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25.

 

SEDUTA DI GIOVEDÌ 25 GIUGNO 2015

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

SESSIONE EUROPEA

OGGETTO 618

Relazione per la Sessione Comunitaria dell'Assemblea legislativa per l'anno 2015, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

(Discussione e conclusioni)

OGGETTO 800

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione europea 2015. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea".

(Discussione)

OGGETTO 453

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a promuovere la sensibilizzazione sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) garantendo l'accesso ai relativi documenti, escludendo dall'accordo i beni fondamentali, garantendo la sicurezza dei prodotti, dei consumatori e dell'ambiente, contrastando inoltre i fenomeni di contraffazione. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi

(Discussione)

OGGETTO 755

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad esprimere contrarietà nei confronti del Partenariato Trans-Atlantico su commercio e investimenti (TTIP). A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Alleva

(Presentazione e discussione)

OGGETTO 826

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in tutte le sedi più opportune affinché proseguano gli sforzi tesi ad incrementare la trasparenza dei negoziati sul TTIP e affinché sfocino in un accordo globale che garantisca il rispetto delle norme UE in materia di diritti fondamentali. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Soncini, Rontini, Pruccoli, Nadia Rossi, Zoffoli, Bessi, Poli, Sabattini, Serri, Zappaterra, Prodi, Iotti, Montalti, Bagnari, Paruolo.

(Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

BONACCINI, presidente della Giunta

Onorevole DE CASTRO

PRESIDENTE (Saliera)

POMPIGNOLI, relatore

POLI (PD)

FABBRI (LN)

BESSI (PD)

BERTANI (M5S)

ALLEVA (Altra ER)

FOTI (FdI)

TARUFFI (SEL)

BIGNAMI (FI)

PETITTI, assessore

PRESIDENTE (Soncini)

DELMONTE (LN)

PRESIDENTE (Soncini)

DELMONTE (LN)

MARCHETTI Daniele (LN)

CALIANDRO (PD)

TARUFFI (SEL)

BIGNAMI (FI)

SABATTINI (PD)

POLI (PD)

MOLINARI (PD)

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

BARGI (LN)

POMPIGNOLI, relatore

SASSI (M5S)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetti 800 - 453

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,52

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la venticinquesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare i consiglieri Lori, Mumolo e Rancan, il sottosegretario Andrea Rossi e gli assessori Bianchi, Caselli e Mezzetti.

Le restanti comunicazioni prescritte dall'articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico, inoltre, che essendo convocati in apposita Sessione europea, eventuali emendamenti alle risoluzioni o eventuali ulteriori risoluzioni da abbinare vanno presentati prima della chiusura della discussione generale e prima dell'intervento della Giunta regionale da parte dell'assessore Petitti.

 

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 618

Relazione per la Sessione Comunitaria dell'Assemblea legislativa per l'anno 2015, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

(Discussione e conclusioni)

OGGETTO 800

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione europea 2015. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea".

(Discussione)

OGGETTO 453

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a promuovere la sensibilizzazione sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) garantendo l'accesso ai relativi documenti, escludendo dall'accordo i beni fondamentali, garantendo la sicurezza dei prodotti, dei consumatori e dell'ambiente, contrastando inoltre i fenomeni di contraffazione. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi

(Discussione)

OGGETTO 755

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad esprimere contrarietà nei confronti del Partenariato Trans-Atlantico su commercio e investimenti (TTIP). A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Alleva

(Presentazione e discussione)

OGGETTO 826

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in tutte le sedi più opportune affinché proseguano gli sforzi tesi ad incrementare la trasparenza dei negoziati sul TTIP e affinché sfocino in un accordo globale che garantisca il rispetto delle norme UE in materia di diritti fondamentali. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Soncini, Rontini, Pruccoli, Nadia Rossi, Zoffoli, Bessi, Poli, Sabattini, Serri, Zappaterra, Prodi, Iotti, Montalti, Bagnari, Paruolo.

(Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Care colleghe e cari colleghi, gentili ospiti, desidero ringraziarvi per essere qui con noi.

Come sapete, la Sessione europea annuale dell'Assemblea legislativa è il momento che dedichiamo alla riflessione e al confronto rispetto alla fase ascendente e discendente del diritto europeo, riflessione che incide su tutta la nostra attività legislativa. Ormai oltre il 70 per cento della nostra legislazione nazionale trae origine da quella europea e il nostro ruolo, dopo il Trattato di Lisbona, si fa sempre più protagonista. Consapevoli di questo, stiamo approntando le dovute modifiche alla nostra legge comunitaria regionale, la 16/2008, al fine di renderla conforme al dopo Lisbona e soprattutto adeguata al ruolo che le Regioni e gli enti locali sono chiamati a ricoprire.

Confido che nel prossimo futuro una più attiva ed efficace collaborazione fra istituzioni, i rappresentanti eletti dai cittadini, le associazioni coinvolte per temi nei vari dibattiti consenta alla Regione Emilia-Romagna di continuare a svolgere quel ruolo trainante che si connota nello stretto legame tra processo partecipativo e atti legislativi.

Tra i diversi temi che si sarebbero potuti scegliere per un'introduzione a questa seduta si è deciso di dare spazio ad un argomento che, se stessimo solo a ciò che riportano i quotidiani nazionali, presenta ombre e luci. Il Partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) è attualmente in corso di negoziazione tra Unione europea e Stati Uniti quale accordo commerciale globale di grande ambizione volto a liberalizzare gli scambi e gli investimenti. Ciò potrà promuovere la cooperazione con regole chiare e condivise.

Siamo consapevoli che l'opinione pubblica ha espresso preoccupazione per le conseguenze del futuro accordo sulla libertà normativa degli Stati in settori come l'ambiente, la tutela dei consumatori, il diritto del lavoro e la protezione dei dati. La discussione in seno al Parlamento europeo è stata così ricca, o complicata che dir si voglia, che, a causa della presentazione di oltre 200 emendamenti, il presidente Schultz ha deciso di rimandare il voto.

Lascio la parola al presidente della Giunta Stefano Bonaccini, dopodiché l'onorevole Paolo De Castro, relatore permanente sul negoziato transatlantico per la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, che ringrazio per aver accettato il nostro invito ad essere qui oggi, offrirà una panoramica sui principali aspetti che caratterizzano il TTIP e, più in generale, sul futuro dell'Unione europea, che vede mettere a rischio la propria travagliata unità. Uno scenario che si presenta spesso quando si smarrisce la consapevolezza della necessità di tenere insieme solidarietà ed equa responsabilità reciproca, un rischio su cui esprimiamo tutta la nostra preoccupazione.

Presidente Stefano Bonaccini, ha la parola, prego.

 

BONACCINI, Presidente della Giunta: Grazie, presidente. Saluto i gentili consiglieri, gli ospiti e l'onorevole De Castro, che, ricordo, ha un ruolo centrale nella Commissione Agricoltura e segue in particolare il TTIP e che voglio ringraziare pubblicamente davanti a voi per il sostegno e la vicinanza che abbiamo sentito già in questi primi mesi del mio mandato e del nuovo mandato relativamente a tutta la vicenda del Piano di sviluppo rurale e dei fondi europei.

Mi scuso perché al termine dell'intervento - e ringrazio la presidente per avermi consentito di parlare all'avvio, ma essendo la prima Sessione comunitaria, non volevo mancare al saluto e a dire qualcosa - dovrò partire per l'Expo a Milano, dove dovrò concludere un importante convegno in cui presentiamo la Wellness Valley davanti a centinaia di attori sociali provenienti da tutta Italia e anche da alcuni Paesi europei.

La Sessione comunitaria rappresenta un atto importante perché attraverso questo momento la Regione partecipa alla vita dell'Unione europea. Non si tratta solo di un adempimento con il quale allineiamo la nostra legislazione ai principi e alla regolazione dell'Unione, ma di una partecipazione consapevole alla costruzione della casa comune europea.

Troppo spesso la voce dell'Europa si esprime solo in termini di rigore economico, mortificando in particolare le istanze delle periferie. Serve invece, a nostro parere, il rilancio di un piano di sviluppo economico che può concretizzarsi solo con un maggior grado di integrazione, un'integrazione che rappresenti l'Europa con un più alto livello di statualità condivisa. Solo se saremo in grado di fare dell'Europa una vera casa comune - il mio sogno sono gli Stati uniti d'Europa - sapremo affrontare al meglio le sfide del futuro in un mondo che è molto cambiato e che oggi, con la globalizzazione, vede scenari molto diversi da quelli di soltanto qualche anno fa.

Così come in questi decenni l'Unione ha rappresentato una straordinaria garanzia di pace, per la prima volta nella storia del mondo, all'interno dell'Europa, ora l'Europa deve diventare punto di riferimento giocando una leadership per la pace nel Mediterraneo e nel mondo e per una crescita capace di ridurre le disuguaglianze in un'economia aperta. Questo può avvenire se tutta l'Europa, cittadini e territori, oltre alle istituzioni, partecipano e vengono fatti partecipare in maniera attiva ad un processo ascendente che dal basso verso l'alto legittima in termini democratici le scelte che si devono compiere insieme per crescere.

Di fronte alle sfide che il nuovo mondo ci pone, se l'Europa si chiude in se stessa, si condanna al fallimento. Rispondere, ad esempio, al dramma dei migranti con la disgregazione delle istituzioni sovranazionali significherebbe rinunciare alla lungimiranza dei Padri fondatori. Occorre impegnarsi, invece, in responsabilità comuni. La tragedia dei migranti non può essere fronteggiata in solitudine, questo chiediamo all'Europa, da quei Paesi come il nostro che per collocazione geografica costituiscono la porta naturale di ingresso al continente stesso. I fenomeni migratori devono essere affrontati da tutte le istituzioni, europee, nazionali e regionali, per costruire un'Europa più forte e più legittimata di prima. Ognuno, insomma, faccia la propria parte.

Questo di oggi è un appuntamento importante, che cade, peraltro, come sapete, all'inizio della nuova programmazione dei fondi europei, in una delle regioni, la nostra, tra le più avanzate e innovative dell'intera Unione. Una regione virtuosa che da sempre utilizza con efficacia le risorse messe a disposizione dall'Europa in uno stretto collegamento con i territori e indirizzando i finanziamenti verso obiettivi di qualità nel campo dell'innovazione, del sistema economico, della ricerca, della formazione, del lavoro e dell'ambiente. Qui abbiamo dimostrato di saper attrarre e spendere bene tutte le risorse arrivate.

Lasciatemi allora esprimere - credo proprio che lo si possa condividere insieme al di là delle appartenenze di parte - la grande soddisfazione per essere riusciti - l'onorevole De Castro lo sa - nei primi mesi di governo ad avere da Bruxelles il via libera a tutti e tre i piani per complessivi 2,5 miliardi di euro di fondi europei e per essere stata la prima Regione ad avere avuto questo via libera. 2,5 miliardi che da qui al 2020 sono, quindi, complessivamente disponibili per investimenti in Emilia-Romagna dalla programmazione. Le risorse saranno utilizzate per creare nuova occupazione, favorire l'inserimento lavorativo dei giovani, investire nella formazione delle persone, supportare l'innovazione, la diversificazione, la competitività del sistema produttivo, per mantenere un elevato grado di qualità dell'ambiente, dare sviluppo alla montagna e alle zone rurali più fragili, promuovere la coesione territoriale e sociale e la qualità dei servizi collettivi. Così abbiamo immaginato i piani per i quali già entro l'estate stanno uscendo bandi che possono già dare corso a quella programmazione così importante. L'Emilia-Romagna fu la prima Regione ad approvare in Assemblea legislativa già il 15 luglio 2014 e a presentare all'Unione europea i programmi operativi regionali, che definiscono, peraltro, come sapete, priorità e obiettivi degli investimenti.

L'Emilia-Romagna, protagonista all'Expo con il suo sistema agroalimentare di eccellenza, ha raddoppiato le proprie risorse di bilancio per sostenere gli investimenti del Piano di sviluppo rurale. Dirlo nell'anno dell'Expo, dove mi recherò tra poco, ha un valore doppio. Da un lato, possiamo presentare e far conoscere al mondo la qualità di ciò che tante imprese producono da queste parti con 41 prodotti IGP e DOP (sapete che siamo la regione non in Italia, ma in Europa con il massimo di eccellenze in quel settore, sapendo e richiamando che, essendo stati noi nel 2014 la regione che, anno su anno su base relativa, ha superato non solo le regioni italiane, ma anche i distretti manifatturieri tedeschi, il sostegno all'export, all'aggregazione, all'internazionalizzazione delle imprese è uno dei fattori chiave e decisivi per sostenere parte della ripresa anche da queste parti, ma, al di là dell'Emilia-Romagna, per sostenere la ripresa economica del Paese, e il campo dell'agroalimentare è la seconda voce del comparto manifatturiero, che qui vede anche in altre voci, dalla meccanica alla meccatronica, al packaging, alla motoristica, alla moda, al ceramico e al biomedicale, alcune delle sue eccellenze), dall'altro, come abbiamo sempre detto, abbiamo il grande valore della promozione turistica di un territorio che da Piacenza a Rimini può insieme mettere in campo tali e tante eccellenze per le quali possiamo sfidare qualsiasi altro territorio europeo e, aggiungo, anche mondiale. Insomma, la sfida è europea perché l'Europa è casa nostra.

L'apertura globale dell'economia e la lunga crisi hanno segnato anche la nostra società regionale, che pure ha reagito meglio - lo dicono tutti gli indicatori - al resto del Paese, al cambiamento strutturale che sta caratterizzando il nuovo secolo. In questo contesto, segnato però anche qui da un aumento della disoccupazione, da una riduzione dei consumi e da un aumento del rischio di povertà, l'Emilia-Romagna si impegna ad avviare una nuova generazione di politiche per lo sviluppo fondate sul riconoscimento del valore del territorio, del lavoro e delle persone.

Nel programma di mandato presentato a fine gennaio ho preso un impegno e abbiamo preso un impegno per noi prioritario: tornare tra qualche anno ad una piena e qualificata occupazione, ad una piena e buona occupazione. Per riuscirci la Regione vuole sostenere il rilancio di una manifattura avanzata, accrescere il numero delle persone e delle imprese in grado di competere a livello internazionale (oggi sono 26.000, ci siamo dati l'obiettivo di superare le 30.000 nei prossimi anni), attrarre su questo territorio di nuovo o per la prima volta investimenti e capitale umano innovativo. Basti pensare al biomedicale, che qui ha uno dei due distretti più importanti al mondo in quella striscia di terra così martoriata da due terremoti tre anni fa, che nonostante quella tragedia ha rafforzato la propria presenza e aumentato gli investimenti; alla Lamborghini, alla Toyota, alla Philip Morris, al Gruppo Danfoss e potrei proseguire; alle imprese emiliane che si sono rafforzate, come la GD, la IMA; ad un territorio, l'Emilia-Romagna, in cui tante imprese hanno scommesso, pur nella crisi, nell'innovazione e nella ricerca, che dobbiamo sempre più sostenere e buona parte dei fondi europei sono finalizzati a quella prospettiva perché sappiamo che la competitività di questa regione in Europa e nel mondo sta nella qualità di ciò che produce e per garantire quella qualità sempre più le buone mani degli artigiani degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta hanno bisogno oggi di investire nella scienza e nelle tecnologie.

La crisi che stiamo attraversando ha determinato anche l'esaurirsi dell'approccio alle politiche pubbliche per lo sviluppo che ha segnato il Novecento, ha messo in discussione la possibilità di considerare un Paese come una società basata su un'economia chiusa ed omogenea. Le differenze tra territori, anziché ridursi, continuano ad aumentare, mentre le differenze tra Paesi tendono a diminuire. In questo nuovo contesto competitivo non solo in termini di mercato, la Regione ha scelto di avviare una nuova generazione di politiche pubbliche che abbiano la capacità di ripensare il territorio in una dimensione globale; una strategia di programmazione integrata e convergente, in particolare dei fondi europei, intesi anche come fonte di investimento capace di incidere sulla struttura dell'economia, sulla produttività, sulla competitività, ma anche e soprattutto sul capitale umano e sociale, perché non ci basta nemmeno produrre più ricchezza, ma ci interessa saperla ridistribuire, in particolare verso chi ha meno, per colmare le disuguaglianze sociali. I 2,5 miliardi di fondi europei allora rappresentano per la nostra Regione una grande occasione di sviluppo nei prossimi anni e io penso che con l'Aula, con tutta l'Aula, potremmo prenderci l'impegno per fare via via step di verifica di ciò che abbiamo programmato per vedere come sta andando la programmazione, per provare insieme a condividere e, se opportuno, anche correggere le politiche e le scelte che faremo nei prossimi anni.

Vogliamo perseguire una crescita che concili innovazione, inclusione e sostenibilità. Per fare questo è necessario un forte coordinamento con l'obiettivo di migliorare l'efficacia degli interventi, massimizzare la capacità di spesa, ma anche semplificare sempre di più ed ampliare l'accesso in un'ottica di trasparenza e partecipazione.

Fra i luoghi in cui condividere obiettivi e azioni orientati ad una crescita intelligente abbiamo individuato il Patto per il lavoro. Sapete che ci stiamo lavorando, entro luglio arriveremo a sottoscriverlo, mi auguro, che con tutte le parti sociali. Onorevole De Castro, sarebbe anche un segno, credo, verso il Governo nazionale se dimostreremo che, pur con la velocità delle decisioni e delle scelte che oggi la politica chiede, si possono fare le stesse con obiettivi prioritari fissati e organizzati anche attraverso il consenso dei territori e delle parti sociali, sapendo che dentro a quel Patto il richiamo alla buona spesa dei fondi europei è una delle parti maggiormente significative.

Per un territorio come l'Emilia-Romagna, allora, che, come abbiamo detto, vuole nei prossimi anni tornare a piena e buona occupazione, ma anche garantire che l'ultimo della fila potrà sempre tagliare il traguardo, dobbiamo conciliare una politica che sappia garantire sviluppo, crescita, rispetto della legalità, ma anche ridistribuzione della ricchezza affinché la forbice tra ricchezza e povertà continui in questa regione ad essere la più bassa di quella che c'è nel resto d'Italia.

Vi ringrazio.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, presidente Bonaccini.

La parola all'onorevole Paolo De Castro, relatore permanente sul negoziato transatlantico per la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo. Ci informerà sul TTIP con una particolare attenzione al settore dell'agricoltura. Prego, onorevole De Castro.

 

Onorevole DE CASTRO: Signori consiglieri, gentilissima presidente Saliera, presidente Bonaccini, cari amici; come è stato ricordato, il mio ruolo nel Parlamento europeo e in particolare nella Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo mi vede relatore sul TTIP, per cui il mio intervento di oggi riguarderà prevalentemente le riflessioni, le ripercussioni, se volete, le ansie e le preoccupazioni, ma anche le opportunità intorno al settore agroalimentare, agricolo e alimentare.

Naturalmente farò qualche riflessione anche più in generale visto e considerato che questo accordo commerciale interessa più di 700 miliardi di euro di beni e servizi scambiati annualmente tra gli Stati Uniti e l'Unione europea.

Innanzitutto perché questi accordi bilaterali? Dobbiamo ricordare tutti che dopo il fallimento degli accordi multilaterali, dopo, sostanzialmente, il fallimento del WTO, l'Unione europea si è avviata negli anni scorsi verso una maggiore attenzione sugli accordi bilaterali. Diversi sono stati gli accordi bilaterali conclusi, voglio ricordare quello con il Sud Corea, quello con il Canada, che ha, tra l'altro, occupato più di sette anni i nostri negoziatori, quello con il Marocco, per arrivare poi al Transatlantic Trade and Investment Partnership di cui ci stiamo occupando oggi.

Stato dell'arte e tempi. È importante fare questa precisazione perché stiamo parlando di un accordo che vede impegnati due team negoziali imponenti. Il team negoziale europeo, guidato dal direttore Garcia Bercero, ha più di cinquanta esperti distinti per le varie materie oggetto di negoziato e analogamente gli Stati Uniti. Siamo arrivati al nono round negoziale, di cui, grazie anche ad una presa di posizione forte della Presidenza italiana durante il semestre di Presidenza italiana, oggi conosciamo i contenuti. Voglio ricordarlo perché il tema della trasparenza è sicuramente uno dei temi più sentiti e più caldi intorno a questo negoziato con gli Stati Uniti. Oggi conosciamo non solo il mandato negoziale, come è tradizione anche negli altri negoziati commerciali, ma nel caso degli Stati Uniti conosciamo anche i contenuti dei round.

