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155.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 20 NOVEMBRE 2013

 

(ANTIMERIDIANA)

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE AIMI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 4702

Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il miglioramento del servizio ferroviario riguardante la linea Porrettana, con particolare riferimento alla tutela dei pendolari.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

 

OGGETTO 4721

Interrogazione del consigliere Grillini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per prevenire e contrastare la diffusione dell'HIV, con particolare riferimento ai fondi ministeriali residui erogati alla Regione ai sensi dell'Accordo n. 227 del 22/11/2012.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

GRILLINI (Misto)

LUSENTI, assessore

PRESIDENTE (Costi)

GRILLINI (Misto)

 

OGGETTO 4743

Interrogazione del consigliere Luciano Vecchi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione riguardante la popolazione colpita dal sisma che ancora risiede nei Moduli Abitativi Provvisori.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

VECCHI Luciano (PD)

MUZZARELLI, assessore

PRESIDENTE (Costi)

VECCHI Luciano (PD)

PRESIDENTE (Costi)

MUZZARELLI, assessore

VECCHI Luciano (PD)

 

OGGETTO 4744

Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da attuare per evitare sperequazioni fiscali a carico delle attività sociali riguardanti i servizi alla persona, con particolare riferimento alle ASP.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

NOÈ (UDC)

SALIERA, vicepresidente della Giunta

NOÈ (UDC)

 

OGGETTO 4748

Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per incrementare, da parte del Comune di Bologna, la percentuale di cibi biologici e tipici utilizzati nelle proprie mense scolastiche.

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Costi)

MEO (SEL-Verdi)

RABBONI, assessore

MEO (SEL-Verdi)

 

Interrogazione oggetto 4752

(Ritiro)

PRESIDENTE (Costi)

 

Sui tragici eventi che hanno colpito la popolazione sarda

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 4715

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Misure urgenti per favorire l'attuazione del riordino territoriale, lo sviluppo delle Unioni ed il superamento delle Comunità montane» (80)

(Relazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

VECCHI Luciano, relatore

FERRARI (PD)

LOMBARDI (PDL)

POLLASTRI (PDL)

SALIERA, vicepresidente della Giunta

MANFREDINI (Lega Nord)

BIGNAMI (PDL)

VECCHI Luciano (PD)

FILIPPI (PDL)

PRESIDENTE (Costi)

FILIPPI (PDL)

 

OGGETTO 4369

Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Malaguti: «Interventi finanziari a sostegno di giovani professionisti»

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 4369/1 "Non passaggio all’esame degli articoli" - Presentazione, dichiarazione di voto e approvazione) (99)

PRESIDENTE (Costi)

BARTOLINI, relatore

ALESSANDRINI (PD)

MALAGUTI (PDL)

FILIPPI (PDL)

PRESIDENTE (Aimi)

MALAGUTI (PDL)

 

OGGETTO 4680

Delibera: «Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2014. Bilancio pluriennale per gli esercizi 2014-2016.» (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 30 ottobre 2013, n. 150) (143)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 4680/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione) (100)

PRESIDENTE (Aimi)

MAZZOTTI (PD)

SERRI (PD)

LOMBARDI (PDL)

FAVIA (Misto)

NALDI (SEL-Verdi)

NOÈ (UDC)

GRILLINI (Misto)

PARIANI (PD)

FAVIA (Misto)

PRESIDENTE (Aimi)

FAVIA (Misto)

NOÈ (UDC)

PRESIDENTE (Aimi)

 

OGGETTO 4654

Proposta recante: "Approvazione "Atto di indirizzo e coordinamento per la prevenzione delle cadute dall'alto nei lavori in quota nei cantieri edili e di ingegneria civile, ai sensi dell'art. 6 della L.R. 2 marzo 2009, n. 2; dell'articolo 16 della Legge regionale 24 marzo 2000 n. 20"." (delibera di Giunta n. 1485 del 21 10 13)

(Discussione e rinvio in commissione)

(Ordine del giorno oggetto 4654/1 - Presentazione) (101)

PRESIDENTE (Aimi)

FAVIA (Misto)

ALESSANDRINI (PD)

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

PRESIDENTE (Costi)

FAVIA (Misto)

DONINI (Fed. della Sinistra)

 

Ancora sull’oggetto 4680

PRESIDENTE (Costi)

MAZZOTTI (PD)

PRESIDENTE (Costi)

GRILLINI (Misto)

NOÈ (UDC)

PARIANI (PD)

 

OGGETTO 4643

Delibera: «Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014-2016 dell'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 21 ottobre 2013, n. 1479) (144)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 4723

Risoluzione proposta dal Presidente Pagani, su mandato della Commissione regionale Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport, circa le azioni da porre in essere per dare risalto alle celebrazioni della giornata mondiale dell'infanzia e diffondere la conoscenza ed il rispetto dei diritti dei minori come riconosciuti dalla Convenzione mondiale dei diritti dell'infanzia.

(Approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 4756

Risoluzione proposta dalla Presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta ad attivarsi in sede di Conferenza delle Regioni per coordinare l'attività delle azioni intraprese a contrasto della violenza di genere a livello territoriale ed anche affinché venga posta la priorità di una legge organica che affronti le politiche di parità, e contro le discriminazioni di genere.

(Approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 4757

Risoluzione proposta dalla Presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta a promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione al fenomeno della violenza di genere, riferito alla tratta, alla schiavitù sessuale, ai matrimoni forzati e ad ogni altra forma di violazione dei diritti umani e della libertà personale delle donne e dei minori.

(Approvazione)

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 4715 - 4369

Emendamenti oggetti 4715 - 4680 - 4654

Ordini del giorno oggetti 4369/1 - 4680/1 - 4654/1

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,34

 

PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centocinquantacinquesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter essere presenti alla seduta odierna l’assessore Bianchi e i consiglieri Mandini e Monari.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Costi): Informo sia gli interroganti sia gli assessori che questa mattina sarò ferrea nel rispetto dei tempi perché abbiamo progetti di legge e atti amministrativi alquanto impegnativi. Ricordo i tempi: sei minuti per l’interrogante tra esplicazione e risposta e tre minuti per l’assessore. Non permetterò lo sforamento dei tempi.

Chiamo l’oggetto:

 

4702 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa il miglioramento del servizio ferroviario riguardante la linea Porrettana, con particolare riferimento alla tutela dei pendolari.

 

Risponderà il sottosegretario Bertelli.

La parola al consigliere Sconciaforni.

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Sono certo che saremo ligi sia io sia il Sottosegretario. Il tema è un tema già più volte trattato ma che evidentemente merita di nuovo di essere sottoposto all’attenzione della Giunta perché i problemi continuano. Stiamo parlando di una linea importante, la Porrettana, che collega Bologna e Pistoia e che ha un traffico giornaliero di circa diecimila persone che utilizzano questa tratta per recarsi o al lavoro o allo studio, quindi stiamo parlando di pendolari, e continuano le lamentele, che anzi diventano sempre più drammatiche, per lo stato di questa linea. Esiste un comitato che vede centinaia di persone ed è di pochi giorni la stessa intervista del Sindaco di Marzabotto che lancia l’allarme sul fatto che siamo quasi al collasso di quella linea che continua ad avere problemi di ogni tipo, di frequenza degli orari, di stato dei treni, disagi continui, persone che arrivano regolarmente in ritardo perché sono in ritardo i treni. È stato messo a disposizione un nuovo treno ma si può usare soltanto su alcune linee e non su altre, quindi pare che ci sia anche una disorganizzazione totale oltre che uno stato al collasso. Su questo chiedo un intervento della Giunta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.

La parola al sottosegretario Bertelli. Ha tre minuti.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Una doverosa precisazione prima di entrare nel merito dell’interrogazione.

Il movimento di passeggeri giornaliero sui treni della Porrettana svolto da Trenitalia è di circa diecimila in salita e altrettanti in discesa, che è la media dal lunedì al venerdì. È quindi impreciso affermare che ci sono diecimila pendolari, poiché il pendolare è una persona che sale sul treno due volte al giorno. Anche ponendo che tutti i viaggiatori siano pendolari, le persone che viaggiano sono circa cinquemila al giorno, ognuna delle quali fa sia andata sia ritorno. La stazione con un maggior movimento è, ovviamente, Bologna Centrale con tremila passeggeri, segue Porretta con 1.200, Vergato con 1.050, Casalecchio con 750, Sasso Marconi con 650, Marzabotto con 520 e poi le altre.

Sono comunque, come è stato appena detto, numeri rilevanti. I più cospicui dopo la Piacenza-Rimini è la Bologna-Ferrara tra le linee che convergono su Bologna. La Porrettana è comunque una delle relazioni regionali con più elevati indici di puntualità e quindi evidentemente il fenomeno di disagi è consistente.

I dodici nuovi ETR350 acquistati dalla FER sono stati dalla stessa messi a disposizione del Consorzio Trasporti Integrati, composti da Trenitalia e TPER, per svolgere i servizi di competenza della Regione. Uno dei primi entrati in circolazione e già in servizio sulla relazione Vignola-Bologna - compresa pertanto la Porrettana nel suo ultimo tratto - un altro, sulla stessa relazione entrerà prossimamente in esercizio. Quindi è attribuito al Consorzio il compito di valorizzare al meglio l’impiego di questo materiale che gradualmente entrerà in servizio sulle varie relazioni regionali.

La Regione ha chiesto quindi al Consorzio la migliore valorizzazione di questo materiale che quantitativamente rappresenta una percentuale minoritaria dell’intero parco rotabile regionale, in gran parte obsoleto, e da qui evidentemente derivano i disagi. Quasi tutte le associazioni di pendolari hanno chiesto il loro utilizzo sulle relazioni che li riguardano.

Sono comunque ancora presenti alcuni ostacoli pratici che riguardano parte del personale che deve essere abilitato alla guida e alla conoscenza delle linee e i materiali rotabili che devono essere immatricolati per specifici tratti di infrastruttura.

La vera soluzione su cui ha già puntato la Regione è l’indizione di una nuova gara d’appalto della quale è uscito recentemente il bando che, per durata dell’affidamento e risorse messe in gioco, punta sull’immissione in esercizio, sin dall’avvio, di un’imponente quantità di materiale rotabile nuovo da impiegare su tutte le linee e questa evidentemente sarà certamente la soluzione di molti dei problemi che vengono giustamente denunciati.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

Do la parola al consigliere Sconciaforni che ha ancora quattro minuti per la replica.

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Prendo atto del fatto che evidentemente la Giunta è ben cosciente delle difficoltà e dello stato di crisi che vive quella linea. Prendo atto del fatto che i nuovi treni che ci sono tuttavia, come è stato detto, per una serie di motivi, sia l’adeguata preparazione del personale per la guida sia per motivi burocratici, le immatricolazioni, ancora non sono pienamente operativi e anzi soltanto una minima dei nuovi treni acquistati è diventata operativa. Anche per quanto riguarda il nuovo appalto, quello che appunto lei ha citato, Sottosegretario, vado a ricordo - forse sbaglio ma non credo - diventerà attuativo solo nel 2016, quindi un tempo molto lungo rispetto a quello che stanno vivendo oggi migliaia - ne conveniamo entrambi - di pendolari. Prendo atto sicuramente degli impegni e degli sforzi che la Giunta sta facendo, ma a me pare che forse serva uno scatto. Visto che ci sono i nuovi treni e sono stati acquistati non vorrei che, come purtroppo altre volte è successo, i tempi del loro utilizzo diventino troppo lunghi in attesa magari del nuovo appalto. Intanto oggi e per i prossimi anni ci sono migliaia di persone che stanno vivendo gravi disagi e ci sono persone che sul posto di lavoro stanno ricevendo anche rimproveri per i loro ritardi, non certo dovuti a loro, ci sono persone che hanno dovuto rinunciare a prendere il treno e devono andare in macchina, con notevoli rischi, soprattutto nella fase invernale, perché non possono permettersi di arrivare in ritardo.

C’è una situazione che è drammatica e non lo dico io ma lo dicono anche i sindaci di quella zona. Io sono di Bologna ma non frequento assiduamente quella tratta, ma le voci di drammatico stato sono tante e quindi credo che serva uno scatto. Bisogna accelerare i tempi per cui i nuovi treni che sono stati acquistati e che sono sicuramente più adeguati alle necessità di quella tratta diventino operativi nel minor tempo possibile, perché intanto quelle persone stanno vivendo un disagio oggi e non credo che possano permettersi di aspettare anni. Sollecito, e sono certo che la Giunta si impegnerà in questo senso, perché i nuovi treni diventino operativi nel più breve tempo possibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.

Chiamo l’oggetto:

 

4721 - Interrogazione del consigliere Grillini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per prevenire e contrastare la diffusione dell’HIV, con particolare riferimento ai fondi ministeriali residui erogati alla Regione ai sensi dell’Accordo n. 227 del 22/11/2012.

 

Risponderà l’assessore Lusenti.

Prego, consigliere Grillini. Ha sei minuti in tutto.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Come lei sa il prossimo primo dicembre sarà la Giornata internazionale per lotta contro l’AIDS e vorrei fare riferimento a un fatto molto concreto che riguarda la vita della nostra Regione e la sua possibilità di intervenire in questo campo. Come dice l’interrogazione, il 22 novembre 2012 in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni è stato deciso lo stanziamento di un fondo ripartito tra le Regioni proprio con questo compito. Tra l’altro il fondo prevede la sperimentazione e interventi per l’accesso al test HIV al di fuori delle strutture sanitarie, e sappiamo che buona parte delle persone sieropositive non lo sa nemmeno. In Italia si calcola che ci siano centoquarantamila persone che hanno contratto il virus dell’HIV e buona parte di queste persone non è al corrente del proprio stato sierologico e quindi bisogna fare di tutto perché ci sia un intervento di informazione e prevenzione. Sappiamo che in questo momento le campagne o non ci sono o languono o comunque gli interventi sono insufficienti.

Questa non è un’interrogazione sul tema della congruità perché sappiamo che il progetto è stato fatto, sappiamo che è stato fatto anche bene, sappiamo che sono stati realizzati interventi positivi, ma l’interrogazione ha lo scopo di capire qual è l’intervento futuro della Regione su questo campo e se questa somma che a nostro parere è a tuttora in disponibilità della Regione, perché sono stati utilizzati altri fondi per realizzare questo progetto, possa essere utilizzata in futuro per un piano pluriennale di intervento su questa materia di informazione e prevenzione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

La parola all’assessore Lusenti. Ha tre minuti.

 

LUSENTI, assessore: Grazie, presidente. L’articolo 1, comma 34 bis, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, prevede l’individuazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale al cui perseguimento sono vincolate apposite risorse del Fondo sanitario nazionale ai sensi dell’articolo 1, comma 34, della citata legge. L’intesa tra il Governo e le Regioni del 3 dicembre 2009 concernente il nuovo patto per la salute per gli anni 2010-2012 recita che le risorse di cui all’articolo 1 del comma 34 della su citata 662 non sono da considerarsi contabilmente vincolate bensì programmabili al fine di consentire specifiche verifiche circa il raggiungimento degli obiettivi fissati nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza. Ogni anno nell’ambito del riparto alle Regioni del fondo sanitario lo Stato provvede ad accantonare una quota da destinare alla realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario del piano sanitario nazionale. Le risorse spettanti alle Regioni a titolo di finanziamento dei progetti del piano sanitario nazionale, secondo le linee guida annualmente...

 

PRESIDENTE (Costi): Il consigliere Grillini dice che non si sente. Facciamo alzare il volume del microfono.

 

LUSENTI: Ogni anno le risorse spettanti alle Regioni a titolo di finanziamento dei progetti del piano sanitario nazionale secondo le linee guida annualmente approvate con l’accordo Stato - Regioni vengono ripartite su base capitaria sulla base di una proposta ministeriale di deliberazione del CIPE, previa intesa da acquisirsi in sede di Conferenza Stato-Regioni. A seguito della stipula dell’accordo sugli indirizzi progettuali dell’intesa sull’assegnazione delle risorse, il Ministro dell’Economia provvede all’erogazione dei fondi, un primo acconto nella misura del 70 per cento e quindi il 30 per cento a saldo. In virtù di quanto sopra esposto la Regione Emilia-Romagna inserisce tali finanziamenti nella programmazione del servizio sanitario regionale nell’anno di riferimento. Si tratta pertanto di risorse destinate al finanziamento delle aziende in conto di esercizio utilizzate nell’anno medesimo per la realizzazione delle linee progettuali previste. Per quanto riguarda il 2012, l’accordo Stato-Regioni del 22 novembre ha previsto per la linea progettuale diagnosi di infezioni da HIV la quota di euro 1.229.649 per la Regione Emilia-Romagna. Anche in tale ultimo accordo il meccanismo del finanziamento statale prevede l’erogazione dei fondi in due tranche, la seconda delle quali vincolata all’approvazione da parte del Ministero della Salute dei progetti realizzati nell’anno di riferimento. Nella nostra regione i progetti presentati sono sempre stati valutati favorevolmente ai fini dell’ammissione al finanziamento complessivo e così è avvenuto anche nel 2012, stante l’avvenuta erogazione da parte dello Stato del saldo complessivo del finanziamento assegnato dall’intesa del 22 novembre. In via generale, le attività finanziate con fondi a carico del Fondo sanitario nazionale vengono espletate prima della materiale erogazione dei fondi facendo riferimento per la programmazione agli obiettivi del piano sanitario nazionale. In particolare, per la linea progettuale diagnosi di infezioni da HIV con l’intesa fra Governo e Regioni del 27 luglio 2011, chiamata "Documento di consenso sulle politiche di offerta e le modalità di esecuzione dei test per HIV in Italia" sono stati delineati gli obiettivi e le azioni su cui impegnare i servizi sanitari regionali al fine di migliorare le conoscenze dell’epidemia da HIV e rendere più appropriati ed efficaci i percorsi diagnostico-terapeutici riguardanti HIV e AIDS. Gli obiettivi e le relative azioni indicate all’interno della delibera 57/2013 nella linea progettuale diagnosi di infezioni da HIV comprensive delle iniziative svolte annualmente in occasione della Giornata Mondiale di Lotta all’AIDS vengono realizzati dall’insieme dei servizi del servizio sanitario regionale coinvolti su tale tematica e comportano un importante impegno di risorse umane e di beni di consumo a carico del fondo sanitario regionale certamente superiori ai fondi previsti dall’intesa Stato-Regioni del 22 novembre 2012. È vero che la Regione ha utilizzato i fondi statali previsti dalla legge 135/90 per potenziare attività di formazione e informazione sulle tematiche della prevenzione dell’HIV e AIDS, ma tali finanziamenti non si sovrappongono a quelli rientranti negli obiettivi prioritari di cui all’intesa Stato - Regioni. Ad esempio, nel caso riportato dall’interrogante, circa il sostegno alla gestione del sito HelpAids si specifica che con i fondi ministeriali previsti dalla legge 135/90 è stato finanziato il sostegno all’attività informativa di counseling mentre nell’ambito degli obiettivi definiti nella linea progettuale è stata prevista l’implementazione delle informazioni inserite sul sito da parte di tutte le aziende sanitarie. Infine, per quanto riguarda la programmazione, questa Regione continuerà come di consueto a definire annualmente le azioni di progetti da implementare con i finanziamenti del fondo sanitario regionale con il supporto della commissione tecnico-consultiva per gli interventi di prevenzione e lotta contro l’AIDS, che vede al suo interno anche la partecipazione delle associazioni di volontariato impegnate sul campo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Lusenti.

La parola al consigliere Grillini. Ha tre minuti.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Naturalmente, come al solito, le chiedo se possiamo avere la risposta. Non c’è dubbio che la Regione Emilia-Romagna su questo terreno ha svolto un’azione positiva, l’Assessore si ricorderà la mozione, tra l’altro sottoscritta da me tra gli altri sottoscrittori, per la possibilità di dar vita a uno degli obiettivi che è previsto da questo accordo Stato - Regioni, cioè la sperimentazione di interventi per l’accesso al test HIV al di fuori delle strutture sanitarie proprio per cercare di raggiungere tutte quelle persone che o non fanno il test o hanno paura di recarsi in ospedale o temono che non ci sia una sufficiente garanzia di riservatezza perché purtroppo permane su questa materia, HIV e AIDS, uno stigma sociale fortissimo e quindi ci sono persone che proprio per paura di avere contratto la malattia e per paura che questa cosa si sappia in giro non fanno il test e non attivano, pur sapendo di aver avuto rapporti a rischio, perché nel 90 per cento dei casi la malattia si contrae anche per via sessuale. Io prendo atto positivamente dell’impegno della Regione così come ha sottolineato l’Assessore, tra l’altro a me piacerebbe, come a tanti altri che sono sensibili a questa materia, che ci fosse un’informazione più consistente, una prevenzione più consistente su questa materia e anche una ricerca più consistente perché sappiamo che Big Pharma ha tutto l’interesse alla cronicizzazione della malattia e ha pochissimo interesse allo sradicamento della malattia, quindi un impegno anche per quanto riguarda la ricerca - sappiamo che ci sono ottimi ricercatori anche nella nostra regione da questo punto di vista - perché si possa prima o poi annunciare che questa malattia è stata sconfitta.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Proseguiamo con l’oggetto:

 

4743 - Interrogazione del consigliere Luciano Vecchi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la situazione riguardante la popolazione colpita dal sisma che ancora risiede nei Moduli Abitativi Provvisori.

 

Risponderà l’assessore Muzzarelli.

Ricordo i sei minuti tassativi. Prego, consigliere Luciano Vecchi.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Ho voluto interrogare la Giunta sulla situazione ad ampio raggio dei Moduli Abitativi Provvisori che sono stati installati in taluni territori a seguito degli eventi sismici del maggio dello scorso anno anche perché nei giorni scorsi sono emerse valutazioni quantomeno contraddittorie sulla stampa locale rispetto alla situazione dei moduli, alle condizioni di chi vi abita e alle prospettive di un loro superamento, quindi sono fortemente interessato a capire qual è la valutazione della Giunta rispetto alla situazione dei MAP.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Do la parola all’assessore Muzzarelli. Ha tre minuti.

 

MUZZARELLI, assessore: Grazie, presidente. Consegnerò in forma scritta la risposta. Ovviamente, come l’Assemblea sa, la strategia di medio periodo era quella di collocare le famiglie prive di agibilità dell’alloggio in soluzioni di responsabilità, quindi la prima scelta per quindicimila famiglie è stata quella dei CAS, che ha risolto larga parte del problema, soprattutto per i CAS del commissario Errani, quelli che arrivavano fino a 900 euro. In più i Comuni hanno lavorato per trovare attraverso Acer appartamenti pronti a quattrocento famiglie. Solo una parte marginale delle circa diciottomila famiglie che sono state assistite sono state collocate nei MAP, che sono 757 e 220 agricoli, ma quelli agricoli li verificheremo in primavera. In altri termini, abbiamo cercato di ragionare con equità, trasparenza e legalità per trovare tutte le condizioni per costruire meglio una risposta per uscire dall’emergenza. I moduli abitativi sono stati realizzati in diversi Comuni e credo che questo sia un punto estremamente importante, soprattutto sono sette i Comuni dove non negli agricoli ma nelle città sono stati predisposti il piano dei moduli. I moduli sono stati appaltati attraverso la garanzia di condizioni non solo di realizzabilità di urgenza e di emergenza, perché eravamo vicini all’inverno dello scorso anno e avevamo bisogno di superare le tende e di mettere a casa tutta la gente, e vorrei ricordare che questa è stata una scelta che ogni cittadino poteva fare, quindi abbiamo fatto un range di azioni dove un cittadino poteva prendere il CAS, un cittadino poteva andare in affitto attraverso il percorso dell’Acer o poteva chiedere il MAP. Il primo chiarimento è che nei moduli prefabbricati la permanenza è gratuita, non ci sono spese condominiali, ci sono solo le utenze Enel e acqua ed essendo tutto elettrico con un contatore da sei chilowatt la bolletta potrebbe risultare elevata. Sulla situazione delle bollette per le utenze dei residenti nei MAP emerge che nel semestre sono state emesse quattrocento fatture su 680 perché allora erano 680 le utenze e oggi sono 661 su 757 perché c’è un calo già in corso nell’ambito del piano di rientro che abbiamo da tempo messo in campo, per un valore su quattrocento fatture di 360 mila euro, e qui si fa il conto per capire meglio il quadro, quindi ci sono solo diciotto inquilini con bollette per oltre duemila euro, 136 da mille a duemila, 141 da cinquecento a mille.

