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131.
SEDUTA DI LUNEDÌ 3 GIUGNO 2013
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
Indice
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OGGETTO 3887
Interpellanza del consigliere Naldi circa l'adozione di misure volte a garantire la esenzione dal pagamento del ticket per le visite di controllo per i portatori di pacemaker e defibrillatori.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
NALDI (SEL - Verdi)
LUSENTI, assessore
NALDI (SEL - Verdi)
OGGETTO 3830
Interpellanza dei consiglieri Pollastri e Filippi circa la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ed il futuro dei relativi ricoverati, con particolare riferimento a quello di Reggio Emilia.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
POLLASTRI (PDL)
LUSENTI, assessore
POLLASTRI (PDL)
OGGETTO 3710
Interpellanza dei consiglieri Barbati e Mandini circa incarichi professionali riguardanti la realizzazione dell'Ospedale di Cona (FE) ed i relativi servizi.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
MANDINI (Italia dei Valori)
LUSENTI, assessore
MANDINI (Italia dei Valori)
OGGETTO 3804
Interpellanza del consigliere Bartolini circa le problematiche riguardanti i costi, i servizi, l'organizzazione ed il personale, specie precario, relativi alla fusione delle 4 AUSL romagnole, con particolare riferimento alla situazione esistente a Forlì.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Costi)
BARTOLINI (PDL)
LUSENTI, assessore
BARTOLINI (PDL)
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 4018
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Aimi, Mandini, Corradi, Meo, Bartolini e Mazzotti: «Riduzione del numero degli assessori - Modifica all'articolo 45 della legge regionale 31 marzo 2005, n. 13 (Statuto della Regione Emilia-Romagna).» (Prima lettura) (60)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
MAZZOTTI, relatore
POLLASTRI (PDL)
FAVIA (Misto)
CORRADI (Lega Nord)
POLLASTRI (PDL)
MANFREDINI (Lega Nord)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
BARBATI (Italia dei Valori)
OGGETTO 129
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Villani, Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi: «Norme per il riconoscimento del disagio economico subito da commercianti e artigiani durante l'apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche
(Relazione, discussione e reiezione)
(Ordine del giorno oggetto 129/1 - Presentazione, discussione e preclusione) (80)
(Ordine del giorno oggetto 129/2 "Non passaggio all'esame degli articoli" - Presentazione, discussione e approvazione) (81)
PRESIDENTE (Costi)
MALAGUTI, relatore
POLLASTRI (PDL)
CORRADI (Lega Nord)
FAVIA (Misto)
PRESIDENTE (Costi)
POLLASTRI (PDL)
PRESIDENTE (Costi)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Costi)
MONARI (PD)
POLLASTRI (PDL)
NALDI (SEL - Verdi)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
PRESIDENTE (Costi)
OGGETTO 3743
Proposta recante: «Indicazioni attuative del piano sociale e sanitario regionale per il biennio 2013-2014. Programma annuale 2013: obiettivi e criteri generali di ripartizione del fondo sociale ai sensi dell'art. 47, comma 3 della L.R. 2/2003.» (delibera di Giunta n. 284 del 18 03 13)
(Discussione e mancanza del numero legale)
PRESIDENTE (Costi)
POLLASTRI (PDL)
CORRADI (Lega Nord)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MARZOCCHI, assessore
POLLASTRI (PDL)
FILIPPI (PDL)
PRESIDENTE (Costi)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetti 4018 - 129 - 3743
Ordini del giorno oggetti 129/1 - 129/2
Comunicazione prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
La seduta ha inizio alle ore 15,09
PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centotrentunesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Bianchi, Freda e Saliera e i consiglieri Lavagetto, Mori, Noè e Riva. Il consigliere Filippi mi ha fatto sapere di essere in ritardo e pertanto si scusa.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Costi): Diamo inizio ai lavori della seduta pomeridiana con lo svolgimento delle interpellanze.
Chiamo il primo oggetto:
3887 - Interpellanza del consigliere Naldi circa l'adozione di misure volte a garantire la esenzione dal pagamento del ticket per le visite di controllo per i portatori di pacemaker e defibrillatori.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
La parola al consigliere Naldi per illustrare la sua interpellanza.
NALDI: Grazie, presidente.
Nella Regione Emilia-Romagna sono circa 10 mila i portatori di questi apparecchi salvavita, pacemaker o defibrillatori. Mi è stato detto che, grazie all'avanzamento delle tecniche diagnostiche, oggi questi strumenti vengono impiantati anche in soggetti relativamente giovani.
Si è creata quindi quella che, a mio avviso, è un’incongruenza: queste persone, pur disponendo di dispositivi salvavita, vivono una condizione diversa dalle persone che assumono dei farmaci salvavita e che pertanto sono esenti dal pagamento del ticket non solo per il farmaco ma anche per tutte le cure e la prestazioni diagnostiche legate alla patologia.
Pertanto, interpello la Giunta per sapere come si può ovviare a questa situazione, considerando che le visite di controllo sono necessariamente abbastanza frequenti, tre o quattro all'anno.
Inoltre, poiché questi pazienti, con apposita tecnologia, possono essere seguiti anche on-line, in remoto, chiedo se siamo in grado di dotarci degli strumenti telematici necessari per potere conoscere lo stato di salute e di funzionamento di queste apparecchiature, anche senza dovere fare le classiche visite mediche. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
Le prestazioni esenti per specifica patologia vengono determinate a livello nazionale, e le prestazioni di controllo e programmazione di pacemaker o defibrillatori non rientra nell'elenco delle prestazioni esenti. Peraltro, la maggior parte dei pazienti portatori di pacemaker o defibrillatori è verosimilmente esente per condizioni di invalidità almeno superiori ai due terzi, cioè al 67 per cento, quindi non è ben comprensibile come vi siano, se non per scelta, che mi sembra alquanto paradossale, soggetti portatori di pacemaker o defibrillatori che non abbiano ancora richiesto l'esenzione per invalidità.
Detto questo, l'assessorato ha preso contatti con il Ministero della Salute per proporre - ed il Ministero ha risposto in senso di accoglimento di questa proposta - una variazione dell'elenco delle patologie che danno diritto all'esenzione, appunto, per patologie da ricomprendere nella prossima revisione di quest’elenco, e per tenere conto delle particolari necessità a cui vanno incontro gli assistiti sottoposti a questo tipo di impianto.
Bisogna notare che, nel corso del 2012, in Emilia-Romagna, sono state erogate circa 31 mila, per l'esattezza 30.681 prestazioni di controllo e programmazione di pacemaker, di cui 28 mila in regime di esenzione, principalmente per reddito e anzianità, e 3000 - su 30 mila - in regime di non esenzione. Naturalmente, vi è la disponibilità dell'assessorato ad incontrare i rappresentanti delle associazioni dei pazienti portatori di dispositivi impiantabili cardiaci per discutere, informare e comprendere meglio le problematiche che sono state espresse.
Per quanto riguarda le problematiche tecnologiche, vale la pena segnalare le seguenti due questioni. Attualmente i pazienti seguiti negli ambulatori del "Sant'Orsola" hanno una cartella ambulatoriale che viene aggiornata ad ogni controllo, e l'Azienda nel corso del 2012 ha sviluppato un progetto per l'informatizzazione del percorso ambulatoriale che, oltre alla parte relativa al percorso prenotazione, ricetta, referto, prevede lo sviluppo, nei prossimi due anni, anche di una cartella informatizzata per la tenuta e la consultazione del dato sanitario. Il progetto ha preso l'avvio con una sperimentazione del percorso in tutti gli ambulatori pediatrici, e verrà implementata gradualmente anche alle altre unità operative dell’Azienda.
Inoltre, relativamente ai pacemaker e defibrillatori impiantabili, quando il dispositivo lo consenta, e questo vale per i pacemaker e i defibrillatori di ultima generazione, viene effettuato dai tecnici dell'Ambulatorio pacemaker, presso l'Unità Operativa Cardiologia del professor Branzi dell'Azienda ospedaliera "Sant'Orsola", un controllo remoto costante dei parametri tecnici di funzionamento di tali dispositivi su soggetti portatori di condizioni cliniche non ottimali o non deambulanti, che quindi si recano al controllo ambulatoriale solo in caso di rilevazione di criticità o aggiornamento o anomalie dei dispositivi. I pazienti seguiti in remoto sono attualmente circa 400, cioè il 10 per cento dei pazienti totali seguiti, con un progressivo e tendenziale incremento. Tale modalità di controllo in remoto non viene utilizzata per i controlli routinari dei pazienti con pacemaker senza particolari criticità o con apparecchiature che non lo consentano per ragioni tecnologiche. Questi pazienti, quindi, vengono seguiti secondo i tempi e i modi più tradizionali.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Naldi per la replica. Ha cinque minuti, consigliere.
NALDI: Grazie, presidente. Sicuramente non li utilizzerò tutti.
Ringrazio sinceramente l'assessore per la risposta esauriente che mi ha dato. Vorrei aggiungere semplicemente che credo che abbiamo fatto tutti un lavoro positivo, se il fatto di avere sottolineato quest’incongruenza può essere stato utile per cercare di risolverla, tenuto conto anche del fatto che è marginale la quota di coloro - come dicevano i suoi dati, 3000 su 31 mila - che sono esclusi dall'esenzione dal ticket, e considerando che ritengo che si tratti, appunto, di una incongruenza.
Detto questo, ringrazio nuovamente l'assessore per la sua disponibilità. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
Passiamo all’oggetto successivo:
3830 - Interpellanza dei consiglieri Pollastri e Filippi circa la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ed il futuro dei relativi ricoverati, con particolare riferimento a quello di Reggio Emilia.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per illustrare la sua interpellanza.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Abbiamo utilizzato lo strumento dell’interpellanza proprio perché si tratta di una questione che l'assessore Lusenti ben conosce, ne ha parlato anche in Commissione Sanità e Politiche per la salute, ma abbiamo ritenuto che fosse un tema degno di una risposta ufficiale da parte sua di fronte all'Assemblea legislativa, che è il massimo organo politico di indirizzo e di controllo dell'attività della Giunta regionale. Proprio per questo motivo, ai sensi del Regolamento, abbiamo depositato quest’interpellanza, affinché tutta l'Aula, e non solo i componenti della Commissione Sanità, potesse avere contezza dell’importanza dell'argomento sollevato dal collega Filippi e da me.
Lei conosce bene la premessa, assessore: con la legge n. 9 del 2012 si è stabilito che, entro il 31 marzo del 2013, sarebbero stati chiusi gli OPG. Queste strutture, spesso fatiscenti e dove i reclusi vengono trattati chiaramente con una certa durezza, sono sicuramente inadeguate agli standard di un paese civile, ma da questo punto di vista credo di sfondare una porta aperta. Sono scomode vestigia di un passato che la famosa legge Basaglia non ha potuto cancellare, in quanto sottoposte alle normative dell'amministrazione penitenziaria.
Alle Regioni sarebbe - uso il condizionale - spettato il compito di definire misure alternative per i 1050 reclusi nelle sei strutture presenti in Italia, di cui una struttura in Emilia-Romagna, a Reggio Emilia, conosciuta da tutti i colleghi del Consiglio regionale, struttura nella quale il 10 per cento dei detenuti è affetto da gravissimi problemi psichici e potenzialmente - ed è questo il timore dei cittadini - pericolosi.
Considerato che molte Regioni non avevano per tempo predisposto alcuna misura alternativa, il decreto-legge n. 24 del 2013 ha posticipato di un anno questa chiusura. Vi è stata la proroga di un anno. Nel citato decreto, come i colleghi sanno bene, si stabilisce che le Regioni "dovranno presentare al Ministero della Salute entro il 15 maggio 2013 dei programmi che, oltre agli interventi di tipo strutturale, prevedano attività volte progressivamente a incrementare la realizzazione del percorso terapeutico riabilitativo e comunque a favorire l'adozione di misure alternative all'internamento".
Fatte queste doverose premesse e queste considerazioni, peraltro con un riferimento giuridico, ma soprattutto sotto l'aspetto politico, interpello la Giunta, nella persona dell'assessore Lusenti, a darmi un risposta ufficiale in quest’Aula, per sapere a quando sia prevista la chiusura dell’OPG di Reggio Emilia; quali interventi ci saranno a favore degli ospiti, delle famiglie e a garanzia di eventuali problematiche; quale sia il futuro dei detenuti di detta struttura e degli altri cittadini emiliano-romagnoli che siano internati presso gli OPG di altre Regioni; a quali misure si stia lavorando - una richiesta più sotto il profilo sanitario - per fornire un supporto terapeutico ai detenuti delle carceri ordinarie affetti da patologie psichiatriche che, secondo alcune stime - ed uso prudenzialmente il condizionale, poi lei avrà sicuramente delle fonti e dei dati ufficiali più aggiornati rispetto ai miei -, sarebbero addirittura il 15 per cento del totale.
Ho tracciato un quadro della situazione, ho ricostruito - penso - in maniera corretta lo stato delle cose, chiedo oggi in questa sede politica che l'assessore - lo so, ne ha già parlato in Commissione - fornisca un quadro della situazione anche a beneficio dei consiglieri non componenti della Commissione Sanità, ma soprattutto a beneficio dei cittadini. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
In premessa mi preme affermare che condivido con il consigliere interrogante l'opportunità, su un tema così significativo e sensibile, di riferire in modo compiuto all'Assemblea, oltre alle informazioni già presentate in sede di Commissione.
La legge n. 9 del 2012, così come modificata dal decreto legislativo 25 marzo 2013, convertito in legge due settimane fa, stabilisce la definitiva chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari a far data dall’1 aprile 2014.
L'esecuzione delle misure di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario e in case di cura e custodia avverrà presso strutture sanitarie regionali denominate, d’ora in poi, REMS (residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza).
La stessa legge prevede che le Regioni, per accedere ai finanziamenti dedicati, presentino al Ministero della Salute un programma di interventi per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Tale programma deve prevedere sia la progettazione delle REMS, cioè gli interventi strutturali, sia la programmazione di interventi che incrementino la realizzazione dei percorsi terapeutico riabilitativi finalizzati al recupero e al reinserimento sociale dei pazienti con misure di sicurezza.
Il termine per la presentazione del programma era fissato per il 7 aprile 2013, poi prorogato al 15 maggio 2013. La Regione Emilia-Romagna ha presentato al Ministero della Salute il programma il 5 aprile 2013, quindi senza necessità di usufruire della proroga, prevedendo la costruzione di una struttura di 36 posti da edificare ex novo nel territorio del Comune di Reggio Emilia, su un'area agricola di proprietà dell'azienda Asl di Reggio Emilia. Ciò garantirà la continuità assistenziale, grazie alle competenze maturate dalla Asl di Reggio Emilia nella gestione dell’ospedale psichiatrico giudiziario da decenni.
Il programma si basa sugli standard di personale e di sicurezza previsti nel decreto concernente i requisiti strutturali, tecnologici e di personale delle nuove strutture, approvato l’1 ottobre 2012 dal Ministero della Salute di concerto con il Ministero della Giustizia e d'intesa con la Conferenza Stato-regioni. In particolare, per quanto attiene alla sorveglianza perimetrale, essa sarà garantita, come previsto dal decreto, attraverso accordi specifici con le forze dell'ordine.
Gli internati residenti in questa Regione, a seconda della loro condizione psico-patologica, potranno essere accolti nella nuova struttura, in attesa di poter accedere ad un trattamento meno intensivo, o potranno in alternativa, come già accade, seguire un percorso terapeutico riabilitativo esterno alla struttura.