Naturalmente il negoziato dal punto di vista dei contenuti è ancora abbastanza acerbo, nel senso che non è stato raggiunto alcun contenuto e alcuna definizione puntuale. Siamo in una fase in cui le due Assemblee parlamentari, in particolare il Parlamento europeo e il Congresso degli Stati Uniti, non hanno ancora completato l'iter di voto. Ricordava la presidente Saliera che dopo i voti che ci sono stati nelle Commissioni di merito (la Commissione Agricoltura ha votato la mia relazione per l'agricoltura e l'agroalimentare e la Commissione Commercio internazionale ha votato la risoluzione che è stata poi inviata all'Aula) l'Aula della scorsa sessione di Strasburgo ha rinviato alla prossima sessione del 6 e del 9 luglio, quindi diciamo che dal punto di vista del Parlamento europeo l'iter parlamentare dovrebbe completarsi con il voto dell'Aula alla sessione di Strasburgo prossima.

Con questo voto, attraverso la risoluzione definiamo una serie di paletti, una serie di considerazioni e di inviti al gruppo dei negoziatori in merito alle varie materie che interessano questo negoziato, materie che sono ovviamente tantissime. Spesso si sente parlare di agricoltura e di agroalimentare per l'interesse che suscita, ma non ci dimentichiamo che su quei 700 miliardi di euro di interscambio l'agricoltura pesa circa il 4 per cento, stiamo parlando di un volume di esportazioni europee (food e agricoltura) del valore di circa 15 miliardi di euro (dati 2014) e di un volume di importazioni dagli Stati Uniti verso l'Europa di circa 9 miliardi di euro. Da questi dati capite che l'Europa ha un saldo attivo nel settore agroalimentare di circa 6 miliardi. È importante ricordare che questo saldo attivo europeo è cresciuto negli ultimi dieci anni di circa il 40 per cento. Diversamente le importazioni dagli Stati Uniti verso l'Europa, del valore attuale di circa 9 miliardi, sono più o meno rimaste costanti negli ultimi dieci anni, sono sempre intorno a quei 9-10 miliardi. Ecco perché guardando la struttura dell'interscambio si intravede ovviamente un'interessante opportunità di sviluppo in considerazione della tipologia di prodotti che l'Europa esporta. Primo prodotto in assoluto è il vino (5 miliardi di euro di vino ogni anno vengono esportati dall'Europa negli Stati Uniti), il secondo prodotto è la pasta, poi abbiamo i formaggi, l'ortofrutta, l'olio extravergine d'oliva, diciamo prodotti di largo consumo finiti. Diversamente la struttura delle esportazioni americane verso l'Europa vede prevalentemente commodity, cioè materie prime. Gli Stati Uniti esportano in Europa sostanzialmente mais, soia, grano, grano duro, zucchero, riso eccetera. La struttura delle esportazioni è tale che fa capire una certa complementarietà tra le due aree.

Ma prima di addentrarci sul settore agroalimentare, focalizziamo l'attenzione sul fatto che oggi, prima del TTIP, scambiamo complessivamente 700 miliardi di euro l'anno, circa 2 miliardi di euro ogni giorno, tra Stati Uniti e Europa, quindi voi capite l'importanza di questo negoziato. Importanza che riguarda anche il resto del mondo perché l'ammontare complessivo di beni e servizi scambiati rappresenta circa un terzo del commercio mondiale, quindi non stiamo parlando di un negoziato commerciale di piccola entità, ma stiamo parlando di un negoziato commerciale che interessa l'economia tutta. Tra l'altro, se l'agroalimentare, come ricordavo prima, ha un saldo attivo di circa 6 miliardi di euro, il saldo attivo complessivo europeo nei confronti degli Stati Uniti arriva a sfiorare i 100 miliardi di euro l'anno mettendo insieme tutti i beni e servizi.

Questo vi fa anche capire evidentemente gli straordinari interessi americani verso l'altro negoziato che loro hanno in corso, che è il negoziato con il Pacifico, che vede protagonisti non solo la Cina, il Giappone, l'Australia e l'Indonesia, ma tutti i Paesi del Pacifico, negoziato che gli Stati Uniti hanno in stato molto avanzato e che appena sarà completato l'iter parlamentare dall'altra parte dell'Oceano con il cosiddetto "fast track", cioè il voto che autorizza l'Amministrazione in carica a concludere l'accordo, probabilmente sarà il primo immediato risultato che l'Amministrazione Obama concluderà. La speranza è che accanto a quello con il Pacifico ci possa essere naturalmente anche quello con l'Europa. Però è importante segnalare che gli Stati Uniti hanno un enorme surplus e attivo commerciale con il Pacifico, invece hanno un passivo commerciale molto importante con l'Europa e questo ci fa riflettere anche sui tanti interessi in gioco.

Dicevo che sono importanti gli accordi bilaterali perché non ci sono in atto passi avanti negli accordi multilaterali. È interessante anche da questo punto di vista soffermarsi su quelli che sono gli obiettivi dell'accordo, su cosa si occupa l'accordo commerciale, anche perché, è inutile sottolinearlo in questa Assemblea, è evidente che l'attenzione che suscita questo accordo con gli Stati Uniti va ben oltre per cui leggiamo spesso anche negli organi di stampa notizie di vario genere. Il negoziato si occupa di barriere tariffarie, di barriere non tariffarie e di indicazioni geografiche, punto, non si occupa di altro, ma è evidente che questi non sono temi banali. Noi abbiamo tantissime barriere tariffarie e gli Stati Uniti nei confronti dell'Europa hanno tantissime barriere non tariffarie. In particolare nel settore agroalimentare siamo molto penalizzati da barriere sanitarie che gli Stati Uniti hanno nella loro legislazione e che noi ci auguriamo attraverso il TTIP si possano non dico eliminare, ma quantomeno addolcire. Ne cito una di straordinaria importanza per la nostra regione ed è la legge federale americana che ha tolleranza zero nei confronti del batterio Listeria, che, come sapete, è presente in tutte le carni suine crude stagionate (prosciutti, culatelli eccetera). Quindi uno dei comparti più importanti dell'industria agroalimentare italiana è oggi di fatto bloccato da questa legge che impedisce le esportazioni di carne cruda stagionata perché gli Stati Uniti hanno una legge che ha tolleranza zero, invece l'Europa ha un regolamento che dà una soglia di tolleranza. Per darvi un'idea, questa barriera tariffaria, la sola barriera tariffaria sulla Listeria, comporta un blocco importante, quindi anche qualora riuscissimo a ridurla o quantomeno contenerla, avremmo sicuramente uno spazio importantissimo di mercato. Vi ricordo che l'industria dei salumi in Italia fattura 10 miliardi di euro, molti dei quali in questa regione.

Naturalmente le barriere sanitarie non riguardano solo i salumi ma riguardano moltissimi prodotti. Noi abbiamo difficoltà nelle esportazioni di ortofrutta, difficoltà nelle esportazioni di olio extravergine d'oliva. Moltissima legislazione americana è in realtà - e questo lo sottolineo perché dalla stampa, da ciò che si legge, sembrerebbe il contrario - molto più restrittiva di quanto non sia la legislazione europea. Le soglie di tolleranza per i fitofarmaci in Europa sono, quando non diverse per ragioni di principi attivi diversi, più elastiche di quanto non siano quelle americane. Quindi diciamo che c'è una valutazione che va fatta caso per caso e sulla quale i nostri negoziatori sono impegnati.

Naturalmente non c'è soltanto il tema delle barriere sanitarie, che per l'Europa è molto importante, ma c'è anche quello delle barriere non sanitarie, mi riferisco ai tanti dazi che le nostre imprese pagano per esportare. Cito un settore molto importante sempre della nostra regione, quello dei formaggi: ogni chilo di Parmigiano Reggiano che esportiamo negli Stati Uniti fuori quota (perché esistono delle quote di esportazioni rigide e per di più ereditarie, non sono acquistabili) paga 2,5 dollari a chilo di tassa negli Stati Uniti. Questo per dirvi quanto forti sono le barriere tariffarie. E questo accade anche in altri settori, come in quello della frutta secca di cui sempre la nostra regione ha un importante distretto in Romagna, paga delle importanti tasse all'acquisto.

Il terzo tema è quello delle indicazioni geografiche. Anche questo è tema molto sentito. Negli Stati Uniti si stima che l'Italian sounding valga circa 9 volte il mercato del prodotto italiano vero, cioè su 10 prodotti consumati negli Stati Uniti circa 9 non sono in realtà italiani, solo 1 su 10 è italiano. Questo vi dà la portata e la dimensione del fenomeno dei prodotti copiati, che rappresenta uno spazio di mercato che potremmo occupare noi con le nostre produzioni, ma che è occupato invece da altri produttori che le imitano. Voglio fare anche qui una piccola sottolineatura, la presidente me lo consentirà. Le norme europee ovviamente valgono solo in Europa, quindi parlare di frode dell'Italian sounding è un errore se ci riferiamo a mercati extraeuropei. Pertanto gli Stati Uniti, nel pieno rispetto delle norme, copiano tranquillamente prodotti che non hanno copyright, che non hanno una certificazione internazionale garantita. Questo lo dico perché l'accordo commerciale è l'unica strada possibile per poter migliorare questo stato di cose nell'Italian sounding, nei prodotti copiati. In questo caso l'esempio più eclatante riguarda sempre la nostra regione ed è il caso dell'accordo con il Canada che dopo sette anni di negoziati abbiamo concluso, ma che ancora non è stato votato.

Dopo sette anni siamo ancora in attesa del voto del Parlamento europeo, voto che, vi ricordo, grazie al Trattato di Lisbona è diventato obbligatorio, cioè non c'è accordo finché il Parlamento europeo non vota positivamente. È una sorta di diritto di veto che il Parlamento europeo ha acquisito, con il Trattato di Lisbona, su tutti gli accordi commerciali. Da questo punto di vista, voglio ricordarlo anche ai più preoccupati o ai più critici nei confronti di questo accordo, il Parlamento europeo non è la prima volta che boccia accordi commerciali. L'accordo ACTA pochi anni fa venne bocciato. Qualcuno disse che gli Stati Uniti si erano accorti dell'esistenza del Parlamento europeo dopo la bocciatura dell'accordo ACTA. Dopo anni di negoziato il Parlamento lo bocciò e semplicemente si è chiusa la partita. Così come si potrebbe chiudere la partita, io mi auguro di no, se il voto del Parlamento europeo sul TTIP sarà negativo. Il discorso sarà chiuso, si ripartirà da zero negli anni successivi. Quindi possiamo esercitare un forte controllo democratico grazie al Trattato di Lisbona, che esercitiamo però, questo consentitemelo di dire, dopo che l'accordo si è fatto, perché prima vogliamo vedere qual è il risultato del lavoro dei nostri negoziatori, cosa effettivamente è stato raggiunto in questo accordo, quali sono le conseguenze positive e negative di questo accordo e dopo eserciteremo il nostro diritto di voto, a cui fanno seguito, a proposito di controllo democratico, le ratifiche in tutti i Parlamenti nazionali dei 28 Stati membri. Quindi il percorso è ancora lungo.

L'accordo con il Canada l'abbiamo raggiunto tempo fa, ma ancora non lo abbiamo votato in Parlamento europeo, non lo abbiamo ratificato e ci vorrà ancora tempo prima che i nostri produttori di Prosciutto di Parma entrino in quel mercato, produttori che hanno, con quell'accordo con il Canada, finalmente rotto di fatto il monopolio gestito da un'azienda canadese che aveva registrato il marchio "Prosciutto di Parma" con tanto di corona a cinque stelle e le cause del Consorzio del Prosciutto di Parma erano state, ahimè, perse in virtù del fatto che il produttore canadese aveva legittimamente registrato quel marchio anni prima e dunque non c'era possibilità se non quella di cambiare noi il nostro nome per entrare in quel mercato. Come l'abbiamo risolta? L'abbiamo risolta con l'accordo con il Canada. Insomma, non ci sono soluzioni giuridiche per risolvere problemi e controversie sui marchi collettivi, a meno che non ci sia un copyright, cioè una registrazione di un marchio. Ma, ahimè, sapete bene che nel campo delle DOP e IGP, di cui la nostra regione è leader indiscussa in Italia (abbiamo più di 2,2 miliardi di euro di fatturato solo nel comparto del DOP e IGP in Emilia-Romagna), nessuno se non, credo, forse qualche vino, ha avuto una registrazione, per il resto sono tutti marchi tutelati solo dalle regole europee, ma non fuori dall'Europa.

Dunque gli accordi commerciali sono l'occasione per migliorare questo stato di cose e per cercare, come nel caso di Prosciutto di Parma, di fare degli avanzamenti e magari di eliminare quello che gli americani chiamano "misleading", cioè l'errore da parte dei consumatori di considerare un prodotto italiano, francese, spagnolo quando in realtà è stato fatto in Minnesota, in Kansas o magari in Brasile. I casi nei prodotti alimentari si sprecano: "Parmesan", "Reggianito", "Gorgonzillo", ce n'è un'infinità e non abbiamo nessuna possibilità di intervenire legalmente se non attraverso un accordo commerciale, che, ad esempio, nel caso specifico, porta ad una maggiore evidenza con un sistema di etichettatura più chiara, un'evidenza al consumatore americano che quel prodotto nulla ha a che fare con l'originale europeo.

Se il voto in Parlamento europeo alla prossima seduta di Strasburgo il 6 e 9 luglio sarà positivo e se positivo sarà anche il voto del Congresso americano, anche lì atteso prima dell'estate o al massimo entro il mese di settembre, effettivamente - e lo dico in quanto è la commissaria Malmstrom che lo ha detto pochi giorni fa proprio in Italia, a Roma - c'è una finestra di possibile accordo entro questa Amministrazione americana, quindi entro la primavera del 2016, perché se questa finestra di opportunità non viene colta, dopo, con la campagna delle presidenziali americane, l'accordo del TTIP si sposterà non prima della fine del 2017 e quindi il discorso va molto avanti nel tempo.

Quindi guardiamo con attenzione il voto del Parlamento europeo e guardiamo con attenzione il voto del Congresso americano. Se questi voti saranno positivi, vale davvero la pena, presidente, di fare una riflessione attenta su quelle che sono le sollecitazioni del sistema produttivo. Ovviamente io mi sto riferendo al settore agroalimentare, ma possiamo parlare anche del sistema produttivo in senso lato. Il presidente Bonaccini parlava dell'industria della meccanica, pensate che cosa significa la standardizzazione delle norme di sicurezza delle auto; pensate a che cosa significa per l'industria tessile e farmaceutica la dimensione dell'accordo commerciale tra Stati Uniti e Europa. È talmente elevata e talmente importante che ciò che noi definiremo con gli Stati Uniti, che gli standard di qualità che noi definiremo con gli Stati Uniti finiranno per essere standard riconosciuti a livello mondiale, cioè gli altri accordi che gli Stati Uniti fanno con il Pacifico, che noi faremo con l'India, il Giappone eccetera dovranno seguire gli standard che fissiamo con gli Stati Uniti. Se noi non faremo l'accordo con gli Stati Uniti, questi standard li definiranno gli Stati Uniti con la Cina, con il Giappone, con gli altri Paesi e saremo noi a doverci adeguare sennò semplicemente non esporteremo, quindi mi soffermo su questa importanza geopolitica dell'accordo vista l'enorme dimensione del mercato e della posta in gioco.

Ovviamente siamo tutti preoccupati di definire e di mantenere e di conservare gli standard di qualità che le nostre produzioni hanno e qui voglio ricordare, ancora una volta nei confronti di una comunicazione a volte un po' superficiale, che gli standard definiti per regolamento comunitario, (parliamo dell'OGM, parliamo di carne agli ormoni, temi caldi per il nostro Paese, ma per tutta l'Europa), che tutto ciò che è definito da regolamento comunitario, così come tutto ciò che è definito da leggi federali americane, non viene cambiato da accordi commerciali. È sbagliato dire che l'accordo commerciale renderà possibile l'accesso di carne con gli ormoni dagli Stati Uniti, che saremo costretti a mangiare prodotti che non rispettano le regole europee. Per poter cambiare le regole europee definite per regolamento comunitario ci vuole un altro regolamento. Non è che il nostro negoziatore Bercero nel chiuso di una stanza con il suo omologo americano cambiano la legislazione europea e cambiano le leggi federali americane. Per cambiare una legge o un regolamento ci vuole un altro regolamento, un'altra discussione in Consiglio, un'altra discussione in Parlamento e un voto finale. Dunque possono esserci degli auspici di cambiamento, ma i cambiamenti, come è ovvio, sono fatti dai Parlamenti e sono fatti dai Governi, pertanto non c'è questo rischio, se non ovviamente sulla base di ciò che poi noi autonomamente decideremo dopo l'accordo qualora ci fosse una direzione in questo senso.

Quindi è importante che il dibattito si mantenga nell'ambito che il negoziato e i negoziatori hanno, cioè barriere tariffarie, barriere non tariffarie, indicazioni geografiche, campi comunque molto importanti perché, ripeto, anche se il peso del settore agroalimentare è molto limitato rispetto ai beni e servizi scambiati, il negoziato potrebbe rappresentare comunque un'opportunità enorme perché sapete che il nostro Made in Italy di qualità, le nostre eccellenze alimentari hanno bisogno di mercati ricchi per poter essere esportati e avere 350 milioni di abitanti con un reddito pro capite una volta e mezzo il nostro non può non suscitare un qualche interesse.

Tra l'altro voglio ricordare che di quei 6 miliardi di saldo attivo del settore agroalimentare circa un terzo sono prodotti italiani. D'altra parte l'elenco delle esportazioni europee che vi ho fatto vi fa capire il protagonismo italiano: vino, pasta, olio, formaggi sono prodotti quasi tutti del Sud dell'Europa, non sono prodotti del Nord dell'Europa. Anzi, il Nord Europa, e voglio sottolineare che questo è un dibattito da noi molto intenso, che è più competitivo dal punto di vista della tipologia di prodotti con gli Stati Uniti, è più critico perché ha paura delle esportazioni di carne, ha paura delle esportazioni di cereali perché ciò che esporta il Nord Europa sono commodity, invece chi esporta prodotti finiti di qualità è il Sud dell'Europa. Chi è che esporta vino in Europa? Il vino viene prodotto sostanzialmente in quattro Paesi e sono tutti e quattro Paesi del Sud. Chi esporti formaggi, soprattutto formaggi stagionati? Il Sud dell'Europa. Chi esporta olio? Il Sud dell'Europa. Chi esporta la pasta? Quindi voi capite che c'è evidentemente un negoziato all'interno del negoziato, c'è un negoziato all'interno dell'Europa che vede, per i prodotti agroalimentari, il Sud in una posizione più offensiva, cioè Spagna, Francia, Italia, Grecia, Paesi che hanno nei confronti degli Stati Uniti un interesse specifico sui prodotti, e invece i Paesi del Nord Europa che sono più preoccupati perché vedono nella carne, soprattutto nella carne di qualità, nel latte, nel latte in polvere, rischi competitivi.

Quindi è una materia molto complessa, è una materia che non può essere banalizzata con un no a prescindere. Purtroppo registriamo in Parlamento europeo almeno tre gruppi politici, a volte quattro, che manifestano una contrarietà all'accordo, come noi diciamo, a prescindere. Mi riferisco sia all'estrema destra del Front National che all'estrema sinistra della GUE. Loro sono contro l'apertura del negoziato, cioè non vogliono guardare il risultato e poi eventualmente votare contro, sono contro a prescindere. Io credo che nell'interesse del nostro Paese e in particolare della nostra regione sia quantomeno opportuno andare a scoprire le carte di questo eventuale, se ci sarà, accordo e dopodiché semmai convincersi o positivamente o negativamente per poter prendere quindi una decisione consapevole degli effetti, perché, ritorno a dire, il Made in Italy agroalimentare, le nostre eccellenze hanno bisogno di mercati ricchi e che magari amino i prodotti italiani come è quello degli Stati Uniti, tant'è vero che il fenomeno dell'Italian sounding altro non è che la difficoltà che noi stessi abbiamo nell'organizzazione dell'offerta nostra verso quei mercati più lontani.

Ricordiamoci che al di là dell'aspetto legato al prodotto copiato, che certamente ci fa rabbia, d'altra parte la capacità nostra di esserci su quel mercato è altrettanto complicata e questo riguarda il sistema delle nostre piccole e medie imprese che hanno nei mercati lontani non sempre facilità di accesso. Perciò è importante guardare dentro e soprattutto farsi un'idea consapevole della posta in gioco sia dal punto di vista degli interessi commerciali, sia dal punto di vista degli standard, della definizione degli standard che potrà avvenire anche in tutti gli altri negoziati.

Presidente Saliera, ringrazio e ringrazio tutti i consiglieri. Naturalmente ho lasciato a vostra disposizione qualche appunto per avere anche dei numeri un po' più precisi di quelli che vi ho appena detto. Grazie a tutti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, onorevole De Castro, da parte di tutta l'Assemblea legislativa. Non ha mancato come sempre di dimostrare la sua grandissima competenza ed esperienza nel settore dell'agroalimentare e la ringraziamo per l'opportunità che stamattina ci ha dato di approfondire al di là di ciò che leggiamo, ma che sicuramente non è così approfondito come gli elementi e anche il materiale che ci ha consegnato e che hanno potuto avere stamattina tutti i consiglieri e anche i nostri ospiti. Ringrazio anche gli ospiti di essere qui e della loro attenzione per questo argomento, che vedrà impegnati in un rapporto costante la nostra Regione e il sistema istituzionale europeo, in un rapporto anche, ovviamente, con le associazioni e le organizzazioni che rappresentano gli interessi delle nostre realtà locali e con il sistema degli enti locali. Non mancherà, quindi, la nostra Assemblea, attraverso le sue Commissioni e il lavoro di approfondimento, di disturbarla per avere notizie per poter seguire da vicino il trattato.

