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91.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 27 LUGLIO 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2881

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, Unioni, fusioni e incorporazioni di Comuni» (40)

(Esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 2881/1 oggetto 3017 - Presentazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 2881/2 oggetto 3018 - Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Daniele (LN)

BERTANI (M5S)

BIGNAMI (FI)

TARUFFI (SEL)

BIGNAMI (FI)

FOTI (FdI)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SEL)

BERTANI (M5S)

BERTANI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

BIGNAMI (FI)

TARUFFI (SEL)

CALVANO (PD)

BERTANI (M5S)

BIGNAMI (FI)

FOTI (FdI)

PRUCCOLI (PD)

FABBRI (LN)

PETITTI, assessore

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

BERTANI (M5S)

BERTANI (M5S)

BERTANI (M5S)

BERTANI (M5S)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SEL)

BERTANI (M5S)

TARUFFI (SEL)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 2885

Delibera: «Reg. (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli. Aiuti nel settore dell’apicoltura. Approvazione del Programma triennale 2017-2019 e stralcio annuale 2016-2017.» (Proposta della Giunta regionale in data 4 luglio 2016, n. 1049) (90)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

MARCHETTI Francesca (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 3001

Risoluzione per impegnare la Giunta a partecipare all’audizione dei comitati della Val d’Arda in sede di commissione competente relativamente all’utilizzo del “Carbonext” nel cementificio sito in località Mocomero del Comune di Vernasca (PC). A firma dei Consiglieri: Rancan, Foti, Molinari, Taruffi, Tarasconi, Sassi, Bignami

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

RANCAN (LN)

MOLINARI (PD)

 

OGGETTO 1534

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché la fattispecie penale dell’apologia del fascismo venga integrata prevedendo la vendita e la diffusione di beni, gadget o oggetti recanti immagini del regime fascista e nazista attivandosi inoltre affinché il reato di apologia del fascismo venga inserito nel codice penale, consentendo in tal modo la repressione dei reati specifici ad esso relativi. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Calvano, Caliandro, Marchetti Francesca, Mori, Poli, Mumolo, Lori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Tarasconi, Boschini, Alleva, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, Pruccoli, Bessi, Bagnari, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Paruolo, Campedelli

(Continuazione dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

ROSSI Nadia (PD)

POMPIGNOLI (LN)

ROSSI Nadia (PD)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 469

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare iniziative pubbliche volte a commemorare il genocidio degli Armeni, promuovere la conoscenza dei relativi fatti storici e la cultura della pace, della democrazia e dell’autodeterminazione dei popoli, ribadendo inoltre nelle sedi opportune come il riconoscimento da parte della Turchia di tale genocidio costituisca conditio sine qua non per l’ingresso della stessa nella UE. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 2813

Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere progetti di approfondimento storico e di divulgazione del genocidio del popolo armeno. A firma dei Consiglieri: Alleva, Prodi, Ravaioli, Montalti, Torri, Taruffi

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 3007

Risoluzione per esprimere condanna al tentato golpe in Turchia e a chiedere alle istituzioni italiane ed europee che si esprimano contro la sospensione dello stato di diritto, impegnandosi, altresì, a mettere in campo tutte le azioni possibili per ripristinare lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani in Turchia. A firma dei Consiglieri: Montalti, Pruccoli, Caliandro, Taruffi, Torri, Mumolo, Prodi, Tarasconi, Zoffoli, Mori, Rossi Nadia, Cardinali, Zappaterra, Boschini, Marchetti Francesca, Poli, Bagnari

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

ALLEVA (Altra ER)

MONTALTI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 2881 - 1534

Emendamenti oggetti 2881 - 3018

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,29

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la novantunesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio Bianchi, Andrea Corsini, Palma Costi, Raffaele Donini, Paola Gazzolo, Sergio Venturi e la consigliera Ottavia Soncini.

 

OGGETTO 2881

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, Unioni, fusioni e incorporazioni di Comuni» (40)

(Esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordine del giorno 2881/1 oggetto 3017 - Presentazione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 2881/2 oggetto 3018 - Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Riprendiamo i lavori con l’esame dell’articolato dell’oggetto 2881.

Sull’oggetto 2881 abbiamo quarantaquattro proposte di emendamento: undici a firma del consigliere Foti; tre a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli e Bargi; tredici a firma del consigliere Bertani; tre a firma del consigliere Taruffi; tredici a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, un subemendamento a firma dei consiglieri Daniele Marchetti ed altri.

Inoltre, abbiamo due ordini del giorno: il 2881/1 (oggetto 3017), a firma del consigliere Bertani e il 2881/2 (oggetto 3018), a firma dei consiglieri Taruffi e Foti sul quale insiste una proposta di emendamento a firma dei consiglieri Torri e Mori.

Possiamo procedere con l’articolato. Nomino scrutatori le consigliere Prodi, Mori e Piccinini.

Passiamo all’esame dell’art. 1 (Finalità della legge).

Sull’art. 1 insistono due emendamenti: l’emendamento 14, a firma del consigliere Daniele Marchetti ed altri; l’emendamento 29, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

Apro il dibattito generale congiunto sull’articolo e sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. Intervengo per illustrare l’emendamento 14, che insiste sull’articolo 1. Chiediamo di inserire il fatto che si rispetti la volontà popolare. Questo perché, secondo noi, è fondamentale inserire nelle finalità della legge anche questo principio, perché così com’è adesso il testo dice che la presente legge, in armonia con le disposizioni della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13, introduce norme per favorire i percorsi di Unione e fusione tra Comuni, rimuovendo gli ostacoli che rallentano i processi associativi.

Noi non vorremmo che all’interno di questi cosiddetti ostacoli che rallentano i processi associativi rientri anche la volontà popolare dei cittadini. Dopo queste parole, chiediamo di inserire “fatto salvo il rispetto della volontà popolare”, giusto per ribadire e mettere nero su bianco nei principi di questa legge anche questo concetto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Non ho altri iscritti in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto congiunte su articolo ed emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Chiedo innanzitutto la votazione elettronica.

Noi siamo a favore di questo emendamento, perché, purtroppo, dai discorsi che si sono sentiti anche oggi in Aula, sembra che la volontà popolare possa essere interpretata come un ostacolo alle fusioni. Il tema è questo. A noi sembra che si vada verso questa direzione. È importante ribadire che la volontà popolare deve essere ascoltata e non va interpretata come ostacolo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Rilevo una difficoltà in termini di accordo politico. Nel mio intervento di oggi in Aula ho significato l’esigenza di recepire una richiesta. Prendo l’esempio della Provincia di Bologna, chiedendo scusa ai colleghi che non sono dall’Area metropolitana bolognese: la popolazione di un Comune dice di no, e gli altri dicono di sì. Avevamo chiesto un elemento di valutazione, di cui l’assessore Petitti si è fatta carico, che consentisse un rientro nelle sedi deliberative del Consiglio comunale, con una maggioranza di due terzi.

In questa ridda di emendamenti non vedo questo. Chiedo scusa, forse mi sarò distratto, ma vedo tutte le ipotesi del mondo, se il Comune vota in un modo e la gente in un altro, il Consiglio in un modo, i sindaci e via dicendo, ma non trovo questo.

Nella banalità, nella semplicità della mia affermazione, se la popolazione di un Comune vota no si torna in Consiglio comunale di quel Comune che deve essere approvato dai due terzi. Questo nei Comuni sotto i quindicimila abitanti, perché il Consiglio comunale può essere stato eletto con una maggioranza minoritaria.

Prendiamo degli esempi, parlo di casa mia: Camugnano, realtà non omogenea al PD, il Consiglio comunale è stato eletto con il 35 per cento dei voti e ha due terzi dei consiglieri. Monterenzio, casa vostra, il Consiglio comunale è stato eletto con il 37 per cento dei voti e ha due terzi dei consiglieri. La richiesta che avevo formulato anche in sede politica era: chiediamo che laddove vi sia un’espressione di contrarietà dei cittadini la nostra posizione è che esca dal processo di fusione, la vostra posizione è che si vada avanti.

C’è stato – chiamo a buon testimone l’assessore Petitti – un incontro in cui noi abbiamo dismesso le armi dell’ostruzionismo dicendo che quel Comune torna in Consiglio comunale. Si discuteva dei due terzi, si discuteva dei tre quarti, ma quel Comune torna in Consiglio comunale, non che si fermi il processo di fusione, ma quel Comune torna in Consiglio comunale. Io non la trovo questa ipotesi tra gli emendamenti. Chiedo dov’è questa ipotesi, perché io ho raccolto con grande attenzione l’invito dell’assessore Petitti, della maggioranza a incontrarci, a parlare. Ho dimostrato, presidente Bonaccini – mi rivolgo a lei in qualità di garante – buona volontà non presentando prima gli emendamenti, perché avrei potuto scaricare duecento emendamenti, tenerli lì e poi dopo, mano a mano, li ritiravo, ho detto “pacta sunt servanda”, ma non lo vedo questo emendamento da parte della Giunta o della maggioranza. Dov’è? Se c’è bisogno di recuperarlo, chiedo una sospensione con la convocazione dei Capigruppo, perché era un accordo. Non me lo sono inventato. Non sto dicendo che vogliamo bloccare la legge. La maggioranza ha il diritto-dovere di attuare il suo programma. Noi non vogliamo bloccarlo. C’è stata una valutazione politica in cui si è parlato dei Comuni sotto i quindicimila abitanti. Questo a dimostrazione anche della buonafede, perché sopra i quindicimila c’è il ballottaggio, la maggioranza vince e chi vince governa. Spesso capita che siate voi, ma la volontà popolare è sovrana. Nei Comuni sotto i quindicimila abitanti dove uno può vincere anche con il 25 per cento, l’ho detto oggi e mi scuso se mi ripeto, la proiezione consiliare non corrisponde perché uno con il 25 per cento ha i due terzi dei voti. Votano la delibera di fusione, la gente dice no, i colleghi del Movimento 5 Stelle dicono che dobbiamo uscire dal processo di fusione, la Lega dice che dobbiamo uscire dal processo di fusione, anche noi lo diciamo, però è giusto che la maggioranza rispetti i patti.

L’assessore Petitti ha detto che non ci possiamo bloccare – non lo condivido, ma ci sta – e si è trovata una mediazione, ovvero che in quei Comuni la cui gente si sia espressa contro la fusione in sede referendaria sotto i quindicimila abitanti si torna in Consiglio comunale. Poi ve lo riapprovate, perché, se vogliamo dirla tutta, i due terzi dei voti sono i consiglieri più il sindaco. Non cambia niente, non è che io sia nato ieri: due terzi dei voti sono i consiglieri più il sindaco. Tuttavia, c’era un accordo politico e io l’emendamento non lo vedo. Dov’è? Se bisogna recuperarlo, chiedo gentilmente una convocazione dei Capigruppo.

Se invece mi si dice che l’emendamento non c’è, va bene, però poi dopo so come comportarmi.

Vorrei capire dov’è l’emendamento. Tutto qua.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Come ho detto questa mattina, anche sulla base delle considerazioni che faceva adesso il consigliere Bignami, abbiamo cercato di mettere insieme, attraverso l’emendamento che ha avuto più stesure proprio perché ci abbiamo lavorato anche in mattinata, di tenere insieme le cose che ci siamo detti. Cosa ci siamo detti qui, in Commissione e anche a latere dei lavori della nostra Assemblea e della Commissione? Nella misura in cui esiste una situazione diversa tra l’espressione del voto popolare, complessivamente inteso, e l’espressione dei cittadini di ogni singolo Comune, facendo il caso concreto della maggioranza di cittadini che va in una direzione ed esprime parere favorevole, la maggioranza dei Comuni singolarmente presi, quindi i cittadini dei Comuni singolarmente presi esprimono un parere contrario al processo di fusione, ci siamo detti, anziché lasciare nell’incertezza e nella discrezionalità dell’Assemblea il prosieguo del percorso, descriviamolo e mettiamoci un punto.

Il punto che abbiamo messo, seguendo gli incontri intercorsi, è stato: torniamo nei Consigli comunali, chiediamo l’espressione del parere dei Consigli comunali e chiediamolo – e su questo credo che possiate tutti riconoscere la mia buona volontà – a una maggioranza qualificata, che non sono, per i Comuni inferiori ai quindicimila abitanti, i due terzi, perché ha ragione il consigliere Bignami, corrispondono, di fatto, al sindaco più la maggioranza assegnata dalle urne, ma una maggioranza che sia i tre quarti, come trovate nell’emendamento.

Questo vuol dire, tradotto in parole semplici, che si chiede una condivisione o meno e per poter andare avanti è indispensabile il parere favorevole di una maggioranza che non corrisponda alla semplice maggioranza di quel singolo Consiglio comunale, ma ad una platea che comprenda anche le opposizioni. Questo è stato il punto sul quale abbiamo lavorato.

Se c’è stato un equivoco…

 

(interruzioni)

 

No, c’è. Nell’emendamento 42, leggo testualmente…

 

PRESIDENTE (Saliera): Vi ricordo che siamo in dichiarazione di voto.

 

TARUFFI: Siccome c’era una questione generale, ritenevo utile dare una risposta di valutazione generale. Nell’emendamento diciamo esattamente questo. Nella misura in cui ci sono situazioni discordanti, invece che lasciare la libertà all’Assemblea di proseguire, lo chiediamo ai Consigli comunali e lo chiediamo con i tre quarti. Questo è quello che abbiamo elaborato.

Se poi è necessario fare una Conferenza dei Capigruppo per approfondire questo aspetto, facciamola pure.

 

BIGNAMI: Io chiedo una Conferenza dei Capigruppo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Chiedo una sospensione. Se tutti siamo d’accordo, sospendiamo venti minuti e risolviamo la questione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Non è necessario votare. Se non ho osservazioni, sospendo per venti minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Prima di sospendere, vorrei intervenire sull’ordine dei lavori.

La terza stesura dell’emendamento 42 non è arrivata dopo la chiusura della discussione generale. Noi a pranzo abbiamo chiuso la discussione generale. Ho questo dubbio. Vorrei che mi fosse chiarito.

 

PRESIDENTE (Saliera): Non era ancora stata aperta la discussione sull’articolato. Credo sia utile anche per questo motivo la sospensione. Ci rivediamo tra venti minuti in Aula.

 

(La seduta, sospesa alle ore 15,44, è ripresa alle ore 16,50)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo i nostri lavori.

La Conferenza dei Capigruppo ha trovato un accordo sulla prosecuzione dei lavori anche oltre le ore 20 per la votazione della risoluzione, che è stata chiesta in Conferenza dei Capigruppo, sulla Carbonext, la discussione della risoluzione sulla vendita e diffusione di gadget recanti immagini del regime fascista e nazista e la votazione delle risoluzioni su armeni e Turchia. Questo è stato l’accordo raggiunto in Conferenza dei Capigruppo.

Riprendiamo con le dichiarazioni di voto sull’articolo 1 e sugli emendamenti 14 e 29. Non avendo nessun iscritto in dichiarazione di voto, metto in votazione, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi, l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli e Bargi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

40

Assenti

 

10

Votanti

 

39

Favorevoli

 

12

Contrari

 

27

Astenuti

 

0

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 14 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 29, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 29 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 1 è approvato.

Prima dell’art. 2, abbiamo l’emendamento 30, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, che istituisce un nuovo articolo.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 30, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 30 è respinto.

Passiamo all’esame dell’art. 2.

Sull’art. 2 non insistono emendamenti.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 2 è approvato.

Prima dell’art. 3, abbiamo l’emendamento 15, a firma del consigliere Bertani, che istituisce un nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Questo emendamento chiede di aprire la possibilità anche alla fusione di Comuni contermini che ad oggi, però, siano su province diverse. Questo perché con il tema delle Aree vaste le Province tendono a essere superate, ed è quello che succederà qualora dovesse passare il referendum costituzionale. Ovviamente, il processo non sarà semplice, tuttavia, proprio perché a norma dell’articolo 133 della Costituzione si configura anche la variazione dei confini provinciali, deve essere contemplata anche questa possibilità all’interno della legge.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Non essendovi altri iscritti in discussione generale, la dichiaro chiusa.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15, a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 15 è respinto.

Passiamo, allora, all’istituzione di un nuovo articolo tramite l’emendamento 31 a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 31, a firma dei consigliere Bignami e Aimi, che istituisce un nuovo articolo.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 31 è respinto.

Passiamo all’esame dell’art. 3.

Sull’art. 3 insistono sette emendamenti: emendamento 27 a firma del consigliere Taruffi; emendamento 7 a firma del consigliere Foti; emendamento 10, a firma del consigliere Foti, emendamento 6, a firma del consigliere Foti, emendamento 32 a firma dei consiglieri Bignami e Aimi; emendamento 16, a firma del consigliere Bertani; emendamento 44, a firma del consigliere Bertani.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole, ovviamente, all’emendamento 27 e all’emendamento 6 del consigliere Foti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo per illustrare l’emendamento 44.

Prima richiamavamo la questione dello studio di fattibilità. Ebbene, all’articolo 8, commi 5 e 6, così come sono scritti, si prevede che la relazione di accompagnamento al progetto di legge debba indicare la sussistenza dei presupposti. Quindi, a nostro avviso, bisogna spiegare che deve essere conforme al riordino territoriale e che devono esserci indicazioni di natura demografica, socioeconomica, patrimoniale e finanziaria. Inoltre, si chiede venga aggiunta una sorta di sostenibilità economico-finanziaria. Realizzando questo tipo di fusione veloce, infatti, questa parte viene saltata. Quindi, chiediamo che sia inserito il riferimento all’articolo 8, commi 5 e 6, quando la Giunta va a presentare il progetto di legge all’Assemblea legislativa.

L’altro emendamento, invece, è proteso a garantire che vengano ascoltati i cittadini in entrambe le casistiche. Quindi, se il referendum ha esito negativo, noi chiediamo che i Consigli comunali ne prendano atto e blocchino il processo di fusione; viceversa, se il referendum ha esito positivo, stante quanto stabilito dall’articolo proposto, i Consigli comunali potrebbero rimanere inerti e non mandare avanti ciò che i cittadini richiedono, cioè la fusione. Quindi, chiediamo che in tal caso l’Assemblea legislativa si faccia portavoce di quei cittadini che, invece, vogliono la fusione e la portino avanti in Consiglio regionale, qualora i Consigli comunali rimangano inerti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Non avendo altri consiglieri iscritti in dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 27, a firma del consigliere Taruffi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 27 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 7 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 10 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma del consigliere Foti.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 6 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 32, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 32 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 16, a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 16 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 44, a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 44 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 4.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 5.

Sull’art. 5 insistono dodici emendamenti: l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 17, a firma del consigliere Bertani; l’emendamento 4, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 2, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 33, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi; l’emendamento 18 (seconda stesura), a firma del consigliere Bertani (sostituisce l’emendamento 18, prima stesura); l’emendamento 12, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli, Bargi; il subemendamento 43 che insisteva sull’emendamento 42, a questo punto decaduto, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli, Bargi ed altri; l’emendamento 42, che è superato (per seconda stesura); l’emendamento 42 (terza stesura), a firma del consigliere Taruffi; l’emendamento 3, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 13, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli, Bargi; l’emendamento 19, a firma del consigliere Bertani.

Apro il dibattito generale sull’art. 5 e sugli emendamenti.

Prego, consigliere Bertani.

 

BERTANI: Direi che qui andiamo al cuore della legge e alla differenza di visioni che ci sono fra di noi.

Con l’emendamento 18 seconda stesura, proponiamo che, come è stato fatto in Regione Lombardia, secondo noi correttamente, prevalga il pronunciamento della popolazione, quindi “sentite le popolazioni”. Se dunque la popolazione di un Comune dice di no alla fusione, la fusione non si fa, perché se noi chiediamo un parere ai cittadini, quel parere va ascoltato: non è un sondaggio, è un referendum. Quello che noi proponevamo è di salvare comunque il procedimento, per alcune considerazioni che sono state fatte. Il rischio, infatti, è che un piccolo Comune interrompa un processo di fusione di Comuni più grandi. Questo è un rischio, la fusione di per sé non è un male; quello che noi chiedevamo, anche aprendo un ragionamento un po’ più ampio, è di permettere ai Comuni più grandi di fondersi comunque. Questo è quanto contenuto nel nostro emendamento 18.

Faccio un commento anche sull’emendamento 42, che non è più un emendamento ma è diventato un algoritmo, e per questo ribadisco la nostra critica a questo metodo. Avete voluto fare di corsa e abbiamo perso un’ora questa mattina, un’ora oggi pomeriggio e forse ne avete perso un’altra in pausa pranzo, per decidere, cambiare, modificare, trovare la quadra. Alla fine è venuto fuori un algoritmo che è più lungo della legge che esisteva precedentemente. A noi così non piace, è troppo complesso; sembra una scappatoia, in tutti i modi, per andare contro l’espressione dei cittadini, perché tutte le volte che appare un no, qui mettiamo delle clausole per dire “avete detto no, però troviamo una scappatoia”. Siccome è un algoritmo per vincere sempre, noi su questo votiamo convintamente no.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Prego, consigliere Daniele Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente. A fronte della confusione che si è creata per via della fretta, come diceva poc’anzi il consigliere Bertani, dato che a mio avviso non c’era tutta questa urgenza di portare avanti questo progetto di legge, si poteva trovare la maniera per approvare quel che si voleva approvare in altri modi, senza andarci ad incartare in tutti questi passaggi, in tutti questi sistemi complessi, che di volta in volta che ci andavamo a mettere le mani, si sono complicati sempre di più.

