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79.
SEDUTA DI MARTEDÌ 17 APRILE 2012
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE AIMI
Indice
Comunicazione prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti)
Annuncio di risoluzioni, interpellanze, interrogazioni e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2541
Interrogazione dei consiglieri Lombardi e Bartolini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le risorse, e le relative procedure di erogazione, riguardanti i danni causati dalle eccezionali nevicate che hanno colpito le Province di Forlì-Cesena e Rimini nel mese di febbraio 2012.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
LOMBARDI (PDL)
GAZZOLO, assessore
OGGETTO 2603
Interrogazione dei consiglieri Alessandrini e Monari, di attualità a risposta immediata in Aula, sullo stato dei rimborsi statali a privati ed enti pubblici emiliano-romagnoli relativi agli interventi di accoglienza dei profughi libici giunti in Italia in seguito all’emergenza umanitaria del marzo 2011.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
ALESSANDRINI (PD)
GAZZOLO, assessore
OGGETTO 2602
Interrogazione del consigliere Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere presso il Governo e la Presidenza della Camera dei Deputati al fine di proporre la non conversione in legge dell'emendamento che prevede la tassazione delle borse di studio eccedenti l'importo annuo di 11.500 euro, con particolare riferimento all'operatività delle strutture sanitarie ed alla situazione dei medici specializzandi.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
CORRADI (Lega Nord)
LUSENTI, assessore
OGGETTO 2607
Interrogazione del consigliere Defranceschi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la tutela dei lavoratori dell'azienda CNH di Imola.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
MUZZARELLI, assessore
OGGETTO 2604
Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa problematiche riguardanti la Tariffa di Igiene Ambientale (TIA), con particolare riferimento all'applicazione della sentenza della Corte di Cassazione n. 3756 del 9/3/2012.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NALDI (SEL - Verdi)
MARZOCCHI, assessore
OGGETTO 2606
Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'attivazione delle procedure riguardanti la convenzione relativa all'art. 11 della L. n. 68/1999 in materia di inserimento di soggetti disabili nelle attività lavorative.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NOÈ (UDC)
BIANCHI, assessore
Commemorazione dell'ex assessore regionale Marioluigi Bruschini
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2048
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 recante disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale» (Testo Base)
(36) (Relazione e discussione)
(Ordine del giorno oggetto 2048/1 - Presentazione e discussione) (60)
OGGETTO 2307
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Favia: «Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 "Disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale"»
(Abbinato)
PRESIDENTE (Richetti)
DONINI, relatrice
PRESIDENTE (Aimi)
POLLASTRI (PDL)
LOMBARDI (PDL)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
NOÈ (UDC)
MEO (SEL - Verdi)
MARANI (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
MANDINI (Italia dei Valori)
FERRARI (PD)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Risoluzioni, interpellanze ed interrogazioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 9,36
PRESIDENTE (Richetti) Dichiaro aperta la settantanovesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni su processi verbali relativi alle sedute
- antimeridiana del 27 marzo 2012 (n. 77)
- pomeridiana del 27 marzo 2012 (n. 78)
inviati ai consiglieri unitamente all'avviso di convocazione di questa tornata.
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali s'intendono approvati.
(Sono approvati)
PRESIDENTE (Richetti): Diamo comunicazione dell'assenza per la seduta di oggi dell'assessore Bortolazzi e della vicepresidente della Giunta Saliera.
Comunicazione prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENTE (Richetti): Nel periodo trascorso dall'ultima tornata delle sedute assembleari sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
2522 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria"" (delibera di Giunta n. 330 del 19 03 12).
2605 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Defranceschi: "Modifiche alla legge regionale 18 luglio 1991, n. 17 "Disciplina delle attività estrattive"" (13 04 12).
PRESIDENTE (Richetti): Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 22/03/2012 al 11/04/2012:
DPGR n. 63 del 22/03/2012
Azienda Usl di Forli' - Nomina Direttore Generale
DPGR n. 68 del 30/03/2012
Integrazione dei componenti della Consulta regionale del Servizio Civile, di cui all'art.20 della L.R. 20/2003 e successive modifiche e integrazioni.
DPGR n. 72 del 03/04/2012
Nomina del Sig. Adriano Maestri quale consigliere della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bologna in sostituzione del Sig. Giuseppe Feliziani.
DPGR n. 73 del 11/04/2012
Modifica della composizione della Consulta regionale degli Studenti, istituita con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 13/08, ai sensi della L.R. 15/07.
Annuncio di risoluzioni, interpellanze, interrogazioni
e di risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti): Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i sottonotati documenti:
Risoluzioni
2547 - Risoluzione proposta dal consigliere Cavalli per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a rendere più rapida ed efficiente la gestione del recupero dei crediti delle AUSL per prestazioni medico-ambulatoriali, con particolare riferimento ai casi in cui i solleciti di pagamento siano pervenuti con ritardi superiori ai 3 anni.
2555 - Risoluzione proposta dai consiglieri Villani, Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, nei confronti del Governo, affinché venga riconsiderata la decisione, assunta nel dicembre 2011, di non rinnovare il regime transitorio sull'accesso di cittadini romeni e bulgari al mercato del lavoro italiano, pur potendosi avvalere di deroghe, adottate da altre nazioni europee, valevoli fino al 2013.
2570 - Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo per sollecitare una radicale riforma dell'IMU, prevedendo che anche le Fondazioni bancarie siano tenute a versare tale imposta.
2573 - Risoluzione proposta dal consigliere Mandini per impegnare la Giunta a porre in essere azioni di tutela dei lavoratori degli stabilimenti dell’Emilia-Romagna del gruppo Marcegaglia, con particolare riferimento al rispetto del patto per lo sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna e dalle parti sociali.
2579 - Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta nella ricerca di soluzioni idonee alla tutela della sicurezza stradale dei motociclisti e, in particolare, a istituire un tavolo di confronto fra enti e associazioni interessate e adottare misure di prevenzione nel nuovo Programma triennale di intervento sulla rete viaria di competenza regionale.
2583 - Risoluzione proposta dai consiglieri Richetti, Mandini, Cevenini, Mazzotti, Aimi, Bartolini, Corradi, Monari, Villani, Manfredini, Barbati, Defranceschi, Noè, Naldi, Sconciaforni e Riva per chiedere alla Giunta di porre in essere azioni, anche presso il Ministero dello Sviluppo Economico e l'AGCOM, volte ad escludere il canale 24 UHF dalle frequenze inserite nella procedura ad evidenza pubblica denominata "beauty contest" volta alla cessione del dividendo digitale a favore degli operatori della comunicazione.
2584 - Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Donini, Naldi, Meo e Barbati per chiedere al Parlamento ed al Governo di non procedere all'acquisto di cacciabombardieri F35, destinando i relativi fondi al rilancio ed allo sviluppo e procedendo inoltre alla revisione ed alla riduzione della spesa militare.
2585 - Risoluzione proposta dai consiglieri Favia, Defranceschi, Naldi, Manfredini, Noè e Barbati per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a tutelare e sostenere le persone affette da SLA e le loro famiglie, rivedendo anche i criteri di ripartizione delle relative risorse presenti nella programmazione regionale e garantendo, il più a lungo possibile, la permanenza dei pazienti nelle loro abitazioni.
2586 - Risoluzione proposta dai consiglieri Ferrari, Monari, Costi, Luciano Vecchi, Piva, Mumolo, Montanari, Alessandrini, Carini, Mori, Cevenini, Bonaccini, Fiammenghi, Pariani, Marani e Pagani per invitare la Giunta ad esprimere apprezzamento e sollecitare la diffusione dell'iniziativa, in corso presso Comuni emiliano-romagnoli, riguardante il conferimento della cittadinanza italiana onoraria ai bambini nati da genitori stranieri residenti nei relativi territori.
2587 - Risoluzione proposta dai consiglieri Lombardi, Defranceschi, Bernardini, Noè e Barbati per esprimere il parere favorevole dell'Assemblea legislativa all'aggregazione dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio alla Regione Emilia-Romagna.
2595 - Risoluzione proposta dai consiglieri Filippi, Aimi, Bartolini, Bignami, Pollastri e Alberto Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche attraverso le Amministrazioni locali, affinchè venga allestito, presso ogni Comune, un "Giardino degli Angeli" dedicato alla sepoltura dei bimbi non venuti alla luce a causa di una interruzione spontanea o terapeutica della gravidanza.
2600 - Risoluzione proposta dai consiglieri Bignami, Aimi, Bartolini, Malaguti, Pollastri e Filippi per impegnare la Giunta a dare mandato ad ARPA ed USL per svolgere uno studio sulla ricaduta, per la salute pubblica e per l'ambiente, degli impianti basati su energie rinnovabili, istituendo inoltre una commissione regionale di scopo su biogas e biomasse, con rappresentanze di comitati e di esperti ambientali e medici, per monitorare le centrali esistenti ed approfondire eventuali problematiche.
Interpellanze
2546 - Interpellanza del consigliere Filippi circa un dirigente regionale.
2554 - Interpellanza del consigliere Filippi circa la situazione relativa alla Cooperativa Muratori di Reggiolo (RE).
2562 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa la creazione di una centrale unica per le chiamate al numero 118 relativamente all'Area Vasta Emilia Nord (AVEN), con particolare riferimento alla Provincia di Piacenza.
2568 - Interpellanza del consigliere Filippi circa l'applicazione del D.Lgs. 152/2006, in materia di autorizzazione allo scarico di acque reflue, da parte del Comune di Carpineti (RE).
2597 - Interpellanza del consigliere Favia circa la sperimentazione, nella Rete regionale FER, di servizi di accesso ad internet in modalità wireless, a favore dei viaggiatori.
Interrogazioni
2541 - Interrogazione dei consiglieri Lombardi e Bartolini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le risorse, e le relative procedure di erogazione, riguardanti i danni causati dalle eccezionali nevicate che hanno colpito le Province di Forlì-Cesena e Rimini nel mese di febbraio 2012.
2542 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini e Malaguti , a risposta scritta, circa il ripristino del "fondo indistinto" per interventi di finalità sociale, con particolare riferimento ai Comuni emiliano-romagnoli.
2543 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per risolvere il problema della periodica ostruzione del porto canale di Cervia.
2544 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la realizzazione, in località Gumiera nel Comune di Camugnano (BO), di un impianto di fotovoltaico.
2545 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa la situazione relativa alle "Terme di Salsomaggiore e Tabiano Spa".
2548 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Corradi e Bernardini, a risposta scritta, circa il patrocinio regionale concesso alla manifestazione che si terrà a Imola (BO), "L'autodromo in centro".
2549 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa i danni ed i risarcimenti relativi ad incidenti stradali causati da animali selvatici.
2550 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il Dipartimento Materno-Infantile relativo alla Provincia di Bologna, con particolare riferimento alla sala-travaglio di Porretta Terme.
2551 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche relative alla tratta ferroviaria Modena-Carpi.
2552 - Interrogazione dei consiglieri Bartolini e Lombardi, a risposta scritta, circa procedure riguardanti i fornitori di Hera Spa.
2553 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa il mantenimento dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Porretta Terme (BO).
2556 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa il Prontuario Terapeutico Ospedaliero definito dall'Area Vasta Emilia Nord (AVEN) e la distribuzione di un farmaco contro l'artrite reumatoide.
2557 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il monitoraggio delle falde acquifere regionali e le azioni da porre in essere a fronte delle problematiche connesse alla siccità.
2558 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa provvedimenti e compensi relativi al Consorzio della Bonifica Renana.
2559 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il Documento preliminare del PSC associato dell'Unione dei Comuni del Bazzanese e di Zola Predosa, con particolare riferimento alla localizzazione di una azienda produttrice di conglomerati bituminosi.
2560 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la liberalizzazione degli orari delle attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande.
2561 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa il rispetto degli accordi siglati nel 2009 col Comune di Bologna, con particolare riferimento alla clausola sociale ed al contratto nazionale autoferrotranvieri riguardanti la fusione tra ATC e FER.
2563 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa la distribuzione diretta dei farmaci nell'ASL di Rimini.
2564 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa le iniziative volte a contrastare la disoccupazione giovanile, con particolare riferimento ai tirocini formativi ed al contrasto delle truffe via Internet denominate "phishing".
2565 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la riconversione dello stabilimento saccarifero di San Pietro in Casale (BO).
2566 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa gli interventi regionali in materia di attività formative destinate ai lavoratori in cassa integrazione in deroga e in mobilità.
2567 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa procedure relative al Comune di San Benedetto Val di Sambro ed alla realizzazione della Variante di Valico.
2569 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa il progetto "Grattacielo.TV" finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.
2571 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la presenza di amianto nello stabilimento della "Moto Morini" a Casalecchio di Reno (BO).
2572 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa l'utilizzo del Fondo regionale per le persone con disabilità.
2574 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, relativamente agli effetti della direttiva Bolkestein sull'attività degli stabilimenti balneari del litorale emiliano-romagnolo.
2575 - Interrogazione dei consiglieri Garbi e Ferrari, a risposta scritta, sulla situazione relativa all'annunciata chiusura dello stabilimento di Parma della ditta PPG Industries.
2576 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, volta a ottenere informazioni relativamente alla situazione economica e alle prospettive delle società miste che in regione gestiscono servizi idrici e all'ammontare degli investimenti totali previsti dalle ATO dell'Emilia-Romagna.
2577 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, in merito alla situazione idrica della bassa Valtrebbia e, in particolare, relativamente alle proposte operative presentate dal competente Consorzio di Bonifica.
2578 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, in merito alle politiche attive per il lavoro ed i tirocini di competenza delle Regioni e circa l'opportunità di aprire in merito un confronto con il Governo.
2580 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, volta a ottenere informazioni sulla situazione dei posti letto convenzionati della casa di riposo Villa Matilde di Neviano degli Arduini (PR).
2581 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la razionalizzazione delle procedure relative alle concessioni necessarie per attingere acqua dai pozzi per uso irriguo.
2588 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa l'aumento degli ungulati nell'Appennino reggiano, i danni dagli stessi cagionati ed i relativi indennizzi.
2589 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la valutazione, la pubblicazione ed il monitoraggio dei progetti di valenza regionale finanziati.
2590 - Interrogazione dei consiglieri Favia e Defranceschi, a risposta scritta, circa il ripristino dell'attività del portale della Direzione Provinciale del Lavoro di Modena.
2591 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa accordi relativi al contenimento della spesa pubblica sanitaria.
2592 - Interrogazione dei consiglieri Luciano Vecchi, Costi e Casadei, a risposta scritta, circa la chiusura del sito della Direzione Provinciale del Lavoro di Modena.
2593 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa l'aeroporto Ridolfi di Forlì.
2596 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa questioni inerenti FER, le società dalla stessa controllate, i relativi bilanci, piante organiche e piani industriali, con particolare riferimento ai disservizi riguardanti gli utenti della rete ferroviaria regionale.
2598 - Interrogazione della consigliera Donini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la chiusura del portale del sito internet del Dipartimento del Lavoro di Modena.
2599 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa il progetto di fusione delle ASP Giovanni XXIII, Poveri Vergognosi e Irides di Bologna.
2602 - Interrogazione del consigliere Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere presso il Governo e la Presidenza della Camera dei Deputati al fine di proporre la non conversione in legge dell'emendamento che prevede la tassazione delle borse di studio eccedenti l'importo annuo 11.500 euro, con particolare riferimento all'operatività delle strutture sanitarie ed alla situazione dei medici specializzandi.
2603 - Interrogazione dei consiglieri Alessandrini e Monari, di attualità a risposta immediata in Aula, sullo stato dei rimborsi statali a privati ed enti pubblici emiliano-romagnoli relativi agli interventi di accoglienza dei profughi libici giunti in Italia in seguito all’emergenza umanitaria del marzo 2011.
2604 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa problematiche riguardanti la Tariffa di Igiene Ambientale (TIA), con particolare riferimento all'applicazione della sentenza della Corte di Cassazione n. 3756 del 9/3/2012.
2606 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'attivazione delle procedure riguardanti la convenzione relativa all'art. 11 della L. n. 68/1999 in materia di inserimento di soggetti disabili nelle attività lavorative.
2607 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la tutela dei lavoratori dell'azienda CNH di Imola.
2608 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa questioni riguardanti, nel Comune di Vergato, i vincoli paesaggistici.
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
2236 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa i lavori relativi al Gruppo di Lavoro regionale nelle patologie respiratorie e le connesse allergie.
2239 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, sul sistema aeroportuale regionale e in particolare sull'aeroporto di Forlì.
2244 - Interrogazione del consigliere Naldi, a risposta scritta, sull'organico dell'Ospedale di Budrio (BO).
2254 - Interrogazione dei consiglieri Costi e Luciano Vecchi, a risposta scritta, circa le cure primarie e le Case della Salute.
2256 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa le procedure relative all'aggregazione alla Regione Emilia-Romagna dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio.
2258 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa le norme e le procedure da applicare a cani affetti da aggressività non controllata, con particolare riferimento ad un caso avvenuto a Forlì.
2261 - Interrogazione del consigliere Mandini, a risposta scritta, circa il conferimento di rifiuti campani ulteriori, rispetto a quelli inizialmente previsti, nelle discariche della Regione Emilia-Romagna.
2263 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la mappatura relativa alle autorizzazioni in materia antisismica e di prevenzione incendi degli istituti scolastici regionali, e le connesse richieste di accesso agli atti.
2264 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la tutela degli operatori sanitari esposti a radiazioni ionizzanti con particolare riferimento all'AUSL di Bologna.
2265 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa i parametri relativi al calcolo dei ticket sanitari.
2266 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori della ex CNH di Imola (BO).
2277 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, in merito alla realizzazione di un nuovo polo oncologico che riguarda l’Azienda Ospedaliera Sant’Orsola di Bologna.
2282 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, sull'impossibilità di accesso al Pronto Soccorso dell'Ospedale Rizzoli, verificatasi il 1° febbraio 2012 per emergenza neve.
2290 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, per sapere se, data l'eccezionalità degli eventi meteorologici, la Giunta intenda predisporre un apposito fondo regionale d'emergenza.
2301 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa i rincari degli abbonamenti e dei biglietti ferroviari applicati dal 1° febbraio 2012.
2304 - Interrogazione dei consiglieri Naldi e Meo, a risposta scritta, circa l'abbattimento di alberi appartenenti al verde pubblico a causa della nevicata che ha colpito il territorio di Bologna.
2326 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa i controlli svolti dai Servizi veterinari delle AUSL sugli allevamenti di animali, specie in relazione alla diffusione di patologie nei bambini causate dal consumo di omogeneizzati.
2331 - Interrogazione del consigliere Barbieri, a risposta scritta, circa il riparto del Fondo regionale dell'Emilia-Romagna per l'occupazione delle persone con disabilità, con particolare riferimento alla Provincia di Reggio Emilia.
2333 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa le prospettive del Centro Ortofrutticolo di Ferrara.
2339 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa il centro di aggregazione sociale polivalente di Gropparello (PC).
2343 - Interrogazione dei consiglieri Zoffoli, Alessandrini, Casadei, Mazzotti, Montanari e Fiammenghi, a risposta scritta, circa le procedure di emanazione del Decreto di VIA e gli ulteriori atti relativi all'asse autostradale E55 Ravenna-Venezia "Nuova Romea".
2347 - Interrogazione dei consiglieri Filippi, Lombardi e Villani, a risposta scritta, circa i disservizi, riguardanti il sistema ferroviario regionale, verificatisi in occasione del maltempo nel febbraio 2012.
2357 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa il nuovo Piano Attuativo Locale dei servizi sanitari relativo alla Provincia di Modena, con particolare riferimento alla situazione esistente a Castelfranco, Pavullo e Finale Emilia.
2358 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la partecipazione di Trenitalia alla Borsa Internazionale del Turismo (BIT).
2372 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa l'utilizzazione della strumentazione medicale presso l'Area Vasta Romagna.
2374 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, sui criteri di applicazione e le modalità di esercizio da parte dei privati della cessione di cubatura e di diritti edificatori all’interno di fondi compresi in zone urbanisticamente omogenee.
2377 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, sulle infiltrazioni d’acqua e gli episodi di allagamento che hanno interessato la stazione ferroviaria di Modena.
2379 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, sulle dichiarazioni pubbliche rese dal Sindaco di Rimini in merito al sistema turistico regionale ed, in particolare, di quello riminese.
2381 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, per sapere a quanto ammontano le superiori entrate regionali, relativamente agli anni 2007, 2008 e 2009, derivanti dagli aumenti delle addizionali IRPEF e IRAP ed, inoltre, a quanto corrispondano le previsioni per gli anni 2010, 2011 e 2012.
2388 - Interrogazione dei consiglieri Bignami e Malaguti, a risposta scritta, circa il ricorso a consulenti esterni nell'ambito della Regione Emilia-Romagna.
2393 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la normativa riguardante l'accesso a contributi e finanziamenti pubblici, in relazione a garanzie occupazionali e produttive che tutelino il territorio regionale.
2397 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la realizzazione di un impianto per il recupero della cellulosa dal riciclaggio dei prodotti assorbenti per la persona.
2399 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa il progetto di stoccaggio sotterraneo di gas naturale denominato Rivara.
2400 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le problematiche relative alla linea ferroviaria Modena-Sassuolo e l'istituzione di un gruppo di lavoro sul futuro della stessa.
2404 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa l'attribuzione dell'incarico relativo ai servizi di assistenza tecnica e monitoraggio sul sistema di governance regionale.
