di informazione derivanti dalla normativa ambientale dell’UE al fine di sviluppare un sistema di controllo regolamentare più moderno, efficiente ed efficace, invita la Giunta ad assicurare il costante monitoraggio affinché si traduca in indicazioni tali da garantire l’univocità e la chiarezza delle informazioni e la trasparenza delle fonti e delle certificazioni;

 

ee) con riferimento all’iniziativa Pacchetto statistiche rimarca l’interesse per l’obiettivo di integrazione delle statistiche sociali e delle statistiche sulle imprese, richiamando come sia indispensabile assicurare il costante monitoraggio degli esiti di inclusione socio-lavorativa delle diverse misure adottate a livello europeo, nazionale e regionale.

 

ff) Con riferimento all’Allegato III, contenente l’elenco delle proposte legislative prioritarie in sospeso, evidenzia quanto segue:

 

- con riferimento all’iniziativa n. 3 Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa e relative misure, ricorda la partecipazione dell’Assemblea legislativa alla consultazione pubblica della Commissione europea conclusasi nel 2012 , che ha visto il coinvolgimento attivo di associazioni ed enti locali del territorio e, nell’ottica di rendere il quadro normativo europeo (e le politiche) sulla parità di genere sempre più complete e efficaci, ed auspica una rapida conclusione dell’iter legislativo di approvazione, richiedendo anche alla Giunta di attivarsi in tal senso nelle opportune sedi;

 

- con riferimento all’iniziativa n. 5. Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici e che modifica la direttiva 2003/35/CE, segnala che questa iniziativa fa parte del cd. Pacchetto di misure sulla qualità dell’aria presentato dalla Commissione europea nel 2013 sul quale la Regione aveva formulato osservazioni nella Risoluzione della I Commissione ogg. n. 5121 del 6 febbraio 2014, di conseguenza invita la Giunta ad attivarsi nelle opportune sedi per sollecitarne l’approvazione in tempi brevi, aggiornando l’Assemblea sui futuri sviluppi dell’iter di approvazione, anche alla luce della definitiva approvazione della direttiva 2015/2193/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015 relativa alla limitazione delle emissioni nell'atmosfera di taluni inquinanti originati da impianti di combustione medi che era stata presentata insieme alla citata proposta di direttiva nel pacchetto di misure sulla qualità dell’aria;

 

- con riferimento all’iniziativa n. 9 Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'istituzione di una piattaforma europea per il rafforzamento della cooperazione volta a prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso segnala un forte interesse anche in relazione alle possibili importanti future ricadute nel contesto regionale;

 

- con riferimento all’iniziativa n. 17 Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1829/2003 per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare l'uso di alimenti e mangimi geneticamente modificati sul loro territorio, invita la Giunta a seguire con attenzione l’iter di approvazione definitiva e a verificare le modalità più idonee a garantirne l’attuazione e il monitoraggio;

 

- infine, con riferimento all’iniziativa Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, che modifica il regolamento (UE) n. xxx/xxx del Parlamento europeo e del Consiglio [regolamento sui controlli ufficiali] e che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio, evidenzia che la Giunta, in attuazione degli indirizzi dello scorso anno, continua a seguire l’iter di approvazione, che non risulta ancora concluso. In considerazione del possibile impatto di questa iniziativa, una volta definitivamente adottata, sul sistema di produzione biologica del territorio emiliano-romagnolo e considerato che il tema della qualità delle produzioni è uno degli ambiti di intervento chiave del Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna la cui attuazione sta proseguendo con la pubblicazione dei relativi bandi, auspica in tempi brevi l’approvazione definitiva della proposta di regolamento, unitamente agli aggiornamenti normativi e applicativi sulla sicurezza alimentare, e invita la Giunta a continuare le azioni di monitoraggio e valutazione sui regolamenti in esame, aggiornandola sulle osservazioni presentate nelle opportune sedi istituzionali, a livello nazionale ed europeo e sui futuri sviluppi dell’iter di approvazione.

