Espandi Indice

 

190.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014

 

(POMERIDIANA)

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 5673

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Norme in materia di cinema e audiovisivo". (105)

(Continuazione discussione, esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 5673/1 - Dichiarazioni di voto e approvazione) (118)

PRESIDENTE (Costi)

FAVIA (Misto)

BARBATI (Italia dei Valori)

MEZZETTI, assessore

MONARI (PD)

POLLASTRI (Forza Italia - PDL)

GRILLINI (Misto)

 

Inversione dell’ordine del giorno

PRESIDENTE (Costi)

 

OGGETTO 5799

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per l'elezione dell'Assemblea legislativa e del Presidente della Giunta regionale". Iniziativa dei Consiglieri: Pariani, Sconciaforni, Naldi (Testo base) (106)

(Relazione della commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 5799/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (119)

(Ordine del giorno oggetto 5799/2 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (120)

OGGETTO 4070

Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Alberto Vecchi, Pollastri e Filippi: "Norme per l'elezione dell'Assemblea legislativa regionale e del Presidente della Regione".

(Abbinato)

OGGETTO 2069

Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Barbati, Mandini e Grillini: "Legge elettorale regionale".

(Abbinato)

PRESIDENTE (Costi)

NALDI, relatore della commissione

POLLASTRI, relatore di minoranza

FAVIA (Misto)

GRILLINI (Misto)

MEO (SEL - Verdi)

MANDINI (Italia dei Valori)

PARIANI (PD)

MALAGUTI (Misto)

BONACCINI (PD)

CORRADI (Lega Nord)

MANDINI (Italia dei Valori)

MALAGUTI (Misto)

NALDI (SEL - Verdi)

FAVIA (Misto)

FAVIA (Misto)

NALDI (SEL - Verdi)

FAVIA (Misto)

FAVIA (Misto)

MANDINI (Italia dei Valori)

LOMBARDI (Forza Italia - PDL)

GRILLINI (Misto)

PARIANI (PD)

MEO (SEL - Verdi)

NOÈ (UDC)

SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)

FAVIA (Misto)

PRESIDENTE (Costi)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 5673 - 5799

Ordini del giorno oggetti 5673/1 - 5799/1 - 5799/2

Emendamenti agli oggetti 5673 - 5799

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI

 

La seduta ha inizio alle ore 15,19

 

PRESIDENTE (Costi): Dichiaro aperta la centonovantesima seduta della IX legislatura dell’Assemblea legislativa.

Il presidente della Giunta regionale Vasco Errani ha comunicato di non poter partecipare alla seduta ai sensi dell’art. 65, comma 2, del Regolamento.

Inoltre hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta Saliera ed i consiglieri Monica Donini e Mauro Manfredini.

 

OGGETTO 5673

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Norme in materia di cinema e audiovisivo". (105)

(Continuazione discussione, esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 5673/1 - Dichiarazioni di voto e approvazione) (118)

 

PRESIDENTE (Costi): Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Devo dire che sono contento che finalmente l’Emilia-Romagna si doti di un fondo vero e corposo, mi rammarico però delle tempistiche che collegate alle dimissioni di Errani hanno fatto sì che questa legge si votasse. Questo era un tema determinante, una legge aspettata da anni, ed è un peccato che si sia arrivati con la fretta a discutere e a ragionare sulla legge tanto che abbiamo fatto in Commissione tutto in un’unica seduta. Io ho accettato ovviamente questa procedura, che non dipende dall’Assessore ma è dipesa dalle dimissioni del Presidente, e anche oggi credo sia inutile tornare su quello che sarebbe potuto essere stata la legge. Oggi è un giorno importante e felice perché mettiamo le basi per il fondo, quindi è un giorno in cui essere veramente contenti, coscienti che lavoriamo su una materia che ahimè interessa troppo poco i Consiglieri perché quelli che si sono interessati a questa materia sono stati pochi, che in realtà è una materia importante e determinante sotto un profilo sociale, culturale ed economico.

L’Italia ha un’immagine incredibile nel mondo, ha un brand che funziona, il made in Italy, l’idea di lusso, di stile, di bella vita, di divertimento, di bellezza, e il cinema è stato un fattore importantissimo nel far conoscere il nostro bel paese all’estero, nel far conoscere e far apprezzare quanto ci fosse non solo fuori nei nostri paesaggi, nelle nostre coste e nelle nostre belle città d’arte ma anche il grande patrimonio umano e questa regione in particolare ha dato i natali o ha visto passare per le proprie città registi incredibili, come Fellini, Zavattini, Pasolini, Antonioni, Bertolucci, solo per citare i più famosi. È una regione che ha il cinema nel DNA e noi lo abbiamo sempre affrontato fino ad oggi - spero si possa aprire un nuovo ciclo - come un giochino per intellettuali e qualcosa da emarginare.

Abbiamo un’università importantissima a Bologna, il DAMS, che ha creato un humus culturale, una capacità creativa diffusa, un bacino autoriale enorme, un interesse e un ragionamento di critica e di pensieri, abbiamo un ente importante che sicuramente è anche un’eccellenza per quelle che sono le sue peculiarità, che è la Cineteca di Bologna, ma abbiamo un territorio che si presta perfettamente e che è estremamente cinematografico. In udienza conoscitiva sono usciti alcuni elementi secondo me importanti, uno su tutti che quel po’ che abbiamo fatto in questa regione va comunque salvaguardato.

Non si può fare tutto ma bisogna puntare su delle eccellenze per avere anche un’identità, quindi auspico, e anche in quest’ottica va un emendamento che ho presentato, che tutto il lavoro fatto sul documentario in questi anni, finanziandolo, venga salvaguardato, che è un tipo di opera audiovisiva, quella del documentario, che stimola sempre più interesse a livello culturale, a livello di mercato e a livello sociale. È sempre di più un linguaggio per raccontare la realtà, anche più efficace della fiction. L’emendamento vuole anche tutelare i generi minori, cioè tutto ciò che non è commedia o film d’avventura, ma non solo per un fatto di snobismo culturale ma per un fatto economico. Ci sono delle nicchie di mercato settoriali che lavorano su un livello che è internazionale che possono dare molte più possibilità di sviluppo a un film, seppur di nicchia ma di genere, che alla solita pellicola da cassetta provinciale che all’estero non andrà mai e quindi noi dobbiamo lavorare in questa legge per lavorare sullo spirito della filiera, che sarà sviluppato con i piani e con i bandi.

Bisogna partire dalle nostre aziende come quelle che si occupano di meccanica di precisione e di meccatronica, quindi elettronica, software e meccanica, per supportare con strumentazioni adeguate la trasformazione in corso sui supporti per il cinema, che passa sempre di più dalla pellicola, quindi da mezzi pesanti, a mezzi leggeri (digitale), si deve partire dalla formazione, perché se noi vogliamo finanziare opere e dire che vanno usate le maestranze locali, le maestranze ci devono essere e devono essere formate, e bisogna partire ovviamente dalla produzione ma soprattutto dalla distribuzione. Investire sulla produzione ma non sulla distribuzione è come quando una volta l’Unione europea finanziativa la semina di girasoli e poi lasciava i girasoli a marcire, dobbiamo quindi pensare a una filiera integrata, dobbiamo investire anche sui giovani, raccontargli cosa è stato il nostro cinema, cos’è oggi il cinema e quale può essere il suo futuro e raccontargli che con quel mezzo si può raccontare la realtà e si possono raccontare e condividere delle emozioni e dei pensieri della civiltà e della cultura.

Dobbiamo quindi credere al cinema, all’arte audiovisiva come un elemento centrale nelle politiche culturali, e non solo, di questa Regione. Spero, visto che questa legge non dice nulla sul a chi, come e perché arriveranno questi ingenti finanziamenti, che il lavoro del piano e il lavoro dei bandi andrà in primis nella direzione della trasparenza, massima trasparenza e tracciabilità con i punteggi che dovranno essere dichiarati, separati, resi pubblici. Chi valuterà dovrà avere chiaro con che criteri valuterà al fine di avere una bussola e di ridurre il più possibile la discrezionalità della scelta e in più dovrà avere i giusti requisiti e le giuste capacità per valutare le opere migliori.

Qui non siamo davanti a un bando per aziende classico ma entriamo in un campo difficile e spero anche che il finanziamento per la distribuzione sia sganciato rispetto a quello per la produzione, che sembra un controsenso ma non lo è perché un progetto filmico documentario di qualsiasi genere sulla carta può essere un progetto bellissimo ma può essere sviluppato in una maniera assolutamente deludente che non può avere mercato e viceversa, cioè un progetto che sulla carta può sembrare una cosa sciocca può diventare un capolavoro se realizzato con arte, maestria, mestiere, intelligenza e creatività. Allora dobbiamo dividere le due cose.

Questo non significa che non dobbiamo tenere conto, quando finanziamo la produzione, del fatto che il progetto abbia o no uno sbocco distributivo ma quelle risorse che mettiamo noi per la produzione devono essere a opera vista in modo che ci possa essere un giudizio ancora più compiuto. Piuttosto sosteniamo un numero di lavori minori ma crediamoci e spingiamoli, altrimenti finisce come in Friuli-Venezia Giulia dove hanno prodotto film bellissimi ma che praticamente non sono andati in sala.

Questa legge purtroppo non affronta il tema della liberalizzazione delle sale perché oggi chi ha un cinema non è libero di mettere in cartellone i film che preferisce. Le sale sono in crisi, hanno bisogno del film che fa il grossi incassi ma il distributore che ha in mano quel film obbliga a distribuire a pacchetto tutta un’altra serie di film mediocri che deve vendere e il distributore fa la programmazione delle sale. Spero che la prossima legislatura tenga le antenne alzate su questo tema tentando di far qualcosa; se c’è la volontà politica lavorando col livello governativo si può intervenire. Delle proposte io le ho già avanzate in diverse sedi sia di convegno sia di Commissione, le alternative ci sono e dobbiamo migliorare la qualità di ciò che arriva in sala.

Dobbiamo fare arrivare di più il genere documentario, e già ci sono degli sforzi, dobbiamo in qualche modo rieducare il pubblico non perché ci mettiamo in cattedra e insegniamo cosa è arte e cosa non lo è, cosa è cinema e cosa non lo è, perché c’è un problema di conformismo dell’offerta e di omologazione. Quando la persona riesce a vedere anche opere diverse si interessa e si può riappassionare, perché andare al cinema non è andare al circo per un po’ di svago e divertimento ma è una cosa che coinvolge e che fa fare un lavoro che attiva il cervello, non che lo mette in stand-by per un’ora e mezza, è un qualcosa che insegna ed emoziona. La qualità c’è ma non arriva all’utente, quindi dovremo lavorare per liberalizzare il settore; credo che in futuro si debba andare anche in una delle direzioni che ha seguito la Regione Puglia, con più finanziamenti e più facilitazioni, che è quella del circuito d’autore, ovvero un ombrello pubblico che tuteli con un finanziamento le sale vincolandole a una programmazione di qualità scelte liberamente ma all’interno di una rosa vasta, perché non bisogna ovviamente negare il taglio personale che deve dare l’esercente alla propria programmazione, ma sicuramente evitando tutto ciò che è cassetta.

Ringrazio quindi l’Assessore che comunque è riuscito a dare il via a questo fondo pur con tutte le riserve che io per i tempi a cui siamo stati costretti, riserve che ho sul fatto che non si va a normare più nello specifico quello che sarà l’itinerario, i paletti e il perimetro del piano, perché è una legge che dice cose molto generali, però il fatto che avremo il fondo, e voglio essere ottimista che verrà utilizzato nel miglior modo possibile, ed è per quello che mi competerà anche sotto altre vesti e forme, cercherò di controllare, sostenere, valorizzare e verificare perché credo che questo investimento che la Regione fa, soprattutto con i fondi europei, può essere un investimento di svolta rispetto a ciò che accadrà come attività produttiva e artistica nella nostra regione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di parlare la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.

 

BARBATI: Grazie, presidente. Volevo dire due parole e non porto via molto tempo. Credo fortemente in questo progetto di legge e sarà la cosa che oggi gradirò di più perché, come dicevano i latini, mala tempora currunt, quindi sapere che siamo riusciti a fare qualcosa che riguarda la cultura in questi tempi non è poco perché ci occupiamo di molte cose e credo che una società si misuri dal livello di cultura che hanno i propri cittadini e anzi direi che questo è importante per una società che deve guardare verso il futuro. Credo che facciamo un’ottima cosa, con tutte le prudenze del caso quando si gestiscono fondi pubblici ma lo ritengo un passaggio molto importante. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Barbati.

Non ci sono altri interventi in dibattito generale.

Ha chiesto di parlare l’assessore Mezzetti. Ne ha facoltà.

 

MEZZETTI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, Consiglieri. Non rifarò la ricostruzione che egregiamente ha fatto il consigliere relatore della legge Casadei, quindi mi limiterò a qualche altra osservazione e qualche risposta dovuta agli interventi dei Consiglieri, che ringrazio non solo per la qualità degli interventi oggi in Aula ma anche - alcuni di loro - per il contributo che hanno dato in tutto questo tempo nella fase di costruzione e di realizzazione di questa legge, legge che si realizza in tempi che il consigliere Pollastri chiedeva potessero essere più rapidi. Anche io avrei auspicato tempi più rapidi ma, come tutti sapete, le risorse a disposizione all’Assessorato alla Cultura sono risorse alquanto limitate e, come dissi fin dall’inizio quattro anni fa quando da poco nominato Assessore assunsi di fronte a una platea di operatori e soggetti tra associazioni di categoria e di settore questo impegno, rimarcai immediatamente che le sole risorse dell’Assessorato alla Cultura non sarebbero state sufficienti per poter affrontare una sfida di questo tipo.

Abbiamo lavorato in questi anni e oggi questa legge è possibile proprio perché andiamo a incrociare quella che è la programmazione europea 2014/2020 che sarà il grosso reale delle risorse che è messo a disposizione, quindi prima della programmazione europea 2014/2020 sarebbe stata possibile l’approvazione di una legge ma non la sua applicazione.

Il percorso che abbiamo fin qui seguito è stato un percorso partecipato; anche se non alla lettera abbiamo cercato anche un po’ di applicare quello che è lo spirito e la filosofia di una legge sulla partecipazione che - qualche consigliere veterano ricorderà - approvammo in conclusione della passata legislatura, che spesso viene un po’ dimenticata nell’iter che essa indica nella procedura di costruzione di un iter legislativo. Noi lo abbiamo cercato di fare e possiamo dire che in questi anni c’è stato un percorso che ha coinvolto decine e centinaia di operatori, associazioni di categoria e di settore e che ci ha consentito di arrivare fino alla definizione di questa legge. È una legge che nasce da un’esigenza di fondo del settore, settore che, come ricordava il consigliere Casadei, non è certo al pari di quelli che possono essere la Lombardia e il Lazio, che sono alla testa nella filiera produttiva di questo settore ma con i nostri 3.800 addetti e circa ottocento imprese siamo quarti per numero di imprese in Italia, quinti come regione per numero di occupati nel settore e sesti per il valore aggiunto prodotto. Si tratta quindi di un settore importante che aveva espresso un’esigenza forte da diverso tempo e anche la Regione Emilia-Romagna, che pure è stata la prima Regione a istituire una legge sulla Film Commission, ma poi non è stata conseguente nel dotarsi di un Film Fund, un fondo per l’attrattività delle produzioni e della distribuzione cinematografica, mentre altre Regioni nel corso di questi anni intanto erano intervenute in questo campo portando anche molte delle eccellenze produttive di questa regione a girare e a portare le proprie produzioni fuori dalla nostra regione in altri territori italiani dove le condizioni anche economiche erano più vantaggiose.

Noi siamo partiti da lì, anche da uno studio attento e approfondito di quello che le altre Regioni avevano fatto e arrivando non ultimi ma in coda abbiamo voluto guardare ciò che di più positivo c’era nell’esperienza degli altri ma anche scartare quelli che erano stati gli errori di percorso, alcune volte anche vistosi, che altre Regioni avevano praticato, e siamo arrivati alla conclusione di ideare una legge che non si limitasse a costituire un Film Fund che per sua natura è un fondo perduto ma abbiamo voluto capovolgere questa filosofia e pensare a costituire un fondo più ampio rispetto a quello solo dell’attrattività delle produzioni cinematografiche e audiovisivo, che avesse la filosofia di investimento di risorse, tanto più in una fase difficile, complicata e delicata quale quella che abbiamo in ambito di risorse pubbliche e di spesa delle risorse pubbliche.

Quindi abbiamo pensato a una spesa di investimento e a una spesa che puntasse a far crescere la filiera produttiva del cinema e dell’audiovisivo, una filiera produttiva che per numero è significativa ma che può avere un ulteriore grosso enorme sviluppo anche nella nostra regione con un’idea non di distretto produttivo modello Cinecittà ma con un’idea di distretto diffuso in cui si potesse partire dalla formazione professionale di addetti del settore, non necessariamente soltanto addetti artistici, passando per le start-up di imprese in questo campo e all’attrattività di produzione, la distribuzione e l’internazionalizzazione, che sono anch’essi punti molto importanti perché, come diceva il consigliere Favia, non basta produrre un film ma bisogna poi saperlo distribuire e bisogna saper fare anche la promozione internazionale di questo film o di questa opera cinematografica o audiovisiva. Quindi è l’intera filiera che noi cerchiamo di coprire e cerchiamo di farlo attingendo e mirando anche l’impegno delle risorse dei fondi europei, quindi non un’idea di utilizzo dei fondi europei a tutto raggio e a tutto campo ma finalizzando gli obiettivi precisi e questa legge sarebbe dovuta diventare, se avessimo potuto proseguire ancora nella nostra legislatura, un’esperienza pilota per allargare il fronte anche ad altre filiere produttive in campo creativo e culturale, prima tra tutte la filiera produttiva nel campo musicale che nella nostra regione è particolarmente importante e il numero di addetti e di produzioni e di imprese è anche molto più ampio di quello dell’industria del cinema e dell’audiovisivo.

Cari colleghi consiglieri, non c’è stato modo molto spesso tra di noi di parlare di questo ma stiamo parlando di quello che è il futuro della produzione anche nella nostra regione in questo nostro paese. Da tempo nei bureau europei si discute di come guardare e superare in avanti la crisi strutturale che abbiamo attraversato non illudendoci di ripristinare gli stessi indici di produttività e di crescita del manifatturiero e del metalmeccanico classico precedente alla crisi ma potremmo uscirne soltanto se avremo la capacità e la lungimiranza di investire in quelli che sono i vettori dell’economia e dell’ambiente da una parte, della salute e del welfare dall’altra e infine della cultura e della creatività che sono i tre vettori nuovi che certo non sostituiranno il manifatturiero e il metalmeccanico tradizionale e classico ma affiancandolo possono rendere competitivo un paese molto più di quello che oggi noi siamo, e non è un caso che oggi siamo fanalino di coda, perché in questi tre vettori mentre la Germania, che invece guida l’economia europea, ha investito decine di miliardi in questi anni di crisi, noi siamo un Paese che su questi tre vettori non solo ha disinvestito ma ha tagliato in maniera assai significativa, quindi noi ci stiamo privando del futuro e quando interveniamo su questo settore questo è uno dei pezzi delle filiere produttive creative che non a caso sono nei piani FESR, nei piani del POR, anche per quello che riguarda Europe Creative, i programmi europei della cultura sono quelli sui quali si concentra particolarmente l’attenzione.

Il mio primo appuntamento in apertura di legislatura fu questo e la concludiamo con questa legge. Io ritengo che un altro aspetto importantissimo di questa legge, per l’esperienza che abbiamo condotto, è stato l’interdisciplinarietà con la quale non io ma ben quattro Assessori, e potrei dire anche cinque per quello che riguarderà la parte dei programmi triennali, cioè io, l’assessore Bianchi, l’assessore Muzzarelli prima e Vecchi adesso, l’assessore Melucci e l’assessore Bortolazzi, siamo intervenuti e interveniamo in un campo con una logica di interdisciplinarità e intersettorialità che dovrebbe essere quella che sempre più dovrebbe distinguere l’operato di governo di qualunque colore esso sia, quindi non operare a compartimenti stagni ma con la capacità di vedere quali possono essere le interazioni, anche nel campo culturale, e quanto il campo culturale può produrre in termini di reddito, di occupazione e di impresa, che è stato l’impegno fondamentale che in questa legislatura abbiamo cercato di portare avanti, portare avanti fin dall’inizio, dimostrando come in questa regione stiamo parlando di un comparto e di un settore, quello dell’industria culturale creativa, che non è secondo ad altri; parliamo di un comparto che oggi ha circa trentaduemila imprese nel nostro territorio per circa 78 mila addetti.