Proseguiamo la nostra discussione sulla Sessione europea dando la parola al consigliere Massimiliano Pompignoli, presidente della I Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali, relatore per la Sessione europea. Prego.

 

POMPIGNOLI, relatore: Grazie, presidente. Grazie all'onorevole De Castro.

La mia relazione costituisce una sintesi del lavoro fatto in questo mese e mezzo che ci porterà oggi a votare la risoluzione in Aula.

Mi corre l'obbligo di ringraziare la dottoressa Attili, che ha partecipato e ci ha aiutato come Commissione alla redazione di tutti i punti fondamentali della Sessione europea, nonché i miei due vicepresidenti della Commissione consigliere Bertani e consigliere Poli.

Dal 2008 la Regione Emilia-Romagna ha sviluppato un proprio modello di partecipazione alla formazione ed attuazione delle politiche e del diritto dell'Unione europea. Un'intensa attività di sperimentazione preliminare ha portato all'individuazione di un metodo di lavoro successivamente codificato nell'apposita legge regionale di procedura, la legge regionale 16/2008.

Il modello Emilia-Romagna si basa sulla Sessione europea dell'Assemblea legislativa, che costituisce il cuore e il punto di partenza dell'azione regionale.

La Sessione, così come è stata pensata, costituisce un momento istituzionale di riflessione politica su ciò che la Regione ha fatto (fase discendente) attraverso la valutazione della relazione sullo stato di conformità dell'ordinamento regionale predisposta dalla Giunta regionale e su ciò che la Regione intende fare (fase ascendente) in riferimento alle iniziative preannunciate dalla Commissione europea nel proprio programma di lavoro annuale, con particolare attenzione a quelle considerate di interesse per la Regione.

I lavori della Sessione sono arricchiti, inoltre, dalla presentazione del rapporto conoscitivo della Giunta regionale per la Sessione comunitaria dell'Assemblea legislativa approvato con delibera di Giunta e predisposto con la collaborazione di tutte le Direzioni generali. Per ogni settore dell'amministrazione regionale il documento illustra lo stato di conformità dell'ordinamento anche in funzione delle verifiche da parte dell'Assemblea legislativa della necessità o meno di predisporre il progetto di legge comunitaria regionale, oltre agli orientamenti e alle priorità della Giunta regionale per l'anno a venire, con riferimento al programma di lavoro delle Commissioni europee.

In sintesi, la Sessione europea in generale e l'esame del programma di lavoro della Commissione europea e dei documenti predisposti dalla Giunta in particolare costituiscono il metodo di lavoro attraverso cui porre in essere un filtro politico che consenta all'Assemblea legislativa l'individuazione delle iniziative dell'Unione europea di interesse per la Regione e la formulazione di indirizzi generali della Giunta regionale.

Ai lavori della Sessione europea concorrono tutte le Commissioni assembleari in relazione alle materie di rispettiva competenza. La procedura (articolo 38 del Regolamento interno dell'Assemblea) prevede, infatti, l'assegnazione, ogni anno in sede referente alla Commissione assembleare competente in materia di rapporti con l'Unione europea, Commissione che io presiedo, e alle altre Commissioni assembleari per il parere di loro competenza, del programma di lavoro annuale della Commissione europea, della relazione sullo stato di conformità dell'ordinamento regionale all'ordinamento europeo e del rapporto conoscitivo della Giunta regionale per la Sessione europea dell'Assemblea legislativa.

La Sessione europea 2015 dell'Assemblea legislativa è la settima dall'entrata in vigore della legge regionale 16/2008 ed è la prima di questa nuova legislatura. Si tratta, quindi, di un passaggio che proietta la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione delle politiche e del diritto dell'Unione europea in una prospettiva e in un contesto nuovo a livello europeo, nazionale e regionale. La decima legislatura della Regione Emilia-Romagna, infatti, inizia pochi mesi dopo una fase di profondo rinnovamento delle principali istituzioni europee iniziato con le elezioni del Parlamento europeo del maggio del 2014, seguite dall'insediamento della nuova Commissione europea che sarà guidata per i prossimi cinque anni dal presidente Juncker.

Anche quest'anno, in preparazione dei lavori della Sessione europea, l'11 maggio 2015 la I Commissione ha svolto l'audizione degli stakeholder sul programma di lavoro della Commissione europea 2015. Questa audizione ha l'obiettivo e lo scopo di coinvolgere attivamente e in modo trasparente il sistema regionale nell'individuazione delle priorità da seguire sia nel corso dei lavori della Sessione europea annuale dell'Assemblea legislativa, sia nell'ambito delle attività che vi daranno seguito. Nel corso di questo incontro ai portatori di interesse del territorio è stato richiesto di formulare le proprie considerazioni sia in generale sulle politiche dell'Unione europea, sia in particolare sulle iniziative valutate di maggiore interesse elencate dalla Commissione europea nel programma annuale di lavoro. Questa audizione è il principale strumento di partecipazione previsto dalla legge regionale 16/2008, attraverso cui tastare il polso di enti locali, associazioni di categoria, imprese e altre forme di associazioni sulle politiche dell'Unione europea e su come vengono percepite dai principali destinatari le politiche e gli interventi che la Commissione europea preannuncia nel suo programma di lavoro.

L'aspetto più rilevante di questa modalità di coinvolgimento è che i contributi dei partecipanti hanno integrato l'attività istruttoria delle Commissioni assembleari per la Sessione europea 2015. Gli interventi dei partecipanti hanno confermato l'importanza del coinvolgimento attivo del portatore di interesse nelle attività della Regione che riguardano i processi decisionali europei, evidenziando la necessità di migliorare ulteriormente gli strumenti di partecipazione. In effetti, l'audizione potrebbe essere accompagnata in futuro anche da altre modalità di coinvolgimento che garantiscono la partecipazione attiva del territorio alle attività della Regione. È emersa, inoltre, l'importanza di fornire adeguata informazione e comunicazione all'esterno sulle attività svolte, cosa che attualmente risulta molto carente.

I lavori delle Commissioni assembleari per la Sessione 2015 dell'Assemblea legislativa si sono concentrati, quindi, sull'analisi dei documenti che sono stati assegnati, con la successiva approvazione dei pareri contenenti le osservazioni sulla fase ascendente e discendente per gli aspetti di rispettiva competenza, nonché di indirizzo sulle tematiche politiche valutate di maggior rilievo.

Gli approfondimenti in Commissione si sono svolti in presenza e attraverso il confronto degli esponenti politici e dei tecnici della Giunta regionale. Si sottolinea che il raccordo tecnico e politico tra Assemblea legislativa e Giunta regionale già a partire dai lavori per la Sessione europea è un elemento chiave di questa attività. In questo senso si segnala l'apporto del gruppo di lavoro tecnico Giunta e Assemblea per la fase ascendente e del gruppo di lavoro della Giunta regionale per la fase discendente, nonché dei diversi Servizi dell'Assemblea e della Giunta regionale coinvolti di volta in volta.

Più nel dettaglio, dai lavori della Commissione assembleare e dall'audizione degli stakeholder sul programma di lavoro 2015 della Commissione europea sono emersi alcuni temi di particolare rilievo politico e in particolare:

Avvio della fase attuativa del POR e del PSR 2014/2020 della Regione Emilia-Romagna;

Trasparenza dei processi decisionali europei che hanno ad oggetto questioni particolarmente delicate, come il TTIP e il "Made in";

Vincoli del Patto di stabilità;

Importanza della costruzione di una politica industriale europea;

Necessità di consolidare a livello europeo un'adeguata politica sul turismo;

Mobilità dei lavoratori come possibile strumento per combattere in particolare la disoccupazione giovanile e anche quella di lunga durata;

Supporto al settore della cooperazione allo sviluppo, alla solidarietà internazionale, alla cultura della pace;

Parità tra uomini e donne e il contrasto alla violenza di genere;

Considerazioni sulla strategia europea per legiferare meglio e sulle politiche regionali in materia di qualità di legislazione.

Con riferimento specifico all'esame del programma di lavoro della Commissione europea per il 2015 sono state segnalate come prioritarie le seguenti iniziative:

Revisione intermedia della strategia Europa 2020;

Quadro strategico per l'Unione dell'energia;

Strategia sul mercato interno di beni e servizi;

Pacchetto unico "Mercato digitale";

Promuovere l'integrazione e l'occupabilità nel mercato del lavoro;

Pacchetto sulla mobilità dei lavoratori.

Al termine della Sessione, man mano che le singole iniziative verranno presentate alla Commissione europea, si applicheranno i meccanismi procedurali per la formulazione delle osservazioni di merito da inviare poi al Governo e finalizzate alla definizione della posizione italiana.

Nel caso di proposte di atti legislativi l'Assemblea legislativa procederà anche all'esame di sussidiarietà e proporzionalità inviando poi gli esiti al Parlamento.

Sono state effettuate nel corso di questo mese anche specifiche valutazioni su alcune iniziative del programma di lavoro della Commissione europea già presentate alla stessa Commissione e considerate particolarmente rilevanti. Abbiamo considerato:

Iniziativa n. 5: "Quadro strategico per l'Unione dell'energia";

Iniziativa n. 6: "Comunicazione in previsione della Conferenza di Parigi - Risposta multilaterale ai cambiamenti climatici";

Iniziativa n. 23: "Riesame del processo decisionale per l'autorizzazione degli OGM";

Iniziativa n. 18: "Agenda europea sulla migrazione".

Per quanto riguarda le iniziative già presentate in passato che la Commissione europea intende probabilmente ritirare e ripresentare in futuro, le Commissioni assembleari hanno segnalato l'interesse per queste proposte:

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici, considerata di particolare importanza per i possibili effetti sul territorio emiliano-romagnolo;

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive 2008/98 relative ai rifiuti;

Proposta di direttiva 94/62 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio;

Proposta di direttiva 1999/31 del Consiglio relativa alle discariche di rifiuti;

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2000/53 relativa ai veicoli fuori uso;

nonché ulteriori direttive relative ad attività inerenti l'energia, quindi la direttiva 2006/66 relativa a pile e accumulatori e rifiuti di pile e accumulatori, un tema estremamente delicato per le Regioni, ossia prevedere la revisione della strategia e della normativa europea in materia di rifiuti.

Con riferimento alle azioni relative al Programma di semplificazione e riduzione degli oneri normativi (REFIT) sono state segnalate alcune importanti normative europee che hanno già un forte impatto a livello regionale e che potrebbero essere in futuro oggetto di revisione, come la Proposta di semplificazione per la modifica del regolamento CE n. 1071/2009, che stabilisce norme comuni sulle condizioni da rispettare per esercitare l'attività di trasportatore su strada; il Regolamento CE n. 1072/2009 che fissa norme comuni per l'accesso al mercato internazionale del trasporto di merce su strada; la promozione delle energie rinnovabili; lo stoccaggio del biossido di carbonio; Natura 2000; la qualità del combustibile; il Mini Sportello Unico; la politica comune della pesca; il settore dell'edilizia; la riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli commerciali leggeri.

Per quanto riguarda invece gli indirizzi relativi all’adeguamento dell’ordinamento regionale alla legislazione europea, sulla base delle analisi e della documentazione assegnata alle Commissioni assembleari, la Giunta è stata invitata a monitorare il percorso di recepimento di una serie di direttive europee che incidono nei settori dell’ambiente, dei trasporti, della circolazione dei lavoratori e degli appalti pubblici, in particolare, la direttiva 2012/18IUE del Parlamento europeo e del Consiglio sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi alle sostanze pericolose recante modifica e successiva abrogazione della direttiva 96/82/CE del Consiglio, la direttiva 2013/39/UE del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive 2000/60/CE, che riguardano le sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque, la direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo del 24 ottobre 2014 sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi. Nella proposta di risoluzione è stata quindi evidenziata la presentazione da parte della Giunta del progetto di legge comunitario regionale 2015 che provvederà ad adeguare l’ordinamento regionale a diversi atti europei, tra cui altri due importanti direttive segnalate all’Assemblea legislativa in esito ai lavori per la sessione europea dello scorso anno e delle competenti Commissioni assembleari nel corso dei lavori di quest’anno. Parliamo della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo relativa alle emissioni industriali, prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, e la direttiva 2004/24/UE concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera.

L’iter del progetto di legge assegnato alla Prima Commissione in sede referente e alle Commissioni competenti nel merito in sede consultiva proseguirà autonomamente rispetto ai termini di chiusura della Sessione europea dell’Assemblea legislativa. Inoltre è già stata calendarizzata per il 29 giugno 2015 l’udienza conoscitiva rivolta ad associazioni ed enti locali prevista dalle norme di regolamento della legge regionale dell’articolo 8. Dai lavori sono emersi anche alcuni indirizzi inseriti nella proposta di risoluzione che dovremo andare poi a votare sui meccanismi di partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione delle politiche e del diritto europeo. In particolare, l’impegno dell’Assemblea legislativa è adeguare la legge regionale 16/2008 alle disposizioni della legge 234/2012 "Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea", cogliendo con ciò l’occasione per rafforzare ulteriormente il coordinamento e la collaborazione a livello politico e tecnico tra Assemblea legislativa e Giunta, migliorare la partecipazione, la trasparenza e dare attuazione ai principi europei per legiferare meglio, l’impegno a coinvolgere la società civile, i cittadini e le imprese del territorio individuando le modalità e gli strumenti più idonei ad ampliare la partecipazione durante i lavori della sessione europea e successivamente in occasione della partecipazione regionale alla fase ascendente delle singole iniziative dell’Unione europea verificando a tal fine la possibilità di ricorrere a forme dinamiche di partecipazione (Web 2.0) e l’impegno a costruire un dialogo strutturato con i parlamentari europei, in particolare gli eletti sul territorio emiliano-romagnolo già a partire dalla condivisione degli esiti della sessione europea 2015 nella prospettiva di porre le basi per una collaborazione più diretta e costante con il Parlamento europeo, divenuto, a seguito del rafforzamento delle sue prerogative d’intervento nei processi decisionali, un interlocutore fondamentale per il territorio e rafforzare le relazioni con i diversi soggetti istituzionali coinvolti a livello nazionale ed europeo, nei processi di formazione e attuazione delle politiche e del diritto europeo. Infine per favorire la massima circolazione delle informazioni e della trasparenza si segnala l’impegno a realizzare un’apposita sezione del sito dell’Assemblea legislativa accessibile direttamente dall’homepage che costituisca il punto di raccolta unitario per tutti gli interessati delle informazioni dei risultati sulle attività di partecipazione della Regione ai processi decisionali europei.

Questi sono i principali argomenti emersi in sede di sessione comunitaria dall’Assemblea legislativa e dalla proposta di risoluzione che contiene appunto gli indirizzi della Giunta e gli impegni dell’Assemblea legislativa che guideranno l’azione della Regione Emilia-Romagna nei prossimi anni con riferimento alle politiche europee e sulla quale quest’Aula è chiamata a esprimersi con un voto sulla risoluzione che andremo a votare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ora si apre il dibattito generale. Nell’assemblea dei presidenti di gruppo si era concordato, com’è stato previsto all’ordine del giorno, in dibattito generale dieci minuti per ogni gruppo. Si sono aggiunte, rispetto all’ordine del giorno iniziale, che consisteva nell’oggetto 618, cioè la relazione, all’oggetto 800, ossia la risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, e alla 453, una risoluzione a firma Gibertoni e Sassi, la risoluzione 755 a firma Taruffi, Torri e Alleva e la risoluzione n. 826 a firma dei consiglieri Caliandro, Marchetti Francesca, Calvano, Boschini, Soncini, Rontini, Pruccoli, Nadia Rossi, Zoffoli, Bessi, Poli, Sabattini, Serri, Zappaterra, Prodi, Iotti, Paruolo, Montalti e Bagnari.

Inoltre fino a questo momento sono pervenute proposte di emendamento che però non vanno attualmente in discussione perché consentirei dopo la replica e l’intervento dell’assessore Petitti altri cinque minuti a gruppo sulle proposte di emendamento che fino alla fine della discussione generale possono ancora pervenire. Al momento ho undici proposte di emendamento, quattro a firma Foti e sette a firma Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani e Pompignoli.

In dibattito generale ci sono dieci minuti sugli oggetti 618, 800, 453, 755 e 826.

Ha chiesto di parlare il consigliere Poli. Ne ha facoltà.

 

POLI: Grazie, presidente. Ringrazio i colleghi che insieme a me, all’Ufficio di Presidenza, il Presidente della Prima Commissione, Pompignoli, e il Vicepresidente Bertani in queste settimane abbiamo lavorato rispetto alla preparazione dell’appuntamento di oggi.

La Regione Emilia-Romagna è una regione profondamente europea. Lo è per i suoi saperi, per le imprese, per i prodotti, per le tecnologie e per la sua rete dei servizi. Abbiamo dati sull’export che ci mettono in cima alla classifica italiana e sopra i distretti manifatturieri tedeschi e francesi. Noi abbiamo bisogno di un’Europa delle istituzioni più forte e noi, che abbiamo la responsabilità di governare, sappiamo bene che la nostra collocazione è a quel livello perché attraverso questo saremmo più forti nel mondo ed è a quel livello che si devono affrontare le profonde contraddizioni che il mondo attraversa.

Per queste ragioni e per molte altre che già il Presidente Bonaccini richiamava nel suo intervento, il Partito Democratico ha affrontato questo percorso con grande apertura, proprio perché vorremmo dare il senso vero della nostra Regione. Teniamo lo sguardo alto perché solo così abbiamo la fondata convinzione di interpretare le potenzialità e le aspettative delle nostre comunità.

Sosteniamo con convinzione la risoluzione illustrata dal Presidente della Prima Commissione, il collega Pompignoli, sulla quale non abbiamo presentato emendamenti, ma dico che abbiamo però esaminato con attenzione gli emendamenti presentati dalle altre forze politiche rappresentate in questa Assemblea e questa nostra attenzione si vedrà al momento del voto sugli emendamenti stessi. Non abbiamo presentato emendamenti perché abbiamo considerato con attenzione il lavoro di tutte le Commissioni e a loro abbiamo voluto testimoniare l’apprezzamento per il lavoro svolto.

Ringrazio quindi per il lavoro che ci ha portato in diversi incontri e diverse riunioni ben sapendo che ci sono valutazioni politiche diverse che investono persino l’appartenenza stessa all’Unione europea, ma ciononostante abbiamo tenuto aperto il confronto, lo vogliamo fare anche in quest’Aula perché ciò è utile all’esito dei nostri lavori e ciò è utile a rappresentare ciò che l’Emilia-Romagna è in Italia, in Europa e nel mondo.

Signor Presidente, l’Europa è la nostra casa, la vorremmo più coesa con istituzioni più forti perché sappiamo che oltre alle rivendicazioni localistiche dietro le barriere culturali e sociali si nascondono le discriminazioni, le spinte xenofobe e quindi gravi rischi per le democrazie. Se questo dovesse accadere, i danni per noi sarebbero incalcolabili e noi lavoriamo affinché tutto questo non accada. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Poli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti e saluto anche l’onorevole De Castro. Dico due parole per cercare di spiegare quella che è l’opinione del partito che rappresento, la Lega Nord, in merito alla risoluzione che andremo a votare tra un po’. Innanzitutto parto anche io col ringraziare gli uffici che hanno collaborato con il Presidente Pompignoli per stendere insieme a tutti i consiglieri che fanno parte di questa Commissione e a tutti i consiglieri regionali qui presenti una risoluzione che metta dei punti fondamentali per quello che riguarda lo sviluppo della Regione Emilia-Romagna. È una risoluzione molto articolata, difficile anche da comprendere a volte per chi non è un addetto ai lavori, ma che ha sicuramente sia degli spunti positivi sia degli spunti a nostro avviso negativi e attraverso gli emendamenti che presentiamo oggi credo che questa risoluzione si possa migliorare.

Attendevo con ansia l’intervento del Presidente Bonaccini cercando, nell’ascoltarlo, di capire se effettivamente alcune delle nostre richieste, che poi vado a spiegare, venissero accolte, ma noto con tristezza che su molti temi a noi cari non sono state spese parole dal Presidente Bonaccini. Riconosco all’Emilia-Romagna tutta, oltre che ai dipendenti anche all’amministrazione regionale, un buon lavoro per quello che riguarda in questi anni l’ottenimento di molte risorse che sono state messe in campo sia sulla parte privata e produttiva di questo territorio sia sulla parte degli enti pubblici. Una cosa che vorrei far notare è che dobbiamo attingere a molte risorse della Comunità europea, però se i cofinanziamenti che andremo a richiedere agli enti locali attraverso i bandi che verranno poi presentati nei prossimi anni non saranno fuori dal patto di stabilità la vedo dura sul fatto che molte opere che siano di carattere ambientale o di carattere infrastrutturale dei nostri Enti locali poi potranno andare in porto. Vorrei sollecitare il Presidente Bonaccini a cercare di portare avanti questo tema.

