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149.
SEDUTA DI MARTEDÌ 21 LUGLIO 2009
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE DONINI
Indice
Comunicazioni
PRESIDENTE (Donini)
Comunicazione ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno
PRESIDENTE (Donini)
Interpellanze oggetti 4701 - 4753 (298 - 299)
(Annuncio)
Risoluzioni oggetti 4702 - 4730 - 4739 - 4751 (da 518 a 521)
(Annuncio)
Interrogazioni oggetti 4703 - 4704 - 4705 - 4706 - 4707 - 4708 - 4710 - 4711 - 4712 - 4713 - 4715 - 4716 - 4719 - 4720 - 4722 - 4723 - 4724 - 4725 - 4726 - 4727 - 4728 - 4729 - 4731 - 4732 - 4733 - 4734 - 4735 - 4736 - 4738 - 4740 - 4741 - 4750 - 4752 - 4755 - 4756 - 4757 - 4758 - 4759 - 4760 - 4761 - 4762 - 4763 - 4764 - 4765 - 4766 - 4768 (da 3275 a 3320)
(Annuncio)
Risposte scritte ad interrogazioni oggetti 4574 - 4606 - 4608 - 4616 - 4619 - 4632 - 4637 - 4644 - 4646 - 4655 (3193 - 3213 - 3215 - 3220 - 3222 - 3227 - 3229 - 3236 - 3238 - 3246)
(Annuncio)
Interrogazione oggetto 4713 (3284)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Donini)
NANNI (Italia dei Valori)
BISSONI, assessore
Interrogazione oggetto 4738 (3303)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Donini)
CORRADI (Lega Nord)
RABBONI, assessore
Interrogazione oggetto 4762 (3315)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Donini)
BOSI (PD)
PERI, assessore
OGGETTO 4718
Delibera: «Presa d'atto delle dimissioni da Consigliere regionale del signor Salvatore Caronna.
Proclamazione della elezione a Consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Loreno Rossi.» (239)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 4737
Delibera: «Convalida della elezione dei signori Anna Majani, Giuliano Pedulli, Luigi Fogliazza, Stefano Casadei e Sergio Alberti a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna (artt. 16 e 17 legge elettorale n. 108/1968).» (240)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 4630
Relazione per la sessione comunitaria dell'Assemblea Legislativa per l'anno 2009 ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008
(Discussione)
(Risoluzione oggetto 4630/1 - Presentazione e approvazione) (522)
(Risoluzione oggetto 4767 - Presentazione e discussione) (523)
PRESIDENTE (Donini)
NERVEGNA (FI-PdL)
RENZI (AN-PdL)
MAZZOTTI (PD)
OGGETTO 4714
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Modifica della L.R. 31 maggio 2002 n. 9 in attuazione della L. 296/06» (93)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
PIVA, relatore
LOMBARDI (FI-PdL)
CASADEI (Uniti nell'Ulivo - SDI)
RENZI (AN-PdL)
NOÈ (UDC)
PASI, assessore
OGGETTO 4582
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari, Borghi, Mezzetti, Bortolazzi, Piva, Nanni, Delchiappo, Guerra e Zanca: «Norme per la promozione e la valorizzazione dell'amministrazione di sostegno, istituto previsto dalla legge 9 gennaio 2004, n. 6» (96)
(Relazione e discussione)
PRESIDENTE (Donini)
PIVA (PD)
BORGHI, relatore
MEZZETTI (Sinistra Democratica)
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interpellanze, risoluzioni e interrogazioni annunciate
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE DONINI
La seduta ha inizio alle ore 9,37
PRESIDENTE (Donini): Dichiaro aperta la centoquarantanovesima seduta della VIII legislatura dell'Assemblea legislativa e nomino scrutatori i consiglieri Bosi, Salomoni e Salsi.
Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute
- antimeridiana del 30 giugno 2009 (n. 146)
- pomeridiana del 30 giugno 2009 (n. 147)
- notturna del 30 giugno 2009 (n. 148)
inviati ai consiglieri unitamente all'avviso di convocazione di questa tornata.
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali s'intendono approvati.
(Sono approvati)
PRESIDENTE (Donini): Svolgo alcune comunicazioni relative alle assenze. L'assessore Marioluigi Bruschini ci comunica la sua impossibilità ad essere presente sia nella seduta prevista per oggi, sia in quella prevista per domani.
Ha inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna dell'Assemblea legislativa la consigliera Ercolini.
Ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento, comunico l'assenza del presidente Errani per la seduta antimeridiana di domani e dell'assessore Peri per le sedute di domani.
Comunicazioni
PRESIDENTE (Donini): Comunicazione prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno.
Nel periodo trascorso dall'ultima tornata delle sedute assembleari sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
4714 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifica della L.R. 31 maggio 2002 n. 9 in attuazione della L. 296/06" (delibera di Giunta n. 965 del 06 07 09).
4754 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Lombardi e Borghi: "Istituzione del Consiglio delle Autonomie locali" (16 07 09).
Comunicazione ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno
PRESIDENTE (Donini): La Giunta regionale ha comunicato, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lettera k), di aver proceduto nel periodo dal 26/06/2009 al 15/07/2009 alle nomine effettuate tramite l'adozione dei seguenti decreti del Presidente della Giunta regionale:
Numero 190 del 26.06.2009: Modifica della composizione della Conferenza Regionale dei Comuni aventi sede universitaria, istituita con decreto del Presidente G.R. n. 243/07, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 15/07.
Numero 196 del 03.07.2009: Nomina dei componenti il Consiglio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Parma.
Numero 199 del 10.07.2009: Nomina del sig. Monari Ugo designato dalla C.N.A. prov. di Bologna in seno alla Commissione Provinciale Artigianato di Bologna in sostituzione della sig.ra Minelli Anna Rosa dimissionaria.
Numero 200 del 10.07.2009: Nomina della sig.ra Mazzanti Claudia designata dalla C.N.A. prov. di Bologna in seno alla Commissione Provinciale Artigianato di Bologna in sostituzione del sig. Balugani Romano dimissionario.
Numero 201 del 10.07.2009: Nomina del sig. Giovanni Daniele designato dalla C.N.A. prov. di Bologna in seno alla Commissione Provinciale Artigianato di Bologna in sostituzione del sig. Catalano Enzo dimissionario.
Numero 203 del 15.07.2009: Nomina di Enrico Postacchini in sostituzione di Romano Bonaga nel Consiglio della Camera di Commercio di Bologna.
Annuncio di interpellanze, di risoluzioni, di interrogazioni
e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Donini): Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i sottonotati documenti:
4701 - Interpellanza del consigliere Nervegna circa casi di influenza aviaria in allevamenti posti nel territorio regionale, e le azioni poste in essere per farvi fronte. (298)
4702 - Risoluzione proposta dal consigliere Varani circa l'installazione, sul territorio regionale, di una segnaletica specifica per i percorsi ciclistici più rinomati. (518)
4703 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa i costi dell'energia elettrica e del gas nella provincia di Modena, in relazione alla riduzione del costo del petrolio. (3275)
4704 - Interrogazione del consigliere Salomoni, a risposta scritta, circa le consulenze e gli incarichi esterni utilizzati dalle AUSL emiliano-romagnole. (3276)
4705 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa le condizioni richieste dalla Provincia di Parma per il ricovero degli anziani nelle case di riposo. (3277)
4706 - Interrogazione del consigliere Vecchi, a risposta scritta, circa le consulenze e gli incarichi esterni attivati dalle AUSL dell'Emilia-Romagna. (3278)
4707 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa l'utilizzo, da parte di associazioni no profit, di spazi informativi presso le strutture sanitarie. (3279)
4708 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la continuità delle aste fluviali dei torrenti rio dei Rii e rio della Casetta a Paderno (BO). (3280)
4710 - Interrogazione della consigliera Guerra, a risposta scritta, circa il rispetto degli standard qualitativi previsti dal contratto di servizio relativo alle tratte ferroviarie gestite da Trenitalia, con particolare riferimento alla sicurezza degli utenti. (3281)
4711 - Interrogazione del consigliere Vecchi, a risposta scritta, circa i lavori di bonifica di un ex autolavaggio, parzialmente realizzato con lastre in eternit, sito a S. Lazzaro (BO). (3282)
4712 - Interrogazione del consigliere Salomoni, a risposta scritta, circa i rapporti tra i settori della ristorazione di natura imprenditoriale e quelli relativi all'associazionismo. (3283)
4713 - Interrogazione del consigliere Nanni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le spese per consulenze e collaborazioni esterne riguardanti le aziende sanitarie regionali, e le azioni da porre in essere per valorizzare le professionalità interne delle stesse. (3284)
4715 - Interrogazione del consigliere Masella, a risposta scritta, circa un'inchiesta della Procura della Repubblica di Bologna, riguardante il reato di associazione a delinquere finalizzato alla truffa aggravata al Servizio sanitario nazionale. (3285)
4716 - Interrogazione del consigliere Masella, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori della Nike Italy S.r.l. (3286)
4719 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le imprese irregolari ed il lavoro in nero nella provincia di Modena, e le azioni da porre in essere per farvi fronte. (3287)
4720 - Interrogazione del consigliere Masella, a risposta scritta, circa la bonifica dell'area ove operava la fonderia Sabiem in via Emilia Ponente, a Bologna. (3288)
4722 - Interrogazione del consigliere Fogliazza, a risposta scritta, circa l'effettuazione del servizio scolastico nelle aree geograficamente isolate. (3289)
4723 - Interrogazione del consigliere Renzi, a risposta scritta, circa il piano di riorganizzazione del Gruppo SCM e la salvaguardia dei relativi posti di lavoro. (3290)
4724 - Interrogazione del consigliere Francesconi, a risposta scritta, circa il ripristino della viabilità tra Piacenza e la Lombardia, in relazione al crollo di una campata di un ponte che le collega. (3291)
4725 - Interrogazione della consigliera Guerra, a risposta scritta, circa il rispetto dei vincoli di tutela ambientale del Lago delle Nazioni di Comacchio (FE). (3292)
4726 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa la funzionalità del Pronto Soccorso di S. Piero in Bagno (FC). (3293)
4727 - Interrogazione del consigliere Vecchi, a risposta scritta, circa la crisi dell'impresa "Bignami" di Anzola dell'Emilia (BO) e la tutela dei relativi lavoratori. (3294)
4728 - Interrogazione del consigliere Garbi, a risposta scritta, circa l'acquisizione, da parte dell'Amministrazione comunale di Parma, di cani antidroga. (3295)
4729 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa l'abusivismo commerciale sul litorale emiliano-romagnolo. (3296)
4730 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mazza e Mezzetti per chiedere al Governo italiano di destinare la somma prevista per l'acquisto di 131 cacciabombardieri a politiche di sostegno dei lavoratori a rischio di disoccupazione ed interventi di ricostruzione di strutture abitative nell'Abruzzo. (519)
4731 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa il finanziamento del Festival Verdi e la valorizzazione di Busseto (PR). (3297)
4732 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa episodi di abusivismo commerciale, con particolare riferimento al mercato domenicale di Traversetolo (PR). (3298)
4733 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Corradi e Fogliazza, a risposta scritta, circa la realizzazione di un impianto eolico nel comune di San Benedetto Val di Sambro (BO). (3299)
4734 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Corradi e Fogliazza, a risposta scritta, circa i tempi di attesa per l'esame di densitometria ossea presso l'AUSL di Ravenna. (3300)
4735 - Interrogazione del consigliere Vecchi, a risposta scritta, circa la dotazione organica del Pronto Soccorso ortopedico-traumatologico dell'Ospedale Maggiore di Bologna. (3301)
4736 - Interrogazione del consigliere Mazza, a risposta scritta, circa le regole per la tutela del territorio e per la realizzazione di impianti di produzione energetica nel territorio regionale. (3302)
4738 - Interrogazione del consigliere Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il finanziamento, da parte della Regione Emilia-Romagna, di un progetto della LIPU finalizzato allo studio dell'impatto del sistema produttivo del formaggio Parmigiano-Reggiano sull'avifauna. (3303)
4739 - Risoluzione proposta dai consiglieri Francesconi, Aimi, Bartolini, Filippi, Leoni, Salomoni e Varani per impegnare la Giunta regionale a chiedere al Governo di promuovere una moratoria della pratica dell'aborto. (520)
4740 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa i rapporti patrimoniali e gestionali relativi all'AUSL di Modena e la società immobiliare Villa Fiorita, e gli immobili utilizzati dall'AUSL di Sassuolo. (3304)
4741 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa l'utilizzazione della pillola abortiva RU486 nella regione Emilia-Romagna. (3305)
4750 - Interrogazione del consigliere Masella, a risposta scritta, circa gli investimenti nel settore della Difesa, con particolare riferimento al potenziamento della base Nato di San Damiano (PC). (3306)
4751 - Risoluzione proposta dai consiglieri Zoffoli, Piva, Mazzotti, Montanari, Fiammenghi e Pedulli per invitare la Giunta regionale a porre in essere azioni volte a tutelare il settore della pesca, specie in relazione alla prossima scadenza delle deroghe contenute nel Regolamento (CE) n. 1967/2006 riguardanti le distanze dalla costa per la pesca a strascico. (521)
4752 - Interrogazione del consigliere Vecchi, a risposta scritta, circa la chiusura di un impianto di riciclo e recupero di sostanze inorganiche con produzione di inerti da costruzione a Castiglione dei Pepoli (BO). (3307)
4753 - Interpellanza del consigliere Filippi circa il riconoscimento, a ex medici condotti, del "maturato economico per classi e scatti di anzianità". (299)
4755 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la diffusione ed il radicamento della camorra nella provincia di Modena, e le azioni da porre in essere per contrastare tale fenomeno. (3308)
4756 - Interrogazione del consigliere Nanni, a risposta scritta, circa la riorganizzazione dell'Ospedale Maggiore di Bologna, con particolare riferimento al reparto di Ortopedia. (3309)
4757 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la collocazione dei Sert al di fuori dei presidi ospedalieri. (3310)
4758 - Interrogazione del consigliere Renzi, a risposta scritta, circa la distribuzione diretta dei farmaci in relazione alle disposizioni contenute nel relativo vademecum, con particolare riferimento all'applicazione, presso l'Ausl di Rimini, di tale normativa. (3311)
4759 - Interrogazione del consigliere Garbi, a risposta scritta, circa la realizzazione di una centrale nucleare nella zona a nord di Fidenza (PR). (3312)
4760 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa le procedure da attivare al fine di disporre ulteriori assegnazioni di carburante agricolo a causa della siccità. (3313)
4761 - Interrogazione del consigliere Fogliazza, a risposta scritta, circa lo stato attuale e le criticità riguardanti i corsi d'acqua della Valnure (PC). (3314)
4762 - Interrogazione del consigliere Bosi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la riduzione dei convogli sulla linea ferroviaria Bologna-Verona. (3315)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
4574 - Interrogazione del consigliere Parma, a risposta scritta, circa la ridefinizione delle proprietà qualitative del gas naturale e del relativo costo di fornitura. (3193)
4606 - Interrogazione del consigliere Vecchi, a risposta scritta, circa la situazione relativa al ripristino della cava dismessa "Leonarda" di Imola (BO) ed al connesso inquinamento ambientale. (3213)
4608 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la partecipazione alle spese degli utenti di servizi socio-assistenziali. (3215)
4616 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la chiusura al traffico di un tratto di strada in prossimità di Tortiano, nel comune di Traversetolo (PR). (3220)
4619 - Interrogazione del consigliere Varani, a risposta scritta, circa i posti, presso gli asili-nido di Bologna, convenzionati con gestori privati. (3222)
4632 - Interrogazione del consigliere Renzi, a risposta scritta, circa l'apertura di una sede del Mercatone Uno a Rimini. (3227)
4637 - Interrogazione del consigliere Vecchi, a risposta scritta, circa la responsabilità connessa alla caduta di un albero di alto fusto su di un veicolo a Bologna. (3229)
4644 - Interrogazione del consigliere Salomoni, a risposta scritta, circa la ristrutturazione del Ponte sul Fosso di Pozzo, nel Comune di Grizzana Morandi (BO). (3236)
4646 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa le ragioni di allagamenti verificatisi nell'Ospedale di Parma a seguito del nubifragio del 26 maggio 2009. (3238)
4655 - Interrogazione della consigliera Guerra, a risposta scritta, circa lo spianamento di dune naturali nella spiaggia tra Marina Romea (RA) e Casalborsetti. (3246)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
PRESIDENTE (Donini): All'inizio della seduta antimeridiana di oggi è prevista la risposta a interrogazioni a risposta immediata. Sono pervenute tre richieste, tre oggetti, la prima è la 4713.
4713 - Interrogazione del consigliere Nanni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le spese per consulenze e collaborazioni esterne riguardanti le Aziende sanitarie regionali, e le azioni da porre in essere per valorizzare le professionalità interne delle stesse. (3284)
Vedo in Aula l'assessore Bissoni. Vi ricordo che i tempi sono stretti e saranno rigorosamente fatti osservare dalla Presidenza: sei minuti tra illustrazione e replica al consigliere che pone l'interrogazione e tre minuti, rigorosamente tre, alla risposta che darà l'assessore.
Chiedo al consigliere Nanni se vuole utilizzare parte del suo tempo per illustrare il quesito.
Prego, consigliere Nanni.
(interruzione del consigliere Varani)
NANNI: Proprio per questo intervento. Grazie dello spunto, consigliere Varani.
Ringrazio la presidente e ringrazio l'assessore.
