Espandi Indice
170.
SEDUTA DI LUNEDÌ 8 FEBBRAIO 2010
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE DONINI
INDI DEL VICEPRESIDENTE VILLANI
INDI DEL VICEPRESIDENTE ZANCA
Indice
Comunicazione ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k) del Regolamento interno
PRESIDENTE (Donini)
Interrogazioni oggetti 5357 - 5358 - 5359 - 5362 - 5360 (da 3718 a 3722)
(Annuncio)
Risposte scritte ad interrogazioni oggetti 5160 - 5165 - 5172 - 5178 - 5200 - 5223 - 5231 - 5247 (3580 - 3585 - 3590 - 3595 - 3609 - 3623 - 3631 - 3637)
(Annuncio)
OGGETTO 5265
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per l'attuazione della Direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi del mercato interno e altre norme per l'adeguamento all'ordinamento comunitario - Legge regionale comunitaria per il 2010» (116)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
PEDULLI, relatore
MAZZOTTI (PD)
MUZZARELLI, vicepresidente della Giunta
ROSSI (Uniti nell'Ulivo - PS)
MANFREDINI (Lega Nord)
PASI, assessore
BORGHI (PD)
DRAGOTTO (FI-PdL)
RENZI (AN-PdL)
Iscrizione di nuovi argomenti all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Donini)
OGGETTO 5203
Delibera: «Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Borghi, Richetti, Monari, Monaco, Alberti e Piva: “Abrogazione di norme del libro primo del codice penale in materia di assegnazione a una colonia agricola o ad una casa di lavoro”.» (280)
(Relazione e approvazione)
PRESIDENTE (Donini)
RICHETTI, relatore
PRESIDENTE (ViIlani)
OGGETTO 5271
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 2 agosto 1984, n. 42. Riforma del sistema elettorale dei Consorzi di bonifica» (117)
(Autorizzazione alla relazione orale)
PRESIDENTE (Villani)
OGGETTO 5332
Comunicazione della Giunta sullo stato di attuazione del Piano Energetico Regionale periodo 2007 - 2009
(Discussione)
PRESIDENTE (Villani)
CAMPAGNOLI, assessore
MAZZA (Sinistra Ecologia e Libertà)
PRESIDENTE (Zanca)
BORGHI (PD)
MAZZOTTI (PD)
Risoluzioni oggetti 5361 - 5363 - 5364 (da 612 a 614)
(Annuncio)
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni e risoluzioni annunciate
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE DONINI
La seduta ha inizio alle ore 10,16
PRESIDENTE (Donini): Dichiaro aperta la centosettantesima seduta della VIII legislatura dell'Assemblea legislativa e nomino scrutatori i consiglieri Bosi, Mazzotti e Renzi.
È assente, ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, l'assessore Alfredo Peri.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna dell'Assemblea gli assessori Bruschini e Sedioli.
Comunicazione ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k)
del Regolamento interno
PRESIDENTE (Donini): Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lettera k), del Regolamento interno dell’Assemblea circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti nel periodo dal 29/01/2010 al 03/02/2010:
Numero: 17 del 01/02/2010
Sostituzione componente Comitato di Indirizzo ARPA ex art. 8, comma 2, lett. c) L.R. 19 aprile 1995, n. 44.
Annuncio di interrogazioni e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Donini): Comunicazione prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno.
Nel periodo trascorso dall’ultima tornata delle sedute assembleari sono pervenuti i sottonotati documenti:
Interrogazioni
5357 - Interrogazione dei consiglieri Francesconi e Varani, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la crisi dell'impresa IT Holding Spa, proprietaria di uno stabilimento sito a Borgonovo (PC). (3718)
5358 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa la realizzazione, in regime di Project Financing, del potenziamento della Via Emilia nel tratto Forlì-Cesena. (3719)
5359 - Interrogazione del consigliere Richetti, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per evitare il trasferimento di alcune lavorazioni effettuate presso l'azienda Apofruit di San Martino Spino di Mirandola (MO). (3720)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
5160 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la tutela del prosciutto di Parma e dei prodotti tipici emiliani, specie in relazione alla contraffazione degli stessi. (3580)
5165 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa le procedure di rielezione di un componente dell'Assemblea circondariale di Imola. (3585)
5172 - Interrogazione del consigliere Renzi, a risposta scritta, circa il trasferimento delle urgenze chirurgiche dall'Ospedale di Santarcangelo a quello di Rimini. (3590)
5178 - Interrogazione del consigliere Aimi, a risposta scritta, circa il protocollo di cura della sclerosi multipla e dell'insufficienza venosa cronica cerebro spinale, con particolare riferimento all'Ospedale S. Anna di Ferrara. (3595)
5200 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa il Piano Attuativo Salute Mentale 2009-2011 e la disciplina relativa alla costituzione dei CUF (Comitati Utenti e Familiari). (3609)
5223 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa la regolamentazione della spesa, a carico di persone diversamente abili, relativa all'accesso ai servizi sociali. (3623)
5231 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la gestione e le procedure riguardanti l'elezione della Consulta degli immigrati svoltasi in data 13 dicembre 2009 a Maranello. (3631)
5247 - Interrogazione del consigliere Fogliazza, a risposta scritta, sulla costituzione e sull'aggiornamento delle banche dati di biblioteche e archivi librari della Regione, nonché sulle attività rivolte alla tutela e valorizzazione dei dialetti dell'Emilia-Romagna. (3637)
OGGETTO 5265
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Norme per l'attuazione della Direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi del mercato interno e altre norme per l'adeguamento all'ordinamento comunitario - Legge regionale comunitaria per il 2010» (116) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Donini): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali nella seduta del 2 febbraio 2010.
È composto da 53 articoli.
Il relatore è il consigliere Giuliano Pedulli.
La sessione comunitaria è prevista come sessione con tempi contingentati. Il contingentamento dei tempi, a norma dell'art. 20 del nostro Regolamento, è stabilito in otto ore (480 minuti), come deciso in sede di Conferenza dei capigruppo.
Ha la parola il consigliere Pedulli.
PEDULLI, relatore: Il progetto di legge regionale comunitaria per il 2010 dà attuazione a quella parte della legge regionale 16 del 2008 che disciplina le modalità e gli strumenti con cui la Regione Emilia-Romagna dà attuazione agli obblighi comunitari.
La legge regionale 16, al suo articolo 8, definisce la legge comunitaria regionale come quella “legge con cui la Regione persegue l’adeguamento dell’ordinamento regionale all’ordinamento comunitario sulla base della verifica di conformità (…) e tenendo conto degli indirizzi formulati dall’Assemblea legislativa nella sessione comunitaria”.
Il presente progetto di legge è stato dunque predisposto dalla Giunta regionale dando seguito agli indirizzi che l’Assemblea ha formulato nella sua prima sessione comunitaria prendendo in esame il Programma legislativo e di lavoro annuale della Commissione europea e la relazione della Giunta sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento comunitario.
Si chiude così un cerchio che, secondo lo schema predisposto nella legge regionale 16, idealmente collega tra loro la partecipazione regionale alla formazione delle norme dell’Unione Europea e all’attuazione delle stesse norme. Dall’Assemblea, nell’esercizio della funzione di indirizzo, proviene l’impulso per la partecipazione regionale e per gli adempimenti necessari; all’Assemblea questo impulso ritorna, sotto forma di progetto di legge che dà contenuto agli indirizzi formulati in sessione comunitaria e che l’Assemblea stessa è chiamata ad esaminare nell’esercizio della funzione legislativa.
Si tratta di un modello di procedura che dà seguito alla riforma costituzionale del 2001 ed all’articolo 12 dello Statuto regionale, caratterizzando il “sistema” emiliano-romagnolo rispetto agli altri sistemi regionali.
Dando seguito agli esiti della sessione comunitaria 2009, il progetto di legge comunitaria provvede - tra l’altro - al recepimento della “Direttiva Servizi” e alla modifica della L.R. n. 42 del 1993 in materia di maestro di sci.
La direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno è stata adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio UE alla fine del 2006 con l’obiettivo di realizzare per il 2010 un vero e proprio “mercato comunitario” dei servizi prestati dietro corrispettivo economico. Essa intende infatti creare le condizioni affinché i prestatori di servizi abbiano la possibilità concreta di stabilirsi definitivamente in uno Stato membro diverso da quello di appartenenza, o di esercitarvi in modo occasionale la propria attività.
A tal fine impone agli Stati membri la revisione di tutte le norme che subordinano l’esercizio di attività di prestazione di servizi ad un’autorizzazione preventiva da parte della Pubblica amministrazione, consentendo il mantenimento del regime autorizzatorio solo se esso risulti non discriminatorio, giustificato da motivi imperativi di interesse generale e sia proporzionato (nel senso che l’obiettivo perseguito non può essere conseguito tramite una misura meno restrittiva). Qualora non ricorrano tali requisiti giustificativi, la norma comunitaria impone di sostituire l’“autorizzazione” con una dichiarazione di inizio di attività (DIA) ad efficacia immediata (l’attività può essere subito intrapresa).
Pertanto, il sistema che emerge dalla direttiva comunitaria per l’accesso al mercato dei servizi è differenziato per livelli: si passa dalla DIA ad effetti immediati - che dovrebbe rappresentare la regola - a forme di autorizzazione affievolite - quali la DIA differita ed il silenzio assenso - fino al provvedimento autorizzatorio, la cui previsione può essere mantenuta compatibilmente con i principi di non discriminazione, necessità e proporzionalità.
La direttiva stabilisce poi che gli Stati membri non possono subordinare l’accesso all’attività di servizio o il suo esercizio ad una serie di requisiti, che elenca in modo dettagliato; contiene infine un elenco di “requisiti da valutare”, che debbono essere eliminati dagli Stati membri, o disciplinati in modo tale da risultare conformi ai principi di non discriminazione, necessità e proporzionalità.
Sia la decisione di mantenere un determinato regime autorizzatorio, sia la decisione di mantenere, sopprimere o attenuare un “requisito da valutare” debbono essere espressamente motivate dallo Stato membro e comunicate alla Commissione europea.
Il recepimento di una direttiva così innovativa è ovviamente molto complesso; per affrontare, con una metodologia il più possibile omogenea, le problematiche che esso sottende, la nostra Regione ha partecipato a specifici coordinamenti tecnici con le altre Regioni italiane, in collaborazione con il Dipartimento Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio e la Commissione Europea. Le Regioni sono state chiamate, in tale ambito, a riesaminare tutta la disciplina vigente in materia di attività di servizi e ad effettuare un monitoraggio dettagliato dei regimi di autorizzazione e dei requisiti previsti per l’esercizio di tali attività.
Gli interventi di modifica che la Regione Emilia-Romagna ha ritenuto necessario apportare al proprio ordinamento, ad esito del monitoraggio svolto, sono disciplinati nell’odierno progetto di legge.
Le innovazioni principali introdotte dalla legge sono:
- in materia di strutture ricettive turistiche: si estende la DIA differita, già prevista per le strutture extra alberghiere, alle strutture alberghiere - per le quali in passato era prevista l’autorizzazione - provvedendo al contempo ad adeguare le relative disposizioni procedimentali e sanzionatorie.
- In materia di professioni turistiche: è eliminata la figura di “animatore turistico” e l’ambito di validità dell’abilitazione all’esercizio della professione di “guida turistica” è esteso all’intero territorio regionale, in coerenza con la “Direttiva servizi”, ed in attuazione di quanto deciso dalla Corte Costituzionale nella recente sentenza n. 271 del 2009.
Per quanto riguarda la professione di “maestro di sci”, si chiarisce che spetta allo Stato disciplinare il riconoscimento delle qualifiche professionali “formali”, mentre spetta alla Regione autorizzare l’esercizio in forma stabile della professione da parte di un cittadino proveniente da un altro Stato membro; in tal modo si fornisce una soluzione alla procedura di infrazione comunitaria n. 2007/4541 relativa a tale materia. Per l’esercizio della professione di maestro di sci nella Regione Emilia-Romagna, si prevede che il requisito dell’appartenenza ad un Paese membro della UE sia equivalente alla cittadinanza italiana; in entrambi i casi, il soggetto in possesso di idoneo titolo professionale, che voglia esercitare la professione in Emilia-Romagna deve richiedere l’iscrizione all’albo regionale dei maestri di sci, a mezzo di presentazione della DIA immediata. Analogamente per le guide alpine è prevista l’iscrizione, a seguito di DIA immediata, al relativo albo regionale.
Per l’apertura delle scuole di sci e di snowboard si introduce una DIA immediata in luogo della vigente autorizzazione. Il procedimento di riconoscimento delle scuole di alpinismo, infine, è semplificato eliminando il previsto parere del Collegio regionale delle guide alpine.
- In materia di agenzie di viaggi e turismo: si ritiene di conservare il regime autorizzatorio per evidenti ragioni di tutela del consumatore, ma si introduce la regola del silenzio assenso nel procedimento di autorizzazione. Per l’apertura di sede secondaria o filiale di agenzia di viaggi e turismo si conserva la DIA differita prevedendo, in coerenza con il procedimento delineato dal legislatore statale nell’articolo 19, comma 2 della legge n. 241 del 1990, che le attività possano iniziare decorsi 30 giorni dalla presentazione della dichiarazione medesima.
- In materia di commercio: si introduce la DIA immediata per l’attività svolta negli esercizi di vicinato e per le forme speciali di vendita (vendita al dettaglio negli spacci interni; vendita al dettaglio per corrispondenza, tramite televisione o altri sistemi di comunicazione; vendita presso il domicilio del consumatore, ecc.).
- In materia sanitaria: si è conservata l’autorizzazione all’apertura di stabilimenti termali, per evidenti ragioni di tutela della salute, ma è stata introdotta la regola del silenzio assenso nel procedimento di autorizzazione. Rispetto allo svolgimento di attività funebre e di trasporto funebre, si ritiene invece di sostituire l’autorizzazione con la DIA immediata. La stessa scelta è operata per lo svolgimento di attività economiche riguardanti il commercio, l’allevamento, l’addestramento e la custodia degli animali da compagnia.
