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181.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 25 GIUGNO 2014

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI

 

INDI DELLA PRESIDENTE COSTI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 5696

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa politiche di approvvigionamento, attraverso l'Agenzia Intercent-Er, che garantiscano al sistema sanitario la sostenibilità ambientale ed economica. A firma del Consigliere: Bernardini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Mandini)

BERNARDINI (Lega Nord)

VECCHI Luciano, assessore

BERNARDINI (Lega Nord)

 

OGGETTO 5693

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la costituzione, quale parte civile, della Regione Emilia-Romagna nel procedimento riguardante la contaminazione da aflatossine del latte destinato alla produzione del Parmigiano-Reggiano, ed i contributi riguardanti tale produzione. A firma della Consigliera: Meo

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Mandini)

MEO (SEL - Verdi)

RABBONI, assessore

MEO (SEL - Verdi)

 

OGGETTO 5694

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la revoca o la sospensione del finanziamento regionale riguardante la pista ciclabile sul lungomare di Rimini. A firma del Consigliere: Lombardi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Mandini)

LOMBARDI (Forza Italia - PDL)

VECCHI Luciano, assessore

LOMBARDI (Forza Italia - PDL)

 

OGGETTO 5699

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le correlazioni tra gli eventi sismici e l'attività di estrazione-reiniezione, con particolare riferimento alla Concessione Mirandola - Giacimento Cavone. A firma del Consigliere: Favia

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Mandini)

FAVIA (Misto)

GAZZOLO, assessore

PRESIDENTE (Mandini)

FAVIA (Misto)

 

OGGETTO 5700

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli strumenti di integrazione salariale in deroga per il periodo successivo al 30 giugno 2014. A firma della Consigliera: Noè

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Mandini)

NOÈ (UDC)

VECCHI Luciano, assessore

NOÈ (UDC)

 

OGGETTO 5681

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per contrastare la diffusione del parassita del mais denominato Diabrotica. A firma del Consigliere: Pollastri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Mandini)

POLLASTRI (Forza Italia - PDL)

RABBONI, assessore

POLLASTRI (Forza Italia - PDL)

 

OGGETTO 5701

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le richieste avanzate dai sindacati in ordine al futuro dell'azienda Bredamenarinibus. A firma del Consigliere: Sconciaforni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Mandini)

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

VECCHI Luciano, assessore

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

 

OGGETTO 5647

Comunicazione del Presidente della Regione sulle modifiche alla composizione della Giunta (art. 5 comma 3 del Regolamento dell'Assemblea)

(Discussione)

PRESIDENTE (Costi)

GAZZOLO, assessore

POLLASTRI (Forza Italia - PDL)

VECCHI Luciano, assessore

MANFREDINI (Lega Nord)

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5534

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere» A firma dei Consiglieri: Mori, Pariani, Moriconi, Meo, Donini, Casadei, Serri, Manfredini, Malaguti, Mandini (Testo Base) (91)

(Relazione e discussione)

OGGETTO 4469

Progetto di legge d'iniziativa popolare recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell’inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 11 del 12 marzo 2013 pubblicata sul BURERT n. 70 del 21 marzo 2013 e di validità n. 16 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013)

(Abbinato)

OGGETTO 4470

Progetto di legge d'iniziativa di Consigli comunali di Cattolica, Ravenna, San Felice sul Panaro e Traversetolo recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 12 del 17 luglio 2013 e n. 14 del 28 agosto 2013 pubblicate sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013 e di regolarità n. 15 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013)

(Abbinato)

OGGETTO 4795

Progetto di legge d'iniziativa del Consiglio Comunale di Modena recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 18 del 5 novembre 2013 e di regolarità n. 19 del 5 novembre 2013 pubblicate sul BURERT n. 347 del 25 novembre 2013)

(Abbinato)

PRESIDENTE (Costi)

MORI, relatrice

PRESIDENTE (Costi)

GRILLINI (Misto)

MANFREDINI (Lega Nord)

MEO (SEL - Verdi)

MALAGUTI (Misto)

MANDINI (Italia dei Valori)

MORICONI (PD)

CASADEI (PD)

LEONI (Forza Italia - PDL)

BONACCINI (PD)

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Intervento consigliere Manfredini sull’oggetto 5647

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,43

 

PRESIDENTE (Mandini): Dichiaro aperta la centottantunesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sul processo verbale relativo alla seduta

 

-          antimeridiana del 10 giugno 2014 (n. 180);

 

inviato ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni il processo verbale si intende approvato.

 

(È approvato)

 

PRESIDENTE (Mandini): Il presidente Errani ha comunicato di non poter partecipare alla seduta del 25 e del 26 giugno per impegni istituzionali ai sensi dell’art. 65, comma 2, del Regolamento interno. L'assessore Lusenti ha comunicato di poter partecipare alla seduta di oggi e di domani per impegni a Roma per le riunioni per il nuovo Patto per la salute. L'assessore Alfredo Peri ha comunicato di non poter partecipare alla seduta di oggi. La vicepresidente Saliera ha comunicato di non poter partecipare alla seduta di oggi per impegni istituzionali a Bruxelles al Comitato delle Regioni. Inoltre ha comunicato di non poter partecipare alla seduta il consigliere Filippi.

Diamo per lette e acquisite, in quanto sono state trasmesse a tutti i consiglieri, le comunicazioni dell'articolo 68 del Regolamento interno relative a tutti i progetti di legge presentati.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Mandini): Diamo inizio ai nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in Aula.

Consigliere Lombardi e consigliera Meo, ho una richiesta del consigliere Bernardini di anticipare la sua interrogazione, se siete d'accordo, procedo in questo senso.

Chiamo il primo oggetto:

 

5696 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa politiche di approvvigionamento, attraverso l'Agenzia Intercent-Er, che garantiscano al sistema sanitario la sostenibilità ambientale ed economica. A firma del Consigliere: Bernardini

 

Non essendoci il sottosegretario Bertelli risponderà per la Giunta l'assessore Luciano Vecchi.

La parola al consigliere Bernardini per illustrare la sua interrogazione.

 

BERNARDINI: Grazie, presidente. Abbiamo presentato questa interrogazione per avere dei chiarimenti su un modus operandi di Intercent-Er, ossia l'agenzia regionale per gli acquisti centralizzati, in materia di acquisti nel settore della sanità. In particolare, in qualità di stazione appaltante, tra gli obiettivi dell'agenzia vi è la promozione degli acquisti pubblici sostenibili non solo per tenere in considerazione gli impatti ambientali e sociali dei beni e servizi utilizzati dalla pubblica amministrazione, ma anche come fattore di competitività e sviluppo per le imprese a più tasso di innovazione.

All'interno dell'Istituto ortopedico Rizzoli - abbiamo preso questo come esempio per portare alla luce quello che è un po', ripeto, il modus operandi in questo settore - patrocinato dalla Regione, c'è un progetto di ricerca che ha il compito di confrontare l'impatto ambientale del ciclo di vita di due soluzioni alternative che si utilizzano in chirurgia, ossia l'utilizzo di coperture sterili monouso e di materiale riutilizzabile per ulteriori interventi chirurgici. Un progetto di ricerca che non tiene in alcun modo in considerazione né le prestazioni dei prodotti, né tanto meno l'impatto economico degli stessi. Gli studi compiuti su tali aspetti prendono in considerazione, ripeto, solo due tipi di interventi ed è stato effettuato solo un puro confronto tra due aziende produttrici.

Per quanto riguarda alcune categorie di approvvigionamenti, quali camici e teleria sterile per le sale operatorie, non sono state effettuate valutazioni e comparazioni sugli aspetti dell'eco-sostenibilità, quali, ad esempio, il ciclo di vita dei prodotti, né vengono in alcun modo tenute in considerazione le prestazioni dei prodotti, né la sostenibilità economica dell'acquisto.

In ambito regionale i costi per intervento comprensivi sia del prodotto che del servizio per le coperture sterili variano da circa 23 euro per intervento con soluzioni di materiale monouso, a circa 46 euro per intervento per soluzioni riutilizzabili, quest'ultime spesso inserite all'interno dei contratti di Global Service sui quali si è già espresso anche il Tribunale amministrativo della regione Lazio individuandone le criticità.

Riassumendo e semplificando il contenuto tecnico dell'interrogazione, ci siamo trovati di fronte, partendo dall'ospedale Rizzoli, ad un'ipotesi di bando di gara che in qualche modo doveva riguardare sia il materiale monouso, sia quello che viene riutilizzato e quindi deve essere portato in lavanderia per essere riutilizzato per ulteriori interventi, e di fatto si è bloccata la gara del monouso perché si è attivato un progetto di ricerca che dovrebbe andare ad esaminare alcuni aspetti, tra cui anche quello della sostenibilità economica dell'acquisto stesso. Praticamente abbiamo una gara sul monouso ferma e andiamo avanti con quella per la lavanderia, con dei costi dall'incidenza molto pesanti perché abbiamo i prezzi della lavanderia che aumentano notevolmente, con il risultato che ad oggi viene bloccata l'utilizzabilità attraverso il bando di gara del servizio monouso con costi notevolmente inferiori, con dinamiche notevolmente inferiori e con delle particolarità oggettive da un punto di vista di sicurezza sanitaria, come vengono riconosciute da tantissimi primari che utilizzano e vogliono e richiedono espressamente l'utilizzo di materiale monouso. Sta di fatto che oggi ci troviamo di fronte a questa impasse, ossia una gara per il monouso bloccata perché si vuole attuare questo studio, questa ricerca per approfondirne degli aspetti e si va avanti solo con la gara per il materiale riciclabile, che ha un'incidenza di costo superiore rispetto all'altro. Ma questa gara, che è all'interno di un global center porta, come risultato definitivo, la possibilità di prendere non dalla porta principale, ma dalla finestra anche materiale monouso, con delle ricadute negative sui prezzi di acquisto, perché se si fosse operato direttamente sulla piattaforma del monouso alcuni prezzi sarebbero addirittura di un terzo rispetto a quelli che vengono reperiti attraverso la figura del Global Center, quindi con passaggi ulteriori che vengono posti in essere per l'acquisto di quello che è necessario.

Capisco un po' la complessità della dinamica, però penso che agli uffici competenti della Regione sia molto chiaro di cosa sto parlando. Vorremmo capire il perché di queste difficoltà nell'andare ad operare su scelte che possono comportare un notevole risparmio in capo alle ASL competenti e che di fatto invece procedendo in maniera diversa, facendo aumentare i costi e le inefficienze perché poi ci troviamo di fronte a dei primari che utilizzano e richiedono espressamente materiale monouso per garanzie di sterilità e sanitarie che quelle garantiscono. Quindi ci chiediamo, di fronte a questa partita che interessa oggi il Rizzoli ma interessa gran parte tutte le Aziende ospedaliere, come vogliamo comportarci, quali sono i nostri intendimenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bernardini.

La parola all'assessore Luciano Vecchi, per la risposta.

 

VECCHI Luciano, assessore: Grazie, presidente. Con una certa emozione, ovviamente, svolgo il mio primo intervento da questa parte del banco.

In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto relativa agli appalti ecosostenibili per acquisto di beni e servizi in sanità, acquisite le necessarie informazioni dall'Istituto ortopedico Rizzoli e dall'agenzia Intercent-Er, si precisa quanto segue. Il progetto di ricerca richiamato dall'interrogante è ancora in fase di definizione secondo le seguenti specificazioni: la ricerca è stata proposta alle imprese che forniscono teleria sterile per le sale operatorie dall'Istituto ortopedico Rizzoli in qualità di committente; la ricerca prevede il coinvolgimento dell'Università di Bologna per l'effettuazione della parte scientifica e della Regione Emilia-Romagna per la diffusione delle informazioni ottenute dalla ricerca stessa fra le aziende sanitarie e nell'ambito di iniziative informative riguardanti la sostenibilità ambientale; la ricerca riguarda soltanto gli aspetti di eco-sostenibilità e non gli aspetti economici; la ricerca prende in esame esclusivamente la chirurgia ortopedica svolta presso lo IOR; la ricerca riguarda dispositivi medici comunemente utilizzati nella pratica chirurgica, pertanto intende confrontare tra loro prodotti aventi pari efficacia.

Si conferma infine che la ricerca non è stata ancora avviata nell'attesa che le imprese sopra richiamate o le rispettive associazioni di categoria manifestino in via definitiva le loro intenzioni di partecipare allo studio, non è stato pertanto effettuato alcun confronto tra le aziende produttrici.

Riguardo alle politiche di approvvigionamento di prodotti a ridotto impatto ambientale, l'agenzia Intercent-Er ha maturato nel tempo un crescente impegno in materia di sostenibilità sviluppando nuove iniziative e nuove attività per promuovere gli aspetti ambientali e sociali negli acquisti pubblici, senza mai perdere di vista ovviamente la convenienza economica, che costituisce aspetto fondante della centralizzazione degli acquisti. Ogni qualvolta la categoria merceologica affrontata possa essere descritta attraverso specifiche che includono anche elementi di sostenibilità ambientale e sociale, e il mercato e la fornitura garantiscono adeguata concorrenza, le iniziative di acquisto di Intercent-Er vengono impostate all'insegna dell'eco-sostenibilità. Solo nel 2013, in relazione al tema del green public procurement, sono state realizzate dieci iniziative di acquisto, due in più rispetto al 2012, e alcune hanno avuto un grado di compatibilità ambientale particolarmente elevato integrando i criteri ambientali minimi elaborati dal Ministero dell'ambiente per la categoria merceologica di riferimento. Questi criteri ministeriali sono stati applicati in particolare nella convenzione per l'acquisto e il noleggio di automezzi e in quella per la fornitura di prodotti cartari, detergenti e materiale per comunità. Nella convenzione per la segnaletica di classe 2 inoltre sono stati mutuati, ove possibile, i criteri ambientali minimi per la categoria merceologica arredi.

Per quanto riguarda le gare di appalto che Intercent-Er predispone per le Aziende sanitarie e le aree vaste della Regione Emilia-Romagna, fin dal 2010 è attiva la collaborazione con il servizio strutture sanitarie e socio-sanitarie, nell'ambito della quale sono state predisposte gare per l'acquisto di dispositivi medici (sonde, cateteri, tubi e sacche per le urine) e beni e servizi (segnaletica, raccolta e smaltimento di rifiuti sanitari) inserendo per quanto possibile requisiti di rispetto ambientale nella documentazione tecnica di gara.

Anche il mercato elettronico dell'agenzia consente la valorizzazione degli aspetti di sostenibilità sia sul piano delle certificazioni che le imprese possono esibire fra le loro abilitazioni, sia sul piano delle specifiche tecniche che le amministrazioni contraenti possono utilizzare per la descrizione dei beni e dei servizi che intendono acquistare.

Inoltre Intercent-Er interviene abitualmente a diversi incontri e convegni, ad esempio nell'ambito della Fiera EcoMondo e del Forum CompraVerde-BuyGreen, per presentare la propria esperienza nell'ambito della sostenibilità. Per consuetudine, infine, Intercent-Er, all'interno della propria relazione gestionale annuale, elabora un report analitico sui benefici ambientali ottenuti in termini di emissione di Co2 grazie alle iniziative "verdi" realizzate, utilizzando il confronto con i risultati degli anni precedenti come stimolo per risultati ancora più performanti.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Luciano Vecchi.

Consigliere Bernardini, le concedo un minuto per la replica perché lei ha utilizzato già tutto il suo tempo nell'illustrazione. Prego.

 

BERNARDINI: Grazie, presidente. Il progetto di ricerca del Rizzoli è comunque un progetto che oggi va a bloccare una gara sulla possibilità di acquistare prodotti monouso. Riguarda comunque un discorso di impatto ambientale e non tiene assolutamente conto le altre caratteristiche, ossia le prestazioni dei prodotti, né tanto meno l'impatto economico, si parla solo di eco-sostenibilità, ma non anche di sostenibilità economica dell'acquisto, e abbiamo, dati alla mano, che una soluzione come quella del monouso può portare, ad esempio, per quello che riguarda le coperture sterili delle sale operatorie, ad un costo di 23 euro a fronte dei 46 euro per quelle che vengono riutilizzate, che sono le casistiche maggiori perché sono quelle che vengono inserite all'interno del global service. Quindi, se si parla di razionalizzare le spese e di puntare su prodotti innovativi che possono essere altamente prestazionali e avere una sostenibilità economica, non si capisce perché in questa ricerca che stiamo operando sul Rizzoli non si tenga conto di questi aspetti ma addirittura si va a bloccare una gara che potrebbe portare a dei risparmi di consistente natura sulle logistiche delle sale operatorie, che di fatto oggi vengono a costare tanto perché viene impedito l'uso del materiale monouso.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bernardini.

Riprendiamo l'ordine del giorno dall'inizio.

Il consigliere Pollastri ancora non c'è, quindi chiamo l'oggetto:

 

5693 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la costituzione, quale parte civile, della Regione Emilia-Romagna nel procedimento riguardante la contaminazione da aflatossine del latte destinato alla produzione del Parmigiano-Reggiano, ed i contributi riguardanti tale produzione. A firma della Consigliera: Meo

 

Risponde per la Giunta l'assessore Rabboni.

La parola alla consigliera Meo per illustrare la sua interrogazione.

 

MEO: Grazie, presidente. Nei giorni scorsi, a seguito di un'indagine della Procura di Parma e dei Carabinieri del NAS relativa alla contaminazione da alfotossine causata dal granoturco utilizzato come mangime, questa sostanza è stata trovata nel latte destinato alla produzione del Parmigiano-Reggiano ed ha portato a quattro arresti ed al sequestro di migliaia di forme per diversi reati, tra i quali anche quello di tentata truffa aggravata finalizzata alla ricezione di erogazioni pubbliche della Regione per il latte di qualità.

Il Centro di ricerche produzioni animali di Reggio Emilia nel triennio 2003-2005 ha condotto, grazie proprio ad un finanziamento della Regione Emilia-Romagna e al contributo del Consorzio Parmigiano-Reggiano, un esteso progetto di ricerca che ha evidenziato la buona qualità e la salubrità dei fieni prodotti nelle zone del comprensorio del Parmigiano-Reggiano indipendentemente dalla tecnica colturale impiegata.

In particolare, i prati stabili in cui vengono prodotti tali fieni sono comunque un ambiente da tutelare, oltre che il presupposto che consente di mantenere vivo il rapporto che lega il formaggio al suo territorio.

Per questo io chiedo se la Regione intende costituirsi parte civile nel procedimento penale indicato e se intenda mantenere anche nel nuovo programma di sviluppo rurale, quello 2014/2020, i contributi previsti per il mantenimento dei prati permanenti dei pescali, dei medicai a fine ciclo e per il recupero dei prati di montagna abbandonati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Meo.

La parola all’assessore Rabboni per la risposta.

 

RABBONI, assessore: Grazie, presidente. L’indagine, come già veniva riferito, è relativa alla presenza di una quantità superiore ai limiti di aflattosine nel latte destinato alla produzione di Parmigiano-Reggiano. Ad oggi coinvolge 67 persone, quattro delle quali agli arresti domiciliari, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di falso in atto pubblico, alla commercializzazione di sostanze alimentari nocive e di prodotti non genuini e per tentata truffa aggravata finalizzata alla ricezione di erogazioni pubbliche finalizzate al sostegno specifico per il miglioramento della qualità del latte ai sensi dell’articolo 68 del Regolamento europeo 73/2009. La costituzione di parte civile della Regione Emilia-Romagna è nel caso in oggetto ammissibile e può avvenire fino all’apertura dell’eventuale dibattimento in aula. A fronte di un rinvio a giudizio delle persone indagate e sulla base dei reati effettivamente contestati valuteremo unitamente al Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano l’opportunità di procedere alla nostra costituzione di parte civile. In ogni caso siamo impegnati a difendere in tutte le sedi e con tutti i mezzi disponibili le nostre eccellenze alimentari da comportamenti non conformi ai disciplinari di produzione e alle norme vigenti in materia di produzione e commercializzazione di alimenti o da veri e propri reati che ne mettano a repentaglio la reputazione conquistata nel corso degli anni con il costante impegno dei produttori e delle istituzioni. Nella proposta del nuovo programma regionale di sviluppo rurale 2014/2020 inseriremo, anche a seguito delle osservazioni pervenute, la concessione di aiuti per il mantenimento della praticoltura estensiva in aree ad alto valore naturalistico e storico e delle superfici foraggere avvicendate e permanenti con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità, contrastare l’erosione superficiale e favorire il sequestro del carbonio diversificando il contributo per zone (montagna, collina svantaggiata, collina non svantaggiata e pianura) e per l’esistenza o meno di connessione con l’allevamento zootecnico.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Rabboni.

La parola alla consigliera Meo per la replica. Ha quattro minuti.