Ecco, io avrei voluto iniziare con uno spirito diverso questa seduta consiliare, ma purtroppo il decesso di ieri di un paziente dopo un intervento chirurgico presso una struttura ospedaliera della nostra regione mi trova fortemente rattristato. Sicuramente anche lei, tutti gli assessori lo saranno, così come lo saranno tutti i consiglieri presenti e mancanti. Ovviamente condoglianze sentite alla famiglia. Era un giovane, Donato Sinisi, strappato alla vita nel suo tribolato percorso. Aveva solo 36 anni.
Ciò detto e rendendomi perfettamente conto della fatuità dell'interrogazione a risposta diretta che le sto per porre e che lei conosce già, vista la sua gentilezza, la sua disponibilità a venire in Aula, gliela pongo così come risulta dalla documentazione che ha già in possesso.
Mi riferisco al risalto negativo che la stampa, non certo sua amica e non certo amica di questa Giunta, ha evidenziato in merito ai dati pubblicati su internet riguardo alle spese delle regioni per consulenze e collaborazioni esterne nella sanità. Da questi dati, che furbescamente il ministro Brunetta ha messo in rete, risultiamo una Regione che per quanto riguarda le consulenze, appunto, nella sanità - mi passi il termine, ma credo si dica così anche dalle sue parti - “lega i cani con la salsiccia”. C'è stata sì una sua precisazione, ma oramai il guaio, l'immagine era sciupata: i cittadini recepiscono disorganizzazione e lassismo.
Mi dispiace che le sue repliche, ma anche la mancata replica del governatore Vasco Errani (c'è stata sì una precisazione del capo di gabinetto), non abbiano fugato i dubbi. Perché sono dispiaciuto di questo? Sono dispiaciuto perché la nostra è una Regione che può vantare una sanità e un welfare sicuramente superiori a quasi tutte le regioni italiane, anzi, a tutte le regioni italiane. Quando vado al sud, quando vado al centro, ma anche in alcune regioni del nord, si meravigliano che io riesca tutti gli anni a fare il mio bravo check up in una struttura pubblica.
Ecco, allora, caro assessore, che cosa ha da dirmi su queste bugie del ministro Brunetta? Questo anche in previsione del piano triennale che dovrà assegnare alla sanità i finanziamenti proprio per gestirla. Vede, anche oggi il maggiore quotidiano emiliano-romagnolo parla di “Consulenze d'oro, cade il veto”, il titolo che il ministro Brunetta ha dato a questo suo provvedimento. Continuamente si dicono delle bugie, così come quando il ministro Brunetta afferma che a seguito dei provvedimenti sulla restrizione per le malattie è aumentata la produttività, vuol dire proprio che non si rende assolutamente conto della differenza che c'è fra produttività e produzione. Ha fatto questo tiro mancino pubblicando questi dati inesatti. Io chiedo a lei la precisazione poi, ovviamente, anche che questa risposta da parte sua abbia un risalto mediatico proprio per togliere questi dubbi, per fugare le sensazioni che la cittadinanza emiliano-romagnola, leggendo questi giornali, si è fatta della nostra sanità.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Nanni.
La parola all'assessore Bissoni.
BISSONI, assessore: Intanto sono rattristato quanto il consigliere Nanni per la vicenda di Reggio Emilia, penso che il consigliere si riferisca a quella, sulla quale non abbiamo in questo momento ulteriori elementi di valutazione. Comunque non c'è dubbio che la perdita di una vita umana in primo luogo richiama sempre un atteggiamento di attenzione e partecipazione.
Nel merito della vicenda, il consigliere Nanni ha già sostanzialmente richiamato gli elementi essenziali di questa partita: Emilia-Romagna maglia nera per quanto riguarda le consulenze o, meglio, se vogliamo la maglia nera in assoluto ce l'avrebbe la Provincia autonoma di Bolzano, che è un piccolo territorio e ha 33 milioni di supposte consulenze; la Regione Emilia-Romagna ne ha 38. Basterebbe questo dato per capire che non può essere un dato riferito alle consulenze; insomma, per quanto la Provincia autonoma di Bolzano sia ricca, penso che permettersi 33 milioni di consulenze sarebbe abbastanza improbabile.
Il punto è esattamente, come il consigliere diceva, che si sono mescolate le mele con le pere, cioè si è fornito un dato relativamente a tutti i rapporti di lavoro diversi dal tradizionale rapporto di lavoro a tempo determinato, mettendoli sotto l'unica categoria delle consulenze. Così, ad esempio, per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna, figura come consulenze in realtà una quota rilevante di quella cifra, pari all'80%, che nulla ha a che vedere con consulenze, ma sono semplicemente diverse modalità di rapporto di lavoro: rapporti di lavoro che possono essere, appunto, di tempo determinato e rapporti di lavoro che possono essere rapporti di lavoro autonomo. È il caso, appunto, nostro, dell'Emilia-Romagna: di quella quantità di risorse l'80% è, appunto, per rapporti di lavoro autonomo e nell'ambito di quell'80%, l'81% riguarda esattamente l'assunzione di medici per prestazioni rese non in maniera convenzionale. È una modalità di rapporto spesso utile sia alla sanità che al lavoratore, nel senso che il rapporto di lavoro a tempo determinato comunque è un rapporto esclusivo, se c'è bisogno di qualche opera di specialisti il rapporto di lavoro autonomo è la forma migliore per l'azienda e per il professionista stesso, che evidentemente non è legato alle esclusività di rapporto.
Quindi, la prima considerazione è che quel dato è fornito in maniera assolutamente inattendibile se serve a rilevare le consulenze, perché dentro c'è tutto un vasto mondo di relazioni che le aziende possono intrattenere.
Il secondo elemento è: perché alcune regioni più di altri? Perché, essendo a tutti gli effetti un pezzo della politica del personale e di reperimento delle risorse umane, possono farlo solo quelle regioni, in base alla finanziaria, che hanno sostanzialmente i conti a posto e il motivo per cui la quota più rilevante di queste spese stanno esattamente nelle cosiddette regioni più virtuose: l'Emilia-Romagna, la Lombardia, la Toscana, il Veneto, eccetera.
L'altro elemento, e basterebbe guardare la tabella, è che quei dati sono valori assoluti, non percentuali, e sono valori assoluti riferiti non all'intero sistema sanitario, ma solo alle Aziende sanitarie che hanno risposto. Allora, le Aziende sanitarie dell'Emilia-Romagna hanno pressoché risposto tutte (10 su 11); la media delle risposte delle Aziende sanitarie italiane alla raccolta dati di Brunetta è invece attorno al 55%.
Quindi è evidente che per quanto riguarda la nostra Regione i dati sono dati reali; per quanto riguarda le altre regioni i dati sono limitati a una quota, a volta residuale, di Aziende sanitarie. Basterebbe fare il rapporto fra quei dati e le Aziende che hanno risposto per cambiare radicalmente una tabella che pure di per sé nasce male.
Ecco, ha ragione il consigliere, evidentemente a volte interessa più l'effetto annuncio che capire i problemi e governarli. In questo caso è successo esattamente questo. Ciò non toglie l'attenzione continua affinché evidentemente le spese per le consulenze vere, che comunque ci sono in questa cifra, siano ridotte all'essenziale, perché in primo luogo una politica corretta del personale è quella della valorizzazione interna delle professionalità.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Bissoni.
La parola al consigliere Nanni per la sua replica.
NANNI: Ringrazio l'assessore per la sua disponibilità.
Ovviamente la risposta mi ha pienamente convinto, ma non avrei dubitato. Resta però il danno fatto, il danno d'immagine, perché è chiaro che i cittadini che hanno letto i giornali il giorno successivo alla pubblicazione di questi dati falsi, di questi dati fasulli, hanno avuto una sensazione ben diversa rispetto a quella che è la realtà.
Speriamo che con questa sua replica, e anche con le repliche che lei ha fornito subito dopo alla stampa, si siano resi conto che non sempre il ministro Brunetta dice la verità.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Nanni.
Procediamo con il seguente oggetto:
4738 - Interrogazione del consigliere Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il finanziamento, da parte della Regione Emilia-Romagna, di un progetto della LIPU finalizzato allo studio dell'impatto del sistema produttivo del formaggio Parmigiano-Reggiano sull'avifauna. (3303)
Per l'illustrazione del quesito ha la parola il consigliere Corradi.
CORRADI: Sarò breve in modo da conservare un po' di minuti per l'eventuale replica.
L'interrogazione prende spunto e chiede chiarimenti, oltre ad avere una parte propositiva, rispetto a un finanziamento di poco meno di 60.000 euro (costituito in parte da fondi regionali e in parte da fondi di tre Province, oltre ad una piccola quota, inferiore, credo, al 15-20% da parte del Consorzio del parmigiano-reggiano) a favore della LIPU utilizzando, per quanto concerne la Regione Emilia-Romagna, fondi destinati allo sviluppo del sistema agroalimentare, utilizzati in realtà per finanziare questa ricerca che, come lei ha giustamente ricordato, presidente, ha come titolo “L'impatto del parmigiano-reggiano sull'avifauna”.
Quindi si chiedono chiarimenti in ordine all'utilizzo di queste somme, ai risultati eventualmente scientifici di questa richiesta e soprattutto a quelli che possono essere - l'assessore mi auguro sarà molto chiaro -, quelli che sono stati poi i risultati positivi sul sistema, appunto, agroalimentare dell'Emilia-Romagna derivati da questa ricerca, oltre che il suo spessore scientifico rispetto anche poi alle polemiche innestate dalla mia interrogazione e le risposte avute dalla LIPU e a ciò che a livello congressuale è emerso come “rilevanza” di questo studio, e una parte propositiva che mi sono permesso di suggerire all'assessore rispetto a queste tematiche.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Corradi.
La parola all'assessore Rabboni.
RABBONI, assessore: Premetto che quanto al ritiro delle forme di parmigiano-reggiano destinate agli indigenti si tratta di una richiesta della Regione Emilia-Romagna, formulata assieme ad altre richieste, purtroppo nessuna di queste accolte, al ministro dell'Agricoltura Luca Zaia. Si tratta di fondi europei vincolati all'acquisto di derrate per gli indigenti e si tratta di un ritiro, per il passato avvenuto già diverse volte, per quanto riguarda il parmigiano-reggiano.
Sulle rondini e sul parmigiano-reggiano dispiace che al consigliere sfugga il significato di questa relazione: stiamo parlando di biodiversità; stiamo parlando della scomparsa di biodiversità animale e vegetale, di migliaia di razze già scomparse in modo definitivo e di altrettante che sono a rischio di scomparire, e tra queste anche le rondini.
La tutela della biodiversità è oggi uno dei grandi impegni dell'Unione Europea, degli organi internazionali come l'ONU ed è uno degli obiettivi fissati nello stesso Statuto della Regione Emilia-Romagna.
La ricerca LIPU dimostra scientificamente che le pratiche colturali contemplate dal disciplinare del parmigiano-reggiano migliorano notevolmente la biodiversità del territorio, riportando razze di avifauna per il passato scomparse. E questo lo verifica rispetto ad altre zone agricole, non certo rispetto alle città e alle superfici impermeabilizzate, come è detto nell'interrogazione, e rispetto ad altre zone zootecniche contermini che non utilizzano le pratiche colturali fissate dal disciplinare del parmigiano-reggiano.
Cosa c'entra tutto questo con il parmigiano-reggiano, con la sua crisi e con la sua commercializzazione? C'entra, eccome se c'entra, perché dimostra una delle differenze fondamentali di questo formaggio rispetto ad altri concorrenti e cioè il suo elevato tasso di naturalità, che è riscontrato non solo sul prodotto, ma sulla qualità ambientale e naturale del territorio che questo prodotto esprime. E quindi è un valore commerciale, è un valore di marketing da fare conoscere ancora di più e meglio al consumatore, nella convinzione che sia uno dei motivi che può guidare la scelta, la preferenza verso il parmigiano-reggiano rispetto ad altri prodotti concorrenti e sia anche uno dei motivi che può giustificare una relativa, maggiore spesa di acquisto rispetto a prodotti concorrenti perché si tratta di un formaggio che in sé incorpora valori unici e irripetibili di interesse generale.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Rabboni.
La parola al consigliere Corradi.
CORRADI: Utilizzo i quattro minuti e mezzo rimasti per dichiarare la mia insoddisfazione rispetto alla risposta dell'assessore, innanzitutto per un breve inciso: vorrei ricordare all'assessore che forse per distrazione non ha letto con sufficiente attenzione lo studio (fa un po' sorridere doverlo definire in questo modo) della LIPU, dove evidenzio che non si parla assolutamente di rondini. Le rondini sono solamente un inciso laddove, nella chiosa finale di questo studio, si invita ad un successivo, ulteriore studio che abbia ad oggetto l'impatto, ancora per l'ennesima volta, del parmigiano-reggiano sulle rondini, ma qui di rondini non se ne parla se non in questo virgolettato di circa mezza riga.
Mi dichiaro insoddisfatto anche perché francamente credo che, rispetto alla spesa sostenuta, gli obiettivi richiamati dall'assessore non abbiano poi avuto alcun riscontro in termini di utilità pratica sul comparto e sugli operatori del comparto (ricordo che questo studio è costato circa 60.000 euro); evidenzio che anche rispetto alla rilevanza scientifica, quindi alla pubblicizzazione dei contenuti di questa ricerca, non so se per colpa dei contenuti stessi piuttosto che del tenore, dello spessore della relazione prodotta dalla LIPU in uno dei convegni citati dal direttore generale della LIPU, non si è assolutamente parlato di questo studio, ma semplicemente questo studio è rappresentato da un poster (sono agli atti gli studi scaricabili su internet); per quanto riguarda il secondo convegno a livello nazionale, non se ne è parlato se non al di fuori delle sessioni plenarie, ma in una semplice sessione parallela, alla quale era stato dedicato uno spazio temporale che andava, come da atti acquisibili su internet, dalle ore 17,15 alle ore 17,30 di un lunedì pomeriggio.
Quindi mi chiedo se effettivamente l'impegno economico che ha dovuto profondere la Regione attingendo dalle risorse del settore agroalimentare abbia trovato una corrispondenza, per dirla in parole povere se siano stati soldi spesi bene, oppure invece se occorra ripensare all'utilizzo delle risorse del settore e destinarle allo sviluppo del settore agroalimentare in iniziative un po', mi consenta di dire, peculiari al punto tale che, ove si ritenga che questo abbia un senso e una logica, ho suggerito a lei di prendere in considerazione altri quattro studi che, ovviamente, sono proposti con il sorriso, ma credo servano a significare come forse occorre maggiore attenzione nell'utilizzo delle risorse pubbliche che, non ho necessità di ricordare, provengono dalle tasche dei contribuenti e anche di quegli agricoltori che soffrono gravemente la crisi del comparto.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Corradi.
Procediamo con il seguente oggetto:
4762 - Interrogazione del consigliere Bosi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la riduzione dei convogli sulla linea ferroviaria Bologna-Verona. (3315)
Per l'illustrazione del quesito ha la parola il consigliere Bosi.
BOSI: Un'illustrazione veloce, per conservare qualche minuto per la replica.
È chiaro che nel periodo estivo c'è sempre stata una riduzione delle corse proprio per ottimizzare anche le ferie del personale, però quello che si sta verificando sulla direttrice Bologna-Poggio Rusco-Verona è veramente una cosa fuori del normale. L'altro giorno io stesso ho potuto verificarlo, ad esempio c'è un buco di corse dalle 11,48 alle 13,48 per le partenze da Bologna, quindi un buco di due ore in un momento importante, a mezza giornata. Ho fatto una verifica sulle altre linee e questo non accade, non accade per nulla, almeno nel mese di luglio, non parliamo poi del mese di agosto dove il taglio arriva al 46% delle corse, come segnalato dall'associazione degli utenti, che ringrazio per questa attività. Devo però dire questo, con molta franchezza: non è tanto il taglio in sé e per sé che può essere rilevantissimo e andremo a vedere sulle altre direttrici se è analogo - non credo comunque - ma è anche fatto in una maniera incredibile, cioè ci sono dei buchi orari quasi di quattro ore. Quindi, al di là dei pochi treni che vengono lasciati, vengono lasciati anche in un modo molto particolare, sembra davvero che non ci sia un ragionamento, una regia dietro a queste soppressioni.
Credo che questo non possa essere, quindi chiedevo all'assessore di capire come mai continua a verificarsi una situazione di questo tipo, anzi, direi che è peggiorata rispetto all'anno scorso e agli anni precedenti dove tutto sommato, anche per l'azione degli utenti, una qualche sistemazione era stata messa in campo.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Bosi.
La parola all'assessore Peri.
PERI, assessore: La richiesta del consigliere mi permette di anticipare gli interventi che come Regione abbiamo messo in opera per mantenere un livello adeguato di treni in circolazione fra Bologna e Poggio Rusco. In effetti la versione andata in stampa dell'orario estivo ha per certi versi allarmato gli utenti, che hanno letto di un numero di treni mantenuti in questo mese pari a quello degli anni scorsi, esattamente identico, a fronte però di un ulteriore incremento che, con l'orario dell'anno scorso, era stato finanziato dalla Regione Emilia-Romagna esattamente dal dicembre 2008 ed era stato un aumento di servizi particolarmente rilevante per le località tra Crevalcore e Poggio Rusco (6 coppie di treni in più), ma comunque intervenuto anche per le località tra Bologna e Crevalcore (2 coppie in più). L'attestamento del servizio di agosto allo stesso livello della programmazione degli anni precedenti è stato quindi comprensibilmente ritenuto una decurtazione, poiché non equiparabile percentualmente ad un puro mantenimento.