2411 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le modalità di calcolo dei nuovi ticket sanitari e l'introduzione dell'ISEE.
2417 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa il servizio di trasporto pubblico relativo alle frazioni di Casalecchio, San Biagio e Ceretolo (BO).
2419 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la messa in sicurezza del plesso scolastico sede della scuola elementare dell'Istituto comprensivo di Vergato (BO).
2421 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa questioni riguardanti componenti di organismi rappresentativi degli italiani all'estero, con particolare riferimento alla relativa Consulta regionale.
2423 - Interrogazione del consigliere Pagani, a risposta scritta, circa la situazione relativa a stazioni ferroviarie nella provincia di Reggio Emilia, con particolare riferimento alle linee RE-Sassuolo e RE-Guastalla.
2426 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa le procedure relative ai contributi regionali concessi ad ONG ed a soggetti operanti nel settore della solidarietà e della cooperazione.
2433 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa lo slittamento del pagamento degli stipendi ai dipendenti della Società di trasporto pubblico locale TPER.
2445 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la manutenzione di un immobile demaniale sito nelle mura farnesiane a Piacenza.
2448 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'utilizzazione delle risorse relative al fondo regionale per la disabilità attribuite alla Provincia di Bologna.
2451 - Interrogazione dei consiglieri Defranceschi e Favia, a risposta scritta, circa il trasporto ferroviario regionale, con particolare riferimento ai servizi per i pendolari e le criticità esistenti.
2484 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa i lavori relativi alla realizzazione della nuova "Porrettana" e della variante riguardante il territorio di Casalecchio (BO).
2489 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa l'applicazione dell'IVA alla tariffa di igiene ambientale (T.I.A.).
2512 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori dell'azienda CNH di Imola.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Richetti): Iniziamo lo svolgimento dei nostri lavori con le interrogazioni a risposta immediata chiamando l'oggetto:
2541 - Interrogazione dei consiglieri Lombardi e Bartolini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le risorse, e le relative procedure di erogazione, riguardanti i danni causati dalle eccezionali nevicate che hanno colpito le Province di Forlì-Cesena e Rimini nel mese di febbraio 2012.
Risponde per la Giunta l'assessore Gazzolo.
Chi dei due intende procedere?
Consigliere Lombardi, prego.
LOMBARDI: Grazie, presidente. Per riprendere brevemente il contenuto di questa interrogazione che noi oggi avanziamo, ovviamente richiamando il buon intervento che c'è stato nel momento della crisi da parte della Protezione Civile di questa regione, in collaborazione anche con tutte le forze dell'ordine che si sono prodigate in quel momento. È stato anche opportuno lo stanziamento immediato che la Regione ha fatto di due milioni di euro per le prime emergenze, e quindi non è questo il motivo della nostra interrogazione.
Successivamente però, a bocce ferme, si è creata un po' di confusione o comunque di aspettative non ben incanalate da parte sia degli operatori privati che degli enti pubblici, perché di fronte alla prima emergenza e, appunto, anche ai primi stanziamenti dichiarati, poi in qualche modo sembravano ritardare le procedure attuative.
In particolare non era chiaro come fossero stati utilizzati questi primi due milioni di euro: se immediatamente, oppure se rientrassero nel novero di quelli previsti poi a livello nazionale per l'emergenza; andrebbe, a nostro avviso, chiarita, ed è questo il motivo dell'interrogazione, la possibilità o meno della Regione di intervenire anche con altri fondi, oltre questi due milioni iniziali. In particolare ci sono state delle assicurazioni e anche delle procedure avviate per quanto riguarda i danni all'agricoltura, ma nulla si è detto per quanto riguarda i danni alle altre aziende della zona, tranne il fatto che è stata attivata una procedura per ottenere l'accesso ad un fondo europeo che allargherebbe la platea dei possibili beneficiari.
Ecco, il motivo dell'interrogazione era per avere una ricognizione dello stato attuale delle cose, capire meglio e riportare anche sul territorio quali erano le procedure e le intenzioni della Regione in questo senso.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
La parola per la risposta all'assessore Gazzolo.
Prego, assessore.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio il consigliere Lombardi per questa richiesta e ho preparato una risposta molto articolata che gli farò avere perché, come richiesto, è giusto, ovviamente, poter riportare anche nel territorio il dettaglio di un lavoro importante e intenso che si sta realizzando e che è in corso in queste settimane.
Come ha detto il consigliere, è evidente che, a seguito della grave situazione determinata dall'evento nevoso, il presidente della Regione Vasco Errani, con decreto n. 11 del 6 febbraio 2012, ha dichiarato lo stato di crisi regionale fino al 31 maggio 2012 su tutta la regione.
Data l'eccezionalità dell'evento, il giorno 8 febbraio il Presidente del Consiglio dei Ministri ha dichiarato l'eccezionale rischio di compromissione degli interessi primari per le eccezionali avversità atmosferiche di febbraio 2012 e da tale data il coordinamento complessivo degli interventi in emergenza a livello nazionale è stato assunto dal capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, il quale ha convocato periodicamente il Comitato operativo di Protezione civile (dico questo perché poi si riallaccia ovviamente alla complessità delle procedure).
La Regione Emilia-Romagna, per il tramite dell'Agenzia di Protezione civile, ha autorizzato il concorso finanziario urgente ai sensi dell'articolo 10 della nostra legge regionale 1 del 2005 di circa 600.000 euro alle Province di Forlì-Cesena e Rimini. Lo ha fatto immediatamente per coprire le spese di somma urgenza, in particolare per la prima assistenza alla popolazione sostenuta dalle Province e dagli enti locali. Inoltre, sulla base delle indicazioni della Giunta, l'Agenzia di Protezione civile sta esaminando le richieste degli enti locali per ulteriori concorsi finanziari ai comuni maggiormente colpiti, per interventi di somma urgenza finalizzati alla salvaguardia della pubblica incolumità.
In riferimento alle disposizioni impartite dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, l'Agenzia di Protezione civile, con il supporto delle Province, ha avviato con urgenza la ricognizione delle spese a seguito delle autorizzazioni ricevute dal Dipartimento stesso in corso di evento, nonché la ricognizione delle spese straordinarie sostenute dalle stesse amministrazioni provinciali e dagli enti locali per fronteggiare direttamente l'emergenza in oggetto.
Per quanto riguarda le spese autorizzate dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, secondo la procedura e lo stato di crisi che prima richiamavo, la Regione ha già inviato un primo rendiconto il 22 febbraio per un importo complessivo di 786.981,05 euro.
Per quanto riguarda le spese straordinarie relative agli oneri per la salvaguardia della pubblica incolumità, di prima assistenza per la sistemazione degli sfollati, per garantire il ripristino dei servizi essenziali, nonché la sicurezza delle persone, per gli interventi di spalatura della neve, di spargimento del sale, di rimozione della neve dai tetti degli edifici pubblici, dai centri storici eccedenti quelli programmati ordinariamente per la stagione invernale, sostenute quindi dalla Regione, dalle Province e dagli enti locali l'ammontare complessivo per l'intero territorio regionale è di circa 76 milioni di euro.
Dalle spese straordinarie devono intendersi esclusi gli ingenti danni provocati dall'evento alle strutture e infrastrutture pubbliche, nonché i danni alle attività produttive agricole e agli edifici privati.
Il presidente della Regione, dunque, con lettera del 5 marzo 2012, d'intesa con i presidenti delle Province, sentiti i prefetti territorialmente competenti, ha richiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di emergenza, ai sensi, appunto, dell'articolo 5 della legge nazionale, e l'assegnazione di adeguati mezzi e poteri straordinari per effettuare con urgenza i necessari interventi e per ripristinare le normali condizioni di vita per l'intero territorio della regione Emilia-Romagna.
Rispetto ai danni, si segnala che, a seguito dell'accordo tra Dipartimento di Protezione civile e le Regioni interessate dall'evento, è in atto una ricognizione finalizzata alla formulazione della richiesta da parte del Governo di attivazione del Fondo di solidarietà europea di cui al Regolamento comunitario. A tal fine, il direttore dell'Agenzia regionale di Protezione civile ha richiesto agli enti locali la stima dei danni diretti causati dall'evento. Tale ricognizione ha messo in evidenza danni al patrimonio edilizio, alle infrastrutture, alle attività produttive e all'agricoltura per un totale di 396.557.055,00, insomma circa 400 milioni di euro. Il risultato è stato inviato al Dipartimento nazionale di Protezione civile, perché spetta ovviamente al Governo attivare la richiesta, e successivamente il Dipartimento nazionale ha comunicato di aver raccolto le analoghe segnalazioni di danno dalle altre dieci Regioni italiane interessate dalle forti nevicate e di aver provveduto a formulare formale richiesta alla Comunità Europea di attivazione del Fondo di solidarietà di cui, appunto, al Regolamento comunitario.
In base a questa comunicazione e alle comunicazioni analoghe delle altre Regioni interessate dall'evento, il Governo nazionale formulerà alla Commissione Europea la richiesta di attivazione del Fondo di solidarietà entro dieci settimane dalla data del primo danno e ormai è prossimo l'invio.
Concludendo, si evidenzia che il notevole ammontare delle spese straordinarie sostenute dagli enti locali, 76 milioni di euro di spese, appunto, straordinarie, nonché i danni provocati stimati in circa 396 milioni di euro, richiedono mezzi e poteri straordinari tali da necessitare provvedimenti da parte dello Stato ai sensi della legge nazionale.
PRESIDENTE (Richetti): Assessore, dovrebbe concludere.
GAZZOLO: Sì, chiudo.
Sollecitato dalle Regioni nell'immediatezza dell'evento aveva assunto l'impegno di concorrere in maniera significativa alle spese straordinarie sostenute dagli enti locali e per tale ragione la Giunta regionale, che ha prontamente concorso con le risorse disponibili nella prima fase dell'emergenza, come prima richiamavo, che sta ovviamente facendo la ricognizione e attivando con gli enti locali il miglior utilizzo di risorse aggiuntive, potrà però valutare ulteriori azioni a seguito dei provvedimenti statali e delle risposte all'attivazione della Comunità Europea.
Per quanto riguarda l'agricoltura, come sapete, sono state avviate tutte le procedure; è stata promossa anche nei confronti della Commissione Europea la procedura per l'attivazione della Misura 126 del Programma di sviluppo rurale: tutto questo è contenuto nella risposta che consegno perché, come ho capito dal consigliere Lombardi, di questo gli era già stato dato conto. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Gazzolo.
Per la replica, consigliere Lombardi, le restano tre minuti e mezzo.
Prego.
LOMBARDI: Solo per dire che ovviamente ringrazio l'assessore per questa ricognizione sullo stato delle cose e che mi considero, dal punto di vista tecnico, soddisfatto.
Faccio presente che però, in questa lunga elencazione di procedure, mancano i termini, i tempi entro cui ragionevolmente questo potrà avvenire ed è quello che gli enti locali e gli operatori economici più che altro richiedono.
Segnalo, ma segnalo in maniera retorica, che questi danni, oltre ai danni materiali anche quelli relativi ai servizi che si sono svolti in quel momento, sono soldi, denari che andrebbero ad operatori privati che già si trovano, come noto, in gravi difficoltà e quindi aspettare ulteriormente somme così ingenti certamente procura in loro un'ulteriore tensione economica. Siamo tutti al corrente, e appunto lo dico per farlo presente nelle sedi opportune, in maniera che sia pressante l'impegno che l'assessore ci ha appena illustrato.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2541.
L'oggetto 2598, interrogazione della consigliera Donini, è stata ritirato, per cui chiamo l'oggetto:
2603 - Interrogazione dei consiglieri Alessandrini e Monari, di attualità a risposta immediata in Aula, sullo stato dei rimborsi statali a privati ed enti pubblici emiliano-romagnoli relativi agli interventi di accoglienza dei profughi libici giunti in Italia in seguito all’emergenza umanitaria del marzo 2011.
Risponde per la Giunta l'assessore Gazzolo.
Prego, consigliere Alessandrini, per l'illustrazione.
ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Un anno fa, in piena fase di emergenza umanitaria libica, la nostra Regione ha aderito al Piano nazionale per accogliere un numero importante di profughi.
Il Piano regionale ha coinvolto oltre cento Comuni, altrettante strutture private e ha consentito di accogliere, se non sbaglio, 1.900 profughi.
Alcuni Comuni adesso però ci segnalano alcuni intoppi, alcuni ritardi nel rimborso delle spese che hanno anticipato e questo crea chiaramente conseguenze difficili, anche un po' pesanti, sui bilanci comunali perché, come tutti ben sappiamo, già di per sé sono ridotti all'osso.
Allora, ci sembrava giusto chiedere, cercare di conoscere la situazione relativa ai rimborsi prima di tutto che sono dovuti dallo Stato alle istituzioni, agli enti pubblici, ma anche ai privati in particolare della nostra regione e soprattutto ci pare importante conoscere quali potranno essere i tempi del rientro delle somme anticipate, ovviamente quelle che sono state rendicontate.
È solo questo il punto, credo non ci sia bisogno di aggiungere altro.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Alessandrini.
La parola per la risposta all'assessore Gazzolo.
Assessore, ha tre minuti a disposizione. Prego.
GAZZOLO, assessore: Sì, grazie, presidente.
Fanno bene i consiglieri Alessandrini e Monari a porre questo question time, perché mi danno modo anche di rispondere a una richiesta che viene da più parti del territorio. Come diceva il consigliere, sul territorio regionale sono stati accolti 1.900 profughi, di cui attualmente sono 1.600 quelli presenti nelle strutture. Il picco delle presenze è relativo al mese di ottobre 2011, con l'ultima assegnazione del 6 ottobre.
I profughi sono presenti in 150 comuni su tutte le province e il soggetto attuatore ha stipulato apposite convenzioni e contratti con 140 enti gestori, per un totale di circa 300 strutture di accoglienza.
Per poter far fronte alle spese sostenute dai Comuni e da altri enti, associazioni e da privati, nell'ambito delle convenzioni, l'attuatore è stato autorizzato all'apertura di una contabilità speciale appositamente accesa presso la Banca d'Italia della Tesoreria provinciale dello Stato.
Il primo accredito da parte del Dipartimento - questa è emergenza nazionale e quindi i fondi vengono erogati da parte del Governo attraverso il Dipartimento nazionale di Protezione civile - risale al 10 giugno del 2011 e nel corso dell'esercizio in soli sei mesi sono stati eseguiti pagamenti per oltre 6 milioni di euro.
Successivamente si è provveduto sia alla rendicontazione che all'istruttoria e al pagamento delle varie richieste, ma si sono registrati dei ritardi nelle operazioni di accredito delle risorse sulla contabilità in parte imputabili alle necessarie procedure attivate per l'apertura del bilancio statale, in parte per problemi dovuti a deficienze di cassa del capitolo dello Stato su cui grava la spesa per i migranti e ai problemi di natura informatica e procedurale.
Il primo accredito di un milione e mezzo, sebbene comunicato dal Dipartimento in data 31 gennaio 2012, è stato materialmente trasferito sulla contabilità speciale solamente il 22 febbraio 2012 e l'importo è stato immediatamente esaurito dal soggetto attuatore in pochi giorni. Il successivo accredito è avvenuto in data 23 marzo e il terzo accredito è del 4 aprile. In corso anche l'accredito comunicato dal Commissario delegato in data 12 aprile.
I pagamenti eseguiti a tutt'oggi ammontano, dunque, a oltre 4 milioni di euro, pertanto la situazione di difficoltà iniziale sembra superata, anche se il Dipartimento, per mancanza di fondi, non ha provveduto fino ad oggi ad erogare risorse in anticipazione come faceva nel 2011.
Nell'esercizio 2011 e in quello in corso è poi stata data la priorità alla liquidazione dei gestori privati: ad oggi ci sono una ventina di pratiche in corso di perfezionamento, per le quali sono necessarie delle integrazioni relative alle presenze dichiarate nel mese. È possibile stimare che l'arretrato 2011 verrà eliminato entro fine mese.
Sempre relativamente ai gestori privati, per coloro che avevano già presentato la documentazione fiscale, è stato liquidato anche il servizio di assistenza svolto nei mesi di gennaio e febbraio 2012.
Per quanto riguarda gli enti locali, si precisa che in molti casi hanno fatto pervenire la convenzione firmata e la rendicontazione delle spese per il 2011 a partire da settembre o a fine anno, pertanto è stato possibile liquidare solo una parte delle spese entro il 2011, mentre nel corso del 2012 è stato liquidato circa un terzo delle somme dovute.
Allora, in sintesi, avendo dato la priorità ai gestori privati, sono in attesa di istruttoria e successiva liquidazione 40 enti locali che hanno presentato, almeno fino a dicembre, una regolare documentazione di spesa e possiamo stimare in circa 30 giorni lavorativi il tempo necessario per liquidare agli enti quanto anticipato e rendicontato. A queste se ne aggiungono altre 13 prive della documentazione prevista dalla convenzione sottoscritta per cui è in corso e sarà necessaria la collaborazione dell'ente per poter procedere alla liquidazione.
È comunque in atto un'azione della Regione nei confronti del Governo per concordare le modalità di prosecuzione delle attività di assistenza dei profughi, come peraltro già richiesto dal presidente Errani in qualità di coordinatore dei presidenti delle Regioni. Fra i diversi punti trattati anche quello della garanzia della copertura finanziaria statale fino al termine dell'emergenza, che attualmente è stabilita dal Governo al 31.12.2012.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Gazzolo.
Consigliere Alessandrini, per la replica le restano quattro minuti.
Prego.
ALESSANDRINI: Impiegherò molto meno.
Intanto ringrazio l'assessore Gazzolo per le informazioni dettagliate che ha messo a disposizione. Ovviamente anche noi auspichiamo che le difficoltà siano in via di superamento e che comunque si riesca sempre di più ad accelerare il riconoscimento delle risorse agli enti locali che si sono esposti e che, credo, abbiano aderito ad un'iniziativa che fa loro solo onore.
Raccomanderei un monitoraggio continuo della situazione rispetto chiaramente al livello nazionale e credo anche non sarebbe male - anzi, credo sarebbe molto gradito, ma importante prima di tutto - un'informativa anche ai sindaci per cercare di tenerli informati, quindi anche loro monitorati, diciamo così, in modo tale che abbiano sempre la situazione sottomano e che non debbano pensare che per fare un'azione nobile debbano pagare un prezzo che per loro, soprattutto in questa fase, è molto, molto difficile.
Sono soddisfatto delle cose che sono state dette, ringrazio ancora l’assessore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Alessandrini.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2603, chiamo l'oggetto:
2602 - Interrogazione del consigliere Corradi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere presso il Governo e la Presidenza della Camera dei Deputati al fine di proporre la non conversione in legge dell'emendamento che prevede la tassazione delle borse di studio eccedenti l'importo annuo di 11.500 euro, con particolare riferimento all'operatività delle strutture sanitarie ed alla situazione dei medici specializzandi.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
Prego, consigliere Corradi.
CORRADI: Molto brevemente in quanto poi, come credo dirà l'assessore, il problema sembra avviato ad una soluzione positiva.
Questo question time nasce da una segnalazione diciamo di carattere un po' emergenziale, di forte preoccupazione da parte dei medici specializzandi che lavorano in molte delle nostre strutture ospedaliero-universitarie, direi in tutte quelle della regione Emilia-Romagna e non solo.
Sono circa 25.000 in Italia, diverse migliaia in questa regione; solo per l'ospedale di Parma, che è quello che ho più sotto controllo per ragioni di vicinanza, sono oltre 500 i medici specializzandi operativi in questa struttura sanitaria, i quali, oltre al proprio percorso formativo, concorrono, come ben noto, anche all'operatività delle strutture sanitarie nel loro complesso in tutti i vari reparti.
Con un emendamento introdotto al Senato era stata prospettata una tassazione rispetto a quello che loro ricevono a titolo di borse di studio, il che avrebbe ovviamente compromesso ulteriormente quella che è la "redditività" di questo percorso formativo che, ricordiamo, dura sostanzialmente cinque anni con la riforma introdotta.
La mia preoccupazione era anche connessa al fatto che, avendo le rappresentanze dei medici specializzandi annunciato la propria mobilitazione e anche diverse giornate di sciopero, in questo question time sottoponevo alla Giunta la mia preoccupazione e quindi invitavo anche ad adottare eventuali misure finalizzate a prevenire le ricadute negative sull'operatività delle nostre strutture ospedaliero-universitarie, tenuto conto, appunto, che il venir meno di prestazioni da parte di questi numerosi medici avrebbe potuto compromettere il funzionamento della nostra struttura sanitaria.
Mi rimetto a questa breve esposizione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
La parola per la risposta all'assessore Lusenti.
Prego, assessore.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
La questione di attualità che solleva il consigliere Corradi nella sua interrogazione ha un oggettivo fondamento nell'approvazione, avvenuta ieri l'altro in commissione al Senato, di un emendamento soppressivo di una norma del Testo Unico delle imposte sui redditi che intendeva sottoporre alla tassazione degli assegni di cosiddetta formazione specialistica nella quota eccedente gli 11.500 euro all'anno. Ricordo che questi assegni di formazione specialistica sono di 25-26.000 euro all'anno a seconda che parliamo dei primi due anni di corso o degli ultimi tre.
