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166.

 

SEDUTA DI GIOVEDÌ 21 DICEMBRE 2017

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

Aggiornamento della seduta

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 5616

Delibera: «Bilancio di previsione finanziario dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per gli anni 2018-2019-2020.» (Proposta dell'Ufficio di Presidenza in data 15 novembre 2017, n. 84) (129)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 5616/1 oggetto 5850 - Presentazione, discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

PRUCCOLI (PD)

BERTANI (M5S)

MOLINARI (PD)

BERTANI (M5S)

BIGNAMI (FI)

MOLINARI (PD)

SASSI (M5S)

CARDINALI (PD)

FOTI (FdI)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Saliera)

 

SESSIONE DI BILANCIO

 

OGGETTO 5748

Comunicazione del Presidente della Giunta sull'attuazione del Programma di Governo e Relazione all'Assemblea legislativa sull'attività della Giunta regionale nel 2016 (Artt. 28, comma 2 e 46, comma 3 dello Statuto regionale, art. 19 del Regolamento interno)

 

OGGETTO 5613

Delibera: «Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale DEFR 2018 e rendicontazione degli obiettivi strategici del DEFR 2016.» (Proposta della Giunta regionale in data 23 ottobre 2017, n. 1631) (130)

 

OGGETTO 5720

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2018» (77)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 5721

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2018-2020 (Legge di stabilità regionale 2018)» (78)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 5722

Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: «Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020» (79)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Saliera)

BOSCHINI, relatore della Commissione

BARGI, relatore di minoranza

PETITTI, assessore

BONACCINI, presidente della Giunta

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,49

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centosessantaseiesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute

 

- antimeridiana del 28 novembre 2017 (n. 160);

- pomeridiana del 28 novembre 2017 (n. 161);

- antimeridiana del 29 novembre 2017 (n. 162);

- pomeridiana del 29 novembre 2017 (n. 163);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Saliera): È assente giustificato il consigliere Aimi.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Aggiornamento della seduta

 

PRESIDENTE (Saliera): La convocazione, come è noto, è stata fatta in anticipo su richiesta dei capigruppo alle ore 9,00, data la consistenza dell’ordine del giorno. Prendo atto alle 9,49 che i presenti sono 19 e quindi sospendo la seduta, e la riprenderemo quando nel tabellone comparirà il numero possibile per iniziarla.

 

(La seduta, sospesa alle ore 9,50, è ripresa alle ore 10,08)

 

PRESIDENTE (Saliera): Riprendiamo i lavori dell’Assemblea.

 

OGGETTO 5616

Delibera: «Bilancio di previsione finanziario dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per gli anni 2018-2019-2020.» (Proposta dell’Ufficio di Presidenza in data 15 novembre 2017, n. 84) (129)

(Discussione e approvazione)

(Ordine del giorno 5616/1 oggetto 5850 - Presentazione, discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): La Commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 5 dicembre 2017 con la seguente votazione: 33 voti a favore, nessun contrario e 5 astenuti. Vi è il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti.

Darei quindi in apertura per l’illustrazione la parola al questore Pruccoli.

 

PRUCCOLI: Grazie, presidente.

Due parole prima di passare alla consueta rassegna di numeri e quindi anche di cifre che si susseguiranno spero nella maniera più chiara possibile, ma di andare ad indicare quella che è la matrice se vogliamo più politica, più di indirizzo che questo bilancio comunque presenta.

È evidente che nel momento in cui, qualche anno fa, abbiamo fatto la scelta di andare verso un Bilancio di mero funzionamento, che riducesse al massimo o al minimo le spese, lo abbiamo fatto sapendo che poi appunto si sarebbe ristretto molto lo spazio di azione di questa Assemblea, però diciamo che il dato più evidente risiede esattamente nel contenimento complessivo della spesa, quindi questo trend che continua anche nel 2018 in previsione e che vede l’Assemblea utilizzare al minimo, perché davvero si fa con pochissime risorse, contenendo al massimo la spesa, ma non rinuncia l’Assemblea attraverso questo bilancio a quello che è il proprio ruolo istituzionale.

Continuano e procedono quindi tutte le spese di divulgazione dei valori, ieri abbiamo inaugurato per esempio la mostra di alcuni artisti che parlano di Costituzione, quindi prosegue questa attività dal punto di vista culturale e tutti i rapporti che abbiamo. Cito per esempio quello più importante, quello con la Scuola di Pace di Monte Sole, ma mi piace ricordare anche l’iniziativa relativa al 2 agosto nell’annualità 2017, che ha avuto un’ampia eco e un ampio riscontro.

Come dicevo, quindi, prosegue quest’opera di contenimento della spesa, che è ormai un trend in atto fin dall’inizio di questa legislatura, e la spesa complessiva dell’Assemblea diventa nel 2018 di 29.635.285 euro, con un’attestazione in previsione sulle annualità 2019-2020 di 29.444.634.

In particolare, quali sono le due voci che contribuiscono a questa prosecuzione nella riduzione? C’è un effetto importante da parte della legge regionale 11 maggio del 2017 n. 7, quella che è intervenuta sui vitalizi in essere e sui vitalizi in corso di maturazione, che ha previsto l’innalzamento progressivo dell’età per percepire l’assegno, la riduzione dei vitalizi erogati attraverso il contributo di solidarietà per 36 mesi e il divieto di cumulo con altri istituti analoghi.

La sostanza è che nel 2018 questa Assemblea, per effetto di questa legge, risparmierà sul bilancio anche solo preventivo 772.000 euro, che diventeranno 901.000 nel 2019 e diventeranno 966.000 nel 2020. Questa è la prima voce più corposa, più sostanziosa di risparmio sul bilancio dell’Assemblea.

Poi abbiamo, anche qui con un’azione che non inizia nel bilancio 2018, ma che continua e che era già iniziata nel 2017, quella che riguarda la razionalizzazione degli spazi a disposizione di questa Amministrazione per le locazioni passive, e il risparmio derivante dalla chiusura della sede di via Aldo Moro al civico 68 e dalla rinegoziazione del contratto per il civico 44 ammonta a 1.180.609,77, evidentemente spalmato sul triennio.

Chiaramente il bilancio è stato redatto secondo i criteri e gli schemi che sono previsti dal decreto legislativo 118 del 2011, con cui abbiamo iniziato a fare i conti, e una delle novità tecniche che porta con sé questo bilancio è rappresentata dalla possibilità di utilizzo dell’avanzo vincolato già dal mese di gennaio, anche se questo è semplicemente in forma previsionale, perché quanto si andrà a sostanziare, la cifra sulla quale si andrà ad attestare questo avanzo la sapremo solamente nel momento in cui andremo ad approvare il consuntivo 2017 nei prossimi mesi in Assemblea.

Comunque il risultato presunto di amministrazione ad oggi, nel momento in cui andiamo in Aula, è stimato in 5.527.876,35, di cui circa 2.825.000 sono la parte accantonata, mentre quello che dicevo prima, l’avanzo vincolato, quella che possiamo noi già andare ad applicare sul bilancio preventivo 2018, sono 572.308,43. Ci sono anche 2.130.000 circa, che sono la parte invece che resta disponibile per l’Assemblea.

La quota di avanzo vincolato, quella quindi dei 572.000, deriva per 55.000 euro circa da trasferimenti dell’Agcom per le funzioni che l’Agcom stessa delega al Servizio regionale del Co.Re.Com., 27.000 circa sono quote di accantonamento relative alle somme accertate ed incassate a seguito delle comunicazioni già pervenute dell’autorità giurisdizionale, per le quali non vi sia stata ancora una pronuncia effettiva (qui stiamo parlando delle trattenute ai consiglieri delle legislature precedenti), mentre la parte principale di questo avanzo vincolato sta nel trasferimento per il funzionamento della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, che è pari a 489.821,40.

Andrei ora rapidamente ad illustrare i trasferimenti correnti. Nella quota del bilancio regionale di competenza dell’Assemblea legislativa noi troviamo nel 2018 17.411.535, che sono 408.000 euro per quello che riguarda il funzionamento della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, dato che rimane costante, mentre la quota che viene trasferita dalla Regione per il funzionamento dell’Assemblea legislativa è pari a 17.410.535 che dicevo nel 2018 e che si attesta su 17.220.884 nel 2019-2020.

È chiaro che questo non è il volume complessivo del bilancio dell’Assemblea perché, come abbiamo iniziato già a vedere da qualche anno, dobbiamo sommare a questo valore di 17 milioni circa i 12.223.750 che sono la parte per la spesa che questa Assemblea affronta per il personale, che però non sta in questo bilancio, ma che troviamo all’interno del bilancio della Regione, fosse un trasferimento o stia all’interno del bilancio della Regione, complessivamente il costo dell’Assemblea è questo, talché possiamo dire dal punto di vista complessivo, anche per parametrarlo rispetto all’annualità del nostro primo insediamento, che oggi ci attestiamo su circa 29.500.000, ed eravamo partiti attorno ai 32.

Questo per dare il significato, il valore e l’importanza del lavoro che è stato fatto in questi anni.

Credo che sia importante andare in particolare sul discorso della spesa. Un dato di nota è che con la delibera dell’Ufficio di Presidenza 29 dell’11 aprile 2017 abbiamo definito i tetti di spesa per gli incarichi di studio, consulenza e collaborazione delle strutture ordinarie riguardo ai convegni, alle mostre, alla pubblicità e alla rappresentanza. Tutto questo in applicazione del decreto-legge 78 del 2010, che è stato convertito in legge il 23 giugno del 2014 al numero 89, dove abbiamo fissato questo tetto. L’abbiamo già chiarito in Commissione, è un tetto massimo, ma noi stiamo ampiamente al di sotto di quella cifra, 174.421,46 riguardano la rappresentanza e 107.775,93 per gli incarichi esterni.

Il nostro bilancio, come sappiamo e abbiamo iniziato ad abituarci a leggere, è diviso per missioni, abbiamo la missione 1, quella più corposa, quella dei servizi istituzionali generali e di gestione (qui dentro ci sta veramente quasi tutto), nella missione 20 ci stanno gli stanziamenti relativi ai fondi e agli accantonamenti, e poi abbiamo la missione 99, “Servizi per conto terzi”, che accoglie gli stanziamenti di spesa per i quali non è possibile che esista alcuna discrezionalità amministrativa, che sono per esempio il versamento di ritenute erariali, i contributi previdenziali assistenziali e la restituzione di depositi cauzionali.

Le missioni (anche qui ci stiamo abituando) vengono divise in programmi, quindi sul programma “Organi istituzionali” noi abbiamo nel 2018 nel programma 1 circa 14 milioni di spesa, che si riducono a 13.310.000 nel 2019 e si attestano a 13.401.000 circa nel 2020. Qui dentro ci sta il trattamento economico dei consiglieri, la spesa per gli assegni vitalizi, le spese relative al trattamento economico (missioni e rimborsi spese), ci sta il Co.re.Com., gli istituti di garanzia, la Consulta di garanzia statutaria e il Collegio dei revisori, per un ammontare di 10.455.200 euro nel 2018; ci stanno le spese relative alle coperture assicurative per 171.000 euro, ci stanno le spese che riguardano i servizi di comunicazione istituzionale, i servizi di informazione radiotelevisiva sull’attività di questa Assemblea, ci stanno i servizi resi dalle agenzie di stampa, e nel 2018 ci attestiamo a 495.000 euro.

Poi ci stanno per 104.000 euro le quote associative, per esempio qui dentro c’è anche la quota a favore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative per il progetto “Far capire”, e poi ci stanno le spese per l’attività di rappresentanza, che sono per il 2018 pari a 35.000 euro. Sono inclusi in questo programma gli stanziamenti della Biblioteca dell’Assemblea legislativa per un ammontare di 259.500 euro per il 2018.

Il programma 1 comprende inoltre, nella sezione dei trasferimenti correnti, il trasferimento ad enti e ad associazioni pubblici e privati, ad esempio per iniziative come i viaggi verso i luoghi della memoria, quelli che rientrano nell’attività istituzionale che questa Assemblea, la Presidente e l’Ufficio di Presidenza hanno inteso dare come segno tangibile dell’attività istituzionale che l’Assemblea mette in campo per svolgere un ruolo anche significativo da questo punto di vista. Sono 206.000 euro nel 2018, le borse e la formazione lavoro ai laureati con tesi di laurea per 30.000 euro (qui stiamo parlando di diritti fondamentali o di sviluppo umano, quindi stiamo sempre in quel campo molto istituzionale), ci stanno le spese relative alle attività della Consulta, che vengono utilizzate con la quota di avanzo pari a 897.000 euro che ho citato prima, e i trasferimenti ad associazioni private, enti locali ed università per i progetti di cittadinanza attiva.

Nel programma 3, che è sempre facente parte della missione 1, c’è la gestione economico-finanziaria e la programmazione, e questa è pari a 2.710.000 euro nel 2018, e si va ad attestare più o meno sulle medesime cifre negli anni successivi. Qua dentro ci vanno i canoni di locazione per le sedi di alcuni servizi dell’Assemblea legislativa sono 480.000 euro (sappiamo che noi abbiamo dei canoni di affitto), ci stanno le utenze delle sedi presso cui si svolge l’attività dell’Assemblea, ci stanno i servizi per il funzionamento quali ad esempio il servizio di vigilanza e la pulizia dei locali, i servizi per le prestazioni professionali, quello automobilistico, le spese di riproduzione che sono 205.000 euro, più o meno simili nei tre esercizi, e in tale importo viene ricompresa la spesa per il noleggio delle macchine di riproduzione del Centro Stampa e tutte quelle che sono poste ai piani dell’Assemblea legislativa, 140.000 euro per le manutenzioni e le riparazioni, e i noleggi per gli impianti e le attrezzature pari a circa 40.000 euro.

Nel programma 3 sono inoltre allocati in conto capitale (finora avevo parlato di spesa corrente) 99.000 euro per il 2018 e il 2019, e 95.000 nel 2020. Qui stiamo parlando di acquisto di mobili e di arredi, attrezzature, impianti e macchinari, cose sulle quali ormai c’è uno storico sufficiente per poter lavorare.

Nel programma 8 sempre della missione 1 ci stanno gli stanziamenti per il funzionamento del servizio informatico, che nel 2018 arriva a 1.247.000, ma scende drasticamente nelle annualità successive, fino ad attestarsi ai 772.230 del 2020, e questo è dovuto al fatto che nel 2018 è prevista la sostituzione di numerosi hardware, di numerosi computer.

Nel programma 10, “Risorse Umane”, ci sta veramente pochissimo perché, come abbiamo detto, le spese del personale e dell’Assemblea sono fuori, qua dentro ci stanno solamente le spese per la gestione del personale attualmente in servizio assegnato alla Consulta degli emiliani-romagnoli.

Abbiamo poi la missione 20, all’interno della quale ci stanno i fondi e gli accantonamenti, dove la parte principale è riservata al Fondo di riserva, che è pari a 432.972 nel 2018 e sale fino a 906.125 nel bilancio 2020. Ho evitato di dire – lo ricordo – che è proprio in funzione dell’obbligatorietà degli adempimenti di legge che noi il bilancio preventivo lo dobbiamo portare legato al triennio.

Possiamo andare rapidamente alla missione 99, che è quella dei servizi conto terzi, quella dove abbiamo detto che non c’è alcuna discrezionalità da parte dell’Assemblea, quindi questa è la risultanza della ricognizione tecnica fatta dagli uffici. Qui dentro ci sono le spese che riguardano i depositi cauzionali, il versamento delle trattenute previdenziali, assistenziali e fiscate sulla base delle disposizioni normative che sono in vigenza al momento. Il totale (tanto per dare un dato statistico) resta costante in previsione negli anni, poi evidentemente andrà adeguato quando si è più in prossimità, nel 2018 ammonta a 4.399.000 fino al 2020.

Questo è il sunto in macro dei numeri. Come ha già ricordato lei, presidente, c’è stata l’approvazione in Commissione di questo passaggio, ovviamente l’approvazione all’unanimità in Ufficio di Presidenza di questo bilancio e c’è anche il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei conti. Credo (penso e spero di interpretare il sentimento di tutta questa Assemblea, visto che siamo prossimi all’avvicendamento, così come previsto dalla legge) sia l’occasione per ringraziare il Presidente e il Collegio dei Revisori nella sua interezza per l’importante servizio che hanno svolto in maniera molto collaborativa in questi anni, a vantaggio di tutti noi, spesso lavorando anche con tempi molto ristretti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, questore Pruccoli.

Il questore Foti interviene dopo.

Dichiaro aperta la discussione generale sul documento, dieci minuti per ciascun consigliere. Voglio informare che è stato presentato e che avete già sui banchi l’ordine del giorno a firma Movimento 5 Stelle, Bertani, sul tema della Consulta degli emiliano-romagnoli, collegato all’oggetto.

La discussione generale è aperta. A voi la parola.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

È una discussione che in parte abbiamo già sviluppato in Commissione, che riguarda la gestione dei fondi per la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. La nostra posizione è già nota: la Consulta per gli emiliano-romagnoli nel mondo non dovrebbe sussistere, ma dovrebbero sussistere altri strumenti, posta però la situazione attuale risulta che ad oggi nel bilancio dell’Assemblea sia a disposizione una spesa prevista per quasi 900.000 euro per l’anno 2018 per gli emiliano-romagnoli nel mondo.

Abbiamo proposto in Commissione in sede di bilancio della Regione di non assegnare o prevedere la restituzione di questi fondi da parte dell’Assemblea al bilancio regionale, su questo non c’è stata disponibilità, abbiamo convenuto perlomeno che i risparmi che in quest’anno sicuramente si dovranno realizzare dovranno essere ridestinati in qualche modo (ancora non è chiaro), sicuramente al bilancio della Regione. Proponiamo che per il 2018 la Regione non assegni all’Assemblea 408.000 euro, perché quel fondo che si è andato a creare con i residui degli anni precedenti per la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo è sicuramente eccessivo.

Spero e sono convinto che nel 2018 noi non butteremo 900.000 euro per la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.

L’altro aspetto che ci preoccupa è questo: ho visto proprio ieri un annuncio del Presidente della Consulta che diceva che nel 2018 partiremo a spron battuto con i bandi. Sicuramente è ora di fare quei bandi, però io voglio ricordare (e lo ricordiamo nel nostro ordine del giorno) che nel 2018 ci sono anche le elezioni. Un tema scottante che si è avuto in tante elezioni precedenti è il voto degli italiani all’estero, quindi non vorremmo che l’occasione del voto degli italiani all’estero e il fatto che ci sono dei soldi da destinare ad attività di comunità di emiliano-romagnoli all’estero fosse occasione per creare una commistione che non è utile a nessuno.

