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139.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 20 GIUGNO 2017

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 3253

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Sostegno all'editoria locale». A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Boschini, Campedelli, Sabattini, Serri, Rontini, Caliandro, Lori, Montalti, Zappaterra, Poli, Zoffoli, Tarasconi, Bessi, Calvano, Ravaioli, Soncini, Cardinali, Molinari (63)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordini del giorno 3253/1/2 - oggetti 4834 e 4835 - Dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

TARASCONI (PD)

DELMONTE (LN)

SASSI (M5S)

FOTI (FdI)

TARASCONI (PD)

 

OGGETTO 4224

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Modifiche alle Leggi regionali 30 luglio 2013, n. 15, ad oggetto: “Semplificazione della disciplina edilizia” e 21 ottobre 2004, n. 23, ad oggetto: “Vigilanza e controllo dell'attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla Legge 24 novembre 2003, n. 326”» (64)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

PRUCCOLI, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Rainieri)

POMPIGNOLI, relatore di minoranza

GIBERTONI (M5S)

PRODI (Gruppo Misto)

FOTI (FdI)

IOTTI (PD)

PRUCCOLI (PD)

DONINI, assessore

FOTI (FdI)

PRUCCOLI (PD)

FOTI (FdI)

FOTI (FdI)

PRUCCOLI (PD)

PRUCCOLI (PD)

POMPIGNOLI (LN)

SASSI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 3253 - 4224

Emendamenti oggetti 4834 - 4224

Comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 14,50

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centotrentanovesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Sono assenti giustificati la vicepresidente della Giunta Gualmini, l’assessore Bianchi e il consigliere Paruolo.

Riprendiamo i nostri lavori appena ci saranno le presenze, visto che procediamo con il voto. Quindi, sospendo la seduta.

 

(La seduta, sospesa alle ore 14,52, è ripresa alle ore 14,56)

 

OGGETTO 3253

Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Sostegno all'editoria locale». A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Boschini, Campedelli, Sabattini, Serri, Rontini, Caliandro, Lori, Montalti, Zappaterra, Poli, Zoffoli, Tarasconi, Bessi, Calvano, Ravaioli, Soncini, Cardinali, Molinari (63)

(Dichiarazioni di voto e approvazione)

(Ordini del giorno 3253/1/2 - oggetti 4834 e 4835 - Dichiarazioni di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Riprendiamo la seduta, che era stata sospesa.

Ricordo che nella seduta antimeridiana sono stati votati gli articoli e i relativi emendamenti dell’oggetto 3253, progetto di legge a sostegno all’editoria locale.

Sull’oggetto sono pervenuti due ordini del giorno. Il primo è l’ordine del giorno 3253/1, a firma dei consiglieri Tarasconi, Zoffoli, Cardinali, Montalti, Campedelli, Zappaterra, Bessi, Lori, Molinari, Pruccoli, Rontini, Soncini, Serri, Ravaioli. Su tale ordine del giorno è stato presentato un emendamento a firma dei consiglieri Torri, Prodi e Taruffi.

Il secondo è l’ordine del giorno 3253/2, a firma dei consiglieri Calvano, Pruccoli, Zappaterra, Serri, Ravaioli, Sabattini.

Ora ci si può iscrivere per le dichiarazioni di voto congiunte sugli ordini del giorno e sul progetto di legge.

Prego, consigliera Tarasconi, ha la parola.

 

TARASCONI: Grazie, presidente.

Ci tengo a dire due cose rispetto a questo ordine del giorno. Perché abbiamo presentato quest’ordine del giorno collegato al progetto di legge sull’editoria locale? Perché si avverte da parte di tutti il clima di mancanza di fiducia non solo nei confronti della politica, ma verso le Istituzioni in generale, cioè verso tutto ciò che una volta era considerato autorevole e attendibile. Tra coloro che soffrono di questa situazione ci sono anche i giornalisti e, di conseguenza, i giornali per cui scrivono, che sono gli erogatori dell’informazione cosiddetta ufficiale. Per informazione ufficiale si intende quella prodotta dai professionisti dell’informazione. Lo specifico perché se, da una parte, con l’avvento di Facebook, Twitter, blog di qualsivoglia genere gli internauti hanno scoperto formidabili strumenti di espressione, dall’altra stiamo sperimentando il fatto che le persone fanno informazione senza che sia il loro mestiere, senza saperlo fare, ma la fanno, e questa circostanza produce notizie e genera verità che, poi, verità non sono.

Quindi, accanto alle indubbie potenzialità di questi strumenti, stiamo anche assistendo al verificarsi di alcuni meccanismi distorsivi che regolano la diffusione delle notizie sui social media e sui motori di ricerca. Mi riferisco alle fake news ovviamente, che alla lettera significa notizie contraffatte, e al fenomeno delle filter bubble, cioè un isolamento intellettuale in quella che è intesa come una bolla di informazioni filtrate e, quindi, omogenee, che rischiano di manipolare e influenzare l’opinione pubblica.

In virtù di questi meccanismi, è possibile orchestrare campagne informative malevole, con specifici obiettivi, che possono essere economici, sociali, politici o finanziari. Ci sarebbero tantissimi esempi. Ne cito uno che riguarda da vicino non solo quello sulle vaccinazioni dei bambini in generale, e abbiamo visto che cosa hanno generato notizie prive di fondamento scientifico, e mi riferisco alla bufala di circa un mese fa dal titolo “In Riviera solo bambini vaccinati”, che poi gli assessori Venturi e Corsini hanno dovuto smentire, così come denuncia la Repubblica in questo articolo che ho ora tra le mani. Tim Berners-Lee, indicato come inventore del web, in un’intervista del marzo scorso al giornale The Guardian denunciava proprio questo, descrivendo il web come un posto in cui disinformazione o false notizie talvolta sorprendenti e scioccanti, o concepite per richiamare le nostre propensioni, possono diffondersi a macchia d’olio. Si tratta di dinamiche che, nella maggior parte dei casi, vengono sfruttate in modo consapevole, sistematico e scientifico per ottenere vantaggi di natura economica, ma a volte anche politica da parte degli attori più vari.

Ancora, proseguendo sulla scia della cronaca dell’ultimo anno, penso alle campagne elettorali di USA e Francia, in merito alle quali la rete è diventata un vero e proprio campo di guerra: false notizie contro verità. Leaks e account automatizzati sono tutti elementi di un panorama con il quale abbiamo ormai imparato a fare i conti.

Analogamente le fake news corrono sul filo di WhatsApp, un altro strumento di comunicazione che si sta rivelando molto influente essendo assai facile e soprattutto immediato…

 

PRESIDENTE (Saliera): Scusi se la interrompo un secondo. Non so se è chiaro: lei sta intervenendo…

 

TARASCONI: Io ho provato a dirglielo, presidente, però lei mi ha detto “no, no, vada pure”, quindi io sono intervenuta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Sia sull’ordine del giorno che come dichiarazione di voto sulla legge.

 

TARASCONI: Va bene. D’accordo.

Parlavo di WhatsApp. Sono ormai ricorrenti i casi di allerta da truffe inesistenti e notizie mendaci, che generano allarmismo e preoccupazione, come nel caso del G7 a Bari dello scorso maggio. Da WhatsApp ai social network si sono divulgate false segnalazioni di scontri violenti, che in realtà non si sono mai verificati.

Cito un altro caso, che riguarda il terremoto del Centro Italia nell’agosto scorso. Ha circolato ampiamente, suscitando grande scalpore, una notizia palesemente infondata secondo cui la magnitudo ufficiale delle scosse sarebbe stata alterata per evitare allo Stato di pagare i danni. Questo è forse l’esempio più rappresentativo di come una falsa notizia, anche solamente allo scopo di raccogliere quel “clic”, che è fonte di guadagno, possa fare leva sulle paure delle persone, creare allarmismi e minare il rapporto di fiducia, evidentemente già fragile, con autorità e Istituzioni.

La fiducia reciproca è forse il capitale più grande di cui un Paese possa disporre, è la fiducia in un contesto di leggi condivise e accettate, è la fiducia nel fatto che le Istituzioni operino per il bene comune.

Con questo ordine del giorno chiediamo alla Regione di inaugurare un nuovo impegno sul fronte dell’educazione alla comunicazione, quello di contribuire a creare nuove e solide basi di fiducia reciproca, promovendo l’educazione all’uso e consumo consapevole dei media attraverso l’acquisizione di uno spirito critico da parte di tutti, in modo da comprendere l’importanza e l’autorevolezza delle fonti dalle quali si attinge un’informazione, che è un bene primario per la libertà di pensiero e democrazia del nostro Paese, supportando e collaborando con organizzazioni indipendenti impegnate per rendere più trasparenti le dinamiche della diffusione delle informazioni su internet, come le organizzazioni che si occupano di fact checking, chiedendo al Governo di intervenire per far sì che anche in Italia, come già avviene in Germania e in Francia, i grandi social network e i grandi operatori di internet implementino strumenti utili a contrastare la diffusione di false notizie e a sanzionare in termini di reputazione e di redditività gli attori che le diffondono.

Crediamo che la Regione Emilia-Romagna, che è la prima regione in Italia per capacità di supercalcolo e che sta investendo in ricerca e innovazione con l’obiettivo di diventare un hub europeo della ricerca, possa e debba prendere l’iniziativa in questo campo, che è in pieno sviluppo, e investire ancora una volta sul proprio capitale umano per ottenere una maggiore e più matura consapevolezza dei processi nei quali siamo coinvolti.

La dichiarazione di voto è, ovviamente, favorevole. Chiedo scusa se ho provato prima a dire che volevo aspettare per l’ordine del giorno. In ogni caso il tema è strettamente collegato alla legge sull’editoria, perché la stragrande maggioranza delle fake news parte dai giornali on-line e dai social network.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Tarasconi.

Consigliere Delmonte, prego, ha la parola.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Faccio la dichiarazione di voto in merito al provvedimento di legge, ma anche a questo ordine del giorno riguardante le fake news. Proprio da questo comincio annunciando già il nostro voto favorevole per l’importanza che, secondo noi, riveste questo ordine del giorno. Peccato, perché è un’occasione persa quella di non inserire in legge qualcosa che riguardasse già questo argomento. Pur nella difficoltà dei controlli, sarebbe stato opportuno inserire come requisito minimo per poter accedere ai finanziamenti la prerogativa di non essere tra coloro che sviluppano queste fake news, che ormai sono diventate un business enorme.

È uscito un report qualche mese fa che parlava addirittura di cifre. C’è proprio un listino prezzi per le fake news. Ad esempio, generare fake news per rovinare una persona costa 50.000 dollari. Questo era un listino prezzi uscito da un grande report. Tuttavia, è un business che continua a crescere e che in Italia sta trovando veramente grande forza. Addirittura ci sono dei listini per comprare delle macchine, per mettere dei like, per generare delle news, per generare traffico, e tutto questo va a danno di quella editoria, di quel giornalismo che è definibile come giornalismo vero.

Questo, secondo noi, è un punto importante, che, ripeto, sarebbe stato opportuno inserire in legge. Non ci si è riusciti evidentemente per le difficoltà che si incontrano nel verificare quali sono le fake news e soprattutto nel controllarle.

Mi ha fatto piacere sentir prima parlare di filter bubble, anche se questo è un tema molto più grosso di quello che riguarda l’editoria, perché fondamentalmente Facebook è la filter bubble fondamentalmente, perché tutti noi teniamo sulla nostra bacheca Facebook esclusivamente ciò che ci interessa tecnicamente e non vediamo mai un’opinione diversa dalla nostra, o perlomeno è molto difficile che accada. Questo perché alla base c’è un meccanismo che porta a essere legati, a essere amici, a essere coinvolti nei post che più ci piacciono, perché quello è il meccanismo che fa guadagnare oggi i social network.

Noi, quindi, voteremo convintamente a favore dell’ordine del giorno a firma della consigliera Tarasconi. Invece, ci asterremo sull’altro ordine del giorno, così come ci asterremo sul progetto di legge, e riepilogo brevemente le motivazioni che ci portano a esprimere un voto di astensione.

Ribadisco il nostro parere favorevole su tutto l’aspetto occupazionale, magari prevedendo anche aiuti con finanziamenti pubblici, perché non siamo contrari e non abbiamo mai avuto una contrarietà a prescindere, come invece ha detto il consigliere Bertani durante la discussione. Del resto, noi abbiamo criticato certi utilizzi dei finanziamenti pubblici, non il finanziamento pubblico in sé.