Noi manteniamo la nostra proposta, ovvero quella con cui diciamo che nel momento in cui i cittadini di un Comune si esprimono contro il progetto di fusione, quel procedimento si deve bloccare. In un secondo momento, se i Comuni che hanno votato a favore vorranno andare avanti, avvieranno un altro processo di fusione. Inizialmente avevamo valutato anche noi la proposta che ha illustrato il consigliere Bertani, di prevedere una via più breve per quei Comuni contigui che si esprimono favorevolmente, però abbiamo valutato in un secondo momento che dal punto di vista legislativo e tecnico sarebbe stato abbastanza complesso e complicato da portare avanti. Comunque, ciò non toglie che due Comuni, anche in un secondo momento, possano presentare un altro progetto di fusione, separato dal primo che viene bocciato.

Noi quindi rimaniamo sulla nostra posizione. Quando i cittadini di un Comune si esprimono contro, quel processo si deve fermare. Questo è quello che vogliamo inserire con l’emendamento 12. Mi dispiace un po’, perché anche per quanto riguarda l’emendamento del consigliere Taruffi, si è cercato fino all’ultimo di trovare la quadra, ci siamo sentiti diverse volte. Riconosco comunque la sua correttezza nel confrontarsi col sottoscritto, però, come ho detto all’inizio del mio intervento, la fretta porta questo. Credo quindi che d’ora in poi dovremo prestare molta più attenzione, anche perché sono temi delicati, credo che tutti quanti noi lo riconosciamo, e gestire questo in questa maniera è sostanzialmente impossibile. Diventa proprio difficile, anche dal mio punto di vista – sono stato nominato relatore di minoranza – gestire le varie trattative con i singoli consiglieri e gli emendamenti che arrivano all’ultimo, tra l’altro, emendamenti complessi che per capirli e comprenderli bisogna leggerli due, tre volte, farsi degli schemi.

Io ammetto che per capire dalla prima versione della legge a seguire tutti gli emendamenti, di volta in volta, dovevo farmi degli schemi per capire come andassero avanti le diverse casistiche. Credo che questa sia la dimostrazione che non è assolutamente il modo di operare, quindi noi andiamo avanti per la nostra strada e diciamo che una volta che un Comune vota contro, quel procedimento si deve fermare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Prego, consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente. Esprimiamo la nostra contrarietà rispetto a questa ulteriore stesura di un emendamento che è lontanissimo dagli accordi intercorsi, e in questo senso esprimiamo profondo rammarico per l’inattendibilità e l’inaffidabilità degli interlocutori che sono intervenuti in questa trattativa, che evidentemente hanno una visione degli accordi assunti molto distante da quella che dovrebbe essere la realtà.

Da legislatore, quali noi tutti siamo, questa norma è ripugnante, perché non si capisce assolutamente niente, e in tal senso non ci sentiamo assolutamente garantiti dall’emendamento che è stato annunciato all’ordine del giorno collegato all’oggetto 2881, che vorrei leggere insieme a voi: “Impegna la Giunta a presentare, durante il Pdl collegato al bilancio di previsione 2017, una proposta di modifica della legge regionale 24/1996, per acquisire l’espressione non vincolante da parte degli organi istituzionali del Comune nel quale il referendum parere negativo”. È evidente che non è un emendamento, è altro. Ma non è neanche italiano, è altro.

Conseguentemente si fa fatica a conferire credibilità a un processo di creazione legislativa o anche di questa “cosa” in un’ottica di collaborazione reciproca. Tanto più che abbiamo cercato di seguire la scia del ragionamento della maggioranza fin dove ci è stato possibile. Dico, allora, con grande chiarezza che, se la maggioranza ha dei problemi, è meglio che li risolva al proprio interno, non che parli con la destra nel tentativo di far sponda per risolvere i propri, mettendo in bocca a noi parole che non abbiamo proferito.

Pertanto, pur lasciando correre i lavori assembleari nella direzione di una celere conclusione, non solo esprimo rammarico, ma dico – per quel che conta – che sul collegato al bilancio di previsione saremo molto attenti, ma se sul collegato al bilancio di previsione non c’è qualche cosa che richiama questa roba, perché questa non è scritta in italiano, chiedo a quei signori – se possono ascoltarmi – di verificare gentilmente il lessico e la grammatica di questo emendamento, che sono completamente assenti. Vi invito a leggere l’emendamento 2 presentato all’ordine del giorno collegato all’oggetto 2881, in quanto è ictu oculi del tutto illeggibile. D’altronde, scrivere “l’espressione non vincolante da parte degli organi istituzionali del Comune nel quale il referendum parere negativo” rappresenterebbe, secondo voi, la salvaguardia di un accordo politico assunto con le forze di centrodestra.

Va bene tutto, ma di farci prendere in giro non abbiamo alcuna intenzione, perché non prendete in giro i consiglieri del Gruppo di Forza Italia o nella misura in cui si sentono presi in giro gli altri colleghi del centrodestra, ma prendete in giro quelle decine e decine di migliaia di persone che, credendo ancora nelle Istituzioni, sono andate a votare, facendo parte di quel 30 per cento circa che è andato a votare e che evidentemente, con questi comportamenti, inevitabilmente allontanate dalla politica e dalla partecipazione alle Istituzioni democratiche. Inizio a dare ragione a chi non crede più in queste forme istituzionali di partecipazione perché, se questi sono gli esiti, evidentemente hanno ragione loro.

La mia non è una dichiarazione di principio, perché chiuderanno i lavori dell’Aula, ma a settembre, avendo già a disposizione il calendario dei lavori iscritti, se non si cambia registro saranno lavori molto lunghi e molto perigliosi, molto lunghi e molto perigliosi. Se questa volta avete in qualche modo ottenuto il risultato – e ho ribadito in Conferenza dei Capigruppo il nostro nullaosta al prosieguo rapido dei lavori e alla loro celere conclusione –, se questa volta abbiamo garantito, per una reciproca cordialità, il prosieguo dei lavori, nelle prossime occasioni questo non si verificherà. Vedo che è rientrato il sottosegretario Andrea Rossi, per cui ne approfitto per pregarlo di leggere l’emendamento per valutare se in italiano scorre, perché questo è un impegno che lui si sta assumendo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Parto dall’ultimo aspetto, visto che è quello che contiene diverse importanti questioni. Nel testo dell’emendamento c’è un errore evidente, e di questo chiedo venia. È stato scritto cercando di dare un contributo alla ripresa dei lavori, per cui è stato messo giù velocemente per non allungare ulteriormente i lavori dell’Aula, e da ciò è scaturito un errore nella parte finale del testo. Mi sembra comunque abbastanza chiaro ciò che si voleva intendere, anche se rimane il fatto che è stato scritto male, non è stato scritto in un italiano leggibile, come sottolineato dal consigliere Bignami.

Fatta questa doverosa premessa, vorrei mettere le cose in fila, perché io credo di essere una persona abbastanza seria, credo di essere una persona che ha dimostrato disponibilità e credo di essere una persona che ha fatto di tutto – e lo dico guardando uno per uno gli interlocutori con i quali in queste settimane e in questi giorni ci siamo confrontati – per trovare un punto d’accordo. L’ho fatto in buonafede, l’ho fatto cercando di metterci tutto l’impegno possibile, date le condizioni nelle quali stavamo lavorando.

Poiché questo è uno degli aspetti più importanti del provvedimento, credo che nei rapporti che intercorrono tra consiglieri regionali il rispetto non debba mai mancare. Io non sono solito mancare di rispetto né facendo allusioni né prendendo in giro gli altri. Lo ribadisco, chiedo venia per l’italiano con cui è stato scritto questo emendamento, comunque ciò è avvenuto al termine di una giornata in cui, a differenza di quello che qualcuno simpaticamente ha definito come una perdita di tempo, il sottoscritto ha cercato per tutto il giorno, anche durante i lavori d’Aula, di trovare una mediazione. Io non interpreto i lavori d’Aula come un mero atto notarile: si viene qua e si alza o si abbassa la mano a seconda di come siamo posizionati in Aula a prescindere. Siccome la discussione di questa mattina, come le discussioni che sono intercorse nelle Commissioni, meritava di essere approfondita e meritava tutti gli sforzi necessari per arrivare a un accordo, considerato che stiamo parlando di un passaggio importante per le fusioni di Comuni, durante tutta questa giornata – lo dico guardando tutti – ho cercato continuamente di arrivare al migliore accordo possibile.

Se questo sforzo non è stato apprezzato, me ne dispiaccio. Se ha prodotto un risultato che non è ritenuto sufficientemente positivo, me ne dispiaccio. Tuttavia, vorrei che focalizzassimo la nostra attenzione su un punto. L’emendamento 42, un po’ svillaneggiato o deprezzato, introduce alcuni criteri che rendono più chiaro l’atteggiamento che l’Assemblea dovrà tenere, nei confronti delle fusioni che verranno, nell’interpretazione dei risultati dei referendum che avremo di fronte. Questo è quanto trovate scritto chiaramente nella proposta emendativa. Certo, bisogna avere la gentilezza di leggere con calma i vari dispositivi. Ad ogni modo, ci siamo dati uno strumento che, alla fine, è più chiaro e garantisce meglio e di più le popolazioni e i Comuni interessati. Questo è quello che abbiamo fatto. Questo è lo sforzo che, come relatore, ho cercato di portare avanti. Forse il risultato non sarà il migliore dei risultati possibili, ma è sicuramente un risultato che ci fa compiere un passo avanti rispetto a dove eravamo prima.

Sono decodificate alcune casistiche, alcuni casi di specie che prima erano lasciati totalmente alla libera interpretazione dell’Assemblea, per cui domani mattina un sindaco, un consigliere o un assessore che prenderà in mano la questione e avvierà il processo di fusione avrà a disposizione una declaratoria più chiara rispetto all’atteggiamento che l’Assemblea dovrà assumere nella valutazione del referendum, che, consigliere Bertani, è strumento consultivo. Il referendum è uno strumento consultivo. Io ho la massima considerazione della volontà espressa dai cittadini, però non mi sfugge che si tratta di un referendum consultivo e che la potestà legislativa rimane in capo all’Assemblea. Pertanto, nella declaratoria sono previsti alcuni casi di specie, che si riassumono fondamentalmente in tre esempi. Il primo, quando la maggioranza dei cittadini coinvolti si esprime in un modo e la maggioranza dei Comuni, singolarmente presi, si esprime in un altro, si torna nei Consigli comunali chiedendo l’espressione di una maggioranza qualificata che comprenda anche l’opposizione. Lo dico chiaramente. Il secondo, quando la maggioranza dei Comuni e la maggioranza dei cittadini si esprime in una direzione, si va avanti. Il terzo, quando c’è una situazione di incertezza legata a una situazione di parità, ovvero due Comuni si esprimono a favore e due contro, e la maggioranza dei cittadini dice di sì o di no, si torna nei Consigli comunali. Io penso che stiamo dando più garanzie, non meno garanzie, ai cittadini e ai Consigli comunali.

È stato il frutto di un lavoro articolato, complesso e per certi aspetti anche difficoltoso – non lo nego – ma è un risultato che io credo potremmo e dovremmo rivendicare come apprezzabile.

Con riferimento all’accordo politico richiamato più volte dal consigliere Bignami, faccio innanzitutto presente che non è la prima volta che il consigliere Bignami definisce poco credibili gli interlocutori, specie quando è il sottoscritto a parlare. Tuttavia, dall’incontro a cui lui fa riferimento ho dedotto che era fondamentale, perché ne sono convinto anch’io, coinvolgere nella valutazione per proseguire nei procedimenti, qualora l’esito del referendum fosse controverso, le opposizioni dei Consigli comunali. E su questo mi sono battuto, in una discussione che non è stata semplice. Penso che qua dentro sia stato inserito questo principio e penso che sia – lo dico sinceramente – merito di tutti.

Non è sufficiente? L’ordine del giorno, non scritto in italiano, ma che adesso correggerò, errore per il quale chiedo nuovamente venia, introduce un elemento, di cui in Conferenza dei Capigruppo abbiamo discusso, alla presenza del sottosegretario, che credo possa comprendere un’altra parte delle preoccupazioni e delle richieste formulate dal consigliere Bignami.

Questo abbiamo fatto. Dopodiché, se non è sufficiente, non posso che rammaricarmene. Tuttavia, penso che il testo che esce dai lavori odierni sia migliore rispetto a quello originario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliere Calvano, prego.

 

CALVANO: Grazie, presidente. L’intervento del collega Bignami mi ha stimolato a intervenire in questo confronto, per provare anche a mettere a valore alcuni aspetti, altrimenti credo che facciamo un torto a noi stessi.

Questa è un’Assemblea legislativa, non è solo un’Assemblea deliberativa. A volte è anche solo deliberativa, ma questa è un’Assemblea legislativa e penso che oggi stiamo provando a essere davvero legislatori. Lo dico perché in una discussione importante, come quella di questo progetto di legge, abbiamo deciso di utilizzare l’Aula anche per provare a trovare ulteriori elementi di mediazione che magari non erano emersi durante i lavori di Commissione. Mi sento di dire che questo è un valore aggiunto per questa Assemblea. Non è una cosa usuale. Credo fosse più usuale, a fronte di quello che veniva fuori dalle Commissioni, dire, innanzi a una richiesta di riapertura del dibattito, che è stato già discusso in Commissione e che quello è il testo. Invece, questa volta si è deciso di sospendere i lavori, di ritrovarsi, di non darsi neanche troppa fretta per consentire sia un confronto all’interno dei Gruppi, anche all’interno del nostro, che è molto numeroso, sia un confronto più ampio fra i Capigruppo. E anche questa non è una consuetudine. È una procedura che si è voluto seguire e che credo dia ulteriore valore alla nostra Assemblea e anche al ruolo che ognuno di noi ricopre. Credo che anche l’ulteriore mediazione che si è provata a raggiungere, scritta bene o scritta male, abbia valore. Poi, sappiamo molto bene che le norme hanno un elemento che le caratterizza, che è la ratio. Quando studiamo le norme – e lo sa chi meglio di me fa l’avvocato – è ovvio che andiamo a ricercare la ratio che si nasconde dietro le norme stesse. E nell’emendamento presentato dal collega Taruffi credo che ci sia una ratio molto chiara: il testo così come è scritto non soddisfa pienamente le richieste avanzate dall’opposizione, tuttavia, siccome non vogliamo essere preclusivi rispetto a un ulteriore approfondimento da svolgere, introduciamo un impegno, messo nero su bianco, in un progetto di legge, che ci sarà certamente perché è collegato al bilancio, a rivedere quella normativa o, meglio, a specificarla ulteriormente.

Credo che anche questo tipo di impegno, messo nero su bianco, che certamente può essere scritto meglio, sia non usuale, e abbiamo deciso di assumerlo nella logica di una dialettica tra maggioranza e opposizione che, soprattutto su alcune questioni, vuole essere una dialettica che porti il miglior beneficio possibile a questa Regione. E lo dico su un tema delicato come le fusioni.

È evidente che questa Regione ha compiuto una scelta politica, l’ha fatta il Presidente Bonaccini, l’ha fatta l’Assessore Petitti, l’ha fatta tutta la Giunta, l’ha fatta con convinzione il Partito Democratico, cioè quella di dire che noi alle fusioni ci crediamo davvero: riteniamo che siano un modo per far lavorare meglio i Comuni, riteniamo che siano un modo per offrire un vantaggio ai cittadini, riteniamo che si debbano creare tutte le condizioni di legge affinché queste fusioni possano avvenire nel miglior modo possibile.

Se, allora, recupero l’emendamento 42, nella sua terza stesura, riscopro alcuni elementi che già indicava il consigliere Taruffi e che vanno in una logica migliorativa rispetto alla normativa precedente. Infatti, se riprendo la normativa precedente, noto che in nessun caso, a prescindere dal risultato del referendum, si tornava nei Consigli comunali. In nessun caso! Qualunque fosse il risultato del referendum si tornava in Aula e si decideva se andare avanti o meno con il progetto di legge di fusione. Con la norma che stiamo introducendo quest’oggi diciamo ai Comuni: guardate, in alcuni casi, ben dettagliati, è opportuno tornare nei Consigli comunali, prima di far esprimere l’Assemblea, per facilitare anche i lavori stessi dell’Assemblea e per renderli più coerenti con le espressioni politiche e istituzionali territoriali.

Da parte vostra si chiede un ulteriore ed eventuale passaggio in Consiglio comunale. Ebbene, rispetto a questa richiesta, credo che l’emendamento presentato all’ordine del giorno vada a recepire una parte di questa vostra richiesta. Al riguardo, credo si possa prendere a esempio la fusione della Valsamoggia. In quel caso la maggioranza dei Comuni si era espressa a favore, ma non l’unanimità. Ebbene, quest’Aula decise comunque di andare avanti. Però, successero delle cose tra il momento in cui ci fu l’espressione del referendum e il momento in cui si decise di andare avanti e quelle cose successero per buona volontà di quelle Istituzioni comunali, come per buona volontà del Consiglio regionale. Credo che con questo progetto di legge, collegato al bilancio, si possa provare a formalizzare quel percorso che, ad esempio, si intraprese per la fusione della Valsamoggia, o avvicinarla a una formalizzazione il più possibile simile a quel percorso.

Mi sento di dire che, su questo, la maggioranza e il relatore, che ringrazio per aver cercato tutte le mediazioni possibili, hanno la voglia di provare a dirvi: iniziamo insieme un percorso, ma facciamolo nell’interesse delle comunità che sono presenti nella nostra regione. Certo, sposando una linea di indirizzo che da parte di questa Regione è molto chiara. Noi sulle fusioni ci crediamo: ci crediamo davvero, riteniamo che siano lo strumento che più di ogni altro possa migliorare la qualità dei servizi che i Comuni, soprattutto in una fase di risorse calanti, possono essere nelle condizioni di erogare, e possono essere un modo davvero per fare un salto di qualità istituzionale, che questa Regione più di altre sta facendo.

Io credo che l’obiettivo che ci si è dati all’inizio della legislatura, di dire che da 340 Comuni si può arrivare a 300 Comuni, sia un obiettivo non solo della Giunta Bonaccini, ma un obiettivo anche di questa Assemblea legislativa. Possiamo raggiungerlo mettendo in campo davvero una normativa che ci consenta di farlo nel miglior modo possibile. Se questa normativa è anche il frutto del confronto tra maggioranza e opposizione, credo che da parte nostra, da parte mia certamente, non può che essere un beneficio per tutti.

Io credo quindi che ci siano le condizioni, anche alla luce dell’ultimo confronto che è stato fatto in capigruppo, per poter dare anche un sostegno da parte vostra a questo tipo di percorso. Se non ci sarà, se ne prenderà atto, ognuno ne prenderà atto. Non verrà meno l’impegno che ci si prende nel momento in cui si approva l’emendamento all’ordine del giorno.

Penso e spero che su questo ci possa essere reciprocità, perché la reciprocità aiuta ad evitare di doversi minacciare reciprocamente con frasi del tipo “la prossima volta ti blocco su questo, la prossima volta ti blocco su quello”. Collega Bignami, credo che non si faccia un piacere a nessuno nel momento in cui si cerca di mettersi i bastoni tra le ruote a prescindere, credo che non si faccia un servizio alla comunità. Siccome conosco quanto lei tenga – o quanto tu tieni, perché tanto, se ci diamo del “tu” fuori, ce lo possiamo dare anche in Aula – al valore e al ruolo delle Istituzioni, credo che dobbiamo evitare di arrivare a quel punto. Da parte nostra c’è tutta la volontà di farlo; spero che ci sia anche da parte vostra, anche su temi sui quali non ci ritroviamo completamente in linea, come forse sono le fusioni.

Spero che anche la discussione all’interno di quest’Aula possa aiutarci a ritrovarci su questo, non nell’interesse delle singole parti, ma nell’interesse di tutta la nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Prego, consigliere Bertani. Ha otto minuti a disposizione.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo ancora in merito al famoso emendamento 42-ter (terza stesura). La ratio della norma è che ci si fonde comunque, visto che si parlava della ratio della norma. Al consigliere Taruffi riconosco il tentativo di mediazione che ha fatto. Aveva la buona intenzione di accogliere almeno una richiesta di parte della minoranza, perché questa assolutamente non era la nostra richiesta, che invece era quella di prendere quello che dicono i cittadini dal referendum, e poi eventualmente trovare delle vie per ascoltare anche quelli che hanno detto sì. La richiesta ragionevole che veniva da una parte della minoranza era dire “okay, se volete far tornare nei Consigli comunali, tenete conto che nei Comuni sotto i 15.000 abitanti, la maggioranza ha un premio di maggioranza che le consente di decidere comunque quello che vuole”. Da quella buona intenzione, Taruffi che ha dovuto mediare col PD, si è incartato dentro un algoritmo che alla fine, purtroppo, ribalta ancora di più l’esito di quello che chiedono i cittadini. Inserendo i punti b) e c) all’interno di questa stesura, infatti, col punto c) andiamo a dire che l’esito del referendum, come l’abbiamo inteso fino a oggi, è sfavorevole. Quindi, la maggioranza dei cittadini ha detto no; ma apriamo una finestra e una porta, dicendo che ci fondiamo lo stesso. La maggioranza dei cittadini in tutti i Comuni ha detto no, e voi aprite una finestra per dire che il Consiglio comunale può dire che ci si fonde lo stesso? Fra l’altro, 9-septies, in questo caso, quindi alle lettere b) e c) non ci deve essere neanche quella maggioranza rafforzata: parlate ancora dei due terzi.

