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105.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 22 NOVEMBRE 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3233

Interpellanza circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori del settore della logistica. A firma del Consigliere: Alleva

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

ALLEVA (Altra ER)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

ALLEVA (Altra ER)

 

Interpellanza oggetto 3366

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 2880

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2000» (44)

(Conclusioni, esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordini del giorno 2880/1/2 oggetti 3617 e 3618 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

VENTURI, assessore

GUALMINI, vicepresidente della Giunta

BONACCINI, presidente della Giunta

MARCHETTI Francesca (PD)

FOTI (FdI)

FOTI (FdI)

SENSOLI (M5S)

ROSSI Nadia (PD)

PARUOLO (PD)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

LIVERANI (LN)

BERTANI (M5S)

SENSOLI (M5S)

BERTANI (M5S)

BERTANI (M5S)

SENSOLI (M5S)

SENSOLI (M5S)

FOTI (FdI)

CALIANDRO (PD)

SENSOLI (M5S)

POMPIGNOLI (LN)

MARCHETTI Francesca (PD)

 

Inversione dell’ordine del giorno

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 2215

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Modifica della legge regionale n. 15 del 2008 “Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alle società fieristiche regionali”» (45)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e conclusioni)

PRESIDENTE (Saliera)

BESSI, relatore della Commissione

POMPIGNOLI, relatore di minoranza

PICCININI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

BIGNAMI (FI)

TARUFFI (SEL)

FOTI (FdI)

SERRI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

COSTI, assessore

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 2880 - 3617 - 3618

Emendamenti oggetto 2880

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,54

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centocinquesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

antimeridiana del 25 ottobre 2016 (n. 100);

pomeridiana   del 25 ottobre 2016 (n. 101);

antimeridiana del 26 ottobre 2016 (n. 102);

pomeridiana   del 26 ottobre 2016 (n. 103);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

Svolgimento di interpellanza

 

OGGETTO 3233

Interpellanza circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori del settore della logistica. A firma del Consigliere: Alleva

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo la seduta con lo svolgimento delle interpellanze.

Oggetto 3233: Interpellanza circa le azioni da attuare per tutelare i lavoratori del settore della logistica, a firma del consigliere Alleva, a cui do la parola.

Risponderà il sottosegretario Andrea Rossi.

Prego, consigliere Alleva.

 

ALLEVA: È un argomento che sta tornando sempre più spesso in quest’Aula. Stamattina, il collega Igor Taruffi ci ha parlato di quello che è avvenuto al Centro carni, con la carica di polizia contro i lavoratori precari, soci apparenti di cooperative spurie che protestavano contro le condizioni di lavoro assurde nelle quali operano. 

Qui ci occupiamo del settore più vasto della logistica, una condizione ormai generalizzata di sotto-standard salariali, ai quali si accompagna, però, anche un esercizio sempre più frequente della violenza. Si è verificata la tragedia di un lavoratore di 53 anni egiziano, a Piacenza, travolto da un camion mentre era in corso un picchetto, uno sciopero. È una di quelle vicende in cui non si saprà mai che cosa è successo veramente, in cui resterà il dubbio sulla dinamica precisa. Non ci può essere, però, alcun dubbio sul quadro complessivo. Anche lì si trattava di una rivendicazione in corso – per che cosa? – per la stabilizzazione di lavoratori precari a termine da tantissimo tempo, che lavoravano lì.

Il precariato è diventato istituzionale grazie al Ministro Poletti, che ha inventato i contratti a termine acausali, una delle vergogne del Jobs Act nella nostra legislazione, e i sotto-standard salariali, per cui la retribuzione massima che viene pagata è quella di 7 euro orari, tutto compreso.

Noi abbiamo appena approvato una legge sulla legalità, con la quale questa Regione si impegna per la tutela della legalità. La realtà del subappalto tramite cooperativa è un concentrato di illegalità. Io non ricordo alcuna misura, e vorrei sapere quali, invece, vorrebbe prendere questa Regione per opporsi a questo fenomeno, che ormai la caratterizza. Il lavoro in Emilia-Romagna è caratterizzato dall’esternalizzazione attraverso cooperative spurie.

Io vorrei che la Giunta assumesse questo come un problema vero, non soltanto come oggetto di studio o di monitoraggio, come si dice, ma anche di intervento. Ovviamente, non sono io che devo dare le risposte. Io pongo le domande, ma so quale dovrebbe essere una risposta. Quei lavoratori che vengono dispersi dalla polizia quando chiedono i loro diritti sono quei lavoratori che dovrebbero trovare in questa sede il nuovo riferimento di tutela, in questo assessorato. Questa è, fino a prova contraria, l’autorità pubblica più alta elettiva presente in questo territorio e alla quale, quindi, i lavoratori che soffrono condizioni di sfruttamento dovrebbero potersi rivolgere con fiducia e avendo risposte.

Questo lo chiedo e continuo a chiederlo. Ormai non c’è seduta nella quale non abbiamo notizie di situazioni di sfruttamento di questo genere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Alleva.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi. Prego.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Gentile consigliere, in relazione alla vicenda da lei denunciata nell’interpellanza in oggetto, ovvero il grave incidente nel quale ha perso la vita un operaio egiziano che stava manifestando all’esterno dell’azienda di logistica SEAM, nel territorio piacentino, nell’esprimere il cordoglio per la famiglia dell’operaio travolto e le gravi preoccupazioni per il clima di tensione che si è creato, si ribadisce che le competenze istituzionali – come lei ben sa – in materia di ispezione, vigilanza e contrasto al lavoro irregolare spettano al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in particolare alle Direzioni territoriali del lavoro e agli Enti previdenziali INPS e INAIL.

Come già ho avuto modo di ribadire questa mattina al collega Taruffi, riprenderò il fatto che, come lei ben sa, la Regione, tuttavia, è da sempre impegnata per garantire condizioni di sicurezza e qualità del lavoro e riconosce nella legalità, nella qualità e nella sicurezza delle condizioni di lavoro una priorità strategica da conseguire, come chiaramente definito nel Patto per il lavoro sottoscritto nel 2015 dalla Regione e da tutti i principali attori economici, sociali ed istituzionali.

Motivazioni di natura etica, sociale ed economica pongono a tutti gli attori del patto l’esigenza di elaborare nuove strategie per contrastare ogni tentativo di infiltrazione nell’economia legale da parte della criminalità organizzata: in particolare usura, abusivismo, caporalato, evasione fiscale e contributiva, e la negazione dei diritti fondamentali nel lavoro, agendo su appalti anticorruzione e gestione dei beni sequestrati e confiscati.

In questo quadro, quindi, la Giunta regionale ha approvato il Testo unico legislativo della legalità. Il Testo unico approvato dalla Giunta riduce e semplifica gli articoli complessivi delle norme regionali in vigore in materia e introduce misure innovative; fra le più importanti, vi è la lotta all’usura, compresa quella connessa al gioco d’azzardo patologico, e l’assistenza alle vittime degli strozzini del racket, un forte controllo sugli appalti con un maggiore utilizzo del rating della legalità e l’estensione dell’elenco di merito a tutte le aziende, non solo a quelle del comparto edile, la tutela della sicurezza sul lavoro e azioni di prevenzione e contrasto della corruzione con la riduzione delle stazioni appaltanti; e, ancora, un ulteriore rafforzamento delle attività di promozione della cultura della legalità e il sostegno per il recupero di immobili confiscati e la nascita di un osservatorio sulla criminalità.

Nel quadro dei rapporti di collaborazione interistituzionale, la Regione ha sottoscritto anche un accordo con la Direzione interregionale del lavoro del Veneto, al fine di un rafforzamento e di una qualificazione dei controlli sulla regolarità dei rapporti di lavoro e sulla corretta gestione di istituti di sostegno al reddito dei lavoratori e delle transizioni al lavoro.

Si precisa, infine, per ultimo, che la Giunta regionale ha approvato nello specifico la legge regionale n. 3/2014, recante “Disposizioni per la promozione della legalità e della responsabilità sociale nel settore trasporti, facchinaggio, mobilitazione merci e servizi complementari”, e che la stessa contiene procedure finalizzate alla trasparenza, alla semplificazione e alla dematerializzazione dei percorsi amministrativi, promozione di iniziative di coordinamento e cooperazione istituzionale, diffusione di buone pratiche di responsabilità sociale da parte delle stazioni appaltanti pubbliche, attività di formazione. Sono queste le azioni che noi abbiamo messo in campo per favorire la legalità e il contrasto delle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata nel comparto della logistica contenuta all’interno della legge regionale.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola, per l’eventuale replica, al consigliere Alleva. Ha quattro minuti.

 

ALLEVA: È noto, evidentemente, che le competenze normative legislative per la repressione del lavoro nero e degli altri tipi di illecito appartengono, ovviamente, agli ispettorati del lavoro e ai nuclei dei Carabinieri che presso di loro sono ora costituiti.

Il punto è un altro. Il punto è che quella iniziativa ufficiale difficilmente si muove da sé e si muove correttamente ed efficacemente se non c’è un input di carattere politico, che spesso è stato dato e viene dato dalle organizzazioni sindacali. Quante volte io stesso sono stato all’ispettorato e al nucleo dei Carabinieri per denunciare situazioni di illegalità! Certamente, se non ci fossi andato, non si sarebbero mossi. Questo è il punto: occorre un’iniziativa di carattere politico perché gli organi di repressione intervengano efficacemente. Su questo punto mi permetto di insistere.

La Regione Emilia-Romagna deve assumere questo come un compito politico. Non può sopportare l’esistenza sul suo territorio di fatti criminali e di illegalità di questo tipo e si deve fare, quindi, lei stessa promotrice – non avendo poteri diretti di repressione – di azioni, di campagne, di bonifiche. Per esempio, la prima richiesta per la Giunta è di fare effettivamente uno studio, un convegno per mettere in chiaro l’utilizzo di questi sistemi di esternalizzazione attraverso cooperative e, a seguito di questo, cominciare un’azione di denuncia e di messa in funzione degli apparati repressivi, che pure esistono, ma, credetemi, di per sé hanno una forte inerzia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Alleva.

 

Interpellanza oggetto 3366

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’oggetto 3366 viene rinviato, in quanto l’interpellante, il vicepresidente Rainieri, è assente giustificato oggi.

 

OGGETTO 2880

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2000» (44)

(Conclusioni, esame articolato, dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordini del giorno 2880/1/2 oggetti 3617 e 3618 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo, quindi, con il progetto di legge, oggetto 2880, sui servizi educativi per la prima infanzia.

Si riprende dalle conclusioni della Giunta. La parola all’assessore Venturi. Prego, ne ha facoltà.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consiglieri.

Io vorrei cominciare con i ringraziamenti per il lavoro che è stato fatto. Naturalmente, io mi occuperò della parte che mi riguarda, quindi dell’articolo della legge che rende obbligatorie, per la frequenza in comunità asilo nido, le vaccinazioni per i piccoli da 0 a 3 anni.

I ringraziamenti sono tanti – naturalmente non li citerò tutti, perché ne dimenticherei necessariamente qualcuno – in particolar modo per il lavoro di grande confronto che c’è stato, soprattutto per merito della Commissione che ha ascoltato in più riprese tutte le posizioni che sono, in buona fede, scaturite dalle discussioni.

Non ho sentito alcun esperto, alcuno scienziato, alcun clinico schierarsi contro il tema delle vaccinazioni. Che cosa evocano le vaccinazioni? Le vaccinazioni hanno il potere di evocare, per noi, per quelli come me, un’infanzia in cui nelle scuole c’erano alcuni nostri compagni con le paralisi flaccide da poliomielite, bambini che non si vedevano più da un giorno all’altro perché decedevano a causa di malattie per le quali era appena iniziato il tema dell’immunizzazione, tempi in cui i genitori portavano con convinzione i bambini dove dovevano essere portati e li sottoponevano a vaccinazione con la consapevolezza di avere la possibilità di evitare situazioni in cui molti dei loro conoscenti, diversi figli dei loro amici riportavano conseguenze anche definitive.

Evoca il concetto di comunità, che sta alla base della convivenza. Il concetto di comunità evoca, a sua volta, un tema altrettanto importante, che è quello della sicurezza. Soprattutto, evoca il concetto dei soggetti deboli. Dove dovremmo mettere i bambini che vogliono frequentare l’asilo nido e, magari, hanno una leucemia, una malattia cronica o sono immunodepressi perché si stanno curando? Dove dovremmo collocarli se di fianco hanno dei piccoli che non sono vaccinati per scelta dei loro genitori? Dove li portiamo? Li portiamo ai giardinetti e non facciamo frequentare loro la comunità?

Credo che la responsabilità della politica, in questi casi, laddove le vaccinazioni vanno al di sotto di una soglia che non ci permette più di garantire la sicurezza dei soggetti deboli, sia quella di fare finalmente una scelta consapevole, una scelta forte, una scelta robusta, ma conseguente a una parola che è nata nella legge e che definisce le vaccinazioni obbligatorie. Questa è la regola principale. Noi, in questo Paese, siamo abituati, ormai, a considerare le regole come un qualche cosa che ci fa piacere soltanto quando, a volte, non ci riguarda. In questo caso, riguarda tutti e riguarda la responsabilità che abbiamo nei confronti dei piccoli e di quelli più deboli.

In una situazione nella quale, un anno fa, in un ospedale di questa regione c’è stato un decesso per pertosse, in una situazione nella quale in molti ospedali di questa regione, in questo momento, sono ricoverati bambini con morbillo, bambini con pertosse, che stanno in ospedale 2-3, anche 4 mesi per curarsi, in una situazione come questa la politica deve assumersi la responsabilità principale che le compete, cioè quella di “fare”, di prendere una decisione che consenta anche ai più deboli di frequentare la prima comunità della loro vita.

Non cambia nulla, quest’anno, per i bambini che frequentano i nidi. Abbiamo davanti un anno per partire con una grande campagna di informazione, e lo faremo presto, nella quale spiegheremo che i vaccini sono la tecnologia sanitaria più sicura che l’uomo abbia mai inventato e che non ci sono correlazioni con l’autismo, come ho sentito ripetutamente dire nelle leggende e anche, purtroppo, in altri luoghi ben più rappresentativi dei social network. L’ho sentito dire anche in alcuni progetti di legge presentati al Parlamento italiano, che miravano a eliminare l’obbligo vaccinale per i militari che fanno parte delle missioni internazionali del nostro Paese, nelle quali si asseriva che c’era una correlazione diretta tra l’autismo e le vaccinazioni.

Queste leggende, che sono figlie del tempo in cui viviamo, un tempo in cui ognuno esprime una qualche convinzione personale che, poi, immediatamente si trasmette come una verità assoluta, noi dobbiamo combatterle, e le vogliamo combattere. Così come vogliamo fare in modo che i primi a dare l’esempio siano gli operatori del servizio sanitario regionale, che siano in grado di rispondere correttamente e con competenza alle domande che, giustamente, i cittadini, i genitori fanno nei confronti della sicurezza dei vaccini. Quindi, non solo una campagna di informazione, ma anche una grande campagna di riformazione dei nostri operatori, che devono essere i primi a dimostrare come i vaccini siano una sicurezza che ha permesso di debellare molte malattie che ritenevamo scomparse, ma che non sono scomparse. Ci sono stati due casi, l’anno scorso, di difterite in bambini in Europa, in Spagna, in Belgio, che sono stati mortali per i bambini. È di questi giorni la notizia di un nodulo difterico, che non è una malattia conclamata, ma è quello che subito precede la malattia conclamata.

Insomma, non è più il caso, al di là delle convinzioni personali, perché noi, come Regione Emilia-Romagna, sottovalutiamo un tema che si trova in una situazione di emergenza assoluta. Purtroppo, ce ne accorgiamo soltanto quando ci sono episodi eclatanti. Penso alla meningite in Toscana, dove c’è una corsa alla vaccinazione per la meningite di tipo C, una vaccinazione che noi offriremo gratuitamente dal 1° gennaio dell’anno prossimo.

Noi dobbiamo impedire l’arrivo a questi livelli in questa regione. Le reazioni che abbiamo da parte delle altre regioni sono di grande rispetto e di ammirazione per quello che abbiamo cercato, con il consenso più ampio possibile, di mettere in campo.

Sono anche sicuro che il Parlamento si occuperà presto di questo tema e anche di definire in maniera diversa la differenza che c’è tra le cosiddette vaccinazioni obbligatorie e quelle raccomandate, perché non c’è più una raccomandazione: ci deve essere una definizione di necessità, nei bambini come negli adulti.

Il mondo ha portato al Premio Nobel per la medicina chi ha inventato il secondo vaccino antipoliomelitico, quello che ha consentito di non avere più casi di poliomielite in Italia dal 1982, da molti anni. Non vogliamo ripresentarci e non vogliamo avere condizioni che ci riporterebbero in un periodo che abbiamo fortunatamente dimenticato e che nessuno vuole più neanche ricordare lontanamente.

L’ultimo dei temi che vorrei toccare è quello naturalmente dei professionisti che si occupano di salute. Ho apprezzato molto l’appello e il codice deontologico della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Italiani che ha deciso di perseguire i medici che danno il cattivo esempio, mancando al giuramento che hanno fatto nel momento in cui si sono laureati.

Diversi Ordini dei Medici hanno già avviato procedure di tipo disciplinare. La convinzione è una cosa nella quale noi crediamo, ma prima di tutto, la convenzione, il rispetto delle scoperte scientifiche e delle sicurezze scientifiche lo devono trasmettere gli operatori sanitari, non si può fare il contrario.

Naturalmente, dovremmo trarre anche esempio dalle persone che abbiamo davanti, dal successo che riescono ad avere nella vita. Pensiamo a Bebe Vio, tanto per non fare dei nomi, una persona che ha avuto la meningite in tenera età, che si è rifatta una vita e che è anche alla ribalta generale per quello che è riuscita a fare per superare una malattia così seria per le conseguenze che ha dato.

Io credo che di fronte a queste conseguenze, noi dobbiamo essere in grado di prendere dei provvedimenti per mettere in sicurezza i nostri figli, i nostri nipoti, e soprattutto dovremmo garantire il diritto che hanno i più deboli di frequentare anche loro le comunità, la prima comunità che hanno la possibilità di frequentare. Non c’è valore più grande, infatti, per una comunità, che consentire ai soggetti più deboli di poterne fare parte.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

La parola alla vicepresidente Gualmini.

 

GUALMINI, vicepresidente della Giunta: Io salto, mi scuserete, i ringraziamenti, perché sono già stati fatti, quindi li do per scontati, sia al personale amministrativo che al personale politico, di maggioranza e opposizione.

Fatemi ringraziare però il consigliere Foti, perché ha ricordato che in verità questa non è una legge solo ed esclusivamente sui vaccini, benché l’articolo 6 sia estremamente rilevante – e sono straordinariamente contenta che oggi venga approvato –, ma è una legge che a 360 gradi, come ha ben descritto la relatrice di maggioranza, si occupa dei servizi per i nostri cittadini più piccoli, quelli a cui tutti pensiamo. Personalmente sono un po’ la mia ossessione e il mio pallino.

Questa legge non è una rivoluzione. Dalla mia bocca non è mai uscita questa parola, non siamo noi nemmeno la forza politica che costantemente sostiene di voler apportare delle rivoluzioni culturali nel nostro Paese, magari ancora non riuscendoci, visti anche gli esempi che abbiamo davanti (vedi nella Capitale d’Italia).

Questa legge non è una rivoluzione per il semplice fatto che noi siamo orgogliosi delle cose che hanno funzionato, siamo orgogliosi di un sistema integrato di servizi che è ben impiantato nel tessuto sociale della nostra regione da quasi trent’anni, e che vede un privato collaborare in maniera virtuosa, sotto la regia del pubblico.

Siamo orgogliosi di educatori, di operatori, di pedagogisti che tutti i giorni mostrano un’incredibile passione in un lavoro così prezioso e così importante come la relazione di cura nei confronti dei più piccoli, di piccoli che spesso non possono esprimere da soli le proprie opinioni, che non sono iscritti a un sindacato, di piccoli che non votano ma che sono la nostra costante preoccupazione.

È una legge che quindi valorizza quello che di buono c’è stato in Emilia-Romagna e che continua ad essere portato ad esempio, non solo in Italia ma in tutto il mondo, ma che doverosamente si adegua ai cambiamenti che ci sono stati. Se infatti non siamo in grado di leggere le grandi trasformazioni dirompenti che hanno riguardato la nostra Regione negli ultimi cinque, sei anni, non siamo dei bravi amministratori, non abbiamo capito nulla, forse.

Devo dire la verità: mi spiace sentire da una forza politica di cui ho stima, il Movimento 5 Stelle, di questo costante ritorno alla conservazione, di un costante ritorno all’immobilismo, per cui non si può cambiare nulla, per cui questa legge sarebbe il precipitato di un percorso di privatizzazioni.

Sfido chiunque a trovare un articolo sulla privatizzazione in questa legge: ci sono semplicemente dei cambiamenti che sono davanti agli occhi di tutti.

Il mercato del lavoro, purtroppo, è nel bene e nel male altamente frammentato; tutti i giorni incontro giovani madri, giovani padri che fanno fatica ad adeguarsi agli orari rigidi dei nostri servizi, o che hanno problemi di sostenibilità anche dei servizi pubblici. Ci sono famiglie monoparentali che fanno fatica ad educare i propri figli e che fanno magari fatica ad accedere ad un servizio, quello del nido convenzionale a tempo pieno, che magari non si confà perfettamente alle loro esigenze.