Da questo punto di vista, però, all’interno di questa legge, pur trovando favorevolmente l’aspetto innovativo del web e delle piattaforme, troviamo una genericità nel trattare l’aspetto del web, che secondo me fa danno al reale giornalismo on-line. Come ho detto prima, abbiamo trovato in troppi punti un paragone tra siti web generici e testate on-line, cose che non possono essere definite la stessa cosa, non almeno in una legge che tratta di editoria locale.

Abbiamo visto che la clausola valutativa, che chiedevamo potesse essere cambiata e accorciata per permetterci di valutare meglio l’applicabilità di questa legge, non è stata ridotta. Soprattutto non troviamo nessuna certezza sul quantum finanziario della norma. Non sappiamo quanto verrà finanziata. Prima, durante l’intervista, loro hanno detto a noi che probabilmente verranno stanziati 400.000 euro. Pensate, lo sanno i giornalisti, mentre noi non lo sappiamo. Comunque, rimangono parole, perché la Giunta ha ricevuto troppe deleghe, secondo me, da questa legge per poter indicare i nuovi requisiti, definire la gestione dei bandi e stabilire l’ammontare del finanziamento.

Tutti questi motivi ci portano all’astensione, pur ribadendo quello che per noi è un concetto fondamentale, vale a dire che è necessario lasciare massima libertà di espressione e massima libertà di stampa, che sono garantite dalla pluralità delle testate giornalistiche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

Consigliere Sassi, prego.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Francamente pensavo di aver ascoltato diverse castronerie questa mattina, ma nel pomeriggio ho sentito quella più grossa. Spero soltanto di aver capito male. In sostanza, con questo ordine del giorno, nella parte finale, si chiede di identificare strumenti e meccanismi atti a limitare la diffusione di notizie false nel rispetto della libertà di informazione. In altre parole, nel rispetto della libertà di informazione si mette un bavaglio. Questo è il punto. Si filtrano le notizie che si ritengono false, bene. Ma chi lo decide? A me sta bene capire cosa sia falso e cosa sia vero, perché è la prima cosa che faccio, ma chi lo decide? Questo, a mio avviso, è mettere un bavaglio. Poi, voi fate come volete.

Cito: “L’informazione in rete può essere vera o falsa, o entrambe le cose, ma in rete è impossibile sostenere una menzogna per lungo tempo”. Ritengo che questo concetto sia assolutamente vero, ma sta poi alle persone discernere. Questo lo diceva Gianroberto Casaleggio, il quale sosteneva anche che l’editoria classica, se non si evolve, tende a morire, ed è quello che sta succedendo, altrimenti non proporreste di finanziare ancora l’editoria, settore che attraversa una forte crisi, di cui però sarebbe opportuno capire le origini.

Questa mattina ho sentito dire che è preoccupante quando una voce di informazione si spegne. Ma è più preoccupante non chiedersi perché si spegne. Ci sono certamente dei motivi che portano allo spegnimento di una voce. Ci possono anche essere degli incompetenti in giro. Non è che uno, perché fa il giornalista, debba essere tutelato come un panda. Può anche essere uno che non sa fare il suo mestiere. Capita. Quindi, occorre analizzarne i motivi. È sempre un male che si spenga una voce di informazione, ma è fondamentale capire i motivi che ne hanno comportato lo spegnimento.

Ancora, ho sentito dire che c’è il timore che, in mancanza di questo tipo di normative, ci possano essere le lobby. Non ci sono mecenati che sostengono l’editoria, ma in compenso ci sono i partiti, a quanto vedo.

I lettori dovrebbero avere la capacità di capire e valutare le testate giornalistiche comprando i quotidiani in edicola e vagliando chi prende soldi pubblici e lavora bene e chi prende soldi pubblici e lavora male. Il problema è che sui giornali non è scritto chi prende soldi pubblici. C’è solo una testata nazionale che dichiara di non prendere soldi pubblici. Tutti gli altri non lo dicono. Quindi, come si fa a scegliere, visto che penso che ognuno abbia una propria vita e non abbia tempo di seguire tutte queste robe? Si dovrebbe intervenire per renderglielo facile, ma così non è.

Inoltre, ho sentito dire che “L’alimento umano - cito - è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un’alimentazione migliore, poiché l’uomo è ciò che mangia". Questa famosa frase, scritta da un grande filosofo tedesco, è alla base del pensiero progressista moderno. Ebbene, se io mangio in misura rilevante, attualmente e abitualmente, e allungo sempre soldi pubblici, sarò legato a chi mi nutre e ne dipenderò. Questo è il pensiero che ci spinge a pensare che un’operazione di questo genere non ha senso se non è finalizzata a un’evoluzione degli strumenti canonici di comunicazione, che certamente non si possono configurare con questo ordine del giorno, che nella prima parte dell’impegno è pure condivisibile, ma nella seconda è assolutamente da rigettare. Io non ci penso neanche a mettere in piedi una roba tale che consenta a qualcuno di definire, in modo automatico, in modo semiautomatico o in modo manuale - non so in che modo -, se una notizia è falsa o vera. A questo punto, la stessa cosa mi piacerebbe che venisse fatta sulla carta stampata e la televisione. Del resto, le fake news non nascono sempre dalla rete, come diceva la consigliera Tarasconi, ma molto spesso vengono fuori dalla carta stampata e dalle agenzie - guarda caso - e poi vengono rilanciate in rete. Però, su quelle il filtro non c’è, perché una volta che hai stampato hai stampato. Tant’è che, quando ci sono i presupposti, tocca andare anche con gli avvocati. Lì non c’è nessun filtro, però lo vogliamo mettere sulla rete.

È molto tempo ormai che si tenta questo tipo di approccio alla rete, alle fake news, che fanno cattiva informazione. Poi son convinto anch’io che esista un listino da qualche parte di qualche informatico o di qualche azienda che si presta a produrre fake news per distruggere una certa azienda, un certo prodotto o una certa persona, ma queste vanno combattute con la legge ordinaria.

In conclusione, ribadisco il nostro voto contrario all’ordine del giorno e al progetto di legge, che riteniamo assolutamente fuori tempo e fuori luogo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Presidente, intervengo per dire che sotto il profilo dell’articolato e della legge per come esce, pur con tutte le riserve, anch’io sono orientato a un voto di astensione, augurandomi che quegli emendamenti che sono stati respinti possano ottenere in futuro una motivazione congrua, nel senso che si dimostri che non occorrevano alla legge e non occorreva la loro approvazione per rendere la legge più trasparente.

Debbo dire che, comunque, un passo viene compiuto in un settore che è in crisi, un settore che è importante per questo nostro Paese e anche per questa nostra regione, che ha avuto in passato e ha dato i natali anche a importanti giornalisti e scrittori. Ne ricordo uno per tutti, che mi pare a tutti gli effetti bolognese: Piero Buscaroli.

Con riferimento all’ordine del giorno della collega Tarasconi, mi preme sottolineare che effettivamente quello delle fake news è un tema molto importante. Forse l’ha inventato la politica anche, perché capita anche di trovarsi molto spesso vittima di fake news che non sono qualificate come fake news, ma sono frutto di fervida fantasia e di invenzione.

Io penso che purtroppo, anche per far ristabilire la verità dei fatti sui social network, vi siano procedure talmente difficili che la persona è disarmata, perché deve compilare una serie di richieste nelle quali deve asserire qual è la motivazione per la quale si sente, ad esempio, offeso. Ma diventa difficile far capire a un interlocutore che non si ha davanti, ma si hanno a disposizione soltanto alcune caselline alternative l’una con l’altra, qual è la motivazione reale. Personalmente ci ho rinunciato. Anche perché, del resto, chi semina vento in genere è avvezzo a raccogliere tempesta. Quindi, sotto questo profilo più ne sparano e meno ne ottengono, in tutti i campi. Ci manca soltanto che scrivano che sono il figlio naturale del Duce e poi le hanno scritte tutte in questi giorni. Comunque, aggiungo molto tranquillamente che me ne frego.

 

(interruzioni)

 

Certo. Se non altro mi pare la risposta più adeguata.

Debbo dire anche che mi è capitato di trovare dei post di candidati del PD dove, ad esempio, per aver fatto il parlamentare dal 1996 ti senti dire che non hai fatto una mazza dal 1996, e uso “una mazza” per essere fine. Io capisco che vi siano in alcuni casi dei grossi problemi di identità, perché a volte capita che chi scrive si misuri con il metro dei propri compagni di partito, che probabilmente dei curriculum molto ampi sotto il profilo dell’attività parlamentare non ne hanno mai mostrati, ma a tacere di queste cose che più che di Alessandria d’Egitto al massimo sono di Alessandrini Giorgio, comunque a prescindere da questo, penso effettivamente che il problema vero sia assicurarsi un minimo di palestra dove potere ottenere giustizia. D’altronde, se uno si rivolge al giudice ordinario, in questo caso si trova in un mare di problemi che non finiscono più: eccepiscono chi è colui il quale ha la responsabilità del social, eccepiscono che non si sa se il profilo sia o meno quello vero. Insomma, bisogna mobilitare la Polizia postale, che dovrebbe essere utilizzata per altre e miglior cose. Ecco, io penso che il tema sia effettivamente un tema serio, ma è un tema talmente serio che eviterei di scomodare le elezioni americane o il referendum per dire che li hanno condizionati perché, ahimè, quando votano milioni di elettori e votano in un certo modo non penso che lo facciano per le fake news, ma nella piena convinzione di quello che stanno facendo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Non ho altri prenotati come dichiarazione di voto. Quindi, chiudiamo le dichiarazioni di voto.

Nomino gli scrutatori. Confermo i consiglieri Cardinali, Poli e Sassi.

Procediamo alla votazione dell’emendamento all’ordine del giorno.

Prima di procedere alla votazione, chiedo il consenso alla consigliera Tarasconi per mettere in votazione l’emendamento.

 

TARASCONI: Sì, presidente, sono d’accordo con l’emendamento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Bene. Grazie, consigliera Tarasconi.

Metto in votazione per alzata di mano l’emendamento 1, all’ordine del giorno 3253/1 oggetto 4834, a firma dei consiglieri Taruffi, Prodi, Torri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’emendamento 1 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3253/1, oggetto 4834, a firma della consigliera Tarasconi ed altri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 3253/1, oggetto 4834, è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 3253/2, oggetto 4835, a firma del consigliere Calvano ed altri.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 3253/2, oggetto 4835, è approvato.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 3253, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

43

Assenti

 

7

Votanti

 

42

Favorevoli

 

29

Contrari

 

4

Astenuti

9

 

PRESIDENTE (Saliera): Proclamo approvata la legge riguardante «Sostegno all’editoria locale».

 

OGGETTO 4224

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: «Modifiche alle Leggi regionali 30 luglio 2013, n. 15, ad oggetto: “Semplificazione della disciplina edilizia” e 21 ottobre 2004, n. 23, ad oggetto: “Vigilanza e controllo dell’attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all’articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla Legge 24 novembre 2003, n. 326”» (64)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo ora con l’oggetto 4224: Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: «Modifiche alle Leggi regionali 30 luglio 2013, n. 15, ad oggetto: “Semplificazione della disciplina edilizia” e 21 ottobre 2004, n. 23, ad oggetto: “Vigilanza e controllo dell’attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all’articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla Legge 24 novembre 2003, n. 326”».

Il testo n. 2/2017 è stato licenziato dalla Commissione Territorio Ambiente Mobilità nella seduta dell’8 giugno 2017 con il seguente titolo: “Modifiche alla legge regionale 30 luglio 2013, n. 15 (Semplificazione della disciplina edilizia) e alla legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23 (Vigilanza e controllo dell’attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all’articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla legge 24 novembre 2003, n. 326)”.

Il progetto di legge è composto da 39 articoli e da scheda tecnico-finanziaria.

Il relatore della Commissione, consigliere Giorgio Pruccoli, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Massimiliano Pompignoli, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Su tale oggetto insistono, al momento, quattordici proposte di emendamento: cinque a firma del consigliere Foti; due a firma dei consiglieri Bignami e Aimi; una a firma del consigliere Pruccoli; due a firma dei consiglieri Prodi e Alleva; quattro a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva.

Ora la parola al relatore della Commissione, consigliere Giorgio Pruccoli, che ha a disposizione venti minuti. Prego.

 

PRUCCOLI, relatore della Commissione: Grazie, presidente.