 

PRESIDENTE (Costi): Assessore, sono scaduti i tempi. Prego, consigliere Luciano Vecchi.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Volevo dire che dato che sono molto interessato alla risposta, non so se è possibile, posso rinunciare alla replica e lasciare il mio tempo all’Assessore.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Prego, assessore, continui la risposta e certamente rimanendo contenuto comunque nei tempi.

 

MUZZARELLI: In questo quadro abbiamo lavorato con l’Autorità dell’energia, il Presidente Errani ha mandato una lettera, aspettiamo una risposta nei prossimi giorni, siamo impegnati per fare tutto il possibile, con Enel abbiamo già fatto una serie di incontri, anche con i rappresentanti dei consumatori e abbiamo deciso un percorso. Tutte le parti hanno ribadito che le bollette dell’utenza vanno pagate da tutti e che verranno comunque verificate dagli appositi uffici comunali eventuali situazioni limite, Enel sospende fino a fine dicembre le azioni di morosità, si impegna a fare collaborazione con i servizi sociali per monitorare i consumi, ha creato un punto stabile di ascolto, collabora con le amministrazioni per la formazione dei nuclei per cercare di trovare tutte le soluzioni possibili, anche il cambio del gestore è possibile per chi ha il contatore, abbiamo già previsto 25 milioni per le Acer per fare altri 170 appartamenti e sistemare una parte di queste persone.

Abbiamo già avviato da due mesi il piano di rientro e, come dicevo, a oggi siamo a 661, e il nostro lavoro è quello di cercare di trovare le condizioni perché ne abbiamo scoperte di tutte e quindi abbiamo la necessità di assicurare legalità, trasparenza, operatività e devono rimanere quelli che hanno diritto di rimanere. Ci sono diverse situazioni e anche se non ho il tempo per raccontarvele tutte sono disponibile a fare il quadro. Ovviamente non vado al bar e invece vado a verificare nei MAP come siamo messi e verifico anche il quadro della situazione economica. Abbiamo il censimento di tutte le famiglie che sono state verificate, abbiamo impegnato anche con la collega Mazzocchi una spesa aggiuntiva per il sociale del 2014, quindi c’è un lavoro molto importante che si sta ricostruendo. Stiamo anche pensando perché molti di questi che sono nei MAP non hanno ancora presentato il MUDE per ritornare a casa. Stiamo ragionando di oltre 250 persone che possono rientrare o perché hanno la casa danneggiata o perché sono in affitto con la ricostruzione.

C’è un piano di rientro, stiamo seguendo con molta attenzione, la ricostruzione è in atto, a oggi 539 domande di imprese per 403 milioni e oggi mi pare che sforiamo la quota delle duemila cambiali emesse per 14 mila persone e 8.400 famiglie. Il lavoro è in corso, credo che la risposta servirà per fare anche chiarezza perché sulla base dei contratti che sono stati sottoscritti chi deve pagare è giusto che paghi e chi deve essere aiutato è giusto che sia aiutato.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Muzzarelli.

La parola al consigliere Luciano Vecchi solo per dichiararsi soddisfatto o non soddisfatto perché il tempo è esaurito.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Pienamente soddisfatto e ovviamente in attesa della versione scritta perché credo che le informazioni date siano di grande utilità anche pubblica.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Chiamo l’oggetto:

 

4744 - Interrogazione della consigliera Noè, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da attuare per evitare sperequazioni fiscali a carico delle attività sociali riguardanti i servizi alla persona, con particolare riferimento alle ASP.

 

Risponderà la vicepresidente Saliera.

Chiedo alla consigliera Noè e alla vicepresidente di rimanere nei termini.

Prego, consigliera Noè. Ha sei minuti.

 

NOÈ: Grazie, presidente. La Regione Emilia-Romagna assoggetta le ASP alla massima aliquota prevista, 8,50, ai fini IRAP, il sistema della cooperazione è invece assoggettato a un’aliquota del 3,21, alcune Regioni come il Piemonte hanno ridotto questa aliquota IRAP in questione nei confronti delle ASP al 4,25 mentre altre Regioni invece hanno previsto l’esenzione totale. Vorrei sapere come questa Regione giustifica tale situazione e come intende porsi di fronte a questa sperequazione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

La parola alla vicepresidente Saliera. Ha tre minuti.

 

SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. In riferimento all’interrogazione a risposta immediata, si precisa che le Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (ASP) ai fini IRAP sono comprese tra gli enti e le amministrazioni pubbliche e pertanto sono soggette all’aliquota dell’8,5 per cento, come tutti gli enti pubblici, compresa la stessa Regione. Il comma 299, della legge 266 del 2005, Finanziaria del 2006, consente alla Regione di estendere alle ASP il regime agevolativo di riduzione o esenzione IRAP deliberato nei confronti delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale. La Regione Emilia-Romagna con propria legge 48/2001 ha ridotto l’aliquota IRAP per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus) e per le cooperative sociali immettendo il 3,21 per cento anziché il 3,90 per cento. In relazione alla possibile riduzione dell’aliquota IRAP attualmente fissata per le ASP occorre tener presente che come chiarito dal decreto legislativo 68/2011 gli effetti finanziari derivanti dagli interventi di variazione di aliquote sono esclusivamente a carico del bilancio della Regione. Il gettito IRAP per la Regione Emilia-Romagna relativo alle ASP negli ultimi anni di imposta è stato mediamente sui 9,2 milioni di euro.

La legge delega sul federalismo, la n. 42, specifica che le spese per la sanità ma anche quelle per l’assistenza e l’istruzione sono finanziate con il gettito dell’IRAP fino alla data della sostituzione con altri tributi. Gli effetti finanziari derivanti dagli interventi di riduzione dell’aliquota o la disposizione di deduzioni sono esclusivamente comunque sempre a carico del bilancio della Regione e l’abbassamento dell’aliquota non è possibile se la maggiorazione dell’addizionale regionale dell’IRPEF è superiore allo 0,5 per cento. Conviene quindi riflettere comunque in via preliminare sull’opportunità di una tale proposta in relazione agli effetti che la stessa produrrebbe all’esterno di questo ente e all’interno sul bilancio regionale. Le manovre statali approvate nel corso degli anni 2010-2013 rendono inadeguato e incerto il quadro di finanziamento della Regione, un ulteriore intervento che porta a riduzione delle entrate avrebbe l’effetto di contribuire a limitare ulteriormente la possibilità della Regione di far fronte alle esigenze e ai bisogni della nostra collettività. Comunque nel caso che si voglia approfondire bisognerà fare anche delle simulazioni, nell’eventuale caso che l’Assemblea voglia affrontare, di diminuzione ma anche di aumento per compensare una mancata entrata di 9,2 milioni di euro.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, vicepresidente Saliera.

La parola alla consigliera Noè per la replica. Ha cinque minuti e trenta secondi.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Mi aspettavo questo tipo di risposta, Assessore, anche perché ieri ne abbiamo parlato, però lei comprende che effettivamente incidere sull’aliquota IRAP e giustificare che un’eventuale azione in questa direzione può comportare una riduzione delle entrate finanziarie e quindi impone l’obbligo di fare delle simulazioni, questo è normale ma questo è anche una scelta politica, perché purtroppo quello che io sto sottoponendo a lei è che oggi una certa aliquota IRAP in capo alle ASP e una certa aliquota IRAP in capo ad altri mondi come quello della cooperazione dove il mondo delle ASP subisce un’aliquota che è quasi tre volte rispetto a quella del mondo della cooperazione, questo crea una distorsione e una sperequazione fiscale inaccettabile, una distorsione a fronte della quale una Regione non può rimanere indifferente, se consideriamo anche che per esempio il mondo della cooperazione beneficia di esenzioni IMU sugli immobili, beneficia del fatto che non è tenuta al pagamento della TARES, che beneficia anche di aliquote Iva agevolate che comunque sia si può anche dedurre, un’aliquota IRAP che è inferiore rispetto a quella delle ASP e anche il ricorso a forme contrattuali di assunzioni meno gravose rispetto a quelle a cui obbligatoriamente la struttura ASP è tenuta a osservare.

Vorrei far presente che già la legge 2/2003 a suo tempo prevedeva esplicitamente che fosse necessario intervenire adottando delle misure fiscali che fossero di sostegno alle ASP. Non voglio criticare o esprimermi rispetto all’aliquota che oggi assoggetta in materia di IRAP il mondo della cooperazione, però non posso rimanere indifferente di fronte a un’ASP che abbiamo appena regolamentato nel luglio scorso volendo attribuire a queste ASP come l’unica forma pubblica di gestione dei servizi sociali, socio-sanitari ed eventualmente anche educativi, prendere atto che questa distorsione rispetto a chi non potendo beneficiare di tutte queste agevolazioni che il mondo della cooperazione ha e quindi anche costretta a dare in appalto a queste forme cooperative di servizi che sono di sua competenza dalla legge che abbiamo fatto a luglio, questa è una distorsione che dobbiamo assolutamente prendere in esame e che va assolutamente sanata, perché altrimenti il destino è che tutta una serie di servizi sociali, socio-sanitari ed eventualmente anche di carattere educativo slittino per convenienza nei confronti del mondo della cooperazione.

Probabilmente questo può diventare anche un aspetto interessante per il mondo della cooperazione ma noi, come Regione, che abbiamo appena disciplinato con quegli obiettivi, cioè di creare un unico soggetto che a livello distrettuali rappresenti l’unica forma pubblica di gestione dei servizi sociali e socio-sanitari ed educativi, non ci può vedere indifferenti perché se rimarremo indifferenti di fronte a questa situazione, questa indifferenza si presta a una lettura di una strategia eventualmente voluta. Ripeto, questo silenzio assenso non lo giustifico, non lo accetto e mi auguro che anche dalla prossima finanziaria in sede preventiva ci possa essere anche un segnale politico di questa distorsione fiscale che basterebbe iniziare ad affrontare come ha fatto anche la Regione Toscana che dall’8,50, dall’aliquota massima che noi applichiamo, ha già calato di un punto percentuale. Io credo che questa sensibilità - mi rendo conto di tutti gli effetti che può produrre - sia dovuta perché la matematica in questo caso non è un’opinione. Sta diventando invece una lesione e il rischio è di andare a modificare quella che è la resa del welfare in questa regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliera Noè.

Oggetto successivo:

 

4748 - Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per incrementare, da parte del Comune di Bologna, la percentuale di cibi biologici e tipici utilizzati nelle proprie mense scolastiche.

 

Risponderà l’assessore Rabboni.

Prego, consigliera Meo.

 

MEO: Grazie, presidente. La Regione Emilia-Romagna credo dall’inizio si sia sempre impegnata molto sia negli strumenti tecnici, legislativi e nella messa in pratica per un orientamento ai consumi alimentari che fosse più sostenibile e consapevole. Di questo ne sono convinta e ne rendo merito. In effetti già con la legge regionale del 4 novembre 2004 la Regione ha scelto di introdurre gli alimenti biologici nelle mense scolastiche insieme all’utilizzo dei prodotti tipici e tradizionali (altro filone di grande interesse). In particolare all’articolo 9 di questa norma si prevede che i prodotti forniti per la preparazione dei pasti nelle scuole, dai nidi d’infanzia alle elementari, provengano da coltivazioni biologiche per le tipologie merceologicamente reperibili sul mercato. Per questo ci siamo stupiti quando durante una recente polemica che è intercorsa tra alcuni genitori e l’amministrazione comunale di Bologna sulla qualità del servizio della refezione scolastica gestita da SERIBO, società mista pubblico-privata, costituita dal Comune e da alcuni società cooperative private, l’Assessore alla Scuola ha dichiarato che il capitolato di appalto risalente al 2003 prevede il 6,8 per cento dei prodotti biologici e a oggi la quota è al 18 per cento, ma mi risulta comunque essere tra le più basse in regione.

Nel programma triennale 2013-2015 per l’orientamento ai consumi e all’educazione alimentare che questa Assemblea si è data, si è sottolineato come si ritengono comunque maturi i tempi per la predisposizione di capitolati di appalti del servizio di ristorazione collettiva per le scuole, ma non solo, che prevedano una percentuale di biologico del cento per cento su tutti i prodotti ovviamente reperibili e che comunque sia anche prevista una significativa presenza di prodotti tipici tradizionali. Per questo ci chiedevamo e chiedevamo all’Assessore competente se la Regione non ritenga opportuno chiedere al Comune di Bologna di aumentare fin da ora la percentuale dei cibi biologici, evidentemente sotto la soglia del programma che, come Regione, ci siamo dati, nelle mense scolastiche di propria competenza e soprattutto in vista della scadenza del contratto di SERIBO, che è prevista nel giugno 2014, di verificare che il prossimo capitolato di appalto risponda sostanzialmente a quanto previsto dalla normativa regionale che abbiamo appena citato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.

La parola all’assessore Rabboni. Ricordo i tre minuti.

 

RABBONI, assessore: Grazie, presidente. La vicenda citata nell’interrogazione della consigliera Meo che vede coinvolto un gruppo di genitori e il Comune di Bologna è stata seguita dagli uffici competenti dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione. I nostri funzionari insieme agli esperti di sportello mense bio hanno partecipato all’udienza conoscitiva nel corso della quale sono stati sentiti anche la Provincia di Bologna e alcuni rappresentanti dei genitori che si è tenuta qualche tempo fa presso l’amministrazione comunale per chiarire i termini della vicenda e favorire un miglioramento della situazione. All’incontro non si è presentato l’interlocutore principale, cioè la società SERIBO, che doveva portare le proprie motivazioni in ordine al basso utilizzo per la preparazione dei pasti di alimenti ottenuti con metodi di coltivazione biologica e integrata o con prodotti tipici e tradizionali. In ogni caso, al termine dell’incontro, il Comune di Bologna si è impegnato a incrementare le percentuali di referenze bio nei pasti destinati all’utenza scolastica.

La Regione si è quindi messa a disposizione del Comune di Bologna per supportare direttamente l’amministrazione o la società SERIBO nel processo di adeguamento alle direttive regionali per quanto attiene l’approvvigionamento di materie prime di qualità regolamentata nelle mense sia mettendo a disposizione le competenze dello sportello mense bio sia attraverso la disponibilità a partecipare a uno specifico tavolo tecnico.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Rabboni.

La parola alla consigliera Meo. Ha due minuti per la replica.

 

MEO: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore e sono soddisfatta di come comunque la Regione sta seguendo questo processo. Ovviamente spiace che queste cose arrivino, anche dopo tante discussioni e dopo tanti momenti di crescita che ci sono stati da questo punto di vista, sempre su sollecitazioni dei cittadini e dell’utenza mentre dovrebbe essere compito primo delle amministrazioni pubbliche, comunali in questo caso, verificare che tutte le condizioni siano rispettate.

Mi preme soltanto sottolineare come comunque i prodotti bio, come sappiamo molto bene, fanno prima di tutto bene alle persone e fanno anche bene all’ambiente sotto ogni punto di vista, quindi questo è un processo sul quale dobbiamo seguire con grande attenzione ogni passaggio sia dal punto di vista promozionale ed educativo ma anche dal punto di vista pratico ed esecutivo delle norme che collettivamente ci siamo dati. Grazie.

 

Interrogazione oggetto 4752

(Ritiro)

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.

Dovremmo trattare l’oggetto 4752, interrogazione della consigliera Camorali, di attualità a risposta immediata in Aula, inerente la situazione dell’ASP Distretto di Fidenza per quel che concerne la nomina del nuovo CDA. La proponente ha ritirato l’interrogazione, pertanto abbiamo concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in Aula.

 

Sui tragici eventi che hanno colpito la popolazione sarda

 

PRESIDENTE (Costi): Prima di iniziare la seduta, poiché ieri abbiamo assistito al gravissimo dramma che ha colpito la regione Sardegna, voglio informare l’Aula che a nome dell’intera Assemblea legislativa ieri ho provveduto a inviare la nostra vicinanza e solidarietà al popolo e alle istituzioni della Sardegna, colpita dai lutti e dalle distruzioni conseguenti all’ondata del maltempo. Ho scritto alla Presidente Claudia Lombardo, che è la mia collega, alla quale ho anche ieri sera telefonato e con la quale sono in contatto, la stessa cosa ha chiaramente fatto il Presidente Errani nei confronti del collega della Giunta

Noi crediamo che questa Assemblea non possa che essere estremamente vicino a quella popolazione, a quelle istituzioni e a quei sindaci perché abbiamo subito purtroppo l’anno scorso l’esperienza drammatica del terremoto, conosciamo perfettamente la disperazione che tragedie simili portano alle persone e agli amministratori locali, quindi il nostro primo pensiero ieri è andato alle vittime, in modo particolare ai bambini, alle loro famiglie, a tutti coloro che hanno subito danni, a coloro che stanno operando per fronteggiare l’emergenza. La solidarietà crediamo che sia il collante che permetta di resistere in questi momenti, quindi come Assemblea mi sono permessa di esprimere alla collega che siamo a disposizione per le necessità che ci verranno poste, per aiutare la Sardegna a rialzarsi e perché possa tornare presto alla normalità.

Proprio a tal fine informo anche che il Presidente Errani dalle prime ore di ieri si è immediatamente attivato con il Presidente della Giunta della Sardegna e in stretto raccordo con la Protezione Civile Nazionale proprio per essere pronti a qualsiasi tipo di esigenza o richiesta che venga proposta. Pertanto vi chiedo di osservare un minuto di silenzio per le vittime di questo ulteriore disastro ambientale che è successo in Sardegna.

 

(L’Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie. Passiamo ora all’esame degli oggetti iscritti all’ordine del giorno.

 

OGGETTO 4715

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Misure urgenti per favorire l'attuazione del riordino territoriale, lo sviluppo delle Unioni ed il superamento delle Comunità montane» (80)

(Relazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Il testo n. 19/2013, è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari Generali e Istituzionali" nella seduta del 12 novembre 2013; è composto da nove articoli. Il relatore della Commissione, il consigliere Luciano Vecchi, ha presentato relazione scritta. Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

La parola al consigliere relatore Luciano Vecchi.

 

VECCHI Luciano, relatore: Grazie, presidente. Proprio perché ho presentato relazione scritta per quanto riguarda un’analisi puntuale dell’articolato rimando alla lettura della stessa, analisi dell’articolato che sostanzialmente non muta, ma immagino che su questo la vicepresidente Saliera interverrà in seguito nella discussione, con la presentazione di due emendamenti della Giunta che sono stati distribuiti ieri che sono assolutamente in sintonia e permettono un maggior affinamento di questo progetto di legge e non mutano il carattere generale del testo. Voglio dire inoltre e ricordare ai colleghi che noi nel dicembre dello scorso anno abbiamo approvato la legge 21 che si è dimostrata essere nel corso di questo anno uno strumento di grande potenza ed efficacia per sostenere e accelerare i processi di riordino e riassetto territoriale nella nostra regione, soprattutto attraverso l’individuazione degli ambiti ottimali e sostenere in maniera molto forte la costituzione, l’ampliamento e il rafforzamento delle Unioni di Comuni. Già nel testo della legge, ovviamente, si indicava con grande chiarezza proprio per il carattere strutturale di quel provvedimento che nel corso del tempo, e oggi siamo a questa scadenza ma ricordo anche le integrazioni che abbiamo fatto con la legge finanziaria nel luglio scorso, avremmo introdotto quelle misure che si sarebbero rivelate necessarie attraverso un’analisi attenta della realtà, che è una realtà (Piacenza e Rimini) assolutamente diversificata, e questo è un elemento di ricchezza della nostra struttura territoriale, e che il processo di confronto con il sistema delle autonomie locali, con le amministrazioni locali, con tutte le parti interessate avrebbe potuto trovare anche attraverso strumenti legislativi quell’ascolto e quel riscontro che si è verificato necessario.

Con l’adozione della legge regionale 21 il nostro sistema istituzionale territoriale della nostra regione si è dotato di uno strumento normativo di fondamentale importanza per la necessaria opera di modernizzazione della rete degli enti territoriali e per garantire un sistema di governo e di servizi all’altezza delle sfide contemporanee.

Il presente progetto di legge mira a introdurre quindi ulteriori disposizioni atti ad agevolare il completamento dell’attuazione del percorso di riordino territoriale funzionale avviato con la legge regionale 21/2012. L’amministrazione della cosa pubblica vive - lo sappiamo - un momento di grande contrazione delle risorse che rischia di mettere a repentaglio i servizi rivolti ai cittadini. Allo scopo di prevenire tale eventualità si è fatta avanti negli ultimi anni in maniera più forte la convinzione che la gestione associata delle funzioni e dei servizi, specie attraverso il ricorso al modello dell’Unione dei Comuni, possa assicurare il mantenimento del livello dei servizi ai cittadini migliorandone la qualità.

Fin dal 2010 il legislatore statale col decreto legge del 2010, n. 78, poi modificato dal decreto legge del 2012, n. 95, ha posto a carico dei piccoli Comuni obblighi di gestione in forma associata pur temperandoli con disposizioni di favore per l’associazionismo intercomunale e obblighi di gestione in forma associata. La Regione Emilia-Romagna, con la legge regionale 21/2012, ha avviato un proprio processo di riordino territoriale funzionale teso all’implementazione delle gestioni associate obbligatorie e al superamento delle dieci Comunità montane ancora presenti nel nostro territorio. Nel corso dell’attuazione della legge regionale 21, destinata a incidere in modo così rilevante sugli assetti del territorio, dal monitoraggio svolto dalla Giunta regionale, è emersa l’esigenza diffusa assai sentita dagli amministratori locali di ottenere una pur limitata dilazione dei tempi al duplice scopo di ottemperare agli obblighi normativi di gestione in forma associata completando il processo di costituzione delle nuove Unioni di Comuni, ovvero delle Unioni di Comuni montani previa approvazione degli statuti delle stesse da parte dei Comuni aderenti.

Pertanto questo progetto di legge mira per un verso a cogliere tale esigenza in quelle realtà che non hanno ancora completato il complesso processo di trasformazione o di costituzione delle Unioni. Il percorso avviato in Emilia-Romagna non è certo agevolato dalla situazione di incertezza del quadro nazionale che ha indotto l’ANCI nella sua recente assemblea di Firenze a chiedere la proroga dei termini previsti dal legislatore statale per l’avvio delle gestioni associate obbligatorie. Alla luce di tali premesse, i termini individuati dall’articolo 7 della legge regionale 21 e successive modifiche e integrazioni, vengono ridefiniti spostandone in avanti la scadenza. Più in dettaglio si introducono i termini del 20 dicembre 2013 e del 31 marzo 2014 destinati a superare le disposizioni temporanee introdotte con la legge 21. Nello specifico, entro il 20 dicembre 2013 i Comuni sono tenuti a costituire o ad adeguare le Unioni dei Comuni destinate in montagna con le unioni montane a subentrare alle Comunità montane. Nel caso di mancato adempimento entro tale scadenza, sarà comunque sufficiente completare l’adeguamento degli statuti anche in un momento successivo ma comunque in tempo utile per consentire che le nuove Unioni siano operative e i loro organi insediati nel momento in cui dovranno approvare i conferimenti di funzione ricevuti dai Comuni. Resta inteso che tali conferimenti dovranno avvenire entro il nuovo termine del 31 marzo 2014, termine quest’ultimo entro cui i Comuni dovranno adempiere agli obblighi di gestione associata delle funzioni potendo provvedervi anche con conferimento delle stesse al nuovo ente associativo sia tramite il modello, però non incentivato, della convenzione. Inoltre, sempre entro la data del 31 marzo 2014, occorre che i Comuni obbligati abbiano provveduto a stipulare le convenzioni per lo svolgimento in forma associata delle funzioni o dei servizi, ovvero a conferire all’ente associativo con l’ulteriore inderogabile condizione che tali convenzioni debbano essere pienamente operative nel corso dell’anno 2014.