A me viene in mente il caso di Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli, dove la maggioranza dei cittadini votò di no. Se in quel caso la maggioranza dei cittadini avesse detto no e in un Comune avesse prevalso il voto favorevole, bastava andare nel Comune di San Mauro Pascoli, e il Consiglio comunale poteva ribaltare…

 

ROSSI Andrea: Con il voto complessivo…

 

BERTANI: I voti complessivi sul referendum sono sfavorevoli alla fusione.

Chiedo scusa, mi riferivo al comma c). Mi riferisco adesso al comma b).

In quel caso, comma b), Comuni di San Mauro Pascoli e Savignano, se il voto complessivo fosse stato favorevole (in quel caso è stato complessivo negativo), bastava poco che il voto complessivo fosse favorevole, e comunque la maggioranza dei cittadini nel Comune di San Mauro Pascoli si era espressa fortemente per il no, il Consiglio comunale, a maggioranza dei due terzi, poteva dire “ci fondiamo comunque”. Il Consiglio comunale di San Mauro Pascoli è una maggioranza PD, quindi, con questo emendamento, ad oggi, se ci fosse stato qualche voto in più a favore del sì a Savignano e San Mauro, questi due Comuni oggi sarebbero fusi, nonostante la maggioranza dei cittadini di San Mauro Pascoli si fosse espressa per il no.

Voi quindi fate finta di dire che ascoltate la minoranza, ma aprite una porta per ribaltare ancora più facilmente il risultato e l’esito del referendum. E noi a questo diciamo no, perché va bene, la fusione è un valore, ma non va bene che la facciamo a tutti i costi, che è quello che voi volete come maggioranza (non so se maggioranza in questo momento Sel, non ho capito bene cosa vuole). È chiaro che la maggioranza di questa Assemblea, il PD, vuole fare le fusioni a tutti i costi, sentite le popolazioni o meno, ma le fusioni si devono fare.

Noi diciamo invece che le fusioni sono importanti, ma si fanno ascoltando i cittadini. E voi i cittadini li volete ascoltare quando vi fa comodo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Prego, consigliere Bignami. Ha cinque minuti a disposizione.

 

BIGNAMI: Solo per rappresentare intanto che nessuno mette in dubbio né l’onestà, né l’onestà intellettuale, e neanche la capacità di articolare un concetto in italiano. Era un sintomo dell’evidente poca attenzione che si ripone nei confronti delle minoranze, non era una declaratoria di capacità o incapacità, che tra l’altro non ho alcun titolo per conferire.

Quando noi però sentiamo il presidente Bonaccini, e leggiamo sulle colonne di Repubblica che rappresenta che quest’anno si sono tagliati 77 milioni di euro, che la disoccupazione va verso il 7 per cento, che, come ha detto ieri e come ha detto anche su Repubblica, si sono già impegnati 13 dei 15 miliardi sul Patto per il lavoro, e lo dice uno che Bonaccini non lo ha votato e non lo voterà mai – vorrei anche vedere! –, leggiamo che però il presidente Bonaccini parla della Regione Emilia-Romagna, non parla del PD. Crediamo che questo, conoscendo Bonaccini come persona che misura le parole, sia frutto della volontà di realizzare, o meglio, di ricostruire una credibilità intorno a un Ente che nella percezione, a torto o a ragione che sia così, è stata gravemente vulnerata da episodi che stanno dimostrando la loro effettiva consistenza.

Però Bonaccini non dice “il PD ha fatto, il PD ha detto, il PD ha realizzato”. Di questo noi, credendo che le parole vengano misurate e non siano evidentemente frutto di una cattiva trascrizione da parte del giornalista, lo notiamo, lo rileviamo e lo riconosciamo come un tentativo volto a ricostruire a tutta questa Istituzione, una credibilità percepita sul territorio che oggi, torno a dire, a torto o ragione, è venuta meno.

Se a questo atteggiamento non viene affiancata anche una credibilità nell’interlocuzione delle forze politiche, noi non possiamo non prenderne atto. Nessuno vuole discutere delle capacità o del tentativo di mediazione da parte del relatore odierno, ma anche su altre partite; ma noi non intendiamo legittimare un’operazione non andata a buon segno – non voglio dire fallita – riconoscendo per buono questo articolato. Questo articolato ricusa totalmente le istanze formulate dall’opposizione, perché non vi è una virgola di ciò che noi avevamo chiesto. Noi avevamo chiesto una cosa soltanto, che si è ritenuto di rinviare a una fase successiva. Non comprendo perché questo sia stato fatto, visto che bastava, con un subemendamento all’emendamento alla terza stesura (quindi, neanche a dire “vogliamo mantenere l’integrità del percorso legislativo”) recepirlo. Non intendo neanche entrare, perché nel gioco democratico, la maggioranza è maggioranza, la minoranza è minoranza; e neppure voglio biasimare il tentativo di dialogo, per carità, sono il primo che vi cerca consistenza.

Però non potete – non voglio apparire sgarbato, dicendo che non potete essere schizofrenici – essere poco allineati con le vostre condotte, laddove vi è chi cerca di ricostruire un’integrità istituzionale, di cui vi diamo atto, perché altri assessori fanno ciò, nel parlare dei risultati che la Regione indistintamente cerca di ottenere, e al contempo cercare di avere un imprimatur, un sigillo di legittimazione da parte delle minoranze su percorsi legislativi che a nostro modo di vedere non sono né congrui né adeguati.

Questo particolare processo è stato secondo me aggravato dal venir meno di un accordo. La maggioranza parla di fraintendimento, e non ho motivo di dubitare che tale sia, ma rinvia un giudizio politico a una fase individuata, che evidentemente attendiamo. Se così non fosse, è chiaro che a quel punto dovremmo intendere che anche laddove il presidente Bonaccini, per dare coerenza al vostro atteggiamento, intende ricostruire una credibilità, in realtà si limiti a farlo pro domo PD e non per tutte le forze politiche in campo. A quel punto dovremo anche declinare che determinate dichiarazioni non sono evidentemente fatte a giovamento di tutta l’Istituzione ma di una parte sola, con tutto ciò che ne consegue.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bignami.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Signor presidente, questo sicuramente è un articolo chiave di questa legge, ed è giusto anche rimettere in fila le cose. Anche il tema delle fusioni, del resto, non è un tema nuovo, non è un tema di cui ci si può appropriare oggi per moda, risale alla Costituzione. Se non vi fosse stata la Costituzione che all’articolo 133, comma 2, autorizzava la possibilità di fare fusioni di Comuni, non si sarebbe fatto proprio nulla. La Costituzione è del 1946, siamo nel 2016: stiamo traslando settant’anni dopo, dicendo quanto sono belle le fusioni e vantandoci di averle inventate, mentre è una cosa che c’è da settant’anni. Qual è il ragionamento? Che se noi le vogliamo promuovere, dobbiamo fissare le regole del gioco. Le regole del gioco devono servire anche e prima che i Consigli comunali decidano, me ne darete atto. Noi abbiamo costruito un sistema. La Costituzione dice “sentite le popolazioni”, non dice che bisogna necessariamente recepire il risultato del referendum. Dice “sentite”; quindi, “sentito” è una forma di consultazione.

Noi potevamo avere una consultazione di vari tipi, una consultazione confermativa, che quindi confermava la delibera del Consiglio comunale addotto; oppure un referendum semplicemente consultivo, dove si dice “diteci come la pensate su questo, quale nome volete per il nuovo Comune”; alcuni addirittura pensavano di poterci inserire anche dove mettere la sede del nuovo Comune.

Io dico, sul piano politico, che quello che è stato chiesto dall’opposizione era soltanto un completare una casistica di scuola. Noi infatti non dobbiamo dimenticare, se volessimo spaccare il capello in quattro, lo diceva nella Conferenza dei Capigruppo il collega Fabbri… ebbene, e se un Comune viene commissariato? Chi decide poi? È già un caso che non è previsto.

Il collega Bignami ha posto un caso dicendo: va bene tutto, d’accordo su tutto, mettiamo tutte le casistiche che volete, ma se c’è un caso in cui un solo Comune, ad esempio su quattro, esprime un parere negativo, perché forzatamente bisogna farlo partecipe di questa fusione, senza che in Consiglio comunale si esprima? Voglio anche dire che tutta questa nostra casistica ha un valore di subordinata, perché comunque l’Assemblea decide ugualmente. Tutti i Comuni sono contrari, la popolazione è contraria, è evidente che è inutile andare avanti. In tutti gli altri casi, l’interpretazione del voto, scusatemi, è un’interpretazione quantomeno variopinta. Ma voi sapete come ha legiferato il legislatore nazionale a proposito dell’articolo 132, comma 1, della Costituzione? Per prevedere il passaggio di una Provincia da una Regione all’altra, occorre un quorum di partecipazione che sia la maggioranza degli iscritti nelle liste elettorali. Dopodiché, di quella maggioranza occorre ancora la maggioranza assoluta. Quindi, per passare una Provincia da una Regione all’altra deve, in buona sostanza, andare a votare almeno il 72 per cento della popolazione di quella provincia. Nel referendum consultivo dove si fondano due Comuni, noi poniamo nessuno sbarramento, quindi se vanno a votare dieci persone, dieci persone decidono per 10.000 persone. Che poi è un po’ come il referendum confermativo della Costituzione italiana, perché un referendum abrogativo deve avere la maggioranza degli elettori e la maggioranza dei voti. La Carta costituzionale che è praticamente carta straccia, vale niente, può essere modificata con un voto soltanto. Se a novembre, sempre che andiamo a votare, vota solo Renzi e vota a favore, la Costituzione italiana cambia col voto solo di Renzi (saremmo almeno in due ad andare a votare contro, quindi su quello deve trovare almeno la Boschi per pareggiare). Io quindi mi permetto di dire: non è che questo tema non sia stato sottolineato. Si dice che potevamo chiudere il confronto in Commissione; si poteva anche non aprirlo, quanto a quello. Ma se dobbiamo confrontarci su delle regole, allora cerchiamo di sviscerarli tutti, i casi delle regole, non solo quelli che fanno comodo alla maggioranza.

Vedete, un matrimonio si fa in due, in genere, e quando non si vuol fare un matrimonio si fa una convivenza. Voi con le fusioni mettete i matrimoni a tre o quattro, ma almeno il principio del consenso di una delle parti, glielo vogliamo dare? Cioè: quando mai si fa un contratto contro la volontà di una delle parti? La fusione, compresa la fusione per incorporazione che viene introdotta oggi, non è che nasce per gli Enti locali. La fusione per incorporazione nasce dalle aziende e non è che tu incorpori se l’incorporato non è d’accordo. Ammetterete allora che un minimo di pronunciamento supplementare lo possa avere anche chi non è d’accordo. Si dice che c’è il diritto di veto di una minoranza rispetto alla maggioranza. Sì, peccato che però qui il ragionamento sia diverso. Ha diritto di veto, esercitato nei propri confronti, non nei confronti degli altri. Noi, insomma, non chiediamo agli altri di pronunciarsi, bensì chiediamo di confermare la propria volontà a chi ha iniziato un percorso verso la fusione. Ecco perché, a mio avviso, la soluzione di tutti questi problemi stava soltanto nel referendum confermativo: motu proprio l’elettore decideva se spazzar via la delibera del Consiglio comunale o confermarla. Dopodiché, l’Assemblea legislativa faceva una presa d’atto.

Mi permetto di fare anche presente che la fusione dei Comuni ha sicuramente anche una valenza per l’opinione pubblica. Vi faccio solo un esempio: le carte di identità. Ve ne faccio solo un altro: l’aggiornamento della patente. Ve ne faccio solo un altro: l’aggiornamento del libretto di circolazione. Non è che non abbia impatti per i cittadini. Se una popolazione non ci vuole andare, nonostante il suo sindaco o il suo Consiglio comunale, e noi la mandiamo, almeno chiediamo a quel Consiglio comunale se conferma la decisione iniziale o no. Non penso che sia un reato di lesa maestà. Rallenta di molto il provvedimento. Ammettete che il Consiglio comunale, invece di deliberare entro sessanta giorni, delibera entro quindici giorni dall’esito del referendum. Tra l’altro, come sapete, parliamo di Consigli di Comuni al di sotto dei 15.000 abitanti, dove molto spesso ‒ se va bene ‒ i Consigli comunali si convocano in ventiquattro ore. Altrimenti, si convocano anche per telefono.

Permettetemi una considerazione. Si parla della rappresentatività dei Consigli comunali, ma solo nel caso della presentazione di una lista occorre che ci sia il 50 per cento degli elettori. Questa mattina il collega Bignami faceva il ragionamento di una lista che vince con il 30 per cento; in realtà, vince con un 30 per cento teorico. Con una partecipazione degli elettori del 60-65 per cento, in realtà, vince una lista che rappresenta il 20-22 per cento della popolazione e che prende il 60 per cento dei seggi, oltre al sindaco.

Io non penso che sia stato tempo perso quello che abbiamo oggi impegnato in questo confronto. Dico soltanto che sarebbe giusto che in una maggioranza ci fosse anche un decisore, così almeno si sa con chi si tratta. Dato che si tratta di questioni politiche e istituzionali, personalmente, ritengo che se ci si mette attorno a un tavolo e si trova un punto di mediazione non possiamo, poi, continuare a girare attorno al punto di mediazione. O lo si accoglie o non lo si accoglie. Noi non chiediamo: “O ci date questo...”

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, ha finito il tempo.

 

FOTI: Dicevo, noi non chiediamo: “O ci date questo o noi ci immoliamo”. Ci sono altre battaglie più significative su cui immolarsi, che non sui referendum.

Consentitelo, però. Se apriamo un dialogo e apriamo un confronto, non continuiamo a dire che ci sono state incomprensioni. A quel punto, il livello politico scade e mi pare si cada nelle furbizie, che non possono essere accettate, reciprocamente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La parola al consigliere Pruccoli.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente. Io assisto con una certa difficoltà a questo dibattito, come ho già detto in Commissione. Io sono partito con la convinzione di mettere mano ad una legge che si preoccupa di agevolare le fusioni, perché è un credo dell’Amministrazione regionale, della Giunta e del Gruppo di maggioranza che sostiene questa Regione. Mi trovo, invece, paradossalmente, a discutere di tutta una serie di limiti, di vincoli, di paletti da mettere all’interno di questa legge, come se questo fosse il perfezionamento della legge stessa. Vi dico la verità: mi trovo in una grande difficoltà a seguire un dibattito che pensavo mi dovesse interessare per una certa parte; invece, mi trovo continuamente strattonato e sospinto da un’altra.

Siamo partiti dal cercare di fare chiarezza rispetto ad uno strumento, come quello del referendum consultivo, inserito all’interno della nostra legge. A me pare ‒ lo dico come sensazione personale ‒ che stiamo finendo con una serie di “e se”, “e se”, “e se”, pieni di tecnicismo e di arabeschi. Stiamo rischiando davvero di creare una situazione che renderà poco chiaro anche all’elettore che andrà al referendum il risultato e l’esito di quello che andrà a votare, perché vi è una serie subordinata di “e se”, “e se”, “e se”. Si stanno introducendo elementi come il parere non vincolante. Tutte cose che riguardano molto gli addetti ai lavori e che portano con sé aspetti di poca chiarezza per quello che riguarda l’elettore.

A mio parere, al contrario di quanto sostiene il collega Bertani, stiamo ingessando tutto. In una situazione di partenza che rendeva probabili e possibili le fusioni, probabilmente, stiamo inserendo una serie di vincoli e di paletti che le renderanno molto probabilmente...

 

(brusio in Aula)

 

Chiedo scusa, presidente. È possibile continuare?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sì. Chiedo scusa io.

 

PRUCCOLI: Se dobbiamo fare un dibattito, lo facciamo fuori dall’Aula. Quando siamo qui, ognuno interviene e ha il diritto di parola. Giusto?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sì, però sono io che decido quando, eventualmente, intervenire.

Chiedo all’opposizione di stare in silenzio e di ascoltare l’intervento del consigliere Pruccoli.

 

PRUCCOLI: Bene.

A me sembra che stiamo ingessando tutto, piuttosto che favorendo. Una doppia maggioranza di “no” ‒ credo sia il punto di atterraggio giusto ‒ serviva a responsabilizzare in forma reciproca le comunità. Non era un modo per fare le fusioni sopra la testa delle varie comunità e sopra la testa dei cittadini.

Ci dobbiamo anche porre il problema e il dubbio se una piccola comunità, o anche una grande comunità che si trova all’interno di un sistema territoriale, possa legittimamente decidere di bloccare tutta un’evoluzione e tutto un sistema territoriale che potrebbe evolvere verso un nuovo approdo con il sistema delle fusioni. Io, per esempio, credo di no. Io credo che non sia legittimo che singolarmente si lasci una golden share della nuova consultazione di un solo Comune che possa dire di no. Io personalmente credo di no. Non può perché l’espressione di quel Comune non può essere più vista come un’espressione singola, ma come un’espressione complessiva, perché si sta votando all’interno di una fusione e ci sono altri cittadini che, magari in maggioranza, in quel comprensorio, in quel territorio, hanno detto che quella fusione si deve fare, si sono espressi ricomprendendo anche quel Comune.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ho chiesto poco fa di lasciar svolgere l’intervento.

 

PRUCCOLI: Borgonovo è un qualcosa che sta prima di questa legge. Con questa legge si prova a migliorare e a togliere qualche buco nero, se nella legge mai ci fosse stato. Quindi, si prova a perfezionare e a fare in modo e maniera di non lasciare più dei margini interpretativi, ma di far scattare degli automatismi rispetto alla legge. Io credo, per esempio, di no.

Dico anche di fare particolare attenzione rispetto all’ordine del giorno che stiamo presentando. Sostanzialmente, si rischia davvero di aprire a coloro che vogliono fare, rispetto alle fusioni, gli sfascisti a buon mercato. Abbiamo troppi piccoli Comuni, troppe piccole comunità su cui si può riuscire davvero con poco, investendo pochissimo, a orientare un “no”, magari sfruttando una scarsa conoscenza e una poca divulgazione della bontà dell’operazione. Ricordiamoci che nessuno obbliga i sindaci a portare i propri cittadini al referendum e a fare le fusioni. Esiste una legge e un Consiglio comunale che si deve esprimere. Io credo sia necessario dare chiarezza alle regole e precisare quali sono gli scenari. In questo modo, un Comune che in una fusione da cinque vota da solo “no” sa che partecipa ad un sistema per cui, se vota da solo “no”, si va avanti comunque. Lo sa prima. Quindi, decide o non decide ‒ nel momento in cui fa la prima delibera ‒ se vuole stare in quel sistema oppure no.

In questo modo, di fatto, io non capisco più perché l’impianto della legge vada lentamente, ma inesorabilmente scivolando verso una via referendaria totale. Io perdo il senso della legge, perché di fatto sto andando verso un sistema in cui sto dando assolutamente priorità e sto togliendo del tutto il valore consultivo alla fase referendaria, ma attribuisco un valore assoluto. Quindi, sto praticando le fusioni per via referendaria. A quel punto, forse, sto rivoluzionando la legge nel suo principio di base, quasi vanificandola.

Io, che sono un convinto sostenitore della democrazia partecipativa e non della democrazia diretta, mi sto chiedendo davvero, in questo momento, se non stiamo scivolando, peggiorando l’impianto di una legge attuale, rispetto a quello che stiamo facendo, portando tutto semplicemente verso la via referendaria. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

La parola al consigliere Fabbri. Prego.

 

FABBRI: Grazie, presidente. Non volevo intervenire, ma dopo quello che ho appeno sentito dire dal consigliere Pruccoli una riflessione politica generale su quello che stiamo facendo quest’oggi mi sembra giusto farla.

L’ultimo intervento è stato molto esaustivo ed esplicito di come il Partito Democratico vede questa legge, che non si orienta tanto sul volere delle comunità locali e dei cittadini che vengono chiamati al voto, quanto, essenzialmente, sul fatto che le fusioni sono necessarie a prescindere. A nostro avviso, invece, ci possono essere fusioni giuste e fusioni non giuste. Per questo motivo, diamo la possibilità ai cittadini, a fronte di un’analisi che viene fatta a monte a livello politico, di scegliere se il proprio territorio, la propria identità, il proprio Comune ‒ secondo questi cittadini ‒ è giusto o meno che si vada a fondere con altre comunità.