Vorrei farvi presente che il gruppo FIAT al netto dell’indotto nella nostra regione dà occupazione a settemila addetti, eppure se un impianto produttivo della FIAT oggi minacciasse la chiusura giustamente forse le politiche istituzionali e sindacali si mobiliterebbero in difesa di quell’impianto ma se metà di quelle trentaduemila imprese per 78 mila addetti minacciasse la chiusura probabilmente questo passerebbe nell’indifferenza generale perché purtroppo si ha ancora una concezione - lo diceva qualche consigliere intervenendo, e anche il consigliere Favia in ultimo - che la cultura è un campo in cui operiamo i nostri hobby e non si coltiva invece un settore produttivo e industriale non solo per il valore intrinseco che la cultura ha ma anche dal punto di vista occupazionale, produttivo e redditivo.

Mi avvio a concludere per dire soltanto alcune cose. In parte ho risposto sul terreno della filosofia di investimento e di non fondo perduto a una delle questioni poste nel suo intervento dal consigliere Pollastri. Noi facciamo una legge cornice e il consigliere Favia la critica perché dice che è un po’ troppo vaga; in parte ha ragione e in parte è stata una scelta che abbiamo fatto non di vaghezza, perché mi pare siano stati fissati alcuni paletti, ma perché essendo un processo anche sperimentale noi abbiamo bisogno di valutare volta per volta quello che dovremmo modificare probabilmente in campo di sperimentazione e di ricerca aperto che abbiamo, quindi affideremo molto la declinazione più tecnica ai nostri piani triennali e per rispetto dell’Assemblea e del Consiglio abbiamo voluto che i piani triennali fossero richiamati nelle Commissioni consiliari, quindi potessero essere oggetto anche di verifica, di controllo e di confronto tra i consiglieri dell’Assemblea legislativa, e dentro quei piani triennali declineremo percentuali, addetti e indicazioni con anche alcuni aspetti particolarmente delicati. Ben diceva il consigliere Pollastri che non è facile decidere chi è che decide la qualità culturale di un film e infatti dovremmo dotarci anche di organismi competenti da questo punto di vista e non potranno essere né l’Assessore né potrà essere il consigliere, per cui nel piano triennale dovremo vedere come declinare senza fare confusione tra quella che è la Film Commission e una commissione di valutazione. La Film Commission avrà compiti di coordinamento, di gestione e anche, insieme agli altri Assessorati, di coordinamento della funzione formativa, e qui rispondo a un altro tema posto dal consigliere Pollastri. Noi dovremo formare non solo addetti del settore ma anche personale in grado sul territorio nei Comuni non di aprire Film Commission in ogni comune, perché apriremmo uffici che probabilmente non lavorano e quindi spenderemmo solo dei soldi, ma formare dipendenti e funzionari di quei comuni allorché fosse una produzione interessata ad arrivare su un territorio ed essere in grado e capaci di sapere come affrontare in termini di efficacia e di efficienza la presenza di una produzione cinematografica e audiovisiva in quel territorio. Questo significa quindi lavorare in questo contesto in rapporto ai Comuni e ai territori sapendo, consigliere Pollastri, che non siamo noi che decidiamo dove una produzione va ma la produzione sceglie il territorio che è più congeniale alla sceneggiatura del film. Da questo punto di vista credo che abbiamo un territorio vasto che si presenta e si offre e se penso alla provincia di Piacenza c’è la bellezza non solo territoriale ma anche artistica per il Film Festival di Bobbio, che è condotta dal noto regista Bellocchio, che tra l’altro è diventato presidente della Cineteca di Bologna, che un altro dei nostri fiori all’occhiello per quello che riguarda soprattutto l’aspetto della conservazione, dell’archiviazione, della catalogazione e del restauro del film e della storia cinematografica italiana e con la quale collaboriamo in maniera molto stretta. Dentro i piani triennali credo che dovremmo ragionare con la Cineteca per dare sempre più un ruolo forte alla Cineteca di essere il fulcro dell’archiviazione, catalogazione e restauro delle opere cinematografiche dell’Emilia-Romagna, perché prodotte in Emilia-Romagna o perché in qualche modo opere di registi di questa nostra regione, quindi con quei compiti di conservazione e tutela di cui parlava il consigliere Pollastri.

Per quanto riguarda la quota associativa alla Film Commission nazionale, se la quota nazionale dovesse modificarsi noi dovremmo rivalutarla bilancio per bilancio; adesso è duemila euro e quindi è la cifra che abbiamo segnato. Infine, per riprendere una questione del consigliere Favia - ne abbiamo parlato diverse volte - del chi, come e perché, saranno temi molto delicati che noi affronteremo nei prossimi mesi. Dico nei prossimi mesi perché - vorrei essere chiaro anche per gli interlocutori esterni che ci seguono - il percorso partecipativo che abbiamo adottato fin qui è un percorso che continueremo ad adottare anche nelle prossime settimane e nei prossimi mesi perché anche se siamo in gestione ordinaria noi non ci sottraiamo all’impegno che abbiamo preso comunque a questo punto di istruire il piano triennale, che consegneremo in eredità alla futura Giunta e alla futura Assemblea legislativa, la quale deciderà poi se adottare lo stesso, modificarlo o cambiarlo ma per non perdere tempo noi già da subito cominceremo a lavorare insieme in rapporto a tutti i soggetti e alle associazioni di settore e di categoria nella costruzione di questo piano triennale e i conseguenti bandi che dovranno essere adottati dalla futura Giunta e dalla futura Assemblea.

Vi ringrazio tutti ancora una volta. Come direbbe Woody Allen, con citazione cinematografica, "grazie per tutto quello che poteva essere e che non è stato".

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, assessore Mezzetti.

A questo punto abbiamo terminato il dibattito generale. Iniziamo le operazioni di voto, per cui bisogna, rispetto alla discussione sull’articolato, sugli emendamenti e sull’ordine del giorno essere chiaramente ligi alle procedure.

È stato proposto un emendamento a firma del consigliere Favia, è stato proposto un ordine del giorno a firma dei consiglieri Grillini, Casadei, Favia, Monari, Barbati e Ferrari, per cui poi discuteremo in dichiarazione di voto.

Nomino scrutatori i consiglieri Paruolo, Moriconi e Pollastri.

Passiamo all’esame dell’articolato con l’articolo 1 (Oggetto).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’articolo 2 (Finalità e obiettivi).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 2 è approvato.

Passiamo all’articolo 3 (Promozione e sviluppo di nuove competenze).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’articolo 4 (Promozione della cultura cinematografica e audiovisiva).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’articolo 5 (Promozione dell’industria e delle attività nel settore multimediale).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 5 è approvato.

Passiamo all’articolo 6 (Sostegno all’esercizio cinematografico).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 6 è approvato.

Passiamo all’articolo 7 (Convenzioni).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 7 è approvato.

Passiamo all’articolo 8 (Emilia-Romagna Film Commission).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 8 è approvato.

Passiamo all’articolo 9 (Partecipazione ad Associazione per Film Commission).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 9 è approvato.

Passiamo all’articolo 10 (Fondo per l’audiovisivo). Su questo articolo insiste l’emendamento 1, a firma del consigliere Favia.

Apro il dibattito generale sull’articolo 10 e l’emendamento 1. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Favia.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10, come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 10 è approvato.

Passiamo all’articolo 11 (Tipologie di intervento regionale). Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 11 è approvato.

Passiamo all’articolo 12 (Programma regionale triennale).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 12.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 12 è approvato.

Passiamo all’articolo 13 (Clausola valutativa).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 13.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 13 è approvato.

Passiamo all’articolo 14 (Modifiche alla legge regionale n. 13 del 1999).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 14.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 14 è approvato.

Passiamo all’articolo 15 (Modifiche alla legge regionale n. 12 del 2003).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 15.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 15 è approvato.

Passiamo all’articolo 16 (Norme transitorie).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 16.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 16 è approvato.

Passiamo all’articolo 17 (Disposizioni finanziarie).

Apro il dibattito generale. Non ci sono interventi, per cui chiudo il dibattito generale e apro le dichiarazioni di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 17.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’art. 17 è approvato.

Abbiamo approvato tutto l’articolato e a questo punto apriamo la dichiarazione di voto congiunta sull’ordine del giorno a firma dei consiglieri Grillini, Casadei, Favia, Monari, Barbati e Ferrari e sull’intero testo di legge.

Chiedo ai consiglieri chi intende intervenire uno per gruppo, sempre che non ci sia una dichiarazione diversa.

Ha chiesto di parlare per il Partito Democratico il consigliere Monari. Ne ha facoltà.

 

MONARI: Grazie, presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, e ovviamente mio personale, e per dare atto all’assessore Mezzetti soprattutto, mi sono sentito chiamato in causa quando nella sua esposizione ha parlato ai consiglieri veterani, di aver portato a compimento un progetto di legge che è stato lavorato e ovviamente affinato nel tempo, quindi per dare atto all’assessore Mezzetti di aver portato in Aula a compimento un progetto di legge che già anche i suoi illustri predecessori avevano in qualche modo tentato di mettere in campo. È un progetto di legge particolarmente importante per un settore con una filiera produttiva trasversale - è stato ricordato da molti interventi che mi hanno preceduto - e che travalica la competenza della delega dell’assessore Mezzetti ma che coinvolge anche ovviamente molti altri colleghi Assessori che sono seduti oggi qua tra i banchi; è un settore con una filiera produttiva territoriale di livello quantitativo e qualitativo importante e riconosciuta non solo a livello nazionale ma anche all’estero. Posso testimoniare che molte delle iniziative del settore, per citare per esempio alcune grandissime pellicole capolavori di tutti i tempi restaurati dalla Cineteca di Bologna, ma parlo anche di molte eccellenze produttive di giovani produttori che rischiavano la fuga verso altri lidi, verso altri territori e verso altre regioni, sono un patrimonio dell’Emilia-Romagna che va ovviamente coltivato e va tutelato e questa legge finalmente crea quel perimetro, come diceva l’assessore Mezzetti, positivo per riportare anche a casa qualche cervello che è fuggito. Quindi bene la modalità del percorso partecipativo e partecipato; ho sentito il collega Pollastri in un intervento di apprezzamento e anche di merito parlare di un benevolo astensionismo ma chiedo di passare, per dare un segnale positivo proprio a un mondo che lo attende e che non è un mondo politicamente strumentale ma produttivo impegnato, particolarmente di giovani produttori, a un voto positivo perché sarebbe un bel segnale per la legge, per l’Aula e anche per chi fuori da qua nel settore si aspetta questo tipo di provvedimento. Grazie Presidente.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Monari.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri per Forza Italia. Ne ha facoltà.

 

POLLASTRI: Grazie, presidente. Nel ricco dibattito generale sono emerse, come si suol dire, delle questioni ma soprattutto delle risposte sotto il profilo politico sopravvenute che mi consentono, data la replica dell’assessore Mezzetti, che ha puntualmente dato una precisa risposta politica dei quesiti politici che ponevo su un tema che comunque riguarda il futuro di tanti giovani emiliano-romagnoli, forse per la prima volta in quattro anni, di trasformare il voto di astensione che inizialmente avevo annunciato, perché oggettivamente dopo le risposte, la replica dell’Assessore e altri chiarimenti anche del collega Monari mi sembra responsabilmente di dover dare un voto positivo a questa legge.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini a nome del Gruppo Misto. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Volevo ovviamente dichiarare il mio voto favorevole sia al progetto di legge sia all’ordine del giorno, di cui sono primo firmatario insieme agli altri colleghi, ribadendo che il progetto di legge spinge soprattutto per un ritorno alla produzione cinematografica nella nostra regione. Nonostante gli alti livelli di consumo cinematografico sia nei luoghi tradizionali sia in privato sia nei luoghi come l’associazionismo, le scuole, all’aperto, come abbiamo sottolineato, i fasti di una produzione cinematografica in loco sono lontani nonostante alcuni importanti personalità del cinema abbiano avuto un rilievo mondiale, come per esempio Fellini. Ci sono alcune pellicole di Fellini che sono diventate parte integrante del linguaggio comune e adesso infatti dicono "Amarcord" un po’ in tutto il mondo, quindi il cinema è capace di produrre emozioni, fantasia e cultura che poi diventa patrimonio universale.

Noi siamo di fronte - lo voglio ribadire - a un’epocale rivoluzione tecnologica che dà alle persone la possibilità di fare delle cose che prima erano ritenute lontanissime dalle possibilità individuali perché per fare un film ci voleva un produttore, i tecnici, le macchine, i luoghi, i soldi, il regista, lo sceneggiatore, chi faceva la musica, un’enormità di persone che nelle grandi aziende cinematografiche esistono ancora, e chi vede i titoli di coda dei film vede quanta gente lavora in una pellicola, però anche l’arte cinematografica è diventata alla portata di tutti. L’anno scorso ho potuto vedere al Festival del Cinema di Venezia "Amore carne" di Pippo Delbono nella sezione Orizzonti, cioè ufficiale, che è un film interamente girato con un cellulare. Noi andiamo in una direzione in cui i cellulari sono sempre più potenti, più performanti e più simili a macchine da presa, quindi andiamo sempre di più verso una direzione dove il fare cinema, non dico ovviamente in maniera professionale perché in maniera professionale occorre come sempre una professionalità, diventa una cosa a portata di tutti. Chi è che non fa brevi filmati con il proprio smartphone nella propria vita quotidiana divertendosi poi a postarli su internet?

Non dico che tutti dobbiamo diventare registi, sceneggiatori e produttori cinematografici ma diciamo che la produzione cinematografica è diventata sempre di più un fatto di massa e anche in questa produzione privata mantiene il suo aspetto socializzante. A me colpisce - l’ho detto e lo ripeto e lo ripeterò quando avrò ancora occasione in questo ultimo scorcio di ore di legislatura - il dato statistico delle popolazioni familiare bolognesi delle 91 mila persone che vivono da sole pari al 47 per cento della popolazione della città; è evidente che in una situazione di questo tipo, dove andiamo sempre più nelle situazioni urbane verso una riduzione dei componenti dei nuclei familiari, abbiamo bisogno di strumenti di socialità e di coesione sociale, strumenti del vivere comune, strumenti di condivisione di esperienze culturali collettive, e il cinema è da questo punto di vista perfetto.

Guardate il successo che il cinema in piazza a Bologna, perfino il cinema allo stadio. Già ottantamila persone hanno partecipato al cinema in piazza a Bologna, quindi mi pare che da un punto di vista della nostra regione sia un’occasione per noi poter aiutare il cinema e sia un’occasione per il cinema a tornare a essere anche emiliano-romagnolo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno oggetto 5673/1, a firma dei consiglieri Grillini, Casadei, Favia, Monari, Barbati e Ferrari.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’ordine del giorno è approvato.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Favorevoli

 

40

Contrari

 

--

Astenuti

 

2

 

PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante "Norme in materia di cinema e audiovisivo".

 

(Applausi)

 

 

Inversione dell’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Costi): Metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine del giorno, relativa all’oggetto 5799.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L’inversione è accolta.

 

OGGETTO 5799

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per l'elezione dell'Assemblea legislativa e del Presidente della Giunta regionale". Iniziativa dei Consiglieri: Pariani, Sconciaforni, Naldi (Testo base) (106)

(Relazione della commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordine del giorno oggetto 5799/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (119)

(Ordine del giorno oggetto 5799/2 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (120)

OGGETTO 4070

Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Alberto Vecchi, Pollastri e Filippi: "Norme per l'elezione dell'Assemblea legislativa regionale e del Presidente della Regione".

(Abbinato)

OGGETTO 2069

Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Barbati, Mandini e Grillini: "Legge elettorale regionale".

(Abbinato)

 

PRESIDENTE (Costi): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Statuto e Regolamento nella seduta del 21 luglio 2014, è composto da 19 articoli corredato regolarmente da scheda tecnico-finanziaria.

Il relatore della Commissione, il consigliere Gian Guido Naldi, ha preannunciato di svolgere la relazione orale e il relatore di minoranza, il consigliere Alberto Vecchi, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.

 

NALDI, relatore della commissione: Grazie, presidente. Così come previsto dal Titolo V, parte II, della Costituzione, si è ritenuto opportuno da parte dei firmatari di questa proposta di legge e di quanti hanno contribuito alla sua stesura che anche la Regione Emilia-Romagna, al pari di altre regioni, si dotasse di una propria legge elettorale. Sarebbe stata infatti un’anomalia, sempre a parere di chi parla, e un errore, andare al voto senza una norma che prevedesse la parità uomo/donna e il superamento del listino anche in considerazione del fatto che alcune proposte di legge da tempo giacevano e affrontavano in gran parte questi temi, perciò da alcuni mesi si stava lavorando anche nell’ambito della maggioranza a un progetto di legge che avrebbe dovuto trovare formalizzazione nei lavori consiliari alla ripresa dell’attività dopo la pausa estiva.

Come è evidente, la conclusione anticipata della legislatura ha cambiato il quadro e mentre per la parità uomo/donna si è trovato anche un altro strumento legislativo di surroga, per ottenere il superamento del listino non vi era altra alternativa che approvare una nuova legge elettorale regionale. Date le circostanze eccezionali abbiamo colto anche l’occasione per precisare l’iter elettorale in caso di scioglimento anticipato sia per quanto riguarda la tempistica sia per le modalità organizzative, ivi compreso il tema della raccolta firme per la presentazione delle liste. Per questi aspetti, al fine di avere tutte le garanzie necessarie, vista l’evidente delicatezza di una proposta di legge in condizioni di emergenza, abbiamo ritenuto utile sottoporre preventivamente il testo del progetto di legge al Ministero degli Interni accogliendo le indicazioni da esso ricevute. È bene ricordare che in assenza di una propria legge elettorale l’Emilia-Romagna ha adottato fino ad oggi le disposizioni della legge 108/68 e della legge 43/95 come integrate dal Titolo V della legge costituzionale n. 1/99 che ad esse fa espresso rinvio, che dettano norme per l’elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto ordinario.

Il sistema elettorale che ne è risultato di tipo misto è un proporzionale a premio di maggioranza variabile con l’attribuzione dell’80 per cento dei seggi con metodo proporzionale su base circoscrizionale provinciale e del 20 per cento con metodo maggioritario su un unico collegio regionale. Si tratta di un sistema che alla prova dei fatti ha permesso la formazione di stabili maggioranze nel Consiglio regionale senza in pratica prevedere il superamento di soglie significative. A completare la cornice entro la quale si inserisce il presente progetto di legge vanno richiamati gli articoli 29, 42 e 43 dello Statuto della Regione che regolamentano rispettivamente l’elezione dell’Assemblea legislativa, del Presidente della Giunta e la nomina della Giunta. Assemblea e Presidente sono eletti contestualmente a suffragio universale e diretto, l’Assemblea è composta da cinquanta membri, tra cui il Presidente stesso, e il primo dei non eletti alla carica di Presidente. Con la presente proposta di legge si intende intervenire in maniera netta solo su alcuni punti dell’attuale sistema elettorale confermando il principio della governabilità garantita dalle attuali regole.

In particolare i punti salienti del progetto di legge sono così riassumibili: tutti i candidati fanno capo a liste circoscrizionali provinciali con l’unica eccezione del candidato Presidente, viene così abolito il cosiddetto listino del Presidente, ovvero viene consegnata agli elettori la possibilità di scegliere attraverso lo strumento delle preferenze tutti gli eletti, l’attribuzione del premio di maggioranza e la contemporanea presenza di una bassa soglia di sbarramento molto vicina a quella fisiologica garantiscono al tempo stesso governabilità e rappresentatività delle minoranze, la modalità di redazione delle liste promuovono la parità di genere all’interno delle istituzioni attraverso liste paritarie e doppia preferenza, viene istituito il limite di due mandati consecutivi per il Presidente in quanto unica carica monocratica. Quanto al primo punto, il sistema elettorale qui delineato prevede che tutti i candidati a consigliere regionale siano inseriti in liste circoscrizionali provinciali collegate a un candidato Presidente che costituisce la lista circoscrizionale regionale. Le liste provinciali che sostengono il candidato Presidente devono essere almeno cinque contenenti lo stesso simbolo. Sono inoltre previste coalizioni di più liste collegate al medesimo candidato Presidente. Quaranta dei cinquanta seggi previsti, come ho già detto, sono assegnati in prima istanza nelle circoscrizioni provinciali con i quozienti interi individuati dividendo i voti di ciascuna lista per il numero dei seggi più uno e successivamente sulla base dei resti riportati nel collegio unico regionale.