Questa evenienza è stata scongiurata perché nel pomeriggio di ieri, in commissione alla Camera, è stato approvato all'unanimità un emendamento soppressivo che ha, appunto, soppresso l'emendamento introdotto al Senato e quindi il tema che era stato posto è stato superato.
Colgo l'occasione però per richiamare alcuni elementi che meritano di essere sottolineati riguardo al tema più complessivo, e cioè della formazione specialistica dei medici e degli effetti che si sarebbero creati se la norma fosse stata approvata.
Intanto va ricordato che questi contratti di formazione specialistica inibiscono qualsiasi altri attività: i medici in formazione specialistica sono totalmente incompatibili a qualsiasi altra attività, sia per strutture pubbliche o private, sia per attività libero-professionale e quindi questa dei contratti di formazione specialistica è la loro unica fonte di reddito. Questo provvedimento, ora annullato, avrebbe creato un gravissimo danno a questi medici e ulteriori difficoltà a una parte significativa dei professionisti che garantiscono il funzionamento delle strutture sanitarie.
A questo proposito però merita di ricordare che questi medici - appunto più di 25.000 in Italia - hanno un ruolo fondamentale e questo ruolo andrebbe loro riconosciuto con più continuità, non solo di fronte ad eventi critici, come questo paventato, di un incremento di tassazione. Sarebbe necessario che le politiche nazionali, che sono di coordinamento tra il ministero della Salute e il ministero dell'Università e della Ricerca, garantissero un più facile e rapido ingresso di questi medici, una volta conseguito il titolo di specialista all'interno del Servizio sanitario, senza lasciarli in una condizione di precariato nel quale vengono lasciati a valle dell'acquisizione del titolo; sarebbe assolutamente necessario che la programmazione del numero di posti attraverso i quali si accede alle scuole di specialità fosse garantita non solo da scelte che vengono attuate all'interno del ministero dell'Università e della Ricerca, ma con un coordinamento programmatorio più forte con le Regioni, che sono le istituzioni che poi utilizzano nelle loro strutture e nei loro servizi sanitari questi professionisti.
Quindi, è un fatto molto positivo che si sia scongiurato il pericolo introdotto dall'emendamento presentato al Senato e poi soppresso alla Camera, ma un'attenzione più continua e più coerente con le politiche regionali da parte del ministero della Salute e del ministero dell'Università e della Ricerca rispetto non solo ai diritti, ma all'utilità che questi medici garantiscono al Servizio sanitario, di cui rappresentano il futuro professionale, sarebbe meritoria.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Lusenti.
Consigliere Corradi, per la replica le restano quattro minuti.
CORRADI: Più che una replica sono alcune considerazioni.
Innanzi tutto esprimo soddisfazione per quanto annunciato dall'assessore, e appreso nella giornata di ieri, dell'approvazione in commissione alla Camera in questa fase di un emendamento soppressivo della norma "tassa borse di studio", se vogliamo usare un'espressione un po' giornalistica ma che rende l'idea, che avrebbe penalizzato fortemente la categoria dei medici specializzandi, ma non solo loro (penso tutto il mondo della ricerca universitaria che viene remunerato attraverso le borse di studio).
Altro aspetto è quello sottolineato dall'assessore, che mi trova assolutamente concorde. Personalmente ero già intervenuto - come l'assessore immagino sappia, e sa sicuramente bene il suo predecessore - nel momento in cui si sono aperti i fronti di criticità pesanti rispetto alle scuole di specializzazione anche in Emilia-Romagna.
Ho apprezzato la battaglia che ha fatto la Giunta per ottenere un incremento di numero di posti di specializzandi soprattutto nel settore dell'emergenza-urgenza, che era uno dei settori nei quali in questa regione si registrava una carenza di spazi formativi.
Il ministero dell'Università e della Ricerca ha avviato un percorso di "accorpamento" delle scuole di specialità che ha alcuni lati positivi rispetto a delle scuole che avevano un numero di medici specializzandi estremamente esiguo in ragione dei posti contingentati. D'altro lato, probabilmente una revisione più organica ed un maggior ruolo di coinvolgimento, ad opera del Ministero, delle Regioni nella pianificazione e funzionamento delle scuole di specializzazione (che, ricordiamo, gravitano comunque nell'ambiente universitario, quindi occorre mettere in sincrono università e sanità in questo settore) è sicuramente un elemento su cui occorre lavorare ancora molto. Anche perché, come diceva l'assessore prima, concordo in pieno sul fatto che la pianificazione non può che, avere il suo momento iniziale proprio nelle scuole di specializzazione, negli accessi alle predette scuole, e nelle varie tipologie di specializzazione dei medici.
Resta poi il grande problema, una volta ottenuta la specialità, dei canali d'accesso, soprattutto nel mondo ospedaliero e sanitario. Purtroppo la stragrande maggioranza dei medici specializzandi entra nel circuito dei contratti a tempo, quando va bene, determinato, di anno in anno, a volte di sei mesi in sei mesi - anche in questa Regione l'assessore ne è sicuramente bene a conoscenza - in attesa dei famosi concorsi per la stabilizzazione, che per mille ragioni, qui come altrove, non sono certamente all'ordine del giorno.
Credo che una maggiore sincronia, ed una maggiore pianificazione in questo senso vada sicuramente auspicata, pur nell'ambito delle difficoltà e delle risorse economiche che la Regione ha per la gestione del sistema sanitario. Non più tardi della settimana scorsa l'assessore è venuto a relazionarci rispetto ai flussi finanziari da parte dello Stato sulla sanità e quindi le difficoltà ad essa connesse; resta però, credo, da sottolineare come ancora oggi ci sia, da parte delle nostre strutture sanitarie, un uso molto forte, nei confronti dei medici che hanno finito il percorso di specializzazione, dello strumento dei contratti a termine reiterati anche più volte: questo sicuramente non aiuta poi una stabilizzazione di questi medici e credo non aiuti nemmeno il nostro sistema sanitario a progredire ad avere una coerenza e una funzionalità in linea con le aspettative dei cittadini.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
Abbiamo esaurito l'esaurito l'oggetto 2602, chiamo l'oggetto:
2607 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la tutela dei lavoratori dell'azienda CNH di Imola.
Risponde per la Giunta l'assessore Muzzarelli.
Prego, consigliere Defranceschi.
DEFRANCESCHI: Grazie. La vicenda è abbastanza nota. Questa azienda di Imola che produceva macchine per il movimento terra del gruppo Fiat ha iniziato un periodo di crisi che ormai risale al 2008, quando ci sono stati i primi licenziamenti, finché nel 2009 la Fiat ha comunicato che avrebbe chiuso lo stabilimento e l'avrebbe trasferito, come sta accadendo ormai in un esodo verso il Piemonte, vicino a Torino, prevedendo quindi il licenziamento di oltre 450 dipendenti.
Da qui è iniziata una dura lotta da parte dei dipendenti, che ha portato a una cassa integrazione che ormai è arrivata a quasi tre anni, ormai sono rimasti in seguito all'esodo dal gruppo circa 100 lavoratori, che sono in cassa integrazione a 700 euro al mese.
Poche settimane fa c'è stato un tavolo di confronto in Regione, alla presenza dell'assessore competente, in cui è stato anche promesso ai lavoratori un incontro con il ministro dell'Ambiente e quindi siamo a chiedere sostanzialmente quale sia lo stato dell'arte, cosa è emerso in questo incontro, cosa è emerso poi nel successivo incontro con il ministro e quali sono poi le azioni concrete che questa Giunta può e intende mettere in atto per salvare lo stabilimento o, meglio, la sua riconversione anche con una tipologia produttiva dal nostro punto di vista decisamente interessante, quale quella dei veicoli elettrici.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
La parola per la risposta all'assessore Muzzarelli.
Prego, assessore.
MUZZARELLI, assessore: La CNH è uno stabilimento del gruppo Fiat che opera in Italia e lo stabilimento di Imola era uno
(interruzione audio)
CNH è un'azienda che continua ad operare anche in Italia, cito due stabilimenti: Modena e l'ampliamento che è stato spostato da Imola in larga parte è andato a Lecce, nell'ampliamento dello stabilimento di Lecce. Quindi stiamo ragionando dello stabilimento CNH di Imola e non della CNH come azienda, stabilimento che registra ad oggi 101 addetti e ha cessato l'attività nel 2009. Ha fatto la Cigs in deroga e ora è in Cigs dall'1.5.2011 per cessazione di attività per due anni. Il secondo anno di Cigs verrà concesso essendosi verificata una diminuzione degli occupati del 30% rispetto ai 193 addetti registrati al momento della firma dell'accordo al ministero del Lavoro il 21.4.2011.
In tale accordo, oltre ad avviare la procedura per Cigs per cessione di attività per due anni - quindi tutto questo è stato fatto con un accordo - diversamente da quanto riportato dall'interrogante, si dà solo atto al punto 8 che in data 20 aprile 2011 presso il Mise si è svolto un incontro per un aggiornamento sullo stato di avanzamento del lavoro svolto dal gruppo di lavoro istituito a suo tempo e finalizzato all'individuazione di diverse soluzioni industriali per il sito di Imola.
Per la reindustrializzazione delle aree CNH di Imola, infatti, fu istituito presso il Mise un gruppo tecnico composto da CNH, Unindustria Bologna, Ministero, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna e Comune di Imola, che ha lavorato a possibili ipotesi. Tali ipotesi dovevano poi essere poste al vaglio delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali e dell'azienda per valutarne la fattibilità. Aggiungo anche che nel frattempo c'è da registrare che Fiat non è più associata a Confindustria.
Per parte nostra, come territorio, quale contributo a una soluzione seria e possibile, come Regione Emilia-Romagna ed Aster, insieme a Comune e Provincia, è stato coordinato un progetto di reindustrializzazione del sito per la produzione di veicoli elettrici. Ad ora è l'unico progetto quello presentato dal territorio della nostra regione. Con Aster e il gruppo di lavoro hanno presentato un primo business plan il 15 dicembre sull'ipotesi di costituire una società di capitali operante nel settore della componentistica elettrica per vetture e macchine operatrici a trazione elettrica. Non solo per vetture elettriche o ibride, ma per veicoli elettrici e movimentazione elettrica a 360 gradi, includendo la questione strategica della produzione di batterie.
Il business plan è stato poi accolto dal gruppo tecnico del Mise, ma parallelamente la nostra proposta prevede anche la nascita di un centro di eccellenza per la ricerca specifico sul tema movimento elettrico e in particolare le batterie.
L'idea nostra, che abbiamo già presentato al ministro Clini, sia attraverso un colloquio con il presidente Errani che personalmente, ha registrato interesse e ora aspettiamo la definizione di una data per poter presentare un'ipotesi più completa consapevoli che in questo momento le aziende anche del settore, per i diversi provvedimenti in corso, sono in difficoltà.
Ora il Mise sta verificando le reali disponibilità delle aziende interessate alla concretezza della fattibilità di questo progetto.
In conseguenza di ciò vi è stata una riunione delle aziende interessate il 17 febbraio in Regione con noi, le imprese e i centri ricerca presenti. Pur con diverse articolazioni hanno continuato a manifestare interesse sul progetto, ma preoccupazione per la costituzione della Newco, lo dico perché è un problema. Se le aziende interessate accoglieranno la proposta di riposizionamento del business plan allora ci sono le condizioni per provare anche a ricollocare il personale CNH, come ho avuto modo di ricordare il 2 aprile alle organizzazioni sindacali, anche sul tema della Cigs per il secondo anno e dell'impegno che la Regione fino al 30.4.2013 si è assunta su questo argomento.
Si è quindi approfondita la questione della riconversione e stiamo seguendo, e su questo la Giunta non solo ha riferito dello stato del progetto tecnico, ma abbiamo anche, dopo l'incontro con il sindacato, sollecitato il Mise per attivare un incontro con il ministero che è convocato proprio per domani pomeriggio, quindi noi domani pomeriggio siamo a fare una verifica nel rapporto tra il Mise e CNH.
Vorrei anche ricordare, sempre per trasparenza e per assicurare una completa informazione all'interrogazione, che, siccome parliamo di CNH e parliamo del gruppo Fiat, noi dobbiamo utilizzare molta attenzione anche quando comunichiamo i messaggi. Lo dico perché, siccome vedo qui una ovvia e scontata provocazione anche su un altro argomento, non diciamo direttamente di competenza della CNH ma sempre legata al gruppo Fiat, vorrei ricordare che nell'incontro che abbiamo fatto sempre sul tema legato alla presenza del mondo Fiat in Emilia-Romagna, noi stiamo molto attenti perché quando si ragiona di presenza Fiat in Emilia-Romagna e di satelliti di sub-forniture e del sistema Fiat nella nostra regione parliamo di 7.500-8.000 persone dirette, parliamo di tutta la sub-fornitura a partecipate e ragioniamo di oltre 20.000 lavoratori nella nostra regione. Lo dico perché occorre sempre molto equilibrio e molta attenzione quando si ragiona di questi investimenti perché quello che abbiamo ottenuto è un impegno per aumentare l'occupazione nella nostra regione, soprattutto per alcuni degli accordi che stiamo costruendo: i motori tutti in Emilia-Romagna per gli stabilimenti che fanno riferimento al gruppo Fiat, Ferrari e non solo, e poi aggiungo che va in altro stabilimento perché i numeri non consentivano una dimensione come quella nello stabilimento di Modena, la Maserati quattro porte. Ma vorrei aggiungere per correttezza, sempre perché bisogna essere onesti con noi stessi, che a Modena verrà costruita la nuova Alfa 4c, 2.500 pezzi, per rimanere nei 6.000 pezzi e quindi superiamo le informazioni parziali o la disinformazione per cercare di assicurare un'informazione che consente di dire che, pur con tutte le casse integrazioni necessarie per riqualificare le linee produttive, nella prospettiva il personale che è a Modena rimane tale e in Emilia-Romagna stiamo lavorando per sviluppare ulteriori posti di lavoro nel settore meccanico, metalmeccanico e della sub-fornitura proprio con incontri anche in questi giorni.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Muzzarelli.
Consigliere Defranceschi, per la replica le restano quattro minuti.
DEFRANCESCHI: Sì, grazie. Vedo che nella risposta, assessore, a parte riprendere quanto da me già scritto nelle premesse, ha utilizzato ampi stralci di una precedente risposta che è stata fornita a un altro consigliere e colgo quindi che non ci sono delle grandi novità. Sicuramente c'è la notizia che finalmente domani c'è l'incontro con il ministro, dal quale evidentemente tutti quanti ci auspichiamo che escano elementi interessanti, quindi aspettiamo le notizie di domani non essendoci altre novità, nel frattempo, di questi giorni.
Sull'ultimo richiamo che ha fatto l'assessore in generale so bene qual è la sua posizione avendo definito preoccupatamente stupide alcune posizioni di altri su questa vicenda. Vede che però qualcosa le può testimoniare che l'attenzione sulla situazione del gruppo Fiat (e più che altro, ovviamente, dei suoi occupati e del ritorno economico che questo gruppo Fiat ha per la nostra regione) è molto alta da parte di tutti. Probabilmente semplicemente ci sono in democrazia delle posizioni diverse sulle quali ovviamente non è detto che lei debba concordare.
Lei ci parla di una situazione occupazionale a Modena che rimarrà invariata ed un aumento nella regione, ma questo non è quello che risulta al momento e non è quello che risulta, nella situazione di Modena, nei piani che sono stati previsti. Pertanto tutto quello che lei ci ha detto sono degli auspici, sono ben lieto che ci sia da parte sua l'impegno su questo argomento, però restano degli auspici. Spero che assolutamente vengano confermati, ma è evidente che ci dobbiamo rivedere e riconfrontare su questo argomento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2607, chiamo l'oggetto:
2604 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa problematiche riguardanti la Tariffa di Igiene Ambientale (TIA), con particolare riferimento all'applicazione della sentenza della Corte di Cassazione n. 3756 del 9/3/2012.
Risponde per la Giunta l'assessore Marzocchi.
Prego, consigliere Naldi.
NALDI: Grazie, presidente.
La mia interrogazione fa capo agli obblighi delle multiutility, ma fa riferimento a una sentenza della Corte Costituzionale che ha affermato l'illegittimità della tariffa del servizio di depurazione quando l'utente non sia collegato ad una fognatura dotata di depuratore. Questo è un elemento già assodato, però il problema è che le multiutility di questa regione hanno adottato una procedura, a nostro parere, molto farraginosa per restituire ai cittadini quanto è dovuto loro.
La seconda sentenza invece della Corte di Cassazione ha dichiarato che la tariffa igiene ambientale è un tributo e pertanto non è soggetta ad Iva perché è un'entrata tributaria. Questa sentenza è un po' più complicata da applicare, ce ne rendiamo conto, perché in questo caso le multiutility devono restituire un qualche cosa che, a loro volta, devono ricevere dall'Agenzia delle entrate.
Quindi, la cosa che chiediamo a tutela degli utenti di questa regione, degli utenti di questi servizi, è cosa la Regione voglia fare per sollecitare Hera, Iren e anche gli altri gestori affinché provvedano nel primo caso ad avvisare individualmente i creditori (il primo caso è quello di chi non è allacciato al depuratore) in maniera puntuale, a semplificare le procedure e in particolar modo anche a sospendere immediatamente la richiesta di canone a quei cittadini che non sono collegati.
Per quanto riguarda l'Iva non dovuta, chiediamo se la Regione possa attivarsi nei confronti del Governo anche perché venga semplificata la procedura di restituzione, e anche interessare le aziende affinché preparino una procedura semplificata per la restituzione di quanto dovuto ai cittadini.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
La parola per la risposta all'assessore Marzocchi.
Prego, assessore.
MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente.
In relazione alla questione della restituzione agli utenti della quota di tariffa non dovuta, riferita al servizio di depurazione, si segnala preliminarmente che la Regione nei primi mesi del 2011, a seguito della diffida presentata dall'Associazione Codici ad alcune Autorità d'ambito territoriali ottimali, in particolare quelle di Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna, ad individuare gli importi che i gestori devono restituire ai singoli richiedenti aventi diritto, ha richiesto agli enti interessati di ottemperare alla diffida fornendo sia all'associazione che alla stessa Regione gli atti richiesti e assunti in merito.
Le Ato coinvolte hanno provveduto a fornire il materiale richiesto, trasmettendo gli elenchi degli utenti aventi diritto al rimborso comprensivi degli importi da restituire maturati nel periodo oggetto di restituzione, individuato nella circolare applicativa del DM del 30 settembre 2009 emanata dal ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare l'8 ottobre 2010.
Le Ato hanno inoltre richiesto ai gestori la pubblicazione di questi elenchi sui rispettivi siti web e l'indicazione in bolletta del luogo e delle modalità per effettuare la reale consultazione, così come lei diceva.
Per ciò che riguarda pertanto sia le modalità di comunicazione agli utenti creditori, sia la sospensione da parte dei gestori della richiesta agli utenti non serviti da un impianto di trattamento funzionante o in via di realizzazione, ai sensi dell'art. 5 del comma 1 del citato decreto del 30 settembre 2009, degli importi corrispondenti alla tariffa di depurazione, si segnala che, a prescindere dai comportamenti adottati in merito dai singoli gestori e dalle singole ex Ato, la Regione si farà carico, con l'Agenzia territoriale dell'Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti, di sollecitare un'applicazione uniforme di tali modalità al fine di garantire un trattamento omogeneo per tutti i cittadini del territorio regionale.
Poi per le problematiche inerenti al pagamento dell'Iva non dovuta, associata alla tariffa di igiene ambientale da parte dei cittadini, si comunica che la Regione Emilia-Romagna intende attivarsi nelle prossime settimane presso il Governo, attraverso le sedi istituzionali più opportune, affinché questa questione venga chiarita definitivamente, ma nello stesso tempo intende chiarire che non siamo nelle condizioni di assumere alcuna iniziativa o provvedimento nei confronti dell'Agenzia territoriale dell'Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti, né tanto meno delle società di gestione, relativamente all'attivazione di modalità di restituzione di questa imposta. Questo compito, infatti, spetta esclusivamente allo Stato, rientrando la disciplina relativa all'applicazione dell'Iva in Italia tra le materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, della Costituzione. Conseguentemente ogni intervento in questa materia esula dai poteri e dalle prerogative delle Regioni, così come da quelle dei Comuni e delle Autorità di ambito.
Si sottolinea inoltre come al momento non esista alcuna norma statale che definisca le modalità di rimborso di questa imposta.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Marzocchi.
Consigliere Naldi, per la replica le restano tre minuti.
NALDI: Grazie, presidente e grazie, assessore.
Mi riprometto di guardare meglio, di leggere la sua risposta, che comunque in linea di massima, per quanto ho potuto capire, mi sembra soddisfacente.
Dunque, sì, credo che sia opportuno reiterare con l'Ato regionale appena costituito l'iniziativa della Regione per fare in modo che su tutto il territorio regionale venga assicurata la stessa efficacia di restituzione e gli stessi criteri di restituzione di quanto è stato, diciamo, indebitamente prelevato.
Sul secondo argomento mi è chiaro che la Regione non può disporre in materia tributaria e quindi insisto ancora, pur apprezzando le cose che ha detto, sul fatto che la Regione si faccia parte attiva nei confronti del Governo per chiarire definitivamente, dopodiché però il contributo che io chiedevo alla Regione a difesa dei consumatori, degli utenti, è che una volta che il Governo abbia, anche dietro alla nostra sollecitazione, stabilito le modalità, poi però si faccia di nuovo parte attiva perché in tutta la regione, con la stessa sollecitudine e la stessa uniformità di criteri del primo argomento, venga altrettanto, alla stessa maniera, dato ai cittadini quello che devono avere. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2604, chiamo l'oggetto:
2606 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'attivazione delle procedure riguardanti la convenzione relativa all'art. 11 della L. n. 68/1999 in materia di inserimento di soggetti disabili nelle attività lavorative.