Le norme in materia di Sportello unico per le attività produttive (SUAP)
Gli articoli 2 e 3 recano norme in materia di Sportello unico per le attività produttive in piena conformità con la “Direttiva servizi” ed in linea con l’art. 38 del D.L. n. 112 del 2008, convertito in legge n. 133 del 2008. L’art. 6 della direttiva impone infatti agli Stati membri di provvedere affinché tramite gli Sportelli Unici i prestatori di servizi possano espletare tutte le procedure e le formalità necessarie per svolgere la loro attività; l’art. 38 citato, invece, intende favorire il percorso di riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese.
In coerenza con tali disposizioni, l’art. 2 definisce il SUAP come unico punto di accesso per tutti i soggetti che avviano ed esercitano un’attività produttiva - comprese quelle finalizzate alla prestazione di servizi di cui alla direttiva - rinviando ad un regolamento della Giunta il compito di adeguare le relative procedure amministrative. L’art. 3, invece, disciplina lo Sportello Unico telematico e la Rete regionale dei SUAP, quale organizzazione dedicata della rete degli sportelli unici attività produttive per il collegamento telematico degli sportelli unici istituiti nella Regione, nonché per la trasmissione in via telematica di documenti tra i SUAP e gli altri enti che intervengono nei procedimenti; la rete è coordinata dalla Regione Emilia-Romagna mediante un apposito “Tavolo di coordinamento”.
Gli articoli 46, 47 e 48 del progetto di legge modificano la L.R. n. 11 del 2004, relativa alla “Società dell’informazione”, in coerenza con il recente orientamento della Corte di Giustizia delle Comunità Europee che ha ammesso che il c.d. “controllo analogo” sulle società in-house possa essere esercitato anche da più enti pubblici che perseguano le stesse finalità, in forma associativa o aggregata. A tal fine, l’art. 46 utilizza gli organi creati dalla aggregazione tra Regione ed Enti locali denominata “Community Network Emilia- Romagna”, per l’espletamento delle funzioni di controllo determinante sulla società “LEPIDA”, anche nell’interesse degli enti locali. L’art. 48 precisa infine le modalità con cui la Regione effettua il controllo su “LEPIDA“ analogo a quello esercitato sulle proprie strutture organizzative.
Sul progetto di legge la I Commissione ha acquisiti i pareri di tutte le Commissioni assembleari competenti per materia.
Sulla base della legge regionale 16 del 2008, al relatore del progetto di legge è richiesto di riferire circa il perseguimento degli obiettivi di qualità della legislazione. Ci si deve riferire, a questo fine, ai parametri richiamati dalla stessa legge regionale 16 per la partecipazione alla fase discendente: la consultazione delle parti interessate, la riduzione degli oneri amministrativi e l’assenza di disposizioni supplementari non necessarie.
Va sottolineato come la nostra legge regionale 16, a questo proposito, si allinei a quanto ribadisce la Commissione Europea nel proprio Piano d’azione “Legiferare Meglio”, dove si afferma che migliorare la normativa significa legiferare quando è necessario, nel modo più semplice possibile, sulla base di un dialogo con le parti interessate e limitando al minimo indispensabile gli oneri gravanti sulle imprese e sui cittadini.
Per quanto riguarda la consultazione delle parti interessate, come richiede l’articolo 8, la I Commissione assembleare ha convocato apposita udienza conoscitiva che si è svolta in data 26 gennaio 2010.
Quanto alla riduzione degli oneri amministrativi, va osservato che la semplificazione dei procedimenti posta a fondamento dell’intero intervento legislativo concorre chiaramente al raggiungimento di questo obiettivo. Basti ricordare, su tutto, i compiti di indirizzo e l’attività di monitoraggio assegnati al Tavolo di coordinamento regionale della rete degli SUAP di cui all’articolo 3 del progetto di legge.
Grazie per l'attenzione.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Pedulli.
Apro la discussione generale sulla proposta di legge.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzotti, al quale do volentieri la parola.
Prego, consigliere Mazzotti.
MAZZOTTI: Credo che l'atto che andiamo ad approvare in questo momento rappresenti tutt'altro che un atto burocratico.
Si tratta di un riordino complessivo...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Donini): Scusi, consigliere Mazzotti, chiedo ai colleghi di uscire dall'aula se devono chiacchierare rumorosamente.
MAZZOTTI: si tratta di un atto che recepisce le direttive comunitarie, la direttiva del 2006, quella sui servizi, in particolare, e ci consente al tempo stesso di introdurre degli elementi di innovazione e anche di modifica di alcune strumentazioni generali che riguardano la vita di questa Regione, quindi in particolare molte normative che sono introdotte dalla legge regionale.
È stato compiuto un dibattito abbastanza approfondito, anche in sede di udienza conoscitiva; sono stati raccolti i pareri di molte associazioni, sono stati raccolti pareri anche di associazioni d'impresa in particolare e ci si è soffermati soprattutto su tre punti che penso che siano affrontati positivamente in questa materia.
La prima questione che è stata posta e alla quale diamo risposta con questo provvedimento riguarda il tema della semplificazione. In materia di normative autorizzatorie che riguardano la parte edilizia, che riguardano lo sportello unico per le imprese, che riguardano l'autorizzazione per gli alberghi, è stato garantito un equilibrio corretto tra l'accelerazione dei procedimenti e la regolazione dei procedimenti. Si poteva indurre, affrontando questo argomento, in una sorta di confusione, che spesso capita quando si parla di questi argomenti, tra semplificazione e regolazione. In realtà è stato invece affrontato positivamente, garantendo infatti che si mantiene un quadro di regole svelte, accelerate, rapide, con le competenze assegnate, attribuite agli enti che sono titolari delle funzioni proprie dei comuni in questo caso, e al tempo stesso alcune procedure sono state semplificate con, ad esempio, la dichiarazione d'inizio attività che viene fatta per alcune fattispecie, e la garanzia, ad esempio, che per quello che riguarda la tutela igienico-sanitaria, tutta la parte di questa natura viene tutelata e ampliate anche le norme.
C'è poi tutta un'altra parte, il secondo punto, che riguarda gli elementi organizzativi e funzionali, dove vengono introdotte alcune modifiche in materia di organizzazione, anche abrogando alcune leggi, che penso che corrispondano al principio di semplificazione, al principio di adeguamento della normativa.
Quindi, sono oltre 50 articoli importanti; il parere degli enti locali è stato positivamente acquisito. Credo che possiamo, una volta approvata questa legge, presentare anche alla fine di questa legislatura un quadro di semplificazione aggiunto sicuramente importante.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Mazzotti.
Se qualcun altro desidera intervenire me lo segnali.
Nessuno chiede d'intervenire.
La vicepresidente Muzzarelli desidera dire qualcosa in chiusura del dibattito?
Come dire, stimolo il dibattito, mi permetto, visto che può sembrare appunto irrituale, ma, secondo me, c'è un aspetto interessante in questa proposta che qui stiamo discutendo: è la prima volta che affrontiamo la sessione comunitaria ai sensi della nostra legge. Questa è la prima volta, ma diventerà un modo normale di lavorare, perché così la legge 16 prevede. Una collaborazione abbastanza originale tra Giunta ed Assemblea, perché a supporto di questa attività c'è un gruppo di lavoro tecnico - Giunta e Assemblea - che secondo me merita di ricevere un apprezzamento per l'originale metodo di collaborazione attuato.
Scusi, vicepresidente, se mi sono permessa di segnalare un aspetto, però ritengo che possa essere anche questo il ruolo proprio della Presidenza dell'Assemblea.
Prego, vicepresidente Maria Giuseppina Muzzarelli.
MUZZARELLI, vicepresidente della Giunta: Le battute del dialogo odierno fra Giunta e Assemblea regionale corrispondono al dialogo che ha avuto luogo tra la presidente Donini e me tanto a Bologna quanto a Bruxelles nel predisporre e presentare questa legge comunitaria, della quale credo che l'intera Assemblea e la Giunta possano e debbano ritenersi molto soddisfatte.
Si tratta infatti, come avete sentito dai consiglieri che mi hanno preceduto, della prima iniziativa di questo genere per la Regione Emilia-Romagna e di una delle prime anche in Italia. Ha richiesto molta cura e perciò ringrazio i nostri uffici, in particolare il dott. Ricciardelli e quanti hanno con lui collaborato per giungere a questo risultato. Gli elementi significativi sono tanti: vorrei richiamarne rapidamente solo alcuni.
Non si tratta soltanto di un primato, il che costituisce comunque un dato interessante, ma questa legge ha anche il merito della creazione di una connessione sempre più stretta, di un dialogo, appunto, fattivo, collaborativo e volto alla concretezza non soltanto fra l'Assemblea legislativa e la Giunta regionale, ma anche tra la nostra Regione e, con il tramite dello Stato, l'Europa. Per la nostra Regione non si tratta dunque solo di recepire quanto è già stato fatto ma anche di partire da quello per trarre spunti e stimoli per arrivare a una maggiore relazione tra il nostro modo di agire e legiferare e quello europeo. Ciò in vista di un mercato europeo davvero unitario che dovrà essere la prospettiva e lo scenario d'azione delle prossime generazioni, ma a partire da ora.
Mi pare che ci troviamo in presenza di uno di quei casi in cui dovrebbe risultare evidente che stiamo lavorando per il domani, agendo ad esempio sul piano delle semplificazioni delle prassi, obiettivo del quale tutti parlano ma che pochi cercano concretamente di realizzare.
La normativa prevede dunque ogni sei mesi degli incontri per verificare tali interventi di semplificazione. Il dialogo tra Assemblea e Giunta dovrà continuare. Con la legge che oggi viene licenziata s'inizia un cammino del quale, a mio modo di vedere, dovremmo essere alquanto fieri e che ha riscosso, quando la presidente Donini e io ne abbiamo parlato a Bruxelles, interesse, complimenti e riconoscimenti.
Ci farebbe piacere che anche in quest'aula si fosse consapevoli che si tratta di uno dei molti atti che hanno caratterizzato questa legislatura: un atto che lascerà un segno e che, dal punto di vista del metodo, costituisce una significativa novità.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, vicepresidente Muzzarelli.
Abbiamo un'esigenza tecnica: sono stati presentati emendamenti che alcuni consiglieri stanno ancora sottoscrivendo. Pertanto, mi vedo costretta, per esigenze di ordine tecnico, a sospendere la seduta per qualche minuto.
(La seduta, sospesa alle ore 10,44, è ripresa alle ore 10,53)
PRESIDENTE (Donini): Riprendiamo la seduta.
Tutti gli emendamenti presentati sono stati formalizzati e distribuiti, per cui iniziamo l'esame dell'articolato.
Come vi ho anticipato, l'articolato è costituito da 53 articoli.
Gli emendamenti che sono stati presentati durante la discussione generale sono cinque.
(brusio in aula)
Scusate, colleghi, abbiamo la necessità di procedere con un po' di attenzione.
I cinque emendamenti sono così distinti:
emendamenti 1 e 2, a firma dei consiglieri Mazzotti, Rivi, Monari, Zanca, Nanni e Dragotto;
emendamento 3, a firma del consigliere Rossi;
emendamento 4, a firma del relatore della legge, consigliere Pedulli;
emendamento 5, a firma del consigliere Rossi.
Procediamo con l'esame dell'articolo 1.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 1 è approvato.
Articolo 2.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 2 è approvato.
Articolo 3.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 3 è approvato.
Articolo 4.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 4 è approvato.
Articolo 5.
Discussione generale. Dichiarazione di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 5 è approvato.
Articolo 6.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 6 è approvato.
Articolo 7.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 7 è approvato.
Articolo 8.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 8.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 8 è approvato.
Articolo 9.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 9 è approvato.
Articolo 10.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 10.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 10 è approvato.
Articolo 11.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 11.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 11 è approvato.
Articolo 12.
Su tale articolo insiste l'emendamento 3, a firma del consigliere Rossi.
Discussione generale sull'articolo e sull'emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Rossi. Ne ha facoltà.
ROSSI: Brevemente, per illustrare all'Assemblea l'emendamento in oggetto.
Per quanto riguarda l'art. 12, questo tratta il tema dei bed and breakfast. I bed and breakfast sono attività che in Emilia-Romagna non sono da intendersi attività di tipo economico, non sono soggette ad apertura di partita IVA, non sono soggette ad iscrizioni a Camera di commercio.
Trattasi di attività complementari al reddito famigliare e quindi a mio parere queste non dovrebbero far parte di questa legge in quanto la Bolkestein ha l'obiettivo e l'indirizzo di normare le attività economiche sul mercato europeo quindi creando regole di pari concorrenza e regole di reciprocità.
Francamente, con questo recepimento noi faremo sì che qualche cittadino europeo possa venire in Italia, aprire attività di bed and breakfast senza essere residente, come invece prevede la normativa per coloro che fanno questa attività oggi in Emilia-Romagna, creando quindi una disparità da questo punto di vista, senza tenere conto che oggi sul tema del turismo esistono attività simili che invece hanno partita IVA e sono regolate e iscritte alla Camera di commercio. Tanto per fare un esempio, il daumen breakfast, che è il vecchio ragionamento di affittacamere, quindi noi incentiveremmo, secondo me, in questo modo, un'attività che fa concorrenza, non essendo un'attività economica, alle nostre normali attività economiche.
Chiedo quindi che questo articolo venga stralciato e si faccia prima una verifica di quanto avverrà col recepimento della Bolkestein a livello nazionale...
PRESIDENTE (Donini): Consigliere Rossi, è obbligatorio intervenire in piedi in aula.
ROSSI: Scusate, non era per mancanza di rispetto, è che non sono intervenuto moltissime volte.
PRESIDENTE (Donini): Prego, la mia è una semplice segnalazione.
ROSSI: ... e a mio parere quindi è meglio stralciare questo articolo, aspettare come verrà normato dalla Bolkestein questo tema a livello nazionale e poi dopo questa verifica vedere come affrontare il tema.
Non vorrei che in Europa, tra virgolette, ci fosse una normativa sul tema dei bed and breakfast diversa dalla nostra.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Rossi.
Siamo in discussione generale sull'art. 12 e sull'emendamento.