Ecco, allora, che di fronte ad un calo delle iscrizioni dell’11,5 per cento, non parliamo di noccioline, è obbligatorio per un amministratore leggere quello che succede nella realtà e non far finta che sia sempre tutto uguale.

Tra il 2010 e il 2015, in Emilia-Romagna, quasi il 12 per cento in meno di bambini sono iscritti agli asili nido. Vogliamo far finta di niente? No, proviamo a trovare dei correttivi.

E allora abbiamo cercato di capire che correttivi mettere, senza stravolgere un sistema, perché se funziona non va stravolto. Parliamo di una flessibilità positiva. Cosa vuol dire? Che intorno ad un servizio classico tradizionale, di cui siamo e saremo sempre profondamente orgogliosi, il nido classico e a tempo pieno, ruotano una serie di servizi integrativi, perché noi non vogliamo rendere la vita un inferno a chi vuole fare figli.

In Emilia-Romagna si sta diffondendo la sindrome del figlio unico, cioè, le famiglie desiderano avere dei figli, farebbero molti più figli di quanti ne hanno, ma hanno paura di farli per eccesso di familismo. Sono talmente attaccati a quel figlio e hanno talmente paura di non potergli garantire un futuro adeguato, che preferiscono non fare figli.

Noi non vogliamo complicare ulteriormente la vita delle nostre giovani famiglie, quindi quelle madri che magari lavorano tre pomeriggi a settimana, o che lavorano solo il sabato mattina, o che lavorano tre ore, dalle 5 alle 8 del mattino perché vanno a fare le pulizie, hanno diritto di avere un’offerta di servizi che non sia completamente escludente e che vada incontro obiettivamente ai bisogni che cambiano.

Questa legge quindi semplicemente introduce un modello di servizi. Non arriviamo alle Tagesmütter, ma sono stata contenta di ascoltare gli esempi che ci sono, soprattutto nel territorio piacentino, sono stata contenta di vedere come molti amministratori locali si sono dati da fare, mettendo in piedi servizi altamente innovativi, magari con tariffe differenziate. Quindi, intorno ad una struttura, al core business del servizio classico, concediamo che alcune famiglie abbiano servizi per loro più adeguati.

Il secondo asse, e finirò qua, è quello dell’accreditamento. Io non accetto che si dicano delle falsità. La Giunta Bonaccini ha introdotto l’accreditamento per i servizi 0-3, semplicemente perché la legge precedente, pur prevedendo un sistema di accreditamento dei servizi, quindi superiore dal punto di vista dei requisiti all’autorizzazione e al funzionamento, non è mai stata attuata. Siamo quindi in una fase in cui chiunque, ovviamente con alcuni controlli, può essere autorizzato ad operare nel mondo dei servizi.

Questa Giunta introduce l’accreditamento, lo renderà operativo appena possibile, tramite regolamenti, e introduce un sistema di accreditamento che si basa sulla valutazione della qualità, sulla formazione degli operatori e su una regia, da parte del pubblico, che però non sia vessatoria, che non sia irrealizzabile per i privati.

Sia chiaro che da oggi parte il sistema di accreditamento, che magari ci aiuterà, speriamo, a risolvere anche quei casi di stress e di maltrattamento inaccettabili che abbiamo osservato anche nelle nostre strutture di nido.

Chiudo dicendo che per quanto riguarda le condizioni di lavoro degli operatori, è evidente che siano la nostra preoccupazione. All’articolo 16, già richiamato da Silvia Prodi, noi diciamo che anche per la mera autorizzazione al funzionamento occorre che le strutture siano assolutamente in linea con le norme dei Contratti collettivi nazionali di lavoro, ci mancherebbe altro. Ma la Regione non può fare i contratti, non può scrivere contratti di lavoro, non possiamo fare cose che non ci spettano e che non ci riguardano.

Sulla laurea, è vero che il referendum costituzionale potrà, sempre se vincerà il sì, non lo sappiamo, impattare su questo. L’articolo 116, però, porta anche un principio di federalismo differenziato e consentirà alle Regioni magari più virtuose dal punto di vista dei conti pubblici, di riprendersi in mano, con una legge dello Stato, se questo potrà essere possibile, alcune competenze tra cui anche quelle riguardanti l’istruzione (ma ne riparleremo magari dopo il 4 dicembre).

Per questo sono orgogliosa di avere riveduto una legge importante, una legge che punta l’attenzione non sempre e non solo sulle categorie dei nostri anziani, che pure sono categorie importanti, ma su quelle generazioni che finalmente ci daranno una mano a tenere in piedi le nostre società.

È una legge che prevede una divisione del lavoro tra Assemblea e Giunta che, fidatevi, non è così mal fatta, né è fatta in cattiva fede. L’Assemblea dà gli indirizzi, dà la visione strategica, può suggerire, tramite la relazione di indirizzo ai Comuni, per esempio, raccomandazioni in tema tariffario, e la Giunta si accolla il lavoro sporco, nel senso del lavoro duro e minuzioso dei regolamenti su organizzazione e funzionamento.

Penso che la legge sia un buon compromesso tra forze politiche che hanno un comune interesse a occuparsi di bambini, senza uno spirito partigiano, senza tirare l’acqua da una parte o dall’altra, ma preoccupandosi di fare delle cose buone per i più piccoli che domani saranno al nostro posto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, vicepresidente Gualmini.

La parola al presidente della Giunta, Stefano Bonaccini.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie presidente, grazie consiglieri, per il dibattito.

Non sono un problema, lo dico alla consigliera Sensoli, i toni. Siamo nel livello della massima educazione, e l’ho apprezzato, nel dibattito. A me interessa che però stiamo al merito della discussione.

Io non so se è fatta di nebbia. Forse la nebbia c’era quando lei ha letto la legge, perché lei l’ha letta male. Sull’accreditamento, infatti, credo che la vicepresidente Gualmini le abbia spiegato che lei ha detto cose completamente inesatte. Così come a me piace il dibattito che anche aspramente si divide sulle opinioni, ma non cancella i numeri. Lei ha detto che non sta calando la disoccupazione.

Mi piacerebbe che non oggi, ma in un’altra occasione, mi dicesse dove ha letto quei numeri, quando tutti gli istituti autonomi, dall’Istat, a Prometeia ad altri, ci hanno detto che in Emilia-Romagna la disoccupazione sta calando, che ci sono decine di migliaia di posti di lavoro in più. La trovammo a circa il 9 per cento; eravamo al 7,5 per cento a luglio e mi auguro che andando verso dicembre possa calare ulteriormente. Ma al di là dei numeri, che non sia calata la disoccupazione in Emilia-Romagna, io non so dove lei dove l’abbia letto o sentito, posto che nel Patto per il lavoro erano indicati obiettivi ambiziosi.

È un anno e mezzo che ve lo chiedo e non l’avete mai fatto, come Gruppo Movimento 5 Stelle, ma se vorrete mandarmi qualche correttivo a quel Patto per il lavoro che ogni sei mesi noi andiamo a discutere, visto che si parla di lavoro, di impresa, di welfare, di infrastruttura, del futuro dell’Emilia-Romagna, se vorrete mandarmi qualche osservazione, ne sarei molto contento. La discutiamo con tutte le parti sociali, così vediamo quali contributi dà il Movimento 5 Stelle per la lotta alla disoccupazione che sta calando in questa regione. Stiamo al merito dei problemi, non inventiamocene solo per fare propaganda politica e litigare tra di noi, senza che in questo modo aiutiamo nessuno, peraltro. Stiamo al merito delle cose che succedono.

Se mi chiedete se non sia ancora abbastanza, la risposta è assolutamente no. È la nostra ossessione. Noi abbiamo immaginato, nella firma che il terzo settore ha posto a quel documento che è il Patto per il lavoro, l’idea che attraverso un rapporto virtuoso tra pubblico e privato, in particolare il privato sociale, si possa, nel campo del welfare, addirittura aumentare l’occupazione, posto che con l’accreditamento, che introdurremo, anche qui, come bene è stato introdotto negli ultimi anni in tante altre parti del sistema del welfare e della sanità dell’Emilia-Romagna, non si abbassi la soglia di qualità di quello che noi vogliamo proporre.

Da come l’ha presentata, è evidente che lei dà un giudizio straordinario su quello che è accaduto nei decenni scorsi in Emilia-Romagna. Le posso garantire che sarebbe veramente curioso, e non avrei il coraggio di guardarmi allo specchio, se io e la mia Giunta, a fronte di un sistema che lei ha detto che funzionava benissimo se sto al concetto che ha ribadito, noi ci fossimo presi l’impegno, non si sa per quale motivo, di scassare una storia. È sotto gli occhi di tutti, almeno in questo Paese è riconosciuto, indipendentemente dalle appartenenze politiche, nel campo della sanità. Avete visto gli ultimi dati, l’altro giorno, presentati a Roma pubblicamente, per arrivare al tema del sistema di welfare, in particolare dei servizi 0-3 e 3-6 anni. Nella fascia 3-6 garantiamo più o meno il 100 per cento della richiesta di domande, posto che se fosse solo il pubblico a rispondere non potremmo accontentare tutti i bambini che fanno richiesta e le loro famiglie, ma non ho dubbi che nessuno di voi voglia arrivare a togliere un diritto alle famiglie che ne fanno richiesta, e nella fascia 0-3.

Se siete in grado di dirmi qui una Regione che abbia un’offerta di posti di asili nido, maggiore dell’Emilia-Romagna, io dico bene, siamo insieme a fare questa battaglia, perché l’Emilia-Romagna rispetto alla media offre più del doppio dei posti reali.

Peraltro, non facciamo confusione, oltre il 30 per cento è sulla domanda reale, perché ci sono anche famiglie che non hanno intenzione (e in questo caso non li possiamo obbligare perché non è una legge dello Stato) di mandare i bambini all’asilo nido, preferendo magari continuare a educarli in famiglia. Provate ad andare in giro nel mondo dei sistemi educativi, indipendentemente che governi la destra o la sinistra, e a parlare di Reggio Children. Mi è capitato anche negli Stati Uniti recentemente: è un modello, ma potreste sostituire la città di Reggio con un’altra città dell’Emilia-Romagna, che nei decenni ha fatto scuola. È evidente che qui ci sono tra i migliori asili nido del mondo, così come molte scuole materne. E quegli asili nido sono stati concepiti non con la funzione di parcheggio per le famiglie che ci portavano i bambini, ma sono sempre stati concepiti come primo momento e agenzia educativa.

A proposito di disoccupazione, poi, prendetevi le tabelle Istat e andate a vedere qual è la Regione al primo posto per occupazione femminile in Italia, con un dato che non c’era da 12 anni. Una mano tiene l’altra: se io sono in grado di offrire più servizi alle famiglie, è evidente che sono in grado di garantire, in questo caso alle donne, di poter lavorare in maniera più massiccia.

Siamo dunque la Regione tra quelle che danno più opportunità di portare i bambini agli asili nido. Vogliamo incrementare quel numero, e se abbiamo introdotto un po’ di flessibilità è perché rispetto a quando io ero bambino, e ormai son passati quasi cinquant’anni, la società italiana nella sua struttura, la composizione delle famiglie, il mercato del lavoro sono talmente cambiati che se non siamo in grado di dare delle opportunità diverse, noi rischiamo di creare delle disuguaglianze nell’accesso a un servizio che, pur non essendo obbligatorio, è una grande opportunità.

Abbiamo visto via via sempre più persone, famiglie: apprezzano.

Questo è lo spirito rispetto al quale accetto tutte le critiche, ma le si componga dal punto in cui partiamo, cioè di una Regione leader nell’offerta dei servizi 0-3 anni. Leader, peraltro, non solo in questo Paese, ma quantomeno nel sistema europeo, tant’è che lei ha citato i sistemi del nord Europa, cosiddetti socialdemocratici, quelli a cui venivamo continuamente accomunati, proprio per la qualità di quell’offerta che da un lato aveva l’altro occhio, rispetto a quello che puntava all’educazione dei bambini, o al loro accoglimento in quelle strutture, grazie, come ha detto Elisabetta, a straordinari pedagogisti, educatori e personale che lavora in quelle strutture. Dall’altro lato si garantisce piena opportunità di lavoro alle famiglie, nella loro composizione, non solo agli uomini.

Per finire: il tema dei vaccini. Se noi fossimo stati sopra la soglia del 95 per cento che l’Organizzazione Mondiale della Sanità – non Bonaccini, Venturi, Rossi, Gazzolo, Gualmini, Corsini o chiunque altro qui dentro – sostiene essere la soglia di sicurezza rispetto ai cosiddetti ambienti protetti, noi non avremmo messo l’obbligatorietà vaccinale per chi vuole iscrivere i bambini all’asilo nido. Ma sentiamo parlare di malattie, anzi, sono successi casi anche in Europa (prendete la difterite, o la meningite) che ci riportano a tipi di malattie per le quali non si moriva da decenni.

Non è un caso che appena arrivano da un Paese così definito extracomunitario, i bambini siano i primi ad essere vaccinati: vengono da luoghi dove per quei tipi di malattie si può morire. Siccome io penso che compito di un amministratore sia quello di tutelare il diritto alla salute per chiunque, indipendentemente, peraltro, dalle condizioni familiari, economiche e sociali in cui nasce e cresce, io vorrei sentirmi dire qui oggi, rispetto a un bambino nato con immunodeficienza e che già è colpito da maggiore sfortuna rispetto a quasi tutti i suoi coetanei, cosa mi rispondete nel momento in cui quel bambino, in una classe ci può entrare solo se sono vaccinati tutti gli altri: questo a proposito di chi difende il diritto della salute delle persone più sfortunate di noi.

Noi facciamo questa scelta, con una campagna di informazione che durerà mesi e mesi, perché non vogliamo colpire qualcuno, ma vogliamo mettere tutti – e tutti vogliamo essere messi – nelle condizioni migliori per poter capire e comprendere cosa stiamo facendo.

Siccome io non sono uno scienziato, devo dirvi che questa scelta l’abbiamo compiuta perché sentiamo di avere con noi la comunità medica e la comunità scientifica. Se non fosse così, avreste dovuto portare in Commissione esperti che avrebbero dovuto dire che quella è una cosa che non si deve fare, posto che rispetto le preoccupazioni, che abbiamo anche noi.

Certo è curioso che si dica che il timore è quello di un calo delle vaccinazioni, quando è il calo delle vaccinazioni avvenuto in questi anni che ci ha portato a prendere questo provvedimento.

Dunque, siamo coerenti con quella linea di demarcazione, quella per la quale vogliamo portare un contributo per fare in modo che nessuno debba rischiare ciò che si rischiava tantissimi anni fa e che oggi non si rischia più (o quasi più). Questo è il senso di quella scelta.

Quanto alla comunità medica e scientifica, è con noi, fatemelo dire così. Io capisco il vostro imbarazzo, perché sapete che tante famiglie e genitori che votano Movimento 5 Stelle, sono d’accordo con noi sull’obbligatorietà. Io ne trovo tanti, girando. Ebbene, non ho mai sentito un consenso così alto, avendo fatto l’amministratore anche in passato in Comuni piccoli e Comuni più grandi, di fronte a una scelta amministrativa che prendevo, se non quando abbiamo fatto il cosiddetto taglio dei costi della politica. Ma in quel caso, permettetemi, era un po’ più facile prendere applausi.

Io sento che la stragrande maggioranza delle famiglie e dei genitori dell’Emilia-Romagna sono d’accordo con la scelta che stiamo prendendo, non perché vuole essere una scelta ideologica. Siamo pronti, nel momento in cui si potesse tornare sopra quella soglia, a togliere quel provvedimento, perché non abbiamo nulla di coercitivo da dover introdurre da un punto di vista né politico né ideologico. A me interessa che la scelta che andiamo a fare possa, ripeto, mettere al centro la garanzia della tutela della salute dei bambini, stando a quanto la comunità medica e scientifica mi dice e presuppone rispetto ai rischi che corriamo. Tutto qua, non c’è altro.

Dopodiché, e concludo, mi sono annotato anche le proposte che sono arrivate, e credo sia stato un buon contributo, ne sapremo fare tesoro. Anche tra di noi, nella stessa maggioranza, ci possono essere opinioni un po’ differenti. Io sul tema delle Tagesmütter ho un’opinione un po’ differente da quella di Francesca Marchetti, ma l’opinione sul singolo provvedimento, o la sua “estensione” o “estendibilità” non toglie il fatto, come lei nella relazione introduttiva ha detto, che tiene insieme molto bene, e la ringrazio, un’idea di politica che dal punto di vista della comprensione del cambiamento della società vuole garantire l’altissima qualità a cui questa Regione, grazie a chi ci ha preceduto negli scorsi decenni, era arrivata nei servizi 0-3, adattandola ai cambiamenti di cui la società stessa, come veniva detto in diversi interventi, ha dovuto prendere atto, e che ha dovuto comprendere. Questo è quanto.

Sul resto, ripeto, siamo pronti, se torneremo ai livelli di sicurezza e tranquillità per i bambini dal punto di vista delle percentuali vaccinali, anche a togliere quel provvedimento, che non vuole essere ideologico, ma che per quanto ci riguarda, nella nostra autonomia, l’idea è che noi dobbiamo garantire a tutti i bambini, indipendentemente dalle forme di “malattia” con cui nascono, ma indipendentemente dal tema di dove nascono, una copertura vaccinale che possa stare nei limiti che la scienza e la medicina ci dicono essere i più alti per tutelare tutti quanti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, presidente Bonaccini.

Prima di procedere alla discussione sull’articolato, nomino scrutatori i consiglieri Ravaioli, Prodi e Sassi.

Ora si procede con la discussione congiunta su ciascuno dei 38 articoli e gli emendamenti.

Sugli articoli insistono cinquantasette proposte di emendamento: quattro a firma Foti, uno a firma Francesca Marchetti, otto a firma Aimi e Bignami, uno a firma Rainieri e Liverani, quarantadue a firma Sensoli, uno a firma Bertani.

Insistono poi due ordini del giorno: un ordine del giorno a firma dei consiglieri Francesca Marchetti ed altri e un altro ordine del giorno, sempre a firma dei consiglieri Caliandro, Francesca Marchetti ed altri.

In fase finale si faranno le dichiarazioni di voto congiunte sia sul PDL che sugli ordini del giorno.

Apro il dibattito generale su articoli ed emendamenti.

Sull’art. 1 insistono sette proposte di emendamenti: l’emendamento 15, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 16, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 6, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami; l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Rainieri e Liverani; l’emendamento 19, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 20, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale congiunto.

La parola alla consigliera Francesca Marchetti.

 

MARCHETTI Francesca: Per accelerare la discussione, se è d’accordo farei una dichiarazione di voto congiunta, in quanto la maggior parte degli emendamenti presentati quest’oggi erano già stati respinti in sede di Commissione.

Non entrerò ogni volta nel merito, mentre esprimeremo un parere favorevole rispetto all’emendamento 57, a firma del consigliere Bertani, sostitutivo dell’emendamento 34, dal momento che in sede di Commissione avevamo raggiunto un accordo sull’opportunità di effettuare una verifica rispetto agli alimenti geneticamente modificati, sui quali è stata trovata una convergenza e sui quali voteremo a favore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

In discussione generale sull’articolo 1 non ho altri iscritti.

Possiamo procedere, quindi, con le dichiarazioni di voto sull’articolo e sugli emendamenti. Non ci sono dichiarazioni di voto. Quindi, possiamo procedere con la votazione degli emendamenti.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 15 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 16, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 16 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 6 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Rainieri e Liverani.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Scusi, presidente, volevo dire che l’emendamento 1 è identico agli emendamenti 14 e 19, perché tutti prevedono la questione dell’Assemblea legislativa rispetto alla Giunta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ciò che mi ha fatto notare il consigliere Foti era già stato constatato dalla Segreteria, purtuttavia, non essendo i tre emendamenti perfettamente identici, si è comunque proceduto alla votazione dell’emendamento 1, a firma del consigliere Foti, si procede con la votazione dell’emendamento 14 e, qualora questo venisse approvato, si dichiara decaduto l’emendamento 19.

Metto, quindi, in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Rainieri e Liverani.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 14 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 19, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 19 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 20, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 20 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 2.

Sull’art. 2 insistono due proposte emendative: l’emendamento 17, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 7, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

Apro la discussione generale congiunta. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Procediamo con il voto sugli emendamenti.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 17, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 17 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 7 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 2 è approvato.

Procediamo con l’emendamento 8, istitutivo di nuovo articolo, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 8 è respinto.

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 9 è respinto.

Passiamo all’esame dell’art. 3.

Sull’art. 3 insistono due proposte emendative: l’emendamento 18, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 18, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 18 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 10 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 3 è approvato.

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami, istitutivo di nuovo articolo.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 11, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 11 è respinto.

Passiamo all’esame dell’art. 4.

Sull’art. 4 insiste l’emendamento 21, a firma della consigliera Sensoli.

Apro la discussione generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 21, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 21 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 5.

Sull’art. 5 insiste l’emendamento 22, a firma della consigliera Sensoli.

Apro la discussione generale congiunta. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 22, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 22 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’art. 5 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 6.

Sull’art. 6 insistono tre proposte emendative: l’emendamento 2, a firma del consigliere Foti; l’emendamento 23, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 24, a firma della consigliera Sensoli.

Apro la discussione generale. Consigliere Foti, ha la parola.