Gli emendamenti che presentiamo essenzialmente toccano tre o quattro macroaree e tre o quattro macroargomenti. Innanzitutto l’agricoltura; ho ascoltato la relazione dell’ex Ministro all’Agricoltura De Castro, che sicuramente è un tecnico che stimo, però ovviamente dal punto di vista politico la vedo in una maniera molto diversa, perché, oltre che essere un consigliere regionale, sono anche figlio di agricoltori e oggi quello che stiamo dicendo in questa materia probabilmente è un po’ fuori dal tempo. Alcune scelte si dovevano fare nel passato e oggi andiamo a lavorare su un settore, che è quello primario, fortemente in crisi, che tra un po’ diventerà preda principalmente del latifondo e non più di quelle piccole e medie imprese che in questi ultimi venti-trent’anni sono state affossate da delle scelte politiche italiane, ma anche europee, che hanno distrutto completamente questo settore. Mi riferisco alle quote latte, alla chiusura degli stabilimenti saccariferi e a un settore che non è mai stato considerato come doveva essere considerato, quindi primario per quello che riguarda l’apporto produttivo all’intero Paese. È vero che le scelte europee sono fondamentali per quello che riguarda l’agricoltura, ma anche le scelte nazionali ed è l’unico settore produttivo dove si tassano i beni che producono. L’introduzione dell’IMU, che è stata una cosa assurda e folle da parte di questo Governo, che poi era già iniziato con l’altro Governo, appoggiato dal Partito Democratico, del Presidente Monti, ha distrutto l’economia degli agricoltori.

È l’unico settore in cui il bene che produce e la ricchezza dell’attività produttiva viene tassato a livello patrimoniale. È come se dovessimo tassare il tornio di un’azienda metallurgica che produce dei prodotti in ferro; è una cosa folle ma è così. Evidentemente anche qui si è cercato ad andare verso un consenso magari politico che a livello nazionale andava a colpire chi lavora seriamente, chi lavora anche attraverso il proprio sudore, chi non protesta molto, perché questo altro concetto ha fatto sì che l’IMU venisse inserita all’interno del settore dell’agricoltura, quindi gente che lavora, che paga le tasse e che non rompe le scatole a nessuno sono i primi a essere tassati dal Governo Renzi.

Abbiamo parlato molto del discorso della partnership transatlantica per quello che riguarda i paesi americani, ma, e apro una parentesi, non ho sentito parole per quello che riguarda l’embargo russo sia da parte dell’onorevole De Castro sia da parte del Presidente Bonaccini. Oggi l’agricoltura è in crisi, e lo dicono i dati anche degli esportatori di frutta, tra l’altro nel Ferrarese e in Romagna è un dato sensibile, a seguito delle sanzioni contro la Russia che qualcuno a livello internazionale ha imposto all’Europa, l’Europa le ha imposte agli Stati membri e oggi chi ne paga le conseguenze sono i produttori sia del settore primario sia un po’ in genere tutte le attività produttive. Credo che anche qui una riflessione il Presidente Bonaccini la debba fare e a mio avviso dovrebbe fare un po’ come ha fatto il Presidente Zaia del Veneto cercando di trovare anche un accordo non dico diplomatico ma di buonsenso nei confronti di uno Stato, che è la Russia, che per molti versi collabora con le nostre attività produttive.

Bolkestein è l’altro tema che abbiamo sollevato con questi emendamenti, di cui non ho sentito parlare. I nostri stabilimenti balneari e un po’ tutto l’indotto che si genera attorno alla riviera romagnola e ferrarese sono molto preoccupati da questa direttiva che ancora oggi non ha risposte, e credo che prendere in considerazione questo emendamento per una regione ricca in turismo, e tra l’altro ieri si parlava di unire il litorale romagnolo con i lidi ferraresi per cercare di dare un’immagine positiva alla riviera emiliano-romagnola, e non parlare di Bolkestein vuol dire essere un po’ fuori dal contesto politico ed economico di questa regione, e l’emendamento nasce proprio per sollecitare una riflessione anche da questo punto di vista.

Altro tema è l’immigrazione. Bonaccini, oltre a essere un amico, è una persona che stimo, però credo che ieri sia caduto di stile - permettetemi il termine - perché ho letto un’ANSA che era uscita in cui si addebitava il fatto che attraverso quello che diciamo noi in tema di immigrazione viene penalizzato il settore del turismo in Emilia-Romagna. Che il problema del turismo della Regione Emilia-Romagna sia collegabile all’opinione che ha un movimento che è rappresentato in tutti gli ambiti istituzionali, dall’Europa ai comuni credo che sia molto limitante dal punto di vista del pensiero politico. Noi chiediamo a gran voce ormai da più di un anno e mezzo che questo Governo, quindi anche tutte le istituzioni a cui esso è collegato, maturi una riflessione importante e che porti effettivamente nel cuore delle scelte politiche dell’Europa una soluzione per il dramma che stiamo vivendo e che stanno vivendo molte persone che cercano sui nostri territori una possibilità diversa magari rispetto a quella che hanno. È intollerabile quello che sta capitando adesso; il Governo, quindi il Presidente Renzi, sta facendo una figura da dilettante nei confronti della Comunità europea perché non è riuscito in questi anni a farsi aiutare da nessuno e ancora oggi sentiamo solo chiacchiere, così come sentiamo molte chiacchiere quando anche ieri al Senato il Presidente del Consiglio Renzi ha detto timidamente che parlare di rimpatri non è una cosa poi così scellerata. Finalmente, anche seppur timidamente, come dicevo prima, anche il Partito Democratico e il suo Presidente del Consiglio si accorge del fatto che se noi continuiamo a portare dentro persone che vengono da altri paesi la situazione va al collasso e invece bisogna cominciare a creare una politica di accoglienza per chi effettivamente è un profugo o una persona che ha diritto alla protezione internazionale ed essere fermi e duri, come ha fatto la Francia in questi giorni, contro chi è clandestino e non può arrivare all’interno dei nostri territori. Per questo anche l’emendamento che abbiamo presentato su questo tema, che vuole anche cambiare la legge che è stata approvata col Trattato di Dublino, che dà una responsabilità enorme ai paesi che sono il limes dell’Europa a livello del sud Europa, auspichiamo possa essere accolto.

Chiudo dicendo che se non riusciremo in questi anni a maturare una riflessione politica generale e importante che vada anche contro le scelte che ha fatto l’Italia negli ultimi trent’anni, e qui ci metto tutti i governi e tutti i ministri che hanno partecipato ai tavoli europei, il nostro Paese ne uscirà sconfitto e spero che in questi anni di opposizione all’interno di questo Consiglio regionale comunque riusciremo a dare un apporto, seppure critico, costruttivo all’azione anche dei bandi del PSR e così via che verranno poi approvati nei prossimi anni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Fabbri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bessi. Ne ha facoltà.

 

BESSI: Grazie, presidente. L’esposizione, nel tempo che abbiamo dopo la relazione del consigliere Poli del gruppo del PD è dedicata alla presentazione della risoluzione che il gruppo del Partito Democratico, di cui faccio parte, presenta sul tema TTIP.

Lasciatemi tre minuti solo per esprimere tre concetti. Da una parte la soddisfazione di poter intervenire in quest’Aula su questo tema, visto che ho avuto la fortuna di aver vissuto e toccato l’idea della utopia europea come studente, (pochi giorni fa si è festeggiato il tema a Bologna), con il progetto Erasmus, un’esperienza indelebile per ogni persona che l’ha fatta. L’importanza di questa seduta e della nostra risoluzione vuole evidenziare chiaramente la consistenza, come è stata spiegata bene da Poli, dell’export, dell’economia e di che cosa l’Emilia-Romagna rappresenta nel mondo come anche le cifre dette dall’onorevole professor De Castro dei 700 miliardi di saldo attivo e dei 100 miliardi. La nostra risoluzione non affronta solo il tema economico ma prende in esame anche come le relazioni, i rapporti e gli scambi si concretizzano tra persone e a livello mondiale. Tutto questo fa parte crediamo delle nuove domande della politica che ci vengono richieste di fronte a quelle responsabilità ben richiamate dal Presidente Bonaccini.

Do chiaramente per letta la relazione, ma voglio evidenziare che chiaramente ogni accordo, ogni trattato e ogni rapporto tra persone deve essere sempre ambizioso, vincolante e trasparente a tutti i livelli di governo e deve generare una vera apertura durevole dei mercati e una base di fiducia reciproca tra persone e popoli che consentono chiaramente agevolazioni commerciali. Dobbiamo prestare attenzione ai beni e servizi, alle misure strutturali, alla cooperazione tra presone, tutelare al contempo standard normativi, protezione dei consumatori, evitare quel dumping sociale, fiscale e mentale che proprio l’Europa ha consentito in questi settant’anni dopo la seconda guerra mondiale di portare in molte realtà, come l’esempio dell’Emilia-Romagna rappresenta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bessi.

Sono intervenuti e hanno esaurito il loro tempo i gruppi della Lega e del PD.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. La sessione comunitaria dell’Assemblea legislativa di quest’anno si svolge in un periodo in cui l’Unione europea sta vivendo una delle fasi più difficili e forse imbarazzanti della sua lunga storia, una fase iniziata già da qualche tempo, una fase che speriamo o avrà fine o porrà fine all’idea dell’Europa rispetto alla quale oggi ci riuniamo qui. Era un’idea di Europa nata sia dall’esperienza drammatica delle catastrofi prodotte dalle divisioni e dalle paure, dalle diffidenze, dall’odio delle guerre del primo Novecento sia dalla volontà di costruire uno spazio comune di movimenti, di idee e di scambi. I primi nomi con i quali è stata identificata quella che oggi è la UE parlavano sì di economia (CECA e MEC), ma erano innanzitutto il risultato di una volontà, di una convinzione, comunque di una fiducia e di una speranza, nella partecipazione diretta dei cittadini alla costruzione di un nuovo assetto istituzionale. Era un’Europa che magari parlava di carbone e di acciaio, che pensava al mercato, ma pensava anche a come rendere migliori le condizioni di vita dei suoi cittadini sul piano economico, sociale e dell’istruzione e di come costruire una comunità tra Stati.

Nel 1979 fu eletto il primo Parlamento europeo da un’Europa di nove Paesi con una partecipazione popolare al voto altissima. Oggi i Paesi dell’Unione sono ventotto e le elezioni vedono una modesta partecipazione al voto. Ieri avevamo Erasmus, lo sviluppo di programmi di scambio, il rafforzamento dei programmi comunitari di sviluppo, il sostegno all’innovazione, oggi invece abbiamo una moneta comune in una parte dei paesi dell’UE, abbiamo una banca centrale, ma non abbiamo ancora una politica estera comune. Non siamo in grado di affrontare ancora insieme le questioni dell’immigrazione e abbiamo innestato una guerra non armata ma sicuramente cruenta tra le tecnocrazie amministrative e finanziarie e alcuni paesi come la Grecia, magari popoli periferici sul piano geografico ma centrali per l’idea di democrazia e di partecipazione attiva che dovrebbe animare l’Europa. Ricordiamoci che dall’inizio della crisi in Grecia si sono contati oltre diecimila suicidi, quasi quanto tutti gli abitanti dell’Atene dell’età di Pericle, quella da cui è cominciata la storia che ha portata all’Unione fino ad oggi. L’Euro ha sostituito Erasmus come icona dell’Unione europea, la torre della BCE o qualche palazzo dell’eurocrazia di Bruxelles sostituisce l’immagine dei giovani che si spostano da una parte all’altra del continente per un vasto programma di scambi di studi universitari. Il cambiamento probabilmente è cominciato verso la metà degli anni Novanta, quando già l’Europa mostrò il suo immobilismo nell’incapacità di affrontare le vicende dell’ex Iugoslavia (ricorre quest’anno il ventesimo di Srebrenica). Da allora all’espansione territoriale dell’Unione ha fatto riscontro il distacco dei vertici politici dalla partecipazione popolare, il potenziamento di un apparato burocratico difficilmente compressibile e la creazione di sovrastrutture regolative, organizzative e finanziarie vissute spesso come imposizione.

Abbiamo allargato i confini e ristretto la visione. Siamo più grandi ma forse più miopi, ma veniamo a noi. Se scorriamo anche semplicemente i titoli della relazione della Commissione per la sessione europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2015, individuiamo i contenuti, l’ambito di intervento e i compiti di un’Europa che può, anzi deve, occuparsi delle questioni strategiche per la qualità della vita delle persone, per creare e mantenere un ambiente favorevole alle attività imprenditoriali per favorire processi di scambio, di comunicazioni agevoli, per aiutare la diffusione e il miglioramento delle competenze professionali per sostenere le tante produzioni agricole, alimentari e artigianali "made in" per aiutare la ricerca, l’innovazione e la creatività.

È questa l’Europa ai cui processi decisionali vogliamo e dobbiamo partecipare, un’Europa che, al di là delle scelte compiute, è prima di tutto un soggetto che si occupa di cose importanti se ascolta i cittadini, i territori e le istituzioni. Anche con le criticità a cui ho accennato abbiamo voluto dare il nostro contributo alla discussione in Commissione e alla preparazione della relazione che abbiamo ascoltato. La relazione presentata come programma di lavoro della Commissione Europea si intitola "Un nuovo inizio". Per noi nuovo inizio significa in primo luogo la capacità di tornare allo spirito originario dell’Unione, anzi della comunità, come si chiamò per molto tempo, evidenziando il valore della partecipazione diretta dei cittadini e dei popoli. Un nuovo inizio significa anche comunque individuare linee strategiche, obiettivi di intervento, modalità di costruzione delle decisioni capaci di contribuire affinché le decisioni finali del Parlamento e della Commissione europea siano il frutto di un reale processo di partecipazione, la cosiddetta fase ascendente. Un nuovo inizio significa anche assegnare indirizzi alla Giunta e all’Assemblea stessa per un’attuazione dei programmi e degli atti di regolazione europea coerenti con idee di Europa inclusiva, sostenibile, efficiente e competitiva, capace di assicurare regole chiare ma sicure e sicuramente applicate anche in ordine alla concorrenza. Invece siamo tristemente costretti a rilevare che tutta una serie di regolamenti, linee guida e direttive non hanno sempre tenuto in conto quelle che sono le esigenze del tessuto produttivo e imprenditoriale che caratterizzano anche la nostra regione con i suoi distretti. In particolare rileviamo una prevalente dominanza di un certo tipo di interessi economici che nella fattispecie dei tessuti imprenditoriali locali non trovano riscontro. Spesso il nostro modello economico locale, basato su microimprese, sulla specializzazione di prodotto, la tipicità e l’artigianalità, non trova sostegno a livello europeo.

Rileviamo una forzatura affinché specifici modelli economici basati sulla piccola e media impresa si trovano spiazzati, a volte inadeguati rispetto ad aziende caratterizzate da dimensioni e strutture organizzative da media e grande impresa. Questa forzatura non rispecchia il principio di cooperazione dal quale dovrebbe essere nata l’Europa, ma piuttosto un modello impositivo tipico di una Spa, dove la quota azionaria maggiore è detenuta da Paesi diretti concorrenti dell’Italia. Rileviamo comunque che anche se su contorni un po’ più tenui questi spunti sono in parte presenti nella relazione. La relazione comunque è il risultato di un confronto al quale abbiamo preso parte con impegno a conferma che per noi l’Europa della partecipazione è importante. Forse per la fretta e forse per l’inesperienza, spero perché non ci fosse poco interesse, a volte il dibattito è stato un po’ spento e si rischiava che alcuni spunti che noi riteniamo essenziali non comparissero nella riflessione sfociata nella relazione, quindi ci preme ora evidenziare alcuni aspetti sui quali ci siamo soffermati e sui quali siamo stati propositivi con alcuni spunti e nostre proposte che ringraziamo perché sono stati accolti, valutati e quindi inseriti in relazione.

Ci sembrava importante ad esempio riguardo al TTIP che fosse ribadita da parte della Regione l’esigenza di assicurare trasparenza piena al processo di negoziazione e agli esiti operativi e alle conseguenze delle decisioni che ne dovessero scaturire, trasparenza che si deve tradurre in un’attenzione piena alla difesa delle regolazioni comunitarie sul piano sociale ma anche su quello della tutela dei marchi, della qualità e della garanzia del labeling. Sul fronte delle politiche per la crescita ci è sembrato indispensabile rimarcare l’esigenza di assicurare la disponibilità reale di politiche capaci di intervenire sulle criticità occupazionali dell’Europa soprattutto nel riguardo non solo dei giovani ma anche dei padri dei giovani, quindi della disoccupazione e della condizione di precarietà di lungo periodo. Ci dispiace che non si siano riusciti a inserire - vedremo un emendamento sul quale probabilmente faremo delle valutazioni - dei punti più espliciti sulla lotta al contrasto della povertà. Ci premeva inserire il tema dell’energia e delle resilienza perché abbiamo voluto richiamare l’esigenza imprescindibile di assicurare una progressiva e costante riduzione degli investimenti su infrastrutture basate sul fossile e a chiedere all’Unione di muoversi decisamente verso l’incremento delle produzioni da fonte rinnovabile e sulla riduzione dei consumi, temi questi direttamente connessi alla coerenza con la quale si attuano gli accordi relativi alla gestione dei cambiamenti climatici, i cui negoziati devono proseguire perseguendo con grande decisione l’obietto di intese globali - parlo della Conferenza di Parigi - per limitare a 2 gradi centigradi il progresso del Global Warming con accordi - lo ricordo - vincolanti. Non abbiamo più tempi per altri proclami ci dice l’IPCC e lo vediamo anche con i fenomeni che toccano la pelle e il tessuto della nostra regione. Abbiamo infine ritenuto, al di là delle posizioni ideologiche, sottolineare come da ormai più parti si invoca l’importanza di rivedere il Trattato di Dublino in un’ottica della condivisione delle responsabilità e dei costi relativi alla ricezione e la gestione dei migranti e dei richiedenti asilo, attraverso la previsione di quote che garantiscono la distribuzione tra gli stati membri dell’UE anche in base alla loro popolazione e capacità economica, così come da tempo i nostri deputati del Movimento 5 Stelle hanno ribadito in sede nazionale e in sede europea. Un’ultima considerazione, e concludo, è sulla fase discendente. La sessione comunitaria non finisce oggi, ma dura tutto l’anno e si traduce in tutte le scelte che quotidianamente l’Assemblea e la Giunta assumono nei propri atti, quindi i principi di trasparenza e di partecipazione, gli obiettivi di coesione sociale e di crescita occupazionale ed economica, l’esigenza di assicurare percorsi di istruzione e formazione spendibile, la certezza di regole chiare e certe devono trovare applicazione prima di tutto nelle delibere e nelle soluzioni tecniche che escono anche dalle opzioni dell’indirizzo dell’Assemblea, così come gli impegni che chiediamo all’Europa in tema di abbandono delle fonti fossili e impegni per il clima speriamo si trasformino anche in atti concreti nel piccolo della nostra regione. Ad esempio, e mi spiace che il Presidente Bonaccini non ci sia, sarebbe in linea con queste decisioni impugnare il decreto attuativo dello sblocca Italia per la ricerca degli idrocarburi - so che il Presidente Bonaccini ha ricevuto un appello in tal senso e sarebbe almeno cortesia rispondere - e attuare almeno politiche alternative sui trasporti. Applicare tutti questi principi altrimenti la sessione comunitaria, gli atti approvati e le relazioni rischiano di essere solo un nuovo passo che ci allontana dall’unione di oggi dell’Europa, dal primo Parlamento che vide una massiccia adesione popolare a quella consultazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: Grazie, presidente. Considero molto opportuno che siano state messe vicine due relazioni e due temi che apparentemente sono in realtà diversi, ossia la sessione europea, che riguarda i rapporti, la fase ascendente, fase discendente, Regione ed Europa, e una relazione sul partenariato transatlantico, sia pure in relazione a un settore specifico, quello del sistema agroalimentare.