Andando al secondo punto, ovvero la contestuale garanzia di governabilità e di rappresentatività delle minoranze, a tal proposito è bene precisare che non partecipano al riparto dei seggi solo le liste che abbiano ottenuto un risultato inferiore al 3 per cento di voti validi a meno che non siano collegate a un candidato Presidente che abbia ottenuto almeno il 5 per cento dei voti validi, come peraltro già previsto dalla legge 108/68. In tal modo si intende dare continuità a una norma che vuole valorizzare la capacità di coalizione.

A garantire la governabilità sarà invece il premio di maggioranza declinato con una disponibilità di ulteriori nove seggi, più ovviamente quello del Presidente eletto, per la coalizione vincente che abbia ottenuto un numero di seggi pari o inferiori a ventiquattro sulla base del riparto proporzionale, seggi che si riducono a ulteriori quattro nel caso il riparto proporzionale assegni un numero di seggi superiore a ventiquattro. Ad ogni modo alla coalizione vincente saranno assegnati almeno ventisette seggi anche riducendo il numero di seggi attribuiti alle opposizioni laddove tale cifra non dovesse essere raggiunta neppure con il premio di maggioranza (è un’ipotesi abbastanza remota ma è giusto contemplarla). Si tratta di seggi ripartiti tra le liste raggruppate nella coalizione vincente in modo proporzionale rispetto alla cifra complessiva di voti validi di ciascuna lista e quindi assegnati sulla base dei resti del collegio unico regionale.

Circa la questione delle modalità di redazione e di presentazione delle liste, in cui rientra il tema della parità di genere, è utile specificare che con il presente progetto di legge si fissano anche i criteri e l’iter in caso di scioglimento anticipato della legislatura, in particolare si stabilisce in cinque mesi il tempo massimo (tre più due) entro cui si deve tornare alle urne, entro tre mesi dallo scioglimento dell’Assemblea legislativa il Presidente uscente, sentito il Presidente della Corte di Appello, deve indire nuove elezioni che possono essere celebrate al più tardi entro i due mesi successivi. Nel caso di elezioni anticipate, le modalità di raccolta firme per la presentazione delle liste, che qui proponiamo, accolgono le indicazioni fornite dal Ministero degli Interni che abbiamo anche noi ritenuto utili per evitare contenziosi. Colgo l’occasione fin da ora per esprimere un parere favorevole all’emendamento che vede come primo firmatario il consigliere Bazzoni, che propone di riportare a centoventi giorni il periodo massimo di distanza delle elezioni entro il quale le firme sono dimezzate. Colgo anche l’occasione per dire che però questo emendamento per essere chiaro fino in fondo e per essere coerente col testo che abbiamo discusso fino ad ora dovrebbe contenere la parola "almeno centoventi giorni".

Tornando alla parità di genere, essa si inserisce in un contesto normativo ormai ben definito che attua il mandato di cui all’articolo 117 della Costituzione, laddove la nostra Carta afferma che le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e gli uomini nelle cariche elettive. La stessa legge 165/2004 all’articolo 4 prevede fra i principi fondamentali a cui i sistemi elettorali regionali devono ispirarsi, la promozione della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive attraverso la predisposizione di misure che permettono di incentivare l’accesso del genere sottorappresentato alle cariche elettive. Si tratta di un richiamo che la nostra Regione ha fatto proprio anche recentissimamente entro le norme dettate dalla legge 6/2014, legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere, che all’articolo 4 recita che la Regione Emilia-Romagna, conformemente a quanto previsto dall’articolo 117, settimo comma, della Costituzione, promuove la rimozione degli ostacoli che impediscono la piena parità di accesso alle cariche elettive. In linea con quanto la legge statale ha previsto già dal 2012 e per l’elezione degli enti locali ma con percentuali ancora più alte che tendono all’assoluta parità, la modalità di attuazione di questo principio qui proposto consiste nello stabilire che a pena di nullità nelle liste circoscrizionali provinciali i candidati di entrambi i generi siano rappresentati in maniera paritaria con lo scarto massimo di un’unità in caso di numero dispari di candidati. Viene inoltre introdotto il criterio della doppia preferenza di genere, ovvero l’espressione di un secondo nominativo sulla scheda elettorale solo se di genere diverso dal primo candidato.

Infine viene fissato il limite dei due mandati consecutivi per il Presidente della Giunta regionale, l’unico organo monocratico presente nell’ordinamento della Regione. Riassumendo e ricapitolando, ferma restando l’impostazione proporzionale con un forte premio di maggioranza e basse soglie di sbarramento, gli elementi di novità sono quelli che ho già ricordato, ovvero l’abolizione del listino del Presidente e le elezioni di tutti i cinquanta consiglieri tramite le preferenze, l’introduzione della parità di genere nella compilazione delle liste, l’introduzione della doppia preferenza per la scelta dei consiglieri regionali e il limite di due mandati consecutivi per il Presidente della Giunta regionale.

In conclusione, vorrei esprimere la convinzione che con l’approvazione di questo progetto di legge doteremo la Regione Emilia-Romagna di una buona legge elettorale capace di esprimere un valido punto di equilibrio tra le esigenze di rappresentatività e governabilità, il tutto riportando direttamente in capo ai cittadini la legittimazione di tutti i consiglieri regionali. Mi permetterei di aggiungere, visti i presupposti che animano il dibattito volto a dotare l’Italia di un nuovo sistema elettorale, l’auspicio che il testo che oggi siamo chiamati a esaminare, e ritengo ad approvare, possa rappresentare in qualche modo un esempio anche per il legislatore nazionale. D’altra parte è indubbio che la consapevolezza della fine anticipata della legislatura ha posto tutti noi consiglieri e tutte le forze politiche che rappresentiamo nella condizione di dover agire con grande senso di responsabilità e in tempi decisamente straordinari e, come ho detto, penso che il risultato possa essere ritenuto soddisfacente e di questo non posso che ringraziare tutti i componenti di questa Assemblea e i funzionari degli uffici legislativi della Regione che, in queste condizioni, hanno dato il massimo di collaborazione per arrivare a un lavoro significativo e molto utile per tutti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.

In assenza momentanea del relatore di minoranza, che era il consigliere Alberto Vecchi, svolge la relazione di minoranza il consigliere Pollastri.

Prego consigliere Pollastri.

 

POLLASTRI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. La fine anticipata e annunciata di questa legislatura regionale ha dato un’inevitabile accelerazione alla definizione della nuova legge elettorale che vedeva, signora Presidente, già diversi progetti di legge presentati e giacenti in Commissione. Voglio quindi precisare che il dibattito intorno alla legge elettorale era già presente e direi anche incardinato formalmente nei lavori delle Commissioni ma si doveva intervenire assolutamente in questa materia e per quanto ritengo si siano potute trovare ampie convergenze rispetto a una normativa che riguarda le regole della democrazia della nostra società regionale l’auspicio è che sia il più possibile condivisa dagli schieramenti e dai gruppi politici rappresentati in questa Assemblea regionale. Vi è la convinzione che sia stato fatto un buon lavoro, un lavoro a cui è stato dato un importante contributo da tutti i colleghi di Forza Italia, del gruppo, con dei progetti di legge che, come ho anticipatamente detto, erano già stati presentati e di cui alcuni contenuti fondamentali sono stati sostanzialmente recepiti nelle linee portanti della nuova legge elettorale che discutiamo oggi in Aula.

Non nascondiamo la soddisfazione per vedere eliminato il cosiddetto listino bloccato del Presidente, uno strumento impopolare perché consentiva l’elezione di soggetti che non si rapportavano direttamente col consenso degli elettori in campagna elettorale e quindi andava decisamente in senso contrario alla richiesta di maggiore rappresentatività diretta dei cittadini con gli eletti, che sentiamo molto viva in un momento di crisi della politica.

Una volta abolito il listino, era necessario garantire un premio che si raggiungeva con l’elezione degli indicati e con la garanzia di governabilità, un’altra pressante richiesta che viene dalla società regionale, oltre che da quella nazionale. Anche in questo caso, colleghi, si sono create le condizioni per confermare un sistema elettorale che garantisce la certezza di una governabilità con questo premio di maggioranza. Rimangono intaccate le garanzie per le minoranze, che non devono godere di privilegi consolidati ma devono essere sempre organizzate da poter portare la loro voce nell’Assemblea regionale.

Altra apprezzabile novità su cui segniamo il punto è il limite dei due mandati per il Presidente della Regione. C’era stato un dibattito all’inizio della legislatura sul tema dei due mandati e adesso è in legge, norma che funziona per consentire il ricambio e impedire una stabilizzazione del potere politico personale negli enti locali più importanti e quindi a cui adeguiamo anche le nostre istituzioni regionali. Di sicuro, e qui lo aggiungo chiudendo, signor Presidente, questa legge, ma come le leggi in generale, è perfettibile e migliorabile, e forse lo sarebbe stato se avessimo avuto più tempo e se la maggioranza avesse due anni fa colto già allora il segnale della minoranza che proponeva la modifica della legge elettorale in Commissione, ma va bene.

 

(brusio in Aula)

 

Infatti si sarebbero potuti definire dei collegi elettorali - non voglio spiegare tutte le differenze dei sistemi maggioritari elettorali - e la ridistribuzione dei nove seggi del listino dove vi sono però delle soglie diverse da quelle che ponevamo col progetto di legge di cui ero cofirmatario, ma la tempistica non ci ha aiutato in questo senso nonostante la larga condivisione in Commissione. Abbiamo scelto di modificare il meno possibile questa impalcatura ma limitandoci a delle modifiche sostanziali che ci vedono quindi convinti, come gruppo di Forza Italia, su questa nuova legge elettorale di cui dotiamo il nostro ente Regione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pollastri.

Apro il dibattito generale rispetto ai progetti di legge.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Dico due parole per cercare di rimanere sui tempi sulla legge elettorale. Innanzitutto è stata una grande vittoria il fatto che nonostante le dimissioni di Errani si sia riuscito in extremis a intervenire e risistemare la legge elettorale. C’era il tema delle preferenze di genere, c’era il tema del doppio mandato del Presidente, questioni che ponevano la nostra legge al di fuori della normativa nazionale. C’è stata una giusta critica sui tempi ma voglio precisare qua - che rimanga a verbale - che l’interessamento della Commissione sulla legge elettorale è stato costante. Non più tardi di un mese e mezzo fa chiesi nel mio ruolo di Presidente di accelerare la presentazione della proposta di maggioranza, e lo dico perché non era possibile calendarizzare in condizioni normali un testo di minoranza perché è chiaro che deve passare una legge elettorale con la condivisione di tutti e soprattutto con la condivisione della maggioranza. Nonostante ciò siamo riusciti, con la collaborazione dell’Ufficio di Presidenza e della Commissione, che ringrazio, a porre il tema, aggiungendo ai due temi dovuti per metterci in regola con le leggi nazionali un tema politico, che era quello legato al listino. Ho ascoltato il dibattito in Commissione e capisco alcune visioni legate alla rappresentanza delle minoranze che decidono di essere in maggioranza, capisco anche i rischi di togliere questo tipo di rappresentanza che comunque è artificiale e data da un meccanismo elettorale e non da un voto, capisco però anche la necessità di dare dei messaggi chiari e diversi rispetto alla politica vecchia e credo che in questo momento dovesse prevalere quell’aspetto. Io parlo a titolo personale ma il superamento del listino è avvenuto perché c’è stata una larga condivisione politica.

Sicuramente andava però fatta una riflessione che non c’è stata, e la settimana in più ce la poteva concedere, ovvero che questa legge continua a tenere in sé in primis un paradosso tecnico, di cui non si parla mai, e in secondo luogo darà non più alla coalizione ma in larga parte al partito egemone della coalizione che vincerà tutto il premio maggioritario, per cui ci troveremo come non mai un unico partito che avrà una maggioranza assoluta all’interno dell’Assemblea. Secondo me è un problema. Cosa si poteva fare per almeno alzare a fronte di questo premio maggioritario che andrà principalmente alla lista principale? Potevamo togliere lo sbarramento, perché non siamo in Parlamento che con uno zero virgola si ottengono "x" parlamentari ma qui c’è un quoziente naturale (siamo cinquanta e addirittura quaranta sul proporzionale). Perché un’Assemblea di quaranta persone ha bisogno di uno sbarramento quando ha un quoziente naturale del 2,5? Non siamo obbligati. Se il tema è la rappresentanza, perché chi rappresenta decine di migliaia di persone non può avere diritto a esprimere un suo portavoce in questa Assemblea se il quoziente naturale, escluso il premio maggioritario, lo consentirebbe? C’è la voglia di non fare entrare nessuno nel castello e infatti gli emendamenti ieri sono stati regolarmente bocciati, emendamenti che garantivano maggiore rappresentatività. Poi c’è un paradosso che ce lo portiamo dalla 108/68, cioè che il partito che al primo turno si aggiudica ventiquattro seggi prende un premio maggioritario di nove più uno (dieci), il che fa trentaquattro seggi e se questo partito vincente prende più voti, fa un risultato incredibile e fa ventisei seggi prende un premio di cinque seggi, per cui più voti si prendono meno seggi si hanno e meno voti si prendono più seggi si hanno.

Ricordo che un premio di maggioranza di dieci seggi significa il 20 per cento e stiamo parlando di una forza che già al primo turno supera il 50 per cento proporzionale che in più si trova un premio del 20 per cento, compresa la quota maggioritaria, passando ovviamente da quaranta e cinquanta nel calcolo. Si parla sempre di svolta autoritaria a livello nazionale e qui ci troveremo davanti a un’egemonia totale. Non contenti di giocare una partita da soli a calcio, perché ormai c’è un partito che gioca da solo e che non ha un’opposizione che possa in qualche modo ostacolare la corsa verso il consenso di questo partito in questa regione, abbiamo negato la possibilità che con un quoziente naturale, cioè chi riesce a prendere i voti, su quaranta seggi possa entrare ma portiamo lo sbarramento al 3, che ovviamente per forze nuove - si spera in un rinnovamento della democrazia - è comunque in una prima presentazione così in breve tempo difficile. Io credo nei sistemi proporzionali e nella rappresentatività, proporzionali con correttivi come in questo caso, cioè un correttivo maggioritario, e mi va bene, ma non negate almeno la rappresentatività, altrimenti diventa un combinato disposto che allontana ancora di più e in un momento di astensione in cui l’offerta politica alle elezioni dovrebbe aumentare per fare andare più cittadini a votare inseriamo un elemento di non rappresentanza.

Fatta questa critica rimangono ancora due questioni che io trovo prive di senso in questa legge e voglio dirle per il verbale. La prima è legata ai collegi, che hanno dimensioni disomogenee. Bologna ha molti abitanti, Piacenza ha pochissimi abitanti e questo fa sì che i partiti che non prendono oltre il 25 per cento dei voti non sono rappresentati in maniera corretta sul territorio regionale e le forze minori fanno seggio solo da Bologna creando una sperequazione rispetto alle altre province. Questo è un problema e anche questo è un problema di rappresentanza che c’è. È chiaro che una legge intelligente avrebbe dovuto costruire collegi omogenei sganciati dai confini politici delle province che oggi non esistono praticamente più. Questa è un’altra criticità che va segnalata perché persiste nella legge.

L’ultima criticità riguarda il candidato Presidente. Anche qui si crea un meccanismo distorto dove a differenza dei Consigli comunali il candidato Presidente o arriva primo o arriva secondo o non entra in Consiglio, a meno che non vada a prendere delle preferenze, però in questo caso deve essere sempre di Bologna per le forze minori perché anche se si fa un buon risultato di preferenze ma in altre province ci sono scarse probabilità di poter ottenere il seggio. Questi aggiustamenti dovrebbero essere fatti, e mi auguro che la prossima legislatura possa intervenire almeno per mettere in linea con la legge dei Comuni questa legge regionale, una legge dei Comuni che è una buonissima legge. Chiuso l’argomento dei rilievi tecnici sulla legge, devo ringraziare tutte le forze politiche, la capogruppo Pariani, il capogruppo Bazzoni, il consigliere Naldi, ecc. per la capacità di essersi messi in gioco in pochissimo tempo ed essere riusciti a dare un messaggio fuori da questo Palazzo comunque di cambiamento. Abbiamo sentito troppe volte lamentele a livello nazionale per essere andati al voto con vecchie leggi elettorali e noi qui in Regione - c’è a chi piacerà e a chi non piacerà con dovute ragioni da entrambi le parti - siamo riusciti a fare questo intervento.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Grazie, presidente. Farò un intervento onirico perché sarà all’insegna del "mi sarebbe piaciuto" perché mi sarebbe piaciuto fare un dibattito sulla legge elettorale regionale con tutta calma avendo il tempo necessario. Ho firmato il primo dei progetti di legge che sono stati presentati più di due anni fa e per quel che vale a futura memoria potremmo discutere del perché ci siamo ridotti agli ultimi otto giorni utili di questo mandato nella pienezza dei suoi poteri per proporre, discutere e votare una legge elettorale. Non credo di dire una cosa non condivisibile quando dico che è inusuale che si faccia così in fretta su quella che è una delle leggi fondamentali della vita dell’istituto regionale e forse la più importante, perché noi siamo eletti e il come la rappresentanza popolare si forma credo che sia l’elemento decisivo della costituzione del consesso regionale e della nostra Assemblea istituzionale, quindi mi sarebbe piaciuto avere più tempo. Soprattutto mi sarebbe piaciuto coinvolgere l’opinione pubblica che chiamiamo a votare, cioè i nostri elettori, perché se facciamo una legge elettorale è perché vogliamo che più persone possibili alle prossime elezioni vadano a votare, e anche su questo mi pare che possiamo essere d’accordo tutti. Facciamo una legge elettorale perché vada a votare solo la metà della popolazione regionale, si voterà a metà novembre, sarà freddo, si voterà solo per la Regione Emilia-Romagna, obiettivamente l’ente regionale non viene visto dalla maggioranza dell’opinione pubblica come l’ente più vicino, e a torto o a ragione viene visto come un qualcosa di lontano. Il Comune è l’istituzione più vicina perché discute delle cose che riguardano la propria vita di tutti i giorni mentre la Regione come ente essenzialmente di programmazione è un po’ più distante, quindi andremo a votare a metà novembre con una legge elettorale fatta in una settimana dove nessuno è stato consultato. Non c’è stata neanche un’udienza conoscitiva.