Qui nasce la differenza sostanziale di credo politico tra quello che viene espresso dai rappresentanti del PD e quello che sostiene, a nostro avviso, la Lega Nord. Noi crediamo profondamente nel senso di comunità, nell’identità e nella possibilità di scelta, oltre che dei Consigli comunali, anche delle popolazioni che vengono coinvolte nel referendum.

Arrivo al dunque. A noi non sembra così folle la proposta avanzata dalla minoranza ‒ penso di parafrasare anche quello che è stato detto prima dal consigliere Bignami, dal consigliere Foti, ma anche dal Movimento 5 Stelle ‒ sul fatto che se un Comune (inteso come gente che va a votare, come votanti) sceglie di dire “no” alla fusione è giusto fare un passaggio in Consiglio comunale. Se su tre Comuni due dicono “sì” e uno dice “no”, per noi esiste un problema, perché quel Comune ha scelto di non fondersi. Quindi, il sindaco si deve prendere la responsabilità di decidere se continuare la fusione oppure no.

Non capisco il trauma provocato da questa proposta nelle menti dei consiglieri regionali del Partito Democratico. È di una semplicità, di una banalità e anche di una concezione della democrazia disarmante. Non capisco perché non si voglia aggiungere in legge l’emendamento che è stato proposto prima, nella Conferenza dei Capigruppo, dai colleghi Bignami, Daniele Marchetti e così via. Di tutto questo devono essere consapevoli anche i sindaci.

A questo punto, mi riallaccio a un altro discorso. Tutti vogliono fare i democratici, vogliono fare gli aperti per quello che riguarda le scelte politiche di questa Regione. Voi state decidendo sulle spalle degli amministratori, non soltanto del Partito Democratico, che possono essere inquadrati nei vostri percorsi politici, ma anche di tantissimi Comuni amministrati dal centrodestra. È per questo motivo che si doveva procedere in maniera bipartisan. A tal proposito, ringrazio il consigliere Taruffi per aver fatto delle scelte, a nostro avviso, appropriate, coinvolgendo tutte le forze politiche e non guardando soltanto una parte sicuramente importante della regione Emilia-Romagna, ma che non rappresenta l’intera regione Emilia-Romagna.

Il PD, a mio avviso, avrebbe dovuto concentrarsi su una fase di concertazione ancora più importante. Stiamo parlando di enti locali, di comunità che sono espressione di forze politiche molto diverse tra loro. Per questo motivo doveva essere fatta una scelta bipartisan. Non garantire questo, a mio avviso, vuol dire non garantire il vero sforzo democratico che questa Assemblea vuole compiere oggi votando questa legge.

Torno ancora su un principio che non è irrilevante, come qualcuno vuole far credere. Mi riferisco al fatto che se un Comune su tre, un Comune su quattro, un Comune su cinque sceglie di non andare a fusione, a nostro avviso, è necessario un passaggio in Consiglio comunale. È di una banalità ‒ ripeto ‒ disarmante. Non capisco perché non vogliate procedere in questo modo. Sinceramente, non lo riesco a capire. Anche perché, a prescindere dal voto del Consiglio comunale, arriva qui in Consiglio regionale e noi siamo liberi di votare se andare avanti (non ascoltando le scelte né della popolazione né dei consiglieri comunali) oppure no. Credo che il consigliere regionale medio, anche del Partito Democratico, sceglierà di non andare avanti. Sarebbe folle e contrario all’esito referendario, alla legge del Consiglio comunale, andare avanti. A meno che uno dica: “Io ho un mio dogma ideologico. Nel programma elettorale ho detto che voglio fare trecentocinquanta fusioni e unire tutti i Comuni”.

Non stiamo parlando solo di Comuni piccoli. Ci sono Comuni amministrati dal Partito Democratico, anche nel modenese (mi viene in mente Vignola), che vogliono fare unioni molto più ampie che, se andranno avanti, creeranno raggruppamenti veramente importanti a livello di numero di abitanti rispetto ai Comuni, magari, di 1.000 abitanti. Quindi, parliamo anche di Comuni di 20.000 abitanti che si uniscono con il Comune di 15.000, di 7.000, e così via.

Ognuno farà ciò che vuole. Spero che l’emendamento all’ordine del giorno venga rispettato a dicembre. Si chiede soltanto questo passaggio. Se ve la devo dire tutta, la mia opinione ‒ e ne sono convinto ‒ è che, se il voto referendario in un Comune non è per il “sì” alla fusione, la fusione non si deve fare. A nostro avviso, però, per cercare una linea di compromesso e per capire le esigenze dell’altra parte, cioè della maggioranza di questa Regione, il voto in Consiglio comunale rappresentava una garanzia che maturava all’interno dell’ente locale votato direttamente dai cittadini, per poter portare avanti una scelta: se è “sì”, è “sì”; se è “no”, è “no”. Non avete voluto fare neanche questo passaggio.

Noi siamo veramente mortificati, da questo punto di vista, e come forza politica di centrodestra, perlomeno della Lega Nord, sicuramente con i nostri amministratori, prima di dire cosa fare sul tema delle fusioni, ci penseremo un attimo. Sono sicuro che ‒ come dimostra l’ultima tornata elettorale ‒ qualche amministratore in più nei prossimi anni e qualche sindaco in più credo proprio che lo avremo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Fabbri.

Non avendo altri consiglieri iscritti in discussione generale, la parola all’assessore Petitti per la replica.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente. Alcune considerazioni sulla base di queste ultime riflessioni. Consigliere Foti, lei ha detto che non abbiamo perso tempo. Io sono assolutamente convinta di una cosa, a seguito delle riflessioni fatte non solo oggi in questa giornata, ma in queste settimane e ‒ lo ribadisco ‒ in questi mesi: quanto è contenuto in questa legge raccoglie un lavoro in divenire. Lo abbiamo detto. Ci saranno nuovi passaggi normativi in autunno che andranno ancora di più a consolidare un processo di evoluzione che, inevitabilmente, il sistema delle Autonomie locali, le unioni e le fusioni, su cui stiamo investendo molto, dovranno assumere.

Anche quello che oggi è presente in questa legge e che, in qualche modo, rappresenta il preludio a nuove riflessioni sarà all’interno di un lavoro che ‒ ne sono convinta ‒ dovremo continuare a fare insieme sulla base delle considerazioni che sono emerse anche in questa giornata. Però, penso ‒ questo credo vada sottolineato con grande forza ‒ che siano stati fatti dei passi avanti rispetto alle precedenti normative. Noi abbiamo inevitabilmente riconosciuto che ci troviamo di fronte a dei referendum consultivi, quindi che il voto definitivo sull’andare avanti rispetto a quella fusione è in capo all’Assemblea regionale. Noi diamo inevitabilmente, con questa legge, nuovi strumenti all’Assemblea regionale.

Ci troviamo di fronte a ragionamenti che riconoscono nella maggioranza degli elettori e nella maggioranza dei Comuni coinvolti un principio vero di democrazia, rispetto al quale si possono verificare vari scenari. Oggi voi avete citato più casi, partendo da quello della Valsamoggia, in cui inevitabilmente anche il voto va interpretato e va letto rispetto a quel contesto. È stato detto che, di fronte all’abbinamento del voto degli elettori e dei Comuni che si esprimono, ci possono essere elementi che inevitabilmente aiuteranno l’Assemblea ad esprimersi in modo definitivo. Questo, oggi, dobbiamo riconoscerlo.

Inoltre, si sono compiuti passi avanti accogliendo alcune integrazioni proposte da diversi emendamenti, che tra l’altro voglio ricordare non riguardano soltanto la questione referendum, su cui in particolare è stata focalizzata l’attenzione, ma introducono elementi di grande novità che consentono il superamento delle rigidità che si sono finora manifestate sull’organizzazione dell’unione dei Comuni, venendo così incontro anche alle richieste avanzate in questi mesi proprio dalle forze politiche, oltre che dei territori, e per forze politiche intendo sia di maggioranza che di minoranza.

Abbiamo riconosciuto l’importanza strategica – lo voglio ricordare nuovamente – dell’Osservatorio delle fusioni, dell’Osservatorio delle unioni, su cui stiamo investendo moltissimo, come Giunta, perché crediamo fermamente che questi percorsi debbano essere monitorati e tutelati e che siano necessari strumenti innovativi per poter misurare questi processi.

È allora evidente che aver deciso, con questo emendamento, che, laddove, malgrado il voto degli elettori sia favorevole, la maggioranza dei Comuni si esprime contrariamente, noi ritorniamo nei Consigli comunali e alziamo l’asticella del consenso di quei Consigli comunali, che chiama in causa il coinvolgimento delle forze di minoranza, manifesta chiaramente quell’attenzione alle richieste che anche questa mattina sono state avanzate da parte di alcune forze politiche di minoranza.

L’emendamento presentato all’ordine del giorno, che è frutto dell’ultimo incontro in Conferenza dei Capigruppo, credo che chiami in causa un ulteriore impegno, vale a dire la predisposizione di un progetto di legge, che presenteremo nella sessione autunnale, che andrà a individuare la responsabilità degli interlocutori istituzionali, quindi dei Comuni, in cui il voto è negativo, ritengo rappresenti l’ulteriore conferma che, quando un territorio si esprime contrariamente, prima di decidere che quella fusione debba comunque andare avanti, intendiamo chiedere ancora una volta il parere dei Comuni. In questo modo si offre la massima garanzia rispetto al coinvolgimento dei territori.

Ad ogni modo, deve essere anche chiaro che l’obiettivo che abbiamo messo in campo deve essere tale per cui, laddove gli strumenti sono stati riconosciuti, si possa lavorare soprattutto per accompagnare le fusioni. Quindi, al di là dell’esito referendario e dei nuovi strumenti che abbiamo introdotto, io penso che il lavoro di affiancamento ai Comuni, di accompagnamento per far sì che il referendum sia l’espressione di un voto consapevole sia l’aspetto a cui dobbiamo prestare maggiormente attenzione.

Oggi, quindi, si compie un passo avanti, dal momento che, rispetto a prima, abbiamo a disposizione nuovi strumenti per leggere il voto referendario e per consentire all’Assemblea, dopo il referendum, di esprimersi con maggiori garanzie. Ricordiamoci che questo significa anche che noi abbiamo allungato i tempi del processo di fusione, perché chiediamo ai Consigli comunali di esprimersi entro sessanta giorni, quindi inevitabilmente i processi di fusione avranno un iter più lungo, ma contestualmente si chiede maggiore responsabilità agli Organismi istituzionali locali.

Da questo punto di vista credo che ci sia stato il tempo di confrontarsi e di raccogliere le istanze dei vari Gruppi, che sia stato compiuto un passo avanti rispetto alle leggi, alle normative e agli interventi che regolavano in precedenza sia le fusioni che le unioni e che si possa continuare a lavorare in tal senso.

In conclusione, ritengo che gli emendamenti che sono stati accolti con i voti dell’Aula e l’impegno all’emendamento presentato all’ordine del giorno di accompagnamento della legge possano rappresentare elementi di grande garanzia anche rispetto a quanto è stato detto dalle forze politiche di minoranza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Petitti.

Dichiaro conclusa la fase della discussione generale.

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo solo per dire che ritiro l’emendamento 19.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Non avendo altri consiglieri iscritti in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione degli emendamenti. Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Grazie, presidente. Non è obbligatorio, però su questi emendamenti mi pare che non si sia espresso il relatore.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Come lei stesso ha appena detto, non è obbligatorio. Se il relatore non desidera esprimersi…

 

(interruzioni)

 

Va bene. Passiamo alla votazione.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 17, a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 17 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 4 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 33, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 33 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 18 (seconda stesura), a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 18 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli e Bargi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 12 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 42 (terza stesura), a firma del consigliere Taruffi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 42 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli e Bargi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 13 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 5 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 6.

Sull’art. 6 insiste un emendamento: l’emendamento 20, a firma del consigliere Bertani.

Apro il dibattito generale. Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Abbiamo presentato questo emendamento in quanto nell’articolo 6 è scritto che il progetto di legge viene trattato entro sessanta giorni dall’iscrizione all’ordine del giorno generale dell’Assemblea legislativa, ma se non viene iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa rimane nel limbo. Quindi, noi proponiamo che si fissi un limite temporale per l’iscrizione del progetto di legge in questione all’ordine del giorno generale dell’Assemblea legislativa, ovviamente entro un certo tempo dai risultati delle consultazioni, altrimenti si rischia di rimanere per sempre in un limbo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Non avendo altri consiglieri iscritti in discussione generale, la dichiaro chiusa.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 20, a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 20 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 6 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 7.

Sull’art. 7 insistono tre emendamenti: l’emendamento 11, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 5, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 34, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 11 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 5 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 34, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 34 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 7 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 8.

Sull’art. 8 insiste un emendamento: l’emendamento 35, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 35, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 35 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 8 è approvato.

Abbiamo l’emendamento 21, a firma del consigliere Bertani, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Vogliamo prendere spunto da un caso che abbiamo già seguito come Assemblea e come Commissioni, vale a dire quei Comuni delle regioni confinanti, in questo caso si tratta di due Comuni della Regione Marche, che stanno aspettando di entrare – si spera, finalmente –, come da loro richiesto tramite referendum, in Regione Emilia-Romagna, per chiedere, quando questi Comuni, che fra l’altro sono piccoli, entrano, di favorire, visto che in quelle zone ci sono già processi di fusione, i processi di fusione. Si tratta in questo caso dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio.

Chiediamo, quindi, che la Regione incentivi i processi di fusione per i Comuni che chiedono di entrare – speriamo – in Emilia-Romagna.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Non essendovi altri consiglieri iscritti in discussione generale, la dichiaro chiusa.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 21, a firma del consigliere Bertani, di istituzione di nuovo articolo.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 21 è respinto.

Emendamento 22, a firma del consigliere Bertani, che istituisce un nuovo articolo.

Apro la discussione generale.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. È un emendamento molto semplice. Visto che la legge era datata e non lo prevedeva, proponiamo di introdurre una clausola valutativa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Non essendovi altre richieste di intervento in discussione generale, la dichiaro chiusa.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 22, a firma del consigliere Bertani, che istituisce un nuovo articolo.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 22 è respinto.

Emendamento 23, a firma del consigliere Bertani, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Questo emendamento propone, nella fase di discussione delle modifiche delle unioni, di dare la possibilità di ridefinire i confini delle unioni anche al di fuori degli attuali confini provinciali, perché ad oggi sono ancora in discussione le Aree vaste. Infatti, se oggi un Comune chiede di poter fare una unione con un altro Comune di un’altra Area vasta, non è possibile. Ovviamente, questo implica altre scelte che devono essere compiute, ma la legge le prevede, quale ad esempio la ridefinizione dei distretti sociosanitari.

Ad ogni modo, visto che rimettiamo in discussione la possibilità di modificare i confini delle unioni, proprio perché dobbiamo puntare all’efficienza di quegli strumenti, che altrimenti rischiano – e abbiamo molti esempi – di essere inefficienti, questa è, a nostro avviso, una possibilità di miglioramento di quello strumento. Non conviene continuare a ragionare su vecchi confini, che ormai non esistono più.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Non essendovi altri consiglieri iscritti in discussione generale, la dichiaro chiusa.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 23, a firma del consigliere Bertani, che istituisce un nuovo articolo.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 23 è respinto.

Emendamento 24, a firma del consigliere Bertani, che istituisce un nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 24, a firma del consigliere Bertani, che istituisce un nuovo articolo.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 24 è respinto.

Emendamento 25, a firma del consigliere Bertani, che istituisce un nuovo articolo.

Apro la discussione generale.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Come abbiamo lottato perché almeno il nome dell’Osservatorio delle fusioni fosse generico e generale e valesse per tutte le fusioni, e ringraziamo che finalmente ci siamo arrivati, allo stesso modo proponiamo di istituire l’Osservatorio delle unioni, perché secondo noi le unioni, pur essendo uno strumento che può funzionare, purtroppo presentano grosse difficoltà, in quanto non sono ben regolati i rapporti interni fra le maggioranze e le minoranze, fra i vari Consigli.

Mentre in alcuni casi, dove ci sono stati dei conferimenti che funzionano da molto tempo, i conferimenti sono stati attribuiti in maniera seria, per cui l’unione può funzionare, ci sono altri esempi dove le unioni sono troppo grandi o i Comuni lo hanno fatto solo per interesse e non per cercare di ottimizzare, per cui le unioni non funzionano. Quindi, è bene che si costituisca un osservatorio che porti avanti e analizzi le best practice che sono state attuate e che comprenda le ragioni per cui in altri casi, invece, le unioni non funzionano. A nostro giudizio, è importante istituire questo osservatorio.

Avevamo già avanzato questa richiesta, ma non è stata accolta. Speriamo che almeno questa volta venga recepita.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Non avendo altri consiglieri iscritti in discussione generale, la dichiaro chiusa.

Apro le dichiarazioni di voto.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Intervengo soltanto per annunciare il voto favorevole all’emendamento 25, a firma del consigliere Bertani.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Nessun altro chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 25, a firma del consigliere Bertani, istitutivo di nuovo articolo.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 25 è approvato.

Emendamento 36, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 36, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, istitutivo di nuovo articolo.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 36 è respinto.

Emendamento 37, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 37, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 37 è respinto.

Emendamento 38, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 38, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 38 è respinto.

Passiamo all’esame dell’art. 9.

Sull’art. 9 non insistono emendamenti.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 9 è approvato.

Emendamento 39, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 39, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 39 è respinto.

Emendamento 40, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 40, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 40 è respinto.

Emendamento 41, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 41, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 41 è respinto.

Passiamo all’esame dell’art. 10.

Sull’art. 10 insiste un emendamento: l’emendamento 28, a firma del consigliere Taruffi.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 28, a firma del consigliere Taruffi.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 28 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 10 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 11.

Sull’art. 11 insiste un emendamento: l’emendamento 26, a firma del consigliere Bertani.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. La ridiscussione degli ambiti ottimali adesso viene posta al 30 ottobre di quest’anno. Visto che è una discussione che, secondo noi, va portata avanti per più tempo perché gli ambiti territoriali ottimali, secondo noi, andrebbero ridisegnati, visto come sta cambiando un po’ la geografia e i bisogni della nostra Regione, proponiamo che vada aperta una finestra ogni anno.

Noi proponiamo che entro il 30 giugno di ogni anno si possano fare delle proposte, che poi vengono vagliate e discusse. Chiediamo di riaprire una finestra ogni anno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Se non ci sono altri iscritti in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 26, a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 26 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 11 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 12.

Sull’art. 12 insiste un emendamento: l’emendamento 8, a firma del consigliere Foti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 8 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 12 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 13.

Sull’art. 13 insiste un emendamento: l’emendamento 9, a firma del consigliere Foti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire in dibattito generale.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9 a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 9 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 13.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 13 è approvato.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte dell’ordine del giorno 2881/1 (oggetto 3017), a firma del consigliere Bertani e dell’ordine del giorno 2881/2 (oggetto 3018), a firma dei consiglieri Taruffi e Foti sul quale insistono una proposta di emendamento a firma dei consiglieri Torri e Mori e una proposta di emendamento a firma del consigliere Taruffi, su cui insiste un subemendamento a firma del consigliere Foti.

Apro le dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Intervengo solo per ringraziare il collega Foti che ha introdotto il suo emendamento, correggendo in sostanza quello che io avevo presentato velocemente, che non era chiaro nella parte finale. Annuncio, ovviamente, il voto favorevole al subemendamento, come annuncio anche il voto favorevole all’emendamento 1 a firma del consigliere Torri.

Esprimerò voto contrario all’ordine del giorno a firma del consigliere Bertani.

La dichiarazione di voto sul progetto di legge complessivamente immagino che sia scontata. Finalmente ci siamo arrivati!

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Leggevo l’altro giorno un articolo in cui si diceva: “Personalmente non credo molto al popolo sovrano, credo piuttosto ad una classe dirigente che guida l’economia, le banche, la cultura, la scienza e naturalmente la politica. Questa classe dirigente ha come base di sostegno il popolo sovrano; base di sostegno, non più di questo, ma una base di sostegno è comunque fondamentale. Se la base cede, cede l’intera classe dirigente. Accade, però, che molti cittadini elettori non abbiano voglia di esercitare quel loro diritto e se ne astengono. Fisiologicamente il 20 per cento degli elettori non esercita il suo diritto, ma in molti Paesi la quota degli astenuti è cresciuta, ormai si aggira intorno al 30 per cento e in certi casi al 40, con punte estreme che arrivano addirittura al 50 per cento.

In questi casi la sovranità è in mano ad un popolo ampiamente falcidiato, composto, a sua volta, da due categorie assai diverse tra loro: una consapevole dei suoi diritti e degli interessi generali che lo Stato democratico deve rappresentare, l’altra di persone che perseguono l’interesse proprio e dei loro capi locali. Qui emergono anche fenomeni di corruzione che inquinano i risultati elettorali”. Questa citazione è di Eugenio Scalfari su Repubblica. Lui ci dice senza ipocrisie quello che avevamo già capito, che lui non crede nel popolo sovrano e che il Governo deve essere affidato a un’oligarchia che sa governare.