Allo scopo di favorire il superamento delle Comunità montane ancora esistenti il presente progetto di legge ne fissa l’estinzione non più obbligatoriamente dal primo gennaio 2014 ma a decorrere dalla data di insediamento del Consiglio dell’Unione subentrante disponendo altresì che se a tale data il Consiglio comunitario non è ancora stato convocato per la presa d’atto del piano successorio la Comunità montana è estinta il giorno successivo a quello nel quale è convocata la seduta per la presa d’atto suddetta. Se tale seduta non viene convocata nei trenta giorni successivi la presa d’atto si dà per effettuata. Inoltre si dettano ulteriori misure integrative alla legge 21 per consentire ai Comuni di piccole dimensioni che, ricordo, sono quelli fino a cinquemila abitanti in pianura e fino a tremila in montagna, ove particolari esigenze del contesto territoriale di riferimento lo ritengano opportuno, con particolare riferimento all’ubicazione degli stessi entro l’ambito territoriale di riferimento, di assolvere agli obblighi di gestione associata previsti dalla legge 21 stessa, all’articolo 7, terzo comma, tra alcuni soltanto di loro o con altri Comuni appartenenti al medesimo ambito territoriale ottimale. Resta comunque fermo l’obbligo di esercitare tra tutti i Comuni dell’ambito territoriale ottimale le funzioni di cui al primo periodo dell’articolo 7, ossia i sistemi informatici e almeno tre scelte tra le sette funzioni indicate dal medesimo articolo. In base alla modifica introdotta, le Unioni potranno accedere ai contributi disciplinati al programma di riordino territoriale a condizione che il conferimento all’ente associativo delle funzioni fondamentali avvenga entro il 31 marzo 2014. La disciplina in materia di incentivazione nell’anno 2014 opera a favore delle Unioni e delle Comunità montane che hanno avuto accesso per l’anno 2013 ai contributi a valere sul programma di riordino o a quelli concessi ai sensi dell’articolo 23, terzo comma, della legge 21. La norma infatti legittima la Giunta regionale a prevedere nel programma di riordino oltre i contributi destinati alle Unioni coerenti con le norme della legge regionale 21 anche quelli destinati, seppur in misura ridotta, a favore dei seguenti potenziali beneficiari:

a) le Comunità montane che non abbiano completato il processo di trasformazione in Unioni nei termini previsti dagli articoli 1 e 2;

b) le Unioni dei Comuni i cui statuti non siano stati approvati o adeguati entro i termini previsti dai medesimi articoli;

c) le Unioni di Comuni cui le funzioni di cui all’articolo 7, terzo comma, della legge regionale 21/2012 siano state conferite oltre il termine del 31 marzo 2014.

Merita evidenziare che la predetta misura di favore ha carattere meramente eventuale e soprattutto transitoria in quanto disposta esclusivamente per l’anno 2014. L’accesso ai contributi è comunque totalmente precluso ai soggetti nel cui ambito i Comuni aderenti non abbiano intrapreso entro i termini di legge con atti formali il percorso di adeguamento alle norme della legge regionale 21. Per le annualità successive gli enti di cui alle precedenti lettere potranno accedere ai contributi previsti dal programma di riordino territoriale solo a condizione che entro la data di presentazione delle domande per l’accesso al contributo siano in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge regionale 21. Si provvede infine a disporre in tema di programmazione delle risorse del fondo regionale per la montagna e del fondo per le piccole opere e attività di riassetto idrogeologico, nonché in tema di ripartizione delle risorse statali provenienti dal riparto del fondo nazionale per la montagna.

Queste in sintesi sono le modifiche, ovviamente, i colleghi nella relazione scritta troveranno un’analisi dettagliata dell’articolato. Credo che con questo provvedimento perfezioniamo il percorso che porta a una tappa importante del riassetto territoriale per garantire maggiore efficacia in tempi assai difficili all’azione delle pubbliche amministrazioni, in maniera particolare quelle come i Comuni che sono a diretto contatto con i cittadini e credo diamo anche un contributo di qualità, di dignità e di riferimento anche per un necessario dibattito nazionale sul riordino e riassetto territoriale.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Apriamo adesso la discussione generale sul progetto di legge.

Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà. Consigliere le ricordo che ha venti minuti a sua disposizione.

 

FERRARI: Grazie, presidente. Solo per aggiungere alcune osservazioni alla relazione del collega Vecchi. Tra le tante cose intelligenti, utili e buone che questa Regione ha fatto e sta facendo certamente va ascritta questa legge, la legge 21, che è una legge molto importante perché guarda a una buona organizzazione o riorganizzazione del sistema delle autonomie locali e lo fa in un’ottica di un mondo che cambia e che si globalizza. Quello che crea qualche imbarazzo a chi come me ha lavorato su questi temi insieme con la Vicepresidente, che ringrazio ancora una volta per il lavoro paziente e intelligente che ha fatto e sta facendo, è che in alcuni territori, troppi territori, di questa regione amministratori locali (Sindaci e Assessori) non hanno saputo cogliere fino in fondo la grande opportunità che il riordino e questa legge offrono ai territori, spesso proprio quei territori che ne hanno più bisogno, e parlo ovviamente dei Comuni montani che più di altri hanno la necessità di fare gioco di squadra, stare insieme e mettersi in rete.

Questa proroga che è stata concessa perché tutti arrivassero, almeno quelli che hanno capito lo spirito e l’importanza di questa legge, ad adeguarsi rispetto a quanto la normativa prevede, credo sia un’altra occasione e un altro stimolo per capire che ci sono percorsi nella vita anche amministrativa che sono possibili e altri che sono obbligati, e chi non lo capisce o non lo vuole capire non fa un danno solo a se stesso - se qualche Sindaco, Assessore o Consigliere non sarà rieletto e non farà più l’attività amministrativa non è un problema per le comunità - ma agli amministrati e quindi ai cittadini. Questo credo che sia una colpa grave perché chi non ha percezione che le modalità richieste dal nostro tempo sono esattamente quelle di razionalizzare, semplificare e aggregare evidentemente non ha capito che questa strada è l’unica percorribile per dare un futuro degno di questo nome alle proprie comunità. Mi auguro che al di là delle appartenenze - come ovvio che sia un tema come questo non ha colore, parte o schieramento - vi è un unico obiettivo, ossia quello di aiutare tutto il nostro territorio e tutta la nostra regione e le nostre comunità dall’Appennino fino alla Bassa, passando per i Comuni della Pedemontana e della zona di pianura, per fare quel salto di qualità che questa regione per prima, anche sulla base di indicazioni e di normative nazionali, ha saputo cogliere e perseguire. Questa riflessione spero che venga fatta laddove in maniera surrettizia non si intende avvalersi dello strumento fondamentale e importantissimo dell’Unione e dove si va in maniera a mio avviso sbagliata incontro a soluzioni come quella delle convenzioni che oltretutto non consentono, come noto, di fruire e di potersi avvalere dei finanziamenti che sono assolutamente importanti in un momento di difficoltà come questo, ma non è solo un tema economico ma è un tema di visione di strategia, che è molto più importante. Non capire che l’unione e il gioco di squadra è indispensabile per il futuro credo che sia una pecca molto grave e quegli amministratori che non vorranno cogliere in maniera piena questa opportunità credo che dovranno risponderne pienamente oggi e anche in momenti successivi quando si andrà al voto davanti ai propri elettori.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Ferrari.

Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Intervengo perché questo è l’ultimo, in ordine di tempo, provvedimento che in qualche modo riassesta la disciplina complessiva sul riordino territoriale. Abbiamo avuto bisogno di diversi aggiustamenti strada facendo dettati anche dalle esigenze emerse dai territori, però al di là delle questioni tecniche sulla opportunità o meno di ricorrere a questi strumenti di riordino territoriale che abbiamo già approfondito in mille altre occasioni credo sia importante - mi sembra questa la sede opportuna per ribadirlo - capire qual è il nostro ruolo di legislatori e anche di istituzione molto importante nell’ambito regionale nei confronti degli altri Comuni perché le difficoltà che sono emerse sul territorio - la Vicepresidente Saliera so che ha girato in lungo e in largo il territorio e quindi se ne sarà resa conto - spesso derivano non dal dettato normativo che probabilmente è un dettato normativo che garantisce sufficientemente tutte le componenti in campo, ma questo procedimento di unioni, così come quello delle fusioni in realtà, laddove viene osteggiato o in qualche caso non preso con entusiasmo, si fonda su rapporti interpersonali tra gli amministratori di quei Comuni e di quelle zone. Ecco perché dico che l’operazione di moral suasion che noi come istituzione Regione possiamo fare è un’azione assolutamente importante e opportuna per fare andare avanti questo procedimento, se noi ci crediamo, perché molto spesso, e ognuno di noi ha presente esempi sul proprio territorio, ci sono rapporti conflittuali anche all’interno di amministratori della stessa parte politica, quindi non è una questione centrodestra - centrosinistra ma è una questione legata ai rapporti interpersonali tra amministratori e quando a un certo punto sia nel caso di fusione sia di unione quando un Comune che è stato in conflitto con un altro Comune per anni si sente in qualche modo stretto e magari anche sottomesso alla disciplina di quel Sindaco di quel Comune questo crea dei problemi.

Qui noi, come singoli Consiglieri per l’autorità che abbiamo ma anche come Regione nel suo complesso, possiamo intervenire per cercare di smussare quelle difficoltà che sul territorio si trovano. Questo è un esempio classico in cui la politica con la "p" maiuscola è più importante della parte tecnico-legislativa. Sulla parte tecnico-legislativa secondo me il nostro lavoro l’abbiamo fatto - tutto si può fare in maniera migliore ma la parte l’abbiamo fatta - mentre è su quell’altra parte che ancora non ci siamo applicati abbastanza e le difficoltà che emergono sul territorio sono di questa natura. Siccome siamo ancora nella fase di applicazione definitiva della legge, c’è uno spazio per intervenire e dobbiamo trovare gli strumenti per poter andare sul territorio e non convincere della bontà o meno dello strumento perché questo rimane nella discrezionalità politica di ognuno dei nostri interlocutori, ma laddove è evidente che il disaccordo si fonda esclusivamente su dei preconcetti possiamo intervenire, ognuno dalla nostra posizione, per aiutare le istituzioni e gli enti locali ad aderire al meglio a questo progetto normativo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Questo progetto di legge ha una funzione e un carattere correttivo della legge 21/2012. Infatti la funzione precipua di questo provvedimento è quella di posticipare i termini affinché si giunga alla transizione dalle Comunità montane alle Unioni di montagna, dando ai Comuni questo processo di condivisione di queste funzioni. In sé sembra un atto quindi che va unicamente incontro alle richieste dei Sindaci che comunque chiedevano maggior tempo a disposizione. Ma questo aspetto è un aspetto assolutamente rilevante, cioè un aspetto che merita una riflessione sotto il profilo politico - sotto il profilo tecnico il lavoro è stato fatto bene e correttamente - perché la mia preoccupazione è quella che la Regione sia partita rispetto ad altre Regioni, ma magari l’Assessore nella replica mi chiarirà questo dubbio, a spron battuto sulla via delle fusioni e degli accorpamenti, peraltro legittimamente, nel senso che se non ho cattiva memoria questo era contenuto anche negli indirizzi programmatici votati all’inizio della legislatura, però a volte spingere troppo l’acceleratore obbliga i cittadini di vari Comuni a condividere certe identificazioni che possono anche portare a una rinuncia della propria identità che si lega al comune di appartenenza.

La motivazione, mi sembra di aver colto, è quella di adeguarsi a delle disposizioni nazionali per procedere a passo spedito, in tempi stretti e molto alla svelta ma sotto questo aspetto lo Stato ha prodotto in questi anni una lunga serie di normative sul punto cui gli enti locali e gli enti territoriali dovevano adeguarsi ma senza avere una riforma organica della materia. Se non colgo male, ma questo è un altro spunto di riflessione, le altre Regioni hanno un attimo fermato le macchine in attesa di una riforma più complessiva e organica. La nostra invece ha fatto una scelta, condivisibile o meno saranno i fatti a dimostrarlo, che certamente dimostra che alcuni aspetti della legge regionale 21 avevano dei punti di difficoltà causa le date e la modalità per arrivare a una realizzazione pratica dei principi contenuti nella legge 21/2012. Per certi aspetti quindi abbiamo dovuto registrare delle difficoltà ad accettare e digerire queste problematiche, problemi di applicabilità e anche delle resistenze. Oggi si va a votare un dilazionamento dei tempi e forse si poteva attendere un attimo per avere a livello centrale una riforma più organica sull’argomento che fornisse agli enti locali e ai Comuni una risposta un po’ più completa. Quindi sotto l’aspetto tecnico nulla quaestio e nessuna obiezione di questo provvedimento correttivo ma sotto il profilo politico qualche problematica per questa accelerazione che avete impresso potrebbe darlo a livello di Unioni di montagna. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.

Non ci sono altri che intendono intervenire in dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire la vicepresidente Saliera. Ne ha facoltà.

 

SALIERA, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Gli argomenti di oggi non sono affatto sconosciuti all’Assemblea e si è notato ampiamente dagli interventi, anche perché vorrei ringraziare i molti Consiglieri che mi hanno accompagnato sui diversi territori e che insieme quindi abbiamo potuto ascoltare e ragionare sulle diverse motivazioni di difficoltà nel procedere con processi di aggregazione attraverso le unioni. È proprio per questo che fin da subito la legge si è presentata come una legge che faceva monitoraggio, verificava, accompagnava ogni singola situazione, in particolare per la trasformazione delle Comunità montane, quindi il loro azzeramento, verso un’altra forma che sono le Unioni montane, e sono processi difficili e, concordo col consigliere Lombardi, anche perché in diversi incontri anche nelle zone del riminese eravamo insieme, un forte processo culturale per gli amministratori e per la politica, un processo che vede diversi Comuni non avere un’azione competitiva tra di loro, e nelle zone di montagna è ancora più accentuato questo atteggiamento dal punto di vista anche storico, e se c’è la tutela di qualche politico che si immette e che promette e non fa un ragionamento di sistema ma un rapporto molto personalizzato non aiuta ad avere la consapevolezza invece che non è la competizione ma è lo stare insieme come un intero territorio di una vallata o più vallate e proporre una progettualità insieme e utilizzare le risorse umane di competenze e quelle poche risorse che ci sono per dare il massimo possibile di servizi ai cittadini.

Questo ragionamento l’abbiamo fatto numerosissime volte e sembra normale come dei buoni padri di famiglia. Sicuramente non è stato facile, è stato un anno molto intenso, però posso anche dire che questa proroga a differenza di proroghe che magari a livello nazionale vengono date sine die senza mai portare avanti neanche di un passo un processo, in questo anno senza forzare ma con un rapporto di ragionamento e di aiuto la stragrande maggioranza in tutti gli ambiti (i 46 ambiti regionali) chi più velocemente, chi più lentamente, con più discussione o meno discussione, ma con il supporto di questa Assemblea, hanno fatto un passo. Questi tre mesi di proroga servono per dirgli di fare anche gli altri passi prima di avviarsi alle elezioni amministrative di cui comunque la stragrande maggioranza dei Comuni sarà coinvolta a maggio. Quindi l’invito è portarsi in una situazione dove gli statuti, le convenzioni dell’esercizio di funzioni insieme come predispone la legge regionale siano a posto, ma soprattutto di dare futuro a delle funzioni che potrebbero un po’ alla volta rinsecchirsi per mancanza di risorse e di personale, perché viviamo in un mondo dove c’è il blocco del turnover e dove le risorse calano e non si può andare ancora una volta in termini di tassazione ai cittadini. Questa è l’alternativa: fare massa, aggregare e insieme riuscire nel dare servizi. È una sfida che molti però hanno colto, anche quelli che tempo fa non ci pensavano minimamente. Poi alcune situazioni un po’ isolate, soprattutto in montagna, sono ancora difficili ma con il lavoro, il ragionamento, l’affiancamento e il rassicurare sono convinta che è solo questione di tempo.

Perché correre rispetto alla riforma nazionale? Io non mi sento in corsa. Mi sento insieme a voi di avere aperto un processo nel territorio della nostra regione così intenso che altre regioni l’hanno fatto in parte dal punto di vista legislativo ma con un rapporto meno diretto, colloquiale. Ormai sappiamo ogni Comune e ogni territorio perché arriva a fare uno statuto e non arrivano a farlo e qual è il problema. I problemi sono storici, altri sono semplicemente personali e via dicendo. Sono tre anni che ci lavoriamo e quindi se l’amministratore sindaco di quel territorio dopo tre anni dice che i cittadini non sono stati informati un qualche problema c’è rispetto al processo, salvo poi che quando mi trovo in alcune assemblee pubbliche dove i cittadini vengono, dalle domande che fanno e le proposte che fanno, non ce ne è uno che dica che vuole stare da solo. Interessa per esempio se il trasporto scolastico si fa o non si fa. Certe volte si nota anche uno scostamento fra l’idea politica di un territorio e la propria comunità, perché nella propria comunità interessa avere lo sportello dove si deve andare e sapere in capo a chi sta la responsabilità per il proprio bisogno. Se si fa in un modo informatico o insieme ad altri tre Comuni perché si ha un ufficio unico bisogna dirlo. Ma per fare questo non è sufficiente scriverlo nelle nostre leggi. Questo lo abbiamo capito tutti, le risorse però le avrà chi effettivamente riorganizza, fa uno sforzo e fa vedere che aumenta i servizi ai cittadini, che sburocratizza e mette più servizi, cosa che anche noi dobbiamo fare e stiamo facendo, quindi con un’attività politica continua e una pazienza certosina, ma la pazienza certosina ci porterà sicuramente un po’ alla volta a sedimentare delle politiche.

La riforma dello Stato che tutti auspichiamo, che è necessaria, qualunque essa sia - avevamo 348 Comuni e dal primo gennaio ne avremo 340 per processi di fusione nati da quel territorio - se ha a che fare con un territorio strutturato come questo, se i 340 Comuni hanno, come stanno avendo, un luogo che è l’ambito nel quale loro organizzano i servizi in un ambito di solidarietà e di aiuto fra di loro sono allora 46 territori anziché 340 come punto di riferimento che sviluppano politiche non solo di quel comune ma di un’intera vallata o di un’intera valle, se parliamo del ferrarese e del delta Po per esempio, e potranno quindi essere più utili al sistema dei cittadini per riuscire a portare anche risorse in aggiunta a quelle che i loro cittadini pagano, dare un valore aggiunto.

Oltre a ringraziarvi, e ho ancora bisogno del vostro aiuto fino all’ultimo giorno e fino a che tutti i processi non si saranno compiuti, approfitto per descrivervi i due emendamenti tecnici che ho presentato ieri e mi scuso perché non li ho presentati in Commissione, perché avevamo in essere alcuni incontri sia col Ministero, parte tecnica, sia con la Corte dei Conti, perché ci poniamo il tema che nel caso di fusioni e nel caso di passaggio dalla Comunità montana nelle future unioni ci sono degli aspetti contabili che la legge nazionale non ha mai previsto e quindi, come Regione, ci siamo fatti carico, con un gruppo di Comuni e per le fusioni e per dalle Comunità montane alle Unioni di capire con la Corte dei Conti rispetto ai loro futuri bilanci cosa era meglio fare da un passaggio di un anno all’altro. Al 31 dicembre - prendiamo l’esempio della Valsamoggia perché è il più vicino - esistono cinque Comuni e il primo gennaio ne esisterà uno solo, quindi da cinque bilanci si passerà a un bilancio e un commissario. Qui definiamo quindi quella base di regole, come chiudere i bilanci perché i consuntivi andrebbero fatti ad aprile dopo il rendiconto del tesoriere, altrimenti non è possibile, quindi diciamo che il Consiglio o la Giunta approva un verbale di chiusura che consegna al commissario e il Comune più grande metterà a disposizione i revisori per il periodo transitorio fino a che non ci saranno le elezioni, quindi discipliniamo quello che si è un po’ concordato e che è un buco della legislazione nazionale. A seguito anche di queste esperienze abbiamo proposto emendamenti alla cosiddetta legge che il Parlamento sta valutando, la cosiddetta legge Delrio, proprio finalizzati a rendere possibile e meno problematica sia la fusione, avere tempi e modalità in modo che i ragionieri, i dirigenti e gli stessi sindaci si sentano protetti dalla legge nei loro passaggi e che magari non vengano poi richiamati dalla Corte dei Conti, per qualsiasi trasformazione o aggregazione da un ente a un altro. Non ci sono tutte perché abbiamo messo quelle che abbiamo concordato, e invece come emendamenti alla legge statale ne abbiamo fatti un po’ più di corposi perché le necessità andrebbero molto al di là di questi due, ma con questi due riusciamo a tranquillizzare i processi di fusione che abbiamo in essere adesso. Vi ringrazio della vostra pazienza.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, vicepresidente Saliera.

A questo punto passiamo all’esame dell’articolato. Prima nomino gli scrutatori chiedendo loro di rimanere in Aula durante la votazione dell’articolato e degli emendamenti. Propongo i consiglieri Mumolo, Carini e Filippi.

Ricordo che sono arrivate due proposte di emendamento a firma della Vicepresidente Saliera, come del resto lei stessa ha illustrato.

Partiamo dall’articolo 1 (Modifica dei termini di cui all’articolo 7 della legge regionale 21/2012 per la costituzione e l’adeguamento alla legge di Unioni e per il conferimento delle funzioni).

Apro il dibattito generale. Chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto sull’articolo 1.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’articolo 2 (Modifica dei termini di cui all’articolo 32 della legge regionale 9/2013 per la costituzione di Unioni subentranti a Comunità montane).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 2 è approvato.

Passiamo all’articolo 3 (Ulteriori misure integrative della legge regionale n. 21/2012). Su questo articolo insiste l’emendamento n. 1 a firma della vicepresidente Saliera.

Apro il dibattito generale sull’emendamento e sull’articolo. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma della vicepresidente Saliera.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’articolo 4 (Disposizioni in materia di incentivazione nell’anno 2014).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’articolo 5 (Disposizioni per la programmazione delle risorse per il fondo regionale per la montagna e per il fondo per le piccole opere e attività di riassetto idrogeologico per l’anno 2014).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 5 è approvato.

Passiamo all’articolo 6 (Modifica alla legge regionale n. 24/1996). Su questo articolo insiste l’emendamento n. 2 a firma della vicepresidente Saliera.

Apro il dibattito generale sull’emendamento e sull’articolo. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma della vicepresidente Saliera.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 2 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 6 è approvato.

Passiamo all’articolo 7 (Modifica alla legge regionale n. 13/2009).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 7 è approvato.

Passiamo all’articolo 8 (Modifica alla legge regionale n. 12/2013).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 8 è approvato.

Passiamo all’articolo 9 (Entrata in vigore).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 9 è approvato.