Se quindi avete in programma i bandi, avete in programma delle attività, fateli ripartire dopo le elezioni di Camera e Senato, perché non vogliamo che a nessuno sorga il dubbio che facciamo delle attività che servono anche alla campagna elettorale per gli italiani all’estero.

Questo chiede il nostro ordine del giorno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto la parola il consigliere Molinari.

 

MOLINARI: È vero, la discussione è già stata fatta in Commissione e ci sono due livelli. Uno è il livello tecnico, e abbiamo già cercato di spiegarlo: non c’è 1 euro in più sulla Consulta, questi sono i trascinamenti che arrivano dall’anno di attivazione, 2015, dall’anno di avvio delle pratiche, 2016, dall’anno in cui abbiamo iniziato a fare l’attività ordinaria, cioè il 2017 con i primi bandi, e, come legittimamente ho dichiarato a fronte di una domanda, sul 2018 questi bandi raggiungeranno il pieno vigore, legato alla legge che abbiamo approvato nel 2015. Nulla di particolare.

Abbiamo già dichiarato in Commissione che il problema tecnico legato alla disponibilità dei soldi che derivano ogni volta dall’assestamento e che per un puro meccanismo di contabilità vengono messi a disposizione più o meno nel mese di ottobre per attività che si devono concludere (questo è già il secondo anno consecutivo) entro l’anno non rendono possibile l’utilizzo delle risorse stesse.

Su quest’anno abbiamo trovato un modo per riuscire ad utilizzare in parte le risorse derivanti dagli assestamenti, cercando quindi di avviare sul 2018 i bandi che sono rivolti sia alle associazioni estere che anche ai soggetti previsti dalla legge del 2015, e di conseguenza non vedo nulla di strano se non il seguire quello che è dettato dalla legge e seguire tutti i percorsi che per la Consulta sono stati specificati.

Devo aggiungere (questo è il secondo piano) che però non accetto, e non lo accetto proprio dal punto di vista etico, il collegamento assolutamente fuori luogo tra i bandi e le imminenti elezioni, perché questo è un collegamento dal punto di vista etico inaccettabile, per non utilizzare altre parole. Nessuno (e parlo di me come presidente dei consultori e di tutto il personale che lavora attorno alla Consulta) ha intenzione di utilizzare risorse per le elezioni stesse, che tra l’altro saranno a marzo, se proprio dobbiamo collegare dal punto di vista anche dei meccanismi all’assunto appena enunciato anche dal collega Bertani, però dal punto di vista almeno personale questa cosa non la posso accettare, perché un conto è la battuta che si può fare nei corridoi, ma collegare l’attività della Consulta al tentativo di aumentare i voti sul territorio internazionale, soprattutto anche con alcuni collegamenti e alcune frasi un po’ discutibili da parte del collega, del quale comunque io riconosco la serietà e spero quantomeno che poi riusciamo a chiarirci su questo argomento, non 1 euro della Consulta verrà utilizzato vagamente per i fini illustrati dal collega Bertani.

Ci atteniamo alla legge, ci atteniamo a ciò che la legge ci dà la possibilità di fare e ci atteniamo alla serietà che contraddistingue le nostre azioni, quindi dal punto di vista del tirare la riga per quanto riguarda le disponibilità economiche lo abbiamo già dichiarato in Commissione: faremo una verifica di quelli che saranno i bandi lanciati nel 2018, che si concluderanno entro il 2018, e saremo disponibili nel dibattito normale di Commissione o di Aula o di gruppi, nel momento in cui ci sono dei risparmi derivanti da trascinamenti e quindi da disponibilità a partire dal 2015, a ragionare di come utilizzarli nella più totale trasparenza.

Ricordiamo che questi sono soldi dell’Assemblea, torneranno all’Assemblea eventualmente, potremo scegliere anche progetti specifici oppure scegliere di farli tornare semplicemente nell’avanzo e andare ad alimentare quelle che sono le partite normali, quindi il bilancio eventualmente del 2018 piuttosto che in assestamento del 2019, però lo faremo con la serietà che ci contraddistingue, che ci ha contraddistinto e che ci contraddistinguerà, quindi tolgo ogni dubbio, ogni dubbio per quanto riguarda la metodologia di utilizzo di queste risorse.

Se ci sono dubbi particolari o chiarimenti da dare, lo facciamo assolutamente volentieri, però invito e lo invito – ripeto – nel rapporto civile e umano di confronto che c’è, ad evitare di collegare l’utilizzo di queste risorse all’imminente voto, e lo faccio in modo pacato.

Poi cerco di capire lo sviluppo della discussione successiva di oggi e anche dei prossimi mesi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

La parola al consigliere Bertani.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Io certo non voglio mettere in discussione le qualità etiche del Presidente Molinari, con il quale ci siamo già confrontati tante volte, però secondo me questi dubbi vanno tolti non solo con le parole, quindi con le proposizioni, ma anche con gli atti, perché il legittimo sospetto non che Molinari utilizzi male quei fondi, ma che ci possano essere dei collegamenti va tolto, e si toglie semplicemente dicendo che i bandi partono dal 5 marzo, perché anche le attività che ci furono... c’è una persona che in questi giorni è al centro della discussione, un sottosegretario, che proprio nell’imminenza del voto del referendum andò in Sudamerica a fare propaganda per il sì, ma nel suo ruolo istituzionale.

Non dico che questo succederà in Regione Emilia-Romagna, però sono casi che succedono, allora togliamo di mezzo questi dubbi, ne va anche della buona reputazione che Molinari vuole dare alla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo e con questo la mette al sicuro da possibili critiche. L’invito quindi è solo questo, dopo le elezioni. Tutto qui.

Non dico che, se fate delle attività prima, le fate perché volete comprare il voto degli emiliano-romagnoli all’estero, io non l’ho detto. Io dico: sgombriamo il campo da possibili sospetti, e per sgombrarlo la soluzione è questa. Per quanto riguarda quanto spendiamo e se spendiamo bene o spendiamo male, a questo ci arriveremo, io ribadisco che secondo me alcune attività non vanno e sicuramente i risparmi vanno pensati anche in funzione di restituirli proprio al bilancio della Regione, perché nel bilancio della Regione ci sono tanti «bisogni» e quindi io penso che vadano riportati lì dentro.

Per quanto riguarda il bilancio all’Assemblea nei rapporti con la Regione, torno su un altro punto che mi era un sfuggito prima, quello della riduzione dell’impatto energetico dell’edificio in cui lavoriamo. È vero che non possiamo intervenire noi, però è vero che i costi energetici li paghiamo noi, allora anche qui bisognerà che a un certo punto arriviamo a definire (i questori su questo ci hanno rassicurato) chi interviene, chi paga, pur di arrivare a fare qualcosa, perché abbiamo scavallato la metà della legislatura e non vorrei che chi ci sarà nella prossima legislatura si ritrovasse con un edificio ancora troppo energivoro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

La parola al consigliere Bignami.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Io dico con grande franchezza che proprio l’intervento del collega Molinari libera il campo da ogni dubbio in ordine al fatto che le modalità con cui lo stesso evidentemente conduce la presidenza della Consulta è scevra da qualsiasi riverbero o conseguenza nel momento in cui i bandi vengono indetti da parte della Presidenza stessa.

Forza Italia si astenne sulla riforma, concedendo una linea di credito importante alla maggioranza anche in ordine al fatto che la Presidenza sarebbe stata poi guidata da un collega, e devo dire sostenemmo la scelta che venne fatta e ancora oggi la rivendichiamo come positiva e ottima, proprio per le modalità con cui lui ha spiegato poc’anzi l’intervento e la sua posizione rispetto al certamente scomodo ordine del giorno presentato dal collega Bertani.

Il problema però non è lì, il problema è a valle, il problema non è nei bandi che vengono indetti qua, il problema è come vengono percepiti là, e io su questo francamente non mi sento di mettere una mano sul fuoco, perché purtroppo abbiamo avuto esperienze che ci dicono che proprio l’assoluta trasparenza, l’assoluta lealtà, l’assoluta (mi spendo io per il collega) onestà con cui viene guidata la Consulta in questo mandato, che quindi libera totalmente ogni dubbio in ordine al fatto che (io almeno, non so il collega Bertani) Forza Italia non ha alcuna remora ad affermare che siamo certi che il presidente non ha neanche pensato a un’indizione di bandi finalizzati all’ambito elettorale, però purtroppo sarebbe da parte nostra non ottimismo, ma spregiudicatezza non rilevare quello che in passato è accaduto.

Voteremo quindi a favore dell’ordine del giorno di Bertani, consapevoli del fatto che la nostra è una scelta non banale, come non è banale l’ordine del giorno di Bertani stesso. Sappiamo che verrà respinto, quindi alla forza politica che non ha osteggiato il progetto di rilancio e di riforma della Consulta, pur avendo anche motivi per farlo, chiediamo comunque, consapevoli del fatto che l’ordine del giorno verrà bocciato purtroppo, che il presidente attui tutte le misure necessarie perché i bandi, che chiaramente verranno a questo punto indetti da qua a marzo, siano sottoposti non ai raggi X, ma a tutti gli esami possibili e immaginabili non nella fase di emanazione, ma a valle, perché è lì che noi siamo molto preoccupati di quel che succede, perché proprio il fatto che non ci sia alcun dubbio in ordine a chi indice il bando inevitabilmente sancisce che le nostre fortissime perplessità sono a valle di chi i bandi li vince.

Non è neanche riferito evidentemente agli enti locali, ma è riferito agli operatori che su quei territori vanno a svolgere attività in funzione anche dei bandi indetti. In questo, quindi, mi permetto una riflessione che non abbiamo ritenuto di versare in un emendamento perché crediamo che sarebbe eccessivamente prescrittivo, ossia valutare se, ove si intenda procedere ai bandi prima della data delle elezioni, non sia il caso di limitare quei bandi solo esclusivamente agli enti locali che operano sul territorio, diradando così la filiera del bando stesso, in guisa tale che l’eventuale assegnazione di contributi fatta da enti locali su soggetti operanti in quegli scenari esteri venga appunto a cadere dopo il periodo elettorale.

È una preoccupazione su cui chi parla avrebbe potuto anche fare spallucce e astenersi o fare altro, ma che invece riteniamo di condividere, perché purtroppo chi si scotta con l’acqua calda ha paura anche della fredda e abbiamo visto qualcosa in passato che sulla base della persona di Molinari abbiamo ritenuto di poter superare in un’ottica di fiducia e di concessione di linee di credito, ma su questo crediamo che si entri in un territorio che va al di là delle qualità personali del presidente e che quindi consigli di sospendere, così come indicato dall’ordine del giorno Bertani, qualsiasi procedura.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

La parola va nuovamente al consigliere Molinari. Ha cinque minuti scarsi ancora a disposizione.

 

MOLINARI: Ci sto dentro. Nella replica, adesso, è stato reiterato un concetto che io non riesco e non posso accettare, perché è un concetto di malafede generale, non nella Consulta, ma nella pubblica amministrazione, che faccio fatica ad accettare.

Le elezioni non sono solo all’estero, sono anche in Italia, ogni atto della pubblica amministrazione sarebbe riconducibile ad un piacere elettorale, ma, facendo questa attività a tempo pieno in questi anni, davvero non posso entrare in questa logica di un continuo mercimonio e voto di scambio, che comunque è oggetto non di valutazione politica, ma di valutazione della Magistratura, quindi colgo solo forse la parte finale, che il bilancio ha comunque sempre bisogno di risorse, che al di là delle parole comunque poi sono paziente e quindi il confronto ci sarà.

Ringrazio per le parole il consigliere Bignami, per l’osservazione sul seguire il rigore per quanto riguarda la rendicontazione (giustamente la parte più debole, quindi anche la più vegliata sarà indubbiamente la parte delle associazioni, tanto quelle estere quanto quelle italiane), francamente con la struttura fino ad oggi abbiamo fatto (in questo ringrazio per le parole di Bignami) solo valutazioni tecniche per quanto riguarda la possibilità di attivare bandi che debbano chiudersi entro il 31/12/2018, per i quali noi chiedevamo accelerazione per evitare ovviamente di arrivare all’approvazione dei bandi a luglio 2018, chiedendo la realizzazione poi entro la fine dell’anno.

Nessun bando sarà quindi approvato prima di marzo (questo posso dirlo con sicurezza), valuteremo, ma volentieri, anche in un confronto con la minoranza, le tempistiche dei bandi, facendo anche ragionamenti di opportunità dal punto di vista anche delle osservazioni fatte, soprattutto sul concetto della rendicontazione. I funzionari della Consulta – non tanto la parte politica, chiamiamola così – penso stiano esercitando un ruolo di filtro e di valutazione particolarmente attento.

Ringrazio anche il collega Cardinali per aver cercato di dare una impostazione diversa anche alla Consulta. Disponibile assolutamente al dialogo per cercare di fugare qualunque dubbio dal punto di vista tecnico. Onestamente – riprenderemo il ragionamento in Commissione e, probabilmente, anche fuori da quest’Aula – faccio molta fatica a togliere il concetto di malafede di base dell’intervento iniziale. Non ce la faccio. Ci posso mettere tutta la mia serietà, il mio tempo, la mia pazienza, ma quella malafede strisciante io non riuscirò mai a toglierla. Attenzione, è una malafede che non fa male solo a me, non fa male solo al presidente. Fa male anche a tutti voi che rappresentate le Istituzioni. Io il mio impegno lo metto in modo totale, anche insieme ai membri della Consulta, però non so se riuscirò mai a togliere quel dubbio, che è un dubbio – scusatemi – malato. Chi gestisce queste cose in modo criminoso è un criminale. Dove c’è buonafede ci possono essere degli errori, che noi cerchiamo di rendere al minimo, ma non c’è un’impostazione, come mi è sembrato di cogliere dalle parole del consigliere Bertani.

Queste sono le azioni che possiamo porre in essere e le porremo in essere nella totale buonafede che ci contraddistingue. Di errori ne faremo. Chi non ha mai fatto errori in quest’Aula, forse, non c’è o, se c’è, vuol dire che non ha mai fatto nulla. Nei prossimi mesi cercheremo di far funzionare bene la Consulta, in base alla legge che è stata approvata e consegnata a noi da quest’Aula. Disponibile, sul concetto delle tempistiche, in un’ottica più che altro concreta, a ragionare anche con i colleghi.

Per il resto, come ho già dichiarato, proveremo a quantificare le risorse. È inutile trascinarle in eterno, avanzo su avanzo, perché non sono utilizzabili. Il meccanismo è quello di tirare una linea. In primavera sapremo dire quanti soldi verranno risparmiati, faremo un breve ragionamento, un breve confronto per quanto riguarda l’utilizzo su progetti speciali condivisi piuttosto che un ritorno tranquillo in Assemblea e da lì cercheremo di lavorare; a volte lo facciamo malamente, ma è l’unica cosa che sappiamo fare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Molinari.

La parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Intanto, io concordo e mi sento vicino al consigliere Molinari nel fatto di non accettare certe insinuazioni. Assolutamente. O ero distratto io o il consigliere Molinari, forse, ha interpretato male l’intervento del mio collega, che non puntava il dito su atti criminosi o procedure illegali da sottoporre alle Procure. Semplicemente, ha fatto un intervento molto chiaro, sia nella sua esposizione che nella sua replica, pensando alla tutela di un ente, che tra l’altro – come sapete molto bene – abbiamo criticato, anche pesantemente, anche il sottoscritto in passato. Siccome, in qualche modo, porta avanti l’immagine dell’Emilia-Romagna nel mondo, è giusto tutelare quel tipo di immagine e togliere ogni dubbio, ogni possibilità di critica non delle Procure, ma dei cittadini o di altre persone che potrebbero strumentalizzare – mettiamola così – una lodevole attività e vanificare sforzi, anche economici, a sostegno della stessa.

Io non vedo alcuna malafede. Anzi, il contrario. Non so se il consigliere Molinari – penso di sì – parla con i cittadini del suo territorio. So che è molto legato al suo territorio. Almeno in un paio di occasioni abbiamo fatto anche interventi insieme per questioni locali. Immagino, quindi, che conosca i commenti che possono girare tra i cittadini quando ci sono le elezioni amministrative e improvvisamente vengono asfaltate le strade. Sarà un tecnicismo. Non c’è nulla di illegale, nulla da segnalare alle Procure. È tutto in regola, ma cascano sempre in periodi in cui c’è bisogno di far vedere le cose fatte. Allora si comincia ad asfaltare le strade, a mettere a posto la segnaletica, a sistemare i parchi. È un problema tecnico, probabilmente, nel senso che quello che si è pianificato scade in quel momento, casualmente, e allora vengono fatte le cose.

Non metto in dubbio la buonafede di ogni amministratore che faccia il suo dovere, ci mancherebbe, ma da qui a dire che la cosa non crei una occasione di critica ne corre. Non stiamo parlando di illegalità. Stiamo parlando di situazioni che potrebbero indurre a critiche e alla perdita dell’immagine di un’Istituzione, in questo caso, tra l’altro, a livello internazionale, che porta la nostra immagine in giro per il mondo. Tutto qua. Non c’è bisogno di scaldarsi.

Dal punto di vista del non voler accettare assolutamente che si pensi che un amministratore, a qualunque livello, faccia o pianifichi le proprie azioni per ottenere consenso politico, io mi trovo perfettamente d’accordo con il collega Molinari. Su questo la pensiamo esattamente allo stesso modo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al consigliere Cardinali. Prego.

 

CARDINALI: Grazie, presidente.

Vorrei solo fare alcune puntualizzazioni rispetto a questo tema, anche per evitare che tutte le volte venga fuori il tema Consulta. Molte volte abbiamo residui a bilancio o abbiamo situazioni di trasferimento di residui da un anno all’altro. Lo abbiamo già spiegato bene in Commissione, anche con molta chiarezza. Noi abbiamo riorganizzato la Consulta anche nei suoi dipendenti, abbiamo fatto un lavoro di riorganizzazione con le associazioni estere, abbiamo dato al lavoro un’impostazione di serietà, ma anche di corretto rapporto con le persone che collaborano con noi, abbiamo cercato e stiamo cercando di lavorare insieme anche agli assessorati su molti temi che diano queste garanzie. Non abbiamo mai pensato che il risultato sia una cosa oltre tutto questo.