 

MEO: Grazie, Presidente. Grazie della risposta, Assessore. Condivido con lei fino in fondo questo passaggio sulla necessità di tutelare in maniera molto puntuale, quasi feroce, la salvaguardia del lavoro fatto anche da tutti gli enti fino ad oggi per promuovere la salubrità e in ogni occasione questi nostri prodotti che vanno in tutto il mondo e che per il comportamento probabilmente assolutamente scorretto di alcuni produttori si rischia di offuscarne l’immagine, cosa che assolutamente non meritano tutti coloro i quali fanno su questo un lavoro onesto e molto faticoso. Tra l’altro non lo meritiamo nemmeno noi consumatori perché dobbiamo avere l’assoluta certezza, quando diciamo che un prodotto è di qualità e investiamo su questo, di quello che mettiamo in tavola perché altrimenti le ripercussioni sarebbero molto significative anche nell’incrementare questo senso di sfiducia che ormai attraversa il Paese in ogni angolo e in ogni occasione, per cui non possiamo permetterci che lo attraversi anche sui nostri prodotti di qualità dell’agroalimentare. È ovvio che per produrre un Parmigiano di qualità occorre anche una fienagione di qualità che tradizionalmente sui nostri territori è rappresentata dal faticoso mantenimento dei pascoli. Questi pascoli di vario tipo, indipendentemente dalla tecnica colturale che viene utilizzata (prato stabile o fienagione di tipo diverso) queste aree purtroppo per essere mantenute dagli agricoltori necessitano oggi di un tipo di sostegno perché altrimenti si rischia che questo tipo di produzione non sia assolutamente concorrenziale con altre produzioni più stimolanti ma più inquinanti e più distruttive per il territorio e soprattutto non con la visione lunga di voler mantenere un prodotto di qualità inalterato nel tempo. Sono contenta che siano state accolte le osservazioni e guarderemo con attenzione questi particolari passaggi quando discuteremo del nuovo piano di sviluppo rurale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Meo.

Chiamo l’oggetto:

 

5694 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la revoca o la sospensione del finanziamento regionale riguardante la pista ciclabile sul lungomare di Rimini. A firma del Consigliere: Lombardi

 

Risponderà l’assessore Vecchi.

Consigliere Lombardi, prego.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. La vicenda nasce dalla realizzazione di questa pista ciclabile sul lungomare di Rimini che sembrava dover usufruire di finanziamenti regionali cospicui rispetto al costo complessivo dell’opera per 450 mila euro. Allo stato attuale c’è stato un intervento abbastanza insistente di una Consigliera del Consiglio comunale di Rimini che ha verificato come in realtà pare che la Giunta regionale abbia revocato o sospeso (questo è il tema della mia richiesta) questo contributo per il fatto che il progetto della pista ciclabile non fosse corrispondente al bando regionale. Qui sorgono alcune questioni e capisco che l’immediatezza dell’interrogazione forse non può dare tutte le risposte in maniera esauriente ma le ripropongo qui. Intanto se si tratta di un progetto iniziale che è stato poi modificato e quindi da questo punto di vista non rispondente al bando, l’assessore Brasini in dichiarazioni pubbliche sulla stampa ha anche affermato che il bando regionale era troppo vessatorio rispetto a quello che richiede il Codice della strada, quindi la pista ciclabile è perfettamente in linea con le norme della strada ma il bando regionale invece richiedeva ulteriori e pesanti requisiti. Inoltre l’assessore Brasini sostiene che questo finanziamento non è stato revocato ma sospeso e potrebbe essere addirittura destinato a una parte di questo finanziamento per la pista ciclabile realizzata o addirittura per una futura pista ciclabile che però dovrebbe rispondere ai requisiti previsti dal Comune di Rimini e non a quelli del bando regionale. Siccome c’è qualcosa che stride in tutte queste affermazioni, per questo motivo ho proposto un’interrogazione urgente, volevo avere delucidazioni in merito da parte della Giunta e quindi poter essere più chiari sull’argomento.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Lombardi.

La parola all’assessore Luciano Vecchi per la risposta. Ha tre minuti.

 

VECCHI Luciano, assessore: Grazie, presidente. Il bando di cui alla deliberazione di Giunta n. 1626 del 2012 attuativo del piano di azione ambientale per un futuro sostenibile 2011/2013 è stato costruito insieme alle amministrazioni provinciali e ai Comuni firmatari dell’Accordo dell’aria attraverso workshop e incontri tecnici e tematici sulle buone pratiche di progettazione, realizzazione delle piste ciclabili. Tra i requisiti il bando prevedeva che le piste ciclabili fossero realizzate in sede separata protetta, propria o promiscua pedonale/ciclabile quale precisa scelta dell’amministrazione determinata dal percorso condiviso con tutte le amministrazioni provinciali. Con riferimento all’interrogazione richiamata in oggetto si precisa che con nota del 30 gennaio 2014 è stata effettuata la comunicazione di avvio del procedimento di revoca dell’intervento relativo al lungomare in quanto è stato presentato un progetto sostanzialmente diverso da quello preliminare ammesso a finanziamento con deliberazione della Giunta regionale 520/2013 che prevedeva la realizzazione di una ciclabile in sede protetta. Preme qui precisare che la Regione ha valutato il progetto ai soli fini della coerenza con il bando e che il procedimento di revoca attivato non attiene a valutazioni sull’operato del Comune o sull’opera realizzata. Il Comune di Rimini infatti ha valutato necessario eseguire l’intervento secondo altre modalità non previste dal bando regionale a fronte di una valutazione di fattibilità e realizzabilità dell’intervento. In data 14 aprile 2014 il Comune di Rimini ha chiesto di sospendere il procedimento di revoca; a seguito di alcuni colloqui e riunioni tecniche con la direzione generale ambiente in data 20 giugno 2014 il Comune di Rimini ha formalizzato la rendicontazione dell’intervento sul lungomare, la Regione pertanto non ha adottato alcun atto di revoca ma alla luce degli elementi forniti ritiene di inviare il progetto relativo all’intervento realizzato nuovamente alla commissione di valutazione nominata con determinazione n. 1196/2013 affinché verifichi quali parti del progetto eseguito siano rispondenti ai criteri del bando e in quali termini e se è concedibile la quota parte di finanziamento. A seguito di questa valutazione il responsabile del procedimento procederà ad adottare i conseguenti atti. Resta inteso che è volontà della Giunta regionale continuare a contribuire al perseguimento degli obiettivi di mobilità sostenibile e di incremento dei percorsi ciclabili avviati dall’amministrazione comunale di Rimini e di numerose altre amministrazioni attraverso una prossima riprogrammazione di risorse finanziarie nell’ambito del piano di azione ambientale.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Luciano Vecchi.

La parola al consigliere Lombardi per la replica. Ha tre minuti.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Mi ritengo soddisfatto della risposta nel senso che viene data risposta ai quesiti da me posti, mi viene solamente da pensare che certamente l’atteggiamento della Regione è stato molto disponibile nei confronti del Comune di Rimini in quanto questa verifica sulla possibilità di finanziare ugualmente una parte del progetto che non corrisponde alle caratteristiche previste dal bando mi sembra una disponibilità non usuale. Mi auguro che analoga disponibilità venga dimostrata o sia stata dimostrata in passato nei confronti di amministrazioni che non abbiano lo stesso colore della Giunta regionale perché in questo caso il Comune di Rimini certamente usufruirà, qualora ci fossero i requisiti per finanziare almeno in parte il bando, di tutta questa disponibilità.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Lombardi.

Proseguiamo con l’oggetto:

 

5699 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le correlazioni tra gli eventi sismici e l'attività di estrazione-reiniezione, con particolare riferimento alla Concessione Mirandola - Giacimento Cavone. A firma del Consigliere: Favia

 

Risponde l’assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Favia. Ha sei minuti.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Avendo scritto un’interrogazione chiara e puntuale attendo prima la risposta dell’Assessore.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.

La parola all’assessore Gazzolo per la risposta.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Il consigliere regionale Giovanni Favia con l’interrogazione a risposta immediata, premesse una serie di considerazioni riferite alla vicenda delle possibili correlazioni tra le attività di esplorazione e ricerca di idrocarburi e l’attività sismica nell’area ad essa interessata, nonché alle sperimentazioni nel giacimento Cavone, chiede alla Giunta se non ritiene opportuno intervenire tempestivamente per fermare definitivamente sia l’attività di estrazione sia quella di iniezione e reiniezione della Concessione Mirandola - Giacimento Cavone. È noto al riguardo che la Giunta ebbe ad adottare già il 23 aprile 2014, con la deliberazione n. 547, precise misure per corrispondere tra l’altro alla risoluzione dell’Assemblea legislativa n. 5437, risoluzione adottata perché fossero approfondite e intraprese nelle sedi di competenza le opportune azioni finalizzate alle decisioni sull’utilizzo del territorio e sull’attività di ricerca e sfruttamento del sottosuolo. Proprio con tale deliberazione furono sospese le determinazioni in materia di ricerca e coltivazione di idrocarburi secondo precise disposizioni (punti 4 e 5 del dispositivo) e in base al principio di precauzione. A ogni buon conto tale deliberazione al punto 9 del dispositivo è stata ritualmente trasmessa all’Assemblea legislativa così come è stata ritualmente trasmessa al Ministero Sviluppo Economico (punto 8 del dispositivo) e alle altre autorità, così come non è inutile ribadire che alla stessa deliberazione è stato allegato il paragrafo 9 (Conclusioni) dei rapporti ICHESE tradotti in italiano. Per quanto riguarda in tale contesto l’attività in atto nella Concessione Mirandola - Laboratorio Cavone si tratta dell’attività avviata a seguito dell’accordo di collaborazione relativo all’attività di monitoraggio e studio nella Concessione Mirandola - Laboratorio Cavone stipulata il 17 aprile 2014 dal Presidente della Regione Emilia-Romagna, dal Ministro dello Sviluppo Economico e dall’amministratore unico di Padana Energia Spa al fine di sottoporre il sito menzionato per novanta giorni a un’attività di monitoraggio e ricerca da svolgere in coerenza con le raccomandazioni del rapporto ICHESE e per consentire una risposta esaustiva sul sito. Questa decisione forma oggetto specifico del punto 2 del dispositivo della già richiamata deliberazione 23 aprile con cui la Giunta si è impegnata a dare seguito a tale accordo stabilendo altresì (punto 3 del dispositivo) di dare attuazione tramite le proprie strutture tecniche al protocollo operativo stipulato in data 17 aprile 2014 dal direttore generale dell’ambiente difesa del suolo della Regione Emilia-Romagna, dal direttore generale per le risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico e dall’amministratore unico di Padana Energia Spa. È evidente dunque che l’attività oggetto della concessione è subordinata in via esclusiva all’attività scientifica di monitoraggio, ciò in virtù di quanto espressamente convenuto e stabilito con la sottoscrizione del suddetto protocollo tecnico-operativo al punto 5 dell’accordo.

Per tutto il periodo autorizzato, ossia per i novanta giorni a decorrere dalla sottoscrizione, le attività estrattive sono finalizzate, anche con riferimento alle modalità di reiniezione, contemplando le necessarie affermate di uno o più dei pozzi di estrazione, alla conduzione delle su menzionate attività scientifiche di monitoraggio. Per questo esse sono condotte con le necessarie limitazioni al vigente programma di produzione del giacimento. Le decisioni tecniche conseguenti alle suddette limitazioni trovano riscontro nei rapporti del gruppo di lavoro pubblicati sul sito internet www.labcavone.it. Si è detto che tale attività scientifica di monitoraggio può avere durata di novanta giorni. Con la massima trasparenza delle attività in corso sono diffusi i risultati sempre per mezzo dei rapporti sottoscritti e pubblici su suddetto sito internet. Sarà compito dei tre soggetti istituzionali sottoscrittori dell’accordo e del protocollo valutare congiuntamente gli esiti delle attività svolte e gli eventuali ulteriori passi da intraprendere (punto 8 del protocollo) ai fini delle necessarie conseguenti determinazioni. Sull’evento sismico registrato alle 00:43 del 20 giugno 2014 si è svolta un’apposita riunione del comitato tecnico dalla quale sono state tratte sulla base delle informazioni disponibili le seguenti considerazioni, che qui si riportano integralmente: il sisma è stato rilevato sia dalla rete sismica nazionale INGV sia dalla rete locale, quest’ultima comunque in grado di rilevare anche eventi di magnitudo molto piccoli, e i relativi dati, come di consueto, sono pubblicati sul sito web dedicato e già richiamato (www.labcavone.it).

Dal maggio 2012 a oggi sono stati rilevati dalla rete nazionale oltre duemila eventi in un’area di raggio di venti chilometri intorno a Mirandola e dal primo gennaio 2014 gli eventi registrati con magnitudo maggiore di 2 sono stati sei, incluso quello del 20 giugno 2014. Nel corso della sperimentazione sul campo finalizzata all’acquisizione dei dati nell’ambito del programma di lavoro del Laboratorio Cavone non è stato rilevato alcun evento sismico nel corso delle prove di reiniezione e tutte le attività svolte nell’ambito della sperimentazione rientrano tra quelle già autorizzate sotto il controllo delle autorità preposte e sono esperite in condizioni di assoluta sicurezza. Rientrando nel dettaglio delle considerazioni affrontate dal Consigliere, in merito alle conclusioni della commissione ICHESE l’interrogante riporta in stralcio che esiste una correlazione statistica tra l’aumento della sismicità prima del 20 maggio e l’aumento dei parametri di produzione da aprile e maggio 2011, quindi non può essere escluso che le azioni combinate di estrazione e di iniezione di fluidi in una regione tettonicamente attiva possono aver contribuito aggiungendo un piccolissimo carico all’attivazione di un sistema di faglie che aveva già accumulato un sensibile carico tettonico e che stava per raggiungere le condizioni necessarie a produrre un terremoto (cito letteralmente il contenuto del rapporto ICHESE). Sarebbe stato opportuno riportare anche le righe seguenti del ragionamento: la commissione ritiene altamente improbabile che le attività di sfruttamento di idrocarburi a Mirandola e di fluidi geotermici a Casaglia possano aver prodotto una variazione di sforzo sufficiente a generare un evento sismico indotto.

L’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere ma neanche di provare la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a innescare l’attività sismica del 2012 in Emilia. Pertanto sarebbe necessario avere almeno un quadro più completo possibile della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti al fine di costruire un modello fisico di supporto all’analisi statistica. È appunto per questi fini che è stato avviato un programma di prove del Laboratorio Cavone sopra citato per acquisire un quadro più completo della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti nonché aggiornare il modello geologico di sottosuolo.

La mancanza di dati, testualmente di esperienza sismica in Italia (citazione report ICHESE) richiede effettivamente l’acquisizione di dati storici dalle compagnie e anche un monitoraggio capillare delle aree di produzione e reiniezione. Tali attività sono in corso di definizione da parte del Ministero e verranno presto messe in campo e progressivamente estese a tutti i giacimenti italiani rilevanti. La sperimentazione, che ho cercato di chiarire, consiste in operazioni di normale e frequente esecuzione di verifiche sui pozzi, operanti sempre entro i limiti produttivi e reiniettivi autorizzati dalle autorità competenti, è eseguita da personale tecnico della società Padana Energia, come affermato dall’interrogante, ma secondo le procedure dell’accordo Stato/Regione Emilia-Romagna e sotto la supervisione del Ministero e della Regione come risulta dai relativi verbali pubblicati dal registro di centrale del laboratorio di monitoraggio Cavone.

È stato predisposto un apposito sito internet per garantire la trasparenza, diffusione e conoscibilità dei dati continuamente in corso di implementazione. In particolare sono riportati gli esiti di tutte le riunioni effettuate e lo stato di avanzamento dell’attività in campo. In merito all’affermazione dell’interrogante in nessun caso questa attività di monitoraggio effettuata a posteriori e successivamente alle migliaia di scosse verificatesi nell’arco di mesi potrà dare qualche risposta certa sulle correlazioni tra gli eventi sismici che hanno interessato l’Emilia-Romagna nel 2012 e lo sfruttamento del sottosuolo, si osserva che essa non risponde ai fatti. Sovente è stata documentata a posteriori l’esistenza di legami tra l’attività antropica e la sismicità indotta e ne sono prova le citazioni in bibliografia del report ICHESE. Per quanto detto, la Giunta sta operando basandosi su valutazioni tecniche-scientifiche approfondite e per nulla generiche con responsabilità e nella piena coerenza con le conclusioni del rapporto ICHESE.

Acquisite tutte le risultanze attese assumeremo gli orientamenti necessari e conseguenti previo approfondimento in seno alla Commissione Terza Territorio Ambiente e Mobilità come espressamente previsto anche dalla risoluzione richiamata.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Gazzolo.

Ho concesso la dilatazione al suo tempo perché non so se la risposta interessa a tutti i Consiglieri ma sicuramente interessa a tutta la popolazione delle zone colpite.

La parola al consigliere Favia per la replica. Ha a disposizione tutti i suoi sei minuti.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Sono sconcertato, Assessore, da alcune sue dichiarazioni. Parto dalla fine. È falso ciò che lei dichiara perché in diversi casi, come pubblicato dal rapporto ICHESE, a posteriori si è riscontrata la responsabilità dell’attività antropica, cosa peraltro negata in questi due anni fino a qualche mese fa. Io dissi che bastava l’Olanda per sapere che ci potevano essere correlazioni quando tutti prendevano in giro chiunque osasse correlare i due fenomeni. C’è una bibliografia che ci dice che c’è questo collegamento ed è falso dire che non c’è. Io ho scritto che non si può definire in questo caso, perché, come ci ha detto la commissione ICHESE, in Italia non c’è trasparenza sui dati, non ci sono modelli geofisici del sottosuolo e quindi non possiamo ricostruire quello che è avvenuto negli ultimi trentacinque anni e capire cosa è successo adesso, dopo che il grosso si è già scaricato, serve a poco.

La Regione dice che vuole verificare, attraverso delle sperimentazioni e un monitoraggio attraverso estrazione e reiniezione di fluidi in mezzo a un sistema di faglie, se questa estrazione e reiniezione può effettivamente innescare della sismicità. Voi state dicendo che noi stiamo sperimentando e diamo la possibilità che ci possa essere questa correlazione, quindi se la correlazione c’è provochiamo dei terremoti. Voi state usando il territorio come se fosse una cavia quando nel 1977 si diceva che tra i requisiti generali per la reiniezione di fluidi - lei ha saltato questa parte dell’interrogazione - in seguito ad attività estrattive, il criterio due raccomanda come dato obbligatorio che dette formazioni siano situate in zone tettonicamente e sismicamente favorevoli, ovvero non si può fare estrazione con reiniezione di fluidi se ci sono sotto delle faglie attive. Ce lo dicevano già nel 1977. Il danno oltre che per le popolazioni è per lo Stato stesso che sta pagando il disastro che voi come Regione rappresentate.

Non avete mai fermato il Cavone e questa sperimentazione è più una motivazione per consentire a Gas Plus di continuare a estrarre. Il modello geofisico ci serviva prima e in questi ultimi anni, da quando le competenze sono alla Regione, noi abbiamo fatto estrazione e reiniezione di fluidi in mezzo a delle faglie attive. Ma dove eravate? C’è appena stato un terremoto di 2.8 e volete continuare a fare queste attività che vanno a disturbare le faglie. I motivi sono tre: le vanno a lubrificare, quindi ne favoriscono i movimenti, svuotando dei serbatoi e riempiendoli si creano delle dilatazioni che vanno ad alterare delle strutture sotterranee, e in più ICHESE ci dice anche ci manca il monitoraggio satellitare della subsidenza. ICHESE ci dice che non riesce a definire con certezza perché non ha i dati per farlo. Ma come sul nucleare, su queste tematiche non ci può essere un approccio relativistico ma assolutistico perché le conseguenze di quello che può avvenire sono disastrose.

Scandone ci dice che nella zona del Cavone si tratta di fare reiniezione per andare a vedere se un’attività di questo tipo (ex membro della commissione ICHESE) può provocare micro-terremoti, cioè quanto è sensibile la faglia o il sistema di faglie sottostanti a quella zona e se è molto sensibile presto ci sarà sismicità. Abbiamo dovuto aspettare pochissimo. Cosa dobbiamo aspettare ancora, Assessore? Che interesse avete a continuare? Se c’è un rischio, dopo quello che è successo, perché volete continuare? È questo che offende la logica. Per gli interessi di una multinazionale? Vale la pena fare queste sperimentazioni che sono nelle mani di Gas Plus? È una cosa che non ha senso. Lei dice che c’è trasparenza dei dati, non sono in tempo reale, come era stato scritto nel protocollo, come è stato già denunciato, e voi dovete prendervi la responsabilità politica, a fronte di quelle cose che non sono risolutive ma indicative e scritte nella commissione ICHESE essendo la posta in palio altissima, di sospendere quel pozzo. Era un pozzo fuori legge prima, perché è sull’ordine del 10 per cento l’idrocarburo che estraiamo e il resto è liquido che dobbiamo svuotare dal sottosuolo e reiniettare. ICHESE dice che la sismicità aumentava quando hanno aumentato i pompaggi, e pompavano più liquido per poter estrarre più petrolio. Li abbiamo tutti i dati, Assessore. ICHESE non ci obbliga a fare questi monitoraggi ma dice che mancano i dati.

Prego lei, la Giunta e il Presidente di fare una cosa di responsabilità e di buonsenso e di andare a interrompere la reiniezione di liquidi all’interno del Cavone. Lei una risposta non me l’ha data. Bastavano due sillabe invece di dirmi cose che già conoscevo.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.

Chiamo l’oggetto:

 

5700 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli strumenti di integrazione salariale in deroga per il periodo successivo al 30 giugno 2014. A firma della Consigliera: Noè

 

Risponderà l’assessore Luciano Vecchi.

La parola alla consigliera Noè.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Il 30 giugno prossimo, cioè la prossima settimana, scade il termine della proroga della cassa integrazione in deroga. A tutt’oggi, mercoledì 25 giugno, non esiste una legge che disciplini la situazione che ci sarà dalla prossima settimana, da mercoledì in avanti. Vorrei quindi sapere come si pone la Regione nei confronti delle aziende che sono purtroppo ancora in crisi ma soprattutto anche di quelle migliaia di dipendenti che dalla prossima settimana rischiano probabilmente alcuni di andare in mobilità ma forse alcuni rischiano anche la lettera di licenziamento sul tavolo.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Noè.