Come è noto l'intero servizio sulla direzione Bologna-Poggio Rusco è affidato a FER nel rapporto interno al consorzio che gestisce i servizi. Per un difetto di comunicazione le effettive periodicità che FER garantirà in agosto non sono state riportate interamente, quindi c'è anche un difetto di comunicazione, e quello che avverrà, quello che accadrà è diverso da quanto riportato dai quadri orari pubblicati da Trenitalia all'inizio di giugno.
Per quanto manchi ancora l'ufficialità del servizio in tale periodo, per problemi non ancora completamente risolti riguardo all'esatto attestamento dei treni FER nei binari del piazzale ovest della stazione di Bologna - che, come noto, nel mese di agosto saranno oggetto di lavori di rifacimento - era già previsto che venissero effettuati, con mezzi e personale di FER, anche i seguenti treni, diversamente da quanto si può leggere sull'orario ufficiale: in particolare il treno che arriva a Bologna alle 6,58; quello che arriva a Bologna alle 12,18; quello che parte da Bologna alle 7,18 e quello che parte da Bologna alle 9,48.
Il mantenimento di questi 4 treni permette di avere, anche in agosto, la frequenza intorno alla mezz'ora nelle ore di punta, all'ora in gran parte della giornata, ai 120 minuti nelle ore di morbida. Un'unica eccezione è un intervallo di circa 2 ore e mezza al mattino, non nelle ore di punta, ovviamente, e gli interessati ricorderanno però che fino allo scorso anno tale intervallo era senza treni da Crevalcore a Bologna per un intervallo di 3 ore e mezza.
Senza contare che, contrariamente a quanto accaduto negli anni passati, quest'anno non si pone il problema di dover sopperire con servizi bus sostitutivi alle improvvise e impreviste carenze di personale di Trenitalia che impedivano il rispetto del servizio programmato: è nella memoria di tutti il contenzioso fra la nostra Regione e Trenitalia delle estati 2006 e 2007. Il fatto che non si riproducano tali inaccettabili situazioni è di per sé un piccolo miglioramento.
Infine, con il prossimo orario invernale verrà richiesto dalla Regione al Consorzio Trasporti Integrati un ulteriore potenziamento con 2 coppie di treni in più tra Bologna e Poggio Rusco, il cui orario, nelle fasce di maggior afflusso, è attualmente allo studio di FER e RFI.
A breve è attesa ovviamente la diffusione, da parte delle imprese ferroviarie da noi sollecitate, del quadro orario con tutte le indicazioni corrette del servizio in agosto sulla linea Bologna-Verona.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Bosi, per la replica.
BOSI: Ho ascoltato con interesse la comunicazione dell'assessore e credo che ci sia qualche segnale di positività. Il fatto che si sono ridotti gli spazi, perché gli orari comunicati davano in agosto addirittura un buco di 3 ore e mezza in partenza da Bologna e di quasi 4 ore in arrivo a Bologna, effettivamente mi fa intravedere qualcosa di positivo, anche capendo che in agosto il numero dei viaggiatori è molto ridotto e ci sono dei contenimenti, quindi è giusto anche razionalizzare.
Io non voglio ricadere, assessore, nel solito tema, la sindrome della linea Cenerentola, però, di fatto, glielo faccio notare, in luglio in tutte le altre direttrici, proprio guardando il periodo 11,30-13,30, non c'è nessun taglio. Sulla nostra linea sono stati tagliati due treni. Credo che ci sia qualcosa che non funziona.
Non pretendo di avere trattamenti di favore, una linea che forse meriterebbe molto, adesso che è raddoppiata avrebbe delle potenzialità notevoli che non possono ancora esplicarsi, però c'è qualcosa che non funziona. Anche in agosto credo che si possano fare riduzioni ma con intelligenza, sfruttando e lasciando scoperti solo alcuni momenti della giornata.
Quindi, io mi aspetto una cosa in particolare...
(brusio in aula)
Assessore Zanichelli, vorrei parlare un attimo con l'assessore Peri.
Ritengo questo segnale di apertura su un potenziamento della linea - si accennava a un potenziamento con il nuovo orario di due treni - comunque insufficiente: questa è una linea raddoppiata che merita un cadenzameno più adeguato. Si faranno passare meno treni non stop a Bologna dell'Alta Velocità, andranno sulla cintura. Le ferrovie (Rete Ferroviaria Italiana) se vogliono sono in grado di fare interventi ottimi anche dal punto di vista tecnico, quei treni non stop che rompono solo le scatole alla stazione di Bologna finché è così compressa come numero di binari andranno sulla circonvallazione ferroviaria.
Noi non possiamo di nuovo subire per altri due o tre anni delle servitù così pesanti, che impediscono un potenziamento che sarebbe il minimo indispensabile. Queste comunità hanno lavorato per avere un raddoppio, l'unico caso in cui le comunità lavorano per ottenere la struttura, e poi ci ritroviamo con un livello di servizio che, ovviamente, cresce pian piano. Ho ascoltato con interesse la promessa di una nuova coppia di treni, ma siamo ancora lontani da quella che è la giusta aspettativa dei nostri territori.
Accolgo con interesse il fatto che ci sia una risistemazione degli orari estivi, quindi si pone un po' di rimedio a una situazione che era ingestibile ed inaccettabile, però bisogna che noi facciamo un piano serio, per cui io mi ritengo ancora molto insoddisfatto su quella che è l'evoluzione futura. Rete Ferroviaria Italiana deve trovare le soluzioni vere, tecniche, ma non le troverà se il nostro assessorato non punta i piedi per consentire un cadenzamento buono, normale, come avviene su tante altre direttrici.
Questa è l'unica condizione che credo sia da mettere in capo anche per l'orario di dicembre.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Bosi.
Abbiamo così concluso la parte della nostra seduta dedicata allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10,10, è ripresa alle ore 10,30)
PRESIDENTE (Donini): Colleghi e colleghe, vi invito a prendere posto perché riprendiamo i nostri lavori.
OGGETTO 4718
Delibera: «Presa d'atto delle dimissioni da Consigliere regionale del signor Salvatore Caronna.
Proclamazione della elezione a Consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Loreno Rossi.» (239) (Approvazione)
PRESIDENTE (Donini): Il consigliere Salvatore Caronna, con lettera datata e pervenuta il 10 luglio 2009, ha presentato formali dimissioni da componente dell'Assemblea legislativa, essendo stato eletto alla carica di parlamentare europeo e optando, quindi, per tale carica ai sensi dell'articolo 122, secondo comma, della Costituzione.
Invito l'Assemblea a prendere atto delle predette dimissioni, di cui do lettura:
“Cara presidente, a seguito della proclamazione dell'elezione alla carica di parlamentare europeo, rassegno le mie dimissioni da consigliere della Regione Emilia-Romagna.
Desidero ringraziare lei e tutti i colleghi per la collaborazione di questi anni e formulare i miei migliori auguri per il prosieguo dei lavori della legislatura.
Cordiali saluti f.to Salvatore Caronna”.
Quindi, vi invito, colleghi consiglieri, ad esprimere, con voto palese, per alzata di mano, la presa d'atto delle dimissioni del consigliere Salvatore Caronna.
(Con votazione per alzata di mano,
all'unanimità dei presenti,
l'Assemblea prende atto delle dimissioni
da Consigliere regionale
rassegnate dal signor Salvatore Caronna)
PRESIDENTE (Donini): La presa d'atto delle dimissioni è stata effettuata.
È doveroso, ora, procedere alla proclamazione del Consigliere subentrante, e pertanto richiamo le disposizioni contenute nei commi primo e secondo dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 (norme per l'elezione dei Consigli delle Regioni a statuto normale), dove è stabilito:
“Il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che, nella stessa lista e circoscrizione, segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dall'Ufficio centrale regionale.”
Do atto che dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Bologna, relativo alla elezione del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna - anno 2005, risulta primo dei candidati non eletti nella lista n. 11 di quella circoscrizione, avente il contrassegno “Uniti nell'Ulivo” e per la quale fu eletto il consigliere Salvatore Caronna, il signor Loreno Rossi.
Proclamo dunque Consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, in sostituzione del dimissionario consigliere Salvatore Caronna, il signor Loreno Rossi, e lo invito, se è presente, a prendere posto fra gli altri Consiglieri.
(entra il consigliere Loreno Rossi)
Rammento che, a termini dell'articolo 17 - secondo comma della citata legge elettorale, nessuna elezione può essere convalidata prima di quindici giorni dalla data della proclamazione; comunque, i Consiglieri regionali divengono titolari dei doveri, dei diritti e delle prerogative inerenti alla loro funzione per il solo fatto dell'avvenuta elezione e dal momento in cui sono proclamati eletti (art. 1 del Regolamento interno).
OGGETTO 4737
Delibera: «Convalida della elezione dei signori Anna Majani, Giuliano Pedulli, Luigi Fogliazza, Stefano Casadei e Sergio Alberti a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna (artt. 16 e 17 legge elettorale n. 108/1968).» (240) (Approvazione)
PRESIDENTE (Donini): Nella seduta del 30 giugno 2009 sono stati proclamati eletti a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, i signori Anna Majani, Giuliano Pedulli, Luigi Fogliazza, Stefano Casadei e Sergio Alberti, ai sensi dell'art. 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 (norme per la elezione dei Consigli delle Regioni a statuto normale), integrato dal comma 3 dell'art. 3 della legge 23 febbraio 1995 n. 43.
Ora, trascorsi i quindici giorni prescritti dall'art. 17 - comma 2 - della citata legge n. 108/1968, l'Assemblea deve provvedere per la convalida di tale elezione come previsto dallo stesso articolo 17.
Le fattispecie delle condizioni, casi o cause d'ineleggibilità o d'incompatibilità applicabili alla carica di Consigliere regionale sono disciplinate dalla legge 23 aprile 1981 n. 154, completata dalla legge 18 gennaio 1992 n. 16, i cui testi sono stati consegnati in tempo opportuno a ciascun consigliere.
A norma dell'art. 4 del Regolamento interno, l'Ufficio di Presidenza ha proceduto all'esame delle condizioni dei predetti Consiglieri proclamati eletti così formulando la propria proposta.
Do per letta, e vi chiedo di comprendermi, la delibera dell'Ufficio di Presidenza, perché è lunga e articolata e porterebbe via molto tempo; peraltro è un atto pubblico e accessibile.
Invito tutti i componenti dell'Assemblea, qualora consti alcunché di diverso, a farlo presente.
Non avendo chiesto la parola alcun Consigliere, chiedo all'Assemblea di convalidare, ad ogni effetto, l'elezione dei consiglieri Anna Majani, Giuliano Pedulli, Luigi Fogliazza, Stefano Casadei e Sergio Alberti.
Si proceda, quindi, alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 4737.
(L'Assemblea, all'unanimità dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Donini): La convalida dei consiglieri è stata approvata all'unanimità.
L'Assemblea convalida a tutti gli effetti l'elezione di Anna Majani, Giuliano Pedulli, Luigi Fogliazza, Stefano Casadei e Sergio Alberti a consiglieri regionali.
OGGETTO 4630
Relazione per la sessione comunitaria dell'Assemblea Legislativa per l'anno 2009 ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008 (Discussione)
(Risoluzione oggetto 4630/1 - Presentazione e approvazione) (522)
(Risoluzione oggetto 4767 - Presentazione e discussione) (523)
PRESIDENTE (Donini): Abbiamo per la prima volta il compito di svolgere la sessione comunitaria, ciò ai sensi dell'art. 38, comma 2, del Regolamento interno.
Diamo inizio alla nostra sessione esclusiva.
Terminato il dibattito si procederà alla votazione di una risoluzione, proposta dalla Commissione Bilancio Affari Generali e Istituzionali, ai sensi dell'art. 38, comma 2, del Regolamento.
Ricordo che, conclusa la sessione comunitaria, si passerà all'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno. La sessione esclusiva a tempi contingentati che inizierà oggi pomeriggio alle ore 15, come da programma, riguarderà le due leggi relative all'assestamento del bilancio, finanziaria e legge di assestamento.
Vi invito pertanto a chiedere la parola su questo oggetto e quindi ad iniziare la discussione generale sulla relazione per la sessione comunitaria dell'Assemblea legislativa.
Ha chiesto di parlare il consigliere Nervegna. Ne ha facoltà.
NERVEGNA: Volevo intervenire in apertura di questo argomento per fare una breve introduzione sulla questione della sessione comunitaria, ricordando comunque che la Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali nella seduta del 23 giugno ha approvato la relazione, che è stata consegnata a tutti i consiglieri, con allegata anche una proposta di risoluzione sottoscritta dall'Ufficio di Presidenza della commissione stessa che sintetizza i contenuti della relazione e che è oggetto, appunto, di discussione della seduta odierna.
Ricordo che la sessione comunitaria è introdotta dalla legge regionale 16 del 2008, sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario. La sessione comunitaria, che si svolge ogni anno, è finalizzata all'esame congiunto del programma legislativo annuale della Commissione Europea e della relazione sullo stato di conformità dell'ordinamento regionale all'ordinamento comunitario, predisposto ogni anno dalla Giunta in attuazione della legge statale 11 del 2005, che ha disegnato anche il ruolo delle Regioni nel processo decisionale comunitario.
La risoluzione proposta all'Assemblea tiene conto dei pareri formulati dalle commissioni di merito, della relazione presentata dalla Commissione Bilancio dopo l'esame del programma legislativo e di lavoro della Commissione Europea per il 2009 e della relazione della Giunta sullo stato di conformità dell'ordinamento regionale all'ordinamento comunitario.
Sono indicati gli atti della Commissione Europea sui quali è stato individuato un interesse della Regione Emilia-Romagna e per i quali la Giunta o l'Assemblea valuteranno l'invio di osservazioni al Governo e cito brevemente i temi: una comunicazione sul futuro dei trasporti; una proposta di strumento giuridico volta a sostenere lo sviluppo del Sistema comune di informazioni ambientali; una proposta di iniziativa della Commissione Europea sul morbo di Alzheimer; alcune azioni contro il cancro, quindi la piattaforma europea per le azioni contro il cancro; raccomandazione del Consiglio europeo sugli aspetti transfrontalieri della vaccinazione dei bambini; una strategia e un secondo piano d'azione relativo anche a una comunicazione sulla lotta all'HIV/AIDS nell'Unione Europea e nei paesi vicini; misure di esecuzione della procedura di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi; solidarietà tra sistemi sanitari, quindi in prospettiva, appunto, con l'obiettivo di ridurre le disuguaglianze a livello sanitario in Europa; libro verde sulla promozione della mobilità transfrontaliera dei giovani; strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione e una comunicazione sul dialogo - questo sollecitato soprattutto dalla Giunta regionale - tra università-imprese e un pacchetto “Legiferare Meglio”.
La proposta di risoluzione ritiene opportuna l'adozione della legge comunitaria regionale 2009, al fine di recepire la cosiddetta “Direttiva servizi” per rimediare ad una procedura d'infrazione che implica modifiche alla legge regionale in materia di maestri di sci e per introdurre la disciplina della partecipazione della Regione alle reti europee con enti locali regionali di altri Stati membri.
Inoltre contiene indirizzi sul proseguimento dell'attività avviata per la qualità della legislazione e sulla collaborazione dell'Assemblea con i diversi livelli parlamentari, il Parlamento italiano e i parlamentari europei eletti in Emilia-Romagna, anche in considerazione delle prospettive che si apriranno con il Trattato di Lisbona per le attività di controllo della sussidiarietà. Questa procedura risulta particolarmente importante per la valorizzazione del ruolo dell'Assemblea legislativa e si colloca nel quadro più ampio di rafforzamento dei Parlamenti già avviato dalla riforma dei trattati.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Nervegna.
Ricordo che siamo in discussione generale, in sessione comunitaria.
Vi informo anche che il Regolamento non disciplina i tempi relativi a questo oggetto, per cui, non avendo discusso la questione dei tempi in Conferenza dei capigruppo, abbiamo deciso come Ufficio di Presidenza di applicare la possibilità massima, il potenziale massimo dei tempi previsti per oggetti di questa natura, che è un tempo di 20 minuti per intervento, in discussione generale.
Nessuno chiede di intervenire, per cui chiudo la discussione generale.
Durante la discussione generale, così come è previsto dall'art. 38 del Regolamento, sono pervenute due risoluzioni a conclusione, appunto, del passaggio in Aula rispetto a questo oggetto: una, che è stata illustrata dal consigliere Nervegna, che è il primo firmatario, e successivamente sottoscritta anche dai consiglieri Mazzotti e Manfredini, vale a dire dall'Ufficio di Presidenza della I Commissione; il secondo oggetto, invece, è una risoluzione presentata dal consigliere Renzi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Renzi. Ne ha facoltà.
RENZI: Io ho presentato questo ordine del giorno in occasione di questa discussione sulla sessione comunitaria perché voglio richiamare l'attenzione del Consiglio su quelli che sono i problemi con i quali ci dovremo misurare per quanto riguarda i problemi della pesca.
Noi sappiamo che il prossimo 31 maggio 2010, in applicazione al Regolamento CE n. 1967 del 2006, non sarà più possibile effettuare la pesca a strascico entro le tre miglia dalla costa e sarà obbligatorio utilizzare, per le reti trainate, maglie a forma quadrata di 4 cm o maglia a forma romboidale di 5 cm.