L’obiettivo è risvegliare iniziative e progetti, ridare vigore a un grande lavoro di interesse. Con chi lo facciamo? Lo facciamo con le Istituzioni sul territorio che non hanno una visione di colore politico, ma hanno una visione istituzionale. Le università, le scuole, le Camere di Commercio. Già questo sta a significare che tutto quello che viene fatto viene fatto in quest’ottica e in questa visione. Quindi, vorrei riportarla lì. Non mi piace che si porti da un’altra parte.

Badate, lo facciamo anche con un impegno che delle volte dedica anche mezze giornate per far sì che passi questa dimensione. Quindi, sgombrerei proprio questo campo. Lo sgombrerei anche perché il modo di lavorare si sviluppa interamente tramite bandi, con bandi che hanno scadenze regolari, come tutti i bandi che questa Regione emana, perché la Consulta adotta un sistema di lavoro simile a quello che adottano gli assessorati: sessanta giorni se sono sessanta, trenta giorni se sono trenta, la presa in carico, la visione e la valutazione con i team che si occupano di queste valutazioni. In un’ottica di gestione diversa, quindi, sarei anche preoccupato che alcuni temi potessero passare. Invece voglio tranquillizzare il collega Bertani, con un tono sereno. Utilizziamo metodi – questi – che sono di grande responsabilità. Quindi, tranquilli, anche se dovessimo uscire con dei bandi a gennaio o a febbraio la scadenza sarebbe ben oltre le elezioni e verrebbero lavorati prevalentemente nel periodo estivo. Io, sotto questo profilo, esprimo grande tranquillità, grande serenità. Il primo approccio di confronto con le associazioni ci sarà nel mese di aprile, quindi tutti avranno tranquillamente già votato.

Io voglio portare la Consulta qui, per quello che è, per quello che fa e per coloro con i quali si confronta. Punto. Teniamola lì. Tutti noi, quando esce un bando, diamo una mano a far sì che sia il più partecipato possibile. L’obiettivo che ci siamo posti noi è questo. Muoviamoci insieme e non mettiamola sempre in discussione per tematiche che non esistono.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Cardinali.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Molto brevemente, signor presidente.

Si tratta di un bilancio dell’Assemblea del quale si potrebbe anche parlare un po’ più diffusamente con i dati che prima leggeva il collega Pruccoli, che dimostrano come vi sia stata una tendenza ben marcata ad un utilizzo oculato delle risorse pubbliche, limitando i costi di questa Assemblea, penso oggi veramente, al minimo dei minimi. Quando dovessimo fare un rapporto corretto tra il costo dell’Assemblea e il numero dei cittadini abitanti emiliano-romagnoli, io sono convinto che questo rapporto, se fatto per tutte le Regioni d’Italia, sicuramente ci vedrebbe collocati al primo posto.

Si tratta di una serie di risparmi che è stata individuata e che non dipende soltanto dall’argomento vitalizi. Ad esempio, dipende anche dagli affitti passivi. Molte delle locazioni passive sono state eliminate. Vi è stata una razionalizzazione. Vi sarà a breve, probabilmente entro l’estate, anche una nuova rifunzionalizzazione di quest’Aula, come dell’aula Fanti. Debbo dire che aver concentrato tutta l’attenzione sui soldi non spesi dalla Consulta mi sembra un po’ limitativo a livello di discussione. Lo dico anche in relazione ad un fatto. Se andiamo a vedere quanto costava prima la Consulta alla Regione, quando è stata trasferita all’Assemblea legislativa, notiamo che i costi erano già stati notevolmente ridotti. Dai dati che abbiamo acquisito oggi mi pare emergere un fatto certo, cioè che è probabile che a giugno-luglio di quest’anno si possa essere nelle condizioni di stabilire una via di mezzo tra il contributo inizialmente ipotizzato per legge e quello che è effettivamente necessario per il funzionamento della Consulta stessa.

Tutto ciò prescindendo, ovviamente, dall’argomento bandi, per il quale – penso sia soltanto un argomento, a mio avviso, di prudenza; lo dico al collega Molinari proprio perché lo conosco – è nell’interesse del presidente e del vicepresidente evitare che qualcuno possa essere malamente sospettoso. Per quanto mi riguarda, ritengo che si debba avere, invece, sempre a mente che, in qualsiasi fase della vita politica ci si trovi, anche a due mesi dalle elezioni, occorre rispettare i princìpi della imparzialità amministrativa, non solo prima delle elezioni, ma anche dopo. Questo è l’argomento di fondo, a mio avviso.

In ogni caso, mi permetto di dare un consiglio al collega Molinari. Se non sbaglio, lo ha già detto il vicepresidente Cardinali. Se può servire ad evitare inutili polemiche l’uscita di un bando quindici giorni dopo, la si ritardi pure di quindici giorni. Io ho una preoccupazione diversa: mi auguro che qualcuno, poi, partecipi ai bandi. Ad oggi, se dobbiamo dire la verità, abbiamo un avanzo vincolato alto per quanto riguarda i fondi della Consulta perché sono fondi che non si sono riusciti a spendere.

Mi pare opportuno rilevare altre due questioni. La prima – approfitto della presenza in Aula del presidente della Giunta – è che l’Assemblea legislativa non può continuare ad essere ospite in locali della Regione senza una disciplina. Lo dico perché si sono verificati problemi che oggi nessuno ha sollevato. Penso alla manutenzione degli ascensori, alla manutenzione dei tetti, a situazioni poco commendevoli nei garage e quant’altro. Debbo dire che vi è uno strano rapporto tra noi e l’Ufficio patrimonio della Giunta. Per cui, una riparazione che si poteva fare in tre giorni si fa in tre mesi. Questo argomento va una volta per tutte dipanato. Capisco i servizi che abbiamo in comune con la Giunta, tipo quello di riscaldamento. Lì avere un’autonomia non può essere, allo stato, possibile, se non facendo interventi strutturali. Un’autonomia, però, sotto il profilo – mi sia consentito di dirlo – almeno organizzativo ci vuole.

La seconda questione che mi sento di dover porre è la seguente. Noi continuiamo ad avere un’Assemblea legislativa che non ha neppure un codice fiscale, il che significa che non ha una autonomia organizzativa piena. Questo è un limite che ci vede spesso e volentieri approvare intese con la Giunta, a partire da quella sul personale. Non si è mai visto che il Regolamento di un’Assemblea e di un organo legislativo sia lo stesso di un organo di governo. Se voi andate a vedere, Camera e Senato hanno Regolamenti autonomi e Palazzo Chigi ne ha altri. Anche perché sono diverse le funzioni. Basterebbe solo pensare ai nostri tre dirigenti rispetto ai 170 della Regione. È evidente che si tratta di una struttura differente. È anche evidente che, probabilmente, in un’Assemblea legislativa possono servire professionalità diverse da quelle di un organo esecutivo. Probabilmente, in questa sede vi potrebbe essere la necessità di avere più personale specializzato sotto il profilo, ad esempio, della redazione dei testi legislativi. Noi, di fatto, non abbiamo un Ufficio studi che prepara un dossier sulle leggi o sulle proposte di legge e segue i lavori. È tutto un “fai da te”.

Il non porsi il problema della differenza di due organi che istituzionalmente sono diversi è un errore clamoroso, a meno che non vi sia un retropensiero in ragione del quale l’Assemblea legislativa è un organo di ratifica. Badate, però, che è un’interpretazione distorta non soltanto delle norme di legge, ma della funzione dell’organo medesimo.

Io mi permetto di dire che i soddisfacenti risultati di bilancio dimostrano, comunque, che l’impegno che l’Assemblea legislativa si è assunta anche nei confronti della Giunta, di ridurre all’osso le spese, è stato pienamente realizzato. Anzi, se devo essere sincero, se una critica si può fare ancora in questi anni è che, purtroppo, l’avanzo di amministrazione è ancora troppo alto rispetto alla nostra volontà e al nostro obiettivo. Io mi auguro che prima della fine della consiliatura, anche sotto questo profilo, si riesca a colmare questo gap.

In conclusione, nel ringraziare ovviamente i servizi dell’Assemblea legislativa per la collaborazione che ci è stata offerta, aggiungo che anche quest’anno il bilancio i questori lo hanno visto molto di corsa. Se prima questo tipo di tempistica poteva essere giustificata dal fatto che poi vi era un bilancio analitico delle spese, quindi si poteva vederle dettagliatamente, nel momento in cui si va ad un bilancio con un’impostazione diversa per aggregati e macro-aggregati pare evidente che la tempistica che i questori hanno fissato all’inizio ai competenti servizi non debba, poi, essere dilatata all’infinito. Diversamente, ne va non certo della veridicità del bilancio, ma della serietà con cui si riesce, poi, effettivamente ad intervenire sul bilancio.

In conclusione, penso di poter rilevare che nel dibattito di oggi non siano emerse particolari criticità. Quindi, debbo supporre che il lavoro che è stato sviluppato in questi anni possa essere da tutti se non condiviso, quantomeno valutato meno negativamente rispetto ai dati del passato.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Sull’argomento 5616 non ho in prenotazione nessuno. Per cui, procederei con le dichiarazioni di voto sia sulla proposta di bilancio sia, ovviamente, sull’ordine del giorno. Anche se la discussione è già avvenuta, la dichiarazione di voto verte su tutti e due.

Ci sono iscritti in dichiarazione di voto? Nessun iscritto.

Nomino scrutatori le consigliere Ravaioli, Zappaterra e Gibertoni. Possiamo procedere con la votazione.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno 5616/1 (oggetto 5850), a firma del consigliere Bertani, Movimento 5 Stelle.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’ordine del giorno 5616/1 (oggetto 5850) è respinto.

 

(interruzione del consigliere Bignami)

 

Mi scusi, consigliere Bignami. Ho chiamato l’oggetto generale, cioè il 5616, e ho detto che era correlato all’ordine del giorno perché non porta oggetto, però l’argomento è legato alla Consulta degli emiliano-romagnoli.

Metto in votazione, per alzata di mano, la delibera oggetto 5616, cioè la proposta del bilancio di previsione dell’Assemblea legislativa.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): Il bilancio dell’Assemblea legislativa, oggetto 5616, è approvato.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Saliera): Ho ricevuto una richiesta di inversione dell’ordine del giorno rispetto agli argomenti 5808 e 5802. La richiesta è di posticiparli alla discussione della sessione di bilancio. La richiesta è a firma del sottosegretario Andrea Rossi.

Un intervento a favore e un intervento contro. Chi chiede la parola?

Nessuno chiede la parola, per cui si procede al voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L’inversione è accolta.

Procediamo, quindi, con la sessione di bilancio.

 

SESSIONE DI BILANCIO

 

OGGETTO 5748

Comunicazione del Presidente della Giunta sull’attuazione del Programma di Governo e Relazione all’Assemblea legislativa sull’attività della Giunta regionale nel 2016 (Artt. 28, comma 2 e 46, comma 3 dello Statuto regionale, art. 19 del Regolamento interno)

 

OGGETTO 5613

Delibera: «Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale DEFR 2018 e rendicontazione degli obiettivi strategici del DEFR 2016.» (Proposta della Giunta regionale in data 23 ottobre 2017, n. 1631) (130)

 

OGGETTO 5720

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2018» (77)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 5721

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2018-2020 (Legge di stabilità regionale 2018)» (78)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

OGGETTO 5722

Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020» (79)

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Saliera): La sessione di bilancio vede in un’unica discussione e in un unico esame i seguenti oggetti:

Oggetto 5748: Comunicazione del Presidente della Giunta sull’attuazione del Programma di Governo e Relazione all’Assemblea legislativa sull’attività della Giunta regionale nel 2016. Ai sensi dell’articolo 19 del Regolamento interno, la relazione sull’attuazione del programma di Governo, unitamente alla relazione della Giunta sulla propria attività, di cui all’articolo 46, comma 3, dello Statuto, viene svolta nell’ambito della sessione di bilancio.

Oggetto 5613: Proposta recante “Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza regionale – DEFR 2018 e rendicontazione degli obiettivi strategici del DEFR 2016”.

La Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 13 dicembre 2017, con la seguente votazione: 26 voti a favore, 13 contrari e nessun astenuto.

Oggetto 5720: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2018”.

Il testo n. 23/2017 è stato licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali nella seduta del 12 dicembre 2017.

Il progetto di legge è composto da 53 articoli.

È stato richiesto dalla Commissione il parere del CAL in data 12 dicembre 2017.

Oggetto 5721: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2018-2020 (Legge di stabilità regionale 2018)”.

Il testo n. 24/2017 è stato licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali nella seduta del 13 dicembre 2017.

Il progetto di legge è composto da 21 articoli.

Oggetto 5722: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020”.

Il testo n. 25/2017 è stato licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali nella seduta del 13 dicembre 2017.

Il progetto di legge è composto da 8 articoli.

Il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole sul PdL n. 5722.

Il relatore della Commissione, consigliere Giuseppe Boschini, ha presentato relazione scritta.

Il relatore di minoranza, consigliere Stefano Bargi, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Su tali oggetti i lavori dell’Assemblea sono organizzati, come sapete, con i tempi contingentati. Pertanto, i consiglieri e la Giunta possono intervenire nel rispetto dei tempi complessivi assegnati, così come descritti nella convocazione della presente tornata e concordati nella Conferenza dei Capigruppo, quindi nel tempo considerato complessivo di 390 minuti.

Ora abbiamo il procedimento di discussione, con lo svolgimento della relazione del presidente della Giunta sull’attuazione del programma di Governo.

Darei la parola al presidente Stefano Bonaccini, presidente di questa Regione, per la comunicazione della Giunta sull’attuazione del programma di Governo e la relazione all’Assemblea legislativa sull’attività della Giunta regionale nel 2016.

Sospendo per tre minuti la seduta per un attimo di approfondimento.

 

(La seduta, sospesa alle ore 11,20, è ripresa alle ore 11,23)

 

PRESIDENTE (Saliera): Vi pregherei di riprendere posto, per cortesia.

Riprendiamo i lavori con la relazione. Darei subito la parola al relatore di maggioranza, consigliere Boschini.

Durante la discussione e a fine discussione il presidente interverrà riprendendo i diversi elementi.

Prego, consigliere Boschini. Lei, come relatore, sa benissimo che ha trenta minuti a disposizione.

 

BOSCHINI, relatore della Commissione: Va bene. Cercherò di essere bravo, presidente. Spero.

Grazie, presidente. Discutendo e approvando il bilancio di previsione 2018-2020 compiamo il principale atto politico del nostro mandato assembleare. Un atto politico, non un atto tecnico. Con il bilancio costituiamo le grandezze economiche che rendono davvero perseguibili le missioni e i programmi della nostra Amministrazione, decidiamo quali leggi regionali finanziamo e in che misura. In una parola, definiamo concretamente le priorità dell’azione dell’anno entrante e dell’intero triennio 2018-2020, quello che ci porta, tra l’altro, alla conclusione del nostro mandato.

In Aula discuteremo delle scelte politiche essenziali per noi, anzi per i nostri cittadini. Insomma, faremo l’atto più importante che possiamo fare in quest’Aula. Evidentemente, le scelte di bilancio non si definiscono annualmente, ma sono espressione della continuità di una strategia pluriennale in costante evoluzione, si radicano nel programma di mandato e attuano le priorità individuate dal DEFR, che infatti è stato valutato e aggiornato proprio in vista della definizione di questo bilancio.

Non è un bilancio facile quello del 2018 e nemmeno costruito in condizioni di certezza. Potremmo dire che non è una novità, che siamo abituati a fare i bilanci in questo quadro di difficoltà. In realtà, le condizioni di incertezza di questo bilancio sono peculiari anche rispetto a quelle degli ultimi anni di crisi. Infatti, è evidente che le prossime elezioni politiche nazionali portano a sciogliere con qualche difficoltà i nodi del rapporto finanziario tra bilancio statale e bilanci regionali, un rapporto – questo fra bilancio dello Stato e bilancio della Regione – che, come sappiamo, è strettissimo da quando in Costituzione, nel 2012, è stato introdotto il pareggio di bilancio. Anche per questo motivo, il nostro bilancio è stato costruito in tempi particolarmente ristretti.

In questa sede, quindi, voglio dare atto al lavoro non agevole svolto da tutti i colleghi nelle Commissioni, in particolare da parte dei colleghi delle opposizioni, che in questo hanno dimostrato, a mio avviso, non certo connivenza politica, ma un elevato senso di responsabilità istituzionale verso l’ente Regione, che è un patrimonio di tutti.

Dobbiamo dire con chiarezza che alcuni dei nodi Stato-Regione aperti in questo bilancio saranno ragionevolmente risolti solo in corso d’anno e questo fin d’ora ci porta a prevedere che assestamento e variazioni nella gestione 2018 potranno essere particolarmente significative.

Se posso aprire una parentesi, direi che questo legame tra bilancio statale e bilancio regionale ci aiuta anche a capire, forse, l’importanza del tema dell’autonomia, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione. Un tema essenziale non per rivendicare generica autosufficienza, ma assolutamente per poter dare, attraverso il bilancio, un contributo ancora più efficace, con scelte autonome tempestive, alla ripresa dell’economia non solo della nostra Regione, ma del nostro Paese. Quindi, se vogliamo passare dalla fase della stabilità a quella della ripresa, il percorso dell’autonomia regionale, come intrapreso dall’Emilia-Romagna e dalla Lombardia, è assolutamente fondamentale. Ce ne rendiamo conto in questo bilancio anche se, purtroppo, non possiamo ancora tenerne conto in termini finanziari.

Vediamo qual è il quadro della finanza pubblica in cui ci muoviamo. Le manovre statali approvate negli ultimi anni hanno inciso fortemente sulle finanze regionali. Nel 2016 e nel 2017 le Regioni a Statuto ordinario, come la nostra, hanno concorso all’equilibrio di bilancio nazionale costituendo un avanzo di circa 1,9 miliardi (per ogni anno, naturalmente). Nelle more del perfezionamento della manovra nazionale 2018, ancora in discussione in Parlamento, in questi giorni è stata definita, anche se non compiutamente in maniera formale, l’intesa fra Stato e Regioni. L’attuale disegno di legge finanziaria nazionale prevede per le Regioni a Statuto ordinario il conseguimento del saldo in termini di competenza pari a 2,3 miliardi di euro, il che equivale per la Regione Emilia-Romagna a individuare 195 milioni di euro di accantonamenti. Sono circa 28 in più rispetto all’anno scorso. Quindi, i soldi che noi metteremo da parte non sono tagli, per fortuna, almeno questa è l’impressione che possiamo desumere dall’intesa con lo Stato, ma sono soldi che noi dovremo naturalmente mettere da parte.