Per quattro anni e mezzo ho avuto la ventura e anche l’onore di presiedere una Commissione e l’udienza conoscitiva aveva un che di sacralità e su questa che è la principale legge non c’è stato il tempo neanche di fare l’udienza conoscitiva, quindi abbiamo fatto una legge senza ascoltare l’opinione pubblica regionale che è il primo destinatario di questa legge perché sono le persone che vanno a votare. La fretta quindi è stata un fatto assolutamente negativo di tutta questa vicenda. Avevo detto tranquillamente assumendo posizioni assai impopolari, ma sono abituato, che era meglio a questo punto andare a votare con la vecchia legge elettorale e lasciare al nuovo Consiglio regionale il compito di avere tutto il tempo per modificare la legge elettorale anche perché alcune questioni non riguardano solo la legge elettorale ma anche lo Statuto e una riflessione, che io ho fatto in Commissione e che voglio ripetere qui nel modo più delicato e pacato possibile, e cioè se il modello presidenzialista lo consideriamo ancora valido alla luce di quello che è successo non tanto a noi quanto a molte altre regioni e comuni. I comuni hanno una scappatoia, perché a Reggio Emilia e a Padova i sindaci sono andati a fare i Ministri e lì c’è il meccanismo della decadenza per cui semplicemente il Consiglio li ha dichiarati decaduti e il Consiglio ha potuto terminare il suo lavoro con il vice. Questo meccanismo da noi non c’è. Vorrei essere molto chiaro perché sono volati un po’ di stracci da questo punto di vista e qualcuno ha detto che dico così per lo stipendio. Sfido chiunque mi dica così dicendo che sono disponibile a rinunciare in un ipotetico prolungamento della legislatura dandolo a qualche associazione di volontariato, quindi il problema non è questo ma è il danno che si crea a una collettività con l’interruzione anticipata di una legislatura. Noi abbiamo visto il danno che si è creato a Bologna con l’interruzione anticipata di una legislatura e lì avevamo un Sindaco che si è dimesso, oltretutto adesso è stato praticamente assolto da tutto ma nessuno gli restituisce l’onore perduto, tra l’altro c’è la vicenda dolorosa che è successa per esempio a Napoli - un esempio tra i tanti - la vicenda Romeo, quello che era stato incarcerato per l’appalto di 500 milioni per le buche delle strade, appalto peraltro neanche eseguito e sono stati tutti assolti, compreso lo stesso Romeo, le buche delle strade non sono state riparate e adesso la magistratura ha aperto un’inchiesta sul perché ci sono le buche nelle strade a Napoli. Se vi ricordate si dimisero i tre quarti della Giunta Iervolino e l’assessore Nugnes si suicidò e adesso sono stati tutti assolti, compreso l’assessore Nugnes, che però non può vedere la sua assoluzione.

Devo confessare che ci provammo già in Parlamento, io provai a correggere con altri colleghi questa che ritengo una stortura della logica presidenzialista che se c’è un’elezione di un Sindaco, di un Presidente della Regione e di una carica monocratica che per mille ragioni può venir meno, come per esempio con un incidente stradale, si scioglie l’Assemblea. Per esempio a Bologna si aveva una Giunta eletta con la maggioranza assoluta perché governasse per cinque anni, è venuto meno il Sindaco e sono andati tutti a casa con un anno e mezzo di commissariamento. Pensate al danno per la città di Bologna di un anno e mezzo di commissario con una città ferma e ordinaria amministrazione per un anno e mezzo. Penso che queste storture andrebbero corrette anche perché non c’è solo il danno perché si va ad elezioni anticipate e da lì si comincia a calcolare il periodo per tornare a votare e ogni anno si ha un insieme di microelezioni a cui dovrebbero partecipare in teoria milioni di persone per cui ogni volta di fatto quelle elezioni assumono un significato politico nazionale che va oltre il loro significato precipuo che per esempio sette milioni di persone devono andare a votare per il rinnovo delle amministrazioni comunali. Correttezza istituzionale, politica e procedurale vorrebbe, secondo la mia onirica opinione, che si ritornasse alla regolarità che tutti i Comuni vanno a votare insieme, che tutte le Regioni vanno a votare insieme ed è la logica degli election day. Si sono fatti gli election day su cui io ho sempre avuto dei dubbi perché si mettono insieme carote e pomodori, cioè elezioni di enti molto diversi tra di loro, per cui è ovvio che l’elezione che assume un particolare significato e una particolare valenza politica oscura tutte le altre elezioni, che addirittura si svolgono a traino di quelle politiche. Tutti sanno per esempio che se Illy non avesse voluto le election day e fosse andato a votare da solo adesso sarebbe ancora governatore del Friuli e adesso abbiamo la Serracchiani.

Bisogna correggere quella norma per cui in caso di dimissioni se uno si dimette l’ente arriva a fine legislatura. Certo, se la cosa avviene sei mesi prima della fine è un altro problema, ma si possono trovare mille modi per correggere questa situazione. Esiste una questione che io ritengo molto rilevante, che sfiorava prima il collega Favia nel suo intervento, ossia quella della rappresentanza. Noi ci troviamo di fronte a una situazione come schieramento di centrosinistra in cui molte forze si sono polverizzate e non esistono più. Lo ricordava ieri il collega Mandini in Commissione che Italia dei Valori è passata dall’8 per cento allo 0,5 per cento, SEL ha avuto i suoi guai, i Verdi hanno avuto i loro guai, adesso si sono anche ripresentati e hanno preso un risultato onorevole ma al di sotto delle aspettative e dei risultati delle elezioni passate, per cui siamo di fronte a una situazione in cui di fatto si prefigura un grande partito del centrosinistra, che il fatto che sia grande è comunque un fatto positivo - ritengo da uomo del centrosinistra che è meglio che vinca il centrosinistra piuttosto che il centrodestra - però c’è un problema di rappresentanza delle varie sensibilità, del pluralismo politico e culturale che esiste nella società e non si esaurisce nella rappresentanza di una sola forza politica. Questa è una riflessione che io credo che tutti insieme dovremmo fare per trovare il modo di andare a un’elezione che non faccia stare a casa le persone che non trovando il partito di riferimento e avendo un’offerta politica drasticamente diminuita decidono di non andare a votare. Io ho sentito molte persone che dicono che se non hanno modo di votare una forza politica ed esprimere le proprie idee e il proprio modo di vedere non vanno a votare o votano scheda bianca. In una situazione come quella novembrina dove già di fatto la meteorologia è un ostacolo, così come è un ostacolo il fatto che andremo da soli e non avremo un traino nazionale ma solo un certo interesse nazionale per le nostre elezioni, il rischio di un eccesso di astensionismo è evidente, che io vorrei evitare. Come amante del sistema democratico, della massima rappresentanza e soprattutto del pluralismo della rappresentanza vorrei evitare questo nell’interesse di tutti perché un ente eletto con pochi voti è un ente che si vede rinfacciare sul piano politico questa cosa per cinque anni di mandato perché noi andiamo a eleggere una Regione per cinque anni di mandato e speriamo che non gli capitino altri guai, come sono successi a noi, e questo è l’augurio che farei alla prossima legislatura. Noi ci dobbiamo chiedere come evitare una situazione di questo tipo e allora - qui torno al lato onirico del mio intervento - se avessimo avuto più tempo avremmo potuto anche immaginare soluzioni più creative, il che non significa bizzarre ma di innovazione. Avendo avuto tutto il tempo per discutere avremmo potuto discutere anche una legge elettorale basata sui collegi uninominali. Il centrosinistra ha nel suo DNA la questione del collegio uninominale perché l’abbiamo visto con il "Mattarellum". Io ho avuto la ventura di essere stato candidato con il "Mattarellum" e chi è stato nominato nei collegi uninominali per quelle due volte in cui è stato usato il "Mattarellum" ha visto che cosa significa avere la possibilità di un legame diretto tra eletto e territorio, cosa che è abbastanza labile con questo sistema elettorale, perché è vero che si hanno le preferenze ma ho incontrato gente che non si ricordava nemmeno dopo un anno di avermi dato la preferenza. Uscito dalla cabina elettorale si rischia che quel voto esaurisca il suo effetto, invece con il collegio uninominale quell’effetto dura per tutta la legislatura e finalmente il cittadino conosce il suo eletto e l’eletto o l’eletta ha un rapporto diretto con il suo territorio. Questo poteva essere un contributo, e non capisco perché al cambio della legge elettorale non si è ripristinato il "Mattarellum" perché sarebbe stato un viaggio molto più semplice che non il pantano in cui si trova adesso la legge elettorale nazionale. Da questo punto di vista penso che, avendo avuto tutto il tempo, avremmo potuto fare una cosa innovativa. Uso il termine innovativo perché in politica, come nell’economia, negli affari, nella produzione e nella vita delle persone, bisogna cercare di essere innovativi perché il contrario è la conservazione e si passa per conservatori o come minimo per coloro i quali si sono seduti e vivono di rendita, quindi un’amministrazione deve trovare delle strade innovative quando fa le sue proposte. La buona amministrazione da questo punto di vista rischia di non bastare.

Termino con una questione che mi sta particolarmente a cuore e cioè la questione della doppia preferenza di genere, che giustamente viene indicata come elemento realmente innovativo di questa legge elettorale, che ho condiviso, sostenuto e votato. C’è un piccolo grande problema per il quale ho annunciato la presentazione di un ordine del giorno, cioè la candidabilità e l’elettorato attivo e passivo delle persone transessuali perché quando si parla di genere bisogna trovare il modo anche di capire che non esistono solo due generi ma che esistono anche le persone transessuali. Le persone transessuali sono già state candidate, sono già state elette, abbiamo avuto come parlamentare la mia carissima amica Vladimir Luxuria, abbiamo avuto come consigliere comunale la mia straordinaria amica Marcella Di Folco, che ricordo con tanta emozione e perfino con commozione e che mi dispiace tanto che non sia più tra noi. A queste persone va garantito il grande rispetto per le loro candidature come elettorato attivo e passivo e per questo vi propongo un ordine del giorno che spero sia votato da tutta l’Aula.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di parlare la consigliera Meo. Ne ha facoltà.

 

MEO: Grazie, presidente. Sicuramente questo è un dibattito che si sta svolgendo in un modo un po’ affannato secondo me rispetto ai temi che deve portare avanti e rispetto all’importanza che riveste per il futuro della nostra regione, è affannato dai tempi, dal metodo di questa discussione costretta fra ieri sera e oggi, quindi mi rendo conto che molte delle cose che dirò sono già state espresse, però, visto che il consigliere Grillini ha esordito dicendo che avrebbe fatto un intervento onirico, l’unico sogno che avevo era quello di vedere approvata anche la legge sui rifiuti sulla quale avevamo molto lavorato e questo non è stato possibile e oggi vorrei fare però un intervento spero abbastanza onesto da questo punto di vista. In questa difficile legislatura, perché abbiamo avuto una legislatura molto complicata da una serie di fattori, non possiamo non vedere le innovazioni che ci sono state riguardo alla vita stessa di questa Assemblea e sono stati inseriti molti elementi di vera modernità da questo punto di vista per ciò che riguarda il ruolo dei consiglieri, per ciò che riguarda il risparmio di questa Assemblea, per ciò che riguarda la legge ad esempio sulla parità recentemente approvata e che oggi vediamo già qui trasposta in questa legge.

Alcuni elementi di questa novità che noi abbiamo voluto dare in questa legislatura effettivamente su questa legge li vedo, e li vedo per esempio nell’abolizione del listino. Sono assolutamente d’accordo su questo testo in cui non è più presente il cosiddetto listino dei nominati, che mi rendo perfettamente conto essere una struttura del passato che oggi oggettivamente non stava più in piedi. Mi dispiace, e in questo vorrei essere onesta, vedere che questo tipo di discussione si svolge in maniera diversa tra la Regione e il Parlamento, perché oggi anche sulle liste parlamentari l’elenco delle persone è comunque un elenco fisso di nominati, quindi mi piacerebbe assolutamente vedere la stessa coerenza in ognuna delle elezioni, perché quando noi diciamo che i cittadini hanno diritto di scegliere i loro candidati attraverso l’espressione di una preferenza lo diciamo qui e poi lo diciamo per sempre, e questo mi sembra un elemento di chiarezza nei confronti degli elettori al quale affidiamo oggi, con questa legge, un ruolo ancora maggiore di responsabilità nella scelta dei propri rappresentanti. Questo comunque lo condivido e lo considero un momento importante di cambiamento nella vita politica di questa regione.

Un’altra cosa è l’introduzione della preferenza di genere, che abbiamo già visto nelle scorse amministrative (quelle trascorse da poco) e che io considero assolutamente necessaria - l’ho già detto in altre occasioni - per riequilibrare in questo modo, perché questo Paese ne ha bisogno, la rappresentanza di genere all’interno delle istituzioni e se questa legge ci consentirà di farlo meglio ovviamente ne sarò contenta. Mi auguro però che la stessa attenzione nella rappresentanza di genere sia allargata a ogni altro elemento della vita civile, politica e amministrativa della Regione, a tutti gli altri enti che ci rappresentano e che operano anche per conto della Regione, enti spesso di assoluta importanza e rilevanza, dove oggi sinceramente non mi sembra che la rappresentanza di genere si sia espressa al meglio delle potenzialità che sono certa questa regione saprebbe esprimere. La strada da fare è ancora lunga e quando c’è da fare una strada lunga, e qui vorrei essere ancora onesta fino in fondo, credo che sia importante saper valorizzare le forze che possono aiutare a crescere la partecipazione all’interno della vita civile della regione.

Dico questo perché il tema della governabilità lo condivido fino in fondo e mi rendo conto che chi si candida a governare una regione di qualsiasi tipo, ma soprattutto una regione importante come la nostra, deve essere messo nei fatti nelle condizioni di riuscire a esprimere idee e progetti per i quali si è candidato, quindi il tema della governabilità esiste e va assolutamente esplicitato e reso concreto da una legge elettorale, ma noi abbiamo anche un altro problema e non è un problema dei piccoli partiti, come veniva citato prima, ma del Paese. Noi oggi abbiamo un numero di elettori che vanno a votare che a ogni elezione contiamo come meno numerosi e ogni volta c’è l’elenco di quelli che sono stati a casa e questo elenco è destinato a crescere. Questo problema ce lo dobbiamo anche porre; non è un problema semplicemente delle forze che in un modo o nell’altro hanno rappresentato la scena politica ma è il problema di offrire ai cittadini la possibilità di poter scegliere con chiarezza all’interno delle liste elettorali. Questo è il problema della rappresentanza. Oggi un numero sempre maggiore di persone sceglie di non votare e questo è un problema, quindi credo che lasciare una possibilità di scelta che quindi restituisce ai cittadini questa scelta a un numero congruo di rappresentanza politica sia una cosa che noi dobbiamo poter fare e lo dobbiamo poter fare perché altrimenti noi rischiamo veramente di avere sì una governabilità di una struttura come quella della Regione ma una rappresentanza di un numero veramente sempre più esiguo di cittadini, e questo magari nell’immediato può anche funzionare ma nel tempo sicuramente non funziona e non aiuta a mettere in piedi quel cambiamento che è necessario, e che nei fatti è già in corso, e che i cittadini ci stanno dicendo che la politica deve poter fare. Noi oggi questo problema lo abbiamo e quindi oggi non dobbiamo usare anche mezzi diversi da quelli che potrebbero essere uno sbarramento sui risultati elettorali, come ad esempio la necessità di presentare un numero elevatissimo di firme per la presentazione delle liste perché questo è un modo diverso di applicare uno sbarramento. Questo è inaccettabile. Quando le forze presenti in Parlamento europeo si ripresentano non raccolgono le firme e per il Parlamento le forze rappresentate al Parlamento che concorrono non raccolgono le firme, invece in Regione per ripresentarsi anche le forze presenti all’interno della Regione non solo devono raccogliere le firme, ma ne devono raccogliere un numero altissimo anche in presenza di una campagna elettorale necessariamente breve e necessariamente convulsa come nel caso di una campagna anticipata. Questa secondo me è una cosa che va sanata, va sanata adesso, va sanata adesso e in fretta perché in fretta si è fatta questa discussione oggi, qui, altrimenti quello che noi avremo di fronte è una regione sicuramente governata, ma che  rappresenterà nel tempo un numero sempre minore di cittadini e io credo che così come siamo stati innovativi da tanti punti di vista proprio in questa legislatura, oggi non dobbiamo cadere in questo equivoco che rappresentanza e governabilità non possono viaggiare sullo stesso piano. È uno sforzo che va fatto, va fatto con apertura mentale e dobbiamo lasciare da parte semplicemente la paura di confrontarci con chi esprime posizioni e istanze e questioni territoriali di cittadini, di pezzi di società che comunque in questa regione sono stati sempre rappresentati e ascoltati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie alla consigliera Meo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.

 

MANDINI: Grazie, presidente. Per prima cosa faccio una premessa dicendo che sottoscrivo totalmente le parole, i punti e i punti e virgola della consigliera collega Meo. Nel merito della discussione sulla nuova legge elettorale, è vero che ci arriviamo con l'affanno, è vero che ci arriviamo di corsa, è vero che ci arriviamo perché c'è stato un evento traumatico che ha interrotto questa legislatura; metto tra parentesi il fatto che si è interrotto il percorso di questa legislatura perché il presidente Errani, con un grande atto di responsabilità istituzionale, ha preferito dimettersi non coinvolgendo l'istituzione nel suo percorso giudiziario, di questo voglio ribadirne il merito e la serietà personale. Detto questo, ci siamo ovviamente posti il problema di come affrontare la tornata elettorale. C'erano depositate da anni due proposte di legge rimaste lettera morta non perché è mancato il tempo per affrontarle e discuterle, né è mancato il tempo alle altre forze presenti in Assemblea di presentare altre proposte oltre a queste due, una l'Italia dei Valori e una del Popolo della Libertà. No, non è stato fatto, sono rimaste in un cassetto. Per volontà politica? Forse per distrazione di una presidenza di Commissione che si è svegliata quando il Presidente Errani ha dato le dimissioni? Non lo so, registro il fatto che improvvisamente, e mi sorge il dubbio che sia stato anche per una certa voglia di protagonismo e visibilità politica, qualcuno ha iniziato a dire: "mettiamo mano alla legge elettorale", inizialmente dicendo: "adeguiamola ai nuovi strumenti che sono stati nel frattempo approvati, cioè parità di genere, doppia preferenza", si è aggiunta poi anche l'abolizione del listino e noi siamo perfettamente d'accordo su questi tre elementi. Ma non ci si è accontentato di questo, che potevano essere quelle cose che entravano di corsa in una riforma veloce, no, si è voluto andare oltre: andiamo a normare la raccolta firme, andiamo a normare una cosa, andiamo a normare quell'altra.

Non si capisce la logica però, scusatemi, io non la capisco. Ho chiesto più volte in Commissione facendo una semplice domanda: perché quando a qualcuno fa comodo fare riferimento a normative nazionali facciamo alcune cose e facciamo riferimento a quelle normative nazionali, quando invece non fa comodo ci dobbiamo creare le norme ad hoc? Non mi risulta che nelle ultime riforme elettorali che riguardano le Assemblee legislative ci sia l'obbligo della raccolta firme da parte di gruppi o partiti già rappresentati nelle istituzioni, sicuramente non c'è l'obbligo, è stato ricordato prima, per le elezioni politiche nazionali e per quelle europee. Noi, stranamente, in questa regione rimarchiamo l'obbligo della raccolta firme, anzi, lo rendiamo anche abbastanza complicato in un quadro che vede, da un lato, sempre meno soggetti che possono autenticare (è scomparsa tutta la fetta dei consiglieri ed amministratori delle Province), dall'altro, poco tempo a disposizione, dall'altro ancora il discorso che molti partiti... ringrazio il consigliere Grillini che ha portato l'Italia dei Valori come esempio; al di là dell'1,5, con solo il consigliere Grillini, siamo vicini all'1, ma ha poca importanza, siamo un partito che indubbiamente ha perso tanti consensi in pochissimo tempo, ma lo hanno deciso gli elettori, non l'ha mica deciso la legge elettorale; gli elettori hanno deciso che l'Italia dei Valori per una serie di motivi non li rappresentava. Benissimo, ci sta, fa parte delle regole della democrazia, starà all'Italia dei Valori dimostrare con i fatti che deve recuperare il consenso degli elettori, ma questo non l'ha fatto una legge elettorale; qui invece vogliamo, con questa riforma affrettata, già selezionare in partenza le condizioni, cioè vengono fatti, come giustamente diceva la consigliera Meo, due sbarramenti: uno percentuale e l'altro di possibilità.