Risponde per la Giunta l'assessore Bianchi.
Prego, consigliera Noè.
NOÈ: Grazie, presidente.
Io rivolgo a questa Giunta una richiesta di chiarimento che va in questa direzione: per effetto di una determinazione del presidente nazionale dell'Inps, che risale allo scorso dicembre, per l'esattezza il 2 dicembre 2011, è stato approvato uno schema-convenzione tale per cui, su base regionale, cioè in Emilia-Romagna, le varie Inps provinciali potranno assumere in Emilia-Romagna un totale di 23 persone disabili.
A fronte di questa disposizione, che consentirebbe quindi l'ingresso di queste 23 persone disabili, ci rendiamo conto che a tutt'oggi, dal momento che dovrebbe essere frutto di una convenzione, siglata anche con le Province, ad oggi le varie Province, che dovrebbero effettivamente intervenire per rendere attuativa questa disposizione, stanno ponendo delle problematiche. Per cui, dal momento che le problematiche che la Provincia pone sono anche delle problematiche di rinvio ad un intervento da parte della Regione, vorrei capire, per dare corso all'attuazione dell'assunzione di questi 23 disabili, come si sta ponendo la Regione al fine di sbloccare questa situazione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
La parola per la risposta all'assessore Bianchi.
BIANCHI, assessore: Grazie, presidente.
Ora darò lettura di un testo che poi le consegnerò.
La legge 68 del '99, "Norme per il diritto al lavoro dei disabili", disciplina le modalità di assunzione obbligatoria da parte delle amministrazioni pubbliche, aziende ed enti pubblici, mediante chiamata numerica degli iscritti nelle liste di collocamento, previa verifica della compatibilità dell'invalidità con le mansioni da svolgere.
Inoltre, ai sensi dell'articolo 11 della stessa legge, è stabilito che i datori di lavoro pubblici possono stipulare con gli uffici competenti apposite convenzioni aventi ad oggetto la determinazione di programmi finalizzati al conseguimento degli obiettivi occupazionali dei soggetti disabili.
Per quanto attiene alle amministrazioni pubbliche e agli enti pubblici non economici statali, decentrati sul territorio regionale, e nel cui contesto si inseriscono le direzioni regionali e provinciali dell'Inps, la Regione e le amministrazioni provinciali, titolari dei servizi per l'impiego e di quelli finalizzati all'attuazione della legge 68, non hanno mai posto ostacoli - , così mi dicono i miei uffici -, alla copertura delle quote per persone con disabilità ed altre categorie definite previste dalla legge.
Le stesse strutture Inps possono procedere, e dovrebbero procedere, all'assunzione di personale secondo le quantità e le procedure rispondenti a quanto prescritto dalle norme, le note 23 che lei citava.
L'articolo 11 della legge 68, che, al fine di favorire l'inserimento lavorativo dei disabili, prevede la possibilità di stipulare convenzioni aventi ad oggetto la determinazione di un programma mirante al conseguimento degli obiettivi occupazionali, mette in capo agli uffici competenti, oggi le Province, tale facoltà. È evidente che tocca agli uffici competenti entrare nel merito dei contenuti di tali convenzioni per accertarne la rispondenza alla normativa, per ispirarli a prassi consolidate con altri soggetti convenzionati e per verificare la congruità dei loro contenuti con l'obiettivo primario della legge.
Ora, i contenuti proposti dall'Inps nella bozza di convenzione proposta alle Province, e in quanto tale non modificabili, sembrano non corrispondere alla normativa nazionale, e comunque rispondono a una diversa interpretazione da quella data dalle Province dell'Emilia-Romagna.
In particolare, nelle convenzioni proposte dall'Inps viene richiesto, per la partecipazione alla selezione, un titolo di studio superiore. Secondo gli orientamenti applicativi generali allegati alla deliberazione di Giunta regionale n. 1872, applicativa della legge 68, la stipulazione delle convenzioni tra pubbliche amministrazioni ed uffici competenti, cioè le Province, concerne le posizioni professionali acquisibili per il tramite del collocamento, cioè quelle che non richiedono un titolo di studio superiore. Questo è, consigliera, il punto su cui stiamo lavorando.
Inoltre, la richiesta del possesso di un titolo di studio superiore alla scuola dell'obbligo mal si concilia con il contenuto della prova di selezione proposta in dette convenzioni dall'Inps, che verterebbe in un colloquio e in una prova pratica al computer, prevista peraltro solo come eventuale.
Quello che si chiede all'Inps è di poter entrare nel merito della convenzione proposta, come avviene da anni con tutti gli altri datori di lavoro privati e pubblici, e di concordare, come prevede la norma, i dettagli di tali convenzioni.
Non è da sottovalutare infatti la responsabilità che si assumerebbe la struttura che firma tale convenzione a fronte di disposizioni che apparissero in contrasto con le norme nazionali e regionali.
La pretesa dell'Inps di utilizzare una convenzione unica per tutta Italia, indipendentemente dalla specifica regionale, ci sembra quindi il vero punto che finora ha ostacolato l'assunzione del personale a copertura della quota d'obbligo prevista dalla legge.
Pur sottolineando con forza questo dato, la Regione, nell'ambito delle sue competenze, non si vuole sottrarre e non si sottrarrà al perseguimento dell'obiettivo di vedere più persone con disabilità assunte dalla pubblica amministrazione, anche quelle di derivazione statale.
Per questo l'impegno della Giunta, mio personale e di tutti i nostri uffici, è quello di dare piena disponibilità alla Direzione regionale dell'Inps per un incontro di verifica delle possibilità per poter procedere nel rispetto di quanto previsto dalla normativa, con l'attenzione necessaria all'obiettivo da raggiungere, che è quello di inserire al lavoro tutte le persone con disabilità di cui abbiamo capacità e possibilità. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Bianchi.
Consigliera Noè, per la replica le restano quattro minuti.
NOÈ: Grazie, presidente e grazie, assessore.
Ricapitolando noi abbiamo un problema: abbiamo l'autorizzazione da parte dell'Inps nazionale ad assumere in Emilia-Romagna 23 disabili nelle varie Inps provinciali. Tutto questo deve collimare rispetto ad alcune richieste che vengono avanzate dalle Province che ne hanno in parte competenza, perché nella convenzione che si dovrà andare a siglare, loro sono appunto una parte che deve sottoscriverla.
Io vorrei dirle una cosa. Effettivamente lei mi dice che ci può essere una limitazione rispetto all'atteggiamento che sta assumendo la Direzione regionale quando dice "la convenzione che io sono chiamato ad adempiere è una convenzione nazionale e quindi è una convenzione dalla quale io non posso derogare", però io ho avuto modo di confrontarmi con loro e ho capito assolutamente che c'è la disponibilità a siglare, proprio per non andare a modificare un documento nazionale, che poi non si sa se sarebbe condiviso anche da parte delle altre Regioni, di stilare un documento aggiuntivo dove effettivamente si potrebbero disciplinare tutte le modalità di acquisizione delle domande, dato che sappiamo che anche lì c'è un problema, piuttosto che i criteri di selezione.
Quindi, da parte della Direzione regionale c'è la disponibilità a ovviare, mantenendo il rispetto della disposizione nazionale, attraverso la condivisione di un documento aggiuntivo. Quello che mi preme però farle presente, assessore, fermo restando che so di poter contare sulla sua disponibilità, è che mi attiverò in questo senso e monitorerò perché è paradossale che da dicembre ci sia la possibilità di assumere 23 disabili e di fatto non si proceda concretamente. Quindi io le chiedo, assessore, attenzione, le chiedo cortesemente questo: di tenere presente un aspetto, al di là del contesto economico in cui noi stiamo vivendo, che anche nel dicembre - questa è la cosa delicata - 2011 l'Istituto di Previdenza nazionale, cioè l'Inps, incorporerà anche l'organico di Enpals e dell'Inpdap. Questa incorporazione e questa fusione ovviamente farà entrare nuovo personale dentro l'Inps, e quindi dopo ci sarà il problema ovviamente di gestire questo nuovo ingresso di personale, un nuovo ingresso che potrebbe vanificare oggi una volontà chiara che è quella di assumere, ai sensi della 68, quei 23 disabili.
Chiedo cortesemente di intervenire al più presto affinché quei 23 disabili non si trovino lesi nel diritto che è loro riconosciuto dal dicembre scorso. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Abbiamo esaurito l'oggetto 2606 e con esso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Commemorazione dell'ex assessore regionale Marioluigi Bruschini
PRESIDENTE (Richetti): Colleghi, se prestiamo un attimo di attenzione vi devo con tristezza, e anche un po' di commozione, proporre - e lo faccio anche a nome del presidente Errani - un momento di ricordo e, purtroppo, di commiato.
Nella notte fra il 13 e il 14 aprile, dopo una lunga malattia, ci ha lasciato Marioluigi Bruschini. Bruschini aveva solo 66 anni e dieci di questi li aveva trascorsi in Regione, appunto a servizio della Giunta del presidente Errani, come assessore con le deleghe alla Sicurezza territoriale e alla Protezione civile, e proprio la sicurezza territoriale in quei dieci anni di servizio ha rappresentato un terreno di impegno così importante e anche così intenso per gli eventi che ci sono stati.
È stata la base del suo lavoro "la sicurezza intesa" - ho recuperato alcune delle sue parole e per chi come me, come tanti di noi che siedono qui da un po' di tempo, l'ha conosciuto non è difficile tornare ad averle alla mente - che lui ricordava "come conoscenza dei rischi e delle vulnerabilità come formazione e informazione, come integrazione di tutte le forze e le competenze disponibili".
Durante il suo mandato la Protezione civile regionale è cresciuta; è cresciuta fino al punto oggi - spesso, devo dire, ce lo riconosciamo reciprocamente - di essere modello in Italia e in Europa, e ha raccolto apprezzamenti unanimi per il suo lavoro. Lo ricordo, lo abbiamo ricordato anche a suo tempo, per gli interventi non solo in Emilia-Romagna ma soprattutto anche in altre regioni: l'Abruzzo, il Molise (non ricordo tutti gli eventi che hanno colpito il nostro Paese con gravissimi terremoti).
Ognuno di noi poi porta di Marioluigi certo il ricordo dell'uomo politico eccezionale, ma anche i tanti momenti, alcuni anche in quest'Aula, in cui abbiamo avuto modo di apprezzare anche la sua umanità, la sua, per alcuni versi, originalità e penso che nel saluto pure istituzionale sia bello e doveroso ricordare anche questo.
Di Bruschini ricordiamo la competenza, l'impegno, la vasta cultura, ma non possiamo dimenticare la sua umanità, la sua capacità, anche personale, di essere vicino alle popolazioni colpite dalle calamità, che ha incontrato nel suo servizio e in questo lavoro di aiuto nella difesa del suolo e nella ricostruzione.
Ecco, per questo vi chiedo in questo minuto di silenzio che andiamo ad osservare, ovviamente di porgere insieme il nostro cordoglio alla famiglia, alle figlie, a tutti coloro che hanno condiviso l'impegno politico nel suo partito, e anche l'ultimo saluto che è un saluto grato per l'impegno che Marioluigi Bruschini ha prestato a servizio della nostra Regione.
Un minuto di silenzio. Grazie.
(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, colleghi.
Apriamo a questo punto la parte ordinaria della nostra convocazione, riprendendo l'ordine del giorno dalla sua prima pagina e chiamando i progetti di legge abbinati.
OGGETTO 2048
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 recante disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale» (Testo Base) (36) (Relazione e discussione)
(Ordine del giorno oggetto 2048/1 - Presentazione e discussione) (60)
OGGETTO 2307
Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Favia: «Riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 "Disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale"» (Abbinato)
PRESIDENTE (Richetti): Lavoriamo sul testo base, cioè il 2048. Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Territorio Ambiente Mobilità" nella seduta del 22 marzo 2012.
Il progetto di legge si compone di 40 articoli.
La relatrice della Commissione è la consigliera Monica Donini.
Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.
È stato presentato su questo punto anche un ordine del giorno, che è già stato distribuito, collegato all'oggetto 2048, a firma dei consiglieri Donini, Zoffoli, Ferrari, Meo e Mandini.
La parola, per la relazione, alla relatrice consigliera Donini.
Prego, consigliera.
DONINI, relatrice: Grazie, presidente. Il presente progetto di legge riscrive la legge regionale n. 9 del 1999 (Disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale) innanzitutto al fine di adeguare, anche dal punto di vista formale, l’ordinamento regionale alle recenti innovazioni intervenute a livello statale, a seguito dell’entrata in vigore del "Codice ambiente", cioè il decreto legislativo 152 del 2006 e delle sue successive modifiche, il decreto legislativo 4 del 2008 e 128 del 2010.
La tutela dell’ambiente costituisce infatti una prerogativa del legislatore statale. Ciò rappresenta un vincolo forte per gli ordinamenti regionali, che possono discostarsi dalle norme statali in materia ambientale solo in certi casi e a certe condizioni. Ne deriva, dunque, che l’aggiornamento della L.R. n. 9 del 1999 non può non seguire le linee generali tracciate dal Decreto legislativo n. 152 del 2006. All’interno di tale inderogabile cornice, al legislatore regionale sono tuttavia riconosciuti alcuni autonomi spazi di intervento, che gli consentono sia di porre rimedio ad alcune delle storture riscontrate nella prassi applicativa della previgente disciplina, sia di "riempire" alcuni vuoti dello stesso Codice ambiente.
Le procedure in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) mirano ad introdurre nella prassi amministrativa e a fare "interiorizzare" dall’amministrazione pubblica e dagli operatori privati la valutazione sistematica preventiva degli effetti che derivano dalle "azioni" delle amministrazioni pubbliche e dei soggetti privati sull’ambiente e sulle condizioni e qualità della vita.
L’obiettivo è quello di eseguire, preliminarmente alla autorizzazione o alla approvazione di tali "azioni", un'opportuna valutazione del loro impatto sull’ambiente, in modo tale che le decisioni possano essere assunte sulla base di una adeguata informazione sui principali aspetti ambientali.
La VIA consiste, infatti, nell’obbligo di raccogliere, grazie ad una cooperazione tra proponenti, amministrazioni pubbliche e cittadini, l’informazione più completa possibile sull’insieme dell’impatto ambientale di un intervento ed in quello di valutare l’importanza di tali impatti e di esaminare le possibili azioni alternative. Queste procedure sono introdotte nel contesto più generale delle procedure di decisione e di autorizzazione.
Uno dei principali interessi nell’utilizzo di uno strumento del genere risiede nel fatto che esso aggiunge un elemento di flessibilità. La VIA, infatti, non mira a stabilire nuove norme o nuovi vincoli in campo ambientale, quanto ad adeguare le norme esistenti e le misure di protezione necessarie alle condizioni specifiche degli ambiti territoriali e ambientali interessati, avvalendosi di una informazione preventiva e completa.
L’adozione nel 1985 della Direttiva 85/337 dell'Unione Europea sulla valutazione di impatto ambientale di determinati progetti ha rappresentato, nella definizione delle politiche ambientali europee, uno dei passi verso la sostituzione del principio di "chi inquina paga" con il principio del "non inquinamento" e di "prevenzione", cioè la necessità di evitare a monte, attraverso scelte programmatorie e progettuali, l’inquinamento ed il depauperamento delle risorse naturali.
Di notevole rilievo è il fatto che la Direttiva 85/337/CEE, pur potendo essere assunta in base all’art. 235 del Trattato istitutivo all’epoca vigente, che prevedeva la possibilità di un intervento normativo comunitario allo scopo di assicurare una migliore protezione dell’ambiente considerato come risorsa comune, è stata assunta in base all’art. 100 secondo cui l’Europa ha, tra i propri compiti, quello di uniformare le disposizioni legislative che, tramite vincoli specifici in diversi campi, potrebbero distorcere il regime della libera concorrenza su cui è basata l’Unione Europea.
La Direttiva 85/337/CEE prevede l’obbligatorietà delle procedure di VIA per una serie di categorie progettuali, definite in base alle loro caratteristiche o in rapporto a determinate soglie dimensionali, elencate nell’Allegato I, mentre lascia agli Stati membri la decisione se assoggettare alla procedura di VIA le categorie progettuali elencate nell’Allegato II. Successivamente la Direttiva 97/11, sempre dell'Unione Europea, ha introdotto l’obbligatorietà della valutazione di impatto ambientale anche per le categorie progettuali di cui all’Allegato II, demandando agli Stati membri la scelta di applicare questa previsione tramite la fissazione di soglie, lo svolgimento di una specifica procedura di screening, caso per caso, della necessità di effettuare la procedura di VIA, ovvero tramite un mix di tali due criteri.
Nella Direttiva europea la procedura di VIA viene definita dettagliatamente e consiste nella redazione di uno studio di Impatto Ambientale da parte del proponente; nella consultazione delle autorità interessate (secondo le prassi degli Stati membri) e consultazione del "pubblico" (secondo procedura da definire in ogni Stato membro); nella valutazione conclusiva relativa alla ammissibilità degli effetti sull’ambiente e decisione finale, della quale fanno parte integrante tutti gli elementi raccolti nel corso della procedura istruttoria.
Le funzioni dello strumento "procedura di VIA" rappresentano anche gli obiettivi da perseguire, che sono la "prevenzione"; l’informazione e la partecipazione, attraverso strumenti e procedimenti formalizzati, dei cittadini ai processi decisionali; il coordinamento e la semplificazione delle procedure amministrative, innanzitutto in campo ambientale.
Il decreto legislativo n. 4 del 2008 e quello successivo n. 128 del 2010 introducono rilevanti e numerose innovazioni rispetto al testo della parte II del decreto 152 del 2006, che recepisce integralmente le direttive europee in materia di VIA.
Questi decreti hanno alcune conseguenze molto rilevanti sull’azione amministrativa in materia di VIA dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali.
È stata positiva e necessaria la scelta di procedere ad una riscrittura complessiva della parte II del decreto legislativo 152 del 2006 relativo a VAS e VIA. Infatti, tale scelta ha consentito di correggere i numerosi vizi rispetto alle previsioni della legge delega 308/2004 e le gravi e numerose inadempienze rispetto alle pertinenti direttive europee.
Sono state inoltre eliminate le incertezze sulle attribuzioni delle competenze ed i numerosi vizi, che avrebbero potuto portare ad un rischio di aumento del contenzioso in sede europea e dei ricorsi in sede giurisdizionale.
Gli elementi principali introdotti da tali decreti legislativi sono l'eliminazione dell’erronea assimilazione delle discipline relative alla VAS a quelle relative alla VIA; il corretto recepimento degli ambiti di applicazione rispetto a quanto è previsto dalle direttive europee per VAS e VIA; la chiara individuazione delle competenze statali e regionali sia per la VAS sia per la VIA; l'esplicita previsione di norme di coordinamento e semplificazione dei procedimenti; l'adeguata strutturazione delle modalità di informazione e partecipazione dei cittadini ai procedimenti di VAS e di VIA; la scelta di identici modelli procedimentali relativamente alla VAS ed alla VIA per i procedimenti di competenza statale ed i procedimenti di competenza regionale; la completa abrogazione delle norme previgenti in materia di valutazione di impatto ambientale.
Va, inoltre, sottolineata la possibilità per l’autorità competente in materia di VAS e di VIA, ove lo ritenga utile, in particolare per i coordinamenti procedurali ricordati, di indire una o più Conferenze di Servizi ai sensi dell'articolo 14 e seguenti della legge 241 del '90, così come la strutturazione delle modalità di informazione e partecipazione dei cittadini ai procedimenti di VIA, che sembra adeguata a quanto previsto dalle norme europee in materia. Appare utile evidenziare la previsione che le modalità di partecipazione previste per VAS e VIA soddisfano i requisiti sul procedimento amministrativo, ed in particolare l’avvio del procedimento ai sensi degli articoli 7, 8, 9 e 10 della legge 241 del '90.
Infine la scelta, fortemente positiva, di identici modelli procedimentali relativamente alla VIA per i procedimenti di competenza statale ed i procedimenti di competenza regionale.
Le disposizioni transitorie del decreto legislativo 128/2010 prevedono che le Regioni adeguino il proprio ordinamento ai contenuti della nuova norma e quindi, nel nostro caso, si è resa necessaria la riforma della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9, come integrata dalla legge regionale 16 novembre 2000, n. 35, in materia di Valutazione di Impatto Ambientale.
In generale, le modifiche del decreto legislativo 128 del 2010 confermano sia per la VAS che per la VIA l'impostazione alla base del correttivo introdotto dal decreto legislativo 4 del 2008, in particolare per quanto riguarda: il principio di terzietà dell'autorità competente; il principio di non duplicazione dei procedimenti; il principio di integrazione dei procedimenti e delle autorizzazioni; il principio di partecipazione ai procedimenti; il riconoscimento delle competenze di Regioni ed amministrazioni locali.