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull’intero testo di legge.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. È giusto avere ascoltato i Comuni se lo hanno chiesto loro per avere adeguato le scadenze temporali per il riordino, tuttavia come gruppo Lega Nord ci asterremo da questa approvazione. Non crediamo sia opportuno forzare un riordino territoriale quando a livello nazionale regna la confusione rischiando di ridisegnare assetti che poi saranno completamente da ribaltare. Dall’attuazione, seppure parziale della legge 21, che illude di poter ottenere migliori servizi forniti ai cittadini e consistenti risparmi di spesa, tutti da verificare e dimostrare, emerge che occorrono necessari aggiustamenti e adeguamenti. Questi nove articoli proposti a nostro avviso non tengono nella dovuta considerazione le prime scadenze elettorali ormai vicine e la necessità di lasciare la parola ai nuovi eletti senza vincolarli a decisioni che oggi qui si vogliono prendere in gran fretta con un provvedimento che la Giunta ha partorito appena una settimana fa. Per questi motivi e perché le riforme istituzionali non si fanno in questo modo e con tanta superficialità ribadisco il nostro voto di astensione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Intanto ringraziamo l’assessore Saliera di aver voluto puntualizzare il fatto che gli emendamenti presentati quest’oggi non erano stati preventivamente illustrati in Commissione perché ci ha tolto dall’imbarazzo di dovere votare contro. Lo dico perché è un rimaneggiamento della legge che è frutto di un lavoro di ascolto e di comprensione delle istanze provenienti dal territorio, tuttavia diventa se non sbaglio il terzo rimaneggiamento del sistema delle autonomie e del riassetto del territorio che abbiamo fatto dalla legge 21. Lo dico perché, fermo restando che si rende necessario e nessuno vuol criticare il fatto di una Giunta e di un’Aula che laddove individui elementi di criticità interviene per porvi rimedio, credo che già in sede di approvazione dei primi testi che avevano rivisto il riassetto complessivo del territorio vi fosse stata da parte delle minoranze la capacità di individuare alcune criticità che poi in effetti sono emerse. Lo dico però non tanto a livello politico, che credo che anzi al contrario stia provando a porre rimedio, quanto a livello tecnico. L’Assessore lo sa e già in Commissione in diverse occasioni ho trovato motivo di discussione, per carità, costruttiva, però a volte bisogna anche calarsi nella trincea degli amministratori locali e nella realtà della gestione quotidiana del Comune, e di certo non posso dirlo all’assessore Saliera che è stata Sindaco di Comuni della provincia bolognese, gestendo secondo me in maniera non adeguata, ma questo è evidentemente un corollario che fa storia a sé, ma a dei tecnici che a volte dimenticano questa relazione di territorio che invece è necessaria.

Ben vengano queste modifiche, se vanno effettivamente nella direzione richiesta dai Sindaci, e c’è un po’ di dispiacere perché il rimaneggiamento continuo e la discussione continua della legge secondo me non mette chiarezza, anche perché non credo che sarà l’ultimo, anche su altre partite che sono attive e che dovranno essere valutate da organismi terzi rispetto all’impianto complessivo della legge. Tuttavia, a margine di questa considerazione politica, per dichiarazione di voto ci asterremo lasciando quindi che possa andare in approvazione questa legge senza creare delle frizioni che magari potrebbero anche comportare una ripercussione su quegli effetti che la legge intende affrontare e che invece guardiamo con attenzione e sicuramente non con sfavore.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Ovviamente voterò a favore e il gruppo del Partito Democratico farà la stessa cosa. Intanto ringrazio anche i colleghi delle opposizioni per il contributo costruttivo dato a questo dibattito e anche al lavoro fatto sulla legge, però vorrei puntualizzare un punto che ritengo molto importante, cioè che il fatto di apporre via via modifiche che ovviamente non cambiano la natura, gli obiettivi e la strategia proposta dalla legge 21 ma modifiche che permettono di affinare il meccanismo e di recepire quello che legittimamente viene dal territorio. Non è il segno di una debolezza dell’impianto della legge o di errori di impostazione, ma è qualcosa che è stato già preannunciato in sede di presentazione e approvazione della legge e previsto nell’articolato originale della legge 21 medesima. Questo perché con questa legge, che risponde a una visione strategica di governo del territorio in questa regione e che è una legge peraltro resasi ulteriormente necessaria dalla necessità di applicare nella maniera migliore possibile per il sistema delle autonomie locali e dei cittadini una normativa nazionale che si è sedimentata nel tempo e poi in maniera particolare negli ultimi tre anni e che ha anche caratteristiche in qualche caso contraddittorie o di cui non essere particolarmente entusiasti, si attua un processo che giustamente lo si compie assieme al sistema delle autonomie locali, che è un sistema molto complesso - sono più di trecento comuni in nove province con più di quaranta ambiti ottimali e in una situazione territoriale, economica e sociale molto diversificata - e siccome la legge prevede norme generali è chiaro che è necessario fare una costante opera di affinamento di carattere marginale rispetto all’impianto complessivo della legge previsto fin dall’inizio e che permette non tanto astrattamente di applicare una legge regionale ma di accompagnare al meglio il sistema delle autonomie locali verso gli obiettivi che sono prefissati.

Credo che si sia fatto bene quando si è approvata la legge nel dicembre dello scorso anno a fissare, anche perché questo in gran parte derivava ad obblighi nazionali, dei termini perentori, questo ha aiutato sindaci, amministratori, consiglieri, parti interessate a porsi con maggiore intensità anche temporale il problema di questo percorso ed è evidente che oggi con queste modestissime proroghe, che è il massimo che ci permette un quadro nazionale di proporre, permettiamo di completare quei percorsi che sono già in atto al meglio di ciò che offrono le compatibilità che in gran parte non stabiliamo noi. Credo che sia una cosa positiva e ovviamente allo stesso tempo è molto importante il lavoro che viene fatto a livello dell’amministrazione e anche dai livelli associativi del sistema degli enti locali per aiutare coloro i quali sono protagonisti di questo percorso, che spesso sono amministratori di piccoli comuni che hanno anche infrastrutture deboli (dal punto di vista quantitativo e non qualitativo) dal punto di vista legale e tecnico, per poter affrontare in tempi brevi un percorso che è però strategico rispetto alla stessa dignità e forza dell’azione pubblica a livello territoriale. Per queste ragioni il nostro voto è assolutamente e convintamente a favore.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Come ha dichiarato il collega Bignami, il voto del gruppo di Forza Italia rispetto a questo progetto di legge recante misure urgenti per favorire l’attuazione del riordino territoriale, lo sviluppo delle Unioni e il superamento delle Comunità montane sarà un voto di astensione. Noi non siamo sfavorevoli di principio a questo progetto di legge, in particolare cogliamo la volontà sia di avere dilazionato i termini temporali che alcuni Comuni facevano fatica a rispettare per adempiere alle pratiche per l’istituzione dell’Unione dei Comuni, sia di avere aperta la possibilità per alcuni Comuni di non scegliere la forma dell’Unione ma quella della convenzione per alcuni servizi. I dubbi sorgono invece per il fatto che si tratta già del terzo aggiustamento - potremmo dire, collega Vecchi, del terzo condono - dell’architettura istituzionale dei Comuni dell’Emilia-Romagna creata dalla legge 21 in meno di un anno e queste tre correzioni consecutive, collega Vecchi, ci segnalano che il centrosinistra aveva evidentemente commesso alcuni errori nella precedente proposta di legge. Questa normativa è infatti già stata modificata con la legge n. 2 del 29 marzo 2013 e con la Legge Finanziaria regionale n. 9 del 25 luglio 2013. Ricordo che sulla legge 21 noi ci astenemmo in virtù del rigetto pregiudiziale da parte del centrosinistra di alcune nostre proposte emendative e di alcune nostre osservazioni che forse, se fossero state accolte, avrebbero comportato meno difficoltà nell’attuazione di questo percorso di riforma e razionalizzazione istituzionale. Alcuni dubbi su quel testo originario derivavano anche dalle critiche mosse da diversi amministratori comunali che ora vediamo, seppur parzialmente...

 

PRESIDENTE (Costi): Scusi, consigliere Filippi.

Chiedo al pubblico gentilmente di togliere i cartelli, altrimenti non li faremo rimanere in Aula. Chiedo per piacere di toglierli, altrimenti sospendo la seduta.

 

(Il pubblico mostra cartelli di protesta)

 

PRESIDENTE (Costi): Sospendo cinque minuti la seduta in attesa di riportare ordine ai lavori.

 

(La seduta, sospesa alle ore 11,23, è ripresa alle ore 11,26)

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie. Ricordo anche che questa è un’interruzione di pubblico servizio, per cui chiaramente è un atto molto delicato. Chiedo scusa al consigliere Filippi. Prego, le lascio i cinque minuti perché capisco che non era nelle condizioni migliori per intervenire. Prego, consigliere Filippi.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Dicevo che alcuni dubbi sul testo originario derivano anche dalle critiche mosse da diversi amministratori comunali che ora vediamo, seppur parzialmente accolte, soprattutto per la possibilità data ai Comuni di convenzionarsi. Altro importante motivo della nostra astensione di voto è che anche l’attuale aggiustamento dell’architettura istituzionale tracciato dalla legge n. 21 non ci pare, al di là delle buone intenzioni, prevedere strumenti che escludano la possibilità che le Unioni dei Comuni così sostenute dalla Regione possano continuare a essere dei costosi baracconi, sovrastrutture incapaci nei fatti di razionalizzare e migliorare i servizi per i cittadini. Il pericolo, Assessore, potrebbe essere questo: se saranno realmente abolite le Province per tagliare i costi della politica le loro funzioni siano in buona parte devolute a queste nuove Unioni di Comuni, unioni che se non depurate da alcuni conservatorismi clientelari potrebbero funzionare come tante piccole province e il risultato potrebbe essere quello della moltiplicazione dei costi invece che della loro riduzione. Termino, assessore Saliera, facendo riferimento al suo intervento, ricordandole che la montagna, gli amministratori, i Sindaci si fidano poco di questa Regione, negli ultimi venti anni gli Appennini sono sempre stati considerati la cenerentola del territorio regionale. È per questo che molti amministratori locali hanno sollevato e sollevano delle perplessità. Le sollevano perché sono rimasti fregati. È chiaro che ai cittadini interessano i servizi, le scuole e i trasporti dei loro figli, servizi che - le ricordo - in montagna sono sempre più scadenti e sempre più rari. Grazie presidente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Filippi.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Favorevoli

 

24

Contrari

 

--

Astenuti

 

15

 

PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante «Misure urgenti per favorire l’attuazione del riordino territoriale, lo sviluppo delle Unioni ed il superamento delle Comunità montane.»

 

OGGETTO 4369

Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Malaguti: «Interventi finanziari a sostegno di giovani professionisti»

(Relazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno oggetto 4369/1 "Non passaggio all’esame degli articoli" - Presentazione, dichiarazione di voto e approvazione) (99)

 

PRESIDENTE (Costi): Il testo n. 8/2013 è stato licenziato dalla Commissione "Politiche Economiche" nella seduta del 14 novembre 2013 con il parere contrario; è composto da quattro articoli. Il relatore della Commissione, consigliere Luca Bartolini, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale. Occorre - voi sapete - il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti.

Metto in votazione con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi l’autorizzazione al collega Bartolini a svolgere la relazione.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Favorevoli

 

38

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Costi): Il consigliere Bartolini può svolgere la relazione.

 

BARTOLINI, relatore: Grazie, presidente. Intervengo come relatore di questo progetto di legge di iniziativa del consigliere Mauro Malaguti dal titolo "Interventi finanziari a sostegno di giovani professionisti". L’Italia ha recentemente raggiunto un primato poco invidiabile con la quota più alta in Europa di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano. Sono oltre 2.250.000 i giovani in tali condizioni e nel 2012 sono aumentati di 95.000 unità. Soltanto il 57,6 per cento dei giovani italiani laureati o diplomati lavora entro tre anni dalla conclusione degli studi. Questo lo rileva il rapporto annuale ISTAT con circa quindici milioni di persone, pari al 24,8 per cento della popolazione, in disagio economico. Nel merito, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato la necessità di creare le condizioni di una ripresa economica che fornisca, specie alle generazioni più giovani, concrete prospettive di lavoro nell’ambito di una crescita sostenibile ed equa.

La Regione Emilia-Romagna è già più volte intervenuta in passato prevedendo finanziamenti agevolati ai giovani, anche per aprire nuove attività imprenditoriali e altre Regioni sono già intervenute in maniera specifica in aiuto ai giovani che vogliono intraprendere un’attività. In particolare, la Regione Toscana con la legge regionale n. 73 del 2008, legge dalla quale ha preso spunto questo progetto di legge.

Questo progetto di legge, all'articolo 2, prevede l'istituzione di un fondo regionale di rotazione per le professioni. La Regione Emilia-Romagna, in particolare, prevede la concessione, con l'approvazione di quest'articolo, di garanzie per prestiti d'onore per gli esercenti la pratica o il tirocinio professionale e per gli appartenenti alle associazioni di professionisti, prestatori d'opera intellettuali, di età non superiore ai trent'anni, con il prestito erogato per le spese di acquisizione di strumenti informatici.

Sempre l'articolo 2, al secondo comma, prevede prestiti ai giovani con età inferiore ai quarant'anni finalizzati al supporto alle spese di impianto dei nuovi studi professionali, mediante progetti di avvio e sviluppo di studi professionali, con priorità per quelli organizzati nelle forme previste dalla legge, in modo associato e intersettoriale tra giovani professionisti. Inoltre, programmi per l'acquisizione di beni strumentali innovativi e tecnologie per l'attività professionale, in coerenza con le iniziative regionali di sviluppo e standardizzazione delle tecnologie dell'informazione e della conoscenza. Prevede, altresì, progetti finalizzati a garantire la sicurezza dei locali in cui si svolge l'attività professionale.

In conclusione, stupisce che davanti ad un progetto di legge a sostegno dei giovani, la maggioranza non abbia, né in commissione né in questa sede, presentato neppure un progetto di legge alternativo, se vogliamo, che andasse nella stessa direzione, ma si sia soltanto limitata a presentare un ordine del giorno che delibera il non passaggio all'esame degli articoli, quando in realtà crediamo che i giovani meritino ben altro che un non passaggio al voto di un progetto di legge interessante come quello proposto dal collega Mauro Malaguti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bartolini.

È aperta la discussione generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.

 

ALESSANDRINI: Grazie, presidente.

Voglio subito dire che la Regione per prima ha riconosciuto le categorie dei lavoratori legati al mondo delle professioni, sia quando parliamo di professioni ordinistiche, che sono note a tutti, medici, architetti, ingegneri, ecc., che chiaramente sono regolati dal Codice civile, sia quando parliamo di professioni non ordinistiche, cioè quelle nuove professioni che l'economia richiede, il cui elenco è davvero lungo, gli informatici, i comunicatori e quant’altri. Sono quelle categorie che stanno dentro il consesso delle attività produttive, che sono riferite ai settori industriali, dell'artigianato, del commercio, della cooperazione, non come soggetti marginali - è giusto sottolinearlo -, ma come interlocutori protagonisti del nostro mondo economico che prende sempre più spazio.

La nostra Regione, con l'apposita misura sul sostegno a progetti professionali nel lavoro autonomo, che fa riferimento al programma triennale delle attività produttive, che si è inteso riconfermare nell'ultima stesura, ha sostenuto, in primo luogo, lo sviluppo di progetti e di attività professionali, in particolare per quanto riguarda le attività specialistiche di servizio al sistema produttivo; in secondo luogo, lo sviluppo associativo del lavoro autonomo e professionale, al fine di facilitare la promozione delle reti di associazioni di atipici e di professionisti. Le principali finalità che abbiamo perseguito con le forme di incentivazione hanno riguardato soprattutto lo sviluppo dei progetti di ricerca con l'Università, con i centri di ricerca, con il trasferimento tecnologico, l'avviamento e lo sviluppo di attività di assistenza tecnica e gestionale di tipo giuridico, amministrativo, fiscale, formativo - anche in questo caso, l'elenco è lungo e non lo faccio tutto -, i servizi finanziari, potrei continuare, ma non lo reputo fondamentale.

Attraverso specifici bandi, ancorché inevitabilmente segnati dalle difficoltà della crisi economica, noi abbiamo incentivato in modo massiccio circa un migliaio di persone, con l'inserimento di giovani, i cosiddetti temporary manager, nelle piccole imprese, per cercare di dare ossigeno al nostro sistema tradizionale, in questo caso di imprenditorialità, oltre a favorire il trasferimento di impresa ai giovani professionisti, ritenendo chiaramente che, se rinnovate, le nostre imprese avrebbero potuto rispondere meglio alla crisi.

Oggi per i giovani professionisti l'accesso agevolato al credito è importante per l'avvio della loro attività, ma è importante anche mettersi in rete, con l'uso di spazi comuni, con interventi di integrazione e di collaborazione e così via. In materia urbanistica, ad esempio, ma credo che l'abbiamo potuto constatare tutti, si è consolidato molto il rapporto con queste figure. Spesso i tavoli di lavoro ci trovano uniti per dare riferimenti normativi uniformi agli ambiti locali, per la semplificazione delle norme stesse. Le perizie giurate dei professionisti ormai sono divenute un supporto indispensabile all'attività progettuale regionale.

I professionisti si stanno, peraltro, organizzando a livello regionale. Sono risultati indispensabili in momenti difficili, come quelli che hanno riguardato tutta la vicenda del terremoto, attraverso una collaborazione tecnico-scientifica non sempre - bisogna dirlo - rinvenibile nelle pubblica amministrazione tradizionale. Devo dire che, per la verità, anche la Comunità europea ha riconosciuto l'opportunità per questi operatori economici, spesso - è vero - giovani e coraggiosi ed anche molto preparati professionalmente, di potere godere di agevolazioni finanziarie.

Gli amici della minoranza hanno detto che altre regioni hanno legiferato, ma l'interpretazione che è stata data in Emilia-Romagna è quella, prima di tutto, del rispetto del dettame costituzionale e del rispetto del carattere unitario presente all'interno delle stesse professioni, e non ci sembra opportuno legiferare dove non ci compete, e neppure legiferare in contrasto con le norme nazionali e comunitarie. Ovviamente, noi riconosciamo le difficoltà dei giovani e riteniamo che spesso un giovane avvocato, un giovane giornalista, non sia obiettivamente in condizioni tanti migliori o più ricco rispetto ad altri coetanei dipendenti.

Tuttavia, riteniamo non più praticabile, anche per correttezza - è giusto dirlo -, una politica che privilegia sempre e solo l'incentivazione a fondo perduto. Laddove si poteva, in ogni misura, noi abbiamo cercato di dare priorità, in primo luogo, all’impresa giovanile, meglio se aggregata e magari riempita di competenze, attraverso l'uso dello strumento finanziario, che è il conto interessi in modo particolare, e comunque bisogna dire che, a seguito della legge di sviluppo del 2011, oggi in Italia esiste la possibilità di creare ConFidi di settore anche per i professionisti. Qualcuno è già operativo, mi riferisco a FIDIPROF di Confprofessioni che, attraverso le due diramazione FIDIPROF Nord e FIDIPROF Centro Sud, copre tutta l'Italia. In FIDIPROF Nord, chiaramente, ci sono tutte le regioni del Nord, l'Emilia-Romagna, il Friuli, il Trentino, la Val d'Aosta, il Veneto, il Piemonte, la Liguria, la Lombardia.

Inoltre, ci sono già in questa Regione ConFidi, penso ad esempio - è il primo che mi viene in mente, ma è quello che conosco meglio - ad Unifidi Emilia Romagna, che è la somma di tutti i consorzi esistenti già da tempo nel campo dell'artigianato e della piccola e media impresa del mondo, Confartigianato e CNA, che ha definito specifiche regole e specifici criteri per finanziare proprio i professionisti. I beneficiari sono gli iscritti agli ordini professionali ed agli albi professionali in possesso di partita Iva, ma non iscritti, evidentemente, al registro imprese delle camere di commercio. I beneficiari possono ottenere degli importi che vanno da un minimo di 5000 euro, quindi anche cose minute, ad un massimo di 1 milione di euro, per investimenti, in questo caso con la tecnica del mutuo chirografario, e per la durata di 84 mesi (7 anni) o 120 mesi (10 anni), quando si tratta di investimenti immobiliari, con una garanzia che arriva fino al 60 per cento verso le banche, ma soprattutto con le controgaranzie FEI, perché è la condizione - soprattutto oggi - indispensabile per poter avere gli affidamenti da parte delle banche.

Pertanto, noi non daremo disco verde a questa proposta di legge che è stata presentata dal consigliere Bartolini, su progetto del collega Malaguti, però bisogna dire che in Emilia-Romagna non sono stati lasciati da soli neanche i giovani professionisti, né tantomeno mi sembra che il sistema associativo presente in questa Regione lasci da soli questi soggetti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Alessandrini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Ho sentito la replica del collega che, tra l'altro, ha detto "legiferare dove non ci compete e in contrasto con le politiche comunitarie". Ebbene, questa affermazione mi sembra alquanto strana, in quanto presupporrebbe che la Regione Toscana abbia legiferato dove non le compete ed in contrasto con le politiche comunitarie, peraltro la Regione Toscana, come sappiamo tutti, è della stessa amministrazione e dello stesso colore della Regione Emilia-Romagna.

Al di là di questa giustificazione, che mi sembra un po' strana, resta il fatto che la Regione Emilia-Romagna, fino a qualche anno fa, prevedeva dei bandi di incentivazione alle giovani imprese, con imprenditori al di sotto di una certa età, e che ultimamente, per le solite ragioni della crisi economica, della mancanza di fondi, tutte ragioni che ormai conosciamo bene, anche questi fondi previsti per le giovani imprese ormai non vengono più ritagliati all'interno del bilancio regionale. Io credo che la verità sia un'altra, al di là della dialettica abituale che si tiene in Aula per giustificare qualche volta anche l'ingiustificabile, io credo che le ragioni siano sempre le solite, cioè il fatto che una proposta di legge presentata dall'opposizione non può trovare riscontri e che comunque ognuno debba mantenere le proprie posizioni, senza neanche entrare nel merito della validità o meno della proposta che viene fatta. Credo siano queste le logiche che continuano a prevalere. A supporto di questa mia ipotesi o tesi che dir si voglia, il solito articolo 92 che viene presentato dalla commissione e che chiede di bocciare il progetto di legge prima ancora che ci sia il dibattito sull'articolato in Aula. Come ho avuto modo di dire in altre occasioni, credo che quest'articolo 92 sia da rivedere, perché se passa questa logica, credo che l'Assemblea legislativa abbia perso ogni senso, visto che è chiaro che in commissione vi è la stessa maggioranza dell’Assemblea legislativa, ma con una piccola differenza: quello che avviene in commissione avviene a porte chiuse, senza che i cittadini vengano a conoscenza delle opinioni diverse delle forze politiche, mentre l'Assemblea legislativa è garante proprio del fatto che le opinioni diverse vengono espresse, poi i cittadini decideranno in funzione delle opinioni che si faranno su quanto diciamo in maggioranza o in opposizione.

Questo articolo 92 presentato tutte le volte, devo dire peraltro dimostrando poco rispetto nei confronti delle opposizioni e di chi la pensa in maniera diversa, è il segnale chiaro ed evidente che non interessa più neanche garantire quel senso di democrazia che consente anche alle opposizioni di esprimere la loro opinione. È meglio chiudere tutto all'interno di un’aula, dove si fa tutto, e alla fine i giornalisti registreranno quello che riescono a registrare, visto che in Assemblea legislativa si discute sempre meno delle problematiche all'interno delle proposte che si fanno.