A questo proposito, va rilevato che la Regione Emilia-Romagna è da tempo impegnata nel favorire percorsi terapeutico riabilitativi per gli internati in OPG e favorire il reinserimento all'esterno della struttura. Nelle more della definitiva chiusura dell’OPG, la Regione ha messo in atto un raccordo con altre Regioni i cui residenti sono tuttora ospitati a Reggio Emilia attraverso piani di intervento coordinati ed accordi di programma. Per i propri cittadini, la Regione ha definito le procedure affinché le persone internate a Reggio Emilia siano contattate dall’Asl di residenza fin dall'ingresso in OPG, al fine di predisporre un programma alternativo al più presto.
Inoltre, è attivo un tavolo di lavoro permanente con la Magistratura di Sorveglianza che ha la responsabilità di approvare il programma alternativo.
Sono stati poi dedicati appositi finanziamenti a supporto di progettualità per internati in licenza finale esperimento o dimessi. Oggi, infatti, moltissime residenze sanitarie o socio-sanitarie accolgono persone provenienti dall’OPG, mentre per altri vengono predisposti programmi territoriali. In particolare, si segnala l'esperienza di "Casa Zacchera", nel territorio dell'Appennino forlivese, gestita dalla cooperativa sociale "Generazioni", esclusivamente dedicata ad accogliere pazienti provenienti dall’OPG.
Presso l’Asl di Bologna è stata attivata una struttura residenziale sanitaria per detenuti che necessitano di perizia psichiatrica. Tale struttura è stata potenziata per ridurre invii impropri in OPG. Dalla metà dello scorso settembre, è inoltre attivo un reparto di osservazione psichiatrica presso il carcere di Piacenza, per l'invio di detenuti provenienti dalle carceri della Regione che necessitano di approfondimento di diagnosi psichiatrica, ad oggi svolto impropriamente presso l’OPG.
Per quanto concerne le persone detenute nelle carceri ordinarie, nella consapevolezza delle specificità sul versante della salute mentale, è stato destinato un finanziamento, attraverso le due delibere n. 1936 e n. 2082 del 2012, per la creazione di mini equipe psichiatriche. Inoltre, le competenze cliniche dei servizi dei dipartimenti salute mentale e dipendenze patologiche della Regione, compresi coloro che lavorano nelle carceri o in OPG, sono state implementate attraverso un corso di formazione regionale di durata biennale sui temi della psichiatria penitenziaria e forense.
In conclusione, questa Regione sta predisponendo tutti gli atti, dispone dei finanziamenti, ha rispettato i tempi di progettazione per essere non solo nei tempi previsti dalla legge per il superamento dell’OPG, ma anche per essere la prima regione, tra le sei in Italia sedi di ospedale psichiatrico di bacino, a dismettere definitivamente queste strutture non all'altezza di un paese civile.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Pollastri per la replica. Ha un minuto, consigliere.
POLLASTRI: Grazie, presidente.
Ringrazio davvero l'assessore Lusenti, e mi dichiaro assolutamente soddisfatto della sua risposta puntuale, circostanziata, documentata, che ha dato contezza all'Assemblea di questa situazione che, appunto, interessa tutta la Regione, per questo la veste dell'interpellanza.
Sono emersi dei particolari importanti, soprattutto quello che la Regione è stata nei tempi, non utilizzando neanche il discorso che citavo nell'atto ispettivo della proroga.
Ho ritenuto quindi opportuno presentare un’interpellanza in tal senso, anzi l’assessore ha condiviso l’opportunità di presentare oggi quest’interpellanza, affinché tutti i colleghi potessero avere contezza dell’argomento, molti potranno prenderne atto dal verbale, spero anche dalla nota dell'ufficio stampa, dato l'argomento assolutamente importante e rilevante, come ha detto l'assessore in chiusura della sua risposta.
Personalmente, senza i riflettori della stampa o senza fare alcuna pubblicità, ho visitato il carcere di Piacenza quasi due anni fa (ricordo che era agosto), e ricordavo bene, e quindi me ne compiaccio nella risposta, che vi era una zona allocata per rispondere ad un progetto sulla diagnosi e cura dei malati psichiatrici o affetti da seri problemi di alcolismo, che spesso sono delle patologie che si intrecciano, ahimè, purtroppo, con questioni di carattere penale.
Concludo dicendo che è stato molto utile oggi questo riferimento dell'assessore Lusenti su un tema sul quale l'opinione pubblica, non io, tutta l'opinione pubblica e le forze politiche hanno molto, molto dibattuto, quindi la ringrazio, assessore.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Passiamo all'oggetto successivo:
3710 - Interpellanza dei consiglieri Barbati e Mandini circa incarichi professionali riguardanti la realizzazione dell'Ospedale di Cona (FE) ed i relativi servizi.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
La parola al consigliere Mandini per illustrare la sua interpellanza.
MANDINI: Grazie, presidente. Chiedo scusa per il ritardo.
Assessore, su una testata giornalistica abbiamo letto di un fatto che riguarda l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, e inerente all'affidamento di una consulenza professionale ripetuta negli anni, a partire dal 2002 fino all'aprile del 2013.
Con riferimento al periodo di questa legislatura, si riscontrano vari affidamenti, a partire dal 23 agosto 2010, da parte dell’allora Direttore Generale, dottor Riccardo Baldi, che continuò a prorogare l’incarico all'architetto Ricciarelli con una motivazione che sarà ripresa nelle ulteriori proroghe, secondo la quale "all’interno del Dipartimento risorse tecniche e patrimoniali dell’Asl, le figure professionali laureate, sia ingegnere che architetto, risultano tutte fortemente impegnate sia in ambito di gestione del patrimonio, sia in altre attività collegata al Nuovo Polo Ospedaliero di Cona".
Queste rinnovate consulenze prevedevano, per un impegno minimo di due accessi settimanali, con ore da concordarsi volta per volta, un compenso di 110 mila euro annui, oltre l'Iva e gli oneri previdenziali, corrispondenti a 9166 euro lordi al mese.
Successivamente, il nuovo Direttore Generale, dottor Rinaldi, prorogò quest'incarico fino al 31 dicembre 2012, ancora per un compenso mensile di 9166 euro lordi, fino ad arrivare all'ultima - almeno stando a quanto risulta dalla stampa - proroga fino al 28 dicembre 2012, sempre per conto del dottor Rinaldi, con corrispettivi mensili ammontanti a 7333 euro lordi.
Pertanto, assessore, se iniziamo a calcolare dal 2010 al 2013, cioè per circa 20 mesi senza soluzione di continuità, l'Azienda ha corrisposto una somma di oltre 304 mila euro; se invece facciamo riferimento all'origine di quest’incarico, sempre prorogato, quindi dal 2002, l'Azienda ha corrisposto al professionista circa 900 mila euro, sempre con la motivazione che non erano disponibili professionalità interne alla struttura per svolgere questa funzione.
Assessore, trattandosi sempre di proroghe conferite dopo un primo incarico, è alquanto sorprendente che, per 11 anni consecutivi, all'interno della struttura tecnica dell'Azienda non ci sia stato mai personale disponibile, in quanto tutti per 11 anni sono sempre stati "fortemente impegnati" in altre mansioni.
Pertanto, interpelliamo la Giunta, e quindi l'assessore Lusenti, per sapere, intanto, se quanto viene riportato sugli organi di stampa e ripreso in quest’interpellanza corrisponda al vero, ovvero se sussista una situazione diversa che a lei risulti non conforme a quanto è stato riportato; se sia stato fatto un controllo su questi tipi di incarichi; se la Giunta non ritenga che queste scelte aziendali, ovviamente nella discrezionalità della direzione generale, siano in linea con gli obiettivi di contenimento della spesa sanitaria e comunque di una corretta gestione delle risorse economiche; se tutto questo rientri in una corretta gestione, considerando peraltro i ripetuti tagli che la sanità ha dovuto subire in questi anni, e non solo in questi due anni ma anche negli anni che interessano questo contratto di consulenza; se questo modo di operare da parte dei vari direttori generali sia in linea con le politiche di questa Regione in termini di contenimento e razionalizzazione della spesa, ovvero se si sia ecceduto in una spesa non strettamente necessaria, e sicuramente non in linea con una corretta gestione delle risorse pubbliche. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
La parola l'assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
Premetto che l'architetto Ricciarelli ha da sempre assicurato nelle sedi concordate con l'Azienda una presenza pressoché quotidiana non inferiore alle otto, dieci ore, spesso anche nei giorni festivi, anche in ragione della costante variabilità qualitativa e quantitativa delle esigenze di servizio, nonché dell'affidamento del coordinamento tecnico di tutte le attività inerenti all'apertura della nuova sede ospedaliera di Cona.
La delibera dell'Azienda ospedaliera n. 122 del 2011, richiamata dagli interroganti, prevede per tutta la durata del contratto un impegno minimo di presenze di due accessi settimanali presso la sede dell'Azienda, con ore da concordarsi di volta in volta, o anche presso altre sedi, in funzione del compito specifico da svolgere. Tale previsione, evidentemente, non fa riferimento ad una sola soglia di presenza settimanale obbligatoriamente fissa, ma ad una soglia di presenza obbligatoriamente minima, suscettibile quindi di un naturale incremento che in effetti si è costantemente reso indispensabile.
La flessibilità dell'impegno della professionista trova conferma non solo nell’orario di presenza, ma anche e soprattutto nell'esercizio dell'attività in sedi diverse da quella dell'Azienda, attività spesso necessariamente correlata ai numerosi adempimenti richiesti ed espletati presso il Comune ed altre istituzioni pubbliche. Inoltre, la Direzione Generale dell'Azienda rappresenta che l'architetto Ricciarelli ha sempre manifestato la disponibilità, ben al di là delle obbligazioni contrattuali, allo svolgimento di attività rispetto alle quali rappresenta un costante punto di riferimento per l'organizzazione aziendale.
Quanto al compenso per l'incarico, considerato che in linea generale l'entità dei compensi di natura libero-professionale va valutata in rapporto alla natura, alla complessità e alla quantità delle prestazioni richieste ed alla necessità della loro erogazione nei modi e nei tempi ritenuti necessari per il conseguimento degli obiettivi, si ritiene indispensabile riferire i seguenti ulteriori elementi di fatto e di giudizio dell'attività svolta. Esame delle proposte progettuali relative al complessivo procedimento di completamento del Nuovo Ospedale di Cona; collaborazione tecnica per l'implementazione delle fasi istruttorie ed attuative in ordine all'assetto tecnico, edilizio ed ambientale del Nuovo Ospedale; collaborazione che veniva esercitata della professionista in costante rapporto con la direzione generale in posizione di staff e con la direzione lavori; prestazioni tecnico-professionali collegate alle esigenze progettuali e di supporto organizzativo per sollecita e corretta esecuzione degli adempimenti a carico della ditta appaltatrice; adempimenti tecnico-amministrativi collegati alla rimodulazione delle attività ospedaliere ed alle varie fasi previste in programmazione per l'attivazione del Nuovo Ospedale, in particolare per consentire, nel modo più efficiente sul piano tecnico, organizzativo e gestionale, la messa a regime dello stesso. Da quanto in elenco, emerge la valenza quantitativa delle prestazioni ed il valore qualitativo delle funzioni di supporto tecnico-organizzativo conferite dall'Azienda alla professionista consulente. Questi elementi di fatto e la valutazione attestata dalla Direzione generale dell'Azienda dell'impegno richiesto e garantito sono alla base dell'entità e della congruenza del compenso riconosciuto.
La natura, la complessità, la qualità e la necessità delle prestazioni e delle funzioni svolte hanno portato l'Azienda, attraverso le decisioni assunte da tre direttori generali succedutisi, che nel corso del tempo hanno prima costituito e poi prorogato il rapporto di consulenza, a ricorrere, nella consapevolezza di non poterle affrontare e risolvere con le sole forze in organico, a competenze esterne ritenute in grado di garantire un forte e qualificato contributo in merito.
In coerenza con ciò, l'Azienda, nei disciplinari che definivano il rapporto di consulenza con la professionista, ha sempre messo in evidenza che "all'interno del Dipartimento risorse tecniche e patrimoniale, le figure professionali laureate, sia ingegnere che architetto, risultavano tutte fortemente impegnate sia in ambito di gestione del patrimonio sia in altra attività collegata all’erigendo Polo Ospedaliero di Cona", attestando così la necessità di far fronte alle proprie esigenze ricorrendo a prestazioni professionali integrative esterne alla struttura.
Infine, va detto che se l'Azienda avesse optato per una diversa soluzione, cioè tramite concorso pubblico, la spesa sarebbe stata di molto superiore. A titolo di esempio, nel periodo 2002-2012, corrispondente alla consulenza assegnata, il costo complessivo per la responsabilità della struttura complessa, attività tecniche e patrimoniali, comprensivo degli oneri, è stato di 1.541.643 euro.
In merito al tempo delle consulenze, si fa altresì presente che sono già evidenti i confini normativi nei quali esse possano avvenire nelle aziende e negli enti del Servizio Sanitario Regionale. Infatti, l'articolo 7, comma 3, del decreto legislativo 165/2001, come modificato dalla legge n. 228 del 2012, recita che "per esigenze cui non possono fare fronte con personale in servizio, le amministrazioni pubbliche possono conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo di natura occasionale o coordinata e continuativa, ad esperti di particolare e comprovata specializzazione anche universitaria, in presenza di determinati presupposti di legittimità". La nuova formulazione dell'articolo 7 riafferma la volontà del legislatore di porre limitazioni all'utilizzo di contratti di lavoro autonomo di natura occasionale o coordinata e continuativa, e pone alcune questioni che riguardano la durata, la rinnovabilità, la proroga degli incarichi stessi.
La volontà della Regione Emilia-Romagna di esercitare un ruolo di presidio e monitoraggio anche sull’applicazione di tale istituto è dimostrata dalla formalizzazione di una circolare nell'ottobre 2012 applicativa del decreto-legge 95/2012, riguardante la riduzione delle spese delle pubbliche amministrazioni con riferimento anche all'attribuzione di incarichi di studio e consulenza.
Inoltre, con le linee di programmazione e finanziamento delle aziende del Servizio Sanitario Regionale per l'anno 2013, la Giunta regionale, tra le altre cose, ha assegnato alle aziende, all'interno del più generale vincolo di equilibrio di bilancio, precisi obiettivi sulle politiche del personale, compresa l'invarianza della spesa per collaborazioni e incarichi professionali rispetto all'esercizio finanziario 2012.
La Giunta regionale è impegnata, pertanto, a proseguire nel monitoraggio degli obiettivi economici e gestionali prefissati con la delibera di programmazione 2013, per garantire il presidio del ruolo di coordinamento delle politiche sulla gestione delle risorse umane, ivi comprese le modalità ed i limiti economici di affidamento di incarichi professionali da parte delle aziende del Servizio Sanitario Regionale, anche al fine di renderli compatibili ad effettive esigenze operative che non possono essere assicurate con i contingenti in organico.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Mandini per la replica. Ha due minuti, consigliere.
MANDINI: Grazie, presidente.
Ringrazio l'assessore per la risposta, che sicuramente non mi soddisfa, e non mi soddisfa perché la trovo contraddittoria. Infatti, trovo gli elementi che lei ha portato abbastanza contraddittori, perché dalla relazione che le hanno fatto - immagino - dall'Azienda di Ferrara emerge che la professionista ha lavorato otto o dieci ore al giorno, compresi i festivi, quando aveva un contratto per due accessi settimanali minimi. Se è così, stiamo analizzando uno spettro temporale e professionale abbastanza assurdo, perché se io conferisco un incarico professionale, capisco che non posso essere puntuale e preciso in tutto, ma dovrò pur capire, in base a ciò che chiedo, il tipo di supporto di cui necessito anche da un punto di vista temporale. In questo caso, se l’interessata rispetta l'accordo minimo, fa otto accessi al mese e prende 1000 euro al giorno; se invece lavora otto, dieci ore tutti i giorni per un mese, la professionista è sottopagata.