C'è una frammentazione della rappresentanza politica a livello nazionale che ha preso accelerate in questi ultimi periodi. Ricordo a tutti noi che anche il Governo centrale ha cambiato la propria maggioranza, anche a Roma, anche nel Parlamento ci sono trasformazioni in atto nei gruppi parlamentari, perciò dobbiamo, credo, comprendere che quando c'è in atto una trasformazione profonda della rappresentanza politica, nostro dovere non è quello di frenare questo fenomeno perché ovviamente corrisponde anche a nuovi bisogni, nuove aspettative dei cittadini elettori, perché, come si ricordava giustamente, ogni volta che si va a votare, aumenta la soglia degli astenuti o di quelli che non si presentano ai seggi, e noi, in questo quadro, non facciamo un atto di umiltà e, scusatemi, neanche di buonsenso dicendo: "aspettiamo un attimo, mettiamo le regole indispensabili, agevoliamo un percorso di trasformazione per cui le prossime elezioni e magari quelle ancora successive fotograferanno una situazione più di stabilità". No, noi ci prendiamo... anzi, qualcuno, qui, in quest'Aula, si vuole prendere l'arroganza di stabilire le condizioni di partenza rendendo difficile la rappresentanza democratica. Uso questo termine perché fino a prova contraria i piccoli partiti, ma anche i movimenti, ma anche le associazioni o comunque qualunque organizzazione libera di cittadini che si mettono insieme per cercare un consenso rappresentano un momento democratico. Ci riempiamo la bocca quotidianamente sui percorsi partecipati, sul coinvolgimento dei cittadini nelle scelte dell'amministrazione, nelle scelte politiche e via dicendo, facciamo una legge per i gruppi di acquisto solidale, andiamo a normare anche quello che va a fare la spesa perché dobbiamo rispettare anche le esigenze di un gruppo di cittadini, però non diamo la possibilità al gruppo di cittadini di avere una rappresentanza in questa Assemblea, non gli diamo questa opportunità, perché gli mettiamo talmente tante barriere che la gara è persa in partenza.

In un quadro generale in cui si vedono i partiti d'accordo nel fare i listini nazionali - perché di fatto di questo si parla, la riforma elettorale nazionale crea i listini di collegio - noi andiamo a dire: "togliamo il listino, facciamo un passo avanti". Benissimo. In un quadro in cui si dice a livello nazionale: "non raccogliamo le firme per i soggetti presenti nelle Assemblee elettive", noi diciamo: "raccogliamo le firme". Ragazzi, mettiamoci d'accordo, cioè, mettetevi d'accordo con voi stessi! E mi riferisco ai partiti che siedono in Parlamento, noi non ci siamo perché fra le penalizzazioni degli elettori c'è anche quella che non siamo presenti in Parlamento. Mettetevi d'accordo con voi stessi!

Mi sa tanto che alla fine, al di là dei buoni principi e delle buone idee, qui, in questa Regione, in quest'Aula, si sta ripetendo l'accordo del Nazareno tra Renzi e Berlusconi sul quale poggiano le riforme di questo paese, e questo, scusatemi, mi preoccupa moltissimo, perché se a mio parere stiamo andando verso una leggera deriva decisionista delle istituzioni nazionali - e uso un eufemismo - se metto insieme legge elettorale e riforma del Parlamento, non vorrei che questo stesso principio lo stiamo calando anche sul nostro territorio. Ripeto, date coerenza agli atti perché non viviamo in un paese estero, viviamo in un contesto di un paese nel quale opera un certo sistema. Cerchiamo di adeguarci, cerchiamo di essere innovativi laddove ha un senso, non capisco il senso che abbia quando invece siamo peggiorativi.

Poi entreremo nel merito degli emendamenti quando saranno trattati. Quello che faccio in questo momento è un appello alla coerenza tra quello che scriviamo in questa legge regionale e quello che c'è scritto nelle leggi che regolano le altre elezioni. Spero che nel Partito Democratico, con il quale stiamo governando e con il quale auspico di continuare a governare in una logica che noi vogliamo di centrosinistra, di riformismo, prevalga il vero riformismo e non le vecchie logiche di accordo sottobanco tra un partito maggioritario di centrosinistra e un partito problematico di centrodestra, diciamo così, perché una volta era ampiamente maggioritario, ora è problematico. La dico in un altro modo: la paura di frantumarsi del centrodestra e di Forza Italia è meglio che non la difendiamo in quest'Aula, lasciamola a loro e guardiamo all'interesse dei cittadini e della rappresentanza democratica degli elettori di questa regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.

 

PARIANI: Grazie, presidente. Sono le 17,29 e c'è un dibattito che sta andando avanti, credo che però sarebbe interesse di tutti arrivare alla votazione questa sera stessa della legge elettorale che è in discussione, quindi chiedo la disponibilità a votare la prosecuzione dei lavori di questa sera fino al termine dell'oggetto.

 

PRESIDENTE (Costi): Chiedo se c'è qualcuno che intende intervenire contro questa proposta. Se nessuno chiede di intervenire, metto in votazione la richiesta della consigliera Pariani di concludere questa sera questo oggetto, poi domani chiaramente trattiamo tutto quello che rimane perché ricordo che l'Assemblea è convocata anche domani.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta della consigliera Pariani.

 

(È accolta all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): La richiesta è accolta, pertanto proseguiamo fino alla conclusione dell'oggetto.

Ha chiesto di intervenire in dibattito generale il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: Grazie, presidente. Abbiamo avuto molti anni di una certa stabilità politica, intendendo per stabilità politica una serie di partiti rappresentati sul territorio nazionale con parabole in ascesa o in discesa, ma parabole lente, costanti, che rendevano possibile fare previsioni sul futuro prossimo della politica, e in questi periodi non abbiamo mai messo mano alle leggi elettorali, non abbiamo mai messo mano alle riforme, abbiamo continuato a rinviare, o meglio, chi è venuto prima di noi ha continuato a rinviare importanti appuntamenti per il nostro paese che oggi ci troviamo a dover affrontare con l'acqua alla gola. Ma oggi, dovendoli affrontare, ci troviamo con problematiche maggiori che sono quelle di dover governare i cambiamenti, perché è fuori di dubbio, come diceva prima il collega Mandini, che adesso stiamo assistendo a dei cambiamenti talmente drastici e repentini nella politica nazionale che non possono essere sottovalutati. Ci sono formazioni politiche che crescono nel volgere di una campagna elettorale o di poche campagne elettorali e altre formazioni politiche che contestualmente si sciolgono e ci sono cambiamenti che nessuno poteva prevedere.

Quando sono stati messi certi sbarramenti e sono stati messi per una sorta di legittimazione a candidarsi alla rappresentatività, come il numero delle firme da raccogliere, gli adempimenti burocratici eccetera, sono stati messi in condizioni completamente diverse. Oggi ci troviamo, ad esempio, nella condizione per cui quando si andrà a raccogliere il numero delle firme per la presentazione delle liste, non ci saranno più i principali autenticatori, che erano i consiglieri provinciali, perché sono decaduti. Questo è un cambiamento talmente profondo, radicale nel sistema della campagna elettorale, che doveva essere affrontato di conseguenza, è un cambiamento tale che doveva richiedere una compensazione nello snellimento dell'apparato burocratico per la presentazione delle liste che andasse a compensare questa situazione che non ha precedenti, che non ha precedenti! Poi sappiamo anche nel nostro paese quanti invece sono i precedenti di cose fatte un po' così, in maniera raffazzonata, cioè le firme autenticate a distanza e tutto quello che è capitato, ma è chiaro che, come quando parliamo di fisco, ci troviamo quello che dice: "io sono stato obbligato a fare del nero perché non potevo andare avanti, non potevo scaricare niente"; sono casi di illegalità chiaramente, non è che li voglio difendere, sono assolutamente per condannarli, però si trova il pretesto per dire: "non potevo fare altrimenti perché sono stato costretto".

Questi cambiamenti è chiaro che devono essere in qualche modo governati, cioè bisogna capire qual è la migliore cosa da fare per poter garantire alle forze politiche in campo, ai cittadini che si riuniscono in associazioni, in partiti, in rappresentanze, la possibilità di essere pesati dall'unico vero legittimatore che c'è, che è il popolo. È il popolo che legittima chi sta nelle Aule assembleari e chi non ci deve stare, non esiste un altro ente che possa sostituire il voto popolare e noi in questo senso dovevamo operare, cioè dovevamo cercare di mettere, con una riforma elettorale, tra l'altro, fatta all'ultimo minuto, delle condizioni per cui delegare, in questa fase di cambiamenti radicali, al vero legittimatore democratico, che è il voto popolare, chi deve stare e chi non deve stare nell'Aula di domani. Questa era l'operazione che andava fatta e questo è il senso degli emendamenti che io ed altri colleghi avevamo presentato, non per impedire a qualcuno, ma per agevolare tutti, agevolare nell'esercizio della democrazia, perché se non si fa questo, allora viene da pensare che si vogliano trovare degli escamotage per fare un passo avanti rispetto ai veri legittimatori che sono gli elettori. Quegli emendamenti sono stati bocciati.

Poi addirittura ci sono stati dei travagli che hanno portato ad un ulteriore aggravamento della situazione che sto descrivendo, situazione che adesso pare in qualche modo rientrata e se gli ultimi emendamenti che sono stati presentati verranno accolti, ci sarà un ritorno all'impianto legislativo precedente della prassi burocratica per la presentazione delle liste. Al di là dell'intervento sul listino e del voto di genere e così via, sostanzialmente diciamo che si rientrerà in un atteggiamento di cautela, un atteggiamento di cautela che è assolutamente doveroso, cioè si tornerà a quello che si era detto fin dall'inizio e cioè: sì, facciamo certe cose, ma non andiamo ad intaccare più di tanto l'impianto legislativo che c'è fino adesso proprio perché non sappiamo questi cambiamenti che cosa porteranno, quindi cerchiamo di non creare barriere, di non creare ostacoli ad un'evoluzione dei movimenti democratici che potrebbero avere sviluppi che noi non possiamo in questo contesto prevedere.

Io auspico che gli emendamenti ultimi che sono stati presentati vengano accolti perché altrimenti credo che si farebbe davvero qualcosa di grave, grave soprattutto perché si creerebbe un precedente, perché con questi drastici cambiamenti in atto, chi governa oggi non è poi così certo di governare anche domani, ci possono essere delle situazioni talmente in evoluzione che ci possono essere dei cambiamenti anche in Regioni come la nostra o la Toscana o l'Umbria per la Sinistra, ma ci possono essere anche in altre Regioni per il centrodestra. Oggi ci sono dei cambiamenti radicali o si possono prospettare dei cambiamenti radicali dappertutto, quindi è importante non creare dei presupposti che potrebbero essere utilizzati oggi da chi c'è, ma potrebbero essere utilizzati anche domani da chi verrà, quindi bisogna ragionare nell'ottica di trovare l'equilibrio migliore per la democrazia di tutti, sennò non si fa il bene di chi verrà domani.

Io spero che questo ragionamento in qualche modo alla fine sia passato per bloccare una situazione che sta diventando davvero grave e abbia riportato, ripeto, un po' tutte le formazioni politiche di quest'Aula a quel principio di cautela che secondo me è doveroso e necessario in una situazione politica in evoluzione come quella che stiamo attraversando. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Malaguti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bonaccini. Ne ha facoltà.

 

BONACCINI: Grazie, presidente. Con le dimissioni irrevocabili di Errani, al quale tutti quanti insieme abbiamo chiesto di ritardare di qualche giorno per permetterci di prendere provvedimenti ed atti conseguenti importanti per la regione Emilia-Romagna, per i suoi cittadini, i lavoratori e le imprese, allo stesso modo, di fronte all'irrevocabilità della decisione del presidente Errani, noi abbiamo subito detto che bisognava andare a votare prima possibile perché è nell'interesse delle famiglie di questa regione, dei lavoratori e delle imprese che ci sia presto un governo pienamente insediato e legittimato. Ne ha bisogno l'Emilia-Romagna, non l'opportunità o l'opportunismo dei singoli partiti per magari riorganizzarsi e avere più tempo, questo vorrei che fosse molto chiaro. Essendo chiaro questo, noi da subito abbiamo detto che bisognava fare ciò che avevamo già immaginato e instradato, cioè una nuova legge elettorale, che avrebbe visto il varo il prossimo autunno, ma di fronte al succedersi degli eventi, non abbiamo tentennato un secondo nell'immediatamente dire, fatti salvi i capisaldi che dirò, che era utile farla e promuoverla.

Peraltro vorrei dire a chi si era avventurato nell'indicare nel sottoscritto e nel Partito Democratico chi voleva aprire una campagna elettorale facendo demagogia, che la differenza tra demagogia e realtà sta nel presentare in questo caso disegni di legge e poi nel provare ad approvarli, mentre chi accusava di demagogia, non avendo presentato alcun disegno di legge, ci avrebbe portato a votare esattamente con la legge attuale.

Io voglio ringraziare il relatore Naldi per il lavoro che ha fatto, non semplice, in pochi giorni, e le forze politiche, che, al di là delle legittime e singole opinioni, hanno lavorato tutte assieme per fare in modo che oggi in tempi brevissimi si arrivi ad un risultato, che io credo, peraltro, fosse atteso dagli elettori di questa regione.

Vengo ai due capisaldi. Il primo: l'abolizione del listino. Dicevamo di dover accorciare il rapporto tra eletto ed elettore e il fatto che, grazie all'azione che abbiamo proposto, il prossimo Consiglio regionale e questa Assemblea legislativa vedrà tutti i suoi cinquanta componenti eletti direttamente dai cittadini è un fatto positivo. Vorrei anche richiamare, perché è stato sollevato, che ciò che sta accadendo in Parlamento va comunque nella direzione, nella discussione e nei tentativi che si fanno di accorciare questa distanza. Lo dico perché, posto che si sarà disponibili fino all'ultimo a modificare e migliorare la legge elettorale che verrà nei prossimi mesi, è pur vero che anche lì la discussione e il dibattito partono dal tentare di fare qualcosa con i voti disponibili in Parlamento, cosa che vale anche qui per quello che abbiamo cercato di fare, perché una legge elettorale la si prova a fare tutti assieme o quasi, immaginando che le regole non le può scrivere solo uno o solo qualcuno. E allora in questo senso non è vero che qui si fa il contrario di ciò che si fa in Parlamento, perché in Parlamento si sta lavorando comunque per evitare di ripresentare la prossima volta listoni enormi e lunghissimi promossi dalle Segreterie dei partiti, posto che poi collegi uninominali o reintroduzione delle preferenze o listini brevi (noi, ad esempio, abbiamo proposto che rimanesse quello per le primarie per legge visto che in quel caso sono liste di partito e non rappresentano, come il listino, una coalizione), ognuno, poi, a casa sua può decidere di attuare al meglio o al peggio la democrazia che propone o che decanta.

Seconda cosa: la doppia preferenza di genere. C'è stato un lavoro, che abbiamo anche affrontato e discusso, fatto in questi mesi, promosso dalla Commissione Pari opportunità, che ha portato a provvedimenti e ad una legge quadro che, tra le altre cose, recitava la dimensione e la necessità che ci fosse la democrazia paritaria e la si praticasse. Le donne sono oltre la metà della società italiana, eppure nelle istituzioni o in alcune di esse sono sempre state rappresentate in maniera inadeguata, anche rispetto a ciò che accadeva da decenni o da anni nel resto delle democrazie europee. Bastano anche pochi esempi, vorrei ricordare che cosa è accaduto con l'introduzione della doppia preferenza di genere nelle primarie che il Partito Democratico ha fatto per la selezione dei tre quarti dei propri parlamentari: dall'Emilia-Romagna il 46 per cento delle parlamentari del Partito Democratico sono donne; vorrei ricordare cosa è accaduto alle ultime elezioni europee, dove l'introduzione dell'impedimento che fino alla terza preferenza potessero essere tutti dello stesso sesso ha fatto sì che, ad esempio, in questa circoscrizione quattro su sei eletti fossero di genere femminile. Noi siamo convinti che questa opportunità che verrà offerta, come è avvenuto per legge alle ultime amministrative, aumenterà la presenza femminile in questa Assemblea legislativa, che seppure è aumentata rispetto all'ultima volta, basta guardarsi intorno, è ancora troppo bassa, troppo esigua.

Infine nel nostro progetto originario c'era l'opportunità del dimezzamento delle firme e proprio perché siamo andati alla ricerca del consenso più largo, avete visto che una volta discusso e opportunamente trovato un accordo e un consenso largo se non totale, non abbiamo avuto difficoltà ad evitare quello che poche ora fa veniva definito "l'ammazza piccoli", posto che ognuno dovrebbe avere l'ambizione di crescere, non solo di autodefinirsi. E questa mattina dicevo che bisognerebbe, quando si fanno queste leggi e si approvano riforme così importanti, guardare alla luna e non al dito. Alla fine, dunque, pur con singole sfumature a cui ognuno di noi ha dovuto anche rinunciare rispetto alle intenzioni che aveva, noi faremo una legge secondo me nell'interesse dei cittadini di questa regione, da un lato riconsegnandogli il potere di eleggere tutti quanti i consiglieri regionali, dall'altro permettendogli di poter esprimere una doppia preferenza di genere. In questo senso voglio anche apprezzare le parole di Giovanni Favia, che ha avuto a volte parole dure nei confronti anche del mio partito o della coalizione che governa questa regione. Mi pare che l'apprezzamento che ha espresso e l'aver riconosciuto che le nostre non erano parole al vento per fare propaganda, ma era una scelta che avevamo fatto per arrivare in fretta, ma nel tempo dovuto, che era questo, a fare una legge importante per questa regione dimostrino che il nostro non era un intendimento che veniva usato e sbandierato, ma che l'abbiamo concretizzato e io credo che oggi sia comunque un giorno importante per questa regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bonaccini.

Se nessun altro chiede di parlare in dibattito generale, chiudo il dibattito generale e chiedo la massima attenzione all'Aula perché a questo punto iniziamo con la discussione e la votazione di ogni singolo articolo e chiaramente anche degli emendamenti.

Chiedo agli scrutatori, che sono tutti e tre presenti, di aiutarmi nelle operazioni di voto.

Ricordo quali sono gli emendamenti: abbiamo un emendamento a firma Malaguti, Bazzoni e Noè; un emendamento a firma Cavalli, Corradi e Bernardini; un emendamento a firma Mandini, Barbati, Riva e Meo; un subemendamento all'emendamento n. 1 a firma Bazzoni, Malaguti e Noè; due emendamenti a firma Favia.

Poi abbiamo anche un ordine del giorno che è stato proposto dai consiglieri Naldi, Sconciaforni, Pariani, Bazzoni, Noè, Riva, Mandini e Monari.

Partiamo all'articolo 1.

Articolo 1 - Composizione dell'Assemblea legislativa e modalità di elezione.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 1 è approvato.

Articolo 2 - Proclamazione del Presidente della Giunta.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 2 è approvato.

Articolo 3 - Individuazione dei seggi e delle circoscrizioni provinciali.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 3 è approvato.

Articolo 4 - Presentazione delle candidature a Presidente.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 4 è approvato.

Articolo 5 - Presentazione delle liste circoscrizionali.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 5 è approvato.

Articolo 6 - Ammissione delle candidature a Presidente.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 6 è approvato.

Articolo 7 - Limiti dei mandati per il Presidente.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 7 è approvato.

Articolo 8 - Candidature nelle liste circoscrizionali.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 8.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 8 è approvato.

Articolo 9 - Ammissione delle liste circoscrizionali.

Su questo articolo insistono tre emendamenti e un subemendamento, precisamente: l'emendamento 2 a firma Cavalli, Corradi e Bernardini; il subemendamento 4 all'emendamento 1; l'emendamento 1 a firma Malaguti, Bazzoni e Noè; l'emendamento 3 a firma di Mandini, Barbati, Riva e Meo.

Apro il dibattito generale sull'articolo 9, i tre emendamenti e il subemendamento. Ha chiesto di intervenire il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.

 

CORRADI: Grazie, presidente. Intervengo per illustrare l'emendamento presentato dal gruppo Lega Nord, che si prefigge sostanzialmente di evitare la raccolta delle firme alle formazioni politiche già presenti in questa Assemblea oppure già presenti nel Parlamento nazionale e nel Parlamento europeo. Ricordo che anche per le elezioni al Parlamento europeo non è necessaria la raccolta delle firme. Questo al fine di agevolare, come è già stato detto anche in dibattito da altri che sono intervenuti su questo argomento, le formazioni comunque qui presenti, anche quelle non strutturate in modo consistente come la formazione principale dell'attuale schieramento di maggioranza, consentendo, quindi, un maggiore coinvolgimento dei cittadini al fine democratico di portarli alle urne, tenendo comunque presente che ovviamente quello che conta poi è il risultato finale. Noi vorremmo che tutte le formazioni politiche fossero in grado di presentarsi al nastro di partenza per correre senza differenze tra di loro, rimettendo poi esclusivamente al voto degli elettori la scelta di chi li rappresenterà in quest'Aula. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Corradi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.