Questo tipo di provvedimento creerà una serie di problemi per quanto riguarda la pesca nella zona del nord Adriatico, che comprende l'Emilia-Romagna, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, e colpirà le imprese e gli equipaggi di circa 300 imbarcazioni attualmente in attività e un indotto di circa 2.700 posti di lavoro nel settore trasporti, commerciale, cantieristico, generato dall'attività della pesca a strascico. Colpirà anche tutto un settore della piccola e media pesca a strascico, come dicevo, che rappresenta oltre l'80% del settore ittico nelle tre regioni, un'attività centrata soprattutto sulla cattura di specie ittiche di piccole dimensioni e dal ciclo vitale breve, come ad esempio calamaretti, uomini nudi, eccetera.
Poiché in base sempre al suddetto Regolamento CE l'Unione Europea può adottare piani di gestione per attività di pesca specifiche praticate nel Mediterraneo in zone che si estendono del tutto o in parte al di fuori delle acque territoriali degli Stati membri, e che lo Stato italiano perciò ha la facoltà di presentare alla Commissione Europea piani di gestione nazionale e piani di gestione locali, cioè in riferimento alle 7 sub aree in cui sono comprese zone di costa italiane con le quali ottenere delle deroghe speciali in applicazione al Regolamento n. 1967 del 2006, necessarie allo svolgimento delle attività della pesca e nello stesso tempo salvaguardando uno sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche, con questa risoluzione si vuole impegnare la Giunta a trovare con il Governo, urgentemente, un accordo condiviso sui contenuti (sforzo di pesca, tutela dell'ambiente, sviluppo attività economiche, definizione delle risorse finanziarie per l'attuazione di tali misure) e sulle modalità di attivazione e di governance del Piano di Gestione nazionale e dei Piani di gestione locali che riescano a prevedere una deroga speciale per la salvaguardia della piccola pesca a strascico nelle regioni del nord Adriatico, seppur in un contesto di razionalizzazione rispetto alle misure previste nel Regolamento CE surrichiamato e che entreranno in vigore, ripeto, il 31 maggio 2010.
Questo è un ordine del giorno con il quale noi, appunto, ci siamo voluti fare carico di problemi che sono stati sollevati dagli operatori del settore e che sono stati evidenziati dalla stampa locale. Mi auguro che su questo problema ci sia la condivisione di tutto il Consiglio affinché veramente si possa dare forza alla Regione al fine di trovare con il Governo un accordo condiviso per sbloccare questa situazione.
PRESIDENTE (Donini): Consigliere Renzi, mi scusi.
Lei ha presentato correttamente durante la discussione generale una risoluzione collegata all'oggetto. Tuttavia, è la prima volta che svolgiamo la sessione comunitaria, il comma 4 dell'art. 38 indica che il soggetto che deve presentare la risoluzione che viene, come dire, formalizzata e proposta al voto dell'Aula su questo specifico oggetto è la commissione consiliare, così come, appunto, quella che è stata illustrata dal consigliere Nervegna.
Ripeto, è la prima volta e stiamo facendo un minimo di approfondimento di carattere regolamentare, non entro nel merito dell'oggetto, che sicuramente merita la nostra attenzione e non voglio assolutamente limitare l'iniziativa di un consigliere che ha il diritto di presentare risoluzioni. Peraltro, in Conferenza dei capigruppo abbiamo assunto l'impegno specifico di affrontare il testo di risoluzioni, durante questa nostra tornata assembleare.
Pongo questa questione e chiedo eventualmente al consigliere Nervegna, come presidente della commissione, di aiutarci a districare questa questione.
Vi leggo il comma 4 dell'art. 38, scusate se c'è un po' di ridondanza dal punto di vista dei richiami regolamentari, però è davvero la prima volta che noi affrontiamo formalmente questa procedura prevista dal nuovo Regolamento. Il comma 4 recita: “La commissione competente in materia di rapporti con l'Unione Europea esamina i progetti e gli atti comunitari trasmessi all'Assemblea dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. La Giunta può richiedere alle commissioni il parere sugli stessi atti, trasmessi dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni”.
A questo proposito colgo l'occasione per annunciarvi che ieri la Conferenza nazionale, che personalmente coordino, ha firmato con il ministro Ronchi un protocollo d'intesa proprio per acquisire tempestivamente la trasmissione degli atti e per poter avere lo stesso trattamento che ha la Camera dei Deputati, perché abbiamo, appunto, sottoscritto lo stesso identico protocollo d'intesa che il ministero aveva sottoscritto con la Camera dei Deputati.
Il comma 4 dell'art. 38 prosegue: “La commissione competente in materia di rapporti con l'Unione Europea, tenuto conto del parere delle altre commissioni, esprime le osservazioni approvando apposita risoluzione nei tempi previsti dalla legge o fornisce il parere richiesto. Con risoluzione, la commissione competente in materia di rapporti con l'Unione Europea, tenuto conto del parere delle commissioni competenti per materia, si esprime sul rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità e su ogni altro aspetto di interesse per l'Assemblea legislativa, anche nell'ambito delle iniziative di cooperazione interistituzionale e interparlamentare.”
Vi spiego in parole povere il problema. Noi non abbiamo una procedura che in qualche maniera ci può fare ritenere ammissibile o inammissibile una risoluzione, ma in questa fase, dovendola mettere al voto rispetto a un oggetto che è la relazione della Giunta che ha appunto esaminato la commissione, c'è il rischio che questo oggetto non venga trattato correttamente dal punto di vista del contenuto, ma venga agito, attraverso, appunto, eventualmente una valutazione e una posizione di voto, soltanto per una questione di carattere tecnico formale ed è, ripeto, appunto, un peccato.
Consigliere Renzi, lei è già intervenuto, però le faccio una deroga e le do la parola.
RENZI: Era solo perché io ho presentato questo ordine del giorno richiamando l'art. 108 del Regolamento “Presentazione di ordini del giorno”, dove si dice appunto che...
PRESIDENTE (Donini): Consigliere Renzi, però la sessione comunitaria è una sessione esclusiva e come tale, voglio dire, è disciplinata in modo specifico. Il che non vuol dire che lei non possa presentare questa risoluzione e chiederne l'iscrizione tra le risoluzioni, perché c'è la disponibilità dell'Aula. È una questione pratica, eventualmente l'affronteremo attraverso un'inversione dell'ordine dei lavori. Ecco, le due cose possono appunto essere svolte contestualmente. Se lei chiede l'iscrizione di questa risoluzione riusciamo ad affrontarla oggi pomeriggio.
Prego, consigliere Renzi.
RENZI: Presidente, l'art. 108 dice: “Nel corso della discussione degli atti di competenza dell'Assemblea, e in particolare degli atti di cui all'articolo 28, comma 4 dello Statuto, possono essere presentati per iscritto e svolti...” eccetera. Non c'è scritto che non è possibile presentarli quando c'è la sessione comunitaria.
PRESIDENTE (Donini): Consigliere Renzi, qui era stata data un'altra interpretazione, perché l'art. 38 attiva una procedura particolare, che è quella, appunto, legata alla sessione comunitaria.
Peraltro, come dire, tengo conto delle questioni che lei pone, è una questione veramente d'interpretazione dei contenuti del Regolamento. In Conferenza dei capigruppo avevamo valutato la disciplina dell'art. 38 come una disciplina, diciamo, esclusiva che definiva una procedura particolare, peraltro rafforzata dalla legge comunitaria approvata un anno fa circa dall'Assemblea, e quindi avevamo valutato di gestire questa particolare sessione come una sessione esclusiva e di conseguenza, appunto, non influenzabile dalle iniziative previste dall'art. 108 del Regolamento. Questo ce lo eravamo detti in Conferenza dei capigruppo, quando abbiamo poi dato mandato alla commissione consiliare di formulare la proposta di risoluzione da presentare per l'Aula.
Ripeto, dal momento che stiamo testando il metodo giusto per applicare questa parte del Regolamento, siamo appunto in questa situazione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Nervegna. Ne ha facoltà.
NERVEGNA: Io condivido il contenuto dell'ordine del giorno presentato dal collega Renzi, però credo che non sia purtroppo questa la sede di discussione, perché la risoluzione che noi oggi dovremmo approvare contiene sostanzialmente degli indirizzi legati alla fase discendente e quindi su indicazione, diciamo, della Commissione Europea e anche legati alla fase ascendente, dove ci sono due proposte legate, diciamo, proposte dalla Giunta e adottate anche dalla Commissione Bilancio. Tant'è vero che quando si parla di modifica della legge sul maestro di sci non si interviene sulla legge e la modifica della legge, ma si dà l'indirizzo dove si dice occorre modificare la legge.
Ora, l'ordine del giorno del collega Renzi è un ordine del giorno che interviene su questioni di carattere operativo, quindi legittime, puntuali, ma che andrebbero affrontate in un'altra sede, in una discussione in un'altra occasione.
Quindi, come ordine del giorno proporrei al collega Renzi di trasformarlo in risoluzione e ripresentarla magari se c'è la volontà, e anche visto che c'è un'urgenza, dell'Assemblea di anticiparne la discussione entro la giornata o anche al massimo entro domani, però in forma di risoluzione, e quindi discuterla quando sarà il momento delle risoluzioni, mettendola al primo punto. Credo che questo si possa fare, però non dipende ovviamente da me, ma dall'Assemblea.
Quindi ritengo che noi oggi possiamo o introdurre delle modifiche, aggiunte o eliminazioni, di quelli che sono gli argomenti legati alle questioni di indirizzo della fase ascendente, perché, ovviamente, quelli della fase discendente non li possiamo modificare. Se vogliamo aggiungere delle questioni legate alla fase ascendente, che in questo caso sono quelle proposte come comunicazione sul dialogo università-imprese e pacchetto “Legiferare Meglio” (sono le due questioni che in fase ascendente noi proponiamo alla Commissione Europea), questo possiamo aggiungerlo o sostituirlo, a meno che non ci scriviamo “occuparsi di più della pesca”, che so, ma non possiamo andare a riscrivere una modifica di un atto operativo come quello proposto nell'ordine del giorno del collega Renzi.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Nervegna.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Semplicemente per manifestare l'assenso sull'opinione che ha espresso adesso il presidente Nervegna e anche sulle considerazioni regolamentari che la presidente ci ha proposto prima in maniera molto puntuale.
La proposta che potremmo fare è la seguente: chiedere al consigliere Renzi di trasformare in una risoluzione l'ordine del giorno che ha proposto, del resto c'è già una risoluzione, presentata precedentemente sullo stesso tema, che ha dei contenuti quasi simili, a sostegno della pesca con delle richieste al Governo puntuali. Potrebbe essere l'occasione per fare una discussione congiunta dell'argomento che è stato proposto, quindi nel merito dell'argomento che è stato proposto dal consigliere Renzi.
Per quello che riguarda la sessione comunitaria, mi pare che la situazione sia esattamente quella che è stata descritta precedentemente dal presidente Nervegna e io mi associo alle sue parole.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Mazzotti.
Allora, colleghi, la proposta che mi sento di formulare al consigliere Renzi è di iscrivere formalmente la sua risoluzione tra le risoluzioni, impegnandoci a discuterla entro la fine della tornata.
È stata iscritta, consigliere Mazzotti, mi scusi se interloquiamo, ma all'ordine del giorno generale, non all'ordine del giorno della seduta, la risoluzione alla quale lei faceva riferimento, mi sembra a memoria presentata dal consigliere Zoffoli e altri, se non erro. A quel punto si può fare una discussione abbinata oppure potete anche, come dire, valutare nel confronto e nella comparazione appunto dei testi. Ho letto entrambi e mi permetto di dire che c'è una coincidenza grossa e quindi anche la possibilità probabilmente, appunto, di dare un sostegno autorevole grazie all'iniziativa, consigliere Renzi, che è stata assunta e quindi di fare anche un buon lavoro dal punto di vista dell'iniziativa di questo Consiglio regionale.
Facciamo pertanto in questo modo: consideriamo la risoluzione proposta dal consigliere Renzi come ritirata dall'ambito della sessione comunitaria per affrontarla in abbinamento alla risoluzione oggetto 4751, a firma Zoffoli e altri.
A questo punto se il consigliere Zoffoli ritiene di chiedere l'iscrizione è abbinata, oppure fate un consulto fra voi per valutare come procedere.
Bene, abbiamo affrontato una questione di carattere formale, peraltro mi correggo perché la parte dell'art. 38 a cui volevo fare riferimento era il comma 2 e non il comma 4, ma nella fretta ho letto, appunto, così in fretta.
Non ho nessuna dichiarazione di voto segnalata da parte dei consiglieri, per cui chiudo la fase delle dichiarazioni di voto e procedo con il voto.
Vi invito a prendere posto, colleghi. Le modalità di voto sono quelle normali previste per gli atti amministrativi, per cui il voto è palese. Vi chiedo di votare questa risoluzione proposta dalla I Commissione nella seduta del 23 giugno 2009, collegata all'oggetto 4630 “Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto comunitario (Sessione comunitaria 2009)”.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4630/1.
(È approvata all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): La risoluzione è stata approvata.
Con questo si è decisa un'agenda dei lavori molto articolata.
Abbiamo concluso la sessione comunitaria, ma com'è scritto nel programma delle sedute di oggi procediamo con gli ulteriori oggetti iscritti.
OGGETTO 4714
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta regionale: «Modifica della L.R. 31 maggio 2002 n. 9 in attuazione della L. 296/06» (93) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Donini): Il testo, che è il n. 3/2009, è stato licenziato dalla Commissione Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport nella seduta del 15 luglio 2009, con il seguente titolo: “Modifica della legge regionale 31 maggio 2002, n. 9 (Disciplina dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo e di zone di mare territoriale) in attuazione della legge 27 dicembre 2006, n. 296”.
Il relatore, consigliere Piva, ha fatto riserva di chiedere l'autorizzazione alla relazione orale. Occorre il voto favorevole di 2/3 dei consiglieri presenti.
Ai sensi dell'art. 80, comma 7, del Regolamento interno, procediamo alla relativa votazione mediante dispositivo elettronico.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Donini): Comunico ora il risultato della votazione:
Presenti
33
Assenti
17
Favorevoli
33
Contrari
--
Astenuti
--
L'autorizzazione alla relazione orale è accolta.
Consigliere Piva, a lei la parola per svolgere la sua relazione.
PIVA, relatore: Colleghi, si tratta di un provvedimento complesso, che si inserisce in un argomento altrettanto complesso in particolare dal punto di vista delle normative che intervengono quando si parla di demanio marittimo e di zone di mare territoriale.
Con l'approvazione della legge finanziaria del 2007, la legge 296, è stato in parte eliminato lo stato di incertezza e di transitorietà correlato al previsto e mai applicato aumento dei canoni demaniali, che sappiamo benissimo essere sempre oggetto di discussione, ed è stato introdotto un nuovo sistema di determinazione dei canoni demaniali.
A seguito di questa approvazione, vi è una storia abbastanza lunga che, per economia di tempo, non vi racconterò, ma vi ricordo che l'Agenzia del Demanio, nel febbraio 2007, ha emesso un atto di indirizzo interpretativo di questa legge, con tre punti particolari: le concessioni aventi oggetto aree scoperte, ovvero gli impianti di facile o difficile rimozione sono assoggettati ad un canone tabellare e gli importi indicati devono essere aggiornati dagli indici Istat sin dal 1994; le concessioni aventi ad oggetto pertinenze demaniali marittime, destinate ad attività commerciali, direzionali, di terziario, di produzione di beni e servizi sono assoggettate ad un canone commisurato ai valori di mercato; le concessioni per la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto sono assoggettate agli stessi canoni previsti per le concessioni con finalità turistiche.
Questa fu la presa di posizione dell'Agenzia del Demanio che fu poi contestata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che comunicò che le prospettive dell'Agenzia del Demanio non risultavano in linea con le previsioni della legge finanziaria 2007. Poi vi fu l'intervento della Conferenza Stato-Regioni e sulla base di questo contrasto anche la nostra Regione si è orientata rimettendo alla commissione competente Stato-Regioni la soluzione dei dubbi emersi.
Nel gennaio del 2008 il Coordinamento interregionale politico della Conferenza Stato-Regioni avanza una richiesta al Governo affinché venga convocato il Tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con lo scioglimento delle Camere, si è perso un po' di tempo e si arriva ai tempi quasi nostri, cioè a fine del 2008, dove fu siglato un protocollo d'intesa, in novembre, fra Stato e Regioni, che è stato già oggetto di discussione anche in commissione, e un approfondimento sia al Senato che alla Camera dei Deputati.
In sostanza, è stata poi trasmessa una nota dal nostro assessorato Turismo e Commercio, da allegare alla trasmissione degli atti alla Magistratura contabile, in cui viene rendicontato il lavoro di concertazione istituzionale della Commissione tecnico-politica della Conferenza Stato-Regioni.
Come vedete, si tratta di norme, di riscontri positivi e negativi di tutti coloro che sono interessati ad una materia molto complessa e molto complicata.
Sta di fatto che la delibera che oggi noi andiamo a trattare si inserisce in questa complicata materia legislativa. Praticamente, per farvi capire, il presente progetto di legge dettaglia in questo modo, proprio in riferimento alla legge finanziaria 296 del 2006, che ha inteso riformare i criteri di determinazione dei canoni, sostituendo la vecchia classificazione che risale al '98, in virtù della quale ai canoni annui per concessioni rilasciate o rinnovate con finalità turistiche ricreative di aree di pertinenza demaniale, specchi d'acqua per i quali si applicano le disposizioni relative all'utilizzazione del demanio marittimo, sono utilizzati questi criteri: classificazione a decorrere dal 1° gennaio 2007 delle aree, manufatti e pertinenze, specchi d'acqua nelle seguenti due categorie: categoria A, aree, manufatti, pertinenze, specchi d'acqua o parti di essi concessi per utilizzazione ad uso ad alta valenza turistica; categoria B, manufatti, pertinenze, specchi d'acqua o parti di essi concessi per l'utilizzazione ad uso pubblico, a normale valenza turistica.