 

FOTI: Presidente, la relatrice si è già espressa su tutti gli emendamenti, quindi non penso di dover convincere alcuno. Tuttavia, solo per il verbale mi preme sottolineare che la proposta di eliminare la locuzione “anche se di nazionalità straniera o apolidi” mirava soltanto a rispettare una dizione comune nella legge in generale, visto che specifiche di questa natura sono del tutto inutili attese che sono già disciplinate dalla legge nazionale, che è l’unica competente per materia.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Consigliera Sensoli, ha la parola.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Intendo leggere uno stralcio di una mail, una delle tante, che ci è arrivata da un genitore – chiaramente ometterò dati, nominativi, eccetera –, da cui abbiamo desunto i nostri emendamenti: “Sono una veterinaria vaccinata e mai avrei creduto che ci potesse essere un’obiezione sulla questione, fino a che mia figlia è nata prematura, con un’emorragia cerebrale di terzo grado. Dobbiamo, perciò, affrontare molte visite per tenere sotto controllo la prematurità, e sono tutte spostate di tre mesi dalla data di nascita, poiché nei prematuri si considera la data presunta di nascita, ma la stessa regola non vale per i vaccini. Avrei, perciò, dovuto eseguire l’esavalente a una bambina di tre mesi effettivi, ma di cinque giorni corretti, con il peso di soli due chili”. La mail prosegue: “Così prendo tempo e chiedo delucidazioni al medico vaccinatore, e lì scopro sinceramente, invece di rassicurarmi, venirmi incontro e studiare un piano vaccinale adeguato a una bambina con problemi, che mi viene sottoposta una gran filippica di terrorismo, informazioni mancanti e contrastanti tra di loro. Non riesco ad avere le informazioni che richiedo e soprattutto non si tiene conto che la bambina ha problemi cerebrali e che pesa solo due chili. Insomma, ve la faccio corta: sono uscita firmando il dissenso, perché ho avuto la sensazione che chi doveva tutelare la bambina non aveva la minima idea di cosa dovesse fare, ma eseguiva un comando meccanico stile robot, e basta”. Questo è lo spirito che ha animato i nostri emendamenti.

Mi ha fatto piacere che il presidente abbia detto che, se questa normativa, questa imposizione, almeno per noi, questo obbligo vaccinale non dovesse funzionare o se le percentuali dei non vaccinati dovessero calare si tornerà indietro. A questo punto suppongo che, però, accetterete – me lo auguro – il nostro emendamento dove chiediamo che venga eseguita una sperimentazione nei prossimi due anni, a partire dalla promulgazione della legge, per valutare effettivamente a quali risultati si è arrivati con questa imposizione, dimodoché, se il metodo che voi proponete non dovesse funzionare, si possa tornare indietro. Magari ci saremo sbagliati noi e funzionerà: chi lo sa! Però, almeno avremo dei dati per confutarlo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Sensoli.

La parola alla consigliera Nadia Rossi.

 

ROSSI Nadia: Grazie, presidente.

In realtà, intervengo sia perché sono stata sollecitata più volte durante il dibattito di questa mattina, sia perché intendo richiamare alla coerenza qualche consigliere o qualche Gruppo che pare saluti, peraltro ripetendolo più volte, positivamente l’inserimento dell’obbligatorietà dei vaccini in questo progetto di legge di riforma dello 0-3 nella nostra regione, e che pare, quindi, essere a favore dei vaccini.

Lo sottolineo perché, quando ci si trova a dover vaccinare un bambino, ci si pone due domande: lo vaccino o non lo vaccino? Se si è d’accordo, normalmente si esprime un parere favorevole. In legge è stato accettato, tra l’altro proprio all’articolo 6, un emendamento che accerta che la Regione implementi parallelamente le azioni e gli interventi di comunicazione e informazione sull’importanza e sulle evidenze scientifiche a supporto, aspetto assolutamente fondamentale e assolutamente condivisibile. Del resto, ogni genitore deve avere la possibilità di essere informato correttamente. Tuttavia, nella nostra regione, in particolare da Cattolica a Bologna, spesso e volentieri c’è la nebbia, ma credo sia più una nebbia a macchia di leopardo, e mi spiego.

Il Comune di Cattolica, che probabilmente è più noto per essere Comune a 5 stelle, è stato l’unico della nostra provincia ad aver ospitato in una sala pubblica il film che tratta l’argomento dei vaccini e che è stato rifiutato dal Senato e anche dal Comune di Rimini, ovviamente non nelle sale pubbliche, che mai un’Amministrazione si sarebbe sognata di ospitare, ma in quelle private, dopo articoli di giornale sostenuti sia dall’Amministrazione che da vari ordini medici. Ebbene, il Comune di Cattolica ha ben pensato di mettere a disposizione una sala pubblica per consentire alla cittadinanza la visione di questo documentario, di questo film, che è notoriamente antivax.

A questo punto, visto che si sollecita una corretta informazione, mi aspetto dall’Amministrazione di Cattolica una corretta informazione e, quindi, semmai che ospiti comunità scientifiche e mediche per spiegare il motivo, come è stato ampiamente ribadito nella mattinata, dell’opportunità di inserire l’obbligo vaccinale in questo percorso normativo, su cui la Regione ha delle competenze.

Si produce ancora della nebbia spostandosi verso Parma, anche se in questo caso cambia l’argomento. Più volte si è portato l’esempio del Comune di Rimini rispetto a un percorso che tante altre Amministrazioni comunque virtuose, come hanno precedentemente ricordato il presidente Bonaccini e diversi miei colleghi, quali Parma, Reggio Emilia e Forlì, hanno portato avanti, dove il sistema pubblico integrato riesce prima di tutto a mantenere, se non ad aumentare e migliorare, la qualità del progetto educativo per i bambini, che è cosa fondamentale, è il fulcro di ogni pensiero e di ogni azione per qualsiasi amministratore di qualsiasi colore e schieramento politico, presumo. Questo lo dico anche perché l’Amministrazione precedente del Comune di Parma aveva creato una partecipata – si chiamava ParmaInfanzia, se non erro – inizialmente con quote in maggioranza pubbliche e in minoranza private. Dopodiché, con l’arrivo del sindaco Pizzarotti, la maggioranza di questa partecipata è diventata privata, il pubblico ha ceduto buona parte delle quote, e insieme, in un’ottica di qualità del progetto educativo per i bambini, stanno svolgendo un’attività importante per quanto riguarda i servizi nei confronti della cittadinanza. A Rimini sta semplicemente succedendo questo.

Non è che funziona, quindi, a seconda di dove c’è la nebbia e di dove ci sono, invece, dei raggi di sole. Quando ci si trova ad amministrare – è questo il fulcro – bisogna compiere delle scelte. La propaganda finisce nel momento in cui si amministra un Comune o una Regione. Bisogna decidere, senza “se” e senza “ma”. Cavalcare il populismo, la demagogia e la paura delle persone e, come accaduto nella mia città, sottolineare le differenze, che, per carità, senz’altro ci sono, ma come ci sono nella scuola ci sono purtroppo anche altrove – e su questo assolutamente bisogna lavorare, anche se non è questa la sede –, differenze salariali. Diceva prima la vicepresidente Gualmini che in tutto il settore dei servizi ci sono queste differenze e che i contratti di lavoro sono assolutamente frammentati. Sottolineare, però, questa differenza e far lavorare queste persone fianco a fianco crea un clima che non è assolutamente costruttivo. Il Comune di Rimini, in questo momento, per riuscire a garantire e non chiudere i servizi diretti ai nostri bambini, in particolare ai più piccoli, non potrà fare altro che ripercorrere la strada già intrapresa da altre Amministrazioni. Tant’è che il 15 per cento del totale dei nidi, cioè 4 sezioni su 26, passerà a una gestione privata e il 34 per cento delle materne, ossia 16 sezioni su 47, seguirà lo stesso percorso, percorso che, però, potrà garantire un’ampia gamma di servizi offerti alle famiglie, per esempio il sabato e, come si diceva prima in merito al tema della conciliazione, la sera fino alle 18,30. Questa scelta, dunque, scongiura la chiusura di qualche servizio. Quindi, rimane il coordinamento da parte dell’Amministrazione, l’iscrizione, l’inserimento degli alunni nelle graduatorie, nonché la formazione delle classi. La determinazione delle rette e della loro riscossione continuerà a essere gestita dal Comune, al quale rimarrà anche, ovviamente, la manutenzione, oltre che il coordinamento educativo e pedagogico. Gli educatori dovranno possedere gli stessi titoli di studio richiesti per gli insegnanti del Comune, il quale dovrà avere ed esercitare il controllo in qualsiasi momento sulle attività educative e didattiche. Non da meno sarà il coinvolgimento delle famiglie.

Ho voluto fare queste precisazioni, perché in quello che sta facendo il Comune di Rimini non c’è nulla di più e nulla di meno rispetto a ciò che accade già da anni negli altri Comuni. In particolare – lo sottolineo perché è non è possibile avere due bandiere, pur dello stesso colore, o meglio, è possibile, questo l’abbiamo visto, però non può funzionare in questo modo – a Parma è già stato impostato dalla precedente Amministrazione e l’attuale ha privatizzato – siamo quasi a 50 e 50 tra pubblico e privato – i servizi integrati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Nadia Rossi.

La parola al consigliere Paruolo. Prego.

 

PARUOLO: Anch’io ricordo la lettera che ha letto un attimo fa la collega Sensoli, che anch’io ho letto, e ricordo che ne abbiamo parlato con il collega Zoffoli, che presiede la Commissione Sanità, confrontandoci sulla cosa giusta da fare, e abbiamo pensato di passare la segnalazione. Del resto, se arriva una segnalazione, ovviamente con tutte le cautele e le verifiche del caso, che non abbiamo svolto, anche perché non spetta a noi adempiere a questo compito, per appurare se la storia raccontata corrisponde a verità e quali sono le questioni, rispetto a qualcuno che può essersi comportato male, credo sia giusto verificare se c’è stato un comportamento improprio rispetto a un caso specifico e correggerlo, non iniziare a preparare degli emendamenti e delle leggi. Ad esempio, se ci segnalano che una mamma tratta male il proprio bambino, verifichiamo il caso di quella mamma, non presentiamo certo un emendamento per togliere a quella mamma la possibilità di avere a che fare con il proprio figlio.

 

(interruzioni)

 

Infatti, noi abbiamo segnalato la questione e chi dovrà compiere le verifiche verificherà se c’è stato effettivamente un episodio, cercando di apportare le correzioni dovute. Quindi, qualora si fosse verificato qualche comportamento, sempre con tutte le cautele del caso rispetto a una questione che non abbiamo verificato, non corretto e non attento all’informazione rispetto a un caso segnalato e delicato, come quello descritto in quella lettera, credo che sia giusto che le verifiche vengano svolte dall’amministrazione sanitaria. Non vedo, invece, la materia, sulla base di una segnalazione di quella natura, per portare degli emendamenti in discussione a questa legge.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Paruolo.

La parola al consigliere Bertani. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Considerato quest’ultimo intervento precedente del consigliere Paruolo, le chiedo se ha riaperto la discussione generale o meno. Infatti, mi sembra che stessimo parlando di vaccini, ma adesso mi pare che abbiamo riaperto la discussione generale con la consigliera Nadia Rossi. Pertanto, almeno personalmente intendo rimanere sul tema vaccini.

Vorrei innanzitutto dire al consigliere Paruolo che quella lettera, a nostro avviso, è sintomo di un problema che cercavo di evidenziare anche negli interventi precedenti, vale a dire che la tendenza a criminalizzare i genitori che si pongono dei dubbi porta anche a questi episodi e l’atteggiamento che si nasconde dietro questo progetto di legge porta a incrementare il problema piuttosto che a ridurlo. Quindi, è un bene che si promuovano campagne informative e che si pianifichino meglio, come ribadiva anche l’assessore, però si deve porre attenzione, quando i dubbi vengono posti, a non criminalizzare i genitori ma, piuttosto, ad andare loro incontro per fugare questi dubbi.

Colgo l’occasione per porre anche un altro tema, visto che prima la consigliera Nadia Rossi citava la proiezione di quel film. Ebbene, la proiezione di quel film in sé non è un problema. Semmai, il problema è che, se quel film pone dubbi e li pone in maniera anche antiscientifica, ci sia qualche figura istituzionale che sia in grado di tranquillizzare anche chi viene posto di fronte a quei dubbi. E mi chiedo: oggi esiste? A mio giudizio, non esiste. A me, infatti, alcuni cittadini, qualche settimana fa, mi hanno raccontato che a Gambettola, quindi nella zona in cui risiedo, hanno organizzato una serata in cui sono stati enucleati tutti i dubbi che ruotano intorno alla questione, ma alla richiesta di partecipazione di tecnici dell’ASL per controbilanciare il dibattito è stato risposto di no, perché in questo momento a chi pone dei dubbi non vengono date risposte. Si fa questa contrapposizione, e questa contrapposizione, lo ripeto, è pericolosa. Tant’è che questo articolo di legge che avete inserito in questo progetto di legge è un articolo manifesto, perché dal punto di vista scientifico non risolve il problema. Voi parlate di quattro vaccinazioni obbligatorie, ma quelle non obbligatorie rimangono non obbligatorie anche per chi si iscrive al nido. Quindi, se qualcuno si vorrà mettere di traverso, come purtroppo temo, ribadendo che le vaccinazioni non obbligatorie non le farà, vi porrà il tema dell’esavalente, e così andremo in conflitto. Il tema così come viene affrontato non funziona.

Analogamente, prima il presidente Bonaccini parlava del 95 per cento di copertura, ma ricordo che la copertura riguarda ogni tipo di vaccino, non i vaccini messi tutti insieme. Stessa cosa, mi venite a dire che è vostra intenzione proteggere il più debole, e per alcuni tipi di patologie è vero, ma per altri tipi, come l’antitetanica, il fatto che si provveda o meno al vaccino non mette in pericolo gli altri, al di là del fatto che sia un bene vaccinarsi contro il tetano, perché è pericoloso. Però, quest’opera di convincimento va portata avanti confrontandosi con la gente, non introducendo quest’obbligo, questa forzatura e questo taglio che continuate a dare.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Prego, consigliere Foti. Ha otto minuti.

 

FOTI: Presidente, io mi ero limitato a illustrare il mio emendamento, però desidero intervenire sull’articolo per sottolineare alcuni aspetti.

Innanzitutto si potrebbe forse obiettare che una norma di legge è perfino eccessiva, ma i dati che ci sono stati forniti, che conosciamo anche noi, non possono deporre a favore di questa tesi, per il semplice motivo che, se sempre di più, per i più svariati motivi, i bambini non vengono vaccinati, il problema anziché ridursi si allarga, e il nostro obiettivo come legislatori non è certo quello di farlo allargare.

Sicuramente si può – mi pare che la Lega Nord l’avesse chiesto in più occasioni – far precedere una norma di questo tipo da una campagna di informazione anche di una durata decisamente superiore a quella prevista, che equivale a un anno.

Questi due elementi, tuttavia, sul piano personale mi lasciano – io poi faccio poca fatica, perché sono con me stesso, quindi al massimo devo mettere d’accordo me stesso – poca convinzione che, se noi non mettessimo una norma in questo progetto di legge, avremmo fatto tutto il possibile per invertire quella tendenza che prima ci è stata illustrata.

Debbo dire che quanto ha detto il presidente Bonaccini è stato sicuramente ancora di più: con estrema correttezza, ha fatto presente che, qualora i dati dovessero dirci che, effettivamente, c’è stata una riduzione significativa del numero di bambini non vaccinati e che, quindi, questa “emergenza” potrebbe considerarsi superata, diceva il presidente, questa norma possiamo anche toglierla.

Aggiungo che, sul tema, gli Ordini dei medici sono stati molto chiari: a fronte di “possibili obiezioni di coscienza”, hanno chiaramente detto che sul tema non vi può essere obiezione di coscienza alcuna. È vero che si tratta di un tema da comunità scientifica, ma è anche vero che noi, in questa sede, dobbiamo assumerci alcune responsabilità.

A mio parere, l’articolo 6 forse poteva essere scritto meglio, poteva essere meno invasivo, poteva anche essere preceduto due anni prima da una campagna informativa, prima dell’applicazione, però, al di là di tutto, rimane un articolo che, a mio avviso, ha una sua funzione e mi auguro abbia effetti pari alla funzione che noi assegniamo.

Se, effettivamente, fra un anno e mezzo o due dovessimo vedere che nulla è mutato, probabilmente dovremmo porci alcuni interrogativi. Io sono convinto che fra due anni la situazione sarà nettamente migliorata. Se così fosse, devo aggiungere che avremmo fatto un’azione meritoria. Non si può pensare – l’ho detto nel mio primo intervento e lo ripeto – che libertà e licenza siano due sinonimi. Lo dico soprattutto perché i genitori non hanno un potere illimitato, tant’è vero che, come sapete, se adito, il giudice toglie anche la potestà in alcuni casi. Quindi, a maggior ragione in un tema come quello della salute, penso che, senza invasività alcuna, il legislatore abbia il diritto di mettere le cose a posto quando le cose si dimostrano – come mi pare nessuno mi abbia potuto contestare – preoccupanti in ordine a questa tendenza ad abbandonare la vaccinazione dei propri figli ritenendo che questa appartenga ad una sfera di libertà che, a mio avviso, viene mal coniugata.

In questo caso, parliamo di licenza e non di libertà.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Consigliere Liverani, prego.

 

LIVERANI: Grazie, presidente.

Solo per dichiarare la nostra astensione. Secondo il nostro punto di vista, sarebbe stata necessaria una campagna di informazione un pochino più lunga, non solo di un anno, ma anche di 2-3 anni. Rimaniamo su questa idea, anche perché potrebbe arrivare ai genitori il messaggio che con questo obbligo si agevolano le case farmaceutiche e che il tutto si riduce a un fatto di business.

Ribadiamo, dunque, la nostra astensione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Liverani.

Chiudo il dibattito congiunto e apro la dichiarazione di voto su emendamenti e articolo.

Se non ci sono iscritti, procediamo al voto.

Si vota l’emendamento 2.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Chiedo il voto elettronico sull’articolo e sull’emendamento.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Procediamo con voto elettronico sull’articolo e sugli emendamenti.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 2, a firma del consigliere Foti, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Votanti

 

41

Favorevoli

 

8

Contrari

 

30

Astenuti

 

3

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 è respinto.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 23, a firma della consigliera Sensoli, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Votanti

 

41

Favorevoli

 

3

Contrari

 

32

Astenuti

 

6

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 23 è respinto.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 24, a firma della consigliera Sensoli, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

39

Assenti

 

11

Votanti

 

38

Favorevoli

 

3

Contrari

 

27

Astenuti

 

8

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 24 è respinto.

Si proceda alla votazione dell’articolo 6, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

42

Assenti

 

8

Votanti

 

41

Favorevoli

 

31

Contrari

 

3

Astenuti

 

7

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 6 è approvato.

 

(Il consigliere Bignami dichiara voto favorevole)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo, ora, all’emendamento 25, che istituisce un nuovo articolo, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale. Cinque minuti.

Consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie.

Come ho accennato prima, questo emendamento vuole introdurre un nuovo articolo per...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Soncini): Consiglieri, vi chiedo di fare silenzio. Grazie.

 

SENSOLI: Grazie.

Per individuare – dicevo – una fase di applicazione sperimentale delle disposizioni dell’articolo 6, comma 2, mediante la predisposizione da parte della Regione di un piano di misurazione dei risultati ottenuti, condotto secondo metodologie scientificamente validate, assicurando l’accessibilità e la trasparenza dei dati, dei report e delle valutazioni intermedie e finali.

Viste le parole del presidente, disposto anche eventualmente a ritirare questa parte normativa riguardante i vaccini qualora la norma non fosse più necessaria o, addirittura, risultasse inefficace, mi auguro che questo nuovo articolo venga accolto. Noi proponiamo, comunque, una misurazione concreta e una valutazione scientifica dei risultati che porterà questa norma. Per carità, noi la vediamo in un’ottica differente, ma a quel punto, in maniera oggettiva, potremo capire, fra due anni, se questa norma avrà funzionato oppure no.

Faccio solo un appunto in merito a quella famosa mail di cui si parlava prima. Mi fa piacere che abbiano fatto una segnalazione. Io nella mail non avevo riferimenti né della persona né dell’ASL di competenza. La nostra competenza è proprio quella di normare leggendo e ascoltando le segnalazioni dei cittadini. I medici dell’ASL avevano il compito di segnalare un eventuale comportamento inappropriato del genitore. Non riteniamo di aver fatto qualcosa di sbagliato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Siamo in dibattito generale sull’emendamento.

Non ho altri iscritti.

Passo alle dichiarazioni di voto. Sempre cinque minuti.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Chiedo di procedere con votazione elettronica.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

È stato richiesto il voto elettronico sull’emendamento.

Se non ci sono iscritti in dichiarazione di voto, si proceda alla votazione dell’emendamento 25, a firma della consigliera Sensoli, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

43

Assenti

 

7

Votanti

 

42

Favorevoli

 

5

Contrari

 

27

Astenuti

 

10

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 25 è respinto.

Passiamo, ora, all’emendamento 26, istitutivo di un nuovo articolo, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale. Sempre cinque minuti.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Solo per segnalare che, non essendo stato approvato l’emendamento precedente, questo decade. Faceva riferimento al 6-bis, che non è stato approvato. Tutto qui. O, comunque, eventualmente, lo ritiriamo. Non ha più senso, a questo punto.