 

MANDINI: Grazie, presidente. Il nostro emendamento riprende lo spesso spirito di quello della Lega. È stato presentato ieri in Commissione, è stato respinto, lo ripresentiamo in Aula. Le motivazioni le ho già dette prima. Qui non si tratta di difendere i piccoli partiti o lo status quo, si tratta di difendere la democrazia partecipata e partecipativa, perciò, nell'illustrare l'emendamento, comunico anche la votazione favorevole all'emendamento 2 della Lega Nord e il voto contrario agli altri emendamenti e il voto contrario anche all'articolo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.

 

MALAGUTI: L'emendamento 1 e il subemendamento 1 riportano all'impianto originario della legge, perché in sede di Commissione Statuto e Regolamento era stata fatta una modifica aumentando le giornate dalla data della scadenza elettorale naturale, quindi impedendo la disposizione normativa precedente che dimezzava il numero della raccolta delle firme in caso di elezioni anticipate. Gli emendamenti riportano la situazione alla condizione originaria per cui impediscono un ulteriore aggravamento di una pastoia burocratica che, oggi come oggi, con quello che dicevo prima, con il cambiamento della mancanza ormai dei principali autenticatori che sono i consiglieri provinciali, non serve proprio a niente, se non a gravare la situazione dell'esercizio democratico delle forze politiche in campo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie al consigliere Malaguti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.

 

NALDI: Intervengo se i consiglieri hanno finito l'esposizione degli emendamenti, altrimenti aspetto.

 

PRESIDENTE (Costi): Siamo in dibattito generale su articolo ed emendamenti e io non ho più nessun iscritto, per cui, prego, consigliere.

 

NALDI: Per quanto riguarda il subemendamento e l'emendamento che riportano sul testo la cifra di almeno 120 giorni, già nella relazione ho espresso parere positivo, ne abbiamo discusso ampiamente, non credo che bisogna tornarci sopra.

Per quanto riguarda gli emendamenti 2 e 3, che propongono che siano esentati dalla raccolta delle firme gruppi presenti o in questo Consiglio o in Parlamento, noi abbiamo detto - ho avuto l'occasione di dirlo più volte in Commissione - che non ci sembra logico creare delle condizioni differenti tra chi è qui presente e già organizzato e invece chi si appresta, magari ha l'intenzione, vorrebbe avere la possibilità di presentare liste senza essere presente in quest'Aula o in altri consessi, quindi mi sembra una norma che mette tutti sullo stesso piano di parità. Tra l'altro - in questo caso mi riferisco all'emendamento 2 e anche qui riprendo considerazioni che ho fatto ieri - insistere sulla possibilità di dare l'esenzione dalla raccolta delle firme anche ai componenti del Gruppo Misto, la cui natura politica è tutta quanta da identificare, da formalizzare, mi sembra una cosa anche poco possibile. Comunque su questi due emendamenti io do indicazione di votare no.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Il tema non è, a mio avviso, relatore Naldi, sulla natura del Gruppo Misto, perché qui non stiamo assegnando una possibilità di accesso alle elezioni se si è un partito. La logica, come era nel Parlamento nazionale, è quella della sottoscrizione da parte, in quel caso, dei deputati, nel Parlamento si trattava di due deputati, quindi era legata alla rappresentatività che aveva l'eletto in sé. Io trovo anche che sia giusto che non ci siano figli e figliastri, ma fatta questa precisazione, non voterò i due emendamenti perché pur capendone il valore e il senso - e quindi non biasimo assolutamente i presentatori essendo assolutamente legittimi questi emendamenti perché questa è stata la prassi a livello europeo e quindi a livello nazionale, quindi è legittimo che venga chiesta questa cosa anche in questo consesso - io ritengo come opinione politica che si crea comunque una sperequazione tra chi è dentro il Palazzo e chi è fuori.

Invece voterò, pur non essendo soddisfatto, l'emendamento dei 120 giorni perché il testo che doveva arrivare in Commissione prevedeva, alla luce di una riflessione politica, 90 giorni, perché non abbiamo la certezza che si vada ad elezioni prima del 28 novembre, lo sappiamo bene, ci sono delle possibilità che si vada alle elezioni agli inizi di dicembre, quindi la soluzione più ragionevole sarebbe stata quella dei 90 giorni come era scritto nella prima bozza dell'emendamento che lei, relatore, aveva intenzione di portare in Commissione. Non gliene faccio una croce, anzi, lei ha già fatto il suo lavoro egregiamente tutelando tutte le varie sfaccettature che confliggevano in questa discussione; è chiaro che dipendeva dagli accordi politici delle forze principali. Abbiamo scampato il peggio, quella sì che sarebbe stata una forzatura veramente, che io veramente ritengo indecente, quella sarebbe stata veramente una cosa da far gridare allo scippo di democrazia e quindi bene, bene che si sia tornati in carreggiata. Abbiamo perso l'occasione di garantire quello che la legge nazionale dice, io vorrei chiarirlo: secondo la legge si possono raccogliere le firme fino a sei mesi prima, ovvero c'è un numero x di firme e ci sono a disposizione sei mesi di tempo per raccoglierle, e lo si sa con largo anticipo perché è una scadenza naturale. La legge nazionale dice che se invece si va in fretta e furia alle elezioni, e noi stiamo facendo il record di velocità con cui si torna al voto, si deve fare come ci ha segnalato il Ministero degli Interni che ci ha detto: "fate la legge elettorale, dovete prevedere un po' di tolleranza in più", tant'è che il tempo normale è due più tre, cioè cinque mesi. Noi, quindi, andiamo velocemente e andiamo in piena estate, cioè ci rientra tutto agosto e fine luglio, i periodi dove le città si svuotano, senza i primi attori nella certificazione delle firme, con soggetti che improvvisamente si dovranno organizzare e avranno solo settembre a disposizione perché poi ad inizio del mese dopo, di ottobre, bisognerà presentarle e c'è anche da raccogliere i certificati elettorali dai comuni, c'è da fare un lavoro importante, e se non parliamo di grandi partiti, si parla di forze basate sul volontariato che i banchetti possono farli principalmente nei fine settimana. Quindi stiamo parlando di una situazione stringente di accesso democratico alle elezioni.

Bene che si è tornati in carreggiata, anche se io ritengo che lo sforzo iniziale del relatore fosse molto più giusto, molto più equo e quanto più democratico. Comunque voterò perché voglio dare un riconoscimento, anche se si è dovuto alzare la voce parecchio e da più parti, voglio dare un riconoscimento al fatto che si è evitato lo scippo più grave di democrazia, stando alla legge, che era uscito dalla Commissione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Non ho più nessun iscritto in dibattito generale. Chiedo se qualcuno intende intervenire per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire, a questo punto, quindi, iniziamo a votare gli emendamenti. Prima sostituisco il consigliere scrutatore Paruolo con la consigliera Marani.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma dei consiglieri Cavalli, Corradi e Bernardini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 4 all'emendamento 1, a firma dei consiglieri Bazzoni, Malaguti e Noè.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): Il subemendamento 4 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1 così come emendato, a firma dei consiglieri Malaguti, Bazzoni e Noè.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 3, a firma dei consiglieri Mandini, Barbati, Riva e Meo.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9 così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 9 è approvato.

Articolo 10 - Modalità di espressione di voto.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 10.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 10 è approvato.

Articolo 11 - Soglie di sbarramento.

Su questo articolo insiste l'emendamento 6 a firma del consigliere Favia.

Apro il dibattito generale su articolo 11 ed emendamento 6.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Ho presentato un emendamento soppressivo dell'articolo perché alla luce della quota proporzionale, ovvero di 40 seggi all'interno dell'Assemblea, c'è uno sbarramento naturale. Credo che i gruppi di liste o le singole liste che riescono ad esprimere un quoziente allineato al numero dei seggi, un quoziente per avere un seggio su 40, abbiano diritto a sedere in quest'Aula. Questo non va ad inficiare la governabilità, proprio non c'entra nulla con la governabilità, anche perché è uno sbarramento che riguarda chi è all'opposizione, non chi è in maggioranza e sappiamo che la governabilità è inficiata da crepe all'interno della maggioranza, quindi al massimo si potrebbe difendere dallo sbarramento, cosa che io non condivido, ma al massimo si potrebbe dire che bisogna difendere la governabilità se lo sbarramento fosse in coalizioni di maggioranza, cosa che non è perché è solo per la minoranza. Io non ne capisco la ratio, cioè politicamente non c'è una risposta sensata, politicamente, che qualcuno mi possa dare. Sarà difficile, perché c'è la raccolta firme per tutti, partecipare, si dovrà avere, quindi, tutti una rappresentatività per partecipare e questo sgombra il campo dai piccoli partiti o dai partiti inesistenti che nascono davanti ad un notaio, non ci potranno essere perché c'è la raccolta firme, allora io credo, ma non so quanti credono nel concetto di rappresentanza, che non si debbano avere soglie di sbarramento, anche perché parliamo veramente di uno sbarramento aggiuntivo dello 0,5 per cento perché il quoziente naturale all'opposizione è 2,5, lo sbarramento è a 3, qualcuno mi spiega a cosa serve la beffa di avere un quoziente, di avere diritto ad un seggio proporzionale, ma di non poterlo avere? Allora io trovo che chi vuole democrazia e giustizia debba sostenere questo tipo di proposta emendativa, ma non mi stupirò del contrario.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di intervenire in dibattito generale il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.

 

NALDI: Grazie, presidente. Questo articolo vuole valorizzare la capacità di coalizione, che in un sistema maggioritario ha molto senso, quindi sembra del tutto pertinente un sistema che favorisce obbiettivamente le coalizioni per fare in modo che una coalizione effettivamente possa governare. E comunque anche quelle che non vincono sono in questo modo incentivate a fare coalizione. Peraltro, come lei ha detto, è vero che questa soglia di sbarramento è molto prossima a quella fisiologica aritmetica che lei ha ricordato, quindi io penso che l'articolo possa rimanere così com'è senza ledere i diritti fondamentali di nessuno e quindi invito a respingere l'emendamento.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.

Nessun altro chiede di intervenire in dibattito generale, quindi chiedo chi intende intervenire per dichiarazione di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Ribadisco il voto favorevole all'emendamento e, in caso di bocciatura dell'emendamento, il voto contrario sull'articolo.

Seguo il ragionamento del collega consigliere relatore Naldi, ma l'incentivo alla coalizione è proprio per la maggioranza - caliamoci nel mondo reale! - o al massimo per il secondo polo, ma questo non può valere... Anche perché mettere due sbarramenti, cioè tenerlo sia per la lista che per la coalizione, è ancora peggio perché poi due liste rischiano di disperdere il voto e di non prendere né l'uno, né l'altro perché viene mantenuto comunque uno sbarramento anche sulla coalizione. Insomma, non è che abbiamo l'anello al naso!

Io capisco la necessità e condivido e sono contro chi vuole dare il premio di maggioranza alla singola lista, anche a livello nazionale, perché credo che sia meglio che qualcuno governi dovendosi confrontare con qualcun altro perché credo nel confronto piuttosto che in un sistema all'americana, credo nella pluralità, credo che i Consigli, a differenza dei Governi, debbano fotografare la società il più possibile. Questa è la mia idea di politica, di rappresentanza. Allora accetto un correttivo come quello dello sbarramento, che è un correttivo ad un sistema proporzionale, se dà in cambio qualcosa in più di forte, di concreto. Incentiviamo le coalizioni? Allora si poteva abbassare la soglia per la coalizione. Così si fa una legge elettorale che reprime le forze minori, che non vuol dire che siano inutili, attenzione, perché chi è in minoranza, in democrazia, non è inutile, è il sale della democrazia, è la fortuna della democrazia. Guai ai pensieri unici e ai due o tre player che se la giocano! Un conto è il Governo, un conto sono queste Assemblee che devono rappresentare la società e la cittadinanza in tutte le sue sfaccettature. Quindi non sono convinto delle argomentazioni del relatore, anche per quello che diceva la consigliera Meo nel suo intervento.

Confermo il voto a favore dell'emendamento e il voto contrario sull'articolo nel caso in cui l'emendamento non venga accettato.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo alla votazione. Ricordo che essendo l'emendamento 6 abrogativo di un articolo, si mette in votazione il mantenimento dell'articolo.

Metto in votazione, per alzata di mano, il mantenimento dell'art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 11 è approvato, quindi l'emendamento 6 si intende respinto.

Articolo 12 - Operazioni degli uffici centrali circoscrizionali.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 12

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 12 è approvato.

Articolo 13 - Operazioni dell'ufficio centrale regionale.

Su questo articolo insiste l'emendamento 5 a firma del consigliere Favia.

Apro il dibattito generale su emendamento e articolo 13. Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Questo emendamento l'ho anticipato nella discussione generale e chiedo un parere al relatore. Non cambia nulla nel sistema elettorale, semplicemente questo emendamento riguarda le forze che non sono né il primo classificato, né il secondo classificato, mi riferisco alle coalizioni o alle liste che sono collegate ad un candidato presidente. In questi casi, ovviamente ritenendo il candidato presidente, in quanto scelto come candidato presidente, rappresentativo di queste liste delle coalizioni, il primo seggio, come accade per il secondo classificato, è quello legato al presidente, cosa che accade già nei comuni nelle liste ed è anche logica. Si possono creare delle contraddizioni incredibili perché si può scegliere un candidato presidente di Rimini che decide di candidarsi nel suo collegio, che però, non facendo quoziente quel collegio, non riesce poi ad entrare in Consiglio. Allora è molto più giusto, molto più logico far sì che quando scatta il seggio per una coalizione o per una lista che non sia la prima o la seconda classificata, per le quali è già così, cioè per le quali già entra il candidato presidente, come accade nei Comuni, sia il candidato presidente a prendere il primo seggio perché ha già passato un vaglio, da parte di tutti gli aderenti al partito, alla lista o al movimento che sia, tale per cui è chiaramente la figura più rappresentativa della lista.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Se nessun altro chiede di intervenire sull'emendamento e sull'articolo 13, chiudo il dibattito e metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 5, a firma del consigliere Favia.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'emendamento 5 è respinto...

 

(interruzione del consigliere Naldi)

 

Scusate, ho visto adesso... perché prima aveva schiacciato Naldi, ma dopo che avevo chiuso e già messo in votazione...

 

NALDI: Non so se posso parlare o se avendo già votato...

 

PRESIDENTE (Costi): Potete parlare sull'ordine dei lavori, non sull'articolo e sull'emendamento, su quello no.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

 

FAVIA: Grazie, presidente. Per mozione d'ordine. Ho osservato il Consiglio e non ho capito come hanno votato le singole forze politiche, chiedo quindi una verifica o la ripetizione del voto.

 

PRESIDENTE (Costi): Gli scrutatori non mi hanno assolutamente sollevato nulla, io ho visto le mani alzate, per cui...

 

(interruzione del consigliere Favia)

 

PRESIDENTE (Costi): L'esito è che l'emendamento è stato respinto. L'esito della votazione è stato il seguente: a favore dell'emendamento ha votato il consigliere Favia, si è astenuto il consigliere Malaguti e la Lega Nord, tutti gli altri hanno votato contro, il consigliere Defranceschi non ha alzato la mano.

Io chiedo agli scrutatori. Se gli scrutatori non hanno obiezioni, io procedo perché questo è stato l'esito della votazione. Non ci sono obiezioni, procediamo.

Essendo stato respinto l'emendamento n. 5, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 13.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 13 è approvato.

Articolo 14 - Surroghe.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 14.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 14 è approvato.

Articolo 15 - Rinvio alle norme nazionali.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 15

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 15 è approvato.

Articolo 16 - Indizione delle elezioni.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 16

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 16 è approvato.

Articolo 17 - Intese.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 17.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 17 è approvato.

Articolo 18 - Abrogazioni.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 18.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 18 è approvato.

Articolo 19 - Entrata in vigore.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro per dichiarazione di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 19.

 

(È approvato all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'art. 19 è approvato.

A questo punto apro le dichiarazioni di voto congiunte sull'ordine del giorno oggetto 5799/1 a firma dei consiglieri Naldi, Sconciaforni, Pariani, Bazzoni, Noè, Riva, Mandini e Monari; sull'ordine del giorno oggetto 5799/2 a firma dei consiglieri Grillini, Pariani, Meo, Mori, Moriconi, Monari, Casadei, Mumolo, Naldi, Mandini, Mazzotti, Fiammenghi, Piva, Marani, Montanari, Sconciaforni e sull’intero testo di legge. Vi ricordo che i tempi a disposizione sono di cinque minuti, parla un consigliere per gruppo a meno che non ci sia un'espressione di voto differente dal gruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini per il gruppo dell'Italia dei Valori. Ne ha facoltà.

 

MANDINI: Grazie, presidente. Parto dagli ordini del giorno che abbiamo sottoscritto annunciando evidentemente il voto favorevole. Tengo a precisare che l'ordine del giorno 5799/1 è più una speranza che una certezza, è sicuramente un auspicio, ma non risolverà il problema che abbiamo in più ricordato in quest'Aula, cioè che ci saranno difficoltà a trovare gli autenticatori delle firme.

Rispetto al progetto di legge, oltre a quello che ho già illustrato e non avendo quest'Aula accolto l'emendamento all'articolo 9, voglio brevemente ricordare che quell'emendamento non era a tutela dei gruppi presenti in questo consesso, ma era a tutela della rappresentanza democratica presente e futura di questo consesso perché comunque chi è presente oggi in quest'Aula ha già passato il vaglio degli elettori se è qua, perciò non è che è arrivato calato dal cielo, perciò e dire che le forze presenti in questa Assemblea possono evitare la raccolta firme... Poi, ripeto, non ho ancora capito il motivo per cui non dobbiamo essere coerenti con le altre leggi. Comunque non si vuole fare figli e figliastri, consigliere Favia. Chi è seduto qui è già passato al vaglio massimo della democrazia che è il voto degli elettori e credo che abbia diritto di ritornarci se gli elettori glielo permetteranno, firme o non firme. Ovviamente chi si presenta per la prima volta alle elezioni credo che sia giusto che debba dimostrare di avere un certo consenso.

Perciò, per le motivazioni che ho appena addotto, comunico che il gruppo dell'Italia dei Valori non parteciperà alla votazione.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Mandini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Lombardi a nome del gruppo di Forza Italia. Ne ha facoltà.

 

LOMBARDI: Grazie, presidente. Intervengo semplicemente per ribadire il voto favorevole di Forza Italia al progetto di legge elettorale. Mi sembra che nel corso del dibattito siano venute fuori in maniera abbastanza chiara alcune perplessità e alcune indicazioni che rispetto al testo iniziale si erano appalesate, cose che sono state poi superate in una normale dialettica politica, ma che non risultavano infondate visto, appunto, il dibattito che c'è stato.

Intervengo anche sull'ordine del giorno per esprimere il nostro voto contrario e mi permetto di intervenire, anche se ovviamente la materia è delicata come sempre in questi casi, semplicemente perché mi pare di intravedere proprio nella narrativa dell'ordine del giorno i motivi per cui mi pare perlomeno inutile pronunciarsi rispetto a quanto viene richiesto perché nella narrativa si dice che in Italia, in base alla legge 164/1982, la rettificazione avviene in forza di una sentenza del Tribunale passata in giudicato, poi si dice anche che alcuni Tribunali hanno riconosciuto la rettificazione del sesso ancorché non sia stato effettuato l'intervento chirurgico finale. Allora io mi domando: se c'è una sentenza del Tribunale che stabilisce una certa condizione e quindi a quella bisogna attenersi, non credo che ci sia discussione su questo, se c'è una sentenza del Tribunale (e pur in assenza di tutti i requisiti richiesti, alcuni Tribunali si sono comunque espressi in questo senso e quindi il caso è pacifico) non capisco come si possa, seppure in maniera generica come detto nel dispositivo finale, rispettare al massimo l'identità di genere di persone che non risultano, in base ad un provvedimento di legge, avere completato un certo percorso. Chi si prende la responsabilità di stabilire il genere in questi casi? Siccome si fa riferimento ai seggi elettorali, il povero individuo presente al seggio elettorale cosa capisce? Quindi, siccome vengono citati proprio i due casi specifici, cioè o in forza di una sentenza, e nulla quaestio, oppure addirittura in forza di provvedimenti del Tribunale che non tengono conto dei requisiti richiesti, mi pare che questa sia la fattispecie prevista e che consenta di operare in questa materia in assoluta tranquillità nel rispetto di tutti gli individui e anche dell'identità di genere. Quindi voteremo contro questo ordine del giorno.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Lombardi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini a nome del Gruppo Misto, sempre che poi non ci siano dei voti diversi all'interno del gruppo. Ne ha facoltà.