Questo ci dà qualche garanzia sul fatto che alcuni temuti tagli, in particolare quelli sui fondi per la non autosufficienza, il fondo sociale, non avverranno. Anzi, ci sarà un incremento di 75 milioni per il fondo dei trasporti disabili nazionale.

Nel complesso, rispetto al 2014, le Regioni ordinarie arriveranno nel 2018 a fornire un contributo di finanza pubblica pari a 12,9 miliardi, il 25 per cento della nostra spesa extra sanitaria. Vuol dire che stiamo ingessando, per dare un contributo importante al risanamento dello Stato, il nostro bilancio. È sempre più difficile recuperare ulteriori risorse in spesa corrente o accantonare risparmio pubblico per fare gli investimenti.

Il taglio strutturale in termini di indebitamento netto non è ancora coperto per l’anno 2018. La legge nazionale di bilancio prevede che la modalità di erogazione del contributo regionale sia definita con l’intesa entro il 30 aprile. Fra i problemi aperti segnalo quello del finanziamento statale per i servizi all’impiego, il fondo per l’assistenza degli alunni con disabilità, il tema del diritto allo studio – è stato discusso in questi giorni anche sui giornali e aspettiamo il completamento delle risorse statali –, il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici e la spesa farmaceutica.

Non ci addentriamo magari troppo nei numeri del bilancio, ma possiamo dire che il nostro bilancio ha alcune grandezze in espansione grazie al buon andamento dell’economia locale, ne parleremo fra un attimo, che, però, è un bilancio, come dicevo, di austerità ancora e quindi presenta non poche difficoltà e restrizioni.

È ancora un bilancio di razionalizzazioni e di efficientamenti, che ci consente da un lato di confermare le previsioni delle misure dell’anno precedente, ed è già un obiettivo non scontato quindi la conferma – lo diciamo chiaramente qui – dei temi inerenti la salute, il welfare, eccetera, mentre dobbiamo concentrare alcune scelte di espansione in maniera molto mirata su tre fronti: il supporto allo sviluppo economico, quindi export, internazionalizzazione, accesso al credito, lì andiamo ad aggiungere risorse, e quindi sviluppo economico, movimento turistico, perché è stato nei dati un elemento fondamentale per la ripresa della nostra Regione. Fra l’altro, è fondamentale soprattutto in area appenninica per difendere il territorio dallo spopolamento.

Terzo tema su cui riusciamo non solo a confermare, ma ad aggiungere, è il tema della tutela del territorio e della sostenibilità ambientale. Se dovessi sintetizzare con uno slogan questo bilancio direi che è un bilancio che non è in espansione. È ancora un bilancio di austerità, almeno in questa fase di previsione iniziale. Però, è un bilancio che non rinuncia ad essere espansivo, cioè a fare alcune scelte che vanno a dare sostegno alla fase tutto sommato positiva del nostro tessuto socioeconomico. Questo confermando che non lasciamo indietro nessun cittadino emiliano-romagnolo e confermando, come dicevo, la spesa sanitaria, quella sociale e addirittura, nel caso del RES, rendendo strutturale questa scelta fino al bilancio del 2020.

Due parole su come stanno andando le cifre economiche, perché noi naturalmente appoggiamo il bilancio sull’andamento dell’economia regionale, ma soprattutto dobbiamo assecondare l’andamento di questa economia. Senza trionfalismi, anche con tanta prudenza, metterò in luce anche gli elementi critici, però mi piacerebbe che sui numeri provassimo oggi ad essere d’accordo. Lo dico anche alle opposizioni. I numeri non sono soltanto un merito di chi governa, sono un elemento importante per tutti, per noi, per i nostri cittadini, per i nostri lavoratori, per le nostre imprese, a prescindere dalla nostra posizione politica. Spero, quindi, che sono almeno sui numeri ci possa essere questa volontà di riconoscere che, come dice la Banca d’Italia nel suo rapporto pubblicato a novembre, nel primo semestre 2017 è proseguita la ripresa dell’economia regionale. In particolare, l’attività dell’industria è in accelerazione. È molto significativa quella metalmeccanica, meno forte in alcuni comparti tradizionali, più debole fra le piccole e medie imprese. C’è un andamento positivo della domanda interna, un incremento del fatturato anche quindi per le imprese che si rivolgono solo al mercato nazionale e si è rafforzata l’accumulazione di capitale anche grazie agli investimenti pubblici.

Nell’edizione di ottobre degli scenari di Prometeia si rivede ulteriormente in rialzo la crescita del PIL per l’Emilia-Romagna.

Nel 2017 la stima è di raggiungere almeno l’1,7 per cento, ma con possibilità di avvicinarci in maniera più importante anche al 2. È una stima comunque superiore all’1,4 dell’andamento nazionale.

L’Emilia-Romagna con la Lombardia si conferma la prima Regione italiana per crescita.

Particolarmente positivo è l’andamento dell’export ed ecco allora l’importanza di spendere le risorse, lo faremo in questo bilancio, per agganciare il maggior numero possibile di imprese alle capacità espansive dei mercati internazionali.

Nel primo semestre di quest’anno l’export regionale ci pone al terzo posto per valore, il 13,3 per cento dell’export nazionale. Stiamo esportando 30 miliardi nei primi sei mesi di quest’anno ed è un incremento del 6,4 per cento rispetto all’anno precedente. Quindi, export come effettiva locomotiva a cui agganciare se è possibile anche le piccole e medie imprese. Sappiamo, invece, che ci sono difficoltà in altri settori, vedete, non li nascondo, per esempio nel settore delle costruzioni.

Sul tema del credito, che ha mostrato un’espansione moderata, ci sono anche più finanziamenti alle famiglie, però, nel complesso, soprattutto per le imprese di minore dimensione, ci sono ancora difficoltà nell’accesso al credito. Ecco allora che noi cerchiamo di prevedere misure di sostegno al sistema dei Confidi per l’accesso delle PMI al credito e agli investimenti tecnologici. C’è questo rapporto fra i numeri che vi sto dicendo e le scelte di bilancio.

Il turismo, dicevo prima, è un’altra locomotiva a cui agganciarci con il nostro bilancio. Nel 2017, nei primi otto mesi, crescono le presenze di italiani, +6 per cento e di stranieri soprattutto, +9 per cento. Volano le città d’arte, +12, l’Appennino +10 e c’è un +6 sostanziale anche per la Riviera, oltre 46 milioni di presenze.

Il turismo è un altro volano su cui il bilancio cerca di agganciarsi. È andata bene l’occupazione. È sceso al 6,4 il tasso di disoccupazione che l’anno scorso era al 7,4, quindi un ulteriore punto limato in un anno. Ci sono segnali molto importanti dall’occupazione femminile, che sale al 67,4 per cento, il dato più alto in Italia, e nel complesso è il 73,6 per cento il tasso di attività regionale.

Gli emiliano-romagnoli in età di lavoro lavorano al 73 per cento, dato più alto in Italia. Anche le indagini autunnali di Banca d’Italia sono positive.

È, quindi, il momento di sostenere, nel modo più ampio possibile, con le risorse pubbliche, la capacità delle imprese, anche di minori dimensioni, di agganciarsi a queste dinamiche positive che vi ho illustrato.

Le scelte essenziali del bilancio. Con i limiti e anche con le difficoltà che ho indicato sopra, la sintesi è questa: rispettare gli impegni di stabilità del Paese e contribuire in modo incisivo alla sua ripresa a partire dal nostro territorio regionale, attraverso l’intensificazione possibile delle politiche di sostegno allo sviluppo, di investimento sociale, di sostenibilità del territorio.

Come vi ho detto, i temi fondamentali su cui agiremo sono lavoro e sviluppo, promozione del territorio, difesa del territorio anche dal punto di vista idrogeologico, ne parleremo oggi naturalmente in ordine del giorno, e il tema della competitività basata su attrattività e competenze. In sostanza, si tratta di dare ulteriore attuazione al Patto del lavoro le cui misure credo stanno dando risultati importanti, come ho detto, per la Regione.

Nel 2018 non aumenterà la pressione fiscale, ecco un altro caposaldo del bilancio, non ci saranno modifiche in materia di ticket per la sanità, pur consolidando e mantenendo il livello dei servizi.

Per quanto riguarda la spesa di funzionamento della macchina regionale, si prosegue con le azioni di riordino, razionalizzazione e contenimento della spesa già avviate negli anni scorsi, un’ulteriore riduzione di 7,7 milioni della Missione 1 relativa ai servizi istituzionali. Fra l’altro, segno un ulteriore 1,5 per cento – ne abbiamo parlato anche prima – di riduzione delle spese degli organi istituzionali.

Le politiche di investimento saranno perseguite evitando il ricorso al maggiore indebitamento e, come ho anticipato, le priorità sono un’accelerazione del programma di attuazione dei fondi strutturali e quindi metteremo i volumi di cofinanziamento in aumento rispetto all’anno scorso. Miriamo in questo modo – lo capite – ad affrontare in modo positivo la verifica intermedia del sessennio 2014-2020 e quindi nel 2018 potremo metterci in condizione di centrare obiettivi di premialità sui fondi europei. Andremo a spendere le risorse che non hanno speso gli altri, così l’abbiamo detto in italiano, e questo è un vantaggio sicuramente importante per la nostra Regione e credo anche un elemento di qualità amministrativa.

Sosterremo in modo particolare lo sviluppo del turismo, delle destinazioni turistiche introdotte l’anno scorso, anzi nel 2016, con la legge n. 4 e, parallelamente, incrementeremo gli investimenti sul territorio, sulla sua qualità, sostenibilità, in particolare operando sul dissesto idrogeologico, sulla sicurezza idraulica, sulle infrastrutture viarie, soprattutto di tipo collinare e appenninico, perché è evidente che non c’è sviluppo a cui diamo incremento se non lavoriamo in parallelo anche sulla sostenibilità.

Partendo dalle attività produttive acceleriamo i cofinanziamenti e quindi aggiungiamo 20,3 milioni al cofinanziamento del programma POR FESR. Questo ci permetterà di arrivare a 130 milioni complessivi per la ricerca, l’innovazione, le start up, gli spin off, gli investimenti delle piccole e medie imprese, l’accesso al credito, con azioni ancora confermate sulla low carbon economy, sulla digitalizzazione, sulla valorizzazione delle risorse artistiche ambientali e culturali.

Altri 35 milioni vanno a interventi sull’area del Tecnopolo di Bologna, sempre più vocato a hub europeo e dei Big Data.

Poi, 1,5 milioni andranno per la capitalizzazione dei Consorzi fidi e mezzo milione sul microcredito 2018, dando quindi continuità alle azioni già avviate nel 2017. Quindi, un importante programma sulle attività produttive in aumento, ma in aumento anche su turismo e commercio, che vedrà uno sforzo aggiuntivo in questo bilancio visto il contributo che sta dando alla ripresa della costa, ma soprattutto del territorio appenninico.

Il bilancio 2018-2020 conta su risorse regionali per 38 milioni, 27 milioni per l’anno prossimo, compreso il settore del credito e anche un intervento straordinario di riqualificazione delle località in cui il turismo si concentra, partendo dai territori della costa, con interventi realizzati dai Comuni per migliorare e rendere più belle e attraenti le nostre città turistiche.

C’è poi il tema dei centri storici, quindi dei centri commerciali naturali, finanziati per oltre 2 milioni con risorse aggiuntive determinate anche da un emendamento del Consiglio in Commissione, in particolare per promuovere nei centri storici i piccoli esercizi polifunzionali. Parliamo di 8,6 milioni in più che ci permettono di salire a 8,3 milioni per l’avvio pieno delle destinazioni turistiche, 11,7 milioni per le APT, 3 milioni per i progetti di co-marketing. Se aggiungiamo i 10 milioni di euro per la realizzazione di un Piano straordinario di interventi per il sostegno degli impianti sciistici della montagna, con risorse regionali per 3 milioni, credo che il quadro di investimenti sul turismo diventi davvero imponente, e vorrei sottolinearlo.

Terzo tema in crescita: la sicurezza del territorio, la protezione civile, la prevenzione, la tutela ambientale e in particolare della montagna, che saranno rafforzate con un incremento di 9,5 milioni rispetto al 2017 oltre ai fondi statali FSC e ad altre risorse in fase di programmazione. Parliamo di rischio idraulico, di rischio idrogeologico, di manutenzione straordinaria della rete idrografica di superficie, di consolidamento dei versanti, di consolidamento della costa, insieme alle azioni di somma urgenza. Insomma, una serie di temi che credo anche l’attualità meteorologica pone all’attenzione dei nostri concittadini. 2 milioni vanno per gli incentivi sulla qualità dell’aria, altri 2 milioni per attuare l’accordo interregionale contro l’inquinamento atmosferico.

Prevediamo incentivi per l’acquisto di vetture ibride. Sale a 5 milioni il fondo incentivante destinato ai Comuni virtuosi per la riduzione dei rifiuti urbani nel quadro della legge sull’economia circolare.

Nel 2018, con il programma della montagna, riusciremo, fra l’altro, a incrementare, anche qui con un emendamento di Consiglio, del 50 per cento le risorse della legge n. 2, che passano da 4 a 6 milioni per il 2018. Potenziamo, però, anche altri settori, per esempio quello dell’agricoltura, caccia e pesca. Qui, complessivamente, il cofinanziamento per il Programma di sviluppo rurale è di 29 milioni, con un incremento di ulteriori 3 milioni.

Puntiamo, fra le altre cose, al tema del credito agricolo. È previsto uno stanziamento di un milione di euro di risorse regionali per finanziare le cooperative di garanzia e i Consorzi fidi su prestiti a breve e medio termine.

Avremo altri 930.000 euro per la promozione delle eccellenze gastronomiche, un sostegno particolare alla coltivazione della barbabietola da zucchero per la sua rilevanza agro-ambientale. Investiremo ancora sulla lotta agli organismi fitopatogeni. Sappiamo che ogni anno c’è qualche nuovo organismo magari di origine cinese. Lavoreremo anche – anche qui con ulteriori emendamenti – per migliorare il convenzionamento dei centri di recupero della fauna selvatica e per la gestione della pesca.

Riusciamo a confermare, sul tema trasporto e viabilità, sostanzialmente i valori per il trasporto pubblico locale. Qui c’è uno sforzo non piccolo, perché riusciamo ad assicurare nel 2018 la stessa quota di risorse regionali dell’anno precedente, pari a 56 milioni di euro a fronte di oltre 425 milioni di fabbisogno complessivo per il TPL.

Sappiamo che abbiamo approvato di recente la nuova legge sull’urbanistica e quindi, accanto alle risorse nazionali, per la promozione delle politiche di rigenerazione, vengono stanziate risorse per 2,3 milioni di euro che si sommano a un altro milione per l’implementazione della nuova legge urbanistica e quindi, mentre mettiamo le risorse non regionali, ma di FSC, per oltre 30 milioni, mentre speriamo in altre risorse nazionali, comunque ci sono le risorse per partire con il tema della rigenerazione.

Va avanti anche l’Agenda digitale. Nuovi mille punti previsti da Romagna Wi-Fi nel 2018, 109 dorsali, venti nuove aree produttive abilitate alla banda ultra larga e settanta nuove scuole connesse. Queste con le nostre scelte di bilancio. Tutto questo confermando lo stato sociale, confermando il welfare, ma anche i temi della cultura e dello sport. Anzi, su cultura e sport c’è qualche ulteriore elemento di crescita. Per la spesa dell’area di integrazione sociosanitaria possiamo contare sulla conferma del fondo sanitario regionale di parte corrente, che vale quindi 8,2 miliardi di euro, in attesa naturalmente che si completi il quadro finanziario nazionale.

C’è un incremento atteso di 1 miliardo per il Servizio sanitario 2018, per spese aggiuntive a livello nazionale. Poi andrà ripartito fra le Regioni, ma non l’abbiamo inserito a bilancio in assenza di una proposta di riparto confermata. Vorrei sottolineare un dato sulla sanità, perché poi capisco che parlare di bilancio può sembrare molto sterile. Nel nostro bilancio c’è un numero interessante, ed è questo. Noi mettiamo a valore 608 milioni di euro per le persone che vengono da fuori regione a curarsi in Emilia-Romagna: 608 milioni di euro entrano grazie alla credibilità che il nostro sistema ha a livello nazionale presso i nostri concittadini italiani.

Facciamo spesso discussioni sulle graduatorie della sanità. Credo che questo numerino che c’è a bilancio, 608 milioni in entrata, sia più significativo di tante altre valutazioni su come lavoriamo nel settore della sanità.

Per quanto attiene il fondo della non autosufficienza confermo anche quanto già detto a questi microfoni, cioè che per il 2018 nel bilancio ci sono 100 milioni che unitamente alla manovra di variazione realizzata poche settimane fa assicurano il mantenimento a 116 milioni di risorse aggiuntive regionali rispetto alle risorse nazionali. Lo ricordo anche qui, aggiuntive regionali e non sono molte le Regioni che aggiungono risorse della non autosufficienza ai soldi nazionali.

Per il 2019 e il 2020 confermiamo 116 milioni. Nel bilancio ci sono anche gli investimenti. Non posso entrare evidentemente nel dettaglio, ma ci sono 8 milioni di euro per la sostituzione e l’implementazione del patrimonio tecnologico e circa 80 milioni sul tema dell’addendum per varie tipologie di interventi, anche strutturali, che vanno dal nuovo materno-infantile di Reggio eccetera, ma non sto a fare citazioni, perché potrei fare torto a qualcosa di questo ampio programma.

Per quanto riguarda il welfare, livello costante nei servizi destinati ai cittadini dando continuità a quanto compiuto in questi anni, ma con una priorità chiara, che è la lotta all’esclusione. Se ne è parlato anche ieri in conferenza stampa, prosegue la misura regionale di sostegno al reddito, il RES, legge n. 24/2016.