Assessore, ripeto, la ringrazio della risposta. Capisco che purtroppo qualcuno la costringa ad arrampicarsi sugli specchi, ma onestamente mi sembra alquanto discutibile che per 11 anni sia stato prorogato un incarico, sempre con la stessa formulazione, sempre con le stesse motivazioni, e lei giustamente dice - come peraltro ho detto anch'io nell’interpellanza - che la motivazione stava nel fatto che tutti gli ingegneri e gli architetti erano fortemente impegnati nell’attività collegata al Polo Ospedaliero di Cona, per quanto ne capisca l'importanza (peraltro è tornato in quest’Aula più di una volta e per tanti aspetti, e purtroppo tante volte gli aspetti erano di criticità), non posso invece accettare che tutta la struttura fosse impegnata per questo benedetto (o maledetto) ospedale, con l’aggiunta della consulenza esterna motivata dal fatto che gli altri tecnici erano tutti impegnati sulla stessa struttura. Ma quanti tecnici c'erano su questa struttura? È una domanda che dovrebbe essere posta all'Azienda sanitaria di Ferrara, perché per 11 anni tutto lo staff tecnico - di cui conosco qualche componente, mi creda, anche di grande qualità - non ha fatto altro che girare attorno a Cona. Mi sembra alquanto eccessivo.
Pertanto, assessore, la ringrazio della sua disponibilità, non mi sento di dichiararmi soddisfatto della risposta, e mi dispiace che l'Azienda ospedaliera di Ferrara non si abitui ad assumersi le proprie responsabilità. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.
Chiamo l'oggetto successivo:
3804 - Interpellanza del consigliere Bartolini circa le problematiche riguardanti i costi, i servizi, l'organizzazione ed il personale, specie precario, relativi alla fusione delle 4 AUSL romagnole, con particolare riferimento alla situazione esistente a Forlì.
Risponde per la Giunta l'assessore Lusenti.
Parola al consigliere Bartolini per illustrare la sua interpellanza.
BARTOLINI: Grazie, presidente.
Dopo l'intervento del collega Mandini, vedo che, in quanto a critiche sulla gestione del Sistema Sanitario Regionale, sono in buona compagnia.
Intervengo nuovamente su quello che in Romagna ormai è un tormentone, perché vi garantisco che questa storia della Asl unica, che diventerebbe la più grande d'Italia, con oltre 1 milione 100 mila abitanti, caso unico a mo’ di cavia nel Sistema Sanitario Regionale e Nazionale, sta creando molta tensione ed apprensione tra i romagnoli.
L'interpellanza è specifica per i 184 dipendenti dell'Asl di Forlì. Assessore, visto che ho già sentito una risposta dall'assessore provinciale in Consiglio provinciale a Forlì sull'argomento, non che mi interessi conoscere la posizione della Regione, che peraltro conosco già, ma più che altro vorrei conoscere la sua risposta ad una domanda che più volte le ho rivolto, e che lei più volte ha aggirato dicendo che la responsabilità è degli enti locali. Ma non è così, e l'abbiamo visto con la riunione di dieci giorni fa proprio presso il suo assessorato, dopo la ribellione del sindaco di Forlì.
La domanda delle domande è: perché solo in Romagna? Perché Bologna mantiene quattro aziende? Perché Modena e Reggio, che in teoria dovrebbero diventare provincia unica, mantengono tre aziende? Perché Piacenza e Parma mantengono tre aziende, Ferrara ne mantiene due e noi ne dovremo fare una unica, con il grave rischio di depotenziare quella qualità, quell'eccellenza del sistema sanitario che è il fiore all'occhiello di alcune realtà? Mi riferisco in particolare a quella di Forlì, dove peraltro alcuni primari stanno andando in pensione. C'è molta apprensione, perché c'è il rischio che si vada a ridurre notevolmente la qualità del servizio sanitario.
Non mi venga a dire che è una questione di soldi, perché se la questione riguarda Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini, deve riguardare anche le altre realtà emiliane, non può riguardare solo la Romagna, come se fosse il brutto anatroccolo. Noi abbiamo l'impressione che il nostro territorio venga usato come cavia per una sorta di ingegneria istituzionale che penalizzerà molto, o comunque rischia di penalizzare molto, i cittadini romagnoli. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.
La parola all'assessore Lusenti per la risposta.
LUSENTI, assessore: Grazie, presidente.
Naturalmente, come il consigliere Bartolini sa, io risponderò alla sua interpellanza…
(interruzione del consigliere Bartolini)
Non ho nessuna difficoltà a rispondere ad eventuali ulteriori quesiti o interpellanze, quando formulati secondo le procedure, nei modi e nei tempi previsti dal Regolamento…
(interruzione del consigliere Bartolini)
A ciò che è contenuto nell'interpellanza risponderò in modo puntuale.
La copertura …
(brusio in Aula)
O si alza il volume o si abbassa la voce, fate voi.
La copertura dei fabbisogni del personale dell'Azienda sanitaria di Forlì sarà condizionata all'approvazione del piano annuale di assunzione, in linea con i principi contenuti nella delibera di Giunta regionale n. 199 del 2013, in particolare per quanto specificato al punto 2) dell'allegato B.
L'obiettivo di riduzione della spesa per personale è fortemente incentrato sulla limitazione del turn over e delle assunzioni su posto vacante, rispettando una copertura media regionale del 25 per cento dei posti resisi vacanti nell'anno 2012, o che si renderanno disponibili nel corso del 2013.
L'obiettivo medio regionale non verrà perseguito in modo uniforme, ma verrà ponderato in base al contesto aziendale di riferimento, considerando con un approccio comparativo la dotazione del personale, le ridondanze organizzative, i margini di miglioramento, le possibilità di integrazione su scala sovra-aziendale, la distanza più o meno significativa dagli standard relativi all'assistenza ospedaliera, di cui alla normativa governativa. Allo stesso modo, all'obiettivo aziendale di contenimento del turn over concorreranno diversamente le diverse aree professionali, a seconda delle specificità aziendali.
Per quanto riguarda il piano occupazionale presentato dall’Azienda Asl di Forlì per l'anno 2013, si evidenzia che dalla base di calcolo citata e dalla previsione di cessazione di personale durante l'anno corrente sarà possibile assumere personale sia per la copertura di posti dirigenziali sia del comparto.
L'Azienda garantirà inoltre, come previsto nella già menzionata delibera di Giunta n. 199 del 2013, l'invarianza della spesa per quanto riguarda assunzioni a tempo determinato, fatte salve le situazioni di lunga assenza, straordinarie o in emergenza. Le assunzioni a tempo determinato dovranno essere obbligatoriamente effettuate nel limite numerico dei contingenti che verranno autorizzati a tempo indeterminato nei piani di assunzione e per il periodo strettamente necessario all'espletamento delle procedure concorsuali.
In relazione agli ultimi due punti dell'interpellanza, invece, si fa presente che l'Area Vasta Romagna ha già da tempo sperimentato un sistema fortemente integrato di programmazione, gestione e produzione dei servizi sanitari e delle attività tecniche poste a loro supporto.
In tale ottica, le quattro aziende afferenti all'Area Vasta Romagna hanno già realizzato alcune forme di consolidamento che hanno determinato il miglioramento della qualità tecnica del processo assistenziale, sia mediante la costituzione di servizi unici, sia attraverso la costituzione di gruppi professionali ad hoc, con lo scopo di concentrare le politiche di erogazione dei servizi e la realizzazione di forme di produzione coordinata dei servizi, in cui la gestione operativa è affidata ad una delle aziende. In tale contesto, le conferenze territoriali, sociali e sanitarie dell'Area della Romagna hanno promosso e condiviso riflessioni riguardanti il nuovo assetto istituzionale e gestionale dei servizi sanitari ed un confronto sullo sviluppo progettuale delle forme di cooperazione fra le quattro aziende sanitarie, che è stato ritenuto necessario per l'innalzamento del livello qualitativo dei servizi erogati, nonché per evitare ridondanze sul piano istituzionale, economico ed organizzativo, con la prospettiva di pervenire alla fusione delle attuali strutture aziendali.
Ciò si inserisce in un mutato quadro normativo ed organizzativo, che ha posto al centro delle politiche pubbliche processi e misure di razionalizzazione amministrativa, e unificazione di enti e servizi pubblici, con la finalità di garantire il contenimento della spesa pubblica, l'adeguatezza delle funzioni gestionali e la conseguente liberazione di risorse economiche. Ovviamente, il primo passaggio istituzionale che potrà dar seguito alle istanze territoriali è rappresentato dalla presentazione di un progetto di legge da sottoporre all'Assemblea legislativa che potrà esaminare tutti i profili organizzativi, gestionali e finanziari connessi alle misure di adeguamento degli assetti istituzionali materia sanitaria.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.
La parola al consigliere Bartolini per la replica. Ha cinque minuti, consigliere.
BARTOLINI: Grazie, presidente.
Come il collega Mandini, non sono affatto soddisfatto della risposta, perché lei, assessore, non può trincerarsi dietro il fatto che lei risponde solo a ciò che le chiedo. Io le ho chiesto per quale motivo solo la Romagna e non l’Emilia, e non ottengo risposte, lei continua a non darcene. Non può trincerarsi dietro il fatto che sono le conferenze socio-sanitarie territoriali, perché è bastato che il sindaco di Forlì, Roberto Balzani, sindaco del PD, non del mio partito, dicesse: "apra una parentesi di riflessione", non è che si è riunito a Ravenna, a Cesena, a Rimini o nella stessa Forlì per capire come cambiare idea, l’ha convocato lei a Bologna presso l'assessorato alla Sanità, insieme con gli altri sindaci del territorio romagnolo, con i presidenti delle conferenze socio-sanitarie territoriali quando non combaciavano col sindaco del comune capoluogo, e con i presidenti delle province.
È evidente che c'è un disegno politico in base al quale la Romagna deve svolgere un ruolo da cavia per questo nuovo quadro di ingegneria istituzionale su di un tema caro ai cittadini, qual è quello della sanità, peraltro con un'idea vecchia, perché è stata adottata vent'anni fa nelle Marche, in Toscana e in Piemonte, che stanno tornando indietro.
Fare una Asl di più di 1 milione di abitanti in una regione che ha 4 milioni di abitanti, se fosse veramente la soluzione di tutti i problemi, faremmo quattro Asl in tutta la Regione, ma quattro ne ha la sola Bologna, le ho elencate prima, tre ne ha Modena e Reggio, tre Piacenza e Parma, e due la sola Ferrara. Noi ne dobbiamo fare una unica in Romagna, con un sistema accentratore del potere nelle mani di un numero ristrettissimo di persone, sicuramente punto di riferimento della Giunta regionale, ma molto meno degli enti locali. Un sistema poco prospettico, per nulla democratico, gestito da pochi a discapito di molti, e questi molti sono gli amministratori, non solo i cittadini, perché al cittadino poco importa, ma all'amministratore interessa avere dei referenti locali nella conferenza socio-sanitaria territoriale, con una Asl locale vicina al territorio e vicina al cittadino. Questa sarà una Asl lontana dal cittadino, a discapito della qualità del servizio. Inoltre, se è vero quanto dice lei, ossia che è mutato il quadro normativo, la razionalizzazione amministrativa della spesa, la liberazione di risorse economiche, perché solo in Romagna? Questa è la domanda delle domande alla quale lei continua a non rispondere. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.
Stante l'assenza giustificata dell’interpellante, consigliere Filippi, sono rinviate le interpellanze oggetto 3750 e oggetto 3807.
A questo punto, passiamo all'ordine del giorno e specificatamente ai progetti di legge.
OGGETTO 4018
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Aimi, Mandini, Corradi, Meo, Bartolini e Mazzotti: «Riduzione del numero degli assessori - Modifica all'articolo 45 della legge regionale 31 marzo 2005, n. 13 (Statuto della Regione Emilia-Romagna).» (Prima lettura) (60)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): Ai sensi dell’articolo 123, comma 2, della Costituzione, lo Statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta dei suoi componenti con due deliberazioni successive adottate ad intervallo non minore di due mesi.
Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Statuto e Regolamento" con parere favorevole.
Il progetto di legge è composto da un unico articolo.
Il relatore della Commissione, consigliere Mario Mazzotti, ha presentato relazione scritta. Prego, consigliere Mazzotti.
MAZZOTTI, relatore: Grazie, presidente. Do lettura della relazione già vista in Commissione. Il decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174 recante disposizioni in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012, convertito con modificazioni dalla legge 7 dicembre 2012 n. 213, contiene delle disposizioni volte al rafforzamento e al coordinamento della finanza pubblica. In particolare, l’art. 2 prevede una serie di misure volte alla riduzione dei costi della politica e le regioni sono tenute ad attuare con le modalità previste dal proprio ordinamento, pena gravi conseguenze economiche, politiche e istituzionali. L’adozione degli interventi regionali entro il 23 dicembre 2012, ovvero entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto nel nostro caso è stato ottemperato.
Qualora occorra procedere a modifiche statutarie, è infatti ai sensi del decreto stesso condizione per l’erogazione di una quota di contributi erariali pari all’80 per cento delle regioni diversi da quelli destinati al finanziamento del servizio sanitario nazionale e trasporto pubblico locale. Qualora occorra procedere a modifiche statutarie il tempo a disposizione aumenta dai sessanta giorni ai sei mesi e scade nel nostro caso all’8 giugno 2013. Il mancato adeguamento all’ulteriore termine di novanta giorni inoltre, se non ottemperiamo a quanto scritto dal 174, costituisce grave violazione di legge (art. 126, primo comma, della Costituzione). Al fine di adeguarsi nel rispetto dei termini alle suddette disposizioni statali la Regione Emilia-Romagna ha emanato due leggi di iniziativa consiliare: la legge 21 del dicembre 2012 n. 17 e la legge 21 dicembre 2012 n. 18, quest’ultima in particolare è quella che ha istituito il collegio dei revisori dei conti. Nel nostro ordinamento regionale assume particolare rilievo di modifica statutaria, ed è l’oggetto della legge che oggi dobbiamo approvare, l’adeguamento alla disposizione di cui all’art. 2, primo comma, lettera a) del decreto 174 convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011 n. 148, ossia la previsione che il numero massimo degli assessori regionali sia pari o inferiore a un quinto del numero dei componenti del Consiglio regionale. Il presente progetto di legge va ad attuare tale disposizione attraverso un unico articolo, il cui primo comma prevede la riduzione da dodici a dieci del numero massimo di assessori regionali mentre il secondo comma dispone che la disposizione di cui al primo comma si applica a decorrere dalla decima legislatura. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mazzotti.
Adesso apriamo il dibattito generale.
Ricordo che siccome la legge è formata da un solo articolo, la discussione sarà sulla legge e sull’articolo, per cui è più breve. Prima di passare al dibattito generale nomino scrutatori i consiglieri Garbi, Pollastri e Donini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà. Sono venti minuti per ogni intervento.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Ricordavo bene da Regolamento venti minuti nella discussione generale di progetti di legge. Non penso di utilizzarli tutti. Ringrazio innanzitutto il relatore, il collega Mazzotti, che per conto dell’Ufficio di Presidenza ha portato prima in Commissione e oggi in Aula questo progetto di legge che apparentemente potrebbe essere liquidato con due battute, ma se vogliamo discutere sulla questione, come sembra sia giusto fare, avanzo alcune questioni, Presidente. Io mi sono peritato, come spesso faccio, di andare a recuperare tutti i resoconti verbali agli atti ufficiali nella trentaseiesima seduta pomeridiana, nona legislatura, Regione Emilia-Romagna, resoconto integrale 4 maggio 2011, non tanto per diletto, presidente, o per divertimento ma perché su questo tema ricordo in Aula - vedo anche la collega Barbati, che era intervenuta - si innescò un durissimo dibattito se non altro perché ero primo firmatario, firma a cui si aggiunse quella del collega Favia, perché anticipavamo quello che poi puntualmente si è rivelato. Quindi meglio tardi che mai ma noi avevamo, come opposizione, segnalato puntualmente la questione affidandola a una modifica, come lei ben sa, statutaria in quanto si deve intervenire con una modifica dello Statuto, che è la legge fondante della nostra Assemblea legislativa. I temi che erano stati toccati, quando allora mi fu respinto prima in Commissione...