La parola all’assessore Luciano Vecchi per la risposta.

 

VECCHI LUCIANO, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio la consigliera Noè per aver presentato tempestivamente questa interrogazione e mi scuso per dare una risposta orale. Condivido le sue preoccupazioni e dico che evidentemente vi è piena consapevolezza di una situazione estremamente grave che non riguarda soltanto la nostra regione ma tutto il territorio nazionale. Si tratta di un’incertezza assolutamente inaccettabile perché siamo a pochissimi giorni dalla scadenza del 30 giugno e siamo a tutt’oggi in assenza non soltanto di una normativa nazionale che faccia chiarezza da questo punto di vista ma anche nell’incertezza dello stanziamento delle risorse, necessariamente statali, che possono garantire il finanziamento sia del primo semestre 2014 delle casse integrazioni in deroga sia del loro prosieguo.

Proprio in questi giorni e anche oggi stesso il Presidente Errani sia come Presidente della Giunta regionale sia come Presidente della Conferenza dei Presidenti di Regione è impegnato in una serrata trattativa con il Governo, in maniera particolare con il Ministro del Lavoro, per arrivare nel giro di ore, perché di questo si tratta, a una soluzione che sia non soltanto certa ma anche giusta e ragionevole. Devo dire peraltro che questo avviene nella convinzione non soltanto della drammaticità della situazione dal punto di vista sociale, economico e anche di incertezza sulle prospettive personali di decine di migliaia di lavoratori anche nella nostra regione, ma anche nella consapevolezza che la gestione che è stata fatta - in maniera particolare nel nostro territorio - degli ammortizzatori sociali in deroga nel corso di questi anni è stata positiva. Ciò non soltanto per evitare l’acuirsi di una situazione di gravità sociale ma anche per permettere al sistema delle imprese ed economico da un lato di effettuare con maggiore tranquillità o con minore drammaticità necessari processi di ristrutturazione e dall’altro ha permesso di mantenere un legame tra lavoratori e imprese. Cosa che sappiamo essere particolarmente importante sia per i lavoratori sia per un sistema basato fondamentalmente su piccole e medie imprese, su imprese di qualità dove evidentemente la personalità, la capacità professionale e il sistema di relazioni che esiste tra i lavoratori è uno degli aspetti più importanti del capitale sociale del nostro sistema economico. Da questo punto di vista l’iniziativa nel corso di queste ore e di questi giorni è assolutamente intensa, in ogni caso pensiamo di andare all’inizio della settimana prossima alla convocazione del tavolo regionale sugli ammortizzatori sociali.

Stiamo mettendo in campo anche una serie di strumenti che affinino alcuni aspetti che sono stati positivi nella nostra regione in questi anni, per esempio negli scorsi giorni ho avuto modo di incontrare i rappresentanti del sistema bancario per procedere alla stipula di un protocollo a livello regionale, non più diviso tra le nove province, che permetta ai lavoratori in cassa integrazione di accedere con regolarità - nonostante i ritardi dei trasferimenti da parte dell’INPS - agli emolumenti a cui hanno diritto.

Devo anche dire - potrà essere oggetto di comunicazione specifica nel corso dei prossimi giorni - che stiamo studiando uno strumento eventualmente da proporre in sede di assestamento di bilancio e di legge finanziaria, ma su cui stiamo ancora effettuando uno studio di natura tecnica e giuridica, per l’istituzione di un piccolo fondo di garanzia regionale che permetta alle banche di continuare a coprire gli emolumenti anche di quei lavoratori per i quali non si è perfezionata formalmente la procedura di riconoscimento delle indennità in deroga, ma tutto questo è evidentemente subordinato ai risultati che si potranno ottenere in questi giorni. La nostra preoccupazione è enorme.

Evidentemente siamo in contatto con tutti i partner sociali ma ovviamente sappiamo che oggi è fondamentale che vengano prese a livello nazionale quelle decisioni dal punto di vista finanziario e normativo che permettano di evitare situazioni drammatiche. Aggiungo poi che, come sappiamo, sono in atto iniziative legislative, esiste peraltro una specifica delega al Governo per elaborare una più complessiva riforma degli ammortizzatori sociali, credo che questa sia una cosa necessaria, ma è evidente che in mancanza di una riforma complessiva non è possibile - lo diciamo in maniera molto accorata oltre che politicamente consapevole - giocare con le vite e i destini di decine di migliaia di lavoratori e di migliaia di imprese.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Luciano Vecchi.

La parola alla consigliera Noè per la replica. Ha cinque minuti.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Assessore Vecchi, mi fa piacere che lei cominci il suo intervento dicendo che è nella piena consapevolezza della situazione drammatica che stiamo vivendo non in questi giorni ma in queste ore rispetto al fatto che oggi (mercoledì) non sappiamo quale sarà il destino (martedì) di migliaia di dipendenti. Vorrei farle presente che a tutt’oggi le imprese nel 2014, nonostante ci sia stata una proroga degli ammortizzatori in deroga disposta prima per il primo trimestre e successivamente per il secondo trimestre, sono state loro quelle che hanno anticipato gli strumenti in deroga, quindi ancora sono le aziende che stanno pagando rispetto a una situazione di cui lo Stato, le Regioni o chi per loro dovrebbe farsene carico. Vorrei far presente che è inaccettabile che tra alcune ore alcune aziende che occupano migliaia di dipendenti non sappiano effettivamente che cosa fare se non altro perché anche lunedì scorso c’è stata una Conferenza Stato/Regioni che ha messo a confronto il Presidente Errani con il Presidente Poletti, però non mi risulta che da questo incontro ne sia venuta fuori alcuna soluzione tecnica. Questo solo l’altro ieri, quindi non so in quali termini nelle prossime ore riusciremo a risolvere questo dramma, nel senso che noi sappiamo che quando scadono gli ammortizzatori in deroga subentra la mobilità, una mobilità che ad oggi però vive con il rischio che alcuni sindacati probabilmente non la sottoscrivono e se la mobilità non verrà sottoscritta da alcuni sindacati l’inevitabile conseguenza è che le imprese devono assolutamente scrivere la lettera di licenziamento nei confronti di questi dipendenti. Porto solo un caso ad esempio: a Modigliana abbiamo in questa situazione un’azienda con trecento dipendenti.

Posso anche credere che l’altro ieri il Presidente Errani, anche in rappresentanza di tutte le Regioni, si sia fatto parte in causa e sollecito di questa situazione imbarazzante, però questa è una regione che ha scontato non nella sua persona ma nella persona che lei ha sostituito, dell’assessore Muzzarelli, una latitanza per campagna elettorale che oggi ci porta anche a pagarne le conseguenze e questo è inaccettabile perché scarica sulle spalle dei dipendenti e delle aziende una situazione che probabilmente potrebbe produrre del contenzioso per le aziende ma soprattutto un’ingiustizia nei confronti dei dipendenti stessi.

Vorrei anche dire un’altra cosa: mi auguro, perché purtroppo questa è una situazione imminente, che almeno ci sia la disponibilità a prendere in esame un provvedimento transitorio che gestisca questa situazione, quindi che sia nell’ordine di idee qualora Poletti non emetta un decreto a riguardo che ci sia da parte di tutte le Regioni di utilizzare un periodo transitorio. Lo dico soprattutto perché se questo dovrebbe essere per voi della maggioranza un governo amico che praticamente ha fatto salti mortali per dare 80 euro a persone che hanno un reddito al di sotto di una certa cifra e adesso se n’è fregato o comunque ha dimenticato il destino di migliaia di dipendenti che dal primo luglio rischiano la lettera di licenziamento, questo è un comportamento che rivela una certa distonia di sensibilità che stranamente coincide prima di una campagna elettorale ma che non si sposa dal primo luglio in avanti.

Mi auguro che ci sia intanto la battaglia per sostenere un periodo provvisorio, perché le aziende non sanno cosa dire ai propri dipendenti e soprattutto non sanno che cosa dire perché ad oggi ahimè c’è il rischio che i sindacati non firmino l’accordo di mobilità, e noi sappiamo che la mobilità può essere concessa se e solo se c’è la firma dei sindacati. Vorrei scongiurare questa situazione che tra poche ore si potrebbe creare.

Ho visto che lei ha fatto anche tutto un panorama generale della situazione, però la invito, Assessore, nelle sue prime battaglie di questo mandato che ricoprirà per alcuni mesi, a concentrarsi su questa che è la priorità delle priorità. Ho fatto un esempio di un’azienda ma si parla di migliaia di dipendenti che rischiano la lettera di licenziamento sul tavolo. Ho sentito dire che si potrebbe eventualmente ricorrere ancora, come abbiamo fatto in passato, all’utilizzo dell’FSE (Fondo Sociale Europeo) ma non credo che questo sia più possibile, anche se siamo alla vigilia delle disposizioni e delle assegnazioni delle risorse europee. Attenzione, perché purtroppo questa mucca da mungere non l’abbiamo più, quindi ci dobbiamo organizzare. Ci dobbiamo anche organizzare per prevedere nell’assestamento di bilancio, nelle economie di bilancio che ci saranno, quelle risorse che ancora mancano per il 2014 per il primo semestre, che oggi ancora è stato tutto anticipato da parte delle aziende e le banche per quanto riguarda il finanziamento alle aziende del secondo trimestre della cassa integrazione in deroga non sono disposte a concedere finanziamenti per finanziare a breve la liquidità per la cassa in deroga. Attenzione, perché la situazione è molto delicata.

Ci vuole da parte vostra un attivismo che sconti l’assenza di Muzzarelli ma che purtroppo oggi vede il Presidente Errani in rappresentanza di tutte le Regioni e da parte sua come pungolo fortissimo perché questo è un rischio che non ci possiamo permettere.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Noè.

Chiamo l’oggetto:

 

5681 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per contrastare la diffusione del parassita del mais denominato Diabrotica. A firma del Consigliere: Pollastri

 

Risponderà l’assessore Rabboni.

La parola al consigliere Pollastri.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Mi scuso anche con l’Assessore se sono arrivato tardi ma vi era traffico in autostrada e il mio question time era iscritto al primo punto. Questa è un’interrogazione che prende le mosse da una problematica, Assessore, che lei conoscerà e che riguarda la Diabrotica del mais. Questo è un insetto di origine americana segnalato per la prima volta essere presente in Italia nel 1998 in Veneto che può potenzialmente arrecare gravissimi danni al mais. In particolare nei campi ove la coltura viene ripetuta per due anni o più di seguito questo parassita, una volta diventato adulto, si ciba delle spighe di mais mentre le larve mangiano le radici delle piante fino a farle crollare a terra. La schiusa delle uova avviene in maggio e l’azione delle larve, quindi da qui anche l’urgenza della nostra richiesta, viene agevolata dal caldo che ne favorisce la proliferazione e prosegue in questi mesi di giugno e di luglio. La diffusione della Diabrotica compromette la produzione di mais utilizzato per l’alimentazione umana ma anche per il nutrimento delle mucche da latte con una ricaduta sull’intera filiera lattiero-casearia. La Regione Lombardia ha fatto un’ultima analisi fitosanitaria che è stata divulgata da Coldiretti, che è l’associazione degli agricoltori con cui ci rapportiamo normalmente, e che sostiene che l’ondata di caldo che abbiamo avuto in queste primissime settimane ha fatto raggiungere l’ultimo stadio di evoluzione a questo tipo di larve in quasi tutte le zone considerate da questo monitoraggio fatto dalla regione a noi limitrofa. Queste larve con la loro conseguente trasformazione in farfalle diffondono le uova anche in altri terreni agricoli, da qui la mia preoccupazione per gli agricoltori e le colture e proposizione e richiesta di informazione, per cui volevo sapere, e che chiarisse l’Assessore con urgenza, quale sia la situazione dell’Emilia-Romagna relativamente alla presenza e alla diffusione della Diabrotica, quali siano le politiche di prevenzione e contrasto adottate dalla Regione Emilia-Romagna contro questo parassita del mais.

Sostanzialmente è un quesito unico però importante per potere avere delle rassicurazioni che anche sul nostro territorio non vi sia per i nostri agricoltori dell’Emilia-Romagna questa minaccia e quindi chiedo all’Assessore delegato all’Agricoltura se può riferire in Aula se quanto è accaduto da questi controlli in Lombardia non sia anche qui nei nostri territori in Emilia fonte di possibili pericoli. Grazie.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.

La parola all’assessore Rabboni per la risposta.

 

RABBONI, assessore: Grazie, presidente. La Diabrotica è una specie che vive esclusivamente sul mais e non attacca altre piante, di conseguenza la più efficace forma di lotta è rappresentata dalla rotazione, ovvero dalla semina prima del ritorno del granoturco sul medesimo appezzamento di terreno di colture che non consentono lo sviluppo del coleottero.

La Regione Emilia-Romagna a questo proposito ha disposto il divieto reiterato con specifico atto del servizio fitosanitario regionale per ogni campagna agraria dal 2003 a oggi del ristoppio del mais, vale a dire il divieto di successione del mais a se stesso per più di due anni consecutivi. Questa misura di carattere agronomico, il cui rispetto è obbligatorio per accedere ai contributi previsti dalla misura 214 del programma regionale di sviluppo rurale per l’agricoltura integrata e per quella biologica, ha consentito di contenere anche senza la realizzazione di una specifica difesa insetticida la presenza di Diabrotica sul nostro territorio entro limiti molto al di sotto della cosiddetta soglia economica di intervento.

Più preoccupante è la situazione di altre regioni dove viene usualmente praticata la mono successione di mais per la produzione di insilati per l’alimentazione del bestiame e dove nel corso degli anni gli attacchi di questo insetto sono diventati un problema di rilevante impatto economico difficilmente superabile anche con l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Rabboni.

La parola al consigliere Pollastri per la replica. Ha un minuto.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Devo dirle, Assessore, con molta franchezza che normalmente lei è un po’ più esaustivo nelle risposte. Questa è infatti una risposta abbastanza scarna di cui prendo atto e di cui le chiedo copia. Riconosce la fondatezza del pericolo, dice che l’Emilia ha attuato delle politiche di prevenzione, ma ad esempio non dice il controllo di chi non accede a questi contributi. Le faccio un esempio: io sono un agricoltore e ho un appezzamento, nel momento in cui accedo ai contributi e ho l’obbligo di non reiterare, se non ho colto male, perché questo è il vero problema, però vorrei sapere cosa fa la Regione Emilia per tutti quelli che come controllo non accedendo ai contributi possono liberamente, magari sbagliando, reiterare e quindi far sì che questo pericoloso, come ha riconosciuto lei, parassita possa progredire. Sono parzialmente soddisfatto della risposta, la invito a vedere se ci sono delle misure anche per controllare laddove non c’è questo divieto imposto dalle normative regionali contro questo parassita del mais, però non ho saputo se qui abbiamo dei casi e delle problematiche.

 

RABBONI: Molto bassi.

 

POLLASTRI: Percentualmente non ho colto nella risposta anche un dato che mi possa rassicurare, Assessore. Per la franchezza di proposte e risposte da parte mia e anche da parte sua, le dico che questa risposta è un po’ striminzita. Non rassicura non tanto me ma quanto gli agricoltori che mi hanno segnalato questa questione su quanto accade gravemente in altre regioni per questo pericoloso parassita, ma mi conforta il fatto che lei abbia riconosciuto che il tema che ho segnalato con urgenza c’è e non è un tema campato per aria ma rilevante e che va tenuto all’attenzione dell’Assessorato, perché anche questo è il ruolo della minoranza, ossia far presente le problematiche che ci sono, e io gliele faccio sempre presente in chiave non critica ma costruttiva.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.

Chiamo l’ultima interrogazione, ovvero l’oggetto:

 

5701 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le richieste avanzate dai sindacati in ordine al futuro dell'azienda Bredamenarinibus. A firma del Consigliere: Sconciaforni

 

Risponde l’assessore Vecchi.

La parola al consigliere Sconciaforni. Ha sei minuti per l’illustrazione. 

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Vado subito al punto, ossia il futuro della Bredamenarinibus e di un polo industriale del trasporto locale. Non voglio quindi soffermarmi su un’analisi sulla totale assenza da parte dei vari governi che si sono succeduti, compreso l’attuale, rispetto all’elaborazione di un piano industriale nazionale serio riguardo al trasporto locale, un’assenza totale, e oggi stiamo parlando dell’acquisizione da parte di una multinazionale straniera. Il punto è che dopo il varo del progetto Industria Italiana Autobus da parte dei cinesi della King Long, che prevede la fusione della Breda con Irisbus e la creazione di questa nuova azienda, le cose non si sono automaticamente risolte e tutto adesso è bello e tranquillo. Ci sono una serie di dubbi e perplessità, ci sono cose non chiare, ci sono ancora poche certezze, c’è un piano industriale non esaustivo e non completo, ci sono dubbi sulla destinazione dell’area, ci sono richieste da parte della FIOM sul fatto che comunque Finmeccanica partecipi per garantire almeno un controllo pubblico rispetto a questo importante progetto industriale, richieste che a oggi sono ancora senza risposta, inevase. Le organizzazioni sindacali e la FIOM in particolare hanno chiesto ripetutamente al Comune e alla Regione un incontro per discutere di questi temi, l’incontro non è ancora stato fissato, c’è stata una lettera dei delegati della RSU della Bredamenarini appena inviata e chiedo, Assessore, cosa intende fare la Regione rispetto a quello che sta succedendo alla Bredamenarini e al progetto del polo industriale Industria Italiana Autobus. Grazie.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Sconciaforni.

La parola all’assessore Luciano Vecchi per la risposta. Ha tre minuti.

 

VECCHI Luciano, assessore: Grazie, presidente. Il 28 maggio scorso al Ministero dello Sviluppo Economico il Governo con la presenza degli stessi Ministro e Viceministro per lo Sviluppo Economico ha illustrato il progetto industriale che coinvolge la Bredamenarinibus oggetto dell’interrogazione del consigliere Sconciaforni. Tale progetto denominato Industria Italiana Autobus vuole costituire un grande polo per la produzione di mezzi di trasporto collettivo. Lo scopo è mettere in sinergia Bredamenarinibus, Iveco, Irisbus e Xiamen King Long Automotive, colosso internazionale del settore. Si tratta di costituire di una newco con i relativi conferimenti e costituzione di una nuova compagine societaria la cui testa e quartier generale sarà a Bologna in Bredamenarinibus. La newco sarà costituita entro fine mese e si chiamerà IIA (Industria Italiana Autobus), vi confluiranno tutti i lavoratori (cinquecento) e tutte le attività del sito Bredamenarinibus di Bologna di proprietà di Finmeccanica, del sito Irisbus di Valle Ufita in provincia di Avellino e le attività della cinese King Long Italia. Entro il mese di giugno quindi si completeranno le procedure societarie e si avvierà la prima fase del progetto che prevede l’incorporamento di Bredamenarinibus. L’acquisizione dell’impianto avellinese completerà a partire da settembre tutto il processo. Industria Italiana Autobus sarà in grado di, secondo le previsioni, progettare e produrre tutta la gamma di autobus richiesta dal mercato italiano ed europeo e potrà avvalersi del sostegno produttivo e finanziario della cinese King Long, ovvero il più grande produttore mondiale di autobus. Da subito inizierà il confronto tra il management di IIA e i sindacati per valutare tutti gli aspetti dell’operazione a partire dall’impatto sull’indotto e sui posti di lavoro. Le domande di chiarimento da parte sindacale dovranno quindi trovare risposte nei prossimi incontri di approfondimento che il Governo si è impegnato a convocare per dare completa visibilità all’operazione e consentire i necessari accordi sindacali. Risposte al futuro della Bredamenarinibus potranno venire dall’innovazione e dai piani industriali che il nuovo assetto metterà in campo per consentire di stare sul mercato e acquisire ulteriori segmenti soprattutto in Europa. È noto che gli autobus non italiani sono al momento quelli più venduti anche nel nostro Paese. La Regione Emilia-Romagna segue da sempre la situazione dell’azienda ed è sempre intervenuta a sostegno della continuità produttiva e dell’occupazione, è risaputo che negli anni ha sempre sollecitato Finmeccanica a curare lo storico stabilimento bolognese e a trovare partner che ne consentissero lo sviluppo. La Regione ha anche sostenuto la ricerca su modelli ecologicamente avanzati e amichevoli verso i cittadini, in particolare anziani e invalidi. Nella discussione che svilupperà al Ministero dello Sviluppo Economico la Regione Emilia-Romagna farà la sua parte per difendere al meglio Bredamenarinibus, il suo patrimonio di competenze e occupazionale.

 

PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Luciano Vecchi.

La parola al consigliere Sconciaforni per la replica. Ha quattro minuti.