Questo progetto di legge arriva in aula a quattro anni più o meno esatti dalla legge n. 15/2013, che già si poneva il tema della semplificazione in termini di edilizia soprattutto a livello procedurale. Ebbene, con questo progetto di legge si procede in questa direzione, anche se questa è la parte che è stata estrapolata dal progetto di legge più ampio, quello relativo all’uso del territorio e, quindi, alla disciplina urbanistica in senso più generale, che invece arriverà più avanti e sarà oggetto di discussione in Commissione nei prossimi mesi. In questo testo, dunque, rientra tutto il pacchetto normativo di adeguamento rispetto alla normativa nazionale, che si è preferito mettere su una corsia più accelerata. Anche perché va detto che c’è un settore in crisi. Qui non stiamo parlando di un qualcosa che attiene al settore immobiliare e, quindi, all’immobiliarismo, ma stiamo parlando del settore edile, della parte artigiana dell’edilizia, che è un settore in crisi, che è un settore economico comunque importante che è in difficoltà e che appunto non va confuso con il resto, con tutta la parte che è più a rischio speculativo a danno del territorio, di cui non ci occupiamo oggi, ma ce ne occuperemo in futuro con l’oggetto 4223, che parla appunto di pianificazione. Quindi, rivitalizzare gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, semplificando, pur senza perdere il timone dell’Amministrazione pubblica, in questa fase storica è un elemento necessario e contingente.

Il lavoro è stato portato avanti da parte della nostra Regione in Conferenza Stato-Regioni e ha visto l’Emilia-Romagna protagonista. La legge n. 15 è stata spesso mutuata e utilizzata come riferimento all’interno di quel tavolo di lavoro, così come anche il testo finale e soprattutto il pacchetto di emendamenti recentemente approvato in Commissione fanno parte di un’elaborazione più o meno condivisa, ma comunque largamente esaminata assieme al tavolo di coordinamento, che oltre alla Regione vedeva protagoniste le Amministrazioni locali e gli ordini professionali.

Dall’aggiornamento della disciplina, della regolamentazione e della legislazione nazionale deriva la necessità dell’adeguamento e del recepimento della legge che ci accingiamo ad approvare noi, oggi, in armonizzazione appunto con il quadro nazionale stesso.

Tra gli elementi caratterizzanti che vado a richiamare per sommi capi – poi ci sarà modo, magari durante la discussione dell’articolato, di entrare più nel merito – c’è il rafforzamento dello sportello unico per l’edilizia che diventa l’interlocutore unico del cittadino, e quindi evidentemente anche degli ordini professionali che il cittadino va ad incaricare, e che assume in maniera definitiva i compiti di controllo, con tempi e quantità certi, definiti dalla legge.

Sta in capo allo sportello unico per l’edilizia anche l’acquisizione della comunicazione antimafia, che sarà uno dei pilastri della prossima legge urbanistica; anche questa già ampiamente presentata sia sui territori, che all’interno della III Commissione competente.

Sarà possibile anche, per quello che riguarda i compiti di controllo, per gli sportelli unici, avvalersi – questa è una delle cose che abbiamo inserito all’interno degli emendamenti e recentemente in Commissione – di apporti di professionisti esterni che provengano da fuori Comune e non dai Comuni contermini.

Un’altra delle cose importanti è che stiamo parlando di una modulistica ridotta e unificata rispetto al passato; questo a semplificare molto. È chiaro che lo schema resta molto simile, molto vicino a quello già impostato dalla legge n. 15, però il numero dei moduli complessivamente si riduce e viene unificato.

Per la prima volta si parla di un Regolamento edilizio tipo, che andrà a contenere l’indice obbligatorio delle norme regolamentari comunali, per facilitarne la consultazione, e al suo interno ci saranno le definizioni e i requisiti tecnici uniformi in tutti i Comuni della Regione.

Arriviamo alle definizioni uniformi, mentre sappiamo bene che – ahinoi – sia il cittadino, che i professionisti, erano obbligati a muoversi tra superficie utile, superficie calpestabile, superficie residenziale, non residenziale, accessoria eccetera eccetera. Per la prima volta, andiamo a definire i termini e parleremo tutti la stessa lingua all’interno della medesima Regione.

Un altro punto qualificante della legge è quello dell’agibilità mediante SCIA, quindi non è più un provvedimento comunale che porta i fabbricati in agibilità, ma con una semplificazione della disciplina, dell’agibilità stessa, gli edifici saranno sottoposti, per effetto di una nuova legge, ad una mera segnalazione dell’interessato, il quale evidentemente, con tutta una serie di autodichiarazioni, deve far quadrare la modulistica della SCIA predisposta.

Ovviamente questo va nella direzione di accelerare, agevolare e stare al passo con i tempi da parte della pubblica amministrazione, la gestione informatica delle pratiche edilizie sulla piattaforma Sider. È una piattaforma unica e digitale che servirà per la presentazione in forma telematica delle pratiche edilizie e per la gestione di tutti gli atti conseguenti e relativi.

Questa legge porta anche ad una riduzione dei costi, perché contiene al proprio interno un ampliamento dell’esonero dal costo di costruzione di alcune categorie di lavoro, che precedentemente invece vi erano assoggettate.

Ci sono maggiori facilitazioni per allineare lo stato di fatto, qualora questo presenti lievi difformità rispetto allo stato legittimato. Questo è uno dei nodi che abbiamo affrontato anche approvando una mia risoluzione in Commissione, che ha limitato molto, purtroppo, l’accesso di tanti privati per piccole cose, anche a livello spesso inconsapevole da parte del proprietario, per piccoli disallineamenti che facevano parte di un modus operandi e che hanno limitato spesso anche il pieno esplicarsi delle cose buone che contengono le leggi sulle agevolazioni fiscali, sul bonus fiscale del 50 per cento e del 65 per cento.

Andando nella direzione, con la legge successiva nostra, ma anche con il decreto Casa Italia, di provare a lanciare una campagna di adeguamento e di miglioramento sismico sui fabbricati esistenti, va da sé che non possiamo pensare e rischiare che queste cose vengano inficiate da piccolissime questioni che invece diventano grandi per il cittadino, che non fanno decollare, non fanno partire lavori, che invece sarebbero importanti, e che spesso, col senno di poi, potevano anche evitare dei problemi e dei disastri sul territorio.

C’è un rilancio complessivo della Conferenza dei servizi, che è uno strumento al quale siamo già abituati all’interno della nostra Regione, ma che viene visto anche come momento di confronto preventivo tra la parte istante e la pubblica amministrazione, talché si possa provare in quella dimensione, ancora in quella fase e in quel momento, a verificare quali possono essere i punti di criticità della iniziativa che il privato ha intenzione di proporre alla parte pubblica.

Sono importanti poi – anche questo faceva parte del pacchetto di emendamenti che abbiamo approvato recentemente – le proroghe dei titoli edilizi.

Parlando per esperienza diretta da Sindaco, pur avendo attraversato solo alcuni anni della crisi più buia e più nera che ha interessato le nostre famiglie e i nostri concittadini, posso dire che iniziative partite con un certo tipo di favore economico, che riguardavano quel nucleo familiare, nel tempo sono andate ad inciampare in difficoltà sopraggiunte, che si andavano ulteriormente a sommare a difficoltà erano già notevoli, con la necessita di dover gestire o contingentare i tempi e senza la facoltà di prorogare i termini per l’esecuzione o per l’avvio dei lavori stessi.

Credo che questo sia un pacchetto di norme che riguardano una disciplina molto molto tecnica, neanche semplicissima da raccontare, soprattutto per chi non ha mai sfiorato la tematica, però spero di essere riuscito a dare l’idea che c’è una volontà di andare nella direzione di sciogliere un po’ una diffidenza che spesso ha connotato la pubblica amministrazione, soprattutto dal punto di vista dei permessi da rilasciare nei confronti della cittadinanza e dei liberi professionisti, degli ordini professionali che invece hanno partecipato, insieme a questa Regione, alla elaborazione sia della legge che della parte modulistica.

Pensiamo dunque che sia stato svolto un buon lavoro di raccordo e va dato atto che l’Assessorato su questo ha iniziato e completato un percorso davvero lungo, di ampia condivisione e di ampia concertazione, ovviamente per quanto più possibile questo fosse.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Do la parola al relatore di minoranza, consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Passiamo all’esame di questo testo. È un progetto di legge molto complicato che riguarda un settore in crisi. Oggi è il giorno dei progetti di legge per i settori in crisi: l’edilizia è un settore in crisi, l’editoria è un settore in crisi. Si mette mano ai settori in crisi, anche se qui si dice che fondamentalmente tutto va bene, ma in realtà forse così non è.

A prescindere da queste considerazioni, il testo che andiamo ad affrontare, come diceva il consigliere Pruccoli, è molto tecnico. È un testo che ha avuto una gestazione di diversi mesi, come si diceva. È stato portato all’attenzione di tutti gli ordini professionali, di tutti gli stakeholders che sono intervenuti in applicazione in questa normativa, presupponendo e proponendo delle osservazioni e degli emendamenti. È stato un testo, come dicevo, con una gestazione enorme e con un passaggio in Commissione, udienze conoscitive e una votazione dell’articolato abbastanza breve.

Si diceva che si è scelto di staccare i due procedimenti relativi all’edilizia da una parte e all’urbanistica dall’altra, anche perché il testo fondamentalmente va ad applicare quelle che sono le modifiche nazionali alla normativa e quindi la legge n. 15 del 2013; diverso ragionamento sarà sicuramente quello per il testo sull’urbanistica che ha interventi più prettamente politici che tecnici e che affronteremo dopo l’estate.

Come dicevo, sul testo di edilizia ci sono state poche osservazioni, poche riflessioni da parte di tutti i soggetti interessati. È sicuramente un testo che risente delle modifiche nazionali, successive alla legge del 2013. In particolare ci sono stati interventi normativi statali, che vanno dalla legge n. 164 del 2014 che ha ridefinito la consistenza della ristrutturazione edilizia, dell’attività libero edilizia e i relativi procedimenti amministrativi.

Si passa poi al decreto legislativo del 2016, che delegava in materia di assegnazioni e certificazione di inizio attività, cioè della SCIA, dalla legge Madia, alla Conferenza Stato-Regioni, come il consigliere Pruccoli diceva.

Questi interventi, successivi alla emanazione della legge regionale n. 15 del 2013, hanno fatto sì che allo stato attuale si doveva porre rimedio alle norme che erano inserite appunto in questa normativa regionale di recepimento delle norme statali.

Il testo è costituito appunto da 39 articoli. Non li vado ad elencare, perché avremo modo, in sede di votazione dell’articolato, di entrare più nel merito del progetto di legge. Chiaro è che, essendo, come si diceva inizialmente, un progetto di legge molto tecnico, si andranno a evidenziare nello specifico le problematiche inserite al suo interno.

Su questo progetto di legge rilevo due osservazioni degne di nota. In particolar modo, si vuole –  già la legge n. 15 del 2013 lo faceva, in un certo senso –  uniformare la modulistica degli operatori del settore, che si andrà a presentare negli uffici comunali e amministrativi, e semplificare il procedimento amministrativo.

Quello che è emerso durante l’audizione, in particolar modo attraverso i colloqui che vengono fatti con i tecnici, più che altro operatori del settore, come architetti, ingegneri, piuttosto che geometri, è la differente interpretazione delle norme a seconda del Comune in cui uno risiede. Questo è un problema atavico. È normale che purtroppo, in un sistema italiano che si basa sulla interpretazione e non sull’applicazione delle norme, ogni Comune interpreta e applica le norme a seconda del proprio piacimento.

Questa legge dovrebbe teoricamente andare a semplificare il procedimento amministrativo, la modulistica di presentazione delle domande e dei permessi di costruire, piuttosto che delle SCIA, delle CILA, eccetera. Chiaro è che oggi non siamo in grado di capire se questa legge andrà effettivamente a dare un quadro uniforme a livello regionale.

Non si vuole che ad esempio a Piacenza io possa presentare un determinato permesso di costruire e il Comune o l’ente a cui lo presento mi risponde in un determinato modo, e a Rimini invece in un altro. Si dovrebbe arrivare ad una univoca interpretazione, per evitare quella discrezionalità che molto spesso gli uffici tecnici, abilitati a ricevere queste domande, hanno nella gestione delle pratiche edilizie.

Su questo ovviamente occorre porre notevole attenzione e far sì che tutti i procedimenti amministrativi che vengono posti in essere siano uguali per tutti, a prescindere dai Comuni e non a seconda di chi li presenta. Questo aspetto deve sicuramente essere attenzionato. È stato sottoposto anche ai relatori e al sottoscritto, per cui è evidente che questa legge avrà un periodo di applicazione, rispetto al quale capiremo e vedremo se effettivamente arriveremo ad una uniformazione sia di modulistica, che di interpretazione degli uffici tecnici, da Piacenza a Rimini uguale per tutti.