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Costi): Chiedo un po’ di silenzio.
POLLASTRI: Dopo la Commissione venne in Aula il testo che fu poi oggetto di una votazione ai sensi dell’art. 92, che noi comunque continuiamo, anche in sede di revisione di Regolamento, a ritenere un articolo - lo provano anche i fatti perché un provvedimento sul quale tutta la maggioranza aveva votato contro adesso è costretta a votare a favore - quella votazione con il presidente Richetti fu di favorevoli 19 e contrari 10, quindi anche sotto il profilo numerico vi era una esigua maggioranza della maggioranza. Tornando al tema di cui oggi discutiamo sulla riduzione degli assessori, ritengo che ci sia poi, al di là dell’atto odierno, un dibattito su anche la distribuzione o redistribuzione delle deleghe, perché mi sembra, sottosegretario, che almeno dalle deleghe di cui io ho visione, vi siano degli assessorati più robusti o con maggior carico di lavoro rispetto ad altri che hanno delle deleghe tutto sommato talmente leggere che potrebbero essere date in capo e accorpate in un assessorato, perché questo era il fondamento del progetto di legge Pollastri - Favia.
Il fondamento non era solo la riduzione dei costi, questione che non avevamo posto, come fu detto dalla maggioranza, in maniera demagogica dato l’esiguo valore dei risparmi che avrebbe comportato a beneficio delle casse dell’ente, che calcolando tra oneri diretti, indiretti e riflessi erano circa 300 mila euro all’anno, ma l’argomento forte fu quello che si rischiava di dar vita a una Giunta che non avesse adeguata rappresentanza territoriale per cui si rischiava che le deleghe troppo eterogenee non avrebbero consentito un lavoro di qualità. Lo dico molto bonariamente senza punta di polemica che oggi siete costretti come maggioranza a votare questo progetto di legge che bocciaste, anche con delle motivazioni importanti, perché dal resoconto integrale ci fu un importante intervento del collega Monari con delle argomentazioni forti, ce ne fu uno da parte del collega Leoni, un altro da parte del collega Favia, uno della consigliera Barbati che notava la strumentalità della mia proposta secondo cui noi, come PDL, non eravamo interessati ma la mia proposta era solo la foglia di fico per ridurre complessivamente la spesa pubblica. "Anche senza pensar male" - diceva la collega Barbati - "c’è un’evidente strumentalità".
Poi ci furono altri interventi, per cui intervenne a sostegno anche il collega Cavalli, intervenne anche il collega Montanari, molto attento a queste questioni in quanto componente della Commissione Statuto. Quest’ultima è molto importante, comprovata dal fatto che autorevoli esponenti del partito di maggioranza relativa ne fanno parte, perché è una Commissione che guarda aspetti quali le modifiche del Regolamento dell’Aula, della legge elettorale, dello Statuto, la congruità delle clausole valutative alle leggi che questa Regione ha emanato, quindi mi sembra importante questa discussione della giornata odierna se non altro per togliermi un sassolino dalla scarpa, perché oggi provo assolutamente piacere che l’identica proposta dobbiate ingoiarvela voi. Ma io avevo fatto anche un ragionamento non solo di mera e becera opposizione per dare fastidio alla Giunta o creare un dibattito fine a se stesso, ma l’avevo agganciata e collegata temporalmente sotto il profilo cronologico e temporale alla legislatura del 2015 ma avevo anche insistito sul fatto che dieci sono le direzioni generali con dei direttori apicali che si occupano e si interessano della questione.
(brusio in Aula)
PRESIDENTE (Costi): Vi chiedo per piacere di parlare almeno sottovoce.
Prego, consigliere. Mi scusi.
POLLASTRI: Presidente, allora fu bocciata con questa mozione dell’art. 92. Furono pretestuose le questioni che erano sollevate allora. Si andava al 2015 solo perché era proposto da due esponenti dell’opposizione e non si trattava di una questione soltanto di efficienza perché le deleghe, come tutti ben sanno, sono decise giustamente dal Presidente della Giunta regionale e non dall’Assemblea legislativa. È vero che io mossi l’accusa, collega Monari, forse infondata, che più assessorati servivano anche ad accontentare quei partiti magari minori che avevano comunque concorso all’elezione del Presidente della Regione e chiaramente in una normale logica di suddivisione di posizioni di rilievo all’interno del Governo regionale, al di là del peso specifico delle singole deleghe in capo a ciascun assessore, era un problema, essendo stati tanti i partiti che avevano concorso. Sarà un problema con l’atto che votiamo oggi, che mi bocciaste allora ma che votate oggi, nella prossima legislatura del prossimo Presidente della Giunta. Ho voluto soltanto sottolineare con la pacatezza che mi contraddistingue e con il grande rispetto di tutti i colleghi che quel progetto di legge, forse perché proveniva da me, a prescindere dovevate cassarlo.
Oggi invece mi trovo ad assaporare una piccola, voi direte inusuale e infruttuosa, rivincita rispetto a un progetto che avevo posto non certo per mettere i bastoni tra le ruote e mettere in difficoltà l’amministrazione regionale. Certamente si è dovuto aspettare una legge nazionale. Qualcuno potrebbe anche dire che sono male distribuite le deleghe e ne servono sedici di assessori, quattordici, ma vorrei sentirlo da qualche esponente della maggioranza. Per quanto riguarda il tema della collocazione e della redistribuzione delle deleghe, oggi è l’occasione perché qualche esponente della maggioranza possa prendere la parola e dire che finora le cose hanno funzionato con questa redistribuzione di deleghe o c’è forse qualche assessore oberato di lavoro o che ha delle difficoltà o qualche altro assessore che potrebbe fare l’assessore non a tempo pieno. Perché questi sono temi sui quali bisogna anche avere il coraggio di confrontarsi, ma chiaramente l’opposizione vigila, controlla, valuta, tenta sempre di tenere sotto controllo l’attività della Giunta e quindi avremmo sul punto tantissime cose da dire. Quindi perplessità e riserve. Proposi l’analoga riduzione, una riduzione minima, indolore ma la mia proposta fu liquidata frettolosamente. Ci sono agli atti delle motivazioni specifiche assolutamente importanti. Potrei rileggere tutto l’intervento del collega Montanari sul punto. Il collega Montanari iniziò il suo intervento in quella seduta dicendo: "Chiedo scusa per l’autocitazione, ma capitò per primo di dire che in Emilia i consiglieri dovevano rimanere cinquanta e non diventare sessantasette. Lo feci, ma rimasi isolato". Isolato, collega Montanari, rimarresti tu come lo sono stato io su quella proposta che allora ingiustamente mi avete bocciato. L’isolamento è identico.
Presidente, dicevo che fu una seduta infuocata, quindi non potevate pensare che oggi passasse tutto sotto silenzio o con un provvedimento che frettolosamente si liquida con la votazione. Auspico che sul punto anche qualche collega della maggioranza possa fornire delle argomentazioni. Perché, come Regione, vi vantate sempre di essere i primi in ogni cosa, di arrivare per primi e su questo punto siete arrivati solo per un’imposizione di una normativa nazionale? Questa è la domanda, collega Naldi e Mumolo, a cui vorrei una risposta. Ricordo anche che gli amici della Lega appoggiarono questa proposta, che era una proposta lungimirante, che come per altri temi ci avrebbe messo avanti, ma invece tutte le modifiche di riduzione, di tagli, di problemi, di questioni che sono saltate fuori riguardavano solo l’Assemblea e della Giunta non si poteva parlare, perché era un tema intoccabile, ricordando, colleghi di maggioranza e minoranza, che noi siamo stati eletti direttamente, chi anche con le preferenze, mentre gli Assessori godono di nomina di cooptazione e quindi non si presentano al vaglio del corpo elettorale.
Devo dire anche, per andare al sodo del problema, che ci fu anche un intervento piuttosto esaustivo del collega Mumolo, di cui ho grande stima, che però riguardò più la problematica dell’art. 92, che noi contestavamo. Anche questo è oggetto di confronto pacato che abbiamo sulle proposte emendative, che sono alcune decine, che ho presentato per migliorare delle questioni insite nel nostro Regolamento, maggiore snellezza e incisività ai lavori dell’Aula. Il collega Mumolo, ed è un riconoscimento della bontà allora della mia proposta, dice: "Posso dire semplicemente che noi ci siamo dichiarati disponibili a discutere la proposta del consigliere Pollastri. Proprio in Commissione io insieme ad altri ho espresso delle perplessità perché la proposta sembra essere solo un taglio lineare primo invece di indicazioni su come accorpare le deleghe". Se non ricordo male fu coinvolto per dibatterne anche il sottosegretario Bertelli sul tema. Non so se era stato invitato in Commissione perché era un tema che riguardava specificatamente il futuro di una Giunta, ma sicuramente la mia proposta andava al 2015, quindi non avrebbe toccato gli assetti e gli equilibri politico-partitici di questa Giunta che governa la nostra regione. Il collega diceva: "Sono assolutamente disponibile insieme a tutta la maggioranza..."
PRESIDENTE (Costi): Consigliere Pollastri, mi scusi ma sono terminati i venti minuti.
POLLASTRI: Rinuncerò a continuare l’intervento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. Intervengo non solo perché sono stato citato dal collega Pollastri, che ben si è peritato di ricordare qual è stato l’iter di questa proposta, e sappiamo che quando il consigliere Pollastri si informa lo fa sempre avendo tutti gli elementi in mano, ma lo dico perché il consigliere Monari passando mi ha detto che era stato citato già tre volte dal collega Pollastri e che doveva intervenire. È buffo perché riguardando il verbale di un anno e mezzo fa, quando abbiamo discusso questa legge, il consigliere Monari interviene dicendo: "il collega Pollastri ha avuto la gentilezza di citarmi per tre volte e quindi intervengo". Ci meritiamo alcune risposte da parte della maggioranza perché quando il progetto di legge arrivò in Aula a firma mia e del consigliere Pollastri per ridurre il numero degli assessorati, e dimostrammo anche i risparmi che si potevano ottenere, come vi era un senso anche organizzativo in quei dieci assessorati che noi proponevamo in funzione di quelle che erano le direzioni generali, noi in un tempo in cui i tagli alla politica sono doverosi, necessari ed etici, mostrammo carte alla mano la valenza del nostro progetto di legge ma non si volle discutere del merito e si disse che volevamo indebolire la democrazia, che in realtà avremmo prodotto più costi perché la macchina regionale è complessa e ci vogliono più assessori, per cui meno assessori avrebbero portato peggiore politica e quindi maggiori costi.
Chiedo a questa maggioranza se attraverso il vostro rappresentante dell’esecutivo col Governo Monti vi siete peritati di dire che eravate contrari a questo taglio in quel momento, perché bisogna avere il coraggio delle proprie idee. Io oggi voterò a favore e mi muovo in coerenza che fu detto in passato e con quello che proponemmo, perché se questa riforma indebolisce la democrazia è una cosa grave, la indeboliva prima e la indebolisce anche adesso e invece oggi la votiamo.
Mi permetta una riflessione sul futuro, presidente, e chiedo a tutti di ascoltare perché io ho depositato insieme al consigliere Pollastri la medesima proposta e oggi mi trovo paradossalmente con i media che ricevono un comunicato dalla Regione dicendo che c’è un accordo unanime di tutti i gruppi, di una proposta presentata da tutti i gruppi quando in realtà non arriva dalla Capigruppo ma dall’Ufficio di Presidenza dove io, ma non solo io, e penso alla consigliera Noè e al collega Defranceschi, non siamo rappresentati, quindi se una legge è di tutte le forze politiche non può passare all’Ufficio di Presidenza. Questo è un fatto importante di metodo ma anche di sostanza perché siamo al paradosso che faccio questa battaglia prima che fossimo obbligati a legiferare dal Governo e mi ritrovo che non sono nemmeno un sottoscrittore della proposta di legge. È un esempio. Dobbiamo sempre ricordarci che l’Ufficio di Presidenza rappresenta una parte delle forze politiche e non tutte.
Detto questo, voterò a favore, però è giusto che ci poniamo anche il tema - ce lo dirà l’esecutivo - di come avverrà questa riduzione, perché questo non è immediatamente chiaro. Io sono estremamente convinto che si possa fare benissimo con dieci assessori e mi piacerebbe dire anche con meno direttori generali, perché in Toscana adesso ne sono previsti quattro per le varie macroaree. Lei sorride, Bertelli, ma dopo ha la possibilità di argomentare...
(interruzione del sottosegretario Bertelli)
Intanto vediamo quella riga lì e poi analizziamo riga per riga. Quindi questa non è una questione di bandierina perché se veramente vogliamo credere che più figure politiche servano a rafforzare la democrazia, allora mi viene da dire che questa Regione voleva un Consiglio debole, dove il numero dei consiglieri che rappresentano i cittadini, che sono eletti direttamente dai cittadini, è stato ridotto, e io non voglio ridurre la rappresentanza a un manipolo di persone, ma voglio più consiglieri pagati meno e non ne voglio pochi pagati molto, e questo vale anche per il livello parlamentare. Se il tema è il costo, rimane quello, e non è la rappresentanza democratica. Mi viene da dire quindi che questa Regione avrà un disegno di indebolire il Consiglio che rappresenta i cittadini a favore di una Giunta, in mano al presidenzialismo del presidente con i suoi assessori di fiducia che può licenziare e cambiare come meglio crede.
Questa è una riflessione importante se vogliamo parlare di democrazia e comunque mi dispiace che sul tema dei costi della politica si è parlato di bandierine in passato ma qualcun altro si è mosso come una bandiera, perché da parte mia almeno c’è sempre stata linearità su questi temi partendo dai rimborsi chilometrici fino allo stipendio per arrivare alla riduzione del numero degli assessori, mentre qualcun altro ha cambiato a seconda di come tirava il vento. Dico bandierina perché rileggo sempre il famoso verbale di quella seduta di Consiglio di oltre un anno fa.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Un intervento telegrafico in parte in risposta a un singolo aspetto di quanto diceva il consigliere Favia. Questo progetto di legge è firmato da me e dagli altri componenti dell’Ufficio di Presidenza - parlo a titolo personale in questo momento - stante la necessità istituzionale, come è indicata nella relazione che accompagna il testo, di questo ente di adeguarsi a quanto previsto dal decreto-legge 174/2010 e l’obbligo di procedere a questo adeguamento entro i termini perentori indicati da quella disposizione legislativa nazionale, posto che in difetto sarebbe scattata la grave violazione di legge a carico dell’Assemblea. Quindi nessuna intenzione né del sottoscritto - parlo a titolo personale ma credo di farmi interprete degli altri componenti dell’Ufficio di Presidenza - di prevaricare in alcun modo l’iniziativa legislativa dei singoli consiglieri, tuttavia la presenza normativa di un termine perentorio entro cui procedere all’adeguamento della disposizione statutaria, pena la grave infrazione in cui la nostra Regione sarebbe incorsa, ha imposto, per dovere di responsabilità di un organo che rappresenta l’Assemblea, la necessità di farsi promotore di questo provvedimento di legge. Questo è un piccolo inciso senza nulla interferire nel dibattito. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Corradi.