Il principale obiettivo che il progetto di legge che qui oggi stiamo esaminando persegue, insieme all’adeguamento della legge regionale n. 9 del 1999 alle nuove disposizioni nazionali, è quello di introdurre meccanismi finalizzati alla generale semplificazione dei procedimenti di VIA e di verifica (screening), prevedendo misure di temporalizzazione e strumenti di razionalizzazione. Ciò al fine di conferire alle procedure ambientali maggiore certezza in relazione alla loro durata, nonché di attribuire alla Pubblica amministrazione il controllo "effettivo" dei tempi procedurali.
Questo obiettivo si basa sulla scelta di confermare l’impianto generale dei procedimenti previsti nella legge regionale 9 del '99, in particolare per quanto riguarda l’evidenza pubblica dei procedimenti, la partecipazione dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda la semplificazione ed il coordinamento procedurale.
Infatti, il decreto legislativo 152 del 2006 ha consolidato e generalizzato alcune scelte già contenute nella legge regionale 9 del '99, che l'ha anticipato, e messe in pratica da oltre un decennio per quanto riguarda la pubblicizzazione e la partecipazione per le procedure di verifica e per il coordinamento procedurale previsto dalla legge regionale 9 del '99 che dispone che il provvedimento di VIA comprende e sostituisce i provvedimenti in materia ambientale e paesaggistico-territoriale.
In questo progetto di legge viene, inoltre, confermata la scelta già presente nella legge 9 del '99 che il provvedimento di VIA per le opere pubbliche e di pubblica utilità comprende e sostituisce tutti i provvedimenti e gli atti di assenso comunque denominati necessari per la realizzazione del progetto.
Il risultato che si intende perseguire è la garanzia sostanziale - e non solo formale - del principio costituzionale di buon andamento dell’azione amministrativa.
Nell’ottica appena illustrata devono leggersi, ad esempio, e qui sono alle correzioni che noi proponiamo di apportare alla nostra norma regionale, ad esempio quelle disposizioni che, discostandosi dalla normativa vigente, pongono un termine alle proroghe richieste dai privati, proprio al fine di rendere più controllabile la durata dei procedimenti. L’intento della modifica è quello di correggere una vera e propria stortura del sistema, costituita da una durata indeterminata ed indeterminabile della procedura, non imputabile esclusivamente a responsabilità dell’Autorità procedente e quindi della Pubblica amministrazione.
Le norme del progetto di legge in materia procedimentale fanno perno su modalità di semplificazione basate, tra l’altro, sul coordinamento tra procedimenti e loro fasi, oltre che tra provvedimenti e loro effetti.
Ne sono esempio gli articoli 7 e 20 del progetto di legge.
Con l’articolo 7 è sostituito l’articolo 6 della legge regionale 9 del 1999 sullo Sportello unico per le attività produttive (SUAP). Questa modifica recepisce in ambito regionale le novità introdotte dallo Stato in tema di SUAP, di Sportello unico per le attività produttive, dando loro quella sistemazione organica che al quadro statale, sotto certi profili, manca.
La normativa statale di riferimento infatti non chiarisce del tutto i rapporti tra la procedura di VIA come disciplinata dal Codice ambientale e il "procedimento unico di competenza del SUAP" di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 160 del 2010.
Con l’art. 7 del progetto di legge è dunque regolata la connessione tra i due procedimenti, nel senso che la VIA viene a costituire un endoprocedimento del procedimento curato dal SUAP, analogamente a quanto previsto per i rapporti con il procedimento "unico" di autorizzazione energetica secondo il nuovo art. 17.
D’altra parte, va sottolineato come la VIA mantenga notevoli caratteri di autonomia, siccome conserva, seppure all’interno dell’iter che la ingloba, la propria disciplina per quanto attiene al deposito e alla pubblicità degli atti, alla partecipazione al procedimento, alle modifiche progettuali, alle integrazioni documentali e ai termini procedimentali.
La regola generale, insomma, è che il SUAP è competente a ricevere la domanda relativa al progetto da sottoporre a valutazione d’impatto, a indire la Conferenza di servizi, che in tal caso è unica, e ad emettere il provvedimento finale richiesto.
Compito dell’autorità competente alla VIA - una volta ricevuti gli atti dal SUAP - è curare l’istruttoria fino ad adottare il provvedimento di VIA, che comprende e sostituisce gli altri atti di assenso in materia ambientale e paesaggistico-territoriale eventualmente necessari.
Va da sé che la Conferenza di servizi e il procedimento unico si completerà con l’acquisizione degli altri assensi necessari alla chiusura dell’iter.
Nel rispetto della legislazione nazionale, però, il progetto di legge ammette inoltre la possibilità che la VIA sia oggetto di autonoma domanda. Questa, per la VIA costituisce un’eccezione, per lo screening costituisce la regola.
Va evidenziato che per le opere pubbliche vige un modulo procedimentale diverso, in quanto il SUAP non è coinvolto, di conseguenza sarà direttamente investita della domanda di VIA l’autorità competente a svolgerla.
Alle opere pubbliche sono equiparate, in analogia con quanto stabilito dal Testo Unico sull’edilizia (D.P.R. n. 380 del 2001), le opere di pubblica utilità, ossia le opere private d’interesse pubblico. Si veda in proposito l’art. 8 del progetto di legge, che sostituisce l’art. 7 della legge regionale 9 del '99.
Dal raffronto di queste norme con l’articolo 20 del progetto di legge - che sostituisce l’articolo 17 della legge regionale n. 9 del 1999 - emerge con più chiarezza il quadro di raccordi tra procedimenti creato dal progetto di legge.
In base al nuovo art. 17, il provvedimento positivo di VIA comprende e sostituisce vari altri atti di assenso, però con alcune differenze sostanziali qualora la VIA rientri o meno in un procedimento più ampio.
Infatti, se la procedura di VIA costituisce endoprocedimento di un procedimento "unico" - ossia quello di competenza dello Sportello unico attività produttive o quello curato dallo Sportello unico dell'energia di cui alla legge regionale 26 del 2004 - allora il provvedimento di valutazione tiene luogo dei soli atti di assenso in materia ambientale e paesaggistico-territoriale.
Ciò perché gli ulteriori assensi che dovessero essere necessari per l’accoglimento della domanda saranno successivamente acquisiti, non dall’autorità competente per la VIA, bensì da quella per il procedimento unico (produttivo o energetico). Tale acquisizione avrà luogo sempre nel corso della Conferenza di servizi unica, ma dopo la chiusura della VIA.
Fuori dai casi suddetti, in particolare per i progetti di opere pubbliche o di pubblica utilità (eccettuati ovviamente quelli energetici), la VIA comprende e sostituisce non soltanto gli atti di assenso ambientali e paesaggistici, ma anche tutte le intese, le concessioni, le autorizzazioni, i pareri e gli atti di assenso comunque denominati necessari per la realizzazione del progetto.
Il comma 5 dell’articolo 17, modificato dall’articolo 20 del progetto di legge, contiene un ulteriore strumento di semplificazione, rafforzando la previsione, contenuta nella legge regionale 9 del '99, che il provvedimento di VIA abbia valore di variante degli strumenti urbanistici comunali per la realizzazione delle opere pubbliche o di interesse pubblico.
La modifica estende tale effetto agli strumenti di pianificazione territoriale provinciale, consentendo al provvedimento di VIA di modificare contemporaneamente più strumenti di pianificazione.
I piani provinciali, infatti, si pongono ad un livello sovraordinato rispetto a quelli comunali, e possono quindi porre vincoli a cui i piani comunali debbono conformarsi. L’attuale formulazione della legge regionale 9 del '99, contemplando la sola possibilità di variante urbanistica comunale, risulta quindi insufficiente al conseguimento di un effettivo coordinamento e semplificazione.
Al riguardo pare opportuno sottolineare che nella nuova versione del testo normativo sono stati introdotti specifici elementi di definizione e finalizzazione di tale possibilità di approvare nel procedimento di VIA varianti agli strumenti di pianificazione territoriale provinciale ed urbanistica, specificando però che essa si riferisce alle seguenti fattispecie: solo correzioni di errori materiali; sopravvenuti motivi di pubblico interesse; mutamento della situazione di fatto; nuova valutazione dell’interesse pubblico originario. Solo per quello che attiene agli allegati cartografici e non alle norme attuative, appunto i PTCP.
Sempre al fine di evitare effetti eccessivi ed indesiderati rispetto all’oggetto del procedimento di VIA, è stato stabilito che le proposte di variante agli strumenti di pianificazione territoriale provinciale possono attenere - e ribadisco - unicamente a specifiche modifiche cartografiche, e che tali modifiche devono essere ratificate dal Consiglio provinciale entro 30 giorni, pena la decadenza.
Con questo complesso di disposizioni la Regione intende perseguire la maggiore semplificazione e celerità procedimentale possibile in considerazione del quadro giuridico statale vigente.
Appare utile sottolineare che questo progetto di legge introduce alcune ulteriori disposizioni tese a rafforzare le previsioni relative all’evidenza pubblica dei procedimenti e alla partecipazione dei cittadini.
Infatti l’articolo 3, al comma 3, introduce la possibilità che il procedimento e il relativo studio ambientale preliminare, o il relativo studio di impatto ambientale, siano presentati in un’apposita assemblea pubblica.
Tale previsione è finalizzata a sviluppare ed accrescere, anche in coerenza con gli obiettivi della legge regionale 3 del 2010, le forme di partecipazione del pubblico e del privato al procedimento, tanto più necessarie se si considera la loro complessità e rilevanza.
La celebrazione di tale evento partecipativo non comporta alcuna modifica nella scansione procedurale, né nei termini previsti per ciascuna delle sue fasi. Proprio a ciò è finalizzata la previsione del termine di 30 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione, termine che deve ritenersi tassativo.
L’articolo 33 del progetto di legge introduce alcune modifiche negli Allegati A.1, A.2, A.3, B.1, B.2 e B.3, al fine di recepire nella normativa regionale le modifiche introdotte negli Allegati III e IV della Parte seconda del decreto legislativo 152 del 2006, modificato dal decreto legislativo 4 del 2008 e 128 del 2010, nonché per ridisegnare il quadro delle competenze tra le autorità competenti: Regione, Provincia e Comune.
In particolare, nei nuovi allegati si è proceduto ad un nuova allocazione delle competenze, prevedendo, in sintonia con le nuove assegnazioni di competenze relative alla approvazione di progetti assoggettati alle procedure di verifica o alle procedure di VIA, la coincidenza con la competenza al rilascio delle più rilevanti e/o della maggior parte delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione del progetto di impianto, opera o intervento in base alle vigenti normative.
In sostanza sono state attribuite alla competenza delle Province, come definito in sede di CAL, le competenze per le procedure di verifica (screening) e di VIA relative ad alcuni ulteriori progetti (non più assegnati alla Regione o ai Comuni), in particolare per quanto riguarda la competenza alle procedure in materia di impatto ambientale per i progetti di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti nonché agli impianti chimici ed agli allevamenti (assoggettati ad AIA provinciale, che è l'Autorizzazione Integrata Ambientale) ovvero alla estrazione di minerali, ed in particolare di acqua minerale, soggetti ad autorizzazione pure provinciale, al fine di far coincidere sulla stessa amministrazione le competenze in materia di impatto ambientale e le altre autorizzazioni necessarie alla realizzazione del progetto. L’unica tipologia progettuale che non ricade nel principio di coincidenza delle competenze in capo alla stessa amministrazione riguarda i progetti di invasi, su cui, però, è stato possibile innalzare la soglia da zero a 50.000 mc.
Sono inoltre stati introdotti negli allegati di competenza sia della Regione sia della Provincia gli impianti per la cattura di CO2 poiché tali impianti sono stati introdotti dal decreto legislativo 162 del 2011 nel decreto legislativo 152 del 2006 perché in questa sede è stata recepita una direttiva europea del 2009, che è la n. 31.
Occorre sottolineare, infine, che l’articolo 34 prevede alcune necessarie norme transitorie. In primo luogo, la previsione che le procedure di verifica (screening) e le procedure di VIA, avviate precedentemente all’entrata in vigore della legge, sono concluse ai sensi delle norme vigenti al momento dell’avvio del procedimento.
Vorrei rendere conto qui del proficuo lavoro svolto in commissione e colgo l'occasione per ringraziare tutti i commissari che con il loro contributo hanno consentito di introdurre ulteriori modifiche migliorative alla proposta di legge.
Il dibattito sul progetto di legge, infatti, nella competente commissione consiliare ha condotto ad introdurre alcune nuove disposizioni che provo sinteticamente ad individuare.
Intanto nel testo le modifiche alla legge 9 del '99 diventano e costituiscono il Titolo I della legge perché la legge appunto è stata ampliata e rispetto a come era stata iscritta ha cambiato appunto denominazione.
PRESIDENTE (Richetti): Consigliera, siamo due minuti oltre il tempo, se può concludere...
DONINI: Finisco.
Allora, all’art. 1, e voglio segnalare questo aspetto, è stato deciso di mettere in evidenza che, tra gli obiettivi della valutazione di impatto ambientale, una delle finalità che dobbiamo perseguire è la protezione della salute umana. Questo fatto è esplicitato (colgo l'occasione per segnalare che è stato depositato un ordine del giorno, che sarà discusso in allegato alla discussione a questa legge, che si occupa della valutazione degli impatti sanitari e della protezione della salute umana); alcuni criteri omogenei di individuazione delle modifiche; alcuni aspetti che riguardano l'accesso agli atti; la pubblicità dei risultati e delle attività di vigilanza e controllo; la messa a disposizione sul web delle documentazioni; la clausola valutativa (ringrazio i componenti della sesta commissione per questo lavoro) e un'altra serie - e chiudo velocemente, presidente - di emendamenti che sono stati presentati in commissione e che riguardano alcune questioni sulle linee elettriche, quindi alcune parziali modifiche della legge regionale 10 del 2003; alcune disposizioni sul demanio idrico e un emendamento che riguarda le nuove modalità per redigere i piani di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile. Poi nella discussione generale eventualmente, per rispondere ad eventuali domande, integrerò con ulteriori informazioni la mia relazione, che peraltro è scritta e quindi consegnata a tutti i colleghi consiglieri. Grazie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Donini.
Ricordo che siamo in discussione generale congiunta con l'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente, colleghi consiglieri, grazie alla relatrice. Questa mattina in Aula discutiamo un provvedimento di rilevante importanza, che appunto, come nella relazione è stato descritto, riguarda le modifiche alla legge 9 del '99.
Come considerazione più politica che tecnica nella lettura, per me un po' difficile, dei vari articoli dell'articolato e del provvedimento e di tutta la documentazione che ho avuto modo di valutare, mi sono fatto un po' l'idea che l'Europa dalla direttiva 337 dell'85 abbia, come impostazione generale, in questa logica così stringente di normative sulla prevenzione, un po' frenato la crescita e l'inibizione di nuove imprese che potessero costruire impianti come termovalorizzatori e centrali e in questo tipo di logica molte aziende se ne sono andate in paesi dove i costi di tutte queste procedure sono minori.
Infatti, e oggi è l'occasione per dirlo - questa è una mia valutazione - soprattutto nella nostra regione - quindi comunque si mette mano a queste modifiche - interpretazioni di carattere piuttosto burocratico e vincolistico, che stavano alla base dei procedimenti amministrativi, hanno fatto spesso mancare almeno uno dei pilastri che, assessore, erano a fondamento di questa procedura. Quindi si deve intervenire giustamente per favorire la semplificazione delle procedure amministrative, perché i tempi erano troppo lunghi e in effetti, dai dati di cui sono in possesso, i tempi medi per le procedure di VIA, soprattutto se l'opera era di pubblica utilità e di grande entità, superavano spesso i tre anni.
Vi era un aumento dei costi, quindi il progetto di VIA e le relative procedure richiedono indubbiamente grandi costi per progetti, valutazioni, pareri, oltre naturalmente ad altri oneri aggiuntivi per l'adeguamento alle prescrizioni della VIA stessa.
Vi era un aumento del carico burocratico delle procedure, quindi avere tanti passaggi burocratici comporta un aumento del lavoro dei pubblici uffici che devono rilasciare questi pareri. Spesso in cosa, colleghi? In una certa mescolanza e confusione delle competenze che andavano ad ingolfare l'attività dell'ente pubblico con conseguente, inevitabile disagio per i cittadini.
Voglio fare un esempio qui su tutti che ritengo importante e che riguarda il mio territorio. Il terzo ponte sul Trebbia, recentemente inaugurato anche alla presenza del rappresentante della Giunta regionale, l'assessore Gazzolo, ha avuto tempi di concessione della VIA che hanno paralizzato l'opera per circa sei anni e hanno portato a un costo aggiuntivo di cinque milioni di euro per sostituire ghiaie con altre ghiaie di colore più simile a quello del terreno per mitigare, al fine di non nuocere all'ambiente, cioè ci sono stati allungamenti di tempi veramente notevoli con aggravio di costi.
Quindi, per questo ben venga un provvedimento come quello di oggi che dovrebbe accelerare e semplificare le cose.
Sotto un altro profilo voglio ricordare il decreto legislativo 152 del 2006, che - se non ricordo male, ma qualcuno mi può smentire, fu varato sotto il Governo Berlusconi - fu un'importante innovazione perché introdusse (qui non posso entrare nel tecnico, nello specifico) un concetto: sui vincoli ambientali bisogna sempre considerare il tema della crescita economica, quindi questa filosofia di fondo che possa correggere anche nelle normative di rango inferiore elementi che possono essere troppo distorcenti a causa di una mentalità troppo di marca ambientalistica che ormai, assessore, come lei ben sa, è superata dalla storia, ma soprattutto dalla congiuntura economica difficile.
Quindi, importanti sono gli aspetti contenuti in questo progetto di legge: dalla semplificazione della procedura, e quindi la VIA sostituisce le autorizzazioni edilizie, modifica gli strumenti urbanistici, la definizione delle competenze, l'ente che autorizza e gestisce anche l'informatizzazione, le conferenze dei servizi; quindi una spinta a concludere più velocemente le pratiche.
Mi sembra poi importante l'elemento sul passaggio alle Province. Ho valutato anche il progetto di legge di iniziativa dei colleghi del Movimento 5 Stelle, che hanno raccolto, mi sembra all'articolo 23, il tema del futuro delle Province e quindi anche delle competenze rispetto a questo ente.
Rimane comunque come giudizio di fondo che è importante, appunto, procedere su questa strada perché abbiamo sotto gli occhi di tutti in ogni territorio il proliferare come i funghi in questi anni di comitati, controcomitati, assemblee che spesso hanno avuto più che il risultato di guardare realmente alla salute dei cittadini e a un tema e a una problematica di carattere ambientale, una lotta e un'incomprensione tra le varie istanze che venivano portate avanti.
Sotto il profilo politico dico che va bene questa strada perché trae l'origine, come accennavo prima, da questo decreto legislativo, il 152/2006 (bisogna riconoscere anche i meriti del Governo allora in carica, del Governo presieduto da Berlusconi nel 2006), che ha tentato di rendere più agevoli e meno costose le pratiche ambientali.
Per quanto riguarda poi nel dettaglio - lo dirò alla relatrice perché io non ero nella commissione ma ho valutato alcuni punti - vi sono due dubbi che possono poi servire nel dibattito. All'art. 1, comma 4, vi è il tema della specificazione degli sportelli unici: la definizione, se potesse esplicitarmi, tra sportello unico e ufficio competente relativamente agli elementi che differenziano l'uno e l'altro soprattutto sui compiti e sulla finalità alla luce del Codice dell'ambiente (decreto legislativo 3 aprile 2006, 152) anche alla luce del diritto di accesso dei cittadini alle informazioni ambientali e alla partecipazione a scopo, appunto, collaborativo.
Vi è poi una piccola nota che mi ero appuntato (non ne ho fatto oggetto di emendamento e me ne scuso, ma se accoglierà l'apprezzamento della relatrice potrei brevemente confezionare un emendamento): all'art. 1, comma 3, c'è la dizione "Impianti, opere o interventi". Forse sarebbe opportuno scrivere "Impianti, opere e interventi" perché cambia il senso letterale dal momento che tutte e tre le tipologie vanno a costituirsi quale oggetto di stima in relazione all'impatto che esse, qualora realizzate, produrrebbero sull'ambiente. Quindi mi rivolgo alla relatrice: se può servire come arricchimento e modesto contributo scrivere questa piccola modifica al testo, può essere utile; una maggiore specificazione ad esempio sulla dizione di "sportelli unici". Occorrerebbe, appunto, che la norma desse maggiore rilievo sul fatto dell'informazione e della partecipazione.
Ho poi valutato molto positivamente la nota tecnica sulla clausola valutativa, in quanto, presidente, io, immeritatamente vicepresidente della sesta commissione, credo molto in questo tipo di verifica a posteriori. Devo dire che i tre anni, il termine, la cadenza triennale a cui la relazione fa riferimento è un termine, assessore, congruo. Direi che è un termine congruo perché in questo caso tempi più brevi non chiarirebbero e non servirebbero a valutare compiutamente gli effetti e le ricadute sia sotto il profilo giuridico che sotto il profilo economico di questo provvedimento e di questa tematica che oggi trattiamo.
Quindi, come prospettiva di relazione triennale, ritengo, a mio sommesso parere, che sia una cadenza giusta, perché spesso in commissione capita che qualche collega dica "andiamo a valutare dopo un anno, dopo due anni", ma i tre anni nel caso di questo intervento legislativo, di questo progetto di legge regionale, mi sembra ci stiano tutti.