Lo stanziamento è ingente, perché, nel complesso, sui 68 milioni dell’assessorato al welfare, quest’anno 33 milioni andranno, quindi quasi il 50 per cento, circa il 50 per cento, per il reddito di solidarietà che ne prevede ulteriormente 35 per il 2019 e aggiungiamo un’altra annualità a questo punto, altri 35 milioni per il 2020. È una scelta che diventa strutturale. Il RES con questo bilancio è scelta strutturale della Regione.

Nel complesso, in quattro anni, stiamo garantendo al RES 130 milioni per il sostegno alla povertà assoluta. Sappiamo che nel 2018 dovrà realizzarsi l’integrazione con il REI, che parte il 1° gennaio. Quindi, prevedremo, anche con atti di indirizzo che verranno presentati, l’eventualità di integrare le risorse previste per quest’anno, di rimodularle anche alla luce del lavoro di valutazione che farà l’Università di Modena e Reggio, che sta facendo l’Università di Modena e Reggio, e dell’andamento dell’integrazione con il REI nel corso dell’anno.

Confermiamo le risorse per i Piani di zona che sappiamo nel 2018 saranno approvati in attuazione del nuovo Piano sociale e sanitario 2017-2019. A questo si aggiungono i fondi nazionali approvati in sede di legge di stabilità, che ci consentono di dare continuità e stabilità ai servizi 0-6, a tutti i servizi sociali erogati dall’assessorato, tra cui le risorse destinate alle politiche per le giovani generazioni, per il volontariato, per il servizio civile, per le politiche familiari.

Sulla cooperazione internazionale mi fermo un attimo perché c’è un più. Sulla cooperazione internazionale aggiungiamo un 10 per cento di risorse in più a 1,1 milioni che già mettiamo. Lo dico perché parliamo spesso di immigrazione, qualcuno dice “aiutiamoli a casa loro”, qualcuno dice dobbiamo lavorare perché i flussi migratori non siano ineluttabili e ci sia una crescita anche nel terzo mondo. Ecco, oltre a parlarne, bisogna farlo e noi ci mettiamo il 10 per cento in più. Ci piacerebbe lo facessero tutti in Italia e così magari aiuteremmo di più le persone che oggi scappano dalla povertà.

Conferme anche sul tema dell’istruzione e formazione professionale, università: 23 milioni di cofinanziamento che permettono di investirne complessivamente 156. Quindi, sono confermati gli interventi sulla formazione professionale, l’ITS, il Piano alte competenze, i Big Data, la rete attiva per il lavoro unitamente a 2,5 milioni per il funzionamento dell’Agenzia regionale per il lavoro. Ulteriori risorse nel programma FSE sono destinate all’attuazione della legge regionale n. 14 per la politica attiva del lavoro, per le persone fragili e vulnerabili. Il fondo regionale disabili, che quest’anno permette l’inserimento al lavoro di portatori di handicap, vale 15 milioni. Lavoriamo confermando pienamente le risorse per il diritto allo studio scolastico e universitario della Regione e quindi sottolineo che arriveremo a copertura della domanda con le risorse nazionali. Continuiamo il finanziamento anche dell’edilizia scolastica e universitaria. Credo, quindi, che dal punto di vista della formazione, università e ricerca il segno sia di forte conferma.

Incrementi sul sistema culturale attengono al tema della nuova legge regionale sulla musica. Abbiamo la settimana di promozione della cultura in occasione dell’anno europeo del patrimonio culturale. Nel 2018 sullo sport la Regione proseguirà con il sostegno agli Enti locali, alle associazioni sportive, ai loro progetti sulle varie linee di intervento già sperimentate nel corso del 2017 in base alla nuova legge regionale sullo sport. In particolare, cito i 20 milioni per il Piano triennale sull’impiantistica sportiva, che riprende a operare nel 2018 dopo la sospensione risalente al 2012 per gli eventi sismici.

Confermiamo le risorse per le politiche giovanili, per la cultura della legalità, per la sicurezza urbana integrata. Anzi, qui, tra l’altro con un ordine del giorno collegato alla legge, presentato dai colleghi della Lega, ma che ci trova interessati, cercheremo di orientare maggiormente anche verso i cittadini e i privati le risorse che diamo a disposizione dei Comuni, oltre un milione in particolare per i temi della videosorveglianza e della sicurezza di prossimità. Proseguiamo con i programmi di promozione delle pari opportunità e dei diritti di genere.

Nel collegato ci sono interventi importanti da segnalare. In particolare segnalo le norme per il superamento del precariato e per la stabilizzazione del personale regionale a tempo determinato. Segnalo il rinnovo delle graduatorie in campo sanitario, che ci consentiranno di facilitare finalmente nuove assunzioni a livello medico sanitario. In campo turistico, abbiamo la semplificazione di una serie di procedure anche burocratiche sulle strutture ricettive. Si introduce il ruolo delle destinazioni turistiche nei servizi di informazione, si regolano le vendite promozionali per gli esercizi commerciali a tutela dei consumatori, in particolare per i saldi di fine stagione. Si modifica la normativa regionale sullo sfruttamento di acque minerali introducendo un canone sulla risorsa utilizzata a tutela del patrimonio idrico, un elemento delicato, ma di valore ambientale importante. Si semplificano gli strumenti di programmazione dei finanziamenti del fondo regionale per la montagna a vantaggio delle Unioni di Comuni montane o parzialmente montane, si ridefiniscono anche i confini del sistema del TPL, del trasporto pubblico locale, integrando organicamente nel TPL l’uso collettivo di autoveicoli, il car pooling, il car sharing e di biciclette, il bike sharing, quindi un TPL anche innovativo.

Chiudo, perché credo di avere finito il tempo. Solo in parte forse ho reso ragione delle difficoltà e della complessità della manovra di questo bilancio. Un ricordo e un merito credo vada anche agli uffici tecnici che hanno lavorato anch’essi in condizioni di grande difficoltà per la costruzione di questa manovra, una manovra con cui, pur nelle difficoltà di un contributo responsabile alla stabilità nazionale, in attesa di maggiore autonomia, risparmiamo ancora su noi stessi per mantenere la spesa di welfare e contribuire in espansione a quella per le imprese, il turismo, la difesa del suolo, per la creazione di nuovo lavoro e di nuova qualità della vita.

È il nostro obiettivo per questo mandato, che questo bilancio triennale conferma e riafferma per il 2018, 2019 e 2020.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Boschini.

La parola al relatore di minoranza, Bargi. Prego.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

La mattinata è iniziata bene, ma non benissimo, vista la gaffe sulla relazione che ci ha fatto slittare e passare avanti questo argomento rispetto alla relazione della Giunta. Direi che lo stesso atteggiamento, al netto di tutta quella che è stata la correttezza, comunque, ci tengo a farlo non per dovere, ma perché è necessario, ritengo importante farlo in quest’Aula da parte del relatore di minoranza e comunque anche della Giunta, di tutti i Gruppi nel rapportarci. La stessa situazione di bene, ma non benissimo la ritroviamo in quella che è la corsa che abbiamo dovuto fare per arrivare all’approvazione di questo bilancio.

So che spesso i tempi dell’Esecutivo non coincidono con quelli del Legislativo, però in due settimane avere i documenti, presentare gli emendamenti, discuterli in Commissione e arrivare qui in Aula oggi chiaramente abbiamo battuto, secondo me, un record che in questa Regione non è mai stato raggiunto. Sicuramente questo ha reso meno agevole la discussione politica, come diceva prima il collega Boschini, che è la sostanza poi del bilancio previsionale, perché in esso poi andiamo a riscontrare le iniziative che il Governo di questa Regione porrà in essere nel prossimo esercizio di attività della nostra Regione.

Chiaramente, da parte nostra, da parte dell’opposizione è sempre complicato poter mettere mano a un documento che è già chiaramente prescritto da parte della Giunta e andare a fare le dovute modifiche per cercare di impostare la nostra differente visione politica sui diversi aspetti gestiti in questa Regione.

Con tempistiche così rapide chiaramente le difficoltà sono ancora maggiori. Eppure, siamo qui e abbiamo cercato, credo di poter parlare a nome di tutti i Gruppi di opposizione, di presentare quella che è la nostra differente visione. A me toccherà, visto l’intervento più positivo verso il bilancio, come è ovvio che sia da parte del relatore di maggioranza, fare un po’ il diavoletto sulla spalla e quindi cercare di analizzare quelle che sono, a nostro avviso, le criticità su questo bilancio, in particolare partendo dai dati della nostra società.

Lui ha detto che la nostra regione cresce e cresce più delle altre in Italia, almeno per quanto riguarda i dati del PIL. Sicuramente nell’export continuiamo a essere molto forti. Rimane uno dei dati più importanti dello sviluppo della nostra crescita e per i nostri settori produttivi.

Chiaramente, come abbiamo detto in altri contesti, sarà importante, ma è un discorso che vale non solo per il nostro territorio regionale, ma per tutto il Paese, cominciare a ragionare un po’ anche di mercato interno, perché se sull’export siamo forti ed è giusto continuare a investire, bisogna che noi prendiamo in considerazione anche lo sviluppo e la ripresa dell’economia al nostro interno. Però, ci sono anche altri dati – ce lo dicono le associazioni di categoria con i loro sondaggi, ce lo dice la Regione stessa con i propri sondaggi – che non ci lasciano del tutto soddisfatti, perché la disoccupazione cala, si sventola l’ipotesi di arrivare al 2020 portandola quasi a zero, però siamo di fronte anche a una situazione in cui l’occupazione che stiamo andando a creare non è poi così tanto di qualità, perché se a calare sono anche i contratti a tempo indeterminato e a calare sono anche le trasformazioni a tempo indeterminato di chi viene assunto con contratti precari, evidentemente non c’è un trend positivo. Magari si tolgono persone dalla ricerca del lavoro e dai centri per l’impiego, ma non stiamo, di fatto, creando un’occupazione che possa essere di qualità elevata tale da consentire a chi magari oggi trova il posto di lavoro di poter uscire da una condizione non abbiente in cui versa.

L’altro dato sul quale, invece, bisogna riflettere è l’aumento della povertà. Sempre più famiglie, questa è la tendenza negli ultimi anni, nella regione Emilia-Romagna versano in uno stato di povertà. La risposta a questo problema arriva… Ci sarebbe anche il dato della disoccupazione giovanile, che sicuramente non è indifferente e sul quale una qualche risposta bisogna che noi la diamo, di concerto sempre con le politiche nazionali, ma è giusto rilevarlo, che nella nostra regione ruota attorno al 22 per cento. Sono cifre alte, sicuramente al di sotto della media italiana, sicuramente al di sopra della media europea. Sono comunque cifre alte a prescindere, sulle quali bisogna mettere un’attenzione particolare. Si parla chiaramente dai 15 ai 24 anni. Un’attenzione particolare cerchiamo di darla.

Bene alcuni dati dell’economia, però, attenzione, perché poi nel dettaglio andiamo a vedere che di risposte da parte del pubblico c’è ancora molto bisogno.

La risposta alla povertà viene fatta con una manovra. Lo Stato lo fa con il REI, qui viene fatta con il RES, questa forma di reddito di solidarietà. A nostro avviso, lo abbiamo detto quando si è votato qui lo strumento, lo abbiamo ribadito anche in altre sedute, rimane uno strumento assistenziale che non ci piace e a nostro avviso non pone una soluzione concreta al problema della povertà. È un po’ come mettere una pezza a valle a un problema che se non affrontiamo a monte non risolviamo.

Bene che cali la disoccupazione, ma se non è di qualità rischiamo poi di non andare ad arginare, a livello complessivo, il problema dell’aumento della povertà delle nostre famiglie noi dovremmo forse cercare di intervenire più con interventi a monte per cercare di creare posti di lavoro facendo di più per quanto riguarda il sistema delle imprese, sul quale vorrei intervenire dopo, rispetto a quello che, invece, è il RES.

Ancora, leva fiscale invariata. Al di là della discussione che ha tenuto banco parecchio in Commissione sul tema di questo contributo per le acque minerali, di certo non porta a un gettito importante per la Regione, però sicuramente non possiamo non leggerlo come un nuovo balzello fiscale, in qualche modo. Leva fiscale invariata, però, qualcosina ce la mettiamo di carico.

Tra l’altro, sulla leva fiscale invariata, su questo strumento io credo che sarebbe bello poter arrivare a discutere qui dentro della riduzione della leva fiscale. Non lo dico perché fa comodo dirlo, ma perché non siamo un Paese in cui il cuneo fiscale sia particolarmente leggero e consenta da un lato alle imprese e dall’altro alle famiglie di poter vivere dignitosamente le proprie vite, perché se la povertà è anche altro lo dobbiamo anche a una richiesta, a un peso che hanno le aziende sia sul costo del lavoro sia di imposte proprie che, chiaramente, va a incidere anche sulla capacità di assumere o la capacità di elargire stipendi un pochino più alti ai lavoratori.

Ecco perché magari ragionare sull’addizionale IRPEF della Regione, quindi su imposte delle famiglie, poteva dare con un po’ di calo, una boccata d’ossigeno alle famiglie, paragonabile se vogliamo ai fantomatici 80 euro del Governo Renzi. Però, almeno, poteva essere una risposta, una direzione. Intanto è una scelta politica che chiaramente poi deve avere dei riflessi e si deve portare avanti anche a livello nazionale dicendo “noi facciamo lo sforzo, però bisogna che poi ci si venga dietro”. Dall’altra parte può essere un modo per dare una boccata d’ossigeno, che vale per tutti. Chiaramente vale molto di più per chi versa in condizioni di difficoltà, perché 200 euro in più all’anno per una famiglia che ha difficoltà economiche sicuramente valgono molto di più di chi, invece, ha un reddito per il quale incidono pochissimo.

Poteva essere una risposta valevole per tutti, sempre per il principio, già detto altre volte, che è meglio lasciare risorse che darle dopo e che a nostro avviso si sposerebbe meglio con una politica che vuole in qualche modo andare incontro alla povertà piuttosto che il RES.

Un altro dato che mi piacerebbe, però, portare alla vostra attenzione, perché qui l’ho sentito raramente presentare, che è quello dell’incidenza degli stranieri sulle nostre popolazioni. La regione Emilia-Romagna è la prima in Italia per incidenza di stranieri, pari al 12 per cento.

In termini assoluti ci sono davanti Lazio e Lombardia, ma in termini di incidenza siamo i primi. Loro hanno Roma e Milano, città chiaramente iper-globalizzate. Noi abbiamo tantissimi centri locali. Pensiamo al fatto che da noi le fusioni vanno molto meno forte che in altre realtà dove ci sono piccoli paesini e grandi città e quindi su tutto il nostro territorio vengono spalmati gli stranieri in una quantità veramente enorme.

Tra l’altro, si presenta a volte il dato del calo, cioè un’inversione negli ultimi anni. Non sta calando la percentuale di popolazione straniera. Però, di fronte a 4.400 ottenimenti di cittadinanza nella sola provincia di Modena, 4.800 in quella di Bologna pensiamo che evidentemente la cittadinanza l’hanno ottenuta, ma siamo di fronte a un vero e proprio cambio di popolazione sul nostro territorio che forse, anche di fronte a quello che è il continuo sistema di accoglienza del nostro Paese che continua a portare nella nostra regione ancora questi cosiddetti profughi, in realtà, ci sarebbe bisogno di dare un segnale. Lo danno anche i sindaci del PD. Basta vedere in Appennino modenese quello che è successo quando si è cercato di portare profughi in queste piccole realtà di montagna dove i sindaci PD dicono “piuttosto mi dimetto se ce li date”.

Non è solo il caso di Goro di allora o altro. Qui c’è un’esigenza di un territorio che, ormai, comincia a essere, diciamocelo chiaramente, saturo. A meno che l’obiettivo non sia una sostituzione di popolo, qui siamo di fronte a una tendenza che deve necessariamente essere invertita, che ha un costo sociale elevato, che va a incidere anche pesantemente sul tema della sicurezza che vediamo le nostre città sempre tra le peggiori d’Italia da questo punto di vista in tutte le classifiche.

È necessario, quindi, a mio avviso che anche la Regione si faccia carico di un tema almeno dal punto di vista politico, perché, chiaramente, amministrativamente non ci compete, ma politicamente poter dire la nostra, da questo punto di vista, è fondamentale.

Per venire, invece, alle tematiche del bilancio sulle quali sorvolerò rapidamente, abbiamo il tema dell’autonomia sicuramente fondamentale. Lo stiamo osservando, vogliamo capire la direzione che prenderemo. Ci sono le varie materie sulle quali ci piacerebbe discutere. L’abbiamo detto più volte in questa sede e ne abbiamo già discusso in altre occasioni.

Per quanto riguarda il modus operandi ovvero il bypassare l’Assemblea, il bypassare i cittadini emiliano-romagnoli, non ci è sembrato un metodo assolutamente corretto e ha trovato la nostra ferma contrarietà.

Riteniamo che un percorso di autonomia sia importantissimo per questa Regione, perché ha i numeri per poter gestire da sola determinate materie. Ha la possibilità e ha un residuo fiscale particolarmente elevato sul quale far valere anche la possibilità e l’opportunità che ci offrono appunto le normative nazionali di trattenere delle risorse per poter garantire queste nuove materie.

La sfida che ricordo avevo lanciato quando si parlava di autonomia è proprio quella di trattenere le risorse che oggi lo Stato impiega per garantire sul nostro territorio un determinato servizio, ma riuscire a spendere meno sbloccando quindi risorse. Questa è la sfida vera dell’autonomia. Se uno vince questa sfida si può ragionare sul distribuire meglio i servizi, che è l’altro grande pilastro per il quale un ente territoriale sicuramente agisce meglio di un ente nazionale, centrale, oppure si può ragionare perché ogni tanto, quando si fa un risparmio, in politica, non c’è bisogno di andare immediatamente a stanziare, altrimenti il risparmio poi rimane virtuale, si può andare anche ad incidere su quella che è la leva fiscale regionale che dicevo prima. Sarebbe un passaggio importante.

Faccio un piccolo passaggio anche sul tema sanità. In particolare, prima il consigliere Boschini ci diceva qual è la parte attiva della mobilità sanitaria e che quindi vede la Regione essere a credito con le altre di oltre 600 milioni.