Non ci sono altri iscritti in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto. Anche in questo caso sono uniche sul progetto di legge e sull’articolo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. L’ultimo tema che non ho toccato ma su cui giustamente mi hanno fatto riflettere il collega Corradi e il Vicepresidente Aimi, ma anche l’intervento del collega Favia, è che in effetti questo progetto di legge di riduzione proviene dall’Ufficio di Presidenza. Noi avevamo invece impostato tutta la discussione ai tempi, come si ricorda il collega Montanari, sia nella Commissione sia in Aula più sotto un aspetto fortemente connotato sotto il profilo politico e quindi c’è da sottolineare che oggi proviene dall’Ufficio di Presidenza. Normalmente è un po’ come quando arrivano certi atti dall’Ufficio di Presidenza e si deve prendere atto, ma è difficile nel merito criticarli o ostacolarli. Questo poi è un adeguamento di legge, come diceva il collega Corradi, però può servire aver dibattuto oggi, e naturalmente il gruppo del Popolo della Libertà voterà a favore, in una prospettiva - mi rivolgo agli assessori presenti - dell’importanza della presenza degli assessori ai lavori del Consiglio regionale. È importante perché a volte alcune posizioni dei consiglieri regionali sia di maggioranza sia di minoranza sembrano apparentemente prese nell’ambito di un dibattito generale ma a volte possono dare anche uno spunto alla Giunta regionale per intervenire in certi settori. Qualcuno ha posto il tema che il Consiglio ormai opera tutto direttamente nella Giunta e penso che tutti i colleghi come me si guardino le delibere di Giunta, le determinazioni, e tanti atti in effetti volano via senza che il Consiglio regionale ne abbia una piena informazione.
Allora per questo è stato importante anche il dibattito di oggi per sapere e capire, per vedere anche in futuro, Sottosegretario, come certe deleghe e certi ambiti dell’attività politica della Giunta sono "sottostress". Faccio la citazione dell’assessore Gazzolo e i problemi che ha l’assessore Bortolazzi sul personale. Sono informative che vengono in Commissione ma sono anche informative che dovrebbero venire in quest’Aula, presidente, perché quando si tratta da parte della Giunta di temi del personale sono cose che, se l’assessore ha altre deleghe, una delega così corposa e pesante come il personale, richiederebbero magari un rimescolamento, naturalmente non di persone ma nelle deleghe e nei ruoli. Su questo però mi spiace non aver sentito nessuna posizione in un dibattito così importante. Io spero che il sottosegretario dica qualcosa sul provvedimento che oggi viene di riduzione forte della sua esperienza, anche perché quando lo presentai io questo progetto fu coinvolto anche lei, sottosegretario, per dire cosa ne pensa la Giunta, lei che è il braccio destro del presidente, anche in futuro di questa diminuzione e di questo taglio di due poltrone.
La questione che vorremmo porre oggi è quella delle deleghe. Utilizziamo il dibattito odierno, e ricordo che anche i colleghi possono intervenire in dichiarazione di voto, perché è un tema, presidente, molto importante ma che credo anche lei, dall’alto della sua autorevolezza, possa condividere. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ricordo che siamo in dichiarazione di voto, per cui intervengono solo ed esclusivamente i consiglieri, per cui non facciamo delle richieste.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Quello di oggi è sicuramente un atto dovuto fatto dalla Presidenza, nulla vieta però che l’Aula successivamente preveda ulteriore riduzione al di sotto del tetto massimo fissato per legge in cui oggi noi andremo ad adeguarci. Il nostro voto chiaramente sarà favorevole e ci aspettiamo magari che si possano ridurre ulteriormente.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Per comunicare il voto favorevole del Movimento 5 Stelle a questo provvedimento. Sono a corto di argomenti perché il diluvio del consigliere Pollastri credo che me li abbia tolti tutti e non vorrei ripeterli. Si è peritato fin troppo rispetto ai suoi canoni. Mi sarebbe piaciuto votare un provvedimento spontaneo da parte della Giunta e dell’Ufficio di Presidenza e invece, come spesso accade, ci troviamo a fare delle mere applicazioni di cose che hanno deciso altri in fretta e furia. Ciò non di meno vi è una soddisfazione che venga fatto ciò che il Movimento 5 Stelle chiede da tre anni e sto scoprendo che man mano basta sedersi sulla riva ad aspettare e piano piano si arriva tutti quanti a Canossa, perché dai rimborsi chilometrici, ai vitalizi, al taglio degli stipendi basta sedersi e aspettare, quindi probabilmente rifletterò nelle prossime settimane se ridurmi ulteriormente lo stipendio perché vedo che non ho molto da fare da qua alla fine della legislatura se non aspettare finalmente che si faccia quello che si poteva fare tre anni fa. In ogni caso ribadisco una soluzione che ci vede favorevoli, quindi voteremo convintamente il provvedimento.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Defranceschi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente. Senz’altro esprimo il mio apprezzamento a questo progetto di legge che prevede la riduzione del numero degli assessori. Voglio precisare però che secondo me l’efficienza o l’efficacia dell’azione di una Giunta la collego difficilmente al numero degli assessori. Credo che sia una prerogativa che spetta al presidente o al sindaco che può dividere le deleghe secondo il lavoro che si svolge all’interno di una Giunta e neanche i costi della politica risentono di un assessore in più o in meno. Ho visto che il consigliere Pollastri ha il verbale e mi fa piacere che finalmente qualcuno si ricorda di quello che è stato detto nelle Commissioni, ed è evidente che a volte certe cose suonano davvero come strumentali, perché se davvero ci fosse tutta questa volontà di contribuire a ridurre i costi della politica dovrebbe cominciare dal livello nazionale, perché se comincia dal fatto che noi riduciamo o togliamo i gettoni di consigliere a un consigliere di circoscrizione che prende cinque euro di sicuro non risolviamo il problema. Devo anche dire che ormai i territori sono rappresentati magari poco e forse anche il numero dei consiglieri, come quello degli assessori, servirebbe ad essere più presenti sul territorio, perché secondo me quello che manca in questo momento ai cittadini non è sapere se la Giunta della Regione Emilia-Romagna ha otto, dieci o dodici assessori ma se la Giunta dell’Emilia-Romagna è presente sul territorio e ascolta le esigenze dei cittadini. Questa è la mia posizione e rimane tale. Per il resto, se parliamo in genere di riduzione della spesa pubblica, sono la prima, se non altro per la mia storia, che dice che si deve ridurre, ma facciamolo seriamente perché se no diventa un po’ strumentale. Mi ero permessa di fare questa critica al consigliere Pollastri che ovviamente, essendo preparatissimo, non mi permetterei mai di contestare. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
40
Assenti
10
Favorevoli
40
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Riduzione del numero degli assessori - Modifica all’articolo 45 della legge regionale 31 marzo 2005, n. 13 (Statuto della Regione Emilia-Romagna).» (Prima lettura)
OGGETTO 129
Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Villani, Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi: «Norme per il riconoscimento del disagio economico subito da commercianti e artigiani durante l'apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche.»
(Relazione, discussione e reiezione)
(Ordine del giorno oggetto 129/1 - Presentazione, discussione e preclusione) (80)
(Ordine del giorno oggetto 129/2 "Non passaggio all'esame degli articoli" - Presentazione, discussione e approvazione) (81)
PRESIDENTE (Costi): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche Economiche con il parere contrario.
Il progetto di legge è composto da quattro articoli.
Il relatore della Commissione, Mauro Malaguti, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale.
Immediatamente quindi metto in votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi, l'autorizzazione alla relazione orale. Occorre il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
36
Assenti
14
Votanti
34
Favorevoli
34
Contrari
--
Astenuti
--
PRESIDENTE (Costi): Il consigliere Malaguti è autorizzato a procedere con la relazione.
MALAGUTI, relatore: Grazie, presidente. Il presente provvedimento intende favorire il riconoscimento del disagio economico subito dagli operatori commerciali e artigianali a seguito dell’apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche, per la messa a norma degli stabili o anche per ragioni di sicurezza espressamente dichiarati dagli organi competenti. Al fine di rendere più efficace questa azione, anche in considerazione della diversa dislocazione, natura e impatto dei cantieri operanti nel territorio regionale, o di prossima istituzione, veniva prevista la possibilità di regolamentare le diverse fasi che concorrono al suddetto riconoscimento.
È prevista una programmazione annuale che determini le priorità di intervento per le diverse tipologie di lavori pubblici e conseguentemente definisca l’entità del disagio in base al quale riconoscere un adeguato sostegno economico. La proposta contiene l’indicazione per la predisposizione di un apposito regolamento nel quale siano individuate procedure, tempi e modalità per il riconoscimento del disagio economico. Nel regolamento dovranno essere definite altresì le relative forme di sostegno, criteri, modalità e termini per la concessione di contributi o ausili finanziari di qualsiasi genere da corrispondere agli operatori commerciali e artigianali.
L’articolato legislativo si compone di quattro articoli. Quello più interessante a mio avviso è la copertura finanziaria, al quarto articolo, che non impegna la Giunta né dal punto di vista finanziario né dal punto di vista della programmazione e consente tramite questo regolamento ampio spazio per poter gestire questo progetto di legge. È un progetto di legge che va in soccorso di una delle categorie più colpite dalla nostra crisi congiunturale internazionale e di livello locale. Abbiamo anche quelle aziende che sono purtroppo colpite dal pesante sisma che c’è stato circa un anno fa, per cui direi che è un progetto di legge che va a tutela di una delle categorie che più hanno bisogno del soccorso pubblico.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.
Apro il dibattito generale.
Ricordo che riguarda sia la proposta di legge sia i due ordini del giorno che sono stati presentati, uno a firma del consigliere Grillini per il non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge in discussione, e l’altro a firma del consigliere Favia. Ricordo che sarà messo in votazione prima l'ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli presentato dal consigliere Grillini, per cui se fosse approvato sarebbe precluso l’altro ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. È importante questa sua precisazione sotto il profilo regolamentare che rende inefficace l’atto successivo in discussione nel caso in cui passi dall’art. 92. Quindi sotto questo aspetto, al di là del voler spaccare il capello in quattro, intervengo nel merito e lascio perdere le questioni regolamentari, e ringrazio il collega Malaguti che si è fatto carico di relazionare in maniera chiara, breve ma molto puntuale quello che è stato da parte del nostro gruppo politico qui rappresentato in quest’Aula un tema non cavalcato strumentalmente, come in altri progetti ma un tema posto raccogliendo, colleghi della maggioranza, e per questo me ne dispiaccio di questa vostra reiezione a questo nostro provvedimento, a questa nostra proposta costruttiva, il sentore del territorio.
Proponevamo, sottosegretario, niente di meno che cercare con uno sforzo di dotare tutti quei commercianti e quelle attività che vengono penalizzate dalla presenza fissa di cantieri. Spesso lavori pubblici che devono durare tre mesi magari ne durano nove perché come sappiamo i lavori tardano. Penso che tutti siamo passati per i vari Consigli comunali prima di arrivare qui in Regione e sfido uno dei colleghi anche della maggioranza a dire se non è vero che qualche negoziante si è lamentato perché il cassetto alla fine della giornata era vuoto avendo la propria attività coperta o non potendo gli utenti consumatori raggiungere il negozio per poter fare degli acquisti. Allora mi chiedo e vi chiedo perché se il centrodestra, come ha fatto il collega Malaguti, propone un semplicissimo progetto di legge - ho letto ad adiuvandum l’ordine del giorno del collega Favia che mi trova favorevole - che voleva andare incontro alle esigenze dei commercianti danneggiati da questo tipo di opere pubbliche che oscurano il negozio per cui è faticoso il raggiungimento da parte dei consumatori dell’attività stessa.
Chiedevamo un regolamento e la possibilità senza avere degli oneri finanziari eccessivi secondo il disposto dell’art. 4 di venire incontro a questo tipo di problematica. Ecco che allora io ho riletto le questioni della Commissione Politiche Economiche e anche all’illustre presidente Grillini chiedo un parere motivato sul punto. Io non sono componente, collega Grillini, della Commissione che lei molto bene presiede - qualche volta sono venuto quando vi erano argomenti che mi potevano interessare e che poi sarebbero approdati al vaglio dell’Aula o comunque cerco di leggere, per quel che ne capisco, i verbali dei lavori fatti - ma perché bocciare un progetto di legge se proviene dal PDL? Era un progetto che nella sua semplicità aveva a mio sommesso e modesto parere la dignità di essere votato da quest’Aula. Allora perché ogni volta se le proposte provengono dall’opposizione, anche quelle ben illustrate dal collega Malaguti, devono essere costantemente respinte? Per questo adesso come linea politica dell’opposizione intendiamo intervenire su tutto perché è giusto che si sappia.
Colleghi, dobbiamo marcare il segno della differenza che questa opposizione di centrodestra sta portando avanti in questa regione e oggi è l’occasione. L’occasione ce l’avete messa sul piatto d’argento con la riduzione del numero degli assessori, ne abbiamo parlato, siamo stati incisivi, abbiamo detto che è stata la maggioranza allora a bocciarcelo, non perché ora provenga dall’Ufficio di Presidenza, ma questo proviene dal nostro gruppo e se non erro, se non ho letto male, è un progetto di legge firmato da tutti i colleghi consiglieri, prima firma del collega Villani, al quale sono stati revocati gli arresti domiciliari e di questo mi compiaccio.
Dicevo che per queste norme per il riconoscimento del disagio economico subito da commercianti e artigiani - nel mio intervento avevo battuto più il tema dei commercianti ma vi sono anche molte attività artigianali - mi rivolgo a tutti e tre gli assessori presenti perché anche se avete deleghe diverse la Giunta è un organo collegiale e quindi discutete su tutto, quindi teoricamente dovreste sapere tutto di tutti, perché in Giunta - ho letto qualche verbale delle vostre discussioni - la decisione ovviamente spetta al presidente però ogni assessore è giusto che sappia. Lei ha la delega ai servizi sociali ma crede che questi artigiani e commercianti impoveriti dalla crisi e danneggiati magari anche da opere pubbliche che si protraggono oltre i tempi del contratto di appalto vengono danneggiati e penalizzati e alla fine il cassetto è vuoto? Allora perché non valutare almeno positivamente questa proposta che è composta da quattro articoli.
Esprimo, signor presidente, colleghi dell’Aula, il mio rincrescimento, il mio rammarico ma non di facciata perché la proposta proviene da noi, ma era di una ragionevolezza e semplicità e vorrei vedere da qui alla fine della legislatura quale progetto di legge della minoranza verrà accolto favorevolmente. Mi rivolgo agli autorevoli esponenti che alla fine decidono se abbassare il dito in questo senso sui progetti di legge solo perché proposti, collega Monari, dalla minoranza anche laddove vi è un evidente interesse delle categorie dei commercianti e degli artigiani. Questo ne è l’esempio! Mi rivolgo anche a lei, presidente. Sono esempi che spero che trovino terreno fertile, ma ne dubito, anche in qualche collega della maggioranza che possa avere la forza di esprimere un voto autonomo ogni tanto. Non è che voglia dire un voto in dissenso, ma su proposte di questo tipo, collega Monari, vorrei sentire anche la sua posizione.
Io so che evidentemente fate giustamente le riunioni di maggioranza prima per andare poi in Aula blindati e compatti come in questo caso per respingere le nostre proposte ma, ripeto, la proposta del Popolo della Libertà che si discute oggi ha una sua fondatezza. Faccio un ultimo accorato appello a qualche collega della maggioranza o del Gruppo Misto - non vedo il collega Riva - per cercare di raccogliere anche qualche voto di chi ha meno vincoli di partito, meno vincoli di coalizione, come ad esempio il collega Naldi, e poter rivedere queste posizioni. Mi piacerebbe, colleghi, ma lo dico col sorriso sulle labbra, vedere da qui alla fine almeno una volta un voto libero e slegato, cosa che a noi a volte succede perché non è detto che votiamo sempre compatti. Noi siamo nel centrodestra e siamo un po’ meno legati a questo.