Ricordo che l'emendamento è un emendamento interamente soppressivo dell'articolo. Pertanto, metterò al voto, ai sensi del nostro Regolamento, il mantenimento del testo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Io volevo rafforzare questo emendamento proprio perché il collega Rossi ha messo in rilievo un punto che è estremamente importante. Potrebbe essere, e senza dubbio succederà, se noi comunque andiamo avanti.
Lei dice di no, assessore, io sono convinto di sì, perché nel momento in cui ci sarà qualcuno magari che viene qui, io penso per esempio al lago di Garda, che ci sono tantissimi stranieri che hanno alloggi e anche case al lago di Garda... poi dovremmo essere più cari.
Comunque vorrei rafforzare, l'avrei firmato anch'io perché credo proprio che vada contro a chi di italiani voglia aprire questo modo di poter sbarcare il lunario.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Manfredini.
In conclusione del dibattito sull'articolo 12 e sull'emendamento 3, ha chiesto di parlare l'assessore Pasi. Ne ha facoltà.
PASI, assessore: Il problema è che abrogando l'articolo resta in vigore esattamente il punto che trasformerebbe tutti i nostri bed and breakfast in room and breakfast e costringerebbe tutti a prendere la partita IVA.
Perché, siccome la Bolkestein individua l'impossibilità di legare l'attività alla residenza, noi saremmo costretti a trasformare tutti in room and breakfast.
È per questo che abbiamo elaborato un testo in cui viene previsto che l'attività di bed and breakfast sia un'attività che si svolge dove c'è l'abituale dimora della persona che fa il bed and breakfast, perché se usassimo, com'era nella versione precedente, l'obbligo della residenza, entreremmo in conflitto e quindi soccomberemmo alla normativa comunitaria.
Tutti questi elementi sono già concordati con i testi che vengono elaborati anche dal Governo, in particolare in questo caso vorrei precisare che sono totalmente d'accordo, la nostra formulazione che è stata portata in discussione inserendo il concetto di abituale residenza, è proprio volta a mantenere la possibilità di continuare a fare i bed and breakfast senza passare nel room and breakfast, e quindi senza passare nell'aziendalità.
Quanto al fatto che non si può pensare di contrastare completamente il senso della normativa europea che è proprio quella che un tedesco può aprire un'impresa in Italia quando gli pare, per quanto mi riguarda, l'abrogherei anche tutta, ma non vedo come, dal momento che non siamo in grado abrogare la normativa europea.
Quindi, l'elemento su cui noi facciamo presa è l'abituale residenza, elemento che abbiamo concordato, che è già previsto nel testo di legge.
Per questo considererei peggio abrogare l'articolo che mantenerlo invece con la dicitura di abituale residenza.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Pasi.
Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'emendamento 3.
Ricordo che l'emendamento è interamente soppressivo dell'articolo.
Nessuno chiede d'intervenire in dichiarazione di voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, il mantenimento dell'articolo 12.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 12 è approvato. L'emendamento 3 del consigliere Rossi s'intende respinto.
Articolo 13.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 13.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 13 è approvato.
Articolo 14.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 14.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 14 è approvato.
Articolo 15.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 15.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 15 è approvato.
Articolo 16.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 16.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 16 è approvato.
Articolo 17.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 17.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 17 è approvato.
Articolo 18.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 18.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 18 è approvato.
Articolo 19.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 19.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 19 è approvato.
Articolo 20.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 20.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 20 è approvato.
Articolo 21.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 21.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 21 è approvato.
Articolo 22.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 22.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 22 è approvato.
Articolo 23.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 23.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 23 è approvato.
Articolo 24.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 24.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 24 è approvato.
Articolo 25.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 25.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 25 è approvato.
Articolo 26.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 26.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 26 è approvato.
Articolo 27.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 27.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 27 è approvato.
Articolo 28.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 28.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 28 è approvato.
Articolo 29.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 29.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 29 è approvato.
Articolo 30.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 30.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 30 è approvato.
Articolo 31.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 31.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 31 è approvato.
Articolo 32.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 32.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 32 è approvato.
Articolo 33.
Su tale articolo e sull'art. 34 insiste l'emendamento 5, che chiede la soppressione di entrambi gli articoli, sia il 33, sia il 34. Chiaramente dovremo gestire la questione in modo separato, per cui d'ufficio, consigliere Rossi, visto che lei è il presentatore di questo emendamento, lo scorporiamo in due parti, la parte relativa alla richiesta di soppressione dell'art. 33, e la parte relativa alla soppressione dell'art. 34.
Apro la discussione generale sull'articolo 33 e sull'emendamento, ricordandovi che essendo un emendamento interamente soppressivo, lo affronteremo in sede di voto ponendo il votazione il mantenimento dell'articolo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Rossi. Ne ha facoltà.
ROSSI: Volevo brevemente illustrare anche questo emendamento, disponibile a ritirarlo nel caso in cui venisse accettata una proposta che farò in questa illustrazione.
Questo emendamento parla della professione di guida turistica e quindi qui secondo me invece stiamo nel tema della Bolkestein, perché parliamo di attività economica regolarmente iscritta alla Camera di commercio.
La formulazione non mi convince in quanto pur essendo naturalmente favorevole al fatto che qualsiasi guida turistica di qualsiasi paese europeo possa venire ad esercitare in Italia e quindi in Emilia-Romagna, io chiedo che in alternativa al ritiro dell'emendamento per aspettare come verrà normato a livello nazionale, perché la logica del ritiro è sempre quella, non è quella di non volere che si intervenga su questa materia, chiedo che venga recepito il fatto che per potere fare la guida turistica in Emilia-Romagna si debba dimostrare di conoscere la cultura, la storia, i monumenti, l'architettura, i beni di cui si deve parlare della nostra Regione, altrimenti non si capisce perché chi fa l'esame di abilitazione per guida turistica...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Donini): Scusi, consigliere Rossi, chiedo ai colleghi di attenuare il brusio.
ROSSI: ... non si capisce perché chi fa questa professione in Emilia-Romagna deve superare un esame per dimostrare che conosce il nostro territorio, la nostra realtà e qualcuno potrebbe venire a farla da tutta Europa, e io sono favorevole che venga a farlo, per essere chiaro, quindi non sono contrario, ma deve dimostrare in qualche modo o superare un esame specificamente per quanto riguarda il tema della conoscenza della nostra cultura, della nostra storia e del nostro territorio.
Quindi capisco che il tema emendativo di sopprimerlo è grossolano, ma è il rispetto di attendere la normativa nazionale; sono disponibile a ritirarlo nel caso in cui invece ci fosse un impegno a cogliere questo elemento particolare.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Rossi.
Qualcun altro desidera intervenire in discussione generale?
In discussione generale il consigliere Rossi ha elaborato una proposta.
Do la parola all'assessore Pasi, dal momento che ha anticipato il suo desiderio ad intervenire per la Giunta.
Assessore, prego.
PASI: Il testo di cui discutiamo è soppressivo dell'articolo e quindi noi abbiamo già lavorato su questo testo e di fatto con questo testo recepiamo la normativa nazionale elaborata tre anni fa in materia. Quindi non stiamo facendo in questo caso altro che recepire la normativa nazionale, quindi...
PRESIDENTE (Donini): Mi scusi, assessore, per chiarezza. Dalle sue parole mi sembra di aver colto una proposta diversa da quella che noi abbiamo per iscritto. O viene presentato un subemendamento, oppure non c'è proposta, e dato che questo si può presentare durante la discussione generale sull'emendamento, lo può ancora fare, mettendo per iscritto un eventuale subemendamento. Lo dico come informazione tecnica.
PASI: Volevo semplicemente affermare che non ci pare il caso di sopprimere l'articolo anche perché recentemente, quando questa Assemblea ha voluto normare sulla materia delle guide turistiche di tipo sportivo, ci siamo trovati di fronte ad un'impugnativa da parte del Governo in Corte Costituzionale e, anzi, abbiamo già avuto comunicazione che la Corte Costituzionale ci ha dato torto. Cioè questo terreno è un terreno su cui ormai c'è una giurisprudenza consolidata sulla quale non possiamo che prendere atto.
La polemica probabilmente continuerà, non è detto che non si possano aggiustare ancora delle cose, ma di fatto oggi noi non possiamo che accettare l'idea che c'è una territorialità limitata e che però è giusto il principio della competenza.
Trovare il modo di equilibrare questi due fattori è oggetto anche dell'impianto legislativo nazionale, al quale noi ci adeguiamo. Quando abbiamo tentato di forzarlo, ci siamo trovati in condizioni di soccombere.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, assessore Pasi.
Chiudiamo la discussione generale e apriamo le dichiarazioni di voto.
Se nessuno chiede d'intervenire, procediamo con il voto sull'emendamento, come nel caso precedente.
Pongo ai voti, per alzata di mano, il mantenimento del testo dell'art. 33.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 33 è approvato. L'emendamento del consigliere Rossi s'intende respinto.
Articolo 34.
Sull'art. 34 insiste sempre l'emendamento 5, a firma del consigliere Rossi, interamente soppressivo dell'articolo.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede d'intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, il mantenimento dell'art. 34.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 34 è approvato. L'emendamento 5, a firma del consigliere Rossi, s'intende respinto.
Articolo 35.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 35.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 35 è approvato.
Articolo 36.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 36.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 36 è approvato.
Articolo 37.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 37.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 37 è approvato.
Articolo 38.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 38.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 38 è approvato.
Articolo 39.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 39.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 39 è approvato.
Articolo 40.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 40.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 40 è approvato.
Articolo 41.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 41.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 41 è approvato.
Articolo 42.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 42.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 42 è approvato.
Articolo 43.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 43.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 43 è approvato.
Articolo 44.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 44.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 44 è approvato.
Articolo 45.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 45.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 45 è approvato.
Articolo 46.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 46.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 46 è approvato.
Articolo 47.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 47.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 47 è approvato.
Articolo 48.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 48.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 48 è approvato.
Articolo 49.
Su tale articolo insiste l'emendamento 4, a firma del relatore, consigliere Pedulli.
Apro la discussione generale sull'articolo e sull'emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pedulli. Ne ha facoltà.
PEDULLI: L'emendamento è molto semplice. È una riformulazione del comma 3 in quanto tutte le parole che sono al singolare vengono trasformate in plurale in quanto le società che serviranno per i tecnopoli sono più società, non una sola, e quindi tutte le parole singolari sono trasformate in plurale. Tutto qui.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Pedulli.
Se nessun altro consigliere chiede d'intervenire, apro le dichiarazioni di voto sull'emendamento 4.
Se nessun consigliere chiede d'intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 4, a firma del consigliere Pedulli.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'emendamento è approvato.
A questo punto, apro le dichiarazioni di voto sull'art. 49, come emendato.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 49.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 49 è approvato.
Articolo 50.
Su tale articolo insistono gli emendamenti 1 e 2 a firma dei consiglieri Mazzotti, Rivi, Monari, Zanca, Nanni e Dragotto.
Apro la discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.
Nessuno chiede d'intervenire in discussione generale, per cui passiamo alle dichiarazioni di voto sugli emendamenti.
Se nessun consigliere chiede d'intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma dei consiglieri Mazzotti, Rivi, Monari, Zanca, Nanni e Dragotto.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'emendamento è approvato.
Metto ora in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma dei consiglieri Mazzotti, Rivi, Monari, Zanca, Nanni e Dragotto.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'emendamento è approvato.
Dichiarazioni di voto sull'art. 50 appena emendato.
Se nessun consigliere chiede d'intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 50, così come emendato.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 50 è approvato.
Articolo 51.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 51.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 51 è approvato.
Articolo 52.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 52.
(È approvato all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 52 è approvato.
Articolo 53.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 53.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Donini): L'art. 53 è approvato.
Abbiamo terminato l'esame dell'articolato.
Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'intero progetto di legge.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: La nostra sicuramente sarebbe stata un'astensione, però analizzando a modo, questo art. 12 assessore a me non entra in testa, lei mi deve scusare.
Noi partiamo con il principio che le tasse le devono pagare tutti e mi riferisco in particolare ai lavoratori dipendenti e sappiamo bene quali sono le difficoltà di oggi per arrivare a fine mese. Penso, ad esempio, agli studi di settore.
L'altro gruppo non può essere d'accordo che ci siano categorie privilegiate. Chi ha un reddito, assessore, che supera la soglia minima deve pagare le tasse. Avere una partita IVA non vuol dire pagare le tasse, è solo per avere un controllo di una dichiarazione veritiera. Questo è il segnale che noi dobbiamo dare e se le paga un dipendente che prende 800, 900 euro al mese, io credo che le debba pagare uno che ha una proprietà dove può affittare anche alloggi di questo genere e sicuramente non è solo quello, perché poi in famiglia ci sarà anche qualcuno che va a lavorare, perché non tutti vivono così. Io credo che il segnale che bisogna dare sia questo.
Io non so se questa sarà una cosa che potrò contattare anche con i nostri parlamentari, ma sinceramente vi dico che non siamo perfettamente d'accordo. Anche perché, voglio dire, nel momento in cui si può andare avanti chi ha dei soldi si può vendere l'appartamento là, si sistema una casetta e uno mentre fa un lavoro quell'altro fa quell'altro. È una roba questa che noi non possiamo accettare. Chi lavora, chi ha un reddito che supera la soglia deve pagare. Questo è il segnale che noi intendiamo dare e voteremo contro e poi, mi sono dimenticato di dirlo, mi scusi.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Manfredini, essendo in dichiarazione di voto, direi che aveva quasi dimenticato l'ingrediente fondamentale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Borghi. Ne ha facoltà.
BORGHI: Dopo la sessione comunitaria svoltasi lo scorso luglio oggi per la prima volta discutiamo in quest'aula della legge comunitaria 2010, così come prevista dalla legge 16 del nostro ordinamento regionale approvato due anni fa.
Come è stato affermato dal relatore con questo provvedimento noi procediamo in direzioni diverse, ma egualmente importanti. Da un lato cerchiamo di frenare la procedura d'infrazione comunitaria del 2007 relativamente alla disciplina del maestro di sci e diamo inoltre contestualmente attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale del 2009 per quanto riguarda l'esercizio della professione di guida turistica.