 

GRILLINI: Essendo il nostro un Gruppo Misto, è quasi un obbligo. Io volevo tranquillizzare il collega Lombardi, che so essere persona riflessiva e pacata, dicendogli che in realtà noi con questo ordine del giorno non vogliamo ovviamente modificare nessuna legge, che d'altra parte non è modificabile con un ordine del giorno. Gli ordini del giorno possono solo auspicare, infatti la parte finale inizia dicendo: "auspica che".

In realtà il dibattito su questa materia è un dibattito complesso, avrebbe richiesto più tempo, perché la discussione che è avvenuta in alcuni paesi è attorno alla cosiddetta "piccola soluzione" che consente la transazione senza l'intervento chirurgico finale e in paesi come Nuova Zelanda, Australia e Germania è stata già riconosciuta la possibilità, a metà della transizione, sia per gli MtF, sia per gli FtM, di poter modificare i dati anagrafici senza l'intervento chirurgico finale, che da molti non è richiesto e voluto. Quindi, nel rispetto delle persone, nel pieno rispetto delle persone, io ho compilato questo ordine del giorno (e ringrazio, tra l'altro, i firmatari) banalmente per chiedere rispetto sia per quanto riguarda l'elettorato attivo che per quanto riguarda l'elettorato passivo, si chiede banalmente rispetto.

Io credo che anche il consigliere Lombardi e anche Forza Italia possano convenire sul fatto che in una situazione in cui si chiede, anche con una certa delicatezza, il rispetto per una identità che c'è perché è prevista per legge e per un dibattito che è ormai diffuso a livello internazionale, si possa anche tranquillamente sottoscrivere questa mozione. D'altra parte volevo ricordare ai colleghi di Forza Italia che la compagna di Silvio Berlusconi si è appena iscritta all'Arcigay, la Pascale si è iscritta all'Arcigay - è su tutti i giornali, Filippi, forse non lo hai visto - dicendo che il compagno è perfettamente d'accordo con questa sua scelta. Ora non è un fatto da poco che la compagna del principale esponente di opposizione, o perlomeno era il principale finché non sono arrivati gli esponenti del M5S, comunque è una persona che sta giocando un ruolo rilevante nelle riforme istituzionali del paese, acquisisca la tessera della principale organizzazione LGBT italiana di cui mi onoro di essere stato ideatore e fondatore, e io penso che come ha dato prova lei di apertura mentale e anche di una certa spregiudicatezza da questo punto di vista, anche il gruppo di Forza Italia dell'Assemblea regionale dell'Emilia-Romagna avrebbe potuto fare uno sforzo visto che ha sempre votato contro qualsiasi cosa io proponessi in questa materia, visto che ha addirittura firmato la mozione della Lombardia che propone all'Emilia-Romagna di fare la "Festa della famiglia" contro le coppie omosessuali.

Io voglio dire ai colleghi di Forza Italia che abbiamo presentato, sia pure in photofinish, un'altra risoluzione di segno opposto che propone alla Regione Emilia-Romagna di fare la "Festa di tutte le famiglie", di tutte le famiglie, perché, vivaddio, se una cosa possiamo dire di quattro anni e mezzo di governo regionale, di legislatura, è che tutto il centrosinistra ha praticato la linea, la filosofia, la cultura, la politica dell'inclusione; ahimè, questo non è stato dato a vedere da parte del centrodestra, che ho trovato particolarmente chiuso su queste questioni, a volte anche in modo incomprensibile. C'è il mondo che si evolve, amici, là fuori, c'è un mondo che diventa moderno. Se n'è accorta persino la compagna del vostro leader, immagino che l'iscrizione della Pascale all'Arcigay, che lei sostiene aver fatto in piena sintonia con Berlusconi, abbia determinato un cambio radicale di linea politica sulle materie che riguardano i diritti civili del partito di Forza Italia. In giro per l'Italia però non ce ne siamo molto accorti visto che la Regione Lombardia ha votato questa mozione orribile ed omofoba e direi anche banalmente ed esplicitamente razzista oltre che sessuofoba. Però concludo dicendo che per fortuna che ci sono pezzi di quel partito che la pensano in maniera completamente diversa.

Questa mozione rivendica rispetto, solo rispetto.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Grillini.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Pariani a nome del Partito Democratico. Ne ha facoltà.

 

PARIANI: Grazie, presidente. Innanzitutto credo sia necessario ribadire in dichiarazione di voto il valore del cambiamento e dell'iscrizione per la prima volta di una legge elettorale della Regione Emilia-Romagna. È la prima volta che la Regione Emilia-Romagna si dota di una propria legge elettorale. Credo che abbiamo fatto bene, concordando tra tutti i gruppi e su questo do atto a tutti, a svolgere questa discussione anche in tempi molto brevi. È evidente, come molti hanno sottolineato, che questo non ci ha consentito di spaziare tra tutte le soluzioni possibili, ma il testo che noi abbiamo presentato, che vede la mia firma insieme a quella dei consiglieri Naldi e Sconciaforni, è un testo rispettoso di norme generali nazionali e su quello inserisce due scelte fondamentali, cioè il superamento del cosiddetto "listino del presidente" o "lista regionale circoscrizionale" e la decisione di eleggere direttamente nelle liste circoscrizionali tutti i consiglieri regionali di quest'Aula. Una scelta che a nostro parere fa fare un passo in avanti nel senso di un legame diretto tra elettori ed eletti, che è importante in una stagione, come quella che abbiamo vissuto anche qui, in questa Regione, di distanza dei cittadini dalla politica. È questo il nodo di fondo di questa legge.

Secondo: la doppia preferenza di genere e l'introduzione complessiva di norme paritarie, perché, colleghi e colleghe, quest'Aula è molto più squilibrata della società regionale e quindi c'era bisogno di introdurre un correttivo forte rispetto alla capacità di rappresentanza, e anche questo è un elemento che avvicina i cittadini alle istituzioni. Nostro interesse prioritario era farlo nei tempi che ci venivano dati.

Ringrazio tutti, ringrazio il presidente Favia, ringrazio tutti i gruppi e tutti coloro che nel fare un passo in avanti in questa direzione ci hanno rimesso un po' di interesse proprio perché hanno fatto fare un passo in avanti alla democrazia, al rapporto tra istituzioni e cittadini e questo non può che essere un bene per la nostra Assemblea legislativa.

Voglio sottolineare, poi, che abbiamo cercato di arricchire il testo che è stato presentato nella discussione in Commissione e in Aula, forse con qualche tensione, ma io ritengo che alla fine ci sia un buon equilibrio nella rappresentanza. Voglio solo dire, rispetto alle cose che sono state dette da chi mi ha preceduto, che sul tema del far sì che non si raccolgano firme per chi è presente all'interno di un'Aula elettiva, non si può pensare che la democrazia sia fotografata in un istante e che quindi chi alla fine di una legislatura è presente in Aula abbia ancora la stessa rappresentatività dell'inizio della legislatura, perché altrimenti non faremmo più le elezioni; quindi, se c'è una nuova gara, tutti vanno messi alla pari nella gara.

Sugli ordini del giorno, c'è un ordine del giorno, tra virgolette, tecnico che noi abbiamo presentato e che riguarda il fatto che non ci sono più i consiglieri provinciali e quindi abbiamo l'esigenza di allargare la platea di coloro che possono aiutare le liste che intendono presentarsi a raccogliere firme, quindi poniamo questa questione al Governo.

L'altra questione è una questione a mio giudizio di civiltà che si introduce perché abbiamo introdotto la doppia preferenza di genere; banalmente ci può essere qualcuno che normalmente, nella vita reale e concreta, viene individuato come donna e che è iscritto però nelle liste elettorali maschili perché non c'è stata, rispetto alla sua condizione di transgender, la possibilità di registrare questa cosa o non ha ancora avuto la sentenza eccetera, quindi ci può essere confusione, questo è il problema, e si può provocare un danno a chi è candidato o candidata e ha questo problema, ma anche a chi viene votato in coppia se non è la prima delle preferenze, quindi è una raccomandazione che non lede i diritti di nessuno, ma cerca di far sì che non vengano generate confusioni e contestazioni nel procedimento elettorale.

Io, presidente, termino qui. Credo che oggi abbiamo fatto un buon lavoro, mi pare ci siano le condizioni per un ampio voto in quest'Aula sulla legge elettorale e di questo ringrazio tutti coloro che si sono impegnati per far sì che potessimo arrivare a questo risultato positivo.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Pariani.

Io chiedo al consigliere Favia, prima di procedere a dare la parola, se lui esprime un voto difforme rispetto a quello del consigliere Grillini sugli ordini del giorno o sulla legge, perché il Gruppo Misto è unico, per cui se si pronuncia esattamente come si è pronunciato il consigliere Grillini, è chiaro che lui è già intervenuto a nome del gruppo.

 

(Intervento fuori microfono del consigliere Favia)

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Ha chiesto di parlare la consigliera Meo sempre per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

 

MEO: Grazie, presidente. Questa discussione, nonostante i tempi e nonostante la modalità necessariamente stretta, credo sia stata comunque una discussione articolata ed utile. Debbo dire che ho visto anche una cosa che apprezzo sempre, cioè come sia stata una discussione veramente nel merito delle cose, che è riuscita in qualche modo a far fare un passo avanti all'assetto di questa Regione nonostante i tempi, ma anche nonostante le diverse appartenenze politiche. Sicuramente con un pochino più di tempo immagino che saremmo riusciti anche a trovare soluzioni più congrue a tutti i problemi che sono stati evidenziati. Sicuramente uno di quelli che ha pervaso di più questa discussione in quest'Aula in questo giorno è stato quello di riuscire a trovare un equilibrio - cosa che ho detto già in discussione generale - tra la necessità di governabilità e quella di rappresentanza.

Io lo voglio dire: con l'emendamento che abbiamo approvato, che riduce, in caso di elezioni anticipate e quindi dà la possibilità di partecipare a più gruppi e partiti, riduce il numero delle firme, io voterò favorevolmente a questa legge, insieme ovviamente anche con il capogruppo Naldi. Però una cosa rispetto all'emendamento che è stato respinto la voglio dire. Consigliera Pariani, l'emendamento sulle firme non è che fotografa la realtà, la realtà la fotografano gli elettori se al turno successivo ti votano. Se Gabriella Meo dei Verdi presenta una lista dei Verdi e poi prende lo 0,3, sta a casa. Ma voglio fare ancora un altro passo di lato a questa discussione. Sono anche d'accordo che si raccolgano le firme, però allora le raccogliamo dappertutto, perché quello che trovo inaccettabile - e dico che questo provvedimento comunque lo voterò e ho premesso che questa è una discussione comunque utile perché chiarisce anche alcuni passaggi fra di noi - quello che io trovo francamente inaccettabile è la differenza, allora le firme le raccogliamo ogni volta che ci presentiamo anche in Parlamento, perché non mi dite che tra l'apertura di un passaggio parlamentare e la chiusura dello stesso la situazione è identica a quella fotografata all'inizio. Io voglio onestà su questi passaggi, fra di noi, di discussione, diciamo così. Poi uno decide che, per alcuni meccanismi, certe cose non sono possibili, si può discutere di questo, però la fotografia la fanno sempre gli elettori da questo punto di vista e quindi su questo non scappa nessuno. Non è che se fosse passato questo emendamento, la prossima Assemblea legislativa sarebbe stata identica a quella che c'è adesso.

Quindi io apprezzo la discussione e condivido questa legge grazie all'emendamento che abbiamo votato, altrimenti sarei stata veramente più in difficoltà. Ci tenevo a fare quella piccola precisazione e mi auguro, presidente, che la prossima Assemblea sappia non solo raccogliere le cose positive che noi abbiamo lasciato, ma che in qualche modo si faccia anche carico del pezzo di lavoro in corso che questa chiusura anticipata non ci ha consentito di concludere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie alla consigliera Meo, che è intervenuta per il gruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà.

Ha chiesto di parlare la consigliera Noè per l'UDC. Ne ha facoltà.

 

NOÈ: Grazie, presidente. Quest'Aula oggi si pronuncerà a breve sulla legge elettorale, probabilmente un provvedimento che non immaginavamo nemmeno di affrontare, però credo che sia un bel gesto al di là di tutto, nonostante sia stato un provvedimento che ha visto molti confronti al nostro interno per cercare di avere una condivisione allargata. Credo che sia un gesto importante soprattutto per la nostra legislatura che non è stata una legislatura facile, una legislatura che purtroppo si è caratterizzata anche per tanti passaggi, passaggi che ci vedono fortemente impegnati anche nei confronti di alcuni organi giudiziari. Credo che a fronte degli effetti collaterali che avrà tutto ciò, cioè una disaffezione dalla politica, oggi dotare questa regione di uno strumento elettorale che consenta ai cittadini di poter esprimere i loro rappresentanti regionali al cento per cento rispetto a quella che è la loro volontà sia cosa buona e giusta, e mi fa piacere che da parte di tutti noi, con questo progetto di legge, si sia arrivati alla abolizione del listino.

Però lasciatemi dire che mi ha fatto anche piacere nella giornata di oggi, nella mattinata di oggi, verificare che dopo un determinato confronto fra tutte le forze, ci sia stata anche la volontà di garantire un pluralismo partitico anche nei confronti delle forze di minoranza, credo che sia un gesto importante. Io personalmente, lo dico con molta onestà, capisco che spesso ci sono anche delle strategie, delle strategie che spingono a fare delle scelte in determinate direzioni, forse anche scelte condivisibili, però personalmente, anche per il lavoro che ho svolto, forse perché siamo ancora molto in una fase di transazione, penso che sia stato molto importante fare uno sforzo per riconoscere chi ancora non ha trovato una propria identità futura, perché siamo in una fase fluida della politica, perché credo che anche i partiti maggiori, penso allo stesso Partito Democratico, alla stessa Forza Italia, ma soprattutto al Partito Democratico, siano consapevoli dei travagli interiori che spesso ci sono al loro interno. Quindi non lo so se è giusto, però io mi sento anche di ringraziare tutti coloro che, anche su mia sollecitazione, hanno permesso, attraverso il dimezzamento delle firme da presentare, che ancora ci possano essere nella futura legislatura anche delle forze di minoranza, questo secondo me è un importante aspetto democratico.

Il secondo tema a cui vorrei accennare molto brevemente, ma che per me contiene un passaggio altrettanto importante, è questo: mi ha fatto molto piacere e ringrazio anche tutta l'attività che ha svolto la Mori con la sua Commissione per riuscire ad ottenere anche un passo avanti nella parità di genere, però quello che voglio dire, e lo dico a tutta quest'Aula, è che secondo me la differenza non è il sesso in questo momento, la vera differenza è il curriculum, è la storia delle persone. Per cui ben venga qualunque meccanismo che possa garantire anche una maggiore rappresentatività delle donne, però quello che io auspico e a cui tenderei... e mi dispiace che forse in questa legge elettorale, anche per mia noncuranza, lo ammetto, non ci sia stata la possibilità per far sì che comunque la politica sia sempre più caratterizzata da persone che hanno le caratteristiche per ricoprire un determinato incarico, caratteristiche riconducibili a tanti parametri che non mi voglio mettere ad elencare, perché credo che l'esperienza e tanti altri elementi oggi siano degli elementi fondamentali per restituire e per ritrovare quella fiducia che noi dobbiamo ritrovare con il nostro elettorato e con le persone che noi vogliamo rappresentare. Quindi vi confesso che è una legge che non mi piace al cento per cento, soprattutto perché c'è un passaggio laddove si individuano anche i premi di maggioranza che con questa versione sicuramente premiano anche di più rispetto al passato. Comunque voto favorevolmente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliera Noè.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sconciaforni per la Federazione della Sinistra. Ne ha facoltà.

 

SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. La mia è una dichiarazione di voto favorevole. Io penso invece che questa legge sia un passo in avanti rispetto alla precedente, che abbia sanato due elementi che, diciamo così, rappresentavano una forma di disuguaglianza nella legge precedente: ha annullato il listino, consentendo, quindi, ai cittadini di votare tutti i consiglieri, e io credo che questo sia un fatto particolarmente importante, consentendo ai cittadini di scegliere loro tutti i consiglieri; l'altro aspetto è che ha sanato una palese disuguaglianza sulla questione di genere introducendo la norma della doppia preferenza di genere e anche in questo senso, quindi, facendo fare un positivo passo in avanti.

Quindi il mio è un voto convintamente favorevole. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Sconciaforni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Favia, ribadisco, nel caso abbia chiaramente un voto difforme rispetto al proprio gruppo che è intervenuto.

 

FAVIA: Mi sono premurato proprio di capire sui tre oggetti quale fosse l'intenzione di voto del mio collega. Sulla legge io confermo, proprio perché bisogna dare un segnale, anche se non è una legge perfetta, il voto favorevole, quindi darò il mio voto favorevole.

Ritengo, come ho già detto in Commissione, che l'ordine del giorno al Governo non servirà a un bel niente per quanto concerne i certificatori visti anche i tempi e visti anche i problemi che ha oggi il nostro Governo. Per cui su quel testo, non essendo di competenza regionale, mi asterrò.

Volevo anch'io ringraziare le forze politiche che hanno sostenuto e accompagnato la decisione mia e dell'ufficio di presidenza della Commissione di fare questo rush finale che non era assolutamente scontato. È stata una prova di efficienza, di volontà politica, di determinazione che è riuscita a portare a casa un risultato, che ovviamente non piacerà a tutti ed io, avendo mosso per primo, come dire, la pietra, mi prendo gli strali di chi non è soddisfatto. Però una cosa, presidente, mi consenta di specificarla, l'ho già detta, ma voglio specificarla. Non c'è nessuna Commissione che ha dormito, possono testimoniarlo i vicepresidenti, di cui uno era proprio sottoscrittore, il consigliere Pollastri, di uno dei progetti di legge interessato ad essere calendarizzato. Ma il presidente di Commissione ha un ruolo di moderazione, ha un ruolo super partes e su un tema delicato come la legge elettorale non si poteva procedere solo con testi di minoranza. Sollecitando più volte la maggioranza a farsi avanti, ripeto, l'ultima sollecitazione è di poche settimane fa, e non potendo prevedere le improvvise dimissioni di Errani, si è cercato comunque di fare il nostro lavoro per questa legislatura, che era quello di rifare la legge elettorale fino in fondo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Favia.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 5799/1, a firma dei consiglieri Naldi, Sconciaforni, Pariani, Bazzoni, Noè, Riva, Mandini e Monari.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'ordine del giorno è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 5799/2, a firma dei consiglieri Grillini, Pariani, Meo, Mori, Moriconi, Monari, Casadei, Mumolo, Naldi, Mandini, Mazzotti, Fiammenghi, Piva, Marani, Montanari, Sconciaforni.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Costi): L'ordine del giorno è approvato.

Si proceda alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:

 

Presenti

 

37

Assenti

 

13

Favorevoli

 

36

Contrari

 

--

Astenuti

 

1

 

(Applausi)

 

(Il consigliere Favia dichiara voto favorevole)

 

PRESIDENTE (Costi): Proclamo approvata la legge riguardante: «Norme per l'elezione dell'Assemblea legislativa e del Presidente della Giunta regionale».

Ringrazio davvero tutti perché credo che sia stato un grande lavoro. Ringrazio anche tutti i nostri collaboratori e ricordo che domani mattina l'Assemblea è convocata alle 9,30.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,57

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI; gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Tiberio RABBONI, Luciano VECCHI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell’art.65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA e i consiglieri Monica DONINI e Mauro MANFREDINI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 5673

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Norme in materia di cinema e audiovisivo" (delibera di Giunta n. 879 del 17 06 14). (105)

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 40

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Marco LOMBARDI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI.

 

Assenti: 8

Manes BERNARDINI, Marco CARINI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Fabio FILIPPI, Mauro MANFREDINI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.