Al di là delle battute, presidente, credo che sia un progetto positivo. Ho letto anche la proposta del collega Favia che aggancia il coordinamento ai Comuni, però riconosce nel suo ordine del giorno, al secondo capoverso del dispositivo che deve impegnare la Giunta regionale, che si muniscano del regolamento. Ecco la parola magica contenuta nel documento sottoscritto da tutti i consiglieri del Popolo della Libertà e spero che questo voto contrario della maggioranza possa far valutare a queste categorie di artigiani e commercianti la proposta che facevamo, che non era niente di assurdo e di scandaloso. Secondo me avreste potuto, almeno su un tema del genere, convergere per una volta in cinque anni su una posizione seria, credibile, condivisa perché, ripeto, chiunque ha fatto il consigliere comunale sa benissimo quali critiche e lamentele fanno gli artigiani e i commercianti che si vedono oscurati per dei lavori che magari finiscono alle calende greche, che si sa quando iniziano e non si sa quando finiscono, e quindi era nella sua semplicità, sottosegretario, una proposta seria e condivisibile che purtroppo, dato questo perverso meccanismo dell’art. 92, che abbiamo chiesto di abolire, oggi non troverà l’accoglimento dell’Aula.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Intervengo anche io per stigmatizzare l’utilizzo che viene fatto con cadenza quotidiana rispetto alle nostre assemblee dello strumento dell’ordine del giorno per il non passaggio all’esame degli articoli dei progetti di legge, perché di fatto l’utilizzo che viene fatto di questo strumento impedisce di poter approfondire nel merito in quest’Aula i progetti di legge dell’opposizione. Credo che non ci sarebbe nulla di male nell’affrontare e nel discutere l’articolato dei vari progetti di legge - prendo spunto da quello all’esame di oggi - salvo ovviamente, ove si dissenta nel merito, andarlo a bocciare. L’utilizzo che viene fatto dello strumento regolamentare che abbiamo, e che mi auguro che venga superato, di fatto si traduce in una sorta di censura nei confronti delle proposte legislative dell’opposizione, alla quale viene sostanzialmente impedito di poter scendere nel merito in quest’Aula vedendo bloccata qualunque possibilità di approfondire il contenuto e gli articoli dei vari progetti di legge che vengono portati all’attenzione dell’Aula.
Credo che sarebbe un bell’esercizio democratico da parte della maggioranza non utilizzare questo strumento, affrontare il dibattito e poi, con la forza dei numeri bocciare i provvedimenti, i singoli articoli o eventualmente concorrere all’emendamento degli stessi. L’utilizzo che viene fatto, mi ripeto perché intervengo sempre tutte le volte che viene utilizzato questo strumento per contestarne l’utilizzo e stigmatizzarne appunto l’abnorme efficacia che gli viene attribuito dalla maggioranza, credo non sia un bell’esercizio democratico per quest’Aula. Invito in futuro, anche se so che l’invito verrà disatteso, a rinunciare all’utilizzo dello strumento che impedisce di affrontare l’articolato dei progetti di legge serenamente, affrontarne la discussione e democraticamente votarli approvandoli o bocciandoli. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente. La cosa buffa è che non si potrà di fatto nemmeno votare il mio ordine del giorno adoperando queste modalità che censurano l’esame dell’articolato in Aula. Potrei capire questa iniziativa tesa a risparmiare tempo se, come dice una legge regionale approvata con tanta pubblicità in questa legislatura, almeno le Commissioni fossero luoghi trasparenti, ma i cittadini e nemmeno i giornalisti possono seguire i lavori delle nostre Commissioni, e noi abbiamo il compito di dibattere in maniera trasparente davanti ai cittadini e quando c’è un disegno di legge della minoranza non accettato dalla maggioranza che governa ancora di più c’è questo bisogno di spiegare le motivazioni per cui un disegno di legge non va bene. Io condivido appieno lo spirito del progetto di legge. Ho dei dubbi su alcuni passaggi sotto un profilo tecnico ma ne ho accolto appieno lo spirito, e per questo mi sarebbe piaciuto poter far mettere ai voti la risoluzione che va nella direzione che deve avere la pubblica amministrazione.
Noi chiudiamo strade, facciamo lavori, proroghiamo i tempi e magari distruggiamo un’attività imprenditoriale e commerciale di persone che l’hanno costruita in decenni perché non hanno più la possibilità di ricevere la clientela e noi non dobbiamo regolamentare il rimborso a questi soggetti? Che buoni amministratori siamo? Ogni volta che c’è un progetto della minoranza che non va bene alla maggioranza, cioè tutti, o lo si affonda col testo base nel caso in cui la maggioranza voglia farsi madrina dell’idea, e quindi siamo al furto politico, oppure si affossa in Commissione e si fa l’ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato in Aula. Non è una cosa corretta. Se vogliamo continuare con questa prassi, almeno si aprano i lavori di Commissione. Non si capisce oggi perché i lavori di Commissione devono essere a porte chiuse quando ci sono tantissime istituzioni che fanno lavorare le loro Commissioni in maniera estremamente trasparente. Cosa si vuole nascondere? Nell’ordine del giorno, che mai quest’Aula potrà votare, si chiedeva semplicemente di prevedere nel bilancio regionale un fondo che andasse proprio a sostegno dei Comuni nei casi in cui dovessero rimborsare poi gli esercenti danneggiati dai lavori pubblici e di coordinarsi con questi Comuni per avere un regolamento comune visto che mettiamo dei soldi regionali. Tutto questo non sarà possibile, il dibattito finirà qua, leggo dal mio display che ci sono zero delegati a intervenire, quasi ormai che ce lo raccontiamo io e il consigliere Pollastri. Ormai è un dibattito tra me e il consigliere Pollastri!
(interruzione del consigliere Monari)
Se io avessi voglia di parlare col consigliere Pollastri lo chiamerei mentre qui, in un’Aula pubblica, non dovrebbe essere un dibattito tra me e il consigliere Pollastri ma tra tutte le forze politiche. O il tema del risarcimento ai commercianti che spesso anche per imperizia delle pubbliche amministrazioni non ricevono i soldi non interessa e magari falliscono? Pensiamo a via Carracci a Bologna nel nodo della TAV. Si tratta di un cantiere che doveva essere chiuso due anni fa e siamo ancora lì a costruire. E chi ha l’attività commerciale in quella zona cosa fa? Deve chiudere per l’imperizia della pubblica amministrazione? E dire che i soldi ci sarebbero - basterebbe un piccolo fondo per queste compensazioni - eppure l’argomento non interessa.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.
Ricordo solo per correttezza che noi siamo in streaming, quindi ci sono cittadini e vi posso assicurare che anche il giorno dopo l’ultima Assemblea che abbiamo fatto ho ricevuto telefonate di cittadini. Lo dico anche per il comportamento da tenere in quest’Aula. Quando richiamo i consiglieri a non fare capannelli, o stigmatizzo la confusione in Aula è perché comunque noi siamo visti anche all’esterno. Potrà sembrare una cosa particolare, a volte ce la dimentichiamo, ma noi siamo seguiti anche all’esterno. Vi posso assicurare che il dibattito non è tra due consiglieri ma il presidente sta ascoltando e quindi se non altro c’è anche il presidente che ascolta, oltre a tanti altri che sono presenti, che ascoltano e possono avere opinioni diverse e decidono comunque di non intervenire.
Non vi sono altri interventi in dibattito generale, per cui apro le dichiarazioni di voto congiunte sui due ordini del giorno.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Userò tutti i cinque minuti a mia disposizione perché è un argomento che pur essendo la norma della dichiarazione di voto mi serve per, in maniera ancora più incisiva, lasciare a verbale - come vedete ogni nostra dichiarazione viene pubblicata sul sito internet ufficiale - e quindi anche tra dieci anni queste mie parole potranno essere da qualche cultore della storia di questa Regione essere prese come posizione politica sulla quale, sottosegretario Bertelli, non abbiamo trovato da parte della Giunta una voce sul tema. Io non ricordo se nella Commissione presieduta dall’illustre collega Grillini la Giunta abbia detto qualcosa. Io faccio parte di tre Commissioni e a volte vado anche nelle altre - qualcuno mi avrà visto anche nella Commissione Pari Opportunità della consigliera Mori venerdì - quindi cerco di documentarmi su tutta la vita del nostro consesso regionale e non ho contezza se la Giunta abbia preso in considerazione la nostra proposta. Penso che come le interpellanze, le mozioni e le risoluzioni passino al vaglio della Giunta presieduta dal presidente Errani - penso anche i progetti di legge che ne hanno dignità proposti anche dalle minoranze - e proprio per questo mi sarebbe piaciuto sentire anche una voce non di una maggioranza chiusa, blindata che a riccio si rintana sempre regolarmente con il mero strumento, come ha detto il collega Favia, del voto perché poi siamo sempre i soliti a intervenire e a cercare di innescare un dibattito al di là di quello che avviene nelle Commissioni competenti materia per materia, ma noi vogliamo questo dibattito su certi temi che sia l’Aula ad affrontarlo.
Quindi in un certo senso, colleghi della maggioranza, mi spiace che nessuno di voi possa dire qualcosa su questo progetto ma in maniera molto supina votiate contro senza darci almeno una motivazione del respingimento del progetto di legge ben illustrato dal collega Malaguti. Noi chiedevamo questo. Noi quindi voteremo a favore del nostro provvedimento e auspico che anche altri colleghi, come gli amici della Lega Nord, esponenti del Gruppo Misto, il Movimento 5 Stelle, qualche esponente della maggioranza che si mette una mano sul cuore e si toglie un attimo la casacca del consigliere di centrosinistra e che per gli artigiani e i commercianti è una cosa utile e quindi perché non avere il coraggio, almeno una volta, di votare il provvedimento non solo perché proviene dal Popolo della Libertà ma perché è un provvedimento, sottosegretario, che proviene dalle richieste e dalle istanze di queste categorie (commercianti e artigiani) che sono costantemente penalizzate dalle lungaggini dei lavori pubblici nei vari Comuni. La proposta quindi è condivisibile, presidente, e naturalmente votiamo a favore, votando contro l’ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli, l’art. 92, e condividendo l’ordine del giorno del collega Favia.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno oggetto 129/2, di non passaggio all'esame degli articoli, a firma del consigliere Grillini.
(È approvato a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’ordine del giorno è approvato.
A questo punto, come ho detto nell’introduzione, risulta precluso l'ordine del giorno oggetto 129/1, a firma del consigliere Favia, e il progetto di legge oggetto 129 non passa all'esame dell'articolato.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Costi): Chiedevo un attimo di attenzione all’Assemblea rispetto ai lavori d’Aula. Adesso abbiamo ancora un atto amministrativo, il 3743, che è il Piano sociale sanitario, e la relazione sull’attività svolta dal Garante. Vi chiedo se ritenete obbligatorio il termine delle ore 18.00 e se è obbligatorio chiedo di spostare la relazione alla prossima Assemblea e quindi facciamo semplicemente l’atto amministrativo 3743.
Lo chiedo all’Assemblea. Ha chiesto di parlare il consigliere Monari. Ne ha facoltà.
MONARI: Grazie, presidente. È solo perché vista l’inusualità della domanda mi premuravo di tenere, siccome ha richiamato la diretta streaming, una certa usualità della risposta, ovvero alla domanda della presidente si risponde chiedendo la parola e poi usando il microfono. Penso che stante il tema della relazione del Garante delle carceri in un momento così delicato per l’oggetto che riguarda la popolazione carceraria e anche ovviamente le questioni che abbiamo trattato nell’ultima tornata della Commissione, ascoltando la relazione del Provveditore, penso, dicevo, che sarebbe opportuno stante l’orario concludere con l’atto amministrativo e anche per rispetto nei confronti del Garante regionale far coincidere la relazione con anche una presenza dell’Aula un po’ più congrua alla modalità e all’importanza dell’oggetto. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.
La ringrazio anche per la modalità.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Dato che c’è un ospite per l’oggetto 4033 ed è sicuramente motivo di un lungo dibattito la relazione del Garante regionale proprio per la delicatezza del tema, come bene ha ricordato il collega Monari, sono anche io favorevole per esaurire, dato che sono le 17.30, il punto 3743, che comunque richiederà anche questo, data la natura del provvedimento amministrativo, una discussione, e di spostare ad altra data il 4033. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Sono anche io dell’opinione che sia opportuno per le ragioni che ha ricordato in particolar modo il collega Monari rinviare la trattazione della relazione del Garante dei diritti delle persone sottoposte a limiti della libertà personale alla prossima seduta. Però se ci rimane un po’ di tempo, possiamo trattare alcune risoluzioni fino alle 18.00.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sconciaforni. Ne ha facoltà.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Condivido la proposta che è stata avanzata dai miei colleghi che mi hanno preceduto. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.
Ringrazio tutti. A questo punto rinviamo l’oggetto 4033 e passo all’oggetto 3743.
OGGETTO 3743
Proposta recante: «Indicazioni attuative del piano sociale e sanitario regionale per il biennio 2013-2014. Programma annuale 2013: obiettivi e criteri generali di ripartizione del fondo sociale ai sensi dell'art. 47, comma 3 della L.R. 2/2003.» (delibera di Giunta n. 284 del 18 03 13)
(Discussione e mancanza del numero legale)
PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Politiche per la salute e Politiche sociali" ha espresso il parere favorevole nella seduta del 28 maggio 2013 e anche il Consiglio delle autonomie locali ha espresso il parere favorevole.
Apro il dibattito generale. Ricordo che ogni consigliere ha a disposizione dieci minuti per il proprio intervento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. A dire il vero avrei preferito anticipatoria una breve relazione dell’assessore competente perché è un tema a cui penso siano sensibili anche i colleghi della maggioranza. Non tutti siamo componenti della Commissione Politiche per la salute e servizi sociali e quindi molti di noi questo testo non hanno avuto modo di elaborarlo, poterlo sviscerare e controllare anticipatamente. A volte può capitare un atto amministrativo così importante di doverlo votare a scatola chiusa. Io non so se adesso da Regolamento sia possibile fare una piccola introduzione da parte dell’assessore e poi aprire il dibattito, se no vado avanti con il mio intervento in discussione generale.
PRESIDENTE (Costi): L’assessore chiaramente può intervenire.
POLLASTRI: Chiedevo, anche perché per il futuro sarebbe opportuno che gli esponenti della Giunta che portano degli atti in quest’Aula di fare una piccola relazione a beneficio di tutti i consiglieri. Assessore, non è una critica ma un suggerimento. Sarebbe importante perché non tutti fanno parte della Commissione. Ho fatto una richiesta. Sostanzialmente allora ricalcherò quello che...
(interruzione del sottosegretario Bertelli)
Era per avere il riassunto a beneficio dei colleghi, sottosegretario, se però la cosa vi disturba la ritiro. Quindi ricalcherò in sostanza quanto già anticipato anche in Commissione. Mi sembra, presidente, colleghi sia della maggioranza sia della minoranza, che questo programma socio-sanitario - tendo sempre a guardare le cose positive accanto a quelle che magari lasciano un po’ più di incertezza - definisce anche una certa importanza del privato sociale e vuole valorizzarlo anche in un’ottica un po’ obbligata di contenimento dei costi, anche se dallo specchietto che l’assessore aveva portato in Commissione - vado a memoria ma posso sbagliarmi - è un’operazione che anche noi sostenevamo come centrodestra e quindi non vorremmo che a volte ci siano da parte della Regione dei percorsi un po’ troppo burocratizzanti che alla fine forzano un po’ nei tempi e nei modi degli obiettivi e finalità che con lei, assessore, possiamo condividere. Possiamo anche dire che vi è all’interno di questo piano anche un certo grado di quella sussidiarietà che noi chiediamo sempre e in cui il nostro partito crede, e lo si vede anche in atti laddove vi sono delle amministrazioni a guida del Popolo della Libertà, come l’amministrazione provinciale di Piacenza che ha trasformato questo principio in concreti progetti che l’assessore ben conosce, perché gli do atto di un grande impegno anche sul territorio dove è chiamato a far fronte alle numerose istanze. Noi ci siamo sempre battuti anche per l’autonomia del terzo settore, un’autonomia che però dal nostro punto di vista deve essere coinvolgente, partecipata, non deve avere delle "rigide imposizioni".