Vorrei sottolineare anche il dato passivo, quello che noi dobbiamo ad altre Regioni, cioè poco più di 250 milioni. Questa cifra sicuramente la tendenza è stata in calo negli ultimi anni. Sicuramente il saldo è di oltre 300 milioni ed è positivo per la Regione, però non è una cifra sulla quale, secondo me, si può sorvolare per le politiche in materia sanitaria, riduzione dei tempi di attesa e via elencando. Capisco che chi vive sui confini a volte magari ha l’ospedale più vicino in un’altra regione e preferisce recarsi là, però analizzare più nel dettaglio questo importo e cercare di capire con quali politiche poterlo ridurre anche pesantemente nel corso dei prossimi anni ci sembra un passaggio dovuto. Del resto, è vero che il saldo è positivo, però non possiamo ignorare questa cifra.

Altro tema che ci ha visti particolarmente interessati già in Commissione, per cui riproporremo il nostro emendamento oggi, perché in Commissione è stato fatto un giochetto numerico per far vedere altre cifre, a nostro avviso, e quindi non è stato accolto, è il tema del dissesto idrogeologico. Ebbene, al di là degli eventi verificatisi recentemente, avremo modo di parlare di questo argomento, tant’è che abbiamo richiesto anche una Commissione specifica, e credo che l’assessore Gazzolo, avendo rimandato la comunicazione immagino per la sua assenza, quando arriverà, probabilmente farò un passaggio anche su questo tema, in virtù anche della nostra richiesta di istituire una Commissione d’inchiesta, quindi ne parleremo più avanti. Non voglio scendere adesso nei dettagli di quanto è accaduto nelle ultime settimane e nell’ultimo mese.

Ad ogni modo, questo è un tema che tutti gli anni ci porta problematiche, tutti gli anni la neve cade in maniera diversa rispetto all’anno prima e causa problemi ai tralicci, alla distribuzione dell’energia elettrica e, quest’anno, addirittura anche per quanto riguarda l’acqua, che si collega all’energia elettrica. Francamente, ci lasciano un po’ stupefatti le risposte che ci siamo sentiti dare dai gestori quando dicono “eh, però, siamo sempre in situazioni di emergenza”. Non è possibile che ogni volta che viene a piovere o a nevicare si crei una situazione di emergenza.

È evidente che la tromba d’aria o la grandinata estiva, che sono particolarmente lesive per i raccolti, non le possiamo prevedere, però che nel nostro territorio non abbia piovuto per tutta l’estate, che in effetti è stata caratterizzata da una particolare siccità, e limitarsi a dire che è caduta l’acqua che non è caduta quest’estate, tutta in pochi giorni, sono frasi che reputiamo assolutamente inaccettabili.

Occorre intervenire per provvedere alla manutenzione straordinaria lungo il corso dei fiumi e sul territorio per evitare frane e tutto ciò che può procurare danno ai nostri cittadini in termini di dissesto idrogeologico. D’altronde, non dimentichiamo che i nostri cittadini e le nostre imprese pagano le tasse anche per questo e che le imprese subiscono forti danni quando i capannoni vengono invasi dall’acqua, il che poi si ripercuote inevitabilmente sul personale.

È fondamentale, quindi, investire di più di quanto si è investito finora per le manutenzioni straordinarie. Non come è avvenuto in sede di Commissione dove nella stessa voce, stimata in 4,5 milioni per quanto riguarda le manutenzioni straordinarie per l’anno 2018, che noi volevamo aumentare, si sono accorpate le manutenzioni ordinarie e la difesa della costa, spostando la cifra a 9,5 milioni. Al di là che stona molto quella previsione triennale, perché negli altri anni rimane a 2,5 milioni, quindi c’è un differenziale particolarmente ampio, che si nota subito, quindi sembra che sia stato un giochetto numerico fatto esclusivamente per poter annunciare che, per la difesa del territorio, il dissesto idrogeologico e la difesa della costa, sono stati stanziati 9,5 milioni. Lo capisco bene, però su quello che riguarda le manutenzioni straordinarie, di cui abbiamo più bisogno soprattutto a monte e soprattutto nella legge urbanistica votata martedì scorso, dove infatti non era ben chiaro questo passaggio, nonché le opere idrauliche necessarie nelle nostre città per consentire anche al terreno, che ha un suo coefficiente di assorbimento, di assorbire le acque, diversamente si corre il rischio di far aumentare la portata d’acqua del fiume, occorre intervenire con maggiore forza e con maggiori risorse e bisogna, peraltro, che le risorse vengano sbloccate. Del resto, sentir dire al telegiornale, all’indomani dell’ennesima alluvione del fiume Secchia, più o meno negli stessi punti, a distanza di pochi chilometri, dove abbiamo assistito nell’arco di 4-5 anni a quattro esondazioni, che solo il 20 per cento delle risorse stanziate sono state realmente impiegate per svolgere tutte le opere di dragaggio, di ampliamento delle casse di espansione e opere idrauliche per impedire che l’acqua finisca tutta nel fiume e consentire che il terreno la possa assorbire, nonché le opere a monte che servono a garantire uno sbarramento alla piena del fiume, quando piove molto o quando si sciolgono i ghiacciai, mi lascia un po’ perplesso. Solo il 20 per cento: perché? Quale burocrazia ha impedito lo stanziamento di queste risorse? Quindi, da questo punto di vista crediamo che serva veramente uno sforzo enorme, e vedere che si stanziano 7-8 milioni sui fondi di riserva per spese straordinarie in corso di esercizio, tra i quali figureranno quelli di emergenza, dovrebbe spingerci a pensare che, più che intervenire per contenere l’emergenza, dobbiamo sforzarci molto di più di lavorare in prevenzione, prevedendo opere che devono continuare ciclicamente sul territorio della nostra regione.

Vengo al tema imprese. Ho fatto prima un inciso. La tematica principale, che abbiamo già discusso altre volte e che è stata portata alla nostra attenzione anche nell’udienza conoscitiva, riguarda il mondo delle piccole e medie imprese. Purtroppo molte volte si sente dire nell’ambiente politico che piccolo è bello, ma non è efficace. Ebbene, al di là del doppio senso che questa frase può avere in altri contesti, è evidente che noi abbiamo una società che si è sviluppata su un sistema produttivo ben specifico, che ha sempre visto la proliferazione e la qualità dei prodotti offerti dalle realtà delle piccole e medie imprese e da qualche realtà di commercianti, e valutiamo positivamente le iniziative portate avanti per gli esercizi polifunzionali e le risorse stanziate, ma è altrettanto evidente che, se la nostra realtà è costituita da questo tipo di nucleo produttivo, noi abbiamo bisogno di concentrarci di più su questa realtà e di darle una mano maggiore. D’altronde, l’appello che ci rivolgono gli operatori di quel settore è che i fondi europei per l’impresa magari ci sono anche, ma sono difficili da reperire per le micro, le piccole e anche le medie realtà produttive del nostro territorio.

Noi, quindi, dobbiamo intervenire per sopperire ai bisogni specifici del nostro territorio. Sicuramente bisogna rivolgere un appello all’Unione europea, però è chiaro che i paesi che conducono il gioco sono ben globalizzati, mentre noi non siamo un Paese di multinazionali. Anche perché, quando un’azienda raggiunge un certo livello in Italia, di solito cosa fa? La sede fiscale la porta dove paga meno tasse e la produzione la porta dove paga meno la forza lavoro. Quindi, è evidente che non siamo bravi a trattenere queste grandi imprese e non siamo in grado di farne fiorire di nuove. Possiamo attrarle forse, però anche da quel punto di vista occorre un impegno maggiore.

Chiediamo, dunque, per quanto riguarda il credito alle piccole e medie imprese, un’assistenza maggiore su questo bilancio. Abbiamo visto togliere risorse ai Confidi, abbiamo visto bocciare emendamenti sul fondo per il microcredito, tutto riportato a una diversa gestione di tutte quelle che sono le politiche economiche e che si rifanno principalmente ai fondi europei.

Vogliamo vedere come si attueranno, però ci convince poco perché, ripeto, noi viviamo in una specificità particolare per la nostra regione, ma in generale in tutta l’area del nord-est del Paese, che ha bisogno di un’attenzione ben specifica da parte di chi questa realtà la conosce. Altrimenti, se continuiamo a lavorare per il grande centro commerciale o la grande distribuzione, per lasciare spazio a questi, senza prevedere compensazioni – dopo il Governo Monti, addirittura, abbiamo deregolamentato il loro mercato –, rischiamo di danneggiare quelle realtà.

Noi abbiamo depositato un progetto di legge, che spero si possa discutere il prossimo anno anche con la maggioranza, per ragionare su come intervenire per equilibrare questo aspetto, diversamente rischiamo di perdere la nostra realtà, che è piccola e bella, ma a nostro avviso, se la si fa funzionare, può ancora vendere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bargi.

Abbiamo terminato con i relatori, per cui ora darei la parola ai rappresentanti della Giunta, iniziando dall’assessore al Bilancio, Petitti. Prego.

 

PETITTI, assessore: Grazie, presidente.

Oggi, con la discussione e l’approvazione di questo bilancio, concludiamo un percorso sicuramente molto intenso e molto impegnativo, che ha visto lavorare in maniera importante la Giunta e l’Assemblea legislativa, e per questo voglio rivolgere il mio ringraziamento al relatore di maggioranza Boschini, al relatore di minoranza Bargi e al presidente della Commissione Pompignoli, perché il lavoro che è stato svolto dalle Commissioni ci ha permesso di confrontarci in maniera importante con le forze sociali e le forze economiche della nostra regione. Peraltro, il confronto nel merito con questi soggetti ha anche portato un apprezzamento, che è stato da tutti riconosciuto.

Mi preme sottolineare che abbiamo sottoscritto con i sindacati un verbale sul bilancio che ha permesso loro di condividere le scelte strategiche e puntuali che abbiamo compiuto. Per noi questa iniziativa è stata estremamente significativa, perché va a confermare un metodo di lavoro che questa Regione sta portando avanti da quando ci siamo insediati.

Nel complesso, l’impostazione di questo bilancio è risultata positiva soprattutto per quanto riguarda gli interventi in materia economica, il consolidamento del Patto per il lavoro e l’incentivo per il sistema delle imprese, a partire dalla valorizzazione dei temi dell’internazionalizzazione e dell’attrattività del sistema territoriale.

Voglio anche ricordare che è stato sicuramente un periodo non semplice anche a livello tempistico, ci siamo confrontati prima in Conferenza Stato-Regioni, dove ricordo che, giovedì scorso, come Regioni abbiamo espresso un parere favorevole all’intesa sulla legge di bilancio, e questo lavoro intenso in Conferenza Stato-Regioni ci ha permesso, con questo bilancio, di azzerare i tagli inizialmente previsti. Credo che questo sia un aspetto da sottolineare, in quanto il contributo chiesto alle Regioni per il risanamento della finanza pubblica in questi anni è stato rilevante, noi però quest’anno siamo riusciti ad azzerare il contributo richiesto inizialmente, pari a 2,7 miliardi. Rimangono alcune criticità relative all’avanzo delle Regioni, che sappiamo avere nel 2018 un obiettivo pari a 2,3 miliardi, ma occorre sottolineare l’introduzione nel bilancio statale di un fondo che è cresciuto di 75 milioni per il trasporto disabili. Anche questa è stata una delle richieste che avevamo posto all’attenzione del Governo e che, proprio nelle scorse settimane, è stata riconosciuta.

Il contesto è quello che veniva ricordato anche dal relatore Boschini nella sua introduzione, sicuramente un contesto non semplice rispetto anche a quello che sta avvenendo in questa fase sul fronte della riforma istituzionale del lavoro, che stiamo portando avanti anche rispetto ai temi dell’autonomia. In questa fase ci stiamo riaggiornando con le Commissioni e solo ieri abbiamo tenuto ulteriori Commissioni, dove stiamo riportando il confronto tecnico di merito che sta avvenendo attraverso il negoziato avviato con il Governo. Ma il contesto è anche quello di una finanza pubblica complessiva che presenta anche alcune criticità, ma che rileva un significativo incremento del PIL all’1,5 per cento ed effetti sull’occupazione sicuramente positivi, anche se ancora limitati.

La Regione Emilia-Romagna, però, come ben sappiamo, ha una maggiore accelerazione nel contesto nazionale, registra un PIL, secondo le ultime stime, pari all’1,9 per cento e sul fronte della disoccupazione sta ottenendo risultati importanti, che hanno portato il tasso di disoccupazione dal 9,1 nel 2015 al 6,3 per cento. Evidentemente, questo testimonia che il lavoro, l’impegno e il Patto per il lavoro, su cui abbiamo investito, insieme a tutti i soggetti del nostro territorio regionale, risorse politiche e strategie importanti, stanno dando i risultati auspicati.

In un contesto sicuramente non semplice, con questo bilancio siamo riusciti a confermare alcuni princìpi ispiratori di questa Amministrazione, quelli che avevamo anche nei precedenti bilanci sottolineato, tra cui cito innanzitutto l’invarianza della pressione fiscale. Come ha avuto modo di ripetere in più occasioni il presidente Bonaccini, per noi resta un punto fermo e anche con questo bilancio abbiamo confermato questa volontà politica.

Abbiamo dato priorità in maniera importante all’utilizzo dei fondi europei e abbiamo deciso che, con questo bilancio, dovessero crescere le risorse messe a disposizione nei cofinanziamenti regionali, per accelerare l’utilizzo dei fondi europei, tant’è che con questo bilancio – questo è un dato da sottolineare – passiamo da 59 milioni messi a disposizione nei bilanci precedenti a 81 milioni nel bilancio 2018. Poi, naturalmente, ci sono le scelte fondamentali che riguardano tutte le politiche che sono alla base del Patto per il lavoro.

Continua in maniera rilevante la scelta che abbiamo messo in campo rispetto al contenimento delle spese di funzionamento. Voi sapete che, già nei precedenti bilanci, avevamo svolto un lavoro importante sulla razionalizzazione e sul contenimento delle spese, con questo bilancio si compie un ulteriore passo avanti. Circa 33 milioni sono le risorse che siamo riusciti a recuperare intervenendo sulle procedure burocratiche e sulla riorganizzazione della governance e 1,6 milioni le risorse recuperata dalle spese per l’Assemblea legislativa.

Tra le priorità che abbiamo voluto mettere al centro di questo bilancio ci sono anche tutte le politiche di investimento. Voi sapete che questa è una scelta fondamentale che questa Amministrazione ha compiuto in questi anni, quella di riuscire a sostenere in maniera rilevante le spese di investimento in completo autofinanziamento, sapendo che per il prossimo triennio, dal 2018 al 2020, saranno più di 208 milioni le risorse messe a disposizione. A queste si aggiungeranno 42,5 milioni di spese di investimento che vengono recuperate dall’utilizzo di bilancio.

Allora, se siamo riusciti, attraverso questi pilastri, a costruire una proposta, che, come dicevo all’inizio, ha trovato il consenso unanime delle forze sociali, ha trovato il consenso importante delle associazioni economiche e imprenditoriali di questa regione, è proprio perché in alcuni ambiti, in modo particolare il tema dell’attrattività e dell’internazionalizzazione, abbiamo deciso di investire oltre 13 milioni sul 2018, perché le politiche del turismo, che hanno visto una crescita importante del PIL in questi anni, con questo bilancio hanno visto un aumento di oltre 8 milioni, posti in capo all’assessorato di competenza. Da questo punto di vista, la nuova legge sul turismo e gli investimenti sulle destinazioni turistiche vedono un focus importante, che determina una ricaduta sui territori, sui comuni e sulle nostre Unioni dei comuni proprio nella gestione di questi stessi processi.

Anche la salvaguardia del livello e della qualità dell’offerta dei servizi sul trasporto pubblico locale è al centro di questo bilancio. Voglio ricordare che abbiamo confermato i 65 milioni per il 2018, che aumenteranno di altri 8 milioni nel 2019. Tutto questo per riuscire a garantire l’attuazione della gara.

Ancora, le politiche per l’ambiente e per il dissesto idrogeologico trovano voci importanti, dal momento che si parla di oltre 15 milioni aggiuntivi messi a bilancio, e l’impegno che il presidente Bonaccini aveva preso all’inizio della legislatura di triplicare i fondi per le politiche culturali, per i giovani e per lo sport ancora una volta vede risorse aggiuntive, e si parla di 4 milioni per la cultura e oltre un milione per le politiche sportive.

Inoltre, il lavoro intenso che si è compiuto con la Commissione ci ha permesso di confrontarci anche su alcune materie e su alcune politiche ben precise e particolari, arrivando anche al recepimento di diversi emendamenti presentati dalla Commissione, frutto di un lavoro compiuto trasversalmente con i Gruppi, il che ci ha permesso di dare una risposta anche alle politiche di incentivazione, al fondo per la montagna, alle politiche per la pesca e per i piani d’area, alle politiche a favore dei piccoli esercizi commerciali, alle politiche per la caccia, ma penso anche all’incremento che abbiamo visto sul piano telematico regionale e a tutto il lavoro, anche in questo caso importante, dedicato agli esercenti che aderiscono al marchio “Slot free”. Credo che queste siano risposte concrete e anche molto attese dai territori e dalle associazioni. Ricordo che, nell’audizione che abbiamo avuto l’11 dicembre scorso, molti di questi temi erano anche quelli particolarmente sentiti dai nostri territori.

Ricordo anche l’incremento dei fondi a favore dei soggetti danneggiati da crisi bancarie, altro tema fondamentale, e tutti i fondi per gli interventi della cooperazione internazionale.

Con questo bilancio prosegue anche l’attività di programmazione che abbiamo messo in campo da quando ci siamo insediati, con l’approvazione del DEFR 2018, che ha visto, anche in questo caso, un dibattito importante in Commissione, ma anche in quest’Aula, che quest’anno è stato ulteriormente ampliato con una parte che riguarda la rendicontazione degli obiettivi strategici, e desidero richiamare alcuni dei risultati più importanti che abbiamo conseguito, uno fra tutti la percentuale di copertura del Patto di stabilità territoriale. Con il 96 per cento della copertura, siamo riusciti a dare risposta quasi completa ai territori che avevano fatto richiesta alla Regione. Ma ricordo anche la razionalizzazione della spesa, ribadendo che la spesa annua gestita da Intercent-ER è aumentata di quasi il 20 per cento, e il tema di Agenda digitale nelle scuole, dove siamo riusciti, rispetto al 2015, a raddoppiare quasi il numero di copertura delle scuole, passando da 392 a 697.