L’altro aspetto degno di rilievo di questa legge è sicuramente l’applicazione dell’articolo 38, cioè della “sanatoria”, consentitemi il termine, di quelle che possono essere le piccole difformità. Parliamo di una sanatoria che da un certo punto di vista è sicuramente giusta e necessaria, volta cioè a cercare di uniformare e sanare quei vizi tra lo stato di fatto e lo stato di diritto.

Molto spesso ci troviamo nella condizione di avere edifici di vecchia data che hanno una piantina catastale difforme dallo stato reale del luogo ed evidentemente è necessario porre un rimedio e un’attenzione proprio su questo aspetto.

Chiaro è che, così come formulato l’articolo con il quale si cerca di porre rimedio a questa situazione, lascia a mio avviso la discrezionalità di cui si diceva prima di applicazione di questa norma, anche perché qui parliamo di irregolarità di modesta entità – è stato introdotto il parametro del 2 per cento – con delle esemplificative che a mio avviso non sono esaustive, e lo dice la stessa legge. Le tolleranze possono essere ricondotte in via esemplificativa, non esaustiva, e vengono indicati cinque punti di riferimento: il minor dimensionamento dell’edificio, la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali, eccetera, eccetera, eccetera.

Ovviamente è molto generico. Da qui si evidenzia che l’applicazione di questo articolo e di questa norma possa lasciare, in capo a chi poi deve andare a controllare, quindi gli uffici tecnici e gli uffici comunali, una discrezionalità enorme nell’applicazione di questa norma e su come esattamente andare ad applicare questa norma nel minore o maggiore dimensionamento, questo non è ad esempio specificato; negli elementi architettonici non strutturali, la mancata realizzazione. Ma se li realizzo, invece cosa succede?

Insomma, ci sono tanti elementi che non vengono specificati. Occorreva a mio avviso dare una maggiore specificazione di queste cose, per evitare che chi possa commettere degli abusi non sia effettivamente un soggetto che di queste sanatorie ne faccia una questione più che altro a titolo personale.

Quindi, la discrezionalità deve essere eliminata nell’interpretazione delle norme. Occorre uniformità da parte degli uffici tecnici nel dare i parametri a chi presenta le domande e una modulistica uniforme. Quando si presentavano delle pratiche edilizie si doveva produrre una serie di documenti infinita; oggi la documentazione, la modulistica è molto più semplificata e speriamo che si riesca ad accelerare e a semplificare, dal punto di vista burocratico, le domande che verranno presentate.

Questa è in sostanza la legge che, come si diceva, è molto tecnica, in applicazione a norme nazionali, per cui chiaramente i due punti salienti che ho indicato prima devono porre all’attenzione del legislatore quelli che sono effettivamente i bisogni e le necessità del settore edile e di chi vi opera, che deve essere assolutamente rilanciato per creare la possibilità di far riprendere questo benedetto settore in crisi da innumerevoli anni ormai, a partire appunto dal 2008 e ancora fino a oggi non si sa se effettivamente si vedrà la luce in fondo al tunnel.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Discussione generale.

Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Su questo testo di legge, chi mi ha preceduto ha giustamente sottolineato come non ci sia stata probabilmente sufficiente attenzione. La carenza di attenzione è anche dovuta al fatto che questo testo di legge nasce dall’aver stralciato dalla proposta della nuova legge urbanistica regionale quelli che erano l’articolo 69 e l’articolo 70.

Questo stralcio, di quelle che erano le norme finali nella vecchia proposta e la discussione, in una fase temporale molto distinta rispetto a quella della nuova legge urbanistica, fa sì che rischi di passare sottotraccia un provvedimento che, da un lato non aspetta l’iter della legge madre che si suppone lungo e accidentato, dall’altro si ottiene però che questa rischi di venir considerata una mera specificazione o precisazione, un adeguamento tecnico normativo.

Penso che ormai il nostro giudizio sulla proposta di nuova pessima legge urbanistica sia abbondantemente noto. È un giudizio che in parte arriva anche sulla proposta odierna, che ne era appunto un estremo corollario – dicevamo che i due articoli citati risultavano le norme finali – ed è un giudizio negativo con cognizione di causa, soprattutto se osserviamo come vengano mischiate all’articolo 8, che introduce le modifiche all’articolo 7 della legge regionale n. 15 del 2013, le opere di manutenzione straordinaria e le opere interne alle costruzioni, se pur con tutte le specificazioni del caso; cito: “Qualora non modifichino le destinazioni d’uso delle costruzioni delle singole unità immobiliari, non riguardino le parti strutturali dell’edificio, o siano prive di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici, e non rechino comunque pregiudizio alla statica dell’edificio”.

Queste vengono in ogni caso mischiate con il restauro scientifico o il restauro a risanamento conservativo, che sono operazioni ben diverse e avvengono su ben diverse tipologie. Vengono in questo caso però autorizzate con una semplice comunicazione di inizio dei lavori.

Oppure ancora, sempre nello stesso articolo e sempre autorizzabili con una semplice comunicazione di inizio dei lavori, le serre stabilmente infisse al suolo, tra cui quelle in muratura, funzionali allo svolgimento dell’attività agricola.

Potremmo dire con una provocazione che sembra più un regalo agli amici di Fico che ai viticoltori.

Oppure si affastellano norme che, anziché semplificare, porteranno inevitabilmente – lo pensiamo – maggiori complicazioni e maggiore confusione; oppure si dà conto di strumenti, come l’articolo 9, che sostituisce l’8 della legge regionale, quali il PUG, che ancora non esistono nella normativa regionale; oppure l’articolo 21, che modifica l’articolo 20 della legge regionale n. 15, in cui si parla di mutamenti di destinazione d’uso che misteriosamente potrebbero produrre un aumento della superficie coperta prima dell’intervento di ristrutturazione, ma non si capisce come questo possa avvenire.

C’è di peggio all’articolo 23, che modifica l’articolo 22 della legge n. 15 del 2013, che riguarda le varianti in corso d’opera riscrivendone il comma 1 in maniera da aprire praterie ai fautori del mattone, che certo dovrebbero rispettare la disciplina urbanistica ed edilizia, ma sarebbero sottratti al controllo preventivo pubblico: addirittura, per gli edifici vincolati si potrebbe ignorare il parere della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio.

Allora qui arriviamo di nuovo al cuore del problema, su cui ci sarà occasione di confrontarci quando torneremo sulla questione della legge urbanistica, sulla quale credo che il rallentamento dell’iter sia davvero la decisione più saggia e più ragionevole per la tutela e per i buoni auspici che tutti abbiamo per i nostri territori e per un vero risparmio di suolo.

Il cuore del problema è sempre quello. Questo stralcio riporta le stesse logiche della nuova proposta di legge urbanistica regionale, da cui discende l’abdicazione del ruolo del regolatore pubblico rispetto alle iniziative del privato di turno e l’abdicazione del ruolo di garanzia pubblica a favore di ogni iniziativa del privato di turno, che sia cooperativa o costruttore, a cui è demandato il potere di pianificare il territorio e l’urbanistica. Quindi, è un corollario certamente di nicchia, che però non è soltanto una precisazione tecnica, non è soltanto un adeguamento normativo tecnico, ma discende da quell’impianto, da quella stessa logica, da quella stessa applicazione di garanzia pubblica, che informa la nuova proposta di legge urbanistica regionale consegnata alla negoziazione con i privati, e che quindi, anche in questo caso, anche in questa particella che ci troviamo a discutere oggi, ma ricordiamo che fa parte di una legge ben più complessa, il cui impianto contestiamo con forza, e che vedrà anche oggi il nostro voto contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Consigliera Prodi, prego.

 

PRODI: Grazie, presidente.

Intervengo molto brevemente. La proposta di legge interviene a valle di dispositivi legislativi nazionali, che sono intervenuti recentemente, come è stato ricordato dagli altri interventi e si innesta su una ricerca di semplificazione e coerenza procedurale, in un contesto che sappiamo essere particolarmente complesso nelle sue tecnicità.

Quindi, come si diceva, i recenti interventi normativi dello Stato hanno influito profondamente sulla legislazione regionale, in riferimento soprattutto alla legge n. 164 del 2014, al decreto legislativo n. 126 del 2016 e non ultimo al decreto legislativo n. 222 del 2016, che appunto si propone di stabilire relazioni fra interventi edilizi e relativi regimi amministrativi, considerando molti casi diversi.

In questo contesto, crediamo che la Regione abbia il diritto e il dovere di colmare le lacune e dirimere le ambiguità e le indeterminazioni di cui rischia di abbondare l’ordinamento. A nostro avviso, il progetto di legge in discussione dovrebbe essere più possibile scevro da qualsiasi azione non strettamente imposta dalle disposizioni sopravvenute nel 2016. Questa è la filosofia che ci terremmo a sottolineare.

Quindi, proponiamo una serie di emendamenti che voglio anticipare subito, per accelerare la discussione successiva, che hanno il solo scopo di rendere il testo coerente con questo nostro enunciato, cioè di essere strettamente coerenti con quello che deriva dall’innovazione normativa recente.

In particolare, veniva ricordato che c’è il rischio, con questo testo, di equiparare interventi di restauro scientifico, che non abbiano una componente strutturale, a interventi meramente non impattanti, come lo spostamento di una tramezza o il rifacimento di una stanza da bagno. Noi vogliamo sottolineare la necessità di avere una riflessione ulteriore rispetto a quello che invece è l’opera di restauro scientifico che sappiamo avere tutt’altra rilevanza in termini culturali.

Qualora il glossario del decreto legislativo n. 222 del 2016 desse queste indicazioni, grazie all’articolo 10 del DPR n. 380 del 2001, le Regioni possono stabilire con leggi e norme proprie i mutamenti connessi o non connessi a trasformazioni fisiche dell’uso di immobili e di loro parti, subordinate al permesso di costruire, segnalazione certificata e inizio attività; ovvero la Regione ha una propria autonomia rispetto a questo tema che è quello della tutela del patrimonio e di interesse culturale della Regione stessa. Questo è il tema su cui ci proponiamo di avere una riflessione possibilmente ulteriore.

Inoltre, proponiamo una serie di ripristini del testo, proprio per evitare che vi siano diciture che possano incrementare aree di incertezza e potenziare confusione; questo è lo spirito.

Viene poi ricordato che vi è un riferimento nel testo che andiamo a discutere al PUG, che tuttavia è uno strumento normativo, attualmente non vigente nel regolamento regionale. Quindi invitiamo, per definizione di assemblea, a evitare il riferimento a strumenti normativi che non sappiamo dove si assesteranno, a valle della discussione consiliare sulla nuova legge urbanistica. Questo è un punto che vorremmo sottolineare.

Un altro gruppo di emendamenti si riferisce all’allargamento della nozione di tolleranza. Proprio per questo, è un invito a epurare il testo da normative che possono andare a incrementare una interpretazione non certa della normativa.

Quello che vogliamo dire è che è innegabile il problema posto dalle difformità che si incontrano nel patrimonio edilizio esistente rispetto ai progetti originali, che sono irrilevanti nella sostanza ma di ardua legittimazione. La soluzione va cercata nell’accertamento della conformità alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente alla fine dei lavori, magari da formalizzarsi con una SCIA tardiva. Non è ammissibile cercarla col rischio di destituire di efficacia cogente tutti i progetti, anche futuri, con conseguente dilagare dell’indeterminazione e dell’incertezza.

In sostanza, comprendiamo e condividiamo la necessità di semplificazione ed adeguamento normativo, così come la coerenza territoriale, ma auspichiamo una puntuale attenzione per rendere il testo scevro da inadeguatezze che possono muovere variabili non facilmente gestibili, potenzialmente anche a scapito del sistema di tutela del patrimonio diffuso, che è fatto di un tessuto urbano e rurale da valorizzare e preservare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Prodi.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Signor presidente, il progetto di legge al nostro esame effettivamente rappresenta un po’ un salto nel buio perché tradizionalmente alla legislazione urbanistica si accompagna quella edilizia. Il fatto di averlo fatto precedere lascia quantomeno perplessi, sia in ordine ai futuri strumenti che la nuova legge urbanistica, quando verrà approvata, introdurrà o comunque definirà, sia in relazione alle fattispecie che la stessa andrà a delineare.

Non so se vi sia una ragione specifica per la quale si è voluto fare questo anticipo di norme così introdotte, però debbo dire, per rifarmi a quanto prima sottolineava la consigliera Prodi, che ad esempio l’articolo 9 del progetto di legge in esame, sostitutivo dell’articolo 8 della legge regionale n. 15 del 2013, introduce tutta una serie di indicazioni su strumenti di carattere urbanistico che in questo momento sono sconosciuti al legislatore.