Questo piano conferma a grandi linee gli obiettivi e le finalità del precedente, con qualche novità, ma forse si poteva spingere un po’ di più per definire nuovi traguardi e nuove priorità in accordo con questa crisi che crea numerosi problemi di carattere sociale.
Apprezziamo l’attenzione alla famiglia, bene anche l’iniziativa di armonizzare i tempi di lavoro, però ci vogliono politiche chiare e definite che al di là del contenuto di questo documento abbiano un reale concreto riscontro nei territori. Quindi noi vigileremo, stiamo molto attenti a questo tema e quindi non vogliamo che si riduca a un mero spot che rimbalza pomposamente su qualche agenzia o su qualche titolo di giornale ma vogliamo che effettivamente vi sia una consequenzialità degli atti amministrativi, nella fattispecie di questo atto amministrativo che dobbiamo votare, sempre a beneficio di quelle che sono le categorie più deboli. Queste ultime non hanno un partito che le rappresenta ma hanno giustamente in quest’Aula tutto l’appoggio e il bisogno di tutela in maniera trasversale. Non giochiamo con le parole perché siamo una forza politica responsabile, non vogliamo dire tutto contro perché questo documento proviene dalla Giunta.
Per quanto riguarda le politiche di prima infanzia, mi sembra di cogliere che è importante aumentare l’offerta, e lei in replica mi risponderà. Non voglio tornare sulla vecchia questione Tagesmutter che è un termine che fa rizzare i capelli all’assessore per questa provenienza del modello cosiddetto trentino, però c’è, e amo ricordarlo, l’esperienza piacentina, un’esperienza che ha visto sul territorio numerose donne unirsi in associazioni e cooperative che supportate dalla Provincia di Piacenza hanno dato vita a questi microasili. Io ne ho visitato nel comune di Castel San Giovanni. Non so se l’assessore è stato in visita lì ma devo dire, da un’impressione sul luogo, perché è giusto fare anche i sopralluoghi laddove un progetto nasce, che vi sono forme di iniziative che sono importanti per l’offerta per la prima infanzia.
PRESIDENTE (Costi): Consigliere Pollastri, sono terminati i dieci minuti.
POLLASTRI: Utilizzerò la dichiarazione di voto per concludere perché avevo ancora alcuni elementi importanti.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ricordo che la Giunta nei dibattiti in Aula può decidere di intervenire. Non è d’obbligo né che intervenga né tantomeno che presenti l’atto, perché questo è un atto discusso in Commissione. Non voglio polemizzare ma era per ricordare a tutti noi che le procedure in questa Assemblea sono determinate da un Regolamento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Intervengo a nome mio e del gruppo per esprimere perplessità e contrarietà al testo in esame della Giunta e spiego anche in sintesi le motivazioni principali, rimanendo poi in attesa eventualmente dei chiarimenti dell’Assessore, se riterrà opportuno fornirli. Innanzitutto parto da una constatazione, ossia che oggi ci troviamo a prorogare esattamente lo stesso piano sociale e sanitario che avevamo approvato il 22 maggio 2008. Sono passati oltre cinque anni, lo prorogheremo fino al 2014 e quindi sostanzialmente andiamo a riconfermare quello che era stato approvato dalla maggioranza cinque anni fa, che diventeranno sei con il 2014, senza apportare modificazioni significative. Questo è già un primo punto che ritengo di dover contestare, se non altro perché in questi sei anni il mondo è cambiato ed è cambiato anche molto. Peraltro se ne dà anche atto nel documento allegato dei cambiamenti intervenuti e della necessità di intervenire con adeguamenti e riforme. Basti pensare che per esempio a pagina 12 si fa riferimento come "sia mutato - leggo testualmente - il contesto economico e sociale, vi sia una maggiore vulnerabilità e rischio di tensioni sociali e si fa presente la necessità di ripensare alle politiche sociali". Detto questo, allora occorreva adeguare il piano sociale e sanitario e non limitarsi a prorogare quello in essere. Si dà atto che per ragioni anche di bilancio si resta in attesa di eventuali interventi statali in questa direzione prima di riformulare un piano, però queste affermazioni francamente non le ritrovo convincenti o quantomeno non le trovo sufficientemente convincenti. Peraltro faccio anche presente che i mutamenti sono stati molto significativi.
Il mondo delle fragilità si è dilatato in modo esponenziale per effetto della crisi in questi anni e questo adeguamento, nell’atto che andiamo a votare è lontano dal divenire. È mutato profondamente il contesto e quello che mi preoccupa dell’atto che andiamo ad approvare è anche un rinvio quasi sine die di un nuovo piano sociale e sanitario, quello vero, che oggi non approviamo perché, lo ripeto, andiamo semplicemente a prorogare l’esistente. Questa preoccupazione nasce dal fatto che si richiama come nel corso del corrente anno dovrebbe terminare quella che viene chiamata la fotografia del contesto emiliano-romagnolo e, leggo testualmente, "si tratta di cominciare a definire attraverso i dati disponibili una prima immagine del mutato contesto socio-demografico della popolazione emiliano-romagnola e di iniziare a tratteggiare i principali bisogni espressi. Da qui la necessità, presumo, per una prima analisi della rispondenza del sistema esistente dei servizi al mutato contesto sociale".
Se il mutamento c’è stato e siamo tutti consapevoli che c’è stato, se c’è stato un mutamento radicale in questi sei anni, mi chiedo come mai questo ritardo, come mai ancora non sono disponibili questi dati, come mai forse lo saranno entro la fine del corrente anno, ma sarà una prima lettura e quindi mi chiedo che tempi dovremmo attendere prima di avere un nuovo piano sociale e sanitario che, come è scritto nell’atto che andiamo ad approvare, possa finalmente essere idoneo a rispondere al mutato quadro e alle mutate esigenze. Onestamente la mia critica non è al piano in sé ma a questo piano e al fatto che evidentemente, per com’è scritto e per come si riconosce nell’atto stesso, non è più aderente alle mutate esigenze, vi è la consapevolezza di questa mancata aderenza, ma per ragioni credo di ritardo politico si insiste nel mantenere in essere quello che era stato approvato sei anni fa, malgrado sei anni fa il mondo fosse molto diverso da quello che abbiamo oggi.
Altro punto, e vado in chiusura, è la previsione che dimostra ancora come questo sia un piano nato vecchio, di utilizzare le Province che, in teoria, salvo mutamenti legislativi, al 31 dicembre dovrebbero chiudere i battenti, gli riconosciamo finanziamenti e attribuiamo loro il compito di gestire un importante strumento che sarà la banca dati, e mi chiedo cosa succederà il 31 dicembre di questi finanziamenti e di queste banche dati in mano alle Province, e da ultimo, sempre con il richiamo alla necessità di una maggiore incisività, prendiamo atto, perché qui è scritto, che si constata la permanenza di gravi squilibri territoriali in un tema delicatissimo come quello dell’area infanzia e adolescenza, se in questi sei anni permangono questi squilibri, qualcosa non è stato fatto o non è stato fatto fino in fondo, o comunque i risultati non sono aderenti rispetto alle aspettative. Quindi anche per questo motivo, avere un nuovo piano sociale e sanitario sarebbe stato molto più utile non per noi ma certamente per le frange deboli dei cittadini di questa Regione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Grazie, presidente. Oggi è una giornata densa e cercherò di essere sintetica. Sulle questioni di metodo sollevate dal collega Pollastri, pur sapendo che la Giunta può decidere di chiedere di intervenire nel dibattito in qualunque momento e in qualunque fase, esprimo però un’opinione. Preferisco per esempio che su una questione di questo tipo l’eventuale intervento della Giunta sia a conclusione di un dibattito proprio perché il lavoro dell’Assemblea ha modificato per esempio la proposta stessa della Giunta, in Commissione abbiamo approvato una serie di emendamenti a questo atto, la proposta era della Giunta, l’atto è diventato un atto della Commissione. Su questo specifico vi faccio notare che ai consiglieri è stata fornita la documentazione già dal 18 marzo e c’era la possibilità di leggere, di interloquire e di aprire qualunque interlocuzione. È una questione di metodo secondo me importante che la discussione parta dalle sollecitazioni emerse dalle discussioni in Commissione dal punto di vista dei consiglieri piuttosto che calate in questa forma dalla Giunta. Sono altri gli strumenti in cui c’è un’interlocuzione diretta Giunta-Consigliere.
Nel merito, le stesse argomentazioni addotte dal collega Corradi mi portano però a esprimere una valutazione opposta alla sua sul contenuto di questo provvedimento. È vero, collega Pollastri, non è un nuovo piano socio-sanitario. Questo è un aggiornamento che in parte rilancia gli obiettivi e i contenuti del vecchio piano aggiornandolo alle mutate esigenze e definendo la sua scadenza da qui al 2014. C’è un tema vero, che è quello di adeguare i nostri strumenti, che non sono solo quelli legati all’attuazione del piano ma possono essere anche quelli di cornice. Ricordo che un piano socio-sanitario sta in una cornice normativa precisa che sono la legge 2/2003, la legge 29/2004, la legge 5/2004, le leggi sul welfare, sull’immigrazione, la legge sull’organizzazione del sistema sanitario e sull’integrazione socio-sanitario. Con quella cornice normativa in atto gli strumenti che il piano ha a disposizione per rendersi appunto attuativi sono quelli e giustamente per riformare eventualmente un sistema che dal mio punto di vista continua ad avere un suo valore fondativo importante, è necessario un lavoro approfondito di ricognizione dei bisogni di una comunità che è stata attraversata da una crisi epocale e da una serie di emergenze in questi ultimi due anni delle quali siamo bene informati perché ne discutiamo mensilmente durante le Assemblee legislative. Peraltro sono in corso molti ragionamenti con anche nuove leggi che abbiamo approvato sul grande tema del riordino territoriale, della governance e quindi del riparto di responsabilità nella gestione, nell’intervento sulle tante attuazioni di politiche pubbliche che come Regione provvediamo.
Questo per dire che sono convinta della necessità di fare un nuovo piano ma di avere una discussione a tutto tondo alla luce di una conoscenza approfondita e condivisa, quindi il più possibile oggettiva, dell’attuale stato dell’arte, anche sul terreno delle risorse a disposizione, perché l’innovazione del sistema, che per me è miglioramento, la riforma del sistema, che vuol dire una qualificazione che aumenta il livello di sicurezza e di garanzia nell’accesso alle prestazioni sociali e sanitarie - parliamo di questo in questo caso - non si fa a tagli, a risorse tagliate ma al contrario presuppone un necessario impiego di risorse che attualmente non ci sono.
Io ricordo che il combinato disposto delle manovre finanziarie dei Governi Berlusconi e Monti hanno prodotto al sistema tagli devastanti fino ad annullare il fondo per la non autosufficienza a livello nazionale, parti significative del fondo sociale ed è in corso adesso un tentativo di recupero rispetto a quel terreno e una discussione in merito per esempio a un recupero di queste risorse. Lo dico perché è di oggi in tutti i giornali. È indifferente o meno ai fini della programmazione regionale decidere se i 2 miliardi di tagli previsti da Berlusconi dal primo gennaio 2014 e trasformati in nuovi ticket ci saranno o non ci saranno? Per me non è indifferente ai fini delle nostre discussioni. Aggiungo un altro tema e chiudo, presidente. È indifferente o meno la discussione che si ha adesso, e lo dico perché è fresca di oggi, sul nuovo settennato di programmazione dei fondi europei ai fini dell’attuazione di un piano che deve sapere con certezza di quali risorse disporre, e mi riferisco per esempio alle politiche sulla coesione sociale per quel che riguarda la parte relativa all’inclusione sociale, al contrasto alla povertà? Direi che è un argomento di cui essere consapevoli.
È evidente poi che la nostra comunità regionale è stata attraversata da mutamenti significativi, questi mutamenti non hanno semplicemente prodotto una diversificazione del tipo di bisogno ma hanno aumentato il livello di bisogno. Quando si sta male, che piaccia o meno, e si è in crisi, ci si ammala di più, si ha più bisogno di garanzie sociali, si ha più bisogno di interventi. Gli enti locali sono assolutamente travolti e non è vero che noi manteniamo il vecchio sistema di governance perché ricordo che sono anni che progressivamente nel riparto del fondo sociale abbiamo scelto di investire nella dimensione distrettuale riducendo anche con un po’ di tensioni e polemiche col sistema degli enti locali progressivamente fino ad azzerarlo l’intervento sul fondo indistinto dei Comuni. Questo è un esempio e ne potrei fare molti altri per tentare nella pratica di attivare un modo di lavorare che vuol dire anche una nuova mentalità che costruisce nuove relazioni e fa andare avanti il sistema insieme, uscire dalla dimensione un po’ strana non corrispondente alla geografia del bisogno che è quella dei confini di un singolo comune, ma i principi sono quelli della solidarietà che va costruita anche nella pratica attraverso il metodo che si utilizza per arrivare a decidere quali tipi di politiche, quali investimenti, quali servizi e guardate che non è facile perché c’è un’inerzia anche comprensibile passare da un approccio che ha al centro i servizi, che è un approccio importante perché fatto anche del lavoro qualificato di tante persone, con quello che sarebbe adesso necessario, sempre più al centro, che è il bisogno delle persone. Non sono automatismi e non è un atto di carattere amministrativo legislativo che compiamo qua perché qui possiamo decidere il piano che ci pare ma se il sistema non è accompagnato attraverso una serie di sperimentazioni, di approcci che con un tempo giusto insegnano a pensare e programmare in un certo modo poi alla fine possiamo aver fatto anche un buon lavoro ma quel lavoro non è applicabile e realizzabile nel territorio.
Non aggiungo altro, presidente, e il mio intervento vale anche come dichiarazione di voto. Ritengo che sia importante che noi impariamo a utilizzare i dati dell’osservatorio che abbiamo costituito grazie a questo piano che ci consentirà di arrivare spero prima del 2014, quindi prima della scadenza di questa proroga e di questo aggiornamento, ad avere, attraverso questa esperienza di legislatura, la possibilità di dar vita agli indirizzi del nuovo piano socio-sanitario della Regione. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Donini.
Non ci sono più interventi in dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Marzocchi. Ne ha facoltà.
MARZOCCHI, assessore: Grazie, presidente. Ovviamente anche per me questo dovrebbe essere un argomento da trattare con molto tempo a disposizione e con molti approfondimenti. Confido che il dibattito fatto non solo una volta in Commissione, perché in quella sede abbiamo presentato un documento finale, ma abbiamo avuto tanti step anche solo di condivisione del piano attuativo per le politiche sociali e i tanti argomenti separati che ritroviamo qui dentro di cui abbiamo discusso possano permettere a tutti voi di avere gli approfondimenti necessari. Qui si parte, ma siamo sempre disposti a fare delle ulteriori riflessioni.