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Assessore, mi dispiace, perché tra l’altro è bravo e penso che abbia lavorato bene come Consigliere e quindi mi aspetto un ottimo lavoro come Assessore, ma mi dichiaro assolutamente insoddisfatto di questa risposta. La Regione Emilia-Romagna, come lei ha citato - a me non interessa che mi rifà le tappe di questo progetto, perché sono note e conosciute - si è impegnata a parole a seguire il progetto, addirittura a suo tempo si era impegnata a costruire un polo pubblico del trasporto locale, ma questo progetto è evaporato e anzi adesso si sta ragionando di un polo privato e sono le organizzazioni sindacali, la FIOM, che stanno dicendo al pubblico di non scomparire, di non tirarsi indietro completamente e di mantenere una presenza in questo polo industriale che è fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese. La Regione Emilia-Romagna si era impegnata su questo, i sindacati sanno queste cose che lei ha detto, Assessore, perché sono pubbliche, ma hanno contemporaneamente rilevato una serie di elementi di non chiarezza, di dubbi che necessitano di incontri e di confronti. Lei mi dice che si faranno a suo tempo a livello nazionale, e lì verranno convocate immagino anche le organizzazioni sindacali, ma la FIOM e l’RSU della Bredamenarinibus consapevoli del fatto che la Regione ha sempre detto che questo è un polo industriale fondamentale anche per la nostra regione, consapevoli del fatto che la Regione si è sempre schierata a fianco dei lavoratori dicendo che bisogno tutelare questi posti di lavoro, stanno adesso chiedendo un incontro alla Regione Emilia-Romagna per poter socializzare i loro dubbi e le perplessità per avanzare alla Regione probabilmente delle proposte e per avere anche dei chiarimenti. Ho chiesto questo, Assessore, ma non mi ha risposto, quindi non rispondendomi deduco che la Giunta non ha intenzione di incontrare né l’RSU né le organizzazioni sindacali. Spero che non sia così, Assessore, perché sarebbe grave, perché penso che la Giunta debba incontrarli.

Questa Regione fa decine di incontri con le varie controparti sulle più varie tematiche legate al settore produttivo spesso in crisi anche nella nostra regione, qui abbiamo la discussione che si è appena aperta con tanti dubbi e tante incertezze, alcune cose non chiare e alcune cose positive - sono gli stessi lavoratori e le stesse organizzazioni sindacali che le rilevano - e la Giunta non le incontra. Stiamo parlando di uno dei principali poli industriali di Bologna e perché non lo incontra? I lavoratori e l’RSU stanno chiedendo un incontro chiarificatore e perché non si fa? Ne sono stati fatti tanti e perché questo no?

La invito a rivedere questa posizione e a incontrare le organizzazioni sindacali e le RSU per fare più possibile chiarezza, per ascoltare cosa hanno da dire questi lavoratori e per fare in modo che le loro paure, che non credo siano cose inventate ma sono comunque dubbi di persone che ci tengono a questo progetto industriale, perché è gente che sa fare il suo lavoro ed è riconosciuto a livello internazionale, quindi è gente che ha a cuore il mantenimento di questo sito produttivo, vengano ascoltate dalla Regione.

Assessore, chiedo che la Giunta incontri le organizzazioni sindacali e le RSU e sarebbe grave se non lo facesse. Le chiedo anche la risposta scritta. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.

 

OGGETTO 5647

Comunicazione del Presidente della Regione sulle modifiche alla composizione della Giunta (art. 5 comma 3 del Regolamento dell'Assemblea)

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Costi): Abbiamo terminato il question time, quindi passiamo alla comunicazione, come previsto dal nostro ordine del giorno.

L’Ufficio di Presidenza nel rispetto dell’articolo 71 del Regolamento interno, sentita la Conferenza dei Presidenti dei gruppi, ha deciso di assegnare per ogni intervento un tempo pari a cinque minuti.

Prego, assessore Gazzolo.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. È per me un piacere fare questa comunicazione, ovviamente sostituendo il Presidente, già giustificato per l’impegno urgente in commissione Stato/Regioni sulla sanità, e il Sottosegretario Bertelli che per un imprevisto non può essere qui con noi. In questo senso è per me un piacere darvi conto dei contenuti del decreto 104 dell’11 giugno 2014 con cui il Presidente ha proceduto alla nomina del consigliere regionale Luciano Vecchi ad Assessore con delega ad Attività Produttive, Piano energetico, Economia verde, Autorizzazione unica Integrata e contestualmente alla modifica delle deleghe di Alfredo Peri, Assessore alla Programmazione territoriale e urbanistica, Riqualificazione urbana, Reti di infrastrutture materiali e immateriali, Mobilità, Logistica e trasporti, decreto conseguente alla presa d’atto delle dimissioni presentate dall’assessore alle Attività produttive, Piano energetico, Economia verde, Autorizzazione unica integrata Giancarlo Muzzarelli in data 9 giugno 2014 da componente della Giunta a seguito della sua elezione a sindaco del Comune di Modena.

Il Presidente ha ritenuto immediatamente di procedere con il presente atto nominando ai sensi degli articoli 43, primo comma, lettera b), 44, prima comma, e 45, secondo comma, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, Assessore ad Attività produttive, Piano energetico, Economia verde, Autorizzazione unica integrata, il consigliere regionale Luciano Vecchi con nomina che decorre dalla data del decreto. Le attribuzioni dedotte dall’incarico attribuite sono determinate come da seguente specifica. L’assessore Luciano Vecchi ad Attività produttive, Piano energetico, Economia verde, Autorizzazione unica integrata sovrintende all’ordinaria amministrazione ed esercita attività propulsiva e propositiva in materia di straordinaria amministrazione nei seguenti ambiti: la programmazione delle politiche regionali in materia di promozione e sviluppo delle attività produttive, compresi i centri agroalimentari, l’accesso al credito, lo sviluppo e la promozione dell’attività di innovazione, ricerca industriale e trasferimento tecnologico per le imprese d’intesa con l’Assessore alla Scuola, Formazione professionale, Università e ricerca e Lavoro, per le attività che coinvolgono l’Università, lo sviluppo dell’artigianato, della cooperazione e dell’industria e dei servizi, rapporti con le Camere di Commercio, rapporti con il sistema fieristico regionale, il sostegno allo sviluppo dell’esportazione e all’internazionalizzazione delle imprese, la politica energetica regionale, lo sviluppo dell’economia verde a bassa emissione di carbonio, acquisti verdi e politica integrata di prodotto, la promozione e lo sviluppo dello sportello unico dei servizi al sistema produttivo, la regolazione e l’attuazione dell’autorizzazione unica integrata e delle procedere di valutazione ambientale di piani, programmi e progetti, lo sviluppo dell’occupazione e la qualificazione del lavoro autonomo e delle professioni, disciplina generale dei lavori pubblici e osservatorio sugli appalti, il coordinamento delle attività dell’obiettivo competitività dei fondi strutturali, interventi nei processi e procedure di crisi e ristrutturazioni industriali, promozione dei contratti di programma, dei contratti di sviluppo e della programmazione negoziata per le imprese. Il Presidente ha anche ritenuto con il decreto 104 di specificare e di integrare le competenze dell’Assessore alla Programmazione territoriale e urbanistica, Riqualificazione urbana, Reti di infrastrutture materiali e immateriali, Mobilità, Logistiche e trasporti Alfredo Peri per quel che riguarda la programmazione e la gestione delle politiche abitative, l’edilizia, la sicurezza nei cantieri, il sostegno all’accesso in locazione, le politiche in materia di riqualificazione urbana e per il miglioramento della qualità urbana ed edilizia.

Ho dato lettura delle parti salienti del decreto e aggiungo a nome della Giunta che sono non solo conosciute e note e a tutti la capacità e la competenza del consigliere Luciano Vecchi, oggi Assessore della Giunta regionale, nel lavoro di questi anni, ma ovviamente noto a tutti - lo dico anche da Assessore alla Protezione civile - è l’impegno che con grande capacità saprà anche proseguire nella ricostruzione del terremoto e nella ricostruzione delle aree alluvionate. A nome della Giunta e con grande soddisfazione personale faccio i migliori auguri anche in questo consesso al nuovo assessore Luciano Vecchi.

 

(Applausi)

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Gazzolo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Formulo gli auguri all’assessore Vecchi per il nuovo ruolo che da oggi formalmente ricopre da quando il Presidente ha firmato il decreto, rilevo dalla relazione fatta che corpose sono, Assessore, le deleghe e rimango un attimo sulla questione del doppio ruolo Assessore/Consigliere, d’altra parte mancano pochi mesi ed è importante che si impegni rispetto a cose portate avanti dall’assessore Muzzarelli, quindi nella prosecuzione del suo lavoro. Penso al tema della ricostruzione post-terremoto sulla quale si impegnerà sicuramente, non vi sarà forse, ma per ragioni di tempo, tanto spazio per iniziative nuove da parte dell’assessore Vecchi, che stimo e che credo conosca bene per la sua esperienza europea la possibilità anche di incidere sulla tematica dei bandi di finanziamento che vengono dall’Europa, cosa che gli può dar modo di imprimere sul punto un’accelerazione avendo anche lui fatto da relatore in tutti questi anni, quindi da punto di riferimento istituzionale, delle leggi di bilancio e delle leggi comunitarie.

Sicuramente l’assessore Vecchi ha una visione complessiva di quelli che sono i problemi e le tematiche, lo invito ad avere un’attenzione e una maggiore compartecipazione forte con l’Assemblea, quindi con i gruppi consiliari nella sua attività di Assessore, lo invito a portare avanti bandi  che sono stati promessi per le imprese, soprattutto i bandi per i giovani e smart, non solo dell’area del terremoto, che viene come priorità, ma anche del resto del territorio regionale, le segnalo inoltre da Consigliere di minoranza la scadenza EXPO, per cui aspettiamo presto che in quest’Aula, se non lo farà spontaneamente attraverso un atto del gruppo e di richiesta (risoluzione o interrogazione), riferisca con chiarezza quanto farà la Regione in vista della scadenza dell’anno prossimo EXPO con una maggiore compartecipazione col territorio sulle idee e sui progetti.

Sono sicuro - mi fido dell’Assessore - che sarà presente sui territori anche per questa questione importantissima della scadenza dell’EXPO, del quale peraltro l’assessore Muzzarelli mi diede un corposo documento con delle schede su quanto è in cantiere, invito l’Assessore a fare una ricognizione sul punto ed eventualmente a riferire anche in Commissione o in Aula. Per quanto concerne la mia realtà, cioè Piacenza, auspico un sostegno ai tecnopoli, una riflessione sul futuro della logistica e una valutazione sulla tematica della fiera unica con Parma e Reggio Emilia. Buon lavoro.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.

Ha chiesto di parlare l’assessore Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.

 

VECCHI Luciano, assessore: Grazie, presidente. Capisco l’inusualità della situazione. Volevo limitarmi a ringraziare tutti i colleghi che nel corso di queste due settimane, dalla comunicazione del Presidente Errani, hanno commentato positivamente la mia nomina di Assessore, dandomi coraggio e incitamento. Ovviamente considero egualmente rispettabile il parere di coloro che pur non avendolo espresso hanno un pensiero diverso. Sono consapevole della gravosità dell’impegno, peraltro l’articolazione delle deleghe letta in Aula dall’assessore Gazzolo ne dà conto. Ritengo anche di succedere, verso la fine della legislatura a un Assessore, come Giancarlo Muzzarelli, che si è particolarmente distinto in questi anni per capacità, competenza e mole di lavoro. Assicuro che farò del mio meglio. Evidentemente in questo momento non devo fare un intervento programmatico, perché è già tutto scritto nel programma di mandato della Giunta. Al fine di assolvere questi compiti ed anche per valorizzare il mio doppio ruolo anche di Consigliere sarò sempre a disposizione dei colleghi, dei gruppi politici e delle Commissioni assembleari, come peraltro ho già cominciato abbondantemente a fare in queste due settimane. Ovviamente coglierò suggerimenti e segnalazioni, che anche al di là dei limiti tra maggioranza e opposizione sono sempre utili e ci permettono di approfondire la conoscenza della realtà regionale e della nostra capacità di reazione. Farò del mio meglio e chiedo indulgenza per una fase di apprendistato in corsa che sono comunque costretto a fare.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Luciano Vecchi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Essendo impegnato prima sul discorso della legge sulle pari opportunità, non ho fatto l’intervento che avrei dovuto fare, perciò lo volevo depositare affinché rimanga agli atti.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini. La sua richiesta è accolta.

Chiudiamo questa comunicazione, mi aggiungo chiaramente agli auguri che sono già stati fatti da tutti i nostri Consiglieri, anche da chi è intervenuto (il consigliere Pollastri), ringrazio chiaramente l’assessore Vecchi per questo impegno gravoso che ha preso e anche per le parole che ha detto in Aula di disponibilità rispetto a questa nostra assise. Vista la conoscenza e l’amicizia che mi lega all’assessore Vecchi, permettetemi di esprimere un ringraziamento oltre a nome dell’Ufficio di Presidenza e di tutta l’Aula anche a nome mio personale. Buon lavoro e avremo modo chiaramente di ritrovarci come oggi in Aula.

 

OGGETTO 5534

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere» A firma dei Consiglieri: Mori, Pariani, Moriconi, Meo, Donini, Casadei, Serri, Manfredini, Malaguti, Mandini (Testo Base) (91)

(Relazione e discussione)

OGGETTO 4469

Progetto di legge d'iniziativa popolare recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell’inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 11 del 12 marzo 2013 pubblicata sul BURERT n. 70 del 21 marzo 2013 e di validità n. 16 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013)

(Abbinato)

OGGETTO 4470

Progetto di legge d'iniziativa di Consigli comunali di Cattolica, Ravenna, San Felice sul Panaro e Traversetolo recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 12 del 17 luglio 2013 e n. 14 del 28 agosto 2013 pubblicate sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013 e di regolarità n. 15 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013)

(Abbinato)

OGGETTO 4795

Progetto di legge d'iniziativa del Consiglio Comunale di Modena recante: «Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne» (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 18 del 5 novembre 2013 e di regolarità n. 19 del 5 novembre 2013 pubblicate sul BURERT n. 347 del 25 novembre 2013)

(Abbinato)

 

PRESIDENTE (Costi): Il testo è stato licenziato dalla Commissione per la promozione di condizioni di parità tra donne e uomini nella seduta del 20 giugno 2014, è composto da 45 articoli ed è corredato regolarmente dalla scheda tecnico-finanziaria. La relatrice della Commissione, la consigliera Roberta Mori, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Ha chiesto di parlare la consigliera Mori. Ne ha facoltà.

 

MORI, relatrice: Grazie, presidente. Gentili colleghi e colleghe, cortese pubblico intervenuto, il portato delle questioni che andremo a ragionare e discutere trova fondamento in autorevoli fonti del diritto e dei diritti nella nostra Carta costituzionale, nei trattati dell’Unione, in numerose direttive europee e normative italiane, nelle dichiarazioni dell’ONU, nella Convenzione di Istanbul e oltre. Sì, perché la parità non è un’opinione ma un diritto e la democrazia paritaria non è un vezzo femminile bensì una componente essenziale del principio di uguaglianza sostanziale di qualità e benessere sociale, nonché dello stesso concetto di sviluppo umano, sviluppo umano inteso - citando le Nazioni Unite - come un processo di ampliamento delle scelte delle persone, un processo di continua eliminazione dei vincoli che impediscono loro di agire liberamente e di operare per realizzare stili di vita che rispecchiano la loro natura e i loro valori profondi.

Quando dunque si dichiara di sostenere le pari opportunità, di sostenere la parità, in particolare di sostenere la soggettività femminile, non solo si riconosce l’importanza di garantire la libera, piena, autonoma espressione delle donne nella società ma si afferma un ruolo attivo delle collettività e delle istituzioni nel concorrere a formare questa soggettività, questa autonomia, mettendo al centro dello sviluppo la persona in modo tale da assicurare empowerment e partecipazione, uguaglianza di opportunità tra uomini e donne, assenza di discriminazioni finanche equità.

La Regione Emilia-Romagna raccoglie la sfida nei limiti delle proprie competenze, nelle difficoltà di affermare una cultura paritaria matura in un contesto nazionale faticoso e affaticante nel tentativo di passare dalle sentite parole a commento delle cronache nere ai fatti con l’ambizione di contribuire a sconfiggere la violenza sulle donne come fenomeno odioso frutto di un’impostazione arcaica, a tratti paternalistica, della società che stenta a emanciparsi, una visione dei diritti dunque non statica, immobile, impermeabile, ma una visione dinamica, in cammino, in espansione e permeabile all’evoluzione della società perché la politica e le istituzioni hanno la capacità di interpretarla. Ecco perché nonostante tutto noi siamo qui, uomini e donne, Consiglieri e Consigliere regionali, con le nostre legittime posizioni, le nostre diversità, le nostre marcate differenze, a farci carico di un pezzetto della fatica dello sviluppo, dell’innovazione, del cambiamento propulsivo per un presente e un futuro migliori. Io, anche solo per questo, vi ringrazio tutti e tutte, nessuno escluso.

La proposta di legge che ci apprestiamo a esaminare, titolata "Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere", viene consegnata all’attenzione dell’Aula dopo un intenso percorso di studio, approfondimento, condivisione e partecipazione, la cui piena e collegiale legittimazione può essere fatta risalire all’istituzione della stessa Commissione per la parità in attuazione dello Statuto regionale con la legge regionale n. 8/2011 ma ancora più direttamente in forza del potere di iniziativa legislativa in sede referente di cui alla legge regionale n. 16/2013.

L’impianto della legge si fonda su circa una decina di risoluzioni tematiche licenziate all’unanimità dall’Aula, che vanno dalla violenza di genere alla medicina di genere, dalla democrazia paritaria alla cultura di genere, si basa su sedici informative di approfondimento che la Commissione per la parità ha svolto sia con tutti gli Assessorati di riferimento, che ringrazio per la collaborazione, sia con soggetti qualificati quali ad esempio la Consigliera di parità regionale, il CORECOM, la Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. L’impianto si fonda su una lettura autentica dei bisogni espressi dalle donne che subiscono violenza, costruita intorno alle visite ai centri antiviolenza della regione Emilia-Romagna durante le quali come Consigliere e Consiglieri dei territori abbiamo potuto apprezzare i servizi, il pensiero, la motivazione, l’esperienza e la competenza di presidi socio-culturali di prevenzione alla violenza di genere indispensabili.

L’impianto si fonda sull’apporto di enti locali, organizzazioni, associazioni femminili, università, ordini professionali, sindacati e tanti altri soggetti che ci hanno aiutato nelle sei audizioni conoscitive svolte in Commissione per la parità a centrare temi, proposte, azioni utili al miglioramento di una comunità regionale avanzata che non si ferma, che non sta a guardare, che si assume la responsabilità, che guida i processi e non li subisce, come abbiamo già dato prova di saper fare in tante altre circostanze.

Questa legge è dunque anche l’esito di un metodo partecipativo originale che ha prodotto una sintesi della volontà istituzionale rappresentativa con la volontà popolare grazie al contributo prezioso del progetto di legge di iniziativa popolare per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell’inviolabilità e del rispetto della libertà delle donne accompagnato dalla forza di dodicimila firme consegnate alla Presidente Costi lo scorso luglio, dall’iniziativa di enti locali e dall’urgenza di debellare un male che è sulle spalle di tutto il genere umano.

Credo di non esagerare considerati i tragici destini delle donne nel mondo a cui assistiamo quotidianamente. In questo momento il pensiero corre simbolicamente alle studentesse nigeriane ancora prigioniere e a tutte quelle donne senza volto a cui esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro impegno solenne. Una legge dunque che traccia un orizzonte di azioni positive, mette a sistema ciò che tanto abbiamo con la necessità di un coordinamento più efficace ed efficiente, afferma insomma un’idea di società. Quale idea di società?

Una società che concorre all’attuazione della Costituzione, promuovendo la rappresentanza paritaria nel luogo della decisione, rimuovendo gli ostacoli che impediscono la piena parità di accesso alle cariche elettive e conseguentemente dotandosi prima delle prossime elezioni regionali, di correttivi paritari nella legge elettorale regionale. Una società che persegue gli obiettivi di educazione e formazione alla cittadinanza di genere e alla cultura del rispetto e della non discriminazione fin dalla scuola, per superare gli stereotipi che ingabbiano, che negano l’autodeterminazione femminile anche con l’istituzione di borse di studio di genere perché prima dell’azione ci deve sempre essere un pensiero solido su cui appoggiarla. Una società che riconosce la necessità di una correzione, anche se postuma e tardiva, alla narrazione dei protagonismi nella storia, nella filosofia, nell’arte, nella cultura, nelle scienze, riconoscendo il ruolo di tanti talenti femminili che costituiscono un esempio plastico, un modello alternativo esemplare per le giovani generazioni, valorizzando i centri di documentazione femminile, la biblioteca delle donne, gli archivi e i luoghi di memoria in cui il sapere delle donne tracima di senso e significato. Una società che riconosce anche nel linguaggio il maschile e il femminile della realtà e riconoscendolo lo rispetta senza neutralizzare le identità, perché siamo in Italia e non nell’antica Roma e il genere neutro non esiste, anzi la sua scomparsa è frutto - cito testualmente - di una logica semplificazione del sistema linguistico, se quindi oltretutto vi è pure una logica di semplificazione come potremmo opporci.

Una società che si ribella di fronte alla rappresentazione distorta, discriminante e strumentale dell’immagine femminile e promuove una rappresentazione autentica delle competenze e dei talenti delle donne, anche valorizzando creatività pubblicitarie alternative con un riconoscimento pubblico annuale, una società che ha a cuore il benessere dei propri cittadini e che esige una prestazione sanitaria appropriata sia per gli uomini sia per le donne cogliendo la medicina di genere come lo sviluppo di un approccio ancora più competente e personalizzato alla prevenzione, alla cura, ai bisogni di salute e benessere della comunità, non dunque una medicina delle donne, non dunque un’ulteriore branca della medicina, metodi di ricerca, di approccio, a partire dal medico di famiglia fino alle aziende in una logica di rafforzamento dei servizi e presidi territoriali della rete socio-sanitaria, consultori in primis.