Quando si dice “per i Comuni provvisti di Piano urbanistico generale”, in quale normativa è previsto oggi vigente il Piano urbanistico generale? In nessuna. È un progetto di legge, come tale apprezzabile ed apprezzato, ma sicuramente non è un argomento che può legittimare l’introduzione sic et simpliciter in uno strumento legislativo, di uno strumento urbanistico che voglio qui ricordare che non è stato neppure marginalmente definito.

Debbo dire anche, per la verità, che tutto l’articolo 9 contiene dei riferimenti ad una legislazione che se dovessimo prendere il testo della proposta di legge urbanistica non avrebbe senso. Com’è noto, infatti, il PUG sostituisse i PSC e anche il POC. Non solo, ma il comma 4 introduce ancora il PUG e fa riferimento al RUE, quando, in altra parte della legislazione al nostro esame, il RUE viene sostituito dalle parole “Regolamento edilizio”.

Ora, io non so se manchi un difetto di coordinamento o meno. Tra l’altro, introduciamo una nuova fattispecie che è il Regolamento edilizio comunale. Dall’altra parte si dice che il RUE è sostituito dalle parole “Regolamento edilizio”. Allora abbiamo: il RUE, Regolamento edilizio comunale e Regolamento edilizio, in questa norma, per via della semplificazione.

A me pare, indipendentemente dal recepire norme di legge nazionale, che i problemi siano sostanzialmente tre. Primo: Sportello unico dell’edilizia. Per come li ho visti funzionare fino ad oggi, debbo dire che nutro qualche perplessità sulla capacità di Comuni anche di 2-3.000 abitanti, di riuscire a farli funzionare. Sotto questo profilo mi permetto di dire all’assessore competente che sarebbe stato auspicabile, almeno nelle Unioni di Comuni, che vi fosse quasi un’obbligatorietà, e non una facoltà, di unificare, invece, gli Sportelli unici per l’edilizia. Spesso e volentieri, infatti, noi abbiamo dei tecnici che va bene se sono geometri, in altri Comuni vicini vi sono degli uffici tecnici, tali a tutti gli effetti, con personale anche in grado di rapportarsi col cittadino in un dialogo che quando è di tipo informatico non sempre è chiaro e produttivo. Non dirò poi come la pensano i tecnici, in ordine alla vicenda degli Sportelli unici dell’edilizia, ma non voglio essere catastrofista.

Dico soltanto che l’auspicio, o la norma di auspicio, chiamiamola così, che c’è in questo progetto di legge è quella di implementare, anche sotto il profilo informatico, gli strumenti perché gli sportelli possano funzionare. Presuppongono anche una cosa: che la trasmissione di dati e di documenti debba essere la minima possibile. Qui, infatti, spesso e volentieri devi andare di we-transfer, e quale we-transfer, tanto per essere chiari, perché stiamo parlando di trasmettere dalle 200 alle 300 pagine.

La seconda obiezione è quella relativa all’articolo 38: mi pare che facesse riferimento a questo articolo anche il relatore di minoranza, Pompignoli. Non so se definirla una sanatoria, o, molto più modestamente, soltanto un aggiustamento della situazione esistente. Certo è, me lo lascerete dire, che quando si scrive “a tali tolleranze possono essere ricondotte in via esemplificativa e non esaustiva gli errori progettuali corretti in cantiere e gli errori materiali di rappresentazione progettuali delle opere”, ebbene, si introducono concetti talmente generici, che effettivamente, più che una sistemazione o una ridisegnazione dell’esistente… Capita, a volte, lo sappiamo benissimo, che quando si acquista un immobile viene allegata una piantina. Andando poi a verificare, al momento della ristrutturazione di quella piantina, ci si accorge che spesso e volentieri qualche muro è sparito e qualche finestra che era segnata in un certo modo è stata spostata altrove.

Ma degli errori progettuali corretti in cantiere, francamente ho un po’ il terrore, perché non mi pare che si possa semplicemente dire, così, genericamente “questo lo inseriamo nell’ambito delle tolleranze ammesse dalla legge”. Bisognerebbe indicare la tipologia degli errori progettuali cui si fa riferimento, perché, torno a ripetere, parlare di errori progettuali nel momento in cui uno presenta una documentazione sotto la propria responsabilità, nella quale si dice che quanto viene rappresentato corrisponde al vero, ebbene, mi lascia un po’ perplesso. Quantomeno, nel caso di specie, sarebbe stato auspicabile che si facesse ricorso alla variante progettuale, perché se c’è un errore progettuale e si realizza una situazione di fatto diversa, la strada maestra è quella della variante progettuale, una variante in corso d’opera. Se non modifica elementi essenziali è sempre e comunque presentabile, anzi in genere, questo non lo dico io, ma abitualmente, la si presenta alla fine, perché è un po’ riassuntiva di tutte le piccole o piccolissime modifiche che vengono introdotte durante l’esecuzione dei lavori.

Quindi, secondo me, questo articolo 38 non so quale esatta portata voglia avere. Non vorrei che nascondesse dietro di sé la volontà non espressa e gratuita di una forma di condono mascherato, perché allora è molto meglio farlo a titolo oneroso e farlo emergere per quello che è.

Io sono sempre stato favorevole a sistemare le previsioni edilizie che si sono modificate nel corso degli anni, e che ovviamente non avessero come controindicazione la mancanza, ad esempio, di necessari riscontri in ordine alla stabilità dell’edificio e quant’altro. Per quanto mi riguarda io ho sempre detto che a regolarizzare le posizioni si fa solo bene e si evitano solo delle complicazioni a coloro i quali abitano in immobili, a qualsiasi titolo e per qualunque motivazione. Però dico soltanto: stiamo attenti a non introdurre dei princìpi general-generici che fanno legittimamente venire il sospetto che qualcosa in sé non funzioni.

L’ultimo argomento che mi permetto di affrontare è il fatto di introdurre un Regolamento o dei Regolamenti comunali che, si dice, riunifichino in un unico provvedimento le disposizioni regolamentari in campo edilizio di loro competenza.

Qui, Assessore, mi permetto di dare un suggerimento: so che c’è l’allergia ai testi unici, ma a mio avviso, finita la legge urbanistica, sarebbe di gran lunga preferibile avere un testo unico sulle leggi urbanistiche della Regione Emilia-Romagna e un testo unico sulle leggi di edilizia della Regione Emilia-Romagna anche ad un fine. Io ritengo che soprattutto per alcuni Comuni, sarebbe di gran lunga auspicabile un Regolamento tipo, cioè, quantomeno che si possa fornire una traccia, chiamiamola così, ai Comuni su come regolamentare la materia.

Molto spesso questo Regolamento tipo in realtà passa attraverso l’ANCI, che è una cosa diversa, a mio avviso, che passare dalla Regione. Molto spesso alcune parole, alcuni concetti, alcune definizioni, nel nome della semplificazione, vengono alterati. Così facendo, riusciamo ad avere Comuni confinanti che hanno disposizioni del tutto diverse gli uni dagli altri.

È un vecchio tema, anche rispetto alle Regioni, in particolare di chi confina o ha la sventura di confinare con altre Regioni. Io mi ricordo la vicenda dei sottotetti: attraversando il Ponte di Po, andando in Lombardia, i sottotetti si potevano recuperare a prescindere, in Emilia-Romagna, almeno fino a una certa data, il recupero dei sottotetti era del tutto vietato. Era difficile far capire allo stesso proprietario perché a distanza di 4 chilometri, da una parte fosse consentito ciò che dall’altra era vietato.

Però, possibilmente almeno all’interno della stessa provincia, sarebbe quantomeno auspicabile poter parlare lo stesso linguaggio. Quindi, sotto questo profilo, a mio avviso potrebbe essere utile che senza una volontà impositiva ma propositiva si potesse fornire ai Comuni una specie di glossario giuridico che consentisse loro, anche in relazione alle definizioni, ma anche in relazione all’utilizzo della terminologia più appropriata, di poter dar vita a regolamenti innanzitutto comprensibili da parte dei cittadini, e allo stesso tempo comprensibili anche da parte dei tecnici, che quando si succedono, danno interpretazioni della stessa norma tra loro difformi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Consigliere Iotti, prego.

 

IOTTI: Grazie, presidente.

Io vorrei un po’ stemperare l’approccio che ho sentito da parte di altri che mi hanno preceduto, pur condividendo i motivi ispiratori. Noi stiamo parlando di una legge regionale, ma che è il recepimento di norme nazionali già vigenti.

Aggiungo: molte di queste sono state anche già recepite da alcuni Comuni, quindi noi andiamo a riordinare qualcosa che di fatto è vigente. È evidente che nel recepimento ci sono alcuni passaggi, aggiustamenti, peraltro pienamente compatibili, che tendono ad agevolare quello che in ambito regionale è stato sentito da più parti, soprattutto dagli operatori del settore.

A questo proposito, credo che due siano i passaggi fondamentali da tenere in considerazione: uno è quello della modulistica unificata, che sarà vincolante, d’ora in poi, e non più discrezionale. Su questo tema è verissimo, lo dico anch’io, che in passato, da un Comune all’altro c’erano diversità enormi di interpretazione, e soprattutto che l’introduzione aggiunta alla modulistica del glossario unico, permetterà davvero di avere una più chiara interpretazione sull’intero territorio comunale.

Se poi qualche Comune proseguirà nell’operazione di cercare in tutti i modi di differenziarsi, è chiaro che adesso, con un quadro normativo molto chiaro, si potrà intervenire in maniera evidente, pretendendo che sia fatta certezza delle norme scritte. Sono norme tecniche, sicuramente. Mi permetto di dire, ma non per polemica, che i tecnici le ritengono anche abbastanza precise, soprattutto poi sull’articolo 38, su cui andrò, ma credo che consentano quantomeno, se non di superare la crisi del settore, quantomeno di avere un quadro più preciso di quelli che stanno diventando gli interventi largamente predominanti nelle procedure edilizie, cioè quelli sugli edifici esistenti.

Due passaggi, allora, voglio sottolineare, che sono stati anche il lavoro in Commissione. Uno è sull’agibilità degli edifici esistenti, casistica che spesso, anzi, quasi sempre, riguarda i casi di compravendita di immobili e unità edilizie esistenti. In questi casi occorre la certificazione della conformità, e se non c’è agibilità, o come spesso accade, non per responsabilità o volontà di andare a fare differenziazioni, errori procedurali o progettuali, ma perché alcuni edifici che hanno ormai qualche decennio non presentavano un quadro normativo che forzava in maniera precisa ad andare a chiudere completamente la pratica.

Quindi, non vanno individuate delle responsabilità precise, quanto agevolare il compito di chi deve consentire che un atto notarile venga portato a termine. Da questo punto di vista, credo che l’inserimento sui documenti di agibilità dell’esistente, il semplice documento dell’APE, cioè l’attestato di prestazione energetica, sia utile e sufficiente, anche perché è necessario per l’atto notarile, per andare a chiudere questa partita.

L’altro passaggio, coerentemente con quello che andiamo dicendo da più tempo anche in questa sede, è quello relativo ai parametri sui costi di costruzione. Per semplificare, e per chiarire, sono quei parametri attraverso i quali si applicano dei contributi di costruzione, quindi degli oneri, che agevoleranno di più i lavori di riqualificazione e ristrutturazione piuttosto che le nuove costruzioni.

Sullo Sportello unico edilizio, posso dire che in questi anni se ne sono viste di tutti i colori. Lo dico al collega Foti, per andare sulla sua linea: io ho trovato, per esperienza, molto più pronti i piccoli Comuni, anche perché semplifica molto le procedure di recepimento, quanto invece sono i Comuni di grandi dimensioni che tendono a complicare. In questo caso, allora, è evidente che le procedure saranno molto chiare, nessuno potrà rifiutarsi di accettare una pratica. Se questa è incompleta dovrà essere comunicato. Credo che su questo mettiamo fine ad una serie di dispute, anche procedimentali, che ci sono state sul territorio.

L’articolo 38 riguarda queste semplificazioni, dette qui, tolleranze esecutive. Intanto, va chiarita una cosa: qui non parliamo di sanatorie e non parliamo di abusi edilizi. Parliamo comunque di operazioni che fino ad oggi potevano essere tranquillamente sanate, perché rientravano nelle norme permesse. C’è però un problema evidente: in questi casi, si agisce molto spesso su situazioni già acquisite, per le quali una nuova pratica chiamata di sanatoria, ma di fatto per regolarizzare quello che già c’era, era una pratica, in molti casi, estremamente onerosa. Qui stiamo dicendo una cosa molto semplice: che per alcuni tipi di violazioni edilizie, e mi permetto di dire che ce n’è tanta, di descrizione, rispetto al passato, e nella legge non è che si può fare l’elenco dettagliato di tutte le possibilità, vengono considerati non più degli abusi, quindi non c’è sanatoria, ma semplicemente delle difformità che non rimangono nel cassetto, ma vanno comunicate al Comune e all’Amministrazione competente, quindi vengono regolarmente segnalate, ma vengono derubricate come una semplice operazione che non richiede un’operazione onerosa, in molti casi, anche qui, quindi, in coincidenza di un atto notarile, dove spesso richiedevano tempi molto lunghi.