Voi oggi invece lo dite in maniera più dissimulata in questa legge, perché se andiamo a chiedere ai cittadini il loro parere, il loro parere conta fino a un certo punto. Lui dice che metà non va a votare, quindi non si interessa dell’interesse generale, e altra gente si interessa dei propri interessi, quindi è meglio non ascoltarla. Insomma, solo un quarto del popolo è moralmente e intellettualmente degno di esercitare la sovranità.

Invece la sua oligarchia è integerrima e vocata alla cura dello Stato: non sbaglia, non ruba…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa, questa mescolanza di consiglieri tra opposizione e maggioranza non lascia spazio agli oratori di fare la propria relazione. Grazie.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Invece la sua oligarchia è integerrima e vocata alla cura dello Stato: non sbaglia, non ruba, non ha il vizio del nepotismo e men che meno ha interesse a conservare la sua poltrona.

A noi pare che il popolo sovrano o dice quello che dice la maggioranza degli illuminati, la selezione, la piccola oligarchia oppure è una capra e non capisce. Quindi, il suo ruolo è giusto quello di essere un serbatoio di consenso. Per il resto, lasci stare, perché decide chi governa, chi rappresenta.

Avevate promesso a una parte della minoranza un emendamento che tenesse conto almeno delle minoranze all’interno dei Consigli comunali. Anche questo non è arrivato, ma adesso promettete qualcosa che arriverà dopo. Va bene. Ci dite che volete evitare, questo lo dice anche qualche consigliere di minoranza, la dittatura delle minoranze, ma a me sembra che qui siate esperti di dittatura delle minoranze, visto che propugnate l’Italicum, forse adesso qualcosa di più innocuo o che in Parlamento usate un premio di maggioranza incostituzionale che vi permette di stravolgere la Costituzione.

Torniamo a noi. A proposito di interpretazione di dati, fra gli statistici o fra chi fa ricerca quando si vuol dimostrare a forza un risultato di una ricerca si dice “Tortura i dati finché non confessano”. Da oggi in Emilia-Romagna si dirà “Tortura il referendum finché non confessa”, perché avete costruito l’algoritmo perfetto affinché qualsiasi sia l’esito del referendum si proceda sempre e comunque alla fusione.

Mi riferisco al consigliere Poli che stamattina diceva che forse è quasi meglio non chiedere ai cittadini i pareri perché dopo, a livello locale, si scannano e si creano le divisioni. No, quel parere va chiesto, è scritto in Costituzione e quel parere va rispettato, piaccia o no ai rappresentanti eletti. Il rischio – lo dite voi – è quello che sempre meno gente vada a votare.

Se dite “Diteci cosa ne pensate”, e poi però decidiamo noi, la gente non andrà a votare.

Con questo emendamento, con quell’articolo che è stato votato, la gente pensa “Cosa conta il mio voto tanto poi si ripassa dal Consiglio comunale?”. La gente sempre meno andrà a votare.

Ribadisco, quindi, che la fretta che avete avuto tradisce il fatto che voi volete sempre e comunque procedere a fusione, checché ne pensino i cittadini. Noi non siamo contro le fusioni. Le fusioni sono uno strumento interessante, che può essere utile. Abbiamo anche i nostri sindaci e i nostri consiglieri comunali che ci credono in alcuni territori e altri che non ci credono, ma siamo contrari alla fusione a freddo. La fusione a freddo è una bufala, mi dicono. Siamo contrari alla fusione a freddo e alla fusione forzata.

Ribadiamo il nostro “no” a questo progetto così come è arrivato ad oggi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Il dibattito è stato lungo e articolato con punte di discussione che avremmo evitato volentieri di offrire alla discussione di oggi. Tuttavia, rimane un disegno, una proposta di legge d’iniziativa della Giunta recepita da questo Consiglio attraverso il lavoro fatto dal relatore Taruffi, di sintesi e di proposta di grande importanza. È di grande importanza perché si cerca, in buona sostanza, di riaffermare un principio amministrativo e di governo attraverso il quale alcuni importanti risultati sono già stati conseguiti, e parlo delle fusioni che abbiamo già alle spalle, e altri si apprestano ad arrivare a destinazione. Molte cose sono state dette nella dialettica tra maggioranza e minoranza, molte cose sono state dette anche sulle modalità con le quali noi scegliamo di introdurre dei criteri di valutazione del voto.

Per intenderci, il referendum resta consultivo e non potrebbe che essere tale, ed è diverso dall’auto-assolvimento di una classe dirigente che pure, in qualche modo, viene paventato. Abbiamo tutti il dovere evidentemente di confrontarci nel merito di una scelta politica e amministrativa, ma prima di tutto politica. Noi scegliamo politicamente di investire sulla semplificazione amministrativa perché pensiamo di dover offrire dei servizi a tutti i cittadini. Pensiamo che la coperta sia corta un po’ per tutti, ma i servizi vadano garantiti.

Se non ci fosse stata questa stella polare a dirigere l’indicazione di voto, l’indicazione amministrativa di questa maggioranza e di questa Giunta, non avremmo fatto la prima grande riforma istituzionale di questa Regione, che pure è stata tante volte citata e tirata per la giacchetta, che è quella dei nostri assetti istituzionali, e non faremmo oggi un passaggio di grande importanza: l’individuazione di un percorso ulteriore di ascolto.

Non vi è dubbio – ed è una immagine caricaturale quella che è stata paventata dal Movimento 5 Stelle – che esista o non esista una dialettica interna a questa Assemblea, esiste questa dialettica, che viene garantita, ma allo stesso tempo non ci sentiamo né ci sentiremmo ostaggio di quello che è, come ha detto prima il segretario del mio partito, Paolo Calvano, il ruolo stesso che abbiamo noi come Assemblea legislativa.

Noi abbiamo il dovere di confrontarci nel merito e quand’anche le minoranze scegliessero, come pure possono fare, e in alcune occasioni hanno anche fatto, di proporre una serie di emendamenti con atteggiamento dilatorio, questo non sarebbe altro che la loro prerogativa di minoranza. Non so, però, se sarebbe opportuno affaticarsi intorno a una dilazione dei tempi non sui contenuti, ma sulla modalità attraverso la quale gestire la dialettica.

Il vero punto oggi di discussione, ed è quello sul quale anche il dibattito che abbiamo avuto tra il nostro Gruppo in cui tante esperienze di amministratori si sono confrontate, è quello di comprendere cosa serva per fare e dare velocemente delle risposte politiche a dei bisogni.

Correttamente il consigliere Pruccoli ha segnalato che non possiamo nasconderci dietro modalità o stratagemmi che dilazionano nel tempo la nostra presa d’atto di quello che c’è da fare. Per questo non mi sento di fare uno sgarbo a nessuno se dico che possiamo fare di più nel confrontarci nel merito delle questioni che abbiamo a cuore, ma possiamo fare anche molto di meno cercando di trovare degli escamotage per dirci che non c’è democrazia in queste scelte.

Se volesse, questa Assemblea potrebbe andare avanti senza ascoltare stanti i numeri, ma non abbiamo mai pensato di esercitare come una clava questa maggioranza, né cominceremo a farlo.

Per questo motivo chiediamo, se non di avere il sostegno, quanto meno di non essere confusi con atteggiamenti che non ci appartengono. Noi siamo e rimaniamo democraticamente responsabili, ma siamo determinati a portare avanti il disegno di riforma di questa Regione.

Per questo diamo il nostro sostegno convinto a questo progetto di legge, ma soprattutto il nostro sostegno convinto all’azione di governo, tesa a semplificare, a ridurre, a valorizzare le Unioni tra Comuni e le fusioni tra Comuni e da ultimo anche le incorporazioni.

Questa è la nostra mission e di sicuro non ci faremo tediare da altri ragionamenti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Caliandro.

Non essendovi altri consiglieri iscritti a parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2881/1 (oggetto 3017), a firma del consigliere Bertani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 2881/1 (oggetto 3017) è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, il subemendamento 3, a firma del consigliere Foti, sull’ordine del giorno 2881/2 (oggetto 3018).

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il subemendamento 3 è approvato.

Resta precluso l’emendamento 2, a firma del consigliere Taruffi.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Torri e Mori all’ordine del giorno 2881/2 (oggetto 3018).

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 2881/2 (oggetto 3018).

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’ordine del giorno 2881/2 (oggetto 3018) è approvato.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 2881, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, comunico il seguente risultato:

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

24

Contrari

 

12

Astenuti

 

1

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante «Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, Unioni, fusioni e incorporazioni di Comuni».

 

OGGETTO 2885

Delibera: «Reg. (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli. Aiuti nel settore dell’apicoltura. Approvazione del Programma triennale 2017-2019 e stralcio annuale 2016-2017.» (Proposta della Giunta regionale in data 4 luglio 2016, n. 1049) (90)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’atto amministrativo oggetto 2885: Proposta recante: “Reg. (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli. Aiuti nel settore dell’apicoltura. Approvazione Programma triennale 2017-2019 e stralcio annuale 2016-2017. Proposta all’Assemblea legislativa”.

La Commissione “Politiche economiche” ha espresso parere favorevole nella seduta del 13 luglio 2016, con la seguente votazione: 29 voti a favore, nessun contrario e 9 astenuti.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Signor presidente, non capisco questo atteggiamento. Mi pare che l’argomento sia di indubbio interesse e anche di ampio valore. Tra l’altro, è un settore dell’economia agricola che è anche in crescita. Volevo essere certo che tutti avessero ben letto la Misura C, che è la razionalizzazione della transumanza, perché mi pare che sia un argomento del tutto pertinente con l’ambiente che ci circonda. Quindi, sotto il profilo politico penso che sia elemento di discussione e di riflessione che meriti anche una relazione da parte dell’assessore competente per materia.

L’Assemblea legislativa non è un “votificio”, è un luogo di discussione. È un luogo democratico e fra un po’ lo sarà ancora di più perché assumerà un provvedimento che, ovviamente, lascerà un segno nella storia di questa Assemblea, oltre che dei popoli, e soprattutto dei venditori di paccottiglia.

A prescindere da ciò, volevo soltanto far presente che votiamo in assenza di un assessore, in assenza di una relazione e in assenza anche di un relatore di maggioranza.

Capisco che ci siano le pinne, il fucile e gli occhiali, ma speravo che ci fossero anche gli scafandri e un attimo di attenzione per le api.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La volevo informare che l’assessore è entrato in questo momento.

Ha chiesto di parlare la consigliera Francesca Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente. Colgo dell’ironia, ma concordo molto con il collega Foti sull’importanza di questo atto amministrativo.

 

(brusio in Aula)

 

L’ironia era rivolta al fatto che daremo atto all’assessore Caselli che è stata presente in entrambi i giorni ed era un attimo fuori. Non c’era un’assenza.

Era questa l’ironia a cui mi riferivo.

Vengo al programma, che credo sia molto interessante, perché persegue quegli obiettivi e conferma gli interventi dei precedenti atti programmatori, integrandoli con quelli previsti dal nuovo quadro di riferimento.

È un investimento importante, che consiste in un piano di investimento per l’apicoltura – ricordiamolo – di 2 milioni di euro di cui già certi 509.000 per l’anno in corso. Questo non è un impegno non importante se si considera il settore al quale è rivolto…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Francesca Marchetti, chiedo scusa. Chiedo ai banchi dell’opposizione di fare un minimo di attenzione all’importante argomento che sta trattando la collega Marchetti.

 

FOTI: Se vuole, glielo ripetiamo a memoria.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non glielo chiedo perché sbaglierebbe sicuramente.

Prego, consigliera Francesca Marchetti.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente. Per l’Emilia-Romagna l’apicultura è sicuramente un settore importante per diversi motivi, non solo per la consistenza produttiva ed economica del settore. Ricordiamo che il numero degli apicoltori che attualmente operano è di 2.600 addetti, la quantità della produzione raggiunta è pari a oltre 2.000 tonnellate annue, che significano oltre il 10 per cento della produzione nazionale. Il livello di professionalità di questi operatori sul panorama nazionale si contraddistingue rispetto ad altre zone d’Italia dove abbiamo ancora un livello amatoriale hobbistico.

Voglio ricordare e porre l’attenzione sulla qualità delle produzioni, come il miele, la pappa reale, le famiglie di api regine che esportiamo in tutto il mondo e la funzione nazionale di leader che la nostra Regione svolge nel settore, sia direttamente come Istituzione nei tavoli nazionali, sia per il fatto che sul nostro territorio hanno sede e operano, anche con il sostegno e l’impegno regionale, importanti strutture nazionali come l’Osservatorio nazionale del miele, che oggi svolge un ruolo qualificato indiscusso di supporto sia alle Istituzioni che al mondo produttivo; CONAPI, che è un Consorzio nazionale che coinvolge, a partire dagli anni Settanta, alcuni giovani e che con il marchio Mielizia svolge un ruolo leader sul mercato nazionale. Potrei citare ancora CREA-API, che sicuramente nel piano della ricerca di rilievo rappresenta un aspetto di rilievo a livello nazionale e UNAPI, che è la più importante per l’apicoltura professionale, l’Unione nazionale delle associazioni.

Questo impegno e questo sostegno che la Regione dà con quest’atto programmatorio credo che vada valorizzato. Sul piano economico ricordiamo che da tempo non è più finanziata la legge di settore, la n. 313 rivolta all’apicoltura e che anche le possibilità all’interno del PSR per questo settore sono state ridotte. È un programma importante che tenderei a non banalizzare e vorrei mettere in valore anche il metodo con il quale questo programma è stato elaborato dal nostro assessorato, con un confronto serrato con gli addetti che sicuramente in certi punti può essere stato faticoso, ma che ha portato a una condivisione e a un equilibrio anche dei diversi aspetti e delle diverse misure non trascurabile.

Infine, voglio rilevare il livello raggiunto nell’ottimizzare l’uso delle risorse per raggiungere le due finalità portanti di tutta la filosofia OCM, come il sostegno diretto alle imprese per svilupparsi, innovarsi, stare al passo con il mercato, il sostegno alle attività, all’assistenza tecnica, alla ricerca, che sono elementi che non possono essere sottovalutati.

Un ultimo aspetto che credo sia fondamentale è che tra le priorità strategiche, tra i beneficiari ci siano i giovani al di sotto dei quarant’anni, che esercitano o intendono esercitare professionalmente l’attività imprenditoriale apistica.

Questa attenzione credo vada ulteriormente valorizzata, anche perché si stanno così studiando o formulando dei progetti anche rivolti alla disabilità che coinvolgono in queste attività molte persone.

Faccio già la mia dichiarazione di voto, che non può che essere favorevole alla luce di queste motivazioni. Questo è il nostro parere.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà. Ha otto minuti a disposizione.

 

FOTI: Signor presidente, io pensavo di aver fatto un intervento per consentire ad altri di poter parlare, perché era abbastanza irriguardoso nei confronti della delibera in oggetto che passasse già alle dichiarazioni di voto, come lei stava facendo. Quindi, ho preso tempo.

La consigliera Marchetti mi ha sfidato. Capisco che lei sia molto attenta al problema. Consigliera Marchetti, non ci vuole molto a prenderla in fallo. Le iniziative a gestione regionale con riserva finanziaria hanno riguardato il finanziamento del concorso Gradi Mieli in Italia, realizzato dall’Osservatorio Nazionale Miele di Castel Pietro Terme.

 

POLI: Castel San Pietro!

 

FOTI: Mi permetto di dirlo. L’avevo letta la delibera. Aspettavo soltanto che qualcuno ci mettesse un po’ di spirito, un po’ di verve, come ci ha messo lei.

Non dovete, però, dire che il mio intervento è ironico, perché le vorrei far presente, consigliera Marchetti, che forse lei non l’ha letto, ma all’Azione C di questo programma, la razionalizzazione della transumanza, è finanziata con il 18,99 per cento dei finanziamenti. Quindi, non ho posto un problema che è irrilevante, ho posto un tema che pesa, su un programma da 700 milioni di euro, come da richiesta, e 450.000 euro, come da finanziamento, il 20 per cento.

Come vede, se mi interroga, lo conosco. Le avevo cercato di dare lo spunto perché la vedevo un po’ spenta. Ho visto che il miele le ha dato energia. È una prova concreta di quanto sia benefico l’utilizzo e il ricorso al miele. Comunque, è una delibera dolce.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Consigliera Francesca Marchetti, prego. Ha quattro minuti a disposizione per replicare alla dolcezza...

 

(interruzioni)

 

Come no? È ancora qua.

 

(interruzioni)

 

Non riesce neanche a togliere la prenotazione.

Abbiamo terminato, immagino, il dibattito generale.

Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Se nessun altro consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all’oggetto 2885.

 

(L’Assemblea, a maggioranza dei presenti,

approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’Assemblea approva.

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Rainieri): Un po’ di attenzione. La dolcezza non è tutto.

Richiesta di iscrizione di un nuovo argomento e inversione dell’ordine del giorno. Si tratta dell’oggetto 3001: Risoluzione per impegnare la Giunta a partecipare all’audizione dei comitati della Val d’Arda in sede di commissione competente relativamente all’utilizzo del “Carbonext” nel cementificio sito in località Mocomero del Comune di Vernasca, Piacenza, a firma dei consiglieri Rancan (primo firmatario), Foti, Molinari, Taruffi, Tarasconi, Sassi e Bignami.

È previsto un intervento a favore e uno contro all’iscrizione.

Non avendo alcun iscritto a favore e contro, metto in votazione, per alzata di mano, l’iscrizione all’ordine del giorno dell’oggetto 3001.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’iscrizione è accolta.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 3001

Risoluzione per impegnare la Giunta a partecipare all’audizione dei comitati della Val d’Arda in sede di commissione competente relativamente all’utilizzo del “Carbonext” nel cementificio sito in località Mocomero del Comune di Vernasca (PC). A firma dei Consiglieri: Rancan, Foti, Molinari, Taruffi, Tarasconi, Sassi, Bignami

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, all’esame e alla discussione generale dell’oggetto 3001.

La parola al consigliere Rancan. Prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Questa risoluzione nasce da un incontro e da un confronto ‒ per il quale esprimo soddisfazione ‒ che vi è stato tra tutte le forze politiche che compongono l’aula di questo Consiglio, vista la delibera di Giunta approvata in data 25 luglio che riguardava il provvedimento di VIA sul progetto di modifica del cementificio ubicato nel comune di Vernasca e valutato anche quanto emerso dal dibattito pubblico di venerdì 15 luglio in Lugagnano Val d’Arda. Si trattava di un impegno preso davanti ai cittadini che, a nome di tutti, è stato portato a termine.

Si chiede alla Giunta di partecipare all’audizione dei comitati costituiti durante un’audizione, già concordata con la presidente Rontini, presso la Commissione competente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

La parola al consigliere Molinari.

 

MOLINARI: Questa mattina abbiamo incontrato i comitati. La richiesta è legata alla possibilità di incontrare, all’interno della Commissione e dell’audizione, anche l’assessore. Abbiamo la disponibilità anche della stessa, ma vogliamo, come Consiglio, ribadire l’importanza di una sua presenza. Cercheremo, quindi, di esserci tutti, al di là della presenza o meno nella Commissione, perché riteniamo che questa discussione debba avvenire con la più ampia partecipazione possibile.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Se non ci sono più iscritti in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3001, a firma dei consiglieri Rancan, Foti, Molinari, Taruffi, Tarasconi, Sassi, Bignami.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 3001 è approvata.

 

OGGETTO 1534

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché la fattispecie penale dell’apologia del fascismo venga integrata prevedendo la vendita e la diffusione di beni, gadget o oggetti recanti immagini del regime fascista e nazista attivandosi inoltre affinché il reato di apologia del fascismo venga inserito nel codice penale, consentendo in tal modo la repressione dei reati specifici ad esso relativi. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Calvano, Caliandro, Marchetti Francesca, Mori, Poli, Mumolo, Lori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Tarasconi, Boschini, Alleva, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, Pruccoli, Bessi, Bagnari, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Paruolo, Campedelli

(Continuazione dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla risoluzione oggetto 1534, di cui era stata approvata questione sospensiva nella seduta antimeridiana del 22 giugno 2016.

Su questo documento, nella seduta pomeridiana del 13 luglio 2016, si è aperta la fase di dichiarazione di voto ed è intervenuto il consigliere Foti.

Siamo nella fase della dichiarazione di voto. Chi vuole intervenire in dichiarazione di voto? Consigliera Nadia Rossi, prego.

 

ROSSI Nadia: Grazie, presidente. Stavo sfidando il collega Pompignoli per capire chi dei due sarebbe intervenuto prima rispetto a questa tematica, che ha portato ad una lunga discussione la maggior parte dei Gruppi di questa Assemblea, ma non tutti, durante la seduta precedente.

Credo che il dibattito sia stato piuttosto esaustivo, anche per comprendere le posizioni dei partiti che rappresentano l’Assemblea regionale. Non credo assolutamente che sia inutile o banale compiere uno sforzo per contrastare tutti i tentativi di riabilitare la cultura e il pensiero fascista. Per questo, al contrario di quanto ascoltato durante l’ultima seduta, credo sia importante, se non fondamentale, trattare tematiche anche in questo consesso. Non solo lo dobbiamo all’Istituzione che rappresentiamo, ma serve anche per non fare di tutta l’erba un fascio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Nadia Rossi.