Veniva ricordato inizialmente dal consigliere Boschini che, tra i tanti temi presenti nel collegato, sicuramente una parte rilevante è quella rivolta al tema delle stabilizzazioni dei precari e al rinnovo delle graduatorie. A tal proposito, voglio ricordare che il confronto con le parti sociali – rammento che il 2 agosto scorso abbiamo sottoscritto un protocollo anche rispetto al tema della riorganizzazione e all’obiettivo di stabilizzazione dei precari – ci ha permesso, nei giorni scorsi, di arrivare a un altro punto obiettivo, quello di riuscire a sottoscrivere con le forze sociali il contratto decentrato integrativo – credo che questo sia un tema fondamentale ed estremamente atteso dal comparto dei dipendenti –, grazie al quale si può tendere a raggiungere l’obiettivo della stabilizzazione dei novanta precari.

Inoltre, sempre all’interno di questo obiettivo che ci siamo dati con i sindacati, abbiamo intenzione di portare avanti il progetto di smart working, ovverosia riuscire a investire sulle risorse umane nelle varie direzioni, e per il lavoro che si sta compiendo in questa direzione voglio ringraziare le forze sociali.

Concludo il mio intervento ribadendo che questo bilancio risponde a obiettivi politici ben precisi, ma è anche propedeutico, nei suoi principali obiettivi, alla chiusura di questa legislatura, quindi ha visto ancora una volta un coinvolgimento e un impegno enorme da parte di tutti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Petitti.

La parola al presidente della Giunta Stefano Bonaccini. Prego.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente.

Voglio tracciare la curvatura per i prossimi ultimi due anni di legislatura, ma anche, non avendo mai pensato che si è buoni amministratori se si pensa al voto di domattina, indicare dove nei prossimi 5-10 anni si potrà collocare l’Emilia-Romagna, perché noi stiamo lavorando esattamente per questo. Quindi, tralascio tutte le beghe quotidiane e le discussioni su questioni talmente minime che non meritano un dibattito all’altezza di questa Assemblea legislativa. Quindi, provo a tenerla sullo scenario che abbiamo trovato, come ci collochiamo dopo tre anni, quali sono le previsioni, che domattina peraltro Unioncamere presenterà e presenteremo pubblicamente, e quella che può essere la traiettoria di un Paese che faticosamente è stato capace di uscire dalla recessione e ricominciare a crescere, anche con numeri importanti, seppur non sufficienti.

In primo luogo, per il quarto anno noi non aumenteremo di un centesimo le tasse. Vediamo in quante altre Regioni è stato fatto. E sarà così come promisi quando intervenni in Aula a fine gennaio 2015, quando votammo il programma e presentai la Giunta, che noi per cinque anni avremmo agito lungo questa direzione, sapendo che lo scenario dei Governi sarebbe stato quello di contenere la spesa, quindi più tagli che aumenti di risorse e trasferimenti e nonostante veniamo da anni in cui si è chiesto un contenimento, che le Regioni hanno accettato, vi segnalo che giovedì scorso il sottoscritto, a nome delle venti Regioni italiane e delle due Province autonome, che si sono espresse all’unanimità in questo caso, ha dato parere favorevole in Conferenza Unificata alla manovra di stabilità, perché abbiamo ottenuto, con una lotta mica banale, durata due mesi, e con la richiesta al Governo di nostri continui rinvii, 300 milioni di euro di minori tagli e 75 milioni di euro in aggiunta per il trasporto dei disabili. Inoltre, stiamo discutendo ulteriormente su questioni che attengono alla sanità e vedremo cosa succederà in conclusione della manovra di stabilità.

Noi, nonostante il contributo al contenimento della spesa nazionale, per cinque anni saremo in grado di dimostrare che non c’è stato un centesimo di aumento della tassazione locale, per quello che compete la Regione, e che c’è stato un contenimento continuo della spesa, che partì dal taglio ai cosiddetti costi della politica – usiamo un eufemismo per farci capire –, e dal taglio della macchina pubblica regionale, e vede quest’anno ulteriori 33 milioni di contenimento, con un avanzo che sfiora i 50 milioni di euro.

Più in generale, mi pare di poter dire che il tratto, però, di ciò che abbiamo voluto e – spero – saputo fare era legato alla vera ossessione che ci accompagna, ovverosia quella di riportare l’Emilia-Romagna vicino alla piena occupazione. Ovviamente non allo zero che indicava il consigliere Bargi, perché non esiste paese al mondo che sia mai arrivato a questo tasso di disoccupazione nella storia del mondo, da quando qualche economista ha provato a descriverla. Diciamo che vorremmo tornare a quei numeri, attorno al 4-5 per cento, nel 2020, che in epoca di globalizzazione vengono indicati come numeri per i quali se hai voglia di lavorare un lavoro tutto sommato lo puoi trovare. È stato il tratto che ha accompagnato i decenni dopo la tragedia della seconda guerra mondiale di una terra come questa poverissima allora e nei decenni successivi diventata una di quelle con la più alta qualità della vita in Europa e certamente con la piena occupazione fino a un po’ di anni fa, dopo che la crisi trasferita dagli Stati Uniti all’Europa ha triplicato anche qui la disoccupazione e raddoppiato le persone in povertà.

Certo, sono numeri, come abbiamo sempre detto, molto differenti da quelli che potremmo paragonare con le altre regioni italiane, quasi tutte, e molte regioni europee, ma ho sempre detto che non lo si può spiegare con le statistiche e le classifiche a chi ha perduto il lavoro o ha dovuto abbassare la saracinesca della propria impresa.

È solo merito nostro? Saremmo sciocchi a dirlo. È solo merito degli altri? Allora, vuol dire che quando le cose vanno male non è mai colpa della politica e delle Istituzioni. Troviamo un equilibrio insieme. Io difendo, come dato straordinario e inedito in questo Paese e in questi anni, che in questa Regione ogni atto che è stato compiuto, dei più rilevanti dal punto di vista legislativo e amministrativo, quantomeno nella decisione degli assi fondamentali di crescita, sviluppo, difesa del welfare, o anche sua modifica e contributo a fare in modo che le persone fossero un po’ meno senza lavoro e un po’ più aiutate in una protezione sociale laddove ne avevano diritto e bisogno, l’abbiamo condiviso con tutte le parti sociali.

Quel Patto per il lavoro del luglio 2015 è, a nostro parere, rilevante perché ci ha permesso di discutere ogni volta, confrontarci e, a volte, persino modificare una traiettoria di decisioni che stanno mostrando in questo Paese che nessun’altra Regione le ha fatte meglio. Meglio lo intendo dal punto di vista quantitativo. Dal punto di vista qualitativo accetto qualsiasi critica, perché questa si chiama democrazia. Insomma, sarà pur qualcosa se lo scorso anno siamo cresciuti dell’1,9 per cento, non dell’1,4 che si prevedeva, che sarebbe stato lo stesso il primo posto raggiunto da una regione italiana. E i dati ci dicono che quest’anno andrà più o meno nello stesso modo e potrà essere così nei prossimi anni. Ho sempre detto che mi interessa persino poco essere primi, secondi o terzi, mi interessa che questa regione si sia collocata stabilmente in questo triennio e lo potrà essere per il futuro, se non sbagliamo le decisioni strategiche, come una delle locomotive o addirittura la locomotiva primaria del Paese.

Noi abbiamo sempre detto, al di là della qualità del lavoro che si compie, che puntiamo alla piena e buona occupazione, tant’è che mi aspetterei almeno un riconoscimento che gli oltre 5.000 – di tali numeri parleremo a fine legislatura e siamo già lì vicino – nuovi occupati a tempo indeterminato nella sanità pubblica regionale significano qualcosa di diverso dal tema della precarietà. Dopo anni, anni e anni qui dentro, in questa Assemblea legislativa, in questa Regione, noi torneremo a stabilizzare, oltre che ad assumere, stabilizzare a tempo indeterminato, i cosiddetti precari: è una scelta coerente con l’idea che le persone abbiano diritto a una dignità del lavoro e anche a farsi un’idea di futuro per sé e per le proprie famiglie, se vogliono farsi una famiglia, o per sé, se non hanno voglia o intenzione di farsi una famiglia.

Sapete che addirittura, su diversi bandi relativi all’attrattività, stiamo conseguendo un risultato che non era, questo sì, in linea con la storia dell’Emilia-Romagna, sempre prima tra le prime per export, grazie a imprenditori spesso straordinari e geniali nel produrre manufatti che costano di più che in quasi tutte le altre parti del mondo, dove c’è un costo del lavoro, per fortuna dalla parte dello stipendio, più alto che in altre parti, e non di tutta Europa, ma di buona parte del mondo, problema se non viene tagliato il cuneo fiscale nei prossimi anni, e spesso anche prodotti inimitabili. Ed è per questo che, nei pilastri di una crescita sostenibile, abbiamo inserito il sostegno alle manifatture, che ci mettono in condizione di avere distretti che sono tra i primi al mondo.

Abbiamo intitolato a Veronesi il Tecnopolo di Mirandola, pochi giorni fa, dedicandolo a colui che, insieme ad altri, in maniera geniale, in una terra che era tra le più povere d’Italia, ha costruito uno dei distretti del biomedicale tra i più importanti al mondo, creando sviluppo, lavoro, contributo alla qualità attraverso la ricerca. Lì giustamente chi c’era prima di noi decise di metterci uno dei dieci Tecnopoli della rete di alta tecnologia e professionalità di questa regione, perché è sulla qualità che dobbiamo puntare. In un momento in cui la richiesta di autonomia è finalizzata anche a questo, abbiamo bisogno di poter spendere, noi che crediamo un po’ presuntuosamente di saperle spendere bene e meglio di come le spenderebbe lo Stato, una parte di risorse, perché dobbiamo qualificare certi tipi di alta professionalità, che oggi le imprese dell’Emilia-Romagna – anche voi certamente parlerete tutti i giorni con gli imprenditori e vi diranno la stessa cosa che dicono a me – cercano e spesso non riescono a trovare, che è una bella contraddizione laddove sta crescendo l’occupazione, sta diminuendo la disoccupazione, ma rischiano di mancare alcune figure professionali proprio qui, in una delle regioni più avanzate del Paese e d’Europa.

Il tema di essere primi per tasso di attività, secondi, dopo il Trentino, per occupazione, ma primi per occupazione femminile, certamente legata a un modello di welfare, di servizi pubblici o integrati con il privato, a partire dagli asili nido e dalle scuole materne, che garantiscono che le donne, quando trovano l’occasione di poter lavorare, lo possano fare non dovendo nemmeno parcheggiare i propri figli, ma sapendo che per loro c’è una vera e propria agenzia educativa, la prima che possono trovare nel corso della vita dei loro figli.

Abbiamo un’idea di una crescita che sta andando proprio coincidentemente laddove pensavamo dovesse provare ad andare. Primi per export ancora, per le ragioni che ho detto prima. Ecco perché stiamo sostenendo l’internazionalizzazione, come ci chiedono esattamente le imprese del nostro territorio, le grandi che vogliono essere competitive in un mondo che richiede anche la dimensione per competere, le piccole e le medie perché l’aggregazione per internazionalizzarsi è condizione indispensabile per poter avvicinarsi, a volte, come sta accadendo, per la prima volta in quel segmento, e chi sta esportando sta andando bene e in alcuni casi sta volando. Ed è per questo che noi abbiamo stipulato accordi con importanti regioni di grandi paesi, già da tempo o da decenni o da un secolo e oltre paesi affermati nella scena dell’economia mondiale, o grandi paesi in via di sviluppo, e penso alla Cina e al Sudafrica, non solo agli Stati Uniti o alla Germania. Alla fine del prossimo anno, tenteremo di portare qui i governatori della California, dell’Assia, del Gauteng e del Guangdong per un focus sul tema dell’industria o impresa 4.0 e del mondo digitale, a cui tendiamo di andare incontro e sul quale l’Italia era in forte ritardo. E a proposito di qualità dello sviluppo, vi confermo che nel 2020, grazie alle scelte regionali e all’attivazione di 180 milioni di euro dal Governo, saremo la prima regione d’Italia completamente digitalizzata. L’avete visto sulle scuole: IlSole24Ore, poche settimane fa, riportava che già il 35 per cento delle nostre scuole è raggiunto dalla fibra. Le seconde sono Toscana e Lombardia, che oscillano attorno al 15-16 per cento. Anche qui, ci auguriamo che tutti, nel 2020, possano fare quello che faremo noi. Magari. Vorrebbe dire che il Paese è più forte. Mi sento italiano – l’ho sempre detto – prima che emiliano-romagnolo. Dunque, dal punto di vista delle relazioni con il mondo, quelle relazioni sono importanti, perché non si può pensare di collocarsi fuori dal mondo, se si vuole competere con i territori più avanzati, se con quel mondo non instauri le necessarie relazioni.

Abbiamo saputo fare, come si dice spesso, parola anche un po’ abusata, sistema. L’ultima missione in Cina ne è stata l’esempio: le imprese dell’agroalimentare insieme, le fiere insieme, l’aeroporto di Bologna che, per la prima volta, stipula contratti charter con quel grande Paese, che vedrà nei prossimi dieci anni 40-50 milioni, ogni anno, di nuovi turisti verso l’Europa. Il problema è portarli in Italia. E se c’è per la prima volta uno scalo qui, è chiaro che può essere una “festa” per tutti, se è vero che il turismo, come terzo pilastro della crescita, ha visto quei risultati. Del resto, se nei prossimi due anni perdessimo cinque milioni di presenze turistiche e si riducesse di due punti il contributo al PIL regionale del turismo, io e l’assessore Corsini avremmo mantenuto la promessa che avevamo fatto, dal momento che avevamo parlato di 50 milioni di presenze e di 10 per cento di PIL. Ebbene, dopo tre anni siamo a 55 milioni nel primo caso e al 12 per cento nel secondo.

Dobbiamo investire in quel settore, perché lì, in un’idea di sostenibilità, vi è un’opportunità di un pilastro dell’economia che non solo può creare, come sta creando, nuovi posti di lavoro, non solo può essere un veicolo straordinario anche per altro, ovvero il marketing territoriale del nostro paese e la sua promozione, e sapete che, nelle richieste di competenze e di autonomia, non abbiamo inserito alcune materie, alcune competenze, perché convinti e coerenti che una parte di quelle materie e competenze, anche su richiesta delle stesse organizzazioni economiche, è giusto rimangano in capo allo Stato; ad esempio la promozione del turismo all’estero.

Certamente tuttavia una Regione come la nostra ha tali e tante eccellenze che è un caso unico in Europa. Trovatemi un’altra Regione che ha certi comparti manifatturieri di livello mondiale, che li può abbinare a una qualità dell’enogastronomia o dell’agroalimentare di livello mondiale. Non ce n’è. Infatti ne abbiamo fatto addirittura due brand turistici per la prima volta.

Il turismo, per poter essere sempre più attrattivo e di qualità, ha bisogno di una cura del territorio assolutamente inedita, persino con una curva differente da quella che abbiamo utilizzato nel passato. La si pensi come si vuole. Ne vedremo i risultati nei prossimi anni. Aver tagliato di oltre il 50 per cento le previsioni di occupazione di suolo pubblico, suolo vergine, che erano previste per le decisioni degli anni precedenti e dalle Giunte precedenti, è per noi un fatto rilevante. Vedremo se saremo capaci, ma non basta.

Grande investimento bisogna metterlo sul tema della qualità dell’aria e dell’acqua, per il luogo nel quale viviamo, che ha problemi derivanti dalla crescita straordinaria economica – parlo di tutto il bacino padano – del dopoguerra, perché qui ci vive il 40 per cento della popolazione. Inoltre, ci sono i più grandi nodi di traffico autostradale e c’è il maggior numero di imprese di tutto il resto d’Italia messo insieme, però abbiamo sempre detto e scritto nel Patto per il lavoro che il tema della crescita non può non essere accompagnato, nei prossimi decenni, dalla parola sostenibilità; altrimenti ci giochiamo il bene più prezioso che abbiamo, che si chiama pianeta Terra.

Su questo va fatto un lavoro serio. Per questo abbiamo messo, come diceva Emma Petitti, ingenti risorse sulla sostenibilità che significa le cose che ho detto, ma anche una manutenzione maggiore e migliore del passato sulla cura del territorio, sapendo che se non vi è un impegno dei Governi nazionali nella lotta ai cambiamenti climatici, il surriscaldamento terrestre produrrà tali e tante tragedie, addirittura moltiplicando quelle di oggi, alle quali non c’è manutenzione del territorio che tenga; se è vero come è vero che dalle parti di Tarasconi, Foti, Molinari e Rancan abbiamo avuto in due anni il tutto e il contrario di tutto, in termini di drammaticità dell’emergenza, a partire dall’alluvione che ha spazzato via parti di paesi (ci sia dato atto che li stiamo ricostruendo esattamente come erano prima) avvenuta dopo due anni di siccità che credo non si vedeva da 128-130 anni, e che mi ha costretto a sottoscrivere col governatore Toti il rilascio di 4 milioni di metri cubi della diga del Brugneto. È un accordo, anche per il futuro, a tutela del grande lavoro e dei grandi problemi che si trovavano ad affrontare gli agricoltori di quella terra, estendendola persino al territorio parmense.

Insomma, c’è bisogno di uno sforzo del mondo, di chi conta davvero, di chi ha in mano le leve nazionali, ma ognuno a casa sua deve fare il meglio che può e noi qui, a partire anche dalla firma degli 85 milioni di euro col ministro Galletti che l’altro giorno abbiamo indicato, dovremmo corrispondere in tempi brevissimi ad alcune opere “di tenuta e di prevenzione idraulica”, dalla cassa del Baganza a quelle del Senio nel ravennate, che impediscano che in futuro tornino ad accadere problemi, in alcuni casi pesantissimi, come sono accaduti in questi anni.

Dall’altra parte, cito manutenzioni per completare interventi sul nodo idraulico, ad esempio di Modena o di altri nel reggiano. Alcune manutenzioni, come Gazzolo vi dirà dopo, ci hanno permesso, in piene mai così alte nella storia che conoscevamo, di evitare tragedie ben più grandi, però qui bisogna fare di più.