Credo che sia questa la logica che prevale per l'ennesima volta, a cui ovviamente noi, come opposizione, ci dobbiamo adeguare, perché non abbiamo la forza di fare altrimenti. Auspico, però, che su proposte come queste, che sono nell'interesse dei giovani, quei giovani che, come è stato molto ben evidenziato dal collega Bartolini, oggi sono vittime di statistiche feroci - mi riferisco alle statistiche Istat -, con i dati relativi ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e che non lavorano, che ci fanno conseguire questo triste primato in Europa, e così via (adesso non sto a rileggerle tutte, perché le ha già ben elencate il collega Bartolini). Ebbene, anche in casi come questo, dove credo che sia ben evidente a tutti che bisogna fare qualcosa di più, che bisogna sforzarsi per fare qualcosa di più per risolvere questo tipo di problematica dei nostri giovani, perché chi fa politica fa politica per il futuro, non fa politica per il presente, e purtroppo devo anche dire, sebbene non sia attinente a questa discussione in particolare, che poi si verificano casi come quello che si è verificato nell'ospedale di Cona, in cui un alto dirigente, che doveva andare in pensione nel 2012, viene prorogato per il 2013 e per il 2014, e stiamo parlando di una persona che non prende 1600 euro al mese di stipendio, ma prende tre o quattro volte tanto quanto prendiamo noi. Sono questi i casi che si verificano e che noi dovremmo contrastare. Invece, quando si parla di giovani, si trovano giustificazioni che ben poco hanno a che vedere con la realtà del nostro Paese e del nostro territorio.

Per l'ennesima volta, mi rammarico di questa mancanza di opportunità per la maggioranza di cogliere una proposta che, secondo me, poteva essere condivisibile da tutti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.

 

FILIPPI: Grazie, presidente. Riprendo in parte l'intervento del collega Malaguti, perché anch'io vorrei sensibilizzare soprattutto i presidenti di commissione, che dovrebbero essere super partes quando rivestono questo ruolo. Vorrei quindi invitarli a valutare con maggiore attenzione e più distacco politico dal loro partito i progetti di legge, specialmente quei progetti di legge che vanno nella direzione di aiutare i giovani, di favorire il lavoro, come il progetto di legge presentato dal collega Mauro Malaguti che stiamo discutendo.

Chi ha letto questo progetto di legge sa che prevede prestiti d'onore per i giovani, per chi fa tirocinio professionale; prevede prestiti a giovani con età inferiore a quarant'anni, finalizzati ad aprire degli studi professionali, quindi progetti di avvio di nuovi studi, programmi per l'acquisizione di beni strumentali. Insomma, un progetto di legge che va nella direzione di creare dei posti di lavoro.

Pertanto, collega Alessandrini, lei potrebbe evitare di parlare di bandi o di Confidi, perché sappiamo come vanno a finire i bandi regionali. Conosco alcuni dei partecipanti ai bandi regionali, le domande non vengono quasi mai accolte. E per quanto riguarda i Confidi di cui lei ha parlato nel suo intervento, non sono meno costosi dei fidi che concedano le banche, quindi non vi è alcuna agevolazione per i giovani. Invece, io chiedo una maggiore attenzione ed una maggiore sensibilità ai colleghi della sinistra nel valutare i progetti di legge presentati dall'opposizione, senza copiarli per poi presentarli a vostra firma. Grazie.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Filippi.

Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.

Siamo alle dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Ovviamente, per dichiarare il voto favorevole a questo progetto di legge, e per aggiungere, visto che si parla di velocizzare le elefantiache pratiche burocratiche, che per quanto riguarda i contributi alle attività colpite dal sisma, sui fondi POR-FESR, Asse 2, giace una graduatoria che è pronta da almeno 10 giorni e che ancora non viene pubblicata, su cui oggi farò un'interrogazione, perché dopo avere più volte contattato l'ufficio mi è stato risposto che saprò quando questa graduatoria sarà pubblicata quando la vedrò sul sito internet. È questa la risposta che mi è stata data. Pertanto, oggi presenterò un'interrogazione su questa questione, che dimostra come la burocrazia prevalga sulle necessità reali dei cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Malaguti.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno, oggetto 4369/1, di non passaggio all’esame degli articoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Aimi): L'ordine del giorno è approvato.

 

OGGETTO 4680

Delibera: «Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2014. Bilancio pluriennale per gli esercizi 2014-2016.» (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 30 ottobre 2013, n. 150) (143)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 4680/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione) (100)

 

PRESIDENTE (Aimi): Siamo agli atti amministrativi: oggetto 4680.

La Commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 4 novembre 2013 con la seguente votazione: 37 voti a favore, nessun contrario, nessun astenuto.

È aperta la discussione generale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.

 

MAZZOTTI: Grazie, presidente.

Il bilancio che oggi è posto in votazione, presentato dall'Ufficio di Presidenza, a mio avviso, merita un'attenzione particolare. Come tutti i bilanci, è lo strumento che pianifica e definisce gli stanziamenti, i programmi e le funzioni relative all'Assemblea legislativa, a tutti i servizi connessi all’Assemblea legislativa. Come tutti i bilanci, definisce quali sono le modalità di finanziamento, le attribuzioni di spesa, le responsabilità di spesa per queste attività e per le azioni relative alla vita di questa nostra istituzione.

Ma credo che questo bilancio rappresenti anche l'occasione, in questo particolare momento, per fare il punto sullo stato dell'arte della nostra istituzione, della vita amministrativa dell'Assemblea legislativa, dei suoi organi e del suo funzionamento.

Credo che per farlo basti concentrarsi su un punto, su un dato che diventa anche un dato politico, oltreché un dato contabile di carattere tecnico. Si tratta di un dato che, peraltro, è il riepilogo puntuale di una politica che è stata condotta all'unanimità in questa legislatura dall'Ufficio di Presidenza, sempre con il conforto dell'Aula. Mi riferisco al costo di funzionamento della nostra macchina amministrativa e della nostra istituzione, al costo dell'istituzione, non semplicemente, come a volte si banalizza, al costo della politica, quindi al costo della democrazia, cioè dello strumento attraverso il quale esercitiamo un ruolo e un mandato preciso che i cittadini ci hanno conferito all'atto delle elezioni e che noi organizziamo attraverso le modalità con cui espletiamo il compito nell'ambito dell'Assemblea legislativa.

Ebbene, questo conto parla in maniera chiara, dice che noi quest'anno proponiamo un bilancio che vale 31,4 milioni di euro. Questi 31,4 milioni di euro sono il prelievo che l'Assemblea legislativa fa dal bilancio complessivo della Regione Emilia-Romagna, poiché, com'è noto, in questa Regione il bilancio è unico, a differenza di altre regioni nelle quali questo strumento è gestito in un altro modo. Questi 31,4 milioni di euro sono da raffrontare, in questa analisi, proprio per fare il punto sul costo, ai 35,4 milioni di euro che erano il prelievo che veniva effettuato nel 2010, quindi con una significativa riduzione di oltre 4 milioni di euro, che diventano esattamente più di 5 milioni, se passiamo in rassegna completamente l'ammontare della riduzione delle spese che sono state messe in campo. Questo prelievo di 31,4 milioni, che corrisponde complessivamente a tutte le attività che noi svolgiamo, è ampiamente al di sotto dei 7,5 euro, che sono il costo standard che è stato definito per legge da questa Assemblea legislativa, che sono la soglia massima di spesa. Credo che questa decisione di introdurre il tema del costo standard possa essere - mi permetto di dirlo - una esperienza da trasmettere anche ad altre realtà regionali, perché consente di rapportarsi alla comunità e ai cittadini in maniera chiara, su un tema vero e cioè se quel costo standard, se quei 7,12 euro che costiamo alla comunità regionale è congruo rispetto alle funzioni e alle attività che svolgiamo durante la nostra esperienza amministrativa e legislativa.

Come è composta questa spesa? All'interno di questa spesa l'attenzione di tutti è sempre concentrata sul costo complessivo degli organi assembleari, laddove nell’ambito degli organi assembleari il capitolo contiene tutte le spese riferite all'attività istituzionale, a cominciare dall'indennità dei consiglieri, al costo di funzionamento dei gruppi, al costo di funzionamento della macchina amministrativa. Questa voce sommata vale 16 milioni 438 mila euro, pari al 47 per cento del totale della spesa, contro il 52 per cento del 2010, con una riduzione significativa che viene articolata con una forte riduzione delle indennità dei consiglieri regionali.

Recentemente sul sito dell’Assemblea abbiamo pubblicato tutte le tabelle relative a queste voci di spesa. Una riduzione pari complessivamente, per quanto riguarda l'indennità dei consiglieri regionali, ad 1 milione 354 mila euro dal 2010. Una riduzione che è particolarmente significativa per quanto riguarda le spese dei gruppi consiliari. Lo stanziamento, che per il 2014 è pari a 2 milioni 732 mila euro, è così diviso: 2 milioni 259 mila euro in spese per il personale, 472.962,30 con una riduzione pari a oltre 3 milioni rispetto al 2010. Un'ulteriore riduzione pari a 336 mila euro circa è poi relativa alle spese del personale assegnato alle strutture speciali e che fa parte dello stesso capitolo degli organi assembleari. Come vedete, di questi 5 milioni 185 mila euro di risparmio e di riduzione di spesa che abbiamo condotto in questi anni, ben 4 milioni e 571 mila avvengono su questo capitolo, a testimonianza, quindi, che nel corso di questa legislatura abbiamo prodotto azioni consistenti, azioni autonome (non azioni dettate dall'alto poiché abbiamo ampiamente anticipato i provvedimenti di carattere nazionale) che ci hanno consentito di mettere in campo risultati effettivi che credo che meritino di essere valutati per quelli che sono e non invece in altro modo.

Su questi temi siamo intervenuti recentemente con l'approvazione del Testo unico, con l'applicazione delle disposizioni della legge 174, con la fissazione precisa, per quello che riguarda le spese dei gruppi, della regolamentazione delle categorie di spese che ne determinano l'impiego, il tutto nel rispetto del quadro della natura privatistica dei gruppi così come abbiamo ribadito recentemente nella nostra legge. Il tutto ovviamente seguendo rigorosamente tutte le norme che sono state approvate nel corso di questi anni da parte di questa Assemblea legislativa e avvalendoci, come è successo fino al 2012, fino all'entrata in vigore della nuova normativa del 174, della collaborazione e dell'intervento diretto del Collegio tecnico di revisione, che per quello che riguarda le competenze in materia, sul bilancio dei gruppi ha provveduto a dichiarare la validità della contabilità che è stata predisposta. Su questo punto devo dire che per quello che riguarda il 2012, come abbiamo avuto modo di discutere nel corso di quest'anno, stiamo parlando dei conti dei gruppi 2012 e dovremo apprestarci nei prossimi giorni, come Ufficio di Presidenza, alla chiusura di tutta la procedura che riguarda quella contabilità.

Detto questo, credo che con questo risultato, che interessa uno dei capitoli principali del bilancio di previsione del 2014, ci attestiamo su un punto rispetto a cui, sul versante della chiarezza e della trasparenza e delle competenze che ci sono attribuite, possiamo dire tranquillamente che abbiamo fatto il nostro dovere. Io sottolineo un aggettivo che non è autoreferenziale e che penso dobbiamo sottolineare, è l'aggettivo "virtuoso". Penso che dobbiamo ripeterlo: abbiamo assunto e mantenuto dei comportamenti virtuosi perché abbiamo provveduto a fare esattamente il nostro dovere e lo abbiamo fatto con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, prima di tutto i dati economici e contabili che andiamo a proporre con questo bilancio.

Ora c'è un problema per quello che riguarda i gruppi e si tratta di affrontarlo poiché con le nuove normative c'è il rischio che ci sia un blocco dell'attività politico-istituzionale degli stessi. Credo che questo sia un argomento che nelle prossime settimane e giorni abbiamo il dovere di affrontare perché non possiamo permetterci che nell'incertezza generale, nella difficoltà a trovare le norme giuste per poter svolgere il lavoro politico-istituzionale, si determini una sorta di blocco dell'attività dei gruppi assembleari, che è una cosa che non deve succedere perché la vita dell'istituzione, la vita del confronto democratico e di questa Assemblea passa attraverso l'attività stessa dei gruppi.

Per quello che riguarda gli altri capitoli - e mi avvio rapidamente alla conclusione di questa illustrazione che abbiamo avuto modo di fare anche in Commissione - vorrei segnalare che in generale abbiamo tutte le funzioni e i capitoli che segnano una diminuzione e abbiamo una variazione in incremento per quello che riguarda gli istituti di garanzia. Devo dire che questa riduzione di 5 milioni e 100 mila che dicevo prima è avvenuta nonostante l'incremento delle funzioni attribuite all'Assemblea legislativa. Quelle degli istituti di garanzia sono le voci di spesa relative al difensore civico, al garante per l'infanzia e l'adolescenza, al garante delle persone sottoposte a misure restrittive e limitative della libertà personale e alla consulta di garanzia statutaria. Si tratta di un adeguamento per l'entrata a regime di tutti questi organi e per le funzioni che svolgono.

Va anche detto che quest'anno iscriveremo a bilancio anche il costo del Collegio dei Revisori dei Conti, così come è previsto dalla normativa prevista dalla 174, che è a carico del bilancio dell'Assemblea legislativa, mentre abbiamo voci in riduzione per quello che riguarda la funzione relativa al Co.Re.Com. di meno 22 mila euro. Sull'informazione abbiamo un intervento di razionalizzazione che ci porta ad una previsione inferiore del 4,24 per cento, pari a 50 mila euro. Abbiamo un'ulteriore riduzione, in questo caso del 10 per cento sulla previsione del 20 per cento sull'assestato 2013, per quello che riguarda la comunicazione, la documentazione e le relazioni esterne ed internazionali. Abbiamo una sostanziale stabilizzazione della spesa per quello che riguarda la funzione relativa alle risorse umane e una diminuzione consistente, di oltre 230 mila euro, per quello che riguarda la logistica in un quadro di razionalizzazione che abbiamo avviato già due anni fa anche per quello che riguarda il migliore utilizzo delle sedi.

Iscriviamo poi a bilancio, come effetto della legge che ce lo consente, l'avanzo di Amministrazione, che faceva parte già del capitolo delle entrate, pari a 2 milioni e 486 mila euro. Questo ci consente anche di avere un margine di lavoro all'interno del bilancio per la gestione di quest'anno, che faremo con il massimo di rigore, di attenzione e di trasparenza come abbiamo fatto in questi anni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mazzotti.

Ha chiesto di intervenire la collega Serri. Ne ha facoltà.

 

SERRI: Grazie, presidente. Solo poche parole per commentare questo passaggio del bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa. Il collega Mazzotti è già entrato nel merito, in modo preciso e molto scrupoloso, di quelle che sono le voci di spesa di questo bilancio. È una discussione che, come tutti noi sappiamo, si colloca in un momento molto particolare, in un momento in cui il rapporto di fiducia che i cittadini pongono nei confronti della politica e delle istituzioni sta attraversando una crisi profonda.

Credo veramente, così come è già stato sottolineato dal consigliere Mazzotti, che i numeri che vengono portati oggi con questo bilancio, così come la discussione di ieri rispetto alla chiusura del bilancio dell'esercizio 2012 della nostra Regione, portano elementi che possiamo valorizzare a testa alta.

La discussione di ieri ha evidenziato la riduzione di spesa della nostra Regione relativa al funzionamento dell’ente di ben 50 milioni di euro, risorse che verranno trasferite su impegni di spesa per il territorio, per rispondere in modo più adeguato ai tanti bisogni dei nostri cittadini e dei nostri territori. Credo che siano elementi, in questo momento, di grande valore, ma soprattutto credo che provino quella che è stata una strategia politica, un modo di lavorare che ha sempre caratterizzato questa Regione.

Anche la discussione di oggi sul bilancio dell'Assemblea legislativa, con 5 milioni di risparmi in questa legislatura dal 2010, al bilancio di previsione del 2014 su una spesa complessiva inferiore ai 40 milioni, è un buon risultato e buona parte di questi risparmi sono proprio quelli che incidono sul cosiddetto costo della politica.

Ha fatto bene Mazzotti a sottolineare che i costi della politica, che spesso ci sentiamo rinfacciare o sottolineare anche con toni di negatività, non rappresentano altro che il costo del funzionamento di quelle istituzioni che sono alla base della democrazia di questo paese, quindi va sottolineato l'impegno di questa Regione, l'impegno di questa Assemblea legislativa che ha ottenuto in questa legislatura risultati che io considero veramente importanti, risultati che si sono concretizzati attraverso atti, legiferazioni che hanno visto per ben due volte ridurre le indennità dei consiglieri, annullare le spese di rappresentanza, annullare i vitalizi (già dall'inizio del 2013 il vitalizio non è previsto) e tutto questo è avvenuto in momenti in cui non c'erano indagini, non c'erano controlli in corso e prima della legiferazione di carattere nazionale.

L'altro aspetto che va sottolineato, proprio a favore della determinazione del disegno politico, della strategia politica di questa Assemblea legislativa, è che anche le normative nazionali hanno preso a riferimento le politiche di questa Regione, rispetto al costo dell'Assemblea legislativa, alle indennità, a queste normative che erano state approvate e portate avanti dall'Assemblea legislativa, per legiferare a livello nazionale.

Spero che possiamo avere la forza e la capacità di portare questi elementi all'attenzione dei nostri cittadini, proprio per cercare di rinsaldare quel rapporto di fiducia che deve legare il cittadino con chi rappresenta le istituzioni. Credo che possiamo dire a testa alta che questa Regione è andata nella direzione di un governo di rigore e virtuoso per quanto riguarda l'Assemblea legislativa. Dico tutto ciò con obbiettività dato il mio recente ingresso, questi quasi quattro anni di legislazione, non mi hanno vista partecipe nel definire e portare avanti i provvedimenti che ho citato, i meriti sono dei consiglieri che fanno parte di questa Assemblea legislativa dal 2010 ad oggi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Serri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Di solito questo è un provvedimento che dopo la relazione del collega Mazzotti passa tranquillamente perché è un provvedimento che condividiamo come Ufficio di Presidenza, però mi sembrava giusto in questa occasione, così come ha fatto il collega Mazzotti, evidenziare alcune virtuosità che abbiamo ottenuto. Il clima è tale per cui almeno fra di noi, almeno in quest'Aula, alcune cose ce le dobbiamo riconoscere.

Se sono stati ottenuti questi risparmi sul bilancio dell'Assemblea legislativa - e non è il primo anno, è una serie di anni che questo avviene - ciò è stato dovuto sia ad una razionalizzazione complessiva della macchina dell'Assemblea legislativa, sia anche in parte ad un atteggiamento che abbiamo sempre condiviso rispetto agli emolumenti dei consiglieri. Ricordo che noi siamo sempre stati i primi ad interpretare nella maniera più restrittiva possibile nemmeno le norme, ma le indicazioni che arrivavano dal livello nazionale rispetto alla riduzione degli emolumenti dei consiglieri, tant'è vero che spesso ci siamo intrattenuti tra di noi su queste discussioni proprio perché anticipavamo semplicemente delle notizie di stampa che poi si sono verificate mesi e mesi dopo o non si sono verificate per niente.

Faccio questo accenno perché recentemente sono stato inviato dalla Presidenza di questa Assemblea ad un convegno a Milano e confrontandomi con i colleghi delle altre Regioni emerge che c'è una differenza notevolissima tra i nostri emolumenti e quelli degli altri colleghi. Non entro nel merito della congruità o meno di questi emolumenti perché l'abbiamo già fatto cento volte e ognuno la vede a suo modo, ma sta di fatto che certamente da questo punto di vista ci presentiamo con le carte in regola e forse anche alla luce di questo dato dovrebbe anche essere maggiormente valutata tutta la questione che si riferisce ai rimborsi dei gruppi, perché è chiaro che se gli emolumenti, sempre in relazione alle altre Regioni e non voglio fare paragoni, sono di un certo tipo, poi l'attività politica è ovvio che ha bisogno di un contributo che è quello per l'attività dei gruppi.

Il collega Mazzotti diceva che, sia per la riduzione che ci siamo imposti immediatamente non appena la questione è venuta alle cronache, sia per il fatto che molti di noi oggi non utilizzano questi limitati fondi dei gruppi, in futuro ci sarà la possibilità di ridurre la nostra attività. L'unica cosa che vorrei puntualizzare rispetto a quello che diceva il collega Mazzotti, ma probabilmente anche lui la pensa così, è che io penso che nessuno di noi si sia fermato, il primo gennaio di quest'anno, nello svolgere la propria attività perché in qualche modo non avevamo chiaro come utilizzare i fondi dei gruppi. Noi tutti abbiamo continuato, almeno quelli con cui ho frequentazione, a svolgere la nostra attività senza fare tante discussioni su questo, però è chiaro che alla lunga bisognerà mettere ordine a questa cosa perché almeno si dovrà sapere e qualcuno ce lo dovrà dire come si possono spendere questi soldi e se si possono spendere, altrimenti se li mettiamo lì e poi corriamo il rischio tutti i giorni di subire interpretazioni diverse, la nostra attività, ripeto, alla lunga può essere in qualche modo frenata e non credo che sia nell'interesse delle istituzioni che questo avvenga.

Ci tenevo a puntualizzare queste cose perché mi pare invece un risultato assolutamente positivo la riduzione continua dei costi di funzionamento dell'Assemblea, con l'aggiunta, tra l'altro, di funzioni e di organismi che negli anni si sono accumulati. Facevo l'esempio ieri, nella relazione sul rendiconto, della Corte Costituzionale che ha tredici giudici e costa 10 milioni di euro più di noi. Non lo so se il paragone regga, ma certamente fa capire che qui non abbiamo in nessun modo scialacquato ma abbiamo cercato di fare le cose, anche provenendo da legislature precedenti, nel miglior modo possibile da questo punto di vista.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Lombardi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Ho ascoltato l'intervento del consigliere Mazzotti e non volevo intervenire, ma sollecitato dall'intervento del consigliere Lombardi, visto che qui affrontiamo un argomento che è molto di attualità in questo periodo, credo che sia importante aggiungere una piccola riflessione da parte di chi ha sempre portato in quest'Aula il tema del finanziamento ai gruppi.

Dico subito che io non condivido il passaggio che è stato fatto l'anno scorso in seguito al decreto Monti perché è una riforma che è arrivata dall'alto, una riforma che non ha tenuto conto di quelle che erano le necessità delle Regioni e dei gruppi. Però perché è successo questo? È successo questo perché per troppo tempo siamo rimasti sordi alla necessità di dare maggiore trasparenza e chiarezza sull'utilizzo di questi fondi a fronte di una norma ambigua e generica e non si è fatto nulla per intervenire nonostante il tema fosse stato portato all'attenzione della politica regionale.

In secondo luogo non lo condivido perché siamo il paese degli estremi: abbiamo avuto per anni finanziamenti che non si riuscivano neanche a spendere, tant'è che in parte tornavano nelle casse della Regione, con bilanci che non erano nemmeno a disposizione della Presidenza, e ora siamo passati veramente a non avere più la possibilità non tanto di non avere fondi per le spese di rappresentanza, che a me non interessano, ma di non avere fondi per tecnici, per personale giuridico in grado di poter analizzare la mole enorme di lavoro che la Giunta, con centinaia di dipendenti, genera. Com'è possibile che un Consiglio sia all'altezza della sfida se non ha le competenze per confrontarsi ad armi pari con la Giunta?

Quindi da una parte io non accetto questa degenerazione che sta avvenendo perché se dobbiamo andare avanti a togliere capacità di intervento all'Assemblea elettiva, e questo avviene anche nei Comuni, forse ha ragione chi sostiene che bisogna abolire le Regioni, ma dall'altra è anche vero che prima la situazione non era una situazione normale. L'Italia è il paese delle emergenze, si va da un estremo all'altro. Io spero che almeno per quanto concerne il personale, inserendo magari criteri di merito e di trasparenza maggiore, si possa tornare ad una situazione in cui i gruppi veramente - e su questo condivido quello che diceva Mazzotti - possano fare il loro dovere nei confronti dei cittadini con correttezza. È giusto che il grasso sia fatto colare perché il grasso c'era, però allo stesso tempo non dobbiamo seguire un filone che vive solo di un qualcosa che si cavalca facilmente perché poi i danni sono irreversibili. Allora è meglio fare come vogliono fare per le Province: solo una Giunta che governa, senza più opposizione, senza più controllo, senza più nulla.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.