 

gg) Impegna la Giunta e l’Assemblea ad assicurare il massimo raccordo in fase ascendente, informandosi tempestivamente e reciprocamente all’avvio dell’esame degli atti, sia di quelli indicati nella Sessione europea sia degli ulteriori atti eventualmente presi in esame;

 

hh) sottolinea l’importanza di assicurare, da parte della Giunta regionale, l’informazione circa il seguito dato alle iniziative dell’Unione europea sulle quali la Regione ha formulato osservazioni e sulle posizioni assunte a livello europeo e nazionale, in particolare in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

 

In merito al seguito delle posizioni adottate dalla Regione Emilia-Romagna a livello nazionale ed europeo,

 

ii) con riferimento alla Proposta di raccomandazione sull’inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro dà conto del fatto che la posizione della Regione Emilia-Romagna, e le relative osservazioni, approvate nella Risoluzione della I Commissione ogg. 1524/2015 sono state recepite dal documento approvato il 17 dicembre 2015 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che definisce la posizione delle Regioni italiane su questo tema e dal parere del Comitato delle regioni approvato nella seduta plenaria del 10 e 11 febbraio 2016; evidenzia, inoltre, la definitiva approvazione della Raccomandazione del Consiglio del 15 febbraio 2016 sull’inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro, che potrebbe implicare in futuro l’adozione sia da parte dello Stato che da parte delle regioni, per gli aspetti di competenza, di interventi finalizzati a dare attuazione alle raccomandazioni in essa contenute;

 

jj) con riferimento al Pacchetto di misure sull’economia circolare, anche alla luce della legge regionale del 5 ottobre 2015, n. 16 (Disposizioni a sostegno dell'economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata e modifiche alla legge regionale 19 agosto 1996 n. 31 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi), considerata l’importanza delle tematiche affrontate e del potenziale futuro impatto delle misure in esso previste sull’ordinamento, e le politiche, nazionali e regionali, considerate le risultanze dell’audizione della relatrice del pacchetto di misure sull’economia circolare alla Commissione ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo, e la conseguente approvazione della Risoluzione della I Commissione ogg. 2173 del 16 febbraio 2016, trasmessa a Governo e Parlamento nazionali, evidenzia che le osservazioni ivi formulate saranno utilizzate nell’ambito dei lavori della 13a Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato della Repubblica che dovrebbe adottare una propria risoluzione sul tema nel mese di maggio 2016, e che la Giunta ha partecipato, tramite le competenti strutture, alla consultazione pubblica avviata dalla 13a Commissione del Senato che si concluderà alla fine del mese di aprile. Invita, quindi, la Giunta ad aggiornarla sul seguito dato nell’iter legislativo del pacchetto di misure sull’economia circolare alle osservazioni contenute nella Risoluzione della I Commissione ogg. 2172 del 16 febbraio 2016, la cui approvazione definitiva dovrebbe intervenire entro l’autunno del 2016, sulle ulteriori osservazioni da essa formulate in occasione della consultazione pubblica avviata dalla 13a Commissione del Senato della repubblica, e sulla partecipazione ad ulteriori iniziative eventualmente attivate a livello nazionale ed europeo relative all’iter di approvazione del pacchetto.

 

Con riferimento alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla attuazione del diritto dell’Unione europea (cd. fase discendente),

 

kk) sottolinea la presentazione da parte della Giunta regionale del “progetto di legge comunitaria regionale 2016” che, in attuazione degli indirizzi formulati dall’Assemblea legislativa nella Sessione europea 2015 e alla luce delle indicazioni ribadite nel corso dei lavori delle competenti commissioni assembleari di quest’anno, intende provvedere all’adeguamento dell’ordinamento regionale con riferimento alla direttiva 2012/18/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, recante modifica e successiva abrogazione della direttiva 96/82/CE del Consiglio, recepita dallo Stato con il decreto legislativo 105 del 2015;