 

OGGETTO 5799

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per l'elezione dell'Assemblea legislativa e del Presidente della Giunta regionale". Iniziativa dei Consiglieri: Pariani, Sconciaforni, Naldi (106)

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 37

Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.

 

Astenuti: 1

Mauro MALAGUTI,

 

Assenti: 12

Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Galeazzo BIGNAMI, Marco CARINI, Roberto CORRADI, Monica DONINI, Vasco ERRANI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Matteo RIVA, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.

 

Ordini del giorno

 

OGGETTO 5673/1

Ordine del giorno in merito al progetto di legge «Norme in materia di cinema e audiovisivo». A firma dei consiglieri Grillini, Casadei, Favia, Monari, Barbati e Ferrari

 

«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

i settori cinematografico e audiovisivo sono stati interessati, specie negli ultimi decenni, da un’importante evoluzione sia a livello europeo che nazionale: accanto alla rilevanza culturale e sociale, si è affermata una concezione economico - imprenditoriale che ha portato a considerare il cinema e l’audiovisivo alla stregua di settori industriali a tutti gli effetti;

 

come significativamente ribadito da una recente Comunicazione della Commissione europea (2013/C - 332/01), le opere cinematografiche e audiovisive, da un lato sono beni culturali che contribuiscono a definire la stessa identità sociale e territoriale, dall’altro sono beni economici che offrono notevoli opportunità imprenditoriali;

 

il cinema e l’audiovisivo - oltre ad essere tra i mezzi di fruizione di quel bene immateriale che, per la sua stessa rilevanza ontologica, non è suscettibile di monetizzazione, ossia la cultura - rappresentano componenti fondamentali del nuovo welfare e del substrato produttivo nonché settori esponenziali di una nuova idea di economia e sviluppo imprenditoriale, coinvolgendo importanti risorse umane, tecniche e finanziarie;

 

anche nell’ottica di promuovere politiche di investimento nella "economia della cultura della creatività", i settori del cinema e dell’audiovisivo devono essere oggetto di sistematiche strategie di valorizzazione e innovazione preordinate a recuperare dignità al cd. "lavoro culturale", anche per continuare a renderlo appetibile per le giovani generazioni;

 

come rappresentato nella risoluzione ogg. ass. n. 4485, approvata dall’Assemblea legislativa nella seduta del 05 novembre 2013, “il settore cinematografico e audiovisivo può proporsi come settore chiave di rilancio di una economia di qualità”, anche “in considerazione [del]la portata degli effetti che interessano il tessuto economico locale in occasione di produzioni audiovisive”, specie in termini di industria turistica;

 

un esempio di intreccio tra settore cinematografico e turismo (enogastronomico) è rappresentato dalla rassegna "Cinemadivino - I grandi film si gustano in cantina", un percorso cinematografico - enogastronomico nelle cantine delle aziende vitivinicole regionali, nelle quali vengono proiettati film in abbinamento alla degustazione di vini e prodotti gastronomici del territorio (la rassegna, da giugno a settembre, comprende 74 serate in 120 cantine);

 

da tali considerazioni emerge come cinema e audiovisivo possano svilupparsi trasversalmente entro le direttrici della cultura, del turismo, delle attività produttive, del lavoro e della formazione, mediante strategie sinergiche in grado di cogliere il potenziale di eccellenza e di alto valore artistico che caratterizza a livello nazionale ed internazionale gli operatori e le imprese emiliano-romagnoli (risoluzione ogg. ass. n. 4485 cit.).

 

Considerato che

 

il radicamento e la rilevanza delle Industrie Culturali e Creative (ICC) nel territorio regionale risulta comprovato dai dati enucleati nel rapporto "C/C Cultura&Creatività, Ricchezza per l’Emilia-Romagna", realizzato da ERVET, anche sulla base degli elementi ricostruttivi forniti dall’Assessorato regionale alla Cultura, in collaborazione con l’Osservatorio dello Spettacolo, con amministratori e professionisti di varie istituzioni pubbliche e con numerosi operatori e imprese di settore;

 

secondo lo studio, il dimensionamento dei settori ICC in Emilia-Romagna comprende circa 32 mila imprese (l’8 per cento delle imprese regionali), con un’occupazione pari a circa 77-78 mila addetti (il 5 per cento degli addetti dell’intera economia regionale);

 

più in particolare e per quanto più specificamente rileva in tal sede, secondo la ricerca ERVET, la filiera del cinema - video (comprendente i settori della produzione e post - produzione, della distribuzione di film, video e programmi televisivi, dell’esercizio di sale cinematografiche) interessa circa 510 imprese e 1.600 addetti (secondo una recente ricerca della Fondazione Rosselli, gli addetti sarebbero circa 3.800, con 800 unità locali);

 

peraltro, nella cd. filiera del cinema video, sono altresì compresi i soggetti che operano nei settori del restauro e della conservazione delle opere cinematografiche: la Regione, peraltro, è l’unica in Italia che può vantare questa peculiarità grazie al Laboratorio de L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, che si occupa di tutti i più importanti restauri cinematografici (si pensi, ad esempio, che il Laboratorio ha recentemente curato il restauro della pellicola di pre-apertura della prossima Mostra del Cinema di Venezia, "Maciste Alpino" - 1916,  di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto);

 

secondo i dati ERVET, quasi metà delle imprese (circa 240) e un quinto degli addetti (circa 290) è rappresentato da ditte individuali e liberi professionisti: di qui, la necessità di promuovere e realizzare un sistema a rete che valorizzi l’attività cinematografica e audiovisiva nella sua forma non solo culturale - creativa, ma anche imprenditoriale, in relazione alla specificità territoriale emiliano-romagnola.

 

Considerato, altresì, che

 

la necessità di promuovere un sistema a rete riguarda, in particolare, le sale cinematografiche¸ per le quali si pone l’imprescindibile necessità di strutturare un contesto sinergico che garantisca massima visibilità anche alle piccole medie imprese che operano nei settori in esame;

 

ancora più in particolare, come rilevato nella risoluzione ogg. ass. n. 4896, approvata dall’Assemblea legislativa nella seduta del 28 gennaio 2014, nel corso degli ultimi quindici anni, anche come retaggio di una crisi che ha colpito il settore cinematografico nel periodo ancora precedente, le piccole sale cinematografiche - luoghi simbolo della cinematografia e tradizionali centri di aggregazione per interi quartieri - sono state "dequalificate" o abbandonate al deperimento;

 

come testimoniato anche dalla relazione attuativa (ogg. ass. n. 1674) della clausola valutativa di cui all’art. 12 della L.R. 28 luglio 2006, n. 12 (Disciplina della diffusione dell’esercizio cinematografico), il rapido sviluppo del fenomeno multiplex/multisala ha determinato una "significativa flessione" delle monosale, passate da 183 nel 2005 a 147 nel 2008;

 

per quanto segnatamente attiene alle sale medio - piccole localizzate nei centri storici, la loro sopravvivenza risulta fortemente pregiudicata, oltre che da un’evoluzione del contesto sociologico, anche e soprattutto dai mutamenti urbanistici che hanno caratterizzato i centri cittadini: il sempre più crescente numero di zone ZTL e varchi elettronici, l’assenza di parcheggi facilmente fruibili nelle vicinanze del centro, solo per enunciare alcune criticità, hanno prodotto nel corso degli ultimi due decenni una situazione di insostenibilità da parte dei piccoli e medi esercizi cinematografici ivi localizzati;

 

alla luce di tali considerazioni, risulta necessario favorire la riattivazione degli esercizi cinematografici dismessi di rilevante valore storico - culturale nonché la riqualificazione degli esercizi ubicati nei centri storici, anche attraverso una complessiva opera di ristrutturazione e recupero edilizi.

 

Considerato, inoltre, che

 

come rappresentato dal "rapporto ERVET", soprattutto nell’ultimo decennio si è registrato un forte e crescente rapporto tra imprese del cinema e dell’audiovisivo, da un lato, e tecnologie digitali, dall’altro;

 

come rappresentato nella citata risoluzione ogg. ass. n. 4896, le tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT) forniscono continuamente nuovi strumenti utili, se non indispensabili, per le produzioni cinematografiche e audiovisive: il passaggio al 2K e al 4K abbandonando la pellicola 35 mm con rilevanti risparmi di risorse, lo sviluppo di nuovi sistemi di riproduzione multimediale alternativi a quelli DCI (come lo sperimentale sistema Flare Cinema Player) di cui si è auspicata la promozione con la risoluzione ogg. ass. n. 5060, approvata dall’Aula lo scorso 28 gennaio 2014;

 

il passaggio alle nuove tecnologie digitali è stato oggetto di specifici interventi di finanziamento da parte della Regione: si consideri che, secondo i dati forniti dall’Assessorato alle Attività produttive in sede di risposta ad un’interrogazione a risposta immediata in Aula (ogg. ass. n. 4873), dei 393 schermi presenti sul territorio regionale, grazie ai bandi di finanziamento risultano già digitalizzate 326 sale.

 

Rilevato che

 

come anticipato, cinema e audiovisivo, oltre che settori di sviluppo economico ed imprenditoriale, sono anche e prima ancora mezzi di fruizione della cultura lato sensu intesa;

 

al fine di valorizzare tale profilo culturale, risulta particolarmente rilevante l’attività di cineforum e cineclub, quali luoghi privilegiati di aggregazione sociale e di confronto socio - culturale sui prodotti cinematografici, che con i loro significati sottesi o espressi ingenerano riflessioni e dibattiti;

 

peraltro, come auspicato dal citato "rapporto ERVET", mediante l’ausilio delle nuove tecnologie che consentono un confronto e un dibattito anche dal vivo indipendentemente dalla posizione geografica, si potrebbero promuovere anche "forme di cineforum allargate", finanche a concepire "cineforum europei" nell’ottica di una massima circolazione della cultura e - specularmente - dei prodotti cinematografici di qualità;

 

oltre al profilo meramente culturale, l’attività di cineforum è utilizzata anche in appositi programmi scolastici a carattere socio - educativo, per prevenire e affrontare i disagi sociali soprattutto di giovani e adolescenti: attraverso la visione di pellicole scelte e lasciando uno spazio d’ascolto e di confronto al termine della proiezione in merito alle tematiche proposte dal film, gli specialisti (principalmente psicologi e psicoterapeuti) coinvolti dagli istituti scolastici provocano negli studenti riflessioni sulle problematiche socio - comportamentali che intendono affrontare nel corso del programma socio-educativo.

 

Rilevato, altresì, che

 

particolarmente rilevante dal punto di vista socio - culturale è anche il cinema “all’aperto”, storicamente radicato anche in Emilia-Romagna (quello di Piazza Maggiore a Bologna è il cinema "all’aperto" più grande d’Italia; si pensi, solo per citare alcuni esempi, all’Arena della Rocca Brancaleone a Ravenna, a Parco Pareschi a Ferrara, all’Arena Stalloni a Reggio Emilia, all’Arena Estiva del Cinema Astra a Parma, a campo Daturi a Piacenza, al Supercinemaestivo a Modena);

 

il cinema "all’aperto", peraltro, pur conservando il suo valore sociale, diventa anche una forma di attrattiva turistica, specie sulla Riviera romagnola durante la stagione estiva: a Gabicce mare, a Gradara, a Cattolica, a Rimini (dove si svolge la nota rassegna "A’marena, il Cinema sulla Spiaggia");

 

parimenti significative, sotto i profili sociale e culturale, anche le rassegne che si svolgono all’aperto (si pensi, esemplificativamente, a "Estate Doc - I confini della realtà", rassegna di film documentari, organizzata in 34 serate, con la proiezione di 38 film documentari in 17 luoghi tra spiagge, piazze e parchi di 6 province della Regione, tutti corredati da incontri e dibattiti con gli autori).

 

Impegna la Giunta

 

anche in sede di attuazione della nuova legge regionale recante "Norme in materia di cinema e audiovisivo":

 

a realizzare un "sistema a rete" che valorizzi l’attività cinematografica e audiovisiva nella sua forma culturale-creativa e imprenditoriale, nell’ottica di creare un’efficiente "rete di creativi", un "distretto diffuso" preordinato alla nascita e alla crescita dell’impresa;

 

nel perseguire il modello della "città creativa", ad adottare, anche in collaborazione con enti e soggetti interessati, strategie di promozione e valorizzazione del "sistema delle sale", con particolare riferimento a quelle di piccole dimensioni o localizzate nei centri storici, anche riqualificando gli esercizi cinematografici mediante interventi di recupero e ristrutturazione edilizia;

 

a continuare nell’attività di sostegno economico-finanziario ed organizzativo al processo di digitalizzazione delle strutture cinematografiche e audiovisive, promuovendo - più in generale - la progressiva innovazione delle strutture stesse in relazione alla costante evoluzione tecnologica;

 

a sostenere e promuovere le attività di cineforum e cineclub, quale momento privilegiato di scambio culturale e di aggregazione sociale, oltre che ulteriore mezzo di fruizione dei prodotti cinematografici;

 

a sostenere e promuovere il "cinema all’aperto", quale forma di aggregazione sociale, mezzo di divulgazione dei prodotti cinematografici e elemento qualificante per l’industria turistica.»

(Approvato all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 22 luglio 2014)

 

OGGETTO 5799/1

Ordine del giorno per invitare il Governo ad estendere ad altre figure istituzionali, tra cui i consiglieri regionali, la competenza sull’autenticazione delle firme dei sottoscrittori delle liste di candidati alle elezioni. A firma dei Consiglieri: Naldi, Sconciaforni, Pariani, Bazzoni, Noè, Riva, Mandini e Monari

 

«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

fra i soggetti deputati ad autenticare le firme necessarie alla presentazione delle liste di candidati alle elezioni, la legge statale individua i presidenti delle province, i sindaci, gli assessori comunali e provinciali, i presidenti dei consigli comunali e provinciali, i presidenti e i vicepresidenti dei consigli circoscrizionali, i segretari comunali e provinciali e i funzionari incaricati dal sindaco e dal presidente della provincia.

 

Evidenziato che

 

dall’8 aprile scorso, con l’entrata in vigore della legge Del Rio di riforma delle province, sono venute dunque a mancare molte delle figure indicate dalla normativa, ed in particolare non si può più contare sull’importante e capillare supporto da sempre fornito dai consiglieri provinciali, mettendo così a rischio le operazioni di raccolta delle firme dei sottoscrittori.

 

Invita il Governo

 

ad estendere ad altre figure istituzionali, tra cui i consiglieri regionali, la competenza sull’autenticazione delle firme dei sottoscrittori delle liste di candidati alle elezioni, al fine di garantire l’effettiva realizzazione del diritto costituzionale di accedere alle cariche elettive.»

(Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 22 luglio 2014)

 

OGGETTO 5799/2

Ordine del giorno per auspicare che nelle prossime tornate elettorali regionali le eventuali candidature delle persone transessuali avvengano nel massimo rispetto dell’identità di genere e sia garantito il massimo rispetto per le persone transessuali e per la loro identità durante lo svolgimento delle operazioni di voto. A firma dei Consiglieri: Grillini, Pariani, Meo, Mori, Moriconi, Monari, Casadei, Mumolo, Naldi, Mandini, Mazzotti, Fiammenghi, Piva, Marani, Montanari, Sconciaforni

 

«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

l’art. 4 della L.R. n. 6 del 2014 (Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere) prevede che "La Regione Emilia-Romagna, conformemente a quanto previsto dall’articolo 117, comma 7, della Costituzione, promuove la rimozione degli ostacoli che impediscono la piena parità di accesso alle cariche elettive, e si doterà a tal fine, con successivi interventi legislativi, di una specifica normativa, introducendo correttivi paritari volti al perseguimento di una compiuta democrazia paritaria fin dalle prossime elezioni";

 

in attuazione alla citata dichiarazione di principio, con l’intervento legislativo recante "Norme per l’elezione dell’Assemblea legislativa e del Presidente della Giunta regionale", la Regione ha introdotto la cd. "doppia preferenza di genere": in particolare, l’art. 10, comma 2, della nuova legge elettorale regionale prevede che "Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista pena l’annullamento della seconda preferenza";

 

la regola della "doppia preferenza di genere" opera, oltre che a livello europeo, anche nell’ambito delle elezioni amministrative comunali: in particolare, gli artt. 71 e 73 del D.Lgs. n. 267 del 2000 (Testo Unico degli Enti Locali) prevedono che, per l’elezione dei consigli comunali, "Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza".

 

Rilevato che

 

in Italia, come noto, l’iter per l’attribuzione di un sesso diverso da quello anagrafico è particolarmente complicato dal punto di vista burocratico - amministrativo e ha tempi molto lunghi;

 

segnatamente, la L. n. 164 del 1982 (Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso) prevede che "La rettificazione si fa in forza di sentenza del tribunale passata in giudicato che attribuisca ad una persona un sesso diverso da quello enunciato nell'atto di nascita a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali";

 

in molti casi, le persone transessuali, pur avendo fatto la transizione, non intendono completare formalmente il processo ma desiderano comunque rettificare i propri dati anagrafici: proprio per tutelare il massimo rispetto dell’identità di genere, in alcuni casi di specie, il tribunale ha riconosciuto la rettificazione del sesso ancorché non sia stato effettuato l’intervento chirurgico finale;

 

nel nostro Paese si registrano diversi casi di elezione di persone transessuali: si pensi, per esempio, all’elezione di Marcella Di Folco nel Consiglio Comunale di Bologna e di Vladimir Luxuria al Parlamento;

 

peraltro, a testimonianza di una sempre maggior sensibilità, si consideri che in diverse Università (Torino, Bologna, Napoli, Padova) si è adottato il doppio libretto per le persone transessuali.

 

Auspica che

 

nelle prossime tornate elettorali regionali, le eventuali candidature delle persone transessuali avvengano nel massimo rispetto dell’identità di genere;

 

sia garantito il massimo rispetto per le persone transessuali e per la loro identità durante lo svolgimento delle operazioni di voto, specie presso i seggi elettorali.

(Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 22 luglio 2014)

 

Emendamenti

 

OGGETTO 5673

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Norme in materia di cinema e audiovisivo". (105)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Favia:

«Art. 10 - Al comma 3 sostituire le parole:

"Le modalità di riparto del fondo sono stabilite dal programma regionale triennale di cui all’articolo 12"

con la seguente formulazione:

"3. Nella ripartizione dei fondi si terrà conto di un principio di equilibrio tra le diverse tipologie di opere secondo i criteri stabiliti nel Programma triennale".»

(Approvato)

 

OGGETTO 5799

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per l'elezione dell'Assemblea legislativa e del Presidente della Giunta regionale". Iniziativa dei Consiglieri: Pariani, Sconciaforni, Naldi (106)

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Malaguti, Bazzoni e Noè:

«All’art. 9 comma 4

Sostituire la locuzione: "di almeno centocinquanta giorni;" con "di centoventi giorni".»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Cavalli e Corradi:

«Art. 9 comma 3

Al termine del comma 3, sono aggiunte le seguenti parole: "La presentazione delle liste circoscrizionali da parte di forze politiche rappresentate nell’Assemblea Legislativa, anche nella forma di componenti del gruppo misto, oppure rappresentate al Parlamento nazionale o al Parlamento europeo, non richiedono la sottoscrizione da parte degli elettori."»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Mandini, Barbati, Riva e Meo:

«Articolo 9, si aggiunge il comma 5:

“5. Non è richiesta alcuna sottoscrizione per la presentazione delle liste circoscrizionali dei partiti o gruppi politici che hanno presentato candidature con un proprio contrassegno e che hanno conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni nelle circoscrizioni elettorali ricomprese nel territorio nazionale per il Parlamento europeo o per il Parlamento nazionale o per l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.”»

(Respinto)

 

Subemendamento 4, a firma dei consiglieri Bazzoni, Malaguti e Noè:

«All’emendamento 1, alla frase “di centoventi giorni” dopo il “di” aggiungere “almeno”.»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Favia:

«Articolo 13 comma 3

Al termine si propone di aggiungere il seguente periodo:

“Secondo lo stesso criterio viene proclamato eletto il candidato presidente indicato da una lista o coalizione di liste che abbia superato gli sbarramenti previsti dalla presente legge e partecipi quindi alla ripartizione di seggi.”»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Favia:

«L’articolo 11 è abrogato.»

(Respinto)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Costi

Corradi - Meo

 

Espandi Indice