Una società che vuole colmare il vuoto di pratica sportiva che coinvolge le donne e quindi il loro benessere dalla post-adolescenza alla maturità promuovendo l’educazione e la cultura sportiva incentivandone il loro coinvolgimento. Una società che favorisce l’avvio e il consolidamento di attività imprenditoriale a conduzione femminile, sostiene l’accesso mirato al credito, la concessione di contributi, la stipula di convenzioni con il sistema finanziario a favore delle donne che pur risultando le più affidabili spesso ne sono escluse. Una società che riconosce il merito e il protagonismo di realtà aziendali fortemente impegnate in azioni di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e di responsabilità sociale per il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori e per la produttività, una società infine che collabora con lo Stato per contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco che colpisce soprattutto le donne e la loro legittima aspirazione alla maternità e al lavoro.

Questi sono alcuni dei punti salienti, lasciando per ultimo il punto che richiede la maggiore responsabilità: la Regione Emilia-Romagna si impegna a promuovere l’idea di una società che si attrezza per prevenire e contrastare a tutto campo la violenza contro le donne, si impegna a fare la propria parte consapevole che tutto non è nelle nostre mani ma che noi ci siamo. I 45 articoli della legge quadro per la parità hanno come obiettivo ultimo l’attuazione, per quanto di competenza, della Convenzione di Istanbul che recepita e approvata dal Parlamento diventerà presto obbligatoria e che per prevenire e contrastare la violenza di genere mira - cito testualmente l’articolo 1 - al rafforzamento delle autonomie e dell’autodeterminazione delle donne, nonché - aggiungo io - alla consapevolizzazione della società e degli uomini della portata culturale del fenomeno. Ci sono stati centodieci femminicidi in Italia nel 2013, nove dei quali in Emilia-Romagna, una condanna senza appello. Con la legge oltre a tutte le azioni preventive di sistema messe in campo proponiamo di agire concretamente. Introduciamo il codice di prevenzione già attivo in diversi sedi quale percorso di accoglienza integrato e multidisciplinare nei pronti soccorso dedicato a chi subisce violenza garantendo riservatezza e protezione alle vittime, in particolare di violenza domestica, istituiamo l’osservatorio regionale e il monitoraggio permanente sulla violenza di genere e sulle azioni di prevenzione e contrasto in collaborazione col coordinamento dei centri antiviolenza, rafforziamo il sostegno e il rapporto con tutti i soggetti attivi della rete, in particolare riconoscendo al coordinamento regionale dei centri antiviolenza e all’associazionismo femminile un ruolo di interlocutori competenti per la pianificazione delle politiche di settore, sosteniamo le iniziative degli enti locali per il sostegno abitativo alle vittime, le progettualità volte alla formazione e all’inserimento lavorativo come perno per l’autonomia di scelte di uscita dalla violenza, introduciamo il piano regionale contro la violenza di genere che unicamente alle linee di indirizzo per l’accoglienza delle donne che hanno subito violenza costituisce una programmazione rigorosa e misurabile delle azioni di prevenzione e contrasto, affrontiamo in continuità con l’impegno già profuso dalla Regione e dalle associazioni promuovendo gli interventi per la prevenzione dei fenomeni della tratta e della riduzione in schiavitù, dei matrimoni forzati e delle mutilazioni genitali femminili, introduciamo la facoltà per la Regione nei casi di violenza di genere di particolari impatti a rilevanza sociale di costituirsi parte civile, devolvendo l’eventuale risarcimento a sostegno di azioni di prevenzione contro la violenza di genere. Nel percorso di prevenzione alla violenza contro le donne includiamo gli uomini maltrattanti, grazie ad esperienze significative già in atto sul territorio regionale, prime in Italia.

Tutti questi impegni insieme a una concreta attuazione operosa ed efficace della legge va di pari passo con i cosiddetti strumenti del sistema paritario che consentono una dialettica e un monitoraggio permanente della legge, una verifica costante ma anche uno sforzo di programmazione coordinata potente per imprimere il senso di marcia, trasparenza e rendicontabilità delle politiche di genere. Quali strumenti? Il bilancio di genere come rendicontazione sociale dell’integrazione della prospettiva di genere nella programmazione economica delle politiche pubbliche regionali, le statistiche di genere, nel senso che le rilevazioni, l’elaborazione e la diffusione di dati, indagini e statistiche a interesse regionali saranno adeguati in termini di genere, il tavolo regionale permanente per le politiche di genere, organo consultivo della Regione, coordinato dall’Assessorato alle Pari opportunità e che coinvolge tutte le rappresentanze regionali dei soggetti attivi nella rete di sostegno della parità, l’area di integrazione per la valutazione dell’impatto delle politiche di genere, già attiva e operante ma che la legge istituisce in modo formale, il centro regionale contro le discriminazioni come ulteriore punto di contatto nella rete orizzontale contro le discriminazioni, la conferenza delle elette, per innervare in tutti i gangli dell’amministrazione locale linfa benefica della parità e scambiare buone prassi amministrative.

Tante sono le cose che vorrei dire e tanti i ringraziamenti che vorrei fare. Ci sarà sicuramente tempo e modo anche perché questo è solo l’inizio. Grazie.

 

(Applausi provenienti dal settore del pubblico)

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Mori.

Prego il pubblico di non applaudire perché non è possibile.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Il mio è un intervento particolarmente sentito che mi consentirà di ripetere anche alcune cose che ho già avuto modo di dire in quest’Aula in sede di Commissione quando ho affermato che questa è una di quelle norme, leggi e provvedimenti che possono qualificare l’intero mandato regionale e che possono dare un senso alla legislatura. Siamo a fine corsa, mancano pochi mesi e credo che sia assolutamente giusto che il Consiglio regionale su questa materia dia un segnale molto preciso, concreto e deciso perché viviamo in un mondo dove c’è bisogno di dare segnali molto concreti. Qualcuno ha detto che molti articoli hanno una valenza simbolica ma sappiamo bene che quando si parla anche di valenza simbolica e di simboli si parla di una cultura che è fatta anche di questo.

Il primo discorso che mi viene in mente è quello che noi possiamo fare aprendo ogni giorno un giornale. Quotidianamente noi abbiamo sotto gli occhi il tema della violenza, il tema della sopraffazione e quello che avviene perlopiù in ambito familiare. Ogni due giorni in Italia una donna viene brutalmente assassinata; non viene assassinata per caso, non c’è un maleficio che non ha una qualifica e un nome, che non ha un colpevole e una ragione, perché la ragione c’è e si chiama maschilismo criminale, ed è lo stesso maschilismo criminale che esiste in tutto il mondo perché sul corpo della donna si gioca la partita del potere. È forse un caso che ieri siano state rapite altre sessanta ragazze e perfino dei bambini da un gruppo criminale che risponde al nome di Boko Haram in Nigeria? È un caso che in Pakistan vengono uccise le persone che vogliono l’alfabetizzazione anche delle ragazze? Si colpisce l’istruzione e non si vuole che le ragazze vadano a scuola, perché si vuole che le ragazze e le donne stiano a casa a servire l’uomo rinchiuse nel desco domestico.

Per fortuna in Italia non è così, in Occidente c’è stato un cambiamento radicale ed è bene ricordare le battaglie di questo cambiamento perché sono battaglie che hanno cambiato la costituzione civile del Paese, quella reale, anche al di là di quella formale che all’articolo 3 prevede l’uguaglianza e la rimozione degli ostacoli per la realizzazione di questa uguaglianza. Non a caso il 70 per cento delle sentenze della Corte costituzionale sono basate sull’articolo 3 della nostra Costituzione, che è l’architrave di una Costituzione che molti hanno definito la più bella del mondo. La violenza sulle donne ha un’origine essenzialmente familiare perché c’è un’idea proprietaria del maschile sul femminile, idea che si basa sulla divisione in ruoli predefiniti.

C’è un meraviglioso libro a cui sono affezionato di Elena Gianini Belotti che è stato rieditato molte volte e che è possibile anche trovare in e-book anche se non lo troviamo più in libreria, quindi chiunque lo può scaricare, che si intitola Dalla parte delle bambine, che è un libro che io adotterei come libro di testo nelle scuole ed è un libro che spiega come si forma l’idea di ruolo prefissato. C’è anche un capitolo che si intitola "Quel che gli pende lo difende". È un libro che io consiglio a tutti, strepitosamente ben scritto, che ci dice che fin da bambini e da bambine, fino addirittura dalla gestazione, c’è la costruzione del ruolo sociale: il fiocco rosa per le femminucce e il fiocco azzurro per i maschietti, le femminucce devono giocare con le bambole e i maschietti con le pistole mentre se c’è un maschietto che gioca con le bambole tradisce il ruolo, i genitori sono preoccupatissimi e si chiedono se è gay.

Questo è il triste destino del ruolo maschile nella nostra società, come dice un altro bellissimo libro di una femminista francese, che a me piace moltissimo perché è una femminista non moralista, Élisabeth Badinter, L’identità maschile XY, identità maschile che si costruisce nella nostra società essenzialmente in negativo. Un uomo per dimostrare di essere tale deve dimostrare di non essere un bambino, di non essere omosessuale e di non essere una femminuccia. Quante volte noi sentiamo dire anche all’asilo tra gli amichetti, persino ahimè gli stessi genitori inconsapevolmente, che si sta comportando come una femminuccia.

Sottolineo questa frase disgraziata perché è lo specchio di un grande problema che abbiamo di carattere culturale insieme al maschilismo, che diventa spesso maschilismo criminale, cioè la misoginia. C’è un odio per le donne sotteso, soffuso, che sta in ombra, che aleggia anche nel linguaggio, che tende a definire in senso negativo il femminile inteso come debolezza e come fragilità. Tra l’altro la cosa curiosa è che ci accorgiamo che questa fragilità non c’è perché le donne vivono più dei maschi cinque, sette o dieci anni in più e si scopre che magari se c’è un genere forte e resistente è quello che vive di più, quindi onestamente bisognerebbe rivedere questa idea che esiste il sesso forte. I maschi sono definiti il sesso forte, ma forte dove, che alle volte non sono capaci di accudire i figli, non sono capaci di gestire i sentimenti e spesso e volentieri ahinoi non sono capaci di gestire l’abbandono? Perché viviamo in una società fatta di maleducazione sentimentale, non c’è neanche quella sessuale e figuriamoci quella sentimentale, dove perlopiù esiste un analfabetismo coperto miserabilmente a volte da un’idea proprietaria del rapporto uomo-donna. Non c’è un rapporto alla pari ma un rapporto di proprietà, cioè che uno è cosa dell’altro e se quella cosa non rimane propria si può legittimamente distruggere.

In questa vicenda è bene fare riferimento anche al simbolico perché si tratta di costruire una rivoluzione culturale che noi abbiamo visto in parte realizzarsi negli anni Settanta con le vittorie referendarie sul divorzio prima e sull’aborto poi, che ci hanno detto che la società era radicalmente cambiata e i partiti non se ne erano accorti. Forse qualcuno non lo sa - avevo diciannove anni quando c’è stata la vittoria sul divorzio - che i grandi partiti non avevano neanche prenotato la piazza a Roma per festeggiare perché pensavamo che fosse una battaglia che si sarebbe persa.

Non ci si era resi conto di come il mondo era cambiato, di come le battaglie femministe sulla liberazione sessuale e i movimenti di liberazione sessuale degli anni Sessanta avessero radicalmente cambiato la società per questa richiesta sacrosanta di parità, di libertà e soprattutto di autodeterminazione. Quando giustamente il Paese con il 69 per cento dei voti disse che la legge 194 non doveva essere toccata, lì si stabiliva uno straordinario principio universale, cioè la separazione tra sesso e riproduzione, che restituiva alla sessualità la sua dignità, la sua autonomia e l’autodeterminazione, perché la battaglia femminile per l’autodeterminazione è una battaglia universale che stabiliva per tutti il diritto di poter vivere un’esistenza che potesse dare una speranza personale di felicità e soprattutto dare senso e significato all’autonomia individuale.

Ecco perché si gioca sul corpo delle donne buona parte della partita politica anche in questo momento. Ci sono stati esponenti politici di rilievo che hanno fatto cose egregie come all’ex Presidente del Consiglio spagnolo Zapatero che durante il suo primo mandato mise come secondo punto del suo programma di governo la lotta al maschilismo criminale. A me piacerebbe che nei programmi politici per le prossime elezioni politiche - qualcuno dice che ci saranno in autunno, qualcuno in primavera e qualcun altro nel 2018 - qualcuno finalmente mettesse al vertice del programma questo tema con tutte le determinazioni conseguenti, anche a livello di stanziamento di fondi per finanziare la causa contro le violenze, per intervenire nelle scuole contro la cultura maschilista per cambiare radicalmente e per dire che la vita è fatta di donne e di uomini che hanno gli stessi diritti, che non hanno ruoli prefissati, che hanno gli stessi doveri e che non ci sono mestieri che un uomo non possa fare e che una donna non possa fare. Non ci sono cose solo per uomini e cose solo per donne.

La strada da fare è lunghissima e credo che abbia fatto bene il Premier Matteo Renzi a puntare - per altri versi sono molto critico e su questo penso abbia segnato un punto di discontinuità - sulle donne capolista alle europee, a volere metà delle donne nel suo esecutivo e adesso a pensare anche alla nomina di una donna nel ruolo rilevante di Ministro degli Esteri della Comunità europea. Quando si vuole intervenire su questo terreno bisogna poi essere coerenti e non bastano le enunciazioni.

Penso che tutti noi dobbiamo essere impegnati in una battaglia in primo luogo contro le discriminazioni, contro la violenza, contro la misoginia per l’uguaglianza e per l’autodeterminazione. Torno su questo tema che mi sta particolarmente a cuore perché l’autodeterminazione nella diversità come valore è un grande valore universale. In Emilia-Romagna le ricerche e i dati statistici della nostra regione parlano chiaro, ossia che le donne tornano a casa dopo otto ore di lavoro e ne devono fare altre quattro - cinque a casa senza che i loro mariti muovano un dito, anche se vi sono dei casi diversi e infatti c’è anche il neologismo di "mammi". Non c’è una diversità dell’Emilia-Romagna rispetto ad altre regioni e tra nord e sud il dato è questo, che il lavoro domestico per le donne significa un carico che non è distribuito in maniera paritaria.

Insisto moltissimo su un termine che mi piace moltissimo, cioè l’idea che si possa promuovere una democrazia domestica dove i lavori di casa nella vita di casa siano distribuiti paritariamente tra uomo e donna. Quando l’ho detto in quest’Aula il Presidente Errani ha detto che anche lui stira. Va bene, è un messaggio positivo, ma ci dobbiamo chiedere se basta. Non basta e ci vuole una campagna fin dalla più tenera età che dica a un maschietto anche di tre anni che stirare non è un diminutio, che fare i lavori di casa non è sintomo di debolezza ma è sintomo di una ripartizione dei carichi della vita familiare paritaria perché la parità si costruisce con la pari dignità anche nelle più piccole cose della vita quotidiana e io penso che anche su questo la Regione debba fare qualcosa.

La Regione ha fatto tante campagne meritorie, come per esempio quella dell’ascensore, invitando tutti a non prendere sempre l’ascensore ma fare a piedi le scale perché fa bene al cuore, e vi propongo una grande campagna per dire di comportarsi nella vita quotidiana non come se noi maschietti fossimo i padroni del mondo, non come se fossimo quelli che hanno dei privilegi che non riescono ad avere altrove e che li ricostruiscono in casa a spese delle donne ma di comportarsi come se il mondo fosse fatto da persone diverse ma uguali nei diritti e nei doveri.

Se riusciamo a fare questo secondo me anche in questo modo combatteremo il maschilismo criminale come questa legge giustamente vuole fare e speriamo riesca a fare.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.

 

MANFREDINI: Grazie, presidente. Ho sottoscritto questo progetto di legge poiché credo che la Regione Emilia-Romagna debba un contributo chiaro e forte a questa battaglia. In qualità di componente della Commissione Pari Opportunità ho seguito i lavori, decine e decine di incontri sia qui in Regione sia sul territorio. Ho appoggiato e colto il proposito della Presidente Mori di voler essere caposcuola ed esempio anche per le altre regioni d’Italia. Ben venga che si facciano passi avanti in questi temi a patto che questa legge, fin troppo corposa e troppo piena di principi sulla carta, si traduca in fatti concreti.

Sono particolarmente favorevole al contenuto che riguarda i bandi pubblici fatti per premiare i soggetti che applicano principi egualitari e antidiscriminatori. Il secondo punto è quello della medicina di genere e un codice di prevenzione nei pronti soccorso che garantisca protezione e riservatezza alle donne vittime di violenza. Per quanto riguarda la rappresentanza paritaria tra uomini e donne nelle candidature alle elezioni anche regionali non credo che questo sia la leva per selezionare persone capaci e meritevoli di rappresentanza, comunque ben venga la forzatura nelle quote se si può aiutare. Bene anche il sostegno forte alla rete dei centri antiviolenza mentre sono più scettico sull’istituzione dell’ennesimo osservatorio regionale, come già detto anche in Commissione, per il monitoraggio permanente sulla violenza di genere. I dati ci sono e se c’è una cosa di cui non abbiamo bisogno è di altri organismi che stiano ad osservare e a produrre altra carta.

Richiediamo l’attenzione a gran voce sulla necessità di proteggere donne, soprattutto bambine, spesso appartenenti a culture islamiche, culture sempre care e difese a oltranza dal centrosinistra, che subiscono sfruttamento, violenza, matrimoni forzati e mutilazioni genitali femminili. È su questi aspetti che aspetto i risultati e un cambio di rotta decisivo della maggioranza che la Presidente Mori rappresenta.

Infine, per quanto riguarda il lavoro e l’occupazione femminile, è anche questa una partita decisiva. Non ci sono pari opportunità per le donne che lavorano fino a quando le quote di iscrizione agli asili saranno tanto costose da non potersele permettere, tanto che in molti casi i genitori si fingono separati per avere l’ISEE a quote agevolate. Non ci sono pari opportunità; come ho imparato ieri dal notiziario modenese, a Modena chiudono il tempo pieno nelle scuole primarie e i genitori non sanno dove lasciare i propri figli durante l’orario di lavoro o dove le scuole prevedono tre mesi di vacanze estive più quelle invernali e pasquali. Di questo ne ho già parlato con l’Assessore e chiaramente mi ha spiegato alcuni passaggi che condivido e daremo notizia sicuramente più tardi. Penso alle donne perché al di là delle differenze di genere sappiamo tutti che sono le mamme a farsi carico dei figli nella maggior parte dei casi e la Regione ha il dovere di promuovere culture e iniziative e di mettere in campo azioni, aiuti e servizi a supporto di famiglie e genitori così come avviene nei Paesi del nord Europa, da cui abbiamo ancora moltissimo da imparare.

Chiudo pensando che ogni volta che nasce una legge nonostante la partecipazione a tutte le Commissioni che si sono svolte e nonostante l’ascolto di tutti i soggetti rappresentativi di associazioni e volontariato il risultato che può essere ottimo può essere sempre migliorabile. I risultati saranno valutati anche grazie all’inserimento nella legge di un articolo della clausola valutativa che è stata opportunamente inserita. Le istituzioni in questa occasione si sono effettivamente impegnate al massimo e sono convinto che si sia raggiunto un buon risultato, migliorabile, come tutto, ben venga dunque la clausola valutativa che a tre anni da oggi si effettuerà nell’apposita Commissione per le verifiche dell’efficacia della legge e sui risultati positivi che saranno raggiunti.

Nel concludere mi rivolgo alla Presidente Mori. Presidente, io sono sostenitore della legge sui dialetti, e all’articolo 30 chiedo l’approvazione dell’emendamento che ho presentato, cioè nella rubrica e nel testo sostituire le parole "gender equality and diversity label" con le parole "etichetta di diversità e parità di genere", che è esattamente quello che è scritto in inglese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Manfredini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Meo. Ne ha facoltà.

 

MEO: Grazie, presidente. Innanzitutto vorrei ringraziare la Presidente Mori non tanto perché ha coordinato e presentato questo testo di legge che ha esattamente il compito che i Consiglieri devono fare ma per il modo in cui ha saputo interpretare in questi mesi e in questi anni il suo ruolo di Presidente di questa Commissione di neoistituzione, Commissione nella quale non tutti hanno creduto allo stesso modo al momento della sua istituzione, Commissione alla quale durante il suo faticoso percorso non tutti hanno dato la stessa importanza ma che oggi testimonia e dimostra tutto il lavoro che invece questa Commissione ha fatto, un lavoro forse di tipo diverso da quello delle altre Commissioni, con meno testi da osservare, con meno emendamenti da vedere, ma un profondo lavoro di cambiamento culturale che segnerà la differenza tra questa Assemblea legislativa e questo momento storico con il precedente e apre un portone sul futuro che tutti quanto dobbiamo cogliere. La voglio ringraziare anche di tutto il percorso di partecipazione che è stato fatto ed è stato raccolto nella predisposizione di questo testo, la Presidente e tutti coloro i quali hanno partecipato (i Vicepresidenti) a questo percorso, perché essendo una legge di mutamento culturale del nostro ordinamento questo mutamento è già iniziato nel percorso che ha portato all’istituzione di questa legge, non parte quindi oggi e non si ferma oggi, ma su questo tornerò.