L'accertamento dei requisiti di alta e normale valenza turistica è riservata alle Regioni competenti per territorio con questo provvedimento. Quindi passiamo da tre classificazioni a due classificazioni: A e B.
All'esito della raccolta degli elementi obiettivi e tecnici che caratterizzano la valenza turistica dei beni demaniali, i lavori di studio e di concertazione dei comitati si sono quindi conclusi con l'introduzione nel testo di legge dell'art. 1, commi 1 e 2, e di due modifiche alla sopra indicata legge regionale n. 9, e precisamente l'art. 8 bis e 4 bis dell'art. 9.
In particolare si è giunti alla classificazione delle zone secondo le distinte categorie di alta e normale valenza turistica.
Il legislatore statale è poi intervenuto sul tema della durata delle concessioni, previste in via generale per il periodo di 6 anni, con rinnovo automatico al fine di risolvere i problemi più volte lamentati dalle Associazioni di categoria in relazione all'insufficienza del periodo così determinato per l'accesso al credito bancario, per il finanziamento di interventi di ammodernamento e di ristrutturazione.
Si è quindi ritenuto opportuno adeguare la legislazione regionale alle disposizioni adottate dal legislatore statale, prevedendo la possibilità di chiedere un più lungo periodo della durata della concessione, cioè fino a 20 anni, quindi da 6 fino a 20 anni, in presenza di un piano di investimenti mirato alla riqualificazione dei servizi offerti sull'arenile demaniale marittimo.
La classificazione della valenza turistica viene ad essere determinata sulla base di una relazione tecnica e cartografica allegata alla legge, sulla scorta delle indagini effettuate nel corso dell'ultimo anno. La Giunta, successivamente, emanerà con proprio atto le direttive attuative delle previsioni tecniche inerenti alla classificazione.
Nel corso dei lavori volti all'adeguamento e all'aggiornamento dei canoni di concessione, è emersa l'esigenza di adeguare l'ammontare dell'imposta regionale sulle concessioni regionali dei beni del demanio dello Stato, atteso che i canoni demaniali sono interamente percepiti dallo Stato e non vi è alcun trasferimento specifico in relazione alle funzioni assolte dalla Regione e dagli enti locali in materia.
Sono quasi alla conclusione. L'ammontare dell'imposta, determinata dall'art. 2 della legge del '95 n. 22 nella misura del 5%, è risultata inadeguato a fronte delle maggiori fruizioni e competenze conferite oggi in questa materia alla Regione e agli enti locali.
D'altra parte la legge del '98 n. 133, nell'ambito del patto di stabilità interno delle Regioni e fino all'attuazione del federalismo fiscale, non consente fino al 31.12.2011 di apportare modifiche all'imposta regionale sui canoni del demanio marittimo. Pertanto, nell'ambito della concertazione con le Associazioni di categoria interessate, è emersa la volontà e disponibilità degli operatori del demanio marittimo a contribuire, per le opere necessarie alla difesa della costa, almeno con il pagamento nella misura del 35% dell'imposta regionale sui canoni demaniali marittimi. È stato raggiunto un accordo per cui tale aumento nell'imposta regionale decorrerà dal 1° gennaio 2012, proprio per i motivi che si ricordava prima del patto di stabilità, salvo eventuali leggi statali che disciplineranno diversamente la materia o per l'entrata in vigore di norme inerenti al federalismo fiscale.
In conclusione, la mancata riforma della materia, a seguito del mancato recepimento da parte del legislatore statale dei contenuti dell'accordo di programma richiamato in premessa, richiede la sollecita definizione dei criteri per l'aggiornamento della classificazione delle aree del demanio marittimo e quindi che la legge entri in vigore il giorno successivo dalla data della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Piva.
A questo punto apro la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Questo è un provvedimento abbastanza breve, di soli tre articoli, quindi potrebbe sembrare una cosa quasi insignificante, ma in realtà ha delle implicazioni molto significative per un settore importante della nostra offerta turistica, quello della spiaggia, che - ricordo - a seguito di molte inchieste nel settore, viene in qualche modo percepito dai nostri turisti come una cosa che funziona all'interno del nostro sistema, quindi va certamente migliorato perché tutto è migliorabile, però è una di quelle cose che nella nostra offerta turistica funziona al meglio, almeno per quanto riguarda la percezione dei nostri turisti.
Allora, qui si toccano alcuni punti importanti che sento in questa sede di dover in qualche modo ricordare. Uno è quello della classificazione. È stato ampiamente spiegato come il ritardo con cui la Regione provvede a questa classificazione è un ritardo assolutamente veniale, dovuto alle trattative che ci sono state con il Governo per cercare di arrivare ad una soluzione più complessiva e quindi non parlerei nemmeno di ritardo, ma di una giusta strategia che si è tenuta per arrivare ad un risultato migliore. La classificazione segue un criterio, potrebbe essere in qualche modo criticato, ma qualsiasi criterio che si dovesse scegliere potrebbe certamente lasciare adito a critiche, quindi non mi soffermo su questo.
Ci sono altri aspetti però che invece mi sento di richiamare con una certa puntigliosità. Uno è quello della cosiddetta proroga: le concessioni allo stato attuale sono sei anni più sei anni. Una disposizione della legge 296, mi pare, comunque del Governo Berlusconi, prevedeva la possibilità di prorogare fino a vent'anni queste concessioni. La legge nazionale però dice che si possono prorogare in presenza di alcuni requisiti, indicati dalla legge nazionale, altri da individuare da parte delle Regioni. A me pare che, nonostante gli aggiustamenti fatti in commissione, questi criteri con cui la Regione indica la possibilità di questa proroga ventennale sono ancora abbastanza fumosi e non lo dico perché penso che poi la Regione in qualche modo non conceda queste proroghe là dove fossero richieste, ma perché oggi, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che riguarda la nota vicenda della Regione Puglia, in seguito alle direttive europee in tema di liberalizzazione delle concessioni, c'è il rischio che su questo argomento mettano il naso dei terzi interessati. Cioè non è più un rapporto Regione-concessionario, con il quale in qualche modo o con il buonsenso, o con i buoni rapporti si può intrattenere un certo tipo di rapporto, appunto, ma ci possono essere terzi interessati che attraverso l'autorità amministrativa in questo caso intervengono per verificare se questi requisiti previsti dalla legge sono stati rispettati. E cioè se la proroga di vent'anni viene data in base ad un investimento finanziario, ci devono essere dei riscontri obiettivi che giustificano questa proroga, perché fra l'altro la proroga è fino a vent'anni, ma potrebbe essere anche di dieci, di undici e di dodici.
Allora, io temo che da un lato ci sia l'aspettativa dei concessionari che questa proroga sia quasi automatica, dall'altro ci può essere l'atteggiamento della Regione che, non voglio dire per fini clientelari ma magari proprio per andare incontro alle esigenze dei concessionari, concede questa proroga con una certa facilità; poi ci possono essere invece terzi interessati a dimostrare che questa proroga è stata esercitata in maniera illegittima.
Allora, noi con la legge abbiamo cercato di dare delle indicazioni un pochino più vincolanti, le direttive della Giunta potranno essere fatte in maniera ancora più stringente. Segnalo in questa sede che c'è la necessità di dare un contenuto giuridicamente inattaccabile alla facoltà di concedere questa proroga, se no potremmo essere in presenza di notevoli ricorsi che persone interessate potrebbero fare e che metterebbero a rischio un tessuto importante, ripeto, della nostra offerta turistica.
L'altra questione su cui mi preme porre l'attenzione è quella dell'aumento dell'imposta regionale sui canoni demaniali. A parte che si passa da un 5% a un 35% ed è un aumento in termini percentuali notevolissimo, ci è stato detto che gli operatori del settore sono d'accordo rispetto a questo aumento. Ne prendiamo atto, evidentemente si rendono conto di avere dei margini ancora abbastanza ampi per poter aderire ad un aumento di questo genere, non vorrei che fosse in qualche modo preso proprio dagli operatori come il corrispettivo della proroga ventennale. Questo ci indurrebbe ancora più in errori in cui ci accorgeremmo, nel prosieguo delle vicende, in quali situazioni imbarazzanti poi ci troveremmo.
Rispetto a questo aumento, che era stato paventato nella misura del 30% anche in occasioni pubbliche, prima con il 5% (perché prima l'imposta era del 5%) la Regione di sua iniziativa decideva di devolvere il 4% ai Comuni e di trattenersi l'1%; oggi, forse avendo un occhio in più al bilancio, diciamo così, fa l'aumento del 35% per lasciare il 5% ai Comuni e tenere il 30% per sé. Probabilmente sarebbe stato più opportuno, nell'ambito di un aumento del 30%, come era stato paventato, contenere all'interno di questo 30% la quota spettante ai Comuni, così come nel 5%, e invece si è fatta una scelta diversa praticamente facendo un favore ai Comuni, ma non rinunciando a nulla rispetto a quello che si andava a fare.
Anche qui si crea un problema però, come dire, di giustizia, perché intanto ci sono concessioni molto ampie che vengono rilasciate proprio perché praticamente, come dire, quasi inutili, almeno nella gran parte di queste concessioni, ma piuttosto che lasciarle non utilizzate si danno ai concessionari dicendo “prendila più ampia possibile perché in questo modo almeno avrai la possibilità di rifarti”, poi però a queste persone a cui noi chiediamo di curare una concessione molto ampia, che dà un reddito molto basso e un utilizzo molto basso rispetto ad altre concessioni, applichiamo l'imposta sul totale del canone pagato, quindi in qualche modo veniamo a penalizzarli un'altra volta. Di qui, secondo me, c'era la necessità di graduare, oltre una certa ampiezza della concessione, questo 35% che doveva, a mio avviso, essere ridotto. Così come una graduazione ci permetterebbe di inserire un minimo, perché anche qui ci sono concessioni molto piccole che pagano, anche dal punto dell'imposta, molto poco, mentre invece almeno su queste si poteva inserire un minimo che avrebbe fatto entrare più risorse nelle casse della Regione e avrebbe anche creato una migliore giustizia all'interno della distribuzione di questa imposta.
Si dice che ci sono norme della finanziaria che impediscono questa graduazione. Dalle verifiche che ho fatto io, questa cosa non mi risulta, ma probabilmente non l'ho approfondita abbastanza. Dato che l'imposta non entra in vigore domani ma nel 2012, abbiamo il tempo per valutare, perché credo che questo risponda a delle esigenze della Regione, ma anche dei concessionari interessati. Quindi direi di utilizzare questo periodo per valutare se effettivamente abbiamo la possibilità di graduare al meglio questa imposta.
Così come in questa sede vorrei che fosse ribadito formalmente, perché solo nella relazione viene citato (non poteva essere altrimenti, ma più volte in maniera formale lo ripetiamo e meglio è): queste imposte sono, per stessa ammissione dei vertici regionali, destinate alla tutela della costa e quindi praticamente sono somme che serviranno per una migliore tutela del bene primario su cui le concessioni insistono. Questo è un impegno formale che è stato preso, sostanziale, diciamo: più viene ribadito in occasioni ufficiali come queste e più avremo la sicurezza che questi denari vengano destinati effettivamente a questo scopo.
Quindi, è un provvedimento non così banale semplicemente per quanto riguarda la classificazione in area di alta o normale valenza turistica, ma con l'occasione si va ad incidere su argomenti importanti, che non dobbiamo sottovalutare e sui quali dobbiamo vigilare affinché non si vada a toccare in maniera sbagliata un meccanismo che sulla nostra costa funziona su equilibri abbastanza instabili.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Casadei. Ne ha facoltà.
CASADEI: Signor presidente, cari colleghi, un tema di grande discussione, ma anche di convergenza d'intenti è stato sin dalla fine degli anni '70, in pieno compromesso storico, la valorizzazione dei beni dello Stato. Tu, Regione e Comune, hai in essere un contratto con un privato per la concessione di un bene pubblico prezioso e remunerativo, come il demanio marittimo. Alla scadenza la legge ti impone di fare un appalto vantaggioso per i cittadini, i contribuenti, gli elettori ed invece oggi partorisci il prolungamento di quel contratto fino a vent'anni.
Mi sembra che siamo ritornati alla sola gestione statale, burocratica, delle concessioni, dando una continuità a quello che faceva il ministero: prima concedeva quattro anni, poi sei anni, oggi addirittura la Regione Emilia-Romagna vent'anni. La dignità e i diritti dei cittadini devono essere sullo stesso piano degli operatori balneari.
Si prolunga fino al 2030 senza un progetto, non individuando il valore aggiunto di innovazione e qualificazione di servizi, per esempio perseguendo l'obiettivo di avere il 20% di spiagge libere contro l'attuale 6,7% di Rimini, oppure potenziando la balneazione bonificando le aree oggetto di scarichi a mare. A Rimini c'è addirittura un'associazione, denominata “Basta merda al mare” tanto per dare un'immagine del problema esistente. Ho fatto dei casi, ma se ne possono fare tanti altri.
A tal proposito tutti quanti noi sappiamo che sono vietate nuove concessioni qualora non ci sia almeno il 20% di spiagge libere, fatte salve le modalità previste dal piano dell'arenile. In assenza di detto piano l'ampliamento delle concessioni esistenti sono fattibili previa consultazione dei concessionari delle aree demaniali. A Rimini, nelle aree di ripascimento, si rilasciano queste concessioni in deroga provvisoria, senza consultare né i concessionari dei chioschi bar, né i mosconai. È da anni che si fa questo e la Regione ne è a conoscenza perché incamera l'imposta a lei spettante. È legittimo o illegittimo, assessore?
Si deve sapere che non vale il diritto di insistenza, è così che ha ribadito pure il Consiglio di Stato per una pratica della Regione Puglia. I padri della Patria sostengono che lo Stato non è nato per infastidire la gente, ma per regolare i rapporti tra i cittadini. In presenza di più richieste e quando c'è un'offerta migliore per l'interesse pubblico rispetto a chi fino ad allora aveva la concessione, quella migliore si aggiudica la concessione. Questo è il metodo di applicare gli stessi indirizzi comunitari.
Non può esserci un rapporto eterno, indissolubile, tra la pubblica amministrazione e i privati concessionari del demanio, proprio il bene pubblico del demanio deve essere maggiormente l'argomento di discussione: demanio che è di tutti, tuo, mio, nostro, di tutti i cittadini.
Pensate ai tanti operai con un futuro da disoccupati e a quelli nelle fabbriche in crisi, anche questi potrebbero fare il bagnino o il chioschista al posto dell'attuale concessionario qualora quest'ultimo non abbia ottemperato agli obblighi...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Donini): Mi scusi, consigliere Casadei, c'è troppo brusio in aula, per cui vi invito a tenere un tono più basso o possibilmente ad ascoltare l'intervento del collega.
CASADEI: Grazie, presidente.
...qualora quest'ultimo non abbia ottemperato agli obblighi del piano spiaggia o non abbia inoltrato istanza per adempiere. Naturalmente, a parità di volontà, la concessione rimane al vecchio perché scatterà il diritto di insistenza.
Sapendo di quanto commercialmente vengono a cedersi i vari stabilimenti balneari e chioschi occorre avere un atteggiamento da buon padre di famiglia nel valorizzare il bene pubblico. Nello specifico occorre conoscere che un chiosco bar paga al demanio qualche centinaio di euro all'anno e viene commercializzato in molti casi sopra il milione di euro, così pure lo stabilimento, che paga al demanio all'anno qualche migliaia di euro e viene ceduto oltre il milione di euro.
Pensate, fino agli anni '80 uno stabilimento e un chiosco pagavano circa uguale, sui tre milioni di lire, poi, con l'applicazione delle superfici, si è avuto che lo stabilimento pagava 6 milioni e il chiosco, che aveva 200, 400 metri quadri di spiaggia, pagava 200 mila lire.
Per fare capire l'importanza e i valori che attualmente si aggirano su queste attività, l'Agenzia delle entrate ha comunicato ufficialmente l'accertamento dei redditi dei bagnini. Le mie parole sono suffragate da documenti e riviste di varie agenzie di compravendita che ho qui con me, per cui si possono vedere, vendesi spiagge, chioschi e quant'altro e lì ci sono anche i prezzi.
Per cui, ripeto, qual è l'interesse pubblico? Quanto vi sto relazionando è il riassunto di dati oggettivi e non soggettivi, per cui non sarebbe concepibile che a corrente alterna una volta Rimini è presa come esempio quale capitale del turismo e adesso, come in questo caso, non abbiamo nulla da fare scuola come pratica sul campo.
Ora parliamo della maggiorazione dell'imposta. Si individua il 35%, bene, ma il punto è: di cosa? Per cui vorrei che si chiarisse bene questo passaggio, perché vengono date delle indicazioni che possono drogare la discussione.
Tenuto conto del codice della navigazione e del relativo regolamento di esecuzione, si ha che alla Regione, rispetto al canone, determinato dal decreto legge 400 del '93, convertito dalla legge nazionale 494 del '93, l'imposta è determinata nella misura del 5% del canone, per cui si avrebbe il 35% di cosa? Del 5% del canone? Se fosse così si avrebbe, quindi, alla fine, circa il 6,65%, per cui di che cosa si sta discutendo? Perché è così l'art. 9: indica l'imposta delle concessioni relative ai beni demaniali, marittimi e forestali determinate nella misura del 5%.