Prima di tutto parto motivando, credo che sia la cosa più importante di quello che avete detto oggi, il perché della proroga invece che fare un nuovo piano. È stata una scelta importante e secondo noi arricchente e non un escamotage per non riscrivere il piano perché non abbiamo fatto una scelta politica di lavoro e di programmazione. Noi abbiamo prorogato il precedente piano perché ci sembrava assolutamente appropriato con dei principi di riferimento ancora molto importanti, perché è un piano molto innovativo comunque, e basta confrontarlo rispetto alle altre regioni che cominciano adesso a fare i piani integrati sociali e sanitari - noi già da tempo l’avevamo fatto - e perché ci è parso che il contesto di questi durissimi anni, e noi sappiamo che non terminano ora, non ci potesse permettere di avere le condizioni per poter riprogrammare completamente. Anzi abbiamo voluto, e lo vedete dal titolo, prorogare il piano mettendo una particolare attenzione per individuare linee operative per i prossimi due anni che ci permettessero di affrontare in ogni momento nelle migliori condizioni le difficoltà che ci aspettano, cercando di attualizzare quello che avevamo programmato. Abbiamo guardato quello che avevamo fatto, e che cos’era andato bene e cosa no, cosa ci restava da fare, e le condizioni di contesto e su ciò abbiamo preparato questo documento in stretta connessione sociale e sanitaria, in stretta connessione con gli enti locali, che sono i nostri partner prioritari e privilegiati in quanto sono i luoghi dove poi si applicano i nostri orientamenti e le nostre normative. Quindi applicazione mirata, scelta, sostenuta e accompagnata, non mancanza di responsabilità. In questa applicazione noi abbiamo voluto riconsiderare il ruolo dei territori e abbiamo lasciato in capo alle province l’indispensabile per mantenere il sistema. Le funzioni che vedete esercitate dalle province sono quelle indispensabili al mantenimento delle informazioni, ci serve mantenerle dove sono fintanto che qualcuno non ci dice dove devono andare dopo le Province, e tutte queste scelte non sono nella disponibilità di questa Regione. Le possibilità di scelta nella disponibilità della Regione noi le abbiamo già fatte e per quel che concerne l’ambito sociale e sanitario la nostra scelta c’è già ed è fatta ancor prima che si facesse nei livelli nazionali ed è stata quella del distretto. La consigliera Donini ci rappresentava quello che abbiamo fatto: la gestione sia dei fondi sociali sia dell’organizzazione sanitaria avviene comunque nei distretti e con i distretti stiamo lavorando. Questo lo vedete nella proposta di lavoro territoriale in sanità, perché vi proponiamo per la sanità di pensare alle strutture sanitarie intermedie, vi proponiamo dentro questo piano di accompagnare la costituzione delle case per la salute e vi proponiamo di accompagnare tutto il lavoro di riordino degli interventi socio-sanitari e sociali. In modo particolare vi proponiamo, come qualcuno di voi ha sottolineato con molta attenzione, anche di rivedere e accompagnare l’evoluzione del nostro rapporto con il terzo settore. Io vi prego di considerare che noi non abbiamo ripreso in osservazione il rapporto col terzo settore perché non abbiamo risorse e quindi lo chiamiamo a fare cose in più. Come il consigliere Pollastri sa bene, come sanno bene tutti i consiglieri qui presenti, noi non arretriamo rispetto alla scelta che abbiamo fatto nel 2003 quando abbiamo fatto la legge 2, e in quella legge noi diciamo che la responsabilità e il governo del sistema restano nelle mani del pubblico che interviene nella regolazione del sistema, nella programmazione e nella verifica, e che nell’attuare gli interventi di carattere sociale e socio-sanitario si interrelaziona con il terzo settore. Nel momento in cui questo agisce nel patto col pubblico, la nostra sussidiarietà è connotata dal fatto che il terzo settore, quando è dentro la rete di responsabilità del pubblico, ha una funzione pubblica. Questa è la nostra sussidiarietà. L’orientamento scritto in quel piano in modo particolare è un orientamento di non togliere la libertà - ciascuno è libero se sta dentro le regole della condivisione - per cui il terzo settore è libero se si mette nelle regole della condivisione e libero rispetto alle regole che insieme ci siamo dati. Quello che noi proponiamo rispetto al rapporto col terzo settore, in modo particolare col volontariato, è che si sappia bene ciò che sta negli ambiti della solidarietà e si sappia bene ciò che deve stare negli ambiti del servizio e della responsabilità. Questo è l’orientamento, e la scelta che abbiamo fatto è quella di valorizzare il ruolo e le presenze del terzo settore nelle sue diverse componenti (cooperazione, associazionismo e volontariato).
Il dato in più che mi preme sottolineare, che credo sia da tenere in considerazione, è che quando parliamo di lavoro con la comunità territoriale e di valutazione del nostro operato anche con le cittadinanze e di partecipazione è perché in questo contesto noi stiamo raccogliendo un’esperienza che è nata sui territori per effetto della legge 3 del 2010 ma non solo, che non ci accontentiamo più solo di lavorare con il terzo settore rappresentato, che sono le associazioni di secondo livello, ma noi crediamo che sia il momento di fare un passo avanti nelle forme della partecipazione allargata e diversificata e - il consigliere Corradi non c’è più ma glielo dico - noi sappiamo quando rifaremo il nuovo piano, cioè dopo questi due anni che ci serviranno per essere pronti, avendo percorso le difficoltà che ci aspettano e studiando nuove modalità di approfondimento e finendo di applicare quanto avevamo previsto fin dal 2008. Allora saremo in grado effettivamente di aggiornare la nostra proposta perché sia più aderente a quello che ci chiede la nostra gente, ma che sappia ancora una volta guardare avanti com’è stato nel 2008 con il piano che avevamo fatto perché bisogna considerare i cambiamenti di contesto, i cambiamenti demografici della nostra regione, l’età avanzata, l’immigrazione, la fragilità delle giovani generazioni. Noi abbiamo proposto dentro questo piano di uscire dai target e di lavorare trasversalmente tra i target. È uno stile molto innovativo che non vuol dire trascurare. L’altro giorno siamo partiti ragionando di adolescenza - qualcuno ce lo ricordava prima nell’intervento - perché noi reputiamo che, così come abbiamo dato tanta attenzione all’infanzia (siamo ancora una regione a livelli molto alti nonostante tutto e l’anno scorso abbiamo aumentato le risposte per gli interventi 0 - 3 nonostante la crisi), questo sia il momento di accompagnare le famiglie e i ragazzi che crescono anche nelle fasi successive, quindi questi per noi saranno gli anni di implementazione nonostante le difficoltà.
Allegato alla proroga al documento attuativo per i prossimi due anni del piano trovate anche la programmazione sociale che, come sapete, abbiamo già abbondantemente discusso in Commissione e in quella programmazione noi abbiamo ribadito la priorità del lavoro nel livello distrettuale e abbiamo anche consolidato il nostro impegno a rinforzare rispetto i territori tutti gli interventi per l’infanzia e per le famiglie. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Marzocchi.
Apro a questo punto le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Grazie, presidente. Sul primo punto a cui mi ha risposto la collega Donini rimango della mia idea, nel senso che mi sembrava utile rinfrescare a tutti i cinquanta in breve i contenuti prima di iniziare il dibattito, dire che novità ci sono e l’altra cosa era il discorso della proroga. Io ho parlato di novità e non che è un piano nuovo. So bene che è la proroga, ma è a verbale e quindi è scritto nel mio intervento e c’è traccia. Queste due precisazioni sono per l’amica e collega Donini.
Purtroppo, assessore, avevo altri elementi da porre all’attenzione che avevo già posto in sede di Commissione sull’accreditamento, sui tempi delle case della salute, sottosegretario, quando diventeranno operative e ancora quanto di spende sotto il profilo dei costi amministrativi per gli uffici di piano e ancora cosa si fa per il discorso di sostegno per alimenti, bollette e affitti, per cui avevo tutta una serie di questioni che avevo già posto che mi premevano e di cui avevo già riferito all’assessore. Sul discorso del terzo settore, anche su questo ero intervenuto, sui rapporti col volontariato, che è una galassia di enti e di associazioni che hanno una certa colleganza con i servizi sociali e quindi sono importanti anche i rapporti con il volontariato. Purtroppo questo regolamento vorrei anche modificarlo sul punto che non consente un secondo intervento quando si sviluppa un dibattito utile e importante come questo su questo importantissimo atto amministrativo. Sottosegretario, dato che nel documento ma anche nella replica dell’assessore si parla molto delle funzioni delle province, vi siete interrogati e ne state parlando adesso che le province verranno azzerate, che al 31 dicembre ci sarà la caduta delle Giunte e ci sarà questa situazione così delicata? Siete pronti come Regione a vedere sulle varie competenze che cosa potrà accadere? Questo lo tiro fuori per inciso prendendo spunto anche a pagina 27 del documento che oggi l’assessore porta al vaglio e al voto dell’Aula, laddove si parla del sostegno alle province quale concorso regionale alle attività di coordinamento, sviluppo e gestione del sistema informatico dei servizi sociali, nonché per l’elaborazione dei piani di zona. Ho letto questo capoverso e da umile consigliere di minoranza mi sono chiesto se la Giunta ha già un’idea e un percorso tracciato, se ha fatto una riunione con la maggioranza per sapere quando spariranno le province, se siamo già pronti e se siamo attrezzati. Comunque sul punto ho già presentato un’interpellanza perché è una questione che andrà, assessore, a incidere anche sul sistema di welfare e di governo e sui piani sociali e sanitari perché, come lei ha ben detto, il rapporto con le province...
PRESIDENTE (Costi): Consigliere, la prego di chiudere velocemente perché siamo in dichiarazione di voto e nessuno può rispondere.
POLLASTRI: Normalmente il presidente Richetti mi lasciava sforare di un minuto. Comunque vado alla conclusione. Questo piano il Popolo della Libertà non lo voterà perché non può dare una cambiale in bianco alla Giunta regionale.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Grazie, presidente. Per confermare il voto negativo del gruppo del Popolo della Libertà per le motivazioni che ha illustrato il collega Pollastri e per chiedere la votazione col sistema elettronico. Grazie.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.
Se nessun altro consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 3743, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:
Presenti
22
Assenti
28
Favorevoli
20
Contrari
1
Astenuti
1
PRESIDENTE (Costi): Constatata la mancanza del numero legale, chiudo la seduta e riprenderemo nella prossima Assemblea.
(Le comunicazioni prescritte dall'articolo 69 del Regolamento interno, inviate a tutti i consiglieri, sono riportate in allegato)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 18,09
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI e Tiberio RABBONI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Sabrina FREDA, Simonetta SALIERA e i consiglieri Giampaolo LAVAGETTO, Roberta MORI, Silvia NOÈ e Matteo RIVA.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 4018 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Aimi, Mandini, Corradi, Meo, Bartolini e Mazzotti: «Riduzione del numero degli assessori - Modifica all'articolo 45 della legge regionale 31 marzo 2005, n. 13 (Statuto della Regione Emilia-Romagna).»" (Prima lettura) (60)
Presenti: 40
Favorevoli: 40
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Assenti: 10
Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Thomas CASADEI, Vasco ERRANI, Giampaolo LAVAGETTO, Roberta MORI, Silvia NOÈ, Matteo RIVA.
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO129 "Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Villani, Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi: «Norme per il riconoscimento del disagio economico subito da commercianti e artigiani durante l'apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche.»"
Presenti: 36
Favorevoli: 34
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Non votanti: 2
Giovanni FAVIA, Andrea POLLASTRI.
Assenti: 14
Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Giampaolo LAVAGETTO, Mauro MANFREDINI, Roberta MORI, Silvia NOÈ, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI.
Mancanza del numero legale:
OGGETTO 3743 Proposta recante: "Indicazioni attuative del piano sociale e sanitario regionale per il biennio 2013-2014. Programma annuale 2013: obiettivi e criteri generali di ripartizione del fondo sociale ai sensi dell'art. 47, comma 3 della L.R. 2/2003" (delibera di Giunta n. 284 del 18 03 13).
Presenti: 22
Favorevoli: 20
Tiziano ALESSANDRINI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Sandro MANDINI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI.
Contrari: 1
Fabio FILIPPI.
Astenuti: 1
Andrea POLLASTRI.
Assenti: 28
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Giuseppe PARUOLO, Matteo RIVA, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Ordini del giorno
OGGETTO 129/1 - Ordine del giorno, proposto dal consigliere Favia per il riconoscimento del disagio economico subito da commercianti e artigiani per la presenza di cantieri per la realizzazione di opere di rilevanza regionale. (Precluso)
«Premesso che
i cantieri in genere, sia essi Pubblici che Privati, dislocati in varie zone delle Città, creano notevoli disagi alla cittadinanza e ingenti danni economici alle attività sia Commerciali che Artigiane;
numerose opere pubbliche nei settori produttivi, delle infrastrutture, dell'ambiente e dei servizi hanno valenza strategica a livello regionale, quali ad esempio le reti viarie, ferroviarie, porti, aeroporti, infrastrutture di Telecomunicazione.
Constatato che
in quasi tutti i Comuni interessati dall'apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche a valenza strategica a livello regionale si originano richieste di riconoscimento del disagio economico subito da commercianti e artigiani.
L'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna
impegna la Giunta regionale e l'Assessore competente
- ad inserire nel Bilancio regionale un Fondo a copertura di eventuali sostegni ai Comuni interessati a riconoscere il disagio economico subito dagli operatori commerciali e artigiani per la presenza di cantieri per la realizzazione di opere di rilevanza regionale;
- a coordinarsi con i Comuni affinché gli stessi si muniscano dei Regolamenti nei quali siano individuate procedure, tempi e modalità per il riconoscimento del disagio economico e le relative forme di sostegno.»
OGGETTO 129/2 - Ordine del giorno, proposto dal consigliere Grillini di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Villani, Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri e Alberto Vecchi: "Norme per il riconoscimento del disagio economico subito da commercianti e artigiani durante l'apertura di cantieri per la realizzazione di opere pubbliche". (Approvato)
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Visto il progetto di legge di cui all'oggetto;
Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare "Politiche economiche";
Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare;
Ai sensi dell'art. 92 del Regolamento
d e l i b e r a
il non passaggio all'esame degli articoli.»
Comunicazione prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno
«Nel corso della seduta sono pervenuti i sottonotati documenti:
Interrogazioni
4049 - Interrogazione del consigliere Paruolo, a risposta scritta, circa i disturbi del comportamento alimentare (DCA) e le azioni di studio e di contrasto di tale patologia.
4050 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa l'erogazione, da parte della Giunta, di compensi a titolo di "indennità di coordinamento" a 11 dirigenti regionali.
4052 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione relativa al Parco della Chiusa (c.d. Parco Talon) sito nel Comune di Casalecchio di Reno (BO) e le azioni da attuare per contrastarne il degrado.
4053 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la situazione relativa alla bonifica dall'amianto di locali siti presso la ex ditta Norma, nel Comune di Casalecchio di Reno (BO).
4054 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa le spese relative al Consorzio di bonifica di Piacenza.
4055 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa problematiche afferenti agli strumenti di programmazione territoriale comunale a Modena.
4056 - Interrogazione dei consiglieri Bignami e Noè, a risposta scritta, circa procedure riguardanti la cessione di un lotto a scopo edificatorio ad un privato da parte del Comune di Ozzano Emilia.
4057 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l'organizzazione del Porretta Soul Festival.
4058 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa il Concerto svolto al Campovolo di Reggio Emilia a sostegno della popolazione colpita del sisma.
4060 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito al taglio di 28 corse che, a partire dal 9 giugno 2013, subirà la tratta ferroviaria Modena-Carpi.
4061 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, in merito a disservizi riguardanti le tratte FER Bologna-Portomaggiore e Ferrara-Ravenna.
4062 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito alla decisione dell'Azienda USL di Modena di chiudere il Punto di Primo Intervento di Fanano e di eliminare il medico dall'equipaggio delle ambulanze del 118.
Interpellanza
4051 - Interpellanza del consigliere Pollastri circa la promozione, al fine di contrastare le ludopatie, di un protocollo etico relativo ai gestori che rinuncino all'installazione, nei loro esercizi pubblici, di giochi di abilità a distanza (c.d. "macchinette").
Risoluzione
4059 - Risoluzione proposta dai consiglieri Marani, Monari, Paruolo e Mumolo per impegnare la Giunta a migliorare la gestione del servizio ferroviario sulla linea Bologna-Vignola (documento in data 03 06 13).»
(Comunicazione n. 53 prescritta dall'art. 69 del Regolamento interno - prot. 23832/2013)
LA PRESIDENTE
I SEGRETARI
Costi
Corradi - Meo
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