Parliamo di tolleranze che riguardano essenzialmente opere interne, quindi senza alcuna rilevanza, né sul territorio, né di particolare impatto ambientale, oppure di piccole modificazioni, il famoso 2 per cento, che mi permetto di dire, non inventiamo adesso, ma è una norma pregressa, che esisteva da sempre, per la quale si può consentire che anche un errore di esecuzione… Io lo dico molto spesso: il 2 per cento in una facciata di qualche decina di metri spesso è il pollice del muratore. Capite bene quindi che non c’è nessuna volontà di andare contro la legge, ma di recepire quella che normalmente è un’attività che avviene nelle cose.

Da questo punto di vista, ripeto, poi rispetto tutte le opinioni, io credo che invece andiamo a fare qualcosa di utile, che non sconvolge assolutamente nulla, che favorisce, anche per i singoli cittadini che sono costretti a fare delle procedure, anche con il Comune, semplicemente per un cambio di proprietà, per le quali io credo che non ci sarà, forse, il plauso, ma sicuramente, da parte degli operatori, si potrà intervenire in maniera molto più efficace.

Dobbiamo fare anche attenzione ad un fatto: tutti i contenuti della prossima legge urbanistica e tutto quello che riguarda il prossimo futuro ciclo edilizio riguarda interventi sull’esistente. Queste norme, sono d’accordo anch’io, chiudiamole in un testo unico. Sono modifiche di tutta la previgente normativa, ma saranno la guida fondamentale per gli interventi, che auspichiamo possano essere anche maggiori di quelli attuali.

Credo che sia, invece, un testo utile. È bene chiedere modifiche, ma in questa linea, secondo me, facciamo qualcosa che per gli operatori, che sono davvero in difficoltà, non può essere altro che una soddisfazione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Iotti.

Non avendo nessun altro iscritto in discussione generale, chiedo al relatore di maggioranza Pruccoli, che non c’è...

 

(interruzioni)

 

Consigliere Pruccoli, vuole fare una replica? Prego.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente.

Sarò molto rapido. Vorrei riprendere alcune sollecitazioni che sono arrivate dal dibattito. Sono d’accordo, per esempio, con quello che diceva il collega Pompignoli, il relatore di minoranza. Mi ero tenuto questa parte per la replica finale. Lo ha detto lui, quindi mi associo. Vi è tutta una fase in cui dovremo essere bravi – tutti; il discorso riguarda l’Assessorato e riguarda noi consiglieri che siamo sul territorio – e in cui andranno evitate le interpretazioni estensive di questa legge da parte del singolo funzionario, quindi le diversificazioni che potrebbero nascere tra un’Amministrazione comunale e l’altra. Dovremo essere bravi a credere che l’intenzione del legislatore – questa è una legge che parla di semplificazione – è quella di semplificare. Questo dovremo chiarirlo bene e dovremo essere pronti a dare risposte e ad accompagnare, nel primo periodo di varo della legge, il percorso. Si tratta di un cambiamento. Questa legge lo farà e quella sull’urbanistica lo farà ancora di più. Si tratta di cambiare un po’ abito mentale. Dovremo essere tutti bravi a tenere cucita anche la parte attuativa iniziale.

Per quanto mi riguarda, lo dico in maniera molto breve, ma molto onesta e sincera, faccio un riferimento alla preclusione che ho trovato davanti. Tutte le volte che si va verso la semplificazione si teme che ci sia un eccesso di permissivismo e addirittura – ne ho sentito parlare – di condono. È tutt’altro che questa l’intenzione. Si tratta, invece, di intervenire coerentemente su un settore che ha gravi difficoltà. Credo che queste critiche preventive siano un po’ fuori contesto. Credo basterebbe aver fatto anche solo l’assessore all’urbanistica (non dico il sindaco) in un piccolo Comune per sapere quali problemi incontrano e hanno incontrato tanti cittadini, che erano inconsapevoli di avere dei fabbricati spesso con piccolissime difformità e piccolissimi disallineamenti, che non avevano neppure sfruttato i tre condoni, quelli sì, che io non condivido, ma che comunque nella storia di questo Paese ci sono stati. Non li hanno nemmeno sfruttati, proprio a dimostrazione della loro totale buonafede.

Tecnicamente, una persona in buona fede può essere qualificata come “abusivista”. Secondo me, noi non dobbiamo eliminare la figura dell’abusivista, ma dobbiamo definirla bene. Dobbiamo sapere chi davvero compie tali azioni. Questi soggetti vanno individuati e perseguiti con grande rigore. D’altra parte, ci sono tante piccole cose che, invece, possono tranquillamente essere riportate in una logica di collaborazione tra il pubblico e il privato e possono essere riportate ad una logica di ragionevolezza. Credo che questa legge lo faccia e lo colga in pieno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Il relatore di minoranza, consigliere Pompignoli, non intende intervenire.

Quindi, chiude la discussione generale la Giunta con l’intervento dell’assessore Donini.

Prego, assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

A quattro anni dall’approvazione della legge regionale n. 15/2013, il progetto di legge che ci accingiamo ad esaminare contiene un ulteriore significativo passo avanti nella semplificazione della disciplina edilizia; un primo importante provvedimento che sarà, successivamente, completato con la nuova legge urbanistica, che sarà in discussione in Aula in autunno, nella quale saranno semplificati e ridotti in maniera rilevante anche gli strumenti di pianificazione territoriale. Su questo avremo ulteriormente modo di confrontarci e di discutere.

Gli aspetti qualificanti di questa legge regionale di riordino del settore edilizio riguardano, in particolare, la riforma della Conferenza dei servizi, l’individuazione e la semplificazione dei regimi amministrativi (comunicazione, SCIA, atto autorizzatorio) e il principio della concentrazione dei regimi amministrativi. In primo luogo, questa legge vede la valorizzazione – come mai è successo nel passato – del ruolo dello Sportello unico per l’edilizia quale unico interlocutore del cittadino e delle imprese per lo svolgimento dell’attività edilizia, al quale la legge richiede di assolvere, con tempi e modalità sempre più stringenti, il compito fondamentale di raccordo e coordinamento di tutte le Amministrazioni che svolgono compiti di governo del territorio.

Viene, innanzitutto, ridisciplinata la fase del ricevimento delle pratiche edilizie, che deve vedere l’immediato protocollo e il rilascio agli interessati di un’apposita ricevuta, con la precisazione che, comunque, i termini per il controllo e il rilascio dei necessari provvedimenti decorrono dalla data di presentazione. In parole povere, i tempi che si impiegano nei passaggi interni della Pubblica amministrazione non saranno più scaricati sui cittadini e sulle imprese.

Allo Sportello unico sono affidati nuovi controlli della Comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) che, come quelli già previsti per la SCIA, si devono svolgere in tempi certi: cinque giorni lavorativi per la verifica di completezza e altri trenta giorni per il controllo di merito del progetto. Lo Stato ha affidato alle Regioni la modalità di controllo delle cosiddette “CILA” e la Regione Emilia-Romagna ha deciso di utilizzare la stessa modalità della SCIA, certa, veloce e sperimentata.

In coerenza con il Testo unico della legalità, varato nei mesi scorsi dalla nostra Regione e in linea con le scelte rigorose volte al contrasto delle infiltrazioni mafiose nel settore delle costruzioni, che introdurremo nella legge urbanistica, lo Sportello unico dovrà acquisire le comunicazioni antimafia per titoli edilizi, permessi di costruire e SCIA che comportino lavori di valore complessivo superiore ai 150.000 euro.

Per lo svolgimento della funzione di controllo dell’attività edilizia, gli Sportelli unici potranno avvalersi anche di competenze esterne, potendo affidare a professionisti, che non operino, però, nel comune interessato né in quelli contermini, singole attività di verifica e misurazione, propedeutici all’esercizio delle funzioni amministrative e autorizzative, che comunque rimangono in capo al Comune.

Certamente, il principale impegno che la riforma richiede allo Sportello unico è quello di farsi motore e coordinatore del processo di concentrazione dei regimi amministrativi, cioè dei meccanismi voluti dalla legge per unificare e accelerare la raccolta di atti autorizzativi di assenso, dei pareri di competenza e altre Amministrazioni, la cosiddetta “SCIA unica”, e il ricorso obbligatorio alla Conferenza dei servizi. Infatti, per la SCIA unica, nei casi in cui il privato debba presentare, insieme alla SCIA edilizia, altre segnalazioni, comunicazioni, attestazioni, asseverazioni e notifiche, lo Sportello unico deve immediatamente inviare tali atti alle Amministrazioni competenti al loro controllo, per acquisirne entro tempi certi le eventuali determinazioni, cioè entro venticinque giorni, rispondendo alla comune esigenza di regolare e coordinare i tempi di controllo di tutte le Amministrazioni diverse dal Comune. Tale meccanismo – la cosiddetta “SCIA unica” – introdotto dalla legge Madia solo per la SCIA, appunto, nel nostro progetto di legge viene, quindi, applicato per tutti i titoli edilizi, la CILA, la SCIA e il permesso di costruire, rispondendo così alla comune necessità di regolare, velocizzare e coordinare i tempi di controllo di tutte le Amministrazioni diverse dal Comune.

Come vi sarà noto, per effetto della nuova disciplina statale, qualora un’attività sia subordinata, oltre che al titolo edilizio, all’acquisizione di autorizzazione o di altri atti di assenso comunque denominati, lo Sportello unico deve provvedere a convocare la Conferenza dei servizi. La convocazione della Conferenza può essere richiesta, però, e questa è un’innovazione che proponiamo, anche dall’interessato prima che presenti il titolo edilizio.

Ebbene, il progetto di legge regionale oggi all’esame dell’Aula non solo stabilisce la disciplina di dettaglio di tale ipotesi, ma ne estende anche l’applicazione al permesso di costruire. Quindi, prima chiedo il parere e poi sono certo della volontà dell’ente pubblico quando farà la Conferenza dei servizi. Da notare che la Conferenza dei servizi deve essere indetta nella forma semplificata prevista dal decreto attuativo della legge Madia, che, in estrema sintesi, consiste nell’invio agli enti competenti della documentazione necessaria e nella richiesta agli stessi di esprimersi entro tempi certi, con determinazioni motivate e circostanziate (quarantacinque giorni o novanta giorni) in caso di enti preposti alla tutela di interessi sensibili, come il paesaggio, l’ambiente, la cultura e la salute. Scaduti tali termini, si intende acquisita una loro valutazione positiva. In tal modo, lo Sportello unico sarà in grado di rilasciare il permesso di costruire o concludere il procedimento di controllo della cosiddetta “CILA” o della SCIA entro tempi certi e ragionevoli.

Un terzo pilastro della nostra proposta di legge – che, ripeto, recepisce sicuramente gran parte delle innovazioni nazionali, ma si spinge anche oltre per aver coordinato questo gruppo di lavoro nazionale – attiene agli strumenti per la semplificazione e l’unificazione della disciplina edilizia, che non ha richiesto innovazione significativa rispetto alla legge n. 15, in quanto, a scala nazionale, sono stati recepiti meccanismi già presenti nella nostra legge, le definizioni uniformi, la modulistica unificata, il divieto di duplicazione di strumenti comunali, normative statali e regionali sovraordinate, con la sola aggiunta del Regolamento edilizio tipo.

Sempre con l’obiettivo della semplificazione, attraverso l’uniformità della disciplina edilizia, e per meglio fornire gli Sportelli unici di uno strumento di radicale riduzione dei carichi di lavoro, il progetto di legge regionale rafforza l’impegno della Regione anche alla realizzazione di una piattaforma unica digitale per la presentazione in forma telematica delle pratiche edilizie (il cosiddetto “SIEdER”) e la gestione dei relativi atti, prevedendo in tempi rapidi la piena operatività della stessa e l’obbligo del suo utilizzo – ripeto: l’obbligo del suo utilizzo – mettendo, però, a disposizione dei Comuni e del territorio tutte le nostre strutture della Giunta regionale per la formazione e l’aggiornamento degli operatori, sia pubblici che privati.