 

ll) con riferimento alla direttiva 2011/24/UE concernente l'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera, recepita dallo Stato con il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 38 (Attuazione della direttiva 2011/24/UE concernente l'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera, comportante misure destinate ad agevolare il riconoscimento delle ricette mediche emesse in un altro stato membro) entrato in vigore il 5 aprile 2014, e dalla Regione nel Titolo III della legge regionale 16 luglio 2015, n. 9 (Legge comunitaria regionale per il 2015), a seguito dell’aggiornamento fornito sul prosieguo delle attività di attuazione, invita la Giunta a continuare ad aggiornarla, tramite la competente commissione assembleare, sul seguito delle attività;

 

mm) invita la Giunta regionale a monitorare il percorso di recepimento statale, effettuando nel frattempo le verifiche necessarie a garantire il successivo adeguamento dell’ordinamento regionale, procedendo eventualmente alla presentazione del progetto di legge europea regionale ai sensi della legge regionale 16 del 2008, delle seguenti direttive: direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014 sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi, il cui termine di recepimento è previsto il 18 novembre 2016; direttiva 2014/52/UE del 16 aprile 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di deter­minati progetti pubblici e privati, il cui termine di recepimento è previsto il 16 maggio 2017 e la direttiva 2014/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014 relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici, il cui termine di recepimento è previsto il 27 novembre 2018, e inserite nell’allegato B della legge 9 luglio 2015, n. 114 (Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2014); nonché la direttiva 2015/2193/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015 relativa alla limitazione delle emissioni nell'atmosfera di taluni inquinanti originati da impianti di combustione medi, il cui termine di recepimento è previsto il 19 dicembre 2017;

 

nn) invita, inoltre, la Giunta, alla luce del completamento del recepimento statale a seguito dell’adozione dei decreti legislativi di attuazione, ad effettuare le verifiche necessarie a garantire il successivo adeguamento dell’ordinamento regionale, procedendo eventualmente alla presentazione del progetto di legge europea regionale ai sensi della legge regionale n. 16 del 2008, delle seguenti direttive: direttiva 2013/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 novembre 2013, recante modifica della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e del regolamento (UE) n. 1024/2012 relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno («regolamento IMI»),  sulla quale evidenzia sia la trasversalità rispetto a diverse politiche regionali sia il recepimento effettuato dallo Stato con il decreto legislativo 28 gennaio 2016, n. 15 (Attuazione della direttiva 2013/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, recante modifica della direttiva 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e del regolamento (UE) n. 1024/2012 relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno («regolamento IMI»)); e cd. direttive appalti (direttiva 2014/23/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 direttiva sull'aggiudicazione dei contratti di concessione; direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE e direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE)) relativamente alle quali segnala l’adozione del decreto legislativo di attuazione 18 aprile 2016, n. 50 (Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture);

 

oo) a seguito della definitiva adozione della Raccomandazione del Consiglio del 15 febbraio 2016 sull’inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro, invita la Giunta a verificare le modalità più idonee a dare attuazione alle raccomandazioni in essa contenute, assicurando il monitoraggio dei risultati raggiunti a tale riguardo, con particolare attenzione alla misurazione dell’efficacia occupazionale, anche in considerazione del collegamento con gli interventi previsti nel quadro del POR FSE 2014-2020 che tra i suoi obiettivi operativi prevede il reinserimento dei disoccupati di lunga durata, e dei giovani che non studiano e non lavorano (NEET), attraverso la promozione dell’occupazione e il sostegno alla mobilità professionale dei lavoratori. Con riferimento alla citata Raccomandazione ricorda, inoltre, che sulla proposta presentata dalla Commissione europea il 17 settembre 2015 era stata approvata la Risoluzione della I Commissione ogg. 1524/2015, e invita la Giunta a tener conto in sede di attuazione delle raccomandazioni del seguente indirizzo ivi contenuto: “(…) per una maggiore appropriatezza degli strumenti di orientamento è importante valorizzare un approccio di ampio respiro, multisettoriale, che tenga insieme a tutti i livelli le politiche per la crescita e la creazione di occupazione, le politiche per la formazione e la riqualificazione professionale e che tenga adeguatamente in considerazione anche gli aspetti di genere e i carichi familiari;