Lo ritiro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

L’emendamento 26 è ritirato.

Passiamo, ora, all’art. 7, sul quale non insistono emendamenti.

Apro il dibattito generale sull’art. 7. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 7 è approvato.

Passiamo all’art. 8, sul quale insiste l’emendamento 27, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 27 a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 27 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 8 è approvato.

Passiamo all’art. 9, sul quale insistono due emendamenti: emendamento 28, a firma della consigliera Sensoli, ed emendamento 29, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale congiunto. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 28, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 28 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 29, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 29 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 9.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 9 è approvato.

Passiamo all’art. 10, sul quale insistono due emendamenti: emendamento 30, a firma della consigliera Sensoli, ed emendamento 31, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale congiunto. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 30, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 30 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 31, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 31 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 10 è approvato.

Art. 11. Insiste l’emendamento 32, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 32, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 32 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 11 è approvato.

Art. 12. Non insistono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 12 è approvato.

Art. 13. Insistono due emendamenti: emendamento 56, a firma della consigliera Sensoli, ed emendamento 33, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 56, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 56 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 33, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 33 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 13.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 13 è approvato.

Sull’art. 14 non insistono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 14.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 14 è approvato.

Art. 15. Non insistono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 15.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 15 è approvato.

Art. 16. L’emendamento 34 (a firma della consigliera Sensoli) è sostituito dall’emendamento 57, a firma del consigliere Bertani; emendamento 35, a firma della consigliera Sensoli; emendamento 36, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale congiunto. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 57, che sostituisce l’emendamento 34, a firma del consigliere Bertani.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 57 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 35, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 35 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 36, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 36 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 16, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 16 è approvato.

Art. 17. Insistono due emendamenti: emendamento 37, a firma della consigliera Sensoli, ed emendamento 38, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 37, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 37 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 38, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 38 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 17.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 17 è approvato.

Passiamo, ora, all’art. 18. Insistono tre emendamenti: emendamento 39, a firma della consigliera Sensoli; emendamento 40, a firma della consigliera Sensoli; emendamento 41, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito congiunto sull’articolo e sugli emendamenti.

La consigliera Sensoli ha chiesto la parola. Prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

I nostri emendamenti sono finalizzati a far sì che i soggetti accreditati garantiscano al personale standard non diversi da quelli del personale pubblico impiegato nel settore dei servizi educativi relativamente a formazione e programmazione delle attività educative e promozione alla partecipazione delle famiglie, compresa la parte che riguarda le condizioni contrattuali e retributive che, secondo noi, non devono essere inferiori, quindi penalizzanti, rispetto a quelle del settore pubblico.

Come potete vedere, se si vuole, si può intervenire anche senza appellarsi per forza al Governo nazionale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto congiunte. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 39, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 39 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 40, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 40 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 41, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 41 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 18.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 18 è approvato.

Passiamo all’art. 19. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 19.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 19 è approvato.

Art. 20. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 20.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 20 è approvato.

Art. 21. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 21.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 21 è approvato.

Art. 22. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 22.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 22 è approvato.

Art. 23. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 23.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 23 è approvato.

Sull’art. 24 insiste l’emendamento 12, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 12 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 24.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 24 è approvato.

Art. 25. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 25.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 25 è approvato.

Art. 26. Non ci sono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 26.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 26 è approvato.

Passiamo all’emendamento 13, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami, istitutivo di nuovo articolo.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 13 è respinto.

Art. 27. Insistono due emendamenti: emendamento 42, a firma della consigliera Sensoli, ed emendamento 43, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale su emendamenti e articolo. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 42, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 42 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 43, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 43 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 27.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 27 è approvato.

Art. 28. Insistono due emendamenti: emendamento 3, a firma del consigliere Foti, ed emendamento 44, a firma della consigliera Sensoli, che resta precluso se viene approvato l’emendamento 3.

Apro il dibattito generale congiunto su emendamenti e articolo 28. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 44, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 44 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 28.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 28 è approvato.

Art. 29. Non sussistono emendamenti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 29.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 29 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 30.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 30.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 30 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 31.

Sull’art. 31 insistono tre emendamenti: l’emendamento 45, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 46, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 47, sempre a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale sull’art. 31 e sugli emendamenti. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto.

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Non ho fatto in tempo a prenotarmi per la discussione generale.

Sostanzialmente qui noi andiamo ad operare sul fatto che la direttiva rimanga in capo all’Assemblea. Secondo noi infatti sono fondamentali il confronto e la possibilità di intervenire da parte dell’Assemblea, perché anche se si porta la direttiva in Commissione, con un atto di Giunta non emendabile, sostanzialmente è solo una presa d’atto da parte della Commissione. Per noi quindi è importante che rimanga in Assemblea.

Agiamo anche sul rapporto numerico operatori/bambini. L’emendamento 47 è appunto finalizzato ad “evitare che l’individuazione di rapporti numerici peggiorativi rispetto a quelli in essere vengano applicati da soggetti accreditati o convenzionati prima dello scadere del contratto con il soggetto pubblico committente”, proprio per arginare il rischio della flessibilità organizzativa. Tale flessibilità organizzativa non deve essere interpretata come peggioramento dei servizi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Nessun altro chiede di intervenire in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 45, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 45 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 46, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 46 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 47, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 47 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 31.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 31 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 32.

Sull’art. 32 insiste l’emendamento 48, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale sull’art. 32 e sull’emendamento. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 48, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 48 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 32.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 32 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 33.

Sull’art. 33 insistono due emendamenti: l’emendamento 49, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 50, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale sull’art. 33 e sugli emendamenti. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 49, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 49 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 50, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 50 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 33.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 33 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 34.

Sull’art. 34 insiste l’emendamento 51, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale sull’art. 34 e sull’emendamento. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 51, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 51 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 34.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 34 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 35.

Sull’art. 35 insistono quattro emendamenti: l’emendamento 52, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 53, a firma della consigliere Sensoli; l’emendamento 54, a firma della consigliera Sensoli; l’emendamento 55, a firma della consigliera Sensoli.

Apro il dibattito generale sull’art. 35 e sugli emendamenti. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 52, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 52 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 53, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 53 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 54, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 54 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 55, a firma della consigliera Sensoli.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 55 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 35.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 35 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 36. Non insistono emendamenti.

Apro il dibattito generale sull’art. 36. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 36.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 36 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 37.

Sull’art. 37 insiste l’emendamento 4, a firma del consigliere Foti.

Apro il dibattito generale sull’art. 37 e sull’emendamento.

Ha chiesto la parola il consigliere Foti.

 

FOTI: Lo ritiro in relazione alla reiezione del precedente emendamento sulle lauree.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

L’emendamento 4 è ritirato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 37.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 37 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 38. Non sussistono emendamenti.

Apro il dibattito generale sull’art. 38. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 38.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’art. 38 è approvato.

C’è infine l’emendamento 5, istitutivo di un nuovo articolo, a firma della consigliera Francesca Marchetti.

Apro il dibattito generale. Nessuno chiede di intervenire.

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma della consigliera Francesca Marchetti.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 5 è approvato.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sull’intero progetto di legge più gli ordini del giorno: ordine del giorno 2880/1 (oggetto 3617), a firma dei consiglieri Francesca Marchetti, Montalti, Calvano, Caliandro, Nadia Rossi, Prodi, Rontini, Molinari, Iotti, Poli, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Tarasconi, Campedelli, Taruffi, Torri, Bagnari, Foti, Mori, Soncini, Boschini e Sabattini; ordine del giorno 2880/2 (oggetto 3618), a firma dei consiglieri Caliandro, Francesca Marchetti, Liverani, Foti, Calvano, Sabattini, Bagnari.

Apro le dichiarazioni di voto congiunte. Cinque minuti per Gruppo.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Quello al quale abbiamo assistito da questa mattina è un dibattito importante, perché interviene a sostituire una normativa storica di cui questa Regione si è dotata da diversi anni, che ha segnato la tradizione amministrativa che il presidente Bonaccini ha egregiamente ricordato. Ha rappresentato e rappresenta il fiore all’occhiello del servizio 0-3 in Italia, in Europa e nel mondo.

Penso soltanto al fatto che Reggio Children è uno strumento che è diventato un nome che viene commercializzato, non soltanto utilizzato per le modalità di intervento nello 0-3.

Sono quindi molto grato alla nostra relatrice, consigliera Marchetti, per il lavoro di coordinamento, di attività, di indirizzo, che ha saputo gestire, alla luce delle recenti riforme che sono intervenute in questa materia: penso alla legge n. 107 del 2015, ma penso anche alla nostra legge n. 13, che ha evidentemente ridefinito il ruolo e lo spazio di intervento sulla formazione, sulla crescita dal bambino all’adulto, ma che nello spazio dello 0-3 inserisce un ragionamento più approfondito.

Credo infatti che la forza di questo intervento stia nell’approccio che noi diamo alla nostra attività di amministratori, ovverosia, il rapporto tra il concetto di flessibilità e il ridefinito ruolo delle famiglie. Lo ha ricordato la consigliera Marchetti e lo ha ribadito nelle repliche anche il presidente Bonaccini. Esiste un modo di concepire il rilancio del distretto industriale di questa regione, che è quello della compatibilità con la possibilità di una genitorialità responsabile. Lo diceva prima la vicepresidente Gualmini quando ha ricordato quanto importante è per noi che le nostre famiglie non si sentano sole, che possano investire in un sistema che tiene insieme la possibilità di crescita equilibrata dei nostri bambini, e allo stesso tempo un servizio che vuole rimanere all’altezza di questa tradizione.

Allora flessibilità, qualità del servizio, efficienza ed efficacia della qualità nel contenimento dei costi sono senza dubbio il punto di riferimento di questo intervento legislativo. Adeguare la legislazione regionale ad un mutato quadro normativo, ma anche ad un mutato quadro sociale. Punti cardine quindi per noi sono il pluralismo dell’offerta, l’integrazione del sistema, l’inclusione della diversità, la partecipazione delle famiglie, ma soprattutto la conciliazione dei tempi di vita, dei tempi di lavoro e dei tempi di non lavoro.

Consideriamo che il dibattito che intorno a questo testo legislativo si è sviluppato, ha incontrato dei cortocircuiti di ragionamento. Li ha incontrati rispetto al senso col quale questo intervento legislativo si comporta. Abbiamo presentato quindi due ordini del giorno, la cui importanza è fondamentale. L’uno, evidentemente collegato alle attività di documentazione e informazione al tema dello stress da lavoro correlato, e l’altro è il tema della vaccinazione, che tanta audience ha avuto, nel dibattito regionale e nazionale, e che ha animato anche una parte di questo percorso all’articolazione del testo legislativo che tra poco approveremo.

Non v’è dubbio che esista una genitorialità responsabile e una genitorialità che deve essere responsabile anche per gli altri. Se non fossimo in una situazione di pericolo, se non fossimo in una situazione d’allarme conclamata dalla scienza, non ci saremmo trovati in questa situazione.

Il dibattito, infatti, io credo che dovrebbe poggiare più su degli elementi scientifici che su delle opinioni, più sulle cose concrete che sulle rendite di posizione di una dialettica che è incomprensibile. Questo intervento legislativo, allora, forse ha la forza di ristabilire un percorso di inclusione sociale, un percorso di integrazione e di ammodernamento del nostro quadro legislativo, ma soprattutto ha la forza di dire che possiamo pensare di combattere il calo della natalità, possiamo pensare di restare l’Emilia-Romagna della qualità dello 0-3, ma non possiamo pensare di diventare l’Emilia-Romagna della retorica.

Questo progetto di legge va nella direzione dell’innovazione, dell’inclusione sociale, del rispetto della famiglia, ma soprattutto della qualità dei nostri servizi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Ascoltando le parole della vicepresidente Gualmini, francamente ho avuto dei sentimenti contrastanti. Non so se essere basita, confortata o confusa – confusa ma non tanto felice, viste le votazioni di oggi –, perché ascoltando le sue parole posso essere d’accordo praticamente sulla quasi totalità di quello che ha detto.

Dico quasi, ed è fondamentale questo quasi, proprio perché alle parole secondo noi non sono seguiti i fatti. Così come non sono d’accordo sull’additare il Movimento 5 Stelle come immobilista. Non lo siamo. Fa un po’ campagna referendaria, quindi evitiamo di trascendere su un altro argomento, perché allora potrei risponderle alla stessa maniera: cambiare per cambiare in peggio, tanto vale rimanere come si è e cercare di migliorare, non cambiare per cambiare e per mettere una bandierina.

Non siamo immobilisti perché come avete potuto vedere e sentire, abbiamo proposto e riproposto, proprio perché ne siamo convinti, numerosi emendamenti che contengono le parole “conciliazione”, “tutela”, “partecipazione”, “integrazione”, “formazione”, “informazione”, “sperimentazione”: non ci sembra immobilismo. E quando si parla di sperimentazione scientifica, non si parla di caccia alle streghe, complottismi. Si parla di una visione diversa di quelli che vogliono essere i servizi educativi nella nostra regione.

Lei ha parlato di famiglie che ormai non fanno più figli: bisogna chiedersi perché non fanno più figli. Molto probabilmente perché nemmeno con due stipendi, se magari entrambi i genitori sono occupati, appunto, nel settore della cooperazione, non si possono permettere di fare più di un figlio (quando se ne possono permettere uno). Se poi noi non tuteliamo questi lavoratori e paghiamo poco i dipendenti, generiamo dei bisogni che prima o poi il pubblico, se vuole fare il suo dovere, dovrà accollarsi e a cui dovrà porre rimedio, quindi secondo noi non era la strada che ha percorso questo progetto di legge quella da percorrere.

Abbiamo provato a raddrizzare un po’ il tiro; non ci siamo riusciti perché gli emendamenti che secondo noi potevano far prendere la strada corretta a questo progetto di legge non è stata presa. Ci dispiace anche che siano stati bocciati degli emendamenti che pure andavano anche nella direzione delle vostre parole (vedi quello sulla sperimentazione dei vaccini, di questa obbligatorietà vaccinale, proprio per confutarne i dati). Ci dispiace anche che poi, certi princìpi che noi andiamo ribadendo vengano riproposti dal Partito Democratico in due ordini del giorno. Tali ordini del giorno sono delle intenzioni. Noi però siamo qui per legiferare, per scrivere delle leggi, non per scrivere delle buone intenzioni, sperando che non sia vero il modo di dire per cui “di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno”.

Sarebbe stato opportuno quindi che questi princìpi fossero stati inseriti all’interno di una legge, visto che l’Assemblea legislativa, almeno fino al 4 dicembre, è l’organo legislativo della Regione. Per questo, non ce la sentiamo, francamente, né di votare a favore e nemmeno di astenerci; voteremo contro questo progetto di legge. Su molti articoli ci siamo astenuti, ma ce ne sono alcuni, per noi fondamentali, da cui prescinde il nostro voto.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Il dibattito è stato sicuramente interessante, oggi. Le motivazioni per le quali noi ci asterremo dal voto di questo provvedimento sono state spiegate anche dal collega Liverani.

Avremmo preferito una campagna di sensibilizzazione importante, che avesse una durata superiore all’anno indicato nel progetto di legge. Lo avremmo preferito per capire effettivamente, e per darne contezza a quei genitori che in realtà devono subire una legge imposta dalla Regione, quali sono i pro e contro delle vaccinazioni obbligatorie.

Dall’altro lato, uno dei due ordini del giorno proposti è stato presentato grazie anche alla sollecitazione di questo Gruppo. Mi riferisco in particolar modo a quello sulla sindrome da stress lavorativo. È ovvio che voteremo a favore di questo ordine del giorno, perché riteniamo utile e sicuramente importante valorizzare questo tipo di atto.

Per quanto riguarda invece l’ordine del giorno legato alla campagna informativa, ma che promuove anche questa legge in ordine all’obbligatorietà del vaccino, a partire dal 2017, riteniamo di doverci astenere per le motivazioni che ho detto prima. C’è una campagna di sensibilizzazione; a nostro avviso sarebbe stata la parte antecedente ad un processo di obbligatorietà che naturalmente dovrà avvenire, ma non nei tempi che la Regione Emilia-Romagna vuole dare.

Condivido in parte – e mi scuso se nelle dichiarazioni di voto divago un secondo – le dichiarazioni della vicepresidente Gualmini e del presidente Bonaccini, in ordine al fatto che si debba andare in questa direzione, però tenendo presente alcuni fattori. Lo ha detto lei, presidente, come esempio sul discorso legato alla vaccinazione obbligatoria: in questi ultimi anni intervengono malattie che noi abbiamo debellato nel tempo, ma grazie anche a un’immigrazione che non è sicuramente quella condivisa da questo Gruppo, stanno ritornando. È da qui che si elevano le possibilità di rendere obbligatoria la vaccinazione.

Dobbiamo individuare anche le cause per le quali si arriva a questo provvedimento. E le cause lei le ha ben identificate, dicendo che ci sono malattie che in Italia erano state assolutamente debellate, mentre oggi arrivano malattie da Paesi esteri, o extracomunitari che si voglia dire, che in realtà impongono una vaccinazione obbligatoria. Dall’altro lato, non condivido – e questo l’ha detto anche la consigliera Sensoli – il fatto che le famiglie oggi non facciano più figli. Anche qui dobbiamo trovare la causa, il perché le famiglie non fanno più figli: e questo succede non tanto per il senso della famiglia che si sarebbe perso nel tempo, quanto piuttosto per un fatto economico. Le famiglie cioè non sono più in grado di sostenere il peso economico di avere figli, o più figli. Già un figlio rende gravoso per il padre, per la madre, la vita quotidiana e arrivare alla fine del mese. È per questo che non si fanno più figli, non tanto perché si è perso il senso della famiglia in senso generale. Ricordiamo, infatti, che negli anni passati la natalità era molto più elevata rispetto a quella odierna. Oggi abbiamo un analogo esempio di persone che arrivano nel nostro territorio e fanno sei, sette, otto figli, ma che non sono italiani. Dobbiamo capire qual è il senso di questo ragionamento dal punto di vista della legislazione e delle cause che hanno portato e che vi hanno portato ad approvare così frettolosamente questo progetto di legge. Questo deve essere il ragionamento che deve portare in campo sanitario a una vaccinazione obbligatoria, non nei tempi che voi avete individuato, bensì in tempi che riteniamo più opportuno dilazionare.

Per questo motivo ci asterremo dalla votazione di questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Pompignoli

Ci sono altri in dichiarazione di voto? Se non ci sono altri, a questo punto si votano gli ordini del giorno.

Consigliera Francesca Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Voglio sapere se è possibile votare mediante l’uso del dispositivo elettronico.

 

PRESIDENTE (Soncini): Certamente. Su tutti gli ordini del giorno, consigliera?

 

MARCHETTI Francesca: Sì.

 

PRESIDENTE (Soncini): Su tutti. Va bene.

Grazie, consigliera Francesca Marchetti.

Si proceda alla votazione dell’ordine del giorno 2880/1 (oggetto 3617), a firma della consigliera Marchetti Francesca e altri, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

45

Assenti

 

5

Votanti

 

44

Favorevoli

 

31

Contrari

 

--

Astenuti

 

13

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 2880/1 (oggetto 3617) è approvato.

Si proceda alla votazione dell’ordine del giorno 2880/2, (oggetto 3618), a firma dei consiglieri Caliandro, Francesca Marchetti, Liverani, Foti, Calvano, Sabattini e Bagnari, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

44

Assenti

 

6

Votanti

 

43

Favorevoli

 

37

Contrari

 

--

Astenuti

 

6

 

PRESIDENTE (Soncini): L’ordine del giorno 2880/2 (oggetto 3618) è approvato.

 

(Il consigliere Pettazzoni dichiara voto favorevole)

 

PRESIDENTE (Soncini): Si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 2880, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

43

Assenti

 

7

Votanti

 

42

Favorevoli

 

27

Contrari

 

5

Astenuti

 

10

 

PRESIDENTE (Soncini): Proclamo approvata la legge riguardante «Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2000».

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

Inversione dell’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con la richiesta di inversione dell’ordine del giorno, a firma del consigliere Pompignoli, per trattare prioritariamente e immediatamente gli oggetti 2215 e 3468. Chiedo un po’ di silenzio per poter procedere. Sulla richiesta sono ammessi un intervento a favore e un intervento contro. Chi chiede la parola? Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Personalmente sono d’accordo anche perché, dato che mi pare che sugli altri due punti all’ordine del giorno non vi fossero particolari problemi, potremmo cercare di adempiere a quelle che erano le indicazioni dei Capigruppo, in modo tale di riservare nella giornata di domani anche uno spazio di un paio d’ore alla vicenda delle risoluzioni sul referendum. Quindi, visto che abbiamo iniziato l’attività legislativa, mi pare più logico portarla a termine.

 

PRESIDENTE (Saliera): Quindi, il suo è un intervento a favore.

Grazie, consigliere Foti.

C’è un intervento contro? Nessun intervento contro.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La richiesta di inversione dell’ordine dei lavori è accolta.

 

OGGETTO 2215

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Modifica della legge regionale n. 15 del 2008 “Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alle società fieristiche regionali”» (45)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e conclusioni)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo nei lavori con l’esame dell’oggetto 2215: Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Modifica della legge regionale n. 15 del 2008 "Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alle società fieristiche regionali».