È importante il mutamento culturale in questo campo perché non è un fatto teorico e ne ha i risvolti pratici, e lo vediamo in questo testo, in capitoli fondamentali che tendono a riequilibrare il ruolo della parità di genere all’interno dei fatti concreti del nostro vivere quotidiano. Intanto ha raccolto tutto il lavoro fatto dalle associazioni di volontariato e dai centri antiviolenza, che è un lavoro importantissimo e in questo modo è penetrato dentro l’Assemblea legislativa a tutti i livelli, e di questo dobbiamo ringraziare chi svolge questo compito e assumercene politicamente la consapevolezza dell’importanza, in secondo luogo ha affrontato e messo in ordine alcune questioni sulle quali c’è stata forse fino ad oggi non dico una sottovalutazione ma comunque una scarsezza di elementi di conoscenza. Mi riferisco in particolare alla medicina di genere. È ovvio che la medicina è molto avanzata in questi anni ma questo significa che durante questi anni ci sono stati enormi cambiamenti nel modo di intendere medicina e sanità.

Oggi dobbiamo fare un passo avanti e dentro questo cambiamento inserire l’elemento della medicina di genere come un elemento di importanza straordinaria per un’impostazione nuova ed efficace di questo tema perché salute e benessere coniugato al femminile non è soltanto una campagna di sensibilizzazione o di comunicazione ma diventa un elemento di qualità della vita del 50 per cento delle persone che abitano questo territorio ma anche l’Italia, quindi in questo senso il riferimento a un tema nazionale è importantissimo. Inserendo questi elementi ci prendiamo cura in maniera diversa e puntuale del 50 per cento circa dei nostri concittadini, quindi non è un elemento marginale, come non lo è il tema della cultura trattato in questo senso, che si sviluppa nei suoi vari aspetti, che attraversa la comunicazione, che cerca di mettere le cose a posto dal punto di vista dell’immagine, della comunicazione e della distorsione che in questi anni si è fatta soprattutto nel nostro Paese di alcuni elementi di differenza di genere che ci sono.

Mi riferisco ovviamente in maniera molto precisa al tema delle donne in questo senso ma vado oltre e voglio spendere anche due parole rispetto alla cittadinanza di genere ma anche al rispetto delle differenze sull’articolo 8, in particolare, che riconosce il ruolo della cultura paritaria e delle differenze come leva fondamentale per il progresso della società e anche per la prevenzione e il contrasto - si scivola a un elemento pratico importante - a qualsiasi tipo di violenza e discriminazione, anche di stampo omofobico e transfobico. Qui sono anche i numeri che parlano, numeri che vedono l’Italia come uno dei Paesi con il più alto tasso di discriminazione in Europa da questo punto di vista e non possiamo permetterci di essere collocati a questo punto. Su 49 Paesi presi in esame negli ultimi anni noi di solito ci sistemiamo oltre il trentesimo posto ed è inaccettabile. Non merita una considerazione culturale ma dobbiamo dire con chiarezza che questi dati sono inaccettabili e quindi dobbiamo lavorare in questo senso. Noi siamo veramente pochi punti sopra la Turchia; quando si fa riferimento ad altre culture e ad altre cose dobbiamo crescere da questo punto di vista ma crescere nel concreto anche colpendo i comportamenti contrari al rispetto del genere e delle differenze.

Concludo, oltre nel sottolineare la necessità della prevenzione alla violenza di genere - non voglio ricordare quello che succede nel nostro Paese - dicendo che entrare nel merito, come viene fatto, nel tema del lavoro - l’ho già detto in un’altra occasione - se noi pensiamo che le donne sui nostri territori in Italia sono il 50 per cento porsi il tema della possibilità di accesso al lavoro delle donne - anche qui le statistiche ci dicono che si parla di forte discriminazione - significa porsi il tema di come questo Paese vuole affrontare e uscire anche da un momento difficile come questo in un percorso di crescita che non può che vedere tutte le forze attive della nostra società sullo stesso piano e con lo stesso interesse. Il lavoro delle donne oggi è ancora discriminato, lo è nei numeri, nelle percentuali, lo è nei fatti che vediamo tutti i giorni perché è difficile per le donne che lavorano e che hanno famiglia avere accesso ai servizi per i quali noi dobbiamo insistere per avere. Su questo concludo e mi collego anche sul Titolo II, dove si parla del sistema di rappresentanza e si inserisce all’articolo 4 lo spirito e la volontà di istituire una specifica normativa per la rappresentanza paritaria di genere nel sistema elettorale. Questo è uno di quei temi che provoca sempre un’ampia discussione e intorno al quale si dicono anche una serie di banalità. Bisogna stare molto attenti; il nostro Paese deve ricucire un gap che in qualche modo testimonia oggi una differenza ancora troppo ampia di genere all’interno delle istituzioni. Questa è una cosa che va sanata e va fatta subito anche attraverso qualche apparente forzatura e va fatta perché nei Paesi dove la parità di rappresentanza tra i generi è più alta i servizi alle donne, alle madri e alle donne che lavorano sono di qualità migliore, perché ovviamente c’è una migliore sensibilità quando i servizi, le leggi e le istituzioni tengono conto anche di questo, quelli sono Paesi dove le famiglie sono più giovani e dove i figli sono più numerosi. Sono Paesi più giovani, in crescita e che credono nel futuro. Noi abbiamo bisogno di svecchiare la nostra società, il nostro Paese e per fare questo abbiamo bisogno di inserire elementi forti che tutelino il ruolo delle donne che da questo punto di vista sono innovative e abituate a pensare al futuro nostro e dei nostri figli, per cui ha ragione la Presidente Mori quando dice che non abbiamo finito qui. Questo è un punto di partenza perché su questo tema dei diritti gradino dopo gradino andremo avanti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Meo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Questo progetto di legge ha certamente il merito di porre l’attenzione su una serie di questioni concrete che attengono alla nostra società e al nostro vivere civile, punti che tutti i giorni dobbiamo affrontare ed essendo una legge quadro è ovviamente molto completa. Ad esempio il tema della medicina di genere è una questione che di fatto già esiste perché le differenze fisiche tra un uomo e una donna sono ormai materia consolidata in termini di ricerca e di sperimentazione. C’è la geriatria, la pediatria ma c’è anche una diversa medicina che affronta le problematiche e le patologie dell’uomo e della donna, che devono essere affrontate in maniera diversa e affrontarle in maniera diversa contribuisce a migliorare la ricerca, a creare una sperimentazione più dettagliata e più mirata che porta sicuramente a dei risultati migliori. Noi siamo uno diverso dall’altro e ormai è assodato che la reazione di una persona a un’identica patologia è diversa, quindi tanto più da fisicità diverse, come quelle dell’uomo e della donna.

Ci sono le questioni della cultura e del linguaggio, dove ho sentito anche polemiche a mio avviso inutili e sterili e credo che se la Presidente vuole essere declinata al femminile credo che non ci sia alcun problema e credo che sia anche una forma di rispetto verso l’autorità e verso il ruolo che ricopre. Anche il linguaggio può essere una parte importante della nostra cultura nel segno del reciproco rispetto. È proprio un andare in senso opposto a quella proposta di genitore 1 e genitore 2 che per esempio non condividevo assolutamente perché era una generalizzazione che andava in senso contrario alla valorizzazione delle specificità, che invocava accenti alla Orwell e alla Huxley di società eteree dove c’è un senso opposto all’intenzione che hanno diversi passaggi di questa legge, cioè di valorizzare le differenze.

Poi c’è la violenza di genere. L’altro giorno ero in Commissione e in un quotidiano nazionale le prime dieci pagine parlavano di femminicidi, e siamo in Italia, in un Paese tra i più civilizzati al mondo. Le prime dieci pagine di un quotidiano nazionale sono di violenza contro le donne. Mi chiedo se possiamo ancora non dico sottacere ma anche non alzare la voce su questi temi, innanzitutto perché saremmo destinati ad affrontarli ancora con maggiori problematiche in futuro, perché dove ci sono culture arcaiche profondamente diverse e violente con cui andremo sempre in contatto in futuro è chiaro che questo tipo di problematiche saranno destinate ad aumentare, ma anche nella violenza domestica, che riportava la maggior parte dei casi che stavo leggendo, nella nostra civilizzata società ormai siamo arrivati a un punto che dobbiamo chiederci come sia possibile che si possa continuare in questo senso. Dobbiamo su questo tipo di problematiche cominciare ad alzare la voce e a portare una maggiore attenzione perché non è più possibile in una società civile andare avanti di questo passo. Ho presentato un paio di emendamenti che non sono in Aula perché sono stati concordati e accettati prima che hanno dato un mio piccolo contributo a questo progetto di legge, uno dei quali ha sgomberato il campo a tutte le eventuali illazioni che potevano nascere sulla questione dei fondi da investire per fare formazione in questo senso. Basta informare, perché questa è una legge che entra culturalmente nella nostra società, quindi non c’è bisogno di fare formazione, arriva da sola, non dobbiamo spendere soldi che possono giustamente essere spesi in altre questioni magari più impellenti. Questo era il senso di uno degli emendamenti che ho presentato e che è stato approvato.

Concludo dicendo che c’è stato anche chi ha definito questo progetto di legge una legge bandiera e credo che miglior complimento non potesse fare perché le bandiere hanno mosso i popoli, hanno scatenato le rivoluzioni, sono pezzi di stoffa colorata che raccolgono i sentimenti dei popoli, quindi penso che miglior complimento non si potesse fare, che è quello di affermare che questo progetto di legge è una bandiera da sbandierare il più in alto possibile affinché arrivi anche nei Paesi più lontani dove ci sono culture molto diverse dalla nostra ma con cui avremo a che fare e con cui dovremo dimostrare che se siamo qui oggi, se questa è la nostra civiltà in cui crediamo e in cui noi dobbiamo puntare, dobbiamo farlo con orgoglio e con soddisfazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.

 

MANDINI: Grazie, presidente. Mi rifaccio ovviamente alle parole che la Presidente Mori ha usato per illustrare questo progetto di legge e alla relazione che introduce il provvedimento. Credo che sui principi, gli obiettivi, le finalità e i contenuti di questa legge non si possa aggiungere altro di quello che è già stato detto, per cui voglio solo evidenziare alcune cose su queste tematiche. Inizio dal fatto che quando facciamo leggi di grande valore sociale, culturale ed educativo dobbiamo essere in grado di supportarle con la sostanza, che in tanti casi si chiamano fondi, e ricordo a noi stessi che su questo tema quest’Aula ha approvato una risoluzione non molto tempo fa presentata dal sottoscritto insieme alla Presidente Mori per sollecitare la Giunta a compiere azioni verso il Parlamento e il Governo per sbloccare i fondi che sono ancora fermi per finanziare i vari progetti e interventi nella lotta contro la violenza di genere che ammontano a 27 milioni per il triennio 2013/2015 e ancora sono in attesa di essere ripartiti, a fronte del fatto che c’è tutta una rete di volontariato femminile che supporta tutte le donne che si rivolgono a questi centri con gravi difficoltà economiche a gestire queste situazioni. Perciò anche oggi sollecito ogni iniziativa utile affinché si arrivi allo sblocco di questi fondi.

Giustamente la relazione richiama principi fondamentali della nota Carta costituzionale rivolti appunto alle donne. Mi soffermo solo su un punto, che non so se è quello più importante ma mi pare significativo, sul fatto che anche nel mondo del lavoro nel momento in cui si dice che le donne hanno parità purtroppo assistiamo ancora a salari differenziati a parità di prestazioni lavorative e questo credo che strida ancora molto rispetto ai principi che la nostra Carta costituzionale richiama e anche su questo campo credo che noi e i sindacati in rappresentanza dei lavoratori e delle attività produttive dobbiamo affrontare questa situazione.

Questa regione per tanti versi è all’avanguardia, perché si parla di percorsi sanitari e ospedalieri, sta in una nazione che il Consiglio d’Europa ha condannato per il fatto della scarsa disponibilità oppure dell’eccessiva obiezione di coscienza che viene praticata dal personale sanitario presso i centri sanitari, sociali, poliambulatori, ecc. perché qui sappiamo che c’è un grande problema anche nella nostra regione. Una donna che arriva a un consultorio familiare con il dramma di decidere o meno l’interruzione di gravidanza oggi in tanti casi non trova l’assistenza necessaria perché a mio avviso - mi assumo la responsabilità di questa affermazione - si abusa dell’obiezione di coscienza perché se ne abusa anche nelle pratiche amministrative che stanno in questa procedura, che non c’entrano niente con la sala operatoria in cui si fanno le interruzioni di gravidanza, ma c’entra nel colloquio della presa di coscienza consapevole.

Qui sollecito una verifica e mi impegno a presentare una risoluzione per sapere quello che il Presidente della Regione Lazio in qualità di commissario alla sanità ha sollecitato in riferimento a una maggiore chiarezza e affinché l’obiezione di coscienza venga praticata solo all’interno dell’interruzione di gravidanza nelle sale operatorie e non fuori da questo contesto. Credo che anche nella nostra regione dobbiamo porci questa tematica.

I fondi sono anche necessari a finanziare e supportare secondo il mio avviso quelle che sono iniziative in ogni campo che stanno a sostegno delle donne che si rivolgono ai centri di assistenza e mi ricordo, e ricordo a tutti noi, che i carabinieri della legione di Bologna alcuni anni fa iniziarono dei corsi di formazione del proprio personale specificatamente per quel personale che prendeva le denunce delle donne che si rivolgevano alle caserme per gli atti di violenza, in modo particolare di natura familiare, perché è ovvio che l’approccio non è uguale a una denuncia per un furto, uno smarrimento, un’offesa o una querela qualsiasi ma in quel caso implica degli aspetti psicologici di relazione molto particolari. Questa lodevole iniziativa della legione Carabinieri di Bologna è stata sospesa anche per l’annoso problema della mancanza di fondi. Certo, magari possiamo andare a discutere se le competenze di supportare queste iniziative sono dello Stato, del Ministero o della Regione, però il tema del supporto economico a ogni iniziativa utile e valida per potere creare le condizioni sociali perché le donne abbiano il supporto necessario credo che debba essere messo in campo. Ci qualifichiamo sicuramente con questo progetto di legge e l’appello che faccio è non fare di questo progetto una bandiera, che è importante dal punto di vista del messaggio sociale e culturale, ma supportiamo questa bandiera con tutto quello che è necessario a mettere in campo ogni azione possibile.

Questo è un tema che non ci si può più permettere di lasciarlo solo nei buoni principi ma dobbiamo sempre averlo presente e supportarlo nelle buone pratiche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Moriconi. Ne ha facoltà.

 

MORICONI: Grazie, presidente. Anche io non voglio aggiungere altro rispetto ai contenuti e ai principi della legge sui quali sono intervenuti benissimo i colleghi in precedenza. Vorrei toccare un argomento in particolare che parte da un’esperienza vera: quando sono rientrata al lavoro dopo la maternità, che rimane comunque, come credo che sia per ogni donna, l’esperienza più importante, più bella e gratificante di tutta la vita privata e pubblica, non solo non ho più ritrovato la mia scrivania ma era stato ristrutturato tutto il comparto in cui svolgevo il mio ruolo, tanto che il ruolo stesso era sparito. Mi sono rimboccata le maniche e cercando di conciliare l’allattamento e la cura di mia figlia, la casa e la famiglia mi sono ritrovata in un nuovo ufficio a svolgere una funzione diversa, ricominciando praticamente da capo il mio percorso di carriera.

Come a me è capitato, capita a tante altre donne di doversi riconvertire in ruoli o attività diverse da quelle svolte prima della maternità e va ancora bene, perché spesso accade che le aziende stesse o la mancanza di adeguati riti di servizi sul territorio mettano in condizione le donne di doversi licenziare, per non parlare delle dimissioni in bianco fatte firmare addirittura prima dell’assunzione. Questo non deve più succedere.

Ora stiamo assistendo anche a un nuovo fenomeno e cioè la difficoltà che incontrano le donne nel ricoprire incarichi politici istituzionali (Sindaci, Assessori e Consiglieri regionali, Parlamentari) che richiedono un notevole impegno anche in termini di tempo richiesto dallo svolgimento delle funzioni proprie del ruolo ricoperto, per il timore dell’abbandono dell’attività professionale. Un esempio è il rischio di cancellazione dagli albi professionali in caso di mancato esercizio o della carriera intrapresa in aziende o altro per cinque anni. Un’esperienza politico-amministrativa, ovviamente se è esercitata con competenza, onestà e impegno, non deve essere di ostacolo al proprio percorso professionale o di carriera, non deve diventare punitiva così come pare che sia a volte punitiva la maternità. Nemmeno questo deve più succedere.

Questa legge si propone di agire, monitorare, dare sostegno alle donne proprio in questo senso, si propone di utilizzare tutti gli strumenti esistenti e di crearne nuovi perché ogni persona abbia le medesime opportunità in ambito lavorativo. Ancora una volta sono fiera e orgogliosa della Regione Emilia-Romagna e dell’importante lavoro svolto dalla Commissione Parità, unica nel suo genere, e dalla sua Presidente. Questa legge quadro rappresenta un punto di partenza, identifica un obiettivo che fortemente dovremmo cercare di perseguire perché ogni donna e ogni persona sia nella condizione di poter cercare di realizzare la propria vita personale e lavorativa senza sentirsi più diversa perché ogni donna e ogni uomo si sentano davvero alla pari.

Il lavoro è ancora tanto da fare e il percorso non presenterà certo poche difficoltà in futuro ma sono convinta che con questa legge la direzione giusta l’abbiamo intrapresa e che le nostre bambine e i nostri bambini saranno domani degli adulti con gli stessi diritti, gli stessi doveri e le stesse opportunità.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Moriconi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Casadei. Ne ha facoltà.

 

CASADEI: Grazie, presidente. Credo che la discussione che già si è sviluppata in questa mattinata, ma anche il lavoro di questi anni e di questi mesi, abbia dimostrato concretamente come sui temi della parità e del contrasto alle discriminazioni di genere in Emilia-Romagna sia già avvenuto un grande cambiamento, un cambiamento profondo che la legge testimonia anche simbolicamente sia nell’essere una legge bandiera ma anche nell’essere una legge che contiene strumenti, azioni e pratiche di cambiamento possibile e attuale. È una legge che segna profondamente questa legislatura; insisto su questo - l’hanno già ricordato i colleghi e le colleghe che sono intervenuti in precedenza - e sul sottolineare questa profondità: è innovativo il percorso, lungo, partecipato, sono innovativi certamente i contenuti ma sono anche esito di buone pratiche ormai consolidate che nei Comuni e nei centri contro la violenza, nell’associazionismo, nelle pratiche professionali si sono fatti strada e oggi trovano concreto riconoscimento in un testo legislativo, ma è una legge questa che segna profondamente questa legislatura anche per il metodo di condivisione che l’ha caratterizzata.

Credo che questo sia un punto politico e culturale molto importante; sui temi della parità si è riusciti a trovare il massimo di condivisione possibile a tutti i livelli, una condivisione tra schieramenti e gruppi politici diversi, una condivisione tra donne e uomini, una condivisione tra istituzioni regionali e territoriali e locali e una condivisione tra mondi sociali, associativi, professionali. È una legge che fa condividere anche il tempo, è una legge che costruisce ponti perché è una legge che guarda al futuro certamente, e guardare al futuro significa cessare finalmente di utilizzare anche alcune espressioni, abolire l’idea delle quote rosa e passare in concreto alla prospettiva della democrazia paritaria, realizzabile e obiettivo costante delle istituzioni, però questa è una legge che guarda anche al passato, e su questo punto penso sia importante non solo in termini simbolici richiamare le rivendicazioni dei diritti delle donne fin dal Settecento. Nella parte di principio di questa legge c’è un richiamo importante a questa tradizione di rivendicazione che nel Novecento ha trovato mobilitazioni straordinarie per l’affermazione della soggettività e dell’autodeterminazione femminile e il fatto che questi due elementi siano tra i principi cardine di questa legge segna un punto di arrivo, un esito di un lungo percorso. È una legge però che guarda anche al presente, che soprattutto ha il coraggio nel presente di toccare anche questioni - mi ha fatto piacere che lo abbiano ricordato i colleghi Malaguti e Manfredini - che spesso sono laterali nel discorso pubblico e anche nella discussione politica-istituzionale.

Sono stati fatti diversi esempi e ne utilizzo uno soltanto, che è quello a volte più controverso: è il tema del linguaggio, parlare non è mai un atto neutro e questo credo che sia il segnale che questa istituzione attraverso una legge prenda consapevolezza di questo aspetto sia davvero il segno di un cambiamento profondo e mi auguro da oggi in poi che in questa nuova sfida, che attiene anche il parlare, il relazionarsi, l’utilizzo delle parole, sia con noi l’intera società regionale a partire dal mondo della comunicazione, a partire da chi fa l’immaginario, da chi fa le relazioni attraverso l’uso delle parole. È un potere immenso che nella nostra società ormai è consolidato e orientare bene questo potere è un compito che riguarda tutti e per esempio utilizzare espressioni sessiste, omofobe, aggressive, violente, come troppo spesso nella discussione pubblica e anche politica avviene, è un qualcosa che va nella direzione sbagliata. Il fatto che in questa legge si tocchino questi temi non in via di principio ma con strumenti concreti che riguardano l’intera società, a partire dal mondo della scuola, del lavoro e di tutte le istituzioni, credo sia un passaggio molto importante, così come è importante il fatto che al cuore di questa legge, non a coprire gli altri aspetti ma da integrarsi con gli altri aspetti, sia un tema centrale della violenza maschile contro le donne.