Abbiamo consegnato al Governo un progetto da un miliardo di euro in dieci anni e quindi i Governi che ci saranno, chiunque li componga, nel rispetto istituzionale, mi auguro ci daranno una mano, parlo per la nostra Regione, a ottemperare a quelle richieste e necessità, che però si stanno mettendo davvero in campo.

Abbiamo detto allora di una necessità di una crescita economica, tra internazionalizzazioni e capacità di attrarre. Abbiamo attratto imprese e multinazionali che hanno portato migliaia di posti di lavoro. Dobbiamo continuare lì, puntando sulla qualità di chi viene a investire qui, che quando investe garantisca posti di lavoro tra i quali ve ne sia una buona parte, se non tutti, a tempo indeterminato, per le ragioni che ho descritto all’inizio, ma certamente un contributo che, come il Patto per il Lavoro descrive, ci porti verso il 2020 a tornare a una disoccupazione che ci possa dire che in realtà è già piena occupazione.

Se il buongiorno si vede dal mattino, con i numeri che abbiamo noi tra tre anni ce la potremo fare davvero. Indipendentemente da chi mi succederà, se eventualmente qualcuno o qualcuna mi succederà, indipendentemente dal colore politico di chi governerà questa Regione, il più bel regalo che possiamo fare, dopo questi cinque anni, alla nostra comunità, è quella di tornare a dare la certezza del posto di lavoro. Si chiama dignità, per sé e per le proprie famiglie.

Da questo punto di vista, il tema di investimenti sui fondi europei vede noi e poche altre regioni italiane ancora oggi, purtroppo, a spenderli fino all’ultimo centesimo. Attenti. È stato detto che non basta? Guardate che il sottoscritto, con i Presidenti delle Regioni italiane, sta facendo una battaglia in Europa, anche con il Comitato delle Regioni di cui fa parte Simonetta Saliera. Eravamo io ed Enrico Rossi, insieme, un mese fa, a Bruxelles a litigare con una parte di burocrazie e di politica europea, che pensa che bisogna ridurre i fondi cosiddetti per la coesione. Sarebbe a nostro parere un errore tragico, perché un conto è pretendere da parte dell’Europa che le risorse vengano spese bene e rendicontate bene. Se devo fare la manutenzione di un’opera idraulica, si fa quella e non si danno i soldi alla Sagra del grissino. Tuttavia, non mettere a disposizione risorse che hanno dimostrato in questi anni quanto sono rilevanti e importanti per la manutenzione del territorio, ma soprattutto per una spinta alla crescita e al lavoro, laddove la si sa condurre – non è solo il nostro caso, è il caso anche di Regioni a guida centrodestra – penso sarebbe un errore madornale.

Dentro a quel quadro, abbiamo detto che i saperi sono una componente essenziale. Non è un caso che il tema degli investimenti sia legato a tutto ciò che ha a che fare con la ricerca, l’innovazione, l’università, la scuola. Siamo quelli – Bianchi ci potrebbe tenere una lezione – che, unici, garantivano il 100 per cento delle borse di studio. È aumentata la richiesta degli studenti? Noi torneremo a fare quella battaglia perché siamo quelli che hanno sempre garantito il 100 per cento delle borse di studio.

Vogliamo però che dentro a quella battaglia, al cuore di quella battaglia, ci sia l’idea che il diritto all’istruzione, come alla salute, sia garantito in termini universalistici a tutte le persone, ed è per quello che la si è fatta e la si fece, indipendentemente dal reddito e dalla condizione materiale delle famiglie nelle quali si nasce e si cresce.

Insomma, abbiamo bisogno di una tenuta di una Regione, che tenga insieme la qualità del lavoro con la qualità dello studio, della ricerca e dei saperi, perché se vogliamo puntare a competere con i territori più avanzati d’Europa e del mondo, dobbiamo puntare lì, sulla qualità, in qualsiasi campo.

Questo è possibile, abbiamo visto. E lo è proprio per quello che abbiamo visto crescere in questi anni, laddove, il cofinanziamento dei fondi europei lo aumentiamo da 59 a 80 milioni, sapendo che ben prima del 2020 avremo esaurito quei due miliardi e mezzo, perché facemmo un patto, su richiesta del mondo del lavoro e dell’impresa, ossia di mettere a disposizione la programmazione settennale.

Peraltro, per i problemi che qui accaddero, o si presumeva fossero accaduti, c’era stato anche un termine di fermo dal punto di vista amministrativo, o quasi, dal punto di vista della potestà della decisione politica, ad esempio di un’Assemblea legislativa.

Se questo è vero, partiamo da tutto ciò che in agricoltura stiamo investendo. Lì infatti, qualcuno dice, stanno tornando i giovani, a proposito di giovani, perché non possono fare altro. Sarà pur vero questo, ma è anche vero che vi è una nuova dimensione di consapevolezza, ed è un fatto inedito che va accompagnato con risorse adeguate e persino maggiori del passato, perché la riscoperta dell’agricoltura, il ritorno al lavoro dei campi o della “cultura dei suoli” è talmente importante, in particolare in montagna, anche per un tema di contributo alla cura e di lotta al dissesto in quel territorio che dobbiamo accompagnare.

Alla prossima Conferenza sulla montagna, tra pochi mesi, faremo una discussione coinvolgendo tutte le parti in campo, perché abbiamo detto che lì vi è un tema di necessità e – io aggiungo – di grande opportunità. L’abbiamo visto ieri sera, presentando con Andrea Rossi questi dati sul turismo, anche accompagnati a ciò che lo sport e il turismo, anche del wellness sportivo, può realizzare.

Poi c’è tutto il tema che riguarda la cultura che avevamo indicato come centrale in un suo sviluppo e una sua crescita e che ha bisogno di risorse, c’è poco da fare, per poter dimostrare un assunto, ribaltandolo: ossia che con la cultura si può anche mangiare.

Andremo alla nuova legge regionale sulla musica; prima Regione a produrla. Speriamo sia buona, perché non basta farla. Ci stiamo confrontando con tutto il territorio. Ci siamo confrontati in un lungo lavoro, con tutto il territorio e con coloro che nella musica ci lavorano e sperano di lavorarci. Allo stesso modo, il triplo dei fondi per la cultura su cui c’era molta ironia e sorrisi, a fine legislatura saranno garantiti.

Basterebbe che Mezzetti leggesse i numeri – l’ha già fatto in passato, lo rifaremo in futuro – legati al tema della cosiddetta Film Commission, per dimostrare come da un euro investito se ne producano molti di più, di ritorno e ricaduta sul territorio, in termini non solo economici ma anche occupazionali. Questa è l’idea, però parliamo anche di persone in carne ed ossa, che non solo devono o possono lavorare, ma devono ricevere, quando cercano, per loro e per le loro famiglie, servizi di grande qualità.

Abbiamo messo in campo, per i prossimi tre anni, un altro miliardo e mezzo di investimenti. Il Patto per il lavoro ha già dimostrato, sei mesi fa, come sono già attivati quasi 15 miliardi di euro, che diventeranno poi 18 a fine legislatura, per come si è saputo attivare ulteriori risorse.

Chiedo, presidente, se posso sforare qualche minuto, perché voglio dire che sul tema del welfare e della sanità abbiamo investito tanto, sia nel sentire la responsabilità di garantire e mantenere la qualità che in passato è stata garantita, ponendo la sanità pubblica dell’Emilia-Romagna e il suo sistema di welfare storicamente tra i migliori in Europa, per la qualità e la quantità dei servizi erogati, ma sapendolo anche adattare ad esempio ai cambiamenti della società, ai tempi di vita delle persone, alla restrizione – speriamo cambi in futuro, però che c’è stata – dei componenti dei nuclei familiari.

Questo credo sia un elemento che debba servire e che vada nella direzione di corrispondere al maggior numero di persone possibile le stesse opportunità, quantomeno, di partenza.

Sul tema della sanità riconfermo che non solo non chiuderemo nessun ospedale, ma ci stiamo investendo tantissimo, anche su quelli di montagna, per qualificarli, per fare in modo che i servizi siano più corrispondenti a quelli delle comunità locali, o di chi oggi ha bisogno, quando ha un problema, di sapere che nel raggio di decine di chilometri la risposta a quel suo problema, per curarlo, o come capita a volte per salvargli la vita, sia il più rilevante e qualificata possibile.

Abbiamo messo molte risorse per aumentare di 25 unità le Case della salute. Ce le chiedono i Sindaci, di qualsiasi appartenenza politica. Se i Sindaci di qualsiasi appartenenza politica, in qualsiasi territorio di questa regione chiedono ulteriori Case della Salute, vuol dire che quello strumento, avendone già oltre 80 si sta rivelando efficace, perché abbiamo detto che vogliamo portare la sanità ad esser sempre più vicina ai cittadini.

In ospedale ci si va solo se se ne ha davvero bisogno. Il tema della qualità della cura, della domiciliarità, della prossimità del territorio è decisivo, con un investimento che chiede più risorse. L’autonomia la vogliamo anche per quello anche in quel campo. La vogliamo per poter rimodulare. Non si sono mai potuti fare i ticket, ad esempio. Sapremmo farli anche qui, bene e meglio, ma certamente aver risparmiato l’80 per cento in due anni dei 300 milioni di euro, solo perché abbiamo, a differenza di molti altri, una centrale per gli acquisti della Pubblica Amministrazione che funziona talmente bene, che è diventata esempio a livello nazionale, dà l’idea di come devi saper dimostrare di essere capace di affrontare gli sprechi e razionalizzare la spesa, quando addirittura può produrre ulteriore miglioramento della qualità.

Le risorse risparmiate infatti sono dei cittadini e noi le possiamo impiegare in ulteriori investimenti, assumendo tanto personale a tempo indeterminato, per non avere più precari nel mondo della sanità, ma anche per dare più servizi con un ringiovanimento della stessa classe professionale degli operatori sanitari che per troppi anni, per colpa dei Governi che si sono succeduti via via, non avevano mai messo mano al tema del turnover, bloccando e impedendo – vale per tutta la pubblica amministrazione – la possibilità di assumere o di precarizzare troppo.

Nel welfare, nel lavoro che Elisabetta Gualmini sta svolgendo, abbiamo secondo me tenuto insieme due cose: la qualità, il continuare a garantirla, provando anche a mettere alcuni temi di innovazione che permettano, in un rapporto nuovo tra pubblico e privato, in particolare in quel campo abbiamo il privato sociale e il fatto di avere il Forum del terzo settore. La firma del Patto per il lavoro e aver condiviso con noi le trasformazioni che abbiamo indicato, prendendosi una quota di coraggio, che gli riconosco, sta dimostrando che anche in questo campo noi possiamo dare una mano.

Quanto al reddito di solidarietà, voglio essere molto chiaro. Dal nostro punto di vista – non voglio convincere chi non la pensa come noi, ma almeno affermare il nostro punto di vista – è il tentativo intanto di non fare poveri di serie A e di serie B, quindi accompagnarlo anche a chi non ha figli, e soprattutto per chi è in età lavorativa, utilizzarlo come uno strumento che non ti risolve i problemi della vita, ma che è un contributo di ossigeno per una parte del tuo tempo di grande difficoltà, o di drammatica difficoltà. Poi però tutto ciò che si può fare parallelamente è il reinserimento nel mondo del lavoro.

Abbiamo detto infatti che è poco dignitoso continuare a dare per troppo tempo un assegno a una persona, se questa deve stare in casa coi propri figli, o da sola a vedere la TV, e non uscire da quel salotto o da quella casa per tornare al lavoro.

Quindi noi teniamo insieme questi due dati, ma i numeri di ieri, che abbiamo presentato pubblicamente, ci dicono che la proposta che dal centrosinistra arrivò era non solo dal nostro punto di vista interessante, ma talmente giusta che anche nelle previsioni dei numeri ci dice che decine di migliaia di persone e di famiglie di questa regione, alla fine del 2018, potranno avere quel contributo che per noi dovrà nel tempo essere stabilizzato, ma se le politiche attive per il lavoro, da un lato, e di contributo alla riduzione della povertà, dall’altro, ci daranno ragione, fra qualche anno, vedrete, diminuirà di suo. Saranno infatti di meno le persone – mi verrebbe da dire, speriamo sia così – che possono tornare a lavorare.

Le ultime due questioni: l’autonomia e la legalità. Sulla legalità, penso che non dobbiamo mai abbassare la guardia e provare a darci una mano tutti insieme, perché considero che la lotta contro le mafie per la legalità vada ben oltre l’appartenenza politica. L’abbiamo dimostrato nelle leggi che abbiamo votato, lo dobbiamo dimostrare nella tenuta del territorio. Alle forze politiche dico: ognuna in casa sua non abbia alcun dubbio nel colpire in maniera durissima, laddove si annidi qualcuno che invece che fare in maniera onesta e trasparente il proprio mestiere pensi di poter approfittarsene.

Le istituzioni sono talmente sacre nelle democrazie che è anche dalla loro capacità di autogovernarsi rispetto al tema della corruzione, o dell’illegalità, che possono essere stimate dai cittadini, indipendentemente da come la pensano, e non allontanarli dalla politica.

Sull’autonomia, io penso che entro fine gennaio verremo a relazionare in Aula; i primi giorni di gennaio, o nei giorni che concorderemo insieme. Noi possiamo davvero arrivare a una preintesa con il Governo. Se arriveremo a una preintesa col Governo, che sarebbe storica, perché non è mai successo nella storia di questo Paese, vorrebbe dire che il prossimo Parlamento e il prossimo Governo, ma visto che la legge la vota il Parlamento, parto dal Parlamento, indipendentemente dalle composizioni politiche, dovrà consegnare e concedere quella legge alle Regioni, non alla Regione, che eventualmente ne facciano richiesta; altrimenti i pullman li carico io di persone che vadano a Roma, non a fare casino, ma a chiedere legittimamente che ciò che meritano; se questa Regione dimostrerà, come deve dimostrare nella trattativa che stiamo facendo, di essere virtuosa, con i conti in ordine e la capacità di dare servizi di qualità, per avere quell’autonomia.

Non conta più la strada che abbiamo cercato di percorrere per arrivare lì. Ognuno rimane delle sue posizioni. Quello che mi interessa è che si dia atto che abbiamo fatto sul serio e stiamo facendo sul serio, con la sacralità dei confini nazionali, col fatto che chi chiedeva lo Statuto speciale ha dovuto fare marcia indietro, per venire a discutere e a trattare perché è incostituzionale, e con un lavoro che insieme alla Lombardia, da subito, e col Veneto, da pochi giorni, stiamo conducendo in maniera ottimale, insieme.

Qui non contano le differenze politiche, ma la tutela e la difesa delle proprie comunità in ragione di un principio che, fatto salvo per noi almeno, con quei due capisaldi, debba vedere premiati i territori che dimostrano di saper ben governare.

Questo lo ridiscuteremo insieme, ma certamente il lavoro che si sta svolgendo è all’altezza di una trattativa seria, non banale perché mai nessuno l’aveva prodotta e condotta, quindi manca anche una expertise del passato, che credo farebbe bene a questa Regione.

Guardate, chiudo davvero, noi siamo collocati verso una stagione nella quale, fra 2 o 3 anni, le previsioni che facevamo e le speranze che avevamo, dal punto di vista del lavoro e della qualità del welfare, possono essere ottenute, raggiunte, o non compromesse se tali già erano.

Credo che avere più autonomia per questa Regione per i prossimi anni sarebbe un fatto importante, non perché avremmo più risorse – chi lo dice non sa di cosa parla –, ma perché avremmo la possibilità noi di gestire, in nome e per conto dello Stato, e quindi dimostrare di poter essere persino più efficaci. Avremmo una opportunità di modulare in maniera migliore un territorio che è in un grande Paese; del quale, abbiamo detto, l’unità nazionale è sacra, ma che è molto differente ancora tra parte e parte.

Quindi, modulare in maniera differente le risorse che si possono investire per la qualità dei servizi che si devono erogare, o le cosiddette competenze, ci potrebbe dare il modo di spingere ancora più forte questa Regione che, tutta insieme, e non divisa tra l’Emilia e la Romagna – scelta che rispetto e quando sarà il momento andremo a verificare come la penseranno i cittadini, ma che proprio perché sta insieme è così forte – sta ottenendo risultati che credo dovrebbero, indipendentemente dalle appartenenze, inorgoglirci tutti quanti.

Se infatti l’Emilia-Romagna oggi ha quei risultati, con tutti i difetti e le mancanze ancora che dobbiamo coprire, è comunque un bene per gli emiliano-romagnoli, indipendentemente da questa Assemblea legislativa.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, presidente Bonaccini.

Riprendiamo i lavori alle ore 14,15.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,11

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Simona CASELLI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO e i consiglieri Enrico AIMI, Fabio RAINIERI e Ottavia SONCINI.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

5835 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare il trasferimento del centro prelievi, attualmente presso l’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, in locali siti in Via Anguissola. A firma del Consigliere: Foti

5836 - Interrogazione a risposta scritta circa la destinazione specifica dei finanziamenti destinati al polo ospedaliero Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

5837 - Interrogazione a risposta scritta circa la presenza, all’interno dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, di associazioni non iscritte nel registro regionale. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

5838 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino della segnaletica orizzontale sulla Strada Provinciale numero 60 Collegamento Gran Linea Copparo-Iolanda di Savoia S.S. 309 Romea. A firma del Consigliere: Fabbri

5839 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire il ritorno alla normalità nella frazione di Miscoso, nel Comune di Ventasso, isolata da una frana. A firma del Consigliere: Torri

 

Risoluzione

 

5826 - Risoluzione sulla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, Completare il programma "Legiferare meglio": soluzioni migliori per conseguire risultati migliori - COM (2017) 651 final del 24 ottobre 2017. Osservazioni della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell'articolo 24, comma 3, della legge n. 234 del 2012. (Approvata dalla I Commissione assembleare Bilancio affari generali ed istituzionali in data 18 dicembre 2017)

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

5365 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per ripristinare il servizio telefonico da rete fissa, sospeso da vari giorni, presso la località Zattaglia, nel comune di Brisighella. A firma della Consigliera: Rontini

5593 - Interrogazione a risposta scritta circa i fondi e le procedure riguardanti il progetto dell’IBC denominato “Io Amo i Beni Culturali” ed il relativo tema, scelto ad Imola, “Dalla valigia allo zainetto: migranti di ieri e di oggi”. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Comunicazioni n. 58 prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. NP/2017/2707 del 20/12/2017)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Saliera

Rancan - Torri

 

 

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