Il testo n. 7/2016 è stato licenziato dalla Commissione “Politiche economiche” nella seduta del 9 novembre 2016 con il seguente titolo: “Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 15 ‘Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alle società fieristiche regionali’”.

Il progetto di legge è composto da 3 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

Il relatore della Commissione, consigliere Gianni Bessi, ha presentato relazione scritta.

Il relatore di minoranza, consigliere Massimiliano Pompignoli, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Darei subito la parola al relatore della Commissione, consigliere Gianni Bessi, che ha a disposizione venti minuti. Prego, consigliere Bessi.

 

BESSI, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

La legge regionale n. 12 del 2000, “Ordinamento del sistema fieristico regionale”, disciplina l’importante settore delle fiere nell’economia regionale. Dal momento dell’adozione di tale norma ad oggi molto è cambiato: sono mutate le condizioni infrastrutturali, economiche e sociali che avevano fatto del sistema fieristico regionale un elemento fortemente attrattivo.

Oggi, al fine di accrescere il proprio ruolo nelle più importanti manifestazioni fieristiche internazionali, BolognaFiere Spa, partecipata dalla Regione, deve prevedere la riqualificazione del quartiere fieristico di Bologna e si appresta a finanziarlo anche attraverso un aumento del capitale sociale.

Al fine di realizzare il pieno concorso regionale alla partecipazione al capitale sociale delle società fieristiche e, in particolare, in questa fase della società BolognaFiere Spa, la Regione Emilia-Romagna ha provveduto ad acquisire quote di partecipazione al capitale sociale pari a oltre 7 milioni di azioni (7,83 per cento del capitale sociale).

Pertanto, con il presente progetto di legge, si interviene in modifica della legge regionale n. 15 del 28 luglio 2008 recante il titolo “Partecipazione della Regione Emilia-Romagna alle società fieristiche regionali”, provvedendo a un aumento del capitale sociale di BolognaFiere per un importo massimo pari a 5 milioni di euro. Tale scelta viene in coerenza con l’impegno di altri soci pubblici, in particolare con il Comune di Bologna.

L’intervento, ovviamente, è finalizzato al consolidamento e allo sviluppo di un sistema fieristico integrato e coordinato, come previsto dalle finalità dell’articolo 1 della stessa legge regionale, in accordo con gli Enti locali, per la condivisione con essi delle decisioni societarie relative ai comuni obiettivi strategici individuati.

Oltre a tale intervento di aumento del capitale di BolognaFiere, con il presente progetto di legge si pongono le basi per l’affermazione di un modello di sviluppo che punti all’aggregazione dei poli fieristici oggi esistenti e, dunque, alla determinazione di una maggiore massa critica, capace poi di sostenere tutto il settore. Basti pensare che l’insieme di Bologna, Parma e Rimini rappresenta il secondo sistema fieristico in Italia, è nei primi dieci in Europa e tra i primi venticinque nel mondo.

Proprio in funzione di ciò, la Regione già da tempo ha proposto di accelerare il processo di aggregazione delle società fieristiche anche attraverso lo sviluppo di un comune piano strategico e industriale in grado di integrare e coordinare le singole infrastrutture, ottenere economie di scala e promuovere iniziative comuni.

Utili, al fine di definire l’impianto legislativo proposto, sono state le tre audizioni che hanno segnato l’iter in Commissione in questi mesi, insieme all’assessore Palma Costi, che ha coordinato i lavori, e al confronto con i presidenti delle tre maggiori fiere regionali (Bologna, Parma e Rimini) e l’analisi accurata delle contingenze in cui versa oggi il polo bolognese, e che hanno consentito al legislatore regionale di mettere a punto un impianto normativo che possa fungere da effettivo sostegno al raggiungimento degli obiettivi di breve, medio e lungo termine, in un’ottica sempre più di sistema.

Pertanto, il progetto di legge, attraverso l’articolo 1, prevede un aggiornamento delle finalità che la Regione Emilia-Romagna persegue attraverso la partecipazione al capitale delle società fieristiche, introducendo un’ulteriore finalità costituita dalla promozione dei processi di aggregazione ed espansione delle società fieristiche, che passano attraverso azioni che si caratterizzano in termini di sviluppo strategico delle filiere produttive regionali, oltre che la modifica della misura di partecipazione, che viene ri-commisurata a 17 milioni di euro rispetto ai precedenti 12 milioni.

Infine gli articoli 2 e 3 contengono rispettivamente la relativa norma finanziaria e i termini per l’entrata in vigore della seguente legge. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bessi.

La parola al consigliere Massimiliano Pompignoli, relatore di minoranza.

 

POMPIGNOLI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Non sto a ripercorrere, come ha fatto diligentemente il relatore di maggioranza, l’iter che è passato in Commissione sul progetto di legge, quindi sull’aumento di capitale di 5 milioni di euro che la Regione Emilia-Romagna farà a favore di BolognaFiere Spa, un iter che è stato corretto dal punto di vista dell’adeguatezza dei termini e delle audizioni che abbiamo tenuto all’interno di questa Commissione. Abbiamo ascoltato i tre presidenti delle Fiere (Rimini, Parma e Bologna) e in ultima istanza abbiamo ascoltato il presidente della Fiera di Bologna Boni sul piano industriale, piano che abbiamo fortemente criticato non tanto nel merito in sé quanto nel fatto che in detto piano non vengono indicati i futuri sviluppi di BolognaFiere Spa.

È un piano industriale articolato in ventotto pagine, contenente slide del tutto prive di alcun significato, non sono enunciati gli obiettivi, non sono indicati esattamente gli scopi che si prefigge BolognaFiere Spa. È un piano industriale limitato, come ci ha spiegato lo stesso presidente Boni in audizione, il quale ha altresì precisato che parte del piano industriale non poteva essere reso noto, in quanto poteva destabilizzare gli investitori di BolognaFiere, ragion per cui evidentemente non poteva essere divulgato ai componenti della Commissione. Naturalmente, noi ci siamo fortemente opposti a questa decisione, dal momento che per esprimere un voto consapevole relativamente all’aumento di capitale di 5 milioni di euro a favore di BolognaFiere Spa riteniamo necessario avere la piena cognizione di quanto si è prefissato di fare in BolognaFiere. Quindi, chiaramente non possiamo che essere contrari a questo tipo di aumento di capitale, proprio perché non ci sono stati forniti gli elementi utili a definire in maniera precisa l’andamento del percorso futuro di BolognaFiere.

Ho inoltre espresso forti perplessità anche all’assessore Costi sul fatto che in questo progetto non si parla della fusione delle tre Fiere di Parma, Rimini e Bologna, forte perplessità che permane in quanto attualmente non sappiamo ancora come avverrà. Tuttavia, credo che questo atto sia prodromico alla realizzazione di questa fusione delle tre Fiere.

È ovvio quindi che, non essendo stati indicati gli obiettivi, gli sviluppi e le decisioni che le Fiere dovranno assumere nel corso del loro percorso sia di aumento di capitale che di fusione, non possiamo che essere contrari, perché non ci sono stati forniti gli elementi per poter effettuare una corretta valutazione di questo tipo di operazione.

Sulla base di queste mie considerazioni, non posso che ribadire che un voto responsabile debba basarsi su un voto informato, e informazioni non ne sono state fornite, se non in maniera parziale. Pertanto, è evidente che questo progetto di legge non può trovare accoglimento da parte del nostro Gruppo, e non tanto per l’aumento di capitale in sé, considerato che la Regione ha deciso di versare nelle casse di BolognaFiere Spa 5 milioni di euro, quanto per le prospettive future, che ad oggi ignoriamo totalmente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Apro la discussione generale. Venti minuti per consigliere. Si è prenotata la consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Le nostre considerazioni le abbiamo già espresse in maniera molto chiara e netta in Commissione, quindi oggi andrò direttamente al punto. Ci state chiedendo, come abbiamo già avuto modo di ribadire, un’approvazione al buio di questo progetto di legge. Nessuna persona responsabile voterebbe mai un aumento di capitale e, quindi, uno stanziamento di risorse pubbliche sulla base di ventisette slide, che avete spacciato per piano industriale, tra l’altro, piano che ad oggi non ha nemmeno coperture certe. Quindi, dopo nove mesi di gestazione di questo progetto di legge, le questioni fondamentali per noi rimangono tuttora irrisolte.

Non viene data alcuna risposta sul futuro dei lavoratori, questione sulla quale ci siamo concentrati diverse volte, questione che per noi rimane più che mai aperta e che è strettamente legata all’intervento finanziario che oggi andrete – noi sicuramente no – ad approvare. Peraltro, in un quadro, in cui siamo chiamati a votare oggi, in cui ci vengono irresponsabilmente negati gli atti, non ci viene concesso di analizzare il piano industriale, perché non ce lo volete fornire e regna la massima incertezza sulle risorse economiche e sulle coperture.

Oggi, quindi, dovremmo metterci una mano sugli occhi e decidere alla cieca di mettere cinque milioni di euro di soldi pubblici a fondo perduto, senza conoscere nel dettaglio il progetto e senza un’idea di chi metterà il resto dell’investimento.

Desidero precisare che siamo concordi sul fatto che il quartiere fieristico debba essere riammodernato, però non lo si può fare alla cieca, senza poter visionare gli atti. A nostro avviso, servono garanzie prima di dare avvio a un piano particolarmente impegnativo dal punto di vista economico, in virtù del fatto che ci sono soldi pubblici di mezzo. Peraltro, dopo i disastri combinati in questi anni, è bene che anche un centesimo, figuriamoci 5 milioni di euro, che probabilmente non saranno gli unici, abbia una precisa finalizzazione e all’interno di un quadro cristallino e trasparente, e così oggi non è.

Entrando nel merito del piano o, meglio, delle ventisette slide, che abbiamo potuto vedere perché quelle sono, in verità pensavo, come ho fatto presente anche in Commissione, che si intervenisse sul taglio alle consulenze, sugli sprechi, sulla razionalizzazione delle spese. Non è avvenuto nulla di tutto ciò, se non un misero risparmio di 300.000 euro su un piano di più di 100 milioni di euro sulle sole società partecipate. Invece, non c’è nessun taglio, nessuna spending review per la capogruppo, BolognaFiere. L’unica certezza è la volontà di mettere mano agli stipendi e alla condizione lavorativa dei dipendenti.

In ogni caso, rimane il fatto che far passare il messaggio che il problema di BolognaFiere sia rappresentato solo dalla scarsa attrattività e funzionalità del quartiere fieristico significa raccontare solo la prima parte di verità, la prima metà. Del resto, se è vero che occorre riqualificare il quartiere fieristico, è altrettanto vero che intorno ad esso ruota tutto un mondo legato alla gestione vera e propria della Fiera che non cambierà, perché ai vertici restano sempre le stesse persone, che gestiscono la Fiera ormai da vent’anni. Quindi, come ho avuto modo di dire in Commissione, condividiamo l’esigenza di modificare e ammodernare il quartiere fieristico, però riteniamo che non sia sufficiente. Non è solo quello il problema di BolognaFiere.

Per quanto riguarda la questione relativa all’integrazione, che ci sia la necessità di volgere lo sguardo ai mercati esteri, dato che il mercato fieristico italiano è in stallo, è un concetto che richiamate qui dentro fin dal 2008, da quando è stata varata la legge n. 15. E in quell’occasione si parlò di integrazione di Fiere. Ci dovrebbe essere anche uno studio di fattibilità con Rimini risalente a quegli anni. Quindi, in questa fase ci aspettavamo degli atti concreti, non solamente delle buone intenzioni e degli obiettivi di cui continuate a parlare da ben otto anni.

Noi, evidentemente, avremmo voluto visionare lo studio di fattibilità affidato alla KPMG, che ad oggi ancora non c’è. Eppure, andiamo ad approvare un progetto di legge che va verso l’integrazione delle Fiere senza sapere nemmeno se ci saranno dei vantaggi. Quindi, tutta questa fretta obiettivamente non si spiega. Noi che siamo chiamati a votare un atto di questo tipo vorremmo votarlo in maniera responsabile perlomeno, avendo a disposizione dati e numeri. Purtroppo, non veniamo messi nelle condizioni di poter deliberare in maniera consapevole.

Proprio per questa ragione abbiamo avanzato diverse richieste di accesso agli atti, richieste puntualmente lasciate inascoltate, cosa che abbiamo puntualmente denunciato, adducendo la giustificazione che esistono sentenze che fanno riferimento agli Enti locali e cercando di trasporre questo aspetto per analogia alla Regione, che però ricordo non è un Ente locale. Ma questa non è una novità che vi diciamo oggi. Tra l’altro, il presidente Boni ha detto, in Commissione, che occorre tutelare i soci privati. Bene, ma non è a sua discrezione fornirci o meno gli atti. Esistono delle sentenze, che andrebbero rispettate, alcune emesse nel 2010, altre nel 2015, che precisano chiaramente che gli atti ci devono essere forniti indipendentemente dalla quota di partecipazione della Regione o dell’Ente pubblico che partecipa a questa società.

Noi, assolutamente, rigettiamo il metodo di lavoro che ci è stato proposto perché – lo ripeto – vogliamo essere messi nelle condizioni di poter verificare la situazione globale di BolognaFiere. Non ci vengono date le consulenze, non ci vengono dati i verbali del CdA. Possiamo vedere che cosa è stato speso? Possiamo cercare di capire dove e se si può risparmiare qualcosa? Perché non ci vengono date le consulenze? Che cosa c’è da nascondere? Perché non consegnate ai consiglieri regionali, che devono svolgere il proprio mandato, le consulenze o i verbali dei CdA? Perché ci viene negato il diritto di accedere a questi atti e di decidere in maniera consapevole relativamente a un progetto di legge così importante, che prevede un finanziamento di cinque milioni di euro a favore di BolognaFiere?

Ad ogni modo, abbiamo denunciato questa situazione al Difensore civico, il quale non nega l’esistenza della problematica, e a questo punto, siccome si continua con queste reticenze e con questi atti di arroganza e di forza, ci rivolgeremo alla Consulta di garanzia statutaria, così avremo anche modo di saggiare l’indipendenza di quest’organo, e continueremo a ribadire le nostre ragioni, perché questi atti ci devono essere dati. D’altronde, noi vogliamo semplicemente essere messi nelle condizioni di poter deliberare e scegliere in maniera consapevole. Penso sia un diritto che non ci può essere negato.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

La parola al consigliere Daniele Marchetti. Prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Discutiamo questo progetto di legge oggi, dopo che in Commissione, come è stato giustamente ricordato in precedenza, si sono svolti diversi incontri con i presidenti delle Fiere di Parma, Bologna e Rimini, ma soprattutto con il presidente di BolognaFiere Boni, incontri che si sono rivelati certamente importanti e utili a ricostruire il quadro della situazione, che per quanto riguarda BolognaFiere è piuttosto difficile per via di errori commessi in passato nella gestione del quartiere fieristico bolognese, che hanno portato alla situazione attuale in cui la società si regge grazie agli incassi provenienti dalle manifestazioni fieristiche che si svolgono in Nord America e in Asia, e mi riferisco soprattutto al Cosmoprof.

Come ho avuto modo di dire in Commissione, ciò che dovrebbe importare a noi consiglieri eletti in Regione Emilia-Romagna è valorizzare, tutelare e potenziare soprattutto il quartiere fieristico di Bologna e le sue manifestazioni, garantendone di conseguenza l’occupazione, non foss’altro perché sostenere la continuità e il potenziamento del quartiere fieristico bolognese significa anche valorizzare e tutelare l’indotto.

In passato purtroppo sono stati commessi diversi errori, i cui responsabili si conoscono benissimo. Lo stesso presidente Boni ha sottolineato che il problema è che BolognaFiere ha dormito negli anni passati, perdendo così terreno rispetto ad altre fiere nazionali, europee e internazionali. Quindi, il gap da recuperare è notevole. Tuttavia, come sosteneva prima il consigliere Pompignoli in qualità di relatore di minoranza, il problema è che ci viene chiesto di approvare un impegno maggiore della Regione Emilia-Romagna all’interno di BolognaFiere compiendo un vero e proprio salto nel buio. Certo, si è tenuta una Commissione, sono state presentate delle slide, però il succo sostanzialmente non l’abbiamo visto. Adesso non sono in grado di dire se c’è o meno, però obiettivamente mi ritrovo qui a dover votare un provvedimento alla cieca, come è stato giustamente ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto.

Gli aspetti da approfondire sono davvero tanti. Io, ad esempio, ho sollevato la problematica relativamente a tutto ciò che ruota attorno al quartiere fieristico bolognese, ovvero la mancanza di infrastrutture che rendano appetibile la Fiera di Bologna, come collegamenti, quindi trasporto pubblico, tra aeroporto, fiera e centro città. Mi è stato detto dal presidente Boni. Sì, servirebbe. A quel punto, però, mi domando fino ad oggi di cosa abbiamo parlato. Abbiamo deciso, come territorio, di puntare, ad esempio, sul People Mover, che collega soltanto l’aeroporto al centro città, bypassando, sostanzialmente, la Fiera di Bologna. In realtà, portando avanti altri progetti, ad esempio potenziando il servizio ferroviario metropolitano, realizzeremmo un collegamento più intelligente.

C’è anche la questione del collegamento autostradale. Quello attuale è un vero e proprio imbuto. Lo vediamo quando ci rechiamo qui in Regione per le Assemblee o per le Commissioni. Quando è in corso una manifestazione fieristica (per fortuna gente ne viene ancora), tutto è imbottigliato, anche con poche macchine. Il presidente Boni ha detto che con poche centinaia di macchine il casello autostradale di Bologna è già bloccato, però nessuno ha mai parlato di miglioramento dei progetti di collegamenti autostradali viari o collegamenti di trasporto pubblico nel quartiere fieristico. Questo ci dimostra che, comunque, così come è avvenuto in passato, si continuano ad ignorare problematiche che esistono e su cui, in realtà, bisognerebbe mettere le mani per rilanciare in toto il quartiere fieristico di Bologna.

Ad oggi in mano, al di là di tante belle parole, non abbiamo assolutamente niente, se non delle slide che ci sono state presentate, dove ci sono dichiarazioni di intenti (“vogliamo far questo”). È tutto molto bello, ma alla fine ci basiamo sul nulla.

Condivido quanto ha già detto il consigliere Pompignoli: sostanzialmente, noi non siamo nelle condizioni di votare a favore di questo progetto di legge.

Apro una parentesi, e la chiudo. Anche per quanto riguarda il discorso del polo fieristico regionale, sinceramente, la Fiera di Bologna la vedrei meglio inserita in un asse, ad esempio, con la Fiera di Firenze. Potrà essere una mossa azzardata, ma secondo me l’asse funzionerebbe assolutamente meglio, anziché unire realtà regionali come quella di Bologna e quella di Rimini. A mio parere, quella di Rimini corre con le sue gambe. La fiera bolognese, magari, cercherebbe di inglobarla in qualche maniera.

Sono tutte visioni differenti presenti nel dibattito politico. Ad oggi, non siamo nelle condizioni di votare a favore di questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bignami. Ne ha facoltà.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

In realtà, vi è un gap di trasparenza che, inevitabilmente, interferisce anche con l’esercizio democratico del voto da parte di questa Assemblea. Questo dispiace. Chiaramente, rispetto alle intenzioni che anche il Gruppo Forza Italia aveva manifestato nella prima audizione con il presidente Boni, rispetto al quale avevamo anche cercato di sostenere un’azione di ottimizzazione e di recupero delle risorse, di efficienza, si assiste, invece, a una difficoltà nella lettura delle azioni che BolognaFiere vuole mettere in campo per recuperare una competitività che temiamo abbia, in realtà, radici assai fragili, visto che ci sembra che si cerchi di rimediare oggi a ciò che si è compromesso ormai qualche anno addietro.

In tal senso, chiaramente, pur non potendo imputare dirette responsabilità a questa Giunta, le medesime responsabilità, però, vanno spostate sulla continuità politica che questa Giunta rappresenta. In tal senso, ci pare che neppure da parte di BolognaFiere vi sia alcun interesse a maturare uno spirito di collaborazione e di dialogo con le opposizioni, non solo per le vicende che rappresentava prima la collega Piccinini, la quale in maniera puntuale ha rilevato come sia, di fatto, impossibile accedere a atti inerenti a Fiera, opponendoci – in maniera, tra l’altro, inopportuna, a mio parere – una serie di preclusioni all’accesso agli atti con un richiamo al Codice civile, quasi dimenticando che il Codice civile ha, sì, una validità nel momento in cui è legge ordinaria dello Stato, esattamente come lo è il Testo unico degli Enti locali, esattamente come lo è qualsiasi altra legge, con una differenza rispetto allo Statuto della Regione Emilia-Romagna: essendo fonte sub-costituzionale, avrebbe una prevalenza rispetto alle norme ordinarie. Fatto, questo, che, a mio modo di vedere, è nella piena consapevolezza di BolognaFiere, che si trincera dietro questa preclusione dimenticando, forse, che è responsabilità dei consiglieri divulgare o meno determinati atti e, ovviamente, laddove vengano divulgati atti coperti, invece, da un qualche obbligo di riservatezza, incorrere in condotte penalmente rilevanti.