Ma soprattutto, al di là dei contenuti, con questa legge provvediamo a semplificare la nostra legislazione in materia di autorizzazioni per l'esercizio di alcune attività economiche prevalentemente nel settore turistico-alberghiero.
In questo modo provvediamo a recepire la cosiddetta Direttiva Servizi, da molti conosciuta come Direttiva Bolkestein, che è stata oggetto di approfondite discussioni in tutta Europa negli anni scorsi. Discussioni che hanno portato poi ad una sostanziale modifica in senso, a mio parere, assolutamente migliorativo del progetto di direttiva inizialmente presentato in sede comunitaria.
E allora proprio da quelle discussioni abbiamo forse potuto cogliere per la prima volta in modo così cogente, così sostanziale, l'importanza che le istituzioni europee hanno ormai nella nostra vita quotidiana.
Infatti, se è vero che le istituzioni europee spesse sono sentite, sono vissute come distanti dai cittadini, è altrettanto vero che è invece proprio a livello europeo che sono assunte decisioni che influiscono, come stiamo concretamente constatando nel corso di questa nostra discussione, sulla nostra vita quotidiana in modo più che profondo, più profondo di quanto mediamente non si avverta.
Ed è per questo che è particolarmente significativo che ci si occupi in questa sede, con gli strumenti che abbiamo messo a disposizione con la citata legge regionale 16/2008 in modo specifico di recepimento della normativa comunitaria.
Dobbiamo, e lo facciamo anche attraverso il confronto, la discussione e poi l'approvazione del provvedimento in oggetto, innanzi tutto abituare anche noi stessi a pensarci come istituzione e come cittadini in ambito, in un contesto europeo. Dobbiamo costruire le nostre competenze in questo senso.
Fortunatamente per gli europei, per noi italiani, emiliano-romagnoli in particolare, il processo d'integrazione che mosse i primi passi con il Trattato di Roma ha raggiunto traguardi che oggettivamente mi pare di dire, nel 1957, pochi potessero soltanto immaginare.
Tuttavia, la strada non è terminata e richiede innanzi tutto da parte delle istituzioni un sempre maggiore impegno, una crescente attenzione e soprattutto un'attitudine, una disponibilità a pensare e ad agire in una dimensione europea.
Per questo, ribadisco il voto favorevole del mio gruppo al provvedimento, che rappresenta un passo importante, significativo che l'Assemblea legislativa compie in una direzione fondamentale d'integrazione, di responsabilità e di vera e agita sussidiarietà nei confronti della dimensione comunitaria.
PRESIDENTE (Donini): Grazie, consigliere Borghi.
Se nessun consigliere chiede d'intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
31
Assenti
19
Votanti
29
Favorevoli
26
Contrari
1
Astenuti
2
PRESIDENTE (Donini): Sull'esito del voto ha chiesto di parlare il consigliere Dragotto. Ne ha facoltà.
DRAGOTTO: Visto che sul tabellone non risulta il mio voto, desidero precisare che è un voto di astensione.
PRESIDENTE (Donini): Perfetto, prendiamo atto della sua dichiarazione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Renzi. Ne ha facoltà.
RENZI: Anche il mio è un voto di astensione.
PRESIDENTE (Donini): Prendiamo atto delle dichiarazioni del consigliere Dragotto e del consigliere Renzi.
Proclamo approvata la legge riguardante "Norme per l'attuazione della Direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi del mercato interno e altre norme per l'adeguamento all'ordinamento comunitario - Legge regionale comunitaria per il 2010".
Iscrizione di nuovi argomenti all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Donini): Nella convocazione era esplicitato il fatto che terminata la sessione comunitaria avremmo proceduto con gli altri argomenti iscritti.
Alla Conferenza dei capigruppo era stato anticipato che attraverso l'art. 75 del nostro Regolamento avremmo proceduto a delle iscrizioni d'urgenza.
A questo proposito, nei tempi e nei modi previsti dall'art. 75 sono pervenute alla Presidenza alcune richieste di iscrizione.
La prima, del consigliere Zoffoli, presidente anche della Commissione Attività produttive, chiede l'iscrizione dell'oggetto 5271, progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche alla legge regionale 2 agosto 1984, n. 42. Riforma del sistema elettorale dei Consorzi di bonifica".
Per questa richiesta di iscrizione chiedo se qualcuno vuole segnalare la volontà d'intervenire.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di iscrizione.
(È accolta all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'oggetto 5271 è iscritto.
Inoltre, è pervenuta la richiesta di iscrizione dell'oggetto 5306, a firma del consigliere Piva, riguardante un atto amministrativo relativo all'Azienda USL di Rimini.
Se nessun consigliere chiede d'intervenire, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di iscrizione.
(È accolta all'unanimità)
PRESIDENTE (Donini): L'oggetto 5306 è iscritto.
OGGETTO 5203
Delibera: «Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Borghi, Richetti, Monari, Monaco, Alberti e Piva: "Abrogazione di norme del libro primo del codice penale in materia di assegnazione a una colonia agricola o ad una casa di lavoro".» (280) (Relazione e approvazione)
PRESIDENTE (Donini): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali nella seduta del 26 gennaio 2010.
È composto da due articoli.
Il relatore, consigliere Matteo Richetti, svolgerà la relazione orale ai sensi del comma 2 dell'art. 91 del Regolamento interno dell'Assemblea.
Per precisione, non essendo una legge regionale, ma una proposta di legge alle Camere, il comma 2 dell'art. 91 del nostro Regolamento non ci richiede il voto sulla richiesta di autorizzazione alla relazione orale.
Il progetto di proposta di legge alle Camere è poi corredato della relazione tecnica ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge n. 196 del 31 dicembre 2009.
La parola al relatore, consigliere Richetti.
RICHETTI, relatore: Penso che sia doveroso illustrare e contestualmente anche ringraziare i colleghi della commissione per l'attenzione e il dibattito su questa proposta di legge. Questa proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma II, della Costituzione, si propone di abrogare tutte le norme del Codice penale che prevedono, come possibile misura di sicurezza detentiva, l'assegnazione a una colonia agricola o a una casa lavoro.
Il progetto di legge intende superare il cosiddetto doppio binario su cui si fondano il Codice penale vigente e le norme sull'ordinamento carcerario, da cui discende che ad un soggetto imputabile, dopo aver scontato la pena detentiva, possa applicarsi, se ritenuto socialmente pericoloso, anche la misura di sicurezza detentiva dell'assegnazione ad una casa di lavoro.
Quello che infatti, forse, non a tutti è chiaro, è che l'assegnazione a tali istituti avviene alla fine della pena detentiva carceraria, quando una volta scontata per intero la condanna in carcere, la persona, anziché essere rimessa in libertà, è sottoposta ad un'ulteriore misura di sicurezza a discrezione del magistrato. Paradossalmente questa procedura ha generato casi di soggetti che nella fase finale della detenzione avevano ottenuto l'affidamento al servizio sociale o alla semi-libertà e dopo aver scontato la pena erano stati risucchiati in un regime di internamento peggiorativo rispetto alle condizioni in cui si erano trovati in fase di reinserimento sociale. L'internamento è una misura anacronistica, applicata a discrezione del giudice, che crea la paradossale condizione di detenuto senza pena e io penso che sia inaccettabile che uno strumento che dovrebbe favorire il reinserimento sociale e lavorativo di persone che hanno saldato il loro conto con la giustizia diventi un luogo di umiliazione.
Applicando, dunque, la normativa vigente in materia, la misura di sicurezza dell'assegnazione ad una colonia agricola o a casa lavoro si configura come una variante solo nominalistica della pena, senza vederne poi rispettate le garanzie proprie di essa.
La Costituzione prevede le misure di sicurezza, sottoponendole al principio di legalità, riserva cioè al legislatore l'individuazione dei casi nei quali possono essere applicate. Quindi la distinzione tra le due differenti tipologie di sanzioni deve fondarsi su una diversità di contenuti, può legittimarsi la presenza di misure di sicurezza detentive se e soltanto se le misure abbiano contenuti specifici e diversi, ovvero, nella pratica, l'attuazione e l'assegnazione ad una casa lavoro all'interno degli istituti di pena italiani non si differenzia dalla detenzione, costituendone, anzi, un doppione riferito a persone che hanno già espiato con la galera la loro condanna.
Come ogni altra misura di sicurezza, l'assegnazione a una casa di lavoro non può essere revocata, infatti finché non cessa la pericolosità sociale ed è il magistrato di sorveglianza che provvede al riesame del caso. Vorrei da questo punto di vista richiamare l'intervento che il presidente del Tribunale di sorveglianza dell'Emilia-Romagna ha riportato nella commissione competente solo poche settimane fa. L'applicazione delle discipline inerenti alle misure di sicurezza è stato bene inquadrato dallo stesso Tribunale di sorveglianza dell'Emilia-Romagna, dottor Maisto, proprio in questa audizione dello scorso 16 dicembre. Il presidente Maisto ha sottolineato come l'istituto sia un retaggio e riporto le sue parole: “quasi un rudere del nostro ordinamento e la cui mancata modifica è dovuta al fatto che è sempre stato applicato molto raramente”. Cioè siamo in presenza di qualcosa che esiste perché nessuno se ne occupa.
“Nei pochi casi in cui questo istituto veniva applicato” - continua Maisto - “ si faceva largo uso di licenze premio e delle licenze finali di esperimento, proprio allo scopo di non trascurare quello che è un principio basilare delle forme detentive, ovvero la redenzione e il reinserimento sociale del soggetto. Negli ultimi tempi” - continua il presidente del tribunale - “c'è stato un revival di questo tipo di misura di sicurezza, principalmente officiato dalla Procura generale e dalla Procura della Repubblica di Napoli, intenzionata ad allontanare da Napoli” - cito le sue parole - “alcuni detenuti camorristi, poiché in Campania” - ha spiegato Maisto - “non vi sono case di lavoro e questi detenuti sono così inviati nelle case di lavoro dell'Emilia-Romagna”. Cioè il ricorso alle case lavoro avviene perché in molte regioni del nostro Paese non funzionano i servizi e quindi il magistrato considera certi soggetti socialmente pericolosi e li assegna alle case lavoro che non sono nelle regioni di competenza. Infatti nella nostra regione ci sono ben due delle quattro case lavoro esistenti sul tutto il territorio nazionale: una è nel supercarcere di Sulmona, l'altra presso il carcere di Favignana e le due, appunto, dell'Emilia-Romagna a Castelfranco Emilia e a Saliceto San Giuliano.
La misura dell'assegnazione ad una casa lavoro, infatti, oltre che dal Codice penale è regolata dall'ordinamento penitenziario, che prevederebbe l'obbligatorietà del lavoro al suo interno. Nella realtà manca spesso la possibilità di lavorare, anche a causa del sovraffollamento che grava in queste strutture, tanto da consentire lo svolgimento al massimo a rotazione, come accade puntualmente nella casa lavoro di Saliceto San Giuliano. Anzi, il paradosso, ed è veramente un paradosso, è che vi sono casi di persone che nella fase di semi-libertà o dopo essere uscite dal carcere avevano trovato un lavoro all'esterno e lo hanno perso perché una volta internati non sono stati concessi loro i permessi per continuare a svolgere l'attività.
Per le ragioni sopra esposte il progetto di legge intende abrogare con l'art. 1 tutte le norme del Codice penale che prevedono, quale possibile misura di sicurezza detentiva, l'assegnazione a una colonia agricola o a una casa lavoro, lasciando invece, ovviamente, sopravvivere le altre misure di sicurezza detentive previste per i soggetti non imputabili, oltre alle misure di sicurezza non detentive e quelle patrimoniali e dispone all'art. 2 la revoca implicita di tutte le ulteriori norme penali vigenti non contenute nel Codice penale, che disciplinano in concreto l'esecuzione della misura di sicurezza che s'intende sopprimere.
In sintesi, penso che il riutilizzo di questi spazi, che oggi avviene in maniera impropria, possa anche rispondere ad una esigenza che nel nostro Paese sta emergendo in modo lampante e cioè l’inadeguatezza delle strutture detentive. Abolire le Case Lavoro può, in un questo senso, incrociare anche le esigenze di politica del Governo nazionale, recuperando gli spazi di queste quattro strutture oggi utilizzate in maniera incongrua, per essere adibiti a carcere.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE VILLANI
PRESIDENTE (Villani): Grazie, consigliere Richetti.
È aperta la discussione generale.
Se nessun consigliere chiede d'intervenire, procediamo con l'esame dell'articolato.
Articolo 1.
È aperta la discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Villani): L'art. 1 è approvato.
Articolo 2.
Discussione generale. Dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Villani): L'art. 2 è approvato.
Dichiarazioni di voto sull'intera proposta di legge alle Camere.
Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione della proposta di legge alle Camere, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
26
Assenti
24
Votanti
25
Favorevoli
22
Contrari
3
Astenuti
--
PRESIDENTE (Villani): Proclamo approvato il «Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Borghi, Richetti, Monari, Monaco, Alberti e Piva: "Abrogazione di norme del libro primo del codice penale in materia di assegnazione a una colonia agricola o ad una casa di lavoro."»
OGGETTO 5271
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 2 agosto 1984, n. 42. Riforma del sistema elettorale dei Consorzi di bonifica» (117) (Autorizzazione alla relazione orale)
PRESIDENTE (Villani): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche economiche nella seduta del 4 febbraio 2010.
La relatrice, consigliera Gabriella Ercolini, ha fatto riserva di chiedere l'autorizzazione alla relazione orale. Occorre il voto favorevole di 2/3 dei consiglieri presenti.
Ai sensi dell'art. 80, comma 7, del Regolamento interno, procediamo alla relativa votazione mediante dispositivo elettronico.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Villani): Comunico ora il risultato della votazione:
Presenti
26
Assenti
24
Votanti
25
Favorevoli
25
Contrari
--
Astenuti
--
L'autorizzazione alla relazione orale è accolta.
Su richiesta della relatrice di soprassedere un attimo alla sua relazione orale, passiamo all'esame del successivo oggetto.
OGGETTO 5332
Comunicazione della Giunta sullo stato di attuazione del Piano Energetico Regionale periodo 2007 - 2009 (Discussione)
PRESIDENTE (Villani): Ha la parola l'assessore Campagnoli.