In attuazione, poi, del decreto legislativo n. 222/2016, il cosiddetto “SCIA 2”, il progetto di legge riordina il sistema dei titoli edilizi richiesti per i diversi interventi. La principale novità del legislatore nazionale (cioè, della Madia) è costituita da un significativo ampliamento degli interventi soggetti a Comunicazione di inizio lavori asseverata, la cosiddetta “CILA”, che è divenuta, per scelta del legislatore statale, il procedimento edilizio a valenza generale. Il progetto di legge della Regione Emilia-Romagna regola le modalità di controllo della CILA, che deve riguardare almeno il 10 per cento di esse e svolgersi con le medesime modalità previste anche per la SCIA. Quindi, siamo più rigorosi.

Quanto alla SCIA e al permesso di costruire, sono da segnalare, oltre all’applicazione dei citati meccanismi della concentrazione dei regimi amministrativi, le seguenti innovazioni previste da questa proposta di legge regionale, innovazioni che sono state discusse in un tavolo di lavoro che ha seguito la nostra struttura tecnica, ma che ha riguardato, come sempre, espressioni del mondo produttivo, professionisti, tecnici, Comuni, che hanno lavorato per molti incontri e discusso in merito alle innovazioni da proporre sul percorso di adeguamento della normativa nazionale.

La prima: i cittadini e le imprese hanno diritto a prorogare i loro titoli edilizi più volte, con riferimento sia al termine di inizio lavori (prorogabile di un anno) sia a quello di fine lavori (prorogabile di tre anni), mediante una semplice comunicazione al Comune. Due: il permesso di costruire, in deroga a quanto il piano prevede in termini di distanze, altezze, volumi e usi ammissibili, diventa possibile per gli interventi di ristrutturazione di edifici privati in aree produttive dismesse. Tre: l’aumento delle varianti in corso d’opera, realizzabili senza necessità di interrompere il cantiere, per acquisire un preventivo titolo abilitativo edilizio, portando l’attuale percentuale dal 20 al 30 per cento, precisando che non costituiscono variazioni essenziali quelle attuate su edifici o aree vincolate, laddove si sia acquisita preventivamente l’autorizzazione dell’Amministrazione preposta alla tutela del vincolo (è chiaro che se hai l’autorizzazione prima, non ha senso rimetterla in discussione successivamente); la riduzione dei casi in cui gli interventi edilizi siano soggetti alla valutazione della Commissione comunale per la qualità architettonica e per il paesaggio (la vecchia Commissione edilizia), escludendo, però, gli interventi che il recente decreto n. 37/2017 subordina ad autorizzazione paesaggistica semplificata; la riduzione del costo di costruzione per gli interventi di rigenerazione urbana, soprattutto per la riqualificazione energetica e antisismica; l’aumento delle superfici dei fabbricati rurali esistenti, coltivatori diffusi sul territorio, che possono essere destinati ad attività integrative delle aziende agricole, quali la vendita diretta dei prodotti, passando da 250 metri quadrati a 500 metri quadrati e, in caso di aziende florovivaistiche, dai 500 ai 750, purché contenute – ecco il nostro limite – entro il 25 per cento della superficie totale degli immobili aziendali. Prima era il 20 per cento. Questo per incentivare non le grandi superfici di distribuzione, ma la vendita dei prodotti agricoli a chilometro zero.

Con questa proposta di legge regionale viene, inoltre, notevolmente semplificata la disciplina dell’agibilità degli edifici, sottoposta a una mera segnalazione dell’interessato e non a un provvedimento comunale. Di più: questa nostra legge regionale, per la prima volta in Italia, stabilisce che la possibilità di rilasciare l’agibilità, per coloro che la richiedono, per gli edifici non sottoposti a lavori di recupero e ristrutturazione vi sia, purché siano soddisfatti i requisiti stabiliti dalla modulistica in termini di sicurezza antisismica, igiene, eliminazione delle barriere architettoniche, cioè l’agibilità non solo a successiva ristrutturazione, ma anche per vendere un’abitazione che non ha avuto lavori precedenti.

Infine, il progetto di legge regionale specifica in modo innovativo e significativo – ne avete già parlato voi abbondantemente – nell’attuale normativa nazionale la disciplina delle tolleranze costruttive, cioè di quelle limitate difformità tra il progetto e le opere realizzate che, secondo la disciplina statale e regionale, non costituiscono abuso edilizio. In un primo caso, si tratta, in particolare, delle difformità costruttive che, senza violare il limite del 2 per cento di maggiore volume, superficie e altezza, siano derivate da errori di cantiere (pollice del muratore), imprecisioni costruttive, errori nella rappresentazione progettuale, spostamenti di porte, di muri, impianti, elementi architettonici che non violino normative tecniche e non comportino modifica degli indici di edificabilità.

Un secondo caso riguarda le difformità costruttive espressamente accertate dall’Amministrazione comunale nel passato, ma non considerate e contestate agli interessati, non essendo state valutate né come abuso edilizio né preclusive del rilascio del certificato di agibilità. Quindi, un controllo che è già avvenuto, è già stato valutato e ha già avuto quell’esito.

In tali ipotesi, al fine di tutelare l’affidamento dei privati per il fatto che l’Amministrazione comunale ha considerato tollerabili tali difformità, la legge regionale specifica che lo Sportello unico non può contestare oggi tali difformità (ora per allora, dopo che ha dato un certificato), ponendo solo, però, ove ne ricorrano ancora i presupposti e le condizioni, di intervenire in autotutela sugli atti assunti nel passato.

Il progetto di legge precisa, infine, che le tolleranze costruttive devono essere dichiarate laddove venga presentato o richiesto un titolo abilitativo, al fine di acclararne definitivamente la natura, ribadendo che le stesse non costituiscono abusi edilizi e sono sottratte al pagamento delle sanzioni previste, in particolare per gli interventi realizzati in assenza di CILA. Tali misure risultano di particolare rilevanza per il settore delle costruzioni, in quanto la regolazione di queste piccole difformità in corso d’opera è essenziale per poter realizzare gli interventi di qualificazione edilizia e di rigenerazione urbana, indispensabili per l’efficientamento energetico e il miglioramento della sicurezza sismica.

Presidente, gentili consiglieri, mi avvio alla conclusione. Questa proposta di legge, di cui ho tentato in forma sintetica e veloce di descrivere le principali innovazioni, pone ancora una volta – e di questo ne siamo orgogliosi – la nostra Regione in prima fila a livello nazionale nella semplificazione della disciplina edilizia. Questo progetto di legge ci consente di realizzare quella condizione di certezza e di sicurezza delle posizioni giuridiche, molto importante per l’affidamento dei privati, dei tempi e delle modalità di svolgimento dell’azione amministrativa, anche performanti per un’Amministrazione pubblica che si vuole considerare di qualità, che devono costituire la premessa per ogni legge urbanistica, ancor più se orientata al riuso e alla rigenerazione urbana.

Non vi sono dubbi, infatti, che per realizzare l’obiettivo strategico della rigenerazione urbana sia necessario velocizzare, semplificare e uniformare la disciplina per gli interventi sul patrimonio edilizio esistente. È un obiettivo che con questo progetto di legge riusciremo a centrare.

Sul dibattito, che ho ovviamente ascoltato con molto interesse, credo sia giusto accogliere alcuni emendamenti che possano eliminare i refusi di strumenti urbanistici non ancora acclarati e previsti.

Nel complesso mi sembra che vi sia la consapevolezza di gran parte di questa Assemblea del valore della semplificazione che noi stiamo apportando oggi a livello regionale, ma più in generale a livello nazionale, proprio perché, nello spirito dei decreti Madia e della legislazione nazionale, abbiamo ulteriormente approfondito e valutato quegli elementi che oggi possono dare certezza ai cittadini e alle imprese e migliori performance e coordinamento per quello che riguarda gli enti locali. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, assessore Donini.

È così conclusa la discussione generale.

Passiamo alla votazione dell’articolato.

Ricordo che sull’oggetto insistono quindici proposte di emendamento: cinque a firma del consigliere Foti, due a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, due a firma del consigliere Pruccoli, due a firma dei consiglieri Prodi e Alleva e quattro a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva.

Passiamo all’esame dell’art. 1. Non insistono emendamenti.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 1 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 2, sul quale insiste l’emendamento 9, a firma dei consiglieri Prodi e Alleva.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 9, a firma dei consiglieri Prodi e Alleva.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 9 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 2.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 2 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 3. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 3.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 3 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 4, sul quale insiste l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti.

Discussione generale.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Mi sfuggono le ragioni, in linea con la cosiddetta semplificazione che verrebbe introdotta dalla reiezione di questo emendamento, perché se vi è un emendamento che è volto alla semplificazione anche perché fa sì, per legge, che l’elenco  fornito dallo sportello unico dell’edilizia costituisca un unico riferimento per il successivo accesso agli atti e per la rappresentazione dello stato legittimo del bene immobile nel procedimento edilizio, debbo capire quali sono le ragioni giuridiche del fatto che lo stesso non debba essere inserito nel corpo normativo che andiamo ad approvare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Consigliere Pruccoli, prego.

 

PRUCCOLI: La semplificazione evidentemente noi la intendiamo anche per quel che riguarda il lavoro, che non può essere incredibilmente elevato, che ricade sugli uffici tecnici comunali. Questo parrebbe un onere eccessivo per gli uffici tecnici, per i Comuni e in ogni caso si configurerebbe la casistica in cui non è possibile escludere che questo avvenga in via definitiva e che ci siano ulteriori accertamenti che possano far emergere altri titoli edilizi che non vengono trovati immediatamente.

A questa problematica il tavolo di coordinamento ha trovato una risposta e si è trovato un punto di equilibrio mantenendo questa formulazione di legge, però all’interno della modulistica. Quindi, si è trovata una soluzione condivisa all’interno della modulistica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Ci sono altri interventi in discussione generale?

Il consigliere Foti in dichiarazione di voto. Prego.

 

FOTI: Io non penso che se vi è un appesantimento delle procedure per gli uffici si possa dire che questo è nella norma e, invece, se è contenuto nella modulistica allora non vi è più un appesantimento. A me pare che da una parte “introdotto dalla norma” significhi esclusivamente una cosa, che gli uffici certificano ciò che poi diventa soltanto un argomento ad opponendum. “Inserito nella modulistica” rimane circoscritto ad una situazione sicuramente di minore rilevanza e che non può far fede fino a prova contraria.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 4.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 4 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 5. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 5.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 5 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 6. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 6.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 6 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 7, sul quale insiste l’emendamento 2, a firma del consigliere Foti. 

Discussione generale.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Mi pare che sia una richiesta anche che proviene dall’Ordine degli Architetti, quella di limitare l’intervento della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio ai soli interventi edilizi di rilevanza esterna. Mi pare che non contraddica affatto la lettera della legislazione nazionale. Rimane da capire la ragione per la quale si debba necessariamente non limitare questa possibilità che mi pare anche di buon senso, tenendo presente già le difficoltà che vi sono per gli interventi di questa fattispecie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Consigliere Pruccoli, prego.

 

PRUCCOLI: Si ritiene di non accogliere l’emendamento, perché, in realtà, i vincoli della pianificazione comunale possono riguardare anche caratteristiche costruttive, parti di edificio, materiali interni al manufatto stesso e quindi non riguardare esclusivamente l’aspetto esterno.

Per questo motivo, pur comprendendo la sollecitazione che faceva il collega Foti, sappiamo che ci sono anche elementi che ineriscono i fattori interni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Se non ci sono interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Nessun intervento in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 7.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 7 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 8, sul quale insistono due emendamenti: l’emendamento 3, a firma del consigliere Foti, e l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Prodi e Alleva.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 3 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 10, a firma dei consiglieri Prodi e Alleva.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 10 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 8.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 8 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 9, sul quale insiste l’emendamento 11, interamente soppressivo, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi e Alleva. Si pone ai voti il mantenimento del testo.

È aperta la discussione.

Consigliere Pruccoli, prego.

 

PRUCCOLI: Presidente, un chiarimento tecnico. Votando l’emendamento stiamo votando il mantenimento del testo originario? Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Pruccoli, con questo emendamento viene richiesta la votazione sul mantenimento del testo. Quindi, votando “sì” si mantiene il testo.

Non ci sono altri interventi in discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, il mantenimento del testo (art. 9).

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Il mantenimento del testo dell’art. 9 è respinto. Quindi, si intende approvato l’emendamento 11.

Passiamo all’esame dell’art. 10. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 10.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 10 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 11. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 11.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 11 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 12. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 12.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 12 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 13. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 13.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 13 è approvato.

Signori, prima di iniziare discussioni spiacevoli, vi chiedo di alzare le mani durante la votazione. Altrimenti, la Presidenza prende in considerazione quello che vede.