Mi permetto di dare questa interpretazione: parlando di Europa non possiamo non pensare anche al trattato TTIP, perché questo trattato viene appunto negoziato in sede europea e trasformerebbe completamente la vita degli europei. Questo è il nesso profondo. Quando si parla, a proposito della sessione europea, della necessità di una maggiore trasparenza, si usa un evidente eufemismo. Questo è un trattato segreto, un trattato che si svolge all’insegna della segretezza, quei trattati che si facevano una volta, tanto per chiarirci, per suddividersi il mondo. Il trattato segreto Ribbentrop/Molotov serviva a dividersi la Polonia sotto apparenza di un trattato di non aggressione. La nostra riflessione penso debba riferirsi a ciò che noi dobbiamo aspettarci o ciò che dobbiamo richiedere all’Europa in relazione a questa grandissima riapertura del libero commercio; ciò che va sotto un trattato fondamentalmente di libero commercio tra Europa e Stati Uniti significa in realtà cambiare completamente le regole anche della nostra vita civile, nazionale ed europea. Io ricorderò una specie di prova su scala minore che fu la direttiva Bolkestein del 2006, quella direttiva che riguardava i servizi pubblici e teoricamente nella sua edizione originaria sposava completamente il principio del paese d’origine, cioè si va a lavorare in qualsiasi parte nei servizi pubblici portandosi dietro la propria legislazione originaria. Se questa legislazione è di un paese che non ha diritto di sciopero, i lavoratori non avranno diritto di sciopero o, se non ha dei minimi salariali, i lavoratori non avranno minimi salariali, e così via. La direttiva Bolkestein suscitò delle obiezioni grandissime, tant’è che alla fine fu inserito quel punto 14 che l’ha resa non dico innocua ma poco aggressiva.

Le normative relative ai diritti fondamentali sono tornate a essere normative territoriali, ma questo discorso mi pare si stia riaprendo a un livello molto più ampio proprio col Trattato Transatlantico. Le famose barriere non tariffarie che vanno eliminate che cosa sono se non barriere di garanzia giuridica dei diritti? È la pretesa quindi della grande multinazionale di operare nei paesi europei, nell’ambito economico europeo, con la mancanza di regole con le quali può operare nel suo paese di origine. Questo tutti lo temono ma pochi hanno il coraggio di dirlo fino in fondo. Non si tratta soltanto, come sembra, della qualità del prodotto, se ci toccherà mangiare o no la carne agli ormoni o la frutta o il mais irradiato, modificato, ecc., ma si tratta di capire anche come si produce, secondo quali regole e utilizzando come e quali risorse. Questo è il dato fondamentale. Se io considero e confronto la legislazione sociale e del lavoro degli Stati Uniti o di alcuni stati degli Stati Uniti, perché il paese d’origine diventa addirittura uno stato di quegli stati per il soggetto multinazionale, e lo metto a confronto con la legislazione europea e italiana nello stesso settore non posso non sapere che la conclusione sarebbe un pauroso arretramento dei livelli di tutela. Evidentemente è una cosa molto diversa da come viene prodotto quel pezzo di carne o quel prodotto industriale. Sulle caratteristiche di questi certamente possono esservi dei dubbi, ma il problema vero è sul come si produce e in quali condizioni.

In definitiva, mi pare che nel momento in cui stiamo parlando dei nostri rapporti con l’Europa, dobbiamo anzitutto capire su questo argomento cosa sta facendo l’Europa, e il fatto che stia facendo qualcosa che è in larga parte segreto è motivo di grandissima preoccupazione. Noi possiamo trovarci in una situazione completamente diversa e non mi conforta affatto ciò che ha sottolineato oggi l’onorevole De Castro quando ha detto che tra firmare un trattato e dargli esecuzione all’interno c’è una differenza e dopo bisogna che sia cambiato il regolamento CEE dopo che la CEE ha fatto un accordo nel quale per esempio ha ammesso che certi prodotti debbano avere delle caratteristiche diverse. Questo mi sembra un paradosso. In diritto internazionale il dovere è quello di dare fedele esecuzione agli accordi internazionali con gli strumenti di diritto interno quando sono necessarie, perché vi sono poi anche delle costituzioni, come quella italiana, che le rendono anche non necessarie, quindi direttamente opinabili.

Noi ci troviamo di fronte alla prospettiva di sapere che è in corso di elaborazione un trattato che consentirà alle grandi imprese multinazionali di produrre da noi alle loro condizioni e presumibilmente con un abbassamento grandissimo dei diritti e che l’unico mezzo sarebbe quello di violare il diritto internazionale e di non dare applicazione ai trattati. Questo trattato va discusso fino in fondo prima nei suoi particolari e non guardare, come si è detto, i risultati e poi se non ci piacciono violiamo il trattato e non diamo esecuzione ai suoi mezzi interni. Questo mi sembra il grande problema che abbiamo di fronte.

Chiudo con un’osservazione: nella storia del diritto italiano c’è stato un periodo che è rappresentato molto bene da antichissimi contratti di enfiteusi di vendita in cui il soggetto che si presentava a stipulare dal notaio diceva subito il suo nome e lege romana vivo oppure lege longobardorum vivo, per cui quello che importava era il diritto che ci si portava dietro, quello originario. Finché questo veniva fatto da un privato può essere considerata un’interessante curiosità, ma quando è una grande multinazionale che dice essa stessa a quali condizioni intende operare all’interno dell’area europea, ritengo che una perdita più totale di sovranità e di controllo di questa è difficilmente immaginabile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Alleva.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Al di là della risoluzione che il Presidente Pompignoli ha predisposto, dove anche in ragione della collaborazione importante degli uffici sono state evidenziate alcune materie specifiche oggetto di interesse, penso che il dibattito oggi non possa che essere e assumere - più che altro - una rilevanza politica anche in termini di valutazione su che cosa è l’Europa oggi rispetto all’Europa che era stata disegnata negli anni appena successivi alla seconda guerra mondiale.

A me pare di poter dire che, nata come Europa dei popoli nelle menti più fervide di coloro i quali così la pensarono, nei fatti si è concretizzata nella prima fase come Europa dei mercati e oggi finisce per essere sempre più un’Europa di mercanti, di mercanti e anche di norme molto sensibili al diametro minimo del pisello e molto poco attente - invece e per contro - a problemi epocali che dovrebbero essere affrontati e vedere protagonista la politica europea, incapace - ad esempio - di esprimere una comune politica di difesa dopo che era stata affossata, col voto gollista in Francia, la prima ipotesi della Commissione europea di difesa.

Noi abbiamo un’Europa che paradossalmente si occupa benissimo dei legumi e lascia che le coste ad esempio italiane siano una sorta di hall di albergo dove si entra e si esce a piacimento. Purtroppo nell’ultimo periodo dobbiamo dire che più che le uscite dobbiamo registrate le entrate e le flotte di persone che entrano. È un’Europa che si preoccupa sicuramente di tante piccole norme, ma che è la stessa Europa che autorizza la distruzione di decine e centinaia di migliaia di tonnellate di arance nello stesso momento in cui dice che vuole combattere la fame nel mondo; un’Europa che neppure sugli OGM sa assumere una posizione chiara dicendo alla fine che ognuno deve fare come vuole, e in questo ovviamente non poteva mancare la Regione Emilia-Romagna, che probabilmente dimentica di avere avuto un precursore di un certo tipo di politica industriale come Gardini, e oggi sa soltanto dire che la sua bandiera è OGM free e poi poco importa se su tutto il territorio regionale vengono utilizzati prodotti acquistati all’estero e che hanno ovviamente come materia prima quella di essere stati realizzati attraverso l’utilizzo di OGM.

Alla fiera dell’ipocrisia non può non mancare una voce critica perché l’Europa alla quale la destra politica italiana si è sempre ispirata era un’Europa che aveva ben altra natura e ben altri valori di riferimento. Era l’Europa innanzitutto delle cattedrali, della cultura e oggi è l’Europa delle piccole e grigie burocrazie che sono fortissime nel volere prendere - ad esempio - un settore quello agricolo e proporre non modelli di sviluppo ma decine e decine di moduli da riempire per sapergli dire poi se è meglio produrre 10 piuttosto che 9,99. Questa è un’Europa che non può appartenere a chi ha una tradizione e un’impostazione culturale diversa. Al di là della risoluzione di oggi, ad esempio il tema prima affrontato dal prof. De Castro, che è stato anche Ministro delle Politiche Agricole Comunitarie, è una di quelle pagine che la storia europea dovrebbe valorizzare e che soprattutto dovrebbe essere di monito per la superficialità italiana allorquando si barattarono con il Ministro Pandolfi, esperto di filosofia ma probabilmente non di agricoltura, le migliori risorse agricole italiane per difendere un acciaio che oggi vede ad esempio la città di Genova ormai ritirata su se stessa e l’Ilva di Taranto che, se non sbaglio, è nelle condizioni che voi tutti ben conoscete. Noi abbiamo difeso l’indifendibile pur di essere a un tavolo laddove quel tavolo in realtà negli accordi di Roma del 1960 ci aveva visti protagonisti e promotori, mentre oggi siamo già lieti che Renzi sia invitato ogni tanto al tavolo dei diciotto, perché a quello dei nove generalmente neanche gli mandano l’avviso.

Quando si parla dei temi importanti ogni tanto gli fanno presente che hanno parlato anche a nome e per conto dell’Italia. Penso di dover dire al prof. De Castro, che giustamente aveva detto che se ne doveva andare, e così ha fatto, che non è un problema delle estreme destre quello di avere posizioni critiche ad esempio sul TTIP. Mi pare che, pur essendo alla mia estrema destra, i consiglieri Taruffi e Alleva non possono essere inquadrati come dei pericolosi precursori del pensiero nietzschiano o possano essere qualificati come degli estremisti di destra, eppure mi pare che la loro risoluzione non sia un capolavoro sotto il profilo della condivisione di quella parte di accordo Usa-Europa che ha proprio il limite di volere essere non un accordo politico segreto, perché gli accordi politici possono essere anche segreti, perché quando si spartirono la Polonia - mi piace che sia stata utilizzata dal prof. Alleva questa espressione, anche perché se non sbaglio uno dei partecipanti viene dalla famiglia politica da cui discende il prof. Alleva, e non penso che Molotov sia noto solo per le bombe ma anche prima per la spartizione della Polonia - c’era innanzitutto una visione politica di una divisione fin da allora dell'Europa in blocchi che poi l’accordo di Yalta, pur invertendo l’ordine dei paesi, di fatto sancì e conclamò. Penso che il limite di questo accordo Europa-USA non sia quello dello scambio delle merci; il dramma vero è che soprattutto un paese come l’Italia, che patisce già una contraffazione di prodotti quale non se ne registra a carico di ogni altro paese nel mondo, si presenti quasi con i pantaloni calati e mi auguro soltanto che gli slip non abbiano fatto come i pantaloni. Non vi è più neanche la voglia di riaffermare un protagonismo, ma siamo soltanto lieti di essere invitati a qualche presunto tavolo che conta, pur avendo noi da difendere un patrimonio, che è un patrimonio non soltanto, come qualcuno lo vuol dire, di cibo, ma innanzitutto un patrimonio di cultura di quei prodotti, perché anche sotto questo profilo siamo stati bravissimi.

Avevamo trovato un grande tema, quello di nutrire il pianeta per Expo, e ne abbiamo fatto una sorta di quaranta grandi ristoranti con chef d’onore Farinetti, uomo di grande tradizione culinaria soprattutto perché viene dal mondo dei frigoriferi. Penso che sia di ciò che bisognerebbe avere il coraggio di parlare in questa fase, quindi indipendentemente dal documento e dalla risoluzione attenta e precisa che si è predisposta, voi pensate soprattutto, colleghi della Romagna, a un’Europa che come primo atto del nuovo corso null’altro trova che ritirare la proposta di raccomandazione del Consiglio relativa ai principi europei della qualità del turismo. Noi che come italiani dovremmo fare del turismo una delle fonti principali del nostro prodotto interno lordo e della nostra capacità di attrazione, noi che abbiamo detto che volevamo fare Expo per presentare l’Italia al mondo, non battiamo neanche un colpo di fronte a un’iniziativa che per l’ennesima volta cancella la qualità del turismo per preferire e anteporre la quantità del turismo. L’interpretazione distorta della Bolkestein ad esempio sui terreni demaniali ha una finalità dietro di sé, ossia creare il monopolio delle grandi società che si occupano degli arenili per poter anche soddisfare non soltanto dalla culla alla bara ma anche nel momento del divertimento. Non avrai altro capitalismo al di fuori di me. Penso che un sistema siffatto, il nostro sistema e la nostra Europa, non possa essere soprattutto l’Europa della destra politica italiana che, nei limiti del numero, mi onoro di rappresentare in questa sede.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Credo che innanzitutto sia doveroso fare un giusto ringraziamento per il lavoro che non solo gli uffici, ma anche gli Assessorati svolgono non solo per questa sessione ma per tutto il lavoro che viene fatto in sede di rapporto ascendente e discendente con l’Unione europea, in particolar modo per quanto riguarda la capacità che questa regione, e non dobbiamo dimenticarlo, ha avuto e ha nel mettere bene a frutto tutte le risorse che dall’Unione europea arrivano. Credo che sia l’occasione anche per ricordarsi che l’Unione europea non è solo vincoli, imposizioni ma sono anche opportunità e anche la capacità di mettere risorse a disposizione, e questa regione ha dimostrato di avere una particolare predisposizione nel rendere reali e concrete quelle risorse spendendole bene e in favore dei cittadini. Credo che questo sia un passaggio doveroso proprio perché la nostra è una regione che ha una vocazione europea sin dalla sua costituzione, che ha sempre voluto guardare all’Europa come a un luogo di opportunità, di confronto e di scambio e lo ha fatto con una visione aperta cercando di incarnare quelli che sono i valori che stanno scritti anche nella nostra Costituzione e anche nei principi fondamentali dell’Unione europea.

In qualche modo penso che stiamo cercando di dare un contributo a quello che dovrebbe essere l’obiettivo finale di questo percorso, che ovviamente è un percorso lungo, che ha una storia alle spalle e che soprattutto deve avere un punto finale. Voglio immaginare che il punto finale sia la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, che rappresenta sicuramente un punto importante per tanti aspetti. Chiaramente questa visione in qualche modo trae origine da quelle che sono state le visioni e le intuizioni di personalità straordinarie a cui dobbiamo molto, come Altiero Spinelli nel Manifesto di Ventotene. Forse nel momento più difficile dell’Europa del Novecento, o in uno dei momenti più difficili, qualcuno ha immaginato che per rilanciare i valori di democrazia e di solidarietà fosse necessario superare quegli ostacoli che allora sembravano insormontabili e che avrebbero portato alla guerra immaginando un’Europa dei popoli e un’Europa unita in cui il lavoro, la solidarietà, la salute e la difesa dell’ambiente fossero ai primi posti.

Questo manifesto ideale, questo manifesto a cui in qualche modo tutti noi dovremmo riferirci, viene però purtroppo oscurato da quello che è stato il cammino che in parte l’Unione europea ha preso, un cammino in cui la reale possibilità da parte dei cittadini e anche alle volte delle istituzioni che rappresentano i cittadini di intervenire e di riuscire a svolgere un ruolo è andata pian piano appannandosi in favore di quella che è sempre più apparsa come un’Europa tecnocratica, burocratica, spesso asservita a logiche che non sono quelle dell’interesse generale.

Credo che oggi sia giusto fare una discussione di questo tipo in sede di Sessione comunitaria proprio perché i rapporti che ci legano all’Unione europea e che legano questa istituzione (l’Assemblea legislativa e la Regione) all’Unione europea devono essere rapporti che devono essere valutati a 360 gradi guardando a 360 gradi a quella che è oggi l’Unione europea.

Prima sentivo citare alcuni temi sui quali voglio spendere due parole perché se l’Europa è quella che cercavo di descrivere prima, se le origini dell’Unione europea e della costruzione della Casa comune europea sono quelle che dicevo prima, è chiaro che di fronte al dramma che stanno vivendo e che vivono quarantamilioni di cittadini europei che sono senza lavoro è chiaro che su quella che è la costruzione della Casa comune europea, su quelli che sono i reali obiettivi che si stanno perseguendo, qualche dubbio viene, perché quarantamilioni di cittadini europei che oggi sono disoccupati sono esattamente uno stato significativo e importante. Penso che a quelli noi dovremmo guardare quando anche parliamo dell’Unione europea e dei trattati che l’Unione europea intende svolgere, di quelli che sono gli obiettivi, perché la prima e principale preoccupazione che anche e soprattutto a livello europeo dovremmo avere è quella del lavoro, un lavoro dignitoso, la possibilità di assicurare occupazione dignitosa e retribuita in maniera dignitosa, perché spesso capita di dover discutere anche di questo. Quarantamilioni di cittadini europei che oggi non hanno lavoro non sono un dato che può essere omesso in questa discussione, come pure - lo dico anche alla luce di quanto ha detto ieri il Presidente del Consiglio nell’Aula del Senato (mi riferisco al tema dei rimpatri) - quello dei sessantamilioni di cittadini che nel mondo scappano da paesi che sono in guerra, da paesi in cui sono violati i diritti umani, da paesi in cui l’esistenza minima non è assicurata ed è violata. Parlare di rimpatri rispetto a questi dati significa non conoscere la realtà o, peggio, volerla mistificare perché questo è il dramma epocale nel quale siamo inseriti. Credo che, siccome tutti noi siamo chiamati a dare un contributo per risolvere i problemi e non per continuare a parlare alla pancia del Paese, ma cercare di inquadrare i problemi per quelli che sono, di fronte a sessantamilioni di rifugiati che chiedono di poter vivere non in condizioni di guerra o in paesi in cui non sono assicurati i diritti umani, parlare di rimpatri in questi casi - in Europa arriva solo il 14 per cento - sia quantomeno fuori luogo. Non voglio farla lunga, anche perché non ho molto tempo a disposizione, ma due parole le voglio dire su un aspetto che credo fondamentale, cioè il ruolo della politica, il ruolo che le istituzioni e che la politica deve svolgere in questo frangente, per ridare credibilità a sé stessa e alle istituzioni, perché in gioco è il valore comune, il valore massimo, quello della democrazia, che non è un qualcosa di assicurato per sempre, ma è un qualcosa che va assicurato giorno per giorno.

Perché parlo di democrazia? Nella nostra risoluzione lo diciamo. Mi spiego: posto che condividiamo l'impianto della risoluzione proposta dalla commissione, abbiamo voluto specificare che una parte di questa discussione, secondo noi, non è emersa nella maniera giusta, quella che riguarda i trattati per il partenariato transatlantico, per il commercio e gli investimenti, laddove il ruolo della politica e delle istituzioni rischia di essere schiacciato in favore di interessi che non sono esattamente quelli dei cittadini e delle persone più bisognose, degli inoccupati di cui dicevo prima, e di tante altre categorie sociali. Infatti, all’interno del TTIP - trattato che peraltro viene portato avanti in una sorta di semiclandestinità che certo non è giustificabile, avendo ad oggetto la creazione della più grande area di commercio e di libero scambio del mondo - sono previsti alcuni passaggi, per esempio la costituzione e il rafforzamento dell’arbitrato internazionale tra investitori e stati, il famoso tribunale, in virtù del quale soggetti privati, multinazionali o altri, possono citare in giudizio stati e governi, la cui capacità decisionale viene fortemente limitata in ambiti strategici fondamentali. Ebbene, io penso che tutto questo non possa essere sottaciuto, e mi dispiace che non sia stato nemmeno citato nella relazione dell'onorevole De Castro, del quale pure ho apprezzato lo spirito e la competenza, perché questi sono aspetti che riguardano la vita di milioni e milioni di persone, oltreché ovviamente gli interessi, del valore di alcuni miliardi di euro, di multinazionali ed altre realtà.

Quando si parla della limitazione dell’intervento degli Stati, quando si parla di tribunali internazionali non sovrani ma composti da privati che hanno la possibilità di citare in giudizio governi per le leggi che fanno, non è in gioco questo o quel punto di vista, ma la democrazia e il valore della stessa. Ed è significativo il fatto stesso - mi avvio a conclusione - che questa discussione si svolga proprio nel giorno in cui l'Eurogruppo a Bruxelles non riesce a trovare una soluzione per quella che è la vera cartina di tornasole dell'esistenza dell’Unione europea che cercavo di dipingere all'inizio, mi riferisco al caso della Grecia, e l’Eurogruppo non riesce a risolvere questa situazione perché il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, di fatto, stanno ponendo resistenza alla conclusione di tale accordo. Ecco allora che nell'intricata situazione in cui siamo, delle due l'una: o riusciamo a dipingere l'Unione europea non per quella che è oggi, ma per qualcos'altro, oppure possiamo tranquillamente archiviare il sogno di costruire l'Unione europea dei popoli, casa comune che assicura pace, prosperità e lavoro, ed incominciare a parlare di ciò che esattamente sta venendo avanti, cioè un'Unione europea esclusivamente destinata a curare gli interessi del sistema economico e dei capitali che in essa girano. Questa purtroppo non è l'Europa cui noi vogliamo tendere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto la parola il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Abbiamo ascoltato con grande attenzione - nel deserto istituzionale che, al netto delle posizioni e della presenza degli assessori Petiti, Costi e Venturi, rileviamo l'assenza dell'assessore Caselli che sul tema dell’agricoltura forse, se non altro per garbo, avrebbe fatto bene ad essere presente all'illustrazione da parte del Commissario per l'agricoltura De Castro - quanto ci è stato riferito, soprattutto sul TTIP, ma nell’illustrazione complessiva dell'architettura e dello svolgimento delle politiche comunitarie da parte dell'onorevole De Castro. Tuttavia, quest'anno, per la prima volta, noi non daremo voto a favore rispetto a questa Sessione comunitaria, argomentando tale decisone su tre motivi di base, che riteniamo in questo momento non essere scalfibili.