 

pp) invita la Giunta a continuare a monitorare l’iter delle proposte di atti legislativi europei sui quali la Regione si è pronunciata in fase ascendente, così da verificare, una volta approvate, le eventuali disposizioni di competenza regionale e garantire il rapido adeguamento dell’ordinamento ricorrendo, laddove possibile, allo strumento della legge europea regionale, previsto dalla legge regionale n. 16 del 2008;

 

qq) rinnova l’invito la Giunta regionale ad adoperarsi nelle opportune sedi affinché sia data rapida attuazione all’articolo 40, comma 5, della legge n. 234 del 2012, laddove prevede che “(…) Il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro per gli affari europei ogni sei mesi informa le Camere sullo stato di recepimento delle direttive europee da parte delle regioni e delle province autonome nelle materie di loro competenza, secondo modalità di individuazione di tali direttive da definire con accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano”, così da facilitare l’individuazione delle direttive o altri atti europei che incidono su materie di competenza statale e regionale.

 

Al fine di favorire la massima circolazione orizzontale e verticale delle informazioni,

 

rr) segnala, in adempimento dello specifico impegno assunto lo scorso anno, la pubblicazione della sezione del sito “L’Assemblea in Europa”, accessibile dal sito internet dell’Assemblea legislativa, che costituisce il punto di raccolta unitario, per i cittadini e gli altri soggetti interessati, delle informazioni e dei risultati sulle attività di partecipazione della Regione ai processi decisionali europei;

 

ss) si impegna a mantenere un rapporto costante con il Parlamento europeo, il Comitato delle Regioni, il Network Sussidiarietà e la rete REGPEX, e le altre Assemblee legislative regionali, italiane ed europee, anche tramite la partecipazione alle attività della CALRE, favorendo lo scambio di informazioni sulle rispettive attività, la collaborazione e lo scambio di buone pratiche per intervenire efficacemente nel processo decisionale europeo;

 

tt) ribadisce l’impegno a verificare nelle sedi più opportune il seguito dato alle osservazioni formulate sugli atti e le proposte legislative della Commissione europea e trasmesse con Risoluzione al Governo ai sensi della legge n. 234 del 2012 per contribuire alla definizione della posizione italiana da sostenere nei negoziati presso le Istituzioni europee, considerato che la stessa legge prevede che il Governo riferisca delle osservazioni che riceve dalle Regioni, del seguito dato e delle iniziative assunte nella Relazione consuntiva annuale al Parlamento nazionale;

 

uu) sottolinea l’importanza di dare attuazione, con continuità e nei tempi stabiliti dalla legge, all’articolo 24, comma 2, della legge n. 234 del 2012 che assicura, nelle materie di competenza delle regioni, l’informazione qualificata e tempestiva da parte del Governo sui progetti di atti legislativi dell’Unione europea, attraverso l’invio anche ai Consigli regionali e alle Giunte, tramite le rispettive Conferenze, delle relazioni elaborate dall’amministrazione con competenza prevalente per materia e inviate alle Camere dal Dipartimento per le politiche europee entro 20 giorni dalla trasmissione del progetto di atto legislativo, ai sensi dell’ articolo 6, comma 4;

 

vv) si impegna ad inviare la presente Risoluzione al Senato, alla Camera, al Governo – Dipartimento politiche europee, al Parlamento europeo, al Comitato delle Regioni, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e alla Conferenza delle Assemblee legislative regionali europee (CALRE).

 

 

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 19 maggio 2016

 

 

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