Qui c’è stato un lavoro straordinario fatto in seno all’istituzione ma che è stato possibile grazie anche a una spinta popolare che ha trovato - ha fatto bene la Presidente Mori a ricordare questo aspetto - una straordinaria forma di partecipazione dal basso, delle donne prima di tutto e degli uomini con loro, e il fatto che al cuore di questa legge ci sia questo tema della violenza maschile contro le donne che segna anche la possibilità non solo di contrastare ex post ma soprattutto di prevenire le forme di violenza credo sia il segno e un messaggio che va anche in direzione delle altre regioni ma soprattutto del nostro Governo e del nostro Parlamento nazionale.

Su questo si è perso molto tempo, si sono perse possibilità concrete ed è il momento di un salto di qualità, di uno scatto in avanti e la nostra legge credo dia un contributo in questo senso, contrastare e prevenire. Prevenire significa farlo agendo in tutti i settori della società, nei settori del lavoro, della conciliazione, della formazione, della cultura, della comunicazione e gli articoli dei Titoli VI, VII e VIII che stanno al centro della legge testimoniano questa possibilità concreta, non soltanto retoricamente affrontare la questione della violenza maschile contro le donne ma poterla prevenire, cominciare anche ad abolire - vi è l’attenzione al lessico e al linguaggio - alcune espressioni, mai espressioni furono più ideologiche e aggressive di quelle che troppo spesso si utilizzano anche per descrivere i fenomeni della violenza e del femminicidio come sesso debole, categoria indifesa, raptus, atto di follia. Sono espressioni che danno l’idea di una mancata comprensione dei processi. Credo che su questo il disegno di legge, frutto di un lavoro corale, dia un contributo importante che segna questa legislatura, segnerà i prossimi anni e spero non soltanto a livello di Regione Emilia-Romagna.

Un ultimo punto, che è anche un auspicio, che è stato richiamato anche da alcune colleghe e da alcuni colleghi, è un punto culturale e politico: la nostra società è da tempo una società fatta di differenze, ormai ne siamo tutti consapevoli, e il fatto che lo siamo anche oltre gli steccati dei partiti e dei gruppi assembleari credo sia un esito molto importante. Le differenze sono linguistiche, religiose, culturali, di stili di vita, di orientamento sessuale, la nostra è una società plurale e pluralistica che non si può ingabbiare sulla base di alcuni principi ritenuti maggioritari. Il fatto che alla base di queste differenze ci sia, e ce lo ha insegnato la lezione del femminismo, la differenza sessuale come differenza basilare un punto di partenza, ecco l’auspicio: riconoscere questa differenza, la differenza di genere, come primaria, e riconoscerla in termini legislativi e istituzionali ci fornisce la possibilità per affrontare concretamente tutte le altre forme di differenza e di evitare che le diverse forme di differenza diventino forme di discriminazione. Questa è la prospettiva valoriale europea (penso alla Carta di Nizza), è la prospettiva delle convenzioni e dei trattati internazionali sui diritti umani, è una prospettiva di pensiero e azione culturale ma anche di azione legislativa.

Approvare una legge quadro contro le discriminazioni di genere per la parità ha questo straordinario valore culturale e politico, ovvero la possibilità di mettere a sistema azioni che potranno andare ad agire contro le diverse forme di discriminazione. Nel testo di legge c’è scritto che le discriminazioni sono multiple, che spesso la discriminazione riguarda le donne ma riguarda anche le donne emigranti, riguarda i bambini, gli anziani, le persone con disabilità, riguarda chi intende esprimere legittimamente un orientamento sessuale in maniera libera e pubblica. Ecco il punto politico e il lavoro da fare da oggi, il lavoro da fare insieme a partire da una legge bandiera. Mi piace molto questa espressione che il collega Malaguti ha richiamato. È una bandiera che viene sventolata in maniera decisa, anche radicale ma con gentilezza e il fatto che questa legge quadro, che ci ha visto impegnati tutte e tutti insieme sia una pratica quotidiana, come è già in alcuni settori della nostra società a livello di amministrazioni locali, credo che ci dia il senso anche dello stare nelle istituzioni e aver fatto parte di questa legislatura, aver consentito insieme come Assemblea legislativa una legge di questo tipo credo ci dia orgoglio, senso delle istituzioni ma anche la consapevolezza che una società migliore e più libera, più equa, più gentile e più bella non è soltanto un discorso retorico ma pratica concreta.

Grazie a chi ha reso possibile una legge di questo tipo e il fatto di aver, anche se in piccola parte, contribuito come singolo Consigliere ha dato ragione di un impegno politico, culturale e anche relazionale.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Casadei.

Ha chiesto di parlare il consigliere Leoni. Ne ha facoltà.

 

LEONI: Grazie, presidente. Il presente progetto di legge si occupa di un aspetto che ha acquisito una rilevante importanza anche a seguito dei gravi fatti di cronaca che si sono susseguiti negli ultimi anni da cui emerge come sia necessario un impegno multilaterale per far crescere la cultura della parità, prima premessa per evitare episodi di violenza di genere. Questo aspetto ritengo che potesse essere anche trattato in tanti altri modi. Si potevano, come peraltro hanno fatto anche altre regioni, fare una serie di interventi a cura della Giunta regionale calibrati sulla prevenzione della violenza sostenendo le strutture che già se ne occupano. Per dare invece una maggiore enfasi politica si sarebbe anche potuta fare una legge, ribadendo in questo modo la sensibilità della comunità emiliano-romagnola su questo tema, invece si è scelta, ed è un vizio ricorrente della nostra regione, una legge manifesto che ha come unica finalità di lanciare un messaggio politico e partitico ben distante dall’alto obiettivo che ci si era proposti. Emerge pesante nello scorrere del testo da un lato la volontà di strafare, debordando anche in aspetti che non sono di stretta competenza giuridica della Regione e dall’altro il ripetere ossessivamente leggi sovra-ordinate o iniziative amministrative già da tempo messe in atto dallo Stato e dalla Regione stessa con il risultato certamente di impressionare il lettore di questa norma e di trasmettere però al contempo un forte messaggio ideologico che va ben al di là del contenuto stesso della legge.

Si tratta quindi di un tentativo di rivoluzionare e di superare tradizioni e abitudini, un tentativo che pretende di cambiare anche la lingua italiana, il tutto creando un intricato e poco chiaro reticolo di strutture e sovra-strutture e l’ausilio delle solite associazioni amiche che in cambio di risorse dovranno occuparsi di lavorare sui bambini e di sostituirsi alle strutture pubbliche in una strana concezione della sussidiarietà che invece di premiare chi da anni si occupa di contrastare la violenza sulle donne, lo sfruttamento, la tratta e così via sosterrà invece quelli che sono politicamente targati. Il braccio operativo scelto per contenere tutti questi strumenti rivoluzionari sarà il piano integrato, uno strumento confezionato dalla Giunta regionale che passerà letteralmente sotto il naso dei Consiglieri regionali che potranno integrarlo ma non votarlo.

Elenco brevemente, nonostante la mole importante di questo progetto di legge di ben 45 articoli, alcuni aspetti critici. Per quanto riguarda la parità di rappresentanza, in questo caso il criterio della parità ritengo che si trasformi da un’opportunità in rischio di inficiare quello che è in realtà il funzionamento di importanti settori del tessuto socio-economico. Se infatti la rappresentanza paritaria può essere applicata all’interno di assemblee elettive con i tempi che l’Assemblea legislativa (nel nostro caso) deciderà di darsi essa non può diventare criterio per le società controllate, pur a fronte di una norma nazionale, queste società non devono essere guidate da un uomo o da una donna ma da chi ha le qualità migliori e poco conta a quale sesso questa persona appartenga. Lo stesso dicasi per le associazioni, e qui forse è più grave. Alcune di esse per loro stessa peculiarità difficilmente riusciranno ad avere una rappresentanza paritaria, come per esempio una società di calcio che potrebbe avere più dirigenti maschi mentre una società di pallavolo potrebbe avere più dirigenti femmine e così via. Si rischia così di penalizzarle per questo motivo escludendole anche da eventuali contributi; è una cosa chiaramente ingiusta che potrebbe essere un modo per comprometterne in alcuni casi la loro stessa esistenza.

Per quanto riguarda l’educazione alla cultura, questo è l’aspetto in assoluto più delicato perché interessa la parte più condizionabile della popolazione, ossia i bambini. La formulazione degli articoli fa comprendere bene una delle finalità della legge: non c’è solo la volontà di prevenire le violenze di genere ma anche quella di fare entrare la teoria del gender in ogni ambito rischiando in questo modo un’introduzione effettuata in modo acritico nelle scuole. Se infatti possono essere accettabili seri e ponderati progetti diretti ai ragazzi volti a prevenire la violenza e la discriminazione, non vorrei che si usasse questo pretesto per insegnare il rispetto non solo dell’identità di genere ma anche di quella religiosa, culturale e dell’orientamento sessuale, delle opinioni o dello status economico e sociale. Al posto di una formazione indirizzata in special modo ai docenti affinché insegnino ai loro ragazzi questi principi, si prevede che delle associazioni terze, ma spesso politicamente amiche, gestiscano questi progetti nelle scuole. Un altro aspetto poi riguarda le risorse. Chi pagherà e quanto costeranno questi interventi nelle scuole? Dove verranno trovati i soldi per le borse di studio in un’epoca in cui la Regione non dà nulla all’Università? Dove sono i soldi per i progetti culturali dedicati alle donne realizzati dall’IBACN Siccome la coperta è corta e lo sappiamo tutti, c’è il rischio concreto che per destinarli ad alcuni di questi progetti e a queste iniziative in realtà vengano poi scoperti alcuni altri importanti settori. Per quanto riguarda il linguaggio, l’articolo 9 penso che sia l’esempio dell’esagerazione ideologica di questo progetto di legge, che pretende anche di cambiare le leggi della grammatica italiana come se queste ultime fossero fatte da un organismo politico. Invece di inventarsi lambiccate soluzioni di grammatica sarebbe stato meglio se la Regione avesse chiesto un parere all’Università o chi era in grado di darle per conoscere le esatte dizioni e adattarle. Con l’auspicio delle modifiche introdotte si rischia di dover applicare a documenti e già leggi in vigore, ma mi auguro che non sia così, tutte le modifiche da portare avanti e questo richiederà nuove risorse e nuovo personale. Anche in questo caso i soldi dove li andremo a prendere oppure a toglierli da quale altro settore?

La salute e il benessere forse è un altro di quegli aspetti più ridondanti di questo progetto di legge. Già oggi l’appropriatezza della cura è un principio applicato, o almeno dovrebbe essere tale, a tutti i pazienti, così come l’idea che per ciascuno di essi debba valere un modo diverso di presa in carico. Nota dolente anche in questo caso sono i soldi. In un momento in cui vi sono sempre più tagli alla sanità con conseguenze pratiche per l’utenza che tutti noi viviamo costantemente, dove trovare i soldi per le campagne di informazione e comunicazione? Quando ogni giorno si legge che vengono tagliati posti letto negli ospedali e tolte le guardie mediche in montagna, dove andare a reperire le risorse per i centri antiviolenza? Anche in questo caso taglieremo da qualche altra parte per mettere i soldi in questo progetto. Oggi una donna che subisce violenza viene giustamente e doverosamente assistita e curata, sarebbe stato meglio quindi potenziare i consultori già esistenti dando loro anche qualche competenza in più.

Sul contrasto alla violenza, che è il vero nocciolo del progetto, è evidente che invece secondo noi il progetto va assolutamente in una via condivisibile. Unica nota dolente è l’auspicio che il principio di solidarietà possa prevalere, che non vengano sostenute solo associazioni amiche che fanno prevenzione, informazione e che gestiscono le case rifugio ma che si prenda atto delle realtà che lo fanno da decenni sotto traccia e che meritano anch’esse di essere valorizzate.

Sui matrimoni forzati, si nota in modo positivo il riconoscimento di questo fenomeno altamente riprovevole che per lungo tempo è stato assai poco considerato, soprattutto da una certa sinistra perché riguarda oggi essenzialmente usanze di cittadini stranieri presenti sul nostro territorio. È bene sapere che ciò che potrà fare la Regione è quasi nulla e benché si metta in capo ai Comuni, che non hanno né le competenze né le risorse per farlo, il controllo del fenomeno è almeno positivo che se ne prenda coscienza e se ne condanni la pratica.

Sulla costituzione di parte civile, anche questo aspetto è importante, è un segno simbolico, di contrarietà alla violenza di genere, rimangono però controversi gli aspetti relativi a chi sosterrà le spese processuali e all’incentivo ai Comuni affinché modifichino lo statuto in questo senso, perché voler modificare gli statuti e in quale modo tra l’altro si incentiveranno i Comuni.

Sul lavoro e sull’impresa, anche in questo caso temo che la legge potrebbe produrre esiti diversi e forse negativi rispetto agli obiettivi prefissati. La parità, se incentivata con sgravi fiscali alle imprese, può diventare paradossalmente discriminante per l’altro sesso. Se poi viene richiesta in tutti gli ambienti di lavoro bisogna anche considerare che vi sono ambiti come le scuole, le case di cura e così via dove un sesso è maggioritario rispetto agli altri e se gli uomini quindi in quel caso facessero appello alla parità dove arriveremmo? Arriveremmo forse a richiedere di licenziare donne per assumere uomini? Sarebbe una cosa assurda. Le imprese femminili sono le uniche oggi - non solo loro per la verità - ad avere ancora forme di agevolazioni, ma se a questo punto le imprese maschili, sentitesi discriminate, arrivassero a chiedere anche loro incentivi?

Bene invece il contrasto del fenomeno delle dimissioni in bianco anche se il vero dubbio è, a parte il proclama in legge, come farà la Regione a contrastare il fenomeno visto che non è ha competenza. Per quanto riguarda la conciliazione famiglia e lavoro, rispetto alle proprie dipendenti e soprattutto nei confronti delle aziende private la nostra Regione non ha mai fatto di fatto una politica organica di conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, questo obiettivo ora è sbandierato come qualcosa di indispensabile e c’è da chiedersi perché tutte le volte che l’ha detto in passato l’opposizione, anche in quest’Aula, ha dovuto registrare in realtà un disinteresse da parte della Giunta regionale e invece è evidente a tutti che mettere in pratica la conciliazione sarebbe davvero un modo fattivo per aiutare la famiglia.

Un altro settore importante di questa legge è quello della comunicazione e dello sport. In questi due campi si coglie l’idea dell’esagerazione ideologica del provvedimento. Premesso che l’accesso a impianti sportivi e la pratica dello sport oggi in Emilia-Romagna è libero e per tutti senza discriminazione, e se non fosse così mi auguro che chi venga discriminato si rivolga direttamente alle autorità competenti affinché sia perseguito chi lo discrimina, anche lo spazio sui media è uguale per tutti, almeno per tutti coloro i quali ottengono risultati, a prescindere dal loro sesso. Per quanto riguarda l’immagine della donna, ciò che risulta difficile è stabilire chi, come e cosa la degrada e cosa no. Personalmente osservo sempre con una certa diffidenza i tentativi di imposizione di un pensiero e di una condotta da parte delle istituzioni; per questo la funzione di guardiano che si attribuisce al CORECOM da un lato non so quanto sia positiva - penso assai poco - ma dall’altro è assolutamente inutile. Già oggi il codice deontologico e quello di disciplina delle comunicazioni commerciali o della comunicazione istituzionale stabiliscono cosa è lecito e cosa no, cosa è appropriato e cosa no.

Sulle relazioni internazionali, inserire politiche di genere negli interventi dei tavoli potrebbe significare, oltre l’aspetto positivo dell’idea, che si potrebbero bloccare molti di questi tavoli poiché peraltro è raro trovare Paesi del terzo mondo che rispettino la parità tra uomo e donna, come nel tanto vituperato Occidente, quindi questo aspetto potrebbe essere controproducente. Bene invece sostenere, anche se ritengo non giustamente in via esclusiva, quei progetti che prevedano anche il fine della parità di genere tra le proprie finalità. L’osservatorio regionale, il tavolo permanente per le politiche di genere, le aree di integrazione, il centro regionale contro le discriminazioni e la conferenze delle elette sono gli organi che vengono creati da questa legge, un vero dedalo di competenze che stride con la volontà dichiarata da tutti e a tutti i livelli di semplificare la burocrazia. È l’esatto contrario, ma la domanda anche in questo caso è un’altra: chi paga le attività di tutti questi organismi e di tutte queste organizzazioni? Bilancio di genere, statistiche di genere e piano integrato sono alcuni degli strumenti che gli uffici dovranno predisporre concorrendo quindi alla creazione di nuova burocrazia di concerto con tutti questi organismi che questa legge va a produrre.

In una legge di ben 45 articoli è evidente che vi siano anche alcuni aspetti positivi che rileviamo, come quelli riguardanti la formazione, la sicurezza urbana, il contrasto e la prevenzione della violenza e della discriminazione, la legge peraltro - lo diceva già il relatore - recepisce inoltre proposte che erano arrivate in quest’Aula, una tra l’altro l’avevo presentata io stesso nel 2012 con una risoluzione, ossia quella del codice rosa che viene inserito come codice di prevenzione per le persone maltrattate che si rivolgono ai pronto soccorso della nostra regione.

Tutti gli interventi previsti da questo progetto di legge, buoni o cattivi che siano, necessitano comunque per essere realmente efficaci di una grande quantità di risorse. Il fatto che ci troviamo di fronte a un provvedimento quadro senza peraltro neanche una chiara indicazione economica dei costi, fa presagire molto serenamente e con grande tranquillità che molti dei propositi e dei proclami contenuti in questa legge rimarranno di fatto solo sulla carta e rimarranno solo dei proclami.

Non è detto che su alcuni temi questo non sia un bene e a tal proposito abbiamo presentato solo alcuni emendamenti (quattordici nello specifico) che vogliono apportare delle modifiche che noi riteniamo migliorative a questo testo cercandolo di sfrondare da quelle che sono le sue esagerazioni ideologiche e di riportarlo al vero tema che è quello del contrasto della violenza e anche di una parità che sia effettiva, vissuta come tale e non ideologica.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Leoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bonaccini. Ne ha facoltà.

 

BONACCINI: Grazie, presidente. Ringrazio Monica Donini e Liana Barbati che mi hanno permesso di anticiparle perché dopo devo partire e non avrei potuto prendere la parola. Dico cose molte brevi, d’altra parte non vorrei ripetere gli interventi che hanno fatto i colleghi del gruppo del Partito Democratico che sono entrati nel merito efficacemente di tutto l’iter che ha visto l’approdo di questa legge e anche in merito del provvedimento e dei provvedimenti che ne sono contenuti la ritengo un’ottima legge e che credo possa diventare anche un riferimento nazionale per altre regioni.

Volevo dire tre cose brevissime. La prima è il metodo: a me pare che esserci arrivato col contributo di tantissime esperienze che su questo campo sono state fatte, siano associazioni o gruppi di donne di partiti o di movimenti che hanno fatto uno straordinario lavoro di raccolta delle firme, a partire dal coordinamento delle donne del Partito Democratico ma per allargarsi a tante altre forze e associazioni che hanno contribuito a fare in modo che dai territori, come diceva il consigliere Casadei, prendesse piede questa proposta, credo sia un merito che rimane e rimarrà a riprova anche di una concretezza e una cultura di partecipazione e sensibilità particolare che questa terra ha anche sull’oggetto in essere. Credo che questo rafforzi la discussione che stiamo facendo oggi per toglierla solo dal politicismo che a volte rischia ognuno di noi di caratterizzarci nell’affrontare materie che da troppi anni probabilmente attendevano di trovare una corrispondenza anche legislativa.

La seconda è il merito: a me pare che non solo sia un’ottima legge ma affronti uno spettro di argomenti che prendono a riferimento questioni che purtroppo spesso hanno a che fare con drammi e tragedie (penso al femminicidio o alle violenze che tante donne hanno dovuto o devono subire) ma non c’è solo quello e ci sono i soprusi, l’esclusione e le discriminazioni, a volte anche il non poter, senza toccare per fortuna drammi e tragedie, sentirsi parte di una comunità nella discussione di temi e argomenti che invece meritano e meriterebbero maggiore attenzione. Da questo punto di vista voglio dire che non solo non possiamo fermarci qui ma dobbiamo anche fare in modo che strumenti che permettano la presenza delle donne nei luoghi dove si decide diventino non solo strumenti possibili da utilizzare ma pratica quotidiana.

In questo il nuovo Governo ha dato un grandissimo esempio, a partire dalla presenza del 50 per cento di donne nell’esecutivo e penso che noi dovremmo arrivare all’approdo di una legge elettorale che veda anche qui, come si è già fatto in altri campi, la doppia preferenza di genere per permettere che la presenza delle donne nelle istituzioni sia una presenza che possa essere anche aiutata da strumenti che in passato ne hanno decretato l’esclusione. Non tutta l’Italia è uguale, l’abbiamo visto anche nelle recenti tornate elettorali, ma, se penso a questa regione, sta crescendo enormemente la consapevolezza anche nelle forze politiche di cosa questo possa e voglia dire.

Da questo punto di vista considero un valore il fatto che ad esempio i consiglierei Manfredini o Malaguti, cioè esponenti di altre forze politiche con le quali spesso combattiamo politicamente in Aula e nei territori, abbiano voluto sottoscrivere e i loro interventi, al netto di qualche accento che magari non condividiamo fino in fondo, dimostrano che su questo argomento ottimo è stato il lavoro della Presidente Roberta Mori e della stessa Commissione, che peraltro ricordo abbiamo voluto con forza istituire in questa legislatura.