CAMPAGNOLI, assessore: Grazie, presidente.
Questa comunicazione arriva in conclusione della nostra legislatura, ma è l'occasione per fare effettivamente, come ci chiedeva il testo del Piano energetico, una prima verifica di risultati; e naturalmente, poi, da questi risultati una riflessione che resta agli atti, probabilmente di qualche utilità, anzi, senz'altro di qualche utilità, per prevedere l'ulteriore sviluppo della programmazione energetica nella nostra regione, nella prossima legislatura.
Come ricordate, il piano approvato dall'Assemblea regionale nel novembre 2007 prevedeva un'articolazione in programmi triennali d'indirizzo, definiti in Assemblea legislativa, e in piani annuali ed atti operativi di competenza della Giunta. L'Assemblea decise allora anche che, per la prima applicazione, sarebbe stata utile una verifica in corso d'opera dell'andamento e dei primi risultati del piano triennale e dei piani operativi ed è questa la verifica che compiamo oggi.
Questi risultati sono contenuti, spero siano stati opportunamente messi a vostra disposizione, in un rapporto, inevitabilmente anche voluminoso, che è consegnato ai consiglieri; vi è anche una versione più sintetica e affidata alle rappresentazioni a mezzo schede, e, questo rapporto, è stato presentato anche già nella Commissione Attività Produttive e nella Commissione Territorio. Da questo rapporto risulta il profilo che la politica energetica regionale ha assunto, nell'evoluzione del sistema energetico regionale ed è frutto anche della collaborazione con Enea, che era stata, appunto, prevista per costruire gli strumenti necessari di monitoraggio.
Dico subito che il rapporto procede anche ad un aggiornamento per ciò che riguarda gli obiettivi ulteriori e le prospettive ulteriori del Piano energetico regionale, facendo la scelta di assumere, per l'aggiornamento di questi obiettivi, le nuove direttive dell'Unione Europea, che, come ci è noto, hanno indicato per il 2020, per tutti i Paesi membri dell'Unione, il traguardo impegnativo definito "20 20 20" e cioè il 20% di riduzione del volume di emissioni, CO2, equivalenti rispetto al livello del 2005, il 20% di risparmio energetico, il 20% di incidenza delle fonti rinnovabili nei consumi energetici. Quindi, il rapporto indica all'Assemblea legislativa la condivisione sin d'ora da parte della Regione Emilia-Romagna di questi nuovi obiettivi e l'opportunità di assumerli pienamente, come ulteriori parametri della politica energetica regionale. Nel rapporto vedrete ricalcolati allora gli obiettivi del piano, proprio in considerazione dei nuovi parametri dell'Unione Europea.
Passando ad una breve considerazione dei risultati, che rimando alla lettura e alla consultazione del rapporto, io evidenzierei subito che i dati che leggerete, o che avete letto, possono dare qualche soddisfazione perché mostrano non solo che il Piano energetico si è messo concretamente in moto, ma anche che cominciano a marcarsi alcuni tratti almeno della trasformazione del sistema energetico ed energetico-elettrico della nostra regione, che avevamo assunto, che abbiamo assunto come direttrice della nuova politica energetica regionale per dare un profilo sostenibile allo sviluppo energetico e più in generale allo sviluppo della nostra regione.
Vi evidenzio anche che non solo sono state già portate ad impegno in questo periodo, dal 2007 ad oggi, tutte le risorse previste dal primo programma triennale che è stato licenziato, cioè 86,5 milioni di euro, ma sono state impegnate risorse ancor più ampie, fino a un totale di oltre 110 milioni di euro. Cosicché, ovviamente, per la Giunta non si tratta di definire ora un ulteriore piano, essendo nella fine della legislatura, ma di sottolineare come il nuovo programma nella prossima legislatura dovrà consolidare questo significativo impegno finanziario, aggiornandolo ove necessario, e queste linee direttive che ci siamo dati.
Possiamo in questo modo dare concretezza a quelle scelte di fondo presenti anche nel PTR, che l'Assemblea ha discusso e approvato, che fanno dello sviluppo sostenibile, della necessità di guardare a tutte le opportunità di evoluzione e riconversione anche della nostra economia produttiva verso la cosiddetta green economy, una scelta forte e determinata da compiere per il futuro dello sviluppo della nostra regione.
Credo anche che l'esperienza del Piano energetico debba e possa già evidenziare come, oltre che di green economy, noi dobbiamo parlare, come dice qualche osservatore in letteratura, di "green society", perché indubbiamente si tratta non soltanto di guardare a tutte le opportunità e possibilità di nuova produzione, di nuova industria che vengono dall'intervento nei settori delle nuove energie e delle tecnologie ambientali, ma si tratta di guardare al necessario cambiamento del paradigma di consumi, della organizzazione di vita delle città, della organizzazione della mobilità nelle città e nei territori, persino dei modi dell'abitare con l'uso di tutte le nuove tecnologie possibili, come tante parti necessarie per un effettivo e significativo cambiamento.
Ricordo che nel bilancio delle azioni possiamo considerare già il bilancio di quasi più di un anno, dal luglio dell'anno scorso, dell'entrata in vigore della direttiva approvata dall'Assemblea legislativa relativamente ai nuovi parametri per costruire nuovi edifici e ristrutturare edifici a risparmio energetico che ci siamo dati per l'attuazione, purtroppo ancora limitata ad alcune regioni, delle direttive europee. E devo dire che risultano già all'incirca 30.000 gli appartamenti nuovi o in ristrutturazione che, appunto, danno mostra dell'applicazione di queste nuove direttive. Come voi sapete esse al minimo determinano quasi un dimezzamento del consumo energetico degli edifici.
Questa direttiva, ne abbiamo discusso in altre occasioni, noi l'abbiamo voluta consolidare e confermare pur di fronte alla non condivisibile scelta da parte del Governo di invece non più considerare obbligatoria la certificazione energetica nella ristrutturazione e negli atti di compravendita degli edifici. Al contrario, il nostro piano dimostra che proprio nelle nuove tecnologie del costruire e nelle nuove modalità dell'abitare vi sono notevoli possibilità di raggiungere risultati.
E che, per davvero, il paradigma di un nuovo sistema energetico ambientale può essere assunto non soltanto, e necessariamente, come limite e come regolazione, ma anche e davvero come nuovo opportunità di sviluppo.
Tra gli altri risultati segnalo che in questi due anni che sono trascorsi dall'attivazione del Piano energetico e grazie all'effetto molto importante del cosiddetto "Conto energia", il piano che nella precedente legislatura il precedente Governo mise a punto, noi abbiamo visto un fenomeno straordinario, cioè nella nostra regione sono già divenuti più di 80, perdonate il tecnicismo, i mega watt di produzione elettrica realizzati con impianti fotovoltaici. Abbiamo, quindi, addirittura superato e di molto l'obiettivo che prima dell'esistenza della norma del "Conto energia" ci eravamo dati nel Piano energetico. Oggi la regione Emilia-Romagna è già la seconda regione italiana per insediamento di impianti fotovoltaici dopo la Puglia, c'è una fortissima propensione in questa direzione e certamente allora quell'obiettivo che il presidente Errani ha più volte indicato, di poter pensare ad una Emilia-Romagna prima in Italia anche per energia verde o energia solare è certamente un obiettivo alla nostra portata.
Allo stesso modo, una crescita significativa di produzione per fonti rinnovabili si è già determinata nell'uso dell'agro-energia, nelle biomasse. Avevamo lì un obiettivo di passare dai 50 mega watt del 2000 ai 350 del 2010, e abbiamo praticamente già raggiunto e realizzato questo obiettivo.
Sul piano del sistema della produzione elettrica in regione, vorrei sottolinearlo, possiamo dire che forse questo è il settore nel quale già siamo prossimi all'obiettivo dell'equilibrio Kyoto. Non sembri, appunto, un'affermazione sorprendente, spesso la discussione si rivolge con molta attenzione proprio a ciò che accade nelle nel sistema della produzione elettrica, ma sta di fatto che i dati dimostrano che l'operazione che si è costruita in questi anni e cioè quella di praticare la riconversione di tutto intero il parco, come si dice, termocombustibile di potenza, cioè delle centrali di produzione elettrica di potenza prima alimentate con le vecchie tecnologie ad olio combustibile, la sostituzione integrale quindi di queste centrali con nuovi impianti avanzati, con l'alimentazione a metano, ha determinato forse il risultato più significativo in termini di riduzione della emissione di CO2. Come sapete si tratta, complessivamente, di riduzioni e di emissioni Kyoto e di impatto ambientale valutabili attorno al 30% nel confronto tra impianti a olio e impianti a metano, e qui, quindi, vi è stato un significativo contributo.
La scelta che il Piano energetico poi ha indicato, e che quindi dovrà essere praticata, è quella che ora non abbiamo più necessità di pensare all'insediamento di grandi impianti di produzione termoelettrica con fonti tradizionali, il piano e il rapporto indicano che da qui al 2015 per risponde alla crescita della domanda elettrica dobbiamo invece procedere ulteriormente con lo sviluppo e la utilizzazione di fonti rinnovabili, oppure di tecnologie altrettanto efficaci e, come sapete, equiparate dall'Unione Europea a quelle delle fonti rinnovabili come l'uso dei sistemi di cogenerazione e di produzione elettrica in connessione a iniziative di teleriscaldamento.
In questa direzione sottolineerei anche l'importanza della iniziativa promossa verso gli enti locali, del sistema del enti locali, delle amministrazioni provinciali e delle amministrazioni comunali. Anche qui direi che la nostra politica ha di fronte la possibilità di esperimentare concretamente quella che anche in questo caso importanti osservatori, considerano come la vera rivoluzione da realizzare, quella cioè di realizzare comunità energetiche territoriali e tendenzialmente autogovernabili e autogovernate dal punto di vista energetico.
Un'altra delle iniziative che il Piano energetico ha messo in moto è infatti quella del programma rivolto al sistema degli enti locali, di cui stanno pervenendo in queste settimane i risultati. Si è chiesto cioè che gli enti locali producessero essi progetti di iniziative innanzi tutto per l'edilizia pubblica, oppure per la messa a disposizione di impianti fotovoltaici e solari, in modo di poter dar corso a quella soluzione presente nella nostra direttiva per l'edilizia energeticamente compatibile a cui ho fatto riferimento e cioè la possibilità di avere per i cittadini non soltanto a disposizione l'insediamento di un impianto nella propria abitazione, ma in alternativa di potersi connettere a vere e proprie piattaforme solari, realizzate, appunto, dai Comuni sul loro territorio.
Questo programma sta dando risultati notevoli, sono stati presentati molti, molti progetti, per un totale d'investimento di circa 260 milioni di euro, che richiederebbe già un contributo della Regione di 60 milioni di euro. C'è solo da osservare che, purtroppo, le risorse a nostra disposizione sono 20 milioni di euro e quindi bisognerà vedere come utilizzarli al meglio; ma qui vi è anche la conferma della necessità che all'affermazione rivolta all'importanza dello sviluppo di green economy, green technology e green society corrisponda poi un impegno di bilancio finanziario che deve essere certamente significativo.
Ma ciò che conta è innanzitutto la nuova funzione che viene attivata per gli enti locali. Si sta affermando così infatti quell'altra idea del nostro Piano energetico, che è quella di poter attivare una sorta di nuovo "piano regolatore energetico" dei nostri comuni, dei nostri territori, rinverdendo, e in questo caso il verbo è particolarmente appropriato, quella grande stagione di programmazione per la qualità del territorio che riguardò e riguarda l'urbanistica. Oggi c'è forse bisogno di realizzare, nelle nostre città e nei nostri territori, una nuova stagione di programmazione proprio in campo energetico-ambientale perché soltanto con questa capacità di autogoverno del territorio si possono effettivamente raggiungere risultati significativi.
Questi pochi numeri, queste esperienze già significative dicono che, lo ripeto, green economy non significa soltanto giusta regolazione e anche apposizione di limiti, ma nuove opportunità. E vorrei sottolineare come questo versante, mette in campo, proprio le energie che sono rappresentate dalle nostre piccole e medie imprese, dalla media e piccola impresa italiana, che sul versante della produzione di energia con fonti rinnovabili, tecnologie per fonti rinnovabili, nuove tecnologie costruttive, servizi anch'essi molto importanti, per la costruzione di un nuovo sistema energetico, e in particolare nella nostra regione possono avere grandi occasioni di lavoro e di opportunità di sviluppo.
È questa considerazione che mi fa ripetere che ciò che servirebbe, e purtroppo non vi è stato, è un dibattito vero sulle scelte complessive di politica energetica del Paese. C'è da rammaricarsi che invece il Governo, che non ha presentato alcun Piano energetico, abbia tuttavia voluto anteporre alla presentazione del Piano energetico la presentazione della sua iniziativa rivolta all'insediamento dei nuovi impianti nucleari.
Le Regioni, non solo la nostra, hanno dovuto rivolgere una prima osservazione a questa scelta, che risulta anche costituzionalmente discutibile per il mancato coinvolgimento delle Regioni e per l'argomento, appunto, che essa viene fatta in assenza di un Piano energetico nazionale complessivo.
L'osservazione che noi possiamo fare, al di là del dibattito scientifico e tecnologico in materia, dove naturalmente tutte le posizioni hanno il diritto di esprimersi, è che tuttavia pare evidente la incongruenza di una scelta come quella di impegnare oggi il Paese nella direzione di un reinsediamento di tecnologia nucleare tradizionale, con un impegno finanziario di circa 10 miliardi di euro sostanzialmente rivolti all'acquisto di tre impianti nucleari a tecnologia estera, o francese o americana, e si pensi invece a che cosa potrebbe significare per il Paese questo stesso investimento rivolto a sostenere, nel campo delle fonti rinnovabili e delle tecnologie per il nuovo costruire, insomma di una nuova industria energetica, uno stimolo e un sostegno alla nostra piccola e media impresa.