La parola al consigliere Pompignoli. Prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie. Ho lasciato la precedenza alla consigliera Rossi nella dichiarazione di voto.

Io alcune brevi considerazioni le voglio fare, anche in merito a quanto riferito dal presidente Bonaccini nella scorsa seduta, allorquando si è stupito delle mie dichiarazioni. Stupito rimango io sulla base del fatto che oggi questa risoluzione non parla di fascismo, ma parla esclusivamente di commercializzazione dei gadget.

Ho discusso nella precedente Assemblea dicendo, in primis, che ogni totalitarismo viene da me negato, sia dal punto di vista della destra sia dal punto di vista della sinistra. Questo deve essere un punto fermo.

Quello che si vuole, invece, fare oggi con questa risoluzione è semplicemente cercare di vietare la commercializzazione di gadget che rappresentino simboli fascisti. Non credo che questo strumento possa vietare o, comunque, ricondurre persone a ricostituire il partito fascista. Esistono già leggi che lo vietano. Esistono le disposizioni transitorie della Costituzione che lo vietano. Non vedo e non trovo il motivo di vietare la commercializzazione di gadget fascisti, che rappresentano l’immagine fascista.

Questo è il messaggio che deve passare. Abbiamo parlato sempre di buonsenso. Questa risoluzione non è assolutamente di buonsenso. Penalizziamo chi commercializza questi prodotti e ‒ come abbiamo detto nella scorsa Assemblea ‒ penalizziamo alcuni commercianti, guarda caso solo a Predappio. Pochissimi in regione Emilia-Romagna commercializzano questi prodotti. Si penalizza un sistema che è nato e si sta commercializzando in un Comune solo.

Da questo punto di vista, non capisco il senso della risoluzione. È per questo che, ovviamente, voterò contrario a questa risoluzione, non tanto perché dobbiamo discutere sul fatto di essere fascisti o comunisti. Questa discussione non c’entra con questa risoluzione. La risoluzione vuole esclusivamente vietare la commercializzazione dei gadget. Questo è l’oggetto della risoluzione. Non crediamo che questo sia il palliativo per vietare la ricostituzione di un partito, che già la legge vieta. Questo è il principio base su cui affrontare questa discussione.

È anche vero, dall’altro lato, che uno dei precursori, anzi dei promotori di un nuovo regime è proprio l’attuale Governo, che ha sponsorizzato e sta sponsorizzando un referendum costituzionale che, abbinato alla legge elettorale, fa sì che un partito che raggiunga il 20 per cento possa, in qualche modo, avere sui cittadini un’egemonia unica. Perché? Perché, in ogni caso, nel momento in cui passerà il referendum costituzionale e si andrà a votare con questa legge elettorale, cioè con l’Italicum, il partito che vincerà queste elezioni potrà eleggere il presidente della Repubblica, eleggere i giudici della Corte costituzionale, nominare i membri del Consiglio superiore della magistratura e sarà l’unico ‒ per quello che riguarda il premier ‒ a decidere sulla vita delle persone. Questo è il regime.

Sulla base di questo ragionamento, dico “no” alla risoluzione, ma dico anche “no” al referendum costituzionale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto la parola la consigliera Nadia Rossi, che non potrebbe parlare. Ci vuole, gentilmente, dire qual è l’argomento?

 

ROSSI Nadia: Solo per chiedere il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sarà accontentata. Grazie.

La parola al consigliere Foti.

 

FOTI: Signor presidente...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, le ricordo che lei ha già parlato in dichiarazione di voto. Interviene sull’ordine dei lavori?

 

FOTI: Signor presidente, eviterò di metterla in imbarazzo, perché potrei parlare in dissenso dal Gruppo, atteso che non mi pare che il nostro Regolamento preveda questo divieto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se lei vuole parlare in dissenso dal Gruppo, io la lascio parlare. Si faccia un po’ di chiarezza all’interno del suo Gruppo, però.

 

FOTI: Lo riunirò quanto prima.

Come vede, presidente, sono talmente intelligente da non avere questo problema. Il mio Gruppo è compatto nel votare “no”.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Mi fa piacere.

 

FOTI: Non lo metto in dubbio. Spero che voti anche lei “no”.

Mi permetto, invece, di chiederle la votazione per parti separate, perché questo è previsto dal Regolamento e perché le due questioni qui poste sono distinte e distanti. Mi spiego. Mentre diventa difficile individuare il limite e il confine di una definizione dell’apologia del fascismo, che non sia quella già data ripetutamente dalla Corte di cassazione e compresa già in sentenze della Corte costituzionale, è molto più pericolosa la tendenza che potrebbe indurre, dopo l’approvazione di questa risoluzione, anche alcuni sindaci ad assumere ordinanze di divieto in tal senso.

Quando si parla di oggettistica e si parla di un insieme di oggetti in vendita, diventa difficile, signor presidente, qualificare quale oggetto... Vi faccio un esempio. Una delle 5-6 milioni di cimici che sono state trovate tra il 26 e il 27 luglio del 1943, che sono originali e che vengono vendute a 15-20 euro su banchetti, tutti autorizzati da Giunte di sinistra di questa Regione, dei mercatini dell’antiquariato rappresentano un elemento che va perseguito o, solo per il fatto di essere originali, devono essere preservate? C’è un piccolo particolare: se guardiamo il valore, forse è più “apologia” quello originale che l’imitazione. Mentre nell’imitazione uno ha uno spirito imitatorio, nell’originale ha uno spirito “emulatorio”, che è cosa differente.

Non volevo far torto alla sua Provincia, quindi l’ultima settimana mi sono recato al mercatino di Fontanellato, località a me cara e cara anche a questa sala. Un giorno spiegherò il motivo. A prescindere da ciò, domenica sono andato ad un mercatino in provincia di Milano. Che cosa ho trovato? Un libro in vendita...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Foti, mi scusi. Io l’ho lasciata parlare, però lei ci dica quali sono le parti separate…

 

FOTI: Le parti separate sono in re ipsa, perché sono soltanto due i punti...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo.

 

FOTI: ...del dispositivo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quindi, la sua richiesta è di votare il dispositivo per parti separate.

 

FOTI: Esatto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il primo da “regime fascista e nazista, in tutte le differenti modalità in cui essa può avvenire” e la seconda è l’ultimo capoverso.

In base al Regolamento, questo lo possiamo fare. Ho risposto alla sua domanda.

Le chiedo, gentilmente, di chiudere il suo intervento nell’arco di qualche secondo. Grazie.

 

FOTI: Sì. Lo chiudo subito, presidente.

Io chiedevo soltanto, però, ed è la ragione per cui chiedo la votazione per parti separate, se la copertina di un libro, dopo l’approvazione di questa risoluzione, sarà o meno perseguibile. Io ho trovato questo libro in vendita.

 

(Il consigliere Foti mostra la copertina di un libro)

 

Se tolgo la copertina, è un libro normalissimo. Su questo libro nessuno direbbe “A”. Se metto la copertina, qualcuno potrebbe eccepire che ricade nel punto b) del provvedimento oggi in esame.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Questa Regione non lo ha fatto suo, come l’altra volta con il quadro. Vero?

 

FOTI: No. Per evitare ulteriori appropriazioni indebite, signor presidente, ma soprattutto che la mattina in mia assenza ‒ come è accaduto ‒ alle ore 9 si entri nel mio ufficio, senza l’autorizzazione, a frugare per vedere se è vero che era inventariato... Ho settantadue giorni di tempo per esporre la querela. Nell’ufficio che mi è assegnato si entra in mia presenza; sennò, si entra con un mandato. Se uno mi lascia una bustina di cocaina, non voglio rispondere della cocaina altrui. Siamo chiari.

Signor presidente, penso di aver dimostrato ad abundantiam come, tolta la copertina o lasciata la copertina, cambi il significato delle cose.

Chiedo la votazione per parti separate pur, nell’unanimità del mio Gruppo, votando contro entrambe le parti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): La sua autorevolezza all’interno del Gruppo è riconosciuta. Grazie.

Passiamo, quindi, alla votazione per parti separate.

La risoluzione viene votata dal titolo al primo capoverso, che chiude con “regime fascista e nazista, in tutte le differenti modalità in cui essa può avvenire”.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della prima parte della risoluzione oggetto 1534 (escluso l’ultimo capoverso), a firma dei consiglieri Rossi Nadia, Calvano, Caliandro, Marchetti Francesca, Mori, Poli, Mumolo, Lori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Tarasconi, Boschini, Alleva, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, Pruccoli, Bessi, Bagnari, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Paruolo, Campedelli, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

26

Contrari

 

6

Astenuti

 

5

 

PRESIDENTE (Rainieri): La prima parte della risoluzione oggetto 1534 è approvata.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della seconda parte della risoluzione oggetto 1534 (ultimo capoverso), a firma dei consiglieri Rossi Nadia, Calvano, Caliandro, Marchetti Francesca, Mori, Poli, Mumolo, Lori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Tarasconi, Boschini, Alleva, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, Pruccoli, Bessi, Bagnari, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Paruolo, Campedelli, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

 

Presenti

 

38

Assenti

 

12

Votanti

 

37

Favorevoli

 

26

Contrari

 

6

Astenuti

 

5

 

PRESIDENTE (Rainieri): La seconda parte della risoluzione oggetto 1534 (ultimo capoverso) è approvata.

 

OGGETTO 469

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare iniziative pubbliche volte a commemorare il genocidio degli Armeni, promuovere la conoscenza dei relativi fatti storici e la cultura della pace, della democrazia e dell’autodeterminazione dei popoli, ribadendo inoltre nelle sedi opportune come il riconoscimento da parte della Turchia di tale genocidio costituisca conditio sine qua non per l’ingresso della stessa nella UE. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 2813

Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere progetti di approfondimento storico e di divulgazione del genocidio del popolo armeno. A firma dei Consiglieri: Alleva, Prodi, Ravaioli, Montalti, Torri, Taruffi

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 3007

Risoluzione per esprimere condanna al tentato golpe in Turchia e a chiedere alle istituzioni italiane ed europee che si esprimano contro la sospensione dello stato di diritto, impegnandosi, altresì, a mettere in campo tutte le azioni possibili per ripristinare lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani in Turchia. A firma dei Consiglieri: Montalti, Pruccoli, Caliandro, Taruffi, Torri, Mumolo, Prodi, Tarasconi, Zoffoli, Mori, Rossi Nadia, Cardinali, Zappaterra, Boschini, Marchetti Francesca, Poli, Bagnari

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo adesso alle seguenti risoluzioni:

oggetto 469 Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare iniziative pubbliche volte a commemorare il genocidio degli Armeni, promuovere la conoscenza dei relativi fatti storici e la cultura della pace, della democrazia e dell’autodeterminazione dei popoli, ribadendo inoltre nelle sedi opportune come il riconoscimento da parte della Turchia di tale genocidio costituisca conditio sine qua non per l’ingresso della stessa nella UE, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli;

oggetto 2813 Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere progetti di approfondimento storico e di divulgazione del genocidio del popolo armeno, a firma dei consiglieri Alleva, Prodi, Ravaioli, Montalti, Torri, Taruffi;

oggetto 3007 Risoluzione per esprimere condanna al tentato golpe in Turchia e a chiedere alle istituzioni italiane ed europee che si esprimano contro la sospensione dello stato di diritto, impegnandosi, altresì, a mettere in campo tutte le azioni possibili per ripristinare lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani in Turchia, a firma dei consiglieri Montalti, Pruccoli, Caliandro, Taruffi, Torri, Mumolo, Prodi, Tarasconi, Zoffoli, Mori, Rossi Nadia, Cardinali, Zappaterra, Boschini, Marchetti Francesca, Poli, Bagnari.

Apro la discussione generale. Ha chiesto di parlare il consigliere Alleva. Ne ha facoltà.

 

ALLEVA: La vicenda del genocidio del popolo armeno è tornata all’attenzione dell’opinione pubblica quando Papa Bergoglio, nell’aprile del 2015, nel centenario della tragedia, ha ricordato che si è trattata di una prima manifestazione, la più grande manifestazione di genocidio, che ha fatto – questo è storicamente comprovabile – da prova generale all’altro terribile genocidio del Novecento, quello degli ebrei. Lo disse in maniera insospettabile Hitler, il quale ribadì che tutto sommato del genocidio degli armeni nessuno si sarebbe più ricordato, perché lo Stato turco comunque era uscito rinsaldato da questa vicenda, e così sarebbe accaduto anche per la Germania.

Questa vicenda ci ricorda che non si può ridurre il genocidio a un fatto meramente quantitativo perché, nel caso del genocidio del popolo armeno, c’è stata una volontà, la stessa volontà che poi ha animato il genocidio degli ebrei. E ricordo soltanto alcune cifre. Gli armeni che vivevano in Anatolia erano, allora, poco più di due milioni. Gli uccisi furono un milione e cinquecentomila attraverso il sistema delle marce della morte, e cioè dell’avviamento di queste persone nei deserti, dove in parte venivano soppresse con le armi e in altre parte lasciate morire.

Il Governo turco ha sempre parlato di grandi perdite umane, da duecentomila a cinquecentomila persone, ma non dovute a una premeditazione. Invece, è il contrario. E proprio perché si è trattato di una premeditazione, ben ventinove Stati, tra cui l’Italia, l’hanno definito come genocidio, come primo grande genocidio dell’epoca moderna, quello del popolo armeno.

È doveroso sottolineare che, mentre il Governo turco, e ancora il presidente Erdogan che ha rimbeccato in maniera aggressiva lo stesso Papa Bergoglio, insiste ancora nella teoria del danno collaterale dovuto alla guerra con la Russia, l’intellettualità turca per fortuna si è comportata diversamente. Ci sono stati scrittori turchi che sono stati condannati, perché parlare di genocidio armeno in Turchia è un reato. Orhan Pamuk è stato processato per aver sostenuto che quello degli armeni è stato, appunto, un intenzionale genocidio e molti hanno dovuto riparare all’estero.

Nessuno più di noi credo auspichi una completa riconciliazione tra il popolo turco e il popolo armeno, però il Governo turco non può insistere con la vecchia tesi negazionista. Per giungere a una vera riconciliazione occorre che vi sia anzitutto un riconoscimento franco, come è accaduto in Germania per il genocidio degli ebrei, di quello che è accaduto. E io credo che in questa direzione noi dobbiamo formulare tutti i nostri auspici.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Alleva.

Ha chiesto di parlare la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Io vorrei intervenire sulla risoluzione oggetto 3007 relativa alla situazione attuale in Turchia per esprimere alcune semplici considerazioni.

Condanniamo il tentato golpe avvenuto in Turchia il 15 luglio scorso, in quanto azione antidemocratica per rovesciare un Governo legittimo. Riteniamo, però, che non debba passare nel silenzio l’azione di repressione che, dopo il golpe, è stata messa in atto da parte del Governo Erdogan. E ripercorro brevemente la dimensione di quanto sta avvenendo: ad oggi ci sono stati diecimila arresti, undicimila cancellazioni di passaporti e sospensioni in massa di dipendenti pubblici, con circa sessantacinquemila epurazioni, nonché la sospensione, annunciata e poi attuata, della Convenzione europea sui diritti umani, in concomitanza con la proclamazione dello stato di emergenza. Dietro questi numeri ci sono persone, vicende umane e personali.

Questa situazione risulta ancora più preoccupante perché, sul versante dei diritti umani e civili, già da anni vengono denunciate dalle Istituzioni internazionali e dall’Unione europea delle violazioni reiterate, di cui hanno fatto le spese le opposizioni al Governo, le minoranze, in particolare quella curda, la popolazione femminile, le donne, delle quali in questa deriva anti-laicista vengono messe in discussione i diritti e la sicurezza, ma anche tutto il sistema della libera informazione e della comunicazione.

La Brexit e la crisi internazionale anche legata al terrorismo mettono in luce come vi sia bisogno di un’Europa unita, che sappia prendere posizione e sostenere i propri valori fondativi, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e civili, il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia e dell’uguaglianza. E faccio questo elenco citando i valori fondativi che sono stati inseriti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Questa risoluzione condanna, dunque, quanto sta avvenendo in Turchia e chiediamo che anche le Istituzioni italiane ed europee si esprimano in maniera formale e chiara contro la sospensione dello stato di diritto che si sta concretizzando in Turchia, impegnandosi a mettere in campo tutte le azioni possibili per il ripristino dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani e civili.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Montalti.

Non avendo altri consiglieri iscritti in discussione generale, la dichiaro chiusa.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 469.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 469 è respinta.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2813.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2813 è approvata.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3007.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 3007 è approvata.

Come da accordi intercorsi nella Conferenza dei Capigruppo, chiudiamo i lavori della seduta di oggi.

Grazie e buonasera.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 19,33

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori Simona CASELLI, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Sergio VENTURI e la consigliera Ottavia SONCINI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2881 “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, Unioni, fusioni e incorporazioni di Comuni»” (40)

 

Votazione emendamento 14, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli e Bargi

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 12

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI.

 

Contrari: 27

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 10

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Barbara LORI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI.

 

Votazione finale progetto di legge oggetto 2881

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 24

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Contrari: 12

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 1

Piergiovanni ALLEVA.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Enrico AIMI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI, Paolo ZOFFOLI.

 

OGGETTO 1534 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni affinché la fattispecie penale dell’apologia del fascismo venga integrata prevedendo la vendita e la diffusione di beni, gadget o oggetti recanti immagini del regime fascista e nazista attivandosi inoltre affinché il reato di apologia del fascismo venga inserito nel codice penale, consentendo in tal modo la repressione dei reati specifici ad esso relativi. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Calvano, Caliandro, Marchetti Francesca, Mori, Poli, Mumolo, Lori, Iotti, Prodi, Zappaterra, Tarasconi, Boschini, Alleva, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, Pruccoli, Bessi, Bagnari, Montalti, Ravaioli, Zoffoli, Molinari, Paruolo, Campedelli”

 

Votazione prima parte risoluzione (escluso ultimo capoverso)

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 26

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Contrari: 6

Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI.

 

Astenuti: 5

Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Enrico AIMI, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI, Paolo ZOFFOLI.

 

Votazione seconda parte risoluzione (ultimo capoverso)

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 26

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Contrari: 6

Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI.

 

Astenuti: 5

Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Enrico AIMI, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI, Paolo ZOFFOLI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 2881 “Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, Unioni, fusioni e incorporazioni di Comuni»” (40)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«Il comma 5 di cui all’articolo 5, comma 1, del presente progetto di legge è così modificato:

“5. Ai fini del contenimento della finanza pubblica il Presidente della Regione, nel caso in cui, nel periodo intercorrente fra l'emanazione del decreto e la data fissata per la convocazione degli elettori, siano indette elezioni politiche o referendum abrogativi nazionali, o altri referendum regionali abrogativi, ha la facoltà di modificare la data affinché la consultazione per il referendum consultivo territoriale sia contestuale alle altre consultazioni nazionali o regionali successivamente indette. In tali casi restano valide, per quanto possibile, le operazioni già eventualmente effettuate dalla Regione e dai Comuni per lo svolgimento del referendum consultivo territoriale. Soltanto nel caso in cui non vi siano le condizioni per lo svolgimento contestuale dei diversi procedimenti elettorali il Presidente della Regione può, con proprio atto, disporre di rimandare di almeno un mese e non oltre tre la data di svolgimento del referendum territoriale. Si procede comunque al rinvio di sei mesi quando, dopo l'indizione, siano indette elezioni amministrative che riguardino uno o più Comuni interessati al referendum consultivo territoriale.”.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 5 del presente progetto di legge il comma 2 è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 5 del presente progetto di legge il comma 4 è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Foti:

«Il comma 5 bis di cui all’articolo 5, comma 1, del presente progetto di legge è così modificato:

5 bis. Ai fini del contenimento della finanza pubblica il Presidente della Regione nel caso in cui siano già stati indetti referendum abrogativi nazionali o elezioni politiche o altri referendum regionali abrogativi, previa intesa con il Ministero dell'Interno per le consultazioni nazionali, dispone con proprio decreto che la consultazione sul referendum consultivo territoriale sia contestuale alle consultazioni nazionali o agli altri referendum regionali. In tal caso la data può essere fissata anche in deroga all'articolo 12 comma 3, entro i limiti necessari a garantire il corretto svolgimento delle operazioni elettorali.»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Foti:

«Al comma 4 bis di cui all’articolo 7, comma 2, del presente progetto di legge, le parole “è da intendersi quale mera operazione materiale che” sono abrogate.»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Foti:

«Dopo il comma 7 dell’articolo 8 bis di cui all’articolo 3, comma 1, del presente progetto di legge è integrato il seguente comma:

“7 bis. Alle operazioni di voto e di scrutinio possono assistere, ove lo richiedano:

a) un rappresentante di ognuno dei gruppi consiliari rappresentati nei Consigli dei Comuni interessati alla fusione per incorporazione.

b) un rappresentante dei sottoscrittori di cui al comma 2, indicato da chi ha provveduto al deposito delle firme della sottoscrizione stessa.”»