 

NALDI: Grazie, presidente. Credo che, come è stato detto da chi mi ha preceduto, abbiamo un problema molto serio di riconquista di un rapporto di fiducia con i cittadini che secondo me passa anche attraverso la consapevolezza che non eravamo perfetti, che non vuol dire essere disonesti, ma anche attraverso la forza che dobbiamo avere di riproporre alcune verità.

Ieri sera, seguendo l'insegnamento di un mio grande maestro che diceva che bisogna pur imparare a soffrire, mi sono guardato Del Debbio che ha intervistato Fiorito. Non so quanti di voi hanno avuto la forza di guardare l'intervista a Fiorito. Fiorito è stato presentato come un campione da Del Debbio che ha detto: lui, sì, ha rubato quello che c'era da rubare, ma adesso cosa ha da dire sul presente?, e Fiorito ha detto: adesso è come prima, io ho pagato, ma adesso è come prima perché prima bastava fare un'autodenuncia, un'autocertificazione di quello che spendevo dicendo che era per attività istituzionali e adesso come prima le spese vengono rimborsate sulla base di un'autocertificazione. Del Debbio l'ha subito interrotto e ha detto: ecco, queste sono le modalità in corso in tutta Italia, in tutte le Regioni. Un momento, qui secondo me c'è la prima verità da dire: è in atto un tentativo per distruggere le Regioni. Poi si può anche sostenere che molti consiglieri regionali ci hanno messo del proprio per aiutare questo tentativo, però noi, in Emilia-Romagna, non abbiamo mai avuto la possibilità di autocertificare come faceva Fiorito e come farebbero ancora nella Regione Lazio. Noi abbiamo sempre certificato tutto e abbiamo sempre sottoposto la nostra certificazione a dei controlli, quindi per me questa è una cosa che bisogna tornare a spiegare, dobbiamo avere la forza e la pazienza per tornare a dire qual è la verità, che non è quella che stanno raccontando in questo momento perché è molto facile dire che tutti si comportavano in questa maniera.

È stato già detto che questo Consiglio ha avuto la forza di intervenire per definire modalità e criteri di spesa più rigorosi, su delle quantità, che abbiamo fortemente ridotto per nostra iniziativa, fino ad arrivare anche alla condizione che veniva richiamata dal collega Lombardi.

Nelle polemiche di questi giorni, di queste settimane, di questi mesi di stillicidio continuo di cose, forse vere, probabilmente false, comunque tutte da dimostrare, che sono uscite, sono stati sollevati problemi etici che io considero assolutamente fondati se fossero veramente dimostrate le cose che venivano raccontate dai giornali, ma sono state sollevate anche polemiche tra l'etico e il dubbio di illegalità su aspetti concernenti l'attività politico-istituzionale che secondo me sono molto delicati. C'è anche chi si è stupito che i nostri rapporti istituzionali, la nostra attività politico- istituzionale sui territori si facciano attraverso i partiti e questo è stato considerato uno scandalo. Ma attraverso cosa la dovremmo fare? In fin dei conti siamo gruppi consiliari derivati da gruppi politici che si sono presentati alle elezioni, quindi attraverso cosa, se non i partiti, la dovremmo fare questa attività di contatto, di rapporto con le persone che rappresentiamo e comunque con la popolazione del nostro territorio?

E poi sono stati sollevati quelli che io definirei degli "pseudo scandali" sull'utilizzo di personale del gruppo. Questo è l'unico punto sul quale non sono d'accordo con l'intervento di Favia, nel senso che secondo me, finché c'è il rapporto fiduciario, non si può parlare anche di merito come se il merito fosse un fatto oggettivo. Se il rapporto è fiduciario, il merito lo valuta chi stabilisce questo rapporto. Ho ricordato altre volte che c'è un paese che viene considerato l'emblema della democrazia: gli Stati Uniti, un paese nel quale, quando cambia il Presidente, si "buttano via" diecimila persone perché lo spoils system lì è feroce, è tutto basato sul rapporto fiduciario: tra l'altro i gruppi consiliari hanno un rapporto di natura privatistica che è molto difficile spiegare in questo momento ad un cittadino comune in che cosa consista perché si corre il rischio di essere mal interpretati, ovvero di dare l'idea che siccome hanno carattere privatistico, possiamo fare quello che vogliamo. No, noi non possiamo fare quello che vogliamo, sicuramente abbiamo alcune possibilità discrezionali legate al fatto che siamo di natura privatistica, perché se fossimo di natura pubblica, per compare una biro dovrei fare un bando, cosa che invece non devo fare. Questo perché è chiaro che questa è la condizione nella quale dobbiamo lavorare e anche nell'assumere del personale naturalmente dobbiamo assumere delle persone che siano in grado a nostro parere di collaborare seriamente con il progetto politico, istituzionale, amministrativo che abbiamo in testa, e non che magari siano bravissime, ma che la pensano esattamente all'opposto di quello che ciascuno di noi pensa che si dovrebbe fare.

Come ha detto prima Favia, penso che possiamo fare a meno delle spese di rappresentanza, soggettivamente posso fare a meno anche di altro. Sono andato a Piacenza a fare un'iniziativa e non so se mi verrà rimborsata la trasferta. Venerdì sera devo andare a Riccione a fare un'iniziativa sulla sanità, sull'ASL unica e così via; c'è il rimborso, non c'è il rimborso? Non lo so, non mi interessa neanche più di tanto, ma è sicuramente imbarazzante essere arrivati al 18 novembre senza sapere ancora se queste cose sono corrette o non corrette, però non mi interessa più di tanto. Quello che invece mi interessa, perché lo considero fondamentale per la difesa del nostro ruolo istituzionale, cioè della ragione per la quale ci hanno eletto, è il fatto di poter avere un rapporto con i cittadini nel territorio e il fatto di avere del personale che ci consenta di fare seriamente il nostro lavoro. Se ci sono queste condizioni, ci sono le condizioni per svolgere seriamente il ruolo di consigliere regionale, quindi per essere all'altezza complessivamente come Consiglio dei problemi che abbiamo; se non ci sono queste condizioni, secondo me è bene che ce lo diciamo fino in fondo che viene negata la possibilità di esercitare la democrazia attraverso la rappresentanza democratica.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Naldi.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Confesso che credo che il dibattito che si sta svolgendo all'interno della nostra Aula sia un momento molto importante perché rispetto al particolare momento che stiamo attraversando e anche alla grande responsabilità con cui, credo, stiamo facendo ognuno di noi le nostre dichiarazioni, forse è un momento dovuto. Personalmente anch'io sento il bisogno di fare outing in questo senso, ma non tanto per commentare specificatamente nel merito l'oggetto della discussione e quindi la dotazione finanziaria dell'Assemblea legislativa, per la quale mi sento di anticipare il mio parere favorevole, ma anche di ritrovarmi nelle parole del collega Mazzotti, nelle parole del collega Favia, nelle parole del collega Naldi, nelle parole anche del collega Lombardi. Sento il bisogno di dire una cosa che per me è molto importante e non credo solo per la sottoscritta ma per ognuno di noi proprio per il momento che stiamo attraversando, un momento che, ripeto, richiede anche la riconquista di una fiducia che è giusto ritrovare al di là della quantità di spesa che ognuno di noi potrà esercitare come gruppo, al di là di quello che è il suo compenso.

Quello che vorrei chiedere a voi colleghi è che finalmente il nostro operato, l'operato del nostro gruppo, non venisse, come purtroppo avviene da parte dei vari mezzi di comunicazione, misurato ponderandolo esclusivamente rispetto a quello che è il nostro compenso o a quelle che sono state le nostre spese e a quella che è la dotazione del gruppo. Credo che sarebbe più giusto ricondurre meritocraticamente questo giudizio anche a quella che è la produttività legislativa di ognuno di noi, a quello che è l'operato che viene svolto all'interno di quest'Aula, all'interno delle varie Commissioni, all'interno dei nostri uffici, con tutti i vari atti, le comunicazioni, le interrogazioni, le interpellanze, perché per quanto riguarda l'attività che svolgiamo, al di fuori di questo palazzo sarà poi la gente a poterlo riscontrare.

A me non dispiacerebbe che effettivamente questa Assemblea legislativa, così come individua con grande attenzione, come succede in questo particolare momento, la propria dotazione di spesa, si dotasse anche di indicatori, di parametri che consentano di misurare la produttività di ciascuno di noi. Mai come in questo momento sento il bisogno di dirlo, forse anche perché sono espressione di un piccolo gruppo, forse perché spesso, quando la produttività di ognuno di noi, di voi e della sottoscritta, viene misurata dai giornali, è ricondotta semplicemente ad un quoziente che è la spesa del PD e del PDL, gruppi che sono fatti di 24, 18 consiglieri, che poi viene rapportata a quella della Noè, che per il 2010 e 2011 era facile individuare personalmente perché all'epoca ero forse l'unico gruppo personale. Però vorrei dirvi che questi non sono dei parametri ragionevoli perché anch'io come UDC, pur essendo da sola, come tutto il PD, come tutto il PDL, come tutta la Lega devo affrontare tutte le tematiche che la Regione mi sottopone e voi sapete, penso di poterlo dire con una certa serenità, che cerco di dimostrare il massimo del mio impegno.

Ora la Procura o chi di dovere dimostrerà come stanno le cose in seguito a tutta una serie di approfondimenti che sono in corso, però credo che mai come in questo momento dobbiamo avere il dovere di dotarci e di individuare noi e di elaborare noi, come si fa all'interno di un'impresa, attraverso alcuni indici, qual è la produttività dell'operato che svolgiamo per dimostrare ai cittadini se ci meritiamo quel compenso, se effettivamente quel gruppo si merita, per il lavoro che ha svolto, quella dotazione.

Mi scuso se sono andata fuori tema, ma secondo me la discussione ha preso una piega interessante e giusta in un momento delicato come questo e credo che anche il contributo che ho voluto portare alla discussione sia importante per riconquistare quella fiducia che tutti noi meritiamo; laddove effettivamente il ruolo è stato svolto correttamente, meritiamo che questo ci venga riconosciuto. Quindi mi appello e faccio una richiesta formale - adesso cercherò di concretizzarla nel giusto modo - affinché questa Regione, questa Assemblea si doti non solamente di risorse finanziarie, ma anche di strumenti per misurare l'operato del consigliere e del gruppo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie a lei, consigliera Noè.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Non starò a ripetere alcune questioni che hanno già sottolineato i miei colleghi e su cui concordo. Vorrei semplicemente approfittare di questa occasione che ci è data della discussione sul bilancio dell'Assemblea per fare alcune riflessioni su quello che sta accadendo non solo qui in Emilia-Romagna, ma un po' su tutto il territorio nazionale (sedici Regioni sono sotto inchiesta) e su quello che ciò significa in termini di allarme di opinione pubblica in una fase di crisi profonda e di difficoltà per lo stesso Governo nazionale a dare risposte convincenti ed immediate.

Sappiamo che la politica viene vista come un tutt'unico in questo momento ed è una cosa assolutamente sbagliata perché non esiste "la politica", ma esistono i partiti con le loro proposte, le loro idee, i loro programmi e ciascuno si assume la responsabilità per quello che fa, per quello che ha proposto, per come ha agito e per quello che riesce o non riesce a fare.

Ho letto alcuni interventi, come quello di Santoro, un editoriale sul Corriere della Sera, che proponeva di abolire le Regioni. Il collega Favia diceva che c'è una tendenza alla riduzione della democrazia e in effetti i Comuni sono in difficoltà con i loro bilanci per i mancati trasferimenti da parte dello Stato, si parla sempre di abolizione delle Province anche se poi non si sa se verrà fatta questa abolizione perché a tutt'oggi non sappiamo se gli enti provinciali esisteranno ancora o no perché se entro l'anno, cioè se entro venti giorni, trenta giorni utili prima di Natale, non viene emanato il provvedimento, noi andremo alle elezioni provinciali l'anno prossimo, ci saranno enti che dovranno essere rieletti. Quindi, da questo punto di vista, non c'è chiarezza da parte del Governo centrale.

Sappiamo che sul ruolo delle Regioni, appunto, si è aperto un dibattito forte e io rilevo una cosa un po' bizzarra: da un lato alcuni dicono che bisogna abolire le Regioni, qualcuno lo dice esplicitamente perché sono carrozzoni, sono enti inutili, è troppa la spesa sanitaria; dall'altro lato la proposta di riforma istituzionale che sta venendo avanti addirittura vedrebbe la trasformazione del Senato come Camera delle Regioni. Quindi, della due, l'una: o le Regioni diventano il perno della vita politica locale e territoriale, con addirittura una rappresentanza al massimo livello istituzionale, un po' come il Bundesrat tedesco, oppure le Regioni devono essere abolite.

Io penso che la cosa migliore sarebbe fare chiarezza sull'assetto istituzionale di questo paese perché poi le dinamiche di confusione, le dinamiche anche di giusta ira di una parte consistente dell'opinione pubblica derivano anche da questa incapacità di proporre una riforma istituzionale chiara che dia risposte chiare alla necessità di modernizzare il paese. È il Governo che deve decidersi una volta per tutte di fare un provvedimento di abolizione delle attuali Province e di dire con chiarezza dove viene allocato quel personale, dove vengono allocate quelle funzioni, come verranno ripartite ed utilizzate quelle risorse; è il Parlamento che ci deve dire chiaramente se la riforma istituzionale verrà fatta, se verrà fatto il Senato delle Regioni o meno. Questo è il punto.

Poi è evidente che, ahimè, in assenza di regole precise, qualcuno si è dedicato al malaffare e allora anche a me viene da dire che non tutti nelle Regioni sono Fiorito, Fiorito speriamo che sia un caso unico, Fiorito e gli altri, diciamo così. Si può dire che noi ci siamo autoriformati perché questa è la verità e credo che sia giusto rivendicare i meriti di questa Regione, non solo della maggioranza ma anche dell'opposizione perché anche l'opposizione ha partecipato a questa autoriforma. Dovevamo farlo prima? Forse sì e possiamo dire che ci scusiamo per non averlo fatto subito, nel 2010, appena entrati in carica. Potevamo farlo subito, certo, però comunque lo abbiamo fatto, questa è una Regione che si è posta il problema della riduzione della spesa, del risparmio, di una maggiore trasparenza, di regole certe, che sono il punto centrale. Proprio per rispondere ai quesiti che poneva il collega Naldi, dobbiamo dire che dobbiamo avere i mezzi, essendo stati eletti proprio per questo, per svolgere un ruolo politico, per svolgere il nostro ruolo politico, perché è giusto avere i mezzi per svolgerlo, però nella massima trasparenza e con la possibilità del controllo anche dell'opinione pubblica. Sono stati fatti decreti, il decreto anticorruzione impone la trasparenza; avevamo fatto, per iniziativa, se non sbaglio, del collega Naldi e di altri colleghi, la legge sulla trasparenza. Questa è la strada giusta.

Poi è chiaro che ognuno verrà giudicato per quello che ha fatto, alla fine le storie si giudicano sempre per come vanno a finire. Se abbiamo lavorato bene o meno sarà l'elettorato a deciderlo. Io personalmente sono sempre stato garantista e garantismo vuol dire che la responsabilità penale è individuale: se qualcuno ha sbagliato, in buona o cattiva fede, ne risponderà personalmente. Certo è che dobbiamo poter concludere questa legislatura alla scadenza naturale. Qualcuno ha invocato addirittura la chiusura anticipata della legislatura, io scherzosamente ho scritto sul mio twitter, molto frequentato, che chiunque propone la conclusione anticipata di questa legislatura deve mettere per iscritto che non si vuole candidare, perché è evidente che c'è qualcuno che preme, è anche naturale che sia così, però bisogna dire con chiarezza che la conclusione anticipata della legislatura sarebbe un danno gravissimo all'economia della nostra Regione. Quindi questa legislatura si deve concludere e noi possiamo e dobbiamo dare un esempio che può valere secondo me su tutto il territorio nazionale: risorse adeguate per fare politica, chiarezza e trasparenza su come sono usate queste risorse, ma anche aiuto alla chiarezza e alla trasparenza, cioè la Regione deve mettere in grado tutti di poter dire se una cosa è fatta bene o no perché ad alcune di queste richieste anche in passato non c'era una risposta chiara. Allora ognuno si deve prendere le sue responsabilità in tutti i sensi, però ci devono essere gli strumenti perché queste responsabilità siano incanalate nel modo giusto.

Infine la questione del confine tra partito e istituzione. La politica, in Italia, è fatta da partiti e l'articolo 49 della Costituzione regola la vita dei partiti e affida al Parlamento il compito di legiferare in questa materia. Non è mai stato legiferato, non è mai stato chiarito se i gruppi consiliari sono un'estensione pubblicistica dei partiti stessi o se i gruppi consiliari sono, al pari dei partiti, un'organizzazione privatistica. Questa è una questione a cui non è stata ancora data risposta né dal Parlamento, né dalla Corte Costituzionale, né dalla Suprema Corte di Cassazione, perché tutta la discussione che si è aperta su queste questioni non si è ancora conclusa.

È evidente che se uno sta in un partito, frequenta il partito; va bene tutto, ma non che uno può essere criminalizzato perché è andato ad una riunione di partito quando è il partito che lo ha eletto. La chiarezza ancora una volta spetta da questo punto di vista certamente a noi con comportamenti specchiati e se si sbaglia bisogna anche avere il coraggio di chiedere scusa. Io mi sento di chiedere scusa per magari non aver capito in tempo e non aver operato in tempo per fare prima questa autoriforma. Si può dire che ci siamo sbagliati da questo punto di vista, che dovevamo farla prima. Si può anche dire, però, che l'abbiamo fatta e quindi il merito per averla fatta bisogna anche riconoscerlo, non ci possono essere solo demeriti, ci sono meriti e demeriti e vanno riconosciuti entrambi.

Però bisogna anche dire con chiarezza che sul ruolo dei partiti nella nostra società, nel rapporto partito e istituzioni deve essere fatta chiarezza soprattutto dal Parlamento, che deve finalmente legiferare sullo statuto dei partiti. Ci sono molte proposte su questo presentate in Parlamento che dicono che i partiti devono avere una vita democratica interna, che devono comportarsi in un certo modo, che devono usare in un certo modo il denaro pubblico che viene loro conferito. Si faccia finalmente questa legge e si apra finalmente una discussione una volta per tutte, altrimenti vivere in questo limbo dove non c'è chiarezza, non c'è chiarezza soprattutto nella legislazione nazionale, consentirà sempre a chi non vuole svolgere il proprio compito istituzionale con onestà, con chiarezza, con quella trasparenza che invece tutti noi ci siamo dati... Io adesso sono nel Gruppo Misto, ma anche nel gruppo dell'IdV fin dall'inizio abbiamo proposto la riduzione dei costi, abbiamo fatto una serie di proposte, che ognuno può vedere perché sono agli atti, fin dall'inizio. Ma la chiarezza deve essere fatta prima di tutto dal Parlamento, che deve avere la capacità finalmente di dire che cosa sono i partiti in Italia rispetto alla legislazione vigente.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di intervenire la collega Pariani. Ne ha facoltà.

 

PARIANI: Grazie, presidente. Ho colto nel dibattito e nelle parole anche del consigliere Favia una discussione, che ho visto svilupparsi anche sugli organi di stampa, relativa all'utilità del ruolo delle Regioni e credo che sia un errore, da parte di chi lo ha fatto dentro e fuori di qui, costruire questa discussione sull'utilità e il ruolo dell'istituzione regionale sulla base di una discussione sulla riduzione del costo delle Assemblee legislative. Ritengo invece che la discussione sia utile e necessaria e lo è perché, se apriamo anche le pagine dei giornali oggi, c'è una riforma delle istituzioni in questo paese che deve andare avanti e nessuno può esimersi dall'esserne toccato. Noi come istituzione, come politica, a questa discussione intendiamo partecipare e non sottrarci.

Sicuramente sarebbe utile riprendere tutto ciò che abbiamo discusso fino a qui su cosa significa governo federale, cosa significa centralismo - che a mio parere è diventato un Moloch in questi ultimi anni difficilmente difendibile - e cosa significa neo-centralismo regionale a proposito della discussione sull'utilità di Comuni, Province, Regioni, Ministeri e istituzioni decentrate dei Ministeri nel territorio. Cinque livelli, l'ho detto più volte, non si sopportano in questo paese, ci deve essere una riforma, la dobbiamo affrontare. Va affrontata con una discussione che sia scevra, però, da un punto di principio che riguarda la democrazia partecipativa in questo paese, che è un valore che non si può toccare e che deve avere un principio relativo anche al fatto che la democrazia partecipativa si sostiene con dei costi nelle Assemblee degli enti territoriali come nel Governo e nel Parlamento e non c'è nessuno, a mio parere, che possa arrogarsi il diritto di essere più democratico e partecipativo di un altro, è una discussione che dobbiamo fare insieme. Questa, quindi, è la prima questione che io toglierei dalla discussione di oggi perché c'entra relativamente. Ciò che c'entra invece è che questa Regione ha scelto a partire dal 2010, ma anche da prima - siamo in questa legislatura e discutiamo di questo anche al di fuori di queste mura; anche da prima perché ricordo i tagli fatti precedentemente - però nel 2010, 2011 e 2012 e adesso per il bilancio 2014 ha scelto di prendere una decisione che è quella di tagliare i costi della rappresentanza istituzionale di questa Assemblea consapevoli del fatto che c'era la necessità che le istituzioni e la politica dessero l'esempio rispetto ad uno stato sociale ed economico del paese. Questo è il punto su cui si può aprire una discussione etica, sono d'accordo che su questo punto si può aprire una discussione etica perché la ragione è etica. La politica, se non interpreta questa ragione etica, vuol dire che si allontana dalla rappresentanza dei cittadini che deve rappresentare.

Possiamo aver fatto non abbastanza? Di questo anch'io chiedo scusa. Possiamo aver male interpretato? Chiedo scusa e l'ho fatto, ma qui abbiamo fatto, questa è la Regione che ha fatto, che ha fatto al punto tale che, sia sulla riduzione delle indennità degli emolumenti e dei costi dell'Assemblea legislativa che sulla trasparenza, ciò che è avvenuto a livello nazionale ha preso noi a riferimento e questo non ci stanchiamo mai di dirlo, a tal punto che - e io lo dico, cari colleghi - è un errore evocare in quest'Aula Fiorito perché qui non c'è e non c'è mai stato nessun Fiorito. E per una ragione non morale, ma perché qui, non da questa legislatura ma da sempre, quei controlli formali sulle spese dei gruppi consiliari che nelle altre Regioni non c'erano, sono stati mantenuti. Di questo ragioniamo e in questo sta la differenza della Regione Emilia-Romagna. Credo che dobbiamo rivendicare questo, dobbiamo continuare a farlo.

Certo, c'è molto da fare ancora sul tema della trasparenza, lo dico anche in riferimento a chi prima fuori da questo edificio evocava il tema della trasparenza e della mancata applicazione della legge sulla trasparenza che è stata superata dalla legge nazionale. Noi siamo attrezzati e l'Ufficio di Presidenza sta lavorando in questo senso. Dico ancora che di fronte alla necessità di rendere più chiaro, limpido e trasparente il nostro ruolo politico istituzionale e quindi l'uso delle risorse che sono assegnate ai gruppi, se riteniamo insieme che non sia sufficiente l'attuale elemento di chiarezza e trasparenza che fin qui abbiamo avuto perché ci siamo sempre attenuti alle leggi e ai regolamenti di questa Assemblea legislativa, spetta a noi fare ancora un passo in più in questo senso e lo faremo perché siamo noi il legislatore, perché tocca a noi farlo e credo che siamo tutti d'accordo sul continuare ad assumerci questa responsabilità.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Pariani.