Quindi, il provvedimento ha appunto incontrato, poi saranno altri colleghi del mio gruppo ad intervenire, un atteggiamento di voto, direi anche un po' prudenziale, di astensione, ma si potrebbe definire - e chiudo il mio intervento - un'astensione di natura benevola.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Grazie, presidente.
Intervengo anche perché questo provvedimento ha coinvolto, seppure in maniera consultiva, anche la prima commissione proprio per le ripercussioni che ha rispetto alla normativa europea.
Intanto nel merito non voglio aggiungere quanto è già stato detto dalla relatrice e dal collega Pollastri. Segnalo semplicemente una impostazione positiva, anche da parte nostra, per l'impostazione generale che ha questo provvedimento e anche un apprezzamento per il lavoro istruttorio svolto, visto che alcune delle osservazioni emerse nel corso delle audizioni, e proposte dalle categorie che sono a diretto contatto quotidianamente con l'applicazione poi delle norme, sono state assunte in maniera intelligente.
Segnalo anche in questo caso, l'abbiamo già fatto in occasione di altre leggi, di prestare particolare attenzione poi all'applicazione pratica sul territorio di queste normative, perché qui in Regione noi immaginiamo provvedimenti di legge magari anche buoni dal punto di vista della loro costruzione, ma dobbiamo sempre avere un occhio a chi poi le applica sul territorio, perché molto spesso gli operatori si trovano ad avere a che fare con realtà diverse dalla realtà regionale (le Province e le Regioni), con i funzionari delle Province e delle Regioni che a volte, invece di agevolare l'applicazione di queste leggi anche secondo gli indirizzi che tutti noi qui condividiamo, trovano motivo invece per affermare un loro ruolo particolare e quindi magari influenzare la procedura di questa normativa.
Questa legge praticamente dà attuazione a delle modifiche che sono avvenute prima, come è stato ricordato, con direttive europee, poi recepite dalla legislazione italiana e quindi entrate a pieno titolo nella nostra legislazione regionale, si tratta quindi di un adattamento rispetto alle modifiche che sono intervenute.
Visto però che noi siamo in prossimità della sessione comunitaria, che abbiamo organizzato per il prossimo lunedì, segnalo che la Commissione Europea nel programma delle proprie attività del 2012 introduce un elemento specifico nel riesame delle direttive VIA, riesame che mira al miglioramento della protezione ambientale a livello nazionale, garantendo un'applicazione più efficace e coerente dei principi della valutazione ambientale e la coerenza con i pertinenti obblighi a livello internazionale.
Segnalo questo fatto perché forse, in occasione di questo provvedimento legislativo dell'Unione Europea, ci troveremo a dover intervenire nuovamente e magari in maniera anche più pregnante. Ecco perché da qui deriva la necessità di monitorare questa procedura, cosa che noi inizieremo a fare proprio con la sessione comunitaria di lunedì prossimo, dove abbiamo segnalato nella nostra risoluzione finale questo argomento per tenerlo particolarmente monitorato. Del resto eravamo già partiti nel '99 ad indicare come questa eventualità dovesse essere monitorata dalla Regione, per arrivare a seguire tutta la procedura ed intervenire con gli strumenti che le leggi regionali e nazionali ci mettono a disposizione nel formare la posizione del Governo italiano rispetto a questa direttiva. Lo dico perché siamo pienamente nell'ambito di una nostra attività molto importante; siamo nell'ambito anche della ricostruzione di quel rapporto fra cittadini, realtà locali ed Europa che va in qualche modo ricostruito perché se noi non seguissimo, come invece abbiamo intenzione di fare, attentamente questo procedimento ci troveremmo magari in futuro una direttiva europea calata dall'alto e in contrasto con la nostra realtà della quale ci lamenteremmo, della quale i nostri cittadini si lamenterebbero pensando che sia avvenuto in base al caso. Invece no, ci sono delle procedure specifiche che noi attuiamo per tentare, e fino ad oggi abbiamo anche ottenuto qualche risultato, di modificare o di influire sulla legislazione europea nella sua fase ascendente.
Credo che questo sia un motivo di vanto per questa Assemblea per ricostruire un rapporto complessivo con il diritto europeo, ma anche per ristabilire quel giusto rapporto con i cittadini, e lo allargo anche alle imprese, agli operatori, alle categorie, perché si rendano conto che la nostra attività all'interno di questo consesso ha un risvolto concreto e importante per la loro vita.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Innanzi tutto vorrei ricordare che sono stati presentati due progetti di legge, uno che mi vede come primo firmatario che è stato, nel momento dell'abbinamento, scartato come testo base e, ovviamente, le relative differenze rispetto al testo della Giunta sono diventate poi emendamenti.
Siamo riusciti, comunque, ad accendere e tenere vivo il dibattito in commissione; ci sono state in commissione, sulla prima parte del progetto di legge, tre ore di discussione molto, molto vivaci.
Siamo riusciti anche a fare qualche, a mio avviso, modesto passo avanti, perché sono state recepite alcune nostre proposte, e questo mi fa molto piacere, soprattutto sul tema della trasparenza, che, in questo momento, soprattutto se si parla di semplificazione, è fondamentale.
Io non sono entusiasta, per nulla, di questo progetto di legge e ci sono due punti, dopo li affronteremo negli emendamenti, che più mi lasciano perplesso. Il primo è quello sulla valutazione di impatto sanitario. Ho letto l'ordine del giorno, devo dire che non mi soddisfa, anzi, in alcune parti, nelle premesse, rafforza proprio quello che noi abbiamo detto in commissione, ovvero se ci fosse una forte volontà politica questo passaggio si potrebbe fare, ma ci ritorneremo nella discussione dei singoli emendamenti. E poi quello della pubblicità, ad esempio, della conferenza dei servizi. Anche qui le argomentazioni tecniche che sono state portate non ci hanno convinto. Non è possibile che quando si parla di certi temi si cerchi in tutti i modi di non far emergere con forza in un progetto di legge determinate dichiarazioni. Mi spiego meglio: sia per quanto riguarda il tema della salute, quindi la valutazione di impatto sanitario, sia per quanto riguarda il tema appunto della pubblicità della conferenza dei servizi e sia per quanto riguarda il tema del paesaggio, per il quale ci è stato detto che guardando al combinato disposto di questa norma e del richiamo alla fine verrebbe incluso, non abbiamo capito perché la parola paesaggio fa così paura e non mi si dica che oggi nelle valutazioni di impatto ambientale si tenga effettivamente conto del paesaggio perché vediamo delle cose terribili in questa regione.
Purtroppo il paesaggio è sempre la Cenerentola: una pianura antropizzata che stiamo devastando, che è irriconoscibile; che quando finirà quest'epoca, che tra breve si chiuderà, delle società basate sui combustibili fossili e ci ritroveremo a dover mangiare il nostro asfalto avremo lasciato alle future generazioni un paese, una comunità che viveva in un territorio bellissimo che sarà invece purtroppo un territorio violentato, stuprato da questi cinquant'anni. E noi continuiamo in questo disegno, pur avendo ormai a livello internazionale, a livello mondiale, contezza di quello che sta accadendo e, quindi, siamo ancora più colpevoli perché si persiste in un disegno e nel sostenere normative che consentono lo scempio del territorio.
Questo come premessa generale. Siamo contenti però che, ripeto, sulla trasparenza alcuni passi avanti siano stati fatti: pensiamo, ad esempio, alla pubblicazione di tutti gli atti connessi ai procedimenti di VIA, che oggi non sono consultabili direttamente dai cittadini e che almeno, con le modifiche che abbiamo proposto come Movimento 5 Stelle, da domani in tutta la regione saranno visibili. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Il progetto di legge di revisione attuale della legge del '99, in materia di VIA, che la nostra Aula si sta accingendo ad approvare, rappresenta sicuramente un provvedimento che da tanto tempo le nostre amministrazioni competenti stanno attendendo, così come pure gli stessi operatori interessati.
Ricordo perfettamente che si tratta di un disegno di legge che ci eravamo già riproposti nello scorso mandato di portare a termine per effetto di tutta una serie di novità che erano state apportate dal legislatore nazionale, attraverso la riscrittura della parte seconda del Codice ambientale, che rendevano il quadro di riferimento legislativo regionale datato e sicuramente bisognoso di un adeguamento.
Il testo che oggi è all'esame dell'Assemblea legislativa è sicuramente frutto di un lungo e di un approfonditissimo lavoro di messa a punto da parte di tutti quegli istituti che sono intervenuti e che intervengono normalmente nella disciplina della VIA.
Allora, da più di un anno gli uffici dell'assessorato competente sono al lavoro per mettere a punto un testo che in realtà dovrebbe disciplinare la materia almeno per i prossimi dieci anni. Infatti la legge 9, che oggi andiamo a modificare, ha già manifestato tutte le sue debolezze circa la non adeguatezza del quadro legislativo regionale rispetto al panorama normativo nazionale e comunitario, per cui è assolutamente necessario e urgente approvare il testo così come ci viene proposto dalla commissione. I lavori in sede di commissione sono stati sicuramente costruttivi e credo che anche diversi emendamenti che sono stati apportati, da un lato possano probabilmente contribuire ancora a migliorare il testo che già partiva da una buona base. Sarà interessante capire, rispetto anche ad alcuni emendamenti che presenterà il collega Favia, circa l'opportunità di rendere maggiormente accessibili determinate decisioni.
A cosa serve la VIA? La VIA è sicuramente funzionale ad approvare e a realizzare qualunque tipo di progetto in relazione a quelle che sono le sue ricadute ambientali ed è in sostanza la madre di tutte le singole autorizzazioni settoriali relative ad alcune tipologie di opere, nel senso che, purtroppo, senza la VIA queste opere non si possono realizzare. Quello che posso dire è che fino ad oggi quello che noi abbiamo verificato e che abbiamo sostanzialmente registrato...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Aimi): Scusate, colleghi, per cortesia, lasciate continuare la consigliera Noè.
NOÈ: ...fino ad oggi abbiamo sostanzialmente registrato diverse procedure di infrazione verso il nostro Paese in seguito al fatto che non c'è stato un corretto recepimento della direttiva e voglio ricordare che questo ha creato notevoli problemi alle varie pubbliche amministrazioni, ma, soprattutto, lasciatemi dire, alle imprese interessate. Speriamo, quindi, che con il progetto di legge di oggi riusciamo, una volta per tutte, a definire il nostro ordinamento regionale coordinandolo con quello che è il quadro europeo vigente.
Nel recente passato abbiamo registrato un uso e, non ho nessuna difficoltà a dire, un uso talvolta distorto della procedura della VIA rispetto ad alcune tipologie di opere, soprattutto gli interventi in campo energetico, specie sulle fonti rinnovabili. Sarebbe veramente interessante che in quest'Aula, sul fronte del campo energetico, dell'energia rinnovabile, riuscissimo finalmente con questa estrema sinistra, anche con Rifondazione e con i colleghi, una volta per tutte, a trovare pace su determinate procedure che, una volta definite, possano diventare l'interpretazione autentica di come ci si deve attenere su determinati percorsi.
Infatti anche oggi mi risulta che sul campo energetico dovremo nuovamente ritornare su determinate questioni. Sempre questi tira e molla, questi ricatti, queste pressioni che anche in termini procedurali stiamo continuando a subire! Mi auguro che veramente la VIA diventi lo strumento che non permetta più determinate pressioni imbarazzanti, ideologiche, rispetto a determinate procedure che in senso oggettivo devono rappresentare l'interpretazione autentica di quello che si deve fare su determinate autorizzazioni progettuali, augurandomi che poi anche qui non ci si debba sempre ritornare sopra.
Anche in questi ultimi tempi vediamo come la procedura di VIA sia stata utilizzata come elemento di ostruzionismo, come elemento di ostacolo alla realizzazione di progetti invece di utilizzarla come un'occasione di chiarimento circa le effettive potenzialità e ricadute di un determinato progetto per un territorio o una comunità. Ancora oggi ci sono tanti sindaci che in questo momento stanno subendo delle pressioni, anche dei ricatti, rispetto a determinate autorizzazioni che oggettivamente potrebbero essere date per dare corso e conclusione a determinate procedure, ma ci sono pressioni di carattere soggettivo: non più oggettive, ma soggettive. Quindi, di fronte al fatto che la VIA sia utilizzata in modo strumentale attraverso tutte le lungaggini, che noi sappiamo, delle Conferenze dei servizi, delle diverse e numerose richieste di integrazione, di variazione, per poi alla fine produrre solamente dei ritardi circa la conclusione del procedimento che sicuramente non ha eguali in Europa al punto da costringere molte volte il proponente di un progetto anche a rinunciare al progetto stesso, ecco, io mi auguro che con questo progetto di legge si possa finalmente avviare uno strumento che consenta la crescita e lo sviluppo nel rispetto di quelli che sono gli interessi da tutelare.
Quindi mi auguro che questo strumento, prima di tutto, consenta trasparenza delle procedure, chiarezza degli adempimenti e, soprattutto, certezza dei termini di conclusione dei procedimenti in funzione del fatto che tutti i principi che si fisseranno dovranno essere rispettati, anche perché, ormai lo sto vedendo con molti colleghi, per effetto di questo atteggiamento che si sta caratterizzando sul territorio in merito a questa materia, sui tempi procedurali per l'ottenimento della VIA e sul boicottaggio a cui facevo riferimento prima, oggi noi misureremo l'attrattività del nostro territorio; oggi noi, con questo strumento, verificheremo se effettivamente creeremo delle condizioni oggettive per rendere chiaramente attrattivo il nostro territorio a certe attività, a certi investimenti.
Sicuramente il progetto di legge che oggi è in esame contiene degli elementi innovativi, che vanno probabilmente nella direzione che auspicavo prima: certezza dei tempi, trasparenza e chiarezza degli adempimenti richiesti - ripeto: chiarezza degli adempimenti richiesti - e soprattutto quello che auspico, una volta che sarà realizzato e approvato questo testo di legge, è che questo testo di legge possa essere monitorato attentamente nella sua corretta applicazione da parte delle amministrazioni soprattutto per supportare le imprese che oggi sopportano, e soprattutto per affiancare la pubblica amministrazione con tutti quegli atti di indirizzo e di coordinamento regionale che inevitabilmente dovranno essere presi nei passaggi laddove il provvedimento richiederà degli aspetti di ulteriore dettaglio. Sarà quindi necessario intervenire prontamente qualora si ravviserà che c'è qualche cosa che non va per correggere gli eventuali errori e soprattutto quello che mi auguro è di limitare tutti gli aspetti discrezionali per garantire alla fine la massima certezza di quelli che sono i tempi di conclusione.
Auspico un progetto di legge che riduca al minimo la discrezionalità di coloro che devono prendere determinate decisioni; una certezza operativa che non sia suscettibile di subire pressioni di alcun tipo, ma che sia in grado di garantire la verità, la validità e l'adeguatezza di un progetto. Se saremo in grado di fare tutto ciò, allora potremo dire sicuramente di avere svolto per la Regione un lavoro utile, soprattutto per la ripresa, per la crescita e anche per le prospettive future d'investimento che si possono far nascere in questo territorio. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di parlare la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Grazie, presidente. Quando si parla di necessità di compiere questo tipo di valutazione lo facciamo perché è assolutamente necessario che oggi qualsiasi progettazione di qualsiasi tipo noi andiamo a realizzare sui nostri territori deve diventare necessariamente una valutazione di tipo complessivo e quindi la necessità che noi abbiamo, a prescindere dal tipo di impatto, in qualche modo, di considerare tutti gli aspetti che regolano la nostra esistenza. In questi aspetti sicuramente c'è il tema della crescita, di certo c'è il tema dell'economia in senso più complessivo, ma anche il tema del territorio, il tema della salute, il tema dell'ambiente. Queste, al di là di come noi le pensiamo, sono valutazioni che a livello europeo non solo esistono oggi, ma che negli anni sicuramente tenderanno ad assumere un'importanza maggiore man mano che tecniche e consapevolezze ci indirizzeranno su scelte ambientali sicuramente più decise e più determinate.
È un percorso, cinquant'anni anni fa questi problemi non esistevano o quanto meno non venivano considerati come tali, ma anche l'impatto che noi avevamo complessivamente come popolazione e come genere umano sui nostri territori era estremamente inferiore e quindi ovviamente questo non poteva che far parte di un processo di considerazione.
Noi abbiamo sicuramente la necessità di rendere attrattivo il nostro territorio, però abbiamo anche l’esigenza di continuare a mantenerlo e a renderlo attraente, altrimenti qualcosa nell'equilibrio di chi gestisce la cosa pubblica si va ad incrinare.
Per questo la prima direttiva europea nell''85 struttura in qualche modo la valutazione di impatto ambientale e la configura in maniera diversa dal passato, nel senso che sancisce il principio dell'azione preventiva in base alla quale la migliore politica ambientale consiste sicuramente nel prevenire gli effetti negativi legati alla realizzazione dei progetti anziché combatterne successivamente gli effetti che provoca. Tutto questo, che oggi viene vissuto a volte anche come un ritardo in alcuni tempi e in alcune valutazioni, in realtà in termini concreti addirittura non solo non è un ritardo, ma abbatte alcuni costi che le collettività spesso oggi si trovano a sopportare quando devono porre rimedio successivamente ad alcuni guasti ambientali e ad alcune ferite aperte sul territorio.
Per questo la struttura della procedura viene concepita per dare informazioni sulle conseguenze ambientali di un'azione prima che la decisione venga adottata, per cui si definisce nella sua evoluzione come uno strumento che cerca di introdurre a monte della progettazione un nuovo approccio che possa influenzare il processo decisionale negli ambienti imprenditoriali e politici, cosa assolutamente non facile né scontata, ma necessaria ed è uno sforzo che va fatto, nonché come una procedura che possa guidare il processo stesso in maniera partecipata. Oggi questo è un tema che assolutamente attraversa tutta la nostra azione con le popolazioni dei territori interessati.
La VIA nasce quindi come uno strumento per individuare, descrivere e valutare gli effetti diretti ed indiretti di un progetto sulla salute umana e su alcune componenti ambientali più generali anche quali il territorio, la fauna, la flora, il suolo, le acque, l'aria, il clima, il paesaggio, il patrimonio culturale e sull'interazione di questi fattori e componenti.
Obiettivi del processo VIA sono quindi proteggere la salute umana, contribuire con il migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento più complessivo del territorio e dell'ambiente, conservare anche la capacità di rigenerarsi dell'ecosistema quale risorsa essenziale per la nostra vita.
Oltre ad assicurare che le considerazioni di carattere ambientale siano tenute in conto sin dalle prime fasi del processo decisionale, la procedura di VIA, coinvolgendo il pubblico, garantisce maggiore trasparenza nei processi decisionali e di conseguenza una migliore accettazione da parte dei cittadini, cosa mai né semplice né scontata, ma è ovviamente un percorso che va fatto con grande attenzione e i vantaggi della VIA non possono nella maggior parte dei casi essere espressi in termini monetari.
Tuttavia è ampiamente riconosciuto che i vantaggi derivati dallo svolgimento di una VIA superano nei fatti i costi sostenuti per realizzarla, come confermano tutti gli studi realizzati in Unione Europea.
Questo progetto di legge riscrive di fatto la legge regionale 9 del '99 innanzi tutto al fine di adeguare anche dal punto di vista formale l'ordinamento regionale alle recenti innovazioni intervenute a livello statale in seguito all'entrata in vigore del Codice ambientale e delle sue successive modifiche.
Infatti, la tutela dell'ambiente costituisce una prerogativa del legislatore statale. Ciò rappresenta un vincolo forte per gli ordinamenti regionali, che possono discostarsi dalle norme statali in materia ambientale solo in certi casi e a determinate condizioni. Ne deriva, dunque, che l'aggiornamento della legge 9 del '99 non può non seguire le linee generali tracciate dal Codice ambientale.
All'interno però di questa cornice che è inderogabile, al legislatore regionale sono tuttavia riconosciuti alcuni spazi autonomi di intervento, che gli consentono sia di porre rimedio ad alcune che dal nostro punto di vista sono delle storture riscontrate nella fase applicativa della disciplina, sia di riempire alcuni vuoti che lo stesso Codice ambiente lascia.
In questo senso gli emendamenti che il gruppo SEL-Verdi ha presentato, prima in commissione e poi in Aula, che sono stati anche in parte accolti, intendevano utilizzare maggiormente questi spazi autonomi d'intervento per perseguire due obiettivi principali: allargare ulteriormente i momenti di partecipazione da parte dei cittadini singoli o associati all'interno delle procedure di VIA e riempire ad un livello istituzionale superiore le competenze dei procedimenti di VIA di quelle tipologie di opere che per pericolosità o per caratteristiche intrinseche, o per via dei possibili effetti cumulativi, necessitano di una visione di area vasta nel contesto territoriale e ambientale, ciò indipendentemente dagli eventuali cambiamenti istituzionali che potrebbero investire in futuro le amministrazioni provinciali. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di parlare la consigliera Marani. Ne ha facoltà.
MARANI: Credo che non facciamo onore alla discussione approfondita che vi è stata in commissione su questa proposta di legge se di fatto la nostra discussione in quest'Aula, cosa che enfatizzo ma non è poi così, contrappone un'idea di sviluppo e di crescita all'idea della necessaria tutela dell'ambiente e della qualità della vita delle persone.