(Approvato)

 

Emendamento 7, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 8 bis, comma 2, di cui all’articolo 3, comma 1, del presente progetto di legge dopo le parole “compimento della verifica stessa” sono aggiunte le parole “, e dovrà svolgersi in una domenica compresa tra il sessantesimo e il novantesimo giorno successivo a quello dell’indizione. Qualora l’indizione avvenga dopo il 1° aprile, il periodo utile per la convocazione degli elettori decorre dal successivo 15 settembre.”»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 12 del presente progetto di legge, dopo il comma 1 è integrato il presente comma:

“1 bis. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 3 dell’articolo 5 si applicano anche ai procedimenti referendari in corso alla data di entrata in vigore della presente legge.”»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 13 del presente progetto di legge, dopo il comma 1 è integrato il presente comma:

“1 bis. Le abrogazioni di cui al comma 1 hanno effetto a far data dalla costituzione dell’Osservatorio di cui all’articolo 8, secondo le modalità previste dall’articolo 12.”»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 8 bis, comma 4, di cui all’articolo 3, comma 1, del presente progetto di legge dopo le parole “ed indetto dai Sindaci” sono aggiunte le parole “con le modalità temporali previste dal comma 2.”»

(Respinto)

 

Emendamento 11, a firma del consigliere Foti:

«Al comma 4 bis di cui all’articolo 7, comma 2, del presente progetto di legge dopo le parole “qualora gli strumenti” è integrata la parola “vigenti”. Al medesimo comma la parola “dei” è così modificata “nei”.»

(Respinto)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli e Bargi:

«Il comma 3 dell’articolo 5 è sostituito dal seguente:

3. All’articolo 12 della Legge Regionale n. 24 del 1996, dopo il comma 9 bis è aggiunto il seguente comma:

9ter. Il procedimento legislativo si conclude senza passare all’esame degli articoli del progetto di legge quando i voti per la fusione non sono favorevoli in tutti i Comuni coinvolti;»

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli e Bargi:

«Il comma 4 dell’articolo 5 è sostituito dal seguente:

“4. Le disposizioni di cui al comma 3 si applicano anche ai procedimenti legislativi per i quali i progetti di legge siano stati presentati prima dell’entrata in vigore della presente legge”.»

(Respinto)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Pompignoli e Bargi:

«Al comma 1 dell’articolo 1, dopo le parole “rimuovendo gli ostacoli che rallentano i processi associativi” vengono aggiunte le parole “fatto salvo il rispetto della volontà popolare”.»

(Respinto)

 

Emendamento 15, a firma del consigliere Bertani:

«Dopo l’articolo 2 è inserito il seguente:

“Articolo 2 bis

Modifiche all'articolo 3 della legge regionale n. 24 del 1996

All’articolo 3 della legge regionale n. 24, al termine del Comma 1 è aggiunto il testo seguente:

“, ovvero, fermo restando quanto previsto dall’articolo 133 della Costituzione e dal Titolo III della presente legge, fra Comuni contermini di province diverse”»

(Respinto)

 

Emendamento 16, a firma del consigliere Bertani:

«Al termine del comma 8 dell’articolo 8 bis della legge regionale n. 24 del 1996, introdotto dall’articolo 3 del progetto di legge 2881, è aggiunto il testo seguente:

“Il procedimento di fusione per incorporazione si blocca a fronte dell’esito non favorevole dei referendum. In tale caso i Sindaci dei comuni interessati comunicano al Consiglio comunale e alla Giunta regionale di non procedere all’istanza di fusione. In caso di esito favorevole qualora il Consiglio Comunale non deliberi entro i termini del primo periodo, l’iniziativa legislativa può comunque essere attuata ai sensi del l’articolo 8, comma 1, lettera b). Tale possibilità sussiste anche nel caso di deliberazioni del Consiglio comunale contrarie all’esito referendario favorevole.”»

(Respinto)

 

Emendamento 17, a firma del consigliere Bertani:

«Emendamento all’articolo 5

Il comma 5 dell’articolo 12 della legge regionale n. 24 del 1996, modificato dall’articolo 5, comma 1, del progetto di legge 2881, è sostituito dalla seguente formulazione

“5. Nel caso in cui, nel periodo intercorrente fra l'emanazione del decreto e la data fissata per la convocazione degli elettori, siano indette elezioni politiche, o referendum nazionali, o altri referendum regionali abrogativi, il procedimento prosegue, ma il Presidente della Regione, ove lo ritenga opportuno, ha facoltà di rinviare la data di svolgimento del referendum territoriale fino a sei mesi; il Presidente ha altresì facoltà di modificare la data affinché la consultazione per il referendum consultivo territoriale sia contestuale alle altre consultazioni nazionali o regionali successivamente indette, previa intesa con il Ministero dell'Interno per le consultazioni nazionali. In tali casi restano valide, in quanto possibile, le operazioni già eventualmente effettuate dalla Regione e dai Comuni per lo svolgimento del referendum consultivo territoriale. Si procede comunque al rinvio quando, dopo l'indizione, siano indette elezioni amministrative che riguardino Comuni interessati al referendum consultivo territoriale.»

(Respinto)

 

Emendamento 18, a firma del consigliere Bertani (prima stesura):

«I commi 9 ter, 9 quater e 9 quinquies dell’articolo 12 della legge regionale n. 24 del 1996, inseriti dall’articolo 5, comma 3, del progetto di legge 2881, sono sostituiti secondo la seguente formulazione:

“9 ter. L’esito del referendum si intende favorevole quando sono favorevoli sia i voti complessivi nei Comuni interessati sia i voti in tutti i Comuni interessati. In tale caso procede immediatamente all'esame del progetto di legge di fusione.

9 quater. Il procedimento legislativo si conclude senza passare all’esame degli articoli di legge qualora l’esito del referendum non sia favorevole fatto salvo quanto previsto al comma 9 quinquies.

9 quinquies. Nel caso in cui l’esito del referendum sia favorevole alla fusione solo in una parte dei Comuni interessati, qualora questi siano contigui, ed i relativi Consigli comunali entro e non oltre novanta giorni successivi avanzino istanza secondo quanto previsto al comma 1 dell’articolo 8 bis, l’Assemblea può procedere all’esame di progetto del legge di fusione ad essi limitato”»

(Precluso)

 

Emendamento 18, a firma del consigliere Bertani (seconda stesura):

«I commi 9 ter, 9 quater e 9 quinquies dell’articolo 12 della legge regionale n. 24 del 1996, inseriti dall’articolo 5, comma 3, del progetto di legge 2881, sono sostituiti secondo la seguente formulazione:

“9 ter. L’esito del referendum si intende favorevole in caso di conseguimento, in ogni Comune interessato, della maggioranza dei voti validi favorevolmente espressi. In tale caso L’Assemblea procede immediatamente all'esame del progetto di legge di fusione.

9 quater. Il procedimento legislativo si conclude senza passare all’esame dell’articoli di legge qualora l’esito del referendum non sia favorevole fatto salvo quanto previsto al comma 9 quinquies.

9 quinquies. Nel caso in cui l’esito del referendum sia favorevole alla fusione solo in una parte dei Comuni interessati, qualora questi siano contigui, ed i relativi Consigli comunali entro e non oltre novanta giorni successivi avanzino istanza secondo quando previsto al comma 2 dell’articolo 8, l’Assemblea può procedere all’esame di progetto di legge di fusione ad essi limitato”»

(Respinto)

 

Emendamento 19, a firma del consigliere Bertani:

«Emendamento all’articolo 5

Nel comma 4 dell’articolo 5, le parole:

“solo ai nuovi procedimenti legislativi per i quali i progetti di legge siano presentati dopo”

sono sostituite dal testo seguente:

“anche ai procedimenti legislativi in corso alla data di”»

(Ritirato)

 

Emendamento 20, a firma del consigliere Bertani:

«Emendamento all’articolo 6

Al termine del comma 1, dopo le parole

“entro sessanta giorni dall’iscrizione all’ordine del giorno generale dell’Assemblea legislativa”

è aggiunto il testo seguente:

“che avviene comunque non oltre trenta giorni dalla data di comunicazione ufficiale dei risultati delle consultazioni”»

(Respinto)

 

Emendamento 21, a firma del consigliere Bertani:

«Inserimento nuovo articolo

Dopo l’articolo 8 è inserito il seguente articolo 8 bis:

“Articolo 8 bis

Modifiche all’articolo 18 bis della legge regionale n. 24 del 1996

1. Dopo il comma 5 dell’articolo 18 bis della legge regionale n. 24 del 1996 è inserito il seguente:

“6. La Regione, nell’ambito del programma di riordino del comma 2, individua specifiche forme di incentivazione per i Comuni nati da fusione, anche per incorporazione, comprendenti Comuni che, successivamente alla data di entrata in vigore della legge regionale di assestamento al bilancio 2016, si siano distaccati da Regioni limitrofe ed aggregatisi all’Emilia-Romagna.”»

(Respinto)

 

Emendamento 22, a firma del consigliere Bertani:

«Inserimento nuovo articolo

Dopo l’articolo 8 è inserito il seguente articolo 8 ter:

“Articolo 8 ter

Inserimento dell’articolo 18 ter nella legge regionale n. 24 del 1996

1. Dopo l’articolo 18 bis della legge regionale n. 24 del 1996 è inserito il seguente:

“Articolo 18 ter

Clausola valutativa

1. L'Assemblea legislativa esercita il controllo sull'attuazione della presente legge e ne valuta i risultati conseguiti. A tal fine, con cadenza triennale, la Giunta trasmette alla competente commissione assembleare una relazione che fornisca informazioni sui seguenti aspetti:

a) quali interventi sono stati attuati per il riordino territoriale ed il sostegno alle unioni e alle fusioni di comuni;

b) caratteristiche degli studi di fattibilità e del relazioni alla base dei procedimenti legislativi per le fusioni di Comuni;

c) analisi dei procedimenti di consultazione referendaria ed eventuali criticità;

d) caratteristiche ed eventuali risultati connessi ai processi di fusione realizzati;

e) analisi delle differenze socio-economiche, finanziarie e organizzative dei Comuni nati da fusione, anche per incorporazione, rispetto a quelli preesistenti.

2. Le competenti strutture dell'Assemblea e della Giunta si raccordano per la migliore valutazione della presente legge.

3. In sede di prima applicazione del presente articolo la relazione del comma 1 si realizza entro il 30 settembre 2017”»

(Respinto)

 

Emendamento 23, a firma del consigliere Bertani:

«Inserimento nuovo articolo

Dopo l’articolo 8 è inserito il seguente articolo 8 quater:

“Art. 8 quater

Modifiche all’articolo 6 della legge regionale n. 21 del 2012

1. Alla fine della lettera d) nel comma 2 dell’articolo 6 della legge regionale n. 21 del 2012 sono aggiunte le parole:

“o alla medesima Area vasta di cui all’articolo 6 della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13”

(Respinto)

 

Emendamento 24, a firma del consigliere Bertani:

«Inserimento nuovo articolo

Dopo l’articolo 8 è inserito il seguente articolo 8 quinquies:

“Art. 8 quinquies

Inserimento dell'articolo 7 bis della legge regionale n. 21 del 2012

1. Dopo l’articolo 7 della legge regionale n. 21 del 2012 è inserito il seguente:

“Art. 7 bis

Revisione delle circoscrizioni provinciali

1. L’iniziativa diretta al mutamento delle circoscrizioni provinciali ai sensi dell’articolo 133, primo comma, della Costituzione, spetta al Comune il cui territorio sia ubicato sul confine interprovinciale, ovvero sia limitrofo ad esso.

2. L’iniziativa si esercita mediante deliberazione del consiglio comunale interessato, da adottarsi con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati.

3. La richiesta è accompagnata da una relazione che ponga in evidenza le esigenze di più razionale assetto del territorio, di carattere economico e finanziario e di organizzazione e gestione dei servizi che lo giustifichino.

4. Le deliberazioni del comma 2 sono trasmesse al Presidente della Giunta regionale, che, verificata la loro rispondenza alle prescrizioni di cui all’articolo 21 del d.lgs. 267/2000, le trasmette all’Assemblea legislativa entro i successivi trenta giorni.

5. L’Assemblea legislativa esprime, con propria deliberazione, il parere di cui al primo comma dell’articolo 133 della Costituzione.

6. Non sono ammesse iniziative che comportino la costituzione o la rideterminazione di preesistenti province, con popolazione inferiore a duecentomila abitanti.

7. L’Assemblea legislativa può, se ne ravvisa la necessità, indire referendum consultivo tra le popolazioni interessate”

(Respinto)

 

Emendamento 25, a firma del consigliere Bertani:

«Inserimento nuovo articolo

Dopo l’articolo 8 è inserito il seguente articolo 8 sexies:

“Art. 8 sexies

Inserimento dell'articolo 7 bis della legge regionale n. 21 del 2012

1. Dopo l’articolo 21 della legge regionale n. 21 del 2012 è inserito il seguente:

“Art. 21 bis

Osservatorio regionale delle Unioni

1. Al fine di monitorare gli effetti che scaturiscono dall’esercizio associato, anche attraverso le Unioni di Comuni, delle funzioni di cui all’articolo 7, nei diversi settori amministrativi di competenza regionale nonché il concreto impatto del processo associativo sui cittadini, sugli enti pubblici e sulle imprese, è istituito l’Osservatorio regionale delle Unioni di cui fanno parte funzionari delle Unioni dell’articolo 19, funzionari regionali e rappresentanti delle Associazioni regionali degli Enti locali. La partecipazione ai suoi lavori non dà luogo ad alcun compenso o rimborso a carico del bilancio regionale.

2. La Giunta regionale, con proprio atto:

a) regola le modalità di funzionamento e la composizione dell'Osservatorio, prevedendo anche la partecipazione di funzionari di altre amministrazioni, sulla base di accordi con i competenti organi;

b) disciplina i compiti dell'Osservatorio, dando prioritario rilievo alla ricognizione delle criticità di natura amministrativa, burocratica e organizzativa ed alla proposizione agli enti competenti di congrue soluzioni operative;

c) prevede periodiche relazioni dell'Osservatorio agli organi di governo della Regione e delle Unioni di Comuni.”»

(Approvato)

 

Emendamento 26, a firma del consigliere Bertani:

«Emendamento all’articolo 11

I commi 1 e 2 dell’articolo 11 sono modificati secondo la seguente formulazione:

“1. I Comuni interessati a presentare proposte di ridelimitazione degli ambiti territoriali ottimali cui appartengono possono, alle condizioni ed in base alla disciplina dettata dall'articolo 6 bis (Modifica degli ambiti territoriali ottimali di maggiori dimensioni), commi 1 e 2, della legge regionale n. 21 del 2012, presentare proprie proposte entro il 30.giugno di ogni anno.

2. Le proposte presentate entro il termine di cui al comma 1 saranno valutate dalla Giunta regionale che, in caso di accoglimento, previo parere del Consiglio delle Autonomie locali, provvederà a modificare ed integrare il Programma di riordino territoriale entro il 31 dicembre del medesimo anno con apposita deliberazione, con efficacia dal 1° gennaio dell’anno successivo.”»

(Respinto)

 

Emendamento 27, a firma del consigliere Taruffi:

«All’articolo 3 comma 1

All’articolo 8 bis, comma 2 della l.r. 24/96 come inserito dall’articolo 3 comma 1 del progetto di legge le parole “il 25 per cento degli aventi diritto al voto” sono sostituite dalle seguenti: “il 20 per cento degli aventi diritto al voto”»

(Approvato)

 

Emendamento 28, a firma del consigliere Taruffi:

«All’articolo 10 comma 1

All’articolo 25 della l.r. 24/96 il comma 3 bis come inserito dall’articolo 10 comma 1 del progetto di legge che ora recita:

“3 bis. Al fine di promuovere la coincidenza dell’Unione con l’ambito ottimale nel caso in cui manchi l’adesione di un solo comune, il programma di riordino territoriale può consentire ad esso, qualora aderisca all’Unione, ferma restando la necessità del conferimento delle funzioni indispensabili ai fini dell’accesso ai contributi ai sensi dell’articolo 24 comma 2, di conferire le ulteriori funzioni con gradualità stabilendo che, per i primi tre anni, all’Unione siano finanziate le ulteriori gestioni associate, anche se tale Comune non vi partecipi, o effettui conferimenti privi del requisito della integralità”.

È così sostituito:

“3 bis. Al fine di promuovere la coincidenza dell’Unione col proprio ambito territoriale ottimale nel caso in cui difetti solo l’adesione di fino a tre comuni, il programma di riordino territoriale può consentire a tali Comuni, qualora aderiscano tutti all’Unione, ferma restando la necessità del conferimento delle funzioni indispensabili ai fini dell’accesso ai contributi ai sensi dell’articolo 24 comma 2, di conferire ulteriori funzioni con gradualità stabilendo che, per i primi tre anni, all’Unione siano finanziate le ulteriori gestioni associate, anche se tali Comuni aderiti successivamente non vi partecipino, o effettuino conferimenti privi del requisito della integralità”.»

(Approvato)

 

Emendamento 29, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art.1:

all’art.1 è aggiunto il seguente comma 2:

“2. Ai fini della presente legge il Nuovo Circondario Imolese è equiparato a una Unione comunale. “»

(Approvato)

 

Emendamento 30, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art.1.

Dopo l’articolo 1 è aggiunto il seguente articolo 1 bis:

“1.bis

Principi ispiratori

1. La Regione Emilia-Romagna promuove e sostiene indistintamente tutti i processi associativi finalizzati all'ottimizzazione della gestione delle risorse pubbliche, in particolare le convenzioni tra Comuni, le Unioni tra Comuni e la fusione tra Comuni, prestando attenzione alle specifiche peculiarità dei territori coinvolti in tali processi.

2. La Regione Emilia-Romagna può disporre contributi anche a favore di forme associative intercomunali diverse da quelle di cui al comma 1.

3. In via prioritaria, la Regione Emilia-Romagna opera per la realizzazione di virtuose gestioni associate di funzioni tra Comuni, fuori o all’interno di una Unione. In linea generale, per gestione associata virtuosa, deve intendersi una gestione tra Comuni i cui territori siano contigui, omogenei e/o appartengano alla medesima Unione comunale atta a conseguire un risparmio della relativa spesa di funzionamento che sia inferiore alla somma della spesa ante-gestione associata rendicontata dai Comuni aderenti. Sulle gestioni associate, nel rispetto del principio di collaborazione con le Autorità preposte al controllo, la Regione Emilia-Romagna esercita la propria funzione di verifica rispetto alla razionalizzazione e alla ottimizzazione della gestione delle risorse pubbliche.

4. La Regione Emilia-Romagna, per l’attuazione del sistema delle autonomie locali, riconosce ai Comuni il diritto di recedere da una Unione comunale nei termini di legge.

5. Con la presente legge la Regione Emilia-Romagna si fa altresì promotrice della tutela dell’autonomia locale, riconoscendo ai Comuni la possibilità di individuare il proprio ambito ottimale di riferimento e/o di richiedere la modifica dello stesso nei termini di legge, nel rispetto delle peculiarità territoriali, dei confini geografici, della contiguità dei territori e ai fini dell'efficientamento dei servizi erogati sul territorio stesso.

(Respinto)

 

Emendamento 31, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art.2

dopo l’articolo 2 è aggiunto il seguente articolo 2 bis:

“2.bis

“Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n.24 del 1996”

1. All’articolo 3 della legge regionale n.24 del 1996, dopo il comma 2 è inserito il seguente comma 2-bis:

2.bis Le modifiche delle circoscrizioni comunali devono essere motivate dai Comuni richiedenti con una relazione dettagliata sui risparmi in termini di spesa corrente che si intendono perseguire. I Comuni richiedenti, qualora appartenenti a una Unione comunale, devono altresì dimostrare, attraverso apposito studio di fattibilità, la maggiore economicità e convenienza in termini di dispendio di risorse derivante dall’istituzione di un nuovo Comune, per fusione o incorporazione, rispetto alle gestioni associate già perseguite all’interno dell’Unione. La sostenibilità economica dell’istituzione di un nuovo Comune, tramite fusione e/o incorporazione, non può basarsi su un ingiustificato aumento della tassazione a carico dei cittadini.”»

(Respinto)

 

Emendamento 32, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento sostitutivo all’art. 3.

All’articolo 3, il comma 8 dell’art. 8 bis è sostituito dal seguente:

“8. A fronte dell’esito positivo del referendum, i Consigli comunali interessati alla procedura di incorporazione possono deliberare, a pena di decadenza, entro e non oltre i successivi 30 giorni, l’approvazione dell’istanza di fusione alla Giunta regionale. L’istanza, presentata a firma congiunta di tutti i Sindaci, deve attestare l’avvenuto espletamento del referendum e la regolarità delle operazioni referendarie e deve essere corredata dal verbale di proclamazione dei risultati. L’istanza di fusione alla Giunta può essere deliberata dai Consigli comunali solo nel caso in cui, in ciascuno dei Comuni istanti, la maggioranza della popolazione si sia espressa favorevolmente alla fusione.”»