Vi comunico che è pervenuto alla Presidenza un emendamento della consigliera Silvia Noè su questo oggetto che è il 4680. L'emendamento è in distribuzione.

Siamo ancora in discussione generale e vi ricordo che, a questo punto, la discussione è congiunta sia sull'emendamento che sull'oggetto. Se qualcuno si vuole ancora iscrivere può farlo.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Signor presidente, forse è un mio errore, ma non ho l'emendamento.

 

PRESIDENTE (Aimi): Come dicevo, è in distribuzione.

 

FAVIA: Quindi possiamo attendere un attimo?

 

PRESIDENTE (Aimi): Possiamo attendere certamente un attimo, lo stanno distribuendo i commessi. Ricordo a coloro che sono già intervenuti che essendo pervenuto questo emendamento, possono ovviamente reintervenire sullo stesso per cinque minuti. L'emendamento è stato distribuito. Se qualcuno si vuole iscrivere, può farlo.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Posso intervenire esclusivamente sull'emendamento perché sono già intervenuto sul tema del finanziamento ai gruppi, quindi mi riserverò in dichiarazione di voto di riprendere l'argomento.

Condivido lo spirito dell'emendamento della consigliera Noè, ma ho un po' di dubbi sul termine "valutazione" perché noi possiamo valutare la quantità, che non è una cosa direttamente collegata alla qualità. Io ho presentato un progetto di legge sulla trasparenza dell'anagrafe degli eletti che è stato abbinato ad un altro testo di legge che poi è stato approvato e lo spirito era assolutamente quello, però perché quel progetto di legge non ha ancora piena attuazione? Per problemi di salute ho mancato una Commissione e volevo intervenire in Aula, ma non solo non c'era l'audio della Commissione, ma non c'era nemmeno il verbale pubblico della Commissione. Allora, proprio per poter mostrare ai cittadini e agli operatori dell'informazione la nostra attività, dovremmo dare attuazione a quella legge, dovremmo rendere una parte del sito fruibile in questo senso in modo che con dei sistemi di indicizzazione si possa, per tema e per tipologia di atto, ritrovare l'attività dei consiglieri. Diamoci una mossa a fare questo. In questo senso colgo lo spirito dell'emendamento anche se sul termine "valutazione" ho qualche dubbio perché la valutazione la fanno i cittadini, la fa chi ci giudica. Noi possiamo solo esprimere e mostrare come Assemblea il lavoro che svolgono i consiglieri, la quantità degli interventi che fanno e possiamo anche catalogare, indicizzare tutto questo. Si può fare, c'è già chi l'ha fatto e quindi possiamo farlo anche noi. Il mio parere è comunque positivo.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà. Le ricordo, consigliera, che sull'emendamento ha cinque minuti.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Ho ascoltato con interesse l'intervento del collega Favia e siccome mi sembra giusto ricondurre ad un mero dato oggettivo, più che soggettivo, lo strumento che vorrei cercare di individuare, se devo subemendare l'emendamento nel senso eventualmente di misurazione o quantificazione dell'attività svolta, per me va bene. Chiedo alla Presidenza se per modificare l'emendamento è opportuno fare un subemendamento.

 

PRESIDENTE (Aimi): Sì, le ricordo però che deve essere firmato dal presidente della competente Commissione, che è il consigliere Lombardi.

A questo punto, se avete già un'intesa, andiamo avanti, altrimenti devo sospendere e passare all'oggetto successivo.

Passiamo all'oggetto successivo e dopo riprendiamo questo.

 

OGGETTO 4654

Proposta recante: "Approvazione "Atto di indirizzo e coordinamento per la prevenzione delle cadute dall'alto nei lavori in quota nei cantieri edili e di ingegneria civile, ai sensi dell'art. 6 della L.R. 2 marzo 2009, n. 2; dell'articolo 16 della Legge regionale 24 marzo 2000 n. 20"." (delibera di Giunta n. 1485 del 21 10 13)

(Discussione e rinvio in commissione)

(Ordine del giorno oggetto 4654/1 - Presentazione) (101)

 

PRESIDENTE (Aimi): La Commissione "Territorio, Ambiente, Mobilità" ha espresso parere favorevole nella seduta del 6 novembre 2013 con la seguente votazione: 27 voti a favore, nessun contrario, nessun astenuto.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Vi ricordo che siamo oltre le ore 13.00, ma andiamo oltre le 13.00 fino all'esaurimento di tutti gli atti amministrativi.

Su questo oggetto, il 4654, sono state presentate due proposte di emendamento, una a firma dell’assessore Muzzarelli e una a firma del consigliere Favia, e un ordine del giorno a firma Favia. Mi comunicano che l'emendamento 2 a firma del consigliere Favia è stato ritirato in questo momento e che ne presenterà un altro nel corso della seduta.

È aperta la discussione generale sull'oggetto e sugli emendamenti. Intanto vedo che è in distribuzione l'emendamento del consigliere Favia sull'oggetto 4654.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Aspettavo la presentazione dell'oggetto, ma, visto che non c'è, passo direttamente a quella che è la mia analisi di questo provvedimento che tratta un tema estremamente importante, quello della sicurezza sul lavoro. Quando parliamo di sicurezza sul lavoro, parliamo di persone che perdono la vita in Italia. Per fortuna le statistiche ci dicono che questi accadimenti sono in diminuzione, anche se non dobbiamo trascurare l'effetto che la crisi, e quindi un minor numero di occupati, può portare alle statistiche. Il tema comunque richiede grande attenzione.

Dico subito che pur riconoscendo l'attenzione che la Giunta ha voluto dare al tema, ho notevoli perplessità che ora vado ad illustrare. Detto questo, cercherò di migliorare l'atto in modo da renderlo più giusto e più efficace. Quali sono le mie perplessità? Che andiamo ad intervenire sul tema del lavoro in sicurezza sui coperti, sui tetti, obbligando le persone che effettuano i lavori, privati o pubblici che siano, all'utilizzo di un tipo di tecnologia che oggi non è l'unica. Garantire la sicurezza sui coperti lo si può fare in diversi modi: sia con protezioni esterne, sia con protezioni mobili, sia con ganci fissi messi sui tetti, sui colmi, a cui i lavoratori si possono agganciare, sia con le linee vita, che sono dei sistemi di cavi che girano sui colmi.

Ora noi decidiamo di applicare e rendere obbligatorio un provvedimento che comunque è costoso, ma che ha anche un altro problema al di là del costo, che è quello della manutenzione. Posso anche accettare questo obbligo per quanto lo ritenga eccessivamente stringente perché quello che a me interessa è garantire la sicurezza, non obbligare ad utilizzare un sistema per garantire la sicurezza, però effettivamente il sistema delle linee vita è un sistema che, più che sotto il profilo della sicurezza, garantisce un'ottima mobilità al lavoratore...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Aimi): Colleghi, per cortesia, un po' di silenzio, grazie.

 

FAVIA: Credo che questo sia un tema che non abbia come interesse nulla da invidiare al tema che trattavamo precedentemente.

Accettato che si è decisa una strada che comunque è meglio prendere che non prendere, ovvero quella di intervenire con questo sistema per la sicurezza sui coperti (ricordo che gli incidenti sui coperti sono quelli più gravi e che di più incidono negli incidenti nel mondo dell'edilizia), ho cercato di mettermi nei panni degli amministratori di condominio, dei condomini e dei privati che da oggi si troveranno questo obbligo in più da dover rispettare ogni qualvolta dovranno fare determinati tipi di lavori e non solo quelli sui coperti.

Il problema è che con il gioco del massimo ribasso, dell'andare ad inseguire il preventivo sempre più basso, si mette in discussione la qualità, ovvero ci sono sistemi di linee vita, tipi di tecnologie di linee vita che costano un pelo di meno, però poi obbligano a collaudare il sistema ogni anno da parte dell'azienda, con dei costi molto alti, e spesso di questo i condomini non ne hanno contezza nel momento in cui vanno a fare l'intervento, cercano semplicemente il preventivo più basso. Vi sono poi strumenti con maggiore qualità di linee vita, tipi di tecnologie che garantiscono un collaudo obbligatorio ogni cinque anni, non ogni anno. Ce ne sono con collaudo a due anni, a tre anni, a quattro anni e a cinque anni. Io ho cercato di fare una via di mezzo, ma di alzare lo standard qualitativo che imponiamo agli operatori.

Ho presentato un ordine del giorno che impegna la Giunta a fare informazione presso i tecnici e gli amministratori di condominio perché loro devono, per la trasparenza dei costi, informare i condomini, durante le assemblee, che ci sono dei costi di intervento, ma poi ci sono anche dei costi fissi a vita. Oggi sapete che i costi delle spese condominiali sono arrivati a delle cifre altissime che ormai incidono di più delle classiche bollette, per cui andiamo ad aggiungere un nuovo costo, perché se consentiamo e rendiamo obbligatorio di mettere linee vita di qualità più bassa che richiedono un collaudo ogni anno anche se non sono utilizzate, obblighiamo i condomini ogni anno, per tutta la vita del condominio, a pagare un ulteriore balzello. Per cui io avrei voluto mettere una previsione minima di cinque anni perché esistono tecnologie di qualità che garantiscono cinque anni, ma ho scelto una via di mezzo, quindi un tempo di intervallo tra un collaudo e l'altro non inferiore ai tre anni. Saranno poi le aziende che investiranno in ricerca e sviluppo e creeranno tecnologie di linee vita più resistenti investendo di più sulla qualità e meno sull'usa-e-getta, passatemi il termine.

Con l'ordine del giorno, quindi, chiedo alla Giunta che intervenga per fare corretta informazione su questo tema che è un tema delicato. Ho avuto modo di parlarne anche con i tecnici regionali. Invece con l'emendamento cerco di, visto che andiamo ad imporre degli interventi, tenere una posizione mediana e di chiedere che la qualità e la garanzia nel tempo di queste linee vita siano non inferiori ai tre anni.

Mi sembra una proposta ragionevole, chiedo che l'Aula ne tenga conto e sono pronto a confrontarmi su questo avendo ben approfondito l'argomento.

 

PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Alessandrini. Ne ha facoltà.

 

ALESSANDRINI: Grazie, presidente. Mi rendo conto che questo tema lo stiamo trattando molto in fretta quando invece merita grandissima attenzione perché il tema degli infortuni sul lavoro, purtroppo, in un paese civile come l'Italia, continua ad essere una piaga per certi versi drammatica ma anche e soprattutto ingiusta. Sono d'accordo con quello che diceva prima il collega Favia, è vero che le statistiche ci dicono che stanno diminuendo sia la mortalità che il numero degli infortuni. Questo è senz'altro dato anche dalle azioni che si sono messe in campo per migliorare le condizioni degli ambienti di lavoro, credo che sia abbastanza evidente anche perché la legislazione tende giustamente ad evolversi in questa direzione; ma credo anche che sia effettivamente determinato dalla permanenza di una crisi economica non indifferente che ha ridotto e ancora riduce posti di lavoro e soprattutto le loro lavorate.

Credo che dobbiamo fare il massimo dello sforzo perché si rafforzi il fronte della prevenzione degli incidenti e anche delle malattie professionali, perché quello che risparmiamo oggi per le cose non fatte è evidente che lo pagheremo domani e pagheremo purtroppo non solo costi vivi, ma costi anche in termini di vite e di salute, quindi costi sanitari, assicurativi eccetera. Benissimo, quindi, il provvedimento, l'atto di indirizzo della Giunta per la prevenzione delle cadute dall'alto nei cantieri edili dove si effettuano i lavori che superano l'altezza dei 2 metri. Peraltro è in attuazione della legge 2/2009. Le cadute dall'alto nei cantieri effettivamente costituiscono una percentuale molto rilevante di tutti gli infortuni sul lavoro e una delle maggiori cause di mortalità soprattutto nel settore di cui parliamo in modo particolare. Anche per questo credo che sia giusta, per esempio, la norma che parifica il cantiere privato con il cantiere pubblico.

Inoltre credo che tutti reputiamo particolarmente importante che il provvedimento per la realizzazione delle linee vita, o altri dispositivi di protezione come quelli che riguardano le camminate protette dei ponteggi, sia intanto armonico con la legge di semplificazione generale e soprattutto con la legge che riguarda la semplificazione in edilizia che abbiamo recentemente approvato, questo lo vediamo anche dal ragionamento che fa l'atto di indirizzo sul tema dei costi degli oneri amministrativi. Purtroppo è vero, si tende sempre a mettere davanti i costi degli interventi sottovalutando la responsabilità, a partire dal committente; soprattutto non si valuta abbastanza l'importanza che hanno i benefici delle misure che si decidono. La relazione dell'assessore ci dice che viene stimato che i costi degli incidenti siano uguali al 3 per cento del PIL, è una cosa abbastanza importante.

Quindi sono d'accordissimo sull'atto di indirizzo in sé e anche sull'emendamento che è stato presentato questa mattina dall'assessore Muzzarelli perché quando si parla di "tecnico" è evidente che c'è sempre un collegamento alla pluralità delle figure professionali nell'ambito della progettazione e della direzione dei lavori, e la suddivisione delle competenze, credo che lo sappiamo tutti, è stabilita certamente prima di tutto dal titolo di studio, ma poi, per quello che riguarda l'abilitazione professionale, ci si riferisce a quanto stabilisce la legge, che ha peraltro istituito le professioni di ingegnere e di architetto, quindi sono cose abbastanza chiare ed evidenti a tutti. In questo caso è chiaro che l'espressione "tecnico competente" come è stato scritto all'inizio dell'atto di indirizzo sia troppo generica ed è giustissimo che si proponga invece "tecnico abilitato" perché con tale espressione si intende colui che è preposto alla progettazione degli edifici e degli impianti nell'ambito delle competenze che, appunto, sono ad esso attribuite dalla legge e quindi tali tecnici devono essere iscritti agli Albi, agli Ordini professionali degli Ingegneri e degli Architetti, oppure ai Collegi professionali dei Geometri e dei Periti industriali. Quindi su questo noi siamo d'accordo.

Invece gli altri emendamenti sono arrivati adesso e quindi si fa fatica anche a fare una valutazione di merito, magari dovremmo confrontandoci anche un po' di più. Comunque sull'emendamento n. 3 del collega Favia non siamo d'accordo perché come si fa a dire che dovranno avere standard di fabbrica tali da prevedere tra un collaudo e l'altro eccetera? Noi dobbiamo fidarci in qualche modo di quella fabbrica; chi è che definisce che determinati standard di fabbrica siano sufficienti? Non credo obbiettivamente che ciò sia possibile.

In merito all'ordine del giorno pensiamo che già l'atto di indirizzo sia molto comprensivo delle cose che si pongono nello stesso. Inoltre non conosco condominio dove si faccia un lavoro i cui condomini giustamente non pretendano dall'amministratore di sapere a priori preventivi e anche dettagliati, quindi credo che sinceramente non esista più questo problema. Per cui anche sull'ordine del giorno ci esprimiamo in maniera contraria.

 

PRESIDENTE (Aimi): La ringrazio, consigliere Alessandrini.

Ha chiesto di intervenire il sottosegretario alla Presidenza Bertelli. Ne ha facoltà.

 

BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Intervengo molto brevemente perché devo dire che l'intervento di Alessandrini è stato molto esaustivo e ha anche illustrato con dovizia di particolari l'emendamento che ha consegnato questa mattina l'assessore Muzzarelli al testo. Abbiamo fatto un atto che ci mette nelle condizioni di aumentare consistentemente la tutela di chi lavora in alcune condizioni, specialmente in edilizia, in particolar modo riferendoci alla qualità e alla quantità degli incidenti che si rilevano e accadono, in edilizia, con caduta dall’alto.

Le cose che sono state inserite sono state studiate, confrontate e verificate da persone che hanno la competenza specifica su questa materia. Io mi soffermo solo su un punto: l'emendamento che è stato consegnato questa mattina da Favia non sono in grado di interpretarlo, non ne ho la competenza e credo, sinceramente, non l'abbia nessun consigliere per decidere all'ultimo momento l'effetto che potrebbe avere un emendamento così posto nel testo in discussione, neanche Favia, francamente. Non sto dicendo che sia sbagliato e che non ne valga la pena, ma ritengo che tali modifiche siano valutate in un confronto non tra consiglieri regionali che non sono esperti della materia, ma tra consiglieri regionali e dei tecnici che sono in grado di prevedere se la proposta ha un impatto positivo, è realizzabile o non è realizzabile, o se potrebbe persino avere un impatto negativo.

Per cui, francamente, o riportiamo l'atto in Commissione e in quella sede ci si confronta con qualcuno che è in grado di dirci se la proposta sulla quale non sono in grado di entrare nel merito, sta in piedi, oppure la si farà successivamente come perfezionamento di un atto in una seconda occasione. Francamente eviterei all'Assemblea di decidere di norme all'ultimo momento senza avere la capacità di capirne la ricaduta e gli effetti pratici in questo caso sui soggetti che devono acquisire questi sistemi - che intanto non so se siano in commercio - ed applicare queste normative, che, come già è stato detto, non sono irrilevanti dal punto di vista dell'impatto sui costi di chi le deve applicare.

Quindi capisco la ratio della proposta, che è tesa, appunto, a cercare di evitare che l'impatto sia alla lunga più negativo, ma penso che dovremmo pensarci bene prima di introdurre questo argomento e verificare se la proposta sia praticabile, realizzabile e in che misura, o se è praticabile, non lo debba essere al massimo della preoccupazione che ha detto prima il consigliere Favia, che ha parlato di cinque anziché tre. Lo dico perché è una preoccupazione che capisco, che è giusta, ma visto che stiamo decidendo un atto il cui effetto pratico incide su chi lo dovrà applicare, forse è il caso che nel momento in cui decidiamo queste cose, abbiamo la certezza che possono essere davvero realizzate.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, sottosegretario Bertelli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Capisco le parole del sottosegretario, capisco che il tema sia complesso e le garantisco, sottosegretario, che la verifica è stata estremamente attenta proprio perché il tema è delicato. Capisco che non sia semplice perché c'è una differenza tra garanzia, verifica e collaudo, che sono tre cose diverse. C'è una normativa nazionale, che io cito nell'ordine del giorno, che è molto dettagliata. Raccolgo, quindi, la sua perplessità non pregiudiziale sull'intervento e per questo chiedo, proprio perché il tema è delicato, che la cosa possa tornare in Commissione. Io sono pronto a fornire tutte le tesi e gli elementi tecnici a supporto del mio intervento, che è semplicemente un intervento a tutela delle ricadute di questo atto sui cittadini, proprio per quello che dice lei, perché quando andiamo a legiferare, dobbiamo sempre fare molta attenzione, e che sia un tema di criticità glielo assicuro che lo hanno presente anche i tecnici della Giunta. Per questo chiedo che l'atto possa tornare in Commissione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

A questo punto si tratta dell'ordine dei lavori perché il consigliere Favia ha proposto il rinvio di questo atto nuovamente in Commissione. Prima di chiedere un intervento a favore e uno contro su questa proposta, ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.

 

DONINI: Grazie, presidente. In realtà mi ero iscritta a parlare sull'ordine dei lavori. Ho ascoltato con attenzione l'intervento del sottosegretario e lo condivido. Ho verificato con il sottosegretario, attraverso un ulteriore approfondimento, una richiesta di informazioni, che non c'è un'urgenza specifica su questo tema. È vero che assumerci la responsabilità di scegliere su una questione estremamente tecnica per noi è difficile, per cui sono a favore del rinvio in Commissione di questo atto.

 

PRESIDENTE (Costi): La consigliera Donini, quindi, si è già espressa a favore del rinvio in Commissione. C'è qualcuno che si dichiara contro?

Se nessun consigliere chiede di parlare per esprimere voto contrario al rinvio in Commissione, passiamo alla votazione. Ricordo che gli scrutatori sono Mumolo, Carini e Filippi.

Metto in votazione, per alzata di mano, il rinvio in Commissione dell'oggetto 4654.

 

(È accolto all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’oggetto 4654 è rinviato in Commissione.

 

Ancora sull’oggetto 4680

 

PRESIDENTE (Costi): Ritorniamo all'oggetto 4680 a cui è stato abbinato l'ordine del giorno 4680/1, a firma dalla consigliera Noè. Siamo in dichiarazione di voto, pertanto apro la dichiarazione di voto congiunta sia rispetto al bilancio di previsione che all'ordine del giorno 4680/1, presentato dalla consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.

 

MAZZOTTI: Grazie, presidente. Intervengo in merito all'ordine del giorno che è stato proposto. Penso che sia un ordine del giorno che non debba essere accolto per quattro motivi.

Il primo motivo ha quasi un sapore di carattere costituzionale oserei dire. Qui si chiede di "dare mandato all'Ufficio di Presidenza di approvare degli indici annuali che consentano la misurazione dell'attività dei singoli consiglieri per l'anno di riferimento". Non saprei quali sono questi gli indici. Ricordo a tutti che i consiglieri, al pari dei parlamentari, sono eletti senza vincolo di mandato. La valutazione in capo all'attività che è propria dei consiglieri è definita nell'esercizio delle prerogative che sono loro proprie ed assegnate, ed essi rendono conto, essendo senza vincolo di mandato, direttamente agli elettori che li hanno votati, per cui l'inserimento di questa norma sarebbe sbagliato.

Secondo: se invece vogliamo fare un altro tipo di valutazione, ricordo che tutti i dati riferiti all'attività dei consiglieri sono già inseriti puntualmente nel sito dell'Assemblea legislativa, dove è possibile, collegandosi, trovare tutte le note relative all'attività, le presenze, le assenze, il numero degli interventi, delle interpellanze, delle interrogazioni, quindi una disanima complessiva di tutte le attività che vengono svolte e sulle quali è possibile compiere una valutazione.

Terzo punto: abbiamo approvato una legge apposita, che è stata citata negli interventi precedenti, che si chiama "Anagrafe degli eletti" e abbiamo in questo senso poi applicato anche le normative nazionali nelle quali sono contenute tutte le informazioni necessarie sul versante della trasparenza relative alle condizioni e all'esercizio del mandato dei consiglieri regionali.

Quarto punto: l'ordine del giorno corregge l'emendamento precedente e se l'emendamento non era attinente alla natura dell'atto che andavamo ad approvare, che è il bilancio, in questo caso cambia la forma perché si tratta di un ordine del giorno, ma in ogni caso non è neanche questo, secondo me, attinente alla discussione che abbiamo fatto.

Concludo rispondendo alle considerazioni che faceva nel suo intervento il collega Favia ricordando che sul tema della trasparenza abbiamo avuto in questi mesi, anche per il susseguirsi di normative confliggenti tra loro, quelle nazionali e quelle regionali, un problema di caricamento e di riposizionamento dei dati da pubblicare. Questo non ha consentito di avere la pienezza della disponibilità di tutti gli elementi e quindi di poter fare quello che invece stiamo facendo in questo momento con il ripristino pieno di tutte le condizioni per mettere a disposizione tutti i dati disponibili per quello che riguarda la trasparenza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mazzotti.