Passiamo all’esame dell’art. 14.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 14.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 14 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 15. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 15.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 15 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 16. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 16.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 16 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 17. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 17.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 17 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 18. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 18.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 18 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 19. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 19.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 19 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 20. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 20.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 20 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 21, sul quale insiste l’emendamento 15, a firma del consigliere Pruccoli.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 15 è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 21.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 21 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 22. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 22.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 22 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 23. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 23.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 23 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 24. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 24.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 24 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 25. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 25.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 25 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 26. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 26.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 26 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 27. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 27.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 27 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 28. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 28.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 28 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 29. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 29.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 29 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 30. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 30.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 30 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 31, sul quale insiste l’emendamento 12, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 12.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 12 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 31.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 31 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 32. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 32.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 32 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 33. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 33.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 33 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 34. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 34.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 34 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 35, sul quale insistono due emendamenti: l’emendamento 4, a firma del consigliere Foti e l’emendamento 13, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 4, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 4 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 13, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 13 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 35.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 35 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 36. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 36.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 36 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 37. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 37.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 37 è approvato.

Abbiamo ora l’emendamento 6, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, che istituisce un nuovo articolo.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 6, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi, che istituisce un nuovo articolo.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 6 è respinto.

Passiamo all’esame dell’art. 38, su cui insistono tre emendamenti: l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva; l’emendamento 5, a firma del consigliere Foti (precluso se approvato il 14); l’emendamento 7, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi (precluso se approvato il 14).

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 14, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 14 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 5, a firma del consigliere Foti.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 5 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 7, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 7 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 38.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 38 è approvato.

Passiamo all’esame dell’art. 39. Nessun emendamento.

Discussione generale. Dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’art. 39.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’art. 39 è approvato.

Passiamo all’emendamento 8, a firma del consigliere Pruccoli, che istituisce un nuovo articolo.

Discussione generale.

Consigliere Pruccoli, prego.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente.

Solamente per spiegare che si chiede che l’entrata in vigore di questa legge decorra dal 1° luglio 2017. Questo consente di allineare l’applicazione alla stessa data del decreto statale SCIA 2, che deve essere eseguito, appunto, entro il 30 giugno e l’utilizzazione della nuova modulistica per poter utilizzare le pratiche edilizie nella nostra Regione, quindi a partire dal 1° luglio 2017.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pruccoli.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale sull’emendamento 8, passiamo alla dichiarazione di voto sull’emendamento.

Non ci sono interventi in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 8, a firma del consigliere Pruccoli.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 8 è approvato.

È così concluso l’esame dell’articolato.

Passiamo, quindi, alle dichiarazioni di voto sul progetto di legge.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, le chiedo una cortesia. C’è anche un ordine del giorno?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non abbiamo ordini del giorno. Abbiamo finito la parte della votazione.

 

POMPIGNOLI: Perfetto. Grazie, presidente.

Per quanto riguarda il Gruppo della Lega Nord noi ci asterremo dal votare questo provvedimento. Pur condividendone i principi ispiratori (semplificazione, sanatoria delle “tolleranze”, come ho detto prima), noi riteniamo opportuno che questa legge debba comunque essere seguita passo per passo per capire e comprendere se effettivamente i principi che l’hanno ispirata danno i risultati che si ritiene di dover raggiungere.

Per cui, sulla base di queste motivazioni, ci asterremo dalla votazione; controlleremo, ovviamente, le applicazioni di questa normativa e verificheremo se effettivamente quello che è stato oggi votato corrisponderà poi, effettivamente, a quello che realmente si voleva intendere con questa legge.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pompignoli.

Consigliere Sassi, prego.

 

SASSI: Solo per chiedere il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

La votazione del provvedimento è sempre con il voto elettronico.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’intero testo di legge, oggetto 4224, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

45

Assenti

 

5

Votanti

 

44

Favorevoli

 

26

Contrari

 

7

Astenuti

 

11

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proclamo approvata la legge riguardante «Modifiche alla legge regionale 30 luglio 2013, n. 15 (Semplificazione della disciplina edilizia) e alla legge regionale 21 ottobre 2004, n. 23 (Vigilanza e controllo dell’attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche dalla legge 24 novembre 2003, n. 326).»

Si concludono così i lavori di questa serata.

Buonasera a tutti.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,07

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI e i consiglieri Daniele MARCHETTI e Giuseppe PARUOLO.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 3253 “Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Sostegno all'editoria locale». A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Boschini, Campedelli, Sabattini, Serri, Rontini, Caliandro, Lori, Montalti, Zappaterra, Poli, Zoffoli, Tarasconi, Bessi, Calvano, Ravaioli, Soncini, Cardinali, Molinari (63)

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 29

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 4

Andrea BERTANI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Astenuti: 9

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 7

Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Daniele MARCHETTI, Giuseppe PARUOLO.

 

OGGETTO 4224 “Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Modifiche alle Leggi regionali 30 luglio 2013, n. 15, ad oggetto: “Semplificazione della disciplina edilizia” e 21 ottobre 2004, n. 23, ad oggetto: “Vigilanza e controllo dell'attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche della Legge 24 novembre 2003, n. 326”». (64)

 

Presenti: 45

 

Favorevoli: 26

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 7

Enrico AIMI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI.

 

Astenuti: 11

Piergiovanni ALLEVA, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Matteo RANCAN, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 5

Paolo CALVANO, Daniele MARCHETTI, Giuseppe PARUOLO, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 4834 “Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 3253 Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Sostegno all'editoria locale". A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Zoffoli, Cardinali, Montalti, Campedelli, Zappaterra, Bessi, Lori, Pruccoli, Soncini, Serri, Molinari, Rontini, Ravaioli

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Taruffi, Prodi e Torri:

«Nel paragrafo “Considerato che” il quinto capoverso è soppresso.»

(Approvato)

 

OGGETTO 4224 “Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: «Modifiche alle Leggi regionali 30 luglio 2013, n. 15, ad oggetto: “Semplificazione della disciplina edilizia” e 21 ottobre 2004, n. 23, ad oggetto: “Vigilanza e controllo dell'attività edilizia ed applicazione della normativa statale di cui all'articolo 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modifiche della Legge 24 novembre 2003, n. 326”». (64)

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 4, del presente progetto di legge, dopo il comma 6, è integrato il seguente comma:

“6bis. Dopo il comma 8 dell’articolo 4 della legge regionale 30 luglio 2013 n. 15 è integrato il seguente comma:

8bis. I Comuni, attraverso lo Sportello Unico Edilizia, su specifica richiesta dell’interessato legittimato all’accesso, forniscono l’elenco dei procedimenti edilizi e di ogni altro documento in loro possesso, riguardanti un determinato bene immobile presente sul territorio. L’elenco costituisce, per chiunque, unico riferimento per il successivo accesso agli atti e per la rappresentazione dello stato legittimato del bene immobile nel procedimento edilizio”.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 7, comma 1, del presente progetto di legge, dopo la lettera a) è integrata la seguente lettera:

“a bis) alla lettera b) dopo le parole “sugli interventi edilizi” sono integrate le parole “, di rilevanza esterna,”.»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 8 del presente progetto di legge, dopo il comma 1, è integrato il seguente comma:

“1bis. Al termine della lettera f) del comma 1 dell’art. 7 della legge regionale 30 luglio 2013, n. 15, sono integrate le seguenti parole: “ad esclusione dei manufatti temporanei installati per soddisfare esigenze contingenti all’esecuzione di opere di riqualificazione e rigenerazione del patrimonio edilizio esistente e di immobili anche produttivi, la cui permanenza è vincolata alla durata delle opere e terminerà contestualmente alla fine lavori;””»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Foti:

«All’articolo 35 del presente progetto di legge il comma 1 è soppresso.»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Foti:

«Alla lettera a) del comma 1bis. di cui all’articolo 38, comma 2, del presente progetto di legge, prima delle parole “il minore” sono integrate le parole “il maggiore o”.»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Dopo l’art. 37 è aggiunto il seguente art. 37 bis:

“Art. 37 bis

Modifica all’art. 17 bis della legge regionale n. 23 del 2004

Al comma 1 dell’art. 17 bis della legge regionale n. 23 del 2004 dopo le parole “di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004.” Togliere “.” e aggiungere le parole “, nonché quanto previsto dall’art. 19 bis, comma 2.”»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Bignami e Aimi:

«Emendamento modificativo del comma 2 dell’art. 38.

Dopo il comma 1. quater aggiungere il comma 1. quinquies:

“1. quinquies Fatti salvi gli effetti civili e penali dell’illecito e ferma restando la disciplina sanzionatoria di settore, le opere eseguite in parziale difformità dallo stato legittimo in data antecedente all’entrata in vigore della legge 28 gennaio 1977 n. 10 (Norme per la edificabilità dei suoli), non costituiscono violazione edilizia qualora non abbiano determinato un aumento di volume utile superiore al due per cento delle singole unità immobiliari come individuate catastalmente alla data di esecuzione delle opere stesse e non abbiano prodotto o producano danneggiamenti o situazioni di pericolo per gli interessi pubblici.”»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma del consigliere Pruccoli:

«Dopo l’art. 39 del progetto di legge è inserito il seguente Capo:

“Capo III

Disposizioni finali

Art. 40

Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il primo luglio 2017.”»

(Approvato)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Prodi e Alleva:

«All’art. 2 bis comma 1, la lettera d) è abrogata.»

(Respinto)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Prodi e Alleva:

«All’art. 8, il comma 3 è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva:

«L’art. 9 è abrogato.»

(Approvato)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva:

«All’art. 31, comma 1, le lettere a) e b) sono abrogate.»

(Respinto)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva:

«All’art. 35, i commi 2, 3, 4, 6 sono abrogati.»

(Respinto)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Prodi, Taruffi, Torri e Alleva:

«All’art. 38 il comma 2 è abrogato.»

(Respinto)

 

Emendamento 15, a firma del consigliere Pruccoli:

«All’art. 21 comma 2 del progetto di legge sono soppresse le parole “fino all’approvazione del PUG,”.»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

4820 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere i disservizi gravanti sull'utenza del trasporto pubblico locale di TPER, con particolare riferimento alla linea Ferrara-Porto Garibaldi. A firma della Consigliera: Gibertoni

4821 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli da effettuare sui pazienti tossicodipendenti inseriti nei programmi di recupero SERT, specie alla luce dei reati posti in essere dagli stessi. A firma del Consigliere: Bignami

4822 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere a fronte dei reiterati accessi al Pronto Soccorso di Ravenna di un soggetto, di origine indiana, destinatario di un provvedimento di divieto di ritorno sul relativo territorio comunale. A firma del Consigliere: Bignami

4823 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni relative a spese ed a funzioni riguardanti l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

4824 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare che ulteriori allagamenti, causati da temporali, mettano a rischio la popolazione, con particolare riferimento al comune di Castelfranco Emilia. A firma della Consigliera: Gibertoni

4825 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di svolgimento di procedure concorsuali presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Sassi

4826 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti il progetto "Autostrada A 14 Bologna-Bari-Taranto – Tratto Bologna Borgo Panigale - Bologna San Lazzaro - Potenziamento in sede del sistema autostradale e tangenziale di Bologna". A firma della Consigliera: Piccinini

4828 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti i verbali dei comitati etici. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

4829 - Interrogazione a risposta scritta circa incarichi riguardanti l'Istituto Ortopedico Rizzoli. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

4830 - Interrogazione a risposta scritta circa la predisposizione di vie di fuga, in caso di incendio, presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

4831 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti il conferimento di incarichi presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

4832 - Interrogazione a risposta scritta circa le competenze ed i requisiti relativi alla figura professionale del Direttore Sanitario di un nosocomio. A firma del Consigliere: Bignami

 

Risoluzione

 

4827 - Risoluzione per impegnare la Giunta a rafforzare le azioni di promozione dell'iscrizione da parte delle imprese edili all'Elenco di merito rivolte alle associazioni di categorie e sindacali e alla Pubblica Amministrazione, a promuovere l'acquisizione del rating di legalità per tutte le imprese che hanno i necessari requisiti di fatturato, a proseguire nell'implementazione degli strumenti messi a disposizione dal Testo Unico circa la promozione della cultura della legalità in ambito economico ed imprenditoriale, rafforzando inoltre le sinergie ed il coordinamento con gli strumenti di censimento e controllo messi a disposizione dalla normativa statale, a partire dal possibile utilizzo della Banca dati gestita da ANAC. (20 06 17) A firma dei Consiglieri: Ravaioli, Zoffoli, Caliandro, Zappaterra, Calvano, Campedelli, Lori, Rontini, Mori, Montalti, Rossi Nadia

(Comunicazione n. 49 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2017/1329 del 21/06/2017)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

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