In primo luogo, vi è un’assenza sistematica in ordine a tutta una serie di temi ben rappresentati da chi mi ha preceduto. Sappiamo che vi è un orientamento ad accogliere emendamenti che introducono vicende che, secondo noi, devono essere centrali nell'esame della Sessione comunitaria, che vado rapidamente scorrendo. Le gravi conseguenze dell'inflizione delle sanzioni nei confronti della Russia che stanno determinando un significativo calo del Pil dei nostri territori. Un secondo tema, sempre di contenuti, è l'assenza di riferimento al tema della direttiva Bolkestein che, secondo noi, è diventato dirimente sulle scelte di politica comunitaria, che invece al momento continuano ad essere ignorate nelle valutazioni delle sessioni comunitarie regionali, che - ma questo è un tema che andremo ad affrontare in una successiva analisi - si continuano a preoccupare della fase discendente di recepimento delle direttive che vengono imposte, non più indicate, da parte dell'Unione europea. Mentre è del tutto assente in una valutazione del follow-up delle risorse - risorse in termini tecnici, legislativi e di contenuto - che noi dal territorio indirizziamo al livello europeo, il quale, proprio con riferimento all'atto cui si faceva riferimento poc'anzi, ovvero al ritiro da parte della Commissione della proposta di raccomandazione del Consiglio relativa ai principi europei della qualità, che l'anno scorso era stato oggetto centrale di dibattito e di valutazione, proprio con quel ritiro dimostra di non avere alcuna intenzione di dare attuazione a quel principio di sussidiarietà verticale, ma riteniamo anche orizzontale, che, invece, a nostro giudizio, deve ispirare, per raggiungere quella trasparenza di cui parlava prima il professor De Castro, l'azione dell’Unione europea.

Un altro tema che, a nostro avviso, è del tutto assente o che comunque non è adeguatamente valorizzato è quello dell’immigrazione. Abbiamo sentito parole - devo dire la verità - abbastanza sterili e pleonastiche da parte del presidente Bonaccini, che ha dato vita ad un cabaret – come potremmo definirlo diversamente? - di frasi fatte. Infatti, abbiamo sentito dire che l'Europa è la casa di tutti; che la progettualità europea è quella che deve rispondere alla globalizzazione; che l'Europa è più forte se sta unita; abbiamo sentito parlare degli "Stati Uniti d'Europa". Frasi fatte che oggettivamente non ci appassionano e non possono legittimare, a sei anni dall'approvazione della legge del 2008, un ulteriore voto a favore, che darebbe un ulteriore credito alle linee di attuazione comunitaria, che il gruppo di Forza Italia non ritiene di poter più sostenere a queste condizioni. Ed è il motivo per cui ancora sui temi di cui abbiamo sentito l'assenza sulla immigrazione - e smettiamola di chiamarli migranti, perché la parola migrazione presupporrebbe che queste persone vanno in altri continenti o in altri Stati, mentre rimangono in Europa quali clandestini e non quali profughi -, l'assenza di qualsiasi riferimento alla revisione dei trattati europei con l’adozione di politiche più stringenti che consentono all'Italia di respingere ai confini queste persone non è, a nostro modo di vedere, un'omissione casuale, ma al contrario è una scelta di politica legislativa, ed anche evidentemente amministrativa, che vuole di questa omissione fare un punto di riferimento.

Ed è su ulteriori omissioni che noi riteniamo di dover legittimare il nostro voto di astensione, omissioni che però riguardano anche l'assenza di politiche di follow-up, di verifica, di feedback, in ordine a quelle che sono state le indicazioni che lo scorso anno avevamo dato, che vediamo in parte ribadite, ma - appunto - non verificate. Per quanto riguarda il gold-plating, vogliamo dire con chiarezza che l'Emilia-Romagna oggi non ha una verifica in ordine a quelli che sono gli oneri amministrativi che il nostro territorio sopporta per fare fronte alle politiche non solo comunitarie, ma legislative e amministrative in genere. L'assenza di un riferimento a questo gold-plating ci rende poco credibili quando, in sede di audizione degli stakeholder, chiediamo agli stessi delle valutazioni in ordine all’azione delle politiche comunitarie. Non siamo credibili perché continuiamo ad inserire in questa Sessione comunitaria riferimenti all'adozione di politiche di abbattimento dei costi, salvo poi non chiedere all’Unione europea di rendere conto, in una verifica, a nostro avviso, doverosa sul follow-up che dovrebbe seguire a questo tipo di azioni, in ordine all'attuazione di quello standard cost model che, dal 2005, teoricamente dovrebbe ispirare l'azione dell’Unione europea nell'abbattimento del gold-plating.

Su questa assenza di dialogo politico e di dialogo interistituzionale, secondo noi, la Sessione comunitaria avrebbe dovuto fare e dire di più. Ci sentiamo confortati dalla relazione svolta da parte del presidente Pompignoli, che evidentemente nella sua illustrazione ha colto diversi dei punti che noi, in questo breve intervento, vogliamo provare ad intercettare. E rispetto a quella relazione il nostro giudizio è positivo, ed anche rispetto agli emendamenti proposti dai colleghi della Lega Nord, che in uno sforzo di volontà collaborativa e positiva, cercano ancora di contaminare in termini evidentemente di qualificazione e di miglioramento una relazione che, secondo noi, invece, non è emendabile, in quanto - appunto - priva di tutta una serie di riferimenti che ho cercato rapidamente di illustrare.

Ancora: i temi delle politiche gender. Noi guardiamo con sospetto all'adozione di questi termini, perché dietro alle politiche gender, affianco al tema del gap gender che si vuole cercare di insinuare nella discussione, si vuole far entrare tutta una serie di politiche di differenziazione della sessualità che, secondo noi, non possono essere discusse senza un’indicazione chiara da parte del Parlamento europeo, da parte del Parlamento italiano, ma anche da parte di questa Assemblea, che deve sapere rappresentare in maniera chiara ed univoca le posizione rispetto a quella che, a mio modo di vedere, più che un'Europa delle nazioni dovrebbe diventare un'Europa dei popoli e delle patrie, come mi insegnava, leggendo qualche testo, Pino Romualdi. In tal senso, voglio richiamare l'esigenza di una pesante affermazione di trasparenza che, da sei anni a questa parte, in tutte le sessioni comunitarie andiamo ad affermare, salvo poi dovere anche l'anno successivo richiamarla, perché manca nell'adozione delle politiche comunitarie, ed anche questo è un tema che nel confronto con gli stakeholder ci rende poco credibili, la possibilità di garantire un’accessibilità, proprio perché passa dalla trasparenza, agli strumenti che le politiche comunitarie consentirebbero di avere.

Il terzo punto su cui noi andiamo ad incardinare il nostro voto di astensione, che, come avrete compreso, scivolerebbe molto più agevolmente nella contrarietà, se non ci fosse la volontà di mantenere vivo il dialogo, è il tema del patto di stabilità. È il terzo anno consecutivo che andiamo ad inserire la necessità di una disamina differente dei computi sul patto di stabilità dei cofinanziamenti della regione rispetto ai progetti europei. Continuiamo a chiedere che l'Europa vada a stralciare le quote di cofinanziamento che la regione mette in campo per garantire lo sfruttamento pieno dei finanziamenti che provengono dall'Unione Europea dal computo del patto di stabilità, e per il terzo anno dobbiamo registrare che si afferma l'esigenza di un dialogo, che evidentemente fino a questo punto è del tutto privo di riscontri.

Per queste ragioni, sperando di essere stato nei tempi, il gruppo di Forza Italia si asterrà, mentre voterà a favore degli emendamenti dei colleghi della Lega Nord perché colgono tutti gli aspetti che abbiamo cercato di valorizzare in questo intervento.

La speranza è che l'anno prossimo, pur apprezzando il metodo di costruzione differente della Sessione comunitaria, soprattutto per quanto riguarda l'approccio dato dal presidente Pompignoli, si possa avere un feedback in ordine al follow-up delle valutazioni e delle concretizzazioni delle raccomandazioni che la regione sta realizzando rispetto all’Unione europea in fase ascendente, non necessariamente solo discendente, in ordine al gold-plating che, secondo noi, ha raggiunto toni assolutamente insostenibili per le nostre imprese e per i cittadini, ed al raggiungimento di obiettivi concreti per quanto riguarda la posizione che abbiamo sempre unanimemente espresso in ordine al mantenimento, anzi al superamento, di una struttura del patto di stabilità, almeno per quella quota di cofinanziamenti pubblici regionali e non solo, che oggi invece vengono imputati erroneamente nel patto, limitando ulteriormente le politiche di azione della nostra istituzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiuso il dibattito generale.

La parola all'assessore Petitti. Prego.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente; grazie, consiglieri.

Io credo che questa mattina la discussione in aula abbia testimoniato che per noi la Sessione comunitaria, la settima - come si ricordava in alcuni interventi - dall'approvazione della legge regionale 16/2008, non rappresenta, né ha rappresentato mai finora, solo l’adempimento di un obbligo sicuramente importante, la verifica della conformità della partecipazione della legislazione regionale agli ordinamenti comunitari europei, ma è l'occasione per fare il punto politico sul rapporto, sulla relazione tra tutti i governi dei territori, in questo caso in modo particolare della nostra regione, e l'Unione europea. Lo testimoniano anche le parole che oggi l’onorevole De Castro, che ringrazio, ha portato in quest’aula e ha voluto condividere con noi rispetto agli obiettivi e ad un percorso.

Le ragioni di contesto sono chiare, ed io credo che sia necessario partire da quelle, nel momento in cui portiamo le nostre valutazioni politiche. Le voglio molto rapidamente ricordare. Il fatto che siamo di fronte ad una nuova rivoluzione industriale e di mercato, perché è così, perché dal 2000 inevitabilmente, tutto il contesto competitivo ha raggiunto un'estensione globale, che ha generato una complessa riorganizzazione dei cicli produttivi ed un crescente bisogno di competenze, ché questo richiede il mercato, quindi un cambiamento profondo, strutturale, di fronte al quale si è generata una diversa rilevanza dei territori. E i territori, a fronte di mercati di paesi come la Cina, il Brasile e la Russia, hanno reagito diversamente. Tornano sicuramente rilevanti quelle che sono state le grandi economie, in particolare quelle del Nord America e dell'Europa. E all'interno di queste aree economiche, hanno assunto una nuova centralità tutti quei territori che, in questi 15 anni di globalizzazione, sono riusciti non soltanto ad affrontare il difficile aggiustamento strutturale, ma anche a generare dei vantaggi competitivi. Questo perché ovviamente l'aumento dell'estensione del mercato ha portato, sì, ad un aumento della domanda, ma anche ad una sua segmentazione.

In questo contesto, si inserisce la capacità di reagire della nostra regione, una capacità che credo vada sottolineata. La nostra regione è stata sicuramente capace di competere con i mercati internazionali, attraverso performance importanti. Un dato su tutti: rispetto alle altre regioni italiane, il grado di internalizzazione commerciale della nostra regione è passato dal 44,7 per cento del 2002 al 57 per cento del 2014, con più di 10 punti percentuali rispetto al dato nazionale. Si tratta di un elemento importante, che rende la nostra economia competitiva rispetto alle economie europee. E questo si è dimostrato anche rispetto alla domanda di prodotti intermedi e finali. In tal senso, basti ricordare la capacità che abbiamo avuto di attrarre investimenti di imprese multinazionali, mi riferisco alla Lamborghini, alla Ducati, Toyota, Philip Morris, al Gruppo Berluti. Allo stesso tempo, abbiamo rafforzato anche i gruppi locali, quali Marchesini, Ima, Barilla, ma questi sono solo alcuni esempi, perché le imprese dell'Emilia-Romagna operano in posizioni di leader nel mercato globale, e sono numerose, molte di più di quelle che ho citato.

In questo solco, come ricordava nella sua introduzione il presidente Bonaccini, l'Emilia-Romagna in questi mesi ha deciso di intraprendere un percorso molto coraggioso: costruire assieme alle forze sociali del nostro territorio, in modo attivo, attraverso un confronto importante, la sottoscrizione di un nuovo patto per il lavoro. Attraverso questo documento vogliamo ridefinire le linee strategiche, le azioni e gli strumenti capaci di generare in Emilia-Romagna un nuovo sviluppo per una nuova coesione sociale, che inevitabilmente impegnerà tutti gli attori protagonisti di questo nuovo patto, attraverso un percorso comune. Noi crediamo che attraverso quest’azione collettiva l'Emilia-Romagna potrà fare da traino alla ripresa dell'intero Paese.

Come abbiamo detto questa mattina, e come hanno ricordato in modo molto chiaro sia il presidente Bonaccini sia l'onorevole De Castro, è evidente che servono capacità di innovazione e coesione, per vivere quella che deve realmente essere una nuova fase di sviluppo. All'interno di questa dinamica, noi dobbiamo fare in modo che i territori possano essere centrali, ma come? Attraverso quelle che sono delle priorità che noi dobbiamo in qualche modo rafforzare con il nostro impegno politico: le reti istituzionali, un vero welfare partecipativo, un'infrastruttura educativa e formativa, la stessa qualità e sostenibilità ambientale delle filiere produttive. Sono questi gli assi portanti, le componenti essenziali che possono rafforzare ulteriormente la nostra capacità di fare sistema e che dovranno portarci ad essere una regione sempre più innovativa e capace di rappresentare un valore aggiunto nel panorama nazionale. Crediamo sia questo l'obiettivo della regione Emilia-Romagna: riposizionarsi in una competizione globale, quale regione europea, vera regione europea, non come slogan, ma come realtà, che deve essere capace di condizionare i propri territori cruciali, anche attraverso quella che deve essere una reale, un’effettiva lotta alla contraffazione del made in Italy e di tutti i beni di consumo, sui propri beni capitali.

Veniva ricordato in modo molto chiaro e netto - l'abbiamo dimostrato nel lavoro di questi mesi –lo straordinario sforzo di riposizionare l'Emilia-Romagna in modo strategico, anche attraverso un uso attento dei fondi strutturali. La programmazione e la gestione delle risorse europee, quelle che ovviamente ci porteranno fino al 2020, per il capitale umano e per tutto il sistema economico ed imprenditoriale, saranno oggetto - lo dovremo dimostrare con i fatti, con i progetti che porteremo a compimento - di una vera e propria nuova generazione di politiche pubbliche integrate, che devono essere fondate sul riconoscimento del valore del territorio, della produzione, del lavoro e delle persone.

Soltanto se riusciremo a rendere sistematici le interazioni fra i diversi livelli istituzionali - credo che tutto questo si inserisca nel lavoro che stiamo portando avanti per il riordino istituzionale e nel coordinamento strategico delle azioni regionali –, potremo portare a compimento questi obiettivi. Si tratta, quindi, di un cambiamento che fa propri alcuni principi, che voglio elencare molto rapidamente. La concentrazione della programmazione su obiettivi individuati, che devono in qualche modo portare ad una visione del territorio e ad uno sviluppo regionale; la condivisione di queste scelte strategiche, attraverso una nuova governance interistituzionale e l'integrazione di strumenti e di politiche. Queste sono parole chiave, perché dobbiamo fare in modo che le nostre politiche, le politiche messe in campo siano realmente trasparenti, per una effettiva valutazione delle stesse.

Pertanto, credo che la programmazione delle risorse europee e il valore aggiunto che l'Unione europea oggi offre alle dimensioni regionali, in questo caso alla nostra dimensione regionale, possano contribuire a far sì che l'Emilia-Romagna diventi un'area centrale europea, una parte attiva - un'area che chiaramente ha nel suo cuore il manifatturiero - dell’Unione, che si contrappone ad una periferia che, in questo caso, vede l'economia non in crescita. In tal senso, noi riteniamo che il piano presentato da Juncker come strategia di sostegno economico e finanziario alla ripresa dell'economia europea rappresenti un motore positivo di crescita, perché individua gli investimenti. Veniva ricordato poc'anzi quanto sia importante per i nostri territori la possibilità di realizzare investimenti, partendo proprio dalla possibilità che siano investimenti pubblici, ma attrattori anche di risorse private, che ovviamente devono privilegiare gli ambiti propri della strategia Europa 2020.

Dunque è importante, fondamentale, rendere reale ed effettiva una garanzia pubblica anche per una nuova ondata di investimenti privati, ed in particolare per quelle infrastrutture che, anche se gestite a condizioni di mercato, diventano scelte fondamentali per mettere in campo sviluppo e occupazione.

Crediamo sia sicuramente positivo l'invito che arriva dalla Commissione europea a sperimentare nuove logiche con riferimento ai fondi strutturali. Si tratta di un elemento che va riconosciuto quale elemento essenziale, perché è una sfida che chiama in causa anche la nostra capacità di essere competitivi da questo punto di vista, una capacità di pensiero lungo e di visione. Sappiamo, infatti, che negli anni, purtroppo, le pubbliche amministrazioni non sempre hanno dimostrato di essere in grado di utilizzare in modo opportuno i fondi strutturali. È importante sottolineare come le difficoltà che oggi sono evidenti a tutti nelle periferie dell'Europa possono mettere in discussione tutti i processi di integrazione, e amplificare tensioni populistiche che possono danneggiare l'intera Europa. Da questo punto di vista, l'Unione europea, nonostante la più grave crisi economica e sociale della sua storia, una crisi che ha visto diminuire il sostegno popolare in favore dell’integrazione, portandolo dal 60 al 45 per cento, e aumentare - purtroppo - le differenziazioni interne ed una spinta alla nazionalizzazione delle politiche, oggi si conferma e si deve confermare sempre di più quale laboratorio avanzato per il mondo della cooperazione e dell'integrazione regionale tra gli Stati vicini. In questo noi crediamo fortemente.

La crescente complessità del processo di integrazione - l’Unione europea oggi è messa alla prova proprio su questo fronte - deve chiamare in causa un disegno più chiaro del futuro dell'Unione europea. Questo vogliamo dirlo in modo molto forte, perché le difficoltà che oggi stanno affrontando il sud dell'Europa, l'area balcanica, difficoltà acuite anche dalla vicenda greca, dimostrano in modo chiaro che la lettura economica e quella politica non possono essere disgiunte. Un principio che può legare questi obiettivi è il rafforzamento di un federalismo che, da questo punto di vista, deve contrastare in tutti i modi le forze disgregatrici. L'Europa non può limitarsi a porre dei vincoli, l'abbiamo sempre detto. Da una parte deve offrire opportunità economiche; d'altra parte, deve tornare ad assumere il proprio carattere fondante, quello che ci hanno insegnato e consegnato i padri fondatori, quindi tornare ad essere un livello statale in grado non solo di individuare le contraddizioni sociali, ma di risolverle.

Io credo che da questo punto di vista, il dibattito di questa mattina abbia testimoniato, sicuramente con sfaccettature diverse, che è importante rafforzare il dialogo strutturato tra regione Emilia-Romagna e Parlamento europeo - in tal senso ringrazio l’onorevole De Castro per il suo intervento in quest’occasione -, ma ancor più importante è contribuire ad accelerare una politica di integrazione europea, perché noi dobbiamo dare risposte concrete alle aspettative dei cittadini europei.

Voglio concludere con una considerazione politica, con riferimento a quanto diceva il consigliere Fabbri in merito alle dichiarazioni fatte ieri dal presidente. Io credo che da questo punto di vista, in una fase come questa, sia importante non creare inutili allarmismi. Sul tema dell’immigrazione, non possiamo parlare di invasione, perché non ci sono invasioni in questa regione. Secondo me, utilizzare un linguaggio adeguato è un giusto elemento di confronto, anche in considerazione dei turisti che guardano al nostro Paese, al nostro territorio con interesse. Si facciano - è giusto, è legittimo - battaglie politiche, ma non si esageri con una rappresentazione che potrebbe danneggiare un territorio in questo momento in crescita, come quello emiliano-romagnolo. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Petitti.

Colleghi, comunico che sono pervenute undici proposte di emendamento sull'oggetto 800, quattro a firma del consigliere Foti, sette a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani e Pompignoli, a cui si aggiungono due proposte di subemendamento, a firma dei consiglieri Caliandro e Taruffi.

Comunico, inoltre, che sull'oggetto 453 sono pervenute due proposte di emendamento, a firma del consigliere Sabattini.

È aperto il dibattito generale sugli emendamenti. Cinque minuti ad intervento.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per comunicare che non ho ricevuto gli emendamenti sull'oggetto 453 presentati dal consigliere Sabattini.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, sono in fase di distribuzione proprio in questo momento.

Colleghi, ritengo utile sospendere i lavori in attesa che gli emendamenti vengano distribuiti a tutti i consiglieri. La seduta è sospesa.