Di questo Fiera non si preoccupa e fa prima a dire: “Non vi diamo niente”. Questo, secondo noi, è un problema – che, tra l’altro, non riguarda solo Fiera – di cui una Giunta che ha a cuore le posizioni della minoranza dovrebbe preoccuparsi. Lo dico per la seconda volta: la Giunta dovrebbe preoccuparsi del fatto che le partecipate non divulgano ai consiglieri, di minoranza e di maggioranza, informazioni indispensabili per l’esercizio del proprio mandato. A meno che non si ritenga che i 17 milioni di euro, richiamati anche nella relazione del collega, siano un atto dovuto.

Noi non riteniamo che l’esborso di denaro pubblico possa essere realizzato senza coscienza e consapevolezza di ciò che viene fatto. In questo caso, ci sentiamo un po’ preoccupati dal fatto che non ci viene detto praticamente nulla. Al contempo, non riteniamo che l’attuale board di Fiere sia all’altezza di gestire questa situazione. Per dirla tutta, riteniamo che sia ampiamente incompetente. Non che chi parla lo sia, ma sicuramente non lo sono neanche loro.

In questo senso, sarebbe bene sciogliere i nostri dubbi. Magari abbiamo torto, e ci può anche essere detto, dimostrandoci con numeri alla mano che le nostre preoccupazioni sono infondate. Fino a quel momento, non vogliamo esprimere un voto pregiudizialmente contrario. Riteniamo, quindi, più ragionevole una astensione che, però, è tutt’altro che benevola, essendo assai critica e palesemente preoccupata.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Ha chiesto di parlare il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Del percorso di questo progetto di legge sono alcuni mesi che discutiamo. Siamo stati, ovviamente, coinvolti nella precipitazione degli eventi che hanno riguardato la situazione delle lavoratrici e dei lavoratori di BolognaFiere. Quindi, abbiamo dovuto, ovviamente, fare anche un supplemento di approfondimento per cercare di svolgere al meglio il nostro ruolo. Devo dire che in questi mesi, in cui abbiamo avuto la possibilità di confrontarci in Commissione, in particolar modo per quello che riguarda BolognaFiere, con il presidente Boni, ma anche, più in generale, sul sistema fieristico regionale, credo siano emersi con chiarezza alcuni aspetti, tra cui la necessità fondamentale di operare un rilancio del quartiere fieristico. Parlo, ovviamente, di Bologna, in questo momento. Premessa indispensabile per dare risposte alle preoccupazioni che ci sono, in particolar modo per le lavoratrici e i lavoratori, sui quali verso la fine dirò due parole.

Il rilancio del quartiere fieristico, quindi, è un passaggio indispensabile. Su questo, credo, conveniamo tutti. Vi è la necessità di investimenti. La necessità che la Regione, per quanto ci riguarda, svolga un ruolo di primo piano, come attore fondamentale, è un altro aspetto che abbiamo invocato da più parti di quest’Aula. Soprattutto in un momento di crisi, in un momento di preoccupazione per la sorte delle lavoratrici e dei lavoratori, il nostro Gruppo – ma non solo il nostro Gruppo – ha chiesto più volte che la Regione, quindi la Giunta e l’assessorato non svolgessero un ruolo notarile, ma partecipassero in prima persona, direttamente, e si assumessero responsabilità maggiori rispetto a quelle che già non avevamo e non avevano.

Ovviamente, abbiamo anche discusso della modifica – lo abbiamo accennato – dello Statuto di BolognaFiere, che andava in una direzione diversa rispetto a quella che, secondo noi, era utile seguire.

Oggi siamo di fronte, lo dico con laicità, ad un passaggio che è precondizione per assolvere almeno in parte alle richieste che abbiamo avanzato. L’approvazione di questo progetto di legge, quindi l’aumento della partecipazione della quota della Regione nel capitale sociale di BolognaFiere, vuol dire richiamare anche i privati alla necessità di fare altrettanto, vuol dire assegnare al pubblico un ruolo centrale nel disegnare le prospettive di BolognaFiere e del sistema fieristico regionale, ovviamente insieme agli altri attori, a partire dall’Amministrazione comunale di Bologna, chiaramente, ma non solo. Soprattutto, è un messaggio chiaro rispetto ai privati.

Certo, sul piano industriale – passo alla parte più delicata – e sulla gestione delle relazioni sindacali, quindi rispetto alle persone che hanno gestito e hanno la responsabilità della gestione di BolognaFiere, abbiamo espresso più di una perplessità, più di una preoccupazione. Secondo noi, non era quello il modo con il quale si dovevano impostare le relazioni con le lavoratrici, con i lavoratori e con i rappresentanti di lavoratrici e lavoratori. Sul piano industriale – dicevo – la nostra non si può considerare una presentazione del piano industriale. Sono state le linee guida, quelle che abbiamo avuto in Commissione, sulle quali si svilupperà il piano industriale.

L’ho detto in Commissione e lo ripeto in questa sede: chiaramente, esistono le funzioni e le prerogative dei privati, ma esistono anche le funzioni e le prerogative dei soggetti pubblici, di cui questa Assemblea, per quanto riguarda la Regione, rappresenta il luogo fondamentale. Chiaramente, i consiglieri, in ultimo, debbono essere messi nelle migliori condizioni per poter decidere ed esprimersi sui progetti di legge.

Noi oggi esprimeremo un voto favorevole a questo progetto di legge. Pochi minuti fa ci siamo astenuti. I voti non sono sempre decifrabili come favorevoli, astenuti o contrari in modo asettico. Ci sono voti e voti, diciamo così. Oggi esprimeremo un voto favorevole consapevoli che per noi, però, oggi inizia un percorso, non finisce. Le risposte che le lavoratrici e i lavoratori devono avere noi le pretenderemo e le pretendiamo. Come ho detto prima, la gestione di quella vicenda non è stata, per usare un eufemismo, “soddisfacente”.

Come ho detto in Commissione, la nostra preoccupazione è la seguente: se quei temi che il presidente Boni ha posto con chiarezza e con una durezza cristallina erano lì alcuni mesi fa (i temi contrattuali e tutte le vicende che conosciamo rispetto a BolognaFiere), temiamo che saranno qui anche domani.

Noi oggi vogliamo dire che il nostro non è un “sì” incondizionato. Il nostro è un “sì” affinché la Regione assolva e abbia un ruolo... È l’ultimo “sì” che dirò da qui al 4 dicembre, sia chiaro, compreso il 4 dicembre, ovviamente. Lo chiarisco, altrimenti il collega Paruolo interpreta subito in modo sbagliato.

Non è un “sì” incondizionato, dicevo, ma è un “sì” condizionato al fatto che con questo passaggio, con questo progetto di legge, dal nostro punto di vista, la Regione assume maggiori responsabilità, non minori; assume un ruolo ancora più forte e sarà più difficile, domani, per tutti noi, ovviamente per chi ha la responsabilità di guidare questa Regione, declinare responsabilità rispetto al percorso che abbiamo di fronte. Questo lo dobbiamo dire con chiarezza tra di noi e lo dobbiamo dire alle lavoratrici e ai lavoratori. Oggi noi assumiamo più responsabilità di quelle che avevamo prima.

Il mio ragionamento riguarda, ovviamente, il percorso di rilancio del quartiere fieristico e di tutto quello che serve per consentire uno sviluppo di BolognaFiere e del sistema fieristico regionale, ma anche, e soprattutto, riguarda il punto di vista occupazionale. Lo abbiamo detto tante volte: BolognaFiere rappresenta un asset importante per la città per il proprio indotto e per tante ragioni che qui non devo sottolineare.

Per noi, il tema occupazionale è fondamentale. A quelle lavoratrici e a quei lavoratori dobbiamo delle risposte. Fino adesso non le abbiamo date o le abbiamo date in modo non completo e non soddisfacente. Da oggi le nostre responsabilità sono decisamente superiori a quelle che avevamo ieri. Da parte di tutti noi e, ovviamente, da parte di chi ha la responsabilità di guidare questo percorso, vi è una responsabilità ancora maggiore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: L’intervento dei colleghi Piccinini e Bignami hanno, tra le altre cose, giustamente, rimarcato il fatto che pare abbastanza anomalo che un azionista, tale è la Regione, non debba poter avere anche per i suoi consiglieri documenti che possano comprovare il tipo di gestione cui la società è soggetta.

D’altra parte, oggi, noi siamo qui ad approvare o a respingere una proposta di legge che prevede la possibilità di aumentare fino a un massimo di 5 milioni di euro il capitale sociale di competenza della Regione.

Io mi permetto di fare una brevissima riflessione, assessore Costi. Ciò che dovrebbe rilevare non è soltanto il capire se BolognaFiere ha un futuro radioso davanti a sé o meno, ma se l’operazione, soprattutto nell’articolo primo, in esame, del progetto di legge, cioè l’ambizione di creare – chiamiamolo così – un “super polo” (che sia una holding che include i tre poli o le forme attraverso le quali includerle, mi pare che già nella libertà di movimento delle singole fiere sia avvenuto, quantomeno per quella di Rimini), se l’idea di questo super polo abbia un suo futuro per poterlo portare concretamente ad essere non sulla carta, ma nei fatti, se non erro, il secondo polo fieristico nazionale per fatturato e il dodicesimo, mi pare, a livello europeo.

Su questo tema sarebbe, però, importante capire esattamente come ci si intende muovere e che rispondenza c’è da parte delle società fieristiche a questa ipotesi. Il matrimonio di Rimini recentemente effettuato dimostra come, evidentemente, la valutazione della società fieristica di Rimini sia diversa, quantomeno, da questa impostazione o, meglio, si allarghi oltre questa impostazione, perché sconfina nel Veneto. Vi è una partnership ormai conclusa con la Fiera di Vicenza. Quindi, la territorialità emiliano-romagnola di questo polo viene un po’ meno, il che non significa che non si possa realizzare ugualmente un polo che, assieme alla Fiera di Vicenza, a questo punto, scavalchi anche la Fiera di Milano. Probabilmente, con il fatturato della Fiera di Vicenza si riesce a fare anche questo.

Il ragionamento di fondo, in sostanza, è uno: quale tipo di azioni si vogliono mettere in atto per far sì che le fiere non si facciano concorrenza al loro interno, ma riescano a essere competitive per acquistare, soprattutto dalla Germania, alcune fiere che oggi sono proprio in Germania. Prevalentemente, è questa – penso – la finalità dell’articolo 1.

Sotto questo profilo, debbo dire che va bene la dichiarazione di princìpi, ma ci vorrebbe anche un po’ più di concretezza. Dire che dobbiamo conquistare i mercati e che dobbiamo mettere assieme le fiere, così diventiamo il secondo polo fieristico, mi sembra più un ragionamento ragionieristico che non un ragionamento di strategia, se non in tanto e in quanto questa strategia è fermamente condivisa dai soci e da coloro i quali dovrebbero costituire questo supergruppo. Lo chiamo “supergruppo” perché, in realtà, non mi pare che allo stato vi sia un’idea di fusione delle tre società fieristiche. Mi pare vi sia più un tema di coordinamento delle tre società fieristiche.

Anche in sede di audizione nessuno ha mai parlato di fusione, anche perché, in questo caso, sarebbero tutte fusioni per incorporazione. Bisogna capire, quindi, chi è l’incorporato e chi è l’incorporante. Non penso che sia un tema abbastanza facile da dipanare.

Diverso, invece, è lo stanziamento dei 5 milioni per la Fiera di Bologna, che esula un attimo, a mio avviso, dalla prima parte dell’articolato, cioè da quella parte di mission della Regione rispetto alle fiere e che si concentra sulla Fiera di Bologna. In questo caso, a me pare che non sia solo un problema di aumento di capitale. Il problema di fondo è capire se, al di là degli aumenti di capitale, vi sia un piano industriale in grado di stare in piedi. Alla fine, arrivati a un certo livello, questo è il significato degli aumenti di capitale, sennò buttiamo soldi nel pozzo di San Patrizio.

Dietro tutto questo c’è, invece, una soluzione, a mio avviso, minimale – qui entro nel localistico – che è stata quella di liquidare una partecipazione in Piacenza Expo, dove la Regione aveva, udite-udite, ben l’1 per cento. A mio avviso, quella uscita, così come paventata, risulta particolarmente negativa se si pensa che il soggetto Regione, in realtà, soprattutto per le fiere piccole, è quantomeno un punto di riferimento per tutti i soci (che non sono solo pubblici) che si trovano all’interno di Piacenza Expo. Dico questo perché, ad esempio, è stata necessaria una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Piacenza e presentata da chi sta parlando per far rientrare la Provincia dalla sua idea di vendere anch’essa la propria partecipazione.

Sulla base del Codice civile, finisce che gli unici che debbono riprendere delle quote sono coloro i quali hanno partecipato all’aumento di capitale, il che non mi pare, francamente, molto logico. Anche sotto questo profilo, senza voler fare una discussione sine die su Piacenza Expo, pongo anche il tema di quelle fiere e di quel sistema fieristico di secondo livello che non ha né i fatturati né i dipendenti né il numero di fiere né il numero di espositori dei tre grandi gruppi, ma che hanno rappresentato, e tuttora rappresentano, un elemento, a mio avviso, importante del sistema fieristico e che avrebbe dovuto vedere, allora, un percorso di compartecipazione, ad esempio, della Fiera di Parma e di Piacenza Expo ad un unico progetto, che poteva anche concludersi con la fusione delle due società fieristiche.

Così facendo, e ho concluso, mi pare che alcune fiere vengano abbandonate al loro destino, ma con un piccolo particolare: sono società nelle quali gli Enti locali hanno impegnato, a volte, anche svariati miliardi di vecchie lire o qualche decina di milione di euro, e la cosa non mi sembra assolutamente logica. Pare razionalmente ingiusta e oltremodo penalizzante per alcuni territori.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto la parola la consigliera Serri. Ne ha facoltà. Prego.

 

SERRI: Grazie, presidente.

Anch’io parto dal sottolineare questo percorso che ci ha visto impegnati nelle due Commissioni congiunte per diversi mesi. È stato un percorso lungo, ma che ci ha permesso di fare un approfondimento e di acquisire consapevolezza e informazioni anche importanti, a partire dalle tre audizioni che abbiamo svolto, una con i tre presidenti delle tre fiere e due con la presidenza di BolognaFiere. Va detto che sono state tre audizioni svolte tutte in streaming, quindi utilizzando gli strumenti di massima trasparenza e divulgazione. Credo siano stati momenti molto importanti per i consiglieri.

La Commissione che abbiamo fatto con i tre presidenti delle fiere credo ci abbia messo nelle condizioni di capire che l’approfondimento e, comunque, la linea strategica che viene indicata nel progetto di legge che ci accingiamo ad approvare, ossia di avviare un percorso di approfondimento e di studio per un livello di integrazione e di collaborazione delle tre Fiere, hanno rappresentato un momento importante che ci ha permesso di capire quali erano le opinioni dei tre poli fieristici, ma anche di percepire un’attenzione importante rispetto a questo percorso anche sul tema dei risparmi, quindi della sostenibilità economica.

Credo sia emerso anche l’elemento della strategicità del sistema fieristico per lo sviluppo economico, per la crescita del nostro sistema produttivo, in modo particolare per il sostegno nell’export. Per quanto riguarda Bologna, un altro elemento molto importante credo sia legato al fatto di avere un sistema, un quartiere fieristico vicinissimo, quasi dentro la città di Bologna. I valori, ad esempio, dell’indotto sono rappresentati dai numeri che ci sono stati riportati. Parliamo di quasi 900 milioni di euro di indotto, di valore, di investimenti di denaro che arrivano sulla città di Bologna. Credo sia un elemento di grande importanza. Sono numeri, comunque, che vengono registrati in anni in cui il quartiere fieristico di Bologna ha avuto anche una flessione rispetto alle manifestazioni fieristiche che sono state ospitate in questo quartiere.

Credo che l’altro tema che deve essere alla base anche dei ragionamenti politici che facciamo a sostegno di questa legge, sia anche il tema dell’evoluzione del sistema fieristico, che oggi si vede competere in un contesto che passa da un contesto europeo a un contesto globale, mondiale, con una crescita importante del dinamismo dei Paesi dell’est Europa, in modo particolare dell’Asia.

Credo che questa sia una prospettiva che nel futuro continuerà ad acquisire sempre maggior peso.

Ciò che è emerso da questi momenti di approfondimento credo sia il fatto che il nostro sistema fieristico ha bisogno senza ombra di dubbio di un rilancio, ha bisogno di investimenti, ha bisogno di attrezzarsi per sapere aggredire queste sfide, per mantenere le posizioni che venivano riprese anche negli interventi che mi hanno preceduto, posizioni importanti che ha il nostro sistema fieristico. Il quale essendo secondo, a livello nazionale, solo alla Fiera di Milano, ha la necessità di mantenere questa posizione e di attrezzarsi per essere attrattivo anche per esposizioni importanti.

Credo che le manifestazioni di questi ultimi mesi gli abbiano ridato lustro e rilievo. Pensiamo all’EIMA, al fatto di aver portato a casa un accordo, per questa fiera, fino al 2030; ma lo stesso ritorno del Motor Show, così come altre fiere recenti come il Cersaie: tutte esposizioni, tutti momenti importanti, a sostegno del settore trainante della nostra regione, il manifatturiero.

La necessità è quindi quella di intervenire sul quartiere fieristico con investimenti che diano un restyling, come lo abbiamo chiamato, ma che vadano anche a riqualificare, a rimettere in sicurezza, a conquistare nuovi spazi che diano la possibilità al quartiere fieristico di ospitare manifestazioni importanti, come è stata ad esempio quella dell’EIMA, che come sappiamo ha la necessità di superfici anche maggiori rispetto a quelle attuali.

È necessario poi dotare il quartiere anche di servizi nuovi, innovativi, che sono sempre più richiesti dalle manifestazioni, dalle varie esposizioni che arrivano, a partire dalle aree destinate agli spazi congressuali, al tema degli allestimenti. Insomma, uno spostamento e un’attenzione maggiore anche a una dotazione di servizi da mettere a disposizione.

Tra l’altro, credo che un proposito di riorganizzazione, di razionalizzazione dell’assetto societario che è stato presentato nelle audizioni dal presidente Boni, vede, da qui al 2017, la riduzione di sei o sette società, ovviamente con possibilità di risparmi.

Il rilancio della Fiera, quindi, credo che sia un elemento basilare, proprio perché abbiamo a cuore la crescita economica del nostro territorio, abbiamo a cuore il fatto che le nostre aziende possano avere strumenti importanti come la Fiera, per crescere, per conquistare nuovi mercati. Credo che sia un tema che non possiamo rinviare, che non possiamo pensare possa essere secondario.

Quanto ai dipendenti, credo che sia stato un tema importante, che abbiamo vissuto in questi mesi. L’aver revocato la mobilità, l’aver aperto un tavolo sindacale credo che sia un percorso altrettanto positivo. Così come credo che la salvaguardia dei posti di lavoro sia un elemento importante per tutti noi. Credo che questo sia un aspetto che dovremo seguire: lo seguirà la Giunta, ma faremmo bene a seguirlo anche nelle nostre Commissioni consiliari, perché ovviamente, quando si parla di lavoro, credo che parliamo comunque di un elemento basilare, importante, che sta a cuore a tutti.

Credo però che rilanciare la Fiera, rendere più forte il nostro quartiere fieristico, più attrattivo, capace di conquistare nuove manifestazioni, sia il modo più serio e importante anche per darci una prospettiva di salvaguardia dei posti di lavoro, e magari chissà, anche di crescita di occupazione.

Detto questo, posso capire le posizioni delle minoranze, ma credo che un atteggiamento responsabile non ci possa che fare approvare questa legge, che mette un tassello nell’ottica di far ripartire un percorso di riqualificazione, un percorso che credo anch’io – mi riallaccio a ciò che veniva detto prima dal consigliere Torri – debba essere un punto di partenza. Credo che possa essere un percorso che dobbiamo seguire e accompagnare anche in futuro, sia per quanto riguarda il rilancio della Fiera, gli investimenti, i vari progetti che si susseguiranno in questi anni e, ancora di più, rispetto al tema dei dipendenti che, torno a sottolineare, credo sia un elemento che merita l’attenzione e l’impegno massimo da parte di tutti noi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Serri.

Non ho altri iscritti in discussione generale. Chiedo ai relatori se vogliono replicare o meno a conclusione della discussione, prima di dare la parola all’assessore.

Prego, consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Ho ascoltato con molta attenzione, presidente, le varie posizioni che si sono aggiunte a questo dibattito su questo progetto di legge.

Comprendo e condivido le motivazioni che sono state espresse da ciascuno. Comprendo la Regione Emilia-Romagna, che evidentemente ha in capo a sé il piano industriale, le linee-guida, quello che vorrà fare BolognaFiere piuttosto che la fusione delle fiere. A riguardo di questa argomentazione probabilmente voi avete qualcosa che noi non abbiamo e che quindi non ci consentite in questo caso di votare.

Condivido anche le posizioni del Movimento 5 Stelle, le cui considerazioni si allineano per la maggior parte a quelle della Lega Nord. È evidente che il voto su questo progetto di legge, quindi finanziare per 5 milioni di euro BolognaFiere S.p.A., debba essere un voto responsabile, e quando dico responsabile, intendo informato di tutto il percorso che deve essere intrapreso, piano industriale o meno.

Mi permetto una battuta al consigliere Taruffi, del quale non ho capito sinceramente l’intervento. Occorre, secondo me, mettere un tasto in più nella sua postazione, per il “voto sì ma che vuol dire no”. Spero che il 4 dicembre vada a votare no, ma che non voglia dire sì. Effettivamente, dapprima ha fatto un ragionamento per dire che non gli era piaciuto il metodo dei lavoratori, aggiungendo che non sappiamo cosa ci sia dentro il piano industriale, però vota sì. Quindi, la fiducia è incondizionata: cioè, non è un voto responsabile, ma è un voto di partito della maggioranza. Questa osservazione mi viene perché l’intervento del consigliere Taruffi non l’ho compreso.