Alta valenza. Così come relazionato e impostato non trova corrispondenza e ve ne do nozione. Si indica la spiaggia a fronte Grand Hotel per uso esclusivo dei clienti dell'albergo, ma il codice della navigazione vieta la concessione ad uso esclusivo e l'unico caso di esclusività è consentito nelle zone uso ospiti colonia, avallate dalla presenza di personale di sorveglianza che, dovendo accudire persone non autonome (minori, anziani, disabili), vieta una presenza promiscua.
Per tornare alla spiaggia del Grand Hotel, gli ombrelloni e il bar sono usati da tutti i turisti senza essere esclusivi clienti del Grand Hotel, è una zona come le altre per chi frequenta il litorale.
Si parla di Marina centro, dove ci sono ristoranti e sale da ballo, quindi ad uso ricreativo commerciale. Qui mi si interviene solo sulla redditività di chi ha investito e quindi lo si punisce perché ha investito per la struttura, per cui non si capisce perché il Delfinario, che fa più presenze delle altre attività, è escluso.
Allora vi faccio un altro esempio, per dimostrare che non viene individuata la potenzialità per individuare l'alta valenza. A Rivazzurra di Rimini, sul retro della spiaggia, ci sono 350 alberghi, contro i 44 di Marina centro. Non è più alta valenza Rivazzurra perché più gettonata dai turisti?
Con un bando ad appalto per l'assegnazione si risolverebbe automaticamente l'alta valenza, perché sarebbe il mercato a regolamentare le aree in funzione delle potenzialità che ogni concessione ha e di cui il gestore conosce pregi e difetti, derivanti dalle logiche dei flussi che si creano da vari fattori: accessibilità, servizi, immobili ricettivi a monte, spiaggia non vicina agli scarichi a mare per il problema della balneazione. Per cui in base al codice della balneazione non si può mai valutare una concessione in funzione alla qualità in essa realizzata, non a caso il codice parla di potenzialità, mai di redditività. La ragione è molto semplice: con la redditività si colpisce l'imprenditore che investe e quindi indirettamente si premia chi non ha mai investito.
Credo che una legge debba avere il respiro di pensare alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni.
Tentiamo di creare le condizioni di uno sviluppo del nostro territorio partendo dalle aree più pregiate e sensibili alle proposte di innovazione e le aree demaniali, oggetto di questo provvedimento, lo sono. Con questa impostazione non facciamo emergere le potenzialità, ma rivalutiamo il bene solo per i concessionari che ora, invece di plasmare il loro valore in sei anni, lo potranno sviluppare in venti e quindi aumentarne la richiesta. Non credo che questo sia interesse pubblico di cui oggi, anche se momentaneamente, siamo tutori.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Casadei.
Ha chiesto di parlare il consigliere Renzi. Ne ha facoltà.
RENZI: Questa legge affronta il tema dei canoni demaniali marittimi. La materia era regolata o è regolata dalla legge 112 del '98, che conferisce alle Regioni la gestione amministrativa del demanio marittimo, tant'è che poi la nostra Regione, la Regione Emilia-Romagna, con la legge regionale 31 maggio 2002, n. 9, ha disciplinato le funzioni amministrative in materia di demanio marittimo.
Con la finanziaria del 2007, precisamente la legge 27 dicembre 2006, si dovevano rivedere le modalità per la determinazione dei canoni relativi alle concessioni demaniali marittime. Purtroppo questo che era un impegno della finanziaria 2007 non ha ancora portato a una decisione finale, i lavori parlamentari si sono arenati con una sospensione nel giudizio definitivo in materia.
Oggi la Regione, recependo quello che era diciamo l'input con la legge 296 del 2006 di apportare modifiche in materia di canoni, ci presenta questo provvedimento che riguarda la classificazione delle aree demaniali sia ad alta valenza turistica che a normale valenza turistica, indica i comuni oggetto di questa classificazione, che sono i comuni di Ravenna, Cervia, Cesenatico, Rimini e Riccione, e poi affronta quello che è il tema più delicato di questa riforma e cioè la proroga della durata della concessione. Oggi, in base alla legislazione, dopo quella che era stata la legge del '94 che prevedeva una durata di 4 anni per quanto riguarda le concessioni, con la nuova legge, la 296 del 2006, art. 1, comma 253, si prevede che le concessioni possano avere durata superiore ai 6 anni e comunque non superiore a 20 anni, in ragione dell'entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare e sulla base dei piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo predisposti dalle Regioni. Ecco, questo è quello che letteralmente dice la legge.
Noi oggi, con questa proposta di legge, recepiamo quindi la possibilità massima di proroga della durata di concessione, fino a un massimo di anni 20, a partire dalla data del rilascio. Chiaramente la ragione sottesa a questa proroga della durata delle concessioni, che può arrivare fino al massimo dei 6 anni, è fondata sul fatto che si proceda a una riqualificazione dei nostri stabilimenti balneari, si riqualificano diciamo le aree demaniali sulla base di quelli che sono poi i piani spiaggia approvati dalle nostre amministrazioni.
Come ho già fatto presente in commissione, questa modifica della legge non tiene conto di quello che è il dibattito avvenuto in questi giorni e che ha visto rese pubbliche anche le sentenze del Consiglio di Stato in materia, sentenze del Consiglio di Stato che richiamavano quello che è l'art. 37 del codice della navigazione, dove si faceva presente che il piano di insistenza, che è sempre stato richiamato per la proroga delle concessioni, sotto certi aspetti veniva compresso al fine, proprio alla luce di quei criteri fissati dall'art. 37, di offrire maggiori garanzie di proficua utilizzazione della concessione e di richiamare, come è successo anche in un'altra Regione (qui richiamo il Friuli), la possibilità di arrivare a un esperimento della gara per consentire ad altri di poter partecipare con dei progetti di riqualificazione dell'arenile nella gestione della concessione.
Noi con questa proposta di legge abbiamo praticamente stabilito che non esistano le sentenze del Consiglio di Stato, questo è un dato di fatto. Mentre, per esempio, la Regione Friuli se lo è posto il problema, tant'è che ha detto 'dopo i 6 anni possiamo prevedere, anzi, prevediamo la possibilità dell'indizione di bandi di gara'. Io, come ho già fatto presente in commissione, mi auguro che il nostro provvedimento che oggi ci apprestiamo a votare, che vuole dare la possibilità agli attuali gestori di avere i tempi a disposizione per investire nei loro stabilimenti balneari, per procedere alla loro riqualificazione, per non - diciamo la verità - vivere solo di rendita delle attuali gestioni, una ragione ce l'ha, indubbiamente. Questa ragione esiste e la comprendiamo benissimo e così questo tempo massimo, che però vogliamo sia verificato alla luce dei piani di riqualificazione e di sviluppo. Quindi ci attendiamo che poi le amministrazioni comunali attuino la dovuta vigilanza perché questi piani di riqualificazione vengano veramente messi in opera e realizzati.
Chiaramente ci auguriamo, visto che questa legge non fa cenno a quello che è il dibattito sulla materia, che non veda poi magari il ricorso da parte di persone interessate alla gestione degli stabilimenti balneari, che potrebbero impugnare l'affidamento delle attuali concessioni.
Questo è solo un dubbio paventato che noi vogliamo fare presente e sottolineare perché ci sta a cuore innanzitutto, in seguito a questi progetti di legge, che venga perseguito il fine della riqualificazione degli arenili. Oggi noi vediamo che le amministrazioni comunali approvano i piani spiaggia con molte difficoltà, molte volte non c'è condivisione rispetto a questi piani da parte dei nostri operatori balneari, c'è una sorta di ritrosia a mettere in moto meccanismi di riqualificazione che noi riteniamo importanti. Anche per la spiaggia di Rimini è necessario procedere a quelle opere di riqualificazione che non sono più rinviabili, visto che l'assetto della spiaggia è ormai quello di 20-30 anni or sono. Abbiamo ancora, tanto per dire, le cabine in cemento sulla spiaggia, anche se non hanno più la funzionalità che potevano avere 20-30 anni or sono. Chiaramente sono richieste risorse, sono richiesti investimenti, ecco perché può essere giustificato questo periodo massimo. Teniamo però ben presente anche quella che può essere una sorta di spada di Damocle che le sentenze del Consiglio di Stato sottopongono alla nostra attenzione.
Quello che noi ci auguriamo quindi è che con questo progetto di legge si mettano in moto questi meccanismi di riqualificazione, che non si vada avanti solo con un rinnovo tout court delle concessioni; che non sia, in parole povere, un provvedimento demagogico quello che in questo momento stiamo per affrontare dando un contentino agli operatori balneari, ai titolari delle gestioni, senza chiedere veramente da parte loro una riqualificazione che è necessaria per valorizzare non solo le singole concessioni demaniali ma tutto quello che è la spiaggia, bene fondamentale affinché il turismo balneare sia sempre un fatto attraente e che ci metta sempre anche in condizione di competere con quelle che sono le altre località balneari.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Renzi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Premesso che questo atto punta a salvaguardare la conservazione di gestione di queste aree in capo a quelli che attualmente sono i gestori dei vari stabilimenti balneari, gestori che comunque si sono fortemente caratterizzati per una gestione personalizzata che ne ha fatto anche il grande valore aggiunto dell'attrattività di questa costa, personalmente avrei alcuni suggerimenti da sottoporre all'attenzione dell'assessore e anche di quest'Aula, perché questo week end l'ho dedicato a verificare, dal punto di vista applicativo, come questa legge in realtà si andrà a manifestare.
Allora, il legislatore nazionale noi sappiamo che ha attribuito, alla Regione Emilia-Romagna, il compito di determinare i requisiti con i quali andare poi a classificare la valenza turistica dei vari stabilimenti balneari, però sull'applicazione dei criteri che sono stati individuati, e lasciatemi dire anche sulla base del documento che io ho ricevuto in prima stesura, là dove oltre ai criteri sono stati anche elencati gli stabilimenti balneari che sarebbero rientrati in quella classificazione, ho l'impressione e il timore, anche se oggi il testo che noi dobbiamo approvare non contiene l'elencazione nominativa di quegli stabilimenti, che probabilmente si potrebbe ricadere in errori.
Allora mi permetto, in fase preventiva, di portare alla vostra attenzione quella che non sia poi la cronaca di uno sbaglio annunciato. A che cosa mi riferisco? Penso che laddove forse c'è stata anche un'adeguata concertazione tra la Regione e alcuni uffici demaniali locali, questo però non è avvenuto completamente in tutti i comuni. Mi spiego meglio. Parliamo del caso di Cervia o, meglio, di Milano Marittima, laddove nella piantina che era stata allegata si censivano come bagni di classe A due stabilimenti esattamente frontestanti il Palace Hotel, un hotel a cinque stelle, il quale Palace Hotel però lateralmente ha la spiaggia Palace spiaggia, oggi purtroppo non l'ho con me, ma evidenzia all'ingresso un cartello che dice “spiaggia riservata agli ospiti dell'albergo”, quindi una spiaggia riservata all'albergo. Cosa è successo però? Che secondo me è stato applicato non correttamente il criterio, perché la Regione ha censito di classe A i due bagni frontestanti l'albergo, il Bagno Dino e il Bagno Attilio - e li voglio citare perché è giusto che rimangano agli atti - divenendo questi due di classe alta, mentre il Bagno Palace ha tutta una serie di requisiti per i quali semplicemente il buonsenso e l'occhio nudo farebbe comprendere che il Palace deve essere di classe alta e i Bagni Dino e Attilio - il nome già lo fa anche comprendere - sono di valenza normale. Il fatto per cui però mi si dica che i criteri fanno pensare che l'attribuzione alla classe A debba essere riconducibile al fatto che sono frontestanti, ecco, io vorrei comunque richiamare la vostra attenzione anche a quello che è enunciato nell'articolo, laddove si descrivono i criteri. Là dove si descrivono i criteri, visto che per Milano Marittima il censimento è avvenuto ispirandosi al primo e al secondo criterio, il primo criterio dice, è quello che ha condizioni particolari di eccellenza come le spiagge in corrispondenza degli alberghi. In corrispondenza vuol dire frontestanti, obliquamente, lateralmente, poco più in là, in prossimità.
Allora attenzione perché se noi consentiremo, visto che oggi comunque andremo ad approvare un testo che non contiene l'elencazione di queste spiagge, ma comunque lo andremo a fare in futuro, io mi permetto a tutti voi di tenere presente che se continueremo a conservare nel censimento e nell'elencazione questi due bagni il buonsenso dirà che staremo facendo una cosa sbagliata e quindi che ci esporremo a breve anche ad un eventuale ricorso al TAR. Per cui raccomando a tutti di tenere presente questa osservazione.
Forse probabilmente si potrebbe anche prendere in considerazione oggi di approvare il testo legislativo e, perché no?, magari di escludere, così come abbiamo rimandato a una seconda fase le piantine, anche eventualmente rivedere la classificazione, laddove si spiegano i criteri generali per attuare la classificazione.
C'è un altro aspetto che non mi è chiaro, assessore, là dove non si dice nulla, per esempio, circa l'eventuale e successiva modificazione di alcuni stabilimenti, visto che andremo a censirli - e, se non oggi, successivamente -, oggi censiti a normale valenza turistica di classe B, che poi nel tempo, per esempio, assumono le caratteristiche di classe A o perché retrostanti, o vicini, o in prossimità s'insediano degli alberghi a cinque stelle, quindi che cosa succede nell'eventualità che determinate aree assumano la caratteristica di essere di valenza A. Cioè secondo me oggi nulla si dice circa l'eventuale e successiva modificazione delle aree che oggi sono di classe B e che potrebbero poi nel tempo essere, per effetto di una metamorfosi personale o circostante, riconducibili alla classe A.
E poi c'è un altro aspetto che secondo me è bene che noi teniamo presente, forse perché me ne sono resa conto domenica andando a mangiare in uno di questi stabilimenti che proprio quest'anno ha rinnovato tutta la sua struttura. Io ho notato, assessore, che nella relazione alla legge si dice a un certo punto: “Si è quindi ritenuto opportuno adeguare la legislazione regionale alle disposizioni adottate dal legislatore statale, prevedendo la possibilità”...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Donini): Consigliera Noè, lei ha ragione.
Scusi un attimo, consigliera Noè. Si è già fatta giustizia da sola, però aggiungo anch'io la mia voce...
NOÈ: Ho già provveduto.
PRESIDENTE (Donini): Sì, mi sembra davvero giusta.
È davvero fastidioso il rumore retrostante, in prossimità, laterale, è un po' come i bagni posizionati rispetto agli alberghi.
NOÈ: È la prossimità, è il concetto di prossimità che dobbiamo chiarire.
Dunque, “prevedendo la possibilità di chiedere un più lungo periodo di durata della concessione, fino a 20 anni”, attenzione, poi dice: “in presenza di un piano di investimenti mirati alla riqualificazione dei servizi offerti sull'arenile demaniale marittimo”. Giusto, ci può stare, ma visto che poi nel dispositivo la legge non lo dice chiaramente, nel secondo articolo, perché dice la proroga della durata della concessione fino a un massimo di 20 secondo quanto previsto, e così via, allora, come ci comportiamo nei confronti di chi ha già riqualificato il proprio stabilimento? A chi l'ha riqualificato quest'anno, l'anno scorso o non so fino a quale arco temporale passato concederemo comunque la possibilità di ottenere la proroga? Credo che anche da questo punto di vista noi dovremmo fare chiarezza, perché se è vero che noi subordiniamo la proroga a chi farà degli interventi di riqualificazione, dobbiamo comunque anche giustamente prevedere chi l'ha fatto oggi, ieri o ieri l'altro. Così come siamo stati parsimoniosi nell'individuare dei criteri, ecco, credo che alcuni criteri siano stati un po' approssimativi e in alcuni casi forse possano essere di dubbia interpretazione.
Vorrei concludere dicendo che di per sé io ho un atteggiamento positivo alla volontà di questa legge laddove si ripropone di mantenere il modello esistente della gestione della costa romagnola, che è un grande vanto perché basta andare già nelle Marche dove per poter utilizzare alcune aree e in alcuni stabilimenti, solo per passare, si deve sempre e comunque pagare, mentre invece in funzione di un accordo che si adotta in Romagna si può entrare e stare nella spiaggia anche davanti, poi si possono utilizzare anche i servizi che vengono messi a disposizione dagli stabilimenti. Quindi, laddove questa legge si ripropone di prorogare un modello che ha funzionato io sono d'accordo, però mi preme riscontrare da parte di questa Giunta, dell'assessorato e, perché no?, anche dei colleghi, perché, ripeto, in alcuni passaggi è una questione di buonsenso, e verificare da parte vostra la disponibilità alla massima attenzione nella sua applicazione perché, così com'è formulata, la legge non vada a creare delle ingiustizie che si presterebbero poi sicuramente ad interventi del TAR che i soggetti coinvolti oggi presumibilmente pensano di rivendicare.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliera Noè.
A questo punto chiudiamo la discussione generale con l'intervento dell'assessore Pasi, al quale do la parola.
PASI, assessore: Questa vicenda dei canoni demaniali in realtà, come qualcuno ha già detto, è estremamente complessa e ha una storia che comincia ormai diversi anni fa, con un'ipotesi che venne avanzata allora dal Governo di quadruplicare i canoni demaniali stessi. Questa vicenda poi procede, diciamo così, con successive approssimazioni, fino alla legge 296 del 2006, vale a dire la legge finanziaria del Governo Prodi, che in qualche modo sistematizza la questione, anche se in modo non del tutto soddisfacente. Tant'è vero che noi in materia di questioni di pertinenza e di beni incamerabili dallo Stato abbiamo dovuto eseguire, diciamo così, una operazione preventiva per definire quali erano, secondo noi, i soggetti che potevano essere definiti pertinenze, perché la dizione che presenta la legge non era sufficientemente precisa. Per cui c'è già in opera una parte delle concessioni che sono appunto considerate pertinenze, sono un po' meno di 30 nella nostra regione, e sono soggette al pagamento del canone in base alla loro effettiva redditività, così come stabilito. Tutte le altre concessioni sono da considerarsi, come dire, non incamerabili e quindi stiamo parlando di concessioni normali, non di pertinenze.