 

(La seduta, sospesa alle ore 12,27, è ripresa alle ore 12,32)

 

PRESIDENTE (Soncini): La seduta è ripresa. Riprendiamo i nostri lavori.

Colleghi, ho ritenuto importante, nell’interesse dell’Assemblea, che tutti i consiglieri avessero a disposizione gli emendamenti. Ora che tutti i consiglieri hanno a disposizione tutti gli emendamenti e i subemendamenti, riprendiamo il dibattito generale sugli emendamenti. Ogni consigliere ha cinque minuti a disposizione.

Se non vi sono interventi, apro la dichiarazione di voto congiunta su risoluzioni ed emendamenti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Nella mia dichiarazione di voto, mi limiterò all'argomento delle risoluzioni, con particolare riferimento a quelle che riguardano il TTIP.

La Lega Nord, in tutte le istituzioni in cui è presente, ha sempre combattuto, in prima fase, la segretezza con cui è stato portato avanti questo trattato, segretezza non solo nei confronti degli organi politici, ma soprattutto nei confronti dei cittadini, che molto spesso non sanno neanche che cos'è, quindi è difficile ragionare con la popolazione su dei punti che, a nostro avviso, sono fondamentali.

Non voglio tornare sul tema dell'agroalimentare perché se n’è già discusso abbondantemente, ma mi interessa parlare del rapporto tra le multinazionali e gli Stati, per dire che ritengo che sia una follia che una multinazionale possa far causa ad uno Stato per danneggiamento del proprio business. Ricordo che è stato fatto dalla Philip Morris (che adesso ci vantiamo di avere sul nostro territorio), che ha fatto causa a degli Stati che avevano fatto delle campagne di sensibilizzazione contro il fumo, quindi danneggiando economicamente l'azienda. Ritengo che questa sia una follia, perché ogni Stato deve essere libero di fare le proprie campagne, soprattutto se sono a tutela della salute dei propri cittadini. Credo che legittimare tale follia da parte di organi politici sia – lo ribadisco – una follia cui noi non vogliamo prendere parte.

Pertanto, la nostra posizione sul TTIP non è, come ha detto stamattina l'onorevole De Castro, "a prescindere contro", perché non siamo contro a prescindere, ma siamo contrari sulla base di quanto è emerso finora. Forse non sapremo tutto, ma forse è colpa di chi tiene segreto questo trattato. Ma da quanto è emerso finora, la nostra posizione è assolutamente contraria al trattato.

Sembrerà strano, ma esprimeremo un voto di astensione rispetto alla risoluzione dei colleghi del Movimento 5 Stelle, che, secondo noi, non è così rigida, come ci saremmo aspettati che fosse un documento presentato da chi sta andando nelle piazze a manifestare contro il TTIP. Invece, questo documento, rispetto al quale probabilmente saranno accolti degli emendamenti che andranno ulteriormente ad alleggerirlo, propone delle posizioni e alla fine dice: "se però anche solo una di queste posizioni non sarà rispettata, allora chiediamo di uscirne". Salvo leggere l'emendamento 2 che dice: "impegniamo solo a che vengano rispettate, ma di uscire da questo trattato non se ne parla".

Per quanto riguarda invece la risoluzione presentata dal gruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà, esprimeremo un voto favorevole, in quanto ha una posizione netta e chiara, ossia di non partecipare in alcun modo al TTIP, almeno per come è emerso fino ad oggi. Onestamente credo che il TTIP farà fatica a vedere la luce nei prossimi mesi, anzi credo che probabilmente farà fatica a vedere la luce definitivamente, perché sappiamo che il più grande promotore del TTIP è il presidente degli Stati Uniti Obama, il quale però non ha più la maggioranza nel proprio Parlamento, così come sappiamo che probamente l’anno prossimo l’America non avrà una maggioranza democratica, quindi il TTIP potrebbe subire una brusca frenata.

Nel frattempo la nostra posizione è assolutamente contraria - lo ribadisco -, pertanto il nostro voto sarà a favore della risoluzione di SEL, e di completa astensione - vedremo che cosa si deciderà di fare sugli emendamenti - sulla risoluzione presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il consigliere Marchetti Daniele. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Premetto che credo sia opportuno rivedere le modalità con cui lavoriamo in Aula, dal momento che su questo oggetto, di cui si sta discutendo da settimane, ritengo incredibile che arrivino degli emendamenti al fotofinish, peraltro scritti a mano e difficilmente leggibili. Pertanto, chiedo almeno l’illustrazione di questi emendamenti, altrimenti mi riuscirà difficile discuterne ed esprimere un voto.

Ritengo che siano da rivedere completamente le modalità di lavoro dell'Assemblea. In tal senso, spero che l'Ufficio di Presidenza prenda in considerazione questa mia richiesta, perché è davvero difficile lavorare in questa maniera. Ripeto: chiedo perlomeno l’illustrazione di quest’emendamento, altrimenti è quasi impossibile discuterne e votarlo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere Marchetti Daniele, mi farò carico di portare la questione da lei sollevata in Ufficio di Presidenza. Intanto, noi, come Presidenza, abbiamo distribuito gli emendamenti, nell’ordine in cui ci sono pervenuti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Intervengo sulla questione sollevata dal consigliere Marchetti Daniele, per esprimere il nostro disagio rispetto ad un Regolamento che, a nostro avviso, va rivisto per due ordini di motivi.

Il primo è che il dibattito non può intervenire su emendamenti che modificano un testo, quindi le dichiarazioni dovrebbero essere successive alla votazione degli emendamenti. È anche vero che sugli emendamenti nessuno di noi è intervenuto, quindi, in questa fase, secondo me, noi dovremmo votare gli emendamenti e poi esprimerci sui testi così come modificati.

Pertanto, nelle more che se ne occupi l’Ufficio di Presidenza, propongo di stabilire un ordine dei lavori - non so se è possibile - tale per cui ci sia prima il voto sugli emendamenti e poi le dichiarazioni di voto, così sappiamo che cosa stiamo votando nella completezza.

Presidente, chiedo di mettere in votazione questa mia proposta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Intervengo sull'ordine dei lavori per dire che, siccome è già la seconda volta che ci troviamo in questa situazione, la proposta del capogruppo Caliandro è quantomeno di buonsenso, oltreché abbastanza scontata, perché è evidente che l'accoglimento o meno degli emendamenti può cambiare l'espressione di voto finale. Anch'io ritengo che sia scontato procedere prima con l'approvazione degli emendamenti e poi con le dichiarazioni di voto sul testo finale. Ma siamo nell'ordine dell’abc. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Intervengo per dire che, con un filo di preoccupazione, sono d'accordo con il consigliere Caliandro, tanto più che di alcuni emendamenti - per esempio dell’emendamento 1 e dell’emendamento 2 - non interpreto neanche la firma. Chiedo, quindi, se è possibile, che la firma e il partito di appartenenza siano scritti in stampatello. In questo caso, sono proprio illeggibili. Sono convinto che chi li ha redatti è un medico, perché non riesco a leggere niente. Ripeto: sarebbe opportuno che almeno il nome e il partito fossero scritti in stampatello. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

Colleghi, vediamo se ho inteso la proposta. Si chiede di procedere in questo modo: dichiarazioni separate sugli emendamenti, votazione degli stessi, quindi dichiarazione di voto sugli oggetti, infine votazione degli oggetti.

Nomino scrutatori i consiglieri Cardinali, Serri e Daniele Marchetti.

Metto in votazione la proposta avanzata dal consigliere Caliandro.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La proposta è accolta.

Procediamo, pertanto, alle dichiarazioni di voto sugli emendamenti. Ogni consigliere può intervenire per non più di cinque minuti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sabattini. Ne ha facoltà.

 

SABATTINI: Grazie, presidente.

Innanzitutto mi scuso con i colleghi per la grafia. Prometto che chiederò a colleghi che abbiano una grafia più bella della mia di scrivere i miei emendamenti. Avevo il timore che terminasse il dibattito generale, quindi ho scritto in maniera alquanto raffazzonata, e chiedo scusa.

Sottraggo qualche minuto alla discussione per illustrare i due emendamenti all'oggetto 453, la risoluzione presentata dal gruppo Movimento 5 Stelle, il cui dispositivo ci trova per lo più favorevoli, con qualche distinguo sulle premesse. Pertanto, abbiamo pensato, al fine di rendere la risoluzione per noi votabile, di presentare due emendamenti.

Do lettura del primo, in modo che sia un po’ più comprensibile. Chiede di inserire il seguente punto: "Il Parlamento europeo si appresta a votare una risoluzione per indirizzare l'operato della Commissione al negoziato, che comprende l'inclusione di una serie di norme a protezione del lavoro e dell'ambiente e per il ricorso a tribunali pubblici anziché a un meccanismo di risoluzione delle dispute investitore/Stato. In caso di mancata approvazione della risoluzione, la Commissione si appresterà, in assenza di un mandato chiaro da parte del Parlamento, nell'esercizio esclusivo delle proprie prerogative, è importante che una risoluzione venga assunta per garantire il rispetto all'interno dell'accordo degli standard europei di tutela del lavoro, dell'ambiente e della sicurezza e della risoluzione delle dispute nei sistemi giuridici e ordinali dei Paesi aderenti".

Il secondo emendamento chiede di sostituire il punto f) del dispositivo, riscrivendolo come segue: "Ad agire con tutti i mezzi presso il Parlamento europeo perché i punti precedenti siano accolti".

Questi sono i due emendamenti. Chiedo ancora scusa per la grafia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sabattini.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Poli. Ne ha facoltà.

 

POLI: Grazie, presidente.

Brevissimamente per dire che abbiamo presentato due subemendamenti agli emendamenti presentati dal gruppo della Lega Nord. Uno riguarda l'emendamento 8, col quale proponiamo di sopprimere l'ultimo capoverso che inizia con "Dato il perdurare". L’altro riguarda l'emendamento 10, sempre presentato dal gruppo della Lega Nord, soppressivo dell'ultimo capoverso che inizia con: "Rendere operativi" e termina con "detenuto". Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie consigliere Poli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Grazie, presidente.

Brevemente per dire che ho sottoscritto l’emendamento 4, presentato dal gruppo di Fratelli d'Italia, trattandosi di un principio generale che, però, tocca un argomento specifico che questa Assemblea si troverà ad affrontare successivamente, per quanto riguarda l'utilizzo del principio di precauzione all'interno di tutta la complessa tematica dei combustibili alternativi, sottolineando che questa è una reiterazione di quello che comunque è già l'operato perseguito da questa Amministrazione, quindi anche dalla Giunta, all'interno della valutazione di impatto ambientale che si sta seguendo. È un tema particolarmente delicato. Il fatto di rafforzare la richiesta e l'attenzione, il principio di precauzione stesso, quindi l'utilizzo delle evidenze scientifiche, l’analisi nel dettaglio di tutte quelle che possono essere le conseguenze delle decisioni, penso sia importante.

Pertanto, voteremo a favore di quest’emendamento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Molinari.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Intervengo per dire che noi ci asterremo su tutti gli emendamenti che insistono sulla risoluzione della Sessione europea. Secondo noi, i temi andavano approfonditi quand’era il momento di approfondirli, visto che qualcuno sta parlando di ritardo nella presentazione degli emendamenti.

Per la verità, mi sembra strano che il gruppo della Lega Nord vada ad emendare la sua risoluzione o, meglio, quella della commissione, presentata dal presidente Pompignoli, perché avevano tutto il tempo di farlo quand’era il momento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Per la verità, intervengo solo per fare osservare che, in sede di commissione, era stato fissato un termine per la presentazione degli emendamenti alla proposta della commissione stessa, quindi delle due l'una: o si diceva che la risoluzione non era più emendabile, ma non lo si può dire a termini di regolamento; o diversamente penso che tutti i gruppi si siano attenuti a quella che era la decisione della commissione, non di un organo estraneo. Peraltro, penso che anche il consigliere Bertani fosse presente quando è stato deciso di dare un termine per la presentazione degli emendamenti, che infatti non sono in numero rilevante.

Tra parentesi debbo dire che, per quanto riguarda i miei, a parte l'emendamento 3, che lascio valutare alla Presidenza se metterlo in votazione o meno, posso anche ritirarlo, secondo me, è un problema di coordinamento formale. Direi che vi è una leggera differenza tra trattato e accordo. Se noi facciamo riferimento ad un trattato, dovrebbe essere un trattato a tutti gli effetti. Sull’emendamento 3, lo ripeto, non mi impicco.

Con l'emendamento 1, che riguarda il settore lattierocaseario, voi conoscete i controlli precisi e molto sottili che vengono effettuati in Italia, si chiede soltanto che uguale rigore sia riscontrato in Europa, perché diversamente abbiamo una penalizzazione inopinata sul nostro settore. L'emendamento 2 attiene ad un tema che è già consolidato, se volete, quello della direttiva Bolkestein, ma si cerca comunque di evitare che vi sia un assalto alla diligenza, nel senso di non valutare ad esempio tra concessioni in essere e concessioni da attribuire. È ovvio che chi è concessionario da diversi anni ha fatto anche degli investimenti e ha creato una specializzazione sugli impianti che vengono offerti ai turisti. Non si capisce per quale motivo, con un tratto di penna, si debba cancellare tutta una professionalità, dicendo: "facciamo una maxigara", rispetto alla quale ovviamente i soggetti di riferimento - parliamoci chiaro - non sono più i singoli, ma sono dei gruppi organizzati, magari addirittura con finanziamenti che arrivano da fondi di investimento, quindi in una logica diversa da quella che abbiamo avuto fino ad oggi.

Per quanto riguarda, infine, l'emendamento 4, il richiamo al principio di precauzione anche per l'utilizzo di fonti diverse da quella dei fossili, io penso che noi - il consigliere Molinari, il consigliere Taruffi e il consigliere Sassi erano presenti - abbiamo visto come poi, anche quando si va sui combustibili alternativi, non è che vi sia il tifo da parte dell'opinione pubblica, anzi per un certo verso devo dire che molto spesso non c'è ancora un approfondimento, neppure scientifico, di supporto, che faciliti nelle decisioni l'opinione pubblico. Pertanto, rifarsi al principio di precauzione è un atto, se vogliamo, di prudenza, ma anche di buona amministrazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente.

A parte il fatto che ho trovato qualche difficoltà a capire come ci stiamo muovendo, perché, se non ricordo male, sulle dichiarazioni di voto può intervenire un solo consigliere per gruppo, a meno che un consigliere non intervenga in dissenso rispetto al proprio gruppo. Possono intervenire tutti?

 

PRESIDENTE (Soncini): La presidente Saliera, in apertura, ha detto che la dichiarazione di voto sugli emendamenti sarebbe stata così: cinque minuti per ogni consigliere. Prego.

 

BARGI: Grazie. Nel fare un veloce riepilogo degli emendamenti che ha illustrato durante il dibattito il capogruppo Fabbri, anticipo il nostro voto a favore di tutti gli emendamenti a questa risoluzione. Devo dire che la stessa non è tanto una risoluzione della Lega Nord. Ovviamente, per motivi di forma, il presidente della prima commissione Pompignoli si è fatto carico di fare da relatore di questa risoluzione, ma non è una risoluzione politica presentata dal gruppo della Lega Nord.

La risoluzione accompagna la relazione della Sessione europea, ma riguarda un po' tutta l'Assemblea, non un solo gruppo, infatti non ne abbiamo assunto la paternità, altrimenti non avremmo presentato ben sette emendamenti. Per quanto riguarda la forma di come ci siamo mossi per la presentazione degli emendamenti, mi associo a quanto diceva poc'anzi il consigliere Foti: in prima commissione ci siamo dati una scadenza fissandola a martedì, l'abbiamo rispettata consegnando gli emendamenti prima, al massimo abbiamo fatto qualche correzione, perché vi è stato qualche disguido sulle lettere, poiché non avevamo il testo definitivo della risoluzione, con qualche confusione tra le lettere dell’alfabeto italiano e le lettere dell’alfabeto inglese, ma si tratta di meri aggiustamenti, il senso degli emendamenti rimane lo stesso.

I nostri emendamenti riguardano principalmente le imprese. Vogliamo spingere nella direzione di incentivare gli aiuti al settore delle imprese, per rendere più competitiva – questo è il messaggio, chiaramente parliamo di linee di indirizzo che vanno al nostro Parlamento, vanno all'Unione europea e vanno anche alla nostra regione – la nostra regione a livello europeo, quindi nei confronti delle regioni che confinano con nel nostro Paese, per quanto riguarda l'attrattività degli investimenti. L’assessore citava delle imprese che, direi, bene o male, si sono fatte da sole, che non hanno avuto chissà quale contributo da parte del pubblico. Se vogliamo, possiamo spingere molto di più in questa direzione.

È chiaro che le regioni italiane non godono dell'autonomia di cui può godere l'Austria, che è un paese a sé, o le regioni austriache che godono di più ampia autonomia, o i lander tedeschi, o la Slovenia, che è un paese emergente e che è un paese a sé, non è solo una regione facente parte di uno Stato.

Però, sappiamo che le nostre imprese delocalizzano, ed è su questo che vogliamo spingere, vogliamo spingere sull'occupazione, perché ovviamente le due cose vanno di pari passo: laddove ci sono investimenti, laddove vi è più spinta per le imprese, vi è un maggiore livello occupazionale.

Abbiamo presentato un emendamento sulla Bolkestein, che ha spiegato il capogruppo Fabbri. L'emendamento sull'immigrazione che chiede misure più stringenti. Abbiamo visto che il gruppo del Partito Democratico ha presentato dei subemendamenti, in particolare su questo, che siamo disposti ad accogliere, a patto che sia chiaro che, per quanto ci riguarda, con riferimento a ciò che sta succedendo con l'accoglimento forsennato di coloro che emigrano dai loro paesi, arrivano in Italia, ma non sono accolti dal resto d’Europa, sono a nostro totale carico, è una bocciatura totale, una bocciatura della politica che, su questa materia, sta attuando l'Europa. O gli altri paesi si assumono la loro parte di responsabilità, oppure noi per primi dovremmo svegliarci. A nostro avviso, assieme a tutta l'Europa, dovremmo dire: "signori, non siamo in grado di gestire questo fenomeno". Lo diciamo e ci comportiamo di conseguenza: non attuiamo politiche, non investiamo denaro in un'operazione che ci porta danno economico e danno sociale, che dobbiamo gestire da soli. Come peraltro ha detto anche il presidente Bonaccini.

L'ultimo emendamento riguarda i rapporti con i paesi dell'Eurasia, dell’est, in particolare con la Russia. È inutile negare, abbiamo diversi dati, principalmente sui prodotti agroalimentare, ma anche su altri, dal tessile alle piastrelle, le difficoltà dei nostri imprenditori ad andare su un mercato che valeva una buona parte del nostro export. A tal proposito, è divertente notare come si dica che oggi siamo una delle poche regioni che stanno crescendo, cresciamo in export, ci sforziamo di fare questo trattato con gli Stati Uniti, che comunque può determinare delle ritorsioni a nostro carico, ma ci sforziamo di farlo per ampliare i nostri mercati, salvo tagliare il mercato. Perché avevamo già un mercato, che funzionava, su cui si stava spingendo. Ricordo i famosi Paesi del BRICS che ha citato il presidente Bonaccini nella sua relazione, dicendo che dobbiamo rilanciare i rapporti con paesi di questo tipo, perché sono paesi in via di sviluppo, sono paesi che crescono, sono mercati sui quali possiamo andare ad operare. Su quest’emendamento sono pervenute delle critiche da parte del Partito Democratico, a seguito delle quali abbiamo deciso di cambiarlo, nella speranza, a questo punto, che vi sia una condivisione da parte di tutta l'assemblea. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bargi.

Prima di procedere alla votazione degli emendamenti, chiedo al consigliere Pompignoli, in qualità di relatore per la Sessione europea, l'assenso a mettere in votazione gli emendamenti che insistono sull'oggetto 800. Prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, esprimo il mio assenso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli.

Metto quindi in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, nella seconda stesura, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 11 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 5 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 7 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 6 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 12, a firma dei consiglieri Caliandro e Taruffi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): Il subemendamento 12 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, come subemendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 8 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 9 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 13, a firma dei consiglieri Caliandro e Taruffi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): Il subemendamento 13 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, come subemendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 10 è approvato.

Colleghi, comunico che l’emendamento 3, a firma del consigliere Foti, è ritirato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Foti, cui si sono aggiunte le firme dei consiglieri Molinari e Bignami.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 4 è approvato.

A questo punto, abbiamo due emendamenti che insistono sull'oggetto 453. Chiedo al consigliere Sassi, in assenza della consigliera Gibertoni, l'assenso per metterli in votazione. Prego.

 

SASSI: Presidente, do il mio assenso.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Sabattini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Sabattini.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 è approvato.