C’è però un tema che riguarda tutti, anche le forze politiche e i loro rappresentanti, che è il linguaggio che si usa quando si affrontano certe questioni. Spero che tutti vogliano prendere le distanze dagli insulti sessisti e dagli attacchi vergognosi che in rete si susseguono tutti i giorni, a volte anche in chiaro, ma quelli ad esempio che ieri hanno riguardato il Ministro Boschi su un certo blog molto popolare sono di un’indecenza evidente. Questi susseguono ciò che ha dovuto subire la Presidente della Camera a più riprese, Laura Boldrini, e quello che tante donne presenti nelle istituzioni, al di là dell’appartenenza politica, che in questo caso non mi interessa assolutamente sottolineare, devono subire. Io credo che quando parliamo e quando polemizziamo dovremmo sempre avere il merito delle cose che diciamo e non utilizzare cose che non ci riguardano e se qualcuno lo fa in cerca di visibilità o a nome nostro essere sempre i primi a condannare duramente e a pretendere le scuse.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bonaccini.

Abbiamo terminato alle 13 in punto.

Ricordo ai componenti dell’Ufficio di Presidenza che alle 13:30 abbiamo l’Ufficio di Presidenza, alle 15:00 riprende l’Aula con le interpellanze e poi si procede nuovamente con la ripresa del dibattito sulla legge.

Ci sono ancora quattro interventi già programmati ma se ne potrebbero chiaramente aggiungere anche nel pomeriggio e abbiamo detto che si proseguirà fin quando possibilmente si riescono a esaurire tutti i provvedimenti, quindi sia le leggi sia gli atti amministrativi.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,01

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50.

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI, il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI; gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI, Tiberio RABBONI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell’art.65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA, gli assessori Carlo LUSENTI, Alfredo PERI e il consigliere Fabio FILIPPI.

 

OGGETTO 5647

Comunicazione del Presidente della Regione sulle modifiche alla composizione della Giunta (art. 5 comma 3 del Regolamento dell'Assemblea)

 

Intervento del consigliere Manfredini

 

Ringraziamo il Presidente per la comunicazione e facciamo i migliori auguri al collega Luciano Vecchi a cui spettano alcune sfide, tra cui:

- l’attrattività del nostro territorio regionale;

- trattenere le eccellenze produttive affinché si superi la crisi economica e occupazionale.

Aiutare le imprese ed i territori colpiti dal sisma, poiché l’obiettivo della ricostruzione e della ripresa in quei luoghi, non è ancora stato ragguinto.

Colgo inoltre l’occasione per fare un appunto:

come movimento abbiamo apprezzato molto il fatto che il Presidente Errani abbia immediatamente sostituito l’Assessore Muzzarelli per garantire continuità alle azioni intraprese, tuttavia avremmo ritenuto necessario che la stesa tempestività e sostituzione fosse stata riservata anche all’assessorato Ambiente e Riqualificazione Urbana, che tra i compiti e le scadenze più importanti ha Piano regionale per la gestione rifiuti.

Dalla fine dell’era Freda, di quell’assessorato non si è saputo più nulla, dato che il Presidente non ha affidato deleghe e, comprensibilmente, si sarebbe trattato di un carico eccessivo da aggiungere a tutti gli impegni istituzionali che lo assorbono qui in Regione, ala Conferenza Stato-Regioni e come Commissario straordinario per la ricostruzione nelle zone terremotate.

Di questo aspetto voglio evidenziare una partita assai importante, assai controversa (tanto controversa che, a leggere le dichiarazioni, la spodestata Freda si sarebbe trovata in rotta di collisione con la maggioranza e con HERA).

L’obiettivo più importante e carico di conseguenze di quell’assessorato è il Piano gestione rifiuti.

Un percorso iniziato il 4 aprile 2013 e che si sarebbe dovuto concludere entro il 12 dicembre 2013.

Il ritardo è clamoroso.

Le polemiche, i ricorsi di alcuni sindaci, i dubbi sul contenuto sono tanti.

Su questo punto, signor Presidente Errani, sento il dovere di chiamarla in causa. La partita è rilevante, importante:

- dal punto di vista economico, per gli interessi che ci sono dietro;

- dal punto di vista ambientale, perché discariche e centrali minacciano il territorio;

- dal punto di vista della salute dei cittadini,

Bene quindi la sostituzione del modenese Muzzarelli con il modenese Vecchi, chiedo tuttavia che altrettanta attenzione ed efficienza sia riservata anche ai temi lasciati nel cassetto dalla Freda.

Oltretutto irrisolti e con enormi problemi e conflitti che non lasciano tranquilli i cittadini.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

5629 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Ratifica dell'Intesa tra la Regione Lombardia e la Regione Emilia-Romagna concernente il riordino dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna" (delibera di Giunta n. 810 del 09 06 14).

5641 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con tariffa puntuale, e dell’impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio. Competenze dei Comuni per le operazioni di gestione del servizio di igiene urbana prive di rilevanza economica" (10 06 14). Iniziativa dei Consiglieri: Meo, Casadei, Marani, Donini, Mandini, Naldi, Sconciaforni

5650 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Disposizioni relative a turismo equestre e centri ippici". (16 06 14) Iniziativa del Consigliere: Vecchi Alberto

5660 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l’approvazione della legge di assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 e del bilancio pluriennale 2014-2016. Primo provvedimento generale di variazione" (delibera di Giunta n. 869 del 17 06 14).

5661 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Assestamento del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2014 e del bilancio pluriennale 2014-2016 a norma dell’art. 30 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40. Primo provvedimento generale di variazione" (delibera di Giunta n. 870 del 17 06 14).

5673 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Norme in materia di cinema e audiovisivo" (delibera di Giunta n. 879 del 17 06 14).

5674 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Riduzione del consumo del suolo, riuso del suolo edificato e tutela delle aree agricole" (delibera di Giunta n. 880 del 17 06 14).

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interpellanze

 

5642 - Interpellanza circa nomine e accorpamenti di strutture riguardanti la nuova ASL della Romagna. A firma del Consigliere: Bartolini

5651 - Interpellanza circa le azioni da attuare per garantire il rispetto delle norme in materia di animali, con particolare riferimento anche al delfinario di Rimini. A firma della Consigliera: Meo

5668 - Interpellanza circa la sospensione del servizio di mediazione sociale presso l'ACER di Piacenza. A firma del Consigliere: Pollastri

5682 - Interpellanza circa la promozione del marchio "Buena movida", con particolare riferimento al contenimento dei limiti orari e quantitativi delle emissioni sonore notturne. A firma del Consigliere: Pollastri

5691 - Interpellanza circa l'istituzione della figura del "Garante dei pendolari" e l'esercizio delle relative competenze. A firma del Consigliere: Pollastri

 

Interrogazioni

 

5643 - Interrogazione a risposta scritta circa il futuro della Cassa di Risparmio di Ferrara. A firma del Consigliere: Riva

5644 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione del servizio di Guardia Medica nei comuni di Bobbio, Ottone, Travo, Ferriere, Borgonovo, Farini, Carpaneto, Pianello e Morfasso, facenti parte dell'AUSL di Piacenza. A firma del Consigliere: Pollastri

5645 - Interrogazione a risposta scritta circa i convogli ferroviari sui quali è consentito il trasporto delle biciclette, con particolare riferimento al turismo nel territorio ferrarese. A firma della Consigliera: Meo

5646 - Interrogazione a risposta scritta circa il mantenimento delle funzioni e delle strutture sanitarie esistenti nei Comuni dell'Alta Valmarecchia, con particolare riferimento alla situazione dell'Ospedale Sacra Famiglia di Novafeltria. A firma del Consigliere: Lombardi

5649 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa il finanziamento del progetto della Provincia di Piacenza denominato "Adotta la terra". A firma del Consigliere: Pollastri

5652 - Interrogazione a risposta scritta circa i rincari delle tariffe dei contributi per i diritti d'autore. A firma del Consigliere: Pollastri

5654 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure relative all'acquisizione di un immobile destinato alla realizzazione della casa della salute dell'AUSL di Modena. A firma del Consigliere: Favia

5655 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione dei parametri di assistenza socio-sanitaria delle reti organizzate secondo il modello Hub & Spoke ai pazienti colpiti dalla malattia di Huntington. A firma del Consigliere: Zoffoli

5656 - Interrogazione a risposta scritta circa i poteri discrezionali dei Dirigenti Generali in ordine alle nomine ed alla stipula di contratti, con particolare riferimento al settore della sanità. A firma del Consigliere: Bignami

5658 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche riguardanti il servizio di trasporto pubblico offerto da SETA. A firma del Consigliere: Cavalli

5659 - Interrogazione a risposta scritta circa iniziative riguardanti, presso l'Azienda Ospedaliera Sant'Orsola-Malpighi di Bologna, un momento di preghiera indetto dalla Comunità Giovanni XXIII in difesa della vita. A firma del Consigliere: Bignami

5662 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare a seguito dell'inagibilità della S.P. 513 a causa di una frana in località "Cantoniera di Vetto" nella Val d'Enza (RE). A firma della Consigliera: Noè

5663 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare il trend relativo alla cessazione di imprese commerciali e turistiche in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Noè

5664 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa alla frana esistente in località Cantoniera di Vetto, che comporta la chiusura al traffico della S.P. 513 della Val d’Enza (RE). A firma del Consigliere: Filippi

5666 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione dei posti letto dell'Ospedale di Vignola. A firma del Consigliere: Leoni

5667 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti l'organico del personale di SETA. A firma del Consigliere: Pollastri

5670 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione degli importi dei contratti delle Pubbliche Amministrazioni per l'acquisizione di beni e servizi. A firma della Consigliera: Noè

5671 - Interrogazione a risposta scritta circa il blocco dei lavori di messa in sicurezza e adeguamento antisismico del padiglione Vallisneri dell'Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì. A firma del Consigliere: Bartolini

5672 - Interrogazione a risposta scritta circa la presenza di amianto negli acquedotti di Modena, Bologna e Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Leoni

5675 - Interrogazione a risposta scritta circa le sanzioni amministrative, e le relative procedure, comminate nei confronti dei proprietari di fondi agricoli con rampe di accesso su strade poste sulla sommità di argini di fiumi. A firma del Consigliere: Bazzoni

5676 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della azienda SAECO di Gaggio Montano. A firma del Consigliere: Sconciaforni

5677 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa regionale che disciplina le strutture di custodia dei cani e dei gatti. A firma del Consigliere: Bignami

5678 - Interrogazione a risposta scritta circa la discrezionalità attribuita ai Direttori generali nella stipula dei contratti di lavoro relativi ad incarichi dirigenziali. A firma del Consigliere: Bignami

5680 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure relative allo scavo di terreni, con particolare riferimento alla previsione di analisi degli stessi oltre alla asseverazione da parte del proponente. A firma dei Consiglieri: Bartolini, Aimi

5681 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per contrastare la diffusione del parassita del mais denominato Diabrotica. A firma del Consigliere: Pollastri

5683 - Interrogazione a risposta scritta circa la compensazione, da parte della Regione Emilia-Romagna, delle spese sostenute dalla Provincia di Piacenza per il ripristino della viabilità della Strada Provinciale 654, in località Perotti. A firma del Consigliere: Pollastri

5684 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti lo studentato "Fioravanti" di Bologna, con particolare riferimento alla mancanza di condizionamento dell'aria nei relativi locali. A firma del Consigliere: Bignami

5685 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione del servizio del Cup di Baricella (BO). A firma del Consigliere: Vecchi Alberto

5686 - Interrogazione a risposta scritta circa la valorizzazione e lo sviluppo del termalismo, con particolare riferimento al territorio bolognese ed alla situazione riguardante gli impianti nello stesso operanti. A firma del Consigliere: Bignami

5687 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto Film Fund. A firma della Consigliera: Noè

5688 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a sostegno dell'ASP-Centro servizi alla persona costituita dai Comuni di Ferrara, Voghiera e Masi Torello. A firma della Consigliera: Noè

5689 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e le competenze riguardanti l'istituzione della Città Metropolitana di Bologna. A firma della Consigliera: Noè

5690 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure ed i tempi riguardanti, ai sensi dell'art. 30 comma 3 dello Statuto, le richieste di informazioni e documenti utili per l'espletamento del mandato, proposte dai Consiglieri regionali. A firma del Consigliere: Leoni

5692 - Interrogazione a risposta scritta circa i programmi regionali riguardanti il diritto di asilo. A firma dei Consiglieri: Manfredini, Bernardini, Cavalli, Corradi

5693 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la costituzione, quale parte civile, della Regione Emilia-Romagna nel procedimento riguardante la contaminazione da aflatossine del latte destinato alla produzione del Parmigiano-Reggiano, ed i contributi riguardanti tale produzione. A firma della Consigliera: Meo

5694 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la revoca o la sospensione del finanziamento regionale riguardante la pista ciclabile sul lungomare di Rimini. A firma del Consigliere: Lombardi

5695 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per finanziare il progetto della Provincia di Piacenza "Adotta la terra". A firma del Consigliere: Pollastri

5696 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa politiche di approvvigionamento, attraverso l'Agenzia Intercent-Er, che garantiscano al sistema sanitario la sostenibilità ambientale ed economica. A firma del Consigliere: Bernardini

5697 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di attesa relativi ad interventi in ambito senologico presso il sistema sanitario bolognese e l'Ospedale Bellaria. A firma del Consigliere: Bernardini

5698 - Interrogazione a risposta scritta circa accordi riguardanti l'applicazione di tariffe ridotte relative ai titoli di viaggio destinati, nell'ambito del trasporto pubblico locale, ai migranti. A firma della Consigliera: Noè

5699 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le correlazioni tra gli eventi sismici e l'attività di estrazione-reiniezione, con particolare riferimento alla Concessione Mirandola - Giacimento Cavone. A firma del Consigliere: Favia

5700 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli strumenti di integrazione salariale in deroga per il periodo successivo al 30 giugno 2014. A firma della Consigliera: Noè

5701 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le richieste avanzate dai sindacati in ordine al futuro dell'azienda Bredamenarinibus. A firma del Consigliere: Sconciaforni

5702 - Interrogazione a risposta scritta circa i criteri e le procedure relative ad una iniziativa formativa rivolta al personale degli enti del S.S.R. nell'ambito del programma di ricerca Regione-Università in tema di research network. A firma del Consigliere: Bignami

 

Risoluzioni

 

5648 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, in ambito normativo, finanziario e culturale volte a valorizzare il Museo internazionale delle Ceramiche-MIC di Faenza quale "giacimento culturale" di primaria importanza a livello internazionale. A firma del Consigliere: Bazzoni

5653 - Risoluzione per impegnare la Giunta a chiedere al Governo un provvedimento di rinvio, almeno fino al 31 dicembre 2014, del versamento della TASI, prevedendo inoltre la cancellazione di tale forma di imposizione. A firma del Consigliere: Cavalli

5657 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo al fine di evidenziare la necessità di evitare la chiusura della sede distaccata del TAR di Parma. A firma dei Consiglieri: Corradi, Cavalli, Bernardini, Manfredini

5665 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo al fine di modificare la decisione, assunta dal Consiglio dei Ministri, circa la chiusura della sede distaccata del TAR di Parma. A firma dei Consiglieri: Villani, Filippi, Pollastri

5669 - Risoluzione per invitare la Giunta ad attivare uno studio specifico ed un conseguente piano di lavoro al fine di armonizzare la normativa esistente ai principi della legislazione regionale in tema di partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali (L.R. n. 3/2010). A firma della Consigliera: Noè

5679 - Risoluzione per invitare la Giunta a porre in essere azioni volte a garantire la piena funzionalità del Tribunale dei minori di Bologna, con particolare riferimento alla nuova sede dello stesso ed al personale ivi operante. A firma del Consigliere: Noè

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

 

5392 - Interrogazione a risposta scritta circa le attività da porre in essere per risolvere la situazione di dissesto idrogeologico esistente nel Comune di Polinago (MO). A firma del Consigliere: Leoni

5405 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare le frane che hanno colpito i territori dell'Appennino modenese a Guiglia, Pievepelago e Palagano. A firma del Consigliere: Leoni

5406 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione ed i danni causati dall'esondazione del torrente Tiepido (MO). A firma del Consigliere: Leoni

5407 - Interrogazione a risposta scritta circa la somministrazione gratuita del probiotico VLS#3 nella terapia delle pouchiti croniche. A firma dei Consiglieri: Carini, Mazzotti

5411 - Interrogazione a risposta scritta circa l'esondazione del torrente Tiepido, avvenuta a Modena in data 4 aprile. A firma dei Consiglieri: Vecchi Luciano, Serri

5412 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della cittadinanza a fronte della presenza di fibre di amianto nella rete idrica di Carpi (MO). A firma del Consigliere: Leoni

5419 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa al Rio Lagacciolo, nel Comune di Camugnano. A firma del Consigliere: Bignami

5425 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inserimento dei servizi socio-sanitari tra quelli esentati dal pagamento delle tariffe autostradali, con particolare riferimento alle ambulanze delle Associazioni private. A firma del Consigliere: Pollastri

5430 - Interrogazione a risposta scritta circa le spese relative ad un convegno posto in essere dal Consorzio di bonifica di Piacenza. A firma del Consigliere: Cavalli

5433 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti i Consorzi di bonifica e la subsidenza sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Favia

5439 - Interrogazione a risposta scritta circa la società Last Minute Market Srl. A firma del Consigliere: Bignami

5482 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la costruzione di una rotonda, in località Pianetto nel Comune di Galeata, al fine di mettere in sicurezza la strada provinciale del Bidente (FC). A firma del Consigliere: Bartolini

5513 - Interrogazione a risposta scritta circa il provvedimento relativo ad un progetto della Società GE.CO. Sistema Srl in materia di derivazione idrica. A firma del Consigliere: Lombardi

5527 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione, a Conselice (FE), di uno stabilimento di lavorazione di scarti di rifiuti di inceneritori. A firma del Consigliere: Malaguti

5541 - Interrogazione a risposta scritta circa il sostegno e la preservazione delle produzioni e degli allevamenti di animali con certificazioni di qualità. A firma del Consigliere: Cavalli

5543 - Interrogazione a risposta scritta circa il mantenimento delle convenzioni riguardanti le auto-mediche operanti nel territorio montano delle Valli del Reno e del Setta. A firma del Consigliere: Bernardini

5544 - Interrogazione a risposta scritta circa il mantenimento del servizio svolto dalle auto-mediche operanti nelle Valli del Reno e del Setta. A firma del Consigliere: Sconciaforni

5549 - Interrogazione a risposta scritta circa il mantenimento del servizio svolto, a Marano di Gaggio Montano, Vado di Monzuno e Pian del Voglio di San Benedetto, dalle auto-mediche. A firma della Consigliera: Noè

5572 - Interrogazione a risposta scritta circa le disposizioni normative riguardanti l'espletamento delle mansioni di "verificatore di titoli di viaggio". A firma del Consigliere: Sconciaforni

5617 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione degli organici delle scuole statali. A firma del Consigliere: Sconciaforni

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, lettera f) del Regolamento interno

 

Si comunica che la Commissione assembleare "Territorio Ambiente Mobilità", nella seduta del 12 giugno 2014, ha esaminato la petizione ogg. n.              4957 -

 

Petizione popolare circa le periodiche operazioni di svaso dei bacini artificiali presenti sull'intero territorio regionale (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 2 del 08 01 14).

 

formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 05/06/2014 al 18/06/2014:

 

DPGR n. 104 del 11/06/2014

Modifiche ed integrazioni al decreto N. 101/2010 - Nomina dei componenti della Giunta regionale e specificazione delle relative competenze.

 

DPGR n. 107 del 13/06/2014

Sostituzione di un consigliere nella Camera di Commercio di Ravenna.

 

DPGR n. 108 del 13/06/2014

Sostituzione di un consigliere nella Camera di Commercio di Reggio Emilia.

 

DPGR n. 112 del 16/06/2014

Designazione del Dott. Piero Gnudi come componente del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII.

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. n)

 

Si informa, ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. n), che l’ordine del giorno relativo alla convocazione della tornata di lavori assembleari fissati per i giorni 25 e 26 giugno 2014 è stato integrato con i seguenti oggetti:

 

5534 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere". A firma dei Consiglieri: Mori, Pariani, Moriconi, Meo, Donini, Casadei, Serri, Manfredini, Malaguti, Mandini (Testo Base)

4469 - Progetto di legge d'iniziativa popolare recante: "Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell’inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne" (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 11 del 12 marzo 2013 pubblicata sul BURERT n. 70 del 21 marzo 2013 e di validità n. 16 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013).

4470 - Progetto di legge d'iniziativa di Consigli comunali di Cattolica, Ravenna, San Felice sul Panaro e Traversetolo recante: "Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne" (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 12 del 17 luglio 2013 e n. 14 del 28 agosto 2013 pubblicate sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013 e di regolarità n. 15 del 28 agosto 2013 pubblicata sul BURERT n. 261 del 10 settembre 2013).

4795 - Progetto di legge d'iniziativa del Consiglio Comunale di Modena recante: "Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e per la promozione della cultura dell'inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne" (Deliberazioni della Consulta di Garanzia Statutaria di ammissibilità n. 18 del 5 novembre 2013 e di regolarità n. 19 del 5 novembre 2013 pubblicate sul BURERT n. 347 del 25 novembre 2013).

 

4990 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Interventi per il trasporto ferroviario e fluviomarittimo delle merci. Abrogazione della legge regionale 4 novembre 2009, n. 15 (Interventi per il trasporto ferroviario delle merci" (delibera di Giunta n. 4 del 07 01 14).

(Comunicazione n. 77 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP.2014.0001040 del 24/06/2014)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Costi - Mandini

Corradi - Meo

 

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