È per questa ragione, accanto a quella dei problemi irrisolti che riguardano il tema del deposito nazionale del combustibile irraggiato e delle scorie radioattive e quello della necessità di traguardarsi alle tecnologie nuove che già si annunziano in questo campo, per la "quarta accelerazione" e quindi, al di fuori di ogni, come si dice, ideologismo preconcetto che la nostra Regione e tante altre, 10 Regioni, hanno espresso il loro fermo parere negativo alla scelta governativa di reinsediamento di impianti nucleari in questo momento.
Segnalo a questo proposito, in conclusione, il paradosso paradigmatico che si sta esprimendo nel comune di Caorso e che è espresso paradigmaticamente dalla osservazione che lo stesso sindaco di quel Comune ha dovuto rivolgere a tutte le autorità. A Caorso è in corso un decommissioning voluto da tutte le autorità, a cominciare dal Comune. In tutti questi anni, la Regione si è molto fortemente impegnata in questa direzione, abbiamo evitato quella che pareva la prospettiva di un decommissioning lungo a 50 anni, per invece tutti insieme salutare, anche tutte le forze politiche, qui e a Caorso, la scelta di un decommissioning accelerato. Quindi a Caorso si sta realizzando un decommissioning accelerato, con tutte le problematiche che riguardano anche la sicurezza del sito e tutto questo ci fa dire che sarebbe non solo paradossale, ma francamente improponibile l'idea che proprio a Caorso si immagini un reinsediamento di un impianto nucleare, che sfiderebbe tutte le leggi della logica, della congruenza e anche della sicurezza...
ERRANI: E della fisica.
CAMPAGNOLI: e giustamente, aggiunge il presidente Errani, della fisica, senza neppure arrivare alla fisica nucleare, diciamo...
VOCE: Esatto!
CAMPAGNOLI: Siamo alla cinematica.
Quindi, su questo punto la Regione si è espressa e crediamo che verosimilmente dovrebbe esserci una espressione coerente di tutti quanti, superando, appunto, una visione che rischia di essere invece propagandistica e ideologica dei problemi della politica energetica.
Per tanti anni tutti quanti, compresi i sindaci di Caorso che non appartenevano a questa maggioranza, ci si è uniti attorno alla giusta espressione "Caorso non può essere un cimitero nucleare", credo che non vi sia nessun motivo oggi invece per dire che Caorso dovrebbe divenire un fantasma di questo inverosimile e ipotetico nucleare italiano.
Queste sono quindi le prime considerazioni che possiamo svolgere sul primo triennio di attuazione della nostra politica energetica regionale. Torno a dire troverete dati ed elementi più approfonditi nella relazione e nel rapporto che si è realizzato, e crediamo di poter dire che la Regione Emilia-Romagna si è data una legge avanzata di politica energetica, e che l'obiettivo che abbiamo scritto all'art. 1 di questa legge, e cioè che si assumono i parametri e gli indirizzi da Kyoto a quelli dell'Unione Europea, sono e rappresentano davvero la via sulla quale procedere. Abbiamo anche cominciato a sperimentare un lavoro, anche questo vorrei sottolineare, davvero trasversale dei diversi assessorati, delle diverse direzioni. Accanto a ciò che ho ricordato, nei campi che ho ricordato, ci sono le cose altrettanto importanti che si sono realizzate con il nuovo Piano ambientale triennale, che si sono realizzate con il Piano per la mobilità sostenibile e che vivono e vivranno anche nel nuovo Piano regionale dei trasporti.
Quindi, c'è davvero una scelta già iniziata di politica per uno sviluppo sostenibile, c'è quella scelta che, ripeto ancora, è al centro del nuovo Piano territoriale regionale, c'è un filone di lavoro sul quale rinnovare, rinnovare concretamente una cultura di sviluppo di questa regione che è più ambientalmente avvertita e contemporaneamente offre nuove opportunità di sviluppo anche a tanta parte del nostro sistema produttivo. Una politica che nella prossima legislatura potrà certo essere ben meglio sviluppata, arricchita, rafforzata ma che sin d'ora, con le esperienze che abbiamo fatto, abbiamo dimostrato può essere concretamente perseguita.
PRESIDENTE (Villani): Grazie, assessore Campagnoli.
Apriamo il dibattito. Nessuno chiede d'intervenire?
No, chiedo scusa, ha chiesto di parlare il consigliere Mazza. Ne ha facoltà.
MAZZA: Grazie, presidente. Aspettavo se c'era qualcun altro proprio per non ripetere questa cosa per cui alla fine su certi temi intervengo solo io.
In ogni caso, io ho già avuto occasione di discutere con l'assessore Campagnoli in molti momenti di Piano energetico, di risparmio energetico, di produzione da fonti rinnovabili e la discussione è stata anche molto intensa, ma credo che i risultati, come l'assessore ha poco fa manifestato, si siano ottenuti.
Credo che forse si poteva fare qualcosa di più se si fosse iniziato prima a comprendere l'importanza di questi temi, però do atto ovviamente all'assessore, con piacere, che una serie di risultati sono avvenuti, che abbiamo camminato in una direzione giusta e quindi intanto registriamo questo dato.
È del tutto evidente che discutere in questi ultimi giorni dell'Assemblea legislativa, come dire, non permette di entrare molto nel merito delle questioni e di guardare al futuro e non vi è dubbio che il prossimo Consiglio dovrà attentamente valutare questi dati e vedere quali novità imprimere in una situazione che richiede, secondo me, un salto di qualità molto forte.
Convengo sulla scelta di aggiornare i dati sul “20 20 20” e sulla strategia europea, credo che questo sia quanto mai necessario anche dopo, diciamo, un po' il flop di Copenaghen e di quella sede di discussione. L'Europa al momento, con quella strategia, mantiene fermo un impegno che ha delle effetti molto positivi, ma che, ovviamente, è ancora in qualche modo sottodimensionata al bisogno di contenere i cambiamenti climatici e di affrontare il picco del petrolio, che come sappiamo si avvicina inesorabilmente. La discussione sarà se qualcuno dice che è già successo, qualcuno dice che arriverà tra un po', insomma, su questo c'è una discussione aperta anche tra gli esperti, ma nessuno nega che da un certo momento in poi questa fonte primaria terminerà e di conseguenza bisogna essere pronti a governare le ricadute e avere delle alternative pronte.
Penso, quindi, che il problema ancora una volta sia da porre sul risparmio energetico e non tanto sulla produzione energetica. Dico questo perché se noi dimentichiamo la questione del risparmio energetico, rischiamo di cadere in una situazione paradossale, cioè nella situazione che abbia ragione Berlusconi, adesso per dirla in termini molto netti, perché se noi non definiamo le modalità con le quali si riduce il consumo energetico può succedere che qualcuno possa dimostrare che, alla fine, se c'è tanta energia da usare ci vuole la modalità per produrla e quindi potrebbe essere un elemento, voglio dire, che di fronte alla crisi di produzione possa spingere verso questa soluzione che io considero non solo sciagurata dal punto di vista delle possibili conseguenze, ma completamente sbagliata dal punto di vista delle scelte tecniche.
D'altra parte il risparmio energetico è quanto mai necessario con più andiamo verso l'uso di energie rinnovabili, perché è del tutto evidente che nelle energie rinnovabili costano di più dell'energia del petrolio o di altre fonti fossili. Costano di più perché sono prodotte con danaro pubblico, anche, sono incentivate, fortemente incentivate e non ha senso di buttarle in colabrodi come sono oggi le nostre strutture sociali, civili, produttive, anche della nostra regione sostanzialmente, quindi noi dobbiamo fare in modo di ridurre drasticamente il consumo energetico. Questo mi pare il primo problema che andrebbe affrontato in un modo molto più attento.
Il Piano energetico è un piano intersettoriale, ma non pare che la Giunta abbia lavorato in modo intersettoriale nell'affrontare i diversi pezzi del piano e contraddizioni si sono viste più volte emergere nei diversi settori, anche tra i dirigenti, forse anche tra gli assessori, perché non sono in Giunta, ci sono valutazioni diverse e contrasti che difficilmente secondo me si spiegano in una visione intersettoriale. Faccio alcuni esempi. Intanto noi dobbiamo definire dei parametri su cui misurare la qualità davvero della riduzione del risparmio, allora, per esempio, bisogna scegliere unità di prodotto, bisognerebbe sapere, per esempio, per unità di prodotto quanto riusciamo a risparmiare con un sistema produttivo e passando a un altro, così come potremmo farlo per le merci e per le persone. Quanto si risparmia a chilometro per persona? Quanto consuma ogni persona a chilometro? Quanto c'imponiamo di risparmiare tra cinque anni o tra tre anni?
Questi parametri dobbiamo metterceli se dobbiamo davvero valutare in che modo incide il risparmio nella nostra realtà. Così per gli edifici. Noi abbiamo fatto, e su questo, voglio dire, mi pare ci possiamo anche mettere una medaglia sostanzialmente con la delibera sull'efficienza energetica, io non sono, come sapete, propenso sempre a questo, però, sicuramente ce la possiamo mettere. Adesso abbiamo finito, siamo a pari dei dati nazionali, cioè siamo al traguardo del 2010. Forse, se avessimo messo un parametro in più, che oggi scattava un 20% in meno, forse sarebbe stato bene. Allora ne parlammo, poi dopo non passò la mia idea, comunque se noi potessimo dire che oggi si doveva risparmiare il 20% in meno di quello che dicono le tabelle nazionali forse sarebbe stato meglio, perché noi abbiamo due problemi qui che vorrei evidenziare, cioè noi, oltre, diciamo, a una tecnica di costruzione, abbiamo bisogno anche di materiali adeguati, e se noi non poniamo degli step crescenti anno per anno, anche l'industria si siede sostanzialmente, non produce, non innova e non mette sul mercato prodotti nuovi, che dobbiamo poi andare a comprare in Austria o in Alto Adige o in altre regioni perché noi non li produciamo. Credo che debba esserci anche una visione tra queste due questioni che si tengono assieme, cioè innovare per avere prodotti che concorrano all'innovazione, quindi è un circuito che dobbiamo semmai alimentare fortemente. Ora, so anch'io che ci sono imprese importanti in Emilia che cominciano e già producono, insomma, però è il sistema che fatica secondo me a muoversi in quella direzione e noi, con le nostre regole, dovevamo, come dire, tirarli in quella direzione, ponendo degli step di crescita migliori, in modo tale che dovevano via via adeguarsi. Posso capire che hanno dei magazzini pieni di roba vecchia, forse inusabile più, però d'altra parte bisogna farlo. So che ci sono esperienze in Emilia-Romagna di imprese che producono pannelli che addirittura assorbono le PM10 e anche queste sono questioni che andrebbero incentivate e favorite. Cioè, noi dobbiamo, come dire, trovare un modo per cui con i nostri atti favoriamo la produzione di materiale innovativo e lo impieghiamo nella qualità della nostra regione, in modo da diventare non solo quella che mette più pannelli, ma quella che ha un sistema che complessivamente è più integrato.
Vorrei continuare su questo esempio per poi venire alle conclusione del mio intervento, ovviamente. Noi abbiamo votato, con la legge 6, alcune modifiche importanti che attengono alla legge 20 e abbiamo riconosciuto che sulla città costruita bisogna intervenire con decisione e fermezza; abbiamo evidenziato la possibilità di incentivi volumetrici per gli abbattimenti e le ricostruzioni, o anche per gli ampliamenti degli edifici se e quanto corrispondono a parametri di qualità energetica elevata. Qui c'è una discussione che è bene averla chiara, la sento tutti i giorni, l'abbiamo avuta anche l'altro giorno quando abbiamo discusso del PTR: c'è chi pensa di dare l'incentivo volumetrico a chi rispetta lo standard minimo obbligatorio della Regione. Penso che questa sia una cosa da respingere con decisione. Lo standard minimo è lo standard minimo, punto, non è che se si arriva a quello bisogna avere degli incentivi volumetrici, come chiede l'ANCE, per esempio, nelle sue relazioni.
Noi dobbiamo dare gli incentivi volumetrici a chi va oltre lo standard minimo obbligatorio e dobbiamo dare indici parametrati, ovviamente, alla qualità energetica che si raggiunge. Se uno va in classe A gold, per capirci, deve avere un indice più grande di chi va in classe B, perché l'obbligatorio ormai è classe C, grosso modo. Questa parametrazione dobbiamo studiarla, metterla bene a fuoco, creare un parametro di valutazioni susseguenti, in modo da evitare che, appunto, si possa giocare sulle questioni di un'attesa ovviamente di miglioramento edilizio, ma senza che ci sia su questo il rigoroso controllo che è necessario.
Per questo a me pare che vada anche detto che i controlli che noi facciamo oggi sul piano edilizio sono insufficienti, assolutamente insufficienti. L'autocertificazione secondo me è un meccanismo che ha senso se i controlli superano la soglia del 20-25%, ma se stiamo all'1% dei controlli o sotto l'1%, l'autocertificazione è una presa in giro, perché, ovviamente, tra i professionisti si sviluppa l'idea che poi tanto nessuno controlla e si va in una direzione fortemente sbagliata.
Credo che questo sia un problema molto serio, presidente, per me la cultura del controllo in questa regione si è fortemente abbassata. Quando si parla di controllo, quindi di regole a controllare, c'è sempre una reazione “Ma insomma!”, “Basta!”, “Lasciamo fare”, sembra che il controllo sia un lacciuolo alle imprese, ai produttori, ai professionisti e via discorrendo. Il controllo è la garanzia della convivenza civile e secondo me anche i fatti più recenti fanno pensare che è bene elevare la soglia del controllo e avere un'attenzione non solo istituzionale, ma anche soggettiva, diciamo, rispetto a queste questioni. Penso che questo sia un punto importante, che comunque laddove noi abbiamo scelto percorsi prestazionali, diventa necessario che il controllo sia sviluppato e fortemente ampliato. Laddove diamo incentivi penso che non si possa avere non avere controlli rigorosi dalla progettazione, all'esecuzione e alla conclusione dei lavori, perché il volume che diamo gratis, diciamo così, in qualche modo per compensare quella vicenda non è un bene privato è un bene pubblico, che non può essere quindi buttato via, come invece potrebbe succedere se non si fa controllo. Quindi, penso che in questo senso si debba essere molto netti.