Dico questo perché invece questa per noi è davvero una straordinaria opportunità per riuscire a tenere insieme questi due elementi, che costituiscono, per quella che è la nostra idea di sviluppo e di crescita, di futuro della nostra regione e del nostro paese, uno degli elementi caratterizzanti l'azione di governo. Quindi, abbiamo fatto uno sforzo in una situazione nella quale abbiamo dovuto ragionare su un adeguamento di carattere normativo nella quale abbiamo dovuto fare i conti con diversi vuoti e diversi buchi dal punto di vista legislativo.
Cerco di non ripetere le cose che sono già state dette, va però ricordato come noi adeguiamo questo ordinamento facendo riferimento alla normativa europea e in particolare, appunto, noi ci adeguiamo a quelle che sono le norme del Codice dell'ambiente e lo dobbiamo fare necessariamente, ovviamente, facendo riferimento a quelli che sono i vincoli che sono dati dalla prerogativa della legislazione statale appunto in materia di tutela ambientale. Quindi ci siamo mossi in un quadro di riferimento di norme europee, ma in un quadro nel quale comunque dovevamo obbligatoriamente non discostarci da quelle che sono le norme della legislazione statale.
Credo che ci siano alcuni elementi che occorre in qualche modo richiamare rispetto all'importanza delle procedure di valutazione di impatto ambientale. L'impatto sull'ambiente e sulla qualità della vita sono gli obiettivi di questa procedura. Credo che in questa proposta di legge venga enfatizzato l'aspetto che si tratta di una procedura che non vede più solo un coinvolgimento delle istituzioni, ma un coinvolgimento che in talune parti è normato in modo mi pare molto preciso, che è quello del percorso partecipato dei cittadini. L'altro dato importante è che noi non facciamo un'azione con la quale andiamo ad aumentare quelle che sono le norme esistenti, ma un'operazione nella quale, cercando appunto di non introdurre nuove norme e nuovi vincoli, andiamo ad adeguare le nostre misure, le norme esistenti e le misure di protezione nei diversi ambiti territoriali a quello appunto che è uno scenario normativo che ha bisogno non solo di essere adeguato, ma anche di essere semplificato, precisato e meglio integrato.
Come diceva la consigliera Meo, il riferimento alla direttiva della CEE è un riferimento assolutamente importante perché introduce un nuovo approccio rispetto appunto alla procedura di valutazione di impatto ambientale, che è quello di intervenire sulla prevenzione. Questa è in effetti una modalità che non è in contrapposizione a quella che è l'idea di favorire le iniziative di attività produttive, di insediamenti, cioè di ostacolare queste azioni, ma di consentire a coloro che mettono in campo questo tipo di iniziativa di potersi approcciare a questo tema avendo a monte l'obbligo di riferirsi a una serie di requisiti che possono quindi evitare progettazioni che poi si scontrano con quelli che sono gli obiettivi appunto che riguardano la tutela dell'ambiente e della vita delle persone. Quindi questo riferimento alla prevenzione credo che sia assolutamente strategico anche per dare maggiori certezze e riferimenti certi a coloro che debbono, di fatto, impegnarsi nella progettazione, ma credo che anche gli altri principi della direttiva della CEE: l'informazione dei cittadini, quindi la pubblicizzazione dei percorsi, la partecipazione, il coordinamento fra gli enti e le misure di semplificazione siano elementi che hanno fortemente ispirato anche l'adeguamento normativo.
Rispetto al tema della definizione delle competenze vi è stata in commissione una discussione, che credo verrà ripresa nella discussione sui vari articoli, rispetto all'opportunità in qualche modo di coinvolgere in queste procedure le Province, in virtù appunto del noto problema della loro trasformazione (chiamiamola così perché mi pare non corretto dire superamento). Bisogna che su questa cosa, e credo che sia un tema che ricorre in diversi provvedimenti legislativi di questa Regione, cerchiamo di affermare quella che è stata, a mio avviso, la giusta impostazione della nostra Regione. Noi non siamo per una visione di un nuovo neocentralismo regionale che vede in qualche modo la Regione non mettere in campo, nell'ambito dei processi, quella necessaria partecipazione degli enti e in questo caso di un ente intermedio che è fondamentale per potere, in una dimensione territoriale come quella di ambito provinciale, essere più vicino e quindi più pregnante rispetto a quelle che sono le questioni che riguardano un determinato territorio. Quindi noi abbiamo bisogno, nell'attesa che si vada a definire la funzione di questi organi di secondo livello, di livello intermedio, diciamo, assolutamente di non negare quelli che sono stati i processi di decentramento delle funzioni che hanno avuto una grande efficacia nelle politiche della nostra Regione.
L'altra cosa che volevo sottolineare rispetto all'adeguamento normativo è il fatto che noi andiamo di fatto poi ad abbinare delle procedure diverse per non raddoppiare i provvedimenti e quindi facciamo in modo di recuperare, attraverso questo processo di semplificazione, la sostituzione di provvedimenti in materia ambientale e paesaggistica. Recupero anche un'osservazione che faceva il consigliere del Movimento 5 Stelle, là dove diceva che non si cita espressamente il paesaggio. Certo, non si cita espressamente il paesaggio in quanto non previsto dalle norme nazionali, ma nella procedura si cita chiaramente come i provvedimenti riguardino appunto sia la materia ambientale che quella paesaggistica.
Ultima questione che volevo toccare è quella della VIS, cioè della valutazione di impatto sulla salute. Guardate, credo che noi dobbiamo stare sulla sostanza della questione e non chiuderci dietro ad un'affermazione come quella che ho sentito "ci vuole coraggio politico e si poteva normare la VIS", quando sappiamo benissimo come non abbiamo oggi direttive europee e non abbiamo linee guida nazionali che ci possano consentire di fare riferimento a una normativa certa, ma questo non vuol dire che la nostra Regione non abbia su questa materia messo in campo azioni tese a supplire l'assenza di questa normativa e tese quindi anche a sperimentare degli strumenti, dei moduli, delle modalità di valutazione dell'impatto sulla salute che possono essere anche un laboratorio interessante proprio per valutare quali sono gli strumenti più idonei per assumere, accanto alle altre valutazioni, anche questa fondamentale dell'impatto sulla salute dei cittadini.
Io vi cito quello che è già citato nell'ordine del giorno che è stato presentato, che sono il progetto Moniter e anche il progetto Vispa, che di fatto hanno già messo a punto un sistema di valutazione di impatto sulla salute che è fortemente adattato al contesto regionale e ci consente di avere degli strumenti in grado davvero di creare un'apertura di strada anche per le norme nazionali nella misura in cui riusciremo davvero ad applicarli con efficacia a quello che è il procedimento di VIA.
Quindi, per concludere, concordo con coloro che dicevano che si tratta, di fatto, di una proposta di legge che norma una materia di grande complessità che ha avuto un dibattito e un arricchimento in commissione, e mi auguro che si concluderà positivamente anche in quest'Aula, assolutamente positivo. Si tratta, però, di avere un grande atteggiamento di attenzione a quelle che saranno le modalità applicative, a quello che sarà il monitoraggio della funzionalità di questa legge, a quelle che saranno anche le ricadute che avranno su aspetti che qualcuno di voi ha già sollevato, che sono, da una parte, il raggiungimento dell'obiettivo della tutela ambientale, dall'altro anche la possibilità davvero di vedere nella pubblica amministrazione non un soggetto che ostacola e che impedisce, ma un soggetto che favorisce con delle regole. Questo deve essere l'obiettivo sul quale noi dobbiamo misurare l'efficacia di questo provvedimento legislativo.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Marani.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente.
Non è criticabile solo il ritardo con cui la Giunta regionale ha deciso di adeguare e rimettere mano ad un procedimento così complesso e così delicato per quanto riguarda gli aspetti di impatto ambientale e sociale, bensì il fatto che si ridefinisce un procedimento proprio quando sappiamo che tra qualche mese l'Unione Europea metterà mano ad ulteriori modifiche sul procedimento di VIA, siamo venuti a conoscenza proprio dalla sessione comunitaria in corso.
In commissione, dove il progetto di legge della Giunta è stato abbinato a quello del Movimento 5 Stelle, abbiamo colto una certa arroganza da parte dell'assessore Muzzarelli e, nel corso dei lavori, una certa indisponibilità della maggioranza a migliorare alcuni aspetti del procedimento di VIA, che avrebbero senz'altro consentito un sostanziale miglioramento all'ambiente emiliano-romagnolo, nonché una più marcata partecipazione e trasparenza di cittadini ai grandi progetti che impattano pesantemente sul territorio. Penso, ad esempio, a centrali e impianti a biomasse, a biogas, lastricati di pannelli fotovoltaici, arterie stradali ad alto potenziale di traffico, discariche e così via.
Abbiamo poi rilevato scarsa disponibilità ad accogliere quelle segnalazioni e proposte raccolte nel corso dell'udienza conoscitiva, a cui hanno partecipato associazioni e categorie. Mi riferisco ai tempi spesso eccessivamente protratti, alle misure compensative, soprattutto all'introduzione, seppur sperimentale, della VIS (Valutazione di Impatto della Salute), valutazione di impatto fondamentale per l'interesse e la salute dei cittadini che, invece, la relatrice e la Giunta hanno voluto completamente escludere.
In commissione ci è stato riferito che si tratta di un procedimento ancora vago e scarsamente attendibile. In realtà, proprio perché ci siamo documentati (vedi anche la pubblicazione citata dalla stessa Donini in commissione), riteniamo che questa di oggi sia un'occasione mancata per introdurre quello che poteva essere il vero elemento di novità.
La VIS è una combinazione di procedure, metodi, strumenti con i quali si possono stimare gli effetti potenziali sulla salute di una popolazione, di una politica (piano o progetto) e la distribuzione di tali effetti all'interno della popolazione.
Non si tratta di una boutade dell'ultima ora, ma è da oltre dieci anni, se non dagli anni '80, che nelle valutazioni sono inseriti riferimenti agli effetti sanitari. La VIS è oggi largamente utilizzata e sviluppata soprattutto in Europa, ma anche in paesi come l'America, l'Australia, la Nuova Zelanda, eccetera.
Oltretutto la Regione Emilia-Romagna ha effettuato investimenti da capogiro: dai 3-4 milioni di euro per il progetto Moniter ai sette milioni di euro per il progetto Supersito, per raccogliere dati sull'impatto delle emissioni in atmosfera di grandi impianti come gli inceneritori. Cosa ne facciamo di questi dati, al di là delle pubblicazioni patinate stampate in grandi quantità di copie? Oltretutto sui dati Moniter resta aperta una questione assai rilevante da me sollevata qui in Assemblea legislativa: i dati Moniter sono stati discussi e ritenuti parziali, se non infondati, da un'importante associazione di medici come la Isde.
Dato che con la salute dei cittadini non si scherza e che l'Emilia-Romagna è uno dei territori più inquinati al mondo, ci si aspetta che chi governa e amministra questa Regione dedichi maggiormente attenzione a questi aspetti.
La VIS ha già applicazioni pilota nell'area dell'inceneritore che serve la provincia di Bologna e altri, non si capisce quindi perché la maggioranza ha perso questa occasione per stimolare la nostra Regione a fare un passo in avanti per i progetti che saranno realizzati con un alto impatto ambientale, spesso mal digeriti e sofferti da larghe fasce di cittadini, che poi inevitabilmente ne pagano con la propria salute.
Per questi motivi, e perché ci sembra che gli obiettivi della legge siano mancati o solo parzialmente centrati (ad esempio la semplificazione generale è vaga, la temporalizzazione consideriamo che ha i tempi certi dei procedimenti amministrativi, se ne parla dalla legge 241 del '90), il nostro voto - faccio anche dichiarazione di voto - sarà contrario proprio per queste ragioni che ho illustrato. Grazie.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente.
Poche parole perché la sostanza credo che sia stata già detta negli interventi sia della consigliera Marani che della consigliera Meo e nella relazione della relatrice Donini. Mi preme solo evidenziare che con questo adeguamento alla normativa della VIA finalmente facciamo un passo avanti nella giusta direzione rispetto al tema dell'ambiente in un'ottica veramente europea, e non voglio con questo fare riferimento solo alle normative che qui andiamo a recepire, ma credo che qui ci sia proprio un nuovo modo di andare ad approcciarci rispetto ai temi dell'ambiente.
Altra nota che mi sento di evidenziare è che finalmente si comincia ad andare nel senso del dare corpo e sostanza al concetto della semplificazione, oltre che a quello della razionalizzazione delle normative, obiettivo che credo ogni Aula legislativa si debba porre per mettere in condizione sia i cittadini, che gli enti, che le imprese, sia chiunque è interessato dalla normativa regionale ad approcciarsi a una normativa semplice, razionale e, appunto, concreta. Oltremodo vorrei anche segnalare il discorso finalmente di un'ottica particolare, quella che riguarda la prevenzione, che si coniuga in questo caso a quello che è un discorso sicuramente di obiettivi dello sviluppo e della crescita che devono essere sempre compatibili e sempre rispettosi della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. Perciò questa nuova disciplina di procedura credo che raccolga questi obiettivi.
Mi preme qui evidenziare la nostra posizione, come è stato accennato dalla consigliera Marani, rispetto al ruolo che ancora le Province avranno nelle procedure di valutazione dell'impatto ambientale. Prendiamo atto che a legislazione attuale non si poteva fare diversamente, ma molto probabilmente si poteva avere più coraggio nel senso di togliere deleghe a un ente che, sappiamo, è destinato ad essere superato. Sicuramente non condividiamo l'ultima impostazione del Governo sulla soluzione del superamento delle Province. Noi siamo, e questo credo sia noto, all'eliminazione delle Province, perciò su questi temi ovviamente credo che dovrà essere la Regione a riprendersi questo tipo di funzioni. Poteva essere questa l'occasione, non c'è stata convergenza da questo punto di vista, ne prendiamo atto e comunque su questo tema ci auguriamo che a breve si possa arrivare a una nuova disciplina per quello che riguarda appunto le competenze.
Detto questo, rispetto al lavoro della commissione non possiamo che dirci soddisfatti, perché il dibattito ovviamente c'è stato, le puntualizzazioni sono arrivate, credo che sia stato un lavoro che ha arricchito il percorso con quello che è stato appunto il progetto uscito. Oggi vedremo quali novità; se saranno novità arriveranno in quest'Aula con lo spirito ovviamente laico, nel senso di cogliere situazioni che ancora possono migliorare questo progetto di legge, perché se si può migliorare anche in quest'Aula evidentemente facciamo un servizio ai cittadini.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari.
FERRARI: Grazie, presidente.
Vorrei intanto cominciare questo intervento ringraziando la relatrice, collega Monica Donini, per il lavoro prezioso che, insieme a tutta la commissione, nei diversi, numerosi incontri che abbiamo tenuto, ha consentito, in accordo e nel confronto con la Giunta, con gli uffici regionali, di modificare, integrare, perfezionare un provvedimento di legge sicuramente molto importante per questa Assemblea legislativa e per questa Regione.
Il primo obiettivo che la legge che stiamo esaminando e che andremo, presumo, ad approvare nel pomeriggio, oltre che adeguare la precedente legge regionale 9 del '99 sia alle recenti normative statali che alle direttive europee, ha posto come elemento importante, centrale, da tutelare con molto impegno, è il tema dell'ambiente, che rimane una prerogativa statale, ma che deve essere sicuramente, come è stato fatto in questo provvedimento legislativo, adeguato e messo in rete, messo in filiera con quelle che sono invece le competenze più strettamente regionali. Il tentativo, quindi, la volontà di favorire una semplificazione del procedimento di VIA, di utilizzare quindi identici modelli nei procedimenti, sia nella competenza statale che in quella regionale.
Quello che è importante è che preliminarmente, prima di arrivare alle autorizzazioni e all'approvazione delle azioni, è necessaria un'adeguata e puntuale valutazione dell'impatto che queste avranno sull'ambiente. È già ritornata più volte questa mattina questa necessità, questa urgenza di contemperare obiettivi che sono comuni, ma complessità che spesso sono diverse e non sempre coincidenti, perché coniugare l'efficienza con la certezza dei tempi, con il coinvolgimento dei cittadini e la salvaguardia dell'ambiente e della salute umana, enunciato così, è un'impresa abbastanza semplice; applicato nei fatti, sicuramente, lo sappiamo tutti, è molto più complicato.
La VIA, quindi, concepita come uno strumento di informazione al servizio dei decisori, siano essi pubblici o privati. I privati perché siano sempre più consapevoli degli interessi ambientali che vanno attentamente valutati nel realizzare un'opera e consentire anche ai decisori pubblici, informandoli adeguatamente, di disporre di tutti gli elementi per conoscere gli effetti probabili di un intervento sull'ambiente.
Quindi si tratta, come è facilmente intuibile, di un passaggio molto forte, direi un passaggio culturalmente forte, da chi in precedenza inquinava ed era chiamato a pagare, a rispondere dell'inquinamento, a un passaggio dove la prevenzione è un elemento che rafforza il provvedimento e cerca di evitare, appunto, il ristoro di danni che, comunque sia, è sempre un rimedio a un male che non porta grossi benefici.
Le correzioni e le modifiche alla normativa vigente, dove ad esempio si pone un termine alle proroghe richieste dai privati, hanno un obiettivo molto preciso: rendere controllabile e certa la durata dei procedimenti. Anche questo, si dirà, è un dato in teoria abbastanza scontato, ma la prassi, l'esperienza, e quello che è avvenuto ed avviene in molti casi ancora oggi, ci dicono e invece che questo non è esattamente quello che in procedimenti complessi e importanti avviene regolarmente.
Infine, per concludere, credo sia opportuno sottolineare, rimarcare quello che ho già accennato prima: la volontà di questo progetto di legge di favorire, di cercare di sostenere, di rafforzare l'evidenza pubblica e la partecipazione dei cittadini, anche attraverso apposite assemblee pubbliche, ai processi decisionali. Anche questo è un elemento di cui sempre più spesso si parla: coinvolgere i cittadini nei processi fin dall'inizio, processi importanti, come sono importanti i procedimenti e i processi di VIA. Ma passare dalle enunciazioni teoriche al puntuale inserimento nel provvedimento legislativo di questi principi credo che sia un segno della volontà di questa Assemblea legislativa, della Giunta regionale e dell'intera Regione Emilia-Romagna di voler sempre di più e meglio condividere, far partecipare ai processi decisionali non solo i decisori pubblici ed istituzionali, ma anche i cittadini, in forma associata o singola, così come del resto è compito di ogni buona amministrazione che vuole recuperare, sempre di più e meglio, una relazione che nel tempo, soprattutto in questi ultimi tempi, è venuta sempre più perdendo quel significato forte di interazione, interrelazione e quindi di condivisione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Ferrari.
Non avendo altri interventi, darei la parola per la conclusione della discussione generale alla relatrice, come prevede il Regolamento, Monica Donini, che chiude la discussione generale.
Prego, consigliera Donini.
DONINI: Grazie, presidente.
Rapidamente anche se le sollecitazioni che sono state immesse nella discussione generale potrebbero ampliare la riflessione e poi durante, in sede di esame degli emendamenti, ci sarà l'occasione di approfondire più specificatamente alcuni aspetti.
Ciò che è emerso con chiarezza sono, secondo me, i margini all'interno dei quali il legislatore regionale può e deve appunto operare. È stato detto e ribadito da moltissimi consiglieri: c'è la consapevolezza che la materia ambientale è materia esclusiva di competenza statale, i margini regionali sono quelli offerti appunto dal combinato disposto delle direttive europee e del Codice ambiente, modificato con l'ultima modifica introdotta nel 2010.
La nostra legge regionale però del '99, anche se è una legge che ha anticipato nei tempi il Codice ambiente, ha avuto il pregio di avere dei contenuti di innovazione, che ci hanno consentito di sperimentare nel corso di questi anni appunto le procedure, individuando criticità e positività e che appunto è in buona parte, in buona sostanza compatibile ancora con le norme che successivamente sono state adottate sia a livello comunitario che a livello nazionale, da qui la scelta di fare un progetto di legge di riforma e non di riscrittura dell'intero impianto della legge.
Dicevo, è nella pratica e nell'esperienza che siamo i primi a dire che alcuni elementi di necessaria modifica e riforma, al di là dell'obbligo di adeguarci appunto al 128 del 2010, erano necessari. Alcuni di questi sono stati messi in luce dal dibattito: è vero, per esempio, consigliera Noè, che era necessario attivare dei criteri che rendessero omogenea e certa l'applicazione e l'attuazione di questa legge. Per esempio, anche durante la discussione in commissione, accogliendo alcune osservazioni che sono emerse in udienza conoscitiva, abbiamo inserito, nell'articolo relativo alle successive direttive attuative di questa legge, la necessità di garantire delle forme di comprensione e di attuazione della norma omogenee su tutti i soggetti che sono chiamati in causa, che sono le amministrazioni locali (Comuni e Province), per esempio su una questione che era lasciata abbastanza alla discrezionalità dei singoli: era il criterio sulla base del quale sottoporre a procedura di screening o direttamente di VIA progetti o impianti, ampliamenti e modifiche a progetti e impianti già autorizzati. Su questo aspetto qui erano state segnalate una serie di non omogeneità, facciamo riferimento alle successive direttive regionali per risolvere questo aspetto.