Faccio una rettifica che mi ha chiesto di fare la presentatrice dell'ordine del giorno: nell'ordine del giorno mancava "l'Assemblea legislativa" prima di "dà mandato", ora l'abbiamo aggiunto, è una mera correzione di forma.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. A proposito di valutazione, di recente ho cercato di spiegare alcune cose ad un collega giornalista (dico "collega" perché anch'io sono iscritto all'ordine dei giornalisti pubblicisti) che aveva scritto che io battevo la fiacca perché avevo firmato solo ventidue atti. Ora, qual è il criterio di valutazione, quanti atti uno firma? Se è così, è ovvio che chi sta in maggioranza ne firma di meno e chi sta all'opposizione ne firma di più. Non può costituire un criterio di valutazione il fatto che uno sia stato primo firmatario di un atto perché i mono-gruppi sono composti da un'unica persona (Silvia Noè è un mono-gruppo) invece chi sta in un gruppo più grande è chiaro che non interviene su tutti gli argomenti, mentre chi sta in un gruppo più piccolo interviene spesso. Io, tra l'altro, mi scuso con i colleghi se mi devono ascoltare spesso, cerco anche di autoridurmi, ma questo dipende dal fatto che uno stia in un gruppo grande o in un gruppo piccolo. Quando ero nei DS in Parlamento intervenivo non così spesso come intervengo qua perché lì eravamo 165, invece qui praticamente sono da solo e quindi è ovvio che su tutte le questioni cerco di far sentire la mia voce.

Secondo me, concordando con le cose che ha detto prima il collega Mazzotti, la vera valutazione la danno gli elettori. Se poi uno vuole far sapere quello che sta facendo, ci sono modalità a disposizione del consigliere straordinarie. Per esempio io mi sono fatto un'applicazione per iPod che si chiama "Grillini diario regionale" dove sto inserendo tutti i miei interventi in Consiglio regionale e anche gli atti che ho firmato anche come secondo firmatario. Se quel collega giornalista fosse andato a vedere tutti gli atti che ho firmato, altro che ventidue! E su cui, peraltro, sono anche intervenuto, perché generalmente, quando uno firma un atto, interviene anche. Quindi, dicevo, per far vedere il lavoro che uno svolge oggi ci sono possibilità che prima non esistevano. Io anche quando sono in Commissione faccio un twitter o una nota su Facebook dove dico che stiamo discutendo in Commissione un determinato argomento e tra l'altro discuto con i miei followers l'argomento che stiamo discutendo in Commissione, quindi lo discuto in sede istituzionale e lo discuto anche con gli eventuali elettori, con coloro che mi hanno dato il consenso o comunque coloro che sono interessati alla mia attività di consigliere regionale. Perciò ci sono gli strumenti attraverso cui l'opinione pubblica può valutare benissimo quello che stai facendo senza ledere la normativa vigente che appunto dice che i consiglieri regionali sono senza vincolo di mandato.

Quindi personalmente colgo lo spirito di questo ordine del giorno ma non lo condivido perché, ripeto, gli strumenti di valutazione per quanto riguarda un partito politico o un consigliere regionale sono quelli della carta stampata, dell'informazione radiotelevisiva e dell'informazione che ogni singolo consigliere può produrre con un po' di impegno perché gli strumenti ci sono, anzi, adesso c'è un'abbondanza di strumenti di comunicazione che chi ci ha preceduto non aveva o non aveva nella misura in cui li abbiamo noi oggi a disposizione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Rimango meravigliata dell'esito che l'emendamento prima e l'ordine del giorno poi hanno prodotto e soprattutto anche delle posizioni che probabilmente assumeranno alcuni colleghi. Vedi, Mazzotti, l'emendamento, che aveva sicuramente una forza più impositiva, è diventato un ordine del giorno e nonostante questo, considerato il momento, considerata tutta una serie di circostanze, a fronte di uno sforzo che ho fatto, mi si dice che l'ordine del giorno non è accettabile per questioni di costituzionalità, perché i dati sono già inseriti nel sito dell'Assemblea, perché già l'anagrafe degli eletti contiene queste informazioni, perché non è attinente. Mazzotti, il momento che stiamo attraversando oggi, e non entro nel merito del perché, ritengo che comunque imponga a tutti noi il dovere di fare uno sforzo. Se in passato purtroppo le condizioni non ci hanno permesso di rappresentare nel modo più adeguato possibile il nostro operato, credo che oggi sia nostro dovere fare qualunque sforzo, anche uno sforzo di creatività nella costruzione di eventuali indici o indicatori per fornire noi stessi - noi stessi - dei parametri che aiutino i cittadini a comprendere se siamo effettivamente meritevoli, visto quello che oggi pensano di noi ascoltando quello che viene loro comunicato.

Io sono convinta che molti, qua, probabilmente tutti, hanno la coscienza a posto, però ciò non toglie che lo spirito dell'ordine del giorno era di andare proprio in questa direzione con il rinviare con un ordine del giorno - e non con il proporre un emendamento ben preciso, ma un ordine del giorno - all'Ufficio di Presidenza, che attraverso un confronto avrebbe potuto individuare gli indici più appropriati per indicare se effettivamente si è produttivi e non considerare solo la presenza in Aula, ma anche gli interventi che si fanno. Questo perché essere solo presenti in Aula e in Commissione per me non è sufficiente a dimostrare che siamo produttivi, oggi probabilmente serve qualche cosa in più, cioè i nostri interventi, gli atti, tutta una serie di combinati disposti che oggi più di ieri abbiamo il dovere di dimostrare a chi purtroppo ha di noi una percezione che è quella che comunque viene data dai mezzi di comunicazione.

È questo lo sforzo che io chiedevo a voi e purtroppo mi dispiace e mi sorprendo nel vedere che non viene compreso riconducendolo a delle questioni di costituzionalità, al fatto che queste cose ci sono già. Ma vogliamo prenderci in giro anche tra di noi? Oggi, secondo voi, non è il momento in cui dobbiamo cercare di darci da fare per far capire meglio che chi ha lavorato non ha nessuna difficoltà a dimostrarlo? Io oggi più di ieri, oggi molto ma molto, ma molto più di ieri, sento il dovere di dimostrarlo perché penso di essermi meritata il compenso e anche la dotazione che è stata data al mio gruppo. Io non discuto che stiamo lavorando per certi aspetti bene quando andiamo nella direzione dei tagli, quando facciamo certe scelte, tutte le scelte che abbiamo preso secondo me sono delle scelte giuste, però, ripeto, mi dispiace che venga frainteso lo spirito dell'ordine del giorno. Probabilmente il "dare mandato all'Ufficio di Presidenza" non è chiaro, quando parlo di "indici annuali" non è chiaro, ma stavamo parlando di un ordine del giorno, lo spirito dell'ordine del giorno pensavo che fosse a voi tutti chiaro. Probabilmente non è così e mi dispiace, però mi sento a cuor sereno di assumermi la responsabilità di voler sottoscrivere questo ordine del giorno proprio perché vorrei far meglio comprendere quello che è l'operato di ognuno di noi.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.

 

PARIANI: Grazie, presidente. Per prima cosa vorrei rassicurare la consigliera Noè sul fatto che, anche rispetto alle sue considerazioni precedenti, da parte del gruppo del Partito Democratico c'è profondo rispetto del lavoro di un mono-gruppo e soprattutto di un mono-gruppo della minoranza. Comprendendo la differenza sostanziale del ruolo all'interno dell'Assemblea e le chiedo di comprendere anche lei che difficilmente è possibile parametrare, in termini di attività svolta, con gli stessi criteri, il ruolo della maggioranza e dell'opposizione. Le posso fare un semplice esempio? Io e il mio collega Bonaccini siamo finiti sulla stampa come tra i meno produttivi di quest'Aula perché presentiamo poche interrogazioni ed interpellanze. Lei crede che questo sia il giudizio da dare sul nostro lavoro, che io e il collega Bonaccini siamo poco produttivi?

Io credo che sia assolutamente sbagliato sul piano democratico pensare che noi siamo i giudici di noi stessi, i giudici del nostro lavoro stanno fuori da qui, consigliera Noè, e non è mettendoci la foglia di fico di un regolamento fatto dall'Ufficio di Presidenza che potremo colmare la distanza che si è prodotta tra la politica e i cittadini, ma lavorando nell'interesse della nostra comunità.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Pariani.

Se nessun consigliere chiede di parlare in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 4680/1, a firma della consigliera Noè.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'ordine del giorno è respinto.

Si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 4680.

 

(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Costi): L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 4643

Delibera: «Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2014 e pluriennale 2014-2016 dell'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 21 ottobre 2013, n. 1479) (144)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): La Commissione "Bilancio, Affari generali ed istituzionali", ha espresso parere favorevole nella seduta del 12 novembre 2013 con la seguente votazione: 17 voti a favore, 4 contrari, 10 astenuti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 4643.

 

(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Costi): L'Assemblea approva.

 

OGGETTO 4723

Risoluzione proposta dal Presidente Pagani, su mandato della Commissione regionale Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport, circa le azioni da porre in essere per dare risalto alle celebrazioni della giornata mondiale dell'infanzia e diffondere la conoscenza ed il rispetto dei diritti dei minori come riconosciuti dalla Convenzione mondiale dei diritti dell'infanzia.

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Vi chiedo di rimanere in Aula perché si tratta di una risoluzione urgente in quanto oggi è la Giornata dedicata all'infanzia. Inoltre la consigliera Mori ha chiesto di approvare, sempre in questa seduta, due risoluzioni espresse dalla Commissione di Parità sul tema della violenza contro le donne la cui Giornata cade, come voi sapete, il 25 novembre.

Apro il dibattito generale sull'oggetto 4723. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare, e del resto la risoluzione è condivisa dalla Commissione, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4723, a firma del consigliere presidente Pagani proposta su mandato della Commissione regionale Turismo, Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Costi): Ora abbiamo la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno e di inversione dell'ordine dei lavori presentata dalla presidente della Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini Mori riguardo alla "risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi in sede di Conferenza delle Regioni per coordinare l'attività delle azioni intraprese a contrasto della violenza di genere a livello territoriale ed anche affinché venga posta la priorità di una legge organica che affronti le politiche di parità, e contro le discriminazioni di genere".

Chiedo se c'è qualcuno contrario alla richiesta.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno della risoluzione presentata dalla consigliera presidente Mori su mandato della Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra uomini e donne.

 

(È accolta all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione oggetto 4756 è iscritta all’ordine del giorno.

Chiedo se c'è qualcuno contrario alla richiesta di inversione dell'ordine dei lavori.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione la richiesta di inversione dell'ordine dei lavori presentata dalla consigliera presidente Mori.

 

(È accolta all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La richiesta di inversione dell'ordine del giorno è accolta.

 

OGGETTO 4756

Risoluzione proposta dalla Presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta ad attivarsi in sede di Conferenza delle Regioni per coordinare l'attività delle azioni intraprese a contrasto della violenza di genere a livello territoriale ed anche affinché venga posta la priorità di una legge organica che affronti le politiche di parità, e contro le discriminazioni di genere.

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4756, a firma della consigliera presidente Mori su mandato della Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Costi): Ora abbiamo la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno e di inversione dell'ordine dei lavori presentata dalla consigliera presidente Mori della Commissione regionale di parità riguardo alla risoluzione "per impegnare la Giunta a promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione al fenomeno della violenza di genere riferito alla tratta, alla schiavitù sessuale, ai matrimoni forzati e ad ogni altra forma di violazione dei diritti umani e della libertà personale delle donne e dei minori".

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno della risoluzione presentata dalla consigliera presidente Mori su mandato della Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra uomini e donne.

 

(È accolta all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione oggetto 4757 è iscritta all’ordine del giorno.

Chiedo se c'è qualcuno contrario alla richiesta di inversione dell'ordine dei lavori.

Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell'ordine dei lavori presentata dalla consigliera presidente Mori.

 

(È accolta all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La richiesta di inversione dell'ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 4757

Risoluzione proposta dalla Presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta a promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione al fenomeno della violenza di genere, riferito alla tratta, alla schiavitù sessuale, ai matrimoni forzati e ad ogni altra forma di violazione dei diritti umani e della libertà personale delle donne e dei minori

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Costi): Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 4757, a firma della consigliera presidente Mori su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata.

Grazie a tutti i colleghi consiglieri e grazie al vicepresidente Aimi.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,52

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50.

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;

il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;

gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Tiberio RABBONI, Simonetta SALIERA.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Patrizio BIANCHI e i consiglieri Sandro MANDINI e Marco MONARI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 4715

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Misure urgenti per favorire l'attuazione del riordino territoriale, lo sviluppo delle Unioni ed il superamento delle Comunità montane» (80)

 

Presenti. 39

 

Favorevoli: 24

Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Astenuti: 15

Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Cinzia CAMORALI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI.

 

Assenti: 11

Liana BARBATI, Manes BERNARDINI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI.

 

Autorizzazione alla relazione orale:

OGGETTO 4369

Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Malaguti: «Interventi finanziari a sostegno di giovani professionisti»

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 38

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Stefano BONACCINI, Cinzia CAMORALI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Assenti: 12

Liana BARBATI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Vasco ERRANI, Giovanni FAVIA, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 4715 "Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Misure urgenti per favorire l'attuazione del riordino territoriale, lo sviluppo delle Unioni ed il superamento delle Comunità montane»" (80)

 

Emendamento 1, a firma della vicepresidente della Giunta Saliera:

«Il quarto comma dell’art. 3 è così sostituito:

"All’Articolo 12, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 21 del 2012 sono aggiunte, dopo le parole "in corso" le seguenti: "ove possibile ovvero, in attesa che vi provveda il Consiglio dell’Unione subentrante, la Giunta della Comunità montana approva un verbale di chiusura dell’esercizio finanziario in corso, sentito l’organo di revisione contabile in carica;""»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma della vicepresidente della Giunta Saliera:

«All’articolo 6, dopo il comma 1 sono aggiunti i seguenti:

"2. In via transitoria, alla data di istituzione dei nuovi comuni di Valsamoggia, Fiscaglia, Poggio Torriana e Sissa Trecasali, gli organi di revisione contabile dei comuni preesistenti alla fusione decadono e, fino alla nomina dell’organo di revisione contabile del nuovo comune, le funzioni sono svolte provvisoriamente dall’organo di revisione contabile in carica, alla data dell’estinzione, nel comune di maggiore dimensione demografica.

3. Ai fini dell’applicazione dell’articolo 163 del TUEL nei nuovi Comuni di cui al comma 2, per stabilire il limite degli stanziamenti dell’anno precedente si fa riferimento alla sommatoria delle risorse stanziate nei bilanci definitivamente approvati dai comuni estinti."»

(Approvato)

 

OGGETTO 4680 "Delibera: «Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2014. Bilancio pluriennale per gli esercizi 2014-2016" (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 30 ottobre 2013, n. 150)." (143)

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Noè:

«Dopo la lettera "b" del dispositivo della delibera, è aggiunto:

"c) di dare mandato all’Ufficio di Presidenza di approvare degli indici annuali che consentano la valutazione dell’attività dei singoli consiglieri per l’anno di riferimento"»

(Ritirato)

 

OGGETTO 4654

Proposta recante: "Approvazione "Atto di indirizzo e coordinamento per la prevenzione delle cadute dall'alto nei lavori in quota nei cantieri edili e di ingegneria civile, ai sensi dell'art. 6 della L.R. 2 marzo 2009, n. 2; dell'articolo 16 della Legge regionale 24 marzo 2000 n. 20"" (delibera di Giunta n. 1485 del 21 10 13).

 

Emendamento 1, a firma dell’assessore Muzzarelli:

«Al punto 6.1, dell’atto di indirizzo in oggetto, sostituire la parola "competente" con "abilitato".»

(Presentato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Favia:

«Al paragrafo 5 "Idoneità del dispositivo di ancoraggio" dopo il punto 5.2 è inserito il seguente punto 5.3:

"5.3 Al fine di garantire risparmi di spesa e la permanenza dei requisiti di sicurezza nel tempo la tecnologia e i materiali utilizzati dovranno avere caratteristiche tali da non prevedere interventi di collaudo per un periodo di almeno tre anni, salvo interventi necessitati da operazioni di utilizzo o conseguenti a verifiche".»

(Ritirato)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Favia:

«Al paragrafo 5 "Idoneità del dispositivo di ancoraggio" dopo il punto 5.2 è inserito il seguente punto 5.3:

"5.3 Al fine di garantire risparmi di spesa e la permanenza dei requisiti di sicurezza nel tempo la tecnologia e i materiali utilizzati dovranno avere standard di fabbrica tali da prevedere, tra un collaudo e l’altro, un periodo di tempo pari o superiore a 3 anni, salvo interventi necessitati da operazioni di utilizzo o conseguenti a verifiche".»

(Presentato)

 

Ordini del giorno

 

OGGETTO 4369/1 - Ordine del giorno proposto dal consigliere Grillini di non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d’iniziativa del consigliere Malaguti: «Interventi finanziari a sostegno di giovani professionisti» (99)

 

«L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto:

 

Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare "Politiche Economiche";

 

Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare,

 

Ai sensi dell’art. 92 del Regolamento

 

d e l i b e r a

 

il non passaggio all’esame degli articoli.»

(Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 20 novembre 2013)

 

OGGETTO 4680/1 - Ordine del giorno proposto dalla consigliera Noè sulla misurazione dell’attività dei singoli consiglieri. (100)

 

«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

dà mandato all’Ufficio di Presidenza di approvare degli indici annuali che consentano la misurazione dell’attività dei singoli consiglieri per l’anno di riferimento.»

(Respinto)

 

OGGETTO 4654/1 - Ordine del giorno proposto dal consigliere Favia sull’atto di indirizzo e coordinamento per la prevenzione delle cadute dall’alto nei lavori in quota nei cantieri edili e di ingegneria civile. (101)

 

«L'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

il d.lgs. 81/2008 prevede, tra le misure generali di tutela, l'obbligo di verificare la "regolare manutenzione degli ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alle indicazioni dei fabbricanti' (art. 15, comma 1, lettera z) e impone, inoltre, l'uso di sistemi e dispositivi che siano conformi alle norme tecniche (art. 115, comma 1) riconoscendo come responsabile della verifica periodica il datore di lavoro (proprietario dell'immobile o amministratore condominiale nella fattispecie) o nel responsabile di cantiere;

 

la revisione delle linee vita è approfondita al punto 9.1.6 della norma Uni En 11158 nel quale si specificano gli aspetti che devono essere presi in considerazione dal personale competente:

- ispezione dei punti di ancoraggio;

- verifica del tensionamento delle linee di ancoraggio;

- controllo degli eventuali assorbitori di energia;

- controllo dell'integrità dei punti terminali delle linee di ancoraggio;

- controllo delle linee di ancoraggio rigide e degli elementi terminali delle stesse: deformazioni permanenti, corrosione dovuta alla ruggine o ad altri agenti contaminanti, fissaggio degli elementi terminali;

- controllo dei dispositivi mobili installati permanentemente sulla linea di ancoraggio;

 

la normativa impone di verificare la resistenza del fissaggio immediatamente dopo l'installazione, esercitando direttamente sugli ancoraggi una forza minima di 5 kN (500 kg) per 15 secondi;

 

molte aziende consigliano di ripetere anche nelle successive revisioni l'applicazione di tale forza, controllando ogni volta "l'integrità dei punti terminali delle linee di ancoraggio" secondo la norma Uni En 11158;

il valore testato, mediante dinamometro, non deve registrare delle diminuzioni durante la prova, in caso vengano riscontrate anomalie durante l'ispezione, elementi difettosi o in cattivo stato è necessario procedere a una riparazione o sostituzione per eliminare il problema;

 

evidenziato che

 

le spese condominiali negli ultimi anni si sono moltiplicate a dismisura, arrivando a rappresentare un costo insostenibile per molte famiglie colpite dalla crisi economica ed occupazionale in atto;

 

le spese di manutenzione, revisione e collaudo dei dispositivi costituenti le linee vita contribuirebbero ad un consistente aumento dei costi di gestione e manutenzione degli immobili.

 

Impegna la Giunta regionale:

 

- ad emanare provvedimenti attuativi, applicativi dell'Atto di indirizzo e coordinamento per la prevenzione delle cadute dall'alto nei lavori in quota nei cantieri edili e di ingegneria civile, ai sensi dell'art. 6 della L.R. 2 marzo 2009, n. 2; dell'articolo 16 della Legge regionale 24 marzo 2000 n. 20, che, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza, tengano in particolare conto le ricadute economiche sui proprietari degli immobili causate dall'approvazione di queste nuove norme;

- ad agire, in particolare, sugli amministratori di condominio obbligandoli a presentare preventivi che garantiscano la massima trasparenza dei costi e la loro ripartizione annuale anche su lungo periodo;

- a svolgere campagne informative, su questo tema, che mettano in luce, in particolare, i risvolti economici delle possibili scelte sia relativamente ai prodotti disponibili sia relativamente ai costi di installazione, collaudo e manutenzione.»

(Presentato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

«Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

4745 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure relative allo svolgimento delle funzioni di Polizia Municipale, con particolare riferimento ai procedimenti da porre in essere in caso di Unione di Comuni.

4746 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la semplificazione delle procedure burocratiche, con particolare riferimento alle attività agricole.

4747 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa le azioni ed i provvedimenti, a favore della popolazione colpita dal sisma, riguardanti i costi connessi all'erogazione dell'energia elettrica ed il pagamento di mutui.

4748 - Interrogazione della consigliera Meo, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per incrementare, da parte del Comune di Bologna, la percentuale di cibi biologici e tipici utilizzati nelle proprie mense scolastiche.

4749 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori del Gruppo, facente capo a ManutenCoop, "Servizi Ospedalieri" con sede a Porto Garibaldi.

4751 - Interrogazione del consigliere Pollastri, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni da porre in essere per contrastare la prostituzione e recuperare le vittime di tale fenomeno di sfruttamento.

4752 - Interrogazione della consigliera Camorali, di attualità a risposta immediata in Aula, inerente la situazione dell’ASP Distretto di Fidenza per quel che concerne la nomina del nuovo CDA.

4753 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la vendita di beni demaniali situati a Cervia, con particolare riferimento alle "case dei salinari" ed al relativo diritto di prelazione.

4754 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere, da parte della Giunta regionale, al fine di prevedere contributi a favore dei caseifici siti nel territorio colpito dal sisma per l'installazione di sistemi di sorveglianza ed allarme volti a contrastare azioni criminali.

4760 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il conferimento di detriti post-sismici nella discarica di Galliera (BO), con particolare riferimento alla presenza di sostanze nocive ed amianto.

4762 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, in merito alla redazione del Piano Regionale dei Rifiuti.

4763 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, per sapere le ragioni per cui non è stata pubblicata la graduatoria per l'assegnazione dei fondi del bando POR FESR ASSE 2 sugli investimenti produttivi nelle aree colpite dal sisma.

4764 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito alle incursioni da parte di lupi nell'Appennino modenese e sulle iniziative che si intendono intraprendere a favore degli allevatori colpiti.

 

Mozione

 

4750 - Mozione proposta dalla consigliera Barbati per impegnare la Giunta a porre in essere, presso il Governo e le Camere, ogni azione utile al fine di pervenire all'abrogazione dell'articolo 23 della bozza del D.D.L. collegata alla Legge di stabilità 2013, riguardante disposizioni in materia ambientale e di promozione della green economy, in cui si prevede una rete nazionale integrata di impianti di incenerimento (documento in data 18 11 13).

 

Risoluzioni

 

4756 - Risoluzione proposta dalla presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta ad attivarsi in sede di Conferenza delle Regioni per coordinare l'attività delle azioni intraprese a contrasto della violenza di genere a livello territoriale ed anche affinchè venga posta la priorità di una legge organica che affronti le politiche di parità, e contro le discriminazioni di genere (documento in data 19 11 13).

4757 - Risoluzione proposta dalla presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta a promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione al fenomeno della violenza di genere, riferito alla tratta, alla schiavitù sessuale, ai matrimoni forzati e ad ogni altra forma di violazione dei diritti umani e della libertà personale delle donne e dei minori (documento in data 19 11 13).

4761 - Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Naldi, Donini e Meo per chiedere alla Giunta che si attivi nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni per porre la necessità di una iniziativa del Parlamento nelle materie riguardanti la gestione del servizio idrico (documento in data 20 11 13).»

(Comunicazione n. 63 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. 46328/2013)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Aimi - Costi

Corradi - Meo

 

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