L'ultima questione che volevo toccare, signor presidente e assessore, riguarda la questione della, lei l'ha chiamata società verde, economia verde, industria verde, io uso l'italiano perché penso vada meglio, nel senso che non sembra una cosa aulica, ma invece è una cosa dura, con cui bisogna fare i conti tutti i giorni. Allora, vorrei ricordare, società verde, che noi siamo in Emilia-Romagna fuori dalle direttive dell'Unione Europea per quanto riguarda le PM10. L'ho detto l'altro giorno in Consiglio, si è votato addirittura contro i dati dell'Arpa per nascondere la verità, cosa che io trovo sconveniente, perché la verità è una cosa, il modo per intervenire è un altro. Allora, io posso capire che non si condivida quello che io penso sul come si interviene, ma che si voti contro i dati dell'Arpa francamente l'ho trovata una roba fuori dal mondo, fuori dal mondo nel modo più assoluto. Però noi siamo fuori dalle PM10, già adesso siamo a 17-18 giorni di superamento, siamo già a metà, se parliamo dei giorni, di quelli che sono i parametri. La nostra società è questa, quindi bisogna, ovviamente, introdurre forti cambiamenti per evitare di arrivare a questa situazione, nella mobilità, negli edifici, dicevo prima, nella produzione.
Per concludere, era la questione delle fonti rinnovabili che volevo toccare e poi finisco. Ora, l'assessore ha ricordato che su certi valori siamo andati oltre le previsioni, e questo credo che sia un fatto di grande positività, quello che però io volevo sottolineare è che noi, la Giunta non è riuscita a presentare all'Assemblea legislativa un atto che chiediamo con una risoluzione dal 2006, cioè le linee guida per l'inserimento degli impianti industriali di fonti rinnovabili nella nostra regione. Noi oggi siamo soggetti alle regole che decidono i privati: se io faccio una fabbrica di scarpe devo venire qui, andare nei comuni e chiedere il rispetto di tutte le regole, se faccio un impianto fotovoltaico o eolico, mi metto d'accordo con il proprietario della terra, vado in comune, addirittura ho già l'avvio della procedura d'esproprio. Questo è quello che succede, con possibilità di scempi e di situazioni inaccettabili. Gli ecomostri non sono un soluzione ambientale, non sono neanche una soluzione energetica positiva, sono una deturpazione del territorio.
Ora, quello che pongo, io non sono contro gli impianti fotovoltaici, né contro gli impianti eolici, assolutamente. Io sono perché queste cose siano installate con regole chiare e precise e le regole le fa soltanto il pubblico, non le può fare il privato. Allora, uno deve sapere se qui posso mettere le pale o non le posso mettere, se qui posso mettere l'impianto fotovoltaico oppure no. Questo lo dobbiamo dire noi, con delle leggi precise, non che sia dovuto all'accordo che raggiungono i privati sulla base di business e interessi che ci sono. Noi abbiamo gli incentivi più alti di tutta Europa, si sa che ci sono impianti in Polonia che vengono smontati e portati in Italia, ci esponiamo a una situazione davvero ingovernabile, per quale ragione? Allora, penso che la Regione poteva fare e doveva fare delle regole che permettessero ai Comuni di essere in grado di governare i processi di insediamento. Abbiamo dato mandato alla Giunta per fare un controllo del vecchio Piano paesistico, anche questo non siamo riusciti a vederlo, lo vedrà la prossima Assemblea legislativa, ovviamente, e non è un dramma se penso che ovviamente lo affronteranno meglio loro, con più tempo di fronte, però questo è il problema: perché non l'abbiamo fatto? Questo è un errore, secondo me grave, che è stato compiuto, signor presidente. Questo è quello che penso io.
In ogni caso l'assessore ha detto una cosa su cui convengo in modo molto netto, cioè sfavorire le comunità energetiche. Secondo me il vero problema nostro è questo, cioè creare una cultura in questo campo, favorire la cooperazione dei cittadini e dei produttori, dare a loro, tramite i Comuni, ovviamente, e le Associazioni dei Comuni delle risorse per avere mini impianti eolici, mini impianti idrici, mini impianti di biogas, mini impianti per fonti diciamo da legno, da biomassa, e mini impianti anche fotovoltaici sulle proprie abitazioni. Se la Regione finanzia questi progetti non abbiamo bisogno di grandi interventi industriali, l'intervento industriale ha altre funzioni, altre necessità, non risponde esattamente al fabbisogno del territorio. Penso invece che questo sarebbe un elemento anche di abbellimento del territorio e di qualità del territorio, quindi penso che dovrebbe essere fatto un progetto di grande valore in questa direzione, per riuscire proprio a dare, a coinvolgere i cittadini in questo percorso di cambiamento di abitudini, perché bisogna ridurre i consumi e produrre in modo diverso l'energia di cui abbiamo bisogno e siccome parliamo essenzialmente di energia elettrica, che si contrappone al nucleare, solo avendo un grande consenso territoriale diffuso, di persone impegnate in questo processo, possiamo anche contrastare l'ideologia del nucleare, altrimenti ne veniamo travolti oggettivamente, se non c'è questo impegno. Se l'alternativa è nucleare o industriale e la gente è spettatrice di questo conflitto, non ne veniamo fuori. Invece la gente deve essere protagonista di una diversa impostazione del consumo e della produzione e penso che questa sia davvero la grande sfida dei prossimi cinque anni anche per la nuova Giunta e per la nuova Assemblea legislativa.
Quindi, in questo senso, signor presidente, giudicando ovviamente positivamente il lavoro svolto in merito al Piano energetico, facendo una critica molto ferma alla mancanza delle linee che ci permettono di governare il territorio (questo è un errore che la Giunta ha compiuto che io non condivido), terza questione mi pare che l'impegno per lavorare per questa diffusione sul territorio di comunità energetiche di autoproduttori sia la strategia del futuro e mi auguro che nella prossima legislatura si possa portare avanti con decisione, anche con incentivi regionali. Se no bisogna pensare che di fronte al Governo, che sta tagliando gli incentivi per la produzione energetica di comunità, diciamo, in qualche modo, dobbiamo pensare a incentivi anche finanziari (minori tasse) che la Regione distribuisce per evitare che l'azione del Governo, che sta tagliando gli incentivi, abbia un contraccolpo fortemente negativo per questa grande esperienza che possiamo costruire.
Per questo ringrazio l'assessore, ringrazio, ovviamente, la Giunta per il lavoro svolto, con questa piccola critica che ho fatto.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ZANCA
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Mazza.
Ha chiesto di parlare il consigliere Borghi. Ne ha facoltà.
BORGHI: Alcune brevi considerazioni rispetto a un atto di presa e assunzione di conoscenza da parte di questo Consiglio, sulla base delle indicazioni, delle osservazioni e delle valutazioni del lavoro svolto da parte dell'assessore Campagnoli, che ringrazio.
Ritengo che pochi argomenti come questo abbiano in qualche modo segnato l'attività amministrativa, legislativa, di questo mandato e devo dire che il confronto intensissimo che su questi argomenti noi abbiamo potuto svolgere ha portato a un di più, a un valore aggiunto di consapevolezza, che alla fine si è tradotto, penso, in maggiore e migliore responsabilità da parte dell'Assemblea legislativa nel suo complesso. Di questo voglio ringraziare l'assessore, voglio ringraziare la struttura, l'assessorato, che col passare del tempo, se mi è consentito, hanno sempre più voluto accompagnare, comprendere e interagire in modo positivo con le istanze poste in sede di commissione e in Assemblea. Anche qui, ovviamente, questo è stato fatto in particolare grazie ad alcuni colleghi, che hanno voluto e saputo riempire di contenuto ogni momento di confronto.
Questo mi pare un dato importante, da cui si potrà ripartire e si dovrà ripartire nella prossima legislatura, e penso davvero che, anche rispetto alle valutazioni che ci ha proposto l'assessore, anche per il prossimo futuro di questo si dovrà continuare a parlare su questo argomento, sull'efficientamento complessivo del sistema della mobilità, del sistema dei trasporti, del sistema edilizio, del sistema della produzione di energia della nostra regione, si continuerà, si dovrà continuare a fare un punto di eccellenza dell'attività legislativa e normativa di questa Regione.
Dicevo, pochi sono stati gli argomenti che abbiamo trattato con questa intensità, ma questo è stato anche dovuto al fatto che in nessun altro ambito vi è stata una così straordinaria rincorsa all'innovazione tecnologica, che ha portato strutturalmente a modificarsi, nel corso di questi cinque anni, il paradigma, il riferimento entro il quale abbiamo potuto svolgere il nostro confronto.
Devo dire allora che la retroazione che abbiamo ricevuto rispetto ai provvedimenti che di volta in volta, a partire dalla definizione degli standard prestazionali di rendimento energetico, dal programma di qualificazione energetica degli enti locali, al programma che è stato rivolto all'uso razionale dell'energia nelle Aziende sanitarie locali, agli accordi quadro per lo sviluppo dell'energia rinnovabile che si sono realizzati sul territorio, al fatto che all'interno della proposta complessiva dei tecnopoli vi sia un forte, un importante segno rivolto proprio alla ricerca, all'innovazione in ambito energetico, ecco, dicevo, questo lavoro a me pare, allora, essere stato sicuramente uno di quelli che con più profondità ha segnato la nostra attività amministrativa, ma anche, sul territorio, le risposte, l'attenzione, la disponibilità, la presenza, le richieste dei cittadini e delle imprese.
Probabilmente nessuno di noi avrebbe potuto immaginare che, rispetto a una delle azioni più significative previste dal Piano energetico, fossero oltre 30.000 il numero di pratiche che, rispetto agli incentivi predisposti nella finanziaria sul miglioramento del rendimento degli edifici, sarebbero state presentate all'interno della nostra regione, con un investimento di oltre 400 milioni di euro, dati questi che da soli, mi pare, rappresentino in modo assolutamente significativo quella che è la straordinaria potenzialità in una regione come la nostra, in una regione nella quale vi è il controllo di ogni parte del processo che riguarda l'innovazione strutturale degli edifici, quelli già esistenti o quelli evidentemente di nuova progettazione, può allora assumere.
In una regione nella quale vi è una regolamentazione chiara, certa e definita di ogni passaggio dell'attività edilizia, l'aver saputo introiettare all'interno della normativa standard possibili, ma assolutamente impensabili solo fino a cinque anni fa rispetto alla normale cogenza dell'attività edilizia stessa, mi pare potrà rappresentare per il futuro uno straordinario volano, non tanto e non solo l'innovazione, ma anche a quel sostegno a una dimensione di sostenibilità e compatibilità ambientale delle pratiche edilizie. E, ancora, quello che è stato sviluppato, quello che è stato definito dall'assessorato alla Mobilità, in condizioni di straordinaria difficoltà, in una regione come questa che fa più di altre della mobilità privata strumento principale di spostamento di persone e merci, l'aver saputo individuare in nuce, con già alcune importanti previsioni di interventi infrastrutturali tecnologici per la mobilità a basso impatto ambientale, per il sostegno all'utilizzo di energie alternative, per il sostegno alla mobilità ciclabile (importante citare il protocollo sottoscritto solo alcuni mesi or sono dall'assessore Peri con tutte le associazioni che di questo si occupano con intelligenza, tenacia e anche visione di futuro ormai da molto tempo nella nostra regione), dicevo, ovviamente tutto ciò congiuntamente a quello che è accaduto, che sta accadendo e che accadrà rispetto al rinnovo e al potenziamento delle infrastrutture di trasporto ferroviario, rappresenta, allora, un patrimonio importante sul quale riuscire a dover scommettere anche per l'immediato futuro.
Penso, assessore Campagnoli, e mi avvio a concludere, che l'aver portato a questo grado di consapevolezza, anche rispetto ad una straordinaria presenza di capacità di scommettere sull'innovazione tecnologica, il sistema delle imprese della nostra regione in un momento difficilissimo per quel sistema delle imprese possa in qualche modo rappresentare una delle chiavi di fuoriuscita da questo momento difficile, come forse nessuno di noi avrebbe immaginato soltanto fino a pochi anni fa.
È significativo che System di Formigine, ad esempio, allora, ci proponga una tecnologia attraverso la quale riuscire a coniugare un'innovazione tecnologica, anche in questo caso possibile, altissima, per la produzione di fotovoltaico sui tetti delle nostre case e su questa innovazione chiami il sistema produttivo della nostra regione ad una capacità di scommettere su questa ed altre innovazioni ad una dimensione europea.
Voglio dire, allora, che il sistema dei distretti, il sistema della meccanica, il sistema delle tecnologie applicate, per le quali in particolare vi sono non nicchie, ma importantissimi presidi manufatturieri, industriali, nella nostra regione può e deve vincerla questa scommessa e mi pare quel che abbiamo messo in campo rispetto alle politiche industriali vada in quella direzione, anche nella contingenza, anche e soprattutto nella contingenza difficilissima che stiamo attraversando.
Ecco, allora, io penso che abbiamo compreso molte cose, abbiamo reso questa Regione più attenta a una dimensione europea, abbiamo le carte in regola, pur fra le difficoltà, io mi associo a parte di quello che ha affermato il collega Mazza, in particolare su alcune difficoltà evidenti, riguardanti la relazione orizzontale all'interno del governo regionale, funzionale, organizzativa, amministrativa, noi non sempre abbiamo mantenuto la necessaria integrazione fra gli interventi, fra le politiche, ritengo che questa sia la scommessa principale: fare in modo, insomma, che questo grado di consapevolezza sia trasversale a tutte le politiche, a tutti gli interventi, a tutti i settori e conseguentemente si possa, nell'immediato futuro, andare ad una definizione di programmazione di politiche ad essa strettamente connessa, con un sufficiente grado di, appunto, integrazione, di relazione, in grado di rendere credibili tutti gli interventi, in ogni ambito essi vengano pensati e quindi realizzati, da quello civile, a quello industriale, a quello della mobilità, a quello agro-industriale. Questa necessità di arrivare a una sintesi ancora più alta che responsabilizzi con la stessa intensità, che è quello che è accaduto all'assessorato alle Attività produttive, tutti i comparti della Giunta regionale, a me pare chiave assolutamente imprescindibile per garantire, per consentire efficacia agli interventi futuri, sapendo che in questo ambito noi ci troveremo, anche nell'immediato, innanzi a dinamiche, dentro a dinamiche che avranno un'intensità e una accelerazione della quale non è fortunatamente ancora possibile prevedere l'esito, perché in nessun ambito come in questo il mondo sta concentrando la propria capacità e disponibilità all'innovazione ad ogni dimensione essa venga affrontata.