Detto ciò, ritorno sulle argomentazioni precedenti dicendo che il voto della Lega sarà assolutamente contrario, perché non ci è stato dato modo e documentazione per far sì che quello che dobbiamo dare su questo progetto di legge possa essere un voto responsabile, cioè, verificare esattamente quali sono le linee di indirizzo che la Regione Emilia-Romagna vuole dare come percentuale, ovviamente, all’interno di BolognaFiere a BolognaFiere, piuttosto che alle fusioni, integrazioni, piuttosto che incorporazioni delle tre Fiere, Bologna, Parma e Rimini.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, relatore Pompignoli.

La parola, per le conclusioni della discussione generale, all’assessore Costi.

 

COSTI, assessore: Alcune considerazioni.

Il dibattito si è sviluppato lungamente in questi mesi, e credo anche in modo molto approfondito all’interno delle Commissioni consiliari.

Mi spiace sentire certe cose, nonostante lo sforzo che è stato fatto e che abbiamo fatto tutti, compresi i soggetti esterni, di dare tutte le informazioni che era possibile fornire e che credo siano state date nel modo più corretto possibile, anche anticipandole, quando si è potuto (le slide sono il piano industriale e sono il piano di sviluppo, quindi non possiamo dire che non ci è stato fornito e che qualcuno ha qualche cosa di diverso), uno può dire che non basta, eccetera, ma questa è un’altra cosa. Io mi concentro su alcune considerazioni.

Nel momento in cui questa Giunta e questa maggioranza si è insediata, ha fatto un ragionamento molto semplice, che abbiamo esplicitato sempre: le Fiere per noi rappresentano uno strumento formidabile per lo sviluppo delle nostre imprese, per i processi di internazionalizzazione e per accrescere la competitività delle imprese, quindi l’occupazione. Come sapete, il tema dell’occupazione per noi è fondamentale e nelle Fiere abbiamo visto uno strumento fondamentale.

Su questa scelta, che quindi è una scelta molto importante, abbiamo lavorato. Stiamo lavorando su tutte le nostre Fiere partecipate, compresa quella di Piacenza.

Ricordo che in Commissione è stato esplicitato che noi auspichiamo che anche la Fiera di Piacenza possa fare parte di un lavoro di aggregazione, assieme alle altre Fiere. Rispetto alla situazione delle Fiere regionali, abbiamo fatto una scelta molto precisa, esplicitata e anche ragionata, con riferimento alla Fiera di Bologna, che è oggetto di questa legge.

Sul tema della Fiera di Bologna, ripeto velocemente alcune cose che sono già state dette: noi parliamo della Fiera di Bologna da un po’ di tempo come se fosse la Cenerentola delle Fiere. Ma quello della Fiera di Bologna è uno dei più importanti quartieri fieristici che esistono a livello internazionale. Se vogliamo parlare non solo di come si colloca ma di come si sta già collocando rispetto al sistema fieristico internazionale, ricordo che hanno ottenuto il contratto per quanto riguarda Cersaie ed EIMA è stato un grande successo con 280.000 visitatori venuti, 1.900 espositori (se ne son dovuti lasciare anche fuori), con business importantissimo, soprattutto per il sistema italiano ed emiliano-romagnolo: basta parlare con il sistema di impresa che gira attorno a questa Fiera, così come per quanto riguarda il Cersaie, basta parlare con il distretto di Sassuolo, ma  non solo, perché ne abbiamo un peazzo anche in Romagna, per dire che cosa hanno significato e che cosa stanno significando queste Fiere.

Si riparte con il Motor Show, oltretutto con le case automobilistiche, per cui questo è uno degli altri elementi credo, fondamentale: qui si dice che non si capisce di cosa stiamo parlando per il futuro. Stiamo parlando del futuro, stiamo parlando di un sistema, di un quartiere fieristico che ha già costruito le basi perché le aziende emiliano-romagnole, ma anche le aziende italiane possano davvero trovare in questa Fiera un punto fondamentale per quanto riguarda il loro sviluppo, il loro prodotto, il fatto di fare affari e quindi di rafforzare il sistema produttivo, e di contro anche l’occupazione.

È di questi giorni, poi, l’annuncio di un accordo importante. Nel testo di legge si parla in modo molto chiaro di “promuovere il processo di aggregazione, ma anche di espansione delle società attraverso il sostegno di appositi…”, eccetera. Bologna in questi giorni non ha fissato, chiaramente, né il processo di aggregazione né un processo di espansione, come solitamente si tiene, ma ha siglato questo accordo con Torino per quanto riguarda il tema del libro, occupando entrambi una fetta molto importante di questo settore: quella dell’editoria per ragazzi e non solo. Credo che anche questo sia un elemento che ci fa capire come il sistema nostro della Fiera di Bologna si stia muovendo, come ha esplicitato anche il presidente Boni nell’ultima Commissione, rispetto a delle alleanze, come stanno facendo tutte le Fiere.

Questa scelta, come Regione Emilia-Romagna, di puntare a riqualificare il quartiere fieristico nasce esclusivamente dal fatto che questo quartiere fieristico anche oggi, nonostante ne abbia perse alcune, abbia le più importanti Fiere del mondo per quanto riguarda i distretti produttivi della regione Emilia-Romagna, possedendo le più importanti fiere mondiali per quanto riguarda i distretti produttivi della nostra regione.

La scelta di poter lavorare per una riqualificazione di questo quartiere, che sapete e sappiamo benissimo tutti, essere indispensabile per poter realizzare Fiere come quelle che si sono appena svolte, credo che sia un atto di profonda responsabilità e anche di profonda lungimiranza da parte di questa Assemblea regionale e anche della Giunta.

Dopodiché, vorrei che ci ricordassimo che in Commissione il presidente Boni ci ha presentato tutte le slide, con che cosa si intende investire e dove investire. È stato anche esplicitato che una parte può essere aumento di capitale, una parte possono essere ricorsi anche a credito, per cui non c’è stato nulla di nascosto. È stato presentato un piano preciso e molto puntuale di sviluppo, dal punto di vista del restyling del quartiere, avete le slide, e dall’altro lato anche delle linee fondamentali su cui la Fiera intende posizionarsi, come quella di avere un ruolo sempre più forte anche sul piano internazionale, quindi andando anche all’esterno.

Oltretutto, ci sono fiere a marchi fondamentali anche su questa parte, quindi credo che da questo punto di vista le informazioni, e soprattutto le risposte che sono state date, possano essere esaustive rispetto ai problemi e ai quesiti che sono stati posti sia in Commissione che anche oggi.

Dopodiché, il tema è se si vuole stare o non si vuole stare all’interno di un sistema fieristico. Se ci si sta, chiaramente ci si sta con le regole che prevede un’azienda, perché questa è un’azienda. Ci è stato spiegato, ci è stato rispecificato: è un’azienda tout court, che lavora con le regole del mercato, quindi necessita, rispetto ad alcune parti, di avere la delicatezza necessaria per non compromettere il buon risultato e il buon andamento del nostro quartiere fieristico. Punto. Non c’è nessun’altra volontà o intenzione di negare o quant’altro.

Oltre a questo, con questa legge il tema è quello della ricapitalizzazione della Fiera, e credo che su questo le informazioni siano state date tutte. Io non ho elementi da aggiungere, perché l’approfondimento è stato fatto. C’è il tema dell’aggregazione, l’abbiamo detto, dell’espansione delle società fieristiche: anche questo è un processo che noi stiamo auspicando, che valuteremo come sostenere nel migliore dei modi, ma è un processo che deve partire, e in parte lo ha fatto, perché la lettera di intenti è stata fatta in modo autonomo dai tre Presidenti delle tre principali Fiere che noi oggi abbiamo. Il fatto che Rimini e Vicenza abbiano iniziato un processo, in questo caso di espansione, perché la Fiera di Rimini si è espansa, non va assolutamente ad inficiare alcun ulteriore processo di eventuali aggregazioni che le nostre fiere possono fare. Dopodiché, le faranno nei modi e nelle forme che riterranno, e soprattutto decideranno anche se farle.

Oggi c’è una lettera di intenti non certo della Regione Emilia-Romagna ma che hanno fatto loro. Su di loro chiaramente ci sono le responsabilità rispetto ai passaggi ulteriori che faranno. C’è questa preoccupazione rispetto ai territori che qualcheduno possa mangiare qualchedun altro. Non esiste da parte nostra alcuna intenzione di svalorizzare un territorio rispetto ad un altro. Non è per noi secondario, ripeto, che ci sia anche Piacenza all’interno di questo progetto. Se poi venissero avanti processi di ulteriore aggregazione, anche immediata, tra Fiere e quella di Piacenza, tanto meglio: questo per rispondere al consigliere Foti (che adesso non c’è e che si è scusato per essere dovuto andare via).

Per cui, ripeto, non abbiamo alcuna intenzione di favorire un territorio rispetto a un altro. Quello di cui noi abbiamo bisogno è ragionare di un territorio che oggi, con riferimento ai distretti produttivi di questa regione, ha le migliori e più importanti Fiere, da quella di Rimini a quella di Piacenza, rispetto al piano internazionale.

Il nostro compito è quello di rafforzarle, di renderle sempre più competitive, di essere sempre più presenti all’estero e di evitare di essere noi acquisiti da altri. Questo è l’unico obiettivo che come Regione Emilia-Romagna abbiamo, non ne abbiamo altri. E sempre per un motivo: salvaguardare l’occupazione e possibilmente accrescerla in questa regione, perché dietro c’è un sistema di imprese, soprattutto manifatturiere, ma non solo manifatturiere.

Con la stessa logica abbiamo affrontato, mi permetto di dirlo, e con molta attenzione, anche tutto il tema occupazionale della Fiera. Abbiamo lavorato assieme al Comune di Bologna. C’era una mobilità che è stata ritirata. Come in tutte le situazioni dove ci sono delle possibili riorganizzazioni, è stato istituito un tavolo di lavoro e di confronto tra Fiera e organizzazioni sindacali. Si sono ripromesse, in accordo tra di loro, di vedersi rispetto al piano industriale, e io credo che sia questo che si deve fare. Noi seguiremo con molta attenzione. Certamente se il comparto fieristico di Bologna avrà il massimo dello sviluppo, questo andrà nell’interesse di tutti: nell’interesse degli occupati all’interno dei nostri territori e delle imprese, e andrà anche nell’interesse del quartiere fieristico.

Noi quindi abbiamo semplicemente ed esclusivamente questo obiettivo. Non stiamo nascondendo niente, non stiamo penalizzando nessuno, stiamo lavorando col Comune di Bologna perché ci sia anche tutto il piano della logistica, lo sappiamo benissimo. Quindi anche su questo si sta lavorando assieme al Comune e assieme al Governo per le opere che non sono semplicemente di nostro accordo, ma noi riteniamo che il quartiere fieristico sia un grande strumento di costruzione, di creazione di ricchezza per la città di Bologna, dimostrato anche, perché è stato fatto il calcolo, ma soprattutto per tutta la Regione Emilia-Romagna.

Pensare quindi che l’operazione che stiamo facendo sia altro e non considerare questo, credo che sia una valutazione legittima ma non corretta. Noi quindi stiamo facendo semplicemente questo: occupazione al primo posto e imprese al primo posto.

Altri ragionamenti non afferiscono a quello che tutti i giorni noi stiamo facendo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.

Riprendiamo la discussione congiunta sugli articoli e gli emendamenti domattina.

Buonasera a tutti.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,32

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta il consigliere Fabio RAINIERI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2880 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2000»” (44)

 

Votazione emendamento 2, a firma del consigliere Foti

 

Presenti: 42

 

Favorevoli 8

Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 30

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 3

Andrea BERTANI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 8

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Simonetta SALIERA.

 

Votazione emendamento 23, a firma della consigliera Sensoli

 

Presenti: 42

 

Favorevoli 3

Andrea BERTANI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 32

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 6

Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN,

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 8

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Simonetta SALIERA.

 

Votazione emendamento 24, a firma della consigliera Sensoli

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 3

Andrea BERTANI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 27

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 11

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA, Luciana SERRI.

 

Votazione articolo 6

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 32

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 3

Andrea BERTANI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 6

Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 8

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Simonetta SALIERA.

 

Votazione emendamento 25, a firma della consigliera Sensoli

 

Presenti: 43

 

Favorevoli:5

Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 27

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 10

Galeazzo BIGNAMI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Igor TARUFFI, Yuri TORRI,

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 7

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Paolo CALVANO, Gabriele DELMONTE, Fabio RAINIERI, Simonetta SALIERA.

 

Votazione finale progetto di legge oggetto 2880

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 27

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 5

Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 10

Stefano BARGI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 7

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Fabio RAINIERI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 3617 “Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 2880 Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2000". A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Montalti, Calvano, Caliandro, Rossi Nadia, Prodi, Rontini, Molinari, Iotti, Poli, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Tarasconi, Campedelli, Taruffi, Torri, Bagnari, Foti, Mori, Soncini, Boschini, Sabattini”

 

Presenti: 45

 

Favorevoli: 31

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 13

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI Matteo RANCAN,, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti 5

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Fabio RAINIERI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 3618 “Ordine del giorno n. 2 collegato all’oggetto 2880 Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2000". A firma dei Consiglieri: Caliandro, Marchetti Francesca, Liverani, Foti, Calvano, Sabattini, Bagnari”

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 38

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 5

Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 6

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Gabriele DELMONTE, Fabio RAINIERI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 2880 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Servizi educativi per la prima infanzia. Abrogazione della L.R. n. 1 del 10 gennaio 2000»” (44)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 1 del presente progetto di legge, il comma 4 è sostituito dal seguente comma:

“4. L’Assemblea legislativa, con una o più direttive, definisce i requisiti strutturali ed organizzativi, differenziati in base all’ubicazione della struttura e al numero di bambini, i criteri e le modalità per la realizzazione e il funzionamento dei servizi di cui alla presente legge, nonché le procedure per l’autorizzazione al funzionamento di cui all’articolo 15 e per l’accreditamento di cui all’articolo 17. Nelle medesime direttive l’Assemblea legislativa stabilisce norme specifiche per i servizi sperimentali.”»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 6, comma 1 del presente progetto di legge le parole “, anche se di nazionalità straniera o apolidi” sono soppresse.»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Foti:

«L’articolo 28 del presente progetto di legge è sostituito dal seguente:

“Articolo 28

(Personale)

1. Gli educatori dei servizi educativi per la prima infanzia devono essere in possesso del titolo abilitante previsto dallo Stato per la determinazione del relativo profilo professionale.»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 37 del presente progetto di legge il comma 4 è abrogato.»

(Ritirato)

 

Emendamento 5, a firma della consigliera Francesca Marchetti:

«Dopo l’art. 38 del pdl è aggiunto il seguente:

“Art. 39

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna (BURERT).»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami:

«All’articolo 1 dopo il comma 3 è aggiunto il seguente comma 3-bis:

“La Regione promuove e sostiene l'attività educativo-assistenziale degli asili nido, onde realizzare il pieno sviluppo fisico-psichico-relazionale dei bambini e delle bambine e assicurare alla famiglia un sostegno adeguato, che consenta e agevoli anche l'accesso della donna al lavoro nel quadro di un sistema di sicurezza sociale”.

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami:

«All’articolo 2, comma 2, dopo la lettera c) è aggiunta la seguente lettera d):

“d) tutela e garanzia di inserimento delle bambine e dei bambini che presentino svantaggi psico-fisici e sociali, in un contesto che favorisce pari opportunità di sviluppo”.»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami:

«Dopo l’articolo 2 è aggiunto il seguente articolo 2bis:

Micro-nidi

1. La Regione promuove e valorizza l’istituzione dei micro-nidi in particolare in quelle aree montane e/o svantaggiate nelle quali si evidenzino specifiche esigenze sociali ed organizzative.

2. I micro-nidi possono essere istituiti da soggetti pubblici e da soggetti privati accreditati e prevedono l’accoglienza di un numero ridotto di bambine e bambini.

3. I Comuni determinano la ricettività minima e massima dei micro-nidi, nel rispetto dei requisiti organizzativi e degli standard strutturali e gestionali.»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami:

«Dopo l’articolo 2bis è aggiunto il seguente articolo 2ter:

Asili nido e micro-nidi aziendali

1. Gli asili nido e i micro-nidi possono essere istituiti anche all’interno dei luoghi di lavoro.

2. Gli asili nidi e i micro-nidi aziendali, qualora accreditati, afferiscono al sistema pubblico   dei servizi per la prima infanzia e sono disciplinati ai sensi della presente legge regionale e dagli appositi regolamenti comunali.

3. Destinatari degli asili nidi e dei micro - nidi nei luoghi di lavoro sono i bambini di età compresa tra i tre mesi e i tre anni di età, figli dei lavoratori di aziende private o di Enti pubblici.

4. Nei Comuni di piccole dimensioni o negli ambiti carenti, in presenza di insediamenti lavorativi tali da istituire un asilo nido a favore dei lavoratori di un’azienda, tale servizio può essere esteso, a seguito di accordi con le amministrazioni locali, anche ai bambini residenti sul territorio comunale.»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami:

«All’articolo 3, dopo il comma 1, si richiede di aggiungere il seguente comma 1-bis:

“I servizi di natura sperimentale e innovativi, in attesa della conclusione della sperimentazione, devono provvedere a presentare un progetto che garantisca i livelli essenziali delle prestazioni e gli standard di funzionamento”.»

(Respinto)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami:

«Dopo l’articolo 3 è aggiunto il seguente articolo 3-bis:

Destinatari del servizio

1. Hanno diritto di usufruire delle prestazioni del sistema degli asili nido e dei servizi integrati per la prima infanzia le bambine e i bambini di cittadinanza italiana e le bambine e i bambini stranieri con permesso di soggiorno, secondo la vigente normativa sull’immigrazione. Ai profughi, agli stranieri, ai nomadi e agli apolidi sono assicurate le misure di prima assistenza, di cui all’articolo 129, comma 1, lettera h), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, nonché della stessa normativa regionale.

2. I criteri di accesso alle prestazioni sono disciplinati dalle norme generali definite dalla Regione.

3. La Regione promuove l’accesso ai servizi in via prioritaria alle famiglie in condizioni di povertà o con limitato reddito, ovvero in presenza di disabilità di uno dei genitori o in condizioni di grave disagio, nonché nel caso di maltrattamenti o abusi a danno dei minori, che rendono necessari interventi indifferibili sia assistenziali che educativi.

4. È garantito l’accesso, rimuovendo eventuali ostacoli e barriere architettoniche, ai bambini in condizione di handicap, ai sensi della legge 5 febbraio 1992 n. 104.

1 Gli Enti gestori degli asili nido e dei servizi per la prima infanzia promuovono forme di partecipazione attiva delle famiglie allo scopo di aumentare il livello di co-responsabilizzazione verso le scelte educative.

2.Gli Enti gestori degli asili nido e dei servizi per la prima infanzia determinano le tariffe in base al costo di gestione e, ai sensi del d.lgs. 130/2000, al principio di equità di trattamento. La partecipazione economica degli utenti alle spese, non può essere comunque superiore al 30 per cento dei costi medi di gestione dei servizi rilevati a livello comunale, escluse le spese per costi di ammortamento dei mutui per la realizzazione delle strutture.»

(Respinto)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«All’articolo 24 comma 2 le parole “adeguatamente protette da fonti di inquinamento” sono sostituite da “lontani da qualsiasi fonte di inquinamento, da sedi di traffico e in genere da tutte le attrezzature urbane che possono comunque arrecare disagio”»

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Aimi e Bignami:

«Dopo l’articolo 26 è aggiunto il seguente articolo 26-bis:

Videosorveglianza

1. Gli asili nido comunali e privati, i micro-nidi e gli asili nido aziendali di cui alla presente legge possono dotarsi di un sistema di videosorveglianza a circuito chiuso, al fine di garantire una maggiore tutela dei minori ivi ospitati.

2. Nel rispetto della vigente normativa in tema di privacy, le registrazioni del sistema di videosorveglianza di cui al comma 1 possono essere visionate esclusivamente dalle Forze dell’Ordine e solo a seguito di formale denuncia di reato alle Autorità competenti.

3. Il Garante per la protezione dei dati personali, con proprio regolamento da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, definisce le garanzie di riservatezza da osservare per l’installazione e il funzionamento delle videocamere a circuito chiuso di cui alla presente legge.

4. Nei limiti delle risorse disponibili, la Regione Emilia-Romagna promuove e incentiva l’installazione di sistemi di videosorveglianza all’interno delle strutture di cui al comma 1.»

(Respinto)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Rainieri e Rancan:

«Al comma 4 dell’art. 1 sostituire le parole “La Giunta regionale con una o più direttive, previo parere della competente commissione assembleare definisce…” con le parole “L’Assemblea legislativa con una o più direttive, definisce, su proposta della Giunta regionale…”»

(Respinto)

 

Emendamento 15, a firma della consigliera Sensoli:

«Nella rubrica dell’articolo 1, dopo la parola “finalità” è inserita l’espressione “obiettivi”.»