Non voglio fare molti esempi, così, collega Manfredini, non consento di dire che la relatrice e la maggioranza sono stati sordi alle richieste e alle osservazioni che sono emerse in seguito all'udienza conoscitiva, perché appunto assolutamente così non è. Abbiamo fatto tesoro di tutta una serie... poi entro nel merito anche della VIS, adesso e poi anche durante la discussione sull'articolato per esprimere il mio punto di vista. Ma proprio quelle segnalazioni che ci sono arrivate in merito per esempio ad una tempistica certa all'interno della quale è possibile chiedere da parte del proponente - ce l'hanno chiesto le associazioni di categoria - modifiche progettuali oltre che per lo screening anche per la VIA, tutto il tema dei costi di istruttoria per quelle procedure che assoggettate a VIA, dopo essere state sottoposte a screening, rischiavano di avere una moltiplicazione dei costi. Ecco, una serie di questioni concrete, ma di grande interesse, secondo me, per tutti i soggetti che insieme alla Regione devono per legge collaborare per fare in modo che gli strumenti della prevenzione e della tutela dell'ambiente diventino patrimonio comune e il modo di essere di chiunque viva il territorio le abbiamo considerate e tenute in conto. Credo che da questo punto di vista sia testimonianza l'espressione poi favorevole degli stessi soggetti che hanno fatto pervenire le osservazioni.
È vero, collega Lombardi, lo diceva anche la collega Meo, che il tema della valutazione degli impatti non è un tema statico, non è sicuramente uno di quegli oggetti sui quali si interviene e si legifera e che ci rende a posto con il passare del tempo. È un'evoluzione continua, perché evolve continuamente la conoscenza, la competenza, l'esperienza sul territorio e il progresso tecnico scientifico ed è per questo che per esempio a livello europeo (ed è verissimo, tanto è vero che è un aspetto pregevole secondo me della nostra sessione comunitaria, ne parleremo il 23) è stata annunciata una nuova direttiva sulla VIA.
Noi dovevamo aspettare quella? Non potevamo perché il 128, per esempio, ci obbligava, anzi, siamo già in ritardo rispetto ai tempi di recepimento previsti dal 128, ma sicuramente i tempi per testare procedure sempre più adeguate alla valutazione degli impatti e dell'impatto ambientale sono un percorso continuo, è un lavoro continuo.
Noi auspichiamo che questa nuova direttiva europea, per la quale proprio in virtù dell'esperienza che abbiamo accumulato noi, grazie alle nostre normative regionali, parteciperemo alla fase ascendente, perché così diremo in sessione comunitaria, proprio perché questa direttiva renda lo strumento sempre più efficace ed efficiente e non voglio dilungarmi.
Poi i tempi di elaborazione di una direttiva europea e del recepimento, dal momento che qui parliamo di norme di competenza dello Stato, parliamo sempre di norme ambientali che hanno quel tipo di competenza.
I temi sollevati dal collega Pollastri. Non voglio evitare di dare una risposta: il collega Pollastri ha fatto una serie di rilievi puntuali, ha chiesto a me come relatrice di valutare se c'erano o meno le condizioni eventualmente per presentare emendamenti. In discussione generale, ci siamo parlati, lascio memoria di questa: lui segnalava la necessità di utilizzare diversamente i connettivi logici e/o "aut/vel" nell'articolo 1 sulle finalità dove si parla di impianti, opere o interventi. Io lascerei la "o" perché mettere impianti, opere e interventi vuol dire, come dire, creare una connessione. In realtà noi abbiamo degli interventi che non sono né impianti, né opere, per esempio i rimboschimenti e gli interventi di rimboschimento, faccio questo esempio e guardo i tecnici per dire se l'ho azzeccata, perché sono sottoposti a procedure di VIA anche gli interventi. Quindi, il connettivo "o" probabilmente, come dire, amplia in maniera più esaustiva la sfera dell'applicazione di questa norma.
Così come sull'articolo 6 della legge direi al collega Pollastri di andare a vedere, credo che sia esaustiva e chiara la distinzione tra ufficio competente e sportello unico. Lì è chiarito: per sportello unico si intende il SUAP, lo sportello unico per le attività produttive che è il front office dell'amministrazione competente a ricevere le domande e le richieste ed è responsabile dell'iter di un procedimento all'interno del quale la VIA diventa un endoprocedimento, quando si tratta di richieste di privato, e il SUAP e il procedimento unico è disciplinato dalla legge 160 del 2010, come ultima, ma in realtà lo sportello unico per le attività produttive lo troviamo all'interno di provvedimenti normativi anche precedenti.
Con Favia avremo modo di argomentare dal momento che ha presentato oltre venti emendamenti, riproponendo in Aula una discussione interessante e approfondita che abbiamo avuto in commissione e in corrispondenza dei singoli emendamenti dirò. Lui nel suo intervento in sede di discussione generale ha fatto riferimento a due aspetti. Il primo è la questione del paesaggio, l'abbiamo detto in commissione e lo ribadiamo anche qui, l'emendamento proposto dal collega Favia in commissione, così come in Aula, riguarda una parte della legge, vale a dire appunto l'articolo 1, che riguarda le finalità e che riscrive nella nostra legge l'articolo 4 del 152 del 2006. Se noi riscriviamo un articolo di legge nazionale dobbiamo riscrivere quello senza inserire cose che nella legge nazionale non ci sono, ma il tema della tutela del paesaggio è ricompresa nella formulazione che troviamo al comma 2 dell'articolo 2, che fa riferimento alla lettera d) dell'articolo 5 del 152 - scusate se sono un po' manierosa, ma d'altronde questa è una legge di procedura per cui ha bisogno di questo tipo di riflessioni rigorose rispetto alle fonti - la lettera d) dell'articolo 5 del decreto legislativo 152, al quale si fa riferimento al comma 2 dell'articolo 2 della nostra proposta di legge, dice: "Patrimonio culturale: l'insieme costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici in conformità al disposto di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, eccetera". Quindi il tema della tutela del paesaggio è considerato nella nostra legge esattamente così come, essendo una legge attuativa al 152, è considerato appunto all'interno del 152.
Trovo faticoso anch'io, che non sono una giurista, avere a che fare con un materiale tecnico di questo tipo, ma, ripeto, questa è una legge di procedura, che definisce una procedura ed è ineluttabilmente una legge a contenuto tecnico-giuridico di un certo peso.
Collega Manfredini - è andato via dall'Aula - come si fa a dichiarare in Aula contestualmente che noi non vogliamo applicare i contenuti sulla valutazione di impatto sanitario, cioè VIS, figli di un impegno, di una cultura, di una serie di esperienze che in questa Regione si sono maturate e che a suo dire ci consentirebbero già di normarla all'interno di questa legge e dichiarare contestualmente che i dati Moniter sono infondati. Qui io non capisco onestamente il collegamento tra queste due affermazioni, suggerisco a tutti i colleghi consiglieri che ancora non hanno avuto occasione di formarsi una competenza su questo tema, di acquisire dalle pagine di Moniter di Arpa regionale tutti i dati e tutti gli allegati e tutti i lavori che attorno al progetto Moniter è stato possibile costruire. Uno di questi è la pubblicazione sulla VIS. È proprio grazie all'esperienza di Moniter che si è messa a punto una sperimentazione - purtroppo ribadisco la parola sperimentazione - che, come dire, ha consentito poi alla Regione di partecipare a questo progetto nazionale, che è il progetto Vispa e la Regione Emilia-Romagna è capofila, insieme ad altre sei Regioni, di questo tipo di sperimentazione.
Sperimentazione perché in una legge di procedura, che è una legge di attuazione di un disposto normativo comunitario e nazionale, noi non possiamo inserire ciò che non è normato né a livello comunitario, né a livello nazionale, ed è la VIS. Però, è qui che, come dire, trovo soddisfacente invece sia il lavoro emendativo che è stato fatto in commissione, sia il contenuto dell'ordine del giorno che poi presenteremo, abbiamo inserito il tema della tutela della salute come finalità. Tra gli elementi contenuti nell'allegato C che è un allegato che descrive in maniera sintetica ma approfondita i contenuti richiesti per redigere lo studio di impatto ambientale viene segnalata la necessità di una valutazione degli impatti sulla salute umana dell'opera, dell'intervento e del progetto in corso d'esame e in corso di VIA - queste sono le modifiche nella legge - e con l'ordine del giorno chiediamo che la Giunta, che deve emanare le direttive attuative, lo faccia considerando progressivamente i risultati che si raggiungono nella sperimentazione relativa alla valutazione di impatto sanitario.
Poi, colleghi, ricordo una cosa: in conferenza dei servizi ci sono gli operatori dei nostri dipartimenti delle Aziende sanitarie locali di sanità pubblica, i quali andranno in quella sede applicando, per quanto di loro competenza, i saperi, le procedure, le progettualità, le visioni che a livello regionale vengono elaborate all'interno di questi progetti via via che qui si va avanti con questo tipo di attività.
Inoltre ricordo che la valutazione di impatto sanitario non è che noi la neghiamo, questa Regione l'ha assunta nel Piano triennale per la prevenzione ed è un contenuto del nostro piano triennale sulla base del quale operano in questa direzione i dipartimenti di salute pubblica che, ripeto, sono, come dire, componenti della conferenza dei servizi.
Quindi, dire che si sottovaluta il tema perché non abbiamo messo un articolo della legge in cui normiamo la VIS, come la normiamo? Sulla base di quale modello? In Europa ce ne sono tre di modelli diversi che stanno per essere testati, addirittura in Italia si cerca di privilegiare un modello analogo a quello della VIA, con le varie fasi - screening, VIS vera e propria, lo scoping per valutare - non si sa ancora quali sono i soggetti che devono farla, insomma, tutta una serie di domande ancora aperte. Recentemente è stato svolto un seminario molto interessante, organizzato dalla Regione Emilia-Romagna a livello nazionale, con gli operatori di tutte le Regioni d'Italia, con la possibilità di confrontare i modelli attualmente in sperimentazione in Italia con quelli di altri paesi europei. È stato rimarcato, il vuoto normativo che c'è, tant'è vero che era presente un sottosegretario al ministero della Sanità che ha ribadito l'impegno - e qui chiudo velocemente - a lavorare per emanare linee guida di carattere nazionale, perché non sfugge a nessuno che un tema di questo genere deve essere incardinato nelle nostre norme procedurali in maniera omogenea su tutto il territorio, perché altrimenti davvero - e lo dico io anche se qualcuno potrebbe dire che è un concetto che a me non è simpatico - altrimenti davvero si interferisce con il principio della libera concorrenza che è alla base delle norme di carattere comunitario. Lo dico qui, cioè non esiste che quel che non si può fare da una parte uno lo va a fare in Toscana piuttosto che in Lombardia. Deve esistere, come io auspico, una crescita di consapevolezza culturale su questi temi che poi si riproduce in una serie di norme certe, condivise ed omogenee che possono essere applicate ovunque nel nostro paese.
Sul tema della garanzia dell'attuazione, della valutazione, del controllo, questa legge, a differenza di quella del '99, ha la clausola valutativa, lo ricordo a tutti i colleghi consiglieri, per cui abbiamo anche noi come Assemblea legislativa la possibilità di acquisire con una scansione temporale che è quella prevista dalla norma, i tre anni, appunto, tutti gli elementi informativi utili per verificarne l'efficacia, l'attuazione e la conformità dei risultati al tipo di finalità che volevamo appunto acquisire quando abbiamo pensato questa legge.
Ringrazio, e quindi chiudo velocemente, non solo i colleghi commissari, come ho detto prima in relazione, che hanno consentito con gli emendamenti di migliorare parte del testo; ringrazio anche il mondo che si è presentato alla nostra consultazione per il tipo di osservazioni che ci ha inviato e che ci hanno consentito di tenere conto del loro punto di vista; ringrazio i tecnici della Giunta per l'abnegazione con la quale hanno portato avanti il loro impegno e per la competenza che ci hanno consentito di utilizzare (nel mio caso sono particolarmente grata, visto la modestia del mio bagaglio di competenze e di informazioni su questo tema) e ringrazio moltissimo il personale delle commissioni. Ancora una volta si è dimostrato, come dire, pur nei tempi ristretti, pur nella fatica che si fa, come fossero generosamente all'altezza dei compiti che l'istruttoria in commissione di questo oggetto ha imposto loro: l'iscrizione di emendamenti anche all'ultimo momento, emendamenti complessi, una legge complessa non solo nei contenuti, ma nella propria impostazione tecnica essendo non una nuova legge, ma una legge di riforma di una legge che non viene abrogata, che non viene sostituita.
Tutto questo per dire che credo che questo sia stato un esempio positivo anche in tempi, dal momento dell'iscrizione al termine della vicenda , abbastanza controllati, un esempio positivo di un buon modo di fare legislazione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Abbiamo chiuso la discussione generale.
Vi informo che sull'articolato sono state presentate 26 proposte di emendamento:
1 a firma della consigliera relatrice Donini;
22 a firma del consigliere Favia;
3 a firma dei consiglieri Naldi e Meo;
e abbiamo sempre l'ordine del giorno collegato.
Nominiamo gli scrutatori che mi coadiuvano nelle fasi di voto: il consigliere Marco Barbieri, la consigliera Moriconi e il consigliere Pollastri.
Iniziamo l'esame dell'articolato con l'articolo 1, su cui insiste l'emendamento 2, a firma del consigliere Favia.
Discussione generale su articolo ed emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Presidente, mi hanno portato via gli emendamenti. Ho visto Monari prima passare da queste parti, mi è sparito il faldone. No, ma ricordo a memoria...
PRESIDENTE (Richetti): È l'emendamento n. 2 che chiede di inserire anche la parola "il paesaggio" al punto c) prima di "beni materiali e patrimonio culturale".
FAVIA: È un problema magari per i successivi articoli, ma ringrazio il consigliere Cevenini per la copia.
Cosa chiediamo con questo emendamento? Chiediamo di rafforzare quella che è la difesa del paesaggio mettendola in evidenza, perché, a nostro avviso, con quelle che sono le leggi attuali, non si è riusciti a far valere la difesa del paesaggio nei processi di valutazione di impatto ambientale nel nostro territorio.
Ho dovuto ascoltare la consigliera Donini che giustamente e con tecnicismo ha richiamato 27 disposti, la direttiva europea, ha speso, insomma, un fiume di parole per spiegarci che il paesaggio è ricompreso, ma proprio per la semplicità che dovrebbe avere la politica penso che i temi principali andrebbero messi nelle leggi anche se hanno una loro cornice quadro. Mi spiego meglio. Un cittadino che vuol leggere la legge regionale sulla VIA dovrebbe subito essere messo nelle condizioni di capire che c'è anche quel richiamo, quella difesa.
Perché siamo così avari di inchiostro? Qual è il problema? Consigliera Donini, seguendo il suo ragionamento altri punti non sarebbero dovuti essere esplicitati nella legge, perché altre cose sono pleonastiche, banali, richiamate dalle direttive europee e dalla legge nazionale. Perché invece sul paesaggio avete alzato questa barricata? Perché sulla richiesta di puntualizzare che vogliamo difendere il paesaggio si alza una barricata? Abbiamo capito che a livello amministrativo forse non è importante, ma invece secondo me ha un grosso valore, perché quando il cittadino del comitato vuole leggersi le normative per cercare di rispondere ai proponenti o all'amministrazione, sentendo magari un suo diritto leso, un'occupazione del proprio territorio, va a leggere la legge regionale e lì dovrebbe trovare tutto in maniera semplice. Sappiamo quanto è fastidioso anche per noi doversi andare a leggere i richiami nelle leggi dentro altre leggi che richiamano il comma e poi c'è il combinato disposto, che però rinvia alla direttiva europea, che nel comma e) cita il paesaggio. Perché dobbiamo fare questo?
Io, veramente, non riesco a capire e non penso che il ribadire, in una legge regionale, che durante le procedure di VIA vogliamo salvaguardare il paesaggio, come dire, crei dei problemi da un punto di vista amministrativo. Dovrebbe essere un pilastro della nostra azione come amministratori pubblici, perché il paesaggio è un qualcosa che non è di nostra proprietà, il territorio non è un bancomat, abbiamo un rapporto sempre più mercantile con quello che è appunto l'ambiente in cui viviamo, invece è un qualcosa che abbiamo ricevuto dalle scorse generazioni, dalla natura e che dovremmo cercare il più possibile di preservare.
Allora, capisco il livello amministrativo, ammesso che uno abbia voglia di farsi tutte quelle ricerche, che abbia le indicazioni di prima mano, come le ha un consigliere regionale, ma che un normale cittadino o un tecnico magari non ha, accetto le motivazioni tecniche della consigliera Donini, ma a questo punto non ne faccio più una questione tecnica, ma ne faccio una questione politica, perché, ripeto, se vogliamo giocare sul tecnico allora dovremmo eliminare altre parti di questioni che abbiamo specificato nella legge e che sarebbero ricollegabili se andassimo a vedere la cornice. Allora perché proprio il paesaggio?
Per questo non ritiriamo l'emendamento e chiediamo che venga messo al voto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
In discussione generale ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Da un certo punto di vista capisco le ragioni del collega Favia, è vero che questa legge è densa di tecnicismi, ma c'è un tema in premessa che va considerato: la nostra è una legge attuativa. La normativa quadro nazionale è il D.Lgs 152 del 2006 con le sue modifiche, è la normativa che stabilisce come lo Stato esercita la sua competenza esclusiva. Quando in commissione, così come in Aula, il collega Favia ha presentato l'emendamento per inserire la parola "paesaggio", come dire, abbiamo dovuto respingerlo non perché respingiamo il concetto, ma perché non possiamo inserire la parola "paesaggio" in questo articolo che è la riscrittura esatta dell'articolo 4 del 152 del 2006, perché non possiamo cambiarlo, perché se ci proviamo siamo impugnati in Corte Costituzionale e credo che questo non sia un bel risultato.
Il tema del paesaggio è contenuto, e non messo in chiaro, ma è, come dire, secondo me un rimando molto chiaro perché chiunque è interessato a partecipare ai procedimenti previsti da questa legge è evidente che deve farsi carico della necessità di leggere e di studiare la norma nazionale, che è la norma quadro di riferimento, perché è evidente che non basta. Questa è una norma procedurale che definisce le procedure collegate a quanto scritto nella legge quadro nazionale e nelle sue modifiche.
Laddove è stato possibile, soprattutto sugli elementi di innovazione che abbiamo introdotto, sugli spazi vuoti che abbiamo deciso noi di riempire, perché c'è una facoltà da parte delle Regioni di qualche intervento autonomo, abbiamo messo in chiaro, ma sugli aspetti sui quali non c'è facoltà della Regione - ahimè - di ampliare alcuni aspetti già contenuti nel 152 abbiamo fatto il rimando.
Abbiamo fatto una deroga a questo principio solo sull'articolo 1, proprio anche su sollecitazione del collega Favia, che in questo senso, insieme ad altri, aveva presentato un emendamento, perché trattandosi delle finalità della legge, anziché limitarci al richiamo all'articolo 4 del 152 l'abbiamo messo tutto per esteso, tant'è vero che in quella discussione il collega Bernardini (non c'è oggi, non voglio chiamarlo in causa) aveva rilevato questo aspetto dal punto di vista diciamo più tecnico-giuridico che non di merito.
Questo per dire che il no all'emendamento, per cui la valutazione mia è quella di respingerlo, è legato ad aspetti di collegamento con i contenuti del 152 e non di merito.
Il tema del paesaggio in realtà è uno dei temi tutelati con la valutazione di impatto ambientale e quindi non è possibile dichiarare il contrario.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
È chiusa la discussione generale sull'articolo 1.
Dichiarazioni di voto sull'articolo 1 e sull'emendamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Consigliera, non mi dica che è seria quando dice che qualcuno potrebbe impugnare questo emendamento a quell'articolo. Noi non ci vincoliamo a copiare un articolo di un'altra legge, perché noi non stiamo, in questo momento, come dire, facendo un'opera di contraffazione sul 152, noi stiamo liberamente scrivendo una legge e siamo nella parte, nel primo articolo, che parla delle finalità. Noi stiamo parlando delle finalità di una legge.
Allora, io le sto dicendo scriviamo che nelle finalità della nostra legge regionale c'è la tutela del paesaggio e lei sta sostenendo che questo è impugnabile, solo perché ha voluto riprendere le stesse parole presenti nel 152. Io penso che, come dire, il 152 non tuteli il paesaggio, allora si può riformulare. A volte non capisco, mi sembra veramente un'operazione, che sicuramente nasce sul testo della Giunta e non nasce dalla sua opera di relatrice che, lo riconosco, ha consentito un’apertura sulla legge, però, sinceramente, come impostazione generale queste paure, questi timori, io non li posso accettare. Dire che se noi scriviamo nelle finalità che vogliamo tutelare il paesaggio qualcuno ce lo può impugnare, sinceramente, non mi sento di prenderla come un'argomentazione credibile, pur rispettandola.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Non ho altri iscritti in dichiarazione di voto, che concludiamo.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma del consigliere Favia sull'articolo 1.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'emendamento è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'articolo 1 è approvato.
Sull'articolo 2 ci sono tre emendamenti, chiudiamo i nostri lavori della mattinata, che riprendiamo alle ore 15 non avendo nemmeno i dieci minuti per l'intervento in discussione generale.
Ci vediamo alle ore 15. Grazie.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,52
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA e l'assessore Donatella BORTOLAZZI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Maurizio CEVENINI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Tiberio RABBONI.
I PRESIDENTI
I SEGRETARI
Aimi - Richetti
Cevenini - Corradi
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