È per questo che evidentemente, allora, però l'essere riusciti a sostenere in questa legislatura questa mole di cambiamenti e di innovazione ci mette, ritengo, nelle condizioni migliori per consentire, appunto, di assumere quella responsabilità ancora più ampia che riguarda tutti i settori, tutti gli ambiti di politiche industriali, agricole, ambientali della regione che hanno in qualche modo a riferimento le attività di questa nostra istituzione.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Borghi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Solo alcune considerazioni, perché credo che il Piano energetico, di cui oggi stiamo verificando l'attuazione, rappresenti uno degli strumenti di programmazione principali che abbiamo messo in campo in questa legislatura e uno degli strumenti principali per quello che riguarda anche l'economia di questa regione.
Ora, credo che il primo ragionamento che dobbiamo fare riguarda la situazione economica, la crisi. Noi abbiamo approvato il Piano energetico in una fase un po' precedente, credo però che avessimo visto giusto nel momento in cui ci siamo posti l'obiettivo di fare in modo che l'ammodernamento e l'efficientamento delle fonti energetiche rappresentasse, già in quella fase, una delle condizioni per poter dare maggiore competitività al sistema economico.
Credo che oggi ancor di più valga quel ragionamento e credo che abbiamo fatto bene nel Piano territoriale regionale a rimarcare la candidatura della regione Emilia-Romagna come laboratorio italiano della green economy e quindi come territorio che intende fare dell'innovazione anche sul versante energetico uno dei capisaldi del proprio modo di affrontare le sfide del futuro che abbiamo di fronte.
Quindi, la verifica che dobbiamo fare è un po' sostanzialmente questa, cioè guardare se quello che abbiamo messo in campo corrisponde all'altezza della sfida che abbiamo di fronte e se quello che abbiamo messo in campo, nei risultati che ha prodotto, è in grado, è stato in grado e sarà in grado, di qui in avanti, a fare in modo che quei risultati vengano raggiunti.
Io penso di sì, penso che debba essere dato un giudizio positivo, penso che ci siano dei risultati che sono verificabili e dimostrati. Pensiamo a tutto l'intervento che è stato fatto, che viene ripreso anche nel Piano energetico, di ammodernamento della produzione energetica; penso al fatto, ad esempio, che per quello che riguarda la metanizzazione, quindi la sostituzione di un tipo di combustibile che è altamente inquinante, noi siamo, penso, la regione italiana più metanizzata d'Italia, con il 99% dei cittadini che sono collegati; penso agli impianti che sono stati trasformati, ma penso anche al fatto che negli ultimi due anni, per quello che riguarda le fonti rinnovabili, abbiamo assistito se non al primo, al secondo dato di crescita di investimento da parte anche privata nella realizzazione di nuovi impianti e nella realizzazione di potenze energetiche.
A questo dato positivo credo che debba essere aggiunta anche la parte relativa agli interventi collegati, che sono stati inseriti nel Piano energetico, e che sono coerenti con l'impianto di cambiamento del sistema economico in direzione della sostenibilità, che indichiamo nel Piano territoriale regionale. Mi riferisco prima di tutto alle aree ecologicamente attrezzate e quindi alla realizzazione di un sistema all'interno del quale, accanto al risparmio energetico, all'autoproduzione energetica, accanto all'autosufficienza energetica delle nuove aree produttive che andiamo a fare, a realizzare aree sovracomunali, quindi aree che hanno a che fare anche con un'idea di pianificazione e di consumo del territorio più limitato, si associa l'idea della partecipazione, cioè della responsabilità dei soggetti che sono insediati nelle aree a ottenere i risultati che convengono. Una sorta di condominio energetico, dove gli elementi del risparmio vengono assunti e condivisi in maniera comune da tutti coloro che si insediano all'interno delle aree, e che rappresenta anche dal punto di vista della gestione un inizio, una fase sicuramente...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Zanca): Un attimo, consigliere Mazzotti.
Consigliere Bartolini, noi siamo molto interessati alla sua conversazione, non so se lo è altrettanto il consigliere Mazzotti.
Prego, consigliere Mazzotti.
MAZZOTTI: Una fase sicuramente da sperimentare e da vedere all'atto attuativo, perché è in questo momento che stanno partendo le aree ecologicamente attrezzate, ma che indicano sicuramente una direzione, che è la direzione di marcia di costruire forme di partecipazione, di autoresponsabilizzazione dei soggetti nella produzione energetica, ma anche nel risparmio. Nelle aree ecologicamente attrezzate c'è tutto un insieme di questioni che vengono affrontate: vengono affrontate le questioni che riguardano il risparmio idrico, che riguardano il riciclaggio e il riuso dei rifiuti, la produzione e la parte energetica.
Un altro elemento che secondo me deve essere considerato in questa chiave di attuazione, il collegamento con il Piano energetico penso che riguardi la parte relativa all'edilizia. Noi abbiamo fatto un buon provvedimento per quello che riguarda la certificazione energetica degli edifici, abbiamo introdotto degli elementi importanti, di premialità, per quello che riguarda l'efficientamento energetico degli edifici con le modifiche alla legge regionale n. 6; abbiamo indicato una direzione di marcia anche per quello che riguarda in quella legge il consumo del territorio (è una legge dove per la prima volta affermiamo il fatto che non si può utilizzare nuovo territorio e quindi le Province possono non autorizzare l'utilizzo di nuovo territorio da parte dei Comuni, se gli stessi non dimostrano che è possibile fare diversamente); abbiamo saputo collegare la premialità dell'iniziativa e degli interventi relativi all'efficientamento energetico con l'urbanistica e cioè con gli strumenti di pianificazione, altro aspetto nel quale c'è il binomio partecipazione dei cittadini, quindi partecipazione degli interessi all'uso del territorio e quindi all'uso corretto del territorio, e fonti energetiche.
In sostanza, i provvedimenti che abbiamo messo in campo di attuazione del Piano energetico corrispondono, secondo me, all'obiettivo che ci siamo dati, oltre al numero di impianti e di investimenti che sono stati realizzati.
Penso che noi dobbiamo concentrarci su alcuni punti in maniera più forte, insomma. Dov'è che dobbiamo accelerare l'attuazione dello strumento secondo me? Il primo punto, secondo me, è dare una mano a favorire di più l'adozione da parte dei Comuni e delle Province dei loro atti di programmazione che il Piano energetico propone. Lì indichiamo l'adozione di una sorta di Piani regolatori energetici, ne sono già stati predisposti in molti territori, noi diciamo come nella legge, in sostanza, si intuisce, si capisce, poi anche nel PTR, che questi strumenti di pianificazione, oltre a censire il fabbisogno, devono dare anche gli obiettivi di quel territorio, articolare gli obiettivi regionali in ambito territoriale locale, quindi in ambito provinciale e in ambito comunale, credo che in quella sede noi dobbiamo fare uno sforzo maggiore di, come dire, incentivazione della creazione degli strumenti e di maggior raccordo con le politiche urbanistiche.
Il tema che proponeva il consigliere Mazza, che abbiamo discusso anche a lato di approvazione della normativa sul paesaggio, cioè il fatto che nel nostro Paese manca una disciplina nazionale che ci consenta di collegare più strettamente il tema della localizzazione degli impianti di produzione di fonti rinnovabili e gli strumenti urbanistici è un tema che c'è, credo che noi dobbiamo fare in modo che vengano emanate al più presto le linee guida nazionali che mancano, che sono quelle che ci consentirebbero anche a noi in questa regione e in altre regioni di poter avere più certezza giuridica sulla localizzazione degli impianti da fonti rinnovabili, che sono considerati fonti di interesse nazionale e quindi sui quali la Corte si è espressa come elemento di competenza nazionale.
Nel frattempo credo che sia opportuno fare un ragionamento, andare avanti nel ragionamento che anche si è posto a lato della discussione della legge sul paesaggio e cioè nel rafforzamento degli strumenti locali, cioè gli strumenti locali possono, secondo me devono, localizzare i luoghi nei quali la produzione energetica deve essere fatta, perché quello, lo strumento urbanistico, è uno strumento fondamentale raccordato in quel caso lì agli strumenti di pianificazione energetica che indichiamo, diciamo ai Comuni di realizzare con il piano. Quindi, un raccordo più stretto in questo senso secondo me favorisce anche una migliore pianificazione e programmazione del territorio, fermo restando il fatto che bisogna incentivare fortemente e maggiormente gli interventi sui piccoli impianti, l'autosufficienza energetica, gli interventi che nelle comunità locali fanno in modo che ci sia anche il rapporto con la partecipazione. Qui apro una parentesi che chiudo brevemente. Io non ho capito, però forse sono io che non ho capito, se è stata mantenuta o non è stata mantenuta con la finanziaria, con i collegati alla finanziaria, la possibilità della detrazione del 55% sugli interventi edilizi, quella che ha favorito moltissimo, ed è stata molto utilizzata anche nel nostro territorio, una tenuta del settore edilizio, pur essendo caduto notevolmente, ed è particolarmente importante anche per i fini che ci poniamo. Io non ho capito se c'è ancora o no, perché nel sito del ministro c'è, negli altri atti non c'è. In ogni caso questo fatto, cioè la possibilità della detrazione a livello nazionale, perché si tratta di quella scelta lì che va mantenuta, è un aiuto considerevole all'attuazione degli strumenti e soprattutto all'obiettivo che noi ci siamo dati, che è quello dei 20 20 20 e del rapporto con Kyoto e per gli obiettivi che il Piano energetico ci propone.
Il secondo punto su cui, oltre quello dei Comuni e dei piani, bisognerebbe sicuramente insistere maggiormente è quello di fare in modo che l'affermazione dell'eco-edilizia sia maggiormente accentuata. Noi con l'edilizia pubblica, con gli interventi nella casa, quella parte pubblica che stiamo facendo, andiamo in quella direzione, ecco, si tratta anche di accentuarla per quello che riguarda gli interventi privati.
Il terzo punto riguarda il sistema della mobilità regionale. Sul sistema della mobilità, nel bilancio che possiamo fare di questa legislatura, possiamo dire che abbiamo dimostrato coerenza investendo molte risorse per quello che riguarda la riqualificazione, la riconversione del parco degli autobus, la cosiddetta “cura del ferro”, cioè gli interventi che riguardano il trasporto ferroviario, quello che riguarda il trasporto merci, con l'ultima legge che abbiamo approvato. Qui, ecco, si tratta di tenere la rete, cioè il tenere il sistema di queste politiche all'interno degli interventi di carattere energetico che, come si vede, non sono solo riferiti alla produzione di energia, ma riguardano il tema della sostenibilità e della green economy.
Quarto punto è il tema della diffusione delle piattaforme solari, la lavorazione delle biomasse endogene, l'inserimento, in sostanza, degli elementi della conoscenza e dell'innovazione che facciamo con i tecnopoli come elemento importante. Su questo punto apro un'ulteriore parentesi: penso che il ruolo delle multiutility in questa regione potrebbe dare una mano di più, anche dal punto di vista del contributo per la ricerca e l'innovazione ed un punto, secondo me, che va posto stimolando il fatto che questa presenza, cioè questo fatto di avere costruito sistemi forti a livello locale dal punto di vista energetico può dare una mano, anzi deve dare una mano maggiore anche sul versante della ricerca.
Credo quindi, concludendo, che il passaggio in cui siamo ci dice che il Piano energetico è stato una scelta giusta, che è coerente con gli obiettivi che ci siamo dati, il PTR ha lanciato ulteriormente degli obiettivi di strategia nel quale siamo posizionati, si tratta di stringere i bulloni su alcuni punti, che io ho provato prima di elencare anche dal punto di vista del raccordo con il sistema territoriale, penso che ci siano scelte nazionali la cui mancanza da una parte rischiano di compromettere interventi importanti e dall'altra parte creano dei problemi enormi, come quello sul nucleare e sottoscrivo in pieno le parole che ha nella sua introduzione riportato l'assessore Campagnoli. Ecco, la strada mi pare che sia tracciata, il punto è quello di fare di queste politiche il cuore anche del lavoro progettuale e programmatico dei prossimi anni.
Abbiamo lavorato bene, ringrazio anch'io l'assessore Campagnoli e tutti coloro che hanno lavorato in questo ambito, anche con le discussioni che sono state fatte, perché si tratta sempre di una dialettica importante, penso però che la strada sia stata positivamente tracciata.
PRESIDENTE (Zanca): Grazie, consigliere Mazzotti.
Poiché nessun altro consigliere chiede d'intervenire, la discussione è conclusa.
Annuncio di interrogazioni e risoluzioni
PRESIDENTE (Zanca): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
5362 - Interrogazione del consigliere Mazza, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'elettrodotto TERNA che attraversa molti comuni della Provincia di Bologna. (3721)
5361 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mazzotti, Salsi, Beretta, Bortolazzi e Pedulli circa le azioni da porre in essere per avviare un dialogo con tutti i soggetti interessati e per il ritiro o la modificazione del Decreto legislativo n. 169 (c.d. Decreto Romani) in materia di telecomunicazioni e reti informatiche. (612)
5360 - Interrogazione del consigliere Fogliazza, a risposta scritta, circa il ripristino degli orari di apertura dell'Ufficio Postale di Settima, frazione di Gossolengo (PC). (3722)
5363 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Salsi, Beretta, Garbi, Pedulli e Mazzotti per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo affinché adotti provvedimenti utili ad impedire coltivazioni transgeniche in Italia. (613)
5364 - Risoluzione proposta dai consiglieri Borghi, Salsi, Mezzetti, Pedulli, Barbieri, Majani, Piva, Bosi, Ercolini, Mazzotti, Delchiappo, Bortolazzi e Montanari in merito allo schema di Regolamento governativo sui nuovi curricoli dei Licei e degli Istituti Tecnici. (614)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,58
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Donini - Villani - Zanca
Aimi - Richetti
Espandi Indice