Quindi noi agiamo in questo progetto di legge in due ambiti che vi prego di tenere in considerazione. Il primo ambito consiste in questo: noi stiamo parlando di demanio della Stato, di uso turistico di demanio dello Stato ed è lo Stato che ha riservato a sè stesso la potestà di determinare i canoni stessi. Quindi, quando rileviamo che eventualmente il canone è inadeguato, teniamo presente che il luogo in cui questo canone può essere adeguato è l'ambito nazionale e noi non abbiamo nessuna facoltà in questo ambito. Esiste, devo dire, una proposta interessante, che è stata avanzata dal direttore dell'Agenzia del demanio al Senato, di trasferire alle Regioni la competenza completa delle funzioni di controllo e determinazione dei canoni demaniali. Qualora questo avvenisse, noi ci predisporremmo a definire i canoni, ma noi in questo ambito agiamo solo su quelle che sono le competenze che ci sono state affidate dalla legge 296 del 2006 e agiamo strettamente in quell'ambito, cioè solo nell'ambito di quanto determinato in quella legge finanziaria.
Cosa facciamo sostanzialmente? Primo: dobbiamo procedere alla classificazione delle aree in concessione demaniale, perché così ci dice la legge finanziaria e perché così dice anche un atto nostro, della Regione, che stabiliva che noi avremmo provveduto entro il 31 dicembre del 2008. Noi non abbiamo provveduto perché a dicembre del 2008 venne siglato un protocollo tra tutte le categorie del demanio, il Governo e le Regioni tutte, che stabiliva diversi criteri molto più precisi, devo dire. Si trattava di una classificazione in tre fasce - A, B e C - e di una definizione più precisa per quello che riguarda anche alcune questioni che sono state trattate qui, cioè venivano chiarite in modo definitorio.
Quel protocollo, di cui noi abbiamo atteso la trasformazione in legge, non è stato trasformato in legge, è stato presentato come emendamento due volte nei due rami del Parlamento, sia alla manovra economica che al cosiddetto “decreto milleproroghe”; in entrambi i casi, quindi, per quattro volte alla fine, quell'emendamento è stato respinto dal Governo e quindi quel protocollo sottoscritto dall'allora sottosegretario Brambilla è rimasto lettera morta. A questo punto noi ci troviamo nella necessità, per applicare la legge 296 del 2006 - questa è la priorità che non può essere assolutamente elusa - di procedere alla classificazione. Qualora non procedessimo alla classificazione, lo dico anche per vostra informazione, si potrebbero profilare ipotesi di danno erariale, cioè qualcuno potrebbe dire che noi stiamo non ottemperando al compito di incamerare dei beni dello Stato. Noi dobbiamo procedere alla classificazione in alta valenza turistica e in normale valenza turistica.
Questo dato che, diciamo così, è essenziale, naturalmente arriva alla sua conclusione dopo una discussione con le categorie, ma anche dopo un'analisi dei territori che ci stanno vicino, perché il fatto che due Regioni confinanti con le nostre spiagge, come il Veneto e le Marche, abbiano già provveduto alla classificazione ci pone naturalmente dei problemi, perché se nel caso del confine nord abbiamo un fiume abbastanza consistente al confine, sicuramente nella zona sud, tra Gabicce e Cattolica, il confine è un po' più tenue e quindi la vicinanza e per certi aspetti anche l'analogia è un elemento di cui tenere conto. Allora, per questo noi nella classificazione abbiamo deciso di adottare un criterio del tutto analogo a quello adottato dal Veneto, provvedimento adottato mesi fa e che non è stato impugnato da nessuno, per intenderci. Il criterio è quello che avete trovato in descrizione ed è quello di ancorare l'alta valenza turistica alla particolare eccellenza della spiaggia che è in corrispondenza ad alberghi di alta qualificazione. Quindi, ci basiamo su un presupposto oggettivo: chi è davanti ad un albergo a 5 stelle, così come ha fatto il Veneto, noi lo classifichiamo in alta valenza turistica. Così come classifichiamo un secondo criterio, che è quello, come dire, di classificare casi molto particolari, che durano tutto l'anno, che hanno diciamo utilizzi plurimi, come essere contemporaneamente una discoteca, un ristorante e una concessione di spiaggia. È il caso del “Marano” a Riccione per intenderci, è il caso di alcune aree anche a Marina Centro a Rimini che hanno un utilizzo non precisamente e squisitamente balneare, eccetera.
Però noi qui non stiamo ancora facendo l'individuazione che faremo con l'atto successivo, così come altri elementi che andremo a determinare negli atti successivi. Noi qui stiamo stabilendo dei criteri; criteri che, ripeto, ci portano a una classificazione in due fasce abbastanza in sintonia con quella dei nostri confinanti, elemento che io terrei in considerazione.
Infine, con questa integrazione alla nostra legge regionale noi operiamo altre due operazioni: una, noi portiamo l'imposta sul canone - ci tengo a ribadirlo - usando una facoltà che ci dà la finanziaria, quindi noi non possiamo modulare il canone, perché il canone lo modula lo Stato, la finanziaria ci dice che noi possiamo eventualmente applicare sul canone dello Stato una percentuale che siamo liberi di determinare, ma è una percentuale sul canone determinato dallo Stato. Se questo sia equo, congruo, è un altro paio di maniche, sono loro che lo devono determinare, noi possiamo applicare una percentuale. Noi decidiamo, come Regione Emilia-Romagna, di portare a questa percentuale un aumento significativo, perché attualmente l'imposta è del 5%, che noi destiniamo ai Comuni nella misura dei 4/5, di fronte a questo prendiamo una decisione politica, che abbiamo discusso anche con le categorie interessate e con l'approvazione delle categorie interessate.
Qual è questo criterio che andiamo ad applicare? Noi facciamo un'operazione che porta al 30% l'imposta a favore della Regione, il 5% rimane ai Comuni, quindi un'imposta complessivamente del 35% di cui noi tratteniamo il 30. Come sapete, noi non possiamo mettere vincoli in entrata, quindi non possiamo scrivere nel bilancio vincoli per entrate. Sono entrate per la Regione con un impegno politico: noi tutti gli anni abbiamo spese rilevanti per il ripascimento e il ripristino del bene su cui si svolge l'attività di balneazione. Vi ricordo che per la tipologia che ha assunto il nostro turismo la spiaggia è diventata il bene primario, proprio perché diminuisce il periodo di permanenza dei turisti, limitato al week end o a week end lunghi, la gente rimane sempre di più sulla spiaggia e quindi il valore competitivo e il servizio che viene offerto sulla spiaggia diventa un elemento fondamentale della competizione, allora noi prendiamo l'impegno politico - il consigliere Lombardi chiedeva di ribadirlo, io lo ribadisco - di destinare quanto proviene da questo aumento al ripascimento al ripristino del bene spiaggia. Quindi, preciso anche questo: siccome la quantità di imposta che preleveremo non sarà sufficiente, dovremo aggiungere delle risorse, come facciamo sempre, per la manutenzione di una risorsa essenziale del nostro turismo; e mi pare importante che ci sia un accordo su cui la categoria si impegna a contribuire, quindi con uno spirito costruttivo, a questo obiettivo.
Terzo e ultimo aspetto: noi facciamo un altro passaggio, che è dei più complessi. Ci avalliamo di un'altra facoltà che ci viene data dalla legge, nell'ambito della legge finanziaria 2006, e cioè prolunghiamo i canoni delle concessioni fino al massimo consentito dalla legge, che è vent'anni. Vale a dire che chi oggi ha una concessione di cinque anni può arrivare fino a quindici, eccetera. Quindi, non c'è un rinnovo delle concessioni, c'è un prolungamento della durata della concessione.
Questo, ovviamente, è un elemento, come dire, altrettanto importante della questione, io sono convinto che intanto il principio, diciamo così, della messa a bando non è un principio che garantisca chissà quali criteri di maggior concorrenza, perché laddove è stato attuato abbiamo avuto fondamentalmente un passaggio a grandi proprietà e al biglietto d'ingresso. Questo è il punto.
Noi invece abbiamo una tipologia di spiaggia basata sulla piccola proprietà e sul libero accesso e sono convinto che questa condizione faccia parte del nostro modello turistico e non debba essere cambiata, perché l'altro modello, quello diciamo della costa toscana, non mi sembra augurabile. Però le cose bisogna dirle per come sono, insomma, e quindi il prolungamento della concessione non è una cosa che non ha niente a che vedere con il nostro modello di turismo.
Naturalmente è vero, e rispondo alle domande che sono state fatte, che il prolungamento avviene a fronte di un piano di investimento ed è giusto che sia così ed è giusto che riguardi il futuro, non il passato. Deve riguardare per forza il futuro, perché se uno chiede che la sua concessione, che scade fra due anni, scada invece fra diciotto o fra sedici o fra quindici, deve presentare un piano di investimenti per i prossimi quindici anni, altrimenti non avrebbe motivazione di chiedere il prolungamento. La motivazione del prolungamento è il suo piano di intervento, è del tutto evidente che è così. Naturalmente la nostra legge rimanda ad un successivo atto di Giunta in cui noi andremo a determinare quali sono le condizioni di valutazione di questi progetti e con cui andremo a definire quali sono i criteri per cui i piani di investimento vengono valutati, cioè insistendo sulla concessione bisogna dire qual è la motivazione per prolungarla.
Ho portato in campo - sto finendo - questo motivo dell'insistenza perché questo tema, che è stabilito dalla legge italiana, il diritto di insistenza attualmente in vigore, provoca continuo contenzioso con quanti sostengono che è automatica la messa a gara, perché attualmente la legge italiana stabilisce il diritto di insistenza e quindi una sorta di eternità della concessione se uno tutte le volte ribadisce la propria domanda.
Noi stiamo agendo su una materia che ha un livello di conflittualità e di confusione, per cui agiamo solo su una parte e ci auguriamo che finalmente si possa riprendere il tema del protocollo che avevamo sottoscritto, per mettere un po' di armonia in un settore che effettivamente ha delle contraddizioni. La contraddizione più evidente è quella tra, diciamo, il canone versato e la redditività che producono le concessioni stesse, però noi ci siamo mossi in una direzione finora inesplorata, non è che sia frequente, diciamo così, portare, sia pure dilazionandolo al tempo in cui sarà possibile in base al patto di stabilità e in base eventualmente a modificazioni legislative, un considerevole aumento della quota che viene versata sia pure con la nostra percentuale d'imposta. Credo che abbiamo ottenuto un risultato sufficiente.
Va bene, ho concluso. Credo che ci sia bisogno di procedere immediatamente, alcune delle questioni che sono state legittimamente sollevate riguardo alla questione di come andiamo ad individuare le aree saranno oggetto della delibera successiva, in questo momento indichiamo i criteri. È del tutto evidente però che non possiamo non applicare il criterio a seconda dei casi. Il criterio che abbiamo stabilito dell'alta valenza turistica in corrispondenza degli insediamenti di maggiore pregio è il criterio che regge tutta la delibera, altrimenti dovremmo agire in tutti i comuni in deroga. Quindi, il criterio non è un criterio neutro, è un criterio che, come ho detto, valuta l'aspetto dell'essere in corrispondenza, valuta l'aspetto dell'uso esclusivo, cioè quando la spiaggia, e non è vero che non esiste, è ad uso esclusivo dei clienti dell'albergo, questi criteri dovranno essere valutati.
Ripeto, saranno oggetto nello specifico di un successivo atto, noi adesso ci limitiamo però a procedere, come è doveroso, perché, lo ripeto, i procedimenti per danno erariale sono alle porte e quindi la classificazione in A e B deve essere fatta ora.
Ci auguriamo naturalmente, e ho finito davvero, che questo aspetto possa essere risolto organicamente e su questo possiamo tornare. Noi possiamo rifare la classificazione ogni volta che lo riteniamo, ogni volta che riterremo di doverla adeguare a come si modificano le cose. È un elemento che valuteremo in base anche all'evoluzione dei fatti; naturalmente, ripeto, ci auguriamo di poterlo fare in un quadro legislativo nazionale un po' più armonico, ma nulla vieta che noi torniamo sulla questione quando ne ravvisiamo la necessità, anche per correggere eventuali imprecisioni. Nessuno qui pensa di avere la bacchetta magica o di fare degli atti perfetti, può darsi che alla prova dei fatti si verifichi che ci sono degli aggiustamenti da portare e in questo caso li apporteremo.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Pasi.
A questo punto iniziamo l'esame dell'articolato.
La proposta di legge è costituita da tre articoli e sono stati presentati durante la discussione generale tre emendamenti: uno a firma del consigliere Lombardi e due a firma della consigliera Noè.
Articolo 1.
Su questo articolo insistono gli emendamenti 2 e 3, entrambi a firma della consigliera Noè. Gli emendamenti riguardano due proposte di modifica all'allegato A.
Apro la discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Faccio una discussione unica sui due emendamenti. Mi permetto di segnalare semplicemente laddove si specifica, in corrispondenza del Comune di Riccione, in cui si fa riferimento a 3 zone interessate alla nuova classificazione, e mi preme far presente che però rispetto alla precedente cartografia il numero era 4...
PASI: La cartografia non c'è.
NOÈ: Ecco, perfetto. Preferivo comunque farlo presente...
(interruzione dell'assessore Pasi)
PRESIDENTE (Donini): Scusi, assessore, la prego di non interrompere.
NOÈ: È per questa ragione che io chiedevo di cassare la precisazione 3 e quindi dal momento che non abbiamo la piantina, siccome ricordo che ce ne erano 4...
E poi laddove si fa la precisazione di Alba, accanto a Marano, nel punto E1, credo che sia sufficiente l'indicazione della località Marano, perché proprio mi risulta essere la località che ricomprende le aree interessate, anche perché un'ulteriore località rischierebbe di coinvolgere un'area che arriva fino al porto.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di parlare il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Solo per dire che si potrebbe togliere la specificazione per comune e lasciare i criteri, di modo che poi i criteri vengano applicati secondo quello che sta scritto e quindi non più in base alle cartine che sono contenute nell'allegato...
(interruzioni)
Sì, cioè lasciare i criteri.
PRESIDENTE (Donini): Scusate un attimo.
Scusi se interloquiamo, consigliere Piva, perché stiamo facendo l'articolato di una proposta di legge, per cui lei sta formulando che cosa? Un'opinione sugli emendamenti, perché ormai non è possibile...
(interruzione del consigliere Piva)
Allora, un subemendamento va scritto e, dato che lei è il relatore, può presentarlo in quanto relatore, però il subemendamento è chiaro che si deve appoggiare su uno dei due emendamenti presentati dalla consigliera Noè.
(interruzioni)
Allora, facciamo in questo modo: sospendiamo momentaneamente l'esame dell'art. 1 e dei relativi emendamenti, procedendo all'esame dell'art. 2.
Articolo 2.
Su questo articolo insiste l'emendamento 1, a firma del consigliere Lombardi.
Apro la discussione generale sull'art. 2 e sull'emendamento.
Nessuno chiede di intervenire in discussione generale, pertanto chiudo la discussione generale e apro le dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma del consigliere Lombardi.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 2 è approvato.
Articolo 3.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 3 è approvato.
Riprendiamo l'esame dell'art. 1.
Il relatore al progetto di legge, consigliere Piva, ha presentato un subemendamento all'emendamento 3, presentato dalla consigliera Noè. La consigliera Noè proponeva con l'emendamento 3 di sopprimere il riferimento alla località Alba, il subemendamento del consigliere Piva estende questa richiesta ad ogni riferimento territoriale nell'allegato A.
A questo punto eravamo in discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire in discussione generale, chiudo la discussione generale per aprire le dichiarazioni di voto sull'articolo e sugli emendamenti.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 4, a firma del consigliere Piva.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): Il subemendamento è approvato.
Con l'approvazione del subemendamento 4, l'emendamento 3, a firma della consigliera Noè, risulta assorbito.
Passiamo all'emendamento 2.
(interruzioni)
D'accordo. Scusate, colleghi, è assorbito anche l'emendamento 2 della consigliera Noè.
Consigliera Noè, non si può aprire un dibattito, siamo in fase di votazione, colleghi.
NOÈ: Chiedo la parola.
PRESIDENTE (Donini): Le ricordo che siamo in procedura di voto.
Prego, consigliera Noè.
NOÈ: Quando da parte sua, presidente, c'è stato il richiamo all'emendamento presentato dal collega in realtà assorbiva anche il mio emendamento, si faceva riferimento all'emendamento n. 2, laddove io facevo riferimento all'aspetto numerico. Nell'emendamento n. 3, dove io chiedo, nell'individuazione dell'area riccionese, la specifica Marano-Alba e quindi di togliere Alba, questa è un'altra cosa.
PRESIDENTE (Donini): Consigliera Noè, con il subemendamento, che ricordo l'Aula ha approvato, abbiamo tolto anche Marano. Sono stati tolti tutti i riferimenti alle località.
NOÈ: Sono stati tolti i riferimenti numerici?
PRESIDENTE (Donini): Tutti i riferimenti alle località.
NOÈ: Abbiamo parlato di riferimenti numerici degli stabilimenti in capo ad ogni comune. Tutto?