(Respinto)

 

Emendamento 33, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento sostitutivo all’art. 5, comma 3.

L’articolo 5, comma 3 è sostituito dal seguente:

“3. Dopo il comma 9 bis dell’art. 12 della legge regionale n. 24 del 1996 sono aggiunti i seguenti commi:

“9 ter. Il procedimento legislativo si intende concluso e non passa all’esame degli articoli del progetto di legge quando ricorra almeno una delle seguenti condizioni:

a) La Giunta regionale I voti complessivi sul referendum per la fusione sono contrari alla fusione stessa;

b) L’esito del referendum è sfavorevole almeno nella metà dei Comuni interessati.

9 quater. L’Assemblea legislativa può procedere immediatamente all’esame del progetto di legge quando i voti complessivi sul referendum sono favorevoli alla fusione e contestualmente l’esito è favorevole in tutti i Comuni interessati.

9 quinquies. Nel caso di uno o più Comuni, coinvolti dal procedimento legislativo, nei quali l’esito sul referendum sia sfavorevole alla fusione, il procedimento di fusione è interrotto. Successivamente, la Regione procede alla richiesta di un parere dei Consigli comunali in cui l’esito del referendum è stato contrario alla fusione. I Consigli comunali si esprimono entro 60 giorni decorrenti dalla ricezione della richiesta. Decorso tale termine si prescinde dall’acquisizione del parere. La Regione Emilia-Romagna può avviare un percorso partecipativo, sotto la supervisione dell’Osservatorio regionale delle fusioni di cui all’articolo 14-bis, atto a sensibilizzare le popolazioni contrarie ai percorsi di fusione. Il referendum sulla fusione può essere riproposto non prima di tre anni decorrenti dalla data dell’ultimo referendum.”»

(Respinto)

 

Emendamento 34, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art. 7.

All’articolo 7 è aggiunto il seguente comma 3:

“3. All’articolo 14, comma 1 della legge regionale n. 24 del 1996 è aggiunto il seguente comma:

“1 bis. Il Comune di nuova istituzione promuove, sul territorio di competenza, l’applicazione di un regime fiscale improntato all’equità e alla trasparenza tale per cui la pressione fiscale non risulti superiore a quella antecedente alla fusione e opera per rimuovere potenziali disparità di trattamento fiscale tra cittadini dei diversi Comuni di origine.”»

(Respinto)

 

Emendamento 35, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art. 8.

All’articolo 8, comma 1 si richiede l’introduzione del seguente comma 3 all’articolo 14 bis:

“3. L’Osservatorio regionale delle fusioni promuove, anche in via preventiva, la partecipazione attiva della cittadinanza nei Comuni in cui sia stato avviato uno studio di fattibilità per procedere a eventuale fusione e fornisce il supporto necessario, in termini di informazioni, ai comitati eventualmente costituiti sui territori. “»

(Respinto)

 

Emendamento 36, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art. 8.

Dopo l’articolo 8 è aggiunto l’articolo 8 bis:

“ Art. 8 bis

Inserimento dell’articolo 14 ter della legge regionale n. 24 del 1996

1. Dopo l’articolo 14 bis della legge regionale n.24 del 1996 è aggiunto il seguente:

“Art. 14 ter

Osservatorio regionale delle Unioni comunali e altri processi associativi

1. Analogamente all’Osservatorio regionale delle fusioni di cui all’articolo 14bis, è istituito l’Osservatorio regionale sulle Unioni comunali e altri processi associativi, al fine di monitorare costantemente l’efficienza e l’efficacia delle gestioni associate di servizi attraverso dettagliati report annuali.

2. L’Osservatorio delle Unioni raccoglie segnalazioni e criticità dei Comuni rispetto alla permanenza all’interno di una Unione e può fornire pareri, su richiesta dei Comuni, sulle modalità di raggiungimento degli obiettivi legati all’ottimizzazione delle risorse e alla razionalizzazione della spesa corrente.”»

(Respinto)

 

Emendamento 37, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art. 8 bis.

Dopo l’articolo 8 bis è aggiunto l’articolo 8 ter:

“Art.8 ter

Inserimento dell’articolo 14 quater della legge regionale 24/1996”

1. Dopo l’articolo 14 ter della Legge Regionale n. 24 del 1996 è inserito il seguente:

“Art. 14 quater:

Revoca del procedimento di fusione

1. Entro due anni dalla conclusione del percorso di fusione o incorporazione, il Consiglio comunale del Comune di nuova istituzione può richiedere, con istanza debitamente motivata alla Regione Emilia Romagna, la revoca del procedimento di fusione o di incorporazione e, in particolare, per i seguenti motivi:

a) mancata erogazione dei contributi regionali per le fusioni;

b) aumento della tassazione sui servizi fondamentali quali servizio idrico e gestione rifiuti;

c) aumento delle spese correnti rispetto alla situazione ante – fusione o ante – incorporazione.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano ai nuovi procedimenti legislativi per i quali i progetti di legge siano presentati dopo l’entrata in vigore della presente legge. Per i Comuni che hanno già concluso il percorso di fusione, il periodo di due anni, di cui al comma 1, decorre a partire dall’entrata in vigore della presente legge.”»

(Respinto)

 

Emendamento 38, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

Emendamento aggiuntivo all’art. 8 ter.

Dopo l’articolo 8 ter è inserito l’articolo 8 quater:

“Art. 8 quater

Inserimento dell’articolo 14 quinquies della legge regionale n. 24 del 1996”

1. Dopo l’articolo 14 quater della legge regionale n. 24 del 1996 è inserito il seguente articolo:

“Art. 14 quinquies

Norme a salvaguardia dei Comuni contrari alla fusione

1. Nei casi di fusione che hanno coinvolto uno o più Comuni le cui popolazioni si siano espresse a maggioranza dei votanti contro il processo di fusione, le popolazioni medesime possono richiedere un referendum, sottoscritto da almeno il 10% dei residenti aventi diritto al voto nei Comuni preesistenti la fusione, finalizzato a confermare l'appartenenza al Comune di nuova istituzione.

2. Qualora la maggioranza della popolazione del Comune o dei Comuni preesistenti si sia espressa, in sede di referendum di cui al comma 1, contro la permanenza nel Comune nato a seguito di fusione, decadono tutti gli atti riguardanti quel Comune e inerenti la fusione. Analogamente si intende abrogato ogni riferimento al Comune che si sia espresso contro la permanenza secondo le modalità di cui al comma 1, con ogni effetto conseguente sia in ordine ai contributi erogati dallo Stato che dalla Regione.

3. Gli effetti successori e devolutori conseguenti al ripristino del Comune preesistente la fusione avvengono con Decreto del Presidente della Regione, entro e non oltre sei mesi dall'esito del referendum di cui al comma 1, il quale deve assicurare le risorse necessarie al ripristino delle funzioni amministrative e normative proprie dell'Ente Locale secondo l'ordinamento vigente.

(Respinto)

 

Emendamento 39, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art. 9.

Dopo l’articolo 9 è aggiunto l’articolo 9 bis

“Art. 9 bis

Modifiche all’articolo 3 della legge regionale n. 21 del 2012”

1. L’articolo 3, comma 3, lettera c) della legge regionale n. 21 del 2012 è sostituito dal seguente:

“c) la Regione Emilia-Romagna valorizza ed incentiva la costituzione di gestioni associate tra i comuni, promuovendo, in particolare, lo sviluppo delle unioni e delle convenzioni, nonché la fusione di comuni, al fine di assicurare l’effettivo e più efficiente esercizio delle funzioni e dei servizi loro spettanti;»

(Respinto)

 

Emendamento 40, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art. 9 bis.

Dopo l’articolo 9 bis è aggiunto l’articolo 9 ter

“Art. 9 ter

Modifiche all’articolo 6 bis della legge regionale n. 21 del 2012

1. All’articolo 6 bis, comma 1 della legge regionale 21/2012 sono eliminate le seguenti parole: “composti da più di dieci Comuni in cui sono presenti un’Unione e uno o più Comuni non associati”.»

(Respinto)

 

Emendamento 41, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento aggiuntivo all’art. 9 ter.

Dopo l’articolo 9 ter è aggiunto l’articolo 9 quater

“Art. 9 quater

Inserimento dell’articolo 3 bis della legge regionale n. 21 del 2012

1. Dopo l’articolo 3 della legge regionale n. 21 del 2012 è aggiungo il seguente:

“Art. 3 bis

Supporto formativo e tecnico-organizzativo

1. La Giunta regionale, al fine di sostenere l’avvio delle gestioni associate indicate dalla presente legge, nonché delle fusioni di comuni, può prevedere, con appositi provvedimenti, anche in collaborazione con istituti universitari e organismi di rappresentanza degli enti locali, specifiche azioni dirette ad assicurare agli enti interessati:

a) assistenza giuridico-amministrativa;

b) interventi formativi a favore di amministratori e dipendenti degli enti locali, che prevedano, tra l’altro, la condivisione di esperienze e l’approfondimento delle conoscenze.”»

(Respinto)

 

Emendamento 42, a firma del consigliere Taruffi (prima stesura):

«All’articolo 5 comma 3

Al comma 9 quinquies dell’articolo 12 della l.r. 24/96 come inserito dall’articolo 5 comma 3 del progetto di legge le parole “I Consigli comunali si esprimono con le stesse modalità previste per l’approvazione dell’istanza di cui all’art. 8 coma 2 entro 60 giorni decorrenti dalla ricezione della richiesta. Decorso tale termine… “sono sostituite dalle seguenti: “I Consigli comunali si esprimono entro 60 giorni decorrenti dalla ricezione della richiesta con deliberazioni approvate con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni ed è approvata se ottiene per due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Decorso il termine di 60 giorni…”»

(Precluso)

 

Emendamento 42, a firma del consigliere Taruffi (seconda stesura):

«All’articolo 5 comma 3

Al comma 9 quinquies dell’articolo 12 della l.r. 24/96 come inserito dall’articolo 5 comma 3 del progetto di legge le parole “I Consigli comunali si esprimono con le stesse modalità previste per l’approvazione dell’istanza di cui all’art. 8 comma 2 entro 60 giorni decorrenti dalla ricezione della richiesta. Decorso tale termine…” sono sostituite dalle seguenti: “Nei comuni con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti i Consigli comunali si esprimono entro 60 giorni decorrenti dalla ricezione della richiesta con deliberazioni approvate con il voto favorevole dei tre quarti dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni ed è approvata se ottiene per due volte il voto favorevole dei tre quarti dei consiglieri presenti. Nei comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti i Consigli comunali si esprimono entro 60 giorni decorrenti dalla ricezione della richiesta con deliberazioni approvate con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni ed è approvata se ottiene due volte il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti. Decorso il termine di 60 giorni…”»

(Precluso)

 

Emendamento 42, a firma del consigliere Taruffi (terza stesura):

«I commi 9 quater e 9 quinquies dell’articolo 12 della l.r. 24/96 come inserito dall’articolo 5 comma 3 del progetto di legge sono così sostituiti:

9 quater. In tutti gli altri casi l’Assemblea legislativa può procedere immediatamente all’esame del progetto di legge di fusione tranne quando:

a) i voti complessivi sul referendum sono favorevoli alla fusione ma nella maggioranza dei Comuni prevale il voto contrario;

b) i voti complessivi sul referendum sono favorevoli alla fusione ma il numero dei Comuni favorevoli è uguale a quello dei contrari;

c) i voti complessivi sul referendum sono sfavorevoli alla fusione ma nella maggioranza dei Comuni prevale il voto favorevole.

9 quinquies. Nelle ipotesi di cui alle lettere a), b) e c) del comma 9 quater l’Assemblea legislativa può approvare la legge solo dopo aver preventivamente acquisito il parere dei Consigli dei Comuni in cui l’esito del referendum è stato contrario alla fusione. I Consigli comunali si esprimono entro 60 giorni decorrenti dalla ricezione della richiesta. Decorso tale termine si prescinde dall’acquisizione del parere. I termini di cui all’art. 13 comma 2 per la deliberazione definitiva sul progetto di legge si interrompono per il tempo necessario alla acquisizione del suddetto parere o fino alla scadenza del sessantesimo giorno.

9 sexies. Nell’ipotesi di cui alla lettera a) del comma 9 quater i Consigli comunali dei Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti si esprimono con deliberazioni approvate con il voto favorevole dei tre quarti dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni ed è approvata se ottiene per due volte il voto favorevole dei tre quarti dei consiglieri presenti. Nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti i Consigli comunali si esprimono con deliberazioni approvate con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni ed è approvata se ottiene per due volte il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti.

9 septies. Nelle ipotesi di cui alle lettere b) e c) del comma 9 quater i Consigli comunali si esprimono mediante deliberazioni approvate con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati. Qualora tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta in successive sedute da tenersi entro trenta giorni ed è approvata se ottiene per due volte il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri presenti.»

(Approvato)

 

Subemendamento 43, a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Pompignoli, Fabbri, Bargi, Liverani e Pettazzoni:

«Subemendamento all’emendamento 42.

Le parole “due terzi” sono sostituite dalle parole “quattro quinti”.»

(Precluso)

 

Emendamento 44, a firma del consigliere Bertani:

«Emendamento all’art. 3.

Al comma 9 dopo le parole “progetto di legge” sono aggiunte le parole “e la relazione secondo i commi 5 e 6 dell’art. 8”»

(Respinto)

 

OGGETTO 3018 “Ordine del giorno n. 2 collegato all’oggetto 2881 Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, Unioni, fusioni e incorporazioni di Comuni". A firma dei Consiglieri: Taruffi, Foti”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Torri e Mori:

«Il dispositivo dopo le parole: “Per le motivazioni di cui in narrativa” è così riformulato:

“A tenere conto, nella valutazione degli esiti dei referendum consultivi propedeutici ai 6 processi di fusione attualmente in corso, dei principi espressi dalla legge regionale “Norme di promozione dei percorsi associativi: ambiti ottimali, Unioni, fusioni e incorporazioni di Comuni”, e del parere dei Consigli comunali dei Comuni in cui l’esito del referendum risultasse avverso alla proposta di fusione.»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Taruffi:

«Impegna la Giunta a presentare durante il PdL collegato al Bilancio di previsione 2017, una proposta di modifica della L.R. 24/96, per acquisire l’espressione non vincolante da parte degli organi istituzionali del Comune nel quale il referendum parere negativo.»

(Precluso)

 

Subemendamento 3, a firma del consigliere Foti:

«L’emendamento 2 viene così modificato:

“Impegna la Giunta a presentare durante il PdL collegato al Bilancio di previsione 2017, una proposta di modifica della L.R. 24/96 volta ad acquisire il parere non vincolante da parte degli organi istituzionali del comune nel quale risulti respinto il quesito referendario riguardante la fusione”.»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interpellanze

 

2991 - Interpellanza circa la realizzazione di un censimento delle linee ferroviarie regionali e dei relativi sistemi di sicurezza e le azioni da attuare per rendere maggiormente sicuro il trasporto ferroviario, specialmente per quanto attiene al materiale rotabile ed alle stazioni. A firma del Consigliere: Foti

3010 - Interpellanza circa la promozione di una regolamentazione riguardante lo sviluppo sostenibile delle spiagge e la fruizione collettiva delle stesse mediante modificazioni della programmazione urbanistico-demaniale riferita all’ambito turistico-ricreativo. A firma del Consigliere: Bertani

 

Interrogazioni

 

2992 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per salvaguardare gli alberi posti davanti alla Biblioteca Malatestiana a Cesena, evitandone l'abbattimento come chiesto anche dai cittadini nella relativa petizione popolare. A firma del Consigliere: Pompignoli

2993 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare disparità di accesso alle cure mediche su tutto il territorio regionale, con particolare riferimento alla situazione esistente a Morciano di Romagna. A firma della Consigliera: Sensoli

2994 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare i casi di mortalità per suicidio presso le strutture sanitarie. A firma del Consigliere: Gibertoni

2995 - Interrogazione a risposta scritta circa il processo di esternalizzazione dei servizi sociali e le azioni da attuare per salvaguardare i beneficiari di detti servizi ed i lavoratori, con particolare riferimento alla situazione esistente a Ferrara. A firma della Consigliera: Sensoli

2997 - Interrogazione a risposta scritta circa le ricadute economiche ed occupazionali in Emilia-Romagna connesse all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

2999 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per tutelare i lavoratori dello stabilimento Lamborghini Calor di Dosso di S. Agostino (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

3000 - Interrogazione a risposta scritta circa lo stanziamento di ulteriori risorse per coprire i costi di gestione del trasporto pubblico locale extraurbano della Provincia di Piacenza e le azioni da attuare per diminuire le tariffe degli abbonamenti annuali e mensili, specialmente se riguardanti studenti. A firma del Consigliere: Rancan

3002 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti l'autorizzazione integrata ambientale relativa alla costruzione, a Russi, di una centrale termoelettrica alimentata a biomasse. A firma del Consigliere: Bertani

3006 - Interrogazione a risposta scritta circa i consultori familiari, il sostegno alle italiane indigenti al fine di evitare il ricorso all'aborto, e l'incremento dei casi di interruzione volontaria della gravidanza riguardanti le donne straniere residenti sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Bignami

3011 - Interrogazione a risposta scritta circa il superamento delle quote percentuali stabilite tra Stato, Regioni ed EE.LL. riguardanti l'accoglienza di migranti e profughi, con particolare riferimento alla Regione Emilia-Romagna ed in particolare alla città di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

3012 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche conseguenti a malfunzionamenti riguardanti i nuovi treni ATR 220 acquistati in Polonia e utilizzati sulle tratte regionali da TPER. A firma del Consigliere: Fabbri

3013 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante un agriturismo utilizzato quale struttura per l'accoglienza di profughi in Via Saccona, a Ferrara. A firma del Consigliere: Fabbri

3014 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere le problematiche ed i danni causati dalla mancata manutenzione del fossato denominato "scolo Cerchia", a Faenza. A firma del Consigliere: Liverani

3016 - Interrogazione a risposta scritta circa emissioni ed incendi riguardanti un impianto di combustione e recupero di rifiuti sito a Finale Emilia di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Risoluzioni

 

2996 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere la proposta di legge "Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati”, nonché ad incaricare Ervet al fine di predisporre un'analisi dell'impatto della legalizzazione nel territorio regionale in termini di incremento dei posti di lavoro, sviluppo economico ed aumento degli introiti fiscali nei bilanci pubblici. (26 07 16) A firma dei Consiglieri: Torri, Ravaioli, Prodi, Iotti, Taruffi, Mumolo

2998 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare soluzioni in grado di assicurare l’assistenza spirituale e religiosa ai pazienti di ogni confessione o credo religioso, valutando a tal fine l’opportunità e l’operatività dell’iniziativa “Stanze del Silenzio e dei Culti” promuovendo la concreta messa in atto delle relative installazioni presso le strutture sanitarie ed ospedaliere. (26 07 16) A firma dei Consiglieri: Iotti, Ravaioli, Prodi, Campedelli, Molinari, Pruccoli, Cardinali, Caliandro, Lori, Montalti

3001 - Risoluzione per impegnare la Giunta a partecipare all'audizione dei comitati della Val d'Arda in sede di commissione competente relativamente all'utilizzo del "Carbonext" nel cementificio sito in località Mocomero del Comune di Vernasca (PC). A firma dei Consiglieri: Rancan, Foti, Molinari, Taruffi, Tarasconi, Sassi, Bignami

3007 - Risoluzione per esprimere condanna al tentato golpe in Turchia e a chiedere alle istituzioni italiane ed europee che si esprimano contro la sospensione dello stato di diritto, impegnandosi, altresì, a mettere in campo tutte le azioni possibili per ripristinare lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani in Turchia. (27 07 16) A firma dei Consiglieri: Montalti, Pruccoli, Caliandro, Taruffi, Torri, Mumolo, Prodi, Tarasconi, Zoffoli, Mori, Rossi Nadia, Cardinali, Zappaterra, Boschini, Marchetti Francesca, Poli, Bagnari

3008 - Risoluzione per impegnare la Giunta ed il suo Presidente ad attivarsi in tutte le sedi possibili per salvaguardare l’attività industriale dello stabilimento ex-Sadon di Vetto d’Enza, con particolare attenzione al futuro occupazionale dei suoi attuali lavoratori. (27 07 16) A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri, Bargi

3009 - Risoluzione per impegnare la Giunta a dare piena attuazione, nella definizione dei nuovi LEA, alle leggi 134/2015 e 112/2016 menzionando esplicitamente le prestazioni di diagnosi precoce, cura e trattamento individualizzato per l’autismo, a prevedere lo stanziamento delle risorse necessarie, ed a garantire l’uniformità dell’assistenza ai soggetti colpiti da tale patologia. (27 07 16) A firma dei Consiglieri: Bagnari, Lori, Montalti, Marchetti Francesca, Zappaterra, Zoffoli, Prodi, Tarasconi, Campedelli, Serri, Boschini, Cardinali, Rossi Nadia, Calvano, Soncini, Ravaioli, Caliandro, Poli, Sabattini, Mori, Rontini, Pruccoli

(Comunicazione n. 34 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2016/1796 del 28/07/2016)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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