(Respinto)

 

Emendamento 16, a firma della consigliera Sensoli:

«Al termine del comma 1 nell’articolo 1, è aggiunto quanto segue:

“uniformandosi ai principi del pieno ed inviolabile rispetto della libertà e della dignità della persona, della solidarietà, dell’uguaglianza di opportunità, sia in relazione alle condizioni fisiche, culturali e sociali che tra uomo e donna, della valorizzazione delle differenze di genere, della partecipazione, della integrazione tra le diverse culture, promuovendo il diritto all’educazione, all’istruzione, la qualità della vita, lo sviluppo armonico e completo della identità personale e sociale dei bambini e delle bambine, nel rispetto della propria identità individuale, culturale e religiosa”.»

(Respinto)

 

Emendamento 17, a firma della consigliera Sensoli:

«L’articolo 2 è sostituito dal seguente:

“Art. 2

Nido d'infanzia

1. I nidi d'infanzia sono servizi educativi e sociali d’interesse pubblico, aperti a tutti i bambini e le bambine in età compresa tra i tre mesi e i tre anni, che concorrono con le famiglie alla loro crescita e formazione, nel quadro di una politica per la prima infanzia e della garanzia del diritto all'educazione, nel rispetto dell'identità individuale, culturale e religiosa. 

2. I nidi hanno finalità di:

a) formazione e socializzazione dei bambini, nella prospettiva del loro benessere psicofisico e dello sviluppo delle loro potenzialità cognitive, affettive, relazionali e sociali, tutelando e garantendo l’inserimento di bambini che presentano svantaggio psico-fisico e sociali, in un contesto che favorisce pari opportunità di sviluppo;

b) cura dei bambini che comporti un affidamento continuativo a figure professionali diverse da quelle parentali in un contesto esterno a quello familiare con particolare attenzione ai nuclei monoparentali, per promuovere la conciliazione delle scelte professionali di entrambi i genitori in un quadro di pari opportunità tra i sessi;

c) sostegno alle famiglie nella cura dei figli e nelle scelte educative.

3- I nidi ed i servizi educativi integrativi costituiscono altresì una misura fondamentale delle politiche per la conciliazione fra tempi ed esigenze di cura e tempi ed esigenze di lavoro. La Regione persegue l’obiettivo di favorire l’effettiva, piena e libera fruizione da parte delle famiglie dei servizi oggetto della presente legge

4. Per realizzare gli obiettivi di cui ai commi 2 e 2-bis, i soggetti gestori possono individuare moduli organizzativi e strutturali differenziati rispetto ai tempi di apertura dei servizi e alla loro ricettività, fermi restando sia l'elaborazione di progetti pedagogici specifici in rapporto ai diversi moduli organizzativi, sia il rispetto del rapporto numerico fra personale educatore, personale addetto ai servizi generali e bambini.

5. a fronte di particolari esigenze sociali ed organizzative si istituiscono nidi d’infanzia che prevedono l’accoglienza di un numero ridotto di bambini, micronidi, anche quali aggregati ad altri servizi per l’infanzia già in essere. La recettività minima del micronido è determinata da apposita deliberazione della Giunta regionale.

6. I nidi d'infanzia, anche a tempo parziale, garantiscono i servizi di mensa e di riposo dei bambini.”»

(Respinto)

 

Emendamento 18, a firma della consigliera Sensoli:

«L’articolo 3 è sostituito dal seguente:

“Art. 3

Servizi educativi integrativi al nido

1. Al fine di garantire risposte flessibili e differenziate alle esigenze dei bambini e delle famiglie, possono essere istituiti i seguenti servizi educativi integrativi al nido, anche nei luoghi di lavoro:

a) spazio bambini;

b) centro per bambini e famiglie;

c) servizi domiciliari organizzati in spazi connotati da requisiti strutturali tali da renderli erogabili anche in ambienti domestici presso il domicilio di famiglie con bambini di età inferiori ai tre anni, purché idonei alle specifiche esigenze dell’utenza della fascia da zero a tre anni, servizi che garantiscano un servizio in modo stabile e continuativo, della cura dei figli a educatori con specifiche competenze professionali appositamente formati a questo scopo (educatore familiare);

d) servizi sperimentali.

2. I servizi di cui al comma 1 non sono sostitutivi dei nidi d’infanzia, e possono essere anche autorganizzati dalle famiglie, dalle associazioni e dai gruppi. Su tali servizi sono esercitate le funzioni di verifica e controllo previste dalla presente legge e si applicano le disposizioni del Titolo IV

3. La direttiva di cui all'articolo 1, comma 4 definisce le tipologie e le caratteristiche dei servizi di cui al comma 1. La stessa direttiva stabilisce la procedura per il riconoscimento della sperimentalità dei servizi.»

(Respinto)

 

Emendamento 19, a firma della consigliera Sensoli:

«Al comma 4 dell’articolo 1, le parole:

“La Giunta regionale con una o più direttive, previo parere della competente commissione assembleare, definisce” sono sostituite secondo la seguente formulazione: “L’Assemblea legislativa, con una o più direttive, definisce”»

(Respinto)

 

Emendamento 20, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 1, dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:

“La Regione promuove l’innovazione dei servizi, anche attraverso specifiche iniziative sperimentali e a tale fine sostiene il raccordo con le Università, Centri e Istituti di ricerca, la conoscenza e la diffusione di metodologie e prassi efficacemente in uso in altre realtà regionali, europee o in ambito internazionale. Le direttive di cui al comma 4 individuano le forme di supporto alle misure di innovazione e sperimentazione.”»

(Respinto)

 

Emendamento 21, a firma della consigliera Sensoli:

«Al comma 4 dell’articolo 4, le parole “, in sintonia con le disposizioni di cui all'art. 1, comma 181, lettera e) della legge 13 luglio 2015, n. 107 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti) e ss. mm.,” sono sostituite dalle seguenti: “in coerenza con la normativa nazionale in materia”»

(Respinto)

 

Emendamento 22, a firma della consigliera Sensoli:

«Al comma 1 dell’articolo 5, le lettere c) e d) sono sostituite dalla seguente:

“c) da soggetti privati, accreditati ai sensi dell'art. 17, convenzionati con i Comuni, sulla base di selezioni effettuate dai soggetti di cui alle lettere a) e b) mediante procedura ad evidenza pubblica;”»

(Respinto)

 

Emendamento 23, a firma della consigliera Sensoli:

«Il comma 2 dell’articolo 6, è sostituito secondo la seguente formulazione:

“2. La Regione promuove, realizza e sostiene campagne permanenti di informazione sulle vaccinazioni e sugli obblighi vaccinali prescritti dalle normative vigenti, in riferimento alle evidenze scientifiche e favorendo l’apporto e il contributo di Strutture sanitarie qualificate, di Università, di Centri e Istituti di ricerca. Tali iniziative tengono conto delle metodologie e prassi efficacemente in uso in altre realtà regionali ed europee o in ambito internazionale. La Regione realizza altresì un costante monitoraggio delle risultanze delle attività di informazione, misurandone gli effetti sull’andamento delle vaccinazioni e sulla copertura vaccinale. Decorsi due anni dall’avvio delle campagne ed a seguito dell’esame della misurazione dei risultati e degli effetti, L’Assemblea legislativa, con propria direttiva, stabilisce le forme di attuazione delle misure dirette a preservare lo stato di salute sia del minore sia della collettività con cui il medesimo viene a contatto, anche in relazione all’accesso dei minori ai servizi oggetto della presente legge, fermi restando omissione o differimento delle in caso di accertati pericoli concreti per la salute del minore in relazione a specifiche condizioni cliniche.”»

(Respinto)

 

Emendamento 24, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 6, al termine della lettera b) comma 5, sono cancellate le seguenti parole:

“in materia di condizioni economiche richieste per l'accesso alle prestazioni assistenziali, sanitarie e sociali agevolate”»

(Respinto)

 

Emendamento 25, a firma della consigliera Sensoli:

«Dopo l’articolo 6 è inserito il seguente:

“Articolo 6-bis

Attuazione delle disposizioni relative all’obbligo vaccinale

1. Le disposizioni di cui all’articolo 6, comma 2 sono applicate, in via sperimentale, per due anni a partire dalla costituzione del Comitato del comma 2, da realizzarsi, comunque, entro il 1 settembre 2017, e previa predisposizione da parte della Regione di un piano di misurazione dei risultati ottenuti, condotto secondo metodologie scientificamente validate assicurando l’accessibilità e la trasparenza dei dati, dei report, delle valutazioni intermedie e finali. In assenza della predisposizione del piano e della costituzione del Comitato del comma 2, l’applicazione delle disposizioni dell’articolo 6, comma 2 è sospesa.

2. Per la predisposizione e lo svolgimento delle attività di misurazione e valutazione del comma 1, l’Assemblea legislativa, con proprio specifico atto, costituisce un Comitato di esperti, assicurando la presenza delle diverse competenze necessarie e svolgendo adeguate attività di pubblicizzazione per le manifestazioni di interesse.

3. Decorsi sei mesi dalla scadenza del periodo biennale del comma 1, la prosecuzione dell’applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 6, comma 2 è subordinata all’adozione di specifica direttiva dell’Assemblea legislativa.

4. Sulla base delle risultanze della misurazione del comma 1, l’Assemblea legislativa può adottare specifica Direttiva per consentirne la prosecuzione.

5. L’applicazione delle disposizioni del comma 2 cessa automaticamente qualora entro sei mesi dalla scadenza del periodo biennale l’Assemblea non abbia approvato la specifica direttiva per la prosecuzione.”»

(Respinto)

 

Emendamento 26, a firma della consigliera Sensoli:

«Dopo l’articolo 6 è inserito il seguente:

“Articolo 6-ter

Conferenze regionali

1. Per la presentazione delle risultanze della misurazione e della valutazione dell’articolo 6, comma 2 e dell’articolo 6-bis, la Regione organizza specifiche conferenze, prevedendone articolazioni sul territorio regionale.”»

(Ritirato)

 

Emendamento 27, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 8, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente:

“4. L’Assemblea legislativa con proprio atto definisce gli standard per l’esercizio della trasparenza e della partecipazione del comma 1, che costituiscono il parametro minimo di riferimento per la concessione dell’autorizzazione e dell’accreditamento di cui al Titolo II da parte dei Comuni.”»

(Respinto)

 

Emendamento 28, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 9, nel comma 1, sono eliminate le parole dopo le parole:

“, ivi compreso l’obbligo disposto al comma 2 dell’art. 6.”»

(Respinto)

 

Emendamento 29, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 9, dopo il comma 5, è aggiunto il seguente:

“6. La Regione promuove e sostiene, nell’ambito della programmazione integrata di cui all’articolo 1, comma 2, misure e servizi di conciliazione diretti a perseguire le finalità educative della presente legge.”»

(Respinto)

 

Emendamento 30, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 10, al termine del comma 4 è aggiunto il periodo seguente:

“Tali soggetti sono individuati ed eventualmente finanziati attraverso procedure ad evidenza pubblica.”»

(Respinto)

 

Emendamento 31, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 10, dopo il comma 5 è aggiunto il seguente:

“5-bis. La Regione promuove e sostiene il diritto dei bambini alla fruizione dei servizi educativi oggetto della presente legge, in sintonia con i principi delle leggi regionali 8 agosto 2001, n. 26 “Diritto allo studio ed all'apprendimento per tutta la vita. Abrogazione della legge regionale 25 maggio 1999, n. 10” e 30 giugno 2003, n. 12 “Norme per l'uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l'arco della vita, attraverso il rafforzamento dell'istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione tra loro”, nonché valorizzando gli strumenti di cui al capo III, Sezione I della legge regionale 01 agosto 2005, n. 17 “Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro”. A tale fine la Regione promuove l’utilizzo integrato di risorse comunitarie, statali, regionali e, locali e di altra fonte e definisce programmi d’intervento diretti al contenimento delle quote di compartecipazione ai costi da parte delle famiglie ed alla riduzione degli ostacoli da questi rappresentati per l’estensione delle iscrizioni e della frequenza dei servizi.”»

(Respinto)

 

Emendamento 32, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 11, la lettera g) è riscritta secondo la seguente formulazione

“promuovono nell’ambito della gestione dei servizi educativi per la prima infanzia, l’innovazione metodologica, la diversità delle esperienze e dei modelli culturali, organizzativi e gestionali, la libera iniziativa di cittadini, comitati, famiglie, imprese, soggetti associativi e terzo settore”»

(Respinto)

 

Emendamento 33, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 13, dopo il comma 2, è inserito il seguente:

“2-bis. La concessione dei contributi di cui al comma 2, lettera b) è subordinata al vincolo di destinazione ai servizi della presente legge secondo i termini definiti all’articolo 27.”»

(Respinto)

 

Emendamento 34, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 16, al termine della lettera e) del comma 1, è inserito il testo seguente:

“e che, in ogni caso, prevedano l'utilizzo esclusivo di prodotti non contenenti alimenti geneticamente modificati e diano priorità all'utilizzo di prodotti ottenuti con metodi biologici”»

(Precluso)

 

Emendamento 35, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 16, nella lettera g) del comma 1, dopo le parole: “quota dell'orario di lavoro del personale”

è inserito il testo seguente: “non inferiore a quello dei pubblici dipendenti impiegati nei servizi di cui alla presente legge e comunque almeno”»

(Respinto)

 

Emendamento 36, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 16, dopo la lettera g) del comma 1, è inserita la seguente:

“g-bis) assicurare l’accesso ai bambini e alle bambine senza distinzione di sesso, religione, etnia e gruppo sociale, anche se di nazionalità straniera o apolidi, favorendo l’inserimento di bambini disabili o svantaggiati;”

(Respinto)

 

Emendamento 37, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 17, nel comma 1, le parole:

“e definire il relativo sistema di regolazione, istituisce l'accreditamento del servizio, basato sul percorso di valutazione della qualità, che sarà oggetto di apposita direttiva, ai sensi dell'art 1, comma 4”

sono sostituite dalle seguenti:

“istituisce l'accreditamento del servizio, come procedura per il riconoscimento di requisiti qualitativi essenziali metodologici, progettuali, di competenze, strumentali, gestionali ed organizzativi, indispensabili per realizzare i servizi della presente legge.”»

(Respinto)

 

Emendamento 38, a firma della consigliera Sensoli:

«Il comma 3 dell’articolo 17 è sostituito secondo la seguente formulazione:

“L'accreditamento è concesso dal Comune entro novanta giorni dalla data di presentazione della domanda da parte dei soggetti interessati, previo parere della Commissione tecnica di cui all'art. 22, motivando eventuali difformità da quest’ultimo. Decorso inutilmente tale termine, il provvedimento è adottato, secondo le medesime modalità, in via sostitutiva dalla Regione entro un termine non superiore ad ulteriori novanta giorni”»

(Respinto)

 

Emendamento 39, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 18, al comma 1, le parole:

“Il percorso di valutazione della qualità, ai fini dell'accreditamento, richiede”

Sono sostituite dalle seguenti:

“La valutazione della qualità, ai fini della concessione da parte dei Comuni dell'accreditamento, verifica”»

(Respinto)

 

Emendamento 40, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 18, al comma 1, la lettera c) è sostituita dalla seguente:

“c) assicurino al personale un numero di ore di formazione analogo a quello previsto per i dipendenti pubblici, anche favorendo, a tal fine, forme di partecipazione ai corsi di formazione permanente e ai progetti di qualificazione del servizio che vedano la collaborazione tra soggetti gestori diversi, pubblici e privati;”»

(Respinto)

 

Emendamento 41, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 18, dopo la lettera c) è inserita la seguente:

“c-bis) applichino al personale livelli retributivi e tutele contrattuali non inferiori a quelli del personale pubblico dipendente impiegato nei servizi di cui alla presente legge, ovvero, se migliorative, le condizioni previste da i contratti collettivi nazionali di settore sottoscritti dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente maggiormente rappresentativi a livello nazionale, secondo il profilo professionale di riferimento;”»

(Respinto)

 

Emendamento 42, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 27, nel comma 3, le parole

“la Giunta regionale stabilisce, in relazione alla residua durata del vincolo e all'ammontare del contributo erogato, la quota parte dello stesso che il soggetto beneficiario deve restituire alla Regione”

sono sostituite dalle seguenti

“il contributo concesso è interamente restituito alla Regione, previa rivalutazione”»

(Respinto)

 

Emendamento 43, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 27, al termine del comma 4, sono aggiunte le parole:

“, previo pare della competente commissione assembleare”»

(Respinto)

 

Emendamento 44, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 28, il comma 1 è sostituito secondo la seguente formulazione:

“1. Nel rispetto dei requisiti fissati dallo Stato per la determinazione dei profili professionali, il funzionamento dei servizi educativi per la prima infanzia è assicurato dal personale educatore e dal personale addetto ai servizi generali. Gli educatori dei servizi educativi per la prima infanzia sono dotati di laurea, coerenti con la tipologia di servizi della presente legge, le cui classi ed indirizzi sono definite dalla Giunta regionale, previo parere delle competenti commissioni assembleari.”»

(Respinto)

 

Emendamento 45, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 31, al comma 1 le parole:

“La Giunta regionale, con direttiva di cui all’art 1, comma 4, definisce, individuando margini di flessibilità organizzativa, il rapporto numerico tra personale educatore, personale addetto ai servizi generali, considerando nella determinazione del rapporto stesso:”

sono sostituite dalle seguenti

“L’Assemblea legislativa, con propria direttiva definisce, i rapporti numerici minimi tra bambini all’interno dei servizi educativi e: i) personale educatore, ii) personale addetto ai servizi generali, considerando nella determinazione del rapporto stesso:”»

(Respinto)

 

Emendamento 46, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 31, al comma 1, al termine della lettera b) è aggiunto il testo seguente:

“, garantendo per ogni classe la presenza di personale con formazione specifica per il riconoscimento precoce dei sintomi di patologie o disturbi mentali, cognitivi, dell’apprendimento o del comportamento, anche in riferimento allo spettro autistico”»

(Respinto)

 

Emendamento 47, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 31, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

“2. I rapporti numerici del comma 1, se peggiorativi di quelli in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, si applicano, nel caso di servizi svolti da soggetti privati accreditati, convenzionati con i Comuni o mediante procedura ad evidenza pubblica, solo successivamente alla scadenza dei relativi contratti.”»

(Respinto)

 

Emendamento 48, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 32, al comma 1, le parole:

“il cui indirizzo sarà stabilito con successiva direttiva, ai sensi dell’art 1, comma 4”

sono sostituite secondo la seguente formulazione:

“coerenti con la tipologia di servizi della presente legge, le cui classi ed indirizzi sono definite dalla Giunta regionale, previo parere delle competenti commissioni assembleari”»

(Respinto)

 

Emendamento 49, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 33, al comma 2, è eliminata la parola: “accreditati”»

(Respinto)

 

Emendamento 50, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 33, al comma 2, le parole:

“supporto al percorso di valutazione della qualità di cui all’art. 18”

sono sostituite dalle seguenti:

“supporto al monitoraggio e valutazione del progetto pedagogico dei servizi”»

(Respinto)

 

Emendamento 51, a firma della consigliera Sensoli:

«Nell’articolo 34, dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:

“3-ter. I soggetti gestori dell’articolo 5, comma 1 assicurano che il personale educatore, nonché il personale addetto ai servizi generali a contatto con i bambini sia in possesso degli attestati di formazione relativi ai corsi salva vita in età pediatrica, quali quelli relativi alla disostruzione o all’arresto cardiaco, rilasciati da enti autorizzati.”»

(Respinto)

 

Emendamento 52, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 35, nel comma 1, dopo la lettera a) è inserita la seguente:

“a-bis) andamento delle domande di iscrizione, in riferimento, almeno, alle richieste di iscrizione presentate, accolte, respinte, indicandone le motivazioni;»

(Respinto)

 

Emendamento 53, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 35, nel comma 1, dopo la lettera g) è inserita la seguente:

“h) autorizzazioni ed accreditamenti;»

(Respinto)

 

Emendamento 54, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 35, nel comma 1, dopo la lettera g) è inserita la seguente:

“i) contributi dell’articolo 13;”»

(Respinto)

 

Emendamento 55, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 35, nel comma 1, dopo la lettera g) è inserita la seguente:

“j) valutazione dei risultati conseguiti nel prosieguo del processo educativo, anche in riferimento ad eventuali differenze nell’inserimento nelle scuole primarie fra bambini frequentanti o non frequentanti i nidi d’infanzia;”»

(Respinto)

 

Emendamento 56, a firma della consigliera Sensoli:

«All’articolo 13, nel comma 2, al termine della lettera b) è aggiunto il testo seguente:

“, acquisito il parere della competente Commissione assembleare”»

(Respinto)

 

Emendamento 57, a firma del consigliere Bertani:

«Sostituisce l’emendamento 34.

La lettera e) del comma 1 nell’articolo 16 è modificata secondo la seguente formulazione:

“e) adottare, qualora vengano forniti uno o più pasti, una tabella dietetica approvata dall'Azienda unità sanitaria locale e prevedere procedure di acquisto degli alimenti che garantiscano il rispetto del DPR 7 aprile 1999, n. 128 "Regolamento recante norme per l'attuazione delle direttive 96/5/CE e 98/36/CE sugli alimenti a base di cereali e altri alimenti destinati a lattanti e bambini", che prevedano l'utilizzo esclusivo di prodotti non contenenti alimenti geneticamente modificati e diano priorità all'utilizzo di prodotti ottenuti con metodi biologici;”»

(Approvato)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

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