PRESIDENTE (Donini): Tutto.
NOÈ: Ok.
PRESIDENTE (Donini): Ogni riferimento, il senso del subemendamento del relatore Piva è così, quindi sicuramente quello riferito al suo emendamento 3 è superato dal subemendamento approvato. La spiegazione che è stata fornita mi porta appunto a dichiarare che anche il secondo dei suoi emendamenti è assorbito dall'approvazione del subemendamento.
A questo punto, passiamo all'art. 1.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1 come emendato.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 1 è approvato.
Abbiamo terminato l'esame dell'articolato. Apro le dichiarazioni di voto sull'intero testo di legge.
Se nessun consigliere chiede di intervenire per dichiarazione di voto, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
37
Assenti
13
Favorevoli
25
Contrari
1
Astenuti
11
PRESIDENTE (Donini): Proclamo approvata la legge riguardante "Modifica della legge regionale 31 maggio 2002, n. 9 (Disciplina dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo e di zone di mare territoriale) in attuazione della legge 27 dicembre 2006, n. 296".
OGGETTO 4582
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari, Borghi, Mezzetti, Bortolazzi, Piva, Nanni, Delchiappo, Guerra e Zanca: «Norme per la promozione e la valorizzazione dell'amministrazione di sostegno, istituto previsto dalla legge 9 gennaio 2004, n. 6» (96) (Relazione e discussione)
PRESIDENTE (Donini): Il testo, che è il n. 1/2009, è stato licenziato dalla Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali nella seduta del 15 luglio 2009.
La relatrice, consigliera Ercolini, ha fatto riserva di chiedere l'autorizzazione alla relazione orale.
A questo proposito vedo che il presidente della commissione, consigliere Piva, chiede la parola perché avanzerà una proposta per risolvere il tema della sostituzione in Aula della relatrice, che è assente giustificata oggi.
Prego, consigliere Piva.
PIVA: Solo per giustificare l'assenza della relatrice, collega Ercolini.
Dopo aver consultato l'Ufficio di Presidenza della commissione, propongo la sostituzione della relatrice oggi con il consigliere Gianluca Borghi.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Piva.
Questa comunicazione di per sé è indicativa per l'Aula, che non deve votare nulla al proposito, se non la richiesta di autorizzazione per svolgere in forma orale la relazione.
Occorre il voto favorevole di 2/3 dei consiglieri presenti.
Ai sensi dell'art. 80, comma 7, del Regolamento interno, procediamo alla relativa votazione mediante dispositivo elettronico.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Donini): Comunico ora il risultato della votazione:
Presenti
31
Assenti
19
Favorevoli
31
Contrari
--
Astenuti
--
L'autorizzazione alla relazione orale è accolta.
Prego, consigliere Borghi, a lei la parola per svolgere la relazione.
BORGHI, relatore: Il provvedimento che noi oggi andiamo a discutere, e spero ad approvare con il consenso dell'Aula, che già mi pare si sia prodotto nella discussione in commissione, è un provvedimento che va a rendere completamente efficace una legge che fu approvata nel 2004, la legge n. 6 del 2004, che ha modificato radicalmente il sistema di protezione della persona priva di autonomia, la legge nazionale che andò ad istituire il cosiddetto amministratore di sostegno.
Un provvedimento importante quello assunto dal legislatore nazionale, che è andato a tutelare la fascia di popolazione più debole, soprattutto quei soggetti che, pur mantenendo una parte della propria autonomia, non sono tuttavia in grado di gestirsi completamente ed autonomamente da soli. Un progetto che ha risolto molti problemi pratici, che complicavano la vita delle famiglie, snellendo una situazione difficile, snellendo una situazione asfittica anche dagli istituti per l'interdizione e la inabilitazione previsti dal vecchio codice. Uno strumento, quindi, quello assunto dal legislatore nazionale, ormai cinque anni fa, flessibile, gratuito, un passaggio di qualità importante a favore della tutela delle persone, specialmente nel caso in cui, appunto, ci sia carenza di familiari in grado di occuparsene.
E in qualche modo, per sintetizzare un giudizio che riguarda quel provvedimento, faccio mie le parole del presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuliano Vassalli, che ha definito quel provvedimento, appunto, la legge 6 del 2004, uno strumento, una legge di progresso sociale umanitario, una legge di autentico rispetto per le persone non del tutto sufficienti a sopperire i propri interessi e di promozione della loro dignità. Quindi, a questo quadro di riferimento importante, molto significativo, che è stato anche frutto di un lavoro importantissimo svolto dall'associazionismo, dalle organizzazioni sindacali nell'intero territorio nazionale, noi oggi andiamo in qualche modo ad aggiungere, in modo assolutamente concreto e esaustivo rispetto alle competenze regionali, alcuni riferimenti che potranno rendere pienamente efficace quella previsione legislativa. Alcuni riferimenti che partendo dall'interesse della Regione, e non sono a questo proposito assolutamente superflui i richiami nel provvedimento in oggetto al quadro di riferimento regionale rispetto alle politiche e agli interventi di welfare, andrà, appunto, ad aggiungersi a quel quadro di riferimento per far sì che, nelle more delle proprie competenze, la Regione sostenga ulteriormente la diffusione e la promozione della figura dell'amministrazione di sostegno.
In che modo, allora, noi andiamo ad intervenire? Con la valorizzazione, con il raccordo forte e significativo degli enti no profit ai fini dell'applicazione delle misure per l'amministratore di sostegno e quindi utilizzare le loro competenze per venire incontro alle esigenze dei disabili, delle loro famiglie, che, appunto, non possono assicurare il necessario, il doveroso aiuto ai familiari stessi.
Vorrei dire in qualche modo che da questo punto di vista le previsioni che nascono anche in questo caso da esperienze molto concrete e attive sul territorio dell'Emilia-Romagna vanno a definire per l'ennesima volta una dimensione possibile ed alta della sussidiarietà, nella quale, appunto, questi enti, queste organizzazioni trovano nelle istituzioni un sostegno e reciprocamente le istituzioni sanno di poter contare sulla presenza capillare, diffusa, delle stesse associazioni per riuscire a convogliare il più possibile esperienze, disponibilità volontarie per far fronte, appunto, alla figura dell'amministrazione di sostegno.
E, ancora, il nostro provvedimento...
(brusio in aula)
Presidente, io continuo a parlare ma è molto difficile.
(interruzioni)
Va bene.
PRESIDENTE (Donini): Scusi, consigliere.
BORGHI: Tutto perfetto.
L'organizzazione anche in collaborazione con gli enti locali, con i servizi sociali, come dicevo, di veri e propri corsi di formazione che potranno essere, dovranno essere mirati agli aspiranti amministratori di sostegno, al fine di promuovere la conoscenza e l'approfondimento di questo nuovo istituto.
A questo proposito voglio dire, e lo citavo precedentemente questo fatto, che non nasce dal nulla, abbiamo già esperienze significative che potranno venirci in aiuto. Penso alle esperienze che il Centro servizi di volontariato, in strettissima collaborazione con l'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Bologna, ha ormai da alcuni anni già promosso, corso che ha portato alla disponibilità di decine di persone, che in tal senso, quindi, si sono rese disponibili a svolgere questo ruolo importantissimo di amministratore di sostegno. Penso, ad esempio, anche a quanto fatto da alcune Province, in particolare quella di Parma, che ha precorso i tempi istituendo un vero e proprio registro provinciale, assumendosi competenze forse non descritte, ma che utilmente hanno portato anche in quel caso ad una responsabilità significativa che per decine di persone si è poi rivolta concretamente ad un aiuto, ad un mettersi a disposizione dei bisogni di altrettante persone in situazioni di incapacità. E, ancora, rispetto al nostro provvedimento, mi pare significativo il raccordo che è descritto, in particolare all'art. 3, raccordo che partendo dalle funzioni di coordinamento e di monitoraggio della Regione Emilia-Romagna, inevitabilmente, essendo di nomina dell'autorità giudiziaria quella, appunto, della figura dell'amministratore di sostegno, andrà, anche attraverso nuove forme di coordinamento, ma del tutto possibili, del tutto praticabili, del tutto coerenti con la strumentazione in essere in questa Regione, a partire dalla Conferenza sociosanitaria fino ai Piani sociali di zona, dicevo, appunto, un raccordo con le autorità giudiziarie che, informalmente coinvolte nella redazione di questo provvedimento legislativo, penso di poter dire, anzi sicuramente, attendono con sicuramente un atteggiamento molto positivo che questa nostra Regione possa sostenerli nell'andare ad individuare con certezza, con la responsabilità che è propria del loro ruolo ma anche della necessità di corrispondere in tale senso positivamente verso le persone incapaci di intendere e di volere, amministratori di sostegno davvero in grado di svolgere quel compito, quel compito importantissimo e gratuito che, come già dimostrato, ha prodotto cambiamenti importanti e significativi.
Presidente e colleghi, per concludere, ci rivolgiamo a persone indebolite, persone in difficoltà che, anche pur non avendo patrimoni cospicui diversificati, pur non avendo relazioni sociali, giuridiche ed economiche articolatissime, ogni giorno debbono intrattenere, magari in condizione di difficoltà permanente o temporanea, rapporti con il locatore, con la banca, con la posta, con il fisco, con l'Inps, con l'Inail, con il Comune e così via, rapporti che alle volte sono difficili da gestire anche per persone che non si trovano in condizioni di difficoltà.
Ecco, allora, trascurando queste esigenze quotidiane individuali si crea, si potrebbe creare una necessità collettiva straordinaria e invece con la congrua definizione, la congrua indicazione, anche in condizioni come queste, di amministratori di sostegno capaci, responsabili, gratuiti nei confronti delle persone per le quali andranno a svolgere questo delicatissimo compito, noi riusciremo a completare con un riferimento regionale il quadro nazionale, ma in qualche modo anche a migliorare la qualità della vita di queste persone, non necessariamente anziane, e delle loro famiglie, rispondendo attraverso la figura dell'amministratore di sostegno, appunto, ad una responsabilità che, certo, in quel caso sarebbe individuale e particolare, ma che, di fatto, si definisce in modo collettivo e comunitario.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Borghi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mezzetti. Ne ha facoltà.
MEZZETTI: Come diceva il collega Borghi, questa proposta di legge che auspichiamo sia approvata fa riferimento ad una legge nazionale i cui pregi egli ha già indicato sufficientemente.
Purtroppo, come spesso è avvenuto e continua ad avvenire nella tradizione politica e legislativa di questo nostro Paese, alla conquista di norme e di leggi audaci ed innovative spesso non corrisponde un'altrettanta sollecita produzione legislativa coerente e conseguente, con il risultato, dunque, di vanificare in parte o in toto l'avanzamento conseguito o, ancor peggio, di delegittimarne il valore e l'efficacia. Così è stato, ad esempio, successivamente al superamento dell'istituzione manicomiale, allorquando il legislatore si è rivelato inadempiente in relazione ai problemi conseguenti agli effetti di quelle norme, nello specifico quello relativo ai rapporti privatistici.
Per inciso quella legge, la 180, ha rappresentato una delle principali conquiste di una stagione ancora troppo sottovalutata dal punto di vista di una produzione legislativa avanzata, frutto dell'azione di movimenti politici e culturali in grado di incidere nelle scelte dei legislatori.
Questo limite si è registrato all'interno di una cornice politica e sociale in cui non si è combattuta fino in fondo, e dunque non si è vinta ancora, la battaglia culturale avviata dal compianto Basaglia, tesa a sottrarre il malato psichico ad un immaginario collettivo che lo ha sempre assegnato ad un'idea, l'ha sempre voluto come un individuo pericoloso a sè stesso e agli altri e perciò portatore di pubblico scandalo, con la conseguenza di un drastico isolamento dei disabili psichici da ogni contatto sociale e una loro fattuale esclusione dalla comunità.
L'interdizione o l'inabilitazione altro non sono state che contemporaneamente cause ed effetto di questo impianto culturale ed è di fronte a questo scenario che interviene la legge 6 del 2004 e non ha fatto altro che, con grande ritardo, ma meglio tardi che mai, recuperare lo spirito dell'azione di Franco Basaglia, restituendo soggettività al disabile psichico, di qualunque natura, e aprendo però una prospettiva interessante nel momento in cui il percorso introduce una prerogativa soggettiva, di rango costituzionale, definibile come diritto generale al sostegno. E seppure concepita principalmente per rispondere a difficoltà dei portatori di disturbi psichiatrici, il suo rivolgersi a tutti coloro che presentano aspetti di vulnerabilità e sono fragili nei confronti della società civile a causa della loro salute, fa di questa legge una risposta generale e normale ai problemi posti dal disagio e dalla debolezza individuale. Contemporaneamente però propone anche alla comunità, nelle sue diverse articolazioni, un nuovo ruolo, potenzialmente molto attivo e responsabilizzante, di raccordo tra la sfera privata dell'individuo e quella pubblica dei servizi e delle istituzioni.
La legge nazionale, quindi, del 2004 chiama alla sua applicazione ragionevole, adeguata e sostanziale una serie ben più ampia di soggetti rispetto all'amministratore e all'amministrato e ne risultano coinvolti di conseguenza giudici tutelari, operatori dei servizi pubblici, organizzazioni di volontariato, come indicava il collega Borghi, così come sono chiamati a nuove responsabilità altre professioni giuridiche: medici legali, istituzioni e loro rappresentanti.
Il salto di qualità, che successivamente alla legge andava introdotto, doveva essere rappresentato dal superamento di un approccio settoriale disomogeneo, non sempre legato ad un convincente trait d'union degli interventi legislativi in favore dei soggetti deboli. Penso alla disciplina, ad esempio, sul collocamento obbligatorio, che oggi qualcuno vuole rimettere in discussione, alle normative sull'handicap, alle disposizioni a favore dei non vedenti, a quelle sulla tutela dell'infanzia e a tanto altro. Bisognerebbe, dunque, procedere ora ad una sistemazione organica del diritto, una sorta di carta dei diritti delle fasce meno fortunate, dando vita ad un pacchetto di norme caratterizzato da sistematicità ed organicità, volto a rendere ciascuno diverso, meno diseguale rispetto agli altri consociati nella società nella conduzione della vita quotidiana.
Quello che ci accingiamo domani ad approvare, io auspico, risponde all'esigenza che qualcosa però si può fare da subito dal punto di vista operativo ed attuativo delle norme vigenti, come, appunto, attivare anche un percorso unitario, dando vita a tavoli istituzionali ad ogni livello territoriale, atti a coordinare gli interventi ed il monitoraggio costante dell'applicazione delle leggi in materia e a promuovere anche la formazione, come previsto dall'art. 3 della legge nazionale. Ecco perché è auspicabile che questa norma venga successivamente articolata anche sul territorio.
E infine una riflessione di carattere politico e culturale, atta a riflettere, a confrontarci sul fatto che la crescente applicazione in questi tre anni della legge istitutiva dell'amministratore di sostegno ha reso maturi i tempi per un progetto abrogativo dell'interdizione e dell'inabilitazione, fondandosi sulla convinzione che si è fatto spazio alla concezione della persona quale essere dotato in partenza di piena capacità d'agire, salva la possibilità di fare luogo ad una incapacitazione funzionale, circoscritta, depersonalizzata. Ma contemporaneamente, invece, c'è chi oggi, in questo momento, al contrario sta lavorando ad affossare i progressi compiuti a fatica in questi anni: c'è chi, con progetti o sub-progetti oggi pendenti al Parlamento circa l'introduzione in futuro dei cosiddetti “manicomietti”, vuole riportare indietro le lancette dell'orologio e lo fa in un contesto culturale e sociale d'intolleranza crescente, che rischia di rendere fertile il terreno in cui germogliano i semi contro i formatori, i germogli anche dell'esclusione, dell'emarginazione, della ghettizzazione del diverso solo perché più povero, solo perché meno attento di altri.
C'è in questi disegni una più o meno esplicita ideologia anti 180, anti basagliana. Hanno, quei progetti, il neppure troppo recondito fine di ripristinare ottiche filosegregative, magari d'intesa con le lobby dei gestori di cure private. Occorre vigilare contro ipotesi del genere, ma non basta: bisogna agire per accelerare nella direzione opposta. È tempo di risvegliare coscienze, valori, principi che sembrano assopiti sotto la coltre del pensiero unico conformista.
Ecco, quindi, che una norma quale quella che stiamo esaminando, e spero approvando, può apparire di marginale interesse, ma ha al contrario in sé risvolti di grande interesse e d'importanza per migliaia di famiglie italiane e di questa regione.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Mezzetti.
Annuncio di interrogazioni
PRESIDENTE (Donini): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
4763 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, in merito alle nomine nell'AUSL di Forlì. (3316)
4764 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa la possibilità di riqualificare la Strada Provinciale 28, nel tratto "Ponte Lamberti - Varsi", in provincia di Parma. (3317)
4765 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, sulla contestazione di migliaia di allevatori che denunciano anomalie del settore lattiero caseario, settore che, in Italia, rappresenta la voce più importante dell'agroalimentare. (3318)
4766 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, per chiedere alla Giunta se ritenga opportuno intervenire presso la Provincia e il Comune di Parma affinché la Strada Provinciale che attraversa la località "Botteghino" sia posta in sicurezza mediante la realizzazione di marciapiedi. (3319)
4768 - Interrogazione della consigliera Bortolazzi, a risposta scritta, per sapere quali azioni intende mettere in campo per affrontare la questione delle dotazioni organiche e garantire la qualità del Servizio Sanitario Pubblico nella Provincia di Bologna. (3320)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,55
LA PRESIDENTE
I SEGRETARI
Donini
Aimi - Richetti
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