Colleghi, a questo punto dovremmo procedere alle dichiarazioni di voto sulle risoluzioni, ma visto l'orario, direi di rimandarle alla seduta pomeridiana, alle ore 14,30.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,04

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

gli assessori: Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI,

gli assessori Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Massimo MEZZETTI e i consiglieri Barbara LORI, Antonio MUMOLO, Matteo RANCAN,

 

Ha partecipato alla seduta l’onorevole Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale e della Delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti del Parlamento europeo.

Sono inoltre presenti la dottoressa Anna Rita Muzzarelli, Assessore del Comune di Castel San Pietro Terme; il dottor Alessandro Ghetti, Responsabile Ufficio legislativo della Coldiretti Emilia-Romagna; il dottor Marco Vagnozzi, Presidente del Consiglio comunale di Parma; Alberto Benetti UIMEC U.I.L. – Costituente Copagri-Ravenna; la dottoressa Marcella Contini, CNA Emilia-Romagna; la dottoressa Stefania Gamberini, CNA Emilia-Romagna; il dottor Cesare Azzali, Unione Industriali Parma; gli assessori della Provincia di Forlì-Cesena Valerio Roccalbegna, Daniele Valbonese e Alberto Magnani.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 800 "Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione europea 2015. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea"."

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«Dopo la lettera d) integrare:

"d bis) Con particolare riferimento alla difficilissima situazione in cui versa il settore lattiero-caseario, peraltro già aggravato dall'eliminazione del regime delle «quote latte», sollecita l'adozione di adeguati interventi a livello europeo volti a prevedere che i controlli sanitari minimi sul latte, nei Paesi dell'Unione europea, abbiano la stessa rigorosità di quelli effettuati in Italia."»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«Dopo la lettera g) integrare:

"g bis) Auspica un intervento teso a scongiurare l'evenienza di provvedimenti legislativi volti a disporre il riordino del demanio marittimo attraverso l'effettuazione di aste per l'aggiudicazione delle concessioni demaniali in essere che metterebbero fortemente a rischio un'eccellenza dell'offerta turistica italiana a tutto vantaggio di quelle multinazionali che, da tempo, intendono assicurarsi il monopolio di ogni attività legata all'utilizzo del demanio marittimo."»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Foti:

«All'interno della lettera s), iniziativa n. 18, riga n. 15 sostituire il termine "Trattato" con Il Accordo".»

(Ritirato)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Foti, Molinari, Bignami:

«Alla lettera z), ottava riga, dopo le parole "per i combustibili alternativi", integrare:

"compiendo opera di sensibilizzazione affinché lo Stato, in fase di recepimento di detta direttiva, ponga particolare attenzione al principio di precauzione di cui all'articolo 191, comma 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea;".»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli:

«Pagina 5, punto e), integrazione del testo dopo l'ultimo capoverso:

"Riuscire a svincolare i finanziamenti relativi agli investimenti strategici è necessario per poter sostenere e valorizzare gli interventi di tipo infrastrutturale ferroviari al fine di eliminare le cosiddette strozzature per favorire il trasporto delle merci su rotaia. Si invita, dunque, la Giunta ad agire a tal fine anche ad adoperarsi nell'ambito dei suddetti finanziamenti infrastrutturali anche le politiche di messa in sicurezza del territorio, intervenendo sul dissesto idrogeologico e garantendo la sicurezza dei cittadini alla luce dei cambiamenti climatici in atto."»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli:

«Pagina 5, punto f), integrazione del testo dopo l'ultimo capoverso:

"Sviluppando e sostenendo le micro imprese e incentivando la creazione di nuove attività, anche attraverso la valorizzazione delle eccellenze e delle vocazioni territoriali, lo sviluppo delle relazioni commerciali e di filiera tra le imprese dei diversi territori della regione, cercando soluzioni di ottimizzazione delle condizioni di lavoro, di scambio commerciale e andando ad agire a livello fiscale e burocratico."»

(Approvato)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli:

«Pagina 5, dopo il punto e), inserire il punto e-bis):

"Sempre in collegamento al tema del turismo, evidenziando come il combinato disposto del mancato esercizio della delega prevista dall'art. 11 della Legge 217/2011 (c.d Legge Comunitaria 2010) e dell'inserimento della ulteriore proroga al 31/12/2020 delle concessioni demaniali prevista dalla Legge 221/2012 non concordata in sede di Commissione Europea stia esponendo a rischi di danni incalcolabili il settore del turismo balneare; auspica, quindi, il riconoscimento della legittimità della proroga al 2020 e incoraggia l'esercizio della citata delega (che non prevede alcuna gara per l'assegnazione delle concessioni) in contestuale negoziazione con la Commissione Europea per un riordino complessivo della materia, anche attraverso l'adozione temporanea di un c.d. "doppio binario" al fine di garantire da una parte un congruo periodo di proroga delle concessioni esistenti e dall'altra un meccanismo di ristorno sul valore degli investimenti effettuati in caso di abbandono della concessione."»

(Approvato)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli:

«Pagina 6, dopo il punto h), inserire il punto h-bis):

"Nell'ambito delle azioni finalizzate ad una crescita intelligente e sostenibile e inclusiva si invita la Giunta a presidiare e implementare a livello europeo le politiche e le azioni volte a supportare le persone a rischio di povertà o esclusione sociale o svantaggiate per favorirne l'inclusione sociale, anche in considerazione del contesto economico attuale sfavorevole che incrementa la crescita della percentuale di popolazione a rischio di esclusione sociale. Si evidenzia, infatti, la necessità di implementare le risorse per dare piena attuazione del pacchetto di investimenti a favore della crescita e dell'occupazione dando priorità alle azioni finalizzate all'accesso all'occupazione, alla permanenza al lavoro e alla ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale, all'innalzamento dei livelli di competenza, di partecipazione e di successo formativo, alla ricerca, all'innovazione e all'internazionalizzazione con particolare riguardo alla competitività del sistema socio-economico regionale e del sistema delle piccole-medio imprese. Andando anche ad agire sull'incentivazione delle azioni per il contrasto di ogni forma di disoccupazione, spaziando dalla disoccupazione giovanile al reinserimento nel mondo del lavoro dei cittadini over 50, che sono la nuova espressione del disagio sociale, fornendo anche forme di cooperazione tra servizi di collocamento pubblici e privati.

Dato il perdurare della crisi economica si segnala la necessità di rendere operativo il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), gestito nell’ambito delle politiche di coesione e finalizzato al cofinanziamento di progetti a sostegno dei cittadini italiani indigenti e delle famiglie in difficoltà aventi ad oggetto la fornitura di assistenza di base, aiuti alimentari e accesso ai servizi sociali."»

(Approvato)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli:

«Pagina 7, punto j), integrare il testo dopo l'ultimo capoverso:

"Promuovendo iniziative volte a facilitare l'applicazione effettiva della parità di retribuzione, con particolare riferimento alla promozione delle attività economiche a titolarità femminile e stabilizzazione del lavoro atipico, incentivando misure come il "micro credito", per sostenere l'avvio di attività imprenditoriali, autonome e professionali."»

(Approvato)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli:

«Pagina 10, dopo il punto s), inserire il punto s-bis):

"Si segnala inoltre l'importanza di favorire una politica incisiva e diretta, condivisa, con gli Stati Europei e Extra Europei, per contrastare l'immigrazione irregolare con azioni di sostegno e di supporto agli Stati maggiormente interessati dal fenomeno migratorio e per sostenere l'assistenza ai minori non accompagnati.

Rendere operativi gli accordi internazionali bilaterali con gli Stati Extra Unione inerenti la detenzione di cittadini extracomunitari, al fine di eseguire la pena detentiva presso lo Stato di cittadinanza o di ultima residenza, prevedendo la conseguente e integrale presa in carico del detenuto."»

(Approvato)

 

Emendamento 11 (II Stesura), a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Daniele Marchetti, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli:

«Pagina 4, alla fine del punto d), dopo le parole "produzioni italiane", aggiungere il seguente punto d) bis:

"Sul tema spinoso delle sanzioni europee alla Russia, le cui ricadute hanno procurato rilevanti danni all'economia dell'Emilia-Romagna in diversi settori produttivi ed in particolare hanno fortemente penalizzato le esportazioni di prodotti agroalimentari, si sottolinea la necessità di sostenere in ogni sede la verifica delle condizioni perché siano al più presto rimosse."»

(Approvato)

 

Subemendamento 12, a firma dei consiglieri Caliandro, Taruffi:

«All’emendamento 8 l'ultimo capoverso da: "Dato il perdurare" a "servizi sociali." è eliminato»

(Approvato)

 

Subemendamento 13, a firma dei consiglieri Caliandro, Taruffi:

«All’emendamento 10 l'ultimo capoverso da: "Rendere operativi" a "detenuto." è eliminato»

(Approvato)

 

OGGETTO 453 "Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a promuovere la sensibilizzazione sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) garantendo l'accesso ai relativi documenti, escludendo dall'accordo i beni fondamentali, garantendo la sicurezza dei prodotti, dei consumatori e dell'ambiente, contrastando inoltre i fenomeni di contraffazione. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi"

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Sabattini:

«Nel "rilevato che" inserire i punti:

"Il Parlamento europeo si appresta a votare una risoluzione per indirizzare l’operato della commissione al negoziato che comprende l’inclusione di una serie di norme a protezione del lavoro e dell’ambiente e per il ricorso a tribunali pubblici anziché a un meccanismo di risoluzione delle dispute investitore-Stato (ISDS)

In caso di mancata approvazione della risoluzione la commissione opererà, in assenza di un mandato chiaro da parte del Parlamento, nell’esercizio esclusivo delle proprie prerogative, è importante che una risoluzione venga assunta per garantire il rispetto all’interno dell’accordo degli standard europei di tutela del lavoro, dell’ambiente e della sicurezza della risoluzione delle dispute nei sistemi giuridici ordinari dei paesi aderenti".»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Sabattini:

«Nel dispositivo il punto f) è sostituito dal seguente:

f) ad agire con tutti i mezzi presso il Parlamento europeo perché i punti precedenti siano accolti.»

(Approvato)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

È stato presentato il seguente progetto di legge:

 

774 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme in materia di tassa regionale sulla prostituzione". (15 06 15) A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Fabbri, Delmonte, Bargi, Pompignoli, Pettazzoni, Liverani, Marchetti Daniele

 

È stato presentato il seguente progetto di proposta di legge alle Camere:

 

812 - Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Abrogazione dei decreti del Ministero dell'Ambiente e del Territorio e della Tutela del Mare del 14 febbraio 2013, n. 22 e 20 marzo 2013. Effetti sulle istanze pendenti". (23 06 15) A firma del Consigliere: Foti

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

789 - Interrogazione a risposta scritta circa la soppressione di tratte ferroviarie in assenza di personale delle forze dell'ordine, con particolare riferimento al treno regionale 2075, che collega Piacenza a Rimini. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Rainieri, Fabbri, Rancan, Delmonte, Bargi, Pettazzoni, Liverani, Marchetti Daniele

790 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti l'ampliamento della concessione di ricerca di gas e petrolio relativa a "Po Valley Operations". A firma del Consigliere: Taruffi

792 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela della salute pubblica in relazione a siti di stoccaggio di materiale vetroso nel Comune di San Cesario sul Panaro. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

793 - Interrogazione a risposta scritta, circa lo smaltimento di rifiuti accumulati, a seguito di manutenzione del verde pubblico, nella zona industriale sita tra i Comuni di Castello D'Argile e Pieve di Cento (BO) A firma del Consigliere: Bignami

794 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e controlli riguardanti l'Asse IV del PO FEP 2007-2013 da parte del GAC Distretto del Mare Adriatico in riferimento al relativo Piano di sviluppo locale. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

795 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare e potenziare il Porto di Ravenna. A firma del Consigliere: Foti

796 - Interrogazione a risposta scritta circa la disponibilità di carrozzine presso l'Ospedale di Argenta. A firma del Consigliere: Fabbri

797 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare meccanismi distorsivi del mercato del lavoro. A firma del Consigliere: Torri

798 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli e le verifiche da attuare nel confronti di organismi, osservatori, consulte, gruppi, consigli ed associazioni istituiti o partecipati dalla Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento alla "Giunta regionale giovanile". A firma del Consigliere: Rancan

799 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare la chiusura del servizio notturno di pediatria presso gli Ospedali di Faenza e di Lugo. A firma del Consigliere: Liverani

801 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione della normativa, riguardante gli edifici condominiali, relativa all'installazione di contatori per la misurazione del consumo di calore. A firma del Consigliere: Bignami

802 - Interrogazione a risposta scritta circa l'uscita del Comune di San Lazzaro dall'Unione di Comuni "Valli Savena-Idice". A firma del Consigliere: Bignami

803 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli sanitari e le vaccinazioni riguardanti gli immigrati. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

804 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare i rischi connessi all'utilizzazione di mezzi agricoli. A firma della Consigliera: Gibertoni

805 - Interrogazione a risposta scritta circa la cessazione del servizio di degenza ordinaria del Reparto di Pediatria dell'Ospedale di Lugo. A firma del Consigliere: Bagnari

806 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti il "Programma casa per la transazione e l'avvio della ricostruzione" relativo al sisma. A firma del Consigliere: Rainieri

807 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per incrementare il trasporto ferroviario in occasione di eventi culturali, manifestazioni e spettacoli realizzati sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sassi, Sensoli

808 - Interrogazione a risposta scritta circa la riduzione dei posti letto negli ospedali regionali ed i relativi standard. A firma del Consigliere: Bignami

809 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa riguardante le Zone Franche Urbane e la rimodulazione degli interventi a favore delle popolazioni colpite dal sisma. A firma della Consigliera: Piccinini

810 - Interrogazione a risposta scritta circa progetti riguardanti la centrale idro-termoelettrica del Battiferro. A firma del Consigliere: Mumolo

811 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per agevolare l'accesso al lavoro dei disabili, con particolare riferimento alla deliberazione della Giunta regionale n. 2006/1965. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

813 - Interrogazione a risposta scritta, circa le case residenziali e le residenze sanitarie assistenziali per anziani, con particolare riferimento alla situazione esistente a Imola. A firma del Consigliere: Bignami

814 - Interrogazione a risposta scritta circa la definizione dell'organico dell'Ufficio di supporto dell'AUSL unica della Romagna, e le relative procedure. A firma del Consigliere: Foti

817 - Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche connesse all'immigrazione, con particolare riferimento all'apertura di un centro di accoglienza a Baganzola (PR). A firma del Consigliere: Foti

 

Risoluzioni

 

791 - Risoluzione per invitare la Giunta a porre in essere azioni circa il rilascio di quantitativi d'acqua dalla diga del Brugneto al fine di tutelare le esigenze agricole, ambientali, turistiche ed economiche della Val Trebbia e del territorio piacentino. (18 06 15) A firma del Consigliere: Rancan

800 - Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione europea 2015. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea". (19 06 15)

815 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad opporsi, in ogni sede competente, alla attività di ricerca e sfruttamento di idrocarburi ricadenti entro il limite delle 12 miglia di distanza dalla costa adriatica del territorio regionale. (24 06 15) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Piccinini, Sassi, Gibertoni

816 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad esprimere ferma condanna nei confronti del linguaggio utilizzato dal sindaco di Roma Ignazio Marino nei confronti della Destra italiana, che elegge i propri rappresentanti nelle istituzioni democraticamente e secondo i principi sanciti dalla Costituzione. (24 06 15) A firma del Consigliere: Bignami

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn. :

 

396 - Interrogazione a risposta scritta circa il finanziamento di opere idrauliche sul territorio del Comune di Bondeno. A firma del Consigliere: Fabbri

407 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione di dissesto e le frane causate dal maltempo del 5 e 6 febbraio 2015, con particolare riferimento al territorio del Comune di Predappio. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

416 - Interrogazione a risposta scritta circa l'impugnazione della L. 166/2014, con particolare riferimento alla legittimazione a bloccare la concessione di ricerche per l'estrazione di idrocarburi. A firma del Consigliere: Fabbri

420 - Interrogazione a risposta scritta circa il deflusso Minimo Vitale (DMV) riguardante le derivazioni a scopo irriguo dei corsi d'acqua. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Pompignoli

422 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione di invasi al fine di consentire l'irrigazione nella Val di Nure. A firma del Consigliere: Rancan

430 - Interrogazione a risposta scritta in merito al progetto di asfaltatura dell'Argine Po in località Roncarolo, nel Comune di Caorso, da parte dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPO). A firma del Consigliere: Bignami

433 - Interrogazione a risposta scritta sulla modalità di stoccaggio dei fanghi di escavo del porto di Ravenna e sulla relativa indagine della Procura della Repubblica di Ravenna. A firma del Consigliere: Foti

438 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa alla bonifica dell'area ex Razzaboni di S. Giovanni in Persiceto (BO). A firma dei Consiglieri: Piccinini, Sensoli, Bertani

439 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per ripristinare la viabilità, a seguito di una frana, tra i Comuni di Vergato e Cereglio. A firma del Consigliere: Bignami

441 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela e la valorizzazione della riserva naturale "Isola De Pinedo" (PC). A firma del Consigliere: Foti

454 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per ripristinare la viabilità, a seguito di frane, nelle strade riguardanti Vergato, Cereglio, Grizzana Morandi, Camugnano, Castiglione dei Pepoli, Zocca, Castel di Casio e Castello di Serravalle. A firma del Consigliere: Bignami

468 - Interrogazione a risposta scritta circa la messa in sicurezza dei territori della Bassa Romagna e della Romagna Faentina, con particolare riferimento alle casse di espansione del torrente Senio. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini, Molinari, Bessi, Montalti, Zappaterra, Zoffoli, Poli, Ravaioli

484 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche relative all'afflusso di immigrati nella Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Bignami

506 - Interrogazione a risposta scritta circa la previsione di un coordinamento interforze volto al contrasto della pesca di frodo nel territorio bolognese. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

509 - Interrogazione a risposta scritta circa la revisione della tassazione sui rifiuti, con particolare riferimento alle zone appenniniche del territorio bolognese. A firma del Consigliere: Bignami

519 - Interrogazione a risposta scritta circa una struttura realizzata in adiacenza al Rio Enzola a Bibbiano (RE). A firma del Consigliere: Delmonte

525 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante le Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza, a seguito del superamento degli Ospedali Psichiatrici. A firma del Consigliere: Bignami

539 - Interrogazione a risposta scritta sulle procedure di sicurezza attuate presso la Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza detentive (REMS) di Bologna in relazione all'allontanamento di un internato. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Marchetti Daniele

571 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla convenzione, per l'ospitalità delle partorienti del comprensorio di Porretta Terme, con un hotel vicino all'Ospedale Maggiore, a seguito della chiusura del punto nascita dell'Ospedale di Porretta Terme. A firma del Consigliere: Taruffi

595 - Interrogazione a risposta scritta circa l'accoglienza di immigrati in una struttura sita a Cona (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

597 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche causate da un passaggio a livello sito a Bazzano, in via Castelfranco. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

606 - Interrogazione a risposta scritta sul fenomeno dell'arrivo di minori albanesi nella provincia di Bologna e sui costi a carico delle ASP per il loro mantenimento, con particolare riferimento all'ASP di Imola. A firma del Consigliere: Bignami

607 - Interrogazione a risposta scritta sul servizio di biglietteria presso la stazione ferroviaria di Castelfranco Emilia. A firma della Consigliera: Gibertoni

608 - Interrogazione a risposta scritta sui migranti, provenienti dalla Libia, censiti in Emilia-Romagna dall'inizio delle operazioni "Mare Nostrum" e "Triton". A firma del Consigliere: Fabbri

611 - Interrogazione a risposta scritta sulla gestione dei fondi comunitari e nazionali erogati per l'accoglienza, sul costo del programma SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e sul progetto "Hub" di accoglienza ai minori presentato dal Comune di Bologna al Ministero degli Interni. A firma del Consigliere: Bignami

624 - Interrogazione a risposta scritta sui risultati raggiunti e da raggiungere sul territorio regionale circa il Piano nazionale Garanzia Giovani. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani

632 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni inerenti l'attività dell'Assessore regionale all'agricoltura. A firma del Consigliere: Bignami

635 - Interrogazione a risposta scritta circa gli effetti della cessazione della cassa integrazione in deroga nel territorio regionale. A firma del Consigliere: Foti

641 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per sostenere e tutelare le attività dei piccoli produttori di piadina romagnola, con particolare riferimento ai chioschi ed alle aziende agrituristiche. A firma dei Consiglieri: Bertani, Gibertoni, Sensoli

650 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare in relazione alla cessazione degli ammortizzatori sociali in deroga. A firma della Consigliera: Gibertoni

655 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante la Fondazione "Giacomo Venezian 1639". A firma del Consigliere: Bignami

679 - Interrogazione a risposta scritta circa la fornitura di libri di testo scolastici. A firma del Consigliere: Bargi

(Comunicazione n. 12 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2015/1246 del 24/06/2015)

 

 

LE PRESIDENTI

IL SEGRETARIO

Saliera - Soncini

Torri

 

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